"School Magazine" Anno V speciale arte e moda

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Arte e Moda La tradizione continua

Artista delle Polaroid Patriota dell’Universo

Scatti d’architetto

Girando tra espressioni visive

Sogno realizzato Viaggio nella Storia


S MArte e Moda Editoriale

Periodico

Non si può non comunicare. Da sempre, cerchiamo di esprimerci attraverso il segno grafico. Molti progetti ci riportano ad immagini, sensazioni, emozioni vissute, che la nostra mente elabora, ricrea e personalizza. Senza di esse, non sarebbero giunte a noi architetture, pitture, sculture, oggetti di vita quotidiana, realizzati nei secoli da Maya, Aztechi, Egizi, Greci, Etruschi, Romani… Tra i bisogni dell’uomo, oltre a manufatti, spazi pubblici e privati, troviamo rappresentazioni quali l’abbigliamento che, da sempre, identifica lo status sociale delle popolazioni, veicolato nel tempo, grazie ad affreschi, quadri e foto. La Redazione

Sommario

Anno V Speciale Arte e Moda Maggio 2017 Editore I.I.S.S. “Giulio Natta” Milano Prof.ssa Carla Maria Cucinotta Via Don Giovanni Calabria, 16 tel. 02/2590083 - 2593956/7 web: www.itasnatta.gov.it Responsabile Editoriale Prof. Antonio Pangallo email:schoolmagazine.mi@gmail.com Docenti Prof.ssa Giusi Lo Tennero, Prof. Rebhi Rouchdi Prof. Francesco Salerno Prof.ssa Nives Zanini Editing Esperto esterno Prof. Gianpaolo Palazzo Progetto grafico Prof. Antonio Pangallo Impaginazione Prof.ssa Maria Grazia Ursino Francesca Galeandro

pagina 3: Un matrimonio tra forme e superfici

Traduzioni Ghofran Alnasralla, Patrizia Wayne Balanay, Nicolò Carra, Alessia Cavalli, Asia Dominello, Anas Fahir, Daniela Reyes, Chaimae Taouaf, Rica Mae Tappa, Oliver Tarocco, Elena Turac, Jing Wang

pagina 5: Viaggio nella storia pagina 8: Patriota dell’Universo pagina 17: Esempio italiano nel mondo

Hanno collaborato: Noemi Bianchi, Alessandro Cardillo, Nicolò Carra, Andrada Ciccotto, Alessandra Cilino, Giulia Di Bitetto, Giulia Diagne, Asia Dominello, Veronica Gioia, Katterina Guerrero, Manuela Hanna, Ibtissame Lhiat, Claudia Meduri, Naomi Quarta, Francesca Rigamonti, Denise Rognoni, Federica Spalla, Novara Torba, Jing Wang

pagina 20: La tradizione continua pagina 24: L’agorà della stile pagina 25: Artista delle Polaroid pagina 29: Ritratti d’autore pagina 34: Scatti d’architetto pagina 41: Sogno realizzato

Fotografie Alessandro Cardillo, Nicolò Carra, Maurizio Galimberti, Piero Gemelli, Christophe Toni Thorimbert Antonio Viola

pagina 47: Discendente di Kartlos pagina 49: Questioni di borsa pagina 51: Generazione 2000 con stile

Gestione sito web Prof. Vincenzo De Lizzi

pagina 54: Immagine d’autore 2


S Arte e Moda M Un matrimonio tra forme e superfici Un mariage entre formes et surfaces di Nicolò Carra 1^N

di Noemi Bianchi, 2^L e Asia Dominello 1^N

Il aborde tout les arguments avec une attitude de recherche et de curiosité, en encourageant l’intérêt et le désir du connaitre. Le critique et historique d’art Philippe Daverio aime raconter le monde avec le chroniques de personnes et d’images, réussissant à être intrigant et pas académique. C’est difficile avec lui glisser dans les facile raccourcis de la banalisation et du rétrécissement des personnages et courants artistique à étiquettes ou caricatures sans épaisseur. Il sait regarder loin, sans jamais oublier de voir près ,examinant détails et particuliers capables d’ouvrir, aussi en partant de leur étendue minimum ,un entier univers fait de lumières et ombres, les mêmes que plusieurs fois nous retrouvons dans la mode et dans les peintures : “La peinture a toujours raconter ce qui passe dans la vie de la société , au contraire est l'unique document que nous avons sur la mutation des habitudes et de la coutume . Nous pensons, par exemple, à la beauté des couleurs et des vêtements présentes dans les codes touchés par le Moyenâge." Art et mode dans les siècles se sont affrontés, souvent, ils se sont regardés de travers l'une avec l'autre, souvent les artistes ont été fascinés par l'habillement, comme moyen pour réaliser leurs images. La correspondance "de sens" amoureux a aussi été rendue par les couturières qui ont tiré inspiration de la création artistique. Pour les spécialistes d'art l'habillement documenté dans un tableau aide la datation d'une œuvre, pendant que pour les historiens de la mode, l'habit peint décrit le mouvement, la beauté, l'aplomb d'un vêtement. C'est au cours du XIXe siècle, cependant, que les vêtements ont commencèrent à se répandre dans les villes grâce à l'industrie textile et aux nouvelles formes de distribution commerciale. Celui fut une métamorphose totale qui commença des typologies originales de dialogue. Les rapports sont devenus serrés et fréquents. Les échanges ne se limitèrent plus à la représentation des vêtements nobles au dernier cri, mais pour parvenir à une convergence plus étroite, il faut attendre le début du XXe siècle: «Je pense aux dessins de Sonia Delaunay, dans lequel l'art et la mode fusionnent, dès le début, créant un lien étroit, également technique, puis repris par Coco Chanel et de nombreux designers contemporains.» En vérité, cependant, la contamination réelle a eu lieu dans les premières

Affronta ogni argomento con un atteggiamento di ricerca e di curiosità, stimolando l’interesse e il desiderio di sapere. Il critico e storico d’arte Philippe Daverio ama r accontar e il mondo attraverso cronache di persone e d’immagini, riuscendo a essere intrigante e non accademico. Difficile con lui scivolare nelle facili scorciatoie della banalizzazione e del restringimento di personaggi e correnti artistiche a etichette o caricature prive di spessore. Sa guardare lontano, senza mai dimenticare di vedere vicino, esaminando dettagli e particolari capaci di spalancare, pur partendo dalla loro estensione minima, un intero universo fatto di luci e ombre, le stesse che, tante volte, si ritrovano nella moda e nei dipinti: «La pittura ha sempre raccontato ciò che avviene nella vita della società, anzi è l’unico documento che abbiamo sulla mutazione delle abitudini e del costume. Pensiamo, ad esempio, alla bellezza dei colori e degli abiti presenti nei codici miniati del Medioevo». Arte e moda nei secoli si sono affrontate, spesso si son guardate in cagnesco l’una con l’altra, spesso gli artisti sono stati affascinati dall’abbigliamento, come strumento per “regalare” realismo alle loro immagini. La corrispondenza “di amorosi sensi” è stata ricambiata pure dalle sarte, che hanno tratto ispirazione dal creato artistico. Per gli studiosi d’arte l’abbigliamento documentato in un quadro aiuta la datazione di un’opera, mentre per gli storici della moda, l’abito dipinto descrive il movimento, la bellezza, l’appiombo di una veste. È nel corso dell’Ottocento, comunque, che gli abiti cominciarono a dilagare nelle città grazie all’industria tessile e a nuove forme di distribuzione commerciale. Fu una metamorfosi totale che diede inizio a tipologie originali di dialogo. I rapporti si fecero stretti e frequenti. Gli scambi non si limitarono più alla rappresentazione dei nobili vestiti all’ultimo grido, ma per arrivare a una convergenza più stretta bisogna aspettare l’inizio del Novecento: «Penso ai disegni di Sonia Delaunay, in cui arte e moda si fondono, fin da subito, creando un legame stretto, anche tecnico, ripreso poi da Coco Chanel e tanti designer contemporanei. In verità, però, la reale contaminazione av(Continua a pagina 4)

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S MArte e Moda (Continua da pagina 3)

viene in quei primi anni del XX secolo con l’uso della carta stampata. C’è l’introduzione del colore e molti artisti lavorano per l’illustrazione e per la moda contemporaneamente». Rimanendo nello stesso periodo, sono Giacomo Balla e Fortunato Depero a introdurre il concetto di “Moda Futurista”. Il Futurismo è tante cose: poesia, pittura, musica, gastronomia, vita e, quindi, anche moda. Balla presenta “Il manifesto del vestito antineutrale” in lingua italiana, dopo l’edizione francese, nel settembre 1914. Una piccola parte dei modelli ideati è realizzata dai futuristi che li indossano. Una foto, scattata il 14 gennaio 1924 a Torino, li ritrae all’uscita dal teatro dopo uno spettacolo della Compagnia del Nuovo Teatro Futurista. Filippo Tommaso Marinetti e Fortunato Depero hanno elegantissimi completi neri, bombetta in testa e un panciotto stravagante: qualcosa di “particolare”, un segnale per far circolare le proprie idee, sempre e comunque. Il vestiario, grazie a quello scatto, si dimostra il medium perfetto tra arte, vita e propaganda futurista. Seguendo quegli esempi, col passare del tempo, i vestiti e gli accessori diventano opere arte e viceversa, tanto che grandi artisti internazionali sono stati spesso chiamati per disegnare abiti e a fotografarli. Proprio la fotografia ha dato una mano enorme alla diffusione delle idee e delle tendenze, ma per Daverio ci sono delle nette distinzioni: «L’arte indica il tempo, ma la fotografia è incapace d’indicare il tempo, perché indica l’istante e l’istante non è il tempo. La fotografia è un “arresto del tempo”. Certo, anche l’arte ha la natura morta, però nella moda si tende a dialogare su due linee che sono diverse: una è quella della modella ferma, l’altra è quella della modella in movimento. Lì il tempo viene fermato nel suo esistere, in ciò che non è vero, ma simile al vero». Il breve excursus nelle viste Daveriane finisce qui, con la scoperta che praticare lo spostamento del punto di vista riesce a gettare ponti fra culture e fatti lontani fra loro e che la vicinanza sia qualcosa di naturale, in attesa solamente di essere riconosciuta.

années du XXe siècle avec l'utilisation de papier imprimé. Il ya l'introduction de la couleur et de nombreux artistes travaillent pour l'illustration et la mode en même temps. En séjournant dans la même période, ce sont Giacomo Balla et Fortunato Depero qui introduisirent le concept de

“Mode Futuriste”. Le Futurisme est beaucoup de choses: la poésie, la peinture, la musique, la gastronomie, la vie et, par conséquent, la mode aussi. Balla présente “Le manifeste de la robe anti neutre” en langue italienne, après l'édition française, en septembre 1914. Une petite partie des modèles conçus est faite par les futuristes qu’ils les portent. Une photo, prise le 14 janvier 1924 à Turin, les rétracte à la sortie du théâtre après un spectacle de la Compagnie du Nouveau Théâtre Futuriste. Filippo Tommaso Marinetti et Fortunato Depero ont des complets noirs élégants, un chapeau sur la tête et un gilet extravagant: quelque chose de “particulier”, un signal pour faire circuler leurs idées, toujours et de toute façon. Les vêtements, grâce à ce coup, montre le médium parfait entre l'art, la vie et la propagande futuriste. À la suite de ces exemples, avec le passer du temps, les vêtements et les accessoires deviennent des œuvres d'art et l’envers, à tel point que les grands artistes internationaux ont souvent été appelés à dessiner des vêtements et à les photographier. La photographie a donné une grande main à la diffusion des idées et des tendances, mais il y a des distinctions claires pour l'artiste: «l'art indique le temps, mais la photographie est incapable d'indiquer le temps, car il indique l'instant et celui ce n'est pas le temps. La photographie est un “arrêt du temps”. Bien sûr, même l'art a encore la vie, mais à la mode, nous avons tendance à dialoguer sur deux lignes qui sont différentes: l’une est celle de la firme modèle, l’autre est celle du modèle en mouvement. Là, le temps est arrêté dans son existence, dans ce qui n'est pas vrai, mais semblable au vrai». Le bref excursus dans le Daveriane se termine ici, avec la découverte que la pratique du décalage du point de vue peut jeter des ponts entre les cultures et les faits lointains et que la proximité soit quelque chose de naturel, en attendant seulement d'être reconnue.

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S Arte e Moda M Viaggio nella Storia

di Alessandro Cardillo, Manuela Hanna e Federica Spalla 2^A

di Asia Dominello 1^N La Villa Royale de Monza est à quelques kilomètres de Milan. Presque personne, cependant, n’avait déjà eu l’occasion de le visiter. Le cours sur Manzoni, suivi en classe, nous a offert cette année l’occasion d’en découvrir les trésors et de connaître son histoire.

La Villa Reale di Monza dista davvero pochi chilometri da Milano. Quasi nessuno, però, aveva mai avuto l’occasione di visitarla. Il percorso su Manzoni, seguito in classe, ci ha offerto quest’anno l’opportunità di scoprirne i tesori e di conoscerne la storia.

Le Palais (Reggia), avec son bagage inestimable d’histoire et d’art, a immédiatement attiré l’attention des étudiants américains, poussé par le désir de découvrir ce qu’il offre. Il est situé dans la Brianza luxuriante et a le plus grand jardin clos de l’Europe. C’était la première villa milanaise d’avoir le courant électrique. Érigée par les Habsbourg à la fin du XVIIIe siècle puis, dans la seconde moitié du XIXe siècle, il est passé aux Savoie qui seront les maîtres jusqu’au 1934, quand Vittorio Emanuele III en fit don aux municipalités de Monza et de Milan .Commençons par le début. Vouloir une telle construction imposante fut l’archiduc Ferdinand de Habsbourg, l’avant-dernier fils de l’impératrice Maria Theresa. La tâche, décernée en 1777 à l’architecte impérial Giuseppe Piermarini, a été achevé en seulement trois ans. L’archiduc utilisé comme une résidence de campagne jusqu'à l’arrivée des armées napoléoniennes en 1796. Après la deuxième guerre d’indépendance de 1859, il est devenu patrimoine de Casa Savoia. En 1868, il a été donné par Vittorio Emanuele II à son fils Umberto I pour son mariage avec sa cousine Margherita de Savoie. C’était un cadeau de bienvenu pour le couple. Après la mort de Vittorio Emanuele II, les travaux

La Reggia, con il suo inestimabile bagaglio di storia e arte, ha catturato da subito l’attenzione di noi studenti, spinti dalla voglia di scoprire che cosa offrisse. È situata nella rigogliosa Brianza e ha il più vasto giardino recintato d’Europa. Fu la prima villa milanese ad avere la corrente elettrica. Eretta dagli Asburgo alla fine del Settecento poi, nella seconda metà dell’Ottocento, è passata ai Savoia che ne saranno padroni fino al 1934, quando Vittorio Emanuele III la donerà ai comuni di Monza e Milano. Partiamo dall’inizio. A volere una costruzione così imponente fu l’arciduca Ferdinando d’Asburgo, penultimo figlio dell’imperatrice Maria Teresa. L’incarico, conferito nel 1777 all’architetto imperiale Giuseppe Piermarini, fu portato a termine in soli tre anni. L’arciduca la usò come propria residenza di campagna fino all’arrivo delle armate napoleoniche nel 1796. Dopo la seconda guerra d’indipendenza del 1859, divenne patrimonio di casa Savoia. Nel 1868 fu regalata da Vittorio Emanuele II al figlio Umberto I per il suo matrimonio con la cugina Margherita di Savoia. (Continua a pagina 6)

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S MArte e Moda de modernisation a été effectuée, introduisant le parquet et les nouvelles salles de bains. En 1900 Umberto I fut assassiné à Monza et donc le nouveau roi Vittorio Emanuele III ne voulaient plus utiliser la villa royale, ce qui en fait fermer et transférer vers le Palais du Quirinal la plupart de l’ameublement. Seulement en mars 2012, après une longue période de déclin, les travaux de rénovation ont commencé à l’intérieur, qui a eu fin en février 2014, avec la réouverture ultérieure en juin 2014. Actuellement vous pouvez visiter les appartements Royal d’Umberto I et Margherita di Savoie qui tout en conservant une part de l’ameublement. Il y a trois étages. Au rez-de-chaussée, résidait les serviteurs et étaient présents les entrepôts et les cuisines; Il y a actuellement une billetterie, ainsi que des bars et des restaurants. En outre, d’ici vous ouvrira un passage qui mène vers le jardin magnifique. Le premier étage est accessible par un grand escalier, qui mène aux chambres de Margherita et Umberto. Le premier environnement de cet étage est un grand atrium couvert par siècle fois. A partir de là, vous passez dans une grande salle de bal qui a un grand balcon élevé utilisé autrefois par les musiciens. Deux grands miroirs amplifient l’amplitude. Les appartements royaux étaient colorés en rouge et or, les couleurs sont enregistrées.

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Fu un regalo molto gradito alla coppia. Dopo la morte di Vittorio Emanuele II, vennero realizzati i lavori di ammodernamento, introducendo il parquet e nuovi bagni. Nel 1900 Umberto I fu assassinato a Monza e così il nuovo re Vittorio Emanuele III non volle più utilizzare la Villa Reale, facendola chiudere e trasferendo al Quirinale gran parte degli arredi. Solo nel marzo 2012, dopo un lungo periodo di degrado, sono iniziati i lavori di restauro all’interno, che sono terminati nel febbraio 2014, con la successiva riapertura nel giugno 2014. Attualmente si possono visitare gli appartamenti reali di Umberto I e Margherita di Savoia che conservano ancora parte degli arredi. Ci sono tre piani. Al piano terra risiedeva la servitù ed erano presenti i magazzini e le cucine; attualmente ci sono la biglietteria oltre ai locali adibiti a bar e ristoranti. Inoltre, da qui si apre un passaggio che conduce al magnifico giardino. Al primo piano si accede mediante una grande scalinata, che porta alle stanze di Margherita e Umberto. Il primo ambiente di questo piano è un grande atrio coperto da volte ottocentesche. Da lì si passa in un grande salone da ballo che possiede una vasta balconata sopraelevata utilizzata un tempo dai musicisti. Due grandi specchi ne amplificano l’ampiezza. Gli appartamenti reali erano colorati in rosso e oro, i colori regi. L’ambiente molto caro a Margherita era la “sala rossa” dove sono presenti, ancora oggi, sedie di color verde, perché la regina amava i colori contrapposti. Un mobile, nascondeva i segreti dei suoi gioielli impreziositi dalle perle. (Continua a pagina 7)

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La sala da bagno ha una preziosa vasca in marmo del valore di novantamila euro, mentre il guardaroba è formato da molti armadi numerati. Gli appartamenti di re Umberto I, comprendono molte stanze tra cui la sua camera da letto, la sala da bagno e il guardaroba nel quale è nascosta una scala che conduce al giardino, utilizzata dal sovrano per incontrare di nascosto la sua amante. Siamo rimasti affascinati anche dalla sala dei quadri, dalla sala del biliardo e dalla splendida biblioteca realizzata su due livelli e frequentata da entrambi gli sposi. Il secondo piano, che non abbiamo visitato, era dedicato alle abitazioni degli ospiti reali. I particolari originari riemersi e restaurati sono molti: porte e sovrapporte, specchiere, camini, soffitti, pavimenti lignei intarsiati. I piccoli dettagli da scoprire, insomma, non mancano e sono un invito a scoprire la

L’environnement très chère à Margaret était la «salle rouge» où elles se trouvent, encore aujourd’hui, chaises de couleur verte, car la Reine aimait les couleurs opposées. Une pièce de mobilier, cacha les secrets de ses bijoux ornés de perles. La salle de bain a une baignoire en marbre précieuse vaut 90 euros, tandis que l’armoire est composé de beaucoup de coffrets numérotés. Les appartements du Roi Umberto I, comprennent plusieurs pièces dont sa chambre à coucher, la salle de bain et l’armoire magique dans laquelle est caché un escalier menant au jardin, utilisé par le souverain à respecter le secret de son amante. Nous avons été fascinés par la salle des peintures, la salle de billard et la magnifique bibliothèque construite sur deux niveaux et fréquentent par les deux époux. Au deuxième étage, dont nous n’avons pas visité, a été consacré aux domiciles des clients réels. Les détails originaux a refait surface et restaurés sont nombreux: incrusté de portes et des superpositions, miroirs, cheminées, plafonds, planchers en bois. Les petits détails à découvrir, en un mot, ne manquent pas et sont une invitation à découvrir la Villa Royale de Monza.

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S MArte e Moda Patriota dell’Universo di Veronica Gioia e Naomi Quarta

di Oliver Tarocco, 2^M

Le sue opere resistono nel tempo. Si fanno, di volta in volta, spazio, architettura astratta, scenografia di linee forme e colori. Rodolfo Viola vive per esse, le arricchisce di domande e concetti, mai scontati, perché il suo traguardo resta sempre uno: donare creatività e innovazione. Ha da poco festeggiato il mezzo secolo di attività, ma non vuole fermarsi, sembra sempre un folletto a caccia dell’ispirazione.

His works endure in time. They do, from time to time, space, abstract architecture, scenery of lines shapes and colors. Rodolfo Viola lives for them, enriches his with questions and concepts, never discounted, because his goal always remains one: to donate creativity and innovation. He has just celebrated the half-century of activity, but he does not want to stop, he always looks like a goblin in search of inspiration.

Dove e quando nasce l’amore per l’arte? «Si può dire che il mio amore per l’arte sia nato gradualmente, senza che me ne accorgessi: nel dopoguerra, mio zio dipingeva quadri commerciali. Avevo dodici anni quando con mio fratello Giuseppe, dopo averlo visto nel suo studio, iniziammo a dipingere quadretti da vendere ai corniciai per guadagnare qualche soldo».

Where and when was love for art born? «It can be said that my love of art was born gradually, without notice: after the war, my uncle painted commercial paintings. When I was twelve years old with my brother Giuseppe, after seeing him in his studio, we began to paint squares to sell to the cornices to earn some money».

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Qual è stato il suo corso di studi? «Sono autodidatta; ho studiato ragioneria ed elettronica a Milano, in piazza Mentana. Ai tempi diventare un pittore non era nei miei programmi». La pittura è stata la sua prima scelta? Ha mai pensato ad un percorso artistico differente? «All’inizio ho sperimentato la scultura con Modonesi: mi disse che avrei potuto avere successo. Ovviamente non ho mai approfondito. Penso che quando uno inizi a cimentarsi in una cosa debba metterci tutto se stesso, la scultura non è mai stata la mia strada». Qual è la corrente artistica, contemporanea o del passato, che più la affascina? «L’Impressionismo e il Surrealismo mi hanno sempre attratto. È anche vero, però, che amo tutto ciò che è pittura. Sapere che un artista si sia impegnato per lasciare una traccia è la cosa più importante». Si sente più vicino ad artisti contemporanei o a maestri del passato? «Ad entrambi a dire il vero; la pittura è un

What was your course of study? «I’m self-taught; I studied accountancy and electronics in Milan, in Mentana Square. In those days, becoming a painter was not in my programs». Was painting your first choice? Have you ever thought about a different artistic journey? «At first I experienced sculpture with Modonesi: he told me that I could have succeeded. Obviously, I never did. I think when one starts to try to put something into itself, sculpture has never been my way». What is the artistic current, contemporary or past, which fascinates you most? «Impressionism and Surrealism have always attracted me. It is also true, however, that I love everything painting. Knowing that an artist is committed to leaving a trace is the most important thing». Do you feel closer to contemporary artists or masters of the past? «To both of them is the truth; Painting is a bit like music. I like jazz and classical music,

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po’ come la musica. Mi piace il jazz e la musica classica, credo sia una questione di sensibilità». Come potrebbe definire il momento storico-artistico attuale? «Dare un nome a questo periodo è difficile, ci vorrebbero più parole. Certo, si distacca da tutto ciò che gli artisti hanno sempre cercato di fare. Non chiamerei l’arte di adesso “pittura”, perché la pittura e l’arte odierna sono due cose ben diverse. Concetti come quello dello Spazialismo sono solo delle tesi, e in quanto tali non penso sia giusto che un pittore debba necessariamente essere inserito in una di esse. Il concetto può essere bello, ma non ha nulla a che vedere con il quadro, che è, di fatto, artigianato del vero». Che opinioni ha riguardo all’ambito artistico contemporaneo? «Di certo non ne ho una buona opinione. Si sono creati dei clan finanziari e critici molto esclusivi che tolgono a molti pittori la possibilità di emergere». Lei è il primo compilatore del manifesto universalista e ha citato Henry Miller con la frase: «Tutti partecipiamo alla creazione; siamo tutti re, poeti, musicisti; non c’è che da aprirsi come fiori di loto per scoprire tutto ciò che era in noi». Come mai ha fatto propria questa frase e in quale modo essa si collega alla sua arte? «Come io ho iniziato la mia vita senza sapere di essere un pittore, penso che tanta gente abbia dentro qualcosa che non si possa conoscere finché non viene sperimentato. Bisogna solo essere capaci di tirare fuori questa luce che, spesso, non viene esplorata». Che difficoltà ha riscontrato nel suo percorso di artista? In quali ostacoli rischierebbe di imbattersi attualmente, ipotizzando di ripercorrere il suo cammino? «Tutte le difficoltà! Penso che il pittore debba essere molto coraggioso per intraprendere questo cammino. Già dall’inizio, ad esempio, i genitori spesso non abbracciano questa carriera, perché non è una scelta sicura, soprattutto per quanto riguarda l’aspetto economico. D’altronde, quando si inizia, lo si fa solo per se stessi. È sempre stato difficile, basti pensare a tutti i grandi del passato che per l’arte sono morti.

I think it’s a question of sensitivity». How could you define the current historicalartistic moment? «To make a name at this time is difficult, more words would be needed. Of course, you stand out from everything that artists have always tried to do. I would not call the art of “painting” now, because today’s painting and art are two very different things. Concepts like that of Spatialism are just the theses, and as such I do not think it is right that a painter should necessarily be included in one of them. The concept can be beautiful, but it has nothing to do with the picture, which is, in fact, the craft of the truth». What views do you have regarding contemporary art? «Of course I do not have a good opinion. They have created very exclusive financial and critical clans that take away the possibility of many painters to emerge». You are the first compiler of the universalist poster and quoted Henry Miller with the phrase «We all participate in creation; We are all kings, poets, musicians; There’s nothing to open it like lotus flowers to find out all that was in us».

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S Arte e Moda M How has this phrase made its own and how does it relate to its art? «As I started my life without knowing how to be a painter, I think so many people have some thing that can not be known until they are experienced. You just have to be able to pull out this light that is often not explored». What difficulty did you find in your artist career? What obstacles would you risk to face at present, assuming that you will go back to your journey? «All the difficulties! I think the painter must be very courageous to embark on this journey. From the outset, for example, parents often do not embrace this career because it is not a safe choice, especially as far as the economic aspect is concerned. However, when you start, you only do it for yourself. It has always been difficult, just think of all the greats of the past who have died for art. Even today, people do not realize the difficulties they are having in order to succeed in this environment». You have recently celebrated the 50th anniversary of your artistic activity. How do you get to be what you have been able to become? «Love your painting, because an artist continues despite the difficulties. To be current we must read, confront and experiment continuously to stay as close to what artistic evolution can be».

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Ancora oggi le persone non si rendono conto delle difficoltà in cui s’incappa per riuscire ad affermarsi in questo ambiente». Ha festeggiato da poco i 50 anni di attività artistica. Come si arriva ad essere ciò che lei è riuscito a diventare? «Amando la propria pittura, poiché un artista continua nonostante le difficoltà. Per essere attuali bisogna leggere, confrontarsi e sperimentare continuamente per rimanere quanto più vicini a quello che può essere l’evoluzione artistica». È spesso presente nei suoi quadri la tematica del mare, per quale motivo? «Io ho visto il mare per la prima volta a 17 anni: l’emozione è stata grande. Allora avevo appena conosciuto una baronessa, con cui ho avuto una relazione, e il fattore sentimentale ha influito molto. Le emozioni di quei momenti mi hanno segnato e hanno continuato ad ispirare il mio lavoro». Qual è l’idea progettuale che sta dietro alle sue opere? Quali sensazioni vorrebbe che trasparissero dai suoi quadri? «L’idea progettuale è la stessa che sta alla base del mio universalismo, cioè far innanzitutto capire fino in fondo cosa sia la pittura per quella che è: una maestra di vita.

The theme of the sea is often present in your paintings, why? «I saw the sea for the first time at 17 years: the emotion was great. Then I had just met a Baroness, with whom I had a relationship, and the sentimental factor had a great impact. The emotions of those moments have marked me and they have continued to inspire my work». What is the design idea behind your works? What sensations would you like to see from you paintings? «The design idea is the same underlying my universalism, that is to say, first of all, to understand what painting is for what it is: a lifelong teacher. Last but not least, to transmit emotions and help the person». Why do you prefer long brushstrokes? «Long brush strokes combine colors and

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Non da ultimo trasmettere emozioni e aiutare le persone ad essere più vicine alla pittura per creare un punto di incontro tra il pittore e l’osservatore». Come mai predilige le pennellate lunghe? «Nelle pennellate lunghe si uniscono i colori e si offre una dimensione diversa da quella del colore singolo. La sfumatura è la mia caratteristica. La spatolata è, invece, ciò che dà la forza, insita nel mio carattere. Quando una persona dipinge, come anche nella scrittura, non fa altro che rivelare il proprio carattere». Qual è il lavoro di cui è più soddisfatto? «Sicuramente l’esposizione al Museo Montecatini del ‘74, e poi la serie di francobolli che la Repubblica di San Marino mi ha dedicato nel 1969 preferendomi a Giorgio De Chirico. Da cosa deriva la quotazione di un quadro o di un artista? «È un concetto semplice: se una persona vive di pittura, questo traspare nel quadro. Se l’artista si accorge che i quadri vengono venduti d apprezzati, la cifra può essere alzata anno per anno. Se, nonostante il rialzo, la domanda continua a crescere, il quadro ottiene una quotazione. È un processo naturale». Come si possono ottenere dei buoni risultati con la pittura? «Ci vuole impegno, originalità. Oggi in ambito artistico è già stato creato tutto. Trovare l’originalità è l’unica cosa valida per colpire l’osservatore».

offer a different dimension to that of a single color. Gradation is my characteristic. Spatulate is, on the other hand, what gives strength, inherent in my character. When a person paints, as in writing, he only reveals his character». What is your work that you are most satisfied with? «Surely the exhibition at the Montecatini Museum of 1974, and then the series of stamps that the Republic of San Marino dedicated to me in 1969, preferring me to Giorgio De Chirico». What is the price of a picture or an artist? «It is a simple concept: if a person lives of painting, this is reflected in the picture. If the artist realizes that paintings are sold and appreciated, the figure can be raised year by year. If, despite the upswing, demand continues to grow, the picture gets a quotation. It is a natural process». How can you get good results with painting? «It takes commitment, originality. Today, everything has been created in the field of art. Finding originality is the only thing worth hitting the observer». In the aftermath of the 1929 crisis, US President Roosevelt introduced PWAP 1933, one of the consequences of the New Deal. Through this program, the State assumed numerous artists who worked for it and were salaried for just over $ 90, a salary considered sufficient at that time.

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All’indomani della crisi del 1929, il presidente americano Roosevelt introdusse il PWAP nel 1933, una delle conseguenze del New Deal. Grazie a questo programma, lo Stato assunse numerosi artisti, i quali lavorarono per esso ed erano stipendiati per poco più di 90 dollari, una paga considerata sufficiente a quei tempi. Secondo Lei, sarebbe possibile che lo Stato italiano o l’Unione Europea agiscano allo stesso modo? «Sarebbe auspicabile. Il problema è che solo in Italia, i pittori professionisti e non, saranno 700.000.

Do you think it would be possible for the Italian State or the European Union to do the same? «It would be desirable. The problem is that only in Italy, the professional painters and not, will be 700,000. I imagine that the Italian State has no funds to support such spending. It would be nice to do something to keep the art world alive, giving artists that little to survive. The artists are accustomed to surviving: their art is enough.

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Immagino che lo Stato italiano non abbia fondi per sostenere una tale spesa. Sarebbe bello fare qualcosa per poter mantenere vivo il mondo dell’arte, dando agli artisti quel poco per sopravvivere. Gli artisti sono abituati a sopravvivere: a loro basta la loro arte. Tanti, però, non hanno abbastanza forza per andare avanti; può darsi che, con una base economica su cui contare, si sentirebbero spronati a proseguire». Dopo anni di cali continui, gli ultimi due hanno registrato un’inversione di tendenza: è nuovamente aumentato il numero di visitatori nei musei del nostro territorio. Secondo Lei, questa inversione di rotta è solamente passeggera, come una “moda momentanea”, o è destinata a rimanere tale? «Al giorno d’oggi i mezzi di comunicazione come la televisione, la radio e i giornali mettono molto in evidenza le mostre dei grandi nomi; di conseguenza, più queste mostre sono pubblicizzate, più la gente è spinta a visitarle. Non penso, però, che questo sia lo spirito giusto: sebbene visitare una mostra per curiosità sia positivo, in quanto avvicina la persona all’arte, ciò che manca è la passione di un vero interessato. Penso, che questa inversione di rotta non sia da considerarsi definitiva».

Many, however, do not have enough strength to move forward; It may be that, with an economic base on which to count, they would feel impatient to continue ». After years of continuous decline, the last two have experienced a trend reversal: the number of visitors to museums in our territory has increased again. According to you, is this route reversal just passing, like a "momentary fashion", or is it going to stay that way? «Media like television, radio, and newspapers nowadays highlight the big name exhibitions; Consequently, most of these exhibitions are advertised, the more people are pushed to visit them. However, I do not think that this is the right spirit: although visiting an exhibition for curiosity is positive, as it brings the person closer to art, what is lacking is the passion of a person concerned. I think that this reversal of the route is not to be considered definitive». What advice would a young person be interested in artistic career? «First of all you have to have courage; Second, we should not expect anything from public bodies, which, unfortunately, do not offer any help. A young artist should rely on strength and confidence in what he has always believed to be able to create».

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Che consigli rivolgerebbe ad un giovane interessato alla carriera artistica? «Prima di tutto bisogna avere coraggio; in secondo luogo non ci si dovrebbe aspettare nulla dagli enti pubblici, che, purtroppo, non offrono nessun aiuto. Un giovane artista dovrebbe contare sulla forza e sulla fiducia in ciò che ha sempre creduto di poter creare». Che ricordo ha dell’incontro di calcio tra artisti a cui lei stesso prese parte? «È stata un’esperienza molto simpatica. Io giocavo nei ragazzi dell’Inter assieme a Battisti e ogni mattina andavo da lui con Mogol per allenarci. Fu Mogol ad avere l’idea: allora si chiamava la Nazionale degli Artisti, poi è diventata la Nazionale dei Cantanti. Quella sera la Loredana Berté faceva la guardalinee e Mazzola arbitrava. Abbiamo dovuto uscire con le autolettighe per il troppo pubblico». Ha conosciuto qualche personaggio che ricorda con piacere? «Conobbi Charlie Chaplin quando gli concessero la cittadinanza onoraria: l’assessore alla cultura mi invitò al Castello Sforzesco e io gli con-

What do you remember about the football match between artists you took part in? «It was a very nice experience. I played in the Inter guys with Battisti and every morning I went to him with Mogol to train. It was Mogol who had the idea: then he was called the National Artist, then became the National of Singers. That night Loredana Berté made the watchmen and Mazzola arbitrated. We had to go out with the self -help for the too public». Did you know some characters that reminisce with pleasure? «I met Charlie Chaplin when I was granted honorary citizenship: the councilor of culture invited me to the Sforza Castle and I handed him three of my stamps. Charlie Chaplin moved. Then I met Federico Fellini, Eduardo De Filippo, Fabio Testi, Giannini ... Among the artists I remember with pleasure Giuseppe Marotta, writer of the book The Gold of Naples. Then Dova, Crippa, Fontana, more or less all those who attended Brera. Lucio Fontana, for example, managed to create a business exhibiting in American galleries. People were looking for something different and he was able to seize the

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S MArte e Moda (Continua da pagina 15)

segnai tre dei miei francobolli. Charlie Chaplin si commosse. Poi ho conosciuto Federico Fellini, Eduardo De Filippo, Fabio Testi, Giannini… Tra gli artisti ricordo con piacere Giuseppe Marotta, scrittore del libro L’Oro di Napoli. Poi Dova, Crippa, Fontana, più o meno tutti quelli che frequentavano Brera. Lucio Fontana, per esempio, è riuscito a crearsi un business esponendo nelle gallerie americane. La gente cercava qualcosa di diverso e lui ha saputo cogliere il momento». Che rapporto ha con la biennale di Venezia? «Nullo. Ai tempi pregai Cortina di presentare il primo dei miei volumi sull’Universalismo e mi chiese 10 milioni. Il mio libro è stato presentato poi da André Verdet, critico di Picasso, che conobbi in un ristorante e che si offrì di presentarlo gratuitamente. Così fu anche per il secondo volume, presentato da Pierre Restany. Quando li mostrai a Cortina non poteva crederci. Fu Silvio Ceccato, successivamente, a seguirmi per 25 anni nelle presentazioni del Manifesto dell’Universalismo». Com’è venuto in contatto con Zeffirelli? «Peter Maag, direttore dell’orchestra di Bonn, s’innamorò dei miei quadri e ne espose uno al teatro di Torino, del quale era direttore artistico. Lì Mariella Caracciolo Agnelli lo vide e comperò cinque quadri ad una mia esposizione. Fu lei a mettermi in contatto con Zeffirelli per il Manifesto dell’Universalismo».

moment». What is the relationship with the Venice Biennale? «Null. At that time I asked Cortina to present the first of my volumes on Universalism and asked me 10 million. My book was then presented by André Verdet, Picasso’s critic, who I met in a restaurant and offered to present it for free. So was also for the second volume, presented by Pierre Restany. When he showed them to Cortina he could not believe it. It was Silvio Ceccato, afterwards, to follow me for 25 years in the presentations of the Manifesto of Universalism. Has he come in contact with Zeffirelli? «Peter Maag, director of the orchestra of Bonn, fell in love with my paintings and exposed one at the theater in Turin, of which he was artistic director. There Mariella Caracciolo Agnelli saw it and bought five paintings at my show. It was she who made contact with Zeffirelli for the Manifesto of Universalism». From that experience Rodolfo Viola has come enriched and faithful to the idea of winner union, for the world resembles the purest essence of man.

Da quell’esperienza Rodolfo Viola è uscito arricchito e fedele all’idea di unione interiore, perché il mondo somigli all’essenza più pura dell’uomo.

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S Arte e Moda M Esempio italiano nel mondo Мировой итальянский опыт

di Francesca Rigamonti 2^N

di Alessia Cavalli 3^M e Elena Turac 2^A

70 sfilate, 88 presentazioni, 4 su appuntamento e 37 eventi in calendario, per un totale di 174 collezioni. Sono i numeri che ci ha regalato l’edizione di “Milano Moda Donna” dal 22 al 27 febbraio 2017. Un’edizione ricca, che richiama alla mente un progetto di Leonardo, la “bombarda multipla”, macchina da guerra con sedici bocche di fuoco. Fu disegnata nel Codice atlantico, foglio 1AR, (1503-1505), ed è presente nella mostra a Lui dedicata “LEONARDO3” in Piazza della Scala, ingresso Galleria Vittorio Emanuele II. Per la prima volta, infatti, sono stati proposti Xu Zhi, il designer ospitato da Giorgio Armani in collaborazione con Camera della Moda Italiana, che ha sfilato negli spazi dell’Armani Teatro, Annakiki, Calcaterra, Situationist, suppor tato da “White” e la sfilata di Angel Chen all’interno del progetto International Designer Exchange Program di Mercedes-Benz. Camera Nazionale della Moda Italiana anche in questa edizione ha supportato le sfilate di brand emergenti quali Calcaterra, Daizy Shely, Lucio Vanotti e Ricostru. Grazie al protocollo d’intesa tra il Comune di Milano e CNMI, la Sala Cariatidi di Palazzo Reale è stata, ancora una volta, una delle location, insieme allo Spazio Cavallerizze presso il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia, con una sala sfilata e due sale presentazioni.

70 шоу, 88 презентаций, 4 назначенных и 37 событий, в общей сложности 174 коллекции. Эти яркие представления, которые подарило нам очень богатое издание «Milano Moda Donna» с 22 по 27 февраля 2017 года. Оно напоминает проект Леонардо, под названием «Bombarda multipla» военная машина с шестнадцатью огненными дулами, которая была изображена в Атлантическом кодексе, 1AR лист, (1503-1505), и присутствовала на выставке, посвещенной «LEONARDO3» на площади Пьяцца делла Скала, вход Galleria Витторио Эмануэле II. Как раз впервые они были предложены дизайнером Xu Zhi, которого пригласил Джорджио Армани при сотрудничестве с итальянской модой, представленной на подиуме театра А рмани, Annakiki, Calcaterra, Situationist при поддержке «White» и показ мод Анджел Чэнь в рамках Международного проекта International Designer Exchange Program di Mercedes-Benz. Национальная итальянская мода, так же поддержала появление новых брендов, таких как Calcaterra, Дейзи Шели, Лючио Ванотти и Ricostru. Благодаря соглашению между городом Милан и CNMI, зал Cariatidi di Palazzo Reale был, опять же, один из мест, вместе с Cavallerizze находящейся при Национальном музее науки и техники, с одним залом шоу-рум и двумя комнатами для презентаций. Президент итальянской моды Карло Капаза объявил, что он удовлетворен результатами, он сказал: «Это неделя моды, отразившая в точности момент трансформации, который мы сейчас проживаем, а также сейчас в приоритете уникальные и подлинные истории брендов, которые были представлены в первый раз в мужских и женских коллекциях до молодых брендов, которые благодаря нашей поддержке, нашли в Милане идеальное место, чтобы выразить свои творческие способности. Эта неделя вписывается в позитивную картину, которую мы можем присвоить для нашего сектора. Фундаментальный вклад также принесли институты, которые активно участвовали в поддержке

Carlo Capasa, pr esidente di Camera Nazionale Italiana si dichiara soddisfatto: «È stata una settimana della moda che ha saputo riflettere il momento di trasformazione che stiamo vivendo e privilegiare il racconto di storie singolari ed autentiche: dai brand che hanno sfilato per la prima volta con le collezioni uomo-donna, ai giovani brand da noi supportati che hanno tro(Continua a pagina 18) GIORGIO ARMANI

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vato a Milano lo spazio ideale in cui esprimere la loro creatività. Questa settimana si inserisce nel quadro positivo che possiamo tracciare per il nostro settore. Fondamentale il contributo delle Istituzioni, che hanno partecipato attivamente per alimentare il clima di energia che anima Milano» La casa della Moda Italiana A Roma l’11 giugno del 1958 viene fondata con la denominazione di Camera Sindacale della Moda Italiana. Quel giorno erano presenti i titolari delle più importanti case di alta moda italiane e alcuni privati che, in quegli anni, ricoprivano un ruolo di spicco nella promozione del settore: Maria A ntonelli in Borrello, Roberto Capucci, Principessa Caracciolo Ginnetti, Alberto Fagiani, Giovanni Cesare Guidi, Germana Marucelli in Calza, Emilio Federico Schuberth, Simonetta Colonna Di Cesarò in Fagiani, Jole Veneziani, Francesco Borrello, Giovanni Battista Giorgini e l’avvocato Pietro Parisio. È pensata come un’associazione apolitica, senza scopo di lucro con una durata di dieci anni soggetti a proroga. Le finalità erano legate alla tutela, valorizzazione e disciplina degli interessi morali, artistici e economici dell’attività professionale delle categorie dei molteplici settori legati alla moda, sia nei confronti delle istituzioni che delle altre associazioni nazionali e estere. Oltre a questo, la Camera Sindacale della Moda Italiana, promuoveva il coordinamento, lo studio e l’attuazione di quanto potesse essere utile alle categorie consociate, con riferimento alle manifestazioni di moda, individuali e collettive che avevano luogo in Italia e all’estero. Un altro impegno era la graduale costituzione dei seguenti settori di competenza: Case Creatrici d’Alta Moda Femminile, Case Creatrici d’Alta Moda Maschile, Case Creatrici d’Abiti Sportivi Femminili, sartorie d’Alta Moda (femminili e maschili), Pelliccerie, Case Modiste, Artigiani Accessoristi della Moda.

Prada

Versace

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Etro

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энергического климата, оживляющего Милан». Дом итальянской моды 11 июня 1958 года в Риме была создана Camera Sindacale итальянской моды. В тот день присутствовали члены самых важных домов высокой итальянской моды и остальные дизайнеры, которые в те годы охватывали видную роль в развитии этой сферы деятельности высокой моды: Maria Antonelli in Borrello, Roberto Capucci, Principessa Caracciolo Ginnetti, Alberto Fagiani, Giovanni Cesare Guidi, Germana Marucelli in Calza, Emilio Federico Schuberth, Simonetta Colonna Di Cesarò in Fagiani, Jole Veneziani, Francesco Borrello, Giovanni Battista Giorgini и адвокат Pietro Parisio. Camera Sindacale итальянской моды предназначена как неполитическая, некоммерческая организация с продолжительностью десять лет деятельности, при условии её последующего продления. Целью этой организации было сохранить развитие художественной, экономической деятельности профессиональных категорий в различных сферах деятельности, связанных с модой, и в учреждениях других национальных и зарубежных ассоциаций. В дополнение к этому, Camera Sindacale итальянской моды, способствала развитию, изучению и реализации того, на сколько она могла быть полезной для категорий дочерних компаний со ссылкой на модные события, которые могли быть индивидуальными и групповыми, они же имели место как и в Италии, так и за рубежом. Еще одним обязательством было постепенное подключение следующих


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Il primo presidente fu Gioсекторов: творческие дома женской и мужской моды, создания спортивной женской vanni Battista Giorgini. Nei pr iодежды, портные высокой моды (женской и mi mesi del 1962, però, fu creata, мужской), Ремесленники работа которых per volontà del Centro Romano состояла из изготовления модных аксессуаров. Alta Moda, un’organizzazione Первым президентом был Джованни denominata Camera Nazionale Баттиста Джиорджини. В начале 1962 года, della Moda Italiana, che r ispecон создал, по воле Centro Romano Alta Moda, chiava largamente l’associazione организацию под названием национальная concepita da Giorgini. All’atto камера итальянской моды, которая бы costitutivo furono invitati Enti, отражала идеи ассоциаций, задуманной Centri della Moda e Camere di Giorgini. Gucci В конституционный акт были приглашены, Commercio. определенные учреждения, центры моды и торговые A fine settembre, con le deliberazioni di палаты. un’assemblea straordinaria, vengono rivisti gli scoС 29 сентября 1962 года, с решением вне pi, le finalità e la struttura dell’associazione che, очередного заседания, перерассматриваются цели privata, apartitica e apolitica, cominciò ad operare окончательной структурной ассоциации, которая attivamente nel settore moda. Lo scopo, così come является, беспартийной и аполитичной, начала oggi, era quello di “rappresentare i più alti valori активно работать в секторе моды. Цель, как и сейчас, della moda italiana, tutelare, coordinare e potenziaбыла «представить высшие ценности итальянской re l’immagine della moda italiana in Italia e all’eмоды, защита, координация и укрепление имиджа итальянской моды в Италии и за рубежом, а так же stero, nonché gli interessi tecnici, artistici ed ecoтехнические, художественные и экономические nomici degli Associati”. La sede si trova in Piazza интересы партнеров». Штаб-квартира находится на Duomo a Milano. площади Дуомо в Милане. Il logo prescelto dalla “Camera Nazionale Выбранный логотип «националной камеры della Moda Italiana”. Riproduce, il disegno della итальянской моды» воспроизводит дизайн мощения pavimentazione di Piazza del Campidoglio a Roплощади Пьяцца дель Капитолия в Риме, ma, pr ogettata da Michelangelo Merisi (un diseразработанный Микеланджело Меризи gno geometrico a forma di stella, che allargandosi (геометрический дизайн в форме звезды, которая ed ampliandosi, arriva a lambire tutti gli estremi увеличивается и расширяется, проникая во все della piazza e i suoi palazzi). уголки площади и ее зданий).

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S MArte e Moda La tradizione continua 传统的延续 di Jing Wang 3^I

di Denise Rognoni 3^I Da cinquant’ anni tre generazioni portano avanti un’onda di successi, conosciuta come il marchio “Biagiotti”. Il marchio Biagiotti è una grande famiglia, non ci sono discriminazioni tra sarti, ricamatori e cucitori. Ognuno di essi è importante per costituire la catena del successo Biagiotti. La loro sede è a Guidonia e ospita un centinaio di lavoratori. Una storia lunga e curiosa quella che spinge Delia, la fondatrice a creare questa impresa. Una famiglia umile, quella di Laura Biagiotti, figlia della fondatrice, che la prima merce messa in gioco era proprio della biancheria ricamata, le quali le prime clienti erano tutte amiche di famiglia. Successivamente aprirono una sartoria di alta moda, sullo stile parigino, che per loro fu l’inizio di un grande successo. A soli venti anni l’aspirante imprenditrice Laura entra nell’ azienda di famiglia, grazie all’istruzione e gli insegnamenti dovuti alla madre Delia. Lavinia è l’ultima erede di questo impero della moda, nonché figlia di Laura, pronta a portare avanti questo successo ricco di sacrificio, vittorie e desideri, con nuove idee e aspirazioni nel mondo della moda. La storia del marchio Biagiotti è sorprendente, la prima collezione fu presentata a Firenze nel 1972, grazie ad alcuni imprenditori visionari, decide di trasferire il tutto a Milano, per iniziare il marchio come “Made in Italy”. Nel 1988 a Pechino, fu la prima stilista italiana a sfilare in Cina. Nel 1995 è la volta di Mosca all’interno del Teatro del Cremlino; insomma un successo a livello internazionale! A Laura e suo marito si attribuisce inoltre il merito di aver restaurato il Castello Marco Simone, oggi sede del “Marco Simone Golf&Country”. A Roma, Laura vince la candidatura italiana del-

五十年来,三代人 使品牌 “Biagiotti” 取得了一个很大的进 步。 品牌 Biagiotti 是一 个团结的大家庭,没 有裁缝、刺绣工、缝 纫工之间的歧视。她 们每一个人都是必不 可少的形成一个成功 链接的一员。品牌所 在地在圭多尼亚,且 招收了大量的员工。 创始人 Delia 创建这 家企业又是一个悠久 而令人好奇的故事 了。 故事源于一个不起 眼的家庭,创始人的 女儿 Laura Biagiotti, 她卖的第 一件商品就是绣花床 单,而第一批客人也 只仅限于她的家人朋 友。后来便开始经营 一家充满巴黎风格的 高级时装成衣铺,这 也是关于未来成功事 业的起步。 二十年后,继承母业的她,在 1972 年接手 一个羊毛公司后, Laura Biagiotti 在佛罗伦萨推 出了她的第一个时装系列。她擅长以这种柔软 的纤维制作服装,并一举因此成名,因此, 《纽约时报》也为她送上了“羊绒皇后”的美 誉。之后她们转移到了米兰,启动了一个“意 大利制造”的品牌。

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la Ryder Cup che si terrà nel 2022 proprio in questo castello. Romanticismo e nostalgia per non farsi mancare nulla. Nella stagione in cui tutto cambia molto velocemente, in una società che vede le donne protagoniste in molti ruoli, Laura Biagiotti ha puntato sulle lavorazioni, sperimentando tecniche e materiali. Tela e filo assumono un potere anche metaforico nella composizione e nella scomposizione, creano intrecci, nodi, trame, ma anche smagliature e trasparenze. Si fondono e si confondono cashmere e seta, velluto e pizzo, eco-pelliccia e chiffon, paillettes e juta, colli a gorgiera e spalle nude. Gli abiti vivono di contrasti, i volumi sfidano la pesantezza della materia e le leggi dello spazio, permettendo di essere simultaneamente rigorose e seducenti. Gli occhiali hanno montature iper-geometriche e lo specchio sulle aste: sono maschera, ma attraggono per diventare un manifesto d’identità. La collezione autunno inverno 2017 2018 è un ossimoro perché è capace di far coesistere nel guardaroba la perfezione di Canova e la destrutturazione di Burri. Risultato? Una nuova dea che domina su classicismo e contemporaneità. I toni naturali e pietrosi delle stampe sfumano le sculture canoviane con l’effetto craquelé dei cretti Burri, concedendo un’inter-

Biagiotti 品牌就是第一个登 陆中国的意大利品牌:1988 年,她携手30名模特,150 件服饰登陆北京T台。1995 年,她成为第一个入驻前苏 联共产党总部大楼,莫斯科 克林姆林宫的设计师。上世 纪七十年代起,Laura Biagiotti 就将她所挚爱的城 市,罗马与她的时尚亲密结 合,宽松柔软的线条紧紧贴 合人体身材,而象征着永恒 之城的白色与红色就是其当 仁不让的主色彩。 上世纪八十年代起,Laura 就与她的丈夫在罗马郊外的 Marco Simone 城堡工作生 活,这栋11世纪的城堡依然 保留了昔日的光辉与迷人。 并且她获得了莱德杯举办的 活动成为候选人,在 2022 年,她将拥有城堡的居住 权。 在一个变化快速的季节里, 在一个以女性为主人公的社 会里,Laura Biagiotti 却一直 只专注于工作,关于技术和 布料的检验。Laura Biagiotti 系列继续延续一贯的优雅风 格,今季怀旧情绪肆意的蔓延, 简约大方的设计加上精良的 做工,带给你奢华的享受。山 羊绒皇后 Laura 设计的服装 既有托斯卡纳风情的针织衫, 又有充满个性的亚麻,特别是 在山羊绒上倾注了大量的热 情。

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S MArte e Moda 她的女儿 Lavinia 是 她的左膀右臂,1997 年 进入公司共事,2005 年 起,担任公司副总裁。 从时尚到艺术。Laura Biagiotti挚爱意大利, 曾经出资修建了一件手 工刺绣长袍,服饰上的 图画出自意大利绘画大 师波提切利之手。1998 年,Laura Biagiotti Parfums 使得米开朗基罗设 计的朱庇特神庙的楼梯 斜面重新恢复往日光 彩。2003 年,她向威尼 斯凤凰剧院捐赠因火宅 而毁于一旦的帷幕。 2007 年 5 月,她参与 罗马法尔聂塞广场喷泉 的修缮计划。 时尚与 体育。Laura 与她的女 儿 Lavinia Biagiotti 率 先将时尚与体育相互结 合。2000 年 10 月,从 悉尼奥运会上载誉而归 的诸多冠军身披 Laura Biagiotti 设计的羊绒版 意大利国旗走上T台, 其中不乏马里奥•其波 利尼,瓦伦蒂娜•韦扎 利,费代丽卡•佩莱格 里尼,法兰西丝卡•碧 仙里妮和毛里奇亚•卡 西亚托里等运动健将。 此外,Laura Biagiotti 也 是最先投资高尔夫事业 的女性:1991 年,她开 办了 Marco Simone 高

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pretazione culturale e comportamentale. Trench di pizzo, collages di velluti, patchworks di paillettes, macramè dorati, ricami tridimensionali con pietre cangianti, intarsi di panno su toulle trasformano la sera in un vernissage continuo. Gli accessori, con i loro accostamenti fuori dagli schemi, ci parlano del bisogno di andare oltre le cose, facendole convivere in nuove composizioni: cinture drappeggiate donano un tocco di romanticismo ad abiti e cappotti scolpiti. Pellami metallizzati effetto cretto definiscono sia il sandalo che lo stivale e la scarpa maschile. Laura Biagiotti, definita dal “New York Times” la “Regina del cashmere” ha le idee chiare: «Il bello della moda è questo: ci affanniamo a cercare significati, mobilitare memoria e immaginazione e i risultati restano comunque molteplici poiché la ricerca del messaggio dell’abito è tendenzialmente senza fine. Per la creazione dei capi m’ispiro ad una donna che cerchi nell’abito un comportamento che l’appaghi, fatto di valore intrinseco, comfort e lunga durata. M’interessa l’idea dell’abito dinamico, non appeso alla stampella nell’armadio o appoggiato sulla seggiola ai piedi del letto la sera, abbandonato come un oggetto senza vita. L’abito è espressione comportamentale del nostro modo di essere per esprimerci al meglio o anche, al contrario, come il nostro modo di nonessere per nasconderci o proteggerci o camuffarci. Il dualismo del sé è sempre al femminile». La treccia, altro elemento molto femminile, assume valenze figurative ed è tridimensionale nel cashmere, stampata effetto trompe l’oeil sul velluto, ricamata in rilievo o intarsiata con il pizzo. La maglia rimanda al contrasto di luce e ombra scoprendo il corpo e usando codici contraddittori di leggerezza e volume, di rigore formale e seducente femminilità. Trapela un alone romantico nelle gorgiere di (Continua a pagina 23)

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cashmere che rivisitano gli iconici abiti Bambola di Laura degli anni ‘80. Composizioni geometriche hanno nodi e fili tralasciati e sospesi. Murales graffiati dal tempo accendono con lampi di rosso abiti in maglia stoffa e molli tuniche. La moda Biagiotti racconta e muta con e per una donna in continuo divenire. Dopo Delia, c’è stata Laura, che il 26 maggio, per un arresto cardiaco, ci ha lasciato ed è ritornata alla casa del Padre! La maison perde una donna speciale, la famiglia una madre esemplare, l’Italia, un faro, che ci ha guidato abbattendo frontiere e che non ringrazierà mai abbastanza! Adesso tocca a Lavinia, cui va il nostro abbraccio. Spetterà a Lei continuare da sola, un sogno chiamato Biagiotti!

尔夫场,这是意大利境 内最美的高尔夫球场之一。 辫子是是非常具有女性的元 素,可以作为羊绒的比喻, 风筒效果的丝绒视画,搭配 刺绣或者蕾丝镶嵌。 Biagiotti 品牌让女人更女人。 在 Delia 之后,Laura 在 5 月 26 日因心脏发作而离开 了我们。但我们永远都感谢 你打破国界引导我们,您一 直都是一盏明灯!现在, Lavinia,我们投送怀抱人。 来继续自己的梦想,梦想就 是 Biagiotti! 23


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L’agorà della stile

di Giulia Diagne, 1^M

di Ghofran Alnasralla 3^I

Piazza Gae Aulenti, pr ogettata dall’architetto argentino Cesar Pelli, è il centr o del nuovo skyline di Milano, tappa imperdibile per lo shopping del lusso. Reso possibile, anche grazie al fondo (QIA) Quatar Investiment Autority. A due anni dall’inaugurazione, infatti, rimane una delle mete preferite per molti milanesi e turisti grazie a librerie, negozi di abbigliamento, profumerie e altre insegne. Tra gli edifici presenti c’è il Fashion Hub Market dell’UniCredit Pavilion, che ha ospitato per la quarta volta 15 brand emergenti provenienti da tutto il mondo. Ad arricchire l’offerta culturale c’era la mostra fotografica e installazione artistica su moda e cinema “Portraits” di Maurizio Galimberti. Tre le lezioni magistrali, moderate da Mariateresa Cerretelli, gior nalista, photo editor , curatrice e autrice di testi critici di arte e fotografia. Ha aperto le danze Piero Gemelli con “Finzione e realtà”, poi è stata la volta di Toni Thorimbert con “Faccia da schiaffi” e ha concluso il ciclo Maurizio Galimberti con “Instant artist”.

‫فن غورا غ‬ ‫ساحة راا غي الت غ لت‬ ‫صممت ن‬ ‫غ مهادس غ ماما ا‬ ‫غأل جاليات سيرغ ي ت‬ ‫يهت ز ر غألفج غ د د‬ ‫مد اة يو ا م غ ما‬ ‫خاص لقام ن غ اا‬ ‫غ فاخز ي اهث غ من‬ ‫اد زي نا ين ن‬ ‫غوفللاح غ ها يغحد ن‬ ‫غ اجهات غ مفة ة يز‬ ‫ل‬ ‫ن غ مد يين غ منيمين فت يو ا ي م ةا يز ن غ قياح فهت‬ ‫ل اتم لاجز ل قة يغ ا ا ي ريزها‬ ‫تحلاا ن‬ Fashion Hub ‫ن ين غ م ا ت غ ماجا هااك اجد‬ ‫ غ ذا قلةيل مز‬Market dell’UniCredit Pavilion ‫غ زغ اة م خمقة ناز ن غ او ات غ ل ا ة غ اا ة ن افة‬ . ‫غ حاء غ اا‬ ‫لار ر غ ازيا غ نافية اك هاا ازاا ل اا غ فاتارزغفية‬ ‫“ غ لا اة ما ر ا‬Portrait” ‫ي غ ةا ل فن ل اء ي غ قياما‬ ‫را يم زتت‬ ‫ن ين غ محاازغت مغ غ تها ا ا تيز رغ يز ل ت يهت صحفية‬ ‫تالند غ فن ي‬ ‫م حز صا مي ات ة مناوت ن خو‬ ‫غ لاا ز غ فاتارزغفت‬ ‫ي د اي ييز جيمي ت وغ عيا ي غ اغ و ا دء اي غ ماة‬ ‫ويج‬ ‫جاء ي تا ت ا م زت‬ ‫ ف زغ ز م اد‬٤٢ ‫ ف زغ ز ي غخيزغ ل ا قيا را يم زتت‬٤٢ ‫اف و فت اي غ ق ت‬ ‫ ف زغ ز‬٤٢ ‫و حتات غ فااكو اي غألحد‬

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S Arte e Moda M Artista delle Polaroid di Claudia Meduri 2^N

di Oliver Tarocco 2^M

Fotografo, sperimentatore, viaggiatore, esteta. Lui si definisce “Instant Polaroid artist”. Scatta immagini, poi le manipola e le ricompone dando loro un’altra realtà, ma in analogico. Già, perché nell’epoca del “necessario” fotoritocco, della condivisione virtuale e istantanea, Maurizio Galimberti è rimasto fedele alle Polaroid. Sono il suo marchio di fabbrica, artefici del successo internazionale, grazie, soprattutto, agli inconfondibili mosaici di oggetti e persone. Dialogare con lui vuol dire ricordare le parole di Calvino, per il quale la creatività aveva bisogno «delle basi di esattezza, metodo, concretezza, senso della realtà».

Photographer, investigator, traveler, esthete. He calls himself “Instant Polaroid artist”. He takes pictures, then manipulates and reassembles them giving his photos another reality, but analog. Yes, because in the era of "must" photo editing, virtual and instant sharing, Maurizio Galimberti has remained true to Polaroid. They are his trademark, the architects of international success, mainly thanks to the unique mosaics of objects and people. Talking with him is to remember the words of Calvin, for whom creativity needed «basis of accuracy, method, pragmatism, the sense of reality».

Quali spunti prende dalla storia dell’arte per realizzare le sue opere? «Il mio progetto prende spunto dal Futurismo di Boccioni e dal “Nudo che scende le scale” di Marcel Duchamp, accompagnato dal cinetismo e il fotodinamismo. La contaminazione da parte della storia dell’arte, quindi, è molto forte. Il mio lavoro è diverso da quello di David Hockney, che si avvicinava più a Picasso, con una scomposizione cubista. La mia è una scomposizione in cui il soggetto è fermo e tu gli dai molto movimento. Infatti, se ci si pone davanti all’opera è impossibile focalizzarla nel suo insieme. Le fotografie sono scattate in sequenza, molto velocemente. La prima è quella in alto a sinistra e l’ultima è in basso a destra, con una lettura dall’alto al basso». Quanto conta per lei la musica? «Tanto. Cerco di rappresentare il viso come se fosse uno spartito musicale: ogni parte è una nota e spostandola compongo musica. La musica e la mia fotografia, infatti, sono molto legate! Penso, ad esempio, a Glenn Gould che suona le variazioni Goldberg». Perché utilizza la Polaroid e non un altro tipo di macchina? «Faccio le foto con la Polaroid, considerata una macchina giocattolo, del “put”, perché quello

What do you take from art history to create your works? «My design was inspired by the Futurism of Boccioni and “Nude Descending a Staircase” by Marcel Duchamp, accompanied by kinetic and Fotodinamismo. Contamination by the history of art, therefore, is very strong. My work is different from that of David Hockney, approaching more to Picasso, a cubist decomposition. Mine is a breakdown in which the subject is stationary and you give them a lot of movement. In fact, if there arises before the work can not focus it as a whole. The photographs are taken in sequence, very quickly. The first is that in the top left and the last one is at the bottom right, with a reading from the top to bottom». How important is music for you? «A lot. I try to represent my face as if it were a musical score: each part is a note and moving compose music. Music and my photograph, in fact, are very related! I think, for example, in Glenn Gould playing the Goldberg Variations». Why do you use the Polaroid and not another types of machines? «I make pictures with Polaroid, considered

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che conta non è la macchina, quella è un attrezzo! Ciò che conta è la testa, come diceva Italo Calvino: “la fantasia è come la marmellata, bisogna che sia spalmata su una solida fetta di pane”. Il pane, in questo caso, è la cultura. Se io non avessi conosciuto la storia dell’arte, non sarei mai arrivato a fare queste cose». Ritiene che le sue fotografie siano qualcosa di innovativo? Quali particolarità hanno? «Sono convinto che tutto sia già stato fatto e che se ti viene in mente qualcosa che non ha mai fatto nessuno devi lasciar stare, perché, probabilmente, è una cavolata. Credo che, al giorno d’oggi, non ci sarebbe neanche la necessità di creare nuove immagini, basterebbe riciclare quelle esistenti, mettendo la propria idea e i propri strumenti. Non penso che le fotografie siano degli specchi, cerco di creare delle immagini che accolgano lo spettatore e gli permettano di fare una propria interpretazione». Quante fotografie fa per realizzare le sue opere? «Le fotografie che vedete sono quelle scat-

a toy car, the “put”, because what counts is not the machine, that is a tool! What matters is the head, as Italo Calvino said: “Fantasy is like jam, it needs to be spread on a solid slice of bread”. The bread, in this case, is the culture. If I had not known the history of art, I would never have got to do these things». Do you believe that your photographs are something innovative? What characteristics do they have? «I am convinced that everything has already been done and that if you can think of something that nobody has ever done, to let it go, because it is probably bullshit. I think that, nowadays, there would be no need to create new images, it would be enough to recycle existing ones, putting their own vision and their own tools. I do not think that photographs are the mirrors, I try to create images that should welcome the viewer and allow him to make his own interpretation». How many pictures are needed to achieve your level of works?

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tate: il progetto prima è mentale, il volto è tagliato come una tela». Quando e come ha iniziato a scattare fotografie? «A sedici anni mi sono avvicinato alla fotografia e fino ai venticinque ho sempre fatto foto con macchine fotografiche normali, una reflex analogica. Poi, visto che non mi piaceva stare al buio, ho iniziato a fare le Polaroid e ho capito che erano stupende, perché attraverso le manipolazioni puoi creare immagini impressioniste. Così ho rivolto il mio sguardo alla storia dell’arte e alla sperimentazione. Nel 1992, da appassionato di fotografie e grazie ad un’opportunità offertami da “Polaroid Italia”, sono diventato un artista per questa compagnia. È stata una passione che attraverso una grande ricerca progettuale si è trasformata in amore, lavoro e vita. Mi ritengo l’esempio perfetto di colui che ha realizzato i propri sogni, attraverso la fotografia!

«The photos you see are taken: the project before is in my mind, the face is cut like a painting». When and how did you start to take photographs? «When I was sixteen I approached photography and up to twenty-five I always took photos with normal cameras, analog cameras. Then, seeing that I did not like being in the dark, I started making Polaroid, and I realized they were beautiful, because through the manipulations you can create impressionistic images. So I turned my eyes to the history of art and experimentation. In 1992, as passionate about photographs and thanks to an opportunity offered to me by “Polaroid Italy”, I became an artist for this company. It was a passion which through a large research project has turned into love, work and life. I consider myself as the perfect example of one who has realized their dreams through photography! I believed, I worked a lot and in the end I managed to achieve it». What was your best partnership? «The collaboration that has made me the most proud was with the “Epson” calendar, as it

Ci ho creduto, ci ho lavorato molto e, alla fine, sono riuscito a realizzarlo». Qual è la sua collaborazione più bella? «La collaborazione che più mi ha inorgogli(Continua a pagina 28)

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to è stata quella per il calendario “Epson”, poiché era realizzato da tutti i più grandi fotografi italiani e il fatto di esserci mi ha fatto capire che stavo lavorando nella giusta direzione. Un altro lavoro importante è stato quello con “Polaroid”, svolto tra gli anni Novanta e la metà degli anni Duemila, poiché mi ha permesso di crescere, sperimentare e acquisire una nuova consapevolezza del mio talento». Chi sogna di ritrarre in futuro? Con chi sogna di collaborare? «Ho sempre sognato di fotografare mia madre, purtroppo non ci sono ancora riuscito. Mi piacerebbe molto realizzare anche un ritratto del Papa! Da cattolico sarei curioso di vedere come viene trasmessa la sua spiritualità nella fotografia». Talvolta capita di ricevere critiche. Come reagisce? «Discutendone. Dal vivo mi piace il confronto e il dialogo. Non sopporto invece le critiche sui social, quando sono gratuite, fatte da persone che piuttosto che cercare un confronto si nascondono dietro un nickname e una tastiera».

was made by all the greatest Italian photographers and the fact of being there made me realize that I was working in the right direction. Another important work was with “Polaroid”, it took place between the 90s and the mid-twenty-first century, as it allowed me to grow, experiment and gain a new awareness of my talent». Who do you dream to portray in the future? Who dreams of collaborating? «I’ve always wanted to photograph my mother, unfortunately I have not yet succeeded. I would also love to make a portrait of the Pope! As a Catholic I would be curious to see how his spirituality is transmitted in the picture». Sometimes you happen to receive criticism. How do you react? «Discussing. I like to confront and dialogue. I can not stand instead on social criticism, when they are free, made by people who, rather than seek confrontation, hide behind a nickname and a keyboard».

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S Arte e Moda M Ritratti d’autore (Continua da pagina 28)

We asked Maurizio Galimberti to explain his works that were sent to the photo festival “Portraits”. «Sometimes the silent rythim of my portraits

A Maurizio Galimberti, abbiamo chiesto, di spiegarci le sue creazioni proposte per la mostra fotografica “Portraits”. (Continua a pagina 30)

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«A volte il ritmo silenzioso dei miei ritratti porta le persone a farsi una domanda: Maurizio dove guardo? Cosa faccio? Io non rispondo e scatto, senza aspettare un secondo. In cinque minuti lo shoot è finito, nell’ordine perfetto, pronto per essere montato, senza aggiungere nulla, senza togliere e sostituire nulla». Iniziamo la descrizione delle opere, con Johnny Depp. «Si tratta della mia opera più famosa, che è stata anche la copertina del “Times”. Mi piace particolarmente poiché Johnny indossa gli occhiali solo in metà delle foto, a un certo punto infatti ha deciso di toglierli perché gli davano fastidio. Questo rispecchia la sua naturalezza e spontaneità. Inoltre gli occhi sono molto espressivi. Quando fotografo non dico mai ai soggetti quale espressione assumere, sono loro che si devono lasciare andare. Il ritratto è fatto nel silenzio e non chiedo mai di assumere un atteggiamento. Nel dialogo silenzioso tra me e il soggetto viene fuori il soggetto stesso». Lady Gaga «La foto è stata fatta a Las Vegas nel 2010, in occasione del salone dell’informatica. È una performance live, realizzata davanti a centinaia di persone. La parte di sinistra dell’immagine è un montaggio, lo stesso fotogramma si ripete, perché in quell’occasione indossava un cappello molto particolare che non mi permetteva di avvicinare la macchina al suo viso. Così ho ripetuto la stessa parte per creare la struttura del viso. Inoltre, c’è una parte in cui i colori sono sbiaditi, poiché si stavano esaurendo. Tuttavia abbiamo deciso di lasciarli così, senza post produzione. Le mie immagini non vengono mai ritoccate dopo essere state scattate, altrimenti si creerebbe una barriera tra l’opera e l’osservatore». Michael Nyman «L’ultimo ritratto che ho fatto rappresenta Michael Nyman. Le varie pellicole sono un po’ rovinate, ma Michael stesso mi disse di non ritoccarle, disse che probabilmente era destino che quella pellicola uscisse così, come una nota musicale». Charlotte Gainsbourg «Rappresenta la fragilità: lei è un’attrice del cinema francese, timidissima, figlia d’arte di due grandi artisti. Con le mani crea una protezione, un appoggiarsi per avere un sostegno, poiché mentre la fotografavo tremava.

has brought people to ask: “Maurizio, where do I look? What do I do? And I just take photos without waiting a second, in five minutes the shoot is over, in the perfect order, ready to be set up, without adding a single detail, without adding or removing anything». Let’s start with the description of Johnny Depp’s portraits. «It’s my most famous work, it’s also been the cover of the “Times” magazine. I particularly like it because Johnny wears his glasses in only half of the photo, at a certain point in fact he decided to remove them because they were annoying him. This reflects his naturality. His eyes are also very expressive. When I take pictures I never tell people what expression to make, vthey have to let themselves go. The portrait is taken is silence and I don’t tell them to assume a behaviour. In the silent dialogue between me and my subject the true subject shines through». Lady Gaga «The photo was taken in Las Vegas in 2010 in occasion of the Computer saloon, It’s a live performance, made in front of hundreds of people. The left part of the portrait is Fake, because she was wearing A very strange hat that didn’t

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S Arte e Moda M Let me bring my camera close enough to her face So I repeated the same part to build the side of her face. There is even a part where the colours fade away, because they were running out. However we decided to leave them as they were, without modifying them My picturtes should never be modified after they are shot, otherwhise a barrier forms between the shooter and the subject». Michael Nyman «The last portait I took represents Michael Nyman The various filters I used were a bit ruined, but Michael himself told me not to fix it as he thought it was destiny that the filter would have come out like that». Charlotte Gainsbourg «She represents the fragility, she’s an actress of the french cinema, very shy, daughter of tho great artists. With her hands she creates a protection, something to hold on to, becuse she was shaking as I was taking the pictures. It’s a picture that I personally love. She’s the impersonation of fragility and the photo totally represents it». Sofia Coppola «The movement of her hands allows the observer to read the image perfectly». Ethan Hawke «You can clearly see the circular structure of the image, it hasn’t got much movement to it. The only open eye is the fragment on whomn everything is built». Colin Firth «He’s very playful! He kept smiling, he won the Lion in Venice and he was a bit euphoric». Salma Hayek «She’s an actress that intrerpreted Frida Kahlo. In this work we can see an incredible game of stares, that creates a butterfly-cross. Always keeping his eyes open she transmits a lot of confidence».

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È un’immagine che, personalmente, adoro. È la fragilità in persona e l’immagine la rappresenta totalmente». Sofia Coppola «Il movimento è circolare e le dita delle sue mano permettono la lettura dell’immagine da parte dello spettatore». Ethan Hawke «Si può notare la struttura circolare dell’immagine, che ha molta dinamicità. L’unico occhio aperto è il frammento sul quale si costruisce tutto». Colin Firth «È molto giocoso! Lui continuava a sorridere, aveva vinto il Leone a Venezia ed era un po’ euforico». Salma Hayek «Lei è l’attrice che ha interpretato Frida Kahlo. In quest’opera notiamo un gioco di sguardi stupendo, che crea un incrocio a farfalla. Tenendo sempre gli occhi aperti, il soggetto trasmette molta sicurezza». (Continua a pagina 32)

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Valeria Golino «Lo sguardo crea una magia che ti trasporta nella foto. È un soliloquio degli occhi, sempre presenti. Lo sguardo cambia sempre, gli occhi sono sempre diversi». Robert De Niro «Il ritratto fu fatto al “Tribeca Film Festival”. Il senso circolare è spezzato dalla sua figura che entra in basso a destra e permette di partire con la lettura dell’immagine. C’è molto surrealismo, mentre gli occhi tra i capelli gli danno un’aria da mefisto. Lui si è emozionato tantissimo e, se ci si concentra sui suoi occhi, può raccontare molte storie, questa è la cosa che preferisco». George Clooney «Lui non ha bisogno di presentazioni. È un ritratto del 2003. Il viso crea un’immagine circolare». Catherine Zeta Jones «Uno sguardo sorpreso e positivo, che racconta sempre una storia, attraverso la sua magia». Julienne Moore «Ho creato un’immagine molto caravaggesca, con una mano leggera accostata al volto. C’è molta poesia, l’occhio chiuso funge da focus. È uno dei miei ritratti preferiti: nel suo silenzio è molto poetico, lo trovo molto intenso». Monica Bellucci «Un’immagine molto pittorica. È una pubblicità per “Cartier” dove vengono presentati tutti i gioielli. Nonostante siano tanti, lei è molto poetica, con uno sguardo magnetico». Sting «È molto potente, si vede una scultura, le mani creano una linea che sale fino a Dio per incontrare il suo sguardo pazzesco, con cui è possibile comunicare».

Valeria Golino «Her stare creates magic than transports you into the image. Her eyes are always present. Her stare always changes her eyes do too». Robert De Niro «The portrait was taken at “Tribeca Film Festival”. The circular appearance is broken by his face appearing in the bottom right corner and allows to read the sequence. There is a lot of surrealism, while the eyes in his hair give him a misterious look, he got veryv emotional and if you focus on his eyes, they can tell you many stories, this is what I like of him». George Clooney «He doesn’t need presentation, it was shot in 2003, His face gives a cirucular feeling». Catherine Zeta Jones «A surprised and positive smile, always telling a story through her spell». Julienne Moore «I created a Caravaggio style image, with as light hand on her face, there’s a lot of poetry, her closed eye works as a focus. One of my favourites, I find it intense».

Visitando la mostra fotografica di Maurizio Galimberti, non pensavamo di poter vivere un’esperienza simile. Durante il percorso, abbiamo avuto la sensazione di essere vicini a personaggi del mondo dello spettacolo, attraverso i racconti del come e perché di quella serie di scatti. Abbiamo imparato come osservare e leggere vere e proprie opere d’arte. Grazie!!!

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Monica Bellucci «It’s a very picturesque image, It’s an advert for “Cartier” a show for jewelry». Sting «He’s very strong, he looks like a sculpture, his hands create a line that points to God himself to speak to him».

Visiting the Maurizio Galimberti photoshoot, we didn’t think we could live such an amazing experience. While walking around we felt close to the subjects of the photos, through the stories of how they were taken. We learnt how to observe and read true art works. Thanks!!! 33


S MArte e Moda Scatti d’architetto

di Nicolò Carra 1^N e Novara Torba 2^N

di Chaimae Taouaf 2^N

Piero Gemelli, è un fotografo e artista romano. Ha studiato architettura e ha insegnato fotografia e pubblicità presso l’Istituto Europeo di Design fino al 1982. Grazie anche alle esperienze acquisite, a iniziato a creare di immagini pubblicitarie e programmi in multivisione. Trasferitosi a Milano, ha lavorato per “Vogue Italia” e altre riviste internazionali come: “Vanity Fair” e “Harper’s Bazaar”. È considerato uno dei fotografi italiani più celebri e ha esposto i suoi lavori, raccontate con articoli e pubblicazioni. Nel 1987 ha ricevuto un premio di merito per Magazine Features. Ha anche scritto un libro “Piero Gemelli Fotografie 1983-1993”, pubblicato da Art Studio/Idea Books. Oggi lavora tra Milano, Parigi e New York. Inoltre, è direttore artistico, consulente di

Piero Gemelli, is a Roman photographer and artist. He studied architecture and taught photography and advertising at the European Institute of Design until 1982. Thanks to his experiences, he started creating advert pictures and multivision programs. After moving to Milan, he worked for “Vogue Italia” and other international magazines such as “Vanity Fair” and “Harper’s Bazaar”. He is considered one of the most famous Italian photographers and his works have been exhibited many times and described in articles and publications. In 1987 he received a Merit Award for Magazine Features. He also wrote a book “Piero Gemelli Fotografie 1983-1993”, published by Art Studio / Idea Books.

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Today he works in Milan, Paris and New York. He is also an artistic director, advertising planning consultant and director of commercials.

pianificazione esposizione e regista di spot pubblicitari.

From architect to photographer. Why? I do not know why! There isn’t a real reason. It was a life journey that, from the youthful passion for photography, with an experience of study and practice with negative development and printing, has slowly evolved bringing me, from being a student of architecture, to winning a threeyear course Photography at the IED and then at teaching at this school for years until graduation. I did my first serious work the day after getting my degree by chance... A few months later I was in Milan for an exploratory tour. I gave my portfolio to “Vogue” that commissioned me some photos of little importance but I quickly gained the most prestigious fashion magazines pages... My architectural skills are always with me, and today I also see myself as a designer of different “architectures” and of real or private spaces. Being an architect is a “forma mentis” .

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What is PHOTOGRAPHY for you? It is one of the aspects of representation, considered in the widest and highest sense of the term, it represents one's vision of the world and of a person’s dreams, it is a way of communicating one’s inner self! But like painting, sculpture, or literature, photography allows you to link soul and representation. It is a technical means for documenting an event, an object, a person to the fate in a good or bad way, more or less slavishly .

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Organizing a photoshoot do you plan everything or do you let your instinct come out? Design for an architect is fundamental, but it must be extended to one’s own personal plan, regarding the man and the professional. Planning an action is important, and also spaces of instinctive improvisation have to be identified, searched and pursued. Instinct, when controlled, is the inner aspect that is revealed, it is the means of emotional communication . What cover made you known to the great public? I can’t, honestly, say which one! You shouldn’t have a “cover” like a trophy, a passport, which could guarantee the immortality, the quality and recognition of your work. It is the work itself, the artist himself, the consistency of his work, the quality of his work and his constancy, which will speak and make you famous.... It is clear, then, that if you really have something special, a suitable stage will help you to be known and remembered. In my case, “Vogue Italia” and other important campaigns made me well known, though not necessarily to the “general public”. My work was born without the audience, at times illusory and lying, of the various “Facebook”, “Instagram” and so on, 38


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where well-structured operations can make you, the naïve or other people, believe that the world recognizes you as a “hero” and as an “example” . Which picture are you most fond and why? Always the first important one: the first photo still life for “Vogue Italia” a special number dedicated to the 1983 Altamoda. Then I’m attached to many other shoots which over time, have marked their own story and their personal growth path, but, in the end, to all those that I feel represent better my original thought Which subject is missing and which you would like to immortalize? All those that are no longer possible, such as Marilyn Monroe, Julius Caesar, Cleopatra and those still not made Ideas and desires that prove how photographs serve to show, remember, appear and demonstrate. Few artists however, are really capable of using them for telling their own and complete story, as Piero Gemelli can do, faithful to the thought that Fundamental is the journey of the story and not the goal of the technical result, or worse, of the virtuosity of manners, which are often looked for to give an illusory life to normal images that have nothing special

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Riflessioni e desideri che comprovano come le fotografie servano a mostrare, ricordare, apparire, dimostrare. Pochi davvero, però, sono in grado di utilizzarle per un proprio e più completo racconto, come sa fare Piero Gemelli, fedele al pensiero che «fondamentale è il viaggio del racconto e non la meta del risultato tecnico, o peggio, del virtuosismo di maniera, che, spesso, s’insegue per dare una vita illusoria a immagini normali che nulla hanno di speciale».

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S Arte e Moda M Sogno realizzato Un rêve qui se réalise di Anas Fahir 1^N

di Alessandra Cilino e Ibtissame Lhiyat 2^N

C’est certainement sui generis. Il cultive comme il écrit Michele Smargiassi, «un jardin créatif et personnel», «un espace de réflexion, pour vérifier et tester son métier, ses outils, ses risques». Toni Thorimbert a une passion pour les photos dans le sang parce que, jusqu’à de jeune, il a voulu documenter les tensions sociales des années soixantedix. Dans la décennie suivante, sa collaboration avec les meilleurs magazines de l’époque, tels que «Max», «Sette» et «Amica», lui a fait gagner la célébrité et le désir de croître, tandis que les années quatre-vingt-dix ont marqué sa maturité comme auteur et sa consécration internationale avec des collaborations avec «Brutus», «Détails», «Mademoiselle», «papier peint» et la réalisation de campagnes publicitaires prestigieuses. Son travail a été le sujet principal de nombreuses expositions personnelles en Italie et à l'étranger, mais il est nécessaire partir dès le début: comment avez-vous commencé votre parcours de photographie? «En fait je devais suivre les traces de mon père dans le graphique, mais ensuite, à école, le cours de photographie m’a conquise. Après l’école j’ai pratiqué le rôle d’assistant pendant trois ans et ensuite j’ai ouvert mon bureau…Un parcours assez classique pour ces années-là».

È certamente sui generis. Coltiva, come scrive Michele Smargiassi, “un orto personale creativo”, “uno spazio di riflessione, verifica e messa alla prova del proprio mestiere, dei suoi strumenti, dei suoi rischi”. Toni Thorimbert ha la passione per le foto nel sangue perché, sin da giovane, ha voluto documentare le tensioni sociali degli anni Settanta. Nel decennio successivo, la sua collaborazione con i migliori periodici dell’epoca, quali “Max”, “Sette” e “Amica”, gli ha fatto acquisire fama, e voglia di crescere, mentre gli anni Novanta hanno segnato la sua maturità come autore e la sua consacrazione a livello internazionale con collaborazioni a “Brutus”, “Details”, “Mademoiselle”, “Wallpaper” e la realizzazione di prestigiose campagne pubblicitarie. Il suo lavoro è stato oggetto di numerose mostre personali in Italia e all’estero, ma è giusto partire dall’inizio: com’è cominciato il suo percorso da fotografo? «In realtà dovevo seguire le orme di mio padre nella grafica, ma poi, a scuola, il corso di fotografia mi ha conquistato. Dopo la scuola ho fatto tre anni l’assistente e poi ho aperto il mio studio… Un percorso abbastanza classico per quegli anni». Che cosa rappresenta per lei la fotografia? «La mia chiave di conoscenza e testimonianza del mondo». (Continua a pagina 42)

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S MArte e Moda (Continua da pagina 41)

Que représente-t-elle pour vous la photographie? «Ma clé de connaissance et témoignage du monde». Quand était sa première photo finie en couverture? «Si bien je me rappelle, il était un still life (nature morte ndr), pendant que j’étais encore assistant, pour un journal qui s’appelait «Humus». Elle était une bonne photo». Est-ce que vous êtes satisfait du tout ce que vous avez construit jusqu’aujourd’hui? «Disons que oui. Je suis parti du rien, sans moyens économiques et de l'extrême périphérie de Milan. Ensuite certainement, une subtile, continue insatisfaction est même un ressort pour améliorer toujours». À quel déclenchement plus il est affectionné et pourquoi ? «Avec le temps j’ai constaté que la photo du gamin de Pioltello qui montre les muscles, faite

Qual è stata la sua prima foto finita in copertina? «Se ben ricordo era uno still life (natura morta ndr), mentre ero ancora assistente, per un giornale che si chiamava “Humus”. Era una buona foto». La soddisfa ciò che è riuscito a costruire fin qui? «Direi di sì. Sono partito dal nulla, senza mezzi economici e dall’estrema periferia di Milano. Poi certamente, una sottile, continua insoddisfazione è anche una molla per migliorare sempre». A quale scatto è più affezionato e perché? «Con il tempo ho capito che la foto del ragazzino di Pioltello che mostra i muscoli, fatta a sedici anni quando ero ancora studente, è forse la foto nella quale mi rispecchio di più». (Continua a pagina 43)

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S Arte e Moda M (Continua da pagina 42)

Quale soggetto le manca e vorrebbe immortalare? «Non è il mio modo di pensare questo. La mia curiosità come fotografo segue altri percorsi, molto più interiori». Si è voluto raccontare con una luce diversa nella sua recente mostra “Beside Thorimbert”. Perché? «Alcune foto stanno lì, da una parte, spesso non so neanche come archiviarle. Sono le fotografie che ho scattato senza un vero motivo, senza un progetto. Figlie di uno sguardo laterale, periferico, non amano essere definite, il loro senso è vago, o forse il loro senso mi vaga intorno e cambia con il tempo, cambia con me. Sono frutto di un gesto legato al piacere più che al desiderio: quanta pressione serve al dito per premere il pulsante di scatto? Assorbire il rumore dell’otturatore, calcolare la forza che serve al pollice per trascinare la pellicola. Lussuria, accidia. Queste fotografie raccontano la necessità compulsiva di possedere fotograficamente una scena, una persona, un paesaggio. Non sono per forza istantanee, anzi».

quand j’avais seize ans lorsque j’étais encore étudiant, et peut-être la photo dans laquelle je me reflète le plus». Quel sujet il vous manque et que voudriez immortaliser? «Ce n’est pas ma façon de penser celle-ci. Ma curiosité comme je photographe c’est de suivre d’autres parcours, beaucoup plus profond». Vous avez voulu décrie avec une manière différente «Beside Thorimbert» dans votre récente exposition. Pourquoi? «Quelques photos sont encore là, d’une part, souvent je ne sais pas comment les archiver. Elles sont les photographies que je l’ai prises sans un vrai motif, sans projet. Des fruits d'un regard latéral, périphérique, n’aiment pas être définies, leur sens est vague, ou peut-être leur sens me vague autour et change avec le temps et il change avec moi. Ils sont proportionné d'un geste lié au plaisir plus qu’au désir: combien de pression sert au doigt pour presser la touche de déclenchement? Absorber le bruit de l’obturateur, calculer la force qui sert au pouce pour traîner la pellicule. Luxure, presse.

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Che cosa sono, allora? «Ci sono foto compulsive molto complesse, che richiedono impegno, a volte vera e propria fatica fisica, per essere realizzate. Questa fotografia è un piacere che vuole essere assaporato, consumato, goduto qui e ora; è un’urgenza assoluta, improvvisa, imprevista, che mette in secondo piano tutto quello che consideravi il vero motivo della tua presenza in un posto o in una situazione. Ma Beside è anche “B-side”, l’altra faccia di ciò che già conosco e accetto come faccia. Meno orecchiabile, scomoda, qualche volta imprecisa, è la fotografia che non è stata scelta, quella rifiutata, abbandonata. Annaspa controcorrente, attonita, parla di un me più insicuro, disorientato, annoiato, dubbioso. Beside sono le orme lasciate ai lati della strada maestra: incerte, labirintiche tracce, che portano in vicoli senza uscita, alle storie che potevano essere e non sono state, immagini che mi parlano di come sono se mi vedessi veramente».

Ces photographies racontent la nécessité compulsive de posséder photographiquement une scène, une personne, un paysage. Ils ne sont pas de force instantanés, au contraire». Que sont-ils, alors? «Il y a des photos compulsives très complexes, qui demandent engagement, parfois véritable fatigue physique, pour être réalisée. Cette photographie est un plaisir qui veut être savouré, consommé, apprécié ici et maintenant; elle est une urgence absolue, improvise, imprévue, qui met en seconde doucement tout ce que tu considérais le vrai motive de ta présence dans une place ou dans une situation. Mais Beside est même “B-side”, l’autre visage de ce que déjà je connais et on accepte comme il fait. Moins accrocheuse, maladroite, parfois imprécise, il est la photographie qui n’a pas été choisi, on l’a rejetée, abandonnée. Elle va contre-courant, stupéfaite, parle de moi plus incertain, désorienté, ennuyé, douteuse. Côté sont les empreintes laissées sur les côtés de la route: incertain, pistes labyrinthiques menant à des impasses, les histoires qui pourraient

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Chi può farcela oggi come fotografo? «Il mercato della fotografia non è assolutamente meritocratico. Oggi può farcela chi si trova nel posto dove le cose funzionano. Essere nel posto giusto al momento giusto con un atteggiamento giusto. Questo può farti funzionare. Questo non significa che chi merita non otterrà risultati, ma dovrà tener conto, oltre alle capacità e al talento, di altre componenti che hanno il loro peso». Quale lezione ha imparato dalla fotografia? «La fotografia è un processo lento. Un cantante emerge quando è molto giovane, mentre è raro che un fotografo prima dei quarant’anni abbia consolidato un proprio stile, abbia le idee chiare su che cosa dire. In altri ambiti, a quarant’anni già inizi a ripeterti».

Toni Thorimbert pensa sempre all’innovazione, è un narratore intrigante ed è capace di vedere ben oltre gli istanti che viviamo, anticipando lo sguardo sul mondo e dettando le nuove tendenze. Guida le sue immagini fiutando qualcosa, cogliendo un’idea che, poi, non ci resta più sconosciuta. Alla fine, inseguendo l’estro del suo genio, ci rende capaci di cogliere l’invisibile nascosto nelle emozioni. être et n’ont pas été, des images qui me parlent d’une façon dont je si je voyais vraiment». Qui peut réussir aujourd’hui comme photographe? «Le marché de la photographie n’est pas absolument méritocratique. Aujourd’hui il peut réussir qui se trouve dans le lieu où les choses fonctionnent. Être sur place juste à l’instant juste avec une attitude correcte. Ceci peut te faire fonctionner. Cela ne signifie pas que, qui mérite il n’obtiendra pas résulta, mais devra tenir compte, outre les capacités et au talent, d’autres composants qui ont leur poids». Quelle leçon avez-vous appris de la photophie? «La photographie est un lent processus.

Le chanteur émerge lorsqu’il est très jeune, tandis qu’il est rare que le photographe avant ses quarante ans ait amplifié son style, ait les idées claires sur quoi dire. Dans les autres domaines, par quarante ans déjà le début à se répéter». Toni Thorimbert pense toujours à l’innovation, il est un narrateur intrigant et est capable de voir bien au-delà des instants que nous vivons, en anticipant le regard sur le monde et en dictant les nouvelles tendances. Il guide le sien imagines en flairant quelque chose, en cueillant une idée que, ensuite, il ne y reste plus inconnue. À la fin, en poursuivant l’inspiration de son génie, il nous rend capables de cueillir les choses invisibles cachées dans les émotions.

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S Arte e Moda M Discendente di Kartlos di Jing W ang 3^L e Andrada Ciccotto 2^I

Потомок Картлоса di Alessia Cavalli 3^M

La parola d’ordine del fashion system italiano è sinergia, grazie alla quale “Situationist”, marchio georgiano, fondato da Irakli Rusadze, ha potuto sfilar e in una delle nuove location della Camera Nazionale della Moda, Sala delle Cavallerizze, presso il Museo della Scienza e della Tecnica di Milano. Nato nel 2015, “Situationist” è conosciuto per la sua estetica, ma anche per un’eleganza sofisticata. Si contraddistingue per aver introdotto uno stile di orgoglio nazionale nel suo patrimonio genetico, grazie alla t-shirt stampata con la bandiera georgiana e indossata dalla top model Bella Hadid per le strade di Parigi, durante la fashion week di gennaio. «Per me - ha dichiarato Irakli Rusadze - è un’emozione unica sfilare a Milano. Sono grato a “White” e alla Camera Nazionale della Moda Italiana per avermi dato la possibilità di poter mostrare le mie creazioni. Un ringraziamento speciale lo devo a tutto il supporto mediatico ricevuto e a Bella Hadid, cui tengo molto». Sulla passerella milanese la collezione autunno - inverno 2017-2018 ha presentato cappotti allungati con grandi revers doppi, giacche e pantaloni con taglie più grandi del normale; diversi modelli di tute in pelle verde, in neoprene beige e lana effetto pelliccia; cappe con maniche corte e bomber; shorts e pantaloni lunghi. Lunghi pure gli stivali in camoscio e pelle. La collezione ha giocato con colori come nero, grigio, blu, non tralasciando qualche concessione al verde e al borgogna. «Protagonista della sfilata è stata la Madre Georgia e questo è un

Лозунг итальянской fashion system это синергия, благодаря чему «Situationist», грузинский бренд, основанный Ираклием Rusadze, может дефилировать в одном из новых мест Национальной камеры итальянской моды, зал Cavallerizze, который находится при Музее науки и техники в Милане. Родился в 2015 году, «Situationist» известен не только своим эстетизмом, но и изысканной элегантностью. Он характеризуется введением нового стиля национальной гордости в его ДНК, благодаря футболке на которой запечатлен грузинский флаг, его кстати, носила топ-модель Белла Хадид на улицах Парижа во время недели моды в январе. «Для меня, - сказал Ираклий Rusadze – это был неповторимый опыт и уникальный накал эмоций, а именно устроить показ моды в Милане. Я благодарен «White» и Национальной палате итальянской моды за предоставленную мне возможность показать свои творения. Отдельно я обязан благодарить за огромную поддержку Беллу Хадид, которая мне очень дорога». На подиуме Милана представлена коллекция осень-зима 2017-2018 были продемонстрированы удлиненные пальто с большими двойными лацканами, курткой и брюками с большими размерами, чем обычно;

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различные модели костюмов зеленый кожи, из бежевого неопрена и шерсть с меховым эффектом; капюшоны с короткими рукавами и бомбардировщиком;шорты и длинные брюки. Длинные замшевые и кожаные сапоги. Коллекция играет такими цветами, как черный, серый, синий, даря некоторые уступки зеленому и бордовому. «Звезда шоу была Грузия Мать, и это, дань всем женщинам Грузии». Учитывая, что продуктивная и творческая цепь одежды находится в Грузии, молодой основатель этой марки сам следит за процессом их творения.

omaggio a tutte le donne georgiane» dato che la filiera produttiva e creativa dei capi è in Georgia ed è seguita personalmente dal giovane fondatore del marchio. Il brand, che prende spunto della corrente Situazionista, movimento politico e artistico, nato in Europa nella seconda metà del Novecento, ci racconta la voglia di modificare la sensibilità e i comportamenti mediante la costruzione sperimentale di «situazioni», ovvero di momenti di vita collettiva, legati al gioco, alla creatività, agli eventi. Gli abiti, così, diventano figli di periodi storici e culturali che, interagendo con altri contesti, si condizionano e trasformano a loro volta. 48


S Arte e Moda M Questioni di borsa di Katterina Guerrero 1^N

di Daniela Reyes, 2^M

Amore per la bellezza. Grazie ad esso e alla sua creatività multiforme, Michele Chiocciolini è diventato un fashion designer mentre stava ancora studiando architettura. Poi nel 2012, insieme alla sorella Francesca ha fondato il brand “Michele Chiocciolini” e aperto l’omonimo atelier nella loro Firenze, dove ogni giorno i due fratelli respirano arte e svolgono una minuziosa attività di ricerca che li porta alla creazione di accessori ispirati alle forme architettoniche. Le borse, dalle linee nette e geometriche, ma, comunque, fluide sono realizzate con pellami pregiati e nappe di vitello e capretto, sono artigianali e rigorosamente Made in Florence. Hanno velocemente conquistato il pubblico maschile e femminile.

Amor por la belleza. Gracias a eso y a su creatividad multiplataforma, Michele Chiocciolini se convirtió en un fashion desinger mientras aún estaba estudiando arquitectura. Después en el 2012 junto a su hermana Francesa fundó il band “Michele Chiocciolini”y abrió el homonimo ateliar en Firenze, en donde cada día los dos hermanos respiran arte y hacen una actividad de búsqueda que les lleva a la creación de accesorios inspirados en las formas geométricas. Las bolsas, de las líneas netas y geométricas, pero, fluidas son realizadas con cuero fino y borlas de ternara y de cabrito, son artesanales y hechas en Florencia. Velozmente han conquistado el público masculino y femenino.

Come è nata l’idea di queste borse cosi particolari? «Sono partito da dei grafici e da dei disegni miei che facevo a livello di grafica poi ho cominciato a fare abbigliamento e dopo anche accessorio borsa cercando di dare uno stile pop che mi diverte e stile anni 80». Da dove le viene l’ispirazione? Mi sembra di riconoscere un po’ Moschino? «Moschino e Fiorucci mi hanno inspirato per la grafica e il colore e mi descrivono meglio di altri, ma in particolare sono gli anni 80 la mia fonte principale l’ispirazione è un insieme, vorrei creare qualcosa che tangibile e fruibile dalle persone che acquistano il mio prodotto». Ha sempre voluto fare lo stilista? «Era una cosa che ho sempre voluto fare poi nel percorso degli studi ho preso scelte diverse proprio perché era una cosa che facevo più per hobby, crescendo la passione è aumentata e quindi sono passato da uno studio classico a una facoltà di architettura e

Como nació la idea de estas bolsas tan particulares? «Comencé con los gráficos y con mis dibujos que hacia a nivel de gráfica y después comencé hacer ropa y despues accesorios buscando de dar un estilo pop que me divierte y estilo de los años 80». De donde viene la inspiración?Me parece de reconocer un poco Moschino? «Moschino y Fiorucci me han inspirado por la gráfica y el color y me describo mejor que otros, pero en particular son los años 80 mi principal inspiración, quisiera crear una cosa tangible y fluible de las perspnas que compran mi producto». Siempre a querido hacer el estilista? «Es una cosa que siempre eh querido hacer después de los estudios, elegí cosas diferentes porque era una cosa que hacía más por hobby, careciendo la pasión y aumentada y entonces pasé de un estudio clásico a

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una facultad de arquitectura y al final a crearme un trabajo en la moda». Él estilo es como el de Moschino? «El de Franco Moschino como decía antes Fiorucci y su Para mi son dos genios del mundo de la moda, el modo de contar la historia de ellos me pertenece. Soy el eredero de todo eso». Cuál es tu sueño en el cajón? «Quisiera que mi trabajo sea reconocido. Este corazón por ejemplo que es el símbolo de la colección y llegar hacer un total-look». Esa bolsa rosada tiene diseños similares a esos

in fine a crearmi un mestiere nella moda». Ma lo stile è proprio quello di Moschino? «Quello di Franco Moschino e come dicevo prima Fiorucci e il loro allestimento. Per me sono due geni del mondo della moda, il loro modo di raccontare la loro storia mi appartiene. Sono l’erede di tutto quello». Qual’ è il suo sogno nel cassetto? «Vorrei che venisse riconosciuto il mio lavoro. Questo cuore per esempio che è il simbolo della collezione e arrivare a fare un total-look». Quella borsa rosa a disegni simili a quelli di Keith Haring… «È vero, sono estrapolate da Haring sulla pelle e dentro le borse mi ispiro al collettivo italiano di design e architettura fondato da Ettore Sottsass, chiamato Memphis. Li uso come simboli».

de Keith Haring... «Es verdad, son cojidas de Haring, de la piel y dentro de las bolsas me inspiro al colectivo italiano de design y arquitectura fundado de Ettore Sottsass, llamado Memphis. Los uso como símbolos».

Un largo camino, el de Michele, salida de la casa de la abuela que hacía la costurera. Después, despacio, la moda ah cogido la prioridad sobre otros intereses y han iniciado a trabajar juntos de los demás intereses y ha iniciado a trabajar juntó a una costurera, sobretodo para entender que cosa se puede y no se puede hacer, en modo de no hacer pedidos absurdos a quien trabajó con el. Desde allí no se a detenido: «voy adelante por mi camino y buscó que hacer, y hacer, y hacer, también; porque este es un mundo que va muy veloz».

Una lunga strada, quella di Michele, partita dalla casa della nonna che faceva la sarta. Poi, piano piano, la moda ha preso il sopravvento sugli altri interessi e ha iniziato a lavorare insieme ad una sarta, soprattutto per capire che cosa si potesse e non si potesse fare, in modo da non fare richieste assurde a chi avrebbe lavorato con lui. Da lì non si è più fermato: «vado avanti per la mia strada e cerco di fare, fare, fare, anche perché questo è un mondo che va molto di fretta». 50


S Arte e Moda M Generazione 2000 con stile di Giulia Di Bitetto 1^N

di Patrizia Wayne Balanay e Rica Mae Tappa 2^M

Marco Rambaldi si caratterizza, con composizioni strutturali, accostamenti cromatici e sperimentazione dei materiali. L’immagine risulta rigorosa e pulita, con una forte linearità.

Si Marco Rambaldi ay ipini-prisenta na may istrukturang komposisyon, mga kumbinasyon ng kulay at testing ng mga materyales. Ang imahe ay mahigpit na at malinis, na may isang malakas na linearity. Paano ginawa ang ideya ng mga kasuotan na ganun ka espesyal? Ang ideya ay nagmula sa isang henerasyon ng mga pagdadahilan noong 2000». Lagi niyo bang ginusto na maging isang taga-disenyo? Oo, lagi ko nang nagustuhan ang ideya ng paglikha ng fashion at disenyo, pero nagkaroon lamang ako ng ideya ng kaunting nalilito. Nagtapos ako sa advertising graffiti at ginawa ko ang isang taon ng produkto ng design». Ano ang inyong pinapangarap? Ang mabuo ang aking brand, ang aking line at makita itong uma-asenso». Paano niyo gustong tumuloy? Ang pagkakaroon ng isang mas napapanatiling produksyon at isang mahusay na pamamahagi». Anong uri ng madla nakadirekta ang koleksyon at ang tatak? Sabihin nating, nung momento na ang koleksyon ay dinisenyo, ang reference audience ay palaging mga batang babae mula sa edad na 18 hanggang 40. Kapag ang koleksyon ay dumating sa mga tindahan, sa palagay ko ako’y magtitindig pa ng kaunti sa target.Ang pinapangarap ko ay na ang isang ina, na sinamahan ang kanyang anak na babae, ay makakahanap din ng mga gusto niyang damit». Sa tingin mo naubos na ba namin ang inspirasyon sa moda? Hindi natin pwedeng isipin na lahat ay tapos na. May mga bagong magagandang bagay pa na iimbentuhin.Pag in-intindi at binuo,pwede tayong makarating sa pag gawa ng bagong universe ng mga bagay at mga kahulugan. Sa aking mga jacket,may nakasulat na “We tried” sinubukan namin». Ang kagustuhan,sa huli, ay isang kapangyarihan. Yung mga natira ay isang salita lamang.

Com’è nata l’idea di questi capi cosi particolari? «L’idea è nata da un ragionamento della generazione 2000». Ha sempre voluto fare lo stilista? «Sì, mi è sempre piaciuta l’idea di creare per la moda e il design, solo che avevo le idee un po’ confuse. Sono diplomato in grafica pubblicitaria e ho fatto un anno di design del prodotto». Qual è il suo sogno nel cassetto? «Sviluppare il mio brand, la mia linea e vederla andare sempre più avanti». Come vorrebbe procedere? «Riuscendo ad avere una produzione più sostenuta e una buona distribuzione». Verso quale tipo di pubblico sono indirizzati la collezione e il brand? «Diciamo che, nel momento in cui la collezione è stata progettata, il pubblico di riferimento sono sempre state delle ragazze giovani dai 18 anni ai 40 anni. Quando la collezione arriverà nei negozi penso di alzare un po’ di più il target. Il mio desiderio è che una mamma, accompagnando sua figlia, possa trovare anche lei capi che interessanti». Secondo lei abbiamo già consumato ogni ispirazione nella moda? «Non possiamo pensare che tutto sia già stato fatto. Ci sono nuove estetiche da inventare. Reinterpretando e assemblando, possiamo arrivare a creare un nuovo universo di cose e significati. Sulle mie felpe appare la scritta “We tried”, c’abbiamo provato». Volere, in fondo, è potere, il resto sono solo scuse. 51


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Immagine d’autore

di Christophe Toni Thorimbert

di Alessandro Cardillo

di Nicolò Carra a Maurizio Galimberti

di Piero Gemelli

di Antonio Viola

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