GIANFRANCO ASVERI - "Memorie dal soprassuolo"

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Gianfranco Asveri

“Memorie dal soprassuolo� 10 maggio - 3 giugno 2018 Mu.Ma. Genova Museoteatro della Commenda

Mostra a cura di Claudio Castellini

Organizzazione logistica CASATI Arte Contemporanea

Testo critico Luciano Caprile

Catalogo Olga Salgarello Fotografie Gianfranco Negri


GIANFRANCO ASVERI “Memorie dal soprassuolo”



“Nei miei quadri c’è tutta la mia vita”



Il Mu.MA accoglie con piacere all’interno del complesso della Commenda di Prè le opere di Gianfranco Asveri, un artista che interroga le pulsioni più segrete della sua terra per tradurle in immagini essenziali, suggestive e narrativamente efficaci che ci riconducono al tempo della prima infanzia, risvegliando ricordi smarriti o trascurati con l’età adulta. Proprio per questo motivo i suoi dipinti risultano preziosi ai nostri occhi e alla nostra percezione. Al pari di un tesoro ritrovato. Pertanto sono grata a questo autore che riesce a suscitare sentimenti che ci appartengono nell’intimo.

Nicoletta Viziano Presidente Mu.MA-Istituzione Musei del Mare e delle Migrazioni

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MEMORIE DAL SOPRASSUOLO “Io abito qui e altrove: dove il passero ha un ramo su cui posarsi e dove un cane è in attesa della mia carezza”. È una frase che ho messo in bocca qualche anno fa a un personaggio di Gianfranco Asveri ed è lo specchio in cui egli si riconosce ogni giorno da quando ha iniziato a interrogare la sua terra. Potremmo dire da sempre, ancor prima di aver impugnato la matita o il pennello. Il titolo dell’attuale mostra rimanda al romanzo del 1864 di Fëdor Dostoevskij, “Memorie dal sottosuolo”, dove in avvio il protagonista parla di sé, dell’educazione ricevuta, della formazione del proprio carattere, del complesso di qualità e difetti da lui definito “sottosuolo”, che costituiscono la personalità nascosta, affiorante solo a seguito di una accurata analisi. Asveri ribalta il concetto e la collocazione delle sue “memorie” portando in superficie il proprio istinto, il proprio cuore, la propria sensibilità e restituendo a tutti coloro che ammirano le sue opere le magie, il profumo di un eden smarrito. Si rinnova ogni volta il rito della sorpresa che coglie lo stesso Asveri quando vede crescere sulla tela o sulla tavola le immagini felicemente custodite nell’angolo più prezioso della fantasia che si tramuta, quasi d’incanto, in un’arte prodiga di suggestioni e di emozioni. Non a caso egli intitola alcuni suoi lavori “Abracadabra”, parola misteriosa a cui si attribuivano virtù magiche, poiché sembrano scaturire da un gesto che offre ai 8


fruitori di tali composizioni la possibilità di un purificante approdo visivo dove si recuperano e si riaccendono altri gesti (dimenticati o vanificati dal tempo) di chi si trova al cospetto di siffatte folgorazioni riconducibili ai primi passi cognitivi dell’esistenza. Egli ha dunque recuperato quel dono dell’innocenza contemplativa e comunicativa che tutti noi abbiamo ricevuto e che abbiamo smarrito con l’apprendimento scolastico che tende a condurre gli alunni su altri binari. Certi artisti, citiamo Miró come esempio particolarmente significativo, hanno recuperato l’iniziale incanto e ce lo hanno restituito continuando a frequentare quel mondo. Un mondo che Asveri non ha mai abbandonato perché fa parte da sempre del suo sguardo pronto ad assorbire la personale stupefazione e quella di tutti i bambini che sovente amano interagire con lui improvvisando disegni alle sue mostre. Questa immediatezza lo fa accomunare all’“art brut” ovvero a quell’“arte spontanea” teorizzata da Jean Dubuffet nel 1945 e da quest’ultimo promossa nel 1949 in una rassegna che comprendeva ogni sorta di composizione ingenua, infantile, concepita da alienati mentali. Il nostro autore è però sgombro da qualunque turba psichica che possa indirizzare o distorcere la creatività. Egli si pone a disposizione del proprio immaginario, ripulito da ogni scoria del mondo adulto, per coglierne quei frutti copiosi, che pochi riescono a individuare nella frequentazione del quotidiano, per farne dono a tutti. Il suo è un “soprassuolo” che sarebbe perennemente a disposizione della gente se la gente fosse disposta a spogliarsi di tutte quelle sovrastrutture concepite dalla nostra 9


società per omologare e indirizzare i comportamenti e i gusti. I vari “Abracadabra” propongono storie di uccelli dallo sguardo arcigno; altri animali accolgono invece profili di bambini nel loro magma cromatico. Si spalanca dunque con lui e in lui un mondo di sorprese metamorfiche che assumono la logica delle favole: così in una essenziale tavola del 2018, disegnata su un fondo rosso, una sorridente bambina può esibire orecchie di coniglio mentre si trova in compagnia di un ragazzino dal viso tondo che emette raggi solari mentre i loro vestiti sembrano voler radunare i colori dell’arcobaleno. In un’ulteriore opera, caratterizzata dallo stesso titolo, una delle sue tipiche figure zoomorfe conquista decisamente la scena nel lampo verde-azzurro di sospensione mentre più in basso un calligrafico pulcino cerca riparo sotto un albero fiorito. Le paure, gli incubi e i sogni inseguono e alimentano dunque queste storie proprio come succedeva ai racconti di un’infanzia ormai lontana e che qui rinnovano la loro immutata magia. Lo stesso spirito interpretativo riguarda il ciclo intitolato “Memorie”, dove lo scavo interiore, alla ricerca delle più recondite emozioni fanciullesche, risulta, se è possibile, ancora più marcato. Qui si incontrano personaggi dal ghigno inquietante e beffardo da esorcizzare nel ricordo di ricorrenti paure assorbite nella solitudine della notte insonne; qui si rinnovano scene sigillate in mutevoli apparizioni, in distillati accumuli di vicende lasciate galleggiare nel ricorrente recupero del pensiero: sono lacerti da appiccicare 10


sul bianco fondale della tavola o della tela come appunti che attendono decifrazioni ancora incompiute o risposte o ritorni di domande. Una riflessione a parte merita la serie denominata “Via Roma 53”: indica il numero civico del palazzo di Alseno, il paese del piacentino dove Asveri è nato e dove oggi egli vive, nella frazione Gasperini, in una casa sulla collina. I dipinti in questione hanno la prerogativa di accogliere almeno un accenno di quella dimora da cui sono scaturiti i flussi onirici di un’età che permette di collocare sulla stessa linea l’immaginario e il reale. Un ulteriore accenno per non dimenticare, per riannodare i fili di una stagione preziosa da recuperare nello spirito e nello sguardo. In conclusione due titoli che idealmente riassumono quel percorso alla ricerca di una identità sepolta dall’incedere del tempo. “Occhio Pinocchio” del 2011 racchiude in sé il senso di tutte le favole che hanno nutrito quell’infanzia; “Natività” del 2017 esprime nell’essenziale descrizione della nascita di Gesù Bambino in una stalla quell’innata sacralità che accompagna certi gesti dell’innocenza. Ecco perché in queste opere di Gianfranco Asveri sopravvive e ora ritorna, come dono insperato, il succo prezioso della nostra memoria perduta.

Luciano Caprile

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Gianfranco Asveri e Luca Manganiello 12


Guardi un dipinto di Gianfranco e vedi un mondo intero. Nelle sue opere la campagna viene citata e quasi mai mostrata. Una campagna popolata di animali bizzarri e divertenti (io li ho ribattezzati i “gianfranimali”!). Ci sono i bambini ora giganteschi, ora più piccoli dei cagnolini ai quali si accompagnano. C’è tutta la fresca complessità di un mondo sempre uguale a sé stesso eppur sempre in movimento. Quello delle tradizioni delle terre di Asveri che sono presenti, salde e granitiche ma rielaborate secondo stilemi e gesti che sono un suo patrimonio esclusivo. Un suo quadro è un inno alla purezza dell’animo. Una purezza gridata ai quattro angoli del mondo attraverso un uso potente e personalissimo dei colori e delle forme. Non ho mai conosciuto un artista che si specchi in modo così assoluto nelle sue opere: Gianfranco è i suoi dipinti. I suoi dipinti sono Gianfranco. Senza pose. Senza artifizi linguistici. Senza mediazioni. La sua pittura innocente e giocosa funge da viatico in un momento storico come il nostro. Sono felice e orgoglioso di collaborare con un artista come Asveri essendone il fan numero uno!

Luca Manganiello Direttore della galleria CASATI Arte Contemporanea 13


“Io dipingo quello che vedo aprendo la finestra di casa mia�

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CENNI BIOGRAFICI

Nato a Fiorenzuola d’Arda nel 1948, Asveri vive e lavora ai Gasperini sulle colline piacentine in compagnia dei suoi cani. Non ha frequentato accademie né ha seguito studi artistici di altro genere. Nel 1969 ha incominciato a dipingere, trovando nell’arte una ragione di vita. Dopo un periodo iniziale in cui si è espresso con un linguaggio figurativo tradizionale, a partire dagli anni Ottanta la sua pittura è approdata a un gesto più istintivo e personale, ricco di colore e di materia, vicino all’espressionismo dell’Art Brut. Rappresentante di uno stile pittorico fortemente istintuale ed emotivo, Asveri aggredisce la superficie con una gesto prepotente e primitivo, che lascia tuttavia convivere con altre matrici espressive meno percettibili, memoria di immagini artistiche.

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Gianfranco Asveri (Š G. Negri) 17


Gianfranco Asveri nel suo studio (Š G. Negri) 18


Con un afflato profondo e vitale, la pittura di Asveri scaturisce dall’osservazione del reale: gli animali che l’artista raccoglie e cura, con i quali vive e che ama sopra ogni cosa, ai quali dedica disegni, dipinti e poesie. Il quotidiano Il Sole 24Ore lo ha recentemente segnalato fra i dieci artisti di punta del mercato dell’arte italiano. Di lui hanno scritto critici quali Luca Beatrice, Paolo Blendinger, Beatrice Buscaroli, Luciano Caprile, Martina Corgnati, Maurizio Corgnati, Elda Fezzi, Stefano Fugazza, Flaminio Gualdoni, Elisabetta Longari, Lorenzo Kamel, Domenico Montalto, Nicoletta Pallini, Elena Pontiggia, Giovanni Quaglino, Alessandro Riva, Marco Rosci, Maurizio Sciaccaluga, Giorgio Seveso, Claudio Vela e il poeta Ferdinando Cogni. Nel dicembre 2017 inizia a collaborare in esclusiva con la Galleria CASATI Arte Contemporanea di Muggiò.

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ABRACADABRA

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Abracadabra 2017 Olio su tavola cm69x52

Abracadabra 2014 Tecnica mista su tavola cm50x35 22


Abracadabra 2018 Tecnica mista su tela cm 50x50

Abracadabra 2017 Olio e polvere di marmo su tavola cm 40x60 23


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Abracadabra 2017 Olio su tavola cm 46x72 Collezione Morelli 25


Abracadabra 2018 Tecnica mista su tavola cm 71x125 26


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Abracadabra 2018 Tecnica mista su tela cm 100x118

Abracadabra 2018 Tecnica mista su tavola cm.100x100 28


Abracadabra 2018 Tecnica mista su tela cm 70x100

Abracadabra 2018 Tecnica mista su tela cm 60x80 29


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Abracadabra 2018 Tecnica mista su tavola cm 71x100 31


Abracadabra 2018 Tecnica mista su tavola cm 100x118 32


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Abracadabra 2018 Tecnica mista su tavola cm 80x120 34


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MEMORIE

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Memorie 2018 Tecnica mista su tavola cm 61x81 38


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Memorie 2013 Tecnica mista su tavola cm 45x55 Collezione Occhipinti 41


Memorie 2013 Tecnica mista su cartoncino cm 68x48 42


Memorie 2014 Tecnica mista su tavola cm 83x60 43


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Memorie 2014 Tecnica mista su tavola cm 61x81 45


Memorie 2014 Tecnica mista su tavola cm 81x61

Memorie 2014 Tecnica mista su tavola cm 94x66 46


Memorie 2014 Tecnica mista su tavola cm 60x83

Memorie 2014 Tecnica mista su tavola cm 20x25 47


Memorie 2014 Tecnica mista su tavola cm 100x120 48


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Memorie 2013 Pennarello su carta cm 18x23,5 Collezione privata Vicenza

Memorie 2014 Tecnica mista su tavola cm 55x55 50



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VIA ROMA 53

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Via Roma 53 2016 Tecnica mista su tavola cm 70x101

Via Roma 53 2015 Tecnica mista su tavola cm 60x83 54


Via Roma 53 2017 Tecnica mista su tavola cm 72x93

Via Roma 53 2016 Tecnica mista su tavola cm 60x80 55


Via Roma 53 2016 Tecnica mista su tavola cm 60x80

Via Roma 53 2017 Tecnica mista su tavola cm 40x40 56


Via Roma 53 2016 Tecnica mista su tavola cm 83x60 57


NativitĂ 2017 Tecnica mista su tavola cm 72x93 58


Occhio a Pinocchio 2011 Tecnica mista su tavola cm 90x125 59


Gianfranco Asveri presso lo stand di CASATI Arte Contemporanea ad Arte Bergamo 2018 60


A nostro figlio Riccardo

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FINITO DI STAMPARE NELLA TIPOGRAFIA BANDECCHI & VIVALDI PONTEDERA

MAGGIO 2018




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