TecnoPlast 2013 N2

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tecnoEdizioni

Organo ufficiale di Confartigianato Plastica, Gomma, Chimica

n.2 Anno 17 marzo 2013 8,50 euro

sfogliabile anche su smartphones e tablets! Il mensile dell’industria delle materie plastiche e degli elastomeri

GOLF VII: Collaborazione Volkswagen Sumitomo Demag, pag. 24 • NICKERSON: Il flow rate, pag. 44

la macchina del mese

BIOECONOMIA

VERSIONE SPECIALE NEWTON DA 620 TONNELLATE

Il buon caso Italia

Pressa a due piani bi-iniettore P per produzione di co-stampaggio e bi-colore

P

artendo da quella che per Italtech è una pressa “piccola e con tecnologia a due piani”, la soluzione derivata della macchina Newton da 620 tonnellate qui in esame è stata strutturata ad hoc per offrire al

cliente – un costruttore di stampi – sia una triplice opzione operativa … standard, bicolore e costampaggio … sia la conversione tra una applicazione e l’altra in tempi molto rapidi. La bellezza tecnologica di questa ver-

sione di pressa è legata al fatto che stiamo parlando di una gamma di macchine – tra le varie sviluppate dalla Casa bresciana - con la più alta velocità nella fase di registrazione dell’altezza degli stampi. Un capitolo a parte merita il sistema Newton brevettato per il bloccaggio sulle colonne. Qui le colonne sono soltanto dei cilindri perfettamente lisci che, per dire, non presentano alcuna filettatura ad interromperne la linearità. Viene quindi gestita la posizione del piano mobile mediante trasduttori di posizione lineare, con tanto di innovativa soluzione magnetostrittiva, la quale ci permette con facilità e precisione - di eseguire tutte le regolazioni possibili.

resentato al Parlamento Europeo il nuovo libro della Collana di Kyoto Club, che descrive l’esperienza italiana di regolamentazione degli shopper

AZIENDE & PERSONE

Renato Moretto

O

ggi come agli esordi, il CEO dell’omonima azienda ritiene che il suo dovere principe sia sempre quello di <<dare per primo l’esempio>>

GLI ALBORI DELLA CHIMICA

Friedrich August Kekulé

P

are che sia stato un sogno – nella primavera del 1855 – a dare lo spunto all’allora giovane chimico, per sviluppare un nuovo concetto nell’ambito delle <<molecole giganti>>


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SOMMARIO 9

n. 2 marzo 2013

Economia

9 Ricerca industriale AIRI 10 Rapporto ISTAT 13 Shopper biodegradabili e compostabili 16 aziende & persone renato moretto di Angelo Grassi

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18 storia

Gli albori della chimica organica di Augusto Vacchelli

22 seminario dupont La stampa flessografica spiegata in Kenia di Sandra Biasutti

24

24 sumitomo demag Applicazione in Wolkswagen di Elisabetta Mei

28 rivestimenti per pavimenti Soluzioni Plastic Extruder Ltd di Ermanno Pedrotti

28

30 macchina del mese

Italtech: applicazione Newton negli stampi di Angelo Grassi 36 regloplas

La termoregolazione di Heini Grütter

40

40 piovan

Software di supervisione di Ermanno Pedrotti 44 nickerson.

Monitorare il flow rate di Gianluca Fossati

44

50 igus

Guida lineare e sistema portacavi di Ermanno Pedrotti 56 weber ultrasonics

Saldatura ad ultrasuoni nella plastica di Gianluca Scaccabarozzi

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N° 2 Marzo 2013

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L’OPINIONE

tecno

Plast

Cosa c’è di strano nell’economia? P erdonate il titolo “sottilmente insidioso” che ho scelto per questo editoriale … potrebbe ingannare il lettore. In realtà io non so rispondere a tale quesito.

MENSILE DELLE MATERIE PLASTICHE E DEGLI ELASTOMERI

N° 2 MARZO 2013

Il fatto è che ho da poco intervistato un imprenditore il quale – affrontando con molta cautela l’argomento – mi ha “virtualmente” portato in un mondo lontano, in un mondo dai poteri forti. Da quell’osservatorio virtuale l’Italia che tutti conosciamo ... quella della pizza, del buon vino, della moda … appariva roba da bidonville! Ma procediamo con ordine.

Direttore responsabile: Marco Mastrosanti (marco.mastrosanti@tecnoedizioni.it) Coordinamento editoriale: Angelo Grassi (redazione@tecnoedizioni.com) Hanno collaborato a questo numero: Ermanno Pedrotti, Marco Simonelli, Cesira Fantoni, Sandra Biasutti, Alessandro Bignami Organo Ufficiale di Confartigianato Plastica, Gomma, Chimica

Diciamo che le decisioni che plasmano l’economia globale sono prese da pochi player. Loro decidono se per i prossimi mesi è meglio inventarsi una spedizione spaziale, piuttosto che una super automobile sportiva o un telefono cellulare mirabolante. Quei player in quei progetti investono, per dire, 9/10/12 miliardi di dollari – i quattrini ci sono, glieli forniscono le Borse e/o i Fondi Pensione – e via, si iniziano a snocciolare studi, commesse, gare, prestazioni varie! Quegli investimenti, quelle commesse … in cascata … vanno giù, giù, assottigliandosi verso il basso. In virtù di alchimie geopolitiche anche per l’Italia, alla fin fine, di solito ci scappa una commessa ... diciamo magari un impianto produttivo da un milione di euro. Ammettiamo che la commessa se la aggiudichi proprio quell’imprenditore di cui parlavo pocanzi. Ammettiamo, poi, che il committente straniero gli dia il 30% di anticipo. Il nostro bravo imprenditore quei soldi li mette in banca ma, per una serie di meccanismi complessi, non li può utilizzare. Chissà … dovrebbe forse aprire un conto parallelo, pagarci degli interessi, ecc.. . <<… Allora io con cosa mi finanzio? Faccio un lavoro per il cliente, che fa solo finta di darmi un anticipo? Non ci sto! Se però vado a patto con i politici, allora le cose cambiano. …>>; mi raccontava sempre quell’imprenditore. Insomma, basta “sponsorizzare” il tal partito del momento, parte una telefonata verso la banca giusta e … tutto diventa più facile. Cosa c’è di strano? C’è di strano che io non mi sono ancora ripreso dalle ultime elezioni. Una carnevalata poco divertente, dove i leader hanno trattato gli italiani come “asini nel paese dei balocchi”. Il tutto in mezzo a ondate di arresti nel mondo dell’economia reale – e non – legata alla politica. C’è di strano che mi dà grande tristezza il sapere di vivere in una <<bidonville>>. Angelo Grassi

tecnoEdizioni Via Modigliani, 27 - 20090 Segrate, MILANO - Italia Tel.: +39 02 928653.45 Fax: +39 02 928653.40 Sito web: www.tecnoedizioni.com Segreteria Ufficio Traffico (grafica2@tecnoedizioni.com) Ufficio marketing (marketing@tecnoedizioni.com) Grafica Graziella Novelli (grafica@tecnoedizioni.com) ©Copyright Tecnoedizioni Srl, Milano (Italia) Le rubriche e le notizie sono a cura della redazione. È vietata la riproduzione, anche parziale di: articoli, fotografie e disegni senza preventiva autorizzazione scritta. Tariffe abbonamenti 2013 Italia: sped. ordinaria € 75,00; sped. contrassegno € 85,00 Estero: sped. ordinaria € 130,00; sped. prioritaria Europa € 150,00; sped. prioritaria Africa, America, Asia € 190,00; sped. prioritaria Oceania € 210,00; Fascicolo singolo: € 8,50 - Fascicolo arretrato € 17,00 L’IVA sugli abbonamenti, nonché sulla vendita di fascicoli separati, è assolta dall’editore ai sensi dell’art. 74 primo comma lettera C del DPR 26/10/72 n. 633 e successive modificazioni e integrazioni. Tiratura del presente numero: 5315 copie

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N° 2 Marzo 2013

Informativa ai sensi dell’art. 13, d. lgs. 196/2003. I dati sono trattati, con modalità anche informatiche, per l’invio della rivista e per svolgere le attività a ciò connesse. Titolare del trattamento è Tecnoedizioni Srl, Via Modigliani 27, 20090 Segrate (Milano). Le categorie di soggetti incaricati del trattamento dei dati per le finalità suddette sono gli addetti alla registrazione, modifica, elaborazione dati e loro stampa, al confezionamento e spedizione delle riviste, al call center, alla gestione amministrativa e contabile. Ai sensi dell’art. 7, d. lgs, 196/2003 è possibile esercitare i relativi diritti fra cui consultare, modificare, aggiornare o cancellare i dati, nonché richiedere elenco completo e aggiornato dei responsabili, rivolgendosi al titolare al succitato indirizzo. Informativa dell’editore al pubblico ai sensi dell’art. 13, d. lgs 196/2003. Ai sensi del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 e dell’art. 2 comma 2 del Codice deontologia relativo al trattamento dei dati personali nell’esercizio dell’attività giornalistica. Tecnoedizioni Srl. - titolare del trattamento - rende noto che presso i propri locali siti via Via Modigliani 27, 20090 Segrate (Milano), vengono conservati gli archivi di dati personali e di immagini fotografiche cui i giornalisti, praticanti, pubblicisti e altri soggetti (che occasionalmente redigono articoli o saggi) che collaborano con il predetto titolare attingono nello svolgimento della propria attività giornalistica per le finalità di informazione connesse allo svolgimento della stessa. I soggetti che possono conoscere i predetti dati sono esclusivamente i predetti professionisti., nonché gli addetti preposti alla stampa e alla realizzazione editoriale della testata. Ai sensi dell’art. 7, d. lgs 196/2003 si possono esercitare i relativi diritti, fra cui consultare, modificare, cancellare i dati o opporsi al loro utilizzo, rivolgendosi al predetto titolare. Si ricorda che, ai sensi dell’art. 138, d. lgs 196/2003, non è esercitatile il diritto di conoscere l’origine dei dati personali ai sensi dell’art. 7, comma 2, lettera a), d. lgs 196/2003, in virtù delle norme sul segreto professionale, limitatamente alla fonte della notizia.

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AZIENDE & PERSONE Renato Moretto

Pur nel suo ruolo di CEO all’interno di una azienda ormai assurta come realtà leader in Italia e ben conosciuta nel mondo, Renato Moretto – oggi come agli esordi – ritiene che il suo dovere principe sia sempre quello di <<dare per primo l’esempio>> di Angelo Grassi

La concretezza vissuta come regola quotidiana

… Ho sempre recitato un ruolo forte, ma non ho mai voluto mettermi in evidenza. Non è questo che mi interessa. Mi interessa che le cose vengano fatte secondo un pensiero ben chiaro. Da sempre, mi ispiro solo e soltanto alla razionalità. Quando faccio una macchina provo tutte le variabili tecniche, le alternative, le evoluzioni; perché in quel momento non sono un <<produttore>> ma un <<cliente>>. E come cliente quella macchina la voglio fatta in un certo modo. Lavoro solo così! …”. Questi alcuni dei passaggi relativi alla chiacchie-

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rata fatta con Renato Moretto: imprenditore, classe 1953, fondatore nel 1980 di quella che oggi è Moretto S.p.A. … società specializzata nella progettazione, fabbricazione e vendita di macchinari e attrezzature ausiliarie per l’industria delle materie plastiche. Nello specifico, il fare quotidiano in seno all’azienda fondata dal nostro interlocutore è relativo alla costruzione di dispositivi atti alla granulazione, alla deumidificazione, al dosaggio, allo stoccaggio, come anche alla termoregolazione, alla refrigerazione e alla regolazione in seno ai vari processi di iniezione, di soffiaggio, di estrusione e di lavorazione del PET, come anche del policarbonato trattato usato nel settore optical … ma non solo. Parimenti importanti sono poi le soluzioni personaN° 2 Marzo 2013

lizzate che - di volta in volta - nascono su specifiche richieste dei clienti. Detto questo, se trentatré anni fa Renato Moretto ha iniziato – letteralmente – da solo, grazie al padre che gli ha permesso di usare la cantina di casa come officina … oggi l’azienda conta oltre 250 addetti tra quelli presenti nella sede padovana e nelle cinque filiali estere, ed esporta in 54 Paesi realizzando – dato relativo al 2012 - una quota export pari al 75% del fatturato. <<DATE A CESARE QUELLO CHE È DI CESARE >> Confesso che all’inizio dell’intervista con Renato Moretto, l’unico dato certo che possedevo era quello relativo al suo già citato successo personawww.tecnoedizioni.com


le/imprenditoriale, raggiunto nell’arco di soli tre decenni … o poco più. Ma per tutta risposta ad un mio tentativo – probabilmente goffo – di dare enfasi alla persona, quindi alla sua caparbietà, alla sua bravura, ecco quale risposta ho avuto: “… non è merito mio se oggi l’azienda prospera, bensì dei clienti che ci hanno preferito! Tutti gli osti dicono di avere del buon vino nella loro locanda, ma poi sono gli avventori che ne declamano la bontà, o meno ... e solo se quel vino li ha soddisfatti pienamente poi ritornano per gustarne ancora; magari portando degli amici che la volta prima non c’erano! …”. Al cliente, in altre parole, spetta il vero ruolo centrale nel successo o meno di una azienda. Il riferimento parziale al celebre detto attribuito a Gesù e riportato nei vangeli sinottici – che, del tutto arbitrariamente, ho scelto come titolo di questo capitolo – ha lo scopo di enfatizzare il più possibile questo riconoscimento, questo valore, questo concetto legato alla centralità del cliente. Tornando all’intervista, altro aspetto particolare che ho notato in quel frangente è che difficilmente il mio interlocutore parlava di sé in prima persona. “… da soli non si va da nessuna parte. Già nei primi sette/otto anni di lavoro avevo messo assieme una squadra formata da circa diciotto dipendenti, la maggior parte dei quali è ancora qui. Tutti giovani, allora, ma soprattutto sono nati professionalmente da zero. Non ho mai voluto gente abituata al contesto manifatturiero: ricordo che una persona allora faceva l’inserviente in una fabbrica di liquori, l’altro studiava ancora … e via così. Conoscevo le persone. Investivo sulle persone. Questo è - ancora oggi - uno dei punti di forza dell’azienda. E aggiungo che non è per nulla una questione anagrafica; abbiamo assunto persone di 55 anni con la mente estremamente aperta …”.

cinque colloqui per trovare un buon elemento da inserire in azienda … oggi ne servono almeno venti di persone da esaminare per trovarne una positiva; se si è fortunati. Mio malgrado debbo però dire anche dell’altro. Ovvero, che il livello culturale, che la maturità delle persone – specie quando si cimentano nell’esercizio non facile del rispetto della cosa pubblica, o nel rispetto del lavoro altrui - sta calando maledettamente. E siccome io odio l’ignoranza, ma la odio visceralmente … diciamo che <<mi altero alquanto>> quando vedo certi comportamenti …”. Ma anche di fronte a queste difficoltà oggettive, Moretto non si intimidisce; anzi! “… il fatto che oggi sia più difficile trovare del buon personale, non significa assolutamente che la gente non ha più voglia di lavorare, questo non significa che sia meno preparata di un tempo. Personalmente – agli imprenditori che fanno questi discorsi – dico un'altra cosa. Dico che si deve scegliere per tempo se si vuole avere un’azienda vincente o una delle tante. Il nostro mestiere è – anche – quello di trovare talenti. Non basta selezionare una persona che ha voglia di lavorare, ma bisogna trovarne una che è anche un talentuoso. È difficile? Certo che lo è! Ma a mio parere è anche una <<condicio sine qua non>> per essere leader nel proprio mercato: nonostante tutto, nonostante tutti! …”. QUALI I FATTORI DI COMPETITIVITÀ … OGGI In Moretto Plastic Automation è da poco entrato a regime un potentissimo supercomputer capace di 22mila miliardi di operazioni al secondo (ndr: in gergo, 22 tera flop) che – nel caso specifico - per-

mette lo sviluppo di simulazioni di calcolo strutturale, di simulazioni ad elementi distinti, elaborazione di fluidodinamica, di termodinamica e di elettromagnetismo. Moretto Plastic Automation è anche la prima azienda in Italia che si è dotata di un sistema di calcolo così potente, il cui software è stato sviluppato nei laboratori della N.A.S.A. ed utilizzato anche in “Formula 1” da prestigiosissime scuderie. Ma al di là dell’investimento di per sé stesso decisamente importante, e dell’auspicata ricaduta in termini di competitività progettuale, il nostro interlocutore ci ha riferito che nella sua veste di CEO dell’azienda che ha fatto tale salto di qualità progettuale/investimento in R&D, è stato recentemente invitato ad un meeting presso l’Università Bocconi di Milano. “… diversi gli argomenti affrontati in quell’incontro milanese. Qui mi limito a soffermarmi su quella che - secondo i ricercatori della facoltà meneghina - è l’attuale scala dei fattori di successo in seno ad un’impresa manifatturiera. Mentre solo 4/5 anni fa al primo posto figurava il marketing e, subito dopo, il servizio … con la tecnologia relegata al sesto posto, oggi – in mercati maturi quali sono l’Europa o l’America – proprio la cara vecchia tecnologia è balzata al primo posto in assoluto. Poi vengono le persone, quindi le relazioni con il cliente …”. Detto questo, uscito dall’azienda in me è rimasta certamente la convinzione che il ruolo di Moretto sia – come lui stesso ha più volte sottolineato molto forte, molto marcato, ma anche che proprio in virtù di questa sua caparbietà i collaboratori lo seguano, si fidino di lui, si appassionino in base ai diversi <<talenti>> che ognuno possiede. www.moretto.com

Il mio interlocutore, per sua stessa ammissione, in azienda ha sempre rivestito un ruolo forte. Ancora oggi, ad esempio, è spesso presente durante le selezioni del personale … che però gli lasciano anche dell’amaro in bocca. Sarà perché con il tempo si diventa sempre più esigenti, sarà perché – effettivamente – ci sono in atto dei mutamenti sociali difficili da accettare. “… fino a qualche decennio fa c’era un altro clima. Non c’era la diffidenza che c’è oggi. In particolare noto sempre di più che le persone hanno più facce: una per presentarsi al lavoro, una per andare al bar, una per rapportarsi con la moglie, una con i figli. E pensare che qui siamo ancora in un paese di campagna dove – fino a qualche tempo fa - c’era un rapporto fra la gente molto onesto, molto franco, molto trasparente. Se poi traslo queste considerazioni nell’ambito della nostra attività di ricerca e di selezione del personale, mi sento di ribadire con assoluta certezza che se dieci anni fa bastavano mediamente www.tecnoedizioni.com

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PIANO D’AZIONE PER I POLIMERI Gli albori della chimica organica

1855:

sogno di primavera su di un tram londinese di Augusto Vacchelli

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Pare che sia stato proprio in sogno durante un pisolino in viaggio, che nella mente di un giovane chimico che lavorava come assistente di laboratorio in Gran Bretagna, nacque uno dei più fertili concetti della scienza moderna nell’ambito delle “molecole giganti”

M

entre attraversava Londra sull’imperiale di un tram, in una dolce serata di primavera verso il 1855, il giovane chimico Friedrich August Kekulé si addormentò. << Cominciai a sognare >> raccontò poi Kekulé << un balletto di atomi. Questi minuscoli corpi in continuo movimento mi erano talvolta apparsi nel passato, ma ora io vedevo nei particolari due piccoli atomi che si univano per formare una coppia; uno ancora più grande che ne prendeva tre e anche quattro, mentre il complesso iniziava una danza frenetica. Vidi i più grandi formare una catena, tirandosi dietro i più piccoli … fino a quando il grido del conduttore “Clapham Road” mi riportò alla realtà >>. Così, in un sogno, nacque uno dei più fertili concetti della scienza moderna. Kekulé, assistente di laboratorio non ancora trentenne, aveva visualizzato la struttura fondamentale dei composti del carbonio, intuito l’esistenza delle catene in cui un atomo di carbonio si lega ad un altro e ad un altro ancora, mentre gli atomi di altri elementi si distribuiscono lungo la catena come una frangia. Il modello da lui immaginato non era del tutto preciso, ma così reale da essere considerato per molto tempo uno strumento fondamentale della chimica organica. Oltre che una brillante congettura, questo modello si è rivelato estremamente utile. Esso ha infatti mostrato che si può rivaleggiare con la natura, se non addirittura superarla, con le sostanze sintetiche. In pratica ha condotto alle approfondite conoscenze sulle molecole giganti, che la teoria della meccanica quantistica – enunciata solo nel XX secolo – avrebbe ulteriormente completata, intuendone le realizzazioni pratiche. Infatti, verso la metà del XIX secolo, malgrado alcune abbaglianti scoperte della “nuova” chimica organica – tinture brillanti, medicine nuove, profumi, lubrificanti, solventi ed esplosivi, tutti figli del nero catrame di carbone e di altri composti del carbonio – non si avevano conoscenze definitive su come e perché si fosse riusciti a mettere insieme tali meraviglie. I chimici, malgrado la loro ricca produzione, sapevano ben poco sulla struttura atomica delle sostanza con cui lavoravano. Si ammetteva l’esistenza degli atomi, ed era dimostrata la loro unione molecolare. Oltre a ciò, però, mistero! In che modo si legavano gli atomi alla molewww.tecnoedizioni.com

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cola organica più semplice? In che relazione era la struttura atomica, specialmente quella degli atomi di carbonio, con le proprietà dei loro composti? Perché, ad esempio, il sodio si legava solo con il cloro per formare il sale da cucina, mentre il carbonio aveva bisogno di quattro atomi di cloro per formare quel liquido che chiamiamo tetracloruro di carbonio? Kekulé illuminò questi punti fondamentali, ma il sogno sul tram londinese fu solo la prima di una lunga serie di ispirazioni ugualmente fertili. Forse, il suo brillante successo come chimico teorico della struttura delle molecole organiche è dovuto ad una sua presa di posizione nei confronti della famiglia. Kekulé era figlio di un membro del Ministero della Difesa, e già nelle scuole primarie dimostrò grande interesse per la scienza. Però, essendo contemporaneamente molto portato anche per il disegno, dovette resistere alle insistenze della famiglia che voleva fare di lui un architetto. Infine, in contrasto con le direttive familiari si iscrisse alla facoltà di chimica. Dopo la laurea lavorò per circa un anno e mezzo in Svizzera, e poi trovò un posto come assistente di laboratorio a Londra, all’ospedale San Bartolomeo. All’epoca del famoso sogno egli lavorava, appunto, in questo ospedale. Nel 1855 pose la sua candidatura alla cattedra di Chimica al Politecnico di Zurigo, appena fondato, ma venne respinta. Il posto migliore che gli riuscì di trovare fu quello di “Privatdozent” all’Università di Heidelberg; una specie di docente non retribuito che insegnava nella sua camera, e che scopava il laboratorio dopo che gli studenti ne erano usciti. In questo periodo fu mantenuto dal fratellastro, mercante a Londra. Durante questi due anni ad Heidelberg, Kekulé lavorò per la realizzazione del sogno del balletto atomico. Nel 1858, sugli “Annali di Chimica”, uscì un suo articolo dal titolo “Sulla costituzione e metamorfosi dei composti chimici, e sulla natura chimica del carbonio”. Divenne famoso. Fu richiesto come docente da un gran numero di Università, e ricevuto ovunque con gli onori e il rispetto che si tributavano ai massimi studiosi di chimica. Verso la fine della sua vita entrò nella nobiltà prussiana col titolo di Kekulé von Stradonitz; il titolo gli venne conferito da un suo vecchio studente, l’imperatore Guglielmo II di Prussia. Kekulé fondò il suo concetto di catena degli atomi di carbonio su un fatto stabilito in preTECNOPLAST •

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PIANO D’AZIONE PER I POLIMERI composti del carbonio si verifica quando gli atomi di carbonio si legano tra di loro. Un braccio di atomo di carbonio può afferrare una delle braccia dell’atomo che gli sta vicino, e poiché ciò può ripetersi indefinitamente, si possono avere catene molecolari di due, tre, quattro o molte migliaia di atomi. In ogni catena le braccia che non si legano agli atomi di carbonio adiacenti, possono sostenere atomi di altri elementi. Per esempio, quando due atomi di carbonio si legano rispettivamente con il braccio est e con il braccio ovest, restano tre braccia libere per ogni atomo, che possono legarsi all’idrogeno e dar luogo al gas etano C2H6, il parente più vicino del metano. Sono tre gli atomi di carbonio che si legano, e restano così libere otto braccia che possono afferrare altrettanti atomi di idrogeno e dar luogo in questo caso al propano, C3H8. E così il processo può continuare dando innumerevoli composti del carbonio. Metano, etano e propano costituiscono una famiglia di idrocarburi – molecole fatte solo di atomi di carbonio e di idrogeno – semplicissimi. Ma esistono altre famiglie organiche comprendete anche ossigeno, azoto e numerosi altri elementi come “frange” della catena fondamentale di carbonio e idrogeno. Talvolta questi elementi sono contenuti nella catena stessa, talvolta nelle frange o ramificazioni. La struttura rimane però fondamentalmente la stessa: alcune delle braccia, o valenze, degli atomi si legano per formare la catena, mentre le rimanenti valenze sono libere di iniziare delle ramificazioni.

Francobollo emesso dalla DDR nel 1979, dedicato a Friedrich August Kekulé

cedenza: la capacità di combinazione, o valenza, degli atomi. Nel 1852 il chimico inglese Sir Edward Frankland aveva stabilito che ciascun tipo di atomo può combinarsi solo con un numero limitato di altri atomi. L’idrogeno, per esempio, ha valenza uno: un atomo di idrogeno può combinarsi con non più di un altro atomo per volta. L’ossigeno ha valenza due: ciascuno dei suoi atomi può combinarsi con un massimo di altri due atomi. Il carbonio ha valenza quattro: proprietà, questa, che lo rende capace di formare lunghe catene di macromolecole. LE BRACCIA DELL’ATOMO DI CARBONIO Possiamo immaginare l’atomo di carbonio come una pallina munita di quattro braccia; a nord, a sud, a est e a ovest. Queste braccia rappresentano i legami di valenza dell’atomo di carbonio. Ognuno è un punto d’attacco che può – e normalmente lo fa volentieri – afferrare una delle braccia di valenza di un altro atomo. L’esempio più semplice è il metano, detto anche gas delle paludi perché si forma per decomposizione di sostanze vegetali, nelle acque stagnanti, da cui si svolge sotto forma di bollicine. Il metano consta di un unico atomo di carbonio le cui valenze sono saturate da

L’esame microscopico di gruppi di cristalli è usato dai chimici per lo studio della struttura dei polimeri

quattro atomi di idrogeno. Poiché il carbonio ha quattro braccia e l’idrogeno uno, la sola combinazione possibile è CH4; un atomo solo di carbonio al quale si aggrappano saldamente quattro atomi di idrogeno. La struttura a catena che contraddistingue i

PIÙ LEGAMI, MINORE STABILITÀ In numerosi composti le valenze che legano gli atomi sono più di una; ossia due atomi possono usare due o anche tre valenze per legarsi vicendevolmente. Si potrebbe credere che questi doppi o tripli legami conferiscano maggior stabilità alla sostanza, ma non è vero. Il legame semplice è il più stabile. Il doppio e il triplo legame sono progressivamente meno stabili. La ragione di questa apparente contraddizione sta nella natura dell’atomo di carbonio. Esso è molto più stabile quando i suoi quattro legami si proiettano in quattro diverse direzioni. Se due o tre legami sono costretti ad allinearsi, come ad esempio nel caso di un doppio o triplo legame fra due atomi di carbonio, i legami addizionali

Tre composti del carbonio – metano, etano e propano – sono i componenti del gas naturale. Gli atomi di carbonio costruiscono le molecole per mezzo dei quattro legami con cui afferrano altri atomi. Ad esempio, il metano – semplice composto del carbonio – è formato da un atomo di carbonio legato a quattro atomi di idrogeno

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sono sottoposti a maggior tensione e, perciò, si spezzano più facilmente sotto l’azione del calore, della pressione o di altre sostanze chimiche. Armati della nuova, chiarificatrice teoria strutturale, i chimici del XIX secolo ritornarono all’attacco nel campo delle molecole: in solo mezzo secolo trovarono più di 150.000 nuovi composti. Man mano che il lavoro di analisi e sintesi andava avanti, il torrente delle sostanze nuove veniva suddiviso in due gruppi principali. Uno di questi gruppi fu chiamato “serie grassa” o alifatica: esso comprende cere, saponi, glicerina, lubrificanti, detergenti ed alcooli. Dal punto di vista chimico questi componenti sono costituiti di catene relativamente resistenti di atomi di carbonio. Possono essere tutti considerati multipli e variazioni di un’unità fondamentale: il metano o CH4. L’altro gruppo comprende sostanze altamente volatili e reattive, dette “aromatiche” essendo caratterizzate da odori. Molte di queste furono inizialmente estratte da essenze odorose, spezie ed erbe. L’olio di gaultheria, largamente usato nella farmacopea per pomate e aromi, è un esempio ben noto. Le sostanze della serie aromatica sono molto più prolifiche di quelle della serie alifatica, data la loro facilità a combinarsi con altri composti chimici. La tintura di Perkin e quelle che ne seguirono – come pure la maggior parte dei medicinali moderni, degli anestetici e degli esplosivi – sono di provenienza parzialmente aromatica. LA SOLUZIONE DA UN SOGNO Per i chimici della seconda metà del XIX secolo l’esistenza di questi due gruppi di composti, uno dei quali chiaramente più reattivo dell’altro, fu un notevole rompicapo. Molti ebbero il sospetto che la distinzione fondamentale fosse da ricercare nella struttura delle molecole. Le piste di un certo interesse erano poche. All’analisi, le sostanze aromatiche mostravano di contenere una maggior proporzione di atomi di carbonio; in realtà almeno sei, in quanto nessun composto con un numero minore appartiene a questa serie. Ciò confermava la congettura che l’unità fondamentale di cui erano

Modello 3D del metano (CH4). In figura è riportata la distanza (in angstrom) tra carbonio e idrogeno

Contro la molecole del benzene si infransero gli sforzi di generazioni di scienziati, che non riuscivano a rendersi conto della sua struttura. La spinta decisiva alla sua comprensione fu fornita da Kekulé che, nel 1864, vide in sogno un serpente che si mangiava la coda

Come si presenta in carbonio sotto forma di diamante (a sinistra) e di grafite ( a destra)

fatte le molecole aromatiche, fosse il benzene; C 6H 6. Perché una molecola composta di benzene si dimostrava più reattiva di una composta di metano? Nessun tipo di legame poteva essere invocato per una possibile spiegazione. La distinzione doveva risiedere nella disposizione degli atomi. Ancora una volta la soluzione venne da un sogno del chiaroveggente Kekulé. Ecco come il chimico raccontò la storia nel 1890: << Ero seduto, e tentavo di lavorare al mio libro, ma senza risultati positivi. Il mio cervello era altrove. Girai la sedia verso il camino e mi assopii. Ancora una volta vidi atomi ballare davanti ai miei occhi, ma ora i gruppi più piccoli restavano umilmente sullo sfondo. Il mio occhio interno, allenato da precedenti analoghe visioni, distingueva ora le forme più grandi di svariate configurazioni: lunghe file, strettamente congiunte, tutte in moto come serpenti. A un certo punto uno dei serpenti afferrò l’estremità della sua coda e cominciò a girare con aria di scherno. Mi svegliai come se fossi stato colpito da un fulmine: ancora sotto l’impressione del sogno, mi misi, agitato, a lavorare tutta la notte, cercando di sviluppare l’ipotesi. >> La visione del serpente che afferra la coda con la bocca, suggerì a Kekulé l’idea della struttura ad anello della molecola del benzene. I composti organici poterono così essere divisi in compositi a catena aperta – come la maggior parte dei composti alifatici derivati dal metano – e a catena chiusa, o ciclici – come quelli della serie aromatica derivati dal benzene.

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Il legame di carbonio è presente in ambedue i tipi. La pressoché infinita varietà di macromolecole naturali e sintetiche è fatta di carbonio a catena aperta e a catena chiusa. Questi concetti aiutarono i chimici a chiarire molti dei problemi connessi con la struttura molecolare, e diedero loro maggiori possibilità di controllo. Malgrado ciò, restavano aperti problemi insoluti e irresolubili finché non si fosse giunti a vedere le molecole in prospettiva; cioè, come un elemento in tre dimensioni. Un punto di forza delle teorie strutturali di Kekulé fu la capacità di spiegare le differenze fra gli isomeri – composti identici nel numero di atomi, ma diversi nel loro ordinamento – dotati di proprietà differenti. D’un tratto sembrò che le teorie spiegassero troppo: esse descrivevano, infatti, isomeri inesistenti. Una volta nota la struttura atomica di un composto, bastava identificare le possibili dissociazioni di atomi o gruppi di atomi, ricavabili con le suddette teorie, per creare varie strutture di isomeri. In molti casi le congetture venivano confermate con prove di laboratorio; ossia, si trovavano effettivamente gli isomeri previsti. In altri casi, i calcoli non trovavano conferma nella pratica: isomeri che sulla carta sembravano perfettamente logici, in pratica non si trovavano. Non esisteva alcuna sostanza naturale di quel tipo e, ogni tentativo per sintetizzarla, si concludeva con un fallimento.

Friedrich August Kekulé von Stradonitz (Darmstadt, 7 settembre 1829 – Bonn, 13 luglio 1896) TECNOPLAST •

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SEMINARIO SULLA STAMPA FLESSOGRAFICA IN KENIA Collaborazione DuPont Packaging & Flexo

Flessografia avanzata in Africa di Sandra Biasutti

DuPont Packaging Graphics ha recentemente condotto il secondo di una serie di seminari sulla stampa flessografica in Africa Orientale, in collaborazione con i maggiori associati dell’industria flessografica, come Tesa, Esko, Chespa e Windmöller & Hölscher

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l seminario, che si è svolto a Nairobi in Kenia, hanno partecipato circa 50 esperti di stampa, rappresentando l’intera catena di valore da prima della stampa fino alla stampa, da più di 20 aziende nella regione dell’africa orientale, in crescita. Il seminario si intitolava “Qualità al meglio –

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flessografia avanzata in Africa” e presentava l’utilizzo dei sistemi flessografici DuPont™ Cyrel® in grado di raggiungere le alte aspettative di affidabilità nell’intero flusso di lavoro, incluso il prodotto finale stampato. “L’Africa orientale è una delle regioni di magN° 2 Marzo 2013

giore crescita al mondo dove c’è un incremento significativo della domanda per soluzioni di packaging sostenibile, e un’aspettativa più alta di qualità” ha affermato Hans-Peter Hormann, Direttore Sviluppo e commercio DuPont™ Cyrel® EMEA. “La stampa flessografica significa eseguire sostenibilità, produttività e qualità www.tecnoedizioni.com


per assistere gli stampatori di packaging a definire questi bisogni, e come uno dei leader di mercato di questo settore, siamo felici di collaborare con i nostri clienti per condividere il nostro know-how. Siamo incoraggiati dal numero crescente di partecipanti in questa serie di seminari – stimiamo che più di 250 partecipanti da Nigeria, Tanzania e Kenia hanno guadagnato importanti conoscenze da questi seminari fino ad oggi”. I COMMENTI DEI PARTECIPANTI Il seminario ha ricevuto critiche positive da partecipanti e presentatori: Johan Bastiaen, direttore vendite Medio Oriente e Africa, che ha rappresentato Esko con la presentazione “Risultati che ti fanno sorridere”, ha dichiarato “E’ soddisfacente vedere l’entusiasmo dei partecipanti dopo aver presentato i risultati di stampa, che sono standard questi giorni entro un processo di stampa Flexo.” Vincent Marzin, Direttore vendite estero, divisione industriale, di Tesa, ha aggiunto “Non c’è motivo di non presentare Flexo in africa su larga scala. C’è una grossa domanda di qualità e soluzioni sostenibili.” diamo grandi benefici per noi ma anche per il mercato della stampa flessografica in Africa, a mostrare soluzioni di stampa efficaci, dalla pre-stampa, ai substrati, e agli inchiostri fino alle presse flessografiche. Questa è una grande opportunità perchè non puntiamo su un’eredità aziendale ma forniamo quasi una nuova comunità flexo sul campo. La domande è enorme!”.

Dopo aver visto il video Virtual drupa 2012 di DuPont, Richard Okemwa, coordinatore vendite di Sanjac Packaging, il maggior distributore flexo in Kenia, ha commentato “Non ce l’abbiamo fatto a partecipare a drupa 2012 in Germania questa volta. In ogni caso siamo felici di vedere che drupa sia venuto da noi.” Tristan Zesiger, Direttore della divisione vendite stampa tecnica e macchine di finiture, e Peter Daniel, Direttore vendite regionale, che hanno presentato le capacità delle nuove innowww.tecnoedizioni.com

vazioni della stampa di Windmöller & Hölscher e hanno commentato “La collaborazione globale è essenziale per la crescita sostenibile in Africa. Alla Windmöller & Hölscher, siamo felici di lavorare testa a testa con i maggiori leader nel settore della stampa flessografica per appoggiare il grande potenziale che l’Africa ha, a fornire innovazioni che funzionano bene in questa regione.”

PROSPETTIVE PER IL FUTURO DuPont Packaging Graphics si aspetta di continuare la serie di seminari sulla flessografia in Africa il prossimo anno, e di rafforzare una rete di contatti regionali attraverso l’organizzazione africana DuPont e attraverso fornitori e venditori specializzati nella regione. Ricordiamo che DuPont Packaging Graphics è uno dei maggiori fornitori nel mondo di sistemi di stampa flessografica in formati sia digitali che convenzionali. Comprende i marchi DuPont™ Cyrel® piastre fotopolimeri, DuPont™ Cyrel® attrezzatura di lavorazione veloce, DuPont™ Cyrel® Round Sleeves montaggio e rifinitura prodotti. Detto questo, concludiamo sottolineando che DuPont (NYSE:DD) ha portato alta scienza e ingegnieria al mercato globale nella forma di prodotti, materiali e servizi innovativi dal 1802. La filososfia dell’azienda si basa sul fatto che la collaborazione con i clienti, i governi, gli enti non statali e certi leader possano trovare soluzioni ad alcune sfide mondiali come fornire cibo salutare per tutti, riducendo la dipendenza su combustibili fossili e proteggendo l’ambiente.

Joachim Siekiera, presidente del Consiglio di amministrazione di Chespa ha aggiunto, “Ve-

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COLLABORAZIONE VOLKSWAGEN & SUMITOMO DEMAG Il contributo offerto dalla macchina elettrica IntElect

Più produttività per i quadranti della Golf VII di Elisabetta Mei

Presso l’impianto di Braunschweig una macchina per lo stampaggio a iniezione totalmente elettrica di Sumitomo Demag è stata messa in funzione per la produzione di assetti/guarnizioni (trim) per quadranti d’illuminazione, innalzando l’efficienza energetica del processo produttivo e riducendo il livello degli scarti 24 • TECNOPLAST

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olkswagen ha recentemente installato la prima macchina totalmente elettrica IntElect 220-1100 di Sumitomo Demag, Schwaig presso il suo stabilimento di Braunschweig. La macchina produce guarnizioni per quadranti d’illuminazione per la Golf VII. Con un ridotto consumo di energia, la nuova macwww.tecnoedizioni.com


china si abbina perfettamente al concetto “Think Blue Factory” con il quale Volswagen AG s’impegna a implementare la sostenibilità di tutti i siti produttivi. Oltretutto la IntElect offre cicli di lavoro più brevi e una quota di scarti ridotta al minimo durante la fabbricazione dei componenti di precisione. Un vantaggio significativo della serie IntElect se paragonata alle macchine idrauliche riguarda il basso consumo energetico degli innovativi azionamenti diretti durante le procedure di plasticizzazione e iniezione, come pure durante la chiusura e l’apertura dello stampo. Inoltre, l’energia frenante di ogni asse centrale viene temporaneamente immagazzinata al fine di fornire energia per gli altri assi. In tal modo la macchina risparmia l’85% di energia se paragonata alle soluzioni convenzionali. Gli azionamenti diretti convertono meno energia in calore rispetto agli azionamenti idraulici, cosicchè oltretutto richiedono meno potere raffreddante rispetto alle macchine convenzionali. L’EFFICIENZA ENERGETICA È SEMPRE PIÙ IMPORTANTE “Nei nostri processi produttivi, l’efficienza energetica gioca un ruolo sempre più essenziale. Il contributo della macchina elettrica IntElect di Sumitomo Demag in questa direzione è notevole” spiega Marco Heinemann responsabile delle gestione progettuale delle nuove start-up dell’im-

La squadra al gran completo, che ha lavorato per l’avvio della prima macchina totalmente elettrica IntElect 220-1100 di Sumitomo Demag presso la società tedesca Schwaig, presso il suo stabilimento di Braunschweig

pianto di Braunschweig. Jens Pederson, dipendente VW del dipartimento tecnologico aggiunge: “Utilizzando la IntElect siamo stati in grado di migliorare le tempistiche del ciclo produttivo del 15% paragonate alla macchina idraulica. Al contempo, possiamo ridurre gli scarti grazie alla maggior precisione e reiterata accuratezza”. Karsten Goebel, altro addetto del reparto nello stabilimento di Braunschweig sottolinea che il funzionamento senza intoppi della macchina è

notevole se comparato a quello di un apparecchio idraulico. Braunschweig rappresenta uno dei maggiori fornitori di sistemi per i veicoli del gruppo Volkswagen. Le parti fornite dallo stabilimento di Braunschweig vengono installate in quasi tutti i veicoli VW e comprendono assi anteriori, posteriori, sistemi di sterzo, moduli di assi, ammortizzatori, pedali come pure un notevole assortimento di componenti di plastica. 60 tonnellate di granulati

Le guarnizioni per i quadranti d’illuminazione per la Golf VII, realizzati con la pressa totalmente elettrica fornita da Sumitomo Demag

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COLLABORAZIONE VOLKSWAGEN & SUMITOMO DEMAG quelle di Demag Plastics Group. Con oltre 5000 macchine vendute ogni anno, il giro d’affari delle macchine plastiche di Sumitomo Heavy Industries è il maggiore al mondo in questo settore. L’impianto principale a Chiba produce macchine con forze di serraggio basse e medie. Circa il 95% delle macchine fornite dal Giappone presentano un azionamento del tutto elettrico. Lo stabilimento centrale di Demag a Schwaig/ Germania si incentra sul Systec idraulico e sulle macchine El-Exis ibride e ad alte prestazioni e velocità. Riconoscendo la crescente importanza della tecnologia ad azionamenti elettrici per le macchine per lo stampaggio industriale, Sumitomo Demag ha ampliato la celebre unità produttiva Esterno della Golf VII

vengono consegnate tutti i giorni all’area delle tecnologie plastiche di Braunschweig dove vengono trasformate in 500 prodotti differenti per gli interni del veicolo su 132 macchine di stampaggio a iniezione con 447 stampi a iniezione e due sistemi di verniciatura. Il brand Volkswagen ha fissato target ben definiti per inquadrare tutte le sue fabbriche secondo i principi della eco sostenibilità grazie al concept “Think Blue Factory”. Entro il 2018 tutti gli stabilimenti Volkswagen dovrebbero aver ridotto del 25% il loro consumo di energia e acqua come pure i livelli di scarti e di emissioni. Per raggiungere tali ambiziosi obiettivi, VW continuerà a investire in macchine per lo stampaggio del tutto elettriche nel futuro. Sumitomo Demag Plastics Machinery ha influito notevolmente sull’industria plastica sin dal suo debutto sul mercato. Quale specialista nel settore delle macchine per lo stampaggio a iniezione per la trasformazione dei polimeri, Sumitomo e

l’associata giapponese sono leader di settore nel mondo. La società nippo-tedesca è stata fondata nel 2008 fondendo le attività di stampaggio a iniezione di Sumitomo Heavy Industries (SHI) con

Lo stabilimento principale Volkswagen di Wolfsburg

di Wiehe/Germania trasformandola in un centro internazionale di competenza per macchine elettriche. Grazie alle nuove capacità produttive, ora Wiehe distribuisce in tutto il mondo le sue macchine per lo stampaggio a iniezione serie IntElect con forze di serraggio pari a 4500 kN come pure la serie idraulica Systec con forze di serraggio pari a 1,200 kN. Sempre attivo anche l’impianto in Cina a Ningbo funzionante sin dal 1998. Demag Plastics Machinery (Ningbo) vanta un impianto appena costruito: dopo essere entrato pienamente a regime si è trasferito in uno stabilimento più grande, con un’area produttiva di 11.000 metri quadri, dove vengono prodotte le macchine per lo stampaggio a iniezione della linea Systec C, con forze si serraggio tra i 500 e i 10.000 kN, destinate ai mercati asiatici. Oltre alle macchine per lo stampaggio industriale, Sumitomo Demag propone sistemi sia personalizzati che standard per la movimentazione automatizzata delle parti sagomate, soluzioni tecniche per applicazioni speciali nell’ingegneria di processo, e varie forme di finanziamento per le sue macchine. www.sumitomo-shi-demag.eu

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RIVESTIMENTI PER PAVIMENTI Soluzione Plastic Extruders

50anni

e non accorgersene L’azienda inglese produttrice di rivestimenti in plastica per pavimenti, ha celebrato a inizio anno il suo cinquantesimo anniversario presentando alla manifestazione fieristica Domotex 2013 lo stato dell’arte della sua produzione

di Ermanno Pedrotti

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lastic Extruders, o Plastex come vie- re la via d’uscita nel caso in cui la luce non ne affettuosamente nominata, ha sede si accenda e che richiede solo la normale nel Regno Unito ed è una delle più luce dell’ambiente per illuminarsi. grandi aziende produttrici di rivestimenti antiscivolo per l’industria, attività commer- D) - Crossgrip TPO è l’ultimo prodotto della ciali, nonché zone adibite allo sport e al tem- gamma Crossgrip. Prodotto con poliolefine po libero. termoplastico (TPO) non poroso, il rivestiDa un inizio in piccole dimensioni, quest’azienda familiare è cresciuta rapidamente fino a raggiungere ad oggi un volume d’affari di 15 milioni di Euro in oltre 50 paesi in tutto il mondo. Una vasta gamma di tappeti d’ingresso e tappeti antifatica completano l’offerta di questa azienda, specializzata nel design di un’ampia gamma di rivestimenti in PVC facili e rapidi da installare e che abbinano allo stesso tempo un bell’aspetto a una qualità e prestazioni eccezionali. In un certo senso, si può dire che l’azienda ha festeggiato l’anniversario presenziando come espositore alla recente fiera Domotex Dettaglio del tappeto Crossgrip TPO 2013: la principale fiera mondiale nel settore dei rivestimenti per la pavimentazione che si è tenuta ad Hannover dal 12 al 15 gennaio scorso. mento è stato progettato per essere una In Germania Plastic Extruder Ltd ha espo- soluzione efficace, resistente allo scivolo sto quello che è il suo attuale stato dell’arte e facile da disporre per tetti, passerelle e in tema di – nel dettaglio - rivestimenti per passaggi pedonali di alto livello. Essendo ingressi “Frontrunner”, rivestimenti multiu- compatibile con TPO, EPDM, PVC e tetti so e per applicazioni speciali. Tali prodotti in bitume modificato, questo rivestimento includono Frontrunner SB, Frontrunner SB+, protegge la membrana del tetto dal traffico Plastex Lok, Plastex Chex, Heronair Photolu- pedonale e carrabile. minescent e Crossgrip TPO. La maggior parte dei rivestimenti Plastex LE PECULIARITÀ DEI RIVESTIMENTI sono disponibili in lunghezze di almeno 10 VISTI AD HANNOVER metri e diverse ampiezze al fine di ridurre A) - Frontrunner SB+ e SB+ sono rivesti- i tempi d’installazione e di manutenzione. menti “gratta e pulisci” su un supporto in PVC per farli aderire facilmente al pavimento, tramite colla e uno strato tubolare che li rende ancora più leggeri e facili da maneggiare. L’altezza totale della griglia di soli 6,5 mm. consente un uso in superficie eliminando la necessità di creare un recesso nel pavimento.

ALCUNE PECULIARITÀ SULL’AZIENDA Dal 1993, Plastex detiene la certificazione ISO 9001, assicurando qualità e consegna dei materiali nei tempi prestabiliti. L’azienda è anche molto rispettosa dell’ambiente ed è impegnata nella riduzione dell’impatto ambientale. Ad esempio, tutti i rivestimenti di colore nero sono composti da un 30% ad un massimo di 100% da materiali post industriali completamente riciclabili e tutte le guarnizioni, come anche gli scarti del processo di produzione, vengono riciclati durante la produzione. Inoltre Plastex non utilizza sostanze incluse nella lista SVHC (Sostanze chimiche di elevata preoccupazione) individuate attraverso il sistema promosso da REACh in nessun prodotto per i rivestimenti o per le regge in PP e PET di cui è anche produttrice. www.plastexmatting.com

B) - Plastex Lok e Plastex Chex sono due nuove piastrelle in PVC riciclato, conformi al 100% alle norme REACh e utilizzate per la pavimentazione permanente o temporanea di grandi dimensioni. Offrendo un’alternativa economica ed alte prestazioni, Plastex Lok è un sistema di piastrelle allacciate, resistenti e alte 16 mm. con un formato a griglia aperto mentre Plastex Chex è un sistema di piastrelle con superficie solida e un’altezza di 14 mm. C) - Heronair Photoluminescent è un rivestimento con una striscia centrale fotoluminescente di uno spessore di 10 cm e oltre 10 ore di autonomia che consente di evidenziawww.tecnoedizioni.com

Il nome di questo prodotto è Frontrunner SB+

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MACCHINA DEL MESE

Versione speciale NEWTON da 620 tonnellate

Pressa a due piani con bi-iniettore per produzione

di co-stampaggio e bi-colore

di Angelo Grassi

Italtech ha ingegnerizzato e proposto una soluzione con tecnologia a due piani, per ottenere la massima facilità e rapidità di conversione della stessa macchina tra tre assetti diversi di stampaggio ad iniezione: standard monoiniezione, bicolore e co-stampaggio

Quello che qui stiamo per esaminare è effettivamente il risultato dell’adeguamento fatto dal nostro ufficio tecnico e reparto di collaudo, di una versione base di pressa della serie Newton con tecnologia a due piani. L’obiettivo era quello di rispondere nel modo più soddisfacente possibile alle esigenze di flessibilità, di versatilità e di precisione, formulate da un nostro cliente il quale – di professione – proget-

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ta e fabbrica stampi per il settore automotive e house living. La questione di fondo era legata alla possibilità di poter affrontare agevolmente gli svariati test che consentono a un costruttore di stampi sia di verificare la bontà funzionale del complesso manufatto da lui realizzato, sia di individuare e codificare i parametri ottimali di funzionamento che poi ne garantiranno il buon utilizzo in proN° 2 Marzo 2013

duzione, in seno allo stabilimento del cliente finale”, esordisce Massimo Pegoraro, Amministratore Delegato di Italtech spa, che così prosegue: “Detto questo, noi abbiamo certamente un catalogo base dei nostri prodotti, ma le nostre capacità risiedono anche nello studio e industrializzazione di macchine speciali. Le competenze tecniche, la cultura di processo e l’abitudine ad affrontare questioni sempre diverwww.tecnoedizioni.com


se, sono in buona parte riconducibili alle esperienze maturate in seno al settore automotive”. A completamento delle parole introduttive dell’ingegner Pegoraro, è corretto ribadire che tra i punti di forza Italtech merita di essere sottolineata proprio l’esperienza acquisita operando per molti anni all’interno di gruppi automotive. In quel periodo, ad esempio, è stata realizzata una soluzione di stampaggio denominata <<trittico>> che, ancora oggi, ha un suo fascino tecnologico di tutto rispetto. La vettura interessata era la Fiat Uno e, su una sola pressa Italtech di grande tonnellaggio e <<con una sola stampata>> … in 58 secondi di tempo ciclo si realizzavano il paraurti anteriore, quello posteriore e la plancia! D’altra parte è ben noto che per quanto riguarda la lavorazione delle materie plastiche, l’automotive rappresenta – da sempre – il comparto ove l’innovazione riveste un posto d’eccellenza. Senza scordare che questo è anche il settore principe ove studiare nuove soluzioni, metterle alla prova e poi … essere di ispirazione anche per altri ambiti. Oggi le presse Italtech rappresentano quindi un valido strumento di lavoro certamente nell’industria della trasformazione di materie plastiche dove, oltre ai costruttori di autovetture … tedeschi, francesi, spagnoli e italiani … sono da segnalare applicazioni nei comparti legati alla produzione di contenitori e a quello delle attrezzature per la raccolta ed il trattamento dei rifiuti. Italtech è quindi ben presente anche nell’industria del packaging industriale. Tre, di fatto, le attuali “linee guida” in tema di presse ad iniezione Italtech per materie plastiche: 1) SERIE NEWTON – è la generazione di presse ad iniezione di piccolo/medio tonnellaggio, che si caratterizza per la tecnologia a due piani in grado di garantire semplicità funzionale, economicità nei consumi energetici, affidabilità produttiva; 2) SERIE IMPETUS – pur rimanendo ancora nel contesto di presse ad iniezione di piccolo e medio tonnellaggio, qui siamo di fronte a soluzioni che ben si prestano soprattutto al mercato del packaging: 3) SERIE KL – è questa una filosofia costruttiva che ha mosso i primi passi nel 1998 e che, da subito, si è imposta nel segmento delle presse di medio e grande tonnellaggio.

digitale • Consumi energetici contenuti; • Soluzioni che comprendono piani standard e piani speciali; • Forze di chiusura da 180 a 1.000 tonnellate.

Quest’angolazione ben evidenzia il falso piano e il secondo iniettore

• Tempi di avviamento stampo drasticamente ridotti; • Corsa a massimo senza rivali • Perfetto parallelismo dei piani • Massimo controllo di processo, con sistema

LA SERIE NEWTON COME BASE PER LA <<MACCHINA DEL MESE>> Efficienza energetica, sostenibilità ambientale performance elevate; queste, in estrema sintesi, le esigenze primarie da soddisfare nel mercato attuale … delle materie plastiche, ma non solo. Esattamente su questa lunghezza d’onda si pone la linea Newton di presse con tecnologia a due piani che, oltretutto, possono vantare un buon rapporto qualità/prezzo. Volendo strillare le peculiarità di questa gamma abbiamo. • Facilità di accesso ad ogni componente; • Riduzione degli attriti meccanici; www.tecnoedizioni.com

“Iniziamo con il dire che la bellezza tecnologica di questa versione di pressa è legata al fatto che stiamo parlando di una gamma di macchine – tra le varie da noi sviluppate - con la più alta velocità nella fase di registrazione dell’altezza degli stampi”, interviene l’ingegner Vittorio Landra; responsabile della Divisione Tecnologica di Italtech spa nella sede di Mazzano … che così prosegue: “In relazione alle macrocaratteristiche dell’applicazione espressa dal cliente, la versione di pressa ad iniezione con forza di chiusura da 620 tonnellate ci è parsa essere la più congrua. Ci è quindi stata argomentata la necessità di sviluppare una nuova serie di prodotti ad alta finitura estetica che possa prevedere la loro fabbricazione in bicolore e in costampaggio per la versione che prevede un rivestimento di materiale nobile; il tutto con una macchina che possa cambiare assetto di stampaggio nel più breve tempo possibile! A questo punto, abbiamo studiato la soluzione partendo da una macchina serie Newton a due piani monoiniettore, che permette di essere facilmente integrabile per questo tipo di progetti. Per l’assetto macchina in bicolore, abbiamo individuato la soluzione con un gruppo iniezione satellite, a corsa variabile con tre gradi di libertà, mentre per l’assetto macchina in co-stampaggio, abbiamo individuato la soluzione con una innovativa testata in camera calda, sempre con l’utilizzo del medesimo iniettore satellite. Il sistema di cambio assetto, è semplificato e garantito da una struttura meccanica modulare del piano fisso della pressa”.

Lay-out dell’impianto

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MACCHINA DEL MESE

CARTA D’IDENTITÀ

NOME:

Versione speciale pressa ad iniezione NEWTON da 620 tonnellate COSTRUTTORE:

Italtech – injection moulding machines Viale Enrico Mattei, 16 25080 Mazzano – Brescia – Italy Tel: +39 030 2060400 Fax: +39 030 2594668 www.italtech.it CARATTERISTCHE TECNICHE Un capitolo a parte merita il sistema Newton brevettato per il bloccaggio sulle colonne. “Qui le colonne sono semplicemente lisce e, quindi, non presentano alcuna filettatura ad interromperne la linearità, permettendo oltre ad una maggiore resistenza meccanica, di ottenere un gruppo chiusura molto flessibile, grazie ad un corsa a massimo stampo senza rivali”, riprende l’ingegner Landra.

Per l’assetto macchina in co-stampaggio è stata realizzata una soluzione con una innovativa testata in camera calda, qui raffigurata in trasparenza

Dettaglio delle colonne con tanto di trasduttori magnetostrittivi

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Vista globale dell’estrusore

La parte software è interamente sviluppata in azienda

“Durante l’attrezzaggio della macchina non bisogna fare alcuna regolazione dell’altezza stampi, perché dopo il primo avvicinamento, una volta fatta la prima lettura altezza stampi il PLC sa già dove si deve eseguire il bloccaggio. Di fatto, noi controlliamo la posizione del piano mobile con un trasduttore di posizione lineare, con tanto di innovativa soluzione magnetostrittiva, la quale ci permette - con facilità e precisione - di eseguire tutte le regolazioni possibili. A puro titolo indicativo, questi

Schema della soluzione magnetostrittiva che permette di eseguire tutte le regolazioni possibili sulle colonne della pressa

trasduttori magnetostrittivi ci danno una precisione costante inferiore ai 5 centesimi, e l’assenza di contatto elettrico sul cursore elimina i problemi di usura e di consumo, garantendone una durata di vita pressoché illimitata. Sempre a titolo indicativo, per avere queste precisioni non si possono usare i cosiddetti trasduttori a strisciamento, ma bisogna ricorrere – appunto – ai magnetostrittivi”. Piani mobili o ginocchiera? “Altra motivazione che ha fatto scegliere al cliente una pressa della serie Newton, è che su una macchina da 600 tonnellate ci ha chiesto una estrazione da 400 mm”, aggiunge Landra. “Su una macchina a ginocchiera, a causa degli ingombri meccanici, è praticamente impossibile avere questo valore. Sulla macchina a due piani, come ampiamente dimostrato dalla pratica, non c’è nessuna difficoltà a realizzarla. E poi ancora … su questa tipologia di macchina, se voglio una soluzione che abbia la possibilità di aprirsi maggiormente, debbo solamente inserire colonne più lunghe e, al limite, spostare le guide lineari. Qui, infatti, tutto lo scorrimento del piano avviene su guide lineari a rulli ad alta resistenza”. www.tecnoedizioni.com

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Parimenti, anche in termini di pulizia la serie Newton ha da dire la sua! “Sul gruppo chiusura non esiste un punto di lubrificazione”, ci spiega ancora l’ingegnere. “Per la lubrifica dei carrelli dei pattini ci sono dei serbatoi che hanno una durata di circa 1500 chilometri. A un certo punto noi avvisiamo a quadro <<vai a vedere l’olio>> e si cambiano le cartucce a scatto che si trovano di testa ai pattini: operazione, tra l’altro, velocissima e semplicissima da eseguire”. Se poi, in chiusura, ci domandassimo perché il cliente ho affidato la sua commessa proprio alla Casa bresciana, l’ingegnere ci darebbe questa risposta: “Perché noi, senza alcuna difficoltà nel controllo della macchina, possiamo gestire più iniettori e molteplici sequenze funzionali dello stampo. Inoltre, anche il software di gestione è sviluppato internamente, e con tutte le nostre memorie stampi disponibili può fare una memorizzazione su un controllo solo, e può anche fare tutte le statistiche che vuole per verificare, ad esempio, il costo finale di un ciclo produttivo”. TECNOPLAST •

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LA TERMOREGOLAZIONE

Influenza sugli impianti di lavorazione in continuo

Un buon utilizzo dei fluidi di scambio termico Heini Grütter, Buss AG

Questo articolo vuole mettere in risalto l’importanza della termoregolazione nella compoundazione dei polimeri, in relazione all’influenza positiva che se ne può avere in tema di qualità del compound e di produttività, con conseguente maggiore efficienza economica dell’impianto

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on sempre i polimeri possono essere lavorati direttamente dal reattore di polimerizzazione al prodotto finito, come componenti stampati ad iniezione, estrusi, ecc, ma spesso devono subire un processo preliminare di affinazione, durante il quale cariche ed agenti rinforzanti, additivi, coadiuvanti di processo, pigmenti, altri polimeri, ecc. sono incorporati alla matrice per modificarne le proprietà meccaniche, superficiali, il colore e così via. Questo processo è solitamente effettuato con www.tecnoedizioni.com


impianti continui mono- o bi-vite, ed è detto compoundazione.

Fig. 1 – equilibrio termico

SCHEMA DI LAVORAZIONE I polimeri hanno intervalli di fusione più o meno definiti, in funzione della cristallinità; per potere essere trasformati, devono essere portati a fusione. L’equilibrio termico può essere schematizzato come segue (cf. fig.1): QIN – QREM = 0 QIN = QM + QH + QP + QF QM è l’energia meccanica dissipata dalla trasmissione del motore, QH l’energia introdotta con il riscaldamento e QP + QF l’energia apportata rispettivamente dal polimero e dalla carica. QREM = QL + QC QL include tutte le perdite di calore per convezione, conduzione ed irraggiamento; QC è l’energia termica del compound all’uscita dall’impianto e che deve perciò essere rimossa. Ne consegue che: QC = QM + QB + QP + QF – QL QIN energia introdotta nel sistema QREM energia rimossa dal sistema QM energia introdotta per dissipazione dalla trasmissione del motore QP energia introdotta con il polimero QF energia introdotta con cariche e additivi QL energia dissipata per conduzione, convezione ed irraggiamento QC energia contenuta nel compound quando lascia il sistema Fondere il polimero e disperdere gli additivi richiede energia. In linea generale, il 75-90% circa dell’energia richiesta per la compoundazione viene utilizzata per la fusione del polimero. Il punto è se questa energia può essere fornita principalmente con il sistema di riscaldamento (elettrico o con fluidi di termoregolazione). Infatti, gli impianti mono- o bivite normalmente hanno un rapporto L/D di 20÷43, e dipendono ampiamente da una fonte esterna di calore. Poiché il mescolatore Buss ha un rapporto L/D di soli 7-20, l’area superficiale disponibile per lo scambio termico è ridotta. Grazie alla sua particolare tipologia di lavorazione, l’energia è fornita principalmente per dissipazione meccanica (QM) dalla trasmissione del motore e, in misura minore, dal sistema di riscaldamento (QB). Ciò comporta il vantaggio aggiuntivo che l’energia viene introdotta direttamente nel materiale e non deve essere fornita da una fonte esterna attraverso una differenza di temperatura elevata. Anche la dispersione degli additivi, che è un requisito di qualità essenziale per la riuscita della mescola, può essere ottenuta allo stesso modo. Se i sistemi di riscaldamento esterni servono solo per fornire calore al compound, allora è www.tecnoedizioni.com

sufficiente il riscaldamento elettrico. È il caso delle macchine mono e bivite. Il riscaldamento con fluidi di termoregolazione, comunque, offre ulteriori vantaggi rispetto alla semplice somministrazione di calore, come una distribuzione omogenea della temperatura nella camera di miscelazione, aggiunta e rimozione del calore nella stessa zona di riscaldamento (Fig. 2), efficiente raffreddamento dei prodotti termolabili e, da ultimo, ma non per importanza, condizionamento delle superfici d’acciaio della macchina. Questi aspetti sono illustrati negli esempi che seguono: RISCALDAMENTO La fusione delle materie plastiche richiede energie elevate. Avviare un impianto freddo comporta la perdita di parte del calore per riscaldare il macchinario e per irraggiamento termico. Poiché questa perdita QL deve essere compensata da un supplemento di energia meccanica QM, è necessaria più energia di quella che servirebbe con un impianto già termostatato. L’introduzione di questa quantità supplementare di energia può far sì che, nel caso di materiali ad elevato punto di fusione, la macchina diventi meccanicamente sovraccaricata. Inoltre, senza riscaldamento esterno spesso non è possibile fondere il polimero. Perciò, si usa il riscaldamento per mantenere in temperatura l’impianto durante l’avviamento, e compensare parte delle perdite di calore, che non possono essere evitate con la sola coibentazione. D’altra parte, il riscaldamento controllato della struttura e della vite influenza il coefficiente di frizione delle pareti e migliora le proprietà di trasporto del fuso. TERMOREGOLAZIONE È più corretto usare il termine “termoregolazione” piuttosto che “riscaldamento”. Durante le fasi preliminari di lavorazione deve essere possibile non solo somministrare calore ma anche rimuoverlo quando necessario. Il migliore controllo della temperatura si ha con l’utilizzo di fluidi di scambio termico. La compoundazione implica non solo la fusione del polimero ma anche l’incorporazione degli additivi. Anche la dispersione e distribuzione omogenea di questi additivi richiede energia; N° 2 Marzo 2013

Figura 2

1) temperatura del fuso 2) temperatura di riscaldamento 3) punto di fusione del Polietilene

ciò provoca un continuo incremento della temperatura del fuso. Se si eccede una temperatura critica, si verifica la decomposizione termica del polimero, o possono verificarsi reazioni indesiderate. La figura 2 illustra l’utilizzo di un controllo di temperatura basato su fluidi usando PE (punto di fusione ≈115°C) come esempio. Il calore richiesto nella zona di fusione è somministrato al sistema ed il calore in eccesso rimosso dalla zona di miscelazione attraverso una camicia termostatata a 140°C. Negli impianti di estrusione per compund Buss, l’albero è sempre termostatabile, cosa che ha un effetto positivo. Oltre che dalla termostatazione, la temperatura del fuso è influenzata da altri parametri ugualmente importanti, quali velocità di rotazione della vite, alimentazione laterale dei singoli materiali nonché geometria della vite. Trascurando l’influenza del materiale alimentato e della geometria della vite, fattori che possono essere modificati solo durante un arresto della produzione e con dispendio di tempo, i parametri più importanti sono la velocità della vite e la temperatura di riscaldamento. Questi parametri possono essere regolati indipendentemente o contemporaneamente durante il processo. Raffreddare significa mantenere la parte di impianto termoregolata (vite e cilindro con una o più zone) ad una temperatura inferiore a quella TECNOPLAST •

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LA TERMOREGOLAZIONE

Fig. 3 – Impianto di muscelazione Buss con vite di scarico flangiata

1 2. 3. 4.

Polimero Carica Fusione Miscelazione/dispersione

5. 6. 7. 8.

Termoregolazione Aggiunta di calore Rimozione di calore Compound

del fuso nel mescolatore, così che si ha passaggio di calore dal fuso al fluido di termoregolazione. Un raffreddamento totale ed incontrollato può provocare il sotto-raffreddamento del materiale, in funzione del polimero lavorato, bloccandone così la fusione. Di conseguenza, non può più essere garantita un’adeguata bagnabilità dei materiali che devono essere aggiunti; ne risulta un’insufficiente qualità del prodotto. Un eccessivo raffreddamento può formare anche un film di materiale solidificato su vite e cilindro, che agisce come isolante termico, riducendo ulteriormente lo scambio termico. Inoltre, il volume libero si riduce influenzando negativamente le proprietà di trasporto. Perciò, è essenziale controllare la temperatura durante il raffreddamento. IMPIANTI DI COMPOUNDAZIONE A TEMPERATURA CONTROLLATA Gli impianti Buss differiscono dagli altri impianti di compoundazione fondamentalmente perché hanno un sistema di riscaldamento/ raffreddamento supplementare dell’albero della vite. Questa è una rarità tra le macchine monovite e non ha riscontri tra quelle bivite. Le figure 3-4 illustrano un impianto in configurazione modulare con sistema di scarico a vite flangiato ad angolo retto, per applicazioni nel settore dei cavi. Questo consiste essenzialmente nel mescolatore con la vite di scarico a valle allo scopo di sviluppare la pressione necessaria per la granulazione da una filiera a fori multipli. L’impianto ha una o più zone di riscaldamento per il cilindro e una per la vite; un discorso analogo vale per la vite di scarico. La filiera può essere riscaldata elettricamente o, negli impianti più grossi e per la lavorazione di compound termolabili, con fluidi di termoregolazione, così da evitare il surriscaldamento delle superfici metalliche e la conseguente degradazione del materiale. Una differente temperatura di vite e cilindro, ottenibile con sistemi di riscaldamento sepa-

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TABELLA 1 TEMPERATURE DELLE DIVERSE ZONE DEL MESCOLATORE Polimero

Poliolefine

Tecnopolimeri

Albero mescolatore Zona di fusione Zona di miscelazione -80 < TS < +10 TS +30

20 < TS < +10

-80 < TS < +10

rati, migliora, come già menzionato, le proprietà di trasporto del fuso così da ottenere una migliore produttività. Il riscaldamento agevola anche il processo di fusione. Produttività più alte possono essere ottenute anche con velocità di vite più elevate, ma questo può provocare il surriscaldamento del fuso, con conseguente bruciatura e degradazione del polimero e degli additivi termolabili. La rimozione controllata del calore può dilatare questi limiti alla produzione, mantenere l’incremento di produttività ed ottimizzare l’efficienza economica del processo. ESEMPI PRATICI Come dovrebbe essere un controllo di temperatura ottimale degli impianti? Un criterio importante è il punto di fusione teorico dei polimeri (tab. 1). Per le poliolefine con un intervallo di plasticità piuttosto che un punto di fusione distinto, la temperatura della vite può essere impostata sul punto di fusione teorico o sensibilmente al di sotto di esso. Per i tecnopolimeri, come la poliammide, con un punto di fusione definito ed un elevato calo di viscosità dopo fusione, la temperatura della vite di regola non dovrebbe mai essere impostata al di sotto del punto di fusione, poiché una parte del materiale potrebbe altrimenti solidificare sull’albero. Nella zona di fusione, bisogna fornire energia in entrambi i casi. La temperatura di riscaldamento è superiore al punto di fusione teorico sia per le poliolefine che per i tecnopolimeri. La zona di miscelazione è regolata in funzioN° 2 Marzo 2013

-80 < TS < +10 -80 < TS < +10

Vite di scarico Zona di scarico

-80 < TS < +10 -80 < TS < +10

-80 < TS < +10 -80 < TS < +10

ne delle esigenze. La tabella 1 fornisce le linee guida approssimative per le temperature da impostare, dove Ts è il punto di fusione teorico. Gli esempi che seguono illustrano le applicazioni tipiche di un mescolatore Buss, usando un sistema di termoregolazione con fluidi. Questo tipo di riscaldamento soddisfa in pieno le esigenze, indipendentemente dalla modifica delle tecniche di lavorazione. POLIETILENE RETICOLABILE CON PEROSSIDI (TAB. 2) Questa formulazione è usata per l’isolamento di cavi elettrici per tensioni fino a 350 kV circa e richiede l’incorporazione del 2% circa di perossido. La temperatura massima del materiale durante la lavorazione non può superare i 120-130°C, altrimenti potrebbe verificarsi una reazione indesiderata del perossido o una parziale reticolazione, provocando un isolamento non omogeneo del cavo e rotture. Il controllo della temperatura con fluidi di termoregolazione non serve solamente per la rimozione del calore. Ugualmente importante è il mantenimento della massima temperatura superficiale dell’acciaio, cioè la prevenzione del surriscaldamento, evitando così bruciature localizzate e parziale reticolazione all’interno del macchinario. Anche nella zona di fusione il riscaldamento con fluidi è preferibile a quello elettrico, per via della migliore uniformità di temperatura ottenibile. La termoregolazione garantisce un trasporto del fuso e una miscelazione ottimali. Il raffreddamento consente una lavorazione affidabile, con portate elevate. www.tecnoedizioni.com


ti l’acqua verrebbe rilasciata già durante il processo di compoundazione.

TABELLA 2 TIPICO PROFILO DI TEMPERATURA DI UN MESCOLATORE BUSS PER COMPOUND DI PE RETICOLABILE CON PEROSSIDI Zona Fluido diatermico Albero mescolatore Acqua Zona di fusione Acqua/olio Zona di miscelazione Acqua/olio Vite di scarico Acqua Cilindro di scarico Acqua/olio

Temperatura 70-90°C 110-120°C 110-120°C 70-90°C 100-110°C

UNITÀ DI TERMOREGOLAZIONE UTILIZZATE (TAB. 5) In funzione del modello di mescolatore, vengono usate abbinate le seguenti unità di termoregolazione Regloplas.

Funzione Rimozione calore e condizionamento* Somministrazione calore Condizionamento* Rimozione calore e condizionamento* Rimozione calore e condizionamento*

CONCLUSIONI Sebbene, con gli impianti di compoundazione, si parli generalmente di riscaldamento, sarebbe meglio utilizzare il termine “termore-

*Per condizionamento si intende mantenere una determinata temperatura superficiale dell’albero e del cilindro

POLIETILENE RETICOLABILE CON SILANI (TAB. 3) Questa formulazione è normalmente usata nell’isolamento di cavi elettrici per tensioni fino a 1 kV e, talvolta, fino a 30 kV. Durante la compoundazione si inietta il 2% circa di una miscela silano/perossido. Il silano si aggraffa alle catene polimeriche. La reazione richiede una temperatura del fuso di 200-220°C. È, perciò, un compound reattivo, a differenza di quello con perossidi, nel quale si deve evitare qualsiasi reazione. Ad una prima analisi, non è immediatamente comprensibile perché sarebbe consigliabile un profilo di temperatura considerevolmente inferiore alla temperatura richiesta, poiché sono necessarie elevate temperature di lavorazione e non si deve rimuovere calore. Il controllo della temperatura della vite e del cilindro serve principalmente per condizionare le superfici metalliche. Una vite correttamente condizionata migliora le condizioni di miscelazione, con il risultato di una reazione più efficiente. Le temperature necessarie alla fusione sono ottenute per dissipazione dell’energia meccanica della trasmissione principale, per mezzo di velocità della vite più elevate. Una proprietà indesiderata di questo compound, quando è allo stato fuso, è la deposizione di prodotti di degradazione sulle superfici metalliche calde (plate-out). Perciò, una superficie con temperatura assai più bassa di quella del prodotto può rallentare il fenomeno migliorando, così, la qualità e l’economicità, per via degli intervalli più lunghi prima di procedere alla pulizia meccanica delle superfici. FORMULAZIONI PER CAVI ANTIFIAMMA ESENTI DA ALOGENI (TAB. 4) Sono formulazioni a base poliolefinica, carica-

TABELLA 3 TIPICO PROFILO DI TEMPERATURA DI UN MESCOLATORE BUSS PER COMPOUND DI PE RETICOLABILE CON SILANI Zona Albero mescolatore Zona di fusione Zona di miscelazione Vite di scarico Cilindro di scarico

Fluido diatermico Acqua Acqua/olio Acqua/olio Acqua Acqua/olio

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Funzione Condizionamento* Riscaldamento Condizionamento* Condizionamento* Condizionamento*

*Per condizionamento si intende mantenere una determinata temperatura superficiale dell’albero e del cilindro

TABELLA 4 TIPICO PROFILO DI TEMPERATURA DI UN MESCOLATORE BUSS PER COMPOUND ANTIFIAMMA ESENTI DA ALOGENI Zona Albero mescolatore Zona di fusione Zona di miscelazione Vite di scarico Cilindro di scarico

Fluido diatermico Acqua Acqua/olio Acqua/olio Acqua Acqua/olio

Temperatura 70-90°C 140-160°C 80-120°C 90-110°C 140-160°C

Funzione Rimozione calore e condizionamento* Riscaldamento Riscaldamento e condizionamento* Condizionamento* Condizionamento*

*Per condizionamento si intende mantenere una determinata temperatura superficiale dell’albero e del cilindro

te al 50-65% con Al(OH)3 o MgO2. Il meccanismo di resistenza al fuoco consiste principalmente nel fatto che, a temperature molto alte, si separa acqua con reazione endotermica, che assorbe calore dall’ambiente circostante, mentre l’acqua liberata combatte il fuoco per evaporazione. Comunque, con Al(OH)3 in particolare, non si può superare una temperatura specifica, nonostante tale materiale richieda un elevato lavoro per la dispersione, altrimen-

TABELLA 5 UNITÀ DI TERMOREGOLAZIONE Modello Temperatura in uscita (°C) Fluido di termoregolazione Capacità riscaldante (kW) Capacità di raffreddamento (kW) alla temperatura di uscita (°C) Pompa Portata max (l/min) Pressione max (bar) Controllo Note

Temperatura 70-90°C 140-160°C 100-140°C 70-90°C 140-160°C

P140M 140 Acqua 9/12 35 130 G/M 45 6

P140XL P160M 140 160 Acqua Acqua 20 9/12 110 43 130 150 G M 240 45 4,6 7 a microprocessore G = tenuta meccanica M = trascinamento magnetico

300L (D) 300 Olio 20/40 160 280 M 90 10 D = doppio circuito

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golazione”, che riflette più accuratamente la situazione effettiva, nella quale il calore deve talvolta essere rimosso e/o la temperatura delle superfici metalliche deve essere modificata per migliorare il processo. Un adeguato controllo della temperatura può far conseguire i seguenti vantaggi: -

maggiore produttività migliore dispersione prevenzione della formazione di depositi prevenzione di surriscaldamenti migliore qualità del prodotto

Si potrebbero considerare molti altri esempi, con diversi profili di temperatura, nei quali i fluidi di termoregolazione possono essere impiegati con successo. Le applicazioni sopra descritte dovrebbero essere sufficienti per mostrare con chiarezza che, nella compoundazione, le unità di termoregolazione, portano un grande contributo per migliorare la qualità del prodotto e la produttività, aumentando così l’efficienza economica dell’impianto. TECNOPLAST •

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SOFTWARE DI SUPERVISIONE Soluzione Win Factory di Piovan

L’evoluzione nella tecnologia di controllo del processo

Nell’industria di trasformazione delle materie plastiche i software di supervisione svolgono funzioni di controllo e gestione dei diversi macchinari, oltre che di raccolta ed elaborazione dei dati di processo

di Ermanno Pedrotti Ecco il nuovo dispositivo RING

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N

ell’ambito delle piattaforme standard, tracciabilità del prodotto finito, di stimare l’effiWin Factory di Piovan, introdotto sul mer- cienza produttiva e di programmare le operazioni cato nel 2007, è stato il primo software in di manutenzione. grado di offrire una soluzione unica per integrare la parte gestionale con quella produttiva cosicché PERFORMANCE AL TOP tutto l’impianto, e non solo la singola macchina, Il successo del Winfactory è senza dubbio sbaè sotto controllo. lorditivo, come dimostra il trend delle vendite Attraverso Winfactory si può infatti gestire, una 2008-2012, cresciute del 183% (valore riferito alle volta impostati i parametri di funzionamento, lo sole licenze base) per un totale di licenze operastato operativo di ogni singola macchina ed il re- tive pari a 1.892. I motivi di questa performance lativo processo di trattamento del materiale, dallo vanno ricercati nel fatto che il softwastoccaggio al trasporto, dalla deumidificare è riconosciuto dalle aziende zione alla dosatura. che lo hanno adottato come Winfactory, che è una lo strumento più idoneo piattaforper gestire e tenere ma svisotto controllo i luppata consumi sia di per momateriale sia di duli, integra energia. anche il controllo Sono queste ultime indel condizionamento fatti le voci di costo più critiche dello stampo e della refriper i trasformatori di materie plastiche e gerazione. per le quali è necessario un puntuale Il software Piovan elaborando controllo al fine di massimizzare l’efWinfactory è disponibile anche su su dispositivi mobili i parametri operativi, fornisce ficienza della produzione. poi indicazioni fondamentali Con riferimento ai consumi energeper valutare la produttività di un impianto per- tici, la novità introdotta dal Winfactory è l’Energy ché produce in tempo reale analisi statistiche sui Consumption Monitor. vari lotti di produzione, sul livello delle scorte di Il modulo per misurare l’effettivo utilizzo di enermateriale; consente di effettuare una completa gia, sia delle singole macchine che di specifiche

isole di produzione o dell’impianto di refrigerazione, che fornisce grafici con i consumi reali in watt e per fasce orarie. Il solo fatto di conoscere tali dati è di per sé un vantaggio perché permette alle aziende di valutare in modo concreto come intervenire per rendere la propria produzione più sostenibile e ridurre gli sprechi. Per l’industria delle materie plastiche, Winfactory offre un vantaggio ulteriore rappresentato dalla possibilità di ottenere un dato ancora più significativo del consumo energetico per ora di produzione. Grazie all’applicazione del nuovo dispositivo RYNG al sistema di alimentazione, infatti, Winfactory è in grado di calcolare il consumo energetico orario per chilo di granulo plastico lavorato. Per le aziende trasformatrici, quindi, non si tratta più di valutare solamente il valore del chilowattora ma di avere una conoscenza più specifica dei propri consumi, potendo valutare in tempo reale un parametro che indica i wattora di elettricità impiegati per chilogrammo di materiale processato. RYNG e Winfactory, quindi, comunicano non solo il “kWh”, ma il “Wh/Kg”. Uno strumento potente per misurare la produttività ed ottimizzare i consumi energetici. www.piovan.com

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MACCHINE Elevate performance tecnologiche

Elettriche e ibride in versione packaging Macchinari dalla tecnologia affidabile adattati alle esigenze del confezionamento, consentendo alta qualità e capacità produttiva Per l’industria del confezionamento, la produzione rapida di elevati volumi di alta qualità basata su una tecnologia affidabile ed efficiente è di fondamentale importanza. Con la nuova versione ‘packaging’ delle macchine elettriche e ibride Allrounder, Alldrive e Hidrive, il gruppo tedesco Arburg viene incontro a tali esigenze. Questi macchinari, contrassegnati dalla P di Packaging, sono stati notevolmente migliorati e personalizzati per soddisfare le richieste del settore imballaggio. Tra gli esempi più salienti di questo adattamento spicca il rinnovato ventaglio dimensionale: le Allrounders 570 e H presentano una forza di serraggio di 1800 kN, le Allrounders 630 A e H di 2300 kN, le Allrounders 720 A e H di 2900 kN, le Allrounders 820 A e H di 3700 kN e infine le Allrounder 920 A e H di 4600 kN. I supporti della base del macchinario in acciaio torsionalmente rigidi e longitudinali compensano i cambi-formato molto pesanti durante i movimenti delle masse. Assieme alle unità di serraggio tipo ‘ginocchiera’ servoelettriche, tutto ciò facilita le movimentazioni molto veloci di chiusura e apertura, riducendo i cicli di lavoro. Al contempo il recupero dell’energia in fase di frenata fa sì che l’energia stessa venga utilizzata in modo più efficace, ottenendo un risparmio che sfiora il 30% rispetto all’impiego di unità di serraggio idrauliche. Gli azionamenti di riempimento servo-elettrici garantiscono operazioni rapide durante i cicli,

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ridotti tempi di dosaggio e massima produttività. L’iniezione implica una tecnologia sia servo-elettrica o ad accumulo idraulico tramite viti regolabili. Con un processo di riempimento dinamico è possibile sincronizzare tali fasi. Il riempimento delle parti sagomate si può regolare con precisione per accorciare i tempi di apertura dello stampo. Maggiori velocità circonferenziali delle viti corrispondono a tempistiche di dosaggio più brevi, generando in tal modo a tempi di lavoro ridotti. Nella versione Packaging sono state integrate ulteriori funzioni di controllo come “parametri di start-up/cicli di start-up”. In particolare la funzione Selogica facilita un inizio controllato della produzione, soprattutto con applicazioni ad alta velocità il che rende tutte le operazioni più efficaci poiché, ad esempio non vi è alcuna necessità di regolare i parametri di processo per motivi di start-up poiché tutto accade in automatico. Le versioni Packaging non rappresentano unicamente una nuova soluzione tecnologica per produrre confezioni di alta qualità: Arburg propone un programma pregno di servizi, consulenze e customer-care a completamento dell’offerta. www.arburg.com www.tecnoedizioni.com



SOLUZIONI PROPOSTE DA NICKERSON ITALIA Eccellenza in reparto per chi trasforma le materie plastiche

Un fattore chiave per un efficiente controllo del processo di termoregolazione dello stampo è il flow rate, vale a dire la quantità di liquido che si muove all’interno del circuito in una data unità di tempo (litri al minuto). Il processo di termoregolazione è il contesto nel quale è specialista la Casa svizzera HB-Therm AG

Misurare e monitorare il flow rate nella termoregolazione degli stampi di Gianluca Fossati

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al 1967 HB-Therm AG ha sviluppato e prodotto innovativi sistemi di controllo della temperatura “Swiss-made” con più elevati standard qualitativi. Grazie ad un Know-How completo e ad una forza lavoro motivata, l’azienda è stata in grado di affermarsi come leader tecnologico nel suo settore. L’impresa svizzera - con proprietà famigliare e sede centrale a St. Gallen - impiega un centinaio di addetti, ed è nota come fornitore di sistema in virtù della sua capacità di offrire ai clienti un supporto senza soluzione di continuità: dalla progettazione della macchina. ad una completa assistenza post vendita. Si può anche affermare che tutti i suoi prodotti & servizi sono basati sulla filosofia di offrire al Cliente una ... qualità “Swiss made”. Detto questo, il continuo impegno di HBTherm nello sviluppo tecnologico ha come obiettivo la realizzazione di unità di termoregolazione che consentano un controllo sempre più completo del processo di termoregolazione degli stampi e che - virtualmente - non necessitino di manutenzione. A questo proposito è da sottolineare il fatto che già oggi tutte le unità di termoregolazione della linea Thermo-5 sono coperte da garanzia di 24 mesi. I prodotti HB-Therm sono distribuiti in Italia da Nickerson Italia - con sede a Brembate di Sopra (BG) - che col suo motto “Eccellenze in reparto, per chi trasforma le materie plastiche” dichiara in maniera esplicita il settore applicativo e il levello qualitativo dei prodotti e dei servizi che fornisce. Per completare il quadro introduttivo può essere utile sottolineare che le succursali in Germania, Francia e Giappone, unitamente alle 40 agenzie nazionali rappresentano, HB-Therm in tutto il mondo. DEFINIZIONE DEL FLOW RATE Come in parte già accennato, un fattore chiave per un efficiente controllo del processo di termoregolazione dello stampo è – appunto – il flow rate; vale a dire la quantità di liquido

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che circola all’interno del circuito nell’unità di tempo (ndr: litri al minuto). Oltre che dalla potenza della pompa che fa circolare il liquido, il flow rate è influenzato da svariati fattori quali la lunghezza del circuito, la sezione del circuito, le variazioni della sezione stessa, e da altre interferenza ed ostruzioni come per esempio angoli a 90°, strozzature, valvole, flussometri meccanici, etc. Un flow rate insufficiente comporterà inevitabilmente problemi nel controllo della temperatura dello stampo. Per avere un “controllo” del processo di termoregolazione è pertanto importante avere una misurazione e un monitoraggio oltre che della temperatura di mandata e di ritorno, anche quello del flow rate. Per rispondere all’esigenza di controllo del flow rate HB-Therm ha sviluppato internamente, e monta di serie su tutte le unità di termoregolazione della Serie Thermo-5, flussometri ad ultrasuoni capaci di misurare in maniera istantanea ed estremamente precisa il flow rate. Con una quantità enorme di misurazioni al secondo, il flussometro ad ultrasuoni si distingue da quelli meccanici per la grande precisione e per la pronta reattività della misurazione.

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Inoltre, non avendo parti meccaniche a misurare il flusso, non crea nessuna interferenza al flusso stesso e non richiede di determinare a priori il range di flusso che dovrà misurare. La grande sensibilità del sistema ad ultrasuoni consente di misurare da 0,4 L/min con un istantanea precisione. Oltre che per i flussometri ad ultrasuoni montati di serie, le unità di termoregolazione HBTherm® Thermo-5 si distiguono per la ricca dotazione di serie: • misurazione e visualizzazione della temperatura dell’acqua in mandata e in ritorno, e relativa differenza • misurazione e visualizzazione della pressione interna • funzione di svuotamento stampo • raffreddamento con by-pass anticalcare (di serie su unità oltre i 100°C) e con valvola proporzionale • pompa a trazione magnetica • resistenze e pompa non immerse • sistema idraulico chiuso senza contatto di ossigeno, con deareazione automatica • energy efficiency class IE2 • programma di spegnimento automatico • percentuali di carico della pompa e dello macchina (resistenza e scambiatore termico) • display a colori con menu multilingua • controllo di processo completamente automatizzato e monitorato • collegamento frontale USB • memorizzazione parametri legati a specifici stampi Con questa dotazione di serie resta solo da scegliere l’interfaccia in grado di dialogare con la pressa ad iniezione. MISURAZIONE DEL FLOW RATE SU CIRCUITI CONNESSI IN PARALLELO L’efficienza del controllo diventa ancora più importante quando i circuiti di termoregolazione all’interno dello stampo sono connessi in parallelo. Anche piccole variazioni nel flow ra-

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SOLUZIONI PROPOSTE DA NICKERSON ITALIA

Schema 1

te dei singoli canali possono avere una importante influenza sulla temperatura all’interno delle cavità dello stampo che si manifestano con problemi qualitativi dei manufatti. La misurazione affidabile ed il monitoraggio del flow rate di ognuno dei singoli circuiti di termoregolazione connessi in parallelo, consentono di apprezzare i benefici di questo tipo di connessione ed assicurare manufatti di elevate e costante qualità. Con riferimento ad ogni singola applicazione e contesto produttivo, può essere preferibile installare i flussometri esterni direttamente sull’unità di termoregolazione o, in alternati-

Schema 2

In taluni casi, la temperatura nell’area di influenza di un canale può essere modificata regolando il flusso in maniera consapevole. La riduzione del flusso ha come esito un aumento delle temperature. Con questa tecnica la sensibilità alle interferenza aumenta e ciò rende il monitoraggio del flusso dl canale anchìora più essenziale. CONNESSIONI IN SERIE O CONNESSIONI IN PARALLELO? In applicazioni con connessioni dei circuiti in serie, il monitoraggio del flusso complessivo dell’unità di termoregolazione è perfettamente

PRINCIPALI CARATTERISTICHE DEL FLOW-5 DI HB-THERM • flussometri ad ultrasuoni, senza parti in movimento, virtualmente senza manutenzione • sensore di temperatura sulla linea principale di mandata • misurazione della temperatura sulla linea di ritorno di ogni singolo circuito • determinazione della capacità di processo di ogni singolo circuito • visualizzazione e monitoraggio di flow rate e differenziale di temperatura • impostazione automatica dei valori limite • materiali non soggetti a corrosione • alimentazione e comunicazione con interfaccia interno HB-Therm (ZI)

Schema 3

adeguato in quanto il flow rate di ogni canale è uguale all’altro. Diversamente dal sistema “in serie” i circuiti di termoregolazione connessi “in parallelo” offre una caduta di pressione più limitata con un flow rate complessivo maggiore, un controllo della temperatura più immediato ed una distribuzione della temperatura più uniforme nonché una differenza di temperatura più ridotta tra mandata e ritorno. Per consentire di avvantaggiarsi a pieno dei benefici dei circuiti di termoregolazione connessi “in parallelo” ed assicurare costanza di qualità dei manufatti è raccomandabile misurare e monitorare il flow rate dei singoli circuiti. Per rispondere all’esigenza di misurare e monitorare il processo di termoregolazione dei singoli circuiti, HB-Therm ha sviluppato una serie di flussometri esterni Flow Meter Flow-5 in grado di misurare il flow rate di ogni singolo circuito connesso in parallelo nonchè la temperatura di mandata e di ritorno visualizzando ed elaborando tali dati e visualizzandoli sullo schermo dell’unità di termoregolazione connessa. www.nickerson.it

va, in posizione autonoma vicino allo stampo. INFLUENZA DEL FLOW RATE NEL PROCESSO DI STAMPAGGIO AD INIEZIONE Il trasferimento di temperatura alla parete del canale di termoregolazione dipende in maniera pesante dalle condizioni di flusso, che sono determinate principalmente dal flow rate. Una variazione del differenziale di temperatura tra il liquido di termoregolazione e lo stampo ha un effetto diretto sulla “qualità” della temperatura della superficie della cavità dello stampo. Nel processo di stampaggio ad iniezione una corretta distribuzione della temperatura alla superficie della cavità dello stampo è particolarmente importante per un efficiente controllo della temperatura dello stampo. Canali che presentino ostruzioni parziali o totali del circuito riducono in maiera massiccia la distribuzione della temperatura. Purtroppo, misurazione e monitoraggio del flusso principale non sono in grado di rilevare tali ostruzioni dei singoli canali.

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I FLUSSOMETRI ESTERN HB-THERM SONO DISPONIBILI IN 2 MODELLI MODELLO PER INSTALLAZIONE REMOTA: • • • •

per applicazioni fino a 180°C misurazione del fluso da 0,4 a 40 L/min per ogni singolo circuito sistema modulare (fino ad un massimo di 128 circuiti) impostazione manuale del flow rate con regolazione fine con valvola su ogni circuito • visualizzazione grafica dei flow rate e degli allarmi • facilità di montaggio MODELLO PER INSTALLAZIONE SULL’UNITÀ DI TERMOREGOLAZIONE: • • • • • •

per applicazioni fino a 180°C (in acqua) e 200°C (in olio) misurazione del fluso da 0,4 a 20 L/min per ogni singolo circuito fino ad un massimo di 8 circuiti visualizzazione dello stato operativo con 3 LED colorati tasto INFO per visualizzazione immediata dei dati facilità di montaggio alle unità di termoregolazione Thermo-5

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L’integrazione dei processi è importante! 1,5 bilioni di segnali scambiati tra la periferica e la pressa ad iniezione: il gruppo di controllo SELOGICA elabora annualmente tale incredibile numero di segnali a livello mondiale. Pertanto, oggigiorno in produzione sorge la necessità di gestire in

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lfab, azienda specializzata nel controllo della pressione, ha ulteriormente sviluppato la sua gamma esistente di assemblaggi per il controllo della pressione, ampliandola con un design specificamente concepito per azzerare il rischio di contaminazione ambientale. L’assemblaggio a doppio disco è costituito da due dischi di scoppio installati in serie, entrambi con apertura convenzionale o rovesciata, oppure dalla combinazione dei due, oltre a un manometro o pressostato ed una sonda per monitorare la pressione nell’interspazio tra i due dischi. Il nuovo design apre nuove frontiere nei processi del settore petrolchimico, dell’esplorazione perforazione ed estrazione, e dell’industria chimica e farmaceutica e

nel campo del trattamento rifiuti tossici. L’obiettivo dell’assemblaggio a doppio disco è ridurre il pericolo delle emissioni a carico di quelle imprese che trattano prodotti pericolosi i sensibili per l’ambiente. In caso di perforazione del primo disco causato da attacco chimico, il secondo disco previene lo scarico in atmosfera e conseguente impatto ambientale, mentre il sensore della pressione intermedio avverte i responsabili di processo e l’équipe di manutenzione sulla necessità di sostituire il disco. L’assemblaggio a doppio disco di Elfab è disponibile in diversi materiali per soddisfare le esigenze del cliente, dai più comuni acciai inox 316 all’Hastelloy e al Duplex. www.elfab.com

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ACCESSORI Nei processi a iniezione

Ampia gamma di espulsori a doppia corsa Ottenere un controllo del movimento e una sformatura affidabili: grandi possibilità di personalizzazione sono consentite dagli espulsori a doppia corsa Hasco, disponibili con superfici funzionali con rivestimento DLC

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on un’ampia gamma di espulsori a doppia corsa, Hasco offre numerose possibilità di personalizzazione per ottenere un controllo del movimento e una sformatura affidabili nell’ambito dei processi di iniezione. Tutti gli espulsori a doppia corsa Hasco sono ora disponibili con superfici funzionali rivestite in DLC. L’espulsore a doppia corsa Z169 /… è la classica soluzione per l’azionamento del doppio tavolino di estrazione. Meccanismi di tenuta e apertura automatici e precisi consentono un movimento indipendente tra le due piastre. La precisione dei processi di movimentazione garantisce una qualità costante degli articoli senza compromessi. Lo Z1691/... costituisce un ampliamento del classico Z169/... . Esso prevede i medesimi processi di movimentazione, ma con un bloccaggio migliore. Il fissaggio a flangia integrato semplifica il montaggio e rappresenta quindi un vantaggio. Grazie agli speciali anelli di centraggio è possibile ottenere un movimento assiale particolarmente fluido e una lunga durata degli articoli. Lo Z1692/… è stato realizzato per i processi di estrazione che prevedono che la prima e la seconda corsa avvengano in maniera completamente separata. L Lo Z1695/… è adatto al movimento controllato delle piastre durante l’estrazione con carrello trasversale. Un movimento preciso dei primi stadi evita che si vengano a creare tensioni sull’articolo. Grazie all’apertura finale dello stadio successivo, l’oggetto viene espulso con precisione in una posizione precedentemente definita. Realizzato per applicazioni che non consentono l’impie-

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go di un espulsore centrale, lo Z1697/…offre grandi potenziali nell’abbinamento a 2 o 4 unità. L’innovativo Z1698/... è realizzato in

particolar modo per il posizionamento decentrato del perno doppia corsa in presenza di una estrazione nello stampo che impedi-

sce di utilizzare un espulsore a doppia corsa centrale, per motivi strutturali. www.hasco.com


GUIDA LINEARE E SISTEMA PORTACAVI “TUTTO IN UNO” Novità proposte da Igus GmbH di Colonia

Il nuovo sistema di guide lineari drylin Q, compatto e a prova di torsione. Il corpo del cuscinetto in materiale plastico (in alto) può essere fissato con due collegamenti a vite oppure in un foro di diametro di 22 mm. Nel profilato di alluminio si possono alloggiare al sicuro vari tipi di cavi. Tra i numerosi accessori del sistema modulare drylin Q c’è anche l’opzione per corpo di alluminio con integrati elementi a strisciamento in materiale plastico (in basso).

Sistema compatto per piccoli carichi Oltre a guidare senza bisogno di lubrificazione un movimento lineare, il nuovo sistema di guide lineari Made in Germany realizzato da Igus – e presentato in Italia da Igus di Robbiate, in provincia di Lecco - adesso può anche alloggiare cavi di Ermanno Pedrotti

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Il ricco programma di accessori drylin Q comprende anche semplici quanto efficaci dispositivi di serraggio manuali che consentono un fissaggio nel giro di pochi secondi.

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el gamma Igus, forte di ben 90.000 prodotti, il sistema “drylin Q” ora in esame è il primo sistema a combinare - in un unico e conveniente prodotto - le funzioni della guida lineare e dell’alloggiamento di cavi. IL MEGLIO DI PIÙ SETTORI In linea di principio, il nuovo sistema “drylin Q” funziona come una classica guida per alberi ed è composto da un supporto chiuso che può essere spostato linearmente su un albero. “Drylin Q” non dispone però di albero a sezione tonda, ma di un profilo di alluminio con sezione quadra di 7,5 mm per lato. Al contrario dei sistemi tondi, “drylin Q” è un sistema antirotazione. Inoltre, essendo il profilato di alluminio internamente cavo, vi può alloggiare, protetto, un tubo per il trasporto di aria compressa o fluidi, oppure cavi segnali o energia. Una soluzione ibrida come questa consente, soprattutto se applicata in spazi ridotti come ad esempio quelli di apparecchiature da laboratorio, di risparmiare in modo semplice ulteriore spazio costruttivo nella posa di cavi. Accessori e varianti per soluzioni sorprendenti Il corpo del cuscinetto “drylin Q” esiste attual-

mente in due versioni diverse: una conveniente soluzione salvaspazio, fissabile con due collegamenti a vite o in un foro con diametro di 22 mm, e una robusta variante con flangia metallica che integra in un corpo di alluminio gli elementi plastici autolubrificanti a strisciamento. A completare il sistema modulare c’è poi un vasto assortimento di accessori che comprende blocchi flangiati, dispositivi di serraggio manuale, protezioni terminali, elementi di collegamento per catene portacavi, kit di montaggio per pinze e traverse in materiale plastico. Quest’ampia scelta di accessori consente di realizzare con “drylin Q” soluzioni semplici e durevoli. Un esempio è dato qui dal pipettatore. Sostenuto da due cuscinetti in materiale plastico, il profilato di alluminio alloggia il cavo per il trasporto del liquido. All’altra estremità, tramite apposito elemento, è collegata una catena portacavi igus della serie E2 micro che garantisce la guida sicura del tubo. Oltre a questo esempio applicativo, altri campi di impiego di drylin Q sono dispositivi di regolazione manuali di telecamere o sensori oppure anche piccole applicazioni in sistemi di handling. www.igus.it

Con l’aiuto di pochi accessori, come un adattatore per pinze, un elemento di collegamento per catene portacavi e una microcatena portacavi E2, si può costruire una unità di pipettatura semplice e durevole

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me di proprietà del nuovo prodotto MF 01 ER di fibre macinate a polvere, realizzato con il vetro Advantex, lo rende molto interessante per una ampia gamma di applicazioni, che vanno al di là del settore delle materie plastiche, come gli adesivi, le pitture, i coating e i siliconi.

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Le bombole per metano (Cng) per autotrazione possono ora utilizzare materiali avanzati

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razie a una particolare combinazione di uno strato interno in Akulon Fuel Lock di Dsm con le alte caratteristiche meccaniche della fibra di vetro ad alte prestazioni HiPer-tex di 3B, Gastank Sweden è oggi in grado di produrre bombole a permeazione zero, che soddisfano le severe norme Ece R110 sull’utilizzo di bombole per Cng ad alta pressione di Tipo IV per autoveicoli. Il professor Kurt Berglund, presidente di Gastank Sweden, ha affermato: “La combinazione di Akulon Fuel Lock con la fibra di vetro rende possibile l’ottimizzazione del rapporto costi-benefici nelle bombole di Tipo IV. Le fibre di vetro ad alte prestazioni HiPer-tex si inseriscono tra il pesante acciaio e i costosi compositi in fibra di carbonio, grazie alla capacità di fornire in modo economico una vasta serie di proprietà, mentre il nuovo e competitivo Akulon Fuel Lock riduce considerevolmente la perdita di gas da permeazione”. Prosegue Berglund: “L’istituto canadese Powertech Labs non ha riscontrato alcuna perdita di gas per permeazione nel nostro serbatoio per Cng di nuova concezione con 32 litri di capacità. Questo risultato fa delle nostre bombole in composito dei serbatoi per metano a permeazione zero un punto di riferimento all’interno del settore produttivo delle bombole in composito”. Eric Debondue, business development leader di 3B (www.3b-fibreglass.com) aggiunge: “La formulazione del vetro di HiPer-tex di 3B fornisce un alto livello prestazionale nei pezzi in composito, mantenendo una sostenibile economicità”. Tim Vorage, application development manager di Dsm (www.dsm.com), conclude: “Akulon Fuel Lock, da noi www.tecnoedizioni.com

recentemente sviluppato, possiede non soltanto un

fattore di permeazione di almeno 150 volte inferiore

rispetto al polietilene ad alta densità (Hdpe), ma limi-

ta anche significativamente l’intaglio in condizioni di temperature estreme sul collo della bombola, grazie a una maggiore resistenza termica, fino a 50 °C, rispetto all’Hdpe”. www.gastank.se

Il Gruppo AB al servizio dell’industria per ottimizzare la spesa energetica

COGENERAZIONE PER L’INDUSTRIA: PIù EffICIENZA, mENO COSTI. Il più importante Gruppo italiano nel settore degli impianti di cogenerazione mette a disposizione soluzioni mirate per ogni settore industriale al fine di migliorare l’efficienza ed abbattere i costi. Ora più che mai un’opportunità strategica per la competitività delle aziende.

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’efficienza energetica costituisce una voce fondamentale nelle politiche industriali, soprattutto oggi che è necessario confrontarsi con una situazione economica difficile e mercati sempre più competitivi. In molteplici settori industriali, quelli più energivori e che richiedono un uso intenso e coordinato di elettricità e calore, la cogenerazione è la scelta più efficace per ottenere una riduzione dei costi fino al 30%. Benefici oggettivi e misurabili. A ciò si affianca il significativo contenimento delle emissioni di CO2, che ha portato la Comunità Europea ad indicare questa tecnologia come una delle più affidabili per la realiz-

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zazione dell’impegno ambientale di tutta l’Unione.

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nologico e di mercato della cogenerazione moderna. La linea Ecomax® assicura livelli di rendimento con vette del 98% di disponibilità di esercizio dell’impianto che permettono di rientrare dall’investimento in tempi certi.

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Che si tratti di unire polimeri termoplastici per chiudere imballaggi o di tagliare e sigillare tessuto-non-tessuto, la tecnologia ad ultrasuoni offre redditizi potenziali di ottimizzazione dei processi tecnici

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Le oscillazioni giuste per collegamenti ottimali di Gianluca Scaccabarozzi

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ndustria automobilistica, medicale, telecomunicazioni, elettronica, packaging, elettrodomestici, fotovoltaico... in pressoché tutti i settori industriali oggi trovano impiego parti in plastica con cui si realizzano collegamenti sicuri mediante saldatura e rivettatura dei polimeri termoplastici. Gli ultrasuoni, tecnologia innovativa, efficiente e rispettosa dell’ambiente, sempre più spesso sostituiscono i metodi convenzionali. Weber Ultrasonics Weld & Cut GmbH (WUW) sviluppa e produce soluzioni ad ultrasuoni sulla base delle più diverse applicazioni di saldatura e taglio, che si distinguono per l’impressionante velocità e per la qualità elevata

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e costante della lavorazione, garantendo processi sicuri e altamente efficienti. A tali risultati contribuisce anche il completo servizio individuale, che spazia dalla consulenza sulle applicazioni alla progettazione, passando per la conduzione di test nel laboratorio dell’azienda e lo sviluppo di macchinari, fino alla messa in funzione e al servizio post-vendita in tutto il mondo. DA SINGOLI COMPONENTI A COMPLESSI IMPIANTI SPECIALI Con gli innovativi generatori di ultrasuoni SONIC DIGITAL MULTI PURPOSE, i convertitori ad ultrasuoni MULTI PURPOSE, booN° 2 Marzo 2013

ster, sonotrodi e portapezzi, WUW fornisce una pratica gamma con tutti i componenti necessari per l’unione e il taglio di materiali termoplastici. In questo modo si può garantire una configurazione adatta alle esigenze dei vari campi di impiego, offrendo risultati riproducibili e una qualità sempre elevata per ogni tipo di applicazione. Il compatto modulo per saldatura manuale ad ultrasuoni HSM 35 è stato progettato per un impiego flessibile nella saldatura della plastica. Il dispositivo, disponibile in diverse versioni con potenza fino a 800 watt e frequenza di 35 kHz, è caratterizzato da un peso estremamente ridotto e da una grande semplicità www.tecnoedizioni.com


d’uso. È la soluzione ideale nei casi in cui non conviene avere un macchinario di serie o speciale oppure quando gli spazi richiedono flessibilità. Con una potenza di 5000 watt e frequenze standard di 20, 30 e 35 kHz, la saldatrice a ultrasuoni OPAL permette di realizzare con efficacia diverse applicazioni per il collegamento dei materiali plastici. La potenza di saldatura può essere impostata tramite un comodo regolatore sulla sommità della macchina. Con il generatore SONIC DIGITAL MULTI PURPOSE è possibile scegliere tra le modalità operative tempo, energia o potenza. La possibilità di programmare le diverse finestre di processo per il controllo o l’interruzione della saldatura, direttamente sul generatore o tramite un comando manuale, garantisce la massima affidabilità. SAPHIR DIGITAL è una saldatrice a ultrasuoni sviluppata da WUW con potenza fino a 5.000 watt per prestazioni superiori nel collegamento di materiali plastici. Disponibile nelle frequenze standard di 20, 30 e 35 kHz, questo sistema compatto presenta una struttura modulare che permette l’uso di frequenze diverse. Grazie a uno scivolo regolabile e a una piastra di regolazione di dimensioni generose con SAPHIR DIGITAL si possono saldare componenti di forme e taglie diverse. Munita di una struttura resistente ai

Nuovo sistema di controllo PPC-Touch, basato su Windows, con funzionalità sofisticate come l’inserimento di valori di riferimento, codifica per massimo 32 portapezzi con selezione automatica del programma di saldatura e analisi grafica del processo. Offre massima affidabilità, monitoraggio e documentazione completi

movimenti torsionali, può operare anche con elevate potenze di saldatura. SAPHIR è l’intelligente sistema per il controllo della saldatura che contribuisce alla durata molto breve dei cicli e all’elevata sicurezza di queste saldatrici ad ultrasuoni, affiancato dalla tecnologia proporzionale e da un sistema di misura ad alta precisione. Consente un controllo e una supervisione impeccabili dei

processi grazie a un display touchscreen di facile utilizzo. Le grandi saldatrici completamente automatizzate possono essere comandate in tutta semplicità con il PPC-Touch di nuovo sviluppo, un applicativo PC basato su Windows per la manutenzione a distanza. Sofisticate funzionalità come l’inserimento di valori di riferimento per la saldatura di parti diverse, una codifica di massimo 32 portapezzi con selezione automatica del corrispondente programma di saldatura, un contatore integrato dei pezzi buoni/cattivi e un’analisi grafica del processo di saldatura per ogni pezzo garantiscono massima affidabilità, monitoraggio e documentazione completi. L’azionamento avviene tramite un comodo display touchscreen da 15”. Per l’automazione o l’integrazione nelle linee di produzione sono a disposizione anche OPAL e SAPHIR DIGITAL, sistemi di saldatura a ultrasuoni con appositi avanzatori. WUW sviluppa e configura, infatti, anche avanzatori e generatori ad ultrasuoni nonché sistemi per il controllo del processo di saldatura per macchine speciali. Per parti in plastica non lavorabili in macchinari standard a causa di dimensioni o forma, WUW progetta e produce impianti specifici, basati su un sistema modulare completo. www.weber-ultrasonics.com

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Da oltre 40 anni Herzog è all’avanguardia nella ricerca e sviluppo della tecnologia degli ugelli ad otturatore. Concepiti pensando a specifici processi, sviluppati con precisione svizzera, realizzati per durare nel tempo.

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Herzog ha sviluppato un compatto ugello ad otturatore per lo stampaggio ad iniezione di LSR. Un cilindro pneumatico a 2 vie controlla il meccanismo di otturazione. L’ugello è dotato di un sistema integrato di raffreddamento lungo tutta la lunghezza dell’ugello, che previente la vulcanizzazione del materiale. I materiali utilizzati per produrre questo ugello sono altamente resistenti alla corrosione

• Interruzione precisa e controllata del flusso • Previene la vulcanizzazione nell’ugello • Migliorata affidabilità e ripetibilità di processo • Per piani stampo caldi e canali freddi • Design compatto e facilità di montaggio • Monitoraggio di processo con sensori sul’attuatore

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TECNOPLAST •

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STRUMENTAZIONE

É ORA DI VUOTARE IL SACCO!

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’innovativo termometro VT02 con visione ad infrarossi si inserisce nella fascia di mercato tra i termometri ad infrarossi economici e le costose termocamere, consentendo di effettuare misurazioni che vanno oltre la temperatura a costi molto competitivi. Oggi, al posto delle noiose operazioni per effettuare ed annotare una lettura singola o multipla della temperatura, è possibile acquisire un’immagine termica e visiva combinata dell’area interessata. Connettori con tecnologia piroelettrica super sottile contengono i costi mantenendo lo standard di qualità Fluke. In passato, la funzione di “fusione d’immagine” era prerogativa esclusiva di strumenti che avevano costi 5-10 volte superiori, ma oggi non è più cosi. E’ disponibile di serie, infatti, sul nuovo termometro VT02 di Fluke con visione ad infrarossi e, grazie alla sua semplicità di utilizzo, non richiede alcuna formazione specifica avanzata. L’innovativa tecnologia piroelettrica super sottile va oltre i limiti degli infrarossi, sperimentando una radiazione sufficientemente densa da creare una mappa del calore combinata a infrarossi. Il termometro VT02 con visione IR è l’anello mancante e lo strumento all’avanguardia da utilizzare quando un’unica lettura della temperatura non è sufficiente e un’immagine termica ad alta risoluzione non è necessaria. Sinora non era possibile combinare i vantaggi del termometro ad infrarossi con la mappa termica a costi rivoluzionari. A differenza delle altre tecnologie, l’immagine mista

elimina qualsiasi dubbio, fornendo informazioni sul punto esatto del problema. Sono 5 i principali vantaggi: misurazione affidabile, rilevamento immediato dei problemi, localizzazione con marker caldi o freddi, documentazione problemi con smartview®, efficiente ricerca dei guasti. Gli impieghi principali riguardano le manutenzioni industriali, il settore elettrico, HVA C/R ed idraulici e il settore automobilistico. Nell’ambito della manutenzione, lo strumento consente di identificare possibili avarie, localizzando i punti caldi e determinando le condizioni di usura dell’apparecchiatura. Mantiene l’efficienza produttiva ottimale e le condizioni di sicurezza riguardo: contatti e sovraccarichi del relè del motorino di avviamento; pompe, cuscinetti e avvolgimenti; cinghie e alberi di azionamento; sovraccarichi elettrici e problemi di cablaggio; verifiche delle prestazioni. Nel settore elettrico elimina le noiose operazioni di acquisizione di più letture della rete e delle misurazioni manuali della temperatura. Documenta la correttezza del lavoro svolto con immagini salvate e report professionali. www.fluke.com www.tecnoedizioni.com


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Termoregolatori facili da installare Con il kit di Omron, l’installazione, la programmazione e il controllo del processo diventano più semplici, veloci e accurati

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isparmio di tempo e fatica per l’installazione e la programmazione, monitoraggio/controllo del processo più rapido e accurato, display ad elevata visibilità: queste sono le caratteristiche dei termoregolatori E5_C, disponibile in offerta Valuepack. Per poter toccare con mano tutte queste qualità, Omron ha preparato l’E5CC/E5EC valuepack che permette di iniziare subito a lavorare. Il kit contiene: un termoregolatore a tua scelta tra E5CC (48x48 mm) ed E5EC (48x96 mm); un relè statico G3PE monofase con dissipatore integrato; il software di configurazione CX-Thermo; il cavo per collegare il termoregolatore al tuo PC. Tra le caratteristiche della serie E5CC/E5EC spiccano il display a elevato contrasto per una migliore visibilità e la facilità di installazione e utilizzo. Il grande display a LCD a caratteri bianchi, a elevato contrasto, di cui sono dotati i nuovi termoregolatori

offre un’ottimale nitidezza ed è visibile in modo ottimale anche da distanze maggiori e da angolazioni molto più ampie rispetto alla norma, indipendentemente dall’illuminazione esterna. Ciò non solo garantisce un maggior comfort dell’utente, ma riduce notevolmente il rischio di possibili errori di lettura. L’impostazione dei parametri è semplificata grazie all’integrazione di algoritmi di autotuning e del nuovo e intuitivo software di supporto CX-Thermo. Ciò consente una configurazione più rapida dei parametri, una regolazione più facile dei dispositivi e una notevole semplificazione degli interventi di manutenzione. Il tasto di scorrimento posto sul pannello anterioreconsente una rapida regolazione dei valori impostati; è inoltre possibile associare a questo tasto funzioni alternative quali Autotuning o RUN/STOP.

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Situazione al 1° trimestre 2013

85a indagine congiunturale di Confartigianato Imprese Piemonte Gli artigiani continuano ad essere fortemente preoccupati di fronte alle incognite di carattere economico, sociale e politico che nell’anno appena iniziato tutta la collettività dovrà affrontare; pertanto, le loro previsioni sono improntate ad un deciso pessimismo, che però, nel complesso, non si è aggravato, attestandosi su valori assai vicini a quelli del trimestre scorso Queste, in estrema sintesi, sono risultanze dell’ultima indagine di Confartigianato Imprese Piemonte. Il saldo sulla produzione totale passa dal –19,74% del trimestre scorso all’attuale –20,09%. Analogamente si accentua lievemente la negatività dei nuovi ordini con un saldo pari a –28,68% a fronte del –28,39% del sondaggio precedente. Diminuiscono le previsioni di carnet ordini superiore ai tre mesi: dal 2,45% all’attuale 2,33%. Il saldo concernente i nuovi ordini per esportazioni vede la prevalenza dei pessimisti con –6,84%, dato meno negativo del –8,34% dello scorso trimestre. Le previsioni d’incassi regolari salgono assai lievemente dal 45,24%

all’attuale 45,27%; coloro che temono ritardi sono in contenutissima diminuzione, passando dal 54,47% al presente 54,44%. Sale in misura minima il numero di coloro che prevedono investimenti per ampliamenti: dallo 0,14% all’attuale 0,15%. Allo stesso modo, rispetto allo 0,14% del trimestre scorso, lo 0,15% del campione intende investire in sostituzioni. Rispetto al trimestre scorso si accentua lievemente la negatività del saldo relativo all’andamento occupazionale che passa dal –3,45% del trimestre scorso all’attuale –3,64%. “Le imprese artigiane –osserva Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – con previsioni negative ma

Meccanica e Subfornitura Dario Visconti Elettronica Gianni Battocchio METALMECCANICA DI PRODUZIONE La Federazione Nazionale Metalmeccanica di Produzione della Confartigianato è costituita dai seguenti mestieri/settori:

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Nautica - Norberto Foletti

non peggiori, sostanzialmente, di quelle dei mesi scorsi, danno una prova di coraggio e di volontà di andare avanti, come hanno sempre fatto, ricoprendo un ruolo fondamentale nella tenuta dell’occupazione e nella creazione di nuovi posti di lavoro, nonché nella produzione di ricchezza reale. Le loro aspettative sono ora rivolte al mondo politico, da cui si attendono, in occasione dell’imminente consultazione elettorale, una comune manifestazione di responsabilità e di concordia che consenta di giungere in tempi rapidi alla governabilità “politica” del Paese, dopo il governo tecnico di Monti. Le imprese chiedono che non vengano sprecati i pesanti sacrifici fatti per

Carpenteria e Serramenti per l’edilizia G.Battista Rusconi Produzione di Armi Pierangelo Pedersoli

Plastica/Gomma/Chimica Luigi Pizzigoni

Coordinatore della Federazione Dario Visconti

Carpenteria Claudio Rizzolo

Segretario Nazionale Raffaele Cerminara

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ricostituire la credibilità dell’Italia e che si ponga finalmente mano a misure strutturali che consentano il rilancio dell’economia”. La prima indagine trimestrale del 2013 è stata realizzata dall’Ufficio studi di Confartigianato Imprese Piemonte tramite un questionario telefonico che ha coinvolto un campione di circa 2500 imprese scelte tra i settori artigiani della nostra regione, riguardanti la produzione ed i servizi maggiormente significativi. MODALITÀ OPERATIVE All’ottantacinquesima indagine trimestrale sull’andamento congiunturale dell’artigianato piemontese hanno risposto 2.495 artigiani, pari a circa il 97,35% del campione di imprese adottato per le rilevazioni. L’indagine è stata condotta telefonicamente, con metodo CATI (Computer Assisted Telephonic Interviewing), nel corso dei giorni lavorativi compresi tra il 3 dicembre 2012 e il 14 gennaio 2013, contattando, con l’ausilio di intervistatori esperti ed adeguatamente formati sui contenuti del sondaggio, le imprese facenti parte

del campione, il quale viene aggiornato all’inizio di ogni anno in base agli ultimi dati ufficiali disponibili sulle variazioni delle iscrizioni agli Albi delle imprese artigiane piemontesi. Per ottenere una maggiore aderenza all’effettiva realtà del mondo artigiano, a partire da quest’anno i settori merceologici su cui si articola la campionatura dell’indagine sono stati rimodulati secondo l’appartenenza ai contratti collettivi nazionali di categoria. Conseguentemente il campione per l’anno in corso è composto da 2.563 imprese estratte da 18 settori produttivi e di servizio (acconciatura ed estetica; alimentaristi; trasporto; ceramica; chimica; edilizia; grafica; lapidei; legno; metalmeccanica, impiantistica, riparazione autoveicoli; occhialeria; odontotecnico; orafi; panificazione; pulitintolavanderie; servizi di pulizie; tessile abbigliamento e calzaturiero; attività varie). Vengono incluse nel campione solo imprese che, al momento della rilevazione, sono attive da almeno 18 mesi e non prevedono la cessazione dell’attività nei successivi 6 mesi. www.tecnoedizioni.com


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FIERE 12 – 15

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MARZO 2013

MARZO 2013

PLASTIMAGEN – Città del Messico (Messico)

MECSPE – Parma (Italia)

Logisticamente questa manifestazione collega i mercati del Nord, del Centro e del Sud America, mentre in termini merceologici sviluppa certamente argometi legati all’imballaggio, ma anche al riciclo delle plastiche, all’utilizzo degli isolanti e delle tubazioni nell’edilizia, quindi alla applicazioni per la cosmetica, per il farmaceutico, i giocattoli, per l’elettronica. www.plastimagen.com

LE TRE LEGGI DELLA ROBOTICA IMPACT: LA RIVOLUZIONE NELLA MISURA DEL MELT

14 – 16 MARZO 2013

ENGINEERING ASIA – Karachi, Pakistan

[uno] I trasduttori Impact non possono recar danno ad essere umano, perciò le parti a contatto con il processo sono fino a 35 volte più robuste rispetto alle normali sonde. Inoltre sono estremamente affidabili, resistenti ad alte temperature e all’usura del tempo. A testimonianza: una garanzia di 3 anni.

[due] I trasduttori Impact devono obbedire agli esseri umani per questo non fanno nessuna resistenza alla installazione, che risulta semplice. Lo stelo è totalmente svincolato dalla membrana, favorendo una riduzione dei tempi di lavoro.

[tre] I trasduttori Impact devono proteggere la propria esistenza e l’ambiente, per questa ragione non contengono mercurio o alcun fluido di riempimento, e utilizzano una innovativa tecnologia che sfrutta il principio piezoresistivo al

Punto nodale della manifestazione è il CAD/CAM/CAE applicato non solo alla plastica, ovviamente, ma anche alle macchine utensili, stampi per plastica, pressofusione, forgiatura. www.engineeringasia.net

18 – 20 MARZO 2013

LIFESCIENCE FORUM – San José (Costa Rica) E’ questo un convegno dedicato alle criticità/tendenze in essere tra il comparto medico e il relativo comparto manifatturiero ad esso dedicato, con particolare riferimento alla sempre più vaste applicazioni dei dispositivi realizzati in materiale plastico. Durante questa tre giorni ci saranno vari momenti di confronto fra rappresentanti del comparto industriale e ricercatori del comparto medico. www.lifesciencescr.com

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19 - 21 Manuale Gefran Prima edizione 2009 d.C.

MARZO 2013

TYREXPO ASIA – Singapore (Singapore) Evento biennale che riunisce i professionisti della regione alla scoperta di nuovi prodotti in vari ambiti, quali: plastica, gomma, macchine, industria automobilistica. www.eci-international.com

www.impact-gefran.it • TECNOPLAST

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In seno alla manifestazione MECSPE è da segnalare, per quanto riguarda le materie plastiche, PlastixExpo; storico appuntamento dove gli stampatori si troivano a dialogare con i fabbricanti di macchine e attrezzature nel comparto delle materie plastiche. www.esporre-mecspe.com

3–6 APRILE 2013

TIPREX – Bangkok – (Tailandia) Fiera dedicata all’industria delle plastiche, delle gomme, degli additivi e dei controllo di gestione dei rispettivi processi di fabbricazione, nota per la valenza/utenza prevalentemente legata al mercato tailandese e indocinese. www.tiprex.com

8 – 11 APRILE 2013

GULF PRINT & PACK – Dubai (Emirati Arabi) Dedicato a un comparto in forte sviluppo – quello dell’imballaggio – Gulf Pack presenta lo stato dell’arte in tema di fabricazione di sacchetti, bottiglie, codificazione ed etichettatura. www.gulfprintpack.com

27 – 30 AGOSTO 2013

Plastec – Caxias do Sul, Brasile È questa una importante fiera tecnica in America Latina. Riunisce imprese trasformatrici e l’industria dei termoplastici, termoindurenti, stampi e attrezzature. www.plastechbrasil.com.br

16 – 23 OTTOBRE 2013

K 2013 – Düsseldorf, Germania Presso l’ente fiera della cittadina tedesca si tiene questa importante manifestazione internazionale, dedicata alle plastiche e alle gomme. Tra le iniziative 2013 il tema della “plastica in movimento”, dove verranno messe in evidenza i numerosi aspetti relativi alla tematica della mobilità. www.k-online.de

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in turbolenza! una guida sicura.

polimeri termoplastici e pvc: da ed in ogni dove VITTORIO VALENTE S.A.S 20090 Segrate (MI) - Via Modigliani, 25/27 Tel. 02216913.1 - Fax 02216913.32/33 www.vittoriovalente.it - info@vittoriovalente.it


INDIRIZZI UTILI Le aziende inserzioniste sono evidenziate “in rosso” AB Energy

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AIRI 9 Altex 1 Arburg 47 B&R 2 Bausano 49 BFM 12 BMB

4° copertina

Chinaplas 42 Confartigianato 60 Doss 43 DuPont Cyrel

22

Europack Euromanut

62

Fakuma 8 Frost&Sullivan

12

Gefran 62 Gulf Print & Pack

62

Igus 50 Imex 14 IMG 5 ISTAT

10

K 2013

62

Kistler

7

Kraus Maffei

41

Kyoto Club

13

Lanxess 12 Lifescience Forum

62

M&G

12

MECSPE 52 - 62 Montenegro 59 Moretto 58 Nickerson

11 - 15 - 57 - 44

Phenomenex 15 Piovan 40 Plastec South

62

Plastic Extruder

28

Plastimagen 62 Presma 64 Regloplas

36

Renato Moretto

16

Rivi Magnetics Romi Sandretto

patella - 3 61

Sella 6 Sumitomo DEMAG

24

Sverital 54 - 36 Teknoir Apex

14

Tiprex

62

Tyrexpo Asia

62

Unicredit-Laterza

14

Valente 63 Volkswagen 24 Weber Ultrasonic

56

Yushin 48 Zambello

64 • TECNOPLAST

N° 1 Gennaio/Febbraio 2013

3° copertina

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