
3 minute read
Litografie e Stereotipi
Litografie e Stereotipi
Ci sono pochi fogli litografati nella collezione di Brunico, il che è dovuto (anche) alla mancanza di un’istituzione litografica nel vicino e più ampio bacino di utenza della città, ma soprattutto alla tipografia Mahl, che offriva buone alternative alla litografia. I fogli litografati così sono stati importati. Si trova, per esempio, una fattura di Ignaz Franzelin (emessa il 26 giugno 1920, n. 106), che è marcata “Wagner’sche k.k. Univ. Buchdruckerei, Innsbruck”. La carta intestata combina la scrittura gotica con diverse scritture grottesche, che raggiungono un aspetto speciale con effetti di chiaroscuro e ombra. I rami e le pigne raffigurate simboleggiano la lavorazione del legno nell’azienda, che comprendeva una falegnameria, una segheria elettrica, una spaccatrice e una piallatrice, nonché una fabbrica di pasta di legno e cartone. A parte questo, si può sospettare che dietro la carta intestata ci fosse già una strategia pubblicitaria più sofisticata: la raffigurazione fa appello non solo alla percezione visiva, ma anche a una memoria olfattiva che può evocare sensazioni piacevoli. L’importanza dell’azienda per la vita economica locale è sottolineata dalla menzione di un numero di telefono a una cifra sola (!).
Advertisement
n. 107
Una litografia si trova anche su una fattura della bottaia di Anton Staudacher a Brunico, emessa il 29 dicembre 1895 (n. 107). Oltre a molti ornamenti, l’elaborata carta intestata mostra anche due medaglie. Secondo la firma, la litografia stessa –cioè la parte centrale dell’intestazione della fattura – è stata fatta da Alois Härting a Bolzano. Che la carta intestata nel suo complesso sia stata stampata a Bolzano è discutibile, ma sembra probabile.
Una seconda litografia appare su un’altra fattura del bottaio Staudacher, datata 10 gennaio 1899 (n. 108). Anche questo esempio mostra come linguaggi formali completamente diversi potevano essere utilizzati nel giro di pochi anni. A differenza della precedente, la carta intestata si distingue per la scelta di caratteri dall’aspetto dinamico, e le medaglie sono state omesse. L’impressione di dinamismo è rafforzata dal fatto che il carattere è impostato ad angolo, simulando visivamente un movimento verso l’alto. Anche questa litografia è di Alois Härting, in questo caso la firma si riferisce chiaramente all’intero foglio.


nn. 107, 108
Uno stampato dal design particolare fu emesso come fattura dal sellaio e tappezziere Johann Hofer il 7 giugno 1908 (n. 109). La rappresentazione pittorica non è probabilmente una litografia, ma una xilografia, sebbene sia stata eseguita molto finemente. Mostra la combinazione di un carattere tipografico Art Nouveau con un’aquila, fiori e vari ornamenti. I prodotti dell’azienda – una carrozza e un divano –sembrano essere stati aggiunti a caso, così che il foglio nel suo insieme dà un’impressione un po’ confusa. Non si avvicina alla qualità dei fogli litografati di Anton Staudacher.


nn. 109, 49
Su una fattura della tipografia Mahl emessa il 21 novembre 1898 (n. 49), la carta intestata ricorda anch’essa una litografia, ma presenta un tratteggio altrettanto fine e la combinazione di caratteri, fiori e ornamenti come quella di Hofer. Si dice esplicitamente su questa rappresentazione che si tratta di uno stereotipo (Stereotypie). Questa tecnica permetteva di duplicare le lastre da stampa basate su incisioni su legno (?) e di produrre stampe illimitate dai duplicati.12 Gli stereotipi possono probabilmente essere visti anche su diverse fatture che mostrano simboli
12 Cfr. Winfrid Glocker, Drucktechnik. Ein Begleitbuch zur Ausstellung im Deutschen Museum, München 2007, 65.
per servizi o prodotti dell’assortimento, come le stampe di Anton Mariner (datate 1906 e 1908), che mostrano occhiali, cannocchiali e binocoli (n. 110–112).
Ciò che manca nell’archivio di Brunico sono le vedute litografate delle fabbriche e delle imprese locali, come era comune in altre città, specialmente nel periodo tra il 1850 e il 1920 circa.13 Con edifici, macchine e interni a volte esagerati nelle loro dimensioni, così come ciminiere fumanti e strade trafficate, i proprietari cercavano di sottolineare l’importanza dei loro luoghi di produzione per una città o una regione. Tali vedute, nei fondi di Brunico si trovano solo su fogli che sono stati importati come stampe pubblicitarie, offerte o fatture di aziende esterne (n. 114).


nn. 110, 111
13 Cfr. Martin Eduard Fischer, Briefköpfe, Zeitdokumente und Quellen zur Bau- und Wirtschaftsgeschichte, in: Oltner Neujahrsblätter 38 (1980), 34–39; Selheim, Selbstdarstellung; Paul Wietzorek, Industrie in Krefeld – Geschichte und Selbstdarstellung Krefelder Firmen auf Briefköpfen, Rechnungsbögen und Anzeigen, in: Der Niederrhein 3/2021, 105–114.