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FORTI TENSIONI NEI LISTINI DEI CEREALI NAZIONALI

Sulle principali piazze di scambio italiane i prezzi del grano duro hanno superato la soglia dei 500 euro/t; parimenti, nuovi e consistenti aumenti di prezzo tra settembre e ottobre si sono registrati anche per il grano tenero. Gli aumenti dei grani nazionali sono avvenuti sulla scia dei contemporanei rialzi registrati sul mercato europeo, dove le quotazioni hanno risentito del rafforzamento del dollaro e dell’incremento dei costi di trasporto. In tensione anche il mercato delle materie prime mangimistiche: nella prima settimana di ottobre i prezzi del mais sono saliti sopra i 270 euro/t. Nuova progressione anche per le quotazioni dell’orzo nazionale.

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PRIMA SEDUTA UFFICIALE PER LA CSN

La Commissione Sperimentale Nazionale frumento duro ha tenuto, l’11 ottobre scorso, la prima seduta ufficiale, formulando la tendenza di mercato e il listino settimanale con i prezzi indicativi previsionali per le tre categorie merceologiche (fino, buono mercantile, mercantile) e per areale di produzione (Nord, Centro, Sud). Per quanto riguarda il frumento duro fino (peso specifico minimo 80 kg ogni 100 litri e contenuto proteico minimo 13%), la proposta di prezzo è stata di 509 euro/t sui minimi e 514 euro sui massimi per il Nord Italia e di 508513 per il Centro. Per quel che concerne il Sud, sempre per il grano duro fino (con peso specifico minimo 79 kg ogni 100 litri e contenuto proteico minimo 12%), è stato proposto il prezzo di 521 euro/t sui minimi e di 526 euro sui massimi.

DA MOLINO COSMA FARINE SOSTENIBILI E PACKAGING COMPOSTABILE

Molino Cosma ha presentato a TuttoFood le sue nuove tipologie di farine certificate secondo lo standard DTP 112, con packaging innovativo ed eco-sostenibile, ottenuto da materie prime compostabili al 100% per diventare poi compost. “Tipo 00”, “Tipo Forte”, “Tipo 1” e “Tipo 2” sono sfarinati ottenuti mediante macinazione e conseguente abburattamento del grano tenero liberato dalle impurità e dalle sostanze estranee. Le confezioni per il consumo domestico sono da 500 grammi. Vengono anche realizzate confezioni da 25 kg per panifici, pasticcerie e pizzerie. Per la produzione delle quattro tipologie di farina, Molino Cosma utilizza solo grano tenero proveniente da filiera certificata e coltivato secondo quanto previsto dallo standard DTP112 “Cereali e semi oleosi sostenibili”.

LA SFIDA DEL GRANO DURO A RESIDUO “ZERO”

Fardur-0, il progetto triennale (2019-2022) finanziato dal PSR 2014-2020 di Regione Lombardia e che vede come capofila il Centro di saggio Agricola 2000 di Tribano (Mi), ambisce a produrre un grano di elevata qualità e competitivo sul mercato che coniughi alti livelli di produzione e di sanità della granella, con l’assenza di residui di prodotti fitosanitari. Agricola 2000 sta infatti sperimentando in campo diverse varietà di sementi e testando l’efficacia di differenti strategie di comunicazione, individuando quelle più utili allo scopo. Dopo aver valutato la sostenibilità economica, ambientale e agronomica complessiva, il punto di arrivo sarà la messa a punto di un protocollo per la produzione di frumento duro a residuo “zero”, quindi si potrà procedere alla costituzione di una filiera del grano duro della Martesana (territorio storico della Lombardia situato a nord est di Milano) con tali caratteristiche.

PARERE POSITIVO DI ACCADEMICI E SCIENZIATI SUL NUTRINFORM BATTERY AUMENTANO LE IMPRESE BIO CHE SOTTOSCRIVONO POLIZZE ASSICURATIVE

Diversi accademici e scienziati si sono pronunciati a favore del Nutrinform Battery attraverso un documento condiviso. Il Position Paper - questo il nome del documento - identifica il sistema di etichettatura nutrizionale proposto dall’Italia come uno strumento utile per facilitare e migliorare la comprensione delle caratteristiche di composizione nutrizionale di un alimento, consentendone il corretto collocamento all’interno di una dieta varia ed equilibrata, scongiurando il rischio di semplificare l’educazione alimentare e di trascurare la complessità dei criteri e delle raccomandazioni nutrizionali ampiamente supportate da evidenze scientifiche. In base ai dati elaborati da Ismea e pubblicati nel “Rapporto sulla gestione del rischio nell’agricoltura biologica”, la platea nazionale delle aziende biologiche che hanno sottoscritto polizze contro gli eventi atmosferici è aumentata al ritmo del 35% l’anno, arrivando a sfiorare i 500 milioni di euro di valore assicurato nel 2019. Rispetto al totale delle aziende bio, quelle assicurate rappresentano oggi una quota dell’8%, mentre le superfici coinvolte hanno raggiunto il 4,2% del totale, a fronte del 2,2% di quattro anni prima. Rispetto al mercato assicurativo agevolato nel suo complesso, il settore del biologico presenta una polarizzazione a livello geografico meno marcata: il ruolo del Nord è sempre preponderante, ma lo squilibrio con le altre ripartizioni del Paese è meno accentuato rispetto all’intero mercato, in coerenza con la più equilibrata distribuzione per macroaree del biologico.

ANALISI DELL’IMPATTO DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO SULLE COLTURE

Secondo uno studio internazionale che ha coinvolto ricercatori di Iiasa, Nasa e dell’Università di Potsdam, entro il 2030 i cambiamenti climatici potrebbero influenzare la produzione di mais e grano. Si prevede infatti che i raccolti di mais diminuiranno del 24%, mentre il grano potrebbe potenzialmente vedere una crescita di circa il 17%. Utilizzando modelli climatici e agricoli avanzati, i ricercatori hanno scoperto che il cambiamento nelle rese è dovuto ai previsti aumenti di temperatura, agli spostamenti nei modelli di pioggia e alle elevate concentrazioni di biossido di carbonio in superficie a causa delle emissioni di gas serra. Questi cambiamenti renderebbero più difficile la coltivazione del mais ai tropici, ma potrebbero espandere la gamma di coltivazione del grano.

LIEVE DIMINUZIONE DELLA PRODUZIONE UE DI MANGIMI I LEGUMI ENTRANO NELLA DEFINIZIONE “CEREALI”

Secondo i dati previsionali rilasciati da Fefac, la produzione Ue di mangimi composti per il 2021 è stimata in leggero calo (-0,16% rispetto al 2020). A causa della ridotta domanda di carne nei principali mercati di esportazione, dei costi elevati per i cereali da foraggio e dell’impatto della peste suina africana, la produzione di mangimi per maiali è prevista in diminuzione dell’1,3%. I Paesi più colpiti - secondo Fefac - sono Germania, Austria, Portogallo, Finlandia e Ungheria; inoltre, alcuni Stati membri (tra cui Paesi Bassi e Belgio) stanno spopolando i loro allevamenti di suini per ridurre le emissioni ambientali. Di contro, nonostante la perdurante diffusione dell’influenza aviaria in diverse parti d’Europa, la produzione di mangimi per pollame è destinata ad aumentare dello 0,8%. Infine, la produzione di mangimi per bovini è stimata in marginale incremento (+0,1%), grazie al maggiore aumento della produzione in Italia, Polonia e Romania. L’International Grains Council (Igc) ha annunciato che, a partire da novembre 2021, i legumi, come lenticchie, piselli secchi, ceci, fagioli secchi ecc., saranno inclusi nella definizione di “grano” o “cereali” ai sensi dell’articolo 2.1(e) della Convenzione sul commercio dei cereali del 1995. Estendendo la definizione di cereali anche ai legumi, l’Igc cerca di aumentare la trasparenza del mercato di questi ultimi e di migliorare la cooperazione per espandere il commercio globale di prodotti che giocano un ruolo essenziale nel raggiungimento della sicurezza alimentare. Di conseguenza, il Segretariato dell’Igc amplierà le sue informazioni di mercato anche alle leguminose e costruirà i bilanci globali della domanda e dell’offerta sviluppando sul proprio sito web un’area specifica per le leguminose.

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