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Innovatori nei portafogli
by BFCMedia
La view di Aperture Investors (Generali) sui settori con potenzialità di crescita
Il 2022 è stato un anno di transizione verso una “nuova normalità”, ponendo fine a un periodo prolungato di crescita economica contenuta ma persistente, bassa inflazione, tassi di interesse ai minimi e banche centrali sempre pronte a intervenire. In questo scenario, come cogliere opportunità nel mercato azionario europeo?
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Per Anis Lahlou, chief investment officer di Aperture Investors (parte di Generali Investments) e gestore del comparto Aperture European Innovation, occorre concentrarsi sui campioni dell’innovazione.
Quali sono le prospettive per il trend dell’innovazione?
Le curve di adozione dell’innovazione continuano a un ritmo sostenuto: durante la recente fiera CES a Las Vegas, oltre 3mila espositori hanno mostrato nuove innovazioni nell’intelligenza artificiale, mobilità, dispositivi indossabili e realtà virtuale. Dal punto di vista del mercato, più che in qualsiasi altro momento, il posizionamento potrebbe fornire un sostegno ai protagonisti dell’innovazione, più piccoli, meno noti e più scontati. Nel nostro portafoglio, siamo costruttivi verso l’innovazione e la ciclicità che saranno supportati dalla riapertura della Cina e da tassi più alti a lungo termine, e continuiamo a essere entusiasti delle prospettive legate all’applicazione dell’intelligenza artificiale. Vediamo, per esempio, ogni giorno nuove applicazioni per GPTChat nelle scuole e nelle università, un elemento di supporto per il nostro investimento in Asml, leader nell’edge computing e nell’AI. Nel Life Sciences, rimaniamo entusiasti delle prospettive di farmaci migliori nel normalizzare la vita dei pazienti diabetici e oncologici, o che affrontano preventivamente l’obesità. Ciò si riflette nelle nostre posizioni in Novo Nordisk e AstraZeneca.
Il 2023 sarà l’anno del “grande minimo”?
Al contrario, potrebbe essere l’anno della grande opportunità: i mercati ribassisti generalmente non durano a lungo e, in secondo luogo, anche il posizionamento ha un ruolo importante e raramente è stato così negativo, soprattutto su base relativa in Europa. Il quadro dell’innovazione è ora offuscato dai timori della ciclicità, dell’inflazione e dell’aumento dei tassi, in Europa anche dai timori per la guerra e l’approvvigionamento energetico.
I grandi minimi sono le opportunità ideali per trarre vantaggio dalle valutazioni più basse. Catturarli è sempre una sfida, ma crediamo di avere una buona finestra davanti a noi.
Cosa dobbiamo aspettarci dai campioni dell’innovazione?
Mentre entriamo nella fase di inversione del tapering e tassi più alti, l’adozione dell’innovazione continuerà a ritmo sostenuto. La natura stessa della crescita tecnologica tende a essere esponenziale più che lineare. Per questo motivo, siamo entusiasti dell’innovazione nel settore sanitario, dei trasporti intelligenti, delle energie rinnovabili, dell’istruzione e dei molti modi in cui l’intelligenza artificiale, l’apprendimento automatico e il 5G stanno portando grandi trasformazioni. Se i grandi problemi di questa nuova era includono l’inflazione e la spesa pubblica, allora più 5G, automazione, comunicazione machine-tomachine e digitalizzazione saranno le risposte perfette per gestire i costi del lavoro e rinvigorire catene di approvvigionamento e produttività. Nella sanità le cure preventive, le terapie biologiche e la diagnostica sono buoni esempi di come affrontare i costi sempre crescenti e ridurre la spesa pubblica globale.
Guardando alla reporting season del quarto trimestre 2022, quali elementi chiave sarà importante monitorare ai fini di un migliore posizionamento nel mercato azionario?
Ci sono sempre più segnali che la combinazione di inflazione, tassi e forza del dollaro abbia raggiunto il picco, e il pivot della Fed è in vista. Inoltre, una grave crisi energetica nell’inverno 2022-23 in Europa sembra sempre più scongiurata. Crediamo che la crescita dei ricavi nominali guiderà ancora la leva operativa ed è improbabile che la revisione degli utili sia simile ai precedenti del 2000 o del 2008. Consideriamo inoltre il posizionamento degli investitori globali, che rimane contenuto negli asset internazionali/non Usa e fa ben sperare per un ulteriore allentamento dell’avversione al rischio e nelle azioni europee, dove la valutazione rimane favorevole, anche rispetto ai rendimenti più elevati dei titoli governativi nazionali.