Visita Pastorale al I Vicariato

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Visita Pastorale al Primo Vicariato

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Indice PRESENTAZIONE .

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CAPITOLO I VISITA PASTORALE ALLA PARROCCHIA BASILICA CATTEDRALE

Informazioni statistiche . Fase preparatoria . . Incontro con l’Arcivescovo Lettera conclusiva . .

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CAPITOLO II VISITA PASTORALE ALLA PARROCCHIA S. FRANCESCO DI PAOLA

Informazioni statistiche . Fase preparatoria . . Incontro con l’Arcivescovo Lettera conclusiva . .

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CAPITOLO III VISITA PASTORALE ALLA PARROCCHIA S. MARIA DELL’AIUTO

Informazioni statistiche . Fase preparatoria . . Incontro con l’Arcivescovo Lettera conclusiva . .

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CAPITOLO IV VISITA PASTORALE ALLA PARROCCHIA S. GAETANO ALLA MARINA

Informazioni statistiche . Fase preparatoria . . Incontro con l’Arcivescovo Lettera conclusiva . .

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CAPITOLO V VISITA PASTORALE ALLA PARROCCHIA BASILICA COLLEGIATA

Informazioni statistiche . Fase preparatoria . . Incontro con l’Arcivescovo Lettera conclusiva . .

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CAPITOLO VI VISITA PASTORALE ALLA PARROCCHIA SS. COSMA E DAMIANO

Informazioni statistiche . Fase preparatoria . . Incontro con l’Arcivescovo Lettera conclusiva . .

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CAPITOLO VII VISITA PASTORALE ALLA PARROCCHIA IMMACOLATA AI MINORITELLI

Informazioni statistiche . Fase preparatoria . . Incontro con l’Arcivescovo Lettera conclusiva . .

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CAPITOLO VIII VISITA PASTORALE ALLA PARROCCHIA SACRO CUORE DI GESÙ AI CAPPUCCINI

Informazioni statistiche . Fase preparatoria . . Incontro con l’Arcivescovo Lettera conclusiva . .

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Fase preparatoria . . . Incontro con l’Arcivescovo . Lettera conclusiva . . .

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CAPITOLO IX INCONTRI DI VICARIATO


Presentazione

L’Arcivescovo di Catania

L

a nostra comunità diocesana sta vivendo il tempo della Visita pastorale impegnandosi nell’accoglienza di questo grande dono del Padre. La Visita pastorale è stata annunziata durante la Messa Crismale del 9 aprile 2009 e nel primo periodo è coincisa con l’Anno sacerdotale indetto dal Papa Benedetto XVI in occasione del 150° anniversario della morte del Santo Curato d’Ars. Per la preparazione e lo svolgimento della Visita pastorale è stato predisposto un Direttorio in due parti, pubblicate, rispettivamente, l’1 aprile e il 25 settembre 2010. La Visita pastorale è stata aperta ufficialmente il 30 ottobre 2010 in Cattedrale e già si è svolta nel I e II Vicariato. Attualmente è in corso nell’VIII, mentre nel X si sta vivendo la fase preparatoria. La preparazione e lo svolgimento della Visita pastorale coinvolgono tante persone ed in particolare i parroci con gli organismi di partecipazione a livello parrocchiale che hanno potuto profittare di questa provvidenziale circostanza per svolgere i compiti di collaborazione e di corresponsabilità di loro competenza. La Visita pastorale registra anche una ricca serie di incontri a livello vicariale, predisposti da Vicari foranei e dai Consigli pastorali vicariali. È opportuno che la testimonianza di tanto impegno non vada perduta. A tale scopo sarà curata una pubblicazione per vicariato. Avremo così una collana di 18 volumi, i cui primi due contengono le due parti del Direttorio già edite; i successivi quindici riguarderanno i singoli vicariati; l’ultimo raccoglierà, infine, i tanti articoli mensilmente pubblicati nello Speciale Visita pastorale del nostro settimanale Prospettive. Sono lieto di presentare questo volume intitolato Visita pastorale al I

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Presentazione

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Vicariato. Per me ha costituto una bella esperienza di grata memoria scorrere queste pagine. Penso, ed auguro, che lo stesso potrà accadere alle persone che hanno vissuto la Visita pastorale. Da queste pagine emerge chiaramente che la Visita pastorale ci sta offrendo una straordinaria possibilità di esercitarci nella comunione ecclesiale. Infatti, l’averla preparata con le stesse modalità ha testimoniato questo impegno di comunione. Queste pagine ci permettono pure di sperare che come, con l’aiuto del Signore, siamo riusciti a preparare nella comunione la Visita pastorale, così, con lo stesso stile, potremo vivere il tempo del Dopo Visita. Anche in questa circostanza mi è gradito rinnovare gioiosa e grande riconoscenza ai carissimi Parroci e al Vicario foraneo del I Vicariato. Un sentito grazie formulo anche nei riguardi dei membri della Segreteria per la Visita pastorale, coordinata da Don Massimiliano Parisi. A loro si deve la compilazione del presente volume che costituisce, perciò, il coronamento dell’impegno che hanno generosamente svolto nella preparazione e nello svolgimento della Visita. Formulo, infine, l’auspicio che la presente pubblicazione possa essere pure utile alle Comunità parrocchiali che ancora attendono di ulteriormente coinvolte nella Visita pastorale. Esse, tuttavia, già lo sono pienamente nella preghiera per la Visita pastorale che deve costituire il forte vincolo che unisce tutte le parrocchie, sia quelle già visitate, sia quelle che sto visitando o visiterò prossimamente, come pure quelle che incontrerò nel futuro. La nostra unanime preghiera sia arricchita dall’intercessione della Vergine Santissima, della martire Agata, dei nostri Santi Patroni e del Beato Cardinale Giuseppe Benedetto Dusmet cui affido ancora una volta la Visita pastorale che il Buon Pastore mi dà la grazia e l’onore di compiere in questa Santa Chiesa di Catania. Catania, 8 settembre 2011 Natività della Beata Vergine Maria

Salvatore GriStina


NOTE REDAZIONALI • Il presente volume è composto da nove capitoli, precisamente otto riguardanti la Visita pastorale nelle singole parrocchie del I Vicariato ed uno, il nono, relativo agli incontri vicariali. • Ogni capitolo rispecchia i “tempi” della Visita pastorale e dunque si articola in “fase preparatoria”, “incontro con l’Arcivescovo” e “lettera conclusiva”. Precedono alcune “informazioni statistiche” relative ad ogni realtà parrocchiale. • Il volume raccoglie, oltre che le indicazioni dell’Arcivescovo, relazioni, saluti, interventi di parroci, operatori pastorali e di quanti a vario titolo hanno contribuito con il loro apporto allo svolgimento della Visita pastorale. • Tutto il materiale che le parrocchie interessate hanno presentato all’Ufficio di Segreteria per la Visita pastorale, salvo qualche esigenza di impaginazione, è pubblicato così come pervenuto. • La documentazione riguardante la Visita reale non è inserita nel presente volume. Essa è custodita presso gli archivi degli Uffici della Curia Arcivescovile.

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CAPITOLO I

VisitaPastorale allaParrocchia BasilicaCattedrale


Informazioni statistiche

M APPA

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DEL TERRITORIO PARROCCHIALE


Informazioni statistiche

S TRADARIO

DEL TERRITORIO PARROCCHIALE

Via Teatro Greco (zona 4) Via Ospizio di Beneficenza (zona 4) Piazza Asmundo (zona 4) Via San Benedetto (zona 4) Via San Francesco (zona 4) Via Crociferi (zona 4) Via Timeo (zona 4) Piazza San Francesco (zona 4) Via San Giuseppe al Duomo (zona 4) Via Bicocca (zona 4) Via Roccaforte (zona 4) Via Merletta (zona 4) Piazza Università (zona 4) Via Raddusa (zona 4) Via Santa Maria del Rosario (zona 4) Via della Loggetta (zona 4) Via Euplio/Reina (zona 4) Piazza Scamacca (zona 4) Via A. Sangiuliano (zona 4) Via Sant’Agata (zona 4) Via G. Perrotta (zona 4) Via Birreria (zona 4) Via Pulvirenti (zona 4) Via Mazza (zona 4) Via Leonardi (zona 4) Via Valle (zona 4) Via Vittorio Emanuele Via Garibaldi (zona 3) Via San Martino (zona 3) Via Spadaro Grasso (zona 3) Piazza Duomo (zona 3)

Via Etnea Via Dottore Cortile Ninfo Via Gisira Via Pardo Piazza Pardo Piazza di Benedetto Via Riccioli Via Gemelli Zappalà Piazza Indirizzo Piazza Currò Via Bozomo Via Bottino Via Auteri Via Grimaldi Via Magazzini Via Vela Via Scuto Via Puglisi Via Crisafulli Via Di Bella Via Plebiscito Via Zurria Via Casello Via Cristoforo Colombo Via Fornaciai Via Rizzotti Via Alcalà Via Lavandaie Vicolo Marano Via Mulino Santa Lucia

(zona 3) (zona 3) (zona 3) (zona 3) (zona 3) (zona 3) (zona 3) (zona 3) (zona 3) (zona 3) (zona 3) (zona 3) (zona 3) (zona 2) (zona 2) (zona 2) (zona 2) (zona 2) (zona 2) (zona 2) (zona 2) (zona 2) (zona 2) (zona 2) (zona 2) (zona 2) (zona 2) (zona 2) (zona 2) (zona 2)

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Informazioni statistiche

Via Jonica Via Dusmet Via Vecchia Dogana Piazza Duca di Genova Via Museo Biscari Piazza San Placido Via Porticello Via Lazzaro Via Geraci Via Landolina

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(zona 2) (zona 1) (zona 1) (zona 1) (zona 1) (zona 1) (zona 1) (zona 1)

NUMERO STIMATO DI ABITANTI: 1476


Fase preparatoria


Fase preparatoria

Lettera di convocazione Ai membri del Consiglio Pastorale della Basilica Cattedrale “Sant’Agata V. M” Catania L’esperienza della Visita pastorale che il nostro Arcivescovo ci invita a celebrare prossimamente è l’occasione propizia per rilanciare nella nostra chiesa Cattedrale l’impegno ed il servizio indispensabile degli organismi di partecipazione ecclesiale previsti dall’ordinamento canonico e caldamente raccomandati dal nostro stesso Arcivescovo.

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Nel Direttorio per la Visita Pastorale, in particolare nella lettera dell’Arcivescovo, viene ribadito come la visita dell’Arcivescovo alle comunità locali deve essere occasione di verifica e di rilancio della vita delle nostre comunità ecclesiali in chiave missionaria seguendo le linee dettate dalla C.E.I. nella nota pastorale Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia; i sette obiettivi che la nota propone siamo chiamati ad assumere e tradurre per la nostra realtà ecclesiale. Dopo circa quattro anni dall’inizio del mio ministero di parroco delegato arcivescovile della nostra Basilica Cattedrale - avviato e consolidato il lavoro delicato e prezioso del Consiglio per gli affari economici (CAE - organismo obbligatorio a norma del codice di diritto canonico), è giunto il tempo di avviare il cammino del Consiglio pastorale. La Basilica Cattedrale è la chiesa del Vescovo, il luogo geografico nel quale convivono tre enti ecclesiastici che ne sono al servizio: l’ente “Chiesa Cattedrale”, l’ente “Capitolo della Cattedrale”, l’ente “Parrocchia della Basilica Cattedrale”. La Basilica Cattedrale è la chiesa di Sant’Agata: ne custodisce le sacre reliquie, accoglie quotidianamente i devoti che la visitano in un continuo pellegrinaggio, cura gli aspetti religiosi delle celebrazioni di febbraio e agosto.


Fase preparatoria

La Basilica Cattedrale è un cofanetto prezioso di arte e storia, luogo d’interesse per studiosi e studenti e visitato da numerosi turisti italiani e stranieri, attraverso l’impegno nella fondazione diocesana per i beni culturali sostiene l’opera del museo diocesano che custodisce il “tesoro della cattedrale”. La costituzione del Consiglio pastorale della Basilica Cattedrale (CPBC) non può prescindere da questa peculiarità che esige perciò necessari adattamenti tesi a creare comunione ecclesiale a servizio della Cattedra del Vescovo di cui dobbiamo sentirci sempre più custodi e servitori. La composizione proposta per iniziare il cammino non prevede al momento membri eletti dall’assemblea: a ciò si provvederà successivamente. La presidenza del Consiglio pastorale della Basilica Cattedrale esercitata dal parroco-delegato arcivescovile ricorderà a ciascuno il particolare legame della nostra realtà ecclesiale col Pastore della Chiesa di Catania nella cui Chiesa noi esercitiamo i nostri rispettivi compiti. Con questo spirito vi invito al primo incontro del Consiglio pastorale della Basilica Cattedrale che avrà luogo giovedì 8 luglio p.v. alle ore 19.00 nell’aula capitolare della Basilica Cattedrale, per discutere il seguente ordine del giorno: 1. Insediamento e costituzione dell’Ufficio di segreteria. 2. Presentazione del Direttorio per la Visita pastorale e consegna del questionario per la riflessione personale e di gruppo. 3. Costituzione del Consiglio di presidenza. In attesa di incontrarci per rilanciare il cammino pastorale della nostra chiesa Cattedrale porgo cordiali saluti in Cristo Gesù. Catania, 24 giugno 2010 MONS. BARBARO SCIONTI Parroco - delegato arcivescovile

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Fase preparatoria

Relazione conclusiva del Consiglio Pastorale Parrocchiale e programma della Visita Pastorale ITINERARIO Per giungere alla definizione del programma per la Visita pastorale, si è intrapreso un cammino costellato di varie tappe, momenti diversi quali: preghiera, studio, riflessione, discernimento, condivisione e verifica si sono intrecciati nel vissuto delle singole persone e delle realtà di gruppo che, a vario titolo, sono presenti e operano nella Basilica Cattedrale. Desiderando tratteggiare tale esperienza, occorre evidenziare specifici punti che cercano di partecipare spazi, tempi e mezzi di questo viaggio ecclesiale pastorale locale, che si è affrontato con determinazione e con coraggio, essendo i primi, alla sequela di Gesù Buon Pastore e soprattutto cercando di rispondere con tanta gioia ai desideri del nostro Arcivescovo Mons. Salvatore Gristina, guida dell’Arcidiocesi di Catania. 18

PREMESSA Si è prestato attenzione innanzitutto alla dimensione della preghiera quale atteggiamento essenziale per impetrare questo “Dono del Padre” da accogliere con frutto. Preghiera nella Basilica Cattedrale Alle Sante Messe della domenica, al mattino nell’adorazione davanti al Santissimo Sacramento nella cappella del Crocifisso e nel corso di celebrazioni particolari, si è pregato spesso con la “preghiera dell’Arcivescovo”, scritta per l’imminente Visita pastorale. TAPPA I - FASE PREPARATORIA: NASCITA CONSIGLIO PASTORALE DELLA BASILICA CATTEDRALE Il punto di partenza è situato precisamente il 24 giugno del 2010, data in cui il parroco e delegato arcivescovile della Basilica Cattedrale, Mons. Barbaro Scionti, raggiunge, per la prima volta, con lettera di convocazione, i membri del Consiglio pastorale della Basilica Cattedrale “Sant’Agata V. M.”, così si legge: «L’esperienza della Visita pastorale che il nostro Arcivescovo ci invita a celebrare prossimamente è l’occasione propizia per rilanciare nella nostra


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chiesa Cattedrale l’impegno e il servizio indispensabile degli organismi di partecipazione ecclesiale previsti dall’ordinamento canonico»1. In risposta a tali indicazioni e obbedendo ai suggerimenti del n. 9a della Lettera dell’Arcivescovo2, l’8 luglio del 2010 viene alla luce il Consiglio pastorale che si riunisce, s’insedia e si mostra nella specificità dei suoi membri come parrocchia sui generis. La Cattedrale è parrocchia? Si percepisce questo come un quesito latente a quasi tutti gli interventi dei presenti. Momento successivo alla composizione del Consiglio pastorale è l’avvio gioioso della sua attività di comunione e di discernimento comunitario. A) Riflessione sul Direttorio3 Nello sforzo di permeare lo spirito del suddetto documento si riflette insieme, con l’aiuto di una scheda sintesi, preparata dalla segretaria del CPBC, sulla Lettera dell’Arcivescovo alla comunità diocesana, nella quale l’enucleazione di riferimenti specifici diventa possibile chiave di lettura dell’intero Direttorio, fornendo piste praticabili sull’organizzazione concreta in questa prima fase. B) Presentazione del Questionario di indole pastorale4 Viene consegnato il questionario di indole pastorale ai diversi membri. Il parroco indica la nota C.E.I. Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia (30 maggio 2004) quale testo base, aiuto per il discernimento, soprattutto nei suoi sette obiettivi, che nel questionario sono enucleati nella forma di quesiti a partire dai quali verificare l’azione pastorale parrocchiale. Presenta poi un gruppo di possibili e perfettibili adattamenti, con cui ha tradotto gli obiettivi sopra menzionati, tenendo conto del territorio par-

B. SCIONTI, Lettera di convocazione Consiglio pastorale della Basilica Cattedrale, Catania 24 giugno 2010. 2 S. GRISTINA, Direttorio per la Visita pastorale, volume I, pp.17-18. 3 Cfr. Verbale n.1 del CPBC, data 22/9/2010, p. 2, in: Archivio Basilica Cattedrale. 4 Ibidem, pp. 2-3. 1

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rocchiale, del tipo e del numero di persone che vi abita. Lancia la proposta che ciascun membro del CPBC si faccia promotore, presso la realtà di cui è rappresentante, di attenta lettura e riflessione del questionario per giungere così a un pensiero su ogni obiettivo da donare agli altri e nella misura del possibile, liberamente lasciarne traccia per iscritto, in modo da essere contributo per la relazione da tenere in ambito di assemblea parrocchiale. TEMPO DI RIFLESSIONE E DI DISCERNIMENTO PERSONALE E COMUNITARIO Alla luce Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia, i questionari, consegnati ai rappresentanti delle varie realtà presenti in Cattedrale, divengono, nei mesi estivi, oggetto di attenta lettura personale e di riflessione nei diversi gruppi.

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TEMPO DI CONDIVISIONE5 Si alternano incontri del Consiglio di presidenza a quelli del Consiglio pastorale; l’ordine del giorno di entrambi prevede il vaglio di proposte per un eventuale bozza di programma per la Visita da sottoporre. Si raccolgono gli interventi scritti e orali di tutti, relativamente ai sette obiettivi. ALL’ASCOLTO DEL NOSTRO PASTORE Una rappresentanza del Consiglio pastorale della Basilica Cattedrale partecipa all’Assemblea pastorale diocesana, durante la quale l’Arcivescovo personalmente illustra il Direttorio. In quella stessa occasione si ha modo di ascoltare dalla viva voce di Don Giuseppe Bellia, importanti riferimenti biblici, da carpire quali indicatori luminosi nel cielo della Visita pastorale. INCONTRI I VICARIATO In modo mirabile, il cammino parrocchiale si è intersecato con quello vicariale, ambito in cui, in un clima di confronto aperto e sofferto, si sono precisati i momenti da vivere insieme con le varie parrocchie presenti nel I Vicariato, dando vita così al primo calendario vicariale. 5 Riferimenti dettagliatamente riportati nei verbali: n. 2 del CPBC, data 22/09/2010; n. 1 del Consiglio di presidenza, data 17/07/2010; n. 2 del Consiglio di presidenza, data 8/10/2010.


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CONSIGLIO PASTORALE CON LA PRESENZA DEL VICARIO FORANEO Si pone, come momento di reale comunione, l’incontro del Consiglio pastorale parrocchiale, alla presenza del Vicario foraneo, durante il quale quest’ultimo ha avuto modo di donarci alcune indicazioni utili sulla modalità con cui trattare le date, fornite dalla Segreteria per la Visita pastorale, circa la compilazione del possibile programma. Con tutto questo materiale raccolto nel bagaglio, utile per effettuare la partenza verso la tappa II, cioè il tempo della Visita, si è cercato con attenzione e con puntualità di elaborare un programma che tenesse conto delle diverse realtà, di priorità di senso e di esigenze di lavoro pastorale, indicando con umiltà quegli incontri idonei ad incontrare sul serio la realtà composita della chiesa Cattedrale, che raccoglie in sé più vocazioni che vanno dalla sede della Cattedra del Vescovo sino alla casa di Sant’Agata… Il programma6 risulta il seguente: DOMENICA 31 OTTOBRE: Alle ore 10.30 - Accoglienza dell’Arcivescovo Confortati dalla consultazione del n. 1179 del “cerimoniale dei vescovi”, dove si legge: «Il Vescovo, […] venga accolto convenientemente, secondo le circostanze di luogo e situazione», appare opportuno che a ricevere l’Arcivescovo siano i canonici, i presbiteri e diaconi ed insieme anche il Consiglio pastorale e il Consiglio per gli affari economici, quali organi di partecipazione, i cui membri, rappresentanti di diverse realtà, sono presenti ed operano nella Basilica Cattedrale, ed ancora sono espressione di comunione e di corresponsabilità viva per uno slancio pastorale e missionario. Lo spazio che è sembrato rispondere alle esigenze di significato per tale momento è stato ravvisato nella cappella della Madonna. La Basilica Cattedrale è per eccellenza la chiesa dove risiede la Cattedra del Vescovo, si potrebbe dire familiarmente, è “casa sua”: tutti ci sentiamo coinvolti e sensibilizzati al servizio, che in primo luogo, proprio in quest’ambiente, si deve, con gioia, al Nostro Pastore. Non appare dunque opportuno andargli incontro sulla porta d’ingresso, dalla quale è entrato il giorno dell’insediamento in Diocesi, al contrario ci sembra significativo iniziare questo

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Estratto del Verbale n. 2 del Consiglio di presidenza, data 8/10/2010.

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tempo di grazia, in quella cappella della Madonna, che normalmente viene utilizzata come ingresso nella navata, che vede dietro una ben nota cancellata, la dimora della Santa Patrona Agata, Vergine e Martire, a cui la stessa Cattedrale è titolata. Ore 11.00 - Celebrazione Eucaristica (Messa di Gesù Maestro, solennità per la congregazione delle Pie Discepole del Divin Maestro e la famiglia paolina) Riferendosi al n. 222 dell’Apostolorum Successores, documento che lo stesso Arcivescovo cita nella Lettera del 1 aprile 2010, dove si auspica che la Celebrazione Eucaristica sia centro del programma della visita; e con ancora l’eco delle parole meditate della Nota C.E.I. Il Volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia, precisamente al terzo obiettivo: «La domenica, giorno del Signore, della Chiesa e dell’uomo, sta alla sorgente, al cuore e al vertice della vita parrocchiale: il valore che la domenica ha per l’uomo e lo slancio missionario che da essa si genera prendono forma solo in una celebrazione dell’Eucarestia curata secondo verità e bellezza». Animati da tali motivazioni, si propone la Celebrazione Eucaristica domenica 31 ottobre, e ci piace molto che cada proprio nella Solennità di Gesù Maestro per la congregazione delle Pie Discepole del Divin Maestro, presenza religiosa orante ed operosa in Cattedrale. Nella linea dell’incontrare, del confermare nel servizio e nell’indirizzare verso nuove mete i gruppi che gravitano e lavorano in Cattedrale, si è pensato: Ore 17.00 - Incontro con il Coro parrocchiale. (celebrazione del Vespro nella cappella della Madonna) A tal proposito, non si può non richiamare alla memoria la Sacrosantum Concilium al n. 114 quando dice: «Si conservi e si incrementi con grande cura il patrimonio della musica sacra. Si promuovano con impegno le “scholae cantorum” in specie presso le chiese cattedrali. I vescovi e gli altri pastori d’anime curino diligentemente che in ogni azione sacra celebrata con il canto tutta l’assemblea dei fedeli possa partecipare attivamente […]». Alle ore 19.00 - Chiesa di San Placido: incontro con l’Associazione maschile Sant’Agata in Cattedrale La devozione a Sant’Agata riunisce molte persone di diversa età,


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estrazione e provenienza. Associazione dunque, che in certi momenti, si apre a fisarmonica e conta moltissimi devoti (oltre 500)7 di tutta la città di Catania, che si riversano in Cattedrale per esprimere la loro fede ad una “donna tutta di Dio”. Certo le motivazioni e i risultati possono essere tanti, ma prestare attenzione ai dubbi, ai bisogni, alle gioie del gruppo dei giovani e degli adulti dell’Associazione maschile Sant’Agata in Cattedrale, che si riunisce nella chiesa di San Placido può diventare momento per lanciarsi verso forme rinnovate di catechesi e di formazione ad una vita cristiana sempre più autenticamente ancorata al Vangelo. LUNEDÌ 1 NOVEMBRE: Ore 9.30 - Celebrazione Eucaristica Ore 11.30 - Museo diocesano: incontro con il Maestro del Fercolo di Sant’Agata ed i suoi collaboratori «La Visita pastorale è una delle forme, collaudate dall’esperienza dei secoli, con cui il Vescovo mantiene contatti personali con il clero e con gli altri membri del popolo di Dio. […] è anche l’occasione per richiamare tutti i fedeli al rinnovamento della propria vita cristiana»8, in quest’ottica si crede opportuno che l’incontro suddetto acquisti un carattere, non tanto di sprone quanto di verifica della: - gestione dell’impegno nelle celebrazioni agatine; - ricaduta dell’esperienza nel quotidiano di una vita davvero improntata sul Vangelo. Ore 19.30 - Aula Capitolare: incontro con la Cappella Musicale del Duomo L’Arcivescovo, in Cattedrale, presiede alcune liturgie solenni, dove «il canto sacro, unito alle parole, è parte necessaria ed integrante»9, ed è la Cappella Musicale del Duomo che riveste l’azione liturgica di una forma nobile, attraverso l’eccelsa espressione dell’arte che è l’originale interpretazione della tradizione musicale della Chiesa, in particolare quella Catanese. Da quanto si evince dai vari interventi del Presidente dell’associazione stessa, membro del CPBC. 8 Apostolorum Successores, n. 221. 9 Sacrosantum Concilium, n.112. 7

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MERCOLEDÌ 3 NOVEMBRE Ore 17.00 - Sacrestia: incontro con l’Associazione femminile Sant’Agata in Cattedrale Per il Pastore è questa un’«occasione per ravvivare le energie degli operari evangelici, lodarli, incoraggiarli e consolarli»10.

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GIOVEDÌ 4 NOVEMBRE Ore 16.30 - Ufficio del Parroco: Saluta il personale dipendente In modo del tutto speciale si è al servizio della fede delle persone se si raggiungono nella dimensione del lavoro. Ore 17.00 - cappella della Madonna: incontra la Legio Mariae (recita del Santo Rosario) Per venire incontro al preciso desiderio espresso dall’Arcivescovo, nell’omelia del 7 ottobre 2010, in occasione dell’anniversario dell’Ordinazione Episcopale, si vuole così dare spazio alla preghiera e alla meditazione con la recita del Santo Rosario, quale momento alto di contatto con la Parola e valorizzazione del carisma particolare. Ore 19.00 - Veglia per la Giornata di santificazione universale È bello che, nel periodo della Visita pastorale, la cattedrale si apra ad un momento di comunione ecclesiale più ampio, perché questo rivela quello che durante tutto l’anno è: luogo aperto a movimenti e a tutte quelle realtà ecclesiali, che desiderano accoglienza nella chiesa del Vescovo. SABATO 6 NOVEMBRE Ore 7.30 - Celebrazione Eucaristica ed esposizione del Santissimo Sacramento per l’adorazione quotidiana nella cappella del Crocifisso In Cattedrale, interpretando e dando una certa angolatura al terzo obiettivo della Nota C.E.I. Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia, sopra citato, bisogna attenzionare, oltre la Santa Messa domenicale quella dei giorni feriali, ove si registra una certa frequenza di fedeli. Nell’adorazione quotidiana si prega abitualmente per l’Arcivescovo e la Chiesa di Catania; pertanto la preghiera per la Visita pastorale è recitata quotidianamente e seguirà il cammino dell’Arcivescovo in visita alle

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Apostolorum Successores, n. 221.


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comunità locali, consegnando a Gesù Sacramentato la richiesta di grazie copiose. Ore 9.00 - L’Arcivescovo è disponibile per le confessioni e il dialogo personale Come consiglia il “cerimoniale dei vescovi” al n. 1182, affinché «poi appaia più chiaramente ai fedeli che il Vescovo è il principale dispensatore dei misteri di Dio, come anche il moderatore e custode di tutta la vita liturgica nella Chiesa a lui affidata, è desiderabile che egli amministri, durante la Visita pastorale, non solo il sacramento della Confermazione, ma talvolta anche gli altri sacramenti …». «Il Vescovo privilegi l’incontro con le persone […]. È questo il momento in cui egli esercita più da vicino per il suo popolo il ministero della parola, della santificazione e della guida pastorale, entrando a più diretto contatto con le ansie e le preoccupazioni, le gioie e le attese della gente e potendo rivolgere a tutti un invito alla speranza»11. Per introdurre le due visite che l’Arcivescovo potrebbe attuare bisogna rifarsi alla Nota C.E.I., Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia, n. 9, soprattutto quando afferma: «L’esperienza del lavoro percorre oggi strade sempre più complesse, a causa di molteplici fattori, tra i primi quelli riconducibili alle innovazioni tecnologiche e ai processi di globalizzazione. Ci vogliono competenze che possono essere assicurate solo da livelli più integrati, diocesani o almeno zonali, e da dedizioni più specifiche, come quelle promosse dalla pastorale d’ambiente e dalle esperienze associative. Lo stesso vale per l’ambito della responsabilità sociale e della partecipazione alla vita politica. La parrocchia però deve saper indirizzare, ospitare, lanciare ponti di collegamento. Più al fondo, deve offrire una visione antropologica di base, indispensabile per orientare il discernimento, e un’educazione alle virtù, che costituiscono l’ancoraggio sicuro capace di sostenere i comportamenti da assumere nei luoghi del lavoro e del sociale e di dare coerenza alle scelte che, nella legittima autonomia, i laici devono operare per edificare un mondo impregnato di Vangelo». Ore 11.00 - Visita al Municipio

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Pastores Gregis, n. 46.

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Fase preparatoria

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Ore 12.00 - Visita al mercato storico del pesce (pescheria) L’Arcivescovo avrà modo così di immergersi nel tessuto sociale e nell’ambiente territoriale della parrocchia Cattedrale, mostrandosi vicino, nelle fatiche quotidiane, ai “figli e fratelli” lavoratori, che spesso devono superare critiche e denunce (come nel caso della pescheria). Ore 16.00 - Museo Diocesano: incontra il Consiglio pastorale e il Consiglio per gli affari economici della Basilica Cattedrale. L’Apostolorum Successores, alle lettere d - e, prevede tali momenti, e lo stesso Arcivescovo li incoraggia nella sua Lettera alla Comunità diocesana (7º obiettivo) e nelle omelie in preparazione alla Visita. Gli organismi di partecipazione sono da qualificare sempre meglio, per il servizio impagabile che svolgono attraverso il continuo discernimento personale e comunitario in ambito pastorale e amministrativo. Ore 16.30 - Museo Diocesano: Assemblea parrocchiale È il momento di rilievo in cui sarà presentata una relazione sintetica dei dati principali emersi dall’esame del questionario di indole pastorale (cfr. Direttorio per la Visita pastorale, n.10, p. 20), è occasione di dialogo della comunità con il Pastore. Ore 17.45 - Te Deum a conclusione della Visita pastorale alla Basilica Cattedrale Per ringraziare la Santissima Trinità, Dio datore di ogni dono, la recita del Te Deum, appare il naturale modo con cui salutare da un lato la fine della Visita pastorale per la nostra Basilica Cattedrale e dall’altro l’inizio dell’esperienza di Pietro e compagni, che fiduciosi prendono il largo, gettano le reti e tirano in barca una quantità enorme di pesci (cfr. Lc 5,6). SUOR IVANA SANFILIPPO Segretaria del Consiglio pastorale


Fase preparatoria

Allegati

LA VISITA PASTORALE DONO DEL PADRE PER LA NOSTRA CHIESA. LETTERA DELL’ARCIVESCOVO ALLA COMUNITÀ DIOCESANA PRESENTAZIONE

• L’Arcivescovo affida il Direttorio alla comunità diocesana per preparare e vivere bene lo straordinario evento della Visita pastorale. • Significato dell’Icona in Copertina, immagine composta da tre elementi: 1. Buon Pastore; 2. Territorio dell’Arcidiocesi; 3. Stemma dell’Arcivescovo. Il Vescovo (stemma) mette la sua vita e il suo ministero a disposizione di Gesù Cristo (Buon Pastore) per visitare il suo gregge (territorio dell’Arcidiocesi). • COLLABORAZIONE E CORRESPONSABILITÀ: Il Vescovo è collaborato dai presbiteri, in modo particolare dai parroci; I laici sono coscienti corresponsabili dell’essere e dell’agire della Chiesa; Convisitatori (Decreto Indizione). • TESTI DI RIFERIMENTO importanti circa la dottrina e la legislazione della Visita pastorale: - CJC (Can. 396-398); - Es. Ap. Pastores gregis, n. 46; - Direttorio... Apostolorum successores, nn. 221-225. • INDICAZIONI ED ELEMENTI per la preparazione della Visita: - Preghiera (coinvolgimento); - Lectio divina nello spirito della DV 25-26; - Formazione dei fedeli (conferenze e prediche, corso di missioni popolari); - Discernimento comunitario negli organismi di partecipazione a partire da due questionari (1. Visita reale, 2. pastorale); - Nota C.E.I.: Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia (7 obiettivi);

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Fase preparatoria

- Convegno ecclesiale nazionale di Verona (persona cuore della pastorale). • PROGRAMMA della Visita, a livello parrocchiale e vicariale. • CALENDARIO (annuale). • SCUOLA PER OPERATORI PASTORALI: iniziativa da promuovere, frutto della Visita. • DOCUMENTO FINALE: prendere il largo e gettare le reti per una pesca abbondante. Il questionario pastorale: presentazione e adattamenti 1. La realtà parrocchiale: dati logistici, popolazione, strutture, presbiteri, frequenza alla messa, organi di partecipazione, associazioni, comunità religiose, organizzazioni sociali. 28

2. La pastorale parrocchiale: sette obiettivi (tratti dalla nota C.E.I. Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia, 30 maggio 2004): I La Cattedrale, luogo di accoglienza e di ascolto. II Dalla catechesi in preparazione ai sacramenti alla iniziazione alla vita cristiana. III L’Eucarestia domenicale … e nei giorni feriali. IV Al servizio della fede degli adulti: il compito di educare. V Il territorio parrocchiale: dimensioni sociali e culturali. VI La chiesa Cattedrale al servizio della comunione ecclesiale. VII I “protagonisti” della chiesa Cattedrale: organismi di partecipazione, carismi e ministeri. A ciascuno dei membri del CPBC è richiesto un pensiero su ogni obiettivo dopo attenta riflessione del testo del questionario che viene consegnato. Le riflessioni scritte, semplici e libere, possono essere consegnate alla segreteria del CPBC al prossimo incontro nel mese di settembre: è il contributo di ciascuno alla realizzazione della relazione previa alla Visita pastorale.


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DEPLIANT DELLA BASILICA CATTEDRALE IN OCCASIONE DELLA VISITA PASTORALE

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Calendario12 DOMENICA 31 OTTOBRE ore 11.00 - Celebrazione Eucaristica ore 17.00 - Incontro col coro parrocchiale (celebrazione del Vespro nella cappella della Madonna) ore 19.00 - Chiesa di San Placido: incontro con l’associazione maschile Sant’Agata in Cattedrale LUNEDÌ 1 NOVEMBRE ore 09.30 - Celebrazione Eucaristica ore 11.30 - Museo diocesano: incontro con il Maestro del fercolo di Sant’Agata e i suoi collaboratori ore 19.30 - Aula Capitolare: incontro con la Cappella Musicale del Duomo MERCOLEDÌ 3 NOVEMBRE ore 17.00 - Sacrestia: incontro con l’associazione femminile Sant’Agata in Cattedrale GIOVEDÌ 4 NOVEMBRE ore 16.30 - Ufficio: Saluta il personale dipendente ore 17.00 - Cappella della Madonna: incontra la Legio Mariae (recita del Santo Rosario) SABATO 6 NOVEMBRE ore 07.30 - Celebrazione Eucaristica ed esposizione del Santissimo Sacramento per l’adorazione quotidiana nella cappella del Crocifisso ore 09.00 - L’Arcivescovo è disponibile per le confessioni e il dialogo personale

12 Approvato dall’Arcivescovo sulla base di quello formulato dal Consiglio pastorale parrocchiale nella fase preparatoria.

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ore 10.00 - Visita al mercato storico del pesce (pescheria) ore 12.00 - Museo Diocesano: incontra il Consiglio pastorale e il Consiglio per gli affari economici della Basilica Cattedrale ore 16.30 - Assemblea pastorale ore 17.45 - Te Deum a conclusione della Visita pastorale alla Basilica Cattedrale

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Ore 11.00 - Basilica Cattedrale

MESSA DI APERTURA La Visita pastorale alla parrocchia Basilica Cattedrale è iniziata con la solenne Celebrazione Eucaristica secondo il formulario di Nostro Signore Gesù Cristo Divino Maestro. Nella monizione iniziale è stato spiegato il motivo di questa scelta motivata dalla presenza della comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro che gravita nel territorio della parrocchia: Uno solo è il vostro Maestro, il Cristo. Nell’ultima domenica di ottobre, ogni anno, le Pie Discepole del Divin Maestro con tutta la Famiglia Paolina, fondata dal Beato Giacomo Alberione, celebrano con solennità Nostro Signore Gesù Cristo Divino Maestro, con liturgia propria. In realtà, Egli riempie di sé tutto l’Anno liturgico, ma in questa occasione tutti i paolini e le paoline, intendono avere un’occasione per rinnovare il loro amore e la loro adesione alla persona di Gesù che tutti onorano come Maestro e Signore, Pastore, Via, Verità e Vita. È bello e significativo celebrare questa solennità nel contesto della Visita pastorale che il nostro Arcivescovo Mons. Salvatore Gristina sta compiendo nella nostra Chiesa di Catania. A Cristo, Maestro e Pastore chiediamo il dono della disponibilità ad accogliere colui che ci visita nel Suo nome e a gloria del Suo nome.

Intervento del Parroco all’inizio della Celebrazione Eucaristica Benedictus qui venit in nomine Domini Eccellenza Reverendissima, All’inizio della Visita pastorale alla nostra Basilica Cattedrale di Catania, ho la gioia e l’onore di rivolgerLe il saluto accogliente a nome di tutta la comunità cristiana che vive questa magnifica “aula liturgica” e ne sostiene la vita pastorale. In particolare i tre enti ecclesiastici, la “Chiesa Cattedrale”, il “Capitolo della Cattedrale”, la “Parrocchia della Basilica

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Cattedrale”, a cui sono legate diverse realtà ecclesiali qui oggi rappresentate, fanno proprie le parole che la liturgia ci fa cantare poco prima della consacrazione del pane e del vino: “Benedictus qui venit in nomine Domini”. Così come queste parole ci aiutano a cogliere la bellezza della presenza reale, adesso, ci aiutano a gustare la bellezza di un incontro che ci siamo preparati a vivere come “dono del Padre per la nostra Chiesa”13. Una felice coincidenza vuole che celebriamo oggi la ricorrenza di “Nostro Signore Gesù Cristo Divino Maestro”, titolare delle Suore Pie Discepole del Divin Maestro, presenti con la famiglia paolina nel nostro territorio; da qualche giorno (4 ottobre 2010) i Vescovi italiani ci avete donato gli orientamenti pastorali per il decennio 2010-2020, Educare alla vita buona del Vangelo; siamo alle prime battute della Visita pastorale alle comunità locali. Il Maestro Gesù, “grazie alla presenza dinamica dello Spirito”14, raggiunge il cuore dell’uomo e lo forma interiormente e così aiuta la persona a gestire le vicissitudini quotidiane. Visitandoci nel nome del Signore, noi scorgiamo nell’Eccellenza Vostra la “presenza dinamica dello Spirito”15 che ci invita a rendere sempre più missionario, nel segno della conversione pastorale, il volto di questa comunità cristiana. Vogliamo vivere questi giorni come occasione privilegiata per riconoscere nel ministero del Vescovo il Maestro Gesù, Buon Pastore che “raccoglie le sue pecore e se ne prende cura mediante l’insegnamento e con una prodigiosa frazione del pane”. Noi tutti vogliamo metterci nella disposizione della “folla che segue Gesù mossa dalla speranza di ricevere qualcosa di decisivo”16. Eccellenza, siamo certi del suo sguardo paterno e partecipe che saprà cogliere il bisogno, anche inespresso, di un popolo che è “disorientato da maestri inaffidabili”17. Alla Vergine Maria, nostra “Madre e Maestra di vita spirituale”18, affi-

Icona della Visita pastorale. C.E.I., Educare alla vita buona del Vangelo, 12. 15 Ibidem. 16 Ibidem. 17 Ibidem. 18 C.E.I., Collectio Missarum de BVM, 32. 13 14


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diamo queste giornate di incontro con l’Arcivescovo: giornate di spiritualità e di comunione fraterna; Maria ci aiuti “a custodire l’attitudine all’ascolto, grembo nel quale la parola diventa feconda e ci fa comprendere che nulla è impossibile a Dio”19. MONS. BARBARO SCIONTI Parroco - delegato arcivescovile

Omelia dell’Arcivescovo Carissimi fratelli Canonici del Capitolo metropolitano della Cattedrale guidati dal degnissimo Priore Mons. Maurino Licciardello, carissimi fratelli Presbiteri e Diaconi, carissime Persone consacrate, particolarmente voi sorelle Pie Discepole del Divin Maestro, Fratelli e Sorelle, 1. Tante volte e per diversi motivi ho la gioia di celebrare in questa splendida Basilica Cattedrale dedicata alla nostra Patrona Sant’Agata vergine e martire. Oggi la celebrazione è motivata dalla Visita pastorale. Ieri sera ho celebrato per tutte le parrocchie del Vicariato iniziando ufficialmente la Visita all’intera Arcidiocesi e al I Vicariato; questa mattina celebro per la Cattedrale che visiterò nei prossimi giorni. Il Parroco ha sottolineato il significato e l’importanza dell’evento e tutti vogliamo metterci nell’atteggiamento di vivere la Visita pastorale come dono del Padre per la nostra Chiesa. Siamo nella chiesa Cattedrale. Come sapete nelle diocesi c’è una sola chiesa Cattedrale; in alcune, per motivi storici, c’é anche la con-cattedrale, ma abitualmente è una sola la chiesa che si pregia di questo titolo. Questa insigne Basilica è chiamata Cattedrale perché qui c’è la cattedra del Vescovo, a significare il compito che egli svolge nella Comunità diocesana a lui affidata.

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C.E.I., op. cit., 56.

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2. Nel brano del Vangelo che abbiamo ascoltato (Mt 23,1-10) Gesù parla della cattedra di Mosè. Essa significa il ruolo particolare, unico, che Mosé ebbe nella comunità di Israele: fu chiamato dal Signore per parlare a nome suo (profeta) e per guidare il popolo dalla schiavitù alla terra promessa. Egli parlava con Dio faccia a faccia: così si esprime la Sacra Scrittura per indicare la particolare intimità che egli aveva con il Signore, intimità che si trasformava in mediazione e in intercessione. Mosé spesso svolse questo ruolo a vantaggio del popolo. Ai tempi di Gesù la cattedra era occupata dagli scribi e dai farisei, due categorie di persone che avevano un particolare ruolo nella vita della comunità, e che era riconosciuto da ogni persona; non si trattava di usurpatori, ma il loro ruolo, che doveva essere svolto secondo lo stile di Mosè, di fatto non lo era. Gesù usa parole sferzanti contro di loro perché tali persone non esercitavano il loro ruolo come avrebbero dovuto: “Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei”. Gesù non li rimprovera per il fatto di sedere sulla cattedra di Mosè, ma li giudica in modo molto severo: “Quanto vi dicono, fatelo!”. Dicono cose giuste, interpretano la Parola di Dio, la Legge, quindi quello che vi dicono fatelo ed osservatelo, ma non fate secondo le loro opere. Gesù legge le intenzioni del cuore e quindi può fare questa forte distinzione: “Quello che vi dicono fatelo, ma non fate secondo le loro opere”. Poi Gesù passa a denunciare queste opere: “Dicono e non fanno. Legano pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente”. Ma non vogliono muoverli neppure con un dito”. È un crescendo molto severo. C’è dell’altro: seguono altre precise annotazioni circa la devozione esterna, la ricerca del plauso, dei posti di onore e dei titoli. 3. Abbiamo ascoltato tutti il Vangelo poc’anzi proclamato. Vi assicuro che il sottoscritto e, penso, anche i sacerdoti qui presenti abbiamo ascoltato con particolare trepidazione questo testo. Come evitare che la cattedra del Vescovo e quella di coloro che nelle comunità parrocchiali esercitano il ministero della presidenza, si trasformino in quella di cui Gesù condannava i titolari del suo tempo? È una domanda esigente. Saremmo tentati di glissare, ma la Parola è lì, giunge a noi e noi dobbiamo farci giudicare, illuminare, confortare, sostenere dalla verità. Noi possiamo evitare che la cattedra di oggi nella Chiesa sia quella che Gesù condanna se terremo nel dovuto conto quello che Egli stesso indica con chiarezza.


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Come evitare questo deterioramento, questo sfiguramento, o persino - Dio ci liberi - questo tradimento? “Uno solo è il vostro maestro e voi tutti siete fratelli, uno solo è il vostro Padre, quello del cielo, una sola è la vostra guida, il Cristo”. Il Signore ci indica con chiarezza la via per evitare questi tradimenti, queste deturpazioni. 4. Nel brano ascoltato Gesù enuncia un principio che altrove sviluppa di più. Per esempio, nel Vangelo di Luca, Gesù sottolinea la radicale diversità tra i re delle nazioni e i responsabili di una comunità di fratelli. Durante l’ultima cena e in presenza dell’ennesima contesa tra i discepoli per chi più fosse più importante, Gesù dice: “Chi tra voi è più grande diventi il più piccolo e chi governa come colui che serve. Infatti chi è più grande chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola?”. È questo il criterio normale. Eppure - ecco la radicale novità che Gesù porta, vive ed indica alla sua Chiesa - io sto in mezzo a voi come colui che serve. E nella stessa circostanza Gesù lava i piedi ai suoi discepoli e spiega il significato del gesto in maniera inequivocabile: “Voi mi chiamate Maestro e Signore e lo sono; se io, il Maestro e Signore, ho lavato i piedi a voi è per darvi un esempio, una regola, affinché anche voi facciate come ho fatto io”. Gesù vuole una comunità, una Chiesa di figli, di fratelli, di discepoli guidati da responsabili che stanno in mezzo a loro come servitori. Questo è il Suo progetto. Solo una Chiesa di fratelli, di figli e discepoli guidati da pastori che seguono questo insegnamento, risponde al progetto di Gesù. Dalla fedeltà al progetto di Gesù deriverà la forza, la credibilità per la missione che siamo chiamati a svolgere, per la testimonianza che siamo invitati a dare. 5. Dobbiamo sottolineare questo nesso profondo che c’è tra la comunità e coloro che in essa esercitano il servizio della cattedra. È molto importante: noi tutti dobbiamo pregare, secondo l’ordine di Gesù, perché mandi operai nella sua messe, perché ci siano delle persone che si dedicano al suo servizio nel santo ministero: il diaconato, il presbiterato, l’episcopato. È necessario che ci siano questi fratelli che svolgano tale compito. Ma noi vescovi, presbiteri e diaconi proveniamo dalle singole comunità ed apparteniamo alla comunità. Se è una comunità di figli, di fratelli, di discepoli, da essa verranno dei presbiteri che vivono il ministero come

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Gesù si attende: da figli, fratelli e discepoli si trasformano in servitori a titolo speciale. Ogni comunità è responsabile della qualità di coloro che svolgono nella Chiesa questi compiti. Non dividiamo i sacerdoti dalla comunità: essa incide sia all’origine, che nello svolgimento dell’attività del sacerdote. 6. Dobbiamo testimoniare che la vera Chiesa è costituita da persone che hanno una uguale e inalienabile dignità che resta sempre: tutti siamo figli, fratelli, discepoli. I sacramenti dell’iniziazione cristiana - il Battesimo, la Confermazione, l’Eucaristia - ci danno questa uguaglianza che resta sempre e non cambia perché la diversità di servizio, di compiti, non significa separazione; nella Chiesa non c’è disuguaglianza nella dignità. I titoli o le insegne sono elementi storici validi, solo se significano ruoli di servizio. Noi che dobbiamo caratterizzarci anche per questi segni esterni, li dobbiamo vivere come divise di servizio. 38

7. Ho dato l’annuncio della Visita pastorale nell’omelia della Messa crismale, qui in Cattedrale, il giovedì santo, 9 aprile 2009, e sottolineavo due aspetti che desidero richiamare anche oggi: la Messa crismale ci parla della dignità sacerdotale, profetica e regale che il Padre conferisce con il dono dello Spirito Santo a tutti i discepoli del Figlio suo. Con la Visita pastorale avrò la grazia di onorare questa dignità nei figli e nelle figlie di Dio che incontrerò. Nel dialogo che avrò con loro avrò modo di gioire per le meraviglie che il Signore permette di operare a chi valorizza questa dignità che ci rende uguali nella vita quotidiana, personale e familiare, civile ed ecclesiale. La Visita pastorale mi permetterà di verificare, inoltre, come da Cristo Capo si diffonde in tutte le membra della nostra Chiesa particolare e si espande nel territorio il suo buon profumo. 8. La Visita pastorale mi impegna in maniera particolare con le parole che il Signore oggi ha rivolto a tutti e che io considero anzitutto valide per me stesso. Come vivere la Visita pastorale da Vescovo? Esattamente come chiediamo nell’apposita preghiera: “Ti preghiamo per il nostro Vescovo Salvatore che viene a visitarci nel tuo nome: sia immagine viva ed autentica di Te Buon Pastore”. Vi ringrazio perché pregate così per me; ne


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ho bisogno; intensificate la vostra preghiera anche alla luce di quello che il Signore oggi ci ha detto. Dalla vostra preghiera attingo la fiducia, grande seppur mista ad intensa trepidazione, con cui inizio la Visita pastorale. L’ho già detto, il Vescovo non è un solitario, la cattedra è il compito che Egli svolge intimamente unito ai sacerdoti e particolarmente ai parroci. La preghiera sottolinea pure che la nostra Chiesa è affidata alla carità pastorale del Vescovo e a quella dei sacerdoti. Allora, carissimi fratelli e sorelle, vi chiedo una preghiera speciale perché noi, Vescovo e presbiteri, ci distinguiamo per la carità pastorale che significa amore paterno e fraterno, servizio generoso ed instancabile. In tal modo diventeremo ministri sempre più attenti a promuovere i carismi, i ministeri, i doni che il Signore dà a tutti per la crescita della Sua Chiesa. Ho affidato la Visita pastorale alla speciale intercessione del cardinale Dusmet le cui spoglie sono qui, in questa nostra chiesa Cattedrale. Il beato Dusmet ha onorato questa cattedra, ha servito il Signore, ha amato questa Chiesa. A lui chiedo di intercedere per me, perché possa mettermi sulla stessa strada che egli generosamente e sempre ha percorso. Al cardinale Dusmet affido il mio servizio episcopale, particolarmente durante la Visita pastorale; affido il servizio dei nostri carissimi sacerdoti e l’intera nostra Chiesa affinché tutti ci impegniamo a rispondere al progetto che oggi il Signore ci ha indicato, che consiste nel diventare sempre più famiglia di Dio vera Chiesa di Cristo Signore. Così sia per tutti noi. ✠ SALVATORE GRISTINA

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Ore 17.00 - Basilica Cattedrale - sacrestia

INCONTRO CON IL CORO PARROCCHIALE Intervento del Responsabile della Corale parrocchiale signor Giuseppe Sanfilippo

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A nome mio e della Corale parrocchiale “Basilica Cattedrale di Catania” rivolgo un cordiale saluto all’Eccellenza Vostra ed a Mons. Barbaro Scionti per questo momento di incontro in occasione della Visita pastorale. La Corale della parrocchia Basilica Cattedrale nasce il 16 agosto del 2003, all’inizio del Suo Episcopato nella Chiesa catanese, per volere di Mons. Rosario Currò. All’inizio eravamo solo in pochissimi, mentre pian piano siamo cresciuti arrivando ad un numero di circa 20 cantori; abbiamo iniziato il nostro servizio con spirito di umiltà, cercando di offrire al Signore sempre il meglio. Nel 2005, essendo io anche ex-responsabile della Corale di Canalicchio, ho pensato di fare la proposta a Mons. Currò e a Padre Francesco Leonardi di gemellare le due corali per avere un maggior numero di cantori e nello stesso tempo uno scambio di servizi fra le due parrocchie. Devo dire che Mons. Barbaro Scionti stesso ha accettato di buon cuore le realtà delle due corali, dando così un grande imput nel continuare il cammino che Mons. Currò aveva iniziato, tanto che nel 2006, nella monumentale chiesa di San Placido, è stato eseguito il terzo concerto di Natale con le due corali dove l’Eccellenza Vostra ci ha rallegrati con la sua presenza e ci ha sollecitati a continuare nella esecuzione semplice dei canti. Per l’affetto e la stima che noi sentiamo da parte Sua nei nostri confronti la ringraziamo e speriamo di essere sempre uniti come lo siamo questa sera, nella prospettiva che almeno una volta all’anno possiamo incontrarci per passare una serata di fraternità insieme all’Eccellenza Vostra nel nome del Signore. Per quanto riguarda la Visita pastorale, con il permesso dell’Eccellenza Vostra, desidero specificare, sinteticamente, i servizi sopra detti.


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In riferimento a quanto detto nel Consiglio pastorale dell’8 luglio 2010 dal parroco Mons. Barbaro Scionti e dalla documentazione consegnata ai componenti del Consiglio pastorale, nella qualità di responsabile della Corale parrocchiale della Basilica Cattedrale di Catania ho ritenuto opportuno far partecipare tutti i componenti della corale al fine di poter riferire sugli obiettivi tratti dall’Introduzione alla Nota pastorale della C.E.I. Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia. Al primo punto riteniamo opportuno riferire che l’attività della corale è importante anche perché, prima di esprimere col canto l’animazione liturgica, è dedita all’accoglienza di tutte quelle persone che frequentano la Cattedrale. Infatti, essendo strategica la postazione della corale, cioè davanti alla cappella di Sant’Agata è, quindi, soggetta a dare informazioni ed invitare i fedeli alla compostezza, alla preghiera e al raccoglimento, essendo meta di tanti curiosi visitatori e turisti che bivaccano all’interno della Cattedrale, ma, altrettanto, meta di devoti. Al secondo punto riteniamo che la corale, oltre al compito di animare le liturgie, è chiamata, con il canto, a coinvolgere l’assemblea nella Celebrazione Eucaristica, anche con l’animatore liturgico, e quindi ad un servizio molto importante affinché si possa (come riferito dall’Eccellenza Vostra nella visita a San Leo di Belpasso nel mese di agosto u.s.): “Testimoniare con coerenza la propria vita di fede, attraverso la parola (canto) e la disponibilità nei confronti del prossimo. È fondamentale ai fini della propria identità, praticare una religiosità fatta non di esercizio formale ed esteriore, ma di impegno e dedizione finalizzato al vero e supremo bene”. Al terzo punto riteniamo che la corale abbia un compito molto importante e cioè l’animazione liturgica con canti scelti secondo la liturgia del tempo e della domenica; un’animazione costante in tutte le domeniche senza alcuna assenza; un impegno non indifferente per i cantori che si sottopongono a prove di canto durante la settimana al fine di rendere più solenne la Santa Messa delle ore 11.00 presieduta dal Mons. Barbaro Scionti, e seguita ed attesa fortemente sia per l’omelia che per i canti che vengono eseguiti, a volte, anche in polifonia. Al quarto punto riteniamo che la corale, innestata nella parrocchia, oltre alle celebrazioni in Cattedrale, col canto, esercita anche un servizio di missionarietà sia nel territorio della parrocchia: partecipazione alla

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veglia di preghiera nel periodo dei festeggiamenti agatini presso le Suore Benedettine di via Crociferi; animazione con canti di Sant’Agata il giorno 5 febbraio dopo l’uscita della Santa sul sagrato della Basilica Collegiata e in tutte le parrocchie che lo chiedono, animazioni liturgiche e concerti di canti in onore di Sant’Agata laddove il sacro velo viene portato. Al quinto punto riteniamo che la corale parrocchiale è impegnata nella collaborazione sia con l’Associazione Femminile Sant’Agata in Cattedrale, in quanto parecchi ne fanno parte, con gli “Amici del Rosario” e con la Legio Mariae, realizzando insieme momenti di preghiera e di servizio per tutti i devoti che nel corso dei festeggiamenti in onore di Sant’Agata sono presenti in Cattedrale: animazione del rosario, servizio interno in Cattedrale. Al sesto punto riferiamo che la corale nell’anno 2005 si è gemellata con la corale parrocchiale Santa Maria del Carmelo al Canalicchio al fine di ottenere uno scambio di servizi nonché una continua ed affettuosa vita di fraternità che le due corali realizzano insieme; nel 2008 le corali si sono incontrate nei locali della parrocchia Santa Maria del Carmelo al Canalicchio per vivere insieme, alla presenza dell’Eccellenza Vostra ed i parroci Mons. Barbaro Scionti e Padre Francesco Leonardi, un momento di incontro al fine di fare il punto della situazione sui servizi svolti fino a quell’anno. In quell’occasione, Ella ha molto gradito questo gemellaggio dicendo che avrebbe portato a mo’ di esempio nelle altre parrocchie quello che è stato realizzato tra le due corali. Al settimo punto riferiamo che la corale, assicurando il primario servizio alla Cattedrale, è itinerante nell’Arcidiocesi ed a volte anche fuori: veniamo invitati nelle varie parrocchie di Catania e della Provincia ad animare le Sante Messe e nelle feste patronali dedicate alla Madonna eseguiamo concerti di canti mariani tradizionali che vengono molto apprezzati dalle comunità con coinvolgimento dell’assemblea ai canti, assumendo così un’espressione evangelizzatrice. Pertanto, sulla base di quanto prima detto, la corale si identifica, perché ne fa uso, secondo la Costituzione della Sacra liturgia - Sacrosanctum Concilium del 4 dicembre 1963 a mente dei seguenti articoli: Dignità della musica sacra 112. La tradizione musicale della Chiesa costituisce un patrimonio d’inestimabile valore che eccelle tra le altre espressioni dell’arte, special-


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mente per il fatto che il canto sacro, unito alle parole, è parte necessaria ed integrante della liturgia solenne. Il canto sacro è stato lodato sia dalla Sacra Scrittura, sia dai Padri, sia dai romani Pontefici; perciò la musica sacra sarà tanto più santa quanto più strettamente sarà unita all’azione liturgica, sia dando alla preghiera un’espressione più soave e favorendo l’unanimità, sia arricchendo di maggior solennità i riti sacri. La Chiesa poi approva e ammette nel culto divino tutte le forme della vera arte, purché dotate delle qualità necessarie. Perciò il sacro Concilio, conservando le norme e le prescrizioni della disciplina e della tradizione ecclesiastica e considerando il fine della musica sacra, che è la gloria di Dio e la santificazione dei fedeli, stabilisce quanto segue: La liturgia solenne 113. L’azione liturgica riveste una forma più nobile quando i divini uffici sono celebrati solennemente con il canto, con i sacri ministri e la partecipazione attiva del popolo. 114. Si conservi e si incrementi con grande cura il patrimonio della musica sacra. Si promuovano con impegno le «scholae cantorum» in specie presso le chiese cattedrali. I Vescovi e gli altri pastori d’anime curino diligentemente che in ogni azione sacra celebrata con il canto tutta l’assemblea dei fedeli possa partecipare attivamente, a norma degli articoli 28 e 30. Canto gregoriano e polifonico 116. La Chiesa riconosce il canto gregoriano come canto proprio della liturgia romana; perciò nelle azioni liturgiche, a parità di condizioni, gli si riservi il posto principale. Gli altri generi di musica sacra, e specialmente la polifonia, non si escludono affatto dalla celebrazione dei divini uffici, purché rispondano allo spirito dell’azione liturgica, a norma dell’art. 30. Canti religiosi popolari 118. Si promuova con impegno il canto religioso popolare in modo che nei pii e sacri esercizi, come pure nelle stesse azioni liturgiche, secondo le norme stabilite dalle rubriche, possano risuonare le voci dei fedeli. Per tutto quanto sopra detto riteniamo, infine, di dovere in primo luogo ringraziare il Signore per i doni che ci dà; ringraziare il parroco Mons. Barbaro Scionti per l’insegnamento e la guida al fine di realizzare l’obiettivo che rende più proficuo il servizio al Signore e sempre più l’im-

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pegno per migliorare il coinvolgimento dell’assemblea al canto e quindi alla preghiera che è fonte di amore verso Gesù.

Interventi non programmati (a cura della Segreteria per la Visita pastorale) In un clima molto familiare e di grande rispetto allo stesso tempo, sono emerse diverse testimonianze che hanno ribadito le profonde motivazioni di appartenenza dei vari membri della corale e il desiderio di fare sempre più e meglio.

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Sintesi dell’intervento dell’Arcivescovo (a cura della Segreteria per la Visita pastorale) a. I vari gruppi generalmente si presentano elencando subito le varie attività che promuovono, invece la Corale ha voluto cominciare con un momento liturgico, la celebrazione dei vespri. È stato bello presentarsi pregando insieme. Cita il detto latino agere sequitur esse, per ribadire la stretta corrispondenza tra l’attività e l’identità. Questa connessione è molto importante per definire la nostra operosità nella Chiesa. b. Manifesta plauso per la relazione presentata dal maestro della corale, Sig. Giuseppe Sanfilippo. La corale è nata dall’associazione Agatina. Questo è molto bello, perché ci fa comprendere come da una cosa buona ne possa derivare un’altra altrettanto buona. Il bene, infatti, è contagioso e porta frutti. Elogia soprattutto i puntuali riferimenti fatti dal maestro al dettato del Concilio Vaticano II sulla musica sacra e ne ribadisce alcuni. c. È significativo che la Basilica Cattedrale, oltre ad avere già la propria Cappella musicale, abbia anche una Corale parrocchiale. Le due realtà non si escludono a vicenda, né sono in competizione, bensì contribuiscono alla ricchezza liturgica, alla varietà ministeriale presente nella Cattedrale/parrocchia.


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d. Ricorda ai presenti come nel 2012 ricorrerà il decennale di due eventi: il X anniversario di ministero a Catania e la commemorazione della nascita della corale. Auspica che queste ricorrenze possano rinnovare l’impegno di ciascuno per il servizio che rende nella chiesa di Catania. e. Elogia il clima sereno che si respira all’interno della Corale e che deve essere salvaguardato. La Chiesa è una famiglia che vive di gioiosa solidarietà. In tal senso, esorta a testimoniare la comune condivisione della grazia e la gioia di potersi incontrare nella fraternità. f. Apprezza molto il lavoro di riflessione che la Corale ha compiuto sui sette obiettivi della nota pastorale C.E.I., Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia, per prepararsi a questo incontro. Si tratta di un’operazione molto bella e intelligente che deve farci sentire sempre più responsabili del Vangelo con quei compiti particolari che manifestano, appunto, il nostro stile missionario. g. Ribadisce la necessità della formazione. Bisogna stare attenti al significato della celebrazione e auspica che in tutte le parrocchie ci sia una costante preparazione alla liturgia domenicale. Inoltre, la corale non deve espropriare l’assemblea, bensì favorire l’armonia nella celebrazione, fare in modo che ci sia corrispondenza tra le letture, i canti, i segni che vengono posti sostenendo e coinvolgendo l’intera assemblea. h. Chi canta prega e fa pregare due volte. L’identità della Chiesa è la comunione: il coro, l’orchestra esistono perché esiste la comunione. Se ognuno cantasse e suonasse autonomamente e senza alcuna attenzione all’altro, ci sarebbe solo confusione e non armonia. Attraverso l’esperienza del canto, voi siete privilegiati nel capire che ciascuno di noi ha un dono per l’utilità di tutti. Nella Corale, come nell’orchestra, la voce, lo strumento esprimono e fanno risaltare la necessità e il valore positivo dello stare insieme. Negli incontri formativi valorizzate questa identità che vi porta ad essere testimoni della comunione e della bellezza del vivere insieme.

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Ore 19.00 - Chiesa “San Placido

INCONTRO CON L’ASSOCIAZIONE MASCHILE “SANT’AGATA IN CATTEDRALE” Intervento del Presidente signor Claudio Baturi Eccellenza Reverendissima,

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In segno di ospitalità dovrei augurarle il benvenuto ma è troppo poco per il momento che andremo a vivere. In fondo questa parrocchia è casa Sua, questa è la Sua gente allora potremmo dirle: benvenuto a casa Eccellenza. Questa Associazione con gioia ha saputo attendere questo momento così carico di emozioni e di speranze. La gioia che la Sua persona arreca a tutti i soci suscita quel sano stimolo che accarezza la nostra anima, tocca il cuore, formula pensieri di gratitudine per un evento così forte ed allo stesso tempo importante. Le speranze poi scaturiscono dalle Sue parole e dall’attenzione che rivolgerà verso questa aggregazione laicale intitolata a Sant’Agata, dal Suo impegno che, siamo certi, in questi giorni, sarà proficuo nei riguardi di tutta la comunità parrocchiale della Cattedrale che inizia la Sua Visita proprio da noi. Tante sono state le domande, in questi ultimi giorni, circa il significalo della Visita pastorale del Vescovo. La risposta è sempre stata una e precisamente: il Vescovo viene perché ama il suo popolo e desidera gioire con noi nella fede che professiamo. S’intende, la fede in Gesù Cristo e non solo alla nostra amata Agata: che significa buona così come deve essere “AGATA” quindi BUONA la nostra Associazione. Da circa venti anni or sono, da quando il Suo predecessore Mons. Luigi Bommarito da poco si era insediato in questa Arcidiocesi, l’assemblea dei soci ha pensato di affidare la Presidenza alla mia persona ed io ho accolto l’invito ad essere guida di questa comunità, imparando presto ad amarla e sentirla mia dal punto di vista delle responsabilità e non del possesso fine a se stesso e, come allora, oggi il mio impegno è immutato.


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La mia prima attenzione è stata rivolta ai giovani presenti, senza trascurare gli anziani, risorsa importante che infonde saggezza ed esperienza. Sì i giovani che sono e resteranno sempre l’anima di ogni cosa. Non si può fare a meno di loro; chi non ha fiducia nei giovani non potrà mai - e sottolineo mai - sperare in un futuro migliore e noi questo futuro lo abbiamo costruito giorno dopo giorno con fatica e amore. Sono fermamente convinto che essi sono le colonne portanti dell’intera famiglia parrocchiale, sono, in definitiva, anche la nostra ricchezza consapevole che più grande è il tesoro più difficile è custodirlo. Sono certo di aver lottato contro una mentalità arcaica che metteva al primo posto quella tradizione con la “t” minuscola che opacizza la fede e camuffa la verità delle cose. Oggi la nostra Associazione, non trascurando le cose buone del passato, è esempio di modernità, flessibilità, integrazione con le varie attività dell’Arcidiocesi. Perché questa Associazione non svolge le sue attività solo nei giorni di Sant’Agata, ma vive tutto l’anno con incontri formativi spirituali a cadenze settimanali e, a tal proposito, ringrazio Mons. Barbaro Scionti per averci “donato” il diacono permanente Daniele Pappalardo che ha saputo dare una impronta spirituale di particolare spessore con un cammino di vera catechesi. Eccellenza carissima, Come Lei già sa, l’Associazione Sant’Agata in Cattedrale nasce nel 1986 come “Associazione cittadina” per volere dell’indimenticabile umile servitore della Diocesi, Mons. Domenico Picchinenna, allora Arcivescovo di Catania (16 luglio 1974 - 1 giugno 1988). Già dai primi anni si mostrò alla città ricca di presenze arrivando oggi ad avere un numero di 580 associati, anche se non vi è una costante e massiccia partecipazione perché molti di loro hanno impegni legati ad altre parrocchie o con altre comunità. Nonostante ciò, ad oggi posso dire di non avere alcuna difficoltà nel trovare associati disponibili quando le attività ne richiedono la presenza. Quando mi è stato comunicato da Mons. Barbaro di dover presentare una relazione scritta non ho percepito subito che compito arduo mi aspettava: narrare 25 anni di Associazione che tanti di noi abbiamo vissuto attivamente mi risulta veramente difficile.

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Pertanto penso sia più giusto procedere per gradi:

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Attività sociali e caritative Da circa sei anni collaboriamo con delle associazioni per i diversamente abili offrendo loro l’opportunità di vivere concretamente i festeggiamenti agatini sotto un unico slogan “Sant’Agata non per molti ma per tutti”, attività che ha conquistato un importante riconoscimento da parte della F.I.A.B.A. (federazione italiana per l’abbattimento delle barriere architettoniche). Premio dedicato a tutti coloro che si impegnano nell’affermazione della cultura dell’handicap e nell’abbattere ogni forma di barriera culturale e fisica al fine di rendere migliore la qualità della vita per tutti. Inoltre, ci siamo occupati nel passato di bambini orfani organizzando delle feste con ricchi premi, dei ricoverati nel reparto di oncologia infantile con raccolta di fondi per creare degli alloggi per le famiglie fuori sede e continuiamo con la distribuzione di vestiario ai bisognosi. Ed infine dallo scorso anno abbiamo adottato le suore Francescane del Vangelo, nostre vicine di casa, sostenendole nella risoluzione dei vari problemi di piccola manutenzione domestica. Attività culturali La mostra dei cimeli agatini sicuramente è quella di maggiore impegno e rilievo; conta ogni anno circa quindici mila presenze tra catanesi e turisti; quest’anno di comune accordo con il parroco e la collaborazione di una guida abbiamo accolto oltre 2000 bambini provenienti dalle scuole di Catania e provincia, con un percorso storico culturale che, partendo dalla Basilica Cattedrale, passando dalla casa del fercolo, giungeva a visitare la nostra esposizione arricchita di oltre seicento pezzi provenienti dalle case dei Soci che, durante l’anno, hanno realizzato dei manufatti di arte popolare di grande interesse. Visto il successo avuto, il prossimo anno raddoppieremo i nostri sforzi per consentire a tutti gli interessati di poter usufruire di questa pregevole iniziativa. Oltre a ciò negli anni si sono svolti numerosi incontri-dibattiti aperti ai cittadini e mi piace ricordare quello di maggiore successo dal titolo “Non aver paura del tumore al seno” e non si possono dimenticare, inoltre, gli incontri dibattito avuti con i giovani che frequentano la “movida” catanese.


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Funzioni religiose e processioni Molti dei soci partecipano alla preparazione e allo svolgimento di numerosi eventi religiosi della città: la festa di Sant’Agata, il Corpus Domini, le processioni di Pasqua. Ma è importante sottolineare l’impegno constante del mese di gennaio e febbraio che effettuiamo davanti la cappella di Sant’Agata nel ricevere fiori e candele donati dai tanti fedeli che frequentano la Cattedrale in quei giorni; tale servizio non solo ci onora, ma ci identifica come i veri custodi del sacello della nostra amata Agata. In itinere vi è anche la costituzione ufficiale di un erigendo gruppo che si occupa del servizio d’ordine in Cattedrale che Lei stesso ha avuto modo già di incontrare e che la seguirà in questi giorni. Onesti ragazzi offrono un servizio volontario di notevole qualità e pregio. Tutto questo ed altro non si può realizzare se accanto non si ha un gruppo affiatato di persone che, come me, amano gli impegni sociali sempre pronti ad impegnare il loro tempo per la buona riuscita delle varie attività a discapito talvolta di momenti da dedicare alla famiglia. Ringrazio quindi tutti, dal Consiglio di presidenza al più piccolo dei soci, ma in particolare un grazie di cuore a Mons. Barbaro Scionti, attento Assistente ecclesiastico, che ogni giorno mi dà fiducia e stimolo por continuare al meglio il mio lavoro. Col cuore colmo di gratitudine mi accingo a concludere questo intervento di saluto e di benvenuto. La Sua presenza tra noi ci aiuti a realizzare l’unità della fede tanto auspicata e ci riempia di quella sana gioia che ci fa sperare per un miglioramento della vita parrocchiale. A Sant’Agata, nostra Santa Protettrice, affidiamo le nostre persone perché si mostrino desiderose di conoscere sempre più a fondo l’amore di Dio che passa attraverso l’esercizio serio della vita di fede e del bene reciproco.

Intervento del diacono Daniele Pappalardo Eccellenza Reverendissima, La nostra Associazione “Sant’Agata in Cattedrale” La accoglie con gioia nella sua sede, nella chiesa San Placido; Lei viene a confermarci nella

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fede e per stimolarci a fare sempre meglio quello che da qualche tempo facciamo come Associazione “Sant’Agata in Cattedrale”. La sua presenza di Padre e Pastore ci edifica nella verità e nella santità, nell’incontrarci Lei eserciterà il ministero della Parola, della santificazione e della santità ancor più da vicino. Come certamente saprà, da un anno seguo l’Associazione “Sant’Agata in Cattedrale”. È stato un anno pieno di gioia, di riflessione, di ascolto della Parola di Dio; sì, siamo partiti dalla cosa più importante, dall’ascolto. Oggi non è facile ascoltare, abbiamo tutti altro da fare, siamo impegnati in mille altre cose, ci lasciamo facilmente distrarre da tutto ciò che ci circonda, la televisione con la sua assurda persuasione, i mass media che quasi ci impongono ciò che sia giusto fare e a chi appartenere, il frastuono che circonda le nostre povere vite vuote da ogni interesse culturale, di contenuto, d’ideologie, di speranza, di fede e carità. In un tempo di dissolvimento del cosiddetto “contesto di cristianità”, mentre ovunque si manifestano i segni di una crisi profonda che investe la cultura, il costume e le stesse tradizioni più consolidate delle comunità cristiane, con sempre maggiore frequenza ci si rende conto che non basta più una professione di fede abitudinaria, che la pratica religiosa non può essere dissociata dalla vita, che occorre suscitare nuove presenze cristiane adulte e mature, capaci di testimonianza evangelica nel mondo. Ciò è possibile solo se i cristiani e le varie associazioni laicali, accogliendo il rinnovato annuncio del Vangelo e l’invito alla conversione, si pongono alla sequela di Cristo, dando nuova motivazione al loro rinnovamento morale. Ogni lunedì ci incontriamo qui nella bella chiesa di San Placido e non le nascondo che è diventato un appuntamento cui non mancare. Le nostre riunioni iniziano sempre con la preghiera chiedendo ad Agata “la buona” che ci sostenga e ci protegga sempre; dopo non facciamo mancare mai la Parola del Signore che è sempre vera e sempre nuova. Questo è diventato il nuovo stile dell’associazione. A tutto questo si aggiunge una catechesi, dono dello Spirito Santo, che ci spinge sempre più a prendere coscienza del nostro essere cristiani in un mondo sempre più restio a tutto ciò che non è tangibile immediatamente. Per prendere coscienza, bisogna superare degli argini, a volte maestosi, altre volte sottili e impercettibili. E l’argine a volte si chiama indifferenza, altre volte paura riconosciuta o mascherata di indifferenza. O si chiama illusione, oppure si chiama accet-


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tazione passiva, o ancora, si chiama schiavitù del quotidiano, incapacità di osare ciò che non ho sperimentato, di rischiare a percorrere una strada nuova. Non bisogna solo superare gli argini: spesso ho constatato che c’è bisogno di superare anche i luoghi comuni. I luoghi comuni sul Dio che Gesù ci ha rivelato scardinando ogni falsa idea e quindi anche sull’uomo “I miei pensieri non sono i vostri pensieri”- facendo della croce, scandalo e stoltezza, un segno tangibile del suo amore. I luoghi comuni su se stessi, tra questi l’indifferenza, la paura, la sfiducia nelle proprie possibilità. I luoghi comuni sugli altri, la facilità a giudicare gli altri in base all’apparenza o alla conoscenza di alcuni fatti. A questo proposito ricordo una catechesi sull’episodio evangelico del giovane ricco che dopo aver guardato a Cristo per meglio comprendere il mistero della sua persona, si trovò a domandarsi “Che cosa devo fare?”. Anche per il discepolo di oggi è possibile una duplice risposta o quella che elenca una serie di precetti, di comandamenti, di comportamenti, o quella della fedeltà alla persona di Cristo, di affidamento in Lui. Ecco allora che prende senso il servizio attento, scrupoloso, puntuale che questi giovani, e non solo, prestano nelle grandi celebrazioni in Cattedrale, specie quelle da Lei presiedute, dando quel senso di ordine, tranquillità, ma prestando soprattutto un servizio al popolo di Dio. Ultimamente i membri dell’associazione rivestono un ruolo di grande responsabilità nelle celebrazioni agatine impegnandosi con grande zelo e senso di appartenenza e collaborando con le forze dell’ordine. Vorrei spendere anche una parola per il nostro parroco Mons. Barbaro Scionti che, come Assistente dell’Associazione, ha saputo incoraggiare, sollecitare, spronare a fare sempre meglio il proprio servizio. Ripenso ad una battuta di Mons. Barbaro riguardo la Cattedrale: un giorno, mentre ci scambiavamo delle idee, mi disse che la Cattedrale ultimamente gli sembrava sempre più una parrocchia, dal momento che molti giovani, e non, si trovano sempre più spesso presenti nella vita della Cattedrale, nella partecipazione agli eventi di ogni genere, anche solo per scambiarsi il saluto. Non è raro sentire da parte loro espressioni del tipo “stavo passando e ho pensato di venire a salutare”. Anche la partecipazione all’Eucarestia domenicale da parte di tanti di loro è aumentata, sentono il bisogno di incontrarsi fra loro ma, soprattutto, di ringraziare Dio per le meraviglie che opera nelle loro vite. Sempre più, durante la direzione spirituale, sento questo grande

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senso dell’appartenenza che sta diventando una necessità: siamo passati dal senso quasi dell’obbligo al piacere di partecipare, a sentirsi parte attiva di una Chiesa che sempre più deve aprirsi, che deve avere battezzati consapevoli, capaci di assumersi le proprie responsabilità. Ciascuno, secondo lo specifico dei propri carismi, cura la catechesi, l’accoglienza fraterna, la condivisione, la carità. Le farà certamente piacere sapere che in associazione quest’anno abbiamo ospitato un giovane che con zelo, puntualità e impegno si sta preparando a ricevere i sacramenti dell’iniziazione cristiana, che lei stesso Eccellenza amministrerà la notte di Pasqua del prossimo anno. Ecco sono queste le cose che facciamo con molta semplicità, usando un linguaggio semplice e coerente, senza tralasciare il continuo aggiornamento culturale, teologico, lessicale perché ci sia permesso di parlare ai giovani e meno giovani che vivono in questo secolo attraverso un linguaggio che arriva immediatamente. Siamo grati al Signore, per i doni che la Sua Visita pastorale porterà alla nostra associazione. Desidero ringraziare innanzitutto il presidente, Sig. Claudio Baturi, tutti gli iscritti dell’associazione, tutti i presenti, tutti coloro che partecipano il lunedì alle riunioni di catechesi e rivolgo un invito speciale a coloro che non sono mai stati presenti, o lo sono stati in maniera saltuaria, a partecipare alle riunioni per rendersi conto personalmente del dono di grazia che il Signore ci elargisce con grande abbondanza. La ringraziamo, Eccellenza, per questa sua Visita pastorale, Lei viene a visitarci come Buon Pastore, con la carità che Le viene da Dio. Questo sicuramente ci darà la possibilità di riflettere, di meditare e approfondire il nostro senso di appartenenza a questa Santa Chiesa che è in Catania e che ci è Madre. Alle Sue mani consegno questa relazione, Le esprimo la mia gratitudine e Le rinnovo la mia promessa di filiale rispetto e obbedienza. Noi pregheremo per Lei Eccellenza, così come siamo sicuri che Lei farà lo stesso per noi e per la nostra Associazione Sant’Agata in Cattedrale.


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Interventi non programmati (a cura della Segreteria per la Visita pastorale) Sono seguiti alcuni interventi inerenti quanto già sottolineato nelle due relazioni e che hanno confermato la stima dei vari membri nei confronti dell’Arcivescovo e la gioia di poter vivere questo particolare momento di grazia per conoscersi meglio e per proseguire con più slancio nelle singole attività promosse dall’Associazione.

Sintesi dell’intervento dell’Arcivescovo (a cura della Segreteria per la Visita pastorale) a. Rivolge la Sua parola affettuosa e incoraggiante; ringrazia per i discorsi di saluto e accoglienza; si congratula per l’ampia e sostanziosa relazione sulle varie attività dell’Associazione che ben la presentano. b. Sottolinea come la Basilica Cattedrale, dedicata a Sant’Agata, sia punto di convergenza per la Città e l’intera Arcidiocesi, ma anche per i tanti devoti e turisti che giungono da lontano. In tal senso, si congratula per il servizio reso dall’Associazione anche riguardo l’ordine nelle varie celebrazioni. È importante che emerga sempre più questo aspetto “agatino”, che sia ben compreso, valorizzato ed anche incrementato. c. Conferma che nell’Associazione esiste un’autentica esperienza di crescita umana e spirituale. Nonostante ci sia ancora tanto da fare, non bisogna dimenticare quello che è stato già realizzato. Ed infatti, guardare a ciò che ancora si deve fare non deve essere causa di scoraggiamento, bensì stimolo ad un maggiore impegno. La Visita pastorale è proprio questa opportunità di attenzione al cammino della comunità diocesana e di tutto ciò che la caratterizza. Ringrazia il Signore per il tessuto vivo che dà testimonianza della vivacità della Chiesa di Catania che si è sempre distinta e si distingue per la presenza notevole di associazioni. Ciò è frutto della mirata opera pastorale di Mons. Picchinenna che, saggio interprete dei segni dei tempi, favorì l’apertura della Chiesa catanese alle nuove esperienze di spiritualità. È importante conservare questa memoria, aprendosi nello stesso tempo alle novità che lo Spirito continua a suscitare nella Chiesa.

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d. Sottolinea l’attenzione ai giovani esortando a proseguire in questo positivo coinvolgimento. Auspica, quindi, un maggiore collegamento tra le attività proposte dall’Ufficio di Pastorale giovanile e quelle delle Associazioni agatine. e. Evidenzia l’aspetto formativo e incoraggia a proseguire nell’approfondimento della Parola di Dio. Tra i frutti della Visita pastorale, come già indicato nel Direttorio, dovrebbe esserci una costante e adeguata pratica della Lectio divina. f. Ribadisce l’aspetto delle iniziative di solidarietà e anche quelle di tipo culturale: la sola devozione non basta, essa deve incarnarsi nelle opere che esprimono tutta la ricchezza umana e spirituale della devozione all’amata Patrona.

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g. Rivolge una particolare attenzione al valore della preghiera come urgente necessità per la crescita spirituale e come segno di comunione. «Dobbiamo prendere atto che tante crisi personali, comunitarie, civili sono dovute a questa mancanza di preghiera. Dice Gesù: «Senza di me non potete fare nulla» (Gv 15,5). Quindi la vita, le attività dell’Associazione sono possibili, possono crescere, se c’è questa attenzione alla preghiera». h. L’anno prossimo ricorrerà il venticinquesimo della fondazione dell’Associazione maschile di Sant’Agata: il venticinquesimo deve essere ben attenzionato e si deve far in modo che sia un vero giubileo. Il giubileo - scriveva Giovanni Paolo II nella Tertio millennio ineunte - è anzitutto grata memoria. L’Associazione faccia dunque grata memoria di questi venticinque anni per vivere con maggiore impegno il presente, aprendosi con fiducia all’avvenire, facendo tesoro del cammino fatto in questi anni. i. Augurandosi di poter fare qualche altro incontro, si congeda promettendo che delle osservazioni e proposte che sono emerse sarà presa nota al fine di concretizzare al meglio energie e risorse. Infine, invita a ringraziare il Signore per quanto opera incoraggiando l’impegno e affidando alla Madonna l’Associazione, il parroco, che ne è l’Assistente, e tutti i devoti di Sant’Agata.


Incontro con l’Arcivescovo 1 novembre 2010

Ore 9.30 - Basilica Cattedrale

CELEBRAZIONE EUCARISTICA DELLA SOLENNITÀ DI TUTTI I SANTI Intervento del Parroco all’inizio della Celebrazione Eucaristica Eccellenza Reverendissima, Mentre prosegue il cammino della Visita pastorale alla nostra comunità cristiana della Cattedrale, siamo lieti di condividere con Lei l’esperienza liturgica di questa giornata che ci invita ad elevare lo sguardo verso il cielo, gremito di santi, uomini e donne che hanno detto e vissuto il loro “sì” incondizionato a Dio. Dal cielo essi ci guardano e si lasciano ammirare da noi. “Ogni santo è padrone dei pensieri del suo cuore e li comunica liberamente a chi vuole”20: è bello allora augurarsi reciprocamente, quest’oggi, che i nostri santi catanesi, iscritti e non nel calendario, ci comunichino qualche loro pensiero che possa farci decidere ogni giorno ad intraprendere quel cammino di conversione che è via di felicità e dunque di santità. Per Lei, Eccellenza carissima, invochiamo una particolare protezione dei santi: le ispirino un loro pensiero ogni qualvolta si trova a dovere compiere delle scelte legate al suo ministero e alla sua stessa persona.

Stralci dell’omelia dell’Arcivescovo (a cura della Segreteria per la Visita pastorale) […] Oggi vogliamo vedere nella schiera di questi santi non soltanto la nostra concittadina e patrona Agata, ma tutti i Santi della nostra Chiesa che in questo territorio hanno trovato l’ambiente per dire il loro sì al Signore. Vogliamo vedere, distinguere bene anche il nostro beato cardina-

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J. MARITAIN, Lettera ai piccoli fratelli di Gesù.

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le Giuseppe Benedetto Dusmet, e vogliamo pregare perché la esemplarità della sua vita sia proposta a tutta la Chiesa in modo definitivo. Nella preghiera per la Visita pastorale faccio riferimento alla Madre del Signore, a Sant’Agata, ai Patroni delle nostre comunità e dedico uno speciale pensiero proprio a lui, al beato pastore della nostra Chiesa, il cardinale Dusmet, perché il Signore si degni di glorificarlo con la canonizzazione. Come sapete la Chiesa chiede che questo riconoscimento sia facilitato, sia corroborato da quei segni che si possono attribuire all’intercessione dei servi di Dio, dei venerabili, dei beati. È necessario che invochiamo il Signore per intercessione del beato cardinale Dusmet, proprio perché si degni di suscitare qualcuno di quei segni, di quei miracoli che possano facilitare l’opera di riconoscimento da parte della Chiesa con la canonizzazione. Lo vediamo in cielo, lo contempliamo tutti. E io rivolgo a lui un particolare sguardo, io che sono chiamato a svolgere lo stesso servizio episcopale che egli, così mirabilmente, ha svolto nella nostra Chiesa. Ed ancora una volta affido la nostra Chiesa, la Visita pastorale che sto svolgendo e il mio servizio episcopale alla sua intercessione. […] Ecco, vediamo i santi, li contempliamo. Perché il Signore ci dà questa grazia, questa gioia? Per contemplare qualcosa di bello; ne abbiamo bisogno, soprattutto in tempi in cui può sembrare che il male, in tutte le sue forme, dalla violenza alla corruzione, sembra infangare tutto. Abbiamo bisogno di una ricarica di bellezza e la santità è la realtà più bella che esista. Il Signore ci fa guardare il cielo per renderci poi capaci di guardare attorno a noi; quella bellezza che in cielo contempliamo ormai stabilizzata per sempre, c’è anche in mezzo a noi sulla terra, attorno a noi. È una bellezza ancora in cammino, una santità ancora in cammino, esposta quindi ai pericoli del pellegrinaggio, ma è una bellezza, una santità vera. Questo ci incoraggia perché, come Sant’Agostino, anche noi possiamo dire quella espressione: “Se costoro, questi fratelli, queste sorelle che sono in cielo hanno potuto dire il loro sì al Signore, perché non dovrei riuscirci anch’io”? […]. Come accennava il parroco, siamo nel contesto della Visita pastorale, l’ho inaugurata sabato sera e ieri, qui in Cattedrale, ho vissuto un’intensa giornata e ne ringrazio il Signore. Ci sono degli impegni anche oggi; essa comporta anche questi specifici momenti. Un aspetto bello di questo


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evento è che il Vescovo incontra le singole comunità. La Visita pastorale significa l’incontro del Vescovo con una comunità che già vive questo invito alla santità attraverso la persona del santo, del Signore Gesù, attraverso l’invito della tutta santa la Vergine Santissima, dei fratelli, delle sorelle che già hanno detto il loro sì al Signore. La Visita pastorale è incontro di persone che sono chiamate alla santità. La vocazione alla santità riguarda tutti: il Signore ci chiama alla vita per questo, perché si realizzi in noi questa vita bella che è la santità […]. Ecco, la Visita pastorale, come tutta l’azione della Chiesa, ha questo scopo: fare in modo che tutti ci rendiamo conto della vocazione alla santità, tutti ci impegniamo a rispondere generosamente a questa chiamata che il Signore ci rivolge. La Visita pastorale è un momento ricco di grazie nella vita di una comunità ecclesiale, un’occasione particolarmente bella per ricevere tanti aiuti dal Signore, per rispondere al suo amore, per testimoniarlo nella vita di ogni giorno. La solennità di Tutti i Santi ci spinge, anche in questo senso, a vivere con particolare impegno la Visita pastorale e come frutto di questo momento che la nostra Chiesa vive, certamente ci sarà un risveglio di impegno di vita cristiana. Possiamo augurare, osiamo chiedere al Signore che ci sia un risveglio di santità per tutti noi, per ciascuno di noi, per tutta la nostra comunità diocesana.

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Incontro con l’Arcivescovo 1 novembre 2010

Ore 11.30 - Museo diocesano

INCONTRO CON IL MAESTRO DEL FERCOLO DI SANT’AGATA E I SUOI COLLABORATORI

Saluto del Maestro del fercolo di Sant’Agata, signor Alfio Rao

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Porgo un saluto cordiale da parte nostra e un ringraziamento per essere qui, per aver voluto questo incontro. Questo è il gruppo operativo, quello che si occupa di tutto ciò che concerne la festa di Sant’Agata. Premetto che ci sono anche altre persone fra le associazioni, almeno un centinaio che sono a loro volta collaboratori, che lavorano facendo quello che possono. Io vorrei presentare, se Lei permette, Nuccio Morabito e Salvatore Diolosà che sono i responsabili delle maniglie; grazie a loro i cordoni si snodano nel miglior modo possibile per le vie della città. Poi ci sono Gaetano Lo Bianco, Domenico Testa, Salvatore Pidatella e Gaetano Scionti che sono i responsabili del baiardo anteriore, poi ci sono i responsabili di quello posteriore, Roberto Corsetti, Agatino Pezzino, Matteo Minacapelli, Giuseppe Borbone, Alessandro La Rosa e Antonello Aloisio. Poi c’è il personale che stiamo sul fercolo: Claudio Baturi che egregiamente mi sostituisce quando io scendo, Pippo Scardaci, Ugo Tomaselli, Giuseppe Fogliano, Carmelo Marino e purtroppo ne manca uno che è venuto a mancare, Emanuele Ferrini, a seguito di una malattia, c’è il figlio qua, e io, il capomastro! Eccellenza, volevo ringraziarLa per questo incontro, per avere dato fiducia a questo gruppo, per tutte le cose che Lei ha fatto, che ha detto nei nostri confronti, per averci sempre appoggiati, anche se qualche volta abbiamo mancato, però abbiamo sempre trovato un punto di incontro e siamo nell’obbedienza. A questo proposito io rinnovo il mio impegno di obbedienza e così spero che anche i miei collaboratori faranno allo stesso modo nei limiti del possibile perché dobbiamo portare avanti questa festa che è una di quelle poche cose che sono rimaste di bello a Catania. Grazie, di tutto.


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Interventi non programmati (a cura della Segreteria per la Visita pastorale) Diverse le esigenze emerse. La normativa circa il divieto di accensione dei ceri fa sì che i ceri, che prima venivano offerti già in parte consumati, adesso arrivano al fercolo interi per cui le operazioni di scarico aumentano: viene proposto di indicare e pubblicizzare dei punti dove i ceri verranno accesi, come si fa a Lourdes. Viene poi sottolineata la voluta distorsione dei mass media circa le informazioni riguardanti la festa. Oppure che i portatori del fercolo vengono a volte gravati di responsabilità su alcuni fatti invece estranei a loro. Si indica la massa, i devoti di Sant’Agata ma generalizzando. Viene suggerito di invitare la stampa per presentare con chiarezza il buon operato degli addetti al fercolo. Si auspica, inoltre, un maggior coordinamento con le forze dell’ordine.

Sintesi dell’intervento dell’Arcivescovo (a cura della Segreteria per la Visita pastorale) a. Si mostra contento per questo incontro e sottolinea subito la peculiarità della festa di Sant’Agata ed il fatto che non la si può paragonare ad altre feste sia per l’attaccamento che il popolo avverte verso la Santa Patrona sia per tutta la ricchezza di iniziative, di momenti da organizzare e per tutte le persone che vi partecipano. La festa di Sant’Agata è un sipario che si apre grazie al quale tante persone conoscono la Città e la Chiesa di Catania. L’incontro con il Maestro del fercolo e i suoi collaboratori è pertanto un momento altamente significativo e doveroso durante la Visita pastorale. Ecco, allora, anche la presenza del parroco, Mons. Barbaro Scionti, a sottolineare la sua particolare responsabilità nella festa di Sant’Agata e quella di Suor Ivana Sanfilippo, segretaria del Consiglio pastorale parrocchiale, di cui anche il Maestro del fercolo è membro. b. La festa di S. Agata ha anche questo stretto collegamento con la parrocchia e, quindi, è un onere particolare per il Parroco che è, tuttavia, vali-

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damente aiutato nella gestione di ciò che comporta la festa stessa. Fa notare come se da un lato i collaboratori del Maestro del fercolo sono chiamati a questo servizio così vicino al parroco, dall’altro sono da lui guidati. La collaborazione deve essere, però, all’origine di un rapporto di serena e reciproca fiducia da migliorare sempre più per poter servire secondo l’autentico spirito ecclesiale.

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c. Sottolinea inoltre il fatto che tanti collaboratori provengono dalle Associazioni agatine che si onorano di far conoscere con il loro servizio. «Voi dovete essere i primi convinti e i primi a parlarne. Voi laici dovete molto insistere sul senso vero, autentico, primario della festa. Le Associazioni agatine devono impegnarsi a far capire qual è il cuore della devozione: Gesù Cristo amato talmente da Sant’Agata da spingerla gioiosamente ad assicurarGli sempre il primo posto nella sua vita. Quante volte capita pure a noi di dover scegliere tra la fedeltà al Signore e i nostri capricci o, persino, il male; nella nostra vita è importante riferirci a buoni modelli e Agata ci dimostra che si può essere forti». I collaboratori del Maestro del fercolo svolgono un compito prezioso e dimostrano il loro amore a Sant’Agata, la loro appartenenza alle Associazioni, con la chiara testimonianza di una vita cristiana autentica e nell’impegno di cittadini onesti. d. Per gli addetti al fercolo ci sono anche delle ovvie conseguenze: si tratta di persone esposte, osservate da tutti. In tal senso, sono chiamati più degli altri a dare buon esempio. Quelli che hanno più visibilità hanno maggiore responsabilità. Quelli che si trovano sul fercolo o vicino ad esso devono tenere presente questa particolare esigenza di esemplarità. L’onore di stare vicino a Sant’Agata, invidiato da tanti, deve essere vissuto insieme a questa coscienza. La formazione e il cammino spirituale potranno certamente aiutare ad affrontare i momenti della festa che richiedono attenzione, pazienza, soprattutto quando stanchezza e tensione possono avere il sopravvento. e. Porge i suoi ringraziamenti per il servizio reso e invita a migliorare la qualità della preziosa opera: «Nel bene non esiste mai un basta; si può sempre migliorare. Al bene che già fate, aggiungete l’impegno di fare sempre meglio. Grazie e auguri».


Incontro con l’Arcivescovo 1 novembre 2010

Ore 19.30 - Basilica Cattedrale - sacrestia

INCONTRO CON LA CAPPELLA MUSICALE DEL DUOMO

Saluto e relazione del direttore Monsignor Nunzio Schilirò Era l’anno 1989 (3 novembre) quando moriva Mons. Francesco Chiusa, del quale Don Nunzio Schilirò era vice-parroco fin dal 1967. Seguì una breve “amministrazione” della parrocchia Sant’Agata al Borgo, affidata al sottoscritto, e si ebbe la nomina a parroco di Mons. Alfio Reina. Don Nunzio Schilirò (dopo più di 22 anni di vice-parroco) venne nominato Rettore della chiesa Santissimo Sacramento e Canonico della Basilica Cattedrale. Contemporaneamente, vista la condizione un po’ pietosa del canto nelle celebrazioni liturgiche in Cattedrale, venne nominato “Maestro di Cappella” del Duomo da Mons. Luigi Bommarito, che volle, così, ripristinare un’antica tradizione. In conseguenza di tale nomina, lo stesso anno 1990, fondò il Coro “Cappella Musicale del Duomo” che, tutt’ora, dirige. È bene precisare che il coro è composto da persone che “credono” e che svolgono un servizio liturgico con amore, sacrificio e spirito di volontariato. Infatti la Cappella ha come compito principale lo svolgimento del servizio corale in Cattedrale nelle maggiori solennità liturgiche e, quindi, il suo repertorio è prevalentemente sacro e liturgico. Questo, però, non le impedisce di svolgere una certa attività artistica. Difatti, oltre che partecipare, in diretta, a diverse riprese televisive, su emittenti locali e su Rai Uno, di tante Sante Messe trasmesse dalla Cattedrale di Catania, avere animato delle Sante Messe anche fuori della Diocesi di Catania, come Siracusa, Enna, Pompei, Roma, ecc., nei suoi vent’anni di attività, ha partecipato a diverse manifestazioni e ha tenuto innumerevoli concerti polifonici riscuotendo sempre e dovunque unanimi consensi. Mi permetto solo di ricordarne alcuni. - ha preso parte al XXI Raduno Nazionale delle Corali Ecclesiali svoltosi a Catania ed ai vari raduni dei Cori Siciliani organizzati dall’ARS-CORI (di cui è coro associato);

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Incontro con l’Arcivescovo 1 novembre 2010

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nel 1994, ha partecipato al famoso concerto “In Memoriam” per le vittime della mafia, svoltosi a Palermo, e conservato in due CD; nello stesso anno, ha partecipato al grande coro che ha animato la Santa Messa celebrata da Sua Santità Giovanni Paolo II in occasione della Sua visita a Catania; nel 1995, in occasione del pellegrinaggio delle Diocesi siciliane a Roma, si è esibita davanti al Papa durante l’udienza nella sala “Nervi”; si è classificata, nelle edizioni del ‘95 e del ‘96, al primo posto nella fase eliminatoria del Torneo Internazionale Musicale di Enna, organizzato dall’A.G.I.M.U.S.; nel 1998 si è classificata al primo posto al Concorso Nazionale “Musicainsieme” svoltosi a Catania; nel 1999 ha inciso un CD in omaggio a Sant’Agata; nel 2001 ha partecipato alla prima edizione del Concorso Nazionale di Cori Polifonici “San Bartolomeo” di Benevento, classificandosi al quarto posto, con il primo non assegnato; nel 2003 ha partecipato alla quinta edizione del concorso “Città di Balestrate”, ottenendo il terzo premio, con il primo non assegnato.

In questi ultimi anni la Cappella non ha più preso parte ad altre manifestazioni ufficiali per una certa “instabilità” venutasi a creare nel Coro. Prima di concludere questa breve relazione, mi sembra doveroso ringraziare coloro che ci hanno “sostenuti nel canto”, accompagnandoci all’organo, in tutte le esecuzioni: il Mº Don Giosuè Chisari, il Mº Paolo Cipolla che ci ha seguiti per tanti anni e l’organista Don Giuseppe Maieli che dal 2008 fa parte di questa famiglia corale. Concludo con un’osservazione che vuole essere particolarmente un augurio: oggi la Cappella Musicale ha bisogno di un forte rilancio di persone e di programmi che la spingano a vette più alte nel servizio di Dio e nella diffusione dell’Arte musicale, specialmente sacra.


Incontro con l’Arcivescovo 1 novembre 2010

Interventi non programmati (a cura della Segreteria per la Visita pastorale) L’esperienza del coro unisce e coinvolge anche da un punto di vista umano. Nel ricordare come ci sia un sito internet della corale, si ringrazia l’Arcivescovo per aver creduto in questo progetto. Si sottolinea la necessità di pubblicizzare la Cappella al fine di aumentare il numero dei cantori. È bello testimoniare che il canto cambia la vita perché aiuta a pregare.

Sintesi dell’intervento dell’Arcivescovo (a cura della Segreteria per la Visita pastorale) a. Si dice lieto per questo incontro perché, anche se tante volte e in occasioni particolari, ha avuto modo di ringraziare la Cappella Musicale del Duomo per il servizio prestato, di fatto non si era mai potuto ancora realizzare un incontro come questo. È significativo che tutto ciò accada nel contesto della Visita pastorale rivestendo, quindi, un tono di ufficialità. Sottolinea l’importanza per la Basilica Cattedrale della presenza della Cappella Musicale e soprattutto la gioia di poter condividere, spesso insieme, Pastore e Cantori, la celebrazione dell’Eucaristia. b. Evidenzia alcuni punti del dettato conciliare facendo riferimento al capitolo VI della Sacrosanctum Concilium, soprattutto al numero 112 che porta il titolo Dignità della musica sacra. Quello della Cappella Musicale è un compito ministeriale, come ad esempio quello dei lettori, e non semplicemente un abbellimento estetico. Insiste soprattutto su un concetto molto importante: questa presenza e questa qualifica ministeriale viene innalzata quando il canto è strettamente congiunto all’azione liturgica. La Cappella Musicale del Duomo ha una sua specifica identità che è legata soprattutto a particolari momenti che rivestono un rilievo ufficiale. Come già in occasione dell’incontro con il Coro parrocchiale, si mostra compiaciuto per questa duplice presenza in Cattedrale, Cappella e Coro, che, con il servizio che è proprio a ciascuno, arricchiscono e completano il servizio liturgico durante le celebrazioni. c. Ribadisce l’attenzione alla partecipazione: bisogna equilibrare tutto,

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omelia compresa, alla partecipazione perché la Celebrazione Eucaristica ha una sua specifica e inalienabile identità arricchita, appunto, dalle diverse ministerialità che sono tanto più coordinate quanto più comprendono e incarnano lo spirito della liturgia. È necessario essere sempre fedeli all’autentico spirito della riforma liturgica. d. Sollecita alla giusta interpretazione dell’azione liturgica che è lode al Signore, celebrazione del mistero pasquale e partecipazione di tutti i fedeli. È questo uno dei compiti principali della Cappella Musicale, garantire cioè questa fedeltà e trasmetterla agli altri; ecco perché sarebbe opportuno pubblicizzare l’operato della Cappella per arricchirla di nuovi membri. e. Elogia il lavoro di Mons. Nunzio Schilirò che, lodevolmente, ha ripreso il repertorio diocesano dei canti arricchendolo dell’apporto di quello nazionale. 64

f. Uno degli impegni che si vivranno nel Dopo Visita sarà quello di formare in maniera ancora più evidente e fruttuosa le persone che già sono impegnate a vario titolo nella vita della parrocchia. Nelle parrocchie e nei vicariati si riprenderà questo tema del canto sacro, del ruolo dei lettori, di tutto ciò che concorre nella Celebrazione Eucaristica perché dobbiamo profittare di questo momento bello della Visita pastorale per migliorare sempre la nostra azione.


Incontro con l’Arcivescovo 3 novembre 2010

Ore 17.00 - Basilica Cattedrale - sacrestia

INCONTRO CON L’ASSOCIAZIONE FEMMINILE SANT’AGATA IN CATTEDRALE Saluto e relazione della socia signora Irene Soldano In occasione della Visita pastorale di Sua Eccellenza Reverendissima Mons. Salvatore Gristina, l’Associazione femminile è lieta di tracciare un percorso che metta in risalto le nostre radici storiche. Da un’antica tessera di una anziana socia si desume che la nostra Associazione con sede in Catania sia attiva già dagli anni quaranta e che inizialmente assumeva il nome di “pie agatine”. Nonostante il sovrastante periodo della seconda guerra mondiale, l’Associazione riesce a tenere saldo il proprio carisma spirituale, senza abbandonare mai quei principi che la dottrina cristiana ci insegna. Nel 1985 l’Associazione subisce una piccola svolta, da “pie agatine” si attribuisce il nome di Associazione femminile Sant’Agata in Cattedrale, e si prefigge da sempre nel corso degli anni un unico scopo, cioè quello di seguire nel miglior modo possibile l’insegnamento cristiano che la nostra patrona Sant’Agata ci chiede in modo particolare. Il 10 dicembre del 1991 l’Associazione entra a far parte della consulta delle associazioni agatine, e in questo giorno impone uno statuto che le socie devono fedelmente rispettare. Cinque anni dopo, esattamente il 28 gennaio del 1996, l’Associazione celebra il 50º anniversario della sua fondazione e, in ringraziamento degli anni svolti al servizio di Sant’Agata, decide di donare una nuova mensa e due lampade votive a olio del seicento. In tutti questi anni grazie al lavoro svolto dalla signora Carla Buttò, presidente dal 1982 al 2000, e dalla signora Carmela Bonaccorsi, presidente dal 2000 al 2007, l’Associazione si è impegnata a ottimizzare la formazione cristiana di ogni socia attraverso la catechesi, elemento indispensabile d’ascolto e di studio della Parola di Dio, affinché possa venire realizzato quel progetto che ognuna di noi è disposta a portare avanti con la

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fede e lo spirito di carità. È un dato certo che sin dalla propria fondazione ai giorni nostri il principale obiettivo dell’Associazione è quello di svolgere la nostra missione puntando su quei valori cristiani che la nostra patrona Sant’Agata ci ha insegnato e soprattutto afferrare pienamente il messaggio che il Vangelo ci offre quotidianamente.

Relazione della socia signora Gaetana Di Caro sull’attività dell’associazione nell’ultimo triennio 2007-2010

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L’associazione nel 2007 aveva in corso di naturale scadenza il Consiglio direttivo. Considerato che i rapporti interpersonali delle socie risultavano degenerati per varie situazioni che negli anni si erano venute a creare e per le quali non si era mai raggiunto un accordo, e considerate pure le incongruenze oggettive fra il Regolamento interno dell’Associazione e lo Statuto vigente delle Associazioni agatine, non era possibile indire nuove elezioni; conseguentemente, per motivi di opportunità, fu deciso di nominare un Commissario e l’incarico fu affidato a Mons. Barbaro Scionti, già assistente ecclesiastico. Da quel momento si è cercato di ricreare la normale armonia e lo spirito cristiano che deve contraddistinguere la realtà della stessa ed i fini del suo essere. Con il coinvolgimento di vecchie e nuove socie, si è cercato di ripristinare lo svolgimento di attività dell’Associazione all’interno della Basilica Cattedrale, collaborando, così come l’Associazione maschile, nei periodi dei festeggiamenti agatini, rilevando una buona partecipazione volontaria delle socie. Durante l’anno sociale vengono organizzate delle giornate per la raccolta di fondi, avvalendosi anche di sorteggi, sia per il Seminario Arcivescovile (aderendo all’O.V.S.), sia per l’adozione a distanza di due bambini nella missione di Migoli. Per quanto riguarda il Seminario la raccolta viene effettuata mensilmente a cura di una delle socie. Ultimamente si sta cercando di organizzare dei servizi di volontariato, possibilmente rivolti a realtà femminili bisognose di assistenza, portan-


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do noi tutte, nel cuore, l’amore e il desiderio di assomigliare sempre più alla nostra Santa Patrona Agata. A nome di tutte le socie si esprime gratitudine a Sua Eccellenza l’Arcivescovo per l’attenzione a noi prestata e questo incontro ci dà l’opportunità di auspicare una prossima revisione ed approvazione del nuovo regolamento dell’Associazione che rispecchi le volontà dello Statuto vigente, al fine di riprendere la normale gestione della stessa.

Preghiera della Socia O Signore, siamo qui alla Tua presenza per rinnovare il nostro annuale impegno di membri dell’Associazione Femminile Sant’Agata in cattedrale. Ti ringraziamo di averci scelte e chiamate a svolgere, nella Tua Chiesa, un ruolo attivo di apostolato e di animazione. Sappiamo che il principale nostro primo dovere è quello di vivere quotidianamente la nostra missione di donne in maniera autenticamente cristiana, secondo i principi e la dottrina della fede in cui fummo battezzate. Donaci un cuore limpido e sereno, una intelligenza umile ed aperta per accogliere, in semplicità di cuore, la Tua Parola, rendici capaci di sviluppare, nell’ambito familiare e di lavoro, quei doni e quei carismi che Tu stesso ci hai voluto donare nella Tua divina bontà. Rinnoviamo, oggi, il nostro proposito di essere disponibili nelle Tue mani per tutte quelle opere di carità a cui vorrai chiamarci, di realizzare in noi il Tuo progetto di amore infinito e di promuovere sempre più, con tutte le nostre forze, fra le donne della nostra città, la devozione e la venerazione alla Vergine e Martire Sant’Agata, di rendere visibili con la nostra vita le sue virtù ed i suoi esempi, affinché sia sempre amata ed imitata come donna sensibile ed attenta a tutte le necessità di fratelli, forte e coraggiosa nella difesa della propria fede cristiana. Tu, Signore, sostieni con la Tua grazia questo nostro proposito ed ascolta benigno la preghiera di intercessione che per noi ti rivolge da sempre Agata, Santa nostra Patrona e protettrice. Amen

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Incontro con l’Arcivescovo 3 novembre 2010

Interventi non programmati (a cura della Segreteria per la Visita pastorale) Gli interventi liberi per lo più hanno espresso gioia per l’incontro e filiale vicinanza spirituale all’Arcivescovo. È emersa, inoltre, la questione dell’ammissione all’interno dell’Associazione di quelle persone con situazioni familiari non moralmente accettabili e altre problematiche relative alla testimonianza personale e di gruppo. Infine, si è auspicata la necessità di una maggiore formazione.

Sintesi dell’intervento dell’Arcivescovo (a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

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a. Esprime gioia per questo incontro e ne sottolinea l’ufficialità nel contesto della Visita pastorale. Mette in risalto il fatto che la Basilica Cattedrale, essendo dedicata a Sant’Agata, è un punto di raccordo per la Città ma anche per la Diocesi e, quindi, la presenza dell’Associazione femminile riveste un ruolo di significativa importanza. Evidenzia che la caratteristica di un’associazione è quella della libertà di adesione: chi aderisce fa sue le finalità dell’associazione e i modi di attuarle nella fedeltà allo Statuto proprio. Il Diritto canonico riconosce ai fedeli la libertà di scelta della spiritualità che essi ritengono più confacente alla propria persona. Tutto anche per esprimere i carismi propri in vista come dice San Paolo - dell’utilità comune. Non certo per creare attriti o imporre il proprio punto di vista. Esorta, pertanto, le singole socie ad impegnarsi in questo esercizio di comunione, che è un dono del Signore. Bisogna dare questa testimonianza dal momento che un’associazione è un fatto pubblico nella Chiesa ed è, quindi, esposta ad una visibilità che responsabilizza, impegna e stimola. b. Sottolinea come associazione significhi operosità prestando attenzione ai segni dei tempi, cercando le modalità più opportune per svilupparle. Bisogna stare attenti a comprendere le circostanze presenti non chiudendosi in inutili nostalgie del passato, ma a tener conto dei cambiamenti epocali e culturali senza dimenticare mai che noi viviamo oggi in questo territorio. Spiega come una cosa è la “dottrina”, che non dipen-


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de da noi, un’altra cosa è “l’adattamento” di essa, che non vuol dire svendere o barattare i grandi valori quali il matrimonio, la libertà religiosa ecc.. Questo è il significato del documento della C.E.I., Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia, proposto alle diocesi per il decennio in corso. Il Vangelo non cambia, cambiano le strategie dell’annuncio, le dinamiche della formazione cercando il linguaggio adatto, le modalità più incisive, ma senza alcun tradimento. c. Evidenzia e plaude l’attenzione dell’Associazione nei confronti del Seminario e si augura che anche altre realtà parrocchiali possano sviluppare questa necessaria, e quanto mai opportuna, sensibilità fatta di accompagnamento spirituale, di preghiera ma anche di sostegno economico. d. Spiega come le varie associazioni non sono delle realtà isolate ma che c’è una consulta diocesana, regionale e nazionale per le aggregazioni laicali ed è opportuno che ciascuna realtà ecclesiale viva questa dimensione che è un arricchimento e che fa respirare un’aria sempre fresca e rinnovata. Ogni associazione deve sempre aver desta questa attenzione al cammino della Chiesa particolare, ma anche conoscere la realtà della Chiesa in Sicilia e in Italia. e. Invita ad avere una vicinanza particolare verso quei coniugi che vivono il dramma della separazione o altri problemi per aiutarli nel loro cammino e sostenerli nel loro disagio; bisogna essere intelligenti, generosi, e se anche lo Statuto giustamente vieta che tali persone possano ricoprire cariche all’interno dell’Associazione, non per questo bisogna chiudere la porta, anzi bisogna sempre accogliere e integrare. Quello della famiglia è un problema importante oggi nella Chiesa, la quale si sente particolarmente impegnata in questa sfida. f. Esorta a continuare il cammino: ci possono essere delle difficoltà, tante volte bisogna saper chiedere aiuto per poter raggiungere le finalità dello Statuto. «Fate in modo che l’associazione prenda a cuore i grandi temi che viviamo, soprattutto l’urgenza educativa. Sant’Agata era una ragazza che visse in maniera splendida e che può essere proposta come modello per noi e presentata anche agli altri. In questo contesto dobbiamo valorizzare ancor più quello che significa la nostra devozione

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verso Sant’Agata. Ci sono tante potenzialità nelle feste agatine che possiamo attuare meglio. Questo è un impegno che stiamo cercando di portare avanti. Un’Associazione agatina deve fare proprio questo e pensare cose belle da proporre. Continuiamo nell’impegno migliorando ciò che ancora non va bene. La Visita pastorale ci offre la possibilità di un ulteriore passo in avanti nel bene».

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Beato Cardinale Dusmet - Basilica Cattedrale, Catania


Incontro con l’Arcivescovo 4 novembre 2010

Ore 17.00 - Basilica Cattedrale - cappella della Madonna

INCONTRO CON LA LEGIO MARIAE

Intervento della Presidente signora Cettina Di Dio Il praesidium “Maria Regina delle Vittorie” della Basilica Cattedrale è stato formato 23 anni fa, da un piccolo gruppo guidato dalla sorella Dina Visalli, che dopo una lunga assenza dalla legione, da qualche mese è nuovamente rientrata a farne parte. In seguito all’assenza della sorella Visalli, alla guida si sono susseguite altre sorelle, come la sorella Cettina Di Dio, attuale presidente. Esso è composto da 14 membri attivi e da 20 ausiliari. Gli ausiliari sono coloro che pur non partecipando attivamente alla vita del praesidium, lo sostengono con la lettura della pagellina e della recita del Santo Rosario. Ormai sono più di 15 anni che due membri attivi hanno svolto un servizio di catechesi per preparare i ragazzi della parrocchia a ricevere i sacramenti della Comunione e della Confermazione. Da quando il praesidium è stato formato non abbiamo mai avuto un sacerdote come Direttore Spirituale, e quindi una guida; il praesidium si è trovato spesse volte in difficoltà stentando a crescere numericamente. Da un paio di anni le cose sono cambiate notevolmente, e ci piace anche pensare al sostegno affettuoso e all’incoraggiamento convinto del nostro parroco, Padre Barbaro, anche se non può dedicarci molto del suo tempo a causa dei suoi tanti impegni. Per motivi logistici da qualche mese ci riuniamo nel salone della chiesa “Maria Santissima dell’Ogninella”, il martedì alle ore 16.30, a suo tempo messa a disposizione da Padre Nino Vitanza. Come è noto la legione è a sostegno della parrocchia e il suo carisma è quello della spiritualità e di fare apostolato nel territorio proprio della parrocchia. Essendo la Basilica Cattedrale una parrocchia anomala con un territorio molto particolare, con molti negozi e poche famiglie, è sempre stato difficile svolgere un vero lavoro legionario. Da più di un anno, per una felice intuizione e con l’approvazione del

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parroco, si è deciso di fare apostolato all’interno della chiesa Basilica Cattedrale. Il giorno fissato dal parroco per fare il servizio di apostolato è quello del mercoledì, perché vi partecipano più persone in occasione della Santa Messa celebrata in ricordo di Sant’Agata. L’esperienza di questo lavoro è stata ricca e fruttuosa, tanto che si sta pensando di prolungarlo ad un altro giorno della settimana, il venerdì. Lo spirito di fraternità e di accoglienza ed amore con cui cerchiamo di improntare il nostro lavoro, sembra sia molto gradito anche dai visitatori occasionali. Con gli stranieri, non avendo una conoscenza delle lingue, ci scambiamo strette di mano e sorrisi, dando loro la “medaglia miracolosa”, qualche immaginetta e la coroncina del rosario e, per l’occasione, qualche preghiera in lingua inglese e tedesca.

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Interventi non programmati (a cura della Segreteria per la Visita pastorale) Le testimonianze hanno esplicitato ancor più l’operato della Legio Mariae anche attraverso il racconto diretto delle esperienze e degli incontri avuti con alcune persone. Viene evidenziato come il gruppo risulti formato da membri di varie parrocchie, per cui alcune signore operano all’interno della Basilica Cattedrale, altre nelle loro parrocchie, incontrandosi poi tutte insieme il mercoledì anche per confrontarsi e arricchirsi reciprocamente.

Sintesi dell’intervento dell’Arcivescovo (a cura della Segreteria per la Visita pastorale) a. Ringrazia per il saluto e per il servizio che la Legio Mariae presta nella Basilica Cattedrale. Un aspetto positivo della Visita pastorale è che essa permette all’Arcivescovo di avere una maggiore conoscenza delle varie realtà esistenti in parrocchia per incoraggiare e sostenere. Tante volte, infatti, l’Arcivescovo celebra o è presente in Cattedrale, ma non sempre esistono le occasioni propizie che favoriscono questa più profonda e capillare conoscenza.


Incontro con l’Arcivescovo 4 novembre 2010

b. Si mostra contento perché è la prima volta che sente il resoconto delle testimonianze specifiche di apostolato diretto che i membri della legione praticano. Si rallegra perché le socie non si sono arrese davanti alle difficoltà dell’apostolato “porta a porta” nel particolare territorio della Cattedrale, ma hanno pensato bene di vivere la loro missione incontrando le persone direttamente in Cattedrale. La loro è una bella testimonianza su come vivere la propria specificità nel particolare contesto che è la parrocchia della Cattedrale. Loro sperimentano il valore umano di ogni persona attraverso gli incontri che riescono a fare con la gente. E i legami che si instaurano sono anche motivo di gioia. I doni del Signore sono sempre preziosi, efficaci, perché Lui agisce attraverso di noi. Ecco perché è importante la testimonianza ecclesiale senza chiudersi “o così o niente”, ma anzi trovare nuove risorse e sperimentare nuove strategie. Desiderio dell’Arcivescovo è che la Cattedrale diventi sempre più la casa di tutti ed è importante che ci siano associazioni che, con discrezione e signorilità, senza essere invadenti, aiutino e promuovano questa apertura. c. Si rallegra per l’assistenza di Mons. Barbaro Scionti anche se, per i tanti impegni, non può essere assidua, ma c’è ed è un dono. «Noi sacerdoti sperimentiamo che ciò che diamo per far crescere, incoraggiare gli altri, si trasforma in occasione di ricchezza straordinaria. Abbiamo tanti impegni, è vero, ma quella mezz’ora dedicata ad una associazione diventa, tante volte, ore e ore di bene. Al nostro poco poi il Signore aggiunge la Sua onnipotenza». d. Guardando all’operato della Legio Mariae, al bene che fa e al meglio che deve sempre ricercare, ribadisce come deve essere valorizzata in pieno questa testimonianza che agisce anche senza gesti eclatanti, senza fare tanti discorsi. Ed è proprio la testimonianza silenziosa che feconda le radici della vita cristiana personale e comunitaria. Ne è prova il fatto che, in tempi difficili per qualche comunità cristiana, come ad esempio sta avvenendo in Cina o in Iran, si possa poi mostrare la forza del martirio. e. Invita all’impegno generoso e raccomanda la formazione, secondo lo spirito della Legio Mariae, per stare vicini a Gesù e a Maria e, poi, potersi donare sempre più e meglio ai fratelli.

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Incontro con l’Arcivescovo 6 novembre 2010

Ore 7.30 - Basilica Cattedrale - cappella del Santissimo Sacramento

CELEBRAZIONE EUCARISTICA

Saluto del Parroco Eccellenza Reverendissima,

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Siamo giunti quasi al termine della Visita pastorale. Viviamo al mattino presto l’esperienza eucaristica che si conclude abitualmente con l’esposizione solenne del Santissimo Sacramento e la processione verso la cappella del Crocifisso dove, silenziosamente, la gente che visita la Cattedrale può sostare in adorazione. Mi piace allora pensare alle tante persone che abitualmente, oppure solo per caso, in questo luogo trovano riposo e ristoro in Gesù; altre persone che probabilmente entrano a dare solo uno sguardo all’ostensorio, e forse anche senza pensare a che cosa e Chi esso contiene. Nel tempo dell’adorazione si realizza comunque un incontro tra la nostra povertà e la ricchezza dell’amore di Dio senza limiti. Ogni mattina, ormai da quattro anni, l’adorazione eucaristica ha avuto inizio con la preghiera di offerta della giornata, in particolare per l’Arcivescovo, per le sue intenzioni e per la Chiesa di Catania. All’inizio della preparazione prossima alla Visita pastorale si è ritenuto opportuno iniziare la giornata con la “preghiera per la Visita pastorale” da Lei tanto raccomandata. Il nostro impegno però non si conclude oggi perché nella chiesa del Vescovo, la Cattedrale, si continuerà a sostenere l’impegno apostolico che Vostra Eccellenza intraprenderà nelle diverse comunità locali dell’Arcidiocesi. L’icona della Visita pastorale esposta accanto al libro della Parola e la preghiera per la Visita pastorale, ripetuta ogni mattina, saranno il segno concreto che ci ricorderà il nostro desiderio e impegno di esserle accanto e di giovamento in questa meravigliosa avventura diocesana che ancora è soltanto agli inizi. Ai piedi di Gesù Eucarestia e guardando “il Crocifisso di Sant’Agata” si pregherà ogni giorno affinché “il nostro Vescovo Salvatore […] sia


Incontro con l’Arcivescovo 6 novemobre 2010

immagine viva e autentica del Buon Pastore […] e […] la Visita pastorale porti abbondanza di frutti spirituali alla Chiesa affidata alla sua carità pastorale”. Dalle ore 9.00 l’Arcivescovo si è poi reso disponibile per le confessioni e per ascoltare quanti sentivano il bisogno di un dialogo personale. È stato un momento molto intenso di incontro ravvicinato con il proprio gregge rappresentato da coloro che, con fiducia filiale, gli hanno aperto il loro cuore sperimentando la sua carità sacerdotale e riconoscendolo ancor più come un pastore buono e molto attento. Successivamente, alle 10.00, accompagnato da alcuni giovani, tre religiose, il diacono e il parroco, l’Arcivescovo ha visitato il mercato storico del pesce (pescheria) dove erano programmate alcune soste. È stato come entrare nello spaccato di una tradizione antica ma viva ancora oggi per incontrare gente umile alle prese con varie problematiche, ma determinata e coraggiosa. Da alcuni commenti a caldo è emersa l’importanza della condivisione, oltre che della conoscenza, dello stare “con”!

Ore 12 - Museo diocesano

INCONTRO CON IL CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE E IL CONSIGLIO PER GLI AFFARI ECONOMICI Intervento della segretaria del Consiglio Pastorale Parrocchiale Suor Ivana Sanfilippo Eccellenza Reverendissima mi è stato chiesto di tratteggiare il percorso delle attività del Consiglio pastorale della Basilica Cattedrale, dunque incomincio col dire che, sotto la spinta dell’evento di grazia, quale è la Visita pastorale, l’8 luglio del 2010, ha avuto inizio l’avventura del suddetto organismo, dalla composizione variegata, al cui interno sono stati chiamati a vivere in comunione 26 membri tra ecclesiastici, religiosi e laici, appartenenti a diverse realtà ecclesiali.

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È apparsa subito chiara la sua natura: organismo di partecipazione, luogo in cui i fedeli possono dare il loro aiuto per promuovere l’attività pastorale. Forti di tale vocazione, guidati dal parroco e delegato arcivescovile Don Barbaro Scionti, le varie componenti insieme si sono ritrovate subito ad affrontare il primo impegno: la preparazione immediata della Visitaverifica. Con apporti specificamente preparati, frutto di studio e di riflessione, si è cercato con schede - sintesi di penetrare sia nella logica del Direttorio che nel cuore di quelle domande, proposte dal questionario di indole pastorale. Sono stati studiati utili adattamenti dei quesiti, calando il senso delle risposte nella compagine culturale, sociale e religiosa locale. Alla luce dei sette obiettivi, espressi dalla nota C.E.I. Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia (30 maggio 2004), si sono maturate e condivise opinioni e strategie per un discernimento e per una verifica pastorale puntuale ed attenta alla geografia e alla fisionomia dei fedeli presenti sul territorio parrocchiale. Si è sfruttato il tempo dei mesi estivi per la riflessione e per l’animazione di un discernimento comunitario nelle realtà di cui ogni membro è rappresentante. Lo scambio all’interno delle riunioni è stato garbato, sicuramente schietto, e sempre proteso verso uno stile evangelico della verità nella carità. Intervento del segretario del Consiglio per gli Affari Economici ragioniere Alfredo Guglielmino Il Consiglio per gli affari economici è stato istituito il 17 agosto 2007 a norma dei canoni 537 e 532 del Codice di Diritto canonico e delle disposizioni del Vescovo diocesano. Esso ha funzione consultiva potendo esprimere pareri preventivi da sottoporre all’attenzione del parroco - delegato arcivescovile - ed è rinnovabile periodicamente: i membri, a norma del regolamento diocesano, rimangono in carica “ad Triennium”. Inizialmente Consiglio per gli affari economici della parrocchia Basilica Cattedrale, dal 5 febbraio 2010, scaduto il primo triennio e per gli effetti della delega conferita dall’Arcivescovo (atto n. 2927817 del 3 dicembre


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2008) al parroco Mons. Barbaro Scionti, quale “speciale procuratore della chiesa Cattedrale”, è stato rinominato Consiglio per gli affari economici della Basilica Cattedrale. I membri nominati, in carica fino al 5 febbraio 2013, possiedono specifiche competenze professionali: l’Avv. Riccardo Sudano legale con competenza giuridica, il Rag. Alfredo Guglielmino impiegato di banca che possiede competenze economico-finanziarie, il Rag. Matteo Marletta ed il Dott. Paolo Lazzara con competenze economico-amministrative e l’Arch. Alfio Cristaudo con competenze tecniche. Fra i compiti principali quello di predisporre il bilancio consuntivo delle entrate e delle uscite, presentato regolarmente ogni anno all’Economato della Curia, amministrando i redditi patrimoniali e gli introiti vari provenienti da questue, donazioni, offerte, destinandoli al culto, l’apostolato, la carità e il sostentamento del clero e dei ministri che servono la Chiesa. Primo punto sul quale si è soffermata l’attenzione di questa amministrazione è l’archiviazione di tutta la documentazione amministrativa e contabile con la creazione di un archivio amministrativo, cartaceo ed informatizzato, in precedenza assolutamente assente così come assente, fino al 2006, un inventario o un semplice elenco degli ex voto donati a Sant’Agata, ad eccezione di quelli che adornano il Busto Reliquiario, conservato presso l’Ufficio Beni Culturali della Curia. Dal 2007, infatti, a tal proposito, si è proceduto alla redazione di un catalogo, quanto più dettagliato possibile corredato anche da foto. Il C.A.E. si riunisce periodicamente 2/3 volte l’anno per discutere l’approvazione dei bilanci, determinazioni in merito le festività agatine, problematiche relative agli immobili di proprietà della Cattedrale, determinazioni riguardo il personale dipendente. Incontri informali, invece, si tengono più spesso per il disbrigo degli affari correnti. Problema affrontato sin dal primo momento, coadiuvati dall’Ing. Musumeci, consulente esterno specializzato nel settore, la messa in sicurezza degli immobili chiesa Cattedrale e San Placido: impianto elettrico, antincendio, le uscite di sicurezza, assicurazione per eventuali danni subiti da terzi che frequentano le Chiese. Ci si è impegnati per la manutenzione ordinaria e straordinaria degli immobili programmando lavori di ristrutturazione del tetto, riordino e

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ripristino di sale precedentemente inaccessibili. Si è inoltre provveduto alla regolarizzazione del personale dipendente. Nel corso degli anni si è cercato di fare chiarezza circa la situazione degli immobili di proprietà della Cattedrale primo fra tutti l’annoso problema dei fitti attivi che, al momento dell’insediamento, risultavano in bilancio ma venivano incassati da altro Ente (amministratore del Capitolo). Circa l’immobile di Via Pozzo Mulino, considerando che i costi di gestione per il periodo sett. 2009/ott. 2010 ammontano a circa 31.000 €; che le condizioni fatiscenti in cui esso versa obbligano a sostenere gravose spese per un eventuale ripristino e aggiungendo a ciò anche la morosità degli inquilini che non pagano il canone di affitto, si stanno cercando giuste soluzioni dietro parere anche del Vicario per l’amministrazione, Mons. Baturi. Inoltre, la situazione fatiscente in cui versa l’immobile e l’ostilità degli inquilini, sfrattati per cessata locazione, impediscono di effettuare un completo sopralluogo. Si sta provvedendo, altresì, a rivedere il canone di locazione di altri immobili di proprietà della Cattedrale. Altro spinoso problema al quale ha fatto fronte questa amministrazione è quello della raccolta della cera durante le festività agatine, affrontato sin dal primo momento in piena trasparenza contabile e fiscale, sempre in collaborazione con la Guardia di Finanza. Si è chiarito definitivamente che la cera è da intendersi come rottamazione e pertanto, la ditta incaricata alla raccolta non versa alcun corrispettivo se non una semplice offerta, destinata allo svolgimento delle varie attività pastorali, concordata al momento dell’aggiudicazione della gara indetta ogni anno, dal 2009, a maggior trasparenza circa l’operato del C.A.E. e rivolta alle cererie nazionali. Si sta provvedendo altresì a rivedere le polizze incendio e furto in quanto il valore assicurato ad oggi risulta alquanto esiguo rispetto al valore degli immobili e dei beni in essi custoditi. Grati per la fiducia in noi riposta, certi che tanto è stato fatto e tanto si deve ancora fare, nonostante i giudizi e gli ostacoli incontrati durante il percorso, siamo sereni quanto ai risultati raggiunti. Ringraziamo il personale degli Uffici della curia per la collaborazione


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prestata quotidianamente ed in particolare il Vicario per l’amministrazione Mons. Giuseppe Baturi e l’Ufficio amministrativo.

Interventi non programmati (a cura della Segreteria per la Visita pastorale) Viene sottolineato come il Consiglio pastorale parrocchiale sia appena nato e quindi si sta vivendo un periodo di conoscenza delle varie realtà parrocchiali. Bisogna andare avanti così perché l’esperienza della Visita pastorale, ormai finita, ha fatto comprendere quanto sia importante conoscersi reciprocamente e apprendendo l’operato dei vari gruppi.

Sintesi dell’intervento dell’Arcivescovo (a cura della Segreteria per la Visita pastorale) a. Ricorda come avesse già incontrato il Consiglio per gli affari economici apprezzandone l’impegno profuso generosamente ed in particolare il servizio qualificato e anche difficile. Dall’ampia relazione presentata, si comprende come sia quanto mai opportuna la disposizione della Chiesa che impone ad ogni parrocchia e diocesi tale Consiglio. Esso deve essere, pertanto, valorizzato perchè mette a servizio della comunità specifiche competenze nel settore dell’amministrazione dei beni della Chiesa, aiutando il parroco secondo le necessità, ma anche le finalità dell’ente stesso. Occorre valorizzare le risorse disponibili e quelle che vengono acquisite per l’evangelizzazione, il culto e le opere di carità. Inoltre, in Italia, vige il sistema del sostentamento del clero e gli italiani, con una libera scelta, che affida alla Chiesa una percentuale del reddito fiscale, possono favorire questa finalità. Queste risorse economiche aiutano notevolmente l’attività pastorale e caritativa della Chiesa, anche se le richieste e le necessità sono di gran lunga maggiori. Per questo occorre diffondere la cultura di sovvenire alle necessità della Chiesa secondo le leggi e le usanze locali. b. Rivolge poi il Suo indirizzo di saluto al Consiglio pastorale parrocchiale appena costituito ed esprime soddisfazione dal momento che l’atten-

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zione agli organi di partecipazione è uno degli obiettivi della Visita pastorale. Se come frutto della Visita ci sarà questa accresciuta sensibilità e impegno in tutte le parrocchie, davvero la Visita è un dono del Signore. Per questo auspica che ci sia sempre una intensa e fattiva comunione nel presbiterio e nel valorizzare i vari doni presenti nella comunità al fine dell’utilità comune. I sacerdoti devono distinguersi per l’attenzione verso tutte le potenzialità senza, però, cadere nella tentazione, in nome di una malintesa piena fiducia, del lasciar fare senza compromettersi in prima persona. I vari organismi sono in aiuto al parroco e non in sostituzione di esso, né tanto meno il parroco può abdicare alle proprie responsabilità. Nasce così lo stile e il gusto della collaborazione che fa crescere insieme. Ogni parrocchia ha la sua configurazione, non ci sono fotocopie, per cui occorre un’acuta capacità di discernimento, una specifica attenzione alle condizioni di tempo, di spazio e ai segni dei tempi. La chiesa Cattedrale, come lodevolmente fa, deve distinguersi per l’accoglienza, per la testimonianza di vita cristiana e per la devozione a Sant’ Agata. c. Esorta a continuare questo cammino di collaborazione anche nel Dopo Visita. Se la Visita finisce, la vita continua. Il Dopo Visita è importante come il tempo della preparazione e quello dello svolgimento, per cui non c’è differenza tra quelle parrocchie che hanno ricevuto la Visita per prime e quelle che la riceveranno per ultime. «Avendo lavorato nel tempo della preparazione, si può sperare che farete bene anche nel dopo. Una volta che abbiamo sperimentato che il Signore opera e cammina con noi, possiamo andare avanti sempre con fiducia. Al ringraziamento che rivolgo al Signore, al Parroco, agli organismi di partecipazione, a tutte le persone che ho incontrato durante la Visita, unisco l’augurio affettuoso di continuare ad andare avanti nel nome del Signore e con l’intercessione di Sant’ Agata».


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Ore 16.30 - Basilica Cattedrale

ASSEMBLEA PASTORALE PARROCCHIALE

Relazione pastorale del Parroco INTRODUZIONE 1. La realtà ecclesiale: Cattedrale, Capitolo Cattedrale, Parrocchia All’interno dell’edificio della chiesa Cattedrale convivono tre distinti enti ecclesiastici: l’ente “Chiesa Cattedrale”, il cui legale rappresentante è l’Arcivescovo; l’ente “Capitolo della Cattedrale”, il cui legale rappresentante è il Priore del Capitolo Metropolitano; l’ente “Parrocchia della Basilica Cattedrale”, il cui legale rappresentante è il parroco pro-tempore. Con atto notarile del 3.12.2008, l’Arcivescovo ha conferito al parroco della Basilica Cattedrale la delega “ad personam” per l’amministrazione della chiesa Cattedrale. 2. Popolazione, Strutture Il territorio parrocchiale, situato nel I Vicariato urbano, nella prima municipalità, non è esteso e la popolazione è esigua: anziani, extracomunitari, studenti universitari, pochissime famiglie giovani, dicono la realtà di un centro storico sempre più disabitato. Negli ultimi quattro anni si è registrata una media annua di due famiglie che hanno richiesto e celebrato il sacramento del Battesimo; lo stesso dato si è riscontrato riguardo alle istruttorie matrimoniali. Le strutture parrocchiali sono inesistenti, i locali annessi alla Basilica Cattedrale (aula capitolare, sacrestia, ufficio) sono utilizzati, per quanto possibile, nelle occasioni di incontro pastorale. Le tre piccole stanze, un tempo adattate per il catechismo, sono prossime all’utilizzo, secondo le norme vigenti, per il personale dipendente e per l’economato. 3. Presbiteri, diaconi, religiosi e laici I presbiteri impegnati a tempo pieno in Cattedrale sono il parroco -

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delegato arcivescovile ed il Vicario parrocchiale, Mons. Barbaro Scionti e Mons. Gaetano Guarriera; il Can. Giuseppe Maieli, organista del Duomo, e il Sac. Santo Guardini sono abitualmente a disposizione per la celebrazione di Sante Messe, confessioni, sostituzioni e celebrazione di matrimoni in San Placido; il canonico penitenziere Mons. Antonino Verde è presente due volte la settimana per le confessioni, inoltre sono presenti nei turni di confessione una volta a settimana Mons. Salvatore Genchi, Sac. Carmelo Testa, Sac. Renato Rubino, Padre Antonio Maselli SSP. Il Capitolo della Cattedrale è presente in alcune (poche) occasioni liturgiche annualmente programmate. Esercitano inoltre abitualmente il ministero due diaconi Don Daniele Pappalardo (pastorale battesimale e animatore dell’Associazione Sant’Agata in Cattedrale) e Don Antonino Coco (accoglienza e celebrazione dei matrimoni in San Placido). Alcune famiglie religiose operano nel territorio parrocchiale: i Padri Francescani Conventuali con propria chiesa (San Francesco all’Immacolata), la comunità monastica delle Benedettine dell’Adorazione Perpetua (chiesa di San Benedetto). E poi ancora tre comunità religiose femminili: le Pie Discepole del Divin Maestro con sede propria e con cappella officiata quotidianamente, le Sorelle Francescane del Vangelo ospitate nell’antica canonica annessa alla chiesa di San Placido, le Suore del Bell’Amore abitano una casa annessa all’Arcivescovado. Una consacrata dell’Ordo Virginum è al servizio della Cattedrale. Le Religiose, nel rispetto del carisma di ciascuna comunità, partecipano abitualmente all’Eucarestia domenicale in Cattedrale, si rendono disponibili nella collaborazione e l’armonia tra le diverse comunità si traduce in occasioni di comunione ecclesiale e autentica gioiosa fraternità. Il laicato, coinvolto in diversi servizi, trova occasione di incontro e di formazione nell’Associazione “Sant’Agata in Cattedrale”, maschile e femminile, la Cappella musicale del Duomo, il coro parrocchiale, la “Legio Mariae”. Nel territorio parrocchiale sono presenti inoltre l’arciconfraternita dei Bianchi e di Sant’Orsola, con propria chiesa. Nella chiesa di San Martino ai Bianchi (dell’omonima confraternita) ha inoltre sede la delegazione catanese del “Sovrano Militare Ordine di Malta”. Ancora svolgono un buon servizio l’Opera Vocazioni Sacerdotali e piccoli gruppi spontanei di devozione. Il gruppo dei collaboratori, guidato dal “Maestro del Fercolo”, i cui rapporti sono stabiliti in un vecchio contratto (1.1.1998), sottoscritto tra il Capitolo della Cattedrale e lo stesso “Maestro del


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Fercolo”, gestisce le manovre tecniche per la traslazione delle reliquie di Sant’Agata specialmente nel corso dei festeggiamenti di febbraio e agosto. Essi, come da contratto, sono impegnati in particolari occasioni della vita della chiesa Cattedrale: tale rapporto necessita di importanti adattamenti. I rapporti personali tra le singole realtà sono di buona collaborazione, con entusiasmo è stato accolto l’inizio del cammino del Consiglio pastorale della Basilica Cattedrale quale organismo di animazione di fraternità, comunione e servizio. 4. Organismi di partecipazione e vita ecclesiale Il Consiglio pastorale della Basilica Cattedrale, presieduto dal delegato arcivescovile della chiesa Cattedrale, ha da poco iniziato l’impegno di animazione della comunione tra le diverse realtà che animano la vita della “Chiesa Cattedrale”, la “Parrocchia della Basilica Cattedrale” ed il “Capitolo della Cattedrale”. La formula prescelta prevede un cammino di confronto e conversione pastorale fra i tre “enti ecclesiastici” chiamati ad essere la comunità cristiana che rende viva e pastoralmente efficiente la chiesa del Vescovo. Il Consiglio di presidenza formato da alcuni membri del Consiglio pastorale, di immediata e più semplice convocazione, assicura una regia di comunione tra tutti ed inoltre può cooperare col delegato arcivescovile nelle situazioni che esigono risposta immediata. Il Consiglio per gli affari economici attivo ormai da quattro anni ha inciso profondamente col suo operato nella vita della chiesa Cattedrale; l’individuazione di una sede con relativi uffici di contabilità ed economato, la registrazione della contabilità, la conseguente creazione di un archivio amministrativo, la regolarizzazione del rapporto con i dipendenti, il riordino di vecchi locali fatiscenti, l’aggiornamento degli inventari, il permanente adeguamento alle norme di legge sulla sicurezza, l’attenzione alla fabbrica in collaborazione con gli organismi di curia … rendono nuova la vita amministrativa dell’ente che tuttavia necessita ancora di studio, revisione ed adeguamento ai tempi ed alle particolari situazioni soprattutto in merito alla gestione delle feste agatine (cfr. Relazione sull’amministrazione dei beni mobili ed immobili dell’ente chiesa Cattedrale).

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I. LA VITA PASTORALE

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1. La Cattedrale, luogo di Accoglienza e di Ascolto La Celebrazione Eucaristica frequentata da numerosi fedeli e da diversi gruppi ecclesiali e realtà varie, la devozione a Sant’Agata, la richiesta numerosa dei fedeli di accostarsi al sacramento della Confessione, la partecipazione quotidiana orante nella cappella dell’adorazione, la presenza turistica di bambini e giovani (da ottobre a giugno), croceristi e gruppi organizzati (da maggio a ottobre), anziani (da ottobre a novembre), ma anche gente che disperata manifesta il proprio disagio occupando il luogo sacro, fanno della Basilica Cattedrale luogo privilegiato di accoglienza e ascolto. Precipua preoccupazione di chi opera in Cattedrale deve essere dunque “accogliere e ascoltare paure e speranze della gente”21, affinché la Cattedrale stessa sia “porta aperta nei momenti difficili o gioiosi della vita”22. L’incontro con Cristo ed il Vangelo, nella Chiesa, è il fine di ogni attività che trova compimento nella dignitosa celebrazione delle diverse azioni liturgiche e nella valorizzazione del patrimonio storico - artistico23. 2. Dalla catechesi in preparazione ai sacramenti dell’iniziazione alla vita cristiana L’esperienza catechistica nella chiesa Cattedrale va pian piano conformandosi alle esigenze del tempo e del luogo. Sospesa l’attività catechistica tradizionale a motivo dell’esigua popolazione parrocchiale, della mancanza di locali idonei ai bambini e ragazzi, l’assenza di qualificati catechisti rispondenti alle esigenze odierne, si è preferito dedicare maggiori energie all’animazione della vita cristiana nei gruppi esistenti. Le associazioni agatine sono oggetto di particolare cura e attenzione. L’obiettivo è individuare ed educare nuovi formatori dediti alla iniziazione alla vita cristiana piuttosto che alla preparazione e alla recezione dei sacramenti. L’impegno è arduo ma la meta assai avvincente: la chiesa Cattedrale esemplarmente

C.E.I., Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia, introduzione. Ibidem, 6. 23 Ibidem. 21 22


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impegnata nell’accogliere le direttive pastorali riguardanti l’iniziazione o la ripresa della vita cristiana che, ormai da tanto tempo, i Vescovi italiani e lo stesso nostro Arcivescovo propongono. In particolare il lavoro pastorale intrapreso con l’associazione “Sant’Agata in Cattedrale” mira alla riscoperta della fede battesimale come valore fondante e qualificante la vita dell’uomo, l’impegno alla valorizzazione dei principi evangelici, la centralità del giorno del Signore. Il servizio a sostegno delle principali celebrazioni liturgiche della Cattedrale e gli incontri settimanali sono l’occasione per creare amicizia e fraternità, terreno favorevole alla educazione alla fede e alla vita cristiana. 3. L’Eucarestia domenicale e nei giorni feriali L’Eucarestia presieduta dall’Arcivescovo La celebrazione dell’Eucarestia quotidiana è l’esperienza centrale della vita della chiesa Cattedrale; ogni giorno centinaia di fedeli entrano negli orari stabiliti, e quando capita una celebrazione occasionale essa è sempre partecipata. Anziani, adulti e giovani universitari partecipano con assiduità alla Celebrazione Eucaristica alternandosi nei diversi giorni della settimana: la presenza è regolata dalle vicende lavorative, dagli impegni di studio, dalle tradizioni popolari religiose (ad esempio nei giorni di martedì e giovedì in coincidenza con l’apertura delle cappelle cimiteriali delle confraternite è ridotta la presenza della fascia degli anziani, mentre il mercoledì ed il venerdì un numero cospicuo di fedeli è partecipe nel ricordo di Sant’Agata e del Crocifisso; il sabato e nelle feste civili sono assenti la categoria dei dipendenti o dei titolari di negozi e gli universitari). La presenza dei fedeli sempre numerosa ma non assidua si concretizza in una assemblea liturgica ogni volta differente nei suoi membri e ciò comporta qualche difficoltà nell’animazione della partecipazione dei fedeli. La celebrazione dell’Eucarestia, fonte e culmine della vita della Chiesa, fatte le debite proporzioni, fa registrare una minore frequenza nei giorni festivi piuttosto che in quelli feriali; comunque la liturgia domenicale è sempre più preparata con cura. L’impegno di difendere il significato religioso, antropologico, culturale e sociale della domenica deve essere centrale: custodire la domenica affinché la domenica custodisca la comunità, ne orienti il cammino nutrendone la vita.24 Anche per questo motivo è sembrato

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opportuno coinvolgere maggiormente (si è intrapreso un dialogo informale con il governo della provincia) la comunità religiosa delle Suore Pie Discepole del Divin Maestro, già presenti nella vita della Cattedrale; la disponibilità del loro ben noto carisma, può dare un notevole impulso alla vita liturgica della chiesa del Vescovo. È opportuno infine evidenziare la presenza nutrita in Cattedrale di extracomunitari (Cingalesi e Mauriziani) che sono coinvolti nella devozione a Sant’Agata, al Crocifisso (di Sant’Agata) e partecipano particolarmente all’Eucarestia serale della domenica. La chiesa Cattedrale, per sua natura, è il luogo nel quale sono diverse e sempre importanti le occasioni in cui l’Arcivescovo presiede l’Eucarestia. Gli operatori pastorali ed il personale dipendente della chiesa Cattedrale, coscienti della importanza del segno sacramentale della Celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo diocesano, hanno iniziato e proseguono nel cammino di formazione e attenzione ad un evento che spesso si ripete nella diversità dei componenti l’assemblea liturgica. Se piccoli passi sono stati realizzati, tuttavia è necessario istituire un gruppo stabile dedito alla animazione delle celebrazioni liturgiche dell’Arcivescovo, affinché le stesse siano dignitose ed esemplari, così come è richiesto dagli insegnamenti conciliari circa la liturgia e dal “Caerimoniale Episcoporum”. Importante è il contributo di alcuni sacerdoti, di parecchi diaconi, degli alunni del Seminario Arcivescovile, degli alunni della scuola per i ministeri ed il diaconato “Sant’Euplio”, del piccolo gruppo di ministranti della Cattedrale, dei giovani volontari del servizio d’ordine. La Cappella Musicale del Duomo, il Coro parrocchiale, assicurano l’animazione del canto ma con difficoltà si riesce a coinvolgere l’assemblea. In prossimità delle celebrazioni più solenni, animati da buona volontà un gruppo di presbiteri, religiose e laici si riunisce per preparare le celebrazioni liturgiche; è stato approntato qualche sussidio ed altri sono in cantiere, si sono incrementati i rapporti interpersonali fra le varie realtà ma si ribadisce l’opportunità di un ufficio delle celebrazioni liturgiche che con competenza segua costantemente e concretamente le celebrazioni episcopali.

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C.E.I., Il volto, op. cit., 8.


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4. Al servizio della fede degli adulti: il compito di educare Il volto missionario della Chiesa, di una comunità cristiana, trova espressione concreta nella “scelta coraggiosa di servire la fede delle persone”25, perciò il compito di educare alla fede deve accompagnare ogni iniziativa volta ad indirizzare i fedeli alla scoperta della vocazione personale. A tal proposito mi piace rilevare come negli ultimi anni, dall’esperienza di preghiera e di servizio in Cattedrale, sono nate tre vocazioni religiose femminili (due Pie Discepole del Divin Maestro e una Sorella Francescana del Vangelo) e una vocazione sacerdotale (Famiglia Ecclesiale “Chiesa Mondo”). Sono tante le occasioni che la nostra Cattedrale può cogliere per educare alla fede e alla vita cristiana. La celebrazione dell’Eucarestia e del sacramento della Confessione, l’adorazione eucaristica quotidiana, il culto delle reliquie di Sant’Agata, l’attenzione al patrimonio storico - artistico, possono offrire, se bene gestite, una bella occasione per educare numerosi fedeli. Educare alla preghiera e al silenzio interiore, all’ascolto della Parola; educare alla partecipazione attiva e responsabile alla liturgia; educare alla direzione spirituale ed al discernimento personale; educare alla devozione cristiana e alle implicanze del Vangelo nella vita dell’uomo, alla legalità; educare al rispetto dell’arte e dell’ambiente: educare è servire la vita concreta delle persone che si accostano con le richieste più svariate26 alla “chiesa di Sant’Agata”. Gli operatori pastorali, presbiteri, diaconi, religiosi e laici prendono sempre più coscienza di dover vivere questa conversione pastorale: la Cattedrale ha un indole assai diversa dalle altre chiese parrocchiali, essa è unica, e tale unicità implica un approccio pastorale diverso che partendo dalla disponibilità alla accoglienza, giunge ad offrire servizi di sostegno alla vita dell’intera Arcidiocesi. La Cattedrale è il “santuario di Sant’Agata”: il culto della Santa Patrona, infatti non consiste soltanto nelle celebrazioni di febbraio e di agosto, per le quali si concentra l’attenzione massima, c’è piuttosto un culto continuo, silenzioso, discreto e internazionale che andrebbe curato maggiormente.

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C.E.I., Il volto, 8. C.E.I., Il volto, 9.

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5. Il territorio parrocchiale: dimensioni sociali e culturali

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La parrocchia della Basilica Cattedrale “Sant’Agata V. M.” è situata nel cuore della città, dalle limitate dimensioni geografiche e dal modesto numero degli abitanti stabili, che non hanno alcun legame di appartenenza ad essa. L’aspetto della cura pastorale del territorio è carente, soltanto di recente, con l’avvio del Consiglio pastorale si sta lavorando ad un progetto di conoscenza e d’intervento della parrocchia. L’attenzione al territorio ed alle sue dimensioni sociali e culturali, il tessere rapporti diretti con gli abitanti, la sollecitudine per i più deboli e gli ultimi, il dialogo con gli altri soggetti sociali sono la vita essenziale della parrocchia impegnata per vocazione all’ascolto della Parola di Dio e della Parola dell’Uomo. Questa considerazione essenziale ci ha spinto ad avvalerci della collaborazione del carisma delle Sorelle Francescane del Vangelo, che peraltro già operano fattivamente da parecchi anni. La comunità religiosa sempre disponibile si fa promotrice di un progetto che prevede il coinvolgimento delle diverse componenti laicali. Il movimento giovanile legato al Sovrano Militare Ordine di Malta ed alla Arciconfraternita dei Bianchi facendo attenzione alle povertà della zona, da alcuni anni ha istituito e gestisce un servizio di aiuto ai più bisognosi in sinergia con i parroci del territorio limitrofo. 6. La chiesa Cattedrale al servizio della comunione ecclesiale Il flusso continuo dei fedeli, le numerosi liturgie presiedute dall’Arcivescovo per gruppi e per realtà particolari, nel corso dell’Anno liturgico, fanno della Cattedrale luogo privilegiato di incontro e di comunione tra diverse entità. Gli operatori pastorali ed il personale dipendente si trovano dunque nella magnifica condizione di incontrare, conoscere, apprezzare e valorizzare movimenti e gruppi ecclesiali, comunità religiose, scolaresche, associazioni laiche di settore, maestri di teatro e musicisti, ecc.. Si partecipa così dello sforzo continuo dell’Arcivescovo di promuovere relazioni stabili per convergere nel cammino pastorale diocesano e favorirne la presenza nella compagine ecclesiale. Il servizio d’ordine, istituito in seno all’associazione “Sant’Agata in Cattedrale”, si propone soprattutto di realizzare uno stile di accoglienza e di reciproco rispetto al servizio del Vescovo e della comunione ecclesiale.


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7. I “protagonisti” della chiesa Cattedrale: carismi e ministeri a servizio della chiesa del Vescovo Il cammino missionario della Chiesa è affidato alla responsabilità di tutta la comunità. Il ruolo di presbiteri, diaconi, religiosi e laici deve integrarsi nel rispetto dei carismi e dei ministeri per aprirsi alle attese della gente che varca la soglia della Cattedrale. È dunque necessario che il clero per primo si impegni ogni giorno a “far passare i carismi dalla collaborazione alla corresponsabilità”27. La Chiesa non ha bisogno di collaboratori che sporadicamente diventano protagonisti, bensì di persone corresponsabili che insieme pensano e camminano dentro un comune progetto pastorale. Non si tratta di creare professionisti della pastorale, o peggio ancora del sacro, ma di animare un ambiente di gratuità che si pone al servizio avendo come fondamento imprescindibile la continua conversione ad uno stile di vita (personale e comunitario) evangelico28. La tentazione del protagonismo è un tarlo che minaccia con evidente facilità la vita della comunità cristiana della chiesa Cattedrale, le occasioni non mancano, e sono troppe: si ascende a responsabilità, si occupano ruoli di primo piano senza un criterio ecclesiale. Urge un cambiamento di rotta ed una formazione ampia e disinteressata del laicato, non indirizzata subito ad un incarico, ma alla crescita della qualità testimoniale della fede cristiana.29 Il ruolo dei presbiteri e dei diaconi è prezioso anche a tal proposito; la comunità auspica il ritorno dei canonici in Cattedrale, non per coltivare nostalgie preconciliari, ma piuttosto perché si sente l’esigenza di presbiteri saggi che si pongano a guida della gente che numerosa ha bisogno di formazione e guida spirituale. L’emergenza educativa esige la presenza di educatori validi e saggi.

C.E.I., Il volto, 12. C.E.I., Il volto, 12. 29 Ibidem. 27 28

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II. IL CULTO A SANT’AGATA 1. La custodia delle sacre reliquie della Santa Patrona

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La Basilica Cattedrale è per i catanesi semplicemente la “chiesa di Sant’Agata”, il luogo sacro che custodisce il tesoro prezioso della Sacre Reliquie della Patrona. Avvolto dal mistero leggendario delle sette porte, dei sette cancelli, dei cunicoli, del fiume Amenano, il “sacello”, attualmente oggetto di attenta opera di restauro, posto nella bella cappella di Sant’Agata è quotidianamente sotto lo sguardo attento, devoto e curioso dei fedeli catanesi, che invocano l’intercessione ed il patrocinio della Santa Concittadina. Il Tesoriere del Capitolo, che un tempo conservava gelosamente parte delle chiavi, a nome dell’Arcivescovo, oggi è sostituito dal Delegato Arcivescovile della Cattedrale. Questi è responsabile del culto e gestisce, sempre a nome e per conto dell’Arcivescovo, le diverse fasi della festa che gli competono, in sinergia con il presidente delle celebrazioni agatine, che rappresenta invece l’autorità municipale. 2. Le celebrazioni di febbraio e agosto Le celebrazioni in onore di Sant’Agata, nel rispetto delle tradizioni civiche, si svolgono nei mesi di febbraio (solennità del martirio) ed agosto (memoria della traslazione delle Reliquie). La grandiosità delle diverse manifestazioni e la folta partecipazione di fedeli a livello anche internazionale rende la festa di Sant’Agata tra le più significative del mondo. Ciò comporta l’impegno oneroso di una macchina organizzativa che ha sempre bisogno di migliorarsi e adeguarsi a tempi, situazioni e obblighi civili. Non poche sono le difficoltà e le situazioni problematiche che pesano sulla amministrazione della Cattedrale e sulla persona del Delegato Arcivescovile e dello stesso Arcivescovo. Negli ultimi anni, la comunità ecclesiale si sta impegnando sempre più, la gestione di una così importante manifestazione di religiosità popolare, che esige il coinvolgimento di tutti, è diventata oggetto di particolare attenzione nei diversi ambiti della Chiesa catanese.


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3. Il Maestro del fercolo ed i suoi collaboratori La gestione delle manovre che accompagnano l’esposizione e la processione delle sacre Reliquie della Patrona è affidata, a titolo gratuito, al Maestro del Fercolo, comunemente detto “capo-mastro”, col quale il Capitolo della Cattedrale ha stipulato un contratto il 1.1.1998; rinnovato con documento del parroco della Cattedrale, per conto dell’Arcivescovo Luigi Bommarito, il 5.12.2001, fino al mese di settembre dell’anno 2002; ancora rinnovato fino al 31.8.2005, e infine ulteriormente rinnovato in data 1.12.2005 “fino a quando non sarà provvisto diversamente dalle autorità ecclesiastiche”30. Nel suo impegno delicato e non semplice, il capo mastro si avvale dell’aiuto dei collaboratori “che ritiene necessari”, in genere tutti provenienti dalle associazioni agatine, che egli stesso “può scegliere, sentito il parere del Delegato Arcivescovile, affidando loro gli incarichi che ritiene più opportuni”31. 4. Le associazioni agatine Le associazioni agatine rivestono un significato particolare nel culto e nella devozione a Sant’Agata. L’appartenenza ad una associazione è in genere segno dell’appartenenza a Sant’Agata, affidarsi ufficialmente e pubblicamente al suo patrocinio per tutta la vita. Per questo sono assai numerosi gli iscritti, soprattutto uomini, alle sei associazioni riconosciute ad oggi dalla Chiesa: Circolo Sant’Agata (fondato dal Beato Card. Dusmet), l’associazione femminile “Sant’Agata in Cattedrale”, l’associazione “Sant’Agata al Carcere”, l’associazione “Sant’Agata in Cattedrale”, il Circolo femminile “Sant’Agata”, l’associazione “Sant’Agata al Borgo”32. Di queste soltanto due hanno sede in Cattedrale. La vita di tutte le associazioni è regolata da uno statuto diocesano comune. L’associazione femminile “Sant’Agata in Cattedrale”, più antica, è alla data odierna commissariata, e i suoi membri (circa 100 di età medio-alta) sono convocati per la preghiera e la catechesi, curate dall’assistente ecclesiastico mensilmente;

Atti in: Archivio amministrazione Cattedrale. Contratto del 1.1.1998 in: Archivio amministrazione Cattedrale. 32 Sono elencate secondo l’ordine cronologico di fondazione. 30 31

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sono circa 30 le persone più assidue; si sta cercando di coinvolgere, in particolare le più giovani, promuoverle ad incarichi di governo, impegnarle in diversi servizi all’interno della Cattedrale ed in occasione di particolari celebrazioni oltre le feste agatine. L’associazione “Sant’Agata in Cattedrale” è nata nel 1986 con lo scopo di collaborare nell’animazione della vita della Cattedrale. In merito sono diverse le testimonianze di attività svolte negli anni. Oggi è governata da un presidente (rieletto più volte con voto plebiscitario), coadiuvato dal Consiglio direttivo e conta oltre 500 soci, di questi circa 50 sono assidui settimanalmente. La catechesi è curata dal Diacono Daniele Pappalardo che assicura il raccordo con l’assistente ecclesiastico. Il clima di cristiana fraternità alimentato dall’impegno della presidenza e del diacono ha suscitato il servizio d’ordine della Cattedrale che si va consolidando e specializzando soprattutto in occasione delle celebrazioni episcopali. Attraverso il cammino di catechesi e l’esperienza comune di vita cristiana si cerca di educare i soci al senso dell’appartenenza ecclesiale battesimale con la speranza di realizzare “apostoli” che aiutino altri fratelli a vivere cristianamente, in particolare, il rapporto con Sant’Agata. 5. La commissione diocesana La gestione della festa di Sant’Agata con le sue diversificate implicanze offre particolari occasioni per educare all’appartenenza ecclesiale e alla consacrazione battesimale, alla autentica devozione e alla imitazione dei modelli, al rispetto delle diverse istituzioni e alla legalità, attraverso scelte serene e parimenti coraggiose che è necessario continuare ad intraprendere. Per questo motivo, in vista di un più intenso e concreto coinvolgimento dell’intera comunità ecclesiale, l’Arcivescovo ha istituito la Commissione Diocesana per le Celebrazioni in onore di Sant’Agata V. M. che egli stesso presiede. La commissione ha costituito al suo interno un gruppo di lavoro, guidato dal Delegato Arcivescovile, che sovrintende e che interviene concretamente nelle diverse fasi delle celebrazioni, per quanto di competenza della Chiesa.


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III. IL BEATO CARD. G. B. DUSMET ED IL CULTO DEI SANTI CATANESI 1. La custodia delle sacre reliquie del Beato Dusmet Le sacre reliquie del Beato Cardinale Giuseppe Benedetto Dusmet, Arcivescovo di Catania, nel fine ottocento, sono custodite all’altare della Madonna, il primo nella navata di Sant’Agata. Le Reliquie sono meta di pellegrinaggio di tanti fedeli, soprattutto gente semplice e anziana che vive dei sentimenti inculcati dall’educazione ricevuta in gioventù, quando più sentita era la devozione verso il “santo cardinale”. Annualmente sono prelevate ed esposte all’altare maggiore in occasione della ricorrenza liturgica, il 25 settembre, anniversario della beatificazione (1988); quando è possibile per il calendario liturgico, si commemora l’anniversario della morte il 4 aprile, con una Messa celebrata allo stesso altare dove sono riposte le reliquie. Per animare il culto e la devozione ci sono diverse iniziative, tra queste anche un sito internet, ma la buona volontà di singoli o gruppi di fedeli merita una migliore organizzazione. 2. Il culto di Sant’Euplio, San Berillo, San Leone La valorizzazione del culto del Diacono Martire Euplio o Euplo e di altri santi catanesi come ad esempio i vescovi Berillo e Leone, di cui si trova testimonianza in Cattedrale, è oggetto di riflessione. Certamente non si tratta di creare nuove feste, di cui tra l’altro non si sente alcuna necessità, ma piuttosto tenere vivo il ricordo storico di nostri fratelli nella fede, della nostra stessa chiesa di appartenenza, che ci invitano con la loro testimonianza viva a condividere la sequela di Cristo e l’adesione al Vangelo.

IV. CONCLUSIONI L’esperienza della Visita pastorale, nella fase preparatoria, è stata occasione propizia per la riflessione e la revisione di vita. Il desiderio dell’Arcivescovo ha trovato così naturale riscontro nell’impegno, anche se breve e un po’ affrettato, che ha condotto alla stesura di questa relazione pastorale. Ciò che ho scritto sopra è davvero sintesi di discernimento personale e

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comunitario. Si è riusciti a mettere insieme e armonizzare i contributi elaborati dal lavoro svolto dalle singole realtà e dagli organismi di partecipazione, il Consiglio pastorale della Basilica Cattedrale ed il Consiglio per gli affari economici. In particolare il Consiglio pastorale, che dopo lunga e attenta valutazione, è nato nella fase preparatoria della Visita, superando la tentazione del formalismo di facciata, è riuscito a cogliere, attraverso i dati proposti dal questionario, la natura del suo essere: organo di corresponsabilità nella verifica e programmazione dell’attività pastorale della Basilica Cattedrale. Avere iniziato con la verifica attenta della vita della comunità cristiana “sui generis” che siamo chiamati a servire, mi sembra un buon auspicio per il cammino futuro. Grato al Signore per il percorso fatto fino ad oggi, desidero infine ringraziare quanti in diverso modo ed a diverso titolo collaborano nella animazione pastorale della chiesa Cattedrale divenendone pian piano, sempre più, corresponsabili. Alle mani di Sua Eccellenza l’Arcivescovo consegno questa relazione frutto del lavoro realizzato dalla proficua collaborazione di tanti compagni di viaggio e mentre esprimo ancora una volta la personale gratitudine per la fiducia oltre misura in me riposta, rinnovo la mia sacerdotale promessa di filiale rispetto e obbedienza. MONS. BARBARO SCIONTI Parroco - delegato arcivescovile

Interventi non programmati (a cura della Segreteria per la Visita pastorale) Subito emerge la gioia condivisa di aver conosciuto più da vicino l’Arcivescovo e scoprire in lui un padre. Si tratta di una persona affettuosa, “alla mano”. Tutto ciò farà sì che da adesso anche nelle varie celebrazioni si potrà vivere una maggiore fraternità. Viene sottolineata l’importanza della missione e la formazione del laicato. Paolo VI affermava che il mondo ha bisogno di testimoni, non di maestri. È la Chiesa che si rende presente nel territorio. Tra gli interventi vi sono stati anche quelli di alcuni membri del Sovrano ordine di Malta e dell’Arciconfraternita dei Bianchi che hanno


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espresso la loro gioia per essere stati invitati a questo incontro. Hanno inoltre sottolineato l’attenzione ai poveri con gesti concreti.

Intervento conclusivo dell’Arcivescovo 1. Eccoci giunti all’Assemblea pastorale cui farà seguito la conclusione ufficiale della Visita pastorale nella parrocchia della Basilica Cattedrale. Diverse volte in questi giorni Mons. Barbaro, molto opportunamente, ha sottolineato il collegamento tra l’Assemblea eucaristica di inizio e l’Assemblea pastorale di conclusione. È stato importante legare l’evento della Visita pastorale all’Eucarestia. A tal proposito, vogliamo ricordare come papa Giovanni Paolo II ha sottolineato, parlando dell’Eucarestia, questa splendida realtà: “La Chiesa vive di Eucarestia”. Teniamo, quindi, sempre vivo questo rapporto. Ci riuniamo per partecipare all’Eucarestia e dall’Eucarestia attingiamo energia e forza per proseguire il nostro cammino. 2. Tra l’Assemblea Eucaristica e quest’assemblea è intercorso il ricco programma della Visita pastorale che sono stato lieto di aver potuto attuare, e ne ringrazio il Signore. È per me un’esperienza nuova in quanto ad Acireale sono rimasto tre anni e non l’ho potuta nemmeno incominciare; qui, avendola incominciata, spero di concluderla. Ho ascoltato attentamente la relazione che il parroco ha presentato: è stato un ascolto rispettoso e ciò corrisponde a quanto dicevo proprio qui in Cattedrale all’inizio, quando ho indetto la Visita pastorale. Ho sottolineato che la Visita pastorale mi avrebbe offerto la possibilità di onorare la dignità dei figli di Dio ponendomi in ascolto e in dialogo con tutti. 3. I vari incontri di questi giorni hanno permesso, non soltanto a me ma anche a tante persone, di conoscere meglio la realtà del territorio parrocchiale. Così sarà certamente per ogni parrocchia, dato che ogni parrocchia ha una sua peculiare e preziosa identità: conoscerla è molto importante. Ho avuto la gioia di incontrare tante persone ed anche per me è stato

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bello potermi ritrovare con voi. Tante volte il Vescovo lo si vede soprattutto in momenti ufficiali, ma a me piace molto la concretezza della vita quotidiana; quindi anch’io ringrazio per questi incontri che mi hanno permesso di vivere la dimensione della fraternità.

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4. Con l’Assemblea pastorale, soprattutto adesso col canto del Te Deum, finisce canonicamente il tempo della Visita pastorale. Si apre adesso il tempo molto importante del Dopo Visita. Lo ripeto ancora una volta: il I Vicariato si è trovato in una situazione di privilegio ma anche di disagio a causa del periodo estivo; tuttavia, ogni cosa è stata preparata, nella misura del possibile, molto bene sia qui in Cattedrale che nelle altre parrocchie. Ringrazio anzitutto il Signore, il Vicario, Mons. Smedila, i parroci, tutte le persone che sono state coinvolte; ringrazio veramente per quello che siamo riusciti a fare in preparazione e poi nello svolgimento. Il fatto stesso di coinvolgere tante persone, di incontrarsi è stato veramente un dono del Padre per questa comunità, come lo sarà per tutte le comunità parrocchiali e per l’intera Arcidiocesi. Tutto quello che in questi giorni il Signore ci ha fatto sperimentare, tutto quello che in questi giorni abbiamo ascoltato, adesso deve continuare come accade con il matrimonio. Esso ha un suo periodo di preparazione, cui segue la celebrazione, ma successivamente consiste nella vita di ogni giorno, in quello che incomincia dopo che si torna dal viaggio di nozze e nell’impegno quotidiano. 5. Questa sera non entro nel dettaglio delle cose che in questi giorni ho visto, sentito e nemmeno mi soffermo sulla relazione che Mons. Barbaro ha presentato. Ciò sarà fatto con una lettera che indirizzerò in seguito al parroco e alla comunità parrocchiale e dove rivivrò i momenti trascorsi insieme, prenderò atto di quello che ho ascoltato, soprattutto della relazione, come pure terrò presenti gli altri aspetti che sono stati anche esaminati dai Convisitatori, di modo che lo “straordinario” di questi giorni entri nella vita ordinaria della comunità. Quando viviamo una circostanza particolare nella nostra vita (un ritiro spirituale, un corso di esercizi spirituali, un pellegrinaggio, un evento lieto o triste che ci può colpire) essa costituisce certamente un momento straordina-


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rio che però deve avere delle ricadute nella vita di ogni giorno. Questo è l’incoraggiamento che vi do sin da adesso: valorizziamo quanto abbiamo vissuto insieme, non mettiamolo nel dimenticatoio! 6. Per tanti aspetti la Visita pastorale alla Basilica Cattedrale ha prodotto dei momenti di novità. Ad esempio, il Consiglio pastorale parrocchiale ha appena cominciato la sua importante attività. Esso dovrà continuare a svolgerla nel futuro. Grazie a Dio, oggi abbiamo queste possibilità: viviamole intensamente e valorizziamole con gratitudine al Signore. Tutto sommato, mi pare che sia stato molto positivo che il Consiglio pastorale abbia iniziato a muovere i primi passi proprio nel contesto della Visita pastorale. Anche per quanto riguarda il Consiglio per gli affari economici ho ascoltato, questa mattina, la puntuale relazione: tanti problemi li conosco perché il parroco mi informa, ma avere una visione d’insieme è stato certamente prezioso. Ringrazio per la collaborazione da parte di ciascuno. 7. A voi che volete impegnarvi di più nella vita della comunità parrocchiale avrà fatto certamente piacere ascoltare quello che padre Barbaro, riprendendo le parole del documento della C.E.I., Il volto missionario della parrocchia in un mondo che cambia, ha sottolineato: non dobbiamo essere dei collaboratori occasionali, noi siamo la Chiesa che vive, che agisce sempre con un’azione continua e diversificata. Un’azione continua perché la vita di ogni giorno, laddove si svolge, è vita di Chiesa, vita di cristiani. Ognuno di noi vive la propria vita cristiana in un contesto ben preciso e configurato e che, alcune volte, potrebbe sembrare monotono, ma se stiamo ben attenti, esso è sempre nuovo perché proprio lì si sperimenta la continuità e la cooperazione con il Signore. La Cattedrale è la prima parrocchia che ho visitato; il Te Deum che adesso canteremo mi pare anche un incoraggiamento che il Signore fa giungere a voi e che fa giungere anche a me, esortandoci a proseguire con questa buona volontà: pienamente disponibili e docili - come diciamo nella preghiera per la Visita pastorale - all’azione dello Spirito Santo.

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Il Signore chiama tutti ad essere sempre più Chiesa, a valorizzare quello che Egli ci dà: non siamo noi che facciamo la Chiesa, ma contribuiamo alla sua crescita con tutti i doni che Lui ci ha dato e che ci chiede di custodire e di valorizzare.

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8. Comincerò domani la Visita pastorale nella parrocchia della Madonna dell’Aiuto e via di seguito nelle altre parrocchie del I Vicariato. Vi invito a seguire la Visita pastorale così come viene vissuta nelle altre parrocchie; voi che già sapete che cosa essa significa, potete immaginare quello che vivrò nei prossimi giorni. Continuate a pregare. La comunione nella preghiera durante la Visita pastorale deve essere particolarmente curata in tutta la diocesi perché è molto importante. Il Te Deum che adesso innalzeremo è ringraziamento per quello che il Signore ha realizzato qui come pure preludio per tutto quello che Egli continuerà a fare nella nostra comunità diocesana. Grazie e auguri a tutti. ✠ SALVATORE GRISTINA

Successivamente viene presentato un dono all’Arcivescovo. La Cappella Musicale del Duomo intona il Te Deum. Sua Eccellenza conclude, infine, con l’orazione di ringraziamento e la benedizione.


Lettera conclusiva


Lettera conclusiva

Carissimo Padre Barbaro, Con grande gioia ti indirizzo questa lettera che spero verrà incontro anche all’attesa tua e delle persone che più direttamente hanno collaborato per la buona riuscita della Visita pastorale in codesta parrocchia della Basilica Cattedrale.

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1. Scrivo la presente certamente per adempiere quanto suggerisce il Direttorio per il Ministero pastorale dei Vescovi circa la conclusione della Visita (nº 225), ma, soprattutto, per cogliere la possibilità di rivivere con te e con l’intera comunità parrocchiale il tempo indimenticabile che il Signore ci ha dato la grazia di vivere insieme nei giorni 31 ottobre, 1, 3, 4 e 6 novembre 2010. La presente va letta alla luce della parte dedicata alla Visita pastorale nell’omelia della Messa Crismale del 21 aprile u.s. (cfr. allegati) e della Lettera indirizzata ai fedeli della parrocchia che ti ho consegnato alla fine della stessa celebrazione allo scopo di farla conoscere ai destinatari. Con questa lettera desidero anche collegarmi alla celebrazione svoltasi giovedì 16 dicembre 2010 presso la parrocchia Santa Maria dell’Aiuto. Dopo i vespri, abbiamo cantato il Te Deum in ringraziamento al Signore a conclusione della Visita pastorale nel I Vicariato. A più riprese ho rinnovato i sentimenti di gratitudine al Signore allora sgorgati dal nostro cuore. Sono sicuro che lo stesso avete fatto tu e le persone che hanno sperimentato la vera natura della Visita pastorale: dono del Padre per la nostra Chiesa. 2. Il succitato numero 225 del Direttorio suggerisce, fra l’altro, al Vescovo di ricordare la visita svolta nella parrocchia, di apprezzare gli impegni pastorali in atto e di stabilire alcuni punti per un cammino comunitario più impegnato. Di seguito, perciò, accennerò alla preparazione e allo svolgimento della Visita in codesta parrocchia e sottolineerò l’urgenza dell’impegno affinché il fervore suscitato dall’evento non si affievolisca e, soprattutto, affinché i buoni propositi formulati nei vari incontri siano adesso attuati con l’aiuto del Signore.


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3. Circa la preparazione della Visita, desidero ringraziarti per la diligenza che hai manifestato, coinvolgendo anche tante persone e procedendo in piena sintonia con la Segreteria per la Visita pastorale. Riveste particolare importanza il fatto che la preparazione alla Visita abbia favorito la costituzione del Consiglio pastorale parrocchiale. È bene che esso continui nella sua attività, affiancandosi al già collaudato Consiglio per gli affari economici. In tal modo, la Basilica Cattedrale sarà di esempio nella valorizzazione dei due organismi di partecipazione ecclesiale auspicati e voluti dall’attuale legislazione canonica. 4. Lo svolgimento della Visita ha permesso di verificare le principali caratteristiche evidenziate nella relazione da te predisposta alla luce della riflessione che il Consiglio pastorale ha dedicato al Questionario. a) La Cattedrale è maggiormente il luogo dove convergono da tutte le parti i devoti di Sant’Agata, che una “normale” parrocchia. Hanno avuto, perciò, particolare rilievo gli incontri con le Associazioni “Sant’Agata in Cattedrale” maschile e femminile e con il Maestro del Fercolo e collaboratori. È necessario che quanti collaborano più direttamente allo svolgimento della festa della Santa Patrona, si attengano alle indicazioni della Commissione diocesana per le celebrazioni in onore di Sant’Agata Vergine e Martire da me istituita e in seno alla quale Tu, come mio delegato, svolgi un compito di particolare responsabilità. Ti chiedo di intensificare lo sforzo affinché diventi sempre più chiaro che l’onore di stare più vicini a Sant’Agata comporta l’impegno inderogabile di essere cristiani e cittadini particolarmente esemplari. b) Ho potuto constatare il generoso impegno che tu e tanti collaboratori mettete in atto affinché la Cattedrale esprima al meglio la sua dignità di “Chiesa del Vescovo”. Alla tua molteplice attività di Delegato Arcivescovile si associa quella del benemerito Vicario parrocchiale, Mons. Gaetano Guarriera, di alcune Religiose, della Cappella Musicale del Duomo e del Coro parrocchiale, del servizio d’ordine e del personale dipendente. Degno di nota è anche il coinvolgimento dei Diaconi permanenti e di quanti

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frequentano i corsi per divenirlo, come pure il servizio svolto dai ministranti. c) La Basilica Cattedrale è visitata da numerosi turisti. Inoltre, trovandosi vicina alla “Pescheria”, che ho visitato nella mattinata del 6 novembre, molti fedeli beneficiano della possibilità che essa offre per partecipare alla Santa Messa e per accostarsi al sacramento della riconciliazione. Mentre lodo quanto al riguardo è stato già predisposto, auspico un ulteriore coinvolgimento di altri presbiteri per la celebrazione dei suddetti sacramenti.

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5. Desidero incoraggiare te e la comunità parrocchiale della Cattedrale a vivere l’altrettanto importante tempo del Dopo Visita. Esso, come il periodo di preparazione, deve essere espressione di profonda comunione vissuta fra le parrocchie del Vicariato e testimoniata dall’applicazione di modalità comuni e condivise. Tali modalità consistono anzitutto nella prosecuzione della preghiera per la Visita pastorale e dell’esercizio della lectio Divina, come pure nel costante impegno a valorizzare bene lo specifico servizio che gli organismi di partecipazione devono abitualmente esercitare. Non sia trascurata la significativa esperienza dell’assemblea parrocchiale. Un’altra modalità da vivere in comune è costituita dall’impegno per qualificare meglio, a livello vicariale, la formazione degli operatori pastorali delle singole parrocchie. Essa comprenderà alcuni incontri base cui seguiranno altri specifici nei singoli ambiti dove già sono in corso collaudate esperienze animate da alcuni Uffici diocesani. Altro settore in cui devono distinguersi le parrocchie già visitate consiste nell’attuazione dell’obiettivo per il prossimo Anno pastorale che indicherò in occasione del pellegrinaggio diocesano a Mompileri. Rientrano tra tali modalità anche i compiti affidati rispettivamente al Vicario episcopale per la pastorale, Don Pietro Longo, e a Don Vincenzo Branchina. a) La Basilica Cattedrale che, avendo avuto giustamente il privilegio di essere visitata per prima ha già sperimentato la ricchezza di questo dono, si distinguerà nella prosecuzione della preghiera affinché tutte le altre parrocchie dell’Arcidiocesi possano prepararsi alla Visita


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pastorale, viverla e farla fruttificare doverosamente. A più riprese mi sono reso conto che il testo della preghiera viene usato nel corso dell’adorazione eucaristica quotidiana nella Cappella del Crocifisso, come pure in tanti altri momenti della vita della comunità. Sono sicuro che sarà tua premura continuare a farlo fino alla conclusione della Visita pastorale. b) Sarai contattato dai Confratelli Pietro Longo e Vincenzo Branchina per quanto di loro rispettiva competenza. Con Padre Vincenzo esaminerai le Lettere del Vicario generale e del Vicario episcopale per l’amministrazione già in tuo possesso, curando, con il coinvolgimento del Consiglio per gli affari economici, ogni possibile attuazione dei loro suggerimenti e delle loro disposizioni. Di quanto sarà fatto al riguardo, si dia notizia ai competenti Uffici di Curia con comunicazione scritta che sarà conservata anche negli archivi parrocchiali. Con Don Pietro, anzitutto privatamente e successivamente in riunioni di Consiglio pastorale, tratterai con la dovuta attenzione quanto evidenziato nella Relazione da te letta durante l’assemblea pastorale parrocchiale, come pure quanto emerso nei vari incontri svoltisi durante la Visita in codesta parrocchia. A tale scopo può essere di qualche utilità l’unita documentazione che comprende la sintesi di qualche mio intervento e l’indicazione di specifici punti da attenzionare nella vita della parrocchia. Il Vicario foraneo sarà tenuto al corrente da parte del Vicario episcopale per la pastorale circa i passi che intraprende e collaborerà nel modo che gli sarà possibile. Da parte mia seguirò l’attività del Dopo Visita accompagnandola con la costante preghiera e con i migliori auspici per la sua migliore riuscita. 6. Prima di concludere desidero esprimere la più viva riconoscenza per l’affetto con cui sono stato da tutti ed ovunque accolto. È stato bello scambiarci sentimenti di fraternità e di gioia nel Signore.

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Un grazie anche per l’offerta che mi è stata consegnata. Essa, come già ho detto, dà origine ad uno specifico fondo in cui confluiranno eventuali altri simili gesti di generosità che saranno destinati alla realizzazione di una iniziativa a ricordo della Visita pastorale. 7. Sono sicuro, carissimo Padre Barbaro, che, pensando alla Visita pastorale in Cattedrale, insieme e per tanti motivi possiamo ripetere le belle espressioni dell’Apostolo Paolo: «A Colui che in tutto ha potere di fare molto di più di quanto possiamo domandare o pensare, secondo la potenza che opera in noi, a lui la gloria nella Chiesa e in Cristo Gesù per tutte le generazioni, nei secoli dei secoli! Amen» (Ef 3,20-21).

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Questa condivisione di lode al Signore sostenga e qualifichi l’impegno che ci unisce nella carità pastorale nei riguardi dell’intera comunità diocesana che il Signore mi ha affidato, ed in particolare della parrocchia della Basilica Cattedrale che ti vede entusiasta e generoso “pastore proprio”. Ti benedico con affetto paterno e con te benedico i fratelli e le sorelle che ami e servi nel nome del Signore. Catania, 9 maggio 2011

✠ SALVATORE GRISTINA

Prot. N. 287/U - 76


Lettera conclusiva

Allegati

OMELIA MESSA CRISMALE (21 APRILE 2011) […] 3. La Messa Crismale cui stiamo partecipando rifulge come espressione particolarmente bella dell’unione ecclesiale attorno al Vescovo. Chiariamolo subito: il termine “Vescovo” significa certamente la persona che in questo momento si rivolge a voi, ma anzitutto e soprattutto sottolinea il ministero di colui che insieme ai fratelli presbiteri è sacramento e segno di Gesù Buon Pastore. Lo diveniamo, carissimi fratelli presbiteri, ricevendo il sacramento dell’Ordine sacro, seppure nei gradi diversi dell’episcopato e del presbiterato, che però devono essere entrambi animati dalla stessa carità pastorale che si esprime anche nella gioiosa e quotidiana fedeltà alle promesse sacerdotali che tra poco rinnoveremo. In definitiva, quindi, e non potrebbe essere altrimenti, realizziamo e viviamo tutti, voi fratelli e sorelle e noi presbiteri e vescovo, la nostra unione ecclesiale attorno a Cristo, “il Pastore grande delle pecore” (Eb 13,20). 4. Di tutto ciò il Signore ci permette di fare una straordinaria esperienza nella Visita pastorale, tempo e dono di grazia che il Padre concede attualmente alla nostra Chiesa particolare. In questo momento non posso fare a meno di ricordare, con commozione e a comune esultanza, che proprio in occasione della Messa crismale del 2009, il 9 aprile, davo l’annunzio della Visita pastorale. Vi dicevo allora: “La Messa crismale ci parla della dignità sacerdotale, profetica e regale che il Padre conferisce con il dono dello Spirito Santo ai discepoli del Figlio suo. Con la Visita pastorale avrò la grazia di onorare questa dignità nei figli e nelle figlie di Dio che incontrerò. Nel dialogo che avrò con loro ascolterò con gioia la narrazione delle meraviglie che il Signore permette di operare a chi valorizza questa dignità nella vita quotidiana, personale e familiare, civile ed ecclesiale. La Visita pastorale mi permetterà di verificare come da Cristo nostro capo si diffonde in tutte le membra della nostra Chiesa particolare e si

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espande nel territorio il Suo buon profumo. La Visita pastorale mi darà la gioia, carissimi fratelli presbiteri, di vedervi all’opera come servi premurosi del nostro popolo. Avrò la confortante conferma della vostra fedele e costante dedizione al ministero che il Signore vi ha affidato di nutrire con la sua Parola e di santificare con i sacramenti il santo popolo di Dio. La Visita pastorale mi chiamerà a dare una risposta particolarmente generosa alla domanda che Gesù continuamente mi rivolge: Salvatore mi ami? La risposta, lo so bene, deve essere convalidata dal fatto che cerco di diventare ogni giorno di più quello che tra poco vi chiederò di ottenermi da Gesù: essere in questa Chiesa immagine viva ed autentica di Lui buon Pastore, maestro e servo di tutti”.

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5. La Visita pastorale è iniziata con la celebrazione dell’Anno sacerdotale (19 giugno 2009 - 11 giugno 2010) che mi ha dato la grande gioia di incontrare quasi tutti i sacerdoti personalmente e per vicariato. Lo scorso 30 ottobre l’ho aperta nel I Vicariato con l’indimenticabile Celebrazione Eucaristica qui in Cattedrale. Al presente, ho già ultimato la Visita in tutte le parrocchie del I e del II Vicariato e nelle prime due (Divina Misericordia, Misterbianco e Sacro Cuore, Piano Tavola) dell’VIII. Come segno di particolare attenzione verso le parrocchie già visitate, alla fine della Messa, consegnerò ai loro parroci gli oli e il crisma che tra poco benedirò e consacreremo. E tramite i parroci farò giungere una lettera di affettuoso saluto e di auguri pasquali alle comunità parrocchiali già visitate. 6. Seppure brevemente mi è assai gradito rendervi partecipi di qualche sentimento e di alcune prime riflessioni circa lo svolgimento già avvenuto e la prosecuzione in corso della Visita pastorale. a) Anzitutto e con tutto il cuore: l’anima mia magnifica il Signore … e sono sicuro di rendermi voce delle tante persone ed in primo luogo di voi, carissimi parroci e sacerdoti, che con me avete vissuto l’esperienza della Visita. b) Sono giunto nelle parrocchie certamente con trepidazione, ma soprattutto consapevole che mi aveva preceduto la corale intercessio-


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ne: Ti preghiamo per il nostro Vescovo Salvatore che viene a visitarci nel Tuo nome: sia immagine viva e da autentica di Te buon Pastore. La preghiera è stata efficace e vi posso assicurare che il Signore l’ha esaudita oltre ogni nostra attesa in tutti i settori della Visita e, con bella sorpresa, particolarmente per quanto riguarda gli incontri nelle scuole. c) La preparazione della Visita pastorale è stata finora una eloquente testimonianza di comunione perché in tutte le parrocchie è avvenuta con modalità comuni e condivise. Ne ringrazio sentitamente i singoli parroci ed i Vicari foranei che hanno collaborato con intelligenza e generosamente con la Segreteria per la Visita pastorale. A tutti i suoi componenti ed al Suo coordinatore, il carissimo Padre Massimiliano, il nostro ringraziamento più cordiale ed affettuoso. L’esperienza della ben riuscita preparazione conferma la validità del metodo finora usato, e, quindi, esso sarà seguito, migliorandolo ove occorresse, anche nel futuro. d) Per le parrocchie già visitate, segue adesso il tempo altrettanto importante e ricco di operosità del Dopo Visita. Di che cosa esso debba significare nelle singole parrocchie sarà mia premura scrivere ai singoli parroci interessati, inviando qualche sussidio di documentazione ed anche dando fraternamente qualche suggerimento. 7. Qui mi limito a sottolineare che la comunione durante il tempo del Dopo Visita deve essere vissuta anzitutto nella continuazione della preghiera. Nelle parrocchie già visitate si continui a pregare per la Visita pastorale. Se essa è stata, come mi risulta da tante consolanti testimonianze, una bella esperienza, carità impone che lo stesso dono lo invochiamo per le parrocchie che ancora attendono la Visita. E così la preghiera unisce tutta l’arcidiocesi nella preparazione, nello svolgimento della Visita pastorale come pure nel tempo che ad essi segue. Il Dopo Visita sarà qualificato anche dal particolare impegno cui si dedicherà il Vicario per la pastorale, il carissimo Don Pietro Longo, al quale, proprio per questo e affinché possa meglio attendere al coordina-

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mento pastorale degli Uffici di Curia, ho chiesto di lasciare la parrocchia di San Leonardo in Adrano. Don Pietro, in piena comunione e sinergia con il Vicario foraneo del territorio e con i parroci, favorirà le necessarie iniziative affinché i buoni propositi maturati in ogni singola parrocchia e a livello vicariale siano adesso tradotti in pratica. Con la stessa diligenza e con tanta fiducia nel Signore, saranno pure affrontate le difficoltà lucidamente intraviste durante la Visita. Una particolare attenzione sarà riservata alle lettere che i Convisitatori hanno indirizzato ai singoli parroci. Per attuare nelle parrocchie quanto suggerito o disposto dai Convisitatori, è quanto mai opportuno affidare uno speciale mandato ad un presbitero. D’intesa con il Vicario generale ed il Vicario episcopale per l’amministrazione, affido tale compito al carissimo Padre Vincenzo Branchina, il quale così assocerà al ministero di parroco una ulteriore responsabilità di impegno in Curia. Lo ringrazio fin d’ora per la collaborazione che offrirà ai singoli parroci. 8. Uniti nella preghiera, insistendo nello stile di preparazione già attuato, e seguendo con fiducia le suddette indicazioni per il Dopo Visita, vivremo certamente una forte esperienza di comunione. Potremo così, nel prossimo Anno pastorale, attuare in tutta l’Arcidiocesi un altro obiettivo, scelto tra i ben noti sette indicati nel documento della C.E.I. sul volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia. Indicherò tale obiettivo in occasione del prossimo pellegrinaggio diocesano a Mompileri il 30 maggio. Sin d’ora e nuovamente affido alla intercessione della Madre Santissima la nostra Comunità diocesana e noi tutti che viviamo il tempo della Visita. Possiamo così sperare che la Visita pastorale sarà tempo di autentica crescita della nostra Chiesa perché tutti saremo così più disponibili e docili all’azione dello Spirito Santo che ci spinge anzitutto a più grande comunione.


Lettera conclusiva

PUNTI DA ATTENZIONARE NELLA VITA DELLA PARROCCHIA

• Favorire rapporti di collaborazione tra le due corali parrocchiali, facendo cogliere il senso del “contribuire con il canto alla ricchezza della liturgia”. • Favorire momenti di fraternità nella Corale parrocchiale. • Formare un animatore liturgico (possibilmente un membro del coro stesso) che coinvolga maggiormente l’assemblea nel canto durante le celebrazioni. • Equilibrare maggiormente parti cantate ed altre parti della celebrazione. • Promuovere un maggiore collegamento tra l’Associazione maschile Sant’Agata in Cattedrale e l’Ufficio diocesano di Pastorale giovanile. • In collaborazione con i rispettivi assistenti, promuovere incontri congiunti tra le diverse Associazioni agatine. • Puntare sulla formazione degli operatori pastorali alla luce della Parola di Dio, favorendo principalmente momenti di Lectio Divina. • Intensificare l’attenzione al Seminario, già curata con zelo da alcuni membri dell’Associazione femminile Sant’Agata in Cattedrale, per farla divenire espressione dell’intera comunità parrocchiale. • Incrementare la collaborazione di presbiteri per il servizio delle confessioni in Cattedrale.

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CAPITOLO II

VisitaPastorale allaParrocchia San Francesco di Paola


Informazioni statistiche

M APPA

DEL TERRITORIO PARROCCHIALE 1

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1

Aggiornata all’anno 1963, come risultante dall’archivio dell’Ufficio cancelleria.


Informazioni statistiche

S TRADARIO

DEL TERRITORIO PARROCCHIALE

Vicolo Antenna Vicolo Aparo Via Calì Via Concezione Piazza Cutelli dal n. 8 alla fine Largo D’Arrigo Via A. Di Sangiuliano dal n. 49 al n. 73 Via Dusmet dal n. 137 alla fine Via Famà Piazza Gandolfo dal n. 1 al n. 8 Via Gravina Via Gulli Cortile Litrico Piazza Pietro Lupo Via Maresca Via Marinai Piazza dei Martiri dal n. 12 alla fine Via Pedagaggi Via Cola Pesce Via Rabbordone Piazza San Francesco di Paola

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Informazioni statistiche

Via Serravalle Via Sorace Via Sorrentino Via Sottile Via Spadaccini Via Ventimiglia dal n. 2 al n. 18 Via Viscuso Via Vittorio Emanuele dal n. 1 al n. 55 Via Vittorio Emanuele dal n. 2 al n. 54 114

NUMERO STIMATO DI ABITANTI: 980


Fase preparatoria


Fase preparatoria

Relazione propedeutica alla Visita pastorale Premesso che sono stato nominato parroco in data 20 settembre u.s., con la presente mi permetto di presentare una relazione logistico-pastorale in quanto l’una è funzionale all’altra rassegnando quanto segue: 1. Localizzazione e breve descrizione del corpus oggetto di intervento

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La parrocchia San Francesco di Paola, situata nel quartiere Civita di Catania, si affaccia con il suo prospetto principale sulla omonima piazza ed è delimitata posteriormente dalla via Sorace dove insiste un ingresso della sala studi e della biblioteca della facoltà di Scienze Politiche, mentre ad est confina con il Comando Provinciale della Guardia di Finanza, ad ovest con i locali di proprietà della Sovraintendenza ai Beni Culturali, lungo la via Serravalle (dove al civico 33 sorge la casa parrocchiale) si erge l’antica casa dell’illustre architetto Giovanbattista Vaccarini (la quale risulta ufficialmente chiusa ma di fatto soggetta ad incursioni esterne da parte di extracomunitari). Edificata per la prima volta nel 1523 dai Frati Minimi, la chiesa fu distrutta nel 1693 e completamente ricostruita nel 1700; distrutta da un incendio nel 1894, fu nuovamente ricostruita nel 1907. Dal 1860 la chiesa appartiene al demanio statale ed è stata riconosciuta civilmente come parrocchia nel 1948. La chiesa si sviluppa lungo un’unica navata rettangolare di 26 m, per un’altezza di 15 m, absidata in entrambi i lati da corpi minori con forma terminale semi-circolare. Nel prospetto principale, alla sinistra della chiesa e dietro le absidi di questa, si articolano su due livelli i locali della canonica che era abitata fino a 15 anni orsono dal compianto Sac. Vito Papotto; detti locali versano oggi in stato di visibile degrado con annessi problemi di staticità, la qual cosa sconsiglia di utilizzare i locali per il servizio pastorale del catechismo per l’anno 2010-11. La copertura dell’intero complesso è a tetto con falde inclinate, rivestite con canali siciliani. 2. Ambiti della Pastorale 2.1 Pastorale ad extra La parrocchia è situata in un piccolo rurale borgo marinaro abitato


Fase preparatoria

da nuclei familiari composti prevalentemente da adulti, anziani ed extracomunitari di origine islamica; infatti sorgono ben due moschee nelle immediate vicinanze della parrocchia ed un folto numero di studenti della facoltà di Scienze Politiche che, potenzialmente, costituisce l’humus per una nuova evangelizzazione, così come contemplato dal progetto culturale della Chiesa italiana, infatti: «lo scopo del Progetto Culturale è quello di costruire una visione del mondo cristiana, consapevole delle proprie radici e della propria pertinenza sulle questioni vitali, e fiduciosa circa le proprie potenzialità nel dialogo con la cultura contemporanea. La Chiesa italiana vuole essere capace di dire in modo originale e plausibile la sua fede: su questo terreno decisivo il progetto culturale si inserisce nel dinamismo della nuova evangelizzazione». Un altro ambito umano di relazione ed evangelizzazione è costituito dal mondo portuale, che abbraccia diverse realtà e tipologia di umanità: dal diportista al pescatore, dall’Ufficiale della Capitaneria e/o Guardia costiera al marinaio imbarcato, dal vettore al lavoratore di terra, dai tutori del mare ai clandestini ecc, ognuno con i propri problemi e le proprie speranze. Per tutti costoro la parrocchia deve poter rappresentare un presenza sicura, accogliente e dialogante, libera e liberante, sempre fedele al suo Signore Gesù Cristo. 2.2 Pastorale ad intra All’interno della parrocchia orbitano diverse realtà quali: il gruppo catechistico, il Consiglio pastorale, il Consiglio per gli affari economici, la Schola cantorum, il Circolo dei Minimi, il gruppo teatrale (in atto impegnato per la realizzazione del presepe vivente), la Misericordia e la Fratres. La proposta effettuata dal parroco è quella di ritrovarsi settimanalmente attorno alla Parola di Dio, per un continuo confronto di vita. Il culmine della vita parrocchiale dovrebbe essere rappresentato dall’Eucarestia domenicale. Il Consiglio pastorale parrocchiale e segnatamente il parroco, si interroga non solo sulla ristrutturazione della chiesa e della canonica, ma anche su come coinvolgere la popolazione alla messa domenicale, come favorire la partecipazione attiva dei genitori alla catechesi dei figli, come diffondere maggiormente lo spirito missionario e la solidarietà fra la gente del quartiere e con popoli lontani. I cristiani praticanti restano comunque

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Fase preparatoria

un piccolo gregge. Certamente la Visita pastorale dell’Arcivescovo sarà di sprone per una approfondita riflessione su questi argomenti, per discuterli con il nostro Pastore ed avere qualche consiglio pratico per impostare, con l’aiuto dello Spirito, degli interventi sempre più efficaci verso i membri della comunità parrocchiale. Notizia aggiuntiva Si rappresenta che nella notte tra il 10 e l’11 ottobre, a causa delle forti piogge che hanno interessato la città, all’interno della chiesa, anche se per fortuna in una parte circoscrivibile che è stata prontamente interdetta alle persone, si è verificato il crollo di una parte consistente del controsoffitto interessato da significative infiltrazioni. La presente, per rafforzare le preoccupazioni relative alla necessità di provvedere alla messa in sicurezza delle aree dell’edificio più vulnerabili sotto questo aspetto. 118

Catania, 12.10.2010 SAC. SALVATORE LO CASCIO Parroco

Nel corso della fase preparatoria si sono svolti due incontri congiunti del Consiglio pastorale parrocchiale e del Consiglio affari economici riguardanti l’organizzazione della Visita pastorale. Di essi non sono stati redatti verbali.


Incontro con l ’Arcivescovo


Incontro con l’Arcivescovo

VOLANTINO DELLA PARROCCHIA SAN FRANCESCO DI PAOLA IN OCCASIONE DELLA VISITA PASTORALE

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Incontro con l’Arcivescovo

Calendario2 SABATO 6 NOVEMBRE ore 19.00 - Celebrazione Eucaristica e conferimento del possesso canonico al nuovo parroco Sac. Salvatore Lo Cascio

LUNEDÌ 15 NOVEMBRE ore 09.30 - Celebrazione dell’ora media e riflessione dell’Arcivescovo ore 10.30 - Visita ad alcuni malati della parrocchia ore 11.30 - Visita al Comando Provinciale della Guardia di Finanza ore 16.00 - Celebrazione del Vespro ore 16.30 - Spazio a disposizione per le confessioni ed il dialogo con i fedeli ore 17.30 - Incontro con il Consiglio pastorale parrocchiale ed il Consiglio affari economici ore 18.30 - Celebrazione Eucaristica ore 20.00 - Assemblea pastorale parrocchiale

Approvato dall’Arcivescovo sulla base di quello formulato dal Consiglio pastorale parrocchiale nella fase preparatoria. 2

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Incontro con l’Arcivescovo 6 novembre 2010

Ore 19.00 - Parrocchia San Francesco di Paola

CELEBRAZIONE EUCARISTICA E CONFERIMENTO DEL POSSESSO CANONICO AL NUOVO PARROCO Saluto del Parroco «Il Signore vi faccia crescere e abbondare nell’amore vicendevole e verso tutti, come anche noi lo siamo verso di voi, per rendere saldi e irreprensibili i vostri cuori nella santità, davanti a Dio Padre nostro» (1Tess 3,12-13a).

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Eccellenza carissima, stimati Confratelli, Eccellentissimo Dignitario del Gran Magistero e Eccellentissimo Luogotenente per la Sicilia dell’Ordine equestre del Santo Sepolcro, Fratelli e Sorelle, Autorità civili e militari, cari Fedeli tutti, e con il vostro permesso cari Papà, Mamma e Filippo, Con le parole dell’apostolo Paolo, saluto tutti e ciascuno dal profondo del cuore e con l’amore stesso di Cristo Gesù. Il mio saluto vuole giungere in ogni casa di questo antico e glorioso borgo marinaro, la Civita, oggi sede di prestigiose istituzioni civili e militari quali il Comando Provinciale della Guardia di Finanza, la Guardia Costiera, l’Autorità Portuale, uffici della Questura in Piazza Pietro Lupo nella caserma conosciuta come “carcere vecchio”, la Facoltà di Scienze Politiche, alla quale mi legano cari ricordi perché lì mi sono laureato. Il mio saluto vuole raggiungere ogni famiglia, in particolare quelle che vivono qualsiasi tipo di difficoltà, ed in particolar modo i molti giovani studenti universitari che vivono in questo quartiere. Cari ragazzi voi che state lontano da casa sappiate che in questa parrocchia potrete trovare una famiglia disposta a fornire


Incontro con l’Arcivescovo 6 novembre 2010

quell’accoglienza di cui avete bisogno. Molti di voi domani saranno amministratori, docenti, liberi professionisti; non dimenticate mai le vostre origini, il vostro passato e le vostre tradizioni, sono quelle che rafforzano il vostro carattere. Nessuno è estraneo a questo saluto. Nessuno si senta escluso dall’affetto e dall’amicizia che questo saluto esprime e vuole comunicare. Con gioia e commozione, desidero riservare un saluto del tutto speciale al nostro Arcivescovo, Mons. Salvatore Gristina. Eccellenza Reverendissima, nei suoi confronti nutro sentimenti di profonda gratitudine e distinta stima per la fiducia paterna che mi ha sempre accordato, il più grande dei quali reputo l’avermi chiamato al servizio di presiedere questa Comunità insegnando, santificando, governando. Nel mio servizio in questa Comunità mi conforta e mi sostiene l’essere stato inserito in una successione e continuità di confratelli che si sono sagacemente ed amabilmente spesi per la Chiesa. Il pensiero va in questo momento al mio primo predecessore, il reverendo Don Bruno Suman, che ha unito in matrimonio i miei genitori, al compianto Don Vito Papotto, Don Orazio Scuderi, Mons. Gianni Perni ed infine Don Carmelo Attard.

Omelia del Parroco «Mi fu rivolta questa parola del Signore: Figlio dell’uomo, io ti ho posto come sentinella per la casa d’Israele...» (Ez 3,17). Così si sente un parroco, nel suo quotidiano agire. Sentinella, ogni giorno, sulle mura. Ma soprattutto quest’oggi, che ho il compito di raccogliere tutte le più belle intuizioni del cammino comunitario ed insieme, come sentinella, tracciare un cammino certo per il nuovo ministero che mi accingo ad iniziare in mezzo a voi. Voglio essere in mezzo a voi come una sentinella che vigila, con cuore trepidante, ma anche libero ed attento. È l’amore che vigila. Come l’amore della mamma che si sveglia anche quando il figlio rientra tardi nel cuore della notte: subito si sveglia e si interessa a lui, del suo cammino, delle sue gioie e lacrime. Così voglio che sia il mio cuore: vigilante, perché ama. Perché sta ben desto, non ripete analisi consuete, legge dentro le cose, analizza con amore, non giudica ma coglie ogni particolare. E si fa aiutare dagli operatori pastorali, proprio nel leggere e capire le situazioni. A

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Incontro con l’Arcivescovo 6 novembre 2010

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questo proposito desidero salutare, in questo momento, i gruppi parrocchiali, in particolare i bambini della catechesi, i membri del Consiglio pastorale, del Consiglio per gli affari economici e della Commissione della festa patronale. Tutti siete una grande risorsa per questa comunità. La missione della Chiesa - ce lo dice Gesù - esige la comunione. Sì, la comunione è condizione per la credibilità e l’efficacia della missione, ma è anche il contenuto stesso e il senso ultimo della missione, che consiste appunto nel rivelare al mondo l’amore di Dio. Proprio per questo, tra le preoccupazioni più vive del mio cuore di parroco, di “sentinella che vigila”, vi è quella di favorire, incoraggiare, sollecitare con forza la comunione nell’unico corpo di Cristo che è la Chiesa. La prima testimonianza che tutti i gruppi parrocchiali sono chiamati ad offrire è quella dell’unità e della corresponsabilità. Chi già fa parte o intende far parte di un gruppo dovrà parteciparvi con spirito disinteressato, non indirizzato a ricoprire subito o primariamente un incarico, un posto. In parrocchia esistono soltanto servizi da rendere con gratuità. La parrocchia ha bisogno di donne e uomini che offrano il loro tempo, la loro passione, il loro entusiasmo con uno stile di vita evangelico alimentato da un’intensa corrente di spiritualità e di servizio. Con stile profetico nel saper dire le cose con chiarezza, nel saper porre delle riflessioni acute, forse anticonformiste, ma di certo evangeliche. Voglio essere una sentinella che intravede. Sentinella, quanto resta della notte? Sentinella, quanto resta della notte? Chi ha il compito di sentinella, come ben annotava quel grande Padre della Chiesa che era San Gregorio Magno, deve non solo vigilare, non solo annunciare, ma anche intravedere, capire oltre, vedere lontano. Oltre il buio, oltre il presente. Deve cioè essere un uomo di speranza, che sostiene, che incoraggia, che non si ferma al presente, che non cede alla paura. Intravedere è l’arte di chi sa pregare in silenzio e coglie il dito di Dio là dove altri non leggono nulla. Ma solo un cuore in preghiera, immerso nel mistero dell’eterno sa intravedere. Come la fioritura d’inverno. Come la rinascita dopo la potatura. Permettetevi fratelli carissimi di San Francesco di Paola, di dirvi parole di speranza per la nostra parrocchia, parole che non cedono alla paura e alla rassegnazione. So bene quanto avete sofferto e quanto ancora soffriremo. Iniziando il mio ministero in mezzo a voi, vi confido che questo sarà il


Incontro con l’Arcivescovo 6 novembre 2010

mio “sogno”: confermare e valorizzare la nostra comunità, al punto da divenire casa e scuola di comunione, la Sua “casa”, così come i nostri padri l’hanno pensata e voluta. Mi spenderò affinché al più presto siano avviati i lavori di restauro della nostra chiesa. Affido il mio ministero di parroco a Maria, a Giuseppe e a San Francesco di Paola. Questa nostra Comunità ha un legame speciale con la Madre di Dio, venerata come Patrona, sotto il titolo della Libertà. Sia Lei a liberarci da quelle catene che ci tengono prigionieri di noi stessi. Sia Lei a liberarci da quelle catene che ci impediscono di camminare speditamente nella via che ci porta a Cristo. Il nuovo parroco si affida a Lei, affida a Lei la nostra comunità, affida a Lei ciascuno di voi. «Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio», rendici degni delle promesse di Cristo. A Lui che era, che è e che viene, Signore del tempo e della storia (cfr. Annuncio della Pasqua) e Sposo della Chiesa, che Egli ha amato dando se stesso per purificarla e renderla santa (cfr. Ef 5,25-27) «lode perenne nei secoli dei secoli, Amen».

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Incontro con l’Arcivescovo 15 novembre 2010 Alle 9.30 del 15 novembre l’Arcivescovo celebra l’Ora media approfondendo, nella sua riflessione, il concetto chiave della lettura breve: «L’amore non fa male al prossimo»; se ci amiamo e perdoniamo gli uni gli altri (a scuola: alunni, maestri; in famiglia: genitori, figli), cominceremo bene la giornata e la concluderemo altrettanto bene. Successivamente, alle ore 10.30, accompagnato dal parroco, visita alcuni malati della parrocchia.

Ore 11.30 - Guardia di finanza - Comando Provinciale

VISITA AL COMANDO

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Saluto del Comandante Provinciale della Guardia di Finanza, colonello Francesco Gazzani3 Eccellenza Reverendissima, la sua è una visita annunciata, ma anche affettuosa, cordiale e amichevole. È raro che un Vescovo venga a visitare una caserma, perciò la ringrazio personalmente e a nome di tutti i finanzieri del comando provinciale di Reggio Calabria; fra questi sono compresi anche i finanzieri che prestano servizio nei reparti di Caltagirone, Acireale, Bronte, Paternò, ecc. Forse questi hanno altri Vescovi, ma il nostro riferimento è quello di Catania. Sono certo che la sua presenza, la sua affettuosissima e sentita visita al comando provinciale, sarà motivo per noi di crescita spirituale e umana. Siamo perfettamente consapevoli, da bravi cristiani, che la Chiesa e la Scuola sono fondamentali nella crescita e nello sviluppo dei giovani. Possono sicuramente contribuire a far crescere il senso della legalità che, purtroppo, nel territorio nazionale e nel Meridione in particolare non è sufficientemente sviluppato. Fede e cultura sono essenziali per lo sviluppo

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Testo non rivisto dall’autore.


Incontro con l’Arcivescovo 15 novembre 2010

dei giovani; noi ci impegniamo anche in questo. Abbiamo frequenti rapporti con le scuole medie, inferiori e superiori (lo chiedono gli stessi dirigenti) dove teniamo conferenze sulla legalità. Daremo, inoltre, il nostro appoggio al nuovo parroco, Sac. Salvatore Lo Cascio. Per terminare volevo spendere una parola nei confronti del suo e mio “dipendente”, Don Francesco De Pasquale, tenente della Guardia di Finanza: si è instaurato un ottimo legame tra noi due perché il nostro cappellano sta vicino agli uomini, vicino a tutti. Persona di grande religiosità va sempre a fondo nei problemi ed è sempre in continuo movimento nella Sicilia orientale (settore di sua responsabilità): sono contentissimo di avere questo rapporto di collaborazione e anche di amicizia. Da noi ci sono problemi di carattere personale, che a volte vengono fuori con brutalità; avere un religioso come Padre Francesco è una grandissima fortuna. Rinnovo i miei ringraziamenti, i miei sensi di stima e affetto, verso di Lei e verso la Chiesa di Catania. Le faccio dono del simbolo del Grest del reparto. Ogni reparto delle Forze Armate e di Polizia adotta dei simboli. Questo è il nostro: l’elefante e lo stemma che caratterizza la regione Sicilia; spero che questo segno e noi stessi possiamo essere sempre presente nei suoi pensieri e nelle sue preghiere.

Sintesi dell’intervento dell’Arcivescovo (a cura della Segreteria per la Visita pastorale) a) Si tratta di un momento molto bello e significativo. Anzitutto perché ho la possibilità di ricambiare la visita che il comandante, gentilmente, è venuto a farmi in Arcivescovado, all’inizio del suo mandato; poi perché voi siete la prima Istituzione, il primo Comando che sto visitando. b) Il Vescovo visita innanzitutto per conoscere. La conoscenza reciproca permette di apprezzare reciprocamente, ciascuno nel proprio ambito, quello che facciamo. Il vostro compito è quanto mai delicato: siete, infatti, a tutela della legalità ed a vantaggio dell’intera comunità. Non ci sono le forze dell’ordine da un lato e i cittadini dall’altro, uno contro l’altro. Tutti dobbiamo far crescere questo senso del bene comune, ciascuno per quella che è la propria responsabilità. Dobbiamo fare in

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modo che, soprattutto i ragazzi, i giovani, possano acquisire sempre più questo senso del bene comune e della legalità. Quindi, quelle iniziative che le forze dell’ordine promuovono a favore di un maggiore contatto con i giovani, ad esempio le visite alle scuole, siano quanto mai utili e significative, nel senso che i ragazzi non intravedano nelle forze dell’ordine dei nemici da combattere, ma si sentano loro stessi spronati ad impegnarsi nella collaborazione per il bene comune. L’augurio è che nell’esercizio del vostro dovere possiate anche ricevere quelle soddisfazioni, a livello personale, che vi permettano anche di impegnarvi di più a compiere sempre meglio il vostro dovere.

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c) Voglio salutare il carissimo Padre Francesco De Pasquale, vostro cappellano. Come sapete le Forze dell’Ordine hanno i loro cappellani. Essi costituiscono una realtà presente nelle diocesi ma hanno anche una struttura centrale: l’Ordinariato Militare. È certamente motivo di vanto per le forze dell’ordine poter dire che il cardinale Bagnasco, attuale presidente della Conferenza Episcopale Italiana, è stato anche ordinario militare. Padre Francesco rende presente l’Ordinario Militare ma rappresenta anche il Vescovo locale; lo ringrazio per il compito che svolge e anche a lui auguro di poter restare accanto a voi come punto di riferimento per tutte le esigenze spirituali per le domande che ci sono nel vostro cuore e alle quali cerchiamo di dare risposte, perché da queste dipende anche la nostra felicità. A tutti porgo questo augurio fraterno, affettuoso e vogliamo rivolgerci al Signore, a Colui che fa di noi la sua famiglia: siamo tutti suoi figli. La vostra opera contribuisca anche a far crescere questo senso di solidarietà e di fraternità. Grazie, signor Comandante, per la cordiale accoglienza. L’incontro si conclude con la preghiera per la Visita pastorale, guidata dal cappellano Don Francesco De Pasquale. Alle 16.00 l’Arcivescovo è presente alla celebrazione del Vespro. Nella riflessione alla lettura breve sottolinea: «Abbiate una conoscenza piena della sua volontà [...] perché possiate comportarvi in maniera degna del Signore» (Col 1,9b-11); in altre parole si potrebbe dire “fare ciò che al Signore piace, per essere graditi a Lui”, come lo è, per esempio,


Incontro con l’Arcivescovo 15 novembre 2010 il Figlio al Padre. Il Signore ci chiede di crescere nella conoscenza di Lui, di impegnarci nel bene per portare frutto in ogni opera buona. Chi è buono può diventare migliore e camminare nella santità. Impigrirsi, non impegnarsi, significa allontanarsi da Lui. Chiediamo allora al Signore questa ricchezza: che ci renda capaci di vivere come Lui vuole. Dalle 16.30 alle 17.30 viene dato spazio per le confessioni e il dialogo con i fedeli.

Ore 17.30 - Parrocchia San Francesco di Paola - salone parrocchiale

INCONTRO CON IL CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE ED IL CONSIGLIO PER GLI AFFARI ECONOMICI 129

Intervento della segretaria del Consiglio Pastorale Parrocchiale e del Consiglio per gli Affari Economici - signora Vincenza Strazzulla Eccellenza Reverendissima, A nome del Consiglio pastorele parrocchiale e del Consiglio per gli affari economici desidero darLe il benvenuto in questa comunità parrocchiale di San Francesco di Paola. Dato l’avvicendarsi dei parroci, il Consiglio pastorale parrocchiale non ha ancora attivato i gruppi parrocchiali (il Consiglio pastorale parrocchiale è nato 10 anni fa con Mons. Giovanni Perni, ed ha avuto poi un periodo di crisi). Il nuovo parroco, Don Salvatore Lo Cascio, si è insediato da una settimana ed io stessa, segretaria da poco più di quattro mesi, sono stata impossibilitata a svolgere il mio compito. Siamo contenti di mostrarLe quel che siamo, a cuore aperto. Non siamo una famiglia perfetta e, come in ogni famiglia, non mancano incomprensioni e litigi; ma tutto si risolve con un abbraccio che rafforza l’unità. Questa sera sono presenti i rappresentanti dei vari gruppi parrocchiali quali Caritas, Fratres, Misericordia, Gruppo liturgico, Circolo Minimo, A.N.M.I. (Associazione Nazionale Marinai d’Italia), Ministri straordinari


Incontro con l’Arcivescovo 15 novembre 2010

della distribuzione della Comunione e tutte le persone che, in vario modo, dedicano una parte del loro tempo alla parrocchia. Nel nostro territorio convivono molte realtà di vecchie e nuove povertà, di anziani soli, di emarginazione sociale; nel quartiere, purtroppo, vi sono anche sacche di prostituzione. Ci sono coloro che faticano ad arrivare a fine mese e che non sanno come iniziarlo. Ma sono presenti anche altre realtà: il Comando Provinciale della Guardia di Finanza, la Capitaneria di Porto, l’Associazione Nazionale Marinai d’Italia, la Polizia di Stato e la Facoltà di Scienze Politiche; raramente vediamo qualcuno di loro in Chiesa. Anche per questo la nostra parrocchia si è man mano invecchiata; conta circa 980 anime, di cui la maggioranza sono anziani. A Lei, con rinnovato slancio, riconfermiamo la nostra disponibilità ad attuare quanto lo Spirito Santo, attraverso la sua persona, vorrà indicarci a beneficio del cammino pastorale della nostra comunità. 130

Sintesi dell’intervento dell’Arcivescovo (a cura della Segreteria per la Visita pastorale) a. Sottolinea la necessaria collaborazione con il parroco. «Il parroco ha una grande responsabilità nei confronti di Dio e del Vescovo che lo ha inviato presso una comunità, ma non è solo! Ha due grandi strumenti a disposizione: il Consiglio pastorale parrocchiale ed il Consiglio per gli affari economici». Invita, pertanto, Padre Salvatore a valorizzarli con intelligenza e generosità. b. Pur non essendo sullo stesso piano, pur avendo compiti diversi, i due organismi di partecipazione sono egualmente molto importanti: svolgono l’azione di “consigliare” il parroco su come affrontare e risolvere problemi di varia natura che riguardano la vita pastorale e la gestione amministrativa della parrocchia. Insieme al parroco essi discutono, programmano e discernono, mettendosi, però, sempre davanti al Signore, senza imposizioni di alcun genere da una parte e dall’altra e senza dimenticare che la responsabilità ultima è sempre del parroco. c. La logica che deve, dunque, guidare questi due organi pastorali è quella del “servizio”, ossia del mettere a disposizione della comunità i doni


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ricevuti. Ciò comporta, innanzitutto, un discernimento su noi stessi, al fine di comprendere quali doni abbiamo ricevuto dal Signore e quali di essi dobbiamo condividere con gli altri. Non ci sono, poi, doni “maggiori” e doni “minori”; non ci sono attività di “comando” e attività di “sudditanza”: il Papa stesso si definisce “servo dei servi di Dio” e lo stesso Gesù ci ha dato l’esempio lavando i piedi ai discepoli. La gelosia rappresenta una forte tentazione nella Chiesa, un pericolo dal quale ci dobbiamo guardare sempre e per il cui superamento dobbiamo aiutarci reciprocamente. Chi è geloso fa male a sé stesso e agli altri! d. Conclude ringraziando i componenti dei due organismi di partecipazione per l’impegno profuso fino ad oggi (nonostante le difficoltà ed i vari cambiamenti dei parroci) ed incoraggia tutti a perseverare in tale impegno: «è molto importante - afferma - che ognuno dia il proprio contributo senza creare compartimenti stagni. La parrocchia è piccola, il numero degli abitanti è esiguo, ma ciò che importa è non chiudersi, il ricercare costantemente la comunione, nutrendosi alla stessa Mensa, pregando insieme e crescendo nell’ascolto della Parola di Dio». e. Esorta, infine, a partecipare anche agli eventi vicariali ed a rinsaldare i legami con le parrocchie vicine (la “Civita” è una!). Ringrazia ancora una volta e saluta affettuosamente tutti i partecipanti, invitandoli ad aver fiducia nel Signore che assiste sempre e mai abbandona i suoi figli.

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Ore 18.30 - Parrocchia San Francesco di Paola

CELEBRAZIONE EUCARISTICA Omelia dell’Arcivescovo Fratelli e sorelle carissimi

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1. Abbiamo la grazia e la gioia di partecipare ancora una volta all’Eucarestia. È sempre un grande dono del Signore tutte le volte che siamo invitati da Gesù alla mensa della sua Parola e dell’Eucarestia. Ogni volta che partecipiamo all’Eucaristia dobbiamo sentirci personalmente e tutti insieme chiamati, invitati dal Signore. E questo lo ascolteremo anche poco prima della comunione: “Beati gli invitati alla cena del Signore”. Ogni volta noi dobbiamo sperimentare questa gioia e questa beatitudine; oggi con un motivo in più: il contesto propizio della Visita pastorale. La partecipazione all’Eucaristia durante la Visita pastorale deve essere uno dei momenti principali. Ecco perché non manca mai, durante la Visita, la celebrazione dell’Eucaristia presieduta dal Vescovo; e sono lieto, questa sera, di poterlo fare per voi in questa comunità parrocchiale. 2. Il brano del Vangelo che abbiamo ascoltato (Lc 18,35-43) ci riferisce di un cieco che viene guarito. Ci sono dei particolari molto belli e significativi nella narrazione proclamata: il cieco si accorge, percepisce che c’è qualcosa, chiede «cosa sta succedendo?». Gli viene riferito che sta passando Gesù! Ne aveva sentito parlare e capisce che è giunto per lui un momento importante. Invoca l’aiuto del Signore gridando al punto da farsi persino rimproverare; capisce che non può sprecare quell’occasione. Gesù si ferma e dialoga con lui: «Cosa vuoi che io faccia per te?». «Che io ci veda di nuovo!». Gesù esaudisce il suo desiderio sottolineando: «La tua fede ti ha salvato». Quella fede che ha dimostrato nel saper cogliere il momento opportuno che stava vivendo. Anche noi, carissimi fratelli e sorelle, abbiamo la stessa possibilità: Gesù è veramente presente anche se in maniera diversa; è presente sacra-


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mentalmente: il pane e il vino sono il suo Corpo e il suo Sangue. Lui è veramente presente! Allora dobbiamo vivere intensamente questo nostro incontro con Gesù nell’Eucarestia; dobbiamo cogliere la Sua presenza, comprendere che ogni volta che partecipiamo all’Eucarestia abbiamo la stessa possibilità del cieco: invocare il dono del Signore con tanta fede. 3. Abbiamo ascoltato anche l’inizio del libro dell’Apocalisse (Ap 1,15a; 2,1-5a), un testo molto affascinante che contiene la chiave di lettura per capire la situazione in cui si trovavano i cristiani della prima generazione e nella quale, dobbiamo riconoscere, ci troviamo anche noi. La prima parte del libro dell’Apocalisse contiene sette lettere indirizzate ad altrettante Chiese; oggi quelle comunità non esistono più. Attraverso la Parola dell’autore del libro dell’Apocalisse, il Signore fa giungere a quella comunità un messaggio in cui, da una parte, si riconosce il bene che c’è ma, dall’altra, la si invita a stare attenta proprio perché c’era un affievolimento nella vita cristiana e nell’impegno comune. La comunità viene, così, esortata a riprendere fervore. 4. Stiamo vivendo la Visita pastorale, incontro che il Signore ci dà la grazia di realizzare in questi giorni. Voglio ringraziare il Signore per questi primi passi; ringrazio anche i carissimi collaboratori, il Vicario foraneo Mons. Smedila - che è già qui per l’incontro che seguirà; il parroco e tutti voi che avete preparato la Visita; le persone che collaborano nella Segreteria per la Visita pastorale. Tutti insieme ci stiamo impegnando perché sia davvero un dono del Padre per tutta la nostra comunità diocesana e per ogni singola parrocchia. 5. Dobbiamo impegnarci maggiormente nello stile di comunione, stare uniti. Chiediamo al Signore, con la stessa fede del cieco, che ci guarisca da tutte quelle scorie, da tutte quelle imperfezioni che rendono talvolta difficile la vita comunitaria. Chiediamo al Signore che ci liberi dall’egoismo, dall’incapacità di accorgerci del bene che c’è attorno a noi; ci liberi da quelle invidie, da tutto quello che può compromettere il nostro impegno. Abbiamo bisogno di riprendere sempre, con rinnovato entusiasmo il cammino. Per questo - ripeto - è importante la celebrazione dell’Eucaristia durante la Visita pastorale. In questo momento noi incontriamo il Signore,

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siamo la sua Chiesa, siamo la famiglia di Dio; abbiamo tutti insieme ascoltato la stessa Parola, ci nutriamo dello stesso Pane. La celebrazione dell’Eucaristia, la Visita pastorale portino a ciascuno di voi, all’intera realtà parrocchiale questo gusto, questa gioia di crescere nel servizio di Dio e della comunità, di impegnarsi per il quartiere in modo che da questo servizio generoso ciascuno possa ricevere una grande gioia: quella che il Signore vuol concederci e che vogliamo impegnarci a diffondere. Così sia per tutti noi. ✠ SALVATORE GRISTINA

Ore 20.00 - Parrocchia San Francesco di Paola - salone teatro

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ASSEMBLEA PASTORALE

Relazione Pastorale Premessa: Avendo assunto l’incarico presso la parrocchia San Francesco di Paola in data 1/10/2010 ho già incontrato per ben due volte il Consiglio pastorale parrocchiale ed il Consiglio affari economici. Pertanto si cercherà di fornire delle risposte quanto più adeguate e rispondenti a quanto richiesto dallo stesso questionario. Certamente le risposte saranno in chiave programmatica più che descrittive del lavoro svolto. Primo obiettivo: Annuncio del Vangelo e percorsi di nuova evangelizzazione 1. 1. Il quartiere presenta un forte pluralismo socio-culturale e religioso, infatti al suo interno insiste alla comunità del borgo marinaro, un cospicuo di studenti universitari della vicina Facoltà di Scienze Politiche, un insediamento di immigrati di religione islamica che frequentano la moschea ubicata in prossimità dell’edificio parrocchiale. Al momento i rapporti con la comunità islamica sono nulli.


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1. 2. Le persone di altre etnie che vivono nel territorio della parrocchia sono dedite al lavoro più o meno regolare. Diversi bambini sono nati a Catania e perciò perfettamente integrati. 1. 3. La nostra parrocchia in seguito ad un appropriato cammino di fede deve diventare una vera e propria domus ecclesiae, “casa accogliente” anche per le tante persone considerate lontane. A tal proposito l’intenzione è quella di garantire delle presenze qualificate e formate all’ascolto dei bisogni spirituali e materiali. Ciò sarà possibile grazie alla costituzione di un centro ascolto parrocchiale. La parrocchia deve tendere a fornire una possibile appartenenza territoriale per tutti, essa intende rendersi appartenente a tutti e per ogni condizione di vita. Per questo motivo la parrocchia, come realtà di Chiesa, è il segno storico dell’annuncio evangelico offerto e accolto. 1. 4. Omissis 1. 5. Il cristiano è chiamato ad essere un testimone che deve possedere delle precise qualità, e cioè deve essere un credente credibile e creduto. Ciò sarà esperibile solo in seguito ad un serio e motivato cammino di fede che pone al centro la Parola che illumina il cammino, l’Eucarestia che è il pane di vita che dona forza e rinfranca il nostro andare ed, infine, la comunione che è espressione della comune unione in Cristo. Tale cammino divenendo sempre più stile di vita, sarà quella testimonianza che presenta la comunità parrocchiale a quanti sono alla ricerca del senso della loro vita. Secondo obiettivo: l’iniziazione cristiana ed il coinvolgimento delle famiglie 2. 1. Omissis 2. 2. Omissis 2. 3. Il tema dell’inadeguatezza delle famiglie ad educare alla fede è stato e sarà continuamente proposto ai genitori che hanno chiesto e chiedono i sacramenti dell’iniziazione cristiana, ciò perché non bisogna mandare i figli in parrocchia ma portarli. L’inadeguatezza è da rintracciare nella crisi che riguarda l’uomo post-moderno il quale coltiva e teorizza il pensiero debole: la verità oggettiva non c’è o non è

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raggiungibile; ognuno ha la sua verità e con questa deve vivere ed agire. A tal proposito sono in programmazione degli incontri periodici con i genitori. Il ruolo della parrocchia non è quello di organizzare i “vicini”, ma di raggiungere soprattutto i lontani. Questo è un lavoro di Chiesa in cui è fondamentale il compito ed il ruolo dei laici che sono chiamati, con i presbiteri, ad animare nelle diverse aree territoriali l’annuncio evangelico. Per fare questo occorre una conversione pastorale. Solo un lavoro sinergico delle diverse anime della comunità potrà far scaturire il senso della missione.

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2. 4. La parrocchia è il luogo teologico in cui ed attraverso cui l’uomo accede alla fede attraverso l’esperienza comunitaria e diventa cristiano. Occorre trovare, sperimentare sempre un modo nuovo di fare parrocchia contestualizzato nella realtà territoriale in cui insiste. Essendo questa la vita ordinaria della comunità parrocchiale, è opportuno rivalutarne il senso attraverso una serie di itinerari di fede che siano in grado di far superare la sacramentalizzazione attuale. 2. 5. Al momento la necessità del superamento della mentalità propria di molti giovani di ritenere la Chiesa mero ricettacolo di sacramenti, è stata affrontata dal parroco in varie occasioni, anche in occasione di incontri pre-battesimali e pre-matrimoniali personalmente con ciascun interessato. È in corso di elaborazione un progetto di nuova evangelizzazione, mirato ai giovani, che si proponga di inserire più marcatamente la parrocchia nelle situazioni vitali di ogni giorno, proprio per far sì che la dimensione sacramentale della parrocchia sia coniugata con quella socio-culturale. 2. 6. Il punto è in fase di sviluppo ma, comunque, ci si propone di valorizzare la realtà già ben consolidata della pastorale giovanile diocesana. Terzo obiettivo: “L’Eucaristia genera la Chiesa, popolo di Dio, corpo di Cristo” 3. 1. La comunità cristiana di San Francesco di Paola ha molto a cuore la Celebrazione Eucaristica della domenica, giorno del Signore, valorizzando in particolar modo l’orario serale, in quanto è stato riscon-


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trata una cospicua partecipazione da parte dei fedeli. La partecipazione dei fedeli è protesa verso la comprensione del Mistero che ogni domenica si celebra. La maggior parte è attenta e manifesta la volontà di pervenire ad un maggior grado di consapevolezza su ciò che si sta celebrando, grazie, in particolar modo, al sagace lavoro operato dai miei immediati predecessori, in particolare Mons. Gianni Perni. Sin dai primi giorni del mio arrivo in parrocchia, la verifica è partita dal Consiglio pastorale fino a raggiungere tutti i gruppi, movimenti, associazioni presenti in parrocchia. Sono stati momenti preziosi per la verifica e per un ulteriore formazione dei fedeli. Ho avuto modo di constatare lodevolmente che tutta la comunità prega e canta con fede. Indubbiamente ci si chiede se la partecipazione del fedele sia consapevole, difficile dirlo. C’è sicuramente da migliorare la puntualità alla celebrazione e il silenzio al termine della stessa. Rimangono naturalmente ancora dei fedeli “mordi e fuggi” e quelli del semplice “precetto”. 3. 2. L’Eucaristia e la domenica sono momenti “fondamentali” e “fondanti” per il cammino di fede di ciascuno, che si riflette poi nella vita di famiglia, negli ambienti di lavoro e di altri luoghi di vita. È necessario che ogni credente attinga alla fonte dell’Eucaristia per poter intraprendere, con vero spirito di servizio, ciò che la comunità cristiana ci chiama a svolgere e riversare in famiglia e negli altri ambiti di vita. Appare sempre più evidente che molto della vita cristiana si gioca proprio da come si vive la domenica e l’Eucaristia. Noto che è apprezzato dai fedeli il momento dell’incontro del pastore con la comunità nell’omelia. 3. 3. Omissis 3. 4. Nella nostra comunità parrocchiale la liturgia domenicale, in genere, è molto curata e ben partecipata, nei suoi diversi aspetti e senza improvvisazioni. Si cura in particolare la proclamazione della Parola di Dio, il canto liturgico e il servizio all’altare. Cerchiamo di far risplendere la bellezza della liturgia, senza aggiungere troppi orpelli e monizioni varie, educando anche al silenzio (quanta fatica!) e al raccoglimento dinanzi alla presenza del Mistero che celebriamo.

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Quarto obiettivo: la missionarietà della parrocchia 4. 1. Si sta tentando di raggiungere l’obiettivo di coinvolgere il giovane e l’adulto nella sua dimensione affettiva lavorativa e del riposo attraverso l’oratorio parrocchiale che sta muovendo i primi passi. 4. 2. Coniugando l’attività di giudice del tribunale ecclesiastico regionale siculo al mio ruolo di parroco è mia intenzione organizzare i corsi prematrimoniali in sinergia con il Vicariato. 4. 3. Omissis 4. 4. Al momento si è ancora in una fase di strutturazione ed organizzazione delle varie realtà parrocchiali che si pongono come obiettivo il coinvolgimento delle famiglie e l’aiuto verso le realtà più difficili. È comunque nostro obiettivo quello di incrementare e valorizzare il raggiungimento della dimensione missionaria della parrocchia in un mondo sempre in continuo cambiamento socio-culturale. 138

4. 5. Attraverso gli incontri pre-battesimali, si intende venire incontro ed aiutare le famiglie nella trasmissione della fede nei confronti dei nascituri, al fine di raggiungere una maggiore consapevolezza delle responsabilità e degli impegni spirituali nonché materiali che, in quanto genitori, essi assumono nei confronti dei loro figli al momento della celebrazione del sacramento del Battesimo. 4. 6. Già dal prossimo tempo di Avvento saranno attivati degli incontri che permetteranno ai genitori dei ragazzi frequentanti il catechismo di intraprendere un cammino di fede parallelo a quello dei propri figli. È inoltre di ausilio verso questo obiettivo la lectio divina. 4. 7. Omissis 4. 8. È in programma l’organizzazione di incontri culturali, convegni, simposi, in accordo con la Facoltà di Scienze Politiche che si pongono come obiettivi: elevare il livello culturale di giovani e meno giovani; educarli al confronto con altre realtà presenti nel territorio che ai giorni nostri corrispondono ad altri ambiti della pastorale. 4. 9. È sicuramente obiettivo della nostra parrocchia quello di valorizzare al massimo il tempo libero dei parrocchiani mediante l’istituzione di attività sportive, ludiche, l’organizzazione di un cineforum, da


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svolgersi in orari e giorni come la domenica in cui sia più facile la partecipazione di tutti. 4.10. È viva intenzione voler promuovere e valorizzare gli incontri proposti sia dal Centro Diocesano della Pastorale Giovanile e gli incontri vocazionali proposti dal Centro Diocesano Vocazioni. Naturalmente preparati da previ incontri parrocchiali dei giovani a partire dal post cresima onde evitare la dispersione giovanile ultimato il cammino di iniziazione cristiana. Quinto obiettivo: dimensione popolare della Chiesa 5. 1. Per far sì che la sacramentalità della vita in parrocchia si estenda ben oltre l’ambito circoscritto dalle mura parrocchiali e vada a toccare direttamente coloro che, costretti a casa per motivi di salute, non possono prendere parte fisicamente alla vita in parrocchia, saranno frequentemente organizzate delle visite da parte del sacerdote per la benedizione delle case del quartiere, mirate anche alla conoscenza e individuazione delle situazioni di bisogno di ciascuna famiglia e, conseguentemente, di distribuzione dell’Eucarestia da parte dei ministri straordinari presso gli ammalati. 5. 2. Nel territorio della parrocchia si è già avviato un dialogo estremamente illuminante e proficuo con la comunità religiosa delle Suore Francescane dell’Immacolata Concezione di Lipari. Già ben due volte dal mio insediamento in parrocchia ho avuto modo di incontrare le persone anziane ospitate ed assistite dalle suore e dal personale dipendente, inoltre si presenta quanto mai significativo che una fedele delle parrocchia impegnata sia nella catechesi ai bambini che nella Caritas parrocchia, è al contempo un’assistente socio-sanitario impiegata nell’istituto assistenziale delle suore di cui sopra. 5. 3. Personalmente nella mia decennale esperienza di parroco nel popoloso quartiere periferico di Librino, non ho mai ostacolato quanti si sono sempre sentiti legati ai loro quartieri d’origine, in quanto ciò a mio avviso denota un forte senso di appartenenza al quartiere di provenienza ed alla parrocchia.

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5. 4. Omissis

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5. 5.-5. 6. È auspicabile una concreta sinergia tra parrocchia ed enti socioassistenziali e istituzioni, al fine di individuare e valorizzare scelte territoriali per affrontare questioni spinose quali la disoccupazione giovanile, il futuro della famiglia, la condizione attuale dell’anziano che soffre la solitudine e l’abbandono. Un significativo ed illuminante esempio in questa direzione proviene dal Progetto Policoro, il sogno di Don Mario Operti per i giovani disoccupati del Sud. Questo sogno è diventato realtà germogliando come speranza nei cuori di tanti giovani del Paese. In questi anni, la Chiesa continua a dare ai giovani la stessa risposta data da Pietro allo storpio seduto alla porta Bella del Tempio di Gerusalemme: «Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, àlzati e cammina!» (At 3,6). La Chiesa dona il Vangelo che è Gesù e, sull’esempio del suo Signore, il Buon samaritano della storia, si prende a cuore queste forme, nuove e antiche, di povertà e inventa nuove forme di solidarietà e di condivisione nella certezza che «è l’ora di una nuova fantasia della carità» (Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia, 62). Nella convinzione di «stare dentro la storia con amore» (Con il dono della carità dentro la storia, 6), subito dopo il Convegno ecclesiale nazionale di Palermo, l’Ufficio Nazionale per i problemi sociali e il lavoro, il Servizio Nazionale di pastorale giovanile e la Caritas italiana si incontrano a Policoro (MT) il 14 dicembre del 1995 con i rappresentanti diocesani di Calabria, Basilicata e Puglia per riflettere sulla disoccupazione giovanile nella sicura speranza che «il Paese non crescerà se non insieme» (La Chiesa italiana e le prospettive del Paese, 8). Nasce così il Progetto Policoro, iniziativa ecclesiale fondata sulla presenza ai vari livelli dei tre uffici promotori che, assieme alle associazioni e con l’apporto competente degli animatori di comunità, agiscono in sinergia per evangelizzare, educare, esprimere gesti concreti (idee imprenditoriali e reciprocità). La Chiesa italiana ha rinnovato più volte la sua fiducia verso il Progetto Policoro: «Sentiamo così di condividere la speranza con i tanti giovani che sono in ricerca di un lavoro, o con tutti quei lavoratori che faticano a trovare punti di


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riferimento nella complessità e precarietà del mondo del lavoro» (Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia, 2001, 61). «Continua inoltre, ormai da otto anni, l’esperienza del “Progetto Policoro”, spazio di evangelizzazione, formazione e promozione umana dove si mettono alla prova, con la necessaria umiltà, strade nuove e soluzioni inedite intorno al grave problema della disoccupazione. Così le nostre comunità ecclesiali investono sulle capacità dei giovani di promuovere un autentico sviluppo e di dare una testimonianza cristiana caratterizzata dalla solidarietà e dal rispetto della legalità» (Card. Camillo Ruini, Prolusione all’Assemblea Generale, 19 maggio 2003, 5). «È un’iniziativa che presuppone e promuove una cultura nuova fatta di fiducia, di relazioni, di reciprocità, di legalità, di responsabilità» (S.E. Mons. Arrigo Miglio, Progetto Policoro: valutazione e prospettive a dieci anni all’avvio, Assemblea Generale, 1418 novembre 2005). 141

Sesto obiettivo: “Pastorale integrata” e collegamento alle altre parrocchie della Diocesi 6.1.-6.5. Per capire il significato del termine “pastorale integrata” è utile rileggere il paragrafo 11 della nota del 2004 della C.E.I. Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia che riporto qui di seguito, dove forse per la prima volta si parla della pastorale integrata. Ho diviso questo sesto obiettivo in quattro parti: la prima parte tratta dell’integrazione tra le parrocchie (A), la seconda dell’integrazione tra la parrocchia e la diocesi (B), la terza dell’integrazione tra i nuovi movimenti e realtà ecclesiali con le parrocchie e la diocesi (C), la quarta è una conclusione (D). “Pastorale integrata”: strutture nuove per la missione e condivisione di carismi (A) Per mantenere il carattere popolare della Chiesa in Italia, la rete capillare delle parrocchie costituisce una risorsa importante, decisiva per il legame degli italiani con la Chiesa Cattolica. Ma ora occorre partire dal radicamento locale per aprirsi a una visione più ampia che scaturisce dal riconoscere nella Chiesa particolare il contesto teologico proprio della parrocchia. La radice locale è la nostra forza, perché


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rende la nostra presenza diffusa e rispondente alle diverse situazioni. Ma se diventa chiuso particolarismo si trasforma nel nostro limite, in quanto impedisce di operare insieme, a scapito della nostra incidenza sociale e culturale. L’attuale organizzazione parrocchiale, che vede spesso piccole e numerose parrocchie disseminate sul territorio, esige un profondo ripensamento. Occorre però evitare un’operazione di pura “ingegneria ecclesiastica”, che rischierebbe di far passare sopra la vita della gente decisioni che non risolverebbero il problema né favorirebbero lo spirito di comunione. È necessario peraltro che gli interventi di revisione non riguardino solo le piccole parrocchie, ma coinvolgano anche quelle più grandi, tutt’altro che esenti dal rischio del ripiegamento su se stesse. Tutte devono acquisire la consapevolezza che è finito il tempo della parrocchia autosufficiente. Per rispondere a queste esigenze la riforma dell’organizzazione parrocchiale in molte diocesi segue una logica prevalentemente “integrativa” e non “aggregativa”: se non ci sono ragioni per agire altrimenti, più che sopprimere parrocchie limitrofe accorpandole in una più ampia, si cerca di mettere le parrocchie “in rete” in uno slancio di pastorale d’insieme. Non viene ignorata la comunità locale, ma si invita ad abitare in modo diverso il territorio, tenendo conto dei mutamenti in atto, della maggiore facilità degli spostamenti, come pure delle domande diversificate rivolte oggi alla Chiesa e della presenza di immigrati ai quali si rivolgono i centri pastorali etnici che stanno sorgendo in molte città. Così le nuove forme di comunità potranno lasciar trasparire il servizio concreto all’esistenza cristiana non solo a livello ideale, ma anche esistenziale concreto. A questo mirano pure i progetti attuati e in via di attuazione in diverse diocesi che vanno sotto il nome di “unità pastorali”, in cui l’integrazione prende una forma anche strutturalmente definita. Con le unità pastorali si vuole non solo rispondere al problema della sempre più evidente diminuzione del clero, lasciando al sacerdote il compito di guida delle comunità cristiane locali, ma soprattutto superare l’incapacità di tante parrocchie ad attuare da sole la loro proposta pastorale. Qui si deve distinguere tra i gesti essenziali di cui ciascuna comunità non può rimanere priva e la risposta a istanze - in ambiti come carità, lavoro, sanità, scuola, cultura, giovani, famiglie, formazione, ecc. - in ordine


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alle quali non si potrà non lavorare insieme sul territorio più vasto, scoprire nuove ministerialità, far convergere i progetti. In questo cammino di collaborazione e corresponsabilità, la comunione tra sacerdoti, diaconi, religiosi e laici, e la loro disponibilità a lavorare insieme costituiscono la premessa necessaria di un modo nuovo di fare pastorale. (B) La logica “integrativa” non deve reggere solo il rapporto tra le parrocchie, ma ancor prima quello delle parrocchie con la Chiesa particolare. La parrocchia ha due riferimenti: la diocesi da una parte e il territorio dall’altra. Il riferimento alla diocesi è primario. In essa l’unico pastore del popolo di Dio è il Vescovo, segno di Cristo pastore. Il parroco lo rende «in certo modo presente» nella parrocchia, nella comunione dell’unico presbiterio. La missionarietà della parrocchia è legata alla capacità che essa ha di procedere non da sola, ma articolando nel territorio il cammino indicato dagli orientamenti pastorali della diocesi e dai vari interventi del magistero del Vescovo. Ogni parrocchia dovrà volentieri avvalersi degli strumenti pastorali offerti dalla Chiesa diocesana, in particolare dagli uffici e servizi della curia. Ed è ancora a partire dalla diocesi che religiosi e religiose e altre forme di vita consacrata concorrono con i propri carismi all’elaborazione e all’attuazione dei progetti pastorali e offrono sostegno al servizio parrocchiale, nel dialogo e nella collaborazione. (C) Un ulteriore livello di integrazione riguarda i movimenti e le nuove realtà ecclesiali, che hanno un ruolo particolare nella sfida ai fenomeni di scristianizzazione e nella risposta alle domande di religiosità, incontrando quindi, nell’ottica della missione, la parrocchia. La loro natura li colloca a livello diocesano, ma questo non li rende alternativi alle parrocchie. Sta al Vescovo sollecitare la loro convergenza nel cammino pastorale diocesano e al parroco favorirne la presenza nel tessuto comunitario, della cui comunione è responsabile, senza appartenenze privilegiate e senza esclusioni. In questo contesto il Vescovo non ha solo un compito di coordinamento e integrazione, ma di vera guida della pastorale d’insieme, chiamando tutti a vivere la comunione diocesana e chiedendo a ciascuno di riconoscere la propria parrocchia come presenza concreta e visibile della

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Chiesa particolare in quel luogo. La diocesi e la parrocchia favoriranno da parte loro l’ospitalità verso le varie aggregazioni, assicurando la formazione cristiana di tutti e garantendo a ciascuna aggregazione un adeguato cammino formativo rispettoso del suo carisma. Il rapporto più tradizionale della parrocchia con le diverse associazioni ecclesiali va rinnovato riconoscendo ad esse spazio per l’agire apostolico e sostegno per il cammino formativo, sollecitando forme opportune di collaborazione. Va ribadito che l’Azione Cattolica non è un’aggregazione tra le altre ma, per la sua dedizione stabile alla Chiesa diocesana e per la sua collocazione all’interno della parrocchia, deve essere attivamente promossa in ogni parrocchia. Da essa è lecito attendersi che continui ad essere quella scuola di santità laicale che ha sempre garantito presenze qualificate di laici per il mondo e per la Chiesa. 144

(D) A questo disegno complessivo diamo il nome di “pastorale integrata”, intesa come stile della parrocchia missionaria. Non c’è missione efficace, se non dentro uno stile di comunione. Già nei primi tempi della Chiesa la missione si realizzava componendo una pluralità di esperienze e situazioni, di doni e ministeri, che Paolo nella Lettera ai Romani presenta come una trama di fraternità per il Signore e il Vangelo (cfr. Rm 16,1-16). La Chiesa non si realizza se non nell’unità della missione. Questa unità deve farsi visibile anche in una pastorale comune. Ciò significa realizzare gesti di visibile convergenza, all’interno di percorsi costruiti insieme, poiché la Chiesa non è la scelta di singoli ma un dono dall’alto, in una pluralità di carismi e nell’unità della missione. La proposta di una “pastorale integrata” mette in luce che la parrocchia di oggi e di domani dovrà concepirsi come un tessuto di relazioni stabili. Vorrei sottolineare qualche punto di questo documento. Mi sembra che l’accento del documento sia posto sul concetto di convergenza nel cammino pastorale, nei progetti e nei gesti visibili di percorsi comuni. Questa progettualità comune, costruita insieme, nell’orizzonte di un’unica missione, richiede, secondo me, da una parte una capacità di composizione ma anche di guida che ha come protagonista principale il Vescovo (coadiuvato dai parroci e dal presbiterio) e dall’altra una capacità di tes-


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sere trame di fraternità per il Vangelo che ha come protagonisti una pluralità di soggetti come le nuove realtà ecclesiali, le associazioni, i religiosi, le famiglie, i singoli laici. Pur essendo molto affascinante bisogna riconoscere che la pastorale integrata non è certamente una proposta “facile”. Non si tratta cioè di un piano articolato da mettere in atto domani eseguendo specifiche direttive. È una proposta da costruire giorno per giorno e che la Chiesa, e specialmente quella italiana, cerca di realizzare con l’aiuto dello Spirito Santo incominciando intanto a chiamare ogni cattolico a concepirsi e a riconoscersi in questa prospettiva. Settimo obiettivo: formazione di nuovi laici per una parrocchia missionaria 7.1.-7.7. Bisogna partire dalla consapevolezza che la missionarietà non è solo far partire sacerdoti verso Paesi lontani. Ogni cristiano deve essere missionario all’interno della propria parrocchia e in diocesi. Per questo va aumentato il senso missionario di ognuno. Inoltre la missione non è solo “fare qualcosa” ma, principalmente l’annuncio di Gesù. Le opere vengono di conseguenza. Pertanto si sottolinea l’importanza del Centro Missionario diocesano per coordinare le tante esperienze missionarie presenti in diocesi che bisogna continuare a far conoscere ai più giovani coinvolgendo le scuole, attraverso gli insegnanti di religione. Personalmente ho sperimentato copiosi favori celesti sia per me in quanto sacerdote che per la portio populo Dei allora a me affidato nel quartiere di Librino con il gemellaggio nel 2003 tra la parrocchia Nostra Signora del Santissimo Sacramento e la parrocchia Holy Eucaristhy nella Diocesi di Kahama in Tanzania. Immediatamente, appena giunto in terra di missione, ho capito che non ero io a dare qualcosa, ma erano gli indigeni ad aiutarmi. Sono stato accolto da una comunità cristiana viva, gioiosa, innamorata di Gesù, nella quale molti avevano riscoperto la comune vocazione all’evangelizzazione, così da diventare evangelizzatori a tempo pieno: ho vissuto l’esperienza entusiasta della Chiesa primitiva come viene descritta nel libro degli Atti degli Apostoli: “Il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati” (cfr. At 1,48). Mi sono ricordato allora di ciò che Papa Paolo VI aveva

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scritto nell’esortazione apostolica Evangelii Nuntiandi: «Il mandato di evangelizzare tutti gli uomini costituisce la missione essenziale della Chiesa… Evangelizzare è la grazia e la vocazione propria della Chiesa, la sua identità più profonda. Essa esiste per evangelizzare». Un forte desiderio di vita nuova e trasformata è nato allora nel mio cuore. Pensavo: “Per quanti anni della mia attività pastorale mi sono accontentato di coloro che affollavano la mia Chiesa, godendo se il loro numero cresceva, senza troppo preoccuparmi di coloro che erano al di fuori, lontani o indifferenti! Quante energie spese, e ben spese per i soliti fedelissimi, sempre più coccolati e sempre più ridotti di numero, sempre gli stessi in ogni gruppo e in ogni attività proposta! E gli altri? Quelli che non venivano mai, quelli che non si erano mai visti, quelli che consideravo ormai persi, irraggiungibili, lontani?”. Nulla, in verità, era perso; tutto era ancora recuperabile. È dunque dentro a questa forte esperienza e a tutto ciò che è accaduto in seguito che posso affermare con assoluta certezza che “È possibile nel nostro tempo la comunità per tutti”. Chiunque rilegge nel Nuovo Testamento le origini della Chiesa, seguendo passo passo la sua storia e considerandola nel suo vivere ed agire, scorge che è legata all’evangelizzazione da ciò che essa ha di più intimo: le promesse della nuova Alleanza in Gesù Cristo, l’insegnamento del Signore e degli Apostoli, la Parola di vita, le fonti della grazia e della benignità di Dio, il cammino della salvezza. Tutta questa ricchezza che forma il contenuto del Vangelo le è stata affidata per conservarla come un deposito vivente e prezioso non da tenere nascosto, ma da comunicare. Si può dunque affermare che anche ogni comunità cristiana ha nell’evangelizzazione il segreto di tutta la sua vitalità sia internamente che esternamente: secondo l’insegnamento dei Padri, la Chiesa è il luogo nel quale fiorisce lo Spirito. È Lui che spiega ai fedeli il significato profondo dell’insegnamento di Gesù e del suo mistero. È Lui l’anima della Chiesa: la unifica nella comunione, la edifica e dirige con diversi doni gerarchici e carismatici, la arricchisce dei suoi frutti. Se dunque lo Spirito ha un posto eminente in tutta la vita della Chiesa, Egli agisce soprattutto nella missione evangelizzatrice: non a caso il grande inizio dell’evangelizzazione avvenne il mattino di Pentecoste, sotto il Suo soffio.


Incontro con l’Arcivescovo 15 novembre 2010

Interventi non programmati (a cura della Segreteria per la Visita pastorale) Alcuni tra i presenti, prima “lontani” dalla Chiesa, promettono di aiutare il nuovo parroco e gli augurano ogni bene; si propongono di crescere spiritualmente con lui sperando che in futuro non ci siano più discordie all’interno della comunità.

Stralci dell’intervento dell’Arcivescovo (a cura della Segreteria per la Visita pastorale) a. Padre Salvatore Lo Cascio ha fatto una relazione abbastanza nutrita che vorrò rileggere con calma. Intanto desidero manifestargli tutta la mia gratitudine per aver tenuto presente il Questionario pastorale che gli era stato consegnato. Ho chiesto alle singole Comunità parrocchiali, ai parroci ed ai Consigli pastorali parrocchiali di valorizzare nel modo più opportuno il Questionario ricevuto. C’è chi ha fatto la sintesi e c’è chi, come questa sera, si è riferito puntualmente alle singole domande e, attraverso le risposte date, ha fornito una esauriente immagine della realtà parrocchiale. Io sto facendo la Visita pastorale secondo le vostre richieste; la Visita nella singole parrocchia mi viene, infatti, anche suggerita dal parroco e dal Consiglio pastorale. Questo “metodo” di cui intendo avvalermi per incontrare le singole realtà parrocchiali mi sembra, infatti, opportuno per far vivere l’esperienza della Visita pastorale come qualcosa che scaturisce dai “desiderata” di ogni realtà visitata. b. All’inizio della Messa cui abbiamo partecipato, Padre Salvo ha definito tutti voi e, in maniera particolare le persone che più lo collaborano, come dei gioielli. Sono molto contento che già dai vostri sguardi emerga il desiderio della collaborazione: non preoccupatevi dei numeri; ciò che conta veramente è lavorare e sentirsi tutti impegnati. Nella parrocchia c’è posto e spazio per tutti. Tutti dobbiamo impegnarci! Voi stessi avete detto che è necessario evitare le possibili incomprensioni. Auguro che ci sia questa crescita spirituale.

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Incontro con l’Arcivescovo 15 novembre 2010

L’andamento degli ultimi anni non è colpa vostra: Padre Gianni Perni, per motivi di salute e per l’attuale impegno di Direttore dell’Ufficio scolastico, mi ha chiesto di essere alleggerito di qualche incarico; Padre Carmelo Attard mi ha chiesto di rientrare a Malta ed io non potevo costringerlo a rimanere nella nostra Arcidiocesi. Si tratta di situazioni che nessuno di noi poteva prevedere. Adesso, vi ho stato mandato un nuovo parroco, Padre Salvo: riprendete, continuate tranquillamente il cammino con le sottolineature che egli stesso ha evidenziato nella sua Relazione pastorale.

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c. Ci sarebbero tanti punti da toccare ma voglio semplicemente invitarvi a fare in modo che, lavorando assieme, possiate dare un contributo prezioso a questo quartiere. È molto importante! Tante energie, messe insieme, possono veramente incidere in un tessuto sociale. Io parlo di quartiere, anche perché la Civita ha un’identità particolare. Pertanto, dobbiamo fare in modo che le due parrocchie, che insistono in questo quartiere, si aiutino vicendevolmente e lavorino insieme. Frutto della Visita pastorale deve essere anche la crescita in questo impegno, di lavorare insieme. Come Vescovo ho anche il compito di spingervi in questo senso, esortando ad una maggiore comunione a cominciare dagli stessi parroci. d. Termino con l’augurio che tutto questo possa realizzarsi e desidero che anche l’esperienza del teatro sia continuata perché è un modo per stare e crescere insieme. Mettete insieme tutte le vostre buone volontà e riuscirete ad essere sale e fermento per questo amato territorio.

L’Arcivescovo riceve un dono, da destinare alla sua carità; ringrazia per il gesto di attenzione e, come già fatto in altre circostanze simili, assicura che metterà questa offerta insieme alle altre e, alla fine, deciderà come ed a chi destinare questo “frutto” della Visita pastorale.


Lettera conclusiva


Lettera conclusiva

Carissimo Padre Salvatore,

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Con grande gioia ti indirizzo questa lettera che spero verrà incontro anche all’attesa tua e delle persone che più direttamente hanno collaborato per la buona riuscita della Visita pastorale in codesta parrocchia San Francesco di Paola. 1. Scrivo la presente certamente per adempiere quanto suggerisce il Direttorio per il Ministero pastorale dei Vescovi circa la conclusione della Visita (nº 225), ma, soprattutto, per cogliere la possibilità di rivivere con te e con l’intera comunità parrocchiale il tempo indimenticabile che il Signore ci ha dato la grazia di vivere insieme nei giorni 6 e 15 novembre 2010. La presente va letta alla luce della parte dedicata alla Visita pastorale nell’omelia della Messa Crismale del 21 aprile u.s. (cfr. allegati) e della Lettera indirizzata ai fedeli della parrocchia e che ti ho consegnato alla fine della stessa celebrazione allo scopo di farla conoscere ai destinatari. Con questa lettera desidero anche collegarmi alla celebrazione svoltasi giovedì 16 dicembre 2010 presso la parrocchia Santa Maria dell’Aiuto. Dopo i vespri, abbiamo cantato il Te Deum in ringraziamento al Signore a conclusione della Visita pastorale nel primo Vicariato. A più riprese ho rinnovato i sentimenti di gratitudine al Signore allora sgorgati dal nostro cuore. Sono sicuro che lo stesso avete fatto tu e le persone che hanno sperimentato la vera natura della Visita pastorale: dono del Padre per la nostra Chiesa. 2. Il succitato numero 225 del Direttorio suggerisce, fra l’altro, al Vescovo di ricordare la visita svolta nella parrocchia, di apprezzare gli impegni pastorali in atto e di stabilire alcuni punti per un cammino comunitario più impegnato. Di seguito, perciò, accennerò alla preparazione e allo svolgimento della Visita in codesta parrocchia e sottolineerò l’urgenza dell’impegno affinché il fervore suscitato dall’evento non si affievolisca e, soprattutto, affinché i buoni propositi formulati nei vari incontri siano adesso attuati con l’aiuto del Signore. 3. La Visita pastorale in codesta parrocchia, sia nella fase di prepara-


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zione che nel suo svolgimento, è da inquadrare nel fatto che tu ne sei parroco solo dal 20 settembre 2010, data della tua nomina. Devo, quindi, e lo faccio con piacere, rilevare anzitutto il particolare impegno da te profuso nel rendere le primizie del tuo ministero in codesta parrocchia tempo di preparazione alla Visita. Ne è testimonianza anzitutto la Relazione propedeutica alla Visita pastorale che mi hai indirizzato il 12 ottobre u.s.. Lo è in forma più estesa e dettagliata anche la Relazione pastorale che risponde puntualmente alle domande del Questionario e che è stata preparata nelle due riunioni congiunte del Consiglio pastorale parrocchiale e del Consiglio per gli affari economici. Come tu stesso affermi, le risposte al questionario vanno lette “in chiave programmatica più che descrittive del lavoro svolto”. 4. La Visita pastorale è iniziata con la Celebrazione Eucaristica durante la quale è avvenuto il tuo insediamento ufficiale quale parroco della parrocchia San Francesco di Paola. Ricordo la numerosa e qualificata partecipazione delle persone che da te siamo state calorosamente ringraziate e che abbiamo potuto ascoltare la tua bella e densa omelia. Ti auguro, carissimo Salvatore, che il tuo ministero in codesta parrocchia possa sempre compiutamente realizzare quanto in quell’occasione hai affermato circa la figura del parroco: ricco di umanità e amico di Gesù; uomo di preghiera, soprattutto davanti al Tabernacolo; sentinella e intercessore appassionato come Mosé; pastore diligente nel compito di insegnare, santificare e governare; evangelizzatore e testimone credibile della possibilità di una nuova umanità … Tali caratteristiche ti porteranno a valorizzare i doni che il Signore elargisce alle sorelle e ai fratelli a te affidati. È vero: si tratta di un “piccolo gregge” sia dal punto di vista numerico che come partecipazione. Raduna la comunità attorno l’Eucaristia domenicale preparata, come tu stesso auspichi da un bell’incontro di lectio Divina. Sarà così posto un solido fondamento per quell’azione pastorale a vasto raggio e capillare che le tue risposte al questionario descrivano lucidamente. 5. Lo svolgimento della Visita si è esaurito nella sola giornata del 15 novembre. Essa è stata particolarmente ricca di eventi in quanto vi si sono

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svolti i “normali” appuntamenti che qualificano la Visita pastorale. Ricordo in particolare la visita al Comando provinciale della Guardia di Finanza, l’incontro privato con alcuni fedeli, la riunione congiunta dei due organismi di partecipazione ecclesiale e l’assemblea parrocchiale. Si è trattato certamente di una forte concentrazione di idee, di prospettive e di propositi che adesso è opportuno riprendere con calma e, soprattutto, valorizzando la circostanza dei mesi che hai già trascorso in parrocchia.

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6. In tal senso desidero incoraggiare te e la comunità parrocchiale di San Francesco di Paola a vivere l’altrettanto importante tempo del Dopo Visita. Esso, come il periodo di preparazione, deve essere espressione di profonda comunione vissuta fra le parrocchie del Vicariato e testimoniata dall’applicazione di modalità comuni e condivise. Tali modalità consistono anzitutto nella prosecuzione della preghiera per la Visita pastorale e dell’esercizio della lectio Divina, come pure nel costante impegno a valorizzare bene lo specifico servizio che gli organismi di partecipazione devono abitualmente esercitare. Non sia trascurata la significativa esperienza dell’assemblea parrocchiale. Un’altra modalità da vivere in comune è costituita dall’impegno per qualificare meglio, a livello vicariale, la formazione degli operatori pastorali delle singole parrocchie. Essa comprenderà alcuni incontri base cui seguiranno altri specifici nei singoli ambiti dove già sono in corso collaudate esperienze animate da alcuni Uffici diocesani. Altro settore in cui devono distinguersi le parrocchie già visitate consiste nell’attuazione dell’obiettivo per il prossimo anno pastorale che indicherò in occasione del pellegrinaggio diocesano a Mompileri. Rientrano tra tali modalità anche i compiti affidati rispettivamente al Vicario episcopale per la pastorale, Don Pietro Longo, e a Don Vincenzo Branchina. a) Raccomando di insistere nella prosecuzione della preghiera per la Visita pastorale e di coinvolgervi in modo speciale le persone anziane e ammalate così come abbiamo fatto incontrando gli ospiti della casa gestita dalle Suore Francescane dell’Immacolata Concezione - Lipari. Chiedo di dedicare nelle Messe festive un’apposita intenzione della Preghiera dei fedeli alla Visita pastorale. Suggerisco, inoltre, di servirsi del testo dell’ap-


Lettera conclusiva

posita Preghiera in occasione di incontri associativi e degli organismi di partecipazione. b) Sarai contattato dai Confratelli Pietro Longo e Vincenzo Branchina per quanto di loro rispettiva competenza. Con Padre Vincenzo esaminerai le Lettere del Vicario generale e del Vicario episcopale per l’amministrazione già in tuo possesso, curando, con il coinvolgimento del Consiglio per gli affari economici, ogni possibile attuazione dei loro suggerimenti e delle loro disposizioni. Di quanto sarà fatto al riguardo, si dia notizia ai competenti Uffici di Curia con comunicazione scritta che sarà conservata anche negli archivi parrocchiali. Con Don Pietro, anzitutto privatamente e successivamente in riunioni di Consiglio pastorale, tratterai con la dovuta attenzione quanto evidenziato nella Relazione da te letta durante l’assemblea pastorale parrocchiale, come pure quanto emerso nei vari incontri svoltisi durante la Visita in codesta parrocchia. A tale scopo può essere di qualche utilità l’unita documentazione che comprende la sintesi di qualche mio intervento e l’indicazione di specifici punti da attenzionare nella vita della parrocchia. Il Vicario foraneo sarà tenuto al corrente da parte del Vicario episcopale per la pastorale circa i passi che intraprende e collaborerà nel modo che gli sarà possibile. Da parte mia seguirò l’attività del Dopo Visita accompagnandola con la costante preghiera e con i migliori auspici per la sua migliore riuscita. 7. Prima di concludere desidero esprimere la più viva riconoscenza per l’affetto con cui sono stato da tutti ed ovunque accolto. È stato bello scambiarci sentimenti di fraternità e di gioia nel Signore. Un grazie anche per l’offerta che mi è stata consegnata. Essa, come già ho detto, confluirà nello specifico fondo dove verranno raccolti eventuali altri simili gesti di generosità che saranno destinati alla realizzazione di una iniziativa a ricordo della Visita pastorale. 8. Sono sicuro, carissimo Padre Salvatore, che, pensando alla Visita pastorale nella parrocchia San Francesco di Paola, insieme e per tanti motivi possiamo ripetere le belle espressioni dell’Apostolo Paolo: «A Colui che in tutto ha potere di fare molto di più di quanto pos-

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Lettera conclusiva

siamo domandare o pensare, secondo la potenza che opera in noi, a lui la gloria nella Chiesa e in Cristo Gesù per tutte le generazioni, nei secoli dei secoli! Amen» (Ef 3,20-21). Questa condivisione di lode al Signore sostenga e qualifichi l’impegno che ci unisce nella carità pastorale nei riguardi dell’intera comunità diocesana che il Signore mi ha affidato, ed in particolare della Parrocchia San Francesco di Paola che ti vede entusiasta e generoso “pastore proprio”. Ti benedico con affetto paterno e con te benedico i fratelli e le sorelle che ami e servi nel nome del Signore. Catania, 9 maggio 2011

✠ SALVATORE GRISTINA 154

Prot. N. 633/U - 77


Lettera conclusiva

Allegati

OMELIA MESSA CRISMALE (21 APRILE 2011) […] 3. La Messa Crismale cui stiamo partecipando rifulge come espressione particolarmente bella dell’unione ecclesiale attorno al Vescovo. Chiariamolo subito: il termine “Vescovo” significa certamente la persona che in questo momento si rivolge a voi, ma anzitutto e soprattutto sottolinea il ministero di colui che insieme ai fratelli presbiteri è sacramento e segno di Gesù Buon Pastore. Lo diveniamo, carissimi fratelli presbiteri, ricevendo il sacramento dell’Ordine sacro, seppure nei gradi diversi dell’episcopato e del presbiterato, che però devono essere entrambi animati dalla stessa carità pastorale che si esprime anche nella gioiosa e quotidiana fedeltà alle promesse sacerdotali che tra poco rinnoveremo. In definitiva, quindi, e non potrebbe essere altrimenti, realizziamo e viviamo tutti, voi fratelli e sorelle e noi presbiteri e vescovo, la nostra unione ecclesiale attorno a Cristo, “il Pastore grande delle pecore” (Eb 13,20). 4. Di tutto ciò il Signore ci permette di fare una straordinaria esperienza nella Visita pastorale, tempo e dono di grazia che il Padre concede attualmente alla nostra Chiesa particolare. In questo momento non posso fare a meno di ricordare, con commozione e a comune esultanza, che proprio in occasione della Messa Crismale del 2009, il 9 aprile, davo l’annunzio della Visita pastorale. Vi dicevo allora: “La Messa crismale ci parla della dignità sacerdotale, profetica e regale che il Padre conferisce con il dono dello Spirito Santo ai discepoli del Figlio suo. Con la visita pastorale avrò la grazia di onorare questa dignità nei figli e nelle figlie di Dio che incontrerò. Nel dialogo che avrò con loro ascolterò con gioia la narrazione delle meraviglie che il Signore permette di operare a chi valorizza questa dignità nella vita quotidiana, personale e familiare, civile ed ecclesiale. La Visita pastorale mi permetterà di verificare come da Cristo nostro

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capo si diffonde in tutte le membra della nostra Chiesa particolare e si espande nel territorio il Suo buon profumo. La Visita pastorale mi darà la gioia, carissimi fratelli presbiteri, di vedervi all’opera come servi premurosi del nostro popolo. Avrò la confortante conferma della vostra fedele e costante dedizione al ministero che il Signore vi ha affidato di nutrire con la sua Parola e di santificare con i sacramenti il santo popolo di Dio. La Visita pastorale mi chiamerà a dare una risposta particolarmente generosa alla domanda che Gesù continuamente mi rivolge: Salvatore mi ami? La risposta, lo so bene, deve essere convalidata dal fatto che cerco di diventare ogni giorno di più quello che tra poco vi chiederò di ottenermi da Gesù: essere in questa Chiesa immagine viva ed autentica di Lui buon Pastore, maestro e servo di tutti”.

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5. La Visita pastorale è iniziata con la celebrazione dell’Anno sacerdotale (19 giugno 2009 - 11 giugno 2010) che mi ha dato la grande gioia di incontrare quasi tutti i sacerdoti personalmente e per vicariato. Lo scorso 30 ottobre l’ho aperta nel I Vicariato con l’indimenticabile Celebrazione Eucaristica qui in Cattedrale. Al presente, ho già ultimato la Visita in tutte le parrocchie del I e del II Vicariato e nelle prime due (Divina Misericordia, Misterbianco e Sacro Cuore, Piano Tavola) dell’VIII. Come segno di particolare attenzione verso le parrocchie già visitate, alla fine della Messa, consegnerò ai loro parroci gli oli e il crisma che tra poco benedirò e consacreremo. E tramite i parroci farò giungere una lettera di affettuoso saluto e di auguri pasquali alle comunità parrocchiali già visitate. 6. Seppure brevemente mi è assai gradito rendervi partecipi di qualche sentimento e di alcune prime riflessioni circa lo svolgimento già avvenuto e la prosecuzione in corso della Visita pastorale. a) Anzitutto e con tutto il cuore: l’anima mia magnifica il Signore … e sono sicuro di rendermi voce delle tante persone ed in primo luogo di voi, carissimi parroci e sacerdoti, che con me avete vissuto l’esperienza della Visita. b) Sono giunto nelle parrocchie certamente con trepidazione, ma soprat-


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tutto consapevole che mi aveva preceduto la corale intercessione: Ti preghiamo per il nostro Vescovo Salvatore che viene a visitarci nel Tuo nome: sia immagine viva e da autentica di Te buon Pastore. La preghiera è stata efficace e vi posso assicurare che il Signore l’ha esaudita oltre ogni nostra attesa in tutti i settori della Visita e, con bella sorpresa, particolarmente per quanto riguarda gli incontri nelle scuole. c) La preparazione della Visita pastorale è stata finora una eloquente testimonianza di comunione perché in tutte le parrocchie è avvenuta con modalità comuni e condivise. Ne ringrazio sentitamente i singoli parroci ed i Vicari foranei che hanno collaborato con intelligenza e generosamente con la Segreteria per la Visita pastorale. A tutti i suoi componenti ed al Suo coordinatore, il carissimo Padre Massimiliano, il nostro ringraziamento più cordiale ed affettuoso. L’esperienza della ben riuscita preparazione conferma la validità del metodo finora usato, e, quindi, esso sarà seguito, migliorandolo ove occorresse, anche nel futuro. d) Per le parrocchie già visitate, segue adesso il tempo altrettanto importante e ricco di operosità del Dopo Visita. Di che cosa esso debba significare nelle singole parrocchie sarà mia premura scrivere ai singoli parroci interessati, inviando qualche sussidio di documentazione ed anche dando fraternamente qualche suggerimento. 7. Qui mi limito a sottolineare che la comunione durante il tempo del Dopo Visita deve essere vissuta anzitutto nella continuazione della preghiera. Nelle parrocchie già visitate si continui a pregare per la Visita pastorale. Se essa è stata, come mi risulta da tante consolanti testimonianze, una bella esperienza, carità impone che lo stesso dono lo invochiamo per le parrocchie che ancora attendono la Visita. E così la preghiera unisce tutta l’Arcidiocesi nella preparazione, nello svolgimento della Visita pastorale come pure nel tempo che ad essi segue. Il Dopo Visita sarà qualificato anche dal particolare impegno cui si

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Lettera conclusiva

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dedicherà il Vicario per la pastorale, il carissimo Don Pietro Longo, al quale, proprio per questo e affinché possa meglio attendere al coordinamento pastorale degli Uffici di Curia, ho chiesto di lasciare la parrocchia di San Leonardo in Adrano. Don Pietro, in piena comunione e sinergia con il Vicario foraneo del territorio e con i parroci, favorirà le necessarie iniziative affinché i buoni propositi maturati in ogni singola parrocchia e a livello vicariale siano adesso tradotti in pratica. Con la stessa diligenza e con tanta fiducia nel Signore, saranno pure affrontate le difficoltà lucidamente intraviste durante la Visita. Una particolare attenzione sarà riservata alle lettere che i Convisitatori hanno indirizzato ai singoli parroci. Per attuare nelle parrocchie quanto suggerito o disposto dai Convisitatori, è quanto mai opportuno affidare uno speciale mandato ad un presbitero. D’intesa con il Vicario generale ed il Vicario episcopale per l’amministrazione, affido tale compito al carissimo Padre Vincenzo Branchina, il quale così assocerà al ministero di parroco una ulteriore responsabilità di impegno in Curia. Lo ringrazio fin d’ora per la collaborazione che offrirà ai singoli parroci. 8. Uniti nella preghiera, insistendo nello stile di preparazione già attuato, e seguendo con fiducia le suddette indicazioni per il Dopo Visita, vivremo certamente una forte esperienza di comunione. Potremo così, nel prossimo anno pastorale, attuare in tutta l’Arcidiocesi un altro obiettivo, scelto tra i ben noti sette indicati nel documento della C.E.I. sul volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia. Indicherò tale obiettivo in occasione del prossimo pellegrinaggio diocesano a Mompileri il 30 maggio. Sin d’ora e nuovamente affido alla intercessione della Madre Santissima la nostra Comunità diocesana e noi tutti che viviamo il tempo della Visita. Possiamo così sperare che la Visita pastorale sarà tempo di autentica crescita della nostra Chiesa perché tutti saremo così più disponibili e docili all’azione dello Spirito Santo che ci spinge anzitutto a più grande comunione. […]


Lettera conclusiva

PUNTI DA ATTENZIONARE NELLA VITA DELLA PARROCCHIA

• Separare gli incontri del Consiglio pastorale parrocchiale e del Consiglio per gli affari economici. • Promuovere ogni possibile attenzione nei riguardi delle Moschee, della Facoltà di Scienze Politiche e dell’ampia realtà portuale presenti all’interno del territorio parrocchiale. • Favorire la partecipazione agli incontri ed alle iniziative di vicariato; rinsaldare i legami con la parrocchia di San Gaetano alla Marina incrementando l’impegno a lavorare insieme. • Far si che il “piccolo gregge” cresca attorno all’Eucaristia domenicale preparata settimanalmente da un incontro di lectio Divina. • Usare tutte le possibili attenzioni per la ristrutturazione dei locali della chiesa e della canonica. • Continuare l’esperienza del “teatro” come occasione pastorale specifica e privilegiata. • Puntare sulla formazione degli operatori pastorali alla luce della Parola di Dio, favorendo principalmente momenti di lectio Divina.

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CAPITOLO III

VisitaPastorale allaParrocchia SantaMariadell’Aiuto

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Informazioni statistiche

M APPA

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DEL TERRITORIO PARROCCHIALE


Informazioni statistiche

STRADARIO DEL TERRITORIO PARROCCHIALE

Via Abate Ferrara numeri dispari 73-115, pari 2-50 Vico Angeli Via Auteri numeri pari Via Alfieri Via Buscemi Cortile Breve Via Castello Ursino Vico Castro Cortile Cona Vico Cannella Via Consolato della Seta Via Della Lettera numeri dispari Via De Grazia Vico Della Lanterna Via Delle Mandre Via Della Pergola Vico Della Spiga Via Di Giacomo numeri dispari 15-fine, pari 2-58 Via Federico di Svevia numeri 97-86, pari e dispari Cortile Fanale

Cortile Fuochisti Via Gagliani Via Gisira numeri dispari 1-53, pari 2-44 Via Garibaldi numeri dispari 55-231, pari 56-208 Via Gentile numeri dispari Via Leontini Via Naumachia numeri dispari 1-87, pari 2-112 Vico Nicosia Via Orfanelli Via Pozzo Canale Via Pozzo Mulino numeri dispari 1-29, pari 2-38 Via Politi Cortile Pispisella Via Plebiscito numeri pari 208-298 Piazza Sant’Antonio Via Quartiere Militare numeri dispari 1-37 Via Quartarone Via Radice Via Reitano numeri 51- fine

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Informazioni statistiche

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Via Riccardo da Lentini numeri dispari Via Sant’Agostino numeri dispari Via Santa Maria delle Grazie Via Sant’Anna Via Sgroi Via San Sebastiano Vico San Crispino Via Santa Chiara Vico Salvo Via San Giovanni Via Santa Maria dell’Aiuto Cortile San Pantaleone Via Sapuppo Via Santissima Trinità Via Verginelle Via Vittorio Emanuele numeri dispari 217-377, pari 308-348 Via Teatro Greco numeri 55-111 Via Transito

NUMERO STIMATO DI ABITANTI: 4206 (SECONDO UN CENSIMENTO DEL 2003)


Fase preparatoria


Fase preparatoria

Lettera di convocazione Ai membri del Consiglio Pastorale del Santuario Santa Maria dell’Aiuto Carissimi,

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Si avvicina il tempo della Visita pastorale del nostro Arcivescovo nel I Vicariato. Infatti Sua Eccellenza Mons. Salvatore Gristina inizierà ufficialmente la Visita pastorale nel nostro Vicariato giorno 30 ottobre con la solenne Concelebrazione in Cattedrale alle ore 18.30 alla quale oltre al clero sono invitate tutte le realtà ecclesiali del I Vicariato. Poiché la pausa estiva ci ha portato alla diaspora urge ora unire tutte le forze ed intensificare la preparazione a tale evento. Pertanto il Consiglio pastorale parrocchiale è convocato nei locali della nostra parrocchia, mercoledì 6 ottobre alle ore 18.30 col seguente ordine del giorno: 1) Presentazione del Direttorio della Visita pastorale 2) Esame del Questionario di indole pastorale per la preparazione della relazione da fare all’Arcivescovo in occasione dell’assemblea parrocchiale. 3) Evidenziare gli incontri con le realtà ecclesiali e le istituzioni presenti nel nostro territorio parrocchiale. Data l’importanza degli argomenti e il poco tempo che abbiamo per tutta questa preparazione prego vivamente di voler tramandare qualche impegno personale ed essere tutti presenti. Confidando nella vostra sensibilità e responsabilità porgo fraterni saluti in Cristo. Catania, 2 ottobre 2010 MONS. CARMELO SMEDILA Parroco

Lettera di convocazione Oggetto: Convocazione Consiglio pastorale parrocchiale Il Consiglio pastorale parrocchiale è convocato mercoledì 27 ottobre alle ore 18.30 per discutere il seguente o.d.g.:


Fase preparatoria

1) Approvazione dei verbali delle sedute del 6,12,15 ottobre. 2) Presentazione da parte del segretario supplente della relazione pastorale da proporre all’Arcivescovo nell’Assemblea del 17 Novembre prossimo. 3) Varie ed eventuali. In attesa di incontrarci porgo affettuosi saluti in Cristo. Catania, 23 ottobre 2010 MONS. CARMELO SMEDILA Parroco

Verbale della riunione del Consiglio Pastorale In data mercoledì 6 ottobre 2010 il Consiglio pastorale parrocchiale della parrocchia Santuario Santa Maria dell’Aiuto si riunisce nella sua sede canonica, sita in via Consolato della Seta n. 59. La riunione ha luogo presso l’aula della sagrestia, gli argomenti posti all’o.d.g. sono: 1. Presentazione del Direttorio per la Visita pastorale. 2. Esame del Questionario di indole pastorale per la preparazione della relazione da presentare all’Arcivescovo in occasione dell’Assemblea parrocchiale. 3. Stilare il calendario degli incontri con le diverse realtà ecclesiali e le istituzioni presenti nel territorio parrocchiale. Il parroco, presenta ai membri del Consiglio il Direttorio per la Visita pastorale redatto da Sua Eccellenza l’Arcivescovo, Mons. Salvatore Gristina, illustrandone lo spirito ed i contenuti. Ci si sofferma, innanzitutto, su cosa intenda l’Arcivescovo per Visita pastorale, cioè, un cammino che la Chiesa catanese intraprende al fine di una approfondita riflessione sulla sua identità e sulle sue attuali condizioni. Un concetto su cui l’Eccellentissimo Arcivescovo ha molto insistito e che ha espresso chiaramente nella Lettera per l’Anno pastorale 2009/2010, dove leggiamo: «…diversamente dal passato, il Vescovo visita continuamente le parrocchie ed è presente nel territorio della Chiesa particolare affidatagli, è più appropriato parlare di visita-verifica pastorale… intesa non come un mero fatto amministrativo, o peggio fiscale, ma, soprattutto, come una bella occasione per ringraziare il Signore per il bene conseguito, come pure per

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essere confermati nella bontà del cammino che percorriamo. La verifica ci spingerà anche ad intraprendere, o consolidare, la conversione necessaria per rispondere sempre meglio alla vocazione personale e comunitaria alla santità, condizione indispensabile per ogni ministero ed attività pastorale». Mons. Smedila passa poi ad affrontare gli aspetti propedeutici alla visita indicati nel Direttorio, cioè: • Un’adeguata preparazione spirituale dei fedeli mediante speciali cicli di conferenze e prediche, su temi relativi alla natura della Chiesa, alla comunione gerarchica, all’episcopato, nonché attraverso la valorizzazione e riscoperta della Lectio Divina. • Un maturo discernimento comunitario a cui sono affidate le indicazioni canoniche ed i suggerimenti pastorali dell’Arcivescovo contenuti nel Direttorio e che deve essere fatto sia a livello parrocchiale che di Vicariato, dai Parroci e Vicari foranei con i rispettivi organismi di partecipazione. Tale discernimento deve essere considerato non solo un momento propedeutico alla Visita pastorale ma anche come uno dei frutti principali e permanenti che dalla stessa dovranno scaturire. • La compilazione dei due questionari, uno relativo alla “Visita reale” e l’altro di indole prettamente pastorale. Si passa così al secondo punto posto all’o.d.g., cioè, l’esame del Questionario di indole pastorale, preparato tenendo conto della nota della C.E.I. Il volto missionario delle Parrocchie in un mondo che cambia. Si spiega come il Questionario, che servirà per la preparazione della Relazione da presentare a Sua Eccellenza l’Arcivescovo durante la Visita pastorale, sia imperniato sui sette punti tratti dall’introduzione alla suddetta nota della C.E.I. e riportati a pag. 63/64 del Direttorio. Analizzati questi sette punti si sottolinea come di fatto essi costituiscano gli obiettivi della Visita pastorale e rappresentino i temi su cui verterà la visita-verifica. Si evidenzia, altresì, come nel Direttorio Sua Eccellenza auspichi che: «…la tensione verso tali obiettivi e, voglia il Signore, le quanto più numerose realizzazione degli stessi, costituiscano il bel frutto della Visita pastorale. L’attenzione ai sette obiettivi potrebbe offrirci l’opportunità di realizzare, finalmente, una iniziativa di cui spesso abbiamo parlato: la Scuola per gli operatori pastorali... Lo svolgimento della Visita pastorale potrà così favorire il sorgere di queste Scuole….». Quindi esaminato il Questionario nella sua interezza si rinvia alla prossima riunione di Consiglio pastorale,


Fase preparatoria

indetta per il 12 ottobre c.a., alle ore 18.30, la disamina delle singole domande previo studio individuale dello stesso da parte dei singoli membri del Consiglio. Si passa così al terzo ed ultimo punto posto all’o.d.g., cioè la formazione del calendario della Visita pastorale nella parrocchia in armonia col calendario vicariale, tenendo conto di quanto indicato dal Direttorio per il Ministero Pastorale dei Vescovi Apostolorum successores (Cap. VIII, III) e riportato nel Direttorio e precisamente: Nella visita alle parrocchie, il Vescovo cerchi di realizzare, secondo le possibilità di tempo e di luogo, i seguenti atti: a) Celebrare la Messa e predicare la Parola di Dio; b) Conferire solennemente il sacramento della Confermazione, possibilmente durante la Messa; c) Incontrare il parroco e gli altri chierici che aiutano nella parrocchia; d) Riunirsi con il Consiglio pastorale o, se non esiste, con i fedeli che collaborano nei diversi apostolati e con le associazioni di fedeli; e) Incontrarsi con il Consiglio per gli affari economici; f ) Avere un incontro con i bambini, i ragazzi e i giovani che percorrono l’itinerario catechistico; g) Visitare le scuole e le altre istituzioni cattoliche dipendenti dalla parrocchia; h) Visitare, nei limiti del possibile, alcuni malati della parrocchia. Il Vescovo potrà anche decidere altri modi per farsi presente tra i fedeli. […] Nella visita non si deve tralasciare, infine, l’esame della amministrazione e conservazione della parrocchia: luoghi sacri e ornamenti liturgici, libri parrocchiali ed altri beni. […] Dopo aver stilato il programma della Visita, terminata così la trattazione degli argomenti posti all’o.d.g. e non avendo altro da trattare, dopo un conclusivo momento di preghiera, il parroco, alle ore 20.30, dichiara sciolta la seduta. Catania, 6 ottobre 2010 MONS. CARMELO SMEDILA Parroco

PIERSANTI SERRANO Segretario facente funzioni

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Fase preparatoria

Verbale della riunione del Consiglio Pastorale

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In data martedì 12 ottobre 2010 il Consiglio pastorale parrocchiale della parrocchia Santuario Santa Maria dell’Aiuto alle ore 18.45 si riunisce nella sua sede canonica, sita in via Consolato della Seta n. 59. La riunione ha luogo presso l’aula della sagrestia, gli argomenti posti all’o.d.g. sono: 1. Disamina degli obiettivi 1, 2, 3 del Questionario di indole pastorale redatto dall’Arcivescovo per la Visita pastorale. 2. Varie ed eventuali. Ciascuno dei membri del Consiglio, dopo aver affrontato personalmente lo studio di ciascuna domanda posta nel Questionario, presenta le proprie considerazioni. Quanto al PRIMO OBIETTIVO (Non si può più dare per scontato che tra noi e attorno a noi, in un crescente pluralismo culturale e religioso, sia conosciuto il Vangelo di Gesù: le parrocchie devono essere dimore che sanno accogliere ed ascoltare paure e speranze della gente, domande e attese, anche inespresse, e che sanno offrire una coraggiosa testimonianza e un annuncio credibile della verità che è Cristo) dal dibattito è emerso quanto segue: nell’ambito del territorio della parrocchia, così come in quello del Vicariato, risulta essere molto evidente il fenomeno, già riscontrabile a più ampio raggio a livello nazionale, dell’immigrazione. La parrocchia incontra notevoli difficoltà a rapportarsi con tali gruppi etnici, tuttavia, pur nel rispetto delle diversità ed aprendosi al dialogo e all’accoglienza con tutti, cercando di ascoltare e venire incontro alle necessità, sa essere ferma e determinata nel proporre le verità evangeliche, nella consapevolezza che è facile sfociare nel relativismo e curando di evitare ogni sorta di errato sincretismo; ma è altresì consapevole della necessità di un rinnovato impulso operativo che dia alla comunità parrocchiale una nuova connotazione missionaria, per una più incisiva e radicale diffusione del Vangelo. Allo stesso modo la parrocchia ed il parroco sono sempre pronti all’accoglienza, all’ascolto e al soccorso di quanti, indistintamente, parrocchiani o appartenenti ad altri territori parrocchiali, vengono, quotidianamente numerosi, in stato di bisogno e di indigenza, tanto materiale quanto spirituale, a chiedere aiuto. Quanto al SECONDO OBIETTIVO (L’iniziazione cristiana, che ha il suo


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insostituibile grembo nella parrocchia, deve ritrovare unità attorno all’Eucaristia; bisogna rinnovare l’iniziazione dei fanciulli coinvolgendo maggiormente le famiglie; per i giovani e gli adulti vanno proposti nuovi e praticabili itinerari per l’iniziazione o la ripresa della vita cristiana) si sottolinea come nel territorio della parrocchia vivano molti battezzati cattolici che non frequentano la Chiesa e i sacramenti, che sono indifferenti e che vengono in parrocchia solo nelle occasioni liete e tristi della loro vita familiare o nelle grandi festività dell’Anno liturgico. Si cerca così di utilizzare al meglio questi momenti per fare catechesi spicciola ma incisiva, partendo dal presupposto che non esiste più una formazione cristiana di base di derivazione familiare. Si fa notare come il parroco presti particolare attenzione alle omelie domenicali, costituenti un vero e proprio ciclo di catechesi. Si cerca, inoltre, di raggiungere i lontani attraverso la distribuzione di volantini porta a porta al fine di comunicare le varie attività della parrocchia. Non mancano, poi, iniziative quali la ormai tradizionale Via Crucis nelle zone più povere del quartiere e la Peregrinatio Mariae nelle case dei parrocchiani dove si radunano anche le famiglie vicine. L’itinerario catechetico in forma catecumenale è stato attuato per gli adulti che hanno chiesto il Battesimo. Per i ragazzi già battezzati si seguono i catechismi della C.E.I., si mettono in rilievo i vari momenti dell’Anno liturgico e si spiegano i segni della liturgia, attuando una formazione mistagogica. I ragazzi vengono guidati con tappe progressive all’approfondimento della propria fede e alla coerenza di vita con la Parola di Dio. Quanto alle famiglie, si è cercato di coinvolgerle nel cammino di fede dei figli con un percorso formativo condotto dal parroco, parallelamente a quello dei figli, e al quale soprattutto diverse mamme hanno partecipato con continuità. Per quanto concerne i giovani, i tentativi fatti finora di coinvolgerli nella vita della parrocchia, così da riprendere ed approfondire il cammino di fede, non sempre sono riusciti, anche per le mutate condizioni sociali e le diverse e più varie nonché allettanti, anche se non sempre e non tutte sane, distrazioni offerte dalla società di oggi. Diversamente, l’unica realtà formativa che ha visto il successo e la partecipazione dei fanciulli, degli adolescenti e dei ragazzi più grandi è il gruppo ministranti; in questo specifico campo si nota la fioritura di un gruppo stabile di giovani e giovanissimi che si è spontaneamente aggregato sotto il nome di “Collegio Liturgico

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Cardinal Francica Nava”, il quale, unendo la prassi alla formazione, cura con dovizia ogni celebrazione liturgica e, apprezzato anche a livello extraparrocchiale, è coinvolto in altre manifestazioni diocesane, prime fra tutte le celebrazioni agatine. Quanto alla formazione degli operatori pastorali la parrocchia si avvale delle iniziative messe in campo a livello diocesano o vicariale. Relativamente al TERZO OBIETTIVO (La domenica, giorno del Signore, della Chiesa e dell’uomo, sta alla sorgente, al cuore e al vertice della vita parrocchiale: il valore che la domenica ha per l’uomo e lo slancio missionario che da essa si genera prendono forma solo in una celebrazione dell’Eucaristia curata secondo verità e bellezza) si sottolinea come nella nostra parrocchia la domenica sia ancora il fulcro della vita della comunità praticante, nonostante - e qui se ne denuncia la negatività - l’apertura festiva dei negozi ma soprattutto dei centri commerciali. Viene fatto altresì notare come sia cresciuta nell’ultimo decennio, nella nostra parrocchia, la cura, l’attenzione per la bellezza, il decoro e lo splendore della Liturgia, in armonia con le indicazioni più volte ribadite da Sua Santità Benedetto XVI, grazie all’ottimo lavoro svolto con zelo e dedizione da parte del già menzionato Collegio liturgico operante in parrocchia, attraverso il servizio prestato da ministranti diligenti e preparati, nonché alla perizia in re liturgica di cantori ed organisti, che si adoperano per la rivalutazione del patrimonio della tradizione musicale sacra, coniugandolo alle esigenze della nuova prassi liturgica. A questo punto, esaurita la discussione posta al primo punto all’o. d. g. e non avendo nulla da trattare quanto al secondo punto, dopo un conclusivo momento di preghiera, il parroco, alle ore 20.30, dichiara sciolta la seduta. Catania, 12 ottobre 2010 MONS. CARMELO SMEDILA Parroco

PIERSANTI SERRANO Segretario facente funzioni


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Verbale della riunione del Consiglio Pastorale In data venerdì 15 ottobre 2010 alle ore 18.45 il Consiglio pastorale parrocchiale della parrocchia Santuario Santa Maria dell’Aiuto si riunisce nella sua sede canonica, sita in via Consolato della Seta n. 59. La riunione ha luogo presso l’aula della sac restia, gli argomenti posti all’o.d.g. sono: 1. Disamina degli obiettivi 4, 5, 6 e 7 del Questionario di indole pastorale redatto dall’Arcivescovo per la Visita pastorale. 2. Varie ed eventuali. Relativamente al QUARTO OBIETTIVO (Una parrocchia missionaria è al servizio della fede delle persone, soprattutto degli adulti, da raggiungere nella dimensione degli affetti, del lavoro e del riposo; occorre in particolare riconoscere il ruolo germinale che per la società e per la comunità cristiana hanno le famiglie, sostenendole nella preparazione al matrimonio, nell’attesa dei figli, nella responsabilità educativa, nei momenti di sofferenza), si è ritenuto di trattarlo in continuità con il QUINTO OBIETTIVO (Le parrocchie devono continuare ad assicurare la dimensione popolare della Chiesa, rinnovandone il legame con il territorio nelle sue concrete e molteplici dimensioni sociali e culturali: c’è bisogno di parrocchie che siano case aperte a tutti, si prendano cura dei poveri, collaborino con altri soggetti sociali e con le istituzioni, promuovano cultura in questo tempo della comunicazione), il SESTO OBIETTIVO (Le parrocchie non possono agire da sole: ci vuole una “pastorale integrata” in cui, nell’unità della Diocesi, abbandonando ogni pretesa di autosufficienza, le parrocchie si collegano tra loro, con forme diverse a seconda delle situazioni - dalle unità pastorali alle vicarie o zone - valorizzando la vita consacrata e i nuovi movimenti) e il SETTIMO OBIETTIVO (Una parrocchia missionaria ha bisogno di “nuovi” protagonisti: una comunità che si senta tutta responsabile del Vangelo, preti più pronti alla collaborazione nell’unico presbiterio e più attenti a promuovere carismi e ministeri, sostenendo la formazione dei laici, con le loro associazioni, anche per la pastorale d’ambiente, e creando spazi di reale partecipazione). Per quanto siano profondamente valide le esortazioni contenute nella nota della C.E.I. Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia risulta difficile per una sola parrocchia, specialmente lì dove le risorse umane scarseggiano, farvi fronte e tramutare in fatti quanto così nobilmen-

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te auspicato dai nostri Pastori. La parrocchia, così come è oggi, non può essere autosufficiente. Emerge in modo evidente l’esigenza della tanta auspicata “pastorale integrata” a livello vicariale, perché fintanto che ciascuna realtà ecclesiale continuerà a lavorare a compartimento stagno non si sarà mai in grado di far fronte a tutte le esigenze che si riscontrano in un territorio più o meno vasto. Tale criterio di procedere in modo asettico porta soltanto ad una dispersione di energie che, se coordinate, potrebbero raggiungere grandi risultati. Si denuncia, infatti, come il fulcro del problema sia da ricercare nella poca coesione ed unità ecclesiale tra i sacerdoti che, negli ultimi decenni, hanno sempre più operato in modo autonomo e poco sinergico, cagionando conseguenti ripercussioni pastorali sul laicato. Si fa notare che se vi fosse una vera collaborazione e cooperazione armonica tra parrocchie e rettorie, e tra parrocchia e parrocchie, curando ciascuna di esse un aspetto specifico della pastorale (vuoi quella delle categorie professionali - come medici o giuristi ad esempio - o dei lavoratori ed artigiani - come lo fu in passato con i circoli San Giuseppe che tanto hanno dato nella cura delle anime - la Caritas, il banco alimentare e così via…) e con l’ausilio degli Uffici diocesani, dei professionisti di settore, e di un laicato adeguatamente formato, attraverso anche le Scuole per operatori pastorali, grande giovamento ne avrebbe il popolo di Dio, con una risposta più efficace ed aderente ai bisogni dello stesso, che altrimenti difficilmente potrà aversi. Ciononostante si riconosce come nella scarsità di risorse umane, nella nostra parrocchia vi sia un laicato che, seppur non numeroso, risulta essere capace, competente, formato e motivato, nonché responsabilizzato attraverso gli organismi partecipativi del Consiglio pastorale e del Consiglio per gli affari economici, riuscendo, così, a sopperire alle carenze pocanzi illustrate. In tale attività di supporto è da inserire il valido contributo offerto dal “Circolo Parrocchiale Santa Maria dell’Aiuto”, dal Movimento “Pro Sanctitate” e dal corpo delle “Guardie d’Onore ai Santuari Mariani”. Premesso ciò, certamente la famiglia è al centro dell’interesse della parrocchia, sia attraverso i corsi di preparazione al matrimonio, sia mediante l’educazione alla fede dei figli, la formazione catechetica dei genitori, il corso di ricamo per donne e i momenti aggregativi o di prevenzione alla salute curati dalle Guardie d’Onore ai Santuari Mariani, e sia attraverso gli


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incontri del Movimento “Pro Sanctitate”. L’unica fascia d’età cui non si riesce a prestare attenzione, perché quasi totalmente assente, è quella della post-adolescenza; ma qui entrano in gioco fattori già evidenziati di carattere sociologico che difficilmente fanno della parrocchia il luogo più consono ad attrarre l’interesse del giovane, limitandosi a frequentarla durante le sacre funzioni. A tal proposito è da notare un incremento di giovani universitari fuorisede che per ragioni di studio abitano nel territorio parrocchiale e che non mancano, limitatamente alla loro condizione di pendolari, di frequentare la Chiesa nelle Sante Messe domenicali o per accostarsi al sacramento della Confessione. Si sta cercando, comunque, di trovare il giusto metodo per avvicinare anche questa fascia d’età mediante incontri culturali, teatro e cineforum. La parrocchia, inoltre, è presente anche nei momenti di sofferenza della famiglia, con la visita agli ammalati, sia in ospedale che a casa, oltre a portare, a quanti ne sono impossibilitati, l’Eucarestia, avendo cura che siano santamente preparati. È da aggiungersi che la Santa Messa domenicale è già un’occasione di incontro con gli altri, dove, oltre ad evangelizzare, si cerca altresì di responsabilizzare i fedeli nelle scelte da effettuare nella vita di ogni giorno. Nelle omelie domenicali, infatti, il parroco esorta sempre alla necessità per ogni battezzato della coerenza di vita, nella quale si deve manifestare l’amore verso il prossimo e mettere in pratica le virtù cristiane. In determinate occasioni, inoltre, non sono mancate iniziative culturali, come concerti, conferenze, proiezione di filmati, rappresentazioni teatrali al fine di educare al Bello e di far riflettere e meditare su determinate tematiche che interpellano la coscienza del cattolico. Si cerca, altresì, nella parrocchia, di mettere in luce e valorizzare i carismi individuali così da favorire un certo cammino di discernimento vocazionale, soprattutto con i ministranti a cui non si fanno mancare i contatti con quelle realtà diocesane che possono essere valide a tal fine. Per quel che concerne il legame ed il senso d’appartenenza del territorio con la parrocchia è molto forte e sentito. La manifestazione più evidente di tale assunto è l’annuale festa della Vergine Santissima dell’Aiuto che è motivo di coesione e vicinanza tra parrocchiani di oggi e di ieri con la parrocchia.

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Fase preparatoria

A questo punto, esaurita la discussione posta al primo punto all’o.d.g. e non avendo nulla da trattare quanto al secondo punto, dopo un conclusivo momento di preghiera, il parroco, ringraziando i presenti per la attiva collaborazione e partecipazione, alle ore 20.30, dichiara sciolta la seduta. Catania, 15 ottobre 2010 MONS. CARMELO SMEDILA Parroco

PIERSANTI SERRANO Segretario facente funzioni

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In data mercoledì 27 ottobre 2010 alle ore 18.45 il Consiglio pastorale parrocchiale della parrocchia Santuario Santa Maria dell’Aiuto si riunisce per trattare gli argomenti posti all’o.d.g.: 1. Lettura ed approvazione dei Verbali delle precedenti sedute, inerenti il Questionario redatto da Sua Eccellenza l’Arcivescovo per la Visita pastorale. 2. Lettura ed approvazione della relazione generale da presentare a Sua Eccellenza Mons. Arcivescovo per la Visita pastorale. 3. Varie ed eventuali. Il Segretario facente funzioni, Sig. Serrano Piersanti, dà lettura ai presenti dei singoli verbali ed il Consiglio pastorale approva all’unanimità. Si passa così al secondo punto posto all’o.d.g.: il Segretario facente funzioni dà lettura della relazione finale da presentare a Sua Eccellenza Mons. Arcivescovo ed il Consiglio pastorale approva all’unanimità. Non avendo nulla da trattare quanto al terzo punto posto all’o.d.g., dopo un conclusivo momento di preghiera, il parroco, alle ore 20.30, dichiara sciolta la seduta. Catania, 27 ottobre 2010 MONS. CARMELO SMEDILA Parroco

PIERSANTI SERRANO Segretario facente funzioni


Incontro con l ’Arcivescovo


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Carissimi fedeli, quest’anno in occasione 369º Anniversario della Traslazione della prodigiosa Immagine di Maria Ss.ma dell’Aiuto nel nostro Santuario, avremo la gioia di avere in mezzo a noi l’Ecc.mo nostro Arcivescovo che verrà a visitare la nostra Parrocchia in occasione della Visita pastorale.


Incontro con l’Arcivescovo

Calendario1 DOMENICA 7 NOVEMBRE Ore 10.15 - Accoglienza di Sua Eccellenza Reverendissima l’Arcivescovo Mons. Salvatore Gristina sul sagrato del Santuario Ore 10.30 - Santa Messa Pontificale celebrata dall’Arcivescovo Ore 12.00 - Supplica alla Vergine Santissima dell’Aiuto MERCOLEDÌ 17 NOVEMBRE Ore 09.30 - Visita dell’Arcivescovo all’Istituto scolastico comprensivo “Caronda” di via Orfanelli Ore 11.00 - Visita agli ammalati della parrocchia Ore 16.30 - Incontro dell’Arcivescovo con i ragazzi del catechismo Ore 17.30 - Incontro con il Consiglio pastorale parrocchiale e il Consiglio per gli affari economici Ore 18.30 - Assemblea pastorale parrocchiale VENERDÌ 19 NOVEMBRE Ore 09.00 - Visita all’Istituto Comprensivo “Amerigo Vespucci” Ore 10.00 - Visita al Liceo Scientifico “Boggio Lera” di via Vittorio Emanuele II Ore 11.30 - Incontro con i commercianti e varie realtà del quartiere passeggiando per via Garibaldi Ore 16.30 - Incontro col Movimento “Pro Sanctitate” Ore 17.30 - Santa Messa con benedizione solenne della chiesa recentemente restaurata dedicata alle Sante Barbara e Agrippina LUNEDÌ 22 NOVEMBRE Ore 09.30 - Visita dell’Arcivescovo all’Istituto scolastico comprensivo “Vespucci” di via Zappalà Gemelli Ore 10.30/12.30 - Tempo a disposizione per le confessioni ed il dialogo personale con i fedeli

Approvato dall’Arcivescovo sulla base di quello formulato dal Consiglio pastorale parrocchiale nella fase preparatoria. 1

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Incontro con l’Arcivescovo 7 novembre 2010

Ore 10.30 - Parrocchia Santa Maria dell’Aiuto

MESSA DI APERTURA

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La Visita pastorale alla parrocchia Santuario Santa Maria dell’Aiuto è iniziata con la Santa Messa Pontificale (Messa Votiva di Maria Aiuto dei Cristiani con letture proprie della XXXII domenica del T.O.). Prima della solenne Celebrazione Eucaristica un breve indirizzo di saluto è stato rivolto all’Arcivescovo da parte di un rappresentante del Consiglio pastorale. Al termine della Celebrazione, prima della Benedizione finale, hanno avuto luogo: - il Rinnovo dell’Atto di affidamento alla Vergine Santissima da parte delle nuove Guardie d’Onore ai Santuari Mariani; - un breve indirizzo di saluto all’Arcivescovo da parte di un rappresentante delle Guardie d’Onore ai Santuari Mariani; - la presentazione all’Arcivescovo del Collegio liturgico “Card. Francica Nava”; - la Recita della Supplica alla Vergine Santissima dell’Aiuto. Intervento del professore Biagio Sciuto, membro del Consiglio Pastorale Parrocchiale Sono un membro del Consiglio pastorale e, a nome della comunità, ho il privilegio di esprimere a Vostra Eccellenza la gioia che è in noi per la sua augusta presenza. Oggi è per tutti noi una giornata speciale perché segna l’inizio della Visita pastorale che - cito testualmente - non è una novità ma una costante preziosa. È vero, la Visita pastorale è un grande evento di Grazia, in quanto dono del Padre per la nostra Chiesa che, purtroppo, è ovunque insidiata poiché viviamo un’epoca in cui orientamenti socio-culturali anticattolici come edonismo, relativismo etico, nichilismo hanno prodotto una deriva dei valori spirituali. In tale contesto, comunicare il Vangelo è una questione cruciale della Chiesa.


Incontro con l’Arcivescovo 7 novembre 2010

È necessaria una “pastorale missionaria” che valorizzi e sviluppi quella ordinaria; bisogna promuovere scelte innovative come indicato nella Nota Pastorale C.E.I. Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia, in cui alle parrocchie si chiede una rinnovata connotazione missionaria attraverso un incisivo impulso operativo al recupero di valori spirituali. È fondamentale, comunque, per il raggiungimento degli obiettivi previsti, la massima cooperazione delle parrocchie con il loro Arcivescovo, che, peraltro, con il suo carisma, guidato e illuminato dallo Spirito Santo, farà sì che il suo lungo e oneroso cammino pastorale (la Chiesa in cammino) sia fecondo di nutrimento spirituale che rinsaldi la fede e la riaccenda laddove si è affievolita. Concludo esprimendo gratitudine e filiale devozione al nostro Pastore, attorno al quale noi tutti ci stringiamo in un ideale abbraccio collettivo. 181

Omelia dell’Arcivescovo Reverendissimo e carissimo Mons. Smedila, carissimo Diacono, Fratelli e Sorelle 1. Abbiamo ascoltato la forte dichiarazione con cui Gesù termina l’incontro con i sadducei: «Dio non è dei morti, ma dei viventi, perché tutti vivono per Lui». Luca (20,27-38) ci informa circa questa diatriba che Gesù ebbe con i sadducei, i quali negavano la risurrezione. E proprio perché non credevano alla risurrezione posero a Gesù - pensando di metterlo in difficoltà - il caso dei sette fratelli che sposano uno dopo l’altro la stessa donna. La prescrizione di Mosè serviva ad assicurare la discendenza molto importante nella mentalità semitica e particolarmente nel popolo ebraico - perché tutti attendevano che venisse il Messia. Quella donna, quindi, non doveva restare sola, ma, soprattutto, il fratello doveva avere una discendenza! Questa norma offrì ai sadducei l’occasione per interrogare Gesù e per metterlo a loro modo in difficoltà. Una volta che tutti e sette sono stati mariti, poi, se c’è la vita eterna, la donna di chi sarà moglie?


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2. La spiegazione di Gesù sottolinea invece come diversa è la condizione in cui ci troveremo nella vita eterna! Non c’è più bisogno di assicurare alcuna discendenza, non c’è più bisogno di quelle relazioni coniugali, anche perché nella condizione in cui ci troveremo - figli della risurrezione - vivremo una vita ed una condizione nuove. Gesù non si dilunga a descrivere come sarà questa condizione, ma afferma che essa, la risurrezione ci sarà e fa appello proprio ai primi cinque libri della Sacra Scrittura. I sadducei si distinguevano anche per questo; non solo non credevano nella risurrezione, ma accettavano solo il Pentateuco, i primi cinque libri, attribuiti a Mosè. La citazione che Gesù usa è esattamente quella espressione con cui Dio si presenta a Mosè: “Io sono il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe”. Sono! Non fui.

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3. Io sono il loro Dio. Ed ecco l’affermazione definitiva: “Il Dio dei viventi”. Si tratta di una verità affermata tante volte, continuamente, nelle Sacre Scritture dell’Antica Alleanza. Quante volte è sottolineato: il nostro Dio non è come quello dei pagani, morto, un idolo, una statua, ma è un Dio vivo! Gli dei delle nazioni sono raffigurati con gli occhi, ma non vedono, con la bocca ma non parlano, il nostro Dio vive! 4. L’episodio che ci viene riferito oggi commenta, in un certo senso, la prima lettura che ci riferisce dell’esperienza dei fratelli Maccabei (2Mac 7,1-2.9-14). Questi ragazzi che muoiono, subiscono il martirio per la fedeltà alla legge di Dio. Che forti e belle le loro affermazioni! Abbiamo ascoltato soltanto una parte dell’intero episodio che narra pure dell’intervento della mamma, la quale esorta il più giovane a restare fedele. Si tratta di una pagina splendida, dove rifulge l’amore della mamma per il figlio suo, la preoccupazione più grande che un genitore deve avere per i propri figli: crescere bene, crescere nella fedeltà al Signore. E la mamma del più giovane sottolinea proprio questo desiderio: “Ti supplico: imita i tuoi fratelli, resta fedele! Il Signore che ti ha fatto crescere nel mio grembo ricostruirà la tua identità, ti conserverà per la vita eterna”. 5. L’episodio dei Maccabei ci fa comprendere come, a poco a poco, il Signore abbia rivelato al popolo d’Israele il mistero della Risurrezione. Nei Salmi troviamo anche delle espressioni che restano, potremmo dire,


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sul generico. Nel libro della Sapienza e nell’episodio dei Maccabei la risurrezione viene affermata con chiarezza. Gesù stesso afferma poi che Egli è il Dio e il Dio dei viventi, a condizione che noi viviamo per Lui. Dio è vivo, ci chiama alla pienezza della vita, ma noi dobbiamo vivere per Lui, ossia comprendere come questa promessa di risurrezione si sia pienamente realizzata, sia stata pienamente data a noi con la Sua morte e la Sua risurrezione. In Lui, nel suo mistero pasquale, nella sua morte e resurrezione, giunge a pienezza questa rivelazione della verità. Cristo morto e risorto è la verifica - potremmo dire - di questo enunciato: Dio non è dei morti. Il Figlio suo, uomo come noi, è stato risuscitato dai morti e in Lui noi abbiamo la certezza della risurrezione. 6. Vivere per Lui, credere veramente in Cristo crocifisso e risorto, vivere la nostra vita secondo il battesimo che ci rende partecipi della morte e della risurrezione di Gesù, significa vivere nelle condizioni di quella realtà, quella vivacità che Paolo ricordava ai figli suoi della comunità di Tessalonica (2Ts 2,16-3,5). Paolo aveva evangelizzato annunziando Cristo morto e risorto; aveva mostrato come questa fede, celebrata nel battesimo, significava, poi, una vita nuova, un nuovo comportamento. Noi, in Cristo risorto, riceviamo questo germe di risurrezione, siamo resi partecipi della risurrezione di Cristo; siamo chiamati a vivere la fedeltà, la buona speranza di cui parla Paolo che conforta i nostri cuori e ci conferma in ogni parola e opera di bene. 7. Noi continuamente proclamiamo la fede nella resurrezione: aspetto la resurrezione dei morti e la vita nel mondo che verrà. La vita che vivremo è già anticipata dal nostro comportamento: questa è la speranza che ci sostiene. Questa speranza motiva un comportamento e Paolo - sempre agli abitanti di Tessalonica - scrive anche che i cristiani, proprio perché credono nella resurrezione, proprio perché credono in Cristo risorto, devono vivere non come gli altri che non hanno la speranza della risurrezione, ma con uno stile proprio, una vita nuova che comporta il riconoscimento della pienezza di vita già in questa esistenza. Noi andiamo verso quella meta, la raggiungeremo quando il Signore ci chiamerà, ma tutto questo deve essere anticipato e già realizzato nella nostra vita quotidiana. Ecco perché Gesù nel Vangelo ci chiama ad essere luce, lievito e fermento. Agli

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Efesini Paolo diceva: “Cercate le cose di lassù, pensate le cose di lassù”. La vita di ogni giorno deve essere illuminata, arricchita da questa luce, da questa gioia della vita eterna. E noi, fratelli e sorelle, siamo chiamati a vivere così.

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8. Con questa celebrazione inizia la Visita pastorale in questa parrocchia. Un grazie affettuoso - già lo anticipo - per tutto quello che la comunità ha fatto in preparazione e per tutto quello che farà nello svolgimento di questo evento. Come sapete il mio motto episcopale è: In spe resurrectionis. Ogni Vescovo ha un motto che spiega, in un certo senso, il suo servizio episcopale. Tale espressione esprime esattamente quello che oggi abbiamo ascoltato: dalla risurrezione nasce la vera ed autentica speranza. Noi dobbiamo impegnarci perché crediamo nella risurrezione. Punto di partenza e punto di arrivo è la risurrezione e proprio così io stesso cerco di svolgere il mio servizio episcopale. La Visita pastorale la possiamo inquadrare anche in questa speranza che oggi la Parola di Dio ci annunzia, ci propone e ci elargisce in abbondanza: la speranza. La speranza che deve abitare in ciascuno di noi; noi siamo figli della speranza, persone di speranza, dobbiamo essere operatori di speranza. Quanto bisogno, oggi, c’è di diffondere speranza, quante difficoltà, personali, familiari, comunitarie, civili ed ecclesiali! Quanta tentazione di indebolirsi; Dio ci guardi dal perdere la speranza! 9. Il Vescovo viene per rinsaldare e confermare questa speranza. Condividerò con voi certamente le gioie, quello che il Signore già ha operato ed opera. Condividerò con voi anche le preoccupazioni, le sofferenze e lì seminerò speranza! Non una speranza qualsiasi, non una speranza fragile, ma la speranza che viene da Cristo risorto. Svolgerò così il servizio della Visita pastorale: per confermarvi nella speranza, per vivere insieme la speranza che Cristo risorto continuamente riversa su di noi. E se veramente ci lasciamo guidare da questa forte speranza allora la nostra vita personale, la vita familiare, la vita del quartiere, la vita della comunità parrocchiale potrà trarne grande vantaggio. Viviamo così questo tempo di grazia che il Signore ci darà di trascorrere insieme. Chiediamo alla Vergine Santissima, Madre della speranza, di accompagnarci durante la Visita pastorale e di ottenerci quello che tra poco nel


Incontro con l’Arcivescovo 7 novembre 2010

prefazio chiederò e ricorderò. Il popolo cristiano, ciascuno di noi, questa comunità proceda sicuro fra le tempeste del mondo - e ce ne possono essere tante - fino a raggiungere la perfetta gioia nella patria celeste. Questa è la nostra speranza, questo è il dono che Cristo elargisce a noi; questa è la speranza in cui cresceremo insieme durante la Visita pastorale. Così sia per tutti noi. ✠ SALVATORE GRISTINA

Intervento al termine della Celebrazione Eucaristica, del signor Piersanti Serrano Eccellenza Reverendissima, il 9 aprile 2009, Feria V in Coena Domini, un gruppo di giovani e giovanissimi, già da diversi anni dediti al servizio liturgico, ha sentito il bisogno di riunirsi spontaneamente in forma de facto associativa, in conformità al diritto riconosciuto dai cann. 215 e 299 CIC, dando vita ad un “Collegio Liturgico” e ponendolo sotto gli auspici della luminosa figura dell’Eminentissimo Cardinale Giuseppe Francica Nava, che tanto ha fatto per il decoro, l’arricchimento e la restaurazione della prassi liturgica diocesana quale Predecessore dell’Eccellenza Vostra sulla Cattedra di San Berillo. Il Collegio, sorto «con lo scopo precipuo della cura e del decoro delle celebrazioni liturgiche e delle sacre cerimonie» (cfr. Statuti, art. 1), «si impegna nelle persone dei suoi membri in un servizio generoso al Corpo Mistico, in stretta comunione alla volontà del Sommo Pontefice; suo fermo proposito è agire sempre in conformità alle leggi liturgiche emanate dalla Sede Apostolica, di concerto con le intenzioni dei legittimi Pastori, secondo le norme del Diritto Canonico» (art. 2 §2) al fine di salvaguardare il tesoro liturgico della Chiesa da ogni abuso che la perverta, mettendosi al servizio dell’intera realtà ecclesiale, sia vicariale che diocesana; così, unendo la prassi alla formazione, il Collegio cura con dovizia ogni celebrazione liturgica e, apprezzato anche a livello extraparrocchiale, è coinvolto in altre manifestazioni diocesane, prime fra tutte le celebrazioni agatine. Ecco che, tanto la ragione aggregativa quanto il fine si è voluto sintetizzarli con le parole del re Davide nel Salmo 26,8: «Dilexi decorem Domus Tuæ,

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Domine» (O Signore, ho amato il decoro della Tua Casa), parole divenute il motto del sodalizio. Per questi ragazzi, Eccellenza Reverendissima, l’aggregazione associativa è anche momento di crescita spirituale ed umana, poiché unitamente al servizio - che è contatto diretto e specialissimo coi Divini Misteri dal quale non di rado sono fiorite vocazioni al sacerdozio - essi hanno anche la possibilità di acquisire conoscenze nuove, tanto in ambito liturgico quanto catechetico e dottrinale, e vivere esperienze di fraterno confronto nella partecipazione alle dinamiche interne della vita del Collegio. Profittiamo, inoltre, Eccellenza, di questa del tutto specialissima occasione per consegnarle, aderendo al principio di civiltà giuridica che “ubi societas ibi ius”, lo Statuto del Collegio da poco redatto e una busta contenente una petizione, dall’oggetto riservato, che i membri del Collegio rivolgono all’Eccellenza Vostra Reverendissima, quale Grande Sacerdote (Sacrosanctum Concilium n. 41) del gregge affidatogli dalla Provvidenza attraverso il mandato della Sede Apostolica, e custode della vita liturgica dell’Arcidiocesi, affinché se la sua prudenza di Pastore e Padre lo riterrà opportuno ad essa accondiscenda. Fidenti nella benigna e paterna accoglienza della nostra filiale richiesta, l’occasione ci è quanto mai gradita per rinnovare, altresì, all’Eccellenza Vostra Reverendissima i nostri personali sensi di più alta stima e devoto affetto, assicurando preghiere di copiose grazie celesti per il Suo Ministero Episcopale, specialmente in occasione della Visita pastorale indetta per quest’anno, e impetrando su di Ella il potentissimo ausilio della Santissima Vergine Maria e della Beata Agata.


Incontro con l’Arcivescovo 17 novembre 2010

Ore 9.30 - Parrocchia Santa Maria dell’Aiuto

RECITA DELL’ORA MEDIA Sintesi riflessione dell’Arcivescovo (a cura della Segreteria per la Visita pastorale) a. Invita i fedeli presenti a ringraziare e riflettere sull’importanza della preghiera liturgica, sui tempi che la scandiscono, ricordando che la porzione di parrocchia che in questo momento si è radunata con il suo pastore si unisce a quella ufficiale che la Chiesa universale eleva al Signore. b. Esorta ad offrire la preghiera come invocazione, intercessione per i propri cari, per tutte le intenzioni particolari che personalmente o comunitariamente ciascuno porta nel cuore, per tutte le intenzioni della Chiesa a vantaggio dell’intera umanità. c. Ricorda come la preghiera deve scandire tutti i momenti della giornata, tutti i giorni dell’anno. Coglie l’occasione per volgere lo sguardo ai Santi, in particolare a Santa Elisabetta d’Ungheria, della quale oggi si fa memoria. Traendo spunto dalla storia di questa donna, l’Arcivescovo approfondisce il tema della vocazione nella Chiesa ricordando che ciascuno è interpellato a rispondere al particolare progetto di Dio per la sua vita. A Santa Elisabetta, inoltre, affida tutte le famiglie, soprattutto quelle in difficoltà, quelle divise, quelle che soffrono disagi di carattere economico o causa di difficoltà di salute. d. Invoca l’intercessione di questa donna che ha realizzato il progetto di santità nella vita coniugale; della Madonna, venerata in questo Santuario con il titolo di Maria Santissima dell’Aiuto, perché con il loro esempio e il loro aiuto, ciascuno attinga la forza e la coerenza per vivere il Vangelo lì dove si trova.

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Ore 9.30 - Istituto Scolastico, via Orfanelli

VISITA ALL’ISTITUTO SCOLASTICO COMPRENSIVO “CARONDA” L’Istituto ospita una scuola materna, la scuola elementare e la prima media. L’Arcivescovo viene accolto dalla Responsabile del Plesso, l’ins. Sandra Sancilli e dalla Vicepreside, l’ins. Anna Maria Gerbino. Riceve quindi il saluto di due alunni e l’omaggio di una poesia (il Cantico delle Creature di San Francesco d’Assisi) e di un canto. Interviene quindi Mons. Smedila e infine l’Arcivescovo che risponde alle domande poste dai ragazzi.

Saluto dei ragazzi 188

1 Ragazzo: Caro Arcivescovo, nel darLe il benvenuto nella nostra Scuola apriamo i nostri piccoli cuori per dirLe come siamo felici di averla qui con noi. Noi siamo il futuro della nostra città e abbiamo bisogno di avere una guida spirituale come Lei, sempre presente e attenta ai bisogni dei suoi fedeli. 2 Ragazzo: Il nostro desiderio più grande è di vivere serenamente con le nostre famiglie e quindi chiediamo a Lei, apostolo di Gesù, di pregare con noi, affinché le sofferenze siano sempre di meno e ognuno possa vivere in una società migliore. Nel ringraziarLa per la Sua visita abbiamo preparato qualcosa in suo onore. Una ragazza dedica all’Arcivescovo il Cantico delle Creature di San Francesco d’Assisi.

Intervento del Parroco2 Eccellenza, I ragazzi che frequentano questo plesso scolastico, per la maggior 2

Testo non rivisto dall’autore.


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parte appartengono alle nostre parrocchie: Santa Maria dell’Aiuto, Santi Cosma e Damiano, San Cristoforo. Parecchi di loro frequentano anche il catechismo. I rapporti tra la parrocchia e la scuola sono stati sempre ottimi perché abbiamo cercato sempre di lavorare in sintonia, scuola e famiglia. Io vedo come gli insegnanti, tante volte, si prodigano in occasione del Natale, della Pasqua a far venire i ragazzi, per celebrare il precetto pasquale e per incontrare il Parroco. Questo è quello che noi facciamo, questa è la sintonia che viviamo fra di noi. Il resto di questi ragazzi li incontrerà man mano nella sua Visita nelle altre parrocchie del I Vicariato.

Domande dei ragazzi rivolte all’Arcivescovo: 1. Eccellenza, ne ha fatto mai catechismo a bambini della nostra età? 2. Perché sei venuto a farci visita? 3. Lei conosce il Papa personalmente?

Sintesi dell’intervento dell’Arcivescovo (a cura della Segreteria per la Visita pastorale) a. Manifesta la sua gioia e la sua gratitudine per l’incontro che si sta svolgendo. Ricorda piacevolmente con i ragazzi i suoi primi anni di scuola, lo stupore, la bellezza dei primi passi nell’apprendimento. b. Invita a scoprire nella scuola una seconda famiglia! c. Facendo riferimento ai sacerdoti intervenuti - Mons. Smedila, Mons. Perni, Sac. Parisi - li presenta come il segno della benevolenza di Dio per loro. Coglie questa occasione per invitare i bambini ad accogliere il dono della chiamata di Gesù. d. Rispondendo alle domande spiega il senso della sua visita. Chiede preghiere anche a loro, perché nel suo incontro con i bambini e gli adulti dell’Arcidiocesi Egli possa andare nel nome di Gesù, ed essere, come Lui, pastore buono. e. Ricordando i suoi incontri con il Santo Padre Benedetto XVI, lo descrive come una persona buona, sensibile e familiare. E così pure

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racconta degli incontri con Paolo VI e Giovanni Paolo II, manifestando la gratitudine per la loro vita e il loro ministero. f. Consegnando ai bambini l’immaginetta con la preghiera per la Visita pastorale ne spiega il messaggio contenuto attraverso le immagini: Gesù Buon Pastore visita le parrocchie ed il territorio diocesano mediante questi incontri di speciale intensità e bellezza! g. Conclude esortando i bambini a rispettare l’ambiente, a custodire la bellezza della città con piccoli, ma concreti gesti di educazione e civiltà.

Ore 16.30 - Parrocchia Santa Maria dell’Aiuto 190

INCONTRO DELL’ARCIVESCOVO CON I RAGAZZI CHE SEGUONO L’ITINERARIO DI COMPLETAMENTO DELL’INIZIAZIONE CRISTIANA Saluto del Parroco3 Eccellenza, Noi sappiamo che Dio si è fatto piccolo con i piccoli e a me parroco interessa essere vicino ai bambini. Per tanti anni abbiamo avuto la gioia di ospitare qui l’asilo parrocchiale ed è stata un’esperienza indimenticabile, unica! Poi, per problemi burocratici, abbiamo dovuto interrompere questo servizio, ma sono stati anni molto belli per noi. Mi auguro che questo momento faccia scaturire l’impegno a vivere il cammino dell’iniziazione cristiana sull’esempio di Gesù, a trascorrere tutta la nostra vita nell’Amore di Dio.

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Testo non rivisto dall’autore.


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Indirizzo di saluto a Sua Eccellenza Mons. Arcivescovo da parte di uno dei catechisti, signor Piersanti Serrano Eccellenza Reverendissima, È con grande gioia che quest’oggi a nome dei ragazzi del catechismo e dei catechisti di questa parrocchia, porgo ad Ella, quale Eccellentissimo nostro Arcivescovo e quindi primo responsabile della catechesi nella Chiesa particolare (cfr. 20.4 Direttorio generale per la catechesi) i più deferenti sensi di omaggio nonché di filiale affetto. Per i ragazzi qui presenti, l’incontro odierno rappresenta uno speciale momento di Grazia oltre che di crescita spirituale, perché, pur avendo già avuto diverse occasioni per conoscere l’Eccellenza Vostra, è la prima volta, in considerazione della loro giovane età, che hanno l’opportunità di godere di un momento tutto loro per interloquire di persona con Ella e per conoscerLa meglio, ma ancor di più, per sperimentare fattivamente la figura del Vescovo quale primo catechista della Diocesi, dopo aver letto questo concetto tante volte sui catechismi. È davvero questo, Eccellenza, lo stato d’animo con cui abbiamo preparato e stiamo vivendo quest’incontro, che, al di là di ogni formalismo e discorso di circostanza, ci vede quanto mai commossi nella certezza che esso lascerà nei ricordi e quindi nell’anima di questi ragazzi un segno profondo che porteranno seco negli anni a venire. Ma anche per noi catechisti, Eccellenza Reverendissima, questo, è un momento altamente carico di significato, nella misura in cui La sua Visita può essere sintetizzata con le parole di Zaccaria: Benedictus Dominus Deus Israel, quia visitavit et fecit redemptionem plebi suae: Benedetto il Signore, Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo (Lc 1,68): così Ella, oggi con la sua presenza, visita premurosamente il gregge affidato alle sue cure e, forte - per dirla con le parole usate nel Direttorio Generale per la catechesi - di quel “carisma certo di verità” che ha ricevuto, si accerta sullo stato e la qualità dell’annuncio del Vangelo. A noi catechisti, infatti, viene affidato, solo sulla base di un rapporto di consapevole fiducia con il parroco, un compito grave e carico di responsabilità: la trasmissione corretta del Depositum Fidei, custodito e tramandato dalla Santa Madre Chiesa per volontà di Cristo stesso. Questa consa-

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pevolezza ci onora ma al tempo stesso ci intimorisce, nel momento in cui ci si accorge della estrema delicatezza del munus e di quanto fragile sia la nostra umana limitatezza ma ci esorta, altresì, ad un più scrupoloso impegno, ricordandoci che la fede non può mai essere presupposta, perché ogni generazione ha bisogno di ricevere questo dono mediante l’annuncio del Vangelo e di conoscere la verità che Cristo ci ha rivelato, ammonendoci ad una vita sempre più coerente al Vangelo annunciato. La bontà e l’ortodossia della dottrina trasmessa sono i presupposti fondanti ed imprescindibili per i ragazzi e le ragazze di oggi che dovranno essere gli uomini e le donne di domani, coscienti fino in fondo del fine per cui siamo stati creati, cioè: conoscere, amare e servire Dio in questa vita al fine di poi goderlo nell’altra in paradiso (cfr. Catechismo di San Pio X) e alla luce di ciò disporre e indirizzare le scelte della quotidianità al fine di porre le basi per una auspicabile e vera societas cristiana. Le difficoltà, i problemi, Eccellenza, sarebbe assurdo non ammetterlo, non mancano… ma qual è quel percorso che scevro da ostacoli non faccia tentennare il viaggiatore? È normale e, direi anche, fisiologico che così sia, l’importante è non scoraggiarsi e non smettere di proseguire, fedeli alle indicazioni che Ella, nostro amatissimo Pastore, in comunione col successore del Principe degli Apostoli, non manca e non mancherà di offrirci e ricordando a noi stessi, soprattutto, di non trascurare la preghiera, perché come dice il Santo Padre Benedetto XVI: «Non possiamo guadagnare noi gli uomini. Dobbiamo ottenerli da Dio per Dio. Tutti i metodi sono vuoti senza il fondamento della preghiera. La parola dell’annuncio deve sempre bagnarsi in una intensa vita di preghiera» (Card. Ratzinger ai catechisti - Giubileo 2000). Qui, dinanzi a lei, Eccellenza, ci sono i cinque gruppi per la formazione cristiana in cui si articola l’educazione catechetica in questa parrocchia. Cinque tappe di cammino che accompagnano il ragazzo per circa cinque anni nella crescita e nella conoscenza dell’Amore di Dio. E quattro catechisti, oltre al sottoscritto che indegnamente Le parla, e che sento il dovere di presentarLe, iniziando dalla la Sig.na Anna Guttà, che da decenni svolge con zelo ammirevole il compito di catechista in questa parrocchia e che a ben dire possiamo definirla la “Decana” dei catechisti; Suor Paola delle Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli, che, con altrettanto ammirevole quanto amorevole zelo, ogni settimana, sfidando la


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ormai proverbiale inefficienza dei mezzi pubblici catanesi, viene in questa parrocchia a prestare la sua preziosa collaborazione; la prof.ssa Concetta Trovato che con lodevolissima premura offre con grande generosità il suo contributo, dividendosi tra il compito di catechista e di membro del Consiglio per gli affari economici in parrocchia e quello oneroso di madre di famiglia; la sig.na Margherita Anastasi, oggi purtroppo assente a causa di delicati problemi di salute della madre, e che da anni non manca di offrire alla parrocchia il suo grande impegno, forte della sua esperienza di insegnante di religione presso la scuola statale. Eccellenza Reverendissima, facendomi ancora una volta latore dei sentimenti dei catechisti di questa parrocchia, con viva riconoscenza rivolgo ad Ella il più commosso e sentito grazie per questo incontro, nonché, in modo particolare, per quello che sta rappresentando per tutti noi la Sua Visita pastorale, associato all’augurio che da essa sgorghino abbondantissimi frutti spirituali. Auguri e grazie, Eccellenza!

Domande dei ragazzi rivolte all’Arcivescovo 1. Eccellenza, dove è nato? 2. Come si chiamano i suoi genitori? 3. Ha fratelli? 4. Cosa bisogna fare per diventare Vescovo? 5. È facile fare il Vescovo? 6. Da bambino pensava di farsi sacerdote? 7. Come trascorre la sua giornata il Vescovo? 8. Com’è nata la sua vocazione? 9. Perché la Confermazione la amministra solo il Vescovo e gli altri sacramenti no? 10. Come faccio a capire la volontà di Dio? 11. Come posso crescere nella fede nella mia vita quotidiana?

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Sintesi dell’intervento dell’Arcivescovo (a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

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a. Esorta i ragazzi a vivere questo momento di incontro nel clima della festa e della gratitudine per un dono di grazia così importante. Quindi, indirizza i suoi saluti ai ragazzi e ai loro familiari. b. Ripensando ai suoi genitori - che già contemplano in Cielo il volto di Dio - ringrazia il Signore per l’amore e il forte impegno educativo con cui hanno seguito Lui e i suoi fratelli, educandoli bene alla fede e alla vita. Coglie quest’occasione per invitare i ragazzi a non raccontare bugie, a non imbrogliare i genitori, a non fare del male agli altri, a non mancare mai di rispetto alle persone anziane. Invita inoltre a non reagire quando gli adulti correggono, cercando di comprendere il motivo per cui si è stati ripresi. c. Spiega come fare il Vescovo sia un compito molto impegnativo, perché Lui per primo deve servire e amare gli altri. d. Rispondendo alla domanda sul come e quando ha deciso di diventare sacerdote, spiega come il discernimento sia stato favorito da figure educative molto significative quali la catechista prima e del parroco del proprio paese. Coglie l’occasione per comunicare ai ragazzi la bellezza della Vita consacrata, in generale, e del sacerdozio, in particolare. Facendo riferimento al brano tratto dalla prima lettera ai Corinzi capitolo 12 - letto da un catechista all’inizio dell’incontro - l’Arcivescovo ricorda che come «nel corpo ogni parte ha il suo compito, così accade nella vita di ogni giorno, così è, anche, nella Chiesa, ognuno lì dove si trova. Qual è la cosa che tutti dobbiamo capire? Che ciascuno deve fare la sua parte, e deve farla bene!». e. Riferendosi al versetto di Luca che annota, Gesù cresceva in età, sapienza e grazia, dimostra come anche Gesù ha condiviso in tutto, fuorché per il peccato, la realtà umana. Come noi, ha imparato! Per questo tutti dobbiamo cercare di crescere assomigliando a Lui. Non basta fermarsi al tempo del catechismo, bisogna stare sempre vicini a Gesù; crescendo aumenterà la consapevolezza della Sua presenza nella nostra vita, nei sacramenti, in particolare nell’Eucaristia.


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Prima di concludere l’incontro con il Padre nostro e la benedizione, uno dei ragazzi, a nome di tutti, si rivolge a San Domenico Savio con le seguenti parole: San Domenico Savio, sono anch’io giovane come te, e come te cerco molto di amare Gesù. Tu sei stato formidabile nell’amicizia con i tuoi compagni, nella fiducia verso i tuoi genitori e i tuoi educatori. Io ti affido tutti i miei amici e tutte le persone care con cui condivido le mie giornate. Tu non avresti mai commesso un peccato, un peccato che deturpa il cuore. Aiutami a trovare le parole, i gesti e gli sguardi che sono giusti e veri, per manifestare, come te, la bontà e la verità. Fa’ che mi senta sempre amato da Dio e che sappia sempre scegliere il bene. Ti ringrazio perché mi hai indicato la via della santità e sono certo che mi aiuterai a seguirla ogni giorno. Amen.

Ore 17.30 - Parrocchia Santa Maria dell’Aiuto - salone parrochiale

INCONTRO CON IL CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE ED IL CONSIGLIO PER GLI AFFARI ECONOMICI Intervento di un componente del Consiglio Pastorale Parrocchiale, dottor Gregorio Mirone Eccellenza Reverendissima, A nome del Consiglio pastorale parrocchiale Le porgo il saluto filiale di accoglienza con profonda devozione in occasione di questa Sua Visita pastorale.

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Mi è stato dato il compito, oltre che di porgerle il saluto, di presentarne la sua composizione e l’attività che svolge. Il Consiglio pastorale è formato da tre ecclesiastici e ventidue membri rappresentanti tutte le attività presenti ed operanti nella parrocchia: catechisti, componenti Commissione affari economici, delegati opere sociali, Guardie d’onore dei santuari, Movimento Pro Sanctitate, delegato alla pastorale familiare, responsabile Caritas, cerimoniere, organista, componenti Circolo Santa Maria dell’Aiuto, addetto al culto, addetto attività culturali, delegato della filodrammatica e la segretaria. Esso si riunisce, sotto la guida del nostro parroco, Mons. Smedila, con una frequenza mensile o in occasioni particolari in cui necessita prendere delle decisioni. Le riunioni avvengono a seguito di una convocazione scritta che riporta il giorno l’ora e l’ordine del giorno dei punti da discutere e che viene consegnata a ciascun componente del Consiglio con alcuni giorni di anticipo. Le sedute vengono verbalizzate al fine di lasciare traccia di quanto deciso. In esse vengono affrontati e si discutono tutti i temi inerenti la vita e l’azione pastorale da svolgere nella parrocchia, le direttive diocesane, le problematiche che ciascuna attività parrocchiale ha potuto incontrare, le nuove iniziative che si intende promuovere, i risultati di incontri diocesani a cui si è partecipato come parrocchia, nonché a riflettere su documenti pastorali del Vescovo o della C.E.I.. In particolare, ad inizio di anno, il Consiglio pastorale parrocchiale si riunisce per definire il programma pastorale annuale e le attività che si ritiene di poter portare avanti compatibilmente con le forze disponibili, confermando o assegnandone le responsabilità. Nel corso dell’anno, particolare attenzione si dedica alla programmazione delle attività da svolgere nel periodo natalizio, in occasione della Quaresima con gli esercizi spirituali, la via Crucis per le vie della parrocchia e le funzioni della Settimana Santa e della Santa Pasqua, in occasione del mese di maggio e della festa di Maria Santissima dell’Aiuto. L’occasione della Visita pastorale di Sua Eccellenza, con le sue quattro riunioni, è stata una occasione particolare per ulteriori e più intense riflessioni, in seno al Consiglio pastorale, che ha portato a riflettere sul Direttorio della Visita, cogliendo il senso ed il valore profondo che essa ha


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in termini di unione e di Chiesa, e sui sette obbiettivi della nota pastorale della C.E.I. Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia. Questi incontri in preparazione della visita di Sua Eccellenza, ci hanno fatto scoprire l’esigenza di rafforzare alcuni aspetti della nostra attività missionaria come comunità nonché di rafforzare l’attività del Consiglio pastorale con una componente più formativa e spirituale dei suoi membri con l’approfondimento della Parola attraverso la “Lectio divina” e l’approfondimento dei documenti della Chiesa, non limitandoci, quindi, alla sola attività programmatoria, ma di riempire i nostri incontri di maggiori contenuti spirituali. La ringraziamo quindi per la Sua presenza pastorale che è già stata e sarà frutto di ulteriore arricchimento spirituale. Intervento di un componente del Consiglio per gli Affari Economici, dottor Orazio D’Antoni Eccellenza Carissima, Con grande piacere l’accogliamo nella nostra parrocchia in occasione di questo importante momento di verifica che è la Visita pastorale. Siamo sicuri che l’esperienza vissuta in questi lunghi anni con entusiasmo insieme al nostro parroco, Mons. Carmelo Smedila, è ricca di momenti significativi e di tappe importanti per la nostra Chiesa. Il Consiglio per gli affari economici, espressione di trasparenza e legalità, è composto dal parroco Mons. Carmelo Smedila, dalla Prof. Concetta Trovato, dal Dott. Gregorio Mirone e dal Sottoscritto. Si riunisce quadrimestralmente, esaminando procedure e approvando il bilancio annuale riferito alle necessità a breve e a lungo termine delle esigenze pastorali del territorio della parrocchia. Gestisce economicamente in grande sintonia con il parroco e il Consiglio pastorale i momenti importanti della vita della parrocchia: la festa della Madonna dell’Aiuto nel mese di maggio, Natale, Pasqua. Territorio che presenta notevoli problemi di carattere sociale e che inevitabilmente ricadono sulle scarse risorse della parrocchia. Le risorse sono frutto della beneficenza, dei fiori che non marciscono, della buona volontà di singoli. Ci siamo resi conto che la collaborazione

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con altre parrocchie del Vicariato, creando una rete, è fondamentale per interventi mirati sulle fasce più deboli e soprattutto per la ricerca e la gestione di risorse aggiuntive per progetti che provengono da enti o fondazioni attenti alle esigenze di territori disagiati e in difficoltà (Fondazione Vodafone e Fondazione per il Sud). Grande attenzione è rivolta al recupero, riqualificazione e restauro dei beni architettonici, frutto dello zelo del nostro Reverendissimo parroco. Abbiamo ottenuto dalla Regione Siciliana, direttamente dalla Presidenza, un finanziamento per un importo di 500 mila euro circa, che consentirà l’adeguamento alle norme di sicurezza, il restauro di parti e l’abbattimento delle barriere architettoniche per una migliore fruizione della chiesa come luogo di culto. Siamo certi, dato che le possibilità finanziarie non sono molte, che solo un gestione attenta, meticolosa, aperta all’esterno, lungimirante, parsimoniosa possa dare migliori risultati per affrontare le esigenze pastorali della parrocchia che vuole essere vicina ai bisognosi. 198

Interventi non programmati (a cura della Segreteria per la Visita pastorale) Sono seguiti alcuni interventi inerenti il tema di una pastorale allargata, integrata, tesa a realizzare una sinergia tra i parroci innanzitutto e le parrocchie. Viene suggerito, anche, che sia l’Arcivescovo ad indicare gli ambiti di lavoro comune per le parrocchie. Sintesi dell’intervento dell’Arcivescovo (a cura della Segreteria per la Visita pastorale) a. Apre l’intervento sottolineando l’importanza dell’incontro dell’Arcivescovo con questi due organismi di partecipazione, che sono espressione della comunione e della corresponsabilità che devono contraddistinguere sempre di più la vita della Chiesa, in particolare quella della comunità parrocchiale. I due Consigli sono strumenti necessari in ogni parrocchia e devono essere costituiti tenendo conto del territorio e della realtà sociale ed ecclesiale della singola parrocchia.


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b. In consonanza con gli interventi fatti a nome di entrambi gli organismi, sottolinea come l’occasione della Visita pastorale aiuti a rivitalizzare non solo la vita dell’intera comunità parrocchiale, ma in modo particolare quella di questi due nuclei centrali. Sulla scia dei nuovi orientamenti della Chiesa, diventa indispensabile accrescere la sensibilità dei laici verso le necessità della parrocchia. In questa prospettiva diventa fondamentale lavorare in sinergia facendo attenzione al vero benessere di tutte le parti del corpo che formano la Chiesa. c. Ricorda che gli organismi di partecipazione, voluti dall’ultimo Concilio, sono lo strumento di espressione più eloquente del senso di partecipazione, nella consapevolezza che questo esprima la varietà dei doni. Le caratteristiche che ciascuno possiede diventano un tesoro prezioso da mettere in comune per arricchire tutta la Chiesa. Invita caldamente a contribuire con la parola, il consiglio ed il lavoro d’insieme. d. Sottolinea l’importante compito che i Consigli svolgono nel mettere in luce il senso dell’azione pastorale. Un metodo di lavoro che diventa pedagogico per l’intera comunità. Esserci, conoscere, partecipare al progetto pastorale fa diventare ciascuno testimone delle decisioni prese, così da aiutare gli altri, che stanno al di fuori, ad accogliere, a comprendere le idee che ufficialmente sembrano provenire esclusivamente dal parroco. e. Loda il bel lavoro realizzato insieme per prepararsi alla Visita pastorale, rilanciando anche l’impegno e l’audacia nel portare avanti quelle iniziative che riguardano la cura, l’attenzione e la manutenzione anche delle opere e dei beni materiali che appartengono alla Chiesa. f. Fa notare come l’ignoranza e l’indifferenza religiosa causano disimpegno verso i bisogni reali della Chiesa. g. Espone, infine, la sua determinazione nel sostenere e portare sempre più avanti questa collaborazione attiva e responsabile dei laici nella Chiesa, nella consapevolezza che solo così si avrà la crescita effettiva e feconda del popolo santo di Dio. h. Ringrazia ed augura a tutti di lavorare seguendo gli obiettivi comuni prospettati.

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Intervento del Parroco4

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Vorrei innanzitutto esprimere tutta la gratitudine per il Consiglio pastorale parrocchiale e per il Consiglio affari economici, che devo dire, con tutta sincerità, mi aiutano tanto con affetto, fraternamente. Siamo sempre uniti. Siamo pochi, ma siamo uniti. Un particolare contributo si è avuto in quest’ultimo periodo, preparando la Visita pastorale. Per quanto riguarda la compilazione del Questionario, li ho visti motivati e attenti; questo prelude un periodo nuovo, un periodo di maggiore rilancio del Consiglio pastorale parrocchiale e del Consiglio affari economici. E appunto per questo rilancio di questi due organismi di partecipazione, vorrei che Lei Eccellenza consegnasse il documento, Educare alla vita buona del Vangelo, che ci accompagnerà nel prossimo decennio; documento che i Vescovi ci invitano a prendere in considerazione tenendo conto dell’emergenza educativa. Vorrei che Lei lo consegnasse mentre ciascuno dei presenti avvicinandosi a Lei avrà modo di presentarsi. Questo vuole essere un impegno per fare in modo che nelle riunioni, di tanto in tanto, si possa stabilire anche l’argomento da trattare insieme per studiarlo e approfondirlo.

Ore 18.30 - Parrocchia Santa Maria dell’Aiuto Auditorium “M. Santagati”

ASSEMBLEA PASTORALE Intervento del Parroco Eccellenza Reverendissima, È ancora viva nel nostro cuore la gioia della scorsa domenica sette novembre nella quale abbiamo accolto l’Eccellenza Vostra per la solenne Messa di inizio Visita pastorale.

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Testo non rivisto dall’autore.


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È stato un momento bello, un momento nel quale ci siamo veramente sentiti famiglia di Dio, popolo in festa esultante nel suo Signore. Con devozione e commozione abbiamo rivolto alla fine della Santa Messa la nostra tradizionale Supplica alla Vergine Santissima dell’Aiuto, nella quale vostra Eccellenza ha messo la Visita pastorale sotto la protezione della Madre nostra Santissima. Questa sera dopo l’incontro con i nostri ragazzi del catechismo, speranza del nostro domani, e dopo aver incontrato gli organi di partecipazione, quale il Consiglio pastorale parrocchiale e quello per gli affari economici ci siamo riuniti in questo auditorium che abbiamo voluto dedicare alla memoria del nostro primo parroco, Don Mario Santagati, per celebrare l’Assemblea parrocchiale e ascoltare, ancora una volta, la sua parola di padre e pastore. Vostra Eccellenza ha voluto imperniare tutta la Visita pastorale su tre temi fondamentali per la nostra vita cristiana: Ascolto della Parola di Dio Discernimento comunitario - Verifica pastorale. Ci siamo preparati a questo evento con l’ascolto della parola di Dio, mettendo particolare attenzione al tema della Chiesa-Comunione, Corpo mistico di Cristo, e abbiamo scoperto ancora una volta che non si può essere Chiesa di Cristo se non ci si mette in missione: la Chiesa esiste per evangelizzare (Paolo VI, Evangelii Nuntiandi). L’ascolto della Parola ci ha portato ad esercitarci nella lectio Divina, certamente non come i Padri del deserto, ma abbiamo comunque cercato di muovere i primi passi. Il discernimento: con il Consiglio pastorale parrocchiale abbiamo vagliato e studiato il questionario che Vostra Eccellenza ha predisposto per la visita e la rilevazione pastorale. Sento il dovere di affermare con tutta sincerità che per me è stata una grande gioia constatare l’impegno che i nostri fratelli laici hanno messo nel confrontare la nostra azione pastorale in parrocchia alla luce dei sette obiettivi della nota C.E.I. Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia per cui la relazione che fra poco sarà presentata è veramente frutto di un vero discernimento comunitario. Siamo qui, questa sera, per presentare all’Eccellenza Vostra e a tutta la comunità parrocchiale la relazione - verifica che ci porterà a ringraziare il Signore per le cose belle che nonostante la nostra grande fragilità opera in noi e le ombre che ancora oscurano il nostro cammino. Certi che

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l’Eccellenza Vostra da padre e pastore, come sempre ha fatto, continuerà con la sua delicatezza ad incoraggiarci sempre più e illuminarci nel cammino quotidiano. Grazie, Eccellenza Reverendissima, per l’affetto che ci ha sempre dimostrato e in particolare sento il bisogno di esprimerLe la mia personale gratitudine, per la stima e l’affetto, che continuamente mi manifesta e che è per me motivo di incoraggiamento e di impegno ad essere fedele alla promessa fatta al Vescovo nel giorno dell’ordinazione sacerdotale e in particolare in quel sei novembre di quarantaquattro anni or sono in cui mi venne affidata questa comunità parrocchiale: Prometti a me e ai miei successori reverenza e obbedienza? Prometto.

Relazione Pastorale 202

Note storiche In origine la chiesa sorgeva a ridosso delle mura cittadine sotto il titolo dei Santi Apostoli Pietro e Paolo; di essa si hanno notizie sin dal 1372, anno della sua fondazione. Con l’erezione in Collegiata della chiesa di Santa Maria dell’Elemosina (1446) le sue rendite furono annesse alle prebende del nuovo Capitolo. Nel 1540 risulta nell’elenco delle chiese sacramentali, ma nella riorganizzazione ad opera del Vescovo Ottavio Branciforte (1638-1646) l’esercizio della cura d’anime del quartiere fu affidato alla chiesa di Santa Marina, che sorgeva nell’attuale via Pozzo Mulino. Dal 1635 nella chiesa fu eretta la Congregazione dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, costituita da sacerdoti secolari per il mutuo soccorso. Il 3 novembre 1641, all’interno della chiesa, “per la frequenza dei miracoli” (così come attestano gli storici De Grossis, Carrera, Privitera ed Amico) fu traslata con gran concorso e tripudio di popolo la prodigiosa effige della Vergine Santissima venerata, fino ad allora in un’edicola della pubblica via, sotto il titolo di Auxilium Christianorum. Distrutta quasi interamente dal terremoto del 1693 la chiesa fu ricostruita e abbellita dagli zelanti sacerdoti membri della Congregazione, mutandone il titolo in Sancta Maria de Auxilio.


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L’11 gennaio 1746 fu eretta in chiesa filiale sacramentale dal Vescovo Corrado Deodato Moncada, in sostituzione dell’antica chiesetta di Santa Marina. Il 7 maggio 1949 è stata eretta parrocchia dall’Arcivescovo Carmelo Patanè e riconosciuta con decreto del Ministro dell’Interno 12/12/1986 n. 40. Il 1 maggio 1960 è stata elevata alla dignità di Santuario Mariano Diocesano dall’Arcivescovo Guido Luigi Bentivoglio. L’Immagine della Madonna col Bambino venne incoronata dallo stesso Arcivescovo Bentivoglio per mandato del Capitolo Vaticano il 1 luglio 1962. La notte del 24 giugno 1977 l’immagine della Madonna col bambino Gesù fu derubata delle corone: il 24 maggio dell’anno 1979, con immenso concorso di popolo, Sua Eminenza il Sig. Cardinale Francesco Carpino reincoronava, con preziose corone offerte dai fedeli, la prodigiosa immagine della Vergine Santissima, alla presenza dell’Arcivescovo Mons. Domenico Picchinenna e delle maggiori autorità civili e militari. Il 18 maggio 2003 in occasione della costruzione del nuovo altare mensa fisso in marmo e a conclusione del quarantesimo anno di ordinazione sacerdotale del parroco Sac. Carmelo Smedila, l’Arcivescovo Metropolita Mons. Salvatore Gristina officiava la solenne “Dedicazione del Santuario” consacrando il nuovo altare e ungendo le dodici croci della chiesa. RISPOSTE AL QUESTIONARIO Parrocchia: parrocchia Santa Maria dell’Aiuto E-mail: parrocchia.s.m.aiuto@alice.it/ www.santuariomadonnaiuto.it Indirizzo: Catania via Consolato della Seta, 59 municipalità I. Popolazione Secondo un censimento del 2003: abitanti n. 4206 Strutture Esiste la chiesa parrocchiale, sufficiente all’accoglienza dei fedeli del territorio. Ha bisogno di essere messa in sicurezza per qualche lesione all’arco trionfale da dove si sono verificate cadute di stucchi e necessita della messa a norma dell’impianto elettrico, per questo motivo dopo diversi anni di attesa di finanziamento del progetto di manutenzione stra-

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ordinaria e abbattimento delle barriere architettoniche, nel mese di giugno scorso è stato disposto un finanziamento dalla Presidenza della Regione Siciliana. L’inizio dei lavori si prevede per i primi mesi dell’anno prossimo. Si fa notare che la chiesa agli uffici del catasto risulta proprietà della Congregazione dei Preti sotto il titolo dei Santi Apostoli Pietro e Paolo ma dall’undici gennaio 1796 per una convenzione tra la Società Sacerdotale dei Santi Apostoli Pietro e Paolo e il Vescovo Mons. Deodati Moncada fu adibita a chiesa filiale sacramentale. La parrocchia dispone di sufficienti locali per la catechesi e per le altre attività pastorali. Presbiteri I sacerdoti residenti e officianti nell’ambito del territorio parrocchiale sono tutti secolari. 204

Parroco Mons. Carmelo Smedila, nominato il dì 11/10/1966, nato a Catania il 26/01/1939. Nella parrocchia collabora saltuariamente Mons. Giovanni Perni (secondo le sue possibilità) rettore della chiesa di Sant’Agostino. Non ci sono diaconi permanenti né congregazioni religiose. Ad onor del vero, una suora delle figlie della Carità di San Vincenzo dei Paoli, proveniente dalla Casa della Carità di via San Pietro, si adopera settimanalmente, con grande zelo, all’ora di catechesi. Partecipazione alla Messa domenicale I partecipanti alla liturgia domenicale sono in maggioranza adulti e fanciulli, pochi i giovani. In relazione al territorio denso di parrocchie vicine e numerose rettorie possiamo pensare che la frequenza alla messa domenicale sia media. I partecipanti alla messa nei giorni feriali sono maggiormente anziani e adulti con una frequenza bassa. La partecipazione più alta alle celebrazioni che si svolgono in parrocchia si registra maggiormente nei primi venerdì del mese, nelle solennità dell’Anno liturgico, nei tempi forti di Avvento e Quaresima e in particolare nel mese di maggio.


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Orario delle celebrazioni eucaristiche Feriali: ore 8.00. Festivi: ore 8.00; 10.30; 12.00; 17.30 (tempo estivo ore 18.30). Organi di partecipazione Consiglio pastorale parrocchiale. Consiglio per gli affari economici. Il Consiglio pastorale parrocchiale si riunisce ogni mese. Il Consiglio per gli affari economici tre volte l’anno e all’occorrenza. Non esistono comitati per le feste patronali, in quanto la sobria festa della Madonna dell’Aiuto è organizzata dal Consiglio pastorale parrocchiale con la collaborazione del circolo Santa Maria dell’Aiuto. Nell’ambito della parrocchia esistono i seguenti movimenti ed associazioni: • Movimento Pro Sanctitate cui è affidata la formazione delle famiglie. • Comunità di Sant’Egidio che ha sede presso la chiesa di Santa Chiara e svolge attività educative per i minori a attua un progetto di assistenza agli anziani. • Associazione Corpo delle Guardie d’Onore ai Santuari Mariani che cura momenti di aggregazione per giovani e ragazzi, attività di prevenzione alla salute, valorizzazione delle donne e opere di carità. • Circolo Parrocchiale Santa Maria dell’Aiuto fondato nel maggio 1998 per diffondere la devozione alla Vergine Santissima dell’Aiuto e impegnarsi nella formazione umana e cristiana. Relazione pastorale Come ogni realtà non disincarnata, anche la parrocchia subisce gli influssi degli sviluppi sociali del territorio in cui vive ed opera. Negli ultimi decenni ha subito non lievi trasformazioni sociali. La zona del centro storico ove è sita, un tempo zona residenziale di professionisti e commercianti, è diventata in massima parte un quartiere popolare nel quale è riscontrabile con palese evidenza il fenomeno dell’immigrazione. La città di Catania già da alcuni decenni registra tale elemento incrementatosi in modo esponenziale negli ultimi tempi, specie a seguito dei

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nuovi avvenimenti internazionali che hanno mutato, se non anche stravolto, pure i fattori economici nazionali, con una gravissima ripercussione sui ceti più bassi della società, favorendo talvolta, diversamente, quelli più abbienti, così da acuire l’elemento sperequativo nella società stessa. Tali fattori hanno così indebolito l’economia locale che facilmente ha ceduto il passo ad una reale “colonizzazione” del centro storico da parte di attività commerciali gestite da extracomunitari, taluni favoriti in ciò da una scarsa attenzione al rispetto delle regole, da abitudini socio-lavorative diverse dalle nostre, da una mentalità poco attratta dalle consuetudini occidentali, portando seco, inoltre, abitudini, tradizioni, consuetudini religiose proprie, che spesso difficilmente si armonizzano con le nostre. A tale fenomeno economico-commerciale fa tuttavia da contraltare la recente rivalutazione, da parte della nostra gente, del centro storico ed un lento ritorno ad esso a fini abitativi, dopo la fuga degli anni ‘70 verso le nuove zone residenziali dell’hinterland. La presenza di nuove etnie nell’area della parrocchia e del Vicariato ha conseguentemente portato con sé il diffondersi di luoghi di culto appartenenti a islamici, induisti ecc., che vengono così a sommarsi con quelli già presenti dei Cristiani evangelici e protestanti. Nonostante ciò non sembrano verificarsi casi di esplicita intolleranza dovuta a mentalità e credi diversi. Quanto al dialogo bisogna dire che non è facile rapportarsi con queste realtà, soprattutto musulmane, in quanto, per loro stessa natura e cultura risultano essere diffidenti e poco inclini ad aprirsi e mostrare la loro realtà su un piano di sereno confronto. Tali etnie, come accade nel caso degli immigrati cinesi, tendono a fare gruppo tra di loro; diversamente da quanto accade, ad esempio, con altri extracomunitari (africani, cingalesi, mauriziani, di etnia balcanica, et similia) che spesso vengono in parrocchia per chiedere un aiuto economico o un posto di lavoro. La parrocchia, quindi, incontra notevoli difficoltà a rapportarsi con tali gruppi etnici, e pur nel rispetto delle diversità ed aprendosi al dialogo e all’accoglienza con tutti, cercando di ascoltare e venire incontro alle necessità, sa essere ferma e determinata nel proporre le verità evangeliche, nella consapevolezza che è facile sfociare nel relativismo e curando di evitare ogni sorta di errato sincretismo; ma è altresì consapevole della necessità di un rinnovato impulso operativo che dia alla comunità parrocchiale una nuova


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connotazione missionaria, per una più incisiva e radicale diffusione del Vangelo. A questo proposito bisogna dire che per quanto siano profondamente valide le esortazioni contenute nella nota della C.E.I. (Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia) risulta difficile per una sola parrocchia, specialmente lì dove le risorse umane scarseggiano, farvi fronte e tramutare in fatti quanto così nobilmente auspicato dai nostri Pastori. La parrocchia, così come è oggi, non può essere autosufficiente. Emerge in modo evidente l’esigenza della tanta auspicata “pastorale integrata” a livello vicariale, perché fintanto che ciascuna realtà ecclesiale continuerà a lavorare a compartimento stagno non si sarà mai in grado di far fronte a tutte le esigenze che si riscontrano in un territorio più o meno vasto. Tale criterio di procedere in modo asettico porta soltanto ad una dispersione di energie che, se coordinate, potrebbero raggiungere grandi risultati. Si denuncia, infatti, come il fulcro del problema sia da ricercare nella poca coesione ed unità ecclesiale tra i sacerdoti che, negli ultimi decenni, hanno sempre più operato in modo autonomo e poco sinergico, cagionando conseguenti ripercussioni pastorali sul laicato. Si fa notare che se vi fosse una vera collaborazione e cooperazione armonica tra parrocchie e rettorie e tra parrocchia e parrocchie, curando ciascuna di esse un aspetto specifico della pastorale (vuoi quella delle categorie professionali - come medici o giuristi ad esempio - o dei lavoratori ed artigiani - come lo fu in passato con i circoli San Giuseppe che tanto hanno dato nella cura delle anime - la Caritas, il banco alimentare e così via…) e con l’ausilio degli Uffici diocesani, dei professionisti di settore, e di un laicato adeguatamente formato, attraverso anche le Scuole per operatori pastorali, grande giovamento ne avrebbe il Popolo di Dio, con una risposta più efficace ed aderente ai bisogni dello stesso, che altrimenti difficilmente potrà aversi. Ciononostante si riconosce come nella scarsità di risorse umane nella nostra parrocchia vi sia un laicato che, seppur non numeroso, risulta essere capace, competente, formato e motivato, nonché responsabilizzato attraverso gli organismi partecipativi del Consiglio pastorale e del Consiglio per gli affari economici, riuscendo, così, a sopperire alle carenze pocanzi illustrate. In tale attività di supporto è da inserire il valido contributo offerto dal “Circolo Parrocchiale Santa Maria dell’Aiuto”, dal movimento “Pro

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Sanctitate” e dal corpo delle “Guardie d’Onore ai Santuari Mariani”. Inoltre, la parrocchia ed il parroco sono sempre pronti all’accoglienza, all’ascolto e al soccorso di quanti, indistintamente, parrocchiani o appartenenti ad altri territori parrocchiali, vengono, quotidianamente numerosi, in stato di bisogno e di indigenza, tanto materiale quanto spirituale, a chiedere aiuto. Altro campo di confronto è la presenza nel territorio di molti battezzati cattolici che non frequentano la Chiesa e i sacramenti, che sono indifferenti e che vengono in parrocchia solo nelle occasioni liete e tristi della loro vita familiare o nelle grandi festività dell’Anno liturgico. Ci si sforza di utilizzare al meglio questi momenti per fare catechesi spicciola ma incisiva, partendo dalla dolente considerazione che non esiste più una formazione cristiana di base di derivazione familiare. Il parroco, pertanto, presta particolare attenzione alle omelie domenicali, cercando di seguire un vero e proprio ciclo di catechesi. Si cerca, inoltre, di raggiungere i lontani attraverso la distribuzione di volantini porta a porta al fine di comunicare la varie attività della parrocchia. Non mancano, poi, iniziative quali la ormai tradizionale Via Crucis nelle zone più povere del quartiere e la Peregrinatio Mariae nelle case dei parrocchiani dove si radunano anche le famiglie vicine: segno visibile della materna sollecitudine della Chiesa, tali manifestazioni di culto esterno e di antica pietà popolare contribuiscono senz’altro a rendere più tangibile la presenza della parrocchia e sono occasioni per avvicinare quanti tendono a vivere ai margini della pastoralità ordinaria. L’itinerario catechetico in forma catecumenale è stato attuato per gli adulti che hanno chiesto il Battesimo. Per i ragazzi già battezzati si seguono i catechismi della C.E.I., e si spiegano i segni della liturgia, attuando una formazione mistagogica. I ragazzi vengono guidati con tappe progressive all’approfondimento della propria fede e alla coerenza di vita con la Parola di Dio. Quanto alle famiglie, si cerca di coinvolgerle nel cammino di fede dei figli con un percorso formativo condotto dal parroco, parallelamente a quello dei figli, e al quale soprattutto diverse mamme hanno partecipato con entusiasmo e continuità. In determinate occasioni, inoltre, non sono mancate iniziative culturali, come concerti, conferenze, proiezione di filmati, rappresentazioni tea-


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trali al fine di educare al Bello e di far riflettere e meditare su determinate tematiche che interpellano la coscienza del Cattolico. Per quanto concerne i giovani, invece, bisogna ammettere che i tentativi fatti finora di coinvolgerli nella vita della parrocchia, così da riprendere ed approfondire il cammino di fede, non sempre sono riusciti, anche per le mutate condizioni sociali e le diverse e più varie nonché allettanti, se pur non sempre e non tutte sane, distrazioni offerte dalla società di oggi, che difficilmente fanno della parrocchia il luogo più consono ad attrarre l’interesse del giovane. Lo stesso vale per i post-adolescenti, i quali si limitano a frequentarla soltanto durante le sacre funzioni. A tal proposito è da notare un incremento di giovani universitari fuorisede che per ragioni di studio abitano nel territorio parrocchiale e che, limitatamente al loro status di pendolari, non mancano di frequentare la chiesa nelle Sante Messe domenicali o per accostarsi al sacramento della Confessione. Si sta cercando, comunque, di trovare il giusto metodo per raggiungere anche queste fasce d’età mediante incontri culturali, teatro e cineforum. Diversamente, l’unica realtà formativa che ha visto il successo e la partecipazione dei fanciulli, degli adolescenti e dei ragazzi più grandi è il “gruppo ministranti”; in questo specifico campo si nota la fioritura di un gruppo stabile di giovani e giovanissimi che si è spontaneamente aggregato sotto il nome di “Collegio Liturgico Cardinal Francica Nava”, il quale, unendo la prassi alla formazione, cura con dovizia ogni celebrazione liturgica e, apprezzato anche a livello extraparrocchiale, è coinvolto in altre manifestazioni diocesane, prime fra tutte le celebrazioni agatine. Si cerca, altresì, nella parrocchia, di mettere in luce e valorizzare i carismi individuali così da favorire un certo cammino di discernimento vocazionale, soprattutto con i ministranti a cui non si fanno mancare i contatti con quelle realtà diocesane che possono essere valide a tal fine. Nella nostra parrocchia la domenica è stata sempre il fulcro della vita della comunità praticante, nonostante - e qui se ne denuncia la negatività l’apertura festiva dei negozi ma soprattutto dei centri commerciali. Viene fatto altresì notare come sia cresciuta nell’ultimo decennio, nella nostra parrocchia, la cura, l’attenzione per la bellezza, il decoro e lo splendore della Liturgia, in armonia con le indicazioni più volte ribadite da Sua Santità Benedetto XVI, grazie all’ottimo lavoro svolto con zelo e dedi-

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zione da parte del già menzionato Collegio liturgico operante in parrocchia, attraverso il servizio prestato da ministranti diligenti e preparati, nonché alla perizia in re liturgica di cantori ed organisti, che si adoperano per la rivalutazione del patrimonio della tradizione musicale sacra, coniugandolo alle esigenze della nuova prassi liturgica. È da aggiungersi che la Santa Messa domenicale è anche un’occasione di incontro con gli altri, dove, oltre ad evangelizzare, si cerca altresì di responsabilizzare i fedeli nelle scelte da effettuare nella vita di ogni giorno. Nelle omelie domenicali, infatti, il parroco esorta sempre alla necessità per ogni battezzato della coerenza di vita, nella quale si deve manifestare l’amore verso il prossimo e mettere in pratica le virtù cristiane. Nell’ambito della vita liturgica e sacramentale della parrocchia è senz’altro da menzionare il tradizionale appuntamento con le Sacre Quarantore: la pia pratica della solennissima esposizione dell’Augustissimo Sacramento risulta ancora ad oggi essere molto sentita e praticata; occasione specialissima di preghiera continuata davanti a Gesù Sacramentato, essa costituisce ulteriore momento per sottolineare il ruolo centrale dell’Eucaristia nella vita della Chiesa nonché per l’incontro con la misericordia del Padre nel sacramento della Penitenza, sulla cui vitale importanza si insiste costantemente. Medesimo rilievo assume la partecipazione sentita alla novena del Santo Natale, alla pia pratica dei venerdì di Quaresima, dei primi venerdì del mese, il corso annuale di esercizi spirituali in preparazione della Pasqua e la quotidiana predicazione durante tutto il mese di maggio. Certamente, al centro dell’interesse della parrocchia vi è anche la famiglia, che viene attenzionata sia attraverso i corsi di preparazione al matrimonio, sia mediante l’educazione alla fede dei figli, la formazione catechetica dei genitori, il corso di ricamo per donne curato dalle Guardie d’Onore ai Santuari Mariani, e sia attraverso gli incontri del movimento Pro Sanctitate. La parrocchia, inoltre, è presente anche nei momenti di sofferenza della famiglia, con la visita agli ammalati, sia in ospedale che a casa, oltre a portare, a quanti ne sono impossibilitati, l’Eucarestia, attenzionando che siano santamente preparati. Per quel che concerne il legame ed il senso d’appartenenza del territorio con la parrocchia è molto forte e sentito. La manifestazione più evidente di tale assunto è l’annuale festa della Vergine Santissima dell’Aiuto che è


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motivo di coesione e vicinanza tra parrocchiani di oggi e di ieri con la parrocchia. Una caratteristica fondamentale, infatti, dell’esperienza pastorale della nostra parrocchia è senz’altro la continuità, da cui ha saputo trarre robusto giovamento l’intera comunità. L’essere un albero saldamente ancorato con vigorose radici nella tradizione viva è un punto di forza per l’azione pastorale attuata attraverso un necessario e naturale adattamento alle necessità di una società in continua mutazione: la continuità della guida pastorale ne ha salvaguardato le tradizioni e l’identità, consegnandole alle nuove generazioni nella loro sana integrità, tale da consentire un forte legame ed un radicato senso di appartenenza che rende ciascun parrocchiano membro d’una grande famiglia. Interventi non programmati (a cura della Segreteria per la Visita pastorale) Vari interventi liberi sono seguiti a completare il quadro esposto dal parroco e nella relazione pastorale. Si rileva, per esempio, come lo spopolamento di cui ha risentito per decenni il cuore della città non solo ha subito una battuta d’arresto, ma vede oggi un ritorno dei catanesi, quindi un lento ma graduale ripopolamento del territorio. La presenza degli stranieri - dapprima vista come problema o difficoltà - nel tempo ha prodotto frutti di una convivenza serena e di solidarietà. Il degrado economico e sociale mette tutti in moto perché ci si industri nella ricerca del lavoro. Da parte di chi opera in ambito caritativo si esorta all’utilizzo di strumenti di informazione e di comunicazione in grado di assicurare trasparenza, rapidità ed efficacia nel servizio reso ai più bisognosi. Ci si propone, oltre a questo, di offrire più che aiuti materiali, una testimonianza di vita serena, capace di irradiare la luce della speranza di Cristo a tutti, in modo speciale a chi vive nella tristezza della solitudine e del dubbio. Stralci dell’intervento dell’Arcivescovo (a cura della Segreteria per la Visita pastorale) a. Innanzitutto dobbiamo essere particolarmente contenti e ringraziare il Signore per questa bella esperienza. Cinquanta, quarant’anni fa’ era

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impensabile un momento del genere. Dobbiamo, quindi, cogliere i lati belli, quello che la Chiesa, sotto la guida dello Spirito Santo, matura sempre più. Queste esperienze ci permettono di capire meglio che cosa è la Chiesa, chi siamo noi e come dobbiamo comportarci. Nella Visita pastorale di una volta c’erano tanti momenti che anch’io ho potuto realizzare: visita alle scuole, alle persone ammalate… Queste belle novità - gli organismi di partecipazione, l’assemblea parrocchiale - li dobbiamo veramente capire e valorizzare, affinché questo stile possa stabilizzarsi e crescere sempre più. Ringraziamo, allora, il Signore per questo. b. Sia la relazione, sia gli interventi sono stati particolarmente arricchenti ed hanno fatto emergere alcune importanti sottolineature. Sono convinto che il Signore, attraverso la Visita pastorale, mi farà conoscere sempre meglio la comunità diocesana che mi ha affidato, facendomi cogliere anche tanti aspetti prima sconosciuti. c. Vorrei condividere con Mons. Smedila la gioia di aver studiato con voi la situazione della parrocchia, soprattutto con i due organismi di partecipazione. Condivido la gioia di aver percepito l’amore, la collaborazione, l’interesse, affichè la comunità parrocchiale possa essere sempre più quella famiglia di Dio di cui tutti vogliamo far parte. Incoraggio molto i primi passi nella lectio Divina; arriverete ad essere come i Padri del deserto, ma l’importante è essere partiti, perché se non si parte non si arriva da nessuna parte! Continuate: è molto importante, è un elemento essenziale! d. L’altro ieri è stato pubblicata l’esortazione post-sinodale del Papa, Verbum Domini. L’ultimo Sinodo dei Vescovi ha avuto come tema La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa. Io ho dato uno sguardo all’indice: mi pare veramente un documento molto ricco e a cui dobbiamo volgere la nostra viva attenzione. Se mancassero l’ascolto della Parola di Dio, l’Eucarestia, lo stare insieme, la testimonianza della carità, non saremmo la Chiesa, ma tutt’al più un bel club. e. Dagli interventi e dalla relazione abbiamo compreso più chiaramente il senso di quell’espressione che ormai usiamo spesso: il mondo che cambia.


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Anche stamattina, camminando per le strade, facevamo alcune considerazioni con Mons. Smedila, che sono ritornate anche qui: si è modificata la composizione della comunità, del territorio. Voi avete vissuto questo cambiamento. Certamente è una sfida, perché il mondo cambia, il contesto cambia; ma quello che significa Chiesa, Parola di Dio, Eucarestia, la comunione, la celebrazione dei Santi Misteri, l’annunzio del Vangelo, la testimonianza della carità, questo non può cambiare, perché così Gesù ha voluto la Chiesa! Ogni generazione è chiamata a confrontarsi con questo suo progetto. Se noi riusciamo a tenere insieme passato, presente e sguardo verso il futuro, siamo veramente persone sagge. f. Bisogna capire bene dove ci troviamo, e la relazione mi pare molto pertinente. Vorrei esortare a cercare di intensificare questa attenzione, questo dialogo. È vero quello che è stato osservato circa i nostri rapporti con le altre esperienze religiose. Noi cristiani disponiamo di una forza, di una ricchezza che qualche volta gli altri, forse, non hanno come noi. Noi siamo cattolici; cattolici significa che non possiamo avere preclusioni per nessuno, e possiamo vivere una ricchezza di relazioni. Anche se i seguaci di altre religioni possono essere qualche volta un po’ chiusi, noi dobbiamo essere accoglienti e animati da spirito di dialogo. Certamente per dialogare bisogna essere in due, ma io credo che noi per primi dobbiamo dare la testimonianza di accoglienza e di vicinanza. g. Non è, però, soltanto il parroco che deve saper accogliere; siamo tutti che dobbiamo accoglierci reciprocamente; “accoglietevi gli uni gli altri nell’amore di Cristo”. Sarebbe importante, per esempio, studiare anche un modo per vivere questa accoglienza. Vi invito a lavorare in tal senso. Certamente è significativo che il parroco saluti le persone che entrano in chiesa per partecipare all’Eucaristia, ma qualche volta ciò non è possibile visto che sino alla consacrazione arrivano persone. Ci sia, in tal senso, un servizio di accoglienza. Le Guardie d’Onore del Santuario, per esempio, potrebbero maggiormente distinguersi per questo servizio. h. Nella misura in cui le varie realtà ecclesiali presenti in parrocchia riusciranno a lavorare insieme, potremo sperimentare anzitutto il valore

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della comunione, dell’essere sempre più Chiesa. Ne potrà pure seguire che una parrocchia “disagiata” sarà aiutata nello stile cristiano della solidarietà e della comunione. Ci renderemo conto che non c’è una parrocchia che ha tutto e che si degna di dare qualcosa e una parrocchia che deve sempre chiedere. Lo scambio dei doni è possibile. Ecco perché è importante conoscersi, è importante il Consiglio pastorale di vicariato. Anche questo, dalla Visita pastorale, deve uscire più potenziato. Sono stati evidenziati vari aspetti della vita della comunità; una comunità è viva se tutti si sentono responsabili, se tutti vogliono avere la gioia di dare il proprio contributo. i. È stato sottolineato tanto nella relazione che negli interventi che ne sono seguiti il valore della continuità. Il fatto che questa comunità parrocchiale abbia usufruito ininterrottamente del ministero pluridecennale del parroco è un valore molto bello. Sapete che la normativa ecclesiastica prevede anche che si possa cambiare; ma questo qui non è accaduto. Vorrei sottolineare il valore della continuità per evidenziare anche il particolare impegno che ha messo Mons. Smedila nello svolgimento del suo ministero. A me fa piacere poter dire grazie, e lo faccio molto volentieri, e desidero che ci sia sempre quest’affetto, questa gratitudine nei riguardi dei nostri sacerdoti. Affetto, gratitudine che si accompagna alla preghiera e alla collaborazione. Se occorre, fate pure tutte le necessarie osservazioni al sacerdote; ma prima parlatene col Signore. Io do sempre questo consiglio: prima parlatene col Signore! Il Signore può anche dire: raddoppia la dose! Il Signore potrebbe dire: senti, informati meglio prima! È importante che per il bene della comunità diciamo quello che è necessario, ma se ne parliamo prima col Signore vi assicuro che può essere più efficace. È anche questo un aspetto della vita della Chiesa che Gesù stesso chiama “correzione fraterna” da praticare nello stile che Lui ci ha insegnato. l. Desidero concludere sottolineando l’importanza delle quarant’ore per un aspetto molto particolare. L’anno prossimo ad Ancona ci sarà il Congresso Eucaristico Nazionale. Voi che celebrerete le quarant’ore nel prossimo mese di febbraio, avvaletevi del sussidio nazionale Signore, da chi andremo? E valorizzate tutte le circostanze per fare dell’Eucaristia il centro della vostra vita personale e parrocchiale.


Incontro con l’Arcivescovo 19 novembre 2010

Ore 9.00

VISITA ALL’ISTITUTO COMPRENSIVO “AMERIGO VESPUCCI” La Visita si apre in presidenza con l’incontro con la Preside, prof.ssa Carmela Pittera. Quindi nel cortile dell’Istituto, l’Arcivescovo si intrattiene con tutti gli studenti. Dopo il saluto della Preside, i bambini dei vari cicli pongono le loro domande.

Saluto della Preside, professoressa Carmela Pittera5 Eccellenza, Le porgo il mio saluto insieme a quello degli insegnanti e di tutto il personale che opera nella nostra scuola. Avevamo pensato di riunirci oggi a piccoli gruppi all’interno della scuola e, invece, la bellissima giornata ci permette di stare tutti insieme e di condividere questo momento molto bello all’aperto. Un momento intenso, pieno di tanta spiritualità. Qualche mese fa un evento molto spiacevole ha interessato il nostro quartiere: un signore che abita proprio di fronte la scuola, che fa tanto anche per i nostri ragazzini, è stato malmenato ed è finito in ospedale. Poichè questo signore davanti alla sua casa ha una pianta di gelsomino, abbiamo pensato di organizzarci dedicando una giornata alla rinascita del quartiere. Abbiamo pensato anche di comprare dei gelsomini, di fare delle aiuole nello spazio verde della scuola; che siano i gelsomini il simbolo di quello che non dovrà più accadere in questo territorio! Questo quartiere è spesso visitato dagli stranieri. La loro presenza è importante perché ci chiede di vivere con responsabilità e attenzione verso noi stessi, gli altri ed il nostro territorio. La benedizione delle piante di gelsomino che Le chiederemo rappresenta quindi il segno di questo desiderio di rinascita. Domande dei ragazzi rivolte all’Arcivescovo 1. Da quanti anni fai il Vescovo? 5

Testo non rivisto dall’autore.

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2. Che emozioni hai provato quando ti hanno detto che dovevi fare il Vescovo? 3. Perché porti questo vestito? 4. Per te cosa rappresenta la collana che porti? 5. Come si chiama il copricapo che porti? 6. Ti piace fare il Vescovo? 7. In un giorno quanti bambini e ragazzi confessi? 8. Nelle manifestazioni religiose, difendi sempre la tua religione? 9. Quante persone hai aiutato? 10. Quante chiese hai visitato? 11. Perché sei venuto a farci questa Visita pastorale? 12. Come mai hai deciso d’intraprendere la carriera ecclesiastica? Quale ruolo ha il Vescovo e quali compiti svolge nella comunità ecclesiastica e quali invece nella società civile e laica? 13. Quali consigli può dare ai giovani che si sono allontanati dalla Chiesa? Come riscoprire i valori che essa propone? 14. L’emergenza immigrazione propone la necessità di sempre più frequenti scambi interculturali, come secondo lei è possibile una coesistenza e convivenza pacifica tra religioni diverse? 15. Cosa può fare la Chiesa per migliorare un quartiere problematico come il nostro e in quale misura essa può influire sulla politica per spingerla ad attivare interventi e soluzioni a riguardo?

Sintesi dell’intervento dell’Arcivescovo (a cura della Segreteria per la Visita pastorale) a. Esprime il suo rammarico per la vicenda del signore del quartiere malmenato e invita a rispondere a questi episodi con la responsabilità ed il senso civico. b. Racconta da dove viene e l’esperienza vissuta da bambino a scuola, poi la sua crescita fino alla nomina a vescovo. c. Spiega il segno dell’abito, dello zucchetto e di altri oggetti come espressione della sua identità.


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d. Invita ad amare e vivere i propri impegni con responsabilità e attenzione spiegando come a scuola, in famiglia, nell’ambiente che abitiamo il buon andamento dipende anche da come noi ci comportiamo. Indica una domanda a fondamento del cambiamento personale e sociale: «Io che cosa posso fare?» e. Ricorda che difendere la propria religione significa rispettare le religioni e le posizioni degli altri. f. L’immigrazione - sottolinea - non è né un’emergenza né un problema, ma una grande occasione di apertura e dialogo.

Ore 10.00

VISITA AL LICEO SCIENTIFICO STATALE “BOGGIO LERA” Il Liceo Scientifico Statale “Enrico Boggio Lera”, di via Vittorio Emanuele II, conta all’incirca ottocento studenti. L’Arcivescovo comincia la sua visita all’istituto incontrando in presidenza il Preside, prof. Giovanni Torrisi e la Vicepreside, prof.ssa Concetta Manola.

Saluto del Preside, professore Giovanni Torrisi6 Eccellenza Reverendissima, La sua presenza tra noi ci fa molto piacere perché nella sostanza condividiamo alcuni aspetti fondamentali della vita dell’uomo che è quello della formazione della persona che crede nei valori che, indipendentemente da specifiche posizioni, sono valori universali e comuni: il rispetto dell’altro, la solidarietà umana, la capacità di cogliere e capire che ci sono dei beni spirituali che sono sempre prevalenti, in ogni caso, e che i soli beni materiali non possono mai soddisfare la vita dell’uomo.

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Testo non rivisto dall’autore.

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Sono ben felice di rivolgere a nome di tutta la comunità di questa scuola abbastanza rivelante (per quanto riguarda il numero delle persone) un caloroso saluto e benvenuto e sono convinto che anche il lavoro di un Arcivescovo non sia affatto semplice come quello di un preside. Penso che, però, concordiamo nel non arrenderci mai di fronte alle difficoltà e insistere, perché ritengo che gli aspetti migliori della vita trionferanno sempre se uno ci crede veramente. Voi siete i giovani e siete quelli che nel futuro miglioreranno questa realtà e crediamo e pensiamo che possiate, sotto questo aspetto, rappresentare per noi una bella speranza. Chiudo subito perché voglio dare la parola all’Arcivescovo, lo ringrazio ancora e gli do il benvenuto a nome di questa scuola. Saluto di uno studente 218

Eccellenza Reverendissima, È un onore per noi studenti del Liceo Scientifico Boggio Lera poterLe dare il benvenuto. Le porgiamo anche il saluto del Preside, di tutti i docenti, degli operatori scolastici e di tutti gli alunni della nostra scuola, manifestandoLe la nostra gratitudine per la Sua presenza in mezzo a noi. Nel rispetto della laicità dello Stato e della scuola pubblica, La accogliamo come esponente della Chiesa locale che riconosciamo essere un’agenzia educativa significativa per il nostro territorio. Siamo consapevoli che, in questo momento storico, in cui è forte l’«emergenza educativa», è fondamentale che si realizzi un patto educativo tra tutti coloro che hanno responsabilità in questo delicato ambito della vita sociale. Il compito educativo necessita di luoghi credibili: la scuola è certamente l’orizzonte comune, al di là delle opzioni ideologiche. Educazione, cultura e fede possono interagire, ponendo in rapporto dinamico e costruttivo le varie dimensioni della vita, nel tentativo di trasformare la conoscenza in sapienza di vita. Siamo onorati di poter dire che la nostra scuola è da sempre attenta e aperta ai bisogni del territorio. A vario titolo si impegna nella promozione dei valori umani e dei diritti fondamentali dell’uomo, al di là di ogni


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distinzione di razza, cultura e religione. Attraverso le varie attività i nostri insegnanti si sforzano di favorire tra i ragazzi condizioni e stili di vita sani e rispettosi dei valori comuni, promuovendo lo sviluppo integrale della persona, educando all’accoglienza dell’altro, al rispetto delle diversità, alla solidarietà, al rispetto dell’ambiente, alla pace, alla legalità, al discernimento della verità, alla responsabilità etica nell’economia e all’uso saggio delle tecnologie. Per realizzare questa meta ambiziosa, che vuole dare priorità al “saper essere” più che al “saper fare”, la nostra scuola vede impegnati in prima linea non solo i docenti, ma anche le famiglie, gli enti del territorio, esperti nei vari settori e tutti coloro che hanno il desiderio di contribuire allo sviluppo di una coscienza critica, alla formazione del cittadino di domani e alla crescita del senso del bene comune. Grazie, Eccellenza, di questa visita oggi nella nostra comunità scolastica. La Sua presenza e le Sue parole ci spronino nel proseguire il nostro impegno per il raggiungimento del bene e suscitino in noi pensieri e gesti di speranza per un futuro migliore. Sintesi dell’intervento dell’Arcivescovo (a cura della Segreteria per la Visita Pastorale) a. Esprime gioia e gratitudine per questo momento di incontro, in particolare per il dialogo con il Preside - avvenuto poco prima in presidenza. Sottolinea come la convergenza degli obiettivi di lavoro e di servizio favorisce l’incontro e la comunione. b. Condivide la sua esperienza come insegnante di religione nei licei di Palermo per un periodo complessivo di sei anni, ricordandola come significativa ed edificante per la sua vita. c. Indica nella identità della persona la preziosità umana, come unica e speciale, come soggetto capace di relazioni: l’uomo, creato ad immagine e somiglianza di Dio, nella storia ha cercato costantemente di incrementare e migliorare i suoi rapporti con gli altri. d. Sottolinea come l’identità umana, riflesso di Dio, sia centro di interesse, soprattutto sia meritevole di custodia e debba essere tutelata nella sua dignità, nei suoi diritti fondamentali.

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e. È la dignità che contraddistingue l’essere umano - ricorda - che rende ciascuno capace di dialogo. Notando come oggi si dà più spazio alla violenza, all’individualismo che al dialogo, invita i ragazzi a scegliere il bene, il meglio, la verità. f. Individua nella capacità di scegliere bene sin d’ora prospettive che aprono ad orizzonti più ampi che riguardano il futuro, ma che vengono preparati nel presente. «Guardate con fiducia al futuro!»: è l’esortazione del padre ai figli che con trepidanza ed entusiasmo si affacciano alla vita.

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g. Invita a vivere l’esperienza della Chiesa in maniera continua, a non lasciare gli ambienti parrocchiali subito dopo aver completato il cammino di iniziazione cristiana. Propone di rimanere o di ritornare in Chiesa: perché c’è bisogno dei giovani! Questo, sia per favorire un arricchimento delle comunità parrocchiali, ma soprattutto perché ciascuno possa crescere in pienezza, in armonia, senza tralasciare la cura dello spirito e della solidarietà. h. Saluta lasciando in dono il volume che presenta, attraverso riferimenti storici ed immagini, il Duomo, dal titolo La Cattedrale di Catania e ringrazia per i volumi ricevuti in regalo dal Preside.

Ore 16.30 - Parrocchia Santa Maria dell’Aiuto

INCONTRO CON IL MOVIMENTO PRO SANCTITATE L’incontro si apre con la recita dei Vespri del Venerdì della I settimana del salterio. Sono presenti 25 membri appartenenti al nucleo.

Intervento della responsabile del Nucleo, signorina Rita Russo A nome del nucleo “Pro Sanctitate” qui presente nella parrocchia Santa Maria dell’Aiuto le porgo con gioia, con filiale e fraterno affetto e stima il benvenuto. È fare una bella esperienza vedere tra noi il Pastore che Dio ha dona-


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to all’Arcidiocesi catanese. Ci è di conforto e di sprone la Sua presenza perché è segno tangibile della paternità, della misericordia e della carità Divina che tutti ama in ugual misura. Il gruppo formatosi, grazie alla fraterna disponibilità sacerdotale di Mons. Carmelo Smedila, già da circa nove anni opera in questa parrocchia, guidato delle volontarie “Pro Sanctitate”: Lucia D’Alessio (trasferita a Roma) e Rita Russo (stabilmente fissa a Catania) coadiuvata dalla sig.ra Pina Smedila Nicotra (sorella di Monsignore e associata al Movimento Pro Sanctitate) e la recente presenza dell’animatore sociale Sebastiano Marchese che qui opera come fraterno collaboratore parrocchiale. Ogni quindici giorni si ha la presenza costante di circa 25-28 signore che nella sagrestia della parrocchia, messa a disposizione con generosità da Mons. Smedila, seguono con interesse le indicazioni programmate sul cammino formativo cristiano - ecclesiale con una adeguata catechesi. Nonostante le diverse realtà, vissute personalmente da ciascuna nel ruolo, di mogli, insegnanti, ex docenti, casalinghe ed impiegate, si è creato un clima di rispettosa fraternità che ha dato spazio a ciascuna di proporsi con le proprie doti e i propri talenti. Per quanto riguarda la catechesi si è tenuto conto dell’obiettivo prefissato: Essere e conoscere prima di agire. Si sono sottolineate, con l’aiuto della Sacra Scrittura e di alcuni documenti della Chiesa, le problematiche che ancora sono presenti nel mondo laicizzato di oggi. 1. La sacralità della vita e dell’essere umano (Facciamo l’uomo a nostra immagine) 2. La sacralità della famiglia (Familiaris consortio - Dio li creò maschio e femmina e poi li benedisse) 3. La sacralità del lavoro (Laborem exercens: Guadagnerai il pane con il sudore della fronte) 4. La società ieri-oggi-domani (Sollecitudo rei socialis) 5. La missione del cristiano (Cristifideles laici e Gaudium et Spes: Andate anche voi) 6. Quale deve essere l’impegno e la risposta del battezzato a lavorare per trasformare il mondo secondo il disegno di Dio (L’amore è rivoluzione del servo di Dio Mons. Giaquinta).

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Grande interesse ha suscitato il messaggio che nella Pasqua del 2007 Vostra Eccellenza ha indirizzato alla Chiesa di Catania, richiamando la Comunità Ecclesiale catanese a fare un salto di qualità così come Benedetto XVI ha augurato nel Convegno Ecclesiale di Verona del 2004. 7. “Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia e la famiglia come una delle tre grandi agenzie educative in collaborazione con la scuola e la Chiesa”.

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Problematiche in fase ancora di riflessione e maturazione sono state viste sotto l’ottica evangelica. Costante è stata la preghiera allo Spirito Santo e alla Madonna della Fiducia perché il di più dell’Amore di Dio, aspetta ancora il nostro di più, come ci ha sottolineato il servo di Dio Mons. Guglielmo Giaquinta in concordanza con la Chiesa (Lumen Gentium). Un di più che deve essere voluto, amato e costantemente attuato ogni giorno nelle varie situazioni familiari, ecclesiali e sociali. Alcune signore si sono impegnate nel Movimento Pro Sanctitate a lavorare come simpatizzanti, altre come aderenti e associate. Tutti partecipano in maniera equilibrata ai vari momenti liturgici e formativi della parrocchia, del Movimento Pro Sanctitate e della Diocesi, in collaborazione con le varie attività promosse durante l’anno dal Consiglio pastorale parrocchiale e diocesano. Alla luce della Parola e dell’Eucaristia, della preghiera e della disponibilità ai disegni di Dio nei vari momenti della nostra vita, desideriamo con umiltà e costanza, renderci sempre pronti a collaborare con la Chiesa locale catanese ed invochiamo con la protezione di Maria Santissima dell’Aiuto e della Trinità Santissima la Sua paterna benedizione.

Interventi non programmati (a cura della Segreteria per la Visita pastorale) Alcuni dei membri presenti prendendo la parola condividono la loro esperienza nel movimento, mettendo in luce i motivi per cui hanno deciso di entrarne a farne parte: la santità, come risposta massima all’amore


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massimo di Dio, come adesione totale alla volontà di Dio, come chiamata alla testimonianza e alla missionarietà in ogni ambiente, non solo quello parrocchiale, ma soprattutto quello familiare, di lavoro, di tutte le realtà dove ciascuno opera e vive. Il cammino del movimento, tracciato all’insegna della corresponsabilità, della spiritualità, dello spirito di famiglia, della conoscenza del magistero della Chiesa e del carisma consegnato al Servo di Dio Guglielmo Giaquinta, ha favorito una crescita umana e spirituale insieme e la consapevolezza di dover essere e operare attivamente all’interno della Chiesa.

Sintesi dell’intervento dell’Arcivescovo (a cura della Segreteria per la Visita pastorale) a. È testimonianza della molteplicità dei carismi presenti nella Chiesa, di cui dobbiamo essere particolarmente coscienti i sacerdoti. b. Si compiace per l’approfondimento del documento Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia, annotando che la Visita pastorale ha come sfondo gli obiettivi indicati nel documento. Il settimo, in particolare, è l’obiettivo individuato per l’anno in corso. c. Verifica come la comunità diocesana è ricca di esperienze feconde e importanti. Sprona tutti ad evidenziare il bene, a riconoscere ciò che arricchisce la Chiesa, le comunità, nella consapevolezza che solo così sarà possibile distinguersi da chi oggi non riesce a vedere il bene, ma quasi sempre il male ed il peggio. d. Sottolinea come nella Chiesa, oltre la parrocchia, ci sia la ricchezza delle associazioni e dei movimenti: questo sta ad indicare cammini di formazione, risposte alle varie chiamate di Dio, ricchezza diffusa. e. Ricordando il fondatore del Movimento Pro Sanctitate, sacerdote di origine netina, Vescovo emerito di Tivoli, il Servo di Dio Guglielmo Giaquinta, apprezza non solo la sua opera, ma anche la sua eredità, ossia il Movimento, e coglie l’occasione per chiedere la grazia della sua canonizzazione a modello di tutti, in particolare dei sacerdoti. f. A partire dalla lettura breve proclamata nei Vespri (Fil 2,2-4) indica lo stile con cui ogni realtà della Chiesa, ogni movimento o associazio-

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ne, ogni cristiano è chiamato a seguire e testimoniare Cristo: “noi che abbiamo ricevuto tanto dal Signore, noi che siamo stati resi forti dalla grazia del Signore, dal cammino di vita cristiana che abbiamo potuto fare” abbiamo il dovere di sopportare l’infermità dei deboli, senza compiacere noi stessi, cioè senza insuperbirci, senza indisporci. Indica la via dell’umiltà e del servizio come il tesoro di cui la Chiesa può disporre per realizzare sin d’ora il Regno di Dio: il modello di ogni santità rimane, è e deve diventare sempre più Gesù. g. Sottolineando la bellezza del ministero sacerdotale ne valorizza il valore e la funzione nella Chiesa, come missione di servizio all’annuncio e alla comunione. A partire dal Papa, “servo dei servi di Dio”, dei vescovi, dei sacerdoti e delle persone consacrate, fino a tutti i battezzati, tutti - ricorda - siamo chiamati ad irradiare la luce e la santità di Cristo, ad essere santi perché questo è il progetto che il Signore ha per ciascuno di noi indistintamente. 224

Ore 17.30

SANTA MESSA CON SOLENNE BENEDIZIONE DELLA CHIESA DELLE SANTE BARBARA ED AGRIPPINA Sintesi dell’omelia dell’Arcivescovo (a cura della Segreteria per la Visita pastorale) a. Sottolinea come tutte le feste, tutta la ricchezza delle tradizioni religiose e della pietà popolare devono portare sempre più al cuore della nostra fede. b. Ringrazia il parroco e tutte le persone che, a vario titolo, hanno contribuito al recupero e al restauro della chiesa. Invita alla sua valorizzazione ricordando che ogni volta che viene aperta una chiesa, la liturgia insiste su questo: far capire che noi siamo la Chiesa. Ricorda che tutti i battezzati, tutti i cristiani partecipiamo di questa dignità: siamo le pietre vive di questo edificio vivente che è la Chiesa di Dio. Perché un edificio sia veramente una casa, un monumento, le pietre


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devono stare insieme; se ogni pietra resta isolata non c’è l’edificio. Noi siamo pietre vive: dobbiamo restare intimamente uniti a Cristo pietra angolare. Se viene meno questo legame, l’edificio cade. Se siamo uniti al Signore Gesù si sviluppa tutta la ricchezza che inizia dal momento in cui il Signore ci dà questa grande grazia di renderci pietre vive. c. Esorta ad ascoltare e mettere in pratica la Parola nella nostra vita. Mentre la lasciamo dimorare in noi, siamo chiamati a condividerla con gli altri, con tutti. Dobbiamo proclamare la nostra fede; non dobbiamo aver paura, serenamente, nel rispetto del credo altrui, dobbiamo dare testimonianza della nostra fede. Dobbiamo avere questo santo coraggio; non dobbiamo vergognarci; soprattutto la testimonianza deve essere percepita nella nostra vita. d. Indica la Visita pastorale come l’occasione propizia per essere sempre più la comunità, la Chiesa viva di Gesù. 225

Ringraziamento del signor Fussone7 Ringrazio il Signore per averci concesso la pazienza e la forza di sostenere il progetto che vede rinnovata questa Chiesa. Il lavoro della Confraternita dedicata a Sant’Agata delle Sciare - titolare della Confraternita insieme alle Sante Barbara e Agrippina - ha permesso che in dieci anni i lavori vedessero il loro inizio e la loro fine. Un dono che come Confraternita abbiamo potuto far moltiplicare e che per questo condividiamo volentieri con tutte le altre confraternite. La Chiesa è sempre aperta! Saluto conclusivo del Parroco8 Con quest’incontro noi concludiamo la nostra Visita pastorale in questa parrocchia.

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Testo non rivisto dall’autore. Testo non rivisto dall’autore.


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Voglio sottolineare della Visita pastorale l’impegno a portare avanti il lavoro con gli organismi di partecipazione, il Consiglio pastorale parrocchiale e il Consiglio affari economici, e l’attenzione alla Parola di Dio attraverso la lectio divina facendo un percorso di conoscenza e di familiarità con la Parola.

Sintesi dell’intervento conclusivo dell’Arcivescovo (a cura della Segreteria per la Visita pastorale) a. Ringrazia i presenti, in particolare il Parroco, per tutti i momenti vissuti insieme, e sottolinea come ciascuno di essi lascia certamente una traccia e costituisce una seminagione di grazia che il Signore ha operato.

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b. Anticipa la preparazione di una lettera che sarà inviata alla comunità parrocchiale a seguito della avvenuta Visita. Esorta tutti a seguire, con la preghiera e con l’attenzione alle pubblicazioni, la Visita pastorale che si sposta nelle altre parrocchie dell’Arcidiocesi. Indica nei canali di comunicazione della Diocesi - Prospettive ed il sito - dei mezzi di informazione e di comunicazione per vivere bene tutto il tempo del Dopo Visita.


Lettera conclusiva


Lettera conclusiva

Carissimo Mons. Smedila, Con grande gioia ti indirizzo questa lettera che spero verrà incontro anche all’attesa tua e delle persone che più direttamente hanno collaborato per la buona riuscita della Visita pastorale in codesta parrocchia santuario Santa Maria dell’Aiuto.

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1. Scrivo la presente per adempiere quanto suggerisce il Direttorio per il Ministero pastorale dei Vescovi circa la conclusione della Visita (nº 225), ma, soprattutto, per cogliere la possibilità di rivivere con te e con l’intera comunità parrocchiale il tempo indimenticabile che il Signore ci ha dato la grazia di vivere insieme nei giorni 7, 17, 19, 22 novembre 2010. La presente va letta alla luce della parte dedicata alla Visita pastorale nell’omelia della Messa Crismale del 21 aprile u.s. (cfr. allegati) e della Lettera indirizzata ai fedeli della parrocchia e che ti ho consegnato alla fine della stessa celebrazione allo scopo di farla conoscere ai destinatari. Con questa lettera desidero anche collegarmi alla celebrazione svoltasi giovedì 16 dicembre 2010 presso codesta parrocchia che accolse degnamente qualificate rappresentanze delle otto parrocchie del Vicariato, i loro parroci ed il sottoscritto. Ricordo ancora la particolare solennità con cui furono celebrati i Vespri Pontificali, cui seguì il Te Deum innalzato al Signore che volevamo ringraziare a conclusione della Visita pastorale nel I Vicariato. A più riprese ho rinnovato i sentimenti di gratitudine al Signore allora sgorgati dal nostro cuore. Sono sicuro che lo stesso avete fatto tu e le persone che hanno sperimentato la vera natura della Visita pastorale: dono del Padre per la nostra Chiesa. 2. Il succitato numero 225 del Direttorio suggerisce, fra l’altro, al Vescovo di ricordare la visita svolta nella parrocchia, di apprezzare gli impegni pastorali in atto e di stabilire alcuni punti per un cammino comunitario più impegnato. Di seguito, perciò, accennerò alla preparazione e allo svolgimento della Visita in codesta parrocchia e sottolineerò l’urgenza dell’impegno affinché il fervore suscitato dall’evento non si affievolisca e, soprattutto,


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affinché i buoni propositi formulati nei vari incontri siano adesso attuati con l’aiuto del Signore. 3. Circa la preparazione della Visita pastorale desidero anzitutto evidenziare che l’esortazione a ben preparare l’evento da te rivolta in qualità di Vicario foraneo ai Confratelli parroci, in codesta parrocchia ha avuto una significativa applicazione. Ne sono testimonianza gli interessanti verbali delle quattro riunioni del Consiglio pastorale parrocchiale da te ampiamente e doverosamente valorizzati per la stesura della relazione presentata nel corso dell’Assemblea parrocchiale del diciassette novembre 2010. Altra evidente prova dell’impegno con cui la Visita è stata preparata è data dal triduo di preghiera e di riflessione: l’omelia; “La Visita pastorale: dono del Padre alla nostra Chiesa”; la lectio Divina sul Cantico di Zaccaria “Benedictus: Dio Visita il suo popolo” e l’altra a sfondo mariano “La Chiesa: popolo di Dio in cammino con Maria” per ricordare che la Visita pastorale si sarebbe svolta nel trecentosessantesimo anniversario della traslazione della prodigiosa Immagine della Madonna venerata in codesto Santuario. 4. Così ben preparata, la Visita pastorale ha costituito un evento memorabile nella vita della parrocchia ed ha colmato di meritata soddisfazione te e collaboratori come pure la Segreteria per la Visita pastorale con la quale hai costantemente collaborato. Tutti i momenti in cui si è articolata la Visita meriterebbero uno speciale accenno. Non potendolo fare per ovvie ragioni, mi limito a menzionare i seguenti. a) Nella giornata del diciassette novembre ho vissuto le primizie degli incontri nelle scuole che, come ho sottolineato nell’omelia dell’ultima Messa Crismale, costituiscono la bella sorpresa della Visita in corso. La Visita all’Istituto Scolastico Comprensivo “Caronda” mi ha dato la possibilità del primo nella numerosa serie dei dialoghi con i ragazzi incontrati sia in parrocchia che nelle scuole. Rispondendo alle loro domande, ho provato la gioia di rivedermi alla loro età e di ringraziare il Signore che ha guidato i miei passi dalla natia Sciara (provincia

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e diocesi di Palermo) a Catania dove svolgo il ministero episcopale. Ho pure vissuto il primo incontro con una scuola superiore visitando il Liceo Scientifico “Boggio Lera”. Della bella riuscita dell’incontro rimane traccia nello Speciale Visita pastorale pubblicato il 12 dicembre u.s. nel nostro settimanale Prospettive. b) Nella stessa giornata ho vissuto, pure per la prima volta, il momento particolarmente coinvolgente della visita agli ammalati. Ho potuto rendermi conto della grande attenzione che, sull’esempio di Gesù cui dobbiamo ispirarci specialmente noi suoi ministri, tu riservi alle persone ammalate. Sono stato accolto con gioia perché lo straordinario incontro con il Vescovo era inserito nel contesto di quelli che tu abitualmente hai con loro. c) La Celebrazione Eucaristica per la riapertura, dopo i lavori di restauro, della chiesa dedicata alle Sante Barbara ed Agrippina, mi ha permesso di comprendere meglio cosa significa e cosa comporta per voi parroci del centro storico di Catania il dovere della custodia e della valorizzazione delle numerose chiese di cui, nella maggioranza dei casi, siete Rettori. È un argomento che richiede una specifica attenzione a livello di Vicariato. Cercheremo di farlo quanto prima, mentre adesso ben volentieri ti ringrazio per la lodevole diligenza che riservi a tale problematica. d) Mi piace esprimere particolare apprezzamento per il significativo gesto compiuto a conclusione della riunione congiunta del Consiglio pastorale parrocchiale e di quello per gli affari economici. Mi riferisco alla distribuzione ai presenti della Nota pastorale della C.E.I. Educare alla Vita buona del Vangelo. È importante che soprattutto i membri degli organismi di partecipazione conoscano gli orientamenti pastorale che al presente guidano il cammino delle Chiese in Italia, come pure i principali documenti del Magistero. 5. Desidero incoraggiare te e la comunità parrocchiale di Santa Maria dell’Aiuto a vivere l’altrettanto importante tempo del Dopo Visita. Esso, come il periodo di preparazione, deve essere espressione di profonda comunione vissuta fra le parrocchie del Vicariato e testimoniata dall’applicazione di modalità comuni e condivise. Tali modalità consistono anzitutto nella prosecuzione della preghiera


Lettera conclusiva

per la Visita pastorale e dell’esercizio della lectio Divina, come pure nel costante impegno a valorizzare bene lo specifico servizio che gli organismi di partecipazione devono abitualmente esercitare. Non sia trascurata la significativa esperienza dell’assemblea parrocchiale. Un’altra modalità da vivere in comune è costituita dall’impegno per qualificare meglio, a livello vicariale, la formazione degli operatori pastorali delle singole parrocchie. Essa comprenderà alcuni incontri base cui seguiranno altri specifici nei singoli ambiti dove già sono in corso collaudate esperienze animate da alcuni Uffici diocesani. Altro settore in cui devono distinguersi le parrocchie già visitate consiste nell’attuazione dell’obiettivo per il prossimo Anno pastorale che indicherò in occasione del pellegrinaggio diocesano a Mompileri. Rientrano tra tali modalità anche i compiti affidati rispettivamente al Vicario episcopale per la pastorale, Don Pietro Longo, e a Don Vincenzo Branchina. a) Raccomando vivamente di continuare a pregare per la buona riuscita della Visita pastorale. Voi che già l’avete vissuta e ne avete apprezzato l’importanza pregherete affinché ciò possa avvenire in tutte le parrocchia dell’Arcidiocesi. Chiedo di dedicare nelle Messe festive un’apposita intenzione della Preghiera dei fedeli alla Visita pastorale. Suggerisco, inoltre, di servirsi del testo dell’apposita Preghiera in occasione di incontri associativi e degli organismi di partecipazione. b) Sarai contattato dai Confratelli Pietro Longo e Vincenzo Branchina per quanto di loro rispettiva competenza. Con Padre Vincenzo esaminerai le Lettere del Vicario generale e del Vicario episcopale per l’amministrazione già in tuo possesso, curando, con il coinvolgimento del Consiglio per gli affari economici, ogni possibile attuazione dei loro suggerimenti e delle loro disposizioni. Di quanto sarà fatto al riguardo, si dia notizia ai competenti Uffici di Curia con comunicazione scritta che sarà conservata anche negli archivi parrocchiali. Con Don Pietro, anzitutto privatamente e successivamente in riunioni di Consiglio pastorale, tratterai con la dovuta attenzione quanto evidenziato nella Relazione da te letta durante l’assemblea pastorale parrocchiale, come pure quanto emerso nei vari incontri svoltisi durante la Visita in codesta parrocchia.

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Lettera conclusiva

A tale scopo può essere di qualche utilità l’unita documentazione che comprende la sintesi di qualche mio interventi e l’indicazione di specifici punti da attenzionare nella vita della parrocchia. Ti ringrazio, inoltre, per la collaborazione che presterai a Don Pietro Longo nello svolgimento del compito che gli ho affidato presso le parrocchie del Vicariato. Da parte mia seguirò l’attività del Dopo Visita accompagnandola con la costante preghiera e con i migliori auspici per la sua migliore riuscita.

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6. Prima di concludere desidero esprimere la più viva riconoscenza per l’affetto con cui sono stato da tutti ed ovunque accolto. È stato bello scambiarci sentimenti di fraternità e di gioia nel Signore. Un grazie anche per l’offerta che mi è stata consegnata. Essa, come già ho detto, è conservata in uno specifico fondo in cui confluiranno eventuali altri simili gesti di generosità che saranno destinati alla realizzazione di una iniziativa a ricordo della Visita pastorale. 7. Sono sicuro, carissimo Mons. Smedila, che, pensando alla Visita pastorale nella parrocchia Santa Maria dell’Aiuto, insieme e per tanti motivi possiamo ripetere le belle espressioni dell’Apostolo Paolo: «A Colui che in tutto ha potere di fare molto di più di quanto possiamo domandare o pensare, secondo la potenza che opera in noi, a lui la gloria nella Chiesa e in Cristo Gesù per tutte le generazioni, nei secoli dei secoli! Amen» (Ef 3,20-21). Questa condivisione di lode al Signore sostenga e qualifichi l’impegno che ci unisce nella carità pastorale nei riguardi dell’intera comunità diocesana che il Signore mi ha affidato, ed in particolare della Parrocchia Santuario Santa Maria dell’Aiuto che ti vede entusiasta e generoso “pastore proprio”. Ti benedico con affetto paterno e con te benedico i fratelli e le sorelle che ami e servi nel nome del Signore. Catania, 9 maggio 2011

✠ SALVATORE GRISTINA Prot. N. 651/U - 83


Lettera conclusiva

Allegati

OMELIA MESSA CRISMALE (21 APRILE 2011) […] 3. La Messa Crismale cui stiamo partecipando rifulge come espressione particolarmente bella dell’unione ecclesiale attorno al Vescovo. Chiariamolo subito: il termine “Vescovo” significa certamente la persona che in questo momento si rivolge a voi, ma anzitutto e soprattutto sottolinea il ministero di colui che insieme ai fratelli presbiteri è sacramento e segno di Gesù Buon Pastore. Lo diveniamo, carissimi fratelli presbiteri, ricevendo il sacramento dell’Ordine sacro, seppure nei gradi diversi dell’episcopato e del presbiterato, che però devono essere entrambi animati dalla stessa carità pastorale che si esprime anche nella gioiosa e quotidiana fedeltà alle promesse sacerdotali che tra poco rinnoveremo. In definitiva, quindi, e non potrebbe essere altrimenti, realizziamo e viviamo tutti, voi fratelli e sorelle e noi presbiteri e vescovo, la nostra unione ecclesiale attorno a Cristo, “il Pastore grande delle pecore” (Eb 13,20). 4. Di tutto ciò il Signore ci permette di fare una straordinaria esperienza nella Visita pastorale, tempo e dono di grazia che il Padre concede attualmente alla nostra Chiesa particolare. In questo momento non posso fare a meno di ricordare, con commozione e a comune esultanza, che proprio in occasione della Messa crismale del 2009, il 9 aprile, davo l’annunzio della Visita pastorale. Vi dicevo allora: “La Messa crismale ci parla della dignità sacerdotale, profetica e regale che il Padre conferisce con il dono dello Spirito Santo ai discepoli del Figlio suo. Con la Visita pastorale avrò la grazia di onorare questa dignità nei figli e nelle figlie di Dio che incontrerò. Nel dialogo che avrò con loro ascolterò con gioia la narrazione delle meraviglie che il Signore permette di operare a chi valorizza questa dignità nella vita quotidiana, personale e familiare, civile ed ecclesiale. La Visita pastorale mi permetterà di verificare come da Cristo nostro capo si diffonde in tutte le membra della nostra Chiesa particolare e si espande nel territorio il Suo buon profumo.

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La Visita pastorale mi darà la gioia, carissimi fratelli presbiteri, di vedervi all’opera come servi premurosi del nostro popolo. Avrò la confortante conferma della vostra fedele e costante dedizione al ministero che il Signore vi ha affidato di nutrire con la sua Parola e di santificare con i sacramenti il santo popolo di Dio. La Visita pastorale mi chiamerà a dare una risposta particolarmente generosa alla domanda che Gesù continuamente mi rivolge: Salvatore mi ami? La risposta, lo so bene, deve essere convalidata dal fatto che cerco di diventare ogni giorno di più quello che tra poco vi chiederò di ottenermi da Gesù: essere in questa Chiesa immagine viva ed autentica di Lui buon Pastore, maestro e servo di tutti”.

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5. La Visita pastorale è iniziata con la celebrazione dell’Anno sacerdotale (19 giugno 2009 - 11 giugno 2010) che mi ha dato la grande gioia di incontrare quasi tutti i sacerdoti personalmente e per Vicariato. Lo scorso 30 ottobre l’ho aperta nel I Vicariato con l’indimenticabile Celebrazione Eucaristica qui in Cattedrale. Al presente, ho già ultimato la Visita in tutte le parrocchie del I e del II Vicariato e nelle prime due (Divina Misericordia, Misterbianco e Sacro Cuore, Piano Tavola) dell’VIII. Come segno di particolare attenzione verso le parrocchie già visitate, alla fine della Messa, consegnerò ai loro parroci gli oli e il crisma che tra poco benedirò e consacreremo. E tramite i parroci farò giungere una lettera di affettuoso saluto e di auguri pasquali alle comunità parrocchiali già visitate. 6. Seppure brevemente mi è assai gradito rendervi partecipi di qualche sentimento e di alcune prime riflessioni circa lo svolgimento già avvenuto e la prosecuzione in corso della Visita pastorale. a) Anzitutto e con tutto il cuore: l’anima mia magnifica il Signore … e sono sicuro di rendermi voce delle tante persone ed in primo luogo di voi, carissimi parroci e sacerdoti, che con me avete vissuto l’esperienza della Visita. b) Sono giunto nelle parrocchie certamente con trepidazione, ma soprattutto consapevole che mi aveva preceduto la corale intercessione: Ti preghiamo per il nostro Vescovo Salvatore che viene a visitarci nel Tuo


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nome: sia immagine viva e da autentica di Te buon Pastore. La preghiera è stata efficace e vi posso assicurare che il Signore l’ha esaudita oltre ogni nostra attesa in tutti i settori della Visita e, con bella sorpresa, particolarmente per quanto riguarda gli incontri nelle scuole. c) La preparazione della Visita pastorale è stata finora una eloquente testimonianza di comunione perché in tutte le parrocchie è avvenuta con modalità comuni e condivise. Ne ringrazio sentitamente i singoli parroci ed i Vicari foranei che hanno collaborato con intelligenza e generosamente con la Segreteria per la Visita pastorale. A tutti i suoi componenti ed al Suo coordinatore, il carissimo Padre Massimiliano, il nostro ringraziamento più cordiale ed affettuoso. L’esperienza della ben riuscita preparazione conferma la validità del metodo finora usato, e, quindi, esso sarà seguito, migliorandolo ove occorresse, anche nel futuro. d) Per le parrocchie già visitate, segue adesso il tempo altrettanto importante e ricco di operosità del Dopo Visita. Di che cosa esso debba significare nelle singole parrocchie sarà mia premura scrivere ai singoli parroci interessati, inviando qualche sussidio di documentazione ed anche dando fraternamente qualche suggerimento. 7. Qui mi limito a sottolineare che la comunione durante il tempo del Dopo Visita deve essere vissuta anzitutto nella continuazione della preghiera. Nelle parrocchie già visitate si continui a pregare per la Visita pastorale. Se essa è stata, come mi risulta da tante consolanti testimonianze, una bella esperienza, carità impone che lo stesso dono lo invochiamo per le parrocchie che ancora attendono la Visita. E così la preghiera unisce tutta l’Arcidiocesi nella preparazione, nello svolgimento della Visita pastorale come pure nel tempo che ad essi segue. Il Dopo Visita sarà qualificato anche dal particolare impegno cui si dedicherà il Vicario per la pastorale, il carissimo Don Pietro Longo, al

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quale, proprio per questo e affinché possa meglio attendere al coordinamento pastorale degli Uffici di Curia, ho chiesto di lasciare la parrocchia di San Leonardo in Adrano. Don Pietro, in piena comunione e sinergia con il Vicario foraneo del territorio e con i parroci, favorirà le necessarie iniziative affinché i buoni propositi maturati in ogni singola parrocchia e a livello vicariale siano adesso tradotti in pratica. Con la stessa diligenza e con tanta fiducia nel Signore, saranno pure affrontate le difficoltà lucidamente intraviste durante la Visita. Una particolare attenzione sarà riservata alle lettere che i Convisitatori hanno indirizzato ai singoli parroci. Per attuare nelle parrocchie quanto suggerito o disposto dai Convisitatori, è quanto mai opportuno affidare uno speciale mandato ad un presbitero. D’intesa con il Vicario generale ed il Vicario episcopale per l’amministrazione, affido tale compito al carissimo Padre Vincenzo Branchina, il quale così assocerà al ministero di parroco una ulteriore responsabilità di impegno in Curia. Lo ringrazio fin d’ora per la collaborazione che offrirà ai singoli parroci. 8. Uniti nella preghiera, insistendo nello stile di preparazione già attuato, e seguendo con fiducia le suddette indicazioni per il Dopo Visita, vivremo certamente una forte esperienza di comunione. Potremo così, nel prossimo Anno pastorale, attuare in tutta l’Arcidiocesi un altro obiettivo, scelto tra i ben noti sette indicati nel documento della C.E.I. sul volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia. Indicherò tale obiettivo in occasione del prossimo pellegrinaggio diocesano a Mompileri il 30 maggio. Sin d’ora e nuovamente affido alla intercessione della Madre Santissima la nostra Comunità diocesana e noi tutti che viviamo il tempo della Visita. Possiamo così sperare che la Visita pastorale sarà tempo di autentica crescita della nostra Chiesa perché tutti saremo così più disponibili e docili all’azione dello Spirito Santo che ci spinge anzitutto a più grande comunione. […]


Lettera conclusiva

PUNTI DA ATTENZIONARE NELLA VITA DELLA PARROCCHIA

• Far si che nella catechesi vengano coinvolte, quando possibile, anche delle coppie di sposi la cui esperienza possa aiutare i più giovani a crescere nel cammino di sequela al Signore. • Perseverare nei primi passi di lectio Divina. • Promuovere un servizio di accoglienza in chiesa soprattutto durante le celebrazioni, magari attraverso la collaborazione del bel gruppo delle Guardie d’onore ai Santuari Mariani. • Collaborare con le altre parrocchie del Vicariato per la ricerca e la gestione di risorse economiche provenienti da enti pubblici o da Fondazioni attente alle esigenze dei territori disagiati. • Mettere in rete le tante rettorie presenti nel territorio per le esigenze della pastorale parrocchiale e di Vicariato.

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CAPITOLO IV

VisitaPastorale allaParrocchia San Gaetano allaMarina


Informazioni statistiche

M APPA

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DEL TERRITORIO PARROCCHIALE


Informazioni statistiche

STRADARIO DEL TERRITORIO PARROCCHIALE

Vicolo Civita Largo XVII Agosto Via Billotta Via Marcaioli Via San Gaetano Via C. Amari Via San Lorenzo Via del vecchio bastione Via Vadalà Via Graziella Via Pescatore Via Bonaiuto Via San Tommaso Piazza Vincenzo Bellini Via Invalidi di guerra Via Teatro Massimo Via del mutilato Vicolo della sfera Pozzo Santa Teresa Via Ancora Via Spanò Via Ventimiglia dal n. 1 al n. 13 Via San Giuliano dal n. 75 al n. 181

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Informazioni statistiche

Via Landolina dal n. 2 al n. 76 Via M. Rapisarda dal n. 1 al n. 13 Via Vittorio Emanuele dal n. 57 al n. 114 Piazza Duca di Genova dal n. 1 al n. 13 Via Vecchia dogana dal n. 2 al n. 6 Via Dusmet dal n. 73 al n. 133 Via Porta di ferro dal n. 2 al n. 54 242

Piazza Cutelli dal n. 1 al n. 17 Via Museo Biscari dal n. 13 al n. 21

NUMERO STIMATO DI ABITANTI: 1603


Fase preparatoria


Fase preparatoria

Verbale della riunione del Consiglio Pastorale Giovedì 15 luglio 2010, alla presenza del Vicario foraneo Mons. Carmelo Smedila, alle ore 19.00 si è svolto l’incontro del Consiglio pastorale parrocchiale in vista dell’imminente Visita pastorale. Scopo dell’incontro, spiega meglio il Vicario foraneo a tutti i presenti, è quello, secondo la volontà espressa dall’Arcivescovo, di approfondire la realtà socio-pastorale della parrocchia, in particolar modo le esigenze e le emergenze. Un’“osservazione” più attenta, dunque, da parte della comunità di San Gaetano alla Marina che si appresta a vivere la Visita pastorale, “guardando se stessa” sia ad intra e sia ad extra, riflessione che il parroco, Don Ignazio Mirabella, ritiene quanto mai opportuna col seguente schema:

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Internamente essa deve: - costruire popolo; - sostenere e promuovere la vita secondo il Vangelo nei suoi membri nutrendoli con la Parola e i sacramenti; - accompagnare, nel rispetto dei tempi di ciascuno, ad una progressiva maturazione della fede, ad una adesione personale e impegnata al cristianesimo secondo l’indole e le possibilità di ognuno; - sostenere ed incoraggiare tutti nell’assunzione di scelte e di uno stile di vita rispondenti ai valori del Regno, capaci di raccontarne la prossimità e il suo continuo compiersi. Esternamente essa deve - appassionarsi alla vicenda umana in cui è immersa; - entrare in dialogo con le culture, appoggiando i valori esistenti, chiarendo quelli ambigui, aiutando a scoprire quelli assenti; - annunciare e testimoniare l’amore universale del Padre che Gesù ci ha rivelato con le parole e con i gesti, amore a cui è arrivato a dare sulla croce la consistenza del sangue e del sudore; - impegnarsi alla trasformazione del mondo secondo il sogno di Dio e nella logica del lievito confuso nella massa.


Fase preparatoria

Ora, continua Don Ignazio, l’impegno ad extra della Chiesa di Gesù domanda: partecipazione, comunione, dialogo ed ascolto, cura delle relazioni, continuità fra passato e futuro, creatività ed elasticità, sguardo privilegiato verso i poveri. Detto tutto questo, la comunità non nasconde quanto sia grande la difficoltà della realizzazione delle attività pastorali in toto a causa del pericoloso “deperimento” della struttura parrocchiale e del rischioso crollo di alcune parti di essa, in special modo della canonica, motivo per il quale la persona del parroco si sobbarca ancora pesanti disagi con conseguenze sulla sua stessa salute. A questo stato di cose, che comunque nulla tolgono all’entusiasmo e all’intensità dell’impegno evangelico e sociale di tutta la comunità, occorre segnalare l’inadeguatezza dei mezzi a motivo della precarietà economica della parrocchia e del quartiere stesso (ci piacerebbe avere, ad esempio, un pulmino a beneficio dei bambini e degli anziani). Se si esclude la parrocchia, oltre che come struttura, nel nostro quartiere si può registrare, ed è il parere unanime dell’assemblea, solo desolazione ed abbandono, anche istituzionale. Tutto ciò rappresenta un vero dramma per la nostra realtà territoriale che sembra destinata ad aggravarsi nonostante gli appelli e le ripetute iniziative di questi ultimi dieci anni. La voce di ogni singolo parrocchiano presente a questo incontro voluto dall’Arcivescovo, si esprime all’unisono, con elevata preoccupazione, circa il paradosso di un centro storico che è già periferia, pur essendo la Civitas, il cuore istituzionale (come era inteso sin dalla presenza normanna), sociale e morale della città. Infatti nel nostro territorio parrocchiale insistono le seguenti realtà: Teatro Bellini; sede Teatro Stabile; Palazzo Valle; parte di palazzo Biscari; Capitaneria di porto; alcuni consolati e sindacati; la Squadra mobile e un Commissariato di polizia; il Convitto Cutelli e la scuola privata San Francesco da Paola. A chiusura dell’incontro si vuole segnalare all’Arcivescovo, considerando il Direttorio come utile e pregiato strumento di studio e formazione per tutti, avente come punto centrale ed essenziale la verifica pastorale del nostro cammino, preziosa, questa verifica, per la conversione pastorale che tanto bene riecheggia nella Nota pastorale della C.E.I. su Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia, che venga accolta dunque, in occasione della Visita pastorale, l’istanza di questa comunità che

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Fase preparatoria

proprio per il volto missionario della Chiesa di cui tanto si parla, si approdi a quello stile ecclesiale, comunitario, di perequazione economica fra parrocchie ricche e parrocchie povere, come mutuo sostegno evangelico dell’unica missione per l’annuncio del Regno. La riunione si conclude con la preghiera e con gli auguri partecipati a Mons. Carmelo Smedila in occasione del suo ormai prossimo onomastico. Catania, 15 luglio 2010 CRISTINA MIRADOLI Segretaria del Consiglio pastorale

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Incontro con l ’Arcivescovo


Incontro con l’Arcivescovo

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Incontro con l’Arcivescovo

Calendario1

DOMENICA 14 NOVEMBRE ore 10.45 - Accoglienza dell’Arcivescovo e Celebrazione Eucaristica A Largo 17 Agosto benedizione lapide ricordo

LUNEDÌ 22 NOVEMBRE ore 15.50 - Visita ad alcuni fratelli ammalati ore 17.00 - Confessioni; incontro e dialogo con i fedeli ore 18.30 - Incontro con il CPP ed CAE ore 19.30 - Assemblea pastorale. Adorazione Eucaristica e benedizione

GIOVEDÌ 25 NOVEMBRE ore 09.30 - Visita al Convitto Cutelli ore 11.00 - Visita al Porto

1 Approvato dall’Arcivescovo sulla base di quello formulato dal Consiglio pastorale parrocchiale nella fase preparatoria.

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Incontro con l’Arcivescovo 14 novembre 2010

Ore 11.00 - Parrocchia San Gaetano alla Marina

MESSA DI APERTURA Intervento del Parroco all’inizio della Celebrazione Eucaristica Eccellenza,

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Le diamo il nostro più affettuoso e caldo benvenuto! Molte volte l’abbiamo avuta, in questi anni, qui nella nostra parrocchia, e indimenticabile è stata la sua prima messa in Arcidiocesi quando, all’indomani del Suo ingresso per iniziare il Suo servizio pastorale nella Santa Chiesa catanese, il 6 agosto del 2002, condivise con questa nostra comunità la celebrazione della festa di San Gaetano. Ed è da allora, Eccellenza, che ci sentiamo in Visita pastorale per le numerose volte che qui l’abbiamo veduta intervenire per le iniziative parrocchiali a cui ha sempre dato il Suo paterno sostegno, in questo luogo di fede, dove la comunità avverte sempre la voce e la forza della Parola del Signore che convoca, la voce e la forza della Parola di Dio nel territorio. Ci troviamo in quella antica chiesa che, sin dal lontano 1289, ha visto innalzare la lode al Signore, quando le Benedettine di Cibali del Monastero di Santa Sofia, fondato dal Papa San Gregorio Magno nel 591, essendo numerose di vocazioni, fondarono anche alla Civita un monastero, dedicando la loro cappella a Santa Venera. Nei secoli successivi il plesso monastico venne dedicato a San Giuliano e, dal 1727, la chiesa nuova, ricostruita in seguito al disastroso terremoto dell’11 gennaio 1693, nell’antico quartiere in cui nacque Agata, la gloria di Catania, venne affidata ai Teatini che vi portarono il culto del Santo di Thiene. Dopo questo brevissimo excursus storico ci pare di poter dire che qui, Eccellenza, siamo nel pieno della sintesi della Metropolia dell’Arcidiocesi di Catania, proprio per i suoi tre Santi: Santa Venera (Acireale, ed oggi si commemora la traslazione delle Reliquie); San Giuliano (Patrono di Caltagirone); Sant’Agata (natia di questo luogo, proprio a pochi passi da qui). Ci piace, Eccellenza, essere qui con Lei oggi! Dietro a me, mentre Le


Incontro con l’Arcivescovo 14 novembre 2010

rivolgo il saluto di benvenuto, attenta e devota è la presenza dei fratelli e delle sorelle di questa comunità, a partire dai bambini, che Lei vede in prima fila, tutte le giovanissime coppie cristiane che guarniscono consistentemente questa aula liturgica, i giovani, e tutti gli altri che sono più in avanti nel cammino di fede, e non solo per età, i catechisti, il Consiglio pastorale parrocchiale e il Consiglio per gli affari economici. E così dunque, Eccellenza, Lei giunge come Pastore. Il mio saluto di parroco vuole sottolineare questo: il Pastore ha iniziato il Viaggio, e noi lo iniziamo con Lei, con quegli elementi essenziali, la Conversione, l’Ascolto e la Preghiera, che ci ha consegnato durante la preparazione della Visita pastorale: chi viaggia si mette in ascolto, chi veramente si mette in ascolto, come Lei ci ha ripetuto in maniera fortemente spirituale, si è già messo in viaggio, in vista di un ulteriore approfondimento e realizzazione della Comunione, del Servizio e della Missione. C’è un programma di viaggio in tutta questa Visita pastorale: scoprire ancor di più l’identità di Gesù, conoscendolo e sperimentarlo nel quotidiano, superare le difficoltà e seguire la Sua strada. Il discepolo che ascolta - e tutti noi lo siamo - ascolta non per saperne di più, ma per prendere coscienza anche ecclesiale, dei compiti, degli impegni e delle responsabilità che gli vengono assegnati, e realizzare, insieme con tutti i fratelli, il progetto di Dio su di noi e sul mondo che parte dall’incontro “pericoloso” con Cristo, che ci provoca, ci chiama fuori, per superare una vita fittizia, fuori da orizzonti soffocati o da dimensioni riduttrici, per farci comprendere che Dio ancora ci precede nel viaggio verso Gerusalemme e che non è d’accordo con i nostri ritardi. Eccellenza, mi piace dirLe anche questo: siamo alla Civita, quartiere che Lei conosce bene e che frequenta tanto. È necessario “frequentare” i quartieri perché, davvero, una Pastorale della periferia possa sostenere l’impegno non facile dei parroci chiamati in queste realtà a diffondere segni di speranza, promuovere, creare, attuare una teologia della città che sia connessa al discernimento, alle scelte sociali dei singoli credenti con una rilettura del servizio e della speranza; un’azione Altra, coinvolgendo le Amministrazioni, inventando modalità di impegno culturale ed educativo, risvegliando responsabilità e sollecitando le realtà del territorio come prerequisito, precondizione per crescere insieme. In poche parole: per non essere orfani di territorio!

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Ogni battezzato è in stato di vocazione, appartiene al numero dei chiamati, e mai e poi mai può assuefarsi al fumo delle candele. Davvero è proibito addormentarsi! Bisogna alzarsi e fare l’Aurora: occorre cominciare a preparare il nuovo giorno. Dunque alziamoci, fratelli e sorelle, viviamo l’itinere del Vangelo, percorriamo il viaggio perché peccato è… nascondersi!! Oggi più che certificare la prova dell’esistenza di Dio è necessario produrre le prove dell’esistenza dei cristiani. E concludo con quella preghiera che poco fa abbiamo sentito pronunciare nell’accoglierLa, quella per le Chiese locali: «O Padre, che nelle singole Chiese pellegrine sulla terra manifesti la tua Chiesa una, santa, cattolica e apostolica, concedi a questa tua famiglia, concedi al nostro amato quartiere della Civita raccolto attorno al suo Pastore Salvatore, di crescere mediante il Vangelo e l’Eucaristia nella comunione del tuo spirito per divenire immagine autentica dell’assemblea universale del tuo popolo e strumento della presenza del Cristo nel mondo, amen». Signore, sia fatta la tua strada! Buon viaggio, Eccellenza! SAC. IGNAZIO MIRABELLA Parroco

Omelia dell’Arcivescovo Carissimi fratelli Presbiteri e Diacono, Fratelli e Sorelle, particolarmente voi carissimi ragazzi, carissimi giovani, 1. Oggi iniziamo la Visita pastorale in questa parrocchia. Padre Ignazio ha sottolineato il ricco significato di questo momento di grazia che il Signore concede sia a tutta la nostra comunità diocesana sia a questa comunità parrocchiale. Tutte le singole parrocchie vivranno questo momento della Visita pastorale, ma tutta l’Arcidiocesi è in Visita, perché c’è per tutte il momento della preparazione. Ringrazio Padre Ignazio e tutti coloro che hanno collaborato nel tempo di preparazione alla Visita in questa parrocchia di San Gaetano alla Marina. La preparazione, lo svolgi-


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mento, il Dopo Visita, sono condizionate dal tempo: voi siete le prime parrocchie; ci saranno alla fine le ultime, ma tutte restano sempre in questo momento di grazia: il tempo della Visita pastorale. 2. Padre Ignazio ha ricordato particolari e significativi eventi. Anch’io ricordo che l’indomani dell’arrivo a Catania, il 7 agosto 2002, ho celebrato in questa Chiesa; ero arrivato il giorno prima e ci siamo subito incontrati. Padre Ignazio ha, inoltre, sottolineato anche il legame con Santa Venera (oggi ad Acireale si ricorda appunto la traslazione delle reliquie) e il particolare vincolo con San Giacomo patrono di Caltagirone. Sono collegamenti che ci fanno capire come la vita della fede è ricca di relazioni. Ricordiamo quella splendida espressione di Benedetto XVI proprio all’inizio del suo ministero: “Chi crede non è mai solo”. Questi collegamenti, tutta questa ricchezza, ci permettono veramente di dire con il Papa: “Chi crede non è mai solo”: c’è il Signore, c’è questa bella realtà della comunione dei Santi che ci lega con quelli che già sono in cielo, che tiene uniti noi qui pellegrini sulla terra. Padre Ignazio ha sottolineato ancora il carattere “itinerante” che caratterizza la Visita pastorale: è iniziato questo cammino per tutta la Chiesa catanese, per la comunità diocesana, oggi inizia qui per questa comunità parrocchiale. 3. La pagina del Vangelo (Lc 21,5-19) appena proclamata è particolare; forse siamo rimasti impressionati da tutta questa descrizione: guerre, persecuzioni e tutto il resto. È un modo di dire particolare dietro il quale l’importante è cogliere il vero messaggio. Il messaggio che Gesù vuole consegnarci possiamo riassumerlo in tre espressioni: Egli ci invita alla calma anche se ci saranno delle persone che di fronte a tante calamità si allarmeranno ritenendo vicina la fine del mondo. Il secondo messaggio che ci trasmette è quello della fedeltà. Sappiamo che le persone coerenti, le persone fedeli tante volte incontrano difficoltà: in questi giorni tanti nostri fratelli e sorelle sono uccisi in varie parti del mondo per la loro fede. “Metteranno le mani su di voi”: quello che dice Gesù non è semplicemente un’immagine; purtroppo ogni giorno sentiamo che ci sono dei cristiani perseguitati. Gesù lo aveva previsto e per questo ci ha incoraggiato: “Non vi allarmate, io sarò con voi”, proprio perché per primo ha sperimentato tutto questo. “Sono con voi, non vi abbandono”.

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Incontro con l’Arcivescovo 14 novembre 2010

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Quando siamo nelle difficoltà, e persino nella persecuzione, abbiamo l’occasione per dare testimonianza. E quanto grande è la testimonianza che ci danno questi fratelli! Testimonianza anche di martirio, non soltanto Sant’Agata, non soltanto Santa Venera ai loro tempi; ma oggi ci sono questi fratelli, queste sorelle che danno testimonianza sino al martirio. E ci sono ragazzi, ci sono giovani, ci sono sposi, persone consacrate, sacerdoti, vescovi... Tutti siamo chiamati a dare testimonianza se non fino al martirio, tuttavia a vivere ogni giorno in modo tale da manifestare il nostro essere cristiani. Infine, il brano del Vangelo odierno ci invita ad essere perseveranti: «Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita». Perseveranti nel bene, e San Paolo (2Ts 3,7-12), nel brano che abbiamo ascoltato, sottolinea una condizione molto importante della perseveranza: non possiamo essere pigri. San Paolo aveva illustrato quello che anche noi crediamo: “Di là il Signore ritornerà per giudicare i vivi e i morti”, così come professiamo nel Credo. Ci furono alcuni che interpretarono queste parole come un ritorno imminente del Signore e dunque una esclusione di ogni impegno personale. Invece, secondo le parole dell’Apostolo, bisogna lavorare, impegnarsi e non essere pigri. Sappiamo che - e nei nostri ambienti se ne fa amara esperienza - tante volte questo dovere, purtroppo, non viene percepito. Il grave problema di oggi è quello della disoccupazione, il rischio che chiudano le fabbriche, che tante famiglie si trovino in particolare difficoltà. Se c’è il dovere del lavoro ci deve essere anche l’impegno da parte delle istituzioni, da parte di ciascuno di noi, a fare in modo che ci siano queste condizioni che permettano a tutti di compiere il dovere del lavoro, di avere il diritto di dare il proprio contributo alla crescita della comunità: questo è il lavoro; il lavoro per il proprio sostentamento, per la famiglia, ma anche per fornire un contributo alla vita della comunità. Ecco, la testimonianza che possiamo dare nella vita di ogni giorno, anche attraverso la nostra operosità, l’impegno nel lavoro. Diritto al lavoro e impegno personale a fare bene il proprio lavoro non si escludono ma devono stare sempre insieme. 4. La Visita pastorale allora vuole essere l’occasione per rafforzarci nella fede, per stare sempre uniti a Gesù, seguire Lui nostra via, verità e vita.


Incontro con l’Arcivescovo 14 novembre 2010

È significativo che iniziamo la Visita pastorale con la Celebrazione Eucaristica che è il modo più bello per essere uniti a Gesù. La Visita pastorale deve farci capire che tutti siamo chiamati a dare testimonianza che siamo cristiani; non soltanto perché lo diciamo, ma perché viviamo da discepoli di Gesù, osserviamo i comandamenti del Signore, ci comportiamo secondo la dottrina della Chiesa. La Visita pastorale vuole essere un incoraggiarci a vicenda per essere perseveranti per non arrenderci, per ricominciare sempre nella vita personale, familiare, civile, nella vita della Chiesa. Ci sono le difficoltà, ma non dobbiamo arrenderci; il Signore ci chiama ad essere perseveranti e dobbiamo aiutarci reciprocamente. Gesù ci assicura che se ci comportiamo così salveremo la nostra vita nel senso che saremo sempre con Lui. Se siamo con Lui in questa terra, ogni giorno, lo saremo, poi, per sempre nell’eternità. Così sia per tutti noi. ✠ SALVATORE GRISTINA

Dopo la Celebrazione Eucaristica, in processione l’Arcivescovo e tutti i fedeli si sono recati a Largo 17 Agosto dove è stata benedetta a ricordo della Visita pastorale una edicola votiva con l’immagine della Madonna e la seguente iscrizione:

All’inizio della Sacra Visita Pastorale l’Arcivescovo Metropolita di Catania, Mons. Salvatore Gristina alla presenza del parroco, Sac. Ignazio Mirabella, dei bambini e dei fedeli tutti della Civita, invoca la Benedizione sul cammino evangelico della Comunità. Catania, 14 novembre 2010

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Incontro con l’Arcivescovo 22 novembre 2010 Alle 15.50 l’Arcivescovo, accolto dal parroco all’ingresso della chiesa e accompagnato dal parroco e dai ministri straordinari della distribuzione dell’Eucaristia, ha visitato alcuni fratelli ammalati e alle 17.00, presso una saletta della parrocchia, si è poi reso disponibile per le confessioni e il dialogo con alcuni fedeli.

Ore 18.30 - Parrocchia San Gaetano alla Marina - salone parrocchiale

INCONTRO CON IL CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE ED IL CONSIGLIO PER GLI AFFARI ECONOMICI

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Intervento del segretario del Consiglio Pastorale Parrocchiale, signor Giuseppe Roggio Il Consiglio pastorale unitamente al Consiglio per gli affari economici, riuniti oggi in seduta congiunta, porgono con gioia il loro saluto all’Arcivescovo Salvatore, Pastore della Chiesa locale, venuto ad incoraggiare e a rinvigorire le nostre energie alla luce del Vangelo. Sin dal suo insediamento, il Consiglio ha lavorato per promuovere l’azione pastorale parrocchiale, sempre pronto ad accogliere ciò che lo Spirito Santo continua a rivelare attraverso l’ascolto della Parola e la lettura “sapienziale” del territorio, lavorando e promuovendo man mano negli anni, di pari passo con l’azione pastorale, un osservatorio attento alle problematiche del luogo, in modo tale da contribuire ad attenzionare, in particolare modo alle Istituzioni, il degrado in cui esso versa. Per quanto riguarda la Liturgia, è stata attribuita qualificazione formativa ai ministeri dei lettori e dei ministranti, ricercando in maniera più alta e speciale nell’adorazione eucaristica, quei momenti di fraterna condivisione, soprattutto come momento inscindibile del cammino di fede che tutti riguarda. Il Consiglio ha lavorato e collaborato con il parroco Sac. Ignazio Mirabella nell’amministrazione dei beni parrocchiali, ed in particolar modo ha affrontato argomenti di grande importanza quali l’individuazio-


Incontro con l’Arcivescovo 22 novembre 2010

ne dei criteri con cui gestire il patrimonio dei beni della parrocchia e la preparazione dei bilanci preventivo e consuntivo, nella sua nuova forma pastorale, al di là dei ghetti schemi di ragioneria. È questa la realtà del vissuto parrocchiale che oggi presentiamo in umile sintesi all’attenzione del nostro Pastore, rinnovando il nostro impegno e continuando a seminare speranza, poiché la nostra ragione è il Vangelo farcito di sorriso, energie e coraggio e ravvivare così il nostro entusiasmo. A Lei, Eccellenza reverendissima, Pastore che è venuto a visitare il suo gregge nel nome del Signore, con rinnovato slancio riconfermiamo la nostra disponibilità nell’attuare quanto lo Spirito Santo, attraverso la Sua Persona, vorrà indicarci a beneficio del cammino pastorale della nostra comunità.

Sintesi dell’intervento dell’Arcivescovo (a cura della Segreteria per la Visita pastorale) a. Pur riconoscendo la presenza di tante difficoltà, é molto importante che ci sentiamo una famiglia, la famiglia di Dio, dove tutti sperimentano la gioia di sentirci fratelli, sostenendoci vicendevolmente. b. Apprezza la collaborazione che il Consiglio pastorale parrocchiale e quello per gli Affari economici danno al Parroco. Esorta ad essere attenti al territorio, sforzandosi di cogliere sempre le attese per svolgere al meglio la missione che il Signore ha affidato alla Chiesa. «La Civita una volta era lo splendore di Catania, non che adesso non lo sia, ma, come in tutte le città, i centri storici vivono un tempo di difficoltà». In questa realtà del quartiere, talvolta abbandonato a se stesso, dove spesso sono carenti le strutture, bisogna non scoraggiarsi mai e puntare sempre sulle formazione dei ragazzi. c. Invita ad assumersi le proprie responsabilità, ad interessarsi della cosa pubblica. Il cristiano deve distinguersi per l’impegno, poiché è chiamato a vivere la propria vita non in parallelo, ma in simbiosi con le esperienze di ogni giorno. d. Nel decennio 2010/2020 la Chiesa affronterà la questione molto importante dell’educazione: è necessario che gli adulti si impegnino

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Incontro con l’Arcivescovo 22 novembre 2010

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in maniera particolare per i ragazzi. Le difficoltà devono tenere uniti, devono anche fare crescere nell’impegno soprattutto nei riguardi dei più giovani. e. Anche se le strutture a nostra disposizione sono povere, bisogna valorizzarle al massimo utilizzandole con cuore, intelligenza e buona volontà. Non bisogna lasciarsi intimidire, bloccare dal poco che si ha, ma è necessario puntare ugualmente in alto senza fermarsi davanti le difficoltà. f. Invita ad organizzare e potenziare il servizio a favore dei malati e degli anziani sensibilizzando anche i ragazzi. La logica da seguire è che ciascuno faccia bene la sua parte e tutta la comunità insieme si metta a servizio del Signore. g. Lancia un messaggio di speranza, invitando a valorizzare quello che già esiste: «Il Signore valorizza e premia il nostro impegno, anche quando non si scorgono i risultati. Lasciamo che il Signore agisca secondo i Suoi progetti; noi diamo gioiosamente la nostra collaborazione. Il Dopo Visita deve essere testimonianza di questo impegno, con energie nuove e condivise. Seminate coraggio dovunque e sempre».

Ore 19.30 - Parrocchia San Gaetano alla Marina

ASSEMBLEA PASTORALE Relazione Pastorale del Parroco La popolazione della parrocchia di San Gaetano alla Marina, fino a qualche anno fa abbastanza consistente (3.000 circa), ultimamente registra una flessione di presenze di residenti, in particolar modo a partire dal 2002, per i seguenti motivi: vendita di interi stabili abitativi in vista di un diverso uso degli stessi (B&B; alberghi); abbandono di non poche abitazioni per il rischio crolli; corsa all’acquisto di diversi appartamenti di persone estranee alla Civita che in questo quartiere stanno realizzando una serie di inve-


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stimenti; un numero consistente di appartamentini o monovani affittati a studenti o a professionisti di passaggio; un numero man mano crescente di abitazioni affittate ad extracomunitari non residenti; vaste strutture di ex magazzini o teatri dismessi e abbandonati al loro destino; appartamenti sfitti; sfollamento verso l’edilizia popolare di Librino. Da una indagine statistica di recente ottenuta dall’Ufficio demografico del comune di Catania su richiesta della nostra parrocchia, si può ritenere che il numero della popolazione consista di 1620 abitanti, ben distribuita fra bambini, adolescenti, giovani, adulti e anziani. Strutture La struttura parrocchiale così per come è nata è di tipo tradizionale, è vetusta, e, dunque, poco adeguata per una nuova concezione di attività e di vita pastorale, insufficiente per uno svolgimento pratico dell’attività comunitaria in quanto tale, ancor più per la situazione di grave fatiscenza e di dissesto edilizio. Con i miei quarantanove anni sono l’unico presbitero in azione rispetto all’immane lavoro pastorale che questa parrocchia si è sobbarcato in questi ultimi dieci anni. Non sarebbe male poter disporre di qualche collaborazione: anche un seminarista costituirebbe già tanto! Qui, essere annunciatori del regno, significa porre in essere, e lo dico con convinzione, un forte spirito di aggregazione… Purtuttavia la partecipazione alla messa domenicale è davvero alta. Anziani, adulti, giovani, famiglie, bambini santificano il giorno del Signore come esigenza di un cammino che fa mobilitare il popolo di Dio, che vive le tappe della ricerca, di domenica in domenica, con profondo senso gioioso e con reciproca e condivisa amorevole accoglienza. Nei giorni feriali la frequenza è media, a volte alta, e l’Eucaristia è vissuta, durante la settimana, come ricerca, bisogno, verifica, approfondimento e inveramento spirituale di ciò che è stato celebrato e condiviso nella domenica. Gli organi di partecipazione sono sempre mobilitati a motivo di tutte le attività pastorali e di tutte le relative iniziative socio-culturali che sovente impegnano la parrocchia. Della festa patronale è il Consiglio pastorale parrocchiale che se ne occupa, con la collaborazione di tutti i fratelli, perché la “festa del regno”

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Incontro con l’Arcivescovo 22 novembre 2010

non venga intralciata da dubbie proposte o strane finalità che vi si possono celare quando viene creato un comitato: niente politici, niente danaro ignoto e niente amici degli amici… Detto questo, nella nostra comunità, in base alle tematiche pastorali e sociali che si adottano di anno in anno, capita di collaborare con associazioni o gruppi che all’unisono con la parrocchia si dedicano ai bambini e al quartiere. Di comunità religiose e di organizzazioni sociali non si registra alcuna presenza. La parrocchia da anni lavora anche attraverso la creazione di borse di studio a favore dei minori a rischio, in diretta collaborazione con l’associazione Città-Quartiere di Catania.

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Primo obiettivo La conoscenza territoriale della nostra parrocchia sta portando sempre più la comunità al confronto col crescente pluralismo culturale e religioso. È il centro storico che già lo esige, sia per le diverse iniziative culturali istituzionali e che qui si riversano per il fenomeno del mondo giovanile che fa massa, a volte in maniera preoccupante (pub - centri di avanguardia giovanile - animazioni ideologiche improvvisate - presenze culturali), sia per la presenza di extracomunitari e immigrati più o meno di passaggio (confronto con l’Islam). Proprio per questo non sono mancate in questi 10 anni occasioni di confronto e di condivisione con queste realtà “altre”, con le più diverse e svariate forme attivate attraverso lo strumento da noi ritenuto privilegiato, quello culturale, che significa: incontro, dialogo, confronto, partecipazione delle proprie e specifiche ricchezze e identità, scoperta e visibilizzazione dei “semi di verità”. Ad esempio, con un gruppo di giovani artisti, lontani dalla religione e dalla fede, abbiamo realizzato un lavoro sulle apparizioni di Lourdes. Con i fratelli musulmani presenti nel quartiere si sta studiando la realizzazione di una “forma” di dialogo e di incontro spirituale a partire dal patrimonio biblico comune. In questo modo, ma anche per altre occasioni ed iniziative, è stato possibile come comunità cristiana sentirsi casa di accoglienza per ascoltare paure e speranze, domande e attese di quelle tante persone considerate


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lontane direttamente o indirettamente. Proprio qui si innesta la testimonianza per un rinnovato annuncio con tutta la coerenza che ne consegue circa la maturità e la maturazione di un Vangelo che ci fa stare su strada, al di là e lungi dall’essere una gretta e superata agenzia del sacro. Secondo obiettivo L’iniziazione cristiana, per quanto ci riguarda, ha un argomento tutto a parte. Da circa tre anni si sta tentando di riformulare il percorso catechistico, oltre che come metodologia, soprattutto come stile comunitario ecclesiale che tutti ci pone in (una) catechesi permanente: l’iniziazione cristiana come tappa senza scadenza, per formarsi e prepararsi per il Regno. Quindi, questo discorso è tutto da far sviluppare per la catechesi in particolare e per tutta la comunità in generale, a partire dalla famiglia. Rinnovato primo annuncio della fede e progetto educativo, comunque sono una costante della pre-occupazione pedagogica evangelica di questa parrocchia per il coinvolgimento delle generazioni che, man mano, si susseguono nel territorio della Civita in contrapposizione a quella mentalità gretta e becera di essere solo fruitori di luoghi aggregativi e accaparratori di sacramenti. Negli anni, la catechesi ai nostri ragazzi è stata “globalizzata”, ampliata cioè verso quell’attualità del quotidiano per favorire l’itinerario testimoniale di chi nel suo cuore “decide il santo viaggio”. Terzo obiettivo Per quanto riguarda l’Eucaristia come cuore della domenica, qualcosa abbiamo già detto nella premessa statistico-pastorale e non pochi sono gli sforzi della comunità e del presbitero perché questo giorno sia percepito come: giorno del Signore; giorno della Chiesa; giorno dell’uomo; giorno della famiglia. Tutti i valori e i “segni” fanno da rimando alla carità e alla festa, cosicché la domenica è sempre, simultaneamente e contemporaneamente, punto di arrivo e punto di partenza, in vista della missione, ma anche in vista di quei ministeri che man mano si stanno manifestando come dono che il Signore concede alla comunità per presentarsi e affidarsi al discernimento del Vescovo.

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Quarto obiettivo Il quarto obiettivo è tutto un programma che per essere portato a compimento, e in questo senso si lavora a tutti i livelli, si ha prima bisogno di un’approfondita analisi sociologica “attualizzata” della condizione e della situazione del quartiere a tutti i livelli e a 360º: dalla disoccupazione, alla criminalità piccola, grande e organizzata, alla mafia, alla droga, alla dispersione ed evasione scolastica, allo sbando di alcune famiglie, all’incidenza che hanno il consumismo e l’apparire su tanti giovani, il senso civico, la preparazione culturale, il senso del bene comune e dell’altro, la capacità personale e comunitaria di decidersi e spendersi per la “costruzione di una città nuova”, ecc.. È, dunque, tutto da discutere e da rivedere con una aggiornata, costante e permanente analisi.

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Quinto obiettivo Questo quinto passaggio rasserena molto la comunità, perché davvero si riconosce profondamente nella dimensione popolare di cui nell’obiettivo, legata a rapporti e a legami di fraternità e di compartecipazione (anche con gli stessi musulmani). Tutto ciò, soprattutto in ambito caritativo, (in collaborazione anche con le realtà sociali deputate) come da sempre è trattato col massimo della delicatezza e della vicinanza solidale nell’attuazione operativa dal gruppo “ascolto”, mentre il versante multimediale viene curato maggiormente quando ai contenuti evangelici, che la comunità matura, viene data forma dalle varie iniziative sia ad intra e sia ad extra. Sesto obiettivo Questo punto sta molto a cuore a questa comunità parrocchiale e spera nel proseguimento dell’impegno pastorale comune non solo con la parrocchia di San Francesco da Paola ma anche con le altre vicine fin quando la pastorale integrata, di cui tanto si parla, non diventi finalmente esigenza intelligente e unificante delle comunità che operano nel I Vicariato e che sono pronte ad abbracciare questo “nuovo” stile. Settimo obiettivo Come ho già potuto dichiarare nella premessa statistico-pastorale, né operatori “nuovi”, ne tantomeno “vecchi” ha nel suo organico la parroc-


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chia di San Gaetano. Da questa parte del Vicariato pesa pure questo svantaggio che la nostra gente tanto avverte e percepisce. Il Consiglio pastorale parrocchiale si pone come strumento per sperimentare la presenza del Signore col coinvolgimento di tutta la comunità che in toto si fa carico della capacità progettuale sempre in vista di una indispensabile, necessaria verifica pastorale, e come coscienza ecclesiale e come discernimento comunitario. Il Consiglio per gli affari economici è parte di questa visione e di questa traiettoria progettuale: farsi carico gli uni dei pesi degli altri, in una Chiesa che annuncia, ancor oggi, il Vangelo in un mondo che cambia.

Interventi non programmati (a cura della Segreteria per la Visita pastorale) I presenti hanno confermato quanto presentato dal parroco nella relazione pastorale, dichiarandosi contenti per la presenza dell’Arcivescovo, al quale hanno anche attestato la stima per Don Ignazio Mirabella che si augurano possa continuare a guidarli nel cammino di fede e nelle difficoltà quotidiane particolarmente rilevanti nel territorio.

Sintesi dell’intervento dell’Arcivescovo (a cura della Segreteria per la Visita pastorale) a. Anzitutto desidero ringraziare tutta la comunità parrocchiale per il modo in cui sta vivendo la Visita pastorale. Il I Vicariato ha avuto il privilegio di iniziare per primo la Visita. Voi siete le prime parrocchie che sto visitando ed avete avuto il problema della preparazione intercalata con l’estate. Quindi mi piace, ogni volta, dire grazie al Parroco, al Consiglio pastorale e al Consiglio per gli affari economici per tutto quello che è stato fatto. Si tratta veramente di un momento importante perché tante persone si lasciano coinvolgere; devo dire che sia in Cattedrale, sia nella parrocchia Santa Maria dell’Aiuto, dove ho concluso stamattina, sia in questa parrocchia, c’è stata una sentita partecipazione. La Visita pastorale, come sottolinea la preghiera, è un momento di Chiesa da

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vivere insieme. È una grazia del Signore anche per me che vi incontro e vi posso conoscere sempre di più. Posso dirvi così, con semplicità e affetto, che vi seguo e seguo la vita della comunità parrocchiale. Grazie, quindi, per avere risposto all’invito del Signore a vivere insieme questo momento così importante.

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b. Abbiamo ascoltato la relazione di Padre Ignazio. Tanti sono gli aspetti che possono essere sottolineati. Dopo la Visita manderò una lettera in cui riprenderò anche alcune cose che Padre Ignazio ha evidenziato e che hanno avuto un riscontro anche negli interventi da voi fatti. Mi piace dire subito che è importante conoscere bene il territorio. Un territorio così tipico come la Civita ha una sua identità, una sua storia, un suo presente bello anche se carico di difficoltà. È importante la particolare focalizzazione che è stata fatta del problema giovanile e di tutto quello che essa significa in questo quartiere. È importante, in tal senso, che i ragazzi si sentano accolti, che possano impegnarsi nella comunità, perché altrimenti rischiamo di privarci della bella realtà giovanile; una famiglia, una comunità, una nazione senza giovani, si rivela molto di povertà. c. Dovete essere fieri di far parte di questo territorio perché esso ha una sua storia civile, religiosa, ecclesiastica non indifferente. Questo senso di giusta appartenenza, di comprensibile fierezza devono camminare insieme all’apertura nei riguardi delle altre parrocchie; soprattutto bisogna insistere molto nella collaborazione tra questa parrocchia e quella di San Francesco da Paola che si trova nello stesso quartiere. “Cattolico” implica questa apertura, la presenza nel territorio, anche con questa capacità di cuore grande, di accoglienza e di simpatia verso gli altri. Poi ci sono tante belle risorse da condividere, ci sono anche problemi da affrontare insieme: non bisogna mai scoraggiarsi, perché se cerchiamo di stare uniti anzitutto al Signore e di stare uniti tra di noi, possiamo superare il senso di scoraggiamento. Lo ripeto: bisogna lavorare insieme. d. Nel Dopo Visita dobbiamo cercare di incrementare questa collaborazione tra le varie parrocchie anche grazie al contributo di Mons. Smedila, Vicario foraneo nel I Vicariato, e di Don Pietro Longo,


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Vicario episcopale per la pastorale. Colgo l’occasione per ringraziarli, insieme a Padre Massimiliano Parisi che mi collabora come segretario e coordina la Segreteria per la Visita pastorale, per l’impegno che mettono nella preparazione e nello svolgimento della Visita pastorale. Uno dei suoi frutti migliori deve essere proprio quello di crescere nella comunione, nella collaborazione tra le parrocchie vicine. e. Nei vari interventi avete fatto accenno anche alla necessità di un collaboratore. Al presente mi risulta difficile esaudire tale richiesta; non esistono, infatti, sacerdoti “disoccupati”. Vedremo se nell’immediato futuro sarà possibile destinare qualche seminarista per l’esperienza pastorale in questa comunità. In passato c’erano molti più sacerdoti, oggi è diverso, ma io ringrazio il Signore perché tutti i sacerdoti lavorano e vi posso assicurare che lavorano con impegno e ne sono contento. Il Parroco, è vero, deve fare tante cose, ma bisogna collaborarlo: frutto della Visita pastorale deve essere questo maggiore impegno nel coinvolgimento dei laici. Questa è la logica della Chiesa e noi dobbiamo muoverci così. Ciascuno deve esercitare il proprio impegno senza invidie, senza gelosie, senza pensare a chi svolge ruoli più importanti e a chi meno importanti. Attenzione: nella Chiesa non ci sono cose e persone importanti, cose e persone meno importanti. Nella Chiesa siamo tutti figli, siamo tutti fratelli e in questo siamo tutti uguali perché battezzati, confermati con il dono dello Spirito santo e perché partecipiamo all’Eucarestia. Questa uguaglianza resta sempre; ci sono compiti diversi ma non discriminanti. Neanche il Vescovo è più “importante” perché i Vescovi, come il Papa, siamo a servizio di quanto il Signore ci chiede. L’importanza, la nobiltà del servizio dipendono dal nostro cuore, da come ci impegniamo nella pastorale e non dai segni di riconoscimento. Dobbiamo ripeterlo sempre e con chiarezza: siamo tutti servi, ciascuno per quello che il Signore ci chiede; tutti dobbiamo avere la gioia di lavorare, ciascuno facendo quello che può. Il parroco deve poter sperimentare la gioia di accogliere e di valorizzare tutte le buone volontà: questa deve essere sempre più la caratteristica delle nostre parrocchie. f. Vi ringrazio per il modo in cui stiamo vivendo la Visita pastorale. Ci

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metteremo tutti alla Sua presenza e dinanzi all’Eucaristia pregheremo per la Visita pastorale chiedendo al Signore di renderLo sempre più uniti e perseveranti nell’impegno di servirLo con fedeltà.

Dopo l’Assemblea pastorale, segue in Chiesa un momento di adorazione del Santissimo Sacramento, che si conclude con la recita della preghiera per la Visita pastorale e la Benedizione eucaristica.

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Buon Pastore - Mausoleo di Galla, Ravenna


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Ore 9.30

VISITA AL CONVITTO “MARIO CUTELLI” Il Convitto Nazionale “Mario Cutelli” ha come Dirigente Scolastico il Rettore prof. S. Bresmes. Il numero totale dei docenti è 72. La popolazione studentesca stimata conta circa 85 alunni nella Scuola primaria, 204 alunni nella Scuola secondaria di I grado, 151 studenti nel Liceo Classico Europeo per un totale di 440 studenti.

Benvenuto degli alunni della Scuola primaria (Chiostro del Convitto) Alunni della classe I: PROMEMORIA Ci sono cose da fare ogni giorno: lavarsi, studiare, giocare, preparare la tavola, a mezzogiorno. Ci sono cose da far di notte: chiudere gli occhi, dormire, avere sogni da sognare, orecchie per sentire. Ci sono cose da non fare mai, né di giorno né di notte, né per mare né per terra: per esempio, la guerra. (G. Rodari)

Alunni delle classi II e III: CANTO DLL’ARCOBALENO Insieme con noi venite anche voi la vita è per tutti un’occasione, non fa niente se uguali non siam

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faremo bandiera ovunque andremo. La felicità colore non ha, è un pezzo di cielo che dopo la pioggia ritorna sereno Rit. Bianco, nero, rosso, giallo e tu prendi il posto che vuoi e con noi canterai. Noi siamo quelli che formiam l’arcobaleno tanti colori che si tengono per mano, in tutto il mondo un po’ d’amore noi portiamo e regaliamo a tutti la felicità. La gente non sa che amore e bontà son fiori che stanno in un giardino donarli tu puoi se solo lo vuoi raccoglili e dalli al tuo vicino. Tu sei come me, stringiamo le mani tutti domani insieme restiamo. Rit. Bianco, nero, rosso, giallo… Alunni della classe IV: LA BANDIERA VERA Siamo tutti qui in questa bella valle dove ci si saluta con una pacca sulle spalle, chi dal Mozambico, chi dal Regno Unito, taluni di pelle nera, altri di chiara carnagione, tutti quanti uniti sotto la stessa bandiera: quella della PACE… La bandiera VERA!!!!! SORRISI PER LA PACE Si accendono sorrisi sui volti dei bambini e le parole si colorano sulle labbra, escono, si intrecciano, volano... Danzano su un grande arcobaleno,


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cadono a gocce come rugiada e tingono il mondo dei colori della Pace. Alunni delle classi IV e V SALUTO BIBLICO Caro Vescovo, vorremmo dirti tante belle parole per esprimere la nostra gioia per la tua visita, ma siamo piccoli e non ne siamo capaci. Ci siamo allora rivolti alla Parola di Dio: Dal libro dei Salmi: Venite, adoriamo, in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati. Egli è il nostro Dio e noi il popolo del suo pascolo, il gregge che egli conduce. Dal libro del Profeta Isaia: Ecco, il Signore Dio viene con potenza… Come un pastore fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul petto e conduce pian piano le pecore madri. Dal libro del Profeta Ezechiele: Ecco, io stesso cercherò le mie pecore e ne avrò cura. Come un pastore passa in rassegna il suo gregge, così io passerò in rassegna le mie pecore e le radunerò da tutti i luoghi dove erano disperse… Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare. Dal Vangelo di Giovanni: Io sono il buon Pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me…e offro la vita per le mie pecore. Caro Vescovo e Pastore, accogli il nostro saluto affettuoso e il nostro desiderio che tu ci rivolga parole di pace. Questo desiderio lo esprimiamo anche con un canto: Venti di pace. VENTI DI PACE La pace è un sogno da sognare in tanti, è un desiderio di quelli importanti. La pace è un dono per il mondo intero, ci fa trovare un amore più vero. La pace è un canto da cantare insieme, un coro solo per un’armonia. La pace è un vento su nel cielo immenso

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che sveglia i cuori, salverà l’universo. Venti di pace soffiano, venti di pace suonano, venti di pace cantano che il sole è tornato a splendere e ogni nuvola nera, chissà, solo un brutto ricordo sarà lassù nel cielo azzurro e sull’umanità. La pace è un premio che si vince in tanti, ci fa vicini anche se distanti. La pace è un seme nelle nostre mani, da coltivare per un nuovo domani. Venti di pace soffiano... Ed il sole splenderà e la pace nel mondo ci sarà. Venti di pace soffiano... Sull’umanità, sull’umanità.

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Accoglienza da parte degli alunni della Scuola secondaria di I grado (scalone monumentale) Esecuzione con flauti e violino dell’Alleluia (G. F. Haendel) e dell’Inno al Creatore (L. Van Beethoven).

Incontro con il Rettore Prof. S. Bresmes, i docenti e gli alunni della Scuola primaria, della Scuola secondaria di I grado e del Liceo Classico Europeo (Aula Magna) Alunni del Liceo Classico Europeo Cenni storici sul Convitto Cutelli Il testamento del conte Cutelli rivelò la volontà di destinare una parte dei suoi possedimenti per la fondazione di un Collegio che ospitasse i discendenti di uomini nobili. Egli intendeva creare un vivaio di giovani patrizi in grado di occupare alte cariche presso la Gran Corte ed altri importanti Uffici. Il Conte manifestò sempre il desiderio di “fondare un Collegio d’uomini nobili all’uso di Spagna, come uno di quelli della città di Salamanca, per tanti soggetti


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quanti vi capiranno a ragione di onze quaranta l’anno per ragione di alimenti, vitto e vestiti il quale si abbia da fondare nella città di Catania per studiare solamente legge Canonica e Civile”. Il Collegio doveva seguire esclusivamente per i suoi discendenti secondo le possibilità delle rendite o, in mancanza, ai giovani nobili. Su autorizzazione papale, l’insegnamento si estese anche alle Lettere e alle Scienze. Il Collegio non fu soltanto per i nobili perché l’avvenuta Rivoluzione Francese schiuse l’accesso anche ai giovani senza nobiltà di lignaggio. È indubbio che il Collegio Cutelli di Catania dal 1779 ad oggi abbia dato a migliaia di giovani le più nobili idealità del sapere letterario - scientifico e della vita civile. Il poeta Domenico Tempio nel Lu veru piaciri, un poema sulla Catania del suo tempo, così descrive la funzione del Collegio Cutelli: Eccuti ancora comu si distingui lu nobili Colleggiu di Cutelli in cui li figghi di li genti pingui ci vannu ammissi ad educarli nelli arti, e scienzi, e nelli dotti lingui, ballari, cavalcari, e cosi belli: acciocchì poi chistu terrenu cultu fruttu mi dessi in abbunnanza, e multu. Le nobili famiglie catanesi - come deduciamo dalla letteratura de I Viceré di De Roberto - mandavano i loro figli a studiare al Convitto per la preparazione accurata e completa che ne ricevevano. Ed i giovani educati nel Collegio Cutelli ci tenevano a dimostrare la bontà dell’educazione ricevuta dando alle stampe i loro saggi di filosofia, di diritto, di matematica e di fisica. Oggi è l’unico Istituto statale nel quale s’inizia e si conclude il ciclo di studi, perché annovera la Scuola Elementare, la Scuola Media e l’unico Liceo Europeo della Sicilia Orientale. LA SALA DI UDIENZA DEL COLLEGIO DEI NOBILI Dopo aver superato il monumentale scalone che conduce allo spazioso corridoio del primo piano (che ricalca fedelmente l’impianto architet-

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tonico sottostante) si accede, da una porta a due ante, all’ampio salone che attualmente funge da aula magna dell’Istituto. Il salone, di rilevante superficie, assieme al cortile del Vaccarini, è il luogo più prestigioso di tutto l’edificio. I dipinti a tempera con tinte chiaro-scurali, tutte variazioni di un unico modulo cromatico con tonalità seppia di fine eleganza e di interessante valenza storico-artistico, incantano lo sguardo di chi li ammira. L’utilizzo prioritario è stato quello di salone per le udienze, ma nel tempo è stato adibito ad usi differenti. L’attuale “Aula Magna” del Convitto, oggi viene utilizzata per riunioni dei docenti, ma anche come auditorium per concerti, recital e manifestazioni culturali cittadine e nazionali. Internamente decorato con motivi ornamentali e geometrici di pregevolissima fattura, ma bisognosi di un amorevole restauro, al centro dei quali sono rappresentati numerosi personaggi ispirati alla storia della cultura, il salone alterna pilastri dipinti realizzati in chiaroscuro, sovrastati da archi e sezioni d’arco che raggiungono il contorno rettangolare della volta e lunette, con mezzibusti affrescati su ogni porta, decorazioni squisitamente settecentesche. La volta è suddivisa in tre moduli pittorici da un fittizio soffitto a cassettoni, da cui pendono tre splendidi lampadari in murano. Sui pilastri a figura intera sono raffigurati Empedocle, Teocrito, Gorgia, Stesicoro, Filonide, Filistione ed Archimede. Sulla porta, che nasconde l’altare, campeggia la lunetta col tondo raffigurante il conte Mario Cutelli, fondatore della nostra istituzione scolastica. Sul lato destro del salone è allocata una piccola cappella che serviva per la celebrazione della Santa Messa. Nell’altare ivi racchiuso troviamo un quadro raffigurante la Vergine con il Bambino. L’autore è ignoto, ma la fattura fa pensare ad un’opera della scuola settecentesca. SOGNARONO L’INDIPENDENZA DELLA SICILIA MA FURONO PUNITI CON LA MORTE

L’aula magna del reale Convitto Cutelli nel 1837 fu sede dei processi contro i patrioti catanesi che, in seguito al colera esploso a Palermo, si erano ribellati ai Borboni. Infatti nell’isola era sempre forte il sentimento separatista, cui andava unita una repulsione invincibile verso i Napoletani e tutte le rivolte avevano avuto per scopo sempre l’indipendenza del paese


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da quelli che essi chiamavano dominazione napoletana. L’occasione per le nuove rivolte fu data dalla comparsa del colera, il quale, dopo avere infuriato tredici anni nell’Asia aveva infestato l’Europa e, entrato poi in Italia dal Piemonte, aveva causato stragi in tutta la penisola e in Sicilia. Nelle province meridionali la morìa fu terribile: nella città di Napoli in cinque mesi perirono 13.798 persone, a Palermo ne morirono 24.000, oltre 2.000 soldati della guarnigione e in tutta l’isola il morbo spense 69.250 persone. Un po’ qua un po’ là nel Regno delle Due Sicilie ebbero luogo sommosse occasionate dal colera. I liberali videro nel terribile morbo un prezioso alleato e sfruttarono l’ignoranza della plebe per suscitare rivolte dando a credere che l’epidemia era diffusa ad arte dal governo, o almeno che questo non si curasse di combatterla. Altri ancora affermavano che inviava soldati sull’isola già ammorbati e già spacciati. Cominciarono i moti: prima insorse Siracusa, dove la plebe abbatté le insegne borboniche acclamando la costituzione siciliana; poi Catania, dove furono distrutti i monumenti e le figure dei Borboni; poi disarmate le truppe fu formata una giunta provvisoria di governo. La rivolta, che aveva portato alla proclamazione dell’indipendenza siciliana, dal regno di Napoli fu repressa dal ministro Francesco Saverio Del Carretto, spedito a Catania con pieni poteri del sovrano. Seguirono persecuzioni, processi, condanne a morte. Sul prospetto del “Cutelli”, accanto al portone, una lapide ricorda l’evento. Del Carretto, sbarcato a Catania il sei agosto e accolto con tutti gli onori, non perdette tempo per agire energicamente e spietatamente. La Commissione militare si pose subito al lavoro per giudicare i responsabili della rivolta. Con il primo processo Giovan Battista Pensabene, Giacinto Gulli Pennetti, Giuseppe Caudullo, Angelo Sgroi e Sebastiano Sciuto furono condannati alla pena di morte da eseguirsi con la fucilazione, e col terzo grado di pubblico scempio Antonio Faro e Litterio Ardizzone all’ergastolo; i fratelli Salvatore e Sebastiano Finocchiaro alla pena dei ferri per venticinque anni. Nel secondo processo furono condannati Salvatore Barbagallo Pittà, Giuseppe Caudullo e Gaetano Mazzaglia alla pena di morte col terzo grado di pubblico scempio, da eseguirsi con la fucilazione entro le ore dieci, Condorelli e Santo Sgroi all’ergastolo, Giuseppe Calandone alla pena dei ferri per venticinque anni. In un terzo processo furono condannati al carcere altri ribelli, fra cui Gabriele Carnazza che fu

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dopo deputato al Parlamento. Il marchese di Sangiuliano fu assolto. Alcuni arrestati morirono in carcere di colera prima di comparire dinanzi al Tribunale militare. Nobile e fermo fu l’atteggiamento degli accusati dinanzi ai loro carnefici. Durante il processo il presidente della Commissione militare: “Taci sciagurato!”, disse a Giacinto Gulli Pennetti che si difendeva, “la tua difesa è inutile, perché ti aspettano dieci palle in petto”. L’animoso giovane rispose “Lo so, per me basta una palla, potete serbar le altre nove per il petto del nostro Ferdinando”. Il Pensabene rifiutò i conforti religiosi. “Sono cristiano” disse prima di morire, “ma cristiano secondo le leggi di Cristo, non secondo i precetti degli uomini, né riconosco per legge altro che il Vangelo. Perdono del resto ai miei carnefici, non come oppressori della mia patria, essendo questo un delitto da non meritare perdono nemmeno presso Dio!”. Triste e piena di malinconia fu la fine di Barbagallo Pittà. Egli, il giorno dell’esecuzione capitale, non poteva più reggersi in piedi, sfinito dalle torture e dal dolore di lasciare la madre, cinque figli e la giovane moglie senza aiuto alcuno, e fu condotto al supplizio, insieme con gli altri due suoi compagni di sorte, sopra una carretta. Il mare e il cielo di settembre splendevano intorno. La musica militare, per ordine di Del Carretto, eseguiva una melodia di Bellini che doveva essere ironica e suonava invece come un inno di guerra al cuore dei tre condannati che ascendevano verso la gloria. Domande degli alunni della Scuola primaria Classe IV: 1. Caro Vescovo, quando eri piccolo, eri bravo a scuola? 2. Quando e perché hai deciso di diventare sacerdote? 3. Quanti anni hai e da quanto tempo sei Vescovo? 4. Che percorso hai fatto per diventare Vescovo? 5. Caro Vescovo, so che ti piace aiutare i poveri. Una mia compagna di classe, a causa del lavoro dei suoi genitori che sono impegnati in una missione umanitaria, ne ha incontrati tanti! Abita, infatti, in Africa (in Malawi) ed è in Italia solo per un breve periodo. È stata in Sudan, Egitto, Cina, Mozambico, Repubblica Sudafricana, Zambia, Tanzania. Tu sei stato in questi paesi poveri?


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6. Cosa si prova ad essere missionari? 7. Cosa fai per aiutare i paesi sottosviluppati? Classe V: 1. Quali erano i tuoi sogni e i tuoi desideri da bambino? 2. Hai mai avuto il rimpianto di non essere sposato e di non avere avuto figli? 3. In che cosa consiste il lavoro del Vescovo? 4. Quando incontri persone che non hanno niente, soprattutto bambini, cosa fai per alleviare le loro sofferenze? Domande degli alunni della Scuola secondaria di I grado Classe III B: 1. Com’è nata la Sua vocazione? In seguito a quale evento? 2. La Chiesa, contro un sistema politico ingiusto, può rimanere indifferente? O può lottare pacificamente secondo il messaggio di Martin Luther King? 3. Che differenza c’è tra Vescovo e Arcivescovo? Quali sono i loro ruoli? 4. Cosa pensa riguardo all’insegnamento di altre religioni, oltre quella cattolica, visto che ormai il nostro è un Paese multiculturale? Sintesi dell’intervento dell’Arcivescovo (a cura della Segreteria per la Visita pastorale) a. Si mostra particolarmente lieto per l’incontro e ringrazia per l’accoglienza; passa poi a spiegare il significato della Visita pastorale rifacendosi ai versetti biblici richiamati nel saluto dei bambini della scuola primaria: «Il Signore si prende cura di ciascuno di noi, ci ama in tutte le età della nostra vita, in qualsiasi situazione ci troviamo. Sentiamoci perciò sempre amati, accompagnati, guidati dal Signore e sperimentiamolo specialmente durante questo incontro». b. Loda le domande molto belle che gli sono state rivolte e che richiedono delle risposte estese, per cui si limita a rispondere in modo globale. Con stile paterno e molto caloroso racconta della sua infanzia e della

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vocazione al sacerdozio. Sottolinea come sono importanti tutti gli anni di scuola; è sempre importante il tempo dello studio, «tutto quello che apprendete in questi anni serve per crescere oggi e domani per quello che sarà il vostro impegno futuro. Vi auguro di essere bravi alunni, brave alunne». c. Esorta gli alunni a scegliere un bel modello per la loro vita lasciandosi guidare dai buoni esempi.

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d. Racconta delle sue attività, anche all’estero, da sacerdote e poi da vescovo. Evidenzia l’importanza di conoscere le lingue e le tradizioni di altri Paesi perché ciò arricchisce umanamente oltre che sul piano della cultura, soprattutto oggi che viviamo nell’era della comunicazione globale. È importante conoscere anche le altre religioni per rispettarle. «Dobbiamo crescere in questo senso di rispetto reciproco, di crescita, di collaborazione perché tutti facciamo parte di una sola famiglia. Oggi ci sono purtroppo tante guerre, tante crisi, tante difficoltà che nascono proprio da questa mancanza di dialogo». Esorta i ragazzi a fare in modo che il mondo di domani abbia più pace, più rispetto… si comincia da piccoli! e. Si sofferma in modo più particolareggiato sulla sua attuale esperienza di Arcivescovo di Catania spiegando anche le varie caratteristiche e modalità della gerarchia della Chiesa; sottolinea come tutto questo sia motivato dalle diverse funzioni a servizio del popolo di Dio ma tenendo ferma la base dell’uguaglianza e della pari dignità. f. Nessuno ha la bacchetta magica e le fate non esistono. La bacchetta magica in nostro possesso, è quella della possibilità di impegnarci insieme. Ecco il motivo per cui il Convitto “Cutelli” è una bella realtà, una grande famiglia. g. Rifacendosi ancora alle varie domande poste dagli alunni, tratta il tema della non violenza in Martin Luther King ed esorta a combattere il male con il bene. h. Alla fine pone lui una domanda, anzitutto a se stesso: Io cosa faccio, come mi impegno? Cosa faccio per aiutare gli altri? Come mi comporto perché, ad esempio, la Città sia più pulita? Abituiamoci a fare


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domande agli altri ma anche di interrogare noi stessi. Vorrei lasciarvi con un augurio: crescete usando la testa e non dire, invece, fanno tutti così… Ognuno di noi deve ragionare; man mano che cresciamo saremo in grado di ragionare sempre più e dare risposte sempre più belle».

Saluti finali (alunni del Liceo Classico Europeo) Eccellenza, a nome dei ragazzi del Liceo Classico Europeo, le porgiamo i nostri più cordiali saluti. La vita scolastica impegna gran parte della nostra giornata, restiamo a scuola fino alle diciassette e trenta, compagni e professori sono per noi una seconda famiglia. Siamo grati ai docenti e agli educatori che sono per noi dei veri “maestri”, in quanto ci aiutano a conoscere il nostro passato, la cultura in cui viviamo e a comprendere la realtà. Infatti noi giovani sentiamo la necessità di avere dei punti di riferimento che ci aiutino ad affrontare il percorso della vita. In particolare noi ragazzi di questa scuola che viviamo l’esperienza cristiana, la ringraziamo per la Sua visita in quanto la Sua presenza è motivo di gioia per la gratitudine che viviamo verso la Chiesa. Essa infatti rappresenta una compagnia alla nostra vita, rappresenta il punto di riferimento nell’affrontare lo studio, la famiglia, i rapporti affettivi, gli ideali e i progetti per il futuro. La nostra appartenenza alla vita della Chiesa si esprime attraverso la partecipazione nelle nostre parrocchie alla catechesi, ai sacramenti e ad attività di volontariato (solidarietà verso persone povere e anziane, doposcuola ai bambini, partecipazione alla colletta alimentare). Ringraziandola nuovamente per la Sua presenza, Le auguriamo un buon proseguimento della Sua Visita pastorale perché essa sia motivo di stimolo per una maggiore vicinanza ai giovani a favore dell’educazione.

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Ore 11.00

VISITA ALLA REALTÀ PORTUALE DI CATANIA Intervento del sacerdote Corrado Pantò, cappellano di Maristaeli (stazione elicotteri della marina militare)

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L’organizzazione cattolica Stella Maris e l’organizzazione del Welfar del mare esistono in tutti i porti. L’organizzazione prevede un vertice sia da parte della Chiesa, sia in qualche modo istituzionale che è rappresentato dal nostro comandante generale. E questo tipo di collaborazione viene già effettuato in tutti i porti tramite delle convenzioni. Con Sua Eccellenza ci siamo visti varie volte per portare avanti anche a Catania questo tipo di iniziativa; noi ci auguriamo di riuscirci, fermo restando che in questo periodo le attività che il Welfar ha portato avanti sono state, in qualche modo, tangibili. Cioè non è partita ancora la convenzione, però questo aspetto di assistenza è costantemente presente nella stessa attività che fa la Misericordia, che fanno tutte le istituzioni anche negli interventi delle parrocchie che ci stanno vicine. Noi ci auguriamo che Sua Eccellenza torni presto: l’organizzazione Welfar, assieme all’Università di Messina, ha fatto uno studio eccezionale perché è uno spaccato del mondo marittimo mondiale; uno studio sociologico che è una fotografia fatta in tutti i porti italiani e, siccome in tutti i porti italiani abbiamo un’alta percentuale di marittima estera, questa indagine si estende ai marittimi di tutto il mondo. I risultati sono interessantissimi anche da un punto di vista della spiritualità, un mondo che ovviamente è connotato da religioni diverse; lo sappiamo tutti, il porto è un centro e un crogiolo di interscambio, non a caso le grandi civiltà, le grandi culture sono nate da questi siti particolari. E continuano ad esserlo oggi, anzi oggi sono ancora più importanti proprio per le esigenze che abbiamo di contattare i nostri fratelli, quelle persone le quali, appunto, per motivi diversi, girano il mondo e, quindi, ci portano un pezzetto della loro patria, della loro cultura, della loro civiltà. Nel gennaio 2011, fra i programmi vi è quello di ripresentare questo


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studio invitando i vertici e i due giovani sociologi che l’hanno curato. Dico ripresentare perché è già stato presentato qui a Catania; sono venuti da Roma, però in quell’occasione, non per colpa dei catanesi ma un po’ per colpa del taglio che è stato dato, eravamo pochissimi a godere di questo tipo di studio. Ovviamente il giorno sarà stabilito in modo che Sua Eccellenza possa essere presente.

Intervento dell’Ammiraglio, Comandante Domenico De Michele2 Oggi per noi è una giornata di grande festa, Eccellenza. La Sua visita non è soltanto la visita di un’autorità ma è una visita del padre, di chi, in qualche modo, ci guida in quelli che sono i valori cristiani. Qualche anno fa, forse, sarebbe stato superfluo affermare i valori cristiani della nostra cultura e della nostra società, oggi c’è bisogno di ricordarlo costantemente. Pocanzi ci ringraziavano per il salone messo a disposizione: caro Padre, la galleria è la casa dei marittimi, è il centro delle attività portuali e ci teniamo a mantenere gli impegni connessi con il nostro dovere come punto di riferimento e baricentro del mondo marittimo in generale e di quello portuale in particolare. Oggi è una Visita pastorale e il Vescovo in queste visite ha il compito di prendere contatto con le realtà cristiane della sua Diocesi, di toccare con mano l’attività delle parrocchie, gli effetti che hanno sui fedeli. Il mondo marittimo è un mondo particolarissimo anche da questo punto di vita, nel senso che gli antichi, proprio su questa scia, su questa religiosità che, ovviamente, è molto più antica dello stesso cristianesimo, dividevano il mondo in vivi, morti e naviganti; questo per indicare le grandi differenze che ci sono fra chi è a contatto con un elemento così indomabile, così costantemente pericoloso (e chi meglio di noi, che ci occupiamo del soccorso a mare, lo può dire). Però è curioso un fatto al quale forse pensiamo poco, ma Nostro Signore, quando ha dovuto scegliere gli Apostoli, chi avrebbe portato nel mondo la sua Parola e la rivoluzione del

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Testo non rivisto dall’autore.

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cristianesimo, aveva un ventaglio di candidati, diremmo noi, assolutamente eccezionali: c’erano gli scribi, c’era gente acculturata, gente che conosceva a memoria le Sacre Scritture, c’era gente che in quel momento poteva essere indicata come più idonea per quel tipo di missione, però ha scelto i marinai, ha scelto i pescatori, la gente del mare e se, dopo duemila anni, la Chiesa è così viva, forse quella scelta e quel puntare sui marittimi non poteva essere sbagliata. Già si accennava alle attività di Stella Maris e del Welfar che in progetti comuni si propongono di porgersi come aiuto anche in campo spirituale con attività che l’autorità marittima, la capitaneria, svolge per tradizione storica, direi con nel DNA l’assistenza ai pescatori, comunque ai marittimi, quindi come casa, come punto di riferimento e a questo si aggiunge anche l’attività che vogliamo continuare e concretare con l’aspetto spirituale. Certo, è una spiritualità che va compresa, ma è profondissima; il mondo marittimo è profondamente cristiano, profondamente cattolico perché è un mondo che è a contatto con una forza della natura che è espressione, oserei dire, del creato e questo ci rende consapevoli di un fatto che forse nella cultura, chiamiamola terrestre, ci sfugge ed è quello della fragilità umana. Chi è a contatto con il mare - questo vale anche per chi è a contatto con una realtà territoriale diversa, ad esempio la montagna, ma con caratteristiche uguali - si rende conto della fragilità umana, si rende conto della necessità di rapportarsi ad un Ente superiore. Chiunque di voi vada in qualche santuario, in questo momento mi viene in mente quello della Madonna di Tindari, può notare che fra gli exvoto predominano quelli marittimi, cioè il marittimo salvato, la tempesta placata: qualcuno potrebbe qualificarli come un’espressione di ingenuità religiosa, io penso, invece, che sia una religiosità molto, molto profonda perché nasce dalla spontaneità e dal cuore. Questo, Eccellenza, è il mondo marittimo che è all’interno della sua Diocesi: io mi auguro che questo giorno verrà e servirà ancora a rafforzare questo tipo di orientamento e non solo per la capitaneria, abbiamo la Misericordia che opera in porto e veramente con efficienza ma anche con spirito cristiano, abbiamo il mondo dei piloti, degli ormeggiatori, tutte le componenti che lavorano con noi. Non mi dilungo su tutte le altre componenti; all’interno abbiamo la polizia, i carabinieri, la guardia di finanza: sono tutte istituzioni con le quali noi lavoriamo costantemente ogni gior-


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no e il fine cristiano, il rendiconto che ognuno di noi, a fine giornata, fa con se stesso credo sia la molla che giustifica la efficienza che ancora il porto di Catania conserva, che le istituzioni, in generale, conservano pur a fronte naturalmente delle difficoltà, soprattutto economica, ma abbiamo visto che gli obbiettivi sono stati mantenuti e, quindi, vuol dire che abbiamo puntato sulle risorse più importanti che sono le risorse umane e sono le stesse risorse sulle quali investe la Chiesa. Grazie, Eccellenza, di essere qui con noi!

Intervento del presidente Santo Castiglione3 Eccellenza Reverendissima, Si parlava dell’importanza degli uomini di mare e delle città di mare; purtroppo devo constatare che Catania ha un rapporto chiuso con il mare, deve fare il passaggio per diventare città di mare. È una cultura che dovrebbe appartenerci, che deve essere nostra ma che ancora non lo è, quindi lo sforzo nostro, mio e dell’ammiraglio, è quello finalmente di poter aprire una parte del porto per avere un rapporto stretto con la città; è questo l’obbiettivo da raggiungere e spero che ci riusciremo. Tre giorni fa ci siamo visti, in occasione del comitato portuale, con l’ingegnere Emiliano, il responsabile dei lavori marittimi pubblici della Sicilia, che doveva consegnare l’edificio dei vigili del fuoco. Se non consegnava questa struttura i vigili del fuoco non potevano lasciare quella che sarà di Stella Maris: gliela ha consegnata, l’hanno lasciata e noi faremo l’inaugurazione di qui a poco tempo e avremo finalmente la struttura per potere fare i lavori e non è per niente una cortesia alla Chiesa, conoscendo il rispetto che noi abbiamo, ma è un’opportunità per il porto ed è un onore. Quando noi abbiamo iniziato questo percorso non c’è mai stato un momento di tentennamento, avevamo solo l’esigenza di trovare il posto adatto, il posto che poi diventa centrale rispetto alla funzione di Stella

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Testo non rivisto dall’autore.

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Maris e che non sia solamente un momento per i militari, per i portuali, per i civili, per tutti coloro che vivono il porto, ma anche un’occasione per chi viene con le crociere, per chi arriva con le navi, se lo ritengono opportuno, di fare anche un passaggio a Stella Maris. A gennaio iniziamo i lavori e credo che entro un mese li finiremo e saremo in grado finalmente di inaugurarla.

Intervento di Monsignor Gianni Perni, assistente spirituale di Stella Maris

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Saluto cordialmente l’Eccellenza Reverendissima Mons. Salvatore Gristina, le Gentili Autorità Civili e Militari, le Associazioni che ricadono nel Porto di Catania e tutti voi qui presenti. Il 16 luglio 2008 è stata costituita ufficialmente l’associazione “Stella Maris” di Catania con la finalità di curare la pastorale della gente del mare che ricade sul Porto di Catania. Il motivo di tale scelta è stato quanto mai evidente per sopperire ad una carenza pastorale avvertita nella nostra Arcidiocesi. Così come la Chiesa è interessata a curare spiritualmente i fedeli che vengono nelle parrocchie o nelle aggregazioni ecclesiali, e con stile missionario si cerca di avvicinare anche coloro che non se ne sentono coinvolti e come da sempre è stata pure attenta ad evangelizzare i cosiddetti “lontani”, esistono persone che hanno evidenti difficoltà di partecipazione ed hanno pure bisogno di essere curate nella fede, assistite anche moralmente o nei loro bisogni umani e materiali. Cristo Signore è venuto per salvare l’uomo nella sua interezza di persona; e la Chiesa, sulle orme del suo Maestro, si prende cura non solo dell’anima, ma di tutto l’uomo. La gente che lavora e vive la quasi totalità dei propri anni nel mare, quando approda in un porto ha bisogno di una casa, di un luogo di sicurezza, di un riferimento di accoglienza. Nei principali porti italiani è da tempo operante la Stella Maris. A Catania è stata svolta finora soltanto qualche sporadica iniziativa. Parecchie le difficoltà e le carenze per fare decollare una efficiente azione pastorale marittima: 1. La reperibilità di un presbitero e di qualche diacono con carismi ido-


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nei e più a tempo pieno dedicati in quest’opera tanto impegnativa. 2. Una equipe di collaboratori che con maggiore disponibilità possa curare un’efficace intervento sociosanitario e assistenziale. 3. Formazione degli operatori pastorali per un adeguato servizio da prestare a quanti presentano disagi derivanti dall’essere operatori nel mare. 4. Locali adeguati per la funzionalità dell’associazione Stella Maris, per l’accoglienza e punto di riferimento per quanti in vario modo lavorano o approdano nel Porto. 5. Attrezzature e strumenti opportuni per una buona gestione operativa. 6. Dialogo, pianificazione e collaborazione con le Istituzioni Pubbliche competenti. Le problematiche sono tante e diversificate. Un auspicio: se alla buona volontà di risolverle si aggiunge anche qualche decisione di chi ne ha i poteri, certamente potrà decollare quella che deve essere veramente una Stella del Mare per i tanti operatori marittimi.

Sintesi dell’intervento dell’Arcivescovo (a cura della Segreteria per la Visita pastorale) a. Saluta i presenti e si mostra lieto per l’incontro e per l’opportunità di maggiore conoscenza della realtà portuale illustrata egregiamente da Don Corrado, dall’ammiraglio De Michele e da Mons. Gianni Perni. L’incontro è un dovere, ma è soprattutto una gioia nel contesto della Visita pastorale. L’aggettivo pastorale “fa riferimento ai pastori che, nella tradizione biblica, sono le guide del popolo. Gesù stesso si definisce il buon Pastore perché conosce e dà la vita per le proprie pecorelle. E Gesù lo ha fatto! Il Vescovo durante la Visita pastorale ha la gioia di vivere questa esperienza; quindi, essa non è incentrata sulla sua persona, ma anzitutto su Colui che egli rappresenta. Tutti siamo guidati dal Pastore grande: tutti siamo sue pecorelle, tutti siamo amati da questo Pastore sentendoci accompagnati, protetti dall’amore del Signore. Il Vescovo deve essere il tramite di questa esperienza.

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b. Nei Vangeli Gesù sceglie gli Apostoli soprattutto tra i pescatori: da pescatori di pesci a pescatori di uomini. Le due immagini, il buon pastore e il pescatore di uomini, descrivono in maniera splendida il compito del Vescovo e dei sacerdoti, e in definitiva di tutta la Chiesa. Infatti, pastori e pescatori lo dobbiamo essere tutti nei riguardi degli altri: i genitori, gli insegnanti, le istituzioni, le forze del volontariato, ciascuno di noi deve occuparsi degli altri, superando la tentazione di chiudersi nell’egoismo. Invita a riscoprire il senso della fraternità, della solidarietà: nel mare si dà, si vive tanta solidarietà.

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c. Il mare caratterizza la nostra città. Per questo è stata costituita in diocesi la Stella Maris. Catania merita di avere questa bella realtà, non per fare un favore alla Chiesa, ma per tutti quei valori che sono stati sottolineati. La Chiesa è presenza; il Vescovo e i sacerdoti stanno con la gente. La Chiesa non è parallela alla vita della persona, ma vi si immerge con uno stile e una variegata attività di servizio. La Stella Maris con le sue strutture di accoglienza e di servizio farà certamente onore alla realtà portuale di Catania. d. Catania deve presentarsi anche a chi è solo di passaggio, sempre più con questo aspetto bello dell’accoglienza che caratterizza noi siciliani. A questo tende l’intensificazione della presenza ecclesiale anche alla stazione ferroviaria e all’aeroporto. e. Incaricherà un sacerdote perché sia presente al porto e per coordinare tutto quello che si cercherà di svolgere alla Stella Maris, valorizzando tutti, ciascuno con la propria identità, incominciando dalle Autorità militari, civili, amministrative, volontari, associazioni, pescatori. Tutta questa ricchezza che il porto esprime, può essere presente ed operante alla Stella Maris che, perciò, sarà ricca di iniziative e farà onore alla nostra Città.


Lettera conclusiva


Lettera conclusiva

Carissimo Padre Ignazio, Con grande gioia ti indirizzo questa lettera che spero verrà incontro anche all’attesa tua e delle persone che più direttamente hanno collaborato per la buona riuscita della Visita pastorale in codesta parrocchia di San Gaetano alla Marina.

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1. Scrivo la presente certamente per adempiere quanto suggerisce il Direttorio per il Ministero pastorale dei Vescovi circa la conclusione della Visita (nº 225), ma, soprattutto, per cogliere la possibilità di rivivere con te e con l’intera comunità parrocchiale il tempo indimenticabile che il Signore ci ha dato la grazia di vivere insieme nei giorni 14, 22 e 25 novembre 2010. La presente va letta alla luce della parte dedicata alla Visita pastorale nell’omelia della Messa Crismale del 21 aprile u.s. (cfr. allegati) e della Lettera indirizzata ai fedeli della parrocchia e che ti ho consegnato alla fine della stessa celebrazione allo scopo di farla conoscere ai destinatari. Con questa lettera desidero anche collegarmi alla celebrazione svoltasi giovedì 16 dicembre 2010 presso la parrocchia Santa Maria dell’Aiuto. Dopo i vespri, abbiamo cantato il Te Deum in ringraziamento al Signore a conclusione della Visita pastorale nel primo Vicariato. A più riprese ho rinnovato i sentimenti di gratitudine al Signore allora sgorgati dal nostro cuore. Sono sicuro che lo stesso avete fatto tu e le persone che hanno sperimentato la vera natura della Visita pastorale: dono del Padre per la nostra Chiesa. 2. Il succitato numero 225 del Direttorio suggerisce, fra l’altro, al Vescovo di ricordare la visita svolta nella parrocchia, di apprezzare gli impegni pastorali in atto e di stabilire alcuni punti per un cammino comunitario più impegnato. Di seguito, perciò, accennerò alla preparazione e allo svolgimento della Visita in codesta parrocchia e sottolineerò l’urgenza dell’impegno affinché il fervore suscitato dall’evento non si affievolisca e, soprattutto, affinché i buoni propositi formulati nei vari incontri siano adesso attuati con l’aiuto del Signore.


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3. Circa la preparazione della Visita pastorale vale anche per codesta parrocchia lo speciale ringraziamento che rivolgo ai parroci del I Vicariato. Voi, infatti, siete stati i primi ad impegnarvi nella preparazione e lo avete fatto superando la difficoltà originata dal lungo periodo estivo che più o meno immediatamente ha preceduto la Visita pastorale nelle singole parrocchie. La fase preparatoria della Visita è stata caratterizzata dalla riunione del Consiglio pastorale, il 15 luglio 2010. L’incontro ha consentito ai partecipanti di evidenziare meglio le attuali condizioni della comunità parrocchiale. In tale contesto è emersa la problematicità della struttura parrocchiale e, in particolare, della canonica. Un tale disagio è ancora più grave perché la parrocchia può essere vista come un’oasi in un territorio descritto con i termini forti di “desolazione e abbandono”. Risulta comprensibile l’auspicio formulato nel corso della riunione circa la “perequazione economica fra parrocchie ricche e parrocchie povere, come mutuo sostegno evangelico dell’unica missione per l’annunzio del Regno”. Lodevole appare l’impegno di aver trasformato il tempo successivo alla consegna del Questionario nel I Vicariato, in data 28 giugno 2010, in una specie “Scuola di Visita pastorale”, dove, come tu stesso affermi in una specifica relazione tutti, parroco compreso, erano al contempo alunni e studenti, imparando così gli uni dagli altri cosa fosse e a che cosa ci chiamasse la Visita pastorale. La fase preparatoria è culminata nella settimana di preparazione immediata che ha avuto come momenti più importanti l’adorazione Eucaristica e la liturgia penitenziale. 4. Quanto precede ha fatto da sfondo allo svolgimento della Visita pastorale iniziata con la Celebrazione Eucaristica di domenica 14 novembre. a) Nel tuo saluto iniziale hai toccato il cuore dei presenti ed anche il mio per avere ricordato come, subito dopo l’arrivo a Catania, il 6 agosto 2002, codesta comunità parrocchiale è stata la prima che ho incontrato mentre festeggiava il Santo Patrono, San Gaetano. Le tue parole hanno testimoniato amore ed attaccamento alla comunità e verso il territorio in cui essa soffre e spera. Lo stesso amore è testimoniato dalla Relazione che hai letto durante l’Assemblea pastorale del ventidue novembre.

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b) Altro momento cui vorrei dedicare un particolare accenno è la Visita al Convitto M. Cutelli. Si è trattato di un gradito ritorno presso una istituzione così rilevante nella storia della nostra Città. Sono stato assai favorevolmente impressionato dall’impegno che tutti hanno messo per realizzare un incontro di alta qualità. Spero vivamente che l’interessante dialogo avuto con gli alunni possa lasciare tracce positive nella loro crescita. c) La visita al Porto ha permesso di ribadire i buoni propositi circa la Cappella che dovrebbe essere pronta in tempi ragionevoli. Essa, come già avviene all’aeroporto da circa tre anni e alla stazione ferroviaria da alcune settimane, è a servizio delle persone in arrivo o in partenza, come pure di coloro che le accolgono o lo accompagnano. La futura attività pastorale della cappella deve essere espressione di comunione tra le due parrocchie di San Francesco di Paola e di San Gaetano alla Marina, e l’Associazione Stella Maris che ho approvato in data 26 luglio 2008. 5. Desidero incoraggiare te e la comunità parrocchiale di San Gaetano alla Marina a vivere l’altrettanto importante tempo del Dopo Visita. Esso, come il periodo di preparazione, deve essere espressione di profonda comunione vissuta fra le parrocchie del Vicariato e testimoniata dall’applicazione di modalità comuni e condivise. Tali modalità consistono anzitutto nella prosecuzione della preghiera per la Visita pastorale e dell’esercizio della lectio Divina, come pure nel costante impegno a valorizzare bene lo specifico servizio che gli organismi di partecipazione devono abitualmente esercitare. Non sia trascurata la significativa esperienza dell’assemblea parrocchiale. Un’altra modalità da vivere in comune è costituita dall’impegno per qualificare meglio, a livello vicariale, la formazione degli operatori pastorali delle singole parrocchie. Essa comprenderà alcuni incontri base cui seguiranno altri specifici nei singoli ambiti dove già sono in corso collaudate esperienze animate da alcuni Uffici diocesani. Altro settore in cui devono distinguersi le parrocchie già visitate consiste nell’attuazione dell’obiettivo per il prossimo Anno pastorale che indicherò in occasione del pellegrinaggio diocesano a Mompileri.


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Rientrano tra tali modalità anche i compiti affidati rispettivamente al Vicario episcopale per la pastorale, Don Pietro Longo, e a Don Vincenzo Branchina. a) Raccomando vivamente di continuare a pregare per la buona riuscita della Visita pastorale. Voi che già l’avete vissuta e ne avete apprezzato l’importanza pregherete affinché ciò possa avvenire in tutte le parrocchia dell’Arcidiocesi. Chiedo di dedicare nelle Messe festive un’apposita intenzione della Preghiera dei fedeli alla Visita pastorale. Suggerisco, inoltre, di servirsi del testo dell’apposita Preghiera in occasione di incontri associativi e degli organismi di partecipazione. b) Sarai contattato dai Confratelli Pietro Longo e Vincenzo Branchina per quanto di loro rispettiva competenza. Con Padre Vincenzo esaminerai le Lettere del Vicario generale e del Vicario episcopale per l’amministrazione già in tuo possesso, curando, con il coinvolgimento del Consiglio per gli affari economici, ogni possibile attuazione dei loro suggerimenti e delle loro disposizioni. Di quanto sarà fatto al riguardo, si dia notizia ai competenti Uffici di Curia con comunicazione scritta che sarà conservata anche negli archivi parrocchiali. Con Don Pietro, anzitutto privatamente e successivamente in riunioni di Consiglio pastorale, tratterai con la dovuta attenzione quanto evidenziato nella Relazione da te letta durante l’assemblea pastorale parrocchiale, come pure quanto emerso nei vari incontri svoltisi durante la Visita in codesta parrocchia. A tale scopo può essere di qualche utilità l’unita documentazione che comprende la sintesi di qualche mio intervento e l’indicazione di specifici punti da attenzionare nella vita della parrocchia. Il Vicario foraneo sarà tenuto al corrente da parte del Vicario episcopale per la pastorale circa i passi che intraprende e collaborerà nel modo che gli sarà possibile. Da parte mia seguirò l’attività del Dopo Visita accompagnandola con la costante preghiera e con i migliori auspici per la sua migliore riuscita. 6. Prima di concludere desidero esprimere la più viva riconoscenza per l’affetto con cui sono stato da tutti ed ovunque accolto. È stato bello scambiarci sentimenti di fraternità e di gioia nel Signore.

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Un grazie anche per l’offerta che mi è stata consegnata. Essa, come già ho detto, è inserita in uno specifico fondo in cui confluiranno eventuali altri simili gesti di generosità che saranno destinati alla realizzazione di una iniziativa a ricordo della Visita pastorale. Ti ringrazio anche per il dono dei due oggetti sacri appartenuti al venerato ed indimenticabile Mons. Domenico Picchinenna al quale tu eri particolarmente legato. Profitto perciò di questa circostanza per rinnovarti l’invito a fare in modo che, collaborato da altri sacerdoti, la memoria di tanto benemerito Pastore non vada perduta, ma piuttosto doverosamente coltivata ed opportunamente alimentata.

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7. Sono sicuro, carissimo Padre Ignazio, che, pensando alla Visita pastorale alla parrocchia San Gaetano, insieme e per tanti motivi possiamo ripetere le belle espressioni dell’apostolo Paolo: «A Colui che in tutto ha potere di fare molto di più di quanto possiamo domandare o pensare, secondo la potenza che opera in noi, a lui la gloria nella Chiesa e in Cristo Gesù per tutte le generazioni, nei secoli dei secoli! Amen» (Ef 3,20-21). Questa condivisione di lode al Signore sostenga e qualifichi l’impegno che ci unisce nella carità pastorale nei riguardi dell’intera comunità diocesana che il Signore mi ha affidato, ed in particolare della parrocchia di San Gaetano alla Marina che ti vede entusiasta e generoso “pastore proprio”. Ti benedico con affetto paterno e con te benedico i fratelli e le sorelle che ami e servi nel nome del Signore. Catania, 9 maggio 2011

✠ SALVATORE GRISTINA

Prot. N. 640/U - 82


Lettera conclusiva

Allegati

OMELIA MESSA CRISMALE (21 APRILE 2011) […] 3. La Messa Crismale cui stiamo partecipando rifulge come espressione particolarmente bella dell’unione ecclesiale attorno al Vescovo. Chiariamolo subito: il termine “Vescovo” significa certamente la persona che in questo momento si rivolge a voi, ma anzitutto e soprattutto sottolinea il ministero di colui che insieme ai fratelli presbiteri è sacramento e segno di Gesù Buon Pastore. Lo diveniamo, carissimi fratelli presbiteri, ricevendo il sacramento dell’Ordine sacro, seppure nei gradi diversi dell’episcopato e del presbiterato, che però devono essere entrambi animati dalla stessa carità pastorale che si esprime anche nella gioiosa e quotidiana fedeltà alle promesse sacerdotali che tra poco rinnoveremo. In definitiva, quindi, e non potrebbe essere altrimenti, realizziamo e viviamo tutti, voi fratelli e sorelle e noi presbiteri e vescovo, la nostra unione ecclesiale attorno a Cristo, “il Pastore grande delle pecore” (Eb 13,20). 4. Di tutto ciò il Signore ci permette di fare una straordinaria esperienza nella Visita pastorale, tempo e dono di grazia che il Padre concede attualmente alla nostra Chiesa particolare. In questo momento non posso fare a meno di ricordare, con commozione e a comune esultanza, che proprio in occasione della Messa Crismale del 2009, il 9 aprile, davo l’annunzio della Visita pastorale. Vi dicevo allora: “La Messa Crismale ci parla della dignità sacerdotale, profetica e regale che il Padre conferisce con il dono dello Spirito Santo ai discepoli del Figlio suo. Con la Visita pastorale avrò la grazia di onorare questa dignità nei figli e nelle figlie di Dio che incontrerò. Nel dialogo che avrò con loro ascolterò con gioia la narrazione delle meraviglie che il Signore permette di operare a chi valorizza questa dignità nella vita quotidiana, personale e familiare, civile ed ecclesiale. La Visita pastorale mi permetterà di verificare come da Cristo nostro capo si diffonde in tutte le membra della nostra Chiesa particolare e si

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espande nel territorio il Suo buon profumo. La Visita pastorale mi darà la gioia, carissimi fratelli presbiteri, di vedervi all’opera come servi premurosi del nostro popolo. Avrò la confortante conferma della vostra fedele e costante dedizione al ministero che il Signore vi ha affidato di nutrire con la sua Parola e di santificare con i sacramenti il santo popolo di Dio. La Visita pastorale mi chiamerà a dare una risposta particolarmente generosa alla domanda che Gesù continuamente mi rivolge: Salvatore mi ami? La risposta, lo so bene, deve essere convalidata dal fatto che cerco di diventare ogni giorno di più quello che tra poco vi chiederò di ottenermi da Gesù: essere in questa Chiesa immagine viva ed autentica di Lui buon Pastore, maestro e servo di tutti”.

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5. La Visita pastorale è iniziata con la celebrazione dell’Anno sacerdotale (19 giugno 2009 - 11 giugno 2010) che mi ha dato la grande gioia di incontrare quasi tutti i sacerdoti personalmente e per vicariato. Lo scorso 30 ottobre l’ho aperta nel primo Vicariato con l’indimenticabile Celebrazione Eucaristica qui in Basilica Cattedrale. Al presente, ho già ultimato la Visita in tutte le parrocchie del I e del II Vicariato e nelle prime due (Divina Misericordia, Misterbianco e Sacro Cuore, Piano Tavola) dell’VIII. Come segno di particolare attenzione verso le parrocchie già visitate, alla fine della Messa, consegnerò ai loro parroci gli oli e il crisma che tra poco benedirò e consacreremo. E tramite i parroci farò giungere una lettera di affettuoso saluto e di auguri pasquali alle comunità parrocchiali già visitate. 6. Seppure brevemente mi è assai gradito rendervi partecipi di qualche sentimento e di alcune prime riflessioni circa lo svolgimento già avvenuto e la prosecuzione in corso della Visita pastorale. a) Anzitutto e con tutto il cuore: l’anima mia magnifica il Signore … e sono sicuro di rendermi voce delle tante persone ed in primo luogo di voi, carissimi parroci e sacerdoti, che con me avete vissuto l’esperienza della Visita. b) Sono giunto nelle parrocchie certamente con trepidazione, ma soprattutto consapevole che mi aveva preceduto la corale intercessione: Ti preghiamo per il nostro Vescovo Salvatore che viene a visitarci nel Tuo


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nome: sia immagine viva e da autentica di Te buon Pastore. La preghiera è stata efficace e vi posso assicurare che il Signore l’ha esaudita oltre ogni nostra attesa in tutti i settori della Visita e, con bella sorpresa, particolarmente per quanto riguarda gli incontri nelle scuole. c) La preparazione della Visita pastorale è stata finora una eloquente testimonianza di comunione perché in tutte le parrocchie è avvenuta con modalità comuni e condivise. Ne ringrazio sentitamente i singoli parroci ed i Vicari foranei che hanno collaborato con intelligenza e generosamente con la Segreteria per la Visita pastorale. A tutti i suoi componenti ed al Suo coordinatore, il carissimo Padre Massimiliano, il nostro ringraziamento più cordiale ed affettuoso. L’esperienza della ben riuscita preparazione conferma la validità del metodo finora usato, e, quindi, esso sarà seguito, migliorandolo ove occorresse, anche nel futuro. d) Per le parrocchie già visitate, segue adesso il tempo altrettanto importante e ricco di operosità del Dopo Visita. Di che cosa esso debba significare nelle singole parrocchie sarà mia premura scrivere ai singoli parroci interessati, inviando qualche sussidio di documentazione ed anche dando fraternamente qualche suggerimento. 7. Qui mi limito a sottolineare che la comunione durante il tempo del Dopo Visita deve essere vissuta anzitutto nella continuazione della preghiera. Nelle parrocchie già visitate si continui a pregare per la Visita pastorale. Se essa è stata, come mi risulta da tante consolanti testimonianze, una bella esperienza, carità impone che lo stesso dono lo invochiamo per le parrocchie che ancora attendono la Visita. E così la preghiera unisce tutta l’Arcidiocesi nella preparazione, nello svolgimento della Visita pastorale come pure nel tempo che ad essi segue. Il Dopo Visita sarà qualificato anche dal particolare impegno cui si dedicherà il Vicario per la pastorale, il carissimo Don Pietro Longo, al quale, proprio per questo e affinché possa meglio attendere al coordinamento pastorale degli Uffici di Curia, ho chiesto di lasciare la parrocchia di San Leonardo in Adrano. Don Pietro, in piena comunione e sinergia con il Vicario foraneo del territorio e con i parroci, favorirà le necessarie iniziative affinché i buoni

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propositi maturati in ogni singola parrocchia e a livello vicariale siano adesso tradotti in pratica. Con la stessa diligenza e con tanta fiducia nel Signore, saranno pure affrontate le difficoltà lucidamente intraviste durante la Visita. Una particolare attenzione sarà riservata alle lettere che i Convisitatori hanno indirizzato ai singoli parroci. Per attuare nelle parrocchie quanto suggerito o disposto dai Convisitatori, è quanto mai opportuno affidare uno speciale mandato ad un presbitero. D’intesa con il Vicario generale ed il Vicario episcopale per l’amministrazione, affido tale compito al carissimo Padre Vincenzo Branchina, il quale così assocerà al ministero di parroco una ulteriore responsabilità di impegno in Curia. Lo ringrazio fin d’ora per la collaborazione che offrirà ai singoli parroci.

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8. Uniti nella preghiera, insistendo nello stile di preparazione già attuato, e seguendo con fiducia le suddette indicazioni per il Dopo Visita, vivremo certamente una forte esperienza di comunione. Potremo così, nel prossimo Anno pastorale, attuare in tutta l’arcidiocesi un altro obiettivo, scelto tra i ben noti sette indicati nel documento della C.E.I. sul volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia. Indicherò tale obiettivo in occasione del prossimo pellegrinaggio diocesano a Mompileri il 30 maggio. Sin d’ora e nuovamente affido alla intercessione della Madre Santissima la nostra Comunità diocesana e noi tutti che viviamo il tempo della Visita. Possiamo così sperare che la Visita pastorale sarà tempo di autentica crescita della nostra Chiesa perché tutti saremo così più disponibili e docili all’azione dello Spirito Santo che ci spinge anzitutto a più grande comunione. […]


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PUNTI DA ATTENZIONARE NELLA VITA DELLA PARROCCHIA

• Promuovere una maggiore collaborazione con le parrocchie del Vicariato, specialmente con la parrocchia San Francesco di Paola. • Potenziare il servizio a favore dei malati e degli anziani sensibilizzando anche i ragazzi. • Puntare sulla formazione degli operatori pastorali alla luce della Parola di Dio, favorendo principalmente momenti di lectio Divina.

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CAPITOLO V

VisitaPastorale allaParrocchia BasilicaCollegiata


Informazioni statistiche

M APPA

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DEL TERRITORIO PARROCCHIALE


Informazioni statistiche

STRADARIO DEL TERRITORIO PARROCCHIALE

Via Alessi Piazza Asmundo Via Bicocca numeri pari Via Biondi 1-7 Via Biscari 1-5 Via Caff Via Carcaci Via Costai Via Collegiata Via Coppola Via Crociferi Via Di Sangiuliano A. numeri dispari Via Etnea 17; 24-66 Via FragalĂ 207-321; 154-272 Via Frontini F. P. 17-65; 40-124 Via Gesuiti Via La Piana Via Mancini 1-3

Piazza Manganelli numeri pari Via Manzoni Via Marino Piazza Matteotti Giacomo da 41 e da 45 fino alla fine Via Minoriti Via Montesano Piazza Ogninella Ospizio di Beneficienza numeri dispari Via Prefettura numeri pari Via Regalcaccia Via Reina Euplio numeri dispari Via San Benedetto Via San Camillo salita Via San Giovanni Bosco numeri dispari Via San Michele numeri pari Piazza Santa Nicolella numeri dispari Via Sant’Orsola numeri pari

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Informazioni statistiche

Via Sangiuliano Antonino Via Santa Teresa Piazza Spirito Santo numeri pari Via Squillaci Via Teatro Greco Piazza UniversitĂ Via Vasta

NUMERO STIMATO DI ABITANTI: 3000 300


Fase preparatoria


Fase preparatoria

Verbale della riunione del Consiglio Pastorale

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Si è tenuta venerdì 9 luglio 2010 nei locali della parrocchia Basilica Collegiata, la riunione del Consiglio pastorale parrocchiale, alla presenza del parroco Mons. Giorgio Giuffrida, dei membri del Consiglio pastorale parrocchiale e del Vicario foraneo Mons. Smedila, per discutere della Visita pastorale di Sua Eccellenza l’Arcivescovo Metropolita di Catania Mons. Salvatore Gristina. Dopo aver pregato, Mons. Smedila ha esposto ai presenti come sarà svolta la Visita pastorale, ed ha invitato i membri del Consiglio a prendere visione del Questionario pastorale, e compilarlo perché utile a dare informazioni generali sul territorio parrocchiale. Poi si è soffermato sugli argomenti più importanti della seduta, cioè discutere con i membri del Consiglio quali sono gli aspetti da attenzionare e le emergenze particolari del territorio e della comunità. Aspetti fondamentali, perché saranno argomento principale da parte dell’Arcivescovo, durante la Visita. I membri del Consiglio, allora, hanno esposto che quella della Basilica Collegiata, è una realtà ben diversa dalle altre Parrocchie della diocesi, in quanto si trova nel centro storico della città, dove oltre alle famiglie residenti, sono presenti attività commerciali, associazioni, istituzioni pubbliche e sindacati, quindi bisogna fare una distinzione tra parrocchiani residenti e parrocchiani di fatto. Due aspetti sono stati esaminati dal Consiglio e dovrebbero essere oggetto di attenzione dell’Arcivescovo: 1) In Basilica Collegiata, vi è la presenza di associazioni laicali, come i Circoli agatini, maschile e femminile e il gruppo “Amici del Rosario”, che hanno proprio sede in Parrocchia. Il Consiglio pastorale ha espresso la volontà di poter avere un incontro tra gli esponenti delle Associazioni e l’Arcivescovo, al fine di parlare delle attività che si svolgono da parte delle Associazioni, e soprattutto per trovare un modo per poter educare gli iscritti alla partecipazione nella Parrocchia e alla ecclesialità. 2) Un altro aspetto che riguarda proprio queste associazioni, è quello di capire se servono solamente ad avere un cospicuo numero di iscritti o se invece, devono essere un modo per poter fare crescere i “cittadini devoti” cristianamente. In particolare, utile, a questa “missione” potrebbe essere la conoscenza della parola tramite la Lectio Divina,


Fase preparatoria

importante per i parrocchiani, al fine di essere diffusori della parola di Cristo, e l’accoglienza, già carisma della Collegiata. Da visitare durante la Visita pastorale anche le varie realtà presenti nel territorio Parrocchiale. Realtà, soprattutto istituzionali: - Università degli studi (palazzo centrale); - Facoltà di Lettere (Piazza Università); - Questura; - Prefettura; - Presidenza della Provincia; - Presidenza della Regione; - Facoltà di Giurisprudenza (Villa Cerami 7); - Teatro Massimo Bellini; - Biblioteca Regionale Universitaria; - Scuola Media Comunale Di Bartolo; - Sindacati Cgil e Ugl. Preso atto che queste sono le esigenze della Parrocchia e i temi fondamentali da sviluppare durante la Visita pastorale, si è conclusa la riunione del Consiglio parrocchiale con la lettura della preghiera per la Visita pastorale.

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Incontro con l ’Arcivescovo


Incontro con l’Arcivescovo

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Incontro con l’Arcivescovo

Calendario1

DOMENICA 14 NOVEMBRE ore 20.00 - Accoglienza dell’Arcivescovo e Celebrazione Eucaristica

GIOVEDÌ 25 NOVEMBRE ore 16.30 - Spazio a disposizione per le confessioni e dialogo con i fedeli ore 18.00 - Incontro con il Consiglio pastorale parrocchiale ed il Consiglio affari economici ore 19.00 - Incontro con il Gruppo “Amici del Rosario” e con il Circolo cittadino “Sant’Agata”

MARTEDÌ 30 NOVEMBRE ore 19.00 - Assemblea pastorale e conclusione della Visita pastorale

Approvato dall’Arcivescovo sulla base di quello formulato dal Consiglio pastorale parrocchiale nella fase preparatoria. 1

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Incontro con l’Arcivescovo 14 novembre 2010

Ore 20.00 - Parrocchia Basilica Collegiata

MESSA DI APERTURA Saluto del Parroco

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«Benedictus qui venit in nomine Domini». Benedetto colui che viene nel nome del Signore (Sal 118,26). Con queste parole accolgo in Collegiata Vostra Eccellenza in nome di tutta la comunità parrocchiale della Collegiata: del clero, dei laici impegnati, dei fedeli tutti e mio personale. La Visita dell’Arcivescovo, principale dispensatore dei sacri misteri, è per tutti noi un evento di grazia, un dono di Gesù Cristo, Unico Buon Pastore, che viene a dimorare nei nostri cuori, a portare la tenerezza del Padre, a guidarci nei cuori dei fratelli lontani e, soprattutto, a risuscitare in tutti noi la gioia e lo stupore di essere figli, famiglia di Dio, popolo eucaristico, popolo in festa. Popolo in festa non solo perché è arrivato Gesù Sposo, ma anche perché tutti noi siamo pronti ad ascoltare la sua parola paterna ed energica che ci sveglia, ci aiuti a scrostarci dall’abitudine, dal “si è fatto sempre così”, dal narcisismo religioso e dalla paura di collaborare. Eccellenza, le assicuro che la comunità della Collegiata ascolterà sempre la sua voce e stasera terrà aperta la porta del cuore perché Lei resti sempre in noi e noi in Lei. A dimostrazione che quest’accoglienza parte dal cuore, concludo con la preghiera per l’Arcivescovo: Preghiamo O Dio, pastore e guida di tutti i credenti, guarda il tuo servo Salvatore, che hai posto a presiedere la Chiesa che è in Catania; sostienilo con il tuo amore, perché edifichi con la parola e con l’esempio il popolo che gli hai affidato, e insieme giungano alla vita eterna. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,


Incontro con l’Arcivescovo 14 novembre 2010

e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. MONS. GIORGIO GIUFFRIDA Parroco

Omelia dell’Arcivescovo Carissimi fratelli Presbiteri e Diaconi, particolarmente Lei carissimo Mons. Vicario foraneo, voi Canonici di questa insigne Basilica Collegiata, Fratelli e Sorelle, 1. Ringrazio cordialmente il carissimo Mons. Giorgio Giuffrida, parroco e prevosto di questa insigne Collegiata per le parole affettuose che mi ha rivolto a nome vostro e a nome suo personale. Lo ringrazio anche per la preghiera che, a nome di tutti, ha innalzato al Signore per me vostro Vescovo. Il saluto particolare e la preghiera, come ben sapete, sono motivati dal fatto che con questa celebrazione apro la Visita pastorale in questa parrocchia. Sto facendo la Visita pastorale nelle parrocchie del I Vicariato; ho già concluso la Visita in Cattedrale ed in altre comunità parrocchiali del centro storico. È un momento particolarmente ricco di grazia: un dono di Gesù Cristo unico Buon Pastore. I tempi della Visita sono diversi, ma per tutte le comunità parrocchiali deve esserci questa ansia di accogliere il Signore. Il Vescovo è segno di questa presenza del Signore. Si tratta di un impegno particolare per me, da cui la preghiera per il Vescovo proprio nei momenti della Visita pastorale. 2. Sono in questa comunità parrocchiale per iniziare questo momento particolarmente significativo. Vogliamo tutti lasciarci illuminare, guidare dalla Parola che abbiamo ascoltato. Nel brano del Vangelo appena proclamato San Luca riferisce su un momento caratteristico della comunità d’Israele che dimorava a Gerusalemme, soprattutto di quelli che venivano in pellegrinaggio davanti al tempio e restavano stupefatti, meravigliati, gioiosi e magnificavano la sua bellezza, perché era ornato di belle pietre e di doni votivi. Un giusto senso di fierezza che deve animare anche noi per gli edifici

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Incontro con l’Arcivescovo 14 novembre 2010

di culto di cui disponiamo: belli, alcuni di insigne valore storico; tutti, in ogni caso, luogo dove i figli di Dio vivono l’esperienza di ascoltare la Parola, di essere nutriti del Pane che il Padre dà a noi suoi figli. Accadde che quelli che magnificavano il tempio di Gerusalemme dimenticavano qual era il senso profondo del luogo che calpestavano: il senso della presenza di Dio, un invito costante ad essere fedeli al Signore, alla sua Alleanza. I profeti erano intervenuti tante volte per sottolineare che non bastava vantarsi del tempio, dell’appartenenza al popolo eletto se poi non c’era l’autenticità, un comportamento consequenziale a questa fierezza. Anche noi, tante volte, possiamo vivere questa incongruenza, questa incoerenza. Noi dobbiamo essere fieri di essere nella Chiesa, di essere la Chiesa; fieri ma coerenti, altrimenti non resterà pietra su pietra che non venga distrutta, e Gesù lo dice con amarezza.

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3. Diverse volte i Vangeli notano come Gesù, al vedere il tempio, pur provando quel senso di fierezza comune a tutto il popolo, versò lacrime: pianse su Gerusalemme, perché non percepiva quello che si stava verificando; non accoglieva Lui, l’inviato dal Padre. La coerenza che siamo chiamati a vivere ha un prezzo troppe volte alto. Noi tra poco proclameremo la nostra fede; non si tratta solo di parole pronunziate con le labbra: bisogna poi vivere secondo la fede che professiamo. La coerenza può creare disagi, difficoltà e come abbiamo ascoltato, Gesù non tace: Gesù parla anche di persecuzione, di difficoltà. Che non si tratti di retorica è dimostrato anche da quello che accade ai nostri giorni: quanti cristiani, quanti fratelli, quante sorelle hanno recentemente perso la vita, sono stati trucidati perché cristiani. É un segno pericoloso l’intolleranza, il non rispettare la dignità, la libertà religiosa. La libertà religiosa è il cuore di quei diritti inalienabili, fondamentali che ciascuno di noi riceve direttamente da Dio, non dalle leggi: le leggi sono fatte perché questi diritti siano al meglio esercitati, perché non siano impediti, perché siano rispettati. Ma la fonte di questa dignità è Dio stesso e nessuno può violare questi diritti. Gesù esorta alla serenità della testimonianza; Lui è sempre con noi, non ci abbandona, e ci dice che: “Quando sarete chiamati, quando sarete portati davanti ai tribunali non preoccupatevi, vi dirò io che cosa dovete dire, lo Spirito vi illuminerà”.


Incontro con l’Arcivescovo 14 novembre 2010

4. Anche la seconda lettura appena proclamata esorta al dovere dell’operosità. Non possiamo essere pigri, disimpegnati, trascurati; il cristiano, proprio perché crede nella vita eterna, dà valore pieno a ogni giornata della sua vita. Purtroppo qualcuno erroneamente ha osservato e pensato di affermare che la religione è l’oppio dei popoli ma non doveva riferirsi alla religione autentica: doveva essere un disimpegno non questo senso di giustizia, di rispetto, di solidarietà verso gli altri come è esigito dal culto autentico reso a Dio. Il cristiano, proprio perché tale, è più impegnato, più motivato nel compiere il proprio dovere, nel dare il proprio contributo per la crescita della comunità. San Paolo esorta i cristiani di Tessalonica, che avevano equivocato circa il ritorno del Signore, ad impegnarsi. Il lavoro è un dovere per chi lo trascurasse. Dobbiamo affermare pure che il lavoro è un diritto per chi purtroppo ne è privo o per chi rischia di perderlo. Giustamente l’Apostolo insiste sul dovere di lavorare, ed è giusto. Il dovere di lavorare significa avere una cultura autentica del lavoro e dell’attività umana. Tutto questo impegno di testimonianza, ci dice Gesù, deve essere fatto con perseveranza proprio perché “con la vostra perseveranza salverete la vostra vita”. Se oscilliamo, se siamo a tempo, se non siamo sempre coerenti rischiamo di compromettere la nostra vita eterna. Gesù lo dice con chiarezza e ci invita a tutto ciò. 5. La Visita pastorale vuole essere un momento particolare di verifica della nostra autenticità compiuta alla luce della Nota pastorale della C.E.I. Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia. L’autenticità è necessaria, è una condizione imprescindibile per la testimonianza, per avere un volto missionario, per testimoniare il Vangelo, per diffondere la Parola di Dio, perché questa Parola sia luce, conforto per tutti. La Visita pastorale vuole essere questo momento di grazia in cui tutti ci interroghiamo circa lo stato della nostra testimonianza. Siamo tutti chiamati ad avere questo volto missionario e tutto questo lo dobbiamo fare con perseveranza nella vita quotidiana e non soltanto nelle grandi occasioni, nell’impegno umile e costante di fare la volontà di Dio, di rispondere alla chiamata del Signore secondo quelle che sono le condizioni della nostra vita. La preghiera che rivolgiamo a Lui è l’augurio che ci scambiamo perché così avvenga ogni giorno della nostra vita. ✠ SALVATORE GRISTINA

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Incontro con l’Arcivescovo 25 novembre 2010

Ore 16.30 - Parrocchia Basilica Collegiata - sacrestia Spazio per le confessioni e il dialogo con i fedeli

Ore 18.00 - Parrocchia Basilica Collegiata

INCONTRO CON IL CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE ED IL CONSIGLIO PER GLI AFFARI ECONOMICI

Sintesi dell’intervento dell’Arcivescovo (a cura della Segreteria per la Visita pastorale) 312

a. Ringrazia tutti gli intervenuti all’incontro sottolineando l’importanza di saper crescere nello stile dell’ascolto e del dialogo, sforzandosi di dire le cose con carità, senza nasconderci o, addirittura, parlare dietro le spalle. b. Sottolinea l’importanza della operatività dei Consigli pastorale e per gli affari economici. Tutti abbiamo, infatti, il dovere di interessarci e di impegnarci responsabilmente all’interno della comunità, collaborando con il parroco. In tal senso, auspica come frutto della Visita pastorale una decisa crescita in questo impegno ed in questa collaborazione da parte di tutti. c. Sottolinea come la particolare collocazione dell’edificio parrocchiale in via Etnea, il flusso continuo di turisti che transitano per il centro storico della Città fermandosi spesso a partecipare la domenica alle diverse celebrazioni liturgiche, debba far individuare ogni possibile iniziativa nel senso dell’accoglienza. «Il Consiglio pastorale dovrebbe domandarsi sempre: come questa comunità riesce ad accogliere le tante persone che transitano per via Etnea?». d. Invita ad una maggiore apertura nei riguardi della realtà di vicariato. La collaborazione, lo scambio di idee, di esperienze, il sostegno reciproco


Incontro con l’Arcivescovo 25 novembre 2010

potranno certamente arricchire e alleviare gli inevitabili momenti di stanchezza che ogni realtà può vivere. e. Augura ad ognuno buon lavoro, consapevole che per la Basilica Collegiata si apre una stagione di nuovo maggiore impegno.

Ore 19.00

INCONTRO CON IL GRUPPO AMICI DEL ROSARIO, CIRCOLO FEMMINILE SANT’AGATA, CIRCOLO CITTADINO SANT’AGATA Relazione del Responsabile del Gruppo “Amici del Rosario” Eccellenza Reverendissima, Siamo particolarmente felici che la Visita pastorale coincida con il 15º anniversario di fondazione della nostra Associazione ecclesiale. Con la presente desideriamo descrivere le nostre attività che si concentrano con grande attenzione in seno alla festa di Sant’Agata. Il nostro gruppo è nato nel 1992 tra i cordoni della processione di Sant’Agata, si è impegnato a pregare con il Santo Rosario ed a diffonderlo con spirito missionario. Oggi si trova maggiormente rinforzato sia numericamente ma soprattutto spiritualmente, grazie alle catechesi guidate dalla nostra guida spirituale, Mons. Giorgio Giuffrida. Le attività del Gruppo, finalizzate alla graduale crescita spirituale e culturale, consentono ai partecipanti, provenienti da varie parrocchie della nostra Diocesi, di conseguire una concreta e più profonda fede. Così come previsto dallo statuto degli “Amici del Rosario”, voluto ed approvato da Sua Eccellenza Reverendissima Luigi Bommarito con decreto del 16-7-1995, le riunioni si svolgono in Basilica Collegiata ogni martedì dalle ore 19.40 alle ore 21.15 e si articolano in tre momenti cardini:

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• La recita del S. Rosario • L’ascolto della parola • La comunione fraterna Inoltre, il Gruppo svolge molteplici attività, tra le quali è opportuno menzionare l’opera di carità verso i fratelli più bisognosi. In questi anni i doni raccolti sono tanti: 1. L’apostolato lungo la processione di Sant’Agata. 2. La partecipazione alle Solennità della Diocesi che ci fa sentire fratelli in cammino. 3. L’animazione, da 10 anni, della processione della Madonna del Carmelo. 4. La visita nelle scuole dove, grazie alla vita di Sant’Agata, riusciamo a raccontare la storia del cristianesimo. 5. La visita alle parrocchie raccontando il nostro cammino. 6. I tanti pellegrinaggi che ci hanno fatto apprezzare i vari santuari e ci fanno sentire fratelli più fortificati. 7. La Carità, con cui raggiungiamo le famiglie bisognose nelle loro case con generi di prima necessità; dal 2007, in comunione con il nostro pastore Mons. Salvatore Gristina, ci attiviamo con la “Missione Sant’Agata” per raggiungere i fratelli bisognosi; 2007, Perù, 2 protesi ortopediche; 2007, Cappella a Barranca in Perù; 2008, Cisterna a Migoli; 2009, Terra Santa per i bambini e le donne martoriate dalla guerra; 2010, Pro - terremoto Haiti. II nostro gruppo e la “festa” Il nostro gruppo è nato all’interno dei cordoni nel lontano 1992 e sino ad allora era impensabile parlare di preghiera corale tra più devoti, eccetto per qualche inno agatino biascicato di rado visto che avevano il sopravvento le fragorose “grida” dei cittadini. In questi 17 anni la nostra presenza si è consolidata oltremodo grazie all’impegno e allo sforzo dei membri del gruppo che, anno dopo anno, hanno cercato di instaurare legami di amicizia e di collaborazione con i devoti nel cordone. La conseguenza, che rappresentava uno dei traguardi fondamentali da dover raggiungere, è questa: il Santo Rosario non è più un intruso, un “oggetto” misterioso ma un co-protagonista.


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Nelle nostre azioni, siamo sempre stati esortati e sostenuti da Lei Eccellenza, sin dal suo insediamento qui a Catania e abbiamo sempre avuto la sua amorevole benedizione per portare avanti questo apostolato. Ricordiamo con piacere una sua confidenza: nel 2003, anno del Rosario, informò il Santo Padre Giovanni Paolo II che a Catania durante la festa di Sant’Agata si prega con il Rosario. Suggerimenti di carattere spirituale Partecipazione spirituale Grazie all’azione del buon Dio, il numero di persone che si accostano alla recita del Santo Rosario è crescente anno dopo anno. Tuttavia i fedeli disposti ad aiutarci in maniera assidua in questa opera di evangelizzazione rimangono pochi; pur riuscendo infatti a coinvolgere centinaia di devoti, materialmente e soprattutto fisicamente, a causa della lunga durata della processione, non si riesce a coprire l’intera lunghezza del cordone ma purtroppo neanche buona parte del cordone stesso. Però il 2010 è stato un anno di radicale cambiamento grazie alla Commissione diocesana da Lei voluta e con l’aiuto di Mons. Barbaro Scionti siamo riusciti a radunare un bel numero di aggregazioni laicali, con le quali si sono stabiliti dei turni in maniera tale da pregare per quasi l’intero tragitto della Santa: ogni realtà diocesana, pur conservando il proprio carisma, ha rispettato e seguito il volantino che viene distribuito e gli esiti sono stati superiori alle nostre aspettative. Dato che la nostra Associazione non gode di quota associativa ma vive di carità, La ringraziamo, Eccellenza, perché ha voluto farsi carico delle onerose spese che l’apostolato comporta (ricordiamo che vengono distribuiti 10.000 volantini e 3.000 rosari). La preziosa opera del Clero Una constatazione da fare è la seguente: quando un sacerdote, un religioso oppure un seminarista, si unisce a noi nella preghiera, il numero dei fedeli aumenta esponenzialmente, segno della preziosa opera che il Clero svolge. Negli scorsi anni, i sacerdoti che ci hanno affiancato in quest’opera evangelica sono stati Don Filippo Gismondo e Don Salvatore Cucè, i quali sono stati soliti concludere la recita del Rosario con una brevissima ome-

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lia: in tali occasioni l’atteggiamento dei devoti è cambiato notevolmente: li hanno ascoltati attentamente sospendendo momentaneamente le loro “manifestazioni di amore verso la Santa” per ricevere la benedizione. Tutto questo ci ha portati alla convinzione che la presenza di Presbiteri, Diaconi, Religiosi lungo il tragitto della processione, possa essere servizio utile spiritualmente a chi partecipa. Importante momento di rievangelizzazione Un dato certo è che durante la festa di Sant’Agata la presenza di giovani è enorme, ma è ancor più grande il numero di giovani da evangelizzare. Molti di loro desiderano ascoltare la Parola di Dio, hanno un desiderio interiore di conoscere chi è Gesù, di capire perché Sant’Agata ha rinunciato a tutto per Gesù. 316

Conclusioni In conclusione, ci auguriamo che la Commissione diocesana curi l’immagine della “festa” e punti maggiormente all’aspetto religioso, culturale e vigili quello folcloristico. Una opportuna campagna sociale, culturale ma soprattutto religiosa porterebbe i catanesi a guardare questa manifestazione con occhio diverso anno dopo anno e i mass media, la televisione e la stampa in primis, potrebbero essere importanti strumenti per raggiungere tale scopo. Abbiamo il piacere di comunicarle che abbiamo invitato in primavera l’illustre mariologo padre Stefano De Flores. È nostro ardente desiderio averla tra noi per presiedere l’incontro, al quale saremo lieti di invitare tutti i gruppi ecclesiali della provincia di Catania. Certi che Lei Eccellenza Reverendissima vegli sul nostro gruppo con la preghiera, le confidiamo che noi abitualmente la ricordiamo nelle nostre preghiere e le auguriamo che la sua permanenza al I Vicariato sia piena di gioia vedendo la Chiesa catanese riunita tutta nel nome del Signore. L’Altissimo le dia la forza di portare il suo caloroso affetto a tutti i suoi figli, trasmettendo l’idea propositiva di una fede forte e autentica in una società che ha perso la sua identità. DOTT. GIUSEPPE CARBONARO Responsabile


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Relazione del Presidente del Circolo Femminile Sant’Agata Eccellenza Reverendissima, Il Circolo Femminile “Sant’Agata” è un’associazione di laiche con scopo prevalentemente di culto e religione, sorta presso la Basilica Collegiata di Catania nel 1986, dal desiderio di un gruppo di donne, che insieme a Mons. Lucio Rapicavoli, hanno fondato il circolo che quest’anno festeggia il suo XXV anniversario di fondazione. Il numero esiguo di socie che lo componeva è oggi aumentato esponenzialmente, contando più di cento donne, che prestano la loro opera, la loro fede e la loro dedizione per il bene della comunità parrocchiale e diocesana. Il Circolo dedica la propria energia a cause umanitarie, seguendo il cammino della carità, con la coscienza di ritrovare in essa i valori insegnati da Gesù Cristo, lasciandosi guidare dal parroco Mons. Giorgio Giuffrida e dal Consiglio direttivo, formato da sette consigliere con a capo la presidente. In occasione delle festività agatine, oltre alle processioni, come testimonianza di un cammino che porta a Cristo, l’impegno delle donne si profonde nella distribuzione di generi alimentari per le famiglie meno abbienti e aiuta la parrocchia africana di Migoli. È stato intrapreso anche un percorso di collaborazione con due importanti associazioni, la FONCANESA e l’IBISCUS, che conducono ricerche sulle malattie neoplastiche del sangue, con l’umile desiderio di partecipare ai nobili ed impegnati obiettivi delle due fondazioni. Anche l’8 Marzo, festa della donna, viene vissuto cristianamente, affrontando tematiche di crescita culturale e spirituale organizzando un convegno. Le piccole agatine sono le “socie aspiranti”, che non avendo raggiunto ancora la maggiore età, perseguono un cammino di fede, contribuendo alle attività attraverso la realizzazione di piccoli lavori manuali, donati ai bambini ricoverati in ospedale e negli educandati. Da quest’anno si recheranno, una volta al mese, presso la casa famiglia per anziane “Santa Maria di Gesù”, dove già si è soliti andare, per trascorrere del tempo con le signore ricoverate, con le quali dialogheranno e si uniranno in preghiera. Sempre con l’aiuto di Dio, da circa quattro anni, un gruppo di noi, pre-

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sta servizio di volontariato presso la clinica pediatrica del Policlinico di Catania: ogni primo di Luglio, fino alla prima settimana di Settembre, ci rechiamo ogni mattina alle 9.30 nella ludoteca del reparto e lì rimaniamo fino alle 12.30, per ascoltare i problemi e le sofferenze dei genitori bisognosi di una parola di conforto e a giocare con i bambini malati, alcuni anche molto gravi. Diversi di loro non sono più tra di noi, ma nonostante il dolore che ciò ha provocato, resta la gioia di avere sperimentato le parole di Gesù: “... ero malato e mi avete visitato ... ” (Mt 25,36). Il giorno della vigilia di Natale, dell’Epifania e durante Pasqua portiamo dei giocattoli, donati da cuori generosi, in quasi tutti i reparti di pediatria per creare un’atmosfera speciale, di gioia e di amore fraterno. Inoltre quest’anno a Pasqua, nel reparto di neurologia infantile, alcune delle nostre ragazze hanno allestito un piccolo palco e hanno fatto una recita con i burattini. In questi anni abbiamo fatto tanti incontri e portiamo dentro di noi parole, volti, momenti di persone prima sconosciute e adesso intimi nel nostro cuore, sicuri che un giorno ci aiuteranno a salire la scala del Paradiso. Si Eccellenza, è vero che è nella carità che Dio si fa concretamente presente. DOTT.SSA MARIELLA AURITE Presidente

Relazione del Commissario Arcivescovile del Circolo Cittadino Sant’Agata Reverendissima Eccellenza, La Visita Pastorale è una grazia che il Signore ci concede in questo tempo di difficoltà che l’Associazione vive. Il Circolo Cittadino Sant’Agata fu fondato nel 1874 dall’allora Arcivescovo di Catania, il Beato Giuseppe Benedetto Dusmet, che nella sua opera di difesa e di protezione della fede cattolica nella comunità catanese, in un contesto sociale difficile e per molti versi ostile in cui tendevano ad affermarsi il pensiero laico e l’associazionismo massonico, indirizzò


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i fedeli verso la costituzione di associazioni laiche di ispirazione cattolica. Il fine era quello di creare comunità facendo leva su valori e interessi comuni dei cittadini cattolici, sottraendoli ad altre forme di associazionismo aventi altre finalità e soprattutto altre ispirazioni. Intendo soffermarmi sulle intenzioni che portarono il Beato Dusmet a favorire le aggregazioni laiche, e quindi a fondare il Circolo Cittadino Sant’Agata, perché ritengo che solo tornando alle radici della sua costituzione e ripercorrendo le intenzioni del Fondatore potremo rinnovare lo spirito dell’Associazione. Giuseppe Benedetto Dusmet viene nominato Arcivescovo di Catania nel 1867. Il Regno d’Italia confiscava i beni ecclesiastici e diffondeva un sentimento ostile verso la Chiesa Cattolica. Nella prima lettera pastorale alla Chiesa di Catania, il 14 marzo di quell’anno Dusmet diceva: Molto, Noi lo sappiamo, molto è da farsi; gravissimi ostacoli potremo forse incontrare per via; potrà esservi per avventura chi vorrà lottare e resistere contro ogni tentativo di miglioramento, pago abbastanza se non di guadagnare la vittoria di prolungare il combattimento; potrà esservi tra i buoni più d’uno corrivo al biasimo, che non facendo ragione ai tempi, ai luoghi, alle opportunità, pretenderà che s’irrompa con violenza contro gli erranti, e però condannerà la pacata e longanime aspettazione; ma tutto questo non ci disanima. Se tal caso avvenisse, affronteremmo la situazione con tutto il treno delle difficoltà che la rendono malagevole. Con questo spirito si accingeva a guidare la comunità cattolica della città, invocando la protezione del Signore, della Madonna e dei Santi che in questa città hanno dato testimonianza di fede con il loro martirio. Sant’Agata da sempre ha rappresentato per Catania la testimonianza dei veri e autentici valori cristiani ai quali nei secoli la città si è ispirata, identificandosi in modo indissolubile con la protomartire concittadina. È su questa identificazione, su questo legame scolpito ormai nel dna dei catanesi con la propria Santa Patrona, che l’Arcivescovo Dusmet fa leva per aggregare i cittadini attorno ad un valore già acquisito, nel tentativo di sottrarli alle lusinghe di altre forme associative che promettevano protezione e sostegno da parte del potere politico, massonico e mafioso. La protezione che proponeva Dusmet era, e tornando a noi dico “è”, quella del Signore per il tramite della Madonna e di Sant’Agata, protettrice della città di Catania.

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Basterà a Noi il pensiero che Dio ci ha chiamati; al resto non penseremo. La popolarità Noi l’amiamo come veicolo a ben fare, ma più della popolarità amiamo il trionfo del vero, lo zelo della disciplina, il testimonio della buona coscienza. Con siffatta idea impressa nel nostro spirito, anche fra le più forti e deplorabili contraddizioni ci troveremo sempre bene. In quell’ora di prova speriamo di non lasciarci abbattere dall’arguzia degli epigrammi, dalla sferza della satira, dalla oppressione ancora della calunnia; in quell’ora sapete voi che cosa faremo? Prenderemo questa povera anima nostra amareggiata e contrita dalle opposizioni, andremo ad immergerla nei sacri cuori di Gesù e di Maria, e riponendo in loro tutta lo nostra confidenza no non ci mancherà il successo. Da quanto detto risultano chiare le intenzioni del Fondatore, e riscoprirle a 136 anni dalla costituzione ci consente di intraprendere lo stesso cammino percorso allora, al fine di rifondare l’Associazione in un contesto per molti versi analogo a quello presente al tempo della fondazione. Il Circolo Cittadino Sant’Agata dal 2006 è coinvolto nell’inchiesta denominata “la mafia nella festa di Sant’Agata”. Ricordo con dolore quell’8 Febbraio del 2006 quando ricevemmo il blitz del Gruppo Investigativo Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza. Era l’avvio dell’inchiesta che dopo qualche tempo determinò il coinvolgimento diretto di diversi iscritti al Circolo. Fino a prova contraria crediamo nella buona fede di chi ha operato attivamente nel Circolo e si è ritrovato coinvolto nell’inchiesta, attendiamo fiduciosi il lavoro della magistratura, ma la vicenda impone una profonda riflessione su ciò che è avvenuto e di conseguenza richiede comportamenti irreprensibili e atteggiamenti inequivocabili. Occorre sgombrare il campo da qualunque ombra che rischia di offuscare l’immagine di questa storica Associazione, e per far ciò bisogna avere il coraggio di superare gli stereotipi del passato, e guardare al futuro puntando sulla catechesi dei giovani e sulla guida esperiente e saggia degli anziani. Non possiamo però assecondare la cultura dei clan in competizione, anzi la condanniamo e la respingiamo. Il Circolo non può essere ridotto a mero mezzo attraverso il quale si può ambire ad un posto d’onore durante la Festa di Sant’Agata o a un ruolo di visibilità prestigiosa come la gestione della Candelora. Il Circolo di contro deve tornare ad essere quel luogo dove si educa alla cultura della comunità e del rispetto, dell’obbedienza e dell’organizzazione, educazione che nei giorni dei Festeggiamenti


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Agatini deve condurre ad un comportamento esemplare di chi partecipa alla Festa e soprattutto di chi ha l’onore di collaborare alla sua organizzazione. E a tutto ciò ci si deve preparare durante l’anno, una volta recuperato il ruolo istituzionale dell’Associazione, che può, e a mio avviso deve, diventare la scuola della Festa. Oggi la comunità ci chiama a rispondere ad alcune domande alle quali rischiamo di essere colti impreparati: “Per quali meriti vengono selezionati i collaboratori dell’organizzazione?”, e ancora “Quale cammino seguono durante l’anno?”, e non possiamo più permetterci di rispondere che un tale viene scelto solo perché amico di qualcuno o peggio ancora che al tizio spetta quel posto perché è lì da vent’anni o lo ha ereditato dal padre piuttosto che dallo zio o dal nonno. Tali risposte asseconderebbero logiche fuorvianti con il rischio tangibile di produrre competizioni e arrivismi che non si conciliano affatto con lo spirito di servizio ed il senso di comunità di cui sopra. Il tema d’affrontare è quello di superare le divisioni, che purtroppo esistono, e per farlo è necessario trovare la forza di abbattere i muri eretti negli anni, muri che separano giovani e anziani, uomini e donne, laici e sacerdoti, circoli e associazioni. Occorre ripartire dall’unità, dalla condivisione dei valori aggreganti proposti dal nostro Fondatore, eliminando le divisioni che gli uomini nel tempo hanno determinato, rifondando dalla base ciò che oggi purtroppo sembra compromesso e privo di credibilità agli occhi della comunità. Rifondare e aggregare, tornare alle radici, credo siano queste le parole chiave sulle quali avviare da subito un confronto e condividere un percorso di ricostruzione che, con la guida del nostro amato Arcivescovo, coinvolga tutti i discendenti dell’opera avviata nel 1874 dal Beato Dusmet. E se ci sarà chi opporrà pregiudizi e tenterà di vanificare quest’opera di cambiamento, chi continuerà ad assecondare logiche competitive e arrivistiche, chi coltiverà la cultura della divisione costruendo nuovi muri per escludere gli altri, chi si trincererà dietro improbabili diritti acquisiti e chi infine, avendo perso di vista i valori ispiratori del Dusmet, proporrà scenari incompatibili con la missione autentica, per tutti questi ci viene in aiuto ancora il nostro Fondatore che ci indica latteggiamento da tenere: Lontani dunque, lontani dal secolo che oggi più di mai pur troppo va di traverso. Lontani abbiam detto, non separati, non intrattabili, non sordi e ciechi

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sulle necessità di questi stessi figli del secolo agitati ed agitatori ad un tempo. No, miei fratelli, mille volte no: in un’epoca d’indifferenza religiosa e sociale, si rinnovino alla giornata i prodigi di carità cristiana segnata ad ogni pagina degli annali della Chiesa Cattolica. Spesse volte questi poveri illusi avran bisogno di voi; per loro e per quanti vi avranno fatto e vi faranno male i vostri aiuti, le vostre sostanze, il vostro affetto, tutti voi! Breve: complici e legati con loro no, mai! Pronti a far loro bene sì, sempre! EMANUELE SPAMPINATO Commissario Arcivescovile Circolo Cittadino Sant’Agata

Interventi non programmati (a cura della Segreteria per la Visita pastorale)

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Diversi interventi hanno sottolineato l’importanza della condivisione in seno al Circolo. In quest’ultimo senso sono stati, altresì, lamentati un certo “immobilismo” all’interno del gruppo ed una tendenza alla centralizzazione da parte dell’attuale Presidente. Infine, è stata avanzata l’ipotesi di un accesso al Circolo “libero”, ossia senza tener conto di eventuali pregiudizi nei riguardi degli aspiranti.

Intervento di un Socio2 Eccellenza, come ho già avuto modo di esprimerLe noi soci del Circolo Cittadino Sant’Agata stiamo attraversando sicuramente uno dei periodi più incresciosi della nostra storia. La nostra Associazione che da sempre si era distinta per le innumerevoli iniziate che si riuscivano a realizzare e non solo durante i festeggiamenti Agatini, vive ormai da anni nel torpore più assoluto. Questo torpore, Eccellenza, si è sempre più acuito sino ai giorni attuali che dal torpore si è passato all’immobilismo assoluto. Certamente, Eccellenza, io mi rendo conto perfettamente che la nostra associazione nel recentissimo passato ha attraversato momenti poco

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Testo dell’intervento letto pubblicamente e consegnato in copia all’Arcivescovo.


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felici, ma mi rendo anche conto che se non si lavora tenacemente proprio per allontanare questi fatti incresciosi, non si potrà mai far capire che la nostra associazione è formata da persone che hanno il loro credo in Dio e nella nostra Patrona Sant’Agata. Quali sono le motivazioni di questo immobilismo? Sicuramente tante ma certamente la più importante sta nel non dialogo con i vertici dell’associazione stessa. Non è possibile che una associazione cattolica, come dovrebbe essere la nostra, oggi ha una gestione da definire quasi dittatoriale. Non si applicano leggi né regolamenti, tutto deve diventare per noi soci una presa d’atto, è così e basta ti piaccia o non ti piaccia. Ancora oggi non capisco il perché si è arrivati al commissariamento del Circolo, quando il nostro statuto (Art. 19 § 2) prevede la sostituzione dei consiglieri dimissionari con i soci primi dei non eletti. Ma le cose che ritengo più incresciose e incomprensibili sono che non si è cercato di evitare la gestione commissariale indicendo magari una riunione per cercare di smussare i contrasti in seno al Consiglio direttivo come già accaduto precedentemente con la stessa gestione e che aveva dato i suoi frutti, sottolineo Eccellenza che il Direttivo era formato da soci che nelle elezioni appartenevano tutti alla stessa lista, quindi si dovrebbe supporre che il loro programma doveva essere unitario, ma si è andati direttamente al Commissariamento. Ma cosa più incomprensibile è che viene nominato Commissario del Circolo la persona che non ha saputo tenere unito il Consiglio direttivo del Circolo, ripeto formato da persone afferenti alla stessa lista, cioè il Presidente uscente. Eccellenza, mi viene spontanea una riflessione, come può un presidente che non è stato in grado di tenere unito un Consiglio formato da persone di sua fiducia, tenere, da Commissario, unita una associazione intera? Infatti i risultati sono agli occhi di tutti, oggi il Circolo Cittadino Sant’Agata si limita soltanto alla gestione del nostro cereo durante i festeggiamenti Agatini. Aggiungo, Eccellenza, e non mi dilungo ancora, che dal giorno della gestione commissariale, non si è tenuta una sola riunione di presentazione del Commissario stesso, quindi i soci non sanno neanche che tipo di gestione e di programma si vuole attuare, come dicevo prima Eccellenza mi sa tanto di dittatoriale.

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Sintesi dell’intervento dell’Arcivescovo (a cura della Segreteria per la Visita pastorale) a. Ringrazia i presenti per la bella partecipazione e sottolinea l’importanza del dialogo schietto e fraterno. b. Precisa l’importanza delle tre realtà associative sottolineando al contempo che esse non hanno dimensione solo parrocchiale, poiché accolgono persone provenienti da tutta la Città accomunate dalla devozione a Sant’Agata.

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c. Un dato costante emerso dalle relazioni introduttive e dagli interventi che ad esse hanno fatto seguito, è il comune desiderio che la festa di Sant’Agata sia l’occasione per mostrare il volto più bello di Catania. A tale operosità legata strettamente ai giorni della festa, deve necessariamente far seguito il costante impegno nella vita quotidiana. L’atteggiamento di ascolto, di accoglienza e del buon esempio non possono essere circoscritti nei giorni di Sant’Agata, ma devono costituire la coerenza nella nostra esistenza, perché è su questo che saremo giudicati. d. La partecipazione a queste tre realtà associative deve essere, pertanto, espressione, sbocco naturale, di una vita cristiana vissuta conformemente al Vangelo. L’appartenenza al Circolo deve essere una palestra di vita cristiana, un’occasione per stare insieme e per confrontarsi, sull’esempio di San’Agata, sulla nostra amicizia con Gesù. Non si tratta di aderire a un Club qualsiasi, ma ad una associazione ecclesiale dotata di una precisa identità di cui valida e significativa espressione sono lo Statuto e il Regolamento che da tutti devono essere conosciuti, studiati e accolti. Non ha senso, infatti, far parte di un circolo, di una associazione, se poi non si osservano i Comandamenti del Signore. Su questo bisogna esser chiari, altrimenti facciamo solo folklore!. Tutto ciò fa comprendere, pertanto, l’importanza della formazione, innanzitutto biblica, come pure circa la Dottrina della Chiesa e sulla normativa ecclesiastica che disciplina tali organismi. e. Sottolinea la grande responsabilità di chi ha un ruolo particolare all’interno della festa di Sant’Agata. La gente guarda e, inevitabilmente, giudica il loro comportamento. Bisogna, allora, sforzarsi di avere un atteg-


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giamento esemplare, di non fumare e non usare un linguaggio scorretto. f. Incoraggia i presenti ad intensificare la solidarietà, continuando a promuovere gesti di carità in occasione della festa di Sant’Agata. Apprezza, in tal senso, l’accresciuto impegno che il gruppo “Amici del Rosario” ha attivato negli ultimi anni.

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Sant’Agata


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Ore 19.00 - Basilica Collegiata

ASSEMBLEA PASTORALE Relazione pastorale del Parroco

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Risposte alle domande inerenti ai sette obiettivi tratti dall’Introduzione alla Nota Pastorale della C.E.I. Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia 30-5-2004. Primo Obiettivo Non si può dare per scontato che tra noi e attorno a noi, in un crescente pluralismo culturale e religioso, sia conosciuto il Vangelo di Gesù: le parrocchie devono essere dimore che sanno accogliere e ascoltare paure e speranze della gente, domande e attese, anche inespresse, e che sanno offrire una coraggiosa testimonianza e un annuncio credibile della verità che è Cristo. La Collegiata, parrocchia del centro storico di Catania, è frequentata da fedeli provenienti da altre realtà parrocchiali della diocesi. Gli stessi gruppi parrocchiali sono formati da soci di tutta la città e provincia (qualcuno continua ad associarsi pur abitando in altre regioni). Questo perché sono figli della società odierna che vive una vita da “nomade”: lavora, frequenta la scuola, va a passare il tempo, ecc. sempre in luoghi più distanti da casa, assecondando così la moda del momento. La Collegiata accoglie e ascolta tutti, non ha giorni proibiti, ma è sempre pronta a donare il tempo necessario alla persona che cerca, che chiede e che desidera incontrare un volto amico che rassicura e dà serenità. Secondo Obiettivo L’iniziazione cristiana, che ha il suo insostituibile grembo nella parrocchia, deve ritrovare unità attorno all’Eucaristia; bisogna rinnovare l’iniziazione dei fanciulli coinvolgendo maggiormente le famiglie; per i giovani e gli adulti vanno proposti nuovi e praticabili itinerari per l'iniziazione o la ripresa della vita cristiana. La catechesi dei fanciulli in preparazione ai sacramenti si svolge in modo tradizionale: un giorno la settimana e la domenica a Messa. Si è cercato di coinvolgere i genitori (quei pochi che l’accompagnano), ma la


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risposta è deludente perché tutti sono oberati d’impegni come d’altronde i loro figli: chi ha la piscina da frequentare, chi il calcio e cosi via. L’iniziazione alla vita cristiana è l’impegno settimanale nell’incontro con i gruppi parrocchiali Circolo S. Agata Maschile e Femminile e Amici del Rosario: attraverso lo studio biblico, lectio divina e rosario. Terzo Obiettivo La domenica, giorno del Signore, della Chiesa e dell’uomo, sta alla sorgente, al cuore e al vertice della vita parrocchiale: il valore che la domenica ha per l’uomo e lo slancio missionario che da essa si genera prendono forma solo in una celebrazione dell’Eucaristia curata secondo verità e bellezza. L’Eucaristia domenicale è l’espressione della presenza di fedeli provenienti dai diversi rioni cittadini e da differenti estrazioni sociali: politici, professionisti, impiegati, operai, pensionati, studenti universitari, genitori, famiglie, giovani, anziani, bambini. Le tre messe domenicali (10.30 - 18.00 - 20.00), celebrate dal parroco, presentano una liturgia puntuale al minuto, senza fretta, familiare. L’omelia fatta con esempi, parole semplici e sempre al positivo ha come scopo far capire che non si è cristiani per guadagnarsi il paradiso, ma la gioia di essere figli nel Figlio e continuare l’opera di Gesù, cioè essere mandati senza aver paura di Dio. Quarto Obiettivo Una parrocchia missionaria è al servizio della fede delle persone, soprattutto degli adulti, da raggiungere nelle dimensioni degli affetti, del lavoro e del riposo; occorre in particolare riconoscere il ruolo germinale che per la società e per la comunità cristiana hanno le famiglie, sostenendole nella preparazione al matrimonio, nell’attesa dei figli, nella responsabilità educativa, nei momenti di sofferenza. Nei dieci anni di formazione per adulti abbiamo sentito spesso citare dal parroco un’espressione del Concilio Vaticano II: Chiunque segue Cristo, l’uomo perfetto, si fa lui pure più uomo (G.S. 41). La persona di Gesù, l’Adulto, l’Uomo è il Modello che cerchiamo di imitare. Da Lui abbiamo imparato a vedere chi ci sta accanto, a leggere il cuore e non gli errori, a sapere attendere usando prudenza, silenzio e preghiera, a dare più che ricevere, ad amare e perdonare; in sostanza diventare adulti.

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Quinto Obiettivo Le parrocchie devono continuare ad assicurare la dimensione popolare della Chiesa, rinnovandone il legame con il territorio nelle sue concrete e molteplici dimensioni sociali e culturali: c’è bisogno di parrocchie che siano case aperte a tutti, si prendano cura dei poveri, collaborino con altri soggetti sociali e con le istituzioni, promuovano cultura in questo tempo della comunicazione. Il territorio della parrocchia costellato di negozi, pub, istituzioni, rare famiglie, continue manifestazioni, sirene che annunziano il passaggio di problematiche e giovanissimi che schiamazzano fino a notte fonda suggerisce ai gruppi parrocchiali la necessità di farsi “prossimo” con la preghiera, il volontariato nell’ospedale e l’elemosina. Inoltre, raccolta del sangue, adozione a distanza e aiutare nelle feste popolari i devoti a saper pregare. Sesto Obiettivo Le parrocchie non possono agire da sole: ci vuole una '“pastorale integrata” in cui, nell’unità della diocesi, abbandonando ogni pretesa di autosufficienza, le parrocchie si collegano tra loro, con forme diverse a seconda delle situazioni - dalle unità pastorali alle vicarie o zone -, valorizzando la vita consacrata e i nuovi movimenti. Stiamo imparando a collaborare con il parroco e altre realtà ecclesiali sia parrocchiali sia diocesane. Settimo Obiettivo Una parrocchia missionaria ha bisogno di “nuovi” protagonisti: una comunità che si sente tutta responsabile del Vangelo, preti più pronti alla collaborazione nell’unico presbiterio e più attenti a promuovere carismi e ministeri, sostenendo la formazione dei laici, con le loro associazioni, anche per la pastorale d’ambiente, e creando spazi di reale partecipazione. La parrocchia da alcuni anni ha circa 30 “nuovi” operatori. Grazie alla “Parola” si stanno impegnando a collaborare con il parroco per l’annunzio del Regno di Dio, in particolare nella catechesi, nel volontariato, nella carità, nell’O.V.S., nella liturgia e nel canto, nell’amministrazione della parrocchia, nella distribuzione della Comunione e nell’attenzione ai malati, nel realizzare le direttive del Vescovo, ecc ... Inoltre, vedere unità fra i preti, specialmente quelli del I Vicariato, il loro lavorare in sinergia, stimola i nuovi operatori impegnandosi a collaborare per la comunità parrocchiale e la Diocesi.


Incontro con l’Arcivescovo 30 novembre 2010

Interventi non programmati (a cura della Segreteria per la Visita pastorale) È emerso apprezzamento per l’operato del Parroco la cui opera ha contribuito a far superare le tante difficoltà presenti nella comunità. Notevole apprezzamento è stato evidenziato per la presenza dell’Arcivescovo. Infine una Socia del Circolo femminile Sant’Agata ha letto pubblicamente una preghiera per l’Arcivescovo composta per l’occasione.

Preghiera per il Vescovo Signore Gesù, ti ringraziamo per averci donato questo momento di grazia insieme al nostro amato Vescovo e Pastore. Possa rappresentare sempre una guida costante per noi giovani, affinchè, sostenuto sempre dal tuo Amore infinito, diventi immagine della tua immensa Misericordia, capace di colmare la diffidenza e lo scoraggiamento che ostacolano spesso la nostra crescita nell’ascolto della tua Parola. Signore Gesù, fà che il nostro Vescovo, tuo dono prezioso, possa trasmettere a noi giovani la vera Gioia e la vera Libertà di donne cristiane. Signore Gesù, guida i passi del nostro Vescovo Salvatore in questo cammino di Visita pastorale perchè nelle tue mani sono le speranze d’ogni uomo. Signore Gesù, ti ringraziamo, noi, giovani della Chiesa di Catania. Amen Le Aspiranti del Circolo Femminile Sant’Agata

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Sintesi dell’intervento dell’Arcivescovo (a cura della Segreteria per la Visita pastorale) a. Ringrazia i presenti per la bella partecipazione e sottolinea l’importanza del dialogo schietto e fraterno. b. Precisa l’importanza delle tre realtà associative sottolineando al contempo che esse non hanno dimensione solo parrocchiale, poiché accolgono persone provenienti da tutta la Città accomunate dalla devozione a Sant’Agata.

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c. Un dato costante emerso dalle relazioni introduttive e dagli interventi che ad esse hanno fatto seguito, è il comune desiderio che la festa di Sant’Agata sia l’occasione per mostrare il volto più bello di Catania. A tale operosità legata strettamente ai giorni della festa, deve necessariamente far seguito il costante impegno nella vita quotidiana. L’atteggiamento di ascolto, di accoglienza e del buon esempio non possono essere circoscritti nei giorni di Sant’Agata, ma devono costituire la coerenza nella nostra esistenza, perché è su questo che saremo giudicati. d. La partecipazione a queste tre realtà associative deve essere, pertanto, espressione, sbocco naturale, di una vita cristiana vissuta conformemente al Vangelo. L’appartenenza al Circolo deve essere una palestra di vita cristiana, un’occasione per stare insieme e per confrontarsi, sull’esempio di San’Agata, sulla nostra amicizia con Gesù. Non si tratta di aderire a un Club qualsiasi, ma ad una associazione ecclesiale dotata di una precisa identità di cui valida e significativa espressione sono lo Statuto e il Regolamento che da tutti devono essere conosciuti, studiati e accolti. Non ha senso, infatti, far parte di un circolo, di una associazione, se poi non si osservano i Comandamenti del Signore. Su questo bisogna esser chiari, altrimenti facciamo solo folklore!. Tutto ciò fa comprendere, pertanto, l’importanza della formazione, innanzitutto biblica, come pure circa la Dottrina della Chiesa e sulla normativa ecclesiastica che disciplina tali organismi. e. Sottolinea la grande responsabilità di chi ha un ruolo particolare all’interno della festa di Sant’Agata. La gente guarda e, inevitabilmente, giudica il loro comportamento. Bisogna, allora, sforzarsi di avere un atteg-


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giamento esemplare, di non fumare e non usare un linguaggio scorretto. f. Incoraggia i presenti ad intensificare la solidarietà, continuando a promuovere gesti di carità in occasione della festa di Sant’Agata. Apprezza, in tal senso, l’accresciuto impegno che il gruppo Amici del Rosario ha attivato negli ultimi anni.

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Lettera conclusiva


Lettera conclusiva

Carissimo Padre Giorgio, Con grande gioia ti indirizzo questa lettera che spero verrà incontro anche all’attesa tua e delle persone che più direttamente hanno collaborato per la buona riuscita della Visita pastorale in codesta parrocchia della Basilica Collegiata Santa Maria dell’Elemosina.

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1. Scrivo la presente certamente per adempiere quanto suggerisce il Direttorio per il Ministero pastorale dei Vescovi circa la conclusione della Visita (nº 225), ma, soprattutto, per cogliere la possibilità di rivivere con te e con l’intera comunità parrocchiale il tempo indimenticabile che il Signore ci ha dato la grazia di vivere insieme nei giorni 14, 25 e 30 novembre 2010. La presente va letta alla luce della parte dedicata alla Visita pastorale nell’omelia della Messa Crismale del 21 aprile u.s. (cfr. allegati) e della Lettera indirizzata ai fedeli della parrocchia e che ti ho consegnato alla fine della stessa celebrazione allo scopo di farla conoscere ai destinatari. Con questa lettera desidero anche collegarmi alla celebrazione svoltasi giovedì 16 dicembre 2010 presso la parrocchia Santa Maria dell’Aiuto. Dopo i vespri, abbiamo cantato il Te Deum in ringraziamento al Signore a conclusione della Visita pastorale nel I Vicariato. A più riprese ho rinnovato i sentimenti di gratitudine al Signore allora sgorgati dal nostro cuore. Sono sicuro che lo stesso avete fatto tu e le persone che hanno sperimentato la vera natura della Visita pastorale: dono del Padre per la nostra Chiesa. 2. Il succitato numero 225 del Direttorio suggerisce, fra l’altro, al Vescovo di ricordare la visita svolta nella parrocchia, di apprezzare gli impegni pastorali in atto e di stabilire alcuni punti per un cammino comunitario più impegnato. Di seguito, perciò, accennerò alla preparazione e allo svolgimento della Visita in codesta parrocchia e sottolineerò l’urgenza dell’impegno affinché il fervore suscitato dall’evento non si affievolisca e, soprattutto, affinché i buoni propositi formulati nei vari incontri siano adesso attuati con l’aiuto del Signore. 3. Ho letto con attenzione il verbale della riunione del Consiglio pastorale parrocchiale svoltasi il 9 luglio u.s. e dedicata alla preparazione della Visita pastorale.


Lettera conclusiva

L’incontro è servito a delineare i tratti più salienti di codesta comunità parrocchiale, da te poi ampiamente illustrati nella Relazione presentata nel corso dell’Assemblea pastorale del 30 novembre. La preparazione immediata, nei due momenti della lectio Divina e della liturgia penitenziale, ha certamente predisposto i fedeli a vivere bene l’evento. Ciò deve incoraggiarci ad insistere sempre nel qualificare le nostre comunità con il “religioso ascolto” della Parola e con il conseguente impegno di conversione che da esso scaturisce e viene celebrato nel Sacramento della Riconciliazione. 4. La Celebrazione Eucaristica di apertura domenica 14 novembre alle ore 20.00, ha dato a tanti fedeli, non solo di codesta parrocchia, ma anche di altre provenienze, l’occasione di rendersi conto della particolare circostanza che la nostra Arcidiocesi sta vivendo. A ciò ha contribuito il tuo saluto iniziale, ed io stesso nell’omelia mi sono soffermato a descrivere la Visita pastorale. Alla luce della Parola proclamata, ho sottolineato, tra l’altro, che essa deve rafforzarci nella convinta appartenenza ecclesiale da cui scaturiscono atteggiamenti di autenticità, coerenza e operosità nel bene. Sono seguiti poi i vari incontri previsti nel programma ed enumerati nel bel pieghevole predisposto per la circostanza. a) Ricordo con piacere il “fuori programma” dell’incontro, il 25 novembre con i ragazzi che si preparano a completare l’itinerario dell’iniziazione cristiana. Ne fui veramente contento perché mi permise di ripetere il gesto di Gesù che accoglieva i piccoli che accorrevano a Lui. La spontaneità di quell’incontro si è ripetuta nei vari momenti della Visita pastorale ed è stata certamente facilitata dall’abituale stile accogliente e cordiale che caratterizza il tuo ministero di parroco. b) La spontaneità e la libertà non sono mancate negli altri incontri, sia con i singoli fedeli che comunitari. La riunione congiunta dei Consigli pastorale parrocchiale e per gli affari economici ha permesso ai partecipanti di riprendere quanto già accennato nell’incontro del nove luglio. Ho molto apprezzato la tua coraggiosa sincerità quando, ad apertura della riunione, hai affermato che, a differenza di quanto avviene per il Consiglio per gli affari economici, per il Consiglio pastorale solo di recente si è proceduto “formalmente” cioè, ad esempio, con la verbalizzazione delle adunanze.

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La prosecuzione in tale maggiore esattezza sarà certamente curata come conseguenza della Visita. c) Particolare rilievo ha assunto l’incontro con i Circoli agatini e con gli Amici del Rosario. Alle relazioni dei rispettivi responsabili sono seguiti alcuni interventi che hanno richiesto qualche chiarificazione da parte tua ed hanno motivato le forti affermazioni da me fatte circa la vera natura dei Circoli agatini ed il conseguente comportamento civile ed ecclesiale dei loro soci. Al riguardo, accorre proseguire nell’impegno di formazione che condividerai con i confratelli interessati alla stessa materia. d) Hai aperto la Relazione durante l’Assemblea pastorale del trenta novembre offrendoci le chiavi di lettura della tua operosità sacerdotale. Le tre espressioni neo-testamentarie (Gv 15,21 e 20,21; 1Cor 9,22) le concretizzi nell’azione pastorale incentrata nell’accoglienza in risposta alla peculiare identità e configurazione territoriale della Collegiata. Dalla Relazione è facile rilevare che la Basilica Collegiata condivide con la Cattedrale alcune note caratteristiche. Occorre perciò che le due parrocchie intensifichino occasioni di riflessione e di impegno condivisi anzitutto da voi parroci ed anche dai rispettivi Consigli pastorali parrocchiali. Per tanti impegni prospettati nella Relazione sarà certamente tua premura valorizzare il desiderio di maggiore disponibilità alla collaborazione manifestato da coloro che già sono incamminati in tale direzione. e) Mi commosse allora, e ricordo ancora con emozione, il gesto delle aspiranti del Circolo femminile Sant’Agata che prepararono il testo di una bella preghiera per il Vescovo. Voglia il Signore esaudire le persone che mi ricordano nella loro preghiera e particolarmente i ragazzi e i fanciulli che ho finora incontrato. 5. Desidero incoraggiare te e la comunità parrocchiale della Collegiata a vivere l’altrettanto importante tempo del Dopo Visita. Esso, come il periodo di preparazione, deve essere espressione di profonda comunione vissuta fra le parrocchie del Vicariato e testimoniata dall’applicazione di modalità comuni e condivise. Tali modalità consistono anzitutto nella prosecuzione della preghiera per la Visita pastorale e dell’esercizio della lectio Divina, come pure nel costante impegno a valorizzare bene lo specifico servizio che gli organismi


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di partecipazione devono abitualmente esercitare. Non sia trascurata la significativa esperienza dell’assemblea parrocchiale. Un’altra modalità da vivere in comune è costituita dall’impegno per qualificare meglio, a livello vicariale, la formazione degli operatori pastorali delle singole parrocchie. Essa comprenderà alcuni incontri base cui seguiranno altri specifici nei singoli ambiti dove già sono in corso collaudate esperienze animate da alcuni Uffici diocesani. Altro settore in cui devono distinguersi le parrocchie già visitate consiste nell’attuazione dell’obiettivo per il prossimo anno pastorale che indicherò in occasione del pellegrinaggio diocesano a Mompileri. Rientrano tra tali modalità anche i compiti affidati rispettivamente al Vicario episcopale per la pastorale, Don Pietro Longo, e a Don Vincenzo Branchina. a) Raccomando vivamente di continuare a pregare per la buona riuscita della Visita pastorale. Voi che già l’avete vissuta e ne avete apprezzato l’importanza, pregherete affinché ciò possa avvenire in tutte le parrocchia dell’Arcidiocesi. Chiedo di dedicare nelle Messe festive un’apposita intenzione della Preghiera dei fedeli alla Visita pastorale. Suggerisco, inoltre, di servirsi del testo dell’apposita Preghiera in occasione di incontri associativi e degli organismi di partecipazione. Raccomando tutto ciò, in particolare, ai Circoli agatini e agli Amici del Rosario. Alle ragazze che hanno composto la speciale bella preghiera chiedo di continuare a valorizzarla. b) Sarai contattato dai Confratelli Pietro Longo e Vincenzo Branchina per quanto di loro rispettiva competenza. Con Padre Vincenzo esaminerai le Lettere del Vicario generale e del Vicario episcopale per l’amministrazione già in tuo possesso, curando, con il coinvolgimento del Consiglio per gli affari economici, ogni possibile attuazione dei loro suggerimenti e delle loro disposizioni. Di quanto sarà fatto al riguardo, si dia notizia ai competenti Uffici di Curia con comunicazione scritta che sarà conservata anche negli archivi parrocchiali. Con Don Pietro, anzitutto privatamente e successivamente in riunioni di Consiglio pastorale, tratterai con la dovuta attenzione quanto evidenziato nella Relazione da te letta durante l’assemblea pastorale parrocchiale, come pure quanto emerso nei vari incontri svoltisi durante la Visita in codesta parrocchia.

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A tale scopo può essere di qualche utilità l’unita documentazione che comprende la sintesi di qualche mio intervento e l’indicazione di specifici punti da attenzionare nella vita della parrocchia. Il Vicario foraneo sarà tenuto al corrente da parte del Vicario episcopale per la pastorale circa i passi che intraprende e collaborerà nel modo che gli sarà possibile. Da parte mia seguirò l’attività del Dopo Visita accompagnandola con la costante preghiera e con i migliori auspici per la sua migliore riuscita. 6. Prima di concludere desidero esprimere la più viva riconoscenza per l’affetto con cui sono stato da tutti ed ovunque accolto. È stato bello scambiarci sentimenti di fraternità e di gioia nel Signore. Un grazie anche per l’offerta che mi è stata consegnata. Essa, come già ho detto, dà origine ad uno specifico fondo in cui confluiranno eventuali altri simili gesti di generosità che saranno destinati alla realizzazione di una iniziativa a ricordo della Visita pastorale. 338

7. Sono sicuro, carissimo Padre Giorgio, che, pensando alla Visita pastorale in Collegiata, insieme e per tanti motivi possiamo ripetere le belle espressioni dell’Apostolo Paolo: «A Colui che in tutto ha potere di fare molto di più di quanto possiamo domandare o pensare, secondo la potenza che opera in noi, a lui la gloria nella Chiesa e in Cristo Gesù per tutte le generazioni, nei secoli dei secoli! Amen» (Ef 3,20-21). Questa condivisione di lode al Signore sostenga e qualifichi l’impegno che ci unisce nella carità pastorale nei riguardi dell’intera comunità diocesana che il Signore mi ha affidato, ed in particolare della Parrocchia della Basilica Collegiata che ti vede entusiasta e generoso “pastore proprio”. Ti benedico con affetto paterno e con te benedico i fratelli e le sorelle che ami e servi nel nome del Signore. Catania, 9 maggio 2011

✠ SALVATORE GRISTINA

Prot. N. 639/U - 81


Lettera conclusiva

Allegati

OMELIA MESSA CRISMALE (21 APRILE 2011) […] 3. La Messa Crismale cui stiamo partecipando rifulge come espressione particolarmente bella dell’unione ecclesiale attorno al Vescovo. Chiariamolo subito: il termine “Vescovo” significa certamente la persona che in questo momento si rivolge a voi, ma anzitutto e soprattutto sottolinea il ministero di colui che insieme ai fratelli presbiteri è sacramento e segno di Gesù Buon Pastore. Lo diveniamo, carissimi fratelli presbiteri, ricevendo il sacramento dell’Ordine sacro, seppure nei gradi diversi dell’episcopato e del presbiterato, che però devono essere entrambi animati dalla stessa carità pastorale che si esprime anche nella gioiosa e quotidiana fedeltà alle promesse sacerdotali che tra poco rinnoveremo. In definitiva, quindi, e non potrebbe essere altrimenti, realizziamo e viviamo tutti, voi fratelli e sorelle e noi presbiteri e vescovo, la nostra unione ecclesiale attorno a Cristo, “il Pastore grande delle pecore” (Eb 13,20). 4. Di tutto ciò il Signore ci permette di fare una straordinaria esperienza nella Visita pastorale, tempo e dono di grazia che il Padre concede attualmente alla nostra Chiesa particolare. In questo momento non posso fare a meno di ricordare, con commozione e a comune esultanza, che proprio in occasione della Messa Crismale del 2009, il 9 aprile, davo l’annunzio della Visita pastorale. Vi dicevo allora: “La Messa crismale ci parla della dignità sacerdotale, profetica e regale che il Padre conferisce con il dono dello Spirito Santo ai discepoli del Figlio suo. Con la visita pastorale avrò la grazia di onorare questa dignità nei figli e nelle figlie di Dio che incontrerò. Nel dialogo che avrò con loro ascolterò con gioia la narrazione delle meraviglie che il Signore permette di operare a chi valorizza questa dignità nella vita quotidiana, personale e familiare, civile ed ecclesiale. La Visita pastorale mi permetterà di verificare come da Cristo nostro

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capo si diffonde in tutte le membra della nostra Chiesa particolare e si espande nel territorio il Suo buon profumo. La Visita pastorale mi darà la gioia, carissimi fratelli presbiteri, di vedervi all’opera come servi premurosi del nostro popolo. Avrò la confortante conferma della vostra fedele e costante dedizione al ministero che il Signore vi ha affidato di nutrire con la sua Parola e di santificare con i sacramenti il santo popolo di Dio. La Visita pastorale mi chiamerà a dare una risposta particolarmente generosa alla domanda che Gesù continuamente mi rivolge: Salvatore mi ami? La risposta, lo so bene, deve essere convalidata dal fatto che cerco di diventare ogni giorno di più quello che tra poco vi chiederò di ottenermi da Gesù: essere in questa Chiesa immagine viva ed autentica di Lui buon Pastore, maestro e servo di tutti”.

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5. La Visita pastorale è iniziata con la celebrazione dell’Anno sacerdotale (19 giugno 2009 - 11 giugno 2010) che mi ha dato la grande gioia di incontrare quasi tutti i sacerdoti personalmente e per vicariato. Lo scorso 30 ottobre l’ho aperta nel I Vicariato con l’indimenticabile Celebrazione Eucaristica qui in Cattedrale. Al presente, ho già ultimato la Visita in tutte le parrocchie del I e del II Vicariato e nelle prime due (Divina Misericordia, Misterbianco e Sacro Cuore, Piano Tavola) dell’VIII. Come segno di particolare attenzione verso le parrocchie già visitate, alla fine della Messa, consegnerò ai loro parroci gli oli e il crisma che tra poco benedirò e consacreremo. E tramite i parroci farò giungere una lettera di affettuoso saluto e di auguri pasquali alle comunità parrocchiali già visitate. 6. Seppure brevemente mi è assai gradito rendervi partecipi di qualche sentimento e di alcune prime riflessioni circa lo svolgimento già avvenuto e la prosecuzione in corso della Visita pastorale. a) Anzitutto e con tutto il cuore: l’anima mia magnifica il Signore … e sono sicuro di rendermi voce delle tante persone ed in primo luogo di voi, carissimi parroci e sacerdoti, che con me avete vissuto l’esperienza della Visita. b) Sono giunto nelle parrocchie certamente con trepidazione, ma soprattutto consapevole che mi aveva preceduto la corale intercessione: Ti


Lettera conclusiva

preghiamo per il nostro Vescovo Salvatore che viene a visitarci nel Tuo nome: sia immagine viva e da autentica di Te buon Pastore. La preghiera è stata efficace e vi posso assicurare che il Signore l’ha esaudita oltre ogni nostra attesa in tutti i settori della Visita e, con bella sorpresa, particolarmente per quanto riguarda gli incontri nelle scuole. c) La preparazione della Visita pastorale è stata finora una eloquente testimonianza di comunione perché in tutte le parrocchie è avvenuta con modalità comuni e condivise. Ne ringrazio sentitamente i singoli parroci ed i Vicari foranei che hanno collaborato con intelligenza e generosamente con la Segreteria per la Visita pastorale. A tutti i suoi componenti ed al Suo coordinatore, il carissimo Padre Massimiliano, il nostro ringraziamento più cordiale ed affettuoso. L’esperienza della ben riuscita preparazione conferma la validità del metodo finora usato, e, quindi, esso sarà seguito, migliorandolo ove occorresse, anche nel futuro. d) Per le parrocchie già visitate, segue adesso il tempo altrettanto importante e ricco di operosità del Dopo Visita. Di che cosa esso debba significare nelle singole parrocchie sarà mia premura scrivere ai singoli parroci interessati, inviando qualche sussidio di documentazione ed anche dando fraternamente qualche suggerimento. 7. Qui mi limito a sottolineare che la comunione durante il tempo del Dopo Visita deve essere vissuta anzitutto nella continuazione della preghiera. Nelle parrocchie già visitate si continui a pregare per la Visita pastorale. Se essa è stata, come mi risulta da tante consolanti testimonianze, una bella esperienza, carità impone che lo stesso dono lo invochiamo per le parrocchie che ancora attendono la Visita. E così la preghiera unisce tutta l’Arcidiocesi nella preparazione, nello svolgimento della Visita pastorale come pure nel tempo che ad essi segue. Il Dopo Visita sarà qualificato anche dal particolare impegno cui si dedicherà il Vicario per la pastorale, il carissimo Don Pietro Longo, al quale, proprio per questo e affinché possa meglio attendere al coordinamento pastorale degli Uffici di Curia, ho chiesto di lasciare la parrocchia di San Leonardo in Adrano.

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Don Pietro, in piena comunione e sinergia con il Vicario foraneo del territorio e con i parroci, favorirà le necessarie iniziative affinché i buoni propositi maturati in ogni singola parrocchia e a livello vicariale siano adesso tradotti in pratica. Con la stessa diligenza e con tanta fiducia nel Signore, saranno pure affrontate le difficoltà lucidamente intraviste durante la Visita. Una particolare attenzione sarà riservata alle lettere che i Convisitatori hanno indirizzato ai singoli parroci. Per attuare nelle parrocchie quanto suggerito o disposto dai Convisitatori, è quanto mai opportuno affidare uno speciale mandato ad un presbitero. D’intesa con il Vicario generale ed il Vicario episcopale per l’amministrazione, affido tale compito al carissimo Padre Vincenzo Branchina, il quale così assocerà al ministero di parroco una ulteriore responsabilità di impegno in Curia. Lo ringrazio fin d’ora per la collaborazione che offrirà ai singoli parroci. 342

8. Uniti nella preghiera, insistendo nello stile di preparazione già attuato, e seguendo con fiducia le suddette indicazioni per il Dopo Visita, vivremo certamente una forte esperienza di comunione. Potremo così, nel prossimo Anno pastorale, attuare in tutta l’Arcidiocesi un altro obiettivo, scelto tra i ben noti sette indicati nel documento della C.E.I. sul volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia. Indicherò tale obiettivo in occasione del prossimo pellegrinaggio diocesano a Mompileri il 30 maggio. Sin d’ora e nuovamente affido alla intercessione della Madre Santissima la nostra Comunità diocesana e noi tutti che viviamo il tempo della Visita. Possiamo così sperare che la Visita pastorale sarà tempo di autentica crescita della nostra Chiesa perché tutti saremo così più disponibili e docili all’azione dello Spirito Santo che ci spinge anzitutto a più grande comunione. […]


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PUNTI DA ATTENZIONARE NELLA VITA DELLA PARROCCHIA

• Suggerisco una maggiore attenzione nei riguardi del Consiglio pastorale. Come tu stesso riferivi durante l’incontro del venticinque novembre non hai ancora “strutturato formalmente” tale organismo di partecipazione. Così potrai verificare tutta la bontà della sana collaborazione di cui ognuno di noi ha bisogno. • Considerata la natura particolare della parrocchia Basilica Collegiata, è opportuno intensificare l’accoglienza in chiesa, magari avvalendoti, per quanto è possibile, di un gruppo che svolga ad hoc tale servizio. • Favorire una maggiore apertura nei riguardi della realtà di Vicariato. La collaborazione, lo scambio di idee, di esperienze, il sostegno reciproco potranno certamente arricchire e alleviare gli inevitabili momenti di stanchezza che ogni realtà può vivere. • Puntare sulla formazione all’interno delle tre realtà ecclesiali di Amici del Rosario, Circolo Femminile Sant’Agata, Circolo cittadino Sant’Agata. Data la natura “non semplicemente parrocchiale” di tali organismi è opportuno studiare degli incontri “congiunti” con altri gruppi o realtà analoghe. • Puntare sulla formazione degli operatori pastorali alla luce della Parola di Dio, favorendo principalmente momenti di Lectio Divina. • Coinvolgere maggiormente gli ammalati nella vita della comunità.

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