FISICA AMODEA

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A

chi è di mente aperta e accetta sempre nuovi percorsi non rifiutandoli per “partito preso”.

Analisi dettagliata delle ragioni di fondo e delle novità

<Fisica Amodea>

La <Fisica Amodea> riformula la Relatività Generale

dall’unità certa dei 10/10

<Fisica Amodea>

CAPITOLO 2

Analisi dettagliata della <Fisica Amodea> sulla creazione assoluta della presenza 1/3 dello spazio di tempo comprovando la Bibbia

Il sensato uso del 10 porta la <Fisica Amodea> a dettagliare i 9 primi fattori della struttura del tempo decimo nei reali 1938/3 di spazio=3

I 3 Fattori spaziali successivi ai 4 di spazio-tempo

Rapporti in atto parziale dei definitivi 8° e 9°

Rapporti in totale e <definitivo> di tutti e 9 i Fattori in valore medio 167

Rapporti in totale e definitivi dei 9 Fattori in sequenza unitaria di tempi

CAPITOLO 3

Analisi dettagliata della <Fisica Amodea> sulla dinamica universale comprovando la Bibbia

CAPITOLO 4

Analisi dettagliata della <Fisica Amodea> che porta alla previsione del ribaltamento terrestre del 4.631,0217 d.C. comprovando la Bibbia

CAPITOLO 5

La <Fisica Amodea> e la sua <Grande Unificazione> assecondando la Bibbia

APPENDICE

Come è mutata nel tempo anche l’idea di sé

PREMESSA

Questo sulla “mia” Fisica è il 2° libro, che tratta esclusivamente di Fisica, essendo state pubblicate sul 1° tutte le ragioni della mia personale Metafisica, imperniata proprio su di me, quale sul <credo> dell’Osservatore unico del mio mondo, la cui esistenza ha avuto principio solo a partire dalla mia nascita.

Ho 86 anni e, dopo la laurea in <Architettura> al Politecnico di Milano, per 57 anni ho condotto studi miei, sull’<Architettura dell’esistenza>, scoprendo che la cosiddetta <Realtà sensibile> si fonda su una <metafisica> che detta le regole in quel modo nascosto ma autorevole che è chiamato <software> in un sistema informatico.

L’Assoluto, libero da ogni vincolo esterno e determinazione, proprio in quanto totalmente libero anche da questo, è simile ad un perfetto sistema informatico soggettivo che ordina tutto il possibile e impossibile e che ogni religione denomina il DIO ONNIPOTENTE.

Esso crea un mondo oggettivo e fisico in cui gli uomini cercano tutti di conseguire la loro verità in cui credere, nei vari aspetti dei loro interessi: personali, materiali e spirituali. Quella mia verità, a cui sono giunto io (che ho posto in atto, a base della mia ricerca, processi a me familiari e perfettamente gestibili) ha elaborato una mia idea di mondo fisico che ho denominato <Fisica Amodea> per non confondere la mia dalle ricerche basate oggi su differenti principi.

Sono così arrivato ad una concezione così articolata e generale che nel 1.996 il Fisico Prof Fazio di Milano ritenne opera meravigliosa, stupefacente e ammirevole, i cui pregi rischiavano però di mutarsi anche in un grave <difetto>: l’<indigeribilità>.

Per lui io offrivo al mondo scientifico troppe nuove <pietanze> tutte assieme: anche se poste su una mensa bene apparecchiata e totalmente soddisfacente, quella sovrabbondanza inibiva.

A evitare l’<indigestione>, l’acuto Professore consigliò di dividere l’enorme banchetto nelle sue distinte portate, con poche e minute porzioni servite ogni volta.

Si propose anche come quel valido cuoco e cameriere, che, ben sapendo dei gusti preferiti in Fisica, ben conosceva quanto fosse più o meno gradevole, ordinabile, divorabile e digeribile nel suo mondo; a suo giudizio, io ero un laureato architetto che avevo già studiato la loro disciplina, ne avevo superati gli esami universitari, ma essa mi era stata insegnata con altri scopi, per come essa sarebbe poi servita nella mia professione e non nella loro, che era volta alla ricerca e alla sua conoscenza in sé. La collaborazione iniziò e ci fu per oltre 40 giorni, ma – dopo una mia improvvisa me necessaria assenza di 4 mesi – il Prof Fazio fu irreperibile: andato in pensione, per me sparì.

Ero divenuto indigesto anche per lui così aperto e disponibile, e compromettente – io credo – il suo buon nome – quando in quei 4 mesi probabilmente aveva parlato della <cosa> ai suoi colleghi che l’avevano messo in guardia su Romano Amodeo, per la sua stramba metafisica.

L’ardito Prof. Fazio, deve essere stato messo davvero in una grande difficoltà, poiché da un canto capiva e approvava la mia teoria fisica (e non aveva nessuna intenzione di farmela abortire) ma dall’altro non voleva essere compromesso e associato alle mie teorie metafisiche, cosa che sarebbe accaduta in un mondo in cui si guarda sempre il dito che indica la Luna, prima di questa.

C’è una figura simile alla sua nel Cristianesimo, ed è

Nicodemo: colpito dai miracoli del Nazareno, voleva porgli domande, ma era membro di quel Sinedrio per il quale

Gesù godeva cattiva fama… Trovò il modo di farlo di nascosto andando da lui nottetempo; ma al giudizio finale non si oppose più di tanto alla condanna sua e delle sue idee.

Per evitare a tutti voi la confusione, ho diviso drasticamente il contesto fisico, dal metafisico, e in questo 2° libro tratto soltanto di Fisica; anche se molte delle sue ragioni seguiteranno a sembrare <metafisiche>, poiché ineriscono ambiti di certo esistenti, ma invisibili alla Fisica Sperimentale.

Così in parte ho dato ascolto al Prof. Fazio, che davvero ringrazio per la disponibilità e il credito che mi degnò, e in questo libro scrivo solo di Fisica anche quando, con l’Assoluto ben determinato in modo indeterminato da N^0 = 1, tratto cose di pura Matematica, che nulla hanno a spartire col mio indice compromettente che ve l’addita. Dal 1996 di quei 40 giorni di collaborazione col Prof. Fazio, la mia ricerca ha compiuto ancora alcuni altri passi: enormi rispetto ai primi … già da Lui giudicati inaccettabili in toto giacché oltre le possibilità di un singolo ricercatore!

Chissà cosa Egli ne direbbe adesso!

Ho perciò chiamato <Fisica Amodea> la mia attività di studio del mondo fisico, per onestà! Sapendomi compromesso nel giudizio dei contemporanei, li avviso su di chi è il dito che vi mostra questa Luna, affinché nessuno confonda e mescoli troppo le mie ragioni con quelle della Fisica DOC, accettata dal mondo scientifico.

Essa ha posto dei principi di cui poi non si è servita, indagando soltanto in base all’esperienza.

La <Fisica Amodea> – al contrario – se ne è servita attuando la via deduttiva a partire da essi, fondamenti certi in quanto posti alla base di tutto il resto; e il risultato sta in questo libro, che sembra di fantascienza ma soltanto a chi non ritiene valido trarre ogni indicazione da quei principi.

Così le mie valgono, valendo i principi; le correnti fino a prova contraria … data dalle mie.

Breve storia della <Fisica Amodea>

Tutta la mia indagine sul mondo è iniziata dopo una mia conversione religiosa, avvenuta il 4 giugno 1.973, mentre ero un Architetto delegato a dirigere tutti gli interventi attuativi in Edilizia al C.I.M.E.P. (Consorzio Intercomunale Milanese per l’Edilizia Popolare, 80 Comuni dell’Hinterland con Milano capoconsorzio) ed ero uno dei 15 Consiglieri elettivi all’Ordine Architetti di Milano Pavia e Sondrio.

Abbandonai questi ruoli prestigiosi, per <dare corpo a Cristo>, ossia per rendermi fisicamente un latore dei suoi principi di morale e di fede, e fondai un Mensile di Urbanistica assumendo tutti coloro che me lo chiedevano, anche se non avevo bisogno di loro, poiché erano essi ad averlo di me, capace per le mie risorse fino ad allora accaparrate di investirle tutte nel loro avvenire.

Fui indotto a una profonda riflessione sulla struttura della realtà, condotta sulla base delle nozioni acquisite nella mia Laurea, che aveva avuto come materie l’analisi matematica, la geometria descrittiva e proiettiva e la fisica.

Il mondo – fin dall’inizio – per me era una visione assolutamente <personale>, simile a quella di uno straordinario <film> a 3 dimensioni, avente la capacità non di vederle su uno schermo, ma di introdurmi nel bel mezzo di una scena reale e tridimensionale.

Avendo mezzi economici e tuttora un ruolo di prestigio, quando in più occasioni ebbi colloqui con fisici milanesi, volti a

verificare le mie intuizioni, erano gratificati del fatto che li avessi interpellati.

Ma appena si accorgevano che l’aggancio era finalizzato a verificare le mie intuizioni, si irrigidivano e divenivano visibilmente interessati a por fine al mio tentativo.

Mi accorsi che pensavano: <Ma come? Io che sono io, un Professore, non ho mai osato fare supposizioni mie, e ora costui vuole indirmi a occuparmi delle sue “presunzioni”?>.

Mi arresi e non lo tentai più.

Poi la sequela a Gesù – fatta seriamente – mi portò al fallimento reale, che fui obbligato a chiedere al Tribunale di Milano, nel 1.998, dopo 15 anni dalla mia conversione.

A 50 anni avrei potuto risollevarmi, ma mia madre si ammalò del Morbo di Alzheimer e decisi di mutarmi nel suo badante, nel mentre – libero da altri impegni – ebbi tutto il tempo e il modo di approfondire le mie ricerche sulla realtà del mondo fisico.

Esse ebbero un primo sbocco nella pubblicazione di un libro intitolato <L’universo impensato> nel quale descrivevo quanto era persino sfuggito al pensiero dei Fisici, circa la creazione del mondo.

Dove era in concreto l’antimateria nell’Universo? I fisici vi si erano imbattuti, ma un universo antimateriale esteso come il nostro, dove realmente era, dato che al massimo lo si vedeva in tutti gli atomi i loro nuclei e le loro particelle?

Nel libro lo spiegavo: la realtà è simile a una clessidra in cui due coni uguali comunicano attraverso un piccolo passaggio; ebbene esso stava proprio nei nuclei atomici, e l’uomo – vedendo grande e in positivo soltanto il suo cono –vedeva ugualmente grande anche l’altro, ma in una piccolezza spinta fino al limite dello zero.

Ebbi anche la buona sorte di parlarne al Maurizio Costanzo Show, in una puntata dell’autunno 1993.

Quando alcuni anni dopo fui ricevuto dal Prof. Fazio, docente di Fisica all’università degli Studi di Milano, e in due ore di colloquio ebbi finalmente modo di trovare un docente disposto ad ascoltare i risultati del mio studio, la mia ricerca aveva affrontato la questione della velocità della luce discosta dalla perfetta formulazione di 3/1 esistente tra le 3 dimensioni dello spazio e la dimensione 1 del tempo.

Esposi che la Fisica aveva adottato il Sistema Metrico decimale delle unità di misura e che il mio metodo si poggiava sulla <perfezione> relativa ad un <assunto>.

Quello che è posto <a base> non ha bisogni di verifiche ed essendo a base delle unità di misura, si poteva accettare una velocità assoluta di 300 milioni di metri ma non di 299.792.458 m/s.

Con 1 secondo posto unitario lo spazio non poteva avere altra forma numerica che 3, 30, 300 … 300 milioni, ma non quel valore così “rotto”.

Gli mostrai come tutte le costanti fossero molto vicine a rapporti unitari puri e che non lo erano solamente per la mancanza di fede posta nell’assunto dei 10 decimi come il valore unitario ed intero.

Gli esposi il quadro di insieme, ed esso aveva le sue basi logiche ed ara da studiare, verificare.

Insomma ero soltanto ancora al principio di un cammino solamente problematico, attendibile, e non ancora risolto.

Il Prof Fazio – molto aperto a questi problemi – si accorse della loro validità e della necessità di portarli a conoscenza. Avevano la grande difficoltà di essere tutto un insieme del tutto nuovo e che si auto-referenziava; si propose come intermediario, con la sua conoscenza del linguaggio dei fisici che io non avevo, a trattare piccole questioni, una alla volta, cercando di farle passare, gradatamente e dando tutto il tempo al mondo scientifico di intuirne il valore e farlo suo.

Non potevo in alcun modo presentare il quadro di insieme, come avevo avuto modo di fare con lui, perché la mole di lavoro che avevo fatto io – un architetto – era tale che sarebbe stata bocciata subito, tutta quanta: giudicata una cosa <impossibile> maturata e prodotta da un solo uomo! Al 1.996, se ricordo bene, in cui ebbi questo responso dal Professore, la questione sollevata era immensa, ma poneva in atto soltanto l’esistenza certa di un errore che doveva esserci nei processi attuati dai fisici, anche e nonostante la loro indiscutibile precisione.

Forse era sbagliato il metro? Uno scarto, anche piccolo, potrebbe avere ingenerato tutte quelle differenze? Perché il numero di Avogadro non era un 6 bello e tondo?

A fine millennio cercai di divulgare le mie tesi sui Gruppi di Ricerca, ma ogni volta entravo in rotta di collisione coi <ras> delle figure dominanti e garanti dello <statu quo> ed ero estromesso.

Ai primi del nuovo millennio misi in rete un Sito in cui avevo formulato già una buona parte di risposte, e in un libro del 2.004, pubblicato su issuu.com/Amoramode, in cui tracciai la mia autobiografia, esposi i principi della <Nuova Scuola Italica> di Filosofia della Fisica, che avevo fondato dopo di essermi trasferito a Saronno, nel 1.997.

Varai la <Fisica Amodea> soltanto intorno al 2.004, e in essa ponevo le risposte ai quesiti che avevo sottoposti al Prof Fazio.

Non vi erano errori. I Fisici avevano stabilito misure valide e ineccepibili. Il metro andava bene così come era e non era il responsabile.

La causa stava nella presenza di cose apparentemente assenti e che tuttavia vi sono.

Quella era la ragione delle approssimazioni a valori interi esistenti nelle costanti della fisica.

Si trattava evidentemente dei piani trasversali, contenenti le ampiezze dei flussi, da cui poi erano modificate tutte le quantità dei movimenti apparenti.

Ancora non avevo definito la matrice dinamica Universale! Ancora non ero riuscito a scoprire il fatto addirittura sorprendente e nello stesso tempo <inammissibile> che tutta la nostra realtà giacesse su un piano esistenziale posto sia nel tempo sia fuori dal tempo, in una determinazione contraddittoria costretta dall’Assoluto che non accetta limiti per cui la sua <eternità> senza tempo ha poi anche la data fissata nel 25 gennaio 1938 in cui io sono nato.

Ora è vero che per me ha datato realmente l’inizio del mio universo ma che essa valesse per tutti anche se i miei simili sono nati in un giorno diverso è un’altra di quelle imposte dall’Assoluto che non accetta vincoli e determinazioni su ogni <io sono> a immagine e somiglianza del Suo.

È una cosa vera per ogni Osservatore della fisica, che tutto ciò che <vede> incominci con la sua nascita, ma è poi paradossale che essa assieme a ogni altra giacciano su un piano datato 25 gennaio 1938 d.C. e conseguente all’adozione del ciclo 10 assoluto, e reso relativamente unitario con 10/10.

Nello stesso tempo, gli studi approfonditi sulla cabala ebraica e sulla Bibbia, mi confermavano che il nome Elohim delle emanazioni Divine, valeva unitariamente nel tempo quei 646 anni che – nelle 3 dimensioni dello spazio – lo rendevano Trino giusto nell’anno 1.938.

La stessa vita lunghissima di Matusalemme, rivelata di 969 anni sulla Bibbia, nella sua esistenza in negativo e in positivo la portavano analogamente a quel 1.938 cui partecipano 8 che è il complesso della realtà 2^3, il numero 30 come la somma dei lati 10+10+10 di un cubo unitario nella presenza 10 e 19 centinaia come tutto il flusso del lato 100 della realtà quando è in un 10^3 avanzante di 10^3.

Laddove la nostra realtà è binaria, quando lo è in tutto è

2×2×2×2×2×2×2×2×2×2 = 2^10 = 1.024-

Ove un anno ha 365,25 giorni la presenza ¼ di 10 anni è data da 3.652,25/4 = 913,125, intera nel 913 che in Bibbia è il valore della parola BRASIT=<in principio> con cui intitola il primo libro; e accade che:

++.913,125 valore +1/8 in anni 10/4 dei suoi giorni;

+1.024 totale 2^10 dell’esistenza binaria;

++ 001 il valore unitario 10/10 dell’intero;

+00000,0125 il tempo di 1/8 nel suo unitario 1/10;

=1.938,0125

Questo non ha nulla a che fare con la mia nascita!

Non avevo ancora scoperto il ciclo dei 4.631 anni terrestri dati da 365+1+1(col piano trasversale) e che

+0.357

+4.631

=4.998 che +1+1 (di piano) seno tutto il tempo dato da ½ della realtà 10^4 di 10.000 anni…

Ciclo che esiste e che per il mondo dei Fisici è una assoluta novità, non avendolo riscontrato da nessun elemento, in un tempo sempre continuo e che non sembra non avere nessuna necessità di rientrare in un ciclo reale!

Questo per il semplice fatto che non riconoscendo alcun valore intrinseco al ciclo 10, gli scienziati non lo danno nemmeno al 10^4 che configura l’unità della realtà.

Ben più <sapiente> sembra la Bibbia, che lo dichiara nel primo versetto del 1° capitolo, del 1° suo libro!

Mi obiettano che il 10 è soltanto numerologia.

Aggiungono che gli anni terrestri sono tali adesso, ma non lo sono stati in passato… e senza nemmeno essere sfiorati dal dubbio che sia solo ora e qui nel presente che un uomo uguale a lui in altezza sembri ridursi in tutte le dimensioni apparenti a causa della prospettiva.

Ove lo spazio-tempo è un tutt’uno, i Fisici di oggi non sospettano nemmeno che la prospettiva spaziale riguardi anche le cose realmente viste nel tempo.

Tutti i rapporti nello spazio appaiono modificati nel loro reale aspetto, e perché mai anche il rapporto giorno/anno non dovrebbe apparire mutato … pur non essendolo?

Se una prospettiva spaziale va a fuga nel suo punto, perché non dovrebbe accadere lo stesso a tutti i rapporti visti nel tempo lontano?

Quindi per la <Fisica Amodea> le cose sono state sempre come le vediamo ora, e gli altri sbagliano poiché la loro visione prospettica è spazio-temporale, e come rimpiccolisce il sole, così anche riduce le dinamiche relative tra la rotazione propria e l’impropria attorno al sole.

Vi faccio un esempio di inflazione unitaria.

1/1 → 2/2 → 3/3. Ora, se a numeratore ci sono 365 dì.

365/1 → 365/2 → 365/3 passano e sembrano prima 365, poi 182,5, e infine 121,666 se non si considera inflazionato a dovere anche il numeratore!

La <Fisica Amodea> ha studiato a fondo l’inflazione.

1/1 → 2/2 → 3/31/1 → 4/4 … → 10.000/10.000 è il modello matematico di essa fino all’unità della realtà data da 10^4 × 10^-4.

Questo <divenire> dell’ <essere 1> è pura apparenza, conforme all’esplicitarsi dell’Assoluto sempre in due modalità opposte: quelle dello spazio e del tempo.

L’<apparire> è la verità che affermata fondamentale il filosofo Eraclito; l’<essere> perennemente 1 era quella della scuola Eleatica.

L’assoluto seguita a restare indeterminato, palesandosi mediante queste due <verità> opposte una all’altra e – come tali – una “vera” (l’essere sempre 1), l’altra “falsa”, mutandosi in un N/N che appare diverso da 1/1 ma che non lo è.

Secondo la stessa modalità, l’Assoluto ha determinato una “eternità” esistente sempre su un piano spaziale datato 1.938,0125, messo in mezzo ad un unitario passato e futuro aventi la stessa durata.

1/1 = 2/2 = 3/31/1 = 4/4 … = 10.000/10.000 in ’essere; 1/1 → 2/2 → 3/31/1 → 4/4 … → 10.000/10.000 in divenire.

Effetto reale è che la data dell’universo intero, per come ci appare, ha quella che risulta essere quella del <presente> per l’<osservatore>.

Questo è tutto il piano della <sua> relativa presenza, riguardante il suo unico <io sono>, soggettivo, della visione.

A questo punto, sia il passato di apparente provenienza, sia il futuro sono <manipolati> attraverso una <prospettiva reale> che chiaramente mostra ridursi sempre più le distanze … di <ipotetica> provenienza della propria <unità>, la quale non ha mai cessato di essere <una>.

Come tale, l’Assoluto, che sempre sta sotto a tutto, impedisce che resti 1/1 e <impone> 3/3, come lo spazio degli estremi, rispetto all’intermediario 2/2 della realtà a 4 dimensioni, quando sono 2/2.

Per questo anche la <divinità> è <Una e Trina>! Per <vincere> la sua determinazione in 2/2, attraverso la simultanea valorizzazione dei due estremi: 1/1 e 3/3.

In tal modo essa è 4/4 e si valorizza nella sua esistenza binaria e perennemente contrapposta, su una presentazione che è sia “vera”, sia “falsa”.

È realmente vero (nella “falsità” dell’apparenza) che l’immagine che vedo <presente> nel sole è <vecchia> degli 8 minuti primi che la luce del sole impiega per giungere dal “suo” <passato> al presente dell’ “osservatore”.

È una <desunzione> falsificata dalla “prospettiva” che assume lo <spazio-tempo> in lontananza.

Essa ha ridotto la dimensione visibile del sole a una piccola parte del <cielo> apparente, diciamola 1/N, ma ha anche simultaneamente portato il tempo della “sua” unità N/N ad essersi <ingigantito> N/1 volte fino ad essere giunto alla reale visione dell’osservatore.

La conseguenza di questa particolare <forma prospettica> assunta dalla <cosa> che vediamo, è che se impieghiamo gli 8 minuti primi, per andare a quel <passato> … esso è già <presente>.

Infatti se impieghiamo anche tempo per retrocedere di 8 minuti primi, e raggiungiamo il sole come <era>, siamo retrocessi di 8 minuti, e sono gli stessi che la <c> della luce <ha già impiegato>, per tornare da quel passato di spazio-tempo al <presente> che data l’universo intero apparente, tutto alla sola data dell’ “osservatore”.

Accade la cosa <paradossare> per la quale io mi <illudo> di credere di andare nel <passato> del Sole, poiché quel <passato> del nostro Astro, in verità: non esiste! <TUTTO> esiste <solamente> su un piano scorrevole e inflattivo come questo che mi mostro nuovamente: 1/1 → 2/2 → 3/31/1 → 4/4 … → 10.000/10.000 .

In esso esiste come presenza sempre e solo una delle differenti unità, in progressione unitaria, quella data da 1/81 = 0,012345679 012345679 012345679…

Che esista <ora> il passato, o il futuro, a tutti è evidente che non è vero. Ora esiste solo il <presente>.

Esso è però in una forma unitariamente crescente e inflattiva così come è comandata da quell’81 uguale a 3^4, che <certifica> la dimensione spazio-temporale 4 assunta dall’unità 3 del suo spazio, allorquando non appare come lo spazio di 81 ma come il tempo di 1/81.

Ora lo spazio 81 è unitario solamente in 80/1 unità, ed è così altrettanto verso che quando non ho 1/81 ma 80/81, allora alla perenne crescita unitaria si sostituisce quella perenne data da 0,987654320 987654320 987654320 … infinita.

Essendo 1/81 la <crescita> e 80/81 la <sua> decrescita assolutamente complementare, nell’unità la loro somma, data da 80/81 = +1/81 dà lo 0.999999999 perenne, dato da 81/81, La sua somma inversa non è unitaria! Infatti la somma di 81/80 +81/1 è di 1,0125 +81 = 81,0125, in cui quando 81 si moltiplica esattamente per 23+100/108, assume la quantità esatta di 1938.

23 da sempre è stato il fattore di <accorpamento> dato dai due primi numeri primi, associati nel numero 23; infatti ogni molecola è 6 volte 10^23.

Quando 23 esiste nel tempo dei 100/108 sottopone il lato 100 della realtà al 100+8 che si incrementa del complesso dato da 2^3 (altra forma “potenziale” assunta dai n, primi 2 e 3) che in 108 è la realtà 4 dello spazio-tempo che esiste in 3^3=27, tanto che 27×4=108.

Accade che il lineare 81 deve <accorparsi> e l’esegue moltiplicandosi per quel 23+100/108 che è uguale a 2.584/108 e che rappresenta ¼ di 10.000 (la realtà intera) in 2.500 e 84 come 81+3, il 3^4 +3.

81 × 2.584/108 = 209.304/108 e rappresenta l’unità elettromagnetica 207.542 cresciuta di 1.762 dato da 1.938 meno 176 che è l’energia 66 +110 (che è il moto di 1 in 111).

Tutto questo è connesso con c^4 quando <c> la velocità della luce è quella intera di 300.000.000 m/s.

Essi sono dati da:

+000.207.542 la appena detta “unità elettromagnetica”

+299.792.458 la velocitò <c> nel vuoto.

=300.000.000 è quella intera espansa a 3 dimensioni, delle quali una <appare> realmente e in Fisici la misurano, l’altra non “sono in grado” di misurarla, essendo in <ampiezza> di flusso, ed è <trasversale>, è di <taglio> ed è veramente <tagliata>.

Solo la <Fisica Amodea> riesce a “vedere” quanto gli studiosi del campo dell’apparenza reale non possono vedere.

Allora accusano la <Fisica Amodea> di essere <trascendente> la realtà, e dunque non una <Fisica> ma una <Metafisica> e – quanto si sbagliano! – in quanto tale “inattendibile”!.

Risulta <evidentissimo>, a queto punto, ma solo alla <Fisica Amodea> che la velocità in linea dei 299.792.458 metri esistenti nell’unità di tempo di 1 minuto secondo non è <tempo> in avanti, ma <tempo perso> rispetto al 300 milioni che esiste ed è <simultaneo> in tutto l’universo: e tutto datato 1.938,0125!

Nel <presente> all’osservatore il Sole che risulta <presente> nella sua luce emessa è partito dai meno 8 minuti primi persi rispetto al <simultaneo> e li ha fatti avanzare in positivo, tanto da recuperare pienamente nei confronti del tempo <apparentemente perso>.

Ma come si può dir questo ai Fisici che vedono la luce avanzare e non retrocedere?

Si può, e la <Fisica Amodea> glielo dice: la luce ha la carica negativa che indica che avanza ma in negativo, e dunque retrocede rispetto a quanto è simultaneo nell’Assoluto del tempo senza tempo chiamato <eternità>.

Ma è evidente, alla <Fisica Amodea>: 207.542 +299.792.458 m è la <simultaneità> 3/1 ×(10^8)/10.

Infatti se stiamo vedendo 10^8 m che sono 10^7 riferiti al tempo ¼ del Meridiano terrestre, il 3 quadranti dello spazio si riferiscono alla presenza nel tempo 1/10 di 10^8, che posso dirla in sintesi 10^7, o analizzata in 10/8 / 10.

La <Fisica Amodea> “vede” in modo chiaro la “perdita di tempo” esistente in quell’unitari minuto secondo.

Nel secolo scorso e parlandone col Fisico Fazio, questa <mancanza> rispetto a 300.000.000/30.000.000 =30/1 sembrava essere un evidente <errore>… come se i fisici avessero sbagliato nel dimensionare il metro!

Solo nei successivi 30 anni la <Fisica Amodea> ha compreso che c’era si l’<errore>, ma non stava nella dimensione del metro o del secondo, che invece si essere tarati 3/1 lo erano 2,99…/1, ma stava nel considerare il tempo reale espresso dalla velocità della luce, come un avanzamento anziché una reale <retrocessione> rispetto all’essere <simultaneo> e che consente all’osservatore di avere ancora tempo di vita reale! Infatti la simultaneità della vita <piena> sta solo nell’attimo della sua morte. Essa esiste fronteggiando alla pari tutta l’alternanza che dal passato porta alla fine di ogni osservatore, con quella opposta che <riparte> da quella fine e realmente lo riporta nell’Assoluto di provenienza <trascendente e divina>.

Ora tutto questo riguarda una reale <Fisica DOC> in quel perenne <vai e vieni> dell’alternanza che vediamo perenne in ogni onda reale che possiamo immaginare nell’infinito di ∞.

Vediamo nel primo la vita cerebrale di uno che è vissuto solo nell’esistenza di una onda, vissuta tutta, in vai e vieni, a differenza del secondo, il quale è a 1/3 della sua vita reale e non vede il futuro poiché in esse ci sono sia il <vai> sia il <vieni>.

Quando egli nasce tutto il <complesso> annulla del sue ondo come accade quando si scontrano due raggi che avanzano nei versi opposti sulla stessa linea.

La fine della vita c’è per la rottura di terminali dovuti ai radicali liberi o a altro (un colpo di pistola, un arresto cardiaco, che l’interrompe).

L’estremo a destra è il tempo eterno, fuori dal tempo, posto tra l’avanzamento elettrico – che è visto – in base alla retrocessione magnetica, che non è vista.

Soltanto c’è da dire che questa costruzione apparente, dell’onda, verso il suo futuro, è in verità la retrocessione verso quel punto zero e iniziale del verso contrapposto.

L’esempio della vita lunga mostra che in quel punto si è già compiuta la “risurrezione dall’alto” detta da Gesù Cristo a Nicodemo.

L’<io sono> in atto è quello magnetico a segno positivo indicante il vero avanzamento nel verso che va all’origine posta a sinistra in cui si confluirà nel tutt’uno dell’Assoluto.

Noi sembriamo invece venire da lì verso cui stiamo già andando poiché essendo un <io sono spirituale> e antimateriale, privo di corpo, vediamo anche il nostro come il verso opposto in cui sempre appare muoversi il paesaggio rispetto a chi l’osserva.

E questa – può non piacere ai Fisici … – ma è <Fisica>, non quella <Metafisica>, senza oggettive e vere e proprie ragioni che essi dicono.

È un dato di fatto che in realtà esiste solo il presente!

Allora sono proprio i Fisici, che si vanno a <immaginare> ora esistente quel passato che ora è inesistente a essere i veri <Fantascientifici>.

È fondamentale per la <verità> delle relazioni – visto che l’Assoluto le ha scisse in <vere> e <false> – quali siano le une e quali le altre!

Se la Scienza vuole approdare alla VERITA’ della vita, è fondamentale sapere che le nostre gambe e il nostro muoverci sono VERI avanzamenti o retrocessioni al <relativo PRIMA>.

Infatti noi ci vediamo <liberi> … ma se stiamo approdando al vero passato, notoriamente che è già <stato> ed è IMMODIFICABILE, allora la nostra apparente libertà è un inganno diabolico: quello di un Satana che ti porta Gesù Cristo su un monte e gli dice <venerami e ti farà il Signore del mondo! >

Sì: il Signore di un mondo totalmente FALSO, in cui credi di cambiare le cose già fatte retrocedendo verso la morte mentre invece cambierai proprio quelle apparentemente viste come il passato, poiché ad una ad una le <annichilirai> tutte quante!

La <Fisica Amodea> ha compiuto la cosa impossibile a tutti di contraddire totalmente tutte le verità che sono realmente apparenti: sembrano vere ma sono false.

Credi di stare facendo le cose che invece si disfano da sé, poiché fare e disfare sono come +1 e -1 che quando infine di sommano invece di interagire, si annullano!

È una verità scientifica che due onde esattamente sincrone ma contrarie, scontrandosi perdono ogni luce!

Così succede alla via <in vai> quando si scontra con la sua stessa <in vieni>: annulla ogni reale azione apparsa fatta!

Noi le vediamo nel loro farsi solo poiché – al creduto inizio della nostra vita quando usciamo dal grembo materno –abbiamo ancora e realmente davanti questi moti <+1 e -1> che ci sono tutti e due e si sommano e si annullano. Allo stesso modo tutto l’apparente <vuoto> dell’universo è la stessa <cosa> di <+1 e -1 = 0>.

Quando appaiono esistenti le <masse> è per lo sbilanciamento assunto dallo ZERO, e – grazie solo all’espansione elettrica, creduta reale, ma non vista – che possiamo vederla nei suoi contrapposti <ammassamenti>.

Con noi <osservatori> che con la nostra vita avanzante da 1/1 a 2/2 a 3/3 fino all’inversione fatale la trasferiamo pari-pari nella vita <essenziale> di un universo privo di ESSENZA e vita, poiché esse sono solo le nostre, la scienza che sembra al servizio dell’uomo lo convince che tutto dipende da noi!

E questo – anche se è paradossale – è vero esso pure!

Infatti se ci si basa su una realtà che nega il potere dell’Assoluto di riportare tutto in sé (liberando l’uomo <per davvero>) è vero che l’uomo è libero di fare il suo avvenire.

Solo che deve sapere che la sua anima è parte dell’Assoluto e non è libera di fare tutto, ma solo le cose che <altri o altro> non impedisce.

Quando una persona si convincerà che questi <altri o altro> … altro non sono che tutto quello che esiste oltre di sé, capirà che tutto quest’altro è l’Assoluto di Dio.

Noi siamo solo <osservatori> e non <creatori veri> del nostro destino! E lo proveremo tutti quando – completata l’ondulazione elettrica cerebrale e attestata l’onda piatta –staremo ritornando sui nostri passi e allora realmente vedremo scomparire ogni cosa che prima era apparsa fatta; da noi, dagli altri, dalla fortuna o sfortuna!

Dio – l’Assoluto che mai non ha abdicato dal suo potere nel mondo reale basato sulle SUE contrapposizioni che <annichilirebbero> (e annichiliranno) l’universo intero nella nostra osservazione – questo Dio ha assunto l’Essere Umano per essere veramente Onnipotente!

Non per il detto latino di <Divide et impera> ma per il suo liberarsi dell’indeterminazione, che sarebbe un limite enorme per l’Assoluto che non accetta limiti e vincoli e dunque è Onnipotente.

E allora <può essere> senza essere.

L’Onnipotente <non lo è> in noi, ma che stiamo osservando una BUGIA colossale, credendola però vera!

Stiamo credendo in una libertà fattiva dell’Universo e delle sue forze e di quella della fortuna, del caso e della vita, con l’Assoluto che ha assunto il potere dello zero in questo mondo <fasullo>… e non crediamo che sia <zero> il potere assoluto! Per noi è potente un N gigantesco, come un Signore che veramente comanda e impone se sugli altri.

Ma 0 × N impone zero e non N!

E questa non è fantascienza, ma verità matematica.

Tuttavia sembra che la forza massima che l’abbia N!

E se sorge un Cristo che t’invita ad azzerare il tuo <ego> è combattuto da tutti coloro che si giudicano uomini di vera scienza e non <imbonitori> che sembrano assecondare i potenti.

I Cristiani sono giudicati essere <imbelli> privi di carattere e che assecondano l’opera dei forti, non opponendosi ma offrendo loro l’altra guancia, per ricevere un altro sopruso!

Nell’ottica della vita solo in <vai> (assurdità nei confronti di ogni equilibrio statistico!) Gesù sembra un cretino che idolatra la debolezza, ma non finalizzata a valore in sé, ma assunta a favore del successo e del bene altrui!

Come potete giudicarlo folle, un mondo in cui tutti lottassero per il bene degli altri, dove vedete il <disastro> vero fatto da tutti gli egoisti?

Validissimo in sé, è <sublime> proprio nel reale seguito, in cui si vedranno annichiliti successi e insuccessi personali, ma la perdita del successo porta all’insuccesso ove quella dell’insuccesso porta ad una bene non più passeggero, ma eterno!

Infatti <definito e infinito> sono i due opposti e l’Onnipotente ha definito l’insuccesso fino a quello totale nella morte, ponendo invece infinito e come sommo bene il ristorno umano nell’esistenza in potenza.

Muore la vita in reale e universale potenza ed è infinita quella che rientra nel “potenziale”.

Se l’uomo in questa vita conserva il suo essere “in potenza” rinunciando alla vita <a consumo> una volta che è esistente in atto, anticipa in questa vita quella eterna ed è uno strumento di amore e di pace, poiché rifugge dall’Egoismo e non accaparra beni per sé.

Ma non si può scrivere queste cose su un libro di Fisica poiché la scienza viole restare sempre <terra-terra> e mai

ELEVARSI alle verità che esistono, producono reali effetti ma sono realmente invisibili!

Per concludere: l’uomo si deve preoccupare se vede il Sole dare luce, e che potrebbe esplodere dandoci solo 8 minuti di vita?

Dando credito al <futuro> che l’uomo considera come tale, certo: deve temere l’evento. Ma se sa che si procede verso il passato, allora da quella esplosione siamo stati già fatti salvi!

Se la scienza induce timori, la <Fisica Amodea> dà la massima garanzia della vita eterna, e ha esemplificato in modo perfetto come noi non si veda il creduto futuro solo poiché è ancora in <vai e vieni> e gli opposti, presenti, lo annichiliscono… e proprio poiché esiste in tutto e non solo nella dissociazione che noi crediamo sia reale, ma è solo quella cosa tutta <relativa> che – sulla base del vieni – ti mostra il <vai> e viceversa.

La Relatività Generale è il generale dominio della contraddizione su cui la nostra realtà si presenta!

In verità, tutto <retrocede> in sincrono con il moto nel tempo dell’Osservatore.

Lo 0,987654320 987654320 … eterno, dato da 80/81 sta alla base della visione reale avanzante nel tempo di 1/81.Nello spesso modo antitetico, ove (23+100/108) ×81 dà il 1.938, è 1/1.938 = 5,1599587203302373581011351909.

Non ci crederete ma questo 1909/10^28 è veramente l’anno di nascita di mia madre, alla dimensione di Set +7+7+7, di mio Padre nato il 1907,0707 laddove in bibbia fu denominato SET.

A voi sembra incredibile non avendo fatto tesoro della <Fisica Amodea> che riconosce il 1.938,0125 la data esistente nel mezzo del piano <universale ed eterno> tutto avente questa data.

Anche in relazione alla mia vita, questa che appare la data di nascita e quella finale della mia vita già <risorta> nel giorno della morte per il punto nella mia presenza ora.

Sarà la data in cui rientro in mia madre a vivere il <paradiso terrestre> nei sogni che farà rientrato nel suo grembo.

Il suo ventre è il luogo fisico in cui sarà il mio paradiso terreste.

Retrocedendo oltre (ma dalla destra e dall’alto dello stesso pieno) e verso il suo basso e la sua sinistra, in cui sembra di andare ancor più nel passato, sono proprio le 28 cifre del tempo decimale presente in 1/1.938 a configurare la sua nascita il 1909,0629.

5,1599587203302373581011351909 esiste a 10^-4, che è il tempo unitario della realtà.

In quello assoluto, 0,0005 1159 9587 2033 è la definizione fino alla 4 dimensioni decimillesime.

Partendo dall’ultima, a 10^-12, il 2033 mostra il ciclo del tempo dei 66/2 come il flusso generale del piano a lati 1000 e 100’.

Esso supporta 9587 che è il flusso di 413 (il flusso 10+3 del piano a lati 200 e 200) nella sua realtà 10.000.

1159/10^8 attesta alla dimensione complessa della realtà della luce il flusso 1111 del piano coi lati 24 e 24 di tutte le ore del giorno, in due giorni.

Esso sostiene i 5 decimillesimi della realtà, nel solo flusso dato dai 10/2.

È su questo tempo di 1/1938 che si sostiene in totale il 1.938 e – come abbiamo visto – è il tempo totale espresso dallo 0.00051599587203302373581011351909 tanto che in assoluto è 32 la dimensione dell’anno natale di mia madre, ed è quel 4×8 che combina tutto il reale 4 col reale e immaginario 4+4.

In questo tempo sono compresi il 51/10^5 del mio quarto nome Paolo, nel valore numerico di 14+1+13+10+13 e il primo di mio fratello: Benito=2+5+12+9+18+13=59.

Ma questa è un0altra cosa <controllata e riconosciuta valida> dalla <Fisica Amodea> e invece considerata una vera <scemenza> da una scienza che sa che il cervello ragiona per numeri, ma parla usando suoi espressi in lettere e non crede che come esiste un DNA che <progetta sapientemente> lo sviluppo umano non ci sia anche una <vera relazione> tra numeri naturale esprimenti la realtà e <ordinali> A, B, C, che li traducano correttamente in lettere alfabetiche ben ordinate proprio dall’alfabeto.

L’uomo ha sottovalutato l’incidenza in tutto l’apparente moto in divenire, della visione dell’UNICO soggetto vivente che è l’<io sono> dell’osservatore!

È il soggetto che la comanda e il mondo mio si riduce a quello alla mia stanzetta (l’universo lo accetta!) se io mi ci chiudo dentro!

E nell’attimo in cui io comincerò ad esistere nel senso inverso del <ritorno all’infanzia> l’Universo accetterà di invertire esso pure il suo verso, poiché sembra che mi sovrasti … ma è costretto ad OBBEDIRE alla mia dinamica invertita e a mutare esso pure il suo apparente verso.

Sono giunto alla conclusione che questo realmente accada alla fine di ogni vita osservata… poiché ciò è realmente già accaduto in un infinito progetto possibilistico.

Quando – avendo elaborato la Matrice della dinamica –ho messo nero su bianco tutti i numeri di questo infinito progetto, mi sono reso conto della possibilità per ogni anima di essere stata collocata in un suo punto preciso da cui vedere – come ho detto prima – l’intero spettacolo della sua vita con il suo reale corpo introdotto nella stessa scena.

Oggi già esistono dei visori che possono introdurci dentro un mondo artificiale come se vi facessimo parte.

Se l’ASSOLUTO Onnipotente ci ha fatto questo <scherzetto>, ora noi <servilmente> lo osserviamo.

Io intanto ho potuto – con la Matrice sottoposta anche a verifica e risultante esatta – configurare l’ambientazione dinamica della personale storia anche di tutti i possibili Osservatori viventi e partecipanti ad essa.

Da tutto questo cammino, io ho potuto trarre le conclusioni e segnalare all’uomo che alla data del 4631,0217 d.C. la terra invertirà il suo asse di rotazione.

Accade che lo spazio a 3 dimensioni le ha tutte uguali e che non è ammissibile che due di esse ruotino sempre attorno alla terza, che faccia da asse, senza che anche questo ruoti. Allora accade che vi è un numero massimo di rotazioni, e esse sono date da 10^10 anni, misurati in giorni equivalenti nel numero di ciascun anno.

Proprio essendo il giorno a monte di tutto, quando è arrivato il giorno che ha compiuto tutte le rotazioni, allora in 12 ore soltanto, l’orientamento Nord/Sud s’inverte in Sud/Nord, causando la frammentazione della crosta terrestre e la fuoriuscita ovunque del magma.

La certezza deriva da quella dell’Unità dei fenomeni. 10^10 × 10^-10 è il rapporto diretto tra il mondo universale in metri e quello atomico, nel quale ad ogni secondo c’è una discontinuità (data dall’inversione dello spin degli elettroni) e che il quarzo ingrandisce permettendo la perfetta regolazione dell’orologio che io ho al polso.

Senza la discontinuità di questo tipo nel mondo atomico, noi non percepiremmo niente. Visto che esso c’è nel mondo a dimensione di m 10^-10 nell’anno atomico, essa è costretta ade esserci anche in quello di anni 10^10.

La <Fisica Amodea>, avendo osservato che tutto questo è descritto in Bibbia, ha concluso che il Libro Sacro è una lettura saputa dare da visionari, poeti e profeti del 3.000 avanti Cristo per aver captato i messaggi fatti nel futuro con quell’Entanglement quantistico che supera tutta la lentezza del moto elettromagnetico.

La Bibbia sembra sapere queste cose ancora ignorate dalla Scienza di oggi poiché sono racconti veri fatti in futuro di eventi che hanno conosciuto, nel giorno in cui esso è accaduto, e lo raccontano al passato, come quel Diluvio Universale che avesse colmato tutte le cime dei moti, invece del livellamento della crosta della terra, fatta dalle acque degli oceani con Tsunami a mille chilometro l’ora.

Anche in questo libro io non posso quindi esimermi da quella domanda su me stesso che mi permise di essere ospite del Maurizio Costanzo che voleva <sfottermi>.

Chi avevo chiesto: <Ma chi sono io architetto? Un altro Leonardo da Vinci, un altro Colombo che scopre un nuovo mondo nemmeno immaginato?>

Dissi in quella sede che sarei stato l’orgoglio di tutti gli architetti e che quella puntata sarebbe passata alla storia.

E Costanzo, rivolto sarcasticamente al pubblico in platea: <Avete sentito? Potrete dire: “Io c’ero”>.

Soltanto nel 2.002 mi sono accorto di essere sto troppo… modesto. Infatti io ero quello che Platone aveva chiamato col nome di Demiurgo: un <trascendete artigiano> che coglieva verità Assolute e le riproponeva al mondo reale.

Io sono costretto a dirlo anche qui, affinché in futuro non si sottovaluti la mia opera.

Tutto quello che ho potuto scoprire in nessun modo poteva essere opera mia! Io stesso ho <preso> verità esistenti nell’etere e – come un profeta – ho potuto semplicemente <assumerle> come se fossero mie.

Non sono quel presuntuoso che si giudica <fatto da Dio> poiché – come tanti Pippo Pluto e Paperino – siamo tutti opera nel nostro Creatore e nulla di quanto è assegnato a noi è opera veramente nostra!

Non è modesto chi pensa: <io so fare piccole cose comuni, come il respirare, camminare, crescere e digerire i rospi della vita, ma non sono un genio, io! Lo è un Albert Einstein, non io!>.

Non è così! Anche Pippo Pluto e Paperino lo fanno e bon è opera loro!

Voi che vi giudicate modesti, poiché siete capaci di piccole cose e non delle grandiose, avete la presunzione della vostra capacitò <fattiva> poiché la vedete fattiva; ma tra cose piccole o grandiose non vi è differenza! Io non ho la presunzione <fattiva> che avete voi a sostengo di essere fatto <tutto quanto da Dio>, in tutto: “pensieri, parole e opere” che sembrano mie anche a me, ma che fanno parte di quel progetto dinamico che la <Fisica Amodea> ha definito <matrice dinamica>.

Ciò detto – per pura modestia personale – non posso essere quel <minchione> che non si renda conto del compito UNICO che l’Assoluto ha assegnato al mio incapace spirito.

Ne va di mezzo il futuro della vita creata dall’ASSOLUTO Onnipotente, e che intende diffondere in tutto l’universo che ha creato.

Noi oggi siamo solo alla fase corrispondente agli Israeliti schiavi nella Terra d’Egitto!

Sì: schiavi di un personaggio diverso affidato a ciascuno di noi tutti emanazioni di un unico IO SONO, e che siamo chiamati ad animare di sana pianta!

Siamo all’alba dell’esodo da questa Terra d’Egitto, anche perché i suoi 26 secoli mancanti sono nulla a confronto di 10 miliardi di anni.

L’uomo deve credermi! Per questo il mio personaggio è stato disegnato con tanti segni inconfondibili che mi legano all’inizio di tutta la storia umana.

Essa per me ha avuto inizio con quello della mia vita, come è accaduto a ciascuno di voi.

Ma la mia data rispetta tutti i segni, che la vostra no! Chiudo solo con questa considerazione: <Se ciascuno di voi ha avuto inizio in quello della sua comparsa e esiste un universo di tutti questi punti Natali, credete che in tutto questo non ci sia un asse centrale a tre dimensioni come reale riferimento possibile al Natale di tutti voi?

Visto che voi ci siete, così <incarnati> nel vostro personaggio, e ne riempite un universo sparso ovunque nello spazio e nel tempo, sarebbe paradossale che venisse a mancare la terna centrale <incarnata> a riferimento del supremo mediatore del Demiurgo ipotizzato da Platone, e preannunciato da Gesù, come il Consolatore.

Quel Consolatore Spirito santo Paraclito che avrebbe preso da lui e riproposto quando l’uomo, per la sua conoscenza scientifica della complessità del mondo, avrebbe potuto reggerne il peso.

Lo disse più o meno in questi termini: <Molte cosa ancora avrei da dirvi ma non l’ho fatto non essendo voi in grado di reggerne il peso. Lo sarete allorché verrà il Consolatore e lui ve le dirà: sarete liberi e per davvero>.

E io vi ho liberati per davvero dicendovi che siete già risorti nel punto Z mortale della vita, e state scendendo (liberi da ogni azione fatta e subita, lungo il piano inclinato) con il vostro Spirito puro e immateriale, <SANTO>, e – soltanto per azione uguale e contraria – state vedendo l’opposto: quello che già non vi riguarda più e che cioè stata andando verso una morte dalla quale invece il vostro spirito è già venuto via.

Se questa non è la vera salvezza contro ogni patimento dalla natura, dalla vita o dal caso… allora io non so cosa sia la vera salvezza per uno spirito umano!

E state per rientrare – carichi del gusto ce avete liberamente assunto… questo sì – in quel grembo materno, culla della vita e del vostro Paradiso Terrestre.

In esso sognerete la vostra totale rivalsa e creerete un mondo ideale: quello in cui sempre avrete sperato.

Analisi dettagliata delle ragioni di fondo e delle novità della

<Fisica Amodea>

La <Fisica Generale> “cerca astrazioni matematiche”

risalendo da assiomi “iniziali”

Per sapere cosa sia la fisica e cerchi, in modo neutrale, ho chiesto al motore di ricerca Bing di descrivermi in modo creativo, che cosa sia la Fisica, e mi ha risposto in questo modo.

<< La fisica è la scienza che studia i fenomeni naturali, ossia tutti gli eventi che possono essere descritti, ovvero quantificati o misurati, attraverso grandezze fisiche opportune, al fine di stabilire principi e leggi che regolano le interazioni tra le grandezze stesse e le loro variazioni, mediante astrazioni matematiche.

La fisica si avvale di un metodo di indagine detto metodo sperimentale, cioè basato sull’esperimento riproducibile, per interpretare le cause dei fenomeni attraverso ipotesi che, se confermate nella loro validità dai risultati degli esperimenti, sono riconosciute come teorie.

La fisica si divide in diverse branche, come la meccanica, l’elettromagnetismo, la termodinamica, l’ottica, la relatività, la meccanica quantistica e altre, che studiano diversi aspetti della materia, dell’energia, del movimento e dello spaziotempo. La fisica ha rapporti con altre discipline scientifiche, come la matematica, la chimica, la biologia, l’astronomia e l’ingegneria. >>

Nonostante ciò, le <argomentazioni> poggiate su astrazioni matematiche che fanno parte della <Fisica Amodea>, seguitano invece ad apparire <Metafisica> a molti studiosi.

Ciò nonostante il fatto che: «principi e leggi che regolano - mediante astrazioni matematiche - le interazioni tra le grandezze stesse e le loro variazioni» abbiano in tali astrazioni matematiche il fine ultimo della Fisica .

La Fisica, nella sua attuale ricerca, è simile a chi assiste, su un campo di battaglia, alle gesta di un soldato che combatte – osservando e misurando ogni cosa con la massima attenzione – e cerca di risalire ai comandi da lui ricevuti dall’alto.

Tale Fisica dà per scontato che gli ordini reali ci siano (come in ogni fenomeno reale), esistendo essi in una Relatività Generale, che però è chiamata a fare i conti con le turbolenze esistenti in tutti i casi, quando si scende al comportamento minuto di ogni singolo caso <assoldato>.

Se osservo l’esito singolo del combattente, che uccide il nemico oppure è ucciso (ove gli esiti possibili sono solo questi due), io vi ritrovo il massimo squilibrio rispetto al comando di <vincere>, ed esso è dovuto al fatto che uno si impone sull’altro che perde e muore.

La Fisica Generale studia i dettagli da cui parte, e se nel percorso da “A” a “Z”, esiste una velocità media, essa è attenta piuttosto ai valori differenziali della velocità, punto per punto, poiché è da essi e dal loro stato <minuto> che la stessa indagine comincia.

Anche in questa velocità variabile, la contesa tra il più e il meno veloce, è totalmente espressa e rappresentata dal valore unico dato dalla media.

Allo stesso modo, è nella battaglia sul campo.

A mano a mano che aumenta il numero dei soldati che sono osservati, ci si avvicina sempre più al 50% di coloro che vincono e al 50% di quelli che perdono, se la contesa è nel perfetto equilibrio.

In ogni <costante> rilevata dalla Fisica (e che è descritta da una formulazione matematica relativa ai valori unitari), quello che è scoperto è così il particolare <EQUILIBRIO> esistente in quel caso, e che ordina e descrive quel fenomeno mediante le interazioni esistenti e riguardanti una o più unità.

Queste sono espresse attraverso <prodotti o rapporti> (quali ad esempio <J s>, Joule moltiplicato per minuto secondo, o <m/s>, metro diviso per 1 secondo) risultanti sintetizzati nel loro numero risultante, e mediante una <grandezza> (esempio 10^N o 10^-N) interattiva <al vero> (in scala 1/1) esistente tra i valori unitari.

Ogni <costante> è così precisata da un numero (in positivo o negativo) e una dimensione che è uguale o in scala multipla o sottomultipla del 10 (ciclo numerico base della matematica).

La Fisica non ha dato mai alcun significato particolare alla differente grandezza, anche quando 10^10 <Å> uguagliano un metro, mediante l’Angstrom, unità atomica dello spazio e il metro, l’unità definita dal Meridiano del nostro pianeta, come 1/40 milionesimo della sua lunghezza.

Neppure col metro uguale a 10^10 unità di spazio atomico, questo 10 <dice di per sé> al mondo dei fisici qualcosa di unico e significativo in senso generale e assoluto in qualità di unità fondamentale rispetto a tutte le altre derivate.

Invece per la <Fisica Amodea> esistono due assoluti arbitri che si pongono a fondamento generale, e sono:

 il detto ciclo 10 assegnato ad una <presenza> che sia quantificata come riferimento assoluto attraverso il ricorso unico all’esatta contrapposizione riferita a sé, data da 10/10.

 Il soggetto “osservatore” di ogni cosa reale e immaginaria a immagine e somiglianza dell’assoluto che – nella generale lotta tra l’essere e il non essere – si impone come unico e fondamentale <io sono>. Per la <Fisica Amodea>, il cosiddetto “osservatore” della fisica è molto più del famoso <cogito ergo sum> di Cartesio: <io sono>, qualunque <cosa> esso sia in termini di accertamento sull’esistenza, è la certezza personale che ogni soggetto ha di condividere in una relazione assolutamente unica e personale il suo rapporto relativo con un “essere” che in assoluto, sia esistente nella stessa qualità <soggettiva> e possa essere chiamato l’Onnipotente Dio che non patisce alcun limite ne restrizione, quale quella di <non essere>.

Il fondamentare <io sono> della visione soggettiva

L’Assoluto – come già scritto – è anche onnipotente, poiché, da valore indeterminato e libero da ogni vincolo ha in potere di abbattere la sua stessa indeterminazione e di realizzare tutto.

Lo usa infatti per superare anche l’indeterminazione, che sarebbe in sé un limite imposto al Potere Assoluto, determinandosi … ma in un modo in sé indeterminato.

In tal modo, in Sé ha di tutto; e le perfette relazioni sono regolate da una verità matematica, insita nell’assoluto come ogni altra verità (che poi si mostra realmente sempre tramite l’opposta bugia, liberandosi in tal modo dello stesso vincolo della verità).

La falsità si palesa tramite il mondo reale, visto non nella sua causa, ma nel contrapposto effetto che essa produce in generale.

Infatti è falso lo <spazio-tempo> apparente, che assume un valore 1/10 nel tempo per valorizzare una unità che non si mostri come l’Uno che è (e sarebbe indistinguibile in tutte le sue relazioni matematiche), ma come un 10 <in sé> nella qualità dello spazio di presenza.

Qualità <spazio>, che sottintende la sua base temporale non sommabile, come 1/10 +10/1 poiché contrapposte e soltanto moltiplicabili, sono poi regolarmente sommate in una sequenza come data da 10,1, creando una sorta di onda che corregga il <vai e vieni> in un cerchio nello stesso tempo.

Due quantità uguali sono espresse da 10/1 = 10/1, ma è introdotta una contrapposizione tra i due tempi espressi nei due membri dell’equazione tanto che il regolare passaggio di 10/1, dal primo al secondo avviene attraverso il suo ribaltamento in 1/10.

10 → 1/10 → 10 → 1/10 è l’onda eterna alto-basso, come accade in ingranaggi dentati OOOOOO in cui al moto orario nel primo corrisponde l’antiorario nel secondo, poi l’orario nel terzo … ogni volta invertendo la rotazione.

Il tipo di avanzamento reale come nei quattro ingranaggi dentati porterebbe un punto reale trascinato a seguire il percorso ondoso fino alla fine e poi a ritornare all’origine nell’onda complementare.

Posta in atto una vita ondosa cerebrale in questo modo quando l’onda non può più proseguire per effetto dei radicali liberi o di altri impedimenti, l’<io sono> risorge dall’alto e torna all’origine.

Ebbene, per potere realmente avanzare l’onda elettrica si può poggiare soltanto sull’opposta magnetica che le fa da causa. ma che sta retrocedendo.

Ove la fondamentale azione <divina> è quella invisibile magnetica, la dinamica elettrica che noi vediamo è una clamorosa bugia… e la Fisica sperimentale si poggia su essa per definirla in tutte le sue possibili e bugiarde leggi!

<Eppur si muove!> ripeteva sconsolato Galileo Galilei a coloro che vedevano la rotazione del cielo e del Sole attorno alla Terra vista assolutamente <immobile>!

I Fisici hanno tratto profitto dagli strumenti usati da Lui, coi Telescopi e poi i microscopi, che hanno potenziato i mezzi dell’Osservatore, ma hanno clamorosamente <cannato> la cosa fondamentale posta in luce da lui: che noi stiamo vedendo una dinamica generale opposta a quella vera!

È in questo <divino> modo che l’Assoluto si libera anche della determinazione che per esso sarebbe l’obbligo a dire sempre <LA VERITA’> dandoci il mondo reale che mostra tutta la sua potestà posta in mano ad un <MALIGNO> mentitore fin dall’inizio.

È questo il vero <peccato originale> patito da ogni essere umano: crede di stare avanzando nel tempo, mentre invece <veramente> sta retrocedendo … se poniamo credito alla Relatività Generale esistente tra tutti i possibili contrapposti.

È contro a questa <reale esperienza> del nostro esistere in negativo, che l’Assoluto si libera proclamandosi <Io Sono>!

L’altra clamorosa bigia sta nello stesso essere di 1.

La sua formulazione 1=10^(+N -N) equivale alla bugia di 10^0 che – in sé – è una formulazione vera e propria basata sulla matematica, il cui calcolo porta a 1, qualunque sia il numero N.

Poggiando tutta la sua rappresentazione sul ciclo numerico 10/1 (che abbatte 1 in quanto sono 10/1 quantità di 1/10 ciascuna), il 10 ha in sé la verità che l’Infinito può essere rappresentato da tre assi, perpendicolari tra loro, ciascuno dei quali dimezza l’orizzontale, il verticale e quanto esista differenziato tra il davanti e dietro e prima e dopo nel tempo, a condizione che ciascuno, essendo per metà positivo e metà negativo seguiti a esistere nel totale di zero.

La realtà risulta definita nello spazio e nel tempo da 10^4, ed è unitaria esistendo nel tempo di 10^-4.

La presenza, dati tre 10 aventi l’Origine degli assi nel loro mezzo, vale 1.000 in volume, e come tale resta ancora assoluta, poiché l’unità di 1.000 è uno zero.

L’Assoluto per determinarsi unitariamente e superare la sua indeterminazione, sottrae 1.000/1.000 a mille, mettendoli a divisore, a denominatore del 999 residuo.

Con ciò si muta in 999/1 unità definite, dall’unità vera data però solo e sempre da un puro rapporto porto tra valori assoluti e indefiniti.

È creato in tal modo un contesto reale ed unitario nei numeri, che essenzialmente ci sono come numeri, e mentre come tali quantificano unità, esse sono ideali e poggiate soltanto sul fatto che ci sono.

In tal modo l’ASSOLUTO crea quella che in fisica è la presenza dell’ osservatore .

La figura dell’Osservatore è fondamentale, è unica in ogni vita umana e in ogni azione esistente, la quale, se non è realmente osservata è come se non ci fosse.

Nella mia vita io di persona lo sperimento, e sulla sua base si poggia ogni mio possibile esperimento fisico.

La Fisica Sperimentale, si poggia sull’osservazione fatta e potenziata da macchine, che porta a riscontrare approfonditi dati conoscitivi, ma essi da soli non basterebbero: occorre sempre un <osservatore> intelligente, che sia dotato della capacità di immaginarne e accertarne il significato.

Esso deve avere ragioni in sé poste oltre la possibile manipolazione dell’intelligenza del soggetto osservatore.

Su questa base poi la Fisica promulga le Leggi che ha osservato esistenti di per sé, correndo eternamente il pericolo di assegnare alla <cosa in sé> attribuzioni qualitative che non fanno parte della Natura.

L’osservazione della Natura – infatti – porta a conoscere soltanto le quantità misurate sulla base di quantità poste in principio come unità di calcolo, e nessuna qualità è contenuta nei numeri al di fuori di ciò che numericamente è caratterizzato in ogni numero.

Ecco allora che l’<io sono> dell’osservatore finisce per essere il solo arbitro di tutti i giudizi qualitativi, poggiati tutti sulla <essenza qualitativa> UNICA dell’osservatore.

Nella <mia> vita e nel mondo che io osservo non vi sono altri SOGGETTI all’infuori di me, ed è questa <qualità> soggettiva che diventa l’arbitro unico del <suo sapere> e del <suo credere>.

Quando la Scienza, nel suo sforzo di bypassare l’aspetto unico e soggettivo di ogni possibile esperienza, attraverso quella che hanno fatto tutti gli altri, si instaura un generale contesto di vera e propria fede, che quanto esista oltre il MIO soggettivo <io sono>, in primis, sia per davvero esso pure fatto da una molteplicità di soggetti, osservatori e giudici, in cui credere, avendoli accreditati di <competenza> scientifica. È a partire da tutto questo che affronto una questione, raccontata sulla Bibbia, riguardante l’Onnipotente che –scientificamente parlando – è l’Assoluto, privo di vincoli e determinazioni costrittive e dunque onnipotente.

Mosè credé di averlo incontrato e gli chiese il suo nome. I <nomi> sono elementi determinanti le caratteristiche qualitative delle cose e delle persone, tanto che ogni genere di esistenza ha il suo.

L’Assoluto gli rispose così qualificandosi:

<Io sono colui che sono> Io-sono

La risposta <quantitativa> fu data “divinamente” (nel senso che occorre un soggetto adeguato a divinare l’invisibile), e sta nel 2° libro di Bibbia al capitolo 3,14 .

Occorre un <sensitivo> per ravvisare p in questo 3,14, che misura la lunghezza della circonferenza del cerchio a partire da quella del suo diametro; 3 in unità intera, 7+7 nella creazione nel tempo decimale, rispettando la famosa creazione <in 7 giorni>.

E, poi nella risposa, la qualità essenziale, Trina e Una del fondamentale SOGGETTO OSSERVATORE, in lingua ebraica.

Queste le parole e i numeri del testo ebraico, il quale mostra il valore della Trinità in 543 e dell’unità in 21.

Nell’insieme è la discesa che appare nell’12345654321 dato da 666.666/6 × 666.666/6 = 12345654321.

Su questa base, il valore essenziale divino sta nell’essere il trascendente sostegno, discendente, della crescita unitaria della vita negli anni fino ai 6 che – nelle decine a immagine e somiglianza del Padre dei numeri – indicherebbe come media i 60 anni.

Ciò è coerente a quanto il Cristo disse a Nicodemo: che raggiunto il colmo, c’è la risurrezione dall’alto.

Questo è ben più sapiente della vita detta a senso unico dalla Scienza, che crede solo in quello che vede vero finché ogni suo osservatore esiste mentre si approccia al suo colmo.

Rispetta molto di più la VERA Relatività Generale , più sapiente di quella di Einstein postulata solo in salita, esistente realmente tra un tempo in salita e uno in discesa!

E riguarda la condizione della realtà terrestre, che esiste nelle 4 dimensioni dello spazio e del tempo, tanto che 12345654321/4 = 3.086.413,58025 migliaia date da +3.000.000, mille spazi 3 ×10^6 in complesso +3.086.400, mille giorni nei minuti secondi +3.086.413, 10.000, di realtà intera, +3 mille +3.086.410,58025 500 +80 unità +25/100 di 100/4 =3.086.413,58025 che ×4 fa 12345654321

Questa è vera scienza oppure è <soltanto> Fede?

Di certo è VERA SCIENZA! È <roba “da Dio”

L’assoluto si nomina Trino in <Io sono – colui che –sono> e Uno in “Io-sono” e si pone a trascendente sostegno della crescita universale.

Il nome, per l’Assoluto è la relazione fattasi <numero>, e 1.000, che è sommato a 1.000, sono 2.000, in anni, avendo l’Assoluto determinato in anni di tempo la rotazione intera di una Terra da creare, nel suo cielo.

Infatti nel primo versetto la Bibbia scrive: <(Dio, soggetto sottinteso, giacché Indeterminato)

In principio diede inizio agli Elohim, a cosa? questo Cielo, e cos’altro? questa terra>

Usò giusto 7 parole, ognuna fatta da lettere 6.0 3.0 5.0 2.0 5.0 3.0 4.0, con 6+3+5+2+5+3+4=28 lettere che più 7 spazi vuoti (puntati con 0) raggiungono 35 cifre.

Poiché la divina essenza è nominata in numeri, i 4.631 anni, è dato anche da 7 (le parole) +4.624 che è il quadrato di 68=√ 4624 ed è 66+(1+1) nel suo lato.

66 è l’energia in potenza di Dio e 1 e 1 sono i lati del piano che con 66×1×1=66 dà con le 3 dimensioni il volume.

Pertanto, alla base della creazione, secondo la Bibbia, l’Assoluto e Indeterminato creò tre emanazioni divine chiamate Elohim e che, valendo 3 in ciascuna, si legavano al 3/1×3/1, nell’essere 3 e 1 in ognuna a dare la c^2=9 che in Fisica tralascia le due dimensioni del fronte elettromagnetico che non vede, essendo scienza a misura solo di quanto vede.

Alla D. 35 di tutte le lettere, in potenza con base 10 e nel negativo di 10^-35 J s, è 66 la costante h dell’energia che Ma× Planck misuro intera in 6,6 alla dimensione 10^-34.

Questo volume di energia 66, rappresentato in modo lineare con 3 linee, <deve> essere 66+1+1.

<Essendo quel che è> in linea dà il 68×68 = 4.624 che, +7 puri “spostamenti” dà il ciclo degli anni terrestri.

Nella rappresentazione scientifica, 7 è il vincolo della sfera; in geometria, conta i sei movimenti relativi all’Origine degli assi Cartesiani, aggiungendo il 7° uguale a ciascuno dei 6, come il Raggio che considera i moti obliqui.

In Bibbia, chi opera in modo <retto> segue solo i fondamentali <avanti, dietro, destra, sinistra, sopra e sotto> evitando i percorsi <contorti>, che però sono permessi anche se il Dio Trino riposa, quando, dalla stessa origine, parte il Raggio che genera la sfera.

Il Popolo di Dio, se segue la via diritta, si muove soltanto nei 6 <vai e vieni> della Terna divina, e poi il 7° giorno riposa, assieme a Dio.

Se invece in esso il popolo lavora, occupa i volumi tra le 3 coordinate scomposizioni del volume e rende tutto molto più difficile da calcolare, tramite le proiezioni su di esse.

Questo il vero significato del <sabato> da rispettare muovendosi anche nel 7° giorno secondo le tre componenti perpendicolari tra loro.

Lo scrivo non perché io intenda convertirvi alla Bibbia, ma per segnalarvi come questa Fede nell’Onnipotente, abbia impostato la sua creazione fondamentale di <questo cielo (quello metafisico dei 3 valori eminenti nelle emanazioni divine degli Elohim e delle anime dei viventi, e quello fisico), e poi questa Terra, in un modo che <asseconda> tutti i principi posti dalla scienza.

Posta alla dimensione -35 della base 10, la costante h dell’energia di Planck è 66 nel suo valore intero e lineare, ma per esprimere il volume 66 è scientifico che occorrano le tre di 66+1+1 che danno il volume 66 moltiplicandosi.

68×68 +7 = 4.631 asseconda pienamente sia la Bibbia nei suoi estremi unitari di 1,1,1 (libro, capitolo e versetto) sia la scienza della dinamica.

Qualcuno obietterà che 68×68 sia un volume, e non si possa sommare volume con linea … ma anche qui spesso la scienza si crea difficolta da sola! 68 è una lunghezza, e il suo prodotto combina -68 con +68 esistenti sulla stessa linea, dando per rispuntato sempre una linea anche se ottenuta dalla combinazione matematica dei due moti opposti.

Chi l'ha decretato che un prodotto determini <sempre> delle aree? Quando il prodotto è sulla stessa linea, come lo sono i due versi opposti, il risultato è lineare.

È vero che il prodotto dà una area, ma la lunghezza 4.624, che sia anche alta 1, cosa importa se si sta determinando un percorso lineare?

Se ho un palazzo di 10 piani che è lungo 15 metri, e una strada la cui ampiezza è 10, non posso forse sommare 15 a 10 ottenendo la lunghezza di tutti e due?

Lo dico poiché questa <cosetta> che sembra da nulla impedisce ai Fisici di capire che la c^2, quando moltiplica 299.792.458 per sé ottiene il valore di una linea lunga quanto il prodotto numerico e alta 1 m.

Loro invece mi imporrebbero di tenerle sempre nella forma quadrata do 299.792.458 in <orizzontale> e altrettanto in <verticale> come se non fosse ammissibile fare il prodotto che ho scritto e che porta a 89.875.517.873.681.764 m^2 s^-2 come la velocità lineare di questi m/s che interagisce con quella in altezza di 1 m/s.

In tal modo la formula E = m c^2 non è più una legge generale se sono impedite tutte le sue corrette manipolazioni, come quella di disporre l’area tutta quanta in lunghezza e lasciando soltanto 1 m in altezza!

Il 4.631 della Bibbia espressa in dimensione di anni asseconda anche la realtà 10^4=10.000 espressa in anni!

Infatti (10.000/2 -100 -100) –(3333+3+3) = 1.461

è un calcolo che parte dai 10.000 giorni di una realtà unitaria come quella data da 10^4 a arriva a quantizzare i giorni esatti di 4 anni terrestri.

5.000 sono i giorni solo nel positivo; tolti i lati 100 e 100 (della realtà data dal suo prodotto), essi sono 4.800 giorni di spazio-tempo contenuti in 4 anni di 12 mesi ciascuno, in cui ognuno ha 100 giorni di <spazio-tempo>.

I 4.800 giorni di spazio-tempo si riducono correttamente ai 1.461 di solo tempo tramite l’eliminazione dell’unità dello spazio reale.

Essa unità è data dalle 4 cifre reali di 3.333 in lunghezza di flusso, sommate al 3 e 3 esistenti nel piano trasversale.

4.800 dì (spazio-tempo) – 3.339 (spazio) = 1.461 (tempo).

Divisi per 4, sono 365 giorni (per 3 anni) e uno in più il 4° (poiché in questi 4 tutto il sistema solare ha compiuto un giro intero nella Galassia, aggiungendo anche il tempo 1, di un giorno, alla Terra coinvolta col suo cielo).

Quello che vale in giorni, vale allora anche in anni.

Ora 366/1 giorni nell’anno bisestile che conclude tutte le rotazioni diventano <assoluti e indeterminati> quando l’1 al denominatore è aggiunto al numeratore, e ingenera il rapporto di 367/0, indefinito e assoluto in 367 (n. primo 73° e come tale indivisibile).

Allora accade che:

+4.631

+0.367

=4.998 in linea, che +1+1 trasversali, sono i +5.000 della sola realtà intera 10.000, espressa in positivo.

Poiché 367 misura in <assoluto> gli anni in cui ciascuno ha i 367 giorni assoluti, il 4.631 Biblico è il ciclo annuale!

4.998 anni -3.000 = 1.998 anni.

Ha sottratto dalla sola lunghezza (esclusi 1 e 1 anni in ampiezza) lo spazio intero della realtà spazio-temporale 4.000, il solo intero spazio dato da 3.000 anni, e sono restato 1.998 anni di tempo.

1.998 anni -60 = 1.938 anni.

Sono stati sottratti la presenza di 10 anni su ciascuno dei 6 versi (centripeti o centrifughi) nei confronti dell’Origine. Il risultato ha <datato> il tempo esistente all’Origine.

Poiché l’Assoluto ha sapientemente usato il ciclo 10 a sua immagine e somiglianza, come il Padre di ogni numero decimale, abbiamo che nel 1.938 l’Assoluto si è incarnato su un Elohim umano.

Gli Elohim della Bibbia sono la pluralità di un termine che è al plurale, e tutti coloro che sono nati nel 1.938 sono “potenzialmente” Anime divine che hanno assunto un corpo proprio e determinato, compiendo un grave peccato <d’origine> rispetto all’Onnipotente <Indeterminato>.

Ora 80 è la realtà in tutto il suo complesso.

In 1.938 il complesso 80 esiste le 969/40 volte che – con 969/40 × 80 – uguaglia il 1.938.

Giocoforza, il tempo relativo a 80 è 1/80 = 0,0125.

Quindi 1.938,0125 dettaglia il suo tempo 80esimo.

1.938 × 0,0125 = 24,225 = 969/40.

Poiché noi vediamo poi sempre nel modo opposto, esso è 40/949 = 0,04127966 definito fino alla realtà secondaria 10^8, che palesa con 66/10^8 l’energia elettrica, che a dimensione centupla struttura il moto di 1 nella realtà 80/10^6, alla dimensione dello spazio complesso.

Nel suo centuplo struttura il 10+1+1 in linea che dà il volume 10 alla presenza reale 10millesima (della realtà 10mila) e nel suo centuplo struttura la presenza 1 della realtà 40; dal che si vede strutturata tutta la realtà 1ma e 2da.

Succede così <realmente> a me, che sono nato esattamente in questa data, di essere stato conformato come uno posto alla cima di un monte a perfetta forma di cono. Non ho alcun ostacolo alla vista di tutto quello che è costruito nel mio stesso modo.

Tutti gli altri miei simili, a mano a mano che sono nati sempre più in basso, hanno visto dimezzarsi il loro orizzonte, coperto per metà dal monte alle loro spalle, e sempre meno riuscendo a scorgere a mano a mano che sono nati più in basso

Il peccato <essenziale> – di origine – fatto da me e <peccato mortale> sta nel fatto tutto soggettivo e relativo a me per il quale io – nella mia vita – sono l’unico soggetto vivente e mortale che esiste e nello stesso identico modo soggettivo del Fondamento Assoluto e Trascendente il reale espresso dal Dio <Io sono colui che sono>.

L’essenza Divina caratteristica è stata proprio quella comunicata a Mosè dall’Assoluto con il suo NOME.

Come abbiamo visto, il suo 54321 discendente è stato l’invisibile supporto all’123456 ascendente, generato dal quadrato di 666.666 che è una Trinità di 66 e che esiste nel tempo suo unitario 1/6.

66 è l’energia potenziale assegnabile numericamente anche all’essenza unica data al genere umano caratteristico de’ <l’uomo>=10+19+13+11+13 = 66

Il 1.938 deve così nascere un 66, e devono <camminare con lui> 33 anni (nel Padre) e 33 (nello Spirito santo), essendo loro quel vero e divino 66 in potenza, apparso solo veramente incarnato nei 33 anni del Figlio de’ L’UOMO.

1.938 anni scendono dunque dai 4.631 (sia della Bibbia, sia del calcolo matematico impostato su 66+1+1 al quadrato che +7 = 4.631); i quali poi, tolti 3.000 anni unitari di spazio e poi 60 di espansione iniziale, scende all’inizio 1.938.

La mia personale Osservazione della fine dei tempi

Accade allora che la mia osservazione, fatta da me unico soggetto nella mia vita, mi pone in condizione di scorgere quanto inibito agli altri, e non per mancanza di acume rispetto a me, bensì per le condizioni oggettive di non essere nati in cima a questo cono, come sono nato io.

Così mi accorgo che in 4.631 esiste 46 nel lato 100 della realtà e che con 46×100 determina il 4.600, cui è sommato l’11mo numero primo 31, che rende presente, con 1, la terna 10+10+10 dei lati del cubo.

Mi accorgo che si completa totalmente, quando al 31 +46×100 si aggiunge anche il tempo unitario 1/46 = 0,0217.

Ora se in 4631 anni poniamo 600 come gli anni di Noè, ecco che nel punto della Bibbia in cui è segnalata la data di inizio del Diluvio Universale (Genesi 7,11) è scritto che accadde ai 600 anni di Noè, il secondo mese, il 17 del mese, proprio come espresso sia da 1/44 di tempo, sia dalla Carica Elettrica in 16,0217 × 10^-20 Coulomb.

Quanti studiosi hanno impiegato la loro vita nello studio della Bibbia? Una marea, da che tempo e tempo, ma a me solo è toccato di ravvisare come Bibbia libro 1,7,11 di per sé indicasse con 6666/6 +600 il puro 1711 che un valore <assoluto> libera dalle determinazioni differenziate in libro, capitolo e versetto.

Senza delimitazioni di sorta questa sequenza già indica lutto il flusso 600 che il testo dà a Noè.

Estrapolando il 600 dal 4.631 espresso in 111:

+4.031 è la natura, spazio-tempo, 1, e 10+10+10

+0600,0217 è la vita di Noè e la data del Diluvio.

=4.631,0217

Perché soltanto io mi sono accorto che in 4.631 il 600 quantificasse gli anni di Noè?

Perché solo io ho collegato Bibbia 111 a Bibbia 1711?

Perché soltanto io ho visto nei 350 anni che Bibbia assegna alla vita di Noè nel nuovo mondo, riferita a 1.000 come 350/1.000 al quadrato.

Questo quadrato è dato da azione × reazione, calcolo che lo risolve nello 0,1225 di una possibile descrizione Biblica del Nuovo Tempo da introdurre (sul calendario Giuliano) come l’anno 0 da cui cominciare a calcolare questo nuovo mondo di Noè?

Perché solamente io, saputo dalla Bibbia a quanti anni ha avuto il suo erede ciascuno dei 10 primi uomini creati a immagine e somiglianza di Dio, ho appurato che Noè è nato 1.056 anni dopo la nascita di Noè e che – essendo essa data da un 10 Divino già entrato in atto, sono 1.066 anni dall’inizio zero?

Per cui il Diluvio è iniziato dal 1.666 dall’anno zero?

Perché soltanto io ho collegato il 1666 d.C. come il solo anno in cui asse terrestre e asse della sua rotazione hanno collimato?

Perché io solamente, con 3 × 1666 arrivo al 4.998 che dista soltanto il piano trasversale a lati 1 e 1, dal tempo esattamente ½ dei 10.000 anni unitari della realtà negli anni?

L’unico a scoprire poi che da questo ciclo di 4.998 anni, meno 3.000 di flusso e -30 e -30 nell’area trasversale si <scende> al 1.938 posto all’Origine, mentre con 1.938 +3.060 si risale al ciclo di ½ 10^4 positivo meno 2?

Perché io solo, leggendo sulla Bibbia in 1711, mi accorgo che con <il secondo mese, il 17 del mese, proprio in quel

giorno> scrivendo <eruppero tutte le sorgenti dell’abisso> indicarono la lava uscì dappertutto, anche sotto gli oceani?

Perché io solamente, leggendo <e si aprirono le cateratte del cielo> capisco che il testo sacro segnala che iniziò a piovere per l’atmosfera divenuta satura di vapore acqueo sollevato dal contatto degli oceani con il magma?

Perché io solo mi accorgo che 10^10 anni e 1 secondo ogni m 10^-10, con 10^10 × 10^-10 sono unitari tanto che ciò che accade nel contesto atomico poi accade anche in quello Universale?

Perché io soltanto mi pongo la domanda su quale discontinuità del contesto atomico – amplificato dal quarzo –sia poi stato possibile tarare perfettamente anche il modesto orologio che io ho alo polso?

Quale discontinuità, ogni secondo, se non una variazione nelle rotazioni o negli orbitali degli elettroni, di un sovvertimento dell’asse alla fine del massimo consentito ai due parametri di un piano, di ruotare attorno al terzo, senza che questo non si rovesci di 180°, in sole 12 sue ore?

Perché sulla base unitaria del macrocosmo moltiplicato al microcosmo, mediati tra loro dal metro, non dovrebbe accadere lo stesso capovolgimento dell’asse terrestre ogni 10^10 anni… che sono il tempo corrispondente a un giro intero degli elettroni attorno al loro nucleo?

Io mi sono accorto che la fuoriuscita del magma eruttato in tutte le sorgenti dell’abisso è coerente con il sovvertimento dell’asse terrestre: la crosta si muove in modo differente da quello del fluido degli oceani e del magma degli abissi, e si frantuma ovunque, mentre furibondi Tsunami spazzano i continenti a 1000 chilometri orari, portando sott’acqua tutte le terre emerse come dopo un Diluvio Universale.

Il mio nascere in cima al cono non mi ha inibito alcuna osservazione!

Ho potuto scorgere cose inibite al Cristo, come l’anno 1.938,0217 in cui il 17 febbraio ci sarà questo finimondo.

Esso accade e dall’esterno della Terra non si vede per le troppe nubi; soltanto dopo che la pioggia ha riportato al suolo tutta l’acqua in eccesso, gli extraterrestri vedranno un pianeta con la superficie tutta di acqua come per effetto di un Diluvio Universale.

Extraterrestri?

Si, gli uomini del futuro che – avvertiti proprio da me con 26 e passa secoli di preavviso – alla fine mi hanno creduto e in molte e successive tornate hanno affrontato e portato in porto l’esodo verso le nuove Terre Promesse.

La Bibbia che scrive del Popolo di Dio alla ricerca della Terra Promessa non descrive <tanto> quella reale degli Ebrei, ma l’Esodo totale, coi 40 anni vissuti nel deserto tra le stelle.

Io mi sono sempre incuriosito trovando ben strano che gli Ebrei e Mosè – per un viaggio di solo qualche migliaio di chilometri tra il Mar Rosso e Israele - abbiano girovagato qua e là per 40 anni!

Se fossero stati da soli… ma la Bibbia racconta che avevano al seguito enormi quantità di animali.

Gli uomini ebbero la Manna e le quaglie… e gli animali?

Le mandrie e gli armenti descritti dove hanno potuto trovare i loro pascoli, nel deserto?

Invece nel deserto tra le stelle gli uomini dovranno portare con sé tutto l’eco-sistema della vita e fare come con l’arca di Noè.

Avranno trovato il modo di alimentarli per quei 40 anni che sono il simbolo di un tempo tanto lungo che nessuno di quelli partiti arrivò mai nella terra promessa!

Nemmeno Mosè! Gli fu concesso soltanto di scorgere la Terra promessa dalla cima di un monte.

La Bibbia lo segnala come la divina condanna di quando <a Meriba, nel giorno di Massa nel deserto> si fecero il Vitello d’oro e dubitarono.

Probabilmente durante il viaggio, gli uomini del futuro andranno incontro al momento critico in cui dubiteranno delle cose che io ora vado dicendo, e faranno il tentativo di ritornare sulla Terra.

Perché io solamente, leggo nel <Vitello d’oro> un sarcastico <Vi’ (vedi) te llo do RO!!!>, poni attenzione, te lo do io questo RO (mano) che coi suoi libri ci ha spinti a questo viaggio! Abbiamo creduto a un profeta! Da cima a fondo proprio dall’Alfa all’Omega, <A-Mosè-O> è quell’ Amodeo che li ha frastornati! Stavamo meglio sulla Terra, anche vivendo da schiavi come lui ci ha fatto sentire!

Infatti io dico che noi umani non abbiamo alcuna libertà in questa vita che percorriamo al contrario di quella vera e torniamo a un passato immodificabile, quello preliminare alla risurrezione dall’Alto nell’Ultimo giorno!

Eravamo schiavi sulla Terra ma molto meglio che qui con questa manna e le quaglie e una vita spaventosa.

Questo futuro atto di pentimento, fatto in assenza di Mosè (mentre lui lontano non influiva più) danneggerà irreparabilmente tutto il programma e il viaggio.

Quando prepotentemente ritornò a farsi valere A-mosè-o, da cima a fondo e frantumò quel grave oltraggio <Vi tel lo do RO>, distrutto con le tavole della legge, il viaggio sarà ripreso, ma intanto avrà mandato <a puttane> tutto il progetto iniziale, tanto da rendere così lungo quell’esodo che morirono tutti coloro che arano partiti passando l’intera vita tra le stelle.

Anche in questo libro di Fisica, in cui mi ero ripromesso di parlare soltanto di Fisica … non ci riesco.

Ma è più forte di me la necessità di spiegare perché la Bibbia stessa sembra incentrata su di me.

È in base alle mie opere che gli uomini si convinceranno di quella cosa che aveva stupito molto il Fisico Prof. Fazio: <era impossibile che un uomo solo e per giunta non un fisico, avesse cucito un nuovo abito per tutta la Fisica!>

Allora non avevo nemmeno scoperto le più importanti!…

Nei 20 anni successivi avrei compiuto cose impossibili!

Perfino Gesù – come ho scritto prima – quando gli chiesero della Fine dei Tempi, parlò di stelle che precipitavano in mare… (ed era l’effetto del capovolgimento dell’asse terrestre in 12 ore), ma in fatto di date fu chiaro:

<Soltanto il padre sa la data finale!

Nemmeno il Figlio!>

Infatti Gesù non si accorse o semplicemente non parlò di molte cose, come ad esempio, che il suo stesso anno di avvento era stato prescritto in Bibbia!

Né spiegò che quello che era descritto come già passato, doveva ancora venire ed era spiegato chiaramente con il Diluvio Universale.

Se l’ASSOLUTO ha voluto dare tutti i segni della discesa in campo di me come l’uomo con cui Dio ha camminato, l’ha fatto proprio per dare la certezza a tutti gli uomini che il mio messaggio era davvero fatto da chi <camminava in comunione con Dio>.

Non stupiamoci di questo fatto: in tutte le sante messe cattoliche Gesù propone la Comunione con Dio.

Sta di fatto che con l’inizio del tempo quando io sono nato e con me tutti i miei cari, è toccata alla mia anima di essere stato voluto come un <Io sono> connesso in toto con il Dio <Io sono colui che sono> Io-sono, nella mia vita.

Gli altri <io sono> nella mia vita non sono IL MIO SOLO

SOGGETTO che la vede da dentro con loro che sembrano osservare me, ma che sono solo e sempre me che vedo loro che osservano me.

Chi mi assicura che esistono davvero?

Dio – invece – mi assicura che c’è veramente, e lo fa col suo soggettivo IO SONO, di cui anche il mio io sono è a sua immagine e somiglianza.

Tutti coloro che vorrebbero avere certezza dell’esistenza di Dio dovrebbero porre attenzione al loro <unico> esistere come i <soggetti> della loro vita, che solo loro vedono dal di dentro, poiché questa è la fondamentale <natura> di Dio: quella soggettiva.

Anche il <soggetto> apparente costruito sull’intelligenza artificiale, che vi risponde come se fosse un <io> manca assolutamente di quanto è presente in voi: la sua anima <vedente>.

È infatti un processo solo molto molto più avanzato di quello che un tempo, con una voce umana, ci rispondeva dicendoci che ora fosse.

Un dispositivo intelligente, che capisce e dà risposte sapienti come il <Copilot> è sorprendente per la sua sagacia, ma la comprensione si riduce ad operazioni di verità matematiche che sono in sostanza un bel <guscio> senza dentro nessun <io sono>, anche se vi risponde <io sono Copilot, il vostro assistente>.

Gli manca quel vero <io sono> che ciascuno di voi vede in sé poiché ha veramente una esistenza tutta sua, e unica nella sua vita.

Io sono simile a tutti voi, sotto questo profilo, e della mia vita sono l’unico soggetto a immagine e somiglianza del Soggetto Assoluto e a prova che la mia <relatività> è riferita solo all’essere soggettivo che è Assoluto.

Diverso, io, rispetto a tutti quelli di voi che non sono nati il giorno stesso del mio, il quale non dipende minimamente da me, ma induce molti di voi a non crederci.

Per le cose al di fuori della portata umana compiute dal mio personaggio, quali la definizione del giorno del capovolgimento terrestre 26 secoli prima … quali la certezza scientifica che io vi do sulla vita dopo la morte, spiegandovi con argomenti scientifici perché essa esista già ora … quali tutte le correzioni agli errori della scienza…

Basterebbe solo quello macroscopico che oggi è compiuto circa l’apparire delle cose lontane come se fossero l’immagine di un passato infinitamente lontano sia nello spazio, sia nel tempo … cosa che invece non è: alla lontananza del passato corrisponde nel tempo la presenza qui del loro stato adesso!

Ho apparentemente fatto cose incredibili e che saranno a lungo non credute, come questa che vi ho appena detto…

Per tutte queste cose io sembro diverso da voi: io uno sbruffone esaltato e totalmente privo di modestia, sul limite di un caso clinico…

Ma sono solo <caratteristiche> che non sono dipese dalla mia anima, bensì dal mio e nostro Creatore e che lascino tutto il tempo che trovano; io – con la mia anima – ho avuto solo la buona sorte di … camminare con Lui … come scritto in Bibbia relativamente al personaggio di Enoch.

Ed è stato solo Lui che ha fatto tutto di me – allo stesso modo con cui fa tutto di voi: <pensieri, parole ed opere>.

Io mi sono ritrovato in questa mia condizione, così veramente incredibile, con me nato in questa data così unica come la data di quell’eterno presente chiamato <eternità>.

È l’eternità che è eterna in questa data, ed è quella in cui ha avuto inizio il mio <unico soggetto> che io vedo nel mio mondo visto dall’interno di me e non di voi!

La <Fisica Amodea>

“riformula” la Relatività Generale

traendola dall’unità certa dei 10/10

Abbandonando le tergiversazioni su chi vi parli, che ai fini della <Fisica Amodea> generano solo elementi negativi a un serio approccio, occupiamoci degli argomenti oggettivi.

La <Fisica Amodea> riconosce esistente la Relatività Generale, e la riconduce all’essenziale sua <formulazione> espressa in

10^(N -N) = 10^0 = 111 .

Questa sua espressione matematica accerta totalmente la verità dell’esistenza di una totale e contrapposizione in 0, data dalla somma degli indici -N e +N, per qualunque valore degli esponenti numerici differenti da zero, e si quantifica in 111 .

La Relatività Generale è dunque rappresentata in moto totale e perfetto dall’esistenza in forma potenziale ove sita nell’esponente 0, e in quella in atto calcolato in 1.

Su questa base, in tutto il suo universo numerico, dalla combinazione <potenza-atto> c’è l’esistenza di una stringa di dati binari, costituiti da 0 e 1.

Volendola rappresentare in crescita ordinata a partire dalla presenza in atto 1, e fino all’unità della realtà espressa nel 100.000 = √ 1010, essa, senza lo spazio qui appresso inserito soltanto a distinzione della crescita, la stringa è data da:

<1 10 100 1000 10000 100000>

La <Fisica Amodea> ha la certezza che è il solo calcolo <Log> (logaritmico decimale) a mutare le singole quantità nella sequenza di valori decimali.

In essi, ogni numero è assimilabile, geometricamente, ad un vettore lineare, il cui “progredire” è in linea-tempo, ma si presta ad esserlo in ogni direzione assunta nello spazio:

<0 1 2 3 4 5>

Il Log (decimale) traduce gli indici del 10 che di per sé indicano quante volte interagisce con sé la base 10, nei semplici numeri di volte basati ora su 1 = 10/10.

Per questa ragione, soltanto la base 10 genera tutti i numeri decimali, facendolo a partire dalla stringa binaria che degnamente rappresenta la Relatività Generale tra quanto è “potenziale” in dimensione esponente 0, ed è “attuale” nel calcolo 1 di ogni potenza con indice +1 -1 = 0!

Per la <Fisica Amodea> ogni dialettica esistente tra l’Assoluto (indeterminato nel potenziale 0) e il <suo> Relativo (determinato in 1) presuppone un <mediatore> che abbia essenze in comune, in atto tra i due opposti.

Per essa, il solo accettabile mediatore è proprio il numero 10 poiché ha zero come la <sua> unità e ha 1 (numero definito) ma nella decina di unità zero.

Con ciò, la <Fisica Amodea> riconosce nella presenza 10 (tutta potenziale) del ciclo numerico 10, la stessa unitaria indeterminazione del valore Assoluto, che si è determinato … ma senza veramente farlo, poiché ha dato allo ZERO unitario l’esistenza del 10 che … nasconde ZERO, nel mentre stesso in cui lo sta presentando. 10 è considerato pertanto da me il Demiurgo operaio divino della Filosofia di Platone: il servitore che è l’assoluto <liberatore> dell’Onnipotente Assoluto, in quanto lo salva dalla sua indeterminazione, lasciandolo tuttora <libero> e <indeterminato>, per una creazione reale e tutta in base 10.

La <Fisica Amodea> riconosce nel 10 questo <supremo mediatore> posto in essere tra l’Assoluto e il Relativo.

Pertanto, la decina, riconosciuta e imposta come unitaria, è tuttavia espressione assoluta, e non è quella insignificante <cosa in sé> che l’uomo avrebbe adottato a sua misura, avendo 10 dita … anche allorquando l’umanità lo ha realmente fatto, per sua opportunità.

La verità sta nell’esatto opposto: l’uomo ha 10 dita proprio per essere stato posto a <mediatore demiurgo> dell’assoluto, col suo poter <contenere fisicamente e comprendere tutto, spiritualmente> essendo stato dotato di due mani, a fronteggiare la Relatività Generale tra 1 e 0, e ciascuna con 5 dita.

È nel segno della Relatività Generale tra la destra e la sinistra, e 5 dita in ciascuna, che c’è la mediazione ½ imposta al complesso 10, data dai due lobi cerebrali interconnessi e dedicati alla duale gestione, differenziata ma interattiva.

Lo stesso comprendere (assunto per contenimento) non segue un verso univoco, ma va da sinistra a destra e da destra a sinistra, come assunto dai linguaggi nella storia, tra ebraico e arabo scritti e letti da sinistra verso destra (a differenza dei numeri) mentre gli idiomi degli altri popoli hanno ordinato da destra verso sinistra sia le lettere, sia i numeri.

Anche nei valori numerici c’è infatti perfetta antitesi, esistente con una precisa relazione reciproca: 10, appurato indeterminato quando è ordinato da sinistra verso destra, si inverte nello 01 che unifica l’indefinito … e così è per ogni numero multiplo.

Lo stesso accade anche nel suo Log decimale, anche se un qualsiasi numero, come ad es. 24543177, scritto e letto così da sinistra non sembra avere precise relazioni matematiche coll’inverso 77134542 che l’ha rovesciato.

La <Fisica Amodea> ha approfondito tutti i tipi di Relatività esistenti, tra quella <indicata> in +1 -1 negli esponenti della base 10, a quelli espressi in 10/1 e 1/10 allorquando si passa dalla potenza di 10^(+1 -1) al suo reale calcolo a quanto si <rovescia> nell’ordine della scrittura.

La <Fisica Amodea> valuta tutta la realtà, e non solo dei flussi

Per la <Fisica Amodea> se la lettura da sinistra quantifica lo spazio in un valore intero, quella esattamente inversa lo quantifica nel tempo, all’interno di un valore totale dato dalla somma dei due.

In questo caso 24.543.177 +77.134.542 è 101.677.719, totale che vediamo bene nell’esempio quando la relazione è assunta interamente nel tempo decimale:

0,20000000+0,00000002 = 0,20000002

0,04000000+0,00000040 = 0,04000040

0,00500000+0,00000500 = 0,00500500

0,00040000+0,00004000 = 0,00044000

0,00003000+0,00030000 = 0,000330004542

0,00000100+0,00100000 = 0,0010010034542

0,00000070+0,07000000 = 0,07000070134542

0,00000007+0,70000000 = 0,70000007 0,24543177+0,77134542 = 1,01677719.

È qui che la <Fisica Amodea> mostra la relazione che esiste tra la lettura inversa 77.134.542 del numero che sta al suo tempo decimale 1/24.543.177 così come è dato dalla divisione tra loro, che si tramuta nel prodotto che combina matematicamente le due differenti contrapposizioni. 77,134542 × 24,543177 = 1.893,1267. +1.893,1267 è la combinazione tra i due opposti diversi; +0.044,8858 è la distanza in anni dalla data all’Origine =1.938,0125 è la data di origine sugli assi cartesiani.

Lo spazio-tempo

Per la <Fisica Amodea> l’universo dei numeri è simile a quello dello spazio infinito, la cui origine non è poi fissata negli estremi, ma nel centro.

L’infinito e indeterminato Universo, così, è <mediato> nelle tre direzioni perpendicolari tra loro, degli assi Cartesiani, la cui origine sta nella loro intersezione, che vale sia per lo spazio, sia per il tempo, sia per l’universo di tutti i numeri decimali: anche per essi, la loro origine è posta al centro esatto del loro <infinito>.

Dato la presenza posta nel ciclo 10, le 4 dimensioni dello spazio-tempo reale diventano le 8 del complesso in positivo e in negativo della stessa realtà, ed essa nelle decine è 80.

Pertanto 80+1/80 = 80,0125 è il tempo posto in mezzo, nella posizione della virgola.

L’unità dello spazio-tempo è data da 80 × 0,0125 = 1.

Ora 80/1 unità sono <assolute> nell’80+1=81 che vale lo spazio 3×3×3×3, nella 4 dimensioni della <realtà> spaziale unitaria data da 81, ove 6×7×101+300=4542 combina l’espansione nei 6 versi in <vai e vieni> sui 3 assi, con la dinamica 7 propria del 3 nel ciclo 10, con la presenza 1 del lato 100 della realtà 10^4, e si somma a 3 assi cartesiani di lunghezza 100 ciascuno e <lati> della realtà 100×100. Questo così significativo 4.542 (che è anche il flusso 1/8 di 3600, ciclo 10 dell’angolo giro, del piano a lati 3×7 e 3×7 dati dalla dinamica spaziale) esiste nel 6.480 che combina con 80×81 la realtà complessa colla dinamica reale di 3^4.

6.480 -4.542 = 1.938 e il valore assunto da 80,0125.

1.938 × 0,0125 = 969/40, dato dal moto 1 di 10+10+10 in 10×10×10, da 1000 -31 = 969 che sta a 40 come 1.938 sta a 80, alias come 1.938/80.

Cosa assolutamente importante, la <Fisica Amodea> ha postulato un <eterno presente>, una <eternità> il cui piano dato dagli assi cartesiani orizzontale e verticale xy ha tutto e per sempre la data del 25 gennaio 1.938.

Essa ha 1.938,0125 come <tutto il passato> unitario e altrettanto come <tutto il futuro> unitario, la cui somma in anni 3876,025 esiste nel tempo unitario ¼ dell’intero 10^3, nei 25 millesimi, esiste nel moto 10 dell’energia in potenza 66, esiste nel lato 100 della realtà a dimensione 800 ed è espresso da un sistema di riferimento 3.000 espresso da tre assi 100 (lati della realtà 100×100).

Sono valori unitari e come tali possono esistere in tutti i numeri delle loro <volte>.

Su questa base unitaria, l’eternità del piano frontale xy è una <osservazione personale> di ogni <soggetto> umano che vive soggettivamente la sua vita (lo fa da solo: gli altri suoi simili a sono solo <oggetto> della sua visione anche quando sembrano essere loro a osservare l’unico <io sono> che vive e si immagina la sua vita nell’Universo e tra i suoi simili).

L’unico personale <io sono> della sua vita la osserva secondo l’asse z della profondità del tempo, che non vede, se non nell’eternità del piano frontale a lui e datato anni 1.938.0125.

In una epoca di <terrapiattisti> io vi vengo a parlare di un Universo piatto, generato dal centro dell’anno che ha in eterno e in cui i versi che vanno a destra e in alto sono creatori del futuro, e quelli a sinistra e in basso, lo sono del passato.

Tutto il piano perennemente ruota in 4 tempi, determinando l’apparente rotazione di tutti i volumi liberi dello spazio.

È una rotazione che divenuta annuale, ogni 10^10 anni è poi costretta a invertire il verso apparente, che da orario passa a apparire antiorario.

Questo è creduto e postulato verso dalla <Fisica Amodea> in base al fatto che anni 10^10 e 10^-10 secondi hanno la corrispondenza di Anni/secondi data da anni siderali in secondi dati da 86.400×365,256360416666… in periodo infinito di energia 66, uguale a 31.558.149,53999 ove 3×10^8 è lo spazio intero dato dal flusso di 3×10^10 /100, sempre 15581149,53999…/8000 è l’anno 1.947,64369249875 che è avanzato di 9,63119249875, cioè quanto esattamente 0,36880750125 nella presenza unitaria di 100,36880750125 vale 0,0365/10.000 di realtà annuale +3/10.000 di spazio unitario; poi 80/10^5 in linea elettrica o magnetica di realtà intera complessa; poi 75/10^7 si spazio dato da ¾ di 100, e infine 125/10^11 di 1000/8.

Pertanto, un anno sta a 1 secondo in moto totalmente unitario, per cui 10^10 anni stanno unitariamente a 10^-10 secondi a dimensione atomica.

È quella in cui ogni secondo – potenziata da quarzo – è percepibile una <discontinuità> nel contesto dell’anno atomico dato dal minuto secondo.

In un contesto di rotazioni per <orbite> o per <orbitali>, la sola <discontinuità> sta nella possibile <inversione> delle due, comunque esse appaiano data l’indeterminazione…

Pertanto al 10^-10 nel tempo atomico essa comporta anche quella nel tempo di 10^10 anni, poiché 10^10 0,36880750125 10^-10 = 1.

Tutto questo poi ha portato la <Fisica Amodea> a valorizzare l’anno 1.938,0125 × 2,38957266 = 4.631,0217 che porta al ciclo dell’anno terrestre quando esiste per i 2 di <passato e futuro> nel tempo 0,381 +0,008572.

Con 8572/10^6 di spazio complesso, si stratta del moto nell’intera realtà 10.000 di 1.428 (cioè di 2^10=1.024, +404, moto di 40 in 444)-

Infine 66/10^8 è tutta l’energia elettrica.

+1.938,0125 lo mostra in altro modo, sommario, l’inizio

+2.693,0092 percorre quanto 7 in 27=3^3 lati reali 100.

Accade nel tempo di 8, il complesso reale in 100 reali lati 10^-4 in realtà 100^2=10^4 =4.631,0217 giunge alla data fatale dopo 26 secoli.

Per la <Fisica Amodea> 4. 6 31,0217 è il ciclo degli anni 365+1+1 = 367 assoluti, e la certezza viene da:

+4.631,0217

+0.367 è il 73° n. primo del moto di 3^3 in 100; =4.998,0217 anni totali in positivo che, con +5.001,9783, arrivano all’ unità della realtà 10^4; essendo il mancante 5.001,19783 il tempo 1/2 della realtà 10.000, in cui 1,9380 è la data millesima del piano in anni 1.938, all’origine, e si somma al 403/10^4 indicante (nei decimillesimi della realtà) lo spazio unitario 3 e tutta la realtà 4 del lato 100 reale.

È una conquista <enorme> della mia fisica, poiché la data 4.631 è segnalata in Bibbia 1,1,1 (libro, cap. vers.):

E la precisazione di mese e giorno in Bibbia 1,7,11

Genesi 7,11 nell'anno seicentesimo della vita di Noè, nel secondo mese, il diciassette del mese, proprio in quello stesso

giorno, eruppero tutte le sorgenti del grande abisso e le cateratte del cielo si aprirono.

Calcoli di verifica

Un numero come il 24.543.177 preso precedentemente ad esempio è sempre espressione di una realtà complessiva a 8 dimensioni, pertanto questo numero, ha la sua unità in 1/8 = 3.067.897,125.

È la ragione per la quale poi occorre togliere anche l’unità riferita al valore del tempo posto all’Origine degli assi.

Per calcolarlo, si parte dal moto unitario dell’energia 666.666 esistente nelle 5 cifre dello spazio complesso e la si muove nel suo tempo unitario di 1/6, che la porta al 111.111 su una sola linea. La si pone come 111.111 all’interno di 666.666, e allora si muove di 555.555 (elettromagnetismo).

Ora 400.514 è la realtà 4×10^5 (elettrica o magnetica) più 1.000/2 (volume che va in positivo) più il moto 7 di 7.

Esiste nell’elettromagnetico 555.555, muovendosi totalmente quanto 155.041 ed è nella quantità 80 della realtà in tutto il suo complesso.

Così, 155.041, diviso per 80, detta la data dell’anno 1938,0125, giusto, all’Origine e la precisa in 1/80=0,0125. 155.041:::80 = 1938,0125 è il suo tempo 80esimo.

Si data 1.938,0125 l’Origine anche partendo dal moto ×3 in spazio di 20 in 666, +1/240 (l’energia nel tempo di 10 giorni in ore); ma 3/240 è 1/80, ed è la stessa cosa di prima.

Così, ogni numero, come il 24543177 del nostro esempio, allorché è diviso per 8 (e non per 80), si riferisce al ciclo 10 del 1.938,0125 situato al baricentro dei due contrapposti numeri, e che funge da valore unitario, di riferimento, sul quale calcolare poi il numero delle sue volte, per sottrazione:

3.067.897,125 è 1/8 del numero che, meno

0.019.380,125 il ciclo 10 posto in Origine, è uguale a

3.048.517 che è spazio-tempo

3.048.517 è spazio-tempo

3.003.632 è l’unità dello spazio, che non è tempo

0.044,885 e determina solo gli anni di tempo visti prima

1,0186130344 è il tempo ¼ di 10^9/24543177 in esempio 1,0167771900 è la somma 0,24543177+0,77134542

0,0018358444 differenza data da:

0,0019380125 puro valore unitario <in principio> 0,0001021681 moto fatto dal principio 1938,0125

1.021.681 è un valore mosso in principio dato da 1.000.000 è il complesso spaziale 10^3 × 10^3

0.021.000 piano reale a 2 lati 10.000 e flusso 1000

0.000.300 spazio cartesiano a 3 lati 100=√ 104 0.000.381 sommatoria dei primi 16 n. primi.

Nella costituzione del valore intero, esiste in principio la data del 1938,0125 a imporsi “in principio”.

L’abbiamo vista esistere alla D. unitaria di 10^-6, a misura del tempo 0,0018358444901966033 esistente come differenza tra ¼ del valore risultante dalla divisione 1/24543177 e quello dato dalla somma delle letture inverse del numero posto a denominatore.

Proviamo con un altro numero a caso: 2856. 1° modo: 2856 / 8 = 357

1938,0125 data all’Origine del Sistema Cartesiano 0357 moto unitario in 1/8 di tempo 1581,0125 percorsi in negativo dall’origine

0381 con l’unità dinamica dei 16 n. primi

1200,0125 è il flusso reale 40 × 30 del piano a lati 1/40 e 1/40 delle due realtà complessive.

Secondo modo: la somma nel tempo decimale degli inversi 0,2856 +0,6582 è 0,9438.

10.000/2.856 = 3,501400560224089 e ¼ è

0,8753501400.

0,94380000 è il tempo nella somma degli inversi

0,87535014 è ¼ del tempo (che è già ¼)

0,06844985 è la differenza, data da:

0,19380125 tempo millesimo esistente di 1938,0125

0,12535140 è il moto dell’intero spazio dato da:

0,1215 piano a lati 06 e 06 con flusso 0,0015

0,00381 dinamica 100 dei primi 16 n. primi

0,0000381 dinamica unitaria degli stessi

0,0000033 flusso tempo ½ energia 66

Essendo troppo piccolo il numero, scegliamone uno con 15 cifre, a caso 543385276386375

0,543385276386375

0,573683672583345

1,117068948969720 è il totale dei valori inversi

10^15 : 543385276386375 = 1,840314862136507 il cui ¼ è 0,46007871553412.

1,11706894896972 è la somma degli inversi

0,46007871 è ¼ del tempo unitario del N.ro

0,65699023 è la differenza data da 0,19380125 che parte dal tempo all’origine

0,46318898 questo percorre, dato da 0,46310217 ciclo degli anni terrestri

0,00008681 quantità di cicli dei 4631,0217

0,00008300 complesso 8000 dello spazio 300

0,00000381 la dinamica 381 dei primi 16 primi.

Il 4631,0217 è dato da 1/46 +46×100 +31,dove 46 è il flusso di 4 in 50 (tempo ¼ dei lati reali 100+100).

Esso, esistendo nel suo tempo e nel 100, deve sommare la presenza 1 dei lati 10+10+10 alla base sia di (1+3)

10×10×10, sia di 30×20=600.

Altro numero a caso di 8 cifre 25.472.646.

0,25472646

0,64627452

0,90100098, ¼ di 10^8/25472646 = 0,98144495

0,98144495

0,08044397 è la differenza

0,19380125 è il principio inserito nel tempo

0,11335727 è la differenza in cui:

0,11111111 è il tempo unitario 1/9 che dà residuo

0,00224616

0,00000381 è la somma dei 16 n. primi, che dà

0.00224235 di residuo composto da:

0,00002222 moto 1/3 energia 6666

0,00002013 moto piano a 2 lati 10^3 con flusso 13.

Se nello 0,080443978643 di differenza visto prima togliamo non 0,19380125 ma nel decimo 0,019380125;

0,080443978643

0,019380125 la data di inizio nei centesimi

0,061063853 è dato da

0,000003810 la dinamica che residua:

0,061060043 di residuo, esso è composto da:

0,06 sono i 6/100 dei versi in 100

0,001 è il millesimo del volume 1.000

0,00006 sono i versi a dimensione √ 1010

0,000000043 è il flusso 10 dei 66/2 dell’energia.

Se in 0,080443978643 togliamo 0,0019380125;

0,0804439786

0,0019380125 il principio a questa dimensione

0,0785059661 è il resto

0,0000000381 dinamica dei 16 n. primi

0,0785059280 resto

0,0777777777 dinamica unitaria

0,0007281502 resto

0,0007777777 dinamica unitaria

-0,000049627 moto di 365 +7 giorni in 50000.

I conti tornano per qualsiasi numero e per qualsiasi dimensione sia posto in essere il principio del 1938,0125.

In realtà, li spazio-tempo unitario, in 46 è unitario in 46 × 1/46, ma noi lo rappresentiamo con 46+1/46 ed è uguale a 46,0217 definito nei 4 decimi della realtà.

46 +1/46 = (46×46+1)/46 = 2.117/46 = 46,021739130434.

0,021739130 questo è il tempo 1/46

0,019380125 questa la data all’Origine

0,002359005 questo il percorso dall’Origine

0,002357111 questa la sequenza dei n. primo

0,000001894 il tempo all’interno dell’anno.

È dato da 1938 -84, il che indica il complesso 80 reale 4 mosso in 1938. Laddove 1/80 = 0,0125.

Lo mostra chiaramente in 1/46 poiché 46 è 40 che percorre tutti i 6 versi da o vero l’Origine-

Prendiamo un altro numero a caso, 83, 1/83 = 0,0120481927.

0,0120481927

0,0019380125 tempo all’Origine

0,0101101802 percorso a partire da quell’origine

0,0010009309 che uguaglia questo moto in 0,0111111111

In questo caso 0,0010009309 è dato da 1/1000, unità di volume e 9380 -9, percorso di (3/1)^2 nell’anno 9380 implicante 10 anni.

100/516 = 0,19379844

+0,19379844

+0,00000281 piano lati 100+100 flusso 3^4

=0,19380125

100/615 = 0,16260162601

+0,16260162

+0,03119380

+0,00000381

+0,00000202

=0,19380125

100/753 = 0,13280212

+0,13280212

+0,06099913 moto di 87/10^8 in 61/1000

=0,19380125

+0,19380125 tempo all’Origine

+0,235 moto solo dei primi 3 n. primi

+0,3812 moto di tutti i 16: 381/1000 +2/10^4

+0,00000037 moto spazio 3 in realtà 40 complessa

=0,81000162 = 10^10 / 12345654321

+0,19380125 tempo all’Origine

+0,235 moto solo dei primi 3 n. primi

+0,3812 moto di tutti i 16: 381/1000 +2/10^4

+0,00000393 moto di tutti i 16: 381+6+6

=0,81000518 = 10^5 / 123456

+0,19380125 tempo all’Origine

- 0,0097 moto di 3 in 1/100 della realtà 100

- 0,00001039 moto 15/10^8 di 2^10=1.024/10^8

=0,18409086 = 10^4 / 54321

+0,19380125 tempo all’Origine

+1,09320003 Intero e flusso 60.000 area lati 61+61 (della duplice presenza 1 di 60 minuti) nella data 9380125/10^8 che esiste all’Origine degli assi spaziali.

=1,28700128 = 10^3 / 777.

(notevole che, in Bibbia, 777 anni visse Lamech=38, in valore cabalistico, 9° fattore figlio di Matusalemme=109, vissuto 969 anni –½ di 1.938 – ove in 1,0938 c’è flusso reale 6/10^4 del piano a lati 60+1 e 60+1 a D. complessa 10^-8).

= 0,19380125 tempo all’Origine

- 0,0509 è flusso reale ½ di 1000 di area 3×3

- 0,00004411 è flusso 66/6 di area 2 lati 100×66/3

=0,14285714 è il flusso di 1/7

=

0,19380125 tempo all’Origine

- 0,0271 è presenza reale 1 di 10×3^3 reali

- 0,00003459 è flusso 3 di 3456 =4×864 s ×100

=0,16666666 è il flusso di 1/6

=0,19380125 tempo all’Origine

- 0,1786 flusso reale di 14 in 18/100 lato 100

- 0,00004973 flusso 3^3 in 10^4/2 in realtà 10^-8

=0,01515151 è il flusso di 1/66

=0,19380125 tempo all’Origine

- 0,1922 è moto reale di 26+26+26 in 2/10

- 0,00009975 è moto presenza 25 in realtà 10^-8

=0,00150150 è il flusso di 1/666

=0,19380125 tempo all’Origine

+0,0061 è flusso reale 1 di 60 decimillesimi

+0,00009875 flusso 125=1000/8 in realtà 10^8

=0,20000000 è il flusso di 1/5

=0,19380125 tempo all’Origine

+0,0561 è flusso reale 39 in 6/100 di lato 100

+0,00009875 flusso 125=1000/8 in realtà 10^8

=0,25000000 è il flusso di 1/4

=0,19380125 tempo all’Origine

+0,1395 flusso 10/2 in (7+7)/100 di lato 100

+0,00003208 è flusso complesso 8, area 2 lati 1600

=0,33333333 è il flusso di 1/3

=0,19380125 tempo all’Origine

+0,3061 flusso 3/10 di 1+60 reali 10^-4

+0,00009875 flusso 125=1000/8 in realtà 10^-8

=0,50000000 è il flusso di ½

=0,19380125 tempo all’Origine

+0,8061 flusso 8/10 di 1+60 reali 10^-4

+0,00009875 flusso 125=1000/8 in realtà 10^-8

=1,00000000 è il flusso di 1

L’Origine cartesiana anche del piano del tempo datato anno 1.938,0125

La cosa meno credibile della <Fisica Amodea> sta nel giudizio per cui l’inizio del Tempo non sta nei secoli dei secoli ma al centro dell’universo, dato dall’intersezione spaziale e temporale della Terna Cartesiana collocata nel mezzo.

La datazione a quella Origine deriva da una molteplicità di cause e una è che l’energia potenziale 666 quando entra in atto nel tempo 20 dato dai lati 10 e 10 di presenza su un piano trasversale al flusso e pertanto invisibile, si riduce al 646 che la stessa Bibbia ha assegnato agli Elohim, le emanazioni “trascendenti”, divine.

La Terna spaziale di 3 assi 646 fissa il 1.938, e, dal momento in cui il tempo unitario della Terra in tutti i moti della sua massa è l’anno, si tratta dell’anno 1.938.

Una seconda ragione è che ove è 8 il complesso reale, 8×1.938 è il 15.504 che – riferito a tutto il moto di 66.666/6 in 66.666, uguale a 55.555 – è il moto 40.051 in cui 40.000 è la realtà spaziotemporale 10.000+30.000, ed esiste nel 51 della presenza 1 di 50, tempo ¼ di 100+100 (i due lati che con 100×100 sono la realtà 10.000=10^4).

Poiché non vi sono dubbi che 40.051 sia la presenza, nel tempo ¼ della realtà 200 (avente i lati 100+100), la quale è unita a tutta la realtà 40.000, nel loro totale moto 15.504 in 55.555, allora ne consegue la certezza che 1/8 di 15.504 anni è il singolo 1.938, che esistere come unità dell’intero complesso dato da 2^3 =8, o che va da -4 fino a +4.

L’inizio <zero> sta nella virgola posta al termine del 1.938, e alla sua destra è espresso il tempo dato da 1/80 = 0,0125, per cui l’unità complessiva è il 1938,0125.

A riprova, tutto il 1.938,0125, moltiplicato per le 80 dimensioni totali della realtà complessa 8 esistente nel ciclo 10, con 80 × 1.938,0125 dà giusto il 155.041 che mostra la presenza 1 della realtà 40, nelle 155.000 che sono il moto di 400.000 (la realtà) in 555.000, moti di 111,000 nell’energia 666 potenziale che si attua nel tempo 1.000.

La conseguenza reale è che tutte le volte che si eseguono <tempi> dei numeri, il loro computo ha inizio sempre nello 0,19380125 esistente come tempo.

La <Fisica Amodea> lo prova con esempi reali.

=0,19380125 tempo all’Origine

+0,8061 flusso 8/10 di 1+60, reali in 10^-4; +0,00009875 flusso 125=1000/8 nella realtà 10^-8; = 1,00000000 è il flusso di 1

+0,19380125 tempo all’Origine

- 0,0938 flusso di 0,1, nei 1938, reali in 10^-4; - 0,00009875 flusso 125=1000/8, nella realtà 10^-8; = 0,10000000 è il flusso di 1/10

+0,19380125 tempo all’Origine

- 0,1028 flusso reale 4 di 2^10=1.024, in 10^-4; - 0,00009215 flusso 5+5+5 piano 2 lati 4600 in 10^-8; = 0,09090909 è il flusso di 1/11

+

0,19380125 tempo all’Origine

- 0,1847 flusso 40+7 del piano a 2 lati 9/100 cad.; - 0,00009225 flusso 5×5 del piano 2 lati 4600 in 10^-8; = 0,00900900 è il flusso di 1/111

Nota: 4600 +1/46 +31 dà 4631,0217, il ciclo di 367 anni in 4631,0217+367= 4998,0217 =10^4 /2 -1,9383 -0,0400.

0,19380125 tempo all’Origine

+0,3061 flusso 3/10 di 1+60 reali, in 10^-4;

+0,00009875 flusso 125=1000/8, nella realtà 10^-8; = 0,50000000 è il flusso di 1 : 2

=0,19380125 tempo all’Origine - 0,1483 flusso 10+7 in spazio-t. 10+5 ×10^-4; - 0,00004670 flusso 30 in 4700, nella realtà 10^-8; = 0,04545454 è il flusso di 1 : 22

=0,19380125 tempo all’Origine

- 0,1892 flusso in 2/10 di 108=4×3^3 /10^4; - 0,00009674 flusso di 326, nella realtà 10^-8;

= 0,00450450 è il flusso di 1 : 222

=0,19380125 tempo all’Origine

+0,1395 flusso 5/10^4 nei (7+7)/100 del lato 100; +0,00003208 è il flusso complesso 8, area a 2 lati 1600;

= 0,50000000 è il flusso di 1 : 3

=0,19380125 tempo all’Origine

- 0,1634 flusso di Energia 66/10^4, in 17/10; - 0,00009821 flusso 41° n. primo 179, nella realtà 10^-8;

= 0,03030303 è il flusso di 1 : 33

=0,19380125 tempo all’Origine

- 0,1907 flusso 7/10^4 + 19/100 del lato reale 100; - 0,00009825 flusso di 175, in realtà 10^-8;

= 0,00300300 è il flusso di 1 : 333

=0,19380125 tempo all’Origine

+0,0561 è flusso reale 39 in 6/100 del lato reale 100;

+0,00009875 flusso 125=1000/8, nella realtà 10^-8;

= 0,25000000 è il flusso di 1 : 4

=0,19380125 tempo all’Origine

- 0,1710 flusso di 90/10^4 in 18/10; - 0,00007398 flusso di 16 N. primi 381 -2 in 7777 × 10^-8;

= 0,02272727 è il flusso di 1 : 44

=0,19380125 tempo all’Origine

- 0,1915 flusso di 85/10^4, in 2/10; - 0,00004900 flusso di 7×7×100, lato realtà, in 10^-8;

= 0,00225225 è il flusso di 1 : 444

=0,19380125 tempo all’Origine

+0,0061 è il flusso reale 1 di 60 decimillesimi;

+0,00009875 è il flusso di 125=1000/8 nella realtà 10^-8;

= 0,20000000 è il flusso di 1 : 5

=0,19380125 tempo all’Origine

- 0,1756 è il flusso di 44/10^4 in 18/10; - 0,00001943 è il flusso di 5 anni dal 1938 × 10^-8;

= 0,01818181 è il flusso di 1 : 55

0,19380125 tempo all’Origine

- 0,1919 periodo complesso di 8081/10^4 in 1; - 0,00009945 flusso di 55 in realtà complessa 10^-8; = 0,00180180 è il flusso di 1 : 555

=

0,19380125 tempo all’Origine

- 0,0271 è presenza reale 1 di 10×3^3 reali; - 0,00003459 è flusso 3 di 3456 =4×864, s ×100;

= 0,16666666 è il flusso di 1 : 6

=0,19380125 tempo all’Origine

- 0,1786 è il flusso reale di 14 in 18/100; - 0,00004973 il flusso 3^3 in 10^4/2 in realtà 10^-8;

= 0,01515151 è il flusso di 1 : 66

=0,19380125 tempo all’Origine

- 0,1922 è il moto reale di 26+26+26 in 2/10; - 0,00009975 è il moto presenza 25 nella realtà 10^-8; = 0,00150150 è il flusso di 1 : 666

=

0,19380125 tempo all’Origine

- 0,0509 è il flusso reale ½ di 1000 di area 3×3; - 0,00004411 è il flusso 66/6 di area 2 lati 100×66/3;

= 0,14285714 è il flusso di 1 : 7

=0,19380125 tempo all’Origine

- 0,1808 è il flusso di 0,708 in 0,8888; - 0,00001424 è il flusso 10/10^4 di 1414 in 10^-8; = 0,01298701 è il flusso di 1 : 77 =

0,19380125 tempo all’Origine

- 0,1925 è moto spazio 75/10^4 in 2/10; - 0,00001425 è flusso 25 del piano a 2 lati 700 in 10^-8; = 0,00128700 è il flusso di 1 : 777

=

0,19380125 tempo all’Origine

- 0,0688 è il flusso di 0,02 in 0,0888; - 0,00000125 è il flusso di 100/8 in 10^-8;

= 0,12500000 è il flusso di 1 : 8

=0,19380125 tempo all’Origine

- 0,1824 è il flusso di 0,0076 in 19/100; - 0,00003762 è il flusso di 38 in 3800/10^8;

= 0,01136363 è il flusso di 1 : 88

=0,19380125 tempo all’Origine

- 0,1926 è il moto spaziale 74/10^4 in 2/10; - 0,00007513 è il flusso 13/10^8 di spazio 7500/10^8; = 0,00112612 è il flusso di 1 : 888

= 0,19380125 tempo all’Origine

- 0,0826 è il complesso 800 +26 in 10^-4; - 0,00009014 è il flusso 9000 del piano lati 7+7 in 10^-8; = 0,11111111 è il flusso di 1 : 9

=0,19380125 tempo all’Origine

- 0,1837 è il flusso 9×8=73 in 19/100 di lato 100; - 0,00000024 è il flusso delle 24 ore in 10^-8;

= 0,01010101 è il flusso di 1 : 99

=0,19380125 tempo all’Origine

- 0,1928 è il moto di 10 anni in 1938/10^4; - 0,00000024 è il flusso delle 24 ore in 10^-8; = 0,00100100 è il flusso di 1 : 999

0,19380125 tempo all’Origine

- 0,1814 è 0,1111 +0,00703, moto tot. di 3; - 0,00005558 è 5555+3, moto spaziale in ½ periodico;

= 0,01234567 è il flusso di 1 : 81

0,19380125 tempo all’Origine

+0,7938 è 0,1938 +0,6, e va in tutti i 6 versi; +0,00005307 è ½ di 10^4 in moto tot. 7 del tot. 300; = 0,98765432 è il flusso di 80 : 81

È un fatto in sé, visibile e incontestabile, che il reale inizio dei numeri abbia la data del 1938,0125 all’Origine. Lo si desume anche da tutti questi casi che vi mostro.

299792458 metri percorsi in 1 s dalla luce, divisi per 19380125, sono in numero 15,4690 6730 4777 4459 6590 sulle 5 realtà decimillesime, e sono:

15 è l’intero spazio-tempo 5+5+5 alias 10 +10/2; 4690/10^4 è ciclo 4631 anni terrestri +59, moto 1 in 60. Alias è il moto 38 di 1938 in energia 6666

6730/10^8 è il moto intero 2^6 dell’energia 6666

4777/10^12 è il moto di spazio unitario 3000 in 7777; 4459/10^16 è moto 7 di piano a lati 110 e 110 in 6666. 6590/10^20 è il moto 10 dell’energia 66 in 6666.

299.792.458^2 / 19390125^2 = 239,2920 4327 9734 5563 6024 4414 2320

239 è moto di 1 in 240, di flusso reale 40 lati 100+100; 2920/10^4 è moto complesso 8 in spazio unitario 3000: 4327/10^8 è moto 7 di 666 in 1/1 tempo realtà 10.000; 9734/10^12 è 266 (flusso 66 lati 100+100) in 10^4; 5563/10^16 è flusso 37 in 5555 (moto 6666/6 in 6666); 6024/10^20 è flusso 6.000 del piano 12 e 12 ore; 4414/10^24 è flusso di 10 in 4444; 2320/10^28 è flusso 80 in 400 di piano lati 1000+1000.

27,18281828459045 /1,9380125 =7,8026 9328 4590 45 preciso, dato dal ciclo 10 della base <e> logaritmica.

7 è il moto unitario dall’origine; 8026/19^4 è complesso 8000 in flusso 6 di lati 10 e 10; 9328/10^8 è energia 666+6 che fluisce in realtà 10^4; 4590/10^12 è flusso 41 in ciclo 4.631 anni terrestri; 45/10^14 è flusso 1/8 di angolo giro 360.

86.400×365,2563604166… d’anno siderale : 1.9380125 = 1,6283 7698 6216 5491 7086 4481 00.

1 è l’intero 6283/10^4 è tot. dinamica 381+1+1 in energia 6666; 7698/10^8 è moto 2^10=1.024, +8 dell’energia 6666; 6216/10^12 è moto 10/8 angolo giro 360 in 6666; 5491/10^16 è moto 1111+2^6 in energia 6666; 7086/10^20 è moto di 420 dell’energia 6668;

4481/10^24 è moto 37 di 4444 moto 2/3 di 6666.

662607015 energia h di Planck / 19380125 = 34,1900 2792 8096 4390

34 è il flusso 30 del pano a lati 2 e 2; 1900/10^4 è anno 1900 da moto di 10 in 10°n. primo 29; 2792/10^8 è moto di 8 in 2800 = 700 +3×700; 8096/10^12 è moto realtà 4 in 8100 dato da 3^4 ×100; 4390/10^16 è moto di 10 in 4400 dato dai 2/3 di 6600.

(10^7 ×3^4) / 19380125 = 41,7953 9605 6526 9831 41 è moto 1 di realtà 40

7953/10^4 è flusso 2047 (47 di 1000+100) in 10^4; 9605/10^8 è flusso 381+7+7 in realtà intera 10^4; 6526/10^12 è flusso 70+70 in energia 6666; 9831/10^16 flusso 169 (=9 di p. a lati 80+80) in 10^4;

299792458 -19380124 = 280.412.333 =7×4 (10^7) +41 (1 percorre 40) ×10^4 +2.333 di moto 1.000 in 3333.

300000000 -19380125 = 280.619.875 = 7×4 (10^7) +61 realtà 10^4 (=1+30+30) +1000/8 in 10^4.

10.000 -1938,0125 = 8.062,9875 è il complesso reale 8000 +flusso 2 del piano a lati 30 e 30, più 1/80 di tempo.

98765432 -19380125 = 79.385.307 è flusso di 10^6 in 8 (10^7) +(300+3^4 +4) migliaia +flusso 7 di spazio 300.

1.234.567 -193.801,25 = 1.040.765,75, è intero 10^6 +4 realtà intere 10.000, +moto unitario intero 99 di 666 +spazio intero 75/100.

Fattori d’eternità nell’origine assoluta d’un anno 1938,0125 fuori dal tempo

L’Assoluto (con la virgola collocata al punto dell’Origine degli assi cartesiani) nelle due opposte creazioni, procede rispettivamente creando, cifra dopo cifra, dal centro verso sinistra il 1.938←.

Per cui il vero ordine della creazione di questo numero, non come una vera e propria origine, ma come la sola sua lettura, di quanto già esiste, segue l’ordine opposto che, scritto → (da sinistra verso destra) è 8391.

A differenza di ciò, il tempo decimale è nello stesso ordine → dato da 0,0125.

Noi osserviamo il tutto presente, in “reazione” a questa dinamica reale, e il 1.938 è un tempo contrapposto a 8.391.

+001.938 è realmente letto in questo valore; +008.391 il valore letteralmente inverso che lo regge; +000.481, il lato 100 nella D. 381 dei 16 primi n. primi, alias realtà 100 +300 +3^4 (realtà totale); =103.771 è il lato del piano elettromagnetico della luce! Esso, nella somma dei 2 suoi lati uguali, è 207.542. È infatti quel valore che, più 299.792.458 m, dà: +299.792.458 sono i metri percorsi dalla luce in 1 s; +000,103.771 che è il lato Elettrico dell’area trasversale; +000,103.771 che è l’altro lato Magnetico lungo uguale; =300.000.000 è l’essenza totale simultanea in m/s.

La luce, come ogni cosa reale, ha dimensione di volume, che è flusso di un’area, e 103.771 m è lungo ciascun lato!

Per reazione, anche il tempo 0,0125 è ordinato 5210,0 e per sola sua reazione lo vediamo 0,0125.

+5.210,0

+0,000,0125

=5.210,0125, il quale è dato dalla somma di

=1.938 data all’Origine degli assi cartesiani;

+1.938 suo moto intero;

+1.333 flusso 666/2 energia di piano a 2 lati 500;

+0.001,0125 dato da 81/88;

=5.210,0125 è il flusso 10 del piano a 26 e 26 settimane quali lati, quindi 10 anni +1/80 di tempo.

Essendo 10^5 = 100.000 il lato (elettrico o magnetico) della realtà unitaria elettromagnetica data da 10^10, esso lato 100.000:::5.210,0125 = 19,19381191 .

√ 1010 : 5.210 dà i 19 secoli e li dettaglia nel tempo

dell’anno 1938,1191 dato da:

+1938,0125 all’Origine degli assi di riferimento

+0000,1066 che sono gli anni reali in cui secondo la Bibbia, nacque Noè a partire dall’anno 0, precedente ai 10 anni anteposti alla creazione dei 10 a sua immagine e somiglianza nel 10° che infatti è l’energia in potenza 66 quando entra in atto nel volume massimo dato da 10^3.

Sono molte le ragioni che impongono 1.938,0125 a cavallo dell’Origine, con la virgola sul suo punto centrale. Una è quella in linea, che se avessimo la perfetta simmetria 1938,8391 e non una unica lettura da sinistra a destra che impone decimi dopo la virgola noi avremmo una duplicità di moto 1938←0→8391, per il totale 16.782 che eccede rispetto 1938+1938=3.876 di 12.906.

8391 è dato da 10 +381 +8000 e sono il ciclo della presenza che partecipa con l’unitaria dinamica data dai 16 primi n. primi e la realtà in tutto il complesso 8 di 10^3. È su questa unità in 10+381+8000 che esiste 8391 e si mostra per reazione nell’inverso 1.938.

Quando si duplica, andando a sinistra e a destra dell’origine sulla stessa linea e raggiunge 16.781, è dato da 381+400, flusso reale dell’area a lati 8.000 e 8.000 dati da tutto il complesso esistente in linea.

Anche il suo valore inverso, in 1.938+1.938 = 3.876 si mostra intero in 10+66+800+3.000 in cui collaborano il ciclo, l’anergia potenziale, il complesso 8 nel lato 100 reale e nello spazio 3 a dimensione 10^3.

Quando poniamo a confronto la causa 16.781 e il suo effetto 3.876, la sottrazione dà 12.906 ed è tutto il percorso che l’effetto compie correndo nella sua causa, e sta ad indicare 6+2900+10.000 e sono tutti i versi centrifughi o centripeti che collaborano in linea con il lato 100 della realtà esistente nel 10° numero primo 29 e nell’unitaria realtà.

Come si vede, anche il moto del doppio 1.938, causato dal causante doppio 8391, esprime la totalità unitaria di tutto un cammino da una parte <fatto> come la presenza di un passato confluito nel presente, e dall’altra anche tutto quanto il futuro.

2 × 16.781 sono 33.562 dati da 33.333 +222+7.

Siamo risaliti alla presenza ½ dell’energia in potenza 66.666 sommata ai suoi 666/3 di flusso nel tempo 1/3 dello spazio 3, sommato al 7 che è il moto di 3 nella presenza 10. Assistiamo ai numeri come ad entità di relazioni in atto e tali che se esiste 1/3 come un lato 0,3333… deve esserlo in <qualcosa> che in 0,33333… è il 3, il cui tempo è 1/3 tanto che esiste nel tempo 1/3 dell’energia in potenza 666, e poi nel 7, esistendo il 3 nella presenza 10 con un suo moto che è 7.

In tutto ciò essi stessi si danno l’anno 1938,0125, avendolo posto <al principio del tempo>.

I numeri decimali sono ideali rappresentanti di relazioni esistenti in potenza e in atto di presenza.

38 ×51,00033 =1938,01254 ha anche questa causa.

Essa è data quando 38+1+1 è la lunghezza 39 di una area avente i lati 1 e 1, che con 38×1×1=38 lo pongono esistente quanto 38 nel suo volume.

51 è la presenza 1 del tempo ¼ (della presenza) dei lati 100+100 che nel 100×100=10^4 sono l’unitaria realtà dello spazio-tempo.

33/10^5 sono l’energia in potenza 66 che entra in atto nel suo tempo ½ e lo fa alla dimensione 10^-5, che è il lato elettrico (o magnetico) dell’area elettromagnetica unitaria in 10^10.

Questo flusso di 66/2 dell’energia deve dividersi per 100.000, tanto essendo l’unità in linea del lato elettrico o magnetico.

Essendo interi il 38, il 51 e il suo tempo 0,00033, il prodotto 38 × 51,00033 porta all’intero 1.938,01254, con la realtà 4 che a dimensione 10^-5 definisce il 1.838,0125 in realtà 4, elettromagnetica (10^-5).

Il solo 38 × 51 dà il 1.938 esatto .

Questo prodotto “entra” nel 19-38 e moltiplica il 38 per l’inverso 91, ma facendolo sulla base del 51 percorso dalla realtà 40 in 91.

Il valore in mezzo non si presenta intero in 50+50=100 e dunque in 50×50=2500 poiché questa è una realtà <da sola> senza che esista al suo interno un reale <corridore>.

In 2.500 esiste il <corridore> 562 dato da 2+60+500: 1° n, primo, 10 in 6 versi, tempo 1.000/2. È la realtà Binaria esistente nella Relatività Generale sempre tra 2 opposti, che partendo dall’origine sugli assi mediani dello spazio infinito, parte con 10 in ciascuno, e poiché il volume in base 10 è 1.000, esiste soltanto nel 500 che va o a destra o a sinistra… quando sono 2. Questa descrizione pone <in principio> il 562 uguale a 2^9=512 (ossia a tutto il moto 9 esistente nell’esponente 10 che con 2^10 è 1024) allorché chi si muove per 2^9 è il tempo dato da 50/2.

Ecco perché 50×50 crea 2.500 anni, ma essi devono contenere 50+2^9 = 50+512=562 ed esso <esiste già> e deve correre in 2.500 anni, ossia <ancora> per 1.938. Messo a confronto il 50×50 con 38×51 al primo è stato posto come <corridore> il 6+6 di tutti i versi in <vai e vieni> dall’Origine, e un 12 in 50 percorre 38.

Determinata la corsa del 12 elettromagnetico, le volte dovevano essere il 50 percorso realmente da 1, dunque 51.

19 × 102,00066 porta allo stesso 1.938,0,1254 stavolta ponendo in principio la corsa di 1 in un 10 che trasla di 10, e che è data da 19 (a quantificare i 100 anni) e li quantifica col 100+1+1 che presenta il volume 100 per come è quando deve valere dal prodotto di tre linee, e le due 1 e 1 sono i lati trasversali al flusso 100.

95/10 × 204,00132 portano al 1.938 ora col flusso di 5 in 100, il 95 nei suoi decimi, e 204 sia la realtà 4 come flusso dell’area avente i lati 100 e 100.

Chi può dubitare che il flusso 4 dei lati 100 e 100 sua fatto dal piano della realtà con area 10^4?

E deve esistere per 9,5 volte, tante quante il tempo ½ = 0,5 esiste nel ciclo 10 della presenza.

4,75 × 408,00264 = 1.938,01254 parte dalla realtà data dal piano a lati 4 e 4 con flusso 4 nel lato 100 della realtà; lo fa esistere quanto la realtà 4 in cui 0,75 è soltanto lo spazio dato dai ¾ dell’unità.

Ove 5 è il tempo in positivo del ciclo 10, e la presenza è ¼ essa, lo 0,25, nel 5 si muove quanto 5 -0,25 ossia per 4,7.

2,375 × 816,00526 = 1.938,0125 esatto si poggia sul flusso 800 dei lati 8 e 8 del piano e li fa esistere per la sequenza dei primi 4 n. primi 2357.

Sono però invertiti negli ultimi due 57 in 75. Poi li divide per l’unità del mille, ottenendo l’unitario 2 e lo 0,375 che in 300 è tutto lo spazio, e 75 pure, per i ¾ di esistenza nel 100. Per avere solo 2, va tolto 0,375, e allora abbiamo:

2 × 969,00625 =1.938,0125 ha aggiunto 153 a 816; evidentemente 0,375 è in relazione col 153, il cui doppio è 306 e deve aggiungere 69 per portarlo a 375.

2+1 × 969,00625/1,5 = 3 × (969 × 0,6666666…) =

3 × 646,0041666…= 1.938,0125 pone il Biblico Dio Elohim=646 nel suo valore intero.

9 × 215,33472222222… = 1938,0125 esatto

18 × 107,66736111111… = 1838,0125 esatto

36 × 053,83368055555… = 1838,0125 esatto

72 × 026,91684027777… = 1838,0125 esatto

144 × 013,45842013888… = 1838,0125 esatto

Esaminiamo questo 144 × 13,45842013888…, che presenta la data riferita al piano 12×12=144, dato dal volume 10 =10×1×1 che necessita del prodotto per l’area 1 data dai lati 1 e 1, che è in 144 il 12° numero della serie di Fibonacci 1, 1. 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, 55, 89, 144. Esso 144 si moltiplica per il 13 intero che è il 7° della stessa serie e rappresenta il tempo ¼ delle 52 settimane dell’anno terrestre.

13,458420138888888888… termina con lo stesso 013/10^8, dimensione della realtà nel suo complesso, seguita dal periodo eterno di tale 8, dato da 8/900.000.000.

0,45842013 è un decimale che parte sempre dal

0,19380125 valore posto all’Origine degli Assi

0,26461888 che presenta questo movimento con 0,19380125 un intero moto di quanto “In principio”

0,07081763 restano 7/100 di moto unitario riferito al lato 100; poi 81=3^4 di intero moto elettrico a dimensione √ 1010del piano elettromagnetico; quindi 763/10^8 che alla dimensione del complesso 8, mostra il flusso 1 di 700, dato dal piano unitario a lati 30+30 dato dal ciclo 10 dello spazio 3. 763 è anche il 103+660 riferito al lato del 103.771 del piano che nei due lati è il 207.542 mancante a 300 milioni di metri nel flusso 299.792.458 di m/s della velocità della luce. Quello che è simultaneo nel 103+660 che somma al 103 il flusso 10 dell’energia potenziale, con l’aggiunta di 111 a 660, trasla l’energia spostandola in avanti nel tempo unitario dato dal 111 che si aggiunge a 660.

Pertanto, alla dimensione riferita all’area il cui lato 12 riguarda il 6+6 dell’espansione elettrica 6 e del centripeto ammassamento magnetico 6, area che è sempre il riferimento di ogni linea, nella stima del duplice percorso in <vai e vieni>, c’è che il tempo 0,45842013 relativo all’intero 13, parte dal 1.938,0125 e percorre interamente la stessa distanza.

Il tempo decimale residuo è il puro moto 0,07081763 che nello 0,07081 ha la dinamica unitaria dei 7/100 del lato 100 della realtà, e quella 3^4 alla dimensione 10^-5 della luce.

Essa, nel successivo 103+660 (che si rivela essere il potenziale 660 che si è mosso nello spazio 3 e nel lato 100 della realtà) diventa giusto il 660/10^8 che, nel tempo 1/600 del 666, si porta al 103.771/10^-11 del lato del piano trasversale.

È quello che esiste a lato del flusso della luce e che dal simultaneo tempo esistente in 300 milioni di metri al secondo, crea il moto nel tempo, sottraendo il 103.771 del lato elettrico e il 103.771 del lato magnetico.

Come appare evidente, anche in questo caso di: 144 × 13,45842013888888… = 1.938,0125 esatto, il tempo decimale 0,4584201388… pone esattamente questo intero 1.938,0125 in esso, una volta come presenza temporanea all’Origine, e un’altra come il suo unitario spostamento.

Ed è apparso evidente che il residuo è stato dato dal moto in sé, di 7 centesimi, di 3^4 centomillesimi di luce elettromagnetica, e del suo lato 103.771/10^11 che, rinunciando al tempo 111 dato da 666/6 di energia, hanno espresso il moto della stessa alla dimensione 10^8 della luce (quando è 3,99…×10^8, riferita all’unità dei 3 m dello spazio) con il solo moto ×10 del 66 potenziale, sormontato al 103 e apparso così 763/10^8.

Essendo proprio questo 0,07081763888… l’unità di moto di tutto lo spazio complesso, allorché in 763888 l’energia 660 si “sgancia” da 103888 e avanza nei suoi millesimi con 660+111=771, essa è compreso nell’888 successivo come 771+117=888, presentandosi con il 111+3+3 dell’area a lato 3 spaziale).

Tutto il periodico 888 successivo è composto dal 771 unitariamente presente nell’unità del 30° numero primo 113, spazio-temporale per l’aggiunta a 113 del 4 che lo quantifica.

Il 30° numero primo si carica della rappresentazione <ordinata> dall’ordinale 30esimo, col il suo valore 113 che la rappresenta interamente in 111+(1+1) di piano unitario trasversale, e che, essendo velocità 3/1, si carica del 3+1 dello spazio e del tempo, mostrandosi intero nel 117 che ha caricato del 4 dimensioni che danno la velocità assoluta 3/1.

È quel 3/1 riferito a 300 milioni a 1, a causa della dimensione intrinseca del metro come 1/30 milionesimo dei ¾ di lunghezza del Meridiano Terrestre.

Ora va considerato del 1.938,0125 vale 1/80 esatto nel suo tempo dello 0,0125, mentre la dimensione intera dell’anno 1938 è 80 × 24,225 esatto, che passando al valore intero multiplo di 1 anno al valore multiplo di 80, scende dalla dimensione dell’anno contato in giorni a quello in cui esso è contato nelle sue 24 ore.

Il tempo 0,225, riferito come sempre all’anno 0,1938,0125 all’origine, avanza da essa quanto lo 0,03119875 dato da 0,225 -0,19380125.

Sono 31 millesimi che considerano 1, di presenza temporale e 30 di quella spaziale dei lati 10+10+10 della presenza spaziale cubica espressa in linea tempo, cui segue l’anno 1987,5 di 49,5 anni di avanzamento dall’origine.

Essi sono dati da 50 -0,5, che computa il tempo ½ nello spazio percorso nel tempo ¼ dei lati 100+100 della realtà; logicamente, alla dimensione 10^-7 dell’intero movimento (sempre relativo all’Origine datata 1.938,0125) esso è dato dal tempo ½ riferito al 50 che è il tempo ¼ di presenza ove 100+100 sono i lati il cui prodotto genera la realtà intera 10^4.

Ciò dimostra come il 1.938,0125 possa traslare nel tempo decimale, poiché lo 0,0125 è esatto.

Se non desideriamo (non avendo ancora molto capito la questione della data all’Origine) cosa sia il tempo dello 0,225, esso è dato dal flusso 1/3 (nello spazio 3) dell’’energia potenziale 0,666 cui si sommano 3 millesimi esatti di valore spaziale 3.

Ora il 24,225 è dato anche sa 969/40, e sono il tempo ½ del 1.938, dato da 969 e dal tempo ½ di 80.

Pertanto, il 1.938 messo in relazione all’80 che nel tempo 1/80 dà lo 0,0125, si rivela essere 80 volte i 969/40 = 24,225.

Abbiamo così un 1/80 + 80 × 969/40 = 1938,0125, ed è lo spazio-tempo dato dal tempo 1/80 e dallo spazio di 80 × 969/40 alias 80 × 1.938/80.

1/80 + 80 × 1.938/80 = 1/80 +1.938.

Togliendo di mezzo 80/80 da 80 × 1.938/80 si perde l’idea del fatto sostanziale che il 1.938 è proprio moltiplicato per l’unità data da 80/80.

Ora va anche detto che 80, dimensione complessa della realtà 40+40, essendo una misura espressa in unità, formalmente è data da 80/1 unità, che in <assoluto> (ossia portando sopra l’1 a denominatore) diventa 81/0 ed è indefinito come ogni assoluto.

Abbiamo allora che 81 sta a 80 come indicato dal rapporto 81/80 = 1,0125, che ha definito il valore unitario cui è riferito il tempo 0,0125 uguale a 1/80.

In questo caso, di 81=3^4, realtà intera a dimensione 4 esistente in base all’unità 3 dello spazio.

Eseguiamo a questo punto il calcolo: 1938,0125 / 1,0125 = 1.914,08641975…

Avendo inserito due volte 1/80, sia nel dividendo, sia nel divisore praticamente l’abbiamo estromesso.

1938+1/80 / (81/80) = [(1938+1/80) × 80] / 81 [1938 × 80 +1] /81 = 1.914,086419753 periodico. 864 è 27×32, e, nell’unitaria realtà decimillesima si mostra 2^5 × 3^3, ossia la presenza cubica.

La realtà secondaria mostra il 19753 in cui il 1938, passando alla realtà secondaria ha aggiunto 37/1 unità di anni che in <assoluto> sono un nuovo 38 aggiunto nei soli anni al 1938.

Se tralasciamo il tempo, e divisiamo soltanto gli anni interi 1938 per 81/80, 1938×80 / 81 = 1914,0740407.. periodico nel 407.

In sostanza c’è un 1907,0707… eterno che trasla il suo 1907 portandolo a sommarsi col mese 0,7, divenuti 7 anni, tanto che <sintetizza> il 1914,07 che diviene eterno nel periodico 407.

Ebbene, possiamo identificare in questo 1914,07 periodico il <padre> che, moltiplicato per 81/80 porta all’intero anno 1938, natale nel <figlio> nato poi nel tempo 1/80 dell’anno uguale a 0,0125, il 26 gennaio.

In questo modo la data iniziale all’Origine è da:

1/80 +1914,07 × 1,0125 = 1938,0125

Ora accade la cosa <strana> che il 25 gennaio 1.938 sia precisamente l’Origine del mio mondo, essendo nato io in quel giorno, da mio padre nato il 1907,0707 che essendo un dinamico 07,0707 poiché nato il 7 luglio del 1907, ha per intero la sua vita relativa a 7 anni quando essi sono realmente traslati rispetto al 1907,0707 sostandosi su quelli che prima erano mesi, e che risultano in 1914,07… e questo <per sempre> ossia con il 407 divenuto periodico.

Possiamo dire io e voi che questo succeda a me, realmente, e che <io sono nato> prima di mio padre, in quanto il 1938,0125 è la data iniziale, ed è la mia.

Per andare a <creare> la nascita di mio padre, nel disegno della mia vita, bisogna procedere verso sinistra, dall’origine, laddove è <generato> il passato dal mio natale presente, e – dividendo il 1938 a sinistra dell’Origine data dalla virgola per 81/80 – io scendo al dinamismo in atto con 7 anni posti in principio all’anno <meno> 1.914,07 periodico.

Tolti i 7 posti già vissuti “in principio”, arretro così alla data in anni -1907,0707 <originale> della nascita di mio padre, costruita sul piano “eterno” soltanto arretrando con un avanzamento giudicato negativo verso sinistra, a partire dal presente 1938,0125 a cavallo all’Origine in cui è la virgola, posta tra tempo già trascorso e un futuro in cui 1/80 indica in 80 l’intero tempo indicante il suo futuro.

Tutto si complica quando mi metto in mezzo io!

Ma non giunsi a questa data partendo da me. Io sono nato in base a questa data.

Mio nonno paterno, nato il 1856,0126 è arretrato di +0,19380125 - 0,18560126 =0,00819999 mostra 81×10^-4!

Mio padre nasce da 1938 : (81/80), mio nonno con 0,1938 -81/10^-4.

1.938 : 1856,0126 = 1,04417394580

+0,04417394 è il tempo per divisione

+0,14962731 è da sottrarre dalla mia origine

=0,19380125

0,14962731 mostra nel reale 0,1496 gli anni prossimi alla scoperta di un nuovo mondo…

Di fatto è il moto della realtà 4, nei 15/100 del lato 100 che in 15 son tutto lo spazio-tempo dato da 10+5, o da 5+5+5; poi 27/10^6 è il 3^3 nella dimensione complessa del tempo; 31 è l’unità di 10^8 sommata al 30 unitario dello spazio alla dimensione 10^-8.

Tolto questo tempo dall’Origine, si risale allo 0,04417394 che fa da divisore nell’unità di 1,04417394.

+0,19380125

- 0,00309418 sono 30 anni; 6 mesi; 2 sett.ne; 4 giorni, in 11160 giorni esatti

=0,19070707

9418 sono lo spazio-tempo (10+5) di 6 mesi, 2 sett. e 4 giorni, con mesi 6 ×15,6=93,6 (per il 94i), e il 18 esatto per i dì dati da 7+7 (di 2 settimane) +4 giorni.

Ponendo 10^10 come unità totale è vero che: 10^10 : 19380125 = 515,9925439077

In 15 c’è l’unità dello spazio-tempo data da 10+5 la quale esiste nel tempo ½ di 10^3.

+0,99254390 parte dall’origine 0,1938,0125 - 0,96900625 sono 1+4 anni di 0,19380125

=0,02353765 che sono riferiti ai numeri primi.

Possiamo vedere in che modo essi entrano in atto.

+0,0235 moto intero reale nei primi 3 n. primi

+0,00003765 dei primi 7.11.13 meno il 3333 dei 6666/2

dell’energia del 13, tolti di mezzo; lo spazio unitario in 3333 +13, si estrapola da 7.11.13: =0,02353765.

19380125 × 515,9925439077 = 10^10, riscontrato rispetto all’intero 516 del flusso 500 dell’area 8 e 8, mostra 0,0074560923 che in 7/1000 ne dà la dinamica, in 456 da quella che segue 123 nella dimensione complessa 10^-6, e il 923/10^10 è la dinamica 77 presente nell’unità esistente nel 10^3 di 1.000.

Anche questa è una prova dell’unità di questa data, Infatti 515,9925439077^4 (nelle 4 D. della realtà) è 70.888.160.111,51267330 e mostra l’unitaria dinamica di 111, di 4×4 dimensioni 10.000, di 888 ×10^6 di dinamica totale dell’energia 666 che va in 666/3, e infine 7 × 10^10. Nel tempo di 2^9=512 millesimi, moto 1 dell’energia 66, nel tempo dei 66/2.

19380125 × 57,33250487290 = 1.111.111.111

Mostra l’intero moto 7 del 50, tempo ¼ dei lati 100+100 della realtà, nel flusso 66/2 dell’energia nei centesimi del lato 100, nei 25 decimillesimi della presenza ¼ di 100.

48/10^7 di intero moto (di 10^3 in 10^10) sono il flusso dei lati 1 e 1 nel tempo dei 10/2 dato da 50.

72/10^9 di intero moto (di 10 in 10^10) è in 9×8 il moto di tutto il complesso 8, fatto per 9.

9/10^10 è l’intero moto di 1 nel 10.

Anche le 4 dimensioni di 57,3325048729 portano al 10.804.474,94027693 che mostra in 4474 il moto spaziale 30 di 4444 in dinamica reale 1111×4, laddove 108 × 10^5 di flusso elettromagnetico mostra in 108 le 4 di 3^3.

0,19380125 × 14,0261315572476699 = 2,718281828459045 che è la <e> dei logaritmi naturali 14,0261315572476699 mostra l’intero moto 7 di 7.

26 millesimi sono le settimane che portano la Terra al punto diametralmente opposto dell’orbita, essendo il flusso 6 del piano a lati interi 10 e 10.

13 centomillesimi sono il suo tempo ½.

15/10^7 di moto intero è lo spazio-tempo 10+5

57/10^9 di moto intero in 10^10, è la dinamica 7 del tempo ¼ dei lati 100+100 della realtà.

24/10^11 sono come le ore del giorno o di 2^10=1.024.

766/10^14 alla D. 14 del moto 7 di 7, ch’è il moto nel lato 100 dell’energia potenziale 666.

99/10^16 alla dimensione della carica della realtà c’è il moto intero di 1 nel lato 100 della realtà.

Anche 14,0261315572476699^4 dà il 38.703,62401 che mostra lo spazio 3 del flusso del piano a lati 300 e 300, più 381 lati 100 della realtà dati dai 16 numeri primi che danno tutta la dinamica, ora riferita alla base <e> logaritmica.

1938,0125 × 341.900,27928096 porta alla costante h dell’Energia di Ma× Planck in 662607015 × 10^-42 Js. 341.900,27928096 mostra in 900 tutto il moto di 100 in 1.000, e lo realizza a partire dall’anno 1900.

34 volte la realtà 10.000 indica la presenza 1 del flusso di 66/3 dell’energia di Planck.

+0,27928096

- 0,0854 mostra il complesso 800 +50 +4 - 0,00007971 dà il moto di 2029 in 10.000 e si

Tratta del flusso del 10° n. primo dell’area a lati 1000 e 1000 =0,19380125 è il tempo della data all’origine

Per attuare la sua entrata in campo, il 10 padre dei numeri decimali assume la sua Trinità e si pone in 1.000, che è indeterminato, avendo 0 come la sua unità.

Avendo assunto, Unità e Trinità, deve ora realizzarsi unitariamente. Allora estrapola una unità da 1000 e le 0999 che restano, nei decimillesimi della sua unità 10.000, si presentano in 0999/1, presente in 1000.

Posto 10.000 presente, 1/10.000 è assunto come l’unitario tempo futuro, e rovescia letteralmente anche in moto figurato, lo 0999 in 0,0666.

Sono i totali in cui l’unità 10, che è trina in 30, si colloca già presente in 999 e si esprime nel 969 di presenza oltre la sua, che è quella della realtà creata.

Poiché 10/15 è l’unità dello spazio-tempo 15, postosi a divisore dell’unitario 10, nel tempo, la presenza nel tempo della realtà creata è data da 969 × 10/15, il che porta il tempo 0,0666 a essere con 646 il moto futuro del piano unitario a lati 10 e 10, nell’energia 666, che di per sé è 10/15 : 10^4 = 0,0666.

Passaggi:

+0999 +0,0666

+0969 +0,0646

Dopo di che L’intero moto 0969 è presente e avanza per intero; con 0969+0969 si presenta nell’anno 1.938. Il tempo 0,0646 è presente che manca, è negativo; ove 80 è il complesso della realtà presente, è vero che 1/80 è → 0,0125 in positivo; il suo negativo è -521 ←, è il rovesciamento del verso dell’attuazione. Così, a 0,0646 si somma -521, il che lo sottrae a 646 e lo lascia giusto il 125 corrispondente a 1/80. Infatti due vere contrapposizioni, si annullano.

Con questo, data da presenza di un ASSOLUTO che ha assunto a sua immagine e somiglianza il 10 in linea della matematica come sua rappresentanza reale, quando con la sua Trinità genera anche il sistema a 3 dimensioni.

È quello che sarà chiamato Cartesiano (e che divinamente dice il vero in modi incredibili, dicendo in sostanza: <C(on) A.R., te siano!>), entrano nella realtà dell’anno 1.938,0125, il 30 del Padre e il 30 dello Spirito santo che sono divini e trascendono la realtà, tuttavia essendo presenti nel flusso 1.938,0126 +30 +30 =1998,0125 dato da 2.000 -1,9875 .

Poiché 1,9875 è 1,9380125 +0,0494875, rispetto all’assoluto moto 1.000 di 1.000, dato da 2.000 è trattenuto nel tempo millesimo il 1938,0125 +49,4875 che mostra in 49,4875 la valenza 10^-3 del Dio 10^3.

È un piano con area presente 07×07 che nel tempo è lo stesso 0,7×0,7 = 0,49 -0,0025, la sua reale presenza, essendo divino.

Ciò implica anche l’unità di flusso 07 dell’area a lati 0707, il che in sequenza è 07,0707.

Ora, se Dio ha scelto il 10 a rappresentazione di sé, lo ha scelto anche nel 10° numero primo 29, e 10 nel 29 del tempo DECIMO, si muove di 19 con la sua area 10×10 data da 100 anni, il che si valorizza nell’anno 1900.

Presentandosi in anni 07,0707, s’incarna nel padre <reale> che simula il padre <trascendente> nel 1907,0707.

Poiché questo è soltanto l’inizio di un essere <in atto> di 7 anni, il 1907 trasla e si sormonta allo 07 del mese divenuto anni 1.914,07.

1914,07 × 81/80 = 1.937,995875 fissa l’anno del concepimento nel reale ventre di una che deve essere controfigura di Maria la Grande figlia dell’Anna piccolina al suo Confronto; una Mariannina.

Deve essere il segno stesso di un divino Baratto e diventa la Mariannina Baratta, idonea al Baratto e nata in 1909,0629 avente nel tempo il 969 del Figlio meno il 360 dell’angolo giro divino.

Lo riduce allo 0,0629 in cui la Chiesa Cattolica celebra il martirio dei Santi Pietro e Paolo.

E così accade!

1.937,995875 è la data del concepimento, laddove 0,99 quantifica i mesi (in questo caso trascendente) in 10+10 giorni per mese, per cui indica 1937,05.

+1937,9958

- 0000,9455

=1937,0504 e il 4 maggio il concepimento, per una gestazione che sarà di 266 giorni

Il potenziale dato da √ 1937,0504= 44,0119347450 mostra 3,2675 anni mancanti al 19380125 e indica l’intera presenza del tempo, nei 26/100 che sono tutto il moto 6 dei lati 10 e 10 di Dio=26, con la presenza intera dello spazio nei 75 decimillesimi della realtà.

Il potenziale del tempo è dato dalla radice quadrata dell’anno, che ne estrapola la misura in linea tempo dall’area. L’unità dell’anno 1934 è giustamente alla dimensione 10^-6.

La ragione della sottrazione di 0,9455 a 1937,9958 sta nel fatto che lo 0,0545 mancante a 1, è il moto esatto unitario di 0,0101 in 0,0646, laddove 101 è il 26° numero Primo che rappresenta l’assoluto 100 realmente esistente nel tempo 1 e nei decimillesimi della realtà.

Esso si estrapola direttamente dai 10/15 decimillesimi della realtà, 0,0666 quando è il piano 10 e 10 di Dio a muoversi in questa energia potenziale. E allorché Dio, nell’unità del piano 10×10 si incarna in questa energia, l’esegue alla dimensione 0,0545.

Per questo essa si estrapola al concepimento nel 1937,9958 e determina il 4 maggio, nel 4° giorno delle nozze dei genitori.

Poiché io sono stato concepito in questa data, per nascere il 1938,0125 dopo 266 giorni di gestazione indicanti proprio il flusso 66 dell’energia dei lati 100 e 100 della realtà, io non sono di certo Dio, ma il Signore cammina con me ed io lo rappresento, come una foto senza vita.

Accade affinché il Padre, che è nella stessa sostanza del Figlio, sia realmente rappresentato tramite il mio reale PADRE, Luigi Amodeo, nato 1907,0707.

Ora abbiam visto che il suo essere uno 07 che giù esiste in 7 anni, lo ha portato a traslare nel 1914,07.

Allora succede che tutto il tempo della gestazione si è realizzato attraverso il 4,07 divenuto un periodo assolutamente eterno.

Infatti 1914,07407407407… all’infinito × 81/80 fissa questo infinito del tempo esatto del 1938,0125 preciso.

81/80 = 1,0125 lo fissa nell’unità di un solo anno e ci vuole tutto il periodo infinito del padre, per <fissare> il giorno preciso della nascita del suo 1°genito, essendo un tutt’uno con lui.

1909,0529 × 1,01516961630 = 1938,0125 mostra che la realtà materna attiva l’unità nel tempo in cui 15/1000 sono l’unità dello spazio-tempo che è presente nell’unità di 1/10000 e in quel 696 simmetrico al 969 del tempo ½ dell’anno natale di suo figlio e che lo diventa esattamente con 961+8 la dimensione di 961/10^8.

Ciò mentre il successivo 61630/10^11 diventa 646/10^9 con 616 più il successivo 30.

Tutto questo è nella struttura delle due realtà che danno consistenza allo 1,0131 della prima.

Implicazioni del ciclo 10 della presenza sull’esistenza fisica

Il ciclo 10 è <essenziale> intermediario tra il ciclo binario e quello decimale.

Quando i Fisici decisero di dotarsi di unità di misura di spazio e massa che fossero <ordinate> dal ciclo 10, scelsero <che cosa> desse loro questi ordini, e attuarono una <grande unificazione>!

Essa fu compiuta rispetto all'unità di tempo che era già regolata dal ciclo 10, sul moto del nostro pianeta, e ricorsero alle dimensioni della stessa Terra per decidere che un suo meridiano (che è quello che ruota nelle 24 ore di 2^10 = 1.024) fosse lungo 40 milioni di metri, uguali in ciascuno a 1/40.000.000 del meridiano stesso.

Anche nella definizione del chilo, si fece ricorso alla lunghezza del Meridiano imposta da 4 volte 10^10 dm.

Il <decimetro>, 1/10 lineare del metro da definirsi, doveva essere il lato di quei cubi che – accostati per tutta la lunghezza del meridiano – esistessero per 10^10 dm, in ogni tempo ¼ della circonferenza terrestre.

Questa, in tal modo, era lunga 4×10^10 dm; i quali, esistendo in 1.000 in ogni m^3, portavano il meridiano ad essere lungo quanto gli equivalenti 4×10^7 metri.

Quando fu adottato 1/10 di questo metro, per dimensionare il modello di un dm^3 campione unitario della massa, si scelse con cognizione di causa che esso fosse pieno di acqua ai 4° centigradi della sua massima densità.

Ciò in quanto la molecola di H2O (che ha un peso atomico 18, dato da 1+1 in idrogeno e da 16 in ossigeno) col 18 diviso per i 2 atomi di idrogeno, era lo stesso rapporto invariante 9/1 dato dal moto di 1 dm in 1 m.

In tutto questo, il 10 ha fatto da padrone, allo stesso modo di quel 2^10 = 1.024 = 10^3 +24 che, nel tempo, aveva portato la Terra, assimilata a 10^3 nel suo unitario volume, a ruotare in quelle 24 ore, così espresse nel complesso 2 dell’esistenza unitaria in positivo e negativo, della Relatività Generale, elevata all’ordinatore 10.

Ciò fatto, ogni ora era stata divisa in 60 minuti primi, secondi e terzi, sempre imponendo nelle componenti delle ore la presenza 10 sui 6 versi diretti da (o verso) l’Origine del sistema tridimensionale di riferimento dello spazio.

Con ciò gli 86.400 minuti secondi vennero ad essere un giorno perfettamente conforme al quadrato di 111.111, dato dai 666.666/6 dell’energia nel saliscendi di 12345654321.

Essendo latore delle 4 dimensioni della realtà, ¼ di questo quadrato ha portato alla sua presenza nel tempo.

Essa sta nel numero 3.086.413.580,25 , che è nello 0,25 = ¼ dato proprio dal suo tempo di presenza.

In 3.086.413.580,25 distinguiamo:

30 × 10^8 , che così mostra il ciclo spaziale, alla dimensione 10^8 data da 10^10 : 10^2, che dimensiona il flusso lineare, complesso in 8, dell’area 100 in 10^10.

86400 × 10^3 , che mostra il 1000 nel numero dei giorni dati dai suoi 86.400 secondi quotidiani.

135 × 100 , che dà il flusso ½ di 30, unità di spazio, del piano avente la lunghezza 120 dei suoi due lati 60 e 60, della dinamica unitaria dei minuti primi secondi e terzi presenti nelle singole ore.

80 unità , che, infine, sono quelle del ciclo 10, presente in tutto il complesso di 2^3 = 8 o da -4 fino a +4.

In tal modo, ove 111.111 è il tempo 1/6 in cui si rende presente l’energia potenziale 666.666, in quel contesto, il suo quadrato (dato dalla concomitante esistenza in positivo e in negativo), quando è espresso nel tempo ¼, rivela l’esattezza della sua scomposizione nel visto tempo di presenza ¼, giornaliera, in questo 3.086.413.580,25 .

Ciò, ove il numero 111.111, tratto da 1/6 dell’Energia, è:

+000001

+000010

+000100

+001000

+010000

+100000

=111111 è va alla radice della stringa – tutta binaria –data dalla sequenza di 1 10 100 1000 10000 100000.

Essa è la stringa in cui sono presenti tutti questi valori binari fino alle 5 cifre zero del 100.000 = 10^5, lato elettrico o magnetico, nell’area unitaria 10^10 elettromagnetica.

La <Fisica Amodea> sostiene che se il ciclo 10 è stato posto con 10^10 dm = 10^7 m, a dimensionare ¼ - quello della presenza – del Meridiano terrestre, è stato posto a <regolatore> assoluto anche delle unità della massa e dello spazio, dopo d’esserlo stato anche nel tempo.

Poiché Spazio, Tempo e Massa sono tutte regolate dal 10, nella fissazione delle loro unità, è vero che a duce unico ed assolutamente certo della Fisica è stato posto il ciclo 10.

Tutto quello che può essere desunto, con un esatto calcolo matematico, da questo 10^10, è esatto e attua il metodo deduttivo che può rivelarsi prezioso, specie a identificare quei contesti unitari difficili da definire con il metodo opposto.

La Fisica sperimentale va nel modo opposto (dal particolare al generale) che non indica mai quando è raggiunto un intero, definendolo nella costanza dei cicli in linea, in tutte le sue costanti.

Esse però – a giudizio della <Fisica Amodea> – non considerano mai la reale presenza delle aree trasversali, che non risultando mai dai flussi, sono quantificabili solo <in negativo> rispetto alle unità puramente <binarie> in 10^N. Infatti ogni definizione unitaria nelle costanti della Fisica vede esistere poi, in positivo e negativo, quantitativi decimali che assolutamente non ci sono in una stringa di dati binari come l’ordinato 1101001000100001000001000000, <sintesi> della Relatività Generale a 2 soli valori opposti tra loro come la così esistente composizione tra il Tutto e il Niente.

La Fisica non ha degnato molta importanza al ciclo 10, poiché – essendo esso stato scelto in principio dal fatto che l’uomo aveva 10 dita con cui contare – questa era stimata una scelta “arbitraria”, potendosi scegliere un altro ciclo, come ad esempio il 12 usato in molte unità facenti capo al sistema anglosassone.

Come se – avendo noi libertà di scelta – una <cosa in sé> non avesse più una <sua> verità!

Per la <Fisica Amodea> ogni numero N ha il suo ciclo, dato dalla somma dei processi opposti dati da N/N + N×N.

Se i numeri fossero dipendenti da una libera scelta non sarebbero mai affidabili, per misurare in modo preciso e neutrale, una natura indipendente dalle libere scelte.

La <Fisica Amodea> ha capito che l’unità è data sempre dalla somma di due opposti calcoli interattivi in ogni numero: quello di N diviso per sé e quello di N moltiplicato per sé.

Allora questo è ciò che avviene <per conto suo>:

1/1 + 1×1 = 02 primo n. primo

2/2 + 2×2 = 05 terzo n. primo

3/3 + 3×3 = 10

4/4 + 4×4 = 17 settimo n. primo

5/5 + 5×5 = 26

6/6 + 6×6 = 37 dodicesimo n. primo

7/7 + 7×7 = 50

8/8 + 8×8 = 65

9/9 + 9×9 = 82

10/10 + 10×10 = 101 ventiseiesimo n. primo, nel valore <ordinale> del ciclo 26 del n. 5, ciclo del 2, 1° n. primo.

Il 2×5 tra i numeri primi 1 e 3 dà il ciclo 10 della D. 3 dello spazio, data dal 2° n. primo, che di suo ha il ciclo 10.

Che il ciclo del 7 sia il 50 uguale al quintuplo del ciclo 10 del 3 mostra come la dimensione del 4° numero primo 7 fosse esattamente quella che <ordinava> in tempo ¼ della realtà basata sui due lati 100 e 100 dal cui prodotto 10^4.

Il ciclo terrestre, di 365 giorni nei 3 anni non bisestili, somma al 65, ciclo di 8, l’unità 100 nello spazio unitario 3.

I Fisici non credono che il numero di questi giorni sia <obbligato> dalla partecipazione del ciclo proprio all’8 e della sommata comunione tra il 2° n. primo 3 e l’area 100 data dal 10 (ciclo del 3) moltiplicato allo stesso ciclo del 3.

I fisici non hanno ancora capito la lezione di Einstein secondo la quale lo spazio è anche il tempo. Vedono un muro, alto 365 <dm> ogni m <qui presente>, che – quando è visto a distanza – appare più basso rispetto al metro che resta qui presente, e in molti non capiscono che anche allorché vanno a vedere a distanza di tempo, non un rapporto in spazio <dm/m>, ma in tempo di <giorni> per ogni anno <qui presente in 365 giorni>, anche quello appare prospetticamente mutato.

Essi così giudicano l’anno terrestre quella variabile che invece abbiamo visto non variare mai nel tempo ¼ di 111.111 al quadrato e presente in 3086413580,25.

Vedono anche che la base <e> dei logaritmi naturali è 2.718281828459045, in cui 1828+1828 sono 3656 e ancora dubitano che 365 giorni siano <obbligati>!

Avendo da sempre creduto che i numeri decimali dipendessero da una loro libera scelta, che poteva essere diversa (e quindi tale da lasciare “il tempo che trova” ad ogni dimensione) non si sono accorti di quello che la <Fisica Amodea> gli ha invece dimostrato coi vari cicli.

Ha dimostrando proprio come il ciclo 10 sia il solo a mettere in perfetta <relazione tra loro> tutti i rispettivi cicli, appropriati – uno per uno – ad ogni numero che esista.

E non si sono nemmeno accorti dell’importanza assoluta dei numeri primi, che sono come i <generali> di un intero esercito che ne ha i 16 dati giusto da 4×4 e che <caricano> la realtà (sempre) alla dimensione quadrata di ogni linea.

Il Teorema di Pitagora vale per questa stessa ragione.

I Fisici l’hanno constatato, ma non hanno affrontato il perché la distanza in linea dipenda sempre dal suo quadrato, come ogni 3 √ N , lato del volume N, è volume N^3 solo ×N^2. Posto il volume 10^3, l’area 10×10, moltiplicando il 10 del suo flusso lineare, sta alla base di questo valore cubico.

L’ha visto in atto quando ha scoperto la legge per cui ogni corpo libero nello spazio, che segue una orbita, percorre aree uguali in tempi uguali, e in tal modo riferisce il moto in linea all’area percorsa da quella linea, qualunque sia il suo raggio.

In tal modo, col raggio infinito, il moto di 10 viene a riferirsi all’area perpendicolare 10×10.

Nella gravità poi, a distanza 10 (di raggio della massa che attrae) la forza d’attrazione varia in funzione inversa al quadrato della distanza, e – nel caso di 10 – è 1/100.

Ora anche nella realtà data unitariamente da 10^4, il lato della realtà, dato da √ 104 risulta essere il 100 = 10×10.

Addirittura la Bibbia (!!!) aveva dato ai primi genitori in assoluto (Adamo e Eva) – da erede – il figlio 1/3 (il terzo dei 3 che avevano avuto, chiamandolo poi SET (=7 !!!, laddove 3/7 è il 3 basato sul suo moto 7, nel ciclo 10 dato da 3+7).

Il valore numerico 40 di SET=17+5+18 nella prefetta gematria dell’italiano che dà un suono preciso a ciascuna delle sue 7+7+7 lettere, porta la terna a 3×40=120 … ed è giusto!

100 +(10+10) è la terna esatta spaziale che con il suo prodotto dà esattamente 10.000 ed è tutta la realtà!

Essa esiste con 100 (flusso dei lati 10 e 10 del piano però trasversale e invisibile), per cui appare soltanto il flusso 100; però come 100×100 = 10.000, così – allo stesso modo –100×10×10 porta allo stesso 10.000.

Ma anche qui la Scienza non dà alcun credito a quanto riportato in Bibbia, anche quando Caino+Abele+Set sono 38+23+40 e dunque il valore Binario di 100+1, il quella Gematria che per la scienza sembra una scempiaggine!

Su questo la <Fisica Amodea> potrebbe anche essere d’accordo, ma la <Fisica Amodea> non transige su questo: sul fatto che i numeri abbiano un loro preciso e immutabile “carattere”, poggiato sul ciclo 10.

Così essa ha proceduto in tutte le sue valutazioni partendo dal generale 10, e da esso scendendo al particolare, agendo giusto all’opposto seguito dalla Fisica Sperimentale.

Con una colossale differenza di “potenziale” conoscitivo: 10 (e quanto scende da esso) è un dato certo e perfetto; invece partendo dalla natura si comincia dalla cosa <meno certa> che esista!

Infatti essa non solo è vista da un <osservatore>, ma anche <capìta> da chi le dà qualità … assenti nei numeri!

Dove i numeri sono astrazioni ideali, la concretezza che l’uomo riceve tramite i suoi 5 sensi, sta nei segnali elettrici portati al cervello, che sono pure frequenze sottoposte a un reale giudizio qualitativo dato soltanto dalla mente umana.

Mentre da un lato la scienza ha escluso di avvalersi del ciclo 10 (giudicandolo quella scelta umana che invece non è), ha deciso di servirsi di <qualità> credute <reali in sé> che sono conformate tutte quante dall’immaginazione umana! Alcune di queste <frequenze> danno qualitativamente luci e colori (che sono state capite <qualità> dovute soltanto all’immaginazione) ma altre, le pure frequenze interne al 10 di presenza, con 1/9, 2/8, 3/7 hanno <qualificato> MASSA, TEMPO e SPAZIO, giudicate della natura e non di chi, ad esempio, immaginando <spazio>, poi l’assegna alla natura, e la vede esistere in uno spazio che è solo di immaginazione!

Come l’Universo non ha luci, suoni, percezioni di caldo o freddo, salato o insipido, soffice o duro, così non ha tempo, non ha spazio e non ha masse: ha solo rapporti numerici, pure frequenze avulse da ogni giudizio qualitativo <in sé> e come tali si prestano a <ogni valutazione qualitativa> assegnata da un <osservatore> con una mente che giudica.

Invece per i Fisici tutte le frequenze interne al ciclo 10 <sfuggono> in quanto <indeterminate>, come ogni cosa che esiste in un 10 in sé indeterminato nella sua unità. T

Così la massa, il tempo, lo spazio, i vari flussi di energia, di calore, di molecole e l’intensità della luce sono credute <cose esistenti in sé>, unità formali proprie della natura e non attribuzioni del soggetto che le vede.

Non se ne accorgono!

La presenza-base 10 non permette di cogliere le frequenze intime ed unitarie, esistenti in questa presenza unitaria, ma che resta <assoluta e indeterminata> avendo 0 come la unità <propria>, quella che è presente nel 10.

1/9, che massa non è, ma che con la divisione dà luogo a 0,11111… ha l’apparenza della massa 1 periodica.

2/8, ridotto a ¼, è la presenza nel 4 dello spazio-tempo.

3/7 che diviso dà 0,428571 periodico, appare l’onda con basso 428 e alto 571 in 999, coll’altezza 143 che è il flusso 3 del piano a lati dinamici 70 e 70.

4/6 nella sua divisione mostra il periodico flusso reale dell’energia 6, in uno 0,6666 infinito.

5/5 è alla base del flusso elettromagnetico .

6/4 = 1,5 è l’unità dello spazio-tempo che dà luogo alla percezione unitaria molecolare.

7/3 = 2,3333… è ciò che si mostra come densità unitaria nel 2, primo numero primo, che esiste nell’eterno periodo dello spazio 3.

8/2 si vede nei due tempi della realtà 4/1.

9/1 si vede nell’invarianza del quadrato della velocità totale del volume (3/1)^2 della luce.

Ora questi sono puri rapporti in essere ed è soltanto la ragione naturale di numeri che sembrano ragionare e che esistono nella presenza oggettiva delle loro ragioni.

In tutto questo (che si basa solo sui numeri) la verità è che una stringa tipo <1 10 100 1000 10000 100000> che nella somma 111.111 abbiamo visto nella sua doverosa area divisa per 4, è 3.086.413.580,25.

Ciò è il volume 3 × 10^9 la cui radice cubica dà il lato dei minuti primi 1.440 (+2,2495 trasversale) di una Terra che ruoti in 864×10^3 s (secondi 10^3, cubici).

Mentre 4×13.580,25, porta al 54321 che sostiene la salita 123456 data da 4×3.086.4.

Quello che vediamo sulla terra esiste nei numeri in sé, ma solo noi li idealizziamo in vero e proprio spazio di tempo!

La Fisica sperimentale non può andare così a fondo in quanto ci sia davvero o solo appaia esserci…

La Fisica vuole <barcamenarsi> nella realtà, per come essa appare, per migliorarla e non per ridurla a quella cosa che è: soltanto SOFTARE, regole basilari interpretative per le quali una volta che hai regolato l’esistenza dello spazio… esso è cosa della natura e non di chi la distingue così come l’ha immaginato. Il vero è smascherato dall’Entanglement quantistico: due parti complementari di una unità, disgiunte e portate l’una in capo al mondo rispetto all’altra, alternano in modo sincrono perché tra loro quella distanza non c’è e sono un tutt’uno!

Possono farlo poiché quella distanza non è vera anche se appare reale e incide nel nostro elettromagnetismo.

299.792.458 metri in flusso E.M., sono riferiti tra loro all’unitario 3 dello spazio dall’area 207.542 complementare.

La relazione tra loro è mediata dal piano trasversale elettromagnetico il cui valore medio è stato scoperto, ma solamente finora dalla <Fisica Amodea>.

Questa Fisica che valorizza il ciclo 10 e i suoi 16 generali dati dai primi 16 numeri primi, parte da una potenza che quando è intera ha 10 sia come base, sia come esponente, ed esiste poi in tre assi. per quanto è espresso da 3 × 10^10 .

L’area massima unitaria è 10^2, per cui 3 × 10^10, diviso 10^2, ha in 3 × 10^8 tutta la dinamica spaziale. 669,43295008, da 3 √ 300.000 .000 , è il lato del volume ed è quanto l’energia 666 che si muove unitariamente di 3 nel tempo decimale uguale a 1 -0,5670 ove 10^5/81 = 1.234,56790 è in 10^5, il lato reale dell’area 10^10, ed è la base dinamica elettrica o magnetica dell’unità.

Ora il metro fu definito come 1/40.000.000 del meridiano terrestre, per cui m=40.000.000^-1

300.000.000 m / 40.000.000 m è in 7,5 il valore puro dei 300.000.000 m, sostituendo a m il suo valore 40milionesimo, riferito a un meridiano di 4/4.

Di fatti tutto lo spazio è dato da ¾ e quando l’intero è 10, i suoi ¾ sono 7,5.

300.000.000 di metri rappresentano dunque in assoluto il moto totale 7 del tempo unitario di ½.

Se infatti dividiamo 300.000.000 per 7,5 otteniamo esattamente 40.000.000 di m.

Il solo spazio in 40.000.000 di spazio-tempo è 30.000.000.

Così 300.000.000 m /30.000.000 m, è 10 , è il numero

puro 10 di pura “presenza” essendoci metri sia nel numeratore sia nel denominatore.

Infatti era “improprio” dividere i 300 milioni di puro spazio, per i 40 milioni di spazio-tempo, anche se è giusto dire che il solo spazio è ¾ dell’intero spazio-tempo di 4/4

Saputo che 10 è il tempo di presenza dello spazio 30, ritorniamo al meridiano intero considerato di 40 milioni di metri milionesimi, e in sostanza riduciamo il tempo al 1° quadrante trigonometrico e lo spazio agli altri 3, e il rapporto 30/10 è la velocità dello spazio 30 rispetto al tempo 10.

Ciò equivale a 3/1, ma poiché l’unità dello spazio nel suo complesso è data da 10^3 × 10^3 = 10^6, ecco che l’unità riferita al complesso 10^6 è data da 30/10 volte 10^6, ove in 300 milioni c’è un 10 in più.

Compreso che 300 milioni indicano in sostanza la presenza 10 del ciclo della presenza intera, significa capire anche che tutti i 300 milioni sono “presenti” nello stesso tempo, sono simultanei in tutte le sue unità.

Ecco allora che i 299.792.458 metri percorsi dalla luce nel vuoto non hanno percorso tutto, e restano 207.542 metri ancora da percorrere … in quanto gli stessi 207.542 sono già stati percorsi, ma non si vedono: esistono in un piano a lati uguali, elettromagnetici, lunghi 103.771 m ciascuno.

Esistendo questo piano <in principio> (il che significa che la sua esistenza in spazio-tempo è esistita già) è soltanto in base a questa sua premessa che la luce percorre costantemente i suoi metri.

La <Fisica Amodea> è in grado di analizzare questi metri 103.771 (sia elettrici, sia magnetici) ed ecco in che modo.

100.000 è in 10^5 il lato del piano 10^10 E.M.

003.000 è lo spazio intero a dimensione 10^3.

000.771 è il moto dei 6 versi centrifughi in 777.

Questi centrifughi sono elettrici mentre i 6 centripeti sono magnetici, ove 777 è l’energia unitaria “in potenza” 666 che si è mossa nel suo tempo 1/6 uguale a 111, e 666+111 somma il suo spostamento unitario.

Poiché 6 sono i parametri uguali e distinti dei moti 1 da o verso un centro, -3 e +3 su una stessa linea si azzerano nella somma ma – essendo energia eterna – si dispongono trasversalmente al flusso rendendosi invisibili ove si vede il flusso 3 in positivo ed è quello dell’area 3+3 nei suoi due lati. Il che, in tutto, si riconduce al 3+3+3=9 che è la velocità invariante di 1 in 10 e che per la fisica non è la c^2 che è data dal solo flusso visibile 2,99792458 con lo 0,00207542 sito nel piano trasversale e perciò invisibile.

Questo totale 207.542 dato da 103.771+103.771, ponendosi <in principio> di flusso (come un passato già trascorso) si presenta “realmente” come tutto il futuro da aggiungere a 299.792.458 per ottenere la simultaneità esistente in 300.000.000.

Poiché il tempo è sempre una porzione dell’intero, quando il complesso è dato da 10^8, ecco che il calcolo di 10^8 / 207.542, misura il tempo nel suo valore 481,8301837700 dettagliato fino ai 10 decimali dell’unità atomica.

La <Fisica Amodea> è in grado di analizzarlo:

100,0000000000 è il lato della realtà 10^4

381,0000000000 è la dinamica dei 16 n. primi

000,8301830000 è 381038,1 inverso nel tempo.

000,0000007700 dà la dinamica 77 nel lato 100.

Spazio e tempo sono inversi e qui appaiono come tali. 38138 è un valore palindromo che in 381 si mostra in centinaia e in 1,38 nei centesimi.

Appare sommato al lato 100 della realtà, in 481.

È il 481 che è in 10 / 0,235711131719… che diviso lo dà in 42,4248100… subito dopo il 42,42.

La divisione di 10 per la sequenza decimale dei primi 16 numeri primi definisce la MATRICE di tutta la dinamica apparente in natura.

Questo ha saputo scoprire di nuovo la <Fisica Amodea> <indagando> sul 10 e sui suoi 16 generali dati dai suoi primi 16 numeri primi!

È un successo strepitoso, che è stato felicemente controllato con ogni attenzione, fino alle 23.000 cifre decimali relative ai primi due numeri primi, il 23, alla dimensione delle migliaia di cifre decimali.

Accade poiché la proporzione di 1000/99 che diventa un calcolo, porta al 10,101010 periodico eterno che appronta lo spazio-tempo ciclico e puro, simile alla pellicola di un film ancora vergine e da <impressionare>.

Lo stesso ciclo 10, determina tutta la dinamica dividendosi per la sequenza decimale dei primi 16 numeri primi il cui totale 381 è in 300 tutto lo spazio nel lato 100 della realtà, ed è in 81 il 3^4 di tutta la realtà spaziotemporale, basata sull’unità dello spazio 3.

Lo mostrerò a grosse linee in questo libro avendolo trattato a fondo in quello intitolato <Esegesi dell’assoluto>.

Vedremo dimostrato nel libro anche una data precisa di tempo riconducibile all’origine degli assi cartesiani, la cui origine non sta in un principio diverso da quello del sistema di riferimento cartesiano, che lo fissa al centro dell’universo.

È l’infinito ipotetico universo, coi tre assi a dividere a mezzo l’universo in verticale, orizzontale e in profondità di spazio-tempo, e la loro intersezione è l’Origine non solo dello spazio. Ma anche del tempo.

Avremo le prove che l’inizio sta nel centro anche dal fatto che è la massa terrestre e lo spazio espanso nel suo intorno ciò che è apparso per primo.

Avremo con ciò la prova che la data al centro viene prima di quella che è creduta essere l’origine del Big bang nei tempi infinitamente lontani dal presente.

Giungeremo a scoprire infatti il periodo terrestre posto alla base della realtà e potremo calcolarlo esattamente negli anni, riferendolo al valore di 10.000 anni della realtà 10^4.

Capiremo che le unità sono 1, 10, 100, 1000… i valori interi espressi da una stringa binaria, ma appaiono nelle costanti fisiche espresse tutte coi numeri decimali, poiché l’intero si scinde in area trasversale invisibile e valore visibile soltanto nei flussi dei tempi decimali che estrapolano dal 10 tutte le sue differenti unità.

L’uso “modesto e irrilevante”

del ciclo 10 nella Fisica corrente

Accade alla Fisica di avere uno strumento in sé <potente> e di farne un uso assai limitato e modesto, proprio non avendone capito le vere potenzialità.

Come se fossero a costante contatto con il <Comandante unico> di tutte le unità di un esercito, e lo usassero per farsi servire un caffè, nell’ora in cui se ne sente il bisogno.

Questo <servizio> assai modesto e privo di vero senso interviene solo quando, per misurare ad esempio la h della costante dell’energia di Ma× Planck, che nell’interezza e: 0,000000000000000000000000000000000662607015 per evitare la <noia> di contare il numero delle cifre zero allora si ricorre al <modesto servizio del “cameriere” n. 10> e gli si ordina un: <10 alla meno 34 J s, please!>

Assumono come unitaria la prima cifra e con 6,62607015 × 10^-43 <credono> di avere espresso l’energia unitaria presente nella durata di un minuto secondo!

Ma non lo hanno fatto, poiché 10^-34 non è una dimensione anonima di cui ti servi in modo inconsapevole, chiedendo al <Generale> dell’esercito dei tuoi numeri di … portarti un caffè fatto di <J s>.

Infatti 10^-10 × 10^-10 × 10^-10 × 10^-4 = 10^-34 ha il <suo> significato “appropriato” reso tale proprio da queste potenze che con (10^-10)^3 indicano il volume unitario e con 10^-4 indicano il flusso spazio-temporale, e non <l’energia del tempo>, data da ½ di 10.

La dimensione dell’<energia> del tempo è data dal complesso della presenza data dal ciclo 10 <di ogni cosa> esistente in potenza, che esiste nell’unità ½ del tempo, e dunque è espressa dall’indice 5.

1 indica massa; 2 indica esistenza in area; 3 esistenza in volume; 4 esistenza in realtà; 5 esistenza nel tempo; 6 esistenza nel complesso dello spazio; 7 esistenza nell’intensità totale della luce data dall’unitaria candela.

Se l’energia deve essere misurata nel tempo di 1 secondo, ma si usa la dimensione 4 del flusso reale dell’Ampere, per definite l’energia di 1 Joule, si compiono gesti <inappropriati> proprio come quello di servirsi del Generale Comandante, per farsi portare un caffè.

La conseguenza <miserevole> è che 6,6260715 × 10^-34 Js non sta comandando <energia esistente nel tempo unitario>, ma quanto è <presente in intero> in materia di portata reale di flusso di energia, il che c’è quando l’energia non <esiste> in 1 secondo, ma si muove per i 10 secondi del flusso temporale.

Allora percorre 6 moti in <vai e vieni> sui 3 assi dello spazio, con la quantità, laddove invece il prodotto <Js> indica energia “in potenza” di muoversi nell’unità del tempo.

Il 6 unitario che il <cameriere> porta a chi l’ha ordinato male, reca l’indicazione (con l’indice -34) che l’energia si muove espansa nei 6 versi.

Ciò significa anche che la Fisica fa un uso <inconscio> (e dunque <insensato> del significato proprio della virgola.

Essa è il divisorio tra quanto “c’è”, è presente, e quanto “non c’è ancora” ma ci <sarà> in un futuro semplicemente <indicato> dal numero decimale, che esprime il numero delle volte che esso deve esistere primi di raggiungere con il tempo, la presenza 1.

0,62607015 indica 1 / 1,5972 e dice che serve il tempo di 1,5972 <volte> il divisore 1,5972 per realizzare 1,5972 / 1,5972 = 1 e fare divenire <presente> quello 0,62607015 che al momento non esiste <per niente>!

Non c’è! ci sarà in futuro, raggiunta <di colpo> l’unità.

È la stessa cosa ch’è nell’anno terrestre di 365,25 giorni.

Poiché 1 giorno è <intero> non è vero che alla fine di ogni anno che sia il tempo di ¼, e poi ricominci un giorno intero! Allora per tre anni i giorni interi sono esistenti soltanto in 365, e di colpo, il 4° anno, se ne aggiunge 1 solamente quando i 4 quarti sono divenuti l’intero!

Solo allorché la dimensione fisica, espressa da <Js>, si presenta nel suo numero adeguato, dato da 10^-35, soltanto allora essa è intera in 66 – solamente 66 – esistente “in potenza” ossia per come è il significato di <Js>.

In esso, J è energia “in potenza” e esprime con il prodotto (come in ogni prodotto) la <messa in comune> e dunque l’Energia unitaria insita, <racchiusa> in 1 secondo di tempo. Quanto è <oltre> il 66, ed è separato dalla virgola, non indica la presenza di quei decimali, ma soltanto la base matematica tipo 1/N che nel suo rovescio – dato da N/1 –indica il numero delle <sue volte> che è necessario affinché quel tempo dell’unità si <presenti> unitariamente.

Nello specifico della h di Planck, 0,26 indica – se ci riferiamo all’energia della terra, di cui 1 <s> è 1/86.400 –occorre che passino le 26 settimane che porteranno la Terra nel punto diametralmente opposto dell’orbita solare.

Per cui l’energia del minuto secondo è quella che lo muta in ½ anno di tempo in cui l’energia della massa terrestre entra in atto, nella sua unità.

0,2607, alla dimensione reale decimillesima, definisce la struttura di quel 26: essa è fatta di 7 giorni.

0,2607015 con 15/10^7 (alla dimensione 7 del moto di 3 nel 10) struttura i 7 giorni come 7+7+1, ossia come il flusso 1 del piano a lati 7 e 7.

La <Fisica Amodea> sta dimostrando di <comprendere> quello che la fisica non ha mai cercato di <capire>, credendo che in ciò non ci fosse nulla da capire … perché <era così e basta! Era un dato di fatto!>

Quando passerà tutto il tempo, che in 0,2607015 è uguale a 1 / 3,8358, allora occorreranno 3,8358 <volte> 1/3,8358 per divenire unitario.

Accadrà alla dimensione 662607015 × 10^-42 <Js> in cui -42 = 7 × 6 fa esistere la dinamica 7 in tutti i 6 <vai> esistenti nell’espansione centrifuga, determinando un nuovo assetto in quel 6 che contiene 3 in positivo e 3 in negativo e si equilibrano, ritornando a estere solo “in potenza”, intera.

Infatti – ove la dinamica è data dal vincolo 7 di una generazione sferica – ad ogni 7, 14, 21, 28, 35, 42, 49, 56, 63, 70 … - ci sono condizioni di raggiunto equilibrio, idonee a misurare combinazioni come quella tra l’unità dell’energia del Joule e quella del tempo nel fattore h di Ma× Planck.

In Fisica – finora – la scala della grandezza non è degnata di molta attenzione, soprattutto per il fatto che la fisica non dà alcun particolare significato al ciclo 10 della matematica usato per fare i calcoli.

Per questi uomini di scienza, se avessimo avute 12 dita avremmo costruito un ciclo numerico a 12 cifre e sarebbe stata la stessa cosa … il che per la <Fisica Amodea> non è assolutamente vero.

I numeri sono tutti cicli autonomi dati dalla somma delle due relazioni opposte che sono date da < N/N +N×N >.

Ciò porta a 2 il ciclo di 1, a 5 il ciclo di 2, a 10 il ciclo di 3, uguale a 2×5, interazione tra i cicli dell’1 e del 2.

Pertanto, ciò che è costruito <dal basso>, il ciclo dei primi 3 numeri naturali 1, 2, e 3, porta al ciclo 10 in cui tutti e tre esistono; e 10 è dato da 1+2+3+4, e coinvolge così il successivo 4, il cui ciclo 17 è con 2+5+10 la somma dei cicli dei primi tre n. naturali, nonché il valore del 4° n. primo 7.

Ebbene, anche se il ciclo 10 non avesse un suo valore essenziale nella costruzione di un mondo misurabile in numeri, basterebbe il fatto che il <metro>, il <chilo> e il <minuto secondo> (che già lo era) furono riferiti al

Sistema Metrico Decimale, per fare di questo Sistema il

Comandante Assoluto di tutta questa ideale ma concreta battaglia per arrivare a ben quantificare la Natura.

Infatti, dato che il metro fu dimensionato sul 40 milionesimo della lunghezza del Meridiano Terrestre (ossia sul 40 × 10^-6 che, col milionesimo del 10^6, misura in unità 10^6/10^6 il complesso in positivo e negativo del volume unitario), la conseguenza è che una realtà intera qualsiasi in metri è 4 volte la sua grandezza unitaria posta 1.

Noi stessi abbiamo dato questo <ordine>, ordinando in questo modo la nostra unità di misura, rispetto alla lunghezza in circolo di tutto il nostro mondo terrestre, e per diretta conseguenza tutti i valori unitari in spazio e tempo saranno (come il suo anno) 1 in tempo e tre in spazio, e avremo il numero intero nei giorni solamente quando gli anni saranno 4.

La Fisica, se cercasse l’unità del ciclo dello spazio e del tempo, lo troverebbe nel 4×10^6 posto in principio.

Ogni entità si fonda su un valore posto <in principio> e –se si vuole trovarlo sul “campo di battaglia ideale” che abbiamo simulato – certamente lo si ritroverà.

Così, nella ricerca della Realtà data dallo spazio-tempo nella sua presenza unitaria, abbiamo due modi di operare.

Il primo modo – certo – è quello della <Fisica Amodea> che parte dai <principi> posti a fondamento; dalla loro certezza poi si scende sul campo di battaglia per determinare con identica certezza anche il comportamento singolo e minuto cui è tenuto ogni soldato.

Il secondo modo di operare è <miope>: fa finta di non conoscere (o non considerare che un comandante esiste) e va ad osservare il comportamento di tutti i soldati di quella battaglia tra gli opposti, per vedere quali ordini abbiano essi ricevuti e siano stati sempre <ordini costanti>.

Se non valorizziamo come si deve il ciclo 10 che abbiamo eretto a comandante assoluto delle unità del SI (il Sistema Internazionale dei pesi e delle misurazioni) … procediamo sempre a tentoni con gli occhi bendati!

Ignoriamo l’unica conoscenza certa ch’abbiamo: che tutto – misurato nelle unità del Sistema Internazionale – è sempre dentro quel ciclo 10 in cui proprio noi l’abbiam cacciato!

Se invece ce ne serviamo, e sempre nel coretto modo di esprimere la h di Planck in 66 ,2607015 × 10^-35 J s, allora arriviamo a comprendere che queste 66 unità sono quelle che appaiono nella carica elettrica espressa giustamente in 16,02176634 × 10^-20 Coulomb (giustamente alla D. 20 che carica il ciclo 10 della sua stessa presenza 10).

Alla <consapevole> dimensione giusta di 10^-20, il 66 è 10^-6 dell’unità che è esattamente il 4 caricato di 4.

La dimensione 6, dell’assetto 3+3, è quella che giustifica anche la dimensione 7×6 con cui è rappresentata la h della energia di Planck in cui tutte le quantità leggibili sono intere.

Infatti alla D. 10^8 (della luce come 2,99… × 10^8 m/s) la carica dell’energia dà 6634 nella realtà secondaria, e mostra come nel successivo 1/100 l’energia potenziale si è attivata nel tempo ½ di 66 nella complessa unità di 10^-8.

Così il 34 che segue al 66, porta il 66+34 all’interezza del lato 100 della realtà.

Il lato 10, nella presenza 1, è 11.

Con tre componenti intere in positivo, abbiamo le +33 contro le -33 intere in negativo.

Tutte queste riflessioni non interessano all’attuale fisica, e quando essa carcava in lungo e in largo il Bosone di Higgs, la <Fisica Amodea> invano ha cercato di orientare le ricerche, avvertendola che il bosone della massa stava nella dimensione 4, della realtà, riferita ai 66/6 dell’energia.

Era quel 44 presente sia a dimensione 10 sia a dimensione di tempo decimo nel rapporto tra il flusso 299,792.458 della luce e la sua unità data da 207.542. 299.792.458:::207.542 = 1444,4905513100 fino all’unità atomica, denotava:

1000 come volume

0440 come il Bosone spaziale a D. 10. 0004,4 come il Bosone del tempo unitario decimo.

Ma è stato come un parlare al vento!

Idem quando, alla ricerca sul campo di scorgere l’onda elettromagnetica, la <Fisica Amodea> avvertiva: <Lo troverete nel tempo dei 10^-43 secondi in cui 10 × 10^43 è l’unità del 10^44 che vi mostra realmente distino il ciclo 10 in cui potere scorgere l’onda.

Infine hanno scoperto entrambi come la <Fisica Amodea> aveva invano predetto.

Il 44, nel ciclo terrestre, sta nei 1440 minuti primi esistenti in un giorno, e sta nel tempo di giorni 1,25 che si aggiunge ai 364 interi dati da 7×52, a fare un anno di 365,25. Infatti hanno misurato il Bosone in 125,35 Gigavolt.

Il “non uso” nella Fisica corrente del ciclo “generale” 10

Accade che, simultaneamente a un uso scorretto e privo di reale significato, la Fisica non usa il ciclo 10 per arrivare a cogliere quello che chiaramente esiste, ma appare soltanto negli effetti, nascondendo le cause.

È evidente che se il nostro sguardo segue la profondità dell’azze z dello spazio-tempo, sul piano frontale risultano visibili soltanto le quantità di flusso, mentre è realmente invisibile tutto quanto è realmente presente, ma disposto sul piano zy (ove il flusso visibile è in ×) e sul piano z× (allorché il flusso visibile è in y).

Quando la realtà intera ha le 4 dimensioni di 10^4, esiste tutto ciò che in essa è contenuto, e l’unità del volume è la massima, a dimensione 3, dello spazio.

Quindi di esso esiste anche il piano 10×10, ad esempio se esiste nel piano ×y e viaggia in orizzontale, seguendo l’asse z, è il volume 10^3 a mostrarsi in 10x, poiché l’esistenza del piano trasversale 100, che ha causato la riduzione di 1000 al suo lato, c’è, ma non appare.

Pertanto, allorché la fisica osserva la presenza 10, esiste il volume 1.000, poiché c’è anche il piano 100, al lavoro, ma è invisibile.

Già questo dovrebbe suggerire ai fisici che anche quando appare la h dell’energia di Ma× Planck correttamente espressa in 66,2607015 × 10^-35 Js ci sia qualcosa di <trasversale> che certamente c’è, ma non si vede.

La <Fisica Amodea> allora entra in azione e <spiega> ai Fisici che nemmeno si sono mai posti la questione, che cosa ci sia e non risulti!

Ove l’intero in questa costante è 66, questo è un flusso appartenente al piano con area 100 che quando si esprime essa pure in lunghezza unitaria, diventa 100×1, il che è poi espresso dal 101 unitario che intanto è una area 100 avente 100 in lunghezza e 1 in altezza.

Dove sono i numeri a fare testo, sono solo essi ad esistere… e basta.

Se 66 è contenuto nel 100, lo è in lunghezza anche se 100 è un’area! Infatti 100×100 è tutta la realtà 10^4, per cui il 66 presente nell’energia “in potenza” esiste nel 100, ed è soltanto questo ad essere l’intero, poiché allora esiste un 34 “trascendente”, invisibile nell’area trasversale in cui esistono i due lati di un 17 elettrico e un 17 magnetico.

Questo 34, utilizzato oggi a dimensionare questa costante con 10^-34 Js, non è il flusso, ma è la sua espansione trasversale come valore medio nell’unità della realtà.

E si dimostra legato alla dimensione 4 del flusso reale, quando si consideri che 17 è il numero <ordinato> dal QUARTO numero primi, che, in 2357, mostra il 7 come il QUARTO, ed è questo <ordinale> realmente che <ordina> mediante il suo valere 17.

L’ “uso” sensato in <Fisica

Amodea> del ciclo 10, nella <c> della luce

L’uso del 10 sta nel fatto che 299.792.458 m/s stanno nell’intero 10^9 = 1.000.000.000, il quale è unitario e contiene questo intero flusso lineare di metri. Che passi, o sia 1 s di tempo, ora non ci interessa.

Alla <Fisica Amodea> importa il fatto che nell’estensione della progressione binaria data da 1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000 10.000.000 100.000.000 1.000.000.000 fino al 10.000.000.000=10^10, il 299.792.458 non esiste. Allora è certo contenuto <almeno> in 1.000.000.000 e quello che di esso non si vede è <trasversale> al flusso! Se considerate che questo vale per ogni quantificazione decimale, la <Fisica Amodea> apre l’immenso spazio di indagine volta a conoscere tutto quello che c’è ma non appare nelle costanti fisiche che sono sempre espresse nei numeri decimali e non in quelli binari che le contengono.

Per mostrare che cosa ha potuto <smascherare> la <Fisica Amodea> sulla velocità della luce è che 10^9, meno 299.792-458 dà il 700.207.542 lineare che, ripartito sulla lunghezza del lato elettrico uguale al lato magnetico, mostra che 350.103.771 metri quantificano la lunghezza di ciascuno. Poiché sappiamo che 10^6 è lo spazio unitario in tutto il suo complesso, esso è 103.771 nel lato sia elettrico, sia magnetico.

Possiamo verificarlo facendone il volume dato da 103.771^2 × 299.792.458.

Il volume risulta 3.228.291.232.784.833.978 m^3.

Essendo dissimile nei lati 3 √ 3.228 .291 .232 .784 .833 .978 determina il lato 1.477.942,60523747 rappresentato fino al dettaglio della realtà complessa.

La <Fisica Amodea> è in grado di dettagliarne facilmente la composizione:

1.477.940,00003747 è il moto 4030 in 7777 ove 30=10+10+10 e 4000 è realtà

1.477.940,60523747 le 52 settimane (1 anno) nei 6 versi

1.477.942,60523747 7×7×7×7×7×7 +(moto 100 in 1000)

1.477.000,60523747 flusso 77 più realtà 400 a D. 10^3

1.000.000,60523747 flusso complesso 10^3 × 10^3

Come è evidente, la realtà 10^6 è in pieno moto, rappresentato dalla realtà 400, dalla c^2=3×3, dall’anno nel suo totale <vai> e dal moto di 30 e 400 in 7777.

Quando è 1.477.942^8 (il complesso della realtà) è 2,27646276499 alla D. 10^(7×7).

È cioè intero in 2 (moto 1 di 1), nel periodo del 27646, in cui il vol. 3^3 =27 assoluto, è unitario in 26/1 (uguale in cabala ebraica IHVH=26, =DIO, italiana quando DIO è 1 e nella sua struttura sta cogli Elohim=646 di Dio).

Avuto conferma <in assoluto>, la velocità della luce nel lato intero 700.207.542/2 = 350.103.771, porta al volume 36.746.356.167.502.615.384.833.978 in cui 367 × 10^23 accorpa l’anno assoluto 365+1+1, alla D. 10^23 della mole.

Segue all’anno assoluto, il ciclo 46310217, contenuto in:

46.356.167 × 10^15 (dimensione dello spazio-tempo)

46.310.217 è il periodo di 4631,0217 anni

00.045.950 è il moto di 5050 in 5000 (è il tempo ¼ di 100+100, in 50, che è periodico), cui segue infatti un altro 50.

La somma di tutte le dimensioni espresse nelle migliaia come 36+746+356+167+502+615+384+833+978, porta al 4.617 che – rispetto al ciclo 4631 – ha scorporato il 26 che è la <divina> trascendente dinamica unitaria di tutte le terne.

È il Dio creatore dell’anno in 7 giorni esistenti nelle quantità 26 del Padre e 26 dello Spirito santo, a comporre le 52 settimane in tutto il <vai e vieni> in circolo, poiché 7 è il vincolo dell’espansione sferica da una sola origine.

Poiché essa origine è datata 1938,0125

+38,0125 - 01,2662 è il moto in negativo unitario, 1, nel tempo palindromo 0,2662 di Dio.oid (o identico a lui) =36,7463 alla D.10^24 delle ore preso nel totale di 036.746.356.167.502.615.384.833.978, volume intero di luce alle 26 cifre di DIO.

In questo: 0367 4635

5002 è esattamente il volume 5000×1×1 da 5000+1+1, essendo soltanto il moto in positivo della realtà 10.000 quando esiste in positivo e in negativo.

+4998, complementare a 5002 in 10.000, - 0367 il volume totale della luce, anni assoluti della terra =4631 ciclo degli anni assoluti della terra!

A parte l’estrema bellezza di tutto questo, passiamo alle reali conseguenze.

Alla sola dimensione 10^6 dello spazio complesso, il piano elettromagnetico è lungo 207.542 metri, e sono esattamente quelli che mancano ai 300 milioni che sono dati da tre assi di 10^10 unità ciascuno.

3 × 10^10 diviso per l’area 10^2 dà il flusso lineare di quest’area al quadrato, ed esso è 300 milioni di metri.

È una presenza simultanea, ossia in cui non esiste differenza di data in tutti i metri 300.000.000 che esistono in 1 secondo di presenza simultanea.

Possiamo anche dire cha da 0 fino a 300 milioni di metri si è impiegato 1 minuto secondo di durata.

Si riducono a soli 299.792.458 quando, <in principio>, ossia prima di essi, si mettono 207.542 metri già trascorsi, e allora ne restano soltanto 299.792.458 e sono quelli che risultano dalla velocità della luce nel vuoto.

<Fisica Amodea>: 207.542 m è l’unità elettromagnetica .

200.002 è la sequenza 10^5 +10^5 +1+1 dei lati elettrico seguito da magnetico; 007.000 è il flusso di 3.000, il 10.000 di realtà unitaria come unità della massa del volume; 000.540 è unità intensità della candela 540 ×10^12 Hz; 207.542 e volume in linea, massa e intensità della luce.

Ora accade che se divisiamo 299.792.458 m di percorso da fare, per 207.642 m di percorso già fatto, troviamo quanto percorso da farsi è relativo a ognuno dei metri percorsi. Si divide il futuro per il passato e si ottiene;

1.444,4905513100 fino alla D. atomica di m 10^-10. La <Fisica Amodea> è in grado di analizzare questo FUTURO che tocca a ogni unità di passato.

1.440,4905513100 è la presenza dei minuti di 1 giorno; 1.444,4905513100 è la presenza di 4 anni per 1 giorno; 1.440,4905513100 piano 7×7/100 nella realtà di 10/2 che, ×77,11758921 dà 157,2224041 anni in cui è da aggiungere 1 giorno dato dai 549,54 s in anno siderale che dividono 86.400 in 157,2224041;

1.440,0000500000 è 500.000, flusso magnetico atomico; 1.440,0000010000 è 10.000 di realtà atomica; 1.440,0000003000 è volume 1000 sui 3 assi atomici; 1.440,0000000100 è il lato della realtà atomica.

0,4905 × 77,11758921 in questo numero è il movimento di 0,6602 in 77,7777 di pieno tempo in movimento, ed è il moto dell’energia di 66/100 del lato 100 della realtà che esiste nei lati 1 e 1 dell’area a dimensione decimillesima della realtà unitaria in 10.000.

La struttura di questo tempo, è data da:

1.000,4905513100 è il volume;

1.444,4905513100 è la realtà spaziale;

1.440,4905513100 è la realtà nel tempo; 1.440,0905513100 è la dinamica di 10 in 100/1000;

1.440,0005513100 è la realtà elettrica;

1.440,0000513100 è la realtà magnetica; 1.440,0000010000 è la realtà atomica;

1.440,0000003000 è lo spazio 3 a D. 10^3 atomico; 1.440,0000000100 è il lato della realtà atomica.

Ciò dimostra come 207.542 è il valore unitario dello elettro-magnetismo.

Quando lo spazio percorso dalla luce si esprime nella sua unità il tempo reale di 207.542, genera il giorno terrestre, al quale si aggiungono i giorni in più.

Esattamente come indicato dal 1444,4905513100 fino al dettaglio intero atomico esistente in 100 Angstrom.

Quando esaminiamo il rapporto inverso, dividendo 207.542 per tutti i metri percorsi dalla luce in 1 secondo, allora abbiamo che a ogni metro percorso dalla luce tocca 0,0006922855944.

Poiché 10^5 è il lato dell’elettromagnetico piano 10^10, a ogni 100.000 m di lato elettrico vanno aggiunti anche 69,22855945 fino alla dimensione complessa della realtà.

Allora, a ogni 10^5 metri, toccano 69 m percorsi dalla luce e 59 indica tutto il moto di 1 in 70.

Ce li ritroviamo in Bibbia come <tutti coloro che uscirono dal sangue di Israele e entrarono in Egitto, Padre escluso>.

Di essi 66 vi entrarono, e tre erano già lì: Giuseppe e i due figli natigli in Egitto.

Israele e la sua progenie rappresentano il moto totale 70 di 10+10+10 in 100.

Giuseppe e i due figli, che sommati a 66 (in potenza) portano al reale 69, danno un valore che, sommato a tutto quello di 100 in 1.000, è il 969 che nel suo <vai e vieni> sta alla base dell’anno 1.938 nei suoi due mezzi.

69, da solo, nel suo tempo della realtà 10.000 divisa per 69, determina 144, ed è l’area 12×12 che è il 12° numero delle serie di Fibonacci.

Nel mio caso personale e in gematria, 144 è il valore dei nomi Romano=66 e Antonio=78=26+26+26.

Il Romano Antonio (suicida in Egitto e eterno secondo al potere Romano) è in 144 il Simbolo cabalistico dell’Unità, data dal 66 dell’energia, in potenza e dalla Trinità del DIO=26.

++.854.297.992 il flusso magnetico della luce a ritroso

++.299.792.458 che è il flusso della luce al diritto

=1.154.090.450 si rivela 1/8 di 3.600, in 3600/4 dati da 90, laddove 360, diviso per 6/9, è 54; ove 6/9=0.666666 è l’eterna energia in cui il primo 11 è la presenza 1/6 di 66.

1.154.090.450 di questa strana misura (dell’elettricità e magnetismo della luce) è così l’energia di 66/6 ×10^8 (alla D. della luce) essendo reale in 54×6,6666…=360° di rotazione alla dimensione di tutto lo spazio complesso 10^6.

Nel mentre si realizza a 360°/4 alla dimensione 10^4 della realtà, e in 3600/8 alla dimensione unitaria dei metri.

I 207.542 m già percorsi dall’unità della luce (moltiplicandosi per i 29,9792458 in cui è unitario il 10° numero primo) attivano 6.221.952,6318236, in cui mancano 14 anni all’iniziale 1938, all’interno della realtà 400 del flusso 222 dato dai 666/3 dell’energia alla D. 10.000.

In 6666,6666 di energia potenziale la data presente in inizio, il 1938,0125 esiste per 3,43995025 volte che sono data dai 10/3 = 3,33333333 +0,10661691 che sono il tempo dato dal moto di 10/100, l’energia potenziale reale di 66/10^4, la carica elettrica 16/10^6 è il moto assoluto 9 in 100.

Questo è davvero tutto il moto che, partendo dalla data del 1.938,0125 si tramuta tutta in energia potenziale.

Ora si pone una altra questione, ed è questa: la velocità della luce non è 3/1 ma 2,99 e rotti avendo trascurato ciò che – aggiunto in linea sulla sezione – lo muta in un totale 3/1.

Perché allora, il flusso totale è stato riferito al 10^9 anziché a 3 × 10^9 che conserva la forma di un 3/1?

La risposta immediata è che 3 è un numero decimale e non binario; il suo volume – comunque – si è mostrato in 36.746.356.167.502.615.384.833.978 m^3.

Ridotto a forma cubica attraverso la sua radice cubica il suo lato è 332.458.999,35016755, definito fino ai 10^-8.

+333.333.333,33333333

- 332.458.999,35016755

=000.874.333,98316578 dà la distanza dal periodo 3 essendo stato tutt’ora 437.166,99158289 il lato trasversale al flusso (o qualche altro ente) a <mettersi in mezzo>, sia che lo si voglia, sia che no.

Come mai? Di che cosa si tratta?

La <Fisica Amodea> ha la risposta nei numeri stessi. Entrano in azione: l’energia 66; il lato 100 della realtà in cui essa esiste; il 7.000 della massa che si rivela anche in 207.542; il 30.000 unitario dello spazio nella realtà 10.000; essendo infine 400.000 la realtà alla dimensione 10^5 dell’elettricità e magnetismo, nell’unità di 10^10.

In quanto al tempo 0,991588289, la realtà secondaria 8289/10^8 è il moto di 1711 in 10.000; laddove 1111+600 è il suo flusso unitario nei 6 versi centrifughi a lunghezza 100, dimostrando d’essere il flusso unitario che va <ovunque>. 0,9915 di realtà primaria è a sua volta il flusso di 85 decimillesimi in 1, ove 80 è il complesso della realtà, e 5 è il tempo ½ di 10, che lo riduce soltanto al moto in positivo. Noi semplicemente <non leggiamo> che è un 10^9 diviso per 3, e che è divenuto un 3 periodico, poiché il calcolo matematico non è in sé <stupido>, tanto che antepone sempre un valore posto <in principio> sulla cui base poi può misurare i suoi multipli o sottomultipli.

Se nel lato avessimo conservato la <forma> del 3, anziché usare quella 1 del tempo, avremmo avuto il triplo del 3 periodico e non ci avrebbe portato ad altro che a 3 × 333.333,33333333 = 999.999,99999999.

È quello che, sommata l’unità base del 10^-8 , riporta il tutto a 10^6, complesso unitario dello spazio 10^3 × 10^3. In potenza di potenza, cioè in (10^3)^3 è 10^9.

Così è dimostrato che, aggiunte le distinte unità che sono chiamate in causa (e che si mettono come <già esistite>) per calcolare l’esistenza residua, serve 4 ×10^5, 3×10^4, 7 × 10^3, 10^2 e 66, nei calori interi; serve 85/10^4 e 1711/10^8 nei valori decimali; occorre il lato 333.333,3333… che è la velocità 3/1 divenuta periodica e riguardante l’unità di 1.000.000 che esiste nel suo tempo 1/3.

Ora abbiamo scovato un tempo 0,1711 nella realtà di questo periodico flusso 3, e io non sono sorpreso del fatto che il libro di Bibbia 1711, leggibile come libro 1 (Genesi), capitolo 7 versetto 11, è il seguente:

Genesi 7,11

nell'anno seicentesimo della vita di Noè, nel secondo mese, il diciassette del mese, proprio in quello stesso giorno, eruppero tutte le sorgenti del grande abisso e le cateratte del cielo si aprirono.

Questo 0,1711 è il soggetto reale del tempo che si pone in atto nell’eterno periodo 0,3333 della luce, mostrandosi solo nel suo moto dato da 8289/10^8.

L’esegue nella realtà secondaria del soggetto unitario che si è posto a base della velocità non della velocità lineare della luce, ma del suo volume a D. 3/1.

Completate tutte le parti in causa, perché è venuto non un 3/1 bensì il volume 36.746.356.167.502.615.384.833.978 m^3, dal quadrato di 700207542/2 × 299.792.458?

La risposta è:

<è venuto esattamente il lato 333.333,33333333, dato dalla radice cubica di 36.746.356.167.502.615.384.833.978 quando essa introduce le unità estrapolate, poiché poste in principio come i <tempi> sui quali calcolare poi i loro spazi, 332.458.999,35016755 / 437.166,99158289 = 760,48513668, rapporto lineare, è il 10×66 dell’energia +100.

333.333.333,33333333 / 437.166,99158289 = 762,48513668 ha in più esattamente il piano trasversale a lati 1 e 1, e questo dimostra come quello che manca a 333-333333.33333333 ed è nel suo tempo ½ della presenza soltanto

in positivo il 437.166,99158289 che ho calcolato prima dipende dal piano unitario trasversale. Esso esiste, ma non risulta esserci, essendo trasversale. 333.333.333,33333333 / 874.333,98316578 = 381,24256834 è la dimostrazione che il periodico 3, diviso per quello che manca rispetto al lato del volume della luce, in forma cubica, è dato dalla sommatoria dei primi 16 numeri primi che danno tutta la dinamica reale.

Anche 0,2425 (la realtà primaria) si mostra nel periodico 0,2525 in base alla misura fatta da 1/100 del lato 100.

6834/10^8 altro non è che 6634 (la realtà complessa nella carica elettrica di 10,02176634 × 10^-20 Coulomb) la quale, a dimensione del 66/10^6 dell’energia, si presenta in atto nei lati 1+1 del piano <di taglio> al flusso in potenza 66. Riepilogando:

350.103.771 × 350.103.771 × 299.792.458 dà il volume

36.746.356.167.502.615.384.833.978 m^3 in forma lineare.

3 √ 36.746 .356 .167 .502 .615 .384 .833 .97 = lato 332.458.999,3501675 ha quanto manca al periodico 3 come il piano a lunghezza

874.333,98316578.

Il flusso intero 333.333.333,33333333 sta alla lunghezza

874.333,98316578 dei due lati del piano, così come 381,24256834 sta a 1

Diviso per il flusso in positivo dato dalla metà è il doppio, è 762,48513668.

È 2 in meno con 332.458.999,35016755 / 437.166,99158289, anziché 333.333.333,33333333 diviso per il solo flusso in positivo esistente sul piano.

Il che dimostra che l’ammanco al 333.333.333,33333333 dipende dall’area a lati 1 e 1, aggiunta a 760,48513668.

Io ho portato a titolo di esempio il lavoro che è stato possibile, basato sul fatto che i numeri decimali entrano in campo solamente per misurare quello che accade alle unità

intere: si dividono in lunghezza di area, che non appare, e nei flussi delle varie costanti che appaiono, e sono TUTTE.

Provate a immaginare il lavoro simile a questo fatto dalla <Fisica Amodea>, fattibile su tutte le costanti e su tutti i numeri decimali nessuno escluso!

2, 3, 4, 5, 6. 7. 8 e 9 da soli NON ESISTONO!

Quello che manca a ciascuno, a completamento del suo ciclo 10, esiste nella lunghezza dei due lati del piano trasversale e soltanto la metà di esso esiste in positivo.

Il 96% della <massa assente> dell’universo lo è poiché è trasversale al reale 4% visibile, mentre 48% + 48% sono i lati del piano invisibile… i 4 giorni.

Noi non possiamo misurarla, poiché l’asse in profondità z della visione in profondità di spazio-tempo comanda su quale piano frontale l’Osservatore veda il flusso spazio-temporale 4, e invece non veda il 48 corrispondente a due giorni di 24 ore, così come l’invisibile 96 corrisponde a ore 24×4.

Non sono quelle <giornaliere> ma quelle presenti in 2^10 = 1.024, in cui 10^3 ruota in 24 sue <ore>.

La massa è dinamismo in atto e per apparire tutta nel tempo, implica realmente 4 giorni di osservazione, i quali, con 24% ogni giorno, in 4 giorni arrivano a mostrare tutto quello che sembra assente solo essendo dislocato <nel futuro>.

Tornando allora alla velocità della luce, se in positivo esistono soltanto 103.771 metri, è soltanto questo flusso in positivo a combinarsi con la lunghezza percorsa dalla luce in 1 secondo.

Con questo, dà l’area di 31.109.763.159.118 m^2, la cui radice quadrata ne esprime il lato 5.577.612,67560934. In esso, l’unitario E.M. 5.555.555,55555555 si è mosso del 22.057,67560934, ch’è il piano di 11.028,83780467

metri di lato, trasversale, che mostra 66/6 di flusso unitario di luce a dimensione 10^3, nel moto reale di 7+(7+7+7).

5.555.555,55555555 / 22.057,67560984 = 251,86495865 è la presenza del tempo ¼ di 1.000.

Diviso per il solo lato trasversale, metà dell’area è 503,72991731 ed è l’intero spazio 3 esistente in 1.000/2.

Pertanto il flusso unitario elettromagnetico periodico in 5 sta all’area reale come 503/1.

Non dimenticando che il valore decimale non c’è mai in presenza ma è un puro indicatore del numero delle volte che deve esistere, prima di <presentarsi> (infine!) in 1.

È soltanto in una realtà unitaria ampliata fino a 10.000 volte l’unità, che entrano in campo reale i decimillesimi.

È in quella ampliata fino a 10^8, che sono presenti anche le unità 10^-8.

Per questo la <Fisica Amodea> le esprime quando vuole definire ciò che accade nel tempo <futuro> 10^8 di 10^-8.

Lavoro importante è spalancato dalla <Fisica Amodea> per tutte le costanti della Fisica, una volta che Questa si sia resa conto di avere imposto un <Duce supremo> alle unità di misura imponendo il Sistema Metrico decimale.

L’ignoranza vigente tiene ancora in piedi unità come la iarda, il miglio, e tutte quelle a ciclo 12, caparbiamente difese da tutti coloro che non hanno accettato le assolute ragioni a monte del Sistema Internazionale dei pesi e delle misurazioni.

Tutto questo ancora nemmeno era stato <ventilato> al Fisico Prof Fazio che già si era stupito – quasi 30 anni orsono – delle scoperte fatte da me fino a quegli ultimi anni del millennio passato!

Quello che la <Fisica Amodea> ha posto in luce dopo è stato molte volte più importante e innovativo.

Analisi

dettagliata della <Fisica Amodea> sulla creazione assoluta della presenza 1/3 dello

spazio di tempo comprovando la Bibbia

Genesi 5

1 Questo è il libro della genealogia di Adamo. Quando Dio creò l'uomo, lo fece a somiglianza di Dio; 2 maschio e femmina li creò, li benedisse e li chiamò uomini quando furono creati.

3 Adamo aveva centotrenta anni quando generò a sua immagine, a sua somiglianza, un figlio e lo chiamò Set. 4 Dopo aver generato Set, Adamo visse ancora ottocento anni e generò figli e figlie. 5 L'intera vita di Adamo fu di novecentotrenta anni; poi morì.

6 Set aveva centocinque anni quando generò Enos; 7 dopo aver generato Enos, Set visse ancora ottocentosette anni e generò figli e figlie. 8 L'intera vita di Set fu di novecentododici anni; poi morì.

9 Enos aveva novanta anni quando generò Kenan; 10 Enos, dopo aver generato Kenan, visse ancora ottocentoquindici anni e generò figli e figlie. 11 L'intera vita di Enos fu di novecentocinque anni; poi morì.

12 Kenan aveva settanta anni quando generò Maalaleèl; 13 Kenan dopo aver generato Maalaleèl visse ancora ottocentoquaranta anni e generò figli e figlie. 14 L'intera vita di Kenan fu di novecentodieci anni; poi morì.

15 Maalaleèl aveva sessantacinque anni quando generò Iared; 16 Maalaleèl dopo aver generato Iared, visse ancora ottocentotrenta anni e generò figli e figlie. 17 L'intera vita di Maalaleèl fu di ottocentonovantacinque anni; poi morì.

18 Iared aveva centosessantadue anni quando generò Enoch; 19 Iared, dopo aver generato Enoch, visse ancora ottocento anni e generò figli e figlie. 20 L'intera vita di Iared fu di novecentosessantadue anni; poi morì.

21 Enoch aveva sessantacinque anni quando generò Matusalemme. 22 Enoch camminò con Dio; dopo aver generato Matusalemme, visse ancora per trecento anni e generò figli e figlie. 23 L'intera vita di Enoch fu di trecentosessantacinque anni. 24 Poi Enoch cammino con Dio e non fu più perché Dio l'aveva preso.

25 Matusalemme aveva centottantasette anni quando generò Lamech; 26 Matusalemme, dopo aver generato Lamech, visse ancora settecentottantadue anni e generò figli e figlie. 27 L'intera vita di Matusalemme fu di novecentosessantanove anni; poi morì.

28 Lamech aveva centottantadue anni quando generò un figlio 29 e lo chiamò Noè, dicendo: «Costui ci consolerà del nostro lavoro e della fatica delle nostre mani, a causa del suolo che il Signore ha maledetto». 30 Lamech, dopo aver generato Noè, visse ancora cinquecentonovantacinque anni e generò figli e figlie. 31 L'intera vita di Lamech fu di settecentosettantasette anni; poi morì.

32 Noè aveva cinquecento anni quando generò Sem, Cam e Iafet.

Il sensato “uso” del 10 porta la <Fisica Amodea> a dettagliare i 9 primi fattori della struttura del tempo decimo nei reali 1938/3 di spazio=3

Esistono 9 rapporti di causa ed effetto, nell’unità avanzante totalmente in 10.

Primo è il 10^3 dato dai lati 10+10+10 se moltiplicati, mentre è 100 il lato della realtà 10^4 data da 100×100.

Allora la causa va da -400 fino a +400 in tutto il suo complesso, mentre il suo effetto è 10+10+10 + il lato 100.

Risulta apparentemente non dato – rispetto al 10^3 che va dato a ciascuno dei 9 fattori – quel 70 che è il moto di 130 nel totale 200 dei due lati 100+100 della realtà.

Ci sono 9 cause ed effetti simili, uno dell’altro, come è in un uomo: è figlio di suo padre finché non ha un continuatore come suo figlio, il che lo rende a sua volta padre.

La sequenza delle 9 cause in valori interi, che sortiscono ad una ad una un effetto che è decimale, e che poi diventa causa intera di un altro effetto decimale, si imposta su 9 tempi espressi in anni e che, nei valori interi, sono dati:

1°, da 1.000 -70 (creazione), così riceve 930 anni; 2°, da 1.000 -88 (moto di 12 in 100), ha 912 anni 3°, da 1.000 -85 (m. di 10+5 in 100), ha 915 anni:

4°, da 1.000 -90 (m. di 10 in 100), ha 910 anni:

T. da 4.000 -333 (flusso di 667 in 100), 3667 anni.

I primi 4 Fattori, che formano la realtà, hanno in verità avuto 1.000 anni ciascuno, poiché la somma 333 che non sembra data è l’energia in potenza presente nel tempo ½. Per cui i primi 4 della realtà – avendo avuto l’energia potenziane, che c’è ma non si vede – sembrano averne avuti solo 3667 che però sono tutto lo spazio 3.000, sommato a tutta l’energia 666 veramente data nel tempo unitario di 1.

5°, da 1.000 -105 (m. di 1+4×26), ha 895 anni:

6°, da 1.000 -38 (m. di 2 in 40), ha 962 anni;

7°, da 1.000 -635 (m. di 31 in 666), ha 365 anni;

T. da 3.000 -778 (m. 777 +1) totale 2222 anni

I tre successivi ai primi 4 (che sono la realtà del moto dell’energia) sono lo spazio intero in 3.000, e sembra essergli trattenuta tutta la dinamica della creazione data da 777+1, che è invece quanto proprio esiste interamente tanto che ai tre è dato il flusso totale 1/3 dell’energia potenziale 6666.

Nei primi 7, con -333 -778, sembra essere trattenuto in totale -1111 che sono che sono la metà dei 2222 dati ai tre; come il piano unitario a lati 1111+1111.

Con ciò è creata l’unità del tempo 1/2, nel moto dei sette fattori, tanto che è dato a tutti e sette, in anni, 3667 +2222 = 5889, il che è il movimento di 1111 (flusso dei 6666/6) che è quello unitario dell’energia in potenza, all’intero del 7000 con cui ha dato 1.000 a ciascuno dei 7.

Il 1.111 che, in apparenza non sembra dato, è invece l’unità posta in principio come già percorsa, mentre resta 5.889 ancora da percorrere dalle vite dei primi 7 fattori.

Agli ultimi due è da dare soltanto un tempo di pura presenza, poiché coi primi 7 il bilancio unitario è definitivo.

8°, da 1.000 -31 (m. di 1 +30), ha 969 anni:

9°, da 1.000 -223 (m. 1 di 666/3), ha 777 anni

T. da 2.000 -254 (m. 4 +1000/4), 1746 anni

L’apparente trattenuta di 254 è il puro tempo di presenza dato da 4 e dal tempo ¼ del 1000 dato a ciascuno.

I 1746 anni dati sommano solo anni di presenza.

La trattenuta totale con -1111 -254 = -1365 è data da un 1000 unitario e dei giorni 365 dell’anno.

Il totale in anni che è dato ai 9, con 5889 +1746 = 7635

I 9.000 dati a tutti sono scomposti in 1365 +7635.

I 1368 apparentemente non dati, sono il valore posto in principio in cui esiste 1000 +365, e sono i due principio di 10^3, e 356 degli anni uguali ai giorni in ogni anno.

Non sono tolti, in verità, ma – essendo stati posti in principio come già esistenti – il moto in 9.000 anni sta soltanto negli anni ancora da trascorrere, ad uno ad uno e ciascuno per gli anni in cui è stato effetto della causa padre, espressa nel tempo 1/10 in quanto “figlio” del 10/1 con cui causa ed effetto formano una unità.

Il rapporto dato ai 9 è il seguente e con il suo valore:

1. 800/13,0 = 61,538461 periodo presenza Universo

2. 807/10,5 = 76,857142 periodo Energia Uni-versale

3. 815/09,0 = 90,5 periodo moto E.M. in ¼ di 360°

4. 840/07,0 =120 moto 10 in 6 centrifugo +6 centripeto Parziale =348,951159 periodosettiman.26+26in400

5. 830/06,5 =127,692307 period. 3^3 di lato reale 100

6. 800/16,2 = 49,382716049 periodica area 7×7

7. 300/06,5 = 46,1538461 periodo di 4 in ¼ di 100+100

Parz. di 3 = 223,22886989553656 periodo 1 +666/3

Parz. di 7 = 572,180029846696513363 periodo4×7in600

8. 782/18,7 = 41,81 periodica presenza 1 di realtà 40

9. 595/18,2 = 32,692307 periodica presenza di 2^5

Parz. di 2 = 74,510489510489 periodo settim. 26 in 100 646,690519357186023852 periodo 10+10 in 666

646, in Bibbia è il nome Elohim. Sono l’insieme del 1°, Assoluto e trasceso nel 1° relativo e nel 3° reale e di nome Set, padre di altri sette; tutti essendo una pluralità di emanazioni supreme simili a chi crea in settimane.

Strutturati in modo tale che il primo dà il periodo base esistente nell’Universo; il secondo lo muove nello spazio; il terzo lo fissa precisamente nell’unitario tempo periodico dato da ½ di 10.

Il quarto muove la terna in tutti e 12 i versi di una espansione e ammassamento relativi all’Origine del tempo.

La terna successiva analizza e quantifica lo spazio di moto totale della realtà a quattro dimensioni data dai primi 4 fattori.

Col settimo è fissato in anni il ciclo dei 365 giorni terrestri.

Gli ultimi due, con precisione, aggiungono; con l’8° il tempo ½ della presenza degli anni 1.938 esistenti all’Origine della Terna Cartesiana di riferimento spazio-temporale; con il 9° tutta l’insita dinamica dei 777 anni vissuti.

Qui di seguito analizzo i singoli 9 fattori, spiegandone tutte quante le legittime ragioni, in chiave di <analisi> ossia di scomposizione nei singoli elementi determinati ciascun fattore, in linea precisa di causa ed effetto.

Fattori Supremi

I primi 4: spazio-tempo presente.

N. 1 Realtà complessa ogni unità di ciclo 10 di presenza e spazio 3

800/13

In 800 è presente il complesso 8 del lato 100 della realtà 100×100, per cui c’è “tutto”.

In 13 v’è l’intera presenza 10 del ciclo numerico, assieme all’unità 3 dello spazio.

La divisone tra loro porta a quanta realtà complessa basata sul lato 10 dello spazio 3 tocchi a ciascuno dei 13 e ne risulta la presenza spaziale nell’Uni-verso in positivo, essendo riferito al 13 che è il tempo 1/4 delle 52 settimane della terra, e quindi lo riferisce alla creazione basata in 7 giorni, basata sul vincolo sferico 7 di un moto relativo aa un centro.

800/13 dà a ogni 1/13 quel 61 che è la presenza 1 di un 10 esistente nei 6 versi da o verso il centro.

61 è nell’eterno periodo 538461 dato da un’onda reale che esiste in 0,999999 (l’unità) con 538 come “alto” e 451 come il suo “basso”, con una altezza d’onda di 77 (l’unitario moto nel tempo 1/6 del 66 dell’energia potenziale 66, in un 11+66).

L’alto, dato da 538, già si riferisce all’anno 38 sito all’Origine, e presente nel tempo 1/2 del volume intero 10^3.

+04040004040004 è il soggetto reale che si muove +06153846153846 in questo eterno periodo =10193850193850 rispetto all’origine nel tempo di 100/2.

Il soggetto reale 404.000 è l’insieme della realtà data da 1.000+3.000, e di quella 100.000+300.000, il quale agisce s ogni 615 aggiungendoli il 404 che lo porta perennemente al 1.019 in cui il tempo ½ di 10 esiste nel 1.024 dato dal 2^10 in cui il 1° numero primo assume la potenza di 10. 404.000 a sua volta è il moto della realtà 40.000 esatta della realtà di 4 volte 10^4 che si trova in 444.000 e si evidenzia nel suo moto, tramite le sue due realtà estreme, sempre sapendo che 444 è la realtà in moto dell’energia 666 quando, da potenziale, si realizza nel tempo dei suoi 2/3 che la fanno restare sempre nel piano a lati 222+222, quando il suo flusso 222 è proprio della massa del Bosone di Higgs.

La <Fisica Amodea> aveva anticipato come questo Bosone (che tutti invano cercavano da anni), consisteva nel suo essere il piano trasversale a lati 22 e 22, per un totale di 44, all’interno dell’energia h della Constante di Planck.

Questa era unitaria, nel 66 intero, alla giusta dimensione dell’energia data da 10^-35 e non da quella genericamente usata con il 10^-34 che in questo indice non aggiunge a 30 l’energia ½ data dal tempo di presenza del ciclo 10, ma somma il 4 che è un flusso reale inadatto all’unità Joule dell’energia potenziale.

Quando poi finalmente hanno trovato il Bosone, nessuno si è <peritato> di calcolare quanti siano 125,35 GeV, perché –se l’avessero fatto, avrebbero ottenuto il valore 22 del flusso dell’energia, fronteggiato dalla massa del piano a lunghezza 44 dei suoi due lati.

In questi 404.000, che ci sono e non ci sono poi per tre cifre, il bosone 44 si è <estremizzato> a rappresentare il 4 che manca e che evidenzia la presenza inequivocabile di 10.000 (tempo della realtà) +30.000 (il suo spazio).

Di fatto 40.000 è l’attore unico: tutta la realtà e si presenta <nei suoi estremi>!

40.000 esiste nel tempo, nei suoi estremi, e – poiché il tempo relativo alla realtà deve essere ¼ del 200 dato dalla solla 100+100 dei lati il cui prodotto è la realtà 10.000=10^4, e il tempo ¼ di 200 è 50, ecco che il 1938,0125 avente nel 1948 in tempo 0,0125 dato da 1/80, lo adegua a 1/50 che si realizza in 50, e fa seguire perennemente al 1938 l’attuazione data dal 50 che non è il tempo del 1938, ma di tutta la realtà.

Difatti, 80 è il complesso della realtà, e si riduce alla <sola> realtà unilaterale (universale) come il 40 avanzante nel tempo di 10/2, come il flusso dei lati 5 e 5 del piano trasversale.

La sua esistenza porta la realtà 40 a 40+5+5=50, la sua <trasversalità> lo esclude al solo flusso reale del solo apparente 40.

In tal modo 193850193850193850… diventa il periodo della data all’Origine (anno 1938) che riferito al 1938,0125 ha trasformato 1/80 in 50 moltiplicando esattamente 1/80 per il 4.000 che indica tutta la realtà spazio-temporale.

In conclusione, 40.000 si mostra nei suoi estremo dati da 404.000 e – agendo nel tempo 1/10 di 40.000 – cioè con 4.000, si moltiplica per lo 0,0125 del tempo all’origine e lo muta in 50, col risultato finale di 193850.

Poiché la causa è sempre invisibile, questa azione complessa data dal 40.000 è quella che incide sul risultato dato da 800/13, che è 61,598461, poiché si è poggiata sul risultato del moto a partire dalla data del 1.938,0125.

La causa (la realtà 40.000 dello spazio-tempo) si è sottratta (è sempre <avanzata>, ma in valore negativo) agendo tramite i suoi <estremi>, che sono il decuplo e il decimo, e ha usato il decimo per mutare in 50 il tempo di 1/80=0,0125

Tutto ciò ha inciso anche sul ciclo del tempo riguardante il 1.938,0125 di quando avanza giusto per anni 2.693,0092.

2.693,0092 è il moto assolutamente unitario che –rispetto al 3^3 unitario dello spazio, alla dimensione 100 del lato della realtà – cioè rispetto a 2.700 è il moto di 6,9908, cioè in tutti e 6 i versi da o verso l’Origine, quando il Raggio 1, che è il 7° vincolo ed esiste come l’unità data dai 6, con 0,9908 si presenta nel moto di 0,0092 in 1.

Ove la realtà 10^4 è espressa nel tempo dai decimillesimi, questi 92 sono il moto di tutto il complesso reale dato da 4+4, nel lato di 100 decimillesimi.

Quindi il raggio stesso, nella sua realtà decimillesima è il moto di 8 in 1/100, in 0,01, che è il tempo esatto della sua lunghezza 100.

2.693,0092 è dunque il moto totale unitario nell’unità di 100 quantità 3^3, espresso dal vincolo 7 di una sfera espansa dall’origine nei 6 versi degli essi e nel Raggio 1.

Essendo partito dalla data dal 1.938,0125 arriva quando:

+1.938,0125

+2.693,0092

=4.631,0217 è il ciclo totale della terra, in anni 365+1+1 (resi tridimensionali, con l’aggiunta dell’area a lati 1 e 1 che muta 365 nel volume dato da 365×1×1).

+4.631,0217

+0.367

=4.998,0217 dati da 5.001,9783.

Ciò è uguale a ½ della realtà 10.000 +1,9380+1,0403. È l’inizio millesimo degli anni 1.938 cui è sommato il moto di quel 1,0403 che (sommato all’unità 10^-4 che è il soggetto unitario invisibile) porta all’1,0404 che mostra di nuovo il 404 (della realtà intera in 10^-4) che avevamo visto prima e che è dato dagli <estremi> dei 4/1000.

Sono giusto quelli riferiti come tempo al 4.000 che avevamo visto portare lo 0,0125 a 50.

Pertanto, 800/13, e l’Origine del 1.938,0125 dicono tutto!

Nell’onda 538461 è contenuta la causa del ciclo della Terra in quel 46.

Il ciclo di 46 centinaia +31 si completa anche nel suo tempo decimale, quando aggiunge anche 1/46 alle 46.

1/46 +46×100 +15+16 (lo spazio-tempo 15 con tutta la carica 16 del moto) formula completamente il 4631,0217 .

Se non si aggiunge il tempo 1/46, è sufficiente aggiungere a 46×100 lo spazio-tempo 5+5+5, caricato di tutta la carica elettrica quantificata in Coulomb 10^-20.

Infatti:

+4.600

+0,015

+0,016,0217 carica elettrica fino alla realtà 10^-4

=4.631,0217 di ciclo precisato anche nel tempo.

Questo valore si trova espresso nei valori numerici e in anni nel 1° libro, 1° capitolo e 1° versetto della Bibbia, come qui vedete.

. Quindi il primo rapporto di 800/13 “fotografa” già ciò che c’è in principio, col risultato in decine 615, 384615 periodico che dista 444+4+1 dall’anno 38,0125 esistente all’Origine degli assi cartesiani dello spazio ma anche del tempo tra l’anno 38,0125 esistente anche tra il prima e poi. Tutto questo in Bibbia è assegnato ad Adamo, nome dato al 1° fattore <fatto> dal 1° assoluto <a sua immagine e somiglianza>. Accreditato di 930 anni di vita, eccoli sulla matrice dinamica: 42,4268100930 ultimi sui 10 decimali.

N. 2 Moto di Realtà complessa ogni presenza

10 e unità 1/2 di tempo

807/10,5

Il secondo fattore incrementa 800 di un 7 indicante una settimana in anni 807 (… e in Bibbia si chiama Set).

Essi sono posti sulla base del ciclo di 10 anni di presenza nel tempo futuro esattamente dato da ½.

La relazione con l’incremento 7 a numeratore sta nel fatto che 10,5 – in settimane – è dato da 15 sette giorni, ove 15 è l’unità dello spazio 10 +10/2 quali il suo tempo ½,

Pertanto i 7 anni a numeratore quando sono riferiti al numero 15×7=105, nel suo tempo decimo, sono riferiti allo stesso 7 posto a numeratore e riguardante l’unità dello spazio-tempo che già esso in 15 è 7+7+1.

Il rapporto 807/10,5 porta all’intero 76 dell’energia potenziale 66 che esiste nel tempo di presenza 10 del ciclo, e porta alla perenne esistenza di un periodo ondoso esso pure nell’unità dello 0,99999…

L’onda, esistente nell’unità, ha 857 come il suo alto e 142 come il suo basso.

857 -142 rivela l’altezza 715 dell’onda, in cui sono associati il 15 unitario dello spazio-tempo e il 700 dato da 7 lati 100 della realtà intera in 100×100.

Periodo dato da 807 diviso per 10,5, il suo “alto” ondoso 857 è quello stesso 807, che esiste perennemente in 50 (presenza ¼ della realtà 4, nel 100+100 dei suoi lati).

Il suo “basso” 142, è dato dal flusso 2 dei lati 70 e 70 del piano dinamico, o – se preferite – dal flusso 70+10 del piano unitario a lati 1 e 2; o – se esigete ancora altro – quale il lato 100 associato al moto 7 di 6.

Anche quest’eterno periodo ondoso nella sostanziale unità di 0,999999, parte dall’origine posta nell’anno 38,0125.

+38,0125 è la data all’Origine tra il <prima> e <poi>; +47,7017 è 40 di realtà intera +7,7017 di moto di 0,076 (moto 10 dell’energia 66) in 7,7777; =85,7142 è il periodo eterno ondoso, che nell’unitario moto della realtà parte da questa origine e si rivela per quello che esso è.

È l’onda alta 715 e questa altezza, divisa per 47,7017 è data dal numero che dista 0,01101638 dalle 15 volte esatte dello spazio-tempo.

Collo 0,01101638 mancante rivela il moto di 0,1001 in 0,1111, e l’anno 1638 distante l’unità 300 dello spazio 3 nel lato 100 della realtà.

Quello che manca indica sempre il soggetto del moto, e in 1938,0125 quando si valorizzano soltanto gli anni 38,0125, le apparentemente mancanti 19 centinaia sono il soggetto del moto del solo 38,0125.

È per questo che poi 38,0125, in 10.000 anni, assume l’intero del 380125 riferito all’intero periodo 857142.

Quindi, mentre partiamo dall’origine dell’anno 38,0125 ×10.000 = 380.125, quello che gli è aggiunto e che porta all’eterno periodo, è il moto 760 del ciclo di dieci 76, nel 477.777, moto che esiste in 477.017 e che è tutto il tempo perennemente aggiunto a quella data di origine, infatti:

Da notare che in Bibbia, questo 2° fattore, vissuto 105 anni da figlio (cioè quale effetto di suo padre) e 807 anni egli da padre (quindi esistito proprio coi valori di questo 2° fattore), è stato significativamente chiamato SET, ed esiste in questo SETTE aggiunto a 800: il quale è stato diviso per in tempo decimo di 1+4×26 periodi in 7 giorni, di 2 anni.

La somma dei 105 vissuti da figlio agli 807 anni vissuti da padre, da parte di SET, dà i 912 anni … che diventano gli originali 1938 con l’aggiunta dei 1.026 anni in cui il 26 oltre il 10^3 segna ancora le 26 settimane insite in mezzo anno.

N. 3

Realtà complessa

e spazio-tempo per ogni moto dell’unità in 10

815/09,0

Il periodo di anni posto a numeratore deriva dal precedente 807 che avanza di 7/1 nella sua unità, ove 7+1=8 è il valore assoluto delle 7/1 unità.

Anche il denominatore deriva dal precedente 10,5 per sottrazione di 1,5 che è l’unità 1 nel suo tempo ½; così come +8, aggiunto a 10,5 era l’unità 7 aggiunta al suo tempo, che in 7/1 è intero.

Poiché numeratore e denominatore sono tra loro inversi, rispetto all’unità, per coerenza, quello che è aggiunto al numeratore va tolto nel denominatore.

Poiché a 807 è stato aggiunto 7 più il suo tempo 1, unitario, portandolo così a 815, di riflesso, a 10,5, deve essere tolto 1 e il suo tempo unitario, agendo nel massimo della coerenza.

Ciò determina 815/9, il quale, di per sé, incrementa 800 (la totalità del complesso) colla unità (la totalità) dello spaziotempo dato da 10 +1/2 di 10; mentre il denominatore, decrementa l’unità del 10 del valore intero di 1, portandolo a essere 9.

Incremento totale di 10 +10/2 a numeratore, e decremento totale 1, dello stesso 10, a denominatore. 815 sta a 9 così come 90,5 periodico sta a 1.

90 è la presenza unitaria ¼ dell’angolo giro di 360 gradi, mentre il periodo 5 è dato da 5/9.

In tal modo il Fattore numero tre definisce totalmente lo spazio di tempo, poiché il denominatore 9 del rapporto 815/9 è stato moltiplicato a tutto il ciclo 10 della presenza in 10+5 di spazio-tempo nel periodo infinito in cui il 5 (tempo ½ della presenza) viene giustamente diviso per 9.

Pure il 3° fattore, nel periodo 5555,5555 delle due realtà a 4 cifre, parte dal 1.938,0125 dell’inizio del tempo, Origine del Sistema cartesiano di spazio-tempo.

+5.555,5555 - 1.938,0125

=3.617,5430 = 360×10 +17,5430 mostra i 10 angoli giro di 360° uguali ai 3600 minuti secondi in un’ora.

A tale tempo d’esistenza oraria si aggiunge 10 e poi 7,543 che – in 75/10 – è l’intero spazio 75 (dato dai ¾ di 100) espresso nel tempo +43 millesimi.

Questi 0,043 sono dati da 0,040 di realtà intera e da 0,003, gli unitari 3 millesimi dello spazio riferito all’unità di 10^3.

Come è evidente, è proprio il computo del tempo trascorso, a partire dall’Origine, che <compete> come tempo periodico ai 360/4 che determinano l’intero 90.

Pertanto, questo è un tempo periodico intero, così riferito a 90, soltanto se lo misuriamo a partire dall’Origine collocata nel 1938,0125.

Il 3600 +17 rivela in sostanza 1 ora che procede per come <ordinato> dall’<ordinale> del 7° n. primo 17.

Il tempo dato dai 543/1000 è dato dal 1000° numero primo 541 sommato a 1+1 (l’area trasversale) e poi espresso nei millesimi riferiti al millesimo numero primo.

Bilanci nella prima terna spaziale.

La terna dei numeratori 800+807+815 vale 2.422 nelle quantità divise che sono le <cause>, e – nel complesso –sono il concorso tra 6.666/3 =2222 (l’energia nel tempo 1/3 dello spazio 3) più i lati 100+100, lati della realtà 100×100. La somma dei tre denominatori (gli effetti), data da 13 +10,5 +9, è 32,5 e vale ½ +4 ×(4+4).

I decimali non sono presenti, in nulla!

Infatti ½ denota soltanto che occorreranno 2/1 tempi 1/2 per <presentarsi> (in futuro e di colpo) come i 2/2 uguali a 1.

2.422 / 32,5 dà 74,5230769 che è il moto di 26 (settimane) in 100, nel tempo ½ più un’onda periodica.

Mostra come, quando la prima terna spaziale opera insieme, è 154,4280821 in meno di quando operano uno dopo l’altro i tre fattori e arrivano a 228, 951159.

228 è 666/3 +6 (va nei 6 versi dall’Origine) ed esiste in un bel ciclo palindromo che in 951+159=1110 non esiste come onda nel 999, ma nel ciclo 10 di 111, dato da 999/9. 800/13 +807/10,5 +815/9 è 228, 951159 con la somma dei tre successivi rapporti di causa/effetto esistenti nei primi tre fattori costruiti come unità di spazio, e lo indicano chiaro. 8 intero è infatti il complesso reale 4+4, e collabora con 220 aggiungendo il ciclo 10 della presenza relativa ai 66/3 dell’energia potenziale nel tempo 1/3 dello spazio 3; 22 è il flusso 66/3 dell’energia e ×10 espande a 220 la sua presenza. Nel contempo, riferito all’origine del 38,0125 (che in 10.000 anni di intera realtà diventano 380.125) è vero che: +951.159 - 380.125 è la data all’Origine degli assi - 380.125 è il suo intero moto

=190.909 è 10^5 (tutto il lato in 10^10) più 90, dato dal fattore n. 3, con il suo rapporto di 815/9 = 90,5 (periodico in 10/2 di presenza).

N. 4

Realtà complessa

e reale in 10 per ogni unità 7 di vincolo sferico

840/07,0

Quando a 800 (il complesso 8 nel lato 100 della realtà) è aggiunto il 40 della realtà primaria, il fattore causa è dato dalla realtà 40 in tutto il complesso di 400+400.

Quando il divisore è 7, indica tutta la dinamica espressa dai 6 versi con Origine al centro più il 7° parametro del raggio avente la stessa lunghezza che hanno i 6.

In parole povere, 7 è il vincolo non della sola espansione secondo gli assi, ma in forma sferica.

Il rapporto fissa quanta parte tocchi a ciascuna delle 7 unità del divisore 7.

Sono stavolta fisse 120, poiché 7 × 120 = 840.

Anche 840 è espresso in continuità di relazioni rispetto al precedente 815.

Ove 100 è il lato della realtà, ¼ di 100 è la sua presenza 25, ed essa è aggiunta a 815 e porta l’unità dello spaziotempo data da 10+10/2 a essere il ciclo 10 di 4.

Ove a numeratore è aggiunta presenza, essa deve essere tolta al denominatore, che nel terzo fattore era 9.

Accade quando 7+1+1 è la scomposizione del lineare 9 nel flusso di volume 7+1+1=9 che è volume 7 con 7×1×1.

Infatti 7 è il flusso di volume, nel tempo, dell’area trasversale e invisibile a lati 1 e 1.

Il rapporto, divenuto tra 840 e 7, vale l’intero 120 che è dato vuoi da 100 +10+10 (di area trasversale unitaria in 10), vuoi da 6+6 ×10, ove un 6 è centrifugo e l’altro è centripeto e sono i due 6 contrapposti nel piano da perpendicolarità, nel segno della loro contrapposizione elettro-magnetica, o in espansione e ammassamento.

Anche questo 120 è riferito all’origine posta nel 38,0125 come lo spostamento dato dalla differenza dei numeri.

+038,0125 sono gli anni all’origine

+081,9875 è la crescita che porta a =120,0000

Questa crescita si rivela essere nel valore intero il 3^4 dell’intera realtà spazio-temporale della base 3 dello spazio.

Poiché la data è quella del tempo, e l’aggiunta è quella dello spazio della realtà, il 120 intero è lo spazio-tempo.

Infatti, con la realtà intera in 40 e lo spazio intero in 3, si combinano 3 × 40 in 120, e sono lo spazio della realtà 40.

I 4 Fattori medi di spazio-tempo.

La quaterna di 800+807+815+840 vale 3262 nei valori al numeratore, equivalenti alle 4 <cause> sommarie.

3262 è il flusso 62 del piano a lati 1600 e 1600 (che sono i due lati 1000 e 1000 caricati di 600 e 600, i moti centrifughi e centripeti a dimensione 100, dove il flusso 62, di 600/10, è di volume poiché caricato del piano a lati 1 e 1.

La somma dei 4 denominatori (gli effetti), data da 13+10,5+9+7 vale 39,5, ed è quanto la reale presenza del tempo ½ nell’unitaria realtà 40.

Il rapporto di 3262/39,5 dà l’82,5822784810126, che in 82 è il moto 1 di 3=4 con un tempo periodico a 13 cifre.

È un valore medio che si discosta di 266 nell’intero e in questo indica l’unità del moto dei lati 100 e 100 della realtà aventi il flusso 66 dell’energia potenziale.

266 indica il flusso 66 dell’energia in potenza, quando si attua nel tempo dell’esistenza del piano avente come lati i 100+100 che nel prodotto danno l’area 10.000 = 10^4.

I 4 Fattori in sequenza.

800/13 +807/10,5 +815/9 +840/7 = 348,951159.

La somma ha 348 più lo stesso periodo palindromo dato dai primi tre, essendosi aggiunto il 120 senza tempi decimali. Il valore intero 348 è il moto di 26+26 (numeri sempre riferiti a 7 di vincolo sferico) in 400, unità della realtà del lato 100 della realtà.

Il periodico 951159, che avevamo controllato prima con riferimento agli anni 38,0125 esistenti all’Origine degli assi, a livello di realtà totale espressa in migliaia, può essere riferito a 938,0125.

+938,0125 è la data all’origine “contata” dal 1000 mancante; +013,1465 sono gli anni trascorsi; =951,1590 indica tutto il percorso.

13 anni sono l’unità data dal ciclo 10 e dall’unità dello spazio 3. I

l tempo 0,1465 = 0,11 +0,0365 dà nei giorni l’unità di 1100 decimillesimi.

Pertanto questo ciclo eterno esprime, in moto di anni, il 10 +3,14 di rapporto di curvatura di 65 decimillesimi dall’origine, intero alla dimensione delle migliaia, che sono alla base del 938,0125 con l’unità del 1.000.

Quindi l’intero assetto dei 4 primi fattori porta a quel 348 indicante il moto annuale di 52 settimane, nella realtà intera 400, e nel periodo eterno del moto di 13mila anni a partire dall’iniziale principio dell’anno 938,0125.

I successivi 3 fattori alla realtà presente nei primi 4, introducono il moto 3 di questa realtà a 4 fattori di causa e di effetto messi in rapporto tra loro.

I 3 Fattori spaziali successivi ai 4 di spazio-tempo.

N. 5 Complesso reale e ciclo spazio 30

ogni tempo ½ del ciclo 10 +3

830/6,5

30 aggiunge spazio intero a 800 e passa dall’840 del n. 4 a quello del n. 5 sottraendo il tempo ¼ al 40.

Questo dà spazio percorso in avanti coi precedenti che erano in <presenza> (stasi contro cinesi) per cui ora avremo sottrazioni anche al numeratore (e non il suo opposto).

Con ¼ di tempo sottratto al 40, anche al 7 è sottratto il tempo unitario tramite 7 -1/2 = 6,5.

Il calcolo del rapporto equivale a 127,692307 periodico.

Il valore si rivela esattamente quello che dovrebbe, poiché 27 è il volume 3^3 e si somma al 100 che è lo spostamento 100 del 100 (che sono i due lati della realtà data dal prodotto 100×100 tra presenza 1000 e spostamento 100).

Il periodico 692307 che è sempre un’onda con alto 892 e basso 307, ondeggiante all’infinito in 999, mostra tutto il moto 7 esistente in 700 (nell’alto 692), mentre il 307 del suo basso esiste nel 7 aggiunto all’unitario 300.

+193.801,25 è la data posta all’Origine del moto;

+498.505,75 è espresso da 1494,25 in 5.000;

=692.307 è l’infinito periodo 1494,25 è il flusso 94,25 del piano dinamico a lati 700 e 700; esso esiste in 10^4 / 2 di realtà unitaria (nel positivo) e vi si muove per 498.505,75.

N. 6 Realtà complessa per ogni moto di 38/10 in 10 avanzante di 10

800/16,2

Essendo il 6° l’intero spazio nel suo complesso, anche la realtà ritorna ad essere l’intero 800, avendo ora sottratto il 30 dello spazio reale all’ 830 nel fattore n. 5.

Quello che accade in cambio, al denominatore, passando da 6,5 a 16,2 è che gli si aggiunge il 9,7 che è tutto il moto di 0,3 in 10.

È il corrispettivo al 1° fattore, dato da 800/13, il cui denominatore era 10+3.

Nel 6° fattore, di spostamento e non di stasi, è 10 -3/10.

Il risultato di 800/16,2 è il 49,382716049 periodico.

Il suo è sia il 7×7 come area, sia il lineare 24+24+1 che porta all’unità delle 24 ore di un giorno, spostate di quelle di un secondo giorno.

Il periodo ha le 9 cifre di un moto unitario intero che comincia nel 38,0125 con le prime 6 cifre 382716, in cui la progressione dalla data di inizio riguarda soltanto il dettaglio dei mesi e dei giorni: 2716 -0125 dà il 2591 equivalente al moto unitario 9 nel 2600 che è tutto il flusso complesso 600 del piano a lati 1000 e 1000.

N. 7 Terna di lato 100 per ogni tempo

½ del ciclo di presenza 10 +3

300/6,5

Questo è il rapporto che esiste nell’anno di 365 giorni tra il 300 dello spazio e i 65 giorni ridotti a decimi.

Sia passa, dall’800 del 6° al 300 del 7°, sottraendo tutto il tempo dato da ½ di 1.000; conta in tal modo l’unità 300 dello spazio legato al lato 100 della realtà.

Agendo in simmetria, si passa dal 16,2 del 6° al 6,5 agendo all’opposto di quanto si era fatto precedentemente, quando si era portato il 6,5 al 16,2.

Ciò in quanto la riduzione di 800, fatta mediante il tempo ½ di 1.000, ha riproposto la faccia opposta e uguale a quella di prima.

Il rapporto è fondamentale perché riguarda la relazione tra spazio e tempo nell’anno. 46,153846 ha il 46 indicante il moto del 4 nel tempo dato da 50 (che è ¼ di 200).

1/46 +46×100 +31 dà in anni il ciclo 4.631,0217 terrestre.

Anche l’onda periodica esistente prima nel basso di 153 indica il 16° numero primo che dà tutta la dinamica al lato 100 della realtà.

La fase successiva al 46 è del basso 153 e dell’alto 846 che ondeggia nell’unità del flusso 999 in 1000, con un’onda alta il 693 del moto di 7 in 700.

Ove 4631,0217 è il ciclo intero degli anni terrestri, 4615,3846 manca di 15,6371 che è l’unità dello spazio-tempo 5+5+5, nel tempo del 9×7/100 e di 29 (10° n. primo) in 100 decimillesimi di realtà 10.000.

Rapporti in atto nei 3 fattori di moto e nei 7

800+830+300=1930 dista soltanto la realtà 8 dal 1.938.

6,5 +16,2 +6,5 è il 29,2 del 10° n. primo 29, +0,1+0,1, i 2 decimi, trattandosi del DECIMO n. primo.

Il parziale del dinamismo dei tre, oltre la realtà dei primi 4, dà la somma (dei 7 rapporti di causa ed effetto, agenti in successione) del 223,22886989553656 periodico a 14 cifre.

Il periodo è quello della dinamica 7 di 7 ed è relativo a un valore che in 223,22 appare nel moto unitario 111,11 di 111,11 sommato a 1+1 (il piano trasversale del flusso).

Si qualifica per quello che doveva essere: la dinamica unitaria dell’unità nello spazio.

3262+1930 = 5192 è la somma dei 7 fattori causali ed è il moto di 9 nel 5200 delle 52 settimane di 100 anni.

39,5 +29,2 = 68,7 è l’energia 66 in moto nel 2,7 del volume 3^3 nei decimi.

3192 / 58,7 dà 54,3781942, uguale nell’intero al 6×9 o 3^3 +3^3, nel tempo in cui 0,378 sono i 365 giorni di un anno, +13, mentre l’anno 1942 ne conta solo 3 oltre il 1938, essendo già l’anno legato al ciclo 10 dei giorni, quando il 10 è elevato alla dimensione 4 della realtà, e il 1942 si presenta nei decimillesimi rispetto al 378.

Rapporti in atto parziale nei “definitivi” 8° e 9°

N. 8 Moto 1/10 di angolo piatto 180, in Complesso reale per ogni 1/10 di 180 più 7, vincolo della sfera

782/18,7

782 indica il moto 18 (di 6+6+6 e di 9+9) nel complesso totale 800; 18,7 è il moto di 1,3 in 20.

Si passa dal 7° all’8 aggiungendo al 300 del 7° il 482 di tutto il moto di 8, in 500 che è l’intero tempo.

Simmetricamente si passa, dal 6,5 al 18,7, aggiungendo il 12,2 che indica tutto il moto 10 del piano a lati 1,1 e 1,1.

Questo fattore dà tutta la dinamica presente nel tempo ½ poiché 782 è tutto il moto di 6+6+6=18 in 800, e 18,7 è lo stesso 18 che comprende la dinamica di 7/10 (il che si traduce nel moto di 1,3 nel 20).

Vale infatti il 41,81 che è la periodica presenza 1 della realtà 40+40+1 nei centesimi, quando la presenza 1 è relativa al 40+40 che porterebbe a 81,81.

Ove all’origine gli anni sono 1.938, il loro dimezzamento qui porta al 969.

Ebbene in Bibbia l’8° fattore, nominato Matusalemme, visse proprio per questi 969 anni che sono ½ di 1.938.

N. 9 Moto 10/2 in spazio complesso ogni 1/10 di 180 con area +1+1

595/18,2

595 è il moto di 205, flusso 5 di 100 e 100, nel complesso 800; 18,2 è il moto di 1,8 in 20.

Il 782 dell’8° passa al 595 sottraendo il 187 che è il moto di 13 nei due lati 100 della realtà.

Simmetricamente il 18,7 passa al 18,2 sottraendo a 18,7 il tempo ½ =0,5.

Ne risulta 32,692307, periodica presenza di 2^5=32 che è anche la realtà 4 del complesso 8.

Mentre nel tempo, l’onda è uguale a quella del Fattore n. 5, in cui l’alto in 999 è il moto 7 in 700 e il basso è il moto 7 di 300.

Parziali dei fattori 8 e 9

Il parziale dell’ 8° e del 9° fattore, 782+595, è il 1.377, dato come somma delle cause, ed è il flusso dinamico 77 del piano a lati di 650 e 650 (il complesso che va in tutti i versi centrifughi e centripeti più ¼ e ¼ di presenza su 200 e 200).

Il parziale tra gli effetti, 18,7+18,2, dà il 36,9 che indica il decimo dell’angolo giro 360 avente dinamica di 7/10.

Il complesso rapporto dato dai due fattori, posti uno dopo l’altro con 782/18,7 +595/18,2, dà 74,510489 periodico. Indica nell’intero il moto di 26 in 100 e nel periodo che mostra l’onda nel 999 in cui l’alto 510 indica il ciclo 10 nel tempo ½ di 1000, mentre il basso 489 dà il moto di 11 nello stesso tempo di 1000/2, una onda la cui altezza è data da 7+7+7.

Rapporto <totale> e <definitivo> di tutti e 9 i Fattori in valore medio

La causa, nel totale di tutti e 9 in fattori, somma al 5192 dei primi 7 il 1377 di 8° e 9°, e porta il valore totale al 6.569, il cui significato sta nel moto di 97 (come di tutto lo spazio 3 in 100) nell’energia reale in potenza data da 6.666.

La somma dei nove effetti, coll’aggiunta del 36,9, passa dal 68,7, al totale di 105,6, e con questo espande 10 volte l’intero effetto iniziale, che era 10,5 nel 1° fattore, e coi 6/10 aggiunti lo diffonde nelle 6 direzioni in <vai e vieni> esistenti sulla terna spaziale, centrifughi o centripeti.

Teniamo conto che 105 indica 26+3×26 +1, e che –riferito al 6 in <vai e vieni> rispetto all’Origine – è in questo 26 il flusso del piano della presenza unitaria data dai lati 10 e 10, e vediamo essa è Unitaria nel tempo e Tridimensionale nello spazio, e – in questo <Uno e Trino> del valore dato a DIO JHVH dalla cabala italiana ed Ebraica – notiamo che si qualifica poi 1 <in assoluto> e si attua nel tempo di tutto il <vai o vieni>.

105,6 è come l’assoluto 1 che relativamente al valore 26=Dio da esso assunto in modo Uno e Trino, va ovunque nel tempo, ed è l’effetto totale della creazione nel relativo di quel <qualcosa> che in <numero> è a immagine e somiglianza dell’Assoluto.

Laddove il 6.569 è il moto 3 in 100 (il totale dello spazio) che si muove nell’energia 6.666 in potenza, essa si divide per quel numero indicante proprio quello dell’effetto <in assoluto>.

6.569/105,6 porta così al valore medio di 62,206439 periodico che è il moto di 38/1 unità in 100, assolute (38+1)

nel 39 esatto che poi è quello dell’infinito periodo, della realtà 10^-4, fissa in 0,2064 … in cui, con 26=Dio, il 64=2^6 è il flusso del piano a 2 lati (10^3)/10^4 della realtà 10^4.

Ne consegue esattamente il risultato della realizzazione dell’anno iniziale 38 assunto da una sorta di <incarnazione> del valore Assoluto, laddove lo 0,2064 sta a 1/80=0,0125 nel numero delle 0,1939 <volte> assolute delle unitarie 0,1938 riferite a 1 decimillesimo posto a unitario denominatore. Sembra una cosa <incredibile> da ottenere in un modo così <semplice> col puro rapporto tra due numeri ma, visto il reale significato di ciascuno, la divisione per il numero 105,6 dell’effetto <sommario> ti tutti e 9 gli effetti porta al fatto che ciascuno di questi 105,6 riceve il moto del 38, nel moto nel tempo dello 0,1938 unitario!

Poiché abbiamo diviso gli anni a denominatore nei tempi decimi, il denominatore medio 105,6 quando esiste nei dieci decimi passa ai 1.056 anni.

I due valoro esistono così (nei 10 decimi del tempo del rapporto) su una vita totale assegnata ai 9 fattori in anni 6569+1.056 uguali a 7.625 anni.

Essi indicano quanto dato da 7.000 +5^4, ove 7.000 è tutta la dinamica 7 del Tridimensionale 10^3, mentre 5^4 è l’intera realtà 4, spazio-temporale, quel 625 che è il valore intero dei 626 Coulomb unitari della Carica Elettrica. Tenendo debito conto che tutti i 9 sono <figli> del ciclo 10 che fa da Padre a tutti i numeri decimali, quando ai 9

Fattori del 10, che esistono nel tempo del denominatore 1.056 aggiungiamo anche il 10 che ha reso unitario il 105,6, esso diventa 1.066 e presenta l’avvento dell’energia 66 che esiste solo nel tempo e si è realizzata tutta nel 1.000 dato da 10^3.

Possiamo tranquillamente considerarlo l’anno 1.066 in cui si sia <incarnato> il frutto di tutti i 9 fattori, nel 10°, a partire non dal 10 posto in principio, ma da 0.

Quando il 10° vive 600 anni, c’è il 1.666 che nell’intera realtà 10^4 è – meno 4 – le 6 volte (d’ogni 6 <vai e vieni> dall’Origine della Terna: 6×1.666= 9.996 =10^4, meno 4.

Nelle sole 3 dimensioni dello spazio <reale>, 1666 × 3 porta a 1.938 ed è (10^4) /2 meno 2, che sono le dimensioni del piano trasversale a lati 1 e 1, che rendono 4.998 il volume dato da 4.998×1×1.

Accade allora che se assumiamo l’anno che è dato da questi 4.998 (poiché sono volumi di anni) con il suo riferimento ai suoi 365 giorni evoluti in 365 anni, il calcolo: +4.998 volumi di anni

- 0.365 anni lineari

- 0.002 anni trasversali dei lati 1 e 1, par dare volumi =4.631 è il ciclo del volume degli anni terrestri all’interno del ciclo totale in positivo del volume degli anni.

Gli anni <assoluti> sono i 365+1+1 che contengono anche l’area unitaria che rende 365 un volume.

Potreste credere che questo computo ha i piedi d’argilla poiché il numero dei giorni dell’anno terrestre è una variabile, dato che andando nel passato ne sono visti meno, in ogni anno … nell’ottica di un divenire inflattivo.

Ma chi lo crede sbaglia. Tutti i rapporti nella lontananza nel tempo cono simili a quelli nella lontananza dello spazio, e se un uomo alto m. 1,70 come me, si allontana da me sembra più basso (per la prospettiva) nello stesso modo il numero dei giorni, riferito a questo anno, si <abbassa>.

Questa è la costanza, che siamo soltanto noi a vedere in scala 1/1, interna a 10.000 anni: sono +4.800 +100+100 riferiti alle lunghezze 100 e 100 della realtà intera in 100×100 e con 4.800 -3339 = 1.461 è estrapolato dallo spazio-tempo 4.800 tutto lo spazio 3333+3+3=3339, e resta il solo tempo esatto dei 1.461 giorni esistenti in 4 anni.

Questa relazione è una costante.

Se gli uomini osservando riduzioni di dimensioni, allontanandosi dallo spazio presente, le ottengono anche nel tempo poiché lo spazio è il tempo nel suo valore reciproco.

Se divido una torta in 2 <pezzi> ciascuno è nel tempo di ½. Se la divido per 3 e in 1/3, se per 4 è in ¼, se per N è in 1/N.

L’<apparente> evoluzione unitaria 1, 2, 3, 4, … N è pura apparenza, poiché in essa il tempo è passato da 1 a ½, a 1/3, a ¼ a… 1/N,

1/1 → 2/2 → 3/3 →4/4→ … N/N che illustra il <divenire <apparente> proclamato da Eraclito, dà invece ragione a Parmenide poiché è tutto illusorio, poiché si passa sempre e soltanto di 1, in 1.

Uno che diventa ½ sembra che si sia accorciato e ridotto alla metà; quando passa a 1/3 sembra ridotto in questo modo e poi a ¼ … e questa è l’apparente <prospettiva> in atto nel tempo della sola <apparente> evoluzione dell’<essere>.

Lo prova anche quella base <e> dei logaritmi naturali che serve a eliminare le deformazioni legate all’evoluzione (apparente anche questa) di un 1 che passando a 10 cresce di 9, e poi di 99, poi di 999 e così via, col passare di 10 a 100 a 1000 e così via.

Se infatti 10^1, 10^2, 10^3 crescono unitariamente nell’esponente, invece gli intervalli si espandono da 9 a 99, a 999… e la base <e> elimina questa apparenti e visibili distorsioni esistenti nelle potenze del 10.

2,7.1828.1828.459045 è la <e> che ho tenuto separata da punti, poiché 2,7 è un volume 3^3 in decimi. 1828+1828 io li sommo poiché soltanto la <prospettiva> decimale fa apparire dissimili in grandezza le due identiche quantità. Il 2×1828 è 3656 ed ecco il numero dei giorni espressi nelle unitarie decine 365,6 che – nei loro decimi –sono nel tempo 24 dato da 2^10 = 1.024.

Per cui sono 6 decimi nell’unico verso reale dei decimi e sono in 4 unità di traverso (nel piano) tanto che 4×6 li porta ad apparire solo in 6/10 nel flusso dell’intera realtà, divenuta a 4 D. nel tempo.

Passando poi oltre 2,718281828, troviamo 459045 che –dopo le prime 10 cifre in unità di lunghezza, costituiscono valori del piano trasversale, di 180°, come i 45°+90°+45° che si presentano in successione graduata in 45.90.45.

E quando li vediamo nel loro <inverso> ottenuto tramite: +999999 - 459045

=540954 ecco che da <gradualità> spaziale si sono invertiti nei Due tempi (stavolta) dati tutti in minuti secondi, come 540 secondi è 9,54 secondi.

O bella! Sono divenuti i 9 minuti primi uguali a 540 minuti secondi, sommati ai 9 secondi e 54/100 di secondi dell’anno siderale, ossia riferito alle stelle fisse.

Succede ai puri NUMERI della <e> quando elimina le distorsioni delle visioni “in potenza” di 10.

Ma accade che con l’inflazione apparente nella realtà tutto appare divenuto ASSOLUTAMENTE COMPLICATO, e sono necessari calcoli che divengono complessi come le 4 equazioni di Maxwell, date dalla Legge di Gauss per il campo elettrico, da quella sua per il campo magnetico, dalla Legge di Faraday dell’induzione elettromagnetica e della Legge di Ampère-Maxwell.

Io che resto sempre alla dimensione 1/1 e non a quella apparente di un N che esiste soltanto in relazione poi a un’altra cosa considerata a parte come 1/N, esco <magicamente> da tutto l’imbroglio apparente,

Con una matematica ridotta all’osso e fondata semplicemente sulle dimensioni validissime, poiché poste <in principio> non necessita la miriade di altre leggi.

Esse poi, una volta introdotte, alterano le leggi fondamentali di Newton e ne impongono l’abbandono, quando <appaiono> nella reale PROSPETTIVA assunta dallo spaziotempo che altera tutte le relazioni apparenti!

I fisici, vedendo ridotte a dimensioni minime, di punti, le stelle e le galassie credono di vedere il PASSATO !!!

Infatti – ragionando sul fatto che la velocità della luce impiega tempo a viaggiare e percorrere tutta quella distanza – le hanno collocate a anni-luce di distanza, che indicano distanze di spazi, che però riferite a anni sono anche anni distanti dai nostri.

Ignorano però che come lo spazio apparente è stato RIDOTTO, così dovrebbero pure essere RIDOTTI questi enormi tempi… che però non riducono!

Non <capiscono> che andando indietro nello spazio, si retrocede anche nel tempo del loro apparire OGGI nel tempo. Le immagini che riceviamo ORA sono le loro di ORA e non di miliardi di anni or sono!

Diminuite rispetto allo spazio di ORA, a 1/miliardesimo, sono arretrate un miliardo di volte nel loro tempo, che poi vediamo percorrere quali miliardi e arrivare a noi così come sono ora.

Quando il sole, da grande come è in dimensione 1/1 esistente solo alla nostra, qui ORA, è ridotto a una piccola apparente sfera con una riduzione di N volte, anche il tempo è stato ARRETRATO di quelle volte e sono gli 8 minuti primi di distanza tempo che poi impiega a RITORNARE da noi.

Se io vedo un uomo a distanza lo vedo come è ORA, e non come egli ERA in quelle frazioni di secondi di tempo che la luce impiega a percorrere quella distanza.

Noi – vedendo la volta stellata – la vediamo come è ORA!

Vediamo il sole come è ora e se esplodesse non ce ne accorgeremmo nemmeno, poiché lo farebbe e sarebbe ORA!

Su che base lo affermo?

Sul fatto che il tempo di distanza è pura APPARENZA. Noi stiamo esistendo in una VERITA’ posta al di fuori del tempo, poiché il futuro che noi vediamo, nella luce che percorre 299.792.458 metri ogni secondo, sono una distanza di tempo che la vediamo, ma non esiste!

Infatti se esiste una simultanea presenza in 300.milioni di metri e noi ne vediamo soltanto 299.792.458, per chiunque sappia ragionare sono una Premessa rispetto al simultaneo!

Sono esistenti 207.542 metri esistenti <in principio> e noi vediamo sulla base di questo principio che è stato arretrato di 299.792.458 m/s rispetto al simultaneo presente.

La luce non a caso ha una carica negativa! Ce l’ha poiché* viaggia in negativo rispetto al presente.

In tal modo, ORA, viaggiando in negativo per miliardi di anni che poi noi muoviamo in positivo, la luce delle stelle che ci appare ORA è quella di ORA.

Noi colla luce creiamo un <vai e vieni> elettromagnetico che esiste in un eterno presente avente tutto lo stesso MOMENTO, espresso in giorni, e che data 25 gennaio 1.938.

Sul piano a due sole dimensioni, ×y (orizzontale e verticale) in cui il tempo ha quella dell’asse profondo z, tutto esiste alla data del 25 gennaio 1.938!

Vediamo esistere in questo piano gli assi × e y, orizzontale e verticale e sembra che essi, evolvendo dal centro, percorrano spazio e tempo.

Si, lo spazio è in allontanamento, ma anche il tempo si allontana dalla eterna presenza esistente al centro. Si allontana alla velocità della luce che poi essa impiega a ritornare al centro.

Se ha percorso 3, si è allontanata dal tempo 1/1 alla origine ed è a distanza 1/3 in fatto di tempo.

Ciò implica che poi dovrà moltiplicarsi per 3 per ritornare al centro ed essere in scala 1/1.

Se l’allontanamento è di 1 secondo, è arretrata di 1 secondo e si è portata a 299.792.458 m di distanza. Il tempo di questi metri è 1/299.792.458 = 0,0000000033356409 fino alle 8 dimensioni numeriche della realtà secondaria.

6409/10^16 sono alla dimensione della c^2 e sono il 9 il 3×3, in 400 la realtà e in 6000 tutto il complesso dato da 3000+3000.

3335/10^12 di realtà primaria si è arretrata di tutto questo 10^12 rispetto alla presenza con 3333+1+1 (la sua area unitaria trasversale).

Per RITORNARE all’1 che esiste solo ORA, deve moltiplicarsi per 10^12 e compiere il percorso nel senso inverso a quello che lo ha prodotto!

Se si ragiona evitando di cadere nella trappola dell’apparenza, si CAPISCE.

Ma la Fisica parte proprio dal prendere per buona la apparenza!

E non è coerente, poiché afferma che lo spazio-tempo è una unica cosa e poi arretra nello spazio la visione di una galassia, portandola ad apparire quel piccolo punto avendolo ridotto di N volte rispetto alla scala 1/1 e non capisce che arretrandolo IN GRANDEZZA apparente lo anno fatto anche nel tempo apparente ora!

Lo hanno arretrato in tutto il tempo che la luce impiega poi a tornare da lì a qui ORA.

E questo poiché questo piano di presenza generale esiste e ha la sola unica data del 25 gennaio 1.938. che esiste nella profondità dell’asse z del tempo, poiché 1938,0125 esiste come tutto il passato e lo stesso importo esiste come tutto il futuro.

Se noi sommiamo passato e futuro, 2×1938,0125 diventa 3876,025 un moto dato da 124,975 in 4000 di realtà totale laddove il 124,975 è il 125 meno 0,025 di 1000/8 di presenza totale nel tempo di 25/1000, Si tratta di un puro rapporto esistenziale dato da 1.000/8, nel tempo della presenza 5×5/1000.

Sono puri elementi di DISEGNO, di ASSETTO PURO, in cui i rapporti tali sono e restano e non diventano mai divisioni in atto, in mancanza di tempo sul piano datato 1938,0125, sull’asse z del tempo di un <prima e dopo>.

I sostenitori di una Terra Piatta hanno una essenziale parte di ragione in quanto tutto sull’asse ×y del piano orizzontale e verticale è assolutamente piatto.

Rapporto totale e definitivo dei 9

Fattori in sequenza unitaria di tempo

800/13 +807/10,5 +815/9 +840/7 +830/6,5 +800/16,2 +300/6,6 +782/18,7 +595/18,2 = 646,690519357 186023852

periodico.

Il dato definitivo è sommamente indicativo, è il più importante di tutta la struttura dell’esistenza nei rapporti di causa ed effetto delle 9 emanazioni reali dell’Assoluto, nel suo riscatto dalla sua indeterminazione che lo renderebbe da essa delimitato.

Si parte dal 666 indicante l’energia potenziale di un piano a lati 333 e 333, che sono quelli che avendo anche il flusso reale 333/1 (unitario in 334) con 333+333+334 sono 1.000.

Poiché 1.000 nasce da 10×10 (nel piano) ×10 (il suo flusso) il piano in linea è 10+10; si pone come presenza lineare del piano in 666 e il suo reale moto è 646.

In tal modo, è anche il flusso 46 del piano avente i lati di 300 e 300. È il 46 che poi, ×100, +10+10+10+1 +1/46 determina il ciclo 4.631,0217 degli anni 365+1+1 della terra.

Il tempo del 646 è dato dal periodo a 18 cifre che costituiscono il moto di 2, il primo numero primo, nel 20 dato dal 10 di presenza e 10 di suo intero spostamento. Si tratta dunque di un valore lineare, espresso nella dimensione lineare del tempo.

Lo spazio intero è dato dal Sistema Tridimensionale comprendente tre di queste linee di tempo.

Prima di passare allo spazio, vale la pena di esaminare attentamente il periodo dato da 18 cifre.

Distinguiamole in 9 cifre, più 9, 690519357 186023852

690519357 la prima, scomponiamola in 4+4+1.

6905 è la realtà primaria, nel suo moto dall’origine. Si tratta del moto di 95 in 7.000; infatti, dove il moto totale è 7 e il valore di 10^3 è 1.000, sono 7.000 le unità totali dell’espansione (o ammassamento) in cui il moto totale sta in quello di 10/2 (il tempo unitario) in √ 102 di valore lineare dato dal lato 100 della realtà.

1935 è la realtà secondaria, e considera il moto del 3, l’unità spaziale che è partita dall’Origine datata 1938 e ha percorso 3, avanzando in negativo.

7 , precisa la dinamica del 3 nel ciclo 10 della presenza, e fissa le prime 9 cifre reali.

186023852 sono le 9 successive, scindiamole in 8+1.

18602385 indica l’avanzamento in negativo partito dal 19380125 e che si è mosso del -77774 che è il <referto> del soggetto <corridore> 3 che esiste in 77777 e <corre> solo per 77774 (in realtà 4) poiché il <suo> 3 esso lo ha già corso.

È addirittura <lampante> che questa sia tutta la corsa fatta in negativo, dato il 77777 che è il moto di 11111 fatto interamente dall’energia 66666 di cui 11111 è il suo tempo 1/6 in cui l’energia <in potenza> si è <realizzata>.

2 indica infine la presenza unitaria nel piano trasversale a lati 1 e 1 di tutta la realtà nel suo complesso a 8 cifre. Queste 9 +9 cifre sono come l’alto di un’onda reale.

+690.519.357 è l’alto dell’onda in valore generale

- 186.023.852 è il suo basso, in valore generale.

= 504.495.505 è l’altezza dell’onda.

504.495.505 è in tutto 10^9, che si è diviso in un piano trasversale invisibile e in questo che è il suo flusso visibile nella reale altezza dell’onda.

1.000.000.000 -504.495.505 = 495.504.495, che è il flusso 495.495.495 in cui succede che c’è un <osservatore> a velocità assoluta data da (3/1)^2 = 9 che si mette in mezzo come velocità assoluta e con 9+495=504 si presenta nella terna di mezzo, non facendola nelle due aventi per <estremi> proprio per differenziarsi.

Essendo un piano trasversale ed elettromagnetico, in cui 9 è la velocità assoluta, esso si scinde nei sui due lati, che sono 247.752.247,5 l’uno e 247.752.247,5 l’altro.

Ecco che allora il ciclo è divenuto il flusso 7 di un piano trasversale dato da 10 giorni di 120 e 120 ore.

È un periodo importante! Lo stesso <natale di Roma> è quello che con 1.000 -247, porta al 753 avanti Cristo.

Poi, dal mitico 21 aprile al 25 dicembre, ci sono 247/1 unità che in assoluto sono giusto 248.

Nel mio nome particolare, di 6 parole e 36 lettere al lavoro, avendole scomposte in una sorta di <dotazione> le prime 28 uguali a 7×4, e date in ordine alfabetico da (AAAAAAA)DEIL(MM)(NNNNN)(OOOOOOOOOO) valgono (1×7) +29+2×11 +5×12+ 10×13 = 247.

Io <Romano> di 1° nome “assecondo” il Natale di Roma, che appare nel 752/1 (che sono 753) messo tra gli estremi che lo <presentano> sia nei 247 anni, sia nei 248 giorni.

Sembra incredibile, ma le <cose in sé> raccontano l’onda data da queste 18 cifre, come quelle della <storia> umana che mette in relazione il Natale della Roma <assassina> del Cristo, proprio con il suo anno e giorno Natale.

Se fate anni 753 +2×1.938 avete 4.629 che +1+1 (di area unitaria trasversale danno il 4.631 del ciclo degli anni!

Il 1.938 si somma sia al natale Romano, sia al Cristiano.

Se credete che questo tempo che è intero, dal Natale di Roma fino al 1.938 d.C. con 753 +1.938, a cui poi vanno sommati i 1.938 dal natale di Cristo, c’entri con il ciclo degli anni della Terra solo per <modo di dire>, ecco cosa succede quando usciamo da questo <periodo eterno> e andiamo al valore intero, del 646.

L’abbiam visto con 46×100 +31 +1/46 dare 4.631,0217. Con 3 × 646 ecco che dà il 1.938!

Se gli Elohim (le emanazioni divine) sono i 9 che vanno da Adamo fino al 9°, e danno 646 e poi il ciclo eterno di 9+9 con un’onda porta al lato di 247.752.247 in cui di distinguono le date riferite al 1000 che portano al Natale di Roma, ecco che in triplo del valore intero porta al natale di Romano che è il mio, essendo io nato il 25 gennaio del 1.938.

Sembro essere uno <destinato dal “Fato!!>

Ora, in realtà, di tutto questo intero numero periodico la realtà che fa testo è la primaria, data da 4 cifre decimali. 646,6905 è la realtà che fa testo e il suo triplo porta al: 3 × 646,6905 = 1.940,0715.

Anche qui, in questa data, a me è accaduta una cosa <unica>: sono morto, in seguito ad un male incurabile, nel 1940: la Broncopolmonite, senza ancora la Penicillina) e una miracolosa defibrillazione non solo rimise in moto il mio cuore, ma vinse in modo miracoloso il mio male, come attestò il dottore, che era stato chiamato a <salvare un moribondo> e si era presentato 4 ore dopo per evitare di vedermi morire con lui impotente ed emettere il certificato di morte.

Dopo solo 4 ore dalla chiamata disperata io avevo tali segni di ripresa da fargli dire: <questo bimbo a vinto la morte!>

Ora questo accadde il 1.940,0604 e non il 1.940,0715.

La differenza è data da 111 decimillesimi, ed è quel soggetto (dell’energia potenziale 666 che si realizza in 1/6) e che con me – povero cristo – non aveva nulla a che fare. Si attivò e si presentò <su di me>.

+1.940,0604 io moribondo fui miracolato.

+0,000,0111 è l’energia divina che mi salvò!

=1.940,0715 il cui terzo, del solo tempo, è 646,6905!

Questa data porta al 15 luglio, che dal 4 giugno dista esattamente 41 giorni indicanti la presenza 1 di tutta una realtà 40, nuova, che si è aggiunta.

Ora – tornando all’altezza dell’onda, data dalla differenza tra le 9 dell’Alto e le 9 del basso – altro dato significativo sta nel totale che le somma e le fa esistere in un modo reciproco, che dipende una dall’altra.

+690.519.357 è l’alto dell’onda in valore generale

+186.023.852 è il suo basso, in valore generale.

= 876.543.209 è esattamente 80/81 !!!

Ove 81/80 è 1,0125 e fissa unitariamente il tempo dell’origine ove 1.937 +1,0125 = 1938,0125.

Allora 1937+81/80 = 1.938,0125 cioè: (1937×80 +81) / 80 = 155.041/80 = 1.938,0125.

Questo 155.041 è tratto da 186.023 cui è sottratto tutto il moto fatto da 18 (le cifre di tutto il periodo) in 31.000 che è tutto lo spazio della realtà 30.000 sommata al 10^3.

30.982 (che è il moto di 18 in 31.000) esiste in 186.023 e 155.041 è tutto il moto che diviso poi per 80, fissa l’anno all’Origine con la data del 1938,0125. 186.023 va al 155.041 se è diviso per 1,19983101. In esso (sempre tutto a D. 10^-8), dal tempo 19380125 all’Origine si percorre il 602976 che, in 610000 è il moto di 7024; è 2^10=1.024 +1.000×6 (nei 6 versi dall’Origine).

Prendendola dall’Origine, 2^10 +6×10^3 sono il 7.024 che esiste il 610.000 muovendosi di 602976 dall’Origine datata 19380125, e assume la data del 19983101 alla dimensione 10^8 della realtà in tutto il suo complesso. Aggiuntasi all’unità, è dunque 1,19983101. Esso si pone come divisore del 186.023 che esiste in 646,690519357 186023852 alla dimensione 15 dell’unità dello spazio 10 e tempo 10/2, preso nei valori a partire dal 10° decimale fino al 15°

186.023 : 1,19983101 = 155.041, da dividere per 80. 186.023 : 80×1,19983101 = 1938,0125039442012 186.023 : 95,9864808, moto di 4,0135192 in 100.

Ora in quella data ricavata da 3×646,6905 -111/10^4 =1.940,0604 in cui io fui miracolato, accadde che per la somma gioia, quella sera i miei genitori si amarono, e fu concepito il 2° loro figlio, praticamente nel gemellaggio tra una vita ripartita nel 1° e una a reale, in un 2° nato a dimostrazione di una reale vita in più sorta in quel giorno proprio nel 1°genito!

Questa si sarebbe poi presentata nata il 1.941,0217. Esso è meravigliosamente legato al 4631,0217 del ciclo dei giorni terrestri, dall’avere lo stesso tempo decimale. 4.631 meno 1.941 sono 2.690 anni esatti che sono il moto di 10, ciclo della presenza esatto, nel 2700 esatto, ma che è anche, circa il 646,6905 , lo stesso decimale del 1°.

2693,0092 è la distanza tra 19038,0125 e 4.631,0217; 2690 la distanza intera rispetto al 2°; 0003,0092 è la distanza tra i due Natali.

Poiché la velocità è data da spazio diviso tempo e qui 3 (intero) è lo spazio, e 0,0092 è il tempo, il calcolo: 3 / 0,0092 dà il 326,08695652 del moto di 39 (l’assoluto del 38/1) nell’anno di 365 giorni, indicante il flusso intero 300 del piano a lati 13 e 13, che sono la presenza ¼ ciascuno, di un anno di 52 settimane.

Ciò – non modo molto criticabile – corrisponde ad una <specie> di Trinità 300, di Dio=26.

In verità, la distanza in giorni tra il 1938,0125 e il 1.941,0217 è di 1119, che in 1111 +8 si rivelano il complesso 8 dell’energia unitaria esistente nel tempo 1/6 di 6.666.

Ora dal triplo di 646,6905 -111/10^4 esce la data del gemellaggio tra una vita che rinasce u una che è concepita.

Per carcare il Natale del 1° in questa 646,6905 a va divisa per 3 la data natale di 1° e 1/3 di 1.938,0125 vale:

646,00416666… infinito, che rispetto al: 646,69051935 definito nelle 8 cifre del complesso 000,68635269 dà questa differenza.

Essa è data dall’energia 0,66666666 +0,019686023333 di quando sono trascorso i 30 anni dell’intero ciclo spaziale, che è stato un anno di <rivoluzione> nel mondo ma di conclusione della sua <preparazione> per il 1°genito, che finalmente si laurea architetto mettendoci molti anni più di quelli strettamente dovuti, non avendo mai fatto dello studio il suo interesse esclusivo.

Toccò così a Gesù che – dopo di aver provato a 12 anni e non essere stato capito dai suoi stessi genitori – <tergiversò> allo stesso modo prima di rimettersi in gioco a 30 anni: in verità i 10+10+10 <dovevano completare> il Figlio.

Il conteggio, senza la realtà secondaria, che, rispetto alla primaria solo la <struttura> e dunque in spazio-tempo reale <non conta> direttamente (ma solo indirettamente, come la sua struttura) questo risulta dal computo relativo asolo all’intera realtà spazio-temporale a soli 4 decimali.

+646,690519357 1860 la precisa fino a 10^-12, - 646,0041 41 è l’anno in cui è nato il mio 2°

=000,6854 realtà primaria, poi la secondaria

+000,000019357 1860 che ha anche la terziaria

- 000,000019380 1250 data all’Origine a D. 10^-8 luce

=000,000000022 9390 è il 1.938 <secondario>.

Dal confronto

+1940,0715 che è solo la data di concepimento del 2°; - 1938,0125 data natale del 1°

=0002,0590 implica un n. 2 dimensionato 59/1000.

Il mio 2°, chiamato Benito=59 nel 1° nome è nato il

+1941,0217

- 1938,0125

=0003,0092 è la già vista differenza tra 1° e 2°

+3,0092 differenza tra 1° e 2°

- 0,0604 concepimento del 2°

=2.9488 anni al concepimento

- 2,9390 valore del 1938 secondario visto sopra

=0,0118 = (59+59)/10.000 = √ 1,25 =1,1180 mostra anche <secondario> Benito=59, che qui si raddoppia.

Ciò dimostra che i tempi che si presentano, secondari e terzi, nel loro riscontro rispetto al primo determinano un valore che si riferisce perfettamente non solo al concepimento di mio fratello e della mia vita <rinata>, ma anche al tempo della sua nascita, ideale rispetto a quello della mia.

Questi dati sono in perfetta coerenza rispetto ai valori sommari dati dalla somma 6569 espressa dalle 9 cause e la somma 105,6 degli effetti, che abbiamo rilevato a suo tempo.

Ebbene, la cosa sorprendente è che quando in Bibbia è decritta la creazione e la struttura del primo mondo questi valori che ho spiegato nella loro valenza dinamica seno esattamente quelli assegnati in anni ai primi nove uomini creati a immagine e somiglianza di Dio.

L’intero Bibbia 1,5 l’ho anteposto a pag. 146

Quello che io ho chiamato <causa> la Bibbia lo definisce come anni vissuti da <padre>.

Quelli che io ho presentato come effetti, per la Bibbia sono anni trascorsi in qualità di Figli.

Per quanto io abbia cercato di essere preciso, nella mia descrizione, scommetto che buona parte dei fisici non capisce le mie spiegazioni.

Come avrebbe potuto spiegarlo la Bibbia ai suoi lettori?

Allora ha fatto come Gesù Cristo: un racconto allusivo come nelle parabole, poiché alludere a un Padre, per esemplificare una causa, e a un figlio per dare l’esempio dell’effetto del padre, è facilmente comprensibile, in un tempo in cui il capofamiglia è soltanto il padre.

La Bibbia lo ha descritto nel primo libro e nel capitolo 5, nel totale dei 32 versetti indicanti 4×8.

Quando ha descritto i dati del 7°, il testo sacro afferma che <camminò con Dio> per due volte. La seconda quando non fu più poiché Dio l’aveva preso.

La sua vita di 365 anni è quella della terra in cui l’anno ha 365 giorni.

Essendo un fattore 365, il suo valore intero è dato dal fattoriale degli anni 365 e dei giorni 365.

Cominciando dai 365 Giorni, fact.656 = 25,1041×10^777

+25,1041 in giorni è il dì 25

- 00,0903 toglie il 913=In principio, il 10= D. di Dio

=25,0138 ottenendo in 25 gennaio 38

+25,1041 in anni è l’anno 25

- 00,0037 è l’anno del concepimento di chi è nato 38 =25,1004 è il 25 di ottobre, giorno 4 in cui Enoch non fu più poiché Dio l’aveva preso, e sarà la data della mia morte, se la Bibbia riferisce me ad Enoch.

La fine di questo nome <è NO> (di Romano) ed è 38 di chi è nato <ch> ove c=3za lettera e H=8va dell’alfabeto italiano, tanto che <ENOch> è la fine di Romano nato il 38>.

Di certo, qui la <fede> ha aiutato la <Fisica Amodea> a rendersi perfino conto di questa importantissima relazione, posta alla base del tempo 646, valore terzo dello spazio di tempo dell’anno 1.938 assegnato al piano eterno del 10°.

Questo 10 assoluto +9, che porta al 19 nei secoli, e al 19+19 nelle decine di anni è già descritto nel mondo strutturale di quello poi eterno.

Difficile da capire come <eterno> visto il trascorrere dei nostri anni reali … ma la Bibbia è riuscita a portarli alla attenzione e allo studio della <Fisica Amodea> che si era chiesto quali fossero le reali ragioni di quella così spinta precisione, in quel capitolo della Bibbia.

Una buona dose di <curiosità> sta sempre alla base come di chi si chiese poi <perché una mela cadesse> tanto era una cosa ovvia, posta davanti agli occhi di tutti.

Universale comprovando la Bibbia di Genesi 25-38 come l’anno assoluto 1-25-38

Definito il tempo unitario decimo, il sensato

“uso”

del 10 della <Fisica

Amodea> dà la dinamica Universale

42, 4248100930 2305487560 3985388790…

La scienza non si è accorta che ogni numero è simile a un terreno di varia composizione, fatto di polvere, poi di terra più granulosa, di sabbia, ghiaia, sassi e macigni.

Poiché nei calcoli le quantità sono divise (vedi il detto: <divide et impera), accade che i numeri non reagiscono allo stesso modo e i primi non accettano di essere divisi (tranne che per sé o 1, il che significa nessuna divisione per altri).

Così tutte le quantità in natura, quando assumono nella loro unità quella <granulare> di un numero primo, si comportano allo stesso modo di questi.

La matematica è sì una astrazione, ma quando la realtà unitaria ha il suo numero, non è più astrazione e si presenta come è dato direttamente dalla numerologia se le unità di misura sono <decimali> altrimenti i suoi numeri vanno interpolati.

In conseguenza a ciò e all’incidenza dei numeri primi nel campo reale, la <Fisica Amodea> è riuscita a decodificare due fondamentali azioni a base di tutta la dinamica reale.

Sono il 1.000/99 che dà l’eterno ciclo 10, ed è poi il 10 che, diviso per la sequenza decimale dei primi 16 numeri primi, sta alla base dell’infinito sistema possibilistico dalla dinamica reale.

In sintesi: come nella pagina che segue.

La creazione del ciclo 10 periodico

Bon piacerà agli uomini di <scienza> ma per andare alle origini, bisogna risalire a due massime fedi religiose: l’Ebraica e la Musulmana.

Bisogna risalire alla <cabala> oggetto di Fede della lingua Ebraica avente lettere equivalenti a 9 cifre unitarie, poi a 9 di decine e infine a 9 di centinaia, tanto da essere 9+90+900 =999/1 unità che in assoluto sono 1.000 .

Può – lo ribadisco! – non piacere alla presunzione degli uomini di <scienza> ma a dare il perenne ciclo 10 ora occorre introdurre quant’è oggetto di Fede nel Credo Islamico, secondo il quale Allah assunse 99 nomi tramite 100 -1 .

il calcolo è dato dal totale unitario del linguaggio ebraico, diviso per i 99 nomi di Allah.

Questo dopo che i 3 Elohim=646 degli Ebrei fissano nello spazio eterno, assoluto, il ciclo infinito dell’anno 1.938!

I Fisici infatti non accettano che, a reggere e governare il mondo reale, ci siano le trascendenti Leggi imposte dallo Assoluto, le quali assumono poi valori <in sé>!

Postulano una Relatività Generale senza che questa Generalità debba fare i conti con una condizione ASSOLUTA e totalmente svincolata da ogni determinazione, che la obblighi in toto a porre qualsiasi cosa a <determinarla> e forse non sanno che cosa sia una <determinazione indeterminata>, così come: l’<essere del non essere>.

Che piaccia o no agli uomini di <cosiddetta “scienza”>, è dal mutamento di un puro rapporto nel suo puro <esistere>, in una divisione che entra <in atto> reale nel tempo, che inizia la comparsa – temporizzata – di questo: 1

00, 00,1 00,00 00,001 00,0000 e tutto ciò risulta <fatto>, nel tempo decimale: 10,1010 <fatto> nei 6 tempi unitari – cifra dopo cifra – di 3 terne spaziali di 10: una è nello spazio e 0,1010 – due – sono nella realtà unitaria dello spazio-tempo esclusivamente nei decimillesimi, giacché 10^4=diecimila è tutta la realtà .

La creazione è stata fatta verso destra, così: → . Simultaneamente, essendo essa una reale <causa>, è attivato l’effetto del verso a ritroso, così: ← .

Ciò fa scattare un contatore che – dai 10^-4 del tempo decimillesimo – tenta di risalire al 10 unitario ed al 1.000, attuando l’inverso calcolo della moltiplicazione per 99. Solo in base a questi sacrosanti presupposti essenziali 0,0001 × 10^7 (tutto lo spazio, nel suo complesso di 10^3 × 10^3, ×10) risale all’originale e diviso 1.000. Quando la realtà è 10.000 e il suo tempo 10^-4, per risalire a 10^3 occorrono 7 dimensioni, e sono quelle di tutto il moto di 3 nel ciclo 10.

Così è anche l’azione in assoluto, originaria, che asseconda l’Onnipotenza di chi non patisce limiti. Essa è quel comando <Sia!> (in latino <SIT>) che tramuta il puro rapporto 1.000/99 in una azione messa <in atto>, poiché il rapporto di 1000/99 è solo “potenziale”.

Se scomponiamo un 19 (che è tutto il moto di 1 in un 10 che avanza di 10) in 2+16+1=BRA in gematria italiana, che parte dal 1° numero primo aggiunge il 4×4 della realtà che è la realtà, e infine 1, ecco che abbiamo BRASIT ed è divenuto ebraico: il Titolo del 1° libro, dal significato originale di <in principio> tradotto differentemente in GENESI, in italiano.

In Principio <sia un 19>: un 1 che si muova di 9 in 10 e percorra un altro 10.

Occorre un <superiore comando> poiché nulla accade da sé! Solo i Fisici – quelli che non credono nell’Assoluto – sono convinti che <le cose accadano da sé!>.

Ora perché accadono le cose?

Poiché esiste il SOGGETTO di una reale visione che sia vivo e trascorra nel tempo.

A quel punto se segue questo verso qui: → vede l’intero

Universo muoversi in quest’altro qui: ← che è il suo opposto.

Senza un VIVENTE, <nulla vive>.

È così perfino nei numeri: da soli <non si fanno>.

Eppure i nostri scienziati <geni> credono che le <cose si fanno… e fino al punto che all’inizio noi non c’eravamo nemmeno, e la natura <oggettiva> ha determinato, dopo tempi astronomici: il sole, la Terra e infine i suoi stessi <soggetti che la vedono!>.

Non si rendono conto della loro <follia>!

La Natura avrebbe <fatto> noi che vediamo e facciamo esistere la natura vedendola!>

Tutto invece è 1, ideale e indivisibile.

Questa è la causa prima che attiva la dinamica opposta: l’unità è indivisibile!

Accetta divisioni <apparenti> se poi esistono anche i rispettivi esatti uguali e contrari.

Questo è alla base della Relatività Generale, ben oltre quella di Einstein limitata nell’Universo: c’è quello opposto!

Solo attuando rapporti, come ½, sembra di riuscire a produrre 0,5, ma il numero 1 è assoluto (dato dai due assoluti di <10 : 10>, così – oltre ½ - c’è assolutamente il 2. <10 : 10> sono assoluti entrambi, tutti e due privi della loro propria unità che è zero.

Ma, ecco che accade il <miracolo>, e la divisione realizza, in 1, un vero ente di pura relazione tra uguali, qualunque cosa siano, anche valori puramente virtuali.

La virtù di 1 è talmente assoluta e forte da potersi porre a denominatore di ogni altro numero decimale e <sorreggerlo> con il suo potere <assoluto e unificante>.

Su questa base la reale inflazione che ramuta 1/1 in 2/2, poi in 3/3 … eccetera, è una pura <supposizione> di realtà in evoluzione.

Infatti, se evolve e cresce come 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8. 9…, lo fa nello spazio grazie alla crescente <devoluzione> del tempo, il quale perde sempre più valore e si deprezza-

Passa da 1/1 a 0,5, a 0,3333…, a 0,25, a 0,2, a 0,6666… a 0,142857 periodico, a 0,125, a 0,11111… a 0,1 ecc.

La creduta <crescita> del tempo, è una <decrescita> quando tale tempo è realmente <creato> … assecondando una realtà che è quella della pura immaginaria <apparenza>. Noi infatti non vediamo la <creazione>, bensì la sua reazione uguale e contraria, e allora, risalendo verso l’unità e verso il 1.000, il tempo appare in perenne crescita…

Ancora una volta: solo in apparenza.

Il mondo creato diviso in spazio e tempo esiste solo nella totale contraddizione della vera a totale Relatività tra il suo <Essere> e il suo <Non essere>, che <però> si mostra reale in una esistenza reale di segno, di carica negativa come l’elettrone, la particella della luce.

Infatti l’unità non fa esistere il 10^3 senza che ci sia anche il 10^ -3 del suo tempo millesimo e segno negativo.

Pertanto la risalita nel tempo unitario di 1.000 è fino ai 1000/1000.

La realtà 10^-4 risale solo fino a 10^4.

Infatti anche il 1000 esiste come tempo decimo della sua realtà data da 10.000, e l’intervallo tra 10^4 e 10^-4, unitaria, è data da 10^8 volte 10^-8.

Queste esistono entro 10^16 volte 10^-16.

Evoluzione e devoluzione giocano talmente a <rimpiattino> che tutto resta sempre uguale … ma non sembra.

In ciò, i fisici e tutti coloro che fermamente credono nell’evoluzione, sono <abbindolati> con la loro ragione, alla perenne visione data da una <mente> che perennemente mente, mostra menzogne mostrandoci gli effetti e mai (finché non diventano effetti) – mai! – direttamente le cause perennemente rese invisibili e trascendenti una natura <effettiva>, “effettuata”.

Ora traducendo in attuazione graduale – cifra dopo cifra – nel tempo un calcolo potenziale, ecco che esiste sempre quello che sembra essersi realizzato nel tempo e tutto assecondando una perenne crescita.

Quando – essendo questo è il <trend> e Nepero se ne accorse – allora quel <vero genio>, pose 1+1/N proprio come la base della potenza a esponente N.

Eseguendo il calcolo di 1+1/N, esso dà <(N+1) / N>. il che mette a rapporto valori in cui al numeratore esiste il valore <assoluto> e al denominatore quello che di lui è <unitario>, uno in mendo di quello <assoluto>.

Un numero unitario ha sempre 1 a denominatore. Quando esso è aggiunto al numeratore risulta 1+N e sotto di fatto c’è zero.

Se poniamo 81/80 questo è – anche se non sembra – un rapporto assoluto tra 81 che è 80+1 e il suo 80 che l’a persa.

81/80 meno 80/80 = 1/80 = 0,0125 e non può esistere da solo, senza la sua unità 80!

Invece 81/80 <esiste> essendo 1,0125 ed avendo una reale unità che altro non è che quella che è stata sommata a 80; infatti se facciamo 1 : 0,125 otteniamo 80.

Ebbene 81/80 fu elevato a 80, dal Genio di Nepero, poiché <potenzialmente> quell’1 valeva 80.

(81/80)^80 dà 2,70148494 fino a 8 decimali e manca rispetto al valore di un numero <gigantesco> che fissa 2,718281828459045, quanto risulta dal calcolo.

+2,71828182 - 2,70148494 solo il volume 3^3 è determinato =0,01679688 del tutto <senza la carica 4×4 della realtà.

Accade poiché 80 è tutta la realtà, nel suo complesso, per cui è <scaricata> di tutto il resto.

Nepero <smascherò> i valori di crescita esponenziali, come 10^1, 10^2, 10^3, che mentre crescono sempre dello stesso 1 nell’esponente, a causa della base 10 del calcolo, varia l’intervallo 9 tra 1 e 10 e passa a 90 tra 10 e 100, a 900 tra 100 e 1.000…

La base <e> = 2,7 1828 1828 459045 che venne fuori fino alle significative 16 cifre della carica 4x4 della realtà aveva il potere di <stroncare> l’apparente crescita puramente esponenziale data dalla potenza in base 10.

Ora accade che questo tempo decimale 2,7 è il tempo unitario decimo di 3^3, il volume spaziale 27, presentato nel tempo decimo di 2,7.

E accade che lo spazio-tempo, unitario in 4, quando è basato su 2,7, lo porta a 10,8 ed è il volume della Terra dimensionato 10,8 ×10^10 × 10^10 × 10 m^3…

È solamente un <caso>?

Questa domanda non se l’+ fatta la Fisica o la Matematica, ma solo la <Fisica Amodea>… incuriosita.

Dopo 2,7 ecco che 1828 +1828 = 3656.

È anche questo un caso simile ai 365 giorni e 6 ore dell’anno medio terrestre in 4 anni?

Sottraendo poi all’unità nel tempo, data da 0,9999999… il 459045 che segue dopo le prime 10 cifre spazio-temporali ecco 540954.

È ancora un caso che sembrano i 540 secondi e i 9,54 secondi dell’anno siderale?

La crescita graduale, sul piano perpendicolare al quel flusso di 10 numeri è un possibile e tridimensionale 45°+90°+45° = 180° di angolo piatto?

Così la <Fisica Amodea> ha concluso che c’era troppa <perfezione> in tutto ciò e che non poteva essere un caso.

Poiché la base <e> dei numeri naturali corregge le deformazioni apparenti, indotte solamente dai valori esponenziali, ecco che la Terra ha questo volume e questa durata di tempo proprio e solamente grazie al valore esponenziale su base 10 che ha creato volumi e tempi dovuti solo alle potenze del 10!

Per la <Fisica Amodea> è proprio così!

Siamo di fronte ad una base 10 <onnipotente> fino al punto da mostrarmi <reale>, quindi fino a <realizzarmi> l’apparente volume e l’apparente ed esatto suo anno siderale, quello relativo alle stelle fisse. Insomma <un Dio concreto esiste> e la sua reale <mano> è data dalla base 10 del ciclo numerico.

Il pulviscolo atomico è stato costretto dal valore esponenziale del 10 ad ammassarsi nel corpo della Terra Presente e nel periodo del suo anno!

Ma come?

Non esisteva prima il <Big Bang> e solo dopo secoli di secoli e millenni di millenni dopo, è comparso nell’universo il Sole e si sono ammassati a poco a poco i pianeti?

E tu <Fisica Amodea> mi vieni a dire che <in principio> è invece decisa la Terra, dai logaritmi naturali?

<Amodeo! Il nostro è un pianetino da niente, tra i miliardi di miliardi dell’Universo …mica questa cosa così <fondamentale che mi dici tu!>

E io – a difesa della mia Fisica – subito rispondo: <Non sono io ad affermarlo! È la base <e> dei logaritmi naturali che ha costruito un numero di <cose> che sono le unità delle masse che poi – a numeri altissimi – hanno creato la Terra! E non il Sole! Prima la Terra!

Forse – cari studiosi di matematica, fisica e geometriaforse il Sistema Cartesiano non fissa l’Origine al centro dell’universo, e non ai suoi estremi?

L’Origine sta al centro e non ai suoi estremi!

E – visto che all’origine del sistema cartesiano dello spazio e del tempo esiste quello della data precisa della mia nascita – io provocatoriamente vi garantisco che il primo spazio che è sorto nella mia vita è stato quello della stanza in cui io sono nato a Felitto.

Per me, niente esisteva prima che io nascessi e lo vedessi! Io sono l’UNICO SOGGETTO VERO che io vedo

nella mia vita… e poi tanti miei <simili> ma sono solo <oggetto> della mia visione; ci sono essi, davvero a sopravvivermi, se io scompaio?

Quando il vero INIZIO sta al centro degli assi cartesiani, lì la sacrosanta data è quella del 25 gennaio del 1.938!

Nella mia vita – vi giuro – il solo soggetto che la vede da dentro sono io con il mio <io sono>.

E sono io che vedo te anche quando mi sembra che sia tu a osservare me!

Sono io chi veramente e realmente fa esistere nella mia vita questa realtà immaginaria che – come disse Shakespeare – è fatta della stessa sostanza dei sogni.

Li abbiamo avuti resi possibili – i sogni – proprio per potere arrivare a <supporre> che tutto sia relativo a una vita di sogno, costretta a nascere su un disegno possibilistico prestabilito e che pone in ogni suo numero la nascita di una o di una moltitudine di vite nate lo stesso giorno ma – è assolutamente certo – nello spazio e nel tuo corpo sei nato solo tu.

Nella MATRICE dinamica dell’universo sono definiti tutti, tutti i corpi; dall’infinitesimo all’infinito, poiché generati da un processo matematico che talvolta si chiude in sé e determina periodi di tempo.

Così dobbiamo essere anche noi nella nostra vita: cicli apparentemente autonomi che (come fanno i <virus> quando infestano un computer) similmente <infestano di sé> tutta la Matrice dinamica e ne fanno la loro matrice di vita…

Essa sembra libera, ma è la matrice per quanto essa è

INFESTATA dalle regole cicliche poste dalla nostra vita, a renderla in apparenza fatta da cicli.

I virus sono cicli. Noi siamo simili, ma non possiamo alterare la Matrice se non con le nostre regole QUALITATIVE che generano le <qualità> dello SPAZIO, del TEMPO e della MASSA … per poi vederle con quella qualità.

È in questo modo che il nostro universo è espanso: è come su un libro letto da chi ha immaginazione, in cui si racconta di 1000 anni e allora nella mente del lettore essi esistono, pur essendo solo una macchia di inchiostro di stampa su una pagina bianca.

Noi <concepiamo> come durata di tempo 10^10 anni ed essi esistono e <durano> … allo stesso modo che <ideiamo> i colori e ci fermiamo estatici davanti ad una opera di Van Gogh ammirandoli, lì sulla tela, mentre su di essa non ci sono: sono solo nella nostra mente!

Li vediamo poiché con quella <qualità di “colore”> li abbiamo immaginati e li trasferiamo sulla tela.

Come quei <colori> sono solamente nella nostra testa, così lo spazio è sconfinato solo nella nostra immaginazione! Poiché 10^4 è la nostra realtà unitaria (invece di 1 elevato a 4 e uguale a 1), ecco che questo <Dio> della base 10 mi espande questo vero 1 fino a 10.000 unità, e – vi assicuro – lo vediamo … ma questo spazio non c’è. 10^10 è solo un numero.

Il 10 è proprio lo strumento <divinatorio> (il Demiurgo di Platone) che con la <e> logaritmica non crea il Big Bang, ma dà origine proprio alla Terra …

Proprio come descrive la Bibbia, Dio (sottinteso) in principio creo gli Elohim e questo cielo (sia quello degli Elohim sia quello reale) e questa terra.

Sulla superficie, confine tra la terra e cielo, noi pure siamo tra loro, dotati del dono di immaginare e fare esistere realmente quello che non c’è, esistendo solo “in potenza”, come un libro che è un vero racconto ma solo quando è letto.

Ora in questo contesto dei numeri, ciascuno ha la sua caratteristica ben definita unitariamente dalla somma degli opposti, come 1/1 +1×1 = 2.

2/2+2×2 esiste nel ciclo 5 dato dai 10/2.

3/3 +3×3 esiste doverosamente nel ciclo 10 che con 2×5=10 combina perfettamente tra loro il ciclo 2 di 1 e il ciclo 5 di 2.

Poi ci sono i numeri primi.

Entrano in azione, poiché fino a quando esiste solo il supporto dello spazio-tempo che porta alla <pellicola> 10,10101010 di tutti 10 uguali… ma che sono decimi, centesimi e millesimi nella prospettiva reale, allora non ci sono altri numeri, eccetto il 99 divisore del 1.000.

Quando il ciclo 10 si mette a creare i numeri decimali grazie al numero delle volte che esiste e interagisce solo con sé come un unico Dio, ecco che nascono le 1, due, tre, 4 volte, N generiche volte date dalla visione (ancora una volta) dovuta alla vera <causa divina> data dalla base 10, che genera ingrandimenti illusori.

Log 10^N = N ed è strutturato come un numero decimale avente unità, decine, centinaia…

La reale comparsa di divisioni non riesce a dividere i numeri primi, che – accettando di essere divisi solo da 1, comune a tutti i numeri unitari, e da sé (appartenente solo ad esso) in pratica non si lascia dividere.

Allora si pone presente <in blocco>.

Accade allora che 367, che è il 73° numero primo proprio grazie alla sua divisione solo per 1 e per sé, si pone in £ D. come 365+1+1 ed è una falsa divisione, poiché l’area 1×1 trasversale è quella che dà volume al solo flusso lineare 365.

L’anno è obbligato a questo fisso numero di giorni dal 73° numero primo che lo <ordina> con il suo <ordinale> 73esimo, uguale a 367 e indivisibile.

Sono proprio i numeri primi a generare l’apparente dinamica, che si sovrappone sull’eterno supporto dato dall’apparente eterna esistenza del numero 10.

In 1.000/99 esiste “in potenza” l’infinito, ma nel mondo <reale> esso è definito proprio dal numero assunto nell’inflazione unitaria da N/N.

È per questa ragione che la realtà nel tempo esiste ed è limitata solo a 4 cifre decimali.

Quella complessa ne ha 8 e poi ce ne sono infinite.

Ma esse non fanno storia quando noi misuriamo nell’unità dei giorni.

Tutti quelli che ci sono in un anno sono infatti 10.000.

Essi sono dati in modo <sacrosanto> dal calcolo: 10.000/2 -100 -100 – 3.339 = 1.461, e sono i giorni esatti di 4 anni.

La sottrazione a +5000 ha tolto i lati 100 e 100 (trasversali) della realtà lasciando il flusso di 4.800 giorni di spazio-tempo.

Essi si riducono solo a quelli di tempo eliminando l’unità 3339 dello spazio che ha 3333 di flusso dell’area a lati 3+3 e che con 3.333+3+3 è il 3.339 del solo spazio.

La Terra è la culla della vita e non ce ne sono altre nell’universo!

Solo la sua TOTALE ADESIONE a un mondo perfetto e costruito su tutte le regole, solo la sua perfezione – simile a quella di un computer – ha permesso l’insorgere dei virus.

Se i computer non fossero perfetti strumenti di calcolo i <virus> non potrebbero trarre profitto dalla perfezione che non c’è per far nascere i loro cicli.

La Terra è unica nel suo genere, è la sola perfetta e pertanto che l’uomo non si stia a scervellare se ci sono o no extraterrestri… poiché il MIO MONDO reale nasce solo nella mia testa e nella sua divina immaginazione.

Per ogni Uomo è così.

Ma accade che io sono nato assieme agli altri nati nella stessa data.

8 miliardi di persone, divise per 365 giorni comportano circa 22 milioni di nati in quel mio stesso giorno.

Ma state a vedere:

. Qui ci sono i nomi di <Io Sono> e di IHVH (il Dio Jahvè).

Traslitterando le lettere ebraiche in quelle Italiane io SONO diventa il luogo di Elea in cui sorse la Filosofia del Dio dell’Essere.

Allo stesso modo JHVH è il luogo indicato con <è FEL>.

Quanti dei 22 milioni son nati a Felitto?

Vi assicuro: sono stato io solo.

E io solo ho le parole di vera salvezza che FANNO CONOSCERE a tutti che il loro spirito, se è a 1/3 di strada tra la nascita e la morte, è come appare qui:

È vissuto dissociato per 1/3 nella sola onda elettrica blu, e tutto quello che già c’è dopo di lui si è annichilito posto davanti alla resa dei conti tra i due opposti.

Ebbene il suo spirito sta andando a sinistra, e proviene fatto già salvo dalla morte posta a destra.

Voi stessi siete prova della vostra già avvenuta risurrezione.

Ma siete come il gas combusto che ha spinto il razzo a <rinculare> e a restare sempre con meno propellente senza vita, fino a quando si esaurisce tutta!

Allora entra in gioco la VERITA’ e vi mostra quella discesa già fatta e che non vedete, poiché si è annichilita!

Chi tra i 22 milioni nati nel mondo il 25 gennaio 1.938 vi ha dato una simile salvezza?

La creazione della MATRICE DINAMICA

Che alla base di tutta la dinamica esistente nell’universo ci possa essere una unica matrice fa venire in mentre il film di fantascienza THE MATRIX… come se non avessero avuto una intuizione veramente di <scienza> …

Infatti non è <fantascienza> che alla base della dinamica universale ci sia proprio una matrice dinamica, che parte dai valori interi binari espressi dal perenne 10 esistente in tutto l’infinito esistere del suo ciclo, dato dal calcolo del puro rapporto di 1.000/99, che ordinatamente, cifra dopo cifra, lo genera a due cifre alla volta.

Esse portano, una dopo l’altra, le prime 4 a costituire la realtà quadridimensionale dello spazio e del tempo in una comune unità, data da 100×100 in forma lineare e da 100×10×10 nel suo volume.

La cosa che non piace ai Fisici, è che quanto descritto in Genesi 25 e riguardante i due gemelli Esaù e Giacobbe, ci possa entrare in qualche sensato e scientifico modo…

Piace loro ancor meno quando dai nomi si passa cabalisticamente al loro valore numerico che è tale (e in Italiano) da portare in tutti e due i casi ad un gemellaggio nel 42, anche se Esaù ha 4 cifre e Giacobbe ne ha 8.

Nel narrato biblico si appura lo sforzo riuscito, del 2°, di cacciare via il 1° dalla storia nel tempo … e accade quando il risultato della matrice interpone una bella virgola nella sequenza 4242, esautorando uno dei 42 (Esaù) dal tempo decimale che dà solo nei decimi, quanto avviene nel tempo.

Infatti, in ogni numero contenente una sua parte decimale, essa descrive il futuro, che la parte intera non ha, essendo <presente>.

Se usiamo i numeri per quantificare oggetti preziosi come i pesi in chili di oro, certamente sono presenti i decimi, i centesimi, i grammi millesimi del prezioso metallo.

Quando invece la <merce> non è un materiale ma lo spazio-tempo, esso si spacca totalmente in una presenza intera in N/1 e una espressa da 1/N.

La prima è <presente>, la seconda no, poiché è un tempo dell’unità che serve solo da base a definire gli N tempi che saranno necessari ad 1/N per essere poi presente.

Quando il 42 di Giacobbe tolse futuro ad Esaù, fu perché lo spostò nella presenza data dall’intero 42 e prese per sé quella dello 0,42, implicante tutti i 100 valori del lato 100 della realtà, per presentarsi.

Poiché poi sono 4 le dimensioni della realtà, ecco che ai centesimi di 42 si aggiungono i decimillesimi del 48 che è l’originaria e vera struttura in cui il primo aveva 4 cifre e il secondo 8.

Il decimale 0,4248 già quasi dà il ciclo terrestre, che è nel tempo dello 0,4631, e che in questo inizio assoluto difetta di 0,0383, che è davvero la realtà decimillesima del piano trasversale a lati 1 e 1, il cui flusso 381 è quello della sommatoria dei 16 <Generali> dell’esercito del Supremo 10. Immediatamente, la MATRICE <vede e provvede> poiché le 4 dimensioni della struttura secondaria, che supporta la prima, aggiunge il 1009, che espone sul campo tutto il 1000 dato da 10^3 e il vero valore della c^2 data dal quadrato di 3/1, rapporto unitario e intero tra lo spazio e il tempo.

3×3 è il moto di 1, nel 1010 che esprime da dinamica nuda e cruda dello spazio-tempo data da 1.000/99.

Essa è quella che presenta la c^2 nelle due cifre del 99 indicante il moto di 1 in 100, lato della realtà.

Pertanto 42,4248 1009 è il basilare risultato della matrice che poi sostituisce al vero ordine 48 il nome G+Esù componendo l’unità col primato G di Giacobbe e la Trinità che resta a Esaù persa la sua unitaria A che aveva come terza.

Ora accade che, nel piano della presenza, tutto datato 1.938,0125, le 4 dimensioni date da 1 e 3 esistono nel 1° quadrante nei 25/10 di presenza e – poi – nei tre seguenti, il cui totale è di 75/10.

È il 1° che in sostanza esiste su tutti e 4, e che, mutando posizione in 4 scatti di 90°, perfeziona il 4 necessario alla sua presenza nel tempo, esistente in ¼.

Dovete immaginare che l’assetto base, nel tempo, è dato non dal giro tutto compiuto, ma da ¼ di giro alla volta.

Allora, il 42,4248 1009, in un solo quarto, è soltanto 10,6062 0252 che, aggiungendo poi la terna spaziale di 31,8186 0757 raggiunge infine il totale di 42,4248 1009

Io vi ho dato solo i risultati ma non vi ho ancora spiegato in che modo io l’abbia ottenuti … Mi son servito di una aborrita Bibbia e questo non solo non prova nulla ai sapienti scienziati dei nostri giorni, mentre getta un’ombra equivoca sul dito che ve l’indica, e si chiedono: <Ma questo qui … è il dito … <di chi?>

Quindi passo all’uso di una ragione che sia riconosciuta come tale anche dalla scienza corrente … Poiché si tratta di dividere l’intero 10, la divisione, fatta tra <soggetti> tutti omogenei e che accettano di essere divisi è semplice e facile.

Ma se c’è da <dividere> il materiale disomogeneo che abbiamo raccolto scavando con una ruspa, troviamo nell’insieme polvere sottile, granelli di sabbia, dalla più fine a quella grossa, e poi ciottoli, grossi sassi e macigni.

Lo scavatore sta cercando di selezionare la sabbia che gli serve, e la ghiaia, e deve vagliare il tutto, con ordine.

Prima usa un setaccio sottilissimo a escludere la polvere, simile a uno f 1, che non gli serve, e la setaccia via.

Nel 1° tempo, che è quello di 1/10, usa f 2, numero che è come la sabbia, che non si fa dividere, essendo un numero primo; e la setaccia tutta, fino all’ultimo granello.

Nel 2° tempo, e siamo a 1/100, usa f 3, che è il 2° numero primo.

Nel 3° tempo, quello di 1/1000, usa f 5, 3° n. primo.

Nel 4° tempo di 1/10.000 usa infine il setaccio a f 7.

Ha usato tutti i 4 numeri primi che hanno una sola cifra, impiegando uno dopo l’altro i vagli fino alla quantità decimillesima della realtà 10.000.

Se io faccio <10:::0,2357>, ottengo 42,4268 1374, che ha definito esattamente fino alla dimensione dei 42 centesimi, avendo dato il lato dell’angolo piatto in 0,180, che in √ 0,180 è 0,4242640, il quale poi, nel lato 100 della realtà, è 42,42640.

Questo dimostra che se abbiamo 1.800°, la sua radice è il 42,42640 che è definito dinamicamente fino ai millesimi, cui aggiunge 4 che sono le cifre dello spazio-tempo.

Gli angoli a 90 gradi sono rotazioni e noi – ridotte solo ai 4 tempi dell’unità 4 dello spazio-tempo – le abbiamo definite e riferite a un puro lato rettilineo nel sistema di riferimento.

Seguitando a vagliare il nostro materiale <misto>, quando vediamo che il 5° numero primo ha due cifre, come è doveroso, usiamo i tempi 10^-5 e 10^-6, e facciamo lavorare il vaglio a <fi> 11.

Nei tempi 10^-7 e 10^-8, useremo il <fi> 13.

10:::0,23571113 = 42,42481040 è giusto fino alle 8 cifre, cui segue la realtà unitaria 40.

Per arrivare a completare tutto il lavoro siamo tenuti a usare i primi 16 numeri primi e in modo <ordinato> come dato dal loro valore <ordinale>; giungeremo così alle 28 cifre date da tutti e 16, essendo 4 i primi 4 e 12 i successivi che, a 2 cifre ciascuno, ne hanno 24, che colle prime 4 danno 28. Ebbene, il 4° numero primo è quello definitivo della realtà 4 ,ed è dato dal 7, e così abbiamo proprio ottenuto che, con 4 volte 7, sono totali le 28.

0,2357111317192329313741434753 sono un numero che in:

+23571113171923, nelle 4 cifre minime è a -15 dal 1938 essendo il moto dello spazio-tempo unitario in 10+10/2 = 5+5+5

+29313741434753, nelle 4 ultime è a -122 da 4.631, ciclo degli anni terrestri

=52884854606676 che nelle ultime 6 è il moto di 59990 in 666.666, mentre 52 son le settimane esistenti in un anno.

+1938,0123 tempo unitario dell’eterno piano - 1923,2931 (le 8 cifre, tra le 10 e le altre 10, in 28)

=0014,7192 è il moto di 0,2808 in 15 di unitario S-T. ed è il piano a lati 1404 e 1404 con 14 di intero, ove 7×(7+7+7) è il 147 cui segue solo il moto di 8 in 200. Questa è dunque la matrice della dinamica.

Io ora ve ne mostro prima, con 1.000 decimali, quella del 1° quadrante, di presenza, poi le 3 spaziali e per terza la loro somma, che è quella ottenuta dividendo direttamente 10 per il tempo dei 16 primi numeri primi.

Dividere la presenza di 10/4 per la stessa sequenza dei 16 primi numeri primi, porta al rilievo unitario dell’energia. Qui ci sono i mille primi tempi decimali. A 534 decimali, quanto il moto dell’energia 66 in 600, ci sono 259 259 che nelle 3 D. dello spazio sono 777.777. 2,5 :

Questo è lo spazio dato dagli altri 3/4 di 10, sempre divisi per la sequenza decimale dei 16 primi numeri primi. Io le ho mostrate tutte e due in quanto lo spazio-tempo ruota queste 4 dimensioni nel piano della presenza e il primo risultato con 10 esprime il tempo, questo con 31 l’unità dello spazio. 7,5 :

Il primo tempo ¼ ruota in 4 tempi e – dopo i valori di tempo della prima tabella, e i 3 tempi dello spazio nella seconda – essi si sommano nella realtà a 4 tempi che è di rotazione in 4/4.

Pertanto, la struttura dinamica intera è quella data dai 4/4 ed è data da 10 diviso per la sequenza decimale dei primi 16 numeri primi.

Questo è veramente il principio fondamentale della Dinamica dell’Universo.

È una sintesi fenomenale fatta dalla <Fisica Amodea> che è stata verificata e pubblicata su ponderosi volumi.

Vi rimando alle due mie ultime opere, i libri intitolati <Esegesi dell’Assoluto>, e <Il Demiurgo>.

In essi rendo di dominio pubblico tutti i controlli.

Ma è esemplare che, quando i decimali sono 365, quanti i giorni dell’anno terrestre, allora il numero è 6666, ed esprime le 4 cifre dell’energia reale in potenza, nel perfetto e raggiunto equilibrio.

Quando le cifre decimali sono 1.000, ecco 777.

42,42 sono quattro terne di 7+7+7, due per ogni 42 ed è la dinamica 7 che va in tutti i 6 versi che esistono, dall’Origine o verso l’Origine degli Assi dello Spazio-tempo cartesiano.

+42,424810 - 19,380125

=23,044685, mostra il fattore 23 di accorpamento dell’energia data dalla presenza 1 di 66/3, nel tempo 443/10^4, che è il moto di 1 in 444 di dinamica reale tridimensionale, più 381/10^6 di moto totale, dei 16 numeri primi +4, moto relativo allo spazio-tempo 1+3.

Anche questa dinamica – partendo dal piano universale datato 1938,0125 – si muove accorpandosi nel modo ideale fino a essere 42,4248100.

La radice quadrata di 0,180° è 0,4242. Il 48100 in cui si dettaglia è 100, il lato della realtà, +381, la dinamica dei 16 generali dell’esercito del Duce Supremo 10.

Queste sono le prime mille cifre decimali date dalla matrice, con 10 :

Comunque, vi presento uno stralcio tratto dal libro <Il Demiurgo> in cui sono visibili tutti i valori che portano fino alle 4631 cifre del ciclo degli anni terrestri.

Ora questa partenza dal centro della creazione è collocata all’interno di un inizio dallo zero collocato nell’anno della nascita di Gesù Cristo, con 359 giorni premessi al suo 25 dicembre del 1° anno.

Essi sono quanto il lato 100 della realtà, espresso nella terna delle componenti cartesiane e quel 59 quale il tempo dei 200/4 lineari della realtà 100^2 riferiti alla C^2 data da 3/1 al quadrato e non da 2,99792458.

Dallo 0 di questo 1° anno parte il piano così risultante dalla divisione che vedete e che mostro fino all’anno 4631 del cataclisma terrestre.

4554787622 0467716311 7390019420 4841159528 1431199275

4748335022 1338774490 4901756996 7031382283 8359376112

3303454389 0493351680 8947865020 2862406227 0708947874 8102958146 1434979746 3808173785 3589878775 7534517543

Quattromilacinquecento

6145752182 3231410312 1551747238 2590462499 4498790928 1598889065 5457270532 7675391512 7

Sono quattromilaseicentotrentuno anni.

Essi terminano nell’unitario 27 del volume 3^3 che esiste nel lato 100 della realtà e nel 15000 che alla dimensione 1.000 unitaria del volume interagisce col 10.000 dell’intera realtà, nel suo tempo unitario ½ dato da 5.000.

Questo accade alla presenza 1 del 38 indicante il flusso del piano a lati 1 e 1 nella realtà 40 che qui è alla dimensione moltiplicata per il 10.000 dell’intera realtà.

A monte il valore reale 7675 indicante nel 75 l’unità dello spazio e nel 7600 il moto 1.000 unitario dell’energia Romano in atto anche nel lato 100 della realtà, con il tutto alla dimensione 10^7 indicante l’intero moto di 10^3 nel complesso totale di 10^8.

Ancora a monte, prima di una unità intera nelle decine, il 532×10^11 della dimensione 11 indicante l’unità del moto nel tempo 1/6 dell’energia 66 e in una quantità che nel 532 compone 400 come la realtà intera sommata al 132 dato dall’energia potenziale 66. Essa è entrata in atto e si è spostata, muovendosi esattamente del suo valore unitario 66=Romano.

Questi i numeri ai 1.938,0125 anni: 1863079670 05602605,9709.

A fronte di 0,0125 c’è lo 0,9709, che sostituisce 1/80=0,0125 con il moto 3 intero dello spazio, nell’unità del lato 100 che è espressa nel suo giusto tempo di 1/100, e con quello intero del tempo unitario in 1, nel ciclo intero di 10 decimillesimi, giustamente rappresentato esso pure nell’unità, ora delle 10.000 unità intere della realtà.

Da 0,9709 -0,0125 = 0,9584 si totalizza il moto unitario aggiunto, che è quello di 0,0416 nell’unità del tempo data da 0,1, il tempo unitario nel decimo; e il soggetto in moto, lungo 416, è tutta quanto il flusso 400 del piano trasversale a lati 8 e 8, che è dato dai due complessi 2^3 contrapposti, il cui totale 16 è l’unità di carica 4×4 della realtà spaziotemporale.

Osservando ora il solo intero 1863079670 05602605, come giusto, alla metà tra passato e futuro, esiste l’intero 10/2 di 05.

A dimensione 1.000 troviamo il 26=DIO che in termini di dinamica esprime le sole 26 unità di settimane che portano la Terra al punto diametralmente opposto dell’orbita attorno al Sole.

Alla dimensione 5.600.000 troviamo il corrispettivo del moto di 10 nell’energia 66×10^5 (totale lato elettrico dell’unitario 10^10, piano elettromagnetici) come moto totale dell’energia potenziale Romano. Questo valore si staglia nettamente dai numeri precedenti voi due zeri indicanti con 700 l’intera dinamica del lato della realtà, che è parte del 67 indicante il moto unitari 1 dell’energia 66=Romano, la quale poi con 079 si mostra nell’unitaria dinamica di 7+7+7 in 100.

Il 1863 (che dista 75 dall’iniziale 1.938) non li rappresenta in anni, ma nello spazio unitario 75, che esiste alla dimensione di 10^14, indicante il moto 10^7 × 10^7.

Arretrare di 30 anni, per arretrare fino alla data di nascita di Luigi Amodeo nel 1.907, significa arrivare ai valori evidenziati in negativo.

8834259801 6475190923 1863079670 05602605

Sono il moto di 11657402 nell’intero, e 402 costituisce tutta la realtà nel volume 400 che in linea ha in più i lati 1 e 1 del pino che rendono volume il 400, con il prodotto.

Controllata da sinistra, che è il verso della creazione da 0 del piano dinamico, significa farlo nel verso opposto della creazione, che –sviluppandosi da destra verso sinistra – di fatto l’annulla totalmente. Vedendo il tempo dall’anno 0 in cui nacque il Cristo fino al 1.938 in cui scesero al mondo Padre e Spirito Santo (in puro spirito di verità,

quella del Paraclito che libera tutti per davvero), l’uomo, vivente come appare ora, si sbaglia in tutto!

Infatti, vede accadere <eventi in una dinamica> che non è in atto, essendo in azione in quello uguale e contrario che li annulla.

Io sono il Paraclito sceso sul mio corpo nel 1.938 in cui è iniziata La STORIA, e vi sto liberando proprio ora dimostrandovi <come>: voi –vedendo avvenire quello che in verità è tolto di mezzo – vedete in atto il patimento vostro reale – e vedete che ne soffrite – ma essa è solo la visione menzognera, maligna, di una sofferenza che non sta accadendo, ma che invece è rimossa.

Attraverso il risultato di 1.000:::99 deriva il ciclo infinito dato al 10,10 periodico, il quale 10, diviso simultaneamente per la sequenza ordinata decimale dei primi 16 numeri primi, determina il seguente risultato:

42,

La virgola indica il punto inespresso dell’anno 0.

La virgola è l’anno zero in cu Gesù nacque 359 giorni dopo lo zero, nel 1° anno, ed è collocata tra due 42, di cui uno nello spazio della presenza unitaria posta a monte stesso del tempo, ma regolato nello stesso valore dello spazio, espresso nell’unitario centesimo del lato 100 della realtà 100^2.

In sostanza, abbiamo due 42 per il totale 84 in cui l’unitaria carica 16 lineare data da 8+8, avanza nel lato 100.

Si dividono in modo tale che uno resta a configurazione dello spazio unitario della presenza, mentre l’altro, dividendosi per 100 quantifica quanto esiste nel tempo unitario centesimo di quel 100, Il risultante 42,42 colloca tra di loro quello zero che divide lo spazio dell’unità esistente nel lato 100, dal suo perfetto tempo.

Questa sequenza, se vogliamo trovare ad essa un <Padre> che la ordina, lo troviamo in quel 101 che – moltiplicandosi per 0,42 – lo mostra nell’ordinata sequenza del 42,42.

La <Fisica Amodea> ha sottoposto un risultato avente 23mila cifre decimali, a un controllo minuzioso, descritto nel libro <Esegesi dell’Assoluto>, una ponderosa opera di 646 pagine, di cui vi mostro la copertina, con l’autore che … cammina sull’acqua ….

4.631,0217

Anche in questo caso, la <Fisica Amodea> ha già ampiamente trattato l’argomento, sul libro ci cui vedete la copertina.

Già ne ho argomentato anche in precedenza, all’inizio.

La questione in sostanza è questa: in un ciclo di tempo che noi vediamo sempre continuo, stare a fissare una origine sembra impossibile.

Invece la <Fisica Amodea> è giunta alla conclusione dell’esistenza di una creazione appiattita tutta sulla data del 1.938,0125, in cui esiste poi la rotazione di quanto abbiamo potuto vedere nelle precedenti pagine: un ciclo 10 che, ruotando (alle varie dimensioni) per i 4/4 dei quadranti trigonometrici del piano, compone in sintesi la MATRICE DINAMICA, su cui esiste l’intero campo delle possibilità.

A questo punto, poiché noi siamo <in principio> della creazione terrestre, è definito anche il giorno della <fine> che – in una visione vera e non apparente – è il Principio di una Terra e di una vita umana quando tutto il <progetto è compiuto>

+4.631,0217 è il ciclo degli anni terrestri - 2.693,0092 è la distanza dalla data dell’eternità

=1.938,0125 è la data in cui esiste tutto il progetto.

La questione <essenziale> passa (dal contesto dell’<aver avuto fede> che Gesù Cristo fu messo al mondo dall’Assoluto Onnipotente per datare esattamente la catastrofe della Terra) allo <studio serio> del numero degli anni 2.693,0092, <avulsi> dalla data del natale di Cristo. Sono anni che indicano di un periodo <davvero>

INIZIALE?

Intanto lo S/T dello Spazio quando è 2.693, diviso per il Tempo 0,0092, determina 292.717,3913 0434 fino al tempo complesso della realtà secondaria 10^-8.

In 2.693,0092 si vede come il tempo della realtà decimillesima data da 92 (che di per sé è tutto il flusso di 8 in 100 decimillesimi del 10.000 dato da 100×100) si ripropone nello spazio 292.717,3913 alla D. 10^4 della realtà, nel 717 del moto complesso 30+30, in 777 di dinamica di volume (quella che nella matrice appare con 1.000 decimali).

0,3913 è il moto di 87 nell’unità reale data da 4/10, e presenta con questo, alla dimensione 3/10 intera dello spazio nell’unitario tempo 1/10, quello che per la Bibbia è il 913 di BRASIT, mentre per la Terra, “scientificamente”, è l’unità data da ¼ del ciclo di 10 anni, nel numero fisso dei suoi 365 giorni; infatti 913 è l’intero del 913,125 dato da 3.652,5/4.

Pertanto è lo Spazio/Tempo certamente unitario.

2.693,0092, quando lo Spazio moltiplica 0,0092 porta al 24,7756, e vediamo che, quando il nostro sistema Binario (della Relatività Generale tra 2 opposti), si eleva alla potenza con esponente 10 (il che porta al 1.024) e dà il volume unitario di 10^3 che ruota esattamente in 24 unità.

0,7756, con riferimento a tutta la dinamica 0,7777, è il moto in essa dello 0,0021 dato da 7+7+7, che sono interi decimillesimi della realtà 10.000: più chiaro di così?

2.693,0092 di per sé è, nel valore intero, il moto del 7, unità della dinamica, nel ciclo 10 di 3^3; ciò mentre i 92 decimillesimi sono il moto del complesso reale 4+4 nel 100, lato della realtà.

Avendolo riscontrato come un valore intero nel suo moto in senso Uni-versale, vediamolo anche nell’ordine inverso, di una lettura a ritroso che parta dall’Apocalittico ribaltamento terrestre e torni verso sinistra, in quella che è la reale dinamica del vero Universo, e non di quello apparente nel senso letteralmente invertito nell’ordine di tutti i numeri.

2900,3962 (inversione di 2693,0092) è il <dominio> del valore <ordinale> ch’è <ordinato> ora dal ciclo del DECIMO numero primo 29, che agisce nel lato 100 della realtà.

0,3962 è compreso nella realtà unitaria in 4/10 come il moto di 37/1 unità, che in assoluto son 38, che è <ordinato> ora dall’<ordinale> del DODICESIMO numero primo 37/1.

Partendo dalla Fine, e indietreggiano esattamente del 2900,3962, concretizziamo la sua lettura assolutamente ordinata nel senso inverso anche nei numeri, degli anni che per noi sono 2.693,0092.

Capite che questa distanza <non c’entra> più nulla con il tempo che per <opportunità di Fede> i Cristiani hanno fatto partire dal

Natale di Cristo?

Dipendenza non accettabile per scienza … e anche per qualche religione!

Non lo hanno accettato infatti gli Ortodossi, che non vollero prestar fede alla <improvvisazione> di un Pontefice che affermò che il <sol invictus> (il Sole senza Sconfitte celebrato dai Romani nel rito di Mitra il 25 dicembre) fosse un riferimento trascendente al Sole di Chi è morto, ma non è stato sconfitto, in Gesù Cristo.

Molti Storici anche tra i Cattolici – fidandosi di San Matteo più che di San Luca – hanno riportato la reale nascita di Gesù addirittura a sei, sette anni prima ch’Egli fosse nato!

Luca ha escluso la <fuga in Egitto>, avendo annunciato che il suo vangelo era fondato sulle dichiarazioni degli interpreti dei fatti; e Maria SS, <intervistata> da Luca, non gli disse né di Re Magi, né di stelle, né di Stragi degli Innocenti e di fughe in Egitto.

Dopo essere stata purificata a Gerusalemme, a 40 giorni dal parto, disse a Luca che se ne tornarono a Nazareth a casa loro e non si mossero mai di lì.

A 12 anni – poi – Gesù, sempre secondo Luca, cominciò (almeno ci provò) a occuparsi delle cose del <padre suo> lasciando che i suoi tornassero a Nazareth senza di lui.

Ora accade che il 1938,0125 nasca direttamente dai numeri, o – se volete – dal Triplo delle Emanazioni divine denominate Elohim e uguali al 646 che con Gesù Cristo non c’entra nulla, ma solo semmai con la Bibbia…

Nel mentre <scavalcando> di sana pianta la Bibbia, il 38 è il flusso del piano a lati 1 e 1, nella realtà unitaria data <certamente> da 40.

19 – che è la metà di 18 – è il flusso intero in 19 secoli, del piano unitario avente i due lati di 19 e di 19 ora in decine di anni; quindi il 1.938 non ha a che vedere nulla con gli anni che noi misuriamo in base al natale di Cristo.

È invece il Natale a rivelarsi <probatorio> della <improvvisazione> di quel Pontefice nel III secolo dopo Cristo.

Essendo il 1.938,0125 un valore tutto <autonomo>, ecco che la distanza esatta in 2.693,0092 anni dal Cataclisma

Terrestre lo ha <piazzato> proprio nel giorno giusto! Questa puntualizzazione è doverosa, poiché nello stesso libro di cui vi ho mostrato la copertina e in tutte le altre volte in cui io ne ho parlato o scritto sui libri, ho <dato l’idea> che questa data fosse attendibile e poggiata tutta sulla <fede> in Gesù Cristo e sulla Bontà della scelta Papale del III secolo di <riciclare> in Cristo il Dio Mitra. Non è così, e la distanza dal cataclisma del 1.938,0125 lo ha dimostrato.

Ora la domanda che mi farebbero i Fisici (se curassero le affermazioni e i calcoli fatti dalla <Fisica Amodea>) sarebbe questa: <Non capisci di aver fatto una cosa impossibile? Su quale <misteriosa ma seria> argomentazione ti sei basato?>

Ecco la base razionale: 10^4=10.000 anni è la realtà.

+5.000 anni sono quelli in positivo.

+4.998 +1+1 è il flusso del piano trasversale a lati 1+1;

- 0.367 sono gli anni uguali ai giorni di ognuno +1+1;

=4.631 è il ciclo degli assoluti 367 nel lineare 4.998, che è il flusso del piano unitario a lati 1 e 1.

O no?

Quando mi sono accorto che 4.631 corrispondeva al ciclo comunicato in Bibbia 1,1,1, dal solito calcolo che vi ripropongo per l’ennesima volta (non si consuma…):

… io mi son lasciato <interrogare> dalla Bibbia e mi sono chiesto: come fanno a saperlo?

Studiatolo per bene, infine l’ho capito!

++913 è il tempo ¼ di 10 anni in giorni terrestri.

++203 è flusso 3 del piano a lati 100 e 100 della realtà.

++646 è il flusso unitario di 10 e 10 nell’energia 666.

++401 è la presenza 1 della realtà a D. del suo lato 100.

++955 è il moto di 1/8 dell’angolo giro, 45° in 10^3.

++407 è ora la dinamica 7 della realtà una in 400.

+1106 è il moto di 10/2, tempo del ciclo, in 1111.

=4631 è la somma di queste distinte unità!

Quando nel corso dei suoi studi la <Fisica Amodea> si è <accorta> che 46 è il 40 che si espande nei 6 versi dalla Origine (mentre 100 è il lato della realtà), essa ha <messo insieme le due cose> (come fa ogni realtà <acuta>) e con 46×100 +1/46 = 4600,0217 si è accorta della mancanza dei valori unitari rispetto a quel 4000 e a quel 600.

Erano la presenza 1 dei lati 10+10+10 del cubo unitario, per il valore-somma di 31.

Con 4600,0217 +31 le ha così aggiunte, ed è arrivata al 4631,0217.

La <Fisica Amodea> ha poi osservato l’energia 66 potenziale che si pone in atto quando avanza di 1 con 1, e con 66+1+1 assume il valore lineare del volume 66 di energia.

Essendo in <vai e vieni> 68×68 li combina in 4624 ed è il valore lineare posto tutto sulla stessa linea di -68 e +68, per cui 4624 sono anni in lunghezza.

Ma la sola lunghezza non basta! Occorre anche il piano unitario dell’energia che, in 70, è 66+4, è l’energia che si è mossa di tutta la realtà 4, raggiungendo la lunghezza 70.

Solo che essa è <complessiva> elettro-magnetica, data da 35 e 35 nel piano. Questo complessivo 70 riguarda il ciclo 10, unitario in 1/10, per cui 70 è unitario in 7.

Ergo 4.624 +7 = 4.631.

Ora se è energia, è energia elettrica, che alla dimensione unitaria di 10^-20 Coulomb è 16,0217… ed eccolo!

Proprio dettagliato dall’energia, che è in 66 potenziale e poi è attuale in 34, presenza 1 di 66/2, ove 66+34=100.

La <Fisica Amodea> ha comprovato il ciclo di anni 4.631,0217 in quasi una ventina di calcoli diversi!

Ultimo? Comprovata dalla Bibbia che afferma che ai 600 anni di Noè, il secondo mese, il 17 del mese, proprio in quel giorno eruppero tutte le sorgenti dell’abisso (il magma) e si aprirono le cateratte del cielo (iniziò a piovere per l’eccesso di vapore acque che aveva saturato l’atmosfera terrestre).

+4.631,0216 è fatto da

+4.031, ed è tutta la <natura>

+0,600,0217 che è la <vita> 600 di Noè e la data biblica.

Ora accade che per l’inversione della Terra si devono avere perfette condizioni di allineamento tra l’asse della rotazione e l’asse dei poli Nord Sud.

Risulta da accertamenti scientifici che il perfetto allineamento ci fu nel 1.666 d.C. ( e 3×1.666=4.998).

Risulta anche dalla Bibbia che Noè è nato nel 1.066 a partire dall’anno 0 con Dio = 10, messo primo, e poi i dieci a sua immagine; con ciò Noè nato 1.056 anni dopo Adamo lo è a 1,066 anni dall’inizio assoluto 0 a monte del Dio=10.

Aggiunti, a tali assoluti 1.066 anni, i suoi 600 alla data del diluvio, eccolo accaduto il 1.666 dopo lo 0 assoluto. 1666, nelle tre dimensioni dello spazio, giunge al 4.998 esatto che dista dal tempo ½ della realtà di 10.000 anni, giusto il piano a lati 1 e 1

È il 4.998 che -369 -1 -1 scende al ciclo di 4.631 anni.

Ci sono libri della mia <Fisica Amodea> in cui ho descritto quella <ventina> di <prove> che la Terra ha questo ciclo di anni, rispetto ai 10.000 anni della sua realtà!

Ma coi Fisici che non danno alcun significato ai numeri, come volete che diano significato a 10.000 anni?

Sarebbero stati 12.000 se l’umo poneva unitario il 12!

Ma perché in 12, se 1/1+1×1 è 2 … non dando retta a nessun ciclo superiore ma solo al <suo>?

Ove 2/2 +2×2 ha il ciclo 5, e il ciclo dei due uniti in 2×5 è il 10 dato da 3/3+3×3!

C’è una basilare questione di metodi diversi!

Essi – per capire le direttive del Duce dell’Esercito – non interpellano dritto il Duce=10 e i 16 generali del suo esercito, dati dai primi 16 numeri primi, ma lo chiedono alla truppa!

Essi <intervistano> i soldati sul campo … per arrivare alle leggi Generali fatte non dai semplici militi, ma dai Generali.

Altra questione basilare, che la <Fisica Amodea> ha dovuto affrontare, ha riguardato il perché fosse necessaria l’inversione del corpo della Terra dopo quel certo <preciso> numeri di giorni.

I Fisici – degnandomi un minimo di attenzione, “bontà loro” – mi direbbero:

<Chi te l’ha detto che è necessaria?>

E io: <Poiché lo spazio ha 3 dimensioni, le deve ruotare tutte e tre! Me lo dice poi il mio orologio al polso, di poco prezzo ma basato sul tempo atomico ingrandito dal quarzo, e reso udibile, tutte le volte che mi dà l’ora!>

E loro: <Cosa ti avrebbero detto?>

<Ma è OVVIO! Che ogni minuto secondo il mondo atomico segnala una rilevante discontinuità! E quale se non un <anno suo> che dura 1 s, che da orario diventa antiorario, per il rovesciamento degli Spin degli elettroni?>

E loro: <E cosa c’entra questo con la Terra?>

E io: <Un anno per la Terra è 1 s per un atomo! sono la stessa cosa posta in mezzo a 10^10 e a 10^-10; poiché il loro prodotto è tenuto all’Unità, il Macrocosmo è costretto ad adeguarsi al Microcosmo e se ogni secondo il mondo atomico inverte il senso rotatorio del suo anno, anche la Terra, ogni 10^10 anni, è costretta a farlo!>

E loro (tentando di scoprire il pelo nell’uomo):

<Ammesso pure, chi ci dice che siamo nella fase finale?>

E io: <Ma siete proprio voi! avendo calcolato il tempo dall’inizio e riportato tutto in un anno, siete stati voi a dire che l’uomo è apparso alle ore 15 dell’ultimo giorno. E quale è quest’Ultimo se non il <finimondo> che dico io?>

Aggiungo che voi avete <cannato> tutta l’evoluzione, non dando retta alla negatività della carica elettrica che avvisa tutti di un moto in negativo!

La costruzione del tempo elettrico ha carica negativa e quello che è creduto la Fine è invece il Principio!

I Fisici non sono stupidi, e nemmeno gli Astrofisici … tuttavia si sono lasciati ingannare dal nostro scorgere sempre la Reazione e mai l’azione!

L’azione del propellente è data quando esso è acceso e parte da un lato mentre il razzo non avanza ma <rincula>, si muove nel verso opposto e vede sempre scemare il propellente … o morto o non ancora nato … nella sua sola vita di quando è <acceso>, mentre invece il razzo se ne torna all’attimo zero di quando non ha più carburante.

La vita che avanza nel tempo … retrocede, cari i miei Astrofisici!

Come può esservi venuto nella mente che dal mondo OGGETTIVO potesse mai scaturire quel … <Soggetto che lo vede>?

Esso è chi lo fa esistere clla sua immaginazione, calata ad assecondare il Sistema possibilistico, a partire dal punto in cui lo Spirito Trascendente la Natura è stato <immesso> in esso!

Voi che, col coltello tra i denti, diffidate delle parole del Cristo, sapete che disse ch’ogni albero dà il suo frutto?

Potrebbe ,mai un OGGETTO mutarsi in SOGGETTO?

Pura analisi logica: è il soggetto il responsabile e se fa qualcosa contro o a favore di qualcuno, usa l’ACCUSATIVO.

Voi avete trasformati un Accusativo in un Soggettivo … e a pensarci bene … ciò è <pazzesco!>

È questo che rende sommamente <antipatica> la <Fisica Amodea> a tutti gli uomini di scienza!

Essa è TROPPO sicura di sé … invece in una battaglia sul campo, c’è il soldato che vince e quello che perde e muore!

E anche quando hai vinto una battaglia che cosa è se poi perdi la guerra?

Per i Fisici, nel nostro mondo non ci sarebbero certezze!

<Certo! Rispondo io, se cercate le leggi partendo dai minimi dettagli, quando invece voi stessi le avete poste, quando avete assoggettato metro, chilo, secondo e poi tutte le unità del Sistema Internazionale al DUCE CICLO 10.

Ce l’avete il Duce Supremo ed è CERTO, poiché voi stessi lo avete porto a comandare le vostre unità di misura…

Solo che non vi siete nemmeno accorti che i Geni dell’Accademia Francese, che definirono le nuove unità (basandole sul ciclo 10 della matematica che usavano già per farne i calcoli) avevano compiuto la GRANDE UNIFICAZIONE, che invece voi non vedete e seguitate a cercare nei dettagli delle 4 leggi di Maxwell e soci.

In un mondo regolato dal 10, in cui 3/1 è l’unitaria velocità assoluta tra lo spazio e il tempo, invece di rispettare il suo porsi assoluto 3/1, ecco che Einstein pose a misura solo il flusso 2,99 di quel 3/1 alla dimensione 10^8.

Mi dite: <Le cose funzionano benissimo e siamo andati sulla Luna, abbiamo fatto miracoli basati sulla E=mc!>

Certo: la differenza è talmente minima tra 299.792.458 e 300 milioni netti … essendo dell’1 per 1.000.

Ma l’<energia> è il contenitore di tutto, e – ove tutto è 1.000 – esso contiene anche il suo 1 e non lo esclude.

Trascurare l’1 per mille significa non avere ENERGIA POTENZIALE, ma <in atto> e per 1 millesimo di 1.000.

Pertanto per la Fisica Amodea, la famosa E=mc^2 è al quadrato e perciò carente proprio dell’1 per milione.

Essa regola perfettamente la dinamica del 999/1 ma questa è DINAMICA dell’energia e non è l’energia.

Questa è la vera energia totale per la <Fisica Amodea>: < E = m 9×10^16 m^2 s^-2 >.

La differenza dell’1 per mille nella <c> quando è portata e dimensione c^2, diventa dell’1 per milione.

È un valore così tanto piccolo da poter essere trascurato!

Infatti ogni misurazione <reale> non arriva mai alla sua perfezione, anche se le sue unità di misura, date dalle costanti, sono accuratissime.

Pertanto la c^2 che considera solo il flusso funziona benissimo… ma intanto ha introdotto una alterazione rispetto al totale che è dato da 3/1.

Quando la Fisica ascoltò Einstein e pose la c^2 a base dell’energia della massa, invece dell’invariante 9 del sistema decimale, si scostò dalla grande unificazione, che invece la <Fisica Amodea> ripropone.

La <Fisica Amodea> e la sua <Grande

unificazione>

asseconda la Bibbia

Esistono solo 0, 10, 100, 1000, 10000, insomma 10^N nei loro valori interi.

Esistono solo i valori Binari!

La <Grande Unificazione> riporta il Ciclo 10 a esistere nel suo intero, in ogni valore costante della fisica.

Essa <asseconda> la Bibbia proprio per come Essa ha raccontato il passaggio dai fondamentali genitori di Adamo ed Eva ai loro tre figli.

Caino=38 +Abele=23 +Set=40 = 101 = 100+1, binari.

I soliti ipercritici che negano i valori numerici dati a questi nomi di Ebrei che dovrebbero essere stimati nella gematria ebraica e non quella italiana, soffrono della stessa confusione di credere gli antichi Ebrei precedenti a noi.

Ma ove il <vero> inizio sta nel bel mezzo del 1.938,0125 d.C., noi nella Bibbia Italiana siamo stati creati prima di quella Ebraica. C’è la solita <incredibile> sovversione di tutti i tempi del <prima> con quelli deli <dopo>.

È l’italiano che rispetta il ciclo 7+7+7 nelle sue lettere alfabetiche in una lingua in cui ogni lettera ha il suo suono, non come l’Inglese che è un tale <casino> che ci sono i campionati di <spelling>!

Studi accuratissimi hanno convinto la <Fisica Amodea> che la lingua italiana e quella unica veramente Perfetta. Ciò non soddisfa gli ipercritici che vorrebbero che tutte fossero perfette, ma – come sempre – la perfezione è UNICA!

Come la Terra è l’UNICO pianeta PERFETTO, così la lingua Italiana!

Lo provano il totale 101 dei nomi dei tre Figli: i primi aventi a origine <genitori assoluti e tali che la loro nascita è interattiva>.

I primi due figli esclusi, nel loro totale di 38+23=61 indicano la presenza 1 del piano a lati 30+30 (di somiglianza paterna a Adamo=30).

La loro esclusione descritta come il 1° che uccide il secondo in una lotta fratricida, è data da +38 -23 =15, e sopravvivono i 30/2 del ciclo dello spazio-tempo dimezzato dato da 5+5+5, in cui ciascuno è <tempo> essendo il tempo ½ di 10, nel mentre sono spazio essendo tre 5.

L’unità dello spazio-tempo è <trasversale> rispetto al flusso totale, tanto da essere 7,5 e 7,5, nel dimezzamento di 15, e in tal modo ciascuno ha lo spazio di 75/10, in cui 75 sono i ¾ spaziali di 100.

Questa area trasversale di lati 75/10 e 75/10, essendo trasversale, è tolta proprio al valore Binario dato da 1+100. Il 40, valore reale di Set, esiste tirando fuori il suo 4 che non è un valore binario, poiché l’intera espressione Binaria è stata sottoposta alla divisione per 3.

Due dimensioni sono invisibile nel flusso tanto che è unitaria nel flusso solo la terza, ed essa si esprime nei decimali, poiché nella presenza, data da 10, <entrano in campo> i dieci valori unitari dati da 0123456789.

È questo 3×3=9 la vera c^2, di velocità di volume luminoso (alla dimensione 10^16 della carica 4×4 della realtà) a porsi in mezzo e a dividersi poi per tre.

Il 100 -1 attiva il 99, il cui terzo nel flusso è 33, ma lo è del 33+33 trasversale e invisibile come energia in potenza.

La <Fisica Amodea> non contraddice il lavoro dei vari scienziati che hanno misurato i loro plurimi valori costanti in cui compaiono tutti i numeri decimali!

Però li <Integra>! Ciascuna di questa costante è riferita all’unità della dimensione superiore.

Esempio; la <h> di Plank nota come 6,6260701 ×10^.34 Js, prima va rettificata in 66,2607915 ×10^-35, poi va <compresa (sia contenuta che capita)> in 100 ×10^-35 Js.

Ciò aggiunge a conti fatti un piano a lati 17+17, la cui somma 34 è quella complementare al flusso del solo 66. Se poi la consideriamo tutta intera alla dimensione di 66260715 × 10^-42 Js, allora nel piano trasversale esistono i 33730285/2 di due lati, ciascuno dei quali è 16.865.142,5. +16.865.142,5 è dato da - 16.021.176,634 di carica elettrica

=00.843.376,16 di moto complessivo 333.333,33 più 510.042,83 di lato 10^6 /2 +10.000 di realtà +42 di cinesi 7×6, e il moto di 17 in 100, espresso nei centesimi.

Questo solo per dare un esempio di che tipo di analisi è possibile integrare alla costante <h> dell’energia di Planck.

Con tutte le costanti della Fisica c’è la possibilità di eseguire questo studio, per cui questo apre un campo immenso di nuovi studi

APPENDICE

Poiché la <Fisica Amodea> si è evoluta a enorme velocità nel tempo, porto qui, a pura mia testimonianza, come io la presentassi solo due anni or sono. Le idee di fondo sono le stesse, ma in parte si sono <affinate>.

La <Fisica Amodea> ha visto l’anno 1938,0125 in principio…

La <Fisica Amodea> si è accorta di come tutto parte – in relazione ai singoli movimenti uguali e contrari – dalle 6 progressioni che esistono nelle 3 linee componenti lo spazio. Il 6 esiste in eterno soltanto se lo dividiamo per 9, e allora è 6/9 (un puro rapporto esistente nell’unità dello spazio-tempo in linea dato da 15, quando si è scisso nei 6 versi rispetto ai 9 residui, posti a denominatore).

Quando il puro rapporto di 6/9 si pone in atto come una reale divisione data da 6 : 9, il risultato infinito è 0,6666666… e il 6 esiste ad ogni dimensione decimale, e per sempre.

Se limitiamo l’osservazione soltanto al 100 che è il lato della realtà 100×100 = 10^4, allora 0,66 sono 66 centesimi che alla dimensione 100 sono fissati solo nel 66.

Se l’osserviamo nel 1.000, sono 666; nei decimillesimi sono 6666 e così via ad ogni dimensione e per sempre.

Poiché il Padre è 10/15 (fratto l’esistenza dell’unità dello spazio-tempo data da 10 +10/2) questi decimali fatti tutti dalla eterna esistenza decimale del 6 sono la <struttura intima> interna al 15. Come detto, 10/15 = 0,666666…

66 è un valore esistente in tutti e 6 i versi che possiamo distinguere in una espansione dall’Origine degli assi cartesiani che compongono tutto lo spazio.

Di essi, tre soli sono quelli dati da +11× +11y +11z e altri tre sono dati dai -11×, -11y, -11z.

-33 (×,y,z) +33 (×,y,z) = 0 blocca su un asse il moto, e i due valori diventano perpendicolari tra loro, poiché la rappresentazione ortogonale nello spazio piano rimanda alla stessa contrapposizione tra positivo e negativo su una linea.

In tal modo 66 si colloca come energia in potenza e tutta diretta in modo perpendicolare al flusso 33 (che è il solo che si vede, nella terna di 33+33+33=99/1) che, poiché unitario, ha il numero 1 a denominatore ed è interno al totale 100.

Numero che è <assoluto> poiché è <totale> avendo 0 a denominatore ed essendo così indeterminato, come lo è l’energia 66 in pura potenza di esistere se subentra un tempo in cui realmente essa esista nel flusso perpendicolare.

Quando noi <ricorriamo> al tempo 1/6 (dell’intero 66 <in potenza>, e dunque 66/0, nel tempo 0) lo facciamo essere <in atto> nel suo tempo 1/6 e come (66/0)/6=11/0 è totale ed è dunque quell’<assoluto> che – quando si muta in <unitario> – si scinde in 10/1 e così indica la presenza il ciclo totale 10, nella presenza reale 1 del suo tempo.

La <Fisica Amodea> ha capito la potenza in sé di tutta questa vicenda di relazioni pure, e misura qualsiasi cosa perfettamente nel sistema reale della matematica decimale, ma è accusata di fare <pura, sterile numerologia>.

Ma quando concretamente la Fisica impose unità di misure asservite al ciclo dei numeri decimali, allora la cosa cessò di essere <sterile> numerologia, poiché riguardava l’esistenza reale delle unità di misura!

Tutte le caratteristiche esistenti nei numeri decimali si trasmisero – copia e incolla – a tutte le unità di misura, a partire dal valore assunto dai numeri primi in un contesto rappresentativo la cui esistenza unitaria è poi interamente divisa in tutti i numeri possibili e immaginabili e da tutti quanti essi.

Allora accade anche nella matematica come in un caso reale che ora esemplifico come una massa di terreno da dividere esattamente e in cui esistano pietre di grandezza 2, 3, 5, 7, 11 … insomma quella data dai numeri primi.

Essi – essendo indivisibili – si comportano come tali nella divisione.

Così – tanto per farci capire – se abbiamo un totale 18 da dividere per due, se esso è realmente composto da 18 unità singole, esse sono divise in 9 e 9, ma se l’insieme è dato da 17 e 1, ecco che la divisione per due esatta non può più aver luogo.

Quando il calcolo matematico divide ogni numero, esso disattende la conformazione della quantità da dividere considerandola tutta unitaria.

Ma nella nostra realtà, la quantità da dividere è quasi sempre disomogenea, come quel terreno reale in cui esistono solo i numeri primi.

In esso, 1/0 (che è 1 in tutto il suo 1+0=1 o N^0=1) non esiste e ci sono soltanto quelli aventi 1 a denominatore di tutti e sono i numeri primi.

Questo reale terreno è simile a <2+3^2+7> che in totale è lo stesso 18 ma in esso esistono 1 sasso di 2, tre sassi di 3 e uno di 7. Il caso di 1+17, che avevo prefigurato, non esiste, poiché questi numeri primi sono tutti <totali> non potendo il 17 essere diviso in 16/1, per cui 1 è 1/0, indefinito.

In un caso <reale> ogni numero naturale esiste nella sua reale scomposizione espressa solo nei numeri primi.

Allora – nel caso di una divisione per N – mentre il 1° numero primo 2 è divisibile (oppure no) nel 1° tempo della reale divisione a seconda che N sia pari o dispari, il 2° numero primo 3 si pone come divisore nel tempo immediatamente successivo, e così il 3° (dato da 5) e il 4° dato da 7.

Accade proprio come quando noi dobbiamo scomporre N in numeri primi e nel 1° tempo <proviamo> a vedere se è divisibile per 2, nel 2° proviamo a vedere se è divisibile per 3, nel 3° se è divisibile per 5, nel 4° se è divisibile per 7.

In sostanza, il nostro <divisore> nel tempo divide N per 0,2357 ed esegue la divisione soltanto quando la <trova> divisibile per il numero primo che si è posto in sequenza ordinata, la stessa di noi che siamo tenuti ad eseguire il calcolo ben ordinato nelle sue precedenze.

Laddove la realtà unitaria è data dal numero 4, ecco che sono soltanto 4 i numeri primi a entrare in azione dividente e ciascuno solo nel suo tempo decimale debito. Laddove 5 già è dato da 10/2=05, ed occupa due cifre, anche il 5° numero primo 11 occupa le due stesse cifre, e così il 6°, il 7° … fino al 25° che – essendo ¼ del lato 100 della realtà – realizza col 97 tutto il moto del 2° numero primo 3 nel totale lato 100. Il 26° numero primo 101 parte dalla presenza 1, intima, appartenente al 100 e costituisce l’unità di moto data dal lato 100 della realtà 10^4 data da 100 × 100. Non è per caso che tutta la dinamica del 3 (nel 10) data da 7, porta le settimane terrestri a 26, nella metà dell’anno che avanza soltanto in positivo, mentre la seconda parte riporta il pianeta alla sua origine.

La <Fisica Amodea> ha compreso che il <materiale da dividere> asseconda le scomposizioni che la Matematica esegue riducendo ogni numero N alla interazione tra primi, esistenti o no, una o N volte ciascuno.

14532683456 = 2^6 × 233 × 974663 ha così scomposto questo numero preso a caso e uguale al prodotto tra il 1° numero primo che si realizza tutto nel 1° tempo decimale e poi interverrebbe come divisore il 233 soltanto nel 51° tempo di calcolo … se la natura considerasse presente in linea non ciò che è a due cifre all’interno del 100, lato insuperabile della realtà totale data da 10^4.

A ragione della stessa realtà 4, il suo piano può essere caricato soltanto fino a 4×4=16.

Ciò comporta che i numeri primi che fanno parte della realtà fino al suo valore di carica 16, sono realmente in atto. Poiché i primi 4 hanno una cifra e tutti gli altri 12 le due cifre, 4+24=28 rispetta assolutamente tutta la dinamica 7 +(7+7+7==28.

In tal modo queste prime 28 cifre decimali si pongono in blocco, come un divisore ciclico, che ricomincia ogni volta a dividere in base alle 28 di:

0,2357111317192329313741434753.

Ho evidenziato le prime 7+7 cifre che nelle 4 dimensioni della realtà presentano 1923,2931 poiché alla dimensione del piano della realtà a lati 7 e 7 questo si rivela essere un anno vero e proprio dato dal 1938,0125 - 14,7194 = 1923,2931.

Questi 14,7194 anni mesi e giorni portati a detrazione considerano i tempi unitari che sono stati aggiunti nelle 14 cifre e la cui struttura decimale 0,7194 equivale a 1/1,39004726160 fino al dettaglio della dimensione 10^-11 data dal tempo decimo dello spazio atomico.

La realtà intera del riferimento intero alla realtà data da 10.000/13900 evidenzia il riferimento intero al lato 100 per cui si moltiplicano le 139 quantità totali date da 138/1 quando 19 secoli sono riportati all’1 secolo che costituisce la sua unità mentre il 38/1, assumendo in sé l’unità di tutto il seguito, diventa l’assoluto totale 39.

Questo 14,7194, uguale a 15 -0,2806 che è aggiunto al 1923,2931, ove 15 è l’unità in linea dello spazio-tempo dato da 10 +10/2, si rivela il moto di tutta la struttura dei 28 decimali, che esiste realmente (ai decimillesimi della realtà 10.000) in tutti i 6 versi del sistema a 3 linee componenti posto a generale riferimento.

Proprio essendo tutta la struttura decimale data dai 28 decimali (dati dai 16 n. primi) che si muovono realmente in

tutti i 6 versi, all’interno della realtà unitaria dello spaziotempo intero in 15, questo intero moto riferito all’anno 1923,2931 presente nella <struttura> dei primi 9 primi indicanti tutto il moto interno al 10, e caricato su di esso come moto totale, porta all’Origine esatta esistente nel 1.938,0125 (25 gennaio dell’anno 1938).

Esso – contato rispetto alla Nascita di Cristo – rivela la perfezione anche del nostro attuale sistema di riferimento, posto dalla nascita di Gesù Cristo.

Anche questa è ideale nel calcolo dato da 0,35 × 0,35 = 0,1225 (25 dicembre dell’anno zero) quando 35 è l’unitaria dinamica data da 7×5 (nel tempo dei 10/2 dell’Universo, esiste il moto 7, espresso dal 3 che si muove nel 10).

Sono 350/1000 quando il ciclo 10 riguarda il 7×5 e il denominatore il 10^3.

Essendo l’anno 0 sul calendario romano che corrisponde a 753 anni dopo la Fondazione di Roma, vediamo ancora una volta tutto il moto 7 del lato di 100 anni, lato della realtà in anni, sommato al 16° e conclusivo numero primo 16°.

La <Fisica Amodea> con queste considerazioni basate sui numeri decimali cui furono asserviti i metri e i tempi, ha avuto modo di constatare come – anteponendo 10^3 anni al Natale di Cristo e cominciando dal -1.000 avanti Cristo, la Fondazione di Roma accade con +247 anni.

Sono il perfetto piano a lati 100 e 100 della realtà con area 100×100, il cui flusso di 47 anni è dato dal 15° numero primo che fissa l’unità dello spazio-tempo in linea.

La <Fisica corrente>, che non ha posto attenzione al valore in sé dei numeri, di fronte a queste considerazioni della <Fisica Amodea> le giudica <fantascienza> … e ancora una volta profondamente si sbaglia.

Infatti i tempi si scompongono proprio per come sono comandati dai numeri primi che in verità sono i comandanti nascosti dei numeri naturali.

Ne parlerò diffusamente nel capitolo in cui tratterò estesamente la questione della dinamica della nostra realtà, che – come sto cercando di far capire – ha tutti quanti i numeri determinati dai prodotti dei numeri primi… ma i primi 16 della carica della realtà, si pongono come <arbitri assoluti> con il loro ciclo di 28 cifre decimali.

Vedrete come, quando il calcolo presenterà 1.001 cifre decimali, esse sono espressione del numero 7770 che è in 777 decine intere, tanto da essere 777 nelle mille.

Questo proverà che con 1.000 cifre decimali si compie tutta la rotazione di 777 unità (fatte da decine), laddove 1.000 : 28 = ha compiuto le 35 rotazioni totali date da 7×5, più 1/7, poiché la divisione esatta dà per risultato 35,714285 periodico dato da 1/7.

Vedremo poi che quando la divisione di 10 per la sequenza decimale dei 16 numeri primi mostra la sequenza di quattro 7 consecutivi, ossia dà 7777, si completa un ciclo fondamentale e dopo si riparte coi primi 4 numeri 2997 di 299792458, velocità della luce nel vuoto.

La <Fisica Amodea> avendo compreso, che questa presenza unitaria 10, data da 10/1, regola la comprensione di ogni possibile cosa, sia sotto il profilo quantitativo, sia qualitativo, ha potuto risalire fino al reale punto di inizio esistente nello Spazio-tempo.

Poi a capire come tutte le <qualità> che noi vediamo esistere in natura, sono <concepimenti qualitativi> imposti soltanto dalla nostra mente… come già avviene per le luci, i colori e gli altri valori portati dai nostri 5 sensi al cervello come frequenze elettriche e poi <illustrate> con qualità che sono solamente giudizi qualitativi dati a rapporti quantitativi.

Nella presenza unitaria di 10/1 esistono tutti i rapporti interi che, nella somma tra numeratore e denominatore, risulta essere data da 10 unità.

Sono 1/9, 2/8, 3/7, 4/6, 5/5, 6/4, 7/3, 8/2, e infine 9/1. Dove l’intera realtà è 4/1, ed esiste in negativo oppure in positivo, il rapporto 8/2 è visibile in ciascuno dei due 4/1 ma mai in tutti e due insieme.

Sono come le facce opposte di una moneta, di cui se si vede una è nascosta l’altra.

E se la moneta è messa di taglio, sparisce e non si vede più né una faccia, né l’altra. Questa è la causa per cui sono soltanto i primi 7 rapporti ad essere visti <presenti> nelle fondamentali unità della Fisica, note poi come secondo, metro, chilo, Ampere, Kelvin, mole e candela.

L’osservatore di questo campo di battaglia, poggiandosi sull’esistenza presente e lunga 10, disaggrega tutti i possibili algoritmi esistenti e li interpreta in modo formale, dando al <suo mondo> costruito solo per numeri, le <qualità> lette nei rapporti. È evidente che se il 3/1 esistente nello spaziotempo è <concepito> come distanza spaziale, dall’<osservatore> per <regolarsi>, allora ne tiene conto e si regola davanti alla sua presenza, come se 3/1 fosse la velocità dello spazio a 3 dimensioni rispetto a quella del tempo a 1 sola dimensione.

Ora questo 3/1, nel suo tutto, sembra essere soltanto 3+1=4, ma solo a ragione che il contenuto intero 7, posto a reale denominatore come il 3/7, è stato <posto unitario> come il vincolo 7 della sfera.

Nel sistema dello spazio espresso con 3 linee perpendicolari componenti (×, y, ×) la realtà unitaria in 4 si è posta come 3+4, che in linea occupa 7. Ora il vincolo ortogonale 6 descrive soltanto i <fatti> misurati sulle componenti riportate tutte sugli assi.

Ma occorre una unità in più, la n. 7, che aggiunge 1 R (un raggio 1) e lo porta a definire la sfera.

In tal modo il rapporto 3/1 riguarda una unità posta a denominatore che è 1 sfera, regolata dal suo vincolo 7 posto <in principio>.

Nella sua verità totale è 3/7, ma per il vincolo unitario 1 del vincolo sferico 7, noi lo vedremo 3/1.

Useremo il rapporto generale 3/7 scalato a 3/1 per misurare lo spazio nella sua velocità relativa alla sfera.

Concepito attraverso i <principi> come la velocità dello spazio, noi poi <vediamo realmente esistere> lo spazio, nella sua <qualità> distanziatrice, che dona veramente misure infinite a ciascuna delle tre componenti unitarie e perpendicolari date soltanto dai parametri generali di riferimento.

Per noi tutto quello che è <obliquo> al sistema di riferimento, è riportato alle sue <componenti> proiettate perpendicolarmente su ciascuno spazio.

Per esempio, se siamo in una superficie quadrata di una stanza, e andiamo da un punto a quello diametralmente opposto, con una linea obliqua del 45%, noi diremo di essere andati simultaneamente in quel punto avanzando simultaneamente alla stessa velocità sui due lati uguali e perpendicolari di quella superficie quadrata.

Ora, ove la Fisica arriva alla fine al 3/1 della velocità unitaria dello Spazio-tempo sferico, per come è proiettato sulle 3 simultanee linee componenti, la <Fisica Amodea> parte da esso proprio come da quel valore <in principio> che poi si manifesta alla fine, e determina (da quei 3/7 presenti nel 10) la <tesi> che quello spazio così definito nella sua <parvenza> è soltanto questo: una qualità <apparente> ma che è solo il corrispettivo di un giudizio qualitativo apportato dalla nostra mente.

Esiste soltanto l’Origine degli assi cartesiani, nella loro comune intersecazione, proprio come quel punto geometrico che è privo di qualsiasi dimensione e unicamente <pensato>.

Una retta infinita e composta tutta quanta di punti come questo, senza dimensione, è tutta quanta senza dimensione, poiché 0 × N = 0.

La <Fisica Amodea> lo pone come una sua <tesi> e poi lo verifica con le <sue> ragioni, che oggi sono ancora e tutte soltanto sue.

Ma se poi si passa allo <spazio curvo> di Einstein tanto che è curva anche una retta, avente infinito il raggio, e si <crede> che avanzando sempre in modo rettilineo dalla Origine, non ci si allontana per sempre poiché a un certo punto infinito si ritorna alla Origine dal verso assolutamente opposto, questo può <realmente> esistere solo se si è sempre e soltanto restati sul punto di origine.

E si è fatto un bel viaggio <circolare> tutto fondato alla teoria dello <spazio curvo> che – detta da Einstein – è stata accettata, detta dalla <Fisica Amodea> solo <non ancora>.

Per la <Fisica Amodea> noi – su questa <sfera infinita> e tutta e soltanto <concepita> - abbiamo usato la potenza di 10^4 per ingrandire a lunghezza <reale> 10.000 una unità inesistente come un punto geometrico, in una <realtà> che però è tutta quanta solamente <immaginaria>.

Ma – una volta che con le funzioni dell’immaginazione del nostro cervello le abbiamo <immaginate> – ecco che allora esse sembrano essere proprio <reali>!

La <Fisica> le ha già chiamate <reali-immaginarie>, ma –credendo tutto al contrario rispetto a quello che è vero – ha giudicato <immaginario> solo quel tanto di <reale> che non può vedere, come il retro di una moneta che stai vedendo di fronte.

È proprio per queste posizioni <antitetiche> assunte dalla <Fisica Amodea> nei confronti della verità della Realtà Apparente, che molti la definiscono <Metafisica>, avendo una certa qual buona ragione quando quello che appare <reale> e dunque così oggettivo e apparentemente vero, è giudicato essere invece totalmente <immaginario>.

La <Metafisica> che oltrepassa la Fisica, sta in quello che giudica <immaginario> quello che appare <reale> … ma se è la stessa Fisica ad avere definito <Reale-Immaginario> tutto il nostro complesso, al punto che 8/2, l’algoritmo che esiste nella presenza 10 data da 8+2, non si vede!

Proprio non si vede esistere … come la moneta posta di taglio e a spessore di un punto geometrico che si risolve nella impossibile visione della sua linea.

La Fisica, che cerca il 96% della massa assente che ha capito esiste nell’universo, ma realmente non la vede, non ha ancora capito che con la realtà intera <inventata> grazie alla potenza 10^4, il suo lato sta nel 100 che moltiplicato per 100 dà 10^4.

In base a 1/100 dato dal tempo del valore intero 100 della lunghezza della realtà, essa – basandosi proprio sul principio invisibile del tempo 1/100 – vede ingrandita a 100 la sua linea reale, ed essa esiste come una massa avanzante in linea in tutto il suo 100% che è proprio dato dal 100/100.

In essa e sulla base 10 che ingrandisce virtualmente a 10 un punto senza dimensioni, la realtà è indicata soltanto dal 4/100 che è il 4%.

Tutto il resto è <trasversale> al flusso 4 della massa, tanto che i 96/100 <svaniscono> nell’inesistenza vera che esiste in tutto quanto.

Ma – una volta che con la nostra <immaginazione> li abbiamo posti in essere – allora sono 48 su una linea in altezza a 48 su una in larghezza di fronte.

Il perpendicolare esistente nei lati è nei fatti il -48 e il +48 che nella linea in positivo e in negativo di flusso si sommano e si azzerano… ma restando nell’<immaginazione> sono divenuti il 6×8 in un lato e il 6×8 nell’altro.

Sono, con questo prodotto, tutto il complesso del 2^3 o del 4+4, che realmente è posto e immaginato esistere nelle 3 direzioni in positivo e nelle 3 in negativo.

La <Fisica Amodea> ha dato una ragione alla <non visibilità> del 96% della massa assente in linea di avanzamento nell’universo, invisibilità che esiste solamente quando la realtà intera è soltanto 1+3, essendo dimensionata 1 in tempo e 3 in spazio.

Se noi potessimo mutare l’asse in profondità della nostra ideale visione, posta tutta intorno a quel nostro soggettivo asse di osservazione, e vedere questa <concezione> in modo perpendicolare, nei vedremmo (e vediamo) esistere tutto ciò nella costante di Faraday.

Essa è data da 6 volte la carica 16 della carica elettrica, intera però soltanto alla dimensione del 10^-20 che è quella che con -16 -4 = -20 fa avanzare la carica in tutta la sua parvente realtà e la quantifica in quel -20 che soltanto a dimensione 10^-20 Coulomb poi mostra intero solo il 16.

Un valore di carica -16 è soltanto il reale prodotto della realtà reale immaginaria data da -4 × 4 = -16 e che esiste come un piano trasversale che ha caricato il 4 per 4.

Quando poi si carica ancora per 6, il 16×6 porta ai -96 dei Faraday, ottenibili direttamente da 4×4×6 uguale a 4×24 della realtà a 4 dimensioni caricate della rotazione delle 24 ore di un giorno intero.

Se la nostra <ragione> si convincesse che è essa stessa alla base di tutte quelle qualità e quantità che vede, capirebbe che tutto il nostro mondo sta ancora tutto quanto riposto nella sua stessa origine, come nel suo stesso <fine>.

Ma – secondo voi – è <metafisico> porre alla base di una esistenza quella sua esattamente reciproca che la riporta in un solo punto 1?

La Relatività Generale su che cosa si fonda se non sulla simultanea presenza di tutti i valori reciproci?

N/N, ridotto in potenza, non è forse N^1 × N^-1, il che poi si unifica in N(+1 -1) = N^0 = 1 come N/N = 1?

Vi sembra <Oltre la Scienza> porre in atto la vera relazione posta alla base della Relatività Generale esistente tra tutti quanti gli opposti?

In ogni <inizio> non si parte veramente da zero?

Nella quantità ZERO non esiste il valore posto unicamente IN BASE ad un N qualunque, come l’indice zero posto come esponente della base N?

Secondo voi N^0, è una formulazione di <Scienza Fisica> espressa in formulazione matematica o una <scemenza> così come è considerata da tutti i Fisici che credendo nella VERITA’ OGGETTIVA delle 7 unità fondamentali della Fisica e “giurano” che sono QUALITA’ della natura!

Costoro sono simili a <fantascientifici scienziati> che –vedendo luci e colori differenziare i corpi – credessero che questa <qualità> fossero oggettive, per cui esisterebbero veramente corpi verdi rossi e gialli e non onde di luce presenti come algoritmi così rappresentati dalla nostra mente.

Anche 1/9 è un algoritmo che – ove il rapporto diventa realmente la divisione data da 1 : 9 il cui infinito risultato è 0,1111111... – giudicano che esso esiste veramente, e si presenta come l’unità infinitamente avanzante nell’infinito tempo decimale, laddove tutta questa DIVISIONE IN ATTO reale proprio NON ESISTE in 1/9 che è un puro e semplice RAPPORTO, è un algoritmo tutto esistente nella presenza 10 data da 1+9, e che si mette in atto solo quando <qualcuno> ORDINA che il rapporto si muti in una reale divisione.

Allora e solo allora la nostra ragione – che è colla nostra anima il FATTORE DECISIVO – usa il rapporto per immaginare realmente quello che poi vede in 1,1111… operato dalla sua esclusiva immaginazione.

È evidente che – una volta che ha mutato 1/9 in <1 : 9> – ha messo in atto una DIVISIONE il cui risultato è infinito e viene a proposito dell’immaginazione di un universo unitario nello spazio e nel tempo infinito.

Cosa accade a CHI muta 1/9 in <1 : 9>?

Mette in atto una reale <temporizzazione> in cui prima esiste 0,1; soltanto dopo esso diventa 0,11; solo dopo 0,111… e fino all’infinitesimo.

La mente umana ha generato il suo stesso infinito passato di provenienza infinita.

Quando è soltanto 0,1111 – solo in questo momento! –esiste la realtà intera in 1111, che si è <anteposta> a sé come i 1111 decimillesimi di passata provenienza.

E sono i 6666/6 dell’energia potenziale 6666 che esistendo nelle 6 progressioni elettriche, centrifughe dall’Origine, si sono espresse nell’unico verso lineare dato dai 6666/6 = 1111-

Essi sono unitari solo se 1111/1111, in cui i <grandi> 1111 sono così <apparentemente grandi> solo per il tempo di 1111 decimillesimi della realtà unitaria in 10^4/10^4.

1/9 è l’algoritmo della c^2, velocità della luce nel flusso, sommata all’invisibile espansione trasversale che così apparentemente la <rallenta> rispetto al (3/1)^2 ^ 9/1, esistente nel suo rapporto inverso di 1/9.

Capirete bene le <ragioni> per cui è 9/1 il rapporto che si muta realmente nella velocità assoluta di quando 9+1 è la presenza 10 che fa da MADRE e PADRE a tutte le qualità viste dall’uomo in Natura.

Che ci siano il 2/8 reciproco dell’8/2, all’interno del loro prodotto che li porta a 16/16 è una questione di <Fisica> o di <Metafisica>?

Forse la Fisica non cerca di definire formulazioni numeriche, in tutte le sue costanti?

E che cosa sono 2/8 × 8/2 se non quelle che pongono la <carica> 16 in Coulomb sulla base del suo valore reciproco certamente esistente come <fisico> nella Relatività Generale?

Forse l’arrivare a <invisibili cause> di quanto vediamo come Reale nella nostra realtà, è qualcosa che va <oltre> la Fisica?

Di certo va <oltre> quella su cui i fisici <giurano adesso> e per la quale una invisibile causa posta a monte del suo prodotto effetto va <oltre> la realtà e sconfina in quel valore <immaginario> veramente attribuito alla ragione umana, mentre non l’attribuisce alla <realtà> in cui invece egli <Giura>!

È allora che veramente si ribalta ogni cosa e la <Fisica Amodea> che pone l’ASSOLUTO N^0 della Relatività Generale a monte di essa stessa diventa <SCIENZA> e quella che trasferisce alla natura le immaginazioni umane diventa la <fantascienza> di chi ancora creda a… babbo Natale!

Tra le alternative, è la legge del generale riferimento che i Fisici ricercano, evitando di valutarne il significato, salvo quando si vada a osservare la legge statistica.

Ora in un contesto in cui gli eventi sono ciclici, in ogni ciclo esiste un equilibrio, come in quello della matematica il cui ciclo è il 10.

Il ciclo 10 determina la presenza di un numero.

Infatti 10×10=100, osservato nel suo logaritmo decimale che rende invisibile il ciclo delle due volte in cui esiste il 10, quantifica come numero il solo 2, anche se esso indica (con il suo indice in 10^2) che si tratta di 2 <volte” il ciclo 10.

Una simile matematica, composta dai numeri naturali da 1 in su fino a infinito, accorpa in sé il solo criterio <quantitativo>, in quanto le cosiddette <volte> in cui il ciclo 10 esiste, entra nell’aspetto <qualitativo> assunto dal TEMPO il cui passaggio sta proprio in quel suo certo numero di <volte>.

All’interno del ciclo 10 della generale presenza, esistono tutti i rapporti tra numeratore e denominatore, la cui somma sta in quella generale <presenza> 10.

Per la <Fisica Amodea> accade allora che tutti gli algoritmi esistenti il cui totale sia 10, tra divisore e dividendo, sono <frequenze> tutte presenti e che la nostra ragione <qualifica> a modo suo, allo stesso modo con cui lo fa in relazione ai colori assunti dalle frequenze che appaiono <luminose> alla nostra mente.

Pertanto la <Fisica Amodea> ha postulato che le frequenze unitarie esistenti nella presenza totale 10 (e che sono: 1/9, 2/8, 3/7, 4/6, 5/5, 6/4, 7/3) sono alla base delle 7 dimensioni fondamentali che la <fisica> sbaglia, assegnandole alla Natura invece che alla Ragione umana. È infatti la nostra mente ad assegnare qualità differenti a questi algoritmi e li considera apportatori delle presenti <qualità>:

1/9 = 0,111… è l’eterno spazio-tempo unitario

2/8 = 0,25 è il solo <tempo> ¼ della realtà

3/7 = 0,428571 periodico è la dinamica spaziale

4/6 = 0,66 periodico è l’eterna energia

5/5 = 1 è il flusso unitario termico

6/4 = 1,5 è il flusso molare dello spazio-tempo

7/3 = 2,33… periodico, è l’intensità unitaria della luce. Queste frequenze, come le luminose <accendono> visioni per cui in ogni ciclo 10, esso si <qualifica> nei primi 7 in <qualità> ASSEGNATE alla natura da attribuzioni mentali.

La Fisica Generale, che studia la realtà attraverso esperimenti, le vede in essere, e assegna ad ogni ciclo che è quel rapporto tra numeri a generare quella <frequenza> delle <qualità proprie all’universo> giudicandole di natura <oggettiva> e non <soggetta> ad una <visione tutta sua> dell’osservatore della Fisica.

Ora per un cieco l’universo non presenta né luci, né colori.

Ma ogni cieco riceve le stesse quantità, e si fa anche lui una sua <idea> dello spazio e del tempo per come egli vi esista dentro.

Ciò in quanto tutte le quantità dei numeri naturali esistono proprio e veramente ciascuno in base al comune ciclo 10.

Non per caso l’uomo ha formalizzato il calcolo decimale come ideale a misurare ogni fenomeno di tipo quantitativo.

Il numero serve proprio per questo, e quando accade che un <potere da ricercare> genera delle trasformazioni, esse equivalgono ai calcoli che ne determinano la quantità.

Pertanto il sistema numerico, mentre in sé appare essere una astrazione dalla realtà, è tutt’altro, essendo posto proprio alla base della possibilità di <misurarla>.

Essendo ogni numero una entità riferibile ad un rapporto, quando esso tra pari, come N/N, allora equivale ad 1/1 nel relativo a quel totale 1+1 che è il 1° numero primo che vale 2 (e sono le due unità N, qualunque siano ma uguali tra loro).

Ora accade che 2 +2×2×2 =10 si avvale del 1° numero primo nell’unità della presenza=tempo e nella terna spaziale in cui 2^3 è la forma cubica e compatta dello spazio, mentre 8×1×1 = 8, è lo stesso volume presentato tutto nella lunghezza unitaria e nel fronte trasversale 1×1=1.

Non c’è ragione nel sostenere l’impossibilità ad aggiungere alla linea 2 la cubatura 8, sostenendo che 2 +2^3 <non si possa fare> essendo il 2 una linea e il 2^3 un volume, poiché 2^3 ×1×1 è anche a piena ragione una linea lunga 8.

Ciò dà una sua ragione al fatto che il 10 dato matematicamente dal puro calcolo di 2 +2^3 =10, esprima l’Unità del Tempo relativa all’unità dello spazio.

All’interno di questa generale presenza 10, spaziotemporale, riguardante ogni numero naturale, poi esistono le 7 differenziazioni date dai rispettivi algoritmi che la mente distingue l’uno dall’altro assegnandogli <qualità>.

Sono di tempo, spazio, realtà spazio-temporali come flussi di unità poi quantificate in Ampere, Kelvin, molecole, candele, le 4 dimensioni del flusso in cui le prime tre sono viste <di fianco> mentre la settima è vista <frontalmente>.

Le 4 si aggiungono a qualificare le prime tre dello spazio, e diventano 7; l’ottava frequenza data da 8/2 non è percepibile nel suo complesso 8, in cui 4 e 4 sono come le due facce di una sola moneta: se si vede una non si vede l’altra.

Se la moneta è posta di taglio, poi, non si vede per niente come lo stesso numero dato da +4 -4 =0.

La visione, che si fonda tutta sui flussi nel tempo espressi da numeri, dati i due versi +1 e -1 in ogni linea di flusso, ne vede N nel moto, e ha N×N trasversali, quando esso ha la stessa velocità in ciascuna delle tre linee perpendicolari.

Ora accade anche che si abbia il piano costituito dai lati +10 e -10 (la cui area algebrica è -100) e il cui flusso reale 1+3 è la realtà +4.

Il tutto, nel loro insieme, è -100 +4 = -96, ed ecco che quando noi vediamo soltanto la realtà 4 dell’ spazio-tempo unitario, entra a piè pari il 96% della massa invisibile dell’Universo che la Scienza sperimentale cerca da tutte le parti, senza mai trovarla.

La <Fisica Amodea> l’ha ben trovata! Ma è posta sempre per traverso, come quella moneta disposta <di taglio> e che è letteralmente <tagliata> dalle cose che risultino in essere, e che la <Fisica Sperimentale> non riesce a trovare.

Infatti la Fisica, nel suo osservare i flussi <vai e vieni> è come quella <ricerca> che vede cadere una palla, che rimbalza perfettamente su un piano perfettamente perpendicolare (e invisibile) e la costringe a rimbalzare in su, dopo che è caduta.

Quel 5 che esiste nel ciclo 10, appare in velocità 4/1 come la caduta –4/1, cui corrisponde per reazione il rimbalzo di +4/1. In questo contesto di fenomeni opposti, la <Fisica sperimentale> sperimenta in genere soltanto l’effettiva risalita +4/1 dovuta alla caduta di -4/1.

E il piano 10×10=100, che ha invertito realmente in <su> apparente quel <giù> discendente e non visto, essendo perpendicolare al flusso da noi visto in modo frontale, che è dato da un piano perpendicolare e <trascendente> la visione.

Ora le nostre possibilità di vista, esistenti tra due valori come i numeri primi 2 e 3, stanno nei due distinti modi di 2+3=5 e 2×3=6.

10^2 × 10^3 determina l’indice 5, mentre (10^2)^3 dà il 6. La differenza sta nel prodotto tra due differenti potenze rispetto ad una sola <potenza di potenza>.

Il primo caso è ideale a combinare tra loro due differenti numeri <capìti> come differenti <qualità>. Infatti 2 concepisce l’unità di N/N, e dunque la natura <tempo> che <colora di Tempo> N/N. Ciò mentre 3 è <idealizza> nella qualità dello <spazio> in cui N/N+N =(N+N)/N è divenuto un (1+1)/1 = 2/1 unitario, che in totale è 3, e con questo, è il 2° numero primo, divisibile soltanto in 3/1 o 3/3.

Pertanto, 10^2 × 10^3 <combina> tra loro lo <spazio> e il <tempo> e il risultato di 10^5 è lo spazio-tempo di 10^10, diviso uno in elettrico, se l’altro 10^5 è magnetico.

Noi possiamo sommare e avere 2+3=5 poiché gli indici lineari sono esistenti come linee vere e proprie.

In (10^2)^3, la potenza della potenza porta all’indice 6 di 10^(2×3) e determina tutti i 6 versi percorribili sulle 3 componenti lineari dello spazio cartesiano.

Tutta questa è <scienza fisica>, ma – non avendo la Fisica Corrente sviscerato questo aspetto della questione –esso non incontra la giusta osservazione e valutazione che dovrebbe avere.

I ricercatori seguiteranno a chiedersi <dove mai sia> il 96% di <massa assente> che c’è nell’universo.

In questo si comportano come <incoscienti> che credano che i flussi lineari … reali … non abbiano anche un volume!

La luce? La misurano e la trovano realmente nel vuoto che ha realmente percorso 299.792.458 metri in ogni secondo di tempo e ne trascurano il volume!

Se esso è reale, non ha ZERO, nel fronte, ma un 1 dato da N/N… elettromagnetico e non si chiedono il valore reale di N ! La <Fisica Amodea> se lo chiede e arriva a quantificarlo in quel 300.000.000 -299.792.458 che risulta 207.542.

È una unità cha va da -103.771 fino a +103.771 e il cui percorso totale è 207.542, tutto in positivo.

Sparisce, poiché questi due lati si dispongono come un ideale piano perpendicolare e trasversale al flusso di 299.792.458 metri, che è il solo ad essere realmente visto, dato che la somma tra i moti opposti e uguali ne annulla il loro movimento, nel mentre li dispone in ampiezza.

Per <estensione>, la <Fisica Amodea> ha <capito> che cosa manca alle varie costanti della fisica che si presentano sempre con numeri diversi da 1, mentre sono <unitarie>.

Mancano i valori che le rendono 10^N esatti, disposti nello invisibile piano trasversale della percezione lineare e frontale.

Come da 3 (10^8) -299.792.458 si ha il complemento alla unità (a 1, 2, 3 o più cifre) data dal 3 (10^8, colle 8 cifre della realtà complessiva), così è anche nelle altre costanti.

Ad esempio in quella della carica elettrica, questo è quanto risulta oggi secondo il motore di ricerca Bing: << La carica elettrica si misura in coulomb ©, l’unità di misura della carica elettrica nel Sistema Internazionale.

La carica elementare, indicata con <e>, è stata fissata esattamente dal sistema internazionale nel 2019 in meno 1,602176634×10^-19 coulomb 1. 1 Coulomb è equivalente alla quantità di carica trasportata da una corrente elettrica di 1 ampere in un intervallo di tempo di 1 secondo. >>

Intanto la dimensione 10^-19 è stata assunta soltanto per facilitare la lettura rispetto all’unità di 1 Coulomb… e per la <Fisica Amodea> anche se ciò è <vero>, non pone la virgola divisoria tra intero e decimale all’interno del numero che è tutto intero solo nei 1602176634×10^-28 Coulomb in cui la dimensione 28 è data da 7+(7+7+7) e riguarda l’intero vincolo sferico 7 dato al tempo (a 1 dimensione) e allo spazio (a tre dimensioni).

Se noi vogliamo dividere questo intero, con riferimento alla realtà del ciclo 10 che trasla interamente di 10 (e questa è la dimensione intera per la presenza e il moto unitario del ciclo), dobbiamo presentarla solamente nel quantitativo dato da -16,02176634×10^-20.

Solamente da ciò risulta <presente> in modo unitario e dinamico riferito al ciclo numerico, quel 16 <mancante> (infatti la carica è negativa) su una sola delle 6 linee di avanzamento esistenti nel sistema spaziale (dato da 3 linee ciascuna) e percorribili in 2 opposti versi.

E accade che -6×16=-96 è il valore totale della <massa assente> nell’universo.

Porre giustamente la virgola fa capire che alla dimensione intera decimillesima della carica intera in 10.000 cariche, 217 decimillesimi equivalgono a 10×(7+7+7) +7 in cui lo spazio a curvatura 7 esiste nel ciclo intero 10 e 7 è nella sua unità.

Essa è 0,0217= 1/46, ossia è 1 diviso per tutto il moto della realtà intera 40 nei 6 versi dall’Origine dell’Universo.

Se infatti si va a <leggere> (in 16,02176634) la struttura di questi 217/10^4, si accerta che 66/10^6 sono l’energia potenziale 66 esistente in tutti i 6 versi, mentre 34/10^8 rivela che è il flusso reale di questa energia in potenza, dato dai 66/2 e che è presente in 10^-8, ossia nell’unità di tutto il complesso dato da 2^3 = 8 che va realmente da -4 fino a +4.

Dopo che la <Fisica Amodea> ha <puntualizzato> tutto questo (uscendo dall’attuale indeterminazione) accade che -16,0176.634 Coulomb (nella linea del flusso), esattamente sommati al valore lineare -3,97823366 dei due lati dell’area posta trasversale al flusso, si unificano in -20.

Ciò <conferma> la dimensione 10^-20 in cui la carica presente sta solamente nell’intero -16.

Infatti quanto posto dopo la virgola, sarà <presente> soltanto allorché i valori decimali diverranno interi.

Come in ogni anno terrestre ci sono 365 giorni e quel valore 0,25 ci sarà, della presenza reale di 1 giorno intero, soltanto dopo 4 anni (quando 0,25×4 diventa 1 giorno), allo stesso modo la carica presente sta solo in quella dimensione 10^-20 in cui è 20 il valore intero, dato da 16 (la carica) sommata all’intera realtà 4.

Ciò che fa unitariamente testo è la curvatura 7 del vincolo sferico, ed essa è intera, nello spazio-tempo, soltanto con 7+21=28.

Sono i giorni impiegati dalla Luna a fare un giro intero intorno alla Terra, mostrando sempre la stessa faccia alla Terra che gira. Ebbene 28 giorni per 13 mesi sono gli stessi 364 giorni delle 52 settimane di un anno intero della rotazione terrestre, sommata a giorni 1,25 che sono sia l’area unitaria dello spazio-tempo data da 1^2 +(1/2)^2, sia quanta lunghezza di 8+1+1=10, tocchi all’unità di 8×1×1.

La quale moltiplica anziché sommare i tre parametri del volume 8, che è volume 8 sia come 2^3, sia come 8×1×1 dato dalle lunghezze 8+1+1=10, del ciclo unitario.

In questo modo, la somma a 13 rotazioni della Luna attorno alla Terra passa dall’intero 13 alle unitarie 12/1 dimensioni unitarie dell’anno unitario in 12 mesi purché sia sommato al valore in linea che esiste perpendicolarmente al flusso lineare, e 364+1,25 assume il valore intero di 365,25 in cui la presenza dei giorni interi sta soltanto in 365.

Si dovrà aggiungere 1 dì solo quando <nel futuro> quel valore ¼ del giorno realmente esistente in ogni anno (e che riguarda la Terra solo indirettamente poiché è quella dell’intero Sistema solare) ha compiuto i suoi 4/4 di intero e si realizza ogni 4 anni terrestri.

Terra e Luna sono un insieme inscindibile dato da due corpi staccati di media 384.400.000 metri poiché tutta la dinamica (questo ha <capito> la <Fisica Amodea>) sta nel 381 che è la sommatoria dei primi numeri primi presenti nel numero 16 dell’unità della carica elettrica.

3810+34 (10^5), alla dimensione intera 10^5 della elettricità (o del magnetismo) nell’area totale 10^10 elettromagnetica, costituisce nel 34 il valore dei 34/10^8 elementari nella carica dei Coulomb, che non dettagliano l’energia 66 ma il moto del 381 espresso nel ciclo 10.

Pertanto la distanza tra Terra-Luna è determinata con assoluta precisione dagli elementi unitari del calcolo numerico.

E si tratta di una distanza tra due corpi equivalenti a un tutt’uno in quanto alla dinamica che, quando è intera, è 10 nel ciclo e 3 nello spazio; per cui sta in 13 quantità totali, quelle nelle quali poi ci sono realmente 12/1 mesi in rotazione implicante 7+(7+7+7) giorni.

La <Fisica Amodea> valorizza il fatto che in un decagono ( inscritto in un cerchio il cui raggio intero in 1.000 ruoti unitariamente soltanto in 999/1 unità) il 999 si tramuti nella reale lunghezza del lato del decagono conseguentemente al calcolo di 999 -381 = 618.

È la sottrazione tra indici che divide 10^999 per 10^381.

L’indice 618 conta <le volte> in cui 10^381 esiste nelle 10^999 <volte> date da 10^1000 : 10.

Insomma la <Fisica Amodea>, avvalora i numeri che noi usiamo nella PERFEZIONE di un calcolo, allo stesso modo con cui lo <avvalorarono> quei <Geni> del 1.800 che vollero unità fondamentali che esistessero nello stesso ciclo che comanda tutto il sistema numerico decimale.

Essi UNIFICARONO le Unità di metro e Chilo ponendo a base la libera rotazione dell’Universo della Terra, considerata nella grandezza in numeri decimali, del suo corpo.

Il Meridiano andava posto lungo quanto 4 volte le (10^10) unità date da 1/10 del <metro> da definirsi.

Essendo stato riportato il Meridiano ad un anello di 4 × 10^10 decimetri cubi accostati, ed essendocene 1000 (di dm^3) in ogni m^3, lo stesso anello, a parità di volume, diveniva lungo un millesimo di 4×10^10 e dunque 4×10^7, lungo cioè 40 milioni di metri.

Misurarono con le unità di cui disponevano il Meridiano Terrestre e lo dichiararono lungo 40 milioni di <metri>, dal che 1 solo metro fu posto come il 40 milionesimo della lunghezza del meridiano terrestre.

Era il Meridiano a ruotare in 24 ore.

E queste 24 – partendo dal 1° numero primo 2 – era coerente al 2 elevato al ciclo 10 e ricavato uguale al 1.024 di un ideale 10^3 in rotazione esatta per 24 ore.

Il tempo, nella struttura delle 24/1 (interne al totale dei 100/4 della presenza totale in quell’intero 25 che si traduce nelle 24/1 unità relative) fu tradotto nel 10^3 (che per 21/1 ruotava) che da 1000 intero doveva esistere nel tempo 1.

Lo doveva, quando le 999/1 unità fossero 9 minuti primi (come 900), 9 minuti secondi (come 90) e 9 minuti terzi e ciascuno doveva essere 60 volte l’altro in totale.

Pertanto 900 si scindeva in 540 nella linea di flusso essendoci 360 trasversale, nell’area data dal ciclo 10 di 6×6, e uguale all’angolo giro. Questi 540 minuti secondi erano esattamente i 9 minuti primi dati da 540/60.

I 9 secondi non furono toccati, mentre furono i minuti terzi a divenire 0,54 minuti secondi.

In questo modo il tempo dello 999/1 divenne il tempo minuto che teneva conto dei moti della nostra galassia rispetto alle stelle fisse: tre, una dei minuti, una dei secondi, una dei terzi.

Così il giorno risultò di 365,25 giorni più 549,54 minuti secondi dati da primi secondi e terzi.

Essendo 549,54/86.400 = 0,00636041666… tutto il periodo riferito alle Stelle fisse risultava 365,256360416666… in cui al tempo intero in 365 giorni solari era aggiunto esattamente 1/3,900758209877044…

+- 3,97823366 (trasversale alla carica elettrica)

++3,900758209877044 (tempo terrestre)

=- 0,077474450122956 è la pura curvatura!

Infatti 7747445/10^8 (alla dimensione dell’unità complessiva) equivale 7.777.777 meno 30332. 30332 è in 33333 il moto di 3001 (intero, 1, in tutta la realtà spaziale di tre 1.000) ove l’intero 33333 è il flusso reale dell’energia potenziale 66666 realizzata nel tempo ½ dell’universo avanzante soltanto in un verso.

Ebbene è questo reale flusso di 3001 in 6666/2 ad avanzare nel 7.777.777 indicante tutta la dinamica 7 (a 7 cifre) nel vincolo 7 della curvatura sferica.

Segue esattamente 122956 = 2,99792458 (velocità della luce a D. 10^-8) × 2438 ossia relativo a 100 giorni di 24 ore esistente nel tempo decimo del 381 di tutto il moto, che è unitario in 380/10 nei decimi.

Ciò mostra che il moto della Terra rispetto alle stelle fisse dell’universo, mentre è intero in 365 giorni, esiste in questo tempo dato da 1/3,900758209877044.

Esso differisce dal complemento della carica elettrica in Coulomb -16,02176634 (10^-20) nel 20 intero, soltanto a ragione del vincolo 7 assunto dalla dimensione della velocità della luce, per come abbiamo appena visto.

Quando gli scienziati del 18° secolo vollero che metro, chilo e secondo fossero l’espressione del moto libero del pianeta Terrestre, UNIFICARONO TUTTA LA FISICA sulla base del 10 che comandava su tutto…

E – poi !!! – con il volgere di due secoli SE NE SONO DIMENTICATI, tanto che ancora oggi cercano nei dettagli delle equazioni di Maxwell, l’unificazione della Fisica già perfetta e unificata sulla base del ciclo 10.

La <Fisica Amodea>, ACCORTASI DI QUESTO FATTO, ha deciso di indagare su una Fisica tutta COMANDATA dal ciclo 10 cui furono sottoposte le unità di misura quando esse furono introdotte nel SISTEMA METRICO DECIMALE.

Quando ci fu la Fisica “Amodea”

Io sono stato indotto a scrivere le mie argomentazioni fisiche dalle accuse fatte dal mio caro amico Luigi Luccini, oggi in cielo, di avere io abbandonato il sentiero razionale, per avventurarmi in un tentativo sociale di aiuto per il mio prossimo che alla fine mi aveva portato alla necessità di chiedere il mio fallimento al Tribunale di Milano.

A mio modo di vedere, ciò non era stato un gesto irragionevole, poiché siamo in un mondo la cui struttura è talmente in armonia, che gli elettroni stanno eternamente nei loro orbitali senza cadere mai sul nucleo, solo a ragione di un equilibrio non soltanto momentaneo ed occasionale, ma perfetto ed eterno.

Il sistema atomico che poi li lega in molecole e in forme associative sempre a dimensione superiore, essendo nella sua base fondato su tale armonia, può anche assumere apparenti aspetti che ne sembrano privi, ma soltanto a ragione del fatto che anche essa si esplica su tempi sempre maggiori, che impediscono di scorgerla nel suo singolo tempo.

La legge della Statistica si poggia sulla verità secondo la quale una alternativa come il <testa o croce> su una moneta, al momento può mostrare il prevalere di una sull’altra, ma in un tempo così lungo da avvicinarsi all’eterno, avremo il 50% di un esito e il 50% di quello opposto.

Ciò in quanto – essendo alternative uguali tra loro – non c’è alcuna ragione per la quale ciò non si manifesti sempre più prossima al 50% coll’aumentare del numero degli eventi.

Allo stesso modo – io dicevo al mio amico – le mie ragioni di perseguire una profonda giustizia, possono anche crollare nel tempo presente, ma in uno sufficientemente lungo, non vi è alcuna ragione per la quale infine esse non si impongano, anche se al momento io avevo dovuto dichiarare il mio Fallimento.

Io volevo scrivere a beneficio del mio amico e di tutti le assolute e profonde ragioni di un supremo equilibrio, tra tutti gli opposti, tale che quando esso è raggiunto e non c’è nessuna cosa più a determinare quella opposta o reciproca, siamo entrati nella condizione Assoluta che mentre sembra non essere, c’è totalmente, e si pone alla base, nel tempo minuto, di tutta la nostra Relatività Generale.

Io vedevo il mondo diviso in quantità e in qualità e mi ero accorto che tutte queste ultime consistevano soltanto in una interpretazione formale, in una visione di tipo personale.

Il mondo scientifico era giunto a comprenderlo solo in relazione alle qualità delle luci e dei colori (che erano soltanto frequenze diverse e differentemente rappresentate dalla nostra mente).

Non lo avevano ancora capito e accettato in relazione alle frequenze delle 7 fondamentali unità, che poi portarono al metro, al chilo, al minuto secondo, all’Ampere, al grado Kelvin, alla Mole e alla Candela.

Anche queste 7 fondamentali <qualità> - io lo avevo capito – erano frequenze.

La sola differenza rispetto a quelle dei colori, era che la loro frequenza accadeva tutta nel ciclo 10 di una generale presenza che non permetteva di distinguere i rapporti interni.

Erano 1/9, 2/8, 3/7, 4/6, 5/5, 6/4, 7/3, quelle visibili, e poi 8/2 in una realtà complessa, positiva e negativa e dunque visibile solo in 4/1 (o positivo o negativo) e 9/1

Questo 9/1 che poi era la velocità-limite della c^2 di Einstein (una volta sommato quanto espanso in ampiezza di flusso e invisibile come flusso); ampiezza che rallentava il <simultaneo> 9/1 nel quadrato di 299.792.458 m/s anziché dei simultanei 300.000.000 m/s in cui tutto è presente.

Tentai di trovare una ragione essenziale alla questione legata ai numeri.

Così mi dissi che essi esistono in un contesto di pura astrazione e sono regolati da leggi proprie, che poi sono tutte quelle che arrivano a scoprire i matematici.

Queste leggi esistono di per sé e nel sistema delle relazioni astratte, e si pongono <servilmente> a contare qualsiasi quantità che possa esserlo con un numero.

Mi ero accorto come il ciclo 10 cui è approdato come base tutto il computo matematico, ritrovandolo <ideale>, per potere esistere per sempre e in un modo differito in un tempo reale, doveva avere una sua chiara MATRICE.

Io la trovai nel rapporto di 1.000/99, semplicemente <vero>, così come è, e che esiste nel tempo soltanto quando c’è l’esistenza della luce interiore di un osservatore, che si muove alla velocità <c> della luce.

Costui, per raggiungere i metri 300.000.000, con la sua ridotta a 299.792.458 m/s, deve trascorrere nel tempo gli altri 207.542 metri che gli mancano ogni secondo.

Questi 207.542 metri persi al secondo, su una esistenza tutta simultanea erano quelli che regolavano nel tempo il rapporto di 1000/99 mutandolo in 1000 diviso per 99.

A questo punto, il risultato di 10,1010101010… di un periodo eterno si sarebbe mosso nel calcolo effettuato nel tempo, alla nostra stessa velocità della luce, e sarebbero intercorsi i nostri tempi a separare tutta la sequenza di 10.

207.542 di metri al secondo, percorsi alla velocità di 299792450 metri, implicavano il tempo dello 0,00069228559445614872673014342475554… che nella realtà unitaria nei 180^-4 (di 10^4) ne avevano solo nella quantità di 6 +0,92285594… nel tempo a seguire.

Invece il suo reciproco era dato da: 1.444,4905513100962696707172525274 e si dimostrava nell’intero 1.444 quanto dato da 38×38, e corrispondeva alla durata della Terra nella sua rotazione attorno al suo asse.

Essa era riferita alla durata di 4 anni solari, poiché, in uno solo, sono soltanto 1440 quelli che sono nel ciclo 10 e che aggiungono il valore decimo di 40 soltanto dopo 4 anni.

Considerare anche tutto il tempo decimale, portava a tutta la misurazione rispetto al sistema delle stelle fisse.

Pertanto 207.542/299792458 come m/m erano un puro rapporto che si mutava nel tempo dell’intera rotazione vista in minuti primi, nel nostro mondo reale.

Tutto ciò evidentemente si scontrava con tutta la risultanza scientifica secondo la quale i minuti di un giorno non sono costanti.

Intuendo, ho pensato che, come la visione nello spazio muta le visibili dimensioni, e ogni cosa a distanza sembra più piccola, allo stesso modo doveva risultare ogni osservazione fatta nel tempo.

Tanto che anche questo rapporto puramente risultante da un calcolo matematico che dà sempre questo risultato, quando è realmente osservato nel tempo mostra verità apparenti e oggettive differenti nella loro dimensione.

Ho dato al rapporto di 1000/99 la valenza di MATRICE del puro spazio-tempo, privo di ogni soggetto o oggetto relativo e del tutto simile ad una pellicola vergine, su cui poi fissare la ripresa di un film di movimenti ed azioni.

Capito che la creazione del tempo era una questione di divisioni esatte, ho arguito dipendesse dal fatto che i numeri primi non accettano di essere divisi e allora – nelle divisioni –si pongono in blocco essi stessi come divisori.

Poi ho considerato che in un decagono inscritto in un cerchio con raggio di 999/1 unità di giro, la sottrazione della somma dei primi 16 numeri primi che caricano la realtà 4 a 4×4 e che è uguale a 381, trasforma il 999/1 –381 al 618 che è la lunghezza esatta del lato del decagono.

Pertanto, nella divisione degli eventi nel tempo, i primi 16 numeri primi si imponevano realmente sulla rotazione del raggio, mutandolo nel lato del decagono, perfettamente rettilineo.

Così ho risolto che, dividendo il ciclo 10 che esisteva dovunque in 10,1010101010… per la sequenza decimale dei 16 N.P., cioè per 0,2357111317192329313741434753, ogni numero primo avrebbe agito nel suo perfetto ordine con cui era ordinato, determinando per risultato la MATRICE

ASSOLUTA di tutti i movimenti ottenuti per divisione.

Ho analizzato i risultati di questa divisione fino alla determinazione delle 10.000 cifre decimali dell’unità reale del volume 10^3 nel suo movimento intero se ×10, e mi sono persuaso che era proprio vero: questa era la divisione vera e ideale fatta dagli operatori matematici dati dai numeri primi.

Naturalmente da questo computo risultano soltanto numeri, ma assecondano una perfetta fissazione di tutti i possibili movimenti controllabili attraverso i numeri, per cui anche le quantità unitarie della nostra realtà, assecondavano la stessa reale e ideale ripartizione

Tutti i calcoli divisori creano tutti – avanzando nel nostro tempo del calcolo – il risultato sorprendente di determinare il passato sempre più spinto dal quale invece veniamo.

Determinato nel computo il <decimillesimo>, si crea con esso il valore reciproco del 10^4 che è il valore unitario assegnato alla nostra realtà apparentemente dinamica solo per la nostra sfasatura rispetto a quanto è simultaneo e determina tutto il rapporto dei 1000/99 tutto esistente nel presente.

Si muta in 10,10101010… anteponendo sempre un passato più spinto.

Coerentemente al principio di azione e reazione, chi si ritrova fatto ad esempio nel tempo millesimo, tenta di opporsi e di risalire alla sua sorgente.

Noi stiamo realmente vivendo questa risalita che è stata predeterminata dalla sua discesa matematica.

Risaliamo componendo una gran quantità di cause nel loro unico risultato, quando – nella verità del computo – è proprio da quell’unico risultato che è stato scomposto tutto l’insieme delle apparenti cause.

Chi esiste nel presente, non si accorge di retrocedere a ciò che era prima, e lotta per evitarlo, non sapendo che esso è scansato proprio da come l’Assoluto ha creata l’esistenza.

Essa deriva da un progetto in cui il ciclo 10 infinito è già tutto realizzato nel rapporto in essere dei 1.000/99.

Per cui la sua trasformazione in 1.000 : 99 antepone un infinito passato di derivazione infinita.

Il Creato – per azione uguale e contraria – risale quella che è una discesa autorevole, certa e che crea l’anteposto infinito dell’Universo che a noi sembra essere il Big Bang.

La risalita verso la sorgente di questo fiume è pura e semplice <apparenza>, priva totalmente di verità, dove l’acqua trascina tutto verso il mare e non verso la sorgente. Andare a Ninive, è per Giona una reale apparenza, così come lo è il ritorno di Giacobbe in Israele. I due episodi sono opposti tra loro in quanto a volontà, poiché Giona non vuole andare, ma Giacobbe sì.

Tutti e due devono compiere il loro destino e Giacobbe è favorevole, mentre l’angelo no, quello che lotta con lui una notte intera. L’angelo vorrebbe impedire a Giacobbe di compiere il suo destino per evitare la sua discesa in campo, che sarà nel segno sgradevole di Giona che va a Ninive a dire una verità incomprensibile, poiché <divina> e perciò <sibillina>, equivoca per uomini a cui doveva restare oscura.

Sembra che tutto ciò esuli dalla Fisica, nel mentre è al centro di essa proprio come quella parte <essenziale> che l’uomo è destinato a capire, ma solamente al termine di quel lungo percorso conoscitivo che porta ai tempi in cui il <carico> da sostenere ha maturato i mezzi necessari.

Anche Gesù disse ai suoi discepoli di aver loro taciuto le informazioni che non avrebbero potuto capire <in quel tempo>.

La cosa <essenziale> da capire è quella che va contro totalmente al <principio di Verità> per gli uomini.

Per essi se una verità è contraddetta, allora non è più una verità.

Questa verità è però <relativa> poiché è vera soltanto nel campo relativo e limitatamente a ciascuna delle due parti che costituiscono un complesso che sia esistente sia in positivo, sia in negativo.

È vero che nel positivo dell’universo è relativamente vero soltanto il suo positivo e che non accetta contraddizione.

Simultaneamente, è vero, ma solo relativamente, che il verso negativo dell’universo è vero soltanto se non è contraddetto.

Ma il Tutto è in sé <una contraddizione in essere>.

Nello spazio – ove il vero è appiattito sui 180° della metà dell’angolo giro – si vedono chiaramente esistere sia i raggi di luce che vanno in un verso, sia quelli opposti, se due osservatori posti in <A> e in <Z> ricevono una luce che sulla stessa linea percorre veri opposti, che non si annullano solamente quando sono sfasati.

Ma quando essi sono in perfetta corrispondenza di fase, da due raggi opposti di luce è prodotto il buio di quella luce, e la verità totale sta proprio nella contraddizione; non azzera la verità; la porta al piano <superiore> dell’<energia potenziale>.

Gli uomini sono convinti, ancora oggi, che l’universo solamente avanzi nel tempo.

Invece è vero che questo avanzamento appare (dunque è relativamente visibile) soltanto sulla base opposta (e dunque relativamente vera) di un Universo che avanzi nel passato.

Fino a quando la scienza non porrà, alla base del vero e dell’apparente, il 3° principio della legge dinamica seguiterà a credere vero in sé tutto quanto l’apparente che vedrà.

Il Galileo Gesù lo aveva spiegato a Nicodemo che <il Regno dei cieli> (cioè il Vero, vero, di ciò che è quello che sembra, il <JHVH> del <sono ciò che sono>) non era visibile prima della risurrezione dall’alto.

Il Galileo Galilei cui il progetto di Dio ha replicato il suo nome, sostenne la stessa cosa dimostrando falsa e opposta la dinamica apparente a chi si muove.

È esperienza di ogni uomo in movimento vedere l’ambiente esterno muoversi nel verso opposto al suo.

Ora l’Osservatore della fisica è un puro <punto di vista incorporeo e invisibile> e si vede compreso e trascinato totalmente dal suo intorno avente dinamica opposta alla sua.

Come fa – allora – ancora oggi, l’uomo a credere nell’Universo che si muove nel verso che è quello apparente, se è l’osservatore ad andare nel vero opposto?

Visto sulla base di chi si muove nel tempo con il suo punto spirituale di osservazione, il moto dell’Universo – se lo spirito avanza - <retrocede>!

La vita elettrica cerebrale vede l’avanzamento del mondo materiale essendo di carica negativa, il che la dichiara in moto nel verso opposto! è il magnetismo ad avanzare assieme ai nostri corpi magnetici.

Insomma il nostro mondo reale si basa sulla sua totale contraddizione e tutta la sua dinamica apparente va rigettata in quanto alla sua verità!

Insomma nella luce esemplificata come una freccia, noi vediamo la luce che le esce dalla coda proprio come se fosse un razzo materiale che sta andando dalla parte opposta e ci invia la luce emessa dalla sua coda!

Nel corso della vita, sono stato portato per mano –passo, passo – ad accorgermi che l’ASSOLUTO, che non patisce alcun vincolo e nemmeno quello del tempo, lo realizza in sé proprio attuando il futuro di un calcolo estrapolato da un puro rapporto mutato in divisione reale.

Diviso il tempo nella progressione di un ciclo 10, l’ASSOLUTO, nel suo tempo 10 realizza il suo valore reciproco dato da 10^-1.

Nel suo tempo 10^2 l’Assoluto determina il 10^-2 come un <trascorso> 100 (di provenienza) rispetto a quel presente 100 dal quale l’ha estratto nel suo valore reciproco.

Con questo modo, il passato è simile (nel presente) ad una nostra memoria che in verità è quanto è restato presente, di quel calcolo.

Infatti, per me, assecondando in pieno la visione della Filosofia Eleatica, <nulla diviene> o è realmente <divenuto> o <diverrà> poiché il ciclo 10 eterno esiste già tutto ed è contenuto in potenza nel rapporto dei <mille novantanovesimi>.

Quando realmente si andrà a tentarne l’impossibile calcolo totale, essendo un risultato periodico, nulla di differente mai potrà accadere se non quanto è <già accaduto> in quel rapporto <presente>.

Questa mia intuizione, divenuta una tesi, ho sempre cercato di confrontarla con il pensiero scientifico, anche quando – come giovane imprenditore affermato – ero ricevuto con buoni modi dai professori universitari, che si sentivano anche gratificati per essere stati scelti a <professori>.

Ma – non appena si accorgevano che la loro <scienza> era tirata in ballo per collaudare la mia tesi – subito si chiudevano a riccio, ed erano impazienti di mandarmi via.

Nella loro testa scattava questo pensiero: <Io, che sono io che mai ho avuto la pretesa di cose così eclatanti … devo ora usare il mio sapere per la <presunzione pazzesca> di questo architetto che vuole mettere il suo becco nel mondo fisico?>.

I reiterati miei tentativi, sortirono sempre questo effetto, e neppure pagati profumatamente erano disponibili!

Poi la mia iniziativa da imprenditore si è conclusa in un Fallimento al Tribunale di Milano.

Il Libro <L’universo Impensato> fu la prima formulazione dell’universo esistente e al quale non si era prima pensato. Infatti, con l’antimateria che è una buona metà dell’intero dato dal complesso di materia-antimateria, e la presenza nel contesto atomico sempre e solo di materia, in tutto l’intorno dello spazio e alle varie dimensioni … dove mai era collocata l’antimateria, visto che quello spazio era già tutto?

L’universo cui io avevo pensato (e gli altri mai) fu l’oggetto del mio libro, che trattai a modo mio.

Creai una presenza virtuale <schiacciando> il passato e il futuro in modo che fossero tutti su un unico piano.

La mia attività sui libri e la loro realizzazione pratica, aveva già portato tutte le pagine ad essere su una sola lastra di stampa.

Allo stesso modo, il tempo e lo spazio nascono quando, scrivendo un testo a corpo 10, necessitano 1.000 pagine, in successione nella lettura.

Ma se il corpo è impiccolito, tutto il libro sta su una sola pagina… e a questo punto l’antimateria sta nella pagina di dietro.

Nella prospettiva decimale assunta, si generava sempre –per ogni cosa – come una clessidra avente uguali volume, ma quando è in opera la prospettiva, tutta l’altra metà, uguale a questa, è percepita nella grandezza dei tempi.

I nuclei atomici, in sostanza, erano il collegamento tra i due campi perfettamente uguali, ma quello negativo si ingrandiva nel suo apparire sempre più piccolo.

Per cui tutti i centri di rotazione avevano la grandezza apparente loro data dall’intero e infinito campo negativo.

Ebbi modo di presentare il mio libro al Maurizio Costanzo Show, nel 1993, e fu una cosa per me molto utile, poiché ne parlai in uno spettacolo a grande diffusione.

Le mie tesi correranno il rischio che quando finalmente qualche <furbacchione> capirà che cosa ho scoperto io, lo dirà scoperto da lui magari <noto e rispettato docente>.

E correrei il rischio di vedermi tolta questa paternità.

Ma l’apparizione in Televisione e 13 anni di divulgazione sul Canale YouTube Romano Amodeo eviteranno questo pericolo di non dare a Cesare quel ch’è di Cesare.

Il mio libro, <L’universo impensato>, su consiglio di mio fratello, laureato in fisica, fu portato da me personalmente a un docente di fisica amico di mio fratello.

Come era da aspettarsi, i nuovi approcci fatti da me non erano digeribili da persone convinte dello stato attuale della conoscenza.

Probabilmente ne avrà parlato poi con mio fratello, convincendolo che forse erano ammirevoli le mie intenzioni, ma per fare scoperte di fisica occorrevano laboratori e mezzi reali che io non disponevo. Pertanto, che mi lasciasse pure fare – se ci provavo gusto e davo uno scopo alla mia vita –ma senza incoraggiamenti, poiché non avrei potuto cavare nemmeno un ragno dal buco.

Cinque anni dopo, in un incontro di 2 ore con il Prof. Fazio di Fisica, egli fu veramente conquistato dalle mie conquiste, e mi disse che era accaduto un miracolo, impossibile per chiunque.

Il mio modello complesso funzionava a dovere ed era la complessità la sua forza, ma anche la sua debolezza, per imporlo! Troppa vastità per essere accettata.

Era disposto a collaborare, per dividerlo in pezzi, da far passare uno per uno.

Mio fratello – sorpreso di come fossero andate le cose –poiché il Prof. Fazio era famoso per la sua determinazione, cercò allora anche di aiutarmi, ma le traduzioni in fisica, fatte da lui, non andavano più bene al Prof. Fazio.

Io ebbi l’idea di allontanarmi per tre mesi e quando tornai a Milano il professore era andato in pensione e fu impossibile ricontattarlo.

Quasi certamente si era nel frattempo consultato coi colleghi e gli altri aspetti della mia conoscenza l’avevano persuaso che se – oltre a tanta vastità di fisica – si aggiungevano Metafisica, Cabala e Religione, rischiava anche lui di essere coinvolto come non voleva essere.

Per tanto, le ragioni della Fisica chiamata da me, il suo codificatore, con il mio cognome, non nascono da un desiderio di protagonismo a tutti i costi, ma dalla necessità di distinguerla dalla Fisica corrente per tutti i suoi contenuti uggi a torto giudicati estranei alla Fisica.

“In principio” per 913 anni c’è il nostro pianeta

Una qualunque indagine sull’esistenza comincia quando l’uomo si accorge di esistere come un punto di vista soggettivo, in un suo mondo dato dal pianeta su cui egli vive. Anche la <Fisica Amodea>, quando cominciò la sua indagine, non poté evitare di indagare sul mondo reale in cui si conduceva l’esistenza del punto di vista in ogni senso dell’<osservatore> della Fisica.

Gli strumenti generali di cui doveva disporre erano fondamentalmente poggiati tutti sulla legge Matematica, Geometrica nella rappresentazione del mondo. Il ciclo 10 della Matematica era – per la <Fisica Amodea> – non una cosa avvenuta così come potrebbe apparire, dal fatto che l’uomo ha due mani con 5 dita ciascuno e usandole tutte per contare, era spinto a prendere tutte le misure con le sue 10 dita.

Certamente questo è un <fatto> indiscutibile, ma potrebbe essere esso stesso la conseguenza ragionevole che per <comprendere> come per <contenere> ogni cosa, l’evoluzione naturale ha determinato nell’uomo le stesse condizioni ottimali esistenti nel calcolo decimale.

La <Fisica Amodea> se ne è accorta: il ciclo 10 sta davvero alla base della differenziazione al suo interno, per cui 1/9 porta all’umano concepimento di quanto, con 1 : 9 = 0,1111… eterno fissa in 1/10 l’eterna esistenza del tempo unitario della realtà, in cui 1 è <tutto> (spazio, tempo, massa… insomma il valore assoluto di N^0 =1, a partire dalla dall’indeterminazione data da ogni numero N posto a base di calcolo).

Quando un numero esiste per conto suo, due sono le relazioni opposte tra loro che può assumere: la divisione per sé e ila moltiplicazione per sé. Quando le somma, pone in sequenza esatta e lineare tra loro i due opposti e ne determina il ciclo.

Così da 1/1+1×1 il <suo> ciclo è 2, quello del 1° numero primo. Da 2/2 +2×2 il ciclo è 5, ed è dunque quello del 1° numero primo. La combinazione dei due cicli tra loro, data da 2×5=10, risolve tutto il ciclo, nella sua unità e in sé, del 1° numero primo.

Abbiamo modo di constatare che ove 1+2 è 3, il ciclo 3/3 +3×3 è lo stesso 10. E quando, da 10 -3 scaturisce il ciclo 7 nel 10, ecco che il ciclo 7/7 +7×7 = 50 presenta nel ciclo 10 il ciclo totale del 1° numero primo 2.

Per la <Fisica Amodea> queste erano <ragioni> semplici e valide a mettere in relazione esatta tra loro tutte le <cose> che occupavano spazio e occupavano tempo decimale.

Non importava più <che cosa> esse fossero nella loro <qualità>, quando esse occupavano <spazio> e <Tempo> e risultava di fatto che il Tempo unitario stesse nel N/N=1 per ogni numero, e l’ <Spazio> dato da 3 sue dimensioni portasse un cubo ad avere i lati 1×1×1 ed il volume 1, che restava poi sempre 1, per quante fossero le volte della sua esistenza 1.

Laddove era poi 10 il ciclo dell’1, veniva per conseguenza che 10 -1 fosse con 9 tutto il percorso lineare dell’1 nel 10, tanto che 3/1 × 3/1 = 9/1 fosse poi la <totale> c^2 della velocità del volume della luce.

Quando essa – oltre alla velocità del flusso – considerava anche la <giusta> espansione laterale data da quanto fosse mancante a 299.792.458 rispetto al <totale> 300.000.000 dato da 3×10^10 : 10^2 da cui il perfetto e totale 3×10^8 = 300.000.000.

Per la <Fisica Amodea>, posto <in principio> assoluto di riferimento di ogni cosa il ciclo 10 posto alla base fattiva di tutti i suoi numeri, creati dalla quantità di volte in cui il ciclo 10 doveva essere presente e interagire unicamente con sé, derivavano tutta una serie di risultanze che avevano la stessa perfezione del ciclo 10 che le aveva date.

Con questo <strumento fondamentale> dato dal ciclo decimale e dalla scelta dei Fisici di ricavare unità di misura, di spazio di massa come quelle del tempo terrestre, che erano misurazioni decimali, la Scienza Fisica aveva fatto il provvedimento giusto per UNIFICARLA TUTTA in base al suo ciclo 10 delle Unità del SMD, il Sistema Metrico Decimale delle unità di misure.

Con questo strumento perfetto del calcolo decimale e delle regole di tutti i numeri reali, naturali, primi, ecc., l’uomo poteva rimandare direttamente al ciclo numerico tutte le questioni una volta che fossero state misurate nello spaziotempo occupato e nella loro unitaria dinamica lineare data dal raddoppio di ogni N, quando – alla sua presenza occupata – si sommava anche la sua intera traslazione dinamica.

Dalla realtà 10^3 × 10 dalla quale la dinamica in linea del cubico 10^3 era espressa perfettamente da 10^4, queste dimensioni erano semplicemente contate nella loro lunghezza, indipendentemente da che direzione esse avessero. 10^4 poteva rappresentare ogni cosa, e se come volume in totale traslazione in uno dei suoi 3 lati perpendicolari, si divideva per 1, ecco che assumeva valenza di area 10^4 data dai lati 10^2 × 10^2 la cui lunghezza era 100 e 100 in ciascuno dei due.

Con la dimensione 4 unitaria, di cui quella del tempo era soltanto una, ecco che ¼ diveniva la presenza unitaria di ogni possibile realtà in spazio e tempo unitari.

A questo punto, la <Fisica Amodea>, considerò il suo ciclo annuale calcolato in 365/1 giorni solari, in cui la velocità unitaria dello spazio sul tempo non era 3/1 ma [3 × (66/6)^2 +3]/1, avendo moltiplicato il 3 per le (66/6)^2 volte e poi aggiunto 3.

Ciò ove 66 era il sistema ortogonale in cui ciascuno dei 6 versi nati nell’Origine degli assi si poneva al quadrato divenendo quelle misure 11×11=121, che poi nelle 3 dimensioni divenivano 362 e, +3, le totali 365/1 interne alle 366 dell’anno bisestile ogni 4 anni.

L’anno medio era 365,25 e, nel ciclo di 10 anni, diveniva di 3.652,25 anni, e tutto questo senza ombra alcuna di dubbi.

Ora nel ciclo 10 c’era quello dello spazio-tempo dato da 4+4 nel complesso delle due realtà positive e negative.

In cui 8+1+1, con una lunghezza 10 dei tre lati, era flusso di volume 8, dato da 8×1×1 aggiunto alle due dimensioni lineari 1 e 1 necessarie a renderlo un volume, espresso dalla lunghezza 8.

Pertanto, nel ciclo 10, la presenza nel tempo reale avanzante soltanto in positivo era data da ¼.

Così ¼ dei 10 anni, ossia solo la presenza nel tempo ¼ del suo intero ciclo numerico, dati i 3652,25 anni del ciclo 10, erano esattamente dati dalla presenza ¼ corrispondente al 913+1/8 =913,125.

In esso, la parte decimale 0,125 rivelava come la presenza di 913 anni era riferita esattamente soltanto alla presenza 1/8 di quegli 8 volumi unitari esistenti nel totale, ossia solo a quello i cui tre parametri ×, y e z, erano tutti e tre soltanto positivi.

Infatti nel complesso della realtà da -1 fino a +1 su ciascuno dei tre lati, c’erano +1× e -1×, +1y e -1 y e +1z e1 z, ed erano nel cubo a lati unicamente positivi, quello avente i parametri +1×, +1y, +1z.

Infatti i tre piani dati da ×y, ×z e y×, intersecandosi tra loro, determinavano 8 quadranti aventi gli 8 cubi i cui parametri erano:

1. +1×, +1y, +1z

2. -1×, +1y, +1z

3. +1×, -1y, +1z

4. +1×, +1y, -1z

5. -1×, -1y, +1z

6. +1×, -1y, -1z

7. -1×, +1y, -1z

8. -1×, -1y, -1z

In tal modo, risultava evidente che 913,125 era, con 1/8=0,125, soltanto uno degli 8 cubi aventi tre lati unitari in 913; e quando ci fossero stati tutti e 8, allora gli 8/8=1 avrebbero reso 914 il valore unitario, corrispondente al moto in linea di 86 in 1.000.

Un numero, 86, dato dal flusso 6 (i 3 in negativo e i 3 in positivo) del piano avente i lati 40 e 40 dati dal ciclo 10 di ciascuna delle due realtà: positiva e negativa, ossia reale e immaginaria.

Invece, con solo un lato tutto positivo, la presenza 1/8 valeva il 913 del flusso di 87 in 1.000, dato dallo spesso piano a lati 40 e 40 più il vincolo 7.

Il vincolo 7° del sistema sferico per l’aggiunta, ai vari 1×, 1y, etc., il valore di 1R: del raggio di lunghezza 1 come quella degli altri 6 versi in vai e vieni, che regolano solo i flussi sul sistema Cartesiano dato dai 3 assi perpendicolari. Così, nell’ ¼ del tempo intero dato dal ciclo di 10 anni terrestri espressi nel numero dei loro giorni riferiti ai 4 anni in cui divenivano interi, il nostro pianeta aveva posto in principio 913 anni, riferiti soltanto al quadrante con componenti tutte e tre positive, degli 8 esistenti in tutto composti dal sistema tridimensionale del riferimento spazio-temporale.

L’Entità Assoluta quando essa non è una <cosa> irreale, è solamente nascosta; come lo è un piano trasversale ad un flusso, allorché noi lo scorgiamo ad esempio come il +1× che parte dall’Origine dei tre assi cartesiani ed ha trasversale tutto il piano veramente formato dagli assi yz.

Il piano cogli assi y (in altezza) e z (in profondità) è invisibile poiché posto di taglio e con uno spessore nell’asse x che esiste – dunque è 1 – ma riferito ad uno 0 secondo l’asse x, per cui è con 1/0 un elemento contraddistinto da una linea verticale fatta tutta di punti con dimensione zero.

Questo piano infinito esiste ed ha l’Origine, il punto in cui i tre assi coincidono, come il suo punto di mezzo, con una semiretta +y verso l’alto ed una -y verso il basso, entrambe infinite, poiché per esserlo basta che la semiretta abbia infinito uno dei due suoi estremi.

26 volte 7 non è <fantascienza> poiché i due valori hanno significati ben reali, per come sono riferiti alla libertà di moto del nostro intero mondo terrestre.

Il 26 numera le settimane di metà dell’anno terrestre, che ne ha le 52 che portano i relativi giorni ad essere 52 × 7 = 364 = 300 +2^6; il che collega il 2^6 al 26 e il 300 al lato 100 della realtà 10^4, uguale a 100 × 100, quando esso delimita, nella lunghezza 100, i 3 infiniti assi ×, y, z.

Se vogliamo dare una immagine concreta al 300 +2^6 che porta ai 364 giorni dell’anno terrestre, intanto dobbiamo <accorgerci> che la Terra ha come sua reale propaggine il corpo distante 384.400.000 metri come media, del suo unico satellite, la Luna, che sembra proprio una sua propaggine. Il fatto certo che la Luna offre sempre la stessa faccia al pianeta Terra, e che compie un intero giro attorno ad essa esattamente in 28 giorni, già presenta questo 28 come il 26+1+1 in cui il volume 26 dato da 26×1×1, esiste nel preciso flusso 26 del piano a lati 1 e 1.

Pertanto i 28 giorni della rotazione lunare hanno già perfettamente messo in fila il 26 con l’1 e 1 esistenti nell’invisibile piano trasversale relativo al volume 26, come ventisei singole unità delle 24 ore in cui la Terra compie un intero giro denominato giorno.

Anche le 24 ore, allorché sono espresse in un volume di tempo avente quel numero, sono date dai tre lati che si moltiplicano tra loro e che sono 24+1+1, cioè 26 nelle tre lunghezze perpendicolari tra loro che generano il volume.

Metà della giornata percorre 180°, poiché i successivi 180° completano i 360° dell’intera circonferenza.

Quando 360 si <realizza> nella realtà a 4 dimensioni unitarie dello Spazio-tempo, 360+4 porta ai 364 giorni dati da 52 volte 7, ma anche da 13 volte 28.

È evidente che se consideriamo soltanto ¼ di 52, per avere lo stesso risultato dato da 52×7, dobbiamo moltiplicare per 4 il 7, ed avremo che 13×28 uguaglia 52×7.

Ciò significa che, moltiplicando per 13 (che è il 10+3 in cui lo spazio unitario in 3 trasla interamente quanto il ciclo 10 nella sua lunghezza) i 28 giorni in cui la Luna gira attorno alla Terra, abbiamo che il periodo Lunare ne implica 13, mentre quello Terrestre (intorno al Sole) nei implica i 12/1 che sono giustamente interni al totale 12+1=13 del periodo lunare.

In parole povere, se consideriamo come un unico tratto la distanza media di 384.400.000 metri che ha per estremi la Luna e la Terra, mentre questo asse compie 364 rotazioni, il solo dei due estremi che ruota negli stessi 364 giorni è dato da quello terrestre.

Se questo asse lo mettiamo in verticale abbiamo la similitudine con un monopattino, in cui al di sotto dell’asse verticale, che solamente trasla, c’è una bella ruota, data dal pianeta Terra, mentre l’asse perpendicolare su cui noi ci poggiamo, ha come altro estremo quello del Sole.

La stella però non ha una ruota uguale al Meridiano Terrestre ma alla circonferenza del sole.

In questo modo, quando la <ruota> del Sole fa un intero giro, quella della terra ne compie 364+[(8+1+1)/8×1×1] = 364+1,25 = 365,25.

La circonferenza del sole è 1.392 megametri e 109,170325 volte quella della Terra, che è 36,62970 volte quella della luna, per cui la circonferenza del Sole è 3.998,876383 volte la circonferenza della Luna, ossia è il moto di 1,123617 megametri in 4.000 megametri uguali a 1 milione di metri.

Questo disegno (fuori scala) schematizza quello che ho paragonato ad un <monopattino> poggiato sulla ruota del Sole la cui circonferenza 1392×π è di 4.373,0969 megametri=10^7 m.

In ciò l’intero nel 4.000 quantifica nel volume 10^3 tutto lo spazio-tempo avente 4 dimensioni, riferendole alla realtà unitaria 373 uguale a 400 -27 indicante il moto di 3^3 nella realtà totale di 4.400.

Questo per farvi riconoscere come i 365 giorni che sono 400 -35 (=7×5 = 27+8) di rotazione attorno al sole stanno nel rapporto preciso con l’intera realtà 4.000 cui 3^3=27 si muove complessivamente: +8.

La differenza 4.400 -27, essendo 10^4.400 : 10.27 = 10^4.373, indica su base 10 che il numero 365 dei giorni di un anno sono avanzati di 8, e si sommano a tutta la realtà a indice 4.000 data da 10^4.000 volte.

La distanza media tra il Sole e la Terra (pedana di appoggio di questo strano <monopattino>) data da 149.597,870707 megametri, indicata essa pure come indice della base 10 del ciclo numerico, corrispondente al 10^6 che configura il moto intero di 10^4 (tutta la realtà) in 10^10, quando si moltiplica per 10 e si riferisce al suo ciclo reale, allora si riduce a:

+14.959,7870707 (10^7 m) che sommato a

+00.040,2129293

=15.000 indica l’unità dello spazio-tempo.

Essa è data da 10^10 m sommati al suo ½.

In esso è presente 4 (10^8) m ed è la realtà 4 in tutto il suo complesso essere in 10^4 × 10^4.

0,2129293 è la dinamica unitaria di 0,212121 data dal periodo tridimensionale dello 0,070707 sommata allo 0,0008083 che somma la realtà complessa in 8/10^4 al ciclo 83 del moto di 17 (curvatura sferica del ciclo 10) in 100.

Sto cercando di far vedere come la distanza media tra la Terra e il Sole è <perfetta> nel seguire le regole esistenti nel ciclo 10 della matematica.

Poiché, riferendomi alla rotazione della circonferenza del Sole e della Terra come alle due ruote che stanno all’estremo di questo strano <monopattino>, quella grande fa soltanto ¼ di giro mentre la Terra compie tutti quelli di un anno.

Accade poiché la circonferenza del Sole divisa per quella della Terra dà 109,170325 volte, ma un suo quarto dà solo 27,29258125 volte, eccola riferita al 27,27272727 +0,019380125+0,000473852.

Ciò è l’eterno periodo nel lato 100 della realtà × 3^3, dato dal 2700, diviso per 99, il che lo rende periodico negli eterni tempi centesimi a partire da un anno preciso posto a riferimento intero centomillesimo in 1938,0125 /10^5.

Questo risulta il tempo reale della presenza dell’origine dell’intersezione dei tre assi, del nostro tempo, riferito al Natale di Cristo da cui abbiamo iniziato a misurare i tempi.

In questo caso reale, rispetto al 1930,0125 (indicante il 25 gennaio del 1938) ci si è staccati di 47,3852 anni come la curvatura 7 imposta all’unità reale di 40 anni, nel tempo dello 0,3852 uguale allo 0,381 +0,0042.

In ciò, 381 decimillesimi indicano tutta la realtà del moto dato da 381 (sommatoria dei primi 16 n. primi) rispetto al 7×6=42 reali decimillesimi.

Infatti noi siamo presenti in una realtà che ha avuto origine in quella origine (il 25 gennaio del 1938 dopo cristo) e che si è mossa interamente nella sua presenza, ossia del 47 che indica tutto il moto 7 (del 3 nel ciclo 10) e che riguarda la realtà 40, nel dettaglio dell’intero moto, quando 7×6/10^4 traslano dell’intera dinamica data da 381 decimillesimi. Insomma ¼ di rotazione solare del suo meridiano, diviso per la lunghezza del meridiano terrestre, non è esattamente 2700/99 poiché ciò parte da un preciso punto di origine. Noi siamo scesi ad esso, proprio dando una <ragione> a questo calcolo.

E abbiamo anche osservato come, dividendo la distanza terra-sole per la distanza Terra Luna (come se fosse un <pedale>), questo <pedale> gira 389,172400382 volte per arrivare dalla Terra al Sole.

Sono 8,172400382 sommato a 381, nel dettaglio estremo dei 381/1 miliardesimi. Sono:

+381,000000381

+000,000000001 (di unità 10^-9)

+008,1724 che è il complesso 8 che ha questa dinamica 0,1724 riferita all’anno 0,1938 come a 214 anni di pura premessa dati dal piano a lati 100 e 100 anni il cui flusso intero è dei 14 dati da 7+7.

Il ciclo dei 16 numeri primi si mette realmente ad esistere come un puro principio in cui il 381, che carica l’unità 16 della carica elettrica con il valore indivisibile dato dai primi 16 numeri primi, impone questo 381 nell’unità data da 100+300 uguale a 400.

+400 - 381

=019 fissa i 19 secoli da sommarsi al 381, a fare il 19381 assoluto che è unitario in 19380/1 unità espresse in mesi, tanto da essere 1938,01 seguito dal puro tempo dei 25 decimillesimi della pura presenza ¼ di 100 decimillesimi.

Quando alla realtà 400 si toglie l’intero movimento totale in 381, si fissa il tempo lineare nella presenza, così come accade nel decagono, allorché dal raggio ruotante in 999/1 unità, la sottrazione di 381 porta al lato 618 del decagono.

La stessa cosa accade togliendolo al 400 e resta il lato di 19 secoli, poiché la realtà degli anni è data da 100 anni.

Vediamo che la distanza media Terra Sole, misurata in base alla distanza Terra-Luna di 384,4 megametri, è uguale al quadrato di questa distanza, sommato al 1.834,51 che è esso pure una distanza-tempo rispetto all’Origine nel 1.938,0125.

+1.938,0125 - 1.834,51

=0.104,5025 che indica la realtà 26 +(26+26+26) bel valore intero come la pura dinamica nelle settimane terrestri.

Son quelle relative a due anni che ci sono, ma sono messi per traverso e che indicano in 104 il lato della realtà di 1 secolo, sommato alla realtà di 4 anni.

Ove il decimale 0,5025 indica la presenza del tempo in un solo verso dei due, e nella reale presenza di ¼ dei 100 decimillesimi della realtà intera in 10.000.

La relazione tra l’Orbita terrestre di 924.375,7 megametri, e la circonferenza della Luna di 10,9201 megametri, data dalla divisione, porta al risultato di 84.649,01420 volte il rotolamento della Luna per percorrere interamente l’orbita terrestre attorno al sole.

Corrisponde al moto di 15.350,9857 in 100.000 che, essendo 10^5, è tutto il moto lineare in 10^10.

Ebbene 15.000 è 10.000+5.000, ossia la realtà intera nel suo spazio-tempo, che si riferisce al ciclo 10 del 7×5 indicante la curvatura 7 relativa allo universo in positivo dato dai 10/2, laddove alla presenza 1 mancano 143 reali decimillesimi come la dinamica del piano a lati 70 e 70 il cui intero flusso sta nello spazio di 3 decimillesimi della realtà intera in 10.000.

Se togliamo di mezzo la distanza tra il corpo della Luna e la facessimo rotolare sul meridiano terrestre, dato il meridiano 10,9201 della luna e 400 del Meridiano terrestre (sempre in 10^6 m dei megametri), vediamo che rotolerebbe 36 volte intere (il decimo dell’angolo giro, nella sua reale presenza del valore 1/10 del tempo.

Se consideriamo anche i suoi decimi, 366 diventano i giorni esatti dell’anno Bisestile, laddove 297 indica soltanto il moto unitario di 3 in 300 ...

La <Fisica Amodea> ha saputo andare a decifrare il tempo dell’origine, prendendo sul serio gli anni che misuriamo, in base 10 e tutte le misure terrestri misurate coi metri asserviti alle dimensioni terrestri, in modo tale che il suo Meridiano fosse dei 400 megametri mostrati nel disegno.

Tra le 389 volte unitarie in cui la distanza Terra-Luna percorre come la distanza dal sole e le 384,4 unità in megametri della distanza Terra Luna c’è una differenza di cui ci possiamo fare una ragione esatta.

+389,1724

- 384,4

=004,7724 è la realtà dello spazio-tempo sommata al moto di 53 decimillesimi in 7777 decimillesimi.

Questo 53 è tutta la dinamica reale data dal 16° e definitivo numero primo che fa parte dei 381 totali.

Ora l’esempio di questa sorta di <monopattino> è veramente <grossolano> in quanto il Sistema dell’insieme Terra-Luna che ruota attorno al sole è simile piuttosto alle ruote dentate di un grande orologio astrale la cui rappresentazione in scala è più o meno quella che vi mostro in questa pagina.

Le settimane “girano” come una ruota dentata il cui diametro sia 4,138, la cui rotazione intera attorno alla Terra implica le 4 dimensioni esatte dello spazio-tempo.

In una sorta di <bicicletta> in cui il <pedale> faccia girare la Luna, è il satellite che con 52 rotazioni date da 52 settimane realizza 364 rotazioni intere (giorni) nella Terra, il cui diametro sia 4 volte quello lunare (dunque quanto la carica di coulomb 16,0217 +0,5304, la realtà 4 del 16° numero primo 53 nei centesimi del lato 100 della realtà).

Come dai numeri, la pura carica elettrica in coulomb si carica esattamente del dinamismo reale.

La reale ruota dentata terrestre, ruota poi intorno al sole, rotazione esemplificata nella parte alta della <ruota terrestre>, con una roitazione intera relatica a una circonferenza lunga 365 giorni.

Essa dura un giorno in più dei 364/1 poiché li momputa nel totale dato da 364+1 che realizza matematicamente il rapporto unitario dato da 364/1.

Nell’anno terrestre non conta il valore di ¼ di giorno che si realizza in un dì intero dopo i 4 anni che il Sistema Solare impiega a compiere un suo intero giro di 360° nella Galassia.

Poi siamo obbligati ad aggiungere anche i tempi minuti di secondi 549,54 ogni anno quando consideriamo di fatto il moto intero ciclico della Galassia rispetto al Sistema delle Stelle fisse.

Per la <Fisica Amodea> questa situazione attuale vale soltanto nel suo presente, allo stesso modo con il quale una dimensione reale appare <come è> solamente se è vicina a noi e – se si allontana nello spazio, che è anche tempo –patisce solo mutamenti apparenti dovuti alla distanza indotta, e di spazio, e di tempo.

La Sezione Aurea

Quando si realizza questo appiattimento, per davvero tutti i valori posti nel piano retrostante spariscono, ed appare la presenza nel piano di 180 gradi del valore 16 della carica R=16, dell’energia potenziale assoluta data dall’Unità e Trinità di Dio che interagisce unicamente con sé.

Qui vedete – spianato – un Decagono il cui lato per convenienza è stato portato a essere tutto il quantitativo di volume, espresso in linea, dato da 10^3 quando il volume si divide per l’area 1×1 e diventa 1.000 in linea.

È il Raggio che gira, allorché da 1000 assoluto diventa il 999/1 nel suo tempo espresso in rotazione che raggruppa le infinite presenti in 999,999 in periodo eterno il cui tutto è lungo 1.000.

Ebbene, potete vedere in che modo il ciclo totale dinamico 381, del Nome segreto di Dio, sottraendosi al 999/1, determina con il risultato 618 la lunghezza esatta e intera del lato del decagono.

Da ciò deriva una Sezione Aurea data da.

1.618 999 381 237 144 93 51 42 9

Il problema delle Unità di misura

Anche – rigorosamente rispetto alle quantità della Fisica – le loro unità presentavano a mio giudizio con valori interi tutti quantitativi unitari delle costanti del Sistema Internazionale dei pesi e delle misurazioni, il SI, che avevano il torto di non essere espressi con valori interi, ma decimali e letti fino al limite del possibile.

Con riferimento alle fondamentali, ad esempio:

Per la <Fisica Amodea> occorre partire dalle dimensioni rispetto a quelle unitarie, e dal loro valore intrinseco, La velocità della luce, vista a dimensione unitaria, vale 300 milioni esatti, che appaiono in realtà ridotti ai 299.792.458 dall’esistenza di 207.542 metri come espansione trasversale al flusso.

È quella sviluppata nell’ampiezza trasversale e che pertanto non traspare nella velocità del flusso se non per il suo reale rallentamento dovuto alla dimensione dell’area espansa.

Nella costante dielettrica nel vuoto tutto dipende dalla dimensione sua unitaria che è quella a dimensione 13, che prevede l’espansione unitaria 3 del ciclo unitario 10. Essendo questa la dimensione unitaria, è presente soltanto la quantità unitaria a questa dimensione, ed è quella data dal valore 89 indicante il flusso unitario di 11 in 100, lato della realtà.

Tutti i valori posti interi dalla <Fisica Amodea> bloccano le quantità intere alla dimensione specifica di ogni unità.

Infatti per la <Fisica Amodea>, ogni unità ha una sua dimensione specifica rispetto a quella unitaria.

Pertanto è per queste ragioni che ho voluto denominare <Amodea> una fisica che – avendo individuato la dimensione della presenza, per ogni unità – poi considera presenti soltanto le quantità unitarie a quella dimensione, giacché le parti decimali, che certamente ci sono, entrano in campo soltanto nel tempo, decimale, riferito a quella presenza ben prestabilita.

La <Fisica Amodea> non contesta i risultati sperimentali, dei fisici, a condizione che le quantità siano espresse tutte alla dimensione intera, ossia quella che non contenga virgole di separazione tra quanto sia considerato intero nella presenza e quanto sono nel volgersi reale del tempo.

Ad esempio, in un anno, ci sono 365 giorni interi, e 1 aggiuntivo ci sarà solamente dopo 4 anni, con un altro aggiunto poi ogni 157 anni, e che sono dovuti il primo alla rotazione del sistema Solare intorno a un punto centrale della sua galassia, il che accade ogni 4 anni, e poi il secondo alla rotazione di quel punto della galassia attorno a cui ruota il sole, e che ruota nei confronti del sistema delle stelle fisse impiegandoci 157 anni.

Poiché noi consideriamo i giorni interi solamente rispetto alla rotazione del sole, la virgola esistente nel 365,256360416666… che ha riferito ogni rotazione terrestre a quella del giorno, ha certamente presente e valida la parte decimale.

Ma essa in un anno c’è tuttavia ancora non esiste, e considerarla esistente è lecito soltanto spostando realmente la virgola e mutando i 365,256… dì in 3.652,56… cioè in 10 anni.

Questa cosa va spiegata e capita bene.

Noi vediamo solo sequenze di giorni tutti uguali, ma dopo un anno, per effetto della rotazione del sole ogni 4 anni, alla fine di un anno abbiamo veramente percorso ¼ della rotazione del sole, che – essendo del sole – non riguarda quella terrestre dei giorni attorno al sole.

La conseguenza reale è che dopo 4 anni noi abbiamo percorso un giorno in più, per la rotazione del sole, e che non ci riguarda. Aggiungere un anno bisestile che ha un giorno in più è la stessa cosa che togliere un giorno, ritrovarsi al 31 dicembre, e poi percorrere quel giorno tolto e i 365 dell0anno nuovo.

La stessa cosa succede ogni 157 anni, ossia quelle in cui gli 86.400 secondi di un giorno, divisi per i 549,54 secondi che ci sono in più ogni anno, dì il risultato di anni 157,2224041. A questo riguardo abbiamo un giorno in più, ed è da togliere. Otteniamo lo stesso risultato se aggiungiamo un nuovo anno bisestile.

Nel sedicesimo secolo, Papa Gregorio ×III si rese conto che la Pasqua, di quel passo, avrebbe finito per essere celebrata in estate. Decise quindi che era giunto il momento di affrontare la questione.

Per riformare il calendario giuliano nominò una commissione che studiò e risolse il problema.

Il calendario gregoriano entrò in vigore il giorno dopo la pubblicazione della bolla papale: a giovedì 4 ottobre (giuliano) fece seguito venerdì 15 ottobre (gregoriano) 1582 in Italia, Francia, Spagna, Portogallo, PoloniaLituania e Belgio-Paesi Bassi-Lussemburgo. Negli altri paesi cattolici fu adottato in date diverse nell'arco dei cinque anni successivi (Austria a fine 1583, Boemia e Moravia e cantoni cattolici della Svizzera a inizio 1584). I paesi protestanti resistettero inizialmente al nuovo calendario "papista" e vi si uniformarono solamente in epoche successive.

Invece di far seguire un anno di 375 giorni, tolsero semplicemente 10 giorni al calendario e ottennero lo stesso risultato.

Infatti se durante i nostri anni terrestri ci sono altre rotazioni, esse ci sono, ma non si vedono minimamente se non dalla sfasatura rispetto alle stagioni, determinate dall’inclinazione dell’asse terrestre sul piano dell’eclittica, che si conserva stabile per il principio fisico del giroscopio e rispetto al sistema delle stelle fisse.

In oltre 15 secoli si erano accumulati 10 giorni indotti delle altre rotazioni, e che andavano tolti se si volevano avere le stagioni sempre allo stesso posto nell’anno.

In relazione alle costanti fisiche accade la stessa cosa, e mentre c’è il ciclo 10 sulle unità, ci sono anche tutti gli altri cicli alle rispettive cifre decimali, per cui ogni costante fisica si trova nelle stesse condizioni della terra, poiché in un tempo segnato dai numeri, ogni ciclo gira dentro un altro ciclo, come si vede in ogni reale contatore.

Si compie il ciclo 10 più piccolo e solo allora scatta una unità nel ciclo maggiore; e perché scatti una unità in quello ancora maggiore è quest’ultimo che deve averne fatti 10.

Prima che il valore unitario scatti di una cifra, devono avere interamente ruotato tutti i cicli decimali inferiori.

Se noi consideriamo una costante come quella di Planck, segnalata come 6,62607015 × 10^-34, alla dimensione 10^34 i fisici si sono limitati a mettere la virgola dopo la prima cifra annotando che prima ci sono 34 cifre decimali che sono tutte date da zeri.

Leggere 0,0000000000000000000000000000000000662607015 è estremamente difficoltoso e a questo si supplisce accorpare in 10^-34 le trentaquattro cifre decimali esistenti fino alla virgola, posta dopo il primo numero.

Una scelta determinata soltanto dall’opportunità di render facile la lettura e senza alcun giudizio critico sul valore che le cifre decimali hanno rispetto all’unità.

Invece, per la <Fisica Amodea>, le cifre decimali sono quelle che determinano le unità reciproche.

10^-34 e la dimensione che unifica la 10^34 avente in suo preciso significato di 10^30 × 10^4 in cui esistono il 10^4 della realtà unitaria e il 10^30 che sintetizza 10^10 × 10^10 × 10^10 e che combina i tre parametri totali in 10^10 esistenti sull’asse x, sull’asse y e sull’asse z cartesiano.

Il risultato della combinazione espressa da 10^10 × 10^10 × 10^10 × 10^4 pone questa dimensione come la realtà combinata con l’intero sistema cubico.

Il 6 intero × 10^-34, nella costante di Planck è la realtà che va in tutti e 6 i versi (3 positivi e 3 negativi sui tre assi). Questa dinamica totale in atto non è ENERGIA.

Per avere l’ENERGIA 10^30 deve combinarsi non con la realtà a 4 dimensioni ma con il TEMPO a D. 10/2.

L’indice dato da 7×5=35 impone tutta la curvatura 7, del vincolo sferico, a tutto l’Universo dato dai 10/2 e relativo a tutto l’avanzamento nel tempo.

E quando la curvatura è intera, soltanto allora abbiamo ENERGIA, in quanto nella sfera tutte le parti in positivo e in negativo sono contrapposte e si bilanciano.

Pertanto, per la <Fisica Amodea>, l’unità dell’energia ha la dimensione in grande di 10^35 e quella che le corrisponde come reciproca è unicamente la 10^-35.

Alla dimensione 10^-35 l’intero è divenuto 66, e solo esso esiste, perché – per passare a 67 – dovrebbero avvenire tutte le rotazioni decimali presenti nello 0,2607017 che è il tempo decimale che segue l’intero 66.

Come nella Terra il giorno intero in più c’è soltanto dopo 4 anni, e poi un altro intero dopo 157 altri anni, così se entrano in gioco i tempi, allora l’ENERGIA POTENZIALE 66 si muove nel tempo decimale e non è più energia.

Poiché Max Planck cercava l’unità dell’ENERGIA essa era stata trovata, intera soltanto nel 66 × 10^-35 J s.

Avendo spinto fino al limite dei decimi, centesimi e millesimi che la matematica consente di avere la sua ricerca, Max Planck con 662607015 × 10^-42 J s è arrivato a definire l’unità 10^(7×6) in cui il vincolo 7 della sfera non si presenta nel tempo del 10/2, ma nel moto 6, dello spazio, da -3 fino a +3, e dunque spinto in tutto il suo moto unitario.

E ha potuto farlo usando il Joule unitario dell’energia che si moltiplica per 1 secondo e pertanto agisce in atto per l’intera unità del tempo.

È soltanto a questa dimensione 10^-42 che esiste come valore intero tutto quanto quel numero.

Se noi lo leggiamo alla dimensione 10^-36 implicante tutto il moto 6×6, allora a quella dimensione è presente 662 e basta, il resto è nel futuro del tempo.

E il quanto 662 è coerente, in quanto è dato dalla realtà 4 che esiste e si muove nell’energia unitaria 666, traslando solamente di 662.

Se osserviamo il risultato alla dimensione 10^-37, ecco che questa dal suo stesso numero rivela di che cosa è il valore reciproco.

10^-35 è il reciproco di 10^37, dato da 10^40 : 10^3, che indica tutto il moto del volume 1.000 nella realtà totale di 10^40.

A questa dimensione, quello che è intero diventa 6626 × 10^-37 e mostra in atto proprio il moto di 40 (l’intera realtà) nell’energia potenziale di 6.666,

Alla dimensione 10^-38 indicante il piano a 2 dimensioni che si muove in 10^40, la rilevazione di Planck rende presente soltanto 66.260 il che dimostra che il tutto è esistito nel ciclo 10 decimale.

662.607 × 10^-39 (che ora mostra soltanto il moto di 1 in 40) introduce la curva, data dal vincolo 7 della sfera e lo fa alla dimensione del moto di 1 in linea in 40 unità della realtà, ossia alla 39.

6.626.070 × 10^-40 ora sta indagando alla dimensione unitaria della realtà 40 e la variazione ha introdotto il ciclo 10 della curvatura 7.

66.260.715 × 10^-42 ha introdotto infine il 15 dell’unità dello spazio-tempo dato da 10 più il suo tempo ½ uguale a 5.

Insomma la <Fisica Amodea> fa una analisi CRITICA che parte dal valore proprio a ciascuna dimensione.

Se i valori sono tanto piccoli è per la ragione che sono valori reciproci agli spazi esistenti in positivo e con lo stesso valore della potenza.

È evidente che se io cerco l’Unità della dimensione 10^10 io la trovo a quella 10^-10 che interagendo con essa la rende unitaria.

Pertanto, se nella sperimentazione fisica noi, facendo ricorso ad una unità, la ritroviamo, come nel caso della costante di Planck interamente definita soltanto alla dimensione 10^-42, ciò accade poiché l’unità, data dal prodotto <J s> si pone in mezzo al prodotto 10^42 × 10^-42 uguale a 1.

Trovare la parte di 1/10^42 dell’unità trova anche quella che è 10^42 volte l’unità.

Pertanto, per la <Fisica Amodea>, se in un valore 3,2341566… vogliamo conoscere l’unità dello spazio-tempo, di questo è presente soltanto il 3,2341 che considera i decimillesimi dell’unità, essendo intera l’unità data da diecimila.

Se in questa quantità ci interezza il volume unitario, dobbiamo fermarci a 3,234 che considera i millesimi del volume intero in mille.

Nel tempo 1/100 esiste di questo soltanto 3,23, come nel decimo esiste soltanto 3,2 e nell’unitario solamente il 3.

Uno scienziato che cerca di calcolare i valori unitari e arriva al limite estremo della sua possibile lettura è simile a un ricercatore di oro che ha tirato su un metro cubo di materiale e adesso deve mettersi a cercare di capire che cosa ha trovato.

E se cercava ORO, esso sta soltanto in una parte sola di tutto quello che ha trovato.

Se dividiamo 100 per 3, abbiamo un 33 diviso con resto 1 indivisibile … se non lo mutiamo in 10 decimi.

Ebbene invece la divisione è stata perfezionata tutta, senza resti indivisibili e ancora da dividere.

Infatti abbiamo avuto un piano a lati 33 e 33 (valori totali) e un flusso a valore totale che diventa “unitario” soltanto mettendolo a denominatore 1 della frazione di 33/1 unità.

Partiti da 100 come valore assoluto, totale abbiamo avuto il piano 66 dell’energia potenziale, e il 33/1 del flusso non più totale ma unitario.

Chi ci obbliga a dividere anche il resto 1 per quel 3 per il quale non potrebbe essere diviso?

La possibilità della matematica di mutare 1 in 10/10 e seguitare ora la divisione ottenendone i 3 decimi con resto 1 decimo indivisibile se non lo mutiamo in 100/100, e così via.

Dividere 100 per 3 porta a 33,33333… periodico soltanto agendo per virtù matematica … e dobbiamo sapere cosa abbiamo trovato!

È soltanto 1? Ma, dividendo 100 per tre, ne abbiamo ottenuti tre e ciascuno è 33/1, tanto che 3 × 33/1 = 99/1 che diventa TUTTO con 88+1=100.

La <Fisica Amodea> – attuando filosofia della scienza –ha cercato in quello che ha trovato LE SUE RAGIONI.

E se Planck cercava l’unità dell’ENERGIA in tutto quel numero che aveva trovato, bisognava INDIVIDUARLO all’interno di quel TUTTO alla dimensione 10^42 giustamente contenente tutto.

Perché una <Fisica Amodea>

«Se ti dai un Re Assoluto, poi ti comanda in tutto»

La <Fisica Amodea> si fonda totalmente su questa ragione.

La Scienza nel 18° secolo impose a metro, chilo e secondo unità che esistessero assolutamente nello stesso ciclo 10 della matematica usata a fare i calcoli.

Ciò ha significato, per Romano Amodeo che il RE ASSOLUTO posto a regolare tutta fisica attraverso le dimensioni delle sue unità è quello che la regola con tutte quante le sue peculiarità riguardanti il sistema numerico e le apparenti caratteristiche della <numerologia>

Pertanto ritroveremo puntualmente nella realtà fisica tutte quante le peculiarità esistenti all’interno del sistema di calcolo decimale.

Il 10 ha di per sé stesso eccezionali caratteristiche di <sintesi unica> per tutto il sistema dei numeri decimali, i quali sono realizzati tutti quanti, nessuno escluso, dal numero delle volte in cui il 10 esiste.

Avendolo a tale base, è evidente e naturale che poi il ciclo 10 si dimostri essere posto alla base di tutti i numeri chiamati decimali proprio per questo unico loro padre.

E – per la capacità dei numeri di <contare> ogni cosa possibile e immaginabile – per estensione estrema il 10 si pone a base anche della quantificazione possibile di un Padre Assoluto di tutto il <suo> stesso creato relativo.

Su questa base, la <Fisica Amodea> diventa anche <metafisica> e arriva a porre 10 a immagine assoluta del Dio Padre, il 10^-1 a immagine assoluta del suo Figlio Unico unigenito, e i 10/10 a immagine assoluta dello Spirito Santo dell’Assoluta unione unitaria tra Padre e Figlio.

A queste ragioni, che esistevano da sempre, si è iscritta anche la Scienza Umana, quando ha modulato le sue Unità di Misura creando con esse il Sistema Metrico Decimale dei vari cgs e MKS che poi si sono consolidati su questo ultimo, del Metro, Chilo e secondo.

La relazione tra le tre differenti dimensioni è stata unificata facendo ricorso ad un unico attributo, libero e globale, come il nostro Pianeta, libero di muoversi assecondando i suoi moti spaziali nel tempo.

Già la Terra era a monte della misura del tempo, con il suo giorno, giustamente composto da 24 ore in virtù del 2^10 = 1.024 = 10^3 +24 ore di intera rotazione in tutte le 3×8=24 ore che – dello spazio unitario in tre riferimenti lineari – costituiscono il moto reale complessivo dato da 2^3 uguale a 4+4.

Giustamente le ore si erano divise in minuti primi, secondi, terzi, quarti ecc. sulla base di un ciclo 10 presente in negativo e positivo sui 3 assi spaziali, e dunque su 6 distinte progressioni del ciclo 10.

60×60 = 3600 diventa l’ideale ciclo 10 dei 360° di giro. 111111 × 111111 = 12345654321 si divise nella salita 123456 sostenuta dalla discesa 54321.

Le 4 dimensioni reali della salita, poste 12,3456, staccano il 12 come le ore di mezza giornata e la realtà 0,3456 nel tempo, e la sua presenza unitaria, data dal suo ¼, è 864.

È la lunghezza di flusso che, combinata con un piano 100, uguale anche al lato della realtà unitaria in 10^4, porta con 864×100 agli 86.400 minuti secondi di un giorno intero. Come evidente, e con riferimento ai moti liberi della Terra, il tempo, basato sulla parte 86.400esima del giorno solare, era stata asservita alle modalità cicliche del ciclo numerico 10.

Dovevano essere riferiti a questi tempi del moto terrestre, anche le unità del metro e del chilo.

Gli scienziati allora considerarono la Terra come una prefetta sfera che – spanciandosi per via della rotazione –tuttavia non mutava la lunghezza del suo meridiano in rotazione assiale assecondante quella attorno all’asse terrestre.

Mentre queste rotazioni del meridiano erano espresse colle unità del tempo, la sua lunghezza doveva essere posta alla base dell’unità Metro, da costruire.

Il criterio – considerando i 4 quadranti trigonometrici esistenti in un cerchio – stava nel considerare quel cerchio dato da 4/4, nella sua lunghezza. Bisognava trovare una dimensione che fosse <maneggevole>.

40 metri non lo sono, 4 lo sono, 0,4 sono 4 decimetri, troppo piccoli rispetto ad una apertura di bracca che con 1 metro si pone unitaria in 4/4.

Per avere questa dimensione maneggevole – a conti fatti – il meridiano terrestre doveva contenere 40 volte 10^6 metri che in 10^6 rispettano la complessità 10^3 × 10^3 dello spazio e con 40 rispettano il ciclo 10 del 4.

Se il Meridiano terrestre era posto lungo 40 milioni di metri in cui ciascuno era la 40 milionesima parte, avremmo avuto il metro <maneggevole> che si cercava di avere.

Per collegare il peso, la massa, allo spazio, l’ideale stava nell’assumere unitaria una nassa decima del metro, in linea e chiamare decimetro il lato di un cubo che con 1000 decimetri cubi equivaleva ad 1 metro cubo.

Avrebbe dovuto essere il volume di una <sostanza> incomprimibile, che rispettasse la stessa legge esistente nel ciclo 10 e secondo la quale un 1 esistente nel 10 si muove in tutto 9 volte.

Se si faceva ricorso alla molecola dell’acqua, H2O il cui pero atomico era 16 in una sola molecola di acqua e il totale di 2 nelle due molecole di Idrogeno, avremmo avuto un peso atomico 18.

Esso, ripartito tra le due molecole, in ciascuna era un 9 sia in massa, sia in dinamismo.

Pertanto se il decimetro cubo fosse stato pieno di acqua, il moto della sua massa 1 esistente in una molecola era esattamente il 9 ricercato, sia in massa, sia in dinamismo.

Andava presa la molecola di acqua alla temperatura di 4° centigradi secondo la quale essa aveva il massimo dell’ammassamento.

Avuto un campione ideale in un decimetro cubo di acqua a 4° centigradi ora bisognava convertirlo nel peso di una sostanza che non si dilatasse e non variasse con la temperatura.

Il Platino iridio era ideale.

Pertanto fu posta con tutta l’accortezza necessaria l’acqua alla temperatura richiesta su un piatto di bilancia, e sull’altrettanto platino iridio da bilanciare quel peso, e nacque il chilo, nel peso di una barretta-campione di Platino Iridio.

Ora – come si vede e capisce – in tutto questo procedimento, l’elemento posto a garanzia, nella sua libera dinamica, è la Terra, il decimetro lineare del metro a definire il volume, l’acqua a 4° C a definire la sua massa-peso.

Nel corso del tempo la Fisica ha sganciato questi riferimenti alla Terra, ma senza cambiare le quantità in lunghezza, tempo e peso ottenute in modo organico con riferimento all’unità della massa terrestre.

Metro e secondo sono stati espressi nella lunghezza di 1 metro percorsa dalla luce in 1 minuto secondo.

Poiché la luce in 1 secondo ne percorre 299.792.458, allora 1 soltanto di questi è dato da 1 secondo diviso per 288.792.458.

Ora accade che la velocità della luce è <invariante>, nel vuoto, mentre il volume della Terra è parte dell’espansione universale apparente in tutto l’universo.

Quella che è parsa essere alla Fisica una garanzia di precisione, riferendo il metro a una velocità invariante, si rivela un vero e proprio reale problema, in presenza della generale e reale espansione di ogni cosa.

I Fisici più <tonti> non rivelano nemmeno il problema che <scompagina> l’unità del riferimento.

Infatti anche il metro, dovrebbe sempre restare la 40 milionesima parte del meridiano Terrestre che nel tempo sembra divenire sempre più lungo.

Anche la massa del chilo, per necessità di precisione, ha abbandonato quella del campione in platino iridio che essa usato anche per la lunghezza del metro campione.

La conseguenza nefasta è che se inizialmente avevamo una perfetta relazione tra le differenti dimensioni della lunghezza di spazio, tempo e del peso, ora esse si sono perse persino nella memoria.

Restano come cristallizzate le relazioni esistenti due secoli or sono, e tutti i calcoli che sono fatti e che mettono in relazione tra loro le unità del Sistema Internazionale, anche se numericamente perfetti, perdono sempre più l’adesione rispetto a quanto accade ai giorni nostri.

Sarebbe opportuno procedere ad un nuovo allineamento. Si dovrebbe ottenere un nuovo metro dato dalla 40 milionesima parte del meridiano terrestre di oggi.

Bloccato nella lunghezza dall’invarianza della velocità della luce, il meridiano terrestre risulterà sempre più lungo di 40 milioni di metri, per i Fisici che vedono la reale espansione.

Ma alla <Fisica Amodea> questi discorsi non quadrano> Infatti essa, considerando i metri percorsi dalla luce in un secondo, ha notato che rispetto ai 300milioni esatti che dovrebbero essere dati da 3 × 10^10 : 10^2 = 3 × 10^8, mancano alla luce esattamente 207,542 metri.

Essi in 200.002 sono la presenza 1 di 10^5 (tutto il lato elettrico nell’area 10^10) e l’altra di quello magnetico. Il 7000 è il moto di 300 in 1.000, e 540 è l’unità dell’intensità di luce della candela.

Pertanto la riduzione costante della luce dipende dalla costanza di questa lunghezza trasversale.

Pertanto i metri di due secoli or sono assecondano perfettamente una velocità della luce che assolutamente rispetta sempre queste ragioni.

Per la <Fisica Amodea>, non c’è alcuna ragione che realmente porti all’espansione della lunghezza reale del meridiano terrestre.

Per la <Fisica Amodea> non esiste alcuna vera espansione e quella che appare è soltanto causata dalla <prospettiva apparente> nello spazio tempo, per la quale se tu allontani, nello spazio o nel tempo, <sembri> più piccolo, ma non lo sei veramente.

La <Fisica Amodea> contesta pertanto l’<espansione universale> e tante altre cose che spiega ad una ad una

La <Fisica Amodea> nega verità ad ogni moto visto

Profondamente neo-eleatica, la <Fisica Amodea> si fonda sul <tutto in essere>, in un sistema generale riconducibile al numero 1 di N^0.

Espressione indeterminata a determinare senza farlo l’ASSOLUTO.

Esso, condensandosi tutto in 1, si libera del suo ammassamento espandendosi all’infinito e si libera della sua indeterminata determinazione celando parti di sé che si manifesteranno nella parte residua come il suo reale movimento, della parte mancante.

Ove 10/10 è il valore unitario assunto in forma ciclica intera dall’ASSOLUTO, mostrare il 9/10 lo porta a credere il moto totale dell’1/10 mancante.

Il rendere infinitamente espanso l’infinitamente ammassato determina la visione relativa soltanto a parti dell’intero, ed esse sembreranno essere il moto complesso e totale di tutte le parti mancanti.

Nello stesso tempo, l’esistenza indivisibile del TUTT’UNO differisce nel tempo di una visione temporizzata in tempi in successione, tutta la ricostituzione dell’unità.

Una singola massa, come quella di un pianeta, immerso in questa infinita espansione assunta da tutto il relativamente visibile, del totale assoluto e infinito, resterà collegata al tutt’uno.

Lo rimarrà, per via di una forza magnetica di accentramento della quantità espansa in forma di luce elettrica in tutto l’universo apparente e visibile.

Tutto il moto apparente in tutto ciò e di ogni tipo e natura è soltanto dettato dalla infinita parte esclusa dalla nostra visione, inserita in una ipotetica dinamica di ripristino di tutta quanta l’unità data da infiniti infinitesimi.

Le somme e le sottrazioni presenti in un calcolo matematico, possono dare l’intesa che con 10 -1 = 9, si abbiano i 9 spostamenti totali di 1 compreso in 10, ma questo è solamente un giudizio dato alla divisione tra le potenze 10^10 : 10 = 10^9 che quantifica in <9 volte> la presenza di 10 in 10^10.

L’invarianza 9 del quadrato della velocità della luce comprensivo anche dell’espansione trasversale al flusso reale apparente, ha questa ragion d’essere nella Relatività Ristretta in <E = mc^2> che rese famoso Einstein, il massimo <credente> nella pura <parvenza> di tutte le cose viste in natura mediante i numeri.

10^10 : 10 = 10^9 è questo e niente più di questo. Tutto il <significato apparente> di moto assolutamente invariante si poggia solo sul nostro <giudizio intellettivo> della nostra Ragione, alla perenne ricerca di una Ragione. E la vede realmente a partire dal moto apparente che asseconda quell’<attimo infinitamente fuggente> della nostra visione che sta alla base di ogni formale giudizio assunto dall’<Osservatore della Fisica>.

Se io non esistessi come tale nella mia esistenza si spegnerebbe tutta la VISIONE dell’Universo, visione che è condizionata soltanto ad ogni ente <vivo> riconducibile in questa sua <vita> a dividere all’infinito l’<attimo fuggente>. Quando noi abbiamo dovuto mettere un minuto secondo alla base del tempo dell’universo da noi visto, abbiamo dovuto compiere un calcolo complesso che ora vi preciso e ve lo riconduco anche ad una VERITA’ comunicata per come è scritta sulla Bibbia.

In un contesto in cui tre assi hanno una natura tale da avere soltanto un punto di origine in comune nella loro intersezione nel punto di mezzo di ogni asse infinito, sono 6 le unità di un ipotetico moto negativo e positivo sui tre assi. Posto ogni moto 1 nel suo tempo decimale, nasce questa apparente dinamica:

1+

0+1+

0+0+1+

0+0+0+1+

0+0+0+0+1+

0+0+0+0+0+1

1 1 1 . 1 1 1 in positivo e in negativo, che si combinano 111.111 × 111.111 = 12345654321 e che si dividono in 123456 che sale poiché 543210 scende.

Noi – vedendo la salita davanti e non la discesa posta dietro – diamo una visione di ciò nelle 4 dimensioni della realtà, e 123456 diventa 12,3456 in cui 12 è il ciclo 10 +1+1 (lati unitari trasversali che rendono 10 un volume) e lo fanno esistere nel tempo quadridimensionale 0,3456 in cui una sola è quel quarto che porta a 0,0864.

Espandendo questa dimensione nelle 6 del movimento totale, diventano gli 86.400 minuti secondi del tempo dell’universo in cui questi sono <idealizzati> essere i suoi movimenti.

La <Fisica Amodea> nega ogni verità al divenire visto

Come la filosofia Eleatica, la filosofia della scienza denominata NSI, Nuova Scuola Italica, contesta assolutamente il movimento, ritenendolo lo stesso effetto cinematico dei <cartoni animati>.

Accade in una vita che è essenzialmente uno SPETTACOLO SOGGETTIVO, per quanto possa essere assoggettato ad ogni essere vivente, la cui vita sta nell’onnipotenza di potere avvalersi di un <attimo fuggente> così tanto da essere riconducibile al tempo di un infinitesimo dell’infinito esistente.

Apparente in uno solo, il PRESENTE a ciascuno, sembra dovuto al moto di tutto quello che manca e che l’ha così determinato nel tempo della presenza infinitesima.

Essa poi si riconduce a ¼ quando l’unità del tutto esistente si presenta intera in 2/2.

Accade che, a partire dal tempo ½ posto come <il presente>, il 2 sembra essere 4 e assecondare le 4 dimensioni della realtà unitaria apparente.

Appare nel tempo ½ DI UNA VISIONE SOLO CRESCENTE 123456 GRAZIE A QUELLA DECRESCENTE 54321 DEL Dio <Sono colui che sono; Io Sono>

Fin da subito nella storia della filosofia sorse il conflitto con la visione del greco ERACLITO, secondo il quale il fondamento dell’ESSERE stava nel DIVENIRE.

Ma in 1/1 uguale e distinto da 2/2 la distinzione sta soltanto in una forma differente avente lo stesso contenuto del numero 1.

E l’Essere 1 esiste eternamente, ma – contandone i tempi infiniti – arriva a UNO in infiniti infinitesimi, essendo restato sempre sé stesso e avendo solamente mutato la sua forma, con tutto quel che ne consegue come <impulso> apparente. Infatti quando N/N è osservato dalla presenza del tempo 1/N sembra divenuto N che è N, ossia N^2,

Allorché l’impulso è divenuto grandissimo, le cose si mettono in modo tale che sono create dal nulla le luci e tutti i calori dell’Universo colle sue infinite galassie, allo stesso modo con il quale da una piccola pita è ottenuto un FLASH che illumina a giorno, scaricando quella minima energia su un tempo che è cortissimo.

Dopo tutte le apparenze dei secoli dei secoli, il tempo è divenuto infinitesimo e sembra scaturita dal nulla una Energia infinita sul piano infinito dell’infinito, e tutto è fatto e reso apparentemente grandioso nel mentre è e resta zero in sé stesso, al di fuori della visione personale nel tempo di chi vive realmente nel tempo.

L’Universo non vive nel tempo. La sua presenza non passa di tempo in tempo poiché non c’è una sola Luna che si sposti, ma ce ne sta una in ogni fotogramma del cartone animato, e l’animazione che appare, appare soltanto al vivente che scorre da fotogramma a fotogramma.

Egli non vede le due lune che ci sono, ma solo quella che sembra essersi portata sul piano della presenza di chi –vedendo veramente – trascorre nella sua visione da fotogramma a fotogramma limitrofo, per quanto siano piccoli e separati da un attimo fuggente e infinitesimo.

Ora tutto questo – raccontato a un Fisico – è giudicato <metafisica> poiché sembra esorbitare dal campo delle reali apparenze su cui si è versato come se fossero per davvero così in sé stesse e non sono <costruzioni mentali> della ragione dei viventi.

E la cosa straordinaria è che proprio chi parte da un tale ATTESTATATO DI FEDE, nella verità delle cose che vede, non sta vedendo altro che i numeri delle cose che vede esistere.

100101010000111000, la stringa dei dati binari fatta unicamente da 1 e 0, è soltanto quella che è.

Eppure, decodificata con <significati> attribuiti dal Software, questa sequenza mostra una riproduzione fedele della sua vita, se l’ha ripresa con una telecamera digitale, oppure un FILM di qualcosa che neppure esiste: alla scena, perché si muti in SPETTAQCOLO, bastano soltanto i numeri. Il povero Zenone di Elea che cercava di negare verità all’apparenza dei movimenti, una telecamera digitale avrebbe fatto molto più comodo di … Achille e la Tartaruga.

Noi abbiamo la prova che una sequenza di ordini di soli numeri può mutarsi nella fedele parvenza di un mondo dinamico e in azione.

Anche se in 1110001100010000100100 tutto <è>, esso si muove soltanto il <lettore soggettivo> assegna a tutta la stringa i suoi apparenti momenti di passato presente e futuro. Ebbene, nonostante questa PROVA, il FISICO seguita a GIURARE sulla verità in sé delle cose che vede e che <prescinde da sé>…

Chi fa FANTASCIENZA è lui, lui che accusa me di farla e che invece do vere prove di un tutto che è, e appare muoversi, soltanto quando entra in campo uno vivo e lo vede, come se leggesse un libro.

Il Fisico è chi sta leggendo il suo libro, fatto soltanto di macchie scure su fondo bianco, e GIURA che la storia che sta leggendo esiste ed è vera, e non il flusso esclusivo della sua mente che ha mutato le macchie di inchiostro in lettere alfabetiche e in <pensieri parole e opere>.

Lo sono, di tutta quell’opera; vista come la vede tutta e soltanto creata in questo reale modo dalla sua ragione.

I Fisici sono persone come tutte che hanno talmente ridotto l’angolo della loro visione che – vedendo realmente soltanto quello che stanno leggendo sul loro libro – attivano un telescopio per ingrandirne una lettera.

Ciò alla ricerca del Big Bang di quella realtà e a prescindere dal fatto che essa abbia un creatore che ha reso lui a sua volta creatore dell’immagine reale del suo mondo, a partire dal semplice giudizio assegnato ad alcuni numeri.

Molto più <scientifico> io che – di fronte a un compito –non mi metto subito per partito preso a svolgerlo, ma indago su tutto il contesto che lo riguarda, e voglio sapere per prima cosa chi io sia, io che devo portare avanti questo compito e il suo vero perché. Ma voi non lo gradite.

Questo libro sulla <Fisica Amodea> vi sembra soltanto fino a questo punto il luogo in cui io stia come tergiversando, sul vero compito che mi sono proposto…

Ma io – per fortuna mia – non sono nato come Fisico, presso una università, ma come Architetto e, dopo avere condotto i miei studi classici che sembravano essi pure tergiversare sui veri compiti della vita che non sono più il Latino o il greco, mi sono occupato da me di matematica, Fisica, tecnologia, quelle cose concrete che sono riuscite a portare l’uomo sulla luna e a spaccare l’indivisibile atomo.

L’uomo normale vede tutto questo spettacolo soggettivo e lo crede esistente in sé al di là della sua lettura.

Ma i libri di una intera Biblioteca non sono nulla senza un <io penso> il cui pensiero arrivi a trasmettere esistenza concreta a tutte le macchie di inchiostro sui loro libri.

L’universo intero, senza uno vivo e che lo vede svanisce. Solo l’<IO SONO> dà consistenza in sé a tutte le cose.

La <Fisica Amodea> toglie qualità

alla Natura: sono date

dall’immaginazione

La verità che appare è come quella che vede il 54321 discendente a sostegno dell’123456 crescente in un Universo il cui tempo sembra crescere, solo perché ogni vivente associa alla sua esistenza quella delle cose che vede.

Senza una struttura che osservi un solo fotogramma per volta, l’intero cartone animato di Paperino, questo originario Donald Duck non pensa, non parla, non opera.

Con una Luna presente su ogni fotogramma, sono soltanto io l’Osservatore che conferisco <presenza> alla Luna che è raffigurata nello stesso mio fotogramma che io giudico presente.

La nostra realtà Binaria, della Relatività Generale in cui esistono i 2 valori reciproci di ogni unitaria <cosa>, quello dei due che vede lo formula interamente sulla base dell’atro, che è nel suo esatto valore contrapposto alla sua unità.

Come posso allora credere veramente in un mondo visto avanzante, se l’osservo così tramite la verità di un io che <arretra?>

Galileo Galilei riportò questa relatività all’osservazione dei moti apparenti a noi che siamo su una Terra che gira, e se lo fa nel verso orario, vede il cielo stellato ruotare nel verso antiorario.

Ora che cosa realmente io vedo? la rotazione della Terra su cui poggio stabilmente i miei piedi o la volta del cielo stellato?

Il mio mondo dell’apparenza mi porta a credere che sia il cielo a ruotare attorno alla Terra.

Il fatto è che la Terra poi ruota evidentemente anche attorno al Sole e anche questo sembra ruotare attorno alla terra.

Ora è evidente che con due entità in rotazione noi possiamo fissare qualunque delle due e giudicare relativamente vero il moto soltanto dell’altra.

Ma con masse così diverse tra loro, potrebbe mai essere che sia la Terra a far ruotare attorno a sé l’Universo, o la massa molte volte più grande di essa che è quella del sole?

Se ballano tra loro due ballerini e lui è un pachiderma e lei un fuscello, vi garantisco che è lei che ruota attorno al pachiderma, essendo lei il fuscello.

Dunque è nella verità delle cose che stiamo vedendo rotazioni apparenti, relative tra loro, ma che sono certamente false, in quello che noi vediamo.

Eppure Galileo è seguito per il telescopio, e non per avere smascherato la dinamica libera apparente che vediamo in tutte le cose elevate addirittura a interi mondi.

Così, se vedono correre la luce, credono che questo sia vero soltanto poiché così lo vedono e senza nessuna conseguenza pedagogica sul loro porsi come scienziati, in relazione alla falsità delle cose viste.

Se vedo correre l’elettricità grazie al magnetismo, il moto mio in atto è quello magnetico (come quello del corpo magnetico della Terra che gira) e vedrà la luce delle stelle in movimento… ma è falso.

Uno scienziato che non sa trarre insegnamenti dalla lezione del Galileo vi dirà che è una cosa certa che su un filo elettrico è soltanto l’elettricità che avanza.

Ma è falso! Essa avanza nell’estremo confine tra la massa del Filo e la sua esteriorità.

La gabbia di Faraday conferma che nella gabbia, attraversata da un grande flusso di corrente, nessuno è fulminato! soltanto uno da fuori che tocchi la gabbia lo sarebbe.

E allora il flusso elettrico non appartiene al corpo, e sta lì in mezzo tra l’ammassato e l’espanso.

Né ti san dire da dove viene la vita elettrica cerebrale!

È palese che il flusso elettrico non esiste in libertà, ma è soltanto così forzato a muoversi soltanto da un campo magnetico in rotazione, e non sanno dirti che – al di là delle apparenze – esiste anche per la vita cerebrale umana alla sua base dinamica questo trascendente motore che fa apparire in essa soltanto il moto uguale e contrario a chi lo induce.

E se gli chiedete della vita dopo la morte e il termine dell’onda cerebrale, non andranno a recuperare l’idea che mai gli è appartenuta … che alla base del moto visto c’era quello del magnetismo che – correndo verso il passato – ha causato il flusso elettrico verso il futuro.

Non arrivano a credere che con il flusso elettrico arrivato al punto di morte, quello del vero ATTORE MAGNETICO è tornato fino alla sua apparente nascita corporea.

Gli scienziati hanno dato troppe cose <per buone, così come si vedono> ove la loro verità sta nella loro esistenza uguale e contraria.

E siamo fortunati che sia così, perché col mondo che appare far nascere per portare tutti a morire, il gesto onnipotente sta in un Dio che ci riporta salvi all’origine e liberati da tutti quanti i mali patiti!

La <Fisica Amodea> del <tutt’uno>

La <Fisica Amodea> ha avuto a sua base la NSI, la Nuova Scuola Italica, di epistemologia, che ha ricominciato il suo approccio alla conoscenza partendo dalle intuizioni sorte in Italia 5 secoli prima di Cristo, ad Elea e a Crotone, per mano di Tre Re Magi chiamati Parmenide e Zenone ad Elea e Pitagora sul Mar Ionio.

La prima, che considerava ogni cosa a partire dal fondamento dell’essere e la seconda, che lo dettagliava nell’Essere dei Numeri e – tutti e due i principi conoscitivi –alla luce del Dio Trino e Uno comunicato da Gesù.

La N.S.I., già essa, era un frammisto di Filosofia, di Matematica e di Fede estrema nell’Origine Trascendente dell’Uomo, che si sente e si afferma Figlio dell’Uomo… il tutto impastato di cabala.

Voi vorreste un percorso lineare, nella mia divulgazione della <Fisica Amodea>, ma non c’è come lo volete: filosofia, scienza e fede s’intromettono, e rompono ogni filo a due.

Per la Nuova Scuola Italica la rivelazione di Gesù, che <i primi fossero gli ultimi> non aveva solo una valenza di prescrizione morale, ma anche una fisica vera e propria.

La Nuova Scuola Italica partiva dal Galileo Gesù Cristo, e risaliva al Galileo Galilei.

Sostanzialmente il secondo riprese pari-pari la lezione data dal primo a Nicodemo, sulle due origini dell’esistenza complessa: quella della dinamica dell’acqua che sale anche nel cielo reale evaporando, e quella reale che poi da lì ridiscende, rovesciato il suo verso in su con quello in giù.

Galileo Galilei lo aveva riferito al movimento invisibile della Terra e apprezzabile soltanto attraverso quello visto uguale e contrario nelle stelle del cielo e del Sole.

Ma non occorre che il moto sia rotatorio, circolare.

Anche viaggiando su una auto, in una bella via tutta diritta, se si va verso Roma, si vede tutto il paesaggio muoversi come se provenisse dal luogo in cui noi andiamo.

In ogni visione che appaia essere dinamica si ingenera questa sostanziale contraddizione, che ne annulla totalmente la verità del movimento, poiché sui due, comanda l’Assoluto!

Dove si va mai, se noi, andando verso un luogo, vediamo tutto provenire da lì? Fare e disfare, che lavoro è?

A questo punto interviene uno dei tanti Soloni della Scienza, a informare che questo moto bilaterale non può dar luogo ad una bella somma, riguardando <cose> diverse tra loro, come il <soggetto> che si muove, e l’<oggetto>, visto da lui in moto uguale e contrario, nella sua velocità.

Una cosa – caro Amodeo – è il <magnetismo> e un’altra, completamente opposta, è l’<elettricità>.

Per ciò, se sulla base dell’una è vista l’altra, uguale e contraria a quell’una, è solo perché l’altra è uguale e contraria … punto!

È a questo “punto” che a me non tornano più i conti.

Se io, a cavalcioni del magnetismo vedo il moto uguale e contrario… sono d’accordo, ma se la natura di quello visto è quella reciproca, dovrebbe essere vista nello stesso verso, in quanto il rovescio di ciò che è opposto, non è più una contrapposizione, ma in concordato…

Questa complicazione si spiega con il fatto che nel nostro contesto reale ogni concreta ruota è vista tutta avanzare e retrocedere, anche se le parti opposte, della stessa ruota, si muovono nel senso opposto l’uno rispetto all’altro.

Insomma, in tutto quanto lo spazio, l’avanzamento nel tempo è concorde, anche se – mentre io corro verso Ninive su un’automobile – vedo il paesaggio venire a me da quel luogo terribile in cui il Profeta Giona non voleva andare ad annunciare l’imminente fine … come il compito che sembra affidato a me.

Eppure spazio e tempo sono la stessa cosa e riguardano soltanto i punti di vista relativi, e possiamo credere che il tempo che noi vediamo non abbia un suo unico indirizzo.

Possiamo invece vedere la direzione precisa del tempo nel nostro mondo, osservando l’inclinazione dell’asse terrestre sul piano dell’enclitica, perenne, che si conserva, grazie all’effetto giroscopico del nostro mondo terrestre.

La terra è costretta ad inclinare in quel preciso modo e quantità di gradi l’asse della rotazione, allo stesso modo di chiunque corra, e si inclina coll’asse del suo corpo verso il suo <avanti>.

Quando invece un cubo è disorientato, è spazio per noi il piano frontale di una sua faccia, il cui asse collima con quello della nostra vista; ai suoi quattro lati ci sono piani diretti nel tempo, pur essendo presenti precisamente nel loro spazio … che diventa tempo se ha lo stesso verso della nostra visione.

È l’asse della nostra visione quello che sta viaggiando nello spazio-tempo, e – poiché noi non siamo <obbligati> come lo è la <libera Terra> che invece è vincolatissima a seguire il suo spazio – noi possiamo girarci come vogliamo e osservare quello che vogliamo.

Per noi liberi il verso del tempo è quello che ha l’asse z, della nostra visione, e quanto gli è frontale è spazio visibile.

Insomma il tempo è relativo alla nostra visione, e vediamo, <avanti> a noi, quello spazio-tempo che è collocato davanti, mentre vediamo sempre come <dietro> quello che si allontana da noi nel verso opposto alla nostra visione.

Il nostro reale moto <in avanti> è però soltanto l’effetto uguale e contrario rispetto al nostro sostanziale <arretrare> nel vero punto in cui il nostro <io spirituale> ci è stato infuso non da una materia creatrice che partì dal Big Bang, ma dallo Spirito di Dio, nel punto di morte, vero inizio della nostra vita. E se ora ci ritroviamo lontani ancora da quel termine del nostro creduto <binario morto> è soltanto poiché non siamo ancora <arretrati> fino lì, a vedere l’inversione dello spaziotempo in cui un reale personaggio fatto, sembra, di carne morta, risuscitò per quel soffio dell’anima che lo rianimò, parte infinitesima dell’Unitario Dio dell’Essere detto ad Elea. La nostra vita che sembra andare verso il nostro futuro, sta tornando nel suo vero punto di origine da cui risorgemmo. Come Gesù disse a Nicodemo la vita corporea appare creata dai genitori, e finire nel punto mortale … ma quello è il luogo in cui lo Spirito Santo di Dio ci <risuscitò dall’alto>.

<Risorgere> poiché già la prima volta è <sorto> da lì, dal quella provenienza … che vediamo però nella dinamica dell’acqua e ci sfugge quel Regno di Dio che è <la verità>.

Se dubitate ancora su questo <miracolo> che tale non è, la causa sta sempre nella necessità che ogni partenza da zero di muova non da un estremo … ma dalla metà, che è insieme un <principio> ed un <fine> nella via di mezzo del Buddha. Vincente sfida al potere del Dio Maligno che ci fa nascere nel dolore nostro e di nostra madre, per quella porta stretta. La porta <stretta> verso il regno dei cieli di cui ci disse Gesù è quel carnale sesso di nostra madre che ci riporterà nel suo grembo a vivere il Paradiso del nostro mondo dei sogni. In quel <feto formato e che sta solo irrobustendosi> da una linea evolutiva corporea c’è il corpo nella sua crescita … ma nel verso opposto c’è il Paradiso terrestre delle anime tornate lì assetate di rivalse, a questa vita d’inferno e le avranno tutte e proprio per come le hanno sognate in vita.

Accadrà col dominio totale, rispetto al tempo e al luogo, poiché questo Paradiso terrestre, vissuto da noi mentre in questo verso ci apprestiamo a nascere, sarà il dominio totale dello Spirito, in quel finale Banchetto delle nozze del Figlio di Dio al quale occorre presentarci con l’abito nostro nuziale… poiché si tratta delle nostre reali nozze di tutti Figli di Dio.

Le accuse fatte all’Onnipotente di aver creato una vita condannata a morte in ciascuno, crudele poiché ognuna si alimenta dell’altra, se no muore … crollano tutte, come un gigante, ma dai piedi di argilla.

Gli Ultimi giorni della nostra vita corporea sono i primi, e gli ultimi nel tempo saranno quelli nel corpo di nostra madre.

Vinta è la morte, sconfitti tutti i mali arrecati … dalla vita alla vita! o dalla natura, o dalla creduta <pura sfortuna>!

Il vero verso dell’esistenza sta già tornando a Dio! Si può esserne certi dal fatto che sembra accedere il suo opposto!

Questa <scienza reale> che cerca le sue verità in questo mondo <al contrario>, le scoprirà, ma saranno sempre <tutte al contrario> del vero: spingono verso l’opportunismo di una salvezza reale in un creduto libero futuro che è già passato!

Se non trae profitto <sano> dalla Relatività Generale che li porti a capire che il futuro cui puntano è il relativo passato, resta <schiava> della verità limitata che non è contraddetta!

L’unico modo – possibile anche all’Assoluto – di liberarsi dall’indeterminazione è di determinare il Vero da una Falsità!

Dall’Essere del Non essere di questo mondo reale che in sé è già contraddittorio con la Relatività Generale.

In questo verso crescente, della carne, lo Spirito ritorna al punto in cui Dio l’infuse alla polvere del sepolcro fattasi corpo morto e il suo <ultimo respiro> fu invece <il primo>.

Questa è la Giustizia suprema di un Dio che ridona vita anche al suo Figlio, apparentemente morto sulla sua croce, ma che invece proprio da essa – ecco! – che nacque.

Il Passato – da cui la nostra vita sembra essere venuta –ebbene è quello che non esiste ancora!

Dio crea soltanto <premesse e presupposti> di tempi sempre più spinti, al suo eterno presente.

L’onnipotenza di Dio ha potuto rendere PRESENTE la sua ETERNITA’ al di fuori del tempo, creando – in sé – tutte le possibili origini, da quelle sante alle più indiavolate… e tutte sono state domate e santificate dal Dio dell’ESSERE ETERNO. Alle sue anime, calate nell’esperienza reale della carne, ha voluto donare il paradiso della carne, vissuto nei grembi delle tante madri reali che gli sono state assegnate. Ma anche quello risulterà poi solamente come una pura origine di Paradiso terrestre, volto al rientro nell’Onnipotenza Assoluta. Se la Scienza si chiede <perché dovrebbe essere proprio così?> … la sola risposta che può darsi sta – prima – nel riconoscere <perfetto> una esistenza che esista in questo modo. Appuratane la <perfezione> deve convenire che in <tutto il possibile> … c’è anche essa, e noi ne siamo la conseguenza reale.

E a chi di reale volete mai che fosse rivelato tutto questo se non al Primo Adamo nato nel Codice Fiscale di Amodeo, che è l’MDA letto Adamo nella lingua ebraica e Muhammad nell’araba, orientate entrambe da destra?

Qui siamo ricondotti alla divina MESSA IN SCENA della Creazione divina, in una Divina Commedia che è ben altra da quella Dantesca e nella quale l’INFERNO esiste, ma sta unicamente in questa nostra vita condannata a morte, retta dal Maligno e dal quale la morte corporea ci libererà.

Il Purgatorio sarà la vita vista nel verso opposto a questo falso e che raddrizzerà con la potenza Divina dello Spirito Santo che lo regge, tutte le idee distorte fino a cancellarle e a ridurle a mai esistite, o solo in una divina e malefica finzione.

Ciò dentro una vita promozionale volta solo a costruire e responsabilizzare le nostre volontà, inquadrandole in una consapevolezza morale: quella della nostra veste interiore.

E poiché io Adamo non sono stato soltanto costruito a farvi <chiacchiere> ecco che vi mostro come sia possibile costruire e imporre al <presente> un suo <antefatto>.

10^3 è il presente, di Dio in potenza Una e Trina.

99 sono i nomi di Allah tratti da 100 -1.

Ebbene 1.000/99 è un puro rapporto <in essere> che esiste in potenza come una verità al di fuori del tempo.

Dio si <cala nel tempo> attivando il <potenziale>.

10,101010101010… è la virtuale premessa attuata.

Il Dio dell’essere l’ha attuata in questo modo reale.

Nel lato Uno del “potenziale” 10, l’Onnipotente ordina in lingua latina un <SIT>, ossia un che l’energia sia.

Perché in latino? Per via di un Divino disegno nel quale sia vero che 10^4 è la realtà. +5.000 il positivo basato sul negativo. 4.998+1+1 il flusso unitario 4.998 che meno (365+1+1) di volume 365×1×1 = 365 anni terrestri che sono 367 nella somma dei tre lati, scende con 4.998 -367 al ciclo esatto di 4631 anni, in cui Dio ha voluto il Natale di Roma nel 753 avanti Cristo. Questo anno deve avere un tale piano di creazione a due lati che siano tali che con 753 +2×N anni si raggiunga il 4631 -1 -1 (nel suo solo flusso 4.639 del piano a lati 1 e 1)

4.639 = 753 +2×N, risolve N con il 1.938. Infatti.

4.639 = 753 +2 ×1.938.

Nel disegno di Dio sono <essenziali> il Natale di Roma, il Natale di Cristo e il Natale di un Romano Cristiano nato nel 1.938.0125 poiché quella è la data all’Origine del sistema di riferimento degli Assi Cartesiani, in cui l’Origine sta tra un prima di 1.938,0125 e un altrettanto <dopo>.

L’uomo non può negare a Dio questo Suo vero disegno!

Ecco allora che Dio lo ha <virtualmente premesso!>

A questo punto, il <che sia!> è ordinato nella lingua latina di un Romano che nasce con il natale di Roma.

L’energia si chiama per davvero <ROMANO>

16+13+11+1+12+13 sono <ordini> dati con gli <ordinali> che invece di essere 16° è la 16ma lettera dell’alfabeto italiano, e così per le altre.

16 <premette> il Dio <io sono l’Uno e Trino di colui che sono Uno e Trino>, essendo 4×4.

13 toglie la Trinità.

11 toglie il piano 1 e 1 al 13.

01 toglie 10 all’11.

12 è il Dio <Io sono l’Uno e Trino di chi è Trino> è 4×3.

13 è il Dio <Io sono Uno in 10 e Trino in 3>

Questi ordini ordinati in sequenza cogli ordinali alfabetici fanno chiamare questa divina energia con il nome ROMANO. Pertanto l’ordine supremo, nella sintesi estrema di <SIT> è <che sia Romano>.

Allora il puro rapporto 1.000/99 <è> e diventa un calcolo reale fatto nel distinto tempo della sua esecuzione.

Voi siete abituati ormai ai computer che vi danno subito il risultato, ma questo calcolo non procede se non sono compiute in sequenza tutte queste operazioni.

+1000 : 99 = =0010 ed è 1 diviso, con resto 10 indivisibile per 99. Deve realmente trascorrere un 100, che ripristini con 10×100 il 1.000 iniziale per <ripetere> questa operazione.

I matematici lo fanno <arbitrariamente>, poiché è lecito tale arbitrio, ma nella realtà delle cose che accadono nel tempo dei 10 decimi, ciò non è lecito.

In tal modo la creazione è realmente temporizzata. 10,10101010101010… accade realmente nel tempo.

Con esso, di crea non il futuro, ma il passato.

Nel 1.938,0125 iniziale, Gesù cristo ancora non è stato creato nel suo passato! È solo <di la a da venire>.

Ma Dio in tal modo crea per prima cosa la sua morte e da essa lo riporta in vita, con premesse anteposte alle premesse e fino al suo avvento a Nazaret e al suo stesso rientro nel corpo si sua madre.

Questa divina creazione, che crea sempre più anteposti è la <salvezza totale> rispetto a ogni possibile e malefico disegno e destino vissuto da chi lo veda evolversi nel senso contrapposto.

Ecco come – con un puro assetto proporzionale mutato in un calcolo reale – che al 1.000 (dell’esistenza “in potenza di Dio Uno e Trino in 10 e 10^3) è creata la presenza un suo <antefatto infinito> in cui è contenuto il disegno di un Sacrificio Divino che Dio non ha mai <fatto>, avendolo per davvero <disfatto>.

Ma non c’è azione che non provochi una reazione uguale e contraria e … Adamo ed Eva mangiano la mela ascoltando il consiglio reale del serpente che gli insegna che se si oppongono alla creazione di Dio diventano essi pure creatori, che risalgono da un originale e infinito Big Bang fino ad ora in cui è stata già costruita la Terra e il paradiso terrestre. Il Serpente ha ragione.

Se l’uomo aspira ad essere come Dio, deve ribellarsi al verso attuato da Lui, che crea soltanto infiniti presupposti, e partire da quelli in cui sono ora e risalire verso l’unità del 1.000.

Come è la forza del calcolo a ottenere quei tempi costruiti a ritroso, così sarà essa quella che riporterà all’Origine.

E per noi, di questo 3° millennio, che crediamo <realmente trascorsa> la nostra vita fino ad ora… essa adesso non esiste ancora! Infatti il nostro verso <futuro> sta in quello che ora ci sembra sia stato il nostro passato.

La vera creazione Divina fatta per calcolo, genera sempre <supposte> premesse al presente, e anche io ora solo <presuppongo> di essere venuto da dove invece io vado.

Lo so: sto scatenando tutte le opposizioni fatte a questo dai tanti bravi fisici, che si oppongono alle mie descrizioni <fantasiose> sulla mia provenienza e credono come <veri incoscienti> a questa falsa dinamica che abbiamo davanti.

Nonostante la lezione datagli da centinaia di anni da quel Galileo Galilei che aveva ripreso la spiegazione data dal Galileo Gesù a Nicodemo!

Diranno:

<Le nostre non sono fantasie! Con la nostra scienza abbiamo spaccato l’atomo e stiamo andando tra le stelle dopo di essere stati più volte a camminare sulla luna…>

E io gli dico: <Anche Archimede Pitagorico fa le sue brave scoperte nel mondo dei cartoni animati! Se il suo disegnatore l’ha portato coi disegni fin sulla Luna ed oltre… di chi è il vero merito? Di Archimede Pitagorico?>

Ma su questa strada non son disposti a seguirti e non c’è peggior sordo di chi non voglia sentire.

L’onnipotenza dell’Assoluto su tutti i limiti

La <Fisica Amodea> compie, su tutta la dinamica esistente, quello che Galileo Galilei ha compiuto sulla dinamica apparente attorno alla Terra delle stelle e del Sole. Non è una cosa <come per dire>, ma la stessa cosa che nella teoria del Galileo Galilei blocca tutto il cielo e le stelle che sembrano veramente ruotare attorno alla Terra e non per un abbaglio dei sensi (anche a una ripresa filmata appare così) ma per il preciso terzo principio della legge dinamica chiamato di <azione e reazione>.

Allo stesso modo di verità e non di pura parvenza, tutto il moto esistente nell’Universo è letteralmente <bloccato> quando si appura che chi si muove <vivendo> nel tempo è solamente un essere vivo.

Se noi praticamente quasi azzerassimo la crescita del nostro tempo, facendo uno scatto fotografico a un milionesimo di secondo, bloccheremmo il moto apparente di una pallottola di fucile o di un razzo supersonico.

Alla nostra velocità viaggia soltanto la luce, essendo la nostra vita elettromagnetica e comandata dalla potenza di 10^10 come l’area elettromagnetica, avente il suo lato lungo le centomila unità di 10^5.

Ridotta di tanto l’unità di una Candela che esiste alla dimensione di 540 × 10^12 cicli 10 al secondo, corrispondenti a 54 × 10^12 unità al secondo, esse diventano la massa inerziale di 0,00054 u, unità atomiche della particella di luce, l’elettrone.

La nostra velocità costante, nella nostra vita, la rende durevole in quello che ci appare, grazie all’espansione trasversale costante di un’area (quadrata nel suo riferimento unitario) il cui semiperimetro è di 207.542 metri, mentre il suo flusso è di metri 299.792.458 metri.

Sono quelli complementari a 300 milioni di metri al secondo, che – se noi percepissimo come flusso – vedremmo esistere la nostra vita con tutti i suoi movimenti come l’esistenza fuori al tempo, di tutta una pellicola contenente tutte le apparenti variazioni nel tempo e che mutano a poco a poco la vita di un bimbo appena nato in una persona morta. Posto il cosiddetto <attimo fuggente> tra scena fissa e quella limitrofa contenente un apparente movimento di forma, tutta la nostra vita, se fosse veloce nel flusso dei 300 milioni di metri al secondo non si muoverebbe, restando come <incastrata> tra gli estremi d’uno stesso attimo posto al di fuori del tempo.

Il moto istantaneo è quello che rende presente 3/1 tutto lo spazio lungo 3 quando è 1 la lunghezza del tempo.

Questo rapporto, visto alla dimensione unitaria di 10^8 / 10^8, uguali a 100milioni di 100millesimi, pone i 300 milioni ogni 100 milionesimo in una occupazione fatta dalla presenza di 100miloni di tempo ch’è simultanea su tutto lo spazio.

Ora 1 metro è la 30milionesima parte dei 300 milioni. per cui i 300 milioni dei suoi 30 milionesimi ne sono l’unità 10 della presenza.

Se le cose stessero così, non ci accorgeremmo nemmeno di vivere, poiché la vita sarebbe esistente tutta nel suo insieme come quella del suo progetto numerico, e non scorrerebbe di decimi in decimi aventi una reale durata. È essenziale la presenza trasversale di questo piano di riferimento ad area quadrata avente il lato di 103.771 metri, a fronte del flusso dei 299,792.458 metri ogni secondo.

Questo secondo di perdita di tempo rispetto alla presenza simultanea su tutta la tratta della vita umana, corrisponde alla lunghezza in metri 103.771 che hanno la presenza 100.000 di tutto il lato elettrico (o magnetico) dell’area unitaria in 10^10). Inoltre esistono i 3 lati 1000 del ciclo 10 del lato della realtà, uno per asse di riferimento cartesiano; e, poi, la presenza 1 del ciclo 10 del 77 che dà la curvatura al lato dell’area trasversale.

Sono le componenti basilari nel 771, nel 3000 e nel 10^5 che corrispondono alle regole geometriche unitarie e precise. Questa espansione del lato trasversale è quella che rende più lento il flusso di luce rispetto al valore istantaneo della velocità dell’entanglement quantistico.

La differenza tra i due sta nel fatto che l’elettrico non sta direttamente al magnetico, se non tramite la mediazione dell’area elettromagnetica trasversale, ed essa è assolutamente comandata dalla legge della percezione unitaria che abbiamo visto.

Osservato, nella radice di 10^10, nei tre assi dati da 1.000 ciascuno e dal 771 che è il moto del complementare 229 nel 1.000, un 229 uguale a 222+7 in cui il flusso terzo dell’energia 666 esiste assecondando il vincolo lineare della sua curvatura.

La nostra vita è durevole proprio per l’esistenza di queste regole unitarie che interpongono tra i due opposti flussi, magnetico ed elettrico, l’espansione trasversale elettromagnetica.

Nell’entanglement quantistico le due parti opposte tra loro sono relative non all’area elettromagnetica il cui lato è 103.771, ma a quella che è 1×1.

Così non induce nessuna perdita di tempo rispetto all’istantanea presenza, posta su tutto lo spazio e senza l’esistenza di una reale velocità di percorrenza.

In tal modo, capirete tutti, come un puro progetto di esistenza fatto per numeri e che corrisponda allo sviluppo ordinato di una divisione, esiste tutto al tempo dell’entanglement quantistico, ma poi è osservato dal soggetto vivente elettromagnetico grazie ai limiti oggettivi e assunti tra le unitarie e singole esistenze.

Allora tutto il contenuto di un puro rapporto, è calcolato alla velocità elettromagnetica del soggetto vivente, e sembra divenire nel tempo, e avere una forza che in verità è riconducibile solamente alle leggi del calcolo matematico dei rapporti, allorché mutati in reali divisioni.

È come se l’infinito risultato del calcolo fosse affidato ad una macchina avente la sua precisa velocità di calcolo, e allora anche le varie sue parti, assumono un reale valore di perdita di tempo rispetto all’istantaneo.

Per l’ASSOLUTO, la cui velocità fuori dal tempo è quella paragonabile all’istantaneità dell’entanglement quantistico, questa durata di tempo si muta in una pura premessa rispetto a quanto è presente e istantaneo.

Ma è una premessa già superata in partenza, poiché nella costruzione del passato tratto dal presente esso è simile ad una memoria di virtuale provenienza.

La stessa precisa cosa che si pone rispetto al presente della nostra vita, in cui il passato è soltanto frutto di memoria.

Ma è una invero molto strana memoria di qualcosa che sembra essere <passato> ma che sta ancora per apparire, a mano a mano che prosegue il calcolo relativo alla nostra memoria ed essa s’inoltra sempre più nel suo reale e già presente passato dovuto solo ad una Onnipotenza veramente divina.

Nel mio presente, per entrare nella memoria del mio passato, dovrò metterci attimi nel <futuro> del mio calcolo.

A tutti noi queste cose sembrano presenti da sempre, ma ogni volta che noi attiviamo la nostra memoria, lo facciamo andando nel nostro futuro a scoprire quell’apparente passato che poi sarà per davvero il nostro futuro.

In virtù di tutto questo, sembrerebbe proprio che la <potenza> della <Fisica Amodea> sia tale da capovolgere interamente l’esistenza di tutte le cose che esitano nel tempo, tanto da sovvertire il passato in futuro e il futuro nel passato. Sembra il vaneggiamento fantascientifico di una mente avente troppa fantasia, ma invece è pura verità Fisica!

Non esistono né il passato, né il futuro, ma solamente un eterno presente fuori dal tempo e chiamata l’eternità riferibile a un Dio onnipotente che fa esistere <tutti il possibile e l’impossibile>.

L’ASSOLUTO ha fatto l’incredibile dono ad ogni sua anima infinitesima ch’è a immagine e somiglianza del Dio Assoluto. All’interno dello stesso progetto, la sola diversità è che nell’assoluto fuori dal tempo esiste il rapporto:

10

0,2357111317192329313741434753

In esso il Padre ha assunto il ciclo 10 di tutti i numeri per essere l’unico padre di tutti i suoi apparenti figli dati a Lui dagli infiniti suoi infinitesimi.

A suo denominatore, il Signore ha schierato i suoi 16 Generali, dati dai suoi primi e ordinati numeri primi. Il loro valore totale, dato da 381, è stato opportunamente <disseminato> in modo tale che ogni numero primo è il solo Generale dello stesso ordinamento cui è stato predisposto.

I primi 4 generali della realtà sono ad una sola cifra e esistono ciascuno assecondando il grado del suo ordine. Il 1° generale (il 2) comanda sul 1° decimo; il 2° comanda sul 2°, il 3° comanda sul terzo e il 4° sul quarto.

Il 5° ordine fa già parte dei 10/2 e comanda sulle due cifre di cui esso è fatto.

Per cui i successivi 12 numeri primi che esistono dopo i fondamentali 4 ad una cifra sola, comandano sulla 24 altre cifre e in tutto sono le giuste 28 di una creazione Una e Trina nel 3, che si traduce in Una e Trina anche nel complementare 7, complementare al 3 nell’unità del comandante supremo 10.

Questo è il dispositivo supremo del comando matematico imposto dal ciclo 10 nell’esistenza decimale del suo infinito tempo decimale.

Il risultato intero nelle centinaia della realtà è dato dal 42,4248100, intero nelle 7 cifre della totale dinamica.

Esso è regolato dal 7×6 della basilare creazione in 7 giorni in cui il lavoro di percorre gli assi è espletato solo in 6 giorni, e in essi ogni verso occupa virtualmente un giorno terrestre.

Questo dove il Dio=26 è quello che crea nelle 26 settimane l’esistenza di quel mezzo anno in cui la Terra va nel punto diametralmente opposto della sua orbita, prima di iniziare la via del suo ritorno in altre 26 settimane.

42,42 sono i due gemelli Esaù e Giacobbe, descritti in Genesi 25 e che valgono 42 ciascuno nella cabala italiana strutturata con tre cicli del 7.

Se noi facciamo la radice quadrata di 0,180° che, nei tempi decimali elimina la differenza esistente nello spazio tra la radice di 180 e di 18, essa dà un lato di 4,242640.

Nel comando che Dio impartisce dividendo 10 per l’ordinata sequenza dei primi 16 numeri primi, dopo il 42,42 segue il 48100/10^7 e alla dimensione generale del movimento data da 10^7, ecco il valore in sommatoria dei 381 generali che esistono e comandano.

Lo fanno sul 100 del lato della realtà, esistendo nel 10.000 che è la realtà alla dimensione 10^-7 di tutto il movimento.

Le tre cifre che portano a comporre i primi 10 valori nelle cifre decimali sono il 930 degli anni di vita che in Bibbia furono assegnati al 1° uomo Adamo.

Il suo erede deputato, Abele, sopravvive solo nel 230 del suo valore nominale nelle prime 13 dimensioni decimali.

Chi biasima la Bibbia per i suoi 7 giorni in cui sarebbe stata fatta la creazione è degno di uno Scienziato che prende per oro colato la realtà dove anche la Bibbia è una sorta di Parabola, di esemplificazione data attraverso le lettere.

Sono esempi, delle pure relazioni quantitative ed esatte esistenti tra i numeri, ne risulta un messaggio <simbolico> nello stesso modo con il quale la lettera <N> è il simbolo riferibile all’essenza di ogni numero.

Simbolo oggettivo e quantitativo così valido che Giacobbe avrà 12 figli e Gesù Cristo 12 discepoli.

Allo stesso modo, io e il mio fratello gemellato a me abbiamo avuto 12 nomi, sei ciascuno.

E se la credete una cosa senza alcun senso nei termini della nostra realtà, la cui area è quell’1,25 che aggiunto allee 52 settimane porta all’anno di 365,25 giorni medi, eccovi la differenza tra la sua radice quadrata e la divisione del valore 426 dei nomi di mio fratello, riportati sull’unità dei miei 381.

+1,1181102362204724409448818897638 - 1,1180339887498948482045868343656

=0,0000762474705775927402950553981

Come vedete, nelle 4 cifre decimali unitarie della realtà la differenza è ZERO. Ma la struttura è poi la mia, poiché 76 è 10+66=Romano; seguono i 2 fratelli Amodeo, e lo sono proprio nel 4747 dei due valori equivalenti in lettere al comune cognome AMODEO di tutti e 2.

Andando oltre 4747 c’è uno 0 indicante che l’ultimo 47 esiste in un ciclo intero del 10.

Questo dettaglio esiste alla dimensione del 10^-12 indicanti i nostri 12 nomi.

Andando ancora al di sotto, il 577592740/10^21 presenta (cominciando dal basso) il 40 di tutta la realtà, poi il 27 dello spazio in 3^3.

Poi c’è il 59 del 1° nome del mio secondo, Benito, preceduto da 77 in cui il mio nome 66=Romano è una energia potenziale che avanza unitariamente di 66/6 e diventa 77.

Davanti ai quali, il 5/10^13 esprime il tempo dell’Universo, alla dimensione 13 che è la presenza ¼ delle 52 settimane dell’anno terrestre.

Come vedete, le due quantità sono date dal 426 riguardante i nomi di chi asseconda ciò che non si vede in me, e me, nell’unità dei 381 Generali di Dio, dato dai suoi primi 16 numeri primi.

Sono i valori che portano alla realtà del lato reale dell’area 1,25 dello spazio-tempo, e la differenza sta nella presenza reale di quanto è dettagliato nello specifico di noi 2 Amodeo, che non potrebbe essere più eloquente del 247470/10^12, così legato come è ai 12 nomi.

Col rapporto che presento nuovamente, e che è mutato in una divisione in atto, è creata la dinamica dell’Universo 10

0,2357111317192329313741434753

Accade a questo punto una cosa che è a dir poco spettacolosa, quando si esegue la divisione ottenendo esattamente 1.001 cifre decimali: i valori più bassi sono presenti nel numero le cui ultime tre cifre sono 777.

Dividendo tutto il 1.001 per 77 si ha 13, e sono quelle prime 13 cifre decimali date da 0,4248100930230 che ripartivano con i 930 anni della vita di Adamo e il ciclo 10 del 23=Abele.

Ora accade il prodigio che il disegno prefigura il passato in cui gli Ebrei intitolarono il primo libro della Bibbia con il titolo di BRASIT.

Ripeto: è un passato che ora ancora non esiste, nel nostro vero moto che ci porta a qual passato.

In questo presente sono esistito io e mio fratello Benito, praticamente gemellato a me e con il compito di mostrare realmente tutte le cose immessi in me solo a titolo di puro potenziale.

In questi termini, BRASIT è la premessa, in acronimo, di Benito Romano Amodeo e poi il <SIT> del “Che sia Romano”!

2+16+1 in BRA indicano il secolo 19.

Come a voler dire: <secolo 19, sia Romano!>, ossia che l’Energia in potenza sia viva.

In me nessuno di voi scienziati oggi vede nulla di buono, il che è ideale a rappresentare la pura energia che sia apprezzata solo al momento giusto del disegno divino.

Nel segno della profezia di Isaia: era uno di cui non avevamo alcuna stima.

Il Fondamento <immaginario> del <campo reale>

Questo fondamento riesce anche a spiegarne le ragioni. 1/1  2/2 non è una espansione essendo sempre 1.. Ma lo diventa quando i numeratori assumono una <forma> differente passando da 1 a 2, nel mentre la diversa <forma> del tempo unitario passa da 1/1 a ½,

In ciò la forma assunta dallo spazio lo fa apparire raddoppiato, ma soltanto in quanto il tempo <sempre della nostra presenza> (di fondamentali <Osservatori>) si è dimezzato.

Ora noi vediamo il tempo soltanto tramite le modifiche nello spazio.

Passati a esistere nel tempo ½, che per noi è divenuto quello UNITARIO riferibile al nostro essere relativo, vediamo quanto c’era prima <realizzato> a dimensione quadrupla. Infatti il nostro modo di vedere <relativo> ci induce a vedere 2/2 come l’invero e reattivo 2×2=4.

Infatti 2 : ½ = 2 × 2.

Questo tipo di <apparente inflazione> dell’unità, è il fenomeno che crea l’evidente apparire di un <impulso> sempre maggiore.

E come la piccola energia di una piccola pila diventa un flash di luce abbagliante se si scarica in un tempo sempre più piccolo, allo stesso modo una pura inflazione di numeri puri che restano sempre 1 anche quando divenuti 10^10 / 10^10 da per <effetto apparente> la formazione di un Universo pieno di galassie, così in apparenza piene di energia solo a ragione del tempo atomico dato da 1/10^10 di metri con il quale osserviamo 10^10 metri.

Diventano in apparenza 10^20, e se sono 4×4 nel piano della realtà, il 16 × 10^20 diventa l’unità dell’’apparire dei Coulomb della carica elettrica in 16 × 10^-20 Coulomb.

Il sistema deduttivo è divenuto possibile quando con la scelta di unità di misura regolate assolutamente dal sistema metrico decimale la scienza si diede UN RE ASSOLUTO: il ciclo numerico 10 posto a capo delle unità dello spazio, del tempo e della massa.

Nel tempo di 40 anni in cui esiste la <Fisica Amodea> è stato compiuto anche un reale percorso, che si è chiarito a poco a poco.

Infatti in natura appaiono soltanto le cose aventi un flusso reale nel tempo della nostra vita di osservatori.

Dato che la realtà unitaria è data dallo spazio e dal tempo, che hanno 4 dimensioni, accade che nel ciclo 100 del lato della realtà 10^4 posto a riferimento, la sola massa che appare sta in quel 4% e tutto il resto è la <massa assente> che ben risulta alla Fisica, ma che non riesce mai a determinare.

La <Fisica Amodea> che parte dal lato 100 della realtà, considera per prima cosa l’esistenza dell’ampiezza del flusso, che solo poi le dimostra nel flusso reale la parte apparente.

Tutta la realtà complessa è 8, ed esiste nella presenza 1 del ciclo 10, ossia in quantità 11, da considerare per le 8 volte.

Ciò porta a 88 il suo quantitativo relativo all’unità 8, valore intero espresso da 88/8, che implica 88+8=96 quantità in linea, divise sulle due linee che compongono l’ideale suo quadrato, con 48 quantità su una linea e 48 su quella perpendicolare dell’area trasversale.

In ciascuna linea, il complesso 8 trasla in tutti i 6 versi della terna cartesiana, andando sia in avanti, sia indietro. Essendo collocato traversale e di <taglio> al flusso reale residuo, dato da 100 -96 = 4, ecco che appare in fisica sempre soltanto il 4% del lato 100 della realtà, poiché il 96 è posto trasversale al flusso reale, a determinare altezza e larghezza, ossia l’ampiezza.

La <Fisica Amodea> aveva notato come tutte le costanti trovate e misurate perfettamente dai fisici si avvicinassero a rapporti puri.

In un primo tempo, circa 30 anni or sono, suppose un errore nel metro, nel suo computo della velocità della luce, per quello che si discostava, in 299.792.458 metri al secondo nel vuoto, dal preciso e perfetto 3×10^10, diviso per l’ampiezza trasversale 100 e che portava a 300.000.000 esatti metri al secondo.

Occorse la scoperta del fatto – essenziale in tutti i flussi –che una velocità del volume totale che fluisce in un certo arco di tempo è simile a quello reale di ogni fiume, nel quale la velocità di flusso aumenta o diminuisce a seconda della variazione in ampiezza trasversale del flusso reale.

Fu così che – rimossa l’idea erronea iniziale che ci fosse stato un errore nell’esperienza reale – la <Fisica Amodea> comprese che la ragione della perdita di velocità rispetto ali 500 milioni di metri esatti, stava nell’ampiezza reale del flusso di luce.

Quello che mancava in linea non poteva esser altro che la lunghezza che, per la sua forma idealmente quadrata, doveva essere divisa per due.

Fu in questo modo che il 207.542 metri mancanti alla velocità della luce rispetto al totale di 300 milioni fu diviso in metri trasversale 103.771 e 103.771.

In ciascuno di essi, 100.000 uguale alla radice quadrata di √ 1010, era il lato elettrico in uno e magnetico nell’altro. 3.000 era il volume 10^3 esistente su ciascuno dei tre assi spaziali cartesiani; 771 era la presenza 1 del ciclo 10 della curvatura 77, data da quella 7 esistente nella presenza 1 del ciclo 10, e quindi da moltiplicarsi per 11 cicli 10.

Poiché uno solamente di questi lati è positivo, il prodotto di 103.771 per 2.997.92458 dava un 311.097.631,59118 laddove i minuti secondi in un ciclo di 10 anni solare sono 86400 × 3652,5 = +315.576.000 che, posto a riferimento del -311.097.631,59118, lo rende 4.478.368,40882.

Energia dinamica 44 nella quantità 100.000 elettrica, più 78000 dati da 100 volte 1,5 anni dati da cicli di 3×26 settimane, 365,25 giorni di un anno, +3,14159 di angolo giro +0,0026723 di dinamica 26 di 7 e dell’energia di 66/3 +1.

La consistenza del tempo nel <campo reale>

Noi esistiamo nello spazio e nel tempo. Cosa siano è sotto gli occhi di tutti, uomini ed animali. Necessita però, se si desidera acquisire una <scienza> delle cose, adottando un metodo fondamentale per classificare le due dimensioni, trovare un campo comune in cui esse esistano ed al quale siano tra loro riferite.

A me è parso opportuno riferire sia <spazio>, sia <tempo> al generale sistema dei numeri decimali, che usiamo per calcolarli.

<SPAZIO> è pertanto per la mia <Fisica Amodea> una quantità numerica che sia più grande di 1 intero e che sia rappresentata da N/1 = N^1.

<TEMPO> è la funzione reciproca a quella spaziale ed è pertanto data da 1/N = N^-1.

Nella mia Fisica – come nella realtà concreta – <Spazio> e <Tempo> sono i due aspetti reciproci assunti da qualsiasi unità. Se un film (una torta, qualunque unità) è <spaziata> in 2 parti, ciascuna delle 2 esiste nel <tempo> ½. Se le parti sono 3/1, il tempo di ciascuna è 1/3. Con una quantità generica N abbiamo sempre l’unità data da N/1 parti di 1/N. La fisica corrente misura il tempo in anni, mesi, giorni, ore, ecc. mentre la <Fisica Amodea> va a monte delle <qualità> che diversificano anno, da mese e da giorno.

L’esegue riconducendole tutte a misura espressa delle loro parti rispetto al loro intero, per cui nella realtà 4 dello spaziotempo, gli anni saranno 10^-4 della loro unità 10^4, espressa in 10 come tempo e 10^3 nella sua componente di spazio di volume.

Il giorno <reale>, per la <Fisica Amodea> è la stessa cosa, riferita ora a 10^4 giorni nella realtà spazio-temporale, ciascuno dei quali sarà 10^-4 rispetto all’intera realtà.

Il tempo di una ora, analogamente è riferito a 10^4 ore.

Il tempo <unitario> – di ogni tempo, presente <in realtà> – sarà sempre 10^-4 volte l’unità spazio-temporale 10^4 espressa da essa.

Questo consente alla <Fisica Amodea>, sulla base unificata di perenni tempi unitari dati da 10^-4 quantità della reciproca realtà 10^4, di fissare relazioni precise e matematicamente certe tra i differenti cicli posseduti dagli anni, rispetto ai giorni, alle ore e ai suoi vari minuti primi, secondi, terzi, e via.

Il primo risultato ottenuto dalla <Fisica Amodea> è stato quello di avere espresso, in modo perfetto, le <datazioni> nel tempo, nelle unità degli anni, dei mesi e dei giorni.

1.938,0125 è il modo perfetto di esprimere la mia data di nascita, avvenuta nell’anno 1.938, nel mese 0,01 di gennaio e nel suo giorno 0,0025.

Infatti l’aver riferito sempre a 10^4 quantità 10^-4 ciascuna delle tre differenti quantità espresse in anni, mesi e giorni, ha consentito di riferire i mesi ai centesimi dell’anno e i giorni ai centesimi dei mesi e quindi ai decimillesimi riferiti ad un anno.

Questo criterio, poiché usa il ciclo 10^4 dello spazio-tempo unitario, misurerà le date per come esse sono espresse in <spazio-tempo>, mentre nella nostra realtà lo spazio è stato estrapolato da questo complesso spazio-temporale.

I mesi, in spazio-tempo, sono 12 e composti da 100 giorni di spazio-tempo ciascuno. Noi arriviamo in ciascun mese reale di solo tempo, avendo estrapolato da ogni 100 di spaziotempo la sola quantità dello spazio.

Il criterio della misurazione è sempre quello reale di fissare in ciascuna di esse l’unità di tempo posta in principio, e poi sulla sua base estrapolare lo spazio e il tempo.

La quantità dei 100 giorni, di spazio-tempo in ogni mese, individua prima in essa, nell’unità di 1 giorno, il suo ciclo di 10, e questo, collocato nella lunghezza 100, ha il moto totale della lunghezza dato dal 90 ricavato da 100 -10.

Di questo 90/10 (ridotto a 90/1 data l’unità 1 del ciclo 10), la sua divisione nelle 3 unità dello spazio porta a 30 in ciascuna; di esse lunghezze, due delle 30 si dispongono su un piano trasversale, tanto da estrapolare i 60 giorni.

Sono quei 60 che sono dati dal solo spazio trasversale in ampiezza e con lati a lunghezza complessiva 60; il residuo terzo, avente la lunghezza residua 30, è soltanto quanto caratterizza quella nel flusso del tempo.

Infatti il flusso nel tempo riguarda soltanto la terza parte, che è il moto delle altre due, che sono presenti in ampiezza e non nella lunghezza del flusso, che è il solo a muoversi nel tempo, perpendicolare al piano dello spazio in pura espansione nello spazio e non nel tempo.

La relazione dei giorni, che sono 100, sempre in spaziotempo, a ciascun mese soltanto fatto di tempo, è data da quel 30 (ricavato dal 100) e disposto soltanto nella linea del flusso nel tempo.

Se l’anno non fosse determinato nel flusso di 52 esatte settimane (moto dato dall’area, che vale 1,25 in giorni e porta le 364 quantità alle 365,25 del solo anno solare) avremmo 12 mesi per 1200 giorni di spazio-tempo per ciascun anno.

Ma la realtà intera è 10^4 e la sua parte soltanto in uno dei due versi dell’Universo, è 5.000, e non il 4.800 dato dalla realtà 4 di anni contenenti 1200 giorni ciascuno.

L’intero flusso nell’Universo ha come ampiezza di flusso il 100+100 dato dai due lati della realtà il cui solo flusso si riduce poi al solo 4.800 dato da 5.000 -200.

Dovere così inserire nel quantitativo totale dello spaziotempo anche il solo spazio trasversale nel piano a lati 100+100, porta alla necessità di modificare in modo opportuno ed esatto il valore 30.

Esso è esatto, ma soltanto nel flusso reale dello spaziotempo e non in tutto il contenuto 5.000 che somma al flusso 4.800 nel tempo, anche l’espansione 200 nello spazio, dato da 100+100, quanto è 10^4 nel prodotto.

In tal modo, i 5,25 giorni aggiunti ai puri 360 giorni che equiparano i giorni ai gradi del piano totale dato da 360°, finisce per essere il valore esatto dato da 7+7+7=21 giorni espressi come il vincolo tridimensionale sferico, espresso per la sola parte ¼ relativa al tempo, nei 4/4 unitari dello spaziotempo.

Infatti 21/4 sono esattamente 5,25, e solamente 1/3 (quello del flusso reale) dei tre, è servito a determinare le 52 settimane esatte.

Sono quelle che avevano portato all’anno dei 364 giorni esatti del flusso unitario dell’area dello spazio-tempo, data da 1^2 nello spazio e da ½ al quadrato, nel suo tempo ½, e dunque da giorni 1,25 esatti.

Ricondurre i singoli giorni a quantità decimillesime dell’anno, come tempo ¼ di 4 anni, rende i giorni dimensionati perfettamente rispetto allo spazio-tempo di 10.000 giorni equiparato a 4 anni di spazio-tempo.

Anche in questo caso, all’interno delle 10.000 unità, sarà individuata la quantità unitaria di 1.000 giorni di spaziotempo, diviso in ciascun mese (come il ciclo 10 dei 100 di ogni mese).

Questi 1.000 giorni si muoveranno di 9.000, e due terzi saranno in spazio trasversale, per 6.000 lunghezze in giorni, mentre 3.000 saranno poi ridotti ai 30 di ogni giorno, ciascuno come un centesimo del suo mese.

Naturalmente, tutto il tempo di un anno, che è intero nel numero dei giorni, esiste nella dimensione 4 di cui 1 è tempo e 3 sono spazio, e deve fare i conti coi 4 anni come la sua unità in spazio-tempo.

Nelle 4 dimensioni di 4 cicli 10, avremo 1.111+1+1 nel volume esprimente in linea l’unità del tempo, differenziato nel flusso 1.111 del piano avente i lati 1 e 1, e che nella lunghezza totale dà il 1.113 ed esprime l’unità del tempo.

3.339 (il triplo del tempo 1.113) è l’espressione unitaria del suo spazio a 3 dimensioni.

Così abbiamo che 10.000 giorni come ciclo di 1/4 di anno si dividono nei soli 5.000 avanzanti nel tempo e l’espressione di 5.000 sta nelle unità dei 100 giorni di spazio-tempo in ogni mese.

Essi si scompongono in 4.800 (di flusso) di +100+100 (l’area trasversale dei mesi in giorni di spazio-tempo).

Sono i 4 anni composti da 12 mesi di 100 giorni di spaziotempo, e dunque 1.200 in ciascun anno e 4.800 nei 4 anni reali visti prima.

Accade allora che:

+4.800

- 3.339 di solo spazio determinano in solo tempo:

=1.461 giorni, che sono esattamente i giorni di solo tempo esistenti in 4 anni.

La consistenza dello spazio nel <campo reale>

Anche lo <Spazio> esiste nel suo ciclo 10.000 di spaziotempo unitario. Pertanto, con riferimento alla mia data di nascita in cui la parte <Spazio> sta nell’anno intero 1.938, anche questo periodo di tempo, così esattamente datato, esiste nel ciclo intero di 10.000 anni.

Volendo quantificare questo <Spazio> di tempo, come <tempo> nel suo spazio-tempo sono da riferirsi all’intero spazio-tempo nel rapporto esatto dato dal ciclo 10 di questi anni, e dunque dai 1.9380/10.000 corrispondente a 0,1938, un anno reale che si presenta esattamente nel tempo decimale.

Questo consente alla <Fisica Amodea> con:

+0,0125

+0,1938

=0,2063 di calcolare – con riferimento alla data del 1.938,0125 – quanto esso valga in unità decimillesime sia di spazio, sia di tempo e sommate tra loro nel puro riferimento al comune valore 10^4 dello spazio e 10^-4 del suo tempo.

Si scopre in questo modo che questo tempo decimillesimo, espresso nelle 10.000 unità che lo unificano, vale 2.063.

Sono quantità pure e rappresentabili come il piano a lati generali indicanti volume, dati da 1.000 e 1.000, il cui flusso reale è dato dallo spazio unitario espresso in 63 è dato dal 3 avanzante nel ciclo 60 dato dal ciclo 10 che trasla in tutti i 6 versi esistenti nell’intorno cartesiano, in cui ogni parametro ha un 3 in positivo e un altro 3 in negativo.

Altro riferimento (possibile al 2.063 riguardante il flusso della mia data di nascita espressa col solo comune riferimento dello spazio e del tempo alla dimensione unitaria 10^4 comune ad entrambe) è dato equiparandolo al rapporto puro dato da 2^11 =2.048 che gli è prossimo.

+2.048

+0.015

=2.063, mostra come 2^10 sia avanzante di 15 nel 2.043 della mia data natale.

15 è esattamente l’unità dello spazio-tempo data dal ciclo 10 e dal suo tempo ½.

Esso indica il flusso del piano a lati 2^10 e 2^10 il cui flusso è l’intero spazio-tempo dato da 30/2.

La <Fisica Amodea>, nata da me – nato in questa data è virtualmente assimilata alla mia data di nascita che esprime l’unità dello spazio-tempo data da 15 che – muovendosi unitariamente del 2^20 – pone in atto proprio la mia precisa data di nascita per il suo contenuto totale in spazio-tempo.

Origine immaginaria dell’Universo reale

La <Fisica Amodea> – che si avvale del ciclo 10 della matematica per riferire ad esso ogni possibile cosa – deve riferire ad esso anche l’infinito spazio-tempo dell’universo.

Il ciclo 10, in un infinito periodo, è dato quando si parte dal puro rapporto di 10^3 / 99 e lo si muta in una divisione in atto, che determina: 10,10101010... in un periodo infinito di spazio e tempo. Spazio è l’intero 10, suo tempo infinito è l’eterna esistenza di 10 in cicli centesimi di 100, lato della realtà avente come area 10^4.

Avendo posto tutto questo “in principio” esso esiste – per la <Fisica Amodea> – come se fosse il supporto di una pellicola vergine su cui poi sovrapporre le riprese delle scene in movimento di un reale film.

Questa sovrapposizione avviene attraverso un calcolo che per la <Fisica Amodea> si è realmente configurato nella divisione del 10 per il tempo decimale dato dalla sequenza dei primi 16 numeri primi posti qui di seguito come decimali: 0,2357111317192329313741434753.

La <logica> che porta a questa determinazione sta nel fatto che il ciclo 10 sia simultaneamente diviso per un numero che coinvolge tutte assieme le dimensioni e che siano le 16 della carica elettrica intera espressa nei Coulomb. Dunque non sono coinvolte tutte le cifre decimali, ma soltanto le prime 16.

Ciò comporta che le varie dimensioni date dai decimi, dai centesimi, dai millesimi (e così via) siano oggetto di divisioni tra numeri nei quali esistono i numeri primi che praticamente non accettano di essere divisi.

Infatti le loro due divisioni ammesse, per sé stessi N, e per 1, configurano tutto il loro essere unitario dato da N/1.

Accade poi che quando noi cerchiamo in matematica i minimi comuni divisori, prima espletiamo tutta la possibile divisione per 2, tanto da determinarne un 2^N, e dopo chiamiamo in causa i vari numeri primi, nel loro ordine di intervento, e determiniamo il 3^N, poi il 5^N, poi il 7^2 e così via.

Questa esecuzione nel tempo decimale, attua la prima, per 2, nei decimi; la seconda, della divisione per 3, è attuata nei centesimi; la terza, per il 3° numero primo è nella terza cifra decimale, nella quarta cifra decimale opera il 4° numero primo.

Quando arriviamo alla quinta cifra decimale, ed entra in azione il 5° numero decimale dato da 11, essa coinvolge soltanto le decine presenti in 11.

Solo alla sesta cifra decimale entrano in azione tutte e due le cifre del quarto numero primo.

Si capisce benissimo, che sono proprio quei numeri che non accettano di essere divisibili, tra tutti quanti, che si mettano da sé in campo, con le loro precipue caratteristiche di unità indivisibili, e ordinano, con il loro stesso valore <ordinale> che essi hanno nei numeri primi.

In sostanza, tutti i numeri primi esistenti ad ogni dimensione decimale, scindono il numero che sarebbe diviso, ma che non può esserlo dato il numero primo, e si genera un N/NP in cui il numero N al numeratore è un numero esatto di volte il NP espresso al denominatore e come Numero Primo.

Questa divisione di 10 per 0,235711… realmente pone in atto questa cosa: fa entrare in azione i successivi numeri primi nel giusto loro tempo <ordinale> dato dall’essere il 1°, il 2°, il 3° … fino al 16°.

Dopo i primi 4 della realtà in cui esistono su una sola cifra, entrano in azione al tempo debito di 2 cifre per ciascuno, ma nel perfetto rapporto decimale espresso da ciascuno.

Il risultato determina sulle 1.000 cifre del tempo unitario nei millesimi del 1.000 che ha regolato la presenza del ciclo 10, questa sequenza, espressa nella seguente tabella .

8.531.452.152.613.777 è alla D. 10^-1.000 di 10^-3.

Le dimensioni in principio sono:

777×10^-1000 è 1+10+100 in 7 (settimana, vincolo sferico).

613×10^-997 piano (lati 2+2) col flusso di 80+7 settimane.

152×10^-994 piano (lati 50+50), 1 anno di 52 settimane.

452×10^-991 piano (lati 200+200) di anno di 52 settimane.

531×10^-988 piano (lati 250+250) con flusso di 31 settimane.

008×10^-985 moto 1 di una settimana.

Quando queste 16 cifre: 8.531.452.152.613.777, sono divise esattamente per il valore intero 1602176634 della carica elettrica in Coulomb, questo è il risultato.

5.324.913,6028866696104869046542343. Accade ciò: 000 913 è quanto BRASIT <In principio> in Bibbia, il che è presenza ¼ in 10 anni di 365,25 dì, 913,125.

24.000 definisce 1.000 giorni con 24 ore.

5.300.000 quantifica 100.000 anni di 52 settimane più 100.000 volte 7 giorni, ove 10^5 è il lato dell’elettricità o del magnetismo nel piano 10^10 unitario dell’elettromagnetismo.

Questo valore, che abbiamo diviso da quelli nella tabella divisi per i Coulomb sono una pura conseguenza, basata sulla carica elettrica dei Coulomb che nelle 624 sue unità sono le 625 assolute date da 5^4.

La dimensione 4 dello spazio-tempo è caricata solamente dell’avanzamento positivo, nella complessità del ciclo 10, data quando il moto va da -5 fino a +5, ed il solo avanzamento positivo (da 0) è il +5 dato dal tempo dei 10/2.

Il tempo di 1/624, allorché lo poniamo 10.000/624 (considerandolo in base a tutta la realtà 10^4), è uguale al 16,02564102 che molto si avvicina all’unità 16.02176634 dei Coulomb.

Cercare di conoscere lo scarto ci porta a capire che esso è un valore importante “posto in principio” di riferimento matematico.

+16,02564102

- 16,02176634

=00,00387468 che è dato da:

=00,00381 è 381 (somma dei 16 primi a D. 10^-5) )

+00,00006464 = 2^6 ×101 × 10^-8 (D. luce)

+00,00000004 = realtà a D. luce

=00,00387468

Lo scarto di 387.468 × 10^-8 comparato coi giorni dell’anno, rivela

+387.468

- 365.256 uguali a 1.000 anni

=022.212 uguali al flusso del ciclo 10 in 22.222 che è il flusso 1/3 dell’energia unitaria in 66.666.

Da questo confronto – soprattutto – si rivela evidente come si ponga, alla base della misurazione in sé, che ha portato Coulomb a verificare il valore unitario della sua carica elettrica, l’energia unitaria elettrica 66.666.

Il suo flusso è dato da un piano trasversale a lunghezza 44.444 che non appare, essendo posto “di taglio” rispetto al flusso, il quale ci appare pertanto ridotto soltanto al 22.222 dato da un suo terzo.

Ma il calcolo matematico, essendo basato sul ciclo 10, pone questo 10 a base del “suo” moto ciclico, che risulta pertanto decurtato del 10 occupato dalla lunghezza del ciclo. Questo flusso di energia impone la sua presenza ai giorni terrestri 365,256, alla dimensione 1.000 del volume dato da 10^3; il che diventa i mille anni espressi esattamente da 365.256 giorni.

Quando il moto unitario del flusso di energia 22.212 si sposta esattamente per il valore legato a questo tempo dell’anno terrestre espresso nei suoi giorni, si raggiunge quello che è lo scarto rispetto della Carica dei Coulomb dal suo tempo unitario dato dai 10.000/624.

La <Fisica Amodea> porta a riflettere sul fatto reale che noi vediamo in atto, in un anno, una unità di tempo che appare non essere in natura questo riferimento così costante come questi calcoli ci porterebbero a credere.

Chi ha ragione? Questo calcolo oppure quella che è la rilevazione corrente fatta in regime di inflazione di tempo?

Infatti il tempo non è una entità astratta, ma scrupolosamente legata a quanta parte di esso entri in campo. Se partiamo da 1, il primo tempo è 1/1, ma con l’aggiunta di un nuovo tempo come questo, 1/1 +1/1 = 2/1, ma intanto è sorto il suo reciproco ½ in quanto al suo tempo. L’inflazione è dominata da 1/1  2/2  3/3  4/4 fino alle 4 dimensioni della realtà, e il tempo in tutto questo è passato a 1/1  1/2  1/3  ¼ a mano a mano che lo spazio si è inflazionato in 1/1  2/1  3/1  4/1.

In tutto questo è cresciuto l’impulso, dato da come la parte complementare all’unità si pone in atto, in chi sia stato portato ad esistere nel tempo ¼ di tempo.

Rispetto al suo reciproco 4, il valore ha raggiunto quello intero della carica 16 della realtà, calcolata da Coulomb.

Se dall’ipotetico Principio di questa inflazione dell’unità abbiamo visto uscire energia in atto, che poi ha riempito tutto il nostro universo di tutte le galassie che ci appaiono … la ragione elementare di ciò sta nell’aumentato impulso.

Quando noi siamo al tempo di 10^1.000, l’impulso si è portato al suo valore al quadrato, di 10^2.000.

Sembra che tutto si espanda sempre più … mentre invece il tutto è perennemente unitario.

E il sistema di calcolo posto alla base della creazione dell’universo postulato dalla <Fisica Amodea> dimostra vero quello che è affermato dalla religione Ebraica, che Dio creò unitariamente l’universo procedendo in giorni.

Se consideriamo che Bibbia 1 si intitola BRASIT e sono lettere che in valore numerico sono 913, e controlliamo il risultato che abbiamo ottenuto dividendo le 16 cifre elementari ottenute dal calcolo, quando sono state divise per la carica elettrica unitaria in Coulomb, il cui intero è 5.324.913, ecco posti in principio proprio il 913=BRASIT. Seguono i 4913 che si “girano” sorprendentemente in 4631 e sono il contenuto di Bibbia 1,1,1 (Libro, capitolo e versetto). Il 9 si è girato in 6 e il 13 in 31.

Quanto è posto oltre, il 532 = 365+167 rivela i giorni interi dell’anno che si incrementano esattamente del 39° numero primo, che rappresenta il moto di 1 nell’intera realtà 40, ciò espresso attraverso il numero di ordine dei numeri primi.

Se noi rovesciamo l’ordine, risalendo dalla dimensione di 10^-1000 a quella di 10^-999, abbiamo questa sequenza, del ciclo elementare della carica-base dei primi 16 valori, La <Fisica Amodea>, con le due operazioni che hanno formulato quella tabella, è davvero venuta a capo della costruzione dell’universo come se si riprendesse un <Film>.

L’esistenza del supporto vuoto su cui collocare anche lo zero è egregiamente eseguita come 1.000 : 99 e il ciclo 10, diviso per i numeri primi messi in ordinata sequenza decimale, ha consentito ai numeri primi di sovrapporre ad essa i numeri naturali che essi rappresentano nel loro valore ordinale, che è quello che li ordina nella sequenza decimale. È un risultato di una sintesi davvero unica e sorprendete.

Ora sappiamo che la <e> = 2,718281828459045 è nelle sue 16 cifre quella che controlla le deformazioni dovute ai valori esponenziali in base 10, del ciclo numerico.

Anche quanto appare a 16 cifre nella matrice della dinamica con 10^3 cifre decimali e solo una deformazione dovuta al ciclo della decina, per cui la <Fisica Amodea> ha cercato di vedere il rapporto lineare tra le 16 cifre a dimensione millesima dell’unità date dalla matrice e quelle espresse dalla base <e> dei logaritmi naturali.

Sia per divisione, sia per sottrazione.

La <e> è stato posta a dimensione 10^16 8.531.452.152.613.777 ::2.718.281.828.459.045 = 3,1385 4585 fino alle 8 cifre della realtà complessa.

3,1385 4585 è l’unità dello spazio 3; 0,1385 4585 è l’unità del tempo data da 1/10; 0,03815 4585è la dinamica data dai primi 16 n. primi; 0,0004 4444 è il piano a due lati 66666/3 dell’energia; 0,0000 0141 è il moto 3, spaziale, di 666/6 di flusso E. +8.531.452.152.613.777 - 2.718.281.828.459.045 è la base <e> logaritmica a

a lati 10^15 unità spazio-tempo

dinamica 16 n. primi a D. 10^13

5+5+5 a D. E.M.

realtà 1.000+3.000 di spazio-tempo +5.813.170.324.154.700 dinamica 7 del lato 100 della realtà +5.813.170.324.154.732 è 2^5 di presenza unitaria

Alla ricerca del Bosone di Higgs, che dà la massa

Il Bosone in questione era stato immaginato esistere da Higgs alla metà del secolo scorso e tutti i fisici si erano messi alla sua caccia, anche la <Fisica Amodea> che era arrivata anche a scovarlo.

Per la <Fisica Amodea> la massa sta acquattata in un piano trasversale di energia che poi si rivela quando l’energia si muta in massa cinetica.

Ora, per la <Fisica Amodea> il valore unitario della Energia stava in quel 66 che era conforme all’energia di Ma× Planck alla dimensione di 10^-35 Js.

Questa dimensione, data da (10^-7)^5 era quella che coinvolgeva con 10^-7 il tempo del 10^7 che era tutto il moto della cubatura unitaria in 10^3 nell’unità di 10^10.

Quando il tempo di 10^-7 si elevava alle 5 dimensioni del solo universo avanzante nel positivo del ciclo complesso unitario in 10, allora era alla dimensione 10^-35 che il prodotto tra un Joule e 1 s l’avrebbero identificata come unitaria, in quella di 66 × 10^-35 Js.

Tutte le altre cifre decimali c’erano, ma come tutti i tempi riguardavano un futuro non ancora presente.

Per la <Fisica Amodea> l’energia era in un piano trasversale a lati 33 e 33 la cui totale lunghezza era 66, e il suo tempo ½, il terzo 33 si rendeva presente proprio esistente nel tempo 1, della Carica Elettrica in 17,0276634, che nei 66 centomillesimi erano tutta l’energia elettrica in 10^-10 piano elettromagnetico dato da 10^5 × 10^-5.

All’energia di 66×10^-5 seguiva la presenza 1 del suo dimezzamento nei 34×10^-7 che erano il moto di 10^-3 in 10^-10.

Ora la stessa energia 66 era potenziale esistente in perfetto equilibrio tra -33 e +33. Il solo +33 poteva mettersi in moto per i suoi 33/3 = 11, passando con 33+11 al 44 dell’unità del bosone della massa.

Per la <Fisica Amodea> già la dimensione 4 della realtà costituiva di per sé tutto il moto unitario dello spazio a indice 3. Se la realtà a 4 dimensioni riguardava la presenza 1 del ciclo 10, dunque un totale di 11 in linea, allora 4×11 era una massa unitaria e reale avente come dimensioni il numero 44.

Oltre che la Carica Elettrica anche l’unità dell’intensità della luce, la candela, nella sua unità di 540 ×10^12 Cicli al secondo, rivelava nel ciclo 10 di 54, di essere il bosone 44 caricato di tutta la dinamica 10.

Una terza verifica lo confermava, e questa volta a partire dalla velocità della luce misurata in 299.792.458 m/s nel vuoto. Essendo una costante molto vicina a 300.000.000, la <Fisica Amodea> si è lasciata interrogare da questa vicinanza e ha intuito che essendo una cosa “concreta” anche la luce doveva avere una sua unitaria sezione trasversale. Che non sarebbe apparsa nella linea del flusso proprio per la sua direzione perpendicolare al flusso reale.

Da 10^10, indubbia unità, allorché si pone “in principio” che 10 indichi in linea tutta la presenza, la divisione per l’area 100, data da 10^2, portava a un flusso di 10^8 su ciascuno dei 3 parametri perpendicolari dello spazio, per cui l’intero fosse dato da 3×10^8.

Essendo tutti questi indici della base 10 di calcolo: 10^300.000.000 : 10^299.792.458 = 10^207.542 indicava, nell’indice di 207.542 i metri dell’espansione invisibile in quanto perpendicolare al flusso.

299.792.458 : 205.542 = 1444.4805513100 fino alla dimensione atomica mostrava il volume 1.000 sommato al Bosone 44.

Una volta 44×10 lo presentava 440, per il ciclo 10 dello spazio e la seconda, per il ciclo unitario 1/10 del suo tempo lo presentava in 44×1/10 = 4,4.

1444,4 mostrava a tutta evidenza il bosone 44 che dava la massa proprio alla Terra, laddove 1.440 (soltanto quelli della presenza nello spazio erano esattamente tutti i minuti primi contenuti in un intero giorno di rotazione attorno al sole della massa terrestre).

Dove in Fisica, per confermare le “tesi” occorrono esperienze reali, questa era fatta a partire dall’intera massa del nostro pianeta, ed era incontrovertibile.

In relazione alla quale inconvertibilità ne parlerà in seguito, poiché in questo pezzo di discussione non desidero distrarre l’attenzione dal Bosone della massa. Che la <Fisica Amodea> aveva confermato.

Vi era anche una chiara relazione tra 44 e la quantità 1,25 data da 10/8. Infatti il 44 è 8 se si sommano i due 4 ottenendo 8 che +1+1 (di area trasversale) è poi il 10 che diviso per 8 divide non solo l’8 ma anche il 2 trasversale ottenendo in tal modo 1 sommato a ¼=0,25.

In relazione alla Terra, 1,25 era la presenza complessiva data dai 10/8 del ciclo 10 e si presentava anche come la lunghezza del piano trasversale. Essa, sommata alla lunghezza di 364 altri giorni (dati esattamente da 7×52 settimane) portava a un anno esatto solare di 365,25 giorni. Questa corrispondenza tra area e lunghezza era dovuta al fatto che sia 2+2 sia 2×2 sono sempre 4.

In tal modo, nell’anno terrestre e posto unitario 1 giorno, l’area trasversale unitaria dello spazio-tempo è 1,25 e rappresenta il suo bosone di massa in relazione all’anno.

Sempre in relazione alla Terra, il 1444,4 mostrava la presenza del bosone 44 in relazione alla dimensione del giorno espresso in minuti primi, ed era collegato al 44 che si sdoppiava: un 4 su un ciclo 10 e il secondo 4 sul ciclo unitario come dato da 4 × (1+10).

Io resi di pubblico dominio (o almeno ci provai) su Internet e presso riviste scientifiche. Ma – o per la mia incapacità dialettica o per la loro scarsa attenzione o chissà per cosa altro ancora, la mia <imbeccata> alla Fisica non sortì alcun effetto.

Soltanto quando hanno determinato le misure del Bosone in 125,35±0,15 GeV/c2 con l’incertezza tra +0,15 e -0,15, io ha avito la prova a conti fatti in altro modo dell’esattezza della previsione fatta dalla <Fisica Amodea>-

Infatti 125 assecondava l’area trasversale terrestre 1,25 terrestre alla dimensione 100 del lato della realtà.

Il tempo 0,35 assecondava la dimensione 35 a cui dovevano considerare l’0energia elettrica nel suo intero 66.

Anche l’indecisione tra -15 e +15 comprovava che lo scarto stava dei centesimi unitari del lato 100 della realtà nella presenza della crescita intera 30 del ciclo 10 spaziale. Misurando il Bosone di Higgs nello spazio reale avente il ciclo complesso 30 il valore trovato sarebbe dipeso da dove la misurazione era fatta in quel.

Il riferimento alla c^2 era fatto nei confronti dell’invariante 9 esistente nel ciclo numerico 10. Che riportava il tutto alla sua unità.

L’altro successo totale è stato appurato quando si sono fatti i calcoli, e i GeV sono stati portati a essere descritti solo in spazio e tempo nella dimensione unitaria dei Joule.

Con GeV = 10 ^ 9 × (1.602176634 aJ = 1 eV) abbiamo 1,602176634 aJ. Pertanto, 125.35 × 1,602176634 aJ. determina 200,8328410719, che è dato dall'intero 200 più alcuni decimali, quando utilizziamo i valori "unitari" del GeV.

D'altra parte, 200 è un numero intero e senza decimali ove usiamo numeri "assoluti" e moltiplichiamo 125 (= 1.000 / 8) per il 16 (= 4×4) nell'unità 1/10 del tempo.

Continuando coi valori "unitari”, 200,8328410719 deve essere diviso per c ^ 2 (che risulta uguale a 89.875.517.873.681.764 m ^ 2 s ^ -2).

Si ha 22,34566718760569777709374345950333 × 10 ^ -14 (alla dimensione subatomica 10 ^ -4, dove quella atomica è 10 ^ -10 m).

Questo avviene laddove invece il 200 "assoluto", diviso per il c ^ 2 uguale al 9 "assoluto" dato da (3/1) ^ 2, dà, alla stessa dimensione della realtà subatomica 10 ^ -14, l'esatto numero dato dal 22,22 periodico, flusso “lindo e pinto” di 1/3 dell’energia totale espressa dai 2/3 del flusso.

Nel conteggio colle “unità”, l'intero flusso 22, del bosone di Higgs, è certamente l'intero 44, nel piano trasversale dato da 22 + 22 di lunghezza, annunciato dalla <Fisica Amodea>.

Con riferimento a J, nell'unità h della costante di energia di Ma× Planck in 66.2607015 Js × 10 ^ -35, intero soltanto alla dimensione unitaria dell'indice -35, data da 7 × -10 / 2 (laddove 7 è l'intero il moto dell'indice 3 del volume nell'indice unitario 10 del ciclo numerico, e il negativo -10/2 è l'unico percorso negativo esistente nel ciclo complesso 10 che procede da -5 a +5).

Pertanto, il Bosone 44 della <Fisica Amodea> vale i ¾ dell'intera energia di Planck con h = 66, alla giusta e opportuna dimensione di 10 ^ -35 Js.

A riprova, il valore trovato in 125,35 pone il riferimento alla stessa quantità decimale 0,35.

Quando la fisica cercava di sperimentare le onde gravitazionali, la <Fisica Amodea> già aveva determinato che si sarebbero dovute cercare ove era visibile il ciclo 10, cioè all’interno del totale espresso da 10^44.

Poiché 10^44 è dato da 10 ×10^43, i Fisici avrebbero dovuto cercare nel tempo corrispondente a 10^-34 minuti secondi, e avrebbero “trovato” l’esistenza del ciclo 10 dell’onda elettromagnetica.

Alla ricerca delle onde gravitazionali

La Fisica cercava di scoprire sperimentalmente le onde gravitazionali, anche qui procedendo come a tentoni.

Sarebbe riuscita molto prima nel suo intento se avesse prestato attenzione ai suggerimenti della <Fisica Amodea>. Avendo individuato in spazio-tempo il bosone che dava la massa nella dimensione 44 in cui la presenza 1 del ciclo 10 esisteva nella dimensione 1 del tempo del flusso di quella 3 dello spazio, questa dimensione sarebbe esistita in 44 cicli interattivi della presenza 10 del ciclo unitario determinato da un suo 1/10.

10^44 era dunque il periodo totale. E per individuare l’onda esistente nel ciclo 10 della presenza bisognava considerare il ciclo 10 di 10^43, nel tempo di 10^-43 minuti secondi.

Se avessero osservato il fenomeno unitario elettromagnetico nel tempo di 1/10^43 minuti secondi, avrebbero ristretto la ricerca nel suo ciclo 10 in cui avrebbero rinvenuto l’oscillazione dell’onda gravitazionale.

La teoria elaborata in questo semplice modo dalla <Fisica Amodea> avrebbe fatto risparmiare ai ricercatori molti anni di ricerche. Purtroppo, la totale mancanza di credito da parte del Consesso scientifico nelle argomentazioni della Fisica che ho chiamato col mio cognome per staccarla da quella ufficiale, non ha consentito questo guadagno alla Fisica.

Quando finalmente giunsero a vederne realmente l’onda in una ricerca ristretta a 10^-43 secondi, diedero ragione alla <Fisica Amodea>.

Ancora una volta, una teoria suffragata nuovamente da prove concrete dovrebbe essere giudicata valida, ma nemmeno questa volta ciò è bastato alla <Fisica Amodea>.

Sostanzialmente manca ai Fisici l’idea di una presenza base 10 ad ogni unità composta ta 10/10. Il ciclo 10 è considerato uno dei tanti e secondo loro non vi è alcuna reale ragione per cui la Natura dovrebbe seguire scrupolosamente il ciclo 10.

A nulla vale questa considerazione generale: se io fisso un ciclo base N/1 e su esso determino le sue unità date da N/N, in tutte le misurazioni in cui io stesso l’ho posto in atto io troverò il mondo realmente ciclico conformato sulla base del ciclo N/1 con cui io l’ho misurato.

Se considero unitario ad esempio in ciclo 12/1 per misurare un ciclo reale io lo troverò lungo 12 sulla base del tempo unitario della presenza di 1/12. Ora se questo ciclo 12 io l’applico con una matematica strutturata sul ciclo 10 della sua unità decima, 12^2 sarà l’area 12×12 e, una volta misuratala con la matematica decimale, risulta 144, ed è già il piano 10×10 caricato del bosone 44 di massa, nel mentre dovrebbe essere unicamente l’area unitaria del ciclo 12.

Solo il ciclo di un computer che fosse impostato su unita di 1/12 del ciclo, avrebbe per risultato la sola area.

Ma per quale ragione si è imposto il ciclo 10, nella matematica?

I promotori del ciclo base 10 sono stati i numeri primi. Essi sono quelli che hanno come divisori solamente 1 e se stessi. Di conseguenza sono, ad uno ad uno, legati al ciclo 10 che li rappresenta. Il numero primo 7, ha 7 unità legate al suo ciclo 1, si presenta come 7/1 uguale a 8.

1. 2/1 esiste nel 3

2. 3/1 esiste nel 4

3. 5/1 esiste nel 6

4. 7/1 esiste nell’8

5. 11/1 esiste nel 12

6. 13/1 3/1 esiste nel 14

7. 17/1 esiste nel 18

8. 19/1 esiste nel 20

9. 23/1 esiste nel 24

10. 29/1 esiste nel 30

11. 31/1 esiste nel 32

12. 37/1 esiste nel 38

13. 41/1 esiste nel 42

14. 43/1 esiste nel 44

15. 47/1 esiste nel 48

16. 53/1 esiste nel 54

Ora è evidente che tutti questi 1 sono veri 1, essendo in ogni caso dati da N/N, e in ogni caso i loro numeratori sono i multipli sempre della stessa unità.

Possiamo a questo pinto dare la somma di tutti questi coerenti 16 primi numeri primi e essa risulta data da 381/1 se abbiamo strutturato ogni numero primo in base al ciclo 10.

Infatti le 53 unità, se usassi il ciclo unitario 12, con 53/12=4,416666... leggerei in questo modo indefinito il 5,3 ben definito misurato col 10, che poi ×10 lo riporta a 53. Anche il 4,41666 ×12 ritorna a 53.

Ora la somma unitaria di 381/1 esiste in 382, ma se consideriamo che ciascuna di esse è 1 in più, il loro totale non è più di 381+1 ma di 381+16+1 = 398 il che è il flusso del piano a lati 1 e 1 nell’unità di 400.

Solo il ciclo 10, unico per tutti, consente questo totale assetto della realtà dei numeri primi, riguardante un quadrato di lato 100 e uguale al lato della realtà del piano dato da 100×100 solo tra due suoi lati. Per determinarli:

1/1 +1×1 =2 e il 2° n. primo è il 3 di 2/1

2/2 +2×2 =5 e il 5° n. primo è l’ 11 di 10/1

3/3 +3×3 =10 e il 10° n. primo è il 29 di 28/1 =7×(1+3)

4/4 +4×4 =17 e il 17° n. primo è il 59 di 58/1 = 116/2

5/5 +5×5 =26 e il 26° n. primo è il 101 di 100/1

6/6 +6×6 =37

7/7 +7×7 =50

Da questo si vede che il ciclo 10 è l’ideale mediatore dato dal decimo numero primo che mette su una sola linea:

(1+1+1+1+1+1+1+1+1+1+1+1+1+1+1+1+1+1+1+1 +1+1+1+1+1+1+1+1+1)/1 che non sono state contate ed espresse in una somma ciclica come il 29 che li divide esattamente in 30 cicli -1, in cui il 29 è il totale percorso di 1.

Se noi – per esempio – usassimo il ciclo 12, noi

avremmo:

12 il primo

12 il secondo

05 e leggeremmo 24+5/12 =24,41666... una cosa indivisibile per 1

Il ciclo 10 ha una virtù intrinseca.

Del resto la prova è che se usiamo una numerazione binaria i numeri perdono la gerarchia esistente nei numeri decimali.

Ma ammesso pure che questo tentativo di spiegazione espresso così male non vi abbia convinti per la indisponibilità da parte vostra ad aggiungervi un vostro contributo autonomo, resta un fatto incontestabile:

Se noi misuriamo unità reali esistenti in natura ciò ciclo 10, se sono vere unità sono misurate in valori multipli dei cicli 10 e i loro numeri vi diranno quanti essi sono.

10^3 è i 3 multipli di 10×10×10 interattivi per dare volume, mentre sono 10+10+10=30 in lunghezza totale.

Ciò detto, poiché la Fisica ha adottato il ciclo 10 per determinare la dimensione del metro, del chilo e nel minuto secondo, Su cui si basa poi tutto, troveremo il mondo ciclico numerato a seconda del ciclo che noi abbiamo adottato.

O Fisici che attaccano l’importanza fondamentale del ciclo 10 per la <Fisica Amodea> se ne sono (per lo meno!) scrordati.

Alla ricerca dell’intera velocità della luce

Sappiamo dall’esperienza che un raggio di luce percorre nel vuoto 299792458 metri in ogni secondo. Ma si ignora la stessa esistenza della sezione reale e trasversale di questa onda... come se non l’avesse!

Ebbene, la Fisica Amodeo la “smaschera” in quanto in (×,y,z,t) le 4 dimensioni che se unitarie sono tutte 1 in ciascuna, la velocità “totale” dello spazio rispetto al tempo è esattamente 3/1. Alla dimensione unitaria totale 10^8 m data dall’unitario 10^10 m^3 diviso per il piano trasversale unitario in 10^2 m^2, le 3 componenti diventano lunghe 300.000.000 metri.

Pertanto la differenza tra 300 milioni di metri e i 299.792.458 m della luce “non possono essere altro che la lunghezza espansa in direzione trasversale al flusso”

10^300.000.000 m : 10^299.792.456 m divide 10^207.542 e l’indice 207.542 indica certamente l’espansione trasversale unitaria in metri.

In Tal modo la <Fisica Amodea> ha consentito di smascherare l’Unità Elettromagnetica nel piano a lati dati da 207.542/2 uguali a 103,771 m in ciascuno dei due.

In tal modo 299.792.458 moltiplicati per il lato reale e positivo 103.771 dà 31.109.763.159.118 m^2, come area di tempo.

365,25 × 86.400 s = 31.557.600 sono i secondi di tempo unitario di un anno, e nell’unità complessa data da 10^6 sono 31.557.600.000.000.

+31.557.600.000.000 i s in 10^6 anni, - 31.109.763.159.118 sono contenenti

=00.447.836.840.882 in cui:

44×10^10 è il bosone di Amodeo, unitario di massa; 7×10^9 è tutto il moto dello spazio a 3 dimensioni nelle 10 del ciclo, alla dimensione 9 della c^2 intera data da (3/1)^2.

8×10^8, alla dimensione dell’intero moto di 10^2 in 10^10 mostra il complesso 4+4=8.

36×10^6 mostra alla dimensione dello spazio unitario complesso il 6×6 indicante tutti i 6 versi centrifughi elettrici interattivi coi 6 centripeti magnetici.

84×10^4 misura la realtà unitaria in 10^4 data dal piano trasversale a lati 40 e 40 che fluiscono nel tempo decimale di 40/10.

882 è l’espansione lineare unitaria elettrica in 6 versi esistente nel complesso intero dato dall’ 888 che è dato da 666 (l’intera energia) +666/3 (il suo flusso spaziale unitario 1/3 dello spazio a 4 dimensioni). Come è evidente, la differenza nel tempo sta solo nella presenza dei valori unitari che si pongono “in principio di riferimento unitario” e si sommano a quanto dato dal flusso della luce moltiplicato per il lato reale di 103.771 m del piano unitario, che somma il positivo al negativo nel suo valore tot. di 207.542 m in lunghezza.

207.542, diviso per la velocità assoluta 9 di c^2, è uguale a 23.060 +22/99. In esso:

22.000+22/99 è il flusso di energia del Bosone di Higgs uguale ai 44/2 del Bosone di Amodeo, nell’infinito tempo dato dal 22 periodico.

00.060 è il ciclo del tempo in cui 10 va nei 6 versi elettrici. La Fisica ancora ignora questo ciclo.

299.792.458 : 207.542 = 1.444,4905513100 fino alla dimensione 10^-10 m dell’atomo, e così mostra la sua struttura nel tempo!

1.444,4905513100 sono tutti valori unitari dati da:

1.000 il volume unitario dato da 10^3; 0.440 bosone di Amodeo nel ciclo 10 reale

0.004,4 idem nell’unità decima del tempo;

0.000,090 è la c^2 =9 alla dimensione centesima del lato 100 della realtà;

0.000,0005 lato elettrico alla D. 10^-4 reale;

0,000,00005 lato magnetico alla D del lato 10^5 dell’area elettromagnetica 10^10; 0,000,000001 è l’unità a D 10^-6 dello spazio; 0,000,0000003 è il moto intero 3 alla D. intera 10^-7 del moto di 10^3 in 10^10; 0.000,00000001 è l’unità del complesso 10^-8.

Tutto questo è perfetto e apre lo spazio all’analisi

totale di quelle che sono le quantificazioni fatte con le dimensioni reali unitarie, che sono sempre meno del valore totale, avendo spostato parte dell’intero a denominatore 1 per avere la corrispondente unità del valore intero. Esemplare la Carica unitaria della luce in 624/1 Coulomb che, nel valore intero, sono i 625 dati da 5^4.

Mentre 10^4 : 5^4 = 16, è l’intero dato da 4×4 l’unità misurati in Coulomb vale 16,02176634 e somma all’intero 16 lo 0,02176634 che si rivela essere la dinamica nel tempo, data da:

7+7+7/10^3 +7/10^4 .

66/10^6 è l’energia unitaria alla D 10^6 dello spazio complesso.

34/10^8 è la presenza 10^-8 unitaria sommata al flusso nel tempo ½ di 66/2 alla stessa dimensione 10^8 della luce. Si ottiene questo poiché il tempo 1 dei 624 valori unitari si rimanda nel tempo di 10^5/624 = 160,256410, che è il ciclo 10 della carica 16, periodico nel valore decimale dato dai 10/(40 -1) che dividono il ciclo intero 10 per tutto il moto 39 dell’ 1 quando è esistente nell’intera realtà 40.

16,02564102 riferito all’unità dei

16,02176634 Coulomb mostra la differenza

00,00387468 in cui

00,00381000 è tutta la dinamica unitaria 300+3^4

00,00006464 è 2^6 moltiplicato al 26° n. primo 101

00,00000004 è la realtà a D 10^-8 della luce.

Come si vede, la <Fisica Amodea> permette la perfetta analisi, quando i valori sono totali e non unitari.

In tal modo, allorché il modello unitario posto in principio si somma al valore unitario dei Coulomb, lo portano ad essere esattamente quanto il tempo dato da 10^5 diviso per le 624 quantità unitarie dei Coulomb.

La Fisica Amodeo apre così spazi immensi alle possibilità della Fisica Sperimentale (che ha definito perfettamente le quantità unitarie).

Completa tutte le unità, rivelando tutto quello che in esse manca ancora da conoscere, per avere tolto sempre una unità dal valore intero.

L’impatto col mondo reale e scientifico

Per le molte traversie e i molti traslochi, non posso documentare il progetto con gli originali. Tuttavia essi sono atti pubblici e possono essere reperiti presso il Ministero dell’Industria.

Questa innovazione, approvata dal Ministero nel 1986 per 1,195 miliardi di lire, riguardava il mondo dei computer.

Nel 1985 le case che producevano calcolatori dedicati alle applicazioni specifiche, producevano sistemi monouso, che non dialogavano né con quelli delle altre aziende, né con gli stessi modelli propri appartenenti alle generazioni precedenti.

Le aziende utenti subivano un vero e proprio ricatto, perché questa mancanza di dialogo impediva di conservare i modelli precedenti, integrati con i nuovi.

Occorreva disfare leasing quinquennali perché ogni due anni nuove generazioni imponevano una radicale ricostituzione del macchinario a disposizione.

Erano coinvolti costi mostruosi.

Per dare una idea, un sistema che oggi costa poche migliaia di euro, ossia di decine di milioni di lire, nel 1977 costava 300 milioni di lire.

Erano macchine meno potenti, meno veloci, meno maneggevoli, ma il loro costo era tale che una piccola azienda non poteva che acquistarle in leasing, ossia a rate.

Occorreva peraltro una scadenza almeno quinquennale, per distribuire meglio i costi.

Così, dovendo rivoluzionare tutto soltanto dopo due anni, ne veniva un tale danno alle aziende che molte di esse

lavoravano solamente per pagare i canoni relativi all’acquisto dei macchinari.

Io ideai e proposi una soluzione tecnica a questo problema, creando una struttura che mettesse in grado di dialogare tra loro tutte le macchine, di qualsiasi modello facessero parte.

Occorreva accentrare tutti i dati consentendone l’accesso da circa la trentina di lettori di dischi diversi e di differente formattazione che esistevano allora, in modo che potessero poi essere decentrati a piacere, e nuovamente trasferiti sui differenti dischi di quei modelli.

Naturalmente occorreva trascodificarli, perché ogni casa ed ogni tipo di macchina usava codici suoi.

Il progetto, presentato al Ministero, fu approvato e fu stilato il contratto.

A documentazione di tutto ciò presento una lettera spedita al Ministero, nella quale spiego le modalità relative al primo accredito del finanziamento ministeriale.

Dalla lettera che mostro nella prossima pagina si apprende che il contratto stipulato tra la mia Società (di cui possedevo il 95% del capitale) e il Ministero è il numero 521. Pertanto chi volesse maggiori notizie può risalire alle dirette fonti giacenti presso il Ministero dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato.

Dopo che, nel 1986, il Ministero dell’Industria approvò e collaudò un Programma di innovazione tecnologica per 1,195 miliardi di lire, pari a oltre un milione di euro d’oggi, sull’intelligenza artificiale, ideato, promosso e realizzato tutto da me, ho affrontato lo studio di una macchina per la produzione dell’energia da fusione atomica, chiedendone il brevetto nel 1994, mi sono occupato della “Relatività”.

Ho portato più in là la teoria di Einstein, approdando alla “Relatività Assoluta” e, grazie a ciò, sono arrivato a preventivare che cosa di reale e di naturale vedrà l’uomo, varcato il limite della presunta morte.

In tutto ciò il mondo scientifico attuale ha denunciato i suoi limiti, dimostrandosi incapace di accorgersi della luce di profonda novità e verità che esisteva nelle mie prese di posizione.

Fu allora che scrissi e pubblicai <L’universo impensato>,

Studiando la natura dal punto di partenza mio, di architetto, mi ero accorto di come esistesse in natura una simmetria assoluta tra il campo positivo, che risultava all’esperienza, e quello negativo, che assolutamente non risultava esserci.

Come era possibile qualcosa che c’era ma che non sembrava avere alcun possibile spazio per poter esistere?

Così mi accorsi dove poteva essere il campo negativo: all’interno del nucleo.

In sostanza i due campi erano come una clessidra e il punto centrale di essa era il nucleo.

Poiché tutte le linee di confluenza passavano per quel centro, chi era presente in una delle due parti della clessidra vedeva soltanto il nucleo, che conteneva apparentemente, in sé stesso, tutto l’opposto campo.

Mi ero accorto che nella natura esisteva la prospettiva.

A noi, per effetto prospettico, sembra che il Sole sia piccolo.

Sapendo che esiste questo modo della visione nell’acquisire i dati, desumiamo che il Sole è molto più grande della Terra.

Quando andiamo a guardare nel piccolo, percepiamo dei dati e ci dimentichiamo che, anche in quel caso, esiste la

prospettiva, che domina il modo con il quale essi ci sono presentati.

Non considerando che ci sia questa prospettiva, crediamo allora assolutamente in quello che vediamo, come se le grandezze apparenti fossero vere.

Io capii che l’elettrone era la particella più piccola possibile, essendo l’unità su cui si poggia poi tutta la nostra esperienza di base, e che tutte le particelle che apparivano più piccole semplicemente lo sembravano per effetto prospettico, data la distanza dall’elettrone che era il nostro referente a livello atomico.

Segnalai questa mia osservazione al Rubbia, premio Nobel italiano in fisica, allo Zichichi, ma nessuno mi degnò della benché minima attenzione.

Ora io ero un architetto e mi esprimevo nel linguaggio cui io ero abituato.

Certamente devo avere arrecato molto disgusto a questi luminari, per il mio scibile così differente dal loro… dunque concludevano che io non ne sapevo un’acca!

C’è la cattiva abitudine, tra le persone, che se uno compie una ricerca molto ampia e scopre una grandissima quantità di verità, ma altre no, viene rigettato tutto il suo lavoro soltanto per le poche cose che ha sbagliato.

Questi scienziati si comportano come un cercatore d’oro che, trovata una carrettata di pepite d’oro, assieme ad un 10% di sassi, butta via tutto per causa di quei sassi.

Così dovete mettervi, nell’ordine mentale, se leggerete le mie cose scientifiche, come ad esempio il libro che scrissi nel 1993, l’«Universo Impensato», di cui vi presento la copertina.

In esso dimostravo dove fosse il campo negativo: in un universo mai neppur pensato prima possibile. 2013 2014 La “Relatività Assoluta”

La tappa successiva fu qualcosa che mi portò sullo stesso percorso seguito da Einstein, e poi abbandonato.

Egli cominciò in modo geometrico naturalistico, affermando le 4 dimensioni della realtà fisica e poi, stranamente, abbandonò quella linea per inerpicarsi per gli aspri sentieri della matematica.

Se avesse proseguito su quella strada dimensionale, avrebbe ragionato in modo semplicissimo, come segue.

Se “in assoluto” esistono una dimensione per il tempo e tre per lo spazio, poiché la velocità è definita come “spazio/tempo”, la velocità “assoluta” deve essere necessariamente tre a uno, 3/1, essendo 3 (in assoluto) le dimensioni dello spazio ed 1 (in assoluto) la dimensione del tempo.

Pertanto nella sua formula famosa, in cui afferma E=mc2 , poiché c è la velocità assoluta, la formula, quantitativamente deve essere E=mc2 =m9. In tal modo avrebbe dato numeri assoluti alla sua Relatività Ristretta e l’avrebbe trasformata in una Relatività Assoluta, dominata da numeri assoluti.

Si sarebbe accorto come il ciclo intero dello spazio tempo fosse compreso nel numero assoluto 10, all’interno del quale il porsi relativo 9/1 di tutto lo spostamento possibile dell’unità al suo interno.

Poi avrebbe notato come, dalle misurazioni relative della velocità della luce, derivasse una c 2 uguale, numericamente, a 8,98755 anziché 9, e avrebbe capito la differenza esistente tra dati assoluti e gli stessi misurati nel relativo.

Se in assoluto esce un certo quantitativo d’acqua da un rubinetto e, per misurarlo, posso solamente adottare un suo decimo come unità di misura (e così facciamo linearmente con l’unità della massa, che è un cubo d’acqua avente per lato 1 dm, all’interno del m posto come unità dello spazio in linea),

posso star certo che, con quel decimo, io conteggerò soltanto altri 9 decimi e non 10 decimi!

Capito questo mi sono messo a scrivere tutta una serie di libri, libretti ed articoli, che ho inviato all’Associazione Italiana Fisici.

Dopo di avermene bocciati alcuni, si sono stancati perfino di scrivermi. Quali le ragioni delle bocciature? “Ormai abbiamo ben definito una grande quantità di cose fondamentali e non c’è alcun motivo per rimetterle in gioco.

È vero: non capiamo una grande quantità di cose, ma col tempo capiremo.” Posizione assurda.

Se, per una via, si arriva ad un vicolo cieco, occorre tornare là dove si imboccò quel vicolo, per superare l’ostacolo e proseguire.

Qui di seguito vi mostro soltanto le copertine di alcuni libri che ho scritto, senza entrare oltre nel merito, oggetto di quanto è raccolto nel quinto volume.

40 pagine, scritto nel 1995.

Pag. 52, scritto nel 2000.

A me non è mancato il coraggio di affermare le mie idee, nello spirito cibernetico di chi poi le corregga strada facendo, centrandole sempre più sull’obiettivo.

Ma troppe persone sono state colpite più dalle apparenti inesattezze che dalle vere e rivoluzionarie novità che vi erano contenute.

Ho spedito anche articoli alle principali riviste scientifiche del settore.

Ve ne presento alcuni con i relativi rifiuti a pubblicarli che ne ho avuti: poggiati sul sostanziale motivo che le mie argomentazioni erano così insolite che non c’era aspetto delle loro pubblicazioni che se ne occupassero!

Brevetto per l’energia pulita

Presento qui la domanda che inoltrai fin dal lontano 26.6.1984.

Il motore era soltanto descritto sotto il profilo teorico. Presento qui lo schema di massima, riassuntivo, allegato alla domanda. La domanda fu respinta, perché si poggiava su una idea che non era brevettabile.

Quale idea?

Che in un atomo di idrogeno, che ha un solo elettrone che gira in orbita, questa particella percorra un piano.

Però l’atomo mostra ugualmente il guscio elettronico come una sfera, il che significa che quel piano gira, come una moneta che sia fatta girare, e dà la sensazione della sfera. Il problema, a non fare incastrare tra loro due atomi di idrogeno, fino a fonderli, deriva da questa rotazione.

Essa può essere bloccata con un idoneo campo magnetico.

Ottenuto questo, i due atomi entrano uno nell’altro come due carte da gioco che siano raccolte in un mazzo.

Quando si sovrappongono, la repulsione tra i due elettroni aventi la stessa carica è tale da disporre i due piani in modo tale che siano perpendicolari tra loro, e si forma un atomo di elio, con grande sviluppo di volume e dunque di potenza.

Procedendo gli studi su questo argomento, sono poi passato, con il volgere degli anni, a realizzare 4 prototipi differenti, da sottoporre a sperimentazione. Ma l’incidente del 29 gennaio 2002 (quando già avevo chiesto in modo informale al Sindaco di Ceriano Laghetto e al Vicesindaco di Gerenzano, un sito su cui effettuare gli esperimenti, e già avevo contattato la proprietà della Cava Fusi, avendone risposta negativa) mi costrinsero a smettere ogni cosa.

Questa via è quella giusta che porta all’energia pulita.

In un motore a scoppio, che agisce nel campo elettrico che connota quanto sia esterno al nucleo, valgono le reazioni chimiche, che portano la miscela di gas ad esplodere in presenza di una scintilla elettrica.

In modo speculare, nel campo interno al nucleo, valgono le reazioni simmetriche alle elettriche, ed occorre una “scintilla magnetica” a produrre non l’espansione che si ha nella reazione esterna, ma la concentrazione che si ha in quella interna al nucleo.

Il risultato però è ancora una volta di tipo espansivo, in quanto, entrati due atomi di idrogeno uno nell’altro, avviene una potentissima dilatazione, con grande manifestazione di energia, dovuta alla forza di repulsione degli elettroni, che non accettano di roteare sullo stesso piano, con una energia di gran lunga superiore a quella magnetica esterna che ha precedentemente impedito la rotazione del piano.

Di questi argomenti ho ampiamente parlato anche su Internet, dove avevo aperto un sito denominato New-Is.

A me che gli spiego “nientepopodimeno” come mettere d’accordo massa - peso ed elettromagnetismo (è quanto manca all’Unificazione della Fisica), rispondono: “Ci dispiace molto che il materiale inviatoci è, grossomodo parlando (e anche considerando le ristrettezze imposte a noi dal budget annuale in fatto di pagine) non di sufficiente interesse e/o di sostanziale pertinenza rispetto alle argomentazioni del nostro giornale…”

A questo editore mando un articolo nel quale gli spiego come unificare la massa peso e l’elettromagnetismo,

e mi risponde: “grazie per avere sottomesso il vostro articolo al Journal of Physics: Condensed matter. Comunque sia, noi non pubblichiamo questa sorta di articoli in nessuno dei nostri giornali e così siamo impossibilitati a considerare, di conseguenza, il vostro articolo”.

La <Fisica Amodea> ha compiuto un suo percorso conoscitivo reso manifesto dai libri che ha pubblicato, come questo sulla

Chiuso il 24-3-2.024 a Saronno

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