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Timbri
Timbri
Come già menzionato, le impronte dei timbri servivano come sostituto della carta intestata quando un’azienda, un artigiano o una commerciante non avevano la possibilità o il denaro per far disegnare le proprie stampe. In questo caso, i timbri delle aziende, alcuni dei quali avevano un design piuttosto attraente, potevano fare impressione e offrivano la possibilità di personalizzare una fattura, una ricevuta o una lettera con uno sforzo relativamente piccolo. I timbri non erano solo in concorrenza con le testate delle lettere e delle fatture, ma potevano anche essere usati in aggiunta – a parte i timbri di data, ricevuta o firma, che avevano (hanno) funzioni proprie.
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Mentre i timbri in gomma naturale si sono diffusi a metà del XIX secolo, le impronte di timbro nei carteggi di Brunico si incontrano sempre più spesso dall’inizio del XX secolo. Come le testate delle lettere e delle fatture, anche i timbri venivano adattati alla rispettiva moda, anche se si può supporre che singoli esemplari siano stati utilizzati per decenni.
Le impronte dei timbri sono per lo più in blu e viola, più raramente in nero e rosso. Non si può rispondere alla domanda su dove gli uomini e le donne d’affari di Brunico si procurassero i timbri, ma la ditta Mahl, come gli altri negozi di libri e cartoleria, aveva pronte le offerte corrispondenti: “Si procurano timbri di tutti i tipi a prezzi di fabbrica, così come francobolli da sigillo”, si legge sul foglietto pubblicitario già presentato (n. 122).
Una prima impronta di timbro nell’inventario di Brunico è quella del “Ig. Franzelin in Bruneck” su una fattura del 27 dicembre 1889 (n. 140). Un’altra impronta precoce è quella del vetraio Josef Neuhauser, che appare su una fattura emessa nel 1890 (n. 141). Un altro esempio della prima fase è il timbro del fotografo Albuin Johann Mariner, che appare su una fattura del 7 gennaio 1892 (n. 142, meglio riconoscibile su una ricevuta successiva del 1920, n. 143). La scritta a tre righe qui è inserita in un cartiglio rettangolare curiosamente ornato, che ricorda una cornice stampata in un’intestazione di fattura della sartoria Prünster & Eliskases (1887, n. 144). Un’altra impronta stranamente antiquata è quella di “Joh. Schönhuber, GalanterieBauspengler, Glas: Porzelangeschäft Bruneck”, che si trova su una fattura del 1907 (n. 145), ma la cui forma è probabilmente più antica ed era in uso da tempo.
Esempi di timbri relativamente belli sono, per esempio, l’impronta del mastro fabbro e ingegnere elettrico Peter Brunner su una fattura emessa nel 1915 (n. 146) o quella della cartoleria di Johann Amonn (1915, n. 104). Anche lo scultore Alois Hauser aveva un timbro dal design gradevole (1906, n. 147). Notevole è un timbro in lingua italiana di “Bertoletti Antonio, Imprenditore, Brunico” su un’assegnazione dell’ospedale, emessa a Montana nel 1892 (n. 148).
Un timbro su una fattura del 1913 informa sulla storia dell’azienda così come sull’offerta: “Friedrich Hempel, Rupert Gschliesser’s Nachfolg., Maschinenhandlung und mechanische Werkstätte, Elektrotechnisches Bureau, Filiale Bruneck” (n. 149). Un timbro della “Delikatessen- u. Selchwaren-Handlung” di Josef Horak mostra una coscia di prosciutto (1910) e quindi un riferimento pittorico del prodotto (n. 33).

Nr. 140, 141


n. 142, 144


nn. 143, 145




nn. 146, 147, 148, 149
Particolarmente riuscito è il già citato timbro del maestro fabbro Johann Innerhofer, che mostra un’aquila in volo con una chiave tra gli artigli (fattura del 1913, n. 105). Un altro timbro “parlante” è quello di Thomas Wielander, maestro spazzacamino di Brunico, sul quale è raffigurato uno spazzacamino in tenuta completa e con scala (1911, n. 150). Anche un timbro del meccanico Wilhelm Klötzer (fattura del 1902, n. 151), che aveva filiali a Merano e Brunico, è abbastanza elaborato. Il laboratorio di falegnameria edile e di mobili di Wilhelm Lunz a Brunico utilizzò nel 1924 un timbro decorativo, sia per i caratteri utilizzati che per il cartiglio ornato (n. 79).


nn. 150, 151
Per non menzionare solo gli uomini, bisogna rilevare anche l’impronta del timbro di Therese Steiner (1918, n. 152), che gestiva un “negozio di moda, abiti pronti e pellicce a Brunico”, e due diversi timbri di Anna Tinkhauser, che lavorava in un “negozio e produzione di corde” (1915 e 1922, n. 153, 154). Su una fattura del maestro cordaro Georg Tinkhauser del 1911 c’è un’impronta con l’iscrizione “Georg Tinkhauser, Seilergeschäft, Bruneck, Tirol” (n. 155). Accanto, il segno della corporazione dei cordai è raffigurato in un cartiglio araldico.



nn. 152, 153, 154
Max Schelle, proprietario della farmacia Zieglauer, usava una combinazione di timbro di compagnia e data già nel 1900 (n. 156). L’imprenditore edile Franz Müller aveva persino un timbro di firma, cioè un’imitazione della sua firma (bolla di consegna emessa nel 1915, n. 157).
Una forma speciale di timbro usata raramente era il timbro in rilievo. Questo può essere trovato solo per due commercianti nell’inventario: il fabbro Alois Liensberger (“A. Liensberger / Schmidmeister / Bruneck”), che ha usato questa forma di timbro relativamente presto, nel 1883 (n. 158), e per Ursula Walde. Nel suo caso, il timbro si trova su una fattura senza data della “Seifen & Kerzen Fabrik” (n. 159), che probabilmente risale agli anni 1870 o 1880. Apparentemente aveva la funzione di correggere il nome “Johann Walde” stampato sul modulo di fattura, mantenendo così il foglio utilizzabile.


nn. 155, 156



nn. 157, 158, 159