Fruzons di Plume (55) dicembre 2024

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NUMERO 55

Dicembre 2024

Ai giovani...

11 ottobre 2024

Cambio del Comandante al 5° Reggimento Alpini di Vipiteno. Il Colonnello Riccardo Venturini in primo piano e, sullo sfondo, la Bandiera di Guerra del Reggimento.

NUS BÂSTIN LI’ MÂNS

Giornale del Gruppo Alpini di San Giorgio di Nogaro

Distribuito gratuitamente ai soci

AUTORIZZAZIONE DEL TRIBUNALE DI UDINE NUMERO 2/18 del 30-01-2018

DIRETTORE RESPONSABILE

Davide De Piante

REDAZIONE

Davide De Piante, Miriana De Piante, Valentino Loi, Michele Martin, Giovanni Sguassero, Anastasia Stella, Mentore Valandro

HANNO COLLABORATO

5° Rgt Alpini, Alunni della 5a primaria, Luisella Bonetto, Francesco Cargnelutti, Maria Fanin, Serge Gasparotto, Elisabetta Miorin, Alessandro Moro, Andrea Nali, Marco Zanon

GRAFICA

Gruppo A.N.A. San Giorgio di Nogaro

STAMPA

Rosso cooperativa sociale

Gemona del Friuli (UD) Numero copie stampate 400

Copyright © 2024

CAPOGRUPPO

Davide De Piante

VICE CAPOGRUPPO

Valentino Loi

CONSIGLIERI

Giancarlo Bidoggia, Piergiorgio Bramuzzo, Francesco Cargnelutti, Augusto Cazzola, Samuele Del Bianco, Lino Marchi, Michele Martin, Franco Moni, Giovanni Pittis, Lucio Taverna, Luciano Tavian

CONSIGLIERI ESTERNI

Francesco Mastroianni, Mentore Valandro

Via Carnia, 9 33058 San Giorgio di Nogaro (Ud) sangiorgiodinogaro.palmanova@ana.it anasangiorgiodinogaro@pec.it

www.anasangiorgiodinogaro.it facebook, instagram, tiktok, youtube, pinterest, threads

Il saluto del Capogruppo

Segnali che fanno bene!

Siamo nei giorni delle festività di Natale quando mi suona il telefono: “Buon giorno sono Sergio il papà di Gaia, volevo ringraziarvi...” qualche giorno dopo “buon giorno, sono la mamma di David... grazie per la vostra generosità, per noi è tanto”. Sabato 21 dicembre, nella nostra baita, si è tenuta la cerimonia delle donazioni a 5 associazioni (i dettagli li trovate a pag. 5). E proprio Valentino Listuzzi, ricevuto l’assegno per il Comitato Amici di Federico, ha affermato che i soldi sarebbero andati a Gaia, Giorgia, Emanuele e David, bambini e ragazzi bisognosi di importanti cure mediche. Il 21 dicembre abbiamo anche tirato le fila dell’offerta dei panettoni e pandori; è andato tutto a gonfie vele: quasi 2.000 quelli “piazzati” per il ProgettoAutismo e 1.000 quelli per l’”Asilo Maria Bambina”.

Quest’anno per il Gruppo di San Giorgio è stato quello più intenso finora registrato sia per quantità che per qualità di interventi effettuati.

8.123 ore a favore della comunità e 24.257€ donati sono una testimonianza diretta che la dice lunga sulla vitalità del nostro sodalizio; ricordo che, talvolta, si tratta di tanti piccoli interventi mirati. Lo facciamo per sostenere anche le più piccole realtà.

Un doveroso saluto va ai nostri militari in armi che operano sul territorio italiano e all’estero e che, a prescindere dal grado e dagli incarichi, hanno sempre la mia e nostra ammirazione e stima. Ho voluto dedicare la copertina al nostro socio Riccardo Venturini che, come leggerete a pagina 14, ha assunto il comando del 5° Reggimento Alpini di stanza a Vipiteno.

E parlando di giovani, un ricordo va al padre putativo dei Campi Scuola ANA... il grande Lino Rizzi che improvvisamente è andato avanti a fine anno. Io ed altri Direttori dei Campi Scuola assieme ad una rappresentanza degli stessi ragazzi eravamo presenti alle esequie a Padova. È stato un simbolico passaggio di testimone! Grazie Lino!

E per il 2025?

Il motto del Campo Scuola ANA di San Pietro al Natisone è stato “cambiamento” e sarà la parola d’ordine del 2025.

Cambiare, non stravolgere, per vedere le cose con occhi diversi pur mantenendo fede alla nostra missione.

De Piante

Si dice offerta... si legge aiuto!

Oltre 24.000€ donati nel 2024

“Solo donando parte di se stessi agli altri, senza pretendere nulla in cambio, si può definire una vita degna di questo nome.” (Daniela Volontè) Ed il nostro Gruppo preferisce DONARE!

La Redazione

9.402€ ProgettoAutismo FVG per la Penna sotto l’Albero
4.843€ Asilo “M. Bambina” “111 anni d’amore” - panettoni
2.000€ Madracs (hockey in carrozzina)
2.000€ Comitato “Amici di Federico” 1.250€ Gita sul Carso - 5a primaria
600€ Babbo Natale nelle scuole
500€ Telethon Udine 420€ Tricolore ai ragazzi di 3a media
“Con riconoscenza” - per i sanitari
Castagnate/merende per alunni
2.000€ Pediatria Latisana
477€ Gira la Ruota “ProgettoAutismo”

EVENTI

Pensiamo con Amore

I magnifici cinque!

Riportiamo di seguito il discorso che il Capogruppo Davide De Piante ha fatto il 21 dicembre 2024 nella baita del Gruppo in occasione della cerimonia di consegna delle donazioni.

I beneficiari delle somme sono stati: - Madracs (hockey in carrozzina)

- Comitato Amici di Federico di Villa Vicentina - Pediatria dell’Ospedale Civile di Latisana -Scuoladell’Infanzia“M.Bambina”diS.GiorgiodiNog. - ProgettoAutismo FVG di Feletto Umberto.

“Il mio sarà un discorso breve in quanto penso sia più utile ed interessante capire cosa fanno e quali sono i progetti delle associazioni/realtà presenti in sala. Inizio il mio ragionamento citando Madre Teresa di Calcutta che diceva “Non è tanto quello che facciamo, ma quanto amore mettiamo nel farlo. Non è tanto quello che diamo, ma quanto amore mettiamo nel dare”.

E mi viene in mente il paragone GRUPPO ALPINI ed ognuna delle vostre realtà.

Quanto AMORE mettete e mettiamo in quello che facciamo, in quello che diamo e in quello che trasmettiamo.

Appunto partendo da questo concetto il nostro Gruppo ha pensato a voi come meritorie di donazione; il consiglio ha valutato l’AMORE che mettete in campo ogni giorno!

Se non ci fosse AMORE saremo dei robot, un’intelligenza artificiale che sa tutto ma che non prova sentimenti.

Oggi quindi, il Gruppo Alpini di San Giorgio di Nogaro dopo aver FATTO le diverse attività, DÀ con AMORE. Per completare il quadro delle donazioni, nel corso dell’anno il nostro Gruppo ha già elargito oltre 3.000€ a Telethon Udine, alle scuole (vedi il dettaglio nella pagina precedente) e ai sanitari con l’iniziativa “Con riconoscenza” (un sacchetto con i dolci di Natale… per dire grazie per la costante assistenza).

Oggi doniamo un po’ di soldi derivanti dall’attività del Gruppo, quindi fondi propri, e quelli derivanti dall’offerta dei panettoni e pandori che, per portata e impegno, registrano le cifre maggiori.

Ebbenesì, in tutto parliamo di oltre 20.000€ che oggi raggiungono le associazioni. In conclusione, riprendendo la frase di Maria Teresa di Calcutta,

Facciamo -> facciamolo con amore

Diamo -> diamolo con amore

PENSIAMO -> PENSIAMOLO CON AMORE!”

L’attività di queste realtà e le foto dell’evento con le autorità presenti, può essere consultato sul ns. sito inquadrando il codice QR

La Redazione

Ai giovani... comuniCHIAMO?

Il convegno della Stampa Alpina punta ai millenials e non solo

Non si smette mai di imparare, è questo ciò che ho capito sia all’interno del Gruppo che a questo convegno. Infatti mi sento onorata di aver potuto partecipare per condividere anche la mia esperienza.

L’annuale incontro del CISA (Convegno Itinerante della Stampa Alpina) si è tenuto ad Asti il 26 e 27 ottobre ed il tema scelto dal Direttore de L’Alpino era “Comunicare con i giovani”.

Tema che viene sottovalutato essendo già abituati ad utilizzare i social; alle volte però diamo per scontato che i nostri interessi siano uguali per tutti, cosa che ci è stata smentita grazie ai due relatori che hanno portato la loro esperienza.

Durante la prima giornata si è analizzato sia il giornalismo mediatico che quello cartaceo, con i due gruppi di lavoro poi divisi per approfondire meglio i concetti e per condividere consigli ed opinioni più dettagliate.

La relatrice Marianna Bruschi, giornalista digitale di Sky Tg24, ha dato spunti chiari su come attirare l’attenzione dei giovani. Infatti si parla di attenzione al dettaglio, abitudine, fiducia, ma soprattutto curiosità da parte del lettore. I social posso essere il trampolino di lancio per far conoscere i valori propri degli Alpini.

di Miriana De Piante

Già con questi spunti infatti molto nuove idee sono e saranno messe in atto anche dal nostro Gruppo. L’altro relatore, Domenico Quirico, scrittore e giornalista, “classico”, come lui stesso si auto definisce, un giornalista d’altri tempi, in cui per sapere dovevi affrontare di persona le vicende, ora invece le cose forse si fanno più facili, ma sicuramente non meno importanti. Per quanto i due relatori abbiano trattato temi diametralmente opposti, sono giunti alla stessa conclusione: farconoscereaigiovani,sapersiesprimereconloroper far sì che le cose non vadano dimenticate, ma anzi ancor di più valorizzate, farsi aiutare da questi giovani che sono il futuro di tutti noi.

Il secondo giorno sono state presentate le sintesi di quanto emerso nei due gruppi di lavoro ed infine è stato consegnato il premio giornalistico “Piotti” ai migliori giornali di Sezione e di Gruppo: 1° posto Fiamme Verdi (Sezione di Conegliano) 2° posto Valtellina Alpina (Sezione Valtellina) GiornAlpino (Gruppo di Codroipo).

Ai “fradis furlans” di Codroipo va tutta la nostra stima!

Qui trovate i codici QR delle nostre pagine social

Seguitecianchevoi!

L’intervento del Vice Presidente Nazionale Carlo Balestra
Miriana, Anastasia e Davide ad Asti

Babbo Natale Alpino va... in ospedale

Con tantissimo piacere anche quest’anno abbiamo avuto presso il Reparto di Pediatria di Latisana la visita di Babbo Natale, anzi ben due Babbi Natali amici Alpini, per la gioia dei bambini e ragazzi!

Oltre ai dolcetti per tutti (ma proprio tutti!) i reparti e servizi dell’Ospedale, come apprezzato ringraziamento e augurio a tutto il personale sanitario, i Babbi Natale con le loro gerle cariche di regali, hanno donato bellissimi peluche ai bambini degenti nel Reparto di Pediatria, che hanno ringraziato con il loro entusiasmo e spontaneità, accendendo un sorriso di gioia nei loro volti.

Con particolare sensibilità, il babbo Natale Francesco è entrato in punta di piedi nelle due stanze di degenza che ospitano ragazze con disturbi alimentari e con toccanti parole di incoraggiamento e di speranza ha regalato un dono speciale pensato per loro.

Accompagnati dal personale, l’allegro gruppo degli amici alpini con i Babbi Natale, hanno continuato la visita presso il reparto di maternità, accolti con piacere dalle neomamme con i loro piccoli.

(*) Primario Reparto di Pediatria dell’Ospedale Civile di Latisana

di Elisabetta Miorin (*)
Dolci ai sanitari e regali ai piccoli ricoverati

Babbo Natale Alpino va a scuola

Presente anche il Grinch

La Redazione

Se Babbo Natale è un personaggio presente in molte culture della tradizione natalizia e viene rappresentato come un uomo anziano e corpulento vestito con giacca, pantaloni e cappello rossi con barba e capelli bianchi, il Grinch è una figura immaginaria creata dallo scrittore e fumettista statunitense Dr. Seuss ed è raffigurato come una creatura umanoide pelosa, panciuta, a forma di pera, con braccia e gambe lunghe e magre.

Questa premessa ci serve per spiegare come si è svolto l’annuale appuntamento del Babbo Natale Alpino che, mercoledì 18 dicembre, ha fatto visita alle scuole dell’infanzia ed alla primaria di San Giorgio.

Ma quest’anno, di Babbi Natale c’erano ben cinque grazie all’appello che avevamo lanciato ai nostri soci con il messaggio “AAA Babbo Natale cercasi”.

E poi... c’era il Grinch (ma solo alla primaria)! Arrivati con la slitta e con le musiche di Natale come colonna sonora, sono stati accolti dall’entusiasmo dei bambini che hanno cantato e recitato le poesie; gli “omoni in rosso” hanno distribuito caramelle, cioccolatini e... doni didattici agli istituti.

Siamo poi passati lungo le vie del centro di San Giorgio ma il deserto ci sembrava addirittura più popolato.

Allora ci siamo intrattenuti con gli ospiti della Casa di Riposo “G. Chiabà” e ai nonni abbiamo donato le caramelle gelee alla frutta. L’apprezzamento per il dolce regalino e per la visita ha rallegrato tutti.

Nel nostro tragitto, abbiamo poi fatto una tappa anche all’Azienda Sanitaria Locale dove abbiamo donato un po’ di dolci natalizi.

Anche in questo caso abbiamo sposato uno dei motti del Gruppo “Un aiuto per un sorriso”.

Talvolta basta poco per creare un po’ di sano e contagioso ottimismo!

Il consiglio dello sponsor

La normativa che disciplina la responsabilità ambientale nella gestione dei rifiuti è articolata, in continuo aggiornamento e segue il principio “chi inquina paga”. Corradini dispone di tutte le autorizzazioni necessarie per la raccolta, il trasporto e lo stoccaggio dei rifiuti. Come pure il nostro Gruppo che è iscritto nell’Albo dei Gestori Ambientali Quindi, per l’ambiente e con l’ambiente.

870 squadre per la ricerca

A Telethon, presenti anche gli alpini

La 26a edizione di Telethon Udine, tenutasi il 30 novembre e 1° dicembre 2024, ha visto la presenza di una squadra del nostro Gruppo e una dei Campi Scuola ANA. A differenza dell’anno scorso, il meteo è stato più clemente (nonostante il freddo).

Sicuramente un grande aiuto, lato logistica, ci è stato fornito dai nostri amici del 3° Reggimento Genio Guastatori (Caserma Berghinz di Udine) che, oltre ad un tendone riscaldato (e numerose squadre al suo interno), ci hanno intrattenuto con musica e leccornie che sfornavano di continuo.

Alle ore 15 di sabato 30 novembre, 870 persone in rappresentanza di altrettante squadre, hanno dato inizio alla staffetta, dove ogni ora per le successive 24 le persone si passavano il testimone, correndo o camminando, fino alle ore 15 di domenica 1° dicembre.

L’unicità di questo evento sta nell’obiettivo che ogni squadra si pone per terminare le 24 ore ... rispettando chi ha un ritmo diverso, ... considerando le diversità delle persone, ... rispettando le motivazioni degli oltre 22mila “atleti”.

Il tutto finalizzato alla raccolta fondi per la ricerca delle malattie genetiche rare.

Tutto questo non sarebbe stato possibile senza l’aiuto di giovani e meno giovani sempre pronti a dare una mano.

Alcuni partecipanti della squadra del Gruppo
di Miriana De Piante

GIOVANI

Castagne... per tre!

Merenda speciale negli asili e in casa di riposo

Se dobbiamo ragionare da matematici, quella della castagnata è un’attività che produce poche ore di volontariato ma... Ma se pensiamo ai sorrisi dei bambini delle due scuole dell’infanzia (Peep e “Maria Bambina”) o degli anziani della locale Casa di Riposo, questo appuntamento assume un elevato impatto morale e sociale.

Se l’anno precedente i bambini sono venuti in sede, in questo 2024 abbiamo deciso di fare come Maometto che va alla montagna ed abbiamo cucinato le castagne direttamente nelle tre strutture.

Lo abbiamo fatto per creare quel clima che inizia con la preparazione della merenda e prosegue con la distribuzione e la successiva degustazione che consente di apprezzare ancora meglio il frutto autunnale.

Infanzia comunale nel Peep
Casadiriposo“Chiabà”
Infanzia “Maria Bambina”
La Redazione

Un Nome, una Croce, una Famiglia

Una foto fatta per caso

Mi chiamo Serge, sono nato in Francia; sono di origine friulana ed ho fatto il mio servizio militare come riservista nell’Esercito Francese e sono iscritto alla Sezione ANA di Francia Gruppo di Parigi come “Amico degli Alpini”.

Nel 2018, in occasione del Centenario della fine della Prima guerra mondiale ed a seguito delle visite fatte al Cimitero Militare Italiano di Soupir con gli Alpini della Sezione Francia ho cominciato a fare delle ricerche genealogiche e militari sul mio nonno paterno Domenico.

Queste indagini si sono poi ampliate oltrepassando la famiglia nel senso stretto ed assumendo i lavori di ricerca dettati dal programma “Un Nome, una Croce, una Famiglia” lanciato dalla Sezione Francia per trovare i famigliari dei Caduti di Soupir.

In occasione dell’Adunata di Udine del 2023 la delegazione della nostra Sezione fu accolta dal Gruppo di Coia di Tarcento ed ebbi l’opportunità di conversare con Denise, la nostra simpatica accompagnatrice, quando i miei amici alpini si sono messi a gridare “C’estluiSerge–ÈluiSerge”.

Li guardai sorpreso e domandai il perché di queste grida e mi fu risposto “tu stai conversando con Denise BIASIZZO!”. Mi ritornò subito in mente il cognome che conoscevo e dissi a Denise “Biasizzo Valentino nato a Ciseriis?”, Sì mi rispose e mi raccontò come aveva ritrovato il suo avo.

Nel 2019 era venuta in Francia in occasione fortuita e senza un vero programma di visite quando con dei conoscenti ha presenziato al Terzo Raduno degli Alpini d’Europa ed alle Cerimonie organizzate dalla Sezione Francia.

Denise mi racconta come, mentre camminava fra le tombe, avesse invano cercato di fare delle foto col suo cellulare. Impossibile!! Sembrava che il telefonino non funzionasse! Denise si sposta, tenta di nuovo – niente! – poi qualche passo più lontano prova ancora e, solo uno scatto! Guarda la foto ed esterefatta scopre che la tomba impressa era quella di Valentino BIASIZZO... Stesso cognome, generazioni differenti!

Ma che fu mai questo scherzo giocato dal telefonino alla povera Denise?

di Serge Gasparotto

Un segno del destino? Un segnale di Valentino? Un’intercezione divina?

La tradizione familiare di Denise raccontava che uno della famiglia era morto in Francia, ma dove fosse sepolto era tutto vago.

Perciò appena ritornata in Italia, Denise scopre che il Soldato Valentino BIASIZZO fa parte della sua famiglia e che, più precisamente, era il cugino di suo nonno.

Strana coincidenza quella di un telefonino che si rifiuta di fare delle foto, di passi senza meta che portano davanti ad una tomba ed una immagine finalmente riuscita, quasi come se Valentino avesse organizzato la messa in scena della riunificazione con la sua famiglia.

Ma la storia non si ferma qui e nella classe del nipote di Denise, in occasione di una commemorazione della Grande guerra, il tema proposto è quello di scrivere una lettera ad un soldato Caduto. Un’estrazione a sorte assegna agli allievi il nome di un Caduto ed il nipote di Denise si ritrova con una lettera da scrivere al Soldato Valentino BIASIZZO. Pensate cosa volete, ma per me Valentino lassù in cielo doveva sorridere sotto i baffi.

Un’altra piccola coincidenza: mio nonno Domenico, come il nonno di Denise, faceva parte dei Zappatori Arditi.

Traduzione dal francese: Alberto Quaranta

I cimiteri militari di Soupir e Bligny accolgono le tombe di più di 4.000 soldati italiani caduti sul fronte francese nel corso della Prima guerra mondiale.

Nel numero 38 (settembre 2020) di Fruzons di Plume, Alberto Quaranta ha scritto un articolo su Soupir. Ricordiamo che, grazie al lavoro certosino di Serge e della Sezione ANA Francia, la ricerca storica sui caduti italiani prosegue alacremente.

Sequalchelettorefosseinteressatoaconoscereidettagli deisoldatiitalianipresentineiduecimiteri,puòcontattare Serge alla mail serge.gasparotto@sfr.fr

GIOVANI

Un volontario in casa di riposo

Visto il bel rapporto con “i nonni” della casa di riposo di San Giorgio di Nogaro, su invito di un’ospite, Andrea indossa la camicia ed il cappello alpino del marito temporaneamente ricoverato in ospedale.

Mi chiamo Andrea, ho 21 anni e a dicembre 2023 mi sono iscritto al Gruppo Alpini di San Giorgio di Nogaro. Il mio desiderio era fare un’esperienza di volontariato in casa di riposo.

Gentilezza, rispetto, pazienza e tanta curiosità per le storie di vita di tutti i vecchietti che vivono nella struttura. Con il passare delle settimane si sono aggiunte confidenza ed affetto, tanto da non aspettarmi un coinvolgimento emotivo così forte.

Non avrei mai immaginato che sarebbe stato così bello ed emozionante occuparmi di tutti loro, in qualsiasi modo a me possibile.

Giochiamo a carte, a volte a tombola, li accompagno in giardino a prendere una boccata d’aria, ascolto le loro storie e racconto loro anche un po’ della mia vita. Per coloro che sono più in difficoltà, mi presto per accompagnarli in palestra, in sala da pranzo o eventualmente nelle rispettive stanze, ricevendo in cambio stima e amore. Stando in loro compagnia ho imparato ad apprezzare e rispettare maggiormente la loro grande saggezza, che deriva dalla loro età, un po’ come faccio con mio nonno Romolo ormai alle soglie dei suoi 90 anni.

Spero pertanto che in futuro possa essere questo il mio lavoro. Rendermi utile in un contesto sociale che considero preziosissimo e poter trasmettere allegria, felicità e amore.

Ndr: siamo orgogliosi di annoverare tra i nostri soci Andrea che ha fatto della bontà d’animo l’arma vincente per farsi apprezzare dai “nostri nonni”.

Il consiglio dello sponsor

Una casa per un dolce l’eccellenza. Dorbolò ha scelto la bellezza di una città unica come Cividale del Friuli per creare uno spazio tutto dedicato alla dolcezza: quella del vivere. Qui è bello comprarla, la gubana nella sua “boutique”. Perché le mode passano, ma lo stile resta. O semplicemente perché Gubana Boutique è la pasticceria che non c’era

Allegria, felicità e amore donati ogni giorno

PRESENTE PRESENTE PRESENTE

Alunni delle classi 5a della primaria

Il giorno ventinove ottobre 2024, noi sessantatrè alunni delle tre classi quinte della scuola primaria “Giuseppe Ellero” di San Giorgio di Nogaro, accompagnati dalle nostre maestre e dagli alpini del Gruppo del nostro paese, siamo andati a Redipuglia. La mattina, emozionati e un po’ agitati, ci siamo ritrovati puntuali, alle otto, nel cortile della scuola con gli zainetti sulle spalle colmi di gustosi panini, deliziose merende e bibite dissetanti.

Eccitati e contenti ci siamo disposti in fila, abbiamo infilato il cartellino nominativo al collo e, appena abbiamo visto i due pullman parcheggiati fronte-scuola, ci siamo fiondati all’interno.

Canti, giochi, chiacchiere e risate ci hanno fatto compagnia durante il tragitto. Appena scesi dalla corriera, ci siamo incamminati lungo un sentiero di ghiaia e siamo giunti in un luogo dove la nostra guida, il sig. Silvo, ci ha spiegato che lì, durante la Prima guerra mondiale, si sono svolte molte

sanguinose battaglie.

Ci siamo inoltrati nella Trincea Mazzoldi, una linea difensiva di cemento armato caratterizzata da un andamento a zig-zag, da dove i soldati italiani combattevano contro i nemici austro-ungarici. Alcuni figuranti ci hanno mostrato le divise e l’equipaggiamento militare. Questo momento della visita ci ha fatto pensare ai soldati, che provavano molti disagi e convivevano con la paura e la nostalgia di casa. Nella Dolina dei Bersaglieri, una valle carsica che serviva da riparo, abbiamo rivolto il nostro pensiero ai cinquecento caduti che vi erano seppelliti.

Il Sacrario, l’ultima tappa del nostro itinerario, è un grande monumento militare che accoglie le spoglie di 100.000 caduti in guerra. Di questi ben 60.000 sono ignoti. Nei confronti di questi valorosi eroi noi proviamo riconoscenza perché hanno dato la loro giovane vita per rendere l’Italia migliore.

Per molti di noi, ragazzini di quinta, questa bellissima e interessante gita a Redipuglia è stata anche molto emozionante. Vedere, toccare, attraversare questi luoghi dove si è combattuta la Grande guerra, ci ha sinceramente colpito tanto: sicuramente rimarrà nella nostra memoria, anche quando, un giorno, saremo adulti. Un merito speciale all’Alpino che ci ha fatto da guida perchè è stato molto bravo a raccontarci e mostrarci in modo dettagliato questi importanti luoghi storici e sacri che fanno parte del nostro Paese: grazie Silvo, grazie Alpini!

EVENTI

Nuovo Comandante al 5° Reggimento Alpini

Il Colonnello Giulio Monti cede il comando al parigrado Riccardo Venturini

Vipiteno (BZ) - 11 ottobre 2024

Si è svolta oggi presso la caserma “Menini-De Caroli” la cerimonia di passaggio di consegne al comando del 5° Reggimento alpini dell’Esercito tra il Colonnello Giulio Monti, cedente, e il Colonnello Riccardo Venturini, subentrante. Il Colonnello Monti lascia il comando dopo oltre un anno di intense attività addestrative ed operative, che hanno visto il reparto costantemente impegnato tra esercitazioni di natura specialistica alpina e operazioni sul territorio nazionale ed estero, tanto che alcune unità del 5° Reggimento alpini sono attualmente impegnate nell’operazione internazionale “Forward Land Forces” in Ungheria, svolgendo funzione di deterrenza sul fianco sud-est dell’Alleanza Atlantica.

Nel suo intervento di saluto, il Colonnello Monti ha sottolineato il forte legame con il reparto, nel quale ha comandato in precedenza anche il Battaglione “Morbegno”, e ha voluto esprimere il proprio orgoglio per l’elevato livello addestrativo e operativo espresso dal Reggimento in un’annata ricca di esercitazioni svolte su tutto l’arco alpino. Un commosso ricordo è stato rivolto ai caduti nella storia del Reparto che rappresentano la memoria delle gesta del 5° Reggimento alpini. Ha inoltre evidenziato con soddisfazione come si sia consolidato un ottimo rapporto con la comunità locale, manifestato in più occasioni nei numerosi eventi pubblici ai quali il Reggimento ha partecipato, ringraziando il sindaco di Vipiteno Peter Volgger e l’amministrazione comunale per la reciproca collaborazione. Per il Colonnello Venturini si tratta di una nuova esperienza nella regione Trentino Alto Adige dopo aver ricoperto l’incarico di Addetto Aggiunto per la Difesa nella città di Vienna e Consigliere Militare della rappresentanza permanente d’Italia presso l’OSCE.

Il comandante della Brigata Alpina Julia Francesco Maioriello, massima autorità militare presente alla cerimonia, ha colto l’occasione per salutare, la prima volta dal suo recente insediamento, il reparto altoatesino e augurare i migliori auspici a entrambi gli Ufficiali, soffermandosi sulla necessità di continuare ad addestrarsi costantemente per adempiere quotidianamente alle missioni cui l’Esercito è chiamato.

5° Reggimento Alpini
Il Colonnello Riccardo Venturini
Il colonnello Venturini presenta la forza al Comandante della Brigata Alpina Julia, Generale B. Maioriello
Passaggio della Bandiera di Guerra (Col. Venturini sulla sx)
Sfila la Bandiera di Guerra del 5°
I reparti in armi sono schierati sul piazzale
La rappresentanza del nostro Gruppo con gagliardetto e vessillo

In 300 alla Corno River Run&Bike

Il corso solidale dello sport

La Corno River Run&Bike è un evento sportivo a passo libero (si corre o si cammina) di 7-14-21 km e circa 35 km in bicicletta che si “veste” di solidarietà e che vede diverse associazioni collaborare assieme. L’appuntamento, che quest’anno si è svolto il 6 ottobre, ha visto la partecipazione di quasi 300 persone che a vario titolo e con diverse motivazioni hanno voluto percorrere i belli e ben segnalati percorsi che i corridori “RunBas” hanno individuato lungo il fiume Corno e per le strade sterrate del territorio che da Villanova arrivano fino a Malisana e la Bordiga nel Comune di Torviscosa.

Dicevamo delle diverse motivazioni... chi per allenarsi in vista di importanti impegni podistici, chi per

uscire dopo parecchi giorni di pioggia, chi per camminare in mezzo alla natura in compagnia e/o con la propria famiglia.

Insomma, un movimento “di popolo” che ha generato un volàno di generosità a favore della Luminarie perché, va ricordato, l’appuntamento rientra nel più ampio programma di eventi a favore di “Una Mano per Vivere”.

Il nostro Gruppo, oltre a fornire una collaborazione a tutto tondo per il buon esito della manifestazione, si è impegnato per garantire la viabilità e per gestire il ristoro finale assieme ai volontari dei donatori di sangue (AFDS di San Giorgio) la cui collaborazione sta portando ad interessanti e proficui sviluppi.

di Davide De Piante

La Luminarie dei sangiorgini

chiuso il 2024, pronti al cambiamento!

di Davide De Piante

4.802,53€ sono pochi o sono tanti? Se consideriamo che, per la maggior parte si tratta di donazioni “spicciole” fatte da tante persone, potremo dire che l’utile netto incassato dalla Luminarie è un buon risultato.

Gli eventi di solidarietà sono iniziati con la Corno River Run&Bike e proseguiti con un intenso programma il 19 ottobre - mercatino dei lavori della scuola primaria, gira la ruota con Legambiente e lo spettacolo dell’UTE di San Giorgio - e il 20 ottobre, evento clou che ha visto la partecipazione delle società sportive alla Staffetta delle Frazioni per concludersi in un pomeriggio di gioco e divertimentoperbambinieragazzie la sfilata al lume delle candele. Alla fine, oltre venti fra associazioni, realtà e circoli hanno collaborato attivamente all’evento. Molto bene la lotteria della Luminarie che ha permesso una buona raccolta di fondi. La somma è stata quindi donata sabato 14 dicembre in sala consigliare alla presenza dell’Amministrazione Comunale, dei rappresentanti delle Forze dell’Ordine e delle Associazioni paesane e, novità di questo fine anno, dai componenti del Consiglio Comunale dei ragazzi e delle ragazze (dai 10 ai 13 anni) che hanno consegnato gli assegni ai diretti interessati.

400€ per CAMPP di Corgnolo, Famiglie di Famiglie, Centro di Ascolto della Caritas, Ass.ne Famiglie Diabetici Bassa Friulana e Stella Maris. 2.802,53€ a Una Mano per Vivere. In chiusura, tutti in atrio del Municipio per un collettivo brindisi natalizio offerto da noi alpini e dai donatori.

E per il 2025 cosa faremo?

Cambiare... questasaràlaparola d’ordine e il contributo di tuttiègradito!

Da Venezia al Calvario

Un amico degli alpini... di corsa

Calvario Alpin Run...

Bella esperienza, gara abbastanza impegnativa e per me primo trail. Appena partiti primo km di piano per poi cominciare le prime salite e lì ti chiedi chi te lo ha fatto fare. Stringi i denti e vai avanti, non vedi l’ora di trovare lungo il percorso i ristoro per fermarti e berti qualcosa; dura... molto dura ma quando passi il traguardo dici “bella,anzibellissima esperienza; il prossimo anno la rifarò sicuramente!”

La compagnia degli alpini è sempre formidabile e super organizzata. Chiaramente dopo la gara, pasta e birra sono meritate.

Maratona di Venezia...

Per molti ma non per tutti! Io, Francesco e Renato partiamo da Stra pronti per affrontare i 42 km e raggiungere Venezia, chiaramente l’andatura è tranquilla per non strafare; fino ai 28 km quasi tutto ok, ma poi cominciano i dolori, crampi, gambe dure e la stanchezza inizia a farsi sentire. Cammini un po’ e poi riparti... il pezzo più duro è il ponte Marghera-Venezia però quando entri in città e la folla ti batte le mani per incoraggiarti, sale l’adrenalina ed affronti Piazza San Marco come un missile per poi fare l’ultimo km e gli ultimi ponti. Dopo ben 4 h e 20 minuti, tagliato il traguardo, sei in fin di vita ma felice di averla chiusa; ogni tanto mi chiedo se la rifarò; ne riparleremo il prossimo anno!!

Arianna ha fatto la 10 km assieme a Michela e Chiara... brave anche loro.

di Alessandro Moro
Calvario Alpini Run - Alessandro in discesa
Maratona di Venezia - Alessandro in piazza S. Marco
Calvario Alpin Run. La rappresentativa della Sezione ANA di Palmanova con i nostri due portacolori: Alessandro (2° da sx) e Francesco (3° da sx)

Alla conquista di Venezia

L’alpino a quota zero

27/10/2024 Wizz Air Venicemaraton cioè la Maratona di Venezia. Circa un anno fa con gli amici di corsa Alessandro e Renato chiacchierando del più e del meno ci siamo chiesti: “Perché non fare una maratona, e quale fare?” Detto fatto e il veterano dei tre, Renato, consiglia Venezia, logisticamente vicina, non facile ma sempre attraente. Arriva la settimana del Black Friday e tutti pronti al terminale per non perdere lo sconto: ACQUISTATA!

Arriva l’estate e iniziamo a preparare la gara perché per una maratona ci vogliono almeno 3/4 mesi di allenamento. Passano i giorni, le settimane e la data della gara si avvicina. L’adrenalina sale, le domande che ci poniamo sia io che Alessandro sono tante ma Renato da buon esperto ci tranquillizza sempre dandoci numerosi consigli.

Arriva la settimana della gara e l’organizzazione ci invia numerose mail sugli orari per ritiro pettorali, partenza e successivo deflusso all’arrivo. La sera prima della gara si dorme poco la tensione è alle stelle. La sveglia suona e si parte. Vado a prendere Renato e Alessandro e via in autostrada alla volta di Stra, un piccolo paese della provincia di Venezia, luogo di partenza della maratona. Parcheggiamo dietro Villa Pisani, una delle più celebri ville Venete sulla riviera del Brenta. Ci dirigiamo verso la partenza e un serpentone lunghissimo di oltre 6.000 runners, di cui più della metà stranieri, sono già pronti per la gara. C’è la diretta Rai e alle 9.40 in punto lo sparo, SI PARTE.

Il primo tratto della gara è tutta lungo il fiume Brenta con le sue antiche dimore fino ad arrivare a Marghera. Ai bordi della strada a fare il tifo per noi, una miriade di persone, complessi musicali che danno il ritmo, una nonnina ultracentenaria e un tifoso che con il suo banchetto offre bruschette e buon vino. Il percorso continua verso Mestre, il parco San Giuliano e il tremendo ponte della Libertà, un rettilineo di 4,8 km che unisce Mestre a Venezia. Interminabile, lo si affronta intorno al 32° km quando la stanchezza inizia a farsi sentire. Non finisce mai e devo affrontarlo da solo perché sia Alessandro che Renato sono rimasti un po’ più indietro. Entro a Venezia attraverso il Tronchetto per poi proseguire verso la Giudecca ma soprattutto i 14 ponti da affrontare.

L’entusiasmo della gente a bordo strada mi aiutano a correre e a non sentire la fatica. All’ultimo km, dopo una curva davanti a me si apre Piazza San Marco in tutta la sua bellezza e già da lontano in mezzo a tantissima

gente sento le voci incitanti di Amanda, Erika e degli amici Chiara e Massimo, Michela e Arianna. Le gambe ricominciano a correre come fosse il primo km e così volo verso Riva Sette Martiri in prossimità dei giardini della Marinaressa per attraversare la Finish Line. Venezia è stata conquistata.

La MARATONA è terminata e con la medaglia al collo, stanchi, sfiniti Io, Alessandro e Renato andiamo verso Amanda, Erika e gli altri amici che sono venuti a complimentarsi per ciò che abbiamo fatto. È stata dura ma ne è valsa la pena per tutte le emozioni che ho provato, per la gente a bordo strada e per gli amici che ti sono sempre accanto. Adesso un po’ di relax e un pensiero alla prossima Maratona.

Francesco esulta all’arrivo in Piazza San Marco

Un Papa sugli sci CULTURA

Quando scia sembra una rondine

Comano si trova in Trentino ed è una bella zona per una vacanza: piccoli paesi sparsi e pittoreschi, verde, passeggiate, terme con un parco splendido. Nei dintorni poi si può visitare Trento, il lago di Garda e vari altri laghi, le Cascate Varone e Nardis, Madonna di Campiglio, monti, insomma c’è l’imbarazzo della scelta. In altre occasioni avevamo visto di sfuggita solo dall’esterno, una bella chiesa a Pinzolo, località vicina a Campiglio, così decidiamo di recarci a visitarla più accuratamente.

La Chiesa dedicata a San Vigilio si trova in una bella posizione in periferia del paese, è una chiesa cimiteriale con dei bellissimi affreschi che appartengono a tre periodi diversi sebbene accomunati dal motivo della morte e attira l’attenzione già da lontano. Nei documenti, viene nominata nel 1232 ma prese l’assetto gotico nella ricostruzione del 1515, con tetto a ripidi spioventi e campanile di pietra che in origine era

separato dalla chiesa, rimaneggiato nel corso dei secoli. L’esterno della facciata a sud è ricoperta da affreschi del XV –XVI secolo. Ma l’affresco per cui la chiesa è famosa è La Danza Macabra. Commissionato probabilmente dalla Confraternita dei Battuti, è datato 1539 e firmato da Simone II Baschenis, egli faceva parte di una famiglia di pittori itineranti provenienti dalla Valle di Averara, nella bergamasca, che hanno abbellito numerose Chiese delle Giudicarie e del Trentino tra la metà del XV e la metà del XVI secolo. Nei due registri sottogronda troviamo la Danza Macabra. La Danza è aperta dalla Morte Sovrana che suona la cornamusa, seguono due scheletri e la Morte a cavallo, poi San Michele Arcangelo e il Diavolo. Dopo il Cristo trafitto seguono in ordine gerarchico papa, cardinale, vescovo, sacerdote e via via tutto il genere umano, tutti accompagnati da una scritta che rammenta l’opera livellatrice della

morte; nella fascia sottostante ci sono i Sette Peccati Capitali. Si tratta di una predica figurata in cui si voleva arrivare alle persone illetterate che abitavano queste zone, scuoterle e farle riflettere sulla vanità delle cose terrene livellate dalla Morte.

L’interno è affrescato e ben conservato. Antiche pitture di origine carolingia, affreschi di gusto bizantino, riquadri firmati Angelo Baschenis 1490, mentre nel 1539 Simone affresca l’intera abside: Cristo, personaggi dell’Antico Testamento, Storie di San Vigilio che è anche protettore di Trento. Entrando nella chiesa ci stupiscono delle gigantografie che riguardano PAPA GIOVANNI PAOLO II e scopriamo che è in corso una mostra.

Accadeva 40 anni fa nella tarda mattinata del 16 luglio 1984. Un elicottero atterra al Rifugio delle Lobbie sull’Adamello, in Trentino. Ne scendono il pontefice PAPA GIOVANNI PAOLO II e il presidente della Repubblica SANDRO PERTINI.

Il Papa si era concesso un paio di giorni per sciare e aveva invitato anche il presidente. Carol Wojtyla (Cracovia 1920 – Roma 2005) e Pertini pranzarono assieme al rifugio “Caduti dell’Adamello” gestito dalla famiglia Zani, poi il Pontefice iniziò a sciare mentre Pertini si godeva il sole estivo. Osservava il Papa che vestiva una tuta da sci nera e gli scarponi rossi, spiccava sulla neve candida, Pertini disse ad alta voce con in bocca la sua inseparabile pipa ammirando i suoi slalom: ”Quando scia sembra una rondine!”

Verso sera il Presidente rientrò a Roma, mentre il Papa si trattenne anche il giorno successivo, dedicandolo allo sci, sua grande passione sin da giovane.

Il Papa visitò il Trentino in diverse altre occasioni; gli piaceva, pregò e visitò anche i luoghi della Grande Guerra di cui aveva pure sentito parlare dal padre che aveva combattuto durante la Guerra 1914 - 18 ad Oslavia, sul Sabotino, in Carnia sul Pal Piccolo e sul Basso Piave.

Quella gita sulle splendide nevi dell’Adamello ad oltre tremila metri di altitudine era stata preparata con grandissimo riserbo. Tuttavia qualcosa trapelò e nel pomeriggio di quel 16 luglio 1984 si scatenò la corsa verso la Val di Genova, via di accesso al rifugio.

Arrivarono schiere di giornalisti e cameraman sia dall’Italia che dall’estero, ma tutti vennero fermati ai posti di blocco predisposti in valle dai carabinieri. L’invito al Pontefice era giunto da un giovane di Spiazzo Rendena, Gianluca Rosa. Dopo alcuni con-

tatti telefonici e una lettera, la proposta venne presa sul serio, ci furono sopralluoghi in valle e al rifugio e quindi, il 16 luglio, la grande sorpresa: un Papa sugli sci.

Non era mai accaduto prima, forse non accadrà mai più! Al rifugio gestito dalla famiglia Zani, il Papa ebbe diversi compagni di “sciata”, in particolare Lino Zani, scalatore, sciatore, scrittore che lo accompagnò e ne divenne amico; lo frequentò anche dopo e scrisse un bel libro a riguardo che s’intitola “Era Santo era Uomo“.

Anche le foto di questo testo sono di Lino Zani.

A quarant’anni di distanza, la mostra-installazione allestita a Pinzolo nella chiesa di San Vigilio intende ricordare – tramite testimonianze, fotografie e documenti – quella straordinaria ed insolita vacanza del Papa, ma nel contempo rendere omaggio a uno dei grandi protagonisti della storia del Novecento. Quando si viaggia bisogna sempre cercare qualcosa di particolare da vedere perché ciò “arricchisce” il cuore e lo spirito, e questo è uno di quei casi.

La frase di Pertini mi è parsa calzante e singolare, il titolo giusto per la Mostra e per questa storia:

QUANDO SCIA SEMBRA UNA RONDINE!

Lino Zani (sx) e Papa Giovanni Paolo II (dx) In primo piano Papa Giovanni Paolo II ed il Presidente Pertini

CULTURA

Alla ricerca di... La Piccola Cometa

Era l’anno del 2000 non si sa quando. E dalle terre della guerra arrivavano in Paradiso tanti bambini come mai se ne era veduti. Arrivavano insanguinati, annegati, soffocati sotto le case bombardate. E il sistema stesso del Paradiso aveva dovuto adeguarsi a questi arrivi inaspettati. Mai, mai tanti bambini erano arrivati tutti assieme da tanti luoghi, diversi per etnia, per religione. Ma sulle terre della guerra, altri bambini restavano, a centinaia, a migliaia, a milioni, in estremo pericolo. E la Stella Cometa, considerata la Grande Madre di tutte le stelle Comete perché aveva illuminato la Notte Santa di Natale, non poteva restare indifferente. Allora andò da Nostro Signore - Si può fare qualcosa, perché quelle creature che già soffrono la fame e la miseria non debbano patire altre violenze, altri terrori, altre persecuzioni? – disse. - Fai quello che pensi di fare - rispose Nostro Signore.

E la Cometa Madre, che durante tanti millenni di esperienza si era preparata a comparire più luminosa nel primo Natale del mondo, chiamò a sé tutte le sorelle, le madri, le zie, le figlie, le nipoti Comete. Alla sua voce accorsero da ogni parte più remota dell’Universo. Comete antiche, e Comete formatesi più di recente, più giovinette, quasi ragazzine, si trovarono per la prima volta tutte assieme lungo la grande Via Lattea. In incognito, per non creare sulla terra altri terrori, tutte intorno alla Grande Madre. In un momento erano migliaia, erano milioni di Comete. Ma nel contarle (bastava contare le code), la Cometa Madre si accorse che ne mancava una. Mancava la Cometina ultima arrivata. Era quella che le aveva dato più pensieri. Perché era timida. Ma era curiosa. E girovagava un po’ troppo spesso fuori dai confini che le erano stati assegnati nell’universo. In realtà, la piccola Cometa aveva subito sentito una forte attrazione per quel corpo rotondo che girava e di cui lei vedeva solo bagliori azzurri. Quel mondo rotondo appeso nel cielo. E una notte si era avvicinata ed era riuscita a scorgere l’oceano e non sapeva che si chiamava oceano. Non sapeva neanche cosa fosse l’acqua

e aveva immerso la sua coda e l’aveva ritirata subito, spaventata da quella sensazione straordinaria. Poi si era accorta che l’acqua finiva. E aveva visto delle luci, aveva visto…scatole … case? Lei non sapeva che cosa fossero, né le scatole né le case. Ma c’erano dei bambini che correvano… e lei non sapeva neanche cosa fossero i bambini, per cui si era incuriosita ancora di più, tanto che da quella volta lei scendeva ogni notte. E si avvicinava ai paesi e osservava quella vita e capiva che dentro quelle scatole, si muovevano creature. E una notte, su una finestra di una di quelle scatole… c’era qualcosa… di rotondo? Che attirò la sua attenzione e con la coda lo sfiorò. E poi si leccò la coda perché era rimasta… appiccicosa? E sentì un sapore… indescrivibile. Era venuta a contatto con la crema di arance e cioccolata, e questo la spinse ancora di più a cercare ogni sera qualche cosa di dolce, forse lasciato sulla finestra a raffreddare, oppure all’interno di una di quelle stanze in cui lei, furtivamente, faceva entrare la sua coda, oscurandola leggermente perché nessuno si spaventasse. E si portava via sempre, sempre, dolci troppo buonissimi. Ecco, la Madre Cometa si era accorta che mancava proprio lei. La piccola Cometa curiosa. Alzò la voce. E la vide arrivare in fretta e furia con le punte impiastricciate di crema. Era stata un’altra volta nei suoi luoghi preferiti. Ora c’erano tutte. E disse la Madre di tutte le Comete: - I bimbi delle terre della guerra hanno bisogno di noi. Andate. Cercateli. Non fate distinzionesesonobianchi,rossi,giallioneri.Accoglieteli. Anche tutti insieme. E portateli qui -.

E si videro quella notte nel cielo un’infinità di Comete che si rincorrevano verso i luoghi più lontani e desolati del mondo, e soprattutto in quelli rivoltati dalle guerre.

Così in Siria. In Palestina. In Israele. Nel Donbass. Nell’Africa subsahariana. Nelle lontane regioni dell’Oriente, dove le piccole comunità erano perseguitate dai poteri centrali.

E anche nel più piccolo dei villaggi dispersi nelle terre della guerra, una notte si abbassò una Cometa. Quando i bimbi videro quella luce che si diffondeva senza il rumore delle bombe, accorsero da ogni parte, uscirono da ogni casa. E saltarono sulla coda luminosa che si muoveva delicatamente e che era morbida come un letto di bambagia… E le madri che stavano allattando i neonati, raccolsero dalla culla anche i bambini che stavano dormendo. E arrivavano da ogni direzione, con i più piccoli in braccio, perché anche loro fossero allontanati dal terrore, dalla paura, dalla sofferenza e dalla morte. E quando ogni Cometa aveva raccolto il suo carico

straordinario, tornava nel cielo. Luminosa, molto più di quando si era presentata nel lontano villaggio. E nelle grandi città delle Terre della guerra? Là, non una sola Cometa, ma tante si precipitarono, Comete giovani e Comete vecchie, tutte luminose. E uscirono i bambini anche dalle case delle grandi città, e uscirono le madri con i bambini più piccoli che dormivano avendoli presi dalla culla. Perché fossero riposti su quelle code luminose che avevano nome, SPERANZA. Poi le Comete dalle grandi città si alzarono tutte insieme, cariche di bambine e bambini bianchi, neri, gialli e rossi. Tutti assieme. Che battevano le mani. E da terra gli adulti li salutavano ma con gioia, perché sapevano che loro almeno si sarebbero salvati. Così dalle terre della guerra, improvvisamente scomparvero tutti i bambini di ogni famiglia, di ogni casa. Ma la piccola Cometa non era corsa via assieme alle altre. Si era fermata, con un gruppetto delle amiche più giovani. E guardava la Grande Madre come se volesse parlarle. L’Antica Cometa la fissò - Devi dirmi qualcosa?- -Iopenso - disse la piccola Cometa - che non dobbiamo andare solo nelle terre della guerra, ma anche nelle terre dove si nutre la guerra -.

E la Grande Madre delle Comete - Faiquellochedevi fare - disse.

Allora piccola Cometa si mosse velocemente con le sue giovani compagne. Andarono nei paesi dove lei aveva visto le grandi fabbriche di armi, dove si producevano i fucili, si fondevano i cannoni, si preparavano le bombe, i grandi aerei da combattimento, i carri armati. Lì andarono. Silenziose, nella notte si presentarono davanti alle finestre delle case. E poi cantarono. E si mossero come in una danza, tutte assieme. I bambini pensarono si trattasse di un gioco nuovo e straordinario. E si precipitarono fuori e quando videro quelle code luminose vi saltarono sopra tutti i contenti. Tutti, dopo aver preso in braccio i fratellini più piccoli che non riuscivano a camminare. E le Comete si alzarono immediatamente. E immediatamente andarono al grande appuntamento con tutte le altre. Era ormai il mese di dicembre e le Comete si disposero con la Grande Madre Cometa sulla Via Lattea, che si illuminò straordinariamente della loro presenza.

Gli scienziati di tutto il mondo, con i potenti occhi dei loro telescopi giganti, si accorsero dello straordinario lucore comparso all’improvviso. E si misero in viaggio per capire da dove provenisse e quale fosse la ragione che lo aveva provocato.

Ma intanto, non solo dalle terre della guerra della guerra… da tutte le terre, nello stesso momento, erano scomparsi tutti i bambini. Da ogni famiglia, da ogni casa, anche da quelle dei generali, scom-

parvero, anche dalle case dei presidenti, da quelle dei potenti. E tutti si sentirono abbandonati, spaventati. E non sapevano spiegarsi che cosa fosse successo, e gridavano e piangevano. E naturalmente accusarono i paesi dove c’era la guerra di aver rapito i loro bambini. E quelli dicevano - No! Anche i nostri sono scomparsi -.

Ma i paesi delle armi non credettero e stabilirono di bombardare definitivamente ogni luogo per punire quelli che loro credevano i rapitori dei bambini. Eppure, la piccola Cometa non si era fermata. Ogni sera, lei e le sue compagne giovinette si staccavano delicatamente la coda, dove i bambini si erano addormentati e la appoggiavano in un luogo sicuro… e poi, via di corsa sulla terra, nei paesi delle armi… e lì lavoravano tutta la notte senza fermarsi un momento. Poi tornavano sù, e ognuna riprendeva la sua coda e portava a spasso i bambini… Una sera però, un bambino che si chiamava Nicolino non si era addormentato, e quando si accorse che la Stellina si muoveva, afferrò una delle sue punte con tutte e due le mani e vi si sedette. La piccola Cometa sentiva la testa un po’ pesante, ma mai avrebbe immaginato che lì ci fosse un bambino… Quando alzò gli occhi e lo vide, urlò per paura che cadesse - Machecosafai, sei matto? –

La data del grande bombardamento finale era stata fissata proprio per la Vigilia di Natale. Alle ore 22 cominciarono a tuonare i cannoni, ma… non proprio a tuonare, piuttosto a… a borbottare, a farfugliare e... dalle canne dei cannoni uscivano… meravigliose focacce dritte in faccia ai soldati. E dagli aerei cadevano imponenti panettoni, torte e gubane, e schnitzel e crostoli e frittelle dolci di ogni qualità, farciti di creme deliziose. … e sulla testa del generale comandante in capo… un tiramisù intero che quasi lo soffocava. E tutti, buttati via i fucili, accorrevano ad assaggiare un po’ di questo, un po’ di quello… qualcuno restò quasi sepolto sotto mucchi di caramelle, di biscotti ripieni e di frutta di marzapane.

E a Mezzanotte, nel momento in cui nasceva il Bambino Gesù, comparve nel cielo... una straordinaria Cometa, più grande di ogni immenso sole dell’universo. E i suoi raggi erano le code di tutte le mamme, le figlie, le sorelle, le zie, le nonne, le nipoti Comete, che si erano aggrappate al cuore della Cometa Madre. E le loro code erano raggi potentissimi. E sulle loro code cantavano in tutte le lingue del mondo, i bambini di tutti i paesi del mondo colpiti dalla guerra. Tutti, assieme con i bambini dei paesi delle armi.

- Jo no eh, ma oggi è San Nicola e la mia mamma per il mio onomastico mi preparava sempre il tiramisù! - disse il bambino. La piccola Cometa pensò un momento e - Sai che starebbe proprio bene anche a me di parlare con la tua mamma? -.

Così quella notte, Nicolino si presentava sulla finestra della sua casa e diceva alla mamma corsa ad abbracciarlo - Mamma, la Stella deve parlare con te -. E la Stella sussurrava nell’orecchio della mamma, e lei faceva sì, sì, sì con la testa… E poi per tutta la notte ripeteva le stesse parole della Stella al papà, a tutte le mamme, a tutti i papà che conosceva, e ognuno di loro avvertiva altre mamme e altri papà…

E là resteranno. Nel luogo che li salverà dalla distruzione e dai rimorsi. Crescendo insieme in giochi e gioia. Ritorneranno, solo quando tutti si accorgeranno che senza i bambini il mondo è finito… Quando le fabbriche di armi saranno diventate fabbriche di torte di cioccolata, di focacce di fichi e di albicocche, di panettoni, gubane, confetti, biscotti e soprattutto… di tiramisù.

Solo allora scenderanno, e sarà un vero Natale a portare la pace sulla terra, finalmente salva.

Acquerelli di Mariagrazia Cicuto

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STORIA

L’elmo romano di San Giorgio di Nogaro

Un esemplare unico!

Sorta come avamposto militare tra popolazioni non ancora pacificate (e tra questi citiamo Celti, Histri, Giapidi) la città di Aquileia, nella sua storia, ha costituito fin dalla sua fondazione nel 181 a.C., una città di frontiera, un punto di riferimento (e partenza) di molte operazioni militari condotte verso il Nord est europeo. Non è probabilmente dovuto al caso il ritrovamento (avvenuto nel corso del secolo scorso) nel territorio di San Giorgio di Nogaro di un bellissimo elmo militare da parata(*) appartenuto molto probabilmente a un ufficiale di altro rango dell’esercito romano.

Il manufatto in ferro, databile al IV sec. d.C., ricoperto da una lamina d’argento è caratterizzato da una ricca decorazione in rilievo costituita da fili di perline, crocette e piccoli grappoli d’uva.

L’elmo costituiva parte della dotazione principale di ogni militare romano, dotazione normalmente costituita da corazza, scudo, spada corta (gladio), pugnale e giavellotto. Come noto le truppe romane rappresentarono per molti secoli uno degli eserciti più abili, potenti e meglio organizzati della storia antica. Componente principale dell’esercito

era la fanteria formata da legioni, unità di circa 6.000 militari che componevano 2 centurie a capo delle quali era posto un centurione. Principale supporto della fanteria era la cavalleria formata da circa 300 cavalieri per ogni legione, reclutati prevalentemente tra i cittadini più benestanti.

A questo punto c’è da chiedersi come mai un manufatto così prestigioso sia stato rinvenuto proprio nel nostro territorio.

Con i dati in nostro possesso, al momento dare una risposta chiara e precisa al quesito è di fatto impossibile. Certo è che si possono fare diverse ipotesi tra le quali quella più suggestiva è quella che ricollega tale rinvenimento con l’uccisione dell’imperatore Costantino II avvenuta nei pressi del fiume Ausa nel 340 d.C.. Alla morte di Costantino il Grande (22 maggio 337 d.C.), l’impero di Roma venne suddiviso tra i figli Costantino II, Costante I, Costanzo II e il nipote Flavio Dalmazio. Successivamente i figli di Costantino (il Grande) in accordo tra loro, complottarono per far uccidere tutti i possibili aspiranti al trono, cioè tutti i maschi compreso Flavio Dalmazio e si proclamarono imperatori augusti nel

337 d.C. ridistribuendo nuovamente tra loro il vasto territorio dell’impero romano: Costantino II mantenne Gallia, Bretagna, Spagna e parte dell’Africa (oltre alla tutela sul fratello minore Costante); Costante I regnava su Italia e parte dell’Africa e Costanzo II comandava parte dei territori d’Oriente e l’Egitto; questi ultimi poi si suddivisero il territorio di Dalmazio (sostanzialmente l’attuale Grecia).

Nel corso del 340 d.C. Costantino II cercò di farsi dare da Costante I una parte del suo territorio, ma non ottenendolo, scese in Italia con la parte dell’esercito a lui fedele.

Costante I, informato della mossa del fratello maggiore, gli inviò contro parte delle sue truppe per bloccarne l’avanzata; a questo punto gli ufficiali di Costante I finsero un attacco su Aquileia per poi ritirarsi e tendere un’imboscata a Costantino II, imboscata nel corso della quale quest’ultimo venne ucciso e il suo corpo venne gettato nel fiume Ausa. Ora in tale contesto di lotte “fratricide” per il potere, avvenute nel nostro territorio, è ben possibile che questo elmo costituisse parte della dotazione di un alto ufficiale, posto al comando di una delle legioni che si sono scontrate per il controllo della città di Aquileia e, molto probabilmente, rimasto ucciso nel corso dei combattimenti. Il dato certo è che ad oggi il prezioso elmo fa bella mostra di sé (unico esempio tra l’altro) in una delle sale del nuovo allestimento del Museo Archeologico Nazionale di Aquileia.

(*) La foto pubblicata è tratta dal catalogo del Museo Archeologico di Aquileia, Ed. Elzeviro, 2019

CULTURA

Il cjanton da puisie

Al bambinut

…e al sarà propi chist an che tu puartarâs cun Te tal To Presepi i fruts di ogni paîs in vuere…

E vegnaràn sule code da Comete insieme ai Agnui cjantant le gjonde di une vite dineade sule tiare

e cuistade tun Paradîs di amôr screât propi par lûr

che e àn patît un batisim di bombis spasemât …

Al bambino

E sarà proprio quest’anno che porterai con Te, nel Tuo Presepe, i bambini di ogni paese in guerra.

Verranno sulla coda della Cometa, insieme agli Angeli cantando la gioia di una vita negata sulla terra e conquistata in un Paradiso di amore, creato propio per loro che hanno patito un atroce battesimo di bombe…

Le ricette di cucina di guerra (1a)

Minestra “Battaglia”

Pulite, lavate e tagliate un piccolo cavolo, una lattuga, una carota, una rapa, tre porri, un ceppo di sedano. Mettete tutto insieme al fuoco per due o tre minuti con 50 grammi di grasso, di lardo o di burro a seconda dei gusti e delle abitudini.

Aggiungete 3 litri d’acqua e una presa di sale e lasciate bollire un momento, poi unite cinque patate crude tagliate a pezzetti, un pugno di fagiolini pure tagliati, altrettanto di piselli e di fave verdi.

Fate legare naturalmente o battendo con la verghetta. Se la minestra riuscisse troppo densa allungatela a piacere. Assaggiatela e all’ultimo momento aggiungete del pane tagliato a dadi.

Per rendere più appetitosa la minestra “Battaglia” potete cuocere con le verdure un pezzetto di lardo o di prosciutto magro.

Natale al campo nel 1915

Le nostre montagne

Cappella Zita (Valbruna) - foto di Stefano Gatti

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