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Grande Fratello Vip: quando parlano le emozioni di

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Raccontandomi...

Raccontandomi...

Timothy

Dopo oltre sei lunghi mesi di convivenza forzata, dopo tanto amore, parecchi litigi, è giunta al capolinea la settima edizione di Grande Fratello Vip. Confesso, che fottendomene dei commenti negativi sentiti negli anni rivolti a questo reality, mi ha sempre procurato forti emozioni quella casa. Una casa che può essere in qualche modo la prolunga della propria. In quel salotto, durante le prime serate di Canale5, si vive dell’umanità. Beninteso che quest’ultima è spesso divisiva, protagonista del meglio e del peggio di noi stessi. Senza voler rompere le scatole a chi questa trasmissione non l’ha mai amata (forse anche perché non l’ha mai seguita?), vorrei condividere con voi una riflessione. In più di un’occasione ho conosciuto persone che seguivano il GfVip, ma quando si trovavano davanti ad altri, lo nascondevano, quasi provando un senso di vergogna. Ecco, senza volermi autoincensare, ho sempre reputato che nella vita, perlomeno in alcune circostanze, si debba mantenere una sorta di coerenza. Questo programma a me ha dato moltissimo. Mi ha fatto capire molte cose della vita. Ho compreso quanto le emozioni siano fondamentali nella quotidianità. Ora, immagino che alcuni di voi si stiano chiedendo come si possa imparare qualcosa da un programma tv. Nel caso del reality in questione, un trucco per imparare è non guardarlo partendone prevenuti, insomma con la puzza sotto al naso. Questo chiaramente nei confronti dell’idea sulla quale si fonda questo esperimento sociologico. Il provare invece antipatie (e simpatie) per alcuni concorrenti è del tutto normale, nonché il senso del programma. Le grandi lezioni di vita non si imparano solo da chi dispensa il suo sapere in modo netto, come la figura di chi esercita la psicologia. Pur trovando affascinante e indispensabile questa figura professionale, ricordo che anche (e forse soprattutto) dalla presunta banalità, da quel non sapere, quel non detto, si può imparare molto. Anche la vittoria di Nikita, ci vuole dire qualcosa. Nell’eterna lotta tra persiani e spartani, svoltasi quest’anno nella casa più spiata in assoluto, alla fine ad avere la meglio sono stati i primi. Forse poco vi interesserebbero le mie idee su ciò che non mi piaceva degli spartani e ciò che invece, mi ha fatto appassionare ai persiani. Mi limito a dire che ho sempre fatto il tifo per Antonella, per la sua capacità di sviluppare un pensiero proprio, per la sua forza e determinazione. Non è facile riuscire a resistere in una convivenza forzata, soprattutto quando hai quasi tutti gli altri concorrenti contro. Poi ho apprezzato anche altri concorrenti come Charlie, Attilio, Antonino, Davide, Dana,… Concludendo e venendo a Nikita, sono molto felice per la sua vittoria. È la vittoria del buonsenso, dell’educazione, del rispetto, senza venire però meno all’esprimere un’idea, un concetto, una propria visione sulle cose.

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