Inserto donna

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GLI SPECIALI

INSERTO DONNA INFORMAZIONE PUBBLICITARIA A CURA DELLA A. MANZONI & C. S.P.A.

In aumento anche l’acquisto del rossetto

Gonne e capelli lunghi, tacchi alti Quando c’e’ la crisi economica Volersi bene grazie all’estetica, per stare in salute

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on sono gli stilisti a fare la moda, bensì la situazione economica. Strano, ma vero, quando le cose vanno bene le gonne s’accorciano, se invece vanno male s’allungano. Fateci caso. La prova quanto mai attuale è che, per l’inverno ed il prossimo anno, le riviste specializzate prevedono gonne più lunghe e la fine dei capelli corti, quindi per le donne un look abbastanza castigato ed estremamente femminile. Si potrebbe in qualche modo pensare ad un capriccio degli stilisti od all’estrosa creatività dei coiffeurs. In realtà, studiando la ciclica lunghezza delle gonne e dei capelli femminili si può – ed è in apparenza paradossale –studiare l’andamento ciclico economico del mondo occidentale. Se cioè fosse vero che il modo in cui ci vestiamo e proponiamo il nostro corpo è lo specchio della personalità, è possibile allargare questa visione anche ad un emblema della situazione sociopolitica che l’umanità sta vivendo in un particolare momento storico. Comunque è un adattamento per volersi bene e stare bene, là dove anche l’estetica si coniuga con la salute. Facciamo un doveroso passo indietro per farci un’idea più obiettiva della realtà odierna. Agli inizi del ‘900 le donne si tolsero busti e bustini, sottogonne e crinoline, si tagliarono i capelli “alla maschietta” ed accorciarono incredibilmente le gonne che iniziarono a far intravedere il ginocchio negli anni ruggenti. C’era talmente tanto alcol che scorreva a fiumi, che qualcuno pensò di poter vivere così per sempre. Non più tardi di qualche anno prima, la moda imponeva che non solo le caviglie femminili ma anche le gambe dei ta-

voli venissero coperte per non far cadere in tentazione gli uomini e sembrava già preistoria del costume. Con la drammatica crisi economica del ‘29, le gonne iniziarono ad allungarsi e negli anni ‘40 comparvero per la prima volta le donne in pantaloni, chiamate a sostituire in fabbrica gli uomini occupati al fronte. Ma gli abiti erano fascianti e le forme prorompenti esplodevano. Da quel momento le gonne tornarono al ginocchio, non perché si sguazzasse nell’oro, ma perché la seconda guerra mondiale necessitava di

cannoni e carri armati, richieste che avevano fatto crescere l’economia bellica e si produceva a raffica. Dunque, cosa dobbiamo attenderci? Parliamo di tacchi più alti: in un momento di recessione finanziaria, i tacchi tendono ad essere più alti visto che i consumatori ricorrono alle mode più stravagan-

ti per sfuggire alla realtà e rifugiarsi nelle proprie fantasie. Il presidente di Estee Lauder diceva : quando le donne aumentano l’acquisto di rossetto significa che l’economia va male o non si possono permettere di cadere nella tentazione di comprare accessori più cari, come scarpe e borse. Nei tempi di bonanza, inol-

tre, le donne sono solite andare di più dal parrucchiere, tingersi i capelli e farsi fare la messa in piega, durante la recessione sono invece più propense ad eliminare le spese risparmiando in appuntamenti dal parrucchiere. Tingersi i capelli in casa propria è sicuramente una opzione che tenta molte

donne, soprattutto in questo periodo di cupa crisi economica. I capelli ,però, si allungano poiché se è relativamente semplice tingerseli al proprio domicilio, più difficile appare al contempo un taglio corretto. Per paradosso, durante i periodi di “boom” economico le donne tendono a dimagrire, mente nelle crisi c’è una tendenza statisticamente rilevante ad ingrassare. Il fenomeno – ed è doveroso farlo attraverso una obiettiva riflessione - si può spiegare valutanto due ordini di motivi: il primo, ancestrale e di spiegazione antropologica, è l’istinto ad accumulare grasso ,specie su ventre e pancia per far fronte ad un’eventuale carestia. Questo è un comportamento innato, di tipo evolutivo ed ha radici nell’età paleolitica. Altra spiegazione è il ricorso, per la necessità d’una sufficiente alimentazione, ad un maggior numero di carboidrati che consentono di provare meno sensazione di fame ,danno energia immediata e ,cosa non irrilevante in tempi di crisi ,costano soprattutto meno. Nel nostro piccolo, alla luce di quanto sopra, sottolineiamo dunque l’importanza sociale predittiva circa il futuro della crisi che attanaglia il mondo industriale: quando cambieranno certi parametri della moda, apparentemente insignificanti, si potrà pensare realmente di vedere la luce in fondo al tunnel. Pur con tutto il rispetto per gli indici ufficiali di valutazione in tal senso, per giungere a quel fatidico momento, dovrà passare ancora un po’ di tempo. Parola di donne. Gian Ugo Berti


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SECondo IL PrESIdEntE dELL’ordInE dI PISA, GIuSEPPE fIGLInI

Piu’ donne dal medico di famiglia Chiedono informazioni e risposte sicure. Ansia, depressione e stress in crescita. infertilità di coppia, malattie della terza età, sono i motivi di maggiore richiamo. Gli uomini, invece, si vedono molto meno e si tratta prevalentemente di situazioni legate alla senilità. Lo spiega Giuseppe Figlini, presidente dell’Ordine provinciale dei Medici, Chirurghi ed Odontoiatri di Pisa.

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ono sempre più le donne(giovani, adulte ed anziane) a rivolgersi all’ambulatorio del medico di famiglia. Ansia, depressione, stress, ma anche informazioni contraccettive,

‰ Quali sono le malattie che più frequente riferiscono in ambulatorio? Le più giovani riferiscono soprattutto la crescente presenza di stati di ansia reattivi, legati in particolare all’incertezza economica e sociale del futuro, lo stress e nei casi più gravi la depressione, con non rare somatiz-

zazioni di malattie psicogene. ‰ Hanno problemi relativi alla vita sessuale? Chiedono informazioni sulla contraccezione sicura, l’uso corretto della pillola, altri sistemi alternativi, infertilità di coppia, motivata dall’età più avanzata del matrimonio e la scelta ad avere figli. In ogni caso, c’è molta disinformazione, anche perché da parte dei genitori non ricevono risposte esaurienti e tranquillizzanti. ‰ Fra gli stili di vita, emerge qualche priorità fra le ragazze? Sempre più frequente è l’abitudine all’alcool, in particolare la scelta della birra. Un po’ meno le droghe pesanti, comunque in costante crescita è il fumo, nonostante i divieti. ‰ Come si pongono le giovani, davanti al problema

mAI SOlE, FIN DAl PRImO DuBBIO

dell’omosessualità? Dai colloqui che ho in ambulatorio, scaturisce in sostanza una maggiore tolleranza, in ogni modo crescono di numero quelle che si dichiarano apertamente, senza mostrare alcuna vergogna, segno inequivocabile del mutamento dei tempi e dei costumi di vita. ‰ Cos’è cambiato in generale fra le donne col passaggio di generazione? In apparenza dimostrano una maggiore informazione, ma è troppo generica e spesso superficiale. In sostanza, si rivelano mediamente meno mature rispetto alle loro madri. ‰ Le medicine hanno lo stesso effetto su uomo e donna? Molte no. Per motivi non chiari, statine, acido acetilsalicilico ed antidiabetici nelle donne hanno meno effetto. g.u.b.

quando nasce un dubbio sulla propria salute, si è sempre soli a reggere il primo urto. Poi, a mente fredda, si analizza la cosa in maniera diversa, un po’ più razionale, si pensa ad una reazione oggettiva. Ecco dunque che, in questa “pagina”, seguiamo il percorso di una donna davanti alla tematica della tutela del proprio benessere psico – fisico. Ed è per questo che analizzano il quadro complessivo i medici che più di frequente incontrano la paziente- donna e seguono con lei l’inizio di un suo confronto con qualcosa che la preoccupa. Il medico di base non a caso chiamato anche “di famiglia”, cui in prima istanza si fa riferimento, che si trova davanti ad un quadro clinico non sempre chiaro, offuscato anche dalla riservatezza e da una comprensibile ansia. Poi, parla la specialista, più selettiva nel seguire i disturbi, ma ugualmente importante per affrontare un sentiero sempre irto di difficoltà. In pratica, il nostro Servizio Sanitario Nazionale traccia ogni volta le premesse strutturali di un sostegno a tutto campo, un indirizzo prima generale, quindi particolareggiato, una figura geometrica insomma della salute, al cui centro c’è sempre la paziente. I cittadini sanno che il percorso che lo Stato offre, come suo dovere sancito dalla legge, ha un fine ben preciso.

PARlA lA SENOlOGA mANuElA RONcEllA

cuRARSI, VuOl DIRE VOlERSI BENE molto più dell’uomo la donna è portata ad avere cura di sé, del proprio corpo e dunque della propria salute. Per un problema ginecologico, infatti, non passano oltre tre settimane in media dalla sua comparsa alla visita. Per l’uomo, molto di più, fino ai tre anni davanti ad un disturbo particolare quale è la disfunzione erettile. ma a volte non basta, come dimostrano i casi di tumore della mammella, il più diffuso, con i suoi dieci che vengono s coperti ogni giorno in Toscana. che fare? Risponde manuela Roncella, direttore dell’unità Operativa di Senologia all’Azienda Ospedaliero universitaria Pisana Strano, ma vero, dobbiamo prendere esempio da un animale come il gatto – spiega – che, sulla poltrona, si cura minuziosamente, evitando con i propri istintivi accorgimenti di evitare le malattie e rimanere così in buona salute. lo stesso lo deve fare ancor di più la donna. Stiamo comunque muovendoci in senso positivo, perché la tutela di sé stesse rappresenta un processo mentale, psicologico e sociale che si sta sviluppando con il trascorrere del tempo. Si riflette e si agisce, a livello di singole, di comunità, di opinione pubblica. Decidere di seguire un corretto stile di vita riguardo alla prevenzione – sono sue parole - è una scelta consapevole, che non sempre diventa parte della cultura femminile. Tante cose stanno cambiando, ma i risultati si dimostrano ancora non ottimali. E’ un po’ come lavarsi i denti, pochi in proporzione lo fanno con sufficiente regolarità. Se non impariamo a volerci bene in assenza di malattia, come la prevenzione attraverso l’autopalpazione costante e gli accertamenti di routine, il discorso diventa più complesso quando

siamo nel contesto della malattia. In sostanza volersi bene richiede anche sacrificio – aggiunge – quando ad esempio ci si trovi in percorso non facile come la chemioterapia, che comunque significa volersi bene perché si va alla ricerca di un migliore stato di salute, contrastandola malattia. In un primo momento può sembrare un paragone assurdo, quasi paradossale, ma poi si entra nel merito e con il trascorrere del tempo si cerca la forza di reagire. Allora, con lo stesso impegno – conclude – mettiamolo in pratica a cominciare da subito. Sì, perché in fondo, è meglio prevenire che curare g.u.b.


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PArLA IL dErmAtoLoGo GIoVAnnI bAGnonI

Pelle e menopausa: nessun timore L’invecchiamento si puo’ curare prodotti integratori e multivitaminici. ‰ Alimentazione, dove non deve essere certo sottovalutata la somministrazione di frutta e verdura fresca in abbondanza, cibi ricchi di fibre, limitando invece i grassi d’origine animale.

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on invecchiare è impossibile. il mito di Faust dell’eterna giovinezza è destinato dunque a rimanere tale. Un elemento che rappresenta un punto di partenza, prima d’addentraci nel proseguo dell’argomento. Ma per rallentare questo percorso e continuare quindi ad avere un bell’aspetto, per la donna tanti accorgimenti si possono trovare. Si tratta di miscelare bene un percorso fatto di buon senso e prudenza, ma al contempo destinato a non essere generalizzato, bensì a seguire protocolli individuali, indirizzati alle caratteristiche di ciascuna persona. E fra i tanti organi ed apparati, è certo che la pelle, per esempio, sia la prima a risentire del cambiamento della menopausa, anche perché maggiormente esposta ai contatti esterni ed alle sollecitazioni ambientali. Lo spiega a chiare lettere Giovanni Bagnoni, direttore dell’Unità Operativa di Dermatologia agli Spedali Riuniti di Livorno. Da qui, in un contesto clinico più approfondito, emerge dunque come i problemi riguardino soprattutto un calo dell’idratazione, poi dell’elasticità e la formazione di rughe assieme all’ispessimento del suo strato esterno. Tre quindi sono i provvedimenti più importanti da adottare: ‰ Fotoprotezione, attraverso l’attento impiego di creme protettive adeguate, evitando comunque l’esposizione nelle ore più calde della giornata, dalle quali può derivarne un maggiore danno. ‰ Idratazione, che contempla il ricorso mirato alle creme idratanti ed accanto i

Per le macchie che, dopo la menopausa di formano sulla pelle, Bagnoni sottolinea come ci siano rimedi diversi secondo la peculiare situazione: ‰ melasma-cloasma, dove il pigmento scuro si deposita più profondo nello spessore della cute. E’ condizione legata soprattutto agli squilibri ormonali che si concretizzano con il crescere dell’età. Miglioramenti si possono inoltre ottenere attraverso l’uso della fotoprotezione continuativa e dei trattamenti chimici schiarenti specifici ( quali il “peeling”). Niente ricorso, al contrario, all’impiego della metodica laser. ‰ Lentigo solari-cheratosi, questo quadro clinico e’ dovuto sostanzialmente ad una esposizione solare cronica e continuativa, il pigmento scuro è depositato più superficialmente nel tessuto. Possono avvalersi di trattamento con mezzi fisici come il laser, la crioterapia e le radiofrequenze. E’ bene anche sottolineare un elemento prioritario, che fa da contenitore del contesto globale. La scelta della cura deve però avvenire sempre e comunque con il parere del medico, cui spetta ogni decisione. Sono infatti da considerarsi quantomeno pericolose eventuali scelte individuali, senza la certezza ed il supporto dell’esperienza clinica. Non si tratta cioè di un contesto semplice, occorre precisarlo e comprenderlo nello stesso tempo, perché la pelle in fondo non è da considerarsi un organo unicamente esterno, ma facente parte di un ambito articolato e complesso alla pari di qualsiasi altro organo o tessuto. La salute, non deve essere dimenticato, rappresenta un bene estremamente prezioso e, come tale, va salvaguardato e tutelato in ogni momento della vita. (gub) g.u.b.

PARlA lA DERmOcOSmETOlOGA TERESA SIchETTI

quANDO I cAPEllI cAScANO lA cOlPA E’ DEl TESTOSTERONE

con la menopausa tutto cambia nell’organismo femminile, perché cambia il ruolo degli ormoni. la donna sa che aumenteranno rughe, lassita’ della pelle, etc, ma non è preparata ad affrontare il cambio di capigliatura. I capelli bianchi non costituiscono infatti un problema – spiega Teresa Sichetti, dirigente unità Operativa chirurgia Plastica, Dermocosmesi, Azienda Ospedaliero universitaria Pisana - al contrario perdere i capelli e vederli diventare ogni giorno più sottili ed opachi preoccupa molto, preoccupa la loro perdita di vigore e lucentezza ; preoccupa di vederli ogni giorno più brutti e più radi. Durante la menopausa – aggiunge diminuisce l’estrogeno, componente ormonale femminile e l’ormone maschile, il testosterone, pur non aumentando, diventa di conseguenza piu’ forte ed agisce dando effetti molto visibili , su sedi particolarmente ricche di recettori sensibili allo stesso, cioe’ su cute e capelli.

A livello del bulbo, il testosterone attivato è in proposito denominato il “killer ” dei capelli. A questo disequilibrio di natura ormonale si aggiunge l’effetto negativo determinato dallo stress d’adattamento alla menopausa. Il capello diventa progressivamente più sottile, spento, opaco, sino a cadere. I capelli fragili, sottili, spenti, opachi che cadono più del solito rappresentano un segnale che indica alla donna che in lei non c’è piu’ equilibrio. A peggiorare le cose ,inoltre e’ la zona inte¬res¬sata :la caduta dei capelli è in particolare¬ tutto sopra la fronte e vicino all’attaccatura a simulare verosimilmente nell’immaginario della donna ad un aspetto “maschile”. In Italia la vita media per le donne e’, oggi, di 82,5 anni. Esiste quindi un’aumentata attenzione verso la cura di sè stesse, attraverso l’adozione di comportamenti tesi a preservare il bene salute e aspetto fisico.

l’utilizzazione degli estrogeni nel trattamento dell’alopecia androgenetica in postmenopausa e’ supportata da dati clinici e sperimentali. In alcuni paesi europei vengono frequentemente utilizzati estrogeni topici in lozione che pero’ non agiscono per via locale, ma attraverso un assorbimento sistemico e quindi non debbono essere considerati una terapia locale ma generale. Il problema di queste lozioni e’ anche il fatto che il dosaggio non e’ controllabile in quanto l’assorbimento varia a seconda dello stato del cuoio capelluto che condiziona la permeabilita’ del follicolo e dello strato corneo. Indubbiamente un’integrazione alimentare rappresenta un’importante ausilio. Dunque, un problema comune, controllabile, comunque con l’ausilio specialistico. g.u.b.


INSERTO DONNA - SABATO 16 NOVEMBRE 2013 AGOPUNTURA

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Tanti disturbi femminili possono trovare giovamento

L’agopuntura e’ (sopratutto) in rosa

Il parere di Carlo Borsari, già direttore 3° U.O. Anestesiologia all’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana

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ai rapporti sessuali dolorosi, alla frigidità, dai disturbi mestruali a quelli della menopausa, qualcosa ( e non poco) si può fare. In una disamina obbiettiva, è bene sfatare qualche tabù su un percorso di salute quanto mai attua-

le e dibattuto. Parliamo cioè d’agopuntura, la più efficace e diffusa tecnica della medicina cinese (così come, al contempo lo è nel mondo occidentale). Si basa, in sostanza, su una stimolazione di determinate zone della pelle mediate l’infissione di sottili aghi metallici, tale da ristabilire il flusso dell’energia e del sangue e da permettere, in tal modo, la riduzione dei sintomi dolorosi o la guarigione. Essendo comunque una tecnica medica, per il suo esercizio è obbligatoria la laurea in medicina e chirurgia. Contrariamente a quanto si possa pensare nell’immaginario collettivo, è indolore e

smettere di fumare durante la gravidanza. Per la Fecondazione Medicalmente Assistita le sedute sono effettuate in coincidenza delle varie fasi della tecnica e in accordo con i ginecologi (anche in tal caso ha molta importanza l’effetto ansiolitico per la stimolazione dell’ovulazione e l’impianto dell’ovulo). Si dimostra altresì efficace nella modificazione della presentazione podalica del feto nelle ultime settimane di gravidanza; inoltre, una o due sedute di agopuntura possono stimolare efficacemente la carenza del latte dopo l’avvenuto parto. Appare poi molto utile per la riduzione dei fastidiosi disturbi collegati alla menopausa: come ad esempio le vampate di calore, gli stati d’insonnia, la ritenzione di liquidi, le condizioni di ansia, le crisi depressive improvvise, i dolori dovuti ad osteoporosi ( la perdita di massa ossea dello scheletro), ecc.

assolutamente innocua; gli aghi utilizzati sono inoltre sterili, monouso, di acciaio flessibile (cioè non si possono rompere) e con il manico in rame. Peculiarità di cui è opportuno informare debitamente in paziente. Le indicazioni cliniche dell’agopuntura - secondo Carlo Borsari, già direttore 3° U.O. Anestesiologia e Rianimazione e del Dipartimento di Anestesia, Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana - sono molteplici e si estendono a quasi tutte le malattie funzionali. Quel-

le femminili si dimostrano peculiarmente sensibili a questo trattamento, in tutti i momenti della vita sessuale della donna, in particolare: Nel periodo fertile è in grado di ridurre tutti i disturbi del ciclo mestruale ( mestruazioni dolorose, ritardi o assenze del ciclo) e quelli da esso provocate (mal di testa, lombalgie, ansia e depressione): in questi casi possono essere sufficienti poche sedute per ottenere spesso un buon miglioramento del disturbo. Inoltre, è usata per ridurre la frigidità e il dolore

durante i rapporti sessuali; La sua azione sedativa e ansiolitica è molto diffusa nella preparazione al parto fisiologico e in tutte le varie fasi della fecondazione assistita: la preparazione al parto deve essere iniziata alcune settimane prima con sedute settimanali oppure bisettimanali, che consentono alla futura madre di affrontare nel giusto modo lo stress del travaglio con maggior serenità e minore ansia, senza ricorrere dunque all’impiego dei farmaci. Per tale motivo può essere utilizzata anche allo scopo di

‰ Come si svolge in pratica una seduta di Agopuntura? Dopo una visita medica accurata (anche di un’ora) e il controllo di eventuali esami diagnostici, il medico agopuntore decide il trattamento più opportuno da eseguire, fornendo risposte esaustive alle domande della paziente. Le successive sedute durano , invece, circa trenta minuti. ‰ L’agopuntura è dolorosa? Non è, e non deve essere, dolorosa g.u.b.


InSErto donnA - SABATO 16 NOVEmBRE 2013 TAcchI

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IL PArErE dELL’ortoPEdICo, AntonIo AGuStI

Tacchi: non piu’ di quattro centimetri borsiti. Il peso, infatti, si distribuisce quasi tutto sulla punta dei piedi con la formazione di dolore al metatarso, alluci valgo e rigidi, dita a martello. Soltanto per fare un esempio dimostrativo: un tacco da otto centimetri provoca uno sforzo sulla punta, sette volte superiore a quello da due centimetri con sofferenza dell’intera colonna vertebrale.

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ue centimetri per l’uomo, quattro per la donna. Strano, ma vero, non di più. In sostanza, scarpe con questi tacchi, indossate ogni giorno, si possono considerare non pericolose nel tempo. Comun que, né poco ( suola piatta), né troppo è la maniera più opportuna per evitare problemi. In particolare – spiega Antonio Agusti, direttore dell’Unità Operativa di Ortopedia e Traumatologia all’Ospedale di Livorno – quelli alti spostano in avanti il baricentro del corpo, con eccessivo uso dei muscoli posteriori dei lombi e della schiena. Puo’ sembrare troppo severo, ma la scelta della misura giusta, legata alle caratteristiche della persona ed alle sue abitudini, dovrebbe essere concordata con lo specialista di fiducia. Più aumenta la loro altezza, maggiore in ogni modo è il rischio di lesioni alla caviglia, microtraumi, storte e

‰ Alluce valgo E’ una deviazione all’esterno dell’alluce in direzione delle altre dita e perdita così del parallelismo. Compare al contempo con scarpe troppo strette e tacchi alti, anche nei soggetti non predisposti, con dolori, infezioni ed infiammazioni. ‰ Neuroma di Morton La sua comparsa è legata all’eccessiva pressione dei nervi plantari, con infiammazione e riduzione del flusso sanguigno. Più frequente la localizzazione appare a carico del terzo e del quarto dito, tanto più alte e strette sono le scarpe. ‰ Ossa sesamoidi Si tratta di piccoli ossicini localizzati all’estremità dell’alluce e che regolano il movimento del piede. L’infiammazione, in tal caso, è dovuta all’eccessiva tensione data dagli stiletti. Si può arrivare perfino alla frattura. ‰ Tendine d’Achille Va soggetto ad infiammazio-

ne per un’alterazione della sua tensione. La lunghezza viene accorciata a tal punto da provocare dolore solo a camminare ed a generare tendiniti e fratture. L’accorciamento delle fibre muscolari ed il loro ispessimento, spiega perché coloro che sono abituate ad indossare calzature con tacchi alti, lamentano poi dolore articolare e muscolare quando indossino infradito. E’ una condizione non rara sopratutto in chi pratichi ballo a livello continuativo. ‰ Cellulite Sì, forse non ci crederete, ma è una realtà. Fra tale condizione ed i tacchi alti un certo tipo di rapporto causa-effetto non si può negare. Parliamo di capillari in evidenza e le vene varicose. La situazione è accentuata dai tacchi alti poiché questi ultimi ostacolano la regolare circolazione dei liquidi nei tessuti e ne favorisce il loro ristagno. La sofferenza poi della colonna vertebrale, per una prolungata postura non naturale, può causare anche la comparsa di mal di schiena, vertigini e fastidiosi mal di testa. Si tratta quindi – per concludere - di riflettere attentamente su quanto valgano il gusto e l’estetica, ma anche la prudenza ed il buon senso. Le scarpe rappresentano cioè un capo d’abbigliamento importante ed irrinunciabile, ma non per questo mo-

Due centimetri per l’uomo, quattro per la donna. Strano, ma vero tivo è utile trascurare volutamente l’effetto nel presente e nel futuro sul benessere del proprio corpo. Occorre in sostanza saper coniugare, in ogni momento, in ciascun giorno, uno dopo l’altro, l’utile con il dilettevole, là dove prioritaria si dimostra in ogni modo la tutela della salute. L’eccesso può essere accettato beninteso dall’organismo, capace nel suo insieme di tollerare certe scelte, ma poi – non dubitate - ce lo restituisce con tutti gli interessi. Non si può e non si deve dunque accettare il coinvolgimento emotivo di un attimo a scapito di un delicato equilibrio psico – fisico. La salute, nel piccolo e nel grande, appartiene sempre e comunque a ciascuno di noi e non ad altri, ma non dimentichiamo nel nostro interesse come sia una ed una soltanto. g.u.b.


InSErto donnA - SABATO 16 NOVEmBRE 2013 FARmAcI

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Lo dICEVA ILdEGArdA dI bInGEn, PrImo mEdICo dI GEnErE

Medicine diverse per uomo e donna stinguendo, caso più unico che raro, tipologie femminili da quelle maschili.

Le cure di mille anni fa erano un patrimonio tutto femminile

Molti dei suoi rimedi basati, secondo l’uso del tempo, sulla dottrina dei temperamenti, sul caldo e sul freddo, sull’umido e il secco e sul loro bilanciamento, in eccesso o in difetto per riequilibrare gli umori causa del disturbo, ancora oggi vengono usati nella fitoterapia contemporanea; ad esempio, per la cefalea e il mal di stomaco suggeriva la mentuccia, ebbene nella fìtoterapia moderna si adopera la parente stretta, la menta; contro la nausea il cumino, ancora oggi usato; per la tosse e il raffreddore trovava efficace il tanaceto e, in caso di epistassi, l’ aneto e l’achillea millefoglie, erbe similmente adoperate ai giorni nostri.

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uando una donna fa l’amore con un uomo, una sensazione di calore nel suo cervello, che porta con sé il piacere dei sensi, comunica il gusto di quel piacere durante l’atto e richiama l’emissione del seme dell’uomo. E quando è caduto al suo posto, il calore violento discende dal cervello, attira a sé il seme e lo trattiene, e subito i suoi organi sessuali si contraggono, e tutte le parti che si aprono facilmente durante il periodo mestruale ora si chiudono, allo stesso modo che un uomo forte può tenere qualcosa racchiuso nel pugno”. Forse non ci crederete, ma a scrivere questo pensiero è una monaca, quasi mille anni fa. Si tratta di Ildegarda di Bingen. Papa Giovanni Paolo II°,nell’ 800° anniversario della scomparsa, la dichiara “donna forte ed esemplare” e “fiore della Germania”. Non è stato però mai intrapreso un processo di beatificazione. Inoltre Ildegarda anticipa le indicazioni della recentissima medicina di genere, personalizzando la posolo-

gia del rimedio, a seconda che ad assumerlo fosse un uomo o una donna .Come spiega Susanna Berti Franceschi nel libro “Di regine, di sante e di streghe” (Elmi’s World), la monaca utilizza un metodo innovativo per l’epoca: non descrive solo la forma delle piante e le caratteristiche del rimedio, come si usava nei trattati di erboristeria del Medioevo, ma illustra anche l’effetto che la sostanza produce quando entra in relazione

con l’uomo. Distingue l’efficacia di un rimedio in base a chi lo riceve; se è uomo o donna, per esempio, oppure se ha un solo disturbo o se, invece, è di salute cagionevole. Inoltre, ciascuna sostanza ha in sé alcune proprietà, può essere calda, fredda, secca o umida, che sono utili per bilanciare un eccesso o un deficit nella persona ammalata. Una pianta calda, per esempio, sarà utile contro il raffreddamento, una secca con-

tro l’eccesso di umori che causa la nausea e così via. I rimedi devono essere accuratamente scelti in base a chi dovrà farne uso, si può dunque parlare di una cura fortemente personalizzata. Hildegarda è la prima a parlare dell’approccio terapeutico di una prima diagnosi tra quattro temperamenti (collerico, flemmatico, sanguigno, melanconico) che descrive con ricchezza di particolari di-

Ma non era necessario essere donna di scienza per conoscere le medicine di genere. Gostanza da Libbiano, la strega di Rivalto, una semplice erborista, nel 1594, era in proposito dotata di un sapere immenso tramandatole di generazione in generazione, a livello orale. Nel libro “Storia d’un processo inquisitorio”, Susanna Berti Franceschi scrive che “ oltre conoscere i differenti poteri di guarire od ammalare di ogni pianta, si doveva conoscere il genere, perché pochi

sapevano che ci sono erbe maschili e femminili. Era necessario conoscere la loro corrispondenza con i pianeti ed il ciclo della luna chè faceva sì che una pianta fosse pronta a guarire il male oppure no”. Nel tempo, tutto questo grande patrimonio culturale è andato progressivamente assottigliandosi. Solo di recente la nascita di un filone culturale in tal senso, ripropone la riscoperta di antichi principi, ma il percorso è ancora lungo. Emergono, dunque, da quanto sopra esposto, due elementi importanti: le donne erano parimenti esperte nella conoscenza del sapere e dotate di indiscussa personalità ed, inoltre, che il Medio Evo non è stato poi quel periodo “buio” che si vuol far credere. Anzi, proprio grazie al genere femminile si è concretizzata una realtà non secondaria a quella maschile a livello sociale, economico e politico. Basti infatti pensare a Matilde di Canossa, mille anni fa la donna più potente d’Europa, che è sepolta oggi assieme ai Papi in Vaticano, unica donna assieme alla regina Cristina di Svezia g.u.b.


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In PASSAto non È mAI StAto un ProbLEmA

Cellulite: figlia del “boom” economico

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ella società odierna il culto del corpo e la bellezza esteriore è più importante delle qualità morali ed intellettive: un’ ossessione, un obiettivo da raggiungere ricorrendo a lifting, ritocchi vari, fino ad interventi chirurgici per assottigliare alcune parti o riempirne altre. Una delle variabili, che nel terzo millennio fanno disperare le donne ed affannare alla ricerca di improbabili soluzioni, è la cellulite.

Ma in ogni epoca le donne sono intervenute sul corpo in modo anche violento, per rientrare nei modelli estetici del momento: dai busti di stecche di balena, del ‘700 e ‘800 per strizzarsi le membra fino a spezzare le costole pur di avere un vitino di vespa, ai vertiginosi tacchi a spillo di epoca più recente per rendere le gambe più lunghe e slanciate. “Un piedino piccolo è bello” recitava la tradizione cinese: cosi’, milioni di genitori a rompere l’arco del piede delle proprie figlie per costringerlo

in una bendatura strettissima e ottenere l’ “aggraziata” andatura. Le giapponesi si coloravano artificialmente il volto con polvere di riso per renderlo bianchissimo e le dame del ‘700 usavano finti nei e coloravano di rosso acceso gli zigomi per esaltare la bellezza. Nelle epoche più remote , le Veneri Paleolitiche rappresentano l’ideale estetico degli uomini primitivi: volto, braccia e gambe della donna sono appena abbozzati, mentre sono marcate le forme tipiche della femminilità, cioè seno, fianchi e ventre, a sottolineare fertilità ed importanza per la sopravvivenza della specie. Nel Rinascimento, all’ ideale cinquecentesco, che propone una donna in carne e formosa, corrisponda anche, nei ceti sociali più elevati, la diffusione di nuove abitudini alimentari, ricche di grassi e zuccheri. La donna deve essere piena, fianchi larghi, seno prosperoso e bianchissimo, collo e mani lunghe e sottili, piedi piccoli e vita flessuosa; viso candido e tondo, naso diritto, bocca piccola, fronte altissima e gola bianca e liscia; pelle deve essere rigorosamente bianca, capelli lunghi e biondi, labbra e guance rosse, sopracciglia scure ed occhi neri: un corpo cellulitico che indurrebbe la donna dei nostri tempi al suicidio. Tiziano rappresentano la bellezza “piena” della donna adulta, intensa e sensuale. Le

figure sono floride e calde, occhi scuri ed incarnato pallido. Nel “Venere e Marte” di Botticelli, fronte alta, mento ben definito, pelle pallida, capelli biondi, sopracciglia alte e delicate, naso forte, bocca stretta e labbra carnose. Il corpo ha forme pronunciate: ampio seno, addome arrotondato e fianchi larghi e cosce piene dei famosi cuscinetti. Nel dopo guerra, si impo-

ne una donna “cellulitica”: fianchi tondi, seno esplosivo, gambe ben tornite, in carne, che non si preoccupa delle diete o della cellulite e rappresenta la speranza dopo la fame della guerra. E’ l’epoca delle “maggiorate”, metafora del sogno di opulenza che vive l’Europa e si tradurrà nel boom economico. Affrontiamolo dunque con la necessaria ed indispensabile

obiettività. Non prendiamo decisioni senza prima aver sentito il parere del proprio medico di fiducia. Cellulite non è grasso e quindi impone un percorso clinico del tutto a sé stante. Indubbiamente possono sorgere alla base problemi di ordine anche psicologico ed è perciò che occorre avere accanto il parere dell’esperto. Osare, non si g.u.b. deve.

AttIVI duE CEntrI StudI A fIrEnzE E PIStoIA

Toscana al “top” per la medicina delle donne lA REGIONE hA cREATO uNA SPEcIFIcA cOmmISSIONE Toscana ai vertici nazionali per la medicina di genere ovvero per la tutela a tutto campo della donna e del suo benessere psico – fisico. un dato importante che testimonia la profonda cultura in generale di questa terra, assieme ad un totale rispetto della dignità di ogni persona. la nostra Regione non è la sola in un simile percorso, ma certo siamo un passo in avanti. E’ però un percorso che coinvolge anche le Istituzioni nazionali. come ha detto Flavia Franconi del Dipartimento di Scienze Biomediche dell’università di Sassari, lo dimostrano i risultati del progetto strategico coordinato da Stefano Vella dell’Istituto Superiore di Sanità. la Regione Toscana ha fatto passi da gigante. il consiglio Sanitario Regionale ha istituito una commissione dedicata alla medicina di genere coordinata da Anna maria celesti. lo scopo è individuare quante e quali differenze di genere sono dovute a fattori intrinseci alla biologia di genere e alla fisiopatologia della malattia e quante sono da ascrivere alla società e al sistema sanità, evidenziando quanto costa questa differenza. Poi vi e quello di ricercare percorsi ottimali per sensibilizzare e formare gli operatori sanitari verso il determinante genere e sviluppare indagini e ricerche finalizzate ad evidenziare le differenze nei fattori di rischio, nella prevenzione e nella

cura, farmacologica e non, di patologie emergenti tra la popolazione femminile. Sono stati aperti due centri studi uno Firenze ed uno a Pistoia. Infine, l’Assessorato della Salute ha incluso la medicina di genere nel piano sanitario. Organizzazioni come l’Ordine dei medici, l’osservatorio nazionale sulla salute della donna (ONDA), le società scientifiche, le associazioni come le mogli dei medici, il gruppo Italiano Salute e Genere hanno diffuso la cultura di Genere http://www.medicinagenere.org/ e http:// www.donnevip.it/. l’attività svolta in Italia è perfettamente in linea con quanto raccomandato dall’Organizzazione mondiale della Sanità e con la risoluzione del Parlamento Europeo che afferma fra l’altro la necessità di: a) a includere lo stato di salute delle donne e la questione dell’invecchiamento delle donne quali fattori di integrazione della dimensione di genere, nonché ad applicare il bilancio specifico alle politiche, ai programmi e alle ricerche attinenti alla salute; b) integrare la dimensione di genere nella lotta contro il tabagismo ed introdurre campagne antifumo concepite espressamente per le donne e le giovani c) sostenere la ricerca medica e farmaceutica nel settore delle patologie che colpiscono le donne in tutte le fasi della loro vita e non soltanto durante l’età riproduttiva. g.u.b.


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