IL COMMERCIO N° 02 - Febbraio 2014

Poste Italiane. Spedizioni in a.p. - 45% - art. 2 comma 20/b legge 662/96 - numero 2 - anno 2014 - 13100 Vercelli Via D. Jolanda, 26 - Tel. 0161 250.045 (5 linee r.a.)

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PERIODICO DELL’ASSOCIAZIONE COMMERCIANTI DELLA PROVINCIA DI VERCELLI

ANNO 82 n° 2 - Febbraio 2014 associazione commercianti della provincia di Vercelli

Indirizzo Internet: www.ascomvc.it E-mail: ascomvc@tin.it

Commercianti e artigiani in piazza a Roma

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I

n piazza del Popolo, il 18 febbraio, a Roma non c’erano forconi con la Jaguar o grillini telecomandati da un guru vagamente inquietante e da un ex-comico che urla sempre con la bava alla bocca. C’erano sessantamila imprenditori arrabbiati, furibondi ma educati. Insomma, persone perbene. Gente che tutti i giorni si alza all’alba e va a casa all’ora di cena, lavora tutto il santo giorno, è travolta dalla crisi dei consumi, dai clienti che non pagano, dalle cartelle di Equitalia, dalle furbate delle banche. Eppure tengono in piedi il Paese. Con buona pace del cronista de La Stampa che, per fare lo spiritoso, scrive che “questo popolo di commercianti e artigiani è poco avvezzo alle manifestazioni così come, troppo spesso, è poco avvezzo a compiere fino in fondo il suo dovere quando si tratta di pagare le tasse”. Proprio così, proprio sul giornale della Fiat.

L’azienda mantenuta per decenni dallo Stato (quindi anche dai “sessantamila poco avvezzi”) che adesso paga le tasse in Inghilterra perché, come sanno i “sessantamila poco avvezzi”, in quel paese le imposizioni non sono soffocanti e massacranti come in Italia.

Capito? Non so se Elkann è un “idiota” come dice Della Valle, di certo lui e Marchionne sono due furbacchioni. La Stampa ne prende atto (vorrei vedere!) e tira fuori la vecchia menata del commerciante evasore per antonomasia, roba che non eccita più nemmeno Befera.

Semmai questo giornalista buontempone, pagato con i soldi dei “sessantamila poco avvezzi”, dovrebbe domandarsi per quale miracolo in Italia ci siano ancora commercianti e artigiani. Piccole imprese per lo più familiari. Il sentore comune è che le piccole partite iva, quelle che il 18 febbraio hanno invaso pacificamente la Capitale rispettandola - a differenza di altri manifestanti - siano tutti furbetti o deficienti e che, di conseguenza, la burocrazia, ovvero lo Stato, debba controllare, normare, legiferare e asseverare. Mille leggi che si contraddicono tra loro, un fisco famelico che strangola chi cerca soltanto di lavorare.

Se Matteo Renzi ha ancora voglia di ORO O RO E ARGENTO ARGENTO rottamare, gli inviamo un piccolo DIAMANTI DIA AMANTI E O OROLOGI ROLOGI suggerimento.

Appena al Governo cominci a rottaMonete M onete e llingotti ingotti d’Oro d’Oro e dd’Argento ’Argento mare le famose liberalizzazioni del rottamato Bersani. Come hanno sottolineato, in una conferenza stampa di presentazione della manifestazione di Roma, il presidente Bisceglia e il direttore Lombardi, cancelli le “lenNESSUN OBBLIG OBBLIGO GO DI ACQ ACQUISTO U ISTO zuolate” che dovevano aumentare la concorrenza, ridurre i prezzi e inC.so Galileo Ferr Ferraris, raris, 13/B crementare l’occupazione.

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segue a pag. 7 »

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EDITORIALE

di Felix Lombardi

Sessantamila persone perbene

RACCOLTA RIFIUTI

Allarme Confcommercio: con la C

ome riportato ripetutamente sui numeri precedenti de IL COMMERCIO, nel 2014 - a causa dell’introdu-

zione della TARI, la componente rifiuti della IUC, la nuova imposta unica comunale introdotta dalla Legge di Sta-

UNA RAFFICA DI AUMENTI La Confcommercio ha analizzato i dati di sei grandi Regioni campione (due al Nord , Lombardia e Piemonte, due al Centro, Toscana e Lazio, due al Sud, Puglia e Sicilia) per verificare nel dettaglio l’andamento delle maggiorazioni tariffarie previste sul territorio nazionale.

Dall’analisi dei dati (vedi sotto gli incrementi derivanti dal passaggio da tassa a tariffa) emerge un generalizzato aumento della tassazione determinato dal nuovo tributo e la grave incidenza del prelievo sulle attività economiche considerate.

PIEMONTE - Categorie economiche Incremento Campeggi, distributori carburanti 110% Alberghi con ristorante 210% Alberghi senza ristorante 150% Edicola, farmacia, tabaccaio 130% Ristoranti, trattorie, osterie, pizzerie, pub 580% Bar, caffè, pasticceria 370% Mense, birrerie, hamburgherie 320% Supermercato, pane e pasta, macelleria, salumi e formaggi, generi alimentari 290% Ortofrutta, pescherie, fiori e piante, pizza al taglio 610% Negozi abbigliamento, calzature, librerie, cartoleria, ferramenta e altri beni durevoli 75% Discoteche, night club 580% INCREMENTO MEDIO

311%

Fonte: elab. Confcommercio su dati tratti da regolamenti tariffari comunali relativi ai capoluoghi di provincia.

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bilità, è prevedibile un vero e proprio salasso per le imprese dei Servizi e del terziario di mercato.

Confcommercio, grazie all’analisi delle maggiorazioni tariffarie effettuate su un campione di sei grandi regioni (tra le quali il Piemonte), lamenta la pesante incidenza di questo tributo sulle attività economiche in questi settori con un incremento medio dei costi pari al 302%.

La tassa sui rifiuti ha una pesante incidenza per le imprese del settore terziario Per alcune tipologie commerciali, in particolare, gli aumenti saranno ancora più salati, come nel caso dei negozi di ortofrutta, pescheria, fiori e piante (+627%), delle discoteche (+568%), dei ristoranti e pizzerie (+ 548%).

Si tratta di incrementi ingiustificati, derivanti essenzialmente dall’adozione di criteri presuntivi e potenziali e

non dalla reale quantità di rifiuti prodotta; una pesante penalizzazione per il sistema delle nostre imprese che impone di rivedere, al più presto, la struttura dell’attuale sistema di prelievo affinchè rifletta la reale produzione di rifiuti, ridefinendo - con maggiore puntualità - coefficienti e voci di costo e distinguendo, correttamente, fra utenze domestiche e non domestiche.

Infatti la struttura della TARI (che, ricordiamolo è inglobata nella IUC insieme alla IMU tassa sugli immobili - ed alla TASI - imposta sui servizi indivisibili dei Comuni) riflette pedissequamente la precedente formulazione della TARES e ripropone tariffe determinate sulla base di coefficienti di produzione potenziali e non sui quantitativi reali di rifiuti prodotti.

Quello che manca, ancora una volta, è la volontà di instaura-

re un legame diretto tra produzione di rifiuto e spesa, secondo il principio comunitario del “chi inquina paga”. In pratica il mantenimento dei vecchi criteri di produzione “presuntiva” non solo rischia di tradursi in condizioni di costo

RACCOLTA RIFIUTI

TARI l’aumento medio supera il 300%

estremamente diversificate sul territorio a parità di attività economica, ma ripresenta tutte le criticità ed i limiti che i precedenti regimi di prelievo hanno mostrato e che l’Ascom e la Confcommercio hanno puntualmente denunciato.

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RACCOLTA RIFIUTI

“Chi inquina paga”, ecco le proposte S

econdo Confcommercio occorre rivedere completamente la struttura dell’attuale sistema di prelievo affinchè, in conformità con il principio comunitario del “chi inquina paga”, lo stesso rifletta in modo puntuale la reale produzione di rifiuti da parte delle utenze domestiche e non domestiche.

Bisogna, poi, ridisegnare gli indici e le voci di costo che determinano i coefficienti in termini di ripartizione tra quota fissa e variabile e tra componente domestica e non domestica.

Allo stesso modo è importante formalizzare specifiche linee guida tecnico-operative per individuare un “range” di costi standard a totale copertura del servizio, affinchè questa voce possa venire imputata, da parte dei comuni, in maniera uniforme sul territorio.

Più in dettaglio, occorre individuare e definire in maniera puntuale: • Costi del servizio: avvicinare e rendere operativo il riferimento ai fabbisogni standard cui il

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L’ASCOM RICOMINCIA, INTERPELLATI TUTTI I COMUNI Nell’autunno 2013, l’Ascom aveva inviato due lettere (settembre e ottobre) a tutti i Comuni della provincia di Vercelli sul tema delle tasse sulla raccolta rifiuti.

Allora il tema riguardava la Tares e, successivamente, la possibilità di confermare per l’anno in corso la Tarsu.

Oggi, l’Ascom rinnova l’appello a tutti i Comuni di valutare con attenzione l’imposizione legata al nuovo tributo (TARI) per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti.

Nella lettera, partita il 14 febbraio, vengono richiesti incontri con i Comuni con oltre 5000 abitanti ed, invece, vengono formulate direttamente alcune proposte a quelli sotto ai 5000 abitanti.

Lo scorso anno, purtroppo, solo i sindaci di Vercelli, Borgosesia, Albano e Trino risposero subito alla sollecitazione dell’Ascom, altri - con molto ritardo ed alcune giustificazioni imbarazzanti, tipo “non abbiamo ricevuto la lettera” - come Crescentino e Quarona. La maggior parte deliberò aumenti sostanziosi delle tariffe infischiandosene dei commercianti locali.

Vedremo se sarà così anche nel 2014. Per trasparenza e rispetto degli operatori, l’Ascom renderà noti ai commercianti i vari passaggi e l’attenzione loro riservata dai Sindaci

Comune deve riferirsi nella determinazione dei costi del servizio (ma solo a partire dal 2016) definendo, nelle more di linee guida specifiche, un preciso intervallo dal quale i Comuni non possono disco-

starsi; • Utenze domestiche e non domestiche: prevedere criteri oggettivi per la ripartizione del peso del nuovo tributo; • Coefficienti: superare la logica presuntiva del cosiddetto metodo normalizzato e introdurre coefficienti di produttività determinati sulla base di campagne di pesatura che rispecchino la reale produzione di rifiuti; • Agevolazioni/riduzioni: introdurre criteri premiali per la raccolta differenziata e riconoscere le differenze di qualità del rifiuto prodotto (alleggerendo il carico sulle attività economiche a elevata produzione di rifiuto differenziato) e di quantità (considerando la stagionalità di alcune attività).

» segue Editoriale da pag. 3

Cosa è successo? Aperture domenicali a go-go con la Grande Distribuzione che mette in cassa integrazione i dipendenti ma li fa lavorare la domenica, i centri storici si

sono desertificati, i prezzi sono sempre aumentati e non c’è più concorrenza perchè la GDO è in mano a pochi gruppi. Matteo, se ci sei, batti un colpo.

Come ha detto Sangalli a Piazza del Popolo: “Se non abbasserai le tasse alla piccola impresa ti faremo nero. Non ne

ROMA, 18 FEBBRAIO

Anche l’Ascom a Piazza del Popolo possiamo più come imprenditori e cittadini. Torneremo qui e saremo ancora di più”.

C’è stata un’ovazione della piazza che la dice lunga sul clima che c’è tra chi crea la ricchezza di questo Paese.

Bisogna che se lo ricordino tutti. Anche i giornalisti “avvezzi” a scrivere quello che il padrone pretende.

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ROMA, 18 FEBBRAIO

“Diciamo basta,

MASSACRATE LE PICCOLE IMPRESE

La pressione fiscale tocca il 63%

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ROMA, 18 FEBBRAIO

le tasse ci uccidono” Il direttore dell’Ascom Lombardi e il presidente Bisceglia con il segretario generale della Confcommercio Francesco Rivolta

UNA GRANDE PROVA DI FORZA

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SENTENZE

La Cassazione crea confusione N

umerosi organi di stampa hanno riportato con grande evidenza la sostanza della sentenza della III sezione penale della Suprema Corte di Cassazione, n.

6108 del 10 febbraio 2014, relativa alla possibilità di esporre in vendita all'aperto delle cassette di verdura, titolandola piuttosto sbrigativamente - “stop alla vendita all’aperto di frutta e verdura”.

La sentenza riguarda il ricorso presentato da un commerciante (quasi certamente a posto fisso e quindi non su aree pubbliche), avverso la sentenza del Tribunale di Nola con cui era stato condannato alla pena dell'ammenda, di cui all'art.

5 lettera b) della legge 283/1962, per aver messo in vendita tre cassette di verdure di vario tipo in cattivo stato di conservazione.

Il ricorrente aveva fondato il suo ricorso deducendo la violazione di legge ed il vizio di motivazione, sostenendo in particolare che il giudice di merito lo avrebbe condannato per il solo fatto di avere collo-

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cato le cassette di verdura all'aperto esponendo gli alimenti ad agenti atmosferici, senza accertare in concreto lo stato di cattiva conservazione delle verdure o il mancato rispetto delle prescrizioni di legge.

La Suprema Corte, nel respingere il ricorso, ha richiamato la sentenza delle Sezioni Unite n. 443, del 9 gennaio 2002, che ha ritenuto che l'impiego nella produzione, la vendita, la detenzione per la vendita, la somministrazione, o comunque la distribuzione per il consumo, di sostanze alimentari in cattivo stato di conservazione (fattispecie punita dall'art. 5, lettera b) della legge 283/1962), sia configurabile come reato di danno, in quanto la disposizione è finalizzata a perseguire "un autonomo fine di benessere, assicurando una protezione immediata all'interesse del consumatore affinché il prodotto giunga al consumo con le cure igieniche imposte dalla sua natura".

La successiva giurisprudenza della Corte ha poi sostenuto che la natura di reato di danno così attribuita alla contravvenzione "non richiede la produzione di un danno alla salute, poiché l'interesse protetto dalla norma è quello del rispetto del cd. ordine alimentare, volto ad assicurare al consumatore che la sostanza alimentare giunga al consumo con le garanzie igieniche imposte per la sua natura".

La sentenza solleva dubbi e contraddice una precedente ordinanza Di conseguenza, pur affermando che "è comunque necessario accertare che le modalità di conservazione siano in concreto idonee a determinare il pericolo di un danno o deterioramento delle sostan-

ze", la Corte ha richiamato ancora la passata giurisprudenza per sostenere che non è necessario compiere perizie o analisi di laboratorio, ben potendo il giudice considerare "altri elementi di prova", quali le testimonianze, quando lo stato di cattiva conservazione sia palese e rilevabile da una semplice ispezione, situazione che può verificarsi anche solo per l'insudiciamento della confezione in cui i prodotti sono riposti o per la loro custodia in locali sporchi.

In conclusione, quindi, la Corte ha accolto l'interpretazione del giudice di merito che aveva ritenuto che la circostanza che le cassette fossero esposte "all'aperto e, pertanto, a contatto con agenti atmosferici e gas di scarico dei veicoli in transito" fosse sufficiente a integrare la violazione dell'obbligo di assicurare l'idonea conservazione delle sostanze alimentari.

Tale sentenza solleva non pochi dubbi in merito alle conclusioni cui giunge.

Ritenere che si possa integrare la fattispecie di reato per la mera esposi-

zione all'aperto delle cassette, prescindendo da qualsiasi analisi concreta dell'effettivo stato di conservazione dei prodotti alimentari, e omettendo qualunque altro criterio di valutazione (temperatura, concentrazione degli inquinanti, ecc.) non può essere infatti condivisibile né accettabile.

A maggior ragione essa appare contraddittoria rispetto all’essenza del commercio su aree pubbliche che, per norma legislativa, è abilitato a vendere su aree coperte e scoperte nel rispetto delle norme comunitarie e nazionali che tutelano le esigenze igienico sanitarie. Infatti la sentenza prescinde dalla constatazione di elementi oggettivi che portano al deterioramento del prodotto ma afferma il prin-

cipio incomprensibile e non accettabile che la sola esposizione all’aperto del prodotto alimentare equivale, ipso facto, alla violazione del corretto obbligo della conservazione del prodotto stesso, postulando quindi una vendita di questi prodotti esclusivamente al chiuso.

Peraltro si ravvisa una contraddittorietà anche con l’Ordinanza del Ministero della Salute 3 aprile 2002 in materia di requisiti igienico sanitari per il commercio dei prodotti alimentari su aree pubbliche e i Regolamenti di derivazione comunitaria (in particolare il n.

854 del 2004) che stabiliscono le modalità di vendita, strumenti apparecchiature e processi di controllo nonché le obbligazioni anche tecniche per la

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vendita di detti prodotti nonché le sanzioni per la violazione delle norme. Le citate disposizioni si riferiscono con tutta evidenza anche alla vendita all’aperto che dunque viene normata e non preclusa in via assoluta.

Il rischio è che la sentenza diventi un riferimento per futuri divieti E, in ultima analisi, la stessa Corte - in una precedente sentenza (la n.

37380 del 12 settembre 2013) - aveva sostenuto comunque la necessità di elementi oggettivi di accertamento, ancorché rilevabili da una semplice ispezione, per constatare lo stato di cattiva conservazione dei prodotti.

Dunque, la circo-

stanza della sola esposizione all’aperto non costituirebbe, di per se stesso, una violazione dell’obbligo igienico sanitario se non corredata da fattori di natura oggettiva.

Certamente - anche se la sentenza non opera erga omnes e se la pronuncia non è stata emessa a Sezioni Unite - si è in presenza di una situazione di estrema pericolosità che metterebbe a rischio più del 40% di imprese che operano nel commercio su aree pubbliche che la Federazione sta attentamente valutando e su cui si riserva di approfondire i profili enunciati nelle motivazioni.

Non è infatti improbabile che detta sentenza possa essere presa a base per divieti generici e generalizzati.

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SENTENZE

sulla vendita di ortofrutta

NORMATIVE

Ancora più pesanti le sanzioni per il lavoro irregolare C

ome è ormai diventata (cattiva) consuetudine, alla vigilia di grandi festività o in periodi di ferie estive, vengono emanati, dal Governo nuovi e punitivi decreti.

Questa volta, il decreto 145, che interessa le aziende per la materia del lavoro, è stato emanato il 24 dicembre 2013.

Per avere informazioni più dettagliate e precise ci rivolgiamo al consulente dell’Ascom, Mario Ferraris, noto ed apprezzato consulente del lavoro.

“Regime sanzionatorio particolarmente gravoso per le imprese” “Innanzi tutto è opportuno precisare che i provvedimenti presi sono sotto forma di decreto legge, vuol dire che è immediatamente esecutivo (dal 24 dicembre) ma, se non viene convertito in legge dal Parlamento entro 60 gg., decade e non produce più effetti dalla sua emanazione. Detto questo vediamo cosa prevede il decreto”.

Chiarisce Mario Ferraris: “Come già detto il D.L. fa particolare riferimento all’applicazione di nuove sanzioni in materia di non regolarizzazione dei lavoratori (lavoro nero) , di sospensione o chiusura dell’attività aziendale e di violazione della norme in materia di orario di lavoro, riposi giornalieri, riposi settimanali”.

Cominciamo dalla mancata regolarizzazione di un lavoratore:

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• sanzione precedente da € 1.500 a € 12.000 maggiorata di € 150 per ogni giornata di effettivo lavoro; • sanzione attuale da € 1.950 a € 15.600 maggiorata di € 195 per ogni giornata di effettivo lavoro.

Se il lavoratore veniva subito regolarizzato le sanzioni passavano a: • sanzione precedente da € 1.000 a € 8.000 oltre ad € 30 per ogni giornata di effettivo lavoro; • sanzione attuale da € 1.300 a € 10.400 oltre ad € 39 per ogni giornata di effettivo lavoro.

A questo si doveva aggiungere, nel caso in cui i lavoratori in nero superassero il 20% degli occupati, al fine di evitare la chiusura dell’attività, la sanzione di: • sanzione precedente € 1.500; • sanzione attuale € 1.950; “Per la mancata osservanza dei riposi giornalieri, dei riposi settimanali e del superamento dell’orario massimo di lavoro le sanzioni sono state letteralmente raddoppiate raggiungendo € 1.560 per dipendente”.

Conclude Ferraris: “Ritengo che tale regime sanzionatorio sia particolarmente gravoso per le imprese, in un momento di così rilevante difficoltà, anche se è doveroso sostenere ed incentivare la lotta agli abusi ed alla irregolarità.

Tuttavia, una efficace azione di contrasto del lavoro sommerso non passa solamente attraverso un aumento senza precedenti di sanzioni amministrative già peraltro assai rilevanti.”

Ricordiamo che il Rag. Mario Ferraris può essere contattato dagli interessati telefonando alla Sede centrale dell’Ascom (0161250045).

Consulente del lavoro Il rag. Mario Ferraris, esperto della normativa che regola i rapporti di lavoro (foto Greppi)

di Roberto Gualino

L

a nuova delegazione di Trino è un insieme di gioventù, intraprendenza e preparazione, lega in sè la crema dell’imprenditoria cittadina e rispecchia quello di cui in questo momento la categoria necessita e che desidera. Attenzione, però, a non farne una pura questione anagrafica, altrimenti si scade nella demagogia fine a sè stessa, perché il giovanile entusiasmo va mescolato ed ha bisogno dell’esperienza e della cultura di chi da anni lavora e vive l’associazione.

La presentazione della nuova delegazione di Trino è stata l’occasione per portare sul territorio il nostro Presidente Bisceglia ed i nostri esperti, a disposizione delle

Ecco la nuova squadra. Il neo-presidente Tricerri con i componenti della Delegazione insieme al presidente dell’Ascom Antonio Bisceglia ed alla responsabile dell’ufficio di Trino Laura Furno

imprese, in una cornice conviviale e in un clima di collaborazione e serenità. In questo momento economico difficile è fondamentale non far sentire soli gli imprenditori e non appesantire oltre modo gli argomenti già critici:, i nostri tecnici ed i nostri nuovi dirigenti hanno nel loro dna proprio questa preparazione e questa sensibilità.

La serata si è svolta all’interno della cornice della pizzeria Capricorno di Trino dove il patron Giuseppe Tortora, come sempre, ha saputo fare il padrone di casa con giovialità e simpatia.

Si è discusso sulle novità fiscali, sull’accesso al credito, sull’e-commerce e sugli eventi previsti per il 2014 con uno spazio libero dedicato alle domande e agli interventi del pubblico, il tutto legato dall’ottima regia del Presidente Biseglia che, con i suoi interventi, tocca sempre in concreto l’obiettivo del discorso. La nuova delegazione di Trino è composta dal Presidente Mattia Tricerri, il VicePresidente Massimo Osenga ed i consiglieri Alessandro Fabrizio, Roberto Boscolo, Nicholas Malanima, Grazia Mattarello, Claudia Montarolo, An-

tonino Orlando, Antonio Tortora e Marika Zanotto. La nuova dirigenza potrà avvalersi dell’indispensabile e sempre presente aiuto della signora Laura Furno, responsabile dell’ufficio che, con la sua esperienza e dedizione, è il valore aggiunto di questa sede. L’associazione ha la convinzione, il coraggio e la forza di puntare sui giovani e su progetti innovativi.

L’augurio è che questo sia il punto di partenza per un nuovo impegno. Stringiamoci attorno all’associazione e troveremo un antidoto alla crisi.

TANTI, BENEDETTI e SUBITO Ascomfidi è una cooperativa che ha raggiunto più di 4000 soci e che favorisce l’accesso al credito rilasciando garanzie sulle più svariate forme tecniche di finanziamento quali: • Aperture di credito • Smobilizzo crediti • Mutui chirografari ed ipotecari

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DELEGAZIONI

Buona la prima

INFORMAZIONI

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Direttore: Antonio Bisceglia Direttore responsabile: Marco Barberis Reg. Canc. Trib. VC n. 11 del 29.3.1966 Ord. Pres. Trib. Vercelli 17.2.1987 SEDE CENTRALE VERCELLI - Galleria Verdi - Via D. Jolanda, 26 Aperto tutti i giorni da Lunedì a Venerdì Tel. 0161-25.00.45 r.a. - Fax 0161-25.90.95 UFFICI DI ZONA BORGOSESIA - Viale Varallo, 35 Aperto tutti i giorni da Lunedì a Venerdì Tel. 0163-25.804 - Telefax 0163-26.870 CIGLIANO - Piazza Partigiani, 11 Aperto tutti i giorni da Lunedì a Venerdì Tel. 0161-43.30.65 - Telefax 0161-43.30.65 CRESCENTINO - Via De Gregori, 20 Aperto tutti i giorni da Lunedì a Venerdì Tel. 0161-84.10.27 - Telefax 0161-84.18.15 GATTINARA - Corso Vercelli, 81 Aperto tutti i giorni da Lunedì a Venerdì Tel. 0163-82.65.89 - Telefax 0163-82.65.89 SANTHIÀ - Piazza Vittorio Veneto, 25/a Aperto tutti i giorni da Lunedì a Venerdì Tel. 0161-92.31.29 - Telefax 0161-94.869 TRINO - Corso Italia, 1 Aperto tutti i giorni da Lunedì a Venerdì Tel. 0161-82.98.14 - Telefax 0161-82.98.14 VARALLO - Corso Roma, 74 Aperto tutti i giorni da Lunedì a Venerdì Tel. 0163-53.193 - Telefax 0163-51.504

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L’AUTOLIQUIDAZIONE INAIL SLITTA AL 16 MAGGIO 2014 Nella legge di stabilità 2014 sono compresi provvedimenti di riduzione della pressione fiscale e contributiva su imprese e lavoratori che riguardano un taglio dei premi INAIL pari ad 1 miliardo di euro a partire dal 2014, con differenziazioni legate agli andamenti infortunistici. Al fine di consentire alle imprese di beneficiare da subito della riduzione, il Ministero del Lavoro ha differito al 16 maggio 2014 sia il termine dell’autoliquidazione 2013/2014, sia il termine per il pagamento di tutti gli altri premi speciali per i quali non è prevista l’autoliquidazione.

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