AngelicA 21 - Festival Internazionale di Musica - 2011

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Festival Internazionale di Musica ventunesimo anno momento maggio

BOLOGNA LUGO^ MODENAº 15 > 18 + 13 > 14 + 17^ + 18 >21 + 23 > 25 + 25º + 27º> 28º + MAGGIO 2011

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AngelicA t

Direzione artistica e organizzativa: Massimo Simonini Amministrazione e organizzazione: Sandra Murer Segreteria organizzativa e promozione: Eleonore Grassi, Paola Rondini Ospitalità: Sara Colombo Ufficio stampa: Andrea Ravagnan, Francesca Ceccolini Distribuzione “i dischi di angelica”: Andrea Martinelli, Dominique Vaccaro Immagine e progettazione grafica: Massimo Golfieri Produzione: Davide Rossi Assistente alla produzione: Alessandro Bocci Documentazione sonora: Massimo Carli, Roberto Monari Tecnici del suono: Dino Carli, Massimo Carli, Enrico Dall’Oca, Roberto Monari Luci: Francesco Carta Documentazione fotografica: Massimo Golfieri, Gianni Gosdan 2

Corrispondente estero: Tanos Papanikolaou Traduzioni: Daniela Furini Speciali ringraziamenti a Francesca Bruni e Ivana Calvi Progetto grafico e impaginazione catalogo: Concetta Nasone, Massimo Golfieri Stampa: Grafiche Morandi - Fusignano (RA)


Luoghi t

• Teatro San Leonardo via San Vitale 63, Bologna • Teatro Rossini Piazzale Cavour 17, Lugo (Ra) • Conservatorio di Musica “G. B. Martini” Piazza Rossini 2, Bologna • Teatro Comunale Luciano Pavarotti Corso Canalgrande 85, Modena • STIFTERS DINGE via Jugoslavia 105, Modena • Libreria Feltrinelli Piazza Ravegnana 1, Bologna

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Info t

• AngelicA via Gandusio 10, Bologna t 051.240310 info@aaa-angelica.com

dischi@aaa-angelica.com

www.aaa-angelica.com


PROGRAMMA + INDICE PAG 10

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INTRODUZIONE

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GIOVEDÌ 5 MAGGIO • ORE 21.30 • TEATRO SAN LEONARDO BOLOGNA

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VENERDÌ 6 MAGGIO • ORE 21.30 • TEATRO SAN LEONARDO BOLOGNA

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SABATO 7 MAGGIO • ORE 21.30 • TEATRO SAN LEONARDO BOLOGNA

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} Massimo Simonini NETTUNO } Jim O’Rourke IT’S NOT WHAT IT USED TO BE

} Pauline Oliveros LISTENING FOR LIGHT } Roscoe Mitchell IO } Pauline Oliveros + Roscoe Mitchell GOING LIGHTLY FORWARD } John Tilbury CASCANDO } Wadada Leo Smith SOLO } Wadada Leo Smith + John Tilbury DUO


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- — DOMENICA 8 MAGGIO • ORE 21.30 • TEATRO SAN LEONARDO BOLOGNA

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- — VENERDÌ 13 MAGGIO • ORE 21.30 • TEATRO SAN LEONARDO BOLOGNA

} Pauline Oliveros + Roscoe Mitchell + Wadada Leo Smith + John Tilbury LIVING IT UP! } Fabrizio Ottaviucci, Daniele Roccato, Laura Mancini, Ludus Gravis Ensemble, Andrea Cappelleri • (John Cage, Galina Ustvolskaya, Giacinto Scelsi, Arvo Pärt, Stefano Scodanibbio)

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- — SABATO 14 MAGGIO • ORE 21.30 • TEATRO SAN LEONARDO BOLOGNA

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- — MARTEDÌ 17 MAGGIO • ORE 21.00 • TEATRO ROSSINI LUGO

} Ludus Gravis Ensemble • (Terry Riley)

} Stefano Scodanibbio REINVENZIONI Quartetto Prometeo

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- — MERCOLEDÌ 18 MAGGIO • ORE 21.30 • TEATRO SAN LEONARDO BOLOGNA

} Gruppo Ocarinistico Budriese TERRA • Cristina Zavalloni, Ironikontemporaneo

- Roberto “Freak” Antoni & Alessandra Mostacci • (Marco Bertoni, Sebastian Bradt, Stefano Franceschini, Emilio Galante, Friedrich Gulda,Tiziano Popoli, Alfredo Barattoni)

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- — GIOVEDÌ 19 MAGGIO • ORE 21.30 • TEATRO SAN LEONARDO BOLOGNA

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- — VENERDÌ 20 MAGGIO • ORE 21.30 • TEATRO SAN LEONARDO BOLOGNA

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- — SABATO 21 MAGGIO • ORE 21.30 • TEATRO SAN LEONARDO BOLOGNA

} Maja S. K. Ratkje SOLO } Dans les arbres } Edoardo Marraffa + Paal Nilssen-Love DUO } KOBOKU SENJÛ: Selektiv hogst } Lasse Marhaug SOLO } Christian Wallumrød Ensemble

} Huntsville } Maja S. K. Ratkje + POING WACH AUF!

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23 MAGGIO • ORE 19.00 • CONSERVATORIO DI MUSICA “GIOVAN BATTISTA MARTINI” - — LUNEDI SALA BOSSI BOLOGNA

} Ensemble 0crediti INNESTI: Beethoven|Stockhausen


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24 MAGGIO • ORE 19.00 • CONSERVATORIO DI MUSICA “GIOVAN BATTISTA MARTINI” - — MARTEDÌ SALA RESPIGHI BOLOGNA

} Daniel Teruggi, Christian Zanesi

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25 MAGGIO • ORE 19.00 • CONSERVATORIO DI MUSICA “GIOVAN BATTISTA MARTINI” - — MERCOLEDÌ SALA RESPIGHI BOLOGNA

} François Bayle

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- — MERCOLEDÌ 25 MAGGIO • ORE 21.00 • TEATRO COMUNALE DI MODENA

} Heiner Goebbels SONGS OF WARS I HAVE SEEN London Sinfonietta,

Orchestra of The Age of Englightenment, Sound Intermedia, Sian Edwards

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- — VENERDÌ 27 MAGGIO • ORE 19 + ORE 22 • VIA JUGOSLAVIA 105 MODENA SABATO 28 MAGGIO • ORE 19 + ORE 22 • VIA JUGOSLAVIA 105 MODENA

} Heiner Goebbels STIFTERS DINGE

- — INCONTRI&ASCOLTI - — I DISCHI DI ANGELICA PAG 138 - — ANGELICHE PAG 128 PAG 131

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NETTUNO di Massimo Simonini Le possibilità di trasformazione, espansione, di una realtà (o della realtà) hanno a che fare con l’osservazione, con l’accogliere e interpretare i segni che provengono dall’ambiente circostante. Ci sono tempi dove non si possono attuare quei cambiamenti che sarebbero anche necessari: non si è ancora pronti, poi arriva un tempo nel quale qualcosa si apre e le cose non sono più come prima.

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AngelicA Festival Internazionale di Musica compie 21 anni nel 2011 e cambia ancora una volta forma collegandosi ad altri suoi progetti in corso. Parleremo di “un teatro per la musica e i musicisti del ventunesimo secolo” con una programmazione che si estenderà lungo l’arco del suo classico “Momento Maggio”, diversificando la sua proposta e presentando progetti speciali che naturalmente si ritrovano nel programma di AngelicA. Si parlerà di musica di ricerca intesa anche come motivo di trasformazione sociale; i temi affrontati ruoteranno intorno alla musica a 360 gradi e avranno un forte carattere locale-internazionale. Si cercherà di evidenziare la distanza tra ieri e oggi con uno sguardo che mostra un po’ di futuro.


Per la prima volta ci saranno diversi curatori che realizzeranno progetti e programmi speciali tematici, affini ad AngelicA, per una stagione del futuro nella città della musica, in collaborazione con alcune importanti istituzioni del territorio e non. I progetti puntano ad articolare meglio l’organizzazione di eventi musicali con la produzione di opere e progetti originali. La ricerca di un migliore equilibrio di questi due aspetti è uno degli obiettivi della programmazione artistica. Il presente programma di lavoro propone un ampliamento dell’azione artistica basato su produzioni e coproduzioni di eventi di forte impatto internazionale e azioni di stimolo del tessuto artistico locale e propone una soluzione alle difficoltà dei musicisti che sono impegnati nel fare musica oggi e nella ricerca: l’idea di costituzione di un centro permanente per la musica di ricerca. Compito di AngelicA è soprattutto cogliere i segni delle trasformazioni della creatività musicale, cogliere nuovi nuclei di bellezza, e rendere sempre più la programmazione un fatto concreto, che coinvolga in maniera più profonda musicisti e compositori e che sia in grado di connettersi sia con le energie creative del territorio che con realtà nazionali e internazionali.

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L’arte ci mostra ciò che è ancora invisibile: ci apre verso altri regni, ci risveglia. “Contemporaneo” è qualsiasi cosa che la nostra ispirazione libera da interferenze ci detta: può essere qualcosa di molto antico, o che viene visto antico, anche datato, ma è assolutamente nuovo e necessario. “Contemporaneo” è ciò che pone domande, che fa riflettere, che cor-risponde a un tempo (quale?). “Contemporaneo” è anche riflesso, risultato, della cultura di quel momento, di uno stato delle cose, e quando è così la sua funzione appare limitata, insufficiente perchè forse troppo corrispondente al mondo che stiamo vivendo, come chiusa in terra senza possibilità di salire, crescere. Molte energie si dedicano a un progetto, soprattutto se nelle intenzioni di chi lo produce c’è l’impegno di portare qualcosa che sia di qualche utilità, che sia stimolante, rimuovendo il ristagno esistente. In tempi di crisi delle Istituzioni, e di grande necessità di ristrutturazione, certe scelte regalano soluzioni, aria nuova, e un senso di speranza che invece viene spesso deluso. Bologna ci ha accolto. Bologna contiene una ragione contemporanea, sedimentata nel tempo, composta dalle esperienze più varie: è un tesoro nascosto che si è mosso in silenzio.


Un’apparizione, un evento che esce dalle nostre misure, provoca un cambiamento senza ritorno. Dare forma a un’idea richiede uno scambio al di fuori dei limiti reciproci. Tra mille manifestazioni di protesta in un clima caotico, la possibilità di ascoltare una voce immaginifica e creativa, che riporti equilibrio a più livelli, riapra le porte all’immaginazione e porti speranza al fare....ecco una chiave. Nettuno tra noi, per una città sensibile.

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CONCERTI


GIOVEDÌ 5 MAGGIO • ORE 21.30 • TEATRO SAN LEONARDO BOLOGNA

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Jim O’Rourke (Stati Uniti, 1969) IT’S NOT WHAT IT USED TO BE (2011) prima assoluta composizione per quattro canali

musiche di Jim O’Rourke musiche commissionate da AngelicA 16


 Jim O’Rourke

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- — Jim O’Rourke

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“Post”. Prefisso che non lascia scampo, e di cui sembra non si possa più fare a meno nella ricognizione dei fatti musicali degli ultimi decenni. Diversi vantaggi li ha: non pretende di individuare categorie di genere, di classificare stilemi, mentre aiuta a rafforzare l’idea di universalità musicale che, travalicando i limiti del “come”, accetta solo quelli – inequivocabili – del “quando”. Quando, allora? Post, appunto. Post-jazz, post-free, post-rock, post-pop, tutte definizioni che testimoniano l’irrequietezza di una contemporaneità musicale che ha già varcato ogni confine. In questo contesto, Jim O’Rourke è artista emblematico: nasce a Chicago, gira il mondo, fa di New York, prima, e del Giappone, poi, le sue patrie musicali; esplode – talento giovanissimo – a cavallo tra la fine degli anni Ottanta e gli anni Novanta, alla fine dei quali è in forza ai Sonic Youth; è collaboratore di improvvisatori radicali come Derek Bailey o di scardinatori delle barriere del suono (e del rumore) come Phill Niblock; è chitarrista, bassista, vocalist, creatore di suoni, realizzatore di architetture elettroniche. È in quest’ultima veste che Jim O’Rourke regalerà il suo intervento ad AngelicA: con la presenza, ovvero, di una sua “partitura” su quattro canali commissionata appositamente


per alzare il sipario sul ventunesimo anno di AngelicA. It’s Not What It Used to Be: un titolo – per questa prima assoluta – che richiama, inevitabilmente, e tenta di trasfigurare poeticamente, il trauma del terremoto che ha rivoltato il Giappone e la sua capitale, Tokyo, dove Jim O’Rourke oggi vive, e del quale ci ha reso partecipi nei giorni di stretto contatto telematico: giorni di riflessioni e discussioni sull’opera, giorni divenuti di complessa testimonianza, dall’altra parte del mondo, di come la vita possa “non essere più com’era”. Andrea Ravagnan

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VENERDÌ 6 MAGGIO • ORE 21.30 • TEATRO SAN LEONARDO BOLOGNA

} Pauline Oliveros

(Stati Uniti)

LISTENING FOR LIGHT prima italiana

Pauline Oliveros fisarmonica, elettronica

} Roscoe Mitchell IO prima italiana

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(Stati Uniti)

Roscoe Mitchell sax soprano-alto, flauto

} Pauline Oliveros + Roscoe Mitchell

GOING LIGHTLY FORWARD prima europea Pauline Oliveros fisarmonica, elettronica Roscoe Mitchell sax soprano-alto, flauto


 Pauline Oliveros  Roscoe Mitchell ph Claudio Casanova

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- — Listening for Light

Quando suono, mi metto sempre in profondo ascolto dell’ambiente che mi circonda: è così che il pubblico di AngelicA diventerà parte integrante della mia performance. La luce è nel corpo. Mentre suonerò, ascolterò la luce che è in ognuno di noi. Pauline Oliveros

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- — Pauline Oliveros Nata nel 1932 a Houston, in Texas, è una delle figure di riferimento nel panorama della ricerca musicale degli ultimi cinquant’anni. Nelle diverse performance a cui darà vita ad AngelicA, presenterà il suo lavoro in solo e si esibirà in duo con Roscoe Mitchell (è la quarta volta che i due si incontrano sul palcoscenico), colleghi anche nel ruolo di docenti, avendo entrambi ricoperto la prestigiosa cattedra di composizione Darius Milhaud al Mills College di Oakland, in California. La partnership con Wadada Leo Smith si deve invece alla loro partecipazione all’ensemble della drummer Susie Ibarra (ne documenta l’attività l’album Flower after


Flower, per Tzadik), mentre sarà un battesimo quello con John Tilbury. È a Pauline Oliveros che dobbiamo l’idea di Deep Listening (“ascolto profondo”), “arte” dell’ascolto che si traduce, in chiave performativa, nella capacità di reagire alle condizioni in cui la performance stessa si svolge. Lei stessa definisce il Deep Listening come una pratica che sviluppa una consapevolezza del continuum tra suono e silenzio. Di lei ha detto John Cage: “Attraverso Pauline Oliveros e il suo Deep Listening io so finalmente cos’è l’armonia... è qualcosa che riguarda il piacere di fare musica”. Pauline Oliveros realizza negli anni Ottanta anche l’Expanded Instrument System, strumento per modificare i suoni acustici capace di creare un continuo feedback tra performer e materia sonora. 23


- — Roscoe Mitchell

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È stato capace – in mezzo secolo di ricerche musicali – di rompere le catene della sua icona storicizzata. Lo ha dimostrato raccogliendo nuovamente, in una felice manciata d’anni all’inizio del nuovo Millennio, i componenti dell’Art Ensemble of Chicago (privati dal destino del “dottore” Lester Bowie, prima, e di Malachi Favors, poi), rimpolpando di nuove idee quel laboratorio d’invenzioni e rivoluzioni che aveva appunto consacrato Roscoe Mitchell, Joseph Jarman, Lester Bowie, Malachi Favors e Famoudou Don Moye, ponendoli – come in una galleria di ritratti che, messi in fila, ricostruiscono attraverso i volti dei maestri una lunga storia – alla fine di una vicenda jazzistica che loro stessi avevano contribuito a metamorfizzare, trasformandone profondamente profilo e carattere. Ascoltando due documenti, i più lontani nel tempo, la loro diversità potrebbe indurre all’errore di considerare Roscoe Mitchell un musicista oggi “reinventato”, rispetto agli esordi: ma la lettura va capovolta per capire come Roscoe Mitchell, dai quei primi anni Sessanta, abbia sempre segnato il passo della ricerca – in ambito jazzistico o postjazzistico, certamente – così come al di fuori del contesto creativo afro-americano (lo


testimoniano i diversi connubi con un altro profeta dell’improvvisazione, questa volta di matrice europea: Evan Parker). La storia remota e quella recente di Roscoe Mitchell raccontano di un creative musician la cui vocazione laboratoriale sembra inesauribile. Lo potranno facilmente certificare i giovani talenti (spesso raccolti nelle varie combinazioni dell’ensemble Note Factory) cresciuti alla sua “scuola”. Ma lo si potrà intuire anche seguendo il percorso solistico di Mitchell: una dimensione, quella in solo, che, quando prediletta, diventa luogo quintessenziale della ricerca sulla forma e sul suono. Dove fuggirà con questo nuovo solo – pensato per AngelicA e chiamato psicoanaliticamente Io – questo maestro della decostruzione formale, dell’estasi performativa che negli infiniti vortici delle sue respirazioni circolari raggiunge il suo vertice, della creazione di suoni, primordiale ossessione, da quel Sound con cui nel 1966 mosse il primo passo nell’arte della musica? Andrea Ravagnan

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SABATO 7 MAGGIO • ORE 21.30 • TEATRO SAN LEONARDO BOLOGNA

} John Tilbury

(Inghilterra)

CASCANDO un’opera radiofonica per musica e voce prima italiana John Tilbury pianoforte, voce musiche di John Tilbury; testo di Samuel Beckett

} Wadada Leo Smith 26

SOLO prima italiana

(Stati Uniti)

Wadada Leo Smith tromba

} John Tilbury + Wadada Leo Smith

GOING LIGHTLY FORWARD prima assoluta John Tilbury pianoforte; Wadada Leo Smith tromba


- — Cascando: un’opera radiofonica per musica e voce Samuel Beckett ha scritto tre opere radiofoniche che prevedevano l’utilizzo di materiali musicali: Radio I, Parole e Musica, entrambe scritte nel 1961, e Cascando, scritta nel 1962. In un certo senso, si può dire che aggiungere musica agli scritti di Beckett sia un esercizio superfluo, data la loro già intensa musicalità – argomento che approfondisco nel mio saggio Beckett come Musica. L’uso che Beckett fa della musica in queste sceneggiature si basa sull’idea che la musica stessa sia un membro a tutti gli effetti del cast. La musica non ricopre infatti un ruolo secondario, anche se, nel caso della mia musica per Cascando, effettivamente è legata, in maniera interdipendente, agli altri due personaggi, Apritore e Voce. Quindi, pur avendo una propria identità ben definita, il personaggio Musica rimane sensibile e reattivo alle necessità ed esigenze dei personaggi con cui convive. Nell’opera interpreto entrambi i ruoli, Apritore e Voce, poiché li ritengo sfaccettature contraddittorie di una stessa personalità, e cerco di esprimere sia i tratti che li

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accomunano che i principali elementi che li distinguono. Apritore è allo stesso tempo un “facilitatore” e un “controllore”, creando uno spazio dove Voce può raccontare la sua storia carica di tensione ed angoscia, ma anche interrompendola, spesso a metà frase. A volte Apritore incoraggia Voce – “full strength”, e “come on”. Apritore inoltre controlla le entrate di Musica, spesso permettendole solo brevi apparizioni, con o senza Voce. Ma ancor prima della metà dell’opera è Apritore stesso che appare come in lotta con forze misteriose (“loro”) e verso la fine c’è una strana sequenza, indecifrabile eppur meravigliosa, in cui il contributo di Apritore si fa più specifico, con allusioni a “uscite”, e al “sentiero” che conduce al “villaggio”, alla “locanda”. Voce, durante l’intero pezzo, è in preda all’ossessione – uno scrittore tormentato da una storia (con un personaggio, Woburn) che non è in grado di finire. Voce osserva e descrive Woburn, un personaggio che si è liberato del suo autore, nonché un riferimento ad alcune delle creazioni, come Molloy, dei precedenti romanzi scritti da Beckett. Tipicamente, le avventure di Woburn evocano immagini naturali, soprattutto del mare. Ho inserito occasionali riferimenti a questo tema con Musica, tramite effetti


pseudonaturalistici, anche se il pianoforte rimane l’unica fonte sonora. Per la maggior parte del tempo Musica è pensierosa e non si fa coinvolgere né dall’agitazione e gli staccati ritmici che caratterizzano la maggior parte del testo, né dall’angoscia e rassegnazione. Piuttosto, Musica diviene un fattore stabilizzante, unificando le diverse qualità del testo. Ha, spero, una presenza, ma non è invadente. John Tilbury

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 John Tilbury

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- — Wadada Leo Smith

La relazione tra solista e ensemble, tra ricerca individuale e collettiva, tra leader e band è una delle chiavi di lettura più complesse, tra le tante offerte da quella che i protagonisti stessi hanno sempre rifiutato di definire “scuola” di Chicago. Per dirla con George Lewis, poeta del trombone e dell’elettronica, esponente dell’Association for the Advancement of Creative Musicians, e allo stesso tempo suo profondissimo studioso e storico: “La fusione di espressività individuale e collettiva è un elemento centrale del lavoro dell’AACM”. Espressività che ha poi sempre trovato espressione: nelle tante performance solistiche, come nella creazione dei diversi ensemble che vedevano combinare (e trasfigurare) le singole individualità. Il duo, in tutto questo, sembra raccogliere le due istanze: da un lato, la libertà del solista, solo in parte 31 “limitata” da un ensemble ridotto ai minimi termini; dall’altro lato, il ventaglio di possibilità aperto ai due protagonisti dalle sorprese del reciproco ascolto, dell’interazione più spontanea. Del tutto stravolto – come molte altre regole – il duo in seno all’AACM è un inno alla rottura degli schemi: crollano le gerarchie tra leader e gregario, tra solista e accompagnatore, crolla la prevedibilità del call and response, la forma sembra prender


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vita misteriosamente, come una farfalla dal baco, una forma che non è solo suono, ma è anche silenzio, è un ritmo di pieni e vuoti: “Se noi lasciamo cadere un silenzio più grande di un tavolo, che fai? Dici, ehi, dammi un altro drink?”. Sono parole di Wadada Leo Smith, a proposito dello scalpore suscitato dai “transfughi” di Chicago – letteralmente per fame – nella Parigi più ricettiva di fine anni Sessanta. Ma non valgono oro anche oggi? Quei silenzi “più grandi di un tavolo” non sono ancor oggi in grado di illuminare un ascoltatore, di aprirgli nuovi orizzonti, idee prima impensabili su ciò che la musica può anche non essere? Quale sarà allora la traccia da seguire, per attraversare un oceano, per incontrare un pianoforte, quello di un inglese musicalmente irrequieto, un interprete unico come è John Tilbury che passa dall’accademia (è curioso, oggi, poterla definire così) delle Sonate e interludi per pianoforte preparato di John Cage alle scorazzate con la Scracth Orchestra di Cornelius Cardew? Forse la traccia è quel filo rosso che al di là di ogni tentativo di sistematizzazione unisce gli animi creativi, sorvolando senza accorgersene un oceano fatto di colori diversi, di storie diverse, di idee diverse, per perdersi nel mare infinito della libertà musicale. Andrea Ravagnan


 Wadada Leo Smith

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DOMENICA 8 MAGGIO • ORE 21.30 • TEATRO SAN LEONARDO BOLOGNA

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Pauline Oliveros + Roscoe Mitchell + John Tilbury + Wadada Leo Smith LIVING IT UP prima assoluta Pauline Oliveros fisarmonica, elettronica Roscoe Mitchell sax soprano-alto, flauto John Tilbury pianoforte Wadada Leo Smith tromba


 Wadada Leo Smith

 John Tilbury

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Roscoe Mitchell  ph Emiliano Neri

Pauline Oliveros ph Vinciane Verguethen


Ω programma a cura di Stefano Scodanibbio,

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progetto in collaborazione con Rassegna di Nuova Musica di Macerata

VENERDÌ 13 MAGGIO • ORE 21.30 • TEATRO SAN LEONARDO BOLOGNA Ω

} John Cage

(Stati Uniti, 1912-1992)

MYSTERIOUS ADVENTURE (1945), per pianoforte preparato Fabrizio Ottaviucci pianoforte

} Galina Ustvolskaya

(Russia, 1919-2006)

COMPOSIZIONE N.2 “DIES IRAE” (1972/73) per otto contrabbassi, pianoforte e cubo di legno

Ludus Gravis Ensemble Daniele Roccato contrabbasso principale Stefano Battaglia, Maurizio Bucci, Paolo Di Gironimo, Simone Masina, Giacomo Piermatti, Francesco Platoni, Alessandro Schillaci contrabbassi


Fabrizio Ottaviucci pianoforte; Laura Mancini cubo di legno Andrea Cappelleri direttore

} Giacinto Scelsi

(Italia, 1905-1988)

MANTRAM, CANTO ANONIMO (1987) per contrabbasso Daniele Roccato contrabbasso

} Arvo Pärt

(Estonia, 1935)

PARI INTERVALLO (1976) versione per cinque contrabbassi di Daniele Roccato Daniele Roccato, Francesco Platoni, Alessandro Schillaci, Maurizio Bucci, Giacomo Piermatti contrabbassi

} Stefano Scodanibbio

(Italia, 1956)

ONLY CONNECT (2001) per pianoforte Fabrizio Ottaviucci pianoforte

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} Stefano Scodanibbio

(Italia, 1956)

DUE PEZZI BRILLANTI (1985) per contrabbasso Daniele Roccato contrabbasso

MOVIMENTO X (2010/2011) per otto contrabbassi prima assoluta musiche commissionate da AngelicA

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Ludus Gravis Ensemble: Daniele Roccato contrabbasso principale; Stefano Battaglia, Maurizio Bucci, Paolo Di Gironimo, Simone Masina, Giacomo Piermatti, Francesco Platoni, Alessandro Schillaci contrabbassi Andrea Cappelleri direttore musiche di John Cage, Galina Ustvolskaya, Giacinto Scelsi, Arvo Pärt, Stefano Scodanibbio


 Fabrizio Ottaviucci ph Claudio Casanova

 John Cage ph Roberto Masotti

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- — Mysterious Adventure Ha reso il compositore John Cage particolarmente famoso, forse più dei suoi lavori per percussione, più del suo silenzioso 4:33, più della sua filosofia musicale e delle sue performance. Per molti il suo nome è ancora oggi legato ad esso. Eppure, difficilmente qualcun’altra delle sue invenzioni è servita così poco da esempio, ha avuto così pochi imitatori: ci riferiamo, è chiaro, al pianoforte preparato. L’invenzione o la scoperta di Cage delle potenzialità della preparazione del pianoforte a coda si deve più a considerazioni pratiche che a deliberate considerazioni artistiche. Cage doveva comporre la musica per un balletto per Syvilla Fort nel 1940. Lo spazio dell’esibizione era semplicemente troppo piccolo per la musica per percussioni da lui pensata, e così fu spinto a prendere in considerazione gli esperimenti condotti da Henry Cowell. Tali esperimenti avevano impiegato il pianoforte in modo non convenzionale ed implicavano che si suonassero le corde. Seguendo questa direzione Cage trovò la soluzione più importante: quella di non deporre qualcosa sulle corde, ma di inserire opportuni oggetti tra le corde (gomme di diverse dimensioni, apribottiglie di diverso tipo, bambù, stoffe, pezzi di legno, ecc.). Quasi tutti i lavori per pianoforte preparato furono


composti da Cage per la danza. Dietro, come spesso si verifica con Cage, c’era una ragione pratica: una borsa contenente apribottiglie, noci, gomme e pezzi di legno è molto più facilmente trasportabile (e più economica) di un intero ensemble di percussioni e ogni sala ha spazio sufficiente per un mezza coda. Ed è così che nel 1940 Cage viaggiò moltissimo attraverso gli Stati Uniti come pianista accompagnatore di numerosi gruppi di danza, in particolare con Merce Cunningham. Quando cominciai a mettere degli oggetti tra le corde del pianoforte, questo atto nasceva dal desiderio di avere dei suoni che potessero essere fissati una volta per tutte. Però dal momento in cui la musica si allontanò da me, passando da un pianoforte all’altro e da un pianista all’altro, divenne chiaro che non solo due pianisti sono sostanzialmente diversi, ma anche che, allo stesso modo, due pianoforti sono differenti. Nella nostra vita, invece della possibilità di ripetizione, noi siamo esposti alla qualità irripetibile di ogni singolo fatto che ci accade. Il pianoforte preparato, le suggestioni che io ho avuto dalle opere di amici artisti, lo studio del buddismo zen, i vagabondaggi in boschi e foreste cercando funghi: tutti questi fatti mi hanno portato all’apprezzamento delle cose come spontaneamente si manifestano, piuttosto di come sono controllate o conservate o forzate ad essere. John Cage

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 Galina Ustvolskaya  Ludus Gravis Ensemble

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- — Composizione n. 2 “Dies irae” L’opera della Ustvolskaya possiede anche uno specifico religioso sul quale è lei stessa a richiamare l’attenzione: “Per quanto non religiose in senso liturgico, le mie opere sono piene di spirito religioso, e secondo me possono produrre il loro effetto migliore in una chiesa, senza introduzioni e senza analisi scientifiche. In una sala da concerto, ovvero in un ambiente profano, esse producono un’impressione completamente diversa”. Questo intendimento religioso ma non liturgico è particolarmente evidente in un trittico, Compositio n. 1-2-3, scritto fra il 1970 e il 1975. I titoli delle tre composizioni suonano rispettivamente Dona nobis pacem, Dies irae, Benedictus qui venit e ci mettono di fronte a organici strumentali veramente singolari. Ottavino, tuba e pianoforte per Dona nobis pacem, 8 contrabbassi, pianoforte e percussioni per Dies irae, 4 flauti, 4 fagotti e pianoforte per Benedictus qui venit. […] Il proposito di raggiungere il massimo della comunicazione con il minimo dei mezzi sottintende naturalmente un principio ascetico che è la negazione di qualunque retorica, ma affinché il miracolo della massima comunicazione si compia occorre che i mezzi minimi posseggano qualcosa come una sublime frugalità. È proprio nella ricerca di questa frugalità, che è poi è la capacità di illumi-

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nare interiormente la materia sonora, che la Ustvolskaya ha la mano felice. Esemplare risulta in tal senso il Dies irae, ove le sonorità degli otto contrabbassi e del pianoforte raggiungono una rara concentrazione di staticità e di violenza percussiva. L’orizzonte oscuro disegnato dai contrabbassi è fatto essenzialmente di note tenute, ma in quella massa compatta gli accenti, la variazioni della dinamica, i tremoli e i pizzicati sono in grado di produrre angosciose perturbazioni. Il pianoforte, con accordi-cluster di varia estensione […] e con l’ausilio delle percussioni [cubo di legno], introduce nel plumbeo scorrimento di quella materia sonora pulsazioni violente destinate a suscitare nella coscienza dell’ascoltatore visioni apocalittiche. Enzo Restagno 44


 Laura Mancini  Andrea Cappelleri

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 Giacinto Scelsi  Daniele Roccato

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- — Mantram, canto anonimo Non sono un compositore, perché essere compositori vuol dire unire una cosa ad un’altra: io non faccio questo. Si arriva ovunque con la negazione, è tutta una tecnica: non sei questo, non sei neppure questo. Sei il tuo corpo? No, non sono il mio corpo. Sei i tuoi affetti, i tuoi sentimenti? No, essi sono completamente cambiati da molto tempo. Sei il tuo intelletto? No, pensavo una volta, ma ora penso in modo completamente diverso. Allora cosa sei? Ebbene, ciò che resta… Ribattendo a lungo una nota essa diventa grande, così grande che si sente sempre più armonia ed essa vi si ingrandisce all’interno, il suono vi avvolge. […] Il suono contiene un intero universo, con armonici che non si sentono mai. Il suono riempie il luogo in cui vi trovate, vi accerchia, potete nuotarci dentro. […] Quando si entra in un suono ne si è avvolti, si diventa parte del suono, poco a poco si è inghiottiti da esso e non si ha bisogno di un altro suono. […] Tutto è là dentro, l’intero universo riempie lo spazio, tutti i suoni possibili sono contenuti in esso. Giacinto Scelsi

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 Arvo Pärt

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- — Pari intervallo

Il titolo Pari intervallo [originale per organo] descrive il suo materiale musicale in modo molto più specifico: un paio di voci melodiche si muovono in modo rigorosamente parallelo, prevalentemente per moto congiunto, con l’interrelazione di due voci tintinnabuli. Infatti, è la voce melodica superiore che effettivamente conduce il discorso accompagnata due ottave e una terza più bassa dalla seconda voce melodica. Ci sono sei frasi di 12 misure ciascuna (una nuova nota melodica per misura), e ciascuna di esse comincia con una delle note della triade, muovendo prima sopra la triade, poi sotto per fermarsi sulla tonica […]. Questa sommaria descrizione fa un po’ un resoconto della cupa bellezza del pezzo che immediatamente avvolge l’ascoltatore. È stato composto nel 1976 in memoria di un amico defunto ed è un superbo esempio dell’elegiaco modo che permea Cantus e il più recente Silouan’s Song. Paul Hillier

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 Ludus Gravis Ensemble e Stefano Scodanibbio

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- — Only Connect

Il mio primo pezzo per pianoforte è venuto dopo oltre vent’anni di quasi esclusiva frequentazione di strumenti a corde, il mio naturale campo di lavoro. Come al solito, avevo solo un’idea molto vaga del pezzo, anche se segretamente accarezzata da un po’ di tempo, ma appena ho cominciato a lavorarlo mi si sono subito aperte finestre che si affacciavano su molte direzioni. Una serie di associazioni libere si è scatenata, un po’ come in un trattamento psicoanalitico, come se tutto quello che era stato finora per me il pianoforte si fosse prepotentemente liberato con effetti imprevedibili e incontrollabili. Possibilità che si spalancavano, proliferazioni selvagge, accostamenti liberi e anche un po’ libertini, accumuli, significati disparati, appropriazioni, rimandi, echi, schegge, riflessi, trasformismi. Impossibile resistere, e allora niente mi sono negato e a tutto mi sono concesso, dimenticando allegramente regole e convenzioni, dettami e belle maniere musically correct. Il pezzo è stato scritto in poco più di una settimana in un periodo di intensa lettura di Fratelli d’Italia di Alberto Arbasino, a cui questo pezzo è profondamente debitore. Stefano Scodanibbio

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- — Due pezzi brillanti Tentativo di liberare il contrabbasso dalle sonorità convenzionali che lo vogliono ora goffa imitazione del violoncello ora scatola sonora di roboanti effetti drammatici. Espressione di una volontà di dar voce ad uno strumento che fino ad oggi aveva conosciuto solo il balbettio di voci altrui da una parte e le sadiche violazioni avanguardistiche dall’altra. Far cantare il contrabbasso con la sua propria voce, questo il compito che oggi si pone. Cammino che passa attraverso un reinventato uso dei suoni armonici che, davvero come in nessun altro strumento, suonano quanto e meglio dei suoni reali. Ed è attraverso la combinazione di questi due elementi che si giunge ad una visione del tutto nuova dello strumento, non snaturata ma anzi esaltata nei suoi aspetti costitutivi. Stefano Scodanibbio


- — Movimento X Senza capo né coda. Sauvagerie totale, orizzonti dischiusi. Documentare un’attività solitaria. Manualità fuori da ogni ordine precostituito. Musica come maniera di esistere. Bio-grafismo. Stato di grazia… stato di veglia… accettando il disordine linguistico e il disorientamento esistenziale. Perturbati. Metodologia feticistica. Progettazione precisa e intensa formalizzazione dei materiali sonori, dei gesti strumentali, ma poi scrittura à la diable. Contro il ben fatto, col suo capo e la sua coda. Ne se priver de rien, il contrario dell’amministrarsi con cautela, non rifiutandosi nessuna crudeltà di sintassi. Sconfinata distesa di foglietti e notine, appunti e paperoles. Collage, assemblage, bricolage. Integrazione frammentaria totale. Summa, elenco, deposito, ricettacolo… catechismi, inventari, erbari. Procedendo per accumulo e congerie e frammenti, disponendosi a tutti i significati probabili, inglobando i materiali più sfacciatamente eterogenei. Aprirsi all’erranza, allo sbilanciamento. Stefano Scodanibbio

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Ω programma a cura di Stefano Scodanibbio,

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progetto in collaborazione con Rassegna di Nuova Musica di Macerata

SABATO 14 MAGGIO • ORE 21.30 • TEATRO SAN LEONARDO BOLOGNA Ω

}

Terry Riley (Stati Uniti, 1935) In D (2009) versione per ensemble di contrabbassi di In C di Stefano Scodanibbio Ludus Gravis Ensemble: Daniele Roccato contrabbasso principale; Stefano Battaglia, Maurizio Bucci, Paolo Di Gironimo, Simone Masina, Andrea Passini, Giacomo Piermatti, Francesco Platoni, Alessandro Schillaci contrabbassi musiche di Terry Riley


- — In D In D versione per ensemble di contrabbassi di In C di Stefano Scodanibbio In C è senza dubbio uno dei lavori più rivoluzionari del Novecento. Composto ed eseguito nel 1964 ha lanciato quello che poi si sarebbe chiamato il movimento minimalista. Tra gli esecutori della prima a San Francisco c’erano Steve Reich, Jon Hassell, Pauline Oliveros, Jon Gibson, Morton Subotnick ed altri che sarebbero diventati i capiscuola della generazione post-Cage. La struttura del lavoro è molto semplice: un gigantesco canone all’unisono per un numero variabile di esecutori sostenuti dall’ostinato in ottava della nota Do (C, in inglese) del pianoforte che inizia, chiude e funge da metronomo durante tutto il pezzo. Gli esecutori eseguono una serie di 53 moduli ritmico-melodici che vanno da una sola nota a frasi più complesse. L’ordine dei moduli è fissato ma ogni esecutore è libero di ripeterli quante volte desidera entrando e uscendo senza allontanarsi troppo dal cammino collettivo. L’effetto e quello di un cristallo scintillante ed effervescente che ruota lentamente

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cambiando impercettibilmente di colore da un netto Do maggiore a un luminoso Mi minore, poi di nuovo a un trionfante Do maggiore e finalmente a un oscuro ed enigmatico Sol minore. Questa versione di Stefano Scodanibbio per un ensemble variabile di contrabbassi, autorizzata da Terry Riley, mette in gioco le possibilità della corda RE (D, in inglese) che è quella che più si presta, negli archi scuri, ad articolazioni timbriche ed armoniche.

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 Terry Riley

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^

una collaborazione di AngelicA, Fondazione Teatro Rossini - Lugo Opera Festival

Ω programma a cura di Stefano Scodanibbio,

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progetto in collaborazione con Rassegna di Nuova Musica di Macerata

MARTEDÌ 17 MAGGIO • ORE 21.00 • TEATRO ROSSINI LUGO Ω ^

} Stefano Scodanibbio

(Italia, 1956)

REINVENZIONI per Quartetto d’Archi Tre Contrappunti dall’Arte della Fuga di Johann Sebastian Bach (2007-2008) Contrapunctus I; Contrapunctus IV; Contrapunctus V

Quattro Pezzi Spagnoli originali per chitarra (2009) Francisco Tárrega: Lágrima Miguel Llobet: El testament d’Amèlia Dionisio Aguado: Andante dall’Opera 13, Libro 3 prima assoluta Fernando Sor: Studio op. 35, n. 22 prima assoluta


Canzoniere messicano (2004-2009) Canzone popolare: Canción Mixteca Consuelo Velázquez: Bésame mucho José Alfredo Jiménez: Cuando sale la luna Canzone popolare: La llorona prima assoluta Canzone popolare: Sandunga Quartetto Prometeo Giulio Rovighi violino; Aldo Campagnari violino; Massimo Piva viola; Francesco Dillon violoncello versioni e trascrizioni di Stefano Scodanibbio

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 Stefano Scodanibbio ph Roberto Masotti

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 Quartetto Prometeo ph Studio Ribalta Luce

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- — Reinvenzioni L’idea di trascrizione (da… a) implica e contempla quella di adattamento (da… per) ma, in un contesto odierno, può anche abbracciare quella di riscrittura (da… verso). In questo caso i vari livelli obbediscono tutti, in primis, a un principio strumentale, nel senso che sono gli aspetti costitutivi degli stessi strumenti ad arco utilizzati a suggerire e fornire le differenti soluzioni timbriche, melodiche e armoniche. Musicalmente non ci sono stravolgimenti armonici ed è soprattutto l’aspetto timbrico a dominare queste “reinvenzioni” (come Luciano Berio soleva chiamare le sue riscritture di autori del passato) che, con le sue rifrazioni dei suoni armonici, assumono una dimensione caleidoscopica. La lezione di Webern, con la sua orchestrazione del Ricercare dall’Offerta Musicale, rimane l’esempio insuperabile del secolo XX. Stefano Scodanibbio


- — Canzoniere Messicano Sono trascorsi esattamente trent’anni dalla mia prima visita in Messico. Da allora sono tornato tutti gli anni, con solo un paio di assenze giustificate, anche per periodi lunghi. Uno dei risultati di questa mia fedeltà è stata la realizzazione dell’opera radiofonica One Says Mexico, nel 1998. Un ritratto letterario, acustico e musicale attraverso i sensi del viaggiatore straniero. La musica popolare messicana, così importante nella cultura di questo paese (quanto forse lo era stata l’opera nell’Italia dell’Ottocento e del primo Novecento), era in parte presente, con ammiccamenti e minuscoli frammenti, ma veniva senz’altro diluita e assorbita da un panorama variegato di idiomi, suoni, colori, sapori, suggestioni di ogni sorta. Queste Canzoni messicane per quartetto d’archi, ideale continuazione di One Says Mexico, sono invece riconoscibilissime e citate integralmente e, nel contesto del mio omaggio al paese, rappresentano senz’altro dei momenti più caratterizzati. Stefano Scodanibbio

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⁄ ⁄ programma a cura di Oderso Rubini;

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progetto realizzato con il sostegno di Fondazione del Monte, Settore Cultura Comune di Bologna, Comune di Budrio, Città di Gent, Arts Center Vooruit (Gent), Consulta degli Emiliano Romagnoli nel Mondo, APT Servizi Emilia Romagna; in collaborazione con AngelicA

MERCOLEDÌ 18 MAGGIO • ORE 21.30 • TEATRO SAN LEONARDO BOLOGNA ⁄ ⁄

} Gruppo Ocarinistico Budriese TERRA prima assoluta

(Italia)

ospiti: Cristina Zavalloni, Ironikontemporaneo Roberto “Freak” Antoni & Alessandra Mostacci, Stefano Franceschini, Emilio Galante

} Marco Bertoni

(Italia, 1961)

OCA CONFUsA; CALIOCA; CAMPANELLO ; IL DESTINO BUSSA ALLA PORTA; SOUVENIR OF ITALY; CAPRI NOCTURNE; COMMENT

} Sebastian Bradt New Piece

(Belgio, 1979)


} Stefano Franceschini

(Italia, 1979)

Old fantastic Sensation; Illusionismo fatale trio per 2 ocarine e clarinetto basso; Song in the American Style Stefano Franceschini clarinetto basso Emilio Galante (Italia, 1956) Gans am Spiegel Marcetta della vittoria per ottavino e 6 ocarine Emilio Galante ottavino

} Friedrich Gulda Ocarina Blues

(Austria, 1930-2000)

Roberto “Freak” Antoni voce; Alessandra Mostacci pianoforte; Fabio Galliani ocarina solista

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Popoli } Tiziano Circus Music: a. La ballerina; b. La contorsionista; c. Il giocoliere; (Italia, 1955)

d. La domatrice (di numeri)

Nuvole (liberamente tratto da Ricordo di Mary A. di Bertold Brecht) Cristina Zavalloni voce

} Alfredo Barattoni

(Italia, 1872-1948)

Sogno di fanciulla Walzer (tratto dal film Novecento Atto 1° di Bernardo Bertolucci)

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Gruppo Ocarinistico Budriese: Fulvio Carpanelli 1a ocarina; Fabio Galliani 2a ocarina; Marco Venturuzzo e Simona Vincenzi 3a ocarina; Emiliano Bernagozzi 4a ocarina; Pier Gabriele Callegari 5a ocarina; Gianni Grossi 6a ocarina; Claudio Cedroni 7a ocarina musiche di Marco Bertoni, Sebastian Bradt, Stefano Franceschini, Emilio Galante, Friedrich Gulda, Tiziano Popoli, Alfredo Barattoni


- — Terra! Terra che suona. Un suono semplice, lineare, ancestrale che affascina subito. Uno strumento simbolicamente generato dalla cultura popolare dei contadini dell’Emilia-Romagna, di chi appunto è abituato a lavorare la terra, a coglierne gli umori, quasi i sospiri. Un suono che esprime compiutamente quella dimensione ‘giocosa’ della musica, tra ninne nanne e filastrocche, cantilene, accompagnamenti cantati di giochi e musica da ballo, così candidamente ‘infantile’. Argilla purissima che ricorda nella sua forma il profilo di un’oca senza testa, l’ucareina, e la cui diffusione nei paesi orientali (Corea e Giappone in particolare) quasi ci inorgoglisce per quel suo imporsi come naturale e potentissimo strumento di dialogo culturale tra Europa ed Asia, o comunque tra paesi così lontani e differenti.Di qui l’idea di offrire una nuova prospettiva a questo strumento, per ampliarne la diffusione e l’utilizzo, per esplorarne nuove possibilità, per offrirgli una dimensione più ‘nobile’ e ‘moderna’ attraverso la composizione di brani originali affidata a Marco Bertoni, Sebastian Bradt, Piero Callegari, Stefano Franceschini, Emilio Galante e Tiziano Popoli. Tutti compositori di diversa estrazione, che con grande entusiasmo hanno accettato l’eterna sfida tra la tradizione e la modernizzazione. Oderso Rubini

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 Cristina Zavalloni  Roberto “Freak” Antoni & Alessandra Mostacci

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 Stefano Franceschini  Marco Bertoni

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 Sebastian Bradt  Emilio Galante

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 Tiziano Popoli 71


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- — L’ocarina L’ocarina è uno strumento musicale a fiato in terracotta che ha avuto origine intorno alla metà del XIX secolo a Budrio grazie all’opera di Giuseppe Donati, che concepì questo strumento nel tentativo di sviluppare le capacità espressive di quelli che si potevano definire “fischietti in terracotta”. La particolarità di questa invenzione non consisteva tanto nel fatto di elaborare un fischietto per renderlo musicalmente più espressivo, quanto nell’aver creato strumenti musicali simili per forma e funzionamento, ma differenti per dimensioni e resa sonora. Il perfezionamento delle tecniche costruttive permise infatti di ottenere un’intera famiglia di ocarine, così come è avvenuto per tutti gli altri strumenti a fiato. Questi strumenti furono concepiti per essere suonati in un unico complesso di ocarine che, grazie a particolari tecniche, potevano articolare i suoni acuti e quelli gravi, dando origine a una prassi di composizione ed esecutiva specifica per i complessi ocarinistici. La tradizione artigianale della costruzione di ocarine si è perfezionata e tramandata nel tempo, di pari passo con la tradizione compositiva ed esecutiva delle formazioni musicali, che hanno creato negli anni uno specifico e particolare repertorio. Claudio Cedroni


 Gruppo Ocarinistico Budriese

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Ø FOCUS|NORGE: programma a cura di Luca Vitali; progetto in collaborazione con la Reale Ambasciata di Norvegia-NOW Norwegian Way, Music Information Centre Norway e Norsk Jazzforum

GIOVEDÌ 19 MAGGIO • ORE 21.30 • TEATRO SAN LEONARDO BOLOGNA Ø

} Maja S. K. Ratkje SOLO

(Norvegia)

Maja Solveig Kjelstrup Ratkje voce, elettronica

} Dans les arbres

(Norvegia, Francia)

Xavier Charles clarinetto, armonica Christian Wallumrød pianoforte preparato, armonium Ivar Grydeland chitarra elettrica, banjo, shruti box Ingar Zach gran cassa, percussioni

} Edoardo Marraffa+Paal Nilssen-Love

(Italia,Norvegia) prima assoluta

Edoardo Marraffa sax tenore-alto; Paal Nilssen-Love batteria


- — FOCUS|NORGE

Nella cornice di AngelicA, nel suo ventunesimo anno, abbiamo voluto realizzare, a Bologna, un focus interamente dedicato alla scena musicale contemporanea norvegese. Scena creativa che ha registrato negli ultimi decenni una crescita importante: in questo paese così giovane e con soli 4,8 milioni di abitanti sono numerosi gli artisti che, nei diversi ambiti musicali, hanno saputo mettersi in evidenza e raggiungere riconoscimenti internazionali. Abbiamo pensato a una sorta di residenza che porterà a Bologna ventuno artisti - tra compositori, ensemble e musicisti - per una tre giorni di concerti e interazioni in diversi contesti e formazioni. La programmazione metterà in luce alcune delle diverse estetiche musicali che caratterizzano la fertile scena musicale norvegese: si esplorerà questo vasto universo sonoro attraverso la musica da camera più acustica e attenta alla composizione dell’Ensemble di Chiristian Wallumrød, all’improvvisazione dei Dans les Arbres, l’elettronica e le “sculture sonore” di Maja Solveig Kjelstrup Ratkje, il rumore ricercato di Lasse Marhaug, i “paesaggi sonori” di Huntsville e il repertorio tra Brecht, Weill e musiche originali del

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Trio Poing. Verrà anche dato spazio alla progettualità internazionale e il sassofonista Edoardo Marraffa si cimenterà con uno dei più importanti esponenti della scena free internazionale, Paal Nilssen-Love, in un duo del tutto inedito. Partitura, improvvisazione radicale e controllata a confronto, in una cornice, quella del Teatro San Leonardo, che assumerà la dimensione di un vero laboratorio di ricerca musicale. Un’occasione unica per il pubblico bolognese, e italiano, di conoscere artisti di una scena caratterizzata da così forte personalità e talento, in un contesto di richiamo e tradizione, costruito nel corso di oltre 20 anni. Luca Vitali 76


- — Maja S. K. Ratkje

Nata nel 1973 a Trondheim, Maja Solveig Kjelstrup Ratkje è tra le artiste più rappresentative della scena musicale di ricerca norvegese. L’uso originale della voce, filtrata dall’elettronica, allontana radicalmente la sua arte da quella del canto “classico”: «suono la voce come se fosse uno strumento, ed è molto più difficile del violino» spiega, «…e ognuno comunque recepisce la mia musica in modo diverso…». Chiunque l’abbia vista esibirsi dal vivo sa che Maja sfida l’ascoltatore in ogni modo possibile, estendendo la gamma espressiva della propria voce con mezzi tecnici e tecnologici. Le sue sono sculture sonore fatte di ultrasuoni al limite dell’udibile, sferzate energizzanti che possono risultare quasi provocatorie per gli amanti del mainstream. Molto attiva come vocalist, suona tastiere, violino e theremin, è una smaliziata ricercatrice elettronica, molto attiva con diverse formazioni - tra le quali spiccano l’ensemble contemporaneo tutto al femminile Spunk e il duo elettronico Fe-mail, con l’amica Hild Sofie Tafjord -, è anche fondatrice del festival di improvvisazione radicale All-Ears con Paal Nilssen-Love, Lasse Marhaug e Kietil Møster.

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Oggi è considerata tra le compositrici più interessanti del suo paese, e non a caso il prestigioso Ultima Festival di Oslo le ha commissionato l’opera conclusiva dell’edizione 2010, “Massive , beautiful, and violent”, caratterizzato da rumori, cori e altri suoni. La sua musica è eseguita da alcuni degli ensemble di musica contemporanea più importanti: Klangforum Wien, Fretwork, Oslo, Bodø e Trondheim Sinfonietta, Kringkastingsorkesteret, Arve Tellefsen, Vertavo, Poing, Engegårdkvartetten e Cikada. Pluripremiata, è stata la prima compositrice norvegese a ricevere il Premio Arne Nordheim nel 2001, ha pubblicato album per Rune Grammofon, ECM, Kontrans, e importanti opere distribuite dal MIC, fino al recente Echoes, pubblicato in solo per la Tzadik di John Zorn. 78

Luca Vitali


 Maja S. K. Ratkje ph Kristin Svorte 79


 Dans les arbres ph Andreas Ulvo

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- — Dans les arbres

Il quartetto è nato dall’iniziativa di Ivar Grydeland e Ingar Zach, un duo formatosi sul finire degli anni ‘90. Fondatori dell’etichetta di ricerca SOFA, Grydeland e Zach hanno dato vita a svariati ensemble con musicisti attivi sulla scena della musica improvvisata europea. Come duo hanno attraversato diverse fasi ma la loro musica ha realmente preso forma tra il 2001 e il 2003, quando hanno avuto modo di concentrarsi unicamente su composizione e improvvisazione, durante il Master in Musica da Camera dell’Accademia della Musica Norvegese. In quegli anni il pianista Christian Wallumrød pubblicava “Sofienberg Variations” per la tedesca ECM: Grydeland e Zach avvertirono una profonda affinità tra la loro musica e quella di Wallumrød e, intravedendo la possibilità di una collaborazione, lo invitarono a partecipare a prove e concerti: una collaborazione che portò poi i tre musicisti a registrare insieme. Parallelamente all’attività del duo Grydeland e Zach hanno suonato con il bassista Tonny Kluften nell’ensemble “No Spaghetti Edition”: un nucleo stabile di artisti che invitando musicisti provenienti da generi diversi è diventato nel tempo una sorta di piattaforma di ricerca sull’improvvisazione. Vi hanno partecipato anche il già citato

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Wallumrød e il clarinettista francese Xavier Charles, e quest’ultimo colpì in modo così significativo Zach e Grydeland che questi lo invitarono a provare con loro, convinti che il musicista francese avrebbe contribuito a portare avanti nel migliore dei modi il lavoro iniziato qualche tempo prima con Wallumrød. La prima apparizione del quartetto risale al 2004 , ma si è dovuto attendere fino al 2006 perché i quattro decidessero di costituire una band con cui pubblicare per Ecm l’omonimo “Dans les arbres”. Di recente hanno registrato un album, di prossima uscita sempre su Ecm, e in occasione di AngelicA Festival presenteranno alcuni brani del nuovo repertorio. Luca Vitali 82


- — Edoardo Marraffa - Paal Nilssen-Love

All’interno di un focus così variegato abbiamo voluto introdurre un elemento di progettualità e aprire un dialogo internazionale tra due paesi apparentemente così lontani: il sassofonista Edoardo Marraffa si esibirà con uno dei più importanti esponenti dell’improvvisazione radicale europea, Paal Nilssen-Love, in un duo italo-norvegese del tutto inedito.

- — Edoardo Marraffa è nato in Puglia e cresciuto in Toscana, il sassofonista Edoardo

Marraffa si è stabilito a Bologna nel 1993, dove assieme a un bel gruppo di musicisti della scena locale ha fondato “Bassesfere”, collettivo per lo sviluppo e la diffusione della musica improvvisata. Membro fondatore del trio Vakkiplakkula con Luigi Mosso e Mirko Sabatini, ha all’attivo diverse altre formazioni con musicisti della scena improvvisata sia italiana (“MRAFI”, con Mirra, Borghini e Calcagnile, “Eco D’Alberi”, con Braida, Borghini e Spera e con cui si è esibito al Vision Festival di New York nel 2008), che internazionale (come il quartetto con Honsinger, Sanna, Edwards, diverse collaborazioni con Han Bennink, Tim Berne, Lester Bowie, Don Moye, ecc.). Musicista di

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ricerca che spazia in territori musicali piuttosto eterogenei, è caratterizzato da tratti di grande lirismo dal linguaggio spesso semplice, ma alternato a movimenti più graffianti e spericolati volti alla ricerca di nuove sonorità e virtuosismi.

- — Paal Nilssen-Love è nato a Molde nel 1974 è cresciuto nel club jazz di Stavanger,

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gestito dai genitori. Dice di sé che “è stato naturale scegliere i tamburi della batteria di mio padre come strumento, e il jazz come lavoro” visto che ha iniziato a suonare la batteria prima ancora di muovere i primi passi. Dai primi anni ‘90 ha preso attivamente parte alla scena jazz di Stavanger unendosi alla band di uno dei padri del free scandinavo, il sassofonista Frode Gjerstad. Laureato al dipartimento Jazz dell’Università di Trondheim ha avuto una carriera in costante ascesa che lo ha portato ad essere oggi uno dei batteristi free più apprezzati al mondo, offrendo la propria energia propulsiva ad alcuni dei gruppi e musicisti più innovativi in circolazione, come Atomic, The Thing, Ken Vandermark, Frode Gjerstad, Peter Brotzmann Tentet. Ma Paal è apprezzato non solo nell’ambito dell’improvvisazione radicale, e secondo un musicista come Pat Metheny, che nel 2002 ha suonato con lui al festival di Molde, “Paal è semplicemente uno dei migliori musicisti che ho ascoltato negli ultimi anni!”. Luca Vitali


 Paal Nilssen-Love ph Rune Mortensen

 Edoardo Marraffa ph Massimo Golfieri

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Ø FOCUS|NORGE:

programma a cura di Luca Vitali; progetto in collaborazione con la Reale Ambasciata di Norvegia-NOW Norwegian Way, Music Information Centre Norway e Norsk Jazzforum

VENERDÌ 20 MAGGIO ORE 21.30 • TEATRO SAN LEONARDO BOLOGNA Ø

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}

KOBOKU SENJÛ (Norvegia, Giappone) Selektiv hogst prima italiana Eivind Nordset Lønning tromba Espen Reinertsen sax tenore, flauto Martin Taxt tuba Tetuzi Akiyama chitarra acustica Toshimaru Nakamura no-input mixing board

}

Lasse Marhaug (Norvegia) SOLO

Lasse Marhaug elettronica, giradischi, oggetti


} Christian Wallumrød Ensemble

(Norvegia)

Christian Wallumrød pianoforte, armonium, pianoforte giocattolo Eivind Nordset Lønning tromba Gjermund Larsen hardanger fiddle, violino, viola Tanja Orning violoncello Per Oddvar Johansen batteria, percussioni, vibrafono 87


- — KOBOKU SENJÛ

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Koboku Senju, che in giapponese significa all’incirca “Selezione di Alberi Morti”, è la prosecuzione naturale della musica sviluppata nell’album, omonimo in norvegese, “Varianter av døde trær”, pubblicato dalla SOFA nel 2008. Da allora l’ensemble si è esibito in numerosi concerti in Giappone ed Europa, sviluppando un modo assai singolare di produrre musica insieme. Nel loro nuovo lavoro, “Selektiv hogst”, al precedente quartetto formato da Tetuzi Akiyama, Martin Taxt, Eivind Lønning e Espen Reinertsen si unisce la no-input mixing board (mixer senza strumenti) di Toshimaru Nakamura, che aggiunge l’ennesimo livello di ambiguità timbrica al gruppo, creando un ricco suono di ensemble. Akiyama e Nakamura sono tra i più importanti improvvisatori della scena di Tokyo: Akiyama è un chitarrista unico e altamente sperimentale fortemente vocato a improvvisazione e noise, mentre Toshimaru Nakamura è uno dei massimi esponenti del noise estremo ed estetizzante, assiduo collaboratore di Keith Rowe, Sachiko M, Otomo Yoshihide, Axel Dörner, Oren Ambarchi, Christian Fennesz, Annette Krebs, ha recentemente pubblicato “Egrets” per la SamadhiSound di David Sylvian.


Lønning, Reinertsen e Taxt sono invece tre giovani e prolifici improvvisatori norvegesi, conosciuti soprattutto per la loro musicalità al contempo avventurosa e matura: Eivind Lønning ed Espen Reinertsen si sono fatti notare come duo Streifenjunko per aver pubblicato nel 2009 l’ottimo “No Longer Burning”, lavoro improntato su improvvisazione e sviluppi timbrici di grande ricerca, mentre Martin Taxt, loro coetaneo, è un musicista che si muove su territori assai distanti tra loro, dal quasi pop di “Silucian Town”, con la cantante Lena Nymark, ai lavori più sperimentali con Tetuzi Akiyama e Kim Myhr. Luca Vitali

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 Koboku Senjû

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 Lasse Marhaug

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- — Lasse Marhaug

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Lasse Marhaug, nato nel 1974 in Norvegia oltre il Circolo Polare Artico, vive e lavora a Oslo, e dai primi anni Novanta è tra i più prolifici artisti della cosiddetta noise scene norvegese. Nel corso degli anni ha contribuito come interprete e compositore a più di 200 cd, vinili e cassette, e si è esibito dal vivo in Europa, Asia e America. Oltre ai lavori da solista, Marhaug contribuisce regolarmente ai progetti Jazkamer, Nash Kontroll, DEL e Testicle Hazard. Tra i suoi precedenti progetti e gruppi vi sono Origami Replika e la Lasse Marhaug Band. Ha inoltre collaborato con artisti noise, experimental, improv, jazz, rock ed extreme metal, e si è dedicato a musica e suoni per il teatro, la danza, installazioni e video. Lavora con diversi tipi di strumentazione: da pedali per la chitarra e strumenti elettronici “fatti in casa” a computer e chitarre modificate, ma considera la consolle del mixer il suo strumento principale. Di lui Ed Pinset, del magazine The Sound Projector, ha scritto: «Marhaug è in grado di produrre un’incredibile gamma di suoni, che variano radical-


mente da rumori assordanti a ronzii contemplativi prossimi al silenzio. Forte e rumoroso per la maggior parte del tempo, ma anche giocoso e addirittura calmo, glaciale e rispettoso dello spazio e del silenzio». Tra i fondatori del festival di improvvisazione radicale All-Ears, coltiva anche, da sempre, una grande passione per la grafica, ed è autore di una gran quantità di copertine di cd e vinili della scena norvegese, tra cui il recentissimo “Wach auf”, pubblicato da POING e Maja Ratkje per l’etichetta Øra Fonogram. Luca Vitali

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- — Chiristian Wallumrød Ensemble (Quintet)

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Jazz, minimalismo, barocco e musica contemporanea sono solo alcune delle componenti che si fondono nell’universo musicale di Christian Wallumrød. Raffinato e colto esponente della scena contemporanea norvegese, da anni incanta per sintesi ed equilibrio nei contrasti. Ha debuttato nel ’98 per Ecm con “No Birch” assieme ai connazionali Arve Henriksen e Hans-Kristian Kjos Sørensen, ma da sempre esplora in più direzioni: dall’electro funk di “Close Erase” all’elettronica sperimentale di “Merriwinkle”, con Sidsel Endresen, fino ai progetti di area contemporanea colta a proprio nome, con Dans Les Arbres e Oslo Sinfonietta. L’ispirazione di questo sestetto nasce dall’incontro del leader con l’arpista svizzera Giovanna Pessi, ed è la naturale evoluzione del precedente quartetto di “Sofienberg Variations”. È un esempio di come un ensemble da camera di pochi elementi possa suonare, al pari di una grande orchestra, come un autentico “corpus organico”. Violino, violoncello e tromba si fondono in linee melodiche intimiste che richiamano reminiscenze etniche, musica sacra e grande contemporaneità, dando vita ad accostamenti timbrici di rara bellezza.


La sua musica ha un’estetica inconfondibile e questo lo rende uno degli elementi più interessanti della scena europea contemporanea. Stupisce come composizioni apparentemente tanto calme e tranquille evochino forza e intensità emozionale di tale profondità… qualcosa di insolito e intrigante. Ensemble giovane e affiatato, che vedrà l’ emergente Eivind Lønning con sonorità del tutto inusuali alla tromba, la violoncellista classica Tanja Orning, il violinista folk Gjermund Larsen e il batterista jazz Per Oddvar Johansen. Luca Vitali

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 Chiristian Wallumrød ph Urban Willi

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 C. Wallumrød Ensemble ph Tyler Olson

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Ø FOCUS|NORGE: programma a cura di Luca Vitali; progetto in collaborazione con la Reale Ambasciata di Norvegia-NOW Norwegian Way, Music Information Centre Norway e Norsk Jazzforum

SABATO 21 MAGGIO • ORE 21.30 • TEATRO SAN LEONARDO BOLOGNA Ø

} Huntsville

(Norvegia) prima italiana

Ivar Grydeland chitarre, banjo Tonny Kluften basso elettrico, elettronica Ingar Zach percussioni, tabla machine, sarangi box, shruti box Anders Aasebøe suono

} Maja S. K. Ratkje + POING Wach auf! prima italiana

(Norvegia)

Maja Solveig Kjelstrup Ratkje voce Frode Haltli fisarmonica Rolf-Erik Nystrøm sassofoni Håkon Thelin contrabbasso


- — Huntsville Trio norvegese nato dalle esplorazioni di “No Spaghetti Edition”, indaga i territori avventurosi a cavallo tra rock, country, jazz, bordoni, e improvvisazione, sonorità imprevedibili e texture che mescolano echi di generi tradizionali attraverso un nuovo linguaggio più concettuale. Questo trio, ha saputo distinguersi soprattutto dal vivo, per le vibranti tensioni delle performance: una sorta di trance ipnotico. Una qualità, questa, notata anche da Glenn Kotche e Nels Cline dei Wilco, rock band americana di Chicago, che hanno voluto registrare con loro l’album “Eco, Arches & Eras”, pubblicato per la Rune Grammofon. Un mix di sonorità provenienti da varie parti del mondo, paesaggi sonori basati principalmente sull’improvvisazione. Tabla e shruti box innestate in un contesto strumentale del tutto inusuale, chitarra, banjo e batteria, influenze del sud-est asiatico, folk, country, poliritmie, brevi melodie e creatività improvvisativa. Ma nessuno dei tanti elementi etnici e musicali prevale sugli altri, i suggerimenti e i miraggi si susseguono e si alternano: l’alito caldo di un deserto remoto, un’eco di west selvaggio, ecc. Il trio ha recentemente pubblicato “For Flowers, Cars and Merry Wars”, per la norvegese Hubro, con ospite l’originalissima voce sottile di Hanne Hukkelberg. Luca Vitali

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 Huntsville ph Andreas Ulvo

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 Maja S. K. Ratkje + POING  POING ph Ellen Ugelstad

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- — Maja S. K. Ratkje + POING Piccolo ensemble, insolito a partire dal nome, che sa muoversi in territori poco frequentati. Costituito da Frode Haltli, fisarmonica, Rolf-Erik Nystrøm, sassofoni, e Håkon Thelin, contrabbasso, è salito alla ribalta nei festival norvegesi di musica contemporanea più importanti, come Ultima Festival a Oslo e Borealis a Bergen, ma si è poi fatto conoscere anche all’estero in festival come l’Huddersfield Contemporary Music Festival, in Inghilterra, il Concertgebouw di Brugge, in Belgio, e il Nuuk, in Groenlandia, estendendo il repertorio delle origini con partiture di grandi compositori internazionali come Michael Finnessey, Hiroyuki Yamamoto e Iannis Xenakis. Nel 2009 la giuria della Norwegian Society of Composers li ha scelti come “Performer of the Year Honours” con queste parole: «si sono affacciati sulla scena musicale norvegese una decina di anni fa, e hanno rappresentato qualcosa di nuovo, mai sentito prima. Un gruppo di musicisti che mostra grande padronanza sotto il profilo strumentale, e porta avanti con grande energia le idee in cui crede…». Da diversi anni Maja Solveig Kjelstrup Ratkje collabora con Poing: ha contribuito in modo determinante al loro repertorio come compositrice – quando nel 1999 ha scritto


il loro primo pezzo, “Essential extensions” -, e da qualche tempo anche come cantante, su repertorio di Brecht e Weill. Il progetto “Wach auf!”, con Maja S. K. Ratkje come vocalist, ha debuttato al Saunabar di Helsinki nel 2000. Suonato generalmente alla vigilia del 1 Maggio, ha un repertorio che va da Brecht e Weill alle canzoni operaie norvegesi alla musica popolare degli anni Ottanta. POING e Maja hanno da poco pubblicato un album che raccoglie una selezione di questo repertorio: intitolato proprio “Wach auf!”, che sarà presentato per la prima volta in Italia ad AngelicA. Luca Vitali 103


Ensemble 0crediti è un progetto formativo del Conservatorio di Musica “Giovan Battista Martini”; in collaborazione con AngelicA

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Francesco La Licata e Maurizio Pisati;

∆ programma a cura di

LUNEDÌ 23 MAGGIO • ORE 19.00 • CONSERVATORIO DI MUSICA “GIOVAN BATTISTA MARTINI” / SALA BOSSI BOLOGNA ∆

} Ensemble 0crediti

Innesti: Beethoven|Stockhausen Anahi Dworniczak flauto; Laura Elena Gracia flauto Michela Ciavatti clarinetto; Andrea Montalbano clarinetto Giulio Montanari corno; Alberto Condina tromba Eleonora Beddini pianoforte; Francesca Rambaldi pianoforte Francesco Greco percussioni; Federico Lolli percussioni Nicoletta Todesco chitarra; Amirabbas Mohammadi violino Alma Napolitano violino; Chie Yoshida viola Maya Petrusevska violoncello; Eva Dvorjak voce Anahi Dworniczak direzione; Mino Marani direzione musiche di Ludwig van Beethoven, Karlheinz Stockhausen


- — Innesti: Beethoven|Stockhausen In botanica, la tecnica di moltiplicazione con innesto viene impiegata quando si vuole realizzare una nuova pianta formata da due specie diverse. La parte inferiore dell’innesto si chiama “portainnesto” (il tratto di tronco ospitante), mentre la parte superiore si chiama “nesto”. Il nesto sarà la nuova pianta, quella che crescendo e sviluppandosi porterà nuovi fiori e frutti. In questa forma musicale della performance proposta dall’Ensemble 0crediti del Conservatorio di Bologna, la struttura portante, il portainnesto, è l’albero della prima sinfonia di Beethoven, qui eseguita in una versione da camera, mentre le melodie (variate, improvvisate e strumentate) del Tierkreis di Stockhausen sono gli innesti che daranno frutto ad un modo diverso di pensare, percepire e ascoltare sia Beethoven che lo stesso Stockhausen.

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- — 0Crediti scrivania divano bottega occidentaleorientale di sperimentazione e idee, invenzione, lavoro. carta, gomma, matita, cavi, schermi, algoritmi, strumenti, visioni, immaginazioni. per fare e sentire. zerocrediti zeroassenze zeromoduli zerofirme zerozero zenzero.

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- — 0Crediti è un progetto formativo curato da Francesco La Licata e Maurizio Pisati, docenti del Conservatorio “G. B. Martini” di Bologna. È uno spazio “aperto” a compositori e interpreti, improvvisatori e trascrittori, e intende stimolare il loro senso critico attraverso la profonda relazione fra le varie forme del sapere e la pratica esecutiva d’insieme, con particolare riguardo verso i linguaggi moderni e contemporanei, anche nel loro rapporto con la storia. Un terreno di confronto nel quale l’ideazione, l’elaborazione e l’interpretazione sono a stretto contatto, nella ricerca di un equilibrio fra specialismo e riflessività.


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§ programma a cura di

Lelio Camilleri e Francesco Giomi; CONCRETAMENTE MUSICA

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ciclo di incontri e concerti è un progetto del Conservatorio di Musica “Giovan Battista Martini”; in collaborazione con AngelicA, Tempo Reale – Firenze, Festival Suona Francese

MARTEDÌ 24 MAGGIO • ORE 19.00 • CONSERVATORIO DI MUSICA “GIOVAN BATTISTA MARTINI” / SALA RESPIGHI BOLOGNA § } Daniel Teruggi (Argentina, 1952) Spaces of Mind (2004)

} Christian Zanesi

(Francia, 1952)

Tours et détours en 78 tours (2008)

} Daniel Teruggi

(Argentina, 1952)

Transmutations (2009)

} Christian Zanesi

(Francia, 1952)

Ambiance Matisse (2010)

Daniel Teruggi e Christian Zanesi proiezione del suono musiche di Daniel Teruggi, Christian Zanesi


- — CONCRETAMENTE MUSICA

Sono passati più di sessant’anni da quando Pierre Schaeffer a Parigi dette vita alla Musique concrète. Ma quali sono oggi le direzioni della ricerca musicale francese? Chi sono i principali protagonisti della scena elettroacustica parigina? A questi interrogativi daranno una risposta le giornate che il Conservatorio di Bologna, assieme ad AngelicA e Tempo Reale, dedica a tre grandi compositori e ricercatori francesi del nostro tempo. François Bayle presenterà il suo complesso e affascinante percorso, prima attraverso un incontro con gli studenti e il pubblico e poi con il fascino sottile della sua creatività musicale. Christian Zanési e Daniel Teruggi, esponenti del GRM di Parigi (Groupe de Recherches Musicales, l’istituzione fondata proprio da Schaeffer) condurranno gli ascoltatori in un viaggio attraverso l’attualità di un linguaggio sonoro che ha influenzato non poco gli stili della musica attuale. A queste esperienze si affiancherà un seminario curato dal centro fiorentino Tempo Reale, che è oggi una delle istituzioni più attive nel campo dell’interazione musicale e dell’elettronica dal vivo. Lelio Camilleri e Francesco Giomi

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- — Scuola di Musica Elettronica del Conservatorio di Musica “G. B. Martini” di Bologna.

Istituita da Felice Fugazza nel 1970 e completamente riorganizzata all’inizio degli anni Novanta da Lelio Camilleri, la Scuola di Musica Elettronica del Conservatorio offre oggi un percorso formativo articolato e moderno, con l’obiettivo di sviluppare negli studenti una sensibilità creativa propria, tanto nell’ambito della musica elettroacustica, quanto nella progettazione sonora per altri ambiti espressivi come il teatro, il cinema, la danza.

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- — TEMPO REALE. Centro di produzione ricerca e didattica musicale Fondato da Luciano Berio a Firenze nel 1987 Tempo Reale è oggi un punto di riferimento per la ricerca, la produzione e la formazione nel campo delle nuove tecnologie musicali. I temi principali della sua ricerca riflettono un’idea di poliedricità che da sempre caratterizza le scelte e le iniziative di Tempo Reale: l’ideazione di eventi musicali, lo studio sull’elaborazione del suono dal vivo e sull’interattività, le esperienze di rapporto con lo spazio.


 Christian Zanesi ph Matteo Milani

 Daniel Teruggi

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§ programma a cura di

Lelio Camilleri e Francesco Giomi; CONCRETAMENTE MUSICA

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ciclo di incontri e concerti è un progetto del Conservatorio di Musica “Giovan Battista Martini”; in collaborazione con AngelicA, Tempo Reale – Firenze, Festival Suona Francese

MERCOLEDÌ 25 MAGGIO • ORE 19.00 • CONSERVATORIO DI MUSICA “GIOVAN BATTISTA MARTINI” / SALA RESPIGHI BOLOGNA §

} François Bayle

(Madagascar, 1932)

Espaces inhabitables 1 à 5 (1967) Un moment… (2011) Rien n’est réel 1-sensations / 2-perceptions (2010) François Bayle proiezione del suono musiche di François Bayle


 François Bayle

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º

una coproduzione di AngelicA, Fondazione Teatro Comunale di Modena Festival l’Altro Suono, con il sostegno di Regione Emilia Romagna - Assessorato alla Cultura; in collaborazione con Goethe-Institut Mailand

MERCOLEDÌ 25 MAGGIO • ORE 21.00 • TEATRO COMUNALE DI MODENA º

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} Heiner Goebbels

(Germania, 1952)

SONGS OF WARS I HAVE SEEN (2007) prima italiana introduce il concerto Heiner Goebbels con Franco Fabbri Sian Edwards direzione London Sinfonietta Orchestra of The Age of Englightenment Sound Intermedia suono musiche di Heiner Goebbels; testi di Gertrude Stein Songs of Wars I Have Seen è stata commmissionta dal Southbank Centre (Londra) per la London Sinfonietta e l’Orchestra of the Age of Enlightenment


 Heiner Goebbels

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- — Songs of Wars I Have Seen

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Recensita da “The Times” come “un’opera per tempi difficili, che fa pensare, ossessivamente delicata”, Songs of Wars I Have Seen di Heiner Goebbels è un ritratto teatrale di vita domestica durante la Seconda Guerra Mondiale, interpretato dalla London Sinfonietta in collaborazione con l’Orchestra of the Age of Enlightenment. L’opera amalgama vari testi tratti dal romanzo Wars I Have Seen di Gertrude Stein, sorretti da ostinati dal ritmo simile a quello di una macchina da scrivere, dal crepitare di una colonna sonora elettronica e da brani musicali tratti dall’opera del compositore barocco Matthew Locke. Songs of Wars I Have Seen (in prima esecuzione italiana) è stata commissionata dal South Bank Centre di Londra per la London Sinfonietta e l’Orchestra of the Age of Enlightenment.


-—

Songs of Wars Il più antico conflitto armato di cui restano testimonianze scritte fu combattuto esclusivamente da uomini, per una donna. Come influiscono l’una sull’altro, la guerra e il sesso? È questa la domanda posta dai Madrigali Guerrieri et Amorosi pubblicati da Monteverdi nel 1638. La stessa domanda viene ora posta da Heiner Goebbels, in un’opera che combina due gruppi di musicisti apparentemente in antitesi – il primo dedicato alla musica di altri tempi, l’altro a quella dell’era contemporanea – per poi separarle nuovamente in base al sesso: gli uomini nelle retrovie e le donne in avanscoperta. Le donne parlano di guerra. Suonano i propri strumenti, ma allo stesso tempo parlano, l’una con l’altra, mentre noi (pubblico) origliamo. Forse è la musica a rivolgersi a noi nella maniera più diretta (le canzoni che non sono cantate, forme puramente strumentali, continuano e si completano mentre le donne portano avanti la loro conversazione). Le aspettative sono ribaltate. Qui la guerra non è oggetto di retorica pomposa (che forse abbiamo già sentito a sufficienza). Né il tema viene affrontato con una musica pesante, oscura ed aggressiva. Anzi, il tono è, a detta dello stesso compositore, ‘piuttosto leggero’. Goebbels ha preso ispirazione dal testo, tratto da Wars I Have Seen di Gertrude Stein, nel

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quale l’esperienza della guerra viene raccontata attraverso il chiacchiericcio quotidiano. Questa voce serena evita le posizioni imposte dalla guerra nell’era moderna su coloro che sono costretti a essere semplici spettatori, portati al sostegno o alla denuncia. A cosa servono il sostegno o la denuncia – suggerisce Stein – quando la storia ripete sé stessa, quando la Seconda Guerra Mondiale è nient’altro che una ripetizione delle ostilità messe in scena nelle opere di Shakespeare? Goebbels riprende questo spunto, e inserisce nella sua composizione alcune musiche composte da Matthew Locke nel 1674 per una produzione della Tempesta. Songs of Wars I Have Seen offre una lente attraverso la quale riconsiderare il passato e osservare alcuni aspetti della realtà contemporanea. 118

Paul Griffiths


 London Sinfonietta + Orchestra of The Age of Englightenment

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 London Sinfonietta + Orchestra of The Age of Englightenment

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 Sian Edwards

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ºº

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una coproduzione di AngelicA, Fondazione Teatro Comunale di Modena - Festival l’Altro Suono, con il sostegno di Regione Emilia Romagna Assessorato alla Cultura; in collaborazione con Goethe-Institut Mailand, Emilia Romagna Teatro Fondazione VIE Scena Contemporanea Festival, Galleria Civica di Modena

VENERDÌ 27 MAGGIO • ORE 19+ORE 22 • VIA JUGOSLAVIA 105 MODENAº º SABATO 28 MAGGIO • ORE 19+ORE 22 • VIA JUGOSLAVIA 105 MODENAº º

} Heiner Goebbels

(Germania, 1952)

STIFTERS DINGE (2007) prima italiana un’installazione performativa di Heiner Goebbels Heiner Goebbels concezione, musica, regia Klaus Grünberg luci, scene, video Willi Bopp suono Hubert Machnik programmazione Co-produzione di Theatre Vidy Lausanne con T&M-Nanterre Paris, Schauspielfrankfurt, Berliner Festspiele - Spielzeit Europa, Grand Theatre Luxembourg; con il sostegno di Pro Helvetia - Fondazione svizzera per la cultura Co-commissionato da artangel, Londra


 STIFTERS DINGE installazione • ph Mario Del Curto

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- — Stifters Dinge Heiner Goebbels presenta in prima italiana Stifters Dinge, una composizione per cinque pianoforti senza pianisti, una sceneggiatura senza attori, una performance senza interpreti. La si potrebbe definire un “no-man show”. Innanzitutto, è un invito agli spettatori a immergersi in uno spazio affascinante e pieno di suoni e immagini, un invito a vedere e a sentire. È incentrata sulla consapevolezza degli oggetti, che nel teatro sono spesso parte del set, arredi di scena o elementi che ricoprono un ruolo meramente illustrativo. Qui invece diventano i protagonisti: luci, immagini, mormorii, suoni, voci, vento e foschia, acqua e ghiaccio. Come suggerisce il titolo, quest’opera richiama i testi di Adalbert Stifter, un autore romantico d’inizio Ottocento, la cui notorietà per l’adesione alla convenzione stilistica di Biedermeier è tuttavia fuorviante. Stifter scrive con la stessa cura per il dettaglio di un pittore. Se le trame delle sue storie possono sembrare tediose per le loro particolareggiate (nonché, ad un primo impatto, noiose) descrizioni della Storia Naturale, non sono altro che una prova del suo rispetto


per le Cose: quei passaggi obbligano il lettore a rallentare e a divenire consapevole di ogni singolo dettaglio – come a obbligare chi vuole avvicinarsi al testo ad avanzare nella propria ricerca facendosi strada attraverso la foresta. Le Cose e la materia raccontano la propria storia, mentre i personaggi sono spesso inseriti a forza nella trama, e non sono in alcun modo soggetti sovrani delle proprie vicende. Gli aspetti contemporanei e radicali dell’opera di Stifter emergono attraverso il deliberato rallentamento e le rituali ripetizioni, e divengono particolarmente significativi per il lettore odierno. Stifters Dinge si ispira al suo processo di scrittura senza cercare di inscenare le sue storie o gli oggetti da lui descritti. La performance/installazione (che dura circa 80 minuti) interpreta il suo testo come uno scontro con l’ignoto e con le forze che l’uomo non può controllare, come un appello per l’adozione di criteri e giudizi diversi da quelli che ci sono consueti, e addirittura come un’opportunità di prendere familiarità con riferimenti culturali estranei, soprattutto nel campo dei disastri ecologici, che Stifter, con la sua consueta cura per il dettaglio, aveva già previsto.

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INCONTRI & ASCOLTI 126


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LIBRERIA FELTRINELLI • BOLOGNA • conduce Franco Fabbri

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}

GIOVEDÌ 5 MAGGIO • ORE 17.30 Pauline Oliveros

}

VENERDÌ 6 MAGGIO • ORE 17.30 Roscoe Mitchell

}

SABATO 7 MAGGIO • ORE 17.30 Wadada Leo Smith

}

DOMENICA 8 MAGGIO • ORE 17.30 John Tilbury autore di Cornelius Cardew -

}

MARTEDÌ 24 MAGGIO • ORE 17.30 Heiner Goebbels

A Life Unfinished (Copula Books 2008)


CONSERVATORIO DI • MUSICA “G.B. MARTINI” BOLOGNA • conducono Lelio Camilleri Francesco Giomi

LUNEDÌ 23 MAGGIO • ORE 15 STUDIO DI MUSICA ELETTRONICA

} TEMPO REALE Concreto-interattivo: tavoli

risonanti e altri oggetti - incontro didattico con la presentazione di opere di Karlheinz Stockhausen, David Moss, Virgilio Sieni, Fanny&Alexander

MARTEDÌ 24 MAGGIO • ORE 15 SALA RESPIGHI

elettroacustica del GRM } L’avventura con Daniel Teruggi, Christian Zanesi

MERCOLEDÌ 25 MAGGIO • ORE 15 SALA RESPIGHI

} L’immagine del suono con François Bayle

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i dischi di angelica via Gandusio 10 40128 Bologna Italy t +39.051.240310 dischi@aaa-angelica.com www.aaa-angelica.com distributed by ReR MEGACORP 79 Beulah Rd Thornton Heath CR7 8JG Uk rermegacorp@dial.pipex.com www.megacorp.com in vendita a Bologna da Modo Infoshop Interno 4 Bologna, via mascarella 24/b 40126 Bologna t +39.051.5871012 info@modoinfoshop.com SONICROCKET www.sonicrocket.com store@sonicrocket.com

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Ain’t Nothin’ But A Polka Band, Audience, Banda Roncati, Band Is Woman, Mark Dresser, Ecoensemble, Fred Frith, Paolo Grandi Le Terre Silenziose, Gerry Hemingway, Guy Klucevsek, Phil Minton, Orchestra del Teatro Comunale di Bologna diretta da Stephen Drury e Franco Sebastiani, Bob Ostertag, John Oswald, Rohan De Saram, Claudio Scannavini, Stefano Scodanibbio, John Zorn, Audience

(CAICAI 006) \ Angelica ‘94 compil.

Directed and compositions by Domenico Caliri

(CAICAI 005) \ Specchio Ensemble Suite no. 1 per quintetto doppio

All Dax Band, Han Bennink, Steve Beresford, Lindsay Cooper, Tom Cora, Dietmar Diesner, ensemble Eva Kant, Fred Frith, Gianni Gebbia, Lars Hollmer, Catherine Jauniaux, Peter Kowald, Ikue Mori, Butch Morris, Hans Reichel, Riciclo delle Quinte, Wolter Wierbos, Audience

(CAICAI 004) \ Angelica ‘93 compil.

P.A.P.A. Quartet, Popoli Dalpane Ensemble, Looping Home Orchestra, Lindsay Cooper e l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna diretta da Franco Sebastiani, Stefano Scodanibbio, Gianni Gebbia, Gruppo Ocarinistico Budriese, Fred Frith, Lars Hollmer, Que d’la Gueule, Audience

(CAICAI 003) \ Angelica ‘92 compil.

Compositions by Tiziano Popoli, Roberto Monari, Massimo Simonini

(CAICAI 002) \ N.O.R.M.A.

Mary Iqaluk + Nellie Echaluk, Joseph Racaille + Daniel Laloux, Quartetto Vocale Giovanna Marini,Tom Cora, Catherine Jauniaux, Shelley Hirsch, David Weinstein, Lol Coxhill The Inimitable, Carles Santos, Ernst Reijseger, Laboratorio Musica & Immagine, Phil Minton + Veryan Weston, Fred Frith Keep the Dog (OUT OF STOCK)

(CAICAI 001) \ Angelica ‘91 compil.

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Otomo Yoshihide, Trio Magneto, Ground-Zero, Diane Labrosse + Martin Tétreault, Stock, Hausen & Walkman, Bob Ostertag, Chris Cutler p53, Tenko + Ikue Mori, Dagmar Krause + Marie Goyette, House of Discipline, Jean Derome, Uchihashi Kazuhisa, René Lussier, Mirko Sabatini, Andrew Sharpley, Matt Wand, Mike Patton

(IDA 013) \ Angelica ‘97 compil.

(IDA 012) \ Vakki Plakkula ...una barca

Guus Janssen, Palinckx, Carlo Actis Dato, Henneman String Quartet, Guus Janssen Septet, Michel Waisvisz, Tristan Honsinger, This, That and the Other, Janssen + Glerum + Janssen, Misha Mengelberg Pollo di Mare

(AI 011) \ Angelica ‘96 compil.

Compositions by Misha Mengelberg Misha Mengelberg, Ed Boogaard, Ernst van Tiel, Orchestra del Teatro Comunale di Bologna

(AI 010) \ Misha Mengelberg

Compositions by Tristan Honsinger

(AIAI 009) \ Tristan Honsinger This, That and the Other Sketches of Probability

lazy afternoon among the crocodiles (second edition)

(AIAI 0082) \ Terry Riley+Stefano Scodanibbio

Lol Coxhill Before My Time; Jon Rose + Otomo Yoshihide Budget Shopping, Maarten Altena Ensemble Songs & Colours, Steve Beresford +Otomo Yoshihide + Jon Raskin, Phil Minton + Veryan Weston Ways Past, Steve Adams + Pat Thomas, Rova, Specchio Ensemble, Oban Sax Quartet; N.O.R.M.A. + Chris Cutler + Phil Minton, Heiner Goebbels Die Befreiung des Prometheus, Mike Cooper + Lol Coxhill + Chris Cutler + Edoardo Marraffa + Luigi Mosso + Larry Ochs + Jon Raskin + Pat Thomas

(AI 007) \ Angelica ‘95 compil.

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(IDA 022) \ Antonio Della Marina Fades

live at Angelica & l’Altro Suono

(IDA 021) \ Ilaiyaraaja’s Music Journey

a work made from selected samples of the recorded history of Angelica 1991 - 2001

(IDA 020) \ Alvin Curran Toto Angelica

(volume 1)

(IDA 019) \ Ilaiyaraaja Wings

(IDA 018) \ Phil Minton & Veryan Weston .....past

Directed and compositions by Domenico Caliri

(IDA 017) \ Specchio Ensemble Porcyville

with playground ensemble + Michael White, Mike Patton, Tim Young, Tucker Martine, Evan Schiller

(IDA 016) \ Eyvind Kang Virginal coordinates

with soloists, choir and orchestra

(IDA 015) \ Giovanna Marini Requiem

Stone, Brick, Glass,Wood, Wire Graphic Scores 1986-96 (double disc) & the International Occasional Ensemble...

(IDA 014) \ Fred Frith

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\ Ilaiyaraaja Wings (volume 2)

next:

music by Vasi, Capossela, Lolli, Pacorig, Gabriel, Parra, Falagiani/Carnesecchi/Oxa, Vasi/Cusa/Gebbia, Casadei, Zappa, Battiato/Frankenstein, Meloni/De Carolis, The Residents, Stevens/Lynch/Roussel, Lauzi, Marcello

(IDA 027) \ Vincenzo Vasi + Giorgio Pacorig Perfavore Sing

with Dicofone, Nik Cofone, Chie Yoshida, Gulla Thorvalsdottir, Papis Sana Ba Dun Dun, Lee Jackob, Zoid, Richard Eigner, Viridian

(IDA 026) \ Dicofone Humusympathetica

(IDA 025) \ Tristan Honsinger + Massimo Simonini Call Me Us

with Heiner Goebbels, Chris Cutler, Sira Djebate, Boubacar Djebate, Johannes Bauer, Jocelyn B. Smith; Orchestra del Teatro Comunale di Bologna conducted by Franck Ollu, Ensemble Icarus conducted by Yoichi Sugiyama

(IDA 024) \ Heiner Goebbels The Italian Concerto

The happening Alla ricerca del silenzio perduto • Cage’s Train has lingered in the memory of all the people who took part in it, and the echoes left behind by the American composer’s “prepared train” have spread through time. This rare document, edited by Oderso Rubini and Massimo Simonini, pubblished by Baskerville artbooks, contains a sequence of photos of the event; critical contributions on the event in both Italian and English; 3 audio CDs featuring the elaboration of the train’s 3 excursions elaborated by Walter Marchetti and Patrizio Fariselli following Cage’s instructions, and 1 DVD with films of the event. They are all previously unpublished materials, collected here for the first time.

(IDA 3 cd 023 - IDA dvd 023V) (Book, 3 CDs, 1 DVD) \ Il Treno di John Cage Alla Ricerca del Silenzio Perduto

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ANGELICHE

Jon Rose / Otomo Yoshihide Budget Shopping; N.O.R.M.A. ospiti Chris Cutler, Phil Minton; Oban Sax Quartet; Lol Coxhill Before My Time; Phil Minton / Veryan Weston Ways Past; Maarten Altena Ensemble Songs & Colours; Rova; Specchio Ensemble; Heiner Goebbels Die Befreiung des Prometheus; Orchestra del Teatro Comunale di Bologna diretta da Peter Rundel esegue Suite für Sampler und grosses Orchester di Heiner Goebbels; Impro Notte con Bruce Ackley, Steve Adams, Steve Beresford, Domenico Caliri, Mike Cooper, Lon Coxhill, Chris Cutler, Giorgio Fabbri Casadei, Edoardo Marraffa, Luigi Mosso, Larry Ochs, Jon Raskin, Jon Rose, Pat Thomas, Roger Turner, Otomo Yoshihide, Vincenzo Vasi, Stefano Zorzanello

quinta edizione * 2-7 maggio 1995 tutto cangia

Ferdinand Richard Arminius, Paolo Grandi Le Terre Silenziose ospite Ouassini Jamal, Guy Klucevsek, Stefano Scodanibbio / Rohan de Saram, Bob Ostertag Say No More, Holly Small / Bill Coleman / Laurence Lemieux / John Oswald, Ain’t Nothin’ But A Polka Band Polka From The Fringe, Fred Frith / John Zorn / John Oswald / Bob Ostertag / Mark Dresser / Phil Minton / Gerry Hemingway, Stephen Drury esegue Carny di John Zorn, Ecoensemble diretto da Franco Sebastiani esegue Angelus Novus di John Zorn, Orchestra del Teatro Comunale di Bologna diretta da Stephen Drury e Franco Sebastiani esegue For Your Eyes Only di John Zorn, Camelot di Claudio Scannavini e Orchestral Tuning Arrangement di John Oswald e Linda Catlin Smith, Stefano Scodanibbio esegue Endurance di Fred Frith, Ensemble da “Band Is Woman” diretto da Franco Sebastiani esegue Acupuncture di John Oswald, Ensemble EVA KANT esegue Pacifica di e diretto da Fred Frith

quarta edizione * 24-29 maggio 1994 ...funghi...

Riciclo delle Quinte ospite Wolter Wierbos, All Dax(ophone) Band, Dietmar Diesner, Peter Kowald, Wolter Wierbos, Butch Morris, Steve Beresford, Hans Reichel, Tom Cora, Han Bennink, Butch Morris Conduction 31 (con Hans Reichel, Dietmar Diesner, Wolter Wierbos, Han Bennink, Steve Beresford, Peter Kowald, Tom Cora), The Goose, Vibraslaps, Butch Morris Conduction 32 con l’ensemble Eva Kant

terza edizione * 13-18 maggio 1993 vedo nudo

Popoli Dalpane Ensemble, Looping Home Orchestra, Lindsay Cooper e l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, Stefano Scodanibbio, Gianni Gebbia, Fred Frith, Lindsay Cooper, Lars Hollmer, Gruppo Ocarinistico Budriese, Que de la gueule, Workshop e Concerto condotto e diretto da Fred Frith.

seconda edizione * 27 maggio - 4 giugno1992 per ogni malattia c’è una melodia

Mary Iqaluk / Nellie Echaluk Giochi Vocali Inuit, Joseph Racaille / Daniel Laloux, Quartetto Vocale Giovanna Marini, Tom Cora, Caterine Jauniaux, Shelley Hirsch / David Weinstein, Lol Coxhill The Inimitable, Carles Santos, Phil Minton / Veryan Weston, Ernst Reijseger, Laboratorio Musica & Immagine, Mike Westbrook Orchestra Big Band Rossini.

prima edizione * 5-9 giugno 1991 la lingua mi cercava le parole

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John Tilbury (Michael Parsons, Dave Smith, Howard Skempton), Fred Frith Tense Serenity, Evan Parker Conic Sections, John Russell + Roger Turner duo improvisations, Phil Minton + Veryan Weston .....past (da una moltitudine di diversità di canzoni: Robert Schumann, Joe Zawinul, Sir Edward Elgar, Hubert Parry, Freddy Fender, Claudio Monteverdi, Hank Williams, Anton Carlos Jobim, Phil Minton + Veryan Weston...), Paolo Angeli linee di fuga, Lol Coxhill Standard Conversions, Steve Beresford Signals for Tea +, Orchestra del Teatro Comunale di Bologna diretta da Stephen Drury solisti: Fred Frith, Phil Minton, Maggie Nicols, ospiti: Chris Cutler, John Edwards, Lol Coxhill (Giorgio Casadei, Tiziano Popoli, Stefano Zorzanello, Giorgio Magnanensi, Fred Frith, Lindsay Cooper arrangiamenti di Veryan Weston), Mike Cooper + Pat Thomas Tri Stereo System, Kaffe Matthews to white, The Recedents, Fred Frith + Bill Laswell + Charles Hayward Massacre, Steve Noble + Pat Thomas, AMM, Cornelius Cardew The Great Learning Paragraph 7 for any number of trained or untrained singers

nona edizione * 18-23 maggio 1999 domestic flights

Coro delle mondine di Correggio, Stephen Drury (Frederic Rzewski), Lucia Bova + Luca Sanzò(Fernando Mencherini, Franco Donatoni, Lucio Garau), Aleks Kolkowski & Media Luz My Garden Makes Me Glad, acco land (Lucio Garau, Franco Donatoni, Mario Pagliarani), Gino Robair Singular Pleasures, Ossatura, Fausto Bongelli + Massimo Mazzoni (Giacinto Scelsi, Fernando Mencherini, Franco Donatoni), Edoardo Ricci + Eugenio Sanna graffi di gatto e urla di cani, Specchio Ensemble Ash-can School, Sonia Turchetta + Rocco Filippini + Oscar Pizzo (Salvatore Sciarrino Vanitas), Greetje Bijma, Louis Andriessen + Greetje Bijma Gran Duo, Rudiger Carl + Hans Reichel Buben plus, Quartetto Vocale Giovanna Marini Partenze - vent’anni dopo la morte di Pier Paolo Pasolini, Orchestra del Teatro Comunale di Bologna diretta da Stephen Drury solista Gary Gorczyca (Fernando Mencherini, Louis Andriessen, Franco Donatoni, Lucio Garau, Paolo Grandi, Olivia Bignardi). Impro: Rudiger Carl, Hans Reichel, Aleks Kolkowski, Elio Martusciello, Maurizio Martusciello, Edoardo Ricci, Eugenio Sanna, Fabrizio Spera, Gino Robair, Fabrizio Puglisi, Guglielmo Pagnozzi, Luca Venitucci, Matt Wand.

ottava edizione * 11-17 maggio 1998 mamma acustica

Otomo Yoshihide Memory Disorder, Trio Magneto, Tanaka Yumiko Gidayu Shamisen Solo, Ground-Zero Revolutionary Pekinese Opera+Play Standard, Diane Labrosse+Martin Tetrault Parasites’ Paradise, Stock, Hausen & Walkman Child Bearing Hits, Vakki Plakkula, Bob Ostertag, Tornando Menù, Chris Cutler p53, Tenko+Ikue Mori Death Praxis, Jean Derome+René Lussier Les Granules, Dagmar Krause+Marie Goyette, Zygmunt Krause The Last Recital, Orchestra del Teatro Comunale di Bologna diretta da Pedro Alcalde e Franco Sebastiani esegue Orchestral Tuning Arrangement di John Oswald / Linda Catlin Smith, Folk Music di Zygmunt Krause, Classic di John Oswald, Short Cut no.1 for orchestra+no.2+no.3 di Marie Goyette, Mike Patton+Bob Ostertag+Otomo Yoshihide House of Discipline; Impro con: Chris Cutler, Jean Derome, Marie Goyette, Uchihashi Kazuhisa, Diane Labrosse, René Lussier, Ikue Mori, Bob Ostertag, Mike Patton, MircoSabatini, Andrew Sharpley, Tenko, Martin Tetreault, Matt Wand, Otomo Yoshihide

settima edizione * 6-11 maggio 1997 al ladro

Guus Janssen, Orchestra del Teatro Comunale di Bologna diretta da Ernst van Tiel esegue Passevite e Keer di Guus Janssen, Concerto per sassofono e orchestra (solista Ed Boogaard) e Onderweg di Misha Mengelberg, Palinckx, Misha Mengelberg, Carlo Actis Dato, Henneman String Quartet, Guus JanssenSeptet, Michel Waisvisz Operation LiSa, Tristan Honsinger This, That and the Other, Tristan Honsinger, Janssen/Glerum/Janssen, Misha Mengelberg Pollo di Mare

sesta edizione * 7-11 maggio 1996 caos lirico

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Opera Mobile: Tristan Honsinger + Ermanno Cavazzoni + Ensemble Opera (Cristina Zavalloni, Sabina Meyer, Cristina Vetron, Vincenzo Vasi, Carolina Talon Samperi, Kathleen Delaney, Marie Goyette, Enrico Sartori, Olivia Bignardi, Edoardo Marraffa, Riccardo Pittau, Lauro Rossi, Aleks Kolkowski, Erica Scherl, Tristan Honsinger, Pierangelo Galantino, Lullo Mosso, Franca Pampaloni, Fabrizio Puglisi, Christian Carcagnile, Mirko Sabatini, Fabrizio ‘Abi’ Rota, Jochem Hartz, Ilaria Honsinger, Gayla Freed, Lidija Kolovrat, Massimo Simonini), Dietmar Diesner Saxophon-actor, Aleks Kolkowski Portrait in Shellac, Olivia Block hi-lo eyehull, Margareth Kammerer Noch Einmal, an Orpheus, Hester Boverhuis+Cristin Wildbolz+Riccardo Massari Spiritini Speechwater, Sven Ake Johansson+Sten Sandell Bahn und Boot, Peter Brötzmann+Hamid Drake, Misha Mengelberg Solo Songs, Marie Goyette+Aleks Kolkowski Stone Flower, Hisako Horikawa, Ijnveïq de Ernestine Une porcelaine dans un magasin d’éléphants (Mauro Manzoni, Emiliano Rodriguez, Diego Frabetti, Raffaele Jaquinta, Giammaria Matteucci, Fabrizio Colonna, Maurizio Rolli, Alberto Corelli, Pierpaolo De Gregorio, Alfredo Impullitti)

dodicesima edizione *13>18 maggio 2002 galleria san francesco

Joan La Barbara Three Voices (Morton Feldman), Shelley Hirsch States, Dorothea Schurch + Ernst Thoma course in different directions, Massimo Simonini + Fabrizio ‘Abi’ Rota paesi piatti & pianeti possibili, Kaffe Matthews + Andy Moor matter, Peter Cusack Green Parrot, Broken Glass, Domenico Sciajno + Barbara Sansone Objectable, Pierre Bastien & Mecanium, Alvin Curran Toto Angelica, Shelley Hirsch + Anthony Coleman A Tribute to Tributes, Margaret Leng Tan The Art of The Toy Piano (John Cage, John Lennon/ Paul McCartney arr. Toby Twining, Stephen Montague, Jerome Kitzke,, Philip Glass, Alvin Lucier, Julia Wolfe, Guy Klucevsek), MIMEO Music In Mouvement Electronic Orchestra The Hands of Caravaggio + John Tilbury, Pierre Bastien Meccano Orchestra, Jean-Pierre Gauthier Commodity and Commotion, playground ensemble The Sonic Playground (Alvin Curran,, ensemble)

undicesima edizione *15>20 + 12>20 maggio 2001 antichi astronauti

John Zorn Bar Kokhba special edition for Angelica, Terry Riley, Orchestra del Teatro Comunale di Bologna diretta da Jurjen Hempel soprano Julie Liston (Domenico Caliri, Massimo Semprini, Diego Stocco, Guus Janssen, John Zorn: commssioni di Angelica; Morton Feldman), La Monte Young The Forever Bad Blues Band, Eyvind Kang Garland of Virginal Co-ordinates con playground ensemble ospiti Michael White, Eyvind Kang, Mike Patton, Timothy Young, Tucker Martine, Evan Schiller: commissione di Angelica, Cecil Taylor, Mirko Sabatini MK Orchestrin, Edoardo Marraffa, Guus Janssen Quartet, Tibor Szemzõ Tractatus, Invisible Story con The Gordian Knot Music Company, Mike Patton vs The X-ecutioners, Ensemble Modern diretto da Peter Eötvös solisti Omar Ebrahim, Hermann Kretzschmar, David Moss (Frank Zappa - Greggery Peccary & Other Persuasions), Ensemble Modern diretto da Sian Edwards (Conlon Nancarrow arr. Yvar Mikashoff, Heiner Goebbels, Helmut Lachenmann)

decima edizione * 5-13 maggio + 5-6 luglio 2000 zorro

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Charlemagne Palestine Schlingen Blângen for Organ Rinascimentale Non Temperato + Strumming, John Tilbury Well, well, Cornelius (Howard Skempton), Chico Mello & Fernanda Farah do lado da voz (Chico Buarque, Herivelto Martins, Noel Rosa, Lupicínio Rodrigues, Carlos Careqa, Kaper, Webster, Fernanda Farah, Chico Mello), Luigi Ceccarelli Tupac Amaru + Aracne + Exsultet, Steffen Schleiermacher The Mystic Modernists - Ruggles & Rudhyar, Phil Minton Feral Choir, Antonio Della Marina Fades – Dissolvenze , Fausto Bongelli Preludi ostinati (Tonino Tesei), Yoshida Tatsuya + Shibasaki Yukifumi + Takahashi Hideki Zubi Zuva, Tiziano Popoli SPIRITUS, The Reveries Blasé Kisses (Eric Chenaux + Ryan Driver + Doug Tielli), Dr. Ilaiyaraaja Ilaiyaraaja’s Music Journey (Ilaiyaraaja + Bhavatharini + Preeti uttam + Madhu + Chinmayi + Murari + Nepolean + Rajendra Singh + Murali + Prabhakar + Jayachander + Sekar + Bharanidharan + Shashank + Madhav + Purushothman + Uttam singh), Coro da camera di Bologna + Coro Euridice di Bologna + Pierpaolo Scattolin Convivium (Giacinto Scelsi, Krzysztof Penderecki, Olivier Messiaen), Cornelius Cardew di Philippe Reignez, Pandit Pran Nath: In Between the Notes di William Farley, LA VOCE MEDIATA Scuola di Musica Elettronica del Conservatorio - G.B. Martini, Bologna (Lelio Camilleri, Sara Lenzi, Davide Falconi, Mara Vapori, Silvana Gaeta, Doria Cantatore, Luigi Vichi, Giovanni Maselli, Mario Barbuti, Sara Ramarro, Franco Venturini, Enrico Battisti, Nicola Baroni, Lucia Dimaso, Marco Mezzani, Alessandro Ratoci, Emanuela Turrini), construction sonor ( Steinbrüchel, Bernd Schurer, Günter Müller, Tomas Korber), FontanaMIX (Thuridur Jonsdottir + Giambattista Giocoli + Marco Bontempo + Stefano Malferrari + Franco Venturini + Nunzio Dicorato + Valentino Corvino + Antonella Guasti + Corrado Carnevali + Nicola Baroni + Emiliano Amadori) Antennae of a new mythology (Peter Hannan, Michael Oesterle, Rodney Sharman, Andre’ Ristic, Giorgio Magnanensi, Juliet Palmer, Jean Lesage, Peter Hatch, Doug Schmidt, Howard Bashaw), Iceberg Laboratori Suoni e Luoghi (Ijnveiq de Ernestine, Abril Padilla, Angelo Sturiale, Enrico Gabrielli & Mariposa, Davide Tidoni, Alfredo Impullitti): Ensemble Vocale della Cappella Musicale di San Petronio + Michele Vannelli + FontanaMIX (Thuridur Jonsdottir + Mario Gigliotti + Raffaele Jaquinta + Liuwe Tamminga + Nunzio Dicorato + Valentino Corvino + Antonella Guasti + Corrado Carnevali + Silvia Ricciardi + Nicola Baroni + Emiliano Amadori + Francesco La Licata)

quattordicesima edizione * 9>16 + 21>23 maggio ++ 3 giugno 2004 mosaico & miraggio

Karlheinz Stockhausen AVE (Suzanne Stephens, Kathinka Pasveer) + GESANG DER JÜNGLINGE + ORCHESTER - FINALISTEN (Asko Ensemble: Kathinka Pasveer, Marieke Schut, Hans Colbers, Alban Wesly, Jan Harshagen, Hendrik Jan Lindhout, Toon van Ulsen, Tjeerd Oostendorp, Jan Erik van Regteren Altena, Bernadette Verhagen, Doris Hochscheid, Pieter Smithuijsen) + OKTOPHONIE, Joëlle Léandre + Mat Maneri + Joel Ryan + Christian Marguet, Giancarlo Schiaffini + Walter Prati, Gail Brand + Phil Durrant + Pat Thomas + Mark Sanders, Stephan Wittwer, Frances-Marie Uitti, Irene Schweizer, Sylvie Courvoisier + Ikue Mori + Susie Ibarra, Pauline Oliveros, Scuola di Musica Elettronica del Conservatorio G.B. Martini di Bologna (Lelio Camilleri, Nicola Baroni, Mario Barbuti, Enrico Battisti, Doria Cantatore, Davide Falconi, Chiara Farolfi, Lucia Di Maso, Silvana Gaeta, Giovanni Maselli, Marco Mezzini, Maria Chiara Prodi, Alessandro Ratoci, Antonio Salluce, Emanuela Turrini, Franco Venturini)

tredicesima edizione * 13>18 maggio 2003 abissale & aderente

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Alessandra Celletti + Hans-Joachim Roedelius SUSTANZA DI COSE SPERATA, The Magic ID (: Kai Fagaschinski, Margareth Kammerer, Christof Kurzmann, Michael Thieke), Phill Niblock + Thomas Ankersmit, La Monte Young & Marian Zazeela Just Charles & Cello in The Romantic Chord (: Charles Curtis), Perlonex (: Ignaz Schick, Joerg Maria Zeger, Burkhard Beins) & Charlemagne Palestine, Nadia Ratsimandresy + Matteo Ramon Arevalos MESSIAEN ET AUTOUR DE MESSIAEN (: Olivier Messiaen, Jacques Charpentier, N’Guyen – Thien DAO, Tristan Murail), Uday Bhawalkar RAGA YAMAN (: Uday Bhawalkar, Sanjay Agle, Jyoti Bhawalkar), Pierre Henry L’Homme seul + Expériences dansées

diciottesimo anno * 8>13 + 16>17 maggio 2008 momento maggio

Karlheinz Stockhausen COSMIC PULSES, Asko Ensemble (:Edgard Varèse, Franco Donadoni, György Ligeti, Jonathan Harvey), ICP Orchestra 40 Years, Asko Ensemble + ICP Orchestra First Time, Hans Bennink+Fabrizio Puglisi, Ab Baars+Olivia Bignardi+David Kweksilber+Michael Moore+Enrico Sartori, Orchestra Spaziale Holiday in Cartoonia, Xavier Le Roy & Helmut lachenmann Salut für Caudwell, Mike Patton Mondo Cane (:Mike Patton, Aldo Sisillo, Roy Paci, Henri, Gegè Munari, Vincenzo Vasi, Alessandro Asso Stefana, Riccardo Onori, Antonio Borghini, Fabrizio Aiello, Coralli di Torino, Filarmonica Toscanini)

diciassettesimo anno * 7>13+24>26 maggio 2007 momento maggio

Eyvind Kang Cantus Circæus (:Mike Patton, Jessika Kenney, Alberto Capelli, Walter Zanetti, Ensemble di Ottoni di Modena, Coro da Camera di Bologna, Aldo Sisillo direttore, Pier Paolo Scattolin, Giovanna Giovannini), Michel Doneda + Fabrizio Rota, Domenico Caliri CAMERA LIRICA, Anthony Braxton + Richard Teitelbaum, Olaf Rupp + Edoardo Marraffa, Peter Brötzmann + Marino Pliakas + Michael Wertmuller, Lawrence D. ‘Butch’ Morris INDUCTION n°2: EMYOUESEYESEE.IT (:Gianni Gebbia, Edoardo Marraffa, Stefano Zorzanello, Patrick Novara, Ramon Moro, Erica Scherl, Alessandro Urso, Francesco Guerri, Antonio Borghini, Elio Martuscello, Davide Tidoni, Alessandro Bocci, Fabrizio ‘Abi’ Rota, Paolo Sorge, Manuele Giannini, Luigi ‘Lullo’ Mosso, Pasquale Mirra, Cristiano Calcagnile, Fabrizio Spera)

sedicesimo anno * 8+11>14 maggio 2006 momento maggio

John Zorn Cobra (: Alvin Curran, Jamie Saft, Luca Venitucci, Fabrizio Puglisi, Ikue Mori, Eugenio Sanna, Alberto Capelli, Trevor Dunn, Vincenzo Vasi, Francesco Dillon, Stefano Scodanibbio, Cyro Baptista, Joey Baron, Lukas Ligeti, Mirko Sabatini) + Electric Masada, concerti per ACUSMONIUM - Cinéma pour l’oreille ( Jonathan Prager Ritratto Luc Ferrari, Luciano Berio, Bruno Maderna, Franco Degrassi, Doria Cantatore, Silvana Gaeta, Giuseppe Monopoli, Maurizio Martusciello), Gianni Gebbia+ Lukas Ligetti NON - EUCLIDEAN VARIATIONS I the music of Eric Zann, Alvin Curran+Domenico Sciajno RITRATTO INCROCIATO a Luc Ferrari, Tristan Honsinger + Eugenio Sanna Le Bon Ton, Barre Phillips Fete Foreign, Stefano Zorzanello Piccolo Solo, Charlotte Hug Neuland, Stefano Scodanibbio (Luciano Berio), Stefano Scodanibbio+FontanaMIX Ensemble, MESSA ACUSMATICA Scuola di Musica Elettronica del Conservatorio - G.B. Martini (Sara Lenzi, Nicola Baroni, Emanuela Turrini, Roberto Napolitano, Lucia Di Maso, Alessandro Ratoci, Chiara Farolfi, Enrico Battisti, Marco Mezzini, Franco Venturini), Luigi Archetti+Bo Wiget LOW TIDE DIGITALS, Mirko Sabatini L’invisibile Corpo dell’Oggetto, FontanaMIX Ensemble ANTENNAE, (Sachiyo Tsurumi, Yoichi Sugiyama, Yoshifumi Tanaka, Toshio Hosokawa, Fumio Tamura), Aleksander Caric & Luca Venitucci, Archie Shepp + Barre Phillips

quindicesima edizione * 8>15 maggio 2005 arresto & domicilio

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Bernard Parmegiani La Création du monde - De Natura Sonorum, Liuwe Tamminga (: Olivier Messiaen, Arvo Pärt), Henry Threadgill & Zooid (: Henry Threadgill, José Davilla, Liberty Ellman, Stomu Takeishi, Elliot Kavee), Charles Curtis + Carol Robinson + Bruno Martinez NALDJORLAK I – II - III (: Éliane Radigue), Enzo Porta La lontananza nostalgica utopica futura (: Luigi Nono), Jon Rose PALIMPOLIN, Ganesh Anandan + Hans Reichel shrutidax, Arturas Bumšteinas Works and Days Ensemble (: Arturas Bumšteinas, Ilia Belorukov, Tadas Žukauskas, Anton Lukoszevieze, Seth Josel, Saulius Astrauskas), Radu Malfatti + Lucio Capece, Ensemble LOOS DE TRAGISCHE HANDELING - ATTO TRAGICO (: Cornelis de Bondt), Christine Sehnaoui Abdelnour + Pascal Battus, Conny Bauer + Johannes Bauer + Helmut “Joe” Sachse + Uwe Kropinski DOPPELMOPPEL, Lol Coxhill SOLO, Mike Cooper SOLO, Roger Turner SOLO, Lol Coxhill + Mike Cooper + Roger Turner THE RECEDENTS, John Zorn ESSENTIAL CINEMA (: Marc Ribot, Jamie Saft, Trevor Dunn, Joey Baron, Kenny Wollesen, Cyro Baptista, Ikue Mori, John Zorn), Arto Lindsay 4 SKIES (: Arto Lindsay, Melvin Gibbs, James Hurt, Tony Lewis, Marivaldo Paim, Filarmonica Arturo Toscanini, Giovanni Di Stefano), Giovanna Marini + Coro Arcanto DENTRO E FUORI AL PENTAGRAMMA, Quartetto Vocale Giovanna Marini LA TORRE DI BABELE

ventesimo anno * 4>8 + 12>15 + 17 + 21>22 + 29>30 maggio 2010 momento maggio

Maryanne Amacher Animation of Sound Characters in St. Leonardo, Ab Baars RITRATTI, Alfonso Alberti CANGIANTI (: Nicolò Castiglioni), Bérangère Maximin Tant que les heures passent , Manuel Zurria MURODISUONO 3 b (: Stefano Scodanibbio, Philip Corner, Alvin Lucier, Giacinto Scelsi, Jacob TV, Arvo Pärt), Andrea Rebaudengo PENULTIMO PIANO (: Mauricio Kagel, Julia Wolfe, György Ligeti, Galina Ustvolskaya), Sven Åke Johansson + Axel Dörner + Andrea Neumann Barcelona Series, Silvia Mandolini SOLO (: Bruno Maderna, Giorgio Magnanensi, Luca Francesconi, Serena Teatini, Franco Donatoni), Bologna Improvisers Orchestra, Giuseppe Ielasi SOLO, Id M Theft Able SOLO, Ensemble Phoenix Basel PHANTOM BROADCAST (: Giacinto Scelsi, Alex Buess, John Duncan), Festival Iceberg Giovani Artisti a Bologna 2009, Pamelia Kurstin THEREMIN SOLO , Vincenzo Vasi + Giorgio Pacorig PERFAVORE SING (: Bruno Lauzi, The Residents, Mina, Franco Battiato, Stormy Six, Peter Ivers/David Lynch, Isabelle Powaga/Sylvain Fasy, Violeta Parra, Ian Carr, Vincenzo Vasi, ...), The Ex + Getatchew Mekuria + Ospiti MOA ANBESSA (: Getatchew Mekuria, Katherina, Terrie, Andy, Arnold de Boer, Colin McLean, Xavier Charles, Brodie West, Joost Buis, Melaku Belay), Claus van Bebber + Jaap Blonk + Carl Ludwig Hübsch HÜBEBLO, Rudiger Carl + Oliver Augst + Christoph Korn BLANK plays DUDEN, Lawrence D. “Butch” Morris FOLDING SPACE Modette & Other Songs (: Lawrence D. “Butch” Morris, Shelley Hirsch, Shelley Burgon, Eri Yamamoto, Mary Halvorson, Kenny Wollesen, J. A. Deane, Filarmonica Arturo Toscanini)

diciannovesimo anno * 6>9 + 14>16 + 19 + 21>23 + 30>31 maggio 2009 momento maggio

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ed è realizzato con la partecipazione di

è presentato da 21

Associazione Culturale Pierrot Lunaire

con il sostegno di

142 in collaborazione con

Settore Cultura e Rapporti con l’Università


in co-produzione con

in collaborazione con

con il contributo di

143 in collaborazione con

con l’aiuto di AngelicA fa parte della Rete dei Festival del Contemporaneo di Bologna, un’iniziativa promossa dalla Regione Emilia-Romagna, Assessorato alla Cultura


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finito di stampare nel mese di maggio del 2011


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