BioGuida n.48 - Primavera 2015

Page 1

Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 CNS TS

In caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di Trieste per la restituzione al mittente previo pagamento resi.

PRIMAVERA 2015

BioGuida

N. 48 Trimestrale di ricerca olistica e 2,90

ITINERARI DELLO SPIRITO

LUCE E FORME



BioGuida

PRIMAVERA 2015

BioGuida

Testata iscritta al ROC n. 16994. Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 CNS TS Editore: BioGuida Edizioni di Pierpaolo Bon Sede: Piazza Vico 7 B, 34131 Trieste (TS) Tel. 040.3229773 - Fax 040.9890285 Infoline: 338.8852117 info@bioguida.com - ppbi@bioguida.net Sito web: www.bioguida.com Abbonamenti: 040.3229773 - 338.8852117 info@bioguida.com CCP 51506707 Pubblicità e Marketing: 338.8852117 ppbi@bioguida.net Impaginazione e stampa: Mosetti Tecniche Grafiche, Trieste La riproduzione anche parziale di immagini o testi deve essere autorizzata dall’editore. La rivista viene distribuita esclusivamente in punti selezionati e autorizzati. Nessun allegato alla rivista è da considerarsi tale se non esplicitamente autorizzato. L’editore si mette a disposizione degli autori delle cui opere non sia stato possibile risalire alla fonte. I diritti di immagini e loghi pubblicitari sono forniti dai clienti dietro loro autorizzazione e responsabilità.

Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 CNS TS

Trimestrale di approfondimento e ricerca olistica. Aut. Reg. Tribunale di Trieste n° 1067 del 26/03/03

N. 48 Trimestrale di ricerca olistica € 2,90

In caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di Trieste per la restituzione al mittente previo pagamento resi.

ITINERARI DELLO SPIRITO n° 48 primavera 2015

ITINERARI DELLO SPIRITO

LUCE E FORME

in questo numero La via LA VIAstelle: DELLE STELLE delle

Il gioco degli opposti . . . . . . . . . . . . . . . 4

La via LA VIAscienza: DELLA SCIENZA della Il giusto equilibrio intestinale . . . . . . . 8 I segni morfologici del cronorischio. . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34

La via LA VIA INTERIORE interiore: Auto-Diagnosi. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12

Direttore responsabile: Pierpaolo Bon

Il magico limone . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13

Direttore editoriale: Mari Valentini

Le radici del Tantra . . . . . . . . . . . . . . . . 24

I nomi di questo numero: Fabio Basalisco, medico ayurvedico. Susanna Berginc, operatrice di metamedicina, numerologa, floriterapeuta. Antonio Bosna, libero ricercatore spirituale e teologo. Elisabetta Conti, antropologa, iridologa. Rodolfo Carone, associazione Gendai Reiki Italia. Maura Gigliotti, insegnante di hatha yoga. Francesco Giordano, critico ed esperto musicale. Roberta Giurissevich, astrologa. Andrea Meriggioli, bonsaista. Andrea Sergiampietri, medico veterinario, omeopata. Aljaž Vavpeticˇ, naturopata, counselor gestalt. Disegni e immagini: Cristina Bernazzani, Manuela Frisone, Moreno Tomasetig (quando non diversamente specifcato)

La via LA VIApiante: DELLE PIANTE delle

II LUOGHI luoghi: I luoghi della BioGuida . . . . . . . . . . . . 16

La via LA VIAorigini: DEI VIAGGI delle Divinità indiane . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28

La via LA VIAanimali: DEGLI ANIMALI degli La Via degli animali: dall’identità all’individualità. . . . . . . . 36

Parole E MUSICA ePAROLE musica: Recensioni CD . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 40 Recensioni libri. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 42

Storia e cultura del bonsai . . . . . . . . . 14

In copertina: opera di Alpina della Martina

1


BioGuida

PRIMAVERA 2015

Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 CNS TS

In caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di Trieste per la restituzione al mittente previo pagamento resi.

N. 48 Trimestrale di ricerca olistica € 2,90

ITINERARI DELLO SPIRITO

LUCE E FORME

EDITORIALE

Scritto sul corpo utare il proprio corpo, nelle varie forme e possibilità che ci sono consentite, è da sempre un’opportunità di trasformazione umana rispetto a quanto ci consegna la nascita terrestre e il destino divino. Per questa ragione osservare, per esempio, chi tra ci circonda sia tatuato, in piccolissime o grandissime parti della pelle, del corpo e del viso, ci impone una riflessione profonda al di là delle mode attuali o antiche, che sia di massa o d’elites, di ribellione o costrizione, come un marchio subìto d’emarginazione reietta, o di esibizionismo voluto, così com’è stato variamente nella storia.

in discussione la propria identità, le proprie sembianze fisiche, l’idea stessa di nudità, con ciò che essa evoca a livello simbolico. La pelle incisa partecipa attivamente al vivere mondano, decide di rappresentare attraverso i disegni tatuati una nuova angolazione del corpo nella visione e partecipazione alla verità attorno, una costellazione nuova che racconta la propria soggettività fino a quel momento taciuta all’esterno. Le incisioni disegnate e colorate completano la bellezza di sé che si vuole inseguire ed esibire, costituiscono una nuova tessitura simbolica della vita di ognuno. Le immagini impresse evocano memorie lontane, possono dare sostanza ad amori perduti, profondità ai legami negati dall’esistenza o finiti e tutto questo si rac-

Vuol dire ragionare su sé stessi, su quell’idea più o meno esplicita che definiamo canone di bellezza, condiviso, d’usanza comune nel nostro apparire agli altri, nel rapportarci al mondo attraverso la nostra fisicità primaria. Sembra infatti che i tatuaggi diffusi in Occidente degli ultimi anni cambino radicalmente un’idea classica di bellezza nuda e immutabile, trasformatasi in qualche cosa d’artefatto: il corpo può essere un manufatto forgiato a propria volontà e piacere ed incidere la pelle, come il make up, viene considerata la capacità di mettere coraggiosamente

conta in silenzio. Talvolta però, la scelta di un tatuaggio può avere un significato effimero, essere un’adesione casuale e momentanea che non ha dietrologie, non nasconde significati occulti. Per questo il rito del tatuaggio può esprimere semplicemente il passaggio lineare da una generazione all’altra, il superamento dell’ideale materno e ribadisce semmai con forza le convinzioni di un’adolescente rispetto a sua madre, senza pretese di significati nascosti, senza alcuna volontà che non sia iniziare una nuova generazione che avanza.

C’è più ragione nel tuo corpo che in tutta la tua sapienza. (F. Nietzsche)

M

2

Scalfire il corpo nell’antichità non riguardava la possibilità di una pratica personalizzabile; nella ”Genesi”, Caino è segnato perché rappresenta una generazione maledetta ed il marchio tatuato in tutto l’Occidente ha a lungo rappresentato coloro che non siano degni dell’umano. Le modifiche del corpo non sono contemplate neppure in epoca greco-romana, lì dove l’ideale estetico del corpo non deve essere sciupato da nascondimenti o infingimenti, dove il segno d’autentica perfezione coincide con l’incontaminata grazia e naturalezza del medesimo. Non così tra gli Egizi, tra cui la pratica del tatuaggio era diffusa tra le regine: trasformare il corpo era considerata un’arte. Sembra allora che il tatuaggio, in Occidente, torni fascinosa pratica con i grandi viaggi d’esplorazione e, soprattutto nel corso del Settecento, con i racconti favolosi di James Cook, che usa per primo il termine “tattoo” di ritorno dai mari del Sud, per cui il segno sul corpo rappresenta un’alterità sfuggente e misteriosa, un assieme di culture e popoli rispetto alla tradizione occidentale. Nella nostra recente storia decennale, i tattoo sono tornati in voga con i punk negli anni settanta, a rimarcare un disagio sociale e giovanile che caratterizzava una profonda crisi sociale ed economica, una condizione selvaggia e marginale. Dagli anni novanta ad oggi il tatuaggio impazza come pratica di decorazione normalizzata, senza alcuna remora di ostracismo. Le fiere e le esposizioni itineranti di tatuaggi nelle città italiane, europee e mondiali si incrociano a quelle di più svariato genere, raccogliendo proseliti ed entusiasmi diffusi. Una relazione sottile d’intesa lega il tatuatore al tatuato, un mistero alchemico, un affidamento insindacabile attorno a questi operatori, innalzati a nuovi paladini della bellezza dei nostri tempi: un gesto di fiducia incondizionata, come verso un medico, come nei riguardi di un guaritore magico, come ad un esteta divino di questa maestosa magia di segni e simboli scritti sui corpi. La forma si fa sostanza, la sostanza si fa forma sul corpo. Mari Valentini marivalentini@libero.it


Dove trovare la BioGuida?

LA BIOGUIDA SI RICEVE SOLO IN ABBONAMENTO POSTALE: conto corrente postale: 51506707 intestato a: BioGuida Edizioni - causale: abbonamento BioGuida oppure: IBAN IT14M0760102200000051506707 CONTRIBUISCI ANCHE TU AL SUCCESSO DEL PROGETTO BIOGUIDA: SOTTOSCRIVI UN SEMPLICE ABBONAMENTO ANNUALE! Come privato al costo dell’abbonamento di soli 10,00 e annuali, riceverai la BioGuida comodamente a casa tua...

Come associazione / operatore al costo dell’abbonamento di soli 18,00 e annuali, vedrai pubblicati i tuoi dati nella rubrica “I Luoghi della BioGuida”, oltre a ricevere la rivista. Dopo aver pagato il bollettino invia i tuoi recapiti da pubblicare al fax 040.9890285 o alla mail info@bioguida.com

INFO LINE: info@bioguida.com 040.3229773 338.8852117 3


LA VIA VIA DELLE STELLE

Il gioco degli opposti di Roberta Giurissevich (astrologa) astrowaygo@gmail.com “Ogni uomo contiene una donna dentro di sé e ogni donna un uomo; e questa verità basilare non è soltanto biologica - perché tutti noi conserviamo come caratteri recessivi le vestigia ereditarie del sesso opposto all’esterno del nostro corpo - ma anche psicologica.” (L. Greene) L’identità maschile e femminile

I

l crollo dei ruoli convenzionali maschile e femminile nella società attuale e la graduale disintegrazione della famiglia nel senso tradizionale sono ascrivibili al fatto che ciascuno di noi esprime, molto spesso inconsciamente, delle qualità spiccatamente maschili o femminili a prescindere, se non addirittura in contrasto, con il proprio genere di appartenenza? Se il cammino che la donna ha percorso nel secolo scorso l’ha portata a raggiungere, a livello sociale, un grado di

4

emancipazione mai sperimentato prima nel corso della storia, ciò ha rispecchiato l’esigenza su un piano personale di far uscire allo scoperto le valenze maschili della personalità femminile, lasciando “libero” anche l’uomo di esprimere le proprie componenti passive, come conseguenza. A livello superficiale si potrebbe affermare che la donna forte ha reso l’uomo più debole, eppure a livello di energie cosmiche non solo abbiamo assistito ad un maggiore equilibrio tra maschile e femminile ma la società ha compiuto l’importante passaggio di accettare, almeno in parte, che le polarità si possano esprimere nell’individualità umana in entrambi i generi. L’astrologia può essere uno strumento di rilevazione di una polarità rispetto all’altra ma, soprattutto, un linguaggio per l’espressione e la migliore comprensione di questa dinamica? In ciascun oroscopo la presenza di segni e pianeti rappresenta una chiave di lettura del fatto che, come in ciascuno di noi dimora una componente conscia e una inconscia, così in ognuno opera una polarità maschile e una femminile; per di più è possibile rilevare la prevalenza di una delle due componenti, a prescindere dal genere.

I luminari, Sole e Luna, e l’Ascendente sono l’espressione della dinamica conscio–inconscio nelle due polarità. Le immagini inconsce transessuali che Jung ha definito Animus e Anima trovano corrispondenza in astrologia nella simbologia dei pianeti. Il Sole corrisponde alla componente conscia e la Luna a quella inconscia nell’uomo. Il Sole rappresenta la volontà conscia dell’io, la forza vitale, la creatività, il coraggio, l’ambizione, l’orgoglio, l’indipendenza e la capacità decisionale. Nel gioco di specchi in un tema femminile il Sole, nella misura in cui opera sul piano inconscio, fornisce indicazioni sul compagno, il marito o il partner ideale, proprio perché rappresenta le qualità maschili che la donna proietta fuori di sé, sull’altro sesso. Nella donna è la Luna ad esprimere maggiormente la componente conscia. La Luna è astro della notte: sinonimo di passività, ricettività, emotività, sensibilità, romanticismo, dolcezza, fecondità, fantasia, immaginazione, intimità, timidezza e intuizione. In un tema maschile, la Luna rappresenta la madre, la compagna, la partner ideale o le altre eventuali figure femminili che ne influenzano l’esistenza.


Se l’Uno, come maschile rappresenta l’essenza divina e il Due come femminile corrisponde alla dualità, che sta alla base della vita e alla sua capacità di riprodursi, l’Ascendente è il terzo fattore che àncora le due energie al mondo materiale. Introducendo le variabili di spazio e tempo, l’espressione di per sé eterna e infinita delle energie cosmiche viene calata sul piano fisico e umano delle vicende terrene. Il punto in cui cade l’Ascendente fornisce indicazioni sull’aspetto di una persona e sul suo modo di porsi all’esterno. Da alcuni definito una maschera che l’individuo indossa nel mettersi in rapporto con l’altro e con l’ambiente circostante, l’Ascendente è, secondo chi scrive, parte integrante e costitutiva della personalità, poiché non vi è modo di scindere in maniera netta i tratti da questo determinati rispetto a quelli riferibili al Sole o alla Luna. Volendo considerare la struttura della personalità in maniera stratificata, l’Ascendente rappresenta lo strato più superficiale, l’immagine che abbiamo di noi stessi e che proiettiamo all’esterno, mentre il Sole è il senso di identità, la volontà di potenza, il fulcro dell’Io e la Luna coincide con la dimensione ricettiva, la sensibilità e il mondo emotivo.

che si fa corrispondere al suo domicilio diurno nel segno del Toro e l’altra più aerea, legata alla forma e all’estetica, collegata al domicilio notturno in Bilancia. Esprime la volontà di sedurre, di attrarre a sé: se Marte corrisponde al desiderio, Venere vuole essere desiderata. Simboleggia inoltre l’amore, gli affetti, il piacere, l’armonia, la capacità di adattamento e il gusto personale. Nella sua accezione negativa si collega all’eccesso di passività e di sensualità, alla pigrizia e alla lussuria. Nell’uomo Venere identifica le qualità che egli ricerca nella donna. Mercurio, che rappresenta l’aspetto mentale, veniva rappresentato come un essere androgino. Tra le sue qualità si annovera quella di riunire, raccogliere e mettere insieme. Per gli antichi era Ermes, il messaggero, la figura di collegamento tra gli dei e gli uomini che, a livello psichico, corrisponde simbolicamente alla capacità di mettere in relazione i contenuti inconsci e la coscienza. Colui che, nella cultura classica, possedeva le chiavi della conoscenza, funge da tramite tra maschile e femminile, rendendo manifesta l’essenza. Mercurio era in alchimia Ermete Trismegisto, tre volte grande, il trasformatore, a indicare la possibilità della mente di favorire l’evoluzione

attraverso il processo di integrazione dei meccanismi inconsci e di assimilazione delle esperienze, che avviene nei processi di elaborazione cosciente. Anche i segni che ospitano i pianeti offrono indicazioni sulla componente maschile o femminile e sulle sue modalità di espressione. I segni di Terra - Toro, Vergine e Capricorno - e quelli d’Acqua - Cancro, Scorpione e Pesci - sono per tradizione femminili: i primi lo esprimono in quanto terra, materia, cura, nutrimento, ordine e organizzazione nella vita pratica, i secondi corrispondono alla dimensione del sentire in chiave emotiva, al sentimento, alla sensibilità e all’affettività. I segni di Fuoco - Ariete, Leone, Sagittario - e quelli d’Aria - Gemelli, Bilancia, Acquario - rappresentano le qualità del principio maschile. Il Fuoco corrisponde all’energia che irrompe e domina, l’Aria è correlata al potere della mente che tutto ordina e determina. La presenza di Sole, Luna, Ascendente o di altri pianeti o punti importanti dell’oroscopo nei vari segni, ci informa di quanto operino nell’individuo, a livello conscio o inconscio, le due polarità. Se, ad esempio, in un uomo si riscontra una prevalenza di pianeti in segni

Il desiderio e le relazioni Canterò l’arme, canterò gli affanni D’amor, che un cavalier sostenne gravi, Peregrinando in terra e ‘n mar molt’anni (Orlando Furioso cap.XVIII) Questi celebri versi introducono altre due facce del maschile e del femminile e il modo in cui si esprimono nell’ambito delle relazioni: l’arme, cioè Marte e gli affanni d’amor, vale a dire Venere; mentre il peregrinar introduce il terzo fattore, atto a fungere da tramite tra le due energie maschili e femminili: Mercurio. Marte rappresenta l’azione, il modo di procedere, l’energia, il fuoco, il desiderio, la passione, la volontà, l’energia sessuale e la combattività; al negativo può divenire brutale, violento, irascibile e crudele. Corrisponde all’energia maschile dinamica. Esprime le qualità che la donna ricerca nel partner. Venere è per definizione sinonimo di bellezza: nella sua simbologia coabitano due tendenze, una più fisica e sensuale, 5


LA VIA VIA DELLE STELLE

d’Acqua, la sua personalità sarà passiva, ricettiva, sensibile, tenderà a entrare in sintonia con l’altro più che a dominarlo o a impressionarlo con le proprie qualità. Dall’altro lato, una donna con una prevalenza di segni di Fuoco sarà contraddistinta da una personalità forte, desiderosa di affermarsi, amante dell’avventura e della conquista. Una tematica che può essere ulteriormente approfondita applicando ai concetti di maschile e femminile la classificazione fornita da Edward Witmont ne “La ricerca simbolica” (Greene, L. La relazione interpersonale, Astrolabio, Roma, 1986), in base alla quale l’archetipo femminile si scinde in quattro tipi psicologici, in grado di riassumere tutte le qualità della psiche femminile, nonché l’infinita varietà di tipologie caratteriali: la Madre, l’Amazzone, l’Etera e la Medium. La Madre esprime le qualità di cura e nutrimento tipiche della componente 6

lunare e dei segni d’Acqua, l’Amazzone, donna guerriera, incarna le caratteristiche di forza e concretezza dei segni di Terra. L’Etera è la donna bella e spietata, intelligente, capricciosa e inaffidabile, associabile ai segni d’Aria, mentre la Medium incarna le qualità dell’ispirazione, della creatività e dell’intuizione analoghe ai segni di Fuoco. Come corrispettivo, le quattro personificazioni delle molteplici espressioni dell’archetipo maschile comprendono: il Padre, il Puer, l’Eroe e il Saggio. Il Padre incarna i valori tradizionali di matrice familiare e il legame con il passato, analoghi alle qualità lunari dell’Acqua, il Puer esprime gli aspetti aerei, giovanili, brillanti e instabili dei segni d’Aria. L’Eroe è l’uomo che raggiunge il successo grazie al suo carisma, simbolo di solidità e resistenza, qualità correlate ai segni di Terra; il Saggio simboleggia la creatività, l’ispirazione e la chiarezza di visione del Fuoco ai suoi massimi livelli.

Integrare la polarità In base alla teoria degli elementi il pensiero antico suddivideva il mondo manifesto in quattro principi ordinatori che lo attraversano verticalmente, creando dei collegamenti analogici tra le varie forme di manifestazione. Partendo dal presupposto che tra gli individui non esiste l’elemento puro, è possibile individuare quattro tipologie, riferibili ciascuna a uno dei quattro elementi. Il tipo Acqua, ovvero un individuo la cui carta natale contiene una predominanza di fattori Acqua, si identifica con la componente ricettiva–passiva della personalità; prevalgono in lui l’emotività, l’istinto di conservazione, il legame con il passato e con l’inconscio, la tendenza all’introspezione e alla contemplazione. Il tipo Aria, nel quale predomina la componente mentale, si esprime attraverso il respiro, la comunicazione e il movimento; è socievole ma tende ad essere impersonale e distaccato.


Il Fuoco è dinamico, impetuoso, passionale, impaziente, egocentrico, entusiasta, fiducioso e, alle volte, infantile. Nella sua espressione più alta, attraverso la sublimazione della prorompente energia che lo contraddistingue, il tipo Fuoco è in grado di esprimere i più elevati livelli di coscienza e di evoluzione dello spirito. La Terra è espressione dell’energia al suo massimo grado di concentrazione, si associa simbolicamente alla struttura, alla fisicità e alla realtà concreta. Tra le sue caratteristiche vi sono la pazienza, il senso pratico, la disciplina, la tenacia, la prudenza, la profondità e la capacità organizzativa; il tipo Terra può divenire dogmatico, eccessivamente analitico e arrivista. La tradizione astrologica ha sempre posto in affinità tra loro gli elementi femminili e quelli maschili, anche se l’attrazione e lo scambio tra due individui ha ragione di essere in virtù della proiezione reciproca di funzioni inconsce. Va attribuito a Liz Greene il merito di aver colto per prima, in chiave astrologica, il fatto che la dinamica in atto normalmente all’interno di una relazione è quella di

integrare le proprie componenti inconsce, grazie al rapporto con l’altro. Se, in rapporto alla tradizione, i segni d’Acqua sono affini a quelli di Terra, secondo lo studio di Liz Greene, il tipo Acqua sarebbe invece attratto dal tipo Aria, poiché quest’ultimo lo aiuterebbe ad esprimere la razionalità che gli manca. Allo stesso modo, la tradizione porrebbe il tipo Aria in affinità con quello Fuoco; tuttavia la sua funzione inconscia è incarnata dal tipo Acqua, che gli permette di entrare in contatto con il lato per lui più difficile: la dimensione del sentimento. Così pure Il tipo Fuoco, generalmente considerato affine al tipo Aria, trova invece espressione della sua funzione inconscia nella Terra che lo aiuta a entrare in relazione con la concretezza del mondo reale e fisico. Infine il tipo Terra, considerato affine all’Acqua, esprime con maggiore pienezza la propria componente inconscia tramite il tipo Fuoco, che gli permette di uscire dal suo mondo ordinato attraverso l’istinto e la spontaneità. Se un uomo presenta nel suo oroscopo valori femminili in misura maggiore, ciò

potrà ripercuotersi nelle sue relazioni, creandogli difficoltà ad esprimere il proprio lato maschile passionale: potrà fare fatica a trovare una partner oppure si accompagnerà a donne molto maschili, in grado di esprimere per lui la componente che fa fatica a mostrare, vivendo però il proprio ruolo come carente; anche una donna con forti valenze maschili nel proprio tema avrà difficoltà a relazionarsi con l’altro sesso, perché non troverà un uomo in grado di dominarla, oppure potrebbe stancarsi di un rapporto con un uomo molto femminile in quanto poco virile e troppo sottomesso. Solo attraverso un percorso di consapevolezza, mirato all’integrazione delle proprie componenti inconsce, è possibile rispondere all’esigenza di riequilibrare un processo che ha evidentemente ribaltato i ruoli e gli equilibri tra uomo e donna. L’astrologia può essere uno strumento utile a individuare e integrare i lati oscuri della personalità, nella prospettiva di armonizzare le polarità al proprio interno per trovare poi completezza, gioia ed equilibrio, anche nello scambio con l’altro.

7


LA VIA VIA DELLA SCIENZA

Il giusto equilibrio intestinale di Aljaž Vavpeticˇ (naturopata, counselor gestalt) www.fitoplus.com

L’

intestino è il più importante centro di smistamento del nostro prezioso sistema di equilibrio assimilativo ed energetico. Se non assorbe bene o non ha gli elementi completi per poter effettuare egregiamente tale funzione, tutti gli apparati e gli organi, prima o poi, vanno inesorabilmente incontro a notevoli problemi. Negli ultimi anni c’è stato un aumento esponenziale del numero di studi che collegano squilibri o disturbi della flora intestinale ad una vasta gamma di malattie, tra cui obesità, problemi di infiammazione intestinale, depressione ed ansia. Uno dei modi migliori per avere un intestino sano è quello di fornirgli “alimenti” adeguati ed utili al suo funzionamento, come ad esempio i giusti batteri intestinali che sono i veri e propri operatori alimentari sul campo. Ma non basta fornirli. Se questi non vengono a loro volta nutriti con cibo adeguato per vivere. Occorre alimentarli, nutrirli, altrimenti avremmo solo un bel numero di batteri inizialmente pimpanti ma che, in

un tempo breve, diventerebbero esausti e deboli. Questi elementi nutritivi sono i cosiddetti prebiotici. I pre-biotici lavorano prima dei probiotici: sono carboidrati indigeribili (altrimenti verrebbero consumati prima di raggiungere la sede operativa intestinale) o almeno indigesti a noi esseri umani, ed è per questo che riescono a raggiungere il colon senza problemi, rimanendo intatti. Una volta lì, in maniera selettiva, alimentano i ceppi di batteri benefici presenti all’interno. Le nostre nonne raccomandavano da sempre l’attenzione e la cura dell’intestino in almeno due periodi dell’anno: l’autunno e la primavera e tanti vecchi saggi, che vedevano l’intestino in sintonia con i cicli della natura, ne auspicavano la pulizia e la buona preparazione a seconda del periodo dell’anno, sia il risveglio primaverile che la preparazione ai rigori dell’inverno. Adesso che siamo in primavera, potremmo anche noi sintonizzarci con la stagione e dare un buon contributo di energia all’organismo iniziando proprio da qui. Vediamo dunque più da vicino come sono fatti e da dove derivano questi importantissimi elementi pre-biotici che rappresentano

il fondamentale sostentamento dei probiotici. I prebiotici sono generalmente classificati in tre diverse tipologie: polisaccaridi non amidacei (come l’inulina e fruttoligosaccaridi), fibra solubile (compreso psyllium buccia e le fibre di acacia) e amido resistente (RS). Ognuno di questi tipi di prebiotici è benefico per una diversa specie di batteri intestinali ma, tra questi, l’amido resistente sta mostrando tutti i suoi benefici, risultando veramente unico nel suo genere. I vantaggi distintivi dell’amido resistente sembrano inequivocabilmente riconosciuti, anche tra i sostenitori di una dieta a basso contenuto di carboidrati. Per capire bene il discorso, dobbiamo prima inquadrare cosa significhi “amido resistente”. Si tratta di un tipo di amido che non viene digerito nello stomaco o dall’intestino tenue e quindi raggiunge il colon praticamente intatto. In poche parole, resiste senza problemi alla digestione. Questo spiega il motivo per cui non si hanno picchi di glicemia o di insulina dopo aver mangiato l’amido resistente e perché dall’assunzione non si ottengono calorie significative, con buona pace di chi è in costante braccio di ferro con la bilancia. Andiamo ora a conoscerli un po’ più da vicino. Esistono quattro tipi di amido resistente: RS Tipo 1: l’amido è fisicamente inaccessibile, legato all’interno delle pareti cellulari delle piante fibrose. Questo tipo si trova nei cereali, nei semi e nei legumi. RS Tipo 2: amido ad alto contenuto di amilosio, che è indigeribile allo stato grezzo. Questo si trova nelle patate, nelle banane acerbe e nei platani. Il platano (più raramente plantano o bananito) è una pianta erbacea gigantesca simile al banano e diffusa in gran parte dei paesi caldi, dove viene spesso consumata come uno degli alimenti di base. Il frutto del platano è di forma simile alla banana ma di dimensioni maggiori (fino a circa 40 cm), di colore verde intenso e dotato di una buccia più spessa e dura. La polpa è tossica se consumata cruda, se non in condizioni di avanzata maturazione;

8


cotta o bollita può essere cucinata in moltissimi modi, per esempio in forma di purea, focaccia, chip e così via. Cucinare questi alimenti provoca cambiamenti nell’amido, rendendolo però inutilizzabile per gli scopi che abbiamo visto. RS Tipo 3: chiamato anche RS retrogrado, poiché questo tipo di amido resistente, rispetto al tipo 1 e 2, è cucinato e poi raffreddato. Questi alimenti cotti e raffreddati creano l’effetto retrogradazione e poi possono essere riscaldati a basse temperature, sempre inferiori a 130 gradi, così da mantenere i vantaggi dell’amido resistente. Riscaldato a temperature più elevate sarà capace di convertire l’amido in una forma che è digeribile e quindi non più utile per nutrire i nostri batteri intestinali. Tra i cibi cotti e raffreddati possiamo includere il riso parboiled, le patate, e i preparati di legumi. RS Tipo 4: vi è anche una forma sintetica di amido resistente, che sinceramente non viene consigliata, ma che comunque esiste. Un esempio comune è l’amido resistente di mais. Il nostro intestino normalmente presenta centinaia di specie batteriche, alcune buone e altre meno. Il numero complessivo e la quantità relativa di ogni tipo ha un profondo effetto sulla nostra salute e sul benessere. L’amido resistente stimola

selettivamente i batteri buoni, contribuendo a mantenerne il loro equilibrio sano. Molto interessante è sapere che i batteri sono 10 volte più numerosi delle cellule del corpo. Solo sulla superficie della pelle ne abitano circa 5 miliardi, tra virus, batteri e funghi. La gran parte dei cibi che consumiamo nutre solo il 10% di queste cellule, le fibre fermentabili e l’amido resistente nutrono il restante 90%. L’amido resistente nutre la flora batterica sana con un effetto positivo sia sulla qualità sia sulla quantità dei batteri, quindi

chi assume probiotici dovrebbe considerare seriamente il consumo dell’amido resistente nella propria dieta. Quando i batteri digeriscono l’amido resistente, formano diversi composti, tra cui gas e acidi grassi a catena corta, fra cui i più interessanti sono il butirrato, l’acetato e il propinato. Di questi 3 acidi grassi a catena corta (SCFA), il butirrato è di particolarmente importanza per i suoi effetti benefici sul colon e sulla salute in generale. Il butirrato è la fonte energetica preferita dalle cellule che rivestono il colon e svolge anche una serie di ruoli importanti come quello relativo ad un aumento del metabolismo, o alla diminuzione dell’infiammazione, oltre a migliorare la resistenza allo stress. L’amido resistente poi, nello specifico, aiuta ad abbassare i livelli di glucosio nel sangue ed a migliorare la sensibilità all’insulina. L’insulino-resistenza e i livelli elevati di glucosio nel sangue, sono associati ad una serie di malattie croniche, tra cui la sindrome metabolica. Diversi studi hanno dimostrato che l’amido resistente può migliorare la sensibilità all’insulina e diminuire i livelli di glucosio nel sangue (1). In uno di questi sì è dimostrato come il consumo di 15 - 30 grammi al giorno di amido resistente evidenziasse maggiore sensibilità all’insulina, negli uomini in sovrappeso e obesi (2). Questo è equivalente al miglioramento che si prospetta con una perdita di peso, pari a circa il 10% del peso corporeo. 9


LA VIA VIA DELLA SCIENZA

L’amido resistente sembra avere diversi effetti benefici che possono contribuire alla perdita di peso, tra cui la possibilità di diminuire i picchi di insulina nel sangue dopo i pasti, oltre a diminuire il senso di appetito e il deposito di grasso nelle cellule adipose. Sembra sia stato riscontrato anche un effetto di conservazione della massa magra, anche se questo è ancora in via di studio, per capire l’impatto significativo che possa avere sul peso corporeo totale. Inoltre, diversi studi hanno dimostrato alterazioni del microbioma intestinale in associazione con l’obesità, che successivamente cambia, rispetto a quello osservato nei soggetti magri con la perdita di peso. Uno studio (3) infatti ha dimostrato che, nella composizione relativa alla flora intestinale dei due casi, predominano i batteri benefici Bacteroidetes e Firmicutes e variano considerevolmente in associazione con la composizione corporea. In particolare, gli individui obesi hanno spesso una maggiore percentuale di Bacteroidetes e Firmicutes che può essere invertita con la perdita di peso, effettuando la chirurgia di bypass gastrico o il trattamento con prebiotici. Tuttavia, non tutti gli studi confermano un cambiamento significativo o misurabile nella composizione del microbioma intestinale negli obesi, rispetto agli individui magri, e quindi sono necessari ulteriori approfondimenti. Il butirrato svolge, quindi, un ruolo importante nella salute intestinale, anche perché ha la capacità di diminuire l’infiammazione nell’intestino e negli altri tessuti. Come accennato in precedenza, l’assunzione di amido resistente consente una maggiore produzione di butirrato. Esso ha un’azione anti-infiammatoria molto potente sulle cellule del colon, oltre ad avere una funzione che migliora l’integrità del nostro intestino, diminuendo la permeabilità intestinale e, quindi, mantenendo le tossine nell’intestino e fuori dal flusso sanguigno. L’amido resistente è anche associato ad un ridotto rischio di tumore del colonretto. Questo si verifica grazie a diversi meccanismi, tra cui: protezione dai danni al DNA, cambiamenti favorevoli di espressione genica e un aumento dell’apoptosi (morte cellulare programmata) delle cellule cancerose o pre-cancerose. 10

Alcune fonti alimentari comuni di amido resistente comprendono: le banane acerbe, il platano, il riso adeguatamente preparato, cotto e poi raffreddato, così come le patate e i legumi. Tuttavia, se state seguendo una dieta a basso contenuto di carboidrati o non tollerate bene questi alimenti, è possibile aggiungere amido resistente alla vostra alimentazione, senza inserire carboidrati digeribili. Si tratta di alcune farine, come quella di fecola di patata, che generalmente è ben tollerata anche da coloro che hanno problemi con i carboidrati, così come la farina di banano e quella di banane verdi, che rappresentano un’ottima fonte di amido resistente. Gli studi effettuati hanno indicato che i benefici relativi all’assunzione di amido resistente, possono essere visibili quando si arriva a consumare circa 15 - 30 grammi al giorno (pari a due/quattro cucchiai di fecola di patate). Questa dose potrebbe risultare elevata per alcune persone e quindi poco tollerabile, soprattutto nel contesto della disbiosi intestinale. Tali farine non hanno un sapore particolarmente deciso, per questo motivo per assumerle è possibile aggiungere dell’acqua fredda o a temperatura ambiente, oppure scioglierle nel latte di mandorla o ancora mescolarle in frullati. È importante sottolineare che, per mantenere i

benefici dell’amido resistente, queste farine non devono assolutamente essere riscaldate al di sopra dei 60 gradi. Se si sceglie, invece, un’integrazione con amido resistente, allora è importante iniziare con piccole dosi di circa 1/4 di cucchiaino, una volta al giorno. Da qui, in maniera graduale si potrà aumentare la quantità, senza mai superare i 10 grammi al giorno. In alcuni casi si potrà manifestare un certo gonfiore addominale, perché l’ intestino sta cambiando la flora. Per evitare eventuali episodi di flatulenza, sarà opportuno diminuire la quantità che si sta assumendo, fino a quando i sintomi spariranno del tutto, oppure assumere la sostanza lontano dai pasti. Una volta fatto ciò, si potrà nuovamente aumentare la dose in maniera graduale al fine di sperimentare il proprio grado di tolleranza intestinale. Chi assume probiotici noterà maggiori benefici se integrerà la dieta con amido resistente, in quanto creerà costantemente l’ambiente favorevole ai batteri benefici. Per chi volesse mangiare un amido resistente servito in un piatto caldo (senza doverlo raffreddare per aver una maggiore quantità di amidi) e di alta qualità, ci sono marchi italiani che creano una pasta di riso parboiled che non scuoce e sembra idonea a questi casi. Buona primavera!

Note di riferimento: 1) http://lib.dr.iastate.edu/cgi/viewcontent.cgi?article=3729&context=etd 2) http://ajcn.nutrition.org/content/82/3/559.full 3) http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3258740/


11


LA VIA VIA INTERIORE

Auto-Diagnosi di Susanna Berginc (consulente in Metamedicina)

E

sistono molti metodi per scoprire se si è in buona salute o no. Non abbiamo qui la pretesa di citarli tutti, ma di dare solo alcune indicazioni di massima, magari utili per molti di noi. Nelle fasi stagionali di cambiamento, molti organi possono incontrare qualche difficoltà di adattamento, ed ecco che il corpo ci invia alcuni segnali che, per il nostro bene, dovremmo necessariamente ascoltare. LINGUA. Deve essere soffice, rosea, mobile, non gonfia, con un minimo di liquido semi-trasparente non attaccaticcio. Non deve avere: zone con diverso colore, ulcerazioni di qualunque tipo, patina densa o colorata. FECI. Argomento difficile, ma molto importante. Devono essere di forma simile ad una banana, color marrone (né chiaro né molto scuro), devono essere evacuate facilmente ogni giorno e non devono lasciare residui sulla carta igienica quando ci si pulisce. Non devono avere odore, attaccarsi sulla tazza del water, avere colori diversi dal marrone, essere accompagnate da dolori durante l’evacuazione.

12

URINE. Devono essere chiare (tranne al mattino, quando è possibile siano lievemente più intense), inodori ed emesse senza dolori più volte al giorno (4-5 ca.). Non devono avere colore scuro, odore forte (nemmeno al mattino) ed essere emesse durante la notte. ODORI DEL CORPO. Il sudore, il muco della zona genitale, il sangue del ciclo femminile, il sebo del cuoio capelluto, l’alito, le feci e le urine devono essere inodori o quasi. In caso contrario ci sono delle tossine che non riescono ad essere eliminate efficacemente e quindi sarebbe buona cosa, oltre ad aiutare gli organi emuntori a svolgere meglio il loro lavoro (reni, fegato, intestino, pelle, polmoni), cercare di comprendere di quali tossine si tratta, cercando per prima cosa fra i tipi di alimenti assunti abitualmente PELLE. La pelle deve essere morbida, non secca e nemmeno macchiata. Gli anni che passano e le rughe d’espressione non hanno nulla a che vedere con una idratazione di base. Lo stesso discorso per le famigerate “macchie dell’età” che si cerca di far passare per una normale degenerazione della pelle: con una buona depurazione del fegato

ed anche rimedi esterni, queste macchie spariscono. AGILITÀ. Proprio ultimamente si sente dire che “gli anziani con gli anni diventano legnosi”. Certo che si, se mangiano male, non fanno ginnastica e non sono alla ricerca della loro consapevolezza. Allora basti pensare a persone come il Dalai Lama o al Mahatma Gandhi. Non c’entra l’età ma l’agilità mentale, quella spirituale ed anche quello che mangiamo. Quindi se l’agilità viene a mancare, sicuramente c’è qualcosa che non va. OCCHI. Qualunque problema agli occhi deve sempre far pensare allo stato del proprio fegato (Medicina Tradizionale Cinese) e alla causa emotiva che l’ha scatenato (Metamedicina). Perché ci sono persone che a 50-60 anni non portano gli occhiali? Ci sono anche ottantenni che non ne hanno bisogno… Quanto detto naturalmente è solo uno spunto, un input, un’idea di cosa cercare per verificare il proprio stato di salute e, ovviamente, non ci si vuole sostituire al medico: è solo un accenno per conoscersi un po’ meglio.


Il magico limone di Susanna Berginc

S

econdo la mitologia greca, la dote di Giunone, sposa di Giove, consisteva in alcuni alberelli i cui frutti erano i famosi “pomi d’oro” (limoni ed arance), simbolo di fecondità e amore, che Giove ebbe l’accortezza di chiudere nel giardino delle Esperidi per preservarli da ladri e curiosi. Per le innumerevoli proprietà che possiede il limone, è da considerarsi più un farmaco che un alimento. Ne ricordiamo alcune: antiscorbutiche, vitaminiche, dissetanti, rinfrescanti, toniche, aromatizzanti, digestive, antiacide (infatti, anche se non sembra, ha effetto alcalinizzante), antiuricemiche, astringenti, ipotensive, ecc.

velo di tonico, ovviamente non alcolico. Unica “controindicazione” potrebbe essere il fatto che tende a schiarire la pelle, quindi non usiamolo se abbiamo da poco guadagnato una bella abbronzatura: per lo stesso motivo, possiamo applicarlo per togliere le inestetiche macchie cutanee, senza dimenticare di controllare anche il fegato, in quanto prodotte da un eccesso di tossine che non è in grado di eliminare.

Limone e mani screpolate: ottimo per mani screpolate, rovinate, riarse e macchiate. Spalmiamoci poche gocce prima di uscire di casa o prima di coricarci per ritrovarsi al mattino con mani morbide e profumate di agrumi. Bibliografia: 1) Il libro delle tre cure, Ed. Demetra 2) Cura della malattie con ortaggi, frutta, cereali ed argilla, Jean Valnet, Ed. Giunti

Uso interno: influenze, malattie infettive, anemia, demineralizzazioni, nervosismo, nausea, malaria, prevenzione delle epidemie, emorragie, diarrea, parassiti intestinali, reumatismo, inappetenza, bronchiti, asma, arteriosclerosi, digestioni difficili, scorbuto, ipotensione, insufficienza del fegato, cefalea, emicrania, diabete, gotta, ipertiroidismo, calcoli renali, ecc. Uso esterno: raffreddori di testa, sinusiti, otiti, emorragie nasali, congiuntiviti, dermatosi, foruncoli, fragilità capillare, ferite da cicatrizzare, verruche, herpes, geloni, punture di insetti, rughe, tigna e scabbia, ecc.. Limone e pelle del viso: per prevenire e tonificare la pelle del viso, abbiamo l’accortezza di spalmarci sull’epidermide pulita alla sera, prima di coricarsi, del succo di limone filtrato. Iniziamo con piccole parti per volta, in quanto tende a bruciare, avendo l’effetto di curare e riparare le microfratture del volto. Per lo stesso motivo è da usare quando si sono subìti danni da vento eccessivo o da troppo freddo. Contrariamente a quanto si pensa, agisce ottimamente sia con la pelle secca che quella grassa, avendo la bellissima proprietà di regolare ed ammorbidire qualunque tipo di epidermide. Usarlo due/tre volte la settimana ma ricordarsi alla mattina di toglierlo con un 13


LA VIA VIA DELLE PIANTE

Storia e cultura del bonsai di Andrea Meriggioli (bonsaista) www.master-bonsai.com

P

rima di parlare delle origini del bonsai è interessante introdurre il significato letterale della parola giapponese bonsai. Questa è composta da due ideogrammi 盆 e 栽, dove il primo significa Bon “vaso” mentre il secondo Sai “coltivare”. Il primo kanji è composto da due radicali, quello di “minuto” (che esprime il passaggio del tempo) e quello di “piatto-vassoio”. Nel secondo kanji invece è possibile ritrovare il radicale di “albero” assieme a quello di “terra”; il tutto seguito dall’intervento artistico dell’uomo. Insieme i due ideogrammi hanno un

significato più ampio quindi: il bonsai è un albero coltivato in un vaso con della terra attraverso l’intermediazione artistica dell’uomo col passare del tempo. Le origini del bonsai si perdono nella notte dei tempi, le prime testimonianze risalgono a circa 3500 anni fa in Cina, nel periodo neolitico. Il primo reperto storico riporta alla tomba di un cinese di alto rango della dinastia reale Shang dove è stato ritrovato un Penjing (pianta che equivale al bonsai cinese) in un vaso destinato al corredo funerario. La sua particolarità è che un sistema di irrigazione a goccia concepito nella tomba sotterranea lo aveva mantenuto in vita per lungo tempo: era un pino a tre aghi, una specie considerata ormai estinta, collocato in un vaso d’oro, elemento che ci permette di capire quanto fosse tenuta in considerazione tale pratica. Il bonsai quindi nasce in Cina e poi diventa una vera e propria arte in Giappone. Il popolo cinese manifesta da sempre un grande desiderio di rappresentare l’universo in miniatura per cercare di catturare la bellezza sublime della natura. Per tale motivo si cominciò a miniaturizzazione i paesaggi (formati essenzialmente da montagne e alberi), da cui successivamente la separazione delle due arti principali, il suiseki (l’arte di miniaturizzare le montagne) e il bonsai (l’arte di miniaturizzare gli alberi). Oltre che per fini estetici e

14

ascetici, quest’ultima pratica si sviluppò soprattutto nei popoli nomadi, cinesi e mongoli, per la necessita di trasportare piante officinali in piccoli vasi o durante la costruzione della muraglia cinese. Il bonsai giunse in Giappone dalla Cina tra il 794-1185 d.C, nell’epoca Heian, periodo in cui i due paesi entrarono in contatto attraverso lo scambio di manoscritti e soprattutto grazie ai monaci giapponesi che migrarono in Cina allo scopo di apprendere la filosofia e la cultura di quel popolo. In Giappone il bonsai venne trasformato in una vera arte attraverso la fusione delle filosofie e delle religioni dei due paesi. L’unione di queste, lo Shintoismo in Giappone e il Taoismo in Cina, portò alla nascita della filosofia Zen, che ben abbraccia il bonsai e la sua estetica. Entrambe vedono all’origine del tutto le energie ying e yang con le loro polarità, positive e negative. L’uomo è considerato il mezzo comunicativo tra cielo e terra, quindi si trova immerso nel fluente scambio sinergico delle energie. Gli elementi sacri, chiamati “cami”, in entrambe le religioni sono manifestazioni naturali e infatti ritroviamo di frequente comparire la figura degli alberi sacri. Per quanto riguarda in particolare il bonsai ci sono alcune tra Cina e Giappone dovute proprio all’origine delle due religioni: per il Taoismo, quindi in Cina, possiamo riscontrare un minore intervento dell’uomo; mentre nello Shintoismo, in Giappone, il bonsai diventa arte e quindi prevede un maggiore intervento umano. Il “bonsai classico” oggi conosciuto comincia il suo sviluppo in Giappone nel periodo Edo, che va dal 1615 al 1868 d.C, dove vengono introdotte le principali tecniche bonsaistiche e nascono i “sette principi Zen dell’estetica orientale”, che abbracciano non solo il bonsai ma anche altre forme di arte orientale come l’ikebana, la cerimonia del tè, la keido, ecc. Dall’inizio del 1900 verrà introdotto prima in Giappone, per poi diffondersi anche in Europa, il bonsai moderno.


In Oriente il bonsai e l’estetica vengono visti come un percorso di vita che si divide in tre passaggi: Shu dove si apprendono le regole osservando il maestro, Ha dove si mette in pratica la tecnica appresa e infine Ri dove l’allievo diventa maestro e va oltre la regola. Questo percorso è visto non solo come relativo al bonsai ma, in generale, come percorso di vita, che porta a capire, apprendere, per poi andare oltre. La bonsai-do (via del bonsai) è un sentiero che non vede né mete né traguardi, bensì mira unicamente al miglioramento personale lungo il trascorrere delle giornate (seguendo la ritmicità delle stagioni).

Ciò avvenne principalmente grazie a tre grandi maestri, Kobayashi, Murata e Kimura, che lo rivoluzionarono su più aspetti mediante l’uso di nuove tecniche. La differenza sostanziale tra il bonsai classico e quello moderno risiede nel fatto che, nel primo, si punta alla cosiddetta “albericità” seguendo i principi Zen, rimanendo quindi il più fedeli possibili alle forme naturali degli alberi; nel bonsai moderno invece si cerca di fare un passo più avanti e di elevarsi a vera e propria arte cioè, pur mantenendo la naturalità dell’albero e seguendo sempre i principi Zen, si mira a riprodurre forme non necessariamente solo botaniche ma pure artistiche, come la lavorazione della legna secca ad esempio, importante elemento stilistico di coltivazione. Particolare importanza riveste il concetto di estetica all’interno del bonsai, ovvero la ricerca della strada da intraprendere per raggiungere “il bello”. L’estetica è considerata “la meditazione dell’arte”, si coltiva il bonsai per rendere fruibile l’arte e la bellezza agli altri e suscitare in loro emozioni. La dottrina del bello è la sua esperienza attraverso la procedura di creazione dei prodotti artistici: non si fa arte per se stessi ma per gli altri, infatti, alla fine del percorso, il bonsaista deve lasciare libera la sua opera allontanandosi da essa.

Una celebre opera teatrale giapponese, “Hachi-No-Ki”, racconta la storia del sacrificio dei bonsai da parte di un samurai durante una gelida notte del 1383 d.C. In quella notte, il samurai ricevette la visita dello Shogun (il grado militare del generale) e mandò la moglie a tagliare i tre alberi preferiti per bruciarli e riscaldare così l’illustre ospite che viaggiava in incognito. Questa breve storia ci permette di capire l’uso del bonsai e del suo sacrificio come simbolo della cultura e dell’ospitalità giapponese. Fare bonsai è una forma d’arte che unisce direttamente l’uomo alla natura attraverso la coltivazione e la lavorazione degli alberi, pertanto può essere compresa solo da coloro che sanno osservarla e si sentono parte di essa. La natura nel bonsai è considerata una grande maestra, fonte d’ispirazione, che permette di elevare la tecnica ad espressione artistica, che rappresenta il fattore di diversificazione rispetto ad ogni altra forma di coltivazione delle piante e ad altre forme artistiche. Il bonsai è un’opera mai finita e sempre fonte di nuova ispirazione e comunicazione; essendo appunto un essere vivente, in continua evoluzione, permette di intraprendere un viaggio interiore affascinante, fatto di esperienze, messaggi, rivelazioni. Questi concetti riprendono appieno le filosofie orientali descritte precedentemente, zen, taoista e scintoista. Si può quindi affermare che il bonsai cerca di ricreare la maestosità e la bellezza di un grande albero secolare in un albero coltivato in vaso, in un ambiente circoscritto: “La maestosità della natura ridotta in piccola scala nei confini di un vaso, la concentrazione dell’universo nel piccolo, come atto di per sé magico”. 15


I Luoghi della BioGuida Percorsi ed itinerari per viaggiatori dello spirito

Associazioni, scuole, istituti, centri, terapeuti, seminari, corsi, conferenze ed altre proposte Per informazioni su come venire inseriti nella rubrica: info@bioguida.com - 040.302110 - 338.8852117

PIEMONTE PIEMONTE

TORINO

TORINO Centro Buddha della Medicina Via Cenischia 13,della Torino. Centro Buddha Medicina Tel. 011.3241650, 011.355523. Via Cenischia 13, Torino.

Tel. 011.3241650, 011.355523.

CENTRO CLOROFILLA Associazione di promozione sociale CENTRO CLOROFILLA Via Settimo 1, di San Mauro Torinese (TO) Associazione promozione sociale Tel. Settimo 320.6408204 via 1, San Mauro Torinese (TO). Tel. 320.6408204 info@centroclorofilla.it info@centroclorofilla.it www.centroclorofilla.it

www.centroclorofilla.it

Centro Studi Maitri Buddha Centro Studi Maitri 9, Buddha Via A. Guglielminetti Torino. Via Guglielminetti 9, Torino. Tel. A. 011.359649.

Tel. 011.359649.

IL CERCHIO VUOTO

IL CERCHIO VUOTO associazione religiosa per la pratica associazione religiosa per la pratica e lo studio del Buddhismo Zen Soto e lo studio del Buddhismo Zen Soto (responsabile spirituale rev. Dai Do (responsabile spirituale Massimo Strumia) rev. Elena Seishin Viviani) Via Massena Via Massena 17, 17, Torino. Torino. Tel. Tel. 333.5218111. 333.5218111. www.ilcerchiovuoto.it www.ilcerchiovuoto.it DOJO ZEN DOJO ZENMOKUSHO MOKUSHO Via Principe Via Principe Amedeo Amedeo 37, 37, Torino Torino (TO). (TO). Tel. 011.883794. 011.883794.

16

ALESSANDRIA ALESSANDRIA

Buddhadharma Center

Via Galimberti 58, Alessandria. Buddhadharma Center Tel. Galimberti 3467408380, Via 58, Alessandria. www.buddhadharmacenter.org Tel. 3467408380, www.buddhadharmacenter.org

NOVARA NOVARA AURA -- Associazione AURA Associazioneper perlalaricerca ricerca e lo studio delle filosofie orientali. e lo studio delle filosofie orientali. Centro studi terapie naturali, Centro studi terapie naturali, Scuola di massaggio Scuola di massaggio Via Maggiate 45, Borgomanero (NO). Via Maggiate 45, Borgomanero (NO). Tel. 0322.846011, Tel. 0322.846011, www.aurauniversalmente.com www.aurauniversalmente.com

VAL D’AOSTA VAL D’AOSTA

AOSTA AOSTA Alkimea

Centro di Terapie e Discipline Naturali Alkimea Frazione. Gressan (AO). Centro di Borettaz Terapie e7,Discipline Naturali http://alkimea.org Frazione. Borettaz 7, Gressan (AO). alchimeaterapie@gmail.com http://alkimea.org alchimeaterapie@gmail.com

LIGURIA LIGURIA

LA SPEZIA LA SPEZIA

ON ZON SU SCHOOL

ASS. AMICI DEL VILLAGGIO VERDE ASS. AMICI DEL VILLAGGIO VERDE Località San Germano - Cavallirio (NO). Località San Germano Cavallirio Tel. 0163.80447, 333.7639262 (NO). Tel. 0163.80447, 333.7639262 www.villaggioverde.org

ON ZON SU 24, SCHOOL Via Gaggiano Arcola (SP). Via 24, Arcola (SP). Tel. Gaggiano 0187.955456, 347.5826327, Tel. 0187.955456, 347.5826327, www.riflessologiaplantare.org www.riflessologiaplantare.org

SONDRIO SONDRIO

Ass. NATURALMENTE Via D. Manin 35, La Spezia (SP). Via D. Manin 35, La Spezia (SP). Tel. 0187.20218 , Fax 0187.29547 Tel. 0187.20218, Fax 0187.29547 www.naturalmente-sp.it www.naturalmente-sp.it

www.villaggioverde.org

CENTRO STUDI CENTRO STUDITIBETANI TIBETANI- SANGYE CIOELING SANGYE CIOELING Buddismo Mahayana Buddismo MahayanaVajrayana Vajrayana Via Vanoni Via Vanoni 78/B, 78/B, Sondrio. Sondrio. Tel 0342.513198 Tel. 0342.513198.

Ass. NATURALMENTE

Comunità Bodhidharma Comunità Bodhidharma Eremo Musangam, Eremo Musangam, Monti Monti San San Lorenzo Lorenzo 26, 26, Lerici (SP). Lerici (SP). Cell. 339.7262753. 339.7262753. Cell.


I LUOGHI

GENOVA CENTRO MUDRA Yoga e Danza Indiana. Via Ponterotto 90/A, Genova. Tel. 010.8394229, Cell. 338.3385219. www.centromudra.it ENNEAGRAMMAINTEGRALE Consulenza individuale, seminari, laboratori e ritiri per esplorare chi siamo. Tel. 333.8477054, www.enneagrammaintegrale.it Ass. FIUME AZZURRO - ARTI PSICOFISICHE Studio pedagogico olistico per la crescita personale. Responsabile Didattico: Anna Mango Via W. Fillak 6, Genova. Tel/Fax: 010.413721, Cell. 349.8096336, www.artipsicofisiche.it SCUOLA SUPERIORE DI NATUROPATIA Scuola di formazione in Naturopatia e Floriterapia, corsi monografici e di approfondimento. Via Pisa 23/13, Genova. Tel/fax: 010.366494, www.scuolasuperioredinaturopatia.it

SAVONA Zen Savona Piazza del Popolo 5/7, Savona. Pratica Zazen: tel. 019.484956, www.zensavona.it IL CUORE DELLE COSE Via Montegrappa 43G/7, Varazze (SV). Tel. 019.9399443 Cell. 377.1889346 www.ilcuoredellecose.com

ACCADEMIA DI KINESIOLOGIA Via Rutilia 22, Milano. Tel. 02.533634, info@accademiadikinesiologia.it www.accademiadikinesiologia.it Associazione Culturale VEGA Via della Repubblica 16, Paullo (MI). Tel. 335.7065167, vega@vega2000.it www.vega2000.it Centro Dharmadhatu Via Venezuela 3, Milano. Tel. 02.38005575 www.dharmadhatu.it Centro “il Fiore Del Tao” Via Felice Casati 8, Milano. Tel. 02.29537223 www.fioretao.com Monastero Zen Il Cerchio Via dei Crollalanza 9, Milano. Tel. 02.8323652, www.monasterozen.it THE NEW YUTHOK INSTITUTE PER LA MEDICINA TIBETANA Corsi, meditazioni e seminari. Prof. dr. Pasang Yonten Arya T. Sherpa. Viale Spagna 77, Sesto S. Giovanni, (MI). Tel. 02.2536266, www.newyuthok.it OIPA - Organizzazione Internazionale Protezione Animali Via Passerini 18, Milano. Tel. 02.6427882, www.oipaitalia.com ROBERTO FACINCANI A Milano, Como e Bergamo. Cell. 340.3641193, www.astrobenessere.net

IMPERIA

BERGAMO

Centro Kalachakra Via Verrando 75, Bordighera (IM). Tel. 339.3128436.

CENTRO YOGA MANDALA Via Borgo Palazzo 3, Bergamo (BG). Tel. 035.215395, 333.4576099.

LOMBARDIA MILANO Accademia Ayurveda Yoga Ananda Ashram Milano Via Prandina 25, Milano. Tel. 02.2590972, www.yogamilano.it

GRUPPO ZEN BERGAMO Pratica di zazen c/o Ho Sha Do Via San Bernardino 18, Bergamo. Tel. 333.4400313, zazenbg@yahoo.it

BRESCIA IKSEN Via F. Bianchi 3, Tosc. Maderno (BS). Tel 0365.641898.

COMO EDOARDO AMATO KOFLER Tel. 338.9310834 x1idea@hotmail.com www.armoniaesaggezza.com

CREMONA Istituto per l’Evoluzione Armonica dell’Uomo Via Carso 2, Cremona. Tel. 0372.433239.

PAVIA Ass. Scuola Soto Zen Centro Studi Zen Komyoji Loc. Costapelata-Fortunago Fortunago (PV). Tel. 0383.875584.

VENETO PADOVA ASSOCIAZIONI PROGETTO BENESSERE Viale Stazione 134. Montegrotto Terme (PD) Tel. 049.8910706 - 335.6745856 www.associazioniprogettobenessere.it www.gioiabertha.it Centro Tara Cittamani Via Lussemburgo 4, Padova. Tel. 049.8705657. Centro Studi Syn per l’Educazione Biocentrica Via Chiesanuova 242/B, Padova. Tel. 049.8979333, assocsyn@tin.it

TREVISO LE QUERCE BIANCHE Via Toti dal Monte - Cal del Bosco Barbisano di Pieve di Soligo (TV) Tel. 0438.987178, www.lequercebianche.org ISTITUTO OLISTICO Via Savallon 15, Anzano di Cappella Maggiore (TV). Tel. 0438.941457, www.istitutolistico.it NASHIRA Discipline bio naturali dal 1990 Shiatsu, Yoga, Fiori di Bach Via Cavour int. 34/C, Conegliano (TV). Tel./Fax 0438.22530, Cell. 346.0346404 centro.nashira@libero.it 17


I LUOGHI

SCUOLA KINERGIA Via Malan 59/2, Borso del Grappa (TV). Tel. 0423.910304, Cell. 349.8834096. www.kinesiologiaviva.it

VENEZIA Dott. FABIO BASALISCO specialista in neurologia, medico ayurvedico Tiene regolarmente visite e consulti a: Mestre, in Via San Donà 26, presso Centro di Medicina Integrata Palladio. Per informazioni: www.fabiobasalisco.it CENTRO YOGA DHARMA Via Napoli 52, Mestre (VE). Tel. 041.5311954. www.yogadharmamestre.it METODO CALLIGARIS Ass. culturale “STELLA POLARE 999” Via Val Pusteria 9, San Donà di Piave (VE). Cell. 348.3027711, www.metodocalligaris.org ENERGY DARSHAN OSHO YATRILAND VENEZIA Via Alberoni 41, Lido di Venezia (VE). Tel. 041.5261853, 339.1199317, info@oshoyatrilandvenezia.com www.oshoyatrilandvenezia.com

VERONA Associazione culturale IL CERCHIO APERTO Garda - Verona (VR) Tel. 338.3866915 www.cerchioaperto.com

TRENTINO ALTO–ADIGE BOLZANO ELEONORA BRUGGER & PAUL KIRCHER S. Pietro Mezzomonte 40, Velturno (BZ) Ttel. 0472 802228 www.eleonorapaul.com

TRENTO ASSOCIAZIONE SAMTEN CHÖLING ONLUS L’isola del Dharma per gli esseri di buon cuore - Centro Buddhista nelle 10 Direzioni Corso Alpini 4, Trento. Tel e Fax 0461.038510, Cell. 348.2601969 www.samtencholing.eu info@samtencholing.eu CASA DI SALUTE RAPHAEL Piazza De Giovanni, Roncegno (TN). Tel. 0461.772000, www.casaraphael.com CENTRO KUSHI LING Centro di meditazione residenziale, organizza ritiri di gruppo e individuali Laghel 19, Arco (TN) Tel. 347.2113471 www.kushi-ling.com

FRIULI VENEZIA GIULIA TRIESTE ACCADEMIA CRANIO SACRALE Metodo Upledger Piazza S. Antonio Nuovo 6, Trieste. Tel. 040.3476191. www.accademiacraniosacrale.it SCUOLA DI PENSIERO TAOISTA Via Torre Bianca 43, Trieste Info. 3393204963 www.bencichanita.it info@bencichanita.it 18

ASHRAM NATABARA - DAS GIORGIO GADDA Bakti Yoga, Psicologia Transpersonale, Yoga Nidra, Meditazione. Via Imbriani 2, 4° piano. Trieste. Tel. 328.1839881, 347.9648358. Associazione culturale NATURALMENTE Oli Essenziali, Fiori di Bach, Cosmesi fai da te, le Ferite dell’Anima e Sentire l’Intuito (Metamedicina), Chakra e Numerologia, Via Cumano 4, Trieste. Info: 347.9842995, http://digilander.libero.it/naturalmente.it naturalmente.it@libero.it A.s.d. YOGA JAY MA Via A. Emo 2, Trieste. Cell. 347 8461831 vie.vanna@yahoo.it AYURVEDA E BENESSERE Trattamenti e Massaggi Ayurvedici. Massaggi per gestanti, Yoga, seminari di massaggio ed aromaterapia. Via Milano 18, Trieste. Si riceve per appuntamento: Cristiana Simoni, Cell. 347.0354846 Dott. FABIO BASALISCO specialista in neurologia, medico ayurvedico Tiene regolarmente visite e consulti a: Trieste, in Via del Monte 2, presso Centro Ayurveda di Tiziana Roselli. Per informazioni: www.fabiobasalisco.it CENTRO BENESSERE AYURVEDA di Tiziana Roselli Via del Monte 2, Trieste. Tel. 0403721824, Cell. 329.8423544. CENTRO BUDDISTA TIBETANO SAKYA KUNGA CHOLING Corsi gratuiti di introduzione al buddhismo tibetano e programmi di adozione a distanza. Via Marconi 34, Trieste. Tel. 040.571048, www.sakyatrieste.it sakyatrieste@libero.it Dott.ssa DONATELLA DE COLLE Psicologa, psicoterapeuta, musicoterapeuta. Via Mazzini 30, Trieste. Tel. per appuntamento 331.9077565. donnadec@tiscali.it


GENDAI REIKI ITALIA Via Beccaria 7, Trieste Tel. 333.7240918 349.3604929 www.gendaireiki.it info@gendaireiki.it

Gruppo Soto Zen Trieste “Shiroi Karasu - Il Corvo Bianco” Affiliato all’AZI (Association Zen Internationale) e all’ABZE (Association Buddhiste Zen d’Europe)

Al di là dei limiti di questo mondo Dove il salice è verde E il fiore è rosso Esiste un altro mondo Dove l’airone è nero E il corvo è bianco

JING TAO® Essenza in movimento di Sonia Rizzi fondatrice ed ideatrice del metodo. Tel. 338.7592945 www.jingtao.it info@jingtao.it

CENTRO STUDI E RICERCHE OLISTICHE di Maurizio Battistella Shiatsu, Kinesiologia, Reiki ed altro ancora. Via Palestrina 8, Trieste. Cell. 338.7592945. www.csro-ts.it www.inochi.it - info@csro-ts.it segreteria@csro-ts.it

LUISA SERRA

Insegnante Certificata Heal Your Life® Metodo Louise Hay Life Coach, Trainer Happy Life self coaching School, Visualizzazioni guidate su appuntamento, a Trieste in Via Santa Caterina 5 oppure su Skype: serraluisats. Cell. 333 4577536 me@luisaserra.com www.facebook.com/luisa.serra.142 www.luisaserra.com

INSTITUTE OF YOGIC CULTURE Via San Francesco 34, Trieste. Tel. 040.635718. Ass. IL MONDO DI VALE Ginnastica Posturale, Yoga, Reiki, Benessere Olistico… Sessioni individuali e seminari. Via Nordio 6, Trieste. Tel. 040.371150 www.ilmondodivale.it

Taisen Deshimaru Responsabile: Maria Luisa Gin Getsu Coppa, anziana discepola del Maestro Taisen Deshimaru Meditazione Zazen: ogni mercoledì e venerdì dalle 18.00 Presso l’Associazione Bakti Ayurveda, Via Mazzini 30 (1° piano), Trieste. Cell. 335.5412173 - sito web: www.shiroikarasu.org

LAM - Il Sentiero Piazza Benco 4, Trieste. Tel. 040.0642281, Cell. 328.5629546. META N. SHAW - PERCORSI DI CRESCITA PERSONALE Professional Coach (Personale, Wheight & Health Coaching), Didatta Biodanza, Specialista in Rehabilitation Psychoinformatiologist della WCLN Prof. A. Ignatenko Trieste, Gorizia, Udine, Europa Cell. 333.7229821, informa@lifecoach-lifetraining.it www.lifecoach-lifetraining.it NEW AGE CENTER Via Nordio 4/C, Trieste. A disposizione la Saletta Argondia per seminari, conferenze, presentazioni, mostre ed altre iniziative. Tel 040.3721479, www.newagecenter.it

JOYTINAT YOGA AYURVEDA “Scuola ayurveda massaggi, yoga, trattamenti.” Via Felice Venezian 20, Trieste Tel. Fax 040.3220384 Cell. 339.1293329 www.joytinat-trieste.org

GORIZIA ASSOCIAZIONE ERRASTRANA Sosta, riposo, cibo con erbe spontanee, baratto, auto-costruzione, due sale a disposizione per seminari e corsi. Via Vicenza 9, Località S. Martino del Carso (GO) Tel. 0481.92411, Cell. 393.1068591 errastrana@gmail.com

IL SENTIERO DELLA NATURA Studio di naturopatia di Samantha Sorgo. Naturopatia, Iridologia, Floriterapia, Tecnica Metamorfica, Massaggio di Iside Via de Amicis 21, Trieste Info: 338.5724199. Si riceve per appuntamento. www.facebook.com/ studiosentierodellanatura

META N. SHAW PERCORSI DI CRESCITA PERSONALE Professional Coach (Personale, Wheight & Health Coaching), Didatta Biodanza, Specialista in Rehabilitation Psychoinformatiologist della WCLN Prof. A. Ignatenko Trieste, Gorizia, Udine, Europa Cell. 333.7229821, informa@lifecoach-lifetraining.it www.lifecoach-lifetraining.it

STUDIO ESSENYA Via del Marcese 57, Trieste. Tel. 040.381410 www.vivianasossiessenya.it vivianaessenya@yahoo.it

Emporio Erboristico “IL FIORE DELL’ARTE” Via G. Carducci 21, Ronchi dei Legionari (GO). Tel. 0481.475545. 19


I LUOGHI

Ass. Regionale Cranio Sacrale Metodo Biodinamico Dott.ssa Leonarda Majaron Corsi di formazione

Cranio Sacrale Integrato metodo biodinamico con riconoscimento A.CS.I. (Ass. Cranio Sacrale Italia) PER INFORMAZIONI: PIAZZA BENCO 4, TRIESTE Tel. 347 6910549 - www.bcstrieste.it

UDINE ASS.OPE.A. Associazione Operatori Ayurveda Tutela e Aggiornamento Professionale Operatori Iscrizione al Registro Regionale delle Professioni non Ordinistiche Legge 22/04/2006 n. 13 art. 5 Tel. 0432.1721329 - Cell. 328.3919462 info@assopea.it - www.assopea.it NICOLETTA CAMPISI Counsellor professionista Facilitatore Costellazioni Familiari piazza Giovanni XXIII n. 15, Udine. Cell. 347.5555802 nicoletta_campisi@libero.it www.centropharus.it BIODANZA Corso settimanale per principianti aperto a tutti. A Collalto di Tarcento (UD). Giovanni Ceschia, Cell. 349.3314962, Centro “ES”, Tel. 0432.791619, 339.8907819. IL CENTRO DEL CUORE Associazione di promozione sociale Via Leonacco 19, Udine. Tel. 0432.482215, 320.3265696, info@ilcentrodelcuore.it www.ilcentrodelcuore.it Ass. Culturale INTEGRA-AZIONE Associazione culturale per lo sviluppo integrato dell’essere. Strada dei Cedri 22, Basaldella (UD) Tel. 0432.699297, info@centrodintegrazione.it 20

GIULIO MICELLI RAM RATTAN SINGH Sat Nam Rasayan, arte di meditazione terapeutica. Trattamenti individuali e percorsi per gruppi. In Friuli Venezia Giulia: Cell. 333 7714503 giulio.miCelli@yahoo.it CENTRO RASHMI AYURVEDA YOGA Massaggi Abyangam - Trattamenti Ayurvedici e Reiki Via Roma 50, 33010 Magnano in Riviera (UD). Tel. 0432.782063, Cell. 328.3919462, centro.rashmi@yahoo.it http://sites.google.com/site/centrorashmi/ DEBORA SBAIZ Master in Danza/Movimento Terapia e Professional Counselor. Udine, Portogruaro e Lignano. Tel. 0431.422147 www.deborasbaiz.it info@deborasbaiz.it LE AGANE Via Vittorio Veneto 114 33018 Tarvisio (UD) - Tel. 0428 450031 LORELLA E. VENDRAMINI Riflessologa Plantare, Reiki 1° livello Via P. Maset 13, Udine. Riceve su appuntamento Tel. 348.6715674 EQUILEARNING di Sonia Struggia Horse Assisted Education Via Cortona 17, FiumiCello (UD). Tel. 0431.91437, Cell. 335.6816129 www.equilearning.it sonia.struggia@equilearning.it ESPRESSIONESEGNO della Prof.ssa Erika Celotti, Arteterapeuta Membro dell’Assoc. Prof.le Italiana Arteterapeuti® Iscrizione Registro n°120/2003 P.IVA 02357220306 Viale Tricesimo 101/A - int. 5, Udine. Riceve per appuntamento Cell. 338. 3344705 info@espressionesegno.it www.espressionesegno.it Dott. GERMANA PONTE Trainer di Focusing, riconosciuta dal Focusing Institute di NewYork Cell. 338.7812626, www.focusing-consapevolezza.org

THE ART THERAPY STUDIO Counseling a mediazione artistica, arteterapia, ricerca interiore. Corsi e sessioni individuali. A Udine. Cell. 340.3706330 - mceharts@gmail.com IL FORNO ARCANO Via del Cristo 8, Rive d’Arcano (UD). Tel. 0432.809348, forno.arcano@libero.it GRUPPO ZEN UDINE Via Cormor Alto 218, Udine. Ogni mercoledì alle 21.00 appuntamento di meditazione Za-Zen. Per informazioni: Maurizio KoGyo Florissi, Cell. 348.3071667. CENTRO DI SALUTE INTEGRATA del Dott. Gianluigi Giacconi Strada dei Cedri 22, Basaldella (UD) Tel. 0432.699297 www.centrodisaluteintegrata.com

PORDENONE STUDIO CONSAPEVOLMENTE Trattamento Cranio Sacrale “Upledger” Counseling Metacorporeo, Reiki Tecnica Vibrazionale Sonora Via Carmine 20, Stevenà di Caneva (PN) Tel. 328.0959912 alberto.vaccher@libero.it www.craniosacraleeoltre.it Ass. TERRAUOMOCIELO Qi Gong e Percorsi di salute Tel. 0434.20389 (Laura Guerra), www.terrauomocielo.it STUDIO EQUILIBRYA MASSAGGI OLISTICI Trattamento Cranio Sacrale, Shiatzu, Linfodrenaggio Via Martiri della Libertà 18 Prata di Pordenone (PN) Tel. 0434.611282 333.7466849 manucanziani@virgilio.it Dott.ssa DORIANA MIMMA DE VIDO Naturopatia & Bilanciamento Somatico. Riceve per appuntamento a Sacile (PN): Tel. 0434.72782, Cell. 329.2399184. A.P.S. CENTRO OLOS Percorsi per migliorare la qualità della vita. Accademia Olistica, Massaggi, Trattamenti Olistici, Tantra. Via Oberdan 3, Pordenone. Tel. 334.9161.209 www.centrolos.it SANITARIA Del PUP Via Molinari 38/40, Pordenone. Tel. 0434. 28897.


21


I LUOGHI

EMILIA ROMAGNA BOLOGNA CENTRO NATURA Via degli Albari 6, Bologna. Tel. 051. 235643, 051.223331 www.centronatura.it CENTRO STUDI CENRESIG Centro per lo studio e la meditazione Buddista Mahayana Via Meucci 4, Bologna. Telefoni: Maddalena 347.2461157, Giovanni 349.6068534. www.cenresig.org CENTRO YOGA “LE VIE” Via M. D’Azeglio 35, bologna. Tel. 051.19982056, www.yogalevie.it Scuola/Fondazione Matteo Ricci Via A. Canova 13, Bologna. Tel. 051.531595, www.fondazionericci.it

PARMA LA GROTTA DI CRISTALLO Shiatsu, Tai Ji, Danze Orientali, Voice Dialogue, Reiki, Diapason Terapia, Naturopatia, Meditazione Guidata. Fidenza (PR). Tel. 0524.84450, 0524.62315. NAMASTÈ - Parma Via Mascagni 25, Rivarolo di Torrile (PR). Tel. 0521.810138, Cell. 335.6713405. www.oshonamaste.it LIBERA ACCADEMIA SCIENZE UMANE Scuola di counseling professionale accreditata Cncp Via Sella 31/A (laterale Via Orlando), Parma. Tel. 0521.944410, www.lasu.it www.alchimia.org Monastero Zen Fudenji Bargone 113, Salsomaggiore Terme (PR) Tel. segreteria: 0524.565667. Monastero Zen Sanbo-ji Pagazzano, loc. Pradaioli 27, Berceto (PR). Tel. 0525.60296. 22

SPAZIO SHIATSU Corsi di shiatsu professionali e amatoriali, meditazione Za-Zen, seminari di approfondimento. Via Dalmazia 71, Parma. Tel. 0521.533831, www.studishiatsu.it

MODENA Centro Culturale L’Albero Cultura, spiritualità e opere sociali Strada Statale Romana 135 Fossoli di Carpi (MO) Tel. 335 6684108 www.centroculturalelalbero.org CENTRO YOGA SHIVA Via Silvati 12, Modena. Tel. 059.364625, Cell. 338.5332728, www.centroyogashiva.it

RIMINI Dott. FABIO BASALISCO specialista in neurologia, medico ayurvedico Tiene regolarmente visite e consulti a: Santarcangelo di Romagna (RN), in Via Cavour 22, presso Centro di Naturopatia di Chiara Zambianchi. Per informazioni: www.fabiobasalisco.it

UMBRIA, MARCHE, ABRUZZI ANCONA LA CITTÀ DELLA LUCE Associazione di Promozione Sociale Centro Studi Discipline Olistiche e Bionaturali Associazione Conacreis Marche. Reiki. Ayurveda. Yoga. Costellazioni Familiari. Via Porcozzone 17, Ripe (AN). Tel. 071.7959090, www.reiki.it

MACERATA TARA CENTER C.da Ricciola, Recanati (MC). Tel. 071.7575847, Cell. 393.9755533, www.taracenter.it

PERUGIA ANANDA ASSISI Via Montecchio 61, Nocera Umbra (PG). Tel. 0742.813620, www.ananda.it

TOSCANA AREZZO AMO Accademia Massaggi Olistici ads Associazione Dilettantistica Sportiva Scuola Accreditata SIAF Via Teofilo Torri 22-28, 52100 Arezzo (AR). Responsabile: Andrea Marini: 388.9334692 www.massaggiohotstone.it

GROSSETO Comunità Dzog-Chen Merigar, Arcidosso (GR). Tel. 0564.966837.

FIRENZE L’ALBERO DELLO YOGA Via della Libertà 61/65, Matassino - Reggello (FI). Cell.333.3807726, www.lalberodelloyoga.it SHINNYO-JI TEMPIO ZEN FIRENZE Via Vittorio Emanuele II 171, Firenze. Tel. 339.8826023, www.zenfirenze.it SCUOLA DI AGOPUNTURA TRADIZIONALE DI FIRENZE del dott. Nello Cracolici. Via San Giusto 2, Firenze. Tel. 055.704172.

PISA ISTITUTO LAMA TZONG KHAPA Via Poggiberna 15, Pomaia (PI). Tel. 050.685654, 050.685009, info@iltk.it segreteria@iltk.it www.iltk.it PUNDARIKA CENTRO RITIRI MEDITAZIONE Loc. Cordazingoli 18, Riparbella (PI) Tel. 0586.699077, 338.6759340 (Erica).

PRATO CRONOGENETICA di Mario e Domenica Grilli Tel e fax 0574 33306 Cell. 334.3983434 www.cronogenetica.it


SIENA AGRITURISMO GLI ARCANGELI Azenda Agricola Podere Avere Località Pievescola, Casole d’Elsa - Siena. Cell. 335.7072131, 338.1402493. www.gliarcangeli.com

LAZIO ROMA ACCADEMIA DI YOGA Via XX Settembre 58 A, Roma. Tel. 06.4742427, www.accademiayoga.it AMRITA CENTRO YOGA E AYURVEDA Via C. Colombo 436, Roma. Tel. 06.5413504, 06.5081202, www.amritayoga.it ASSOCIAZIONE SHAKTI Centro di Kundalini Yoga e Sat Nam Rasayan Via dei Brusati 30, Roma. www.kundaliniyoga.it BUPPO DOJO ZEN Via di Villa di LauriCella 12 (zona Pigneto/Prenestina), Roma. Tel. 347.9938890, 389.1848431 www.buppodojo.org buppoji@gmail.com CEDIFLOR Centro Diffusione e Didattica Floriterapia di Bach Via R. Fauro 82, Roma. Tel. 06.8074385, 333.4243663 www.cediflor.it CENTRO NIRVANA Associazione Spirituale per la Meditazione Chan e Zen Via A. Bono Cairoli 15, Roma. Tel. 338.7021800, 328.6848780, www.centronirvana.it CENTRO YOGA ED OLISTICO VIPASHYANA Channelling, regressioni karmiche, yoga, meditazione, cristalloterapia, mass. ayurvedico, riflessologia plantare, pranoterapia, reiki. Via Venezia 48/50, Ciampino - Roma. Tel. 347.8360990 www.vipashyanayoga.com

CENTRO TARA BIANCA Danza Creativa, Arti Terapeutiche, Meditazione. Via Ettore Rolli 49, Roma. Tel. 06.5811678, www.centrotarabianca.it CENTRO ZEN ANSHIN Buddhismo Zen Soto. Sotto la guida di Annamaria Gyoetsu Epifanìa e Guglielmo Doryu Cappelli. Via Ettore Rolli 49, (Stazione Trastevere), Roma Tel. 06.5811678, 328.0829035, 320.9671624, www.anshin.it asd DHARMA Sport e Discipline Bionaturali (Coni Fijlkam Uisp) Via Cimone 12, Roma. Tel 339.1286955 www.asddharma.ning.com Fondazione Maitreya Via della Balduina 73, Roma. Tel 06.35498800, www.maitreya.it SCUOLA YOGA ROMA Via Cechov 83 - F6, Roma. Tel. 06.51530068, Cell. 335.6571924 www.scuolayogaroma.it YOGA, SCIENZA E ARTE Yoga-Meditazione-Medicina integrata. Viale A. Magno 192, Roma. Cell. 339 1279335 www.albertacorsiyoga.it DOTT. GIOVANNI MONTANARO ODONTOIATRIA E TERAPIE NATURALI Omeopatia, Posturologia, Agopunutra, Test e rimozione dei metalli pesanti. Via Vitruvio 70, Formia (LT). Tel. 0771.24831, Cell. 340.1495053 omeo57@hotmail.it TAO CENTRO DI RICERCA OLISTICA SCUOLA ITALIANA REIKI Via Oberdan 25 (c/o “Il Trifoglio”), Latina. Tel. 338.84.95.996 taocenter@tiscali.it www.centrotao.net

PUGLIA ASSOCIAZIONE asd ZEN SHIATSU CENTRO SHIATSU E YOGA IYENGAR Corsi di shiatsu e trattamenti. Incontri terapeutici di gruppo. Via Gioacchino Poli 36, Andria (BT). Per informazioni contattare: dott.ssa Rosalba Acquaviva Cell. 320.6472980 Dott. FABIO BASALISCO specialista in neurologia, medico ayurvedico Tiene regolarmente visite e consulti a: Monopoli (BA), Contrada Lamammolilla 476. Per informazioni: www.fabiobasalisco.it

CAMPANIA TAO - CENTRO DI RICERCA OLISTICA SCUOLA ITALIANA REIKI Via F. Cilea 91, Napoli (NA). Tel. 338.8495996 taocenter@tiscali.it www.centrotao.net DOTT. GIOVANNI MONTANARO ODONTOIATRIA E TERAPIE NATURALI Omeopatia, Posturologia, Agopunutra, Test e rimozione dei metalli pesanti. Via A. Scarlatti 126, Napoli Tel. 081.5786956, Cell. 340.1495053 omeo57@hotmail.it

SICILIA Dott. RENATO IUDICA Rappresentanze Prodotti Naturali Via G. Arimondi 48, Palermo. Tel. 392.6893370, 347.6215339.

I dati raccolti sono stati individuati da elenchi pubblici e sono trattati in ottemperenza alla legge 675/96 con particolare riferimento agli articoli 12 e 20. Agli interessati è riconosciuta la facoltà di esercitare i diritti di cui all’art. 13. Il titolare del trattamento dei dati è l’editore.

23


LA VIA VIA INTERIORE

Le radici del Tantra di Maura Gigliotti (insegnante hatha yoga) www.yoga-tantra.it “Vorrei parlarvi del Tantra Yoga, lo Yoga terribile. Io mi proclamo Yoga Tantrico della mano sinistra. Tutti gli Indiani sanno cosa significa ma, se qualcuno di voi non lo sa, adesso ve lo spiegherò. Prima di tutto sono per forza un maniaco sessuale: al mattino una donna, a colazione bevo nel cranio di un Bramino del sangue umano. Quindi, avendo acquistato energia, a pranzo ci vuole un’altra donna. Non la stessa! La sera, ancora due. Organizziamo riunioni nei cimiteri, suoniamo tamburi con ossa umane…” A. Van Lysebeth

I

l fiume Indo, lo stesso fiume che Alessandro il Macedone raggiunse all’incirca nel 326 a. C. inseguendo, forse, il sogno meraviglioso di compiere una colossale fusione di elementi culturali occidentali e orientali, ha dato vita sulle sue rive ad una delle primissime civiltà della storia, i cui componenti appartenevano a quella stirpe etnica che oggi è definita dravidica. Gli uomini, già esperti nella preziosa arte della coltivazione delle graminacee, costruivano insediamenti urbani la cui organizzazione, sotto certi aspetti, poteva fare invidia persino alla città di Londra, verso la fine del secolo scorso. A Mohenjo-Daro, una delle più grandi città (circa 40.000 abitanti) che sorgevano a quel tempo nella valle dell’Indo, era presente un sistema fognario efficientissimo (che Londra, nei tempi di Dickens, non aveva…) che ci testimonia due cose notevoli: una riguarda l’avanzato sviluppo delle conoscenze tecniche, architettoniche ed urbanistiche, l’altra riguarda la concezione sociale oltremodo evoluta (altrove le grandi civiltà mostrano come il potenziale umano sia speso più comunemente per scopi militari, o per la gloria dei governanti/dei, piuttosto che per il benessere e la crescita della collettività). Si trattava di una civiltà sostanzialmente pacifica, basata sul lavoro agricolo e sull’allevamento, con una struttura 24

sociale matrilineare di tipo egualitario: la donna non era sottomessa all’uomo, al contrario, la sua posizione era elevata e ricopriva, per esempio, cariche sacerdotali. La religione era basata sul culto femminile della Dea-Madre, una spiritualità che identificava le potenze divine nella fecondità e nelle forze naturali e che non creava conflittualità con la sessualità. Ma i popoli ariani, all’incirca nel 1500 a.C., penetrarono nelle valli sub-himalayane, provenienti dalle pianure centroasiatiche e da quelle dell’Europa orientale. La migrazione di questi rozzi popoli nomadi, di struttura patriarcale, costretti spesso a vivere di razzia e predazione, con una religiosità legata al culto della forza, portò all’invasione dei territori precedentemente occupati dai popoli

dravidici, sedentari, legati al culto della Terra e della Dea-Madre e alla distruzione della civiltà dell’Indo e, con essa, della religiosità di quel popolo. Ai Dravida sopravvissuti e scampati alla sottomissione in stato di schiavitù, non rimase che la fuga verso le regioni centromeridionali dell’India, dove ancora oggi troviamo i loro discendenti, rappresentati dalle popolazioni Tamil. Per molti il destino fu inclemente: sfavoriti dalle evidenti differenze somatiche (i dravidici hanno il cranio allungato, il corpo esile e la pelle scura, mentre gli ariani hanno il cranio squadrato, il corpo massiccio e la pelle chiara), furono relegati nella posizione di schiavi e, con lo strutturarsi, attraverso i secoli successivi, della civiltà indo-ariana suddivisa in caste, essi finirono in fondo alla piramide sociale. Furono i cosiddetti Parya o


“fuori casta”, i quali venivano bastonati a morte se anche soltanto la loro ombra avesse osato sfiorare i piedi di un appartenente alle caste superiori. E tali sono stati ufficialmente fino a qualche decennio fa, quando le leggi indiane hanno voluto, almeno formalmente, la fine del rigido sistema castale. Dopo l’invasione dei popoli ariani, la mentalità, la spiritualità, le idee, i costumi e gli altri patrimoni culturali dei popoli dravidici sottomessi non furono completamente azzerati ma diedero luogo a dei fenomeni di assimilazione sincretistica, o di normalizzazione. E la civiltà dravidica fu la culla del Tantra, anche se Il Tantra è sempre esistito, i simboli dell’eredità tantrica si trovano in ogni cultura: nelle pitture rupestri dell’età della pietra, nei testi magici dell’antico Egitto, negli scritti mistici degli Ebrei e dei Greci. L’alchimia dell’Europa medioevale travestiva i suoi principi tantrici con la poesia allegorica. Gli insegnamenti tantrici furono accuratamente conservati e tramandati oralmente da maestro a discepolo; perfino quando questa trasmissione fu messa per iscritto intorno al III secolo, il suo significato fu sempre oscurato da allegorie e simboli, in modo che soltanto gli iniziati potessero comprenderlo. L’XI ed il XII secolo furono l’Età dell’Oro del Tantra, che era praticato liberamente e largamente in tutta l’India, ma l’invasione musulmana del XIII secolo causò il massacro di tutti i tantrici e la distruzione sistematica di tutti i manoscritti.

I Tantrika costituivano una minaccia per coloro che volevano detenere il potere assoluto. Chi aveva realizzato la propria natura non poteva essere sottomesso alla volontà di una struttura di potere, religioso o politico. Questo accadeva secoli fa. Tuttora il Tantra crea interesse e sconcerto proprio per la profonda idea di libertà e rispetto che veicola. È necessario però riformulare la nozione di Tantra alla luce delle informazioni veicolate ai giorni nostri, soprattutto dal web. Il Tantra oggi ha una immagine fortemente sessuale, siti di Tantra e supposti maestri che promettono il samadhi (qui inteso come l’estasi mistica sessuale) come un pacchetto di patatine al supermercato, massaggi tantrici con piume ed unghie finte, presunti risvegli della Kundalini che, più che un serpente, sembra una lucertola spaventata e senza coda, offrono una immagine così lontana dall’universo tantrico, comprensibile però se considerata all’interno di una società sessuofobica, sempre più lontana dall’esigenze e dall’ascolto del corpo. Negli anni ’70 il movimento hippie proclamava l’idea di un amore libero, sganciato dal possesso e dai condizionamenti di una società che imponeva strutture stabilizzanti come il matrimonio e la fedeltà. Rimaneva comunque l’esigenza di sacralizzare la possibilità di essere sessualmente liberi. L’India era il luogo ideale per tale operazione ed il Tantra si prestava a fornire l’alibi necessario.

Ciò comportò un inquinamento definitivo in occidente del termine tantrismo. In India l’acqua è sacra, il respiro è sacro, il sesso è sacro. Come si può chiedere di rendere sacro qualcosa che già lo è per sua intima natura? Maestri come Daniel Odier, Eric Baret e Andrè Van Lysebeth hanno cercato di fare chiarezza nel trasporre una dottrina antica e incomprensibile per certi tratti, alla mentalità occidentale, consegnandoci un nuovo modo di pensare così potente e destrutturante da preferire l’immagine soft di un Tantra erotico. Il Tantra è una via mistica ma è una via che passa attraverso la sperimentazione fisica. In un primo momento i tantrici rivolsero la loro ricerca all’astrazione dal mondo per raggiungere uno stato di libertà anche dal corpo; compresero in un secondo tempo che era dal corpo che doveva passare la ricerca, attraverso la verifica dei sensi. L’approccio tantrico era dunque l’approccio ad una verifica continua nell’ambito della vita quotidiana, scandagliando la realtà per scoprire che l’assoluto proprio nella realtà si trova: “Tutto ciò che è qui è altrove, tutto ciò che non è qui non è in nessun luogo”. Per i tantrici la via mistica è: bere un bicchiere d’acqua, immergere i piedi in un ruscello, sedere ai piedi di un albero. Il Tantrismo si abbandona alla realtà attraverso il recupero della sensorialità e dell’ascolto del corpo. Viviamo esautorati da un corpo che non ci appartiene più, che vogliamo conforme a modelli

25


LA VIA VIA INTERIORE

imposti dalla società: troppo grasso o troppo magro, troppo flaccido o troppo muscoloso. Siamo sempre nella proiezione di ciò che vorremmo essere o diventare e sempre più distanti da ciò che siamo. In questa continua tensione perdiamo il nostro qui ed ora, vivendo nel continuo timore di smarrire qualcosa che non abbiamo neanche raggiunto. In questo desolante “deserto dei Tartari”, la via tantrica offre un riparo, un senso delle cose che abbiamo perduto. Una via che propone un concetto di amore assoluto, in contatto amoroso e profondo con tutto ciò che ci circonda ed è parte di noi. Nel Tantrismo viene proposta essenzialmente una visione non duale della realtà, non siamo persi tra un fuori e un dentro, ma siamo al contempo fuori e dentro. Non esiste un bello e un brutto, un buono o un cattivo, come insegna Goethe “Dove c’è molta luce l’ombra è più nera”. Il Tantra è per sua natura non duale, teso alla riappropriazione del sé, alla sperimentazione attraverso i sensi, in fremito costante verso la vita, un fremito fatto di forza vitale e desiderio. Desiderio deprivato dell’oggetto, dall’idea di possedere l’oggetto perchè Senza l’idea del possesso una montagna vi appartiene, 26

ma senza quella libertà anche una foglia vi lega”. In questa tensione costante, in cui si assolutizza il desiderio, siamo spazio senza forma. Per il Tantrismo introdurre una forma significa limitare e la nostra natura non ha bisogno di forma ma di spazio infinito. Abbracciare la via tantrica significa accettare che le nostre certezze vengano meno, che tutto il sistema che abbiamo

creato per sopravvivere venga messo a dura prova: “Quando ciò avviene, è uno shock che produce un forte panico, una paura del vuoto, un’angoscia di qualcosa di più intenso di tutto ciò che abbiamo conosciuto. Sentiamo l’immenso potere di destrutturazione che possiede il fremito, e ci fa paura, sentiamo che il sistema che ci siamo forgiati per sopravvivere è sconvolto da una forza sconosciuta che proviene dal profondo di noi stessi. In questi momenti si manifesta un desiderio di ritrarci, una voglia di fuggire di corsa che ci prende alla gola, perchè sentiamo che è un processo irreversibile. Un maremoto invade il nostro corpo e cancella tutti gli automatismi in atto, tutto ciò che è costruito. Non appena tutto ciò che è costruito comincia a crollare tocchiamo veramente lo stato di fremito di cui si parla in questo testo. Tutto ciò che è rigido, nel nostro sistema si volatilizza. La grande trappola sarà la tentazione di ricostruire un altro sistema di difesa, e per farlo si utilizzerà proprio l’insegnamento ricevuto. Prenderemo la parte che ci piace e con questo ricostruiremo delle certezze. È il momento più delicato della pratica, perchè nel momento in cui siamo completamente aperti ci sommerge un maremoto di angoscia e, quasi immediatamente, ricostruiamo delle certezze. Lo faremo talmente bene che avremo l’impressione che sia compatibile con lo spazio”.


La “grande trappola” come via di salvezza, per non esercitare lo sguardo su di noi. Allora ricostruiamo strade note, case abitate, viali spogli, però conosciuti, in cui siamo in grado di viaggiare, perchè l’ignoto spaventa, dilata i confini e la libertà diventa condizione insopportabile. “Secondo me non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo, ciechi che, pur vedendo, non vedono”. Le parole, gli insegnamenti ci incatenano, l’insegnamento diviene cioè un oggetto di cui impossessarsi ed il processo mentale ci invade, i nostri sensi si addormentano, l’azione viene sostituita dall’intenzione e, dove c’è intenzione, si radica la paura della stessa. Viviamo nella paura che quello che facciamo o diciamo, sia giusto o sbagliato. I Tantrici si abbandonano semplicemente all’azione, dimenticando totalmente perché la si fa e cosa si vuole ottenere. “Nessuna speranza, nessun bisogno, nessuna mancanza, nessuna proiezione, nessuna attesa, nessuna storia personale, nessuna immobilità, nessun movimento, nessun qui, nessun lì, i mondi non sono separati, rilassa la sensazione, il pensiero e l’emozione, lasciali seguire spontaneamente il loro corso e si libereranno come una nuvola nel cielo” Bisogna accettare la libertà della vita, la sua potenza, la sua creatività. Nulla è fisso, l’impermanenza è una condizione naturale, il respiro entra, il respiro esce, non è pensabile che un uomo sopravviva senza respirare e, ad ogni respiro cambia, così come non è pensabile una vita senza flusso, senza cambiamento. Come un musicista indiano che prima espone il raga, poi ne esplora lentamente tutte le sue capacità espressive, lo sfiora, lo penetra, si ritrae e poi riscende nel silenzio, non lo suonerà mai alla stessa maniera. Il Tantra quindi prevede l’abbandono al flusso della vita e l’abbandono al corpo, senza condizionamenti o preconcetti, ritornando alla parte istintuale che ci governa, ritornando ad annusarci, a leccarci, ad accarezzarci. Ad essere solo corpo. “Come considerare il contatto fisico?”… “Ciò che la pelle ama sopra ogni cosa è

essere in contatto con un’altra pelle, con materie sottili e viventi, immergersi in un corso d’acqua, in un lago, nell’oceano o nello spazio. Lascia andare la pelle verso ciò che l’attira e mantieni il fremito fondamentale. Sii come uno strumento toccato dal corpo del musicista. Lascia vibrare in profondità tutte le armoniche che salgono dentro di te, ma prova a non arrivare fino al punto di pensare che sia la tua pelle ad entrare in contatto con l’universo”.

Bibliografia essenziale, spunti e citazioni tratte da: “L’iniziazione di un occidentale alla via dell’amore assoluto” di Daniel Odier “L’incendio del cuore” di Daniel Odier “Tantra, l’altro sguardo sulla via e sul sesso” di Andrè Van Lisebeth “Tantra Yoga” di Eric Baret Siti web: www.yoga-tantra.it www.chandrasurya.net www.gianfrancobertagni.it 27


LA VIA VIAGGI VIA DEI DELLE ORIGINI

Divinità indiane di Fabio Basalisco (medico ayurvedico)

L’

iconografia del pantheon induista è ricca di divinità, di miti, di attributi con un linguaggio simbolico, il cui significato era comprensibile al di là dei confini culturali e sociali. Le radici del pensiero induista risalgono a migliaia di anni orsono e sono legate al sovrapporsi di numerose etnie. I primi segni di un’antica cultura indiana si rivelarono negli scavi della civiltà dell’Indo sviluppatasi a metà del III millennio a.C. con i ritrovamenti archeologici delle città di Harappa e Mohanjodharo. Con l’arrivo delle popolazioni ariane nel nord dell’India, le popolazioni autoctone dravidiche, causa la superiorità bellica degli arii, vennero spinte verso il sud. Lo scambio culturale che si ebbe tra le due culture si riflesse nelle narrazioni dei Veda e, successivamente, nel periodo del Vedanta. Il vedismo degli arii era politeistico; corpus centrale di tale religiosità era il sacrificio offerto agli Dei. Le divinità della più tarda triade induista della Trimurti assumono nel periodo vedico una posizione più marginale.

28

Nel Brahmanesimo, che sorse intorno all’800 a.C., il politeismo vedico venne sostituito dal monoteismo e gli dei di caratteristiche naturali ed atmosferiche del periodo vedico vennero sostituiti da un Dio astratto, come Prajapati o Brahma. In questo contesto i brahmani, ossia i sacerdoti, occupavano una posizione privilegiata ed esercitavano il loro potere nei confronti degli altri strati della società. Contro la classe sacerdotale si rivolsero i movimenti riformatori di Buddha (563483 A.C.) e di Jina (539-467 A.C.) e con il buddhismo e il jainismo vennero eliminati i riti sacrificali del periodo vedico e vennero sostituiti da culti devozionali come la puja. La religione divenne una dottrina di salvezza e la fede si incentrò sul concetto del karman, legato al principio di causa ed effetto e alla concezione circolare dell’esistenza. L’induismo come religione costituisce un insieme vasto di concezioni che vanno dalla filosofia samkhya di Kapila al panteismo dei purana. Non essendoci una concezione teologica unitaria, si evince che il divino si possa manifestare nelle

forme più disparate, sia in forma concreta sia in forma astratta. Nonostante le varie differenziazioni teologiche, ogni induista riconosce un solo Dio come principale ma, allo stesso tempo, nessuna divinità viene vista come unica ed assoluta. I visnuiti venerano Vishnu, colui che preserva, o una delle sue incarnazioni Krishna. Nell’ambito del pantheon visnuita abbiamo Lakshmi, la sposa di Vishnu, Garuda, l’aquila che trasporta Vishnu, Hanuman, il re delle scimmie. A questa concezione religiosa è anche associato il culto della Bhakti, che significa sia devozione che culto passionale verso l’unificazione con un Dio. La fede shivaita è più antica del visnuismo e gli shivaiti considerano Brahma e Vishnu come funzioni di Shiva. Lo Shivaismo è connesso alla figura di Sankaracharya (788-820), fondatore dell’Advaita Vedanta. Secondo tale concezione non c’è niente di assoluto e tutto è sottoposto alla trasformazione del tempo. Essendo Shiva dio della distruzione è anche dio del rinnovamento, impersona il principio dell’unione dei sessi. La sua sposa Parvati è l’energia femminile senza la quale Shiva sarebbe un corpo senza vita.


Gli sivaiti che hanno venerato Ganesha come loro Dio si definiscono ganapatyas, ma in realtà Ganesha veniva adorato da fedeli appartenenti alle altre religioni. Con la creazione del mondo ha inizio anche la storia degli dei. Secondo i più antichi testi, le funzioni del creatore del mondo furono esplicate dal dio Prajapati, signore delle creature, o da Hiranyagarbha, uovo d’oro, successivamente identificato con Brahma, che creò i tre mondi ed ogni forma di vita. Nel pensiero vedico gli dei erano manifestazioni della natura e, pertanto, si veneravano nella terra la dea Prithivi, nel sole il dio Surya, nella luna la dea Chandra, nel vento il dio Vayu, nel fuoco il dio Agni, nel tuono il dio Indra, nelle acque il dio Varuna. Il dio del sole, Surya o Savitar, venne dapprima rappresentato come un grande uccello, poi umanizzato e raffigurato da un carro trainato da sette cavalli, simbolo dei sette giorni della settimana. Fra i figli di Surya vi erano i gemelli Yama e Yami, considerati esseri umani e successivamente divinizzati. Da Yama sorse il dio della morte, da Yami la dea del fiume Yamuna, ossia colei che dà vita. Raffigurato con due braccia con un fiore di loto in ciascuna, il culto di Surya rimase fervido fino al XII secolo d.C. e nell’attuale induismo ha la funzione di un dio dei pianeti. Indra nell’età dei Veda era considerato il dio del tuono, della pioggia e dei fenomeni naturali. Per le sue qualità di coraggio e di condottiero venne poi considerato il dio della guerra dagli arii e successivamente il re degli dei. Si narra che ad Indra venne offerta la bevanda inebriante del soma e, grazie a questa, sconfisse il demone Vrtra che incarnava la siccità e la morte. Indra venne raffigurato su elefante bianco con quattro zanne, sorto dal vortice del mare di latte. Agni, il dio del fuoco, rappresentava sia il quello naturale sia quello sacrificale, con cui gli uomini offrivano offerte agli dei per propiziarsi ogni bene. Svolgeva la funzione di collegamento tra gli uomini e gli dei e portava i sacrifici in cielo. Come Indra si ubriacò per aver bevuto troppo soma, così Agni era insaziabile di burro ghee. Veniva rappresentato con due o quattro braccia, con due teste e tre gambe, con gli attributi dell’ascia, fiaccola, rosario e lancia di fuoco e con

SURYA un copricapo con le fiamme con le quali leccava il burro sacrificale. Il dio del vento Vayu nell’attuale induismo ha perso la sua funzione egemonica. La leggenda narra che i Rishi, i saggi veggenti dell’Himalaya, lo spinsero a staccare la cima del monte Meru. Dopo tante tempeste la cima cadde in acqua e sorse lo Sri Lanka. La Trimurti, letteralmente triforme, è costituita da Brahma, Vishnu, Shiva; le sue origini vediche possono essere correlate alla triade Agni-Vayu-Surya. È la creazione dell’India post vedica e le prime tracce della Trimurti compaiono nella Maitri Upanishad. In relazione ai Guna, ossia le qualità secondo la fisiologia indiana e collegate con manifestazioni dell’esistenza, Brahma è rajaguna, la passione e la volontà creatrice, Vishnu è satvaguna, benevolenza e la proprietà dell’equilibrio dell’essere, Shiva è tamasguna, l’oscurità come fuoco che tutto distrugge.

Queste tre qualità, che si riflettono in tutte le manifestazioni dell’esistenza e negli stessi dei, si riuniscono nella natura primordiale (Prakriti) in una situazione di equilibrio. Tale equilibrio lo si riscontra sempre quando il mondo si trova in una fase di pace. Quando questo equilibrio si spezza per una modificazione delle frequenze vibratorie dei tre guna, incomincia la manifestazione che si concretizza nella molteplicità delle forme e delle divinità. Viene anche considerata una Trimurti al femminile identificata nei tre maggiori fiumi sacri dell’India: Gange-YamunaSarasvati. Brahma: deriva dalla radice brih, “espandere” e compare nei testi più tardi, i Brahmana, le Upanishad. Vengono di solito considerati due Brahma, uno nirguna, ossia senza attributi, e l’altro saguna, creatore del mondo. È colui che ha la padronanza dei cieli e presiede tutte le cose. Il Brahman delle Upanishad è un Dio assoluto privo di colore e di forma. 29


LA VIA VIAGGI VIA DEI DELLE ORIGINI

e non. Per questo nel pantheon induista a Brahma sono consacrati pochi templi. La divinità femminile associata a Brahma è Sarasvati, simbolo della civiltà vedica, identificata con l’omonimo fiume. Il suo nome significa “le dolci ed eleganti acque”. È considerata la madre dei Veda. È la dea della poesia, della musica ed è anche venerata come divinità della parola, vac. Il suo attributo fondamentale è la vina, il sithar medievale. Gli altri attributi nelle statue a quattro braccia sono il libro, simbolo della conoscenza e un rosario. Il suo animale è l’oca e, a volte, viene raffigurata con un pappagallo o un pavone. Vishnu: deriva dalla radice vish che significa “pervadere” e rappresenta la divina potenza. Identificato con “le grandi acque che discendono”, è denominato Narayana, ossia colui che muove le acque. Costituisce la personificazione

della grazia e della bontà. È il preservatore nella triade indiana. In epoca vedica rappresentava la divinità che, con tre grandi passi, percorreva tutto il mondo, simboleggiando il corso del sole che sorge, rimane alto nel cielo e poi tramonta. Nel ruolo di conservatore, egli si reincarna in numerose figure umane e animali al fine di mantenere l’ordine nel mondo e, soprattutto, preservare l’antagonismo tra gli dei e i demoni. Viene raffigurato essenzialmente come un giovanetto di color azzurro e nelle sue quattro mani tiene altrettanti attributi: una conchiglia, una ruota, una clava ed un fiore di loto. La conchiglia rappresenta i cinque elementi e l’origine della vita; la ruota simboleggia lo spirito e l’esistenza in cambiamento continuo; la clava simboleggia la sapienza originaria e l’esistenza individuale; il loto, a volte sostituito dall’arco, indica la forza dalla quale è sorto l’universo. Di solito troneggia nel suo paradiso, il vaikuntha,

BRAHMA Tradizionalmente ha quattro teste, ornate da una corona e quattro braccia. Nella mitologia indiana le quattro teste rappresentano i quattro punti cardinali; a volte si aggiunge un quinto viso che guarda in alto, ma Shiva dovrebbe avergliela tagliata per l’incesto commesso (sarasvati doveva essere la figlia savitri). Le quattro teste rappresentano i Veda: il Rg Veda verso Est, il Samaveda verso Ovest, lo Yajurveda verso Sud e l’Atharvaveda verso Nord. Guarda in tutte le direzioni per cui è considerato onnisciente. Nelle quattro mani porta i simboli del culto brahmanico: i Veda, il rosario (mala), il cucchiaio (sruva), la brocca (lota). Siccome ogni forma di vita deriva dall’acqua e Brahma è il dio creatore, viene raffigurato con un vassoio colmo d’acqua, in cui viene versata acqua del Gange. Il mala è costituito da perle del tempo a cui ogni soggetto è sottoposto. Di solito raffigurato nella posizione del loto o nel cavalcare l’Hamsa, l’oca saggia. Il loto simboleggia l’inizio della creazione. A volte Brahma viene raffigurato su un carro trainato da sette oche che rappresentano i sette mondi. Una divinità come Brahma, che impersona solo l’aspetto della creazione, non si armonizza con il pensiero induista, nel quale le opposizioni costituiscono il presupposto per la sussistenza di tutte le forme viventi 30

VISHNU


circondato da adoratori. Viene rappresentato con la corona regale, un cordone sacrificale diviso in tre strisce che simboleggiano le lettere del sacro AUM, con gli orecchini che indicano la sapienza e la conoscenza intuitiva a cavallo del suo animale Garuda o, a volte, si vede riposare sul serpente del mondo che nuota nell’oceano. Molto spesso Vishnu appare con la sua sposa Lakshmi che, come Shiva e Shakti, simboleggiano l’unione del principio maschile e femminile. Lakshmi si trova a sinistra di Vishnu e viene venerata come dea della bellezza, della ricchezza e della fortuna. Anche lei ha numerose reincarnazioni e, presso Rama, è la sposa Sita, presso Krishna è Rukmini e, nell’incarnazione di Kalki, si fonde con Durga. Dovrebbe essere sorta dal grande vortice di latte come la grande Lakshmi, simbolo dell’abbondanza. Viene raffigurata con due o quattro braccia, seduta oppure in piedi su un loto. Nell’immagine a due braccia regge gli attributi loto e conchiglia, mentre in quella a quattro braccia, oltre al loto e alla conchiglia, un frutto e vaso con nettare. Shiva, che si ritiene essere nato circa 7000 anni fa, visse in un periodo di confluenza di due grandi razze: gli arii o ariani e le popolazioni autoctone dell’India. Che sia esistito o meno, egli incarna quanto vi è di più alto e divino. Come tutti i miti, che possono appartenere a persone reali o fittizie, tali figure hanno creato gli archetipi dei vari elementi presenti nell’uomo. È il prodotto dell’inconscio collettivo sedimentato attraverso i millenni. La società umana, nel susseguirsi delle generazioni, riversa tutte le sue attenzioni su una figura di riferimento attinta dal mito, che diviene pertanto un’autentica guida. Bisogna prestare attenzione a non cadere nella trappola del dogma e a sapere utilizzare il proprio viveka, ossia la capacità di discernimento, al fine di affinare la saggezza che permette all’umanità di evolversi. L’immagine di Shiva espressa dalla tradizione induista rappresenta il culmine dell’evoluzione dell’umanità ed incarna dentro di sé i più alti principi. Il tridente impugnato da Shiva è l’emblema della sovranità. Il tamburo rappresenta la lettera OM, dalla quale si ritiene siano stati originati tutti i suoni atti alla comunicazione. La luna crescente sulla sommità del capo indica che ha una perfetta padronanza della mente. Il fluire del Gange

dai suoi capelli rappresenta il nettare dell’immortalità, una metafora del fluire delle energie, il fluire della consapevolezza che anima i devoti affinchè possano accedere alla profonda saggezza della verità finale. Il fiume sacro simboleggia il fluire di Shakti, l’energia femminile divina ed è questa che infonde soddisfazione nel vivere quotidiano. L’indossare una pelle di elefante indica il controllo dell’orgoglio. Sedersi su una pelle di tigre indica il controllo della lussuria. In alcuni ritratti è rappresentato con un capriolo in grembo e indica il controllo su ciò che agita e turba la mente. Il serpente intorno al collo è segno di saggezza ed eternità. Nel centro della fronte ha il terzo occhio, segno dell’intuito e della saggezza. Il toro Nandi, raffigurato davanti a Shiva, rappresenta la forza vitale dell’esistenza. Il lingam, il fallo di pietra venerato come trasfigurazione di Shiva, rappresenta l’Advaita, l’unità di tutto l’esistente. Nella sua forma divina, Shiva è la personificazione della serenità e della rinuncia. È considerato l’incarnazione della coscienza cosmica all’interno della quale esiste il mondo. È soggetto e oggetto, osservatore ed osservato, l’unione fra il lato interiore ed esteriore degli esseri, il sé e il non sé. È l’archetipo dell’asceta sereno, con il corpo cosparso di cenere, seduto in profonda meditazione in cima al monte Kailash. È l’incarnazione di pace e quiete assoluta, in perfetta beatitudine con il suo sé, libero dall’ambiente esterno e dai vincoli della vita terrena. Ritratto generalmente in posa meditativa, con gli occhi socchiusi sul mondo, ad indicare che al tempo stesso egli è nel mondo e del mondo. La sua unità con il respiro, con il fluire dell’aria all’interno e all’esterno, è equiparata alla risoluzione della dualità dell’ego e dell’anima, della notte e del giorno, del soggetto e dell’oggetto, della creazione e della dissoluzione, della luce e dell’oscurità. Egli esiste nello spazio senza limiti e frontiere, nella condizione eterna nella quale è sveglio e dormiente al tempo stesso. La divinità femminile associata a Shiva è Parvati, la montanara, figlia di Himayat, personificazione dell’Himalaya, che assume diversi nomi: Annapurna, dea dell’abbondanza, Kali, nella sua forma terrifica, Durga, la guerriera. Per attrarre a sé Shiva, Parvati andò sui monti e si dedicò ad una rigida ascesi; quando raggiunse il grado più elevato si avvicinò a lei Shiva che la prese in moglie. Nelle raffigurazioni con Shiva, Parvati è

SHIVA in piedi al fianco o gli siede accanto o è seduta sulle sue ginocchia. Vengono raffigurati insieme come coppia di innamorati sul monte Kailash, l’impero di Shiva, mentre non si lasciano distrarre da Ravana, il più potente dei demoni, che tenta di sradicare il monte. Annapurna è l’aspetto amabile della dea e le sculture la rappresentano con due braccia con gli attributi di coppa e cucchiaio; protegge gli uomini dalle carestie. Appare come una donna bella e seducente, con un seno ben sodo, la vita stretta, ingioiellata. In questa forma benevola non presenta l’attributo della calotta cranica come segno di distruzione. Nella forma di Durga, la più potente delle dee, protegge gli uomini e discende nel mondo quando si ha un’aggressione da parte dei demoni. Viene rappresentata con numerose armi fornite da Shiva e dalla conchiglia e la ruota di Vishnu. Nella forma terrifica la dea Kali viene raffigurata con sguardo selvaggio, armata di spada e cappio, adornata di una catena di teschi, nuda e smagrita, con una bocca spalancata e la lingua di fuori, con occhi rossi; con il suo urlo faceva tremare i demoni. Ganesh è considerato figlio di Shiva e Parvati, con la testa di elefante, è la più popolare tra le divinità induiste. È formato dalle parole gana e isha e significa signore dei gana, che può essere 31


LA VIA VIAGGI VIA DEI DELLE ORIGINI

interpretato come moltitudine. Gana rappresentano anche i piccoli demoni che corteggiano Shiva. È un archetipo carico di molteplici simbolismi che esprimono uno stato di perfezione e il modo per raggiungerla. È il simbolo di colui che ha scoperto la divinità in se stesso. Egli rappresenta il perfetto equilibrio tra energia maschile e femminile, ovvero fra dolcezza e forza, potenza e bellezza. Simboleggia la capacità discriminativa che permette di distinguere la verità dall’illusione, il reale dall’irreale. La testa di elefante indica fedeltà, intelligenza e potere discriminativo; una sola zanna indica la capacità di superare ogni dualismo; le larghe orecchie denotano saggezza, capacità di ascolto e di riflessione sulle verità spirituali; la proboscide ricurva indica le potenzialità intellettive, il discriminare il reale dall’irreale. Sulla fronte ha raffigurato il tridente, simbolo di Shiva, che simboleggia il tempo (passato, presente e futuro); il ventre obeso indica benessere e ricchezza e contiene infiniti universi, rappresenta l’equanimità, la capacità di assimilare qualsiasi esperienza con sereno distacco senza scomporsi minimamente; la gamba che poggia a terra e quella sollevata indicano l’atteggiamento che si dovrebbe assumere partecipando alla realtà materiale e a quella spirituale, ovvero la capacità di vivere nel mondo senza essere nel mondo; le 4 braccia rappresentano i 4 attributi interiori del corpo sottile: la mente, l’intelletto, l’ego, la coscienza condizionata; in una mano vi è un’ascia, simbolo della recisione di tutti i desideri apportatori di sofferenza; nella seconda mano stringe un cappio, simbolo della capacità di eliminare i legami, i nodi; la terza mano, rivolta al devoto, è in un atto di benedizione; la quarta mano tiene un fiore di loto che simboleggia la più alta meta dell’evoluzione umana. Il topo rappresenta l’ego, la mente con tutti i suoi desideri, la bramosia dell’individuo. Ganesh, cavalcando il topo, diventa padrone di queste tendenze, indicando il potere che l’intelletto e la discriminazione hanno sulla mente.

La domenica è governata dal sole, Surya, ed è una giornata di celebrazione, di preghiere e attività in comune. Il lunedì è governato da Shiva, distruttore delle negatività ed è un buon giorno per incominciare nuove attività lavorative, lavori di semina, di giardinaggio, per intraprendere azioni legali e finanziarie e, in caso di malattie, per purificarsi. Controindicate sono le discussioni. Il martedì è governato da marte, Mangala, ed è un giorno in cui è facile conseguire il successo. È un giorno in cui è facile ascoltare musica, incontrare amici, per proposte di matrimonio. Controindicate le relazioni sessuali. A volte compare inquietudine. Il mercoledì è governato da mercurio, Buddhi, ed è un buon giorno per esprimersi nell’arte, nell’acquisizione di

ricchezza, nel fare politica, nel concepimento di un figlio. Le controindicazioni sono l’inizio di nuove imprese e le relazioni sessuali. Facile la volubilità in questo giorno. Il giovedì è governato da giove, Guru, ed è un giorno eccellente per imprese finanziarie, per fare discorsi, dimostrare gratitudine ai maestri. È controindicato viaggiare in questo giorno. Il venerdì è governato da venere, Shukra, ed è un giorno particolarmente favorevole alle donne e porta ad avvenimenti piacevoli. Il sabato è governato da saturno, Shani, ed è un giorno che favorisce i guadagni, per risolvere questioni legali, per un avanzamento di carriera, per viaggiare, per fare provviste.

Divinità che governano i giorni della settimana Ogni giorno della settimana è governata da una divinità propizia che comporta un sostegno a determinate attività. 32

GANESH


ara

,3

an

ni

-b

ari

sta

Andr ea Cr otti, 2

4 ann

i-m

usicis

ta

-c

a,

uo

a

ian

ise

gn

ato

re

Eli

aB

og an

i, 4

4

an

ni

-a

rch

ite

tto

Lil

l ro Pa

ni an 3 llo ,4 Ga

36 an ni - co mm

Lu ca

a Lura ghi,

ni

an

Salvato

re Mon terosso , 24 an ni - We b Desig ner

co

63

nte

ni

na

an

eg

4

-d

i, 3

io -f

ns

Monic

ta

ris

zz

-i

rtu

ni

i, 28

Pucc

Be

an

Gaia

rgi o

58

ario

terin

- ve anni

, ini zz dra Pe lo

Se

ella Angela Argirò, 27 anni - mod

Non fargli mancare il tuo.

o Pa

Luca Sc anavino ,

8

46 anni - opera io

aG

Mi ch ele G

St ell

iac om

ino ,5

0

an n

i-

dir ige nte

La sua sopravvivenza è fatta di tanti piccoli 5x1000.

ercian

te

i - medico Marina Nicodemi, 31 ann

Enpa ringrazia per questo spazio.

i - pensionato Giuseppe Lo Monaco, 83 ann

- ristoratrice ghi, 41 anni Luana Gessa - segretaria lle, 34 anni Cristina Ava

5x1000 all’Enpa. Un gesto umano al cento per cento. Sostegno al volontariato 80 116 050 586 33


LA VIA VIA DELLA SCIENZA

I segni morfologici del cronorischio di Elisabetta Conti (iridologa) www.adacqua.com

C

on il termine cronorischio (si veda BioGuida n. 47) il dott. Lo Rito vuole indicare un periodo determinato della vita di un individuo, in cui un evento fisico o psichico può determinare un’alterazione/squilibrio della funzione biologica, tale da far prevedere l’insorgere di una malattia. Tali alterazioni del tessuto irideo sono evidenti a livello del Bordo della Corona (il cosiddetto B.C. - siepe o secondo cerchio). Le alterazioni “tipiche”, peculiari del cronorischio, sono le cripte (si veda “L’iride in bianco e nero” - BioGuida n. 38) ed altri segni morfologici elencati nell’immagine schematica delle Cripte. La cripta è un segno di cambiamento profondo, un salto di “dimensione” dovuto ad energie non sempre positive, ma può anche trattarsi di una “iniziazione”, della ricerca profonda di un tipo diverso di vita.

• Per individuare il cronorischio è importante anche la presenza di raggi che arrivano fino alla pupilla o alla siepe, associati ad una discromia (pigmento di colore diverso da quello di base) e/o a una lacuna (mancanza di tessuto a forma di foglia). • Sulla siepe può esservi un “ponte” (una fibra sopraelevata) intero o rotto: indica che “a quell’età” manca coesione nella sequenza degli eventi. • La discromia potrebbe indicare che qualcosa è accaduto in forte contrasto, senza armonia. Mettiamo in pratica: Proviamo anzitutto ad individuare le cripte in corrispondenza della siepe:

queste possono portare a soffermarci su determinate età della vita in cui un evento fisico o psichico può aver determinato un’alterazione/squilibrio della funzione biologica tale da far prevedere l’insorgere di una malattia. Non sono da escludere gli “incidenti”, che non sono mai casuali, oppure cambiamenti profondi dovuti a interferenze di una persona, quali il partner, un figlio, un’insegnante, anche uno sonosciuto con cui abbiamo scambiato due parole in autobus, o un gruppo/famiglia di origine, una famiglia acquisita, un gruppo di lavoro, un gruppo incontrato in vacanza, oppure qualsiasi essere vivente (pure un animale, una pianta, un luogo) che possono averci influenzato.

Nelle immagini che seguono vedremo i segni più significativi per individuare il cronorischio. • Un segno essenziale è l’introflessione della siepe (che si restringe verso la pupilla) o addiritura si interrompe.

CRIPTE 1 - rombo (cripta) 2 - finestra 3 - mandorla 4 - lacuna del margine 5 - filo di perle 6 - paragrafo 7 - favo 8 - punto 9 - virgola

34

È l’iride di una persona che si è ritrovata ciclicamente in situazione di cronorischio: le discromie scure nella parte alta rivelano sofferenza a livello embrionale e parto difficoltoso, le ombre di colore intorno ai 15 anni, a 25 /30 anni, poi sui 40 anni interferenze esterne non positive per lui. In particolare: il color ruggine che accompagna i segni del cronorischio delle età sopra indicate sottolinea che l’organo più “intaccato” è sempre stato il fegato che, nello psichismo degli organi della M.T.C., corrisponde alla collera (reazione comprensibile, in quanto ci sono di mezzo rapporti non sereni con la famiglia, un matrimonio con separazione, problemi lavorativi…)


Consigli dell’iridologo: disintossicare il fegato a livello fisico e seguire un percorso di comprensione e accettazione/ perdono per rimuovere il retaggio di collera che porta con sé fin dallo stadio embrionale (già condizionato da problemi relazionali tra i genitori). Perchè non provare alcuni massaggi shiatsu concentrati soprattutto sul meridiano del fegato? Da notare la forte discromia (macchia scura settoriale) che copre l’area corrispondente ai 47/50 anni. Questa “pennellata” scura sta ad indicare che la persona si è trovato in quell’età, all’improvviso, in una dimensione diversa che ha “sconvolto” i suoi parametri di vita.

Difatti mi conferma che gli sono state strappate, l’una dopo l’altra, le persone più care e ha perso in questo modo le sue “radici”. Fino a quel momento parlava bene ma, dopo questi episodi (soprattutto la morte della sorella e l’ictus della moglie), ha perso quasi totalmente l’uso della parola e si esprime con molta difficoltà. Nel chiedergli che cosa lo può rilassare, risponde: “il gioco del calcio, tanto che, alla fine di ogni allenamento e partita, ricomincio a parlare bene e correttamente, poi il giorno dopo perdo di nuovo l’uso della parola…” È stato colpito nell’area del cuore sia a livello emotivo/spirituale, sia a livello fisico: difatti uno dei sintomi del “cedimento” del cuore è proprio la difficoltà dell’espressione, l’incepparsi della parola, non riuscire più a comunicare. Perchè si riprende quando gioca a calcio? Intanto usa i piedi, che corrispondono alle “radici” (messe a così dura prova) e questo sport sicuramente lo ricongiunge ad un periodo più spensierato e felice, quando tutto era “normale”.

In questi casi sono molto utili, ad esempio, i Fiori Australiani. A lui anzitutto sono da consigliare i fiori che possono aiutarlo a riaprire il chakra del cuore e un’essenza combinata che favorisce l’uso fluente della parola, infine un “fiore di luce”, perché ha avuto a che fare in modo repentino e inaspettato con le energie sottili della morte. Personalmente ho visto più volte la macchia settoriale più scura negli occhi di persone che sono rimaste in coma per un certo periodo ed hanno sperimentato la dimensione “no spazio-no tempo” che precede la nascita e segue la morte.

È un’immagine molto rara: da notare come dal momento del parto (ore 12), un ponte sopraelevato e staccato dalla trama iridea sorvola la pupilla e si ricongiunge con l’area corrispondente ai 25 anni circa. Non è facile mettersi in sintonia con questa persona che non ricorda, avendoli rimossi, molti episodi della sua vita “ordinaria” e ritiene invece che la sua “vera vita” sia un’altra. È convinto di essere stato in una vita precedente un grande sciamano e di avere avuto la sua “iniziazione” a 25 anni. Potrebbe trattarsi di un caso di “sdoppiamento della personalità”, oppure di una “iniziazione predestinata” come lui sostiene…

Esempio classico di una lacuna alle ore 6 (in basso) vicino alla siepe. Può avere significati multipli. Ancora una volta occorre insistere sul fatto che un segno iridologico può indicare una moltitudine di informazioni sul piano fisico, emozionale, sul piano del tempo, dello spazio e sul piano spirituale. L’iride rimane un sistema grafico di base. In questo caso: • Piano fisico e spaziale: possibile alterazione della funzione della ghiandola surrenale con tendenza ad allergia, orticaria, intolleranza alimentare, ipertensione arteriosa. • Piano emotivo: paura del giudizio da parte di un genitore, paura del giudizio in generale da parte degli amici, da parte dei colleghi, paure immotivate (iridologia emozionale). • Piano del tempo: possibilità di trauma o cambiamento ai trent’anni (cronorischio). • Piano spirituale: desiderio di comunicare con la parte spirituale, desiderio di svilupparla e di fare un percorso di conoscenza. Anche questa immagine mostra che i segni del cronorischio sono ciclici (si vedano le altre cripte in vicinanza della siepe), quindi sicuramente non si tratta di un episodio isolato: di conseguenza, le varie situazioni di cronorischio potrebbero essere prevenute (a parte la prima, se è riferita col parto o i primissimi anni di vita, a meno che i genitori stessi non comprendano l’importanza dei traumi che loro stessi subiscono durante la gravidanza della madre).

Conclusioni Di fatto il cronorischio va applicato per conoscere eventuali traumi nascosti e sepolti a livello inconscio, oppure per comprendere traumi vissuti durante la gestazione del feto e per i traumi da parto e/o traumi immediatamente successivi, per evitare che si ripetano ciclicamente nel vissuto dell’individuo, amplificati e talvolta irrimediabili. L’iride quindi ci consente di intervenire in modo preventivo, per limitare i danni che un certo evento stressante/traumatico potrebbe arrecare (sfociando in una vera e propria patologia). 35


LA VIA VIA DEGLI ANIMALI

La Via degli animali: dall’identità all’individualità di Andrea Sergiampietri (medico veterinario) www.homeocode.info

L

a mente deve essere calma. Non un pensiero. Una tela bianca, morbida e vacua. Il respiro, regolare, controllato. Perfetta consapevolezza di sé. I passi leggeri sul pavimento di legno, a piedi nudi per non far rumore. La luce.. soffusa. Lei dorme, morbidamente rilassata. Il suo respiro leggero. La mente apparentemente serena. L’azione in un click impercettibile deve far seguito all’intenzione, con spietata contemporaneità. Il braccio destro si discosta leggermente dal corpo, la mano si stringe delicatamente attorno al morbido contorno dell’oggetto di vetro. Sincronica si manifesta l’intenzione di muovere il braccio sinistro per portare la mano verso il suo morbido collo… No! I suoi occhi !! In un lampo giallo verde si aprono! Le pupille: nere e immediatamente immense. I muscoli saettano sotto

36

il manto di grigio pelo e, un attimo dopo, la gatta è già sui pensili della cucina. Irraggiungibile. Mist! Anche questa volta rimango con la medicina nel contagocce e un pugno di mosche! Impossibile coglierla di sorpresa: non si muove foglia che lei non sappia… La connessione con l’ambiente La sensibilità del gatto all’ambiente è sorprendente, soprattutto in quei casi in cui l’avvicinamento non è disinteressato. Anche all’interno della visita veterinaria spesso accade che, non appena il medico passa dall’azione del toccare per entrare semplicemente in contatto a quella di toccare l’animale per visitarlo, lui diventi da “molto disponibile” ad assolutamente “non collaborativo”. Nulla di strano, il gatto e il cane domestici hanno la capacità di sentire, essere sensibili al circondario. Questa capacità istintuale, propria di tutti gli animali (uomo incluso) e delle piante, è una qualità essenziale. Nell’ambiente selvatico,

da cui i nostri animali provengono, l’essere in costante connessione con il Tutto e le sue intenzioni magnifica la possibilità di sopravvivervi. È da enfatizzare la potenza di questo sistema di acquisizione delle informazioni. Un sistema che nel passaggio da selvatico a domestico non perde forza, la sensibilità non si obnubila né si ottunde, cambia però la natura degli stimoli con cui l’animale è portato ad integrarsi. Infatti, nell’ambiente domestico, la capacità di percepire e adattarsi alle circostanze rimane di potenza equivalente a quella originaria, ciò che cambia è la qualità e finalità degli stimoli ambientali e, di conseguenza, le risposte dell’individuo/identità. Nel caso della micia, l’accordo tra il suo sentire e l’intenzionalità espressa nell’ambiente in quel momento, le permette di evitare la medicina. E insegna qualcosa: essere coercitivi, anche a fin di bene, non è sempre la modalità corretta per giungere ad un risultato.


Prendere contatto: corpi sottili e organi fisici Quali organi, quali strutture, del corpo fisico sono coinvolte in questa connessione tra interiorità ed esterno? Nel caso del gatto è naturale elencare l’udito che è molto sensibile; le vibrisse (ovvero i “baffi”), che sono veri e propri recettori nervosi… strumenti per sondare l’ignoto; la vista, sensibile a micromovimenti, per noi non percepibili, anche in condizioni di luce vicine al buio assoluto; l’olfatto, integrato con gli organi del gusto e, ultimo ma assolutamente non ultimo, il manto e la pelle. Queste strutture fisiche, connesse alla complessa rete del sistema nervoso, sono depositarie della funzione di creare uno spazio accogliente per il manifestarsi delle sensazioni. Poco si conosce però riguardo l’integrazione in queste strutture degli altri corpi, ovvero quello eterico ed astrale. La domanda: “come fa il gatto, pur dormendo profondamente, a percepire l’intenzione e discriminare tra l’arrivo di una carezza o di una medicina”, forse trova risposta proprio in questa integrazione sottile. La pelle è una delle barriere fisiche che definiscono ciò che “è dentro” da ciò che “è fuori”. Attraverso la pelle avviene il contatto tangibile con il mondo fisico. E però anche vero che “a pelle”, senza che il contatto materiale si realizzi, è possibile avere una percezione della realtà, delle situazioni, degli esseri che popolano il nostro ambiente. Gli animali, la maggior parte dei mammiferi terrestri, hanno anche il pelo. Questo ha numerose funzioni fisiche note, come la regolazione della temperatura corporea, la protezione dagli agenti atmosferici e l’espressione, talvolta, del dimorfismo sessuale o di stati d’animo particolari come quando viene orripilato nella paura o nel tentativo di apparire più grossi di fronte ad un rivale. Oltre a queste è però anche sede di uno degli aspetti della capacità di percepire, captare ciò che si sta realizzando al di fuori. Questo è comprensibile ragionando sull’analogia tra il mantello degli animali e un altro tessuto di rivestimento ricoperto da “peli”, anch’esso in contatto con un peculiare tipo di “materiale esterno”, ovvero la mucosa intestinale. Digestione e assorbimento sono attività molto complesse, a coordinare questo

processo ci sono ben 100 milioni di neuroni distribuiti nell’intestino: un vero e proprio cervello nella pancia. La mucosa intestinale è caratterizzata dalla presenza di villi, i quali aumentano la superficie di contatto dell’intestino con il materiale in via di digestione. La superficie di ogni villo intestinale è a sua volta coperta, a livello dell’apice, da una sorta di “peluria” composta da submicroscopici villi, chiamati nell’insieme “orletto a spazzola” in virtù della similitudine con le setole di uno spazzolino (brush border). Il materiale che transita nel lume intestinale deve prendere contatto con questa “peluria” durante le fasi di digestione e assorbimento. Ad elevato ingrandimento con il microscopio elettronico, i microvilli dell’orletto a spazzola appaiono poi essere a loro volta ricoperti da filamenti (glicoproteine) che si protendono verso il lume intestinale. Un’ulteriore nanometrica peluria. La funzione di questi filamenti è di prendere contatto, conoscere, scomporre il cibo nei suoi principi nutritivi (digestione enzimatica) e favorirne il trasporto “al di qua” della barriera intestinale; quasi come fossero presi e accompagnati per mano durante il transito. La comunicazione tra ciò che è dentro e ciò che è fuori avviene attraverso una interdigitazione, un’integrazione mediata dalle strutture periferiche dell’organismo. La barriera non solo separa ma anche fornisce una superficie di contatto e comunicazione controllata in ambo i sensi (da fuori a dentro e da dentro a fuori). L’animale, anche attraverso il manto, sente l’ambiente e, in particolare, ne percepisce il contenuto emozionale. La funzione di percepire le tinte emozionali depositate nell’ambiente si realizza attraverso la interazione tra corpo eterico ed astrale; il corpo fisico da parte sua, in questo caso, ci mette il pelo. Un sistema vivente Nulla di magico, il tutto è solo molto affascinante. A livello domestico, l’ambiente è rappresentato dagli oggetti non animati, dotati di vita non manifesta e l’aria in cui tutti “nuotiamo”. L’uomo è il soggetto principale dell’interazione con l’ambiente domestico. Altri attori (identità) sono tutte le creature dotate di vita manifesta, ovvero animali e piante in senso lato. Le persone sono i

soggetti principali perché hanno il potere di modificare l’ambiente in cui vivono in modo anche radicale, portando dei cambiamenti impensabili per animali e piante. Per quanto si possa obbiettare che alcuni cani siano in grado di distruggere l’arredamento di una casa, immaginiamo il potere superiore di modifica dell’ambiente di una squadra di demolitori armati di mazze e martelli pneumatici. La capacità di alterare, modificare, l’ambiente è massima nell’uomo. Per quanto abbiamo detto, l’insieme di ambiente e coloro che lo abitano è un sistema ed è lecito definirlo vivente perché manifesta la finalità di mantenere la vita, attraverso le funzioni di adattamento, trasformazione e risoluzione integrativa dei conflitti. Tra le varie identità ivi presenti si stabiliscono relazioni che non sono però di pari grado. Identità e individualità È importante esplicitare che il concetto di identità non corrisponde sempre a quello di individualità. L’uomo, gli animali e le piante presenti nell’ambiente domestico sono identità, ovvero esseri con fisicità spazialmente e temporalmente definita. L’individualità 37


LA VIA VIA DEGLI ANIMALI

viene qui intesa come una funzione dell’identità con intensità variabile, da quasi totalmente presente a quasi totalmente assente. Noi esseri umani ci percepiamo come individui ma non è raro che si tratti di una falsa percezione. È così forte il sentirsi persone singole e ben definite che, tendenzialmente, questo diventa l’unico modo in cui il mondo è concepito. Il risultato è quello di proiettare il concetto di individuo ad ogni oggetto/essere vivente che costella il nostro mondo. L’automobile stessa, per quanto prodotto industriale uguale a migliaia di altre automobili, acquisisce personalità e individualità nel momento in cui diviene proprietà di uno specifico individuo umano. Questo processo di fusione oltrepassa la soglia della con-fusione (inconsapevole) nel momento in cui la realtà percepita, personale, si sostituisce completamente alla Realtà possibile, oggettiva. Anima di gruppo… domestico L’esperienza normale degli animali domestici, incredibile a dirsi, non è quella 38

del percepirsi individui. Salvo particolari eccezioni, questo stato di individualità, anche quando è presente, può esserlo solo per periodi limitati di tempo. Sebbene siano possibili determinate e rare situazioni in cui l’auto-percezione dell’animale domestico somiglia a quella dell’essere umano, più frequentemente l’animale di famiglia si sente individuo espresso in una polarità con il suo umano; contemporaneamente fuso in una multi-individualità. In altri momenti della sua vita, durante la stagione degli amori, la gestazione, il parto e l’accudimento dei cuccioli, l’animale domestico, guidato dalla forza della natura d’origine, perde completamente i propri confini di primordiale individualità e si percepisce come un multi-organismo, un essere collettivo dotato di una sola coscienza diffusa in molti corpi. L’animale mantiene, in generale, un legame con la sua natura e manifesta il senso di appartenenza alla specie, vivo e tangibile. Nell’uomo la spinta individualistica è tale che, spesso, si osserva il senso di rifiuto verso la propria specie di appartenenza.

Quando l’animale è domestico, il suo senso di appartenere ad un grande gruppo di creature simili abbraccia anche l’essere umano e prende vita in una sorta di famiglia naturalmente allargata. All’interno di questa nuova famiglia egli sperimenta una parziale individualizzazione, relativa e dipendente dal legame con l’essere umano (o gli esseri) della famiglia stessa. La creazione di questa famiglia allargata fornisce lo spazio esperienziale all’animale per sperimentare i primordi della sua individualità. Intenzionalità e individualità L’intenzione di carezza che la mia mano porta avvicinandosi alla gatta è in qualche modo previssuta dall’animale e pregustata ancor prima che avvenga il contatto fisico, perché tra me e il mio gatto esiste una connessione metafisica (semplicemente la mia mano non è ancora in contatto con il gatto!). L’appartenenza al medesimo sistema familiare rende possibile la percezione da parte dell’animale della mia intenzionalità prima ancora che si vesta d’azione.


Se, invece, l’intenzione portata dalla mia mano è quella di somministrare una medicina la reazione di fuga prende posto a quella di fusa. L’uomo si esprime nell’ambiente attraverso azioni e intenzionalità. Queste appartengono a un mondo interiore molto complesso che influenza, fino a poter produrre distorsioni, la percezione che l’uomo ha di sé, dell’ambiente e degli altri. Le azioni dell’uomo, anche quelle non portate a compimento, così come le intenzioni, sono sempre espressione della volontà e della possibilità di scelta. Gli animali hanno capacità di pensare, sperimentare e comprendere le sensazioni, di avvertire e anche esprimere le emozioni. La differenza tra uomo e animale risiede nella possibilità di scelta: l’animale agisce sempre in accordo con le richieste dell’ambiente, naturale o urbano/domestico che sia. Non è quindi nella possibilità di esperire sensazioni, provare emozioni oppure pensare la differenza saliente con l’essere umano. L’animale non può fare scelte disfunzionali perché il suo accesso agli strumenti spirituali per fare scelte individuali è ancora l’eccezione; questa è la principale differenza tra animale e uomo. La possibilità di compiere vere scelte nasce con la conquista della piena individualità, un traguardo possibile da raggiungere ma anche urgentemente necessario per tutta l’umanità. Nella piena individualità esiste la completa coerenza tra Io Superiore, Io inferiore e gli altri corpi (astrale, eterico, fisico); in poche parole, nell’agire l’uomo individualizzato armonizza gli impulsi spirituali con quelli terreni (come in cielo così in terra), realizzando nel mondo ciò per cui è venuto al mondo. I tentativi di incontro, come quelli di scontro, tra le correnti di impulso spirituale e terreno, influenza attraverso pensieri, emozioni e sensazioni (e sintomi) l’azione della persona, anche nei minimi e inconsapevoli gesti compiuti ogni giorno.

della dualità nella persona ed è un risultato diametralmente opposto a quello perseguito dall’individualismo. In quest’ultimo i bisogni del singolo sono avvertiti come il centro del mondo personale, attorno a cui ruotano, in posizione subalterna, tutte le altre identità. L’individuo invece si pone in una posizione centrale nel servizio, nel dare, nell’occuparsi degli altri, mentre può occupare una posizione anche periferica quando si tratta di ricevere, seppur in sovrabbondanza. Le nevrosi sono espressione dei fallimenti umani in questo processo di trasformazione. Il mondo interiore nevrotico si manifesta nell’ambiente, riflettendosi affinché possa essere riconosciuto e risolto. L’animale domestico è in grado di cogliere ogni sfumatura di quanto avviene nell’interiorità e nell’immediata esteriorità del suo compagno umano; in queste sfumature egli vive e sogna. Per natura sensibile, non può far altro che adattarsi al sistema in cui vive, contribuendo all’equilibrio dello stesso, anche attraverso la malattia. La via che il Regno Animale percorre è quella di collaborazione e sostegno del percorso dell’uomo; in poche parole gli animali sono qui per noi. Il lungo percorso di trasformazione intrapreso dall’uomo non lo porta ad essere monarca assoluto del mondo: questa è la

distorta visione egocentrica in grado di proporzionare una disumana depauperazione dell’ambiente. Il vero cammino di maturazione è quello che, in amore e consapevolezza, rende l’uomo responsabile. Riconoscendo l’animale e prendendosene cura, diviene via via più semplice il dialogo con i mondi spirituali e con il proprio sé: l’uomo procede assieme all’animale. La distanza di questi rispetto al suo gruppo naturale d’origine e alla rinnovata alleanza animale-uomo è variabile. Quando è forte ed intenso il legame, la relazione animale - uomo, quando cioè si crea il rapporto duale grazie al riconoscimento umano, l’animale collabora attivamente alla realizzazione del progetto spirituale specifico del suo compagno. Anche quando non ne ha piena consapevolezza. Le caratteristiche comportamentali dell’animale, così come i sintomi che può manifestare, sono comunque funzionali all’ambiente familiare in cui vive e possono essere direttamente correlate alle azioni di trasformazione richieste al suo umano per entrare in contatto con il suo Io superiore: quella voce in noi, piena di saggezza, che spesso abbiamo paura di ascoltare. (Un ringraziamento per alcuni spunti di riflessione a Pierpaolo B. e Maura C. per ciò che ho colto e ciò che ho rifiutato)

La Via degli Animali Avvicinandosi all’uomo, per l’animale aumentano le occasioni per sperimentare l’individualizzazione. Il raggiungimento dello stato di individuo avviene attraverso un processo di conciliazione 39


PAROLE E MUSICA

a cura di Francesco Giordano

Filomena Campus e Giorgio Serci SCARAMOUCHE (EGEA)

Marcus Miller AFRODEEZIA (Blue Note)

Smooth Jazz Hits THE ULTIMATE COLLECTION (Concord/Universal)

F

I

D

Dieci brani realizzati con l’apporto di ospiti di grande spessore, come l’abilissimo percussionista brasiliano Adriano Adewale, Rowland Sutherland, il Keld Ensemble e Kenny Wheeler, in una delle sue ultime apparizioni prima della scomparsa. Ancora lo stimato flautista classico e jazz Rowland Sutherland, che lascia il segno in ‘Boghe’ e Maestrale’ e ‘Scaramouche’, la Keld Ensemble (orchestra d’archi formata nel 2010) che interviene in “Campidano” e in “Decisions”.

(Snarky Puppy), i trombettisti Etienne Charles e Ambrose Akinmusire, i chitarristi Keb’ Mo’ e Wah Wah Watson e il bassista e co-produttore Mocean Worker. Marcus Miller, che ha preso parte a più di 500 registrazioni di album di importanti musicisti in ogni segmento musicale, è considerato uno dei maestri del funk grazie al suo stile originale e personalissimo di suonare il basso. “Afrodeezia” è stato ispirato dall’importante ruolo rivestito dallo stesso Miller in seno ad “Artisti per la Pace” dell’Unesco: sono personaggi famosi che usano la loro influenza, il loro carisma e prestigio per promuovere il messaggio dell’Unesco. Il CD è stato registrato in alcune località in giro per il mondo come Marocco, Parigi, Rio de Janeiro, New Orleans e Los Angeles. “In questo progetto ho collaborato con artisti provenienti dal Sud America, dall’Africa, dai Caraibi e da varie località degli USA, in virtù di un linguaggio musicale che si sviluppa a tutto tondo”.

“Smooth Jazz Hits: The Ultimate Collection” assembla 17 brani scelti fra alcuni dei maggiori esponenti del genere ‘smooth’ che in America vanta una larghissima diffusione. I nomi presenti nella raccolta sono artisti di assoluto prestigio in USA, Giappone, Gran Bretagna e in quesi paesi dove lo smooth jazz è “di casa”, alcuni dei quali hanno ottenuto grandi consensi anche in Italia: da icone del sax come Boney James, Mindi Abair, Richard Elliot, Dave Koz e Kenny G, alla superba voce di Al Jarreau, a tre fra i migliori chitarristi in circolazione come George Benson, Norman Brown e Peter White, a due pianisti come David Benoit e Jeff Lorber fino al supergruppo dei Fourplay. Un disco per avvicinarsi e apprezzare meglio un genere che riesce a coniugare l’eleganza del jazz con l’immediatezza del pop.

ilomena Campus è una delle voci più interessanti del panorama jazz contemporaneo. Apprezzata compositrice e regista teatrale, vive a Londra dal 2001, dove ha fondato la compagnia “Theatralia”. Molto nota nella sfera del jazz sperimentale, ha collaborato tra gli altri con Evan Parker, Paolo Fresu, Antonello Salis, Orphy Robinson, Guy Barker, Jean Toussaint, Byron Wallen. Il chitarrista Giorgio Serci, compositore e docente ai corsi di laurea in Musica in Gran Bretagna, ha recentemente formato la ‘Bansangu Orchestra’ col sassofonista Paul Booth, che include i musicisti di spicco della scena londinese. L’album “Scaramouche” fa seguito al progetto “Duos”, che vede impegnati i due artisti in un percorso musicale lungo la tradizione sarda, jazz, sonorità mediterranee e improvvisazione.

40

cona del jazz contemporaneo, Marcus Miller firma per la leggendaria Blue Note il nuovo “Afrodeezia”. Prodotto dallo stesso bassista, il CD vede la partecipazione del batterista Louis Cato, del trombettista Lee Hogans, del pianista Brett Williams, del sassofonista Alex Han e del chitarrista Adam Agati, a cui si affiancano numerosi artisti in qualità di ospiti aggiunti come il rapper Chuck D, la vocalist Lalah Hathaway, il tastierista Robert Glasper, l’organista Cory Henry

a casa Concord, una delle più prestigiose etichette della storia del jazz, arriva questa raccolta realizzata dai compilatori americani della ‘label’.


Novità BioGuida Edizioni

SUONOTERAPIA

e MASSAGGIO SONORO

BIOARMONICO Come utilizzare le campane tibetane per creare armonia equilibrio e benessere di Mirko Sollima Le popolazioni antiche ritenevano che il suono fosse il primo creatore ed un potente mezzo di guarigione e trasformazione. Ai loro occhi la materia, in costante vibrazione, appariva come la manifestazione di un suono arcano che, dalla vacuità, tesseva infiniti universi di forme. La Suonoterapia affonda le proprie radici in questa antica visione del mondo che oggi trova conferma nel moderno paradigma quantistico. Il principio di base consiste nella credenza che tutto, esseri umani inclusi, vibri ad una determinata frequenza di risonanza, alla base anche degli stati di salute e malattia. L’autore affronta, in modo semplice ma esaustivo, varie tecniche per utilizzare i suoni delle campane tibetane in modo da ripristinare le frequenze naturali del corpo. Esse sono strumenti di antichissima origine, forgiate dalla lega dei metalli che rappresentano i pianeti dell’antica e moderna concezione del sistema solare. Una volta utilizzate nel giusto stato interiore e selezionate con cura, attraverso le indicazioni riportate nel libro, il lettore potrà avvalersi della propria esperienza per applicare le possibilità terapeutiche delle campane tibetane al personale benessere o per offrire un concreto aiuto agli altri, attraverso una tecnica innovativa chiamata Massaggio Sonoro BioArmonico. Perché BioArmonico? Il termine ha come fondamento teorico la Scienza dell’Armonica, secondo cui la realtà si manifesta seguendo la serie dei suoni armonici. La maestosità del creato risponde a determinate proporzioni rintracciabili ovunque, dalle conchiglie alle galassie. Quando l’Armonica viene applicata all’essere umano, prende il nome di BioArmonica. Il Massaggio Sonoro BioArmonico pone al centro del proprio metodo i suoni come linguaggio portatore di una bellezza armonica universale. In particolare viene dedicata grande attenzione alle frequenze planetarie, di comprovata efficacia terapeutica. Le tecniche e gli esercizi presentati nel libro diventano una mappa ed un invito ad incamminarsi sulla Via del Suono, inteso come strumento di guarigione e crescita interiore, per ritornare all’Origine e sperimentare il Suono Primordiale, che tutto sostiene e preserva.

DA LUGLIO NELLE MIGLIORI LIBRERIE E PER ACQUISTI ON-LINE: www.macrolibrarsi.it, www.ilgiardinodeilibri.it; www.ibs.it A PREZZO SCONTATO E SPEDIZIONE GRATUITA SUL SITO:

www.bioguida.com

41


PAROLE E MUSICA A cura di Mari Valentini

Francine Shapiro

Franco Riva

Alejandro Jodorowsky

Lasciare il passato nel passato

Filosofia del cibo

La risposta è la domanda Favole di saggezza

Castelvecchi edizioni

L’Astrolabio

T

alvolta il tempo è un grande alleato dei nostri dolori più o meno profondi. Talvolta li cancella, talvolta li ovatta e congela in una dimensione insondabile della mente e ci preserva nella vita immanente che prosegue. Talvolta no. E accade che spesso i ricordi di fatti variamente traumatici accadutici in varie fasi dell’esistenza possano tornare ad affacciarsi dall’oblio salvifico della dimenticanza, a bussare alla porta dell’anima con prepotenza inaudita e violenta, senza lasciarci apparente via di scampo. Per queste ragioni se un evento drammatico non viene rielaborato ed opportunamente “curato” può ibernarsi nella mente generando reazioni automatiche che creino sofferenze e disagio. Può accadere per anni e decenni di provare un rancore sopito che riaffiora nei riguardi di fatti e persone che hanno violato il nostro spazio sacro e non si sappia come gestire i sentimenti che impazzano all’improvviso sovrastandoci. Secondo la tecnica dell’EDMR (Desensibilizzazione e riprogrammazione oculare), le esperienze negative possono prevaricare i sistemi additivi di informazione e non consentire di operare collegamenti indispensabili per risolvere autonomamente le sofferenze determinate dalle stesse. Tenendo conto di tutti blocchi determinatisi nel nostro cervello, nel corso di un’esperienza di sofferenza, ed elaborando i movimenti degli occhi del paziente osservato, grazie a forme di stimolazione opportunamente studiate sulle specifiche esperienze stressogene dei processi cognitivi, emotivi, comportamentali e neurofisiologici del soggetto, si giunge a stabilire un migliore equilibrio e comunicazione tra gli emisferi cerebrali. Le informazioni immagazzinate vengono convogliate verso i ricordi positivi e rielaborano correttamente quelli negativi. Questa tecnica diagnostica e’ stata sperimentata per la prima volta dall’autore nel 1989 e da allora mai disgiunta dalla ricerca scientifica, giungendo oggi ad essere considerata tra i trattamenti più efficaci di terapia psicoterapeutica per i traumi psichici. 42

Oscar Mondadori

N

I

l nostro rapporto col mondo da sempre è mediato dal cibo. Scandendo quest’ipotesi interpretativa in tre sezioni l’autore si concentra rispettivamente sui paradossi del cibo nella prima “Mangiare è una gran cosa”, sui nessi tra cibo, letteratura e filosofia dall’antichità ai giorni nostri in quella intitolata “Incomprensioni alimentari”, con una carrellata che va da Petronio a Cervantes, da Goethe a Novalis e Calvino, presi d’esempio per la poesia e la narrativa, ed Agostino, Weil, Bloch, Buber, Lévinas, Nancy e Derridda per la riflessione filosofica occidentale, fino all’ultima parte del lavoro che affronta il tema delle nuove prigioni del corpo, vittima delle manipolazioni e delle ideologie del mercato in “Corpi incerti”. È un tema quello del nutrirsi e del mangiare su cui di certo si sono spese moltissime e innumerevoli parole, su cui talvolta è bene abbassare persino i riflettori dell’attenzione, come per una statua o un’opera d’arte per cui sia necessario fare un po’ d’ombra se l’illuminazione è eccessiva. Perché, continua l’autore, un’ipotetica biblioteca sul cibo, intesa anche con tutti i suoi riferimenti trasversali ai pasti ed alla storia delle culture cui fa riferimento sarebbe infinita. Per non riferirsi poi alle più recenti ed abusate trasmissioni televisive dotate di superconcorrenti e provetti cuochi, giurie di critici, ai blog tematici, ai turismi del gusto ed all’editoria enogastronomica che invadono i nostri spazi mediatici, psicologici ed emotivi del quotidiano.

elle storie e nelle leggende di ogni tempo e civiltà si nascondono i significati fondanti dell’esistenza umana. Così in questo libro l’autore ne raccoglie alcune tratte da tutte le culture, da quelle sufi a quelle ebraiche, da quelle indù e cinesi a quelle buddiste, raccontandole e interpretandole come viatico per il raggiungimento di ognuno verso la pienezza dell’anima e la saggezza felice. Tutto comincia, spiega l’autore, quando da bambino, una sera egli si sveglia dal sonno senza i genitori che erano andati a cinema dopo una giornata d’intenso lavoro. A consolarlo di questa disperata solitudine è la vecchia domestica che gli racconta la storia del “mezzo pollo”: con una sola ala, un solo occhio, mezzo becco, coda e corpo si aggirava disperato perché ogni cosa mangiasse si perdeva dall’altra parte mancante di sé. Non bastavano intere piantagioni, né un fiume e il mare per placare la sua sete. Fino a che l’anziana governante, l’indomani, presenta al piccolo Alejandrito, San Juan, il “suo” vero mezzo pollo che, con le ali impolverate ma tutt’intero, corse da loro per il mangime quotidiano e gli racconta come finisce la storia. Dopo aver girato il mondo il mezzo pollo incontra un altro mezzo pollo e da subito decidono di unire i loro corpi a metà per non staccarsi più e nutrirsi con poco per sentirsi sazi. Finché ognuno resta all’interno della propria razionalità si è a metà: solo incontrando la propria anima e la nostra divinità interiore plachiamo la nostra fame e sete d’interezza e possiamo essere felici.


LA SOGLIA DELL’ENERGIA Migliaia di anni fa, nel Messico precolombiano, donne e uomini dotati di grande curiosità e sete di conoscenza diedero inizio ad un percorso di esplorazione dell’ignoto, spingendosi al di là della barriera della percezione. Chiamarono “Nagualismo” questo percorso e, se stessi, “Toltechi”. Il Nagualismo pone le sue basi sul principio che l’universo sia un insieme di campi di energia, percepibile direttamente da noi tutti, quando oltrepassiamo i limiti imposti dall’interpretazione. I Toltechi svilupparono le tecniche per liberarsi da tali limiti, per consentire di riappropriarci di quanto più profondo ci appartiene: la totalità del sé. L’obiettivo dei loro sforzi è stato duplice: permettere il ricordo della propria natura energetica e utilizzare pragmaticamente la nuova visione della realtà. Questo viaggio prosegue ancora oggi, grazie all’impegno dei nuovi Toltechi. Il Nagualismo è stato portato all’attenzione del mondo occidentale da Carlos Castaneda, ultimo erede di una stirpe di guerrieri durata secoli. Tale lignaggio però non era l’unico a persistere.

BioGuida Edizioni

BEST SELLER

Dall’inizio degli anni ’90 l’autore ha effettuato una lunga serie di viaggi in Messico, nel corso dei quali si è verificato l’incontro con un gruppo di Toltechi che detiene la conoscenza delle tecniche per muovere il punto di unione. Si tratta di un lignaggio diverso da quello di cui Castaneda fu l’ultimo Nagual ma sempre appartenente alla stessa tradizione. Questo libro racchiude ciò che i lettori di Castaneda aspettavano da molto tempo: sogno, agguato, intento, maestria della consapevolezza, ricapitolazione. Tutte le parti fondamentali del Nagualismo sono esposte in modo chiaro, spiegando tecniche, metodi, strategie, esempi pratici, con la finalità di renderli praticabili e sperimentabili direttamente, oltre a molti altri aspetti mai trattati finora. Dopo un lavoro decennale, l’autore è riuscito a mettere a punto un sistema che rende disponibili le tecniche dei Toltechi ben al di là del contesto tradizionale nel quale sono state sviluppate. Ora, con questo libro, è qui per offrirle a voi.

PROMOZIONE WEB: SCONTO DEL 10% E SPEDIZIONE GRATUITA PER L’ACQUISTO ON-LINE SU www.bioguida.com

43


presenta

Introduzione alla Introduzione alla

Terapia Cranio Sacralanoe quotidi I principi del benessere

John E. Upledger

Terapia Cranio Sacrale I principi del benessere naturale di John E. Upledger

BioGuida Edizioni

Per la prima volta in Italia la traduzione dell’originale americano “CranioSacral Therapy - Touchstone for Natural Healing”, il libro introduttivo alla Terapia Cranio Sacrale più semplice, esauriente ed amato, scritto dal suo fondatore John E. Upledger.

Per apprendere la Terapia Craniosacrale è importante comprendere il sistema craniosacrale e la sua funzione.

Ci sono alcune tecniche molto semplici che possono essere usare da chiunque, a prescindere dalla propria formazione o dalle esperienze precedenti. Tutto quello che dovete fare è di avere fiducia, nel farlo.

Potete imparare ad usare le vostre mani per aumentare le capacità di auto-guarigione e auto-correzione, doti che tutti noi possediamo. Non stiamo suggerendo che diventerete un guaritore. Il corpo con cui state lavorando è il guaritore. Voi siete il facilitatore. Voi sarete gli assistenti dei meccanismi autocorrettivi di quel corpo. Credo che tutti, chi più chi meno, siano nati con la capacità di aiutare i processi curativi che sono presenti in ognuno di noi.

John E. Upledger

In tutte le migliori librerie. Con lo sconto del 10% per chi acquista on-line su www.bioguida.com Accademia Cranio-sacrale/Istituto Upledger Italia: Tel. 040.3476191 - info@accademiacraniosacrale.it



Solo prodotti di QUALITÀ

CurZen

BENESSERE DIGESTIVO

... dalla natura due rimedi dalle proprietà generose:

• Funzionalità del sistema digerente • Sostegno delle attività epatiche e gastro-intestinali • Aiuto alle funzioni osteo-articolari • Effetto antiossidante • Azione benefica sull’apparato cardiovascolare Curzen è un integratore alimentare a base di curcuma Longvida® e zenzero. Nel Curzen, grazie ad una tecnologia brevettata, la curcuma è abbracciata ad una porzione lipidica che rende massima la biodisponibilità della curcumina a livello cellulare. Curcuma e Zenzero sono due piante dalle proprietà

Novità

Confezione da 30 capsule eg Cod. Prodotto: 926314372

LONGVIDA® è il brevetto EP 1993365 ed è un marchio registrato di Verdure Sciences Inc.

generose che agiscono in modo sinergico favorendo così le funzioni digestive. La curcuma esercita anche un’azione benefica sulle funzioni svolte dal fegato e possiede un’interessante attività antiossidante. Lo zenzero favorisce inoltre la regolare motilità gastrointestinale e svolge un’azione di supporto nei confronti dell’apparato cardiovascolare.

Natural Point srl - via Pompeo Mariani, 4 - 20128 Milano tel. 02.27007247 - www.naturalpoint.it - info@naturalpoint.it

o olaand ort de d esiign..net

In vendita nelle erboristerie, farmacie e negozi di alimentazione naturale.


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.