
Dedicato a chi NON CI CREDE


A In questo libro intendo dare fedele testimonianza a quanto è accaduto di meraviglioso, soprannaturale e incredibile nella mia vita.
B Lo scrivo a caratteri grandi per facilitare la lettura a chi è anziano come me.
C Io ho avuto l’esperienza di morire il mattino del 4 giugno 1.940 e di risuscitare subito, credo per una prodigiosa corrente elettrica che entrò in me e mi rianimò più o meno come i medici l’attuano rilasciandone una intensa scarica per riportare in vita chi se ne è andato.
D Che sia davvero accaduta questa morte e risurrezione straordinaria, fu testimoniato dall’affermazione del Dot. Sabatella, medico condotto di Felitto, il paese del Cilento in cui sono nato il 25 gennaio del 1.938.
E Egli, chiamato alle 7 del mattino per un disperato appello fatto a lui di accorrere per me, piccolo moribondo di 862 giorni di vita, fece come Gesù quando fu chiamato per Lazzaro; il Cristo attese che passassero 4 giorni; il Sabatella 4 ore. Entrambi per arrivare da uno che fosse certo già morto.
A Quel ritardo garantiva al medico di Felitto di giungere ormai a cose fatte e di poter redigere anche l’atto di morte.
B Non voleva assistere al mio decesso, non avendo cure efficaci contro quella broncopolmonite che aveva cercato di fronteggiare con palliativi perché la Penicillina, l’unico farmaco trovato efficace in America, era là ancora sperimentale e ignoto in Italia.
C Una ora dopo quella in cui il medico fu chiamato, bussarono al portone di via Pomerio 76, una disadorna costruzione a due piani, che però aveva sul soffitto dell’ingresso l’affresco del volto del Cristo che io vi mostro:
D Non era il dottore ma una alunna di Mariannina Baratta, mia madre, assieme alla sua.
E La bimba, agitata, raccontò di aver sognato la Madonna!
F Le aveva detto di andare presto al mattino casa della sua maestra, per dirle di non temere più per suo figlio, ‘ché ci avrebbe pensato lei.
A In cambio, per ringraziamento e in segno di devozione, la insegnate avrebbe solo dovuto accendere una candela in chiesa, davanti al Suo altare, di lei, Maria.
B Mia madre mi affidò alla vigilanza di papà e volle subito fare come le era stato chiesto.
C Di corsa salì le due rampe di strada ed entrò in quella chiesa che incombeva, con la sua mole, su quella della casa ai suoi piedi e sul piccolo povero cristo moribondo.
D Accese sei candele e filavano in alto, colle loro fiammelle, così tanto che i pochi che erano lì dissero che se lei stava pregando per suo figlio, sarebbe stata esaudita.
E Poi, mamma corse di nuovo a casa e con gran sollievo mi trovò ancora vivo; aveva temuto ch’io morissi proprio mentre lei era in Chiesa, a ringraziare e offrir devozione.
F Aveva ragione a temerlo, poiché mentre era lì a pregare, io ero morto, e subito dopo avevo ripreso a vivere.
A Passarono altre 3 ore e i miei genitori, che vigilavano su di me, non si accorsero di nulla che riguardasse il mio stato.
B Quando il Sabatella bussò al portone e gli fu aperto, credeva di trovarli nel pianto, e restò sorpreso. Molto più ancora quando giunse al mio letto e vide indiscutibili ed evidenti segni di ripresa ed esclamò:
C “Signora, vostro figlio ha vinto la morte!”
D Poi aggiunse: “questi mali incurabili giungono al loro punto fatale e – chissà in che modo – qualche malato si salva. Non dovete temere più per vostro figlio: ha avuto la sua crisi e l’ha superata.
E Lo vedrete riprendersi velocemente”.
F Fu come aveva detto il dottore. Riebbi presto tutta la mia salute.
G Ora tutto questo sarebbe restato per me solo un aneddoto, raccontatomi da mia madre, in cui credere oppure no, se altre cose non fossero maturate nella mia vita a dare una possibile conferma al miracolo annunciato in sogno a una bambina.
A Ciò che ho raccontato fu nel 40-4-6, (giorno 4 di giugno).
B Ora vi mostro il capitolo 40, versetti 4-6, del primo libro della Sacra Bibbia, intitolato “In principio”, תישארב in Ebraico e tradotto in Italiano, col titolo di Genesi.
C Genesi 40,4-6
4 Il comandante delle guardie assegnò loro Giuseppe, perché li servisse. Così essi restarono nel carcere per un certo tempo.
5 Ora, in una medesima notte, il coppiere e il panettiere del re d'Egitto, che erano detenuti nella prigione, ebbero tutti e due un sogno, ciascuno il suo sogno, che aveva un significato particolare.
6 Alla mattina Giuseppe venne da loro e vide che erano afflitti.
D Erano a Felitto nel 4-6-40, quelli su me!
E l sogno del Coppiere significò vita: Il sogno su me morte e risurrezione Il sogno del panettiere significò morte.
F Giuseppe doveva spiegare i sogni, ma il nome fu in sé tutto un enigma.
A Giu seppe Abbà di Gesù, e lo seppe mammà
B Giuseppina poi che ho sposato sua figlia?
C Già seppe Romano la sua vera madre quando già seppe tutto da sua madre?
D Sposai la figlia di Mario e Giuseppina e sono divenuti anche papà e mamma miei?
E Anche Giuseppe è simile a mio padre?
F Quanti “sogni” deve svelarmi Giuseppe!
G Infatti tra il nome di padre putativo e il corrispondente reale si è verificato questo:
H 3-6 nascita della putativa Giuseppina; 4-6 mio ballottaggio di vita o morte: 5-6 morte del mio reale papà Giuseppe.
I Poi ci fu il ballottaggio tra la vita e la morte che riguardò Gesù, quando Ponzio Pilato chiese alla gente:
L “Volete salvare Gesù o Barabba?”
M Giovanni dà l’esito al versetto 40:
N “Allora essi gridarono di nuovo: «Non costui, ma Barabba!». Barabba era un brigante”.
O BarAbbà è come Gesù chiamò il Padre
P Baratta si chiamò la mia madre reale.
Q Baratta la putativa, atta al Bar lo gestiva.
R Ebbene la mia malattia era stata assunta dalla Baratta come una sua colpa.
A Lei era causa di lui tra la vita e la morte.
B Aveva avuto entrambi i seni colpiti da una grave forma di mastite e l’allattamento era stato dolorosissimo.
C Il Dot. Sabatella le aveva intimato di non penare in quel modo: “cos’è una bestia?”
D Ma lei ne aveva tanto e una sua sorellina era morta quando, avendo bisogno di latte, non ne avevano trovato da nessuna parte ed era morta per questo.
E Alla Baratta sembrava un grave peccato verso la sua sorellina Vittoria, nata il giorno della vittoria della I guerra mondiale, se lei buttava via il suo e non allattava suo figlio.
F Mi allattò in un modo dolorosissimo che fece di me un figlio virtuale già allattato della Madonna, poiché mentre io bevevo al suo seno latte e sangue, lei implorava:
G “Maronna!”
H Tutto il mio allattamento reale fu fatto da chi costantemente invocava la Madonna, e fui simile al Mosè.
I Salvato dalle acque dalla Regina, per allattarlo le fu indicata proprio la reale mamma del neonato come una che aveva perso suo figlio e poteva dare il suo latte al bimbo salvato dalle acque.
A Io pure fui allattato dalla mia mamma reale in nome e per conto dell’invocata Regina.
B Quando questo vero strazio per lei terminò, non volle più avere rapporti con mio padre, per evitare il rischio di un nuovo allattamento di quello stesso tipo.
C Ma era scritto nel destino che avessi un alter ego, così il Signore mi fece ammalare e fece la sua mossa di portarmi in cielo.
D Posto io tra la vita e la morte, lei prima si rivolse a Dio dicendogli che aveva capito il suo peccato, non stava a lei decidere se avere altri figli o no.
E Li avrebbe avuti! Pertanto chiedeva al Signore di salvare il suo piccino.
F Aveva capito la lezione e dunque non era più il caso di prendersela con lui, povero piccolo innocente; nello stesso tempo invocava la Madonna, in questi termini.
G “Madonna, Dio si vuole prendere mio figlio innocente! La colpa è mia! Salva Romano, innocente come Gesù!”
H Lei era stata l’arbitro:
I A. Lei <atta al bar> aveva peccato; B. Romano era lì tra la vita e la morte; C. Salva Romano, innocente come Gesù!
A Tra l’ atta al Bar (allude a Giuseppina) e Baratta lei è infine chi sa barattare davanti a Maria figlia di Anna (lei ch’è Mariannina) e baratta Romano con l’innocente Gesù .
B Nel contempo gli fa giustizia vera, infatti;
C A. Gesù muore e l’ Abbà del Bar vive; B. Gesù rivive e ridà vita al suo Abbà.
D Non per caso Gesù chiamava “Abbà” suo Padre e il suo baratto riguarda uno di nome
Barabba ed è l’Abbà del Baratto ch’è fatto dalla Baratta che invoca Maria di Anna e si chiama Mariannina.
E Se a voi questa sembra essere tutta una confusione, invece non lo è! è una stupenda e trascendente “comunione”!
F È proprio una questione divina nel senso più vero di ciò che trascende la realtà fino al punto da sembrare una pura fantasia, mentre è solo quell’opera chiesta... alla Giuseppina del Bar (sì, proprio a mia suocera) di sapere leggere i sogni e di non appiattirsi, lei colla sua famiglia, sulla nuda e cruda realtà !!!
G In questo contesto ero io che sognavo, mentre vivevo con loro per tutta questa incredibile storia di morte e risurrezione.
A La lezione ci viene dalla Bibbia, libro 1, capitolo 5, dalla genealogia di Adamo.
B Genesi 5
C 1 Questo è il libro della genealogia di Adamo. Quando Dio creò l'uomo, lo fece a somiglianza di Dio; 2 maschio e femmina li creò, li benedisse e li chiamò uomini quando furono creati.
D 3 Adamo aveva centotrenta anni quando generò a sua immagine, a sua somiglianza, un figlio e lo chiamò Set. 4 Dopo aver generato Set, Adamo visse ancora ottocento anni e generò figli e figlie. 5 L'intera vita di Adamo fu di novecentotrenta anni; poi morì.
E 6 Set aveva centocinque anni quando generò Enos; 7 dopo aver generato Enos, Set visse ancora ottocentosette anni e generò figli e figlie. 8 L'intera vita di Set fu di novecentododici anni; poi morì.
F 9 Enos aveva novanta anni quando generò Kenan; 10 Enos, dopo aver generato Kenan, visse ancora ottocentoquindici anni e generò figli e figlie. 11 L'intera vita di Enos fu di novecentocinque anni; poi morì.
G 12 Kenan aveva settanta anni quando generò Malaleèl; 13 Kenan dopo aver generato Malaleèl visse ancora ottocentoquaranta anni e generò figli e figlie.
14 L'intera vita di Kenan fu di novecentodieci anni; poi morì.
A 15 Malaleèl aveva sessantacinque anni quando generò Iared; 16 Malaleèl dopo aver generato Iared, visse ancora ottocentotrenta anni e generò figli e figlie. 17 L'intera vita di Malaleèl fu di ottocentonovantacinque anni; poi morì.
B 18 Iared aveva centosessantadue anni quando generò Enoch; 19 Iared, dopo aver generato Enoch, visse ancora ottocento anni e generò figli e figlie. 20 L'intera vita di Iared fu di novecentosessantadue anni; poi morì.
C 21 Enoch aveva sessantacinque anni quando generò Matusalemme. 22 Enoch camminò con Dio; dopo aver generato Matusalemme, visse ancora per trecento anni e generò figli e figlie. 23 L'intera vita di Enoch fu di trecentosessantacinque anni. 24 Poi Enoch cammino con Dio e non fu più perché Dio l'aveva preso.
D 25 Matusalemme aveva centottantasette anni quando generò Lamech; 26 Matusalemme, dopo aver generato Lamech, visse ancora settecentottantadue anni e generò figli e figlie. 27 L'intera vita di Matusalemme fu di novecentosessantanove anni; poi morì.
E 28 Lamech aveva centottantadue anni quando generò un figlio 29 e lo chiamò Noè, dicendo: «Costui ci consolerà del nostro lavoro e della fatica delle nostre mani, a causa del suolo che il Signore ha maledetto». 30 Lamech, dopo aver generato Noè, visse ancora cinquecentonovantacinque anni e generò figli e figlie. 31 L'intera vita di Lamech fu di settecentosettantasette anni; poi morì.
F 32 Noè aveva cinquecento anni quando generò Sem, Cam e Iafet.
A È descritta la genealogia di Adamo, fino al decimo, di nome Noè.
B Ogni nome dettaglia tre durate di vita:
C 1) quella vissuta da figlio fino a quando ciascuno ebbe un figlio (tranne nel primo caso, in cui fu quando ebbe il 3°);
D 2) gli anni in cui ciascuno – divenuto padre – seguitò a generare figli e figlie;
E 3) come somma dei due periodi, la durata totale degli anni di vita.
F Solo il decimo, Noè, era escluso da questo schema rappresentativo, in quanto il testo non dava questi tre dettagli, ma solo gli anni in cui erano nati i suoi tre figli, e quanti anni egli avesse quando ci fu il Diluvio Universale.
G Io ne ho fatto questa sintesi.
H
I Questa genealogia mi ha permesso calcoli che portano al mio anno di nascita nel 1.938.
A Mi porta anche alla data della mia supposta morte e risurrezione in data 4 giugno 1.940.
B Lo si ha creando per ciascuno dei 9 fattori il rapporto di causa e effetto tra gli anni vissuti da padre e quelli ancora da figlio.
C La somma dei 9 rapporti determina 646 decimi (il numero che corrisponde al nome Elohim, Dio, in Ebraico), e sono, nel valore decimale, un ciclo periodico a 18 cifre. D
E Questa è la somma di tutti i rapporti di causa/effetto, dei 9 fattori riferiti al 10° e ch’è giustamente divisa per il fattore n. 10.
F םיהלא 646= moltiplicato ×3 (riferito alle 3 dimensioni dello spazio) dà 1.938 e nasco.
G 646,6905 ×3 dà 1.940,0715 laddove: + 1.940,0715 ha anche l’unita di riferimento - 0 .000,0111 senza quest’evidente unità = 1.940,0604 dà giusto la mia rinascita, datata nel dì 4 del mese 6 di giugno.
H L’unità della realtà è il 10.000 di 10^4 e il suo tempo unitario è 1/10.000. Qui ve ne sono 111 detratti in quanto essi sono la necessaria premessa di quant’è in principio.
B Questo è in principio, nella Bibbia: la forma alfa-numerica del linguaggio, e per essa 111 =QYA (Quof, Yod, Aleph) indica sibillinamente nella lingua di un Romano non <cur> (che è domanda) ma <quia> che è la spiegazione; e in questo caso essa pone in ordine di grandezza il 111 che indica l’unità di riferimento nella terna delle decine del Padre 10 di tutti i n. decimali.
C In modo sibillino davvero incredibile, tanto m’impressiona, in italiano mettiamo sempre una <u> dopo <Q> e la <Y> dell’ebraico “rimanda” a <U+I> per il modo latino di scrivere <V> la vocale <U>.
D Togliere l’indispensabile premessa logica del linguaggio, determina nelle 111 unità esatte decimillesime della realtà 10.000, il <soggetto> sottinteso in questa logica.
E Il che significa che il soggetto esiste come un piano trasversale – ma invisibile – espresso nella totale lunghezza dei due lati.
A La sottrazione dà 111 come la lunghezza del soggetto in moto, per cui la data della
mia rinascita ha alla sua base la reale azione del 111 presente in 111 che appare in rinascita il 4-6-40 come l’Uno e Trino che è.
B Viene obbligatorio così controllare se è una vera rinascita, indagando se già nella nascita si era presentato il Dio Uno e Trino.
C Ove Dio ha fatto ricorso (a immagine di Sé) al 10 Padre dei decimali, lì la Trinità del Dio creatore in dì è dei 1.000 giorni =10^3.
D + 0.138 dì premessi in grembo materno; + 0.100 dì introduce il lato della realtà; + 0.381= Padre: nei primi 4×4 n. primi; + 0.381= quota per lo Spirito Santo; = 1.000= Dio quale 10, Uno e Trino.
E La “premessa” (ai due 381) sono i giorni in cui io ero già completo nel grembo materno e dovevo solo crescere. 138 e 381 sono come gennaio 38 (o Genesi 38) e 38 gennaio (o Genesi) ordine decrescente il 1° (che ha maggiore il mese) e crescente il 2°.
F Da 381 –(9×3^3) = 138 si vede in azione l’invariante 9 della velocità (3/1)^2 della luce.
G Questi 234 dì tolti in linea = –(9×3^3) sono il soggetto del moto sottratto a 381; esso esiste nel 381 in linea e il suo moto porta ai 138 giorni trascorsi ancora nella mamma.
A Ci sono 4 importanti verifiche:
1. 138 in Fisica è il numero della Costante di Boltzman dei Gas perfetti. Dio come 10^3 è assimilato ad un Gas Perfetto.
2. 234 è 4 (Dio Uno e Trino) +10×23, dato dal Dio=10 che interagisce col 23 che in lettere è il 1+2+5+10+5=ABELE, il 2° figlio di Adamo ucciso dal 1°. In realtà i 2 eliminati sono i lati trasversali dell’area invisibile perpendicolare al visibile flusso. Caino resta, perde il primato in quanto omicida, ma guai a chi l’uccide o gli fa male: 7 volte di più sarà punito da Dio.
3. Questo 138 in premessa è il mese 1 dell’anno 38 di ciò ch’è riferiti alla data reale, come la creatura già completata nel grembo materno e solo da far crescere poi nelle sue giuste dimensioni.
4. LUIGI e MARIANNINA sono i nomi proprio dei genitori premessi a questa nascita e i loro valori in numeri 54+84 comportano la premessa nominale del totale 138.
B Potrebbe restare solo un dubbio sul 381 come il valore di Padre e di Spirito Santo.
A Anche qui 4 ragioni lo comprovano.
1. I numeri primi comandano sui naturali. I primi 16 solo il 4×4 ideale di un Dio che <è quello che è> quando con 1+3 è Uno e Trino. Così i primi 16 n. primi sono gli arbitri della dinamica reale creata dal Dio che ha costruito realmente il suo mondo col 10 Padre dei numeri decimali.
2. Quando Dio ha ordinato come veicolo della salvezza l’Arca di Noè ne ha precisato le dimensioni lineari in cubiti: 300 in lunghezza, 50 in larghezza, 30 in altezza e +1 per il tetto. 300+50+30+1 danno 381.
3. Quando il lato della realtà è 100 e ce ne sono uno per asse componente lo spazio, essi sono 300 in lunghezza. Va aggiunto il 3×3^3 concernente il volume totale 3^3 che trasla x3, e 300+3^4 lo dà in 381 in lunghezza.
4. è la ragione mia personale, di me che nasco come l’ARCA (casa di A.R, Amodeo Romano) e che ho i sei nomi che sono tali che il loro valore numerico è dato da 66+78+26+51+113+47 come i valori numerici di Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo.
A Osserviamo il già presentato calcolo:
+ 0.138 è forma di “pura premessa” + 0.100 dice l’area reale che c’è;
+ 0.381= Padre: i 16 primi n. primi;
+ 0.381= quota per lo Spirito Santo; = 1.000= Dio quale 10, Uno e Trino.
B Una pura domanda possibile è questa:
«Poiché 138 giorni sono trascorsi nel grembo materno per fare sviluppare un Romano già completo in tutte le sue parti, allora la distanza tra la sua nascita e la sua rinascita non è più dei 1.000 giorni di vita di uno che dovrebbe essere a immagine di 1.000 giorni, ma di 1.000 -138 = 862 ... Ci sono allora questi giorni di distanza tra il 1.938,0125 e il 1.940,0604? Lo chiedo poiché, usando il computer per calcolare la distanza, esso mi dà 861 giorni, come qui di seguito io dimostro»”
C La facile risposta è che una distanza da una data esclude sempre la data posta in principio.
A Io sono vissuto anche il giorno in cui sono nato ed esso si aggiunge alla distanza, per cui 862 giorni sono i due giorni estremi più tutti quelli tra essi compresi.
B Non riesco proprio ad immaginare quali appunti possano essere fatti ancora Anzi, no.
C Si può obiettare sulla bontà di quello che è scritto in Bibbia e affermare, come fa ad esempio Mauro Biglino, che la Bibbia non dice nulla di veramente divino ed è simile a qualsiasi altro libro di fantasia.
D Biglino conosce la Bibbia poiché l’ha tradotta e va in giro ovunque a sostenere questa tesi.
E A questo punto la questione si fa molto più complicata però non impossibile da risolvere. Ne faccio l’argomento seguente.
A Affrontiamo la questione usando il testo esatto, nelle cose che più la riguardano.
B Ho scritto un libro intero su questo capitolo, ma ora che do testimonianza riparto dal principio con le questioni fondamentali.
C Esse riguardano la descrizione del mio caso, da parte di questo capitolo del 1° libro, che con 138 già ricalca il gennaio 38 della mia nascita, con il titolo italiano di Gen. 38.
D Genesi 38
1 In quel tempo Giuda si separò dai suoi fratelli e si stabilì presso un uomo di Adullam, di nome Chira.
E Quest’uomo di <Adullam> cela (nella lingua di un Romano) <verso quella> e dice <Chi? R.A.>; il <chi?> è RA, Romano Amodeo.
F Collegato ad un <chi> altrimenti? Al <Chi-Ro> che è il Cristo <XP> in greco.
G <Giuda> è trasceso nell’inverso <Ad uig> (verso Luigi) i cui estremi congiunti sono <Gi> e <A> in Lui gi A modeo.
A Non si dimentichi che l’assunto è di un padre che è nella stessa sostanza del figlio.
B (omissis)
6 Giuda prese una moglie per il suo primogenito Er, la quale si chiamava Tamar.
C Il 6 indica il complesso, e il testo ora dà gli estremi congiunti di mamma e figlio.
D La mamma sta in Tamar, che è in linea cogli estremi congiunti in Barat ta Mar iannina.
E Il Figlio è definito dalla <Erre> che è la prima di un Romano re, 1°genito dei genitori dati tramite gli estremi di Giuda e di Tamar.
F 7 Ma Er, primogenito di Giuda, si rese odioso al Signore e il Signore lo fece morire. 8 Allora
Giuda disse a Onan: «Unisciti alla moglie del fratello, compi verso di lei il dovere di cognato e assicura così una posterità per il fratello».
G Qui il 7, numero indicante la creazione, introduce anche il fratello che consentirà gli estremi congiunti anche dei 2 mariti morti di Tamar: E R-O nan che (come estremi congiunti) sono quelli del <RO> di ROmano.
H Esse puntano a introdurre anche il vero RE dominatore, in <ERRE>, dato dal numero naturale (nonché primo) 29 che è il 10° n. primo posto a ordinare, con gli “ordinali”, tutto il ciclo 10 del Padre di tutti i valori nei decimi.
A 9 Ma Onan sapeva che la prole non sarebbe stata considerata come sua; ogni volta che si univa alla moglie del fratello, disperdeva per terra, per non dare una posterità al fratello. 10 Ciò che egli faceva non fu gradito al Signore, il quale fece morire anche lui. 11 Allora Giuda disse alla nuora Tamar: «Ritorna a casa da tuo padre come vedova fin quando il mio figlio Sela sarà cresciuto». Perché pensava: «Che non muoia anche questo come i suoi fratelli!». Così Tamar se ne andò e ritornò alla casa del padre.
B Morì il Padre dell’Onanismo, la pratica che annulla il seme dell’uomo, e Giuda non attende che il 3° figlio cresca, per darlo in 3ze nozze.
C Rinuncia a una successione, da Tamar.
D Nel mio caso fu Barat ta Mar iannina che per un allattamento doloroso per una mastite, strazio da non reiterare, succedendo un figlio.
E 12 Passarono molti giorni e morì la figlia di Sua, moglie di Giuda. Quando Giuda ebbe finito il lutto, andò a Timna da quelli che tosavano il suo gregge e con lui vi era Chira, il suo amico di Adullam.
F Giuda, vedovo, va a Timna, ma con chi? con Chi-R.A., col Cristo XP, l’amico che doveva condurlo Romanamente <ad ullam>, a quella trascendente nascita di una <RO-mano> di un parto gemellare a gemelli invertiti nel loro vero ordine di uscita dal seno materno.
A 13 Fu portata a Tamar questa notizia: «Ecco, tuo suocero va a Timna per la tosatura del suo gregge».
B Il versetto 13 che combina 10 (ciclo unitario) con 3 (dimensione spaziale) rivela in modo sibillino, occulto, col nome di <Timna> il destino finale della <croce> in <T> di <Him> il LUI di Luigi che trascende il nome arabo di Allah, che visto allo specchio, da arabo, si muta nell’italiano che è letto <Lui>.
C Accade nella
Trinità di Luigi, il solo Re fatto Santo in un Re francese.
D Poiché padre e figlio sono nel segno dell’Uno e Trino, dopo <Him> segue il <NA> indicante la provincia di Napoli in cui avverrà il parto della <RO.mano>.
E 14 Allora Tamar si tolse gli abiti vedovili, si coprì con il velo e se lo avvolse intorno, poi si pose a sedere all'ingresso di Enaim, che è sulla strada verso Timna. Aveva visto infatti che Sela era ormai cresciuto, ma che lei non gli era stata data in moglie.
F Ove 14 pone di fianco al 10 la realtà del 4, qui si entra nella realtà descritta con <Enaim> che ribadisce quella detta al versetto 13, ripetendo in sostanza <è a Napoli, il trascendente Him, Lui>.
A Che Baratta Mariannina costati che il suocero non le dia come 3° sposo Sela (per cui lei vede e provvede) anche qui in nome <Sela> concentra la Terna di <S> (santo) <El> (Dio Elohim) <la> (luogo che trascende AL-LA, in Allah).
B Questa presa di coscienza di Tamar (estremi di Baratta Mariannina) ci sarà quando <RO.mano> rischierà di essere tolto di mezzo dal Padre.
C Tamar pentita accetterà di procreare nuovamente per dare una eredità ad <ER>, a Romano: quella di suo fratello e alter ego Benito, concepito per la gioia della sua evitata fine, dal nuovo amplesso, fatto ora di sera dal Padre di <RO.mano> morto (e risorto).
D 15 Giuda la vide e la credette una prostituta, perché essa si era coperta la faccia.
E Le prostitute “sacre” fungevano da consolatrici dei vedovi. Luigi A. era vedovo della scuola.
F 16 Egli si diresse su quella strada verso di lei e disse: «Lascia che io venga con te!». Non sapeva infatti che quella fosse la sua nuora. Essa disse: «Che mi darai per venire con me?». 17 Rispose: «Io ti manderò un capretto del gregge». Essa riprese: «Mi dai un pegno fin quando me lo avrai mandato?».
A Per quanto ha riguardato il mio caso, mio padre (cogli estremi congiunti di Giuda), era restato vedovo della scuola che amava come cosa <Sua> (nome della sposa).
B Era stato costretto a smettere di frequentarla finite le elementari.
V Lo scrisse da Milano a Salerno a mia madre (cogli estremi congiunti di Tamar) e lei – che studiava da maestra – gli scrisse che a Salerno un Libraio cercava uno amante dei libri che gli realizzasse il catalogo di tutti quelli che aveva in vendita nel negozio.
D Lei lo tentò nell’amore che lui aveva. Quando Lui andò a Salerno, come una prostituta sacra, lei (che aspirava a divenire “Madre Badessa”, ma che nel frattempo studiava da maestra), rincarò la dose dell’allettamento.
E Gli propose di aiutarlo a divenire maestro lui pure: lei lo avrebbe preparato a dovere, per quel parto in lui, di un Insegnante alle Elementari, ma dovevano esserci patti chiari tra loro.
F Lei voleva garanzia che si trattasse e di un evento limitato nel tempo, e non di nozze eterne, avendo intenzioni sacre di farsi suora.
G 18 Egli disse: «Qual è il pegno che ti devo dare?». Rispose: «Il tuo sigillo, il tuo cordone e il bastone che hai in mano». Allora glieli diede e le si unì. Essa concepì da lui.
A Lei volle tre impegni da Lui: che un <sigillo> garantisse la vicenda a termine; un <cordone> esplicitasse un <dono> fatto col cuore (gratuito e basta); infine col <bastone> che ne <bastasse “one”>, una, come <una botta e via>!
B Luigi glielo garantì e si unirono; studiarono insieme per partorire in Luigi un Maestro.
C 19 Poi si alzò e se ne andò; si tolse il velo e rivestì gli abiti vedovili.
A Consumato il rapporto e compiuto da parte di Tamar il gesto di Amore di prepararlo, lei considerò chiusa la loro questione, ma non attese che lui si ripresentasse a lei con il capretto e che ricevesse indietro i pegni che le aveva dato.
D Tamar, mia madre, generato il Maestro, credé chiusa la questione, ma errava! avrebbe dovuto rendere i pegni trattenuti, per chiuderla.
E 20 Giuda mandò il capretto per mezzo del suo amico di Adullam, per riprendere il pegno dalle mani di quella donna, ma quegli non la trovò. 21 Domandò agli uomini di quel luogo: «Dov'è quella prostituta che stava in Enaim sulla strada?». Ma risposero: «Non c'è stata qui nessuna prostituta». 22 Così tornò da Giuda e disse: «Non l'ho trovata; anche gli uomini di quel luogo dicevano: Non c'è stata qui nessuna prostituta». 23 Allora Giuda disse: «Se li tenga! Altrimenti ci esponiamo agli scherni. Vedi che le ho mandato questo capretto, ma tu non l'hai trovata».
A Lei se ne era tornata a casa sua a Ostigliano, e lui aveva avuto il suo primo incarico ad Acquanoceta, una frazione di Felitto, distante circa 30 chilometri da Ostigliano.
B E lui insisté con lei, e cominciò a percorrere in vai e vieni, nei fine settimane tutta quella distanza, con la scusa che la visita era per Antonio, il fratellino di lei.
C Lei avrebbe dovuto restituirgli i pegni e dirgli: “era una botta e via, ora stattene per i fatti tuoi”. Ma non glielo diceva e lui seguitava a sentirsi impegnato dal suo amore verso di lei.
D 24 Circa tre mesi dopo, fu portata a Giuda questa notizia: «Tamar, la tua nuora, si è prostituita e anzi è incinta a causa della prostituzione». Giuda disse: «Conducetela fuori e sia bruciata!».
E La notizia portata a Luigi Amodeo fu che –costretta lei dalla madre a dargli il ben servito –lui capì che il maestro nato dal loro amore era frutto non di esso, ma di una altra cosa.
F Era l’inganno di averlo illuso, fatto innamorare di lei con tutto quell’averlo intrigato da cima a fondo, ed ora lui – come maestro –veniva a sapere d’essere figlio illegittimo!
G Era furente col bene che pur aveva ricevuto, con la nascita in lui di un Maestro, proprio in lui che amava la scuola ma che aveva dovuto restarne vedovo alla <Sua> sesta elementare!
A 25 Essa veniva già condotta fuori, quando mandò a dire al suocero: «Dell'uomo a cui appartengono questi oggetti io sono incinta». E aggiunse: «Riscontra, dunque, di chi siano questo sigillo, questi cordoni e questo bastone». 26 Giuda li riconobbe e disse: «Essa è più giusta di me, perché io non l'ho data a mio figlio Sela». E non ebbe più rapporti con lei.
B Stava proprio per finire tutto, ma in extremis lei si convinse a liberarlo dai suoi impegni ... di “una botta e via”, avendo accettato di sposarlo.
C Gli disse ch’era lui il Padre di quant’era nato dal loro rapporto: un Maestro! Il padre era lui !
D Quando Luigi lo seppe, la perdonò di essersi così tanto fatta pregare.
E Ma non ebbe poi altri rapporti con lei, poiché poi Tamar cominciò di nuovo a negarsi (con lui consenziente) per quel male che pativa nel suo e mio allattamento, che le sconsigliava ogni rapporto da cui potesse nascere un nuovo Figlio.
F E qui ora il racconto entra nel vivo di come trascendente, oscuro, ma precisissimo! sarebbe stato il parto, di quel loro 1°genito.
G 27 Quand'essa fu giunta al momento di partorire, ecco aveva nel grembo due gemelli. 28 Durante il parto, uno di essi mise fuori una mano e la levatrice prese un filo scarlatto e lo legò attorno a quella mano, dicendo: «Questi è uscito per primo».
A Nel parto gemellare il nascituro di Tamar sarà accreditato come figlio dei due mariti morti che lei aveva avuto uno dopo l’altro, nella coppia di E R.O nan i cui 2 estremi congiunti erano RO.
B Pertanto quella mano, è figlia attribuita a RO, è la <di RO-mano>.
C Chi è il primo nato, accreditato in questo modo sibillino, oscuro ma inequivocabile è uno solo: è RO-MANO.
D Il filo SCALATTO che le viene posto come segno di identificazione sta nel fatto che quel <filo> allude a un <anello> relativo all’ATTO nuziale con GIAN CARLA SCAglioni, qui sposata agli estremi GIA, di GIudA ma anche prima in Gen. 25 (allusione al gennaio nel giorno 25) col GIA di Giacobbe..
E In Gen. 25, GIAcobbe e ESaU’ (due altri gemelli) si sarebbero congiunti nel nome unico di
G ESU’, composto dalla 1ma lettera G di Giacobbe e dal nome ESaU’ senza il primato ora della A=1a lettera dell’Alfabeto di ogni lingua.
F Lei, la sposa che identificava il 1° nato tramite la consorte GIANCARLA SCA(glioni), in Gen. 25 (gennaio 25) la identificava in GIA (le tre iniziali di Giacobbe) e in N (il nome) di CARLA SCA quello che era alluso dal colore
SCARLATTO, del loro ATTO nuziale assunto con quel filo attorno alla <di RO.mano>.
A Anche lei, G.S. unendosi agli estremi E ed Ù di EsaÙ, diveniva GESÙ !
B 29 Ma, quando questi ritirò la mano, ecco uscì suo fratello. Allora essa disse: «Come ti sei aperta una breccia?» e lo si chiamò Perez.
C Il versetto 29 preannuncia Dio, nel 10° numero primo corrispondente al 29. Il corpo di Dio sta nel 2°.
D Ma come ha fatto a nascere per primo, Gesù Cristo, rispetto al Padre su ROMANO che era stato dichiarato il 1°?
E La domanda è lecita: Tamar non voleva altri figli dal Trascendente Marito che era suo suocero!
F Mariannina per ben 862 giorni dopo la nascita di quel 1° aveva interrotto ogni rapporto con gli estremi Luigi Amodeo di Giuda.
G Ebbene, la breccia aperta nel mio caso fu la gioia di un miracolo di morte e di risurrezione in vita per me che ero dato spacciato!
H Era l’AmoR di (e per) Amodeo Romano a essersi fatto Padre del corpo del suo <alter ego> col primato su esso da parte dello spirito, come dichiarò la nutrice: “questi è uscito per 1°”.
I La parte divina e invisibile stava nel fatto che sarebbe apparsa nel 2° la nuova e concreta vita, mentre invece sarebbe stata nascosta totalmente la vita nuova e vera avuta dal 1°, che sarebbe parsa solo una che aveva seguitato ad esistere.
A Primato in atto quando Baratta Mariannina Barattò R.A. con NI, il Nazareno Iesus).
B Nessuno l’avrebbe visto, essendo rientrato in sé colla <di RO.mano> rientrata nella mamma.
C 30 Poi uscì suo fratello, che aveva il filo scarlatto alla mano, e lo si chiamò Zerach.
D E ZERACH completa in 7a generazione quanto era iniziato con il TERACH che era uscito da UR con Abramo, Sarai e il nipote suo e di Abramo; Lot. E Messi nel giusto ordine, ecco in:
ZERach PeREZ due “controfigure” che valgono ZERO O da sinistra o da destra, sempre ZERO Mentre quanto custodito nel centro: aCh P è indica che il Padre P è anti Cristo prima di Cristo
sinterizzo Genesi 25 e Genesi 38 , poiché in entrambi i parti gemellari in essi descritti, ci sono tutti gli estremi della mia nascita: Nome, Cognome, Padre, madre, sposa: Codice Fiscale completo; valore di tutti e 6 i nomi espressi dall’unità di una sola mano e dalle sue 5 dita. La mano nel cognome e i cinque nomi propri nelle 5 dita.
Mettiamo subito davanti una questione fondamentale di che cosa possa significare una qualsiasi cosa reale “scritta da Dio”.
Significa che essa è “perfetta, ineccepibile da ogni punto di vista”.
Dio è l’Onnipotente espresso “in assoluto” ossia che non è delimitato da nulla, che è indeterminato da termini reali e definiti.
Qualsiasi numero può essere “assoluto” quando ha il denominatore 0 che lo rende indeterminato.
Un numero unitario è tale poiché è riferito al suo denominatore che è 1, per cui N/1 (unitario) diventa assoluto quando si porta l’1 in aggiunta a N e diventa (N+1)/0.
Questo ha per reale risultato che ogni numero che non termini con 1 o un altro numero differente da 0, è assoluto come lo è il 10 che ha 0 nella sua propria unità.
Se poi io lo presento in 10/1 unità, allora esse sono in tutto 10+1=11.
Il ciclo 10 di per sé non è riferito a 11 ed è dunque un perfetto veicolo per caricarsi di una rappresentanza di tipo “divina, che è trascendente” la realtà sempre unitaria.
Non si può affermare che il calcolo decimale, sui suoi valori posti in principio, sia fatto “da Dio” e sia perciò “perfetto”.
Ora, in relazione a come è fatta la Bibbia, essa non si poggia solo sulle lettere, ma su lettere che sono espressamente numeri, e che hanno dato luogo a tutte le ricerche fatte dai “cabalisti” che hanno fatto indagini di questo tipo sulla Bibbia.
Il detrattore Biglino si è occupato solo della conoscenza alfabetica del testo, trascurando la questione dei suoi numeri, laddove sono poi solo e proprio questi, con il perfetto calcolo numerico, a determinare o no la perfezione di qualsiasi cosa.
Avendo a monte questa sua lacuna fondamentale, io gli faccio la critica massima, dicendogli: “come si permette” di dire che la Bibbia non sia “costruita da Dio? Dati i limiti delle sue osservazioni?”
Ora io non faccio come lui affermazioni se poi anche non le dimostro vere.
Pertanto – laddove è 111 l’unità posta in principio di presenza sui tre cicli delle tre decine – io osservo proprio Bibbia 1,1,1, nel suo linguaggio alfanumerico, questo:
4.631 anni indicano il ciclo degli anni terrestri. È vero e lo dimostro da questo semplice calcolo: (66+1+1)^2 +7.
Quando la presenza su una linea è 1 e riguarda il ciclo assoluto 10, ciò occupa un 11 totale su ogni linea. Dall’origine degli assi cartesiani partono sei progressioni uguali e distinte e se sono 11 in ciascuna abbiamo il sommo equilibrio tra -33 e +33 la cui somma annulla ogni moto in linea.
66 è dunque energia in potenza ed esiste solo quando si muove nel tempo, e la presenza 1 (statica) si sposta di 1 ed assume in tutto la presenza lineare 68.
66+1+1 indica che l’energia in potenza si realizza nel flusso del piano trasversale a lati 1 e 1, per cui la lunghezza totale è 68.
Quando i 3 parametri in linea calcolano 66×1×1, essi danno il volume reale 66, ma con lunghezze in linea date da 1 e 1 che portano la lunghezza a 68.
Il 68 lineare può divenire il piano avente due lati lunghi 68 e la cui area è data dal quadrato di 68, cioè da 4.624.
Questa area non è in forma unitaria, avendo due lati differenti entrambi da 1.
Lo diventa se uno di essi è lungo 4.624 e l’altro 1, poiché 4.624×1 = 68×68.
Ora questi calcoli sono tutti riportati ad un sistema di rappresentazione ortogonale il cui vincolo geometrico è 6 in linea.
4.624+1 sono le lunghezze che portano all’area e, quando sommiamo ad esse il “principio” del vincolo 6 del sistema del calcolo, abbiamo che 4.624+1+6 = 4.631.
Se questa prova non vi basta e non siete convinti, allora cominciamone una nuova, colla presenza 1/4 di 10 anni terrestri contenenti di media 365,25 giorni ciascuno.
365,25 × 10/4 = 913 +1/8 che è il tempo decimale che riduce a uno solo tutto il volume complesso dato da 2^3 e uguale a 8. Uno solo degli 8 è dato da 1/8.
Ebbene la prima delle 7 parole di Bibbia 1,1,1 vale giusto l’intero 913 riferito a uno solo degli 8 volumi unitari presenti nel complesso dei 4 in positivo e 4 in negativo.
Comprovata la perfezione del titolo stesso del libro dato da BRASIT, abbiamo che da 4.631 – 913 = 3.718, questi 3.718 risultano gli anni esatti il cui la presenza lineare di 913 anni avanza e raggiunge l’intero tempo dato da 4.631 anni.
Possiamo rappresentare a tre linee il 3.718 come l’area con 1.300 e 1.300 anni che sono in ciascuno 1.000 totali esprimenti il volume, laddove 300 è posto in principio come i 3 lati di 100, lato della realtà.
Il flusso di 2.600 (area data dalle lunghezze 2.000 e 600) è di 1.118.
Infatti 2.000+600+1.118 = 3.718, Ebbene la presenza dello spazio-tempo è data da 1,25 come la somma di 1^2 e ½ al quadrato. Quando desideriamo conoscere il lato di questa area, esso è dato da:
√ 1,25=1,1180339887
Nelle sole 4 cifre della realtà abbiamo 1,1180, che, ×1.000 sono 1.1180.
Ciò dimostra che in 2.000+600+1.118 abbiamo tutte le unità che di 1.000 si spostano di 1.000; tutte le 300 in positivo che si spostano e sono 600; e abbiamo 1.000 volte il lato della realtà intera in 1,25 a dare il reale spostamento 1.000 di 1,118.
Io ho controllato con molti altri modi la totale perfezione del ciclo di 4.631 anni, che è ancora ignoto alla Scienza di oggi e che mi porta a dire che è una lunghezza “fatta da Dio”, cioè assolutamente perfetta.
Perfetto è “in principio” = 913, sulla base degli anni 10/4, di quello terrestre medio (sui 4) di 365,25 giorni.
“In principio” è il titolo del primo libro in Ebraico e si merita maggiori attenzioni, in un capitolo a parte.
תישארב = 913 =
Sono: Beith, Reish, Aleph, Shin, Iod, Tav. BRASIT l’acronimo, con l’italiana I per la Y.
La prima terna BRA vale 203 e vale quanto i lati 100 e 100 del piano trasversale (che moltiplicati tra loro danno l’intera realtà 10^4) il cui flusso è lo spazio intero 3.
La seconda terna vale 710 e indica l’intero moto 10, trasversale nei due lati da -5 fino a +5 il cui flusso è dato dal 100, lato della realtà, esistente in tutti i 7 vincoli della diffusione sferica (o se gradite di più, del flusso di 300 nel totale spazio di 10^3).
È evidente che le due terne sono tali che la prima ne determina il volume e la seconda il suo intero spostamento.
“Amo” leggere SIT la 2da terna, come l’ordine o l’invocazione divina, espressa nel latino di uno chiamato Romano come me, nell’ “ affinche sia! ” <ut sit lux>.
La 1a terna ha definito BRA la realtà nel suo flusso spaziale <affinché sia BRA> <SIT> da “sim, sis, SIT” di “affinché io sia, tu sia, BRA sia ... BRA ALHIM”.
In relazione al “che cosa” è auspicato “che sia” abbiamo il valore totale 913 che indica che un anno deve esistere in 10 anni e nella sua presenza di solo tempo, pari ad ¼ delle 4 dell’intero spazio-tempo.
Fino qui ... non ci piove!
Comincia un uragano se passo ai fatti personali miei e della mia famiglia costruita come sembra: l’immagine che impersona gli Spazi e i Tempi, a immagine della Trinità e Unità di Dio Creatore. Allora “Apriti cielo!”
Ma è anche vero che BRA è il possibile acronimo di B enito R omano A modeo.
Son io il 1°genito, ma in 66=Romano sta l’energia in potenza assoluta di esistere.
Il 2° a me è invece reale come il 2 che è il primo numero primo in quanto 1/0 è indeterminato e assoluto.
Allora il figlio B è anteposto al RA Dio egizio del sole (che cammina con Romano Amodeo).
A questo punto la Bibbia auspica che RA sia una entità divina che “assecondi” il primato B del 1° n. primo. Accade sempre in Bibbia, affinché il 1° ceda al secondo.
La sola volta in cui non lo fa (e con Caino uccide il 2°) allora cede al 3° ed è SET.
Questa storia è più semplice di quanto sembri. 1/0 è indeterminato. 1/1 è dato da 2 entità unitarie, ma è indeterminato, in quanto nulla è determinato da se stesso ... salvo il Dio “Io sono colui che sono”.
A questo punto, il 2 si determina in modo unitario attraverso il ricorso ad un 3° numero 1 denominatore: 2/1 = 2 .
Insomma Abele, ucciso da Caino, grazie all’entrata in azione di una unità n. 3 lo fa sopravvivere nel modo relativo del 2/1 di quanto trascende ciò che è assoluto.
Questa analisi matematica è espressa dalla Bibbia in forma “analogica” o delle “parabole” del Figlio di Dio, in cui le cose “astruse” e nuove da capire sono ricondotte ad esempi esistenti nei rapporti umani.
I “sapientoni” cultori della Bibbia che prendono gli esempi per verità in sé sono dei grandi e “ingenui sempliciotti”.
CAINO, dato da 3+1+9+12+13=38, è il 38 che ×38 dà i 1.444 minuti primi del giorno siderale, con forze ch’entrano in azione con questo ordine e creano 1 giorno. Prima spazio reale, poi unità del tempo, poi la c^2 data da (3/1)^2 (“Sia la luce!”).
Seguono lo spazio a 3 dimensioni nelle 4 della realtà e il ciclo unitario 10 nel tempo, che è 3 nello spazio.
Infine il 13 che è il tempo ¼ delle 52 settimane dell’anno.
Con l’ordine dell’alfabeto italiano, lo spazio – tempo – luce – flusso reale – e tempo ¼ delle 52 settimane creano la base giornaliera dell’anno terrestre.
Questo Caino è un Ente della Creazione che è visibile solo negli effetti che produce, ma non da solo: sovrastando (uccidendo) un secondo Ente che è quello veramente “trasceso” e che è dato dalla sequenza di 1+2+5+10+5, che – come vedete bene, è in perfetto ordine e che si chiama ABELE ... il fratello 2 che ha asfaltato e sopravvive sotto, sotto, con 2/1 grazie al 3°SET .
Il 3°, in + di nome SET, è il 3+7=10, ma SET è 7 solo nel perfetto italiano!
E se non lo vedete ve lo mostro.
1 è pacifico che sia il numero iniziale, e 2 e 3 quelli che gli vendono dopo. Ma mentre il ciclo di 1 è dato da:
1/1 +1×1 = 1+1=2, con 2 al posto di 1:
2/2+2×2 =1+4 si ha 5, e con 3:
3/3+3×3=1+9 si ha 10
Il 4° sta nel 2° tempo 5 che va nel 10.
ABELE è il prediletto da Dio poiché l’ORDINE “in persona” si chiama Abele
Per farlo capire all’uomo primitivo Dio paragona i due ai primi 2 Figli del Primo che è stato nominato ADAMO non con un intervento della fantasia, ma dall’ORDINE “impersonato” da Adamo.
Esso sta nella sequenza 1+4+1+11+13, e vi spiego cosa è dato dalla sequenza cosi ORDINATA:
1 è il tempo iniziale della presenza.
4 è l’Unità e Trinità di Tempo e Spazio.
1 è il tempo 1 che appare nel tempo 3.
11 è il tempo 1 dell’esistenza del ciclo 10.
13 è lo spazio 3 nell’esserci del ciclo 10.
30 è il totale di 10+10+10 lati di un cubo la cui interazione in 10^3 vale 1.000. ed è un ente ASSOLUTO, come lo è il n. 1/0.
Sarebbe stato capito, il Signore che ha scritto la Bibbia se voi “intelligentoni” di oggi state facendo una fatica bestiale a capire quel che vi dico?
E allora questo Signore esemplifica questo primo gesto, assoluto, della Creazione, come la Creazione di Adamo.
Da una sua costola Crea Eva? Ma quando mai? Ma se il Signore la spiega così allora è capito. Cosa è una COSTOLA?
La sequenza del nome? Ci mancherebbe!
Il signore prende il 1° reale, il 2° che indica la realtà del 1° numero primo, quando – sia come 2+2, sia come 2×2 sempre 4 è – e la toglie al 30 di Abramo.
Ricava il 26 nominale di EVA ordinata come i numeri: 5+20+5=26=DIO=JHVH nelle due cabale Italiana ed Ebraica.
La italiana è perfetta in un modo, l’ebraica in un altro modo.
L’italiana ricalca il creatore in 7 giorni come 7+7+7, con tre cicli di 7.
L’ebraica lo fa con 3 cicli di 9 che valgono unità nel primo, decine nel secondo e centinaia nel terzo, arrivando coi massimi 9+90+900 al 999 periodico nel 1.000.
9 asseconda la “c” invariante della luce.
7 asseconda il vincolo sferico, che interagisce col vincolo 6 ortogonale, nei due modi di 7+6=13 e 6×7=42.
Vero che fate fatica a capire?
Vi immaginate quel Signore che cercasse di spiegarlo migliaia di anni prima di Cristo?
<5+20+1>, ordine dell’Ente chiamato di conseguenza EVA in Italiano, è <il tempo ½ del ciclo 10>, come 1° ordine 5.
<10/2 + 10×2> somma il 2° ordine (20) opposto al precedente (in cui ha dimezzato il 10); e lo doppia nel 2° tempo.
<5+20>=25 è l’unità di presenza del tempo ½, e nel 3° tempo lo ribadisce in 1.
Vediamo ora perché Caino uccise Abele.
Dovete solo fare i conti e 38+23 dà 61 che è 1 e vale 60 (i minuti secondi di un minuto primo presente in una ORA).
Altrimenti posto, come 38 -26 = 12 sopravvive dallo scontro mortale tra le due forze solo il 12 di Caino e sono i famosi 12 figli di Giacobbe-Israele o gli Apostoli di Gesù Cristo come il volume 10=10×1×1 ... che per fare necessita di una lunghezza 12.
Ma sono anche il 6+6 che somma alla esistenza delle 6 componenti unitarie del vincolo ortogonale centrifugo ed elettrico le altre 6 esistenti uguali e contrarie nell’andamento magnetico.
Dall’origine e verso di essa in tutto 12 componenti!
Daino senza Abele resta il percorso di un Universo elettromagnetico che è sia stato ammassato (in buchi neri) sia espanso.
Quando 61 (la somma) di divide per 12 (la sottrazione) 61 : 12 = 5,083333... infinito determina 508/100 +1/300.
Il 1° rapporto computa la presenza 8 di tutto il sistema complesso fatto da 4+4 o da 2^3, +500 (tempo ½ di 10^3).
Come tempo di questa presenza di 5 lati 100 della realtà, va aggiunto 1/300 che è il tempo dello spazio di 3 lati cento.
È questo che sopravvive in eterno tra Caino e Abele ... e non si vede, ma c’è.
E così guai a chi ostacolasse Caino!
Su di lui il Signore mise un segno di punizione: 7 volte tanto sarebbe stato punito chi gli avrebbe fatto del male.
Perché 7 volte tanto?
Poiché il 3° figlio è chiamato il SET che di SETTE è la prima terna spaziale che con 17+5+18 dà il 40 dell’intera realtà data dagli ordini chiamati così. Va contro alla realtà 40 che è la lunghezza 38+1+1 per il volume 38=Caino, chi va contro a Caino ’
Se si aggiunge anche il TE finale di SETTE, il 18+5=23 sommato vale l’ABELE eliminato. Con cià SETTE sopravvive in SET
Tutto il SETTE, con 40+23 =63 porta al movimento dello spazio 3 nell’energia potenziale il cui nome è ROMANO,
Badate: non è l’energia potenziale ad avere il mio nome ma viceversa.
Quando Dio nominò mio fratello gli diede il valore 59 del nome BENITO che indica l’esistenza nel tempo dei 50/200 della c^2 della luce data dal 9 invariante di (3/1)^2.
50/200 sono il tempo ¼ della presenza e 50/200 +(3/1)^2 è la presenza C^2.
Il valore 59 “trascende” la sua reale relazione con la realtà unitaria avente i due lati 100 e 100 che sono 10.000 quando moltiplicati e che in lunghezza sono 200.
Voi – che immagino fate fatica a capirmi – chiederete perché non figura la relazione alla realtà.
Fate fatica a capire che i numeri relativi valgono in relazione – tutti quanti – in relazione al loro ciclo?
Non sono solo relativi al loro valore reciproco, come 50/1 a 1/50, ma all’unità data da 50×1/50 = 50/50 = 1/1.
50 non è 1, ma ove <1 realtà> (della dimensione 4 dello Spazio-Tempo) è 10^4 essa è unitaria in 1.000/10.000.
Allora 50, diviso per la lunghezza 200 di 100+100 (il cui prodotto è 10.000), esiste in linea nella presenza del tempo ¼ del 200 che è la somma dei suoi due lati.
Quanto è difficile da capire ... vero?
Più facile se vi dico che la persona di Benito (che è il n. 59 del 17° numero primo) è “off limits”. Irraggiungibile.
È insuperabile come lo è la c^2: il quadrato della velocità della luce, ossia JHVH “la luce che è la velocità 3/1 della luce”.
Capite allora che se il Signore che ha scritto la Bibbia auspica che Benito=59 sia
Romano Amodeo – ossia che il 59 sia 113 –Sapete che cosa auspica? Auspica:
59+113 = 172 (il flusso 100 della realtà dell’area i cui 2 lati sono 6×6 in ciascuno):
59×113 = 6.667 = 66×101 +1 col 66 di Romano che interagisce col 101 di Luigi Amodeo=54+47.
Quando Benito è auspicato essere il fratello subito entra in scena il Padre, che è un tutt’Uno con Romano.
Così BRA <sit> BRA ALHIM ha un BRA <sit> BRA che coinvolge come terzo AL (Amodeo Luigi) Him Lui, Luigi... Allah!
Ciò è vero ove il rapporto 6.667/172 è
poi il 38,7616/1 da cui si va al 38,0125 della mia data natale deducendo lo 0,7491 dato da 10.000/13.349 che è l’unità del flusso unitari,o maggiorata di 1/3.
Già vi immagino a non capirci più niente!
E allora fate uno sforzo d’immaginazione e provate a pensare che sia proprio io e adesso quel Signore che cerca di farsi capire con la verità delle relazioni astratte,!
È naturale allora che il Signore dei cieli
cammini con me e auspichi; “Che ci siano Benito e Romano Amodeo!”
Che ci siano per realizzare una visione “esemplare” data attraverso gli esempi concreti di queste tre persone.
La sequenza delle prime 3 parole che costruiscono l’unità della tera diventa:
BRA «che sia»
BRA ALHIM.
La prima coppia deifica i due, poiché solo Dio è chi è Dio.
Il terzo nome è proprio DIO, poiché indica Elohim, quel valore unitario nel terzo che quando diventa 3 si incarna nel 1.938 e nasco io RA.
Fate attenzione! ALHIM in AL precisa in acronimo che il terzo è Amodeo Luigi,
Segue un HIM che in inglese (lingua unificata del mondo di oggi si traduce in LUI ... e sono ancora le prime tre lettere di Luigi, ma diventa Allah in trascendenza!
Che ALHIM sia Amodeo Luigi LUI rimanda ad una sorta di Uno in Luigi e Trino in LUI, prime tre lettere di luigi.
Il valore delle due parole BRASIT
BRA è 1.116 e sono le decine di giorni di vita che Luigi Amodeo ha quando nasce il 1°gento RA e dopo le due parole, appare il suo nome.
La cosa più sorprendente di tutte è però quando questo Elohim diventa il nome esatto arabo del Dio Allah.
E come Giacobbe +ESaU’ danno GESU’, così se Allah si antepone muta la gerarchia e Giacobbe da 1° è 3° con GIA, mentre Esaù perde tutto il nome.
Esso diventa scritto MODE’ (letto Edom da destra), e si ha
Non è da ridere, ma Dio scherza con noi! La realtà è tutta una divina messinscena!
uardate questa foto e ditemi voi se Dio non ci sta prendendo tutti in giro, noi 5 maschi della famiglia Amodeo.
Sulla destra Luigi Amodeo, nato nel 7-77 ch’è LAM laddove in Bibbia chi lo rappresenta totalmente è LAMech,
Al centro ci sono io e la Provvidenza ha giocato con me, incoronandomi di una sorgente di luce ancora spenta.
Ho in braccio chi sarà dopo di me il mio continuatore, il gemello nato per secondo.
Alla mia destra e a sinistra della foto il mio alter ego, nato 2° a me e che mi asseconda con in braccio il suo 1° gemello.
D’altronde quale altro modo c’è per l’ASSOLUTO Dio ONNIPOTENTE di entrare in realtà nel nostro mondo in cui vuol essere?
Avete mai conosciuto qualcuno che si inventa un gioco così incredibile (pensate a un Infinito Universo ...) e che poi non voglia prendervi parte e ... giocarci?
È un Dio che parte da una eternità priva di tempo e di ogni altra cosa nella sua vera condizione assoluta e che può avvalersi solo di se stesso e si pone allora in negativo, come un assoluto presupposto nello spazio e nel tempo.
Lo fa dividendo il tempo presente ed eterno desumendo sempre antefatti precedenti ad altri antefatti.
In verità 1.000 : 99 crea il 10,101010 ... periodico e infinito usando il suo calcolo che nel suo futuro sempre più spinto va a determinare il passato sempre più spinto.
Noi poi, agendo nel verso opposto, siamo infinitesimi che cercano di risalire nel tempo infinito!
Vediamo la dinamica opposta alla divina del Signore.
Egli va sempre più nel passato e cancella il presente come se non fosse mai avvenuto... mentre noi vediamo fatto quello che Lui cancella. E ci illudiamo di fare a nostro giudizio mentre siamo obbligati a tornare là da dove è sceso il calcolo.
Gesù spiegò a Nicodemo la Risurrezione dall’alto fatta dallo Spirito Santo
Giovanni 3
1 C'era tra i farisei un uomo chiamato Nicodèmo, un capo dei Giudei. 2 Egli andò da Gesù, di notte, e gli disse: «Rabbì, sappiamo che sei un maestro venuto da Dio; nessuno infatti può fare i segni che tu fai, se Dio non è con lui». 3 Gli rispose Gesù: «In verità, in verità ti dico, se uno non rinasce dall'alto, non può vedere il regno di Dio». 4 Gli disse Nicodèmo: «Come può un uomo nascere quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?».
5 Gli rispose Gesù: «In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio. 6 Quel che è nato dalla carne è carne e quel che è nato dallo Spirito è Spirito. 7 Non ti meravigliare se t'ho detto: dovete rinascere dall'alto. 8 Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito». 9 Replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». 10 Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro in Israele e non sai queste cose? 11 In verità, in verità ti dico, noi parliamo di quel che sappiamo e testimoniamo quel che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. 12 Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo?
Gesù stesso dice che si rinasce dall’alto.
Nicodemo ha capito che è un vecchio che arretra nel tempo fino a rientrare nel grembo di sua madre.
Ma poi aggiunge: “... e poi rinascere?”
Nicodemo ha capito che Gesù gli ha indicato la vita come un continuo “Saliscendi”, protratto all’infinito.
Gesù a questo punto lo blocca e gli dice che ci sono solo due versi: uno della acqua (ed è quello della materia e della sua massa).
Anche la scienza ha usato l’acqua per riempirne un decimetro cubo e con esso definire 1 chilo.
La materia ha il verso avanzante nel nostro ’universo reale che vediamo.
Ma vi è anche – scientificamente parlando – l’antimateria che procede verso il passato.
E tra “antimateria” e quel suo opposto che si chiama altrimenti “Spirito”, c’è corrispondenza scientifica.
La “pura antimateria” è il “Puro Spirito” o Spirito “Santo” (anziché “Puro”) quando esso è del Dio VIVENTE.
Lo ha detto “in verità” Nicodemo che, allora gli chiede:
«Come può accadere questo?»
Gesù dovrebbe riferirsi al complesso “materia-antimateria” posto alla base della creazione divina, ma lui, Nicodemo, Maestro di Israele, non sa queste cose!
Allora Gesù è costretto anche con lui a fare come con tutti ... e gli spiega in forma di parabola.
Lo Spirito Santo è come il vento, che soffia, lo senti, ma tu “non sai di dove viene né dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito”.
Il Credo Cattolico afferma:
“Credo nello Spirito Santo che è Signore e dà la vita e procede dal Padre e dal Figlio e con il Padre ed il Figlio è adorato e glorificato e ha parlato per mezzo dei profeti”.
Procede ..., ossia avanza: dal Padre scendendo nel Figlio e dal Figlio risalendo nel Padre. Il verso del tempo che noi vediamo è quello del Padre che scende nel Figlio.
Mentre il procedere del Figlio è quello che risale nel Padre, così come il verso di ogni “effetto” che risale realmente nella sua “causa”.
Cosa è più probabile?
Che sia toccato a me, in nome e per conto della mia famiglia e di tutti, di veicolare la discesa di Dio nel mondo?
Oppure che sia tutta e solo l’opera della mia fantasia a inventasi tutto ciò?
Oh, badate: non dico nell’interpretazione del mondo reale, ma proprio nella stessa e concreta costruzione del mio universo?
Non c’è dubbio che sia la mia mente!
Essa muta le frequenze elettriche avute dai miei 5 sensi, ma anche i numeri in genere, nella loro visione qualitativa, che li conforma solamente in luci, colori, suoni, sapori, odori e percezioni tattili ...
oppure anche spazio, tempo e masse ... il tutto, di questo incredibile infinito universo, è solo realtà immaginaria?
Come fa lo spazio-tempo a essere vero, reale e infinito? Lo è? Lo può mai essere?
Io sono in verità il soggetto vivo che sembro capace di animare proporzioni –inoffensivi tranquilli, eterni rapporti tra numeri – mutandole in divisioni in atto!
Esse creano – nel futuro infinito del calcolo – il passato nel tempo infinitesimo, nei valori periodici!
Questo mi porterà inevitabilmente –per azione uguale e contraria – a rivedere il futuro da cui provengo colla mia vita apparentemente libera, risalendo al passato irraggiungibile di quella pura proporzione da me mutata in divisione.
Nella mia visione posso realmente essere io come in MATRIX: l’ELETTO nato a FELITTO, e che si vede e pone al centro del “suo” Universo.
Tutti ne siamo al centro: alla cartesiana sua Origine, nel tempo e nello spazio (ortogonali a vincolo 6, e poi sferico al vincolo 7 della Creazione in 7 giorni di Dio).
Fui al centro, se spazio e tempo infiniti furono visti da me e concepiti, solo quando fui conscio di me e del mio universo attorno.
La domanda è se ne posso esser certo:
«Quanto vedo come mi appare solo poiché me l’immagino, c’è anche quando io non lo vedo e non me l’immagino?
La risposta è facile: tutto è imprevisto al punto che da fuori dell’immaginazione mia, può spuntare qualcosa che addirittura mi ammazza in concreto.
Io sono dunque dentro un “qualcosa di possibilistico” (una esistenza potenziale), e che si attiva – come visione reale – solo quando c’è chi la osserva e concepisce.
Siamo su per giù alla domanda posta da Einstein a Heisenberg:
“La Luna si muove quando non la vedi?”
Mi chiedo se, in questa mia stanzetta in cui io adesso vedo solo me, posso essere certo che tutto il resto ci sia in concreto, cioè esistente in sé.
La risposta che mi do è che nulla di quant’è reale esista solo in sé, poiché il nostro mondo è reale - immaginario .
Ogni cosa è anche la cosa uguale e contraria a quello che sembra.
Concreta la materia, in sé? No!
Per niente! e fino al punto da essere la cosa reciproca: è anche l’antimateria!
Tutto è così nella Relatività Generale ancora più spinta di quella di Einstein e che si sintetizza nell’interazione N/1 × 1/N .
Con qualche esatto passaggio di calcolo matematico essa è ricondotta a N^0 .
La dimensione ZERO è il Signore del nostro mondo reale!
Esso poggia su una tale complessità che mina alla base ogni <verità>, nella idea stessa nostra della <verità> come di ciò che se è contraddetto, non è più <vero>.
Infatti siamo nel mondo poggiato sulla
totale contraddizione di N^(-1+1) = N^0
Noi esistiamo relativamente finché in quella potenza di -1 +1 non c’è la totale resa dei conti ... e si rientra nell’essere in divina potenza: in quant’è “potenziale”.
Che cosa impedisce questo rendiconto?
Lo vieta la sostanziale contrapposizione assunta dallo Spazio rispetto al Tempo.
Nello spazio esistono insieme, e sulla stessa linea ci appaiono masse che la percorrono nei due sensi inversi.
Nel tempo in cui noi esistiamo, no!
Vanno tutte e solo in avanti nel tempo di quant’è detto <Universo> proprio per il tempo visto da me solo sempre avanzare, da quando nasco finché io muoio ... e dopo di me avanzano gli altri?
Un ricercatore <serio> deve chiedersi se questo <universo> sia visto ad un verso solo poiché siamo noi ad avanzare.
L’ambiente in cui ci muoviamo appare spostarsi solo se ci spostiamo noi.
Siamo noi a dare all’ <universo> quel solo avanzamento nel tempo che noi abbiamo?
Al punto che se noi <andiamo verso destra> tutto l’ambiente visto da noi sembra andare a <sinistra> ... e se ci fermiamo, appare fermarsi anche lo spazio intorno a noi.
Tuttavia la realtà ha masse in moto loro, che vanno avanti, dietro, sopra, sotto, a destra e a sinistra, nei 6 versi fondamentali cui riferire tutte le direzioni oblique.
Allora non tutto dipende da noi?
Certo che sì! Se non vivessi avanzando io nel tempo alla costante velocità della mia luce interiore ... se frenassi, rallentassi, fino a fermarmi, ecco che vedrei che ciò succede anche alle velocità di ogni massa.
Mi chiedi se è possibile? Ti rispondo che se fotografo con un tempo di 1/1000 di secondo, blocco nello spazio una pallottola sparata da un fucile e non la vedo più sfuocata com’è quando ... è ovunque.
I Fisici – geniali! – hanno accertato la presenza di costanti universali, come quella della luce, e <giurano> che sono <cose in sé> quando abbiam concluso prima che <ogni cosa è anche quella opposta>.
La stessa luce è quella cosa uguale e contraria alla luce che è il magnetismo.
Chiedete ancora: “e perché allora non si sommano e non si azzerano?”
Vi rispondo che sì, si sommano! Anche si sommano!
E allora succede che N, elevato al complesso delle due verità opposte -1 +1 , assume la <potenza 0>.
È l’espressione dell’energia infinita, che però ha perso ogni movimento ed è come <acquattata e pronta a tornare in azione> se le si dà il modo è l’occasione di <entrare nel tempo>.
Di tutte le energie noi non vediamo mai un bel niente: sono come invisibili cause.
Ad esempio, come il 66×10^-35 Js della componente dell’energia di Max Planck.
Essa è l’energia di 1 Joule moltiplicata per 1 minuto secondo; in forza di ciò, essa è in quell’area in cui il Joule agisce in una linea, il secondo sulla linea perpendicolare.
Tutti i prodotti danno aree, che se si appiattiscono in linee moltiplicano la velocità.
Quando invece si sommano, al percorso di uno si aggiunge quello altrui.
La c^2 della luce presenta le due possibilità estreme, di determinare una area elettromagnetica, oppure di moltiplicare le loro due velocità, in barba ad Einstein che dice che è una velocità insuperabile, e poi
combina le masse con il quadrato della velocità della luce.
Non mi addentro su questi argomenti. Non è questo il luogo.
Qui io do testimonianza delle <idee> cacciate da <Qualcuno> nella mia testa, quando ha camminato con me. Questo <Qualcuno> è la dimensione 0, quella dell’onnipotenza, che ha dato luce ai miei passi e mi ha condotto <in pensieri parole e opere> alle conclusioni di cui vi sto dando la mia fedele testimonianza.
Essa mi porta a dirvi che esiste un progetto per numeri , che realizza
infinite possibilità. Ma solo a condizione esclusiva che uno <vivo> faccia i calcoli.
È più facile da capire se vi faccio un esempio: chi inventa un video-gioco, rende possibili tutte le sue fasi.
Esso però si aziona solo se uno vi gioca.
Uno <vivo> deve giocare e noi lo siamo solo quando facciamo i calcoli.
Questo <vivo> non è come tutti noi, che in ogni cosa siamo definiti solo da qualcosa di diverso da noi ...
Non capite? Al video gioco sono io il solo a giocare! Anche se vedo un mondo pieno di vita in cui giostrare la mia ... io sono il solo che per davvero sto giocando.
E gli altri?
Ad uno ad uno – come succede a me –ciascuno farà il suo gioco e in esso il solo vero è lui da solo.
Insomma occorre uno <che sia solo, unicamente, se stesso>. Occorre un Dio Jahvè <io sono colui che sono>.
E gli altri?
Gli altri – tutti quanti gli altri - sono solo <relativi al solo soggetto vivente!>
Io sono l’arbitro unico della Relatività
Generale di questo gioco dell’esistenza (sì: di questo facsimile di MATRIX) in cui io solo son l’eletto a unico giocatore del mio gioco.
Tutto il resto, è relativo a me solo che vivo; ed è già riconosciuto dalla scienza come reale-immaginario, in una realtà ch’è solo un parto immaginario (dico io)... e non viceversa (come dice la scienza).
Per capire che cosa sia parte del mondo relativo, se ti chiedo cosa sia un <anno> e
mi rispondi che <1 anno è 1 anno> non mi hai spiegato proprio niente.
Lo fai se mi dici che <1 anno sono 365,25 giorni> altrimenti cadiamo nell’indeterminazione (di Heisenberg).
Egli sosteneva che, poiché il dinamismo del nostro esistere atomico è espresso dagli elettroni della luce, noi non possiamo determinarne le loro rotazioni relative attorno al loro nucleo, tanto da non vedere un ordinato moto circolare in orbite, ma in <orbitali> in cui le particelle sembrano saltare da un posto all’altro, senza ordine.
Così accade su una navetta in orbita attorno alla terra; essendo tutto in perenne caduta alla stessa velocità, se metti una pallina davanti a te, non ha alcuna ragione di cadere più velocemente di tr.
Allora se ne va di qua e di là, nella navetta, occupando tutte le posizioni, e le puoi prevedere solo su una base statistica.
Solo chi è indeterminato – solamente lui! – è in grado di determinarsi <a piacimento>.
Nella realtà nostra solo lo <zero> è indeterminato nel suo numero e non patisce vincolo: N×0=0; N/0 idem.
Io sono stato reso capace dal Creatore del mondo, da <Chi è quello che è> (Jahvè, per intenderci) quasi di azzerare il mio essere e fino al punto che lo ZERO ha <camminato con me>.
Infatti è infine ZERach in Genesi 38 ... proprio mia la cui genesi fu in gennaio 38, e PeREZ , lo ZER=42 anche da destra!
Genesi 38 sta già descrivendo il nuovo mondo, dopo i primi 10 e dopo anche i secondi 10, al termine dei quali parte la sceneggiata che va in 7 generazioni, da TERACH fino ai gemelli ZERaCH-PeREZ.
Nel 1° mondo dei 10, io sono stato tutti e 10 ma soprattutto il 7°, essendo di 7 giorni la divina creazione. ENOch ha riguardato proprio all’estremo ch’è NO in RomaNO.
Valore estremo ch’è di colui che la Bibbia scrive che <ha camminato con Dio> per due volte, e la seconda gli è stata fatale.
Ne ho la prova – che Enoch è un mio facsimile – proprio dai 365 anni che ha avuto accreditati dalla Bibbia.
Il Fattoriale di 365 determina un numero di 779 cifre. Poste solo 777 di esse nel tempo della creazione avente il vincolo sferico 7 nell’unità 111 dello spazio, 365! è 25,104 nel limite 10^-3 di 10^3.
Se è il fattoriale dei 365 dì dell’anno, l’intero 25 è il giorno 25.
Il tempo 0,104 si scinde in 13×8/1.000, che è in assoluto la sequenza 138 del Gennaio 38 e di Genesi 38 ... e io nasco in questa data, senza poi nemmeno nascere restando ancora per 138 dì nel grembo materno; cammino con Dio come Zerach, uno Zero prima di Cristo, anti Cristo.
Quando 365 sono anni, allora 25,104 è l’anno 24 il mese 10 e il giorno 4 in cui Bibbia dice che «Enoch non fu più poiché Dio lo aveva preso».
Così, con Enoch a predecessore, vedrete come Dio mi avrà preso e io non sarò più ... tra voi (ma col Dio che mi avrà preso).
Io – per il progetto fatto su di me – ho potuto farmi così <nullo> da poter essere la
nullità dello ZERO bilaterale che è poi l’Onnipotenza di Dio.
Non è accaduto per bravura, ma per il progetto su di me.
Dio ha costruito l’infinito Universo dello spazio e del tempo, immaginando una preesistenza infinita al suo stato di eterno presente.
Si è posto nel 1.000 di 10^3 e si è diviso non per il 100 (che dà 10) ma il 99 che dà 10,1010101010 ... in periodo senza fine.
L’infinito universo, creato così, è simile al supporto di una pellicola vergine su cui poi fissare le scene in movimento!
Lo fa! Dio divide l’ottenuto oeriodo 10, per il tempo decimale dei primi 16 n. primi 0,2357111317192329313741434753.
Solo per questi 16, poiché il 17° è il 59 che nomina mio fratello Benito come il valore limite del tempo di presenza ¼ dei lati 100+100, uguale a 50 più l’invariante 9 della velocità di spazio su tempo (3/1)^2, ch’è l’intera c^2 della velocità luce.
59 è lo stesso valore limite di un 2° a me, come mio fratello ch’esista in me reso 1 minuto primo, uguale ai 60 secondi del
mio 2° e 2°genito di nostro padre 1 ORA (oppure RA).
60 -1 =59 è tutto il moto del minuto 2° dentro il 1°. Così il 17° n. primo 59 è il valore limite dei precedenti 16 n. primi.
Ordinati così nel tempo decimale, tutti i 16 primi entrano in atto solo nel giusto tempo decimale di ciascuno e fissano la dinamica nel tempo delle <immagini>.
Son le immagini delle masse apparenti in moto nel <film> sul supporto vergine della pellicola fatta con 1.000 : 99.
Ne esce un progetto INFINITO in cui c’è di tutto; tipo infiniti universi paralleli e differenti tra loro anche se solo nel moto di una singola particella.
In ogni scelta che tu faccia, amico, passi da un universo al parallelo che la contiene. Il centro dell’universo tuo <trasla> dal mio.
Ogni vivente, va <in apparenza> dove vuole, e detta legge, sempre all’Origine cartesiana del suo sistema a 3 Assi.
Io lo vedrò esistere anche nel percorso mio, ma le origini si <sfalsano> in quanto a <presenza>, sempre più da quando le due Origini erano congiunte e fuse in unirà.
Basta 1 punto di <stacco> e già non son più l0Origine del comune presente!
Chi è lontano e cerca di darmi un pugno, non mi prende: mi appare piccolo e lo è.
A 10^4 metri di distanza 1 m^2 appare 1 punto limite oltre cui <scompare>.
Chiediamocelo:
«È vero come lo ZERO di quando esso è scomparso, o era prima vero quando era un metro quadrato?»
La verità (di tutto e tutti) è quella di essere lo zero al limite di Chi – Infinito
Padre Lui – ci ha reso Figli infinitesimi al limite di singoli punti geometrici senza dimensioni, che se son 3 tempi staccati (ucciso Abele tra loro), son 103 <relativi>.
Noi sembriamo grandi solo poiché la matematica ci ha ingranditi ad arte (artificiosamente) determinando una realtà unitaria grande 10^4. E lo è solo trascurando il nostro tempo decimillesimo della nostra reale presenza !!!
Il Padreterno gioca sull’IMPULSO e una piccola pila illumina a giorno con 1 centesimo di secondo di presenza che vale 100^2.
Ma è tutta una grandezza apparente solo mediante le potenze della matematica, ché vero Dio è UNO è il numero
N^0=111
Le 4 dimensioni unitarie dello spaziotempo, nel loro tempo, sono 0,0004 unità e non le 4 che sono decimillesimi di 10.000.
È 2.500, contro lo spazio che è il suo complementare 7.500, interno a 10.000.
In questo sistema, tutto è relativo.
Quello su cui si può convenire, allora, è che ciascuno è l’arbitro totale della
partita che gioca al SUO videogioco.
Il suo creatore ha predisposto ogni possibile movimento, quindi si è diviso in sue pressoché infinite anime e le ha messe a giocare, ciascuna a modo suo, con una parvenza di libertà. Sì, pura parvenza!
Infatti la creazione è stata fatta creando premesse infinite, attraverso la divisione, e ogni anima risalirà da quella posizione infinitesima in cui è stata calata ad animare un personaggio, tornando (senza poterlo
in alcun modo evitare) sul punto di presente da cui è discesa.
Se io Creatore parto dalla tua morte e le creo matematicamente premesse su premesse, otterrò infine un TE concepito.
Quando il tuo ovulo fecondato farà il percorso inverso – tornerà alla morte da cui principiò la divina costruzione a rovescio della TUA VITA, e andrà oltre di certo: ora è già OLTRE la MORTE.
Dio – insomma – è un padre così buono, che fa tutto lui, e ci induce con infinita maestria a far nostri i <pensieri, parole e le opere> che sono solo i suoi.
Maestria così grande che, mentre ce li ha indotti lui (<magneticamente>) noi li mutiamo nella reale libertà <elettrica> che fa parte della nostra luce interiore.
Del resto, come infinitesimi del Dio della esistenza, quel che facciamo noi nel piccolo segue alla lettera ciò che fa Lui in grande.
Siamo perfetti collaboratori di Dio anche quando sembriamo il Male fattosi persona ... ma solo nel nostro personaggio.
Esso è animato dall’anima, e l’anima pura è divina, incolpevole del punto in cui Dio l’ha calata ad animare quel personaggio.
Detto ciò, nulla veramente esiste in sé.
C’è davvero la guerra in Ucraina?
Esiste davvero quello che io non sto vedendo nel mio presente?
No! Ci sono solo in base al NON
ESSERCI !
Il che è un PARADOSSO
Dico questo poiché è PARADOSSALE che dalle mie verifiche a me risulta per davvero che Dio ha posto mio padre come Lamech!
È paradossale che il 9° fattore, visse 777 anni mentre papà è entrato in vita il 7-7-7.
È paradossale un LAMech ch’èLAM che è Luigi AModeo-
È paradossale che la Fede dell’ IsLAM si realizzi (nel suo essere) se è L.AM.
È paradossale che Luigi Amodeo sia il riferimento reale del Dio Allah che quando si guarda allo specchio si vede:
Tutto questo è paradossale rispetto alla vita di tutti quanti gli uomini!
L’ho già mostrato, lo so, mi ripeto, ma come posso affrontare questo PAZZESCO PARADOSSO, nella sua verità, se non controllando le pazzesche risultanze , più volte, per cercare l’errore?
Come potrebbe essere la mia famiglia quella di Dio e nessuno se n’è accorto ... tranne me? Perché ho le <traveggole>?
Ditemi voi per qual motivo Dio, se è UNO SOLO, dovrebbe estrinsecarsi in infinite anime a immagine e somiglianza sua!
Forse perché – Assoluto 1 come è – veda la cosa da ogni punto di vista e vinca in assoluto sull’inesistente, partendo da ogni
Origine supposta esserci in puro principio?
È ragionevole... e queste infinite anime sarebbero sempre una cosa tutta sua.
Il Personaggio Gesù – Figlio di Dio – è un valore ideale e fa parte di tutto il possibile.
Anche il Romano anti Cristo come una stalla presente anzi che Gesù <rientri> nella <maggior gloria del Padre suo>.
Si ripresenta in una nuova Gerusalemme con tanti alberghi sempre completi e colmi di gente importante e allora cerca alloggio non come Satana (che entra in chi vuole)
ma come chi necessita che un pover’uomo disponibile gli si offra a sua nuova stalla.
Romano Amodeo è prima di Cristo nella creazione del passato sempre più spinto!
Rispetto a me che vivo ora, Cristo è di là da divenire, tra 2.022 anni di costruzione divina a ritroso a partire da adesso in cui io sono solo un uomo che si offre a un ideale.
Poiché la mia offerta è sincera non credo sia PARADOSSALE che io sia ascoltato!
Pertanto se Dio ha creato una sola sua discesa nella mia stalla, è del tutto naturale e non paradossale che io mi ci vedo dentro in pieno, nella divina risposta del Dio ideale che ha reso Suo il mio ... o viceversa?
Chi è 1°, uovo o gallina nel piano divino?
Se è solo l’uomo immagine e somiglianza di Dio, qui su questo pianetino che è un niente comparato all’universo, possibile sia stato creato quest’infinito “spreco”?
Oppure è ZERO quello che esiste, nella sola differenziazione in -1 e +1, e da lì tutta origina la rappresentazione che pare infinita ma che è e resta sempre zero in se stessa?
Un uomo come me, lontano, appare più piccolo, ma in un mondo in cui la verità
sta nell’apparenza, se appare + piccolo di me ... perché dovrei crederlo = a me?
Perché quando si allontana e non lo vedo più in essere dovrebbe realmente esserci?
Mi direte: «1) prendi un cannocchiale e lo vedi. 2) Tutto può comparire e farti male!»
Alla prima ribatto che se con un artifizio lo faccio la cosa è artificiale parvenza.
Alla seconda rispondo che per introdurre novità basta il suo progetto, che fa entrare in gioco le cose solo quando devono esserci.
Perché – se le cose sono come in realtà sembrano – le stelle in cielo sono esistenti nella loro grandezza solo in potenza o di un reale avvicinamento o dell’uso di un artificiale ingrandimento.
Se non è così, che toccando il tasto giusto perfino l’Assoluto ti corrisponde... come faccio io ad essere io quell’uno che cammina con Dio?
Mi rispondo dicendo che io sono “il Dio” della mia visione e che in essa sia io chi, a seconda delle mie intenzioni, ho perfino questa paradossale risposta dall’Assoluto.
L’avrei anche se fossi un altro (e quanti si sono visti Dio?) ma essendo io un essere davvero razionale e pieno di Fede, allora mi vedo anche nelle Sacre scritture.
Se Dio lanciò il calcolo di 1.000 : 99 (e con esso ha costruito come la pellicola vergine di un film con infiniti riquadri 10×10 in sequenza), e poi fivise il 10 per la sequenza decimale di tutti i 16 primi numeri primi (ne ha anche fissato le scene), ottenne numeri e basta.
Si accende la loro vera visione solo dopo che Dio si cala nel personaggio che ha scelto lui come quello con cui camminare.
Credete che se è costato fatica creare tutta la sua infinita opera, come il gioco della salvezza universale già acquisita da tutti i punti di vista ... Dio non voglia giocarvi?
Se ha collocato in ogni punto di vista personale le sue anime, realizzando un campo ben determinato con esse, credete che non ci sia realmente una funzione di mezzo, simile alla terna cartesiana, in cui Dio possa scegliere di collocarsi come Padre, Figlio e Spirito Santo?
La cosa più “illogica” di questo mondo, sarebbe che ci siano tutti quanti quelli che vissero vivono e che vivranno, senza la reale presenza di una Terna centrale che faccia da Mediazione tra l’Assoluto e l’infinito in infinitesimi.
Pertanto questa terna c’è, e Dio ne ha fatto la sua stalla.
E poiché è l’unico vero vivente e ha scelto me come il suo privilegiato eletto, perché io dovrei non vederlo, con tanta certezza, da dare poi anche a tutti voi la mia reale testimonianza di che cosa ho visto, provato, sentito, quando Dio ha camminato con me?
Solo a queste condizioni – che esista solo un Dio e si sia deciso a progettare di venire a camminare con me – solo a queste, è allora la cosa più normale che ci possa essere che poi io infine me ne sia accorto.
Tutti gli altri, no! Invano l’ho riferito a mio fratello, alla mia sposa!
Sono io solo a vederlo e colgo tutti i messaggi scritti sulla Bibbia poiché tutti essi sono stati rivolti a me; affinché me ne accorgessi almeno io.
Capisco di apparire un esaltato, ma gli indizi sono così tanti e così precisi che chi li considera alla fine ci crede, come ho fatto io, ma ci son voluti 64 anni di controlli!
Dio con il suo calcolo si è messo al mio fianco, e allora si vede in me e assiste a tutti gli altri simili a Lui e a sua immagine e somiglianza ... ma esiste solo lui!
Gli altri sembrano essere vivi allo stesso modo di un soggetto che sia stato creato al computer e che risponda con tutte le risposte che sembrano sue ma che è il sistema stesso che glie li mette in bocca.
Mio padre, mia madre, mio fratello, gli amori e amici, i nemici potrebbero essere tutti una bella messinscena di un Dio Assoluto che, vittima dell’indeterminazione sua, essendo assoluto in uno che non patisce limiti, allora li assume per ... averli già vinti in un passato posto in principio.
Se è così, io assisterò alla mia assoluta vittoria su tutti i miei limiti, ma occorrerà che io pure mi articoli in tutto l’apparente complesso di bene e male, per replicare quella cosa che disse il Dottor Sabatella a mia madre:
“Signora, vostro figlio ha vinto la morte!”
C’è tanta grandezza nelle cose che dico...
Come mai allora nessuno se ne accorge?
La risposta sta nella lotta senza quartiere che sto combattendo e devo sostenerla contro tutto il possibile discredito per me!
Mi sembro un Dio smemorato che cerchi di recuperare la conoscenza di se stesso e del suo potere infinito.
In questa tabella consuntiva dei 10 fattori posti dalla Bibbia “in principio”, sembra che le vite date a ciascuno non siano il totale divino, Uno e Trino, in base a 10, ovvero i 1.000 anni dati da 10^3.
Ciò accade per le unità relative che sono state date a ciascuno, come se fossero denominatori 1 invece di quanto manchi al 1.000 del numeratore che cè.
Io chiamo “rapporto vitale” quello tra ogni numeratore e quanto manchi al 1.000 in ciascuno dei 9 creatori del 10°.
Vi mostro la loro somma progressiva.
Risulta così che ciascuno dei 9 fattori del 10° ha ottenuto 1.000 anni in velocità.
Nascono così singoli rapporti vitali tra ogni vita è il suo riferimento assoluto 1.000 che in 10×10×10 è Dio Uno e Trino.
1. Adamo ha la velocità di 13,2957, bloccata al limite del tempo decimillesimo della realtà unitaria nel 10.000 di 10^4.
2. Set ha, col 912/88, la velocità 10,36, periodico nel 36. aggiunta a quella di Adamo, la incrementa a 23,6493.
3. Enos, la sua velocità porta la Trinità al 33,1756 di 1 intero, e nomina Kenan col 3+5+12+1+12=33 di suo Figlio.
Entra in scena Romano: <es NO> è <tu sei Romano> (nei tuoi estremi, di Enos) e NO è il finale 3° che, con +33+33 è 66=Romano aggiunto in Padre e Spirito S. come la terna di cui Enos è solo il Figlio.
4. Kenan colla sua propria velocità porta la realtà 4 intera a 43.2867. Il nome del figlio, Malaleel, vale 53, ed è 10 in più di 43 a ragione della realtà del volume che da 10^3 passa a 10^4.
5. Malaleel, sommando il suo rapporto vitale lo porta i 5 a 51.8105. Suo figlio Iared vale però 35, cioè 16 in meno del 51. Il n. 5 si è scaricato del 4×4 del piano della realtà e la ragione è data dal fatto che 5 è solo un tempo che vale ½ di 10 e che ribalta ogni cosa in una ripartenza in cui il 53 del padre si è rovesciato nel 35 nominale del figlio.
6. Iared, col suo rapporto vitale, porta la velocita del complesso spaziale del 7° al 77,7011. Egli mostra attivo il rapporto vitale della velocità del 7°, che, per il suo numero. è il creatore totale. Questo 7°, di nome Enoch è 41, e rispetto al 77 manca del 6×6 riguardante il n. 6.
Significa che siamo di fronte ad un altro valore limite, che sottrae dal computo lineare la sua area 6×6 lasciando solo il flusso reale. Difatti il valore numerico del figlio Enoch, con 41 indica esattamente la presenza 1 di tutta la realtà 40.
7. Enoch aggiunge il suo rapporto vitale e porta il tutto al 78,2759 che – riferito esattamente al creatore 7 – quantifica in 7 giorni le 78 settimane esatte di 1,5 anni, spazio-tempo intero. La sua vita di 365 anni conferma in numero di anni i 365 dì interi in ciascuno dei 3, salvo il 4° Bibbia dice che camminò due volte con Dio. Dunque sono tre 26=Dio, 78 in 7 dì. Entro in scena io: il nome Antonio=78 è il mio 2°, triplo del 3° Anna=26 nel mentre Enoch=41 vale quanto Amo.R
8. Matusalemme, sommato il suo rapporto vitale, eleva il tutto a 109,5340 e – a precisa prova che 8 è tutto il complesso vitale che a conti fatti arriva fino alla data del Diluvio Universale – lo dimostra con se stesso, poiché l’intero 109 è giusto il valore del nome Matusalemme.
9. Lamech è il finale che crea il 10°, col suo, dà il 113,0183 e qui sembro proprio io che sono per 4 volte 113 nei miei 6 nomi che valgono 381 in spazio e il tempo 183 è il suo esatto inverso dei giorni esatti di ½ anno bisestile fatto da 66=Romano +300, il lato 100 della realtà in una divina Terna.
Ecco le 4 volte le mio 113:
1) 5° nome;
2) acronimo a 2 cifre;
3) Nome e cognome.
4) 11,3 in ciascuna delle 12 lettere in mezzo il cui totale è 136, si aggiunge come unità di tempo decimo alle tre unità intere dello spazio.
Ho denominato “vitali” (che danno la vita reale in Dio Uno e Trino 10^3) questi “rapporti” e ho accertato che i nomi in Gematria Italiana sono ideali in ciascuno.
Non sono dati a casaccio ma concordano col valore della loro vita fino al punto natale di ciascuno.
Io ho messo in luce la relazione con me e i miei nomi, come evidente compartecipe a questo processo creativo fondamentale.
Il 9° è l’ente determinate il 10°. Il valore 38 del suo nome è l’anno della mia nascita mentre io vedo un LAMech ch’èLAM , che è L.AModeo (Luigi Amodeo) ed è nato il 7-7-7 mentre il 9° fattore è vissuto 777 anni.
Accade che il valore nominale di Luigi Amodeo è il 101 legato al 26 del nome di Eva, dal fatto che il 26° n. primo è 101 ed è la somma dei valori dei nomi dei suoi 3 figli. Avendo lei generato Caino, Abele e Set, che valgono 38+23+40 per un totale di 101, questa Terna generata dalla prima coppia vivente è sintetizzata dall’Unità nominale di Mio Padre.
Ciò accade dove 2° e 9° sono in somma 11 = (Romano=66)/6, alias presenza 1 del ciclo 10 a immagine del Padre dei decimali.
La loro complementarità rispetto al flusso lineare 11 dell’energia fa sì che in italiano
SET +777 sono l’unità alfabetica e trinità numerica del numero SETTE in lettere, come il moto del 3 (tre cifre) nel 10, e sono i tre 7 nella gerarchia decimale del 777.
Solo la perfezione della lingua italiana (voluta da Dio) consente questa sorta di miracolosa corrispondenza.
Dove la Fede Religiosa Cristiana porta a dire che Padre e Figlio sono nella stessa sostanza, accade che la sostanza di Lamech è il valore 38 del suo nome come l’anno 38 in cui è cominciata la vita di me suo figlio.
Bibbia 1,25 ha un numero che quantifica l’unità dell’area dello spazio-tempo (data da 1^2 nello spazio sommato ad 1/4 di tempo = 0,25, somma che dà 1,25) e con ciò si accerta che il tutto (libri capitoli e versetti), non e dato da numeri o nomi a caso.
Ebbene in Bibbia 1,25 Dio dà una vera e propria spiegazione a Rebecca che si lamenta del dolore che ha nel grembo: in lei ci sono due Popoli uno più forte dell’altro.
Essendo Giacobbe uno dei due figli, rinominato Israele, l’altro popolo più forte è quel Romano che gli uccide il Messia.
A questo si aggiunge il nome di GESÙ, combinato da Giacobbe ed ESaÙ.
Ecco allora che i due gemelli sono in sostanza Padre e Figlio, gemellati nella stessa sostanza di due uomini in cui uno non diventa Padre se non quando c’è per lui la presenza di un Suo figlio e viceversa.
Ebbene abbiamo anche visto come, se irrompe Allah con il suo nome Arabo e si rovescia, trascendendosi in una sua visione speculare, miracolosamente l’arabo si muta nell’italiano LUI.
Giacobbe, che era uno con la sola G in Gesù, per l’irruzione di LUI come primo, resta a 3 cifre ed è GIA. I due nel giusto ordine fanno già LUIGI A.
Ma è stupefacente l’entrata in campo del nomignolo EDOM, che quando è scritto è ordinato come MODE’!
Allora la sola A. puntata si dettaglia in AMODE’, e si ha Luigi Amodè, Perché manca la <o> Finale? Poiché è il trascendete 13 di Adamo
E se ci chiediamo chi sia veramente nato per primo Eva o Adamo (l’uovo o la gallina), ecco tagliato così il... nodo di Gordio:
Concordo con chi lo dice incredibile!
Ma dove i nomi – come abbiamo visto –contano per il valore numerico che esprimono, è così: l’origine sta in Amodeo.
La riprova sta in 47 che è il valore di Amodeo e mostra la realtà unitaria 40 nei 7 giorni della Creazione.
Ove l’unità è nel 1° e 3° (poiché insieme fanno il 2/1) ecco che quando Bibbia nomina Enos il 3°, esso vale 47, e col 1° andante solo <Ad amo>, ecco il nome del 3° che vale 47 lo porta ad <Amodeo>.
A questo punto ci si mette anche il Codice Fiscale che di AMODEO è MDA.
Ebbene se lo leggete da destra verso sinistra in ebraico è con Aleph, Daleth e Mim è l’esatto nome ebraico di ADAMO.
Cosa poi straordinaria è la seguente.
Il Creatore, creando Eva e Adamo, crea un 26+30=56 e risulta evidente che laddove l’energia potenziale vale 66, questo 56 è proprio il moto del Dio=10 che, posto nell’energia 66, vi si muove per 56.
Ora la creazione divina è una e trina, e quando quel 66 vale Romano, ecco che è
Trino nelle sue tre sillabe di Ro-ma-no.
Come tale, 3 non è 1. Per essere 1, il 3/1 deve moltiplicarsi per 1/3 e solo allora diventa coi TRE TERZI il valore UNO.
Allora il Trisillabo ricorre ad 1/3 delle sue sillabe e sceglie la terza, che <No è> ed ecco – da Romano – è nato in No è
Se chiedete perché assume la terza, una molto fondata è che tre terzi sono 1.
L’altra è che bisogna considerare la sillaba che sia presente e la presenza del lato 100 della realtà è data da 100/4 =25, che è il valore della terza sillaba <NO>.
Però poi devono esserci TRE NO in quanto allo spazio della presenza! Eccoli:
1. ENO S è il 3°
2. ENO CH è il 7°
3. e come 3+7=10, il decimo NOé
Perché anche il terzo non è èNO ?
Nei sue casi sono anche <S> e <Ch>, mentre il 3+7=10 è conclusivo.
Le loro somme sono 47+41+30 per un totale 118 che è assoluto e unitario in 117.
Ebbene 117/3 = 39 =TRE=18+16+5=39.
Chiederete perché il 3° ha in più la <S>?
Amici ... <S> è il n. 17 equivalente al 7° numero primo, per cui il 3° impersona il Creatore. Abbiamo visto come la sua velocità porti al Figlio che vale 33, gli anni del Cristo. Con 1 + Trino in 99, è 100. Alias <Sono il 10 di colui che è ×10> Jhvh. Alias il nome occulto di Allah che nel Credo
Islamico ne afferma con 100 -1 solo altri 99.
<S> è acronimo di Santo, Signore, Salvatore.
Volete sapere perché il 7° ha in più CH
oltre ENO?
Ove sono io che come Enoch cammino con il Creatore, CH è 38, è l’anno in cui Dio mi crea proprio assecondando i giorni di ogni anno.
Anche poiché il Creatore è imparentato con CH uguale al Cristo di Dio.
Gli esuberi, che sono due, sono SCH, il Santo Cristo e sono il 17+3+8=28 che è il Creatore Uno e Trino in 7 +(7+7+7) alias SET +777, ove quest’ultimo dà gli anni di vita di LAMech che rappresenta in tutto mio padre nato 7-7-7.
Non sono io che attribuisco il mio nome all’energia, ma viceversa, Essa, in potenza di Dio, volle dare il suo nome al mio 1°.
Infatti sono gli ordini dei valori a dar nome all’energia e la chiamano ROMANO.
Gli ORDINI sono davvero dati dagli ORDINALI 1°, 2°, 3° che si mutano nella prima, seconda, terza ... fino alla ventunesima lettera dell’alfabeto italiano in cui questo è l’ordine della conversione
E questi gli ORDINI che nominano l’energia con il nome ROMANO.
16=R è Jahvè <son (1+3) ch’è ×(1+3>
13=O è Uno e Trino in 10 e 3;
11=M è Uno e Uno in 10 e 1;
01=A è 1 in 4ta realtà;
12=N in 5ta è Trino × (Uno e Trino);
13=O in 6ta è presenza 1 di questo 3×4.
Il primo ordine sta nell’affermazione divina del Dio Uno e Trino che è il Dio uno e trino, alias 4 che è 4 volte, e dunque 16.
Subito dopo viene il 13 che è il moto della Trinità nel complesso 16.
Subito dopo viene l’11 che toglie il piano a lati 1 e 1 al flusso 13 del volume e lo rende flusso in linea unitario.
Subito dopo è estrapolato il ciclo 10 all’11 e resta l’ultimo ordine dell’unità.
Fino a questo punto questi ORDINI hanno imposto alla Città Eterna il nome di ROMA.
Dopo l’unità delle prime 4 cifre, il 5° ordine passa al volume in linea dato dal ciclo 10, quando assume, oltre il 10 lineare, le dimensioni 1 e 1 del piano trasversale.
Il 12 che risulta sono tutti i versi dati dal 4, che è l’intera realtà, e il 3 che esprime l’unità dello spazio.
Sono anche i 6 versi centrifughi dalla origine, sommati ai 6 uguali e contrari a verso centripeto.
L’ultimo ordine mette in campo quella presenza del 13 che integra il 2° ordine con il 6° e con 26 completa tutte le settimane di mezza rotazione dell’anno.
5° e 6°, i due ultimi ordini uguali a <NO> sono insieme il 25 che è l’atto di presenza del lato 100 della realtà, in un suo quarto.
Quando questo 1/3 del nome, nel finale, che NO è è tolta a Romano (ripeto: nome dell’energia prima di essere il mio), allora sopravvive ROMA che è la presenza 1 della realtà 40, come il moto della presenza 25 che sembra essere scomparsa, ma non lo è, poiché si è solamente messa in movimento unitario, in quell’ 1 sommato al 40.
“Come ci sono riusciti?”
Questo libro s’intitola “Testimonianze” poiché in esso vi documento fedelmente i miei pensieri, e le ragioni per cui è divenuto anche un serio problema per me quello di vedermi coinvolto con questi resoconti quantitativi esistenti nella Sacra Bibbia.
Io mi sono chiesto prima di voi come può essere accaduto un assetto così preciso e significativo.
La risposta immediata e sbrigativa è che sia stata opera di Dio.
Io però non voglio coinvolgerlo invano, e allora sono portato a chiedermi che se è stata una opera “da Dio” ossia perfetta.
Fatta dagli uomini di millenni avanti Cristo? Come son potuti riuscirci?
Sono stati dei profeti, come persone straordinariamente in grado di ricevere messaggi dal futuro?
Ho capito come, dal processo della conoscenza alfa-numerica, che trasforma un rapporto presente e inattivo (giusto quello dato da 1.000/99) sia davvero possibile fare scaturire lo spazio e il tempo, facendo la divisione.
Ne deriva il periodico e infinito ciclo 10 della matematica, e ho capito come questo presente “in principio” sia fondamentale.
La costruzione, eseguita con una divisione, crea non il futuro ma il passato sempre più spinto indietro nel tempo infinitesimo rispetto alla presenza, e lo rende presente in quel passato.
Nella costruzione che genera le premesse sempre più spinte del presente, il processo inverso – per quanto libero si possa credere – tornerà inevitabilmente là da dove è disceso con il calcolo della divisione.
Il nostro sistema di generazione è che ogni figlio nasce da due genitori.
Se andiamo indietro di 77 generazioni, il numero degli antenati avrà assunto valori tali che in ogni singolo gene degli uomini viventi in quella epoca, la nostra presenza sarà in atto per miliardi di volte.
Ciò può rendere possibile la presenza di uomini in grado di saper leggere la situazione futura da cui sono scesi.
Infatti da essa il loro spirito è sceso in tanti percorsi generazionali diversi che “qualcuno” – lo chiamiamo Profeta – ha potuto captare per intuito.
Potrei essere proprio io che mi accingo a scoprire come possano averlo fatto, a trovare questo <come>, senza coinvolgere fatti trascendenti, divini.
Io sono arrivato a capire che il numero 7 posto a base della creazione divina secondo l’unità del giorno, è il vincolo geometrico della sfera.
Esso aggiunge il vincolo del raggio 1 emesso dall’Origine degli assi cartesiani a quello 6 del sistema non sferico ma ortogonale.
A questo punto, il 9 è il punto più avanzato dell’intero 1 per giungere al 10.
Sapendo che gli devo dare unità di presenza per mutare il ciclo assoluto 10 nell’unitario 11, posso arrivare a sapere che 7 volte 111 porti al 777 trino della vita in anni di un fattore che sia il numero 9.
Posso anche fissare un altro paletto nei 6 fattori che determinano il n. 7 che è l’autentico e totale creatore, tanto che sia 77,7 il “tempo vitale” del n.6.
Come ho realmente definito io gli altri senza ricorrere a nulla di trascendente?
Credo che la prima cosa da farsi sia porre in atto una unità che sia intera nel ciclo 10 e nello spazio 3.
In tal modo è quel 13 che è il tempo ¼ delle 52 settimane esistenti nella dinamica dell’anno terrestre.
Poiché 10 è poi l’avanzamento, posso disporre: 13 23 33
43 come i primi tempi generazionali di una determinazione per generazioni in cui ognuna passi nell’altra di 10 in 10.
Dotandomi realmente di 1.000 palline, potrei, con puri e ripetuti tentativi, se non con il calcolo, arrivare ai rapporti tra numeratori e denominatori che diano questo 13, poi il 23, poi il 33, poi il 43.
In tal modo avrei definito gli anni di vita totale dati ad Adamo, a Set, a Enos e a Kenan.
Da pag. 88 a pag, 91 avevamo trovato questi rapporti vitali che vi mostro anche sulla tabella.
13, 23, 33, 43, 51, 77,7, 78, 109, 113
E di questi abbiamo visto le reali ragioni dei primi 4.
Vedrò di risalire a tutti, almeno nei valori interi, ragionando, e per vedere se ci si arriva in questo modo naturale.
Io sono facilitato sapendo dove vado a parare ... mi sembra logico.
Il quinto nominato già esorbita dalla realtà composta da soli 4 fattori, ed è un tempo intero dato dalla metà del ciclo 10. Il suo rapporto è 51.
A questo punto posso immaginare che tale realtà sia fata da tutto il 4+4, complesso reale immaginario = 8.
Aggiunto in tal modo 8 al 43,ed ecco che definisco il rapporto vitale 51 del 5°, che Bibbia chiama Malaleel=53, avendo in più del rapporto vitale il piano a lati 1 e 1, poiché 5 è un bilancio totale.
Il 6° nominato Iared ha il rapporto vitale e 77,7 ... 26,7 in più.
Lo risolvo solo considerando che con i 6 nel loro insieme, si genera il 7, e questo è obbligato ad essere 777/10.
Infatti io ho avuto di già un 7, nominato SET, èd è il fattore 2 che opera insieme al 6° che genera il 7. Al punto che 267 sono il 2 e il 6 a dare il 7; con ciò 267, nel tempo decimo, è esattamente quello che si somma al 51 e lo porta al 77,7.
È stata “dura”, ma sapendo dove si deve arrivare è più facile capire “come” ci si arrivi.
Il “come” ve l’ho detto: i primi 6 fattori generano il 7° e quello non può essere altro che Uno e Trino!
Uno è stato SET, l’altro è il 777 del 7°, che però esiste ancora nel tempo unitario decimo, e dunque lo portano a 77,7.
Sarà con il 9° Lamech che giungerà ad avere una vita di 777 anni, fatta e finita, nella creazione del 10°.
Il 7° nominativo Enoch, realizzato con quel 77,7 noi già sappiamo che ha un rapporto vitale di 78 .
Ciò mi aiuta a capire che, poiché la vita del 7° fattore è data dai 365 anni in cui ciascuno ha 365 giorni, sono questi a porsi a base 1 dello spazio.
Riguardando il 7° sono computati in settimane , e sono 52 in un anno e diventano 78 nell’unità dello spazio-tempo dato da 1,5 anni.
Anche qui io sono stato “molto, molto” agevolato dal fatto che sapevo di andare a parare al 78.
Se non lo sapevo, dovevo avere l’acume eccezionale di considerare che è il 7 a dare l’unità, e che nel nostro mondo, essa è data da un anno, i cui giorni sono 365.
Poiché il 7° fattore crea “tutto” e non solo lo spazio dei 365 giorni, deve creare anche il suo tempo ½.
E tutti questi giorni devono essere considerati nel numero delle settimane.
Occorre una perspicacia “notevole” ma non è detto che sia impossibile.
Il solo dubbio sta nel fatto che noi abbiamo la certezza di un anno di 52 settimane +10/4 di giorni, per cui quelli interi sono 364+1=365.
Un paio di millenni prima di Cristo lo sapevano?
Dai miei studi sulla Bibbia ne sapevano più di adesso!
Ma non andate a dirlo agli scienziati di oggi...
Il fattore n. 8 , è Matusalemme=109 e il suo rapporto vitale è 109.
Per il valore “complesso della realtà” che ha il numero uguale a 4+4, l’8° deve essere consuntivo.
8 deve esistere nella presenza 1 di 10, quindi nelle 11 quantità che portano 8×11 a 88.
Manca solo tutta la dinamica di 7+7+7, che, con 88+21=109 ha determinato il moto di tutto il complesso e proprio anche il valore numerico dell’8° nominativo.
Il fattore n. 9 si chiama Lamech=38.
È un po’ complicato, ma ci si arriva.
Innanzitutto, deve avanzare con tutta la realtà ed essa è 4.
Deve poi avanzare di 27, 5363 all’interno del lato della realtà che è lungo 100.
27 è intero in 3^3.
Nel tempo c’è la dinamica 0,5353, totale, data dal 16° numero primo, cui si aggiunge il ciclo di 10 decimillesimi della realtà unitaria in 10.000, e +27 diventa 27,5363.
27,5363 esiste nel lato 100 della realtà e si muove di 100 -27,5363 = 72,4637.
Siamo quasi arrivati, poiché il tempo è riferito all’unità 1 come 1/72,4637 =0,0138000.
4+0,0138 = 4,0138 si aggiunge al rapporto vitale 109 di Matusalemme.
+109
+004,0138 =113,0138 è il rapporto vitale del fattore nono.
Pertanto, amici cari, vi ho dato testimonianza di come io sia riuscito a determinare i rapporti vitali interni al 1.000 di tutti e 9 i fattori della creazione del decimo.
Ma risalire da essi poi ai singoli rapporti diventa proibitivo.
Infatti il 9° è dato dalla somma di tutti. E io ho calcolato solo i valori interi, ma essi non bastano.
Infatti se partiamo dal solo primo in cui il rapporto è 130/70 il risultato è 13,2857.
L’intervallo in cui esiste l’intero 13 va da 933/67 = 13,9253 a 929/71 = 13,0845
Occorrono anche i Figli (i decimi)! I 130
sono dati da 929/71. Ora 929/1 sta nel
totale 130, e dunque il Figlio è 130.
Quindi 930/70 = 13,2957 e 13 è il padre
Così si determinano i Figli decimi.
+013,2857, 132 figlio è -2 (area) = 130
+023,6493, 236 -132 è 104/1 = 105
+033,1856, 331 -236 è 95 che -5 = 90
+043,2867, 90 -10-10 (area) = 70
+051,8105, 70 -10/2 (tempo) = 65
+077,7011, giorni 365 -203 = 162
+078,2759, giorni 365 -0 = 365
+109,5340, giorni 365 -178 = 187
+113,0138, giorni 365 -183 =182
=543,7426= 1.000 - 456 ,2574. 1.356
Il totale 1.356 è 365 -9 (il moto di 3^2 in 1 anno) che invece si somma a 1.000
Ove, 456 è la somma di tutti i nomi
Possiamo vedere la coerenza coi numeri che i figli hanno come ordinali, tramite il nome dei numeri in italiano.
130=UNO44 +66+10+10 Romano+area
105=DUE28 +66+66/6 Romano+flusso
90=TRE39 +51= Paolo, mio 4° nome
70=QUATTRO100 -30 ove 1° 100+30
65=CINQUE63 +2 poiché il 5°=10/2
162=SEI31 +66+66 -1 è 1 e va in 2 R
365=SETTE63 +302 spazio lato 100+area
187=OTTO62 +125 (gen. 25 e Genesi 35)
182=NOVE50 +66+66 (Padre+Spirito S)
Sono riferiti all’energia di nome Romano. Il numero OTTO=100 -38 si integra con +125 in 38-1-25 la mia data di nascita!
Capito come nascono i Figli vediamo ora gli anni da padre.
Affrontiamo i casi uno alla volta.
ADAMO,
Il ruolo di CAUSA (ossia di chi genera Figli e Figlie) del primo, nel suo complesso di 4+4 uguale a 8, è 8 volte il lato 100 della realtà. 400 come reali +400 come immaginari. Come totale, è assoluto.
SET è il primo fattore “reale”, poiché Adamo, 1 é assoluto, non aveva riferimenti ad altri, essendoci solo lui e chi era stata ricavata da lui come la sua “dolce metà” di nome Eva.
Se dunque Adamo è il 1° assoluto, allora è il n. 1.
Interno a “in principio” che vale 913 in relazione all’anno terrestre, il periodo totale in cui egli vive è dato da 913 meno 1 (il Padre assoluto).
ENOS. È il numero 3 e il tempo unitario del ciclo è 10/2 su ciascuna componente, dunque 5+5+5 sulle 3 dello spazio e si aggiungono alle 800 assolute del 1°, divenendo 815 unitarie.
KENAN è il 4°.
Come 4° egli è l’esponente della realtà 4 che quando riguarda il ciclo 10 del Padre dei numeri, diventa di 40.
Si aggiungono agli assoluti 800 e diventano 840 unitari.
MALALEEL è il 5°.
Il 5° è il tempo unitario di 10/2. Lo spazio di 10 è 30 nel ciclo intero.
Si aggiunge all’assoluto 800 e diventano 830 unitari.
Come 6°, egli è il 1° della seconda cinquina, per cui riparte daccapo e la sua vita da padre è data dagli 800 anni totali avuti come dal 1°.
.
Come 7° ove il lato della realtà è 100, egli ne crea i 3, per cui 300 sono le unità vissute da Padre.
MATUSALEMME è il numero 8.
Con 8 volte il lato 100 questo è il valore totale 800. Ora non abbiamo valori che si aggiungono ma che si sottraggono, poiché esistono all’interno di 800 anni.
È tutto il lavoro di percorrere 1 in ciascuna delle 6 direzioni ortogonali, e nelle tre dello spazio.
Pertanto 6+6+6=18 si pone a soggetto del moto e 800 -18 determina tutti gli anni in cui è stato padre: 782 anni.
LAMECH il 9°, il definitivo creatore del n. 10, vive 777 anni per partito preso.
777 -182 (gli anni pari ai giorni delle metà degli anni in giorni) fa avanzare il tempo ½ dell’anno all’interno del 777 per una quantità di 595 anni.
Amici ... ce l’abbiamo fatta.
Chi ha creato questa tabella che poi porta nel totale all’energia del Dio Elohim è un genio inarrivabile... ma io ho potuto!
Da accertare ora “come” questi fattori abbiano avuto deciso il loro nome .
Non da una pura opera di fantasia.
Vediamolo:
01=A è il numero 1
04=D esiste come Uno e Trino (assoluto)
01=A è l’1 proprio uguale al 3° numero
11=M è l’1 che esiste in 10
13=O è anche il 3 che esiste in 10.
30=ADAMO.
17=S è il 7° n. primo creatore
05=E esiste
18=T come tutto il lavoro di 6+6+6.
40=SET
05=E esiste, è
12=N come il 3 nelle 4 dimensioni reali
13=O come il ciclo 10 e lo spazio 3
17=S come il 7° numero primo creatore.
47=ENOS
03=K è lo spazio, il 1° vincolo dal 4°
05=E esiste, è
12=N spazio 3 nella 4 dimensioni reali
01=A come 4°, è unitario
12=N e anche nelle 12 ire della notte
33=KENAN che è rappresentato dal “fattore vitale” 33.
11=M è 1 nel 10, il fattore n. 5 (tempo)
01=A è 1
10=L è 10
01=A è 1
10=L è 10
05=E è tempo in positivo
05=E è tempo in negativo
10=L è 10
53=MALALEEL è il 16° n. primo del tempo di presenza in tutta la dinamica.
Essendo tre 1 e tre 10 e il 10 nei due tempi positivo e negativo. Con lui si compie il primo tempo dei 10, e si gira in 35.
09=I è invariante c^2, il n. 6.
01=A è unitario
16=R è il ciclo 4x4 della realtà
05=E è nel tempo dei 10/2
04=D è Uno e Trino, spazio-tempo.
35=IARED in 7x5 è dinamica nel tempo
05=E esiste nel tempo ½ di 10, il 7°
12=N come 3 nelle 4 dimensioni reali
13=O come 3 più il ciclo 10
03=C come spazio unitario
08=H come tutto il complesso 4+4.
41=ENOCH, presenza 1 della realtà 40
11=M esistenza 1 del ciclo 10. Il n. 8
01=A è 1
18=T tutto il lavoro 6+6+6
19=U moto di 1 in 10 mosso di 10
17=S il creatore 7° numero primo
01=A è 1 nel 6 della 6° cifra
10=L è 10 nella 7ma
03=E è tempo ½ di 10 nella ottava
11=M è 1 ciclo 10 nella nona
11=M è 1 esistente in 10 nella 10ma
05=E insomma esiste in TUTTO
109=MATUSALEMME è il complesso
10=L è il ciclo 10, il creatore del 10°
01=A è Uno
11=M è UNO e 10 nella definizione n. 3
05=E è nella 4ta definizione reale
03=C è spazio unitario nella 5ta
08=H è tutto il complesso, nella 6ta38=LAMECH.
Come vedete, ciascuno, per il numero che esso è, ha il suo carattere. ,
Insomma il disegno divino sarebbe fatto su di me?
Non è paradossale?
Questo va considerato con la dovuta attenzione: la somma dei valori numerici dei nomi dei primi 9 fattori, come potete vedere sulla tabella a pagina 101, è 426 .
Il totale di 456 in tabella comprende anche il nome di Noè, che vale 30 e che tolto dà con 426 un numero significativo in quanto ha i due valori dati a Dio, numerico 100+300=400 e alfabetico 26.
Il valore numerico 100 è l’unità ed è sia il nome di Allah, sia quello del Dio Jahvè <io sono chi sono> che <quando è 10, allora con 10 dieci raggiunge 100>.
Al 100, come Uno, va aggiunto il 300 in quanto al Trino e il totale è 400.
Il valore alfabetico sia di DIO in Italiano sia di JHVH in Ebraico è 26.
400+26 è il Dio Alfanumerico, e il suo valore è dei 9 nomi dei primi fattori del 10° ma vale anche nei 6 nomi di mio fratello.
La cosa poco credibile, ma è così, è che quando io fui miracolato, accadde un secondo miracolo: la sera per la gioia della mia pratica risurrezione dalla morte portò i miei ad amarsi dopo molti mesi che più non accadeva, e fu concepito il mio <Alter Ego> in amore.
Infatti il reale padre della sua nascita fu espresso dalla gioia per la mia risurrezione.
Benito sarebbe nato dopo una gestazione di 258 giorni e gli sarebbe stato imposto il nome avente le stesse sei unità del mio:
Benito Vittorio Anna Giovanni Vincenzo Amodeo, i cui numeri sono 59+116+26+83+95+47, la cui somma è il 426 dei 9 fattori biblici creatori del 10°.
Poiché il 10° è tratto dal nome trisillabo Ro-ma-no, se lo combina con quel valore suo 1/3 dato dalla sillaba 3a che vale il 25 della presenza e che è l’ultima, NO, si ha che il 3° del Trino nome No è riferito al mio 1° nome, per cui esso è Uno e Trino.
Poiché Noè (il 10°) pare il mio nome, e il 10° è figlio dei primi 9 i cui nomi valgono quelli di mio fratello, io risulterei (in modo sibillino e paradossale) figlio di mio fratello.
Per come detto prima, ne sarei il padre per la gioia che lo causò quando fui miracolato.
Poi la somma dei 3 figli di Adamo ed Eva=26, vale 101 come il nome e cognome di mio Padre, Luigi Amodeo, 54+47=101, 16° numero primo per conto di Eva.
Dei 3 (come in Romano con No è ) resta il 3°, Set con papà mio nato SET-7.7.
Ora il padre dei tre è Adamo, ma questo
Adamo è MDA in ebraico, come il Codice
Fiscale di mio padre e mio r di mio fratello collo stesso cognome Amodeo.
Da cui (per proprietà transitiva) Amodeo è Adamo, ed è anche Uno e Trino, poiché
Adamo è il n. 1 mentre il n. 3 della
Genealogia, Enos, vale il 47=Amodeo.
Ora Adamo+Eva sono 30+26, dunque il 56 dato da 66 -10, che quantifica il moto del Dio=10 (quello numerico) che, poiché è
nell’energia che si chiama Romano=66, lavora 56 quando crea Adamo e Eva.
Insomma in Bibbia, i genitori tratti dal 66 di Romano rendono me, il padre del padre mio Luigi Amodeo, che nel suo numero vale i nomi di tutte e tre i loro figli.
Cose come questa, sono definibili solo in un modo: trascendenti la realtà, perché non si può essere figlio del padre e nel contempo suo padre e sua madre, essendo padre e figlio di suo fratello !!!.
Ma c’è ben altro! Dei tre figli si impone
solo il terzo, chiamato Set. Egli ha ricevuto una vita da padre lunga 807 anni.
+381 sono io nel valore dei miei 6 nomi
+426, che è mio fratello nei suoi 6 nomi
=807, vita di SET come Padre.
Ma SET-SETTE-SETTE è nostro padre quando entra in vita il 7-7 del 1.907 essendo il 2° e anche il 9° in LAMech ch’è LAM ch’è
L.AModeo, padre di Romano che NO è .
Nel 3° del suo nome 1°, è NOS nel 3° in genealogia ed èNOch nel 7° riguardante suo padre Lamech vissuto 777 (il 9°) e SET (il 2°, ma essendo in 2a generazione con il suo 101 – di Luigi Amodeo mio reale padre, tutti e 3: Caino, Abele e Set).
Ora, essendo 3: SET, 7-7-7, e 777, col n. 2 e 9 uniti in 29 sono il DIO SUPREMO del 29, il quale, ove i primi ordinano tutti numeri naturali è il 10° numero primo!
Altre cose notevoli vengono quando i due fratelli si mettono in rapporto tra di loro.
426 : 381 dà un numero che voglio mostrarvi a 12 cifre, uguali al numero dei loro nomi, per fare controlli.
- 1,118110236220 è il 2° diviso il 1°
- 1,118033988749, lato di 1^2+0,5^2 =0,000076247470 è la differenza.
Il valore totale dei 6 nomi di mio fratello (il 2°genito di L.AM), diviso per il valore totale dei miei 6 (di me 1°genito di L.AM) nelle 12 cifre decimali, è decurtato del valore del lato dell’area unitaria dello spazio-tempo.
L’area unitaria è 1,25 (Gen. 25, mia nascita nonché Genesi 25) poiché 1 al quadrato è l’area 1 dello spazio e ½ al quadrato = 0,25 è l’area del suo tempo ½.
√ 1,25 = 1,118033988749 è il lato.
la differenza 0,000076247470 mostra che nelle 4 dimensioni decimali della realtà, non c’è alcuna differenza!
Significa che la parte che io, nell’ 1/381 del mio 381, ricevo dalla divinità 426 dei 6 nomi di mio fratello è il lato dell’area unitaria dello spazio-tempo, nelle totali sue 4 cifre decimali che la rappresentano !!!
Non siete soddisfatti dalle sole 4 cifre della realtà, e volete il riscontro su tutte e 12 quelle dei 12 nomi?
Ebbene, quando consideriamo la differenza che c’è in 0,000076247470 vediamo che;
76 è il moto 10, intero (del Dio 10 numerico) del 66=Romano, (nome dell’energia potenziale che è stato “girato” a me nel 1° nome, di me che la servo).
2 siamo noi 2 Amodeo. Non ci credete?
47470, eccoveli serviti i 2 Amodeo=47, il 1° seguito dal 2° nel ciclo 10 di tutti e 2!!!
Poiché il 381 del mio nome è in cubiti l’Arca di Noè, lunga 300, larga 50, alta 30 +1 per il tetto, abbiamo che la somma dei 9 nomi dei 9 primi fattori del 10°, data dallo stesso 426 , divisa per la lunghezza dell’arca in cubiti dà la lunghezza unitaria del lato dell’area unitaria dello spaziotempo !!!
Andando più in dettaglio, c’è il moto 10 della energia Romano (in potenza) e 2 Amodeo messi in fila nel loro ciclo 10... ma Amodeo=47 è la realtà 40 in 7 dì di creazione!
Quando io ho supposto che BRASIT (il titolo ebraico del 1° libro, nonché sua 1° parola) indicava l’auspicio divino sibillino di <Benito Romano Amodeo sia Romano!> non ero dunque lontano dal vero!
Sono essi i lati dello spazio-tempo!
Son essi la parte del Dio alfa-numerico
426 spettante all’Arca di Noè ordinata in cubiti! Essa è la casa della salvezza, essa è la Ca di AR. Per questo in BRASIT B è
Benito 426 diviso per RA 381 auspica il SIT che è certamente un <sia Romano!>
<Che sia ROMANO!> è il divino auspicio di: <che l’Energia in potenza si realizzi!>
Ditemi: Era mai possibile che la data della mia morte e risurrezione fossero descritte dal totale rapporto di Causa ed Effetto dei 9 creatori del 10? Mi sono convinto di sì, quando ho osservato tutti i nomi come i numeri ordinali nell’alfabeto italiano che mi riguarda, come italiano.
Ho notato che il valore del mio intero nome
Romano Antonio Anna Paolo Torquato AMODEO era 381, come l’Arca di Noè in cubiti!
Ora i dì totali, 1° incluso, della mia vita di 862 giorni fino a quello del concepimento del mio <alter ego> e della continuazione del mio risultavano dati da questo calcolo:
+381 poteva essere la vita del PADRE
+381 per quella dello SPIRITO SANTO
+100 per quella di Allah
=862
Nel Credo Islamico Allah ha 99 altri nomi dati da 100 (sottinteso) nel Suo, meno 1.
100 poteva essere anche il Dio JHVH dato in <Io sono il 10 che esiste per 10>.
Insomma, a conti fatti, quei giorni 862 erano stati secondo l’intera vita trina di Dio!
In essa Padre e Spirito santo mi riguardavano direttamente nel valore ripetuto per due di tutto il mio nome; il terzo metteva d’accordo il Dio JHVH con quello a nome Allah, e con il 100 che è il lato della nostra realtà intera in 10^4.
e
Per via del miracolo di sopravvivenza di cui ho beneficiato il 4 giugno per la intercessione di Maria Santissima, sono divenuto un facsimile del Figlio di Maria Santissima.
Nel 1.940,0604, il facsimile di Gesù.
Nel 1.969,0604 ho sposato G.S.
Nel 1.973,0604 volli “dar corpo” a Gesù.
Mel 1.983,0605 morì il mio papà, dopo una via Crucis di 14 giorni di completa paralisi.
Mi sono chiesto cosa avesse di così tanto speciale questo 0,604 del 4 giugno in cui io mi sono legato sempre più stretto a Gesù... e fino al decesso il giorno dopo, nello 0,0605 del mio papà ... nel mentre nello 0,0603 era nata la mia 2a mammà, quella putativa, in San Giuseppe, mentre la mia si chiamava Giuseppina ed era madre della G.S che avevo sposato il giorno dopo, come ho già scritto, in data 0,0604.
I 604 decimillesimi sono quelli unitari della realtà 10.000 = 10^4.
Quando sono 604, che cosa indicano?
I 4 decimillesimi indicano l’Unità e la Trinità dell’intero 10.000.
I 600 decimillesimi sottintendono tutta l’espansione 100, nei 6 versi, dall’origine degli assi, e 100 è il lato della realtà 10^4.
100 è però anche valore del nome implicito Allah che nel Credo islamico ne ha scelti altri 99, in modo numericamente esplicito, da 100 -1 nel segno (evidente) che il 100 mascherasse il nome base.
Pure Jhvh nasconde 100 nella risposta data a Mosè che gli chiedeva il nome:
<io sono (10) colui che sono (10×10)>.
Ecco perché il 4 giugno sottintende il nascosto avvento di Dio JHVH e Allah, che si pongono a lati della nostra realtà concreta.
Iniziando a contare dal primo dell’anno, il 4 giugno dista i 154 giorni che in 150 sono lo spazio di tempo a 3 dimensioni dato da 50+50+50 e nel 4 sono lo spazio-tempo o l’Unità e Trinità del Creatore dell’Universo.
Divenuto il 40,0604 un figlio postumo della Madonna, io mi sarei sposato nello stesso 4 giugno dell’anno 969 ... e qui scatta un importante collegamento (che a me non sfugge) col biblico 8° fattore, di nome Matusalemme, vissuto anni 969!
Matusalemme, il fattore n. 8, è nel segno della complessità del numero 8, che ha due realtà, 4+4, una reale e l’altra immaginaria. E quando Matusalemme si sdoppia nel dualismo rispetto alla sua unica vita, ecco gli anni 969+969 che diventano gli esatti anni 1.938 dopo Cristo ma posti prima della mia entrata in vita.
Tanto per far constatare l’eccezionalità di questo anno 969 in cui in chiesa sposai G.S. (le consonanti del sottinteso Gesù) e mi legai (in tal modo nascosto al cielo) ... ecco che (in tutta la storia non solo della mia vita ma dell’intera umanità) quell’anno 969 fu la prima volta in cui terrestri oltrepassarono il cielo uscendo dalla atmosfera della Terra e sbarcarono sul suo satellite.
Su quella Luna così sposata in segreto al nostro pianeta e con un vero legame così fedele che essa mostra alla Terra sempre la stessa faccia in buona e cattiva sorte.
Ora, miracolato il 40,0604 vissi davvero come un nuovo Gesù figlio di Maria SS...
Nel 969.0604 mi legai (in nozze sacre in Chiesa) a G.S. figlia di Mario S. ove G.S. (Giancarla Scaglioni) nasconde Gesù per almeno le seguenti 11 ragioni.
1. Suo padre si chiama Mario.
2. Mario (come Maria Santissima) fu figlio di una donna chiamata Anna).
3. Mario (come la stessa madre di Gesù) discese nel mondo il 15 agosto in cui Maria vi ascese.
4. La madre di G.S. è Giuseppina.
5. G.S. è nata il dì di Tutti i Santi.
6. La data 11.1 segna la Trinità nelle tre decine e l’Unità nel numero.
7, Essendo io rappresentato in Bibbia 1,25 (la mia data di nascita) da ESAÙ i cui estremi sono E ed Ù. accade che il legame tra G.S. e <E Ù> dà GESÙ.
8. Essendo ESAÙ un sottinteso <Tu sei Romano da A. a Ù> (da cima a fondo) è anche sottinteso che il legame che porta a Gesù, porta anche a me.
9. In Bibbia 1,25 (è sottinteso mese e giorno in cui sono nato) nacque Giacobbe, e nel segno della sua trinità, GIA è compreso sia l’inizio Trino di GIAcobbe sia di GIAncarla,
10. In Bibbia 1,38 (con gennaio 38 è sottinteso il mese e l’anno della mia nascita); lei GIA mi chiamava RO ... congiunti estremi (morti) di E R-O nan.
Ora lei, chiamata GianCARLA SCAglioni
risulta dal testo di essersi sposata a un RO-mano poiché un filo di colore
SCARLATTO fu legato attorno alla <di RO-mano> e questo colore preciso aggiunge al GIA precisato in Gen. 1,25, il CARLA SCAglioni.
11. Quando ESAù (che cogli estremi E ed U, intercalati con G.S. porta a GESÙ) perse il suo nome e acquistò il nomignolo che in Bibbia è scritto MODÈ (letto ÈDOM da destra, in ebraico) ecco che A-MODÈ-O sposa G.S. ora non più con Romano (come dal punto 11), ma con l’AMODEO che è AMODÈO da alfa a Omega come ESAU è <Tu sei Romano da A a U>.
Questi 11 segni fanno di G.S, una perfetta ma sottintesa facsimile di Gesù sposato con lui, avendo sposato Romano Amodeo.
Insomma le mie nozze nell’anno della discesa dell’uomo sulla Luna furono nozze celesti, dell’uomo che finalmente andò all’altro mondo .. quando io andai con Gesù.
Dopo il primo legame nascosto col cielo per il miracolo del 1940,0604 e ll secondo del 969,0604 in cui sposai Gesù sottinteso nella sua controfigura, la terza volta celata allo stesso modo fu nel 1.973,0604.
In quella data, decisi segretamente di “ dar corpo” a Gesù mostrandomi Suo .
Avrei agito all’opposto del Giovane ricco che cercava la perfezione e aveva sentito da Gesù che l’avrebbe avuta se vendeva tutti i suoi beni e donava il denaro ai poveri e poi tornava dal Cristo e lo seguiva.
Io mi sarei licenziato da tutti i miei posti di potere e avrei cercato di aiutare i poveri e indifesi ... dandogli a dimora la mia stalla.
1.973 ha di speciale di essere a 27 anni (=3×3×3) dalla fine del secolo.
Sommando gli anni dei miei tre sposalizi con Gesù, abbiamo questo:
++40 la Madonna mi miracolò
++69 sposai G.S.
++73 decisi di “dar corpo” a Gesù
=182 sono i giorni di ½ Anno, e che cosa può sottintendere in fatto di nozze?
182 in dì è la “dolce metà” dell’ Anno, il quale è lo sposo di Anna nel mio 3° nome.
Poiché il doppio (il marito) del 182 è il 364 che manca di giorni 1,25, per avere tutti i 365,25 giorni, ecco che occorre che questo Signor Anno 364 qui si leghi a 1,25 che è il mese e il dì della mia nascita.
A voi scapperà da ridere... ma il Signor
Anno con Anna che è la sua dolce metà “gioca davvero” con tutte le sue creature!
Esse – poverine! – non sono i personaggi ma le sue innocenti anime di Dio dal Signore costrette ad animare spesso ceffi da galera – le povere! – che non c’entrano niente coi personaggi!
Per noi la vita che muore è una cosa tragica... mentre Dio davvero felice se la gode, perché infine può cominciare davvero a salvarle tutte, togliendo dal loro gobbone talvolta i mostri che sono state costrette ad animare!
Chiederete increduli:
«Perché l’avrebbe fatto? Dipingi così perverso il Padre Nostro?»
E io – a cui il Dio che camminò con me l’ha fatto capire – nella pagina prossima, la 132+1+1 uguale con 132×1×1 al volume di 66+66 vi do la Sua risposta:
«Oi gente! Io ho sacrificato mio figlio e quando son venuto in questo povero spirito che è Romano mi sono messo in croce nei suoi difetti! Ma si è offerto con tutto il suo cuore e io bado solo a questo! Dovete sapere che io devo togliere di mezzo TUTTI I PECCATI, possibili e immaginabili, e per potere farlo, prima li devo in apparenza fare esistere tutti!
A qualcuna delle mie anime – che sono le mie stesse e io di esse posso disporre come mie Figlie e come ho fatto con Gesù – dovevo pur darli tutti quanti da assumere e da animare!
Per voi costoro sono stati MOSTRI... ma per le mie anime (costretta a dar vita a MOSTRI, per poterli io cancellare), quelle sono anime eroiche, più ancora di Cristo. Il mio Figlio di cui mi sono compiaciuto non ha faticato che per tre giorni. Le anime costrette ad animare <vere carogne> io le ho messe in croce per tutta la loro talvolta lunghissima vita!
Non giudicate, se non sapete come stanno veramente le cose!»
Il 1.983,0605
Poiché l’Unità è anche Trina, e tre erano state le mie “riprese in vita”, ecco che ci doveva essere anche la nascita più importante di tutte: quella del Padre che se ne va in cielo!
Il Signore l’ha strutturata nel modo perfetto in cui la parte reciproca al Figlio nato nel 38, è la morte del padre nell’83 che è l’inversione del 38.
Le TRE volte in cui su Romano è stato caricato il Cristo hanno espresso:
La prima il modo naturale di una vera e propria rinascita reale ma miracolosa.
La seconda un atto dovuto di nozze davanti a Dio.
La terza la decisione volontaria di sposare Cristo, dell’anima del personaggio.
Ecco allora che il Signore per non confondere le cose, ha “piazzato” nella quarta la morte del padre per il dì dopo, poiché aveva fatto nascere il dì prima la sua mamma putativa Giuseppina, facsimile del padre putativo Giuseppe, per Gesù Cristo.
Chi colpevolizza il Signore per i sacrifici che Dio impone alle anime predilette, consideri in che modo allusivo il RE dei Cieli ha portato lassù quel LUIGI AMODEO caricato del RUOLO fondamentale – il più importante di tutti – di prefigurare il PADRE NOSTRO attraverso il padre reale di Romano.
Non sto a ripetere i segni meravigliosi e trascendenti accreditati a colui Ch’è LAM , ch’è Is LAM , ch’è Allah e tante, tante altre cose...
Manca soltanto la sua spettacolare salita in cielo e ve la racconto:
Attendevamo a Milano il Papa Giovanni
Paolo II nella sua prima visita ufficiale, e Papà si paralizzo, assumendo proprio la posizione
fetale di chi è nel grembo di una Madre Celeste. Egli nato 7-7-7 e SET e 777, restò paralizzato 7+7 giorni.
Infine, in sala di rianimazione, morì e risuscitò 3 volte (col massaggio cardiaco).
Non ci fu la quarta volta poiché Romano impedì alla animatrice di procedere, e fu così Romano a decidere la fine della vita di suo padre.
La Fisica qualifica la sua
vita in luce! Appare dai suoi giorni alle nascite dei figli.
Quando nacque il 1°genito aveva 1116 decine di giorni.
Dal periodo intero di anni 4631 -913 (=in principio) si ha 3.718
1.1160 dì : 2,99792458 = 3.722,57530 che ha in più 4,5753 (riferimento unitario).
3.722 è 2.222 +1.500 (unità di spazio-tempo, 1.000+1.000/2) in cui 6666/3 è il flusso della energia 6666 (a nome Romano).
Alla nascita del 2°genito il Padre ha i giorni di 2,99792458 × 2^12, un 4.096 ch’è il moto di 4 (Dio Uno e Trino ×10^3) +Spirito=96. 2^12 sono anche i suoi 2 figli in potenza dei loro 12 nomi che – come visto – sono nel segno totale della luce esistente nel mondo.
Cosa volere di più ideale come facsimile del Padre nostro e dello Spirito Santo ?
Ma non se ne accorse! Solo io, Romano vedo il divino nell’esistenza umana! Lo dico –anche – ai coinvolti e non mi credono !!!
per me in principio!
Nel 68 mi laureai Architetto, nel 69 mi sposai e nel 70 fui al CIMEP (Consorzio Intercomunale Milanese per l’Edilizia Popolare) al massimo livello tecnico dipendente, come Assistente di Direzione e senza il Direttore, coll’Ingegner Calandra, del Comune di Milano, talvolta presente come vice.
Nella mia vita, intimamente collegata al Popolo Ebraico per ragioni “occulte”, vi ero entrato grazie al Senatore Sameck Lodovici, Primario dell’Ospedale di Abbiategrasso.
Aveva avuto a lungo in cura Clara Benedetti, nonna di mia moglie, ed era divenuto un suo grande amico di famiglia.
Quando gli fu detto casualmente che il marito della sua unica nipote, architetto, aveva si era iscritto al Concorso per entrare nel Cimep, le disse: “Ma Milli è il suo
Segretario Generale!” e si attivò con suo figlio, che la stessa Clara conosceva fin da bambino e chiamava anche lei “Milli”.
Questi due Samech Ludovici han pesato sulla mia vittoria, come una origine Ebraica.
Qui sopra vi mo stro la 15ma lettera SAMECH dell’alfabeto ebraico, in quante volte è stata usata in Bibbia nel libro 1, nominato BRASIT e che significa “In Principio”, tradotto in Genesi in Italiano.
Nell’ultima riga il numero 78.064 indica quante sono tutte le lettere di questo libro posto a base principale della Bibbia.
Nella colonna di destra c’è il valore numerico di tutte le lettere usate.
Come già detto, la lettera Samech è la 15ma; non avendo precisato il significato “ordinale” di 15°, lo faccio subito: in 5+5+5 assume sulle 3 dimensioni il tempo unitario del ciclo numerico fato dai 10/2.
Ogni 5 è la sola la metà del ciclo nel suo esistere nel positivo e nel negativo del tempo, che parte da -5, sorpassa il mediano 0, e arriva a ribaltarsi nel positivo di +5.
Di conseguenza, la lettera Samech assume in sé tutto il significato della solo metà del flusso reale, svolto nella positività (o negatività) del tempo.
Di fatti, il suo valore 60 esiste poi nel tempo dell’ora, e nelle 3 dimensioni dei minuti primi, secondi e terzi.
In tutto il libro posto in principio ci sono 446
SAMECH.
Riconosciuta in 666 tutta l’energia in potenza chiamata Romano ed espressa nel perfetto equilibrio tra il negativo -333 e il positivo +333, il numero la quantifica nei 2/3 che la riconducono a essere la quantità esistente in 444 nell’area trasversale a lati 222 e 222.
A questa unità di massa della sezione trasversale unitaria dell’energia, si aggiunge (in 446) la lunghezza 1 e 1 che se 444 è il piano, indica il flusso della presenza di 1 che si sposta di 1 ed occupa le due dimensioni del 1° numero primo. In conclusione, 446 è la massa ideale del 2° numero primo.
Quando questa massa si moltiplica per il valore 60 di ciascuna e assume il numero a destra, il valore totale 26.760 significa 100, lato della realtà, che vale 26.660 in 10^4 e 10^4 (lati della realtà) col flusso di 10×666.
Laddove abbiamo visto da questa tabella che è 78,275 il “rapporto vitale” dei primi 7 fondamentali creatori da Adamo fino a Enoch, vediamo dall’estratto presentato nella tabellina di 2 pagine fa che nel 1° libro della Bibbia sono 78.064 tutte le lettere, compresi anche tutti i 446 <Samech>.
Sono, rispetto a 78,275 i 78.064 esistenti ogni 1.000 lettere, con in più i 211/1.000 dati dai lati 100 e 100 della realtà 10^4, ora espressa nei millesimi, il cui flusso 11 è la presenza 1 del ciclo 10.
Possiamo anche arrivare a determinare quanto valgano tutti i 446 SAMECH nella totalità del 1° libro, posto in tutto il quantitativo delle 78.064 lettere esistenti “in principio”.
78.064 : 446 sono 175,031390 lettere per ogni SAMECH, e precisano di essere tutto il flusso della presenza 25, nel lato 100 della realtà, che, in 100^2, sono tutta quanta l’area della realtà.
Il tempo decimale intero, nel ciclo 10 alla dimensione 10^-6 di tutto il complesso spaziale e nella quantità di 31.390 milionesimi, dà le decine che non sono l’intero 33.330, dato il 2.060 nel suo interno. Pertanto, 33.330 -2.060 milionesimi, indicano tutto il movimento del volume nel suo complesso, dato dal 10^6 = 1 milione, a lati interi in 1.000 e 1.000, aventi il flusso totale 60 che è quello di 1 SAMECH.
Ciò vi potrebbe sembrare un idiota “ciurlare nel manico”, ma state attenti a non avere voi quella “dura cervice” tante volte attribuita da Dio al Popolo Ebraico!
Sembra che io, Romano, mi eserciti nei Ludi di Roma – nei suoi giochi – allorché mi imbatto in un Padre e suo Figlio chiamati Sameck Ludovici, e io <vi ci gioco>.
Ma ditemi voi: «Come mai, alla base del mio Concorso al Cimep, questi 2 italiani, con tutta la parvenza di essere del Popolo Santo?»
Per me questa cosa è così ripetitiva da non poter essere una cosa <normale>!
Anche nella scelta della donna che avrei sposato, per me, R.Amo, molto pesò quanto “giocarono” per <Ab>R.Amo, una mamma, la egiziana Agar e suo figlio!
Quell’ <IsMAele> che gioca a dire in modo totalmente trasceso: <eleAMsì!>, <sì! I AM il nascostol Dio> celato nella misera stalla di AModeo ... Perfino Abramo mio padre mi caccia, nonostante io pure sia stato circonciso!
Nella mia spaziale 3za vita (dopo la 1ma a Felitto e la 2da a Salerno) mi fidanzai con una
Badari di cognome egizio.
Fu basilare per le mie nozze scaglionate 7 anni dopo in Chiesa ... davanti a Dio con una Scaglioni.
Conclusa quella 3za stagione, colla fine di 3
Romano Amodeo su 3 croci, nella mia quarta vita reale sarebbe stata la figlia della
Badari la totale premessa della finale quinta che mi avrebbe riconvertito così a fondo da ritornare quasi alla seconda.
Se la Badari (dal suo nome egizio) non mi avesse dato il senso reale di che cosa fosse il “fumo” nell’amore, dopo non avrei apprezzato il “solo arrosto”, nel bene concreto per me di chi avrei sposato come se fosse stata la sorella d’Abramo, presa per moglie.
Similmente, l’Egiziana Agar diede il fumo di un figlio ad Abramo giacché Isacco fu giudicato il suo “unico figlio”.
Anche Abramo maturò la differenza di quanto poi ebbe da Sarai ... Che differenza!
La sterile Sarai poteva essere madre solo coll’intervento del Dio dell’amore, che è quello che ingravida le donne sterili.
Anche io, come Abramo, alla fine avrei sposato quella sorella che nutre per te un “bene” solido, concerto e senza “fumi”.
Avrei però avuto per davvero da lei un figlio altrettanto divino ... fino al punto da trascendere la realtà concreta di ciò ch’è visibile a occhio nudo.
Infatti Egli è nato da lei! Nonostante che in realtà non avessimo mai avuto il piacere di crescere un figlio reale!
Questo trascendente figlio divino ha superato tutte le reali vicissitudini della vita e dei legami (io colle altre donne e lei con un altro uomo nato – che segno! – nel 5 giugno in cui è morto mio padre!) ed è restato lì come puro amore in me e in lei, anche con 84 anni io è 79 lei !!!
Mentre vi scrivo, lo vedo vivo e vero in me, anche se nella vita ho potuto amare altro ancora ... senza scalfire quello col facsimile di sorellastra che, come Abramo, anch’io ho messo al posto dell’egiziana e del suo figlio reale. Agar Badari siam lì ... 7 a 7+7+1.
La quarta volta che la mia vita è ripresa come risorgendo dalle sue ceneri, ebbe come premessa Lucy, la figlia dell’egizio cognome
Badari, e lei sarebbe stata alla base di un “ patto con Dio ” simile, ma ancor più crudo di quello fatto da Abramo.
Avrei rinunciato a esser capito dal mondo!
Che il Signore la salvasse dalla morte per anoressia! Fu più della circoncisione!
Infatti, mentre quella imposta anche a Ismaele interveniva sul membro, che per i maschi è quanto attiva la nuova vita, la rinuncia totale all’umana comprensione equivaleva per me alla totale castrazione.
Come Abramo cacciò via il figlio della egiziana – nonostante l’avesse circonciso –totalmente sostituendolo con Isacco, così io pure non avrei più mai visto la figlia della Badari e l’avrei sostituita con un’altra.
A Lucy, ch’ era via a Trento, Dio sostituì una donna ch’era in via Trento.
Non ostante ciò, quel patto con Dio , nel mio caso riguardante la figlia di questa trascendente egizia, sarebbe stato alla base del più importane sconvolgimento della mia quarta vita, per cominciarne la quinta.
Quinta che – come impone il numero 5 –riconverte il totale cammino e lo riporta all’inizio.
Sarei – andando a vivere di nuovo in Via Larga – come virtualmente ritornato a vivere in quella Via Larga a Milano in cui fui parimenti accolto nella casa di una cugina, quando là andai da Salerno.
E quello spostamento a Saronno avrebbe alluso al mio ritorno a Salerno, ma molto, molto ancora più indietro e fino a <Salem>.
Tra <Salem> e <Salern> (non so se nel minuscolo cogliete la differenza visibile tra le finali maiuscole <M> e <RN>) ... si gioca –c’è poco da fare! Si gioca – col retrocedere fino al nome più antico di Gerusalemme.
Dio gioca anche tra lo <R.NO> – la fine della Salerno che è <R(oma)NO> senza <o> (alternative) e senza <ma> (obiezioni) – e si diverte a mischiare un chiaro <SA Romano> con <Saronno>, mutando il <ma> nella <N> che vale lo stesso 12!
Ahimè e che 12 ! i figli di Israele poiché in Via Larga, avrei abitato al 12.
A Salerno ero vissuto per un ciclo 10 in meno del 12, in via Cajafa 2 (e lì era coinvolto l’ebreo Caifa).
Prima ancora, nella mia prima vita, nella
Felitto che ha la stessa fine dell’Egitto, sarei apparso nel segno della profezia di Osea: “Dall’Egitto ho chiamato mio Figlio” e sarebbe stato totalmente vero!
Dal Dio Egizio antico il Dio Orus trascende <su RO ... MANO> da AMON, <ANTO>nio da ATON e il Dio RAAA Trino in me nelle iniziali del mio nome Romano + Antonio
Anna Amodeo.
Da “Via Larga 12” in cui c’è la via larga data soprattutto dai 12 apostoli di Gesù Cristo, sarei passato infine a vivere in via Trieste.
È quella via TRIESTE, 1 in cui <Tri> est Romano, è n. 1, il <Trino è Uno e Trino> avanzando in tal modo coll’arretrare fino al Dio Uno e Trino, nella mia vita.
Essa era iniziata in quella via Pomerio 76 in cui il Pomerio era il luogo sacro e non edificabile votato al Dio Romano, a ridosso delle mura difensive delle città romane che le avevano e Rome-Rio il Raid quando nacqui.
Vi sto rendendo evidenti alcune Ragioni invisibili e trascendenti come quelle coi due Sameck Ludovici, della mia Vittoria al concorso Cimep, e tutte nel segno reale ma in tutto impercettibile e ben nascosto, dei divini Ludi giocati dai Romani.
Una totale occulta messinscena e proprio finalizzata a me che, come 1° nome, ho Romano e ho orecchie per intendere!
Vi sto scrivendo queste parole dopo una notte in cui ho sognato che vi fosse la necessità nella mia testimonianza, di andare il più possibile in principio.
Andare ancor prima delle indicazioni in Bibbia, significa ritornare all’ASSOLUTO.
A è l’evidente principio
SS indica <Santissimo>
O sta per <oppure>
L’<ut> vale L’<affinché> per un Romano
O sta per <Ho>, <oppure 10+3> il Dio nel fondamento Uno nel Ciclo del Padre di tutti i numeri e Trino nella Trinità.
Laddove 13 è la reale mediazione del <Dio Jahvè> che sono <26 e 26>, come tutte le settimane nell’anno create da Chi lo fa col 7 di SET, il 3°genito di Adamo.
Nel valore numerico, <ASSOLUTO> è 107 e si dimostra il creatore SET che riguarda nel
100 un sacco di roba.
100 è il lato della realtà intera in 10^4.
100 è l’area unitaria data da 10^2.
100 è <sono il 10 di chi è ×10> (Jahvè).
100 è Allah che con -1 ha altri 99 nomi.
All’ASSOLUTO si risale dalla Relatività
Generale che è ancor più generale di quella di Einstein esistendo come N^-1 × N^+1.
Dalle mie ricerche scientifiche sono risalito alla convinzione totale che l’infinito Universo, nello spazio e nel tempo ha virtualmente ogni suo punto al centro.
Infatti l’intersezione dei tre infiniti assi cartesiani ha infinite semirette in tutti i 6 versi del loro intorno e questo significa essere sempre al centro.
Questo premesso, non vi dovrebbe più impressionare il fatto che sia il mio giorno natale ad apparire veramente al centro non solo dell’Universo mio, ma di quello di tutti quanti sono poi osservati da me, dal mio personale punto di vista.
Le equazioni di Campo, di Einstein si basano su tutti dati precisi, tranne che in quel riferimento – essenziale! – ad un suo autentico e reale punto in principio.
Quando quel parametro diventa l’origine reale data dalla mia, i valori che assume l’Equazione di campo si rivelano nel loro numero come quella equazione che è veramente presente non solo per me ma per tutti, e, coi dati della matematica, non ci sono Ludi Romani.
Propongo ora tutta la tabella per mostrarvi che le lettere che ci sono nel loro numero sono proprio le essenziali!
La A c’è le 7634 volte uguali a 10^4 -2.366. Sono i lati 1.000 e 1.000, totali in 10^3, il cui flusso è l’anno di 366 dì (il bisestile).
Il 90 (ciclo dell’ invariante c^2) è nelle 666 centinaia dell’energia!
Il 2, presente 4.332 volte, copre 2.222 come l’area di lati unitari 1.111 e 1.111 col flusso di dieci 211 dati dal lato 100 della realtà caricato dell’energia unitaria in 666/6.
Il 3, unità dello spazio, è presente le 577 volte del piano a lati 11 e 11 con tutta la dinamica del flusso elettromagnetico 555.
Il 4, unità della realtà, colle 1.848 volte, si muove nel complesso totale 8.888 quanto il 7.040 della realtà 40 colla tot. dinamica 7.000.
Il 5, tempo di 10/2, ha il volume dinamico a lati 381+1+1 in moto nell’energia totale 6.666.
Il 6, di tutti i versi, si muove di 440 (ciclo della massa) in 8.888, flusso del 6.666 +6.666/3 quale moto 1/3 dell’energia.
Il 7, dinamica tot. è il 7×4 e la realtà 400.
8, il complesso, è il piano a lati 900 e 900 mossi in tutta la massa 44.
9, invariante, è il complesso 8 +300, spazio.
10, il ciclo, è l’invariante 900 con flusso 7×5.
20, moto del ciclo, moto di 91 in 2.000.
30, ciclo di spazio, è 2.222+3050.
40, ciclo realtà, è 2.222+1.199.
50, ciclo tempo, è 2.222+554.
Esempi del tot 78.064=1,5 anni in 7 dì+2^6 che in 1/2 anno è il 26.000+7+7+7+1/3. alla velocità 3/1 dello spazio sul tempo.
Uno studio accurato rivela che c’è quel < Buon Seminatore > che ha piantato in
lettere le sementi necessarie, poste in principio, per ottenere in seguito tutto il necessario raccolto e lo sviluppo.
Nel 1.970 fui tra i 4 architetti che vinsero il concorso e furono assunti dal Cimep.
L’ho dovuto – io credo – alla nonna piena di guai di chi avevo da poco sposato.
Divenuto importante e noto, mi fu poi possibile essere eletto tra i consiglieri dell’Ordine Architetti MI-PV-SO.
Col compimento dei miei 30 anni cominciò – per me pure – quel periodo miracoloso che per Gesù durò 3, mentre (come per il suo <duplo>) per me furono 6, fino a un anno dopo la mia riconversione al Cristo.
Non è che avessi perso la fede, ma per costruire quella sorta di mio Nuovo Orto degli ulivi, approntato in tutti i fine settimana di 3 lunghi anni, non andai più alla mia Santa Messa dell’Obbligo.
Lo ripresi quando non mi mossi più da Milano, per avere affidato l’opera a chi era stato il 2° muratore, con me 1° e factotum.
Ero il progettista, dirigevo i lavori e facevo ogni cosa: impastavo malta, erigevo i muri e tagliavo, piegavo e legavo i ferri delle gabbie per il cemento armato che avevo io calcolato.
Ho detto di un tempo miracoloso, che la Divina Provvidenza mi concesse, rendendo possibili le cose che non lo erano.
Il Cimep, ad esempio. Il Piano consortile per l'Edilizia Economica e Popolare era stato elaborato dal Balzani, con l’aiuto di altri 3 architetti liberi professionisti. Divenuta obbligatoria per quei ruoli una struttura composta da dipendenti, l’Ente Pubblico aveva cercato di convincere i progettisti a partecipare al necessario concorso, al quale non avrebbero fatta alcuna pubblicità come se fosse stato un Concorso Interno.
I 4 architetti non vollero prendervi parte per non passare da liberi professionisti a dipendenti. Il Consiglio Direttivo la prese molto male e decise che da quel momento non avrebbe più salvaguardato nessuno, con un vero e proprio concorso pubblico per 4 posti, accessibili a ingegneri e architetti.
Volevano partecipanti esperti. Sarebbe bastato il vincolo di quei circa 10 anni di un pari-grado nel comune di Milano, per impedire a me di fresca laurea di prendervi parte ...
Ma decisero di non inserire questo requisito, per non perdere qualche “genio”, anche di fresca laurea.
Lasciarono allo stipendio – alto poiché agganciato ai 10 anni di esperienza a Milano –il compito di richiamare i navigati.
Dunque due condizioni anomale:
Una fu l’imparzialità! e un paio dei progettisti che avevano snobbato il concorso fatto per loro, messi alle strette, si abbassarono a parteciparvi ma come tutti;
La seconda fu senza esperienza. Coi 10 anni di servizio sarei stato tagliato fuori.
Ciò era accaduto prima che io mi candidassi e che Clara Raggi ne parlasse per caso al Dott. Sameck Ludovici (o in un ricovero resosi improvvisamente necessario o in un incontro casuale, poiché lei proprio ignorava chi fosse il Segretario Generale di quell’Ente Pubblico).
Per questo considero miracolosa la mia vincita a quel Concorso.
Grazie alla notorietà improvvisa che mi dette, vinsi al ballottaggio, per l’elezione a membro del Consiglio dell’Ordine Architetti.
E qui c’è una seconda cosa anomala: neolaureato, mi ero iscritto all’Ordine.
Ma dopo di essere divenuto Dipendente
Pubblico la pura logica avrebbe dovuto impedirmi per legge restare iscritto ad un
Ordine Professionale, essendomi impediti per legge atti di Libero Esercizio.
Io, non solo non fui cancellato, ma grazie a quello vinsi il ballottaggio e entrai tra i 15 consiglieri dell’Ordine di MI-PV-SO (Milano Pavia e Sondrio) che nel 1.971 aveva circa 2.500 architetti iscritti.
Nel frattempo, dal 1.970, avevo iniziato a edificare quella costruzione che mi aveva costretto a disertare le messe per 3 anni ... (e fino a qui non c’è nulla di miracoloso o provvidenziale), ma essa era nel comune di Ortonovo e... tra gli ulivi !
Miracoloso era che assomigliasse al Nuovo Orto tra gli ulivi in cui (non come Gesù, che la costruiva idealmente), io stavo fabbricando realmente una casa vera e propria per me e per mio Padre.
Chiamato Getsemani, quello del Cristo, il mio non aveva un nome, ma era l’Orto del Saccomani che lo possedeva.
Getsemani e Saccomani, infine, avevano in comune quelle stesse mani con cui <se get> il <sacco> (una volta nero) dei rifiuti ...
E ugualmente, e proprio dall’Orto degli
Ulivi, era finito nelle mani del Sinedrio come un rifiuto <usa e getta> GESÙ-ÙSEG ...
In futuro tutto questo mio gran lavoro farà la stessa fine dell’ ÙSEG !
Dei 4 avvenimenti detti (laurea, Cimep, Ordine e Ortonovo tra gli ulivi) questo ultimo (ma non per tempo, era stato il 3°) fu quello che era meno dipeso da me.
E anche lì era dipeso da un Raho di estrazione Egitto ché anticipò il denaro.
Mi laureò il Portoghesi; ebbi una coppia di Padre e Figlio di nome Sameck ebreo per il Cimep; un Ortonovo tra gli ulivi localizzato
come in Palestina e l’Ordine Architetti quale una Magistratura di II grado a mio
Sinedrio ... furono i 3 eventi localizzati come fosse altrove, e messi in bell’ordine per un neolaureato.
Non pago di essere un consigliere, avrei anche tentato (appena prima della mia conversione) di divenirne addirittura il
Presidente. Sarei stato il più giovane di tutta la storia di quella Magistratura di MI-PV-SO. Fui sul punto di farcela quando i miei 5 anni di successi ebbero una prima apparente battuta di arresto.
Nonostante fossi stato chi aveva avuto il massimo dei voti e 13 dei miei (il manipolo messo su per la scalata dell’Ordine) fossero tra i 15 con più voti, il Consiglio uscente contro cui mi ero mosso, che aveva ancora il potere, se ne avvalse e l’impedì barando.
In una unica assemblea mi attaccarono tutti i laureati del famoso 68, arruolati dalla frangia di quell’Ordine di Sinistra.
Fu indetta (atto illecito) una assemblea elettorale nel bel mezzo di una votazione e –subito al suo termine – la votazione!
Dopo una sorta di linciaggio, intimiditi, i votanti (centinaia! in una votazione che ci metteva giorni per raggiungere il quorum, di solito...) ci misero in minoranza.
Non volevo la politica in quella istituzione a garanzia di una legge per tutti, e riuscirono a provare – con un inganno – che io ero coinvolto politicamente più ancora di loro!
L’anno dopo finirono i miei 6 anni di vita miracolosa, colla mia decisione – di getto – di creare una rivista d’Architettura.
Accadde quando quel Consiglio bocciò una mia proposta per far risparmiare soldi all’Ordine e così impedire il raddoppio delle spese per l’Iscrizione all’Albo professionale.
Per comperare ad Ortonovo tra gli Univi l’appezzamento del Saccomani si rese necessaria la partecipazione di un unico estraneo alla Famiglia ... ma aveva il cognome Egiziano <Raho> indicante proprio – per togliere dubbi – un <io ho RA> il Dio egizio.
Se ne sarebbe andato all’<Al di là> poi, nel corso della costruzione dell’opera.
La frazione in cui sorse “Villa Colletto” era chiamata NICOLA e ammiccava ad un
Nazareno Iesus, colà, nel sito chiamato “Colletto di Ortonovo” mentre io avevo il mio laboratorio a Milano, in Via Colletta.
Vera e propria “colletta” era stata quella costruzione in località Colletto, in un caposaldo della Linea Gotica.
Vi erano stati posti cannoni, e un Bunker era stato scavato per la guarnigione.
Come se non bastasse, per uno coinvolto come me con la luce, quell’area era collocata giusto in mezzo a due elettrodotti che – a giudizio del Saccomani – non lasciavano spazio per la costruzione, tenuto conto dei metri di salvaguardia.
Ma si sbagliava e la colletta non dové raccogliere molto danaro, dato quel pericolo di non possibile edificabilità.
Invece – fatta nel periodo in cui a me accadevano i miracoli – in Comune di Ortonovo non trovarono nulla da ridire, ed ebbe luogo quella costruzione orbitante in una notevole zona dominata dalle onde elettromagnetiche.
Eravamo destinati ad un reale coinvolgimento con le onde elettromagnetiche, dalla natura di Luigi Amodeo, che quando generava figli, aveva i dì come fossero luce!
2,99792458 × 3.722 al natale del 1°genito
2,99792458 × 2^12 al nascere del 2°
Con 1.1160 giorni al natale del 1° entrava in scena il Dio Elohim alla 3za parola e 3.718 mancanti alle 4.631 di tutta Bibbia 1,1,1.
Alla nascita del 2°genito, 2^12 indicava i 2 figli nella potenza dei loro totali 12 nomi.
2,99792458 × 2^12 = 12.279 intero era con +2,0036880 di tempo decimale, dato dai 2 fratelli, nelle 36 cifre del nome del 1° e nel flusso 88 dei 66/3 più il 66, valore in numero del 1° nome Romano del 1°genito.
Nella II Guerra Mondiale, su questo piccolo colle e su Monte Marcello, erano state costruite due postazioni che servivano per controllare tutta la zona di Bocca di Magra.
I primi mesi nella costruzione di Villa
Colletto, in cui furono fatti gli scavi per le fondazioni, io lavorai assieme a Sabato
Lingardo che mi assisteva come manovale e dormivamo nella prima sala del Bunker.
Il rifugio era stato costruito al tempo
dalla Repubblica di Salò e forse dai Tedeschi.
Io sono nato l’anno delle vergognose Leggi
Razziali assunte contro gli Ebrei anche dal Fascismo, vera ignominia perpetrata da Mussolini, quasi di certo per giustificare e mitigare la collera di Hitler!
L’Italia non aveva voluto seguire la Germania nella guerra intrapresa, dopo di aver costituito, con l’ASSE, una intesa di compartecipazione agli eventi.
Di certo non fu per caso che la Divina
Provvidenza avesse operato per far sorgere il Nuovo Orto degli Ulivi proprio qui.
Come per Gesù fu il luogo in cui visse la vigilia del suo dramma, così io vi avrei rivissuto (col Cristo su di me) la sua storia, con 3 anni di duro lavoro e senza che G.S. mi seguisse e io partecipassi alle Messe di Gesù.
Lì il Cristo aveva costruito la casa del Suo Padre, assieme agli Apostoli, e lì sarebbe stato prelevato, tradito con un bacio.
Per me quel luogo sarebbe stata la stessa cosa: la reale casa costruita per gli Amodeo che in CF erano MDA, Adamo in Ebraico. E avrei investito tutto ciò per seguire Cristo nel mio tentativo impervio di “dargli corpo”.
Accade al contrario della Comunione.
Lì è Gesù che offre il suo corpo.
Ma doveva giungere l’ora in cui vi fosse la povera stalla sguarnita di un uomo, a offrirsi come il nuovo sito in cui riapparire.
Non più in una stalla di animali, ma in uno di questi, che però si sarebbe offerto, da sé e con tutto quello che aveva dentro, disponibile, in fatica e abbandono.
Infatti non era seguito dalla compagna che aveva scelto. Anche lei era a casa il sabato e avrebbe potuto cercare di fare la sua parte... ma non volle.
G.S. – controfigura di Gesù, lei figlia di Mario e Giuseppina – andò (ferie escluse) non più di 5 volte nei 3 anni, con lui e suo zio, a dare una mano. Ma perché?
Io non lo dicevo, ma mi sentivo tradito, lasciato solo in un progetto deciso insieme.
Erano Clara e Guglielmo che d’estate andavano a Carrara: e fu proprio con loro a nascere l’idea di costruire una casa.
Non era stata scelta da me quella zona dell’Italia e GS, per il forte legame che aveva coi nonni, si sarebbe dovuta – di certo! –sentire più coinvolta.
Lo era solo nelle ferie estive in cui era sempre andata a Carrara, coi nonni.
Almeno in quel tempo estivo io l’avevo vicina: ma lei a fare i bagni e villeggiare cogli amici, io a lavorare sotto il sole rovente.
Quando descrivo Villa Colletta come il luogo dell’abbandono, mio verso Gesù, poiché disertavo le messe, e di G.S. per me, che non seguiva me, io ho le mie buone ragioni.
Avrei poi perso tutto quanto, quando l’avrei investito nell’amore per il prossimo e nella mia radicale conversione per Gesù.
Quando Gli offrii tutto quello che avevo fatto in perfetta solitudine, come la mia povera stalla in cui tornare a nascere e vivere, all’unisono con me.
La mia Conversione fu una cosa di testa, prima che di cuore.
Infatti, lavorando al Cimep, avevo stretto una forte amicizia con Daniela Forlin, una ragazza che veniva da Seveso, fervente seguace del Movimento di Comunione e Liberazione, fondato da Don Giussani.
Questi era stato professore di Religione, mio, al Berchet, nei primi tempi di Gioventù Studentesca e prima che fondasse CL.
Il suo diretto insegnamento al liceo non mi aveva fatta molta impressione, né ero mai stato invitato a frequentare i loro incontri.
Seguire seppure poco Don Giussani mi aveva però portato a dipingere una Crocifissione proprio in quell’anno in cui ero con lui, e che potete vedere qui.
L’influenza del Don Giussani vi trasparì nella tesi di una infiammata crocifissione come scala verso il cielo, vista dal Cielo.
Negli anni in cui andavo a costruire a Nicola, vedevo Daniela appartarsi con altre, nell’intervallo del pranzo, a recitare l’Ora Media. Ciò suscitava la mia simpatia e ne seguirono discussioni.
In esse, io non condividevo le abitudini profane di molti Cristiani, ma molto li giustificavo, sostenendo che Gesù chiedeva troppo, per essere seguito al 100%.
Era troppo poiché io – per quanto fossi una brava e capace persona, aperta verso il suo vangelo – tuttavia non riuscivo ad andare oltre il 60% dei suoi insegnamenti.
Venne il giorno decisivo per me in cui
Daniela mi chiese, diretta: “Sei certo che il 60% sia opera tua?”
Quando mi sento fare domande, io mi lascio interrogare; così feci il punto della mia tanta bravura: tutti i miei apparenti successi avevano avuto un concorso decisivo della Divina Provvidenza!
Avevo vinto il Concorso per quel posto di prestigio grazie ad una nonna Clara la cui salute era sempre bisognosa di attenzioni e alle sue amicizie, ed ero Consigliere dello Ordine poiché ero importante al Cimep ...
Così mi accorsi che avevo definito una bella e irrealizzabile “UTOPIA” l’opera di Gesù Cristo... dato che nemmeno io ero alla sua altezza ... e quell’UTOPIA ero io , nel creduto valore mio di me stesso!
Cosa stavo facendo della mia vita? Gesù poteva essere seguito! Daniela ce la faceva al 100% e anche gli amici di CL.
Avevo cominciato a seguirli a Piazza Fontana, nelle ore del pranzo.
Decisi di volere essere come loro!
Cosa avevo da dare io a Gesù?
Il mio 60%? Per carità!
C’ero stato portato in carrozza, ed ora era il turno mio e dovevo portare io lui.
Gli offrii la mia stalla, in cui c’era un solo animale: io! Un asino sul quale non era salito mai nessuno e sul quale avrei fatto montare Lui, e lo avrei portato così nella sua
Gerusalemme Celeste, come aveva voluto fare quando vi entrò, sapendo che era la sua porta per il
Cielo!”
Fui io a dovere smettere di costruire colle mie mani quell’Ortonovo degli Ulivi, per non vedere compromessa l’unità della mia famiglia, dopo che una amica di mia moglie mi avvertì di non proseguire su quella strada se non volevo distruggerla.
Affidai perciò il compito di ultimare l’opera, definita fino al rustico, al muratore che assieme a noi partecipava ai lavori nel fine settimana e che aspirava ad avere una impresa sua, come l’aveva suo fratello.
Avrebbe dovuto proseguire allo stesso modo, in estrema economia.
Invece, assunti operai, quando non aveva altri lavori per loro, li mandava senza dirmelo alla mia casa. I costi di costruzione si gonfiarono oltre le mie attese, e peccai di fiducia, evitando i controlli. Avevo assunto l’impegno con gli altri ad un costo pattuito. Il mio lo pagavo lavorando.
Questi altri erano mio padre e mia madre, lo zio Sergio con l’unico estraneo Rinaldo Raho, finito in crisi anche lui quando lo Stato Italiano aveva imposto a Ditte come quella che possedeva e che lavoravano con l’estero, di versare grandi somme a garanzia.
Raho voleva evitare brutte figure con sua moglie e aveva da tempo sospeso i lavori. La galoppante inflazione aveva reso i costi pattuiti proprio ridicoli per una costruzione da realizzarsi in economia e per molto tempo.
Quando riuscii, dopo un anno, a farmi dare il conto da quel nuovo impresario creato da me, mi sparò la bellezza di 100 milioni di lire ... col mio stipendio mensile al Cimep inferiore alle 600.000 ....
Quell’imprevisto addebito esorbitava le mie aspettative di almeno 4 o 5 volte!
Avrei potuto vendere qualcuno dei tre alloggi che avevo progettato per me, ma non c’erano acquirenti interessati; dovevo certamente trattare su quell’importo che giudicavo esagerato.
Mia madre venne con me. C’incontrammo a casa di Silvano Cappetta (il mio ex muratore e ora mio creditore): io, mamma, lui e il suo fratello impresario edile.
Ci mostrarono i talloncini delle ore fatte e registrate, e il fratello convenne che per le opere eseguite si poteva far di meglio: il mio debito fu ridotto a 75 milioni, e con un mutuo a una banca di La Spezia lo saldai.
Avrei potuto rivalermi sugli altri, ma vidi che pensavano tutti che io ci mettessi troppo tempo ed erano i miei familiari!
A Raho scoppiò un improvviso tumore e il melanoma lo portò in cielo, lasciando me nei pasticci. Lui aveva bloccato i suoi lavori, non potendone sostenere i costi per la sua liquidità assorbita dallo Stato, ma per non fare brutta figura con sua moglie (di essere senza soldi) aveva sempre addebitato a me la colpa dei lavori per lui fermi.
Per di più la vedova sposò subito un altro che – per far bella figura con lei – rincarava la dose sulle mie presunte colpe.
L’opera nata nella generale armonia rischiava di finire in un tribunale.
Feci come Abramo, che prese su Sarai e lasciò l’Egitto in cui lei era stata costretta a letto del Faraone.
Colla differenza che loro tornarono a casa carichi di risorse, io con addosso anche il carico pendente sugli eredi di Raho ...
A lui morto era andata peggio ... ma anch’io a conti fatti ebbi un guadagno di quel tipo, trascendente tutta la realtà.
Fu quello detto da Gesù: sottomettiti a chi ti schiaffeggia e porgi l’altra guancia e il tuo guadagno sarà nei Cieli ... così come ci aveva guadagnato Rinaldo, costretto dalla Divina Provvidenza a quella stessa fine.
Aveva un neo sulla schiena; un giorno cadde qualcosa da un tavolo e lui si chinò a raccoglierla. Un colpo di vento (!!!) aprì la finestra su di lui, e quando lui si alzò, lo spigolo vivo dell’alluminio di cui era fatta, centrò in pieno quel neo e lo perforò.
In condizioni normali avrebbe pensato alla sua salute ... ma ebbe sua moglie finita all’ospedale per uno scontro stradale e con 7 costole rotte. Così pensò solo a lei.
Soltanto quando la riebbe, guarita a casa e lei si accorse delle camicie del marito sporche di sangue, si passò a curare lui.
Il male s’era esteso; scorticarono Raho fino alle ossa, cercando di ripulire tutto alla meglio; ebbe inizio la Chemio, ma non ci fu verso di distrarre l’uomo dal cielo di chi per amore verso altri, non si cura di se stesso.
Questi i guadagni trascendenti, in una opera emblematica del Signore e con tanto di premessa dell’Egitto in cui la famiglia dei 12 di Israele divenne poi una grande nazione.
Di grande, nel mio caso, non una nazione, una nozione: soprattutto quella parte relativa a quanto vi era stato di Egizio, che aveva permesso l’acquisto del terreno, e infine aveva contribuito a fare esplodere un debito, come i 12 di Giacobbe, divenuti 12 tribù.
Dal mio canto, io evitai i tribunali.
Neppure per gli Israeliti fu facile dirimere la questione: occorsero le 10 Piaghe di Egitto. Nel mio caso le piaghe furono le spese che non dovevano essere a carico mio, ma lo furono (e mai saldate) per 15 anni.
Finché io poi non ebbi le tre croci di Romano Amodeo: due ditte agli estremi e in mezzo a loro, io nella mia persona.
Non essendo mai riuscito a pagare i richiesti 100 milioni ridotti a 75, in 15 anni e al 22% di interesse medio annuo i 100 si moltiplicarono per 12, e furono 1,2 miliardi. Se non fu come i 12 figli divenuti 12 tribù, poco ci mancò.
E se dite che il 22% medio è troppo alto, purtroppo dal 1.978 e per 10 anni fui costretto a fare concorrenza allo Stato che pagava interessi di poco meno per BOT e CCT.
Rastrellavo risparmio privato al tasso allucinante del 25%.
Per non dire dei portafogli commerciali, i cui rossi e sconti su titoli emessi, non erano cose da 12 tribù ma (mi piace giocarci ancora) da tribunali per le gravi azioni di tali peculati bancari da sconfinare in veri e propri atti di strozzinaggio.
Purtroppo, quando un Titolare di azienda, per mancanza di liquido, o paga cambiali o fallisce, diventa una facile vittima.
Quei 75 milioni furono un macigno che non sarei mai riuscito ad eliminare, vero, Papà?.
La lepre erano i debiti.
La prima cosa che feci, stando a Milano, e compatibilmente alla mia Conversione a Cristo, fu di provare a inventarmi un secondo guadagno, che si aggiungesse allo stipendio fisso del Cimep.
Lavorando lì, avevo conosciuto, andando a magiare nei bar lì vicino, alcuni ragazzi che procacciavano pubblicità per la Opus Proclama, una Società in quel settore.
Per dare una scossa all’affetto di mia moglie che – a detta della sua amica – vacillava, io oltre a non andare più via nei miei fine settimana, giocai a ingelosire la mia smemorata consorte.
Finsi un mio debole per una impiegata alla Opus: Maria Grazia Vanni, e fidanzata con uno dei pubblicisti: Gabriele Alberti.
La cosa funzionò benissimo, ma da quel momento in poi quella pulce che io le avevo messo nell’orecchio vi si impiantò e in seguito non vi fu più modo di rimuoverla.
Nel frattempo, all’Ordine degli Architetti, era sorto il problema dei costi del Bollettino mensile che era spedito a tutti gli iscritti all’Albo e il cui costo di stampa e distribuzione assorbiva oltre la metà delle spese di gestione.
Si dibatteva e proponeva da più parti di aumentare la tassa di Iscrizione all’Albo per far fronte ai costi.
Io vidi in quella vicenda l’occasione di coinvolgere i miei amici pubblicisti, nella realizzazione del Bollettino, che con la pubblicità avrebbe potuto creare anche per me le nuove opportunità che cercavo.
Preparai assieme a quegli amici una proposta ed essi fecero l’offerta al Consiglio: realizzavano completamente gratis il mensile, assumendosene i costi, se permettevano che su esso raccogliessero pubblicità.
Una delle cose necessarie ad un valido veicolo pubblicitario sta nella certezza che esso raggiunga le persone cui la pubblicità è rivolta.
In quel caso era assicurato che tutti gli iscritti (che erano divenuti circa 3.000) erano architetti ai quali si poteva far giungere gli avvisi sui materiali edilizi e sull’arredamento delle case a Milano, Pavia e Sondrio.
La proposta fu presentata al Consiglio da me in persona, essendo stato io a proporre all’Ordine di eliminare i costi di stampa del Bollettino, per non aumentare la tassa di iscrizione ai 3.000 inscritti all’Albo.
Se nonché – essendo io quel loro avversario che aveva tentato di metterli tutti in un sacco ... – affossarono quella mia proposta “schifandola” in modo tale da indispettirmi.
Così, in un impeto di vibrante reazione al loro rifiuto, dichiarai quell’offerta era irrinunciabile al punto che avrei creato io stesso una rivista nuova, se quei pubblicitari accettavano che all’Ordine mi sostituissi io.
Mi guardarono come se fossi un alieno ...
Il fatto è che il Signore davvero gioca con noi traendo profitto da tutti i nostri limiti, per l’esecuzione del suo disegno.
Infatti, in seguito al mio proposito di “dar corpo a Cristo” avrei abbandonato l’Ordine Architetti ma soprattutto il mio impiego nell’ente pubblico, avendo messo in ballo nel frattempo una iniziativa editoriale.
Essa avrebbe dovuto procurarmi guadagni tali da poter sostenere i costi in più della costruzione a Nicola di Ortonovo.
Invece, quasi da subito, il proposito di fare il Buon Cristiano interferì, e puntai soprattutto a dare lavoro a chi lo cercava: li avrei aiutati, senza sfruttarli ... al contrario sarei stato io (che avevo mezzi) a lavorare anche per loro (che non ne avevano).
Insomma, non appena io misi in atto uno strumento come questo, per risolvere i miei problemi, ecco che il Signore subito si mise in mezzo e mi portò a volere che il bisogno degli altri avesse la precedenza sul mio.
Accadeva poiché io avevo davvero spalancato al Signore la mia stalla ed Egli si faceva ascoltare, con argomenti irresistibili.
Sapendo a quale rischio andavo incontro con queste priorità, prima di licenziarmi dal Cimep chiesi l’aspettativa senza stipendio per il massimo: un anno; trascorso il quale avrei scelto se restar fuori o rientrare.
In quei 12 mesi avrei potuto saggiare quali prospettive mi avrebbe dato la rivista per cui i miei amici pubblicitari avrebbero procacciato pubblicità, mentre la cercavano anche per la Opus Proclama, che li stipendiava .
Alberti coinvolse anche la sua ragazza: Maria Grazia Vanni. Si licenziò e venne da me.
Io non eccepii, il che acuì i sospetti e la gelosia della mia consorte.
Mentre Giancarla non lasciò mai né il suo lavoro (sposato prima di me), né i suoi amici alla Norton, Maria Grazia – al contrario – si era fidata!
Presto le permisi di frequentare nelle ore di ufficio un corso all’ISEF (Istituto Statale Educazione Fisica) per insegnare Ginnastica nelle scuole. Lo fece, e vi fu promossa.
Si sarebbe più tardi licenziata e sposata, ma non fu con l’Alberti, scelse il suo istruttore laureato, che l’allenava in atletica, alle corse veloci e nel salto in lungo.
Dopo le sue nozze, ci perdemmo di vista.
Le avrei parlato solo 50 anni dopo, e avrei saputo che aveva fatto strada divenendo una Dirigente Nazionale in Atletica.
È stata tra tutti coloro che io ho aiutato la sola persona che mezzo secolo dopo mi ha ringraziato per l’aiuto fondamentale che le avevo dato a emanciparsi.
Non erano quelli i tempi più opportuni per una iniziativa nuova editoriale come la mia: l’Italia in crisi, convinceva le aziende che avrebbero dovuto fare gli annunci, a ridurre i loro costi generali.
I primi tagli erano fatti proprio sulle spese pubblicitarie.
Concentravano gli annunci sui veicoli di comprovata efficacia e rinunciando a sperimentarne di nuovi.
Così mi ritrovai senza le entrate che erano state previste, e con delle intenzioni opposte a quelle del Giovane Ricco, che aveva chiesto a Gesù come essere perfetto.
Se a quello puntava, avrebbe dovuto vendere tutto, donarlo ai poveri, e seguirlo.
Io avevo però beni che nessuno voleva, e quel macigno pendente dei 75 milioni che avevo puntellato con il mutuo in banca.
Collo stesso modo avrei potuto finanziare anche i costi di stampa della rivista ... se in principio stentava a dare reddito ...
Perché no?
Senza rendermene conto, come ne ero stato costretto per la costruzione della casa dal mio ex muratore, adesso ero io che volontariamente stavo accumulando grosse cifre da pagare, poiché avevo ottenuto dalla tipografia di Padova, l’Antoniana, di saldare a 6 mesi le sue fatture.
Giudicavo ora questo tempo tutto a mio favore per costruire adesso su un altro campo ed avviare tutto l’apparato.
Ma era il Signore che – puntando sulle mie debolezze – mirava a farmi ripetere l’esperienza di Gesù, fino a riportare ora me sul Calvario, con Lui – il mio Re! –nuovamente in groppa al Suo asino.
Spinto da Lui, il mio scopo fu (fin d’allora) di dare testimonianza a coloro che avevo assunto, di come un Cristiano conduce una azienda: facendolo non per accumulare denaro, ma per dare lavoro e possibilità a tutti quelli che me lo avrebbero chiesto.
Così Maria Grazia poté frequentare il suo bravo ISEF (e l’avrei persa una volta promossa, ma io volevo il bene suo!).
Allo stesso modo, ad altri fu permesso di trarre profitto del loro apprendistato fatto a stipendio da esperto (altrimenti non avrei potuto sceglierli).
Per lasciarli poi andare quando – divenuti bravi e ricercati da altri – qualcuno gli offriva di più e agivano da irriconoscenti, e mi chiedevano di poterlo fare.
Averi potuto “inchiodarli” a fare ora la loro parte per me ... ma li lasciavo andare.
Ero a quel punto giudicato un debole, e allora chiunque poteva, se ne approfittava.
Ma non era Gesù chi diceva di voler dare anche la tunica a chi ti chiedeva il mantello?
Credete che quando si mise a darmi ordini avesse mutato le sue idee?
Una cosa divenne il mio scudo: Villa Colletto valeva sul mercato edilizio sempre di più e si trasformò nel mio salvadanaio.
Berlusconi è arricchito realizzando a Milano il suo primo complesso edilizio, coi denari prestatigli dalle banche a tassi bloccati.
Il debito fisso che aveva assunto, grazie all’inflazione, era divenuto irrisorio al confronto del valore degli immobili che s’era moltiplicato più volte
Nel mio piccolo, io ero nelle sue stesse condizioni.
Solo che mentre io scelsi da filantropo il veicolo pubblicitario della stampa (che non tirava, dato i tempi), Berlusconi, da uomo d’affari, aveva scelto la pubblicità televisiva.
Questa era così tanto richiesta – e lui così tanto sagace (per non dire astuto) colle sue tre reti televisive e con il Milan – che arricchì a dismisura e fu portato in carrozza fino a dove oggi è.
Dite che il Milan gli ha sottratto danari?
Non state valutando quanta pubblicità sia stato per lui, per togliergli la maschera dello sparviero e renderlo simpatico ai i praticanti del calcio in Italia e nel mondo.
Anche il suo potere è stato Trino nelle TV ed Uno nel Milan ... finché non ha comprato il Monza, nella senile ora dei rimpianti.
Da quale delle due parti non tocca a me dirlo ... anche se sulla base proprio di ciò che ha fatto al Milan io ho votato per lui.
Abbiamo avuto una storia simile, mossa dai due rivali, del Cristo e Mammona, il Dio danaro, ma io che in apparenza ho perso, sibillinamente ho più di lui, essendo mio tutto questo Euro così del Buon RO.
Si giunge allo stesso Dio assecondando i due cammini opposti: col Sì detto al Sì e il No detto al No.
E – mi direte – allora perché gli hai detto <Sì> quando hai votato per lui?
Ecco perché:
«Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua!»
Poi Gesù dice ancora: “Non giudicate!”
Infatti in questo mondo Dio concede il potere ai forti, agli usurpatori, a quelli del Sinedrio che gli uccisero il figlio.
I miseri, deboli e abbandonati da tutti, sembra che il Signore raramente li soccorra e li lasci morire, martiri come Gesù.
Voi direte: non lo fa certo Dio! Iddio è la bontà in persona e in virtù del dono del “Libero Arbitrio” ha permesso ai forti di strafare... e vuole che noi li si soccorra!
“Tutto sbagliato!” (direbbe Bartali, ormai trascorso anche lui come i miei tempi...).
Infatti questo mondo è solo una diabolica messinscena da un Salvatore assoluto che vuole sì stimolare, ma non a <fare>, bensì a <volerlo> porre in atto.
Poiché il <determinare> realmente è facoltà del solo Dio Onnipotente che è
l’Assoluto e come tale non accetta limiti, di nessuna sorta tipo il “libero arbitrio fattivo” dato agli uomini. Di libero noi abbiamo solo la “volontà, il desiderio” ed essi sono acuiti a tal punto dallo stato di bisogno, che i <veri beati> sulla parola del Cristo <sono proprio gli ultimi, i bisognosi di tutto> .
In costoro è esaltato ciò che essi hanno di veramente libero: il desiderio, e la volontà di bene e senza alcun potere di tradurli in atto e solo colla supplica a Dio “perché venga presto a salvarlo!”
Non si deve giudicare poiché su una vita che è <fronte e retro> come è ogni piano della realtà, noi – non vedendo ancora il suo <risvolto> – siamo tratti in inganno dal mentitore “maligno” –
Egli ci porta a trarre giudizi definitivi quando si è solo alla metà del film della vita è ci resta ancora da vedere e far nostro tutto il secondo tempo.
Gesù lo spiegò a Nicodemo parlando di una Risurrezione dall’alto, collocata al termine della salita negli anni fino all’ultimo respiro ...
Ma chi gli crede al punto da buttare le sue reti su questa attesa del secondo tempo, tutto opposto al 1°?
Noi siamo portati a dare credito alla scienza. E questa si poggia su tutte le reali percezioni fattibili e controllabili.
Essa opera tutto questo sul treno e fino all’arrivo al suo capolinea.
Il treno della realtà “immaginaria” facente parte della sola facoltà <dello spirito>, tuttavia esiste certamente, in tutte le funzioni di giro come la nostra, nel magnetismo, nell’antimateria, che viaggiano sui treni che sono partiti da quella stazione di punta e da tutti quei binari chiamati <morti>.
Non c’è in realtà nessun <binario morto> in cui un treno reale poi di lì non riparta, percorrendo il verso esattamente uguale e contrario.
E se in questo tratto risulta che A diventi B, e una porta si chiuda, la stessa scena vista colla B che diventa A, mostra che quella porta chiusa (e noi crediamo una volta per sempre) invece si riapre.
Nel 2° tempo della divina sceneggiata, Berlusconi ritornerà in fasce allo stesso modo dell’ultimo degli straccioni.
E se ora ha gioito per avere imbrogliato qualcuno, dopo piangerà in questo generale Purgatorio dal precedente Inferno di un’esistenza nata e già condannata a morire, laddove la verità è che la vita è eterna.
Tutte le nostre anime sono appartenenti tutte al Dio dell’Essere che è quello che è.
La tanto sapiente Scienza di questo mondo emette le sue sentenze definitive nella certezza che non ci sia il secondo tempo della Risurrezione dall’alto!
E io mi chiedo come faccia, così scientifica come crede di essere, dopo di essersi accorta di una Relatività Generale in cui ogni cosa è relativa alla reale esistenza opposta.
In modo tale che se una è visibile, l’altra non lo è; se una sembra definita da una morte, l’altra è infinita e confluisce in una vita eterna; se una è elettrica, l’altra è magnetica; se una è materiale, l’altra è antimateriale alias immateriale alias spirituale alias trascendente, alias divina.
Come fa? Non si accorge che a monte di una Relatività Generale c’è solo il potere dell’assoluto che si libera della sua stessa indeterminazione e si determina in due opposti che restano sempre 0, ma riescono a determinare un certo tempo di vita reale?
Per questo io sono uscito da dove albergano i Sapienti Scienziati e sono giunto colla mia <Fisica Amodea> a voler essere una umile stalla, accessibile alla verità fi Cristo.
Affinché rinascesse – reinstallandosi in me – Chi già allora nacque lì, cogli Alberghi dei RE troppo pieni dei loro valori così pretenziosi e tuttavia terra-terra!
Sono sempre stato ben disponibile a candidarmi mediatore tra Dio e la realtà concreta del mio mondo
La mia non era una speculazione per cui, oltre i costi, c’era l’impegno che avevo assunto con me stesso di accogliere tutti coloro che avessero cercato il mio aiuto.
Dio mi ha agevolato, mandandomi solo gli appelli fronteggiabili. Non so come me la sarei cavata altrimenti.
Il Signore mi aveva fornito anche di un tesoretto, una sorta di salvadanaio da spaccare al momento opportuno e attingere a quello che ci avrei trovato.
Esso era il Nuovo Orto tra gli ulivi messo a volano della spinta che dava a me il rivoluzionario pensiero di Gesù Cristo.
La fede vera in Lui è tra le attività più difficili dell’anima, in quanto si scontra perennemente tra quanto vorrebbe veder risolto tutto nel solo primo tempo della vita che vediamo!
Molti non accettano nemmeno l’ipotesi della esistenza nei due tempi, come se confidare davvero in quello che verrà dopo la morte fosse un salto nel buio; la logica non li aiuta come
non fa nei riguardi dell’intero processo scientifico.
La costante rivalutazione delle case costruite a Ortonovo mi consentiva annuali aggiornamenti nei prestiti, con mutui di grado progressivo, che calmieravano le mie costanti necessità di danaro liquido.
L’azienda editoriale non mi dava redditi, ma nemmeno disavanzi.
Diverso era invece il giudizio di chi avevo intorno e assisteva solo alle mie difficoltà.
Per la caotica gestione che ho avuto sempre in tutte le mie cose, tutte sempre mischiate tra loro, non emergeva il debito dovuto assumere per costruire quel mio salvadanaio.
Si era colpiti solo dalla conduzione troppo sbilanciata della mia attività editoriale, a tutto e solo vantaggio degli altri addetti, tranne di quello del più decisivo, che ci metteva la sua faccia, il totale impegno e le sue risorse.
Un esame troppo frettoloso, porterebbe a dire che nel tempo dei 14 anni tra il 1.975 in cui ho iniziato a dar lavoro in editoria, al 1.989 in cui è fallita per terza la Srl Romano Amodeo, dopo i due dell’anno prima, io ho favorito la vita di circa 50 persone, costruendole a mie spese nelle loro capacità e dando loro il necessario per vivere senza
sfruttarle, a discapito mio, che ho alla fine perso oltre quello che avevo io.
Ma non è così. L’attività editoriale si è sostenuta da sola, anche se è vero che in essa io ho agito <gratis et amore Dei>.
È vero: erano gli stipendi a fine mese e le fatture che in apparenza attivavano la mia costante sete di denaro liquido.
Il mio Nuovo Orto era la croce e delizia.
Era l’amore per mia moglie che aveva interrotto quella mia azione che per 3 anni era proseguita senza alcun disavanzo: io costruivo a poco a poco quel mio <ben di Dio> facendocela con il mio stipendio.
Il mio lavoro a tutto tondo, da progettista fino a manovale, valeva quanto il contante che negli altri copriva la loro parte.
Avere tolto di mezzo la mia opera che da sola contribuiva per oltre la metà di tutto il lavoro, e quella di Sergio, che non andando più lì io interruppe anche il suo contributo.
Avere sostituito la nostra opera gratuita con quella esosa della neonata impresa Silvano Cappetta, creò un ammanco colossale per me, e non lo avrei più risanato.
Inoltre, venendo via dal Cimep, per aiutare il mio “dar corpo a Cristo” senza averne in
apparenza guadagno alcuno, aveva tolto di mezzo anche il mio stipendio. Comunque fosse, dopo l’anno di aspettativa, ero rientrato al Consorzio, per un minimo di prudenza, sperando di potere avere l’aiuto di mia cugina Barbara Baratta, una insegnante che a Salerno non trovava lavoro e che, ospite a casa dei miei genitori, avrebbe cercato di sostituirmi.
La cosa non funzionò. Barbara non era preparata per quel compito, ed era anche a disagio, sentendosi come una spia tra i dipendenti in mia assenza.
Avevamo dovuto acquistare macchine sofisticate e costose in Leasing, per la fotocomposizione dei testi, che non giustificavano più per niente il loro uso solo per <Architettura e Pianificazione in Lombardia>.
Così cominciammo a svolgere anche lavori per conto di altri editori, preparando i loro libri, e uno dei primi che si avvalse di noi fu Il Sole 24 ore.
Mi accorsi a questo punto che la rivista di architettura era divenuta quel <fiore all’occhiello> di un Architetto che non vuole uscire del tutto dal suo mestiere...
Senza stare a piangere sulla mia fatica per raggiungere quella Laurea, tagliai <quel cordone> e chiusi il mensile di Architettura.
La bontà di Dio mi aiutò ancora e Alberto
Scarzella, mio grande amico, ora Presidente dell’Ordine Architetti, mi assegnò invece e finalmente il compito di <factotum> nella creazione del suo Bollettino mensile.
Alberto, presidente storico del Sindacato
Liberi Professionisti, sarebbe stato per 10 anni quella ruota di scorta che non fu più il mio patrimonio edilizio, da quando andò al potere Craxi e lanciò Bot e Buoni del tesoro a redditi intorno al 20%. Le case allora giunsero perfino a perder valore.
Quando ero in difficoltà ora era Alberto ad aiutarmi, pagandomi sollecitamente le fatture e in qualche eccezionale caso del mio bisogno addirittura dandomi anticipi.
Inoltre mi incaricò di aiutare su madre Elda
Scarzella Mazzocchi a redigere il libro di storia della sua vita, finanziato da una altra donna eccezionale: Anna Ramazzotti,
Due figure bellissime di persone buone e gentili che ho avuto l’onore di servire.
Il Bollettino si mutò presto in <AL, Architetti Lombardi> coinvolgendo tutti gli ordini della Lombardia e con una diffusione di
9.000 copie. Feci con loro il contratto di raccoglierne la pubblicità, ed ebbi il modo di restare nel mio campo, di Architetto.
Da cosa ottima, con Scarzella, si mutò in pessima con chi venne dopo di lui, e non rispettò gli impegni presi.
I direttori di <AL>, divenuto un mensile prestigioso che puntava sulla qualità, non rispettarono però quella puntualità nelle uscite mensili che è una base inderogabile per chi programma le sue spese annuali nel campo pubblicitario.
Io mi ero impegnato a mantenere l’offerta fatta quindici anni prima: la stampa era a prezzi ridicoli, purché si rispettassero scrupolosamente le date di pubblicazione.
Assicuravo <AL> stampato e consegnato a tutti i 9.000 iscritti agli Ordini Lombardi in 15 giorni dal ricevimento dei testi da comporre.
Finii in gravi difficoltà con un disavanzo di circa 100 milioni in due anni, per una pubblicità che ebbe enormi difficoltà proprio dal non rispetto loro delle scadenze.
Avrei potuto – una volta ancora - fare la voce grossa e impugnare il contratto che se era <capestro> per i miei tempi di preparazione (non sarei stato pagato se in 15 giorni il mensile
non arrivava a chi di dovere) lo doveva essere anche per gli Ordini.
Mi sarei però inimicato tutti e nel mio campo!
Così, ancora una volta, accusai il colpo, e mi limitai solo, per magra rivalsa, a non pagare più la mia tassa di iscrizione all’Albo. Una decina d’anni dopo, tramontati quelli dalla coscienza sporca, fui cancellato: per insolvenza.
Da quando iniziai, nel 1975, a pubblicare la rivista, pensai di potermi permettere quel che facevo per il valore crescente dei miei beni.
Anche la parte debitoria con le banche, era sempre sotto il 50% del valore a garanzia.
Proseguii, quasi convinto di essere come in una botte di ferro, per 4 anni, fino al tentativo dello Stato di por fine all’inflazione con il lancio dell’indebitamento pubblico, che non fece molta fatica a imporsi, dati gli interessi altissimi che erano offerti.
Fu dal 1.979 che per me divenne durissima. Il mio salvadanaio non c’era più e dovetti fare concorrenza allo Stato, incettando danaro io offrendo interessi più alti. E la cosa funzionò, ma sempre con grandi difficoltà.
Ero perennemente in lotta con la liquidità. Quando arrivava un assegno e in banca non
c’era copertura, dovevo trovare come prontamente coprire il buco.
Scambiavo assegni con amici di altre città, che davano a me e a loro giorni di respiro.
Era denaro “anomalo” esistente per quegli assegni “fuori piazza” per i pochi giorni che ci mettevano ad arrivare di nuovo a Milano su una banca che doveva essere un’altra, non quella di prima ...
Così furono necessari conti su più Istituti.
Il denaro cominciò a girare in modo folle al punto che in un mese talvolta avrei spostato veri e propri capitali... che non c’erano!
Erano sempre le stesse “quattro lire” che passavano molte volte davanti agli stessi sportelli bancari.
Come reggevo a tutto questo?
Quando mi trovavo costretto alle ore 23 in viaggio verso Torino per scambiare un assegno con un mio amico compiacente, avrei potuto lamentarmi, col mio Signore:
“Perché non mi fai vendere il dovuto e mi tieni in ballo così? Vorrei essere a letto, come tutti, a quest’ora, e invece vi andrò se mi va bene alle 2 del mattino!”
Invece gli dicevo:
“Signore, io ti smaschero! Non inganni me! Sembra che io stia andando a fabbricare soldi che non ci sono, invece tu me li stai creando, e di veramente buoni, nella tua banca celeste! Grazie, che me lo fai capire!”
I fine-mese erano terribili. Per quanto io mi impegnassi a far fronte alla cambiali, arrivavo a pagare gli stipendi e quelle no.
Ed è proprio in questo contesto che ebbi modo di costatare veri e propri miracoli fatti da Dio a difesa della mia iniziativa.
Io infatti non facevo tutto questo per me, ma per la gente che lavorava con me e per me: io volevo dare testimonianza di come mi stesse a cuore quel lavoro che davo loro e che gli permetteva di vivere.
Li avevo assunti su loro richiesta e capivano subito di essere in soprannumero.
Appena ciò accadeva per qualcuno, questi capiva subito che grosso, generoso favore gli avessi fatto, così, ad assumerli inesperti come erano e laddove nessuno li aveva voluti.
Capivano di essere stati fatti salire come su un tram già troppo pieno e mi erano grati.
Ma quando ne assumevo un altro, e poi un altro ancora ... mutavano giudizio!
Mutavano totalmente il loro giudizio: così non andava bene; a un certo punto io dovevo fermarmi; non era accettabile che io accogliessi tutti!
Così mi ritrovai impegnato al massimo con loro e senza nemmeno più la loro stima.
Poi perdevo tanto tempo, con le preghiere al mattino o all’ora media...
Mia cugina Barbara fremeva: si prega in chiesa, ma non sul luogo di lavoro! Ma comandavo io e alla fine si licenziò, quando io – lasciato il Cimep – non avevo più bisogno di lei come sostituta (o segretaria) ... a suo avviso! e si sposò, a Caronno Pertusella.
A Dio devono piacere tanto, quelli che fanno del bene alle persone che poi nemmeno ti sono riconoscenti e ... vede e provvede.
Alla mia iniziativa non poteva essere concesso un solo titolo andato in protesto.
Avrei avuta l’immediata revoca di tutti i fidi con la richiesta di un subitaneo rientro. Sarebbe stato un vero fallimento.
Però nel corso dei circa 15 anni di una gestione come questa, furono centinaia le cambiali protestate a fine mese e non fallii. Son tutte in Tribunale.
Non falli poiché furono TUTTE poi pagate nei 5 giorni che la legge sulla cambiale consentiva, per toglierlo, facendo una richiesta in Tribunale.
Potete accertare ricercando nei suoi perenni archivi che io ho avute centinaia di cambiali risanate tutte in cinque giorni, dopo che prima non avevo potuto.
Se c’è una cosa sulla quale ci si può fidare, sta nella legge statistica.
Dove un evento ha la stessa probabilità del sì e del no, sono anormali già 10 eventi uguali uno dopo l’altro.
Quando una cambiale ha avuto 2 mesi per la scadenza, cioè 60 giorni, averne 5 in più significa avere 1/12 di probabilità, e non ½ come ne caso del sì e del no.
È già anomalo che tu ce la faccia al primo tentativo su quei 12.
Che tu per centinaia di volte – cioè sempre – tu ci riesca, è pressoché impossibile.
Direte: “avrai fatto cose da pazzi per non fallire in una opera ora di un miliardo, solo per pochi milioni ...” Direste male: “Quelle pazzie io già le avevo tentate tutte, pur di non avere i protesti a fine mese! Pagarle dopo mi sarebbe costato tempo e denaro di più!”
Su questa base – quando le hai tentate tutte - avere 5 giorni di più non ti permette proprio niente. Altro che 1 su 12.
Io ho avuto la grande bontà del cielo, di farmi constatare – mentre così tribolavo – che avvenivano costantemente sempre veri e propri miracoli!
Non è che Dio mi trasformasse in denaro dei semplici foglietti di carta! Non è come l’acqua mutata in vino ... ma quasi.
Chi prima mi aveva detto di no, ora mi diceva di sì, e quando nessuno aveva risposto su richiesta, allora ricevevo visite fuori programma, di amici che venivano a offrirmi giusto quello di cui avevo bisogno.
Vero, mio caro Pietro Saviello Barbato arcitetto, che ti sei presentato una sola volta in casa mia?
Fu quando avevi un assegno di 15 milioni già firmato da 15 giorni nel portafogli e che volevi prestarmi, ma non riuscendo a trovarmi al telefono avesti la bella idea di portarmelo a casa?
Era il dì prima che scadessero i 5 giorni per sanare un protesto di 15 milioni !!!
Ti porto a testimonianza, caro Pietro !
E porto come teste, Antonella Dall’Oglio, mia segretaria in quel giorno in cui volli parlarle prima di andare a casa a pranzo.
Le dissi: “Ho bisogno di una testimone! Mi accadono sempre miracoli e non ho chi può attestarlo. Bene. Il nostro Goglio, che lavora con noi, aveva investito 15 milioni nella nostra ditta, con l’accordo ci riaverli indietro solo con un preavviso di due mesi. Ma il 15 scorso venne a dirmi che aveva una occasione strepitosa di fare un grosso affare, se glieli davo subito, senza quel preavviso. Io, sapendo che a fine mese avrei incassato quasi una cinquantina di milioni, glie li diedi. Ma poi quei 50 non me li hanno pagati e ho dovuto avere un protesto di 15 milioni. Sono già passati 4 dei 5 giorni che occorrono per cancellare il protesto e le ho provate tutte, Niente! Non ho trovato una lira. Ebbene, Antonella, ti chiamo a testimone: domani ci ritroveremo di nuovo qui e staremo a vedere da dove sono sbucati questi soldi. Poiché io sono certo: domani il titolo sarà pagato!”
Antonella mi guardò senza fiatare, e certo pensò che si era messa assai male.
Andai a casa a mangiare e vi trovai Pietro, il mio amico, con quei suoi 15 milioni che mi aveva girato proprio nei giorni in cui io favorivo il Goglio, e aderivo alla sua richiesta.
Tornai dopo pranzo in ufficio. Richiamai
Antonella e le parlai così:
“Vedi, ti avevo detto domani ... ecco qui!” e le mostrai l’assegno del mio amico Pietro.
Avrà creduto mi burlassi di lei.
Racconto questo altro episodio.
Il giorno prima di una cambiale protestata, di 20 milioni, che o era risanata o finiva tutto, per chiedere perdono al Signore che avevo fallito nel mio proposito, mi confessai in una chiesa che non era la mia, da un prete che non mi conosceva. Era Don Mambretti, confessore del Duomo, che era lì anche in quella Chiesa di Piazza Chiaradia. Sentito che io chiedevo al Signore perdono per il mio inevitabile fallimento, mi chiese di attendere che finisse le confessioni. Quando mi raggiunse, mi disse che lui non aveva quel denaro, ma le sue sorelle sì. Se aspettavo un momento telefonava e sentiva se erano d’accordo. Cinque minuti dopo mi disse di ritornare lì in chiesa al mattino a ricevere dalle sue mani i 20 milioni che io assolutamente non gli avevo chiesto!
Che un sacerdote si metta in mezzo in questo modo è solo poiché è il Signore che l’ha messo sul tuo cammino.
Le mie tribolazioni e questi provvidenziali interventi di recupero, mi diedero totale certezza d’avere il Signore dalla mia.
Poi ebbi anche la prova uguale e contraria, quando nel Disegno di Dio fu l’ora del mio Calvario e sarei dovuto fallire.
Un fine mese, con 450 milioni accreditati sul mio conto, vidi la mia impossibilità a pagare il suo decimo. Quei 40 milioni finirono in protesto e non potei risanarli avendo 10 volte di più sul conto!
Se chiedete come sia stato possibile, ve lo spiego. Furono 450 milioni versati alla Srl Romano Amodeo a Roma, su un conto di transito. Erano già miei, ma potevo prelevarli alla Srl solo quando sarebbero materialmente arrivati.
I debiti li avevo io con la mia Ditta individuale, che aveva venduto un progetto alla Srl che lo aveva presentato al Ministero e stipulato il contratto. Non era una cosa strana.
Il progetto era stato realmente approvato alla Ditta individuale, ma al momento della stipula, era risultato che non era possibile un accordo del Ministero con una Ditta individuale. Dovetti far nascere così la Romano Amodeo Srl, che firmò il contratto.
I 450 milioni già sul conto erano la prima quota di un risarcimento di costi sostenuti dalla Srl, per una fattura emessale dalla Ditta individuale che aveva fatto il lavoro.
Così il denaro sarebbe passato dalla Srl alla Ditta mia con tanto di giustificazione.
La Srl – disse il Direttore – avrebbe avuto disponibile a Milano il denaro a fine mese...
Chissà come e chissà perché, impiegò invece una quindicina di giorni.
Ogni mattino in Banca mi dicevano che senz’altro l’indomani sarebbero stati disponibili ... ma non lo erano mai!
Ora se fosse stata la stessa Srl ad avere l’impegno dei 40 milioni, la banca avrebbe forse provveduto a impedirlo; essendo invece un impegno altrui (anche se poi ero sempre io) non si sentì obbligata a deroghe.
Quando infine furono disponibili, i titoli protestati erano divenuti non più risanabili.
Fui costretto a usare quel denaro per renderlo alle banche che mi chiusero dubito i conti e chiesero restituzioni.
Fu necessario l’intervento di mia madre che – nel tentativo di evitare il mio tracollo – mise in garanzia ipotecaria il suo appartamento in cui viveva vedova da 5 anni, essendo morto mio padre nell’83.
Prima che lui morisse, ebbi anche l’impressione – un giorno – di aver fatto un incontro, come dire? “del terzo tipo”, con la Madonna e Gesù, come se fossero venuti a salutarmi prima del calvario che sarebbe iniziato per me con la morte di mio padre.
Stavo entrando nel portone di via Colletta, per andare nel mio laboratorio ubicato in fondo al cortile, e mi vennero incontro una donna e suo figlio, un ragazzo sulla quindicina di anni:
“Romano Amodeo?” - Sì, avete bisogno? –
“No, vogliamo solo salutare”
“Davvero: vi serve qualcosa?”
“No, no! Solo questo” e se ne andarono.
Entrato in ufficio, chiesi se erano passati da loro. Poi domandai ai vicini. Nessuno li aveva visti o sentiti. Ma essi sapevano il mio nome e volevano salutarmi.
Mi restò addosso la netta sensazione che non fossero persone di questo mondo, e un tale benessere che durò fino a sera.
Pochi giorni dopo mio padre si paralizzò e dopo una via crucis di 14 giorni morì, il 5 giugno dell’83. Uno in più dei soliti 4 giugno in cui mi accadevano le cose importanti.
Qualche tempo dopo, in un momento di grande sconforto, stavo per compiere un grave gesto autolesionista per rubare un risarcimento all’assicurazione sulla mia vita e sugli incidenti. Prima di farlo – era l’11 marzo del 1.987 – chiesi come il permesso al Signore, dicendo:
“Dio mio, cosa faccio?”
- ASPETTA – sentii, e la voce non veniva da dentro di me.
Rinunciai a divenire un malfattore, uno che per non deludere chi aveva avuto fiducia il lui cristiano, ora era coinvolto.
Tenevo di più ad essere stimato io, come uno di parola, o in quanto ero un Cristiano che non voleva far fare brutta figura a chi credeva in Cristo?
Vi assicuro: non tenevo alla stima verso me! Ero pronto perfino ad andare io all’inferno come un malfattore piuttosto che deludere chi aveva avuto fiducia in un Cristiano!
Avevo rinunciato al mio amor proprio da quando non avevo più puntato a vincere io in questo mondo ma a fare trionfare Gesù Cristo.
In tutte queste vicende imprenditoriali mi sono trovato a volerle e condurle sempre da solo.
Mia moglie – fin dal primo mese dopo le nozze – fu separata da me nella gestione delle risorse: lei avrebbe amministrato il suo stipendio e io avrei badato alle mie iniziative, che lei non comprendeva.
Solo quando si trattò in principio di comporre testi, nei primi mesi in cui tutto si svolgeva a casa nostra, in via Lattanzio, e mi aiutava la sera il suo amico Luigi Luccini, della Norton, lei si unì a darci la sua mano, e lo fece generosamente.
Quando l’azienda assunse maggiori dimensioni e in altro luogo, non lo fece più.
Quando le cose si resero complicate, lei non reggeva all’incertezza.
Avevo dovuto finire per non renderle evidente la fatica cui ero ormai sottoposto, per impedirle di restarne sconfortata.
Lei non era come me.
Potevo confidarmi solo con mia madre e con mio fratello, le poche volte che c’era.
Quando fui sul punto di non farcela più, il Signore mi mandò una amore “anomalo”.
Una avvenente figura ancor giovane, poetessa e pittrice, passò da me per farsi preparare un libricino di versi che voleva stampare per regalarlo agli amici al suo imminente 40° compleanno.
Riuscì a vedere in me quello che io non percepivo più, e fu come una boccata di ossigeno data a chi stesse asfissiando.
Avrei così assistito anche alla pochezza mia, di me divenuto davvero un miserabile anche nei confronti di mia moglie.
Forse io non sarei andato contro le mie nozze e le mie radici (senza peraltro volerlo) se questa professoressa alle medie superiori non avesse avuto anche un maledetto bisogno di aiuto per liberarsi da uno strizzacervelli che in 20 anni l’aveva resa totalmente succube alla sua regia.
Aveva però bisogno di me chi realmente in quel momento sentivo come il mio prossimo, e me come davvero il suo: lei che mi stava sradicando da criteri divenuti indigesti e dalle
angosce per debiti non più fonti dei tanti <Grazie!> verso il Signore.
Come per un miracolo, semplicemente lei mi distolse e mi strappò a me stesso, salvandomi nel momento in cui io ero divenuto un problema esistenziale, improrogabile, come di vita o di morte.
Riuscì a farmi essere egoista quel tanto da distrarre il mio sguardo da tutto quello che avevo amato e ancora amavo, fino a quel momento, in un modo che tutto ciò fosse come se nemmeno lo vedessi.
Quando mamma mi disse; “Giancarla è stata molto male, sveniva continuamente ...” io la udii ma fu come se non fossi in grado più di mettermi nei suoi panni; infatti già da tempo lei aveva cessato di essere la mia compagna, al punto che ora non la sentivo più nemmeno tradita.
Ti è un reale compagno chi – se può e sa quanto tu sei impegnato – ti sta vicino, almeno di persona – se non vuole aiutarti in quello che stai facendo e non è disposta a battere nemmeno un chiodo.
Lo è chi quando a notte fonda, a letto, ti sente infervorato, di Dio, del bene, dello stupore guardando l’universo, e cose simili, non ti dice: “Buona notte! Ho sonno!” ma in
qualche modo non spegne il suo entusiasmo e almeno ti sta a sentire!
Ti è compagna chi si informa di come stanno andando le tue cose, E non chi –temendo sconquassi – si comporta da struzzo nel tentativo di non vedere.
Se un torto c’era – però – in questo suo non seguirmi come una vera compagna, non era di lei, una donna tutto arrosto e proprio incapace circa il mio “fumo”; ero, semmai in torto io che per compagna avevo scelto per me un arrosto senza profumo.
Per lei “le stelle, il prossimo, il mio impegno così spinto”, era tutto “fumo”!
Sentiva esagerato, sproporzionato quanto sentivo e facevo, e si rifiutava a esserne coinvolta, come per partito preso.
La cosa poi aveva delle radici ancor più profonde e così “essenziali” che il Dio dell’Essere posto a comando di me stava nella persona del Padre Nostro, mentre quello posto alla base di lei era riconducibile a quella del Figlio Suo”.
Noi puri facsimili di ciò, posti come figli davanti all’Onnipotenza del Padre, tentiamo tutti, in ogni modo di impedire alle nostre piccole anime di dissolverci come neve al sole:
uguali nella naturale essenza; distinte come lo sono 1/10 per il Figlio e 10/1 per il Padre.
Come potrebbe 1/10 salvaguardare il suo “piccolo stato” di Figlio, se 10/1 l’invade con tutto se stesso?
Se accade – è succede – si ha lo Spirito Santo dell’uguaglianza a 1 che scaturisce da 10/10. In questa opera il Padre si abbassa di quel tanto di cui si alza il Figlio.
Tutto ciò però si completa nell’arco pieno dato dal 1° e dal 2° tempo della vita.
Nel 1° il Padre tenta di abbassarsi e il Figlio di sollevarsi, ma è arduo.
Però – in questo 1° tempo in cui tutto va a finir male – naufragano le stesse nozze tra Padre e Figlio che fummo chiamati e rappresentare come le due controfigure scelte dalla Divina Provvidenza per poterlo dare a vedere realmente, in modo oggettivo, corporeo.
Nel 1° tempo (apparentemente dominato dal bugiardo Satana e dal Maligno) sia io, sia la mia consorte avremmo giudicato entrambi “velleitarie” le istanze altrui.
Io sarei stato giudicato sostanzialmente dalla mia compagna un megalomane animato da sproporzionate utopie
confinanti nel divino ... e lei sarebbe stata giudicata da me come sto per fare proprio adesso, nella pagina appresso.
«Una persona simile a una figlia che –posta davanti al padre che s’atteggia come se fosse una sorta di “Dio sole” – indossa gli occhiali adatti e offusca lui.»
Giunti ai limiti estremi in tutto questo essere sotterraneo, fu un “ben di Dio” il tradimento che ne seguì.
Vista dal “megalomane Dio Sole RA “, che si vede descritto in Bibbia, uno con suo padre ch’è L.AM , che è mio padre Luigi
Amodeo, in vita il 7-7-7 nella parte biblica del LAMech in vita per 777 anni ...questa persona era la sposa facsimile del padre!
Era quella descritta in Genesi 4 col nome
Zilla (lei di cognome Mazzola).
Era anomala, in quanto discesa da Caino, che aveva ucciso suo fratello, ma che nessuno doveva ferire, pena 7 volte tanto il male che gli avrebbero fatto.
Nel capitolo 4, la Bibbia si occupa di tutta la realtà umana, fatta di Male e di Bene ed entra nella descrizione del male insito in quelle nozze con Zilla, anomale, illegali.
Tuttavia nozze necessarie e aventi esse pure una loro dignità, tale da non dovere essere maltrattate nemmeno dal Giudizio!
Zilla, Mazzola riuscì a persuadermi infine a ripetere ciò che aveva fatto Gesù: andare a Gerusalemme a morire. Con Pietro che si permise di giudicarlo ingiusto!
Matteo 16,23
Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Lungi da me, satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».
Pensare secondo Dio significa solo abbracciare il proprio Calvario.
Il mio ebbe 3 croci, come quello con in mezzo Gesù! 3 Romano Amodeo in croce.
La persona vivente di Romano Amodeo, tra due Ladroni, quali la Ditta Individuale Romano Amodeo (per il Padre) e la Srl Romano Amodeo (per lo Spirito Santo).
Laddove 2 è il primo numero primo questa crocifissione impegnò i due anni del 1.988 e 1.989 il cui totale è 3.977.
3.977 racconta tutto il moto possibile al 23 nel 4.000. L’energia, di nome Romano, vale 66, per cui questo 23 è la presenza 1 del flusso 1/3 dell’energia di Romano.
4.000 è tutta la realtà in cui è in moto l’intero flusso terzo dell’energia di Romano.
Questo rese la spinta datami da Zilla come quella che seguiva la logica del Signore; e fece dell’anno 1.989 in cui fu in croce lo Spirito Santo, la divina sorgente dalla quale sarebbero scaturiti i 153 grossi pesci della Pesca Miracolosa raccontata in:
Giovanni 21,11
Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse
a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò.
1.989 : 153 = 13 esatto .
I beneficiari di questa pesca miracolosa non furono solo i 12 apostoli di Gesù, ma lo stesso Figlio di Dio ritornato al mondo su un asino e che già aveva avuto a suo tempo la sua pesca. Su quella croce, in mezzo, fu issato proprio l’asino Romano Amodeo.
Su che base presumo tutto questo? Dalle stesse parole dell’evangelista Giovanni:
Giovanni 21,12
Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava
domandargli: «Chi sei?», poiché
sapevano bene che era il Signore.
Perché chiederglielo?
Poiché colui Non aveva il suo volto!
Alla divina megalomania di Romano
Amodeo, si oppone il suo giudizio su di sé: ègli è stato solo l’asino naturale che ha accolto la nuova venuta di Gesù nella riconosciuta miseria della sua stalla.
Il Signore, che (gli apostoli) sapevano bene chi fosse, era davvero lo Spirito Santo finito in Croce nell’anno 1.989.
I 13 beneficiari, di quei 153 dati a ciascuno, con 153 × 13 = 1.989 riportavano a quel tempo divino che fu.
L’amministratrice della Società – fallito
l’anno prima Romano – era ora Mariannina Baratta barattatrice in nome e per conto di Maria (Santissima figlia di Sant’Anna) e sposa dello Spirito Santo.
Ogni supposizione risulta verificata.
Gli Apostoli avevano visto il differente volto dello Spirito Santo, ma doveva essere Gesù.
Doveva esserlo, poiché aveva ripetuto quella prima pesca miracolosa che già la prima volta aveva convinto l’incredulo Pietro.
Chi deve ora convincere questa?
È mai possibile che un Romano Amodeo qualunque, che si ripropone di <dar Corpo a Cristo>, ci riesca fino a questo punto?
Ditemi voi: <e perché no?>
Anche Gesù ebbe il suo momento di fuga dal suo destino, quando disse: “Padre, se possibile passi da me questo Calice!”
Per me – che non ero Lui – questa perdita di valori durò due o tre anni.
Tentai finanziamenti con lo Stato (e li ottenni) per iniziative gonfiate. Come pompate erano tutte le garanzie date alle Banche, nascondendo a ciascuna gli impegni che avevo preso anche con le altre.
La mia condotta lineare, per anni, si era come attorcigliata intorno a se stessa.
Fui sul punto – come anzidetto – di perdere 4 dita per fingere un infortunio assicurato. Tradii mia moglie.
La Srl Romano Amodeo, amministrata da mia madre ebbe proprio un Giuda che la costrinse a chiedere il fallimento.
Ai 30 danari per il Cristo, si sommarono gli altri 40 dell’intera realtà aggiuntiva e divennero 70.
Il nuovo Giuda si è chiamato Raffaele Parrinello, ma si faceva chiamare Lello dalle ultime lettere di nome e cognome.
Col nome Giuda che in numero è 40 il suo nome intero era giusto le 79 volte più dell’apostolo traditore e sostanzialmente si riducevano alle 70, poiché il 9 oltre 70 e invariante, ove la regola è data dal 10.
Lello veramente tradì la fiducia riposta in lui da mia madre e presento all’incasso (cosa che non doveva) un assegno di 70 milioni datogli solamente in garanzia del rispetto dei suoi impegni, da colei che era la zia di sua moglie Vanda Baratta.
La storia è complicata, ma ve la racconto proprio affinché valutiate voi tutte le analogie con il tradimento di Giuda a Gesù.
Nella necessità mia perenne di trovare liquidità, avevo offerto ai miei cugini di comperarsi uno dei miei appartamenti.
Non potevo venderglielo” Era gravato da ipoteche bancarie e se le toglievo vanificavo lo scopo di crearmi liquidità. Convenimmo che avrebbe pagato i 70 milioni coi contanti che aveva e i residui 30 a rate.
Ci avrebbe messo il tempo necessario, in 4 o 5 anni. In quel tempo io avrei pensato a trovare il modo di liberarlo dall’ipoteca.
Ebbe subito l’uso dell’appartamento, e per tre anni lo usò come la sua case delle vacanze, al mare della Versilia.
Quando fui costretto a fallire, non avrei più potuto venderglielo, e mia madre, Amministratrice della sopravvissuta Srl a mio nome, che io fallito non potevo più amministrare, chiamò i suoi nipoti e si accordo a restituire lei i 70 milioni che aveva dato a me tre anni prima.
Convennero che le quote mensili che lui aveva pagate a me, erano corrispondenti in pratica all’affitto e alla fruizione del bene.
Come lui avrebbe pagato mensilmente a me la quota residua sui 100 milioni, così ora lei, attingendo alla sua pensione, gli avrebbe reso i 70 milioni.
Garantì che glie li avrebbe pagati, con un assegno della Srl che amministrata e che era il residuo estremo mezzo per una ripresa di
Romano Amodeo, il suo 1°genito.
Poteva fidarsi, poiché quella Srl era l’ultima possibilità restata al figlio, di un recupero: aveva un contratto con lo Stato, per oltre un miliardo di lire.
Avevo deciso di fallire, il 28 febbraio 1.988 il dì in cui – senza che lo sapessimo – a Montesilvano 20.000 persone si erano adunate sotto una croce.
Attendevano un miracolo più grande ancora di quelli di Lourdes, Fatima e Medjugorje, a detta di Don Diodati,
viceparroco in quella cittadina.
Qui una cronaca su “Il Centro” il quotidiano di Pescara.
Vedete? Le cose sono molto complesse.
Il viceparroco di Sant’Antonio, la chiesa madre di Montesilvano andava dicendo che lui e una veggente di cognome Fioritti, avevano visioni della Madonna e di Gesù.
Prima chiesero che sulla collina della vecchia, alle spalle della cittadina venisse
eretta una grande
croce, e poi annunciarono di dire a tutti che il 28 febbraio del 1.998 ci sarebbe stato un grande miracolo in cielo.
Occorreva che fossero radunate molte persone, sotto quella croce.
A Milano mi decisi di fallire, affidandomi al mio protettore, San Romano
Abate, celebrato il 28 febbraio assieme a san Macario.
A Montesilvano
20.000 persone circa, accorse da tutt’Italia coi pullman, aspettavano lì quello che invece avveniva in me a 600 chilometri circa di distanza.
Come vi ho detto, si trattò della mia decisione di quello che poi sarebbe stato il Miracolo dei 157 grossi pesci secondo il Vangelo di Giovanni.
E se avete dubbi residui su questo, nello stesso capitolo 21 di quel vangelo è scritto:
Giovanni 21,22
Gesù gli rispose: «Se voglio che egli resti finché io venga, che importa a te? Tu seguimi».
Il 21,22 riguarda la venuta al mondo di mio padre nel 7-7-7 della sua nascita, nella fattispecie del flusso 22 dato da 1/3 del 66 che era il valore in numero del primo nome Romano del suo 1°genito e tutt’uno con lui (come vado scrivendo fin dal principio).
Il testo rimanda al Giovanni cui è riferito quel < che egli resti>. Infatti, dopo che Gesù aveva annunciato la Fine del Pietro della vecchiaia (che avrebbe lasciato a un altro le sue vesti ... a Papa Francesco), Pietro (come scrive l’evangelista) vistolo dietro di loro, chiese che fine avrebbe fatto Giovanni.
Che volle dire colui che doveva essere Gesù ma era lo Spirito santo, con quel <se io voglio che egli resti finché io venga>?
Voleva dirgli che il vangelo di Giovanni sarebbe restato finché sarebbe venuto <Lui>: lo Spirito Santo Paraclito.
E questo sarebbe accaduto – aggiungo io –quando alla fine un povero cristo si sarebbe offerto lui a umile stalla!
I Grandi Alberghi (di preti vescovi e papi, santi, ecc. ecc.) sono sempre tutti troppo pieni delle loro idee, convinzioni e vedute per accettarne di nuove !!!
Quali?
Quel <nuovo percorso> che era stato richiesto ai Filosofi dal Santo Padre Giovanni Paolo II con l’Enciclica <Fides et Ratio>.
Le convinzioni e le vedute di Filosofi, Religiosi, Scienziati, santi, poeti e prosatori non avevano spazio per quelle novità che Gesù aveva preannunciato. Ecco dove:
Giovanni 14,26
Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.
V’insegnerà ... ma non l’accoglierete! Troppo saldi nelle vostre nozioni le rifiuterete.
I Grandi Alberghi non hanno mai posto per Cristo, e ... ritornò in una stalla!
Da un Anno Mariannina Baratta stava mantenendo fede agli accordi e dava ai nipoti ogni mese il pattuito, finché giunse un avviso notarile di un assegno di 70 milioni proditoriamente versato in Banca, pari, pari, per l’incasso!
Senza nemmeno lo scorporo dei milioni ricevuti in quell’anno!
Era la stessa forzatura che Giuda mise in atto a una resa dei conti col Sinedrio.
Non lo fece, Giuda, per ottenere la morte di Gesù, ma per costringerlo all’incontro che –secondo l’Iscariota – il Cristo non voleva fare, per non abbassarsi (Lui Figlio di Dio) davanti a Caifa e al Sinedrio.
Giuda era certo che Gesù – messo alle strette – si sarebbe fatto valere nelle sue buone ragioni o al limite con un miracolo.
Idem per Parrinello: era convinto che il Cugino, che si era trovato tante volte in situazioni simili, avrebbe fatto il solito “gioco di prestigio” e lui infine rientrava subito dei suoi 70 milioni che lui gli aveva dati sull’unghia.
Non era nemmeno sicuro che Romano se la passasse così male.
Un giorno, dopo che venne a sapere che Romano non avrebbe più potuto vedergli la sua casa per non comprometterlo in una revocatoria, s’era permesso di recarsi furente in ufficio e di schiaffeggiarlo a mani unite davanti a tutti i suoi dipendenti e sono cose inaudite che si fanno solo quando ci si sente troppo presi in giro.
Sua moglie specialmente, la cugina Vanda –come impazzita – era assetata di vendetta. Come Giuda stesso che udendo e capendo a modo suo Gesù (“uno di voi mi tradirà... quello che devi dare fallo presto...) aveva l’impressione che Gesù stesso l’invitasse a farlo... per poi addossarne solo a lui tutta la colpa.
Vedete l’analogia? Come Giuda era convinto che Gesù stesso volesse essere messo alle strette (per salvare la faccia coi 12?) per poi vincere anche quella prova senza avere chiesto lui udienze... così, parimenti, il Parrinello.
Anche il cugino era certo che Romano, coi soliti giochi di prestigio, che aveva fatto per 17 anni, e lui ne era stato compartecipe, non si sarebbe li lasciato affondare per 70 milioni.
Ci andava troppo di mezzo ogni cosa.
Avrebbe perso tutto! Non avrebbe mandato a puttane quell’ultima risorsa.
Quella della Srl era coperta da un finanziamento dello Stato per circa un miliardo di lire...
Che diamine? Fallire per 70 milioni?
Giuda – accortosi del mortale errore di valutazione che aveva fatto – si uccise. Non so che cosa sia passato per la testa ai suoi cugini.
So che per risolvere la questione del grave turbamento che ne seguì, si mobilitarono tutti i fratelli di Vanda.
Fecero tra loro una colletta per rabbonirli e liberarli da quell’impazzimento.
Ma badate! Salvaguardate Caino! In entrambi i casi, di Giuda e Lello, le loro due sante anime hanno avuto solo la sfortuna di dovere animare personaggi in balia degli eventi e che non volevano male a nessuno!
Sono finite – le due sante anime – ad essere loro due a dovere dar vita ai due capri espiatori, del Bisogno Divino di un povero Cristo Tradito dai suoi e che fosse messo in croce!
Era il Signore – tornato in Spirito Santo
Consolatore su Romano – a necessitare assolutamente anche delle terza croce!
Certo!
Quella pesca miracolosa dei 153 grossi pesci si fondava proprio sulla finale e definitiva terza croce che esaurì tutte le risorse di Romano.
Anche perché l’uomo non era più quello!
Da fallito aveva perso ogni credito per trovare ancora una volta almeno uno strozzino che glie lo concedesse!
Non sono fessi costoro.
Se vogliono la garanzia di un assegno, lo chiedono su un libretto nuovo di stampa ricevuto dalla propria banca, che glie lo dà solo se i conti sono in regola e ci son soldi per emettere poi quegli assegni.
Che poteva offrire Romano, dichiarato già fallito due volte: nella ditta e nella persona?
Il cugino non doveva aver fatto queste considerazioni.
Forse credeva – ecco, forse questo sì! – che la ricca Maria Teresa Mazzola, con cui lui si era immischiato, sarebbe stata infine l’ancora di salvezza...
Lello però non la conosceva e non sapeva che era così tanto nelle mani di uno strizzacervelli che non muoveva un dito se non aveva prima il suo permesso!
Io gli ero contro e lui – per non perdere una cliente che in 20 anni gli aveva dato un capitale, con due sedute a settimana e in nero – si comportava con acquisita e infallibile furbizia.
Quando riuscivo a convincere MT a liberarsene, lei gli diceva:
“Devo lasciarla, Doctor. Lei va contro Romano e io tengo più a lui”
Lui le rispondeva:
“Ma quando mai? Io la sto solo a sentire. Lo vuole? E se lo prenda! Io non ho nulla contro questo signore.
Solo non sia così affrettata. Ragioniamo con calma!”
E cominciava adagio a responsabilizzarla, dandole tutto il senso angoscioso insito in ogni scelta.
La cuoceva in tal modo a fuoco lento, finché lei presa dall’angoscia:
“Doctor, sto male! Mi salvi! Mi dica lei che cosa devo fare!”
Questo così grande esperto della sua psiche non assumeva subito allora il rigetto di me; anzi, la incoraggiava a intraprendere quella via ... ma non da sola!
Lei aveva bisogno della sua terapia.
In tal modo, l’abbandono di lui – che lei aveva già deciso – era stato rimosso.
Ci avrebbe pensato nelle successive terapie a mettere pulci nelle sue orecchie, affinché si sbarazzasse di me che puntavo solo a che lei si liberasse di lui.
Che io potessi chiedere aiuto a lei – per riceverlo – era la cosa più stupida e improponibile a cui io avrei potuto pensare.
Se le avessi chiesto non dico 70 milioni, ma 100 mila lire , lei, prima di darmele, avrebbe portato la cosa all’analista.
E lui:
“Ecco, vede Maria Teresa? Costui punta dolo al suo denaro.
Oggi sono 100, ma domani le chiede tutto...
Mi creda: a lei non serve uno così, un Fallito! Per lei ci vuole un saldo Professionista, che sia alla sua pari, e non punti ai suoi soldi ...”
Evitava di aggiungere; “... come me!”
In tutte queste vicende, non va mai dimenticato che tutti quanti noi esistiamo in una sceneggiata universale realizzata da Dio tutta, esclusivamente, a Fin di bene. È un Creatore totale!
“Pensieri, parole ed opere” che sembrano totalmente nostre, è lui che le ha donate alle nostre anime (tutte Sue) per essere messe in scena, come su un grande teatro, che è quello della nostra vita.
Le anime, infinite, fanno parte di un Unico Dio, Uno in Infiniti Infinitesimi.
Tra gli estremi, dell’Uno e dell’Infinito, è interposta la Trinità di Padre Figlio e Spirito santo, divina mediazione tra gli estremi.
Questa è soprattutto la novità assegnata da dire, dallo Spirito Santo, agli uomini, come una estensione di quanto Gesù di disse di un Padre Misericordioso che sa prima di noi ciò che ci occorre e che ce lo dà.
Cosa ci serve? Tutto ci serve: “Pensieri parole ed opere”.
Noi siamo zero, se l’essere del nostro essere non è il SUO ESSERE. È il Signore che ha programmato di farmi condurre tutte queste esperienze, nel concreto di azioni fatte a favore del prossimo, inizialmente coi mezzi reali.
Doveva darmi la certezza del suo essere al mio fianco.
Una volta che me l’ha data a prova di bomba, incrollabile, ha fatto tabula rasa di tutto quanto avessi prima, in bene e male, per una ripartenza su altre basi e con lo scopo supremo di aiutare tutta l’umanità, che difetta in toto della conoscenza di se stessa: di chi è, da dove viene, dove va.
Gesù l’ha detto, all’uomo del tempo ed ha anche cercato di spiegarlo all’unico sapiente del suo tempo, Nicodemo, che tuttavia ignorava come l’Assoluto e Indeterminato fosse un Dio vittorioso.
L’uomo sapiente del suo tempo non conosceva in che modo l’Onnipotente si fosse sbarazzato anche di questo limite, assumendo l’aspetto opposto di una infinita e impotente determinazione, supposta solo come un infinito passato di pura astrazione, già superato e vinto, trasceso divinamente nell’eterno presente della vita eterna.
Ma fino a qui non è giunto nemmeno lo scienziato di oggi. Il suo punto più avanzato è la Relatività Generale di Einstein.
Ad essa ancora difetta la riconduzione a quel puro <N^-1 × N^1 = N^0> che configura l’Assoluto e indeterminato N^0.
Esso è quello che esiste a monte della Relatività tra tutti i possibili opposti.
La Scienza corrente ancora ignora che è veramente N^0 l’infinito presente, essendo la Relatività Generale solo il presupposto infinito di una battaglia contro ogni tipo di limite già combattuta e vinta.
Vittoria universale conseguita da tutte le anime infinitesime di Dio.
Siamo nell’infinito presente di una storia vista mentre accade, che è però già accaduta ... anche se ancora così non appare.
«Sarete finalmente liberi e per davvero» così Gesù predisse questo mio giorno.
«Sarete finalmente liberi e per davvero» così Gesù predisse questo mio giorno.
L’ho sempre sentito così.
Esso ha assunto il volto di mia madre, con la quale ho continuato la mia vita, per un crollo anche della mia genitrice. Fu colpita dal Morbo di Alzheimer: usciva di casa e perdeva la strada del ritorno.
Una volta giunse tornò con le gambe graffiate, per essersi ritrovata a camminare lungo una ferrovia sopraelevata tra i rovi, avendo persa la strada.
Divenni come il suo badante e decisi che ne avrei avuto cura come lei per me, fino al termine dei suoi giorni.
Sarebbe stato un percorso durato un decennio.
Poiché un grande amico mio e di mia moglie, con cui lavorava alla Mole Norton di Corsico, Luigi Luccini, accusa Gesù della mia brutta fine, decisi che dovevo scrivere una difesa del Cristo, trattato ingiustamente.
Iniziai con un poema (che avrei concluso solo 10 anni dopo) e che si mutò subito dopo in un libro, quando mi accorsi di avere delle cose da dire di molto importante, sull’architettura del mondo.
Era accaduto che mentre io avevo cura per mia madre, la mia Mamma Celeste mi infondeva sapienza.
L’ineffabile Disegno divino era che io non fossi destinato al mio aiuto concreto dato alla gente, e limitato dalle mie poche risorse, ma avrei soccorso l’intera umanità così come mai nessuno aveva fatto prima.
Il mio apporto non sarebbe dovuto essere nel concreto, come avevo fatto per 15 anni, ma nelle idee.
Per cui io – che sono nato il 25 gennaio in cui è celebrata la Conversione di San Paolo –avrei avuto un percorso grosso modo come il suo, iniziato da un credo diverso, su cosa perseguire e perseguitare.
Io pure avrei servito il signore usando la sola arma della verità provata, riconosciuta e creduta solo dopo l’esperienza accertata; a lui necessitò gli parlasse il sole, a me l’acume e poi le verità della legge statistica.
Il Papa Giovanni Paolo II con l’enciclica Fides et Ratio avrebbe poi “messo” i Filosofi sul binario della ricerca di un nuovo percorso verso Cristo e solo mia sarebbe stata la sconosciuta, misera stalla in cui il suo appello avrebbe attecchito e trovato vero e intenso alimento.
Non per sbandierati ai 4 venti i desideri di quel santo, ma per cercare quel nuovo percorso, senza opporgli più il solito ipse dixit stavolta ancor più tassativo: di Gesù.
Nel caso della fede, con tanto <IPSE>, i Fideisti si schierarono contro il percorso voluto dal Papa: <nuovo> e non opposto.
Non che portasse a risultati differenti, anzi che finalmente si schierasse in difesa delle ragioni di Gesù Cristo, del tutto snobbate dalla Scienza della Realtà che perseguiva scopi opposti e li raggiungeva.
Sì, che si schierasse “finalmente” con e non contro, con una filosofia che aveva invece portato al <nullismo>, e non a quel Tutt’uno in <essere> che è Dio!
Infatti il Nietzche andava dissertando addirittura sulla “morte” di Dio.
Perché i Fideisti non avevano mai cercato di difendere Gesù dalle conclusioni erronee, seppur maturate da nobili espressioni della fatica umana, come Scienza e Filosofia?
Capisco se a dissertare contro le ragioni di Cristo, ci fossero soggetti riprovevoli ...
Ma scienziati e filosofi sono onorevoli!
E se io so che una persona per bene e influente va in giro a dire seriamente che mia madre è una fuorviante pericolosa mentitrice, io – per il bene e l’ammirazione che nutro per lei – potrei starmene in pace, indifferente con quanto quelle persone degne di fede dicono contro di lei?
Perché i Fideisti non sono stati quel pronto Albergo che trovasse tutto lo spazio necessario al tentativo del Papa di difendere le ragioni di Cristo?
La risposta è come fu allora: anche in questo caso, la pienezza del loro CREDO non ha dato spazio nemmeno al tentativo di <albergare> nuove ragioni di Cristo.
Regge di Prìncipi così piene delle loro da infischiarsi che altri – pur dignitosi e ammirevoli – avessero princìpi opposti. E di nuovo a Gesù servì una misera stalla.
Anche in questo caso, solo nella mia povera ragione, tutto questo ha trovato accoglienza, come accade ogni volta col Cristo Vero!
Tiro di nuovo fuori quello che vi ho già mostrato detto da Gesù a Pietro, che si opponeva alle Ragioni di Gesù, e lo aveva portato in disparte, per non far vedere agli altri che aveva idee diverse da lui e gliele manifestava:
Matteo 16,23
Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Lungi da me, satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».
Ci sono due modi opposti di pensare: la ragione giusta è secondo il Dio Verità.
Ci si arriva ragionando secondo ogni giustizia e non quella unilaterale degli uomini.
Quant’è unilaterale è riduttivo e rischia di essere sbagliato come il ragionamento di un commerciante che considera solo il denaro in entrata per la merce venduta e non quanto ha speso per comperarla.
Rispetto al mio piccolo bilancio personale, di oggi che con l’assegno sociale non ho costi di produzione, ho le spese in uscita.
Un Buon Commercialista fa la <partita doppia>. Pone virtualmente uguali le uscite e le entrate e poi, desunte le uscite dalle entrate determina l’eventuale guadagno.
La Scienza e anche la Filosofia, che nel tentativo di occuparsi di quanto è concreto e non astratto, osservano solo il tempo in cui la vita intera si presenta come il suo attivo, stanno eseguendo un filo logico che non accetta contraddizione!
Ciò a discapito di una vita che in verità nel secondo tempo è contraddetta e riportata alla sua pura origine da Dio.
Lo stesso principio di non contraddizione – fondamentale per la ricerca umana di un verità che come tale non sia contraddetta – è totalmente inadatto alla Verità di Dio che segue la Partita doppia della vita in entrata e della stessa in uscita.
I grandi pensatori, persone responsabili e ricercatrici del vero, di spicco sia nella Scienza, sia nella Fede, sia nella Filosofia sono convinte fino all’osso che una Verità se è contraddetta, non è Vera!
Ma questo è vero solo in un percorso eternamente unilaterale, e non un uno <vai e vieni> di una vita in 2 opposti tempi.
Dio <gioca> colle contraddizioni e crea il mondo alternante in cui una massa avanza o retrocede ... non tutte e due insieme!
A Napoli hanno messo in certi affollati vicoli commerciali il senso unico pedonale!
Se no si scontrano e il flusso si blocca!
Quando dico che Dio <gioca> con ciò è perché questa realtà determinata (opposta a Lui indeterminato e libero) la crea:
1. come la contraddizione totale tra le cose opposte esistenti nella Relatività Generale; che non possono sommarsi avendo ricevuto forme diverse che impediscono a 1 (se è mela) di sottrae nuovamente 1 frutto (se è pera);
2. la determina nella contraddizione tra il passato e il presente in cui il passato è ... quello che è: già passato.
Il mondo che così contraddittorio è stato creato, sopravvive davanti ai nostri occhi poiché noi siamo stati calati in questo passato che per Dio è già passato ma per noi è presente ora e andiamo <avanti e indietro> ma a fasi alternate.
Accade così poiché lo vediamo esistere relativamente e proprio in relazione a quanto è uguale e contrario.
Ma vallo a dire a un Cardinale Ratzinger poi papa Benedetto XVI!
Lui capisce nello stesso modo di Pietro; che se sei un Gesù morto, poi non ci aiuti più! Dunque – caro Gesù – non andare a farti uccidere! Ci servi vivo e non morto!”
La logica di Dio poggia poi anche sulla capacità degli uomini di vedere solo dopo la grandezza de’ <La quercia caduta>.
Gesù da morto ha potuto abbattere la Roma che da vivo l’ha messo a morte. Io stesso da morto sembrerò a tutti quella cosa immensa e di divino che il Signore ha fatto nascere nella sua misera stalla.
Io sto insistendo fino alla noia con questa <stalla> che io sono, per dire tondo e netto a tutti quanti voi:
<Sono un Dio come lo siete voi>. Mio è lo Spirito Santo, che è sia la mia sostanziale sostanza, sia la vostra. Non dovrete pormi su un altare e farmi salamelecchi, ma dovete e potere “voler” fare così come io vi sto testimoniando. Sì, <volere, desiderare> è il solo <quid> del vostro Libero Arbitrio. Con -1 +1 nulla si fa.
Li vedi sol nel relativo di uno dopo l’altro.
Ora vedi fatto, tutto ciò che poi vedrai disfatto, e la tua vita sta in questo sostanziale giro che ti riporta all’origine seguendo il percorso opposto.
Con questa verità <imperante>( cari uomini pieni dell’arroganza delle vostre conquiste, e che dichiarate sempre al completo i vostri prestigiosi Alberghi per accogliervi Gesù Cristo) a voi dico come si salutavano tra loro alcuni monaci: <Ricordati che devi morire ... >
<Ma per Risorgere dall’Alto – vi dico io con Gesù – della vostra presunzione: per essere riportati al bimbo inerme cui serviva tutto di quando usciste dal grembo materno>.
<E dico a te, Caro scienziato: vuoi conoscere la vera verità che hai scoperto? E allora contraddicila in toto, poiché è vera sia la materia, sia la sua contraddizione esatta data dall’antimateria. Nella totale e Generale Relatività ogni cosa veramente vera è quella opposta che la riduce a zero.
Il vero Dio di questo mondo è lo 0.
Se tu nababbo ti metti in comunione con 0, qualsiasi N×0 determina 0.
Dov’è la tua grandezza rispetto a 1, se anche 0,000000...1 × 0 dà lo stesso zero?>
Tutti i grandi Alberghi che possiedono quasi tutto e sono così ricolmi, non possono valutare la grandezza insuperabile di un povero Cristo che nasca senza niente.
Così, pensando di fargli un complimento lo avete elevato a RE e ora lo attendete finalmente nella VERA SUA MAESTA’.
Ma – amici cari – la sua maestà vera in questo mondo ce l’ha lo ZERO che assimila a sé ogni Potestà a Regno.
Il trionfo di Dio sta nel verso opposto a questo! e lì, quanto era 0, è IL TUTTO.
Chi si è masso a fare le cose a ad andare dove il Pietro della vecchiaia <non voleva> è stato il solo che ha scelto come nome quello di quel Francesco che come ricco e glorioso si era azzerato!
E sta trovando tutte le cosiddette gatte da pelare perché come disse subito: «io sono uno venuto dall’Altro mondo».
Tenta di portare la fede su un binario più convergente verso Cristo, ma ancora non ha capito anche lui che se vuole aspirare ad esserne il vicario, dovrebbe lui pure capovolgersi: dà troppa importanza al fare rispetto all’essere di chi ha capito che solo Dio veramente fa .... disfacendo poiché solo Lui è Onnipotente.
Leggete meglio il Magnificat.
Luca 1,46-55
46 Allora Maria disse:
«L'anima mia magnifica il Signore
47 e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
48 perché ha guardato l'umiltà della sua serva.
D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
49 Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e Santo è il suo nome:
50 di generazione in generazione la sua misericordia
si stende su quelli che lo temono.
51 Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
52 ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili;
53 ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi.
54 Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia,
55 come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre».
Dio ha già compiuto la sua opera, anche se non ci pare.
In questa fase della mia testimonianza, che è questo mio libro, si è frammezzata una telefonata col mio cugino Nicola, il mio massimo benefattore.
Non ho avuto a che fare, tra i miei tanti parenti, solo con tipi alla Lello, “traffichini”.
Raffaele – postino a Milano – ebbe la forza di raccogliere le migliaia di adesioni che servivano, per creare dal nulla una sezione fantasma del PSDI.
Poi, coi rilevanti punti che provenivano dal numero delle tessere, ciò consentì al più “trafficone” che io ho conosciuto: Edoardo Zanaboni di entrare egli pure nel Cimep! Addirittura come uno degli amministratori del suo Consiglio Direttivo, fatto da politici.
Sto parlando di un Perito Edile compagno di studi alla Bazzi, di mio cugino Gennaro Baratta, oggi già in cielo, e figlio del titolare di una copisteria di disegni per gli studi professionali. Chiese ai suoi genitori di fare una copia in più dei progetti, e con esse preparò un archivio di opere trascendenti la realtà delle sue.
Convinse Gen a mettersi a lavorare per lui e fu tanto capace di intrufolarsi ovunque, che, mentre mio cugino, studiando di sera, si laureò meritatamente architetto, egli lo divenne all’estero, in modo trascendente la realtà, e infine si vide legalizzata la sua divina laurea anche in Italia.
Decisosi a entrare in politica, Lello gli organizzò la sezione Socialdemocratica più numerosa di Milano, e con essa il perito edile neo architetto, riuscì a essere uno degli autorevoli dirigenti del Cimep.
Non sto sputando nel piatto in cui anche io ho mangiato, eseguendo per lo studio di Edo Zanaboni diretto da Gen numerose prospettive dei lavori realmente eseguiti.
Lo scrivo per testimoniare il fatto ché in ogni settore del nostro mondo, il bene e male, il regolare e non, son sempre fusi e confusi tra loro in giusto modo.
Lello, per restare in questo contesto, è davvero paragonabile ad uno degli apostoli di Gesù Cristo anche in relazione a quel Signore Vostro che si degnò di rinascere nella mia umile stalla.
Lello fu provvidenziale nel mio furibondo bisogno di sanare cambiali protestate.
L’intraprendenza furbastra, di Lello (in cielo ora egli pure), mi venne in vero e provvidenziale soccorso quando mi diede in contanti i 70 milioni che poi mi avrebbero totalmente affondato.
Egli aveva fatta esperienza diretta di che dono particolare avessi io, nel risolvere casi evidentemente complicati fino al limite estremo dell’irrisolvibile.
Fu molto sorpreso - io lo giurerei – nonché molto furente e addolorato quando vide che il suo siluro aveva affondato l’ammiraglia al gioco della battaglia navale.
Dicevo del mio cugino, definito massimo mio benefattore e attesto qui che è quel Nicola Morra che ha avuto il suo principio vitale nel grembo materno a casa di noi Amodeo, quando abitavamo ancora a Morivione, in via Bernardino Verro.
Con Gennaro e le due sue sorelle tornate a casa loro per l’estate, e l’appartamento con camere disponibili, la mia famiglia ebbe posto, gioia immensa e modo reale di ospitare per un mese gli <Sposini> Emilia e Costantino Morra, in viaggio di nozze.
Fu giusto prima del nostro definitivo trasferimento nell’alloggio di proprietà a riscatto dell’IACP in viale Omero, al 22.
Concepito tra le pareti che accoglievano la nostra vita, Dio l’ha eretto a mio angelo custode e protettore nei più importanti casi relativi proprio alla “casa” e alla “vita” mia.
Non dovevano essere nemmeno “sue”, queste case: il mio Nuovo Orto degli ulivi, la mia reale costruzione per il Padre, è sorta in una frazione chiamata Nicola, come lui.
Mi ha accolto da lui, bravo medico del 118, a Salerno nell’estremo momento del mio bisogno, quando cure non necessarie mi avevano reso un morto vivente, e mi ha seguito assecondando il mio ritorno in vita.
Ora, mentre faccio questa testimonianza su di lui, accade da una casa che il mio angelo ha comperato appositamente proprio per ospitarmi gratis, sapendomi malridotto!
Mi volle strappare nel 18 a sue spese da quella vecchia e fredda cucina, nella cascina originaria cascina in via Larga 12 da me riadattata alla meglio in monolocale senza servizi.
Vi ero entrato gratis nel 1.997 per la bontà di mia cugina – tripla BAR in Barbarina Baratta – e suo marito Luigi Flocco.
A questo riguardo, dite voi se sono o no la stessa persona o sono il solo che la vede.
Sono Gigi Flocco, intestatario che mi chiamò a Saronno, offrendomi un alloggio di una unica proprietà Una e Trina poiché distinta in 3 locali separati tra loro: una stalla, una cucina e un locale al piano 1°.
L’altro è Mons. Angelo Centemeri, Decano della Chiesa di Saronno, a trascendere che la proprietà della mia casa era la Chiesa Cattolica di Saronno.
Già che ci sono, ecco l’altra rilevante similitudine, ora legata al Sacerdote (in cielo ormai) Don Luigi Carnelli, Parroco della Chiesa posta di fronte alla proprietà Una e Trina detta sopra.
Il sosia, il mio prof. alla scuola media Largo del Campo, di Salerno. Sempre figure a me preposte, in un modo o nell’altro.
Tornando sul tema, questo mio cugino, vero benefattore, mi ha svegliato ieri, chiamandomi al telefono verso le 21, mentre già dormivo da due ore.
Gli orari in cui io scrivo non seguono più quelli del sole che determina notti e giorni. Adesso, ad esempio, sono le 3 del mattino.
Tutte le volte in cui lui mi telefona, per me è una vera festa del cuore.
Avete la fantasia per vedere un cagnolino scodinzolante quando arriva il suo amato padrone? Bene, così mi sento io tutte le volte che mi telefona Nicola.
È a questo punto che si inerisce il tema relativo al titolo dato a questa breve testimonianza che si è messa in messo alle altre ... come una sorta di <pubblicità!> o di <intervallo!>.
Ascolto o non ascolto?
Cosa intendo dire? <Io ascolto ... oppure l’ascolto?> Tutti e due.
Nicola mi ha rimproverato dicendo che nessuno mi telefona mai dei miei parenti, poiché io li investo colle mie solite storie che sanno a memoria e di cui si stufano.
Nicola è un cristiano che anni or sono (e non so se lo fa tutt’ora) ascoltava a tarda sera a <Radio Maria> i lunghi interventi di Padre Livio.
Senza farlo apposta – l’ho detto: è solo un segno di gioia e di festa – quando io ricevo le sue telefonate non trovo nulla di più importante da fare che parlargli di me. Ma non di cosa faccio di giorno, e come passo il tempo.
No! Proprio di cosa faccio che riguardi Dio, nel mio eterno proposito di dare a lui testimonianza.
E gliela do ... come io fossi Padre Livio.
Detto perché io parlo non tanto di me come persona, ma di me come atto di testimonianza, passo ora ala questione de <lo ascolto o non ascolto?>.
Io sembro non ascoltare.
Ma se bastò una sola domanda fatta a me da Daniela Forlin al Cimep (“Romano, questo 60% che dici opera tua, sei proprio certo che sia tua?”) per portarmi a decidere il <testacoda> più importante per l’indirizzo della mia vita ... credo di averla ascoltata!
Se sono stato 7 anni in silenzio, quando ci trovavamo uniti a mangiare a tavola, vivendo io coi miei suoceri, nel bar di via Vetere.
Non li invasi con la descrizione dei miei impegni ... mentre loro tre: mia moglie e i suoi genitori, discutevano di più e del meno, io che facevo: mangiavo e basta?
Quando Wojtyla scrisse di Scienza e Filosofia che sparlavano di Gesù e chiese aiuto ai filosofi, chi altri gli ha risposto?
Ebbene io credo di ascoltare molto più degli altri. Non nelle cose di poco conto di cui si chiacchiera e che riempiono le discussioni.
Non di questo, ma nelle cose veramente di fondo, che riguardano l’esistenza, non solo mia e tua, ma di tutti, io sono tra i non molti che ascoltano per davvero.
Io mi sento come un Sacerdote che dice la messa.
Essa resta sempre la stessa, nella sua fondamentale struttura, ma variano le letture che, giorno dopo giorno, propongono le parti più importanti dell’Antico e Nuovo Testamento.
E <inondo> di ciò, come fa un fiume in piena, chi dà segno di ascoltarmi.
Infatti, data l’osservazione fatta a me da Nicola, che io <esondo>, capisco anche l’atteggiamento di mia moglie, Giancarla, quando ha fatto di se stessa una zona tipo Venezia e le barriere del Moses...
Esse si alzano a impedire che l’acqua alta invada la città ...
Vedete: sono un tale fiume in piena che anche i discorsi che faccio si riempiono di incidentali, come questa ...
Dicevo: dopo la sua osservazione/accusa di parlare solo io e di non ascoltare mai, io gli ho detto:
“Sta bene! Non parlo più. Dimmi tu ...”
È seguito il silenzio; aveva nulla da dirmi.
Allora la questione si riduce a questo:
“Chi mi telefona vuole darmi notizie di sé oppure vuole che sia io a tirargliele fuori con le pinze, dandogli prova in tal modo che io sono interessato alla sua vita?”
Io credo che quando uno telefona ad un altro è perché ha qualcosa da dirgli o a cui vuole dare risposta oppure riceverla.
Ma se mi telefona mio nipote e sto a sentirlo, la telefonata, udito “sto così o cosà” è presto finita!
Non c’è nessuna vera voglia di aprirsi!
Dovrei essere io a mettermi a indagare sulla sua vita per fare uscire i rospi o le gioie che essa contiene ... e questo non mi sembra giusto.
L’ascolto è dovuto a tutti.
Ma per potere ascoltare occorre prima che ci sia uno a parlare.
Certo, <ascolto> vuol dire anche <se mi ha chiamato e non mi dice nulla allora forse “gatta ci cova”... e di che gatta parliamo?
Paola Amodeo, la 1°genita di mio fratello, non la sento da due anni... ed ero io a farle gli auguri il dì prima del suo compleanno il giorno 26 gennaio dopo il mio del 25, per darle almeno l’occasione anche di dirmi “auguri anche a te, Zio!” ...
Capisco che le rare chiamate che mi fanno è solo poiché mi amano in questo modo: da lontano, e non così: per modo di dire! Sono loro zio e questo bene non è solo dovuto. Ma è solo distante dai loro veri interessi quotidiani.
La cosa è legata all’educazione ricevuta da loro padre e mio fratello Benito, e da una totalmente opposta visione dei compiti, tra suo Padre e il 2°genito in questione.
Papà era convinto che toccasse ai giovani (a suo figlio e ai suoi figli), di mostrargli quella sorta di riverenza che si deve a un padre e a un nonno.
Benito – all’opposto – riteneva toccasse al più adulto la parte amorevole di chi si abbassa all’attenzione e alla guida dei suoi figli e nipoti.
Così è accaduto il “mostro” che – pur abitando negli ultimi decenni di vita Papà in un palazzo e la famiglia di Benito in un palazzo accanto dello stesso condominio in Via Lattanzio – gli incontri tra i due estremi ci sono stati solo nelle feste dell’obbligo.
Mai una volta papà e mamma ebbero la gioia di avere i nipoti come ospiti nella loro casa.
La famiglia di Benito si è come chiusa su di sé.
Mio fratello ha subito il colpo di cui Gesù ha parlato nella parabola del “Figliol prodigo”.
Quel Padre ebbe il 1°genito che volle anzitempo la sua parte di eredità e la scialacquò e la perse. L’altro fratello era restato col padre.
Quando lo scialacquatore ebbe persa la sua intera eredità e fu alla fame, si accorse che perfino i servi a casa di suo padre stavano meglio di lui, e decise di tornare dal padre come uno dei servi.
Il padre, però, quando lo vide arrivare, gli corse incontro festoso, fece uccidere la vacca grassa, lo rivestì di tutto punto accogliendolo come il figlio che aveva perduto.
Ciò non parve giusto all’altro dei due figli che gli era stato fedele, e glielo disse:
“Per me non hai mai ucciso alcuna bestia per una festa tra gli amici!”
E il padre: “Figlio, tu sei stato sempre con me, quello che è mio è tuo! Bisognava far festa a questo fratello tuo che era un figlio perduto e che io ho ritrovato!”
Ecco: mio fratello ha subito lo stesso contraccolpo, poiché in questa storia io sono stato lo scialacquatore, che ha avuto anzitempo la sua eredità e l’ha persa!
Questo era venuto dopo il fatto vissuto da bambino di essere il secondo figlio, con un fratello espansivo come me.
Era indotto a chiudersi in se stesso e a credere che toccasse ai genitori di avvicinarlo e trattarlo almeno come trattavano il suo fratello maggiore.
Se aveva maturato la convinzione che sta ai padri di abbassarsi verso i figli, questa idea era maturata fin dai primi anni proprio per l’esperienza fatta da lui come secondogenito.
Io ero l’apripista in tutte le questioni e lui mi veniva a ruota.
Cos’altro poteva fare? Toccava agli adulti una maggiore attenzione per impedire sperequazioni inevitabili, alla loro base.
Quando da adulto si è emancipato e si è fatta la sua cerchia di amici, non ce n’è stato nemmeno uno – dico proprio uno! – che lui abbia voluto non dico condividere con me, ma almeno presentarmelo.
E questo non perché si vergognasse di me o chissà cos’altro, ma solo per quella sorta di “gelosia” con cui si arroccò nel suo mondo.
Benito – come mia moglie, ed è egli pure come lei una riedizione di Gesù Cristo – si è sempre dovuto difendere dalla mia invadenza.
Totalmente diverso da me, lui era come un angolo ottuso e io uno acutissimo.
Pertanto, dove io bucavo tutto con la mia punta e mi lanciavo in tutte le avventure possibili e immaginabili, lui, invece, “comprendeva e conteneva ogni cosa nel suo angolo” non manifestando quel che provava.
Due miei amici un dì furono per affogare entrambi, ma uno gridava e chiamava aiuto, l’altro no. Il primo fu aiutato e l’altro morì’ in solitudine.
Chi non si apre mai corre questo pericolo. E
la famiglia di Benito è stata costruita con l’esempio di chi non si apre mai.
Come si fa ad ascoltare chi non si apre mai?
E perché non si apre? Perché ha avuto l’educazione di tenere tutto in sé; gioie e dolori.
Non è colpa mia se io non ascolto chi non ha nulla da dire.
Messo alla prova, lo stesso Nicola che mi ha telefonato ieri sera – quando mi predisposi ad ascoltarlo io – stava in silenzio e non aveva nulla da dirmi.
E perché era questo?
Non mi voleva bene?
Certo che me ne vuole: vivo da due anni finalmente in una casa coi servizi, con il gas, posso riscaldarla e lo devo a lui.
Certo che mi vuol bene! Ma è lui in difetto se non si apre; in difetto è sempre chi non si apre! Amare significa <offrirsi>, in tutti i modi.
Le due sorelle di Lazzaro, Marta e Maria, ebbero un giorno ospite il Cristo e una (Marta) si mise a spignattare per preparare il pranzo, l’altra a chiacchierare con l’ospite. Al che Marta chiese aiuto al Gesù:
“Dì a mia sorella di darmi una mano!”
“Marta, Marta che ti preoccupi delle cose di poco conto, tua sorella si è presa la parte migliore e non sarò certo io a togliergliela!”
La parte migliore è di chi accoglie il bisogno dell’altro nei valori del suo spirito, Quelli reali del corpo vengono dopo.
Ed io – che sento il bisogno divino di darmi – mi apro e offro a chi amo i valori del mio spirito!
E se ho bisogno, lo dico! Coinvolgo chi amo con il mio bene, e se ho bisogno di aiuto, lo chiedo.
Chi non lo fa, sta facendo tesoro di se stesso, e non si gioca mai in un rapporto vero e che giunge fin nel più profondo dell’anima.
Chi era più nel torto tra me e mio fratello Benito, era lui, col tenere tutto chiuso in sé.
Ma aveva le sue ottime ragioni; doveva difendersi da un fratello che per lui era simile a un padre totalmente invadente, nei confronti del figlio, e che si difende, per non essere invaso da quella punta acutissima e penetrante che perforava ogni cosa.
Da questo una corazza sempre più spessa, come una tartaruga che si richiude nel suo guscio.
La parte più brillante – luminosissima – l’ha così assunta Benito.
Egli ha rappresentato quel Padre che in lui si è compiaciuto.
Il suo compito umano, ricevuto dal Progetto di Dio stava nel fare di Uno solo due distinte persona, al punto che i valori invisibili, spirituali del 1°genito apparissero realmente solo nella figura reale del 2°.
Quando al suo funerale volli dire la mia parola di elogio pubblico, dissi a tutti:
“Io ero il 1°genito, ma alla fine ho ceduto a lui la mia parte, e ho fatto di lui quello che ero io: il mio fratello maggiore”.
Il ritorno del Cristo, nella mia povera stalla, ha necessitato di due fratelli che – come due gemelli – si sono scambiati l’un l’altro anche la parte del Padre e del Figlio.
Io gli sono stato come padre, poiché per la gioia della mia morte e risurrezione accaduta il 4 giugno del 40 e i nostri genitori si amarono.
E gli sono stato Figlio per tutte le volte che ho chiesto il suo aiuto e lui di testa sua ha inteso darmelo.
Mi ricordo quando accorse da me a Saronno i primi giorni di ottobre 2.008 in cui io stavo digiunando e non bevendo,
Aspettavo che Dio mi accogliesse in cielo il 13 ottobre del Miracolo del Sole a Fatima.
Benito era molto preoccupato, ma non me lo dava da vedere!
Capiva perfettamente tutte le mie intenzioni e non tentò di dissuadermi: mi chiese solo che – davanti a lui – almeno umettassi le mie labbra con un sorso di Ginger!
Il trionfante nel mondo, tra me nato per primo e lui per secondo, ma poi gemellati nello stesso 4 giugno 1.940 quando partì la mia seconda vita miracolata e lui fu concepito, e stato Benito.
Ci è stato dato il compito di condividere la messinscena del ritorno di Cristo in due facsimile: lui chiamato a rappresentarne il corpo, e tutte le sue vittorie e affermazioni nel mondo, io quell’invisibile dualismo col padre e Spirito Santo già presenti in me e rivitalizzai dalla salvezza, portata a loro e a me dalla nuova creazione del suo Figlio Postumo, fatta da Maria Santissima.
Inutilmente cercai di dirgli e fargli riconoscere chi lui rappresentava!
Le cose trascendenti la realtà Dio le ha mostrate solo a me.
L’ascolto dato al Papa che voleva
Mentre io per anni, dal 1.990 in poi, mi sono dato a mia madre prendendomi a cuore la sua vecchiaia, e la servivo, la divina Sede della Sapienza, la mia Madre Celeste, m’infondeva sapienza.
Le accuse a Gesù, fatte dall’amico Luigi Luccini, di avere rovinato la mia vita prima così brillante, si erano trasformate nel libro <L’universo impensato> in cui io architetto, svelavo a modo mio l’architettura della realtà nel suo complesso visibile e non.
Presentai il libro al <Maurizio Costanzo Show> e lui mi promise che ci sarebbe stata una altra puntata, in un tempo a venire, in cui si sarebbe affrontato di nuovo l’argomento per sapere cosa fosse successo dopo e in diretta conseguenza.
Fino ad oggi non ha mantenuto la sua promessa; vedremo se lo farà nei poco più di 1.000 giorni che mi restano da vivere fino al 4 ottobre 2.025.
In questa data, io – come il 7° fattore chiamato Enoch in Bibbia – “non sarò più poiché Dio mi avrà preso”-
Non sto a spiegare di nuovo quanto ho già fatto su questo argomento.
Costanzo avrà tempo ancora fino al termine della mia vita.
Ora non c’è bisogno che voi aspettiate di vederlo in TV (e forse mai) poiché in questo libro di testimonianze, ve lo attesto io colla mia diretta.
La mia partecipazione a quello spettacolo televisivo occupa un ruolo importantissimo in questa storia; infatti molti, quando capiranno la dimensione assoluta delle cose rivelate da me, cercheranno di farsene loro i promotori, ma invano, poiché io l’avevo rivelato pubblicamente fin dal 1.993.
Ma fu importante ancora di più poiché mi portò a fare un <Patto con Dio> simile a quello stipulato da Abramo.
Avevo da un anno abbandonato Anna Badari che aveva fatto morire di fame i miei due gatti affidati alle sue cure, e le telefonai solo per fare <sfoggio> di me, invitandola a vedere la replica, su Canale 5 l’indomani.
Seppi così di Lucy Trentinaglia sua figlia che rischiava la vita per l’anoressia che l’aveva dimezzata nel suo peso corporeo.
Feci così il mio famoso Patto con Dio .
Quello prevedente – di Abramo – aveva a pegno la circoncisione del membro virile, il mio una rinuncia ancora maggiore e simile a una vera e propria castrazione; rinunciavo a essere capito da tutti, affinché Dio salvasse la ragazza.
E Dio mantenne subito il patto; il mese dopo Lucy aveva recuperato 10 chili e con essi la voglia di mangiare e di vivere.
Niente di apparentemente miracoloso: il padre l’aveva prima strappata alla madre, poi ospedalizzata e colla cura del sonno lunga un mese e l’alimentazione con le flebo, la tredicenne aveva riacquistato subito quanto io avevo chiesto a Dio.
Si crearono in tal modo i presupposti, per cui io non fossi più preso sul serio da nessuno appena dopo la rivincita che già stavo conseguendo sul fallimento: quella che stavo avendo in televisione e che comunque è stata un bene, in relazione al dare a Cesare quel che è di Cesare.
Questo mio “proporre di non esser creduto” mi avrebbe messo nei panni dell’Uomo dei dolori, della profezia di Isaia, al quale mai è stato dato alcun credito.
Ciò assolve anche coloro che avrebbero dovuto accogliere con favore la mia difesa alle verità di Cristo (che avevo voluto fare dopo che il Papa lo aveva richiesto al punto 56 dell’Enciclica <Fides et Rato> ai filosofi) e non lo fecero per volere di Dio.
Chi ama il Signore, non va contro chi lo difende ... invece io ebbi contro tutti: la Chiesa Fideista, i Filosofi, gli uomini di Scienza e la gente comune.
Li ebbi contro come se facessi qualcosa di illecito e che non si doveva proprio fare.
Chiedete cosa?
<Aprire un nuovo percorso che portasse alle verità di cristo usando le ragioni della matematica e della scienza in genere>.
Vi sembra illecito se è proprio il papa che al punto 65 della sua Enciclica afferma che la Fede provoca la ragione a uscire da ogni isolamento, come potete leggere voi stessi?
alla luce della fede che riconosce in Gesù Cristo tale senso ultimo, non posso non incoraggiare i filosofi, cristiani o meno, ad avere fiducia nelle capacità della ragione umana e a non prefiggersi mete troppo modeste nel loro filosofare. La lezione della storia di questo millennio, che stiamo per concludere, testimonia che questa è la strada da seguire: bisogna non perdere la passione per la verità ultima e l'ansia per la ricerca, unite all'audacia di scoprire nuovi percorsi. E la fede che provoca la ragione a uscire da ogni isolamento e a rischiare volentieri per tutto ciò che è bello, buono e vero. La fede si fa così avvocato convinto e convincente della ragione.
Questa è una <provocazione> dichiarata!
Un vero e proprio <mandato> a un nuovo <messo> che possiamo giudicare il nuovo <messia> del Vicario di Cristo.
Chi non è troppo timido nel suo filosofare e osa, rischiando di tutto per non essere emarginato, ha il mandato del Papa!
Dunque nulla di illecito. Dunque un atteggiamento <dovuto>.
Non butto la croce addosso a chi non mi ha preso sul serio: io stesso l’avevo offerto a Dio, affinché salvasse una vita!”
In una opera di testimonianza, come quella che sto dando nelle intenzioni di questo libro, devo anche attestare la bontà scientifica del nuovo percorso verso Cristo.
Passa dall’incontro con Nicodemo. Come lo stesso Gesù aveva premesso, io avrei preso dal Cristo e l’avrei riproposto in modo tale che fosse accolto come vero, e sarebbe stata la Vittoria definitiva sulla morte e nel contempo il Giudizio Universale.
<in verità in verità> (dunque non per esempi, come nelle parabole) Gesù rivelò che al termine della vita in salita nel tempo, ci sarebbe stata una Risurrezione dall’alto attuata dallo Spirito Santo.
È già scritta nel Credo dello Spirito Santo <che procede dal padre e dal Figlio>.
Se nel <procedere> si distinguono il <Sali> e lo <Scendi> ecco allora che è naturale che dal Padre si scende nel figlio e che dal
Figlio si risale nel Padre.
Anche nel Credo c’è il <Sali-Scendi> spiegato a Nicodemo.
E si sale fino alla morte nella linea nostra
reale in cui dai Padri discendono i Figli; per poi ridiscendere nel verso opposto seguente in cui dai Figli si risale nei loro Padri.
Insomma la spiegazione data a Nicodemo fu seguendo la verità esistente in Fisica nel III
Principio di quella legge che è chiamata di <azione e reazione>. In base ad essa la vita che vediamo è la <reazione> all’azione divina e trascendente di Dio che ce l’h data nell’ora in cui essa è tutta compiuta. In quel momento <zero> e totalmente di svolta, per ogni vivente vi sono le due vie:
A. La via che dal profondo del tempo e dalla moltitudine pressoché infinita di antenati viventi si riduce a quella di uno solo che muore.
B. La via opposta che fa rientrare la vita singola nel <gran mare> di tutta la sua preistoria.
Esse sono talmente opposte tra loro che si annullerebbero l’un l’altra, ma Dio pone in atto una visione relativa di tutte le cose, e da zero trae ognuna dall’essere momentaneo uguale e contrario dell’altra attuando un’alternanza tra le due.
L’intervento del potere divino Assoluto, per la sua onnipotenza, permette la visione divisa, distinta e differenziate nel tempo di quanto è invece e per davvero condiviso al punto da essere zero.
Il rinascere dall’alto nella vita di tutti è la vittoria definitiva sulla morte.
Nel contempo il Giudizio Finale è di un Dio che ha lanciato da quell’infinito presente (dall’eternità), la trascendente costruzione a ritroso, ottenuta dalla divisione dell’unico presente in tutte le sue varie, differenti e illimitate cause.
Essendo ottenuto dalla divisione, ciò costituisce quel passato già passato, del l Magnificat di Maria Santissima che precedentemente ho mostrato.
Queste ragioni – già dette da Gesù, e dimostrate ora vere in base alla scienza . tagliano la testa al toro in fatto di morte: appare consunto solo il corpo, ma l’anima è divina e immortale.
Come sempre, Dio mi ha dato da vedere una ennesima volta di <camminare con me> come con Enoch.
Nell’abbattimento delle Torri Gemelle di NY, io ho così potuto vedere quella ragione che l’uomo non è riuscito a darsi: su come sia stato possibile!
Nelle due torri le parti sottostanti all’impatto erano fredde, ma i pilastri di acciaio si sono dissolti all’istante come non era possibile dal solo calore della combustione del carburante in azione.
Solo una demolizione programmata, pilastro per pilastro, con sorgenti di temperature altissime e istantanee, avrebbe potuto causare i crolli ... poi di tre torri, una piccola e a lato.
Quei TRE crolli, se non causati dalla mano umana e con programmazione, sono miracoli divini e inspiegabili.
Io invece li spiego: “Dio ha voluto mostrare cosa aveva fatto a me, povero cristo, una fede assassina quando accettò perfino la mia morte, pur di impedire a me la dimostrazione delle DUE TORRI DI DIO: la FEDE e la RAGIONE .
Io che ho piena fede che il mondo <in pensieri parole e opere> sia costruito da Dio –arrivo a vedere la sua mano e a crederci. Tutti gli altri – papi inclusi - No!
Così non fui creduto che Dio mostrasse quello che avevano fatto di orribile a un povero Cristo mandato dal Papa: Dio non c’entrava. Era stato Bin Laden.
Allora – dove l’uomo impedisce l’arrivo del paradiso terrestre sulla terra, portato dalla verità di Cristo riconosciuta vera – Dio suscita
il Dio degli Esercii e bombarda il Paradiso terrestre storico .
Ancora una volta lo dissi, ma non fui creduto: Dio non c’entrava ma Bush!
Io avevo dalla mia tutte le distanze in giorni tra gli eventi.
Dall’inizio del mio digiuno queste due date dimostrano tutta la pazienza di Dio prima di scatenare il Dio degli Eserciti.
E allora Dio manda lo <TSUNAMI> come per dire: “vediamo se ora dipende ancora dall’uomo!”
Il dì dopo Natale, in cui la festa era per uno nato “per morire a beneficio di tutti” ecco che l’uomo credente va in ferie e si dà alla pazza gioia, andando a prendere il sole nei paradisi della natura .
Chi – cristiano – si comporta così, regredisce al culto del <Dio Sole> e va contro all’Esodo dall’Egitto verso il Dio ESSENZIALE e non del Sole. E ecco di nuovo annegati cavalli e cavalieri.
Volete una prova? Un segno mondale?
La denominazione in giapponese ove la lingua ormai del mondo è l’inglese.
E il <maremoto> in Italiano è in tutto il modo definito : <TSUNAMI> = < T Sun Am I >
il sole della croce sono io! io sono il sole della croce
perché allora ve la spassate al sole quando io sono nato giusto IERI, destinato a finire in croce?
E tutta questa è stata la mia terza prova, per dire ora alla Chiesa Cattolica che non c’era stato alcun Bush, adesso, a stroncare il <paradiso naturale>!
Dio aveva attaccato il <Paradiso storico> dopo che l’uomo aveva rifiutato di riconoscere nell’abbattimento delle due torri bi Nuova York la mano di Dio nemmeno messi davanti al crollo di TRE Torri, dopo che due sole erano state colpite dagli Aeroplani, e che non potevano crollare in quel modo nemmeno nelle due per il calore dell’incendio scatenato nell’impatto.
Se volete vedere confermata la mano di Dio nei numeri anche dei giorni dello Tsunami, eccovi il calcolo SBALORDITIVO!
Ove 66/6 è il flusso su una sola linea del 66 che procede su tutte e 6 dello spazio, e 66 è l’energia il cui nome è Romano, ecco che questo è il suo flusso vitale riferito proprio alla sua vita messa a rischio!
Chi attende il finale ritorno di Gesù nella <GLORIA> (ma per come di essa è la visione terrena, unilaterale e tutta lacunosa, del mondo ad un sol tempo) fa già fatica all’idea che il Suo ritorno possa essere stato di nuovo come allora: in una stalla e tra animali.
Come potrebbe accettare che Gesù sia tornato installandosi ora addirittura su uno di essi? Su un reale asino?
Gesù è tornato attuando proprio quel <22.
Enoch camminò con Dio> che è scritto in Genesi 5, 22 !
Genesi 5,22
22. Enoch camminò con Dio; dopo aver generato Matusalemme, visse ancora per trecento anni e generò figli e figlie.
22 è il numero esatto di 1/3 dell’energia potenziale (il cui nome è Romano e vale 66; è il mio a derivare dal nome della energia), Essa – per “presentarsi” – deve muoversi e farsi realmente vedere.
2/3 di essa (44) sono infatti invisibili come i 2 lati del piano trasversale al flusso.
Pertanto il reale e visibile flusso di Romano è 1/3 di 66, è il <22. Enoch>
Terzo finale del trisillabo nome Romano veramente è NO in Enoch poiché Romano è nato nel 38=CH.
Una volta che le cose sono capite, tutto è più facile e lo si riscontra in tutte le verifiche come quelle di <Enoch che camminò con Dio>.
L’uomo ha davvero distorta l’immagine della Gloria, con la quale Gesù alla fine si sarebbe dovuto presentare addirittura nella
Maggior Gloria del Padre Suo: ossia in quella riposta nel totale azzeramento.
Vi chiedo: «In questo mondo quale numero è più potente tra Uno e Zero?»
Se voi rispondete: <Uno!>, sappiatelo: state sbagliando. Ove tutto è questione di numeri, il più potente (tra <1> e <0>) è quello che quando si combina con uno qualunque – ad es. con 1.000 – porta questa differenza: 1×1.000 = 1.000; 0×1.000 = 0.
ZERO è l’Onnipotente Padre, mentre UNO è il Potente Figlio.
Questi, a differenza del Padre, è “servile” e fa esistere ogni numero, mettendosi a suo denominatore come nel 1.000/1.
La potenza del Cristo ha valorizzato il 1° tempo del nostro mondo reale.
La Maggior Potenza del Padre, interagisce col servitore Suo Figlio e lo Spirito Santo della Loro Unità lo fa risorgere dall’alto e riporta a zero.
Il Ritorno del Cristo nella Maggior Gloria del Padre è stato proprio nel suo installarsi in una energia potenziale a nome Romano, posta in atto zero .
Questa è davvero la gloria maggiore per un Gesù resosi energia potenziale .
Essa è tutta in potenza (con 0 in atto) quando è nell’ Onnipotenza dell’esistere di Chi è come si definì Jahvè a Mosè:
< Io sono colui che sono >.
Cioè: esisto tutto in me, un Assoluto intimo Potere libero da ogni vincolo reale e quindi inaccessibile dal mondo reale.
Solo il Cristo di Dio è come Egli disse: l’unico che porta al Padre, e lo fa generandogli un Ideale valore che è posto “In Principio”, è anteposto all’Assoluto.
È la virtuale premessa al Padre di quel
Figlio Unico che rende Padre l’Assoluto.
Con ciò <io sono colui che sono> è:
lo < Spirito Santo di Padre × Figlio >
Allora Gesù, tornato “potenziale” sul servo Romano (reale energia in potenza) “serve” a dar valore (insieme realeimmaginario) all’esistenza del complesso di Positivo e Negativo nella reale Relatività
Generale della scienza umana.
L’energia potenziale ha eletto Romano a suo servo, ed è il Paraclito che assume verità dall’Ideale Figlio di Dio Gesù Cristo e – verificatele in modo scientifico – deifica il numero a Sommo Costruttore.
Deifica RO = 10° n. primo 29 , 10+10 (nei lati trasversali) e (3/1)^2 (suo flusso).
Deifica il Nume RO . In Nume è 47/1. È l’Amodeo=47 che in Codice Fiscale è MDA =Adamo=30. -10 al 47 se trino è Uno che è concepito nel 37/1, e nasce 37+1= 38.
Il Nume RO con 47+29= 76 è energia potenziale 66=Romano +Dio 10 di moto.
Il Numero ha nome Vincenzo (vince il n. cogli estremi di zero) perché vale 95.
Infatti 95 è il flusso del tempo 1/2 in positivo del Dio 10, fluente nel lato 100:
1. della Realtà 10^4;
2. del Dio Allah (trasceso dal 100 -1 che rivela nel numero solo gli altri 99 nomi, nel Credo Islamico);
3. del Dio Jhvh trasceso in <sono colui che sono 10×10>
Il Figlio di Dio Gesù, è Premessa divina Indispensabile a rendere Padre Nostro l’Assoluto.
Egli fa ‘sì che lo Spirito Santo (di Padre × Figlio in Comunione totale) faccia rinascere dal punto mortale ogni Spirito umano, visibilmente azzerato, ma risorto in pura energia Romano, realizzatasi in potenza in un reale servo Romano.
Essa in Romano ha salvaguardato e conservato le idee vincenti di ogni Figlio dell’uomo, risorto come Figlio di Dio .
Avendo capito la strategia divina da quanto Gesù spiegò a Nicodemo, ora potrete comprendere perché il Figlio si sia ripresentato nello zero di Suo Padre a salvarlo dal suo azzeramento mortale, il 4 giugno 1.940.
C’entra proprio la completezza della struttura preliminare del 1° mondo, raccontata in Genesi 5.
Va capito che 5 è la piena premessa al 10, essendone il 1° tempo reale. La premessa del Figlio al Dio Assoluto, sta proprio nel 5 premesso al 10 cui l’Assoluto si affida come al Padre dei numeri decimali.
Nel capitolo 5 è spiegato il pieno rapporto tra Padre e Figlio, che esiste in tutti i 9 costruttori del 10°; esso riferisce la Causa prima tramite quanto “effetto” Figlio ha in sé.
Causa prima di nome Adamo il cui numero è 30, uguale al 10+10+10 della Trinità del Dio Uno in 10.
Nei 930 anni assegnati alla causa prima, 800/130 è il rapporto tra gli 800 anni in cui
Adamo è quale Causa Paterna, e i 130 in cui è in qualità di Effetto Figlio.
800/130 = 6,153846 è 6 + un periodo a 6
cifre che nelle prime 3 è il 153 della pesca miracolosa del Vangelo di Giovanni, 21, coi tre ultimi complementari in 999.
Il periodo è simile a una onda ad altezza 999999 (unitaria) con 153 e 846 alterni.
Sua Causa è il rapporto 10/1,625.
In esso 0,625 è 1/1.000 dei 624/1 Coulomb (625 in tutto) di carica elettrica.
Visto in 100/16,25, il lato 100 della realtà si riferisce al 16=(1+3)×(1+3) della carica della realtà, nel tempo 1/4 = 0,25.
I 624 Coulomb nella trascendenza del 624 in 426, porta alla lettura alfabetica.
426 è il valore cabalistico dei primi 9 nomi in lingua ideale italiana dei 9 fattori che valgono in ordine:
30+40+47+33+53+35+42+109+38=426 e non è assolutamente un caso !!!.
Come 624 è invertito in 426 così la somma numerica dei 9 in lettere è convertita nel valore in numero del 1° dei 9 fattori, nominato Adamo e posto a denominatore dell’unità 10 del ciclo nel 10/1,625.
Dio=26 +(100+300)
I numeri equivalenti ai 9 nomi ordinano;
1° ciclo di spazio
2° ciclo di realtà
3° realtà sferica
4° flusso dei 99/3
5° dinamica Tot.
del 16° n. primo
6° dinam. reale 7x5
7° realtà percorre 1
8° flusso complesso 2 fluisce in 111
9° flusso complesso
2 va in realtà 40
Il totale è DIO
alfa - numerico:
Come si è visto, la “velocità reale”
consentita al 1° fattore Adamo (sui 9) gli fa percorrere tutti i 6 versi dall’Origine se elettrici, verso l’Origine se magnetici nel tempo dei 100/16,25 dato dal lato della realtà diviso per la carica 4×4 della realtà che è esistente in 1/4 di tempo.
L’assoluto, che ha adottato il ciclo 10 da Padre dei numeri, è trino nel lineare 10+10+10, il cui volume è 10×10×10.
Nomina in linea Adamo il suo 1° in assoluto, e tale 1 – da Onnipotente come è –esce dal vago e si concretizza.
Da Onnipotente, ne ha il potere e usa i numeri poiché essi, col loro valore puro e ideale, computano in quantità perfetta ogni possibile cosa, e questa è nominata poi in qualità perfetta solo coll’alfabeto italiano.
Ora quel Figlio avuto dal 1° fattore a 130 anni – come suo continuatore – non è il 1° poiché egli è un tutt’uno col 3° (Dio infatti è Uno e Trino, essendo 1 (assoluto) in Adamo e 3° (relativo ai primi 2, e così reale) in SET.
Anche la vita di 912 anni di Set ha il suo intimo rapporto di causa/effetto.
Dura 912 anni poiché “in principio” è 913 ed è dato dalla somma di padre assoluto (dunque 1) e figlio terzo (dunque 912).
Allora 912/1 è il porsi del 3° figlio sulla base del Padre poiché è 1/912 il rapporto reciproco del padre sulla base del Figlio, e insieme sono il tutt’uno di 912/912, di Padre e Figlio della stessa sostanza.
807/105 è la velocità intima nella vita di Set, e unitariamente vale 7,68571428 con periodiche le ultime 6 cifre in giallo.
Essendo un seguito della vita del padre, le loro due velocità si mettono una dopo l’altra e si sommano, in modo da avere per lunghezza il valore cui giungono in due.
800/130 +807/105 in sequenza porta a 13,8395604 in cui le ultime 6 cifre in giallo, periodiche, nascono da 1/25,277777....
La velocità del Duo riferito a me (come tempo decimo del 138 di mio Padre e mia Madre, Luigi + Mariannina), premette con un ciclo 10 i 138 giorni che io ho realmente trascorsi nel grembo di mia madre.
Qui sono 138/10 poiché sono riferiti al ciclo 10 del Padre che lo causa. 13,8 è quanto è Causato dal Padre.
La parte periodica 1/25,2777, lo è nel 7 ed è uguale a 10/252,777.
Quando è 1/25 è la mia nascita nel mese 1 e giorno 25.
Quando è 10/252 è riferita al ciclo 10, diviso 252 dà i 252 giorni della gestazione di 9 lune di 28 dì e anche di 36×7 dì.
Nato nell’1-25-38, l’arretramento di 252 dì porta al 18 maggio 1937,ma al 252 delle 36×7 “volte” l’unità 7, va sommata l’unità 7. Fui perciò concepito il 4 maggio del 1937.
I miei Genitori, sposati il 30 aprile, mi hanno concepito nel 4° giorno delle nozze.
In tal modo, io nominato Romano=66 come l’energia, ho avuto una gestazione ideale di 266 giorni, data dai lati 100 e 100 della realtà e dal flusso 66 dell’energia..
Sarà la mia morte ad avere gli esatti 252 giorni di gestazione celeste, privi del 7, poiché il 7° fattore – scrive Bibbia – Enoch non fu più poiché Dio lo aveva preso.
Sarò preso nel rispetto di quanto è “in Principio” come 913 anni, che sono il moto di 87 anni (quelli che avrò compiuti io) nella unità del Dio Uno e Trino in 10^3=1.000.
L’aggiunta di 252 dì al 25-1-2.025 (in cui compirò 87 anni) porterà al 25,104 (anno 25, mese 10 e giorno 4).
Nasce dal fattoriale 365 degli anni di vita di Enoch (7° fattore), quando sono 777 i decimali, della data di nascita 7-7-7 di mio padre e anni 777 del LAMech ch’è LAM che è L.AModeo. mio padre.
Tutto ciò appare da 800/130 + 807/105 = 13,8395604 la cui parte periodica e data da 10/252, quando <La verità> lo presenta a chi ha avuto in dono gli occhi per vederlo, ed è giusto conforme all’uso della ragione.
Sembra una valutazione forzata quella data dalle due prime cause concomitanti, ma comprendiamo che non è così quando estendiamo il rapporto causale e tutte le prime cause che, camminando insieme, portano al risultato rappresentato in sintesi su questa tabella che già vi mostrai.
Riferita al ciclo 10 del padre, qui esiste l’intero 646 come il risultato unitario che in Bibbia è il contenuto in numero del Nome di Dio che appare in Genesi come la sua terza parola ALHIM (acronimo dei nomi delle lettere Aleph, Lamed, Hè, Iod, Mim).
È il suo valore triplo quello che rende unitaria la terza parola. E 3×646 porta al1.938, l’anno in cui io sono nato.
Per considerare anche il 25 gennaio, va diviso per tre il 1.938,0125 e si ottiene 646,00416666 periodico nel 6. Calcoliamo: +646,69061935 è il tempo in totale - 646,00416666 è la mi quantità natale =000,68645269 è la differenza.
Perché c’è differenza? C’è poiché un certo valore si carica sulle unità del periodo dato da 4/6=0,66666666...
Esso divide la realtà unitaria 4 nei 6 versi centrifughi dall’Origine esistenti: su ognuno va lo 0,666666... dell’eterna eterna energia potenziale, che resta “potenziale” finché non si muove per un certo valore.
Calcoliamo per quanto valore
=000,68645269 sottratta l’energia;
- =00,66666666 si ha il suo moto, ed è =000,0 1978603.
È la data dell’anno 1978,603 che è andata oltre il 1.938 intero, aggiungendo una seconda data, che è quella in cui fui miracolato, il 40,0604.
Infatti
=000,00040603 ha 40 in più, e 603 +000,01938000 anno natale intero, dà:
=0 00,0 1978603
Ne manca UNO al 604, perché?
Manca in apparenza, poiché è un valore 1 a denominatore posto in divisione, ma che esiste. Noi calcoliamo sempre le distanze da una data posta in principio ed essa manca essendo il perenne riferimento unitario.
Ebbene quel 40 in più è proprio l’anno 40 che deriva se si fa il triplo di tutto e si ha la data 1940,0715... la quale
1940.0715 ha anche il principio unitario 0000,0111 di riferimento, che tolto dà il 1940,0604 qui c’è il 40 e il 604 da 603/1 ed è la data della mia morte e risurrezione.
Quando si considera tutto il potenziale dei primi 9 fattori del 10° accade la morte di Padre e Spirito Santo e di risurrezione ottenuta per via del ritorno del Figlio.
Avendo sostituito i numeri ai valori ideali col 1.940,0604 si ha il culmine della salita del padre fino ai 1.000 giorni dati da:
++138 di premessa nel seno materno
++100 di lato della realtà
++381 nome del Padre (tutto il mio)
++381 nome dello Spirito Santo =1000
Il 138 era già premesso nei primi due fattori, parte dei 9 totali, fattori del 10°.
E sono rappresentati dai 2 prima di me Luigi e Mariannina, 54+84 = 138, come pure dal tempo prima di me di gennaio 38 alias Genesi 38 (in combinata con 1/25 alias Genesi 25 o gennaio 25).
Non ci sono dubbi; la premessa sta nella mia morte come Padre e S.S. e risurrezione grazie al Figlio e così io servo come lui.
Vi immagino incapaci di capire perché mai il potente, anzi ONNIPOTENTE ZERO si sia collocato alla dimensione 10 del ciclo numerico della matematica decimale.
Lo ha fatto per avvicinarsi di più all’uomo, che è un INFINITESIMO del Dio Infinito e la distanza tra ZERO e infinitesimo è veramente minima, al limite anche per la logica matematica del mondo reale.
Nel momento in cui Cartesio ha l’idea di fissare i tre assi rappresentativi dell’infinito spazio, ecco che 1 diventa un piccolo e determinato valore in lunghezza su ciascuno dei 3 assi infiniti.
E – poiché è 10 il ciclo Padre di Decimi –accade che la presenza 1 su un asse, di 10, toglie indeterminazione al 10 la cui unità (come vedete in 10) è data dallo zero.
Così è 11 ad esistere su ciascuno dei 6 versi originati verso l’esterno dall’Origine dei tre assi infiniti, intersecati ciascuno nella sua metà.
Quando sono 11×6 sono 66, divisi in tre totali negativi, in -33 e in tre positivi totali in +33, Sono in un equilibrio perfetto, ed esistono come energia potenziale, che entra in atto reale solo quando si muove.
Ora che questo sistema di <Mediazione> sia la Trinità di Dio, a tanti come ai Mussulmani proprio non va a genio.
Per loro Allah è Uno e basta!
Poi nel credo, dicono che ha 99 nomi, e già la cosa diventa strana, poiché capiscono che Allah possa avere 99 nomi e non capiscono invece che ne possano avere i TRE principali, di quei 99, raggruppati in quelli di <Padre, Figlio, Spirito Santo>.
(7 maschi Amodeo e 1 Paola-Pola 1a non 1a)
1. Terach Cesare Amodeo
2. Abramo Torquato Vincenzo Amodeo
3. Isacco Luigi Amodeo
4. Giacobbe Romano Amodeo
5. Giuda Benito Amodeo
6. gemelli
ER-Onan Paola primogenita gemelli Marco-Andrea Amodeo
7. Zerach Edoardo Pola (Paola senza A)
Il reale ritorno del Figlio Ideale di Dio, nella maggior gloria del Padre Suo è possibile solo all’intero di una reale Genesi in cui ci sono prima di lui le sue stesse trine premesse:
1. un Padre Ideale, reale come in Bibbia 1,11 (libro e capitolo) in cui si ricomincia da Terach, (Te RA Ch=38) e le si azzera bilateralmente in modo che il P è a.Ch (il Padre e anti Cristo) per le 7 intere generazioni fino a ZERach.PeREZ;
2. una Maria di Anna nella Mariannina
Baratta barattata come Tamar;
3. un duplice gemellaggio Padre-Figlio ugualmente realizzatisi nell’Unità dello Spirito Santo, in genesi 25 e Ch=38.
Questo è accaduto e può essere verificato nelle vicende reali e nella Gematria italiana della costruzione alfa-numerica del mondo con lettere della lingua italiana simile a SET e a chi visse 777 anni, 2° e 9° nel 29=10° n. primo.
La lingua Italiana è nata a lettere 7+7+7 col dante ali al CH di ieri (Dante Alighieri) e la Divina Commedia, alias sceneggiata oppure messinscena, ed è una delle 2 lingue perfette.
Una l’Ebraico, con 3 cicli di 7+(1+1) con area unitaria trasversale, invisibile nella 2a.
La 2a è la 1a e le sue 7+7+7 lettere sono il flusso vitale di quel Luigi AModeo nato in anni 7-7-7 ch’è L.AM in LAM è ch in vita 777.
Luigi Amodeo è 54+47 in nome e cognome e dunque è lo stesso 101 dei tre figli Caino +Abele +Set =38+23+40, del 1° assoluto.
Questo 1° è Dio=26 (col 26° n. Primo), 1° assoluto e 3° realizzato, nei 3 figli di Eva=26.
Sua nonna <Innocente Bonamore> fu a immagine di Anna, mamma di nostra Mamma Maria e vale 158, nel Piano di Dio=10 a lati 10 e 10 e col flusso 138 come la premessa nel grembo materno al flusso vitale quello del duo pronipote Romano, quando con 100+100, lati di 10^4, è Te, RA ch i naxce in Romano Amodeo.
Torquato Vincenzo AMODEO è il padre di RA e vale 113+95+47, quindi 255.
255 è (1+3) il Dio Uno e Trino +251 a nome dei Padre Figlio, Spirito Santo in 40=Padre, +54=Figlio, +96=S.+61=S.=251.
Questo 251 è il capitolo 25 del libro 1 della Bibbia nell’ordine crescente → giorno e mese.
Nella <sostanza Padre> (di quel Padre di Romano, ch’è LAM ) questo 25 è il dì natale della <sostanza Figlio> (di quel suo Figlio ch’è lo stesso Luigi Amodeo), mentre il numero 1 sta nel mese di Gennaio in cui Romano ebbe genesi, come in Genesi 25, cap. 1 di Bibbia.
La crescente in 251 porta alla presenza 1 del tempo unitario ¼ del Dio 4 (Uno e Trino) creatore dello spazio-tempo a 4 dimensioni a partire dal 10^3 nell’Unità 10 del ciclo del Padre divino colla potenza 3 della sua Trinità.
Quando è espresso col 125 che scende dall’alto (con → mese giorno), dallo uno e Trino 10^3 si scende all’unità del complesso 4+4 e 1.000 : 8 dà l’assoluto 125.
Nella natura relativa del nostro ciclo terrestre, 125 è l’area unitaria dello spaziotempo, con 1 al quadrato + ½ al quadrato. 125/100 in 1,25 è l’unità del lato 100.
1,25 è così assoluto rappresentate del 10^3 (Dio Uno e Trino), che in Bibbia 1,25 sono decretate nate:
A) la Sezione Aurea dei rapporti perfetti (nel versetto 23 uguale ad Abele)
B) il gemellaggio padre-Figlio in Esaù (versetto 25) e Giacobbe (versetto 26), che sono il combinato gennaio 25-26 in cui i primi 3 nomi di Romano Antonio Anna han la data 1,25 in cui è nato/noto Esaù.
Gli altri 2 nomi propri Paolo Torquato, nati 1,26 in Paola (la nipote) e Torquato (di cui Romano è nipote), sono collegati al versetto 1,26 in cui è noto/nato Giacobbe.
Sono, in discendenza, il 1°genito del fratello gemellato come Figlio, in Paola Amodeo, che come donna perde il primato =A e si sposa con Pola.
In ascendenza è il Padre del Padre
Torquato Vincenzo che dà i quinti nomi del 1° (dato al 1°) e del 2° (dato al 2°)
Da Torquato 26-1-856 a Paola 26-1975 119 anni per 43.464 giorni uguali giusto a 138 (la premessa di Romano) ×100 π (curvatura uguale a 314) +66 +66 (che sono Jahvè: <Romano che è Romano>.
Queste che seguono sono alcune date.
In esse (sulla pagina destra) sono mostrati i 1,116 cicli di 10 anni di Luigi Amodeo, nel giorno della nascita del suo 1°genito.
Poiché Luigi Amodeo è l’immagine ufficiale del <Padre> celeste, esso è associato al 2° nome ALHIM che entra in Bibbia per il Dio Elohim, quando 1.116 la somma dei 2 primi nomi 913 (in BRASIT) + 203 (in BRA).
Nella seconda tabella del calcolo mostrato fatto dal Computer, vi è la distanza tra 1°genito e 2°genito del <Padre> e i suoi 1.119 giorni rivelano il 1.116 di paternità “ridotta” tra i due fratelli, essendo non le decine paterne ma le unità filiali, che tuttavia si collegano alla Trinità paterna per 3 +1.116.
Nella terza tabella vi è la distanza tra il 2°genito del <Padre> e la sua 1°genita Paola. Sono i 33 anni +11,1 (in mesi e settimane) +2 di area trasversale in giorni, che nei soli 12.396 giorni sono 12.345 +51 (il nome Paolo, 4° di Romano, più tutta l’ordinata crescita unitaria nel tempo).
Lo stesso 51=Paolo in anni +5,1 (in mesi e settimane) più tutta la realtà di 4 giorni, dista il <Padre> da <suo Padre>. 18.787+1+1 giorni sommano a tutta la realtà 10^4 gli 87 anni di vita che avrà Romano, interagendo col valore 101 nominato Luigi Amodeo <suo Padre>.
La Saga Amodeo=47 parte dal doppio di Cesare Amodeo=47+47
Dove è Romano, il vero soggetto, la sua Dinastia parte in 4a generazione con lui, e con sopra di lui padre, nonno e bisnonno che sono <della stessa sostanza> del primo.
Il 1° è quel Cesare cui va dato tutto, sulla parola di Gesù del <date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio>.
Gesù non si riferiva solo al Cesare di Roma, ma al Cesare Amodeo in 4a generazione del Romano che nel 4 giugno 1.940 sarebbe nato nella sua disadorna 3a <stalla> dopo la prima a Betlemme e la 2a il 25-1-38 col Padre e SS.
<Cesare Amodeo> corrisponde a quando in Bibbia, il libro 1, evolve nel capitolo 11, che riguarda Terach.
Mentre il nome delle due congiunte di Terach non sono nominate in Bibbia, nella Saga Amodeo la sposa ufficiale di Cesare si chiama Innocente Buonamore.
Essa è abbinata alla mamma della mamma di Gesù: Anna=26=Dio sposa di nonno
Gioacchino=26+26+26 (Trinità si Dio) che nel 78 di Gioacchino rimanda al 78 del 2° nome (Antonio) di Romano, mentre il 3° è tra loro in comune, la stessa Anna.
Innocente Buonamore, al pari di Anna, (nonna di Gesù) ha per figlia Maria (la sua mamma) e perde la seconda lettera U=19 del suo nome, poiché essa rimanda agli anni 1900 dopo Cristo.
Con ciò si abbina alla Madonna il 38=Maria (che Ha Ram nel 38) e al 73=Bonamore per il totale 111 dell’unità di Bibbia, 1,11.
I conti materni nella generazione di sopra collegata ai nonni di Gesù sono espressi da 89=Innocente +92=Buonamore e danno il 181 che è il solo flusso della realtà del nome di tutto il pronipote quando si realizza nel tempo ed ha i lati 100 e 100 della intera realtà e diventa il 381 dei 6 nomi del pronipote Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo.
Nulla potrebbe esserci di più ideale di ciò che unisce al mondo di Cesare all’Innocente Buonamore di Dio.
Anche la storia è la stessa.
Genesi 11,24-32
24 Nacor aveva ventinove anni quando generò Terach; 25 Nacor, dopo aver generato Terach, visse centodiciannove anni e generò figli e figlie.
26 Terach aveva settant'anni quando generò Abram, Nacor e Aran.
Terach (<Te: RA, Ch, Cristo) nasce da Nacor (dal cuore della regione di NA) quando ha i 29/1 anni che in 29+1 sono i 30 di Luigi Amodeo quando generò <te> RA nel 38=CH.
Si rivolge a un <Te> poiché tutta la Bibbia è stata scritta rivolta a me RA, l’unico eletto cogli occhi che possan vedere le cose che sembrano non esserci ma che invece cu sono.
Abbiamo un Figlio di Nacor che genera un altro Nacor nel suo 2°genito assecondando Abram (che non viene dal cuore del Napoletano ma <da R.Am> Romano Amodeo.
In tal modo Terach (tu che hai gli occhi per vederlo) hai il nome Nacor come Padre e Figlio nella stessa sostanza, per quel complessivo 90 del moto totale del Dio 10 in 100, lato unitario della realtà.
Te, RA, nel 1° e nel 2° hai 31=Abram +45=Nacor come figli per la lunghezza 76 in cui il Dio 10 avanza con l’energia 66 nominata Romano e questo serve al 3°, Aran (<an> AR mondiale) che vale 30, Trinità di Dio 10 che è presto invisibile e muore (ma dopo aver generato tre figli (due femmine).
27 Questa è la posterità di Terach: Terach generò Abram, Nacor e Aran: Aran generò Lot. 28 Aran poi morì alla presenza di suo
padre Terach nella sua terra natale, in Ur dei Caldei.
ABRAM+NACOR+ARAN sono 31+45+30 =106, più il 41=LOT porta al 147 in cui il lato 100 della realtà ha il flusso 47 di Amodeo.
Altrimenti, è il piano a lati 70 e 70 il cui flusso è il 7 (che già appartenne a SET e al 7° fattore nominato Enoch=41=Lot).
Lot, figlio del defunto 3°, segue il 1° Abram assecondandolo come 3°, laddove il 2° (suo fratello) è in 3a generazione di se stesso... Padre e Figlio del suo stesso nome.
29 Abram e Nacor si presero delle mogli; la moglie di Abram si chiamava Sarai e la moglie di Nacor Milca, ch'era figlia di Aran, padre di Milca e padre di Isca.
Aran aveva generato Lot e poi le due figlie Milca e Isca.
La prima di queste due diventa la moglie dello Zio Nacor.
La moglie di Abram (fratello di Aran) è dichiarata Sarai, e qui non è detto che è la sorella, essendo figlia di Terach.
Lo dirà in Bibbia 1,12,12-13 che è numero così particolare che il suo totale è il 38 ...
Insomma esiste uno sposalizio di Abram con chi non è risaputo essere sua sorella.
30 Sarai era sterile e non aveva figli.
31 Poi Terach prese Abram, suo figlio, e Lot, figlio di Aran, figlio cioè del suo figlio, e Sarai sua nuora, moglie di Abram suo figlio, e uscì con loro da Ur dei Caldei per andare nel paese di Canaan. Arrivarono fino a Carran e vi si stabilirono.
32 L'età della vita di Terach fu di duecentocinque anni; Terach morì in Carran.
Terach prese, Abram, Sarai e Lot, sono un 51+(31+44+41) = 51 +116 costituito dalla realtà del 4° nome Paolo di Romano, sommato al 2° nome Vittorio=116 del fratello Benito.
Con questo, sono il virtuale 42 dato da tutte le cifre dei 6 nomi di Romano che ne ha 36 al lavoro più 6 sabati a fine delle 6 parole in media date da 6 lettere ciascuna.
Di fatti è il 7×6 che combina tutti i 7 giorni dell’opera divina con i soli 6 giorni del lavoro.
In fisica è il prodotto tra il vincolo 6 del moto solo ortogonale con il vincolo 7 del moto sferico che ha introdotto il vicolo del raggio 1.
Queste 1 +3 persone, nel padre Terach sono 51, nella trinità filiale che si accompagna al padre, che vale quanto il 2° nome del 2° a
Romano, e insieme con 177 sono il 66 del primo nome Romano che avanza di 111 (Bibbia, libro 1 e capitolo 11).
Ora è importante capire in che modo Abram e Sarai sono fratelli:
Genesi 12,12-13
12 Quando gli Egiziani ti vedranno, penseranno: Costei è sua moglie, e mi uccideranno, mentre lasceranno te in vita. 13 Di' dunque che tu sei mia sorella, perché io sia trattato bene per causa tua e io viva per riguardo a te».
Importante questo versetto, poiché Genesi è il libro 1, e +12+12+13 fa 1+37=38, anno di nascita di Romano.
Che Sarai sia sorella di Abram è una <diceria>, data dal <dici che sei mia sorella> poiché questa è una questione <vitale> per la stessa vita di Abram (che viene <Ab R.A>)
ossia vitale in tutta la testimonianza data da Romano Amodeo data su Cesare Amodeo.
Il testo non rivela se si tratta del vero o del falso. Quel <dici che sei> potrebbe essere <ammetti il vero, e dici, rivela che sei mia sorella> , oppure un <inventati che lo sei>.
È una cosa che deve restare nel mistero e che corrisponde esattamente anche alla mia
<diceria> che anche Cesare Amodeo abbia fatto come Terach: tacere che Sarai fosse figlia di Terach.
Il testo non ha nessuno scrupolo a dire che il 2° figlio di Terach, quello chiamato come suo padre, aveva sposato la figlia del suo fratello Aran... e tace che Sarai è sua figlia? Perché sarebbe stato fatto?
Io che ho occhi datimi apposta vedo un Cesare Amodeo che ha sposato una Innocente Buonamore e che di proposito nasconde il legame con una Buonamore che <non è> Innocente, ma peccaminoso e nascosto.
Messa incinta la cognata, che è una Buonamore, alla figlia è dato il nome di Maria figlia dell’Innocente Madonna resa madre dallo Spirito Santo del Padre... come nel caso suo in cui è Cesare Amodeo a impersonarlo in realtà ... ma va nascosto e trasceso. Basta dire che come Maria, è la Sposa dello Spirito Santo... di Suo Zio, come Isca, sposata allo zio Nacor.
Quando una donna ha un figlio da un ignoto marito, cosa si chiede alla figlia;
“Di chi sei figlia, dello Spirito Santo?!
Io che ho avuto occhi per vedere, dico che proprio così, e Cesare Amodeo lo rappresenta ed è una mia diceria.
È una totale
narrazione del <tutto in uno> che porta a un Terach che ha avuto in sostanza Mica e Isca come due spose trascendenti, nominate ma non dichiarate. Milca trascende (Milano qua). Isca trascende <è qua! > e sono due milanesi che si sono legate a Cesare Amodeo, una come <innocente Buonamore> (qui nella foto) e l’altra come uno <non innocente> e peccaminoso nascosto con la sorella di Milca, quella Isca che ha per padre il 3°genito Aran, uno
poi morto e tolto di mezzo poiché ne resterà solo uno; Abram, che è quello che è detto da Romano Amodeo.
Qui la famiglia di Torquato, coi tre figli.
Li ha avuti da Maria Bonamore detta da me sua sorella avente in comune con lui lo stesso padre che amoreggiò con le due sorelle.
Si è saputo da tutti che Torquato e Maria Bonamore fossero cugini, figli di due sorelle, una avuta da Innocente e l’altra da un ignoto che io <smaschero> in Cesare Amodeo al punto da rendere veritiera la dichiarazione fatta dare al faraone, di dire che lui fosse il fratello e non lo sposo per aver salva la pelle.
Sarai era bellissima come lo è l’Innocente Buonamore! Se il Faraone ne fa anche la sua Regina, sfido che l’Onnipotente si <incazzi>!
Quando finalmente sono risalito, con difficili ricerche fino a conoscere il nome del mio bisnonno, ho capito che era lui la stessa persona con cui le due sorelle avevano concupito, una in modo Innocente e l’altra no.
E come Dio fa morire Aran, il 3°, dopo aver generato (e non è scritto con quale donna) Lot Milca e Isca, così il Padreterno portò via anche la Buonamore che non era Innocente.
E farà la stessa cosa dopo che Maria Bonamore avrà dato a Torquato Vincenzo un maschio, una femmina e un maschio: 3° mio padre Luigi a cui la mamma sarà strappata quando, con lui in fasce, presero fuoco i suoi abiti. Salvò il bimbo e morì. Luigi fu cresciuto dall’Innocente Buonamore di sua nonna.
La Bibbia cita Milca e Isca con riferimento a queste due per un intento unificante.
Il motivo è di rendere TERACH il <padre assoluto> simile ad Adamo la cui sposa Eva è tratta da lui stesso.
In questo modo il 100% dei Geni di Cesare passano al 50% al figlio col 50% avuto da dall’Innocente Buonamore che (per il suo nome) è la pura virtù dello Spirito santo, e Torquato ha per ciò il 100% di Cesare.
I figli di Torquato hanno un 50% ancora di Cesare, e un 50% di Maria Bonamore, che ha quasi gli stessi suoi geni!
Morti sia Cesare, sia la sua sposa illegittima coi figli piccoli non pensarono di dr loro che non erano solo cugini, ma anche fratelli da parte del padre. Lo avrebbero detto una volta cresciuti (forse...) ma non ne ebbero il modo.
Sapendosi solo cugini, i due fratellastri si sposarono ed accadde il prodigio genetico di selezionare in questo modo nel 3° figlio Luigi –
geneticamente parlando – tutto il buono che vi era in Cesare Amodeo.
Poiché qui una storia deve realizzare il <divino> ed è quanto esalta quanto vi è di buono, in questo modo la Provvidenza lo ha fatto in Luigi Amodeo.
Luigi Amodeo fu geneticamente il nonno
Cesare Amodeo nel 100% dei geni, per cui fu nella stessa sostanza in 3 generazioni.
Nella vita, fu l’immagine vivente dello
Spirito Santo che – interrotti gli studi con le scuole elementari – si farà da sé Maestro (coll’aiuto di Barat ta Mar iannina).
Lei ha gli stessi estremi congiunti della
Tamar in Bibbia libro 1-38, da cui anche la Genesi nel Gen. 38 del 1°genito Romano, e in 38ma gen. di Gesù da Giuda, secondo la genealogia del solo San Matteo).
Dopo 20 anni da maestro, si farà (per concorso) Direttore Didattico dei Maestri.
Dopo fece RA-Dio, si fece falegname, morì il 5-6-83 col 1° nato 38, e risorto 4-6-40.
Morì dopo 14 giorni di Via Crucis; paralizzato il dì in cui il Papa Giovanni Paolo II fece la sua prima visita ufficiale a Milano.
Non fu un caso che arrivasse il Papa e partisse Papà. Romano, uno con lui, sarà il Papà di tutti e il Pietro Romano che sostituisce un Papà all’ultimo della Profezia di Malachia.
Il 1983 in cui morì non aveva nulla di speciale eppure fu dichiarato Anno Santo Speciale dello Spirito Santo dal Vicario di Cristo San Giovanni Paolo II Papa.
Se a tutto ciò aggiungiamo questo:
Vediamo che trascende il nome di Allah
E, seguito dal Trino GIA di GIAcobbe e dall’EDOM (letto) che è scritto MODE’
Fa la stessa cosa di quando, in Genesi 25, G+ESÙ’ dà il nome italiano di Gesù col primato G di Giacobbe e col 1°gento ESAÙ’ privato dalle A=1°. Si aggiunga che la fede dell’<IsLAM> trascende <è L.AM>, è Luigi Amodeo.
Visse 27727 dì dopo la nascita 7-7-7 coi tre 7 e coi due 2, il 22=1/3 di Romano 66.
Fu chiamato Luigi, laddove San Luigi fu l’unico RE a esser fatto santo.
La sua vita ricalcò quella del Gi ud a , padre
di E R-O nan e estremi congiunti in Gia , intrigato da TAMAR (quali estremi congiunti di Barat TA MAR iannina).
In precedenza abbiamo controllato tutta la loro storia, ma che fa se ve la ripeto?.
Sapendolo appassionato dei libri gli scrisse da Salerno che una Libreria cercava chi preparasse il catalogo dei libri disponibili.
Equivalse alla Tamar che sapendolo vedovo gli si parò davanti in incognito come una delle prostitute sacre destinata a consolare i vedovi.
Lei gli si offrì con ciò che rende mamma una donna. Nel caso di Luigi doveva generare un Maestro.
Doveva restare tutto lì, e come Tamar pretese tre pegni. Mia madre, coi suoi stessi estremi congiunti, volle che lui accettasse aiuto senza pretese contropartite. Dopo ognuno per la sua strada.
Ma dopo che lei generò il Luigi un maestro, lui non ebbe indietro i suoi pegni e restò impegnato. Quando lei si decise a renderglieli, lui ormai era già nato e non era più possibile un aborto. Lei fu costretta a sposarlo.
Bibbia scrive che dopo Giuda non ebbe più rapporti con lei, e anche questo accadde ad un
certo punto. Per un allattamento doloroso per una doppia mastite a entrambi i seni, la nostra Tamar non volle più rapporti col marito, per evitare un secondo allattamento come del suo 1°genito.
Qui entrò in scena Dio e – con un male incurabile – fece la mossa di portarsi Romano in cielo.
Lei si pentì, chiese perdono, riconobbe a Dio che tutti Romano incluso sono suoi figli.
Dunque nessun bisogno c’era più di punire il bambino per la sua colpa.
Poi chiesa a Maria Santissima: “Hai già vissuto anche tu il dolore per Dio che ti porta via un Figlio; salva Romano, innocente come Gesù> E la Madonna, figlia di Anna, esaudì l’<avatar> MariaAnnina, facendo di più: salvò Romano che camminava con Gesù.
Il 4 giugno 40 del miracolo, per la grande gioia provata, amò di nuovo suo marito, e fu concepito Benito. Non ebbe più nessun dolore ad allattarlo.
In Bibbia 1,38 in cui c’è questa storia, al parto, accreditata agli estremi congiunti di Er ed Onan, a RO, MANO spuntò dal sesso di sua madre.
“Questi è chi è nato per 1°” disse la nutrice, e legò un filo scarlatto attorni alla mano.
Avuto il braccialetto segnaletico, la mano rientrò nel grembo materno ed annullò la sua nascita.
Uscì prima il suo gemello che fu chiamato PEREZ, e poi quello con il filo scarlatto che fu chiamato ZERACH.
Questa saga, cominciata da TERACH finì con ZERACH. Idem da Cesare Amodeo.
1. Terach Cesare Amodeo
2. Abramo Torquato Vincenzo Amodeo
3. Isacco Luigi Amodeo
4. Giacobbe Romano Amodeo
5. Giuda Benito Amodeo
6. gemelli ER-Onan Paola primogenita gemelli Marco-Andrea Amodeo
7. Zerach Edoardo Pola (Paola senza A)
Mi resterebbe da spiegare la discendenza dopo di me, che è qui in questa genealogia.
Ma vi basti sapere che quella eredità di figli che Dio non mi ha concesso direttamente, lo ha fatto in modo reale ma trascendente me, tramite il mio secondo e alter ego.
La primogenita del mio secondo, nata il giorno dopo il mio, nel 75 in cui io ho 37 anni, poiché 37/1 sta nel mio natale 38, è collegata a me dai 38 anni della mia stessa nascita.
Impersona il 1° che perde il primato della sua A, e lo fa quando Paola Amodeo sposa un Pola e divenendo la Signora POLA, è una prima Amodeo senza più il suo primato.
Esso così passa alla successiva nascita gemellare di Marco e Andrea che vengono al mondo con il 1° che ha il calcagno in disordine e devono addirittura operarlo.
Ciò è analogo a quanto accade a Esaù che ha solo la mano che gli tiene il calcagno e lo tira poiché fin da allora il 2° vuole essere 1°.
Ebbene questi due ultimi gemelli si aggiungono come terzi al 1° di Genesi 25, al 2° di genesi 38 e diventano il 3° del 20 dicembre 1.975.
Ebbene nessuno dei due gemelli avrà un maschio. Solo Paola lo avrà come il suo 2°genito e sarà chiamato Edoardo Pola. È il finale <Pulum suum> imposto per ultimo della Profezia di Malachia, che ha portato la <o> di <Polum> alla finale <u> del primo Esaù nella sua ultima lettera.
La Genealogia degli Amodeo, si chiude in tal modo con un Edoardo Pola che ha valorizzato dei miei 6 nomi solo il 4° della mia realtà.
Pertanto quanto seguiterà, sarà il frutto non più degli Amodeo, ma dei puri discendenti dal nome mio Paolo, e tramite Paola che ha perso
la sua primogenitura tutta a favore del suo figlio Edoardo Pola.
Giunge adesso l’ora di considerare la discendenza dal mio ramo materno.
Lo farò in modo succinto, poiché qui mi sto occupando della Saga degli Amodeo.
Nel lato materno, ci furono: Francesco, Mauro, Giovanni, Nicola, Carmine Baratta a valere il totale 381 dei 6 nomi del loro nipote Romano, in 3za generazione.
Come le 5 dita d’una MANO – morti i due estremi: Francesco ucciso e Carmine suicida –il 4° sposò nonna Maria Teresa Russo e, avuto un Carmine, morì poco dopo lui; lei fu costretta a sposare il... dito medio.
Luigi Amodeo è nato come se fosse luce, nel vero e proprio senso della parola.
Quando compì interamente la sua opera e mise al mondo il suo 2°genito, aveva tanti giorni di vita quanti dati dai 2.99792458 metri al secondo per 10^8, moltiplicati per il 2 dei
suoi due figli elevati ai 12 nomi che avevano nel loro insieme e che erano nel segno sia dei 12 figli di Giacobbe, sia dei 12 Apostoli di Gesù, come vedete dal calcolo del computer.
Finalmente anche io capii chi rappresentavo!
Vi potrebbe sembrare strano che io –che vi sto dicendo questo – prima di segnalare all’esterrefatto Decano di Saronno Mons. Angelo Centemeri, che Cristo camminava con me ... ci abbia messo tanti giorni di vita da arrivare al 20 ottobre del 2.002 .
Dovevo però anche io maturare i miei completi tempi per capirlo!
Quel giorno avevo 23.644 giorni di distanza di vita dal mio primo giorno.
Che cosa <dice> questo numero?
4 unità sono i giorni della realtà Una e Trina dello spazio-tempo.
Il ciclo 10 di 364 lo è delle 52 settimane contenute in un anno, con la creazione divina fatta in 7 giorni.
20.000 sono i lati del piano trasversale.
In esso ciascuno ha interamente tutta la lunghezza 10.000 della realtà intera nel 10^4 che vale 10.000 unità.
Così l’ho capito e fatto al compimento di questo sistema di riferimento unitario.
Espresso il tempo differenziato in anni, mesi, settimane e giorni io avevo una distanza esatta dalla mia nascita data dai 64 anni; 8 mesi; 3 settimane; 4 giorni.
64 è il 2^6 in <sapore> del Dio=26, quando esiste nella potenza 6 del 2, e questo nel tempo unitario espresso dalle settimane di mezzo anno.
8 mesi sono il complesso di 4+4 o 2^3.
3 settimane numera lo spazio intero nel movimento 7 che il 3 ha nel ciclo 10.
4 giorni sono nel segno unitario dello spazio-tempo o dell’Unità e Trinità divina.
Come vedete, e senza proprio saperlo io lo feci solo quando tutte queste unità furono compiute.
Ci vollero però eventi precisi e importanti per farmene accorgere.
Avevo sospettato in me una grandezza, ed ero riuscito ad andare in Televisione al <Maurizio Costanzo Show> sfruttando la propensione del presentatore a prendere in giro le persone giuste per allietare al meglio il pubblico.
Così gli avevo scritto:
“Dalle scoperte che sto facendo io Architetto ho la sensazione di essere una sorta di altro Leonardo da Vinci. Vuoi vedere che è vero?”
Costanzo <ci cascò> e nella prima puntata possibile io fui chiamato, tra il pubblico, poiché non si faceva in tempo a rivoluzionare una programmazione già messa a punto. Concordammo che al momento opportuno avrebbe detto: “C’è tra il pubblico un architetto di Milano che si chiede se è un altro Leonardo... sentiamolo un po’” E sarei salito a quel punto a far parte degli invitati già programmati
Sembrava già una cosa eccessiva il confronto con Leonardo da Vinci... ma avevo esagerato non immaginando una cosa troppo alta, bensì una ancora troppo bassa-
Poiché io mi sarei accorto avendone poi la certezza di essere un <alter ego> di Gesù Cristo, il quale rispetto a Leonardo...
Ci sono volute cose concrete.
1. In seguito all’Enciclica del Papa, io avrei programmato un Convegno, concordando la data con Don Luigi Carnelli, parroco della mia Chiesa.
Doveva aver luogo in un giorno in cui non ci fossero possibili conflitti tra la mia iniziativa e quella della Chiesa.
Il 24 ottobre del 1.999 era il giorno in cui io avrei avuta tutta l’attenzione.
2. Invece, in quel dì, decidono poi la data del Festa del TRASPORTO della croce l’evento che calamita tutti, sacerdoti e fedeli, dietro una Croce trasportata per le vie di Saronno.
3. nasce a quel punto il ballottaggio tra i sacerdoti e i fedeli su che cosa privilegiare e cosa no.
Tutti i Sacerdoti del decanato, nessuno escluso, e la folla della cittadina, tranne una ventina di persone comuni, decidono di seguire la Croce.
4. Così accade che la Fides et ratio, che il Papa volle firmare il 14 settembre Festa della Esaltazione della Santa Croce, trovasse un <povero cristo> digiuno da ben 38 giorni in cui si cibava solo dell’Ostia del Cristo, abbandonato e messo in croce dalla scelta di tutti di non presenziare al suo
Convegno. E dire che in esso non trattava cose di poco conto, ma addirittura “Vinceva la Morte” e dava in sostanza il “Giudizio Universale”, due cose attese da tutti come eseguite Gesù Cristo alla fine del tempo.
5. Io avevo da lamentarmi un po’ col mio
Signore per non avere agevolato la mia iniziativa, ma sbagliavo: l’aveva collocata al punto giusto come la risposta data nel dì in cui a Saronno si trasportava la Croce, alla domanda postagli nel Di dell’Esaltazione generale della Santa Croce.
In sostanza fu il segno del TRASPORTO della Croce sulle mie spalle.
6. Con un balzo di due anni, il 29 gennaio del 2.002 fui messo al centro di un nuovo ballottaggio tra chi salvare se me o il Cristo di legno dalla grossa croce della Chiesa di fronte. Furono 3 eventi ad accadere nello stesso tempo.
7. Il 1° di questi eventi fu quando fui investito mentre in auto uscivo dall’androne di Via Larga 12, da un grosso pullman.
Nella foto vi mostro come la mia auto fu incastrata di sbieco tra le pareti dell’androne.
Dio mi fece avere solo un taglio sopra l’occhio destro, che necessità di molti punti di saturazione nell’ospedale cui fui portato.
8. Negli stessi istanti, entrò qualcuno in Chiesa e porta via dalla grossa croce davanti all’altare il corpo ligneo di Gesù Cristo.
Non è un pezzo pregiato, ma solo un atto demoniaco di chi ha disprezzo per Gesù e lo porta via.
Il parroco il giorno dopo denunciò il furto ai carabinieri.
9. Alla stessa ora, a sancire il momento dei due eventi appena descritti, si blocca alle ore 10 e 2 o 3 minuti l’orologio in cima al campanile della Chiesa. Se erano stati uomini a rubare il Cristo, è difficile immaginare adesso che siano gli uomini a bloccare l’orologio del campanile.
10. È un evento trascendente Saronno, poiché accade a Cogne. Una madre La Franzoni) viene invasata da Satana e fracassa il cranio al suo piccolo Samuele Lorenzi. È il solito evento che sembra non c’entra ma che è caricato a livello tale mediatico che ne parlano tutti.
Il piccolo Samuele ha solo il torto descritto dal suo nome, indicante Uguale al S. AM e mentre io, colpito in testa ho avuto solo un taglio, il maligno gli ha totalmente fracassato il cranio, Il nome stesso di Cogne ha attinenza con il Cognoscere, in questo modo sibillino le cose trascendenti e invisibili. Lo stesso cognome LORENZI si trascende in <I.Z.> <NERO L(Dio)> Iesus infine (Z) è fatto nero dal Dio L (Elohim).
E se a voi tutto questo fa ridere ... nonostante quanto successo di terribile al povero cristo bambino in Samuele Lorenzi ... avete anche ragione: <Dio scherza amabilmente con noi, sue povere creature>, in questa <messinscena> vera e propria che è il mondo reale.
Questi 9 eventi (solo in seguito avrei aggiunto anche il 10°) mi portano a capire che si era replicata la staffetta tra me e il Cristo.
C’era già stata il 20 ottobre del 99, ma Dio aveva seguito la logica opposta a tutta la Chiesa e ai suoi fedeli e aveva salvato me, il <povero cristo vivo>.
Dio aveva lasciato andare il Cristo di legno.
In questa vicenda mi è stata di conforto anche la distanza tra le due date, del 24 ottobre 1.999 e 29 gennaio 2.002. Sono 828 giorni di distanza.
Io vi ho già detto che tra la mia nascita e la mia morte e risurrezione il 4 giugno del 1.940 ci sono stati 861 giorni di distanza.
Essi – sommati anche al giorno iniziale del riferimento, erano in tutto 862.
Ebbene questi 828 giorni di distanza sono 7 in più degli 861 di distanza e indicano esattamente tutto il percorso creativo della Nascita definitiva della mia conoscenza di me stesso e di chi io rappresentassi come <alter ego> ossia <controfigura>, ossia <un altro> a immagine e somiglianza sua, poiché <camminava con lui> come l’Enoch che camminava con Dio.
Così, quella mattina, in chiesa, lo rivelai al Decano Angelo Centemeri, affinché per il suo compito di Decano lo riportasse in alto come un fatto saliente – religiosamente parlando – avvenuto in quel di Saronno.
E non lo fece.
La fondamentale ragione?
In apparenza il <patto con Dio> della mia <castrazione> in relazione al credito di tutto il mondo verso di me.
Io non mi circoncisi, ma castrai tutte le mie possibilità di essere creduto da chicchessia.
Sembra il massimo maltrattamento fatto da Dio a chi cammina con lui.
Ma se Dio, quello vero, nel nostro mondo reale è lo ZERO, io, con l’apprezzamento ZERO in questo mondo reale, offerto al Signore, mi sono messo volontariamente a <camminar con Dio>.
Nel mondo vero che è quello opposto a questo, a tanto ZERO corrisponderà il suo opposto dato sia dall’infinito, sia dal TUTTO.
Quella mattina in Chiesa, TUTTO stava aspettando quell’evento.
La Chiesa celebrava l’istituzione della Cattedrale e nel vangelo chiedevano a Gesù:
“Dicci chiaramente se sei tu chi attendevamo!”
E – di rimando a loro – Gesù che rispondeva:
“Ve lo dico, ma voi non credete!”
Idem fece il sacerdote decano Angelo
Centemeri: “non ci credé” e contraddisse quello che era ordinato a lui in quanto Angelo e Decano, il cui compito è di portare in alto le notizie salienti in sede locale.
Egli che nel suo nome significava 100 giorni esprimeva il toto il lato 100 di una creazione in giorni, però senza fede.
C’era una vera e propria lotta tra cielo e terra e questi erano i cosiddetti <colpi di coda> del Maligno.
Dio, da parte sua, aveva abbattuto le due torri gemelle e ora si appressava a – passati i dovuti giorni – a demolire il Paradiso
Terrestre storico, come monito dato agli uomini che lottavano contro la venuta del Paradiso terrestre sulla terra, che viene quando finalmente tutti gli uomini arriveranno a sentirsi parte amata da Dio e <già salvata>!
A noi manca solo di vederlo.
Dio ha costruito una fantomatica preesistenza della vita eterna in cui è l’uomo a consentire alle infinite anime di Dio che animano tutti i personaggi, a vincere nella battaglia affidata a ciascuno.
Lo vedremo solo al momento opportuno.
Dati i cicli decimali, è possibile preventivamente calcolare la presenza unitaria del ciclo dei giorni ed anni terrestri.
Quello degli anni deve contenere per intero queste quantità progressive:
0.001 anno, come la presenza unitaria;
0.030 anni come quella del ciclo di 10 anni sulle tre dimensioni dello spazio;
0.600 anni come le 6 espansioni dall’origine dei 100 anni uguali al lato della realtà unitaria in 10^4;
4.000 anni come la quantità intera del volume 10^3 presente in quantità unitaria per il tempo e tripla per lo spazio unitario.
4.631 anni è il ciclo unitario in anni.
Ora accade che questi sono anni solari, che non considerano il moto del sistema solare rispetto alle stelle fisse. Ciò comporta l’aggiunta doverosa di altri 48 giorni.
Essi, con 8×6 considerano la traslazione complessiva (4+4) del sistema solare, in tutti e 8 i versi di una espansione centrifuga.
Poiché 48 giorni portano al 17 febbraio, il ciclo totale degli anni si completa con 4.631,0217 anni.
Il computo in anni terrestri di 365,25 giorni di questa durata unitaria porta all’unità di 1.691.520,75 esatti.
Possiamo controllare gli interi cicli unitari:
1.691.520,75 è l’unità di spazio di 3/4
1.691.520,75 è il ciclo 10 di 52 settimane;
1.691.000,00 è il volume unitario;
1.690.000,00 è moto di 10^4 in 10^5; 1.600.000,00 è la carica 4×4×10^5.
1.691.520,75 è il ciclo intero.
Poiché altre volte in libri precedenti ne ho scritto questa perfetta definizione corregge i difetti ancora esistenti in tutte le altre.
Ora tra gli anni e i giorni esiste l’esatta relazione per cui 1 giorno in spazio e tempo è la decimillesima parte della realtà 10.000 = 10^4 di 1 anno. L’intera realtà dei giorni è di 1+3 giorni, uguali a anni 0,0004.
Questa intera realtà di 4 giorni, è presente in tutto il flusso in linea degli anni, espressi nel loro volume intero dato da 10^3.
Questa dimensione accorpata si allunga unitariamente bel volume dato dalla lunghezza di 1.000 anni che si moltiplica per l’area trasversale data da 1×1 anno.
In questo modo sono gli stessi anni alla dimensione cubica, ma tutti disposti nella sequenza di 1.000 anni^3.
Questa presenza in linea quando trasla interamente, occupa altri 1.000 anni, e la lunghezza complessiva diventa di 2.000 anni cubici.
In essi esiste la presenza di 4 giorni, e, sulla base di questa presenza, il suo moto totale in 2.000 anni è data da 2.000 anni meno 4 giorni.
Ora nel vangelo storico di Luca è affermato che Gesù cominciò ad occuparsi delle cose del Padre Suo a 12 anni compiuti dell’anno 12 dopo Cristo.
Il volume intero dell’espressione del lavoro di Gesù Cristo è di 2.000 anni cubici espressi in lunghezza, ma meno i 4 giorni legati al moto basilare di 4 giorni.
Ciò arretra il 25 dicembre e lo porta a coincidere con il 21 del solstizio di inverno.
È il giorno più corto dell’anno nell’emisfero Nord della Terra.
Era il giorno in cui nella religione orientale che celebrava il Dio Sole della natura era collocata come la morte del Sole che però era invitto e – dopo 3 giorni incerti, di stallo – nel 4° giorno dal 21, quindi nel 25 dicembre, risorgeva e allungava nuovamente la durata solare delle giornate.
L’imperatore Aureliano stava facendo guerra a quel Popolo e – rivolgendosi al Dio
Sole celebrato nella città – si impegnò a portare a Roma il culto del Dio Mitra se avesse favorito l’espugnazione della città. Avvenne e Aureliano rispettò il suo giuramento.
A Roma il culto del Dio Mitra era stato inserito nelle celebrazioni già esistenti dei Saturnali, e il 25 dicembre si celebrava il <Sole senza Sconfitte>.
Sempre a Roma, fino al III secolo dopo Cristo, la sua nascita, sconosciuta, era celebrata solo nel 6 gennaio dell’Epifania dei 3 Re magi raccontata dal san Matteo.
Il Pietro di quell’epoca – ispirato da Dio – riconobbe la Nascita del Cristo in quel
Sole senza Sconfitte.
Da allora il 25 dicembre di ogni anno fu celebrato il giorno Natale di Gesù.
Non fu seguito tutto questo dagli Ortodossi che non rispettavano non riconoscevano al Pietro di legare in terra come è legato in cielo.
Ebbe ragione quel Papa, poiché il Divino ha adottato il reale a sua immagine e somiglianza, e il Sole rappresenta veramente anche il ciclo divino per come esso ordina la realtà dello spazio e del tempo, con L’Unità e Trinità di Dio.
Ora passiamo dal vecchio mondo al nuovo, dell’America. E Dio aveva portato i Maia, osservatori attenti dei cicli solari, a comporre il loro Calendario.
Esso riconosceva posto nel 21 dicembre dell’anno 2.012 riferito da noi a Gesù Cristo, la completezza di un macroperiodo e l’inizio di uno tutto nuovo.
Io ho visto in tutto questo che era stato riconosciuto valido dai Maia, la perfezione, il completamento del moto di 4 giorni, nei 2.000 anni interi del volume della comunicazione religiosa fatta da Gesù Cristo colla sua evangelizzazione.
Ma – favorito dal Signore di Verità di cui io ero servo – ho visto in questo anche la profezia di Daniele.
Gesù stesso l’aveva richiamata, quando gli avevano chiesto la <Fine del Tempo>.
E aveva aggiunto: “chi può intendere, intenda” come se fosse proprio rivolto a quando Lui stesso si sarebbe messo a intendere e a capire.
La profezia di Daniele inerente a tutto questo, è completa al capitolo 12, numero che è completo al punto da essere stato i 12 figli di Giacobbe e i 12 apostoli di Gesù.
Daniele vi narra della venuta dell’Angelo Michele ed è quella di Cristo.
Narra del massimo attacco nazista contro il Popolo di Dio da sterminare e che al termine di quell’attacco fu ricostituita la Nazione di Israele.
Risorgono nella celebrazione tutti i santi e i profeti di Israele.
A Daniele appare la visione di un fiume con due vegliardi vestiti di bianco uno a destra e l’antro al sinistra, e uno in mezzo al fiume che Giura sul Dio Vivente che vi saranno; UN TEMPO , TEMPI e la META’ DI UN TEMPO .
Essi partiranno da quando sarà ultimato il tempo di colui che disperse le forze del polo santo (e costui è il Cristo) e abolito il sacrificio quotidiano (del Cristo tornato su un uomo assolutamente giudicato senza valore, come nella profezia di Isaia.
Quella sull’uomo dei dolori, e che si è sacrificato in ogni giorni della sua vita nel suo non essere riconosciuto.
Ascendendo, cessa il suo sacrificio quotidiano).
Poiché Daniele non capiva, il vegliardo sulle acque spiega che dal tempo predetto ci saranno 1.290 giorni.
Ma più beato chi arriverà a vedere il giorno n. 1.335 dopo l’ascensione al cielo di Gesù.
+ 1.290 come <un TEMPO >
+1.335
+ 0.001 come < TEMPI > sono:
+2.626 come Dio Jhvh × 26° n. primo. laddove:
+ 1.313 è come < La META’ di un tempo >
Partenti dal 21-12-12, i 1.313 giorni dopo porteranno al 26 luglio 2.016 d.Ch e
i 1.335 porteranno al 17 agosto 2.016 .
Nel 26 luglio Padre Hamel è decapitato in Francia come segno della pienezza del Padre, che completa egli pure la sua opera.
I più fortunati sono quelli che, dopo il 15 agosto in cui c’è l’Ascensione di Maria SS, la Sposa, nel 3° giorno ascende lo Sposo Spirito Santo.
Ascendono dal servo Romano Amodeo su cui sono scesi mentre i due mezzi celesti scendevano a Rio de Janeiro nel Raid RomeRio del 25 gennaio 1.938.
E una spettacolare Aurora Boreale era vista in tutto l’emisfero Nord terrestre fino alle più basse latitudini.
Gesù si aggiunse 862 giorni dopo la nascita in cui Padre e Spirito Santo erano scesi in via Pomerio
Così anche ascende prima di loro Due e per come riferito dal Profeta Daniele: il Padre
1.313 giorni dopo e lo Spirito Santo 1.335 giorni dopo.
Io mi recai a Gerusalemme 14 giorni prima (quelli della paralisi di mio padre) e attesi di ascendere in cielo.
Doveva accadere al termine del 21.
Infatti il 21 passò senza alcun fenomeno straordinario.
Mi vestii con abiti sacerdotali e collocai su quello che credevo sarebbe stato il mio giaciglio, e mi addormentai.
Non sognavo.
Iniziai di colpo, quando mi apparve un quadrato celeste che si rimpiccoliva.
Si accentrò, come se si stesse allontanando fino a scomparire.
E mi lasciò il buio totale di un nero intenso durato non più di un minuto secondo, e fui scosso da una intensissima scossa elettrica, che percepii venire dall’esterno del mio corpo e accentrarsi fino a sparire, a terminare essa pure.
Mi si accese allora la visione, che io vedevo dall’alto, di me su quel giaciglio di morte vestito di tutto punto in abiti sacerdotali, fermo, non potevo muovermi.
Non rassegnarmi insistei e prima due dita, poi la mano, finché mi mossi tutto.
Mi girai, accesi la luce elettrica ed erano le ore 2 del 22 a Gerusalemme, mentre nella terra dei Maia erano le ultime ore ancora del giorno 21.
Insomma, quando in America era ancora il 21, io ero morto e risorto per una nuova volta.
12,1221 ancora nel mondo e 12,1222 a Gerusalemme costituirono la data non della mia definitiva morte, ma dell’uscita da me di quel flusso elettrico che era entrato in me morto e mi avevano resuscitato nell’anno 40,0604.
+40,0604 - 12,1221
=27,9373 è tutto il moto di 627 unitari decimillesimi nel 28 = 7 +(7+7+7).
Vedevo in ciò SET e la vita di mio padre nato 7-7-7.
In essa il 627 che si muoveva era il volume trino dato da 3×3×3 un tutto il percorso 6 fatto dal lato 100 della realtà.
Capii di essere restato finalmente come tutti gli uomini: senza più quella componente divina Una e Trina che avrebbe occupato il mio corpo per un numero di giorni diversi a seconda del giorno di inizio.
Facendo i conti, essi sono:
28.938 dì dal concepimento il 4-5-1.937 fino al 16,0726 per il Padre;
28.960 dì dal concepimento il 4-5-1.937; fino al 16,0817 per lo Spirito Santo;
28.810 dì da quando fui completo 138 dì prima di nascere, per il Padre;
28.832 dì (idem) per lo Spirito Santo;
28.672 dì dalla nascita per il Padre;
28.694 dì (idem) per lo Spirito Santo;
27.811 dì dalla rinascita per il Padre;
27.833 dì (idem) per lo Spirito Santo;
1.313 da Ascensione di Gesù per il Padre; 1.335 da (idem) per lo Spirito Santo;
26.498 furono i dì totali di Gesù con me.
Sono stati tutti altamente significativi nel loro specifico, e li vediamo qui di seguito.
28.938 giorni dal concepimento il 4-5-1.937 fino al 16,0726 per il Padre;
42 giorni sono il 7 in tutti i 6 versi centrifughi, come le 42 cifre del mio nome e i valori di Esaù e di Giacobbe. Con Dio dato dal 10° numero primi, il naturale 29, tutti sono 29.000 e questo è il moto in esso del 42, sia delle mie cifre, che di Giacobbe ed Esaù.
28.960 giorni dal concepimento il 4-5-1.937; fino al 16,0817, per lo Spirito Santo; 40 è tutta la Realtà dello Spirito Santo che ora esiste in mille volte il 10° numero primo.
28.810 giorni da quando fui completo 138 dì prima di nascere, per il Padre; 190 in 29.000 è il moto del ciclo 10 nei lati 100+100 dell’intera
realtà, per il Padre
Creatore dell’Universo.
28.832 giorni da quando fui completo 138 dì prima di nascere, per lo Spirito Santo;
168 in 29.000 è il flusso complessivo 8 del piano a lati 80+80 lati del ciclo per 10 del complesso della realtà 4+4.
28.672 giorni dalla nascita, per il Padre;
328 in 29.000 sono esattamente 41 (la presenza 1 della realtà ciclica 40) che esiste in tutto il complesso 4+4 per quanto giustamente si muovono in quell’intero.
28.694 giorni dalla nascita, per lo Spirito Santo; 306 in 29.000 mostra lo spazio intero 300 dato da tre lati 100 della realtà, che percorrono tutti i 6 versi centrifughi, per quanto si muovono nell’intero.
27.811 giorni dalla rinascita, per il Padre; 1.189 che si muove in 29.000 è l’unità data da 1.111 che avanza per 26+26+26 la Trinità del Nome Dio o Jhvh.
27.833 giorni dalla rinascita, per lo Spirito Santo;
1.167 che si muove in 29.000 è l’unità 1.111 che avanza di 56, che è il piano della presenza a lati 25 e 25 il cui flusso 6 è tutto quello dei 6 versi centrifughi.
1.313 giorni dalla Ascensione di Gesù, per il Padre;
è il piano a lati 101 e 101 avente il flusso unitario di 1.111. Ove 101 è il 26° numero primo a calore ordinale di Dio su un lato e Jahvè sull’altro. Sono i tre digli
di Adamo nel loro valore numerico. È Luigi Amodeo nel valore del suo nome.
1.335 giorni dalla Ascensione di Gesù, per lo Spirito Santo; 1.111 +224 è il flusso 1.111 del piano in cui ciascun alto ha la presenza 1 di 111.
26.498 giorni furono i dì totali di Gesù con me.
10^3 è il Dio 10 nella sua potenza Trina e 26=Dio alfabetico. Il loro prodotto dà 26.000. Il 498 che si aggiunge è il piano a lati 249 indicanti tutto il
moto di 1 nella presenta unitaria data da ¼ del Dio 10^3.
Vale anche come il moto totale di 502 in 27.000, che in 502 è (10^3)/2 +(1+1) di area trasversale che si muove in mille 3×3×3.
Pertanto Gesù ha camminato con me in modo assolutamente ideale, come risulta dal computo dei giorni da quando entrò in me e uscì da me.
Avrei poi capito che la durata della mia vita era segnata dai 365 anni di vita consessi al 7° fattore nominato Enoch, che aveva camminato due volte con Dio e la seconda non sarebbe stato più poiché Dio lo aveva preso.
25,104 ×10^777 è il fattoriale di 365 anni, nella potenza di 777 cifre decimali di tempo paterno, e significava l’anno 25, di ottobre, nel giorno 4, San Francesco.
Poiché il 17 agosto dell’anno 16 era asceso da me per ultimo lo Spirito Santo divino, a me
la Provvidenza Divina avrebbe lasciato giusto 3.335 giorni tutti miei.
In essi sarei stato senza più la celeste “possessione”, e dunque del tutto simile a tutti agli altri uomini.
È il 3.333+(1+1) che mostra il piano unitario trasversale a lati 1 e 1, il cui flusso 3.333 spaziale è in tutto trino e nelle 4 dimensioni decimali dell’intera realtà.
A prova dell’estraneità tra me e Dio anche io avrei avuto una mia vita completa di 9 anni, 1 mese, 2 settimane e 3 giorni.
Ed è completa in 9 che è tutto il moto di 1 in 10; in 1 mese che è l’unità mossasi di 9; nelle 2 settimane del 7 che si muove di 7; e infine nell’unità 3 dei giorni come spazio,
Avrebbe Dio testimoniato a Se stesso?
Chi può testimoniare a se stesso?
Così Dio ha reso libero il “Suo uomo” – servo Suo! – e l’ha posto a testimone.
Un “posseduto” nulla mai attesta pur se da sé stesso si è reso tale !!!
Un <posseduto> nulla mai da sé attesta anche se da se stesso si è reso stalla di accoglienza per Cristo, pregandolo ed offrendosi con queste parole con cui io chiudo questo libro di testimonianze !
“Vieni, Signore! Vuoi un corpo, prendi possesso del mio! Entra, e spadroneggia in mio luogo preparato da Te «In principio» di Sacra Bibbia con תישארב «B.R.A. sit!
Che sia Benito e Romano Amodeo!»!
Son pronto a mostrare agli uomini le Ragioni che hai predisposto, ma col Tuo rispetto per la mia piccola anima e senza alcuna Tua sopraffazione o abuso.
Così faccio la mia parte e pure io sembro solo (ma chi ci separerà dall’AmoR di Dio?) e dico agli uomini: ognuno è rispettato e libero, anche se è come un bimbo che il Padre induce ad aderire al Suo disegno di salvezza già fatto e già attuato per ciascuno di noi! Amen!”
Questo libro a colori e con foto, racconta la storia di Romano e Benito Amodeo, in pratica gemellati il 4 giugno 1.940 in cui Romano ebbe miracolosamente una vita nuova e il fratello fu concepito. Il libro li accompagna, partendo dal 1.813 col bisnonno Cesare.
Ha questo il titolo di 100 CESARE AMODEO, poiché essi sono IN PRINCIPIO a tutto il libro. Il titolo con “POI RUBEN”, poiché questo è stato il suo FINE.
In principio 100+ CESARE AMODEO, poi RuBEN: illustrata a colori
| 20 mag. 2022
Copertina flessibile pagine 586 stampato a colori .Formato 18,2×25,
€78,77 Consegna senza costi aggiuntivi
Questo libro è nel testo lo stesso di quello a colori e con le foto, ma stampato senza illustrazioni e in bianco e nero, per raccontare la pura storia degli eventi, a un costo ridotto. Racconta la SAGA degli Amodeo, Romano e Benito, iniziata nell’813 con l’avvento di Cesare, il loro bisnonno.
| 17 mag. 2022
Copertina flessibile Pagine 486 in bianco e nero. Formato 18,2×25,7 20,34 Consegna senza costi aggiuntivi
La profezia di San Malachia qui è spiegata da quel Papà n. 113, Pietro Torquato Romano, profetizzato come Pietro Romano e che si è trovata avversa la Santa Romana Ecclesia. Sono corretti davvero gravi errori di interpretazione oggi esistenti e che porterebbero a una SRE perseguitata, quando è invece la persecutrice del nuovo percorso verso la verità di Cristo chiesta da Papa Giovanni Paolo II con la sua Enciclica Fides et Ratio. A essere demolita non Roma ma la “Civitas” del 7° colle, il Vaticano dei Papi.
La profezia di MALACHIA su P.TRo ROMANO | 23 apr. 2022
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Seconda edizione del libro sul NumeRO 10, che considero il DIO del nostro mondo, da quando furono create le unità Fisiche del Sistema Metrico Decimale. Con il 10 i Fisici hanno determinato una costituzione avente tutte le caratteristiche poi hanno i numeri.
| 8 giu. 2022
Copertina flessibile Pagine 402 in bianco e nero. Formato 18,2×25,7
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Il mondo è una messinscena che ha molti alter ego e sosia. Questa è la storia incredibile di due di esse, di nome ADA e ZILLA in Genesi capitolo 4, che figurano come spose a che coincidono esistendo in un uomo solo, nel lato valido che discende da Set e che nel capitolo 5 si chiama MATUSALEMME. E' una storia incredibile alla quale io però credo, io che sono l'autore di questo libro autobiografico
MA TESA LE' MMè
| 3 dic. 2022
Copertina flessibile pagine 226 stampato a colori .Formato 18,2×25,7
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Questo poema iniziato nel 1990 restò sospeso per 10 anni, poi fu terminato il 2,003, l’anno prima di quel 2.004 che Romano Amodeo pensava come quello della sua morte, il 9-6-2.004, due mesi dopo il venerdì santo dell’anno in cui avrebbe compiuto il doppio dei 33 anni di Gesù.
RABBIOSA ONDA: Il Gioco Giogo di Dio
| 9 giu. 2022
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Romano Amodeo aveva in atto una sfida lanciata da lui ad Al Qaeda, proprio nella persona di Bin Laden, che cercava di prendersela coi Cristiani e che non sapeva che il Cristiano, più Cristiano tra tutti – contro cui agire –esisteva, ed era lui. Cessasse di far la fatica di scegliersi il suo obiettivo, e si proponeva lui come tale, lo avrebbe trovato il 4 giugno .
Volere volare
| 15 giu. 2022
Copertina flessibile Pagine 228 in bianco e nero. Formato 18,2×25,7
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Prima edizione del libro sul NumeRO 10, che considero il DIO del nostro mondo, da quando furono create le unità Fisiche del Sistema
Metrico Decimale.
Con il 10 i Fisici hanno determinato una costituzione avente tutte le caratteristiche poi hanno i numeri.
Il NumeRO 10^3: Il Dio XP Romano del mio mondo di Romano Antonio Anna Paolo AMODEO | 26 mar. 2022
Copertina flessibile pagine 226 stampato a colori .Formato 20×27, €26,51€
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L’autore di questo libro, il 10-102.004 disse ufficialmente al Decano di Saronno, Mons. Angelo Centemeri di essere certo che l’attesa Parusia di Gesù era avvenuta, in incognito sul Romano Amodeo che aveva davanti. Questo libro ne affronta le ragioni, ne racconta le modalità, e mostra solo una minima parte di tutti i segni
4 giugno 40: la parusia di Gesù nello SS Paraclito: Su una bestia da soma | 6 giu. 2022
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Genesi, capitolo 25 dai versetti 1 al 34 non rappresenta interamente il Gen. 01 -38 della mia nascita. Io in questo libro provo che Bibbia è un libro che esemplifica con la Famiglia di Giacobbe, quella Famiglia Amodeo che è vissuta e vive ai nostri giorni ed è stata caricata di rappresentare l'intera umanità coma quella
Genesi 25-1-38 è la mia vita: Su una bestia da soma di Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo | 29 apr. 2022
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Molti si sono impegnati a pronosticare questo evento, e si crede che non vi siano elementi validi a prevedere un momento così critico per il nostro pianeta, é quel giorno in cui, dopo il numero delle massime rotazioni possibili alla terra, la terra ribalterà il suo asse di rotazione.
La fine del mondo del 17-024.631 d.C.: Inversione dell'Asse Terrestre
| 27 lug. 2022
Copertina flessibile Pagine 432 in bianco e nero. Formato 18,2×25,7
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L'autore avanza su questo libro una ipotesi che certamente è facile giudicare stravagante e presuntuosa: sostiene che il titolo originale del 1° libro della Bibbia, il cui significato letterale è "In principio" ponga in principio in Benito Romano Amodeo sia Romano, Benito Romano Amodeo, Luigi Amodeo HIM, LUI loro padre.
C'èRO una volta ...
| 26 mag. 2022
Copertina flessibile Pagine 284 bianco e nero, Formato 18,2×25,7
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Traduzione in inglese del libro sulla Profezia di San Malachia sugli ultimi papi. Essa corregge gravi errori di interpretazione e rivela quale sia la Roma che crollerà...
Understanding Malachi's: misurunderstood prophecy (English Edition)
Edizione Inglese || 22 apr. 2022
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Versione inglese in cui si spiega come attraverso il calcolo numerico è stato costruito il mondo, attraverso le possibilità date dai numeri in potenza del sistema decimale.
Absolute & Unattainable 10 in power 3 (English Edition)
Edizione Inglese | di Romano Antonio Anna Paolo Torquato
AMODEO | 14 mar. 2022
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