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Marchi
Marchi
I loghi aziendali come li conosciamo oggi, cioè i segni grafici come combinazione di scrittura con elementi pittorici, sono rari nelle testate di lettere e fatture del patrimonio di Brunico. Piuttosto, nella grande maggioranza dei casi, il nome del proprietario o della proprietaria di una società e il suo campo di attività sono semplicemente scritti. Ci sono, tuttavia, alcune eccezioni, per esempio quando consideriamo le rappresentazioni allegoriche come precursori del logo moderno.
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Una fattura della “Schafwollwaren-Fabrik J. Mössmer & Co. Nachf. Ges.m.b.H.”, per esempio, datato 6 aprile 1923, mostra un piccolo emblema in alto a sinistra di una donna seduta ad un filatoio con la stampa di accompagnamento “Registrierte Schutzmarke” (marchio registrato, n. 98). Una combinazione di scrittura e immagine simbolica si trova su una fattura della società di spedizioni di Ignaz Moser (datata 1915, n. 99). Qui il nome del proprietario dell’azienda è montato sul rimorchio di una carrozza trainata da cavalli. Questa rappresentazione pittorica era probabilmente un cliché acquistato e “personalizzato” dal tipografo.
nn. 98, 99

Il libraio Karl Voigt ha fornito almeno uno dei suoi prodotti stampati con un marchio. Una fattura datata 8 agosto 1924 mostra un cartiglio ovale in alto a sinistra che raffigura un gufo in piedi sopra una fila di libri e che spiega le ali (n. 100); l’immagine, probabilmente un’incisione su legno o un taglio, è firmata “Glass”. È probabile che questo pezzo non sia stato progettato a Brunico; l’intera composizione del foglio non corrisponde al linguaggio formale della tipografia Mahl.
Un altro “logo” mostra una fattura del sellaio e tappezziere Josef Gatterer, emessa nel 1917. Al centro della carta intestata c’è la raffigurazione di un cavallo imbrigliato e di una sella mostrata separatamente (n. 101). Questo emblema può essere interpretato come un marchio e una pubblicità di prodotto allo stesso tempo.

nn. 100, 101

La farmacia Zieglauer portava sulla sua carta intestata una sigla che visualizza il suo nome “zur heiligen Dreifaltigkeit” (alla Santa Trinità) e mostra Dio Padre e Dio Figlio in un cartiglio circolare, mentre lo Spirito Santo in forma di colomba si libra sopra entrambe le figure e sfonda il bordo superiore del cartiglio. Questo marchio, il cui creatore deve purtroppo rimanere sconosciuto, può essere rintracciato nelle carte dell’archivio per la prima volta su una fattura emessa nel 1897 (n. 102). La farmacia 42
stessa si basa su una lunga tradizione: Johann von Zieglauer, nobile di Blumenthal, gestì l’attività fino al 1806, dopodiché subentrò suo figlio omonimo. Nel 1838 gli successe suo figlio Johann, che fu anche sindaco di Brunico e morì nel 1883.11
Anche Walter von Zieglauer, gestore della “Droguerie zum ‘Roten Kreuz’”, usava un logo – seppur semplice: una croce greca posta centralmente nella carta intestata (fattura del 1911, n. 96). Infine, anche lo stemma della famiglia Zieglauer può essere interpretato come un marchio, che è stato stampato su un altro modulo della stessa farmacia (datato 1913) insieme alla denominazione della ditta e al nome del luogo “Brunico, Tirolo” nell’intestazione del – in questo caso – foglio di note (n. 103).

nn. 102, 103

L’azienda Mahl ha usato – per esempio su una fattura emessa nel 1914 – lo stemma dell’industria tipografica come marchio. In questo caso, l’intestazione della fattura è stampata in quattro colori (nero, rosso, marrone e giallo) e con un carattere gotico (n. 54). Al centro, tra due liste di prodotti e servizi, c’è un cartiglio a forma di scudo che raffigura un grifone che guarda verso la sinistra araldica, premendo insieme due
11 Obermair, Gewerbetopographie, 233–234.
balle da stampante. Sotto lo scudo, le lettere intrecciate O e S possono essere viste in un piccolo quadrato, presumibilmente un monogramma dell’artista esecutore. Se questo foglio è stato stampato da Mahl, questa raffigurazione è stata probabilmente acquistata. Lo stemma dell’industria tipografica si trova anche su fatture precedenti della ditta brunicense, cioè quelle del 1884, 1892, 1896, 1898 e 1903 (nn. 46–48, 55).
Per completezza, segnaliamo un timbro di Johann Amonn, che si può vedere su una fattura del 1915 e che mostra un “logo”: La legatura artisticamente formata delle due lettere iniziali del suo nome J e A, inserite in un cartiglio rettangolare incorniciato da modanature in alto e in basso (n. 104). Un altro timbro gradevole è quello del maestro fabbro Johann Innerhofer, la cui impronta può essere vista su una fattura emessa nel 1913. Mostra un’aquila in volo che tiene una chiave nei suoi artigli (n. 105). Questo motivo può essere interpretato come un marchio di fabbrica, in questo caso di un artigiano, che però non si ripete nelle testate di lettere e fatture stampate dello stesso fabbro.


nn. 104, 105