L'Isolo Preview

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Impaginazione

Officine Bolzoni

Supervisione

Michele Foschini

Proofreading

Leonardo Favia e Francesco Savino

Volume stampato in bicromia su carta Offset IQ print da 140 g/m2 per gli interni. Copertina stampata in bicromia su carta Offset IQ print da 130 g/m2.

Stampato nell’agosto 2025 presso Abo grafika d.o.o. - Lubiana (Slovenia).

www.gliscarabocchi.com

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Il logo di BAO Publishing è stato creato da Cliff Chiang. L’isolo è © 2025 Michael Rocchetti. Per l’edizione italiana: © 2025 BAO Publishing. Tutti i diritti riservati.

ISBN: 979-12-5621-176-0

PRIMA EDIZIONE

CEO Caterina Marietti CCO Michele Foschini

Redazione Leonardo Favia, Lorenzo Bolzoni, Francesco Savino, Sara Bottaini e Vanessa Nascimbene Ufficio stampa Daniela Odri Mazza e Chiara Calderone Contenuti digitali originali Giuditta Esposti Ufficio commerciale Alessandro Boggiani Ufficio amministrativo Alessandro Virgara

Sto in un’isola di Paolo Rossi

Sto in un’isola e mi è stato chiesto di scrivere un’introduzione a un libro… si chiamano ancora così, vero? Dicevo un libro di fumetti, che narra la storia di un omino che vive su un isolotto. Non credo al caso, quindi eccola qua, l’introduzione:

Ci sono dei disegni. I disegni sono figli illegittimi degli scarabocchi. Gli Scarabocchi sono fatti della stessa sostanza dei pensieri.

Isolo, il protagonista che abita l’isolotto (l’isolotto di Isolo), parla come pensa e mangia quel che trova. Pensa, parla e mangia da solo. L’isolotto è spazioso come un appartamento affittato da uno studente a Milano. Nell’isolotto c’è una pianta, una palma. Nell’appartamento dello studente una piantina, ma non è una palma. Dove sto io ora, invece, non ci sono palme. Ci sono tante onde, ma non giungono messaggi in bottiglia. E anche le mail faticano ad arrivare. Isolati in un’isola entrambi. Sia il protagonista del fumetto che l’autore dell’introduzione. Ora, in una delle prime battute della storia che sto introducendo, ci sta una frase: “Senza quello schifo di umanità.” Una delle mie ultime battute è stata: “Senza le masse, ché le masse son fesse.” Continuo a non credere al caso.

L’essere umano che ha inventato la storia che state per abitare, per me, disegna come suona la chitarra Lou Reed. Sul momento pensi che puoi farlo anche tu, uguale, ma non è così facile.

E ci caschi dentro.

Sia nella musica che nella storia.

E, imprevedibilmente, ti ritrovi su un isolotto. L’immaginazione gira su se stessa e ti chiedi: “Come mi comporterei io, al posto di Isolo?”

Eccomi. Sono lì, sull’isolotto.

“Che fare?” si chiedeva Lenin in un suo famosissimo libro. Ma lui aveva altri problemi.

Però mi metto a filosofare anch’io, e scopro come filosofo che non sapevo di sapere. Sto diventando Socrate, ma a senso inverso. Mi vanto. Ma con chi?

Non c’è nessuno. Però è un bel posto. C’è luce, bella visuale, la palma è reale. Se devo pisciare, l’oceano non se ne accorge e i pesci restano muti e comunque non si offendono. Manca una donna, ma non è la prima volta. E sicuro sicuro sarà poi l’ultima. Lo so, sono un filosofo.

Stasera farò tardi, domani non lavoro. Non ci sono schermi che brillano. E allora mi stendo.

Alzo lo sguardo e mi guardo “la televisione di Dio”.

E Dio non ti fa il gioco dei pacchi.

Domani non devo essere efficiente, né performare, né monetizzare. La dopamina non scorrerà e forse, sai, mi fermo qua. Certo, avessi qualcosa da leggere… un libro, un messaggio, con un’onda magari può arrivare una bottiglia. Con dentro un bel fumetto. Quello che state per leggere, magari.

E poi spengo la luce.

Toh! È caduta una stella! Desiderio:

“Fa che sia un satellite!”

E dove potrà mai cadere? Su una casa, magari bianca.

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