AIC Il Calciatore APRILE 2019

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cittadina, una delle realtà con la maggior presenza di Ndrangheta, un campo da calcio. Lo sport, sia per i ragazzi che per le ragazze, poteva diventare infatti un’occasione di crescita sana, pulita. Un modo per imparare il valore delle regole, dell’impegno, della fatica e anche del gioco di squadra, cercando di superare stereotipi e divisioni. È stata una scommessa realizzare quel campo, ma ancora di più farlo vivere negli anni successivi. Ebbene a distanza di due anni quel campo è diventato il centro del rilancio di San Luca e la squadra di calcio è riuscita anche a vincere il campionato quest’anno!”. Non solo impegno sociale, ma anche interventi normativi per il nostro mondo. Dal suo tavolo è partita la norma sulla maternità delle atlete, come abbiamo raccontato nel precedente numero del giornale con due calciatrici che ne stanno beneficiando. Un passo importante per lo sport al femminile…

“Con il ministro Lotti abbiamo lavorato molto perché finalmente si riconoscesse un fondo per la maternità per le atlete. Le atlete sono donne che lavorano come altre. Spesso senza grandi sponsor alle spalle, pochi soldi e pochissimi diritti, a cominciare da quello alla maternità. Oggi, finalmente, hanno un fondo dello stato che può sostenerle quando devono sospendere l’attività per la maternità. Per me, è solo l’inizio ma è stato un grande passo avanti rispetto al vuoto di prima”. A proposito di calcio femminile si è da poco concluso un campionato avvincente e quest’anno ci sono anche i Mondiali in Francia. Sta seguendo la crescita di questo sport e, magari , ha nella sua agenda di seguire qualche partita al seguito delle azzurre? “Magari poter seguire qualche partita! Spero proprio di riuscirci. Abbiamo visto un grande calcio al femminile quest’anno e soprattutto una grande partita a Torino tra Juventus e Fiorentina. Per me, il vero successo è stata la straordinaria partecipazione di pubblico fino a quel momento inimmaginabile. Certo, è stato fatto un investimento dalle squadre per far conoscere di più il calcio al femminile, ma la risposta da parte della gente è stata straordinaria e la strada intrapresa è quella giusta. Mando un grande in bocca al lupo e buon lavoro al Mister Bertolini e a tutte le ragazze che tra qualche giorno cominceranno il ritiro Pre-mondiale a Coverciano”. In generale che idea ha del mondo del calcio? Lo segue da tifosa o con maggiore distacco? “Sono sempre stata una tifosa del Milan fin da piccola. Anche se nella mia famiglia era sempre derby: 5 in famiglia e tifosi di 5 squadre diverse! Per fortuna ci ha sempre pensato la Nazionale a metterci tutti d’accordo e a riunirci davanti alla tv per fare il tifo. Poi, qualche

volta, riesco anche ad andare allo stadio e allora è tutta un’altra emozione”. Un calciatore in attività che stima? “Sono molti. Non solo della mia squadra ovviamente. In questi giorni, però, ci tengo a fare un grande in bocca al lupo ad un grande campione e ad una bella figura dello sport: Iker Casillas. Lo aspettiamo presto di nuovo tra i pali, forte come prima, anche se dai due lati opposti del campo”. Per chiudere una domanda sull’Europa. AIC e FIFPro (il sindacato internazionale dei calciatori e delle calciatrici) hanno siglato un protocollo con il Parlamento Europeo per promuovere una campagna per la partecipazione al voto del 26 Maggio. Per Maria Elena Boschi perché bisogna andare a votare il 26 Maggio e qual è la sua idea di Europa? “Penso che a pochi giorni di distanza dal 25 aprile, non si possa fare a meno di ricordare quanto sia importante votare, sempre. Anche per manifestare il proprio dissenso, ma votare. Perché anche se non ci occupiamo di politica la politica si occupa di noi. Il voto per le europee peraltro è particolarmente importante. Si confronteranno due idee: chi l’Europa la vuole distruggere e chi, come noi, la vorrebbe cambiare ma non annientare. Noi vorremmo un’Europa diversa più attenta ai diritti dei giovani, al lavoro, alle sfide della conoscenza e della sostenibilità. Ma abbiamo ancora bisogno di Europa. Noi siamo abituati a vedere calciatori che si spostano dentro l’Europa da una squadra all’altra, andiamo in trasferta solo con la carta di identità, con gli euro in tasca, magari tornando nel Paese dove abbiamo studiato in Erasmus. Nemmeno ci ricordiamo più come era il mondo senza l’Unione Europea. Per questo, per difendere il sogno europeo, abbiamo un solo strumento: il nostro voto il 26 maggio”.

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