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Focus on economics FOCUS ECONOMIA

Segnali di rallentamento per l’industria alimentare

Signs of food industry slowdown

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di Luigi Pelliccia

Responsabile Ufficio Studi e Mercato di Federalimentare

IL RECUPERO PERSISTE MA NUOVI OSTACOLI NON AIUTANO IL PERCORSO ESPANSIVO DELL’ECONOMIA NAZIONALE E INTERNAZIONALE RECOVERY PERSISTS ALTHOUGH NEW OBSTACLES DO NOT HELP THE EXPANSION PATH OF BOTH NATIONAL AND INTERNATIONAL ECONOMY

The end of the year is near and it is necessary to update the review of economic dynamics. After the drop in 2020, the recovery drive remains strong, although in some cases it seems to be losing the sparkle that characterized it at mid-year. The restart of inflation, the flare-up of energy and raw material costs that shows no sign of dying out, as well as the persistent rise in the cost of rented goods and services represent obstacles that do not facilitate the expansion of both national and international economy. On the other hand, the gap in the milling sector seems to be decreasing. Ci si avvia lentamente verso la fine dell’anno ed è perciò opportuno aggiornare la verifica delle dinamiche congiunturali. Diciamo subito che la spinta di recupero, dopo il cavo d’onda 2020, rimane forte, anche se in qualche caso sembra perdere lo smalto che l’aveva caratterizzata a metà anno. La ripartenza dell’inflazione, la fiammata che non accenna a estinguersi dei costi dell’energia e delle materie prime, la perdurante impennata del caro-noli, rappresentano ostacoli che non lubrificano il percorso espansivo dell’economia nazionale e internazionale.

Uno sguardo alla produzione

Nello scorso mese di agosto la produzione dell’industria alimentare ha registrato, a parità di giornate di calendario, un aumento del +5,1% sullo stesso mese del 2020. Tale aumento appare in linea, anzi migliore, del +4,9% di luglio. Ma a guardar bene non è proprio così. La variazione di luglio si confrontava infatti con il -0,4% del tendenziale della produzione alimentare di luglio 2020, mentre quella di agosto viene dopo il -2,0% del ten-

IL GAP REGISTRATO DELLA PRODUZIONE MOLITORIA SEMBRA IN FASE DI RIENTRO

denziale di agosto 2020. Bisogna insomma guardare ai recuperi, per cui, al netto, in realtà emerge che la produzione di agosto ha perso un po’ di spinta. A fianco, il totale industria ha segnato ad agosto una variazione piatta (+0,0%), dopo il +7,0% di luglio. Ma anche qui occorre guardare al pregresso. Nel luglio 2020 il tendenziale del grande aggregato industriale era stato pari al -8,0%, mentre ad agosto 2020 aveva mostrato un dato quasi fermo al -0,3%. Pertanto, al netto dei recuperi, la produzione complessiva appare più stabile.

I dati progressivi

Se analizziamo i dati progressivi, le valutazioni non sono più ostaggio degli alti e bassi dei singoli mesi, ma si compensano e risultano più attendibili. Ne esce, su gennaio-agosto, che l’industria alimentare ha segnato una variazione tendenziale del +5,3%, cui si affianca il +16,1% del totale industria. Questi aumenti si confrontano, rispettivamente, con il +5,4% e il +17,9% evidenziati dai due aggregati nel confronto sui 7 mesi 2021-2020. Ma emerge, soprattutto, che le variazioni progressive registrate l’anno scorso nel confronto gennaio/agosto 2020-2019 sono state pari al -2,5% per l’industria alimentare e al -15,4% per il totale industria. I due aggregati, al netto dei recuperi, rilevano quindi differenziali di crescita rispettivamente a 2,8 punti e a 0,7 punti. Quindi, nel corso del 2021 il settore alimentare (anche se, forse, da ultimo in fase di lieve rallentamento di passo) risulta comunque meglio intonato rispetto al grande aggregato industriale. La produzione molitoria insegue i trend generali. Il tendenziale di agosto segna infatti un -2,6%, mentre il confronto progressivo gennaio-agosto 2021-2020 registra un -7,4%. L’anno scorso il confronto sugli 8 mesi 2020-2019 aveva generato un -0,6%. Va sottolineato però che il gap della produzione molitoria 2021 appare in fase di rientro. Il -7,4% del progressivo sugli 8 mesi fa infatti seguito al -8,9% del progressivo semestrale e al -10,4% di quello trimestrale. Non siamo di fronte a una risalita rapida, ed è perciò molto difficile che la produzione molitoria 2021 chiuda in pareggio (+0,0%) come nel 2020. Ma è vero altresì che a fine anno la forbice negativa potrebbe ridursi sensibilmente.

Il punto sulle vendite e sull’inflazione

Nei primi 8 mesi dell’anno le vendite totali hanno registrato una crescita tendenziale del +7,9% in valore, cui si affianca il +7,6% in volume. Nel precedente confronto sui 7 mesi le variazioni del grande aggregato nazionale erano state pari al +8,8% sia in valore sia in volume.

I beni alimentari, nel confronto gennaio/ agosto 2021-2020, segnano un aumento del +1,1% in valore, accompagnato da un +1,2% in volume. Va sottolineato quanto emerso dal maggio scorso, cioè che il trend progressivo delle vendite in valore continua a mostrare un passo inferiore a quello in volume. È una testimonianza della perdurante compressione dei prezzi al consumo del settore e dei suoi effetti calmieratori, a dispetto del riaccender-

SOSTANZIALMENTE STAGNANTE IL MERCATO ALIMENTARE INTERNO

si dell’inflazione generale. I beni non alimentari hanno mostrato crescite tendenziali sugli 8 mesi del +14,1% in valore e del +13,3% in volume. I prezzi? A settembre l’inflazione corre e raggiunge il 2,5%, quasi il doppio rispetto al +1,3% registrato appena tre mesi prima, a giugno. A sostenerla, in primis, la crescita dei prezzi dei beni energetici (dal +19,8% di agosto a +20,2%). Da segnalare, anche se su livelli molto inferiori, l’accelerazione parallela dei prezzi dei beni alimentari (dal +0,7% di agosto al +1,2%), dei beni durevoli (dal +0,5% di agosto al +1,0%) e dei servizi relativi ai trasporti che invertono repentinamente la tendenza (dal -0,4% di agosto al +2,0%). Nello specifico, l’alimentare lavorato sale dal tendenziale +0,5% di agosto al +1,3% di settembre. A fianco, l’alimentare non lavorato cresce dal +0,8% al +1,0%. È chiaro che il mercato alimentare interno rimane sostanzialmente stagnante, per cui la valvola di espansione è rappresentata, ancora una volta, dall’export.

L’export

Nella tabella sotto sono stati riportati, in tema di esportazioni, alcuni confronti inediti rispetto alle consuete elaborazioni. È stato infatti calcolato il passo evolutivo delle esportazioni alimentari per comparto, mettendo a confronto direttamente il primo semestre 2021 con il primo semestre 2019, “scavallando” l’anomalo 2020. Ciò ha permesso di verificare subito il passo di fondo più recente, al netto dei rimbalzi e delle distorsioni recate dall’anno della pandemia. I confronti sono stati effettuati in valuta e quantità, il che ha consentito di

EXPORT ALIMENTARE - LE DINAMICHE IN VALUTA E QUANTITÀ

(2015 - 1O SEMESTRE 2021)

Prodotti

Variazione % in valuta 1o semestre 2021/ 1o semestre 2019

Variazione % in quantità 1o semestre 2021/ 1o semestre 2019 Differenziale indicativo 2021-2019 valore unitario Variazione % in valuta 2019-2015 Variazione % in quantità 2019-2015 Differenziale indicativo 2019-2015 valore unitario

Prodotti vegetali Prodotti zootecnici Prodotti forestali Prodotti pesca e caccia

Totale Primario

Riso Molitorio 22,4 8,3 20,0 10,3

19,6

7,2 2,1

Pasta Dolciario Zucchero Carni preparate Ittico Trasformazione ortaggi Trasformazione frutta 13,2 17,9 1,3 16,3 20,3 12,9 1,4

Lattiero-caseario Oli e grassi Alimentazione animale Industria enologica Birra Acquaviti e liquori Alcool etilico

15,3 27,9 6,0 10,8 0,9 9,9 24,0 Acque minerali e gassose -9,7 Caffè 7,9 Altre Industrie alimentari 16,4

Tot. Industrie alimentari 13,1 Tot. Agroalimentare 14,5 Tot. Bil. Commerciale 4,8

9,0 6,3 16,8 7,4

8,7

3,0 0,0 6,2 16,1 0,9 7,2 30,7 -1,0 13,4 2,0 3,2 2,9

10,9

4,2 2,1 7,0 1,8 0,4 9,1 -10,4 13,9 2,7 -4,1 -13,9 -2,4

0,9

4,1 30,0 11,1 29,2 3,0 17,1 13,8 13,6

-5,9 1,7 35,7 -9,0 3,1 0,3 22,0 7,3 13,6 -7,8 15,0 7,7 0,6 -12,1 5,2 38,3 -1,8 11,9 19,1 23,0 89,5

25,0 -2,6 0,6 -1,0 -7,1 7,3 -5,2 -5,0 23,3

21,2 -4,8 46,2

5,0 5,8 8,1 8,7 22,1 17,6

2,5 2,3

14,3

Fonte: elaborazione Federalimentare su dati Istat

-14,9 -0,3 -84,9 -16,0

-16,2

-1,7 15,1 15,8 24,8 -25,2 6,1 0,6 17,3 3,3 2,7 17,6 14,9 7,5 38,4 -43,8 -21,4 -38,2 46,8 43,9

4,5 -0,5 1,1

17,6 -3,8 71,0 13,6

17,1

5,8 14,9 -4,7 4,4 28,2 11,0 13,2 -3,7 1,9 35,6 -19,4 -3,0 11,6 -15,4 133,3 16,2 33,2 -23,5 2,3

17,6 18,1 13,2

L’EXPORT SI CONFERMA LA VALVOLA DI ESPANSIONE DELL’INDUSTRIA ALIMENTARE

focalizzare anche l’evoluzione indicativa dei valori unitari esitati all’estero nell’ultimo biennio. A questo confronto ravvicinato ne è stato aggiunto uno analogo, effettuato a monte, sull’arco 2015-2019, al fine di verificare sul passo lungo, con gli stessi criteri, le dinamiche accumulate precedentemente. In grande sintesi, spiccano alcune dinamiche. Con riferimento al confronto sul primo semestre 2021-2019, emerge il vantaggio di passo dell’export primario in valuta (+19,6%) rispetto al +13,1% dell’industria alimentare. Nell’ambito della trasformazione, d’altra parte, i maggiori spunti biennali in valuta appartengono a oli e grassi (+27,9%), all’alcol etilico (+24,0%), all’ittico (+20,3%), al dolciario (+17,9%), al lattiero-caseario (+15,3%) e alla pasta (+13,2%). Il molitorio è più pigro e insegue con un +2,1%. Diversa la classifica in tema di valori unitari. Si conferma il vantaggio biennale del primario, con un guadagno indicativo di 10,9 punti, rispetto alla trasformazione alimentare (+8,1 punti). L’apprezzamento migliore in ambito industriale appartiene all’alimentazione animale (+15,0 punti), seguita dalla trasformazione degli ortaggi (+13,9 punti) e dal lattiero-caseario (+13,6 punti). Fenomeni involutivi a due cifre mostrano invece i valori unitari biennali delle acquaviti e liquori (-12,1 punti) e dell’ittico (-10,4 punti). Il molitorio, con una variazione in quantità piatta dell’export nel biennio, evidenzia una crescita indicativa del proprio valore unitario esitato all’estero di 2,1 punti, identica a quella in valuta. Sull’arco progressivo 2015-2019 la situazione cambia. Stavolta la spinta espansiva in valuta dell’industria alimentare (+22,1%) schiaccia nettamente l’esiguo +0,9% del primario. I comparti più performanti sono, di gran lunga, le acquaviti e liquori (+89,5%), seguite dal lattiero-caseario (+38,3%), dal molitorio (+30,0%), dal dolciario (+29,2%), dal caffè (+23,3%) e dalla birra (+23,0%). La spinta espansiva del molitorio appare perciò di rilievo e la pone nel gruppo più performante. Su tale arco di tempo i valori unitari della trasformazione alimentare (+17,6 punti) e del primario (+17,1 punti) si muovono praticamente appaiati. Spicca ancora il vistoso apprezzamento unitario delle acquaviti e liquori (+133,3 punti), seguite a distanza dal lattiero-caseario (+35,6 punti), dalle acque minerali e gassose (+33,2 punti) e dallo zucchero (+28,2 punti). Scendono invece, con tagli a due cifre, i valori unitari del caffè (-23,5 punti), degli oli e grassi (-19,4 punti) e della birra (-15,4 punti). Il molitorio, con una crescita in quantità del +15,1% nel periodo in esame, registra un aumento indicativo del proprio valore unitario di 14,9 punti, apprezzabile ma leggermente inferiore a quello, pari a 17,6 punti, messo a segno in media dall’industria alimentare. Da ultimo, va evidenziato il netto vantaggio complessivo accumulato dall’export dell’industria alimentare e dell’agroalimentare rispetto a quello nazionale aggregato. E questo, con riferimento al valore unitario esitato all’estero, soprattutto nelle dinamiche dell’ultimo biennio, ma anche in quelle del precedente periodo 2015-2019.

Luigi Pelliccia

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