Eco del Seminario 2013

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PERIODICO DEL SEMINARIO ARCIVESCOVILE DEI CHIERICI DI CATANIA MARZO 2013

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Accresci in noi la Fede

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“Accresci in noi la fede”: tra dono e impegno

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I nuovi seminaristi

Mons. Salvatore Gristina Don Giuseppe Schillaci

Cristiano Calì, Gianluca Gangi, Ivan Incognito, Giosuè Messina, Andrea Pellegrino, Filippo Maria Rapisarda, Antonio Sanfilippo, Gabriele Serafica

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La comunità del Seminario

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Evangelizzatori e preparatori per le confessioni “essere Chiesa” per i giovani del propedeutico Don Salvo Gulisano

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Il saluto della nuova presidente dell’ Opera Vocazioni Sacerdotali di Catania Lina Lo Faro

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Opera Vocazioni Sacerdotali - Calendario sociale 2012-2013

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Mons. Paolo La Rosa Arciprete Parroco emerito della Chiesa Madre di Trecastagni Mons. Mauro Licciardello

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Tappe di un cammino speciale ...

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La nostra vita in Seminario

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La sera di Emmaus ...

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Dal diario del Seminario

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Album

Alfio Lipera e Antonino Portale I seminaristi di I anno

Francesco Abate e Marco Pasquarelli A cura di Marco Fiore

GRAFICA E IMPAGINAZIONE REDAZIONE Seminario Arcivescovile dei Chierici viale Odorico da Pordenone, 24 95126 Catania telefax 095 333331 e-mail: seminariochiericict@libero.it conto corrente postale 11 66 79 53

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ccresci in noi la fede» (cfr. Lc 17,6) è l’invocazione degli Apostoli al Signore Gesù nel percepire che solamente attraverso la fede, dono di Dio, è possibile stabilire un rapporto personale con Lui ed essere all’altezza della vocazione ricevuta. La richiesta avanzata dai discepoli sgorga dal cuore di chi impara a credere e a vivere la fede nella concretezza della vita quotidiana. La risposta di Gesù «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sradicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe» (cfr. Lc 17,7) è illuminante: non si tratta, infatti, di avere una fede più grande. Pensare che una fede “più grande” produca effetti più grandi è solo frutto di una logica umana che crede di poter “misurare gli effetti” della fede. Gesù, invece, chiede solo la fede, l’abbandono incondizionato in Lui: essenziale è credere. La Scrittura insegna che la

fede opera come tale, al di là di ogni nostro desiderio di verifica, cambia i cuori, sposta le montagne, sradica i gelsi. In tutto il suo vangelo, San Luca ci parla della logica di Dio che è quella logica del capovolgimento dei valori umani: Dio fa grandi cose in chi è piccolo, depone i potenti dai troni ed innalza gli umili. Non la logica del potere umano - di qualsiasi tipo di potere si tratti: della ricchezza, dell’intelligenza, della forza, della carriera - ma l’efficacia del servizio, di chi, cioè, incontrato Gesù e compreso il Suo amore, si apre a questo amore con docilità. Conoscere, comprendere, aprirsi con docilità: questa la dinamica di un cammino di fede che dura tutta la vita e che rappresenta la sfida e l’impegno che, come cristiani battezzati, e poi, come ministri del Signore, ci sforziamo di vivere nella nostra vita. Il Santo Padre Benedetto XVI, nella Lettera “La Porta della Fede”, ha evidenziato il senso dinamico di questo cammino mediante l’endiade “accoglienza della Parola di Dio” e della “Grazia che trasforma” (cfr. Porta Fidei, 1). Possiamo accogliere la manifestazione del Signore che cammina con noi, solo se percepiamo il bisogno di recarci come la samaritana al pozzo per ascoltare Gesù, che invita a credere in Lui e


ad attingere alla sua sorgente, zampillante di acqua viva (cfr. Gv 4,14). Noi ministri del Signore e quanti sono ancora in cammino di formazione, dobbiamo comprendere pienamente il valore di questo percorso, l’unico che può spingerci a più grande comunione con il Signore, a più fervida testimonianza evangelica e a continuo impegno missionario. Gli anni di Seminario devono aiutare i nostri cari seminaristi a crescere in questo impegno. Preghiamo, quindi, il Signore perché consolidi quanto già ricevuto mediante il Battesimo, ci identifichi a Lui soprattutto nel memoriale del Sacrificio Eucaristico che, come ci ricorda la terza Preghiera eucaristica, ci permette di diventare “in Cristo un solo corpo e un solo spirito”. Animati da questi buoni propositi viviamo la prossima Giornata diocesana per il Seminario impegnandoci con la preghiera per le vocazioni e con gesti di solidarietà. Un grazie speciale alla

famiglia dell’Opera Vocazioni Sacerdotali che sempre vive in modo particolare questo momento così significativo per la nostra Chiesa. Maria, Regina degli Apostoli e aiuto dei cristiani, sostenga la nostra preghiera, la conduca al Figlio Gesù e riceva da Lui per noi la bella consolazione: Fiat tibi sicut vis. Catania, 25 gennaio 2013 Conversione di S. Paolo

X Salvatore Gristina


1. La giornata del seminario in quest’anno della fede ci vede tutti impegnati, superiori e seminaristi, a riflettere non su qualcosa di marginale per la nostra vita, ma su una dimensione di fondamentale importanza per la nostra esistenza di cristiani. La fede riguarda concretamente tutta la nostra vita ed è protesa verso una testimonianza sempre più credibile ed autenticamente evangelica. In questo senso coloro che si preparano al presbiterato sono invitati a prestare particolare attenzione alla vita di fede nella loro formazione, sia a livello personale che a livello comunitario. Ogni credente se ha incontrato il Cristo veramente non può abbandonarsi a logiche mondane che contraddicano il messaggio del Signore, la sua vita, quello che Egli ha detto e ha fatto. Conformarsi a Gesù Cristo, imitarlo, questo è quanto desidera fare ciascuno di noi, se vogliamo non solo dirci cristiani, ma esserlo nei fatti e nella verità. Il candidato al presbiterato entra in seminario impegnandosi a vivere la fede e di fede, per tale motivo egli non si rifugia nella ricerca di forme o di manifestazioni esteriori o, inseguendo strategie sbagliate, si lascia catturare da prassi di potere e di possesso. Il seminarista è chiamato in primo luogo a vivere e a testimoniare la fede, non a ricercare una convenienza o una realizzazione personale, anche attraverso forme appariscenti, spettacolari, nostalgiche. La fede è mettersi a disposizione di un Altro al quale si consegna la propria vita. In tal modo la fede è protesa a diventare atteggiamento, stile di vita, allora si comunica e si trasmette agli altri naturalmente, per cui può capitare di sentir dire, anche da chi è lontano e sembra non occuparsi di cose che riguardano Dio, la Chiesa…: “quello, sì, che ci crede veramente!” È nostro vivo desiderio, come comunità del Seminario di Catania, celebrare quest’anno della fede con gioia, lasciandoci tuttavia mettere in questione dalla serietà della proposta che viene da Cristo nel suo Vangelo e che risuona ancora oggi nella sua Chiesa: “Il rinnovamento della Chiesa passa anche attraverso la testimonianza offerta dalla vita dei credenti: con la loro stessa esistenza nel mondo i cristiani sono infatti chiamati a far risplendere la Parola

di verità che il Signore ci ha lasciato” (Benedetto XVI, Motu proprio La porta della fede n. 6). 2. Siamo cristiani, vogliamo esserlo sempre di più, non per una specie di slogan ad effetto, ma perché è in gioco la bellezza e la credibilità della nostra fede; è in gioco quanto di più prezioso c’è nella nostra vita: il suo significato più profondo. La fede, ne siamo profondamente convinti, è un cammino iniziato il giorno del nostro battesimo che comporta, però, una continua conversione al Signore della nostra vita, Salvatore e Redentore nostro e dell’universo intero. Credere è convertirsi incessantemente a Lui. Il Vangelo è la regola con la quale continuamente confrontarsi e misurarsi; è il parametro mediante il quale fare un accurato esercizio di discernimento umano e spirituale nella nostra vita. Il criterio che guida, illumina, sostiene, i cristiani nel mondo, la Chiesa, è la parola del Signore Gesù Cristo. La Chiesa infatti si rinnova nella misura in cui non distoglie mai lo sguardo da Lui. Perciò papa Benedetto XVI ci invita a vivere quest’anno della fede con uno spirito di “un’autentica e rinnovata conversione al Signore, unico Salvatore del mondo” (l.c.). L’anno della fede, di conseguenza, per noi significa assumere sempre più questo stile, improntato a sincera conversione, favorito da un’umile e docile disposizione interiore, per cui ci lasciamo raggiungere e trasformare incessantemente dalla Parola del Signore, così da camminare in continua novità di vita. Un’autentica esperienza di fede si esprime, pertanto, attraverso un cammino esistenziale che non conosce interruzioni e che è contrassegnato da un vero spirito evangelico: “Nella misura della sua libera disponibilità, i pensieri e gli affetti, la mentalità e il comportamento dell’uomo vengono lentamente purificati e trasformati, in un cammino mai compiutamente terminato in questa vita” (l.c.). L’itinerario di formazione in seminario non dimentica le fondamentali e radicali istanze che provengono dalla nostra fede, creando quelle condizioni perché


la fede possa incidere, sempre più profondamente, nelle trame concrete del nostro vissuto quotidiano e dell’intero arco della nostra esistenza nelle sue varie fasi. Il seminarista, come cristiano e credente, ponendosi in questa condizione di cammino senza termine, non può certo mai sentirsi un arrivato: questo stato lo sollecita a ritrovare incessantemente la propria identità cristiana. Ora, il cristiano ritrova in Cristo la sua identità e la sua dignità: “In questo tempo terremo fisso lo sguardo su Gesù Cristo, ‘colui che dà origine alla fede e la porta a compimento’ (Eb 12, 2): in lui trova compimento ogni travaglio ed anelito del cuore umano. La gioia dell’amore, la risposta al dramma della sofferenza e del dolore, la forza del perdono davanti all’offesa ricevuta e la vittoria della vita dinanzi al vuoto della morte, tutto trova compimento nel mistero della sua Incarnazione, del suo farsi uomo, del condividere con noi la debolezza umana per trasformarla con la potenza della sua Risurrezione. In lui, morto e risorto per la nostra salvezza, trovano piena luce gli esempi di fede che hanno segnato questi duemila anni della nostra storia della salvezza” (Benedetto XVI, Motu proprio La porta della fede, n. 13). Le domande che scaturiscono naturalmente dal cuore dell’uomo trovano in Cristo la risposta. È Lui, il Signore, a svelare l’uomo all’uomo; quegli interrogativi più problematici, più inquietanti, più profondi, che si levano dal cuore umano, trovano in Gesù Cristo il loro senso e il loro appagamento. 3. Se è vero tutto questo, è anche vero che l’uomo oggi vive una profonda crisi di fede, nella quale anche noi discepoli del Signore viviamo e con la quale siamo chiamati a fare i conti. La profonda crisi di fede fa parte del clima culturale che respiriamo, per cui non parliamo di una realtà che sta di fronte a noi o dietro di noi, ma ci siamo dentro: “Capita ormai non di rado che i cristiani si diano maggior preoccupazione per le conseguenze sociali, culturali e politiche del loro impegno, continuando a pensare alla fede come un presupposto ovvio del vivere comune. In effetti, questo presupposto non solo non è più tale, ma spesso viene perfino negato. Mentre nel passato era possibile riconoscere un tessuto culturale unitario, largamente accolto nel suo richiamo ai contenuti della fede e ai valori da essa ispirati, oggi non sembra più essere così in grandi settori della società, a motivo di una profonda crisi di fede che ha toccato molte persone” ibid., n. 2. Dobbiamo quindi confrontarci, senza paura, con questa mutata mentalità che dimora anche dentro di noi e fa parte del nostro vissuto. Per cui seguendo le

indicazioni del papa siamo invitati ad alimentare la fede, ritrovando anzitutto il gusto della parola di Dio. Sappiamo che “La fede viene dall’ascolto e l’ascolto riguarda la parola di Cristo” come dice l’Apostolo Paolo nella lettera ai Romani 10,17. Dentro un tale fondamentale atteggiamento di ascolto, docile ed obbediente del Vangelo, cui naturalmente si dispone il seminarista negli anni di formazione in seminario, si innestano vitalmente la preghiera da una parte e lo studio dall’altra. L’intera esistenza cristiana del seminarista è contrassegnata dall’invocazione continua del Signore, ma anche da una persistente riflessione personale che desidera ricercare, trovare e dare ragione della propria fede, sempre con dolcezza e rispetto, attraverso la cura di una coscienza sempre più retta e pura (cfr 1 Pt 3,16). “Accresci in noi la fede”, l’invocazione degli apostoli è la nostra invocazione che orienta il nostro itinerario di formazione; è il programma che nessuno di noi desidera disattendere nel cammino della nostra esistenza cristiana credente: tra dono ed impegno. La fede cresce e si alimenta nella misura in cui ci si abbandona sempre di più al Signore così da ricevere da Lui e in Lui il significato profondo di una vita che si dona per amore: “Solo credendo, quindi, la fede cresce e si rafforza; non c’è altra possibilità per possedere certezza sulla propria vita se non abbandonarsi, in un crescendo continuo, nella mani di un amore che si sperimenta sempre più grande perché ha la sua origine in Dio” (ibid., n.7). 4. In occasione della giornata di preghiera, di sostegno concreto e fattivo, per il nostro seminario siamo perciò chiamati, come chiesa di Catania, a vivere la fede riscoprendo il forte legame che c’è tra di noi, che non ci spinge a ricercare modelli di difesa, scappatoie diplomatiche, espedienti conservativi, ma ci conduce a vivere l’avventura, il rischio, il cammino, che ci porta ad abbracciare sempre più una logica di espropriazione e di donazione di sé. È la fede che ci spinge a consegnarci e a fare della nostra vita un dono. Credere non è per noi educarci ad una mentalità e ad uno stile che coltiva l’ostentazione della forza, l’autosufficienza presuntuosa, l’egoismo autoreferenziale, ma alimenta l’abbandono fiducioso, l’uscita da noi stessi, il cammino verso la novità e l’inedito; è la ricerca costante e condivisa di un amore sempre più grande per un servizio generoso e fedele a Dio e ai fratelli. don Giuseppe Schillaci Rettore


Duc in altum! Prendi il Largo! (Lc 5,4) Con questa frase che rivolse Gesù ai primi discepoli mi piace iniziare la mia breve presentazione; ritengo, infatti, che essa compendi un po’ la mia esperienza di vita. Sono Cristiano Calì e ho 19 anni. Scrivo queste righe sull’Eco del Seminario perché dallo scorso 23 settembre ho iniziato il primo anno di formazione in vista del presbiterato nel nostro seminario arcivescovile. La mia storia vocazionale inizia con la mia storia di vita cristiana che ho vissuto sempre nel contesto della mia comunità parrocchiale: la parrocchia San Marco Evangelista in Tremestieri Etneo. Lì ho compiuto il cammino di completamento dell’iniziazione cristiana ricevendo il sacramento dell’Eucaristia e della Confermazione e lì mi sono innamorato della Chiesa. Il Signore sin dalla giovinezza mi ha posto accanto dei maestri di vita umana e cristiana. I miei genitori e la mia famiglia hanno saputo consegnarmi quei valori indispensabili su cui fondare la vita e mi hanno sempre sostenuto in una crescita libera e responsabile. Ai parroci, appartenenti alla Congregazione delle Sacre Stimmate di N.S.G.C., padre Carlo Zanini e padre Franco Cioffi devo l’amore per la Liturgia: momento di sublime incontro con il Signore e ricco di echi vocazionali. A loro devo soprattutto la meravigliosa testimonianza di vita sacerdotale che hanno saputo darmi e dalla quale ha preso forma la mia vocazione. A loro e alla mia catechista, che tutt’ora mi accompagna nel percorso, va il più sentito ringraziamento. All’età di quindici anni il Signore mi ha spinto per la prima volta a prendere il largo e, rispondendo alla sua chiamata, il 13 novembre del 2008 sono entrato nella comunità del Propedeutico come studente in orientamento vocazionale dove sono rimasto per due anni sotto la guida di don Salvo Gulisano che sapientemente mi ha guidato nel cammino umano, spirituale

e vocazionale. Nel giugno del 2011 ho conseguito il diploma di maturità classica presso il Liceo statale Mario Cutelli di Catania e nel settembre successivo ho iniziato il tempo Propedeutico. Rendo grazie a Dio per quel tempo di formazione in cui mi ha concesso la grazia di splendidi compagni di anno e la gioia di sperimentare una nuova realtà pastorale nella comunità parrocchiale di Santa Maria di Novaluce in Monte Po’ dove sotto la guida del parroco, mons. Antonino Vitanza, svolgo ancora il mio servizio. Gioie e difficoltà, timori e speranze non sono mancati né mancheranno. Chiedo a quanti leggeranno queste righe di ricordarsi nella preghiera di me: perché ogni giorno, come fecero i primi discepoli, possa riporre la mia fede nel Signore che mi chiama a prendere il largo!

Mi presento: mi chiamo Gianluca Gangi, ho 20 anni e provengo dalla Parrocchia Cuore Immacolato di Maria in Adrano. La mia è una famiglia semplice, umile, ma ricca di valori morali e spirituali. Ho iniziato a frequentare la parrocchia all’età di cinque anni svolgendo il servizio di ministrante; da lì inizia il mio percorso spirituale con il catechismo, l’oratorio e il gruppo giovani. Dopo aver ricevuto la Cresima ho deciso di continuare a restare in parrocchia mettendomi al servizio della comunità facendo il responsabile dei ministranti e l’aiuto catechista. Più andavo avanti e più mi innamoravo della figura del sacerdote mentre celebrava l’Eucarestia, e mentre confessava le persone. Aumentava in me l’amore per il SS. Sacramento, la preghiera, ma soprattutto per l’ascolto e il servizio verso tutti. Ho capito, allora, che


il Signore mi stava chiamando a seguirlo! All’età di tredici anni ho abbandonato il mio sport preferito: la danza e ho iniziato il mio cammino di discernimento con il mio padre spirituale mons. Benedetto Currao. Nell’estate 2009 - 2010, per le vacanze estive, ho lavorato come animatore turistico in villaggi, della Calabria e anche lì andavo a Messa. Ho conosciuto un bravo sacerdote che ha capito subito di che pasta ero fatto. Al rientro l’incontro con don Salvo Gulisano ha segnato l’inizio della mia partecipazione agli incontri vocazionali. Nel frattempo mi sono diplomato e il 26 settembre 2011, nella memoria dei Santi Cosma e Damiano, sono entrato nella comunità del Propedeutico. Durante il tempo propedeutico don Salvo mi ha mandato a fare esperienza pastorale nella grande famiglia dell’oratorio Maria SS. del Rosario e nella parrocchia S. Pietro in Adrano, sotto la guida di un grande, e per me, santo pastore, don Antonino La Manna, dove tutt’oggi faccio esperienza. Grazie a lui, alle sue preghiere e al suo servizio di pastore io mi innamoro sempre più del sacerdozio, dell’Eucarestia e del servizio pastorale in genere. Così per la settimana estiva dello scorso anno sono stato accolto nella grande famiglia del Seminario Maggiore di Catania. In questo mio cammino mi abbandono totalmente a Dio e ai miei superiori, affinché, se Dio vorrà, possa anch’io essere un sacerdote secondo il Suo cuore, e mi affido all’intercessione di Maria, affinché possa essere come Lei nell’”eccomi” e nel servizio ai fratelli. Naturalmente confido nelle vostre preghiere.

Salve, mi chiamo Ivan Incognito, ho 20 anni e provengo dalla parrocchia San Sebastiano Martire in Maniace. Fin da piccolo ho frequentato la parrocchia facendo il ministrante. Ho frequentato il catechismo dall’età di nove anni fino a diciassette, con il Sacramento della Cresima. In questi anni ho avuto modo di crescere nella fede e soprattutto ho sentito sempre più la chiamata del Signore al sacerdo-

zio. Posso dire che la vocazione l’ avuta da quando ero piccolo e si rafforzava sempre più crescendo grazie alla figura del mio amato parroco: mons. Nunzio Galati e, in seguito, anche con il vice parroco don Fabio Vassallo, i quali mi hanno spinto a fare un grande passo. Nel luglio del 2011 ho conseguito il diploma di perito elettrotecnico e in quello stesso anno, il 26 settembre sono entrato al propedeutico di Catania conoscendo Don Salvo Gulisano, per iniziare un tempo di discernimento. Qui ho potuto fare tante esperienze per me nuove tra cui il servizio con le suore Vincenziane, la vita comunitaria, la preghiera, la S. Messa giornaliera, la lectio divina, l’Adorazione Eucaristica, i Ritiri Spirituali, e soprattutto la guida spirituale tenuta da mons. Salvatore Genchi, che nel mio cammino spirituale e umano è assai importante. Il 23 settembre di quest’anno sono entrato nella Comunità del Seminario Maggiore di Catania, dove spero di crescere sempre più, affidandomi a Dio, ai superiori e attratto dalla vera luce che è Cristo Salvatore, di diventare sacerdote a servizio dei fratelli. Vi chiedo di pregare per me affinché posso camminare in questa strada come desidera il Cuore di Gesù.

Salve! Sono Giosuè Messina ho 20 anni, provengo dalla comunità parrocchiale della Basilica “Santa Maria dell’Elemosina” di Biancavilla. Mi sono diplomato nel luglio 2011 nel settore tecnico del turismo, all’istituto Alberghiero di Nicolosi, frequentando però la sede di Santa Maria di Licodia. Ultimo di tre figli; a settembre sono entrato a far parte della comunità del Seminario di Catania. Il mio cammino vocazionale inizia all’età di 16 anni. Da qualche anno mi ero inserito nella parrocchia dell’“Annunziata”, dove intriso di dubbi e perplessità, sono tornato a frequentare la Chiesa; iniziavo così il mio percorso spirituale che fino ad allora mancava nella mia vita. Ero spinto da una forte ricerca della verità e cercandola ho riscoperto la mia vocazione cristiana che prima era ferma alle nozioni catechistiche. In questa ricerca mi ha aiutato molto il parroco di quella comunità don Giovambattista Zappalà che dando ascolto alle mie istanze e alle mie perplessità, con molta semplicità mi ha comunicato la sua fede, la


sua esperienza, dandomi modo di poter conoscere meglio la “figura sacerdotale”. Parallelamente sono ritornato nella mia parrocchia originaria dove, carico della mia esperienza, ho iniziato a frequentare i gruppi giovanili, la corale polifonica parrocchiale, l’associazione mariana dedicata alla patrona, fino ad essere catechista dei fanciulli. Mi ero integrato bene nella mia parrocchia. Non mancavano gli amici, i svariati compagni di scuola, ma nel dicembre 2008, notai che tutto non era uguale: nutrivo un bisogno più forte di Gesù nella mia vita, cercando sempre dei momenti per raccogliermi in preghiera ed andare a messa anche nei giorni feriali. Tutto era diverso. Con la nota pastorale “Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia”, nelle mia parrocchia iniziarono le missioni popolari. Stando con la gente del quartiere ho capito come il Signore per me avesse un progetto più grande. Non nascondo che la paura di non essere capito iniziò a balenare alla mia mente. Frequentando gli incontri vocazionali diocesani e facendo un primo discernimento con il mio padre spirituale, decisi di entrare al Propedeutico. Questo tempo è stato per me un momento di grande verifica per capire ciò che il Signore mi chiama ad essere. Tra i tanti momenti forti, vissuti nella gioia e nella paura, uno dei momenti più belli era quello del martedì, nell’andare a trovare insieme alle suore Vinceziane “gli ultimi”, i bisognosi, avendo modo di sperimentare la carità non solo materiale ma anche spirituale. Dopo aver sentito il parere dei superiori, ho scelto di entrare al Seminario Maggiore. Ringrazio il Signore per il dono della mia famiglia, di due figure sacerdotali a me molto care, quali don Giovambattista e il mio parroco don Agrippino Salerno, che con molta dedizione mi seguono con la preghiera, con il loro affetto, in ogni mio percorso, restando punti fondamentali.

Ringrazio tutti i superiori del Seminario che con molta cura, pazienza e perseveranza seguono il mio cammino di discernimento e mi aiutano a maturare il “dono” che Dio mi ha concesso. Invoco l’intercessione della Vergine SS. e dei Santi e confido nelle vostre preghiere.

«Ecco: Sto alla porta e busso» (Ap 3, 20) Salve a tutti! Sono Andrea Pellegrino, ho 21 anni e provengo dalla Parrocchia Maria SS. Immacolata in Tremestieri Etneo. Fin da piccolo ho frequentato la parrocchia dove i miei genitori mi hanno portato al catechismo. Ringrazio il Signore per le persone che mi ha posto sempre davanti: mamma, papà, fratelli e nonni materni, che mi hanno sempre saputo indirizzare. In parrocchia vedevo un anziano prete che era sempre disponibile all’ascolto e con un sorriso che mi colpiva ogni volta: padre Amore. Ho tantissimi ricordi di lui, ma soprattutto mi faceva riflettere la centralità e l’attaccamento che aveva per l’Eucarestia. In parrocchia ho svolto fin da piccolo il ministrante. Il tempo passa, io cresco e pian piano esco dalla parrocchia; soltanto quando ero sconfortato e mi sentivo solo, entravo in chiesa, Lui era lì, nel Tabernacolo, che aspettava. In me il desiderio del sacerdozio c’è sempre stato, ma per molto tempo è stato accantonato; infatti, decido di iscrivermi all’università di Enna per lasciarmi


alle spalle tutto, ma anche qui tanto più cercavo di allontanarmi da Dio tanto più mi ritrovavo con Dio. Anche inconsapevolmente, cerco sempre un incontro col Signore: partecipo alle S. Messa, alle Adorazioni Eucaristiche, e agli incontri giovanili. Una domenica prendendomi di coraggio decido di parlare con il mio parroco, don Domenico Sciuto, e dopo un incontro, molto intenso, guardandomi fisso, tra un sospiro e un sorriso mi riesce a tranquillizzare e mi indirizza a Catania da don Salvo Gulisano agli incontri vocazionali. Vi partecipo da gennaio a luglio, e concludo con il campo vocazionale a S. Maria di Licodia sul profeta Ezechiele, per me bellissima figura! Inizio l’esperienza del tempo propedeutico facendo vita comunitaria e mille esperienze tra cui quelle caritative e spirituali. Il tempo passa velocemente e oggi mi trovo, ben accolto, nella Comunità del Seminario Maggiore di Catania. Questo per me è un tempo favorevole per ricercare Dio, per confrontarmi con me stesso e con i superiori, ma soprattutto con il Padre Spirituale che è necessario per la mia vitalità interiore. Sono sicuro che il discernimento non finirà mai e proprio come mi insegna la Vergine Santissima sono pronto a dire il mio “Eccomi” al Signore, supportato dalla vostra vicinanza nella preghiera per me come per tutti i seminaristi!

Salve a tutti, mi chiamo Filippo Maria Rapisarda, ho 32 anni è provengo dalla comunità parrocchiale San Giuseppe, in Pisano Etneo (Zafferana). Sono il secondo di tre figli e mi pare doveroso iniziare la mia breve presentazione ringraziando il Signore per i miei genitori e per quello che stanno facendo per me, perché oltre a trasmettermi il loro amore, continuano a trasmettermi con la loro testimonianza di

vita, quei valori umani, ma soprattutto cristiani, che tutti i genitori sono chiamati a donare ai loro figli. Già da piccolo, grazie anche al mio parroco don Giuseppe Meli, ho iniziato a svolgere in parrocchia il servizio di ministrante, maturando così le prime esperienze di gruppo e di fraternità. All’età di 17 anni sono stato invitato dal parroco ad impegnarmi più attivamente attraverso il ministero di catechista, alimentando nel mio cuore un profondo desiderio: “consacrarmi al Signore”. Conseguito il diploma in agrotecnico, ho iniziato la mia prima, ma brevissima, esperienza di discernimento vocazionale tra i frati minori cappuccini. Questo primo passo di discernimento non continuò, tanto che decisi di fermarmi e accantonare questo mio desiderio. Di grande aiuto per il mio discernimento è stata la presenza del mio primo padre spirituale, don Salvatore Strano, risvegliando in me il desiderio che avevo accantonato volontariamente. Frequentando gli incontri vocazionali con don Salvo Gulisano, che come un padre mi ha aiutato e incoraggiato per una prima esperienza vocazionale, sono stato portato gradualmente ad abbandonarmi al volere del Signore. Il tempo trascorso presso la comunità del Propedeutico, la bella relazione instaurata con i miei compagni di anno e la direzione spirituale di mons. Salvatore Genchi, sono stati decisivi sia sul piano umano, che spirituale. Dal profondo del cuore non posso che ringraziare il Signore per tutti i bei momenti trascorsi e anche per quelli “sofferti” del mio discernimento, augurandomi che mediante la preghiera della Chiesa e l’aiuto dei superiori del Seminario, possa veramente discernere ciò che il Signore desidera da me. Restando uniti nella preghiera saluto e abbraccio tutti!

Mi chiamo Antonio Sanfilippo, ho 22 anni e vengo dalla parrocchia S. Agata V. e M. in Bronte. Non ho vissuto una vita sempre attiva in parrocchia, specie negli anni successivi alla Cresima in cui, mettendo da parte il Signore, ho rivolto le mie attenzioni agli studi, alle amicizie e ai divertimenti. Dopo aver conseguito il diploma di maturità scientifica, ho intrapreso la carriera universitaria nell’Ateneo di Catania, e se è vero che conseguivo ottimi risultati negli esami, è


altrettanto vero che, con il passare del tempo, in me si faceva sempre più presente una inquietudine che mi ha spinto ad un confronto diretto con Dio. L’incontro con Lui nella Celebrazione Eucaristica e nella preghiera personale, mi hanno condotto ad una visione interiore della mia vita che ha suscitato in me il desiderio di seguirLo. Trovando pieno appoggio nella mia famiglia e nel mio parroco, don Giuseppe Rizzo, i cui numerosi esempi e consigli sono stati fondamentali per la mia crescita, ho lasciato gli studi universitari, per entrare nella comunità del propedeutico, che è stato per me tempo favorevole di discernimento e di contatto con il Signore. Il 23 settembre del 2012 sono entrato anch’io a far parte della comunità del Seminario di Catania, per discernere sempre più con l’aiuto dei formatori la volontà di Dio sulla mia vita, ma soprattutto per diventare un uomo adulto nella fede, e poi, se Dio vorrà, un suo ministro. Pregate per me, perché io possa sempre compiere il bene che è gradito a Dio e possa vivere nella sua volontà.

«Ecco… avvenga per me secondo la tua parola» (Lc 1,38). Mi chiamo Gabriele Serafica, ho 21 anni e provengo dalla Comunità Ecclesiale di Nicolosi. All’interno della Famiglia mi è stata trasmessa la fede: difatti fin da piccolo ho sempre frequentato la Parrocchia dove ho ricevuto i Sacramenti ed ho svolto il compito di ministrante. Crescendo all’interno della mia Comunità, man mano che andavo avanti nel cammino di fede, ho iniziato ad avvertire dentro di me qualcosa di più forte… qualcosa che con le parole non riesco a comunicare. Posso solo dire che ho percepito la chiamata di Gesù: «Seguimi…»!

Così ho sentito il desiderio della vita sacerdotale ed ho deciso, dopo la forte esperienza del pellegrinaggio internazionale a Lourdes nel Settembre 2009, di iniziare una cammino di discernimento. Ritornato dal pellegrinaggio, infatti, ho parlato di questa mia volontà con il mio Padre Spirituale Don Alfio Bonanno, che mi è stato sempre di esempio e mi ha aiutato a capire il pieno significato della mia vocazione. Pertanto, dopo aver concluso gli studi e conseguito il diploma di Perito Commerciale, nel Settembre 2011 sono entrato nella Comunità Propedeutica del Seminario; tempo utile per la mia formazione umana e cristiana, grazie alla vita comunitaria e il confronto con Don Salvo Gulisano. Ho svolto durante questo periodo l’esperienza pastorale presso la Parrocchia S. Caterina V. M. in San Pietro Clarenza, dove ho avuto modo di discernere ancor di più la mia chiamata, confrontandomi con la Comunità Parrocchiale e il Parroco Don Nunzio Caruso. Dal 23 settembre 2012 ho iniziato il primo anno di Seminario Maggiore, che darà una svolta decisiva al mio cammino di fede affinché io possa, se Dio vorrà, confermare la mia scelta di vita. Attualmente sto vivendo la mia esperienza pastorale nella mia parrocchia di origine con il Parroco Don Antonino Nicoloso. Con il cuore pieno di fiducia e speranza mi affido alle vostre preghiere e ai Superiori perché il Signore, attraverso loro, possa portare a compimento l’opera che ha iniziato in me. A Colei che ha risposto all’annuncio dell’Angelo, quale Madre dei Credenti, affido il mio cammino nella Chiesa affinché ogni giorno possa dire con gioia il mio «Eccomi!».


I ANNO

III ANNO

Cali Cristiano

Abate Francesco

Sacra Famiglia – Catania

Gangi Gianluca

Pasquarelli Marco

Diocesi di Nicosia

S. Maria di Nuova Luce – Catania S. Pietro-Rosario – Adrano

Incognito Ivan

S. Sebastiano – Maniace

Messina Giosuè

Chiesa Madre – Biancavilla

Pellegrino Andrea

M. Immacolata – Tremestieri Etneo

Rapisarda Filippo

S. Giuseppe – Pisano

Sanfilippo Antonio S. Agata – Bronte

Serafica Gabriele

Chiesa Madre – Nicolosi

II ANNO Minissale Matteo

Chiesa Madre – Bronte

Rapicavoli Ugo

Chiesa Madre – Adrano S. Luigi – Catania

IV ANNO

Pagliaro Maurizio Proietto Luigi

VI ANNO Conti Santo

Fano Giancarlo

Padre Pio – S. Giorgio – CT

Fiore Marco

Crocifisso della Buona Morte – CT

S. Maria di Nuova Luce – Catania

Gulisano Raffaele

Maris Stella – Catania

Mazzeppi Giovanni

S. Euplio – Catania

Mazzola Rosario

Madonna della Sciara – Mascalucia

Mirone Giuseppe

Chiesa Madre – Bronte

Ndanzi Silvanus

V ANNO

Wissa Romanus

Kalimsenga Davide Lipera Alfio

Portale Antonino

Napoli Alessandro

S. Rocco – Trappeto (S. G. La P.) S. Cuore al Fortino – Catania

S. Maria del Carmelo – Canalicchio S. Agata al Borgo – Catania Chiesa Madre – S. G. La Punta

SS. Angeli Custodi – Catania

S. M. della Salute – Catania

Rettore

Mons. Giuseppe Schillaci Vice-rettore Amministratore

Don Vincenzo Savio Nicolosi Padre Spirituale biennio

Mons. Salvatore Genchi Padre Spirituale triennio

Mons. Salvatore Scribano

* Le parrocchie menzionate si riferiscono alle sedi di svolgimento dell’esperienza pastorale dei seminaristi



S

alve a tutti. Anche quest’anno il Propedeutico del nostro Seminario ha riaperto i battenti lo scorso 24 settembre. Il discernimento è iniziato fin dal primo giorno: la vita comunitaria, la vita di preghiera, lo studio, il discernimento sul ministero sacerdotale effettuato attraverso vari contatti con i sacerdoti, le comunità parrocchiali, gli uffici diocesani…Il risultato di tutto questo movimento provoca il giovane e lo fa riflettere sull’autenticità o meno della sua chiamata. Dei quindici giovani entrati in totale quest’anno (undici della nostra diocesi e quattro della diocesi di Caltagirone) c’è già stato chi ha trovato una risposta alla sua domanda per poter capire se questa strada è veramente la sua, preferendo interrompere il cammino formativo e tornare così a casa. Si sa, a volte ci si entusiasma per una scelta che poi, magari, si scopre che non è quella giusta per sé, e questo è compito del Propedeutico: un’esperienza “preseminaristica” che porta i giovani che aderiscono, a riflettere serenamente su una eventuale scelta di vita impegnativa quale il sacerdozio, al di fuori di una situazione già più avviata in un posto specifico quale il Seminario. Tra le altre sopra elencate, una delle occasioni per immergersi in pieno in una dimensione “sacerdotale”, i nostri giovani l’hanno avuta attraverso due esperienze fatte, una nel mese di ottobre, l’altra a dicembre. La prima, l’evangelizzazione di strada fatta con l’equipe diocesana dell’Ufficio di Pastorale dei Giovani, che dirigo dall’anno passato, insieme ai gio-

vani del Rinnovamento nello Spirito Santo e del G.A.M., ha dato ai nostri ragazzi la possibilità di aprirsi alla testimonianza e alla proposta cristiana nei confronti di giovani che, nella centralissima via Etnea di Catania, a tutto pensavano, quella sera del 20 ottobre, tranne che a entrare in una Chiesa e prostrarsi di fronte a Gesù Sacramentato esposto. Eravamo nella Chiesa dei Minoriti e, dopo aver partecipato alla Veglia Missionaria, ci siamo dedicati, ognuno con il suo compito e il suo ruolo, a questa evangelizzazione. Riuscire a invitare i giovani all’Adorazione è stato, per i nostri ragazzi, motivo di gioia per essere riusciti a mettersi in gioco, vincendo l’imbarazzo scaturito dall’avvicinare persone che stavano facendo tutt’altro; d’altra parte, il riscontro positivo e la gratitudine di questi giovani, “agganciati” per la strada, nei confronti di Dio, emersa dai colloqui fatti all’accoglienza e, soprattutto, nel loro accostarsi alla confessione, è stato veramente commovente. L’altro evento, anche questo vissuto con l’Ufficio Diocesano per la Pastorale dei Giovani, è stato quello del Ritiro di Avvento del 2 dicembre scorso. Organizzato quest’anno a Catania nella Parrocchia S.Cuore alla Barriera, questo momento forte ha visto i giovani del Propedeutico impegnati soprattutto nella fase di preparazione alla confessione dei partecipanti. Dei seicento giovani presenti, moltissimi hanno voluto cogliere l’occasione di riconciliarsi con il Signore, e per questo scopo sono stati preparati dal gruppo “Giovani e Riconciliazione” con i quali i ragazzi del Propedeutico hanno, appunto, collaborato. Anche questa occasione è stata illuminante per comprendere, da parte dei nostri ragazzi, la loro spinta a interessarsi del percorso spirituale di giovani come loro, mettendo alla prova la loro “carità pastorale”,


quello zelo che un chiamato al sacerdozio non può non avere. La collaborazione con “Giovani e Riconciliazione” era stata preceduta, come al solito, da una Lectio Divina sul Vangelo della prima domenica di Avvento, ma anche, in maniera straordinaria, dall’incontro altrettanto straordinario con il sacerdote che ha fondato questo gruppo, don Luca Ferrari, proveniente dall’Emilia Romagna, a Catania nel mese di novembre per incontrare i giovani aderenti a questo gruppo. Per l’occasione ha incontrato privatamente anche noi, ed è stata un’esperienza toccante perché don Luca, di fronte a eventuali futuri seminaristi, ha aperto il suo animo parlando di sé, della propria vocazione, del percorso spirituale che l’ha portato a fondare un gruppo come “Giovani e Riconciliazione”. Una serata piena di Dio e della sua chiamata: don Luca, come ogni sacerdote invitato al Propedeutico, ha rivissuto con noi il momento magico della sua chiamata, e questo è sempre commovente per tutti. Ora, nel mese di gennaio, dopo aver usufruito in questi tre mesi delle lezioni al S.Paolo e di quelle interne di Latino e di Greco, e aver

iniziato timidamente a sfogliare libri e appunti, è arrivato il momento dello studio intenso per affrontare gli esami. Messe da parte attività esterne di tutti i generi, i giovani in questo tempo scoprono l’importanza, la consistenza dello studio e, vedendoli come ogni anno ripetere date e avvenimenti della Storia della Chiesa e il pensiero di filosofi antichi anche a tavola, vorrei dire anche la bellezza dello studio, soprattutto fatto insieme ai compagni. Quest’anno, un velo di tristezza offusca questa esperienza: i ragazzi non faranno esami con il compianto confratello P. Nino Longhitano, il loro professore di filosofia, mancato alla fine di dicembre. Ma, guardando verso il futuro, siamo tutti convinti che un nuovo angelo prega anche per questi giovani del Propedeutico. Anche voi, che mi leggete e siete su questa terra, continuate a pregare per questi giovani: anche loro, come i loro compagni seminaristi, potrebbero essere il futuro della nostra Chiesa (e, naturalmente, della Chiesa di Caltagirone per i giovani di quella diocesi). Un caro saluto. P. Salvo Gulisano Responsabile del Propedeutico


In occasione dell’annuale giornata del Seminario, desidero rivolgermi a tutti gli amici della Famiglia dell’OVS per innalzare il mio personale grazie al Signore che mi dà la possibilità di servire la Chiesa in questo particolare servizio al Seminario e soprattutto nell’inaspettata veste di Presidente Diocesana dell’Opera Vocazioni Sacerdotali. Molti non mi conoscono: sono Lina Lo Faro, insegnante di scuola primaria, in pensione da due anni nonché nonna di due bellissimi bambini di 4 e 3 mesi e mezzo. Siamo stati sempre vicini, io e la mia famiglia, come del resto tutti noi dell’OVS, con il nostro affetto, la nostra solidarietà e soprattutto con la preghiera, ai nostri cari seminaristi e al Seminario; abbiamo cercato di essere il più possibile presenti, insieme al gruppo OVS interparrocchiale di Motta Sant’Anastasia, agli incontri e ai momenti di preghiera in Seminario. Un giorno Sua Eccellenza l’Arcivescovo, facendomi convocare, mi propose la nomina a Presidente Diocesana dell’OVS. Sul momento rimasi molto perplessa, mi sentii inadeguata per un compito così importante, tenendo conto anche dei miei impegni familiari, ma il Vescovo, da buon Padre e Pastore, mi rincuorò. Mi disse che tutti ci sentiamo inadeguati di fronte agli impegni a cui il Signore ci chiama, ma Lui ci sostiene sempre e ci è sempre vicino; così dissi anche io il mio piccolo “Sì” al Signore. E fu così che ho iniziato a muovere i primi passi in questo servizio che adesso considero un dono del Signore per poterlo servire con ulteriore impegno. Non è facile per me, adesso, parlare di progetti, di impegni per il futuro; quello che so e per cui spenderò le mie energie, è che desidero che l’Opera Vocazioni Sacerdotali diventi sempre più –perché già lo è – una grande Famiglia in cui ci si conosce tutti, si dialoga, ci si confronta, si comunica, si fanno progetti insieme, si scambiano idee e iniziative per «promuovere maggiore apprezzamento e stima al Seminario; per rispondere all’invito di Gesù “Pregate perché il Signore mandi operai nella sua messe”; per offrire ai chiamati al sacerdozio pieno sostegno, soprattutto con la preghiera; per rafforzare la solidarietà diocesana verso il Seminario» (Dallo Statuto dell’Opera Vocazioni Ecclesiali). Lo so, siamo geograficamente distanti, dislocati nelle varie località della diocesi, ma siamo tutti vicini nel Si-

gnore. Nell’era della comunicazione digitale, dove tutti navigano su Internet, anche se fossimo, come me, digiuni di computer, basterebbe prendere in mano il nostro caro telefono o telefonino (nella sua funzione primaria) e stabilire incontri, fissare appuntamenti, sostenersi a vicenda, lavorare insieme, appunto, come una grande famiglia, sempre in collaborazione e sotto la guida dei nostri Parroci e Sacerdoti. Il Signore ci spinge, in Lc 5, 1-11, a prendere il largo e noi, come Pietro, dobbiamo rispondere: «Signore, abbiamo faticato tutta la notte, ma sulla tua parola getteremo le reti». Dobbiamo portare sempre più vicino al cuore della gente la realtà del Seminario e la generosità dei nostri cari seminaristi che rispondendo alla chiamata del Signore, hanno offerto, come Gesù, la loro vita al servizio di tutti. Mi auguro che possiamo crescere sempre più e camminare insieme sulla via che il Signore ci indica. Con affetto e stima, compagna di viaggio e amica Lina Lo Faro


30 ottobre Apertura del XXXIII Anno Sociale Ore 16.30: Assemblea Generale. Ore 17.30: Celebrazione Eucaristica presieduta da Mons. Arcivescovo. Seminario Arcivescovile – Catania 8 novembre Memoria dei fedeli defunti Celebrazione Eucaristica, Seminario Arcivescovile, ore 16.00. 6 dicembre Ritiro di Avvento Celebrazione e Adorazione Eucaristica, Seminario Arcivescovile, ore 16.00. 16 gennaio Agape fraterna: Celebrazione Eucaristica e colletta alimentare, Seminario Arcivescovile, ore 16.30. 14 febbraio Presentazione della figura presbitarale Conferenza su Mons. Paolo La Rosa, Seminario Arcivescovile, ore 16.00. 24 febbraio Giornata del Seminario Giornata diocesana di preghiera e di colletta pro-Seminario.

14 marzo Ritiro di Quaresima Celebrazione e Adorazione Eucaristica, Seminario Arcivescovile, ore 16.00 15 aprile Pellegrinaggio Eucaristico-Mariano Randazzo e San Giovanni La Punta 16 maggio Adorazione Eucaristica per le vocazioni Seminario Arcivescovile, ore 16.00.


Arciprete Parroco emerito della Chiesa Madre di Trecastagni Ben composto nel suo lettino, le braccia in­crociate sul petto ed ordinato sotto le coperte, fu trovato così, quella mattina del 9 gennaio 2001, Mons. La Rosa, immerso in un sonno profondo. E realtà dormiva, ma di quel profondo sonno finale che non ha più risveglio. Sorella no­stra morte corporale, a dir dei medici, l’aveva raggiunto, la sera, senza preavviso, appena messosi a letto. Mons. La Rosa, però, l’aspettava già, parlava spesso di sorella morte, specialmente dopo la difficile operazione chirurgica al cuore, subita alcuni anni fa. Tant’è che sul suo comodino, accanto al letto, ben visibile e a portata di tutti, era pronto il suo testamento olografo. Una settimana prima della sua dipartita, a conclusione di una solenne Celebrazione Eucaristica nella Chiesa Madre di Trecastagni, pigliò la parola e, fuori programma, salutò affettuosamente tutti i fedeli che gremivano la chiesa e in par­ticolare i tre Confratelli Parroci delle tre Comunità parrocchiali di Trecastagni. Quelle parole ebbero un sapore di “addio”. “Avrò un amore eterno per voi, Trecastagnesi”, così aveva concluso quell’inaspettato intervento. Si guardarono l’un l’altro in faccia, i presenti, e vennero fuori più confusi che persuasi. Lo capirono quella mattina, quando, improvvisa, si sparse la notizia della morte dell’”Arciprete”. Era nato a Trecastagni il 2/6/1914 e vi era rimasto per tutta la vita, eccezion fatta degli anni di formazione in Seminario. Da S. E. Mons. Carmelo Patanè, il 10/7/1938, ricevette il sacro Ordine del Presbiterato. Si notava in lui una naturale inclinazione per le cose belle, amava l’arte, si de­liziava contemplando con stupore monumenti e architetture sacre e in questa con­templazione - diceva - si sentiva attanagliato dalla grandezza di Dio. Nei tempi liberi leggeva volentieri articoli sull’argomento. Fu così che, appena ordinato prete, fattosi coraggio, osò chiedere a Mons. Patanè il permesso di recarsi a Roma per laurearsi in architettura. Uno dei tanti pii desideri che, spesso, passavano per la mente di noi, allora, giovani teologi, alle porte del sacerdozio, ma, “temporibus illis”, pii desideri erano e tali, purtroppo, restavano. L’Arcivescovo, però, che conosceva bene il giovane La Rosa, aggirò la domanda: “E tu, Paolino, — gli disse — avresti il coraggio di lasciarmi solo per quattro anni?”. E quel discorso a due, non ebbe più seguito e si volatilizzò fra le vetuste mura del palazzo vescovile. Ad appena un mese dalla sacra ordinazione fu nominato Rettore del Piccolo Seminario di Trecastagni. Dal 25/1/1939 al 28/3/1946 fu anche Vicario cooperatore della Chiesa Madre, allora unica parrocchia per tutto il Comune . Il 19/6/1946, morto l’anziano Arciprete Domenico Torrisi, Padre La Rosa gli successe e rimase in sede fino al 30/9/1993, quando in seguito a quel rischioso intervento chirurgico, gli fu consigliato di lasciare il governo pastorale della parrocchia. Non ci pensò due volte; ma le dimissioni gli procurarono una profonda crisi e, per alcuni mesi, se ne fece una malattia. Si senti tagliato fuori


dalla “sua chiesa”, quella chiesa che, lui, diciamolo pure, era riuscito, con intelligenza ed amore, a far restaurare, che aveva riportato agli antichi splendori del settecento; pilastri, capitelli, basole laviche, tutto, pezzo per pezzo, era stato scrostato da quintali di calce sovrapposta di cui, scriteriatamente, l’avevano impiastricciata nei secoli passati. In questo lavoro si era servito della sua non disprezzabile conoscenza artistica e consigli accettati e largamente dati ai periti ed ai tecnici di mestiere. Così crucciato, Mons. La Rosa, forse, non avrebbe tirato molto a lungo ne anni, se l’Arcivescovo Mons. Bommarito, provvidenzialmente, non gli avesse affidata la rettoria della piccola, ma suggestiva chiesa rurale di Santa Maria dei Tremonti, alla periferia di Trecastagni. Il Presule aveva colpito proprio nel segno e aveva ridato all’Arciprete, ormai emerito, pane per i suoi denti. Ogni frastorno sparì d’incanto, si sbracciò le maniche e in meno di due anni riuscì a rendere funzionante la chiesetta ormai fatiscente ed a ricostruire ex novo e con gusto la sacrestia e gli adiacenti locali di sacro ministero bombardati nel­l’ultima guerra e lasciati alla completa incuria del tempo. Qualcuno potrebbe pensare, a questo punto, che Mons. La Rosa abbia tra­scorso la sua vita sacerdotale a fare, nient’altro, che l’architetto o a restaurare chiese; si sbaglia! Mons. La Rosa fu un vero pastore, e che pastore! Alla scuola di Mons. Ferrais e di Mons. Pennisi incarnò nella sua vita il detto paolino: “Charitas enim Christi urget nos” (2 Cor.5/14) . Lo si vedeva sempre rinchiuso nella sua talare, indossata con dignità e decori; e mai smessa, basco in testa, con quelle folte e irsute sopracciglia che facevano quasi da comoda tettoia ai suoi occhi castani, sembrava un prete grave ed austero di tempi ormai andati e di modesta cultura. Era invece gentile, gioviale e culturalmente aggiornato; a sentirlo parlare, ti accorgevi della sua seria preparazione teologica, morale, sociopedagogica. Nelle sue omelie ti sminuzzava la Parola di Dio con competenza e profon­dità di pensiero e te ne tornavi a casa con un bagaglio di idee chiare e sostanziose. Resse la sua Comunità coniugando iniziative di stampo antico assieme a strutture innovative postconciliari. L’11 agosto del 1970 gli giunse, ben meritata, la nomina a Cappellano di Santità. Tuttavia erano in pochi a chiamarlo “Monsignore”. Padre La Rosa fu per tutti: l’Arciprete! Dal 1972 al 1995 fu, eletto sempre all’unanimità, Vicario foraneo dell’11° distretto; un Vicariato che egli guidò con prudenza e cordialità.

Ci mancherà, ora, Mons. La Rosa, sacerdote di integra vita e di umile, ma profonda spiritualità. Il suo testamento rispecchia la grandezza della sua bell’anima; era venuto al mondo povero e povero se ne tornava: “ Tutto l’importo del mio Conto corrente — scrive — lo assegno in beneficenza a favore dei poveri e bisognosi in Trecastagni”. E mancherà soprattutto a noi preti anziani che abbiamo perso l’amico e il compagno di squadra, sempre ricercato nei nostri incontri sacerdotali, incontri che egli riempiva di gioia ed ilarità. Si rideva anche a crepapelle, qualche volta, e, non tanto per ciò che raccontava, quanto per il modo con cui mimava i fatti; quello storcersi grottescamente le labbra, quel cambiar tono di voce, quell’intercalare un buon italiano con uno stretto dialetto campagnolo, ti faceva passare - se l’avevi - quel brutto quarto d’ora di malinconia e di noiosa stanchezza. Sono trascorsi ormai 64 anni, da quando, piccolo seminarista, conobbi Padre La Rosa, allora prefettino, di non so quale camerata. Non ricordo neppure la cir­costanza, ma mi è sempre rimasta in mente la figura di quel giovanissimo chie­rico, prossimo al sacerdozio, il quale, con una particolare vivacità, presentò alla Comunità, riunita tutta in sala da studio, un aereo, di grandi dimensioni, da lui stesso fabbricato e sulla cui fiancata stava scritto: “Obviam Christo in aera” (lTs.4/16). Che non sia stato questo per lui il programma di tutta la sua vita? Me lo sono chiesto. Se così è stato, siamo certi allora, che con i comandi di bordo efficienti, con il “check in” in perfetta regola, su l’unica rotta ben precisa, ha felicemente concluso il suo viaggio “obviam Christo in aera”, planando con dolcezza su quella infinita, immortale, divina aerostazione, premio e corona dei sacerdoti secondo il cuore di Dio. “et sic semper cum Domino erimus” (1 Ts.4/16). Mons. Mauro Licciardello Quest’articolo è tratto dal volume di Mauro Licciardello, Afferrati da Cristo. Presbiteri catanesi inondati di luce dopo il calar del giorno, Ed. Arcidiocesi Catania, Catania 2009, 215-217


Mercoledì 3 ottobre 2012 alle ore 18.30 nella basilica cattedrale il nostro Arcivescovo, in occasione del suo ventesimo anniversario di ordinazione episcopale, ha conferito ad alcuni alunni del seminario i ministeri di Lettore e di Accolito.

Per noi seminaristi il conferimento del Lettorato e dell’Accolitato rappresentano delle tappe importanti del cammino di preparazione al presbiterato, tappe che seguono l’ammissione agli ordini sacri e che precedono l’ordinazione diaconale.

Cosa fa l’Accolito?

Ma i ministeri sono anche delle tappe che, scandendo il nostro percorso, ci fanno maturare nella scelta vocazionale, mettendoci a confronto con la diocesi e con le nostre comunità che partecipano a questi appuntamenti, quasi volendo accompagnarci pian piano verso il raggiungimento del traguardo: attraverso i sacramenti dell’iniziazione cristiana e verso il ministero ordinato, tanti fedeli delle parrocchie gioiscono con noi per il cammino, ringraziando Dio per il dono della chiamata, concessa a dei figli e fratelli della comunità.

L’Accolito è istituito per curare il servizio all’altare e aiutare il sacerdote e il diacono. A lui spetta specialmente preparare l’altare e i vasi sacri, e come ministro straordinario, distribuire l’Eucarestia ai fedeli (PNMR n. 65). Durante la celebrazione, è compito dell’accolito accostarsi, all’occorrenza, al sacerdote e al diacono per presentar loro il libro o per aiutarli in tutto ciò che è necessario (PNMR n. 144). Cosa fa il Lettore? Il Lettore è istituito per proclamare le letture della Sacra Scrittura, eccetto il Vangelo; può anche proporre le intenzioni della preghiera universale (PNMR n. 66). Nel rito di ingresso, il lettore può, in assenza del diacono, portare il libro dei Vangeli (PNMR n. 148).

La vicinanza ed il sostegno sono fondamentali per noi seminaristi, contenti di sentirci sempre più parte della comunità diocesana che attraverso il vescovo, si augura che Dio porti a compimento l’opera iniziata in noi. Alfio Lipera e Antonino Portale


Probabilmente è la prima volta che nell’Eco del Seminario di Catania i ragazzi del primo anno scrivono una propria pagina per raccontare ai lettori le sensazioni che la vita da seminarista offre. Ci siamo incontrati il 22 luglio del 2011 nel Campo Vocazionale Estivo a Santa Maria di Licodia, tappa iniziale di un cammino di discernimento che è il tempo propedeutico, in cui ci sono state offerte, dal formatore don Salvo Gulisano, e dal padre spirituale mons. Salvatore Genchi, numerose esperienze per poter fare discernimento sulla nostra vita e sulla chiamata che il Signore ci ha rivolto. Il nostro arrivo in seminario è coinciso con la settimana di esercizi spirituali, caratterizzati dal grande silenzio. Camminare nei luminosi e interminabili corridoi, ha suscitato in noi un vivo ricordo del tempo propedeutico, periodo in cui non è mancato mai l’occasione per ridere, giocare, divertirci, litigare, ma soprattutto per crescere insieme e per legarci in una vera amicizia. Certamente qui in seminario abbiamo un po’ di nostalgia dei tempi passati, ma viviamo proiettati al futuro, con la speranza di poterci donare totalmente al Signore, al servizio della Chiesa e per il bene del Suo popolo. La vita comunitaria in seminario è fondata sulla preghiera, sia personale che comunitaria, sullo studio, senza tralasciare il grande impegno che vede coinvolti i nostri superiori per la nostra formazione, umana, spirituale, pastorale e culturale. I giorni della settimana non si svolgono esattamente tutti allo stesso modo: cerchiamo di presentarli di seguito brevemente, ricordando che in base alle esigenze comunitarie, possono presentarsi cambiamenti. Ogni giorno si apre con la celebrazione delle lodi mattutine e della meditazione personale che ci vede presenti in cappella alle 7:30 per ringraziare Dio del nuovo giorno che ci concede. Allo stesso modo si svolgono i giorni di martedì e mercoledì. La Santa Messa viene celebrata la sera alle 19:30, insieme al vespro, e subito dopo ci rechiamo a cena. Il rettore ci invita ogni lunedì sera ad un incontro comunitario che, su invito del nostro Arcivescovo S.E. mons. Salvatore Gristina, vuole sottolineare il testo della Professione di Fede di Paolo VI e la riscoperta dei testi del Concilio Vaticano II, argomenti indicati come indispensabili anche dallo stesso Sommo Pontefice.

Giovedì, Venerdì e Sabato, invece, la celebrazione Eucaristica viene anticipata unitamente alla Celebrazioni delle Lodi, alla mattina. Dopo la preghiera comunitaria, ci rechiamo a far colazione e quindi scendiamo a lezione allo Studio Teologico San Paolo. Dopo le lezioni, dalle 9.00 alle 12.30, ci ritroviamo in cappella per l’Ora Media, e poi in refettorio per il pranzo. Quindi alle 15.30, dopo un po’ di riposo, continua la nostra giornata con lo studio personale. Durante la settimana non manca il tempo per un incontro personale con il padre spirituale, nei giorni di martedì, mercoledì e venerdì, e per incontri comunitari quali la Lectio Divina sulla Parola di Dio della domenica successiva. Il giovedì sera, abbiamo l’opportunità di stare davanti al Signore in adorazione al Suo Santissimo Corpo, e questo momento è certamente occasione per ritrovare se stessi e per riscoprire il proprio rapporto con Lui. Nei mesi di Ottobre e Maggio celebriamo comunitariamente il Santo Rosario per onorare la Madre di Dio, in quaresima, invece, ogni venerdì celebriamo la Via Crucis. Sabato, dopo il pranzo, torniamo a casa e ci mettiamo al servizio delle parrocchie di origine o di esperienza a cui siamo stati affidati. Ovviamente è impossibile raccontare in poche righe le esperienze che abbiamo vissuto, che viviamo e che vivremo in futuro in Seminario. Nonostante le fatiche dello studio e i ritmi che la vita del Seminario ci offre, le forze non vengono mai meno grazie ai numerosi sorrisi e incoraggiamenti del nostro rettore, mons. Giuseppe Schillaci e agli incontri che spesso e volentieri, ci permettono di ritrovarci insieme per poter parlare, confrontarci, e ancora continuare a sorridere, consapevoli che ognuno di noi è occasione di crescita per l’altro! I Seminaristi di I° Anno


L’esperienza del “Mese ignaziano” ricorda un po’ ciò che avvenne sulla strada di Emmaus, quando Dio, in Gesù, ha voluto farsi compagno di viaggio di quei due discepoli per sciogliere le loro incertezze, per svelare il senso delle Scritture e spezzare il pane per loro. A conclusione del ii anno di Seminario, durante tutto il mese di luglio, ad Altavilla Milicia, nei pressi di Palermo, abbiamo vissuto un tempo che ci è stato regalato con sovrabbondanza, affinché potessimo “perderlo” insieme a Colui che ce lo ha regalato! Carichi di attese e speranze, ma anche di stanchezza e di paure, siamo stati guidati da p. Carlo Aquino sj e da Enza Maria Mortellaro ad un percorso spirituale, un cammino umano, un itinerario di fede, un’incontro con una Persona che ha dato alle nostre vite un nuovo orizzonte: ha aperto i nostri occhi affinché potessimo vedere la Sua presenza; ha illuminato la nostra mente affinché ascoltassimo la Sua Parola e ha acceso nei nostri cuori il fuoco del Suo Spirito. Se gonfi di noi stessi, il silenzio del Mese ci ha riempito di una presenza Altra. Se presi dalle nostre convinzioni, il Mese ci ha portati non all’inseguimento di ideali, ma alla ricerca di Cristo che ci ha conquistati. Se forti delle nostre certezze, il Mese ci ha lasciato di vivere - leggendo la realtà con gli occhi della fede - nella continua scoperta di Dio, che ci è vicino e ci copre di benedizioni, che tutto ciò che ci circonda è

Quest’estate, dal 28 al 31 agosto presso il Pontificio Collegio Leoniano di Anagni, abbiamo partecipato al campo-seminaristi dell’Azione Cattolica. Il tema trattato nelle relazioni è stato “Il Concilio rinnova l’AC”. È stata una speciale occasione per conoscere con particolare attenzione la nascita e la lunga storia dell’Azione Cattolica. L’AC è una associazione di laici impegnati a vivere, ciascuno a propria misura ed in forma comunitaria, l’esperienza di fede, l’annuncio del Vangelo e la chiamata alla santità; attraverso un’educazione reciproca alla responsabilità, in un cammino personale e comunitario di formazione umana e cristiana. Quella dell’AC è una storia che

dono del Suo amore, che tutto diviene luogo d’incontro con Lui. Il Mese non ci ha dato sicurezze o risposte preconfezionate alle domande della nostra vita, ma - facendoci ripercorre il progetto di Dio e i misteri della vita di Cristo - ci ha riordinati dentro e reindirizzati al Centro: tenendo desto il cuore, ci siamo messi vicino a Cristo, e Lui accanto a noi, per osservarLo, per contemplarLo, per lasciarci raggiungere dal Suo sguardo, per imprimere ancora una volta in noi l’immagine del Suo volto, per lasciarci educare dalla Sua Parola e dal Suo stile. Conserveremo nella memoria questa esperienza privilegiata, nella quale il Signore è passato nella nostra vita. Si ricomincia così un nuovo anno, con il cuore ricolmo del Suo Cuore e con la gioia di cantare a tutti la certezza di averLo incontrato!

inizia da lontano. Raccontarla significa raccontare anche la storia della Chiesa e dell’Italia degli ultimi centotrenta anni. È una storia, infatti, che si intreccia con la vita di migliaia di uomini e donne, che in questo lungo periodo hanno lavorato con passione e fedeltà, servendo la Chiesa e contribuendo a costruire il Paese in cui viviamo. L’Azione Cattolica fin da principio ha scelto di rispondere alla vocazione missionaria; le attività che svolgono nelle parrocchie, valorizzano il lavoro del laicato in collaborazione con i parroci formando delle persone attive sia in ambito ecclesiale che sociale. Il loro servizio alla Chiesa si esprime nella scelta di stare in maniera corresponsabile nel

Francesco Abate e Marco Pasquarelli

costruire percorsi di comunione con le altre aggregazioni laicali, in fedeltà a quanto il Concilio ha chiesto a tutti i laici. Inoltre è stata occasione di confronto e di dibattito genuino con i seminaristi di altre diocesi dell’Italia. E questo, sicuramente, rappresenta un’occasione unica di dialogo per confrontare esperienze di vita in seminario, conoscere giovani in cammino verso il ministero ordinato, le realtà vocazionali di altre regioni ecclesiastiche, e naturalmente per passare giorni di vacanza ma all’insegna dell’impegno e della formazione, fedeli all’invito del nostro arcivescovo per cui un seminarista non va mai in vacanza! Giancarlo Fano e Matteo Minissale


17 agosto 2012 Inizia il nuovo anno di seminario con un appuntamento assai caro a tutti noi: la festa di Sant’Agata d’agosto! È la prima occasione estiva per ritrovarsi dopo alcuni giorni di vacanza per il bel momento di festa che inizia con la solenne Celebrazione Eucaristica presieduta dal nostro arcivescovo e prosegue poi con la consueta processione con il busto reliquiario che naturalmente siamo noi seminaristi a prelevare dall’altare e consegnare ai devoti. La processione si snoda tra due ali di folla e l’immancabile caldo d’agosto.

20-24 agosto 2012 Appuntamento classico per la nostra estate di seminaristi: la comunità del Seminario arcivescovile dei Chierici di Catania si ritrova per la settimana estiva. Anche quest’anno siamo stati accolti presso il villaggio San Giuseppe dell’ICAM (Istituto Catechistico


Annunciazione di Maria), fondato dal compianto mons. Santo D’Arrigo. L’occasione di poter vivere dei giorni di riposo e di vacanza, confrontandoci anche su temi di spiritualità e vita comunitaria è sempre attesa da noi seminaristi, anche per la bella possibilità di trascorrere qualche giorno con il nostro caro arcivescovo S.E. Mons. Salvatore Gristina. Sono stati giorni in cui non è mancato il divertimento, tanti momenti di vero relax, profittando anche della possibilità di qualche bagno in piscina e di una bella passeggiata serale a San Giovanni La Punta. Ma importanti sono stati soprattutto i momenti di incontro, di riflessione e di condivisione delle esperienze e opinioni personali, in particolare traendo spunto dal tema proposto quest’anno incentrato sulla fede, in risposta all’invito del Santo Padre Benedetto XVI di dedicare tutto il prossimo anno alla riscoperta della virtù della fede, in occasione del 50° anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II e del 20° della pubblicazione del Catechismo della Chiesa Cattolica. Il tema è stato introdotto dal Rettore. Le due relazioni dei padri spirituali, mons. Salvatore Scribano e mons. Salvatore Genchi, hanno sottolineato come il problema di oggi sia l’ovvietà della fede, data spesso per scontata ma, forse, mai pienamente vissuta da nessuno di coloro che si professano cristiani. La puntuale lettura di alcune parti del motu proprio del papa per l’indizione dell’anno della fede Porta fidei e la sottolineatura di un percorso già tracciato nel Catechismo della Chiesa Cattolica con un significativo riferimento al percorso della fede tra quella professata, celebrata, vissuta e infine pregata ha dato a noi seminaristi la possibilità di compiere un cammino di verifica sulla nostra fede. Quest’anno abbiamo anche avuto la possibilità di confrontarci con l’esperienza di don Salvatore Lo Bue, presbitero della chiesa palermitana, invitato dal nostro vescovo per presentarci il suo personale impegno per il recupero dei giovani tossicodipendenti. L’ultimo spunto per la nostra riflessione ci è stato dato da mons. Maurino Licciardello, che con un inconfondibile stile diretto e semplice, ci ha donato la sua

esperienza di vita sacerdotale, fresca e giovane, fatta di gesti ed esperienze semplici, ma che a distanza di 66 anni dall’ordinazione acquista un valore nuovo: sempre gioiosi nella testimonianza e nella credibilità della vita da presbitero. Quest’anno, inoltre, un incontro particolare con i coniugi Filippo e Graziella Anfuso, esperti in comunicazione, ci ha fatto riflettere sulla cura che bisogna avere nel preparare e provvedere ad ogni aspetto delle celebrazioni liturgiche in parrocchia. Di particolare importanza è stata la presenza dei sacerdoti della diocesi, giorno 22, per la concelebrazione eucaristica con l’Arcivescovo, al termine della quale i seminaristi di primo anno si sono presentati all’inizio del nuovo cammino di discernimento e di formazione. Il pranzo a conclusione di questo momento è stato una vera occasione di fraternità. L’ultimo giorno è stato caratterizzato dalla presentazione delle tante novità che riguardano la vita del Seminario e ci ha proiettato già ad iniziare con gioia ed entusiasmo un nuovo anno.

23 -28 settembre 2012 L’inizio del nuovo anno di formazione per la nostra comunità, coincide con la settimana di Esercizi Spirituali in seminario. Come sempre gli EE.SS. rappresentano un momento unico per noi per poter vivere al meglio il percorso di discernimento e di formazione. Quest’anno le riflessioni sono state proposte da mons. Francesco Conigliaro, docente di teologia dogmatica allo studio Teologico S. Paolo di Catania. Una scelta assai significativa per il suo modo arguto e altamente speculativo di condurci entro il mistero trinitario con una capacità di penetrare il volto di Dio Amore, partendo da Gesù di Nazareth, che sicuramente ha segnato, nel nostro percorso spi-


rituale, un modo e un metodo, nuovo ma rilevante, per la riflessione e la meditazione. Di sicuro mons. Conigliaro è riuscito a instaurare fin da subito un rapporto umano e di attenzione con ciascuno di noi, al di là delle vesti di professore, donandoci la possibilità di un confronto assai significativo, con i tanti colloqui personali che ci ha concesso. Il titolo dato ai nostri esercizi: «Gesù: rivelatore [rivelazione] del mistero della dissonanza», anche se apparentemente difficile da capire all’inizio, ha trovato nel corso delle riflessioni dettate dalla nostra guida per questi esercizi, il senso più vero fino alla consegna dataci l’ultimo giorno di andare al “centro” della nostra fede cristiana, una persona, Gesù, incontrato e conosciuto nell’Amore, e sperimentato vivo nella vita di ogni giorno.

l’esempio e l’intercessione di un piccolo grande uomo della nostra terra che ha saputo portare il suo cuore etneo fin nelle lontane terre dell’estremo Oriente.

1 ottobre 2012 Inizia in maniera ufficiale il nuovo anno di vita comunitaria con l’incontro nella mattinata con il nostro rettore mons. Giuseppe Schillaci, che ha tracciato le linee guida per questo anno di vita comunitaria. S.E. Mons. Salvatore Gristina ha presieduto la Celebrazione Eucaristica nella cappella del seminario, mostrando così attenzione particolare verso di noi seminaristi, in cammino verso il ministero ordinato.

29 settembre 2012 Il seminario al completo partecipa ad Acireale, alla solenne Celebrazione Eucaristica, presieduta da S.Em.za card. Angelo Amato, durante la quale è stato proclamato beato padre Gabriele Maria Allegra, il frate minore, che con il suo cuore missionario, è stato luce della Parola di Dio per le terre d’Oriente, compiendo l’opera straordinaria di tradurre la Bibbia nella lingua cinese. Per tanti di noi è stata la prima occasione di assistere alla celebrazione per una beatificazione e grande commozione c’è stata per lo scoprimento dell’arazzo raffigurante il neo beato, mentre la piazza sussultava al canto dell’Amen.

30 settembre 2012 A San Giovanni La Punta, città natale del novello beato, abbiamo partecipato alla Celebrazione Eucaristica di Ringraziamento a Dio, presieduta dal nostro arcivescovo, per averci dato

2 ottobre 2012 Nel giorno della memoria dei Santi Angeli custodi, si torna tra i banchi allo Studio Teologico San Paolo… iniziano oggi le lezioni del I semestre.

3 ottobre 2012 Grande festa nella nostra diocesi per il XX anniversario dell’Ordinazione Episcopale del nostro Vescovo. La solenne Celebrazione Eucaristica in cattedrale, che segna anche l’inizio del nuovo anno pastorale, si arricchisce di un motivo di gioia in più: sono conferiti i ministeri del Lettorato e dell’Accolitato a ben 11 seminaristi. C’è tanta emozione per questa tappa importante per il cammino verso il ministero Ordinato! Sono stati istituiti lettori: Marco Fiore, David Kalimsenga, Alfio Lipera, Silvanus Ndanzi, Maurizio Pagliaro, Antonino Portale, Romanus Wissa. Sono stati istituiti accoliti: Santo Conti, Raffaele Gulisano, Giovanni Mazzeppi, Rosario Mazzola.

8 ottobre 2012 Riprendono gli incontri liturgico-pastorali del lunedì. Il biennio si incontra con mons. Salvatore


Genchi per approfondire il Catechismo della Chiesa Cattolica, mentre il trienno continua il percorso iniziato negli anni scorsi sulla catechetica con don Pietro Longo.

12 ottobre 2012 È il giorno della discussione delle tesi di baccalaureato allo Studio Teologico San Paolo. Santo Conti e Giovanni Mazzeppi, discutendo la loro tesi, concludono il loro percorso di studi. In serata tutta la comunità si trasferisce nella parrocchia San Luigi di Catania per la Celebrazione Eucaristica, presieduta dal nostro arcivescovo, per festeggiare l’80° compleanno di mons. Alfio Salemi.

16-17 ottobre 2012 In Seminario si tiene il Convegno Liturgico Musicale organizzato dalla nostra arcidiocesi. Noi seminaristi prendiamo parte ai lavori del convegno per due pomeriggi intensi di relazioni e approfondimenti sulla liturgia, la musica ed il canto sacro. Abbiamo anche la gioia di ospitare in seminario mons. Giuseppe Liberto, già maestro della Cappella Sistina presso il Vaticano, che presiede l’Eucaristia per noi e ci diletta con la sua arte musicale, nonché il suo grande spirito.

18 ottobre 2012 In cattedrale solenne Celebrazione Eucaristica, presieduta dal nostro arcivescovo, e inizio in diocesi dell’Anno della Fede. Siamo tutti impegnati nel servizio liturgico, con la bella novità che riguarda l’inizio della processione introitale che muove dalla riaperta al culto Badia di S. Agata.

19 ottobre 2012 Inizia oggi l’anno associativo del Serra Club. La Santa Messa è presieduta dal nostro arcivescovo, mentre subito dopo nel salone S. Agata partecipiamo ad un bel concerto di musica con un quartetto di violini, che allietano la serata.

22 ottobre 2012 In occasione della Giornata Missionaria Mondiale, incontriamo don Alberto Brignoli, missionario fidei donum, che svolge il suo impegno presso l’Ufficio della Cei, che ci parla della realtà missionaria. Il nostro

ospite presiede l’Eucaristia per noi insieme a Padre Salvatore Cardile, missionario del Pime, della nostra diocesi, che lo accompagna.

24 ottobre 2012 In cattedrale viviamo un importante momento di gioia e di ringraziamento al Signore con la Celebrazione Eucaristica durante la quale S.E. Mons. Arcivescovo ha ordinato ben quattro diaconi, Alfio Carbonaro e Giovanni Marchese, insieme a due diaconi permanenti.

26 ottobre 2012 Inaugurazione Anno Accademico alla Studio Teologico S. Paolo. In mattinata tutti i sei vescovi dello studio sono presenti in seminario. Nel pomeriggio la Celebrazione Eucaristica è presieduta da S.E. Mons. Jean-Luis Brugués, Bibliotecario e Archivista di Santa Romana Chiesa. A seguire lectio magistralis tenuta dallo stesso prelato, che ha trattato in maniera mirabile il tema sul Concilio Vaticano II.

30 ottobre 2012 Nel pomeriggio si tiene l’Assemblea Generale dell’OVS con il quale si apre ufficialmente il XXXIII anno associativo per i tanti membri di questa famiglia diocesana che vive e opera accanto al Seminario, per aiutarci nel cammino di formazione al presbiterato. Viene presentato tutto il programma per il nuovo anno e le iniziative che lo accompagneranno. In chiesa Regina Apostolorum, il nostro arcivescovo presiede la Santa Messa. In serata continua la giornata speciale con l’inaugurazione della “Sala Comune”. Su nostra iniziativa ci siamo impegnati per avere una stanza del seminario che possa accompagnare i nostri momenti liberi, di svago, di fraternità, per condividere la pausa pomeridiana del caffè e per rilassarsi insieme gustando l’amicizia tra noi seminaristi.


8 novembre 2012

19 dicembre 2012

L’Opera Vocazioni Sacerdotali della nostra diocesi torna a incontrarsi per fare memoria dei fedeli defunti, con la possibilità di commemorare durante la celebrazione Eucaristica i tanti membri di questa Opera che ci hanno lasciato nel corso degli anni, insieme a tanti parenti, amici e benefattori defunti.

Per festeggiare il 25° anniversario di Ordinazione Presbiterale del nostro Rettore, mons. Giuseppe Schillaci, la Corale “Benedetto Marcello” diretta dal maestro Sig.na Angelina Patti, di San Giovanni La Punta, ci intrattiene con un bel concerto di musica e canti.

13 novembre 2012 È bello poter vivere anche un’esperienza di lavoro, raccogliendo le olive nel terreno attorno al seminario. Così possiamo gustare a tavola un po’ di olio buono e profumato!

21-24 novembre 2012 La Comunità del Seminario si confrontata in questi giorni con la splendida realtà missionaria, grazie alla presenza di P. Dino Tessari, Oblato di Maria Immacolata, che ci ha parlato di questa urgenza per la Chiesa del terzo millennio, all’interno del progetto del PUM e in collaborazione con le opere di Missio.

20 dicembre 2011 Santa Messa presieduta dall’arcivescovo con la partecipazione del Serra Club e concerto di musica natalizia.

21 dicembre 2012 Festa con i genitori e tradizionale scambio di auguri tra l’Arcivescovo, i Superiori e le nostre famiglie, per un’occasione particolarmente felice, con la Santa Messa, il Concerto natalizio a tema sull’Anno della Fede, la commedia teatrale brillante “U votu” scritta dall’indimenticato Mons. Pennisi, e il momento di fraternità conclusivo con la cena natalizia.

8 gennaio 2013 Padre Dino ci ha condotti per tutti i nostri momenti comunitari, facendoci dono della sua esperienza con una presenza bella e significativa. Con chiarezza e passione, con spontaneità ed entusiasmo abbiamo aperto gli occhi verso il mondo che attende il messaggio di Cristo.

Il nostro caro Rettore, mons. Giuseppe Schillaci, compie gli anni e per tutta la comunità è l’occasione per far festa con lui.

14 gennaio 2013 Ritiro mensile con la bellissima riflessione di mons. Francesco Ventorino che ci parla dell’Anno della Fede, attraverso delle icone evangeliche di grande profondità spirituale con una chiarezza e un’incisività che hanno lasciato il segno.

26 novembre 2012 A guidarci nel nostro ritiro mensile è mons. Agatino Caruso, Vicario generale dell’Arcidiocesi e per tanti anni Rettore del Seminario. Dona a noi seminaristi tanti spunti per la meditazione personale commentando il Salmo 103, in occasione del suo 50° anniversario di Ordinazione Presbiterale.

6 dicembre 2012 Ritiro di Avvento dell’OVS e Celebrazione Eucaristica presieduta da mons. Salvatore Genchi.

17 dicembre 2012 Scambio di auguri con l’ufficio diocesano Pellegrinaggi, alla presenza dell’arcivescovo.

16 gennaio 2013 In Seminario si è svolto uno degli appuntamenti più cari per la grande famiglia dell’OVS diocesana: la giornata dell’Agape fraterna. Un grazie va a tutti coloro che in occasione della Colletta Alimentare, hanno riversato nel nostro refettorio tanti doni, mostrandoci come l’amore e la fiducia nella


Provvidenza deve sempre accompagnare il nostro percorso di discernimento, di formazione e di vita comunitaria in Seminario. Non è mancata la Celebrazione Eucaristica presieduta da S.E. Mons. Salvatore Gristina.

22 gennaio 2013 Come ogni anno questo è tempo di esami!!! Da oggi si fa sul serio allo Studio Teologico, per il momento della verifica con i nostri docenti, sullo studio fatto in questi mesi. Celebra la Santa Messa nella cappella del seminario il nostro arcivescovo.

2 febbraio 2013 A presiedere la S. Messa mattutina nella festa della Presentazione al Tempio del Signore è presente S.E. Mons. Luigi Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea, testimone dei lavori del Concilio Vaticano II.

partecipa in cattedrale alla S. Messa presieduta dall’arcivescovo con l’imposizione delle ceneri.

14 febbraio 2013 Incontro dell’OVS per la presentazione della figura presbiterale di mons. La Rosa. Inizia il secondo semestre di lezioni allo studio teologico S. Paolo.

15 febbraio 2013 Concludono il percorso di studi, discutendo la tesi di baccalaureato, i seminaristi: Raffaele Gulisano, Rosario Mazzola, Giuseppe Mirone e Romanus Wissa. Il Serra Club, ci propone una riflessione sulla figura del Card. Carlo Maria Martini. A cura di Marco Fiore

3-5 febbraio 2013 Festeggiamenti agatini per tutta la comunità del Seminario che partecipa attivamente ai vari momenti celebrativi, dalla processione del tre, per l’offerta della cera al solenne Pontificale di giorno cinque, presieduto quest’anno dal Cardinale Crescenzio Sepe, Arcivescovo di Napoli.

12 febbraio 2013 Nella festa per l’Ottava di Sant’Agata siamo ancora tutti presenti in cattedrale per la Solenne Celebrazione Eucaristica e per la processione in piazza Duomo al termina della quale si chiudono i festeggiamenti agatini dell’inverno 2013.

13 febbraio 2013 Inizia il tempo forte della Quaresima con il ritiro spirituale in seminario. Nel pomeriggio tutta la comunità






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