BergamoUp N° 7 aprile 2010

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€ 2,00 S P E D I Z I O N E I N A B B O N A M E N T O P O S T A L E - D . L . 3 5 3 / 2 0 0 3 ( C O N V. I N L . 2 7 / 0 2 / 2 0 0 4 N ° 4 6 ) A R T. 1 C O M M A 1 . D C B B R E S C I A

mensile bergamasco

PUB B LI Z E TA

MENSILE DI ECONOMIA, COSTUME E SOCIETÀ - ANNO 2 - N°7 - APRILE 2010

STORIA DI COPERTINA:

NATURALE BIOLOGICO

®

CASA UP:

La casa domotica BERGAMO:

I suoi orologi LA CITTA’:

Trescore Balneareo APPUNTAMENTI CON L’ARTE:

Dal 3 aprile al 15 maggio: Mec-art, Arte oltre la pittura in Galleria Elleni. Fino al 20 maggio: Madì nello Spazio Art Hangar Audi. Dal 10 aprile al 23 maggio: Donati Marca-Relli, in Galleria d’Arte Bergamo. EVENTI, CHI C’ERA:

Arte e moda: scatti d’autore da Fausti Uomo fino al 25 maggio; Arte & Motori: Spazio Arte Hangar Audi; Miss Caffè del Viale di Dalmine; Coka Club Apre a Bergamo; REMIDA inaugurato il nuovo negozio; Glam Viaggi nato sotto il segno dei Pesci; Calle de la Industria 520. W W W . B E R G A M O U P. I T

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“È nel carattere di pochi uomini onorare senza invidia un amico che ha fatto fortuna.” Eschilo

BERGAMO

giugno

2009

www.bergamoup.it 1


04 /2010

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D OP O IL RE S PO N S O DEL LE U R N E E ’ IL T E M PO DEI FAT T I

Dopo tutte le parole e i proclami che hanno ac-

gonista dei gioni nostri. Una situazione che può

compagnato le recenti elezioni regionali adesso

essere riassunta in poche parole. Adesso bisogna

è il tempo (davvero fondamentale) di mettere in

semplicemente abbassare la testa, rimboccarsi le

pratica i progetti e le idee che hanno caratteriz-

maniche (con quella concretezza tutta orobica) e

zato questi ultimi mesi. La risposta dalle urne è

cominciare a fare quello che è stato disegnato e

giunta (e piuttosto inequivocabile anche se spes-

promesso nel corso della campagna elettorale. Un

so i politici si divertono nel gioco che consente di

disegno che ha ottenuto la fiducia degli elettori, ma

vincere a tutti...) ed ora bisogna tradurre questo

che è diventato anche una promessa che non può

risultato in azioni concrete. Il territorio bergama-

essere disattesa così come non possono essere tra-

sco (sia come città capoluogo che come provin-

dite le forti aspettative di tante persone. In questo

cia) si è espresso in maniera piuttosto chiara,

senso bisogna ritrovare il vero valore dell’impegno

confermando le scelte che avevano caratterizzato

politico, che non è e non deve essere una scorcia-

gli ultimi appuntamenti elettorali. Un segnale di

toia per “sistemare” la propria esistenza, ma un

continuità che deve portare a velocizzare al mas-

preciso servizio alla comunità. Se questo tornerà

simo i programmi che sono sul tavolo degli ammi-

ad essere il modo di concepire la politica senza

nistratori ed offrire così al cammino bergamasco

dubbio le idee ed i progetti che hanno caratteriz-

quella marcia in più che può raggiungere obiettivi

zato queste intense settimane di contese elettora-

importanti per una terra che ha dimostrato una

li potranno dare il frutto desiderato e cominciare

volta di più di poter essere una brillante prota-

a far diventare migliore questa nostra società.

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04 /2010 BERGAMO UP: CARTA NUOVA, L’AMBIENTE...CANTA Bergamo Up vuole distinguersi sempre di più e segnalarsi per un suo specifico modo di essere. Il nostro mensile ha infatti intrapreso una strada molto significativa ed intende proseguire con decisione in questa direzione. Si è deciso di unire una precisa voglia di modernità e di elevata professionalità con un’immagine innovativa, che potesse rappresentare immediatamente la filosofia della nostra testata. A partire da questo numero ci pregiamo di presentare una novità ricca di significato; come avrà notato chi ha preso in mano una copia del nostro mensile, abbiamo scelto di utilizzare (in questo momento iniziale per

4

una sola parte del giornale) una nuova tipologia di carta. Una scelta che di certo non si basa sulla volontà di risparmiare o ridurre i costi, ma, piuttosto, rappresenta una decisione precisa per salvaguardare l’ambiente, utilizzando un tipo di carta che non danneggia la natura perché non utilizza materiale ricavato dalle piante. Il valore e la funzione della carta sono identici, quello che fa la differenza è il rispetto e la tutela dell’ambiente. Un altro passo in avanti della nostra testata che vuole distinguersi sempre di più per la propria filosofia e per il preciso intento di costruire sempre e comunque qualcosa di positivo.


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Sommario

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10

Storia di copertina

16

I lavori di una volta

20

Sarto a Domicilio

24

Casa up

30

automobili

32

Motori e natura

40

DA non perdere

44

ART EVENTS

46

BergamoUp Model

52

Sport

56

in ricordo

60

salute

62

Bergamo

66

Bocuse d’or

70

Musica

Naturale Biologico

Premiata Pizzeria di Negrone

Laboratorio Sartoriale

La casa domotica

La sfida di DR1

Escursioni guidate in Quad

La casa natale di Donizetti

L’arte bergamasca a Forte Village

Modella per un giorno

Fabio Gallo

Ugo Mastromatteo

Prevenzione scompenso cardiaco

La meridiane e gli orologi

Selezioni nazionali

La Musica come pulsazione in libertà


72

Bel pais

78

Il mirabile

82

SOCIALE

86

Uno psicologo per amico

88

Kiwanis Club Bergamo

94

in viaggio

98

economia

Trescore Balneario

Trattoria e agriturismo

A.i.p.d.

Il sesso tra bisogno e desiderio

The Beatles - un aiuto all’Autismo

Una bergamasca in India

No trust no party

104

stars in the city

108

Dans les coulisses...

116

cultura e società

118

cultura e società

120

cultura e società

121

cultura e società

122

cultura e società

126

un noir inedito

Ermanno Rossi

di uno spettacolo teatrale

Salottino Virtuale

Parola alla Storia

Parola alle Piante

Parola alla Tutela del Territorio

Parola all’Immagine

La governante Tilde - Cap. 6 - 1°P 7


130

Critica gastronomica

134

Arte

136

MUSICA

142

Event

144

EVEnt

146

EVENT

148

event

150

EVENT

152

EVENT

154

EVENT

156

FACEBOOK

158

OROSCOPO

Un tavolo per due

Mec-art 1966-1977

Bergamo Jazz

Scatti d’autore da Fausti Uomo

Nello Spazio Arte Hangar Audi

Miss Caffè del Viale di Dalmine

Coka Club apre a Bergamo

REMIDA il nuovo negozio

Glam Viaggi

Calle de la Industria 520

I volti dei faceberghem

Segno del mese: Ariete

Errata corrige: 1) I titolari del Caffé del Viale di Dalmine - in copertina nel numero di febbraio sono i F.lli Roberto e Filippo Marchesi 2) Per maggiori informazioni sui prodotti del mese di pagina 93 del mese di marzo rivolgersi a Giacomo Manzù Design - Via S. Tommaso 66, Bergamo - Tel. 035270286

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Editore Pubblizeta

DI EMANUELE ZARCONE VIA BRUNO BUOZZI, 5/A - 25125 BRESCIA -ITA INFO@BERGAMOUP.IT Direttore Generale

Michele Oggioni

INFO@BERGAMOUP.IT Direttore Responsabile

Luca Marinoni

DIRETTORE@BERGAMOUP.IT Redazione

Raffaella Ravasi Maryline Milesi Amministrazione

Claudia Sartini

AMMINISTRAZIONE@BERGAMOUP.IT Art

BM ADV Advertising INFO@BMADV.IT

Impaginazione

Alessandro Di Miceli GRAFICA@BERGAMOUP.IT Pubbliche Relazioni

Aurelio Bergomi Progetto Grafico originale

Raineri Design Segreteria

Claudia Sartini

SEGRETERIA@BERGAMOUP.IT Web WWW.BERGAMOUP.IT Stampa TIPOLITOGRAFIA PAGANI S.R.L. Fotografi

Matteo Mottari Simone Montanari Laura Marinoni Hanno collaborato: Luca Marinoni, Glenda Manzi, Laura Generali, Sara Gusmini, Emanuele Lumini, Vip International S.r.l., Prime s.r.l.

REDAZIONE: INFO@BERGAMOUP.IT 24121 BERGAMO, VIA CASALINO, 5H BERGAMOUP MAGAZINE TESTI E IMMAGINI DELLA PRESENTE PUBBLICAZIONE NON POSSONO ESSERE RIPRODOTTI SENZA AUTORIZZAZIONE FIRMATA DA PUBBLIZETA PRODUCTION

BERGAMOUP, PERIODICO MENSILE DI INFORMAZIONE LOCALE ISCRIZIONE PRESSO IL TRIBUNALE DI BERGAMO N° 16/2009 DEL 18 MAGGIO 2009.

CONCESSIONARIA PUBBLICITÀ E ABBONAMENTI: T: 035 23 66 61 - F: 035 23 66 61 WWW.BMADV.IT

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L’innovativa linea “Naturale Biologico”

Cosmesi naturale biologica

U

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ATURAL

E O GI C A • OL BI

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Ci prendiamo cura del tuo corpo rispettando la natura

COSMESI NATURALE BIOLOGICA Il nostro impegno è “darvi piacere” nella cura del vostro corpo utilizzando prodotti che rispettino la nostra pelle e la natura che ci circonda. I nostri cosmetici sono completamente naturali e biologici ma allo stesso tempo altamente tecnologici ed innovativi. La linea comprende creme viso, contorno occhi, mani, corpo e per la riduzione degli inestetismi indotti dalla cellulite. Con l’esclusivo trattamento NATURALE BIOLOGICO sistem®, vengono esaltati ulteriormente i già ottimi principi attivi contenuti nel prodotto originale; il risultato è eccezionale. 10


Inoltre, molto importante per un effetto più immediato è l’utilizzo costante

dei nostri

accessori per massaggio cutaneo. Tramite il massaggio, migliorerete ulteriormente l’efficacia delle nostre creme e la vostra pelle risulterà più fresca, lucente ed elastica. Tutti i prodotti sono completamente naturali e biologici, biodegradabili, molto concentrati e quindi altamente performanti ed energetici. Per garantirne la qualità abbiamo scelto di conservarli nel vetro. Le materie prime utilizzate sono per la maggior parte coltivate in proprio o di raccolta

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Cosmesi Naturale Biologica

spontanea nel verde dei boschi, seguendo i

lazione delle piante aromatiche, i fitoestratti,

principi dell’Agricoltura “naturale biologica”

gli olii vegetali ed essenziali che grazie alle

e quelle acquistate in altre zone godono delle

dimensioni ridotte delle loro molecole e alla

certificazioni di qualità e controllo biologico.

lipofilia, penetrano in profondità nell’epider-

Utilizziamo unicamente componenti naturali,

mide.

come le acque floreali provenienti dalla distil-

12



Cosmesi Naturale Biologica Non contengono coloranti, conservanti e non sono testati sugli animali. N on vengono utilizzati prodotti di derivazione petrolifera , siliconi , conservanti aggressivi e coloranti. n

Per info: Tel. 035 4364176 Tel. 035 4122078

TABELLA COMPARATIVA COSMETICI

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Premiata Pizzeria di Negrone: pizza al trancio cotta alla brace di Raffaella Ravasi - Ph. Matteo Mottari

Marco Gritti da vent’anni fa il pizzaiolo, da tre è il proprietario della Premiata Pizzeria di Negrone, frazione di Scanzorosciate. Sorridente e affabile, Marco spiega che «la mia pizza al trancio in teglia cotta alla brace è, per me, un’arte. S’inizia con l’organizzare il fuoco con legna di rovere e rubigna per preparare la brace. La pizza, a differenza di quella napoletana, è cotta sotto con i bracieri, sopra con il calore della fiamma. Abbiamo la cucina per lavorare sulla lievitazione della pasta ed usiamo solo prodotti freschi giornalieri. La farcitura è fatta poi a freddo, dal forno esce una “margherita” e sul banco affettiamo al momento i salumi per valorizzarne il gusto. La mattina preparo la pasta per la sera con una miscela di farine che mi fornisce un mulino, si tratta di una farina forte, appunto a lievitazione veloce. Stendo

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poi la pasta con il mattarello per non stressarla, per lasciarla respirare, passo i pelati di San Marzano e li salo al punto giusto. È per questo che siamo la sola pizzeria con cucina». Il locale è rustico ed accogliente, tavoloni di legno per 50 coperti apparecchiati con tovagliette. Meglio prenotare nel week-end, perché quando inizia la “danza” come la chiama Marco, si sfornano sei teglie alla volta che Simone il “tagliatore”, taglia a spicchi: sei porzioni o quattro abbondanti per teglia. 5 fasi di preparazione che si susseguono come in rituale: stesura della pasta con il mattarello e aggiunta di pomodoro e origano, preparazione della brace, 2 minuti di cottura, poi mozzarella - salvo che il cliente la desideri rossa - e altri 30 secondi di forno, per concludere con la farcitura a freddo sul banco tranne che per le pizze, come la 4 formaggi che si fanno a caldo. Marco si avvale di validi collaboratori, Emanuel, Simone e Danilo. Da un anno sua moglie Teresita ha aperto la “Pizzeria Antichi Sapori” in via Innocenzo XXIII, 2 a Bergamo, proprio perché la loro pizza cotta alla brace è “un’arte” fatta con passione e prodotti di prima qualità. Cosa appaga Marco? I complimenti dei suoi clienti ai quali anche noi, dopo aver provato la sua pizza, ci uniamo. La Premiata Pizzeria di Negrone è aperta sette giorni su sette tranne la domenica a pranzo, dalle 12.00 alle 14.00 e la sera dalle 18.00 alle 22.00. Si effettuano anche consegne a domicilio. n

Premiata Pizzeria di Negrone Via Piave 23 Scanzorosciate (Bergamo) Tel. 035/665066

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Laboratorio Sartoriale Sarto a domicilio, creazioni uniche di abiti su misura, camicie e maglieria. di Raffaella Ravasi - Ph. Simone Montanari

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Come il sarto di una volta, Ivan Graziano, 38

prodotto totalmente personalizzato fra collet-

anni titolare del Laboratorio Sartoriale presso il

ti a vela più o meno lunga, colletto classico,

Centro Le Fontane a Curnasco di Treviolo, forte

aperto, alla francese, all’italiana, camicie da

della sua esperienza artigianale di tagliatore di

cerimonia…, scelta dei polsi, iniziali ricamate

tessuti, realizza nel suo Laboratorio Sartoriale

a mano, dediche nel collo o nel polso, sempre

camicie d’alta qualità su misura. Laboratorio

ricamate, per ricorrenze particolari, bottoni

atelier curato da Ivan e arredato in legno cal-

in madreperla personalizzabili e vasta scelta

do ed accogliente dove produce un prodotto

di gemelli come accessorio. Camicie non solo

rigorosamente tutto Made in Italy. 140 varianti

da uomo, anche da donna e bambino, così

di pezze intere di cotone da guardare e tocca-

come la maglieria su misura che Ivan realizza

re direttamente dagli espositori di legno oltre

in cashmere, cashmere e seta, lana e cotone.

alla possibilità di scegliere il tessuto desidera-

Oltre alla produzione artigianale di camiceria,

to dal book di uno dei cotonifici più importanti

Ivan nel suo Laboratorio Sartoriale realizza an-

sul mercato mondiale. Scelta che varia, per un

che abiti su misura, cravatte 7 o 9 pieghe che,


- spiega - «sono più composte, non si allungano nel tempo. Punto sulla qualità dei tessuti e della confezione, come faceva il sarto una volta. Seguo personalmente i miei clienti, li accompagno nella scelta del tessuto e nella personalizzazione del capo, prendo le misure a corpo, realizzo un cartamodello unico per ogni cliente, prima d’iniziare la fase di realizzazione: stesura del tessuto, centratura delle righe o dei quadretti e poi taglio a mano. Segue la fase della confezione con cuciture all’Inglese, polsi inseriti e ribattuti, il controfessino doppio riportato, il collo con la messa in lista al rovescio, il giromanica inserito a mano, per concludere con la stiratura a mano. Il Laboratorio Sartoriale nasce dall’idea di realizzare camicie e abiti su misura unendo la tradizione artigianale al passo con la moda, per soddisfare ogni esigenza dei nostri clienti, anche 21


di chi di tempo ne ha poco, ma non vuole certo rinunciare alla cura del look. Offro, infatti, il medesimo servizio sartoriale, con la stessa qualitĂ di tessuti, varianti di colori, ricerca nei dettagli, taglio e cura nella confezione, anche a domicilio, ad esempio in ufficio. Un servizio pratico per chi ha bisogno di risparmiare tempo, che seguo personalmente per garantire la comoditĂ assoluta del sarto a domicilioÂť. Laboratorio Sartoriale c/o Centro le Fontane Via G. A. dalla Chiesa, 10/38 Curnasco di Treviolo Scala B Interno 38 laboratorio.sartoriale@virgilio.it Per appuntamento 335/5453332 22


23


Casa Up

La casa domotica elegante e moderna. di Raffaella Ravasi - Ph. Simone Montanari

24


Studio dell’ambiente pulito, moderno e presti-

non ultimo... l’arredamento Moda d’Interni.

gioso, la casa domotica disegnata e realizzata

Ecco la bellissima Casa Up di questo mese sui

da Moda d’Interni è stata pensata in tutti i

colli di Scanzorosciate: circondata da un pa-

particolari: la struttura esterna, il giardino con

norama d’infinita tranquillità e libertà, unico

gazebo, lo studio dei muri interni ed infine ma

nel suo genere! 25


Casa Up

La casa è stata sviluppata valorizzando i sapori del posto: struttura esterna in pietra e pittura sfumata che riflette l’atmosfera che la avvolge, pavimentazione a ciottoli, travi a vista per zona box con portone di legno massello appositamente disegnato e costruito. L’illuminazione ad effetto con luci a parete ed a terra contribuisce ad esaltare la location e la costruzione valorizzandone le zone: il ga26


zebo curato e desiderabile come un harem arredato con gusto ed eleganza grazie all’effetto morbido delle tende, il giardino una vera e propria terrazza sui vigneti... ed il giro casa rispettoso e discreto. L’interno prosegue all’esterno con linee che attraversano le grandi vetrate scorrevoli per rendere gli spazi generosi ed illimitati. L’uso del legno, dell’acciaio, della pietra si alternano per un design personalizzato sia dentro sia fuori, come il divano dalla linea sinuosa che segue

l’andamento

del pavimento mosso su due livelli per sfumare all’esterno. Totem in vetro per la tv, camino artistico in cartongesso sagomato a mano e poi la meravigliosa

cucina

evoluzione di Effeti: isola tecnica centrale e parte dispensa con elettrodomestici

po-

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Casa Up

sti nell’ambiente retrostante diviso dalla zona giorno da una parete in ardesia con una porta scorrevole incorporata. La zona notte è attrezzata con letto sospeso, cabina armadio e toilette, una vera suite fornita d’ogni confort. La cameretta dei bambini “spiritosa” con decorazioni a mano che ricordano l’oceano, è arredata sfruttando ogni vano con armadi per i giochi ed i vestiti. In tutto l’ambiente si nota lo studio armoni-

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co delle tende in filo di rame, che coordinate al parquette in legno grezzo color miele ed alle

travi

creano

sbiancate,

un’atmosfera

moderna, ma al contempo accogliente e sofisticata. La soluzione per l’arredamento

Chiavi

in

Mano di Moda d’Interni non è una provocazione, ma un modo di concepire la casa nel particolare, dalla costruzione allo studio degli spazi e dei volumi, senza sottovalutare nessun dettaglio tecnico ed artistico. n 29


DR1:

la sfida di DR al segmento A.

La DR approda al segmento A con la citycar DR1. La piccola di casa DR rappresenta una nuova grande sfida che il gruppo molisano affronta con entusiasmo, ma soprattutto dopo l’esperienza ed i successi ottenuti con la DR5 nel segmento dei Crossover/Suv. Una sfida particolarmente difficile in virtù dell’enorme competitività e dei volumi del segmento in questione Lo stile della DR1 è frutto dello studio accurato di ogni particolare. Il suo aspetto estetico made in DR è senza dubbio molto trendy, comunica semplicità e praticità. DR1 si presenta come un’auto dalle linee moderne ed accattivanti. Nella parte anteriore spiccano decisamente i grandi fari. La calandra a trapezio rovesciato con il logo DR in posizione decentrata, in linea con il family feeling DR, caratterizza fortemente la vettura. 30


Nella vista di profilo

di strada nasce

si scorge una pecu-

da un’equilibra-

liarità della DR1: le

ta distribuzione

maniglie posteriori

dei volumi, rea-

quasi a scomparsa

lizzata in fase di

e incastonate nella

progettazione.

carrozzeria

seguo-

Ha un consumo

no rigorosamente lo

medio di 5,8 li-

stile dell’auto.

tri per 100km.

I cerchi in lega da

Le

15 pollici ne accen-

pari a 138/112

tuato ulteriormente

grammi di CO2

la caratterizzazione

per km la collo-

emissioni

estetica “accattivante” e rappresentano un

cano di diritto nel gotha delle vetture a basso

plus rispetto alla concorrenza.

impatto ambientale, può usufruire dell’incen-

Nella parte posteriore la DR1 si fa notare per

tivo rottamazione della regione.

la sua simpatia. Il portellone arrotondato, i

La gamma colori della DR1 prevede 6 tona-

gruppi ottici a goccia e il paraurti che incorpo-

lità.

ra il vano targa, segnano inconfondibilmente

2 pastello: PASSION RED e INK BLACK e 4

il design ricercato dell’auto.

metalizzati: SILVER, GOLD, ELEGANT GREY e

Il tutto in una carrozzeria compatta, lunga ap-

NOBLE RED,

pena 3 metri e 62 centimetri, larga 1 e 63,

Per soddisfare al meglio le esigenze del mer-

ma con un passo lungo 2 metri e 34. Elemen-

cato, DR1 si presenta con un unico allestimen-

to quest’ultimo che in termini di comfort si

to e tre diverse alimentazioni. L’allestimento

traduce in un abitacolo molto spazioso che

scelto, segue la filosofia di tutti i modelli DR:

trasmette senso di accoglienza, praticità e si-

unico, ma full optional. Nella DR1 c’è pratica-

curezza. Gli interni sono caratterizzati da una

mente tutto quello che serve e che si deside-

linea estetica semplice, essenziale e da pro-

ra, finanche i sensori di parcheggio posteriori,

porzioni equilibrate.

l’autoradio Mp3 con ingresso USB nel porta-

Spicca la grande plancia con il cruscotto e la

oggetti e i cerchi in lega da 15”. n

consolle centrale, dove oltre al tachimetro ed agli indicatori di guida, si trovano i comandi

AutoIN

dell’impianto audio e della climatizzazione. Il

Via C. Correnti, 41/43 - 24124 Bergamo

tutto è ergonomico e di semplice utilizzo.

Tel. 035 363617 - www.autoinonline.it

DR1 combina un’estetica accattivante ad una spiccata propensione per la mobilità nei centri urbani. Monta un propulsore da 1.297 centimetri cubi benzina da 83CV, disponibile anche nelle versioni bi-fuel GPL o METANO. La DR1 coniuga un basso impatto ambientale al piacere di guida. L’ottimale equilibrio tra peso vettura e potenza erogata garantisce effetti benefici in termini di consumi, emissioni, rumorosità e soprattutto guidabilità. Ha una velocità massima di 156 km/h ed un’accelerazione da 0 a 100 di 12 secondi. Non poco per una citycar. La trazione è anteriore e la sua buona tenuta 31


Escursioni guidate in Quad a stretto contatto con la natura. di Raffaella Ravasi

32


A Solto Collina, nella zona collinare fra Berga-

dossa il casco che forniamo noi. È un nuovo

mo e Brescia sul lago d’Iseo, Daniel Piziali con

modo di fare turismo, a stretto contatto con

la sua Quadvadis (www.quadvadis.it) organizza

la natura. Organizziamo escursioni guidate

escursioni con i Quad, ATV (All terrain vehicle),

di due ore, i nostri percorsi brevi, nella zona

quadricicli leggeri motorizzati aperti adatti al

fra Sarnico e Lovere, mentre per le escursio-

fuoristrada.

ni più lunghe, di quattro ore, l’itinerario è più

«I Quad sono facili da guidare, è necessaria

articolato, nella zona dei Colli di San Fermo.

solo la patente di guida B, non hanno marce,

Scegliamo il percorso con i partecipanti anche

solo la retromarcia, - spiega Daniel -, e s’in-

in base alla loro preparazione fisica, le tappe

33


Escursioni guidate in Quad a stretto contatto con la natura.

dove fermarci e approfittare per degustare prodotti locali come salumi e formaggi, sorseggiare una tisana fatta con erbe del luogo, pranzare in agriturismo, il tutto circondati da paesaggi incantevoli». Il percorso è stato realizzato in accordo con la comunità montana per il rilascio delle autorizzazioni e licenze necessarie, ed è stato ricavato riscoprendo sentieri e vie comunali della zona. In Quad si esce tutto l’anno, anche con la neve. Durante la stagione estiva, da giugno ad agosto, Daniel organizza inoltre escursioni in notturna: partenza dalla base di Solto Collina fra le 20.00 e le 21.00, cena in agriturismo, per una serata fra boschi e stelle, soprattutto in previsione dell’uscita che si svolgerà ad agosto, per la notte di San Lorenzo. Uscite solitarie o in gruppo, ma sempre accompagnati da guide esperte per garantire la sicurezza dei partecipanti. Il Quad, apparso negli anni Ottanta inizialmente come veicolo per gli agri-

34


35


Escursioni guidate in Quad a stretto contatto con la natura.

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coltori e gli appassionati di caccia e pesca, è diventato un vero e proprio mezzo di divertimento con il moltiplicarsi dei sentieri adatti a praticarlo, ma sempre e solo come attività organizzata. «Fra le proposte - prosegue Daniel -, è interessante la possibilità di una vacanza in zona abbinata alle escursioni in Quad, abbiamo diverse convenzioni con le strutture locali, numerosi pacchetti vacanza per gli stranieri, soprattutto inglesi ed olandesi sono degli appassionati di Quad». Per informazioni e prenotazioni www.quadvadis.it - info@quadvadis. it anche con le previsioni meteo aggiornate per il giorno dell’escursione. n 37


organizzazione generale:

teamitalia

Via Zelasco, 1 - 24122 BERGAMO tel.035.237323 - fax 035.224686 www.teamitalia.com teamitalia@teamitalia.com 38


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La casa natale di Donizetti in via Borgo Canale riapre al pubblico il sabato e la domenica. di Raffaella Ravasi - Ph. Simone Montanari

La casa natale di Donizetti è riaperta al pubblico, per visite libere e gratuite da sabato 20 marzo, ogni sabato e domenica, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00. Per visite guidate e aperture straordinarie, rivolgersi alla Fondazione Donizetti (035/244483 - www.donizetti.org). Come spiega Francesco Bellotto, Direttore Artistico del Teatro Donizetti, «il restauro è durato un anno e mezzo, non ha riguardato tanto la parte monumentale, storica della dimora donizettiana difesa da mura quattrocentesche, bensì i quattro piani superiori. Le aperture al pubblico il sabato e la domenica, precedentemente legate al Bergamo Musica Festival, rientrano oggi nell’attività istituzionale della Fondazione Donizetti. In programma, per il Festival a settembre, il primo allestimento negli spazi restaurati con un’esposizione di carattere divulgativo, per mettere in scena l’opera del Donizetti, per i cittadini e i turisti, all’interno del progetto di un percorso donizettiano che si snodi in 40


Città Alta fra il Museo Donizettiano in via Arena e appunto la casa natale di Borgo Canale. L’opera italiana fa parte del nostro DNA ed è una delle eccellenze che esportiamo in tutto il mondo». In Via Borgo Canale 14 nacque l’illustre compositore Gaetano Donizetti il 29 novembre 1797. La famiglia Donizetti, Gaetano era il quinto di sei figli, vi abitò per vent’anni, dal 1786 al 1806. Monumento nazionale per Regio Decreto N. 338 del 28 gennaio 1926 «affinché la casa in Bergamo dove nacque il maestro Gaetano Donizetti sia conservata al devoto ossequio degli italiani e rispettata come edificio d’interesse storico», di proprietà del Comune, è gestita dal 1997 dalla Fondazione Donizetti. Ai tempi di Donizetti Borgo Canale era un rione suburbano con case fatiscenti abitate da manovali, stallieri, maniscalchi, sarti…, per accedere alla casa del compositore bisogna scendere una scala, lo stesso Donizetti definì “scala di cantina” l’ingresso della sua abitazione di Borgo Canale in un celeberrima lettera a Simone Mayr (Monaco, 15 luglio 1843): «nacqui [sic] sotto terra in Borgo Canale. Scendevasi per una scala di cantina ov’ombra di luce non mai penetrò. E siccome gufo presi il mio volo…». Scesa la scala si accede alla parte abitata dalla famiglia Donizetti: la cucina con camino e un piccolo acquaio con una porta che, tramite una scaletta si affac41


cia su via degli Orti. Adiacente alla cucina, la camera da letto dei coniugi Donizetti con una botola che si presume fosse un ripostiglio. I restanti due locali erano magazzini adibiti ad uso comune per l’intera casa, in una delle due stanze si trova il pozzo che raccoglieva l’acqua per lavare e lavarsi. n 42



L’arte bergamasca in vacanza a Forte Village 42 artisti contemporanei in mostra con la Mazzoleni Art Gallery

È giunta alla terza edizione la Summer Contemporary Art nel magnifico scenario del resort numero uno al mondo, Forte Village a Pula, sulla bianca ed incontaminata spiaggia di Chia, vicino Cagliari. Ideatori, promotori ed artefici di questa rassegna apprezzata e visitata da turisti di mezzo mondo sono i coniugi bergamaschi Simona e Mario Mazzoleni. Lei gallerista e direttrice artistica della Mazzoleni Art Gallery di Alzano Lombardo, lui meglio conosciuto come ex arbitro di calcio di serie A, oggi opinionista televisivo per Telelombardia, Antenna 3 e Bergamo Tv, anche lui gallerista d’arte con tanto di diploma accademico appeso dietro la scrivania della magnifica Art Gallery Città Alta, considerata tra le più belle e prestigiose gallerie contemporanee d’Italia in quanto ricavata all’interno di un antichissimo scavo romano risalente addirittura al 230 a.c.Una bellissima coppia, perfettamente affiatata sul lavoro, che da anni sviluppa e realizza con successo questo progetto artistico: “portare l’arte italiana in vacanza”. Il loro obiettivo è quello di proporre giovani artisti italiani emergenti, affiancandoli ad altri invece già di ottima fama, e presentarli ad un pubblico di straordinario livello in un contesto davvero unico e altamente qualificante. La galleria, denominata Art Events Contemporary Art, occupa nei mesi estivi tutta la grande sala Baldacchino, posta al piano terra dell’Hotel Castello di Forte Village, considerato uno degli hotel più lussuosi e ricercati del pianeta. Numerose sono anche le sculture e le istallazioni collocate nel grande parco verde di Forte Village. La galleria nella stagione estiva è visitata da migliaia di persone che soggiornano nella struttura alberghiera

44

sarda, tra cui numerosi vip dello spettacolo, della politica e dello sport. Ogni anno fa tappa a Forte Village per qualche settimana anche il magnate russo e presidente del Chelsea, Roman Abramovich, che non si perde, da grande appassionato e cultore dell’arte moderna, una visita alla galleria accompagnato dall’amico Mario Mazzoleni, che, catalogo alla mano, illustra con grande orgoglio i numerosi artisti presenti. Ogni anno, infatti, la galleria di Simona e Mario Mazzoleni presenta circa 400 opere d’arte esposte, tra dipinti, fotografie e sculture, realizzate da 42 artisti diversi. Una tappa importante per l’arte bergamasca, poiché molti di questi artisti sono nati ed operano


in provincia, soprattutto per il livello straordinario della struttura alberghiera, da undici anni vincitrice del premio come miglior resort del Mondo. Un grande successo che gratifica il lavoro di una giovane realtà cittadina che attraverso l’arte si sta facendo conoscere ed apprezzare anche in paesi come la Russia, l’Inghilterra ed il mondo arabo.

A destra la copertina della pubblicazione SUMMER CONTEMPORARY ART anno 2010

Artisti presenti in galleria: Andy Warhol - Ugo Riva - Ferdinando Cioffi Fulvio Rinaldi - Omar Ronda - Ali Hassoun Helidon Xhixha - Francesco Verdi Elisabetta Trombello - Imma Visconte Michele Balestra - Massimo Lomi Tommy Bonicelli - Grazia Caracciolo Antonio Capoferri - Luigi Marengo Riccardo Bonfadini - Emilio Gualandris Federica Rossi - Lazzaro - Simona Ragazzi Valeria Pontoglio - Matteo Zanardi Davide Frisoni - Dino Faustini - Mario Madiai Franco Cimitan - Giampietro Costa Silvia Viganò - Tino Rusconi Massimo Balestrini - Agostino Veroni Maurizio Assolari - Felice Labianca Ciro Palumbo - Gian Piero Gasparini Michele Circiello - Giancarlo Taraski Giovanni Brambilla - Franco Farina Marcello Brignoli - Patrizia Bonardi Mazzoleni Art Gallery - Spazio Arte Giovani Via Locatelli, 1 Alzano Lombardo (BG) - tel. 035 511784 / 347 4798998 info@mazzoleniartgallery.net Art Events Sardegna - Forte Village Resort S.Margherita di Pula - Cagliari Sardegna - tel. 334 9912110 info@artevents.it Art Gallery Città Alta - Contemporary Arte Via B. Colleoni, 13 Bergamo Alta - tel. 035 249799 / 320 2988508 cittaalta@mazzoleniartgallery.net

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Concept e realizzazione: G-Spot Design__Ranica (Bg)__Phone +39 035 0604847_______________www.g-spot.it Concepts - Graphic design - Web & Multimedia - Design ambientale - Video mapping 45


BergamoUp Model

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Questo Mese presentiamo, per “modella/o per un giorno�: Elena Morali, 20 anni Professione Modella Foto: Matteo Mottari www.matteomottari.it

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La rubrica di BergamoUp che permette a tutti i giovani bergamaschi, aspiranti modelli/e di usufruire di un servizio fotografico che verrĂ , successivamente, pubblicato sulle pagine della nostra rivista. Se sei interessato/a contatta la nostra redazione telefonicamente allo 035.236661 o via e-mail: info@bergamoup.it. Cercaci anche su Facebook. 51


A tu per tu con Fabio Gallo: ex calciatore oggi allenatore del Settore Giovanile dell’Atalanta. di Raffaella Ravasi

52

Fabio Gallo, classe 1970, ha dedicato la sua

Fabio, “architetto” dell’Atalanta di Mondonico?

vita al calcio. I primi calci al pallone li ha tirati

«Sì, Marco Sgrò ed io, eravamo gli “architetti”

a Bollate (Milano) dove è nato, poi 10 anni nel

dell’Atalanta di Mondonico. Due centrocampi-

settore giovanile dell’Inter, due stagioni a Bre-

sti tecnici, una coppia diversa, bravi a far gio-

scia per approdare, finalmente, per sei stagio-

care la squadra. L’Atalanta è la mia casa, sei

ni all’Atalanta: dal 1995 al 2001. Dal 2003 al

anni da professionista in una città dove ho mol-

2006 ha giocato nel Treviso ed è Ambasciatore

ti amici e alla quale mi sento molto legato».

Unicef per il Veneto. Come sportivo e Amba-

Un ricordo di quegli anni?

sciatore Unicef Fabio, in occasione delle Olim-

«Ottobre 1995, ricordo il mio goal da fuori area

piadi Invernali di Torino 2006, anno in cui mi-

alla Juventus al 118° minuto supplementare:

litava nella squadra granata, è stato tedoforo

Juventus eliminata dalla Coppa Italia. Lo stadio

portando la fiaccola olimpica alle porte della

è esploso. Gli atalantini sono sanguinei, molto

città.

legati sia alla città, sia alla maglia. Lo stadio è

Gallo ha concluso la carriera nel 2009 dopo

sempre gremito, allora come oggi. Il tifo è par-

due stagioni al Novara.

te integrante dell’Atalanta, se la squadra è in

Sposato da 14 anni e padre di due bimbe di 10

difficoltà i tifosi non mollano, magari alla fine

e 6 anni, Fabio dal 2009 allena gli Allievi Nazio-

della partita contestano, ma durante la partita

nali dell’Atalanta, venti ragazzi del 1993, vivaio

il tifo non manca mai, aiuta e sostiene molto i

della squadra orobica.

giocatori».


E oggi nella tua nuova veste d’allenatore? «Seguo appunto gli Allievi Nazionali dell’Atalanta, classe 1993. Abbiamo gli allenamenti tre volte la settimana a Zingonia nella sede atalantina, la partita la domenica. Siamo terzi in campionato, dietro Inter e Milan. È un campionato di livello perché si tratta di una categoria importante, un passaggio fondamentale per diventare un calciatore. Come delle forbici con la lama ben affilata, poiché non tutti riescono a superare lo step del settore giovanile. Abbiamo una squadra di qualità, ma come ricordo sempre ai miei ragazzi, sono stati scelti per giocare

Cosa rappresenta per te l’Atalanta?

negli Allievi dell’Atalanta ed è per loro una pos-

«L’Atalanta è la mia casa, ieri come oggi. Nel

sibilità straordinaria».

1995 quando sono arrivato, l’allora e tuttora

Quanto è importante lo sport per un ragazzo?

responsabile del settore giovanile, Mino Favini,

«Lo sport aiuta a crescere, il confronto con i

mi disse che quando avrei smesso di giocare

compagni con le regole. La filosofia dell’Atalan-

avrei allenato i ragazzi. 15 anni dopo queste

ta si basa proprio sul rispetto dei compagni,

parole sono la mia realtà a conferma della ca-

della squadra, degli avversari, degli arbitri, dei

pacità di giudizio e correttezza della persona».

tifosi. Lo sport nel settore giovanile è un am-

Parliamo dei Mondiali in Sudafrica?

biente più ovattato rispetto al professionismo,

«I prossimi mondiali sono una scommessa per

non c’è lo stress per il risultato, è un ambiente

l’Italia, fra tutte le squadre che vi partecipa-

pulito, un veicolo di crescita».

no siamo quella che è cresciuta meno come 53


A tu per tu con Fabio Gallo

ricambio generazionale. L’orientamento è puntare sui giocatori che hanno vinto la Coppa del Mondo nel 2006 a Berlino, certamente grandi campioni, ma con quattro anni in più nelle gambe. Il girone di qualificazione è sulla carta facile, ma non bisogna dimenticare che ci si confronta anche con squadre che i giocatori conoscono meno non giocando nei campionati europei». 54


La punta di diamante della nostra nazionale? «Sicuramente Alberto Gilardino, attaccante di razza che anche se arriva dal mondiale vinto nel 2006 è ancora giovane, nel pieno del suo vigore fisico». Due parole su Totti? «Totti è un indiscusso campione, ma personalmente non sono d’accordo che si spinga tanto sul suo ritorno in nazionale, non ha fatto le qualificazioni, non ha mai giocato con la squadra». Un pronostico Fabio? «Vinceremo… spero di sì, ma ho paura di no. Due squadre da tener d’occhio sono la Spagna Campioni Europei in carica molto forti e giovani, e l’Inghilterra». n 55


In ricordo del Presidente del Tribunale di Bergamo Ugo Mastromatteo di Raffaella Ravasi - Maryline JM-W - Laura Generali di chi ha avuto con Mastromatteo uno stretto rapporto, (magistrati suoi colleghi e amici, che lui tanto stimava e apprezzava), - vorrei permettere, a chi l’ha conosciuto di ricordarlo e a chi non ha avuto la fortuna di incontrarlo, di capire il valore di un uomo speciale. Mino Mottari Ugo Mastromatteo, nacque a Torrecuso (BN) il 5 Febbraio 1920. Dopo gli studi classici s’iscrisse alla Facoltà di Giurisprudenza, all’Università di Roma e nello stesso tempo, ottenne un impiego presso la Banca Nazionale del Lavoro per sostituire una persona richiamata al fronte. La guerra era già scoppiata e anche per Mastromatteo arrivò il momento di partire per il servizio militare. Fu mandato a Pinerolo, nella nota Caserma di Cavalleria e quindi ottenne la nomina a sottotenente. Poi a Roma, sempre presso una caserma di cavalleria, dove rimase pochissimo tempo poiché l’Italia chiese l’armistizio senza informare, Il giorno 2 aprile dell’anno 2000, moriva una

purtroppo, gli alleati tedeschi e gli ufficiali ita-

delle figure che hanno fatto la storia della no-

liani, ignari di ciò che stava accadendo, furono

stra città:

arrestati.

Ugo Mastromatteo, Presidente del Tribunale di

Naturalmente anche Mastromatteo fu ferma-

Bergamo durante gli anni Ottanta.

to e portato a Frascati dove c’era il comando

Questo mese ricorre il decimo anno della sua

tedesco.

scomparsa. Il rapporto che ha legato e che

Fu interrogato ma non parlò, quindi ricondotto

lega ancora oggi la mia famiglia con quella di

a Roma dove ricevette alcuni ordini: avrebbe

Mastromatteo era davvero intenso e speciale.

dovuto, insieme con alcuni prigionieri inglesi,

In queste pagine, attraverso le testimonianze 56


trasferire i cavalli che erano in caserma, in un paese vicino. L’incarico non durò a lungo; si rifiutò di far parte della Repubblica fascista, rimase a Roma e fu partigiano. Alcuni mesi dopo, la guerra finì, ma per ottenere un lavoro era necessario laurearsi e fare concorsi. Mastromatteo pensò di entrare in Magistratura, ma gli esami erano molto difficili, purtroppo per la sua preparazione. Cominciò a studiare giorno e notte e riuscì, non senza fatica, a superare la prima prova. Come prima sede scelse Avezzano, provincia dell’Aquila. La cittadina era stata completamente distrutta

Ph. Matteo Mottari

della guerra; solo la Chiesa e il Tribunale erano stati ricostruiti. Il posto da lui ricoperto non era previsto per un giovane giudice, ma per un consigliere di Corte d’Appello e quindi a Mastromatteo fu assegnata una Prefettura in un paesino dell’Abruzzo.

Franco Tentorio, Sindaco di Bergamo «Innanzitutto tengo a dire che l’Amministrazio-

ne comunale vede con piacere quest’iniziativa

Non volle accettare! Si “precipitò” a Roma, al

in memoria di un grande Bergamasco acquisi-

Ministero, dove gli offrirono un posto a Perugia

to, arrivato a Bergamo come magistrato negli

e divenne Presidente di Sezione del Tribunale

anni ’70 e diventato in seguito il presidente del

e della Corte d’Assise.

nostro tribunale. Erano gli anni in cui inizia-

Due anni di servizio ed in seguito, come previ-

vo la professione di commercialista e quindi,

sto, sostenne altri esami che superò brillante-

pur non avendo avuto rapporti diretti con lui

mente avanzando molto nella graduatoria.

giacché mi rapportavo soprattutto con la Se-

Vent’anni a Perugia, successivamente decise

zione Fallimentare, ho potuto apprezzarne la

di spostarsi poiché a Bergamo era disponibile

personalità, l’onesta e la correttezza che erano

il posto di Presidente del Tribunale che ricoprì per 10 anni, poi la pensione. Morì il 2 aprile 2000 all’età di 80 anni. n

comprovate dalla grande stima che avevano di lui tutti gli altri magistrati. E quando una persona riesce ad acquisire la stima e la considerazione dei colleghi vuol dire che ha veramente delle doti superiori. La guida di un tribunale come quello di Bergamo è un compito importante; la nostra provincia conta un milione di abitanti, è densamente operativa e vede una serie di problematiche civili e penali che richiedono un grande sforzo ai nostri magistrati. Ho l’orgoglio di dire che i magistrati del Tribunale di Bergamo hanno dato prova di elevata professionalità, di efficienza e di moralità. E il giudice Dottor Mastromatteo ha rappresentato in sé tutte le migliori doti richieste a un magistrato. Uomo severo, ma giusto. Legato al suo lavoro. È stato un valore per la nostra Comunità».

Mino Mottari 57


In ricordo del Presidente del Tribunale di Bergamo Ugo Mastromatteo Adriano Galizzi a Bergamo

Procuratore

della

Repubblica

«Ho avuto la fortuna di lavorare in campo Penale con il Dottor Mastromatteo prima che diventasse Presidente del Tribunale di Bergamo, - all’epoca ero Sostituto Procuratore - , poi alla sezione Civile ed anche in Corte D’Assise. Per diversi anni abbiamo lavorato insieme quando il Dottor Mastromatteo diventò Presidente del Tribunale e della Prima Sezione Civile. Ne ricordo la grande generosità, un uomo totalmente dedito al lavoro ed alla famiglia. Era molto generoso con noi, apparentemente burbero, impulsivo, ma dalla grande nobiltà d’animo. Ricordo anch’io le riunioni della Camera di Consiglio il giovedì pomeriggio con i colleghi Dottor Grasso e Dottor Marzani ed il momento di pausa che condividevamo congiuntamente. Il Dottor Mastromatteo è stato Presidente del Tribunale capace e autorevole, dalla grande capacità organizzativa. Fin dall’inizio ho sostenuto con grande piacere l’iniziativa di ricordarlo nel decimo anniversario della sua scomparsa quale figura dall’alto profilo morale».

Armando Grasso, oggi Presidente della Commissione Tributaria

Ph. Matteo Mottari 58

«Negli anni Ottanta ero giudice di una sezione Civile del Tribunale di Bergamo allorché il Dottor Mastromatteo arrivò come Presidente di Sezione Penale. Più tardi fu nominato Presidente del Tribunale. In tale veste assunse anche la Presidenza della Prima Sezione Civile composta dal Dottor Adriano Galizzi, dal Dottor Luigi Manzari e da me. Sono rimasto nel settore Civile sino al 1992 per poi passare quale Presidente di Sezione al dibattimento Penale ed alla Corte d’Assise ove rimasi sino al 2004 quando divenni, sempre in Bergamo, Presidente della Sezione G.I.P. - G.U.P. Del Dottor Mastromatteo ricordo la grande cordialità, nei confronti di noi magistrati “anziani”. Era un uomo molto autoritario, qualche volta irruente, ma profondamente giusto e buono. Durante le Camere di Consiglio, che si svolgevano il giovedì pomeriggio, il Dottor Mastromatteo aveva l’abitudine di offrirci intorno alle ore 17.00, pasticcini accompagnati da un bicchiere di Porto per spezzare il ritmo ed allentare la tensione del lavoro. Era persona molto attenta all’ordine ed al decoro di quanti si avvicinavano a lui per ragione del suo ufficio. Prestava molta attenzione all’operato dei suoi collaboratori e teneva moltissimo, nei limiti delle materiali disponibilità di allora, che nel Palazzo di Giustizia regnasse ordine e pulizia. Mi è rimasto il gradevole ricordo di un pomeriggio in cui il Dottor Mastromatteo mostrò a me e al Dottor Galizzi una ricostruzione miniaturizzata di una memoria elettromeccanica della SIP - che aveva ricevuto in dono tempo addietro e che non sapeva dove collocare offrendola a chi dei due avesse interesse e, siccome sia io sia il collega dimostrammo interesse, suggerì di giocarcelo a testa e croce. Così facemmo e da allora quel pregevole aggeggio mi ha sempre seguito nei vari uffici che ho occupato».


Paolo D’Andrea «Dal 1972 al 1990 ho lavorato alla Sezione Fallimentare del Tribunale di Bergamo per poi trasferirmi come Consigliere alla Corte d’Appello di Milano. Sono rimasto quasi vent’anni in quell’ufficio perché avevo il Dottor Mastromatteo come Presidente. Era veramente una bella persona, poteva apparire a chi non lo conosceva burbero, in realtà era un uomo schietto, leale, buono e di gran cuore. Come gli ufficiali amano i loro soldati, lui amava tutti i suoi collaboratori: dai giudici, ai cancellieri, ai dattilografi… si spendeva per gli altri. Eravamo molto legati, anche da un rapporto d’amicizia personale, e del Dottor Mastromatteo voglio ricordare anche l’indiscussa capacità d’esercitare il ruolo di Presidente, di dirigere gli uffici. Concludo apprezzando la vostra iniziativa di far rivivere con il nostro ricordo la figura del Dottor Mastromatteo nel decimo anniversario della sua scomparsa».

Giorgio Brignoli «Ero un giudice del Tribunale di Bergamo quando il Dottor Mastromatteo divenne prima Presidente della Sezione Penale e della Corte D’Assise, poi del Tribunale. Sono stato Presidente della Seconda Sezione Civile e Procuratore della Repubblica a Bergamo dal 1994 al 2001, successivamente ho rivestito la carica di Procuratore Generale a Trieste e quindi a Firenze. Il Dottor Mastromatteo è stato un autorevole Presidente del Tribunale e un galantuomo. Presiedeva con autorevolezza e correttezza nel rispetto delle forme. Ricordo la grande dignità con la quale esercitava le sue funzioni, un uomo dalla condotta morale ineccepibile, dalla grande umanità».

Luigi Manzari, oggi Presidente Aggiunto Onorario della Corte di Cassazione «Dal Settanta al Novanta mi sono occupato di Civile e Penale a Bergamo, nel 1990 mi sono trasferito a Milano in Corte d’Appello dove vi sono rimasto fino al 1999 come Consigliere Anziano. Del Dottor Mastromatteo conservo il ricordo di una persona in apparenza burbera, ma di gran cuore. È stato una figura di riferimento per me, i colleghi e tutto il personale del Foro. Il rapporto umano era molto intenso, ricordo anch’io, come il collega Dottor Grasso, le riunioni del giovedì, la sua capacità di stemperare l’atmosfera ed il suo altruismo, prendeva sempre le parti del più debole. Ho molto apprezzato l’iniziativa di ricordare il decimo anniversario di morte del Dottor Mastromatteo».

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Ospedali Riuniti di Bergamo e Fondazione Credito Bergamasco: Nuovo fronte nella prevenzione dello scompenso cardiaco. di Raffaella Ravasi - Ph. Matteo Mottari

Lo studio DAVID-BERG per individuare i soggetti più a rischio di scompenso cardiaco, è stato presentato martedì 30 marzo. Lo studio è il frutto del lavoro congiunto tra medici dei reparti di Cardiologia e di Medicina Cardiovascolare degli Ospedali Riuniti, medici di Medicina Generale dell’Asl di Bergamo, zone di Osio, Verdello e Mozzanica. Il progetto è stato finanziato dalla Fondazione Credito Berga-

all’apporto di istituzioni private vicine al terri-

masco, come ha affermato Carlo Bonometti,

torio, quali la nostra Fondazione».

Direttore Generale degli Ospedali Riuniti: «Lo

Doppio il risultato raggiunto dallo studio che

studio è stato possibile grazie al sostegno del-

sarà presentato in occasione dei più impor-

la Fondazione Creberg, che si conferma fra i

tanti congressi di Cardiologia, a cominciare

maggiori benefattori degli Ospedali Riuniti,

dall’European Heart Failure Association Mee-

per potenziare l’attività di ricerca. Questo stu-

ting 2010 (Berlino 29 maggio - 1 giugno). Da

dio non è solo un esempio di proficua collabo-

un lato l’analisi dei dati ha evidenziato un’ele-

razione tra ospedale e società civile, ma anche

vata prevalenza di disfunzione ventricolare nei

la riprova dei benefici che derivano ai pazienti

soggetti a rischio cardiovascolare, che richie-

dalla collaborazione tra medicina specialistica

derebbero un’attenzione maggiore in termini

e medicina del territorio». Come ha conferma-

di diagnostica preventiva e di terapia farmaco-

to Cesare Zonca, Presidente della Fondazio-

logica. Dall’altro lo studio ha evidenziato che

ne Credito Bergamasco, «per permettere alla

il valore di BNP - un ormone liberato dal cuore

scienza medica di svolgere il proprio lavoro

in situazioni di scompenso e rilevabile con un

in modo sempre più efficace e veloce, sono

semplice prelievo di sangue - permette di sele-

necessarie risorse e finanziamenti adeguati.

zionare ulteriormente i pazienti a rischio, con-

La nostra provincia si colloca in una posizione

sentendo di sottoporre ad ecocardiogramma

privilegiata per quanto riguarda l’alta qualità

solo coloro che presentano un’elevata proba-

dell’assistenza sanitaria. Quest’importante

bilità di disfunzione ventricolare. Gli Ospedali

traguardo rappresenta una ricchezza che va

Riuniti sono stati il primo ospedale italiano

preservata, tutelata e potenziata grazie anche 60


nel 2002 a dare vita a un’unità dedicata alla cura di questa patologia, che prima era gestita in parte in Medicina e in parte in Cardiologia. «La nostra Medicina Cardiovascolare è uno degli esempi d’applicazione del concetto d’organizzazione dell’attività ospedaliera per intensità di cura che caratterizzerà il nuovo ospedale - ha spiegato il Direttore Sanitario degli Ospedali Riuniti, Claudio Sileo. L’unità è composta in egual numero da internisti e cardiologi, che lavorano insieme per curare il paziente non solo per la specifica patologia cardiologica che ne ha determinato il ricovero, ma tenendo conto del quadro complessivo e dei suoi bisogni clinici e assistenziali. Il risultato è stata una significativa riduzione della mortalità e della durata della degenza». n 61


A passeggio per la città:

dalla meridiana di Palazzo della Ragione all’orologio della Torre dei Caduti. di Raffaella Ravasi - Ph. Simone Montanari

Concediamoci il lusso di una passeggiata per la città alla ricerca di meridiane e orologi che ci raccontano parte della nostra storia. Viviamo in una città che vanta ben cinque meridiane: Piazza Angelini, Piazza Duomo, Via Gombito 22, Via S.Alessandro 69/a e Viale delle Mura (Bastione San Giovanni). Orologio solare, la meridiana indica lo scorrere del tempo a seconda della posizione del sole. E proprio sotto il porticato di Palazzo della Ragione, in Piazza Duomo, c’è la più conosciuta delle nostre meridiane. Fu realizzata nel 1798 dall’abate Giovanni Albrici proprio sotto il porticato perché ombreggiato e quindi in grado di far notare l’ombra del sole prodotta dallo gnomone, cioè l’asta che con la sua ombra indica, appunto, l’ora sugli orologi solari. La meridia62


na, fu restaurata una prima volta nel 1857 dall’Ingegner Francesco Valsecchi, che indicò le coordinate del punto (longitudine 27°29’ e latitudine 45°43’) e l’altezza sul livello del mare - 360,85 metri – oltre alla leggenda dove si segnala che l’orologio esatto segna sempre 12 ore quando lo spettro solare è sulla curva, con riferimento alla lemniscata del tempo medio. La lemniscata è la linea curva a forma di otto che riproduce la posizione del sole sulla sfera celeste in una determinata ora del giorno, nel corso dell’anno. Infine Valsecchi inserì la lastra di marmo con la rosa dei venti. Con il restauro del 1980 l’antico gnomone è

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A passeggio per la città: dalla meridiana di Palazzo della Ragione all’orologio della Torre dei Caduti. stato sostituito da un sole fiammeggiante in bronzo realizzato da Sandro Angelini posto al vertice di un arco del loggiato: la sua ombra con il solstizio d’inverno raggiunge l’estremità della lemniscata. Sempre di corsa ed abituati a leggere l’ora sul telefonino, alziamo lo sguardo perché in Piazza Duomo fa bella mostra di sé l’orologio del Campanone. La torre alta 54 metri, innalzata nel XII secolo, è stata dotata dell’orologio nel 1407 e ogni sera, alle 22,00 il Campanone batte sempre i suoi 180 rintocchi dell’antico coprifuoco. Lasciamoci alle spalle Piazza Vecchia per trasferirci in Piazza Mascheroni: la torre dell’Oro-

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logio dopo quindici anni d’inattività, ha ripreso a funzionare dal dicembre 2009 con le sue lancette dorate a scandire il fluire del tempo. Un po’ di corsa, perché al passo con i tempi, lasciamo le meraviglie di Città Alta per continuare, sempre con l’orologio in mano, la nostra ricerca di torri con orologio. Tutti conosciamo l’orologio delle Poste e le sue lancette che all’imbrunire segnano l’ora in rosso, ma la nostra meta è la Torre dei Caduti in Piazza Vittorio Veneto. La torre a pianta quadrata alta 45 metri fu progettata dall’architetto Marcello Piacentini e costruita a partire dal 1922, “non solo a memoria e onore dei caduti bergamaschi ma per esaltare il nazionalismo unitario”, come disse nel discorso d’inaugurazione Mussolini il 27 ottobre 1924. Costruita in arenaria di Bagnatica, la possente struttura della torre è alleggerita da inserti ornamentali e commemorativi come l’orologio e alcuni gruppi scultorei. L’orologio in marmo di Zandobbio è racchiuso in un quadrato e agli angoli presenta quattro allegorie dei venti, per simboleggiare il trascorrere e la caducità del tempo. n

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Bocuse d’Or - Selezioni nazionali

Un bergamasco rappresenterà l’Italia di Maryline JM-W - Ph. Matteo Mottari

Tra i 16 candidati venuti da tutta Italia, la giuria incaricata di eleggere il rappresentante della cucina italiana alle selezioni europee del Premio Bocuse d’or ha scelto un bergamasco: Alberto Zanoletti, chef executive della Locanda Armonia di Trescore Balneario – Bergamo. A 31 anni, il vincitore ha già lavorato in numerosi ristoranti in Italia e all’estero e partecipato a concorsi nazionali e internazionali, conquistando prestigiosi riconoscimenti, fra questi il titolo di medaglia di bronzo al concorso gastronomico internazionale IKKA in Austria. Alberto Zanoletti dovrà ora partecipare alla Selezione Europea, che si terrà a Ginevra il 7 e il 8 giugno 2010 nell’ambito del Salone Gourmet (l’Italia è stata sorteggiata per gareggiare il giorno 8) e competerà con gli chef selezionati da Germania, Austria, Belgio, Croazia, Danimarca, Spagna, Estonia, Islanda, Lussemburgo, Ungheria, Norvegia, Paesi Bassi, Repubblica Slovacca, Finlandia, Francia, Gran Bretagna, Russia, Svezia e Svizzera. Tra questi, solo 12 arriveranno a Lione per partecipare al prestigioso Concorso Mondiale nel gennaio del 2011. 66


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Bocuse d’Or - Selezioni nazionali

Un bergamasco rappresenterà l’Italia

Le selezioni si sono svolte alla Fiera di Bergamo i 15 e 16 marzo scorso, nell’ambito della prima edizione di Cooking Expo, salone dedicato all’enogastronomia

e

alla

filiera alimentare che aveva in programma alcuni eventi collaterali. Tra questi l’Assemblea generale dei Pubblici Esercizi lombardi; gli Stati generali

della

ristorazione

e un convegno sulla cucina italiana di qualità come leva dell’economia made in Italy. Alfredo Zini, consigliere delegato Fipe, ha definito queste due giornate bergamasche: “importanti per il rilancio della ristorazione, per il suo futuro e la sua posizione nei confronti del turismo”. Enrico Cerea, chef e Presidente di giuria Bocuse d’Or, si è augurato che Bergamo porti fortuna all’Italia che “fino ad ora non ha mai ottenuto grandi risultati in questa bella manifestazione”. L’iniziativa è nata ed è stata sostenuta da Promozione del Territorio, associazione composta da Camera di Commercio di Bergamo, AscomConfcommercio

Bergamo,

Confindustria Bergamo, Ente Fiera Promoberg e Bergamo Fiera Nuova, in collaborazione con Fipe e Accademia del Gusto. n 68


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Bergamo jazz 2010 La musica come pulsazione in libertà di Maristella Cervi1 - Ph. Simone Montanari

C’era una volta il jazz polifonico di New Orle-

per Bergamo Jazz 2010 ha colpito nel se-

ans, quello fatto di improvvisazioni collettive

gno per la duttilità di scelta delle tipologie di

ispirate al canto afroamericano e dall’inten-

jazz: il rischio che si corre nella direzione di

zione di divertire il pubblico senza abbando-

un evento tanto prestigioso è infatti quello di

nare le istanze sociologiche del tempo. C’era

prediligere un gusto personale e non riuscire

una volta e c’è ancora la libertà espressiva del

ad incontrare, almeno in parte, quello di un

Bebop e del Free Jazz; c’era una volta il jazz

pubblico vario, proprio a causa del fatto che,

modale che svincolava gli accordi dalla tona-

dal jazz afroamericano a quello europeo, dal

lità del brano. C’erano una volta e ci sono an-

free al modale, ogni appassionato ritrova nel

cora tutti i colori e i

panorama jazzistico una nicchia particolar-

modi del jazz.

mente voluminosa in cui esasperare la propria

In tutto il susse-

predilezione tipologica. Ma per Bergamo Jazz

guirsi

sviluppi

2010 non è andata così, non c’è stata certo

simbiotici e non, tra

di

dispersione di intenti, ben altro: Fresu è riu-

melodie e progres-

scito a sintonizzare il proprio gusto personale

sioni armoniche, la

con quello del pubblico, dando vita a un even-

musica jazz non ha

to artistico di alto livello, sia per la qualità mu-

smesso di creare

sicale che per l’intesa con gli appassionati.

stupore, sino a car-

Se Bergamo Jazz 2009, con la prima direzio-

pire l’attenzione di

ne di Fresu, aveva mirato alla liberazione della

un vasto pubblico

musica dai gioghi stilistici, dagli schematismi

ancora in crescita

e dall’ascolto elitario, l’edizione 2010 di Ber-

e differenziarlo a

gamo Jazz si è orientata in maniera più speci-

seconda delle pre-

fica verso la differenziazione delle derivazioni

ferenze di stile.

del jazz, senza naturalmente trascurare che la

La direzione artisti-

musica continua a pulsare in libertà, un con-

ca di Paolo Fresu

cetto dal valore altissimo per Fresu.

Maristella Cervi, addetta stampa del Jazz Club Bergamo presieduto da Vittorio Scotti. La sede operativa del club cittadino è in via Fara 21/A e permette di avere tutte le informazioni in merito ai programmi mensili e annuali dell’associazione, di avere a disposizione materiale specifico biografico dei concertisti, chiarimenti culturali inerenti alla storia del Jazz, iscrizioni soci, programmi di viaggi mirati al jazz e contatti con giovani musicisti per inserirli in concorsi Nazionali giovani Talenti jazz indetti dal club stesso. www.jazzclubbergamo.com 1

70


Il successo di Bergamo

prattutto la storia e la tra-

Jazz 2010 è testimoniato

dizione.

dalle presenze numerose

L’evento indimenticabile

sia nel Teatro Donizetti

di Bergamo Jazz 2010,

sia negli eventi collaterali

svoltosi tra il 19 e il 21

distribuiti su tutto il ter-

marzo, gode ancora del

ritorio cittadino, dedicati

vociferare soddisfatto di

a

nazionali

un grande pubblico che

e a nuovi giovani talenti

formazioni

ha colto il grande jazz in

del jazz nazionale. Non

tutta la magnificenza con

è certo facile trasmettere

cui Paolo Fresu lo ha pre-

un’idea chiara delle mil-

sentato.

le sfaccettature del jazz,

Non solo le voci appaga-

che si distingue proprio

te degli spettatori con-

per essere una musica

tinueranno a girare, ma

difficile da schematizza-

con esse anche la voglia

re per le sue molteplici

di sentir musica. Sul sito

identità talvolta intersecate e sovrapposte,

del Jazz Club Bergamo, www.jazzclubberga-

tuttavia Fresu ha saputo restituire, attraverso

mo.com, sono pubblicati tutti gli eventi che

la sua regia artistica, una divulgazione raffi-

l’associazione offre a partire da gennaio fino a

nata e allo stesso tempo popolare, per urlare

settembre 2010. E così il jazz continua, tutto

finalmente che il jazz non è una cosa sola ma

l’anno. n

molte cose, fra loro eterogenee in fatto di provenienza, stile e richiami del passato. Durante le serate donizettiane, Richard Galliano e John Surman, un fisarmonicista francese e un sassofonista inglese, si sono distinti per un connubio perfetto a livello musicale ed emozionale, grazie a un impasto dei suoni di grande effetto e meritevole di memoria. Il quartetto di Ahmad Jamal, un esempio stupefacente di perfezione artistica, si è esposto fra nitidezza di suoni e chiaroscuri inebrianti, con un’esecuzione che ha saputo sfiorare l’altissima fedeltà di una registrazione raffinata. L’Enrico Rava New Quintet, con la partecipazione di Gianluca Petrella, ha offerto radici esplicitamente bakeriane e davisiane per farcire d’entusiasmo il pubblico degli appassionati e dar merito al jazz italiano. Il quintetto di Omar Sosa ha portato con sé una miscela esplosiva di un jazz altamente ritmico pronto a richiamare le cromie sonore e i battiti latenti di Brasile, Cuba, Nuova Guinea e Africa. A concludere i concerti al Teatro Donizetti, quattro fiati stupefacenti sostenuti dalla bravura straordinaria di Stefon Harris, Edward Simon, Matt Penman e Eric Harland, per l’esecuzione e l’ascolto di classici del jazz che sempre allietano i sensi di chi del jazz considera so71


Trescore Balneario:

centro Termale e culla di Lorenzo Lotto di Raffaella Ravasi - Ph. Matteo Mottari

da sempre il principale centro della bassa Val Cavallina, attraversato dalla storica statale 42 del Tonale, arteria che collega la Pianura Padana alla regione Alpina. Abitato sin dall’età Preistorica, come testimoniano alcuni reperti d’insediamenti stabili riconducibili al Paleolitico Medio, Trescore Balneario all’epoca dei Romani fu oggetto d’insediamenti fortificati grazie alla posizione strategica. Cruciale fu, ad esempio, la scelta del colle del Niardo, dove oggi c’è l’omonimo

72

A soli quindici chilometri da Bergamo, Tresco-

castello, per sorvegliare la strada e l’ingresso

re Balneario, Trescùr in dialetto, Trescurium

in valle.

nel primo documento ufficiale del 996 d.C., è

Durante la dominazione Veneta Trescore di-


ventò centro commerciale dell’intera valle

Il centro del paese è accogliente e ruota in-

grazie alla fama del suo mercato settimanale

torno alla principale Piazza Cavour, un tempo

tuttora esistente. Doveroso è anche ricordare i

luogo di uno dei principali mercati della pro-

noti “Fatti di Sarnico” durante il Risorgimento:

vincia, come confermano alcuni documenti ri-

Garibaldi stabilì proprio a Trescore Balneario

salenti al XII secolo. Sulla piazza si affacciano

il quartier generale per invadere il Trentino,

case, palazzi e torri delle famiglie più impor-

spedizione dall’esito però fallimentare.

tanti che lungo i secoli vi abitarono. Spicca,

Oggi Trescore è conosciuto in tutta Europa per

fra le torri, nella piazza dallo schema regola-

le acque sulfuree delle sue Terme già sfruttate

re, l’imponente Torre Suardi del XIII secolo,

in epoca Romana, come testimoniano i resti

ripristinata nel Settecento alle dimensioni ori-

di un’antica conduttura. Restaurati una prima

ginali.

volta nel IX secolo con Carlo Magno, i Bagni

Al centro della piazza una grande fontana

di Trescore diventarono un importante stabili-

d’inizio Ottocento rappresenta la dea della

mento termale con il condottiero Bartolomeo

Salute, Igea, in atto di curare un infermo. Il

Colleoni nel 1470. Oggi le Terme di Trescore

gruppo, in marmo di Carrara, è opera dello

sono, per quanto riguarda le cure, tra le più

scultore Francesco Somaini (1795-1855),

attrezzate e all’avanguardia d’Europa.

mentre il corpo della fontana è in marmo di 73


Trescore Balneario: centro Termale e culla di Lorenzo Lotto

Zandobbio. Ma il vero gioiello artistico di Trescore sono gli affreschi di Lorenzo Lotto nella cappella Suardi, lungo la statale del Tonale, realizzati dal maestro nel 1524. La chiesa dedicata alle Sante Barbara e Brigida, all’interno del parco di Villa Suardi, è stata costruita per volontà dei cugini Giovan Battista e Maffeo alla fine del XV secolo. Un grande affresco del Lotto con al centro l’immagine di Cristo ispirata al versetto evangelico “Io sono la vite e voi i tralci”, occupa l’intera parete sinistra del piccolo oratorio già cappella privata di Villa Suardi. Sulla parete di sinistra della chiesa di Villa Suardi è invece narrato il martirio di Santa Barbara, perseguitata dal padre. Sulle altre pareti i miracoli di Santa Brigida, Santa Caterina e Santa Maria Maddalena, con busti di Sibille e Profeti annuncianti la venuta di Maria. Il ciclo d’affreschi realizzato dal Lotto nel 1524 è carico del simbolismo dell’epoca contro i “rischi” della Riforma Protestante, sostenuta e diffusa dagli eserciti tedeschi che periodicamente invadevano la valle. n

74


75


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Il Mirabile:

trattoria di campagna e azienda agrituristica a Trescore Balneario di Raffaella Ravasi

78

Sull’omonima collina, Il Mirabile, è una ca-

tiquariato, i tavoli, molti dei quali antichi, si

scina bergamasca Settecentesca con un pa-

caratterizzano per la diversità, costruiti perso-

norama mozzafiato sui Colli di San Fermo,

nalmente dal proprietario secondo il numero

sui paesi di Entratico e Trescore Balneario.

dei commensali: tondi, rettangolari, ovali, fino

Nato alla fine degli anni Ottanta come primo

a poter ospitare, con il tavolo ovale, trentasei

agriturismo della zona, nel 2002 Il Mirabile

commensali. D’obbligo la prenotazione per

di Giuseppe Birolini, si trasforma nell’odierna

consentire di preparare i tavoli per le sale e

trattoria e azienda agricola: cucina varia, da

per la cucina di giornata, il giovedì, venerdì e

quella locale, povera bergamasca, a quella to-

sabato sera, la domenica a pranzo, ma anche

scana, grazie al cuoco elbano Mauro. Condu-

negli altri giorni, sempre prenotando. Il menù

zione familiare, il signor Giuseppe è affiancato

è semplice ma appetitoso: abbondanti antipa-

dalla figlia Estella e dal genero cuoco Mauro.

sti caserecci, d’estate la panzanella, un piatto

Sessanta coperti tutto l’anno che arrivano a

fresco toscano con verdure, sempre casoncel-

un centinaio durante la bella stagione sfrut-

li, poi gnocchi, risotti e pasta con varianti se-

tando la terrazza e le verande immerse nel

condo la stagione come primo, di secondo co-

verde. Peculiare la cura dei tavoli nelle sale

niglio, pollo, tacchino, arrosto… sempre con

interne, circondati da credenze e pezzi d’an-

polenta, oltre alla possibilità di concordare


menù particolari o prenotare specialità quali la porchetta o piatti a base di pesce. Grazie ai tre ettari di vigna di proprietà de Il Mirabile, si può accompagnare il pasto con un vino comune rosso da tavola di produzione propria, Merlot e Cabernet come vitigno, e farsi ingolosire da una fetta di crostata fatta con marmellata casereccia, prodotta in loco grazie ai numerosi alberi da frutta che circondano la proprietà, accompagnata da un bicchiere di “Fruttino”, vino di uva bianca dolce semifermentato, di produzione del signor Giuseppe. In program79


ma, fra la metà e la fine aprile, mini corsi di 3 lezioni teoriche e pratiche, per gruppi di cinque persone, direttamente, la sera, nella cucina de Il Mirabile con Mauro: una ghiotta occasione per scoprire segreti e curiosità culinarie. Passeggiando all’aperto, circondati da filari di vigna e alberi da frutta, ai piedi della chiesetta de Il Mirabile, i piÚ fortunati, la sera potranno anche ammirare le stelle dal telescopio del signor Giuseppe, oltre a poter visitare il suo presepe ottocentesco, quattro metri per otto, in legno. Per prenotazioni, anche di banchetti e cerimonie: Il Mirabile Trattoria di Campagna Trescore Balneario Via Donatelli, 10 035/942429 www.ilmirabile.it info@ilmirabile.it

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81


Associazione Italiana Persone Down: “Questo è solo il calcio d’inizio”

In occasione della giornata mondiale sulla Sindrome di Down che ricorre il 21 marzo, data che richiama appunto il fattore genetico, il cromosoma 21° composto non dai consueti 2 cromosomi ereditati dai genitori, ma da un 3° cromosoma che determina le caratteristiche alla base della peculiarità delle persone con Trisomia 21, l’Associazione Italiana Persone Down di Bergamo ha organizzato la manifestazione “Questo è solo il calcio d’inizio”, sabato 20 marzo, allo stadio comunale di Verdello. I circa mille spettatori presenti hanno toccato con mano le potenzialità delle persone con sindrome di Down: biglietteria, accoglienza, informazioni e premiazioni sono stati gestiti dai ragazzi dell’AIPD e, non ultimo, la realizzazione dei due ultimi goal che hanno fissato il risultato dell’incontro di calcio sul 3 a 3, goal di Giorgio e Beppe due ragazzi con S.D. rispettivamente di 30 e 22 anni. La manifestazione è stata organizzata grazie al supporto dell’Amministrazione Comunale

82


di Verdello, con il patrocinio dell’Amministrazione Provinciale di Bergamo Assessorato alle Politiche Sociali, con il cortese aiuto tecnico del Centro Sportivo Italiano, dell’AlbinoLeffe, con la gradita presenza dei giocatori Bergamelli e Cissè e della mascotte Rino il Castorino. La manifestazione si è aperta con il benvenuto da parte del Sindaco di Verdello Luciano Albani e della presidente dell’AIPD Simonetta Isella, con i saluti dell’Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Bergamo Leonio Callioni e di Domenico Belloli dell’Amministrazione Provinciale. Nel prepartita ci sono state le esibizioni di vari gruppi sportivi del territorio, con ragazzi con S.D.: judo, ballo classico, hip-hop, corsa, e con i ragazzini delle scuole di calcio. Fra gli ospiti, il cordiale e con tutti disponibile Gabibbo. L’incontro di calcio ha visto il confronto tra la Nazionale Calcio TV e Amici AIPD terminata come detto sul 3 a 3 con i goal di Baz, Matteo Materazzi e Nando Timoteo per la NCTV mentre per l’AIPD hanno realizzato Pusole, Giorgio e Beppe. 83


Associazione Italiana Persone Down: “Questo è solo il calcio d’inizio”

I calciatori scesi in campo per la NCTV sono stati Fabio Ganci, Marco Novaresi, Luca Galtieri, Carlo Nesti, Alex Cattellan, Stefano Anelli, Marco Anelli, Alessandro Corallo, Lorenzo Beccati, Fabio Maffini, Ascanio, Alex de Santis, Matteo Materazzi, Bove, Gianpaolo “Vespa”, Fabrizio, Nando Timoteo, Max Laudadio e Baz. L’eccezionale speaker dell’evento è stato Moreno Morello tanto appassionato da rimanere alla fine della partita con un filo di voce. Hanno allietato ed accompagnato l’evento, le esibizioni musicali della Millennium Drum&Bugle Corps di Verdello, la Band di musica Country Mismountain Boyis e l’esibizione alla pianola di Giorgio Bonacina, un ragazzo con S.D. n 84


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Uno psicologo per amico

Il sesso tra bisogno e desiderio di Mario Tintori1

L’esperienza sessuale, nulla di più comune e

renza, nel soddisfare se stesso, tra un part-

nello stesso tempo nulla di più personale.

ner e l’altro.

Fantasia, immaginazione e desiderio sono

Il punto cruciale è che considerare il sesso

queste tre parole che tengono viva la sessua-

solo come la soddisfazione di un bisogno

lità. Sarebbe troppo facile sperare di poterne

porta alla perdita del desiderio. Infatti, nelle

fare solo una questione di tecniche amatorie.

problematiche sessuologiche al centro di tut-

La sessualità non può essere ridotta alla sod-

to c’è quasi sempre la perdita, o la debolezza

disfazione di un bisogno; così come quando

del desiderio.

si ha fame si mangia e quando si ha sonno

Il desiderio viene meno perché ciò che si cer-

si dorme. Il rischio è quello di confondere la

ca nella vita sessuale viene confuso e trattato

soddisfazione di un bisogno, con la soddisfa-

come un bisogno.

zione del desiderio.

E il desiderio, che è attitudine tipicamen-

Il bisogno viene saturato e non si nutre, se

te umana, è ciò che alimenta un rapporto

non blandamente, di fantasia e di immagina-

d’amore. Il desiderio, a differenza del biso-

zione, tanto che non fa neppure troppa diffe-

gno, si nutre della mancanza. Perché il desiderio esista occorre che qualcosa, da qualche parte, resti mancante. Proprio l’opposto di ciò che propone la pornografia, la quale mostrando ogni particolare “tecnico” e anatomico del rapporto sessuale, non fa altro che giocare sul bisogno, lasciando aperta la questione vera, quella del desiderio. Il desiderio, invece, non è soggetto a questa prigione e può al contrario aiutare il soggetto e la coppia ad esprimere il proprio corpo e la propria sessualità, scoprendo e aumentando sia il piacere sia la conoscenza di sé stessi e dell’altro. n

1

86

Psicologo Psicoterapeuta - e-mail: mario_tintori@fastwebnet.it - www: psicologo.bergamo.it


87


Il Kiwanis Club Bergamo Orobico ONLUS PRESENTA!

SALA MANZU’ 10-18 aprile 2010 Nell’ambito del Service “Il loro futuro ha bisogno di noi Il Kiwanis Bergamo Orobico in aiuto all’autismo“ Iniziativa a favore del progetto “Terre di Mezzo” realizzata dall’associazione “Scala di Giacobbe”

Ancora una volta il KCBO (Kiwanis Club Berga-

sari al progetto, sia per portare a conoscenza

mo Orobico) si mette in gioco, con importanti

di tutti le problematiche legate a tale proble-

iniziative, come sempre in aiuto ai bambini.

matica.

Quest’anno il Service è stato collegialmente

Con queste finalità è organizzata la mostra

e con unanime consenso sviluppato a favore

dedicata ai Beatles, in collaborazione con

del progetto “Le Terre di Mezzo”, il grande

Beatlesiani d’Italia Associati, presso la Sala

impegno che la struttura “La Scala di Giacob-

Manzù della Provincia di Bergamo, dal 10 al

be” della Fondazione “Onlus Angelo Custode”

18 aprile 2010 che vedrà esposte:

porta ai bambini con problemi di autismo, traghettandoli dall’età della scuola dell’obbli-

LA STORIA DEI BEATLES A FUMETTI

go alla maturità, fase importantissima in cui

LE PIU’ BELLE IMMAGINI DEI BEATLES

sono però attualmente privi di ogni struttura

I BEATLES E I MOTORI

istituzionale a sostegno.

THE JOHN LENNON BAG ONE

Oltre a far confluire il nostro annuale premio We Build (ormai alla XIV edizione) al Nostro

Esporremo anche le serie complete degli LP

Service Nazionale in aiuto della Popolazione

e dei Singles della Band di Liverpool, me-

colpita dal terremoto dell’Abruzzo, ogni no-

morabilia ed oggettistica varia, altrimenti

stro sforzo organizzativo, nell’anno in corso,

introvabile, provenienti dal Beatles Museum

sarà dunque dedicato a chi soffre dei proble-

www.beatlesiani.com

mi dell’autismo, sia per reperire i fondi neces-

88


89


Il Kiwanis Club Bergamo Orobico ONLUS PRESENTA!

Tutti I fondi così raccolti saranno destinati alla

Presentato alla stampa ed alle autorità della

pubblicazione di un volume, con alti contenu-

città e provincia di

ti di ricerca, che raccolga finalità e pratiche

2010

Bergamo il 22 gennaio

relative all’esperienza acquisita da “Le Terre di Mezzo”, nel trattamento dell’autismo, definendo i protocolli necessari agli interventi in tale campo, non disperdendo la grande espe-

18 aprile 2010

rienza acquisita nel tempo, rendendola invece

Auditorium di Bergamo

patrimonio comune a tutte le strutture (ospe-

Evento di chiusura

dali, università, centri specializzati) coinvolte

della mostra con covers dei Batles

in tali problematiche e che sino ad oggi non

Guest star

avevano avuto accesso a dati di tale valore e

Rolando Giambelli & The Beatops

completezza. Questo volume sarà presentato a settembre alla presenza delle maggiori auto-

14 maggio 2010

rità in tale campo, nel corso di un convegno di

Teatro Filodrammatrici Treviglio

assoluto rilievo. Ancora una volta un impegno

Letture, jazz e I Beatles

importante e di ampio respiro, al quale sono

Con lorganizzazione del

convinto riusciremo a far fronte, certi di aver

Jazz Club Bergamo

contribuito ad una grande causa.

Guest Star Gigi Cifarelli

90


87 magenta L’EMOZIONE NON E’ SEMPLICEMENTE UNA RISPOSTA, MA LA RISPOSTA.

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Il Kiwanis Club Bergamo Orobico ONLUS PRESENTA!

L’attenzione verso i problemi dell’autismo con particolare riferimento alle attività svolte presso la “Scala di Giacobbe” è condivisa con tutti i maggiori services club presenti sul territorio. In particolare se ne divide la sensibilità con il Lion Club Bergamo “Le Mura”

Si ringrazia la Provincia di Bergamo per

il

Patrocinio

concesso, nonché l’assessorato alla Cultura,

Identità, Tradizione e Spettacolo per aver messo a disposizione Sala Manzù

SALA MANZU’ Bergamo, via Camozzi passaggio via Sora Orari di apertura: dal LUNEDI’ al SABATO: 16-19 DOMENICA E FESTIVI: 10-12.30 e 16-19 segreteria.cultura@provincia.bergamo.it www.provincia.bergamo.it Per ulteriori informazioni x.area@virgilio.it avv.piero.grasso@pillograsso.it n

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Tanti numeri per arrivare a Zero. 30 3 3 25 60

Un percorso lungo trent’anni. Un labirinto! L’esperienza di tre enologi. Le annate che compongono la cuvée 2000, 2001 e 2002. Gli anni di età media dei vigneti. I mesi di permanenza sui lieviti.

Dosaggio Zero Mirabella Vede finalmente la luce, alla fine di un lungo labirinto di strade tortuose e vicoli ciechi! Ma la tenacia e la grande professionalità riescono a raggiungere traguardi anche dopo percorsi difficili: trovare la luce dopo molto buio rende sempre importante il risultato. Mirabella può ora proporre un segno distintivo, di grande personalità e di indubbio valore.

Teresio Schiavi Enologo fondatore

az. agr. Mirabella via Cantarane, 2 - 25050 Rodengo Saiano (BS) Tel +39 030 611197 Fax +39 030 611388 Info@mirabellavini.it- www.mirabellavini.it

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Il cuore di un viaggio:

Una bergamasca in India Foto e testo di Sara Gusmini

India. Scrivere dell’India è difficile, ma lo è ancor di più l’impatto che si ha la prima volta che si mette piede in questo strano continente. L’india non è Asia, l’India è un mondo a se; è un universo da capire ed ascoltare dove il proprio io diventa, quasi per osmosi, parte integrante di tutto ciò che lo circonda indipendentemente dal credo, dal colore della pelle e da quali siano le proprie riflessioni umane. In India tutto è in costante movimento, nonostante la quasi totalità delle persone rimane ancorata a gesti, riti e tradizioni millenarie che persistono malgrado la corsa verso l’occidente ed il dio soldo. E’ un cosmo dove l’energia si concentra in tutte le sue forme, qualsiasi sia la preghiera o la mano che la crea, perchè in India è difficoltoso resistere alla tentazione di nutrire l’anima dalla forza 94


che si percepisce in ogni respiro. Tutto ciò non esclude dal fatto che l’India sia anche il Paese dei contrasti, il luogo dove si fondono fragranze fiorite ed odori nauseanti, dove la povertà riempie ogni angolo delle città e l’igiene sia ancora una grande utopia, dove sulle ghat del Gange si può assistere alla “tragicità” della morte contornata dalla linfa vitale di risate di bambini che giocano nelle sacre acque, dove miseria e sfarzo coesistono a discapito degli umili. Ma se ci si lascia trasportare cercando di comprendere ciò che è alle basi della cultura indiana, allora si apre un mondo che non permette altro che amore. Parlo di quell’amore incondizionato che penetra, di quell’amore 95


Il cuore di un viaggio: Una bergamasca in India

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che soltanto chi ha avuto la fortuna di provare può capire, un amore a doppio senso che nonostante la sete di viaggiare porta sempre ed ancora lì. Parlo degli sguardi di persone incorniciati, forse, da una grigia malinconia ma carichi d’umiltà, forza e soprattutto di umanità. E se camminando nell’afa più opprimente sopraffatta a volte dalla stanchezza nello scorgere povertà e malattia, volgi il viso verso questa gente, lasciandoti cullare dalla loro ritualità e speranza per sentirsi realmente appartenere ad un tutt’uno che è l’India perchè in India si è diversi rispetto ad altrove, in India si provano altre emozioni. n

97


NO TRUST NO PARTY

Sempre più spesso si sente parlare di questo strumento di segregazione patrimoniale le cui caratteristiche lo rendono utilizzabile in una pluralità di situazioni. di Dott. Emanuele Lumini

In lingua inglese, il termine trust significa let-

raggiungimento di uno scopo predeterminato

teralmente “fiducia” , ma in questo contesto

purché non in contrasto all’ordine pubblico.

si preferisce tradurlo con “affidamento” . Ed è appunto sul concetto di affidamento che si

Oggetto del trust può essere ogni tipologia di

basa questo innovativo strumento di pianifi-

bene mobile o immobile, diritto reale, di cre-

cazione patrimoniale di origine anglosassone,

dito, purché suscettibile di essere trasferita. I

conosciuto in Italia solo da pochi anni, ma che

beni e i diritti che il disponente trasferisce al

ha vissuto , e sta vivendo tutt’ora , un grandis-

trustee costituiscono il trust fund, che andrà

simo sviluppo ed una sempre più significativa

via via incrementandosi con i frutti derivanti

diffusione negli ambienti ecomonici e giuridici

da questi beni, nonché dai beni e diritti acqui-

italiani.

stati dal trustee per mezzo dei beni in trust o quale corrispettivo dell’alienazione di beni ap-

Il trust è un istituto di origine anglosassone

partenenti al patrimonio in trust. Il principale

di tradizione pluricentenaria che si è radicato

effetto derivante dall’istituzione del trust è la

nei Paesi di common law , cioè in quei Paesi

cosiddetta segregazione patrimoniale, che si

che possiedono una matrice non riferibile al

determina sui beni oggetto del trust. Questi

diritto romano.

beni, una volta trasferiti al trustee, costituiscono un patrimonio separato sia rispetto ai

Il trust è conosciuto ed utilizzato in Italia da

beni che residuano in capo al disponente, sia

quando il nostro Paese ha ratificato la conven-

rispetto al patrimonio personale del trustee.

zione dell’Aya del 1 luglio 1985 . L ’Italia ha

La segregazione fa si che il trust fund non pos-

“riconosciuto” come trust tutti “i rapporti giu-

sa essere aggredito dai creditori personali del

ridici istituiti da una persona, [disponente o

disponente, del trustee e anche dai beneficiari

settlor], con atto tra vivi o mortis causa, qua-

e produce l’effetto di creare un patrimonio se-

lora dei beni siano stati posti sotto il controllo

parato sottoposto ad uno specifico vincolo di

di un trustee nell’interesse di un beneficiario

destinazione.

o per un fine specifico” [articolo 2, comma 1, Conv. Aja].

Il trust si presenta come uno strumento giuridico flessibile, efficace e discreto che per-

Si parla dunque di trust ogni qualvolta un di-

mette il raggiungimento di molteplici finalità

sponente [settlor, persona fisica o giuridica]

nell’ambito dell’amministrazione dei patrimo-

pone beni appartenenti al proprio patrimonio

ni, nella soluzione di vicende legate alla suc-

familiare sotto il controllo e l’amministrazio-

cessione ereditaria, oltre che nella realizzazio-

ne di un trustee [persona fisica o giuridica]

ne di svariati obiettivi aziendali.

a favore di uno o più beneficiari o al fine del 98


99


NO TRUST NO PARTY

Il trust è particolarmente utile per:

Protezione di parti specifiche del patri-

pi di garanzia in una transazione econo-

mica o all’interno di un contratto]; Costituzioni di patrimoni di scopo, cioè di

monio familiare e loro destinazione a

fondi patrimoniali destinati al raggiungi-

qualche erede particolare [ad esempio la

mento di obiettivi specifici [trust di sco-

villa al mare per la figlia maggiore, la casa

po]. Questi trust possono avere anche un

di campagna alla moglie e così via];

carattere umanitario o di pubblica utilità

Gestione separata di una parte di patri-

[charitable trust].

monio mobiliare, senza che questa possa essere coinvolta nelle vicende imprendito-

Nell’ambito aziendale, il trust può essere

riali o familiari del disponente [ad esem-

utilizzato per:

pio una gestione titoli dopo la cessazione

dell’attività imprenditoriale];

Garanzia di transazioni commerciali, pre-

Definizione in vita delle vicende succes-

stiti obbligazionari, mutui e altre forme di

sorie del proprio patrimonio personale e

finanziamento [ad esempio il trust avente

familiare, in modo più discreto, efficace e

per oggetto un immobile costituisce una

flessibile rispetto alle disposizioni testa-

garanzia migliore rispetto ad un’ipoteca

mentarie;

sull’immobile in termini di rapidità, effi-

Tutela di minori ed incapaci: ad esempio

cacia ed economicità];

il trustee avrà il compito di provvedere al

Assegnazione di stock options a dipenden-

mantenimento e sostentamento di sog-

ti e manager [un pacchetto delle azioni di

getti deboli;

famiglia può essere mantenuto in un trust

Pianificazione della successione azienda-

i cui beneficiari sono coloro che hanno

le, senza la creazione di ostilità tra gli eredi

realizzato determinati obiettivi aziendali;

che presteranno la loro opera nell’azienda

inoltre tale schema si presta a risolvere

ed eredi meno dotati dal punto di vista

questioni di successione in azienda tra

imprenditoriale, ma comunque coinvolti

padre e figlio],

nella distribuzione degli utili;

Per deliberazioni assembleari, come for-

Riorganizzazione del patrimonio immobi-

ma alternativa e più efficace rispetto ai

liare in maniera fiscalmente più efficien-

sindacati di voto. In questo caso i pac-

te;

chetti azionari di diversi gruppi azionari sono conferiti in un trust, che provvede

Nell’ambito professionale, il trust è partico-

alla delibere assembleari. Tale modo di

larmente utile per:

procedere ha il vantaggio di rendere più

• • • •

solida ed affidabile la manifestazione di Separazione di somme detenute per con-

volontà e può esser d’aiuto in caso di con-

to dei clienti dal proprio patrimonio per-

flitto tra diversi gruppi di azionisti, ovvero

sonale;

se sussiste il rischio di scalate ostili;

Operazioni immobiliari e multiproprietà; Locazione di immobili; Escrow account, ovvero apertura di un conto corrente bancario vincolato in Trust per svariate finalità [solitamente con sco-

100

Pianificazione della successione aziendale.


LA TASSAZIONE DEL TRUST IMPOSTE DIRETTE I trust sono soggetti passivi IRES. Scontano l’imposta i trust residenti nel territorio italiano che abbiano o meno per oggetto esclusivo o principale l’esercizio di attività commerciali nonché quelli non residenti per i redditi prodotti in Italia. Bisogna inoltre distinguere tra trust con beneficiari individuati [trust trasparenti] i cui redditi qualificati come redditi di capitale vengono imputati per trasparenza agli stessi e quelli senza beneficiari individuati [trust opachi] i cui redditi vengono tassati direttamente in capo al trust. Nel caso molto frequente che l’atto istitutivo preveda che parte del reddito sia accantonata a capitale e parte sia invece attribuita ai beneficiari [configurazione mista], il reddito accantonato sarà tassato in capo al trust mentre quello attribuito ai beneficiari sarà imputato a questi ultimi. Il trust è tenuto ad adempiere gli obblighi previsti per i soggetti Ires quindi a partire dal presentare annualmente la dichiarazione dei redditi. Se ha per oggetto esclusivo l’esercizio di attività commerciali è obbligato alla tenuta delle scritture contabili previste dall’art. 14 DPR 600/773. Nel caso l’attività esercitata non sia in forma esclusiva si farà riferimento a quanto dettato dall’art. 20 DPR 600/73 relativamente agli enti non commerciali Il trust è poi tenuto agli obblighi relativi all’Irap LE IMPOSTE INDIRETTE Atto istitutivo del Trust: l’atto istitutivo con il quale il disponente esprime la volontà di costituire il trust, che non contempli anche il trasferimento di beni nel trust [disposto in un momento successivo], se redatto con atto pubblico o con scrittura privata autenticata sarà soggetto all’imposta di registro in misura fissa quale atto privo di contenuto patrimoniale.

101


NO TRUST NO PARTY

Atto dispositivo: il conferimento dei beni in

Il trasferimento dei beni nel Trust

trust o il costituito vincolo di destinazione che

Il trattamento varia in funzione del soggetto

ne è l’effetto va assoggettato all’imposta sulle

che effettua il trasferimento e della tipologia

successioni e donazioni in misura proporzio-

di bene trasferito

nale, sia esso disposto mediante testamento

La residenza del Trust

o per atto inter vivos. Ai fini della determina-

Si fa riferimento all’art. 73 del TUIR con gli

zione di aliquote e franchigie, che si differen-

adattamenti necessari all’istituto che proven-

ziano in dipendenza del rapporto di parentela

gono normalmente dai criteri di collegamento

e affinità, occorre guardare al rapporto inter-

del territorio dello Stato, della sede dell’am-

corrente tra disponente e beneficiario [e non

ministrazione e dell’oggetto principale. E’ uti-

a quello tra disponente e trustee]. Nel trust di

le esaminare le indicazioni delle varie conven-

scopo cioè quello gestito per realizzare un de-

zioni per evitare le doppie imposizioni.

terminato fine, senza indicazione di beneficia-

Legge di regolamentazione del Trust: il trust

rio finale, l’imposta sarà dovuta con l’aliquota

è sottoposto ad una legge straniera che rego-

dell’8% prevista per i vincoli di destinazione a

lamenta e riconosce l’istituto del trust. I paesi

favore di “altri soggetti”. La costituzione del

che lo riconoscono sono molteplici e di volta

vincolo di destinazione in un trust disposto a

in volta può essere opportuno adottare la mi-

favore dei discendenti del settlor non è sog-

gliore legge in materia.

getto all’imposta qualora abbia ad oggetto aziende o rami di esse, quote sociali e azioni

CONCLUSIONI

Sia l’attribuzione con effetti traslativi di beni immobili o diritti reali immobiliari al momento

Il trust si presenta quindi come un istituto ca-

della costituzione del vincolo, sia il successi-

ratterizzato da un elevato grado di flessibilità

vo trasferimento dei beni medesimi allo scio-

e versatilità e rappresenta uno strumento giu-

glimento del vincolo, nonché i trasferimenti

ridico in grado di sostituire forme e struttu-

eventualmente effettuati durante il vincolo,

re contrattuali ormai superate. E’ un istituto

sono soggetti alle imposte ipotecaria e cata-

rivolto alla realtà delle famiglie, nelle quali

stale in misura proporzionale.

spesso vengono a crearsi contrasti interni in

Operazioni effettuate durante il trust.

sede di successione patrimoniale ed azienda-

Atti di acquisto o di vendita di beni sono sog-

le, ma anche alle imprese italiane, bisognose

getti ad autonoma imposizione, secondo la

di strumenti innovativi, semplici e flessibili

natura e gli effetti giuridici che li caratteriz-

per definire situazioni legali-contrattuali che

zano.

attualmente non trovano soluzioni nelle usuali

Trasferimento ai beneficiari

fattispecie disciplinate dal nostro ordinamen-

Non si realizza il presupposto impositivo ai

to. n

fini dell’applicazione dell’imposta sulle successioni e donazioni. 1

102

Partner: Studio Lumini consulenza societaria, tributaria ed aziendale www.studiolumini.it


103


Stars in the City A t u p er tu con le stelle di casa nostra Ermanno Rossi di Glenda Manzi

Mentre tutti i suoi coetanei sognavano di di-

età e ballerini da cinque) sono partiti da «On

ventare esploratori, soldati o astronauti lui, a

Stage» e sono arrivati a calcare il palco di «Io

dieci anni, guardava «Buona Domenica» e so-

canto», fortunato talent show del sabato sera

gnava di poter volteggiare dentro (e fuori) il

condotto da Gerry Scot-

piccolo schermo come Fabrizio Mainini e Mia

ti su Canale 5 dove sono

Molinari, i primi ballerini della trasmissione.

stati i protagonisti di

Non solo ci è riuscito - debuttando in tv nella

tutti i passi a due.

prima edizione di «Amici» e poi entrando nel

104

corpo di ballo di «Buona Domenica», proprio

Una bella soddisfazio-

come desiderava- ma adesso, Ermanno Ros-

ne.

si, nel piccolo schermo ci fa arrivare anche i

Enorme. Vedere i miei

giovanissimi allievi di «On Stage», la scuola di

allievi che spiccano il

danza fondata cinque anni fa a Bergamo con

volo è meraviglioso: ol-

la socia Francesca Sperani. Sì, perché Bene-

tre a Benedetta e Davide

detta Guerini e Davide Loricchio (dieci anni di

io e Francesca abbiamo


che seguissi le sue orme. Ma io ho insistito e a otto anni mi sono iscritto in una scuola di danza a Bergamo. Dove ha incontrato quell’insegnante che non l’ha aiutata a entrare alla Scala. Esatto. E avevo anche superato i provini iniziali. Ma mi sono rifatto perché poi ho avuto la fortuna di studiare al Teatro Carcano con Margherita Smirnova, una delle migliori insegnanti d’Italia. E poi è arrivata la partecipazione ad «Amici». Perchè la tv? Perchè avevo vent’anni ed era troppo tardi per entrare in un’Accademia come quella della Scala, così ho pensato che la tv potesse essere una strada. Allora i talent show non esistevano, «Amici» era il primo programma televisivo che desse spazio al ballo in modo serio e costruttivo.

allievi approdati all’Accademia del Teatro alla Scala e alla Birmingham school of acting di Londra. Aprire una scuola di danza era uno dei miei sogni, sono felice. Ma non li aveva già realizzati tutti i suoi sogni? Con «Amici» e «Buona domenica»? Quasi tutti. In realtà da bambino sognavo di diventare il primo ballerino della Scala ma ho avuto un insegnante che non è stato in grado di spronarmi e incoraggiarmi. Adesso che l’insegnante sono io cerco di spingere i miei allievi più in alto possibile, li preparo al meglio e quando sono pronti li lascio andare. Davvero la passione per la danza è nata guardando la tv? Sì, ero affascinato da tutti i balletti che vedevo negli show del sabato sera e a «Buona Domenica». Non è stato facile, era una cosa inusuale per un maschio, specialmente dieci anni fa e mio padre, che insegna equitazione, voleva 105


Stars in the City A tu p er tu c o n le ste lle di c asa nostra Ermanno Rossi

Se tornasse indietro lo rifarebbe?

Vi sentite ancora?

Sì, certo. Grazie alla tv si sono aperte porte

No, adesso non più, una volta usciti dalla scuo-

che altrimenti sarebbero rimaste sigillate. Però

la ho perso le sue tracce. Se dovesse mantene-

trovo che negli anni «Amici» sia molto cambia-

re i contatti con tutti, povera lei (ride, ndr).

to: i ragazzi che partecipano oggi sono furbi e abituati ai meccanismi televisivi, noi eravamo

Un palcoscenico su cui vorrebbe esibirsi?

i primi e di conseguenza ingenui, spontanei.

Quello del Metropolitan. Salirci come primo

Allora si studiava davvero e seriamente, come

ballerino dell’American Ballett Theatre di New

in un’accademia; adesso mi sembra che ci sia

York non sarebbe male.

più show e meno insegnamento, i pettegolezzi e la vita privata dei ragazzi sono in primo

In quale ballerino vorrebbe reincarnarsi se

piano.

potesse? Senza dubbio Michail Baryšnikov, il più grande

Ce lo dica: com’è Maria De Filippi?

dopo Nureyev: quando è sul palco sprigiona

È come la vedete in tv: una grande donna, che

energia maschile, vedi un uomo forte e pos-

si rivelò un grandissimo appoggio per tutti noi.

sente che sta danzando. E non è scontato per

Nei momenti di crisi veniva a consolarci e cer-

un ballerino.

cava di spiegarci come muoverci in quel mondo senza farci troppo male.

Progetti per il futuro? Francesca e io stiamo preparando gli allievi di

106


«On Stage» per il galà di fine anno, che si terrà il 18 giugno al Teatro Donizetti. Ci saranno anche degli ospiti, alcuni colleghi di «Amici» che canteranno per noi. E tutto il ricavato della serata sarà devoluto all’Unicef e alle vittime di Haiti.

TEST&THE CITY Parliamo del Teatro Donizetti. Conosce il suo primo nome ufficiale? Aiuto. No, non lo so. Si chiamava Teatro Riccardi, in omaggio a Bortolo Riccardi, il suo costruttore. Sa dirmi quando fu inaugurato? Mamma mia, che asino. Non lo so. Fu inaugurato il 24 agosto 1791. Secondo lei quanti metri quadrati copre il palcoscenico? Ottanta? Cinquecento. Non ne ho imbroccata una, bene (ride, ndr). Prometto che studierò.

107


Dans les coulisses... di Maryline JM-W1

Il teatro. Dagli antichi greci ai giorni nostri, questo concetto ha sicuramente subito diverse interpretazioni e sviluppi. Dal teatro di prosa sono nati l’opera lirica, il teatro-danza, il teatro dei burattini e tanti altri. Tuttavia, enciclopedia e dizionari concordano nel dire che c’è teatro laddove un attore dal vivo (per opposizione a televisione, cinema, o qualsiasi altra forma di differita) recita, canta, balla o narra in uno spazio scenico di fronte ad almeno uno spettatore che, dal vivo anche lui, ne segue la performance. Chiedo scusa per quest’introduzione alquanto didattica ma, da brava cartesiana, amo curiosare nelle parole lette o raccontate prima di scoprire un nuovo luogo; di solito mi aiuta a meglio coglierne l’essenza. In questo caso invece provo come una sensazione d’incompiuto. Un po’ come un buon pasto senza il dolce. Lungi da me l’arroganza di rimettere in questione questa definizione, è solo che non posso impedirmi di pensare che manca qualcosa. Ecco perché questo mese ho deciso di esprimere in immagini e parole i gesti invisibili agli spettatori, eppure essenziali, entrando con voi Dans les coulisses di uno spettacolo teatrale: La strana coppia di Neil Simon (nella sua versione femminile) sotto la regia di Francesco Tavassi. Recarsi

al

teatro

atro dove regna un’atmosfera ovattata (grazie

buon

anche alle tavole del palcoscenico che ammor-

mattino è già di per

bidiscono i passi veloci degli addetti ai lavori e

piacevole

alla poca luce che purtroppo limiterà i risultati

stranezza per me,

dei miei scatti) benché quasi fredda (per via

figuriamoci

farlo

molto probabilmente delle alte pareti in ce-

dall’en-

mento grezzo che racchiudono questo luogo).

artisti.

Accessori aspettano in un angolo di prendere

Tuttavia, varcato il

vita. E corde cadono dal cielo, lente e silenzio-

doppio ingresso con

se, per essere poi legate ad aste metalliche che

custode, mi aspetta un ostacolo ben più diffi-

isseranno luci e fondali. Fa strano vedere pareti

cile da superare: Nunzio Opera, il direttore di

con porte o finestre incorporate portate in giro;

scena della compagnia Teatro e Società dallo

sembrano vere, o meglio lo sono, ma senza i

sguardo più gelido del vento che soffia in cima

soliti muri portanti la mente si perde tra finzio-

a un ghiacciaio. Siccome ho chiesto regolare

ne e realtà.

Donizetti una

di

passando trata

degli

2

autorizzazione, e prometto di seguire le sue direttive alla lettera, senza aggiungere parola, si allontana e riprende a costruire il palcoscenico. A passo lento, inizio dunque a percorrere avanti in dietro quest’antro gigantesco del te-

1 Nata in Francia, a vent’anni l’autrice è venuta a vivere in Italia dove, dopo la pubblicazione del suo primo romanzo collage - Dans les coulisses... ed. Il filo -, ha iniziato a collaborare con la rivista BergamoUp senza abbandonare le sue passioni, insegnare la propria lingua, viaggiare, dipingere e fotografare riflessi. Anche se, dalla pubblicazione di Se la donna fosse un elefante… ed. Miele, la scrittura occupa ormai un posto predominante nella sua vita. www.romanzocollage.it 2 www.teatroesocieta.it

108


Alzo lo sguardo. Rumori di martelli giungono dal lontano soffitto benché il mio occhio non veda anima viva. Eppure qualcuno c’è, infatti fari enormi scompaiono nel montacarichi per raggiungerlo. Siccome continuo a camminare con il naso all’insù alla ricerca del mio misterioso addetto ai lavori, Bruno, un preziosissimo macchinista polivalente del teatro, mi propone di guidarmi alla scoperta dei vari piani. Carta,

affascinanti, i ballatoi. Una specie di terrazzino

penna e macchina fotografica in mano cerco di

con balaustra che si sviluppa lungo tutto il peri-

prendere appunti e di rubare qualche scatto,

metro interno del palcoscenico e che permette

senza ritardare troppo il suo passo tra corri-

di vedere: sopra, il graticcio, sotto, la scena a

doi, cunicoli, montacarichi, scale e scalette che

360° e, ad altezza d’occhio, decine e decine di

portano al tetto; luogo prediletto dai fotografi

corde che sembrano tanti fili da burattinai che

della città per la vista mozzafiato su Città Alta

daranno vita alla scena. Mentre passeggiamo,

e i colli.

i tecnici, quali scalatori, si arrampicano sulle pareti per montare i fari. Al secondo piano, oltre ad un altro ballatoio, si trova il deposito delle luci e un generatore di 350 kW. “È così potente che sarebbe in grado di sopperire all’interruzione di corrente di uno stabilimento con un centinaio di operai” mi spiega Bruno con orgoglio. Quindi, al primo piano, la sartoria e, nel sottopalco, l’attrezzeria. Quest’ultima mi affascina

Da lì, scendiamo al quinto piano dove Bruno

per il persistente odore di legno che emana e

mi presenta Marco Filetti, l’invisibile macchi-

per i piccoli tesori che racchiude, quali preziosi

nista che asseconda le manovre dei tecnici dal

fondali (piegati e protetti, ma che potrò am-

graticcio. Confesso che mi sento goffa e poco

mirare in seguito in fotografie grazie a Cristi-

sicura a camminare su questa struttura fatta di

na Zanuletti, direttore di palcoscenico). Bruno

lastre di legno sottili disposte parallelamente,

mi spiega che un tempo dipingeva lui stesso i

lasciando tra ognuna lo spazio necessario per

fondali a mano, mentre oggi vengono stampati

far scorrere le corde con l’ausilio d’ingranag-

su tela calandrata

gi e motori che gestiscono il sipario metallico

via computer su

tagliafuoco, i fondali e le aste per le luci. È ve-

input dello sce-

ramente curioso intravedere il palcoscenico da

nografo.

quassù: sembra tagliato in sezioni.

appena torniamo

Infatti,

al piano terra mi mostra

quella

che i tecnici hanno appena issata.

Al quarto e terzo piano, ci sono i camerini per i coristi con tanto di sala prove e, molto più 109


Dans les coulisses... di uno spettacolo teatrale

Durante la nostra assenza è arrivata la capo

gré3 mi lascia seguirlo come la sua ombra.

sarta, Antonietta Rodo. Sta disponendo i co-

Il palco è pronto. Al momento delle prove luci,

stumi nei vari camerini stabili del teatro e, appena saranno stati realizzati quelli volanti a ridosso della scena per velocizzare i cambi di costume durante lo spettacolo, preparerà anche quelli. Antonietta ha girato centinaia di teatri nazionali di cui ricorda con piacere quelli che li hanno accolti con frutta, acqua, fiori e dolcetti nei camerini. Mentre arriccia il naso pensando ai bagni turchi di alcuni di essi. La seguo per scoprire in anteprima i costumi dei vari protagonisti dello spettacolo. In quello di Mariangela D’Abbraccio ondeggia il suo profu-

mi consiglia di rivolgermi a Beppe (Giuseppe

mo dalle note dolciastre che inganna la mente;

Filipponio), il tecnico delle luci, che sta per

sembra quasi che sia appena uscita, quando

puntare i fari che creeranno le varie atmosfere

invece deve ancora arrivare.

dello spettacolo. Mi diverte sentirlo chiamare “33!”, e vedere la luce focalizzarsi sul tavolo; “24!” il tavolo torna in ombra, tocca al divano rosso illuminarsi; e così via. Sorrido, è solo tecnologia, ma sembra magia. Dispettoso, Beppe m’inonda di dati tecnici per scoraggiare le mie ingenue domande. Poi si rassegna (sono proprio determinata a capire tutto almeno a grandi linee) quindi riprende da capo, mostrandomi

110

La mia pancia brontola già

la differenza tra lenti microprismate, liscie o

da qualche tempo quando

zigrinate (che allargano o ristringono il fascio

lascio il teatro per con-

luminoso) e, smontando la parte inferiore di un

cedermi quello che sarà

faro, mi fa vedere il carrello che si allontana o

il mio unico pasto della

si avvicina dalla lente a seconda delle esigenze.

giornata;

spettacolo

Oggi hanno installato un centinaio di punti luce

è alle 20:30 e per nulla

tra domino (i diffusori asimmetrici che diffon-

al mondo mi perderei gli

dono una luce a fascio fisso e diffuso verso l’al-

ultimi preparativi e questi

to o verso il basso a seconda di come vengono

momenti in cui immagino

disposti tra il pvc e il tulle che dà profondità al

che gli attori si chiuda-

fondale e quindi alla scena), PC (proiettori a

no nei loro camerini per

lente Piano Convessa che emettono un fascio

concentrarsi e, forse, fare

regolabile grazie alle bandiere; quelle alette

fronte a qualche salita di

nere paraluce e al carrello visto prima), segui-

adrenalina.

persone e sagomatori (proiettori con il musetto

Quando torno in teatro,

a imbuto che riempiono di luce le zone d’om-

Nunzio si è ormai abitua-

bra grazie a dei coltelli che regolano l’angolo

to ad avermi tra i piedi.

del fascio luminoso per adattarlo alla forma

È sempre di poche parole,

conica o rettangolare o altro dell’oggetto da

ma ogni tanto sorride, di-

illuminare), Led (che hanno la funzione del do-

lo

vertito da questa presen-

mino ma consumano meno e possono variare

za estranea, e bon gré, mal

3

Più o meno volentieri.


colore durante lo spettacolo senza dover montare preziose gelatine : sottili fogli colorati che daranno colore, o un effetto notte o giorno, e creeranno un’atmosfera più o meno calda se si sceglie la gelatina 204 dal colore arancione, o fredda se si sceglie la 201, il must della luce fredda, che è blu intenso) e PAR (da parabolic perché contiene una parabola che riflette una

testo con delle attrici

luce quasi diretta e che ha la particolarità di essere molto potente e di poter montare le famose lenti liscie, microprismate e zigrinate). Gli effetti luce saranno tutti gestiti durante lo

che non vengono dalla commedia per una specie di sfida psicologica e per dimostrare che anche il teatro comico va fatto

spettacolo dal fondo della platea tramite un

da veri attori, e non solo da cabarettisti”.

mixer (una consolle) che trasmetterà segnali

Mancano ormai solo due ore allo spettacolo.

digitali (DMX) ai dimmer (un’unità di potenza

Man mano arrivano, mi presento all’efferve-

- che sembrano grandi scatole piene di enormi

scente amministratrice della compagnia, Va-

prese - alimentate da un quadro elettrico colle-

nessa Gasbarri e agli attori secondari: Silvana

gato alla corrente del teatro; 380 volt) ai qua-

De Santis, Antonio Conte, Tatiana Winteler, Fe-

li sono stati collegati tutti i proiettori. Quindi

derica Restani e Raffaele Latagliata.

poca magia e tanta tecnologia in realtà.

Quindi arrivano le due attrici principali, Elisabetta Pozzi e Mariangela D’abbraccio in compagnia di due dei suoi undici cani, Teresina e Camille (ogni riferimento a Camille Claudel non è assolutamente preterintenzionale). Accettano di fare due chiacchiere a ruota libera. Confesso loro che, siccome ormai grazie a internet il loro percorso teatrale non ha più segreti per me, sono curiosa di scoprire come il teatro è entrato nella loro vita. Nel frattempo è arrivato Francesco Tavassi, il regista, con il quale scambio volentieri due parole (la sua battuta preferita della Strana Coppia è: “Questo non è un mestolo, è un ramaiolo.” Avendo rivisto il film di Gene Saks con Jack Lemmon e Walter Matthau da poco per prepararmi a quest’incontro, sorrido mentre si confida). “Ho scelto di mettere in scena questo

Per Mariangela4 è stato per un gioco da bambini. “Quando ero piccola mia mamma che era istitutrice non dava a me e mia sorella le novelle da ragazzi da leggere, bensì i testi teatrali, quali Il giardino dei ciliegi, o tutto Terrence Williams che lei amava moltissimo. E ogni tanto per gioco interpretavamo i personaggi di queste storie teatrali. Quindi il teatro è entrato per gio-

Mariangela D’Abbraccio, napoletana, ha debuttato in teatro diretta da Eduardo De Filippo con Ditegli sempre di sì dello stesso De Filippo e Tre cazune fortunate di Eduardo Scarpetta. Quindi ha interpretato Diana nella Filumena Marturano; Rosy, il transessuale nella commedia Il genio di Damiano Damiani e Raffaele La Capria per la regia di Giorgio Albertazzi, con il quale ha diviso alcune stagioni. Tra gli autori affrontati nel corso della sua carriera: Pirandello, Shakespeare, Cechov. Ha stabilito una lunga collaborazione con Dacia Maraini a partire dalla vita di Camille Claudel, con Camille. È tornata a lavorare con Luca De Filippo, con il quale ha debuttato al Teatro San Carlo di Napoli nello spettacolo evento, Napoli milionaria di Eduardo, nel ruolo di Donna Amalia, diretta da Francesco Rosi.

4

111


co nella mia vita, del tutto naturalmente oserei

gli undici anni ho seguito corsi di danza, poi

dire. Non ci sono state folgorazioni. Inoltre mio

un po’ con la scuola, un po’ di testa mia ho ini-

nonno era il primo violino del teatro San Carlo

ziato ad andare a teatro a vedere grandi attori

di Napoli e mia nonna pittrice. Quindi in casa si

come Lina Volonghi o Alberto Lionello da cui

respirava un’aria fitta d’arte. L’arte era un po’

sono rimasta totalmente affascinata. Durante

il mestiere di famiglia, non ho dovuto lottare

lo spettacolo mi rendevo conto che grazie al

per imporre una mia passione. Me l’hanno tra-

teatro vivevo una vita alternativa alla mia; mi

smessa loro. Poi un giorno, mentre frequentavo

commuovevo e mi sembrava di essere lì con

un corso di teatro seppi che Edoardo de Filippo

loro. Poi dopo lo spettacolo correvo nei came-

era all’università, quindi chiesi di poter parte-

rini per capire com’erano gli attori, chi erano e

cipare all’incontro benché non facessi parte di

cosa facevano. Ero completamente affascinata

quel corso e lui, sentendomi parlare, mi disse

dalla schizofrenia degli attori, da questa loro

che suo figlio cercava un’attrice. Andai e fui

doppia vita tra quello che l’attore è e quello che

presa in sostituzione di un’attrice. Ero un po’

deve mostrare in scena di diverso da sé. Quindi

spaventata, ma più che altro incosciente; non

istintivamente sono stata prestissimo attratta

sapevo realmente cosa volesse dire la discipli-

dall’energia vitale che muoveva il teatro e dal

na del teatro, volevo diventare attrice, ma non

lavoro che un attore può fare su di sé, ma non

avevo idea di cosa volesse dire, ero ancora una

era un pensiero compiuto. Poi un giorno ho ca-

studentessa. [Mi permetto di fare una battu-

pito che fondamentalmente mi annoiavo come

ta sul fatto che in realtà aveva anni e anni di

essere umano, mi sentivo piccola in confronto

esperienza grazie a sua madre. Ride annuendo

a quello che un artista poteva dare. Ero vera-

prima di aggiungere] E forse è anche per que-

mente affascinata da questa capacità d’inven-

sto che non ho lo stress dell’andare in scena.

tarsi altro da sé, inventarsi altre vite partendo

Il teatro per me è divertimento, è gioco. Quindi

da sé. Normalmente un essere umano ha solo

fondamentalmente mi sento a mio agio sul pal-

la sua vita e punto. Invece con il teatro è un

co. Prima di andare in scena provo solo quella

po’ come se tu potessi sondare altro. E così

giusta emozione, come un’adrenalina che scor-

ho capito che non potevo che fare quello nella

re in te dopo una corsa, ma null’altro. Il fatto è

vita.”

che adoro il gioco, la complicità che si crea tra

Il tempo stringe,

gli attori quando si è in scena e che forse non si

quindi le lascio

vede dalla sala, anche se allo spettatore arriva

a

il risultato di questa nostra complicità.”

prepararsi e an-

malincuore

dare a prendere le

misure

del

palco

giacché

questa

sera

è

la prima nella nostra città. Ora un dilemma mi assilla: sedermi comodamente in poltrona e godermi lo spettacolo, o riPer Elisabetta5 in-

manere dietro le quinte. Accenno timidamente

vece è stato più per

a Nunzio il mio desiderio di stare al di là della

una ricerca di sé. “I

scena e, sorpresa, lui accetta, condividendo la

miei genitori mi hanno sempre portato a tea-

mia scelta, a condizione che segua le sue di-

tro, mi ricordo ancora le commedie musicali al

rettive per non intralciare il movimento degli

Sistina di Roma; erano da brividi. Così verso

attori.

Attrice genovese formatasi allo Stabile, Elisabetta Pozzi ha debuttato a diciassette anni ne Il fu Mattia Pascal di Pirandello, accanto a Giorgio Albertazzi, con cui ha lavorato in molti altri spettacoli tra cui Peer Gynt e Antonio e Cleopatra. Attiva soprattutto in teatro, ha lavorato anche per il cinema e la televisione; dal 1979 è nell’ensemble del Teatro di Genova. Tra i suoi spettacoli del decennio 1990-2000: I serpenti della pioggia di Enquist, regia di Franco Però (1990); Zio Vanja di Cechov, regia di Peter Stein (1996); Il lutto si addice a Elettra di O’Neill per la regia di Luca Ronconi (1997); Max Gericke di Manfred Karge per la regia di Walter Le Moli; Adelchi al fianco di Carmelo Bene e Amedea a Siracusa. Recentemente è stata anche Amleto sempre per la regia di Walter Le Moli.

5

112


Poco prima della prima campanella che invita gli spettatori a prendere posto, faccio conoscenza con Daniele D’angelo, il compositore delle musiche. In realtà l’avevo visto anche prima nel camerino di Elisabetta (Lei lo aveva chiamato Amore6, quindi pensavo fosse il suo compagno, ma non sapevo che fosse anche un membro attivo della compagnia). Quando gli

dal quale vedo gli spetta-

chiedo se non sia difficile convivere con un’at-

tori della prima fila delle

trice che è in tournée dai primi di novembre,

balconate e il palcosceni-

molto disponibile Daniele mi spiega che ha

co come tagliato a sezioni

la fortuna di poter comporre ovunque lui sia,

tra le varie quinte. A volte

basta avere un computer; infatti le musiche di

mi sembra che qualche

questo spettacolo le ha scritte mentre erano in

attrice trattenga il fiato

vacanza. I suoi occhi s’illuminano mentre parla

dopo aver detto la propria

del suo lavoro: “Il bello del teatro, dal punto

battuta nella paura che la platea non reagi-

di vista musicale, è che sei totalmente libero

sca. Invece la risata arriva puntuale e ignara

di osare; nessuno si scandalizza delle tue scel-

di questa vita che sfugge al suo sguardo appe-

te.”

na escono di scena per cambiarsi nei camerini

Alla seconda campanella, Daniele scappa in

volanti o prendere nuovi accessori. Le guardo

platea per prendere posto dietro al suo mixer.

e per quanto incredibile mi vedono, mi sorridono e mezzo secondo dopo tornano dal pubblico e sembrano altre persone; il loro sorriso ha lasciato il posto alla disperazione, all’isteria o l’impazienza come da copione. Un pensiero allora mi sfiora: il teatro è solo recita, solo finzione? Il sipario si chiude. Quindici minuti d’intervallo. Gli attori spariscono nei loro camerini. E mentre in sala il pubblico si alza per sgranchirsi le

Nunzio invece chiama gli attori: “Signori, chi è

gambe o si gira per scambiare due chiacchiere,

di scena!”

dietro le quinte, in un silenzio religioso, la fre-

Alla terza campanella, gli attori sono in sce-

nesia è al culmine. Ciro Diletto porta in scena

na, Tatiana accende una sigaretta (fa parte del

una scala da gigante per appendere delle ten-

copione) il silenzio e l’oscurità cadono sulla

de. Beppe controlla un dispositivo sonoro che

platea, quindi la musica dà il via e il siparista

viene azionato dalle attrici quando giocano a

apre manualmente il sipario (Bruno oggi mi ha

Trivial Poursuit. E Nunzio scivola (per accorcia-

spiegato che il sipario cittadino è di tipo gre-

re i tempi di percorrenza) da un lato all’altro

co; è diviso a metà e si apre scorrendo ai lati.

della scena per cambiarne la decorazione. Solo

Ma ne esistono che si aprono verticalmente,

allora noto che indossa delle scarpe così mor-

sono detti sipari tedeschi, mentre i sipari detti

bide che sembrano quelle dei ballerini. Quando

francesi e italiani si aprono dal centro, con due

tutto è finalmente pronto, il direttore di scena

corde centrali che passano attraverso una fila

(sempre lui) corre verso i camerini (sia quelli

di anelli, alzando il sipario lateralmente come

a piano terra che quelli al secondo piano) per

delle tende di casa. Solo che quello francese

dare agli attori i cinque minuti. Nel frattempo

si alza anche in altezza, mentre quello italiano

vado verso i camerini dove Matteo, un croni-

rimane fermo verticalmente).

sta di Bergamo TV sta aspettando che Raffa-

Per non dar fastidio scelgo un angolino laterale

ella Valsecchi, l’addetta stampa del teatro, lo

Che bello vedere una coppia longeva (stanno insieme da quasi tredici anni ormai) nel mondo dello spettacolo che usa ancora dolci nomignoli cambiando intonazione di voce e sorridendo vedendo l’altro arrivare.

6

113


na, lo raggiungo e cerco di capire cosa prova. Quasi per scusarsi per il suo atteggiamento diffidente di oggi, mi spiega che il direttore di scena è responsabile di tutto, dagli attori alla sicurezza in scena e dietro le quinte, quindi ogni imprevisto per lui è un problema in più da gestire. E i non addetti ai lavori non sono ben visti solo per motivi di sicurezza. Mentre mi parla del suo percorso professionale, mi distraggo… è incredibile come ci si può sbagliare a giudicare le persone dai loro atteggiamenti iniziali. Nunzio non ha nulla del gelido vento montuoso, anzi è simpatico e anche caloroso ogni tanto. Ogni tanto perché per lo più non perde di vista la scena e scatta a ogni battuta che richiede il suo intervento. Capisco ora che introduca da Elisabetta Pozzi per un’intervista.

il teatro non è solo l’incontro tra attori e spet-

Chissà come la vive quest’intrusione nel suo ca-

tatori di cui parlano le definizioni, è anche tutto

merino durante questi pochi minuti di relax tra

questo lavoro che sta dietro.

una performance e l’altra. Sospiro; che brutto che neanche la magia di questo luogo riesca a tenere a bada la frenesia della vita esterna (Matteo deve correre per preparare il suo filmato da diffondere sul sito web di L’eco di Bergamo oltre a preparare il pezzo che andrà in onda su Bergamo Tv al telegiornale di domani). Gli attori tornano in scena. La campanella dà di nuovo il segnale, e le luci in platea si spengono mentre quelle del palcoscenico si riaccendono.

Battuta finale. Il pubblico esulta e gli attori

Quando mi sposto da un lato all’altro del pal-

ringraziano. Quando il sipario si chiude defi-

coscenico, sento lo sguardo di Nunzio che per

nitivamente, gli attori si abbracciano sfiniti

un attimo si stacca dalla scena e controlla che

ma soddisfatti e Antonietta, la sarta, racco-

io non stia combinando guai. È incredibile (o

glie i costumi mentre Nunzio prepara l’ordine

meglio a pensarci è normale, ma non ci avevo

del giorno da mettere in bacheca. Sembrano

mai pensato prima), il direttore di scena cono-

una grande famiglia; saranno i quattro mesi

sce ogni battuta a memoria, sa a che momento

di tournée trascorsi insieme, o forse la magia

preciso Mariangela entrerà in scena, a che bat-

del teatro. Anna Gagliena (l’attrice romana fa-

tuta Elisabetta uscirà dal palco per prendere

mosa anche nella mia madre terra grazie alla

un vassoio che lui le tenderà. Quando azionare

sua interpretazione della romantica e sensua-

con il telecomando l’elettrodomestico che rin-

le parrucchiera Mathilde nel film Il marito della

corre l’attrice sulla scena, quando accendere

parrucchiera di Patrice Leconte) fa la sua ap-

l’incenso che simulerà il fumo nel forno; insom-

parizione nelle quinte per salutare Elisabetta

ma non gli sfugge nulla. A guardarlo sembra ri-

e Mariangela. Quando i sei pompieri, fino ad

lassato e calmo, ma ogni suo gesto è calcolato,

adesso sparsi nel teatro per garantirne la si-

controllato, il suo corpo è teso come la corda di

curezza, si accorgono della sua presenza, di

un violino ad ogni cambiamento di scena.

tacito accordo prolungano la loro permanenza

Nei rari momenti in cui si siede sul bordo di

senza mai perderla di vista. Quindi intercedo

una cassa che conteneva gli accessori di sce-

in loro favore per ottenere una foto di gruppo con le tre dive dello spettacolo. (Scatto che mi

114


varrà il sorriso raggiante dei nostri coraggiosi cittadini in uniforme).

Appena fuori dal teatro mi fermo e riprendo in mano la mia macchina fotografica; la neve ha ricoperto la città di un lieve velo magico, trasformandola in un magnifico scenario che riporta alla mia mente il pensiero di prima: dove sta la finzione, la realtà… il teatro è vita o la vita è teatro. Mentre a passo lento e stanco torno a casa, la memoria recupera da qualche cassetto le parole che Ivan (Ivan Boffi il regista teatrale bergamasco con il quale ogni tanto vado in regata e di cui non perdo mai uno spettacolo) cita sempre ai suoi attori: “L’unica differenza tra il teatro e la vita è che il teatro è sempre vero.” Quindi, come si dice dalle mie parti, à bon entendeur, salut7. n

A buon intenditore, arrivederci (poche parole). Nata nel xvii secolo quest’espressione è un invito alle persone che hanno colto il senso delle parole dette di agire e reagire. In questo caso è anche un invito a scrivermi, se avete delle quinte da svelare. Quindi vi lascio il mio indirizzo e-mail: milemary@hotmail.com. E, per i più curiosi, le quinte di chi vi scrive le trovate sul blog del mio libro che si diverte a raccontarmi: http://milemary.blogspot.com/. 7

Il Sesto Elemento 115


Salottino Virtuale di Maryline JM-W1

Dopo lo splendido volo in ultraleggero in compagnia di Roberto Marchesi (vedi Bergamo Up di marzo), il tema di questo Salottino Virtuale si è imposto da solo. La natura, le nostre montagne, questi spazi infiniti che ci empiono il cuore di poesia appena ci stacchiamo dalla civiltà. Se chiudo gli occhi e penso alla montagna, vedo le sue bianche cime maestose tormentate dal vento in un cielo pieno di sole. E se tendo l’orecchio, il vento ancora mi viene incontro, accompagnato dai lievi canti degli uccelli. Sorrido; pensando a questi canti della natura, il mio pensiero va a Bergamo Jazz 2010 che ci ha regalato, tra i tanti momenti di magia, la musica di un bergamasco illustre, Stefano Bertoli2, batterista, nonché percussionista e fondatore dell’associazione musicale Suonintorno di Gorle. Adoro quando dà voce a strumenti strani (spesso costruiti con materiale di fortuna, quali il tubo della stufa pieno di pallini di piombo che porta il mare sul palcoscenico) e ai richiami d’uccello. Durante una chiacchierata con lui, ho scoperto che è più attrezzato di un accanito cacciatore; ha comprato un intero set di richiami. “Mi piacciono i colori della natura e con i suoi suoni mi piace evocarla per ricreare nella mente del pubblico un ambiente, una sensazione.” La mia ammirazione per Stefano Bertoli è nata nel teatro di Zanica alcuni anni fa ascoltando Ninfe Avernali (di G. Trovesi, altro Bergamasco illustre) quando l’ho visto utilizzare quello che dalle mie parti si chiama la boîte vache (ossia quella scatola che, se capovolta, emette il muggito delle mucche). “In questo caso la natura aveva una funzione ironica. Collaborando con teatri, danzatrici e poeti, sono abituato a creare atmosfere diverse da quelle richieste di norma ad un musicista. Quella scatola me l’ha portata un mio amico dopo avergli parlato della scatola Simmenthal della mia infanzia che riproduceva per l’appunto il muh… bramato.” Dovete sapere che quando ero piccola il mare per me era quello della Bretagna e della Normandia, dove le mucche colorano i prati con i loro mantelli color miele o maculato bianco e nero. Potete dunque immaginarvi quante volte ho capovolto quella scatola in vendita in tutti i negozi di souvenirs e non solo. Perciò sentirla in una sala concerto è stato come tornare indietro nel tempo e rivivere le mie estati sulla costa atlantica. Come potevo quindi non innamorarmi di quest’artista capace di trasportarmi con la sua armoniosa ironia musicale?

No, non mi sono persa nei meandri dei miei pensieri, o per lo meno non troppo, visto che la montagna è anche meditazione, come ce lo ricorda Achille Carrara3 con La Montagna Incantata, il titolo di un capolavoro del secolo scorso scritto da Thomas Mann (ed. Tea) ed ambientato nel sanatorio di Davos che da un’altura

domina le alpi svizzere: “Le conversazioni dei diversi ospiti inducono ad osservazioni e riflessioni sulla vita. In particolare l’attenzione è rivolta alla malattia non contrapposta alla salute, ma come elemento costituente della vita. L’apparente disagio della malattia, permette di staccarsi dalle incombenze quotidiane e dedicarsi alla riflessione sul senso della vita. Ritengo che la scelta del titolo e dell’ambientazione non siano casuali perché la montagna spinge a confrontarci e a sfidare noi stessi. Basti pensare alle ascensioni, che talvolta, purtroppo, mettono a repentaglio anche la vita oppure quando noi raggiungiamo soddisfatti una vetta, vediamo quante altre ci aspettano e ci spronano in nuove imprese. La montagna è anche un luogo sacro, nel senso lato del termine, il ricordo immediato è all’Olimpo, sede degli dei, o a Mosè che sul monte Sinai ricevette i

Per commenti e suggerimenti vi lascio il mio indirizzo e-mail: milemary@hotmail.com. Ci sono artisti di cui non bisognerebbe mai scoprire le quinte, come c’insegnano le tante biografie di geni maledetti; Stefano Bertoli invece è un uomo disponibile e aperto che sa mantenere le sue promesse, insomma una bella persona. Che tra l’altro quest’anno, il primo agosto per essere precisi, festeggerà il suo primo mezzo secolo! Auguri Stefano, e grazie di cuore per tutte queste emozioni che ci regali ogni volta che sali sul palcoscenico. 3 Psicologo del lavoro e Psicoterapeuta, nonché assiduo frequentatore di questo Salottino Virtuale, che opera nelle istituzioni e con gli individui, attivando un percorso finalizzato ad accompagnare le persone ad aiutare se stesse per conquistare un metodo di riflessione volto a riappropriarsi di tutte le proprie potenzialità. www.carraraachille.it 1 2

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comandamenti. Infatti proprio in questi giorni la tribù dei Dongria Kondh, nello Stato indiano dell’Orissa, ha chiesto il sostegno di James Cameron, regista di Avatar, per difendere la loro Montagna Sacra da una multinazionale determinata a distruggerla con l’estrazione di bauxite4.”

Sospiro. Anche da noi gli interessi socio economici hanno rivoluzionato i nostri paesaggi con scavi industriali e intensificazione dell’agricoltura a discapito dei prati permanenti e dei pascoli, entrambi fondamentali per la salvaguardia della biodiversità. Non è facile riuscire a trovare la giusta via di mezzo che concilia le esigenze di tutti, ma per fortuna oggi c’è una nuova consapevolezza dell’importanza della complessità della natura, dove ogni specie animale e vegetale - anche la più infima o quella predatrice – è essenziale per rendere gli ecosistemi più resistenti agli stress ambientali e garantire la sopravivenza dell’essere umano. E infatti, per esempio, dopo averli perseguitati quasi fino all’estinzione nei secoli scorsi, oggi convenzioni internazionali e leggi nazionali difendono preziosi predatori quali l’orso e il lupo. Da qualche anno, sono state trovate tracce di due giovani maschi orsi, quasi sicuramente provenienti da una popolazione trentina, che si sono alternati nelle Orobie bergamasche e valtellinesi, creando qualche scompiglio tra la popolazione locale. Eppure il loro ruolo è fondamentale; nutrendosi di carogne, aiutano a limitare l’insorgere di malattie, migliorando così le condizioni di salute degli animali. Allo stesso modo, dal 2000 sono state segnalate presenze sporadiche del lupo in Val Seriana. Il quale, nutrendosi di ungulati selvatici (caprioli e camosci, e in nume-

ro minore stambecchi, mufloni e cervi) e preferendo animali giovani e inesperti o vecchi e malati, svolge una funzione chiave di controllo dei tassi di crescita delle specie preda. Certo il lupo entra così in competizione con i nostri cacciatori che non sono più abituati ad avere competitori e la popolazione locale deve far fronte a paure ancestrali. Quindi è chiaro che la biodiversità deve passare attraverso un’informazione basata sulla conoscenza scientifica dei comportamenti dei predatori nei confronti dell’uomo e delle sue attività zootecniche. Ma non è impossibile. Insomma come lo avrete capito, le nostre montagne hanno dato spunto a numerosi pensieri ed è stato veramente difficile scegliere solo quattro ospiti. Ma con la città che si prepara5 per l’arrivo degli Alpini (7,8 e 9 maggio), ho pensato di dare la parola alla Storia, grazie a Paolo Valoti, quindi alle Piante, con la Dott.ssa Chiara Masseroni, alla Tutela del Territorio, grazie a Roberto Marchesi, e infine all’Immagine, con Emilio Moreschi. Un grazie di cuore agli ospiti per la loro disponibilità e un grazie anche a Nicola Baruffaldi6, questo sconosciuto incontrato in montagna che ha accettato di condividere questi scatti che illustrano l’introduzione al Salottino Virtuale di questo mese.

E, se per caso siete liberi lunedì 26 aprile e il cammin di vostra vita vi porta verso Milano, venite alle Segrete della storica libreria Bocca (via Molino delle Armi, 5). Alle 18:30 presenterò il mio primo romanzo collage©, Dans les coulisses... ed. Il Filo. Il libro contiene, tra le altre cose, un interessante incontro con Erik Gandini, il regista di Videocracy che ha scosso la 66ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, e non solo, con un’analisi del potere della televisione e di come influenzi i nostri comportamenti. n

http://www.survival.it/film/mine Ne approfitto per segnalare il bellissimo giardino «Giardino olfattivo della casa degli artisti al castello di Bergamo (San Vigilio)». recupero di un contesto bellissimo, che conoscono di più gli stranieri che i bergamaschi. Il progetto è realizzato dagli studenti di 4ªC e 4ªD dell’Istituto agrario, in collaborazione con il Master San Vigilio diretto dall’architetto F. Valsecchi. I ragazzi, seguiti dai professori Mariarita Villa e Roberto Conte, creeranno il ripristino di un’area all’interno del giardino (aiuola centrale e la parte vicino al pergolato) inserendo diversi tipi di piante che hanno un richiamo storico e alla tradizione, come il bosso, il ligustro e le stelle alpine in onore anche all’adunata nazionale degli Alpini che quest’anno si terrà a Bergamo. 6 Andate a visitare il suo sito, merita! http://www.nicolabaruffaldi.com/ E per i più curiosi, i dettagli del nostro incontro sono sul mio blog (archivio: gennaio 2010) 4 5

117


Parola alla Storia Con Paolo Valoti

1

‘Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate sulle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché li è nata la nostra Costituzione’. (Piero Calamandrei)

Tra i diversi itinerari storici sparsi tra le nostre montagne, quello che dal paese di Gandino conduce al rifugio Malga Lunga, posto sullo spartiacque fra Val Seriana e Val Cavallina, è di notevole interesse storico e naturalistico. La Malga Lunga fu un’importante base operativa e logistica della 53a Brigata Garibaldi; il rifugio sorge proprio laddove avvenne l’uccisione di alcuni suoi componenti e ospita un museo con una significativa raccolta di fotografie, documenti e cimeli che narrano la vicende della formazione, affinché la Storia diventi monito per tutti per non dimenticare. Per coloro volessero percorrere l’itinerario più lungo (12 chilometri) possono lasciare l’auto all’inizio della strada che sale in Valpiana, nella parte bassa di Gandino (525m), e prendere sulla sinistra il sentiero CAI n° 544 lungo un cammino che incrocia la strada, per giungere

che percorre la bella Valpiana e sale verso la

in poco meno di un’ora e mezza vicino alla

Malga Lunga. Dopo quasi 20 minuti si prende

chiesetta di Valpiana (1050m), dedicata a

sulla destra l’evidente sentiero CAI n° 544 che

Monsignore Giovanni Macconi.

con altri 30 minuti circa porta in prossimità

Altrimenti a questa chiesetta si può anche ar-

della Malga Lunga a quota 1235m, posto dove

rivare con automezzi propri. Quindi dal par-

è possibile vedere splendidi panorami sul lago

cheggio si prosegue lungo la strada asfaltata

d’Iseo e i monti della Valle Camonica. n

Paolo Valoti è socio della Sezione di Bergamo del Club Alpino Italiano (CAI) dal 1982 e attualmente Presidente sezionale eletto per il terzo mandato 2008/2010, nonché Istruttore Nazionale di Sci Alpinismo (INSA) nella Scuola di Sci Alpinismo “Bepi Piazzoli” e Istruttore di alpinismo. La Sezione CAI di Bergamo è stata fondata il 23 maggio 1873 ed è stata dedicata nel 1936 alla memoria di Antonio Locatelli. Oggi è la prima Sezione italiana per numero di soci e conta circa 10.000 soci distribuiti nelle 19 sedi territoriali capillarmente diffuse nella provincia bergamasca. Il Club Alpino Italiano è una storica e moderna realtà associativa con profonde e sane radici in montagna che si rinnovano senza sosta nel servizio per la montagna e per le sue genti grazie alla dedizione dei soci attivi impegnati a diffondere i grandi valori del Club e a condividere l’intramontabile passione per la Montagna, in ogni sua espressione, in particolare coinvolgendo i giovani d’ieri, di oggi e di domani. 5

118

Salottino Virtuale


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Parola alle Piante Con la Dott.ssa Chiara Masseroni1

Curarsi con le piante... il desiderio di molti.

In effetti vanta svariate proprietà, tra le più

Io stessa mi sono lasciata affascinare da que-

spiccate quelle emollienti ed antinfiammato-

sto mondo meraviglioso: estratti secchi, tisane,

rie.

infusi, decotti...ciascuno con una sua proprie-

Se ne utilizzano foglie e fiori (raccolti prima

tà. Purtroppo non sempre “naturale” è anche

della completa fioritura) che vanno fatti essic-

sinonimo di “sicuro” e nulla comunque può

care all’aria e all’ombra. La conservazione è

prescindere da una solida documentazione

piuttosto difficile; i fiori essiccando diventano

scientifica. Esistono infatti molte piante con-

blu e si decolorano alla luce.

tenenti principi attivi tossici o che non vanno

La sua ricchezza in mucillagini ne giustifica le

assunti contemporaneamente ad una terapia

proprietà emollienti: i fiori e le foglie, mucil-

farmacologica. Ma esistono anche piante me-

laginosi, esercitano un’azione lenitiva e pro-

dicinali ragionevolmente “sicure” ed estrema-

tettiva sulle mucose infiammate. Da sempre

mente efficaci. Non si tratta necessariamen-

utilizzata come blando lassativo, la malva è

te di specie esotiche o rare, molte di queste

un valido regolatore intestinale per anziani e

crescono anche da noi, nelle nostre Valli, sulle

bambini; inoltre i fiori sono un rimedio assai

nostre bellissime Orobie. Un esempio perfet-

efficace nel favorire l’espettorazione del catar-

to: la Malva (Malva Silvestris) bella, buona e

ro e nel calmare la tosse disinfiammando le

utilissima!

mucose bronchiali. Pertanto è facile ritrovarla Appartiene alla

nelle formulazioni di tisane pettorali. Si può

famiglia

delle

utilizzare anche per gargarismi su una gola in-

Malvacee e si

fiammata, per fare toccature su afte dolorose

riconosce

e per semicupi nei problemi di emorroidi.

per

i suoi fiori lilla

L’infuso si prepara con un cucchiaino da caf-

venati di rosa

fè di pianta secca per ogni tazza, si lascia in

( m a g g i o - a go -

infusione in acqua bollente per almeno venti

sto) con 5 petali distanziati, dal margine su-

minuti per dar tempo alle mucillagini di rigon-

periore segnato da una insenatura, per i frutti

fiarsi. Attenzione a chi assume farmaci perché

a dischetti biconcavi e per le foglie dal lungo

la contemporanea assunzione di malva potreb-

picciuolo ricoperte di una ruvida peluria. Con-

be diminuirne l’assorbimento!

siderata nell’antichità pianta sacra col potere

Bella e dal sapore gradevole, priva di effetti

di liberare gli uomini dalla schiavitù delle pas-

collaterali è dunque una pianta medicinale uti-

sioni, nel XVI secolo, in Italia, era denominata

le per diversi problemi e davvero preziosa. n

Omnimorbia: rimedio per tutti i mali. La Dott.ssa Chiara Masseroni ha studiato Chimica Farmaceutica e dopo la laurea ha continuato a specializzarsi in Fitoterapia e Omeopatia, addentrandosi in un mondo di principi attivi vegetali con le più svariate virtù medicamentose. www.angolosalute. it, 035 231809 – 035 4599500

1

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Salottino Virtuale


Parola alla Tutela del Territorio Con Roberto Marchesi1

Fino ad alcuni anni fa prestavo servizio presso il Corpo Forestale dello Stato. Agli inizi ero in forza al Centro Sportivo di Auronzo di Cadore, quindi al Comando Stazione di Curno ed infine al Nucleo Antincendi Boschivi di Curno. Nei periodi di massima pericolosità si usciva spesso su segnalazione a svolgere attività di spegnimento incendi boschivi attrezzati di autobotte e soffiatori2 da mettere in spalla quando ci si doveva inoltrare nel bosco o la notte quando i mezzi aerei addetti allo spegnimento non erano autorizzati al decollo. Malgrado l’esperienza e pur agendo sempre e comunque in sicurezza, spesso si rischiava la propria pelle (per via del vento, della sua forza e dei suoi cambiamenti di direzione) pur di spegnere quelle maledette fiamme appiccate per l’80% dei casi da piromani. Nel 2002 ho dato le dimissioni e ora di professione faccio tutt’altro, però il senso della tutela del territorio mi è rimasto. Oggi la mia vera passione è il volo, e più esattamente il volo in montagna, ma questo ormai lo avete capito dopo il numero di marzo di Bergamo Up. Una passione che unisce l’utile al dilettevole; perfino gli aerei di linea contribuiscono alla salvaguardia dell’ambiente, comunicando alla sala operativa del 1515 del Corpo Forestale dello Stato le coordinate degli incendi boschivi avvistati, quindi figuriamoci un appassionato di volo e di montagna. La tutela del territorio per vie aeree è fondamentale, e lo sanno tutti, infatti il servizio di prevenzione incendi con mezzi aerei leggeri di società private è da anni utilizzato da tutte le regioni italiane. Ottimo servizio si potrebbe dire; appalti milionari, ma ottimo lavoro. Il problema è: conviene? Alle società che prendono l’appalto, sicuramente. Così come sicuramente conviene in qualche “modo” anche alle regioni. Ma a Noi contribuenti?

In Italia i piloti di aerei ultraleggeri sono in continuo aumento. Vuoi per il costo ancora accessibile dell’acquisto del mezzo. Vuoi perché il certificato di abilitazione costa un terzo di un normale brevetto PPL. Vuoi perché essendo ultraleggeri, il motore ha bisogno di meno cavalli quindi consumano meno. Vuoi perché sono alimentati con benzina verde anziché combustibile avio quindi costa meno. O vuoi perché decollano e atterrano in pochi metri e non sono soggetti a molti vincoli rispetto agli aerei di aviazione generale. Comunque sia, è un dato di fatto, i piloti di ultraleggeri sono sempre più numerosi nei nostri cieli e volano per pura passione (il loro brevetto o per meglio dire il loro certificato di abilitazione gli permette di volare solo per diporto e non per lavoro). E chi dice passione per il volo in ultraleggero, spesso dice passione anche per la natura, quindi tanti di loro sarebbero sicuramente disponibili a effettuare, volontariamente, voli di ricognizione per la salvaguardia dei boschi italiani. Se a questo si aggiunge che il mezzo è ideale perché - obbligato dall’aviazione pesante a volare a 150 metri dal suolo e capace di volare a basse velocità - trasforma i pilota in ottimi osservatori. La domanda che sorge spontanea è: perché non approfittarne? E, infatti, alcune regioni fanno appello a questi volontari. Ma non sono la maggioranza, anzi, molte regioni, specialmente le più ricche, ancora oggi non ci sentono. Da noi, in Lombardia, due realtà si contrappongono. Comuni intelligenti, quali il comune di Chiari (BS) che si sta organizzando per addestrare 6 dei suoi addetti alla Polizia Locale al pilotaggio di aerei in questione non solo per la prevenzione degli incendi, bensì anche per tutelare il territorio da costruzioni abusive e abbandono di rifiuti spesso risultanti tossici/nocivi in zone sperdute nelle campagne o comunque impossibili da raggiungere2. E comuni dove, se offri un servizio di qualità (exguardia Forestale addetto alla sezione antincendi boschivi) e poco oneroso in quanto volontario (solo rimborso spese), vieni scartato a favore di società che costeranno alla comunità uno sproposito. Perché? Io la mia idea ce l’ho, e ve l’ho espressa, ora tocca a voi, se v’interessa, farvi la vostra. n

Campione della Val Brembana che ha partecipato a varie competizioni mondiali tra cui il Biathlon 10 km alle Olimpiadi di Calgary nel 1988 nonché socio onorario del G.O.V.O. (Gruppo Osservatori Verde Orobico presieduto dall’ Ing. Roberto Carosio) che fa parte della protezione civile. Nel corso degli anni il G.O.V.O. è sempre stato ai primi posti, per efficienza, tra i Gruppi Nazionali, meritandosi encomi e stima da parte delle autorità nonché l’iscrizione nell’Albo Regionale del Volontariato di Protezione. Oltre all’attività di ricognizione, gestisce e presiede, nei giorni festivi e prefestivi, la Sala Operativa Antincendio Boschivo della Direzione Generale Agricoltura, con sede a Milano. Attualmente il Gruppo conta circa 150 tra soci e sostenitori ed ogni anno nuovi volontari, si associano, non vi è limite di età o sesso, basta solo tanta buona volontà e soprattutto tanta passione per il volo. 2 E’ lo stesso attrezzo utilizzato in strada da operatori ecologici per pulire/soffiare i marciapiedi da sporcizia. Serve per lo spegnimento di piccoli/medi incendi boschivi e può essere utilizzato sia per pulire una fascia boschiva dal fogliame per evitare di fornire combustibile al fuoco che sta avanzando, sia per soffocare la fiamma (L’aria generata dal motore viene fatta passare ad alta pressione in un tubo che va a contatto con il terreno e con le fiamme. Se tenuto a una certa distanza dalle fiamme, quest’aria porterebbe ossigeno e quindi alimenterebbe il fuoco; mentre se viene tenuto a contatto tra il terreno e la fiamma, la pressione dell’aria elimina l’ossigeno che genera la fiamma e quindi la spegne). 3 Il progetto - chiamato: Il Patto locale di sicurezza urbana - è stato approvato e finanziato dal Ministero dell’Interno con il patrocinio dalla Regione Lombardia e sarà operativo da giugno/luglio 2010. Controllerà e tutelerà il territorio di 16 Comuni oltre il Parco dell’Oglio nella tratta tra il lago d’Iseo fino alla provincia di Cremona toccando le sponde di altri 34 comuni per un totale di 500 kmq. 1

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Parola all’Immagine Con Emilio Moreschi1

Il mio amore per la montagna e per la gente che la abita è alla base di queste fotografie scattate negli anni Settanta. Ho viaggiato a lungo per i paesi e le valli delle Orobie, e le persone che ho avvicinato mi hanno insegnato molto sulla natura e sulla vita. Ecco perché, attraverso questi scatti, ho cercato di valorizzare il lavoro e la dignità dei comportamenti umani: due qualità che appartengono alla natura più intima dei valligiani. n

Emilio Moreschi è imprenditore, presidente del Museo Adriano Bernareggi di Bergamo, amministratore e consigliere di Fondazione Bergamo nella storia nonché autore, tra gli altri, del volume fotografico “Emilio Moreschi fotografo. Tradizioni e lavoro in montagna” da cui sono tratte queste fotografie scattate nell’ambito dell’allestimento di un archivio delle immagini sull’evoluzione del mondo rurale. Attraverso quest’opera Emilio Moreschi ci fa conoscere alcuni stralci di vita nelle valli, in particolare, Valle Imagna, Valle Brembana, Valle Taleggio, Valtellina.

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La governante Tilde Un noir inedito1 di Antonio G. D’Errico2

6 - Prima Parte Il professore era preoccupato per l’espressione malinconica che da un po’ di tempo vedeva comparire troppo spesso sul volto di Tilde. Gli sembrava piuttosto scontenta, come se un tormento misterioso la agitasse e la soffocasse. Pensò che fosse a causa dei ricordi della sua vita trascorsa, che tornavano all’improvviso e le toglievano la grazia della serenità. Si rammaricò per avere insistito con lei perché gli raccontasse quei fatti e quell’esperienza. Ma egli non poteva immaginare tanto strazio. Si confortava, cercando di vincere con altre suggestioni i rimorsi per una colpa che gli pareva immeritata e ingiusta. Non voleva procurarle quel dolore, ma aveva chiesto solo ed esclusivamente per soddisfare una curiosità. Non trovava niente di male in questo. Se avesse previsto l’esito di quel delirante sconforto in cui era precipitata la donna, non solo avrebbe evitato la sua insistenza ma neanche si sarebbe sognato di accennare al più lieve sussurro che per qualche motivo avrebbe potuto offenderla. La vedeva sospirare, e rinnovava dentro di sé il rimpianto di non aver saputo cogliere probabilmente nel suo sguardo il

dramma interiore che aveva tenuto nascosto alla curiosità di chissà quanti altri avevano avuto la sua stessa curiosità, ai quali aveva risposto con un muro di diffidenza e di chiusure. Forse si era confidata con qualcuno, un’amica, che non aveva resistito alla tentazione di liberarsi del peso angoscioso di quel segreto che avrebbe dovuto custodire con cura e rispettoso silenzio. Si era sentita tradita, probabilmente. Poi ripensava alla delicatezza di sguardo dei giorni passati, quando era entrata a servizio in casa sua, rivedendola in tutto il suo splendore, e allora dubitava sull’ipotesi del tradimento. Con chi avrebbe potuto confidarsi, visto che non era mai uscita da sola per le vie del paese? L’unica volta che aveva messo il piede fuori dal cancello era stato per andare insieme in montagna. Il tradimento era da escludere nella maniera più assoluta. Ricadeva all’istante nel dubbio e nel rimorso. Poi cercava la spiegazione di tanta afflizione proprio nella dedizione della donna che rivolgeva alla cura della casa. Probabilmente era stanca, aveva bisogno di maggior riposo, oppure doveva andare più in giro, scendere al di là del fiume, sedersi sull’erba, ascoltare il fragore della piena, raggiungere i negozi sotto i portici, guardare le vetrine, comprare un nuovo vestito, una maglietta, una borsa. Ebbe un sussulto, come una certezza, che dovesse incitarla a questo genere di attività, che le avrebbero ridato il piacere del sorriso e della felicità. - Perché non usciamo, Tilde? - le propose, agitato dall’impeto di questa nuova consapevolezza che aveva acquisito, raggiungendola nel salone. - Come? - sbottò, facendo un verso di agghiacciante stupore. - Dove vuole andare? - In nessun posto particolare, - scemò il tono di voce, divenendo un tenue ed incerto sussurro. - Così, in giro… Tanto per cambiare aria… Non mi sembra il caso che tu resti in casa tutto il giorno. - No, non ne ho voglia, - lo guardò con un’ossessiva aria di perplessità. - Se vuole uscire lei, esca… Io

1 Negli episodi precedenti: La morte sospetta del vecchio preside di un noto liceo di Bergamo manda nel panico i cittadini di Roncola. Il commissario Gribaudi della questura indaga tra gli abitanti del paese, che si sono chiusi in un mutismo inspiegabile. La signora Tilde, ex allieva del professore Ruggeri, si trasferisce a San Pellegrino per incontrare l’anziano ormai in pensione. Sono passati trent’anni dall’ultima volta che si sono visti. Il professore non la riconosce, e la invita a casa sua, per il piacere subdolo della donna. Le propone di occuparsi della casa come governante, insistendo che si trasferisca a casa con lui. Dopo un finto dubbio, la donna accetta. 2 Scrittore e sceneggiatore teatrale, televisivo e cinematografico. Tra le varie opere e riconoscimenti di Antonio G. D’Errico si segnalano due lavori diversi per dare un’idea della vastità dell’opera di quest’artista. Il suo ultimo lavoro, il thriller ambientato nella Bergamasca, Il Discepolo - ed.Frilli (classificato, alla votazione della giuria popolare, al terzo posto del premio Scerbanenco, edizione 2008) che s’ispira al mondo dei giovani, e in particolare al mondo nascosto delle sette sataniche. E un lavoro realizzato con Donato Placido, attore e poeta, fratello del più noto attore e regista Michele Placido, “Montalto. Fino all’ultimo respiro, diario sentimentale” (Giuseppe Laterza Editrice, dicembre 2000) Premio Pavese, edizione 2002, e Premio città di Monteverde, V edizione, estate 2001. Dal cui romanzo è stato tratto un film sul caso “Montalto”, il giovane agente di polizia penitenziaria ucciso nella campagna di Trapani la sera del 23 dicembre 1995, vittima di un agguato mafioso. Per i più curiosi ecco il suo spazio nell’etere: http://www.myspace.com/antoniogderrico

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non me la sento…. - Perché, Tilde? - ribatté, con la delusione che gli aveva annebbiato la vista. - Perché non ne ho voglia! - rispose, con tutta la convinzione. - Volevo uscire con te, - fece un blando tentativo di persuasione. - Credo che tu ne abbia bisogno. Cominciò a dubitare sulle intenzioni di quella proposta; replicò, mantenendo a stento la dignità e il contegno: - No, grazie per la sua gentilezza, ma so bene ciò di cui ho bisogno. Il professore trattenne l’istinto di voler cercare altre spiegazioni con un semplice “Cioè?”. Evitò di dover ricadere nell’errore dell’insistenza. Pensò che avrebbe potuto scatenare altri gravi danni irreparabili. Accettò il rifiuto di Tilde, ritenendo che avesse altri motivi, altri misteri, che non era necessario che svelasse. - Va bene, - mormorò tristemente, - io vado in giardino… Se hai piacere della mia compagnia sono di là. Scosse la testa la donna, odiando quel vecchio, che si trascinò con le gambe malferme fuori della stanza. Fece biechi commenti su di lui e sui suoi modi assurdi di comportarsi. Fece un verso di disgusto, cacciando la lingua tra i denti, rigurgitando nella gola, pensando alla sua compagnia, di cui non aveva mai avuto nessun piacere. Il disgusto sì, quello era l’unico moto dell’anima che riusciva a procurarle.

- Sì, da seduti si è comodi, e si dà l’idea di comodità ai ragazzi! In piedi si dà un’idea diversa, perché diversa è la posizione! - Ma che strane idee sono queste? - mutò repentinamente stato d’animo, come se fosse stato punto da quelle affermazioni. Cercò la provocazione sarcastica e oscena: - Non mi dire che tra i tanti lavori che hai cambiato hai fatto anche l’insegnante! Lo fissò con estrema indignazione. - No! - replicò all’istante. - Non si è bravi in un lavoro solo perché ci è stato permesso di esercitarlo, ma lo si fa bene perché si è avuto modo di approfondire ogni suo più intimo dettaglio, senza dare niente per scontato! - Vuoi fare tu adesso l’insegnante con me? Lo fissò a lungo, accentuando la severità dello sguardo. - No, - rispose. - Le ho chiesto io di parlarmi del suo lavoro! E’ lei l’insegnante! Anche se ho le mie idee da esprimere al riguardo! - Vuoi sentire le mie idee o vuoi espormi le tue? - ribadì la sua posizione. - Tutt’e due, se è consentito. E’ uno scambio immagino, mica un monologo. Sospirò l’insegnante, e continuò subito dopo: - Vuoi chiedermi altro? - Certamente, sì. - Di’, cercherò di risponderti come mi riesce, sperando che mi riesca bene! - cercò l’esasperazione con quell’altra provocazione. Tilde non si scompose. - Se vuole, risponda all’altra

La sera mangiarono in silenzio. La donna aveva in odio anche il suo respiro, il suo modo affannoso di portare il cibo alla bocca, le sue mani tremolanti, secche e tozze che reggevano il metallo del cucchiaio. Era decisa a portare a termine quella farsa. - Perché non mi parla del suo lavoro? - disse, con una parvenza di disponibilità al dialogo. - Perché? - tremò nella bocca il vecchio, stupito da quel modo di porsi delicato e improvviso, di cui aveva perso la memoria e le speranze. - Perché no? - accentuò la grazia nel volto, che si accese di dolcezza e meraviglia. Il professore fu lieto di quel recupero di forma e di splendore. - Sì, hai ragione, - sorrise. - Perché no? - Eh, - fece lei. - Allora, mi dica. - Che cosa vuoi sapere? - Non so…. Il suo metodo di insegnamento… Il modo con cui stava in classe… - In che senso? - dubitò. - Stava seduto alla cattedra o stava in piedi durante le sue lezioni? - Che importanza ha? - soffiò tra i denti, stranito, storcendo la bocca, dando forma ad un ghigno che nelle intenzioni voleva essere di sufficienza, riuscendo appena ad abbozzare una smorfia bruciante e stomachevole. - Risponda, - ripeté: - Stava seduto o in piedi? - Uh, - tentò di banalizzare con un sorriso, che rese ancora più grave la deformità del suo volto. - Seduto, stavo seduto, - rispose, rumoreggiando nella gola, con un affanno sottile, ritmato e divertito. - Infatti, - pronunciò, come una conferma. - Che differenza c’è secondo te? Si parla con la bocca mica coi piedi! Seduto o in piedi l’efficacia della voce è la stessa. - Sì, certo, la voce è la stessa… ma la comodità è diversa! - Come, come? - aumentò l’affanno.

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La governante Tilde domanda che le ho fatto: qual era il suo metodo di insegnamento? - Sì, - masticò tra i denti. - Vedi, il mio metodo era lo stesso dei milioni di insegnanti che a quei tempi erano nelle scuole come me, - esitò un istante. Effettivamente erano tempi in cui vigeva un certo rigore, anche se non più di tanto… Era piuttosto una forma, un modo per esigere rispetto e disciplina dagli allievi, i quali se lasciati senza freno sono peggio del loglio in un campo seminato! Tilde ingrossò appena il respiro, scoraggiata dal paragone che il professore aveva fatto con quell’erba infestante, per rendere l’idea della stessa minaccia rappresentata dall’irrequietezza dei ragazzi. Le venne anche il dubbio che avesse cercato di impressionarla con quel riferimento tutt’altro che colto, diversamente da come aveva pensato lui, che in un certo senso voleva rimandare a nozioni di botanica o di erboristeria. Ma in lei aveva suscitato solo il disprezzo, per un essere che non aveva neanche cultura e attitudini per l’agricoltura, ambito a cui meglio si addiceva il suo modo di essere e di esprimersi. Lo odiò profondamente, rivedendolo nel suo atteggiamento ridicolo e arrogante che teneva in classe. - Lo si faceva soprattutto per educarli, - continuò l’anziano, con il suo tono osceno, nonostante fosse inconsapevole della gravità delle sue dichiarazioni. - Per insegnare loro che ci sono dei ruoli da rispettare… quegli stessi ruoli che da grandi imporrà loro la vita… Sospirò la donna, nauseata da quei discorsi che più volte gli aveva sentito pronunciare standosene seduto comodamente sulla sedia dietro la cattedra. In realtà non era mai riuscito neanche a sentirlo, talmente era distante lo spazio che li separava dentro l’aria di quell’aula lunghissima e stretta, dove le sue parole arrivavano appena come un sussurro, quasi fossero pronunciate di proposito come un’offesa per chi cercasse inutilmente di cogliere il senso di un contenuto, riuscendo a malapena a distinguere il rumore di qualche sillaba che creava solo fastidio e rabbia. - La vita! - sbottò, con una vena di rancore, per impedirgli che continuasse con altre sentenze di nessun valore. - Sarà proprio lei, la vita, ad insegnare al momento opportuno ciò che è necessario imparare! Ma al momento opportuno! Senza voler pretendere da chi ha unicamente la preoccupazione di crescere che impari quanto non può capire allora, che potrà capire solo domani, quel domani che la vita sceglierà o ha già scelto per lui! - si fermò un istante, per cogliere la tensione nello sguardo dell’anziano, che ansimava per l’affanno, vedendo in quella verità che gli veniva opposta solo l’intenzione e il piacere subdolo e sottile di volerlo contrariare. Tilde andò avanti, ritrovando nel volto sfigurato dell’altro tutta l’apparenza delle sue considerazioni; continuò, perché voleva insegnargli qualcosa, nonostante fosse troppo tardi, ma doveva fargli capire gli errori che aveva commesso, che gli rimanessero almeno come rimorso o come dannazione di una colpa. - La scuola deve occuparsi di insegnare ciò

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che appartiene al presente e alle possibilità di chi deve imparare, senza preoccuparsi del suo futuro! Il futuro si costruisce giorno dopo giorno, anno dopo anno, esperienza dopo esperienza! La scuola deve preparare ad affrontare il presente, perché attraverso il presente si costruisce il futuro! Ciò che sarà non è prevedibile, e molto spesso si sbaglia a voler fare previsioni! La scuola deve insegnare un metodo, deve sviluppare lo spirito di osservazione in chi è privo di questi strumenti, per un suo naturale limite e non certo per incapacità! Se è stata in grado di rendere chiare al ragazzo le sue possibilità e gliele ha fatte riconoscere come proprie, allora la scuola ha favorito la sua crescita! Diversamente, se gli ha richiesto solo di aderire a obblighi, ordini, convenzioni, pur tenendo conto della vita, quella futura, ha fallito nel suo compito! - Tu sei un’arrogante, - affermò con estremo rancore, soffiando il respiro, che uscì come un sordo e tragico lamento. Fu colto dalla sensazione grave e improvvisa di alzarsi dal tavolo e lasciarla da sola a ripensare alle sue stupide e offensive insinuazioni. Rantolò in modo pesante e amaro. Lasciò cadere il cucchiaio nel piatto. n


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Appassionato di cucina, membro di un’importante accademia gastronomica, quando passa per Bergamo, cerca un buon locale per passare un momento con Lei.

Un tavolo per due GENNARO & PIA1

Sei un habitué? Diciamo che è un ristorante dove torno volentieri.

Ci sono ristoranti “speciali” che sono in realtà

esempio, il personale. Tanto la gentile e gra-

fin troppo, e opacamente, normali, e ci sono

ziosa signora bionda che ti accoglie, quanto

alcuni ristoranti “normali” che sono invece un

lo staff di camerieri hanno quel giusto mix di

po’ speciali. La caratteristica di Gennaro e Pia

cortesia e professionalità che ti fa rilassare a

è appunto questa, di essere così perfettamen-

dovere. Ho notato che spesso i buoni ristoranti,

te e positivamente “normale” da risultare qua-

nella fascia media, li riconosci da questo: ca-

si speciale.

merieri ben vestiti, di mezz’età o perché no anche anzianotti, sempre quelli, e di buon umore

Se volete stupire, dunque, non è il vostro po-

senza far gli spiritosi. I camerieri di Gennaro

sto; se volete invece semplicemente star bene

e Pia meritano in tutto questo la lode, e non

a tavola, ciò che vi dico, cari miei, è: andate-

per caso il servizio è rapido e accorto. Vedi

ci.

contenti e tranquilli anche i tapini costretti dalle circostanze a mangiar soli, creature altrove

Cosa fa la differenza rispetto a tanti posti al-

misere, indurite e reiette: qui si sentono ap-

trettanto “normali” ma meno speciali ? Ad

prezzati, questa è civiltà.

1

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Via Borgo Palazzo, 25 - Bergamo - 035 242366


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Un tavolo per due

Del cibo, io prediligo alcune cose: il buffet di

freddo, a volte più riuscito, a volte più anoni-

verdure cucinate, ad esempio, sembra “cheap”

mo, ma che (inorridiscano i puristi) rendo

a dirlo e invece lo mangerei tutti i giorni e tutto

sempre ben accetto annegandolo nel buono e

il giorno, ricco, vario, goloso, non troppo unto,

forte olio per condire. Per chi ci vuole dare

mi basterebbe quello per essere contento. E

dentro, c’è poi tutto l’armamentario della cu-

poi, ottimo, il fritto di pesce alla Gennaro, non

cina bergamasca, ed un solido carrello di dolci

un malloppazzo spesso ammoniacato di gam-

che si scambia sguardi minacciosi con il fega-

beri e calamari, come altrove spesso capita,

to, ma non privo di attrattive. Per chi ama la

ma ben variato con acciughe, moscardini, ver-

pizza, pizze a volontà: Gennaro il fondatore fu

dure, qualche occasionale scampo e pesciozzo

appunto uno dei padri pellegrini della pizza a

di paranza, mai pesante anche se un po’ labo-

Bergamo.

rioso, perché il braccino corto nelle porzioni non abita qui.

Detto tutto il bene che potevo, segnalo che sui vini non si va troppo per il sottile: cantina one-

Ma anche la pasta fresca con ragù di pesce,

sta ma nulla più, e che il menu è nei secoli

o, come sceglie lei, con gamberi e zucchine

fedele, non aspettatevi invenzioni stagionali.

è all’altezza, grazie a quel sapiente e intenso

Poche pecche, dunque. Gennaro, che vedevi or-

sughetto di olio, aglio, pomodoro e profumo di

goglioso alla cassa fino all’altro ieri, purtroppo

mare che non puoi non tirar su col pane, che

non c’è più: lunga vita ai suoi eredi.

è il segreto di tutti i buoni primi piatti (rossi) alla marinara. Mr. Pink Mi distraggo ogni tanto con l’antipasto di mare

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Matteo Mottari

Matteo Mottari FOTOGRAFO Ufficio Via Corti 51 Studio Fotografico Via Canovine 22/a 24126 Bergamo Tel. 035.314567 338.6168301 www.matteomottari.it

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Mec-art 1966-1977

Arte oltre la fine della pittura Testo e foto di Maryline JM-W

Francesco Tedeschi “Che cos’è la mec-art? Né pop-art né op-art ma tutto questo insieme. Essa è lo stile meccanico di un’epoca di immensi progressi, lo stile mondiale della seconda rivoluzione industriale. Una volta i fabbri del Medioevo avevano saputo adattare il loro artigianato alle necessità della produzione in serie: l’armatura, la tenuta di guerra dei cavalieri, era abbastanza sintomatica. Oggi nell’era della navigazione spaziale, dell’energia nucleare, dei cervelli elettronici, i cosmonauti son diventati gli archetipi del progresso e le loro tenute, che affascinano le folle, ispirano i sarti e condizionano direttamente l’evoluzione della moda. Caschi con visiera, tessuti in fibra sintetica rigida e articolata, cerniere metalliche al posto dei bottoni, manometri a guisa di ornamenti; ecco la mec-art, una rivoluzione nella storia dell’alta moda, la linea del 2000 al sole dell’estate del 1966.” Manifesto di Pierre Restany

La tanto sospirata pubblicazione curata da

testo originario per essere integrate in com-

Volker W. Feierabend (ed. Silvana Editoriale)

posizioni personali, venivano trasferite su

1

per la Fondazione VAF è finalmente arrivata;

tela fotosensibile e, infine, tese su un telaio.

galleristi e collezionista aspettavano da anni

Questo movimento è stato teorizzato da Pier-

questo libro che fisserà nella memoria di tutti

re Restany nel 1965 dapprima in Francia con

la storia della Mec-Art italiana, grazie anche al

artisti come Serge Beguier, Gianni Bertini, Pol

prezioso testo critico di Francesco Tedeschi.

Bury, Alain Jacquet, Nikos e Mimmo Rotella e

La Mec-Art, abbreviazione di mechanical art,

portato in Italia nel 1966 alla Galleria Blu di

ossia arte meccanica, è nata negli anni ses-

Milano e di cui fecero parte dal 1968 artisti

santa grazie ad un gruppo di artisti francesi

italiani più giovani come Bruno Di Bello, Elio

e italiani in seguito a un’attenta osservazione

Mariani e Aldo Tagliaferro che già lavoravano

della rivoluzione culturale che si stava diffon-

con riporti fotografici su tela in sintonia con i

dendo nella società con la contaminazione

colleghi francesi.

della cultura di massa e l’avanzamento della

Per saperne di più, fino al 15 maggio in Gal-

tecnologia. Infatti, i mec-artisti hanno rinun-

leria Elleni2 saranno esposte opere di Gianni

ciato a pennelli e cavalletti, a favore d’imma-

Bertini, Bruno Di Bello, Elio Mariani, Mimmo

gini fotografiche di ogni genere offerte dalla

Rotella e Aldo Tagliaferro. n

società di allora che, sottratte dal loro con-

La Fondazione VAF, con sede a Francoforte, è un’impresa di pubblica utilità i cui obiettivi consistono principalmente nella promozione, conservazione, acquisizione, esposizione dell’arte contemporanea italiana e nel suo studio sistematico. 2 Via Broseta 37 - Bergamo 1

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BRUNO DI BELLO GIANNI BERTINI

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Bergamo Jazz di Raffaella Ravasi - Ph. Simone Montanari

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La XXXII edizione di BERGAMO

Santa Caterina e allo Spazio

nata conclusiva di domenica:

JAZZ organizzata dall’Asses-

Polaresco. Fra i molteplici ap-

mattina con Misha Alperin al

sorato alla Cultura e Spettaco-

puntamenti del ricco calenda-

piano nell’ex Chiesa della Mad-

lo del Comune, la seconda affi-

rio della tre giorni di Bergamo

dalena, pomeriggio maratona

data alla Direzione Artistica di

Jazz, venerdì l’inaugurazione

musicale dei giovani musicisti

Paolo Fresu, ha salutato l’ar-

del

nell’Auditorium

dei conservatori italiani e del-

rivo della Primavera nella tre

di Piazza della Libertà con

le scuole di Bergamo in Città

giorni “Spring in Jazz” (vener-

l’omaggio della JW Orchestra

Alta e All’Auditorium Santa

dì 19, sabato 20 e domenica

Association diretta da Marco

Caterina dove Enrico Rava ha

21 marzo). Concerti Jazz non

Gotti ad Ennio Morricone, in

suonato con il nostro Gianluigi

solo al teatro Donizetti, ma

serata, allo Spazio Polaresco,

Trovesi. Serata al Teatro Doni-

nell’ex Chiesa della Maddale-

concerto del milanese Spare

zetti con Omar Sosa e il San

na, all’Auditorium di Piazza

Time Trio.

Francisco Jazz Collective. n

della Libertà, all’Auditorium

Ricca d’appuntamenti la gior-

festival


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Bergamo Jazz

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Eventi: La dolce vita

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event


event


Arte e moda:

scatti d’autore da Fausti Uomo

fino al 25 maggio. Testo Ufficio Stampa Tiziana Fausti - Ph. Simone Montanari L’inaugurazione della mostra è avvenuta in concomitanza con il cocktail di presentazione dell’edizione primavera estate di Gq Style. La nota rivista di moda maschile in partnership con la Camera Italiana buyer moda (The Best Shops) celebra così l’eccellenza di Tiziana Fausti, considerata uno dei più improtanti fashion retail a livello nazionale. n

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Eventi: La dolce vita bergamasca

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Arte & Motori

Nello Spazio Arte Hangar Audi di Maryline JM-W - Ph. Matteo Mottari La Galleria Marelia e Bonaldi Motori hanno

in Inghilterra, Slovacchia, Spagna, Svezia e

organizzato martedì 30 marzo una serata

Olanda. La mostra continua fino al 20 maggio,

all’insegna di Arte e motori per la presenta-

sia nello Spazio Arte Hangar Audi (dove po-

zione della nuova Audi A8 e l’inaugurazione

trete provare la nuova A8), che presso l’Hotel

della mostra itinerante “Noir et Blanc Madì1”.

Mercure Palazzo Dolci e la Galleria Marelia,

Trasformando così lo spazio Arte Hangar

entrambi in centro città. n

Audi (via Gemelli, 30) in un salone di lusso con ospiti prestigiosi, quali l’assessore alla cultura, Claudia Sartirani, dove interessanti ricerche artistiche nell’ambito dei due “non colori”, in coerenza con la filosofia e scelte estetiche del movimento Madì, hanno fatto da cornice a questa nuova berlina, sintesi perfetta tra lusso e sportività. Gli artisti Madì, con l’introduzione della poligonalità, hanno concretizzato un vero e proprio cambiamento culturale

internazionale.

Il

movimento - fondato in Argentina nel 1944 - è infatti presente non solo in Argentina, Belgio, Francia, Germania, Italia, Stati Uniti, Ungheria e Venezuela, ma anche

La parola Madì significa MAterialismo DIalettico, proponendo con Materialismo una geometria dove l’oggetto-opera non rappresenta, non esprime, non significa e non è in rapporto con un soggetto, ma è vero in sé, e Dialettico perché descrive in termini empirici lo sviluppo storico del pensiero. Tra gli ispiratori e fondatori del movimento Madì, vi sono Carmelo Arden Quin, Gyula Kosice, Edgar Bayley e Rhod Rothfuss.

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Eventi: La dolce vita bergamasca

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Miss Caffè del Viale di Dalmine. Ph. Simone Montanari Giovedì 25 marzo sfilata di moda per l’elezione di Miss Caffè del Viale di Dalmine. 15 ragazze, precedentemente selezionate, divise in tre categorie over 18, over 27, over 37, sono state protagoniste della serata del locale di Filippo e Roberto Marchesi. Locale gremito di gente per applaudire la sfilata con abiti da sera, da sposa, sportivi, casual e costumi da bagno che ha visto l’elezione della bellissima e bionda Patrizia Fenili, 23 anni di Curno, vincitrice della categoria over 18 e del titolo di Miss Caffè del Viale di Dalmine. n

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Eventi: La dolce vita bergamasca

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Coka Club

Apre a Bergamo! Ph. Matteo Mottari Tutto è pronto al Coka Club di Via Madonna della Neve 35 a/b per prepararci all’arrivo dell’estate in forma ed abbronzati. Il titolare Andrea Grigis con la sua direttrice tecnica Elena Palazzi hanno inaugurato il nuovo centro estetico in compagnia d’amici e clienti. Parola d’ordine: coccolati e abbronzati. Dai tradizionali massaggi agli innovativi pacchetti studiati su misura per combattere lo stress e recuperare la forma. n

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Eventi: La dolce vita bergamasca

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REMIDA

Inaugurato il nuovo negozio Ph. Simone Montanari Inaugurato il nuovo negozio REMIDA a Cisano Bergamasco con un affollatissimo aperitivo al quale ha partecipato, fra i numerosi ospiti, anche il Sindaco di Cisano Bergamasco. Il punto vendita segue il già noto REMIDA di Villa D’Almé proponendo alla clientela le calzature delle più note griffe: Chloè, Cesare Paciotti, New Balance, Luciano Padovan, Alberto Guardiani, Janet & Janet, Coccinelle, Casadei, Stuart Weitzman, John Richmond, Just Cavalli, Fratelli Rossetti, Cesare Paciotti, Pollini, Lorbac e Rodolphe Menudiel. n

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Eventi: La dolce vita bergamasca

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Glam Viaggi Ph. Laura Marinoni

Appuntamento con Giacomo Ferrari, il Personal Travel Agent titolare della Glam by Hanauma Viaggi di via Verdi 27/d a Bergamo, per una serata al Bobadilla in occasione della Festa del Segno. MartedĂŹ 2 marzo numerosi ospiti ed amici hanno festeggiato con la Glam viaggi durante una ricca cena a buffet, chi sognando, chi programmando viaggi da sogno. n

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Eventi: La dolce vita bergamasca

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Calle de la Industria 520 Ph. Laura Marinoni

Il 27 marzo scorso si sono dati appuntamento i Soci del Cigar Club Calle de la Industria 520 di Iseo (BS), per una cena presso il Relais Franciacorta a Timoline

di

Cortefranca

e

gustare ottimi sigari accompagnati

dalla

musica

dei

Gypsy Soul, la serata si è animata con la riffa che ha premiato i fortunati possessori dei biglietti estratti n

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FACE de Berghem

Rubrica a cura di Alessandro Di Miceli dedicato a tutti i bergamaschi.

Inviandoci, entro la fine di ogni mese, una vostra fotografia avrete la possibilità di vederla pubblicata il mese successivo all’interno di questo apposito spazio. La foto va inviata all’indirizzo mail:grafica@bergamoup.it oppure alessandro@dimiceli.it. Si da per appreso, che chiunque invii la fotografia per e-mail, si assume ogni responsabilità in merito alla divulgazione e pubblicazione della stessa approvando e sottoscrivendo quanto segue: “Al fine di far pubblicare la mia foto sul mensile BergamoUp acconsento al trattamento dei miei dati personali, come stabilito dalla legge sulla privacy. Dichiaro, di avere il diritto di distribuire questa immagine e che essa non viola le condizioni d’uso, e sollevo da ogni possibile controversia legale il mensile BergamoUp (nel nome dei suoi rappresentanti legali), per la quale mi ritengo personalmente responsabile”.

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Oroscopo di Joseph Procino1

Segno Zodiacale del mese:

Ariete

Il Sole transita nel segno dal 21 marzo al 21 Aprile L’individuo Ariete ha bisogno di agire e di organizzare, è originale e rifiuta di venire organizzato o dominato da altri. Ha la costante necessità di nuovi traguardi e di nuove idee. E’ il primo segno della cerchia zodiacale, dunque rappresenta l’inizio della vita, la primavera come metafora dell’inizio delle stagioni. E’ governato da Marte, pianeta della ribellione e dell’azione. Infatti i nati sotto questo segno sono spesso destinati ad un settore bellico, militare e con l’attuale ridimensionamento dell’arma nella nostra Società destinati a carriere imprenditoriali. L’Ariete classico sarà sempre in moto, coraggioso, impulsivo fino alla temerarietà perché convinto delle proprie ragioni, scarsamente diplomatico ma senz’altro spontaneo fino al punto di concludere anche in perdita i propri rapporti, spesso senza tenere in alcun conto le conseguenze delle sue azioni e delle proprie parole, ed altrettanto sovente in grado di ricadere negli stessi errori già commessi, ma sempre pronto a riprendersi e a rialzarsi. Ha una enorme capacità creativa, spesso accompagnata da un bisogno di primeggiare e di arrivare. Pur non essendo riflessivo, ne’ costante, tende ad agire continuamente, fin quasi a logorarsi per questo suo troppo lavoro, per i troppi progetti, magari anche per le frustrazioni che comporta l’impossibilità di realizzarsi. L’Ariete tuttavia ha in sé una forza che possiamo definire misteriosa: cade e ricade ma sempre si rialza, ritorna in piedi e riprende il suo moto quasi affannoso. Il carattere dell’Ariete può anche essere violento e costellato di impennate, ma generalmente è leale ed incapace di rancori prolungati. Tuttavia, come già accennato, l’Ariete è un pessimo diplomatico; dall’animale che caratterizza il suo simbolo ha preso l’abitudine di attaccare frontalmente l’ostacolo senza poterlo o volerlo mai aggirare (forse per non perdere tempo). Solitamente detesta la menzogna e rifiuta la bugia, ma quando vi ricorre sa porgerla con il volto e l’aspetto della più cristallina verità. Normalmente non ammette ipocrisie di sorta; gli manca la mezza misura, nei confronti del denaro sa essere tanto prodigo o altrettanto avaro. L’Ariete è coraggioso ma anche fin troppo orgoglioso; vuol essere il migliore spesso più per amore dell’azione in se stessa che non per il desiderio cosciente del risultato finale. In amore l’Ariete può essere fedele, ma si stanca dei rapporti mediocri che per lui diventano estremamente instabili. L’amore più importante per un ariete è la libertà. La loro infanzia è spesso travagliata e difficile ma negli studi hanno di solito grande capacità di rendimento. Per crescere bene hanno bisogno di severa disciplina, di attenzione costante ma illuminata di grande amore ed affetto continuo.

Scheda tecnica

Frase chiave: “Io Sono”. Simbolo: Stilizzazione delle arcuate corna dell’Ariete. Pietre portafortuna: diamante, rubino, diaspro rosso, diaspro verde Colori: rosso vivo, arancione. Piante e fiori: cespugli spinosi, agrifoglio, ginestra, garofano, papavero, tulipano. Metalli: ferro. Essenze: sandalo, garofano, lavanda.

Nati Sotto Questo Segno

Giacomo Casanova,( 2 aprile 1725) Vincent Van Gogh (30 marzo 1853) Claudia Cardinale (15 aprile 1938) Leonardo Da Vinci (15 aprile 1452) Charlie Chaplin (16 aprile 1889) Laureato in scienze della comunicazione, e specializzando in editoria multimediale presso l’Università di Bergamo, Joseph Procino studia astrologia dal Prof. Umberto Pirotta di Milano, partecipando a vari seminari su come predire avvenimenti nella vita del singolo in relazione al transito dei pianeti. Per informazioni: “e-mail:JosephP.84@libero.it”. 1

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ARIETE nati tra il 21 marzo e il 20 aprile

TORO nati tra il 21 aprile e il 20 maggio

GEMELLI nati tra il 21 maggio e il 21 giugno

CANCRO nati tra il 22 giugno e il 22 luglio

LEONE nati tra il 23 luglio e il 22 agosto

VERGINE nati tra il 23 agosto e il 22 settembre

Amore: Il sole brilla nel mese di Aprile per tutti voi. L’ottimo trigono di Marte in Leone garantisce l’energia giusta e la sicurezza necessaria per prendere decisioni importanti.

Amore: Splendido mese con Mercurio e Venere nel segno in ottimo aspetto con Plutone. Tante novità in ambito affettivo e per chi è già in coppia voglia di trasgressione e consolidamento. Possibili spostamenti per incontrare persone del cuore.

Amore: Aprile tra alti e bassi sarà un mese di prove sul fronte amore. Tante storie arrivate al capolinea si concluderanno nel mese di Maggio.

Amore: Piccole tensioni di coppia portate dai primi transiti primaverili. In arrivo un’estate di complicità e per molti avventure passionali. Ottima la situazione per i single che troveranno facilità nell’instaurare relazioni e nell’espandere la cerchia di conoscenze.

Amore: Marte in moto diretto riporta a voi situazioni di nervosismo e incomprensioni col partner. Emergerà il desiderio di concretizzare progetti di coppia da tempo programmati. Per i single un nuovo incontro importante è all’orizzonte.

Amore: Venere in trigono dal Toro vi dona calma e serenità. Ottimo periodo per viaggi di relax e piacere, da vivere in coppia. Saturno retrogrado ritorna nel segno per chiarire le ultime situazioni rimaste in sospeso e sciogliere nodi karmici con l’aiuto di Urano in opposizione.

Lavoro: Buone nuove in arrivo dalla fine del mese. Attenzione all’istinto! Cercate di controllarvi per non suscitare antipatia tra colleghi.

Lavoro: Marte in aspetto di semisestile per tutto il mese di Aprile vi aiuterà nell’essere determinati quando si presenteranno scelte lavorative in cui la sicurezza sarà indispensabile.

Lavoro: Per molti Ariete un Aprile all’insegna di nuove attività e la firma di nuovi progetti. Sono previsti però piccoli ritardi, contrattempi, situazioni di disagio facilmente risolvibili.

Lavoro: Si prospettano buone novità che richiedono piccoli cambiamenti e adeguamenti al metodo di lavoro: le nuove direttive ricevute, daranno un input diverso ai nati sotto questo segno.

BILANCIA nati tra il 23 settembre e il 23 ottobre

SCORPIONE nati tra il 24 ottobre e il 21 novembre

SAGITTARIO CAPRICORNO ACQUARIO nati tra il 22 nati tra il 22 nati tra il 21 novembre e il 21 dicembre e il 20 gennaio e il 19 dicembre gennaio febbraio

PESCI nati tra il 20 febbraio e il 20 marzo

Amore: Non bene il fronte affettivo. Per chi è in coppia da tempo, momenti di tensione. L’equilibrio che si è costruito tenderà a rompersi a causa di incomprensioni e i tentativi di riconciliazione non sempre andranno a buon fine.

Amore: Aprile non felice per la maggior parte dei nati in scorpione. Tanti innamorati troveranno facili i momenti di tensione e le discussioni. Nulla di preoccupante per fortuna. Tutto andrà per il meglio dalla fine del mese. I single ritroveranno amici non visti da tempo.

Amore: Insofferenza molto forte. Chi è in coppia e non sereno avrà la forza di dire basta a situazioni ormai superate. Per i single attendete Maggio per brillanti flirt e incontri d’amore. Questo mese vi garantisce forza d’animo, acume e schiettezza.

Amore: Troppi dubbi vi attanagliano nel mese di Aprile. C’è qualcosa che non vi convince e per questo metterete in discussione i rapporti con le persone care, anche con il partner. Attendete Maggio per vivere momenti di maggior chiarezza regalati dalle stelle come preludio di una movimentata estate.

Lavoro: La situazione è molto tranquilla, senza problematiche particolari e con meritati successi che conquisteranno la fiducia e stima dei colleghi. E’ importante in questo momento dimostrarsi sempre all’altezza di ogni richiesta professionale fatta.

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Lavoro: Aprile vi dona l’inizio di una rinascita che culminerà a Giugno con la fine della quadratura riflessiva di Marte sul vostro sole. Per chi è in cerca di lavoro ottime chance per tutto il mese. Attenzione alle voglie taurine di cibo. Ottime le giornate del 15-16 in cui sarete baciati dalla luna.

Lavoro: Cambiamenti sul fronte lavoro tra la fine di Aprile e Maggio. Molti i trasferimenti, i cambi di posizione all’interno del gruppo lavorativo. In arrivo Maggio\ Giugno splendidi per tutti voi.

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Lavoro: Sono possibili firme di contratto per lavori nel campo dell’arte e dell’esoterismo. Venere in opposizione segnala ritardi e attese. Gli astri suggeriscono che forse è meglio riflettere prima di fare danno.

Lavoro: La quadratura di Saturno in Vergine e quella di Giove in Pesci vi porta a riflettere e ad agire. Se non avete colto le occasioni professionali fortuite di Marzo, ora sarete obbligati ad agire e grazie a Marte, Venere, Mercurio in buon aspetto lo farete.

Amore: Un mese buono per trascorrere giornate romantiche con il partner. Venere e Mercurio in Toro saranno calamite di situazioni serene e fortunate. Per i single. Ottimo periodo per incontri di piacere.

Amore: In amore, troppo razionali e determinati. La vostra pignoleria e puntiglio tenderà a farvi perdere di vista le cose realmente importanti. Ridimensionare il comportamento è il suggerimento delle stelle.

Lavoro: Aprile di routine per tutti i capricorno che saranno più focalizzati sul settore amore. Ottime le settimana centrali del mese.

Lavoro: Sono previste tensioni con superiori o colleghi di lavoro. Attenzione alla stanchezza e allo stress! Ridimensionate i vostri impegni! Attendete Maggio per avere un pò di relax in più.

Lavoro: Un progetto non darà i frutti sperati. Troppe aspettative sono state mal riposte in colleghi o collaboratori che non sono all’altezza della vostra creatività. Ricominciate ancora una volta da zero, questa volta sarà vincente.


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MENSILE DI ECONOMIA, COSTUME E SOCIETÀ - ANNO 2 - N°7 - APRILE 2010

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La casa domotica BERGAMO:

I suoi orologi LA CITTA’:

Trescore Balneareo APPUNTAMENTI CON L’ARTE:

Dal 3 aprile al 15 maggio: Mec-art, Arte oltre la pittura in Galleria Elleni. Fino al 20 maggio: Madì nello Spazio Art Hangar Audi. Dal 10 aprile al 23 maggio: Donati Marca-Relli, in Galleria d’Arte Bergamo. EVENTI, CHI C’ERA:

Arte e moda: scatti d’autore da Fausti Uomo fino al 25 maggio; Arte & Motori: Spazio Arte Hangar Audi; Miss Caffè del Viale di Dalmine; Coka Club Apre a Bergamo; REMIDA inaugurato il nuovo negozio; Glam Viaggi nato sotto il segno dei Pesci; Calle de la Industria 520. W W W . B E R G A M O U P. I T

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