BioGuida n.57 - Autunno/Inverno 2018

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AUTUNNO-INVERNO 2017/18

N. 57 Trimestrale di ricerca olistica e 2,90

ITINERARI DELLO SPIRITO



BioGuida

ITINERARI DELLO SPIRITO n° 57 autunno-inverno 2017/18 Trimestrale di approfondimento e ricerca olistica. Aut. Reg. Tribunale di Trieste n° 1067 del 26/03/03

in questo numero

Testata iscritta al ROC n.16994. Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1 comma 1 CNS TS Editore: BioGuida Edizioni di Pierpaolo Bon Sede: Piazza Vico 2, 34131 Trieste (TS) Tel. 040.3229773 - Fax 040.9890285 Info-line: 338.8852117 info@bioguida.com - ppbi@bioguida.net

La via interiore: Di che giorno sei?

I luoghi: 6

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Sito web: www.bioguida.com

Mindfulness e vita quotidiana

Abbonamenti: 040.3229773 - 338.8852117 info@bioguida.com CCP 51506707

Cantare come la terra

Pubblicità e Marketing: 338.8852117 ppbi@bioguida.net Impaginazione e stampa: Luglioprint, Trieste La riproduzione anche parziale di immagini o testi deve essere autorizzata dall’editore. La rivista viene distribuita esclusivamente in punti selezionati e autorizzati. Nessun allegato alla rivista è da considerarsi tale se non esplicitamente autorizzato. L’editore si mette a disposizione degli autori delle cui opere non sia stato possibile risalire alla fonte. I diritti di immagini e loghi pubblicitari sono forniti dai clienti dietro loro autorizzazione e responsabilità, così come l’utilizzo di termini inerenti alla medicina o alla professione medica.

Direttore responsabile: Pierpaolo Bon Direttore editoriale: Mari Valentini Contatti internazionali: Rodolfo Carone Francesca Tuzzi I nomi di questo numero: Selene Calloni Williams, scrittrice. Elisabetta Conti, antropologa, iridologa. Donatella De Colle, psicologa, psicoterapeuta. Eva Genco, numerologa, cristalloterapeuta. Francesco Giordano, critico ed esperto musicale. Roberta Giurissevich, astrologa. Thea Keber, Istituto Upledger Italia. Paolo Loss, cantante lirico, insegnante di canto gregoriano e vocalità. Maurizio Pelos, esperto in bio-edilizia e bio-arredamento. Maddalena Premuti Bonetta, Tellington Ttouch®.

Ribellione Zen

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La via della scienza: La tecnica cranio-sacrale e il rilascio somato-emozionale

La via delle stelle: 8

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L’esame iridologico e i blocchi energetici dei meridiani

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Parole e musica:

La via della terra: Dormire dolce dormire...

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La via degli animali: Il tocco della fiducia

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Genitori Astrologici

I luoghi della BioGuida

Intervista a Paolo Di Sabatino

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Gli incontri: 18

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La Primavera della Giovinezza

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Disegni e immagini: Cristina Bernazzani, Manuela Frisone, Moreno Tomasetig (quando non diversamente specificato)

In copertina: “Magico inverno” opera di Demmy Avanzi


EDITORIALE

La grande illusione “Ma che sorpresa, cantando, nasce una rosa anche dal fango, dai deserti più assolati ed eterni inverni... ma che sorpresa una rosa, una rosa dal fango”. Antonella Ruggiero, Echi d’infinito.

B

ellezza, amore, passione, desiderio, illusione e abbandono sono spiegati con cristallina evidenza nel mito greco di Amore e Psiche: un giorno nasce Psiche, una fanciulla talmente bella che si accorreva da ogni parte per ammirarne lo splendore. Per questa ragione Venere, gelosa, le invia il figlio Eros per farla innamorare ed infliggerle la fatale sofferenza che sarebbe conseguita all’abbandono di lui. Psiche s’invaghisce dunque di Eros secondo il perfido disegno divino, e di conseguenza, del Desiderio ( la parola che traccia nella sua stessa etimologia, de sideris, la lontananza dalle stelle, l’irraggiungibilità della felicità luminosa che viviamo solo nella distanza, quando bramiamo ciò e chi ci sfugge e che è temuta dagli Dei proprio per il potere che ne consegue, di sconvolgere l’esistenza di ognuno). Ricomincia così il viaggio di Psiche alla ricerca di Eros e lo riconquista, e dal loro ritrovato incontro nascerà Voluptas, il piacere profondo. La vicenda ci insegna dunque che la perfezione ed il contorno della Bellezza non sono solo quelle esteriori, che ci regalano l’Arte e che impariamo guardando il mondo attorno nel suo splendore incandescente, nell’armonia maestosa della Natura, ma anche quelle che si sperimentano nel profondo, nella dimensione della ricerca interiore, nell’impegno e nell’applicazione al cospetto del disegno di vivere, nel flusso di ogni essenza che ci scorre accanto e si svolge gaio e leggero. Non è un caso che nella lettura di questo mito Gustav Jung abbia letto le quattro funzioni della psicologia umana: il pensiero, l’intuizione, il sentimento e la sensazione, tutte facoltà che guardano alla bellezza come l’utilità, la verità, l’empatia, il piacere e la voluttà. La bellezza si intreccia da sempre all’universo ed alla storia dell’umanità, ne rappresentano il fulcro battente, ma esige processi pazienti, nel tempo,

così come un piccolo fiore destinato ad appassire nel giro di qualche giorno richiede ere geologiche di creazione che sfidano i millenni, così come i diamanti più preziosi nascono dalle viscere della terra da trasformazioni laboriose e lunghissime. La bellezza dunque, come l’amore, richiede dedizione ed impegno nella nostra esistenza ed in quella di chi ci circonda. Nella cultura orientale e giapponese, in particolare, la parola shibui descrive quella nascosta, dedita a chi l’ha creata, non all’osservatore: quando il nostro gusto diventa raffinato conseguiamo la bellezza. E non è un caso che in natura tutto ciò che è bello esiga lentezza d’esecuzione, silenziosa dedizione, talvolta anche faticoso e doloroso percorso introspettivo. Esiste dunque bellezza senza l’impegno e la partecipazione? O è solo slancio d’ali e d’assoluto? L’eleganza delle forme può essere il frutto dell’immediatezza o di un lungo e assiduo lavoro ed esercizio di stile? Perché pur attratti irresistibilmente dal bello, siamo spinti allo stesso tempo a cercare scorciatoie brevi e comode, a percorre vie meno difficoltose e strade meno complicate che ci diano facili gratificazioni senza impegno. La bella storia del contadino e della farfalla ci racconta che un giorno un contadino, riposandosi all’ombra di un albero si accorse di un bozzolo da cui, nonostante gli sforzi, la minuscola creatura non riusciva ad uscire, così decise di far un buchino per facilitarne la nascita. Ma la farfalla non aveva muscoli abbastanza

forti per potersi librare in volo ed era incapace di fare quello che secondo le leggi della natura sarebbe accaduto se non fosse intervenuto l’uomo e rimase inerme sul terreno, morendo a breve. Così quando vediamo volare leggera una farfalla è l’evento che ci incanta ma è il processo anteriore ad avere generato tutto lo stupore che ne consegue, così come ogni opera d’arte ci inebria di magico in un battito d’attimi, ma è tutto lo sforzo e le azioni che l’anno preceduto assieme all’intuizione dell’artista a rendere incantevole ed irripetibile quel risultato. E allora, in un’epoca consumistica dell’amore e di relazioni ossessionate dalla spasmodica ricerca del Nuovo, la nostra esistenza stessa sarà colma di magnifica pienezza se siamo continuamente attenti ai dettagli, se ne facciamo festa quotidiana, ritualità continua ed instancabile di tutto ciò che abbiamo, e ne siamo consapevoli testimoni. Se realizziamo l’invito del filosofo russo Pavel Florensky: ci abituamo ad educare noi stessi a fare tutto ciò con cura e precisione, e il nostro agire non abbia nulla di impreciso e grossolano. Se ricordiamo che nell’approsimazione si può perdere la vita, mentre al contrario, nel compiere meticolosamente, e al ritmo giusto, anche le cose di secondaria importanza, si possono scoprire molti aspetti che in seguito potranno essere per noi fonte profondissima di un nuovo atto creativo. Il nostro corpo è un giardino e la nostra volontà il giardiniere, scriveva Shakespeare. Le si può abbandonare all’indistinto o farli fiorire con dedizione ed armonia. E se in Occidente questo dualismo ha generato grossi equivoci dell’anima inseguendo a tutti costi la bellezza del fuori ed esasperando i tratti narcisistici dell’ego, è dalla civiltà orientale che ci viene una lezione antica ed ampia d’equilibri avvolgenti in cui il nostro corpo, la nostra mente ed il nostro spirito possono manifestare e specchiare continuamente la loro grande bellezza senza temere il fluire del tempo, senza paura, nel nostro centro di ruota, tra i raggi del cosmo. Mari Valentini marivalentini@libero.it



LA VIA INTERIORE

Di che giorno sei? di Eva Genco (numerologa, naturopata, cristalloterapeuta)

Q

uesto articolo è dedicato all’introduzione di un insegnamento di facile e diretta applicazione: l’analisi del Numero del Giorno di nascita. Quante volte ci è capitato che, oltre al segno zodiacale, ci venisse chiesto da qualcuno “di che giorno sei?”. Dopo questa lettura, con qualche piccola nozione di Numerologia potrete, oltre che stupire il prossimo, fornire preziosissimi consigli per la vita. Certo, non possiamo inserire tutte le conscenze che il Giorno di Nascita ci può dare in un articolo così breve, ma tutto sommato (e questa volta è una metafora!) possiamo trarne informazioni più che sufficienti. Nel vasto panorama che una mappa numerologica può fornire, è certo che il solo giorno altro non è che un piccolo frammento di puzzle, ma già da solo esso è in grado di trasmetterci molto. Prima di entrare nello specifico, invito ogni lettore a riflettere su come sia affascinante e sublime il fatto che una persona nata alle 23.59 possa differire così tanto da un’altra nata un solo minuto dopo… questo è uno dei grandi arcani che i Numeri celano! I loro archetipi “matemagici” sono forze che operano nella nostra psiche. Nel momento in cui veniamo al mondo, non soltanto inaliamo il nostro primo respiro, ma anche tutte le forze dei simboli a cui la nostra data è collegata. Un minuto in più, in prossimità della mezzanotte, può veramente fare la differenza su una miriade di aspetti dell’esistenza che andremo ad esplorare. La Numerologia Evolutiva approfondisce molto l’aspetto del Giorno di nascita, attribuendo ad esso diversi significati, a seconda dei “sistemi di lettura” esistenti. Vediamo brevemente alcuni di essi, per poter coglierne il senso da più punti di vista. Per la Numerologia Classica (erroneamente definita “Pitagorica” ) il Numero del Giorno viene chiamato “Numero della Maturità” ed indica la valenza e,

quindi, le caratteristiche archetipiche del ciclo centrale della propria vita; questo ciclo dura approssimativamente dai 27 fino ai 54 anni, ma per sapere le età esatte andrebbero fatti altri calcoli che tralasciamo per non creare confusione. Viene chiamato anche “Ciclo del Potere” e l’età esatta in cui esso ha inizio indica il momento in cui ci si rende (più o meno) indipendenti dai propri genitori. Questo è il principale dei 3 cicli di vita che tutti noi abbiamo, poiché rappresenta l’arco di tempo in cui si intraprende e si espleta la propria missione personale (rilevabile facendo altri tipi di calcoli). Per la Numerologia dei Bisogni di J.C.Badard il Giorno di Nascita indica la propria “Domanda Infinita”, ovvero tutto ciò che andiamo a cercare quotidianamente, un’aspirazione profonda la cui negazione o repressione conduce allo squilibrio in ogni campo vitale. Per il Karam Kriya indiano, infine, il Numero del Giorno indica la modalità per stabilire una connessione profonda tra la propria coscienza inferiore e quella superiore, ovvero l’anima, la nostra natura spirituale. Nessun punto di vista di questi tre “sistemi numerologici” esclude l’altro. Dal momento in cui varchiamo la porta del nostro “Ciclo di Potere”, vicino ai 27 anni, entriamo in maggior contatto con la nostra Anima, rispondendo ad una sua “chiamata”. C’è chi la percepisce in modo conscio e chi in modo incoscio, c’è chi le oppone resistenza e chi accetta questa “convergenza” personale, non senza tutte le crisi di riassestamento che ne conseguono. Questo contatto, in ogni caso, avviene e non è sbagliato asserire che la propria “Domanda Infinita” in questo periodo si faccia più forte, dal momento che essa proviene proprio dall’anima. Vediamo ora, molto sinteticamente, il significato del Numero del Giorno di ognuno di noi. Per fare questo, dovremo fare una piccola riduzione qualora il Numero fosse maggiore di 22. Esempi: 24= 2+4= 6; 28= 2+8= 10; oppure 29= 2+9= 11; 30= 3+0= 3

Importante: i numeri superiori al 9 hanno una doppia lettura, poiché essi possono essere considerati anche come cifra ridotta. Per esempio un 10 potrebbe avere molte caratteristiche di un 1, così come un 14 di un 5 ed un 28 di 10 e 1. 1- Portare innovazione sia per sé che per gli altri, facendo il primo passo come pionieri. Imparare a focalizzarsi ed a fare le cose una alla volta. Equilibrare la mente con il cuore. Sviluppare una sana ed equilibrata leadership per stimolare gli altri, senza essere dittatori, impulsivi ed impazienti. 2- Sviluppare il senso di cooperazione e di accoglienza degli altri in modo equilibrato, senza cadere nella dipendenza affettiva, nel servilismo, nella paura del giudizio e nell’incapacità di affermare i propri bisogni. Assecondare il desiderio di studio e di conoscenza, accudimento degli altri, diplomazia, musicalità e ritmo. 3- Creare, comunicare, esprimere se stessi in modo pieno, senza dispersioni energetiche. Esplosione di allegria ed ottimismo. Trovare la propria collocazione, senza nascondersi dietro mille maschere. Riconoscere se stessi come degni e mostrarsi senza egocentrismo e vanità. Eloquenza, arte ed amicizia. 4- Vedere diverse prospettive come aspetti di un tutto per poter comprendere realmente le cose, evitando di essere rigidi, quadrati, testardi ed eccessivamente rudi nei modi di fare. Stabilità materiale, avere un proprio territorio e dominio. Essere protettivi, genitoriali e responsabili verso gli altri. Praticità e manualità. 5- Essere ascoltati attraverso la comunicazione e l’uso della voce, condividendo le proprie conoscenze. Libertà e curiosità verso tutto ciò che è innovativo ed inusuale. Attenzione all’inconcludenza, alla pigrizia ed autoindulgenza. Avere equilibrio in: sonno, alimentazione e sport. Riconoscere il valore di sé e degli altri. 6- Utilizzare l’intuito per trovarsi sempre nel posto giusto al momento giusto. Vivere l’Amore, la Bellezza ed i piaceri della vita come una bussola per orien-


LA VIA INTERIORE

tarsi nelle scelte, senza indecisioni. Prendersi la responsabilità per i fardelli altrui; forte senso del dovere e senso estetico. Attenzione all’equilibrio fra dare e ricevere. 7- Avere la sicurezza di chi si è e dove si sta andando, nell’azione costante. Non nascondere a se stessi i propri bisogni ed imparare ad essere misericordiosi, evitando di colpevolizzare e qualificare eccessivamente gli altri. Comprendere le cose nel profondo. Saggezza, solitudine, intuizione e grandissimo intelletto. 8- Grande energia e potere personale. Senso di giustizia elevato. Responsabilità e gestione di persone e progetti. Sviluppare ambizioni e concretizzarle. Attenzione all’eccesso di controllo sugli altri ed all’autocontrollo emotivo. Accettare le proprie vulnerabilità ed imperfezioni. Amore per la psicologia. 9- Darsi spazio e tempo necessari per raggiungere la maestria nelle cose. Essere tenaci e persistenti per completare i progetti. Perdonare e lasciar andare il passato. Non sovraccaricarsi di informazioni che non si riescono a gestire. Essere gentili con se stessi e trovare la pace del cuore. Spiritualità e senso umanitario. 10- Esperienze intense. Rinnovamento constante. Progressività. Ascoltare i propri bisogni emotivi con coraggio ed assecondarli facendo in modo che trovino sempre corrispondenza all’interno della collettività. Attenzione agli estremismi, al fatalismo ed alla paura di fare i cambiamenti necessari. Indipendenza. 11- Essere maestri di se stessi permettendo a Dio di guidare la propria vita e suonare attraverso di essa la sua canzone per elevare gli altri. Avere coraggio di manifestare la propria grandezza attraverso i talenti donati da Dio. Imparare ad avere ascolto e padronanza delle emozioni istintive, soprattutto la rabbia. 12- Avere il coraggio di essere originali e controcorrente rispetto agli altri, uscendo dai modelli collettivi della famiglia e dell’ambiente sociale. Attenzione a non sacrificare se stessi, adottando punti di vista comuni per essere accettati. Ascoltare sempre il

cuore ed accogliere dentro di sé la conoscenza intuitiva. 13- Fare cambiamenti radicali, lasciando il vecchio per dare spazio al nuovo. Superare la paura della perdita, trovando la fede di fare i salti nel buio. Imparare il non attaccamento alla materia ed al denaro. Uscire drasticamente da tutti i modelli famigliari che non permettono alla propria identità reale di manifestarsi. 14- Creare dei legami armonici. Prestare attenzione alle dipendenze: persone, cibo, alcool, lavoro. Imparare a fare le cose adottando le vie di mezzo, senza eccessi od estremismi, sia nelle cose pratiche, che nelle manifestazioni emotive. Vivere con pienezza il presente, senza fretta o fuga dalle responsabilità. 15- Vivere la vita con massima passionalità, godendo di ogni cosa anche quando risulta un tabù per molti: sesso, denaro, potere… Grande energia psichica e capacità di influenzare gli altri. Attenzione a non manipolare o rendere dipendente il prossimo. Portare alla luce le proprie ombre inconscie, trasformandole. 16- Far emergere con coraggio ciò che si ha dentro: energia creativa, originalità, capacità artistica, giocosità ed entusiasmo. Ciò è possibile limitando l’uso del grande intelletto che si possiede, spesso assolutista e perfezionista. Ottimo intuito e veggenza. Attenzione al senso di superiorità che porta dolore e solitudine.

17- Mostrarsi in modo autentico ed essere profondamente sinceri con gli altri, senza adottare menzogne e senza svalorizzarsi. Trovare il proprio valore ed orientamento nel mondo, grazie al quale poter prestare servizio per aiutare gli altri. Grande altruismo e generosità. Ricercare ed indagare i misteri dell’occulto. 18- Lavorare attraverso le intuizioni. Contattare il mondo della poesia e del sogno per purificare l’inconscio. Scoprire e svelare ciò che in profondità non si vede. Sviluppare il proprio lato femminile archetipico. Attenzione ad illusioni personali, malinconia, inganni e fughe dalla realtà. Maternità e madre importanti. 19- Lavorare portando intuizioni nel concreto. Arte. Imparare a mettersi a servizio di progetti costruttivi, guidati dal sé superiore, lasciando da parte desideri egoici ed aspettative personali. Occuparsi di qualcosa che trasmetta calore ed amore alle persone. Collaborare ed aiutare gli altri. Padre e paternità importanti. 20- Riconoscere, accettare e sviluppare vocazioni e desideri personali senza dover ricevere l’approvazione della famiglia e del sociale. Suonare la propria canzone dell’anima senza dipendere dagli altri. Fare delle scelte continue, che ci si crea per evolvere. Attenzione alla paura del giudizio. Indipendenza dalla famiglia. 21- Realizzare i propri potenziali nell’estrema libertà. Tutto è possibile quando si è focalizzati e ci si muove ascoltando il proprio centro interiore. Attenzione al caos, alla dispersione di energie e all’identificazione eccessiva con gli altri. Viaggio, danza; pienezza intellettuale, materiale, creativa, emozionale e spirituale. 22- Grandissima originalità ed ascolto di sé stessi. Distacco dal giudizio altrui e dalla paura del fallimento. Intuizioni elevate al servizio di progetti concreti a scopo umanitario, “dettati dal cielo”. Libertà illimitata e genio. Attenzione alla follia inconcludente o alla chiusura nella rigidità. Imprevedibilità. Viaggi e spiritualità.


LA VIA DELLE STELLE

Genitori Astrologici di Roberta Giurissevich (astrologa)

L’

astrologia, a cui si fa spesso riferimento per analizzare ed approfondire le dinamiche di coppia, ha un ruolo altrettanto illuminante per quel che riguarda l’approfondimento della relazione tra genitori e figli. La linea ereditaria di trasmissione dei caratteri trova specifici riscontri nella disamina astrologica. Dalla comparazione delle carte natali si osservano delle linee energetiche che si trasmettono dai genitori ai figli anche risalendo l’albero genealogico. In particolare si nota la ricorrenza tra padre madre e i figli del segno di Sole, Luna e Ascendente che si può ritrovare anche nel riproporsi della dominante di un pianeta che ne governa il segno (o i segni). Come l’astrologia ci svela in quanto individui, le sue simbologie si esprimono in modo significativo anche nel nostro essere genitori e nel modo in cui ci rapportiamo ai nostri figli. Premesso che non esiste nessun segno “puro” e che ciascuno di noi è il frutto di una mescolanza unica e irripetibile di energie, vediamo come quelle planetarie influiscono sulla componente genitoriale nei diversi individui in base al segno di appartenenza, ovvero alla posizione del Sole. I segni si suddividono in maschili e femminili: sono maschili quelli di Fuoco e Aria e femminili quelli di Terra e Acqua. I genitori di segni maschili sono principalmente dei “propagatori” energetici, nel senso che, in linea con la qualità maschile dell’energia, cercano di infondere nei figli la propria essenza, coinvolgendoli nel loro mondo e portando l’attenzione su di sé: in questo modo svolgono la funzione necessaria di fornire al figlio una guida o un modello da seguire e di trasmettergli la frequenza energetica di base. I genitori di segni femminili sono più portati ad occuparsi dei figli dedicandosi alla loro cura e al soddisfacimento dei loro bisogni, in linea con la simbologia della Luna, astro femminile per eccellenza, la quale, vivendo di luce

riflessa, é in perenne relazione con l’altro. Svolgono pertanto la funzione fondamentale di nutrire, accudire e seguire i figli durante la crescita. Tra gli appartenenti alla prima categoria, i genitori di segni di Fuoco sono generalmente intuitivi, imprevedibili, entusiasti, talvolta irrazionali. Entrano facilmente in sintonia con i figli poiché mantengono viva nel tempo la propria componente infantile, riconducibile all’immediatezza tipica del loro elemento, infatti sanno essere fantasiosi e creativi. Nel caso abbiano figli di segni d’Acqua possono avere difficoltà a cogliere le sfumature della loro natura sensibile ed emotiva, qualora si confrontino con figli di segni di Terra risultano poco attenti ai dettagli della vita concreta e col tempo i ruoli possono persino capovolgersi. Nella fattispecie gli Ariete sono intelligenti e appassionati, ma impulsivi, sempre pronti a coinvolgere i figli in una nuova sfida o nella prossima avventura, cercando di infondere loro qualità connesse con la simbologia di Marte, governatore del segno, quali l’audacia, il coraggio, il desiderio di affermazione o il gusto per la competizione e per il rischio. L’incapacità del genitore Ariete di essere stabile, paziente o riflessivo viene compensata dal suo entusiasmo, dalla generosità d’animo e dalla sua vitalità. Sa trasmettere il valore dell’indipendenza ma non necessariamente il rispetto delle regole poiché, pur essendo autoritario, a sua volta fa fatica ad attenervisi. Nel genitore Ariete la mancanza di pazienza si trasforma facilmente in rabbia e può anche sfociare in manifestazioni violente. Il Leone, re dei segni di Fuoco, é particolarmente incline a procreare, ama sinceramente i propri figli poiché brilla grazie alla loro attenzione e al loro affetto, si vede rispecchiato in essi ed è grazie a loro che ha l’opportunità di portare avanti la specie. È generoso poiché considera il fatto di dare come un’espressione della propria munificenza. Essendo amante del lusso, può avere la tendenza a donare oggetti per esprimere il proprio affetto. Nella sua

manifestazione migliore il genitore del Leone sa trasmettere ai figli la propensione alla realizzazione di grandi ideali, un forte senso della lealtà e dell’onore, oltre alle sue doti di creatività in campo artistico. Il Sagittario è esuberante, entusiasta ed irrequieto. Le caratteristiche che condivide maggiormente con i figli, soprattutto quando si trovano in tenera età, sono l’ingenuità e il desiderio di conoscere. Va evidenziata la sua propensione - il Sagittario è governato da Giove - verso il godimento delle gioie della vita. Oltre a trasmettere il proprio amore per l’avventura, per i viaggi e per gli sport, è attratto dall’esplorazione di più vasti orizzonti sia fisici che mentali. Tra i Sagittari é infatti anche possibile trovare insegnanti, filosofi ed eruditi desiderosi di trasferire ai figli la propria conoscenza. Al primo posto tra i valori che il Sagittario cerca di trasmettere c’è la libertà, seguita dall’onestà: la giustizia per lui corrisponde a un intimo senso di verità interiore. I genitori dell’elemento Aria (Gemelli, Bilancia e Acquario) sono principalmente sintonizzati sulla dimensione mentale: il canale espressivo favorito è quello della comunicazione. I segni d’Aria sono piuttosto liberi, non sopportano volentieri le responsabilità, sono i più portati al dialogo e a trasmettere ai figli la loro conoscenza. Essendo fondamentalmente razionali, non hanno molta familiarità con il mondo emotivo, nella gestione del quale risultano spesso carenti; uno dei loro difetti in certi casi può essere l’eccessivo distacco. Anche la vita pratica non risulta loro del tutto congeniale: è considerata poco interessante poiché priva di quegli stimoli dei quali i segni d’Aria hanno continuo bisogno. Non saranno dunque organizzatori motivati, né sapranno esprimere tutta l’empatia della quale, ad esempio, un figlio di un segno d’Acqua può avere bisogno, però sono fantastici nel raccontare favole, inventare giochi e storie, i più informati sulle novità tecnologiche o sull’ultimo ritrovato della scienza e i migliori nella conoscenza nonché nell’utilizzo di videogiochi, telefoni e computer.


LA VIA DELLE STELLE

I genitori del segno dei Gemelli sono estremamente simpatici e giocosi; curiosi, divertenti e bisognosi di continuo movimento, riescono a comprendere bene alcune esigenze che hanno in comune con i propri figli. Se, da un lato sono un po’ spregiudicati e incoscienti, sanno tuttavia trasmettere ai figli i loro numerosi interessi e stare al passo con le mode, soprattutto quelle intellettuali. Il loro “bambino interiore” è talmente presente che, nel caso in cui abbiano figli di segni di Terra, con il tempo

il ruolo genitore-figlio può addirittura invertirsi. Probabilmente manca loro la pazienza, ma sanno trovare il modo di relativizzare i problemi e di affrontare le difficoltà con distacco e senso dell’umorismo. Essendo Saturno esaltato nel settimo segno, il genitore Bilancia è il più responsabile tra quelli dei segni d’Aria, poiché attribuisce un valore particolare all’equilibrio ed é caratterizzato da uno spiccato senso della giustizia. Quando non si rifugia nella distaccata dimensione delle idee, presta molta attenzione

a non urtare la sensibilità altrui, anzi, grazie al domicilio di Venere, sa essere affettuoso e creativo. La diplomazia e la discrezione spesso dimostrata del genitore di questo segno può essere interpretata come mancanza di interesse o di reale coinvolgimento se i figli non appartengono a loro volta a segni d’Aria, poiché non comprendono che il distacco consente alla Bilancia di raggiungere quell’equilibrio che le rappresenta la dimensione ideale. Amante dell’arte e della bellezza cerca di tra


LA VIA DELLE STELLE

smettere ai propri figli il suo gusto e lo stile impeccabile. Sotto una facciata di razionalità, l’Acquario è in realtà il più irrazionale nonché geniale tra i segni d’Aria. Nel rapporto con i figli sa essere intuitivo, aperto al dialogo e tollerante. Come genitore può risultare poco affidabile e un po’ sfuggente, perché molto individualista e libertario. Seppur dotato di abilità meccaniche e di facilità di comprensione dei vari meccanismi, manca completamente di concretezza. É tuttavia capace di trasmettere la sua originalità, il suo anticonformismo, la passione per la ricerca e per la conoscenza che va al di là degli stereotipi e dei luoghi comuni, oltre al rispetto per l’essere umano, la sua passione per l’innovazione e la propensione verso il progresso sociale e individuale. I genitori appartenenti ai segni di Terra (Toro, Vergine, Capricorno) sono maggiormente orientati verso la dimensione materiale e concreta della vita. Risultano estremamente affidabili, poiché sono i più efficienti rispetto a tutte le questioni riguardanti la gestione pratica della vita dei figli, essendo peraltro contraddistinti da forte senso di responsabilità e spirito di sacrificio. Attribuiscono molto valore ai risultati conseguiti dai figli sul piano operativo, ma possono risultare poco fantasiosi e scarsi dispensatori di ispirazione. D’altra parte non esiste un genitore appartenente agli altri elementi capace di rappresentare un punto di riferimento altrettanto solido. In quanto convinti difensori dei valori connessi con la casa, la famiglia e le tradizioni, il loro legame con i figli risulta estremamente forte. Il segno del Toro è molto presente nei confronti della prole, curandone ogni aspetto della vita, soprattutto pratica, con dedizione. Essendo un grande lavoratore non si tira indietro rispetto a niente pur di svolgere al meglio il proprio compito. Attribuisce molta attenzione al cibo e il nutrimento diviene spesso il centro attorno al quale ruota la sua relazione con i figli. Oltre al valore del lavoro, il Toro trasmette quello del denaro inteso come fonte di sicurezza, scambiandolo purtroppo alle volte con una forma di nutrimento. Per quanto riguarda il cibo, i figli di genitori del Toro sono tra i più fortunati poiché il secondo segno é considerato il migliore tra i fornelli. Anche la casa di chi appar10

tiene a questo segno risulta sempre molto comoda, curata e accogliente. Il segno della Vergine è conosciuto per la sua attenzione ai dettagli, che può diventare difficile da sopportare se i figli non appartengono a loro volta a segni di Terra. Dall’altro lato gli appartenenti al sesto segno sono i più efficienti nella gestione della vita familiare, della quale curano minuziosamente ogni particolare; sono considerati fattori rilevanti soprattutto quello igienico, medico ed estetico. Un aspetto difficile del genitore della Vergine può essere rappresentato dall’eccesso di apprensione che non riesce a fare a meno di trasmette ai figli. Per contro tuttavia la sua propensione a mettersi al servizio degli altri e la sua grande umiltà e operosità ne fanno un padre o una madre tanto attenti e premurosi da compensare la loro frequente mancanza di fantasia e creatività. Il Capricorno, segno governato da Saturno, é associato per definizione al concetto di responsabilità, in questo senso il genitore del decimo segno ha bisogno di risultare serio e affidabile. Dato che rappresenta il Padre normativo, nell’educare al rispetto della norma può diventare oppressivo. Dall’altro lato il Capricorno evoluto è il simbolo della massima saggezza: una qualità che il decimo segno riesce ad esprimere e a trasmettere sia a livello ideale che nella gestione della vita quotidiana. Essendo contraddistinto da forte senso del dovere e spirito di sacrificio, è molto esigente nei confronti di se stesso, di conseguenza tende a diventarlo anche con i figli. Rappresenta tuttavia un solido punto di riferimento, soprattutto per la sua qualità di non tirarsi mai indietro, qualunque sia la difficoltà da affrontare, pertanto supera di solito in modo soddisfacente anche le sfide continue rappresentate dal difficile compito di genitore. Gli appartenenti ai segni d’Acqua (Cancro, Scorpione e Pesci) sono sensibili, empatici e più profondamente coinvolti dal punto di vista emotivo. La naturale identificazione che caratterizza tutti i rapporti genitore-figlio si accentua ulteriormente nei segni d’Acqua, che sono allo stesso tempo i più bravi a sintonizzarsi con la dimensione fantastica e onirica dei figli. Sanno essere amorevoli e capaci di trasmettere doti di sensibilità e di altruismo. Il Cancro è il segno più

materno, protettivo e “nutritivo” dello zodiaco: per le donne di questo segno la maternità diventa la missione della loro vita, rispetto alla quale tutto passa in secondo piano. I nati nel quarto segno sanno entrare facilmente in sintonia con il mondo dell’infanzia, poiché rimane sempre presente, data la loro naturale propensione a rivolgersi al passato e alla sfera dei ricordi. La madri di questo segno hanno la tendenza a instaurare legami estremamente simbiotici con i figli, che fanno fatica a lasciar andare quando arriva il momento del distacco. I Cancro attribuiscono grande valore alla tradizione, alla casa e alla famiglia. Sono tra i più premurosi, affettuosi e generosi tra i genitori, anche se, soprattutto le madri, corrono il rischio di risultare un po’ troppo apprensive. Gli appartenenti allo Scorpione infondono nei figli il loro amore in modo intenso, instaurando un legame molto esclusivo. Comunicano spesso i loro stati d’animo in modo subliminale attraverso sguardi o silenzi. Essendo per natura permalosi e vendicativi, i genitori dell’ottavo segno possono diventare sottilmente punitivi con i figli qualora trasgrediscano alle regole. Sanno trasmettere la loro grande capacità di appassionarsi e quella di sapersi mettere alla prova nelle situazioni anche più estreme.I figli di genitori dell’ottavo segno hanno più possibilità di altri di imparare fin da piccoli l’esistenza del lato oscuro che alberga in ognuno di noi, poiché lo Scorpione tende a portare alla luce più degli altri segni il proprio lato “ombra”. Il segno dei Pesci è il più difficile da definire, proprio perché per la sua complessa natura sfugge a ogni definizione. Anche se mancano di ordine, senso pratico e spirito organizzativo, gli appartenenti a quello dei Pesci sono i più sensibili, ricettivi e malleabili tra i dodici segni. Il genitore Pesci può essere evasivo, ambivalente o poco coerente, dimostrare scarsa capacità decisionale e basare su componente irrazionale i suoi comportamenti e le sue azioni. Si riscatta tuttavia grazie alla sua incredibile capacità di amare, di trasmettere affetto e alle sue formidabili doti di sensibilità, intuizione e comprensione, che sa comunicare ai figli insieme al suo genio, alla grande creatività, alla passione per l’arte e per la musica.



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Dormire dolce dormire… di Maurizio Pelos

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i sono molti metodi naturali per rimettersi in forza e affrontare la giornata con ottimismo: una relazione armoniosa, la meditazione, l’esercizio fisico, il training autogeno. Ma il migliore e anche il più ovvio è, naturalmente, un buon riposo notturno. “Dormire dolce dormire”, “chi dorme non piglia pesci”, “il buon giorno si vede dal mattino”, “ogni bella mattina inizia dalla sera”… sono molti i detti popolari che accompagnano il sonno. E’ un dato fisiologico: dormire serve a recuperare energie ed è particolarmente utile e necessario in questi tempi moderni, sempre più frenetici e stressanti per il nostro organismo. La scienza del sonno Quasi tutti gli organismi viventi hanno una specie di orologio interno che controlla i ritmi naturali e che si è sviluppato come adattamento alla vita sul nostro pianeta. Poiché la terra ruota sul proprio asse una volta ogni 24 ore, con circa 12 ore di luce e 12 ore di oscurità, gli organismi hanno prodotto sostanze chimiche per potersi adattare meglio al numero diverso di ore di luce nelle varie stagioni. Questa funzione, estremamente importante, viene svolta dalla ghiandola pineale (o epifisi) e influisce sul funzionamento del nostro sistema immunitario e sulla secrezione degli ormoni, traduce le informazioni ambientali, come la quantità di luce e la temperatura, in segnali che vengono trasmessi ad altre parti del cervello e del corpo attraverso la secrezione ciclica del suo ormone principale, la melatonina. La produzione di questa importante sostanza avviene in assenza di luce poiché, se la luce raggiunge la ghiandola pineale, ne impedisce la sua formazione ed anche una luce a bassissima intensità, come quella prodotta da una lam12

pada fluorescente (l’abajour sul vostro comodino) può impedire la secrezione della melatonina. Si ipotizza inoltre che anche qualsiasi segnale elettromagnetico prodotto da apparecchiature quali radiosveglie, caricatori di telefoni e televisori possa inibire un regolare svolgimento relativo al ciclo sonno/veglia. Se, dunque, la terra compie una rotazione completa attorno ogni 24 ore, potremmo aspettarci che il ciclo sonno/ veglia quotidiano sia anch’esso pari a 24 ore, ma non è così. Quando una persona viene isolata in una camera o in una grotta, in modo da non avere alcun contatto con il mondo esterno, per quanto concerne il ciclo giorno/ notte si constata un fenomeno curioso: il soggetto non va a dormire necessariamente ogni 24 ore e l’intervallo di tempo tra sonno e veglia aumenta progressivamente fino ad arrivare a superare le 30 ore. L’esercizio e l’esposizione alla luce solare abbreviano il ciclo sonno/veglia. Nella società odierna molti vivono parecchie ore senza esporsi alla luce solare e pochi svolgono attività fisiche impegnative. Siamo esposti alla luce artificiale sia sul lavoro che in casa. Non dobbiamo meravigliarci quindi che ci siano difficoltà quando si vuole dormire; inoltre nella maggior parte dei casi si va a letto tardi alla sera e ci si sveglia più tardi al mattino e tenere la mente impegnata la sera scrivendo o giocando al computer, esaspera questo problema. Esiste una condizione patologica di insonnia in cui la fase del sonno è ritardata e le persone affette da questo tipo di insonnia hanno un ciclo sonno/veglia di oltre 26 ore. Chi è molto sveglio alla sera e ha difficoltà ad addormentarsi e poi al mattino si alza a fatica potrebbe avere questo problema. Al contrario, chi ha sonno presto alla sera e si sveglia naturalmente di buon’ora al mattino, ha un ciclo più breve di 24 ore. Per riportare un ciclo alle 24 ore è necessaria un’esposizione quotidiana ad una luce intensa e l’ora dell’esposizione è dunque molto importante. Se ci esponiamo alla luce mattutina, il ciclo viene abbreviato, mentre

se lo facciamo ad una luce intensa ma di sera o di notte, ritardiamo l’inizio del sonno e prolunghiamo il ciclo oltre le 24,5 ore. Di conseguenza, se avete un ciclo lungo e lo volete abbreviare, esponetevi alla luce esterna per almeno 20 minuti quando vi svegliate. Se invece avete un ciclo breve e volete andare a dormire più tardi, esponetevi a una luce intensa a tarda sera. Le fasi del sonno I ricercatori hanno individuato le seguenti fasi: onde alfa, il soggetto ha la sensazione di fluttuare, ha gli occhi chiusi e i muscoli rilassati, percepisce ancora gli stimoli ambientali. Onde theta: questa fase corrisponde alla transizione dallo stato di veglia a quello del sonno e dura da un minuto a qualche minuto. Fusi del sonno e complessi K: l’attività metabolica, la pressione sanguigna e la frequenza del battito cardiaco diminuiscono, ma la persona può essere facilmente svegliata ed è sensibile ai rumori. Onde delta: questa fase è quella del sonno a onde lente, il soggetto può essere svegliato solo da una forte stimolazione ed in questa fase la temperatura corporea, la frequenza del battito cardiaco e la pressione sanguigna presentano i valori più bassi in assoluto. Questo è il sonno ristoratore, la fase in cui le cellule si “riparano” e “ringiovaniscono” ed è anche la fase in cui si manifestano quei fenomeni come il parlare nel sonno, sonnambulismo ed enuresi. Nella fase REM si verifica un movimento rapido degli occhi (Rapid Eye Movement), i muscoli sono rilassati ma il ritmo delle onde cerebrali aumenta e c’è maggior afflusso di sangue al cervello, la pressione sanguigna e la frequenza del battito cardiaco aumentano e sono più variabili. Si ritiene che questa fase sia importante per la salute psicologica, per l’apprendimento e per il consolidamento della memoria. In particolare la fase di onde delta ristora maggiormente, dura più a lungo nei bambini, diminuisce con la pubertà e


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si abbrevia progressivamente dopo i trent’anni. Nella terza età questa fase ristoratrice dura poco ed è anche per questo motivo che gli anziani tendono ad essere più stanchi durante la giornata. Nella fase REM invece si sogna. La maggior parte delle persone sogna da quattro a cinque volte ogni notte, a intervalli di un’ora e mezza circa: il primo sogno avviene un’ora e mezza da quando ci siamo addormentati e dura solo qualche minuto, il secondo avviene a circa tre ore da quando ci si addormenta e dura una decina di minuti, per cui i sogni durano sempre più a lungo durante l’arco della nottata. Il periodo dei sogni più duraturi è quello del mattino e può durare fino a 45 minuti. Dormire bene Dormire bene, nelle condizioni più favorevoli, nel luogo più propizio è fondamentale per molti aspetti della propria vita. In primo luogo per la salute ma anche per la felicità coniugale, per i

rapporti con gli altri, persino per il lavoro, anche perché dormiamo per quasi un terzo della nostra vita. E per questo è essenziale la forma e posizione del letto e della camera da letto e, a seconda di come è fatta, influenza positivamente o negativamente la nostra esistenza. Per la bioarchitettura, la scienza moderna che cerca di costruire abitazioni in armonia con le leggi naturali e quindi la fisiologia umana, questi influssi riguardano la salute fisica e psichica. Per il Feng Shui, l’arte tradizionale cinese che si prefigge di armonizzare le energie degli oggetti e delle case con quelle degli esseri umani, tali influssi agiscono su tutti i campi della vita di una persona. Nel 90 % dei casi la stanza da letto viene purtroppo degradata ad ampliamento del soggiorno. Ci si mette lo stesso tipo di mobile, televisori ed impianti stereo, senza dare grande peso agli influssi negativi che questi producono. Una buona camera da letto invece deve trasmettere calore e tranquillità perché, come si è detto, anche durante il sonno assimiliamo gli influssi dell’ambiente circostante, deter-

minanti per la qualità del riposo notturno. Un gran peso hanno rumori, odori e le sensazioni date dai colori, ma anche i campi magnetici dei quali coscientemente da svegli non ce ne accorgiamo. Qualche suggerimento La stanza da letto dovrebbe essere collocata nella parte più a nord della casa, negli ambienti più freschi, perché i campi elettromagnetici tendono ad espandersi verso sud. Il letto deve essere quindi con la testa rivolta a nord (se ci corichiamo secondo la linea sudnord la pressione arteriosa è più bassa per la presenza di ferro nel nostro sangue che segue il flusso magnetico naturale). Evitare inoltre letti con strutture in metallo o parti metalliche nei materassi (molle) perché hanno influssi magnetici negativi sul nostro organismo, che è composto prevalentemente da protoni ed evitare di tenere apparecchiature elettriche nella stanza, che danneggiano l’ipofisi. Evitare oppure coprire gli spec13


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chi presenti nella stanza (gli specchi riflettono i fotoni, che sono delle particelle che veicolano l’energia elettromagnetica, enfatizzandone gli effetti). Usare materiali naturali ed ecologici (pitture, pavimentazioni, tessuti) per la realizzazione o ristrutturazione della stanza (i materiali sintetici producono elettricità elettrostatica, la ionizzazione dell’aria, attirano la polvere e rilasciano sostanze tossiche). Tinteggiare le pareti con colori “freddi” ed “espansivi”, con toni dal verde all’azzurro, che favoriscono il rilassamento e raffrescano l’ambiente, favorendo il sonno. E ancora dei suggerimenti per dormire bene: al mattino esporsi alla luce, facendo una passeggiata ed esercizio fisico; un bagno caldo alla sera innalza la temperatura del corpo, che diminuisce immediatamente al momento di coricarsi, favorendo così il sonno; evitare di assumere caffeina dopo cena in qualsiasi forma, poiché stimola i centri della vigilanza del cervello e può causare insonnia; il consumo di alcol alla sera può favorire il sonno che però risulta spesso interrotto e leggero (l’alcol inibisce la secrezione di melatonina e sop-

prime la fase delta); limitare l’assunzione di liquidi a tarda sera, che potrebbe costringere ad andare in bagno durante la notte; evitare pasti troppo pesanti, che potrebbero interferire con il sonno; cessare qualsiasi attività mentale molto impegnativa almeno un’ora prima di coricarsi; andare a letto solo quando si è assonnati ed evitare di usare il letto per guardare la televisione, mangiare, leggere o giocare con il computer. Un esercizio per addormentarsi Nnel vostro letto, pronti per dormire, chiudete gli occhi e ascoltate il vostro respiro, sentitelo entrare in voi e uscire con ritmo calmo, lento e tranquillo, mentre tutte le tensioni si allontanano. Poco a poco la calma scenderà sempre più giù verso le altre parti del corpo, fino a che sarete completamente distesi; continuate ad ascoltare il vostro respiro, calmo, lento, tranquillo, ritmico. Immaginate un grande schermo che prende tutto il vostro campo visivo e che assume i colori dell’arcobaleno, uno alla volta: colore rosso e il vostro

corpo si rilassa totalmente; arancio e le vostre emozioni si liberano completamente; giallo e la vostra mente si svuota fino in fondo; verde e arriva la pace e la tranquillità; blu che vi riempie di amore; indaco e vi sentite in contatto con la vostra interiorità; violetto e siete in contatto con la vostra spiritualità. Ora immaginate di essere in un posto molto bello, dove vi sentite perfettamente a vostro agio, calmi rilassati e ripetetevi mentalmente che dormirete un sonno molto profondo e ristoratore e che vi sveglierete bene. Lasciatevi scivolare dolcemente nel sonno e. se avete ancora qualche difficoltà, continuate ad ascoltare il ritmo lento del vostro respiro. Se tutto questo non aiuta il vostro sonno... beh ci sono ancora le pecore da contare! Bibliografia: Ray Sahelia, Melatonina, ed. Tecniche Nuove. Giovanni Iannuzzo, Bioritmi, ambiente e salute, ed. Red. David Yannick, Feng shui. La casa in armonia col cosmo, ed. Amrita.


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Mindfulness e vita quotidiana Gli effetti positivi dell’atteggiamento meditativo come prevenzione dei disturbi psicofisici di Donatella De Colle (psicologa, psicoterapeuta)

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a mente lavora sempre. Un susseguirsi di pensieri , elaborazioni, connessioni continue…. Ogni momento della nostra giornata noi proviamo sensazioni, emozioni e ancora poi su queste facciamo pensieri, mettiamo in relazione, categorizziamo. Esistono infatti due livelli: quello sensoriale, organico che diviene poi la base per le emozioni, e quello cognitivo, di pensiero, che agisce temporalmente dopo. Durante la giornata ci sono continue alternanze fra momenti di carica, o serenità, o concentrazione, e momenti di stanchezza, di deconcentrazione….

come in un ritmo fatto di pulsazioni e di pause. Questo è naturale; e dipende da fattori che riguardano il nostro bioritmo, l’aver dormito adeguatamente, l’aver fame o l’aver mangiato troppo (ad esempio ci può essere una caduta umorale quando si ha fame o, in maniera diversa dopo aver mangiato troppo). Anche questo è naturale... Ma si è visto che la ripetizione, il rimurginare sui nostri stati interni può portare a forme da lievi a importante di depressione, di ansia e via discorrendo… ciò accade quando accumuliamo stanchezza, stress, non ci prendiamo tempo per noi… alimentiamo quindi una base reattiva, organica per l’ansia o la depressione. La mente quindi va in affaticamento e conseguentemente in loop. Non sono però le nostre oscillazioni

umorali a creare il disagio ma il modo in cui noi le gestiamo, le pensiamo, il significato che diamo ad esse... E questo è gestito dal nostro sistema di premesse, da come abbiamo imparato a pemsare alla cose al mondo. Se ad esempio mi sento giù e la mia mente inizia a vagare sul perché sono giù, cosa è successo, perché e cosi via, entro in un loop mentale dove non accolgo il mio stato semplicemente, ma spreco ulteriori energie a dare ad esso un significato, o a giudicare o a voler dare una spiegazione E magari mi basterebbe mangiare qualcosa per tirare su gli zuccheri, o osservare e lasciare che passi. Il modo in cui la nostra mente dà i significati è infatti alla causa di molti empasse…come dire che non è solo il problema a dare la criticità del nostro vivere, ma il modo in cui lo

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viviamo, lo pensiamo…e il problema diventa tale quando decido di chiamarlo così. La mente infatti può funzionare sia analizzando e categorizzando (uso accentuato dei lobi frontali) o semplicemnte stando, portando l’attenzione su… Sembra quindi che non siano solo le emozioni a portarci su e giù ma il nostro modo di vederle e gestirle, anche se sicuramente un’emozione di bassa frequenza è più destabilizzante sull’equilibrio di emozioni come la serenità o la gioia. Le emozioni sono costituite ed innescate da fasci di pensieri e stati d’animo e sensazioni corporee. Arrivano quindi da memorie ed esperienze, sia della nostra propria vita ma anche in senso specie specifico. Proprio perché è un pacchetto unico lavorare sui pensieri ma anche lavorare sul corpo produce significativi cambiamenti, il corpo è infatti ologramma della mente come viceversa. Abbiamo tutti sperimentato cosa significhi avere una postura curva o sorridere poco e cambiare poi questa struttura nel suo opposto. Ci sentiamo immediatamente meglio. Si possono così creare dei circoli virtuosi Sorrido-Mi sento meglio e viziosi Sono in Tensione-attivo il mio Sistema di Attivazione Generale di lotta e fugadivento teso e sto peggio. Mindfulness si definisce come un metodo, ideato dal dottor Jon Kabat Zinn, che pratica in un contesto laico e terapeutico, il concetto e la pratica della consapevolezza, della presenza, dell’esercizio del qui ed ora, pratica che risale all’insegnamento del Buddha. In particolare il suo autore lo descrive non come un pensiero, o idea collegato al mantenere la mente libera, ma come una serie di esercizi, una pratica, un modo di essere che ha a che fare col cuore della meditazione buddista, che favorisce l’atteggiamento del distacco nella presenza, coltivando la posizione dell’osservatore. Queste tecniche possono concorrere ad allenare la nostra mente ad un maggior stato di quiete e quindi di benessere. Come funziona la mente e quando stiamo in una condizione di mente libera? In realtà la mente non è Mai libera perché noi processiamo informazioni continuamente ma la sensazione di calma ci viene data quando riusciamo a mantenere l’attenzione su qualcosa di 16

esterno per un po’ di tempo. In modalità quindi di distrazione, tutto il nostro essere è indirizzato verso quella cosa, come fanno i bambini quando giocano, corrono, come quando leggiamo e suoniamo uno strumento o facciamo l’amore. Questa è una condizione di trance fisiologica, uno stato della mente in cui cioè non siamo più in uno stato di onde beta, tipiche dello stato di vigilanza o di attività cognitiva in prima persona, ma in uno stato di onde alfa, tipiche di attività più recettive, di pre rilassamento, di contemplazione. In questo stato il cervello si riposa in quanto si verifica anche un’equilibrazione fra l’attività dell’emisfero sinistro rispetto a quello destro. L’emisfero sinistro è normalmente deputato ad attività logiche e pianificatrici mentre quello destro è collegato ad attività più intuitive e creative. In uno stato di iperattività mentale invece la mente è orientata su tanti elementi (processamento parallelo) contemporaneamente, mettendo sotto soglia il sistema limbico (piacere emozioni) e dando più spazio al sistema cognitivo. Le situazioni cui l’iperattività è associata sono la scarsa attenzione alla dimensione corporea (attività fisica, sessualità, creatività manuale), stati di alterazione della gestione degli zuccheri, processi difensivi di controllo delle emozioni. In che modo un approccio meditativo contribuisce alla prevenzione dei disturbi psicofisici e concorre al benessere? La mindfulness nasce dalla coniugazione fra la struttura teorica buddista basata sull’esercizio della compassione intesa come cum patior e cioè “stare insieme e provare sentimenti insieme”, il non attaccamento, la pratica della consapevolezza staccata dal desiderio e la terapia cognitivo comportamentale. Questi due modi di pensiero hanno contribuito nella loro fusione alla creazione di programmi di riduzione dello stress. In che modo? Ad esempio alcuni interventi e pratiche, come ad esempio la mindful eating, mirano a rompere gli schemi, le abitudini che si perpetuano senza funzione, introducendo elementi di differenza, i disabituatori, che spezzano appunto gli schemi che si perpetuano. Cosa contribuisce alla creazione di routine nevrotiche e di abitudini senza consapevolezza?

La frenesia della vita moderna, i ritmi elevati, il valore di urgenza e la velocità e quantità di informazioni che arrivano velocemente e in gran quantità favoriscono l’insorgere di reazioni alterate del sistema nervoso centrale e periferico ed endocrino, in risposta agli stimoli esterni, avendo come conseguenza un elevato livello di reattività, di ipersensibilità e di estraneità da sé, che possono essere in alcuni casi diventare fattori favorenti disagi psicofisici. Ma praticamente in cosa consta l’atteggiamento meditativo? Esempio di meditazione: concentrare la propria attenzione sentendo l’aria che entra ed esce dal proprio naso e mentre ascolto il respiro posso osservare i pensieri mentre vengono alla mente e lasciarli andare pensando alla struttura di movimento delle nuvole nel cielo. Questo semplice esercizio alla lunga permette di attivare un processo in cui si osservano i pensieri nel loro corso senza identificarsi in essi, senza diventare quei pensieri. Infatti il problema non è la quantità di pensieri che pensiamo ma il modo in cui li gestiamo e quindi la capacità o meno di distaccarsi da essi e di non identificarsi. L’atteggiamento meditativo è una pratica che in realtà ha poco di esoterico o religioso. Non è quindi una religione ma una pratica di allenamento mentale, in cui la mente viene abituata a stare ad osservare i pensieri e non a diventare essi stessi. Per meditare può essere meglio farlo in luogo tranquillo, con poca luce, distesi o a gambe incrociate, ma si può farlo anche sul bus o andando a piedi o nelle pause lavorative. Per avere risultati è necessario, come in un allenamento, darsi del tempo ed allenarsi appunto. La meditazione non è una via di fuga o un offuscamento dei pensieri o uso di pensieri positivi. E’ un modo per cui la mente può scindersi portandosi su elementi esterni (respiro, profumo, gusto) e staccarsi dall’attaccamento ai propri pensieri. Attaccarsi ai propri pensieri è un precursore del blocco cognitivo in quanto la mente non “vede” più altri punti di vista o soluzioni, immersa troppo dentro ai pensieri stessi. La conferma ci viene data anche dalle neuroscienze e dall’utilizzo di tecniche di brain ima-


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ging che ci permettono di cogliere le reti neurali nel cervello mentre si attivano. Con queste tecniche si è scoperto che si attivano aree diverse nel cervello quando provano emozioni piacevoli (prefrontale sinistra) e spiacevoli (prefrontale destra) ma soprattutto che un allenamento alla consapevolezza, all’atteggiamento meditativo può permettere alle persone di indirizzarsi verso stati emotivi di frequenza più elevata. lteriormente le ricerche svolte con la tecniche di brain imaging hanno dimostrato che la meditazione aumenta l’attivazione dell’insula, parte del nostro cervello che aumento lo stato di empatia, cioè la capacità di mettersi nei panni dell’altro. L’empatia e quindi l’assunzione del punto di vista altrui fa molto bene a chi a prova perché favorisce la sensazione di connessione e rende flessibili i propri punti di vista Cosa può significare atteggiamento meditativo? Proprio perché si può meditare in ogni luogo e quindi direzionare la nostra attenzione su un punto esterno (la guida

viene ritenuta da alcuni rilassante per questo motivo), il senso di tutto può essere quello di imparare a direzionare consapevolmente la nostra mente: sul nostro respiro, sul nostro incedere, sui movimenti che facciamo quando cuciniamo, o quando scriviamo o quando giochiamo con i figli, o quando mangiamo. Ogni occasione è buona per portare semplicemente attenzione. E dove porti attenzione là porti il tuo cuore. Chiaramente quando non si conosce questa modalità è bene imparare con degli esercizi per poter fare esperienza e registrarla. Ma il modo meditativo può poi diventare oggetto di dimestichezza quotidiana. Che cosa può prevenire e quali problematiche può ridurre un approccio meditativo nella vita? Gli studi fatti dimostrano che chi medita in ogni maniera è generalmente più soddisfatto e attivo. E la qualità delle emozioni che sperimentiamo nella loro costanza influenza notevolmente il sistema immunitario e quindi la resistenza alle malattie anche quelle

autoimmuni (vedi gli studi e le linee teoriche della Pnei). In linea generale, meditare in maniera continuativa e regolare e, assumere un atteggiamento meditativo nella vita contribuisce a ridurre i livelli di ansia, nervosismo inteso come irritabilità e depressione. La possibilità di avere poi delle ricadute depressive diminuisce di più del 50% in chi medita. Migliora le prestazioni di memoria, competenza che può decadere molto facilmente anche in seguito a stress e traumi, migliora i tempi di reazione e la resistenza mentale e fisica con un calo dei sentimenti di alienazione e isolamento. Le relazioni vengono vissute in maniera più rilassata e quindi più intensa ed appagante; le malattie collegate allo stress vengono ridotte in intensità come ipertensione, diabete, malattie della pelle e disturbi digestivi. Aiuta la gestione del dolore cronico e delle sofferenze correlate al cancro. Infine meditare aiuta a rinforzare il sistema immunitario per il collegamento fra emozioni positive e loro influenza sul sistema immunitario.


LA VIA DEGLI ANIMALI

Il tocco della fiducia Nuove frontiere del BenEssere animale di Maddalena Premuti Bonetta (www.naturanaturante.wordpress.com)

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ncora poco conosciuto, sebbene presente in Italia da circa vent’ anni, il Tellington Ttouch® nasce oltre quarant’ anni fa dalla sua fondatrice Linda Tellington-Jones esperta del mondo equestre. Inizialmente applicato con i cavalli, prendendo degli spunti dal metodo Feldenkreis®, trova successivamente ottime applicazioni nel mondo cinofilo, con tutti gli altri animali, e in umana. Il metodo è non invasivo, gentile e rispettoso che aiuta gli animali a trovare o ritrovare uno stato di benessere attraverso l’equilibrio fisico, mentale ed emozionale. Fondamentalmente è un insieme di quattro macro componenti: - il lavoro sul corpo che comprende i Ttouches (tocchi particolari) e i bendaggi, ingaggiando rispettivamente il sistema tattile e il sistema propriocettivo. - il lavoro a terra, che agisce tramite il sistema vestibolare e si avvale di tutta una serie di ostacoli atti a portare l’animale nell’attimo presente, attraverso un movimento lento, che gli consente di sentire e prendere coscienza della postura e dei movimenti del proprio corpo. Con l’aiuto di tale movimento e degli ostacoli si migliora l’equilibrio, il focus, la concentrazione, l’autostima e la capacità di affrontare nuove situazioni. - equipaggiamento specifico: si usano vari strumenti per esercizi di conduzione: pettorina, corde morbide, guinzaglio con doppio moschettone e tanti altri. - il concetto “change your mind, change your animal” ossia, che cambiando il nostro approccio mentale aiutiamo l’animale stesso. Modificare il nostro atteggiamento nei suoi confronti gli dà possibilità di cambiare con maggior facilità. Smettendo di visualizzarlo con i suoi problemi che, come etichette, rimangono appiccicati addosso, gli diamo la possibilità di uscire da schemi ormai diventati automatici o cronici. Tellington è il cognome del primo marito della fondatrice del metodo, Linda. 18

Ttouch invece sta per Trust Touch, ovvero “tocco della fiducia”. Tramite i tocchi accade una comunicazione a livello cellulare tra le cellule di chi tocca e quelle di colui che viene toccato. Si comunica così alle cellule, attraverso i vari Ttouches (specialmente quelli circolari) il messaggio “ricordate la vostra perfezione e il vostro perfetto funzionamento”. Si può così evincere come i Ttouches non siano dei classici massaggi, ma dei messaggi che vengono inviati alle cellule; successivamente, l’informazione rilevata dal sistema tattile e propriocettivo viene mandata attraverso i nervi al midollo spinale e quella parte del cervello conosciuta come corteccia somatosensoriale. Una volta che l’informazione sensoriale viene elaborata, il cervello restituisce ai muscoli i segnali per riorganizzare la postura e il movimento del corpo. I Ttouches agiscono sulla produzione di ormoni e neurotrasmettitori, influenzando emozioni e stati fisici. Ce ne sono oltre trenta, ognuno porta il nome di un animale e si dividono in quattro categorie: - circolari: dove la pelle viene mossa con un movimento circolare di un cerchio e un quarto - lineari: con i quali si scivola sul corpo in vari modi - sollevamenti: dove la pelle viene spostata e riaccompagnata al punto di partenza - movimenti fatti con le estremità dell’animale: orecchie, zampe e coda vengono mosse in moto circolare, compiendo sempre un giro e un quarto. È un metodo di comunicazione non verbale che si prefigge di osservare, ascoltare, capire, comprendere l’animale e il suo mondo, usando un approccio gentile e rispettoso, imparando a leggere i suoi segnali e, successivamente, a comunicare attraverso questi (ad esempio “i segnali calmanti”, introdotti da Turid Rugaas). L’osservazione è ampia, si guardano: la postura, che è direttamente collegata al comportamento e viceversa, il movimento, il respiro, lo sguardo, eventuali tensioni presenti nel corpo, la tessitura del pelo. Più siamo in grado di osservare e conoscere il nostro cane, più saremo capaci di

accorgerci di minimi cambiamenti e, in caso, potremo agire tempestivamente. Riguardo ai bendaggi: si usano delle bende elastiche, di varie dimensioni e colori. Ci sono molti modi di farle indossare all’animale e si fissano sul corpo in varie zone a seconda delle necessità; vanno messe morbidamente aderenti, mai strette e sempre sotto osservazione del proprietario, o del Practitioner (è il titolo di chi ha terminato la formazione del Training). Vengono usate nei casi di disagi emozionali, mentali, e fisici. Fanno sentire i confini del proprio corpo all’animale, aiutano a modificare gradualmente la postura, favoriscono la calma, il rilascio di tensioni con conseguente rilassamento, donano sicurezza. Vengono così trattati disagi di salute e fisici quali dolori, problemi osteo-articolari, artrosi, artrite, tensioni muscolari, rigidità, contratture, perdita o mancanza di equilibrio, riabilitazione, preparazione pre operatoria, ripresa post operatoria, mal d’auto. O ancora problemi comportamentali, come aggressività, timidezza, paure, fobie, traumi passati, paura dei temporali, abbaio incessante, reattività, gestione al guinzaglio, ansia da separazione. Il metodo è rivolto a tutti coloro che vogliono aiutare il proprio animale in un modo diverso dal solito, o che desiderano fargli fare una nuova esperienza. Occorre sottolineare che è qualcosa che facciamo insieme all’animale e non semplicemente su di lui: “put your heart in your hands, and your hands on your dog”, che tradotto risuona “metti il cuore nelle tue mani e le tue mani sul tuo animale”.


I Luoghi della BioGuida Percorsi ed itinerari per viaggiatori dello spirito

Associazioni, scuole, istituti, centri, terapeuti, seminari, corsi, conferenze ed altre proposte PIEMONTE TORINO Centro Buddha della Medicina Via Cenischia 13, Torino. Tel. 011.3241650, 011.355523. CENTRO CLOROPHYLLA Associazione di promozione sociale Via Settimo 1, San Mauro Torinese (TO) Tel. 320.6408204 www.centroclorofilla.it Centro Studi Maitri Buddha Via A. Guglielminetti 9, Torino. Tel. 011.359649. IL CERCHIO VUOTO associazione religiosa per la pratica e lo studio del Buddhismo Zen Soto Via Massena 17, Torino. Tel. 333.5218111. www.ilcerchiovuoto.it DOJO ZEN MOKUSHO Via Principe Amedeo 37, Torino (TO). Tel. 011.883794.

ALESSANDRIA Buddhadharma Center Via Galimberti 58, Alessandria. Tel. 3467408380, www.buddhadharmacenter.org

NOVARA AURA - Associazione per la ricerca e lo studio delle filosofie orientali. Via Maggiate 45, Borgomanero (NO). Tel. 0322.846011, www.aurauniversalmente.com

SONDRIO CENTRO STUDI TIBETANI SANGYE CIOELING Buddismo Mahayana Vajrayana Via Vanoni 78/B, Sondrio. Tel 0342.513198

VAL D’AOSTA ALKIMEA Centro di Terapie e Discipline Naturali Frazione Borettaz 7, Gressan (AO). www.alkimea.it - info@alkimea.it

IMPERIA Centro Kalachakra Via Verrando 75, Bordighera (IM). Tel. 339.3128436, www.kalachakra.it

LOMBARDIA LIGURIA LA SPEZIA ON ZON SU SCHOOL Via Gaggiano 24, Arcola (SP). Tel. 0187.955456, 347.5826327, www.riflessologiaplantare.org Ass. NATURALMENTE Via D. Manin 35, La Spezia (SP). www.naturalmente-sp.it Comunità Bodhidharma Eremo Musangam, Monti San Lorenzo 26, Lerici (SP). Cell. 339.7262753.

GENOVA ENNEAGRAMMAINTEGRALE Consulenza individuale, seminari, laboratori e ritiri per esplorare chi siamo. Tel. 333.8477054 www.enneagrammaintegrale.it Ass. FIUME AZZURRO - ARTI PSICOFISICHE Via W. Fillak 6, Genova. Tel. 010.413721, 349.8096336, www.artipsicofisiche.it SCUOLA SUPERIORE DI NATUROPATIA Via Pisa 23/13, Genova. Tel/fax: 010.366494, www.scuolasuperioredinaturopatia.it

SAVONA Zen Savona Piazza del Popolo 5/7, Savona. Pratica Zazen: tel. 019.484956, www.zensavona.it

MILANO Ananda Ashram Milano Via Prandina 25, Milano. www.yogamilano.it ACCADEMIA DI KINESIOLOGIA Via Rutilia 22, Milano. www.accademiadikinesiologia.it Associazione Culturale VEGA Via della Repubblica 16, Paullo (MI). Tel. 335.7065167, www.vega2000.it Centro Dharmadhatu Via Venezuela 3, Milano. Tel. 02.38005575, www.dharmadhatu.it Monastero Zen Il Cerchio Via dei Crollalanza 9, Milano. Tel. 02.8323652, www.monasterozen.it THE NEW YUTHOK INSTITUTE PER LA MEDICINA TIBETANA Prof. dr. Pasang Yonten Arya T. Sherpa. Viale Spagna 77, Sesto S. Giovanni, (MI). Tel. 02.2536266, www.newyuthok.it

BERGAMO CENTRO YOGA MANDALA Via Borgo Palazzo 3, Bergamo (BG). Tel. 035.215395, 333.4576099. GRUPPO ZEN BERGAMO Pratica di zazen c/o Ho Sha Do Via San Bernardino 18, Bergamo. Tel. 333.4400313, zazenbg@yahoo.it

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I LUOGHI

BRESCIA IKSEN Via F. Bianchi 3, Toscolano Maderno (BS). Tel 0365.641898.

COMO GIUSEPPE DI CRISTANZIANO Naturopata, Radiestesista, Radionica. Via Garibaldi 23, Magreglio (CO). Cell. 348.7736549

PAVIA Centro Studi Zen Komyoji Loc. Costapelata-Fortunago Fortunago (PV). Tel. 0383.875584.

VENETO PADOVA ASSOCIAZIONI PROGETTO BENESSERE Viale Stazione 134. Montegrotto Terme (PD) Tel. 049.8910706, 335.6745856 www.associazioniprogettobenessere.it Centro Tara Cittamani Via Lussemburgo 4, Padova. Tel. 049.8705657. Dott. FABIO BASALISCO specialista in neurologia, medico ayurvedico. Tiene regolarmente visite e consulti a Padova presso: Centro Agorà, Via Astichello 16. Per informazioni: www.fabiobasalisco.it

TREVISO ASS. LE QUERCE BIANCHE Via Toti dal Monte - Cal del Bosco, Barbisano di Pieve di Soligo (TV), Tel. 0438.987178, www.lequercebianche.org

METODO CALLIGARIS Ass. culturale STELLA POLARE 999 Via Val Pusteria 9, San Donà di Piave (VE). Tel. 348.3027711, www.metodocalligaris.org OSHO YATRILAND VENEZIA Via Alberoni 41, Lido di Venezia (VE). Tel. 041.5261853, 339.1199317, www.oshoyatrilandvenezia.com ASSOCIAZ. CULTURALE MAYA Salute e benessere per il corpo e lo spirito. Vicolo San Francesco d’Assisi 1 31032 Casale sul Sile (TV) (presso Hotel Claudia Augusta) Tel. 335.8752254 beppe.maya@libero.it

VERONA Centro Ming Men Corte Convento 28, San Michele ex. (VR). Tel. 045.8921109, www.centromingmen.com IL CERCHIO APERTO Garda - Verona (VR), Tel. 338.3866915 www.cerchioaperto.com

VICENZA Centro Studi Syn Via Villa Glori 22, Vicenza. Tel. 0444.922682

TRENTINO ALTO-ADIGE BOLZANO Eleonora Brugger & Paul Kircher S. Pietro Mezzomonte 40, Velturno (BZ) www.eleonorapaul.com

TRENTO SAMTEN CHÖLING ONLUS Corso Alpini 4, Trento. Tel. 0461.038510, www.samtencholing.eu

NASHIRA Via Cavour 34/C, Conegliano (TV). Tel./Fax 0438.22530, cell. 346.0346404 centro.nashira@libero.it

CASA DI SALUTE RAPHAEL Piazza De Giovanni, Roncegno (TN). Tel. 0461.772000, www.casaraphael.com

SCUOLA KINERGIA Via Malan 59/2, Borso del Grappa (TV). Tel. 0423.910304, www.kinesiologiaviva.it

CENTRO KUSHI LING Laghel 19, Arco (TN), Tel. 347.2113471 www.kushi-ling.com

VENEZIA Dott. FABIO BASALISCO specialista in neurologia, medico ayurvedico Tiene regolarmente visite e consulti a: Mestre, in Via San Donà 26, presso il Centro di Medicina Integrata Palladio. Per informazioni: www.fabiobasalisco.it CENTRO YOGA DHARMA Via Napoli 52, Mestre (VE). Tel. 041.5311954. www.yogadharmamestre.it

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JING TAO® Essenza in movimento

FRIULI VENEZIA GIULIA TRIESTE ACCADEMIA CRANIO SACRALE Metodo Upledger Piazza S. Antonio Nuovo 6, Trieste. Tel. 040.3476191. www.accademiacraniosacrale.it

di Sonia Rizzi fondatrice ed ideatrice del metodo. Tel. 338.7592945 www.jingtao.it info@jingtao.it

CENTRO STUDI E RICERCHE OLISTICHE di Maurizio Battistella Shiatsu, Kinesiologia, Reiki ed altro ancora. Via Palestrina 8, Trieste. Cell. 338.7592945. www.csro-ts.it www.inochi.it - info@csro-ts.it segreteria@csro-ts.it

SCUOLA DI PENSIERO TAOISTA Via Torre Bianca 43, Trieste Info. 3393204963, www.bencichanita.it Associazione NATURALMENTE trieste di Susanna Berginc e Paolo Segulin Presso Shanti - via Carducci 12 (Trieste) Metamedicina, Naturopatia, Iridologia, Numerologia, Floriterapia, Oli essenziali, Specchi Esseni, Transurfing, Enneagramma, Riflessologia Per informazioni: cell. 345.15.97470 http://metamedicina.altervista.org/ A.s.d. YOGA JAY MA Via A. Emo 2, Trieste. Cell. 3478461831, vie.vanna@yahoo.it AYURVEDA E BENESSERE Trattamenti e Massaggi Ayurvedici. Via Milano 18, Trieste. Cristiana Simoni, cell. 347.0354846 Dott. FABIO BASALISCO specialista in neurologia, medico ayurvedico Tiene regolarmente visite e consulti a: Trieste, in Via del Monte 2, presso Centro Ayurveda di Tiziana Roselli. Per informazioni: www.fabiobasalisco.it CENTRO BENESSERE AYURVEDA di Tiziana Roselli Via del Monte 2, Trieste. Tel. 0403721824, cell. 329.8423544. CENTRO BUDDISTA TIBETANO SAKYA KUNGA CHOLING Corsi gratuiti di introduzione al buddhismo tibetano e programmi di adozione a distanza. Via Marconi 34, Trieste. Tel. 040.571048, www.sakyatrieste.it


I LUOGHI

GORIZIA Emporio Erboristico IL FIORE DELL’ARTE Via G. Carducci 21, Ronchi dei Legionari (GO).Tel. 0481.475545. GIORGIA MULLER Operatrice olistica Via Aquileia 6, Ronchi dei Legionari (GO). Cell. 347.0021503 www.giorgiamuller.it

UDINE ASS.OPE.A. Associazione Operatori Ayurveda Tutela e Aggiornamento Professionale Operatori Iscrizione al Registro Regionale delle Professioni non Ordinistiche Legge 22/04/2006 n. 13 art. 5 Tel. 0432.1721329 - Cell. 328.3919462 info@assopea.it - www.assopea.it

Dott.ssa DONATELLA DE COLLE Psicologa, psicoterapeuta, musicoterapeuta. Via Mazzini 30, Trieste. Tel. 331.9077565. GENDAI REIKI ITALIA Via Beccaria 7, Trieste Tel. 333.7240918 349.3604929 www.gendaireiki.it LAM - Il Sentiero Piazza Benco 4, Trieste. Tel. 040.0642281, cell. 328.5629546. NEW AGE CENTER Via Nordio 4/C, Trieste. A disposizione la Saletta Argondia per seminari, conferenze, presentazioni, mostre ed altre iniziative. Tel 040.3721479, www.newagecenter.it STUDIO ESSENYA Via del Marcese 57, Trieste. www.vivianasossiessenya.it JOYTINAT YOGA AYURVEDA Via Felice Venezian 20, Trieste Tel. 040.3220384 www.joytinat-trieste.org

I dati raccolti sono stati individuati da elenchi pubblici e sono trattati in ottemperenza alla legge 675/96 con particolare riferimento agli articoli 12 e 20. Agli interessati è riconosciuta la facoltà di esercitare i diritti di cui all’art.13. Il titolare del trattamento dei dati è l’editore.

NICOLETTA CAMPISI Counsellor professionista Facilitatore Costellazioni Familiari Piazza Giovanni XXIII n.15, Udine. Cell. 347.5555802 www.centropharus.it nicoletta_campisi@libero.it YOGA INTEGRALE Corsi di Satyananda Yoga Ogni giovedì da Creative Healing Arts, Via San Giorgio 44, Tricesimo (UD) Orario 19.00 - 20.30. Tuuli Nevasalmi: 331 4844919 tuuli.nevasalmi@gmail.com www.creativehealingarts.org CENTRO RASHMI AYURVEDA YOGA Via Roma 50, Magnano in Riviera (UD). Tel. 0432.782063, cell. 328.3919462, DEBORA SBAIZ - Master in Danza/Movimento, Terapia e Professional Counselor. Udine, Portogruaro e Lignano. Tel. 0431.422147 www.deborasbaiz.it LE AGANE Via Vittorio Veneto 114, Tarvisio (UD). Tel. 0428 450031 LORELLA E. VENDRAMINI Riflessologa Plantare, Reiki 1° livello Via P. Maset 13, Udine. Tel. 348.6715674 ESPRESSIONESEGNO Prof. Erika Celotti, Arteterapeuta Membro dell’Assoc. Prof.le Italiana Arteterapeuti® Iscrizione Registro n°120/2003 P.IVA 02357220306 Viale Tricesimo 101/A - int5, Udine. Cell. 338. 3344705 www.espressionesegno.it IL FORNO ARCANO Via del Cristo 8, Rive d’Arcano (UD). Tel. 0432.809348, forno.arcano@libero.it GRUPPO ZEN UDINE Via Cormor Alto 218, Udine. Ogni mercoledì alle 21.00 appuntamento di meditazione Za-Zen. Maurizio KoGyo Florissi: 348.3071667.

CENTRO DI SALUTE INTEGRATA del Dott. Gianluigi Giacconi Strada dei Cedri 22 , Basaldella (UD) www.centrodisaluteintegrata.com

PORDENONE STUDIO CONSAPEVOLMENTE Trattamento Cranio Sacrale “Upledger”, Counseling Metacorporeo, Reiki Tecnica Vibrazionale Sonora Via Carmine 20, Stevenà di Caneva (PN). Tel. 328.0959912, alberto.vaccher@libero.it www.craniosacraleeoltre.it Ass. TERRAUOMOCIELO Qi Gong e Percorsi di salute Tel. 0434.20389 (Laura Guerra), www.terrauomocielo.it STUDIO EQUILIBRYA MASSAGGI OLISTICI Trattamento Cranio Sacrale, Shiatzu, Linfodrenaggio Via Martiri della Libertà 18 Prata di Pordenone (PN) Tel. 0434.611282 333.7466849 manucanziani@virgilio.it Dott.ssa Doriana Mimma DE VIDO Naturopatia & Bilanciamento Somatico. Sacile (PN): Tel. 0434.72782, Cell. 329.2399184. SANITARIA Del PUP Via Molinari 38/40, Pordenone. Tel. 0434. 28897.

EMILIA ROMAGNA BOLOGNA CENTRO NATURA Via degli Albari 6, Bologna. Tel. 051. 235643, 051.223331 www.centronatura.it CENTRO STUDI CENRESIG Centro per lo studio e la meditazione Buddista Mahayana Via Meucci 4, Bologna. Telefoni: Maddalena 347.2461157, Giovanni 349.6068534. www.cenresig.org CENTRO YOGA “LE VIE” Via M. D’Azeglio 35, Bologna. Tel. 051.19982056, www.yogalevie.it Scuola/Fondazione Matteo Ricci Via A. Canova 13, Bologna. Tel. 051.531595, www.fondazionericci.it

PARMA Monastero Zen Fudenji Bargone 113, Salsomaggiore Terme (PR) Tel. segreteria: 0524.565667. Monastero Zen Sanbo-ji Pagazzano, loc. Pradaioli 27, Berceto (PR). Tel. 0525.60296.

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I LUOGHI

SPAZIO SHIATSU Via Dalmazia 71, Parma. Tel. 0521.533831, www.studishiatsu.it

MODENA Centro Culturale L’Albero Cultura, spiritualità e opere sociali Strada Statale Romana 135 Fossoli di Carpi (MO). Tel. 335 6684108 www.centroculturalelalbero.org CENTRO YOGA SHIVA Via Silvati 12, Modena. Tel. 059.364625 www.centroyogashiva.it

RIMINI ASSOCIAZIONE NUOVA VITA Benessere Naturale e Olistico Viale B. Buozzi 26, Riccione (RN) Tel. 3707152130 - 3476273683 DANIELA GAIOTTO Naturopata Erborista Consulenze personalizzate e incontri di gruppo per adolescenti. Servizio ad offerta libera. Per info e appuntamenti: cell 331.3381412 www.alkyrama.com - info@alkyrama.com Riceve in Friuli, Veneto, Emilia Romagna

UMBRIA, MARCHE, ABRUZZI ANCONA LA CITTÀ DELLA LUCE Centro Studi Discipline Olistiche e Bionaturali.Associazione Conacreis Marche. Reiki. Ayurveda. Yoga. Costellazioni Familiari. Via Porcozzone 17, Ripe (AN). www.reiki.it

GROSSETO Comunità Dzog-Chen Merigar, Arcidosso (GR). Tel. 0564.966837.

FIRENZE SHINNYO-JI TEMPIO ZEN FIRENZE Via Vittorio Emanuele II 171, Firenze. Tel. 339.8826023, www.zenfirenze.it Scuola di Agopuntura Tradizionale di Firenze Via San Giusto 2, Firenze. Tel. 055.704172.

PISA ISTITUTO LAMA TZONG KHAPA Via Poggiberna 15, Pomaia (PI). www.iltk.it PUNDARIKA Centro ritiri meditazione Loc. Cordazingoli 18, Riparbella (PI) www.pundarika.it

PRATO CRONOGENETICA di Mario e Domenica Grilli Cell. 331 9724607 www.cronogenetica.it

SIENA AGRITURISMO GLI ARCANGELI Azienda Agricola Podere Avere Pievescola, Casole d’Elsa - Siena. www.gliarcangeli.com

LAZIO

MACERATA

ROMA

TARA CENTER C.da Ricciola, Recanati (MC). Tel. 071.7575847, cell. 393.9755533, www.taracenter.it

Accademia di Yoga Via XX Settembre 58 A, Roma. Tel. 06.4742427, www.accademiayoga.it

PERUGIA

Amrita Centro Yoga e Ayurveda Via C. Colombo 436, Roma. Tel. 06.5413504, 06.5081202, www.amritayoga.it

ANANDA ASSISI Via Montecchio 61, Nocera Umbra (PG). Tel. 0742.813620, www.ananda.it

TOSCANA AREZZO AMO Accademia Massaggi Olistici ads Associazione Dilettantistica Sportiva Scuola Accreditata SIAF Via Teofilo Torri 22-28, 52100 Arezzo (AR). Andrea Marini: 388.9334692 www.massaggiohotstone.it

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Associazione Shakti Kundalini Yoga e Sat Nam Rasayan Via dei Brusati 30, Roma. www.kundaliniyoga.it CEDIFLOR Centro Diffusione e Didattica Floriterapia di Bach Via R. Fauro 82, Roma. www.cediflor.it Centro Tara Bianca Danza Creativa, Arti Terapeutiche, Meditazione. Via Ettore Rolli 49, Roma. Tel. 06.5811678, www.centrotarabianca.it

CENTRO ZEN ANSHIN Buddhismo Zen Soto. Via Ettore Rolli 49, Roma Tel. 320.9671624, www.anshin.it Fondazione Maitreya Via della Balduina 73, Roma. Tel 06.35498800, www.maitreya.it Scuola Yoga Roma Via Cechov 83 - F6, Roma. Tel. 06.51530068, www.scuolayogaroma.it DOTT. GIOVANNI MONTANARO Odontoiatria e terapie naturali Via Vitruvio 70, Formia (LT). Tel. 0771.24831, cell. 340.1495053 omeo57@hotmail.it TAO CENTRO DI RICERCA OLISTICA SCUOLA ITALIANA REIKI Via Oberdan 25 (c/o “Il Trifoglio”) Latina. Tel. 338.84.95.996 www.centrotao.net

PUGLIA ASSOCIAZIONE asd ZEN SHIATSU CENTRO SHIATSU E YOGA IYENGAR Corsi di shiatsu e trattamenti. Incontri terapeutici di gruppo. Via Gioacchino Poli 36, Andria (BT). Per informazioni contattare: dott.ssa Rosalba Acquaviva cell. 320.6472980 Dott. FABIO BASALISCO specialista in neurologia, medico ayurvedico Tiene regolarmente visite e consulti a: Monopoli (BA), Contrada Lamammolilla 476. Per informazioni: www.fabiobasalisco.it

CAMPANIA TAO - CENTRO DI RICERCA OLISTICA SCUOLA ITALIANA REIKI Via F. Cilea 91, Napoli (NA). Tel. 338.8495996 www.taocenter.org DOTT. GIOVANNI MONTANARO Odontoiatria e terapie naturali Via A. Scarlatti 126, Napoli. Tel. 081.5786956, cell. 340.1495053 omeo57@hotmail.it

SICILIA Dott. RENATO IUDICA Rappresentanze Prodotti Naturali Via G. Arimondi 48, Palermo. Tel. 392.6893370, 347.6215339.


LA VIA DELLA SCIENZA

La tecnica cranio-sacrale e il rilascio somato-emozionale di Thea Keber (Istituto Upledger Italia) www.accademiacraniosacrale.it

Che cos’è la Tecnica cranio sacrale? La Tecnica Cranio-Sacrale è meglio conosciuta in tutto il mondo con il suo nome originale: CranioSacral Therapy, oppure con il suo acronimo CST. È una tecnica manuale non invasiva, che si applica con una palpazione leggera (non oltre cinque grammi) a livello delle restrizioni fasciali presenti nel nostro organismo e risulta efficace nei casi di disfunzioni poco comprese, dolori cronici, ridotta vitalità, infezioni ricorrenti, ecc. Questa tecnica si avvale di una conoscenza scientifica dell’anatomia e della fisiologia del corpo umano e nasce grazie agli studi e alle ricerche, iniziate in America nel 1970, dal Dott. John Edwin Upledger (1932 - 2012). In queste poche righe tentiamo di portare alla vostra conoscenza, nel modo più semplice possibile, l’importanza che può avere il Sistema Cranio-Sacrale nel nostro organismo e come poter intervenire, con la Tecnica Cranio-Sacrale del Dott. Upledger, per rendere ottimale il suo funzionamento, non solo per ripristinare la sua funzionalità in caso di disturbi o problemi comunemente poco compresi, ma anche nell’ottica di una prevenzione che possa sostenere il meccanismo auto-correttivo insito nell’organismo di ogni persona, ottimizzandone così l’omeostasi e prendendosi cura di ciò che comunemente viene chiamata: salute. Il Dott. John E. Upledger ed il Ritmo Cranio-Sacrale Il Dott. Upledger, medico chirurgo agopuntore e osteopata, è stato l’evolutore dell’Osteopatia Cranica. Egli è riuscito a determinare che il movimento delle

ossa della scatola cranica ha una sua simmetria, qualità, ampiezza e frequenza (SQAF) e che tale movimento ha un suo ritmo (Ritmo Cranio-Sacrale) che è connesso all’emissione ed al riassorbimento del fluido cerebro-spinale, all’interno della scatola cranica stessa. Il fluido cerebro-spinale (liquor) è prodotto a livello dei plessi corioidei (nei ventricoli cerebrali) ed immesso nel sistema, nello spazio subaracnoideo. Grazie a delle membrane che racchiudono un sistema idraulico funzionale, il liquor, scorre tra le meningi aracnoide e pia madre, permea la corteccia cerebrale, il midollo spinale, i globi oculari, all’interno del canale durale, lungo la colonna vertebrale fino all’osso sacro, irrorando anche le terminazioni nervose collegate agli organi del nostro corpo ed occupa anche gli spazi “interni” al Sistema Nervoso Centrale, quali le cisterne, i ventricoli cerebrali e il canale midollare.

Questi concetti accompagneranno tutto il lavoro del Dott. Upledger permettendogli di creare i princìpi della Tecnica Cranio-Sacrale e del Rilascio SomatoEmozionale. Fu invece il Dott. Sutherland, in particolare, ad essere considerato il padre dell’Osteopatia Cranica. Egli, all’inizio del XX secolo, mise in discussione le conoscenze della sua epoca che consideravano la scatola cranica come un “unico osso” calcificato. Evolvendo la materia osteopatica del Dott. Still e studiando a fondo le ossa del cranio umano, concluse che le suture delle ossa craniche potevano permettere il movimento delle ossa stesse. Questo nuovo contributo del Dott. Sutherland all’Osteopatia, fu il fattore più importante che influenzò tutto il lavoro del Dott. Upledger, il quale nel 1972 fu incaricato dalla Michigan State University di dimostrare che le ossa craniche, in effetti: si muovono.

Le origini Il percorso del Dott. Upledger inizia, oltre che dalla sua professione di medico chirurgo, dallo studio dell’osteopatia focalizzato su due grandi osteopati il Dott. Andrew T. Still (1828 – 1917) e il Dott. William G. Sutherland (1873 – 1954). Per primo il Dott. Still è considerato da tutti il padre dell’Osteopatia. Senza le sue ricerche, i suoi studi e le sue tecniche, non esisterebbe l’osteopatia moderna. Di tutto il lavoro del Dott. Still, in particolare, il Dott. Upledger fu fortemente condizionato dai quattro concetti fondamentali enunciati dal Dott. Still stesso: 1) il corpo è un’unità; 2) struttura e funzione sono interconnesse; 3) il corpo è un meccanismo auto-correttivo; 4) i farmaci talvolta possono essere nocivi.

L’evoluzione: la scoperta del Sistema Cranio-Sacrale Il Sistema Cranio-Sacrale (SCS) riveste un’importanza fondamentale nel nostro organismo, alla pari di altri sistemi comunemente più noti come ad esempio quello respiratorio, o quello circolatorio. Il Sistema Cranio-Sacrale è dunque un sistema fisiologico funzionale, conosciuto come “sistema respiratorio primario”. È composto principalmente dal fluido cerebro spinale, le membrane che lo contengono, le ossa su cui aderiscono, il meccanismo che governa la produzione ed il riassorbimento del liquor. Questi principali elementi che compongono il Sistema Cranio-Sacrale, determinano, permettono e migliorano il funzionamento delle articolazioni e degli organi ed influenzano i vari 23


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sistemi fisiologici dell’organismo, tra i quali anche il Sistema Nervoso, quello Endocrino e quello Immunitario. Il movimento cranio sacrale è caratterizzato da un suo ritmo palpabile chiamato Ritmo Cranio-Sacrale (RCS) e questo ritmo involontario (come anche il ritmo cardio-circolatorio) ci accompagna per tutto il ciclo della nostra vita e riveste una parte attiva e fondamentale per il benessere del nostro organismo. L’importanza del Sistema Cranio-Sacrale Un buon funzionamento del Sistema Cranio-Sacrale ci permette di mantenere attivo il sistema auto-correttivo del nostro organismo e, quindi, tra i tanti benefici ad esempio: di attivare e stimolare al bisogno le nostre difese immunitarie, regolare la circolazione e lo scorrimento dei fluidi a tutti i livelli del corpo, riequilibrare i nostri sistemi nervoso, respiratorio ed endocrino e, inoltre, ci permette di prevenire o allentare le restrizioni a livello fasciale, sempre allo scopo di lasciare libero il nostro organismo di auto-correggersi, o anche solo di rilassarsi. Il corretto funzionamento del Ritmo Cranio-Sacrale favorisce e migliora l’intera omeostasi (cioè l’adattamento e la reazione dell’organismo ai fattori ambientali esterni) del nostro organismo. Uno squilibrio nel Sistema CranioSacrale, invece, può influire negativa-

mente sul cervello, sul midollo spinale, sul sistema nervoso e sul sistema immunitario e causare delle problematiche o delle disfunzioni, tra le altre: disfunzioni sensoriali, motorie, intellettive. Altre problematiche, che tra altri molteplici fattori possono essere riconducibili ad un mal funzionamento del sistema cranio-sacrale, sono ad esempio: dolori persistenti, mobilità ridotta (articolazioni rigide), calo di energia, mal di testa, problemi mandibolari (ATM), dolori acuti e persistenti (es. del trigemino), difficoltà d’apprendimento (es. dislessia), scarsa coordinazione o concentrazione, problemi mestruali o legati alla menopausa, ecc..

La Tecnica Cranio-Sacrale e le sue applicazioni La Tecnica Cranio-Sacrale è una tecnica di palpazione delicata e non invasiva. Raramente il terapista/operatore esercita, con le proprie mani, pressioni superiori a cinque grammi sul corpo della persona. L’approccio pratico di palpazione leggera dell’operatore, aiuta le forze idrauliche del Sistema Cranio-Sacrale a migliorare l’omeostasi della persona (il suo “ambiente” corporeo interno). La valutazione del paziente/utente viene svolta, a livello fasciale sulle varie parti del sistema cranio-sacrale, verificandone il movimento (ritmo/frequenza), la qualità e l’ampiezza del sistema stesso. Spesso, ultimata la valutazione di verifica, la restrizione è stata eliminata e il sistema è in grado di auto-correggersi. I terapisti/operatori sono in grado di valutare il movimento (ritmo) del Sistema Cranio-Sacrale in qualunque parte del corpo, sebbene il modo più semplice consista nel “palparlo” attraverso le ossa del cranio, l’osso sacro e il coccige, in quanto in queste parti le ossa sono contigue alle membrane che effettivamente racchiudono il fluido cerebrospinale. È anche possibile eseguire la palpazione in corrispondenza a tutte le altre ossa della colonna vertebrale e della pelvi, nonché attraver-


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so le ossa del viso e dell’Articolazione Temporo-Mandibolare (ATM), ma poiché sono collegate in modo secondario al sistema idraulico, è più difficile rilevare il movimento cranio-sacrale.

scere la Natura del Tutto”-; cioè occorre considerare l’insieme di Mente, Corpo , Spirito. Questi sono i principi fondamentali su cui si basa la metodica del Rilascio Somato-Emozionale (SER®).

La tecnica così applicata svolge la sua azione benefica anche in modo complementare alle terapie mediche ed è utile anche in caso di depressione e come sostegno del processo di invecchiamento e delle disfunzioni cerebrali correlate.

Il trattamento di SER, viene eseguito attraverso la capacità dell’operatore nel capire e tradurre il significato delle manifestazioni fisiche che il corpo della persona manifesta durante il trattamento, individuando l’emotività trattenuta a livello organico, che va ad alimentare il disagio fisico. Attraverso il consueto tocco non invasivo dell’operatore ed il dialogo, si aiuta la persona a rendersi consapevole del proprio disagio e la si supporta nel percorso per la risoluzione di tale disagio.

Anche nei neonati e nei bambini, la CranioSacral Therapy è spesso utile per risolvere problemi quali: coliche, iperattività, problemi di alimentazione e di sonno, nonché anomalie nello sviluppo. La valutazione cranio-sacrale neonatale può rivelare e poi liberare restrizioni e costrizioni che, se permanessero, comporterebbero disagi permanenti con la crescita. In età adulta, attraverso una valutazione cranio-sacrale e/o somato-emozionale, si è spesso in grado di individuare la causa di un problema che può risalire già alla prima infanzia e “trattarlo” per aiutare a risolverlo. Un nuovo approccio nella tecnica Cranio-Sacrale Upledger: il Rilascio Somato-Emozionale SER® Ciò che distingue la Tecnica CranioSacrale da altre metodiche manuali, è dovuto ancora una volta all’intuizione del Dott. Upledger, che attraverso la sua esperienza clinica, ha elaborato un nuovo approccio della Tecnica CranioSacrale che tenesse conto della manifestazione fisica (sintomo) che spesso si presenta in relazione ad un disagio emotivo e, nel contempo, ha ricercato delle tecniche utili a trattare la parte emotiva relativa al trauma fisico. Raramente avviene che in un disagio fisico non vi sia una componentistica emotiva che lo alimenta e ne impedisce la dissipazione. Basti ricordare che già Platone diceva che: “Il corpo è veicolo ed organo dell’intelletto e dello spirito” ed anche Ippocrate affermava che “Non si può conoscere il corpo umano senza cono-

Da chi viene applicata la Tecnica Cranio-Sacrale La Tecnica Cranio-Sacrale è utilizzata da molti terapisti tra cui: medici, fisioterapisti, osteopati, chiropratici, dentisti, ostetriche, infermieri, psicoterapeuti, ecc. (per i quali questa tecnica fa parte dei molteplici programmi di Educazione Continua in Medicina con i crediti ECM del Ministero della Salute Italiano) ed anche da operatori che si prendono cura del benessere delle persone, in quanto Professionisti non organizzati in Ordini o Collegi, che esercitino in conformità alle norme di legge vigenti (Legge 4/2013 e L. R. 13/2004). L’apprendimento della Tecnica CranioSacrale (CST) è aperto comunque a tutti e, aprendosi a vari livelli di formazione, asseconda le diverse capacità, competenze e conoscenze di ognuno. Auto-Trattamento Premessa Qui di seguito troverete un esempio di auto-trattamento, auspicando che possa esservi utile e che vi possa stimolare ad approfondire quanto fino ad ora vi abbiamo esposto. Forze leggere Nella CST, le forze leggere ottengono i risultati migliori. È un paradosso rispetto a quanto comunemente si ritiene,

ovvero “poco è buono, tanto è meglio”. Applicato al sistema cranio-sacrale, ciò significherebbe che se una piccola forza è utile al sistema, una forza maggiore dovrebbe essere ancora più efficace. Sbagliato! Lo scopo di chi applica la CST è essere il meno invasivo possibile, sia in fase di valutazione che in fase di trattamento. Poiché è impossibile essere completamente non invasivi, nella palpazione e nel trattamento dovremo applicare la minima forza possibile. Quanto più vi avvicinerete al livello ideale di forza, tanto migliori saranno i risultati. Sembra esservi una naturale tendenza ad avere la mano pensante quando si lavora con il corpo. Per contrastare questa tendenza, può essere utile instaurare una disciplina mentale che porti a chiedersi a intervalli regolari e frequenti: “Posso fare questo usando ancora meno forza?”. Se userete questo espediente fin dall’inizio dell’apprendimento delle tecniche di CST, svilupperete rapidamente l’abitudine di usare solo la minima forza necessaria per applicare la tecnica. A tal proposito, possono essere utili le tre analogie di seguito descritte, che costituiscono un punto di riferimento nei riguardi della forza da usare con il sistema cranio-sacrale. 1. Immaginate un sottile pezzo di cellophane (come quello usato per avvolgere il cibo) che galleggia in una ciotola piena d’acqua: la forza usata per spostare il cellophane sulla superficie dell’acqua toccandolo dalla parte inferiore senza deformarlo è quella utilizzata nel sistema cranio-sacrale. 2. Cercate di usare la forza necessaria per sollevare una monetina con un dito (circa 5 grammi). 3. Immaginate la forza applicata quando premete senza dolore sulle palpebre chiuse (senza essere eroici!) Può esservi utile fare pratica con questi esempi per acquisire la percezione delle forze coinvolte nella Tecnica CranioSacrale. Induzione dello Still Point Lo Still Point viene usato come una tec25


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3. Auto-aiuto: questa è una variazione del punto 2; il paziente ruota i piedi internamente e mette una fascia attorno ai piedi per aiutarsi a mantenere la posizione di rotazione interna e si rilassa per 5/15 minuti. 4. Con l’assistenza di un’altra persona presente: l’altra persona mette le mani in posizione come nel CV4 ed il paziente vi si adagia sopra con la nuca per almeno 5/15 minuti (solo se ha un’età superiore ai 9 anni). Riferimenti: “Terapia Cranio-Sacrale - Teoria e Metodo”diJohn E. Upledger, 2012 BioGuida Edizioni. “Manuale di studi del 1° livello di Tecnica Cranio-Sacrale Upledger”, John E. Upledger, revisione del 2016 a cura del Comitato tecnico Scientifico dell’Upledger Institute International; diffusione dell’edizione italiana a cura di: Upledger Italia - Accademia CranioSacrale. nica di riequilibrio per il Sistema Cranio-Sacrale (SCS). Rimuoverà anche le più piccole restrizioni transitorie con un numero minimo di applicazioni. Teoricamente, il suo utilizzo rimuove la maggior parte delle restrizioni intradurali perché, se si cambia la forza dei fluidi ridirezionandola all’interno del sistema ripetutamente, la maggior parte delle restrizioni cederanno e si rilasseranno.

mente il problema nel momento in cui esso si manifesta. Il supporto tecnico-scientifico Per raggiungere l’effetto terapeutico e migliorare l’omeostasi, dovremo interrompere con forza l’attività del sistema cranio-sacrale, in modo da provocare un nuovo impulso. Tecniche di auto-aiuto

Lo Still Point è usato per rilassare gli accumuli di stress. Ha un profondo effetto di rilassamento sul Sistema Nervoso Autonomo. Dunque, può dare beneficio alla maggior parte dei problemi derivati dal mal funzionamento (ipertonico) del Sistema Nervoso Autonomo, ad esempio per problemi di ipertensione, ulcere peptiche.

Indurre uno Still Point anche senza essere in grado di percepire il Ritmo Cranio-Sacrale Uno Still Point può essere eseguito anche quando non si percepisce il Ritmo Cranio-Sacrale. Questo può essere particolarmente utile per l’auto-trattamento eseguito a casa dai pazienti.

Lo Still Point migliora anche lo scambio dei fluidi tra i vari compartimenti fisiologici del corpo; allo stesso tempo migliora la circolazione sanguigna riducendo il tono del Sistema Nervoso Simpatico. Occasionalmente, l’induzione dello Still Point porterà alla superficie vecchi dolori apparentemente scomparsi. Questo è un bene. I vecchi dolori non sono scomparsi, si erano semplicemente assopiti e aspettavano di manifestarsi in un altro momento. Portarli alla superficie ci offrirà l’opportunità per correggere total-

Le opzioni sono: 1. Auto-aiuto: utilizzare l’apposito “Induttore di Still Point” (da non usarsi sui bambini d’età inferiore ai 9 anni). 2. Con l’assistenza di un’altra persona presente: l’altra persona presente può ruotare le gambe del paziente (o qualunque altra struttura corporea che abbia ossa pari, ma non la testa) all’interno (rotazione interna) e tenere le gambe, o l’altra parte del corpo scelta sempre se con ossa pari, in quella posizione dai 5 ai 15 minuti.

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Nel 2001, il “Time Magazine”, nella rubrica dedicata alle “medicine alternative”, pubblicò un articolo dal titolo “Un nuovo tipo di impulso” basato sugli studi del Dott. Upledger, citando quest’ultimo come “innovatore” nel mondo della medicina alternativa. Upledger ha scritto diversi libri, noti al mondo scientifico, che sono stati pubblicati a livello internazionale e tradotti in 12 lingue. In Italia, i suoi testi più noti sono stati tradotti ed editi a cura di BioGuida Edizioni (www.bioguida.com) e sono: • Introduzione alla Terapia Cranio-Sacrale - I Principi del Benessere Naturale; • Terapia Cranio-Sacrale e Rilascio Somato-Emozionale - Tu e il tuo Medico Interiore; • Terapia Cranio-Sacrale - Teoria e Metodo; • Terapia Cranio-Sacrale - Oltre la Dura Madre (in uscita) • Rilascio Somato-Emozionale e Oltre - Il Trauma e la Mente; • Anatomia della Mente - A Brain is Born; • Mente e Cellule - Il Dialogo Interiore con il DNA.


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la risposta di flessibilità del sistema nervoso autonomo. Apporta un beneficio alle lesioni scheletro-muscolari sia croniche sia acute, inclusa l’artrite degenerativa. Può abbassare la febbre fino a 3/4 gradi. Può ridurre congestione cerebrale o polmonare e anche l’edema dipendente. È stato usato per migliorare le disfunzioni autoimmuni, il comportamento autistico nei bambini e gli stati di ansietà. Questa tecnica può apportare dei benefici alla maggior parte degli individui ed è raramente, o mai, nociva.

Il supporto “Induttore Di Still Point” Per questa specifica tecnica, come supporto alternativo alle mani dell’operatore, potete usare un oggetto chiamato “Induttore di Still Point”, creato dall’Upledger Institute, oppure crearne uno voi. Per farlo potete usare due palline da tennis messe dentro una calza e chiuderla poi con un solido nodo, in modo che siano l’una aderente all’altra e poi inserire il tutto dentro un’altra calza e rifare il nodo. Tecniche di auto-aiuto: CV-4 Istruzioni Distendetevi sul pavimento, o un divano, o il letto e mettete l’induttore sotto la testa in modo che l’intero peso della testa si adagi sulle due palline, che

dovrebbero essere simmetriche rispetto alla linea mediana della nuca e piazzate a circa 1/3 sopra la base occipitale (proprio sotto la sutura Lomboidea). Questo punto si trova in quella leggera depressione della nuca appena sopra l’inserzione dei maggiori muscoli del collo. Il livello è appena sopra l’apertura delle orecchie. Appoggiatevi bene sopra l’induttore per una quindicina di minuti. Potete muovervi leggermente per mantenere la simmetria e la comodità, ma fatelo lentamente e gradualmente. Da ripetere giornalmente. Indicazioni Questa è una tecnica importante che ha un effetto fortissimo simile ad uno “shotgun” e serve a migliorare sia il movimento della fascia sia dei fluidi, specialmente rilassando i tessuti connettivi di tutto il corpo e ripristinando

Teoria Il ritmo del Sistema Cranio-Sacrale (SCS) è l’attività di mobilità ritmica del sistema fisiologico cranio-sacrale. Le strutture del sistema cranio sacrale sono organizzate attorno al sistema delle membrane meningee. Il sistema cranio sacrale è intimamente relazionato alle funzioni del sistema nervoso (principalmente nel cranio, nella colonna vertebrale e nella pelvi) alla fascia circostante e connessa a queste strutture e ad altri sistemi. L’induzione momentanea di uno Still Point del RCS, è una tecnica efficace per attivare e migliorare la capacita auto-correttiva del sistema cranio sacrale e, di conseguenza, può dare un profondo beneficio a tutto il corpo. Controindicazioni Le controindicazioni sono costituite da qualsiasi situazione in cui è presente un lieve aumento della pressione intracranica che deve essere assolutamente evitato, come ad esempio: emorragie cerebrovascolari o aneurismi in atto. Non usate questa tecnica durante le fasi acute di un infarto o di un trauma cranico. 27


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Cantare come la terra di Paolo Loss

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ome un albero da frutta, messo a dimora in un terreno nuovo, non fruttifica se prima non ha fatto affondare nella terra le sue radici, così ogni crescita individuale non progredisce e non dà frutto se prima non sono state gettate le fondamenta del lavoro e non sono state fatte crescere in profondità le radici, dalle quali la pianta, cioè la persona, trarrà il suo nutrimento. Quali sono le radici di una voce matura, dotata delle qualità di sonorità, chiarezza, persuasività e gradevolezza? Da dove la voce trae il suo nutrimento? Per iniziare occorre far chiarezza sul fatto che la nostra voce può sia migliorare che peggiorare; questo può avvenire non solo se siamo raffreddati ma, soprattutto, quando le circostanze della vita e le sue esperienze ci danno o tolgono energia. La voce di un giovane reduce da un incontro amoroso, felice, è ben diversa da quella dello stesso giovane, dopo un esame universitario finito male, o un’altra esperienza negativa. Se le esperienze positive o quelle negative si ripetono è facile che gli effetti sulla voce si fissino come frutto di situazioni emotive ricorrenti. C’è chi, per esempio, ha una voce attraente e seducente, che usa con sufficiente consapevolezza nel colloquio fa-

miliare e professionale, però quando la sua voce deve salire di tono per farsi sentire o per manifestare forza e convinzione, diventa stridula e rassomiglia ad un grido trattenuto e senza forza; il messaggio sonoro che una tale voce fa passare rasenta la disperazione e l’ascoltatore ne resta perplesso. A volte, quando desidera una risposta positiva da parte dei suoi ascoltatori o ne teme una negativa, nelle sue parole si intuisce un velo di commozione e di pianto. Perché questa doppia situazione? Oltre ai messaggi contenuti nei vari stati della voce, quali altri segni di debolezza o di sofferenza sono state date al corpo? Eccone alcuni esempi: per ben due volte si è slogato una caviglia, ha subito uno strappo muscolare al polpaccio sinistro, quando si alza dopo esser stato seduto a lungo si sente rigido e ha bisogno di fare alcuni passi prima di sentirsi solido sulle proprie gambe. Se egli avesse ascoltato, fin dal loro primo apparire, i segni che il corpo gli mandava, probabilmente avrebbe dedicato un po’ più di tempo alle sue gambe e al suo bacino ed avrebbe iniziato un lavoro, a lungo termine, di recupero di un buon rapporto con la parte inferiore del proprio corpo. Si sarebbe accorto, allora, che esiste uno stretto legame tra la scarsa solidità delle sue radici (le sue gambe) e le insicurezze della sua voce. La mancanza di sicurezza che sente nel suo appoggiare

i piedi per terra, anche se in modo non consapevole, gli fa cercare altri punti di appoggio, meno naturali e più alti, ad esempio nel bacino o più in alto ancora, nel petto e nelle scapole, se non addirittura nelle spalle. A volte, in casi simili, le spalle risultano tese e sollevate e il collo appare come insaccato nelle spalle stesse e quasi inesistente. La voce vibra prevalentemente nella testa e il suo colore è chiaro, a volte stridulo e, ascoltato a lungo, risulta fastidioso. Alfred Tomatis, nel suo libro “Ascoltare l’universo”, a proposito del rapporto della voce con la parte inferiore del corpo, citando vari esempi di fonazione, compie alcune stimolanti considerazioni: “A seconda di ciò che siamo, intellettuali o calciatori, la nostra voce non va a toccare le stesse parti del corpo. Quando un corridore ciclista dice che farà meglio la volta successiva, ha una voce sorda, povera di sibilanti. E’ perché parla alla parte che è il fulcro delle sue attività: le gambe. Ci vuole una voce grave per toccare la parte inferiore del corpo. La voce di un monaco benedettino non ha nulla in comune con quella di un carrettiere. L’ideale sarebbe permettere alla voce di raggiungere tutte le superfici corporee e questo, del resto, è l’obiettivo che alcune ascesi si prefiggono. Gli yogin tibetani cercano di ottenere un suono capace di imprimersi sulla totalità del corpo. La loro voce cambia perché tocca il corpo


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sia attraverso la periferia che attraverso la struttura ossea. Emettere un suono consiste infatti nel far vibrare l’aria esterna grazie ad una vibrazione che fa cantare tutto il corpo“. Fin qui abbiamo parlato dello scoprire le radici della nostra voce, siano esse presenti o assenti, nei messaggi che la parte inferiore del corpo ci manda. Ora chiediamoci nuovamente, da dove trarre nutrimento per la nostra voce? Essa cerca e ricava il suo nutrimento, tramite il respiro profondo, nell’addome, entrando in contatto così con la sede e il serbatoio della nostra energia vitale (con il tan-tien che per i cinesi è la sede del Chi cioè dell’energia vitale, o con lo hara per i giapponesi). Nel corpo portiamo le tracce della nostra respirazione superficiale e delle difficoltà, perciò, a raggiungere e a portare a livello di coscienza i lati oscuri del nostro carattere. Nel corpo portiamo i segni più evidenti di grossi squilibri, di voragini energetiche in cui disperdiamo la nostra forza nel trattenerci fermi e rigidi. Nella vita quotidiana, tuttavia, possiamo scovare altri indicatori di sicurezze mancanti, di legami non realizzati, di dipendenze tanto tenaci quanto difficilmente sradicabili. Questi indicatori, in sintesi, possiamo indicarli con il nome di “mancanza di radici“. I sintomi più evidenti di tale mancanza si manifestano in alcune dipendenze, di cui sono quattro le più importanti: il legame ossessivo con il cibo, il bisogno continuo di rivolgersi al gioco (lotto, casinò, cavalli, ecc.), la necessità irrefrenabile di comperare e, non ultimo, ma molto subdolo, il legame totalizzante con il lavoro. Ogni dipendenza porta con sé alcune tracce nella forza e nel colore della voce. Generalmente, questo tipo di dipendenze si manifesta con una voce debole, resa tale da una respirazione superficiale e con una voce chiara, che risuona quasi solo nella testa. Queste caratteristiche, tuttavia, possono essere anche segno di un rapporto con il corpo modificato da esperienze di vita che perdurano da lungo tempo. Due esempi possono servire da spiegazione: quello dell’intellettuale, che passa la sua vita sui libri e quello del monaco, che trascorre molto tempo della giornata in preghiera e in lettura. Quando queste esperienze non sono

accompagnate da un’attenta cura del corpo, dall’attenzione ai suoi bisogni ed ai suoi richiami, le giornate dedicate ad una attività prevalentemente intellettuale rischiano di diventare una fuga dalla vita reale verso un rifugio sicuro nel mondo mentale. E’ certo che la voce di queste persone sarà priva degli armonici legati alle gambe e al bacino. Anodea Judith, nel suo “Il libro dei chakra”, analizzando le carenze e gli eccessi di energia nei sette chakra, mette in evidenza quali tracce nel corpo ne segnalino la presenza. Per quanto riguarda il I° Chakra (detto radice), che ha sede all’interno del corpo nella zona del perineo, questi segni sono sempre accompagnati da caratteristiche vocali ben delineate. Chi, per esempio, è un gran parlatore, ma caotico e salta con facilità da un argomento all’altro. Quando inizia a parlare è difficile che i suoi interlocutori riescano ad interromperlo; a sua volta, però, interrompe con facilità il discorso altrui. La sua gola è contratta come lo è pure il suo corpo e il gran scaricare energia nel parlare che egli utilizza in continuazione, gli serve per tentare di togliersi il senso di blocco che percepisce nella sua gola. Quando tenta di cantare, il suono che emette è debole, nonostante gli sforzi che egli fa per aumentarlo. La sensazione di sforzo è una caratteristica di questo tipo di voce e ciò è ben percepito dagli ascoltatori. La Judith ci dice che tali caratteristiche sono frequenti nella tipologia che lei classifica come “il figlio non voluto”. Non molto diversa è la situazione di chi invece riempie il vuoto della propria vita con attività orali quali il parlare. Egli usa la parola per rapportarsi con gli altri e per catturarne l’attenzione, che egli scambia per amore. Purtroppo la sua comunicazione è immatura e, infatti, non riescee a chiedere quello di cui ha bisogno. Il suo parlare è segnato da frequenti silenzi. Sia che parli o che canti la sua voce è infantile e, a volte, triste. Per la Judith queste caratteristiche risiedono nel soggetto chiamato il “bambino denutrito”, o meglio, il “bambino deprivato”. C’è anche chi parla poco e, quando lo fa, le sue parole si percepiscono a stento. La sua timidezza è veramente eccessiva. Quando deve parlare di sé lo fa con gran fatica e alterna parole a lamenti, conditi da un frequente piagnucolare. Sa bene

quello che non vuole ed è difficile smuoverlo dalle sue opinioni. La sua grande energia, in un corpo eccessivo con una forte tendenza alla pinguedine, è come strozzata nella gola. Come è difficile esprimersi a parole, così, se si mette a cantare (ma lo fa raramente), la sua voce non ha forza. Per la classificazione tradizionale dei tipi caratteriali una voce di questo tipo è masochista, per la Judith rientra nella categoria dei “bambini ipermanovrati”. Da dove iniziare, allora, un percorso di recupero delle nostre fondamenta, delle nostre radici? Il primo passo sarà quello di mettersi a camminare, ascoltando quello che ci dicono i nostri piedi. Meglio sarebbe farlo sulla spiaggia a piedi nudi e farlo lentamente, perché i nostri piedi hanno bisogno di tempo per apprendere quello che la terra insegna loro. I piedi ci metteranno così in contatto con tutto il corpo e lo cureranno. Il secondo passo sarà quello di mettere in pratica i principali insegnamenti che la terra ci porge: • impara a stare immobile, ascoltando il tuo respiro • sii presente dove il tuo corpo si appoggia e non con il corpo in un posto e la ‘testa’ altrove • non aver fretta, perché i frutti maturati in fretta non hanno gusto. Questo ci aiuterà a trovare la nostra voce, giorno dopo giorno, esercizio dopo esercizio; perché, se le abitudini sono nate e si sono consolidate nel nostro corpo in venti, trenta o quarant’anni e più, i cambiamenti non potranno avvenire in un solo giorno, in una sola settimana, o in un solo mese. Sicuramente l’impegno e la costanza potranno abbreviare i tempi di recupero di una identità vocale che pensavamo perduta. Bibliografia: Alfred Tomatis, Ascoltare l’universo, Baldini & Castoldi, Milano 1998. Anodea Judith, Il Libro dei Chakra, Neri Pozza, Vicenza 1998. Ken Dychtwald, Psicosoma, Astrolabio, Roma 1978. Giovanni Ansaldi, La“lingua degli angeli” Angelo Guerini e Associati, Milano 1997. 29


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L’esame iridologico e i blocchi energetici dei meridiani di Elisabetta Conti (iridologa) www.adacqua.com

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ell’iridologia classica dobbiamo al dott. Siegfried Rizzi una classificazione particolareggiata sui rapporti fra i colori delle macchie e il malfunzionamento di determinati organi legati alla depurazione dell’organismo, alla digestione, alle difese immunitarie o alla produzione di sostanze ormonali. Scuole successive (quelle di Sponzilli, Di Spazio, Birello/Lo Rito, solo per nominarne alcune) hanno rilevato, nella definizione di tali rapporti, l’importanza della Medicina Tradizionale Cinese, “maestra” tra le più antiche della visione olistica, per la quale sia il corpo che la psiche vivono con la stessa energia. Non può quindi esservi scissione tra malattie fisiche e mentali, perché entrambe sono sintomo di uno squilibrio energetico: qualsiasi terapia influenza in sinergia corpo e mente (si veda la BioGuida n.41). Secondo l’anatomia cinese, il corpo umano è strutturato in: - cinque organi pieni: Cuore, Polmoni, Reni, Milza-Pancreas, Fegato - cinque Visceri cavi: Intestino Crasso, Stomaco, Intestino Tenue,Vescica,Cistife llia, e fondato su una funzione metabolica denominata “Triplice Riscaldatore”; quest’ultimo è considerato il sesto viscere, non ha una sua struttura anatomica, ma è un viscere/funzione, in rapporto con gli altri che sono sotto la sua direzione/protezione. Organi (Yin) e visceri (Yang) sono tra loro dipendenti e complementari: ciascuno di essi rappresenta un “insieme energetico”(Loggia) e ricopre specifiche funzioni. Il continuo e stretto legame di interdipendenza tra organi e visceri viene assicurato dall’energia che circola attraverso i Meridiani e si distribuisce nel corpo 30

secondo cicli definiti, dagli organi pieni ai visceri cavi, in parte dalla periferia e in parte dall’interno del corpo. Il termine Meridiano è frutto di una traduzione francese, che identifica il termine cinese di rete o filo in un tessuto: qualcosa che lega, che connette . Non sono visibili, ma portano nutrimento e forza in tutto il corpo, alimentano i tendini, i muscoli, le ossa, le articolazioni. Anche lo scambio interno-esterno del corpo e viceversa avviene tramite i Meridiani. Lungo il loro tragitto emergono sulla superficie della pelle centinaia di punti particolari, ognuno in relazione diretta con un insieme di cellule, una funzione del corpo, un organo e un’emozione: questi punti possono essere stimolati con con diverse tecniche (La tecnica di massaggio chiamata Tuina Anmo è una delle cinque colonne della MTC e riveste una grande importanza come l’agopuntura, la terapia farmacologica, la terapia nutrizionale e la terapia motoria) L’iridologo, analizzando i segni morfologici/cromatici dell’iride corrisponden-

ti ai vari organi, oltre che individuare la causa di infiammazioni, gonfiori, anomalie a livello di pelle, muscolatura, ossa, capelli, problemi digestivi e intestinali ecc., può anche aiutare la persona analizzata a capire il perché di certi atteggiamenti emozionali e mentali. Espressioni psicofisiche dei blocchi energetici dei Meridiani Vediamo alcuni esempi delle più comuni espressioni psicosomatiche di squilibri energetici nei Meridiani. - La scarsa autostima viene collegata al blocco energetico del Triplice Riscaldatore. Si manifesta, ad esempio, con l’incapacità di aprirsi e di avere rapporti con gli altri,un atteggiamento difensivo, capacità di adattamento ridotta, un’eccessiva precauzione: per questo la persona si manifesta rigida e tesa, e non ha sufficienti opportunità per liberarsi dalle tensioni. Dal punto di vista mentale la persona è eccessivamente ansiosa, si preoccupa del


LA VIA DELLA SCIENZA

suo rapporto con gli altri per banalità. Fisicamente alcuni atteggiamenti tipici sono la tensione negli avambracci, i pugni costantemente chiusi. - Un conflitto di separazione da una persona cara, o da una tensione (preoccupazione) notevole con una persona della famiglia , un trauma o una fatica estrema è ricollegabile a un blocco del Meridiano del Cuore (che, assieme all’Intestino Tenue, fa parte della Loggia energetica Fuoco). Fisicamente, la sua disfunzione si manifesta con dolore al petto, palpitazione, tensione e dolore al plesso solare, sete intensa, rigidità nelle mani con una sensazione di calore al palmo e sudorazione eccessiva, tendenza a stancarsi facilmente, lingua coperta da uno spesso strato bianco, occhi arrossati e sensazione di fastidio, dolore lungo il tragitto del meridiano. Dal punto di vista mentale la disfunzione di questo meridiano porta la persona ad agire in maniera inappropriata con chi le sta attorno, per il fatto che non si sente stabile nel proprio centro; essa avverte tensione nervosa prolungata, soffocamento emozionale dopo una crisi di separazione, ansietà e preoccupazione che riducono l’appetito, inquietudine senza avere la capacità di calmarsi, ; si spaventa facilmente, difficoltà di concentrazione, tensione alla lingua che provoca il balbettamento. Fisicamente, la sua disfunzione si manifesta con dolore al petto, palpitazione, tensione e dolore al plesso solare, sete intensa, rigidità nelle mani con una sensazione di calore al palmo e sudorazione eccessiva, tendenza a stancarsi facilmente, lingua coperta da uno spesso strato bianco, occhi arrossati e sensazione di fastidio, dolore lungo il tragitto del meridiano. Il blocco di questo meridiano è abbastanza frequente per il ritmo frenetico della vita e per l’abbassamento dell’entità famigliare come mezzo di appoggio durante il conflitto di abbandono e separazione, che diventa sempre più frequente nella società attuale. - La mancanza di fiducia nelle decisioni, per cui si tende a chiudersi e si preferisce l’isolamento è collegabile a una disfunzione del Meridiano dell’Intestino Tenue ( viscere cavo collegato al Cuore nella Loggia Fuoco).

Dal punto di vista mentale la persona reprime il proprio dolore e la tristezza con una tendenza a essere introversa e la preoccupazione di essere prevaricata. Fisicamente si manifesta come disfunzione dell’intestino tenue, abbassamento delle difese immunitarie, anemie, stitichezza o diarrea, sensazione di freddo nella zona addominale, flaccidità ai muscoli, stanchezza e debolezza nella parte inferiore della schiena che causa una pesantezza nelle gambe, rigidità e tensione alla nuca che causa cefalea, rumore nelle orecchie, abbassamento della capacità uditiva, appendicite irregolarità del ciclo mestruale (dismenorrea). - La presenza di un blocco sessuale è ricollegabile a una disfunzione del Meridiano della Vescica (viscere cavo della Loggia Acqua assieme al Meridiano del Rene). Dal punto di vista mentale, la persona è in uno stato di stanchezza dovuto a un lungo periodo di stress, si irrita per piccole cose, tende a reagire in maniera esagerata, prova ansietà e paura che provocano sudorazione fredda, instabilità generale, tendenza nevrotica. Fisicamente, si manifesta con dolore alla schiena, sciatica, contrazione e dolore al polpaccio, minzione frequente con scarsa urina per la mancanza di elasticità vescicale. disuria (bruciore alla minzione) con o senza infezione, ipertrofia prostatica, dolore al collo dell’utero, ipersensibilità al freddo, congestione nasale, fastidi alla base del naso, accumulo di grasso subcutaneo all’angolo interno dell’occhio. - Lo stress continuo in diversi aspetti della vita ( lontananza dalla propria terra, perdita materiale, perdita o eccesso di attività) è ricollegabile a una disfunzione del Meridiano dei Reni, connesso con il meridiano della Vescica/ Loggia Acqua. La funzione principale dei reni è quella di purificare il sangue dalle sostanze di rifiuto tossiche formando l’urina. Dal punto di vista energetico, i reni (inclusi il surrene, il sistema nervoso autonomo e gli organi riproduttivi) vengono considerati fra gli organi più vitali, insieme al fegato. Oltre alla purificazione delle impurità del sangue, regolano la somministrazione energetica di molti

organi attraverso diversi componenti metabolici ormonali, per cui sono in rapporto con gli ormoni sessuali e con la risposta individuale allo stato di stress. In questo modo i reni, insieme alla vescica, controllano la somministrazione dell’energia vitale e realizzanola purificazione dei liquidi del corpo. e si manifesta se il primo centro energetico (Chakra), legato all’energia terrestre, è chiuso per un conflitto di lontananza dalla propria terra o dalla propria casa; in un bambino basterebbe mandarlo in collegio per fargli vivere il conflitto del distacco territoriale. Nell’adulto la causa più frequente del suo blocco è legata al conflitto di perdita materiale. Dal punto di vista mentale, la persona si trova in uno stato di stress a casa e al lavoro, uno stato di ansietà continuo, tende ad arrivare allo stato di esaurimento per un eccesso di lavoro che porta alla mancanza di determinazione, motivazione e di impulso, si sente facilmente confusa, con paura delle cose più semplici. Fisicamente, si manifestano segni di mancanza dell’energia terrestre che nutre i muscoli, la pelle, le ossa, i capelli. La carnagione è spenta, la pelle manca di elasticità ed è soggetta a infezioni ed eczema. Altri sintomi sono: perdita di capelli, denti fragili, ossa deboli, osteoporosi, pesan31


LA VIA DELLA SCIENZA

tezza e fatica generalizzata, debolezza degli arti inferiori, sensazione di caldo nella regione plantare, infiammazione e infezioni renali, calcoli, coliche renali, lingua secca, alitosi, gonfiore e dolore di gola, emorragia nasale, deficienza ormonale, eccessiva attività sessuale nel caso di aumento di tensione, perdita dell’impulso sessuale e impotenza nel caso di debilitazione energetica. - L’incapacità di scelta e di controllo delle reazioni è ricollegabile al Meridiano della Cistifellea (viscere cavo, collegato al Fegato, Loggia Legno). La funzione fisiologica della cistifellea è quella di immagazzinare la bile e liberarla quando è necessario per portare alla digestione completa del cibo. Secondo la medicina cinese classica, il fegato è collegato con la capacità di programmare e la cistifellea con la capacità di mettere in atto (concretizzare) quanto programmato. Dal punto di vista energetico il meridiano della Cistifellea non controlla solo la distribuzione degli alimenti nutritivi del corpo, ma anche la quantità e l’equilibrio degli enzimi 32

digestivi (inclusi la saliva, gli enzimi, i succhi pancreatici e intestinali). L’incapacità di prendere decisioni o di reagire a una determinata situazione portano alla frustrazione, a paure e crisi di panico, caratterizzate da pensieri insistenti e ossessivi: la reazione a una determinata situazione è non proporzionale. Quando il Meridiano è bloccato e l’energia è in eccesso, la persona si preoccupa per piccoli dettagli, è tesa, nervosa, e le sue reazioni sono impulsive. Quando è mancante di energia sarà incapace di prendere decisioni, perde la forza di volontà e la stanchezza porta all’abbassamento della motivazione. Dal punto di vista fisico l’eccesso di energia porta a secrezione sproporzionata di bile e di succhi digestivi, causando quindi diarrea, colica biliare con o senza calcoli, spasmo nel duodeno causando ulcera duodenale, i iperacidità, nausea specialmente al mattino mal di testa, mucosità negli occhi e perturbazione della vista, dolore causato da tensione oculare, colore di pelle giallastra, dolore lungo il meridiano, specialmente lungo le coste (nevralgie costali,

Herpes Zoster costale) , dolore all’anca e sul lato esterno della gamba, rigidità e dolore nelle articolazioni, tosse con catarro. - Gli attacchi di rabbia, la tendenza ad alzare la voce, il fastidio per i rumori ( manifestazioni spesso accompagnate da stitichezza, variazioni della temperatura corporea, vertigini, debolezza delle articolazioni) sono ricollegabili al Meridiano del Fegato. Dal punto di vista energetico, il fegato somministra vitalità necessaria all’organismo per mantenere il vigore dell’individuo. La causa principale della sua disfunzione è in rapporto con un conflitto di mancanza o di perdita materiale, spesso economica. L’eccesso di energia si manifesta invece con impazienza, irritabilità, tendenza a essere al limite di un attacco nervoso,rabbia, grande fastidio provocato dal rumori, sensibilità emozionale che porta frequentemente ad alzare la voce. Dal punto di vista fisico la mancanza di energia si manifesta come perdita della lucentezza degli occhi, vertigini quando ci si alza, impotenza, caduta dell’impulso sessuale, temperatura cor-


LA VIA DELLA SCIENZA

porea bassa, tendenza alla stitichezza, debolezza delle articolazioni. L’eccesso di energia provoca una tonalità giallastra negli occhi, tendenza all’intossicazione alimentare con nausea e vomito, incapacità di ingrassare, febbre alta per causa non conosciuta, rigidità nei muscoli e del tendine di Achille, sensazione di gonfiore nella zona addominale destra, emorroidi, ernia e dolore all’inguine, perdita di appetito e dolore di testa. All’opposto,la mancanza di energia si manifesta dal punto di vista mentale come perdita di resistenza alla perseveranza con la tendenza ad annoiarsi ,perdita della lucentezza degli occhi, vertigini quando ci si alza, impotenza, caduta dell’impulso sessuale, temperatura corporea bassa, tendenza alla stitichezza, debolezza delle articolazioni. - Isolamento e malinconia, relazioni interpersonali difficoltose:quando si verifica una disfunzione meridiano dei Polmoni (che, assieme all’Intestino Crasso, fa parte della Loggia Metallo) per mancanza di energia, la persona tende a isolarsi e chiudersi alla società, si allontana dalla famiglia ed emozionalmente appare come un individuo melanconico con perdita di vigore e fatica estrema che arriva al disagio di stare in piedi. Con l’eccesso di energia, invece, la persona appare ansiosa e ipersensibile: eccessiva ansietà per piccoli dettagli, preoccupazione per aver accettato troppo lavoro, incapacità di rilassamento e di respirare profondamente, lunghi sospiri per sbloccare il torace rigido e contratto, suscettibilità al raffreddore e alla tosse, specialmente quando la parte superiore del petto viene esposta al vento, all’aria condizionata o al freddo.Altri sintomi provocati dalla chiusura del meridiano sono: rinite, asma bronchiale, polipi nasali, eczema, psoriasi lungo il meridiano dei Polmoni, dolore alla regione scapolo dorsale e alle spalle, dolore al gomito e al braccio. Visto che il Meridiano dell’Intestino Crasso è il centro dei rapporti sociali, la persona tende a perdere la motivazione e l’interesse verso coloro che non appartengono alla famiglia; appaiono problemi di relazione interpersonale e mancanza di fiducia negli amici, c’è delusione e dipendenza dagli altri, non si è in grado di prendere iniziative. Questa tendenza è poi spesso accompa-

gnata dalla respirazione superficiale che aumenterà con la mancanza di esercizio fisico. Le manifestazioni fisiche che si rivelano per blocco dovuto all’eccesso di energia sono: tendenza alla congestione nasale, ipersensibilità nel tratto respiratorio superiore, gonfiore e mai di gola, odontalgia, vescicole alle gengive, specialmente quelle superiori ecc. - Difficoltà ad accettare ambienti nuovi e al di fuori di quelli “collaudati”, come la famiglia. La disfunzione del Meridiano dello Stomaco (che, con la Milza, costituisce la Loggia Terra) è causata da un conflitto con persone che normalmente non sono della famiglia, un conflitto provocato per la difficoltà ad accettare certe idee, per cui la persona è incapace di accettare le cose come sono, ha una certa difficoltà ad adattarsi a nuovi ambienti. Dal punto di vista mentale la disfunzione di questo meridiano fa si che la persona si preoccupi per piccoli dettagli, il suo appetito è influenzato dallo stato d’animo e dal tipo di alimenti. Visto che è preoccupata, i suoi pasti non sono regolari e la quantità di cibo varia; appena finisce di mangiare accusa sonnolenza e si corica , la pelle del viso manca di tono ed è priva di espressione. Dal punto di vista fisico la disfunzione di questo meridiano si manifesta come disturbo muscolo‑scheletrale, spesso come primo segno ancora prima di avvertire problemi allo stomaco; normalmente la prima zona nella quale si manifesta il disturbo è quella parte sottoposta a un sovraccarico funzionale, come per esempio il ginocchio negli obesi o la parte anteriore della caviglia in soggetti che praticano poca attività fisica. Successivamente, si accuseranno problemi di stomaco come gastrite, ulcera o perdita di appetito . Si avvertirà tensione nella zona del collo e alle spalle, le gambe sono pesanti e tendono a essere grosse, le articolazioni della caviglia sono poco flessibili e dolorose alla distensione. Si sbadiglia e ci si sente spesso stanchi. Quando l’individuo mangia in eccesso, come tentativo di rimediare alla mancanza energetica, erutta di frequente, accusa iperacidità gastrica, dilatazione dello stomaco e dell’addome. Questa persona sarà predisposta al raffreddore con una continua congestione nasale, rinite e tosse. L’eccessiva tensione a livello del meri-

diano dello Stomaco determina lesioni labiali (herpes simplex), spasmo nello sfintere dello stomaco, ulcera gastrica e duodenale, ipertrofia del piloro - Incapacità di accettare un evento inaspettato e doloroso.La causa più frequente della chiusura del meridiano della Milza ( con lo Stomaco Loggia Terra ) è un evento che non si riesce ad accettare, come per esempio la notizia della morte di un fratello in un incidente stradale, o qualsiasi altro evento doloroso e inaspettato con rifiuto di accettare la notizia o l’evento stesso vivendo un conflitto di difficoltà di assimilazione.L’aumento di tensione in questo meridiano fa si che la persona non mastichi e non digerisca. Dal punto di vista mentale, tende a preoccuparsi eccessivamente per tutto, è ossessionata dai dettagli, prova inquietudine, ansietà, incapacità di sfogarsi, interferisce negli affari degli altri, fa un eccessivo uso mentale e scarso esercizio fisico; ha scarsa capacità di ricordare, difficoltà nel portare a termine le cose, ansietà per il cibo, eccede nella quantità di cibo e mastica costantemente, golosa di dolci e di alimenti con alto contenuto di liquidi per la loro facile assimilazione, accusa costante sonnolenza.Dal punto di vista fisico, la persona ha una scarsa salivazione, ha poca discriminazione del gusto, eccessiva sete . Ha un colorito marrone scuro del viso, tendenza a soffrire di freddo nella parte anteriore delle gambe, la pelle delle mani e dei piedi è rugosa, i talloni presentano fessure, un nodo doloroso è attorno all’ombelico, un eccesso di gas nell’intestino, il corpo rotondo con eccesso di grasso corporale. Un po’ di pratica In questa lunga carrellata di sintomi psicosomatici è difficile non riconoscersi almeno in qualcuna delle esemplificazioni apportate...Si provi a sottolineare e fare un elenco di quelle in cui ci si “riconosce” maggiormente. E’ un punto di partenza per poter correre ai ripari, con vari sistemi, di cui alcuni piuttosto lunghi e laboriosi, altri più semplici e immediati di quanto si possa supporre... sempre che si resti consapevoli della natura olistica dei nostri malesseri. 33


LA VIA INTERIORE

Ribellione Zen di Selene Calloni Williams

L

aura si rivolse a me due anni fa, affinché l’aiutassi ad intraprendere il cammino della “ribellione zen”, qualcuno le aveva detto era il percorso più potente verso la creatività senza limiti. Laura è un’imprenditrice nel mondo della cultura, la creatività è alla base del suo lavoro. Le chiesi di raccontarmi brevemente il suo mito. Mi guardò in modo interrogativo. “Ciascuno di noi vive mettendo sulla scena della vita un mito”, le ho detto. Lei continuava a guardarmi stupita. “Raccontami le immagini più impressionanti della tua vita, i tuoi samskara, è lì che si esprimo gli dei e i demoni che ti accompagnano”, dissi. Dopo una lunga pausa di silenzio, Laura prese un profondo respiro e iniziò a raccontare. “Ho avuto una nascita molto faticosa, combattuta”, disse, “perché mia madre non voleva lasciarmi andare e ho avuto un’adolescenza sofferta perché mia madre non voleva lasciarmi andare. Io

volevo uscire di casa, andare, ma lei mi tratteneva in tutti i modi. Ho persino tentato il suicidio: ho riempito il lavandino e ho messo la testa nell’acqua. A causa di questa madre io non ho potuto realizzarmi come avrei voluto nella vita è così ho incominciato a bere alcolici in modo eccessivo e ad avere una vita sregolata. Come risultato mi sono ammalata, mi è venuto un cancro, ma adesso sono guarita e finalmente mi sento su di una strada nuova, sono sulla via della ricerca interiore e questo mi fa bene, sento che devo ringraziare la mia malattia”. Abbassai un po’ le luci e accesi una candela, perché non si può passare dal racconto di eventi apparentemente oggettivi, come quelli che mi proponeva Laura, alla voce degli spiriti e degli dei, senza un’atmosfera rituale: bisogna sempre mostrare rispetto! Poi ho provato a traghettare Laura dal suo materialismo, dai suoi fatti oggettivi, al mondo degli invisibili, dove tutti gli eventi sono simultanei e non accadono per via di una causa, ma perché hanno un fine, una missione. “Chiudi gli occhi”, le ho chiesto “e respira profondamente”. Li senti i tuoi

Batori? “Chi sono i Batori?”, mi chiese Laura bisbigliando a occhi chiusi. “Sono i tuoi avi guerrieri!”, le ho detto. “È in virtù del fatto che hai dei potenti avi guerrieri che hai avuto una nascita così combattuta: dovevi forgiare le armi per la tua missione!” “E li percepisci i tuoi avi nomadi?” “Sì”, mi disse Laura, sempre parlando sottovoce, ormai consapevole del rispetto che bisogna mostrare agli spiriti. “È in virtù del fatto che hai potenti avi nomadi che tua madre ti ha trattenuta, per permettere al tuo nomadismo di prendere coscienza di sé, rinforzarsi negli anni ed essere pronto per la tua grande missione”. “E infine li senti i tuoi avi protettori?” “Sì!”, mi disse lei, a questo punto ormai consapevole che tutte le cose possono essere viste anche in altro modo. “Si sono mostrati nella mia malattia, perché se non c’è la malattia non può esserci protezione”. “Allora vedi che non devi avere paura!”, le ho detto. “Non devo avere paura”, ribadì lei, asserendo con la testa.


LA VIA INTERIORE

Ho raccontato di questo scambio che ho avuto con Laura perché vorrei arrivare a dire che tutte le cose dipendono dal significato che noi attribuiamo loro. Tutto dipende dalla nostra interpretazione. Laura è passata in pochi minuti da un mondo in cui lei era vittima degli eventi oggettivi, meccanicistici, materiali, a un altro mondo, in cui gli eventi sono enti, entità, spiriti, dei, numi, avi, antenati, i quali non sono assenti, sono solo invisibili e l’uomo può essere compagno, amante, complice degli invisibili e creare con essi la propria realtà, anziché subirla passivamente ed esserne vittima. Ora riflettiamo su questo: quanto pensiamo di essere liberi di dare interpretazioni e significato agli eventi? Se pensiamo di poter interpretare gli eventi in modo autonomo con la nostra mente, siamo degli illusi. Non esiste la tua mente, la mia mente, la sua mente, in verità non esiste altro che una sola mente razionale e oggettiva, che è presente in ciascuno in misura più o meno forte e possiamo chiamarla “mente comune”. Questa mente è un programma che portiamo con noi sotto la pelle, nei sensi. Esso filtra la realtà in ogni attimo in cui la percepiamo, dandoci immagini prevedibili e governabili perché dobbiamo essere sempre misurabile, prevedibile e governabile. Se vogliamo smettere di essere le vittime degli eventi ed allearci con essi, dobbiamo svegliarci, ribellarci! Ritrovare un pensiero mitico, che funziona per immagini e associarlo al processo analitico-cognitivo, in modo da pervenire a una mente più libera, illuminata e serena, una ragione più pura e creativa, un pensiero capace di assumere in sé non solo la conoscenza, ma anche l’amore. La ribellione è un fatto interiore, spirituale. La ribellione non è rivoluzione, non è un movimento organizzato, che qualcuno può manipolare a proprio vantaggio. La ribellione è una forma di amore, di libertà e di risveglio, un atto creativo che non accetta di essere arginato. È il passo fondamentale verso la realizzazione di sé e verso la felicità. Per gli antichi la felicità era eudaimonia. Il termine significa essere in compagnia di buoni demoni e dei, cioè di buoni significati e di buone idee. Se proviamo a vedere la nostra vita come un grande sogno, una grande imago,

un’immagine complessa in cui il tutto è nella parte e in cui la parte è nel tutto (i buddhisti userebbero il termine samsara, la grande ruota delle impressioni e in proposito i nagpa, gli sciamani himalayani esperti nello yoga del colofon, direbbero, a sostegno di ciò, che il morente è chiamato a fare esperienza del fatto che tutto ciò ha vissuto in vita è stato come se fosse vero, in verità è stato un sogno, una grande immagine, appunto). Dicevo, se proviamo a vedere la vita in modi ologrammatici, come una grande immagine complessa, ci rendiamo conto che ogni singola immagine in essa contenuta per apparire reale ha necessità di essere pervasa da uno spirito, un demone, un dio, un nume, cioè un principio invisibile eppure essenziale. Questo principio invisibile è anche il significato, il senso che anima le immagini. Se, nelle immagini della nostra vita, infondiamo falsi dei, falsi demoni, falsi numi, allora non possiamo vivere nell’eudaimonia, nella felicità. Dobbiamo ribellarci ai falsi dei e ritrovare la compagnia di buoni demoni, di buoni dei, che sono buone idee, buoni significati. Questo non possiamo farlo con la mente, ma unicamente con il cuore. L’amore è il solo potere che può riconquistare per noi la compagnia di buoni dei e demoni: l‘eudaimonia, la felicità e possiamo renderci libero dai falsi dei, vincendo le tue paure inconsce. La ribellione ai falsi significati, alle false idee, ai falsi valori è un atto d’amore, che necessita di essere compiuto adesso, non domani, non tra un un’ora: adesso! Accompagnata dall’amore, la mente si trasforma e diviene uno strumento straordinario, non più una programmazione inconscia, atta a renderci misurabili, prevedibili e governabili, ma uno strumento di autentico potere creativo e di felicità per noi e per tutte le creature. La conoscenza unita all’amore è l’arma invincibile del ribelle. Un ribelle è un uomo felice, eppure egli non è ribelle perché vuole la felicità. La felicità è qualcosa che il ribelle trova per strada, quasi ci inciampa mentre guarda altrove. Un ribelle è tale perché ama i lupi e le formiche, le api e il vento. Un ribelle è ribelle perché appartiene alla terra, perché cammina nel deserto o in alta montagna, o nuota al largo nel mare, è ribelle perché è un essere vivo, non uno zombi che replica le idee altrui

e, pieno di arroganza e prepotenza, vuole dominare il mondo con quelle quattro nozioni che pretende di avere imparato all’Università. Un vero ribelle è un vero creativo che ha passione e prova piacere in tutto ciò fa, perché tutto quello che fa è un gesto creativo che dona piacere, non una meccanica ripetizione di quanto è conosciuto dalla mente, ma è l’atto del fare all’amore con l’invisibile: le nozze alchemiche. Ungaretti, intervistato da Pasolini, disse che la civiltà è un atto di prepotenza nei confronti della natura, un atto contro natura. Il ribelle, proprio come il poeta, è colui che, senza antitesi, senza rabbia, senza antagonismo e rancore ma, con la bellezza, il sorriso e l’amore, trova il modo di ristabilire l’equilibrio tra il proprio mondo e la natura. Egli ritrova le armonie cosmiche e vi si re-immerge, da quel momento non deve più lottare per realizzare ciò che vuole, le cose vengono a lui. La condotta del ribelle è l’assenza di sforzo, poiché non dimentica mai di essere incondizionatamente amato e mai, neppure per un solo istante, volge le spalle al suo amante invisibile, il suo spirito guida, che gli procura tutto ciò di cui ha bisogno e anche molto di più. 35


PAROLE E MUSICA

a cura di Francesco Giordano

Intervista a Paolo Di Sabatino P

ianista fra i più sensibili ed acclamati in ambito nazionale e internazionale, Paolo Di Sabatino vanta importanti collaborazioni con numerosi nomi del panorama jazz e di musica d’autore sia come interprete che come autore e arrangiatore: fra i tanti artisti basta menzionare Antonella Ruggiero, John Abercrombie, Bon Franceschini, Fabrizio Bosso, Grazia Di Michele, Mario Biondi, Gino Vannelli. All’attività compositiva ha affiancato brillantemente quella didattica, pubblicando numerosi metodi per piano, e ha inoltre firmato partiture per opere teatrali. Una solida collaborazione che dura da più di 6 anni è quella con il raffinato cantautore Fabio Concato che, per festeggiare i suoi 40 anni di attività professionale, si è affidato al brillante pianista di Teramo per la realizzazione di ‘Gigi’, album che rilegge in chiave jazz alcuni fra i più apprezzati brani firmati dallo stesso Concato. Abbiamo incontrato Paolo Di Sabatino per sapere come è nato questo importante progetto musicale. Come è nata l’idea di incidere ‘Gigi’? E’ la naturale conseguenza della vostra collaborazione già apprezzata dal vivo? Io sono un fan di Fabio da sempre e nel 2011 l’ho invitato a cantare una mia canzone nel cd “Voices”. Per presentare dal vivo questo progetto, ho pensato di chiamare Fabio e proporgli – insieme all’esecuzione del mio brano – di rivisitare alcune sue canzoni, con il mio trio e i miei arrangiamenti. Da allora abbiamo fatto tanti concerti, e le persone continuavano a chiederci il cd con quelle versioni. Allora

ci siamo guardati negli occhi e ci siamo detti: “ok, si va in studio e fermiamo questo progetto su CD!”. Peraltro Fabio mi ha anche regalato una post fazione del mio primo libro, prestandomi anche il titolo di una sua canzone. Infatti il libro, uscito un paio di anni fa per Imprimatur, si chiama “Tienimi dentro te”. Il cantautore non è nuovo all’idea di ‘scomporre e ricomporre’ (per citare un suo precedente album): in questo caso nell’economia della nuova veste dei brani gioca un ruolo importante il trio. Come avete rielaborato le scritture? Io sono un jazzista sui generis e amo diversi aspetti della musica. Ho fatto studi classici, ho approfondito la conoscenza della musica sudamericana, ho scritto per orchestra, ho realizzato un progetto di jazz elettronico (Orbits). E scrivo canzoni. Ho scritto per Mario Biondi e Grazia Di Michele. Quindi ho un profondo rispetto per la canzone e per i cantanti, e il mio approccio all’arrangiamento tiene sempre conto del fatto che in primo piano deve esserci proprio la canzone. Quindi non ho stravolto i pezzi di Fabio, ma ho cercato di vestirli con i miei abiti ritmico/armonici, come uno stilista. Già in passato abbiamo apprezzato tue riletture in chiave jazz della migliore canzone d’autore come in ‘Italian Songs’ del 2002 e ‘Voices’ del 2011. In questo senso ‘Gigi’ è un punto di arrivo o è un nuovo stimolo per ulteriori esperimenti e collaborazioni con la musica d’autore? In realtà in Voices ci sono solo mie composizioni, ma in duo con Bosso abbiamo realizzato anche “Ancora… e altre canzoni” e con Renzo Ruggieri “Inni d’Italia”, quindi è proprio una mia caratteristica quella di rivisitare (e amare) la canzoni italiani, i nostri “standard”. Sono sempre aperto a nuove collaborazioni, ma devo sentire una grande affinità con l’artista e con la sua musica. Se non scatta il feeling vero, non prendo in considerazione collaborazioni. E con Fabio c’è una magia rara, che si rinnova ad ogni concerto. Sei impegnato su molti progetti. Quali sono le prossime attività su cui ti stai focalizzando? Farò un tour europeo con il mio proget-

to internazionale Trace Elements, che vede la partecipazione del bassista cileno Christian Galvez e del batterista americano Dennis Chambers. Suoneremo, oltre che in Italia, anche in Spagna, Germania, Russia e Macedonia. Sul fronte discografico invece, nel 2018 dovrebbe uscire un CD realizzato col mio trio e l’orchestra sinfonica abruzzese, diretta da Roberto Molinelli. Anche stavolta ci saranno dei brani italiani e in più mie composizioni. Un progetto davvero emozionante al quale tengo moltissimo. Dall’alto della tua esperienza di insegnamento della musica, che consiglio daresti ad un giovane che ama il jazz e che vuole approcciarsi a questo mondo? Purtroppo viviamo il periodo storico più brutto e avvilente per la cultura in generale e per la musica in particolare. Spesso mi sento impotente e rimango senza parole quando un allievo mi chiede un consiglio. Studi tanto, fai sacrifici per anni e poi chiudono le orchestre, fanno i contratti discografici solo a giovani cantanti che escono dai talent e si producono i CD a casa, con l’ausilio di una tecnologia che sta sempre più diventando la tomba della musica di qualità. La musica trasmessa dalle radio non è classificabile, sempre più insulsa, con picchi di bruttezza ai limiti dell’abominio. E purtroppo nel versante jazz non è che le cose vadano poi tanto meglio. Molti festival chiudono e altri fanno fatica per i tagli ai contributi. In quelli che godono di buona salute, devo però constatare spesso una mancanza di curiosità e democraticità dei direttori artistici, che tendono a chiamare sempre musicisti affidabili dal punto di vista del riscontro al botteghino. Quelli che ovviamente soffrono di più per questa situazione sono i giovani.


GLI INCONTRI

La Primavera della Giovinezza Il Liberty e la rivoluzione europea delle arti Scuderie e Museo storico del Castello di Miramare di Trieste 23 giugno 2017 - 7 gennaio 2018 Dal Museo delle Arti decorative di Praga

L’

arte è il fiore della vita: l’Art Nuveau è il culto mistico della bellezza e dei cicli dell’esistenza. Su questa linea, maliosa e sottile, si muove la mostra, inaugurata in prima nazionale a Trieste, il 23 giugno scorso e, visitabile fino al 7 gennaio prossimo. Promuove, attraverso una visione ed una prospettiva “differente”, un movimento artistico eversivo e struggente che, a cavallo tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, nel cuore dell’Europa mitteleuropea, si è battuto per la proliferazione del divenire molteplice e abbracciava ogni espressione e forma d’arte nello stile del liberty. L’esposizione di monili, stampe, vestiti, raffinati accessori, gioielli, manifesti, mobili, litografie e stampe è giunto alle scuderie di Miramare dal cuore di Praga, la magica capitale che all’inizio del XX secolo fu il poliedrico e fascinoso sfondo di artisti straordinari ed eclettici come Alfons Mucha, Gustav Klimt, Xaver Salda. Per quest’ultimo, in particolare, nei saggi scritti attorno al 1903 sulla rivista “Libere direzioni”, la nuova arte doveva aspirare a gestire a trasformare la vita, saperne essere il battesimo e la consacrazione. Le riflessioni di Salda riecheggiano dell’eco teoretico e del vitalismo di Fiedrich Nietzsche de La Gaia scienza per cui l’arte diviene ed è il fine della vita stessa. Forze vitali ed occulte si intrecciano nel mito della continua rigenerazione interiore, della giovinezza del mondo e della Primavera, del tempo cosmico, dell’eco infinito del suo ritmo che ne è pulsazione continua: vibrazioni d’infinito e d’eterno ritorno dell’essere. Tutta l’arte diviene nucleo e desiderio d’unità spirituale e trascendente, incarnazione della vita dell’Universo. In questo senso i richiami e l’ispirazione alla natura ed alle sue forme vegetali in particolare, si trasformano in un panorama di disegni e linee armonici e paradisiaci, di un movimento fluttuante che è all’unisono col fluire delle forze vitali, ora luminose ora

oscure della potenza creativa. Naturalismo ed Olismo percorrono e permeano una nuova visione del mondo che si contrappone a quella meccanicistica e scientista-positivista di fine Ottocento per esaltare la specificità e la forza della Natura viva ed animica. L’enigma del mondo si chiarisce dunque in un vitalizio biologico che accoglie tuttavia anche l’ombra delle sue forze occulte, unità inscindibile di materia e spirito. Il genio artistico della Natura percepisce il cono d’ombra che s’annida nella luce e si esplica nella potenza della simmetria della Nuova Arte. Non è casuale che nei primi anni del XX secolo le Scienze naturali furono oggetto nell’Europa mitteleuropea ed a Praga, in particolare, di straordinario interesse, quanto le scienze occulte e spirituali. Il simbolismo dell’Art Nuveau si avventura tra i meandri dei misteri della vita e nelle evoluzioni più nascoste dell’anima. La popolarità dei nuovi studi teosofici ne è un’evidente prova, l’esoterismo fiorisce come nuova indagine della realtà, dottrine che entrambe si fondano su studi comparativi e religiosi del mondo come negli interessi proposti all’intellighenzia londinese dall’occultista di origini russe, Helena Petrovna Blavatsky, nella capitale inglese. Gli artisti cechi venivano iniziati all’occultismo nei loro soggiorni parigini e

viennesi ed a Praga stessa dove nel 1891 fu fondata la Loggia della Stella Blu. Questi nuovi interessi vaneggiavano dunque l’ambita unione d’arte e vita, di un nuovo ordine delle cose che stabiliva una rinnovata Lebensreform, forme della vita. Uno stravolgimento che voleva ricondurre l’umanità ad una riconciliazione della Natura e della Civiltà ed il superamento dei ritmi frenetici ed aberranti della modernità postindustriale, ma, anche, dell’ipocrisia borghese. L’incitamento al vegetarianesimo, l’interesse per le prime medicine complementari sostengono il culto della giovinezza, del nudismo, del ritrovato contatto con una nuova filosofia di vita all’insegna di una nuova estetica dei ritmi vitali. Questa pulsione esoterica dell’Art Nuveau ne rafforzò anche il simbolismo, l’estetizzazione della figura femminile che diviene femme fatale grazie ad una moda sinuosa e sgargiante che esalta la bellezza della figura nelle forme e nei colori, ma, anche negli ambienti d’interni, negli arredi: arte e vita s’incrociano in un potente abbraccio . Il Vitalismo creativo ha l’obbiettivo di sconfiggere i sentimenti decadenti e nichilistici di fine secolo per celebrare l’eleganza, la bellezza, l’armonia trionfante della forza vitale. Mari Valentini

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