AngelicA 14 - Festival Internazionale di Musica - 2004

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Angelica Festival Direzione: Mario Zanzani Direzione artistica e organizzativa: Massimo Simonini Organizzazione: Sandra Murer Ufficio stampa e promozione: Silvia Fanti Distribuzione “i dischi di angelica”: Andrea Martinelli Assistenza organizzativa: Marta Massini Immagine e progettazione grafica: Massimo Golfieri Produzione: Davide Rossi Documentazione sonora: Massimo Carli Tecnici del suono: Dino Carli, Massimo Carli, Enrico Dall’Oca Luci: Paolo Liaci Documentazione fotografica festival: Massimo Golfieri, Gianni Gosdan Web master: Eric Vleugels - www.binario1.it

Cura editoriale catalogo: Walter Rovere Progetto grafico catalogo: Concetta Nasone, Massimo Golfieri Stampa: Tipografia Fanti - Imola (BO) Si ringraziano: Yuhi Sethu, Paolo Carati, Horace Cardew, Jim Newman (Other Minds), Simona Brighetti, Daniele Gasparinetti...

Aperitivo e assaggi a cura di Trattoria Caminetto D’Oro


Teatro San Leonardo • via San Vitale 63 - Bologna ic Teatro Comunale di Modena • Corso Canalgrande 85 - Modena ic Raum • via Ca' Selvatica 4/d - Bologna i iChiesa di San Martino • via Oberdan 25 - Bologna i Basilica di San Petronio • piazza Maggiore - Bologna n Ufficio Festival • c/o Raum via Ca' Selvatica, 4/d - Bolognaci t + f 051.240310 - 331099 ci Sede Organizzativa • via Gandusio,10 - 40128 Bolognaci t + f 051.240310 info@aaa-angelica.com -www.aaa-angelica.comcic


PROGRAMMA

+ INDICE 9

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DOMENICA h 17.30 TEATRO SAN LEONARDO

> si legge CONCERTI BOLOGNA

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INTRO 6

Mario Zanzani Angelica a pezzi

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Massimo Simonini Sguardo & Stupore

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> 34

maggio

BOLOGNA

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> 24 maggio

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> 24

maggio

BOLOGNA

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> 28 > 30

maggio

BOLOGNA

Alda Merini

DOMENICA h 21.30 CHIESA SAN MARTINO

Charlemagne Palestine Schlingen Blängen for Organ Rinascimentale Non Temperato GIOVEDI h 21.30 TEATRO SAN LEONARDO

Charlemagne Palestine Strumming LUNEDI h 21.30 TEATRO SAN LEONARDO

John Tilbury Well, well, Cornelius Chico Mello & Fernanda Farah do lado da voz

maggio

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> 38

BOLOGNA

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42

12

> 44

maggio

BOLOGNA

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> 46 > 48

maggio

BOLOGNA

MARTEDI h 18.30 RAUM

Luigi Ceccarelli Tupac Amaru, Aracne, Exsulted MARTEDI h 21.30 TEATRO SAN LEONARDO

Steffen Schleiermacher The Mystic Modernists Ruggles & Rudhyar Phil Minton Feral Choir MERCOLEDI h 18.30 RAUM

Antonio Della Marina Fades-Dissolvenze MERCOLEDI h 21.30

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> 50

maggio

BOLOGNA

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> 52

maggio

BOLOGNA

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> 56

maggio

MODENA

TEATRO SAN LEONARDO

Fausto Bongelli Preludi ostinati Yoshida Tatsuya + Shibasaki Yukifumi + Takahashi Hideki Zubi Zuva X

GIOVEDI h 18.30 RAUM

Tiziano Popoli Spiritus (di:vento s:u:ono) GIOVEDI h 21.30 TEATRO SAN LEONARDO

The Reveries Blasé Kisses

VENERDI h 21.00 TEATRO COMUNALE

Dr. Ilaiyaraaja Ilaiyaraaja's Music Journey

DOMENICA h 21.00 maggio16 BOLOGNA CHIESA SAN MARTINO

> 64

Coro da camera di Bologna + Coro Euridice di Bologna Convivium


ALTRI EVENTI 21

> 84

VENERDI h 21.30 TEATRO SAN LEONARDO

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SABATO h 21.30 TEATRO SAN LEONARDO

maggio

BOLOGNA

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Alda Merini

si legge INCONTRI & ASCOLTI

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> 70

maggio

BOLOGNA

maggio

12

> 70

BOLOGNA

MARTEDI h 12.00 RAUM

John Tilbury

> 74 11

> 80

maggio

BOLOGNA MERCOLEDI h 12.00 RAUM

Charlemagne Palestine

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> 80

maggio

BOLOGNA

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maggio

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MODENA

70

VENERDI h 17.30 TEATRO COMUNALE

Dr. Ilaiyaraaja

> 88

maggio

FILM

BOLOGNA

Voci dall’Aldilà a cura di Walter Rovere MARTEDI h 24.00 RAUM

Cornelius Cardew di Philippe Reignez MERCOLEDI h 24.00

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> 90

maggio

BOLOGNA

Scuola di Musica Elettronica del Conservatorio - G.B. Martini, Bologna La Voce Mediata

construction sonor Steinbrüchel Bernd Schurer Gunter Muller Tomas Korber DOMENICA

h 21.30

TEATRO SAN LEONARDO

FontanaMIX Ensemble Antennae of a new mythology

RAUM

In Between the Notes a Portrait of Pandit Pran Nath di William Farley

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> 94 giugno

BOLOGNA

GIOVEDI h 21.30 BASILICA SAN PETRONIO

Iceberg Laboratori Suoni e Luoghi: Omaggio alla Basilica di San Petronio

I DISCHI DI ANGELICA

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ANGELICHE

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Succede quando ti rendi conto che stai seguendo più direzioni, sia artistiche, che culturali e sociali, anche nell’utilizzo dei luoghi di spettacolo: con accordi, coproduzioni, partnership, convenzioni e così via. Un campo di azione molto aperto che tradisce l’ambizione di fare di più, di trovare più spazio, di invadere nuovi settori, di frequentare nuovi ambienti e nuove prospettive. Così, in questa edizione del festival, i diversi pezzi aprono ai progetti di promozione culturale delle istituzioni locali, ai teatri di questa e di altre città, alle istituzioni scolastiche e formative, agli ensemble specializzati, ai centri di cultura di altri paesi. Altri pezzi sono in costruzione per i prossimi mesi. E ciascun pezzo è nuovo lievito. E’ il risultato ovvio, naturale, di una mancanza ormai sempre più avvertita nel panorama della offerta musicale: la mancanza di contemporaneità. Siamo, come si dice, al progressivo svuotamento dello spazio un tempo riservato alla creazione contemporanea. Alla fine di un percorso, in cui il mercato e l’abitudine al sempre uguale hanno consumato l’audience, l’hanno sfinita. Da qui si ripartirà e qualcuno si sta già avviando. Per intanto e tuttavia, questo spazio è talmente vasto da stordire; ci coglie l’ansia della navigazione; tante rotte possibili. Poche preoccupazioni sul rigore, di questi tempi conta lo stile. Mario Zanzani

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Angelica a pezzi


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When you are following more than one direction, whether it be artistic, cultural, or social, or when you are choosing show venues, you realize that the process happens in the same way: by arrangements, agreements, co-productions, partnerships, conventions and so on. You face a wide field of action that betrays an ambition to do more, to find more space, to cover new sectors, to find new scenes and perspectives. This is how the many pieces featured in the Festival open up to the promotional and cultural projects of the local institutions, to the theaters of this and other cities, to the educational and institutions and specialized ensembles, to the culture centers of other concountries. tempoOther pieces are under constructions for the next raneity. We months. face, as they say, Each piece is a new stimulation. the progressive emptyIt is an obvious result, a natural ing of the space that was lack that is perceived more once destined to the contempoand more in the field of rary creation. At the end of a process musical production: in which the market and the familiarization the lack with the repetitious have warped and worn out of the audience. We will start again from here, and someone is already on the way. In the meantime, however, this space is so vast that it stuns us. We are overtaken by a longing for the journey, among many possible routes. We are not concerned with the rigour: in these times we value style more. Mario Zanzani

Angelica to pieces

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sguardo & stupore Un progetto risponde a un'idea, nel corso della sua realizzazione si trasforma. Ostacoli e soluzioni si succedono creando problemi e opportunità. Si cerca di costruire, si collabora, senza perdere di vista un obiettivo, che speriamo necessario in quel tempo, e che cerca di essere utile a tutti. Questa edizione numero 14 di Angelica, forse più di altre (anche se in tutte succede in misura diversa), è nata incontrando continuamente lungo la strada segnali di ogni tipo: divieto di sosta, un ampio parcheggio, obbligo di svoltare a destra, e a sinistra, pericolo di crollo, sempre diritto; cercando continuamente un centro, un equilibrio. Legati alla voce (lettura, canto, canzone, evento corale), alla dimensione del solo (pianistico ed elettronico), Angelica 14 ospita eventi che riflettono sulla forma in relazione anche agli spazi (chiesa e teatro) accogliendo la diversità come elemento di 'unità'; il dare voce assume un senso particolare: una volontà visibile di cercare 'accordo' fra apparenti diversità. Quando nella stes-

sa cornice si riescono a mostrare realtà molto differenti, cercando una certa coerenza, qualcosa ancora splende. Con sguardo e stupore. Il pensiero fluisce, niente si ferma se non il necessario, quello che serve realmente sapere, in quel momento, perchè diventa frutto del sentire, e non bagaglio culturale, parte di quel mondo colto, intellettuale, che è mentale, e che spesso riduce il pensiero, riduce il sentire, portando analisi che non lasciano spazio a una dimensione più vera, più creativa. Cultura, certo, necessaria, ma che deve ribilanciarsi con altri regni che riguardano e comprendono la creatività, e ogni idea che si riflette è così intensa, potente perchè innocente. I n ogni musica si può, o non si può, trovare qualcosa, trovare musica, come si trattasse di un niente, un nulla, quasi inconsistente, ricco di tutto.

Alda Merini canta la poesia, provoca una marea emotiva difficile da contenere; quando parla suona; la sua poesia è così vicina alla musica, i linguaggi piacevolmente si confondono; il suono delle sue parole, è la carne degli angeli ? Dispiaciuti, annunciamo che la sua lettura non è più in programma, Alda Merini non sarà presente


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gaze & amazement A project answers to an idea, and transforms itself in the course of its accomplishment. Obstacles and solutions follow one another creating problems and opportunities. One tries to build, to collaborate without loosing the focus on an objective, that we hope will be necessary at that time, and that tries to be useful to everybody. This edition number 14 of Angelica, more so than others that preceded it (even though it happened to all to some extent), was born continually running into all kinds of signals along the road: no stopping, ample parking, obligation to turn to the right, and to the left, danger of collapse, straight ahead; all the while we were looking for a centre, for balance. Tied to the voice (readings, songs, singing, choral event)

and by the solo dimension (piano and electronics), Angelica 14 hosts events that reflect on the form, also in relationship to space (church and theatre), welcoming diversity as a ‘unifying’ element; to give voice assumes a special meaning: a visible will to look for a sort of ‘accord’ among seeming diversities. When we are able to show such different realities within the same frame, all the while looking for some coherence, something is still shining. With gaze and amazement. The thought flows, nothing rests that isn’t strictly necessary, what we need to know at that moment, because it is the result of our feelings, and not some kind of cultural baggage which is part of that learned, intellectual world, that pertains to the mind’s dimension, and that often lessens the ability to think, to feel, producing sterile analysis that leave no room for a truer, more creative dimension.

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per ragioni di salute... Charlemagne Palestine corre immobile sui tasti di strumenti di altre epoche, in diversi contesti, porta ordine nel suo caos, dove il gioco è parte integrante; seduto al centro, in bianco e nero, circondato da colori; lo spirito di Olivier Messiaen appare in chiesa, ricordando il tempo, in cui lui stesso 'improvvisava' all'organo, in una chiesa di Parigi: dopo l'omelia si poteva completare l'opera con l'aiuto della musica. John Tilbury ritrova Howard Skempton: due vecchi amici, brevi brani dal sapore semplice, essenziali, già scritti, il tocco di Tilbury, pieno di sensualità, affonda e li porta altrove; Satie osserva, in ombra, con bombetta. Il Brasile incontra Berlino, Chico Mello & Fernanda Farah si scambiano, delicati saluti, offrendo, alle loro canzoni piene di tradizione, un nuovo punto di vista dove il gesto influenza il suono e viceversa; elementi apparentemente estranei regalano nuova forma alla forma; una città in campagna, un prato dentro un grattacielo. 3 momenti elettronici, un'aperitivo cerca un pasto: Luigi Ceccarelli porta il suono in teatro, abili composizioni riflettono il tempo, dove le voci sono

ancora in palcoscenico; Antonio Della Marina con cura e precisione, elabora minimalmente, una musica dove tutto si muove, ricco e sottile, si trasforma; Tiziano Popoli ha passato una buona parte degli ultimi anni a registrare ambienti sonori, tra riflessione e forse solitudine, nell'intimità del mondo, la natura risponde; si passano ore, anni, ad aspettare il momento che passi quel suono, fino a quando un'ape si presenta e dopo aver circumnavigato il 'pianeta microfono' si schianta su di esso: fragorosa; è un pò che manca da Bologna, questo suo solo vuole parlare del vento, "il vento che cambia" dice una canzone: ben trovato Tiziano. Steffen Schleiermacher esplora nel mondo della musica, anche colta, contemporanea, e scopre, in The Mystic Modernists, le composizioni di Carl Ruggles e Dane Rudhyar (quest'ultimo forse più conosciuto come astrologo e ricercatore, inventore di teorie, che come compositore 'discontinuo'), figure particolari della ricerca musicale americana degli anni '30 e '40 legata a un misticismo singolare: largo e maestoso sono chiavi di accesso. Un workshop, in collaborazione


A culture that is surely necessary, but that also must be balanced by other realms that gravitate and comprehend creativity, and where each idea that is reflected is so intense, powerful because it is innocent. In each kind of music we can, or we can’t, find something, find music, as if it were nothing, nought, an immaterial entity, rich in everything.

Alda Merini sings poetry, unleashing an emotional tide that is very hard to contain; when she speaks, she plays; her poetry is so close to music, the two languages fuse pleasantly; the sound of her words is the flesh of the angels? We are very sorry to announce that her reading had to be cancelled, Alda Merini cannot be with us due to health problems... Charlemagne Palestine runs standing still on the keys of instruments from other eras, in different contexts, he brings order to his chaos, where play is an integral part; sitting in the middle, in black and white, yet surrounded by colours; the spirit of Oliver Messiaen appears in the church, reminding us of the time when he himself used to

‘improvise’ on the organ of a Paris church: after the sermon one could complete the function with the help of the music. John Tilbury revisits Howard Skempton: two old friends, short compositions by the simple flavour, essential, and already written, the touch of Tilbury, full of sensuality, plunges deep and carries them elsewhere; Satie watches, in the dark, wearing a bowler hat. Brasil meets Berlin, Chico Mello & Fernanda Farah exchange, delicate greetings, offering, for their songs full of tradition, a new point of view where the gesture influences the sound and vice versa; elements that are seemingly extraneous giving a new form to form; a city in the country, a meadow in a sky scraper. 3 electronic moments, an aperitif is looking for a meal: Luigi Ceccarelli brings sound to the theatre, skillful compositions reflect the time, where voices are still on stage; with care and precision, Antonio Della Marina minimally elaborates a music wherein everything is in motion, rich

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con la Scuola Popolare di Musica Ivan Illich, di Phil Minton forma e costituisce un coro, un altro elemento di Angelica numero 14, si presenta in concerto come 'ferino': iscrizioni aperte a un massimo di 50 persone, cantanti o non, di qualsiasi età, disponibili all'esplorazione; il coraggio di cantare, di essere acrobati sulle corde vocali. Rockkkambolico-rockambolesco, a spirali larghe, pensieri rapidi e pause, con cuore, la musica di Tonino Tesei (Stefano Scodanibbio è produttore del suo disco uscito per la New Albion) il cui carattere riporta alla memoria altri autori e sprazzi popolari, per un risultato abile e vivo, ammorbidito da un gusto neo-classico e minimale, tutto Tesei; Conlon Nancarrow di nascosto ride, Franco Donatoni saluta e Fausto Bongelli preciso e poetico esegue. Il trio a cappella Zubi Zuva di Yoshida Tatsuya (batterista dei Ruins), Shibasaki Yukifumi e Takahashi Hideki, presenta un live, 'dada', tragicomico la cui originalità nasce anche dal fatto che i tre cantanti sono in realtà musicisti che abit-

ualmente suonano altri strumenti: cantando ci si scopre diversi: limiti e meraviglie del caso... Il trio The Reveries di Eric Chenaux, Ryan Driver, Doug Tielli, rimodella canzoni, degli anni '40, '50 e '60, dilatandole con strumentazioni particolari (mouth-speaker, mouth-microphone, chitarra elettrica, armonica, quasi-ruler bass, thumb-reeds, flauto da naso, sega da legno...): è tutto così tragicamente romantico, guardando la luna, ricordando un raga. Dopo 30 anni di assenza dal palcoscenico, anche in India, Dr. Ilaiyaraaja si presenta dal vivo con un ricco, misto, ensemble; la sua musica, oltre a contenere molte musiche, può essere oggi un buon oggetto di riflessione, motivo di meditazione, sulla forma, sul suo consumo, per una eventuale, possibile, espansione: mostrando modelli, formule rare, impensabili, per il mondo della canzone o del cinema occidentale; una forma aperta, strettamente legata all'ispirazione del momento, ad accogliere qualsiasi cosa in una struttura sorprendente,


and subtle, and in constant transformation; Tiziano Popoli has spent a good portion of the last few years recording sound environments, in meditation and maybe loneliness, in the intimacy of the world, nature responds; one can wait hours, years, even before that particular sound is produced, until a bee shows up, and after circumnavigating the ‘planet microphone’ crashes right on it; Popoli has been missing from Bologna for a long time, and with this solo he wants to talk about the wind, ‘the wind of change’ says a song: welcome back Tiziano. Steffen Schleiermacher has been exploring the world of music, even of the cultivated and contemporary kind, and has discovered, with The Mystic Modernists, the compositions by Carl Ruggles and Dane Rudhyar (the latter one is probably better known as astrologer researcher and inventor of theories than as a ‘discontinuous’ composer), outstanding figures in the American experimental musical field of the ’30s and ’40s characterized by a peculiar mysticism:

largo and maestoso are its access keys. Through a workshop by Phil Minton, in collaboration with the Scuola Popolare di Musica Ivan Illich, a choir was consituted, another element in Angelica 14, presenting itself in concert as ‘feral’: enrolments are open to an utmost of 50 people, singers and non singers of any age who must be willing to explore; the courage to sing, to become acrobats on the vocal chords. The Rockkambolic-rockambolesco music of Tonino Tesei (whose cd for the New Albion label has been produced by Stefano Scodanibbio), with its large spirals, quick thoughts and pauses, with heart, brings to memory other authors and flashes of popular music, creating a lively and skilful result, softened by a minimalist and neoclassical taste so typical of this composer; Conlon Nancarrow laughs unseen, Franco Donatoni salutes, and Fausto Bongelli performs with precise and poetic poise. The a cappella trio Zubi Zuva (Yoshida Tatsuya –The Ruins’ drummer–, Shibasaki Yukifumi and Takahashi

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arricchita dalla tradizione indiana, ancora così forte, dove ritmo, melodia, devozione, sorpresa, viaggiano insieme; quasi una canzone caleidoscopica, ricca di regole, ma anche di possibilità espressive. Kishori Amonkar, classe 1931, interpreta il suo raga, con una sua luce: si tratta di arancio con sfumature di giallo, un impronta di verde, e un occhio al blu, è un colore particolare, che si distacca dalla tradizione pur appartenendole; una luna-alap si sviluppa; è una regina, rimuove le emozioni, canta lontano, aiuta a ritrovare; un violino vedico. Un altro coro, questo di sapore sacro: Coro da camera di Bologna (costituito per questa occasione) e Coro Euridice di Bologna, direzione Pierpaolo Scattolin, per un repertorio, che raramente si ha l'opportunità di ascoltare, che riguarda essenzialmente l'opera di Giacinto Scelsi con due parti riservate a Olivier Messiaen e Krzysztof Penderecki; Scelsi

risuona e cerca accoglienza dove non è ancora conosciuto; risponde una eterna 'O', ruotando e rappresentando la voce aperta a esplorare e invocare ciò che cerchiamo; Convivium è il titolo della serata, è estratto da O Sacrum Convivium, composizione di Messiaen del 1937; Convivium che ancora sacro non riesce ad essere ma ricerca; un coro come grande insieme in accordo, una serata simbolica, per diversi aspetti, che, dopo l'apertura dei concerti di Palestine nello stesso spazio, chiude la settimana 'centrale', o classica, di Angelica sempre in chiesa. Oltre ai concerti: Walter Rovere presenta Voci dall'Aldilà (primavera e autunno 2004), una serie di film, uno sguardo-riflessione sull'aldilà, su musicisti e musiche che ancora sono qua: Cornelius Cardew di Philippe Reignez (Inghilerra 1986); Pandit Pran Nath In Between the Notes di William Farley (Usa


Hideki) presents a tragicomic live ‘dada’, the originality of which comes also from the fact that the three singers are as a matter of fact musicians who usually play other instruments: by singing, one can discover one’s other self: wonders and limits of chance... The trio The Reveries (Eric Chenaux, Ryan Driver, Doug Tielli), remodels songs from the ’40s, ’50s and ’60s, expanding them with peculiar instruments (mouth-speaker, mouth-microphone, electric guitar, harmonica, quasi-ruler bass, thumb-reeds, nose flute, bowed saw...): it is all so tragically romantic, looking at the moon, remembering a raga. After 30 years of absence from the stage (even in India), Dr. Ilaiyaraaja performs live with a rich, mixed, ensemble; his music, besides containing many different musics, can inspire reflections and meditations on the form, on its consume, for an eventual, possible expansion: by showing rare models and formulae, unthinkable for the western music song world or western cinema; it is an open form that is strictly linked to the inspiration of the moment, ready to welcome anything in a surprising structure, enriched by

a, still so strong, Indian tradition, where rhythm, melody, devotion and surprise travel together; it’s almost like a kaleidoscopic song, full of rules, but also rich in expressive possibilities. Kishori Amonkar, born in 1931, interprets her raga with a light of her own: an orange base with yellow hues, a touch of green, and an eye to blue, it’s a special colour, that detaches itself from traditions and yet belongs to it; an alapmoon develops; she’s a queen, she takes away the emotions, she sings far, she helps to find again; a vedic violin. Another choir, this time by a sacred flavour: Coro da Camera di Bologna (especially assembled for this occasion) and Coro Euridice di Bologna, conducted by Pierpaolo Scattolin, present a repertoire that we seldom have the opportunity to hear, and that focuses mainly on the oeuvre by Giacinto Scelsi, with two parts reserved for Olivier Messiaen and Krzysztof Penderecki; Scelsi resonates and strives to be welcomed where he is still unknown; an eternal ‘O’ replies, revolving and representing a voice open to exploring and evoking that which we are looking for; the title of the evening is Convivium,

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1986). Franco Fabbri conduce gli incontri & ascolti: incontra i musicisti, per noi che ascoltiamo: dimensione domestica e approfondimenti degli autori.

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Seguono una serie di altri eventi, ospitati, che caratterizzano ulteriormente questa edizione. La Voce Mediata a cura della Scuola di Musica Elettronica del Conservatorio - G.B. Martini di Bologna: recitazione del suono e altri nuovi lavori in anteprima sono fra gli elementi che vengono presentati in un contesto diverso e 'internazionale'. construction sonor è un lavoro commissionato dalle istituzioni svizzere (un esempio per le istituzioni locali o italiane) a molti musicisti, che riguarda i suoni del tunnel (San Gottardo e Lotschberg) in costruzione che qui vengono riportati alla luce,

nell'aria, da Steinbrüchel, Bernd Schurer, Günter Müller, Tomas Korber; era suono, rumore, ora cerca di trasformarsi in musica. Dopo la Svizzera, il Canada 'rappresentato' dall'Italia: FontanaMIX Ensemble di Bologna con Antennae of a new mythology porta, con l'aiuto di Giorgio Magnanensi che vive in Canada, un programma ricco di interpreti di questo tempo, ai più, sconosciuti; nuove conoscenze si prospettano. Iceberg Laboratori, Suoni e Luoghi, con queste due parole che unite ci invitano all'ascolto e all'osservazione, rende Omaggio alla Basilica di San Petronio; un progetto che riguarda anche diverse città italiane, oltre a Parigi e Buenos Aires, per i compositori ospitati nel programma che provengono da quei luoghi per presentare altri suoni in uno storico luogo della città: si tratta di spazi pieni di eco.


taken from O Sacrum Convivium, a Messiaen composition dating 1937; a Convivium that still can’t accomplish sacredness, but researches; the chorus is like a great ensemble in accord, in what is, in many respects, a symbolic evening that concludes the ‘central’ or classic week of Angelica in a church, after the opening of the Palestine concert in the same space. Besides the concerts: Walter Rovere presents Voices from the Afterlife (spring and autumn 2004), a series of movies that represents a reflection on the after life, and on composers and on musics that are still with us: Cornelius Cardew by Philippe Reignez (UK 1986); Pandit Pran Nath – In Between the Notes by William Farley (Usa 1986). Franco Fabbri facilitates the incontri & ascolti: he meets the musicians, for us who are listening: domestic dimension and deepenings of the authors. A series of other events are hosted and give further character to this edition. La Voce Mediata, by the Electronic Music School of the G.B. Martini Conservatoire in Bologna: the acting of the sound and premieres of other

works are among the elements that are presented in a new and ‘international’ context. construction sonor is a work commissioned to many musicians by Swiss institutions (an example for our local Italian institutions), and it centres on the sounds produced during the excavation of the Tunnel (Saint Gottardo and Lotschberg) sounds that are brought up to light, in the air, by Steinbrüchel, Bernd Schurer, Günter Müller, Tomas Korber; that was sound, noise – that now tries to transform itself into music. After Switzerland comes Canada, here ‘represented’ by Italy. FontanaMix Ensemble in Bologna, with Antennae of a new Mythology and with the help of Giorgio Magnanensi (who lives in Canada) presents a rich program featuring many interpreters of this time, unknown to most; we foresee a great opportunity for new knowledge. Iceberg Laboratori Suoni e Luoghi, with their joined names inviting us to listen and observe, pay a Tribute to the St. Petronius Basilica; it is a project involving several Italian cities besides Paris and Buenos Aires, for the composers featured in the program come from those places to present other sounds in a historical landmark of the city: spaces full of echoes.

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Angelica 14: Mosaico & Miraggio, Dialogo: limite e meraviglia, visione e illuPensiero 1 - Che ore sono? sione, soprattutto speranza; il suono delle Pensiero 2 - Anch'io me lo chiedevo qualche tempo fa... sue parole: un coro di canzoni, piano-forti mistP 1 - E tu chi sei? ici, momenti elettronici, un violino vedico, in P 2 - Un agricoltore?! Lavoro sulla terra e osservo tutto. chiesa, a casa, elementi di teatro, un gesto semplice P 1 - Oggi cosa fai? una risposta reale, sacro e profano si osservano, volonP 2 - Disperdo il vetro nell'ambiente. Si tratta di vetri colorati. Cerco tà visibile. Una forma che ruota, una ruota che forma. trasparenza: vetri attraversati, baci dal sole. Leggera, aerea, lunga Alap. Qualche volta, il vento ti porta il profumo della pioggia, sentire quel sapore, allieta, soprattutto, se aspetti acqua: è un annucio, si annuncia. Dentro la distanza. Un arco ti guarda, il pensiero si ferma. Sguardo & stupore. Sposta il pensiero, quando è il tempo ritorna.

Bisogno di bianco. Una scala, un cesto; raccogli salendo, depositi sostando. Un uomo, una donna; quanti soli, quante lune.

Tante orbite. Quando SIAMO arriviamo.

Quanti doni, quanti scalini.

Angelica diplomatica. Mercurio.

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Massimo Simonini


Angelica Dialogue: 14: Mosaic & Mirage, Thought 1 - What time is it? limit and wonder, vision and illusion, Thought 2 - I was wondering too, a while ago... above all hope; the sound of her words: a T 1 - And who are you? choir of songs, mystical piano-forti, electronic T 2 - A farmer?! I work on earth and observe everything. moments, a Vedic violin, in a church, at home, theT 1 - What are you doing today? atrical elements, a simple gesture a real answer, the T 2 - I am scattering glass in the environment. Pieces of coloured glass. I am looking for sacred and the profane look at each other, a visible will. transparency: shone through glasses, kisses from the sun. A rotating form, a wheel that forms. Light, aerial, long Alap. Need of white. At times, the wind brings you the scent of the rain, tasting that flavour, delights you, especially if you are expectA ladder, a basket; ing water: it is an announcement, it announces you gather going up, and you deposit when you rest. itself.Within the distance. A Man, a Woman; An arc is looking at you, the thought stops. Gaze & amazement. Move the thought, it comes back in due time.

How many suns, how many moons. So many orbits. When we ARE, we arrive. So many gifts, so many steps.

Diplomatic Angelica. Mercury. Massimo Simonini


prima assoluta # prima italiana

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BOLOGNA

22 TEATRO SAN LEONARDO

9 DOMENICA

> a lettura o che la su annunciam Dispiaciuti, ma, salute... in program r ragioni di non è più presente pe rà sa n no i Alda Merin

Alda Merini Italia

Inaugurare, aprire Angelica, con una lettura di Alda Merini potrebbe sembrare strano, ma la sua poesia è così vicina alla musica, i linguaggi piacevolmente si confondono; succede quando si cerca verità, quando ci si spoglia davanti a tutti: forti perchè disarmati, l'effetto è disarmante; scioglie. Alda Merini canta la poesia, provoca una marea emotiva difficile da contenere, quando parla suona; prende e riempie lo spazio, lo contiene e rende partecipe chi ascolta. Il suono delle sue parole, è La carne degli angeli?

(estratto da “La carne degli angeli” di Alda Merini; Frassinelli)

... In te che sei la bianca aurora, notte angelica, tu che batti alle porte del regno del cuore, tu che sei vissuta della fame e della sete di Dio, tu che non piangi, non menti e sei gravida di tutte le cose umane, ma comunque giusta immacolata comez tutti gli effetti della primaera che hanno preso vita in te - lo stame della giovinezza - ; come sei bella, belle perchè la notizia di Dio ti ha così folgorata e ti ha persino resa onnipotente, e comunque tu calpesti questa terra piena di sangue e di miti. E comunque tu non ci degni neanche di uno sguardo perchè sei andata ben oltre tutte le facili ricogniizione. Tu sei intellingenza angelica, tu sei un commento alla forza di Dio, e sei così umilenella tua grazia: nessuno potrebbe toccarti, nemmeno l’antichissimo demonio.

si legge

ore 17,30


d, cancelle d to be ing ha d a re r he lems‌ ce that h prob announ to healt sorr y to us due ry h ve it w re e We a nnot b erini ca Alda M

Inaugurating, opening Angelica with a reading by Alda Merini could be considered a strange choice, but her poetry is so close to music, that the two languages get charmingly confused; that’s what happens when we are looking for truth, when we undress in front of everybody: we are strong because we are unarmed, the effect is itself disarming; it melts us down. Alda Merini sings poetry, provoking and emotional tide that is hard to contain, when she speaks, she plays; she takes possession of the space and fills it, she comprehends it and she involves the listener. The sound of her words, is it The Flesh of the Angels? 23


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BOLOGNA

9 DOMENICA

organo, pianoforte, clavicembalo

Charlemagne Palestine

13 GIOVEDI

CHIESA DI SAN MARTINO ore 21,00

Charlemagne Palestine

TEATRO SAN LEONARDO ore 21,30

Stati Uniti

#

Schlingen Blängen for Organ Rinascimentale Non Temperato

(2004)

Strumming Strumming for piano (2004) Strumming for harpsichord (2004)

Musiche di

Charlemagne Palestine

Ambienti Sonori Meditativi / alla ricerca del Suono Aureo (since 1965) che è poi diventato Schlingen Blängen (since 1977)

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Seguendo il mio desiderio di scoprire una forma sonora che potesse rivaleggiare con l’espressionismo Astratto di pittori come Rothko, Newman, Still, attorno al 1965 cercai, con l’aiuto di una trattato sul suono del 19mo secolo di Helmholtz, " On the Sensation of Tones ", e con i miei continui esperimenti con gli organi a canne e con i primi modelli di sintetizzatori, di sviluppare una forma sonora continua che fosse simile a un organismo dalle molecole costantemente mutevoli.


Meditative Sound Environments / the search for the Golden Sound (since 1965) which became Schlingen Bl채ngen (since 1977) Through my desire to find a sound form that rivaled Abstract Expressionist painters like Rothko Newman Still Around 1965 I attempted with the help of a 19th century sound treatise by Helmholtz " On the Sensation of Tones " and my own exhaustive experimentation with the pipe organ and early electronic synthesizers to develop a constantly changing molecule like organism as a continuous sound form. By 1977 those investigations became Schlingen Bl채ngen a work for electronic oscillators or pipe organ that can last from an hour to several days nonstop in sonic constant chemical acoustic + architectural evolution + transformation in space there have been many versions under many different circumstances for the Angelica Festival 2004 i am creating a new version Schlingen Bl채ngen for Organ Rinascimentale Non Temperato Charlemagne Palestine

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A partire dal 1977 queste ricerche divennero Schlingen Blängen, un lavoro per oscillatori elettronici o per organo a canne che può durare da circa un’ora a diversi giorni con continui cambiamenti sonici di chimica acustica + evoluzione architettonica + trasformazione nello spazio ne sono state eseguite diverse versioni in molte circostanze diverse, per Angelica 2004 sto creando una nuova versione apposita Schlingen Blängen per Organo Rinascimentale Non Temperato

Charlemagne Palestine

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Charlemagne Palestine

Strumming Music for Piano (dal 1972) Strumming Music for Harpsichord (dal 1976)

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Ho creato la tecnica Strumming durante i primi anni settanta, mentre cercavo un approccio alternativo nel suonare gli strumenti a tastiera dopo lo stupendo shock che ricevetti dal suonare un pianoforte Bösendorfer Imperial in California nel 1970. Da allora in avanti, vista la ricchezza di armonici e il tempo di decadimento del suono inusualmente lungo che il piano produceva con il pedale abbassato, cercai di trovare una tecnica pianistica che mi consentisse di sfruttare quelle qualità I miei arpeggi e ripetizioni ritmiche presto si evolsero in ciò che alla fine chiamai " Strumming " (strimpellamenti, ndt) Dopo diversi anni di sviluppo di nuovi lavori sempre più complicati per questa tecnica al Bösendorfer decisi di provarla su uno strumento che aveva un modo completamente diverso di reagire ad essa, il clavicembalo; e dato che una mia cara amica che da anni conosceva la mia musica era una nota clavicembalista (Elisabeth Freeman), creai uno " Strumming " per lei – mi è sempre piaciuto ascoltare le due versioni fianco a fianco, l’effetto è così deliziosamente diverso, e sono molto lieto di aver l’opportunità di farlo per questo festival Angelica 2004. Charlemagne Palestine


Strumming Music for Piano (since 1972) Strumming Music for Harpsichord (since 1976) I created the Strumming technique during the early seventies gradually searching for an alternative approach to playing a keyboard instrument after the wonderful shock i experienced playing a Bรถsendorfer Imperial piano in California in 1970. From that time on due to the richness of overtones and unusually long delay time that the piano had if the sustain pedal remained pressed I needed to invent another playing technique that emphasized these qualities My arpeggios and rhythmic repetitions soon developed into what i eventually called " Strumming " After several years of developing progressively more complicated works using this technique for Bรถsendorfer i decided to try the technique with an instrument that had a totally different way of responding to this technique the Harpsichord and having a close friend who had known my music since years and was an established harpsichordist (Elisabeth Freeman) I created a " Strumming " for her I have always liked to hear the 2 versions side by side as the effect is so deliciously different and am very pleased to have the opportunity to do so for this Angelica festival 2004. Charlemagne Palestine

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BOLOGNA

pianoforte

John Tilbury

10 LUNEDI

TEATRO SAN LEONARDO

John Tilbury

ore 21,30

Inghilterra

#

Well, well, Cornelius Resister (2002); Penumbra (1997); A Roma (1992); Starlight (1996); Simple Piano Piece (1972); Monogram (1997); Guitar Caprice (1995); Well, well, Cornelius (1982); Little Exercise (1999); Arpeggio (1997); Saltaire Melody (1977); Decision Time (1995); Air (1979); Acacia (2003); Slow Waltz - three hands (1973); Prelude 3 (1989); passing fancy (1975); Piano Piece 1969; Quavers 5 (1984); Familiar (1995); Vale (1997); una barcarola eccentrica (1989); Ecossaise (1998); Columbus (1998); Scorrevole (1999); A Humming Song (1967); Two Pinter Poems (1998); The Flicker of a Smile (2004) Musiche di

Howard Skempton

Uno dei grandi vantaggi dello scrivere pezzi pianistici brevi è lo spazio che apre alla collaborazione tra compositore ed esecutore. Quanto è diverso dall’esperienza dello scrivere per un’orchestra! Per prima cosa, c’è la questione dell’immediatezza. Una telefonata da parte del pianista potrà stimolare una risposta appropriata nel giro pochi giorni. Mentre a un brano ne segue un altro, si sviluppano una comprensione e fiducia reciproche che possono lasciare molto al non detto. Là dove emergano problemi o ambiguità, queste potranno venir discusse al momento, o per telefono, o davanti a un drink. Howard Skempton 1996

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One of the great benefits of writing short piano pieces is the scope it offers for collaboration between composer and performer. How very different from the experience of working with an orchestra! For a start, there is immediacy. A phone call from a pianist may elicit a suitably tailored response within a matter of days. As piece follows piece, the development of understanding and trust allows one to leave much unsaid. Where there are problems or ambiguities, they can be discussed on the spot, or over the phone, or over a drink. Howard Skempton 1996

Howard Skempton

John Tilbury

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BOLOGNA

voce, rumori, gesti, eventualità

Fernanda Farah

Chico Mello

voce, chitarra, pianoforte

10 LUNEDI

TEATRO SAN LEONARDO

ore 21,30

Chico Mello & Fernanda Farah

Brasile

*

do lado da voz Carolina (Chico Buarque); Eu sonhei que tu estavas tão linda (Herivelto Martins) + Aula de Ballet (Fernanda Farah); John Cage na Praia n°0 (Chico Mello) + Sobre o Conflito (Fernanda Farah); Mentir (Noel Rosa); Último Desejo (Noel Rosa) + Brasa (Lupicínio Rodrigues); Amarelinha: solos (Chico Mello); Cara da Barriga (Chico Mello); Valsa Dourada (Chico Mello); Achado (Chico Mello, Carlos Careqa); Chorando em 2001 (Chico Mello, Carlos Careqa); Invitation (Kaper, Webster) + Sobre o tempo (Fernanda Farah) Musiche di Chico Buarque, Herivelto Martins, Noel Rosa, Lupicínio Rodrigues, Carlos Careqa, Kaper, Webster, Fernanda Farah, Chico Mello

" do lado da voz " ("a lato della voce") è un concetto emerso nei territori mutevoli tra musica sperimentale e popolare, improvvisazione e composizione, musica e teatro. Si concentra sulla forma "canzone" a partire dalla sua periferia: attraverso procedimenti e materiali come eccentricità, reiterazione, silenzio, sostituzioni, dilazioni temporali, rumore, azioni teatrali ridotte, spostamento del centro del discorso della canzone, rivisitata in modo che la sua emozionalità caratteristica diventi un veicolo verso altre forme di percezione.

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" do lado da voz " ("beside the voice") is a concept that appeared on the changeable territory between experimental and popular music, between improvisation and composition, between music and theater. It focuses the form "song" on its periphery: through process and materials such as strangeness, reiteration, silence, displacement, time dilation, noise, reduced theatrical actions, displacement of the song discourse’s center, revisited so that its characteristic emotionality changes into a vehicle to other forms of perception.

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Chico Mello & Fernanda Farah

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Il progetto, che ha assunto forme diverse durante gli ultimi 10 anni e che è stato eseguito da svariate formazioni, è iniziato negli anni 90 con gli esperimenti di de-composizione di Chico Mello su vecchie canzoni brasiliane di epoche diverse: "I suoi arrangiamenti insoliti e talvolta del tutto sorprendenti alterano i tempi delle canzoni, ne spezzano il ritmo con pause e ripetizioni, aggiungono campionamenti da vecchie registrazioni, e giustappongono dissonanze strumentali a vocalismi lirici, strappando le canzoni al loro contesto originario ed essenzialmente trasformandole in nuove (ri)creazioni." Daniella Thompson Lavorando assieme all’attrice e cantante Fernanda Farah, questo concetto è stato riposizionato e ricreato una volta di più. Il suo lavoro su un linguaggio teatrale ridotto talvolta a dei gesti impercettibili rimanda a una "teatralità minore" che coesiste in modo del tutto naturale "a lato della voce", o forse "a lato del teatro".


The project, that assumed different forms during the last 10 years and was performed in various formations, began in the 90s with Chico Mello’s de-composition from old Brazilian songs of various eras: "His novel and sometimes startling arrangements alter the songs’ tempi, break their rhythm with pauses and repetitions, add samples of old recordings, and juxtapose instrumental dissonance against lyrical vocals, taking the songs out of their original contexts and transforming them into essentially new (re)creations". Daniella Thompson Working along with the actress and singer Fernanda Farah, the concept was once again displaced and recreated. Her work on a theatrical language sometimes reduced to imperceptible gestures refers a "minor theatricality" that coexists in a quite natural way "beside the voice", or perhaps "beside the theater".

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BOLOGNA

Luigi Ceccarelli

computer, regia del suono

11 MARTEDI

RAUM

ore 18,30

Luigi Ceccarelli

Italia

Tupac Amaru (1997), testo di Gianni Toti Aracne (1996), testo di Guido Barbieri Exsultet (1996), testo della tradizione liturgica cristiana

Musiche di

Luigi Ceccarelli

Tupac Amaru - la deconquista, il Pachacuti - opera musicale da un poema di Gianni Toti - voce recitante di Giovanna Mori

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L’azione descritta da Gianni Toti mette in relazione due momenti storici della storia del Perù distanti tra loro cinquecento anni. Dall’epopea del principe Inca Tupac Amaru, che sollevò gli indios contro i conquistadores nove anni prima della Rivoluzione Francese, fino al più recente sequestro all’ambasciata giapponese, conclusosi con l'efferato sterminio dei guerriglieri Tupac Amaru operato dal presidente del Perù Fujimori. Una vicenda epica a tinte forti in cui si fondono e si confondono passato e presente uniti nella leggenda della liberazione dei popoli dell’America Latina dai conquistadores di tutti i tempi.


Tupac Amaru - the de-conquest, the Pachacuti musical oeuvre from a poem by Gianni Toti - narrating voice by Giovanna Mori The plot described by Gianni Toti links two historical moments in the History of Peru separated in time by 500 years. From the epic of the Inca prince Tupac Amaru, who led the native indios against the conquistadores nine years before the French Revolution, until the more recent seize of the Japanese embassy, that ended with the gruesome extermination of the Tupac Amaru warriors ordered by Peru president Fujimori. Tupac Amaru is an epic canvas painted in bright colours, in which past and present are fused and blurred by the myth of the liberation of Latin American people from the conquistadores of yesterday and those of today.

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Aracne - testo di Guido Barbieri - voci: Giovanna Mori - Aracne Mirella Mazzeranghi - Atena Il mito di "Aracne" è qui raccontato sottoforma di dialogo tra Aracne e Atena: la sfida tra le due contendenti nella realizzazione dell'opera più bella, la vittoria di Aracne e la feroce vendetta di Atena sono qui riproposte in una dimensione al di fuori del tempo e dello spazio figurativo. Un mito sulla sopraffazione che si perpertua all'infinito sempre uguale, tranne che per trascurabili particolari, dall'alba della civiltà ai giorni nostri e da oggi fino ad un lontano futuro.

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Luigi Ceccarelli

Exsultet - voci: Giacomo Bonifacio Baroffio e Kantores 96.

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Il suono elettronico manca di memoria. E’ questa la motivazione che spinge molti musicisti a partire da suoni concreti e riconoscibili per la realizzazione di opere musicali elettroacustiche. La musica ha bisogno di molto più del puro fenomeno acustico per risvegliare emozioni che coinvolgano anche ai livelli più profondi e inconsci. Nel caso di "Exsultet", il canto gregoriano ha fornito un punto di riferimento di grande suggestione e il suo ascolto coinvolge la memoria atavica di tutte le culture occidentali e mediterranee. E l'’impiego della tecnologia nella musica serve fondamentalmente ad amplificare la possibilità di suscitare emozioni.


Aracne - text by Guido Barbieri - voices: Giovanna Mori - Aracne Mirella Mazzeranghi - Atena The myth of "Aracne" is hereby told in the form of a dialogue between Aracne and Athena: the challenge between the two goddesses competing for the creation of the most beautiful work, the victory of Aracne and the ferocious revenge of Athena are here retold in a new dimension outside the boundaries of time and space. The myth of victory over the enemy has been perpetrated unchanged, except for some minor details, from the dawn of civilization until the present and from today to a distant future. Exsultet - voices: Giacomo Bonifacio Baroffio and Kantores 96. The electronic sound lacks memory. This is the reason why many musicians feel compelled to start from concrete and recognizable sounds for the realization of electro acoustic musical oeuvres. Music needs much more than the sheer acoustic phenomenon to reawaken emotions that involve the deepest subconscious levels. In Exsultet, Gregorian chant has provided an awesome reference point wedged as it is in the ancestral memory of all western and Mediterranean cultures. And the use of technology in music basically helps increase the possibility of arousing emotions.

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BOLOGNA

10 LUNEDI

TEATRO SAN LEONARDO

ore 21,30

Steffen Schleiermacher

Germania

*

The Mystic Modernists - Ruggles & Rudhyar Granites (1929): With condensed strength and majesty, With stark rigidity Sharp and light, With a vibrant serenity, With triumphant exultation Musiche di Dane Rudhyar (1895-1985)

pianoforte

Steffen Schleiermacher

Evocations, Four Chants for Piano (1935): Largo, Andante con Fantasia Moderato Appassionato, Adagio sostenuto Musiche di Carl Ruggles (1876-1971)

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Tetragrams 1st Serie - Quest (1920-27): Solemn, yet with emotional intensity, Poignant, but with precision, With great peace and simplicity, Largo maestoso Musiche di Dane Rudhyar Angels (1921); Organum (1943-48) Arrangiamento per pianoforte di John

Kirkpatrick;

Musiche di

Carl Ruggles

Third Pentagram (1926): Gates, The gift of blood, Pentecost, Stars, Sunburst Musiche di Dane Rudhyar


Carl Ruggles and Dane Rudhyar are two rather mysterious figures of American music history. Both played an important part in the twenties and thirties not so much in the amount of performances of their works - but in their importance as composers and initiators. Both belonged to the group of composers around Edgar Varese and Henry Cowell, who dealt with issues of atonality, dissonant counterpoint and almost nature mystical sound descriptions. Thus they were absolute opposite to other composers who, influenced by their education in Paris by Nadja Boulanger, promoted neoclassicism in America.

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Steffen Schleiermacher

Carl Ruggles e Dane Rudhyar sono due figure piuttosto misteriose nella storia della musica Americana. Entrambi hanno avuto un ruolo di rilievo negli anni Venti e Trenta, non tanto per il numero di esecuzioni delle loro opere, ma per la loro importanza come compositori e iniziatori. Entrambi facevano parte del circolo di compositori che si riunirono attorno a Edgar Varèse e ad Henry Cowell nell’interesse per l’atonalità, il contrappuntismo dissonante e la predilezione per descrizioni quasi mistiche del suono. Per tutto ciò vennero a rappresentare l’opposto assoluto dei compositori che, influenzati dai loro corsi a Parigi con Nadja Boulanger, promossero il neoclassicismo in America.

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Carl Ruggles (1876-1971) ha pubblicato solo pochissimi pezzi, e dagli anni quaranta in avanti smise di comporre totalmente per dedicarsi alla pittura. Le Evocations sono le sue uniche composizioni per pianoforte, mentre Angels (originariamente per sei trombe con sordina) e Organum (per orchestra) sono trascrizioni per pianoforte di John Kirkpatrick. Fu un pioniere tra i pianisti americani, e fu l’esecutore delle prime mondiali della maggior parte dei lavori per pianoforte di Charles Ives. Dane Rudhyar (1895-1985) smise di comporre negli anni trenta, per dedicarsi invece all’astrologia e all’esoterismo, e scrisse più di quaranta libri sul misticismo transpersonale. Solo nei suoi ultimi anni di vita ricominciò a comporre. La sua opera è inestimabile, e molta parte di essa non è stata a tutt’oggi eseguita in pubblico, e alcuni lavori mai nemmeno pubblicati. La sua musica di colori armonici, circolante attorno a toni centrali, è unica nella storia della musica e può solo venire accostata, se pure una comparazione è possibile, a quella di Giacinto Scelsi.


Carl Ruggles (1876-1971) published only very few pieces, from the forties onwards he didnt compose at all but dedicated himself instead to painting. Evocations are his only piano works, Angels (originally for six blocked trumpets) and Organum (for orchestra) are piano transcriptions of John Kirkpatrick. He was a pioneer among the American piano players, who world premiered most of Charles Ives piano works. Dane Rudhyar (1895-1985) stopped composing in the thirties, instead dedicated himself to astrology, esotericism and wrote more than 40 books about transpersonal mysticism. Only in his late years he again began to compose. The work of Rudhyar is inestimable, a lot has not been performed until this day, some has not been published yet. His harmonic tone colour music, circulating around central tones, is unique in music history and may if at all be compared to the works of Giacinto Scelsi.

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BOLOGNA

voce

Phil Minton

11 MARTEDI

TEATRO SAN LEONARDO

Phil Minton

ore 21,30

Inghilterra

in collaborazione con la Scuola Popolare di Musica Ivan Illich

#

Feral Choir Coro Ferino, 'risultato' del workshop (Ω) diretto da Phil Minton: 8, 9, 10 maggio dalle 18,00 alle 20,00 e dalle 21,00 alle 23,00

"Coro Ferino" è sia un seminario che una performance, non solamente per cantanti ma per chiunque voglia deliziarsi della libertà di sperimentare, e abbia interesse per i maggiori movimenti artistici del ventesimo secolo; il coraggio di far spiccare un balzo all’uso della propria voce e di divertirsi a espanderne i limiti vi sarà d’aiuto più di qualsiasi allenamento formale. Phil Minton passerà con voi due o tre giorni incoraggiando le vostre esplorazioni vocali attraverso esercizi e improvvisazioni, e l’ultimo giorno comporrà e seguirà le prove assieme ai partecipanti. Il concerto del Feral Choir verrà in fine presentato. Seminari e performance del Feral Choir si sono tenuti al Musik Centrum di Stoccolma, al Kreuzberg Festival di Berlino, al Centre for Performance Research ‘Giving Voice’ di Cardiff, al Dodorama di Rotterdam, al Musickzentrum di Monaco, Per 80 voci a Tokyo, al festival di Vandoeuvre-les-Nancy, e al Festival de la Cité di Losanna. ferino: in stato selvaggio dopo esser fuggiti dalla cattività

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This is a workshop and performance, not only for singers but for anyone who takes a delight in the freedom to experiment, and an interest in the major artistic movements of the 20th century; the courage to take a vocal leap and enjoy expanding the borders of your own voice will equip you more than any formal training. Phil Minton will spend two or three days encouraging vocal exploration through exercises and improvisations, and on the final day, he will compose and rehearse with the participants. The Feral Choir Concert will then be presented. Feral Choir workshops and performances have been held at the Musik Centrum Stockholm, Berlin Kreuzberg Festival, Centre for Performance Research ‘Giving Voice’ Cardiff, Dodorama Rotterdam, Musickzentrum Munich, For 80 voices in Tokyo, at the Vandoeuvre Festival Nancy, and Festival de la Cite Lausanne. feral: in a wild state after escape from captivity

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BOLOGNA

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ore 18,30

Antonio Della Marina

Italia

Fades – Dissolvenze

computer

Antonio Della Marina

12 MERCOLEDI

RAUM

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La scelta di utilizzare segnali sinusoidali fu in un primo momento dettata da esigenze pratiche. Nel 1999 stavo sperimentando alcuni sistemi alternativi di accordatura e cominciai ad elaborare al computer una serie di strutture armoniche derivanti da rapporti matematici accuratamente calcolati. Con il tempo ho esteso i parametri utilizzati dagli oscillatori (forma d’onda, rapporti di frequenza e di fase) anche al volume e al bilanciamento di ogni singolo segnale, fino ad ottenere strutture più complesse ed effetti di tridimensionalità inaspettati. L’esperienza che mi lega oggi a questo progetto ha quasi assunto i toni di una dipendenza fisica, la mia naturale predisposizione alla lentezza ha trovato in questa forma di esplorazione del suono un campo percettivo aperto di cui non vedo ancora il confine. La versione attuale è costituita da 16 tracce audio mixate e distribuite nello spazio a formare una texture della durata di 40 minuti. Antonio Della Marina


The choice of utilizing sinusoidal signals was at first dictated by practical needs. In 1999 I was experimenting with some alternative tuning systems and I started to process with the help of the computer a series of harmonic structures derived from accurately calculated mathematical equations. In time, I started to apply the parameters used by the oscillators (wave pattern and frequency and phase relationships) also to the volume and to the balance of each individual signal until I obtained more complex structures and unexpected tridimensional effects. These days I have almost become physically dependent on the experience of this project, and my natural slow disposition has found in this kind of audio exploration an open field of perception the end of which is still far from sight. The current version is made up of 16 audio tracks mixed and distributed in space to create a texture of 40 minutes in length. Antonio Della Marina

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BOLOGNA

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pianoforte

Fausto Bongelli

12 MERCOLEDI

TEATRO SAN LEONARDO

Fausto Bongelli Preludi ostinati

ore 21,30

Italia

(1999-2000)

Sei marchigiane (1997-1998) Musiche di

Tonino Tesei

Italia

Il titolo delle mie sei danze per pianoforte deriva dal nome della regione dell’Italia centrale dove io vivo: le Marche. Da secoli i compositori hanno assegnato il nome di nazioni, di regioni, di città alle loro danze: polacche, scozzesi, siciliane, pavane o padovane (da Padova), tarantelle (da Taranto), napolitane (da Napoli), ecc. Sono interessato alla musica popolare, non per citare i temi o per scrivere opere basate su quel linguaggio specifico, ma per rinnovare e arricchire il mio stile compositivo. Si tratta di innestare certe influenze della musica folk nel proprio modo di pensare (così hanno fatto Debussy con il gamelan giavanese e Ligeti con la musica africana). Nelle mie Sei marchigiane (1997/1998) ho cercato di imitare l’accompagnamento dell’organetto (una sorta di piccola fisarmonica) che alterna rapidamente gli accordi di tonica e dominante. Ho tentato di ricreare i guizzi, i ghirigori, le bizzarrie, le frenesie dei vecchi suonatori dilettanti di organetto, musicalmente incolti, che di mestiere facevano i contadini. Nei dodici Preludi ostinati (1999/2000) gli eventi musicali avvengono su due strati: il primo realizza una successione veloce ed uniforme di pulsazioni (ostinato), mentre lo strato sovrapposto presenta un modulo melodico-ritmico cangiante e per lo più asimmetrico. Questa tecnica offre la possibilità di realizzare strutture poliritmiche abbastanza complesse.Tutti i preludi hanno una ripresa che però svolge sempre la funzione di coda. Si riprende, dunque, non per ricominciare il discorso, ma per finirlo. La musica che ho finora scritto per pianoforte mi è stata "suggerita" dalle mani posizionate sulla tastiera. Dalle mani, con i loro muscoli e tendini, è scaturita l’immaginazione compositiva. Più precisamente: c’è stato un gioco di reciproco adattamento tra il pensiero creativo, le caratteristiche anatomiche delle mani e quelle tecniche dello strumento. Tonino Tesei


Tonino Tesei

Fausto Bongelli

The title for my six dances for pianoforte derives from the name of the central Italian region where I live: "Marche". For centuries composers have assigned their dances the names of nations, regions, cities: Polish, Scottish, Sicilian, Pavane of Padovane (from Padua), Tarantellas (from Taranto) Neapolitans (From Naples) and so on.I am very interested in popular music, not to quote themes or to write works that may be based on that specific language, but to renew and enrich my writing style. It’s about connecting some influence by folk music to one’s own way of thinking, as Debussy did with Javanese Gamelan and Ligeti with African music. In my Six Marchigiane (1997/1998) I tried to imitate the accompaniment of a concertina that rapidly alternates the chords of tonic and dominant. I tried to recreate the sudden jumps, the doodles, the bizarre and frenetic movements of the amateur concertina players who had no music theory notion and who were actually farmers. In the twelve Preludi ostinati (1999/1998) the musical events happen on two levels: the first is the quick and uniform succession of pulses (ostinato), while the second superimposed level represents an ever changing and asymmetric melodic and rhythmic module. This technique gives us the possibility of realizing polyrhythmic structures of some complexity. All the preludes have a reprise that always serves as a coda. We reprise a musical discourse in order not to restart it, but to bring it to an end. The music that I have written so far for Pianoforte was "suggested" to me by the image of my hands on the keyboard. From the hands, with their muscles and tendons, sparked the creative thought. More precisely: there was a game of mutual adapting between the creative thought, the anatomical characteristics of the hands and the technical characteristics of the instrument. Tonino Tesei

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BOLOGNA

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ore 21,30

Yoshida Tatsuya + Shibasaki Yukifumi + Takahashi Hideki

Giappone

Zubi Zuva X

basso

Takahashi Hideki

tenore

Shibasaki Yukifumi

alto

Yoshida Tatsuya

12 MERCOLEDI

TEATRO SAN LEONARDO

Nel corso delle sue esplorazioni sul mezzo della "voce", YOSHIDA dei RUINS ha formato questo trio a cappella nel 1995 – un trio capace di passare dai canti gregoriani alla musica etnica, dal doo-wop a urla hardcore, con un uso massiccio di ritmi irregolari e di poliritmi. Ogni sorta di idea e di aberrazione musicale contribuiscono a rovesciare l’immagine convenzionale del canto a cappella. Forzando i limiti più estremi della voce umana, con i loro testi insensati e tremende performance sprofondano il pubblico in abissi di ilarità e di ammirazione, rendendo il concetto di "abilità vocale" privo di senso.

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To quest for the vector of "voice", YOSHIDA of RUINS formed this a cappella trio in 1995. It covers from Gregorian chant to ethnic music, to do-wop to hardcore screaming, heavily using irregular rhythms and polyrhythm. All sorts of ideas and aberrant musicality overturn the image of a cappella. Pushing the verge of possibility of the human voice, their totally meaningless lyrics and desperate performances throw the audiences into the abyss of the laughter and admiration. It makes the concept of "singing ability" nonsense.

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BOLOGNA

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LiSa, sintetizzatore analogico, controlli midi

Tiziano Popoli

13 GIOVEDI

RAUM

ore18,30

Tiziano Popoli

Italia

#

SPIRITUS (di:vento s:u:ono)

(2004) per ambienti sonori manipolati elettronicamente, campionamenti di vento e suoni sintetizzati

Musiche di

Tiziano Popoli

Al momento in cui scrivo queste note (3 febbraio 2004) Spiritus è ancora un’idea, un’intuizione che approfondisco e strutturo ogni giorno un poco di più e che nasce dalle registrazioni sul campo che mi hanno occupato in questi ultimi anni: registrazioni sonore di ambienti metropolitani e rurali finalizzate alla formazione di una biblioteca di campionamenti sonori. Tutto nasce da alcune riflessioni sul vento, un evento percettivo "estremo",che sta al confine tra la percezione sonora e quella fisica nel suo insieme. Il vento, per la capacità che gli è propria di mandare in crisi i microfoni e deteriorare la registrazione, è in genere percepito come un elemento di disturbo, e si ha la tendenza a sopprimerlo, o quantomeno a limitarne gli effetti di saturazione. Io vorrei recuperarlo come elemento sonoro in sé e valorizzarlo per le sue qualità acustico-percettive. Esiste anche una interpretazione alchemica del vento, allora inteso come spirito, spiritus appunto: ecco la chiave per incrociare altri percorsi e significati, oggetto delle riflessioni e degli esperimenti di questi giorni, che fanno convergere sull’oggetto del progetto valenze simboliche e esoteriche. Tiziano Popoli


At the time of writing this (February 3rd, 2004), Spiritus is still an idea, an intuition that I’ve been deepening and structuring day by day, and that is sprung from the field recordings that I have been busy with in these last few years: recordings from urban and rural ambiences gathered in order to create a music sampling library. It all originates with some reflections on the wind, an "extreme" perceptual event that represents a physical perception and an aural one at the same time. The wind, due to its intrinsic capacity of disturbing the microphones and interfering with the recording, is generally perceived as a nuisance, and there is a tendency to suppress it, or at least to try and lessen its saturation effects. I would like to consider the wind as a sound source in itself, and to highlight its acoustic-perceptive values. There is also an alchemical interpretation of the wind as a Spirit, or spiritus: hence the key to mix different paths and meanings. This is the focus of the studies and experiments that seem to attribute esoteric and symbolic meanings to the object of our project. Tiziano Popoli

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BOLOGNA

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ore 21,30

The Reveries

*

Canada

voce, mouth-speaker, chitarra elettrica, nose-flute, saw

Blasé Kisses

Doug Tielli

voce, mouth-speaker, mouth-microphone, quasi-ruler bass, thumb-reeds

Ryan Driver

Eric Chenaux

voce, mouth-speaker, chitarra elettrica, armonica

13 GIOVEDI

TEATRO SAN LEONARDO

The Reveries cantano e suonano standards – da Cole Porter a Nick Cave. Descrivono quello che fanno "jazz gradevole". Lo è, ma come in uno stato di alterazione che porta a un ulteriore stato di alterazione. Potremmo considerarla una musica allucinogena se delle allucinazioni si producessero realmente (non vengono messe in atto illusioni qui). Tutto questo è pienamente comprensibile – in qualsiasi contesto, ciascuno di questi musicisti rappresenta una sfida insidiosa alla quotidianità. Nella loro musica, lo stile chitarristico più sorprendente si sposa a dolci armonie vocali e al peculiare virtuosismo con il quale sono capaci di padroneggiare un gran numero di strumenti fragili e rudimentali: il flauto a naso, la sega musicale, le ‘ance a pollice’ (striscie di gomma di palloncino tese tra i pollici e suonate soffiandoci sopra, nel modo in cui si farebbe con un filo d’erba), e il ‘basso quasi-righello’ (una striscia di metallo tenuta ferma con una mano su un tavolo e sollevata ritmicamente con l’altra, come uno farebbe con un righello tenendone una delle estremità su una scrivania). Ma i veri artefici del sogno ad occhi aperti che è la musica dei Reveries sono gli altoparlanti da


The Reveries sing and play standards – from Cole Porter to Nick Cave. They call what they do sweet jazz. It is, but in an altered state precipitating an altered state. This would be hallucinogenic music if hallucinations were real (there are no illusions at work here). This figures – in any setting, all three are insidiously mind-bending musicians. Here, startlingly idiosyncratic guitar playing merges with sweet vocal harmonies and the strange virtuosity they bring to playing a number of fragile and ungainly instruments: the nose flute, the bowed saw, the thumb reeds (strips of balloon rubber stretched between the thumbs and blown in a way one would a blade of grass), and the quasi-ruler bass (a strip of metal held on a table with one hand and plucked with the other, as one would pluck a ruler while holding one end tight to a desk). But the real engines of the waking dream that is the Reveries’ music are the mouth speakers. These are small speakers, taken from the earpieces of cellular phones, hung inside their

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The Reveries

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bocca. Questi sono dei piccoli altoparlanti, ricavati dai componenti audio dei telefoni cellulari, e che i musicisti tengono in bocca. A ognuno dei loro strumenti è stato applicato un microfono a contatto. Così, per esempio, la chitarra di Eric si può sentir provenire dall’altoparlante che ha in bocca Doug, la chitarra o la sega di Doug vengono riprodotte dall’altoparlante che tiene in bocca Ryan, e qualunque cosa faccia Ryan con la sua bocca viene ascoltata attraverso l’altoparlante che ha in bocca Eric. Dato che ciascuno dei tre Reveries usa in continuazione la propria bocca (che sia per cantare o per suonare uno strumento), ogni segnale che arriva a un altoparlante risulta come filtrato da un folle assortimento di effetti wah-wah causati dai cambiamenti di apertura delle rispettive cavità orali (effetti che ricordano il suono della talk box di Sly Stone; oppure sì, ok, potrebbero anche farvi venire in mente Peter Frampton). Il suono del loro canto viene ulteriormente distorto dal fatto che hanno dei cavi audio impermeabili (collegati agli altoparlanti) che gli pendono dai lati della bocca. L’effetto di tutto ciò è che il loro cantare fa venire in mente, sia per il modo in cui suona che per quello in cui appare (bava che cola compresa), qualcuno che stia provando a parlare con un tubo da irrigazione dentaria che gli pende da un angolo della bocca. Tutte queste attività sono poi captate da normali microfoni e amplificate con un piccolo stereo casalingo… … I Reveries fanno musica che è una reverie – una fantasticheria a occhi aperti; ma potrebbe valer la pena di notare che la parola "reverie" proviene da quella usata in Francese antico per selvatico. Non c’è nulla di addomesticato o di civilizzato in questa musica. Martin Arnold Maggio 2003


mouths. Every instrument has a contact microphone on it. So, for example, Eric's guitar can be heard coming out of the speaker in Doug's mouth, Doug's guitar or saw can be heard coming out of the speaker in Ryan's mouth, and anything Ryan does with his mouth can be heard coming out of the speaker in Eric's mouth. Because each Reverie is always using his mouth (either to sing or play an instrument), the speaker signal is filtered in a wild array of wah-wah effects caused by the changing shape of their mouth cavity (it recalls Sly Stone using a talk box; or yah, ok, it might remind one of Peter Frampton as well…). The sound of their singing is further distorted by the fact that they have waterproof audio cable (attached to the speaker) hanging out of the sides of their mouths. The effect of this is that their singing is reminiscent, both in the way it sounds and looks (drool and all), of someone trying to talk with a dentist's irrigation tube hanging out of his mouth. All of these activities are picked up by air microphones and amplified through a small home stereo.... ....The Reveries make music that’s a reverie – an absent-minded daydream; but it might be worth knowing that "reverie" is derived from the old-French word for wildness. There’s nothing tame or civilized going on here. Martin Arnold May 2003

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MODENA

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TEATRO COMUNALE

ore 21,00

Dr. Ilaiyaraaja

India

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Ilaiyaraaja's Music Journey

direzione

Uttam Singh

assistente

Subbiah

batteria

Purushothman

tabla

Madhav

percussioni

Shashank

tastiere, elettronica

Bharanidharan

violino

Sekar

violino

Jayachander

violino

Prabhakar

violino

Murali

swarlin

Rajendra Singh

flauto

Nepolean

violino solista

Murari

voce

Chinmayi

voce

Madhu

voce

voce

Preeti uttam

14 VENERDI

Bhavatharini

Ilaiyaraaja

direzione, voce, composizioni

°in co-produzione con Teatro Comunale di Modena-Festival l’Altro Suono

La musica che suoneremo è stata composta per questo concerto e per il pubblico che è qui ad ascoltare; è come una madre che prepara il cibo per i suoi bambini con amore e affetto, e questo non è fast-food che viene preparato per qualcuno. Ilaiyaraaja

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Il viaggio musicale di Ilaiyaraaja inizia in un villaggio del sud dell'India, suonando per le strade l'armonium, nel 1960, per poi approdare, dalla campagna, in città, a Chennai (Madras) nel 1969, dove vive e lavora attualmente. Dal 1969 al 1975 inizia, continuando a studiare musica, a comporre colonne sonore per film indiani, suonando anche dal vivo. Dal 1974 ad oggi ha composto musiche per 831 film in differenti lingue.


"The Music we are going to perform is especially composed for the people who all are listening here; this is just like your Mother preparing the food for her own children with love and affection and this is not fast-food which is prepared for somebody." Ilaiyaraaja Ilaiyaraaja's musical journey begins in a south India village, where he was a street player, and continued in the City of Chennai (Madras), where he arrived in 1969 and where he still works. From ’69 to ’75, while still studying music, he begins composing soundtracks for Indian movies and playing live gigs. From 1974 to the present he has composed music for 831 movies spoken in different languages. His musical journey, as always followed by intense daily activity in the recording studio, begins again in Modena, at Angelica and L’altro Suono, after almost thirty years of absence from live performance. An ensemble that has been gathered for this occasion will perform his compositions and songs: Ilaiyaraaja, whose spirit always demands new works being written, has composed new music and lyrics for this concert.

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Dr. Ilaiyaraaja

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Il suo viaggio, seguito sempre da un intenso, quotidiano, lavoro in studio di registrazione (Studio Prasad di Chennai), ricomincia a Modena, ad Angelica e l'Altro Suono, dopo quasi 30 anni che non presenta le sue musiche dal vivo. Vengono qui eseguite le sue composizioni e canzoni da un organico riunito per l'occasione: Ilaiyaraaja ha scritto musica e testi per questo concerto, come vuole il suo spirito sempre rivolto a scrivere nuove opere. Sono diversi anni, dal 1998, che si parla con lui di questo progetto: all'inizio riguardava solo la produzione di un disco antologico dei suoi lavori, attingendo a un mare di musica, migliaia di canzoni (Film Songs), ma anche brani strumentali, poi il progetto ha avuto la sua evoluzione e si è trasformato: qualcosa si risveglia e anche il concerto diventa possibile.... La sua musica, oltre a contenere molte musiche, può essere oggi un buon oggetto di riflessione sulla forma, sul suo consumo, per una eventuale, possibile, espansione. Le sue Film Songs, canzoni scritte per film, hanno una metrica strettamente legata alle immagini, alle atmosfere del film, che a sua volta appare formato da innumerevoli video clip dal carattere narrativo, donando alla canzone un' "apertura" verso altre musiche, altre forme musicali; una forma che si muove, che mostra le sue facce, le sue parti; quasi una canzone caleidoscopica, ricca di regole, ma anche di possibilità espressive. Dal vivo senza il film, la musica, in assenza di immagini, lascia spazio a nuove immagini che ognuno può crearsi, mostrando modelli, formule rare, impensabili, per il mondo della canzone o del cinema occidentale, dove le forme consolidate sono come chiuse; qui invece la forma è come fosse aperta ad accogliere qualsiasi cosa in una struttura sorprendente, arricchita dalla tradizione indiana, ancora così forte, dove ritmo, melodia, devozione, sorpresa, viaggiano insieme. Ilaiyaraaja aggiunge un ulteriore elemento, strettamente legato all'ispirazione del momento, quindi si sposta in luoghi in cui stile e forma possono essere messi in discussione continuamente, pur seguendo una logica, una narrazione. Mantiene in movimento. Il suono di un violino vedico.


This projects has been discussed since 1998. At the beginning it was intended to include only the production of a recorded anthology of his works drawing from the immense catalogue of music, thousands of film songs and instrumentals. Later the project evolved and got transformed: something was reawaken, even making the concert possible‌ His music, besides containing many different musics, can inspire reflections on the form and its consume for an eventual, possible expansion. His Film Songs feature a metrics that is strictly linked to the images and the atmospheres of the movie. The movie itself appears to be composed by a myriad of narrative video clips, which in turn give the song an "opening" towards other musical forms; his oeuvre is like a moving form, that shows us its facets, its various parts: almost a kaleidoscopic song, full of rules but also rich in expressive possibilities. In live performance, without the movie background, the music is open to new interpretation that the audience can decide. We are shown models of compositions and formulae that are rare and completely unknown to most in the music or cinema field in the Western world, where the established patterns are closed. In this new perspective, the form is open to anything and presents a surprising structure, enriched by the Indian tradition, which is still very strong, and where rhythm, melody, devotion and surprise travel togheter. Ilaiyaraaja adds a further element, strictly related to the inspiration of the moment, therefore moving in places where style and form can be continually re discussed, while still following a logic and a narration. He keeps moving. The sound of a vedic violin.

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TEATRO COMUNALE

con Teatro Comunale di Modena-Festival l’Altro Suono ° inin co-produzione collaborazione con Ambasciata dell’India,

ore 21,00

ICCR Indian Council for Cultural Relations

Kishori Amonkar

EVENING RAGAS

India

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... do tutto , malgra to a ll u n to an rto è sta Il conce

tampura, voce

Nandini Bedekar

armonium

tabla

Suyog Subhash Kundalkar

15 SABATO Balkrishna Iyer

violino

Milind Achut Raikar

voce

Kishori Amonkar

MODENA

In Sanscrito, i termini "Ahata" e "Anahata" dividono i suoni in "agiti" (frutto di un’azione come l’impatto tra due elementi, n.d.t), e "nonagiti". Questo ci mostra che il suono non è solamente un fenomeno di vibrazioni nella densità dell’aria percepite dall’orecchio, ma che può esistere indipendentemente dalla materia. Queste antiche parole implicano altresì il concetto dell’esistenza di mondi materiali e immateriali, e di una comunanza tra essi che è costituita dal suono. La filosofia Sankha, corollaria dello Yoga (unità), asserisce il primato del suono sulla materia, spiega che la materia viene condizionata dal suono, e descrive in dettaglio le manifestazioni materiali che nascono da esso. Al giorno d’oggi, questi concetti vengono confermati dalla teoria sulle "superstringhe" della fisica quantistica.

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ing... ever yth spite of in , d e cancell s been cert ha n o c e h T In Sanskrit, the terms "Ahata" and "Anahata" describe "struck" and "unstruck" sound. This shows that sound is not only a phenomenon of vibrations in air density as perceived by the ear, but that it may exist independently of matter. These ancient words also show the concept of material and immaterial worlds, and a commonality between them which is sound. Sankha philosophy, corollary of Yoga (unity), asserts the primacy of sound before matter, explains that matter is conditioned on sound, and describes in detail the manifestation of matter from sound. These days, these concepts are supported by the "superstring" theory of quantum physics. The correspondence between realms of Ahata and Anahata, as put in the Hermetic maxim "as above, so below", has been known as "Magic" in western metaphysics. In Indian music, this relationship is actually demonstrated through the use of tonal entities known as "Ragas". The Raga, invoked by a true musician, is like a chariot capable of transporting musician and listener alike through the dynamics and contours of metaphysical dimensions, to an awareness of the Divine Presence.

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Kishori Amonkar

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La corrispondenza tra i regni dell’Ahata e dell’Anahata, espressa anche dalla massima Ermetica "così in cielo, così in terra", è conosciuta come "Magia" nella metafisica occidentale. Nella musica Indiana questa relazione viene effettivamente dimostrata nella pratica attraverso l’uso di entità tonali conosciute come "Raga". Il Raga, quando invocato da un vero musicista, è come un cocchio regale capace di trasportare allo stesso tempo i musicisti e gli ascoltatori attraverso i contorni e le dinamiche di dimensioni metafisiche, verso la consapevolezza della Presenza Divina. Kishori Amonkar, figlia e discepola del grande Mogubai Kurdikar, è una di queste musiciste. Avendo coltivato una musica che ha superato i termini di qualunque stile gharana o tradizionale, sembra prendere le proprie indicazioni direttamente dalla comunicazione con il Divino. E tuttavia, la sua conoscenza dei dettagli e delle sottigliezze microtonali necessarie per la delucidazione del Raga è così profonda che i suoi ascoltatori saranno in grado di seguire, frase per frase, il suo percorso attraverso il mondo metafisico. Forse più di ogni cantante vivente di musica dell’India del nord, lei sa trascendere i confini di qualsiasi tradizione, persino della musica stessa, per emergere tra l’Ahata e l’Anahata. Eyvind Kang


Kishori Amonkar, daughter and disciple of the great Mogubai Kurdikar, is such a musician. Having cultivated a music that has outgrown the terms of any known gharana or traditional style, she seems to take her cue directly from the intuition of communication with the Divine. Yet, she is so deeply familiar with the detail and microtonal depth in the elucidation of the Raga, that her listeners will be able to follow, phrase by phrase, her path through the metaphysical world. Perhaps more than any living singer of north Indian music, she transcends the boundary of any tradition, even of music itself, to emerge between the Ahata and Anahata. Eyvind Kang

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Bassi Franco Albertazzi, Mauro Ansaloni, Paolo Barilli, Alberto Cacciari, Antonio Capano, Riccardo Lambertini, Massimo Manservisi, Niki Pancaldi, Simone Spinaci, Tommaso Tagliavini, Michele Veschi, Silvano Zuccheri

Tenori Mauro Acciali, Vincenzo De Falco, Antonio Frezzetti, Sergio Giachini, Dieter Friedhelm Kutz, Nelio Lucchi, Davide Malaguti, Roberto Rizzoli, Giuseppe Tringale, Sergio Turra

Contralti Manuela Bellei, Laura Biffi, Marina Cavallini, Marta Ferri Aldrovandi, Alice Gatti, Anna Gaudenzi, Maria Gaudenzi, Robin Gentile, Alessandra Masini, Rosanna Odorisio, Daniela Patelli, Marinella Pinna, Elena Prandini, Chiara Spinaci, Angela Troilo

Soprani Angela Beghelli, Elisa Bonazzi, Antonella Campanini, Francesca Catalano, Patricia Cuadrado Delgado, Irene Del Gobbo, Sara Del Gobbo, Paola Foschi, Annalisa Frascari, Irene Frascari, Valentina Perna, Alessandra Righetti, Silvia Tattini, Cristina Vellucci

Coro Euridice di Bologna

Bassi Marco Cavazza, Giuseppe Gambino, Simone Spinaci, Enrico Volontieri

Tenori Masamitsu Fujimaki, Key Nagakawa, Domingo Stasi, Sergio Turra

Contralti Olga Adamovich, Giovanna Giovannini, Alessandra Masini, Angela Troilo

Soprani Elisa Bonazzi, Gloria Giovannini, Sonila Kaceli, Maria Grazia Maffia, Maria Chiara Prodi

Coro da camera di Bologna

Ă˜ Un progetto di Angelica per Festival Dalle Palme a San Luca - Musica Insieme


BOLOGNA

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16 DOMENICA

CHIESA DI SAN MARTINO

ore 21,00

Coro da camera di Bologna + Coro Euridice di Bologna

Italia

*

Convivium Three Latin Prayers (1970) Sauh III e IV (1973) per quattro voci femminili (o multipli) Antifona, (sul nome Ges첫) (1970), per coro virile e tenore solo Tre canti sacri (1958) per otto voci miste Musiche di Giacinto Scelsi (1905-1988) Agnus Dei (1981), Musiche di Krzystof

Penderecki

(1933)

O Sacrum Convivium (1937) Musiche di Olivier Messiaen (1908-1992); Direzione

Pierpaolo Scattolin

Fulvia De Colle

armonium

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Coro da camera di Bologna + Coro Euridice di Bologna

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Il concerto si profila come una lente d’ingrandimento che mette a fuoco l’opera corale di Giacinto Scelsi, sicuramente fra le espressioni più caratteristiche e anche più discusse del repertorio italiano per coro del XX secolo per il suo preziosismo fonico e costruttivistico. A questa monografia fanno da corona storica due "monumenti" compositivi di rara profondità espressiva: O sacrum convivium (1937) di Olivier Messiaen e Agnus Dei (1981) di Krzysztof Penderecki. L’opera di Scelsi costituisce un fecondo esempio italiano di quella fase "sperimentale" europea che per molti compositori divenne nella seconda metà del Novecento una vera fucina sonora con risultati musicali davvero straordinari e in molti casi definitivi.Ne è derivato un repertorio corale con un nuovo lessico che ha sovrapposto, con esiti a volte effimeri e traumatici ma anche con risultati di grande spessore poetico, il linguaggio strumentale di derivazione elettronica a quello vocale: un sorpasso in qualche caso dei limiti delle irrinunciabili caratteristiche della voce umana e che richiede un’atleticità vocale non basata sulla potenza come nella musica lirica e romantica, bensì sul controllo meticoloso e calibrato dell’emissione sonora, in cui la voce quasi si "smaterializza" per diventare un nuovo strumento. Come alla fine del XVI secolo la sperimentazione del colore cromatico semitonale costituì un passo spesso circoscritto (la musica "reservata") a pochi specialisti praticanti del più spericolato stile madrigalistico tardorinascimentale, così anche nel XX secolo la lavorazione del suono, con l’ampio utilizzo del fonema e dell’oscillazione al limite del quarto di tono, svela l’esigenza all’elaborazione del suono quasi scientifica e ingegneristica, un’esaltazione timbrica, in cui anche il parametro ritmico diventa fondamento compositivo del colore sonoro. Interprete delle composizioni di Scelsi è il "Coro da camera di Bologna", che si presenta al pubblico per la prima volta e realizza finalmente il progetto di far nascere a Bologna un gruppo corale professionale specializzato nella musica contemporanea. I capolavori di Messiaen e Penderecki fissano i limiti storici di questa fase di elaborazione e rappresentano vertici poetici ed espressivi difficilmente raggiungibili. Questi due brani sono interpretati dal coro Euridice di Bologna, che dal 1880 occupa nella tradizione corale bolognese e italiana un posto di rilievo e impegnato nella diffusione della musica corale moderna e contemporanea. La realizzazione di questo progetto musicale è stata affidata al compositore-direttore bolognese Pier Paolo Scattolin, da ormai quasi trenta anni alla guida del coro Euridice e anche di importanti formazioni corali europee.


The concert is structured as a magnifying glass that focuses on the choral oeuvre by Giacinto Scelsi, that is surely one of the most characteristic and discussed expressions of the Italian choral repertoire of the 20th century, due to its structural and harmonic richness. Two masterpieces of music writing of rare expressive depth serve as historical framework for this monography: O sacrum convivium (1937) by Olivier Messiaen and Agnus Dei (1981) by Krzysztof Penderecki. The Scelsi oeuvre constitutes a very eloquent example of that "experimental" European period that became for many composers in the second half of the 20th century like a true sound factory, producing truly incredible and often definitive musical results. This created a choral repertoire with a new lexicon that superimposed the instrumental language of electronic origin to the vocal language, creating results that were at times traumatic and ephemeral, at times greatly poetic. Overcoming the limits of the indispensable characteristics of the human voice requires vocal skills based not just on strength and power as with lyric and romantic music, but also on the meticulous precision in the emission of sound, whereby the voice almost "de-materializes" itself in order to become a new instrument. Just like at the end of the 16th century, when the experimentation of chromatic and semi tonal colour represented a stage only reserved (the so-called "reservata" music) to a few practising specialists in the most exuberant madrigal style of the late renaissance, in the 20th century the elaboration of sound, with ample use of the phoneme and of the oscillation calibrated to the quarter tone, reveals the need for an almost scientific and purely technical sound processing, a timbre exaltation where even the rhythmic parameter becomes a fundamental tool in the writing of the colour of the sound. Performing Scelsi’s compositions is the "Coro da Camera di Bologna", that presents itself to the public for the first time, and finally realizes the project of a professional chorus in Bologna that specializes in contemporary music. The Messiaen and Penderecki masterpieces are the historical milestones of this experimental stage and represent rare examples of poetic and expressive climaxes. These two pieces are performed by the Euridice Chorus in Bologna. Since 1880, this ensemble has been playing a significant role on the Italian and Bolognese choral tradition, and has been dedicated to the diffusion of contemporary and modern choral music. The Bolognese composer/director Pier Paolo Scattolin has been appointed with the realization of this musical project. He has been leading the Euridice Chorus as well as other important European ensembles for the last thirty years.

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BOLOGNA

11 MARTEDI 12 MERCOLEDI

RAUM ore24,00

ore 12,00

John Tilbury Charlemagne Palestine

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MODENA

14 VENERDI

TEATRO COMUNALE

Dr. Ilaiyaraaja

Conduce Franco Frabbri

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ore 17,30



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Nel 1971 Konstantin Raudive raccolse in un libro con disco allegato, Unhörbares wird Hörbar (L’inaudibile si fa udibile, in edizione italianaVoci dall’aldilà), i risultati delle ricerche che aveva condotto sulle voci che aveva registrato a migliaia nel corso dei sei anni precedenti, attraverso un semplice microfono o le frequenze "vuote" di apparecchi radio o ricetrasmittenti. Per Raudive, queste registrazioni erano una prova certa di comunicazione con il mondo dei defunti, anche in virtù delle caratteristiche delle voci, che apparivano diverse da quelle "viventi" per ritmo, tonalità e uno strano poliglottismo, che si prendeva la libertà di cambiare lingua da una parola all’altra e di usare neologismi e sgrammaticature. Al professore si manifestavano prevalentemente figure familiari dal passato (parenti e amici), ma anche personaggi famosi da ambiti ed epoche diverse: scrittori e poeti come Garcia Lorca (che si esprimeva con frasi composte in lettone, tedesco, svedese, spagnolo), Shakespeare e Hemingway (in lettone), filosofi come Nietzsche, psicologi come Jung e Freud, uomini di stato come Kennedy (anch’egli in lettone, lingua madre di Raudive), Lenin, Trotzki, Hitler... (nessun musicista; ma curiosamente negli stessi anni la pianista-medium Rosemary Brown pubblicava apprezzate composizioni che, a suo dire, le erano state dettate dagli spiriti di Liszt, Beethoven, Debussy e altri, esperienze che racconterà poi nel libro Immortals at my Elbow). In maniera analoga ai processi psicologici inconsci di proiezione, condensazione eccetera che tanta parte hanno nell’interpretazione degli Electronic Voice Phenomena, questa rassegna accosta "voci" di compositori scomparsi di ambiti diversi; "visioni interiori" che in maniera più o meno evidente, sopra o sotto la soglia della coscienza, continuano a dialogare con il presente, e che la distanza temporale ci permette di far "incontrare idealmente" in modi in cui forse gli (o ci) erano preclusi quand’erano in vita, valutando meglio differenze o inaspettate connessioni sfuggite o sottovalutate in prima istanza. Sun Ra e John Cage si incontrano per uno storico concerto nel 1986: su quali punti di contatto, tra la procedura meccanicistica e il rigido controllo della soggettività di Music of Changes (aspramente criticata da Tilbury e Cardew in Stockhausen al servizio dell’imperialismo) e la libertà improvvisativa del jazzista (che però intitola "Discipline" proprio la

Voci dall’aldilà


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In 1971 Konstantin Raudive published a book and a record called Unhörbares wird Hörbar (i.e. ‘The Inaudible becomes Audible’, Voices from the Hereafter in the Italian edition), containing the collected results of the researches he had conducted on the thousands of voices he had recorded during the previous six years through a simple microphone of through the "empty" frequencies of radio apparatuses or transmitter receivers. According to Raudive, these recordings were the definitive proof of communication with the voices of the dead, that appeared to be different from those of the living for rhythm, key, and for the fact that the dead seemed to like to indulge in a peculiar polyglottism, switching languages from one word to the next in the same sentence, inventing neologisms and taking liberties with the grammar. They manifested themselves to the professor as familiar figures from the past (relatives and friends) but also famous characters from different eras and contexts: writers and poets such as Garcia Lorca (who would express himself through sentences of combined Latvian, German, Swedish and Spanish); Shakespeare and Hemingway (in Latvian); philosophers such as Nietzsche, psychologists such as Jung and Freud, state men such as Kennedy (also in Latvian, Raudive’s mother tongue), Lenin, Trotzki, Hitler... There were no musicians, but curiously in those same years the spirit medium-pianist Rosemary Brown would produce acclaimed compositions that she claimed had been dictated to her by Liszt, Beethoven, Debussy and others, as she would later recount in her book Immortals at my Elbow. In a manner equivalent to the subconscious psychological mechanisms of projection, condensation and so on – mechanisms that played a great role in the interpretation of Electronic Voice Phenomena –, this series displays side to side "voices" of dead composers from different fields, featuring "inner visions" that in a more of less evident manner, above of below the conscious level, keep communicating with the present. The distance in time allows us to ideally place one next to another the voices of these composers, in a way that perhaps would have been precluded to them (or to our perception) in their lifetimes, and to better evaluate differences or unexpected connections that were at first overlooked or underestimated. Sun Ra and John Cage meet for an extraordinary concert in 1986: what is the common ground between the

Voices from the Hereafter

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Voci dall’aldilà

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sua serie di brani più apparentemente free – cfr. Cardew ai tempi del suo impegno con AMM: "Disciplina non come l’abilità di conformarsi a una regola rigida, ma come l’abilità di lavorare collettivamente con altre persone in modo armonioso e proficuo")? Visto dall’oggi, il contenuto politico della musica di Nono, che inseriva Bella Ciao e interviste a operai nelle sue composizioni, viene invalidato dalla critica e dalle pratiche musicali antiavanguardistiche di Cardew? E viceversa, solo un malinteso postmodernismo può permetterci di rivalutare serenamente i meriti musicali delle composizioni "populiste" di quest’ultimo, o deve permanere il giudizio negativo espresso da suoi contemporanei di pur simile orientamento politico come Rzewski (del ’75 le sue celebri variazioni su El Publo Unido, arrangiata anche da Cardew con i PLM nel ’76), Wolff, Cutler? Altri incroci... nel ’64 nasce a Roma Nuova Consonanza, gruppo di compositori (Evangelisti, Morricone...) che si dedicano all’improvvisazione. Del ’76 il loro Omaggio a Giacinto Scelsi (assieme al "jazzista" Schiaffini, stretto collaboratore dell’ultimo Nono…). Nel ’64 a Parigi, nella stessa serata si ascoltano i raga dei Dagar Brothers, per la prima volta in Francia, seguiti da una ciaccona di Bach e dalla prima di Xynobis per violino solo di Scelsi. Sconcerto del pubblico: Scelsi amava raccontare che solo i musicisti indiani vennero a complimentarsi con lui… Ovvi i punti di contatto tra il suo viaggio verso il "cuore" del suono, la scomposizione degli elementi interni di una singola nota – anche usando il mantra Om –, e il concetto dei suoni "non-agiti" del Nada Yoga (di cui scrive anche Kang riguardo a Kishori Amonkar), "i suoni aldilà dei suoni udibili", la vibrazione interna, l’energia primaria delle cose e dell’universo che, per la tradizione indiana, tra i suoni udibili può venir approssimata solo dalla sillaba Om… Diversi ma in qualche modo comparabili i suoni e ‘gesti’ primordiali ricercati da Charlemagne Palestine: che ricorda come importanti le conversazioni su arte e spiritualità con cui lo intratteneva Scelsi nella sua casa romana nei primi anni 70, così come le lezioni prese con Pran Nath a New York, strumentali non solo riguardo alla tecnica vocale, ma nel definire il "suono aureo" dei suoi pezzi per organo a canne come Schlingen Blängen.


Voices from the Hereafter

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mechanistic procedure and the rigid control exerted on subjectivity in Music of Changes (harshly criticized by Tilbury and Cardew in Stockhausen serves Imperialism) and the improvisational freedom of the Jazz player (who would however choose to entitle his apparently most free series of pieces "Discipline" – cf. Cardew, at the time of his engagement with AMM: "Discipline is not to be seen as the ability to conform to a rigid rule structure, but as the ability to work collectively with other people in a harmonious and fruitful way")? As seen from today’s perspective, is the political content of the music of Nono – who inserted Bella Ciao and interviews with workers in his compositions – invalidated by Cardew’s criticism and avant-garde musical practices? And vice versa, can a misunderstood postmodernism alone allow us to serenely re evaluate the musical merits of the "populist" compositions of the latter, or should we retain the negative judgment expressed by his contemporaries with similar political leanings such as Rzewski (author of the famous variations on El Pueblo Unido in ’75, also arranged by Cardew with PLM in ’76), Wolff and Cutler? Onto other meetings... In ’64 Rome saw the birth of Nuova Consonanza, a group of composers (Evangelisti, Morricone...), dedicated to improvisation. In ’76 they produced Omaggio a Giacinto Scelsi (together with the "jazz" player Schiaffini, a close collaborator of the late Nono...). In ’64 in Paris, in the same evening one could listen to the ragas of the Dagar Brothers, who were visiting France for the first time, followed by a Bach’s chaconne and by the premiere of Xynobis for solo violin by Scelsi. The audience was shocked: Scelsi loved to tell how only the Indian musicians would come up to him and congratulate him... We see an obvious connection between his journey to the "heart" of sound, the dissection of the internal elements of the sound of a single note – also using the mantra Om – and the concept of "unstruck sounds" of Nada Yoga (also written about by Kang in relation to Kishori Amonkar), "the sounds beyond the audible sounds", the internal vibration, the primary energy of the elements and of the universe which, according to the Indian Tradition, can only be approximated in the field of audible sounds by the syllable Om.... The sounds and the primordial ‘gestures’ researched by Charlemagne Palestine were different, but in some way still com-

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Voci dall’aldilà

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Nel ’95 Frances-Marie Uitti descriverà in un articolo i tesori dell’archivio Scelsi, centinaia di nastri delle sue improvvisazioni, tra cui molte all’ondioline elettronica, spesso sovrapposte ad altri nastri preregistrati di ondioline, talvolta anche suonati al contrario – l’ennesima conferma dell’assoluta estraneità del compositore alle accademie. E ancora: nel ’64 a New York Henry Flynt, inventore della ‘Concept Art’ e autore del pamphlet Fluxus-leninista "I comunisti devono costituire la leadership rivoluzionaria della cultura", picchetta i concerti di Stockhausen; nel ’70 diventa allievo di Pran Nath, che influenza la sua ‘New Country and Blues Hillbilly Music’ e l’ ‘Hallucinogenic Ecstatic Sound Environment’ di You Are My Everlovin’; nel ’71 Don Cherry apre la sua suite Humus davanti al pubblico di Donaueschingen sulle note di un raga appreso da Pran Nath; nella stessa serata segue Actions, scritta da Krzysztof Penderecki per un’orchestra di improvvisatori (con Brötzmann, Rutherford, Bennink…). Ancor più inaspettato forse, il fatto che nel ’75 Woody e Steina Vasulka, pionieri della video arte, vorranno documentare un Cherry quanto mai "terreno" che, novello griot africano, suonava la sua Music for Angela Davis attorno alla prigione in cui questa era detenuta… In questo senso non è casuale l’apertura di questa rassegna (che proseguirà in autunno sui nomi succitati e altri) su un musicista che da solo ha attraversato pressoché l’intero spettro della musica dagli anni 50 ai 70: come esecutore, da Feldman a Fluxus (anche Poem di La Monte Young) ai minimalisti (Riley, Reich); come compositore, da allievo di Stockhausen all’abbandono del serialismo integrale in favore dell’indeterminazione di Cage, dagli esperimenti con notazioni grafiche e verbali all’improvvisazione con AMM, dalla musica come attività sociale non-specialistica della Scratch Orchestra (co-fondata con Parsons e Skempton) al ripudio di tutte le proprie esperienze precedenti nel periodo maoista, per rivolgersi a melodie popolari e folk e perfino a tocchi rock con i People’s Liberation Music. Walter Rovere


Voices from the Hereafter

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parable. Palestine remembers as important the conversations on art and spirituality that Scelsi used to entertain him with at his house in Rome in the early ’70s, as well as the lessons taken from Pran Nath in New York, which he deems instrumental not only insofar as vocal technique is concerned, but also in his search for "the golden sound" for his church organ pieces such as Schlingen Blängen. In ’95 Frances-Marie Uitti described the treasures of the Scelsi Archives in an article. Hundreds of tapes of his improvisations, among which many on the electronic ondiola, often combined with prerecorded ondiola tapes played back normally or even backwards – another confirmation of how extraneous the composer was to the world of Academia. More in ’64, when in New York Henry Flynt, the inventor of ‘Concept Art’ and writer of the Fluxus-leninist pamphlet "Communists must give revolutionary leadership in culture", pickets the Stockhausen concerts. In ’70 he becomes a disciple of Pran Nath, who influences his ‘New Country and Blues Hillbilly Music’ and the ‘Hallucinogenic Ecstatic Sound Environment’ of You Are My Everlovin’; in ’71 Don Cherry begins his suite Humus in front of the Donaueschingen audience on the notes of a raga learned from Pran Nath. It is followed in the same evening by Actions, written by Krzysztof Penderecki for an orchestra of improvisers (featuring Brötzmann, Rutherford, Bennink…). Even more unexpectedly, perhaps, in ’75 the video art pioneers Woody and Steina Vasulka will document an ever "earthly" Cherry who, as novel African griot, used to play his Music for Angela Davis by the prison where she was incarcerated… In this context we have purposely chosen to open this series, that will continue next autumn with the aforementioned names and others, with a musician that single-handedly went through practically the whole spectrum of music from the 50s to the 70s: as a performer, from Feldman to Fluxus (even Poem by La Monte Young) to the minimalists (Riley, Reich); as a composer, from Stockhausen’s tutelage to the abandonment of total serialism in favor of Cage’s indeterminacy, from experiments with graphic and verbal notations to the improvisations with AMM, from the unspecialized social music-making of Scratch Orchestra (co-founded with Parsons and Skempton), to the repudiation of all his own previous experiences in the Maoist period to turn towards popular melodies and folk, and even rock ventures with People’s Liberation Music. Walter Rovere

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BOLOGNA

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11 MARTEDI

12 MERCOLEDI

RAUM

ore24,00

Voci dall’Aldilà (primavera e autunno 2004)

Cornelius Cardew

di

Philippe Reignez

a cura di Walter Rovere

(Inghilterra 1986)

In Between the Notes - a Portrait of Pandit Pran Nath

di

William Farley (Usa 1986)

Cornelius Cardew di Philippe Reignez (Inghilterra 1986) Un raro documentario prodotto per la tv inglese, con riprese di Cardew in solo e con la Scratch Orchestra, estratti di esecuzioni di Treatise (Tilbury e AMM), Mountains (Ian Mitchell) e The Great Learning, e interviste a Tilbury, Stockhausen, Feldman, Wolff, Prévost e Mitchell sui loro rapporti con il compositore. (Prod.: Arts Council U.K.)

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In Between the Notes – a Portrait of Pandit Pran Nath di William Farley (Usa 1986) Sommo esponente del canto Kirana, Pran Nath ha avuto come allievi una parte importante dell’avanguardia americana: La Monte Young, Marian Zazeela, Terry Riley, Jon Hassell, Arnold Dreyblatt, Rhys Chatham, Henry Flynt, Charlemagne Palestine, Don Cherry e Yoshi Wada tra gli altri. Il maestro viene ripreso in India, nelle grotte di Tapkeshwar doveva aveva vissuto, e mentre canta accompagnato da Riley, e quest’ultimo, Young e Zazeela sono intervistati sulla sua musica. (per gentile concessione di Other Minds, www.otherminds.org)


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82



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BOLOGNA

21 VENERDI

TEATRO SAN LEONARDO

ore 21,30

^

Scuola di Musica Elettronica - Conservatorio di Musica G.B. Martini in collaborazione con Angelica

Scuola di Musica Elettronica del Conservatorio - G.B. Martini, Bologna

LA VOCE MEDIATA Storm, per suoni fissati su supporto Musiche di Sara Lenzi Voxifera, per suoni fissati su supporto Musiche di Davide Falconi Scherzo, per voce recitante e suoni fissati su supporto Voce recitante di Mara Vapori - Musiche di Silvana

Gaeta

...little twitchy witches and tingling..., per suoni fissati su supporto Musiche di Doria Cantatore Atakama ghosts, per voce e suoni fissati su supporto Voce di Luigi Vichi - Musiche di Davide Falconi 84

Italia


"The night will pass". A Eduardo, per suoni fissati su supporto Musiche di Mario Barbuti "...ope sunĂŠkursen Ă panta", per soprano e live electronics Soprano Sara Ramarro - Musiche di Franco Venturini Installazioni sonore realizzate da: Enrico Battisti, Nicola Baroni, Lucia Dimaso, Marco Mezzani, Alessandro Ratoci, Emanuela Turrini Regia del suono a cura degli autori delle composizioni Coordinamento del progetto:

Lelio Camilleri 85


Scuola di Musica Elettronica del Conservatorio G.B. Martini, Bologna

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In ogni linguaggio musicale la voce è sinonimo della presenza umana. Nel linguaggio musicale elettroacustico, che si articola spesso in un contesto acusmatico (senza la visione delle sorgenti sonore), la voce sottolinea ancora di più questa dimensione. L’esperienza musicale elettroacustica, inoltre, ha sviluppato all’interno del suo linguaggio varie tipologie e applicazioni della voce: dalla voce narrante, alla voce come strumento, dall’impiego della voce/testo alla voce che interagisce con altri eventi sonori. Il concerto, che la Scuola di Musica Elettronica del Conservatorio di Musica G.B. Martini presenta, parte da queste considerazioni. I molteplici usi della voce nel contesto elettroacustico: la voce che narra o declama un testo, e quindi vuole veicolare alcuni aspetti del suo significato, e la voce che viene utilizzata esclusivamente come materiale sonoro di partenza per realizzare altri mondi sonori. A queste dimensioni, che si articolano nel contesto acusmatico, se ne affiancano altre che invece impiegano degli esecutori vocali i quali dialogano con dei suoni già precedentemente fissati oppure con i loro stessi suoni trasformati dal vivo. Il concerto vuole essere quindi un momento in cui si mettono in evidenza le varie tipologie d’impiego della voce nel linguaggio sonoro elettroacustico, non a livello esemplificativo ma come possibilità creative. La voce, il testo e le loro trasformazioni quali elementi per comunicare un’idea creativa. La cornice del concerto, un’installazione iniziale e alcuni elementi che intervallano i pezzi, è pensata come un ulteriore applicazione dei tratti vocali tramite il "medium" elettroacustico. Si ringraziano, per aver prestato la loro voce in alcuni dei brani acusmatici, Candice Smith (...little twitchy, witches and tingling...), Silvia Miani (Voxifera), Simona Maccari (Storm). I testi utilizzati sono di E.E. Cummings (Cantatore), Melville (Lenzi), Eduardo de Filippo (Barbuti).


In every musical language the human voice is a synonym for the presence of man. This is all the more apparent in the electro acoustic musical genre, which is often expressed in a acousmatic context (the non visibility of the sources of the sound). Electro acoustic music, moreover, has developed within its context a variety of uses of the voice, from the narrating voice, to the voice employed as an instrument, to the use of the text/voice, to the use of the voice as an element interacting with other musical events. This is the core concept illustrated by this concert, presented by the Electronic Music department at Music Conservatory G.B. Martini. The event focuses on the various uses of the voice within the electro acoustic field, from the narrative voice used to convey the meaning of a certain text, to the voice used exclusively as a starting point for the creation of new sound universes. These acousmatic experiments are presented with others that utilize vocal performers that produce a dialogue with pre established sounds or with the result of the live sampling of their own sound. The concert aims at creating a context where the different uses of the voice within the electro acoustic field are highlighted, not just on an explanatory level but with creative opportunities. Voice, Text and their transformations are seen as elements to be used in order to communicate a creative thought. The events that frame this concert, from an installation at the beginning to a few elements interspersed with the performances, are thought of as further occasions to illustrate the uses of the voice within the electroacustic medium. We wish to thank the following artists for contributing with their voices to some of the acousmatic pieces: Candice Smith (...little twitchy, witches and tingling...), Silvia Miani (Voxifera), Simona Maccari (Storm). Texts by: e e cummings (Cantatore), Melville (Lenzi), Eduardo de Filippo (Barbuti).

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BOLOGNA

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chitarra, elettronica

Tomas Korber

tpercussioni, minidisc, ipod, elettronica

Günter Müller

computer

Bernd Schurer

computer

Steinbrüchel

22 SABATO

TEATRO SAN LEONARDO

§

ore 21,30

Un progetto di Pro Helvetia, Fondazione svizzera per la cultura, presentato da Angelica in collaborazione con il CCS - Centro Culturale Svizzero di Milano

construction sonor

Svizzera

*

Steinbrüchel Solo Bernd Schurer Solo Gunter Muller + Tomas Korber Duo

Alla base del progetto construction sonor – CD e musica dal vivo – ci sono le incisioni in loco (field recordings) commissionate da Pro Helvetia al musicista e compositore zurighese Bernd Schurer. Nell’estate 2003 Schurer ha sistemato dei microfoni nei cantieri delle gallerie, nei pozzi d’accesso, su nastri trasportatori, in stazioni e su binari in costruzione. A partire da quelle registrazioni, i musicisti coinvolti nel progetto hanno realizzato 13 incisioni per un CD molto diverse fra loro, evidenziando tra l’altro l’enorme varietà produttiva della musica elettronica attuale. construction sonor rientra in Gallerie 57/34.6, progetto culturale di Pro Helvetia sui cantieri del San Gottardo e del Lötschberg. Diversi modi di costruire: il suono, le strutture, la realtà. Il concerto di Angelica, che ospita solo una parte dei musicisti che hanno aderito al progetto, parte da questo per arrivare altrove...


At the core of the construction sonor project – CD and live performance – are the field recordings commissioned by Pro Helvetia to the Zurich composer Bernd Schurer. During the summer of 2003 Schurer placed microphones throughout tunnels building sites, manholes, conveyer belts and building grounds of new train stations and train tracks. Starting from those recordings, the musicians involved in the projects have produced 13 very heterogeneous recordings for a CD, highlighting the great variety within contemporary electronic music. constructions sonor is part of Gallerie 57/34.6, a cultural project by Pro Helvetia on the San Gottardo and LÜtschberg building sites. Different ways for building: sound, structures and reality. The Angelica concert, which features only a few of the artists taking part to the project, starts from there to reach new destinations...

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∅ Angelica - in collaborazione con Ambasciata

>

BOLOGNA

del Canada di Roma, CMC (Canadian Music Centre), Canada Council for the Arts

23 DOMENICA

TEATRO SAN LEONARDO

FontanaMIX Ensemble

contrabasso

Emiliano Amadori

violoncello

Nicola Baroni

viola

Corrado Carnevali

violino

Antonella Guasti

violino

Valentino Corvino

percussioni

Nunzio Dicorato

pianoforte

Franco Venturini

pianoforte

Stefano Malferrari

sax

Marco Bontempo

clarinetto

Giambattista Giocoli

flauto

FontanaMIX Ensemble

Thuridur Jonsdottir

Italia, Canada

*

Antennae of a new mythology Your ghost : my machine Musiche di Peter Hannan November Musiche di

90

ore 21,30

Michael Oesterle

Dark glasses Musiche di Rodney

Sharman

piece for solo piano Musiche di Andre’

Ristic

böwörötääzääööööüïshh, per giocattoli ricablati, live electronics e video - Musiche di Giorgio Magnanensi Mother Hubbard Musiche di Juliet

Palmer


piece for solo piano Musiche di Jean Lesage Music is a beautiful desease Musiche di Peter Hatch piece for solo piano Musiche di Doug Schmidt The cycle of strength, strumenti e video Musiche di Howard Bashaw Music is a beautiful desease Musiche di Peter Hatch Direzione di

Giorgio Magnanensi 91


Alcune note sulla musica canadese contemporanea Le definizioni e non-definizioni della musica nel Canada cambiano continamente e devono fronteggiare una situazione di frammentazione e dispersione dei significati. Questa frammentazione porta a una situazione di aumento del numero di definizioni possibili di ciò che mi piace chiamare il mondo delle molte musiche.

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FontanaMIX Ensemble

Riconoscere l’estrema varietà di culture e di pratiche musicali e il valore fondamentale delle differenze significa capire che in Canada non c’è posto per una cultura musicale/artistica che voglia rivendicare il ruolo di interprete privilegiata del proprio tempo.

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Gli artisti canadesi vogliono riconoscere la varietà di pratiche musicali, di interazioni creative e il valore fondamentale delle differenze in una società pluralista nella quale culture molteplici si arricchiscono a vicenda di un carattere unico e specifico. Il valore della differenza è un punto cruciale nella cultura canadese. È un argomento da mantenere vivo, da arricchire di contenuto e da finalizzare verso una comprensione generale dell’identità ricca e molteplice del Canada. Per di più, la consapevolezza di una vibrante comunità locale e nazionale che non riconosce i paradigmi Eurocentrici/accademici come il canone unico della cultura alta porta a comprendere che in questa condizione post-post moderna non esiste più un "linguaggio universale della musica", e che se vogliamo rapportarci a questa condizione dobbiamo abbandonare i nostri desideri di categorizzazione e abbracciare l’intera pluralità dei dialetti e degli idiomi arcani. E questa è anche la consapevolezza che non può esistere un modello monolitico di musica canadese, non può esistervi un’unità stilistica: la musica canadese richiede una definizione molto più omnicomprensiva, che possa abbracciare tutte le diversità e le prospettive culturali che si sovrappongono in essa. Giorgio Magnanensi


Few Notes on Canadian contemporary music Definition and non-definition of music in Canada is continually changing and facing a situation of dispersion and fragmentation of meanings. Fragmentation leads to a situation of increasing possible definitions of what I like to call the world of the many musics. To recognize the extreme variety of music cultures and practices, and the fundamental value of differences it means to understand that in Canada there is no place for a music/artistic culture that wants to claim the role of privileged interpreter of its time. Canadian artists want to recognize the variety of music practices, creative interactions and the fundamental value of differences in a pluralistic society in which multiple cultures fertilize each other with a unique and specific character. The value of the difference is a crucial issue in the Canadian culture. It is an issue to keep alive, to enrich with content and to finalize to a general understanding of the multiple and rich Canadian identity. Moreover, the awareness of a local and national vibrant community that doesn't recognize the Eurocentric/academic paradigm as the only canon of high culture leads to the understanding that in this post-post modern condition a "universal language of music" does not exist anymore and if we want to relate to this condition we have to abandon our desire of categorization and embrace the plurality of all dialects and arcane idioms. This is also the awareness that there cannot exist a monolithic Canadian music, there cannot exist a stylistic unity: Canadian music requires a much more enlarged definition, which would take into account diversity and overlapping cultural perspectives. Giorgio Magnanensi

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√

Un progetto di Iceberg Laboratori in collaborazione con FontanaMIX e Angelica

BOLOGNA

> direzione

Francesco La Licata

contrabasso

Emiliano Amadori

violoncello

Nicola Baroni

viola

Silvia Ricciardi

viola

Corrado Carnevali

violino

Antonella Guasti

violino; violino elettrico

Valentino Corvino

percussioni

Nunzio Dicorato

organo

Liuwe Tamminga

trombone

Raffaele Jaquinta

tromba

Mario Gigliotti

flauto

FontanaMIX Ensemble

94

Thuridur Jonsdottir

23 DOMENICA

BASILICA DI SAN PETRONIO

ore21,30

Iceberg Laboratori *

Suoni e Luoghi : Omaggio alla Basilica di San Petronio Requiem II Musiche di

Ijnveiq de Ernestine

Objets sacrèe Musiche di Abril

Padilla

Buenos Aires

Tre Libri del Dhammapada Musiche di Angelo Sturiale

Parigi

#

Catania

#

#


Signore guardaci, Signore non guardarci Mariposa voci, elettronica - Musiche di Enrico

Gabrielli & Mariposa

Il nuovo spirito, (dal libro dell’Apocalisse) Davide Tidoni elettronica - Musiche di Davide

Tidoni

Bologna

#

Tre Improvvisi, op.10, (2002) Musiche di Alfredo Impullitti

Ensemble Vocale della Cappella Musicale di San Petronio Direzione di

Michele Vannelli

Bologna

#


Iceberg Laboratori

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Un progetto di Iceberg Laboratori, in collaborazione con FontanaMIX e Angelica Suoni e Luoghi: Omaggio alla Basilica di S. Petronio. Per la prima edizione di " Suoni e Luoghi ", progetto di ricerca compositiva sulla musica di una città, l’Ensemble Fontana Mix, l’Ensemble Vocale della Cappella Musicale di San Petronio e gli stessi autori eseguono nuove composizioni scritte per la Basilica di San Petronio, spazio acustico fondante della tradizione musicale bolognese. Al contempo, nel rispetto della natura religiosa del luogo, i compositori hanno orientato la loro ispirazione verso tematiche riconducibili alla letteratura sacra o legate alla spiritualità.


A project by Iceberg Laboratori, in collaboration with FontanaMIX and Angelica A tribute to the St. Petronio Basilica "Suoni e Luoghi" is a composition research project on the music of a city. For its first edition, The Fontana Mix Ensemble, the Vocal Ensemble of the Cappella Musicale of St. Petronio and the authors themselves perform new compositions written for the St. Petronio Basilica, a pivotal acoustic space in the tradition of Bologna’s music production. At the same time, as a tribute to the religious nature of the place, the composers have searched their inspiration within sacred or spiritual related themes.

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I DISCHI DI ANGELICA

Compositions by Tristan Honsinger

(AIAI 009)

Tristan Honsinger This, That and the Other Sketches of Probability

(AIAI 0082)

Terry Riley + Stefano Scodanibbio lazy afternoon among the crocodiles (second edition)

(AI 007) Angelica ‘95 compil. Lol Coxhill Before My Time; Jon Rose + Otomo Yoshihide Budget Shopping, Maarten Altena Ensemble Songs & Colours, Steve Beresford +Otomo Yoshihide + Jon Raskin, Phil Minton + Veryan Weston Ways Past, Steve Adams + Pat Thomas, Rova, Specchio Ensemble, Oban Sax Quartet; N.O.R.M.A. + Chris Cutler + Phil Minton, Heiner Goebbels Die Befreiung des Prometheus, Mike Cooper + Lol Coxhill + Chris Cutler + Edoardo Marraffa + Luigi Mosso + Larry Ochs + Jon Raskin + Pat Thomas

(CAICAI 006) Angelica ‘94 compil. Ain’t Nothin’ But A Polka Band, Audience, Banda Roncati, Band Is Woman, Mark Dresser, Ecoensemble, Fred Frith, Paolo Grandi Le Terre Silenziose, Gerry Hemingway, Guy Klucevsek, Phil Minton, Orchestra del Teatro Comunale di Bologna diretta da Stephen Drury e Franco Sebastiani, Bob Ostertag, John Oswald, Rohan De Saram, Claudio Scannavini, Stefano Scodanibbio, John Zorn, Audience

(CAICAI 005) Specchio Ensemble Suite no. 1 per quintetto doppio Directed and compositions by Domenico Caliri

(CAICAI 004) Angelica ‘93 compil. All Dax Band, Han Bennink, Steve Beresford, Lindsay Cooper, Tom Cora, Dietmar Diesner, ensemble Eva Kant, Fred Frith, Gianni Gebbia, Lars Hollmer, Catherine Jauniaux, Peter Kowald, Ikue Mori, Butch Morris, Hans Reichel, Riciclo delle Quinte, Wolter Wierbos, Audience

(CAICAI 003) Angelica ‘92 compil. P.A.P.A. Quartet, Popoli Dalpane Ensemble, Looping Home Orchestra, Lindsay Cooper e l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna diretta da Franco Sebastiani, Stefano Scodanibbio, Gianni Gebbia, Gruppo Ocarinistico Budriese, Fred Frith, Lars Hollmer, Que d’la Gueule, Audience

(CAICAI 002) N.O.R.M.A. Compositions by Tiziano Popoli, Roberto Monari, Massimo Simonini

(CAICAI 001) Angelica ‘91 compil. Mary Iqaluk + Nellie Echaluk, Joseph Racaille + Daniel Laloux, Quartetto Vocale Giovanna Marini,Tom Cora, Catherine Jauniaux, Shelley Hirsch, David Weinstein, Lol Coxhill The Inimitable, Carles Santos, Ernst Reijseger, Laboratorio Musica & Immagine, Phil Minton + Veryan Weston, Fred Frith Keep the Dog (OUT OF STOCK)

>

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Vakki Plakkula ...una barca

Requiem

a Bologna da:

Alvin Curran TOTO

NEXT:

A NG ELIC A

(volume 1)

Ilaiyaraaja Wings (IDA 019)

.....past

Phil Minton & Veryan Weston

Porcyville

(IDA 018)

(IDA 017) Specchio Ensemble Directed and compositions by Domenico Caliri

(IDA 016) Eyvind Kang Virginal co ordinates with playground ensemble + Michael White, Mike Patton, Tim Young, Tucker Martine, Evan Schiller

(IDA 015) Giovanna Marini with soloists, choir and orchestra

International Occasional Ensemble...

(IDA 014) Fred Frith Stone, Brick, Glass, Wood, Wire Graphic Scores 1986-96 (double disc) & the

(IDA 013) Angelica ‘97 compil. Otomo Yoshihide, Trio Magneto, Ground-Zero, Diane Labrosse + Martin Tétreault, Stock, Hausen & Walkman, Bob Ostertag, Chris Cutler p53, Tenko + Ikue Mori, Dagmar Krause + Marie Goyette, House of Discipline, Jean Derome, Uchihashi Kazuhisa, René Lussier, Mirko Sabatini, Andrew Sharpley, Matt Wand, Mike Patton

(IDA 012)

(AI 011) Angelica ‘96 compil. Guus Janssen, Palinckx, Carlo Actis Dato, Henneman String Quartet, Guus Janssen Septet, Michel Waisvisz, Tristan Honsinger, This, That and the Other, Janssen + Glerum + Janssen, Misha Mengelberg Pollo di Mare

(AI 010) Misha Mengelberg Compositions by Misha Mengelberg Misha Mengelberg, Ed Boogaard, Ernst van Tiel, Orchestra del Teatro Comunale di Bologna

i dischi di angelica via gandusio, 10 I-40128 bologna f +39 +51 240310 dischi@aaa-angelica.com www.aaa-angelica.com

distributed by:

ReR MEGACORP 79 beulah rd thornton heath CR7 8JG - Uk f: +44.208.7713138 - megacorp@dial.pipex.com www. rermegacorp.com

distribuiti in Italia da:

Nuova ADN, via Decembrio, 26 - 20137 Milano

Disfunzioni Musicali via degli Etruschi, 4/14 - 00185 Roma

t + f: +39 02 55195174

t: +39 06 4461984 - f: +39 06 4451704

Demos via San Sebastiano, 20 - 80134 Napoli t: +39 081 459021 - f: +39 081 296892

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t: +39 051 370971 - shop@linkproject.org


ANGELICHE

Otomo Yoshihide Memor y Disorder, Trio Magneto, Tanaka Yumiko G idayu Shamisen Solo, Ground-Zero Revolutionar y Pekinese O pera+Play Standard, Diane Labrosse+Martin Tetrault Parasites’ Paradise, Stock, Hausen & Walkman C hild Bearing Hits, Vakki Plakkula, Bob Ostertag, Tornando Menù, Chris Cutler p53, Tenko+Ikue Mori Death Praxis, Jean Derome+René Lussier Les G ranules, Dagmar Krause+Marie Goyette, Zygmunt Krause T he Last Recital, Orchestra del Teatro Comunale di Bologna diretta da Pedro Alcalde e Franco Sebastiani esegue O rchestral Tuning A rrangement di John Oswald / Linda Catlin Smith, Folk Music di Zygmunt Krause, C lassic di John Oswald, Shor t C ut no.1 for orchestra+no.2+no.3 di Marie Goyette, Mike Patton+Bob Ostertag+Otomo Yoshihide House of Discipline; Impro con: Chris Cutler, Jean Derome, Marie Goyette, Uchihashi Kazuhisa, Diane Labrosse, René Lussier, Ikue Mori, Bob Ostertag, Mike Patton, Mirco Sabatini, Andrew Sharpley, Tenko, Martin Tetreault, Matt Wand, Otomo Yoshihide

settima edizione, 6-11 maggio 1997 al ladro

Guus Janssen, Orchestra del Teatro Comunale di Bologna diretta da Ernst van Tiel esegue Passevite e Keer di Guus Janssen, C oncer to per sassofono e orchestra (solista Ed Boogaard) e O nderweg di Misha Mengelberg, Palinckx, Misha Mengelberg, Carlo Actis Dato, Henneman String Quartet, Guus Janssen Septet, Michel Waisvisz O peration LiSa, Tristan Honsinger T his, T hat and the O ther, Tristan Honsinger, Janssen/Glerum/Janssen, Misha Mengelberg Pollo di Mare

sesta edizione, 7-11 maggio 1996 caos lirico

Jon Rose / Otomo Yoshihide Budget Shopping; N.O.R.M.A. ospiti Chris Cutler, Phil Minton; Oban Sax Quartet; Lol Coxhill Before My T ime; Phil Minton / Veryan Weston Ways Past; Maarten Altena Ensemble Songs & C olour s; Rova; Specchio Ensemble; Heiner Goebbels Die Befreiung des Prometheus; Orchestra del Teatro Comunale di Bologna diretta da Peter Rundel esegue Suite für Sampler und grosses O rchester di Heiner Goebbels; Impro Notte con Bruce Ackley, Steve Adams, Steve Beresford, Domenico Caliri, Mike Cooper, Lon Coxhill, Chris Cutler, Giorgio Fabbri Casadei, Edoardo Marraffa, Luigi Mosso, Larry Ochs, Jon Raskin, Jon Rose, Pat Thomas, Roger Turner, Otomo Yoshihide, Vincenzo Vasi, Stefano Zorzanello

quinta edizione, 2-7 maggio 1995 tutto cangia

Ferdinand Richard Arminius, Paolo Grandi Le Terre Silenziose ospite Ouassini Jamal, Guy Klucevsek, Stefano Scodanibbio / Rohan de Saram, Bob Ostertag Say No More, Holly Small / Bill Coleman / Laurence Lemieux / John Oswald, Ain't Nothin' But A Polka Band Polka From T he Fringe, Fred Frith / John Zorn / John Oswald / Bob Ostertag / Mark Dresser / Phil Minton / Gerry Hemingway, Stephen Drury esegue C arny di John Zorn, Ecoensemble diretto da Franco Sebastiani esegue A ngelus Novus di John Zorn, Orchestra del Teatro Comunale di Bologna diretta da Stephen Drury e Franco Sebastiani esegue For Your Eyes O nly di John Zorn, C amelot di Claudio Scannavini e Orchestral Tuning Arrangement di John Oswald e Linda Catlin Smith, Stefano Scodanibbio esegue Endurance di Fred Frith, Ensemble da "Band Is Woman" diretto da Franco Sebastiani esegue A cupuncture di John Oswald, Ensemble EVA KANT esegue Pacifica di e diretto da Fred Frith

quarta edizione, 24-29 maggio 1994 ...funghi...

Riciclo delle Quinte ospite Wolter Wierbos, A ll Dax(ophone) Band, Dietmar Diesner, Peter Kowald, Wolter Wierbos, Butch Morris, Steve Beresford, Hans Reichel, Tom Cora, Han Bennink, Butch Morris C onduction 31 (con Hans Reichel, Dietmar Diesner, Wolter Wierbos, Han Bennink, Steve Beresford, Peter Kowald, Tom Cora), The Goose, Vibraslaps, Butch Morris C onduction 32 con l'ensemble Eva Kant

terza edizione, 13-18 maggio 1993 vedo nudo

Popoli Dalpane Ensemble, Looping Home Orchestra, Lindsay Cooper e l'Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, Stefano Scodanibbio, Gianni Gebbia, Fred Frith, Lindsay Cooper, Lars Hollmer, Gruppo Ocarinistico Budriese, Q ue de la gueule, Workshop e Concerto condotto e diretto da Fred Frith.

seconda edizione, 27 maggio-4 giugno1992 per ogni malattia c’è una melodia

Mary Iqaluk / Nellie Echaluk G iochi Vocali Inuit, Joseph Racaille / Daniel Laloux, Quartetto Vocale Giovanna Marini, Tom Cora, Caterine Jauniaux, Shelley Hirsch / David Weinstein, Lol Coxhill T he Inimitable, Carles Santos, Phil Minton / Veryan Weston, Ernst Reijseger, Laboratorio Musica & Immagine, Mike Westbrook Orchestra Big Band Rossini.

prima edizione, 5-9 giugno 1991 la lingua mi cercava le parole

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Karlheinz Stockhausen AVE (Suzanne Stephens, Kathinka Pasveer) + GESANG DER JÜNGLINGE + ORCHESTER - FINALISTEN (Asko Ensemble: Kathinka Pasveer, Marieke Schut, Hans Colbers, Alban Wesly, Jan Harshagen, Hendrik Jan Lindhout, Toon van Ulsen, Tjeerd Oostendorp, Jan Erik van Regteren Altena, Bernadette Verhagen, Doris Hochscheid, Pieter Smithuijsen) + OKTOPHONIE, Joëlle Léandre + Mat Maneri + Joel Ryan + Christian Marguet, Giancarlo Schiaffini + Walter Prati, Gail Brand + Phil Durrant + Pat Thomas + Mark Sanders, Stephan Wittwer, Frances-Marie Uitti, Irene Schweizer, Sylvie Courvoisier + Ikue Mori + Susie Ibarra, Pauline Oliveros, Scuola di Musica Elettronica del Conservatorio G.B. Martini di Bologna (Lelio Camilleri, Nicola Baroni, Mario Barbuti, Enrico Battisti, Doria Cantatore, Davide Falconi, Chiara Farolfi, Lucia Di Maso, Silvana Gaeta, Giovanni Maselli, Marco Mezzini, Maria Chiara Prodi, Alessandro Ratoci, Antonio Salluce, Emanuela Turrini, Franco Venturini)

tredicesima edizione 13>18 maggio 2003 abissale & aderente

O pera Mobile: Tristan Honsinger + Ermanno Cavazzoni + Ensemble Opera (Cristina Zavalloni, Sabina Meyer, Cristina Vetron, Vincenzo Vasi, Carolina Talon Samperi, Kathleen Delaney, Marie Goyette, Enrico Sartori, Olivia Bignardi, Edoardo Marraffa, Riccardo Pittau, Lauro Rossi, Aleks Kolkowski, Erica Scherl, Tristan Honsinger, Pierangelo Galantino, Lullo Mosso, Franca Pampaloni, Fabrizio Puglisi, Christian Carcagnile, Mirko Sabatini, Fabrizio ‘Abi’ Rota, Jochem Hartz, Ilaria Honsinger, Gayla Freed, Lidija Kolovrat, Massimo Simonini), Dietmar Diesner Saxophon-actor, Aleks Kolkowski Por trait in Shellac, Olivia Block hi-lo eyehull, Margareth Kammerer Noch Einmal, an O rpheus, Hester Boverhuis+Cristin Wildbolz+Riccardo Massari Spiritini Speechwater, Sven Ake Johansson+Sten Sandell Bahn und Boot, Peter Brötzmann+Hamid Drake, Misha Mengelberg Solo Songs, Marie Goyette+Aleks Kolkowski Stone Flower, Hisako Horikawa, Ijnveïq de Ernestine Une porcelaine dans un magasin d’éléphants (Mauro Manzoni, Emiliano Rodriguez, Diego Frabetti, Raffaele Jaquinta, Giammaria Matteucci, Fabrizio Colonna, Maurizio Rolli, Alberto Corelli, Pierpaolo De Gregorio, Alfredo Impullitti)

dodicesima edizione 13>18 maggio 2002 galleria san francesco

Joan La Barbara T hree Voices (Morton Feldman), Shelley Hirsch States, Dorothea Schurch + Ernst Thoma cour se in different directions, Massimo Simonini + Fabrizio 'Abi' Rota paesi piatti & pianeti possibili, Kaffe Matthews + Andy Moor matter, Peter Cusack Green Parrot, Broken Glass, Domenico Sciajno + Barbara Sansone O bjectable, Pierre Bastien & Mecanium, Alvin Curran Toto A ngelica, Shelley Hirsch + Anthony Coleman A Tribute to Tributes, Margaret Leng Tan T he A r t of T he Toy Piano (John Cage, John Lennon/Paul McCartney arr. Toby Twining, Stephen Montague, Jerome Kitzke,, Philip Glass, Alvin Lucier, Julia Wolfe, Guy Klucevsek), MIMEO Music In Mouvement Electronic O rchestra T he Hands of C aravaggio + John Tilbury, Pierre Bastien Meccano O rchestra, Jean-Pierre Gauthier C ommodity and C ommotion, playground ensemble T he Sonic Playground (Alvin Curran,, ensemble)

undicesima edizione, 15>20 + 12>20 maggio 2001 antichi astronauti

John Zorn Bar Kokhba special edition for Angelica, Terry Riley, Orchestra del Teatro Comunale di Bologna diretta da Jurjen Hempel soprano Julie Liston (Domenico Caliri, Massimo Semprini, Diego Stocco, Guus Janssen, John Zorn: commssioni di Angelica; Morton Feldman), La Monte Young The Forever Bad Blues Band, Eyvind Kang G ar land of V irginal C o-ordinates con playground ensemble ospiti Michael White, Eyvind Kang, Mike Patton, Timothy Young, Tucker Martine, Evan Schiller: commissione di Angelica, Cecil Taylor, Mirko Sabatini MK O rchestrin, Edoardo Marraffa, Guus Janssen Quartet, Tibor Szemzõ Tractatus, Invisible Stor y con The Gordian Knot Music Company, Mike Patton vs The X-ecutioners, Ensemble Modern diretto da Peter Eötvös solisti Omar Ebrahim, Hermann Kretzschmar, David Moss (Frank Zappa - G regger y Peccar y & O ther Per suasions), Ensemble Modern diretto da Sian Edwards (Conlon Nancarrow arr. Yvar Mikashoff, Heiner Goebbels, Helmut Lachenmann)

decima edizione, 5-13 maggio + 5-6 luglio 2000 zorro

John Tilbury (Michael Parsons, Dave Smith, Howard Skempton), Fred Frith Tense Serenity, Evan Parker C onic Sections, John Russell + Roger Turner duo improvisations, Phil Minton + Veryan Weston .....past (da una moltitudine di diver sità di canzoni: Robert Schumann, Joe Zawinul, Sir Edward Elgar, Hubert Parry, Freddy Fender, Claudio Monteverdi, Hank Williams, Anton Carlos Jobim, Phil Minton + Veryan Weston...), Paolo Angeli linee di fuga, Lol Coxhill Standard C onver sions, Steve Beresford Signals for Tea +, Orchestra del Teatro Comunale di Bologna diretta da Stephen Drury solisti: Fred Frith, Phil Minton, Maggie Nicols, ospiti: Chris Cutler, John Edwards, Lol Coxhill (Giorgio Casadei, Tiziano Popoli, Stefano Zorzanello, Giorgio Magnanensi, Fred Frith, Lindsay Cooper arrangiamenti di Veryan Weston), Mike Cooper + Pat Thomas Tri Stereo System, Kaffe Matthews to white, The Recedents, Fred Frith + Bill Laswell + Charles Hayward Massacre, Steve Noble + Pat Thomas, AMM, Cornelius Cardew T he Great Learning Paragraph 7 for any number of trained or untrained singers

nona edizione, 18-23 maggio 1999 domestic flights

Coro delle mondine di Correggio, Stephen Drury (Frederic Rzewski), Lucia Bova + Luca Sanzò(Fernando Mencherini, Franco Donatoni, Lucio Garau), Aleks Kolkowski & Media Luz My G arden Makes Me G lad, acco land (Lucio Garau, Franco Donatoni, Mario Pagliarani), Gino Robair Singular Pleasures, Ossatura, Fausto Bongelli + Massimo Mazzoni (Giacinto Scelsi, Fernando Mencherini, Franco Donatoni), Edoardo Ricci + Eugenio Sanna graffi di gatto e ur la di cani, Specchio Ensemble A sh-can School, Sonia Turchetta + Rocco Filippini + Oscar Pizzo (Salvatore Sciarrino Vanitas), Greetje Bijma, Louis Andriessen + Greetje Bijma G ran Duo, Rudiger Carl + Hans Reichel Buben plus, Quartetto Vocale Giovanna Marini Par tenze vent’anni dopo la mor te di Pier Paolo Pasolini, Orchestra del Teatro Comunale di Bologna diretta da Stephen Drury solista Gary Gorczyca (Fernando Mencherini, Louis Andriessen, Franco Donatoni, Lucio Garau, Paolo Grandi, Olivia Bignardi). Impro: Rudiger Carl, Hans Reichel, Aleks Kolkowski, Elio Martusciello, Maurizio Martusciello, Edoardo Ricci, Eugenio Sanna, Fabrizio Spera, Gino Robair, Fabrizio Puglisi, Guglielmo Pagnozzi, Luca Venitucci, Matt Wand.

ottava edizione, 11-17 maggio 1998 mamma acustica


Angelica 2004 è presentato da: PIERROT LUNAIRE Con il sostegno di:

In collaborazione con:

In co-produzione con:

• Ambasciata dell'India

• Teatro Comunale di Modena Festival L'Altro Suono

ICCR Indian Council for Cultural Relations

• Ministero per i Beni e le Attività Culturali CCS - Centro Culturale Svizzero Pro Helvetia Milano

• Regione Emilia Romagna - Servizio Cultura Provincia di Bologna Assessorato alla Cultura, Invito in Provincia

• Ambasciata del Canada di Roma • CMC (Canadian Music Centre)

Comune di Bologna Settore Cultura

• Canada Council for the Arts • Festival Dalle Palme a San Luca • Scuola Popolare di Musica Ivan Illich • Scuola di Musica Elettronica Conservatorio di Musica G.B. Martini • Raum • Xing RAI Radio 3 Con l’aiuto di: • Radio Città del Capo • Radio Città 103




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