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DOMENICA 9 NOVEMBRE 2014

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ANNO XIV - N° 33 - DOMENICA 9 NOVEMBRE 2014

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DOMENICA 9 NOVEMBRE 2014


DOMENICA 9 NOVEMBRE 2014

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NANDO TROISE

SI’, SCUDETTO AL NAPOLI (SE DE LAURENTIIS GOVERNA)

Sognare non si può – Ragionare è indispensabile

Il calcio propriamente tecnico riflette la sua letteratura. Impostata su due sole direttive, una più approfondita, varia e opportuna. L’altra costruita solo sul contrasto. Bianco? No, nero! Quasi legittimo, per certi versi, l’inserimento dei non addetti ai lavori. Una gran parte di intellettuali italiani (scrittori, Professori Universitari, Filosofi, Rettori) a interrogarsi: Il calcio è importante? – chiedono – allora discutiamone. Non hanno tutti i torti. Meno torti abbiamo noi che sollecitiamo appunto la scoperta della mezza Italia rimasta fino ad oggi fuori da ogni discussione. E che, invece, potrebbe riuscire utile per variare i termini di un discorso che sta finendo con lo stancare un po’ tutti, nonostante il crescente successo di folla. L’ossessione, tanto per tornare all’attua-

lità italiana, Nord – Sud. La mancanza evidente di coraggio per evitarla. Le tavole rotonde imbastite in tutte le trasmissioni televisive italiane e su tutti i giornali, siti web, radio, solo su questo argomento: gli scandalosi striscioni di Torino e gli squallidi cori in giro per l’Italia: “Vesuvio lavali con il fuoco etc”. Cori, cosa strana, che i nostri concittadini Ferrara, Quagliarella e i meridionali Conte, Alessio, Franzo Stevens, non hanno mai sentito. E, dico io, Tavecchio, Abodi, Beretta non potrebbero imbronciarsi per questo? La dialettica del calcio si articola così. La nostra bella Italia riesce così a ripetersi negli stessi termini che contraddistinguono il suo notevole squilibrio economico – sociale, anche nel sempre più difficile e importante gioco del calcio. A

pochi passa per la testa che l’allargamento della discussione, con tutti i motivi nuovi che potrebbero scaturirne, forse restituirebbe colorito alla sempre più pallida divergenza, legata, per buoni tre quarti, alle sostanziate invenzioni e agli argomenti nati 40 anni fa con il padano Gianni Brera, continuate poi con questi della “Lega Nord per l’Autonomia della Padania” e al no dei suoi avversari giornalistici. La strozzatura mi sembra evidente e minaccia il nostro cosiddetto sport nazionale, come in realtà altre ben complicate strozzature minacciano l’equilibrio sociale italiano. Certo, inutile negarlo, colpa anche nostra, squisitamente meridionale. Della incapacità cioè strutturale e psicologica (per non dire altro) che mostriamo nell’inserirci nella polemica in atto. Nella Calabria, nella Sicilia, nella Irpinia vediamo, ad esempio, da anni, esplodere atleti di raro coraggio. Capaci di affrontare le difese con ben diverso piglio degli sbiaditi e deperitissimi fratelli dell’Est e del Nord (Berardi, Di Natale, Quagliarella, Floro Flores, Immobile, Insigne etc.). CONTINUA A PAG. 5


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DOMENICA 9 NOVEMBRE 2014 SEGUE DA PAG. 3 L’alternarsi naturale delle classi sociali (proletari – borghesi) vicino agli interessi che suscita il calcio, sta maturando e preparando concezioni certamente diverse da quelle tradizionali e ormai ossessive. La spinta sociale, la necessità, suggeriscono termini nuovi e determinano esigenze più concrete. Alla mano d’opera locale si aggiunge il piede d’opera locale e non per trito e demagogico campanilismo (come vogliono far credere i più beceri ed incapaci) ma per necessità. Per urgenza di provvedimenti da ricercarsi dappertutto. Ecco allora l’ossessione calcio attenuarsi e favorire dialoghi più utili e seri. Ecco chiarire i termini che propongono gli intellettuali in particolare: gioco del calcio, affare del calcio, sottogoverno. Ecco così l’Italia allargarsi, completarsi, fondersi. Poi la parabola o l’ascesa spontanea o voluta chiariranno ancor meglio. Dagli spalti caleranno sulle piste i tifosi e diverranno atleti come si richiede? Bene. Non caleranno? Il calcio si è già inserito più obiettivamente, tra la Fiat, Filmauro, Saras, Paluani, Mapei, Confindustria, Unicredit, le Banche, con Thoir, Pallotta, i Della Valle (Mr. Tod’s) e via dicendo. Restare all’ossessione Nord – Sud oppure scivolare sui temi tattici del calcio (difensivismo o offensivismo) me lo consentano la buona anima di Gianni Brera o i Nuovi Padani, non può giovare. Politica del dialogo, dite? D’accordo. Ma dialogo aperto a tutti quelli capaci di poter intervenire e contribuire, non dialogo tra pochi intimi. Nutrito soltanto così, anche per colpa dei suoi dirigenti, il calcio diverrà ridicolo. Occorre qualcosa d’altro. Cerchiamolo a sud. Gli spunti ci sono. Tanto per cominciare (il nostro particolare) chiediamoci se il Napoli potrà

5 effettivamente vincere lo scudetto. Rispondo senza esitazioni: il bandolo della matassa lo possiede, e forse, povera anima, non lo sa neppure lui, proprio De Laurentiis. Tecnicamente invece la nostra risposta è chiarissima e l’abbiamo fornita fin dall’apertura del campionato, con questo titolo: “un Napoli leale alla pari con Juve e co.”. Poi abbiamo contribuito criticamente alla sua attuale e notevole posizione di classifica. E affatto sforzandoci, ma unicamente cercando di interpretare il materiale a disposizione di Benitez. Sarà stato un caso ma il gol di Higuain con la Roma è scaturito da uno schema da noi previsto e tratteggiato tre settimane prima. Insigne schierato al posto di Mertens, ma appostato a completamente del centrocampo, meno sottoposto ad Hamsik, svariante sull’ala. Alè vecchio Napoli! Le centurie partenopee sugli spalti si eccitano. Il tifo rotola e riscalda. Benitez ha trionfato con la Roma come meritano i semplici che restano tali e non vanno a impantanarsi, invece, come vorrebbero alcuni, sulle terrazze di qualche circolo nautico. I fiscalisti sono utili, ma non per trasformare un semplice, un proletario in un club – man. Gradiscono la corte………calcistica? Bene. Ma non la guastino, la rispettino. E se vogliono cavarci della facile pubblicità facciano pure. Ora tecnicamente e tatticamente alcune perplessità sussistono. E investono quelli già debitamente segnalati: David Lopez (unico mediano incontrista) non ha alternative; e Koulibaly, magnifico difensore se difende, magnifico attaccante se attacca. Erano anni che lui non giocava così bene. Anche lui non ha alternative. David Lopez garantisce allo schieramento del Napoli un grande scrupolo difensivo ed è luil’uomo campionato, non altri. Vedremo ancora meglio tra 10 giorni dopo Young Boys e Firenze. Tratteggiato il profilo tecnico, tattico, ancora da perfezionare, o meglio da disciplinare. Resta De Laurentiis, che rappresenta in realtà la società, fattore da lui stesso indicato come determinante, appunto assieme alla squadra e alla folla, per la conquista di un ipotetico scudetto. Stabilito dunque che

la squadra, opportunamente perfezionata c’è, così pure come la folla, tornata calda e oceanica…….., non resta che lui. Punto di congiunzione e di equilibrio dell’intera situazione. De Laurentiis adesso dovrà mostrare di saper governare. Saper governare significa anche saper unire. Pe n’acino e sale perse a menesta, si dice a Napoli. L’acino di pepe esiste

tuttora. Anzi con ben maggiore peso. Se De Laurentiis è capace di intuire dove si è potuto sbagliare fin’ora (e quindi di correggersi) gli ingredienti, da lui stesso indicati, sarebbero al completo, quindi in grado di sciorinare il meglio. Se De Laurentiis, anche per altrui malignità, questo non capirà, la squadra e la folla non potranno certo supplire alle deficienze della proprietà e società e la frana seppellirà innanzitutto lui. Migliore di tutti i suoi predecessori, l’ho già detto, De Laurentiis è di certo. Significa molto, significa niente. Significherà tutto la maniera con la quale da oggi procederà per unire un ambiente che purtroppo, anche per colpa sua, unito non è affatto. Qui è Rodi, qui ancora e sempre si salta, caro presidente. Il mistral, consenta glielo dica un nipote di buoni pescatori di Mergellina, è un’amena puttanata. La vera croce del Sud è nell’agro nocerino sarnese, sui quartieri spagnoli, in certe straduzze della Gizzeria, nelle squallide campagne della Lucania, in riva al mare che lambisce e tormenta la Sicilia, è nelle case celesti, nelle vele, nella terra dei fuochi. Altro che Marrakesch! De Laurentiis si è voluto eleggere re. Lo sia. Dimostri di saper governare.


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7 Riceviamo e Pubblichiamo

LETTERA APERTA Al Dott. Enzo Carfora Sindaco di Casoria Con sorpresa, nei giorni scorsi apprendevo che lunedì 3 novembre al Comune di Casoria, vi era un consiglio comunale con all’o.d.g. discussione e dibattito sulle “Problematiche dei diversamente abili”. Seppur invitato, non ero intenzionato a partecipare perché per troppi anni ho lottato sù queste problematiche senza ottenere risultati pari alle battaglie portate avanti. Considerato poi che le sollecitazioni di Sannino dell’ANIDA avevano prodotto la richiesta di otto consiglieri comunali a discutere in consiglio comunale dei disabili, mi sono detto che era un’occasione da non perdere per far conoscere a questo consesso i problemi che certamente sono sconosciuti a chi li dovrebbe risolvere. Purtroppo il mio intuito iniziale è stato confermato; ci

troviamo di fronte a una classe politica locale che amministra il Comune di Casoria e che non solo ignora ed è insensibile ai problemi della gente ma le cose che a loro si vorrebbe far conoscere non le vuole neanche sentire. Questa è dimostrato dal risultato avuto nel suddetto consiglio comunale u.s.: presenti un gruppo di disabili in rappresentanza di associazioni presenti sul territorio, è stata chiesta, da un consigliere comunale sottoscrittore del succitato documento, l’inversione dell’ordine del giorno passando il punto riguardante i disabili, da ultimo punto a primo punto. Il Presidente del consiglio ha messo a votazione la proposta che è stata bocciata dalla maggioranza dei presenti, compreso qualche consigliere che aveva sottofirmato il documento. La mia delusione non è andata oltre le mie aspettative, ma ritengo giusto quantomeno far conoscere ciò che avrei voluto

dire con un mio probabile intervento impostato sui servizi di assistenza domiciliare a disabili e anziani, sull’assistenza specialistica ad alunni disabili, al mancato trasporto agli stessi disabili, ai servizi residenziali e semiresidenziali. Al sistema di gare con le quali vengono affidati tali servizi e che sono discutibili; alle tante barriere architettoniche presenti nella città che rendono la vita dei disabili più difficile di quella che per loro è, ai parcheggi e ai tanti permessi e contrassegni che necessitano di una revisione e una regolamentazione adeguata. Tutte questioni che, oltre a rappresentare servizi offerti ai disabili, sono anche occupazione, seppure precaria, per tanti lavoratori strumentalizzati dagli stessi politici e che sono a rischio per i continui tagli al sociale. Era mia intenzione avanzare una proposta per garantire tali servizi e occasioni di lavoro. Possibilità resa vana da un incomprensi-

bile comportamento dell’amministrazione comunale e dalla sua strana maggioranza. Il 7 dicembre 2011, con grande sforzo mio, dell’AIAS e dell’assessore Luisa Marro, fu organizzato presso la biblioteca comunale un Convegno sulle politiche sociali che, seppur riuscito come dibattito pubblico, non ha prodotto grandi risultati. Caro Sindaco Carfora, dopo la scivolata del 3 novembre, u.s. poiché la delega delle politiche sociali è di tua competenza e visto che i problemi sono tanti e irrisolti, propongo di incontrarci ad un tavolo ristretto per organizzare una Conferenza dei servizi sociali con tutti gli attori. È questo il modo di riscattarsi e cercare di rendere un servizio alla Comunità Casoriana, soprattutto alle sue fasce deboli. Confido ad una positiva e sollecita risposta, Distinti Saluti Giacometti Salvatore Presidente AIAS

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GIANNI BIANCO

LUDOVICO DA CASORIA

La vita, la morte di Padre Ludovico da Casoria inizia l’11 marzo 1814 finisce il 30 marzo 1885, la sua opera continuerà nei quattro continenti per sempre. Il prossimo 23 novembre ci sarà la canonizzazione, Padre Ludovico sarà San Ludovico da Casoria. Il giusto riconoscimento alla sua opera ai suoi miracoli in vita che rappresentano un patrimonio d’inestimabile valore per la Chiesa cattolica, quella napoletana e soprattutto per la Comunità dei Frati minori. La figura di Padre Ludovico è stata per me, che sono, orgogliosamente, un casoriano doc, preponderante. Ricordo i racconti di mio nonno Peppe, veri o falsi non lo so, ma mi piaceva ascoltarli. I primi calci a un pallone nel campetto dell’oratorio di Via Padre Ludovico dove mi fermavo spesso a guardare quel monaco, poggiato su di una pietra, solo anni dopo ho immaginato Padre Ludovico invece stanco, invecchiato, poggiato su di uno scoglio a Posillipo ammirare una delle sue Opere “L’ospizio dei Pescatori” e rammaricarsi di tutto quello che avrebbe ancora voluto donare all’umanità, invece di essere contento di quello che aveva invece fatto per gli altri. Una “carità sfrenata”, una passione verso i poveri, gli infermi, i bambini che lo portò prima alla Sanità a Napoli dove grazie alla generosità di famiglie benestanti e devote costruì il Convento “La Palma”, con annessa infermeria per i frati. Frate francescano ebbe nella vita due riferimenti, San Diego che curava i malati di colera e San Francesco che si chinò sui lebbrosi. Insegnò matematica, fondò altre opere che ancora oggi operano in suo nome, il terzo ordine dei frati minori, i Bigi e dopo qualche anno le Elisabettine bigie. Grazie alla generosità dei Re di Napoli Ferdinando e Francesco di Borbone, riuscì a riscattare dei bambini africani in Egitto. La sua amicizia con i sovrani napoletani, furono uno dei motivi del suo arresto e questo probabilmente a mio avviso l’episodio più importante della sua vita, visse l’umiliazione della prigione. Erano al governo i nuovi padroni di Napoli, i burocrati di Garibaldi che,

non persero l’occasione per condannare Padre Ludovico, eppure avvenne un vero miracolo, a difendere il Santo, furono gli atei, i socialisti, in testa Luigi Settembrini che elogiò in ogni luogo l’opera sociale del Fraticello d’oro e soprattutto la sua vicinanza ai più deboli. Padre Ludovico fu scarcerato, nacque da allora un rapporto di stima reciproca che vide tutti i politici napoletani, di ogni idea o sentimento religioso e non essere in prima fila per accompagnare il feretro di Padre Ludovico da Casoria al suo funerale, tra i più imponenti della storia napoletana. Il nostro Arcangelo Palmentieri ha un posto nella storia che merita per tanti, tantissimi esempi di carità, da non dimenticare l’impegno verso gli orfanelli napoletani che lui chiamava “accattoncelli”, per rimetterli sulla retta via. Questa storia degli “accattoncelli” mi riporta a Casoria, alla sua città, quasi mai celebrata nelle varie biografie, nessun’opera creata se si esclude la “Casa Natale”, del Santo. I primi anni vissuti tra difficoltà economiche che non gli consentirono di pagare la dote per essere Sacerdote. Il 23 di novembre sentiremo echeggiare in ogni parte del mondo Padre Ludovico, appeso al nome, ci sarà la sua città di provenienza Casoria. Mi chiedo spesso cosa farebbe oggi Padre Ludovico se camminasse per la sua città, dalla casa Natale a San Mauro, da San Mauro a San Benedetto? Mi chiedo cosa direbbe ai potenti in città, chi ha i soldi o il potere, nel vedere un’identità cancellata, un centro storico smembrato, demolito sotto il maglio d’interessi

personali. Quale omelia pronuncerebbe ai “suoi” casoriani nel vederli più che ostaggi, chiavi delle proprie paure dei propri interessi. Sicuramente qualche “carocchia” la distribuirebbe ai casoriani, agli ospiti, non si permetterebbe, una cosa farebbe di sicuro, ci lascerebbe al nostro destino per percorrere le strade che l’hanno reso immortale, le strade della carità, della solidarietà e della fede, al di fuori dei confini di Casoria dove ogni casoriano che merita ha saputo percorrersi strada e trovare il proprio posto nella società. Forse un solo gesto avrebbe fatto, lui uomo serio, sobrio, rigido: quello di chiedere a chiunque di non sperperare soldi per la sua canonizzazione, di non rifare le solite inutili pacchianate ma, di destinare quei soldi ai poveri, ai deboli, agli infermi, come era solito chiedere lui ai potenti. La storia di Arcangelo Palmentieri, per tutti Padre Ludovico dal 23 novembre 2014 San Ludovico da Casoria, è la storia di un uomo dotato di un’umanità cristiana. Speriamo che il titolo di un convegno in una fredda serata di venerdì 17 dicembre 2010, possa essere da esempio per i suoi figli: “L’eredità morale- il percorso etico” La vita, le opere, l’insegnamento del Beato Padre Ludovico. Etica, morale, sono parole in disuso nella città di Casoria, nei luoghi che contano, possa nascere, intorno alla figura del più illustre dei casoriani, una nuova generazione di cittadini che non si rassegnano e che dalla vita del nostro Santo possano trarre quell’esempio di forza e di carattere per combattere la rassegnazione e rialzare la testa.


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FEDERICA D’APUZZO

C’è NESSUNOOOOOOOOOOOOO???????????????? Il 3 Novembre c.a alle ore 17:00 presso il Comune di Casoria si è tenuto il “Consiglio Comunale” richiesto dall’associazione A.N.I.D.A.. I punti all’ordine del giorno erano i seguenti: -Consulta Sport e regolamento -Approvazione regolamento per la costituzione della mensa scolastica -Regolamento e realizzazione “DEHORS” stagionali e permanenti -Discussione e dibattito tematico diversamente abili art 49 comma 2 C.C. Consiglio che parte in ritardo e che si caratterizza di un certo assenteismo da parte dei consiglieri comunali, mentre hanno partecipato i rappresentanti di alcune associazioni, tra cui il Presidente dell’A.N.I.D.A. Giuseppe Sannino. Erano presenti numerosi cittadini Diversamente Abili e non, interessati alle problematiche reali che ogni giorno sono costretti a dover affrontare, per tante disattenzioni o forse per tanta indifferenza da parte di coloro che sanno riempirsi la bocca con le parole handicap, solidarietà, fasce deboli etc. ma che sostanzialmente non sanno di cosa si tratta. Tutti finalmente pronti per il via, ma alla richiesta del Consigliere Balsamo di invertire l’ordine del giorno visto le problematiche fisiche della platea, è shock! Alla votazione per il suddetto cambio di punti di discussione si mostrano favorevoli solo 8 dei pochi consiglieri presenti, indignazione e sconcerto da parte di tutti i presenti e di alcuni degli stessi consiglieri, infatti il Capogruppo del PD Mari-

gliano Giovanni ha dichiarato che nella riunione dei Capigruppo si erano espressi tutti favorevolmente al sopraccitato cambiamento. E’ impensabile infatti una cosi poca sensibilità da parte dei consiglieri comunali verso coloro che nonostante le difficoltà fisiche erano presenti per far sentire la propria voce. La verità è che piace all’”animale politico” e mi si lasci passare il termine in veste un pò filosofica, riempirsi la bocca in campagna elettorale di BARRIERE ARCHITTETONICHE, DI DIVERSAMENTE ABILI E DI POLITICHE SOCIALI, il problema è che finiti i comizi ognuno dimentica il significato di queste parole, è a questa ragione che voglio citare la campagna di sensibilizzazione creata per un altro grande problema, quello dei posti riservati ai disabili; il cartello che indica il posto riservato è contrassegnato da uno slogan:” Vuoi il mio posto? Prendi il mio handicap”. E’ proprio questo quello che si dovrebbe capire, è necessario che a parlare di disabilità sia qualcuno che non ne parla per sentito dire, ma per sentito sulla pelle, qualcuno che sappia cosa vuol dire non poter scendere da un marciapiede perché la discesa riservata dalla carrozzella è ingombrata da l’auto di uno sciagurato, qualcuno che sappia cosa vuol dire restare fuori ad una mostra perché non c’è una discesa, qualcuno che dopo che ha parlato di disabilità non torna a casa e sale le scale a quattro a quattro (non perché sia sbagliato, ognuno ha nelle carat-

teristiche fisiche e mentali la sua diversità) tante persone con tutti gli arti funzionanti hanno un neurone che muore di solitudine come la particella di sodio, tante altri invece hanno forse un arto capriccioso, ma tante idee e buon senso. Questo non vuol dire fare buonismo, non significa avere pietà, non vuol dire guardare con occhi di superiorità, il problema sostanziale è voler capire, voler entrare in un ottica diversa. Le vere barriere architettoniche vengono create dai cosiddetti “normodotati” tutti i giorni. Lo spettacolo al quale si è assistito oggi non avrebbe da essere commentato, se ci fosse stato un video a disposizione la didascalia sarebbe stata “ le immagini si commentano da sole”. Indignazione, Vergogna, Sconcerto ma soprattutto una totale e tangibile non curanza. Non si discutono idee politiche, qui si discutono valori, mancanti, inesistenti, si discute il rispetto nei confronti del prossimo. Come possiamo aspettarci di educare i cittadini ad ottenere una qualità della vita sana e fondata su principi basilari se coloro che devono essere INSEGNANTI di tali valori sono stati tutti BOCCIATI ?Era previsto un intervento del Presidente Sannino, ma visto il comportamento dei consiglieri, ha preferito abbandonare l’aula seguito da tutti i Diversamente Abili presenti a cui per solidarietà si sono aggiunti tutti i cittadini presenti e alcuni consiglieri. Il Consiglio Comunale è andato avanti, stendiamo un velo pietoso….


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Dov’è l’innocenza?! Treni in corsa colpiti da sassi a Casoria. Colpevoli tre bambini

Lo scorso settembre la città di Casoria è stata oggetto di attenzione da parte della stampa per un increscioso evento: tre bambini di soli dieci anni sono stati beccati a lanciare dei sassi contro i treni che transitavano lungo i binari della stazione Casoria – Afragola. I tre, con il loro pericoloso e incivile gesto, hanno danneggiato ben tre vetture: un Regionale, un Intercity ed anche un treno ad Alta Velocità. Per fortuna nessuno dei passeggeri è stato colpito dalle pietre, i danni sono stati infatti arrecati solo alle locomotive, ma la paura è stata tanta. La bravata si sarebbe potuta trasformare in tragedia. I tre piccoli criminali, che si recavano lungo i binari attraverso un buco fatto da loro stessi nella rete di recinzione, hanno gettato nel panico i viaggiatori per un paio di giorni; inizialmente infatti non era chiaro chi vi fosse dietro al selvaggio gesto. Poi, grazie alla segnalazione di alcuni viaggiatori che hanno notato delle biciclette nascoste tra la vegetazione, la polizia ferroviaria è intervenuta sul posto ed ha colto i tre colpevoli in flagrante. I bambini, in un primo momento hanno cercato di allontanarsi, ma poi, constatato di non poter dileguarsi, hanno dovuto ammettere il misfatto agli agenti, così sono stati riaccompagnati presso le loro abitazioni e consegnati agli increduli genitori. I tre hanno dichiarato che i ripetuti lanci di sassi ai treni costituiva un semplice divertimento; il gesto sarebbe stato dunque compiuto nell’incoscienza del rischio a cui sottoponevano gli ignari viaggiatori. Noi di CasoriaDue ci siamo recati in sta-

zione per avere degli aggiornamenti in merito all’accaduto. Ci è stato detto che per fortuna da allora non si sono più verificati degli episodi simili. Tutto è tornato alla normalità. L’incauta azione dei tre bambini viene considerata una pericolosa bravata che non deve più ripetersi. Io, personalmente, riesco a giustificare i tre bambini solo in parte. È vero, la loro giovane età non gli ha permesso di considerare nella giusta misura la gravità dell’azione che stavano per compiere, ma fino a che punto il loro comportamento è stato dettato dall’inconsapevolezza? Il mio dubbio nasce da un’affermazione fatta da uno dei tre bambini agli agenti di polizia: “Volevamo colpire solo i treni che venivano dal Nord”. Una tale dichiarazione ha ben poco di innocente secondo me. I piccoli avevano un preciso intento: arrecare danno a chi proveniva dal Settentrione (sebbene poi abbiano colpito anche dei treni che venivano da Napoli). Quella che è stata considerata una “semplice bravata” è a mio parere un’azione di avversione deliberatamente organizzata. A questo punto, però, mi chiedo: cosa, ma

soprattutto, chi abbia fatto insorgere nei bambini questo sentimento di astio, di certo non sono state le loro esperienze di vita ad averli portati a tale intransigenza! La tradizionale contrapposizione Nord – Sud finché viene vissuta in modo ironico e corretto, come ad esempio ci hanno mostrato i film “Benvenuti al Sud” e “Benvenuti al Nord” va anche bene, è innegabile che vi siano delle differenze tra chi vive al Settentrione e chi al Meridione, ciò però non significa che si è giustificati ad odiare chi viene dall’altra parte. Episodi come quello verificatosi alla stazione di Casoria – Afragola non dovrebbero mai avvenire e il fatto che i colpevoli siano solo dei bambini sinceramente mi preoccupa riguardo al modo in cui questi ultimi vengono educati. Quali valori stiamo trasmettendo alle future generazioni?!


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CARMEN PALUMBO

PROBLEMI DI IGIENE E DISAGI STRADALI: CASORIA E I SUOI ASPETTI NEGATIVI

Casoria e i suoi mille problemi, le numerose segnalazioni dei suoi cittadini, i tantissimi disagi che non permettono un’ esistenza salutare e tranquilla. È passata una settimana dalla nostra segnalazione a Via Brindisi, riguardo ai rifiuti e alle erbacce che da tempo infestano la zona, ma come al solito nulla è cambiato. La strada non è stata ripulita e nessuna autorità si è preoccupata di verificare la veridicità di questi problemi manifestati. Insomma tutto è passato in sordina, come se la vita di questi cittadini, immersi nella sporcizia e nella puzza dei rifiuti fosse corretta e non urgentemente risolvibile. Sappiamo benissimo che i problemi che rattristano la nostra città sono molti altri, che siamo continuamente divisi tra i conflitti politici e che esiste una mancanza di fondi per recuperare il nostro paese, ma sappiamo anche che partendo dalla risoluzione delle piccole cose, si riescono

a raggiungere grandi traguardi. Assicurare una tutela maggiore e un igiene più accurata alle nostre abitazioni sarebbe il primo passo per una vita più tranquilla e sicura a Casoria, ma questa non sembra essere la prerogativa di coloro che guidano il nostro paese. Dopo l’articolo della settimana scorsa, anziché ricevere una rettifica della segnalazione, la nostra redazione ha ricevuto una nuova lamentela relativa al problema dei rifiuti. Questa volta si tratta di Via L’Aquila, una zona periferica di cui avevamo già parlato sul nostro portale di informazione in estate. La zona da tempo è occupata da una villa abbandonata al numero civico 2, dalla quale fuoriescono topi che minacciano la strada e le abitazioni circostanti. Un vero disagio per i cittadini che più di una volta hanno segnalato questa problematica alle autorità senza ricevere risposta. Il proprietario dell’abitazione isolata non si riesce a trovare e la villa avrebbe bisogno di una disinfestazione immediata per evitare l’invasione dei ratti. In più dalle foto che ci sono state inviate nella segnalazione, si rilevano cespugli e erbacce che ormai hanno quasi coperto l’ingresso dell’abitazione e che

si estendono per tutta la strada, diventando luogo di discarica per i passanti. Esattamente come a Via Brindisi, infatti le macchine sono ostacolate nel passaggio, da sterpaglie mescolate a sacchetti di qualsiasi genere dai quali è possibile veder spuntare un topo in qualsiasi momento. Insomma una situazione degradante e non si può credere che dopo tante richieste la strada non sia stata ripulita e messa a posto. Sono questi gli aspetti negativi che fanno venir meno la speranza di una vita in questa città; non è un luogo dove si vive bene, non è un paese dove c’è sicurezza e per di più è anche una cittadina in cui le possibilità di progresso sono completamente ostacolate. Allora per quale ragione dovremmo decidere di rimanere a Casoria? Cerchiamo disperatamente una motivazione valida.


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FLORIANA ALAIA

CARDARELLI: ORGOGLIO O VERGOGNA?

Dopo essere stato nel periodo estivo al centro dei rumors relativi a Ciro Scognamiglio, 59enne di Qualiano caduto da una barella mentre attendeva di essere sottoposto a una TAC, e morto poi nel giro di qualche ora, torna ad essere oggetto della cronaca giornalistica napoletana il Cardarelli, l’ospedale più grande e rinomato del Mezzogiorno. Popolarità non è però in questo caso sinonimo di organizzazione, dato che il presidio ospedaliero è senza direttore generale dal 29 agosto: l’ex manager Rocco Granata, alla guida dell’ospedale dal luglio 2009, ha infatti terminato il suo incarico. Le ultime notizie risalgono alla settimana scorsa, quando è scaduto il mandato dell’ultimo supplente in carica, il direttore sanitario Patrizia Caputo: dopo tre mesi si è ancora senza una guida e in balia dei soliti problemi che non fanno altro che andare ad incrementare i disagi subiti dai pazienti dalla struttura. Tra i grattacapi a cui si deve far fronte quotidianamente da circa sei anni (se non di più), c’è la mancanza di strutture adeguate per coloro che devono essere visitati o ricoverati: mancano infatti stanze e letti per accogliere i de-

genti, e ad ovviare alla situazione si ricorre alla fantomatica “barella” o ancora peggio quand’esse sono tutte occupate, a sedie d’ufficio con le rotelle. Non è una novità che i corridoi sono perennemente trafficati da ammalati su barelle che sostano per giorni in questi luoghi di passaggio, impedendo anche il rispetto delle norme di sicurezza dell’ospedale. A causa di queste problematiche si rischia anche che le lamentele da parte dei pazienti e dei loro parenti sfocino in violenza fisica: se si pensa che si è già verificata la settimana scorsa l’aggressione del personale senza motivo figurarsi ciò che potrebbe succedere

utilizzando a proprio favore la scusa del disagio della mancanza di posti, seppure ogni forma di violenza non sia mai giustificabile. La situazione è precaria e indubbiamente è dovuta anche alla chiusura di altri pronto soccorso della città di Napoli e alla mancata ricettività della medicina territoriale. E se il problema risiedesse altrove? Nell’ultimo mese il Cardarelli è stato infatti centro di dibattito dopo un’inchiesta del Corriere della Sera sui costi di gestione spese delle strutture ospedaliere italiane, ed è stato stimato che l’ospedale partenopeo spende 17.583 euro per posto letto all’anno. Costatando che la struttura non rispecchia questi standard è logico pensare che ci siano eventuali sprechi ed inefficienze all’interno del sistema, sprechi che magari potrebbero andare a compensare la carenza di stanze ed incrementare la possibilità di accogliere pazienti. La posta in gioco è alta, e nell’attesa della scelta definitiva di un nuovo direttore generale non ci resta che sperare nella risoluzione di questa situazione oramai divenuta abitudinaria, e in una maggiore chiarezza di com’è impiegato il denaro pubblico.

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Un Grazie speciale al Dott. Giuseppe Ferrara.

“Ringrazio la città di Casoria per aver ricevuto il grande privilegio di concludere qui la mia attività lavorativa”. Così scriveva il Dott. Giuseppe Ferrara (Segretario Generale del Comune di Casoria dal 15 luglio 2011) venerdì 31 ottobre nel discorso di commiato, nel mentre, ringraziando il Sindaco Dott. Vincenzo Carfora e l’Amministrazione tutta, per avergli concesso la possibilità di svolgere con dedizione e professionalità la sua attività lavorativa, iniziata nel 1977 e che lo ha visto avvicendarsi, prima come Segretario Comunale e poi, come Segretario Generale, a seguito di un’ulteriore procedura selettiva, in diversi enti comunali. Probabilmente non tutti i cittadini conoscono e distinguono le diverse professionalità che si muovono attorno alla gestione della comunità locale, ed è per tal motivo, che ritengo necessario all’uopo chiarire che il corretto andamento della funzione amministrativa locale è legato ad un ingranaggio che non vede né protagonisti, né funzioni apicali, né ruoli secondari, ma soltanto professionisti che collaborano e perseguono valori sani ed onesti. Nonostante ciò, mi duole osservare che il Segretario Generale è il preludio di un’amministrazione sana e, nello stesso tempo, presidio naturale di una funzione consultiva, referente e di sostegno all’attività di indirizzo politico. La reggenza dell’attività professionale del Dott. Ferrara, si è costruita pedissequamente proprio su questi capisaldi. La mia valutazione non nasce da una considerazione anomala e distratta, ma è frutto di un’esperienza volontaria che ho iniziato qualche mese fa, per avvicinarmi alle dinamiche degli enti locali. In quell’occasione ho chiesto in primis al Dott. Ferrara, ed in secundis al Sindaco, la possibilità di osservare e di respirare tutte quelle teorie che mi sono sempre limitata a studiare e a commentare. Devo dire che ho ricevuto il “Benvenuto” da parte di tutti i dipendenti e di tutta l’amministrazione, e così posso sostenere di aver avuto la contezza delle professionalità che operano per la nostra città. Ho avuto il pregio di conoscere e lavorare a stretto contatto con

il Dott. Ferrara, e giorno dopo giorno, ho compreso cosa significa lavorare nel pieno rispetto della legalità. L’ho osservato con ammirazione quando anteponeva ad ogni situazione, la necessità di un aggiornamento continuo, quando con grande umiltà era disposto a spiegarmi le regole di vita professionale più elementari e quando era pronto a confrontarsi con me, nonostante probabilmente non avessi nulla da dirgli, di più di quanto già conoscesse da una vita. Icasticamente, ritengo doveroso ringraziarLo, dapprima in qualità di cittadina di questa casa comunale per l’impegno e l’onestà intellettuali profusi nella sua professione per dare risposta ai nostri bisogni, ed in seconda battuta, in qualità di giovane segretaria comunale che si accinge a svolgere questa attività, per avermi insegnato quali sono i valori su cui dovrò costruire il mio lavoro: la dedizione, la legalità ed il rispetto per se stessi e per gli altri. Grazie carissimo Giuseppe, per aver consentito a tutte le persone che hanno avuto il beneficio di collaborare con Te, di constatare che prima di essere un lavoratore ed un professionista, bisogna essere un uomo perbene. Dott. Pina Capasso.


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ELISA ROSSI

In ricordo di Paolo Pastore

L’esistenza, si sa, è l’avventura più affascinante e complessa che ci è dato di sperimentare e, talvolta, lungo questo straordinario viaggio, accade qualcosa che ti obbliga a fermarti, a riflettere, a fare un bilancio; spesso, gli episodi che ci inducono ad una riflessione sono, inevitabilmente, connessi ad eventi spiacevoli e tra questi si colloca, senza dubbio, la scomparsa di chi ha per noi rappresentato un riferimento importante nella nostra vita di relazione, nel nostro percorso professionale, in quella che è la sfera irrinunciabile delle amicizie: nel nostro caso, e cioè per gli amici-colleghi della Scuola Media Cardinale Maglione, ora Istituto Comprensivo, la luce che si è spenta è quella del carissimo professore Paolo Pastore… Deceduto pochi giorni or sono, Paolo, che ha ricoperto per moltissimi anni il ruolo di vicepreside, ha lasciato nel cuore di tutti un vuoto incolmabile, perché lui era speciale, era quello che si suol definire “un signore”, nel comportamento così come nella professione. A Paolo si ricorreva in ogni situazione, per ogni frizione o dubbio egli era là, pronto a mediare, a risolvere, a riconciliare nell’interesse di una scuola che è stata per lui parte integrante della sua storia terrena… All’insorgere di qualsiasi difficoltà, nessuno aveva dubbi o esitazioni: Paolo avrebbe ascoltato, compreso, sdrammatizzato e, in qualche modo, trovato la risposta a questioni che ad altri potevano apparire irrisolvibili… Il sorriso era la sua caratteristica, così come il fare rassicurante, la bonarietà paterna ma anche una buona dose di severità nei confronti di alunni e, perché no, di colleghi forse un pochino turbolenti, ma, aldilà dell’apparente e momentaneo essere burbero, Paolo non avrebbe torto un

capello ai suoi ragazzi, né si sarebbe mai irrigidito in sterili polemiche con un collega-amico… Personalmente, ricordo lo straordinario feeling che egli era riuscito ad instaurare con un’allieva disabile, che, praticamente, lo adorava, così come gli hanno voluto sinceramente bene tutti coloro che hanno avuto modo di relazionarsi a lui, uomo buono, sensibile, onesto, capace di creare accordo, armonia, serenità… ancora mi sovviene della bella festa organizzata per salutare l’amatissimo preside Michele Storti, giunto al pensionamento, e della lettera di commiato letta proprio da Paolo, che, sincero negli affetti come pochi sanno essere, a stento tratteneva le lacrime mentre la voce era rotta dall’emozione. Se la Scuola Media Maglione è stata ed è sul territorio una vera e propria istituzione, ciò lo si deve anche, anzi, soprattutto, a professionisti come Paolo Pastore, che hanno saputo spendere la propria vita nel servizio agli altri, nella fedeltà ad un credo fondato sul rispetto, sulla sensibilità, sulla comprensione, su valori universali che hanno fatto di lui il collega, l’amico, il compagno di viaggio ideale che tutti ora rimpiangono e del quale non si può non avere profonda nostalgia; nel contempo, tuttavia, consola la certezza di aver incontrato una persona eccezionale, che aveva fatto del sorriso e del buon senso la sua icona: noi, che ci professiamo credenti, non speriamo ma sappiamo che lui ora, da lassù, continua a sorriderci, mentre apprezziamo, forse con maggior consapevolezza, la grande fortuna e l’onore di essere stati suoi amici! Ciao Paolo, ti vogliamo bene e tu, dal luogo magnifico che meriti, non dimenticarci: gli amici della Cardinale Maglione!!!


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MARGHERITA DE ROSA

La vita oltre la vita

Lo scorso venerdì si è spenta la Madre Generale Emerita della Congregazione delle Vittime Espiatrici di Gesù Sacramentato di Casoria, Suor Maria Gemma Imperatore. Grande il cordoglio della Comunità religiosa e di quanti hanno avuto il privilegio di conoscerla e di beneficiare della sua materna amicizia, infatti il vuoto che Madre Gemma ha lasciato nel cuore di ciascuno è immenso ed incolmabile, poiché lei è stata unica nella sua amabilità, nella sua umiltà, nella sua disponibilità, mostrate allo stesso modo e in egual misura alle sue figlie spirituali, così come nei confronti di chiunque si avvicinasse a lei. Nel corso del rito funebre, officiato da S.E. Monsignor Vincenzo Pelvi, è stata data lettura del telegramma inviato dal Cardinale Crescenzio Sepe, che ha tracciato della madre Emerita un ritratto perfettamente rispondente a quel che ella fu in vita, avendone egli evidenziato la dolcezza ma anche la determinazione; infatti, madre Gemma, pur nella sua semplicità e nell’infinita bontà d’animo, fu una donna di grande carattere

e di non comune forza interiore; mai si lasciava sopraffare dallo scoraggiamento, nonostante le inevitabili difficoltà connaturate al suo ruolo così come all’umana fragilità; mai Madre Gemma si lasciò condizionare dalla più pressante perplessità, poiché in ogni sua azione l’obiettivo certo era l’ operare per la diffusione del culto eucaristico legato al carisma della Fondatrice, Maria Cristina Brando, la cui beatificazione avvenne nel 2003 proprio in virtù del grande impegno profuso da Madre Gemma. Oggi, in quella che può definirsi la vigilia della canonizzazione di Madre Brando, che seguirà la prossima elevazione agli onori degli altari di Padre Ludovico da Casoria, che di Cristina Brando fu maestro, Madre Gemma, nella piena consapevolezza del perseguito obiettivo finale della santificazione, è volata accanto alla sua Fondatrice: Madre Cristina l’ha voluta al suo fianco per godere quel momento per il quale ella ha speso la sua intera esistenza…Al di là di coincidenze che non possono apparire casuali, madre Gemma

sarà ricordata per quel sorriso che sempre donava ai suoi interlocutori, in particolare alle consacrate più giovani che ella seguiva con attenzione e premura. Nel corso della celebrazione, docenti e studenti dell’Istituto Brando hanno voluto pregare per quella che Monsignor Pelvi ha definito una donna straordinaria, dotata di una non comune sensibilità così come di un’eccezionale spiritualità. Sono state queste virtù a sostenerla negli anni della malattia, che ha vissuto con impareggiabile dignità e, pur nella consapevolezza di una parziale efficienza, ha continuato, con decisione e abnegazione, ad adoperarsi per il bene della sua congregazione, rimanendo, nonostante tutto, un riferimento stabile e rassicurante per tutti… Ora c’è il vuoto, l’inevitabile vuoto della mancanza fisica ma, nel contempo, nella memoria si affollano i ricordi, quelli più belli, che neppure la morte cancellerà; nell’anima intanto si fa strada la certezza dell’arrivederci e, tra le lacrime, il cuore si apre alla speranza, avvertendo un profondo senso di riconoscenza verso chi ha realmente scorto nel prossimo il volto di Cristo, riuscendo a sostenere, a comprendere e a consolare: grazie di tutto, carissima Madre Gemma!


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I Carmenauti in scena Dopo il successo riscosso con la “piece” Ferdinando di Annibale Ruccello, la compagnia I Carmenauti, ritorna in scena al Cinema Lendi il prossimo 16 novembre alle ore 17.30 con un nuovo impegno teatrale :” Il Mercante“. Un originale adattamento e traduzione in napoletano di Carmela Giacometti da W.Shakespeare. La paradossale storia di Shylock, ricco ebreo che presta una ingente somma di denaro a Bassanio amico di Antonio il quale si offre come garante. Come penale alla mancata restituzione della somma Shylock pone una strana clausola, da qui si dirama la vicenda che lo coinvolge e che sarà dipanata dall’arguzia femminile. Il testo è un compagno di giochi” scrive Tadeusz Kantor ed in quanto tale diventa uno dei tanti elementi della scena. E’ un peccato che nella nostra splendida lingua si dica reci-

tare e non giocare come in inglese ”to play” e in francese” Jouer”, così si potrebbe dire giocherò Shakespeare o meglio ancora con Shakespeare. Un classico proprio perché classico ti lascia la massima libertà, perché continua a parlare qualunque cosa tu ne faccia. La libertà di giocare col testo ci rende uguali ad esso, ed è proprio questo che lo sottrae alla cristallizzazione, alla museificazione e lo rende sempre vivo e immortale. Giocare con il testo con leggerezza è stato quindi l’obiettivo che mi sono proposta in questa rielab orazione, ho cercato, per

Via G. Rocco, 2 - 80026 Casoria (NA) Cell. 335.8157475 email. servizitecnicidanna@virgilio.it www.servizitecnicidanna.it

dirla con Calvino, di “togliere peso” perché la leggerezza è un valore non un difetto. Gli autori maneggiano quell’impalpabile materia di cui sono fatti i sogni e gli danno ogni giorno forma, respiro e incanto. Il teatro è un modo bello per stare insieme, per illuminare l’intelligenza e scaldarsi il cuore.


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CIRO TROISE

Violenze in Burkina Faso, Reach Italia è pronta a fare da ponte Sta facendo notizia anche in Europa il momento che sta vivendo il Burkina Faso, sconvolto da un forte clima d’instabilità politica e da una storica opposizione al governo locale. Il Parlamento sta discutendo una riforma costituzionale che permetterebbe a Blaise Compaorè di presentarsi nuovamente alle elezioni del 2015, dopo che è al governo dal 1987. Da due giorni in Burkina Faso ci sono grosse manifestazioni, ci sono stati assalti al Parlamento, alla televisione di Stato, al quartier generale del partito di governo. Reach Italia è presente da circa vent’anni come ong in Burkina Faso in maniera attiva, contribuendo alla crescita del paese con progetti di cooperazione internazionale e il programma di sostegno a distanza ed è pronta a dare il suo contributo affinchè l’Italia sia in prima fila nell’aiutare il Burkina Faso. Il coordinatore

di Reach Africa ci ha informato della gravità della situazione, di quanto sta accadendo a Ouagadougou, Capitale della nazione africana, e nelle principali città del paese e di tutte le problematiche per la popolazione che possono aggravarsi nei prossimi giorni. Reach Italia è pronta a fare da ponte per le relazioni istituzionali tra Burkina Faso e Italia, mettendo in contatto il governo italiano con il direttore Africa della nostra ONG, che vive a Ouagadougou dal 2000 e

conosce benissimo la realtà del Burkina Faso. La cooperazione internazionale ha bisogno proprio del confronto e del supporto di chi, essendo sul posto, ha il quadro completo delle esigenze del popolo in difficoltà per l’instabilità politica e gli scontri in atto. www.reachitalia.it ONG per Sostegno A Distanza e cooperazione internazionale info@reachitalia.it tel. 02.66040062 fax. 02.66010030

CASORIA AMBIENTE SPA COLLABORA CON LA POLIZIA AMBIENTALE PER CONTROLLARE LA QUALITA’ DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA. PER FARE BENE LA DIFFERENZIATA RICORDA CHE: NEL SACCO MULTIMATERIALE (COLORE AZZURRO, RACCOLTA MARTEDI’) BISOGNA INSERIRE:

RICORDA CHE IL SACCO INDIFFERENZIATO DEL GIOVEDI’ NON DEVE CONTENERE RIFIUTI RIFERITI ALLE ALTRE CATEGORIE E AGLI ALTRI GIORNI.


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22 GIUSEPPE NAVARRA

La Vita è Morte

“Il mio principio è la mia fine” recita un verso di un poemetto di T. S. Eliot, un poeta americano del secolo scorso. Una volta nati siamo destinati alla morte. E’ un concetto anticipato nell’Ecclesiaste dove si legge che c’è un tempo per nascere ed un tempo per morire. Il ciclo della nascita e della morte è il refrain della natura. Ad Aprile i semi germinano nel suolo e la natura si risveglia, rinasce. In Novembre, il mese dei crisantemi e della visita ai nostri cari defunti, inizia il suo decadimento. E’ il mese del “memento mori”. E’ il tempo di un forte richiamo alla riflessione. Ad ogni aprile di vita umana succede immancabilmente un novembre, preludio alla morte. Molti individui però si soffermano poco a riflettere su questa verità e sono portati a credere che, finché si è in vita, la morte sia un problema altrui. I frequentatori saltuari delle funzioni religiose domenicali potrebbero non conoscere (o aver dimenticato) la parabola del padrone che “se sapesse a che ora arriva il ladro non si farebbe scassinare la casa.” Nostra sorella Morte non si fa annunciare. Mio nonno, buonanima, uomo avveduto, comprò una nicchia per tempo, quando godeva di buona salute, e lasciò una certa somma per i suoi funerali. Era il 1956. Il carro funebre trainato da quattro robusti cavalli neri venne da Frattamaggiore, Ditta Salvati. Morire, oggi come ieri, ha un costo. A parte l’esborso per il funerale che sembra sia stato calmierato di recente, ci sono i costi corposi della nicchia, futura dimora del defunto. Ad un mio conoscente in cerca di un loculo biposto per sé e la moglie con vista sul viale principale, ne è stato offerto uno, nuovo di zecca, da un signore non più residente a Casoria, per la modica cifra di ottomila euro. Se le case si vendono a

metri quadri, le nicchie si valutano in centimetri quadrati e cm cubici. A conti fatti morire oggi costa dai diecimila euro in su. “Con tale cifra mi potrei ristrutturare la casa” ha chiosato il mancato acquirente. Si nasce nudi ed a buon mercato. Si muore vestiti di legno ed un po’ più poveri. Morire non è mai stato un affare vantaggioso per il defunto ed i suoi familiari, sia nell’antichità che nei tempi moderni. Già nell’antica Roma non era uno scherzo affrontare le spese di un funerale, della relativa inumazione e della purificazione dell’ambiente in cui aveva sostato la salma. Mimi, danzatori e musici precedevano il corteo funebre seguito dalle prefiche con le loro lamentazioni. Figuranti del dolore iscritti nel libro paga dei familiari, assoldati a suon di sesterzi per l’occasione, come le comparse di Cinecittà. Nulla si sa sul costo del “fosso” e della relativa manutenzione ordinaria e straordinaria. Nel passaggio nell’aldilà, poi, c’era da pagare il pedaggio, come oggi sulla Napoli-Milano, tant’è che nella bocca del morto si in-

troduceva una moneta destinata a Caronte il cui compito consisteva nel traghettare i defunti sull’altra sponda dell’Acheronte, là dove aveva inizio l’Ade, l’aldilà pagano. Addirittura mettevano del cibo nella tomba, segno che anche loro credevano in una vita oltre la morte. I Romani non disdegnavano la cremazione e usavano depositare le urne con le ceneri nel columbarium, una serie di mini-nicchie allineate orizzontalmente come nei nostri colombari dove nidificano i colombi. Le nicchiette potevano essere prese in affitto o vendute. Un lucroso commercio che vanta antiche e nobili radici. La compravendita delle nicchie come quella delle case obbedisce alle leggi del mercato. Se l’offerta è scarsa, i prezzi arrivano alle stelle. C’è forse qualcuno che ha interesse a non costruire cimiteri nuovi e capienti? Ma no! Che vado pensando! Certo è che si spende molto meno se ci si fa cremare. La cifra risparmiata è sufficiente per fare un bel viaggetto, in Giappone, in Canada o in Finlandia prima dell’ora estrema. Ma sì! Quasi quasi mi faccio cremare. Voi che mi consigliate?


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Augurissimi A Carmen Palumbo Laurea in lettere moderne il 30 ottobre 2014 Federico II Elaborato in storia della filosofia Titolo: Max Stirner: un pensiero in cerca di definizione Relatore Antonio Carrano. Auguri Da tutto lo staff di CASORIADUE

Augurissimi 03/11/2014 A Alessia Laurino Una nuova candelina si è accesa per illuminare il cammino della tua vita, soffiala forte per poter cominciare un nuovo anno pieno di felicità e amore. Buon compleanno! Auguri da mamma, papà, il tuo fratellino Christian dai nonni e tutta la famiglia

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COMUNICATO STAMPA Dal Comando Polizia Municipale di Casoria

Il Comando Polizia Municipale di Casoria comunica alla Cittadinanza tutta, che causa lavori da effettuarsi in via San Rocco dal 3 novembre 2014 al 1 gennaio 2015 è interdetto il transito veicolare in entrambi i sensi di marcia. Si precisa che l’accesso pedonale del Presidio Ospedaliero S.Maria della Pietà è da via San Rocco. L’accesso veicolare, per portatori di handicap, allo stesso presidio ospedaliero dei Camilliani, è consentito dalla II traversa di via Armando Diaz.

INVITO Sono lieta di invitarti per l’evento di presentazione del libro “APRI LA PORTA FUORI C’E’ IL SOLE”,che si terrà il giorno 13 novembre 2014 alle ore 18,00 al Business Caffè in via Sannitica a Casoria. Antonella De Rosa

INVITO Il Gruppo di Rinnovamento Forense è lieto di invitarVi alla presentazione dei candidati al costituendo Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli Nord che si terrà in Afragola il 10 novembre 2014 ore 19.00 presso il Bar “Arancia Blu”. Interverranno l’Avv. Pasquale Fedele candidato Presidente e l’Avv.Michele Dulvi Corcione candidato di Afragola. E’ graditissima la Tua presenza.

Claudio Chiappetti Per i tuoi lieti eventi Feste di Compleanno Battesimi & Comunioni Per Contatti: 3471077260 Autorizzazione del Tribunale di Napoli n. Reg. 5116 del 28/02/2000

Editore CASORIA DUE s.a.s Direttore Responsabile: Ferdinando Troise Stampa: PRINTING HOUSE - CASORIA Tiratura 7000 copie. Distribuzione gratuita. Questo numero è stato chiuso il 621 NOVEMBRE 2014 FEBBRAIO 2013 Impaginazione Grafica di Giuseppe Mascioli Direzione, Redazione, Amministrazione e Pubblicità Via Capri, 2 - 80026 Casoria (NA) - Tel./Fax 0817597271 email: info@printinghousesrl.it


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