È il Lucifero caduto dal cielo … a fare che? (Isaia)
È l’inviato dal Demanio Divino; è il divino artigiano; degli Elohim è la divina emanazione, è la <D. Em.> emessa col preciso ordine dato ad un <tu> mondiale:
DEMIURGO, D. Em. <Yu R, GO!>
A chi Condivide che la “Divina Commedia” è una cosa buona
Platone e Pilato sono due note figure di cui la prima ha affrontato il cielo e la sua creazione terrestre entrando nel campo di Gesù Cristo.
Pilato è strato a gamba tesa su Gesù come un TERIMATOR.
Anche nel nome lo rivelano.
Sono, il primo nella lingua inglese del mondo che comanda: <mappa il numero uno!>;
Il 2°, nella sua lingua latina, si rivela < Cum Paupere Iesu qui ductus fuit ad finem> alias cum <p. I, lato> da <fero, fers, tuli, latum, ferre>, che nel participio passato significa <portato a termine> TERMINATO, dal <Terminator> Pilato
Platone: “Il DEMIURGO,
Mondo delle Idee e Materia”
Demiurgo è un nome forgiato da Platone, nella sua filosofia, deriva dal greco “demos”, che significa popolo, e “ergon”, che significa opera, ed è non l’Assoluto, ma un suo divino artigiano che plasma la materia sul modello delle idee.
La realtà – per Platone – non è creata dal nulla, per mano di questo trascendente artigiano, ma è da lui plasmata e vivificata da una materia preesistente e senza vita, dandole “animazione” attraverso un’Anima data al mondo stesso.
Osservando i modelli assunti dalle idee, il Demiurgo adatta il mondo materiale a quello ideale dell’Iperuranio, nome dato al mondo delle Idee.
Non essendo dotato del potere assoluto, il Demiurgo non può procedere ad un adattamento perfetto, poiché la materia in sé è imperfetta e impone un adattamento avente i limiti che ha la materia.
Il Demiurgo non è come il Dio dei Cristiani e dei Mussulmani, che è <onnipotente> e quindi ha potere totale, assoluto, per cui non è <onnipotente> e si limita a plasmare il mondo, nel rispetto di modelli, valori assiomatici.
Sostanzialmente, ha due limiti, e sono le due controparti che cerca di raccordare: da una parte i limiti imposti dalle idee, e dall’altra quelli imposti dal mondo materiale.
Le cose di questo mondo reale sono quello che sono, al di fuori di ogni valenza in materia di bene o male.
Questi sono giudizi assegnati al mondo materiale che provengono dal suo esterno e non fanno parte delle cose in sé.
L’opera mediatrice del Demiurgo è indispensabile, per la netta contrapposizione tra Mondo delle idee e Mondo materiale. Il primo mondo, l’Iperuranio, come dice il termine stesso va oltre il cielo reale, percepito attraverso i nostri sensi e lo trascende totalmente, non avendo alcun limite o delimitazione che dir di voglia.
I modelli che in esso esistono, sono quelli delle idee senza limite che lo compongono, per cui anche i modelli sono illimitati. Il secondo mondo, quello della Materia, è invece quello che è totalmente dominato dai limiti e dai vincoli, che sono moduli essi pure.
È usando pertanto i modelli, che esistono in entrambi i mondi, che può essere realizzata l’opera vivificatrice del Demiurgo, di questo artigiano che – con somma arte – modula il mondo materiale in base alle <idee> che si servono dei moduli, e tramite questi, sostanzialmente asserviscono la nostra realtà. Il mondo delle idee è così connesso a quello materiale attraverso 4 indispensabili modi.
Partecipazione, méthexis. Platone non lo dice, ma è simile a una somma, tra i due valori estremi, e a una sottrazione.
Comunione, koinonia. Allo stesso modo matematico, essa corrisponde a un prodotto e a una divisione.
Imitazione, mimesis. Sta nell’immagine e somiglianza delle cose del mondo reale alle idee esistenti nell’Iperuranio.
Presentazione, parusia. Sta nel conferire essenziale, assoluta presenza unitaria, al mondo delle cose (prive di <essenza> assoluta). Platone non lo dice, ma è come quella che è data dalla terza persona del verbo essere: <è!> e che si spinge fino al limite estremo di quel No<è!> che fa esistere il negativo nella partecipazione, e la divisione nella comunione.
Per Platone, le idee sono conoscibili nei due distinti modi: per scienza, Episteme, poggiata sul ragionamento (chiamato Dianoia) e sull’intuizione (Noesis); per opinione, Doxa, poggiata sulla credenza (pistis) e sull’l’immaginazione (eikasia).
Per Platone, la conoscenza scientifica è ottenuta attraverso la dialettica, che è la capacità di distinguere le idee tra di loro. Essa attua i due versi: di risalire alle idee partendo dalle cose e quello opposto di scendere alle cose partendo dalle idee. La filosofia a lungo ha praticato il metodo deduttivo, scendendo alla definizione del mondo reale … finché la scienza sperimentale – opponendosi totalmente a questo percorso secondo lei non retto da <sani principi> – ha rigettato la via filosofica … fino poi a ravvedersi tramite l’epistemologia, la filosofia della scienza, sostenuta in realtà da Platone.
Per questo filosofo, il mondo in sé della materia è una realtà preesistente a quella stessa reale, eterna e caotica fino a quando il Demiurgo non l’ha plasmata sui modelli messi a disposizione dalle idee.
Essa ha le due funzioni principali, del substrato dato da quell’essenza che non muta coi mutamenti, e della singolarità, che la distingue una dall’altra, in tutte le sue parti.
Poiché il mondo determinato, proprio in quanto tale non è infinito, l’esistenza infinita stride con ciò che è definito e tutti i limiti soggettivi rendono difficoltosa l’essenziale opera di raccordo prestata dall’artigiano Demiurgo.
Come conseguenza il mondo fisico è imperfetto e l’opera del Demiurgo – continua – è tesa a superare le delimitazioni del mondo delimitato, opera senza fine.
Platone e Pilato, insieme,
allorché uniti danno una vaga idea dell’assoluto, in cui esistono sempre i 2 opposti: uno che dà vita, l’altro che la toglie: PLAT ONE mondiale, PILAT o procuratore di ROMA sacrificante AMOR
L’Idea dell’ Assoluto (da <ab-solutus>, sciolto da ogni limite delimitante) sembra per la sua stessa natura, indefinibile.
Ma – se fosse davvero così – ecco che l’assoluto avrebbe in sé proprio questo limite: dell’indefinibilità!
Pertanto – proprio per la sua Onnipotenza, che è quella del Vero Dio dell’Essere e non essere di ogni cosa – il modello che modula l’assoluto è < indefinito in sé >.
Esistendo nella verità del suo fondamentale essere e non essere, l’Assoluto si serve della matematica, che è una perfetta scienza poggiata su <assiomi> posti veri <per principio>.
Essere e non essere si <sposano> in una famiglia facendo di 1 e 0 un numero solo.
Sono del tipo di Padre e Madre, l’essere associato per assioma a 1, e il non essere associato a 0, nella infinita loro sequenza, di tutti i tipi, può <ordinarsi> come la stringa lineare 0110100100010000… crescente fino all’infinito.
Essa prima si distingue in 01 10 100 1000 10000…, poi ricorre a un tipo di calcolo, il Logaritmico decimale, che si poggia essendo decimale sul 10, ma in modo da non farlo apparire, in attuazione del suo <non essere> e di farlo invece <essere> nel modo tutto potenziale espresso da 10^N, il cui Log 10^N <realizza> N solo come <numero di volte> in cui 10 esiste.
Quando tutti i numeri N si basano su 10, essi sono del tipo di N/10 e diventano numeri <decimali>. Ma quando questo 10 è del tutto fatto <non essere>, lo stesso N/10 diventa N/0, <indeterminato>.
Totale N0=1
La rappresentazione indefinita, di N, è data da N^0 e –con generale sorpresa – gli assiomi unitari della matematica forniscono il modello unitario dell’Essere del Non essere. N^0 è l’essere indefinito della base N di un numero qualunque e diverso dallo 0 indicante <non esistenza>.
N^0 = 1
Siamo però giunti a N, partendo dal Log 10^N = N, che lo ha qualificato come un numero di volte dato dalla reale esistenza assiomatica assegnata a 10. Per cui simo autorizzati a sostituire a N il ciclo 10 che gli fa da reale Padre.
10^0 = 1
Questa formulazione “genera” la famiglia data da Padre e Madre, diversi solo nella forma e l’Assoluto ha nuova valenza:
È per il Cristianesimo lo Spirito Santo, ed è quello dell’unità tra 10/1 e 1/10, che sono estrapolati in 10^0 quando si scompone nella potenza di 10^ (-1+1) uguale a 10/1 × 1/10. Demiurgo tra 10/1 e 1/10 è 1/1, lo spirito santo dell’unità tra i due opposti di Padre 10/1 e Figlio 1/10.
Pertanto l’ASSOLUTO ricorre alla VERITÀ secondo cui <10> è il matrimonio perfetto tra l’<essere indeterminato> dato da 10, e il <non essere unitario> dato dalla mancanza nel 10, di una “sua” unità.
10 resta indeterminato nella “sua” unità, per mancanza dello Spirito Santo nell’unità. Solo 10+1=11 è unitario nelle due dimensioni dell’unità e della decina.
Pertanto al ciclo 10 serve <assolutamente> la parusia dell’1, la sua reale <presentazione> se no è indeterminato.
Chiaramente, quando l’assoluto 10 si presenta in 1 e diviene 11 non è più <assoluto>, ma si è determinato nell’esistenza reale di una <famiglia> fatta da 10 e 10/10, che sono le due entità, una indefinita e l’altra definita a consentire all’ASSOLUTO, di essere RELATIVO, ma solo rispetto all’unità di sé data dai 10/10.
In potenza 66
È quello che la Bibbia mise in bocca ad un roveto ardente e che non si consumava mai> quando, in Esodo 3,14 (come p) la risposta data a Mosè che voleva conoscere il suo nome:
<Io sono colui che sono> Io-sono < 10 × 10 × 10 > × 10 > Comunione (koinonia) 10^4.
Il nome è Io-sono Uno in 10, e Trino in <sono chi sono> 10 ×10 ×10, a mimesi unitaria; e poi trina 10 × 10/10 = 10 nella Comunione del 10 +1/10 = 10,1 in Partecipazione (méthexis). Dio infatti – privo di limiti – non è solo Comunione, ma è anche Partecipazione, è anche Imitazione, (mimesis) in <colui che>, e infine è anche Presentazione (parusia) in 10 +10/10, presentazione Una e Trina contenuta poi in 11. Possiamo affermare, per ciò, che l’artigiano divino chiamato Demiurgo, sia l’11, in cui l’assoluto e indeterminato 10 in sé si è realizzato rispetto a sé ed è divenuto 11.
Quando poi 11 esiste nella quantità Trina di 11 11 11, ed è sé, come 111.111 × 111.111 = 12345654321 ha messo in azione i due modi di essere ascendente e discendente.
Sale con 10/81 = 0,123456790 in periodo eterno.
Scende se 80 e 81 si dispongono in 80/81 che quando è diviso, dà lo 0,987654320 esistente in un periodo eterno.
Il <saliscendi>, sommato a 24691/10^11, dà la continua crescita di 10/81, come potete verificare dal calcolo seguente.
=0,12345654321 dato da 111.111 × 111.111
+0,00000024691 flusso 4.631 dei lati 10.030 e 10.030
=0,12345679012 porta all’eterna salita data da 10/81
24691 = 66×(365+1+1) +410+59 è dato dall’energia 66 del 73° n. primo 367 (volume 365 degli anni terrestri), anteposti il ciclo 10 dell’11° n. primo e in valore 59 del 17° n. primo.
66 è Energia potenziale e il suo 1° nome è ROMANO. 1°+16=R è il primato di 1+3=4 quando è moltiplicato per sé
+13=O è quando esclude lo spazio 3
+11=M è quando esclude ancora il piano a lati 1 e 1
+01=A è quando esclude ancora la presenza 10 e con
=41= ROMA è presenza 1 “in atto” nella realtà unitaria 40
+12=N è il primato di 1+3=4 ch’è le 3 volte dello spazio
+13=O è il 12 presente in 1 e 12+13 sono 10/2 ×10/2
=66= ROMA-NO nega ROMA In atto” e la dà “in potenza”. Ove 66 è energia in potenza a nome Romano, 41 è realtà presente a nome AmoR (Amo. Romano) e 59 è limite della potenza del ciclo 10 di Amor ed ha nome Benito.
+01=A è in promo luogo la presenza unitaria.
+11=M ordina subito dopo la presenza 1 del ciclo 10
+13=O ordina subito dopo lo spazio 3 del ciclo 10;
+16=R conclude ordinando anche il moto 3 dello spazio 3.
=41= AMOR contraddice ROMA e fa essere 1 la realtà 40.
Alter ego del 1° è quanto lo porta al limite in un 2°genito
+02=B è in principio il 1° n. primo, dualismo del mondo;
+05=E è il suo <esistere> nel tempo in positivo di 10/2;
+12=N è l’1+3=4 della realtà che esiste quanto lo spazio 3
+09=I è la velocità assoluta 3/1 al quadrato, nel flusso;
+18=T è il piano avente la (3/1)^2 come i 2 lati del piano;
+13=O è lo spazio 3 che partecipa con il ciclo unitario 10.
=59=BENITO è il limite insuperabile dallo stesso AMOR: il 41 avanza 9+9=18, e 41+18 raggiunge 59, non lo supera.
Così, il ×10 di AMOR porta a 410; BENITO=59 partecipa e lo porta a 469; si pongono “in principio” del 66 dell’energia che avanza con 365+1+1 (volume 365×1×1 dell’anno in linea).
Così Amor spinto al limite più Romano volte l’anno sono: 469 “in principio” +66×367 (=22.222+4.000) = 24.691 .
L’energia Romano, esistente per il volume di un anno terrestre di tempo, vale 66.666/3 più l’intera realtà 4.000. 24.691 /10^11 + (666.666/6) ^2 = 81/80.
A dimensione 10^-11, decima dell’atomo, come appare:: +0,00000024691 è a dimensione decima dell’Angstrom +0,12345654321 è dato da 111.111 × 111.111 e la somma =0,12345679012 è il periodo di 3^4 /(3^4 -1) = 81/80, che pone a denominatore il complesso della realtà dato da 40+40 e a numeratore il 40+40+1 del valore assoluto in 80/1 unità
Quindi l’ASSOLUTO del complesso 8 della realtà nel suo ciclo ×10, diviso per il suo complesso unitario è dato da Amor spinto al suo limite.
Esso si somma all’energia esistente per il volume di un anno, e si somma al quadrato dell’energia 6 a cinque dimensioni, avanzante nel tempo 1/3 dello spazio unitario in 3 e che esiste al quadrato (nel moto in positivo combinato con quello in negativo).
In 24.691 /10^11 dimensioni sono composte da:
+20.000 è il piano a lati 10^4 e 10^4, di 2 realtà unitarie;
+04.631 ciclo anni terrestri che +365+1+1 è (10^4)/2 -1-1;
+00.060 piano a lati 30+30 (col flusso assoluto 31 di 30/1); =24.691.
Il solo flusso reale è di 4.631 anni esatti segnalati in valore numerico nel 1° versetto della Bibbia, dato dal suo 1° libro nel suo 1° capitolo, come qui di seguito vi mostro.
Così, l’ASSOLUTO, proprio per il suo esistere privo di ogni limite (e anche quello, in negativo, di non averne) li assume tutti, in positivo e negativo e li annulla, nel loro flusso totale.
La sua sintesi è l’Onnipotente energia, la quale appare totalmente assente, nel mentre esiste ed è Onnipotente.
In tal modo l’Assoluto si determina attraverso il modello fornito da un preciso rapporto, esistente tutto nel 10 come 4+6, quando esso si pone in 4/6 e ogni rapporto tra N e N+N/2, come 10/15, 6/9...
N /(1,5 N) è il modello.
Con N=4 di realtà 4/6 è il suo modello unitario.
4/6 è una proporzione ed in assoluto esiste in tutti i modi possibili.
4×6 ^1 =24, che ritroviamo in 2^10 = 1.024 = 10^3 +24
4×6 ^-1 = 0,0416666… è l’energia 41 di ROMA nei millesimi del volume +4/6000.
4:::6 = 0,666666… è l’infinito flusso d’energia Romano.
4+6 = 10 è l’unità del ciclo.
4 -6 = -2 è presupposto negativo del 1° numero primo 2.
4^6 = 4.096 è la realtà 4.000, +4 in moto in 100 suo lato.
46×100 +1/46 +31 = 4.631,0217 del ciclo terrestre degli anni portato alla definizione dei suoi giorni.
Occorre – per ritrovarlo sulla Bibbia – aggiungere a Bibbia 1,1,1 quanto riportato in Bibbia 1,7-11 (libro 1, cap. 7 versetto 11) che informa che il Diluvio Universale avvenne ai 600 anni di Noè (che ritroviamo in 4.631) il secondo mese, il 17 del mese, proprio nello stesso giorno.
Si vede in questo ultimo calcolo relativo al 46, come il tempo +spazio di 1/66 +(66 esistente nel lato 100 della realtà) deve solo considerare anche i lati 10+10+10 del cubo.
È quello il cui volume è il 1.000 di tempo che +3000 di spazio ha determinato il 4.000, e ha dato anche il 600 quando il 30 si è moltiplicato per 10+10 (i lati dell’area 100); infine ha aggiunto a tutto questo spazio, l’unità 1, assoluta, di tempo.
Così in Bibbia, quando il Demiurgo 10 si colloca nel 66 dell’energia potenziale (e mimetizza Dio), allora si presenta nel flusso 56, e sono gli sposi Adamo=30 +Eva=26, la coppia che è il solo lato positivo di due che in un piano, con 56+56 come lati, con 112 sono nel loro insieme la presenza 1 di 111.
La <costola> di Adamo=10+10+10, è l’Unità e Trinità assunta da 2 (che è il 1° n. primo), quando – con 2^1 +2^3 – è 2+8=10 e, in Adamo 30, lo è in modo Trino di 10+10+10.
Infatti 30 -4 toglie ad Adamo questa realtà e Eva resta 26.
In atto: 381
il Nome segreto di Dio
66 × (59 -2)/10 +50 -2 =381 porta a tutta la dinamica
assegnabile al nome segreto di Dio.
L’energia Romano si moltiplica per il decimo di Benito= 57+1+1, che ha 57 come flusso dell’area 1 lati 1 e 1, e realizza 376,2, che è 365+112/10 (l’anno terrestre che si è mosso con un piano con 56/10 e 56/10, due Adamo+Eva, nel loro tempo che ha scissi 66 nel 56 che ha posto 10 a denominatore).
Va posto 48+1+1=50, che è il tempo ¼ del 100+100 dei lati della realtà, nel suo solo volume, derivato togliendo le dimensioni 1 e 1 dei lati del piano trasversale, che lo rendono 6×8 (il complesso 8 che viaggia in tutti i 6 <vai e vieni> nello spazio lineare 3, che – essendo tempo – va espresso un 48/10. Così, nel tempo in principio 4,8, il prodotto tra l’Energia in potenza Romano e il tempo decimale del solo volume 57 in Benito=59 dà nel 381 il nome segreto di Dio, in quello esatto di Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo .
Visto di già il 66=Romano, questi gli ordini negli altri 5: 2° 1=A afferma per 1° l’esistenza 1 dell’energia
+12=N poi la realtà 4 esiste per lo spazio 3
+18=T poi esiste nel piano a lati 9+9 di C^2 = (3/1)^2=9
+13=O poi ci sono 3 e 10 che partecipano
+12=N poi c’è la realtà immaginaria 4 per lo spazio 3
+09=I essa vale quanto c^2 in linea, cioè (3/1)^2 = 9
+13=O infine esiste in negativo il 3 e il 10
=78= ANTONIO; è 66 più il 12 di 6+6. Col 66 di Romano, il Romano Antonio fu l’eterno 2° a Roma (di Cesare, e Augusto).
3°
01=A è il presente 1 in avanti, innanzitutto
+12=N è la realtà 4 che avanza per quanto lo spazio 3
+12=N è la stessa, che ora va indietro
+01=A è l’unità che ora va indietro
=26=ANNA nomina tutto il flusso del piano a lati 10 e 10 che vanno 3 in avanti e 3 indietro. È la presenza 1/3 del nome Antonio ed è l’essenza del 1° nome 66, dato da <due sei>=26.
4°
14=P è il moto 7 del moto 7, innanzitutto
+01=A si presenta nel tempo 1
+13=O è anche nel 10 e nel 3 dello spazio in avanti
+10=L è realmente il ciclo 10
+13=O e si muove anche indietro, di 10 +3
=51=PAOLO è Anna che avanza, ma -1 (senza il ritorno) ed è il moto di 1 nelle 52 settimane nel “marito” di Anna, l’anno.
5°++++18=T è il piano 9+9 dell’energia C^2=9, innanzitutto
++13=O esiste nel ciclo 10 e nello spazio 3
++16=R esiste nel pano a lati totali 8 e 8
++15=Q esiste nello spazio-tempo 10 +10/2
++19=U esiste nel moto di 1, nel 10 che percorre 10
++01=A che esiste in1
++18=T nel nuovo 9+9 in senso inverso
++13=O e nel nuovo 10 +3 in senso inverso
=113 nelle 8 cifre del 2^3=8 dà 111+1+1, il volume 111
0237 = 0(Romano Antonio) +1(Anna Paolo Torquato Amodeo)
0381 = +1(Romano Antonio) +1(Anna Paolo Torquato Amodeo)
0618 = +1(Romano Antonio) +2(Anna Paolo Torquato Amodeo)
0999 = +2(Romano Antonio) +3(Anna Paolo Torquato Amodeo)
1617 = +3(Romano Antonio) +5(Anna Paolo Torquato Amodeo)
2616 = +5(Romano Antonio) +8(Anna Paolo Torquato Amodeo)
4233 = +8(Romano Antonio) +13(Anna Paolo Torquato Amodeo)
La serie in positivo parte dal 9/1 contenuto in 10 e giunge al 999/1 in 1.000. Raggiunto l’intero 999/1 vanno sommati tutti i denominatori 1 ai valoro qui ottenuti dalla serie di Fibonacci. Con il 42 (così come in Genesi 25 accade tra i due valori 42 dei nomi di Esaù e di Giacobbe, in cui i due gemelli si rovesciano nel loro ordine) anche la serie inverte il 42 nel -42 e prosegue coi soli 3 nomi iniziati da A: Antonio=78, Anna=26, Amodeo=47:
-042 = -1 Antonio 0 Anna +1 Amodeo (= -78 +47 = -42) -073 = -0 Antonio -1 Anna -1 Amodeo (= -26 -47 = -73) -104 = -1 Antonio -1 Anna -0 Amodeo (= -78 -26 = -104) -177 = -1 Antonio -2 Anna -1 Amodeo (= -78 -52 -47 = -177) -281 = -2 Antonio -3 Anna -1 Amodeo (= -156 -78 -47 = -281) -458 = -3 Antonio -5 Anna -2 Amodeo (= -234 -130 -94 = -458) -739 = -5 Antonio -8 Anna -3 Amodeo (= -390 -208 -141 = -739)
Fino a infinito negativo segue la serie di Fibonacci.
I due 42 che si invertono di segni sono Esaù=42 e Giacobbe=42 seguendo il dettato del testo secondo cui Giacobbe soppianta Esaù.
Sono i due valori che appaiono anche nel risultato 42,4248100 dato da 10 diviso per 0,235711131719… i primi 16 n. primi la cui somma è il 381 del nome segreto di Dio, che è quello assunto con la Sezione Aurea resa nominale e secondo l’alfabeto italiano.
Tutto questo comporta questa <circolazione< in un cerchio il cui raggio sia 1000, e 999/1 quando è in rotazione. Allora accede questo al cerchio:
10^999:::10^381 = 10^618
10^999:::10^618 = 10^381
10^618:::10^381 = 10^237
10^381:::10^237 = 10^144
10^237:::10^144 = 10^093
10^144:::10^093 = 10^051
10^093:::10^051 = 10^042
10^051:::10^042 = 10^009
I numeri della sezione aurea, che sono i veri e propri nomi mostrati prima nel loro significato sono tali che 381, la loro somma, è in quel nome anche il nome della Sezione e come tale anche il Nome segreto di Dio cercato a lungo dai cabalisti giudaici.
381 è l’intera rotazione e infatti, quando il raggio 10^999 si divide per 10^381, assume come risultato la potenza di 10^618 in cui l’indice 618 è il lato rettilineo del decagono inscritto nel cerchio a lato intero 1.000.
Quando il raggio 1.000 <circola> nel resto 1, allora il resto seguita a dividersi.
Questo si realizza con 10^1.000 : 10 = 10^999 che indica le 999 <volte> in cui il 10 <circola> in 10^1.000.
Come scritto prima, quando il valore supera 999, al valore puro dato del numero delle volte esistenti dai vari <nomi> di Dio, va aggiunto il denominatore 1 che assume quel numero come intero e nel suo valore assoluto.
0,5 +1,5^0,5 è la formulazione matematica e dà luogo a 1,6180 nella realtà delle prime 4 cifre decimali avente 339887 come seguito decimale, valori che nel calcolo delle potenze non compare, ma esiste come 3×113 seguito da 1.000 -113, il che mostra come Romano Amodeo=66+47=113, uguale al 5° nome Torquato=113 e uguale a Ro An An Pa To Am (acronimo dualistico dei sei nomi che sono esattamente questi) =29+13+13+15+31+12=113 sono le 3 volte della presenza del 113 posta 339.
Presenti le 3 volte in positivo, il nome da anche quella esistente nel tempo decimale come 1.000113=887, e nel Nome segreto di Dio è dato dalle 12 lettere in mezzo ai nomi, escluse anche le due dell’acronimo finale, che valgono mediamente 11,3 periodico nel decimale 3.
Il disegno conferma che i valori delle singole lettere dei 6 nomi sono proprio questi, che danno questo dettaglio come la realtà secondaria 3398 /10^8 e la successiva 87 /10^10 che arrivano a definire la dimensione atomica di metri 10^-10.
Il disegno mostra l’interno della realtà dei nomi come il valore portato dalle 6 dimensioni atomiche, visibili nelle 6 ultime cifre di 1,6180 339887 .
Ove la realtà intera esiste nel ciclo 10 ed è 10.000, la sua struttura unitaria definisce interamente i decimillesimi.
È quando si va all’interno della struttura a base 10 che entrano in campo anche le lettere che compongono con precisione i nomi.
Mentre è 113 l’acronimo dualistico della prime due cifre, esiste come 66+66=132 l’acronimo dualistico terminale, in cui sia le penultime, sia le ultime lettere, valgono lo stesso 66 del 1° nome .
Ciò dimostra come la sequenza delle lettere ordinate nei 6 nomi, è proprio quella che ha definito questi.
L’ordine di azione (1°, 2°, 3°…) è fondamentale poiché avremo che 381 si presenta come la somma ordinata nei numeri primi 1°, 2°, 3°… fino al 16°, la quale quando in ordine decimale corrispondente si pone a divisore del 10 come 10:::0,2357111317192329313741434753 dà 42,42481009302305… che mostro in 16 cifre.
I primi due 42 sono il valore di Esaù e Giacobbe, seguito dal 48=Gesù; poi dal 100 pel piano (o lato) della realtà 10^4; poi dai 930 anni in Bibbia assegnati al primo uomo Noè; poi il 230 assegnato all’Abele ucciso da Caino; infine il 5/10^14 del tempo unitario di 10/2, alla dimensione 14 intera del moto 7 di 7 (tutto il moto di 3 in 10).
In Bibbia, libro 1° e capitolo 25, che come 1,25 è proprio il valore unitario dell’area 1^2 +0,5^2 dello spazio 1 e tempo ¼ che esiste nella formula di 0,5 + 1,25 ^0,5 = 1,6180 339 887 è descritta la sezione aurea con le parole dette dal Signore a Rebecca, sposa sterile di Esaù e resa feconda solo da Dio (come poi Maria SS.):
<Due nazioni sono nel tuo seno e due popoli dal tuo grembo si disperderanno; un popolo sarà più forte dell'altro e il maggiore servirà il più piccolo>.
Qui è compreso il nome ROMANO sottinteso nel popolo maggiore di quello di ISRAELE corrispondente a GIACOBBE.
Il primo, ES aù nasconde il <tu SEI ROMANO> in < ES > (da sum es est) il cui seguito <aù> nasconde <da cima a fondo>.
Quando perde la primogenitura assume il nomignolo <Edom> che in ebraico, che legge da destra a sinistra) è scritto
MODE’. Ebbene, allora dall’ Alfa all’Omega A-modè-O è il cognome che sarà dato a tutti gli <Edomiti>.
Quindi Esaù=Edom nasconde un tu sei Romano Amodeo, da cima a fondo e dall’Alfa all’Omega.
Che il 1° (maggiore) serva il secondo (minore) indicato nello 1,618 della Sezione aurea, porta a 1 maggiore di 0,618 che quando si divide per 0,618 allora realmente lo <serve>, poiché gli dà la sua unità, poiché 1:::0,616 dà 1,618.
Ora il maggiore lo serve anche poiché G+esù sono
Giacobbe nel suo primato ed e Esaù pure lo perde nella sua A. Il <servizio> si spinge fino al NATALE, fissato nel 3° secolo da un Papa che vide nel <Sole senza sconfitte> celebrato dai
ROMANI il 25 dicembre che ciò alludeva al NATALE di GESU’.
Quindi sia il Nome, sia la data di nascita sono stati dati da un popolo il cui nome è ROMANO.
Scritto questo in Bibbia libro 1,25,(Genesi 25, in italiano, mimetizza il Gennaio 25 della nascita di ROMANO.
Poiché Giacobbe scavalca ESAU (tu sei Romano… Amodeo) anche l’ordine annuale è rovesciato, e il giorno 25 del mese ultimo nel Natale del Cristo, diventa il 1° mese nella nascita di Romano.
Questi 6 nomi di Dio, mettono in sequenza: 1. 066 L’energia potenziale 66, da muovere nel tempo; 2. 078 con + 6+6 il 66 va nel tempo decimo colla sua struttura; 3. 026 con +<2> 6, il 66 va coll’<essenza totale> (è di 2 <6>); 4. 051 con 26+25/1 l’assoluto 26 va coll’unitario suo 25/1; = 221/1 indica il moto unitario (di 1) in 666/3
5. 113 è tot. dinamica di sé: 51+51, più 11 (moto di 1 in 6+6 ); = 334 è l’unità 1 più la trinità di 333; è il moto 1 di 666/2
6. 047 dà la realtà 40 in tutta la creazione 7 col 15° n. primo = 381 = 300 + 3^4: moto totale, di Romano=66 Energia in potenza, quando è in pieno atto.
66 quando è mosso in avanti, di 315, è traslato di 15 (che è il moto unitario dello spazio-tempo) assieme al suo stesso piano che ha quel flusso nel ciclo 10 dato dai lati 10×15 e 10×15; pertanto l’energia Romano s’è mossa nell’intera unità dello spazio 10 nel suo tempo di 10/2.
Questa totale dinamica – nei 6 nomi – si sviluppa con ordine.
Il 2°, Antonio=78 muove il Romano=66 portandolo al 144 di 12^2 in cui 12 è il 6+6 che indica la totalità dei moti (centrifugo e centripeto) e che al quadrato “pianifica” l’essere del suo 12.
I primi 3, dell’intero spazio, 66+78+26=170 portano a tutto il moto in 200, del cubo a lati 10+10+10 in 100+100 (lati della realtà 10^4) e sono l’<ordine> dato dall’<ordinale> 7° n. primo 17, esistente ×10 volte.
I primi 4, dello spazio-tempo, portano al 221 dato anche dallo 111+10×11 in cui 666/6 muovono 10 volte i 66/6.
I primi 5, del tempo intero positivo dato da 10/2, sono divenuti il moto 1 del tempo ½ dell’energia 666 di Romano a dimensione volume. Già essi con 334 rappresentano il totale se messo in forma di 300+3^4.
L’aggiunta dell’intera dinamica 7 della realtà 40 al portato dei 5 nomi, con il cognome Amodeo=47 riferisce la totale dinamica in sé data da 334 alla realtà unitaria dello spazio-tempo.
Il tutto vale la sommatoria dei primi 16 n. primi. Furono le misure dell’Arca di Noè: lunga 300 larga 50 alta 30 +1 per il tetto.
Ora accade che anche la Bibbia ha affrontato ben prima di Platone la questione del Demiurgo.
Il nome usato si è riferito a 9 emanazioni divine chiamate Elohim e che sono nel loro complesso tutta la struttura in anni data a questo Demiurgo di nome Elohim e che nella gematria ebraica vale 646.
Dall’esame di quanto la Bibbia ha accuratamente dettagliato nel libro 1 e capitolo 5, gli Elohim, nel loro complesso, sono dati dalla somma dei rapporti di PADRE/FIGLIO accuratamente precisati negli anni dei 9 fattori componenti questa sostanziale unità in 9/9.
Anticipo il calcolo
In esso vedete la somma dei 9 rapporti di causa/effetto presentata in anni vissuti da questi nove, da padre (nei numeratori) e da figli (nei denominatori).
Il risultato unitario deve poi essere riferito all’unità che è il ciclo 10 posto a mimesi di Dio, tanto che abbiamo in tal modo dei decimi unitari in 646,6905 limitando i valori-tempo alle sole 4 cifre dell’unità della realtà 10.000=10^4.
Elohim (ossia artigiano divino che Platone chiama Demiurgo e che prende valori e li manipola) è così il 646 in valore intero e la <manipolazione> che ha fatto è stata di sottrarre dall’energia unitaria 666 un piano avente come lati il 10 e 10 che è presente nel nome come flusso unitario decimo.
Il solo flusso dell’area a lati 10 e 10, dato da 666 -20 è il flusso dei 9 Elohim alias del Demiurgo.
Vi mostro di seguito il capitolo 5 del libro 1 di Bibbia in cui i 9 Elohim sono perfettamente <analizzati>, uno per uno, e accuratamente descritti.
Dopo seguono alcune mie considerazioni relative, poiché mi sono accorto che qui si parla di me.
Struttura base nella Bibbia è data
dal trasceso 10 che con 9 crea il 10°
Bibbia, libro 1 capitolo 5
1 Questo è il libro della genealogia di Adamo. Quando Dio creò l'uomo, lo fece a somiglianza di Dio; 2 maschio e femmina li creò, li benedisse e li chiamò uomini quando furono creati.
(1° fattore):
3 Adamo aveva centotrenta anni quando generò a sua immagine, a sua somiglianza, un figlio e lo chiamò Set. 4 Dopo aver generato Set, Adamo visse ancora ottocento anni e generò figli e figlie.
5 L'intera vita di Adamo fu di novecentotrenta anni; poi morì.
(2° fattore):
6 Set aveva centocinque anni quando generò Enos; 7 dopo aver generato Enos, Set visse ancora ottocentosette anni e generò figli e figlie. 8 L'intera vita di Set fu di novecentododici anni; poi morì.
(3° fattore):
9 Enos aveva novanta anni quando generò Kenan; 10 Enos, dopo aver generato Kenan, visse ancora ottocentoquindici anni e generò figli e figlie. 11 L'intera vita di Enos fu di novecentocinque anni; poi morì.
(4° fattore):
12 Kenan aveva settanta anni quando generò Maalaleèl; 13 Kenan dopo aver generato Maalaleèl visse ancora ottocentoquaranta anni e generò figli e figlie. 14 L'intera vita di Kenan fu di novecentodieci anni; poi morì.
(5° fattore):
15 Maalaleèl aveva sessantacinque anni quando generò Iared; 16 Maalaleèl dopo aver generato Iared, visse ancora
ottocentotrenta anni e generò figli e figlie. 17 L'intera vita di Maalaleèl fu di ottocentonovantacinque anni; poi morì.
(6° fattore):
18 Iared aveva centosessantadue anni quando generò Enoch; 19 Iared, dopo aver generato Enoch, visse ancora ottocento anni e generò figli e figlie. 20 L'intera vita di Iared fu di novecentosessantadue anni; poi morì.
(7° fattore, visse gli anni che la Terra ha in giorni):
21 Enoch aveva sessantacinque anni quando generò Matusalemme. 22 Enoch camminò con Dio; dopo aver generato Matusalemme, visse ancora per trecento anni e generò figli e figlie. 23 L'intera vita di Enoch fu di trecentosessantacinque anni. 24 Poi Enoch cammino con Dio e non fu più perché Dio l'aveva preso.
(8° fattore, visse anni che in positivo+negativo sono 1.938):
25 Matusalemme aveva centottantasette anni quando generò Lamech; 26 Matusalemme, dopo aver generato Lamech, visse ancora settecentottantadue anni e generò figli e figlie. 27 L'intera vita di Matusalemme fu di novecentosessantanove anni; poi morì.
(9 fattore, visse gli anni 777 “creati nel tempo” il 2°: SET):
28 Lamech aveva centottantadue anni quando generò un figlio 29 e lo chiamò Noè, dicendo: «Costui ci consolerà del nostro lavoro e della fatica delle nostre mani, a causa del suolo che il Signore ha maledetto». 30 Lamech, dopo aver generato Noè, visse ancora cinquecentonovantacinque anni e generò figli e figlie. 31 L'intera vita di Lamech fu di settecentosettantasette anni; poi morì.
(10°; fatto dal Dio=<10> e <10×10×10>, e 9 a mimesi di 10^3):
32 Noè aveva cinquecento anni quando generò Sem , Cam e Iafet .
Come è evidente, il 10° creato da Dio esce dallo schema degli altri, poiché egli è strutturato da come sono fatti i 9 fattori .
Importante da notare è che l’8°, quello della realtà nel suo complesso, vive 969 anni che da -969 fino a 969 sono 1.938 esatti
La Bibbia, come opera <divina> è trascendente lo stesso suo testo. Infatti il suo vero significato è espressa dalla gematria, ossia dal valore numerico che hanno le parole, tenendo conto di questa corrispondenza:
Ma anche il testo va decodificato, come ogni messaggio “sibillino”; la qual cosa porta a capire che se Dio ha creato a sua immagine e somiglianza questi <uomini>, essi non sono per nulla “uomini” ma <emanazioni divine>, di un Dio Creatore e dunque Fattore del mondo.
Egli è l’Onnipotente ASSOLUTO e si è avvalso del numero 10 delle sue <emanazioni> come di sé: 10 in linea posto “in principio”, tanto che il 913 = BRASIT = “In principio” tradotto GENESI in Italiano risulta dal 10^3 che ha posto a base di sé un 87, in esso, il cui totale moto “iniziale” è stato dato da:
1.000 -87 = 913 ,
80 è il complesso della realtà data da 40+40 e 7 è il vincolo di una creazione sferica fatta dall’origine.
87 <trascende> il 78 letto da destra e uguale a 26+26+26, trinità del Dio JHVH = 10+5+6+5 = 26.
26 è espresso in 7 giorni di creazione, di cui i 6 del lavoro di Dio sono quelli che seguono il tracciato degli assi cartesiani posti in mezzo all’infinita creazione e la cui Origine sta nell’intersezione.
Partendo da questa Origine sono 6 i versi percorribili sui 3 assi cartesiani (in positivo e negativo su ciascuno di essi).
Il 7° giorno del riposo di Dio è a causa che in esso il Raggio, con la stessa lunghezza unitaria di ciascuno dei 6 giorni, si incarica di tutti i moti <obliqui> rispetto agli assi su cui esclusivamente lavora Dio.
26 è il piano a lati 10 e 10, avente questo flusso 6 che si svolge solo sugli assi.
Quando l’8° fattore vive 969 anni, essi sono il moto del cubo a lati 10+10+10 nella sua presenza 1 di tempo che porta alla lunghezza 31; essa – collocata nel 1.000 della Trinità del Dio 10 – con 1.000 -31 = 969 percorre tutto lo spazio in positivo, tutto quello che esiste.
Poiché il percorso in positivo si poggia su quello uguale e in negativo, per rientrare nello 0 assoluto di Dio, che non ha limiti, tutto esso, partendo da -969 e fino a +969 in anni, rivela al mondo che il 1.938 costituisce tutto il passato, poiché un identico 1.938 di futuro azzera tutto e lo riporta nell’ASSOLUTO indeterminato di Dio.
Possiamo esserne certi, poiché l’8° fattore, nominato Matusalemme, è figlio del 7° chi Dio ha dati 365 anni di vita, ossia in anni che sono i dì solari giusti in ogni anno.
Potremmo chiamare <ANNO> il 7° fattore, nominato Enoch che, nel valore gematrico italiano termina con un 38=ch,
e – prima di questo anno, <è NO> allo stesso modo di <NO è> che è quello definitivo nel 10°.
Potremmo chiamare ANNA la sua <dolce metà> e allora
183 giorni sono le 26 settimane dell’anno di 366, quello bisestile, uguali al 26 di Anna=1+12+12+1.
Anna=26 ha lo stesso valore di Eva=4+20+1, e la <costola> tolta ad Adamo=30 sta in quanto vivifica Adamo: l’Unità e Trinità di Dio, data da 1+3=4, che sembrano somme ma sono koinonia, sono la comunione data da 10^1 × 10^3 = 10^4 quando tutta la divina potenza della base 10 è eliminata dal Log 10^4 e si riduce alla costola 4 di Adamo… che senza di essa non resta senza costola! Infatti il 4 tolto era quella parte della realtà nel negativo di -4, per cui questo negativo è stato sommato, ma – essendo negativo – ha portato la conseguenza che Eva è stata ridotta a 26.
Ora dagli anni che ogni fattore dei 9 a immagine divina ha ricevuto, esiste e sembrerebbe che non abbiano avuto tutti e 9 quel 10^3 a mimesi di Dio.
Invece l’hanno avuto, ma non come il numero degli anni avuti e segnati nel numeratore, bensì a denominatore unitario, volto a dare a ciascuno di esse una velocità posta nel rapporto di ESSERE / NON ESSERE ancora, misurato in anni.
930/70 è quello di Adamo in essere e non essere (ancora).
13 +20/70 è con 26/2 avuti (sono in positivo dei 26) e con 20/70 da avere in futuro (tramite i Fattori continuatori del 1°).
La stessa vita di Adamo ha avuto 13×10 anni come figlio di … Dio, e poi altri 800 dopo di aver messo al mondo il suo continuatore; non in 1° e nemmeno il 2°, ma il 3°.
Infatti il flusso di ogni volume è dato dal terzo e – prima di esso – ci sono due terzi… ma sono trascendenti essi pure,
essendo messi di traverso al flusso, di <taglio> al punto che se Adamo=30, che è il 1° presente, deve creare un piano a lati 30 e 30 come lui, e 1 nel suo flusso… e deve essere 61.
Infatti lo è. Caino=3+1+9+12+13=38 e Abele=1+2+5+10+5 =23, nella somma 38+23 delle loro lunghezze sono 61.
Creando Adamo un 100, nella presenza 1 = 101, come la creazione fatta da Eva con l’<ordine> dato dall’<ordinale>
26simo n. primo, del suo valere 26, il terzo figlio deve avere una lunghezza data da 101 -61 = 40 e costituire tutta la realtà.
Perché il 1° ha avuto il carattere 38 nel suo nome?
Poiché la realtà 40, togliendo il piano a lati 1 e 1 come area trasversale che c’è, opera, ma non si vede, lavora in modo tale da togliersi nella sua lunghezza di 1+1 al 40, per cui tutto il flusso dell’area unitaria, nel 40 totale è 38.
La prima cosa, generata da Adamo, è stata il flusso 38 del piano a lati 1 e 1 e trascendente.
La seconda, creando un carattere dato dal 23, è stata di aver messo in campo i due primi numeri primi, con il primo, il numero 2 che è divenuto 20 bel decimo successivo in cui opera il 2; questo secondo è quello gradito a Dio poiché 1° e 2° numeri primi sono i più importanti tra i suoi 16 <generali>.
Il generale di ogni esercito è chi riceve gli ordini solo da chi è in cima a tutto. Ci sono però generali a diversi gradi di stellette.
Poiché il lato della realtà è nelle due cifre del lato 100 di 10^4, Abele=23 accoppia i due nelle due cifre.
Ora voi capite che un piano trasversale quantifica solo l’ampiezza e non la lunghezza di un flusso nel tempo. Ma vallo a raccontare agli uomini del 3.000 a.C.
Intanto non lo capiscono, poi non gli fa alcuna impressione, e cinque minuti dopo pensano ad altro e se ne sono già scordati.
Allora Dio li chiama non <emanazioni> del suo potere creativo, ma uomini; è racconta che caino ha ucciso Abele e si è screditato agli occhi del padre.
Però guai a toccarlo! Se uno gli fa del male, 7 volte tanto di male riceverà.
Abele non muore, ma i due fratelli si pongono 1/1 e quando ne arriva 1 in più, si aggiunge e diventano 2/1.
Il numero 2, che sembrava ucciso, invece ora è divenuto veramente unitario, come il 2/1 fatto da 3 fratelli.
E questo 2/1 vale 40 nel nome di Set=17+5+18, tanto che 2/1 in comunione con 40, diventa con 80/1 tutto il complesso e poi – con Set=7 – passa a 87, e completa quello che mancava a “In principio” = 913.
In verità, a SET sono dati 912/1 anni, che in assoluto sono 913, e ci arriva sommando a sé uguale 1/3 l’Unità 1 del Padre Adamo. In tal modo le due generazioni fanno un tutt’uno.
La 1ma è assoluta, non ha riferimenti a nessuna altra, e pure il Padre Adamo, che è 1 e basta. Sommato ai 912 anni del Figlio, “In principio” diventa l’Unità e Trinità data dal Padre 1 e dal figlio terzo di 3.
Tutto questo che io vi sto scrivendo è altamente scientifico, ma asseconda <cose> come la gematria che per la scienza di oggi sono emerite <cazzate>!
E siamo oggi davanti a scienziati!
Immaginatevi gli uomini sprovveduti del 3.000 a.C. che si sentono dire queste cose…
Ma sono vere, sono cose <realizzate>, che a me risultano, perfettamente poiché riguardano la mia vita di uomo.
Vale poco – a detta di chi mi sente dire queste che crede sciocchezze – ma intanto è la mia e io sono il solo SOGGETTO vivo visto da dentro la mia reale vita.
Ci sono altri <miei simili>? Certo, ma non son il MIO
SOGGETTO, e la mia vita me la vedo da dentro solo io.
Io ho tre primi nomi:
+001° Romano. Se + il 1° assoluto resta n. 1.
+078=Antonio=1+12+18+13+12+9+13. Controllateli.
+026=Anna=1+12+12+1.
= 105
A questo punto richiamo ciò che la Bibbia ha scritto di Set.
6 Set aveva centocinque anni quando generò Enos; 7 dopo aver generato Enos, Set visse ancora ottocentosette anni e generò figli e figlie. 8 L'intera vita di Set fu di novecentododici anni; poi morì.
Ora i miei 6 nomi valgono 381, e 426 i 6 di mio fratello.
I nomi sono Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo; per mio fratello Benito Vittorio Anna Giovanni Vincenzo Amodeo.
Sono 66+78+26+51+113+47 = 381
Sono 59+116+26+83+95+47 = 426
Totale = 807
Io sono nato nell’anno 1938, come Matusalemme nella sua vita, nel suo totale dato dal positivo più il negativo e in questo 1938 sono esattamente una terna del Dio Elohim = 646, quella spaziale che ha come assi 3 Elohim. Cosa volete vi dica?
Per me tutto quello che ha scritto è vero e la conferma non sta in una opinione, ma negli estremi reali della vita mia e di mio fratello come Caino e Abele.
Luigi Amodeo=54+47 = 101 vale i 3 Caino Abele e Set! è nato 07,0707, a immagine di SET. Adamo scritto MDA=Amodeo in Codice Fiscale. Enos figlio di Set = 47=Amodeo, è 3° dal 1° MDA.
Nell’Iperuranio di Platone, le modalità con cui il Demiurgo opera il suo compito di mediatore tra l’ASSOLUTO è l’intera realtà sono, in ordine, la Partecipazione, la Comunione, la Mimesi e la Presentazione reale.
Methexis
La Partecipazione è svolta attraverso la riduzione a linea N della potenza 10^N, attraverso il Log 10^N = N, il Logaritmo decimale, che è il calcolo esattamente opposto a quello che eleva il numero N a esponente della base 10.
In base a ciò, l’esponente N indica il numero delle volte in cui il ciclo della decina esiste, e il Logaritmo decimale di quel numero di <volte>, “abbassa” quelle <volte> in modo tale che esse diventano lunghezze, la cui struttura decimale (in unità, decine, centinaia, ecc.) traduce in puro numero la quantità N, che resta comunque sempre data dalla sola fondamentale presenza (una o più volte) della presenza di 10 unità le quali unità sono costituite da 10/10.
Così, il 3 unitario dello spazio esistente in 3 linee è elevato a potenza del ciclo 10 attraverso le 3 volte in cui 10 si pone come 10×10×10 =10^3; esso, allorché espresso in linea, è la partecipazione, la Methexis, di 10+10+10.
Essa è attuata dal calcolo del Logaritmo decimale, che sostanzialmente ha trasformato la comunione, data dal prodotto (la koinonia), nella methexis, nella partecipazione, data dalla somma di 10+10+10.
Poiché tutti i numeri, rappresentati geometricamente, si esprimono tramite una basilare lunghezza, la partecipazione non è altro che la somma lineare, che può aggiungere anche quantità in negativo.
Infatti, messa in campo come esperienza totale, la partecipazione è sia di tipo positivo, sia negativo. In questo secondo caso lo stesso 30 dato da 10+10+10, diventa il -30 dato dalla partecipazione -10-10-10.
Fermo restando, che questo 30 può essere il risultato puro di ogni tipo di calcolo che lo ha ottenuto, e questo dimostra che ogni numero è a modo suo <onnipotente>.
Può infatti essere anche <assoluto>, e lo è quando è indeterminato nella sua unità, il che è dato non solo da N/0, ma anche da 10, 100, 1.000… ogni numero la cui <sua> unità è zero.
Il primo caso di N/0 diventa unitariamente determinato tramite (N -1)/1, e anche il secondo, poiché l’indeterminato 10 diventa unitario allo stesso modo di (10 -1)/1 = 9/1.
La partecipazione è una modalità in linea che si manifesta in tutte le dimensioni, tanto che quella di 1+10+100 porta al 111 in cui la presenza unitaria esiste nelle tre dimensioni dell’unità, della decina e delle centinaia.
111 rende compartecipi il 100 indicante sia linea, sia area 10×10, al 10 indicante la lunghezza del ciclo numerico e 1 che costituisce il tempo decimo del suo ciclo.
111.111 è la fondamentale rappresentazione decimale e unitaria dello spazio, in tutte le 6 cifre indicanti tutti i versi percorribili nelle tre linee componenti l’unità dello spazio, ciascuna delle quali può essere percorsa in <vai e vieni>.
1.111.111 con le 7 cifre è allora l’intera rappresentazione unitaria del moto, in cui 6 dimensioni seguono il sistema ortogonale di riferimento in una espansione o ammassamento da o verso un centro, e una dimensione unitaria in più segue quella del generico Raggio, il quale completa quanto non si era espanso o ammassato solo sugli assi cartesiani; 7 è infatti il vincolo di espansione da un punto di una sfera.
11.111.111 presenta a 8 cifre il complesso della realtà prima a 4 cifre e seconda nelle successive 4.
111.111.111 presenta a 9 cifre l’invarianza, rispetto alle 10, in quanto 1 e 9, suoi valori complementari, hanno di fatto lo stesso significato: 1 nel massimo accorpamento di nove, 9 nella massima espansione lineare di 1, in 10 cifre. 1.111.111.111 è l’unità del totale riferimento, una volta che i numeri sono stati posti tutti <basati> sul 10, ossia sulle <volte> in cui 10 esiste, interagendo 9 volte.
Tutti questi numeri unitari in tutte le cifre, sono attuati nel tempo 1/6 dell’Energia, la cui unità – come constatato in precedenza – ha come suo nome <Romano>.
La rappresentazione <unita> nel sommario numero costituito da tutti 1, resta la somma 1+10+100+1000, ecc. tra tutte le quantità, ed è unitaria poiché a tutti i numeri assoluti in 10, 100, 1000, ecc. si è aggiunto la reale presenza 1.
Questo 1 è fondamentale, poiché rappresenta ogni rapporto N/N, possibile e immaginabile, la cui espressione matematica lo riporta come numero decimale a 10^(N -N) = 10^0, potenza dei due valori assoluti in 10 e 0, col significato di ciclo assoluto di presenza, e numero 0 di presenza.
Il risultato, in concreto, è dato dalla concomitanza di due valori che – essendo entrambi indeterminati – si determinano <divinamente> come il NO del NO che si tramuta in SI.
È proprio il No è che in Bibbia è il salvatore, attraverso la negazione del mondo <perverso> e negativo.
Il Fattore ha quel nome proprio perché, essenzialmente, genera il Dio che si nominò <Io sono colui che sono> Io-sono .
Questa affermazione, rappresentata in partecipazione, basata sul ciclo 10 imposto come quello basilare della presenza in linea, diventa <10 +10 +10> +10 = 40.
Il suo complesso (in Sì e NO, + e -) è 80
La sua presenza unitaria nel tempo è 1/80 = 0,0125 e rappresenta il tempo dell’intero tempo futuro, in contrapposizione a 80 come presente nella realtà unitaria di una quantità N che – come dimostro – è solo il n. 1.938 . 1.938 <sta> a 0,0125 come 155.040 <sta> a 1, ove 155.040 = 40 (realtà) +10.000+5.000 (realtà in spazio-tempo) +14.000 (partecipazione da -7.000 a 7.000 del moto totale).
Koinonia
La Comunione relativa ai numeri, nei due modi <incrementale> e <decrementale>, è data dalle moltiplicazioni e dalle divisioni.
Le stesse operazioni che nella partecipazione esprimono somme, come la fondamentale 10+10+10 hanno il loro valore corrispondente nella koinonia che dà 10×10×10.
La differenza sostanziale è che la partecipazione è assolutamente <in linea tempo>, mentre la Comunione assume le varie dimensioni dell’area, del volume, del reale moto unitario del volume, e così via.
Poiché quando ci sono solo numeri non è possibile indicare a margine le dimensioni, allora tutti essi sono sempre a dimensione lineare anche quando sono aree, volume, ecc.
A questo punto sono <onnipotenti> in quanto, ad esempio, 100 è scomponibile nella partecipazione 99+1, 98+2, 97+3… fino a 1+99 e allora – nella necessità che resti sempre uno solo – ognuno dei due è il moto del valore complementare. Esso virtualmente <sparisce> essendo realmente messo in una area trasversale al flusso.
Così 99 sembra esistere da solo, ma lo fa sulla base dell’area a lati ½ e ½. Il 98, a sua volta, sembra unico, ma ha il piano trasversale a lati 1 e 1.
Ciò accade, poiché in verità esiste sempre e solo l’unità. Essa è 1, 10, 100, 1000, 10000, nelle rispettive dimensioni messe in atto di presenza pura nel piano trasversale.
È una verità generale che riguarda pertanto tutte le unità della fisica che si presentano con numeri <dettagliati> come per esempio la <c>, velocità della luce data da 299.792.458.
Appare unitaria con tutti questi numeri che non la rendono l’unitario 1.000.000.000 che la contiene <poiché> il suo complemento all’unità, dato da 799.207.542 è <invisibile>.
Esso si è dislocato sul piano trasversale al flusso, che –orientato <di taglio> – è realmente <tagliato> da ciò che risulta in solo flusso nel tempo; il piano è la sua <ampiezza> che assolutamente conta, tanto da ridurre più o meno la velocità del flusso, a seconda della sua dimensione.
Il piano invisibile riguardante la velocità della luce è valutabile in due lati uguali e perpendicolari, elettrico l’uno e magnetico l’altro, ciascuno dei quali lungo 399.603.771 metri.
La sua area è 159.683.173.797.420.441 ed evidenzia 10^17 (espansione totale del 7° n. primo 17), più 59 alla D. 10^15 dello spazio-tempo 5+5+5, nel limite 59 dato dal 17° n. primo 59 che avevamo visto <chiamato> Benito.
683 è il moto di 17 in tutto il moto 700.
173/10^9 dà il ciclo 10 del moto 19 dello spazio 3.
797/10^6 è 777+10+10 (lati unitari del piano).
420/10^3 è 40 la realtà +10+10 (lati unitari del piano).
La scienza fisica ancora nemmeno ha considerato l’impossibile esistenza di numeri diversi da 10^0 = 1, alle varie dimensioni esattamente multiple di 10.
Esse sono da considerarsi presenti nel valore complementare e su una ideale area trasversale al flusso.
Presenti allo stesso modo dell’energia Romano=66, essa pure con 34 collocato di traverso, come è visibile nella Carica elettrica in Coulomb 16,02176634 a definire la realtà secondaria su cui si basano 16,0217.
111.111 × 111.111 diventa la Comunione complessiva dello spazio, e vale 12345654321 che a 12,345654321 × 10^9 presenta in 0,3456 le 4 D. di 0,086400 che danno a D. 10^6 gli 86.400 <s> in 1 giorno.
Avendo le 4 dimensioni della realtà, la presenza ¼ di questa totale comunione di 111.111 con sé (nelle due opposte direzioni di moto) è quantificata 3.086.413.580,25 e mostra:
3 (10^9) come l’unità assoluta dello spazio.
86.400 (10^3) come il volume dei secondi di un giorno.
10.000 come la realtà unitaria.
3.000 come l’unità dello spazio.
500 come il tempo ½ del volume 10^3.
80 il complesso della realtà.
0,25 l’unità del tempo 1/4
Mimesis
L’attività della mimetica implica in altro modo il riferimento al Divino ASSOLUTO.
Il modo di base, fondamentale, dell’Assoluto, sta nell’essersi mimetizzato al valore assoluto 10 che fa da padre a tutti i numeri decimali.
Tutti i numeri terminanti con 0 sono di fatto <assoluti in sé> a ragione dello 0 esistente nella cifra indicante l’unitario.
Poiché ogni numero è considerabile come il multiplo della sua cifra unitaria, in 10 il prodotto 10×0 è 0.
Ciò porta come conseguenza che il 9/1 insito in 10 diventa la rappresentazione dell’Assoluto, in dimensione unitaria.
Quando la Bibbia ricorre a 9 Fattori creati a immagine e somiglianza di Dio, e li considera come uomini che siano vissuti in anni prossimi tutti al 1.000, è poiché questa è la potenza
Trina di 10 e la mimesi con Dio è assicurata per tutti dando 1.000 anni a ciascuno.
Però non sembra, e per la ragione generale che io ho spiegato prima: quanto manca all’unità è su una area trasversale in cui esiste il complemento all’unità.
Così i 930 anni dati al 1° dei 9, chiamato Adamo, hanno un piano trasversale al flusso dato dai due lati 35 e 35, la cui somma è il 70 complementare a 930.
Con 930/70 la divisione porta a 13 di flusso unitario nel tempo periodico infinito di 20/70 = 0,285714 periodo infinito in cui 0,2357, tempo dato dalla sequenza dei primi 4 n. primi è la dinamica assegnata al 5%.
Esso indica il tempo in positivo dato da 10/2, esistente alla dimensione 100 del lato dello spazio, rappresentata unitaria nei centesimi dell’unità.
Allo 0,2857 risultante, si associa il piano a lati 7 e 7 alla dimensione del complesso 10^6 dello spazio, unificata dalla rappresentazione milionesima.
Dove poi tutta la dinamica sarà data da 16 numeri primi, Adamo riceve quella basilare 4 che poi con 16 si carica per 4.
I 9 a mimesi 10^3 di Dio (ripeto: anche se non sembra) rappresentano la mimetizzazione assoluta di Dio fatta nell’uomo.
Assoluta proprio poiché 9/1 insiste in 10 che è valore assoluto, ed è rappresentabile anche col 10+1 che lo porta a 11 e allora ha l’unità anche nella cifra delle unità, e a quel punto diventa il flusso nel tempo 1/6 dell’Energia potenziale Romano. Romano presiede a tutta la sequenza dei 9.
ADAMO=30 è dato da Romano=66 -6×6 (in suo <intimo>).
SET=40 è dato da Romano=66 senza la sua essenza Trina 26, del suo terzo ed essenziale nome in un ente la cui essenza è Una e Trina, e Romano è 1 in Romano, Trino nel 26=Anna.
ENOS=47 è moto tot. 19 dell’8° n. primo nel 66.
KENAN=33 è il tempo ½ di Romano.
MALALEEL=53 è il flusso di 10+3 nell’energia Romano=66.
IARED=35 è il flusso di 7+7+7 nel 66.
ENOCH=41 è il flusso di 5+5+5 nel 66.
MATUSALEMME=109 è il moto 33+10 di Romano.
LAMECH=38 è il moto di SET +7+7+7 in Romano 66
Questi <nomi> dicono il <carattere> d’ognuno dei 9i. Il carattere è ordinato dalla sequenza nell’ordine delle lettere, tanto che l’<acronimo> è rappresentativo in tutto.
La seconda definizione entra solo nel dettaglio del decimo; la terza dettaglia i centesimi; la quarta i decimillesimi; la quinta i centomillesimi, e così via.
Ciò secondo un ciclo alfabetico che permette di seguire in italiano le 21 che esprimono con 7+7+7 le definizioni intere (del moto di 3 in 10) sui 3 parametri dello spazio.
In tal modo i nomi si prestano a <caratterizzare> i numeri grazie sia al ciclo 10, che passa tra carattere e carattere, e grazie alla rotazione di 21 unità in ogni cifra decimale.
Con ciò hanno significato le cifre 5 di ADAMO, a dare la presenza intera nel ciclo di 10/2, con media di 6 ogni cifra.
SET, con tre cifre, è unità di spazio. 40 è 13,333… medio.
ENOS, con 4, è unità di realtà. 47 è 11,75 medio.
KENAN, con 5, è unità di tempo. 33 è medio in 6,6.
MALALEEL, con 8, complesso reale; 53 è medio in 6,625.
IARED, con 5, esprime tempo; 35 è medio in 7.
ENOCH, con 5, esprime tempo; 41 è medio in 8,2
MATUSALEMME, con 11, è 66/6; 109 è medio in 9 +10/11
LAMECH, con 6, è 3+3 spaziale; 38 è medio in 19/3. Il processo, automatico nella nostra ragione naturale, fa la perfetta analisi – lettera per lettera – solo in italiano.
La mente può associare anche gruppi fonetici a certi significati, come l’inglese, che però non è unitariamente analitico come l’italiano avente 7+7+7 possibilità ben distinte in singole e precise lettere, per collocare nello <spazio ideale> i significati ideali.
Tant’è che le gare che sono fatte in <spelling> nella lingua inglese sono la prova che non basta il suono, a scrivere bene un nome: occorre memorizzare i singoli casi! Una simile gara in italiano farebbe letteralmente ridere, tanto ogni distino suono ha la sua lettera; solo alcuni gruppi di consonanti come <gn>, come <gl>, si fondono in un modo particolare, che va appreso.
GESU’ sequenza 7+5+17+19=48 allude a <7 è 17+19> per la valenza <essenziale> del 5, ove <7 è 36=6×6>, da cui <7 è 6×6> essenza stessa dell’energia romano 66, ove 7 è l’intera creazione nei 6 <vai e vieni> secondo i 3 assi +1 il Raggio. Questo è il <carattere> del nome Gesù.
Ma anche i numeri in sé lo hanno!
QUATTRO leggibile <qua> TT <RO>, vale 100, è la duplice croce TT <qua> di <RO>=29, 10° numero primo.
TORQUAT è il suo anagramma e manca soltanto la O=13 al Torquato=113 del 5° nome del Nome segreto di Dio, che è tanto <consuntivo> come lo è la realtà unitaria in QUATTRO.
211 è la somma espressa in lettere, di UNO +DUE +TRE +QUATTRO, laddove 221 è Romano +Antonio +Anna +Paolo, che in più ha la Parusia del 10 a mimesi di Dio.
La <mimesi> divina si esplica soprattutto nei nomi, ove Dio è il creatore e la nostra mente crea i <significati> coi suoi nomi, dati a ogni cosa, numeri compresi.
1 è letto UNO e vale 19+12+13=44, essendo con 44 l’unità di massa con area a lati 11 e 11 nell’energia 66; mediamente è 7+7 + 0,66666… in eterna energia Romano, a cifre infinite.
2 = DUE è il 28 di SET +7+7+7; In media è 9 + 0,666…/2.
3 = TRE vale 39=13+13+13… è 13 in valor medio.
Ove 1+2+3 = 6=sei (tu sei) 44+28+39 = 111 con 1/6 di 666 rimanda al <tu sei> in linea, nel tempo di esistenza del <tu sei>.
Non solo in <italiano>, anche in <romano>: vedi <Es>aù…
La Mimesi dell’ASSOLUTO si rivela in tutte le operazioni matematiche, le quali sortiscono risultati in numeri contenenti sequenze di tutti… e invece tutto è sempre N^0 = 1.
Come detto, la mimesi divina è collocata in AMPIEZZA di flusso, la quale – trasversale come è – c’è ma non sembra esserci, ove vediamo il solo flusso.
In questo mondo, dove sono esattamente 26+26 le settimane intere dei giorni in un anno, i dì sono 364, ma la verità del tempo ci mostra poi il quantitativo 1,25 messo per traverso e che ha il doppio valore in linea e in area.
(8+1+1)/8×1×1 = 1,25 divide il lineare 10 per quanto compere a ciascun volume in 2^3=8, sono 10/8 di linea.
1^2 + (1/2)^2 somma le aree dello spazio 1 e del tempo ½, e nel risultato 1,25 è area di spazio-tempo, ed è quella unitaria che si colloca di traverso nell’anno il cui flusso è di 52 settimane esatte.
Anche 360 di flusso di (7+7+7)/4 somma ai giorni dell’angolo giro, con 1 giorno ogni grado, il 5,25 dato da 21/4 di presenza unitaria nel tempo, della dinamica 21.
La vita totale assegnata ai 9 fattori mimetizzati a Dio come <uomini> data da 930 +912 +905 +810 +895 +962 +365 +969 +777 è di 7.525 anni e il complementare al 10.000 (che considera anche il 1.000 causa nascosta, Padre dei 9 mimetizzati a lui col 1.000) furono i 2.475 anni collocati di traverso.
Ebbene il loro tempo dato da 10/2.475 = 40,404040… crea la realtà esatta 40 nel periodo eterno.
9.000/2.457 divide invece i 9.000 anni dati a tutti e 9 per quelli trattenuti, e il risultato è 36,3636… in periodo eterno 6×6 dell’energia <intima> in 66=Romano.
Questa è la tanto ricercata <quadratura del cerchio>.
Il 40 quadrato dato dai lati 10+10+10+10, togliendo realtà dinamica 4 a ognuno, fa il cerchio e viceversa, in ciclo infinito.
Ebbene tutti i 9 fattori sono mimetizzati a Romano, e ciascuno in vario modo, ma la loro manifestazione appare nella Parusia del 66 quando si divide l’area divina 2.457 per 66 e si ottiene il 37,22727272… uguale a 37,2 +1/36,666666… infinito.
Esso determina l’anno 37 del <concepimento> di Romano a distanza di 0,7852 anni dal 37,2272 reale allorché 37,2273 trascorre nel tempo 0,7852 anni porta all’’anno 38,0125.
È la data all’Origine degli assi cartesiani, quando nel secolo si dimezza il 38 ed è il 1938,0125 d.C. esatto.
È la vera origine – per lo meno – della mia vita, essendo io stato concepito nel 37 e generato il 25 gennaio del 1.938.
Mentre 38,01 è riferito al 381 che conta tutti i valori del Nome segreto di Dio che è stato proprio assegnato a me col battesimo religioso e con l’anagrafe, anche il tempo dello 0,7852 dettaglia nel tempo il 2° e il 3° nome.
78=Antonio il 2° è posto in essere nel tempo centesimo del lato 100 della realtà il 52 nei decimillesimi descrive la realtà del piano 26+26 dato dal 3° nome Anna=26 solo nel positivo della metà dell’anno, lei Anna … la sua <dolce metà>.
In 37,2272 7272, presentato fino alle 4 dimensioni della realtà, eliminando il periodico 7272 cha va dalla realtà secondaria fino a quella infinita.
Il valore del tempo va correttamente aumentato dell’unità del tempo decimillesimo (che non è ulteriormente diviso) tanto che giustamente diventa completo in 37,2273.
Parusia
Gia ne ho fatto appena cenno ma la parusia del Demiurgo è derivata proprio dai valori assegnati in Bibbia, quando – per come precisamente descritto nel capitolo 5 di genesi – ogni vita reale assegnata ai NOVE (a mimesi del creatore 10^3) fu ripartita in due distinti periodi.
Ciascuno ha una prima parte da figlio di suo padre, che è precisata dagli anni in cui egli – avendo messo al mondo il suo fattore continuatore, è finalmente divenuto Padre di chi farà dopo di lui e si passa la sua intera vita essendo padre di altri figli e figlie.
Quando ha l’erede in Set, Adamo ha 130 anni trascorsi da figlio di Dio e sono i 30=Adamo +100 (piano 10×10 o lato della realtà 10^4).
Ove il DIO alfabetico vale 26 sia in italiano sia nel nome ebraico di JHVH (Jahvè) e l’anno intero sono le 26+26 settimane, ecco che il tempo della presenza ¼ nelle 52 è il 13, <mediatore> del Dio=26.
Quando il tempo 13 è nel ciclo 10, abbiamo che 130 anni sono vissuti esattamente nei numeri che sono mimesi di Dio.
Coi suoi 930 anni, Adamo, senza i 130 quale Figlio di Dio, vive la sua realtà in tutto il complesso 800 quando il padre è lui.
Si determina allora la velocità PADRE / FIGLIO che è quella che possiamo esporre come CAUSA / EFFETTO.
Ciascuno dei 9 ha avuto questo rapporto, e la partecipazione a uno a uno di tutti è data dalla somma dei loro singoli rapporti.
La somma è qui riportata:
Riferito a 1, il risultato è 64,66905 ma riferito correttamente al 10 che è l’unità del Padre di tutti i numeri esso è:
646,6905 decimi di 10
Compare così, all’improvviso, rapportato all’intero 10 unitario a mimesi del Padre, ed espresso nel valore intero, il valore 646 che in gematria vale il termine <Elohim> espressione di una pluralità.
Queste <emanazioni divine> – come dal computo – sono la totalità di 9 che in 9/1 sono un rapporto in 10 assoluto.
646=ALHIM (da Aleph. Lamed, Hè, Iod Mim) compare sulla Bibbia come la terza parola, e corrisponde a quanta causa c’è in relazione all’effetto per i 9 che stanno al 3 come C, il quadrato della velocità della luce in tutto il (3/1)^2 e non solo nel 2,99 del solo flusso.
Essendo 9 questi che valgono 646, ciascuno vale 71 +7/9, e il soggetto che si muove di 71 che 100 è l’<ordinale> DECIMO numero primo. Si muove nell’eterno periodo 0,7777… del 7, di SET, 3° figlio del 1° fattore relativo al 1° ASSOLUTO.
È evidente che 1/3 sta all’unità quando sono 3, e che 3 stanno a 9 quando sono 3in ogni 3.
Ragione per cui abbiamo due casi, uno dei quali si espleta nel tempo intero, l’altro nel futuro del tempo, e si manifesta pertanto una parusia che si realizza in due tempi.
3 × 646,0000 = 1.938 sono anni, essendolo 646.
3 × 646,6905 = 1.940,0715 dopo 2,0715 anni = 926 giorni
Nel primo caso del solo valore presente come intero (non dimentichiamoci che sono sempre interi espressi nel tempo unitario che è dato dal 1/10) l’intero è solo il Padre <che è quello che è>: lo Spirito Santo, e si presenta come un unico piano generazionale.
Nel secondo caso il piano <paterno> si presenta trascorso fino al 15 luglio del 1940.
Mio padre, Luigi Amodeo, è nato nel 1.907,0707, e questo 0,0715 mostra che il mese è restato lo stesso, ma il giorno 7 passato a 15 è cresciuto di 7/1 unità che in assoluto sono 7+1=8, tutto il complesso della realtà quantificata in giorni.
Il valore unitario della presenza nella quantità di 1.000 è dato dai 111 che sono presenti in 1, in 10 e in 100; non in 1000 altrimenti 1111; quando la realtà intera è 10.000 il valore che lo rende intero è il decimillesimo. Pertanto la presenza di 111 decimillesimi è quella risultante intera.
+1940,0715 è il padre nato 7-7-7 e già vissuto 7+1 giorni - 0000,0111 rimuove l’unitaria presenza del padre =1940,0604 è appare il Figlio in Parusia! Il 4 giugno 40.
La <parusia> dell’ASSOLUTO si è manifestata in parte nei sommi profeti ed esponenti delle varie Fedi in Dio, e in toto in Gesù che si disse <figlio dell’uomo>, proprio sul fondamento della sua <essenza divina> che si <affiliava> all’essere umano. Tuttavia – per quanto di difficile individuazione – sia la Mimesis, sia la Parusia si sono <incarnate> e presentate <a immagine e somiglianza di…> altrimenti il Demiurgo avrebbe fallito il suo compito.
L’avrebbe fatto proprio in quello fondamentale di <avvicinare> l’ASSOLUTO al RELATIVO, che – proprio per questo suo <reale dipendere> dall’Alto – o c’è il modo di <presentare> concretamente e personalmente il Creatore assieme al suo Creato, oppure tutto questo è come uno spaziotempo privo del suo riferimento centrale… Mimeticamente, l’ASSOLUTO può essere immaginato nella modalità <concreta ma infinita> che collega gli opposti tra loro, e – come intermediazione del Demiurgo – ad un sistema di tre <infiniti> Assi Cartesiani,
Esso, nella verticale ha l’<y> in mezzo tra la sinistra e la destra, nell’orizzontale l’<x> collocata tra l’alto e il basso e infine <z> tra il dietro e l’avanti.
Questa infinita tridimensionale dicotomia in parti estreme, operata dagli assi mediani, è poi collegata al mondo <definito> tramite un tratto limitato al 10.
Esso è posto al centro di ogni asse di riferimento e presenta un cubo posto lì <in principio>, le cui 6 facce sono a distanza 5 ciascuna dall’intersezione posta a Origine, con 6 tratti contrapposti, in +5+5+5 e -5-5-5, unità di tempo in 10/2 e spazio essendo tre.
A realizzare l’unità dello spazio-tempo positivo in +15, le altre l’unità opposta data da -15; il tutto già percorso dallo 0 esistente all’intersezione degli assi e che, col 5 di <presenza>, c’<è>.
Quanto è dato dal 1°=A, dal 2°=B, dal 3°=C e dal 4°=D dei semiassi unitari a presenza 5, appartiene ad un piano frontale al suo Osservatore ed ha l’area 10×10=100.
Ciò mentre il 5°=è, che c’<è> (nella metà in positivo della presenza 10) c’<è> esistendo però nella profondità del tempo, perpendicolare al piano 100, della presenza.
Questo secondo l’asse <z>, condizionato all’Osservatore come l’asse della sua stessa visione nella profondità del tempo e che si distingue da un sistema che – Assoluto – non dipenda da nulla.
Si genera a questo punto necessariamente una relazione tra quanto è relativo all’Osservatore e quanto no. Essa attua delle proiezioni sul Sistema Assoluto che alterano le lunghezze.
Per questo entra in atto la necessità del 7° parametro: il Raggio, che – avendo la stessa lunghezza delle unitarie proiezioni – aggiunge esattamente quello che manca alla visione relativa.
La Bibbia lo paragona a un Dio che lavora 6 giorni e il 7° si riposa e lo impone a quanti vogliano seguire esclusivamente i percorsi rettilinei esistenti sui tre assi perpendicolari.
Il raggio avente la stessa misura delle 6 sui tre assi, è comunque indispensabile, perché asseconda i percorsi obliqui.
Rispettare la rettitudine di Dio significa adeguare il Raggio non alla visione relativa all’Osservatore, che sul piano a lui di fronte vede le lunghezze per come risultano a lui, e che non sono <raddrizzate> dalle variazioni sul Sistema Assoluto prodotto dalle proiezioni ortogonali del sistema relativo su quello Assoluto.
L’Osservatore che valuta le lunghezze per come sembrano a lui, non tiene conto di come lui sia orientato rispetto al Sistema assoluto.
Infatti ad ogni rotazione dell’osservatore, l’asse <z> della sua vista personale si inclina rispetto a quello <Z>, Assoluto, e di conseguenza anche rispetto a tutti quanti gli altri.
Se nel giorno di Sabato l’Osservatore pone il suo asse <z> con un orientamento obliquo, e dà retta a quello che gli risulta, è uno che non rispetta il Sabato di Dio, disorientando tutto il suo modo di vedere.
Questo è un <modello> geometrico funzionale anche per ogni altro, che sia semplicemente “ideale”.
In questo modello i 4 parametri del piano frontale (così 1°, 2°, 3° e 4° come A, B, C, D) definiscono la <realtà unitaria>, poiché valgono 1 in ciascuno che, intanto, <è> un 5 (ma solo nel tempo) nel suo immobile piano di appartenenza che ha diviso in due quanto è davanti da quanto sia nel retro di una presenza unitaria posta 10.
I due assi frontali, 10 e 10, <sono quel che sono> nella presenza di tutto quanto il loro insieme, e non appartengono ad una graduale creazione nel 10, che da 1 passi a 2, a 3… in quel ciclo di <presenza immediata, divisa solo in 5/5>.
Essa è mediata solo quando <è 5> e questo numero non è spazio, ma tempo, essendo spazio-tempo solo nel suo derivato 4/1 che mette 1 in contrapposizione al 4.
È come accade in ogni nostra mano, in cui 1 pollice si contrappone a 4 altre dita e solo in questo modo la mano <contiene>, effettua una sua <presa>…
La nostra mente – allo stesso modo, attuandone la mimetica – comprende nel senso di capisce, usando la dialettica.
Nel piano frontale in cui non c’è un flusso in avanti e indietro, c’è tuttavia il tempo in velocità, quando 1°, 2°, 3° e 4° si pongono in successione e i semiassi ruotano, nel tempo di uno, a velocità 4/1.
Il sistema numerico, che ha contrapposto 2 estremi su ogni asse unitario, con 2^10 = 1.024 mostra, in questo 24 aggiunto (al 10^3 che esprime il volume di questo basilare cubo di lato 10), tutta la rotazione del piano frontale. Accade poiché nel 10 che rappresenta un volume, il valore lineare si scinde in 8+1+1 su ciascuno dei tre assi 10.
8 è il volume dato da 8×1×1: in tal modo, 8+8+8=24 è la sola rotazione espressa dal volume su tre linee, a velocità 4/1 (in positivo) e 4/1 (in negativo).
È all’interno della necessaria rotazione del piano in 4 tempi, che nel 1° quadrante si pone la presenza ¼ che arriva ai 4/4 solo quando il 1° si porta sul 2° e poi sul 3° e sul 4°.
In tal modo, completa nello spazio-tempo i 4/4 in positivo sul visibile piano frontale, e altrettanti sul suo retro, che è <negativo>, e in realtà è negato alla possibilità di essere visto dal davanti.
4/4 +4/4 sono il tutto 16 quantità che costituiscono il valore di <carica> della realtà areolare: in comunione è 4×4, in Partecipazione è lineare ed è 8+8.
Tutte queste <relazioni> sono “ideali” e mimetizzano, <danno l’idea> di un valore collocato al centro dell’infinito universo, e che sia un cubo di lato 10, tutto presente: nel lato 10, nell’area 100 e nel volume 100, oltre che in quella, 10, che porta la sua realtà unitaria a essere 10^4 in tutti i sensi; in linea, in area, in volume e in realtà spazio-temporale 2.500 +7.500.
Assecondando il pensiero di Platone, la trattazione scientifica, in questo mio libro, si basa sulle conoscenze più avanzate nella ricerca umana in tutte le branchie della conoscenza.
Il sapere oggi si è così approfondito e diversificato in singoli contesti che ciascuno, usando il suo particolare linguaggio fatica a dialogare non solo con gli altri, ma perfino coi suoi stessi principi fondamentali, posti <in principio>.
È come se il superamento continuo del precedente sapere avesse portato a negare gli stessi valori fondamentali, il che secondo logica è inammissibile: come il credere che modificando ogni nuovo piano di una costruzione edilizia, l’ultimo piano togliesse di mezzo – negandolo – la base su cui si sorregge tutto il resto.
È questo il caso della dimenticanza delle ragioni di fondo che portarono secoli or sono a unificare le unità della fisica sulla base di metro chilo e secondo, creati assecondando nella loro dinamica il ciclo 10 della matematica.
Di conseguenza, non solo grande parte del mondo seguita ad usare altre unità precedenti che non si basano sul ciclo decimale, ma la scienza di oggi non è convinta che – usando le unità del Sistema Metrico decimale – la conseguenza che si ottiene è che tutti i valori unitari (il che significa interi) debbono valere 10 o suoi multipli esatti.
Se infatti osservate un qualsiasi elenco che raccoglie le fondamentali unità della Fisica, non ne trovate nemmeno una che sia esattamente un 10 o un suo esatto multiplo.
È vero che se io parto dal 10, nelle fondamenta del mio edificio, il piano terreno e tutti quelli sopra di esso sono diversi dalle fondamenta, ma non possono contraddirle, a mano a mano che si diversificano, altrimenti se il piano terreno non si poggia più su quello sotto, semplicemente per una questione di mutata <forma>, ma ne abbatte la <sostanza>, si arriva al paradosso che il contenuto non si sorregge più sulla sua base.
Ecco allora la necessita prima dell’intuito, che trova <strano> il fatto che una <unità> della Fisica poi non sia 1 (in ciò che la matematica ha posto unitario: il ciclo 10 numerico), e poi del ragionamento che porti a capire che 10 muta solo nella sua forma quando si scinde in 1+9 e che – essendo 10 un valore che è davvero <indeterminato> nella sua unità avendo 0 a suo sostegno unitario (come il palazzo che ha 0 come fondamento) – allora anche 1 e 9, la cui somma è 10, sono <indeterminati> nel loro insieme.
Abbiamo allora tutti i casi di 1+9, 2+8, 3+7, 4+6 e 5+5 (e viceversa) che sono senza un loro fondamento unitario.
Hanno mutato solo <forma> e non il loro <contenuto>.
Proprio a ragione della loro reale <indeterminazione totale> si prestano ad essere <concepiti> in modo relativo da ogni forma di intelligenza che fissi delle sue regole basilari interpretative.
Così accade che su 1/9 si poggia l’<idea> di MASSA (e la scienza formula 1 kg); su 2/8 si poggia l’<idea> del TEMPO 1°-2° (e la scienza fissa il minuto secondo); su 3/7 è <concepito> lo SPAZIO (e si arriva al metro); su 4/6 è <idealizzato> il flusso reale (e l’Ampere si fonda su esso); 5/5 <formalizza> l’elettromagnetismo (da cui il grado Kelvin); 6/4 dà l’<idea> del flusso accorpato (da cui la Mole).
Infine 7/3 è <concepito> come qualcosa di trasversale al flusso (e sta alla base della candela, intensità della luce).
8/2 è scomposto in 4/1 +4/1 ed è percepito come una realtà totale, percepita però in 2 tempi diversificati.
9/1 sarà osservato solo in c^2, quadrato però del solo flusso lineare della luce e non delle due dimensioni trasversali che ha ogni volume (anche quello della luce).
Proprio per l’indeterminazione della somma degli enti in divisione, la Fisica non si <accorge> che tutte le <definizioni> che poi dà a questi che in sé sono rapporti indefiniti appartengono al <giudizio> di un soggetto intelligente, anche quando non è umano, ma semplicemente <artificiale>.
Così erra nel giudicarli per la loro forma <concettuale>… come se credesse che un <rosso> non dipendesse dalla nostra <immaginazione> ma appartenesse alla natura.
Analogamente lo SPAZIO è <immaginato> (poiché in sé è <indefinito>) ma è addebitato “realmente” a un Universo di numeri e rapporti che non hanno alcuno spazio reale in sé, poiché <SPAZIO> è quel preciso tipo di <immaginazione>.
Le 7 dimensioni fondamentali, di massa, tempo, spazio, flusso reale, flusso termico, flusso molecolare e intensità della luce sono in sostanza delle QUALITA’ e riguardano tutte le QUANTITA’ solo come gli apporti di <giudizio qualitativo> dato da un soggetto osservatore e in grado di <concepire idee>.
La Fisica si è accorta della diversificazione esistente nelle onde, e le <frequenze> (che altro non sono che rapporti simili a quelli <concepiti> nelle 7 dimensioni basilari della natura) essendo tra valori che non sono <indeterminati>, sono state <separate> dai relativi <concepimenti qualitativi>.
Perché la scienza fisica non s’è accorta e io invece sì?
Perché non ha dato nessuna importanza alla sua determinazione unitaria quando ha creato le unità del Sistema Metrico Decimale.
Non ha né <intuìto> né <ragionato> a sufficienza su che cosa realmente avesse fatto, poggiando le sue unità sul ciclo esistenziale del 10 della matematica!
Non ha immaginato ad esempio il 10000 (che è l’unità della realtà, è un valore <indeterminato> allo stesso modo di un palazzo di 5 piani in cui manca il 1°, il 2° il 3° e il 4° piano, essendo 1 solo il 5°.
Come una simile <casa> NON REGGE in verticale, allo stesso modo 10.000 NON REGGE in orizzontale, quando i piani crescono da destra verso sinistra… MA noi li leggiamo da sinistra a destra, ossia al contrario della LORO VERA CRESCITA.
Il nostro modo reale di vedere è – insomma! – sempre relativo e vediamo “ogni cosa” tramite quella opposta. In tal modo riusciamo a vedere “sorretto” anche il palazzo 10.000, poiché incontriamo 1 prima di tutti quegli zero e diciamo che è 1 <realtà> (per le sue 4 dimensioni in decine) che in <sé> assolutamente non si sorregge, per la mancanza delle sue basi unitarie.
Se il mondo scientifica non compie una giusta Episteme, e sostanzialmente <non ragiona> e manca poi dell’indispensabile intuito, è la volta buona che comici a farlo!
In nostro universo è la realizzazione infinita combinatoria del tutto in forma di 1 e di niente in forma di 0. Immaginando una costruzione ordinata, tra il tutto e il niente, ne esce questa stringa di dati binari, combinando 1 con una progressiva crescita di 0:
0110100100010000100000
In unità, di tutto questo, esiste solo 111111. Ora, dove comanda l’ASSOLUTO, che per definizione è <indeterminato> ci sono insieme “essere” e “non essere” ed essi si combinano in tutti i modi possibili, come questo dell’esempio.
Il solo modo di “misurare” questa stringa si poggia sulla <partecipazione> espressa dal 10 che non ha alcuna determinazione unitaria, data da 10 unità, essendo 0 il prodotto 1×0.
Solo da 1×1 si determina lo stesso 1.
La <partecipazione> 111111, che noi poi stimiamo in <centoundicimilacentoundici> deriva solo dal fatto <sostanziale> che l’1 esiste nel tempo decimale, in questo modo:
0,1
0,11
0,111
0,1111
0,11111
0,111111
Essendo in atto la divisione (<ordinata> da QUALCUNO) di 1:::9, contenuta nel puro rapporto 1/9 (che da sé non si divide affatto) e che nella divisione <ordinata> del rapporto ingenera la progressiva aggiunta di un tempo decimo.
CHI l’ha <ordinata>? Questo QUALCUNO sta proprio nella <indeterminazione> della <partecipazione> 1+9=10=indeterminato, alias ASSOLUTO.
È l’ASSOLUTO che “in un certo senso” si <difende> dai numeri definiti, basandoli su un ente <indefinito> e facendoli esistere tutti: tanto che definiti e indefiniti sono tutti indefiniti. 10^N <determina> in numero N (quando è definito) delle volte in cui esiste il 10 <indefinito>.
I numeri decimali sono tutti espressione del numero delle <volte> che esiste un Ente ASSOLUTO e che in sé è indefinito. Pertanto, chi <ordina> che il rapporto indeterminato 1/9 entri <in atto> come una divisione consiste nella POSSIBILITA’ IN SÉ (quindi in un valore “possibilistico” che possiamo definire ENERGIA “IN POTENZA”.
Questa <energia potenziale> è in grado di <inventarsi> un tempo nel quale ogni puro rapporto si tramuta in una reale divisione.
Tutto dipende dal fatto che 1 e 111 diventino <modelli> reali di Tempo Unitario e Spazio unitario.
Nello spazio 111, l’1 posto in mezzo è la <distanza reale> tra i due 1 agli estremi.
Questa pura POSSIBILITA’ consente che sia possibile un piano con 1 e 1 ai due estremi lati il cui reale flusso sia 1 … nel tempo.
La stessa POSSIBILITA, consente a 1/9 di “poter esistere” ANCHE come 1:::9.
È logico che quando la possibilità realizza 1/9, esso resta 1/9: ma quando essa <ordina> la divisione, ecco che allora esse <si presenta> ed <esegue> l’ordine ricevuto.
È la stessa possibilità distinta in <essere> e <non essere> che ci sono infinite <volte> che ci sia il <non essere> e – con buona pace – nulla è! Restano e valgono allora <in essere> quelle che si sono rese <possibili> e si sono con ciò attivante.
Di fronte all’infinita esistenza del <non essere> e a quella opposta, ecco che nell’universo reale ogni 1 è separato da spazi che sono di poco o immenso vuoto, quando la presenza 1 non si è ammassata come in 111.111 e in tutti in tutti i modi possibili, esso pure.
Chi presiede pertanto a tutto questo è un ONNIPOTENTE sistema POSSIBILISTICO, per porta all’apparente esistenza di quanto è possibile appaia.
Esso è una prerogativa dell’ASSOLUTO, a monte dell’esistenza reale di ogni cosa e anche del sistema possibilistico in sé.
È l’ASSOLUTO che è <indeterminato> e si <ribella> a questo che è esso pure un limite e <determina> un Infinito apparente e che resta sempre indeterminato.
Esso si è determinato in un roveto ardente che non si consuma e che ha detto a Mosè – che voleva sapere il suo nome – di chiamarsi <io sono colui che sono> … Io-sono .
È il puro ente di relazioni, dalla struttura Trina, appartenente all’unità di un solo <Io-sono>.
Immaginato un Universo infinito possibile, senza ombra di dubbi esiste una terna centrale, di 3 assi infiniti che si intersecano al centro e quella è la loro “pura origine” 1=N^0.
In essa tutto <esiste in potenza> di dare uscire da esso tre perpendicolari come una struttura di 3 Elohim, emanazioni divine che il Cristianesimo chiama Padre, Figlio e Spirito santo e che invece l’Islam nega, imponendo solo l’esistenza del punto centrale in cui tutto è in uno.
Però poi anche l’Islam passa ai <nomi> di Allah, e il Credo Islamico <crede> che da 100 -1 il Dio Allah mise in atto <altri> suoi 99 nomi … nascondendo che 100 fosse il <suo nome> “In principio” di 10×10, la Comunione del Dio mimetizzatosi nel 10 e che è sé, valutando solo gli opposti estremi in 10×10×10, poiché quello di mezzo (<colui che>) è solo una pura distanza tra due <Io sono>.
Il sistema possibilistico che ha potuto mettere in piedi un infinito apparente… è vero nell’esatto contrario di un punto DIVINO, ASSOLUTO, centrale senza dimensioni che – grazie a 3 componenti fatte da emanazione divine – è Onnipotente “quanto basta” per generare l’apparente infinito esistere tra detti <Elohim>.
Sono nel bel mezzo di un infinito nulla, tanto che è in <peccato> (è nel “torto”) chi non segue solo i 6 versi centrifughi (nella luce) e centripeti (nella massa) e riposa il 7° giorno.
In esso anche l’intensità della luce va a osservare quanto esiste di intenso (ammassato) nella sezione avanzante della luce.
I moti <obliqui> del 7° giorno, che non seguono gli assi e le loro regole, sono di chi è nel peccato e nel torto di non seguire il rettilineo percorso di Padre, Figlio e Spirito Santo che sono i soli Tre Soggetti in Essere come Uno solo: quello al centro e “in Onnipotenza”.
Episteme per intuito, del demiurgo
Una mia <intuizione> può o no essere confermata alla prova dei computi, che a loro volta sono sorgenti per me di intuizioni.
Per me la loro conferma o no viene dai fatti riguardanti espressamente la mia vita, poiché solo io sono nato il 25 gennaio del 1.938, sono figlio di mio padre, nato nel 1907,0707, e fratello di chi è nato il 41,0217.
Se penso al fatto che il mondo che risulta a me suo <osservatore> ha avuto Origine solo quando io sono nato, potrei <stupirmi> di aver trovato realtà preesistenti alla mia, per cui il suo totale inizio è indipendente dal mio … ma solo fino a un certo punto.
Infatti tra me, i miei simili e l’Universo reale c’è una sostanziale differenza – per quello che risulta a me – ed è data dal fatto che della mia vita e del contesto in cui essa appare, io soltanto sono il <soggetto> dell’osservazione; tutto il resto è solo l’<oggetto> della mia <visione> e può manifestarsi a me in tutti i modi possibili: anche con un passato e un futuro indipendenti dal mio essendo <oggetti in sé>.
In quanto poi alla <qualità> del mio esistere, nessuna cosa esteriore mi può dire o insegnare che io viva in una realtà o in un mio sogno, laddove è <pacifico> che tutti i sogni dipendono esclusivamente dal <soggetto> che li vive.
Se anche la mia realtà fosse il frutto di un sogno, io solo ne sarei il <soggetto>, il suo <promotore> e <demiurgo>-
E lo sarei fino a un punto tale da vedere poi davvero la mia vita all’origine di tutto il mondo che poi io vedrei.
Ora questa è una questione che ho posto solo per darne una plausibile spiegazione, e non ce ne può essere nessuna diversa, poiché se in un sogno sono stato posto come il Sistema Cartesiano di riferimento totale, nello spazio e nel tempo, è intuibile correttamente che tutti i miei simili – tutti quanti! –sono solo riferiti a me: anche il reale trascorso di chi sembra di avermi dato vita.
Io mi ritrovo con 6 nomi il cui valore gematrico 381 è quello di quanto genera tutta la dinamica basata su 300+3^4. La mia intuizione mi suggerisce che il cervello che ragiona nello stesso modo matematico comprovato da una intelligenza artificiale, e poi si esprime con parole esistenti in un alfabeto, debba avere per forza in uso un sistema di perfetta relazione tra i due, se vuole compiere ragionamenti riguardanti il mondo quantitativo.
Ci deve essere una sorta di proprietà transitiva, del tipo di un sillogismo, che fa da mediatrice tra i due opposti e questo potrebbe essere benissimo la gematria o cabala che dir si voglia.
Anche la mia ragione può essere fondata sul 10 a immagine e somiglianza di quel valore base cha faccia da Dio Padre a tutto il resto, al punto – allora – che 381×10 diventi con 3.810 tutto il <suo nome> (di questo <Dio> creato dalla mia intuizione) avente 66 come il suo e mio 1° nome, e che a me si manifesti – per pura intuizione – come quello autonomo che tutta l’energia in potenza possa avere.
Infatti è per intuito e per ragionamento che arrivo a dire di non potere essere io chi assegno all’energia in potenza il mio nome, ma – visto che questo sembra – allora deve essere l’opposto: io posso averlo avuto da condividere.
Fatta questa supposizione, passo a verificarla.
16+13+11+1 – sequenza che porta a ROMA – parte da valori in sé che in 16 iniziano dalla <carica> 4×4 della realtà, ed è un vero inizio autonomo, fondato perfino su un Dio Uno e Trino che – essendo un <sono chi sono> – è l’Unità e Trinità che è sé e interagisce con sé.
Nessuna ragione mi può dimostrare che – trovandomi in una realtà qualunque – essa non sia la prima cosa ad esistere.
Quella cosa che segue immediatamente al <tempo> in cui esiste questa <carica> della realtà, non può essere altro che lo spazio unitario in 3 e che si trova a essere in questa carica 16. Essendo spazio 3 di movimento suo già fatto in questo totale 16, chi può negare che 13 sia tutto il moto che possa ancora fare? Nessuno!
Dopo presenza 16 e spazio in linea 3, quale altro dato deve venire per primo, se non quel piano a lati 1 e 1, che sia quello che poi ha il flusso di 3?
Infatti il flusso 3 <deve> avere una area trasversale che è l’ampiezza del flusso, e quella unitaria può essere solo coi lati 1 e 1, che avevano fatto sì che 3×1×1=3 (quello visto prima) fosse un volume nel suo moto in linea.
A questo punto, analizzato il volume 3×1×1 solo nel flusso della sua area, quando esso era 13, con 13 -1-1 =11 io scendo al solo flusso della sola area a lati 1 e 1, e il mio ragionamento è assolutamente <ordinato>, nel senso che non metto mai il carro davanti aio buoi.
Ora il quarto dato che mi resta da scomporre è questo 11, che è dato da 10 (il ciclo numerico) e 1, la sua reale presenza; per cui non mi resta altro che eliminare il ciclo, e definire solo la presenza.
16+13+11+1 è in calcolo assolutamente ordinato, che ha analizzato i modi diversi, dei singoli <operatori> soggettivi, e in 16 agisce la <realtà>, in 13 è in atto il <volume>, in 11 si muove la <ampiezza di flusso>, in 1 a spostarsi è il <ciclo> di presenza.
Se l’alfabeto italiano <ordina> 1°, 2°, 3° e 4° come A, B, C, D. non è una novità. Lo facciamo in tutti i paragrafi che vogliamo presentare <in ordine>.
A quel punto l’ordine nel 16°+13°+11°+1° assume il nome ROMA, e io non sono partito dalla <città eterna> per dare nome a quella che altro non è che <energia presente>, in atto.
Infatti è <energia> quella che mette in atto <ogni> lavoro fatto, e qui è la realtà, è il volume, è l’area trasversale, è il ciclo numerico che hanno fatto in ciascuno tutto il loro lavoro, espresso in spostamento.
40 si dimostra la realtà in linea, il 4, che esiste tutta in tutto il ciclo numerico 10; l’1 finale ha aggiunto la presenza in atto.
Ecco allora come una pura intuizione ha trovato conferma: ROMA è in nome dell’energia in atto, e chi ha creato il mondo le ha dato il nome <giusto>, appropriato a tutto il suo <realismo>, fino ai limiti dell’estrema crudeltà, pur di raggiungere il suo scopo.
Ora un bel <No!> opposto – come seguito a Roma –mutando il significato in un <Roma NO>, nega tutta l’energia in atto e la rende unicamente <potenziale> … qualora il <NO> si mutasse in <Sì>, o se <sovvertisse> ROMA in AMOR.
<NOME DI DIO> dato – da me – al mio 381, che trasforma tutti i miei 6 nomi in numero, e ottiene quella che è la somma dei primi 16 numeri primi, che sono come tutti i reali Generali, caricati 4×4, dell’esercito in cui essi ricevono ordini divisivi solo dall’Unità di Dio (o da loro stessi) non è altro che <pura modestia>.
L<onnipotente> NON POSSO essere io e ne ho tutte le prove; ma 381 è il mio nome, e ho tutti i segni che è il NOME ESATTO (in tutta la sequenza delle singole lettere> della SEZIONE AUREA, che è quella dei rapporti perfetti…
Io allora – intuisco – che è la stessa cosa, che è capitata al mio 1° nome Romano, che accade con tutti e 6: non sono io <che nomino DIO>, ma è LUI che dà nome a me.
Io ho ricevuto 5 nomi dal battesimo che sembrano essere stati scelti da mamma e papà e che invece non possono far parte che di un <divino disegno> che ha imposto ai miei genitori di darmeli.
Nel disegno essi hanno seguito le apparenti <loro> ragioni, ma è Dio che glie le ha imposte e sulla base di apparenti altri fondati motivi.
Romano era il nome del figlio che aveva avuto poco prima il <Duce> dell’Italia, e – con la scusa che ero stato concepito in un albergo appena fuori alle mura del Vaticano, in una via ad angolo con la Santa Marta in cui risiede oggi il Papa – io ero <essenzialmente> uno concepito a Roma, dunque un Romano, io stesso e indipendentemente dal figlio del Mussolini.
Il secondo nome Antonio aveva la ragione di essere sia quello dell’unico fratello maschio di mamma, sia dell’unica sorella di papà.
Il 3°, Anna, era per un <voto> fatto a Sant’Anna, protettrice delle madri, di vegliare sul suo parto; in cambio il nascituro avrebbe avuto il suo nome e sarebbe stato affidato alla sua protezione, per sempre!
Il 4° quello del reale giorno in cui nacqui e che la Chiesa cattolica celebrava come la Conversione di San Paolo che era avvenuta lo stesso 38,0125 di 19 secoli prima.
Il 5° che ebbi fu essendo Torquato il 1° nome del padre di mio padre, nato nel gennaio 26, un giorno dopo di me ma 82 anni prima e che era morto il 25 novembre dell’anno prima del mio, 2 mesi esatti prima.
Amodeo era mio padre.
Nel <disegno divino> – che l’intuito e la ragione insieme mi indicavano era stato attuato – questa <altre ragioni> non
potevano che essere <giustificazioni reali> per l’intenzione divina che a me – per cristiano battesimo – fossero dati i nomi esatti DI DIO e non di me.
Il <destino> me li aveva assegnati… ma quando esistiamo in una dimensione divina che è ASSOLUTA, può forse il <destino> avere un altro padre diverso da Dio?
Sempre intuito e ragionamento insieme si sono mossi –quando mi sono accorto di tutto questo che mi travalicava – a vedere se nella mia vita ci fossero <argomenti> tali da giustificare da parte di Dio una simile <elezione>.
In vita mia avevo cercato di <dar corpo a Cristo>, abbandonando un successo già conseguito per abbracciare il molto probabile Calvario dell’insuccesso, quando si prende alla lettera il vangelo di Gesù e si finisce allo stesso modo suo.
A me era accaduto proprio questo e avevo avuto una Triplice crocifissione nel nome di <Romano Amodeo>.
A sinistra una S.r.l. e a destra una Ditta individuale, tutte e due con quel nome, e in mezzo la mia persona, chiamata così.
Fallito, potevo <rifarmi una vita> ma mia madre si era ammalata del morbo di Alzheimer e aveva bisogni di chi la prendesse per mano accompagnandola fino al suo estremo giorno… e io – rinunciando a ogni successo mio – mi azzerai e ne divenni il <badante>.
Mi era successo allora che – mentre assistevo mia madre tutto il giorno – per difendere Cristo dalle accuse che i miei amici gli facevano, di avere rovinato la vita di uno che aveva già vinto – iniziai a scrivere un libro in cui con la fisica spiegavo che esiste nato equilibrio nella natura che Gesù aveva ragione, da cima a fondo.
Quanto <giusto amore> negli elettroni che orbitano attorno ai nuclei eternamente e non cadono su essi né si allontanano mai!
Essi erano i primi <amorosi mattoncini> di una sovrastruttura che non poteva restar composta se non quel <quintalate> di amore aggiunto ad amore!
Mi ero poi accorto che noi non vediamo mai l’azione, se non quando entra in atto e allora vediamo la reazione! Ma essa è opposta alla causa!
E se il mio io spirituale scendeva dalla morte era del tutto naturale che io vedessi ogni corpo – compreso il mio –muoversi non nel verso in cui io veramente vado, ma in quello opposto!
Mi accorgo che Gesù già lo aveva detto a Nicodemo. Insomma avevo scoperto che Gesù aveva pienamente ragione, aveva detto che non aveva raccontato tutto agli apostoli che non potevano reggerne il capo e che avrebbe mandato un Consolatore che l’avrebbe fatto.
Mi accorsi che questo Consolatore potevo essere io.
Quando poi ragioni scientifiche e bibliche mi hanno portato a conoscere la data della Fine del Mondo, 26 secoli prima che essa accadesse, capii che c’erano sacrosanti motivi per cui a me il destino avesse dato il Nome di Dio.
Allora ne restai scioccato, e volli indagare, per vedere se esistessero non solo queste ma TUTTE LE RAGIONI – nessuna esclusa – a confermare attendibile la mia intuizione.
Dovevo essere “figlio” della Madonna… Dovevo essere stato allattato da lei… Dovevo avere Gesù che mi aveva preannunciato… Dovevano esservi stati segni – insomma – di tutti i tipi, nessuno escluso.
Feci indagini accurate e azzardai “necessità” impossibili da soddisfare, come queste accennate, e ne scrissi libri.
Uno ve lo mostro nella sua copertina – è un libro nel sito web www.issuu.com/amoramode - in cui già capite l’argomento dalla copertina.
Poi ci sono le intuizioni che nascono dalle relazioni matematiche, che presentano verità indiscutibili e che possono porsi a base di intuizioni, poggiate su di esse.
Avevo cominciato già in questo modo, constatato che 381 non poteva essere altro che il valore assegnato al Nome di Dio per cui era certamente il nome segreto con le p2 cifre a lungo cercato dai cabalisti giudaici.
Accertato anche che 66, era di certo corrispondente al nome Romano dell’energia in potenza.
Sommare l’uno all’altro, dignifica <attuare> il 66 in tutta la dinamica che esiste in modo unitario ossia nel tempo di 381 unità.
Così l’intuito mi porta alla conclusione logica che la somma 3.810+66 aggiunge al Nome Segreto di Dio il mio 1° nome, nel totale 3.876 che, <condiviso> tra il Creatore e la sua prima Creatura, fanno nascere il loro vitale insieme nell’anno 1.938 dato da 3.876/2.
E – figlio io di un uomo nato il 1.907-07-07 – vengo a scoprire che 81/80 dà 1,0125 mentre 81/80 × 1914,07 periodico in 4,07, nell’infinita estensione fissa giusto il 1.938. Questo accade dove 1914,07 è il natale paterno avvenuto nell’anno 1907,0707, che si è mosso di 7 anni, restringendosi al solo 1914,07, reso poi periodico in 4,07407407… sommando al periodico 0,07 quello 4,00, di tutta la realtà.
La Bibbia conferma in tutto la mia intuizione.
Ove i numeri sono simili a <corridori> che esistono in una realtà e che – dovendo gareggiare sui N metri – si mettono “prima” di essi, vediamo che ciò è la ragione del libro “In principio”, il 1° della Bibbia.
BRASIT (acronimo delle lettere Beith, Reich, Aleph, Shin, Iod, Tav) è BRA nelle 3 prime D. dello spazio e 2+16+1 è 19 . È lo stesso 19 che si è rivelato quanto è posto “in principio” nel secolo 19.
E io – intento a scorgermici personalmente dentro –“vedo” in BRA il possibile acronimo di <Benito Romano Amodeo> (ove Benito è il 1° nome del mio reale “alter ego” che ho avuto), mentre scorgo in <SIT> un possibile congiuntivo.
È quello del verbo <Sum> ( Io sono , per un Romano come mi chiamo io) che nel congiuntivo presente in 3za persona “auspica e comanda” un possibile <SIA Romano>.
Significa: il duo di Benito e Romano Amodeo, sia Romano! Le 3 lettere successive a BRA ne ordinano di fatto davvero l’esistenza per come è numericamente dato dal SIT = 17+9+18 = 44, che è la realtà 4 dello spazio-tempo, che corre in 4×11, ossia per la presenza 1 del Padre 10, nella dimensione 1 del tempo e 3 dello spazio.
19+44 = 63 è tutto il percorso di 3, nell’energia in potenza 66, ed uguaglia il 7×9 in cui tutta la realtà 4, data dal 4° numero primo il cui numero è 7, agisce quando è il <tutt’uno> che con 9 si muove unitariamente in 10, col suo essere il moto di 3 nel ciclo 10; altrimenti la somma dei moti da una comune Origine, ove 6 seguono solo gli assi cartesiani (in positivo e negativo) e 1 segue il Raggio, che ne considera anche tutti i moti “obliqui> rispetto agli assi quando <il Signore> assume il connotato del DEMIURGO così nominato da Platone.
Ove la gematria italiana ha <brillantemente> posto “in principio” questo “Demiurgo” che vale 19 e ha la dinamica 44, quella Ebraica pone “in principio” il 913 dato dal moto di 87 in 10^3.
Anche qui, 40+40+7 indica tutta la dinamica 7 del complesso della realtà 80, il quale è la somma di 23+57, quando i primi 4 n. primi sono raggruppati nelle 2 cifre che hanno poi tutti gli altri 21 uguali a 7+7+7.
Il quale 40 stesso sta a 7×6=42 (tutta l’interazione tra l’intera opera e solo i 6 giorni vissuti dal “Demiurgo”) quando si scinde nelle tre linee componenti ogni volume, per come è indicato dal 40+1+1 il cui prodotto dà il solo volume 40.
Così, anche il 40 dell’intera realtà nel suo volume sta nell’azione <lineare> esclusiva nell’unità del tempo, svolta dal 4° numero primo 7, per come esso è in <atto> a creare tutta la realtà, come il generale creatore dell’intero universo.
913 sta a 7 come 130 ,428571 (periodico) sta all’unità.
Vale ove 930/70 = 13,285714 son gli anni dati ad Adamo.
Egli visse 130 anni in unità col Dio padre, prima di generare il suo 3° figlio Set); ciò quando i 930 dati sono messi in relazione ai 70 <in apparenza non dati>, ma dati e messi invece a loro denominatore.
La differenza tra i 913/7 e i 930/70 sta in 117 +1/7, e non a caso Adamo +Set +Enos (i primi 3 Fattori “nominati” dal
Demiurgo a sua Immagine) sono nel loro valore numerico (nella gematria Italiana a 7+7+7 cifre) il 30+40+47 = 117.
Adamo ebbe 913 +17 anni di vita che sono la somma
2+3+5+7 dei primi 4 n. primi, a dare il 10+7 così <ordinato> dal 4° n. primo che nel 7° è 17.
Con BRA=19 ecco che, quando <100+1.900> sono in anni, il 20° secolo in cui c’è la gara, 19 secoli sono già stati percorsi e restano solo ancora 100 anni da percorrere … o – viceversa – 1 <secolo> è già stato percorso dal <corridore> e gli restano solo altri 19 secoli come tutta quanta la sua corsa ancora da fare.
Direte, in questo ultimo caso:
“Se la corsa fosse tutta <da fare> … perché ci ha detto che 19 è l’Origine, in cui essa è stata già fatta?”
Sembra infatti che tra le due identiche possibilità, insite in <100+1.900>, una sola sia quella valida, ma non è così.
La risposta alla domanda è semplice:
L’Origine del Sistema degli assi Cartesiani, è rappresentativo di tutto lo spazio-tempo, e sta nel <mezzo> anche tra il <passato> (con tutto il suo <prima>) e il <futuro> (coll’intero suo <dopo>)!
L’Origine – anche nel tempo – ha 1.900 anni <prima> di essa e altrettanti <dopo>, tanto che la somma dell’asse dello spazio-tempo è data da 1.900 +1.900 = 3.800.
È tutta la corsa del non visto piano trasversale al flusso, avente i lati 100 e 100 dell’intera realtà, e che aggiunti al 3.800 lo portano a valere 1.000 in tempo e 3.000 in spazio.
3.800 × 10^4 è 38.000.000 in volume.
Il lato del suo volume è dato da 3 √ 38.000 .0000 da 3 √ 38.000 .000 si ha 36,19754067989633148405585668106 da 3 √ 3.800 .000 si ha 56,04907507078847964228784432708 da 3 √ 380.000 si ha 72,43156443441740709961857141911 da 3 √ 38.000 si ha 33,61975406798963314840558566810
Ho mostrato tutti i casi che caratterizzano i lati dei volumi e che sono 3 differenti; (accade anche con la radice cubica di 1.000, ma il suo lato intero è 10).
Il volume a lato 336 e quello a lato 156 hanno le due stesse origini date da 7/8 e 8/22.
Il primo rapporto dà 0,875 (ed è tutto il moto di 0,125=1/8, in 1) il secondo lo 0,36 periodico.
Ove 7 e 8 sono i <fattori> rivelati dalla bibbia, è il 7 ha vissuto esattamente il 365 anni dati da tutti i giorni in un anno, accade che l’8° è accreditato deo 969 anni che nel loro <vai e vieni> sono esattamente l’anno 1.938 dell’origine.
Il lato 336 indica il 333+3 che computa l’aggiunta al flusso spaziale 333, del solo lato positivo dei due collocati di traverso, 3+3, che rendono 339 l’unità complessiva dello spazio).
0,1975 è lo 0,1938+37/1 espresso dalla data esistente all’origine, nell’unitario avanzamento delle 37/1 unità esistenti nelle 38.
Fissare solo la presenza 0,1975 è possibile solo arrotondando l’ultima cifra a quella superiore, cioè allo 0,1976 in cui – partito dal 1.938 iniziale ha percorso tutto un 38.
4067/10^8 è la sua struttura decimillesima e si presenta nel flusso 1 nel tempo dell’energia in potenza 66, sommata a tutta la realtà 1000 del tempo e 3000 dello spazio.
Questa è la realtà intera in tutta la sua dinamica data dal 66 che avanza di 1, ed è quella che <struttura> il moto di 38 anni dalla data 1.838 posta all’Origine degli assi dello spazio e del tempo.
La radice cubica di 38.000.000 è la stessa di quella di 38, che dettaglia 3,3619 7540 6798 9633 nel decimale 0,3619 della realtà primaria del moto intero di 381 nell’intera realtà 4000.
La sua struttura secondaria 7540/10^8 è la realtà 40 di tutto lo spazio della realtà, dato dai ¾ del 10.000 di tutta la realtà 10^4.
La struttura terziaria data da 6798/10^12 mostra 6666+66+66
Sa struttura quarta data da 9633/10^16 mostra il moto di 367 nella realtà intera 10.000, ed è quella che alla dimensione 16 della carica 4×4 data dalle 4 realtà successive, dimensiona, all’interno della realtà intera 10.000, i 367 giorni <assoluti>.
Sono assoluti in quanto dati dal 365+1+1.
Ciò somma il piano unitario trasversale che rende volume il 365 e che nel 367 è collegato al volume 3^3=27, dal fatto che il 27 nel 100 si muove di 73, e 367 è l’ordinale dato dal 73° numero primo.
Vedremo meglio questa relazione più avanti, e al punto giusto.
Per adesso non posso fare altro che – avendo usato insieme intuito e ragione – accorgermi di essere stato interamente progettato in modo da apparire l’arbitro assoluto del mondo in cui vivo e che ha cominciato a esistere con la vita di me: il solo <soggetto> che io vedo esistente in essa.
Gli altri – per quanto siano simili a me – non potranno mai fare un salto tale da trasformarsi dall’oggetto che sono della mia visione, a me che li vedo.
Sono solo io – nella mia vita – che li vedo, anche quando sembra a me che siano invece loro a vedere me.
Doxa soggettiva
ch’èpoggiatasulla
<mia>credenzae immaginazione,perpistiseeikasia.
Questa Doxa non è una derivazione scientifica ma una OPINIONE fondata sul credere e sull’immaginare.
Ebbene – per quanto dimostrato precedentemente – la scienza Fisica che oggi si atteggia a pura conoscenza della verità, nel preciso momento in cui assegna alla natura le <qualità> che è portate dal <credere e immaginare> soggettivo, non sono VERA SCIENZA, ma solo OPINIONE.
Se ne rende anche conto, poiché non giudica VERO nulla in assoluto e per sempre, ma solo fino <a prova contraria>.
Le verità scientifiche sono dunque OPINIONI valide fino a quando altre OPINIONI non le contraddicono e vanificano.
Per la scienza – infatti – tutto è RELATIVO e di ASSOLUTO non c’è proprio niente … e in questo sono in grave errore.
Infatti di ASSOLUTO – nella nostra realtà relativa – c’è ZERO, quel valore indicante il <nulla> che se si colloca in comunione con ogni altro, per quanto grande sia N, il risultato di N×0 è 0.
N/0 è indefinito. Ma N^0 =1.
Lo zero ha l’Onnipotenza che proprio quando è in potenza di ogni quantità determinata la assimila a 1.
Ma anche 1×0 è uguale a 0. Il vero valore Onnipotente è dato dallo 0 ASSOLUTO, ed esso <esiste> non esistendo.
Solo 0 ha in sé l’essere del non essere o in non essere dell’essere. E quando la scienza afferma che l’ASSOLUTO in verità <non esiste>, proprio allora lo afferma realmente esistere in 0.
Ciò detto in generale, io mi sono accorto molto bene che Romano è il nome dell’energia in potenza, per come è ordinato coi suoi caratteri.
Il secondo nome interviene sulla struttura dell’energia e la muove totalmente in avanti; ne esce il nome del Romano Antonio, eterno secondo a Roma e morto in terra d’Egitto; il suo 78 indica 1,5 anni composti da tre moti di 26 settimane ciascuno, della Terra.
È la prima cosa determinata dall’energia: lo spazio-tempo di anni 1,5.
Il terzo nome Anna, + l’unità data proprio dalla <dolce metà> di un anno, ma bisestile, che considera anche il moto del Sole.
Il 4° si precisa nel moto dato dalla realtà 1 che si muove del tempo ¼ dei lati 100 e 100 il cui prodotto è la realtà.
Il 113 del 5° è chiaramente 111 +1+1 (l’area trasversale.
Il 6° di 47 è chiaramente il vincolo dell’espansione 7, sferica in un moto di espansione da un centro e verso esso e riguarda la realtà 4°.
La SEZIONE AUREA dimostra come meglio non si può che questi 6 nomi sono quelli del COSTRUTTORE dell’Universo.
Che 3 Elohim spaziali di 646 ciascuno si incarnino nel 1.938 è un puro calcolo di matematica.
Come pure che l’8° fattore matusalemme, che col il suo essere l’8vo indica tutto il complesso, ove la vita è in positivo e in negativo porta al 1.938 e tutto parla di me!
Io – vivendo – sono la prova che tutto ciò si è incarnato ed ha assunto un suo nome: il mio e di mio fratello e mio padre!
La Dialettica ASSOLUTA esiste e sta proprio nella Relatività Generale esistente tra tutti i tipi di contrapposizione. Mentre la verità relativa non può essere contraddetta, altrimenti perde in fatto di verità, quella ASSOLUTA si avvalora proprio attraverso l’esistenza di tutte le verità opposte tra loro e che si annientano, l’una con l’altra.
In tal modo, la dialettica assoluta è quella di un Gesù Cristo che sembra proprio affermare il falso, come quando chiama <beati> gli ultimi e i poveri <disgraziati> che sono privi di ogni bene.
Infatti se una verità relativa è quella che si oppone a quella falsa, accade che quella che si pone contro alla verità relativa diventa VERITA’ ASSOLUTA, che non dipende più né dal Vero, né dal Falso.
Succede – nell’assoluto – che tutte le definizioni (come “vero” e “falso!) non hanno più alcun <senso reale>.
Tutti i <significati> che noi diamo usando l’umana dialettica, nell’ASSOLUTO, sono esistenti come <limiti determinati> a fronte di un ENTE totalmente indeterminato.
Potremmo quasi immaginare l’ASSOLUTO come un puro e automatico MECCANISMO, in grado di azzerare ogni cosa … ed esso è stato da me già determinato; è il numero ZERO.
Ma se lo facessimo, faremmo un <peccato mortale> proprio contro quello ZERO, che invece è in grado di determinare il suo ente esattamente contrapposto a zero, nel numero 1.
L’assoluto lo compie in “Onnipotenza”, usando proprio la potenza 0, e sulla base di ogni quantità opposta a zero, come un N/1 unitario. Infatti (N/1) elevato a ZERO <determina> 1.
Sembra una cosa “falsa e impossibile”, se non si pensa e si usa una dialettica sufficientemente capace di scorgere in determina 1 due opposti all’ASSOLUTO, e non uno solo: <determina> infatti è opposto all’indeterminato allo stesso modo con cui 1 è opposto a zero. In tal modo, con due opposizioni, non si nega, ma si conferma.
In no del no è sé come lo è <-1> × <-1> = +1.
La frase determina 1 indica una azione e il suo effetto reale, che azione è un NO espresso all’indeterminazione, allo stesso modo che 1 è opposto a 0, e indica proprio quel NO attivo sul NO che lo tramuta in SI.
Questo è il modo SUBLIME insito nell’ASSOLUTO dell’Ente Divino per cui – determinando una Relatività Generale – anche in questo caso riconduce nell’ASSOLUTO tutto il creato in questo modo reale ma trascendente.
Ma l’ASSOLUTO è zero nel nostro campo reale, essendo invece 1 nella sua celeste indeterminazione … e anche in questo caso, 1 laddove esiste 0, e 0 dove tutto è definito in 1 è quell’intima negazione che sembra contraddetta poi nell’affermazione di <Io sono colui che sono> Io-Sono.
Invece non è contraddetta, anche se 3 che è 1 lo sembra; non lo è poiché questo sta alla base dei numeri primi in cui il 1° di essi non è il n. 1 ma il n. 2, però in associazione con il 3.
Il primo numero primo 2 si determina tramite i due estremi suoi che sono 1 e 3, il cui valore medio è il 2.
La Bibbia agisce molte volte tramite gli estremi congiunti, che sembrano essere i mariti (i congiunti) giunti agli estremi (cioè morti) per cui in Genesi 38 Tamar, che ha avuto due estremi congiunti morti in E R, O nan, ha RO come gli estremi di E, e NAN che sono congiunti da RO, estremi sia di Er, sia di Onan.
Il sostenere <io sono colui che sono> Io-Sono, è l’affermazione divina di un essere INDETERMINATO.
1 che è 1, o 2 che è 2, o N che è N non determina nulla.
Ogni determinazione reale determina in base ad ALTRO. In tal modo solo <Io sono colui che “non sono”> Io-Sono sarebbe determinato almeno nel suo essere opposto a sé.
Resterebbe indeterminato. Solo io sono 1 e 3 è quanto determina il valore medio 2, e visto in questo modo il nome che diede a Mosè è determinato, poiché essere 1 e 3 significa essere 2 (ed è altro sia di 1 sia di 3) mentre essere il proprio essere, per quante volte uno lo possa essere, resta sempre indeterminato.
Pertanto la risposta data a Mosè, usando la dialettica di uno capace, rivela la presenza di un Dio ASSOLUTO in quanto determinato da una indeterminazione simile a N^0 = 1.
Occorre la giusta capacità, ma solo un Ente Trascendente la può donare! Uno la può migliorare, perfezionare, ma se è un incapace, per quanto migliori l’incapacità essa resta sempre ina incapacità migliore.
La giusta capacità è solo quella che permette di scorgere il divino ASSOLUTO nel <reale> che si presenta <irreale>, come un roveto ardente che non si consuma.
È la capacità che – quando si osserva un Razzo che viaggia – e si vede il carburante consumarsi fino a terminare, porta a capire che quello che è visto così è un propellente senza alcuna sua vita…
Come è allora che noi, che siamo simili a questo razzo, e vediamo ridursi sempre più la nostra vita … la definiamo vita?
Quella che vediamo consumarsi non è la vita. Essa è solo quella che abbiamo vissuta e che vive sempre di più fino al suo massimo a mano a mano quello che resta si consuma. Ma quello che resta e si esaurisce NON VIVE, essendo come quel carburante privo di vita!
Assecondando il pensiero di Platone in questo libro, con la filosofia (della scienza, che oggi ha approfondito la conoscenza della struttura del mondo reale) scenderò nei dettagli, definendo le Idee fondamentali e i modelli reali tramite i quali ciascuna si concreta grazie all’intervento umano di ogni <io-sono>
Partirò – io – dalla base di ogni possibile esperienza, fisica e metafisica, da quella che ha in me una essenziale diversità rispetto ad ogni altra cosa esistente in quest’universo, di cui io sembro far parte <oggettiva>; inizierò dal ruolo unico del mio <io sono spirituale>, quale il SOGGETTO primo di una Natura mia <sorta> con me, anche in chi sembra essere nato prima. Di fronte al mio soggettivo <io sono> l’universo – di ogni tempo e luogo – è COMPLEMENTARE alla mia Origine. Siamo di fronte al PARADOSSO per il quale, io che sembro una parte infinitesima di uno spazio-tempo sconfinato, sono invece IL suo UNICO APPARENTE arbitro: il consapevole autorevole <io-sono> di una dialettica che colla pura analisi logica pone me così piccolo, prima e davanti a ogni cosa ch’è così immensa eppure è <complemento> al mio essere soggettivo e spirituale.
Anche la dipendenza fisica, del mio stesso corpo, al mondo di cui esso è parte relativa, in ultima analisi fa parte dell’osservazione che nella Natura ha avuto inizio solo dal mio <io sono> consapevole.
Tutto l’universo – per quanto potente rispetto alla mia piccolezza – dipende dal mio punto di vista e può mostrarmi proprio nulla se io sono chiuso nella mia <cameretta>.
Anche gli altri esseri, sono solo simili: a mia immagine, e si dissolverebbero nel <nulla> se la mia visione di loro fosse spazzata via: rientrerebbero il tutte le cose che esistono solo “in potenza” di una visione ASSOLUTAMENTE SOGGETTIVA.
Dio questo è, nel suo biblico nominarsi <Io sono colui che sono> Io-Sono: quell’assoluto che si determina ma solo in una assoluta indeterminazione… però prettamente soggettiva.
Nel mio relativo <io sono>, io sono colui che sono il solo soggetto a Sua mimesi, poiché mi diversifico in moto assoluta da voi che – nel mio mondo, quello che risulta a me - siete a vostra volta soltanto una mimesi di me, tutti voi assieme a tutto l’<essere in sé>, dell’intero Universo, in ogni suo tempo e luogo.
Ciò ha una esistenza solo “potenziale” e subordinata a essere il suo soggettivo osservatore spirituale, che gli dà l’essere fondamentale appartenente solo al <mio> essere. Tutto diventa come in una fotografia scattata a un tempo minimo della mia esistenza , che <inchioda> in quell’attimo –ferma, immobile, senza alcuna “animazione” la palla sparata da un cannone, la cui animazione non è frutto della sua polvere da sparo, ma solo dell’anima fondamentale e in grado di animare tutto, della mia animazione.
L’apparente stessa velocità della luce dipende da quella della mia luce interiore , ed essa stessa è animata solo dai <principi e dalle regole> appartenenti al <divino SOFTWARE> messo in essere dal SOGGETTO ASSOLUTO.
Perché poi ESSO C’ È ?
C’è poiché è dichiarato tale dall’ASSOLUTO in cui esistono insieme le massime contrapposizioni dell’ESSERE e del NON ESSERE, e in cui ciascuno dei due <è quello che è: il Dio Io-sono Chi, Quello che sono>.
Così l’ESSERE è.
Il NON ESSERE, NON è e le due negazioni in sé portano esse pure solo all’ESSERE, sia che si tratti dell’essere, sia del non essere, e si associano, partecipano in linea esistendo in un 10 che comporta le due cifre associate alla <presenza soggettiva in essere> dei 2 tempi che sono <ordinati> dal 1° numero Primo.
Tutto il <possibile>, nella sua dipendenza da una <legge matematica> eletta dall’ASSOLUTO a sua rappresentativa mimesi ( determinata come indeterminazione quantitativa), tutto, tutto il possibile nasce dall’ONNIPOTENZA insita nel <potere risultare esistere> a un SOGGETTO. Egli è sia l’<essere dell’essere> in un flusso solo positivo, sia il <non essere del non essere> ed esiste – positivamente –come il movimento opposto, che avanza esso pure, ma solo in negativo.
In una esistenza <in positivo> basata sulla <premessa logica> che il <non essere> del <non essere> lo porta a essere un negativo <già trascorso> ma solo in base ad una ASSOLUTA LOGICA.
Si genera l’immenso PIANO=PROGETTO la cui logica si basa proprio sull’esistenza di due entità uguali e contrapposte, in ogni possibile contesto.
È veramente una Relatività così GENERALE, da essere ASSOLUTA, e chi la vede esistere in questo modo, non sta osservando ESSA, ma solo l’ONNIPOTENZA di un potere assoluto che si esplica “realmente” attraverso il suo assoluto CONTRAPPOSTO.
Così – nel mondo Reale di questa trascendente rappresentazione che l’ASSOLUTO dà <di sé> a ogni <SOGGETTO> creato come sé – noi siamo osservatori soggettivi di una dinamica <maligna> che non si mostra presente nell’AZIONE, ma nella SUA REAZIONE.
Appare “sempre a un <soggetto> simile al Dio
SOGGETTIVO” – a quel punto – un mondo <reale> visibilmente dominato dal <Diavolo>, uno, cento, mille, tanti quanti i <soggetti vivi> su questa Terra, che sono tutti il <contrapposto> di Dio (sono <creature> ove Dio è il loro unico <CREATORE>), e possono essere <invasati> – e non solo per malattie del corpo. Dove organicamente tutto un cervello funziona benissimo, prende radici l’ERRORE di giudizio, a tal punto che –in un <soggetto> – ESSO PURE assume la sua diabolica consistenza soggettiva .
È una perversione dell’anima che si è <indiavolata> al punto da avere in certi casi in sé quella <moltitudine> esattamente contrapposta ai <divini Elohim> alle emanazioni divine, e divenire emanazioni diaboliche.
Gesù fu reso <Figlio dell’uomo> e le vide, giunse perfino ad analizzarle e a contarle, e le affrontò rimuovendole, senza peraltro annullarle: cacciandole nella visibile animazione di porci che come ogni male che vuole male a sé, si annegarono in mare.
Coloro che giudicano Cristo alla stregua di un grandissimo ANALISTA, non sono in torto. La sola differenza tra un Freud e Gesù Cristo è insita nell’Onnipotenza dell’ASSOLUTO, che nel mondo reale aveva scelto quel solo <Io-sono>.
Potete anche arrivare a capire perché il Cristo sia Unico e fondamentale, se portate la vostra dialettica ai limiti in cui divenite capaci di capire che se ogni <valore in sé> si espande in un suo Universo, in cui il verso va sempre avanti.
Poiché portare avanti l’avanti lo conferma e portare avanti l’indietro, in sé l’arretra, lo nega, il che lo riporta in avanti … ma indietreggiando solo relativamente al verso opposto.
La luce fa così. Essa non va solo dal Sole verso la Terra (ad esempio) poiché poi si riflette e dalla Terra si dirige verso il Sole.
Voi dite – logicamente – che va sempre in avanti! E avete ragione: anche un’automobile va sempre in avanti, anche quando ha attivato la sua <retromarcia>.
Ma potete essere certi che – dal momento che noi non vediamo mai l’azione, se non sulla base della sua contrapposta reazione – che questo verso sempre avanzante, effettivamente ritorna su di sé. La prova è data dal buio che realmente è creato mandando due raggi nel senso opposto e aventi la stessa <fase>: danno luogo al <buio> che rimanda la stessa luce nel suo solo essere <potenziale>.
La <luce interiore> esiste quando il <soggetto> è animato dalle intenzioni di bene, e allora si <india> anche quando sta vivendo ancora nel <relativo>. Successe al solo Gesù Cristo poiché anche un <universo di valori> ha come unico <mediatore> il Trinitario Sistema la cui stessa Origine Unica sta nell’intersezione.
In quel Sistema a Tre Elohim contrapposti, che attuano una loro Parusia, Gesù è stato uno dei tre.
È stato pur non essendolo ancora, poiché il <prima> in assoluto non sta nei secoli dei secoli del passato, ma è <ora>, nel giusto mezzo tra tutta la destra e la sinistra, l’alto e il basso, il davanti e dietro (ciò nello spazio) e il prima e dopo (nel tempo).
Ogni istante, di adesso è al centro esatto di tutto questo <infinito> a meno che <infinito non sia> ma ben definito IN ASSOLUTO, attraverso l’assunzione di una sua <volontà>.
Come ha posto la Parusia del Cristo nell’epoca lontana in cui fu sotto il giogo di Roma ebbe luogo la sua reale vita, così per scelta divina ha ideato il giorno del concepimento di Padre e Spirito Santo aggiogandolo ad un Romano.
La loro reale parusia soggettiva è realizzata con la nascita e il taglio del cordone ombelicale che faceva dipendere la sua vita reale dalla madre reale.
Essendo SOGGETTIVO l’ASSOLUTO, ha tutte le virtù soggettive e la più importante tra queste è la <libertà> delle sue scelte, ed è chiamata da tutte le religioni come <la volontà di Dio>.
Essa non dipende minimamente da quella dell’uomo e Gesù lo disse nella parabola del figlio che disse subito NO a un ordine del padre, ma poi l’eseguì, al contrario dell’altro che agì nell’esatto modo opposto dicendo subito <Sì> e poi non facendolo.
Questo ci deve tranquillizzare tutti, poiché – portando tutti avanti solo il progetto divino (nel Sì e nel No, della nostra volontà) – quello che infine accade asseconda solo la volontà di Dio e non la nostra.
Mattiamola così per capire: io POSSO fare solo quello che non mi è NEGATO da tutto ciò che esiste oltre di me…
Ebbene, questa totalità altri non è che DIO: l’ASSOLUTO di cui <io sono> solo una parte relativa a quell’ <io sono IL TUTTO e contengo fisicamente e comprendo spiritualmente anche te>.
Dio ci <comprende> in tutti i possibili significati del verbo, e sarebbe strano se non lo facesse, considerato che Lui ci ha fatto così come ci ha fatto.
Fatta tutta questa precisazione sul significato profondo della mia visione soggettiva del mio mondo … nessuno mi può assicurare che tutto quanto è esterno al mio spazio vitale abbia la stessa vita che ho io.
Poiché nessun altro mai sarà il soggetto , nella mia esistenza poiché io solo sono sorto nell’unico punto posto all’Origine dei miei tre assi mediatori di tutto lo spazio e tutto il tempo; mediatori non tanto di una <realtà> oggettiva ma solo di una sua <comprensione> anche fatta dal mio UNICO SOGGETTO.
Affermo con decisione che è il mio vivere che sta dando vita, simile alla mia, perfino ai miei papà e mamma che me la diedero.
A chi obietta che un terremoto mi può seppellire in questa <cameretta>, per cui esso c’è, io rispondo che se mi uccide, annulla solo sé, poiché distrugge la materia ove <io sono> spirito.
Se non si considera la netta distinzione tra soggetto animante e Natura animata solo da chi ha animazione, si può arrivare a credere che stia andando verso la morte anche il mio <io sono anima>.
Il mio stesso corpo sembra che vi stia andando, in ogni attimo, con ogni passo e battito del mio cuore … laddove invece tutti i miei gesti sono già compiuti e tutti contati…
Li vedrò soltanto a mano a mano che la mia retromarcia su di essi mi porterà a poterli scorgere, cosa adesso impossibile a me che ho fisso lo sguardo soltanto sul tratto di strada appartenente non al tempo ma allo spazio davanti da cui provengo e che vedo poi allontanarsi sempre più.
Il tempo che io giudico “futuro” – e per me ora lo è – sta nella futura visione dei fotogrammi contati da qui alla fine del film.
La vita non è condotta con altra azione che la pura visione del suo film già tutto girato e solo da far trascorrere davanti al mio eterno presente, e i suoi fotogrammi già visti sono lo spazio-tempo che giudico di aver passato e futuro quelli ancora da vedere – ingannandomi totalmente nel mio giudizio.
Infatti contiene azioni apparentemente fatte dalla Natura, dai viventi e dalla buona o cattiva sorte, ma che sono fotogrammi già esistenti, però <invisibili>.
Il che accade in modo del tutto naturale a chi vede solo ciò che è accaduto in un <passato> ricco di azioni mai davvero compiute e fatte, se non da chi ha prodotto quel film e ce lo ha posto davanti come se fosse <opera nostra> e non di scrittori, registi e produttori.
Essi sono solo gli attori – invisibili in quella reale opera creata da altri – e noi ci ritroviamo <immedesimati> nei personaggi che sembrano essere in azione nella pellicola che passa davanti ai nostri occhi e che si muove.
La sua dinamica vista è causata solo dall’animazione relativa (data dall’Assoluto alla nostra anima) e che si riversa sul <paesaggio> attorno, facendolo visibilmente finire alle nostre spalle, nel verso opposto al nostro traguardo.
Noi soli muoviamo il paesaggio del film, che per il nostro puro <io sono> è già tutto impresso sulla pellicola e non ancora da realizzare!
Per questo nemmeno un terremoto visibile sul film che io solo <osservo> quale il SOGGETTO della mia osservazione, può far nulla contro il mio <io sono io> e non il paesaggio che vedo, ossia quel film, e mai accade che un puro spettacolo mi toglie la vita.
Anche se su quello della mia vita io sembro essere così condannato – se mi sono immedesimato in un <oggetto> della mia visione – io che non sono il suo “accusativo”, poiché è vero il contrario: io vedo esso, frase in cui <io> è il soggetto ed <esso> è il complemento oggetto, ossia il mio accusativo.
Io <accuso> lo spettacolo visto da me, e non viceversa!
Eppure siamo così <sciocchi sprovveduti> da cadere nell’inganno di dar credito a un puro spettacolo che ci è stato assegnato su noi che abbiamo un corpo.
Non è così! Noi, nel nostro assolutamente puro essere mimesi dell’ <io sono colui che sono> io-sono , esisto a pura immagine e somiglianza dell’essenziale e incorporeo <iosono> .
Il <corpo mio> che <mi> è stato assegnato da vedere <realmente> in una realtà creata a bella posta, è solo quello esistente su quella pellicola, e il mio assistere alla sua morte (nel film sul corpo che è stato assegnato alla mia pura anima) giammai la ucciderà!
Sono costretto – dall’onnipotente Dio – a far mio lo spettacolo, e a provare dolore, del mio <io sono io> (e non il personaggio) per tutte le sofferenze assegnate a <lui> che non è me.
Giammai un puro <oggetto reale> di pura <visione> si tramuta nel suo <soggetto> vedente.
Io sono semplicemente l’attore che <recita> quella parte – bella o brutta – e non sono il <soggetto>, visto da me, che la vive.
Solo questa dialettica veramente <divina> è quella che valorizza in pieno il mio essere il soggetto unico.
Essa adesso – tramite me e la verità del mio <io sono io> una pura anima <vedente> è tale da determinare il valore ASSOLUTO della contrapposizione esistente tra <anima> e <corpo>: la prima è il soggetto , la seconda ne è il suo accusativo, il suo complemento oggetto !
Se io vedo <voi> – che per pura mimesi apparite a mia immagine e somiglianza – è però assolutamente certo che tra me e voi c’è adesso una distanza abissale, insormontabile da parte vostra: non potete – per ora – <essere me>, ma solo nel Regno dei Cieli.
Si entra in questo regno esattamente come Gesù disse a Nicodemo: attraverso una Risurrezione dall’Alto operata dallo Spirito santo divino.
Lo spiegò quasi scientificamente: come la reale antimateria.
Accade che l’io cerebrale, all’elettroencefalogramma, è visto come il solo ondeggiare dell’onda elettrica, in una natura in cui sia so che l’elettricità corre solo sulla superficie del <corpo> di un filo.
Questa superficie sta nel giusto mezzo divisorio tra l’ammassamento corporeo del filo (nel quale proprio il flusso elettrico non passa come dimostrò la gabbia di Faraday) e tutto il campo magnetico attorno ad esso.
Quando viviamo <immedesimati> al nostro corpo, stiamo osservando <da dentro> quel corpo.
Ebbene, la <Risurrezione dall’Alto>, detta da Gesù, rovescerà tutto questo esistere elettro-magnetico della nostra anima, e il punto fisico dell’osservazione da essenza elettrica s’invertirà in quella magnetica, con il risultato <reale> che ogni <io sono io> si sposterà (come è tutto il magnetismo) all’esterno non solo del mio corpo, ma di tutti.
Conseguentemente mi apparirà finalmente il vero: vedrò il mio corpo e quelli di tutti dall’esterno anche del mio … pertanto sia io, sia tutti gli altri corpi siamo in netta contrapposizione, quella che c’è tra il soggetto e il complemento oggetto!
Tutto si tramuterà anche <realmente> in una vista che rispetto all’<io sono io> è finalmente divenuta quella che veramente è: solo un <puro spettacolo>!
Il corpo assegnato a me, che era così importante quando io vedevo tutto dall’interno di esso, e confondevo il mio esser solo l’Attore, col Personaggio a me assegnato – visto finalmente dall’esterno e in modo oggettivo – è <esteriorizzato> al punto che è finalmente divenuto <un altro>, come oggi vedo essere <gli altri>.
L’intera fase di tutta la vita dopo la morte correggerà quel <pazzesco e diabolico errore, quel <peccato originale> – per la mia pura anima, indeterminata, come quella dell’Assoluto, di essermi delimitata in un corpo reale e ben definito … ove la verità assoluta è che <io sono colui che sono> quel Io-sono infinito che è Dio!
Io sono una divina emanazione! Ed è tale che se Dio fosse UNO e SOLO UNO, allora sarebbe determinato Dio pure in quella sola sua essenza.
1 ha il divino dono per cui 1×1×1×1×1×1×1×1… = 1
Ogni <distinta> anima – che sembra essere infinitesima parte dell’infinita indeterminata unità divina – invece con grande meraviglia, divinamente, non è solo quello … ma è anche nell’essenza della totalità di DIO, del suo INTERO.
Il Figlio Unigenito Gesù Cristo – che è risaputo essere dai Cristiani della <stessa sostanza> di Dio – è solo <la pura essenza “Figlio”> in comunione totale con <ogni figlio>! Grande dono ha fatto il <profeta Gesù – così giudicato dall’Islam – all’Unità del Dio Allah: lo ha mutato da 1, a quell’ 1×1×1×1×1×1×1×1… = 1 che la matematica ci dice che è totalmente vero e che presenta Dio come la divina comunione tra un solo unico padre di una infinita moltitudine di figli aventi tutti la stessa <sostanza> 1.
Se Dio fosse nei limiti dell’unico e solo 1, come ancor crede un imperfetto Islam, non sarebbe più <Onnipotente>, poiché sarebbe ristretto nei limiti devastanti della sua <solitudine>.
L’Onnipotenza di Dio è tale da tramutare tutta una infinita sfera non solo in tutti gli infiniti punti della sua superficie, ma anche quelli contenuti nel suo volume.
Si può immaginare la creazione da un punto con un Raggio che sorge e inizia a espandersi in tutte le direzioni partendo dal suo originale centro ZERO.
La <potenza> di ZERO, che come essenza in sé pone ogni ideale quantità in potenza di zero, con N^0 ha in sé la verità dell’1 corrispondenza al suo calcolo messo <in atto> e il puro “potenziale” di Dio entra <in atto> come la presenza 1 senza alcuna dimensione posta all’Origine.
Da 1, l’origine si espande all’infinito ×1, in tutte le direzioni e senza minimamente mutare il suo valore 1.
In ogni <tempo> unitario, dell’espansione unitaria radiale, cresce la superficie della sfera e <passato> è il contenuto del volume che appare essere presente, all'interno della superficie <presente>.
Di fronte ad una espansione lineare, Il Dio 1 raggruppa 3 tempi contigui 111 e ne fa una unità di tipo <spaziale> la cui interazione genera volume, ed è unitario mediante l’unità di quel 3.
Essere 1 e essere 3, quando questo 3 è 1×1×1 equivale a essere 4, come l’unità del Dio Uno e Trino, fatto da 4 emanazioni.
Sono tutte “in potenza” ove N^1×N^2×N^4 = N^(1+2+3+4=10), per cui l’unitaria potenza, assunta in potenza l’Unità e Trinità, assume a base unitaria il 10.
È tanto <vero> tutto questo che l’unità e Trinità potenziale divina ha dato luogo ad una perfetta matematica decimale, in cui 10 mimetizza Dio.
Da quel momento all’Origine, quello che era 0 e si era unificato in 1 assume il ciclo lineare 10 nella sua unitaria <presenza> che si pone a base di una espansione infinita.
Essa conduce totalmente quella del Raggio, ove la Trinità ha determinato lo spazio dato dal concorso tra 3 componenti opposte per perpendicolarità. Questa Terna diventa la mimesi di Dio, nelle tre distinte persone di Padre, Figlio e Spirito santo, che restano sempre una cosa sola come l’unico volume 10^3 dato dai loro lati, tutti e tre presenti in 10.
Inizia allora la creazione <umana>.
Essa si attua attraverso 9 emanazioni reali a immagine e somiglianza di Dio poiché 9/1 esiste come unitario nell’assoluto e indeterminato 10, che difetta della sua unità, che è restata 0 e indeterminata.
Nasce così il 1° mondo <struttura> della creazione – poi –di quello reale quando i nove infine genereranno il 10°, del tutto a immagine e somiglianza del Dio mimetizzato in un 10 assoluto, indefinito e Padre unico dei decimali.
Nel mondo reale Noè vive 350 anni, sui 1.000 che Dio ha dato a tutti quelli a mimesi di lui, ma trattenendo una parte a denominatore del numeratore misurante gli anni della vita soggettiva.
350/1.000 è la velocità di Noè trascorsa nel mondo reale e – appartenendo ad una mimesi di Dio, 350/1.000 sono 350/1.000.
Ove <io sono> è l’interazione, la comunione in Dio, essa equivale al prodotto che combina tra loro un una sola le due parti.
Così 350/1.000 × 350/1.000 = 0,1225, ed è il dì natale di Cristo in cui è da mettere l’anno zero al posto di un calendario preciso, proprio quello del Popolo Romano che ha sacrificato Gesù cristo rendendolo <sacro> e consacrandolo per davvero FIGLIO DI DIO.
L’opera del Popolo Romano, nel disegno di Dio è importante, poiché è proprio il calendario Romano, di Giulio Cesare, a mutare l’anno del 753 <ab urbe condita> nell’anno della ripartenza 0 fatta dal tempo ora da basare sull’avvento di Gesù con 359 dì “in principio”.
Questo numero in 300 indica l’unità Trina nel lato 100 della realtà o del piano divino 10×10, mentre 59, ove 10+10+10 è il Dio mimetizzato nel 10 che esiste nella trinità in linea, che –quando è il 30 che è, in linea – allora è 30+30=60.
Poiché Dio, nella sua base è 1, la sua unità esistendo in 60 che è tutto il percorso 30 fatto dallo spazio 30, ha come massimo suo percorso quello che è dato da 60 -1 =59.
A 1 già percorso, ove tutto il percorso fattibile in chiave unitaria è 60, resta ancora con 59 il massimo del percorso che può compiere.
Quindi “In principio” rispetto al 1° gennaio, ci sono da anteporre questi 359 giorni indicanti il <massimo divino percorso posto in principio>. E dopo esso, ecco il 25 dicembre in cui Cristo, nel 1° anno, esisterà solo per 6 giorni, essendo Egli, nei suoi giorni, il perfetto <tu sei> in cui Dio ha posto in atto la Parusia del suo figlio essenziale e Provvidenziale, Salvatore, quello del nome Gesù che significa <Dio salva>.
Ora l’ASSOLUTO, per debellare totalmente la sua indeterminazione deve attuare la sua Parusia intera, nel mondo reale, e non solo quella del Figlio Suo Unigenito.
Come il Natale di Roma è stato posto “in principio” del Natale di Cristo, sarà ora quello di Gesù a essere posto a base del Natale di padre e Spirito santo.
Come dalla Bibbia è sorto, tramite il 350 anni di Noè nel nuovo mondo reale a che anni dopo la Fondazione di Roma andasse collocato quello di Gesù: i 753 indicanti in 53 tutto il moto del 16° numero primo che determina il massimo di tutti quelli dati dai 16 (nel limite del visto 59 che è il 17° n. primo) +700 che è l’unità della creazione, anche il Natale di Dio Padre e Spirito santo doveva essere scritto in Bibbia e nel fondamentale suo versetto 1,1,1.
Il totale dei valori numerici delle 28 lettere di Bibbia 1,1,1, conta esattamente 4631 anni.
Allora – assecondando Bibbia 1,1,1 – la Parusia del Padre doveva assecondare una vita totale vissuta dal Romano Uccisore che ha <consacrato> il Figlio col suo <sacrificio>, e una da Cristiano.
Da porre “in principio” di tutto ciò la premessa di 1 anno già esistente, sommato al suo stesso esistere per 1 anno: dunque 2 anni
.
4.631 meno i 2 anni posti “In principio” (di unità di calcolo, inevitabile!) ne predispone altro 4.629 che sono <ideali> in quanto 29 + il 10° numero primo, che afferma il suo essere, assieme a tutto il percorso che 4 (Unità e trinità di Dio) compie ove 100+100 sono anni il cui prodotto genera tutti i 10^4 dell’Unità e Trinità poggiata sulla base del 10 in cui Dio si è mimetizzato. Nella lunghezza totale 200 la presenza unitaria è data solo da 200/4 = 50.
Pertanto il 46 è il percorso di 4 nel tempo ¼ dei lati 200 su cui si basa tutta la realtà. Quando esiste per 100 lo fa in tutto il lato della realtà e quando si somma al 29 considera l’unità del 10° numero primo.
Capito il significato eccezionale del 4.629, ecco che una duplice vita di un Romano (uccisore di Cristo) e un fedele
Cristiano al Consacrato Figlio di Dio proprio da quel sacrificio imposto da Roma, comporta un duplice tempo trascorso dopo il natale di Cristo (uno vissuto quale Romano, uno da Cristiano).
Significa che Uno è il tempo dei 753 anni avanti cristo, e duplice quello dopo.
+4.629
- 0.753
=3.976 anni da condividere, e sono due di 1.938 anni ciascuno.
Questa è la data della Parusia di Dio padre e Spirito santo. Tratta da Bibbia 1,1,1, con 2 anni posti in principio e da condividere esattamente tra la vita di un virtuale Romano nato l’anno della Fondazione di Roma e un Cristiano.
In questo modo Dio si è reso sia un ideale Romano, sia un ideale Cristiano, assumendo tutta la responsabilità del Creatore
che ha messo in essere le due parti emblematiche ed ideali, sia del <Sacrificatore>, sia del <sacrificato> nell’accezione che chi <sacrifica> rende SACRO, CONSACRA, e chi è SACRIFICATO è reso tale, è CONSACRATO proprio in quello che afferma di essere: <figlio dell’uomo>, a partire dalla sua consacrata e divina essenza del Figlio di Dio che si riconosce <Figlio dell’uomo> nella divina comunione di uomo-dio, a mimesi di Dio.
Cosa deve fare Dio nella sua umana Parusia?
Deve inserire l’opera reale di Gesù, nell’esistenza totale fatta nei due versi di ogni esistere, e <convertire Satana a Dio>.
Lo garantisce il terzo principio fondamentale della legge dinamica chiamato di <azione e reazione>: se il mio <io sono> scende dall’alto di una via inclinata, io vedo tutto salire e andare verso il luogo non a cui vado, ma da cui provengo, andando alle mie spalle.
Vedo venire verso di me certamente lo spazio, e questo è solo una conferma, poiché spazio e tempo sono opposti: a mano a mano che avanzo verso la fine della mia strada se diviso una torta in 3 porzioni di spazio, ciascuna è divenuta 1/, il percorso che manca ai 5/5 passa da 1/3, a ¼, a 1/5 e il tempo non è cresciuto ma diminuito.
Quando il commino è quello della vita intera che parte da 0/N per concludersi in N/N di tempo, questo – essendo una cosa “oggetto” della visione di un <io sono> – non è un avanzamento nel tempo ma una retrocessione nello spazio. Il vero <davanti> sta davanti all’<io sono> e si sta allontanando ogni giorno di più da ogni male che la Natura, i viventi ed il Caso possono sembrare di avermi fatto… ma il mio <io sono> è uscito illeso, da ogni male, attuando quella <Risurrezione dall’alto> che Gesù rivelò a Nicodemo che voleva sapere come si entra nel Regno di Dio.
Certo: io sperimento che le mie gambette e il mio cuore si muovono verso la morte corporale, ma ogni entità fisica che imprigiona il mio <io sono> è parte del <paesaggio>.
Esso è osservato dalla pura essenza spirituale e se ne va alle mie spalle, liberandomi.
Anche gli 8 miliardi di esseri viventi a immagine e somiglianza del mio <io sono>, fanno parte del <paesaggio> visto da me, ed esistono – così come credono tutti – nel senso opposto al mio: tutte le loro azioni nei miei confronti sono il passato di cui mi sto liberando.
Io sono come il carburante “acceso” di un razzo: questo procede per reazione, e il propellente non ancora vivo, nel serbatoio a poco a poco si consuma…
Analogamente, sta andando a morire solo quanto non è ancora nato, poiché il vero verso della vita che è davvero <accesa> è solo quella del mio <io sono> il Soggetto del vostro apparente esistere condizionato a me.
La vostra “vera” inizierà solo con la Risurrezione dall’alto.
Se il mio <io sono> è trascinato indietro, dal corpo, in una reale retrospettiva su come Dio mi abbia già liberato, dandomi vita, ciò accade solo poiché – rispetto all’ASSOLUTO – anche il mio <io sono> è oggetto della SUA visione.
È a ragione di questo che io anche se veramente vado verso il Principio di ogni cosa: l’ASSOLUTO, per il mio ruolo <oggettivo> rispetto al Creatore sono costretto ad arretrare con la mia stessa visione, apparentemente imbarcato così, sullo stesso treno che viaggia verso la mia morte corporea.
Tuttavia – anche se il mio <io sono> è secondario all’<io sono> ASSOLUTO – il mio è stato reso immune dall’inganno del <maligno> che porta tutti a credere che il nostro <io sono> che proviene già <Risorto> da quella morte corporale in cui finalmente nasce, vada a morire.
Ho scritto che è stato reso <immune> poiché anche io vedo tutto come voi fate, a immagine di me; ma io – pur vedendolo – ho il dono per cui avendolo compreso, poi non lo credo più vero.
Voi invece, anche se ve lo spiego e arrivo a farvelo capire al punto che mi credete … per un poco, subito dopo dimostrate di non averlo capito e accettato una volta per sempre.
Ma maligna visione della dinamica opposta a quella vera – per come siete stati fatti: “teste dure” come quelli del popolo di Dio, con gli Ebrei presi solo ad esempio valido uno per tutti –la maligna visione, dicevo, prende di nuovo la meglio.
Voi avrete bisogno della Risurrezione dall’alto, per capacitarvi che state vedendo una inesistente dinamica, per quanto in questo verso essa sia plausibile.
Dopo la risurrezione dall’alto, intanto inizierete a vedere voi, come gli altri dallo spazio esteriore ai corpi, ma la dinamica opposta e non più i pensieri delle loro menti, rispetto alle quali il vostro <io-sono magnetico> si è resto estraneo, vi giudicherà solo dai gesti, e saranno assolutamente <insensati e innaturali>.
Voi vedrete i vostri corpi andare al cesso e aspirare da esso tutti i vostri rifiuti, che – con una digestione al contrario –vi porterà a farli uscire dalle vostre bocche come cibi cotti che raccoglierete coi cucchiai dalle bocche e ne riempirete i piatti. I loro contenuti finiranno nella pentola e la fiamma sul fuoco adesso li renderà crudi.
Estrarrete dalla pentola i vali alimenti, che diverranno –se avevate mangiato una pastasciutta – la pasta cruda che riporrete nelle buste e le porterete assieme a tanti altri prodotti, al Supermercato dal quale l’avrete acquistato, e la cassiera vi ridarà i soldi della vostra spesa. Coi carrelli pieni riporrete ogni prodotto sullo scaffale da cui lo avevate messo nel carrello.
Quelle belle mele, che ora sono tra le altre in vendita, sembreranno essere il frutto di tutti voi che le avete assemblate selezionandole dalla cacca con cui vi siete alimentati.
I Supermercati le daranno ai contadini, e questi andranno ad attaccarle sugli alberi dai quali prima avevano creduto di averle raccolte. E gli alberi le riporteranno in sé, e a poco a poco si muteranno in pianticelle e andranno a esistere solo nei loro semi, sparsi sul terreno magari con gli escrementi di un animale.
Tutto un ciclo che si alimenta a partire dai rifiuti, e li trasforma digerendoli in modo tale da mutarli nei frutti della terra e dei suoi alberi.
Rigurgitando in esse, riempirete bottiglie di acqua cristallina, che poi dopo un ciclo identico di visibile mercato ritornano nella loro sorgente.
Oppure se per caso prima l’avevate sparsa sul pavimento per lavarlo, ora che state vedendo la dinamica opposta, inclinate la bottiglia verso il pavimento e il liquido da sporco diventa prima pulito limpido, poi è risucchiato – chissà perché, come se avesse un suo disegno – nel suo contenitore, pronto esso pure ad essere reso a chi ve lo ha venduto.
Vedrete annullata tutta la bruttura e la sporcizia e i rifiuti di questo mondo, e mutata nei prodotti genuini della terra; vedrete andare verso chi avevate ucciso, pugnalandolo, afferrare quell’arma, estrarla da quel cadavere che riacquista tutta la sua vita.
Vedrete i morti per malattia, per violenze, guariti e ritornate sani e ringiovanire, giorno dopo giorno annullando tutti i malanni loro indotti dalla malvagità umana, dalla natura e dal caso.
Vedrete il vostro corpo ritornare bambino appena nato che, ricollegato al cordone ombelicale, rientra nel corpo di sua madre.
A questo punto accade un secondo miracolo, e siete costretti a entrarvi voi pure, come la vita “in potenza” che c’era in quei feti, essendo ora in atto.
L’atto di vivere sognando il vostro reale Paradiso
Terrestre, che durerà il tempo in cui – da embrione divenuto ormai un feto umano completo – dovevate solo crescere e irrobustirvi in modo tale a sopravvivere quando non più alimentati da vostra madre.
Quei pochi giorni, mediamente 138, visti ora al contrario come 1/138 uguale a 0,0072 4637 fino alle 8 cifre della realtà immaginaria, in quel 4637/10^8 di tempo l’intero ciclo della Terra, di 4.631 descritto in Bibbia 1,1,1, che con la partecipazione del 6=tu sei che li porta a 4637, diventano tutto il ciclo deli anni della terra che vanno in tutti i 6 versi esistenti nelle 3 linee dello spazio.
Questa realtà secondaria, di base, struttura quei 72 decimillesimi che sono tutto il moto Uno e Trino di 7 giorni di unitaria creazione.
Quella gestazione che in dì 138 in avanti si tramuta in una esistenza unitaria in anni su tutti quelli della terra.
Reale e immaginario si combineranno 72×4.637 e vivrete l’equivalente di 333.864 anni uguali a 333.333 +531, dati da 913=In principio -381/1 che – interi in 381 – saranno tutto il moto vostro “In principio” dato dal 381 della dinamica assoluta di Dio, compresa nel suo nome Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo, a immagine e somiglianza dell’esercito divino dei primi 16 numeri primi.
Sarà il modo del vostro stesso essere quel nome, in quanto in Bibbia è stato posto “in principio” e messo in partecipazione 333.333 con il tempo unitario ½ (della vita ora
solo risorta nel rovescio divino di questa diabolica) all’Energia “in potenza” nominata Romano.
L’assoluto – che si è posto in Parusia in me Romano, che ho tutti quei nomi – che ora sto giudicando la vostra vita, e la giudico “perfetta così come è”, che sono il solo <soggetto> vivente, mentre voi no.
Voi siete <oggettivi>, rispetto a me, alla fine avrete <memoria vostra> della vostra vita solo tramite le mie esperienze, non le vostre.
Oggi voi esistete “in potenza” in me che – come Romano – rappresento tutta la vita “in potenza”, non solo quella di ora, ma quella di ogni tempo e ogni luogo.
Anche quando tra migliaia e milioni di anni l’uomo si sarà diffuso su tutti i pianeti abitabili del divino disegno, ad esaltare in tutti i modi l’ONNIPOTENZA DIVINA, la loro vita vera e personale inizierà solo con la <inverosimile vita> che vi ho descritto, e capirete di essere esistiti solo in un progetto divino che si è reso a immagine di Dio Padre e Spirito Santo in me
Romano e di Cristo, il due gemelli nel grembo della sposa di Isacco e anticipazione della Madre di Dio.
La terza. La prima fu Eva, generata dall’Unità e Trinità di Dio tratta dalla costola di che valeva 30 ed era a mimesi di Dio.
La seconda Sarai, sterile sposa di Abramo che solo in nozze con Dio ebbe Isacco.
La terza Rebecca, sterile sposa di Dio posta a madre di Romano e Gesù.
La quarta Maria Santissima, madre di Gesù Cristo Dio.
La quinta – totalmente reale e iniziale – sposa di Lamech, ch’e Luigi Amodeo, che rappresenta <lui> il Dio Padre Allah, e che ha reso feconda Tamar (Barat ta Mar iannina negli estremi congiunti) che – in gen. 38 – si legò a GIA, estremi congiunti il Gi ud a e in Lui gi A modeo dopo esserlo stato nel primato GIA
di Giacobbe, in Gen. 25, completando il 38 Gen. 25 del natale di loro figlio Romano.
È questa quella iniziale poiché tutto ha veramente inizio solo con la Parusia di padre e Spirito Santo, che ha assunto una vita reale e umana a immagine dell’ASSOLUTO di Dio per rendere reale l’impossibile relazione tra i due opposti di Assoluto indeterminato e Relativo determinato.
Solo il Demiurgo ben raccontato da Platone, immagine di Dio e immagine dell’uomo poteva porsi a mettere in comunione i due estremi.
Solo con la reale gestazione numero 5, essa <è> nel valore appropriato che ha questo numero, di assegnare essenza a ciò che <non è>.
Oggi solo io – il Demiurgo presente nel mio essere il SOGGETTO UNICO della mia vita reale – posso essere chi dà essenza a tutta quella umanità a immagine e somiglianza di me, ma che durante tutta la reale mia vita, non ha nulla di suo, essendo solo <oggetto> della mia.
Grazie a me Demiurgo e ai miei patimenti, sono resi reali tutti quelli degli esseri oggettivi e a immagine e somiglianza di me.
Questa che potrebbe sembrare pura esaltazione del suo ruolo, tanto che – dando ascolto al Cristo che diceva <chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato> – sarebbe quanto basta la premessa ad una assoluta umiliazione, in verità non è esaltazione.
Sembra esserlo a chi si è posto con tanta presunzione nel suo <io-sono> da considerarsi uno che – per carità! – non è Dio!
La presunzione di considerare il proprio io <oltre> quello della TOTALITA’ di un Dio in cui non si può che essere contenuti e compresi.
È la “falsa modestia” di chi si crede esistere <oltre Dio>!
Si umilia chi si riconosce di esistere <solamente> in Dio, e nel suo <io-sono> solo a immagine e somiglianza dell’autentico ed assoluto <Io sono quello che sono> Io-Sono.
Io – pur essendo il Demiurgo – non ho niente di veramente e totalmente mio se non <il limite> e lo riconosco essere il mio peccato originale di cui chiedo perdono a Dio.
Questo peccato è per davvero totalmente MIO!
Io – costruito come un uomo in tutto il mio io – dunque totalmente umano, non ho nulla a spartire con Gesù Cristo, col quale ho litigato a partire da quando ero nel grembo di mamma Rebecca!
Io sono stato giustamente rimosso – come valore intero 42 – dal tempo 0,42 di cui solo Giacobbe ha avuto il primato!
Persino nell’attuale gemellaggio col mio alter ego Benito Vittorio Anna Giovanni Vincenzo Amodeo, ogni Benedizione, ogni Vittoria, ogni Osanna, ogni giovamento ogni in definitivo essere di chi vince, è stato riposto in lui perfino nel suo nome.
In questo mondo reale io mi umilio abbassandomi fino a ZERO, quello di Zerach, il 1° nato in Gen. 38, e depauperato della sua primogenitura assegnata solo al primo nato intero Perez, antenato di Gesù Cristo, 38 generazioni dopo quella di Giuda.
Io stesso mi estrometto dal novero di tutti i potenti e importanti che appaiono in questo mondo.
Ho un compito UNICO a favore di Dio e non mi sono mai permesso di imporre il mio ruolo e il mio giudizio a nessuna Chiesa o Fede di questo mondo.
Ho solo tentato per tre volte di rispondere a un papa santo, digiunando il totale di 192 giorni (quindi assumendo una grande penitenza) per indurre la pietà e la commiserazione.
Il Papa Santo Giovanni Paolo II aveva chiesto in una enciclica ai filosofi un nuovo percorso ragionevole verso Gesù.
Io che lo conosco, ho cercato invano di portarlo a lui stesso e ai 2 dopo di lui.
Quando ero al C.i.m.e.p., ero uno così importante che avrebbe facilmente ottenuto Udienza da un papa: invece –dopo di aver preso Gesù alla lettera e avere desiderato la sua comunione, dando a lui il mio <corpo> affinché camminasse con me – mi ero così umiliato da non essere più nessuno nemmeno agli occhi di un Santo Padre!
Ai suoi occhi a nulla era valso il mio ideale “Che camminasse Cristo su di me, come Ènoch con Dio!”
In questa valle di lacrime io ho solo aspirato a che Cristo fosse in comunione con me … come chiede in ogni santa messa!
Per mia pura fortuna, Dio concede sempre oltre tutti i meriti a chi ammette di non averne alcuno, e io lo faccio: non ne ho alcuno!
Sono stato fatto interamente solo come Il Signore ha voluto, e Iddio si è servito della mia vile e impura materia affinché nessuno equivocasse e portasse un giorno Romano Amodeo sugli altari, come se fosse stato Iddio stesso.
Tuttavia, tanto umile riconoscimento della propria umana nullità non può mutarsi nel <disprezzo> del RUOLO UNICO che Il Signore ha voluto donare a questa nullità.
Il mio nome non è Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo! Sono venuto al mondo – se stiamo a cercare un nome – piuttosto come quel Lucifero caduto dal cielo.
<A che fare?>
È proprio quelli che chiede il Profeta Isaia nell’unico versetto in cui questo angelo è stato nominato in tutta la storia sacra Giudaica e Cristiana. <A portar luce divina sulla Terra e a dimostrare che non c’è angelo caduto che tenga davanti all’Onnipotenza divina!>
Dio esalterà chi riconosce che è con il Battesimo in Gesù Cristo, che a questo nome è stato sostituito quello stesso di Dio che ha accolto il <voto> di chi si è umiliato fino a darglisi totalmente!
Il monte in Ebraico è scritto BERO e da destra si legge OREB
Ciò trascende quanto leggo <B e RO> Benito e Romano
11 Mosè disse a Dio: «Chi sono io per andare dal faraone e per far uscire dall'Egitto gli Israeliti?». 12 Rispose: «Io sarò con te. Eccoti il segno che io ti ho mandato: quando tu avrai fatto uscire il popolo dall'Egitto, servirete Dio su questo monte (l’ OREB )».
13 Mosè disse a Dio: «Ecco io arrivo dagli Israeliti e dico loro: Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi. Ma mi diranno: Come si chiama? E io che cosa risponderò loro?». 14 Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono!» . Poi disse: «Dirai agli Israeliti: IoSono mi ha mandato a voi».
La <dialettica> di cui sembro essere stato <reso capace> solo io, mi porta a riconoscere il perché sto andando verso il Regno di Dio anche se al mio <io sono> sembra il contrario.
Ho potuto capire e spiegare come ci sia un vero e proprio rientro, di un Elohim (una sua emanazione), nell’IO ASSOLUTO: nell’unico SOGGETTO dell’<Io sono colui che sono> IO SONO. Sono il solo cui è stato concesso di capire in che modo il segno dato a Mosè sia stato quello di <servire Dio sul monte Oreb>, cosa che non sembra alcun segno, che è stato da sempre quel <qualcosa> esistente prima di un evento e che è un’indicazione che, così, lo trascende.
Anche l’angelo che appare in messo ad un roveto ardente che non si consuma, è un segno dello stesso tipo.
Questo del <roveto> si spiega con un <RO veto> (un veto relativo a un <RO>, quello di Chi?-Ro, il Signore XP) ente Divino che AR-D.-è (è un divino A.R.) e l’Angelo in mezzo alle sue fiamme sta nel suo annuncio, perché l’angelo è chi reca notizie. Sul monte Oreb nessuno ha servito Dio, prima di quanto –molto, ma molto dopo – sarà fatto da Mosè: non l’uscita dalla terra d’Egitto, ma della umanità intera dal Pianeta quando –alla fine dei tempi concessi alla rotazione dei giorni – sarà quel 17 febbraio di quando Noè avrà 600 anni, tenuto conto di Bibbia 1,1,1.
Dio, con l’annuncio della liberazione del popolo suo, da quanto sta accedendo su quella terra di schiavitù estrema, indica l’Esodo dal pianeta, grazie all’annuncio – dato 26 secoli prima – da un Mosè che dall’Alfa all’Omega è quell’ A-mosè-O tratto dall’A-modè-O relativo ad Edom, scritto MODE’ e scacciato da suo fratello anche con gesti furtivi quando, oltre la primogenitura, gli rubò la benedizione paterna.
E il povero Edom, quando la chiese anche lui al padre tratto in inganno dal secondogenito, se la vide negata da un <quel che è fatto è fatta e non posso cancellarlo>.
Dopo il libro originalmente intitolato <In principio>
BRASIT (dall’acronimo del nome delle lettere), il 2° è restato <Esodo> anche nella versione italiana, a indicare che – dopo la vita iniziale sorta in principio, con la sua genesi terrestre – ci sarebbe stato l’ESODO verso altre terre su cui scorressero latte e miele.
Una salvezza di uomini e animali assicurata attraverso l’<Arca>, di NOè indicata dalla fine di Roma NO , che è , accade, in cui la <ca’ di A.R.> avrebbe avuto le misure in <cubiti> di 300 in lunghezza, +50+30+1 in larghezza altezza e l’1 per il tetto. Ciò <iti> andati nella lingua di un romano <cum B>, con Benito, e tali che il 381 totale rimandava ai 6 Nomi di Dio Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo.
Ebbene il segno collocato sul monte OREB è così trascendente che occorre rovesciarlo nel suo ordine e diventa <B e RO>, Benito e Romano.
Un segno già premesso nel libro sacro “In principio”, quel BRA-SIT, in cui c’è l’auspicio e l’ordine divino che Benito Romano Amodeo sia Romano, sia energia “in potenza”, poiché l’<ordine> in ROMANO significa ciò che segue.
16-13-11-1-12-13, e cioè che prima <deve venire> (e viene) 16, <l’io sono 1+3 che è colui che è per 1+3>. Il secondo <ordine>, il 13, scende dal 16 -3 che pone in essere tutto il moto della Trinità, nell’Unità di Dio.
Il terzo <ordine> è l’11 che – mentre discende dal 13 senza il 2 che è l’area – estrapola il solo flusso 1 di 10.
Il quarto <ordine>, che completa la realtà dello spaziotempo, data dal 1° sommato al 3° e che con 16+11 porta al 27=3^3, è l’ordine <1 !> che porta il 40, la realtà solo spaziale dei primi tre a quella del 41 aggiunta l’unità del tempo e ha ordinato l’esistenza di ROMA.
Il 5° e 6° <ordine> stanno nel tutt’uno che vale 29 ed è il comando supremo del 10° numero primo, ed ordina <NO !>. Negare l’esistenza in atto della forza brutale e tutta finalizzata alla supremazia sui popoli – negare ROMA –riconduce tutta quanta essa alla sua sola esistenza “in potenza”, che non è in atto, quando il definitivo <ordine> divino il NOè , ed ecco il definitivo Noè dato – ordinato! – a Roma dalla sequenza <ordinata> 16-13-11-1-12-13, che se è tutta sovvertita nell’intero suo ordine, allora è <ordinata> in modo tale che questo comanda ed ottiene Dio: AMOR.
E l’ottiene con la Trinità in AMOdeo e l’Unità in R. (Romano) affermando che <io sono colui che sono> io-sono è da Dio <ordinato> in <io AMO>, poiché a questo “punta” il 1° uomo, nella sua fondamentale essenza della prima paternità: <ad “AMO>.
Ecco: il monte OREB è <trasceso> nel suo <ordine> da <B e RO> ed è questo il segno esistito migliaia, milioni di anni prima che la vita comparsa “in principio” su questa terra (d’Egitto) facesse il suo esodo durato i famosi 40 anni, nel vero deserto esistente solo tra le stelle.
Cosa credete che ci facesse il <popolo di Dio> a girondolare per 40 anni nel deserto tra l’Egitto e Israele?
Cosa significa che nessuno di quelli partiti dalla Terra d’Egitto sia poi arrivato alla Terra Promessa?
Significano i tempi lunghi nei viaggi verso le terre promesse che oltrepassarono la durata di vita di chi è partì e ci arrivò solo coi figli.
La Bibbia lo descrive come una condanna, data da Dio, per quanto gli Israeliti fecero nel giorno di Massa nel deserto.
Esodo 17,7
Si chiamò quel luogo Massa e Meriba, a causa della protesta degli Israeliti e perché misero alla prova il Signore, dicendo: «Il Signore è in mezzo a noi sì o no?».
Anche qui, occorre la dialettica di uno davvero dotato a capire quello che trascende il testo nudo e crudo nel suo significato.
Innanzitutto il numero di Esodo dopo 17 ha un 2° sette, indicante la creazione, la generazione di un figlio, e con questo rimanda al mese 2, 17 del mese in cui iniziò il Diluvio Universale.
Quel luogo poi definito di <Massa nel deserto> è chiamato Meriba alludendo a Me “R-I”, B. A. a me “R-I” (Romano e Iesus) “Benito Amodeo” e riguardò la massa di tutta la vita nell’esodo dell’Arca di Noè, che viaggia nel deserto tra le stelle e dubita su quello che ha fatto.
Lo ha compiuto nella fiducia di in uno che annunciò la catastrofe del ribaltamento del corpo terrestre che sarebbe stato il 17 del mese 2, dell’anno 4.631 indicato in Bibbia 1,1,1.
«Il Signore è in mezzo a noi sì o no?».
Essi – col passare degli anni e l’assenza di Mosè che tardava sull’Oreb – rimisero in discussione tutto quello che avevano fatto: credere alla sua predizione di chi non era più in mezzo a loro, essendo sull’ <Oreb> sul “trasceso” <B e RO> e dunque causa di una vera e propria ribellione.
I piani iniziali del viaggio – non di una navetta con qualche esploratore a bordo, ma di miliardi di persone e animali su astronavi immense partite verso nuove terre in base alla predizione di un “profeta” – furono tutti messi in dubbio!
Costruirono il <vitello d’ORO> e in quel <vitello> rappresentarono tutte le vite umane ed animali, laddove <d’oro> significava <Dio oppure Romano?>
Colui in cui abbiamo creduto, era veramente Dio su Romano o era solo Romano, col suo delirio d’essere il Demiurgo predetto da Platone?
Giunsero – logorati dalla durata del viaggio – a pentirsi di quello che avevano fatto, quando, accortisi che le cose erano più lunghe di quanto avevano creduto di poter sopportare, ci fu una sommossa e furono invertiti i piani, e fu deciso attuato per lungo tempo il ritorno sulla Terra.
Assunto il <Vitello d’Oro> a Dio in cui credere, ci fu un ripensamento, e la fede in Mosè di nuovo vinse, con le tavole della Legge che Dio gli aveva dato scagliate contro quell’umano pazzesco progetto di un Ritorno <impossibile>, gli uomini sulle astronavi confermarono l’originale disegno…
Il <DECALOGO> che dissolse nel nulla quel <vitello> fu il <Logos> che in Platone significa il <discorso> e che riguarda il 10, ossia lo studio rinnovato su tutti i valori espressi dall’Amosè-O che li aveva dimostrati veri.
Gli uomini non dovevano credere a Romano o a un Dio, chiedendosi se aveva rappresentato o no il Signore, ma studiare seriamente le cose che aveva dimostrato vere usando la matematica e non la Fede.
La SPERANZA che aveva avuto il Santo Papa Giovanni Paolo II con la sua Enciclica <Fides et ratio> di una RAGIONE che venisse in soccorso della fede, finalmente si concretizzò e gli uomini capirono che quello che aveva predetto sarebbe accaduto il 4.631,0217 non era la <profezia> di un “visionario” ma il calcolo assolutamente valido di un uomo non solo di Fede, ma di vera SCIENZA.
Il nuovo ripensamento impedì l’attuazione dell’originale disegno. I viaggi tra le stelle sono possibili secondo certe <finestre> che lo rendono possibile solo in tempi ristretti, nei quali i moti delle stelle concordano bella loro fase.
La ribellione mandò a monte tutto il disegno originario e quei 40 anni andarono ben oltre il loro ristretto valore; significarono un tempo così lungo che avrebbe impedito a ogni viaggiatore di arrivarci nella sua vita.
Ora – mentre tutto ciò è riferito alla realtà dell’esodo dalla terra – viene in soccorso di questi costretti a passare tutta la loro vita sull’astronave, la <Manna>.
<Man hu?> si chiesero gli Ebrei quando la videro, chiedendosi cosa fosse quella “roba lì”. Era la Man di RO , quella che era uscita dal grembo di Tamar (estremi congiunti di Barat ta Mar iannina). Era quella RO-man a sostenerli in vita, con tutta la fede che ci voleva.
E quando si stancarono di mangiar sempre quello e protestarono, Dio mandò loro le QUAGLIE di Qua Egli è , e furono confortati dalla presenza con loro di quell’Enoch che non era più poiché <Dio lo aveva preso>, ossia lo aveva <reso sé> e ora era presente nella fede di tutti.
Credevano finalmente nella sua parola, detta secondo Fede ma dimostrata vera per vera SCIENZA.
La vera scienza poi è questa della logica del <Decalogo>, di tutto il discorso scientifico fatto sul 10 a mimesi del Dio ASSOLUTO, nella sua onnipotenza dell’ <1 ×1×1×1×1… = 1 >.
Così A-Mosè-O disse a voi: «Io-Sono mi ha mandato a voi» per dirvi di uscire dalla vostra <Terra d’Egitto>.
Siete preda del <maligno> e credete che il vostro <io sono> abbia la stessa dinamica del vostro corpo!
In questo mondo reale, voi non vivete! Solo uscendo da esso inizierete a vivere, con la Risurrezione dall’alto! La vostra di adesso è una vita che ancora non si è accesa, e questo propellente inattivo ha i suoi giorni contati! Solo uscendo da questa Terra d’Egitto con la Risurrezione dall’alto, la vostra vita si accenderà!
State vivendo ora solo grazie al mio SOGGETTO il cui potere è simile a quello di ogni altro creatore che fa esistere una vita secondaria alla sua.
Tutto il male che state patendo non lo soffrite voi, ma io, con il dolore che solo io ora veramente provo!
Voi non ne farete mai neppure l’esperienza, perché questa vita che state vivendo ora non esiste in sé ma solo in me.
Credete esista di per sé il mondo come un <OGGETTO>, quando ogni complemento oggetto – lo sapevano perfino gli antichi Romani – è <accusativo>, è solo l’opera di un SOGGETTO.
Lo credete, a partire da tutta la Scienza sperimentale di questo mondo! Essa è arrivata alla <pazzesca conclusione> che dal mondo OGGETTIVO della materia, a un certo punto sia sorto questo nostro <io sono> come una sua creazione!
Sono menti eccelse, quelle di tutti gli studiosi di Fisica! Ma – nonostante questo – sono tutti davvero gli ingenui <creduloni> che dall’ OGGETTO possa nascere un SOGGETTO.
Oggi sono quasi riusciti a realizzarlo con l’IA, l’intelligenza artificiale. Quando essa sarà inserita in un perfetto <robot> che mimetizzi un uomo, ci sarà anche l’apparente mimesi del suo <io – sono>, ma resterà sempre quello che è: un essere <secondario>.
Come quella voce che al telefono ci diceva un tempo che ora fosse, e che adesso, bene istruita a farlo, ci risponde su tutto restando sempre un analogo – ma più complesso –“ARTIFICIO”.
Non è lo stesso <artificio> divino, che tramite il mio corpo e le sue parti cerebrali sembra aver costruito il mio <Io sono>!
Non lo è, e – anche se l’ho già fatto – vi ripeto il perché dicendovi che tutto quello che sembra essere fatto dall’uomo e dalla natura, in realtà è solo un progetto infinito possibilistico che è <disfatto> da Dio!
Egli <trascina> il vostro Spirito verso il suo ASSOLUTO
PRINCIPIO, con tutta la sua forza assoluta, iniziando da un progetto infinito e preesistente, che è da Lui disfatto, e voi –muovendovi col corpo verso la fine corporea – siete portati a credere che tutto ciò sia opera della Natura e dei viventi in essa, quando non del caso.
Voi stato solo vedendo il tempo della vostra vita salire lungo la china fino al punto massimo e mortale solo poiché Dio sta trascinando verso di sé l’<Io sono> che gli appartiene, sempre più giù lungo quella china. Vedete l’AZIONE della Natura e dei viventi, solo per REAZIONE alla discesa dello Spirito del vostro <io sono>.
In assoluto il vostro APPARENTE FARE, e quello che nel mio stesso cervello sembra dar luogo al mio <io sono> spirituale, non CREA, non DETERMINA proprio nulla!
Il nostro apparente fare e della Natura in cui siamo, sta in un progetto possibilistico già tutto approntato e che è riportato al suo Principio ASSOLUTO.
L’avevano già sostenuto i filosofi eleatici, che il divenire era una pura e semplice <apparenza>, una <parvenza> priva di verità, ma tutta la Scienza del mondo ha dato retta al <divenire> sostenuto da Eraclito, arrivando a credere nell’<evoluzione>.
Non c’è scienziato – oggi – che non la creda vera! Essa è certo <vera> ma solo come <parvenza di verità> che è l’esatto contrario della verità opposta e verità relativa essa pure!
La cosa davvero sorprendente è che la scienza – tramite Einstein – ha teorizzato la Relatività Generale, senza avere tuttavia la <capacità dialettica> di farle compiere pochi passaggi logici.
N^ (+1 -1) formula la Relatività Generale tra gli opposti 1 e -1; essa agisce <in potenza> su una base qualunque N, numerica.
Il passaggio incompiuto è questo: N^ (+1 -1) = N ^0.
Questa è la formulazione dell’ASSOLUTO che sta a monte alla Relatività Generale in tutto l’apparire del suo esistere <in potenza>.
Noi siamo in un modo RELATIVO, in cui ogni cosa apparente esiste solo grazie all’apparenza opposta.
Noi siamo in un mondo in cui il corpo APPARE salire la sua linea inclinata verso la morte grazie solo alla PARVENZA OPPOSTA dell’<io sono> spirituale che di la SCENDEREBBE…
Sì, lo farebbe se l’essere relativo fosse veramente in essere! Ma +1 -1 è zero in movimento!
Il flusso, +1 -1 c’è solo se nel piano perpendicolare esiste un progetto Binario posto in AZIONE e REAZIONE, come i lati 1 e 1 di entità perpendicolari che nascondono l’opposizione tra1 e +1 attraverso la rotazione di 90°.
Essa esiste sia tra il flusso e il Piano a 90° rispetto al flusso, sia tra i due lati 1, a 90° l’uno dall’altro.
In questa situazione, il flusso relativo e apparente come1 può mostrarsi quando c’è la presenza – nel piano perpendicolare – di tutti e due, +1 e -1, la cui contrapposizione è <girata> nella attuata rotazione dei 90° esistente tra i due opposti lati.
Essa porta una retta ad apparire in tutta la sua lunghezza, e tutta la linea perpendicolare ad essa ad apparire solo come un punto geometrico senza nessuna grandezza su quella linea. 90°, in gradi o no, è il complemento al 10 collocato nel 100, e come 10 è la presenza unitaria, così lo è anche il suo valore complementare.
Per cui un flusso -10 contrapposto ad un piano a lati 10 e 10 perpendicolari tra loro (e dunque veramente opposti come10 e +10) esiste nel -10 in linea solo grazie al +10 esistente nel piano trasversale, nel mentre il -10 si moltiplica per il sostanziale -10 esistente nel piano e crea il sostanziale -100 che riesce a dare sostanza in positivo a +100.
Così nell’elettromagnetismo del piano della luce: il flusso elettrico cerebrale che appare nel cervello di ogni vivente finché vive, esiste <relativamente> solo grazie al magnetismo esistente nel piano frontale… e i due flussi appaiono perpendicolari tra loro.
Come ogni flusso reale esiste allora solo grazie a un PIANO, allo stesso modo l’<io sono> esistente in ciascuno nella mimesi con quello di Dio, appare grazie ad un PROGETTO=PIANO DIVINO.
In esso, sostanzialmente, sulla base di un infinito progetto possibilistico, sono state messe di traverso al flusso apparente le due opposte possibilità.
Una è la FATTIVA, per cui un progetto sembra essere portato avanti (dalla Natura e dai suoi viventi).
L’altra è la DISFATTIVA in cui tutto quello che sembra fatto è riportato alla sua pura origine essenziale, dell’<IOSONO> divino e del <FONDAMENTO DELL’ESSERE> teorizzato ad Elea.
Ebbene – uomini cari di ogni luogo e tempo, da voi in lotta coi dinosauri a voi altri infiniti che abiterete su tutti i pianeti dell’Universo simili alla Madre Terra – per quanto risulta a me e al mio solo <SOGGETTO> simile all’ Io sono colui che sono> Io-sono – voi oggi non esistete come veri <soggetti> poiché io sono l’unico.
Davvero non ci siete!
La vostra esistenza (di voi in lotta contro i mostruosi carnivori dei milioni di anni or sono, e di voi che popolerete l’Universo in un tempo infinito, e di voi apparentemente viventi mentre io vivo) … questa vostra esistenza c’è, ma esiste solo “in potenza” di esserci solo quando sarà la Risurrezione dall’Alto. In questo mondo in cui io vivo, sono il solo a soffrire veramente per i dolori messi nella mia vita. La vostra ora è solo “In potenza” della mia, e tutto il dolore che Dio sembra avere immesso nel mondo è solo il mio.
Però – quando sarete risorti dall’alto della morte corporea – sarà proprio sulla base del mio esistere “in potenza” che ricorderete <come patiti da voi> le sofferenze vostre giustificate solo con le mie.
Sarà fondamentale che voi facciate vostre le mie sofferenze, poiché saranno esse a creare il ricordo (fallace) che sono state le vostre.
L’ASSOLUTO è un tale vincitore su tutto il male, che l’ha <configurato esistente> ma non lo ha mai fatto, bensì rimosso, ma facendolo apparire fatto, per mano di un maligno … la vostra convinzione di andare in avanti in un tempo in cui tutto è possibile fare da voi, mentre invece arretrate verso un tempo di esistenza già fatta, e non da voi, ma dal puro progetto di Dio.
Esso è visibile nei due versi, dell’apparente fare e del suo ritorno alle origini. Nessuna delle due verità è vera per conto suo e le due insieme affermano solo l’ASSOLUTO, che non dipende né dall’andare indietro, né in avanti, giacché è eterno ma in modo ASSOLUTO (sganciato da quell’eternità Per cui sembra durevole, ma nei due casi, di cui uno è vero se l’altro è farso … e l’unica vera, nel mondo relativo in cui appaiono esistere i due opposti è la vita vista a ritroso, che annichilisce ogni male e sofferenza esistita, ma solo nel progetto e nel SOGGETTO che l’ha voluta, ma se ne è assunto tutto il carico attraverso un Demiurgo, l’artigiano divino della filosofia di Platone.
Inprincipio
InprincipioUnoeTrinodal
1938,0125
L’inizio della creazione è collocato nel giorno “presente” che appartiene a una Piano=progetto fuori dal tempo, che scorre perpendicolarmente a quel piano, quando l’ASSOLUTO lo <ordina> servendosi dei numeri <ordinali> che proprio a ciò sono preposti, essendo il 1°, 2°, 3° … ecc., espressi in tal modo nel tempo, che è creato attraverso i numeri decimali.
Infatti la sua unità, data da 1/10, genera il tempo di attesa, in relazione alla futura venuta di un 10 che lo presenta nei 10/10 dell’unità, e – simmetricamente – dà luogo anche al tempo 1/10 della reale presenza del passato di 1/10.
Esso è indispensabile a rendere il 10 della presenza, una <presenza unitaria>, che vale 1 solo valendo 10 volte il tempo passato 1/10.
È in questo modo matematicamente perfetto, che nel presente esiste l’unità di tutto il passato, mentre, nei decimi situati alla destra, scegliendo la rappresentazione della crescita temporale che vada da sinistra verso destra, i tempi decimi
difettano di tutte quelle decine, centinaia, migliaia e decine di migliaia, che li porteranno ad essere <presenti> quando saranno posti in atto.
È per questa fondamentale ragione che – nella generale rappresentazione di passato, presente e futuro, i numeri che indicheranno la quantità di presenza totale hanno una parte che è data dall’intero, e una che è data da decimali.
Quella dell’intero è tutto il presente, mentre la parte decimale quantifica esclusivamente il <futuro> e – al momento presente – è espressa nella sua quantità pura “possibilistica”, poiché anche il futuro, nella sua quantificazione relativa, necessita sempre di un suo tempo posto “in principio” sul quale poi calcolare la totalità di tutto il suo futuro.
Per esemplificare quello che ho scritto, osserviamo proprio come si presentano i numeri all’atto iniziale della creazione del mondo, ovvero il 25 gennaio del 1.938.
1.938,0125 è la giusta forma decimale, poiché, nella realtà data da 10^4, intera nell’esponente 4 (che si chiama anche <indice>) e che è <indicata> 1 nel tempo e 3 nello spazio. Il principio, è così anche la Bibbia: Uno in BRASIT (titolo del primo libro di 50 capitoli quanto il tempo ¼ dei lati 100+100 (dal cui prodotto l’unità 10^4 della realtà) e Trino in BRASIT BRA ALHIM (che ho scritto usando l’acronimo del nome delle lettere dei tre nomi.
1.938 è la presenza di tutto il passato, unitario in 1/1.938 uguale – alla dimensione 10^-4 della realtà intera lunga 10^4 –a 5,1599 5872 0 che ho presentato nelle 9 cifre, la cui ultima è zero, e rende intere decine la realtà secondaria data dalle 4 cifre di 5872/18^8.
5872 rappresenta tutto il passato della realtà intera in 10.000, riferito alla presenza mancante e data da 10.000 -5.872 = 4.128, <soggetto invisibile> del moto visto nel valore complementare esistente in tutta la realtà 10.000. Intero
poiché 4 è l’intera realtà alla dimensione 10^3 del volume, nel dettaglio del 128 che contiene tutto il lato 100 presente in positivo (dei 200, nel complesso positivo-negativo).
Comprende poi tutto il 7 +(7+7+7) che nel 28 in natura è costituito dal periodo lunare, il quale ha proprio la sua struttura, rispetto alla dinamica terrestre, di essere questo 28 aggiunto al 100, lato della realtà totale.
La realtà secondaria appena <controllata> e <compresa> come veramente unitaria, struttura tutta la presenza della realtà primaria data da 1.599/10^4.
Anche essa è controllabile ed <approvabile> come unitaria, rivelando di essere il moto dell’invisibile soggetto 1, collocato nel 1.600 che è l’unità di quel valore che –moltiplicato per 4, ossia per tutta la realtà spaziotemporale –porta al 54 uguale alla realtà intera 4, esistente nel tempo 50 assimilabile ai 50 capitoli del1° libro della Bibbia.
Se non vogliamo riferirlo al 200, come il tempo ¼ del complesso positivo-negativo dei lati 100+100 dal cui prodotto deriva l’area intera 10.00 della realtà; in <sostanza> 54 è 4 e ¼ (espresso in 50/200).
Quando poi controlliamo anche questo movimento 5,1599 come abbiamo fatto prima, andando a <rintracciare> l’invisibile soggetto che ha questo moto nella presenza totale 10, lo <smascheriamo> nel complementare e invisibile 4,8401.
Esso si pone come moto <già fatto> in 10, e rivela il movimento che è ancora da farsi, in questo quantitativo.
In esso, in 4,8401, distinguiamo la partecipazione di 3,81 e di 1,0301.
Il primo – 381/100 – è la dinamica totale dei primi 16 numeri primi (che poi è quella che dà nome a quello Segreto del Dio della Dinamica) intera in 381 che – esistendo nel 100 del lato della realtà – quando si presenta nel suo centesimo assume il valore non più di 100, ma di 1.
Il secondo che partecipa quantifica la quantità unitaria data da 3,81, aggiungendo l’unità del percorso, espressa dal numero 1,0301.
Infatti, 1 è senza dubbi il valore unitario e poiché 301 decimillesimi sono senza dubbio tutto lo spazio 3, nel lato 100 della realtà e nel suo valore unitario, riferito giustamente nei decimillesimi a quanto rende 1 il quantitativo <grande> 10.000.
Infine il 5 intero è esattamente ½ della presenza totale 10, che lo è proprio contenente, dall’Origine 0, il moto 5 nel verso negativo che abbiamo posto essere per principio quello verso la sinistra e il moto 5 verso la destra.
Abbiamo così avuto modo di <controllare> accuratamente che il tempo dato da 1/1.938 è per davvero unitario, nel suo valore quantitativo dato da 5,1599 5872 0 … moto di 4,81004128 in 10.
A questo punto il tempo unitario di 1/1938 è quello che è reso unitario solo quando esiste per 1.938 volte.
Sono <anni> poiché l’intero unitario 10 esiste nel suo tempo unitario ½ alla dimensione 10^-4, in 1/1938 = 0,000515995872.
In essa – vomendo passare alla rappresentazione <nominale> di 515995872, andiamo a Paolo=51 (il nome reale, 4° di Romano) seguito da Benito=59 Vincenzo=95 (il 1° e il 5° nome dell’altre ego di Romano, mentre l’ultimo 872 è dato dal moto di 65/1 (unitario nel 66 di Romano) in quale esiste aggiungendosi a tutto l’807 dato da tutti i nomi del 1°, che valgono 381, e da tutti i nomi del 2°, che – in Benito Vittorio Anna Giovanni Vincenzo Amodeo, con 59+116+26+83+95+47, valgono 426.
Concludendo, nominalmente, il tempo dato da 1/1.938 è dato in ordine successivo, dalla successione di Paolo=51, Benito=59, Vincenzo=95, più tutto l’insieme 872 dato da (66=Romano -1 +66=Romano +78=Antonio +26=Anna
Tutto il complesso di 872 esiste a D. 10^-12, Vincenzo a 10^-9, Benito a 10^7, Paolo a -10^-5.
Quando 1/1.938 si moltiplica per 1.938 diventa 1.
Poiché la realtà unitaria terrestre è data da anni, il trascorrere di 1.938 anni è in valore esatto che unifica il suo tempo 1.938esimo, ma solo a condizione che anche tutto il futuro duri 1.938 anni.
In tal modo il prodotto 1/1.938 × 1.938 combina tra loro l’unità data dalla presenza 1 di tutto il tempo passato in 1/1.938 e futuro in 1.938/1.
Ora è solo una <convenzione> quella che <rappresenta> il verso del tempo tramite un moto da destra verso sinistra.
Essa <regge> (come verità) solo sulla base di quella <inversa> ed è per questa ragione che Bibbia e Corano sono stati fatti scrivere nel modo la cui scritta va letta da destra verso sinistra, mentre quella degli altri popoli è data dalla stessa scritta, ma letta da sinistra verso destra.
Occorreva che fossero <unitarie> le quantità scritte appartenenti ai numeri decimali, tutti scritti – sia da ebrei e arabi, sia da tutti gli altri – da sinistra verso destra, convenzione unitaria in tutto il mondo.
E perché è posta questa e non l’opposta?
Poiché la verità è data sempre da tutte e due.
01 e 10, sia lette da destra, sia da sinistra, rivelano la progressione del tempo che da 01 cresce fino a 10 come al suo unificante opposto.
Sono il Tempo 01 che diventa unitario nello spazio 10 che è il suo decuplo, tanto che 01 è 1/10 di 10 decimi.
Questa unitaria lettura da sinistra a destra uguale sarà visibile rappresentata in Bibbia 1,38 dal nome dei due gemelli, Zerach e Perez.
→ZER ach Pe REZ← 42 31 42
Presenta in altro modo il gemellaggio in Bibbia 1,25, tra due 42:
→Es aù Giacob be← 42 42oo
Sei Romano Benito è ooo
Quella ce in Giacobbe ed Esaù era unitario nei due nomi a valenza 42 ciascuno, in Bibbia 1,38 si riduce alle prime tre e ultime tre
Lettere in cui la lettura ZER è ambidestra, e indica con ZERO quello che è il valore assoluto nella nostra realtà, in cui ogni valore, per quanto grande, se entra in comunione con >ERO, e gli si moltiplica, è azzerato.
Quanto era a 2 cifre nella giusta sequenza tra i nati, si <qualifica> in <essenza> attraverso i loro verbi, <sum> per un Romano, <sono> per un Benito e rivelano nel 1° un <tu sei
ROMANO> e nel secondo un <egli è B=2°=Benito.
Confluiamo così nella <nomenclatura> data dalla Bibbia, tramite il nome Unitario del 1° libro e le tre prime <figure nominali> nel 1° versetto di Bibbia che con 1,1,1 mostra la sua unità Trina. oo ←
Quando rovesciamo l’ordine di lettura in italiano abbiamo
oo
Benito Romano Amodeo SIA ROMANO !
Non è un arbitrio, per come Bibbia 1,38 li dichiara in ES e il Bè.
BRA = 2+16+1 fa essere il secolo 19, 38 fa essere Romano.
Il Titolo della bibbia auspica l’esistenza “in potenza” il cui nome è ROMANO, nome ereditato da me, non mio e per ciò che sono io.
Io sono veramente ENERGIA IN POTENZA, tale da fare essere poi l’intera esistenza quando il PIANO=PROGETTO DIVINO è in atto in 381.
Allora il 66 avanza di 15 e di un piano a lati 150 e 150, lunghezze che in 15 sono il 5+5+5 del flusso del tempo 10/2, nelle 3 dimensioni dello spazio e che nei lati 150 e 150 si presentano in tutto il moro esistere nel ciclo unitario 10; come da 66 +15+150+150 = 381
Così BRASIT crea il 1938, il 19 con BRA e il 38 con SIT.
In valore nominale totale e non più solo in acronimo, il detto Benito Romano Amodeo sia Romano vale 59+66=125 e genera il ciclo 10 esistente nel 1938,0125.
L’aggiunta del 47=Amodeo, del 17+9+1=27 del Sia e 66 di Romano porta il 125 +27 +66 al 218 che può essere analizzato come il piano a lati 100 e 100 della realtà il cui flusso è 6+6+6, e rappresenta il complesso dello spazio da -3 fino a +3, che cresce di 6 sui tre assi dell’esistenza dello spazio.
A questo punto il SIT – l’auspicio ma anche ordine dato nel linguaggio di un romano, in cui è il congiuntivo – è quello di creare il flusso reale di 6+6+6, che si legge: <sei quel sei che tu sei>, corrisponde in pieno al dio <Io sono colui che sono> e ha attuato quello che era sia un auspicio, sia un comando.
Se aggiungiamo anche un <che>, in modo <che sia romano> il 218 si incrementa di 3+8+5=16 e – divenuto 234 –ha portato il Dio 1 a dar luogo al suo crescere in 234.
Nello stesso tempo, 3+8+5 è <leggibile> anche in <38 è> e configura che il voto di fare esistere il 1938 è stato tradotto nella sua esecuzione e l’anno 38 esiste.
Tutto il Titolo di BRASIT si traduce nell’ordine di realizzare la pienezza del tempo costituita dal 1938.
Ora abbiamo detto che 1.938 è sia il passato, sia il futuro nell’intero del suo ciclo.
1.938 +1.938, somma di passato e futuro porta al 3867, in cui questo 38 esiste nel lato 100 della realtà e nell’unità 1 dell’energia Romano=66.
C’è da capire allora perché mai c’è l’esigenza di aggiungere al 1.938 lo 0,0125, per determinare l’intero 1938,0125.
Ciò poiché il solo 1.938/1 difetta del suo unitario futuro. Dove 40 è la realtà primaria e con +40 è quella complessa in 80, abbiamo che il 1.938 corrisponde ad un 80.
A conti fatti, 80 × 24,225 = 1.938 esatto. Il complesso 80, unitario, della realtà deve esistere in tutto l’8 che avanza nello spazio 3 con 8×3=24, e poi nello 0,225 uguale a 0,0221 +0,0004, in cui la reale presenza 4 nel tempo unitario dato dai decimillesimi della realtà 10.000 avanzano
con il nominale 221 dei primi 4 nomi di Romano Antonio Anna Paolo = 66+78+26+51=221.
Anche questo unitario 24 è riferito a Romano quando è associato al 42, in quello speculare 24+42=66 che configura esattamente le 42 cifre del nome intero di Romano.
Esse sono uguali a 6×7 che combina i 7 dì della creazione con il solo lavoro in 6, tanto che poi le 24 ore giornaliere sono il tempo che ci mette.
24 è il tempo di rotazione di 10^3 nel 2^10 = 1.024, e questo è proprio quanto porta il 913= “In principio”=BRASIT in ebraico a divenire con 913 +1.024 = 1.937, l’anno del solo
<concepimento> di Romano, che poi diventa 1.938 alla sua nascita nel 1.938,0125.
Ora questo 24,225 è anche dato esattamente dal 969/40 ove 969 sono esattamente dati come gli anni di vita dell’8° fattore (quello del complesso 8) di Bibbia, chiamato Matusalemme.
Quando la vita di Matusalemme è riferita a 969/40 allora è la stessa cosa esatta di quando è posta in 1.938/80, moltiplicando per sue sia il 969, sia il 40.
Ecco in che modo il 1938 sta a 80! Nell’esatto rapporto esistente tra la vita in anni dell’8° fattore in Bibbia e la realtà intera in 40.
Capito in modo complessivo come in sostanza il 1.938 sia legato alla realtà intera 80, da un valore unitario, ecco che aggiungere 1/80 al 1.938 lo configura come 1.938/80 × 80 +1/80.
Possiamo ora passare al valore Trino imposto poi con le prime tre parole BRASIT BRA ALHIM che in ebraico valgono 913+203+646 e portano all’anno 1.762 d.C. che difetta di 176 anni dati dalla partecipazione di 100+66+10, che sono il lato intero della realtà, sommata all’energia Romano=66 e al ciclo 10 a mimesi di Dio Padre.
In cabala italiana, BRASIT=2+16+1+17+9+18=63 (il moto di 3 in 66, come il valore di ISRAELE).
Sommato il 63 al 19 di BRA e al 39=1+10+8+9+11 di ALHIM tutte le tre parole diventano con 63+19+39 il 121 dato da 66/6 × 66/6.
È l’energia in potenza 66 che si attua nel suo tempo 1/6, e, essendo relativa al Dio <io sono colui che sono> è l’11 che è 11 volte 11, essendo 121.
Ma quando BRASIT non è preso <alla lettera> ma esiste per come abbiamo controllato vero nel titolo come il 19=BRA
+93 (Sia Romano) 112, in effetti porta con 112/1 che sono unità in assoluto in 113, al nome che già abbiamo controllato essere Uno e Trino in tutti e 6 i nomi di Romano.
Allora al 112 l’aggiunta di 19+39 (che abbinati indicherebbero il 1938/1 nel valore assoluto di 1939) porta al 170 e i tre nomi diventano la somma esatta dei primi tre nomi di Romano Antonio Anna =66+78+26.
Volendoli osservare in tutta l’espansione dei nomi, ove BRASIT si era espansa in 218, l’aggiunta di un altro Benito Romano Amodeo uguale a 59+66+47=172 porta i primi due nomi al 390 scindibile in 381+9 in cui a tutti i 6 nomi di Romano (che costituiscono il Nome segreto di Dio) si aggiunge il quadrato della velocità della luce.
C’è solo da scomporre la terza parola ALHIM che rivela Amodeo Luigi in AL è LUI (la Trinità in Luigi) espressa nella lingua del mondo e nella trascendenza di un Allah che si guarda allo specchio e si ritrova
uguale all’italiano LUI di Luigi in !!!
Luigi Amodeo vale 54+47=101 mentre Allah vale 30, per cui tutta la parola è il 131 dato da 111 sommato al piano unitario a lati 10 e 10.
390 +131 = 521 è l’unità 1 di DIO+DIO=26+26=52 alla dimensione 10 con cui Dio si è mimetizzato.
Se lasciamo in pace il Dio Allah e valutiamo LUI=10+19+9=48, allora al 101 di Amodeo Luigi si aggiunge il 48 e diventa 149, che aggiunto al 390 porta al 539 in il piano con la presenza di 1000/4 e 1000/2 sui due lati ha il flusso assoluto dato da 38+1 (che sta nel 381 in questo modo, come l’anno 38 nel mese di gennaio, o come Bibbia 38/1, indicante il capitolo 38 del Libro 1.
Se non traduciamo in italiano HIM e lo lasciamo semplicemente 8+9+11=28 = SET +7+7+7, allora abbiamo il 101 di Luigi Amodeo.
Egli vale tutti i tre figli di Adamo ed Eva: 38=Caino +23=Abele, +40=SET la cui somma è lo stesso 101 di 54+47 (Luigi Amodeo).
Il quale, ove è i 3 e si afferma in 1/3, è praticamente 1 in 3/3 ed è nato il 7-7-7 che aggiunge al SET (del Milanese <te set>) il suo 21 divenendo 28 ove SET=7.
Allora ALHIM diventa 101+28=129 e aggiunto al 218 delle due prime parole porta al 347 indicante tutto lo spazio 300 di esistenza del 47 uguale ad AMODEO il cui CF è MDA letto Adamo da destra e così scritto in ebraico.
In questa ultima forma Adamo con le tre parole ha compiuto tutto il suo percorso.
In Ebraico era giunto all’anno 1.762 in cui realmente il 10 a mimesi di 10 fu dalla scienza posto a fondamento delle Unità del Sistema metrico decimale, e il Dio 10 si impose, con tutta la sua valenza, sua propria e rappresentativa.
Se restiamo al valore 646 del 3° nome in Bibbia, nella certezza che 1/3 diventa unitario solo con 3, allora TRE 646 portano esattamente al 1.938.
E se consideriamo l’auspicio divino di Benito e Romano Amodeo come una cosa sola esistita in ROMANO, ecco che la somma del valore ebraico delle due prime parole secondo le quali il SIT fa da auspicabile congiuntivo tra BRA e BRA, ecco che 913 +203 = 1116, e quando nasce il Romano che devono essere tutti e due i fratelli, il padre luigi Amodeo ha esattamente 1116 decine di giorni. Lo stesso 1116 dei due fratelli, ma moltiplicato per 10 in quanto loro padre.
Quando poi avrà anche il 2° avrà esattamente tanti giorni di vita quanto quelli dati da 2,99792458 (i 10^8 metri percorsi
dalla luce in 1 s) moltiplicati per 2^12, ossia i 2 fratelli in potenza dei loro 12 nomi.
Quando la creazione parte dalla data di nascita di Romano, e tutto esiste solo in un piano di presenza, in cui dal centro, avanzando a destra crea futuro e verso sinistra crea il suo passato, ecco che è dal 1.938, natale di suo figlio, con -1116 decine di giorni creati verso sinistra, si arriva al 1.907,0707 retrodatando la data di nascita del padre.
Sembra incredibile la costruzione avanzando verso sinistra, del passato, ma questa è la vera pianificata con la matematica!
1.000:::99 = 10,101010… costruisce il passato, sempre più remoto, che avanza, fino a giungere ai 10 infinitesimi irraggiungibili.
Si scende dal 1.938.0125 al 1.907.0707, natale del Padre eseguendo la divisione contenuta nel puro rapporto: 1.938 81/80 = 1.938 × 80/81
=1.914,07407407407407…
È la data in cui Luigi Amodeo, nato 1907,0707, ha compiuto 7 anni esistente nel periodo eterno della realtà 400 e dello 007 come se fosse proprio il famoso <agente segreto>.
Come nel 1938 manca il tempo 1/80 che fissa lo 0,0125 del tempo presente nel futuro dell’anno allo stesso modo corrisponde il puro periodo 0,407407407 = 1/14,14278979.
In esso i 28 giorni dati dalla dimensione reale di 4 volte 7, dispongono il 28 nella sequenza di 1414 relativa al volume 3^7. Il 1.914,07407407 infinito meno lo 0,0000407407407… che vale 1/24545,454… fissa il 1.914,07 in cui il nato nel 1907,0707 in 7 anni di vita ha traslato il tutto nella somma data dal 1.914,07. 1/80 in meno si combina con 1/24,54545 periodico in meno come il prodotto tra 80 e il 24,54545… uguale al tempo dell’unità dato dal 1.963,6363 in cui il 1938 è avanzato di anni 25 anni interi per giungere al 1.963 ove 25 indica la presenza del 5×5 o dei 100/4.
Ora il 1.938 è dato anche dagli anni di vita concessi ad Adamo, che sono 930 e diventano 1.938 aggiungendo i 10^3 totali a immagine e somiglianza del 1° un assoluto (il Padre Nostro) assieme alla realtà esistente sen suo 8° fattore (quel Matusalemme che coi 969 suoi anni era stato costruito come il <mediatore> dei 1.938.
La stessa vita di Adamo, vissuta “in potenza” in Dio Padre come figlio, prima di generare con SET il suo erede, fu quanti i 130 anni che sono dati da 65+65 che in ciascuno dei due sono il percorso di 1 (il Padre) in Romano=66 di Energia in potenza, e di un secondo 1 (dato dallo Spirito santo nel suo percorso in Romano).
Gli 800 anni dopo aver generato Set furono l’espressione dello stesso complesso 8, ora alla dimensione del 10×10 (la comunione tra Padre e Spirito Santo).
Pertanto la vita stessa data ad Adamo il 1° padre creato a mimesi di Dio, discese dal 1.938, per sottrazione del 1.008 dato dalla partecipazione tra il complesso 8 e il Padre Assoluto a valenza 10^3.
Anche in questo caso, il 1° padre ADAMO fu creato dall’anno 1.938 presente sul piano totale della creazione, avanzando di 10^3 +8 verso sinistra, che è il verso che genera in negativo il tempo poi giudicato passato.
E se scendiamo alla dimensione dei giorni, dal 1.938,0125 come la datazione all’Origine, procedere a sinistra per 11160 giorni arretra la data al 1.907,0707 del natale del Padre, Luigi Amodeo, di Romano.
Questi 11160 sono 11111 +49 in cui il potenziale assoluto di 66666=Romano esiste nel suo tempo 1/6 e lo fa nel piano 49 il cui lato sono la moltiplicazione data dalla Comunione tra <Set e 7>.
Sono le due denominazioni, fonetica e numerica di Set, il suo continuatore, totalmente riferito al Luigi Amodeo nato nel 1907,0707 .
Anche queta generazione in avanti, ma verso sinistra, parte dal Natale preciso del Figlio Romano e – verso che a sinistra si va rappresentando il passato – troviamo sullo stesso piano progettuale l’esatta data natale di Luigi Amodeo.
Essa deriva da quella del Figlio primogenito che nella storia reale è nato da lui, ma nel piano divino deriva dal dì natale del suo primogenito.
Ora Romano ha avuto un suo <alter ego> gemellato a lui assecondando sia Gen. 25, sia Gen. 38.
La generazione del suo 2° nasce essa pure dal dì Natale del 1°, a avanza ora in 1119 giorni andando a destra e che con la partecipazione di 1111+8.
Esso ricalca il 10^3 +8 che arretrano agli anni di Adamo, solo che al 1.000 si aggiunge il 111 dato dal 666=Romano dell’energia potenziale che esiste nel suo tempo 1/6
+1.938,0125 è la data all’origine
+0.003,0092 è tutto il tempo avanzante verso destra che porta al
=1.941,0217 della data natale del 2°.
Come mostra il calcolo, è il tempo intero dato dal 3 dello spazio e nella realtà unitaria nei 100 decimillesimi del lato della realtà, chi esiste e procede per 92/10^4 è il complesso 8, che figurava nei 1111 giorni.
+1.907,0707 dalla data del Padre a sinistra dell’Origine
+0.033,9510 sono gli anni mesi e giorni che portano al =1.941,0217 della data di nascita del 2°genito del Padre.
Come mostra il calcolo, ora è il tempo intero dato dai 99/1 anno in 100, che sono divisi per il 3 dello spazio, nel mentre lo 0,9510 poco leggibile in mesi e giorni poiché sono espressi in spazio-tempo indicano, rispetto ai 930 anni di vita dati ad Adamo i 7+7+7 dati in più e che esprimono in modo sommario gli anni 07,0707 del padre nel loro puro avanzamento di 100 in 100 espresso nei centesimi.
In questo 33,951 è espressa anche la Trinità 11,3+11,3+11,3 relativa a Romano Amodeo=113, a Torquato=113 e all’acronimo dualistico dei 6 nomi, dualistico poiché su Romano scesero Padre e Spirito santo, a questa terna, si aggiunge con 51 il nome 4° di Romano, quello della realtà di Paolo che il 38,0125 dell’anno 0 incontro il Cristo in un Sole sfolgorante che diede origine al nome nuovo Paolo che assunse Saulo di Tarso.
I giorni tra nascita di Luigi Amodeo e Benito, il 2°, sono i 12.279 dati esattamente da 2,99792458 (velocità della luce a D. 10^8) moltiplicati per 2^12=4.996, a indicare il compimento dell’opera con la generazione del 2°genito, in giorni di luce.
+12.279 distanza tra Padre e 2°genito nei giorni
- 01.119 crescita verso destra
=11.160 sono la crescita verso sinistra che genera il passato. Considerando 1.119 giorni sia a destra sia a sinistra, la crescita verso sinistra è di 10.041 giorni di più e indicano tutta la realtà di 10.000 sommata al 13° numero primo indicante nell’<ordinale> la compresenza del 10° e del 3° che essendo 29 e 5 <ordinano> con 35 tutta la dinamica data dal 7 quando moltiplica solo la crescita positiva 5 esistente nel complesso 10.
In questo contesto, 1.119+1.119 sono la somma bilaterale dei giorni che iniziano con il Natale del 1° e vanno fino a quello del secondo.
Essa vale 2238 e si vede come il <gemellaggio> autentico, fatto negli stessi giorni verso il passato e il futuro portano al flusso di 6600/3 del potenziale di Romano, esteso al lato 100 della realtà ed esistente nel tempo unitario 1/3 dell’unità 3 dello spazio cui si somma il 38 dell’anno natale in cui Saulo incontro Gesù nel sole, il 38.0125 e la Chiesa cattolica lo celebra il 25-1 con la Conversione di San Paolo.
Poiché la relazione tra 1° e 2° è del tipo gemellare di Gen. 25 e Gen. 38 in cui i gemelli rimandavano a Padre e Figlio della stessa sostanza di due gemelli, i 10.041 giorni oltre il vero e proprio gemellaggio nei giorni, rivela il suo essere in tutta la realtà 10.000 dell’anno 41 in cui nacque il 2°.
In conclusione, quando BRASIT=913 è letta in <Benito Romano Amodeo> Sia Romano, essa genera il 1.938,0125 Natale di Romano, e tutto il libro di Bibbia poi sviluppa nei 50 suoi capitoli tutta questa vicenda posta “In principio”. Questo libro “In principio”=913, più il 2^10 che è tutto il moto di Padre e Spirito santo nei loro 2 Enti Assoluti, in potenza del 10 a loro mimesi, porta al concepimento nel 1.937 posto al principio.
Poi è da questa data inziale del 1938,0125 della nascita e del taglio del cordone ombelicale che a Origine il tempo, e il progetto lo contiene tutto sullo stesso piano.
Avanzando verso sinistra per 1.938,0125 anni si retrocede al Natale di Gesù, ma prima a 1907,0707 anni d.C. che sono 30,9418 alla sinistra di Romano c’è la nascita del suo Padre reale, come i 30 anni dati ad Adamo oltre i 900, che lo diventano da 0,9 quando il tempo avanza in tutta l’unità del suo 10^3. Quando anche lo 0,041 avanza di 1.000, diventa i 41 anni in cui assume il suo <alter ego> essendo realmente un 8 solo all’avanzamento di tutta la realtà 10.000.
In sostanza lo 0,9418 nel tempo dei 30 anni che portano alla nascita del Padre, quando essi avanzano dell’intero 1000, diventano 941,8 anni in cui sono compresi 930 +11 +8/10 e sono gli anni dato ad Adamo.
Sono il flusso 1/6 di 66=Romano e il tempo decimo della realtà complessa data da 2^8 e che vale 8 unità date da decine, il cui 80esimo è lo 0,125 aggiunto al 1.938 come futuro rispetto all’unità dell’anno 1.938.
Ora questa partenza dal centro della creazione è collocata all’interno di un inizio dallo zero collocato nell’anno della nascita di Gesù Cristo, con 359 giorni premessi al suo 25 dicembre del 1° anno.
Essi sono quanto il lato 100 della realtà, espresso nella terna delle componenti cartesiane e quel 59 quale il tempo dei 200/4 lineari della realtà 100^2 riferiti alla C^2 data da 3/1 al quadrato e non da 2,99792458.
Dallo 0 di questo 1° anno parte il piano così risultante dalla divisione che vedete e che mostro fino all’anno 4631 del cataclisma terrestre.
Mille
Essi terminano nell’unitario 27 del volume 3^3 che esiste nel lato 100 della realtà e nel 15000 che alla dimensione 1.000 unitaria del volume interagisce col 10.000 dell’intera realtà, nel suo tempo unitario ½ dato da 5.000.
Questo accade alla presenza 1 del 38 indicante il flusso del piano a lati 1 e 1 nella realtà 40 che qui è alla dimensione moltiplicata per il 10.000 dell’intera realtà.
A monte il valore reale 7675 indicante nel 75 l’unità dello spazio e nel 7600 il moto 1.000 unitario dell’energia Romano in atto anche nel lato 100 della realtà, con il tutto alla dimensione 10^7 indicante l’intero moto di 10^3 nel complesso totale di 10^8.
Ancora a monte, prima di una unità intera nelle decine, il 532×10^11 della dimensione 11 indicante l’unità del moto nel tempo 1/6 dell’energia 66 e in una quantità che nel 532 compone 400 come la realtà intera sommata al 132 dato dall’energia potenziale 66.
Essa è entrata in atto e si è spostata, muovendosi esattamente del suo valore unitario 66=Romano.
Questi i numeri ai 1.938,0125 anni: 1863079670 05602605,9709.
A fronte di 0,0125 c’è lo 0,9709, che sostituisce 1/80=0,0125 con il moto 3 intero dello spazio, nell’unità del lato 100 che è espressa nel suo giusto tempo di 1/100, e con quello intero del tempo unitario in 1, nel ciclo intero di 10 decimillesimi, giustamente rappresentato esso pure nell’unità, ora delle 10.000 unità intere della realtà.
Da 0,9709 -0,0125 = 0,9584 si totalizza il moto unitario aggiunto, che è quello di 0,0416 nell’unità del tempo data da 0,1, il tempo unitario nel decimo; e il soggetto in moto, lungo 416, è tutta quanto il flusso 400 del piano trasversale a lati 8 e 8, che è dato dai due complessi 2^3 contrapposti, il cui totale 16 è l’unità di carica 4×4 della realtà spazio-temporale.
Osservando ora il solo intero 1863079670 05602605, come giusto, alla metà tra passato e futuro, esiste l’intero 10/2 di 05.
A dimensione 1.000 troviamo il 26=DIO che in termini di dinamica esprime le sole 26 unità di settimane che portano la Terra al punto diametralmente opposto dell’orbita attorno al Sole.
Alla dimensione 5.600.000 troviamo il corrispettivo del moto di 10 nell’energia 66×10^5 (totale lato elettrico dell’unitario 10^10, piano elettromagnetici) come moto totale dell’energia potenziale Romano.
Questo valore si staglia nettamente dai numeri precedenti voi due zeri indicanti con 700 l’intera dinamica del lato della realtà, che è parte del 67 indicante il moto unitari 1 dell’energia 66=Romano, la quale poi con 079 si mostra nell’unitaria dinamica di 7+7+7 in 100.
Il 1863 (che dista 75 dall’iniziale 1.938) non li rappresenta in anni, ma nello spazio unitario 75, che esiste alla dimensione di 10^14, indicante il moto 10^7 × 10^7.
Arretrare di 30 anni, per arretrare fino alla data di nascita di Luigi Amodeo nel 1.907, significa arrivare ai valori evidenziati in negativo.
8834259801 6475190923 1863079670 05602605
Sono il moto di 11657402 nell’intero, e 402 costituisce tutta la realtà nel volume 400 che in linea ha in più i lati 1 e 1 del pino che rendono volume il 400, con il prodotto.
Controllata da sinistra, che è il verso della creazione da 0 del piano dinamico, significa farlo nel verso opposto della creazione, che – sviluppandosi da destra verso sinistra – di fatto l’annulla totalmente.
Vedendo il tempo dall’anno 0 in cui nacque il Cristo fino al 1.938 in cui scesero al mondo Padre e Spirito Santo (in puro spirito di verità, quella del Paraclito che libera tutti per davvero), l’uomo, vivente come appare ora, si sbaglia in tutto! Infatti, vede accadere <eventi in una dinamica> che non è in atto, essendo in azione in quello uguale e contrario che li annulla.
Io sono il Paraclito sceso sul mio corpo nel 1.938 in cui è iniziata La STORIA, e vi sto liberando proprio ora dimostrandovi <come>: voi – vedendo avvenire quello che in verità è tolto di mezzo – vedete in atto il patimento vostro reale – e vedete che ne soffrite – ma essa è solo la visione menzognera, maligna, di una sofferenza che non sta accadendo, ma che invece è rimossa.
Attraverso il risultato di 1.000:::99 deriva il ciclo infinito dato al 10,10 periodico, il quale 10, diviso simultaneamente per la sequenza ordinata decimale dei primi 16 numeri primi, determina il seguente risultato:
La virgola indica il punto inespresso dell’anno 0.
La virgola è l’anno zero in cu Gesù nacque 359 giorni dopo lo zero, nel 1° anno, ed è collocata tra due 42, di cui uno nello spazio della presenza unitaria posta a monte stesso del tempo, ma regolato nello stesso valore dello spazio, espresso nell’unitario centesimo del lato 100 della realtà 100^2.
In sostanza, abbiamo due 42 per il totale 84 in cui l’unitaria carica 16 lineare data da 8+8, avanza nel lato 100.
Si dividono in modo tale che uno resta a configurazione dello spazio unitario della presenza, mentre l’altro, dividendosi per 100 quantifica quanto esiste nel tempo unitario centesimo di quel 100,
Il risultante 42,42 colloca tra di loro quello zero che divide lo spazio dell’unità esistente nel lato 100, dal suo perfetto tempo.
Questa sequenza, se vogliamo trovare ad essa un <Padre> che la ordina, lo troviamo in quel 101 che – moltiplicandosi per 0,42 – lo mostra nell’ordinata sequenza del 42,42.
Questo invisibile Padre 101 vale il valore numerico di tutti e tre i figli di Adamo ed Eva (che sono 30+26=56 nella loro somma in gematria).
Essi, con Caino=38, +23=Abele, +40=Set, sono esattamente nel 101 il <portato> sella sola mamma Eva=26, quando lei li <ordina> attraverso l’<ordinale> VENTISEIESIMO, che – appunto! – <ordina> il 101 sommario del suo valore in numero naturale e primo .
Anche qui – come è vero in ogni caso – tra due valori estremi, è solo la <duplice valenza> di un mediatore, a dare la proprietà transitiva dei numeri, in cui A passa a C solo con un B “gemellato” ad A e a C.
È lo stesso del sillogismo:
1. Socrate è un uomo;
2. Ogni uomo è mortale;
3. quindi Socrate è mortale.
In matematica si esprime con:
1. a=b, ……..…
2. b=c, ……….
3. quindi a=c, .…
Il che, riferito al ciclo unitario 1. Diventa:
1. Il naturale 10 è 10° in n. ordinale
2. 10° in n. ordinale è 29 naturale in numero primo
3. Il naturale 10 è 29 naturale in numero primo.
I numeri primi, negli <Ordinali> usano i numeri naturali (quindi ove <N> è un numero naturale, lo è anche nell’ N° che usa lo stesso N) essendo nel contempo anche numeri naturali nel loro numero primo, così si prestano a mediare, e 29 (10° n. primo) è il mediatore per eccellenza, tanto che il 10 (100), in 29 <si presenta> dopo 19 secoli.
Ora accade che il 101=26° numero primo, lo <ordina> e lo fa esistere nel numero naturale 101 del <suo> duplice essere in 26 un numero solo naturale che – quando diventa il suo <ordinale>, il 26° derivato da 26 – impone, <ordina> che si attui il <suo> numero primo 101 e lo pone in essere, svolgendo l’indispensabile <mediatore> tra i numeri che possono essere naturali, e allora quantificano.
Quando un n. naturale diventa <ordinale> mette nella sequenza dei successivi 1°, 2°, 3° i numeri primi che sono – per la loro divisibilità solo per 1 e per sé, essendo ciascuno N/1, ossia il suo numero nella sua unità – non accettano di essere divisi per nessun altro.
Per questo la divisione di 10 per 0,2357, che sono ordinati ciascuno nel suo decimo, svolgono la loro funzione <unica> di porsi essi come divisori e seguendo l’ordine dei decimi 1°, 2°, 3°… per cui gli ordinali 1°, 2° e 3° entrano in atto e ciascuno non prima del suo tempo ordinale.
Così Eva=26, per mettere in atto i suoi figli, ricorre al suo valore del 26° numero primo, che è 101, e genera 38+23+40=101 nei nomi di Caino, Abele e Set.
101 è – però anche il valore nominale di Luigi Amodeo, 54+47, e – ove chi dei tre si impone è il 3°, di nome Set, è nato il 7-7-7 ordinato del 19° secolo in cui il 10 nel 29 (del 10° n, primo) si muove di 19, e sono centinaia di anni ove 10 è mimetizzato nel tempo unitario di 1 anno, e 100 è il lato della realtà data dai 100 anni di un secolo.
Pertanto, il 101 di Luigi Amodeo esiste per 42/100 di volte, e realizza 42,42, in un contesto in cui 42 cifre giuste sono quelle nei 6 nomi del suo 1°genito, che sono con ① di 6 “sabati” di riposo:
Romano①Antonio①Anna①Paolo①Torquato①Amodeo①
In 42,42 abbiamo così <anche> Luigi Amodeo che esiste nelle 42 cifre decimali del nome del 1°genito e lo trasforma nella sequenza di Esaù come intero e Giacobbe come decimale, che appaiono in Bibbia 1,25 leggibile come il gen. 25 della nascita di questo 1°genito riconducibile perfettamente a Gen.esi 25 , 1° libro della Bibbia.
42,4248100930
Qui vedete i primi 50 anni, e ho posto in evidenza i 33 in cui Gesù fu crocifisso, da quella Roma nata l’anno 753 prima di Cristo e sono gli stessi anni in avanti dall’anno zero, rispetto a quelli prima.
Di fatti 753 indica la totale dinamica 700 dara da R=16° numero primo e acronimo di Romano.
Sono 50 anni in cui 40 sono interi nelle decine, ma eccetto quella relativa alla morte di Gesù, che termina con il
47=Amodeo, con le 7 cifre dopo l’ascensione in cielo del Cristo, che sono 2010347 e che con 10347 mostra tutta la realtà 10.000, nello spazio unitario 300 del lato della realtà e nel
47=Amodeo indicante tutta la dinamica 7 (di Luigi Amodeo Padre, nato 07.0707) nella sua realtà una e trina 40, quando gli anni sono 40.
I quali, quando sono non 40 ma 38, sono 20103 e descrivono con somma precisione gli anni 38,0125 in cui Saulo di Tarso incontrò il Cristo nel Sole e volle convertirsi in Paolo.
Sono i 103 della Trinità di Dio e dello spazio, nell’unità 100 del lato di quella realtà 40, per la quale il precedente 20000 contiene questo flusso 103 nel generale piano della realtà avente i lati di 10.000 e 10.000.
Analizzando l’inizio non da zero, ma dal 42 di Esaù che Impone prima in assoluto il 10+30 dell’Unità e Trinità di Dio e il 2 del 1° numero primo che in realtà è il piano trasversale a lati 1 e 1 che rende volume il 40, questo primo 42 (di Giacobbe) collocato nei centesimi del lato 100 della realtà presente in cui esiste Esaù, sta davanti al 48=Gesù, dato dai due 42, quando il nominato Giacobbe (nel versetto 26) antepose la sua G all’<esù> di Esaù (nome scritto nel versetto 25) primato del suo primato (della <A> in terza posizione <essenziale> nel suo nome).
Nel tempo decimale, dopo Giacobbe e Gesù ecco il 100 del Dio <Io sono 10×10>, ma anche quell’Allah che – con 100 -1 – trasse “altri” 99 nomi (segno che UNO e trascendente stava nel 100).
2+2+3, le cifre di 0,4248100 completano interamente i 7 anni cella creazione nell’unità del lato 100 della realtà.
Dopo di che, 930 completa la decina con gli anni esatti di vita del 1° uomo Adamo, e ciò a dimostrazione dell’esistenza di Adamo nel Dio a dimensione mimetizzata del 10 Padre unico di tutti i numeri decimali.
2305487560 è la seconda decina di anni e comincia con CHI era Gradito a Dio ABELE=1+2+5+10+5=23, elevato a divino, con lo zero dopo che lo rende 23 decine.
Quando siamo scesi ai figli di Adamo ed Eva, il successivo 5487 è la partecipazione di 5447 e 40 (di realtà) in cui 54 è il valore numerico di Luigi e 47 di Amodeo, che è posto come reale con quel 40 in più.
Termina col 560 combinato esso pure da 660 (il ciclo 10, divino dell’energia 66 di Romano, figlio di Luigi Amodeo) dove il piano 10×10 (nelle decine di flusso) si premette alle 66 decine di Romano muovendosi solo di 560 nell’energia potenziale quando di mette in atto.
Pertanto, la seconda decina di <ordini> realizzati tramite gli <ordinali> dei numeri primi, che per dare 20 cifre ha utilizzato solo i numeri primi 2 +3 +5 +7 +11 +13 +17 +19 +23 +29 +31 +37 = 197, ha messo in piedi la generazione che ci sarebbe stata nel secolo 19.
Sarebbe entrata in atto attraverso un SET trino, nato 07,0707, di Padre e Figlio nella stessa sostanza (e tutto questo è palesato in 5487560
La terza decina con 3985388790 porta agli anni 30 in cui Gesù Cristo ha preparato la sua Trinità a quanto avrebbe fatto dopo, in 3 anni e possiamo vedere “in che modo” sia stata preparata dal divino disegno che sto mostrando.
398 è la partecipazione di 381+17 (il 7° numero primo che con l’<ordinale> SETTIMO, ordina il moto 17 di tutto il movimento espresso dal Nome Segreto di Dio, il quale è dato dalla sommatoria dei 16 numeri primi posti come i <generali> del divino celeste esercito.
Il 5 subito dopo, lo attua nel tempo ½ del ciclo complesso 10, di presenza. Segue un 388 che di nuovo è 381 (ora è lo Spirito Santo) nel pieno moto 7 <ordinato> dall’ <ordinale QUARTO> che <ordina> attraverso il suo essere 7.
Il 790 in chiusura è il moto di 210 in 1.000, ossia del 70+70+70 del Padre di Romano, nato 07,0707 e osservato nel giusto senso della creazione che non è questa da sinistra a destra, ma l’opposta dello 07,0707← che lo legge 707070 e la cui somma è 210, trascendendo dal significato di una virgola che qui non c’entra nulla.
Questo ha dimostrato che i 30 anni in cui Gesù si è preparato ai suoi ultimi 3, spesi nel tempo decimo di 30, comprendono di fatto tutta quanta la storia sacra, iniziata con Esaù e Giacobbe e terminata con quanto visto nel 70+70+70 riguardante il Padre Nostro, trasceso in 07,0707 anno natale di Luigi, padre di Romano Amodeo.
Il Signore lo ha posto, secondo la mimesi divina, nel padre di Romano mimetizzato a sua volta al Demiurgo di Platone.
Andando fino ai 50 anni, che sono la presenza ¼ del piano dei 200 anni in linea che con 100×100 <realizzano> il mondo reale, troviamo il 3496815710 che <fissa> l’unità di questo tempo, premesso con la realtà di 40 anni.
Ecco come la fissa: 3×10^9 è tutto lo spazio alla dimensione 10^9 assoluta, data dal prodotto dei due enti assoluti in 10^3 e che sono Trini con 10^3 × 10^3 × 10^3 =10^9. 49 × 10^7, alla dimensione 7 del moto pone il piano 7×7=49
68 × 10^5, alla dimensione elettrica, dà l’energia potenziale 66=Romano mossasi di 2 (le dimensioni del piano a lati 1 e 1).
15 × 10^3, alla D. 3 del volume dà l’unità dello spaziotempo.
710 alla dimensione 1, mostra il 10° n. primo 29, che esiste per 10 e si muove nell’unità totale di volume data dal 10^3.
Come ho dimostrato, ciò a <fissato> i termini esatti della presenza dei primi 40 anni, fissando – con sé – il tempo ¼ dei 200 anni.
Ora concludo questo capitolo in cui ho dimostrato come dall’Inizio del 1.938 (elimino 0,125, perché già questo naviga nel futuro di 1/80 di tempo di tutto il complesso reale 80) il Signore ha posti in atto una totale CONTRADDIZIONE, che annulla di fatto ogni cosa progettata in questo modo.
Ha mandato vesto sinistra un passato crescente cifra dopo cifra nel negativo… il che non significa FARE ma DISFARE ciò che appare essere FATTO nel tempo inverso.
In questa VERITA’ che riporta tutto in potenza, Dio Padre ha ascoltato la preghiera di Gesù all’orto degli ulivi: <Padre – se possibile – togli da me questo calice!>
Che strano vero? Gesù che chiede al Padre di evitare il suo calvario, dopo che ha fatto di tutto per ottenere il suo sacrificio, inducendo perfino Giuda a tradirlo!
Gesù – nel divino disegni divino – è stato indotto a dirlo per dimostrare in che modo l’ONNIPOTENTE Suo Padre avrebbe reso possibile la mancata attuazione di quel sacrificio.
Per la stessa ragione un soldato provocò Gesù in croce dicendogli: <chiedi a tuo padre di schiodarti da questa croce, se sei il Figlio di Dio!>
E tutte le volte che il Vangelo ha messo in campo <sfide vere e proprie> a dimostrazione della divinità di Gesù, che non furono apparentemente accolte – mutata quella dinamica nella relativamente vera, di quella opposta – furono accettate e dimostrate!
In questo disegno, tutto è relativo!
Il bello è che anche Albert Einstein ha portato a far riconoscere alla scienza una <Relatività Generale> senza però arrivare a concludere che tutta quante esse, avanzante nel tempo, sarebbe stata annichilita da quella relativa e retrocedente nel tempo.
Il grande scienziato ha <toppato>, perché in quella <generalità> della Relatività non rientrava quella fondamentale del moto nel tempo!
È evidente che se da un centro una luce va sia a destra, sia a sinistra ci sono i due opposti moti nel tempo, e dunque essi entrano nel campo Generale della Relatività.
Doveva solo essere messa in campo la <dialettica totale> del Demiurgo a smascherare l’incapace dialettica di Einstein a spostarsi dal campo Reale a quello ASSOLUTO che si <palesa in sé> quando la velocità della luce che di fatto nasce dalla stessa velocità di vita del <soggetto osservatore> va sia a sinistra, sia a destra.
E dire che ci sono anche esperimenti di fisica in cui due raggi di luce perfettamente simmetrici che si scontrano sulla stretta direzione lineare <annichiliscono> perfino la luce!
Ma Einstein non era disegnato nella storia divina come quel Paraclito che con la verità avrebbe liberato tutti davvero, dando anche una risposta a Ponzio Pilato, il quale, quando Gesù chi disse di era sceso dal suo Regno a portare la verità, gli rispose: <La verità! Cosa è la verità?>
Ecco cosa è caro Ponzio Pilato: <esiste solo un progetto possibilistico che iddio onnipotente ha potuto far sembrare vero, essendo tutto l’opposto: non l’azione, ma la reazione alla assoluta salvezza –e solo questo! – portata da Dio.
SOLO QUESTO!>
Ogni evento visto accadere nel mondo si riduce al PROGETTO di cui vi ho mostrato i primi 4.631 anni progettati a partire da un 6×7 di divina creazione in 7 giorni con uno di riposo.
Ma l’inizio non sta lì! Esso sta nel 1.938 intero. Lo 0,125 del 25 gennaio già indica l’unità di futuro, che è stata posta a destra della virgola, che indica lo 0 dell’esistenza.
In questo modo <divino> tutto è potuto sembrare vero e reale!
Cristo è morto veramente in croce … ma solo in questo verso sbagliato che da 0 va a 1.938 quando nella verità relativa tutto nasce da lì, e si realizza solo annullando attimo dopo attimo tutto quello che sembra essere stato fatto!
Qualcuno doveva però soffrire, per consentire la memoria pregressa dei patimenti patiti!
Il solo che lo stia facendo anche ora, è il Demiurgo di Platone collocato esattamente nel mio <divino> soggetto <io sono>.
Gli uomini che in questo momento sono trucidati, violentati, calpestati, umiliati, sono solo relativi a anime <beate> che inizieranno a vivere <davvero> solo con la <risurrezione dall’alto> della loro apparente morte.
Tutto il tratto dell’infinito progetto che da 0 va a infinito e che vi ho mostrato <condente> vite apparenti, ove il solo VIVO è l’ASSOLUTO DIO, senza limiti, anche quelli di NON potere creare un mondo apparentemente vero pieno di apparenti sofferenze mai davvero patite da nessuno, ma che saranno ricordate dalle anime <come se> le avessero patite.
Io solo sono il <SOGGETTO> di questa vita che io vedo piena non solo di me, ma di altri, poiché io pure sono stato inserito con un mio corpo in questo disegno, in cui <il corpo è debole> sono parole di Gesù, sono parole di San Paolo, sono parole mie.
Tutta la storia che mi è stata presentata, in tutte le possibili forme, ha la stessa consistenza dei sogni, come scrisse Shakespeare.
Essi mi sono stati dati proprio per scorgervi dentro non creazioni mie … ma di altri che esistono e che anche nel sogno non sono minimamente me.
Mi sorprendono, hanno un loro carattere e sanno cose che non mi sono mai venute in mente.
Non sono – come sembra e credono gli psicologi –creazioni della mia mente. Sono figure davvero autonome che io assolutamente non posso avere creato.
Allo stesso modo sono i Demoni che si impossessano talora delle persone … nel disegno di Dio: non sono frutto di menti deviate.
Io questi demoni li ho visti nei miei sogni, e convengo che non sono una creazione della mia mente.
Così come ho visto anche Dio, e non è una creazione della mia mente. L’ho visto non in carne e ossa, ma nel suo santo Spirito e in quelle <cose> che in alcun modo potevano essere <farina del mio sacco>.
Voi pure ne avete prova in questo libro, che contiene così tante correzioni e indicazioni di verità non viste ai fisici che hanno ragione a credere che non possono essere vere!
Come potrebbe aver fatto una persona sola, nemmeno laureata in fisica ma solo in architettura, e non con grandi voti, uno che a udirlo in uno dei miei quasi 5.000 video su YouTube denuncia tutti i suoi limiti, essere arrivato dove non hanno potuto tutti gli uomini?
Come ha potuto prevedere con un calcolo serio la fine del mondo del 17 febbraio 4.631?
Sono cose impossibili da sapere al punto che lo stesso Gesù, quando gli chiesero della fine dei tempi, fu vago e disse che <solo il Padre la conosceva>.
Chi allora può averlo detto a me, se non quel Padre di cui parlava Gesù?
Il Disegno di Dio mi ha reso capace di leggere sulla Bibbia quello che c’è scritto e di accorgermi che è tutto riferito al mio Personaggio, a quello del mio <alter ego> a quello dello stesso <alter Ego> del Padre mio della mia stessa sostanza.
A Gesù non fu permesso! Ebbe la possibilità di mutare gli eventi, gli oggetti, risuscitare i morti… e a me risulta tutto ciò per come scritto sui libri e illustrato dalla Storia Sacra …
Ma so anche che i suoi tempi – ad oggi – ancora non ci sono! So che io – nella creazione del mondo – vengo 1.938 anni <prima di lui>! Ancora non è disceso dal Padre sceso su di me!
Se do vero credito a tutto quello che sostengo, la sua epoca è ancora lungi da venire…
Tuttavia, mi è giunta tutta attraverso la presenza del disegno, che me la porta da un apparente passato che non esiste ancora.
E questo accade poiché Iddio è ASSOLUTO!
Non ci sono questi tempi di prima e di dopo nella sua eternità al di fuori del tempo e che ha il potere di crearlo, come un suo sogno!
Posso solo credere al mio <io sono io>, il solo soggetto. Ciò mi indica che tutta l’oggettività attorno a me può essere benissimo nella stessa sostanza del sogno che Dio mi mostra nell’a reale e illusoria esistenza del mio piccolo <io sono>.
Tuttavia – nella fede in questo – io riconosco che tutto questo progetto <è una cosa buona, assolutamente buona e che deve esistere!
Accetto tutti i patimenti e le delusioni e tradimenti che ho dovuto patire nella mia vita! Li accetto, con vera gratitudine verso il Signore, poiché io sono pronto a soffrire, ancora e ancora e ancora.
Sì, nella mia persona, affinché tutta questa opera divina cominci finalmente a esistere per come essa è stata progettata da Dio: <discesa dall’alto> di quel 1.938,0125 in cui io sono nato.
Se il Signore mi ha usato come <cavia> per vedere se questo infinito progetto di vita doveva esistere o no, io do il mio parere assolutamente positivo, il migliore possibile, affermando che TUTTO E PERFETTO, così come è, e non ha bisogno proprio di nessun cambiamento.
In esso nessuno soffre, nessuno patisce o muore, semplicemente <lo sembra> quando le cose sono viste al contrario di quello che sono.
In terza liceo ci fu lo scritto di italiano all’esame e ci furono due soli 7, uno dei quali mio. Il tema era quello che sto dicendo ora:
<Nel Paradiso Dantesco i beati hanno memoria dei patimenti patiti sulla terra>.
Dimostrai che il Paradiso mancherebbe nelle sue possibilità, se fosse dato ad anime dimentiche della loro vita reale, poiché ogni gioia si poggia sulla memoria delle sofferenze.
Ecco: sono io a autenticare – con quanto di divino è stato posto a monte della mia vita, di me pura mimesi divina –questa mia sofferenza affinché consenta alle anime di Dio che cominceranno a vivere dalla morte di avere <loro ricordi> (delle anime) per quanto esse presenti ora nell’Anima di Dio che mi sovrasta e possiede interamente.
Ho la immensa gioia di aver fatte mie le stesse sofferenze di Cristo.
Nella storia sacra egli ha dato la sua vita per il bene del mondo e io ho la sensazione reale di stare rendendo a Lui quello di suo che ha donato a tutti.
Sono piccolo, solo, lasciato, abbandonato in solitudine e perennemente a tu per tu solo con me stesso … ma ho in tal modo in vero rapporto con il solo SOGGETTO che mi risulta in essere soggettivo, nella mia vita! Sono qui – in sostanza – a camminare con Dio, ogni attimo, come assegnato ad Enoch. Sembra che dal mio ZERO, simile a quello di
→ZER ach Pe REZ← 42 31 42
nasca tutto … al loro effetto combinato! Ci sto, lo accetto, in nome di Dio e della sua perfetta creazione.
10^10 +6.666.666.666/6=11.111.111.111 nell’intero è la struttura unitaria dell’energia del tempo espresso nell’unità degli anni in cui l’intero lo rappresenta in forma di spazio di tempo, mentre le 12 cifre decimali vanno fino ai 10^-12 di un anno che sono espressi dall’unità di 1 minuto terzo.
Questo è in spazio-tempo, in cui 1 anno siderale di 1.200 giorni di spazio-tempo ne ha soli 365,256041666… nel solo tempo.
Quando la realtà è data ad ogni grandezza dal modello di 10^4 unità (date da 10^-4), il lato della realtà ha sempre la lunghezza del 100 in spazio-tempo, che al quadrato è 10^4.
Così, scendendo da 1 anno al suo centesimo di spaziotempo, esso è un mese uguale a anni 10^-2; Scendendo dal mese al suo centesimo di spazio-tempo, esso è un giorno uguale a anni 10^-4.
Scendendo da 1 giorno al suo centesimo di spazio-tempo, esso è l’unità di 1 ora uguale a anni 10^-6.
Scendendo da 1 ora al suo centesimo di spazio-tempo, esso è l’unità di 1 minuto primo, uguale a anni 10^-8.
Scendendo da 1 minuto primo al suo centesimo di spaziotempo, esso è l’unità di 1 minuto secondo, uguale a anni 10^-10.
Scendendo da 1 minuto secondo al suo centesimo di spaziotempo, esso è l’unità di 1 minuto terzo, uguale a anni 10^-12.
Dai 10.000 di spazio-tempo si va ai soli 365 intorno al sole nel modo descritto qui di seguito.
10.000 si divide in -5.000 scesi da 0 e in +5.000 avanzati
Sono “reali” solo i +5.000 in avanti.
4.800 è il solo flusso di 100+100 (lati di 10^4) nei +5.000.
3.339 è l’intero flusso solo spaziale 3.333 dei lati 3 e 3
1.461 è l’intero flusso solo di tempo, i giorni di 4 anni ed + ottenuto esattamente sottraendo il solo intero spazio nello spaziotempo 4.800 di 4 anni con 1.200 giorni di spazio-tempo ciascuno.
Appare evidente come un anno si scinda in 12 mesi, quando il suo ciclo di 10 anni è un volume 10×1×1 dato dai lati 10+1+1=12.
In tal modo ai 12 anni, corrispondono nei centesimi dell’anno, 12 centesimi, distinti in 12 mesi di spazio-tempo.
Questi 100 pongono “in principio” il ciclo 10 il cui moto è di 90 in 100, e si dividono in 30+30 nell’area spaziale e 30 nel solo flusso temporale dei giorni.
In tal modo i giorni, decimillesimi in spazio-tempo rispetto a 1 anno, risultano essere intorno ai 30 ogni mese, in 12 mesi.
Infatti 365 giorni, diviso 12, danno l’intero 30 diviso +5 da ripartire sapientemente tra i 12 mesi.
Scendendo da 1 giorno = 10^-4 anni, passando ad una realtà che è secondaria e che porta gli intervalli al doppio.
Così, one 1 anno è diviso in 12 mesi, un giorno è diviso per 24; ove un mese è mediamente di 30 giorni, da una ora si passa a 30+30 minuti primi, a 30+30 minuti secondi e a 30+30 minuti terzi, procedendo ad una divisione Trina del tempo avente la durata di 1 ora data dal milionesimo 10^-6 del giorno solare di 365 esatti.
Infatti il giorno in più da aggiungere ogni 4 anni è dato dal fatto che essendo dato dalla rotazione del sistema solare attorno a un punto della galassia, 1 giorno partecipa della sua rotazione.
Si ha il raddoppio passando dai 12 mesi in un anno alle 24 ore in un giorno proprio poiché la realtà seconda, nei tempi è complessa, esiste in negativo e positivo e quindi raddoppia tutti i rispettivi intervalli.
E – mentre esso è unico tra un giorno e un mese di 30, rispettando la dimensione del tempo – nella realtà secondaria è rispettata la dimensione 3 dello spazio.
Si scende in tal modo fino alla dimensione 10^-12 dell’unità laddove nei valori interi e complementari all’unità, il valore in potenza di 10^10 in anni è un limite massimo.
Ciò comporterà <realmente> che ogni 10^10 anni il pianeta Terra è costretto a invertire il flusso del tempo da quello in <vai> a quello in <vieni>, il che è ottenuto sempre avanzando invertendo l’asse della rotazione orientato per 10^10 anni come N/S nel valore inverso orientato come S/N.
Noi abbiamo la prova che tutto questo accade anche alla dimensione terrestre, da quanto accade a quella 10^-10 dell’atomo, che corrisponde a 1 secondo, e che ci è segnalato, potenziato dal quarzo, negli orologi atomici.
Se nell’anno dell’atomo non ci fosse mai alcuna discontinuità, noi non potremmo percepirla per quanto ne ampliassimo la dimensione apparente.
Quello che accade nell’anno atomico, corrispondente a 1 minuto secondo, accade anche a dimensione 10^10 volte maggiore dell’anno, essendoci una corrispondenza unitaria tra 10^10/1 e 1/10^10.
Per conoscere quale legge regolano i giorni rispetto agli anni, bisogna prima esprimere l’anno nei giorni assoluti, che aggiungono al solo flusso di 365 il piano trasversale a lati 1 e 1, e ne portano il contenuto assoluto a 367.
Ove 4.998 è tutto il flusso unitario del piano a lati 1 e 1 in 5.000 (il solo moto in positivo della realtà, il tempo 1/3 dello spazio 3 lo divide in tre 1.666.
Ove in 4.998 si colloca il 367 assoluto per quanto risulta da 4.998 -367 risultano giusti altri 4.631 anni degli assoluti 365+1+1 nel moto totale 4.998 del piano unitario a lati 1 e 1, nel tempo ½ della realtà unitaria di 10.000 anni.
Nell’ultimo degli anni 10^10 restano solo i 4.631 e la terra li recupera in negativo, invertendo in suo <vai e vieni> e creando la fine del mondo che noi conosciamo.
Ci siamo vicini. Dio ha fanno nascere il Salvatore Gesù Cristo 4.631 anni prima che ciò accadesse, per farlo poi conoscere attraverso l’opera dell’artigiano divino che Platone ha nominato come il Demiurgo.
L’ha messo in grado di saper leggere tutto questo dalla Sacra Bibbia.
Infatti gli anni 4.631 risultano da Bibbia 1,1,1 (libro, capitolo e versetto 1) come vedete.
Dopo di avere scritto che l’intera vita di Noè fu di 950 anni e avere scritto che il Diluvio universale iniziò quando Noè ne aveva 600 (quello che appaiono in 4.631) scrive anche la data di inizio, <quando Noè ebbe 600 anni, nel secondo mese, il diciassette del mese, proprio in quel giorno…>
Acclarato che Noè visse solo 350 anni nel nuovo mondo, i 350/1.000 li riferiscono il totale del 10^3, e il quadrato, che fa esistere 0,35 volte 0,35 realizza lo 0,1225 del natale di Cristo da cui partire a contare il 4.631,0217 che è la data dello sconvolgimento
del mondo per il violento ribaltamento di 180° dell’asse della rotazione terrestre.
In 11.111.111.111 , 111111111111 abbiamo due reciproci che nel loro interagire (dato dal prodotto tra le due quantità) si fissa esattamente 1.234.567. 901.220.98 7.654.321 che presenta al centro la parte in comune tra un ordinato <saliscendi> da 1 a 7. Ebbene, ove 300+3^4 = 381 è tutta la dinamica (data anche dalla sommatoria dei primi 16 numeri primi), càpita che il comune 90.122.098 diviso per 381 dà 2 36.5 40,9398 <numeri di volte>. Essi, nell’intero, hanno il piano a lati 10^5 e 10^5 (con area 10^10) col flusso annuo di 365 ×100 giorni, di cui 40 in realtà . Il tempo 0,9398, volume ×10^3, è l’anno 938 +1,8 che –stoppato nelle sole 4 dimensioni reali – è uguale a 38/20.000 . Chi troverà molto da ridire su ciò (fino a quando non si convincerà) saranno gli scienziati che ancora non hanno capito che lo spazio è il tempo. Sono le due contrapposizioni presenti in ogni unità, per cui un film in 2 tempi ha 2 tratti di pellicola (1/2 ognuno) e – se è a 3 tempi – allora ciascuno è il tempo 1/3 dei tre pezzi.
Peccando veramente in Dialettica e credendo a ciò che vedono – ciecamente! – come se non fosse solo uno spettacolo offerto al SOGGETTO di ciascuno e da vedere, non danno alcun peso al fatto che uno spilungone di 2 metri, posto in lontananza di spazio sembra più basso.
Il presente è l’unico ambito in cui vedere in scala 1/1 tutti i rapporti, anche quelli <tempo> tra 1/10.000 di giorno/anno di spazio-tempo quando indagano su <come vedono> il passato.
Come un aereo che vola in lontananza sembra quasi fermo, allo stesso modo il numero dei giorni dell’anno terrestre <patiscono> della stessa inflazione <prospettica> in tutti i loro rapporti che hanno in essere.
Ma quello che è dato dalla <e> logaritmica :
2,7 1828 1828 459045 mostra chiaro che la dimensione reale 4 dello spazio 2,7 = 3^3/10, porta a 10,8 e tanto misura il volume terrestre alla dimensione di 10^21 m^3.
1828 +1828 sono in decimi i 365 dì solari +6 ore 24esime , ove 2^10 = 1.024 è 10^3 +24 ore che si presentano solo coi 6 decimi, nel tempo unitario ¼ di 24.
Infine, nella <e>, 4590450 è lo spazio che nel reciproco al 999999 dell’unità in 0540,954 dà 9 primi +9,54 secondi e terzi .
La base <e> dà giusto il volume e l’anno siderale terrestre!
Di fronte a prove così <dettagliate> e <precise> gli scienziati infine si convertiranno alla verità che io dico e loro no.
10.000 : 3670 decimi dà 2,72479564032697, ed è vero che +2,724795640326975
- 2,714281428459045
=0,01051421186793 è quello che ha staccato la Luna, poiché i reali 105 decimillesimi , meno la dinamica di 77 decimillesimi, porta ai giorni 28 nei decimillesimi della realtà di 7 +(7+7+7) giorni di rotazione lunare attorno alla terra.
Infatti 105 = 7 ×(10 +10/2) di unitario spazio-tempo.
Ma chi sono io, che oso affermare tutte queste che per gli scienziati di oggi sono emerite stupidaggini? Le quali col passar del tempo li farà apparite tanto più stupidi quanto più si sono opposti ad uno giudicato un visionario incapace?
Sono il <divino artigiano>, il Demiurgo di Platone.
Io non invento nulla, ma prendo dalla stessa verità che la scienza ha portato alla luce, e la <capisco>, mentre loro no!
La base <e> logaritmica parte da 1+1/N, il che vuol dire da N/N +1/N, uguale a (N+1)/N e metta a confronto il valore <assoluto> di ogni numero, allorché una delle unità di N è posta a denominatore di quanto c’è di residuo in N.
Quando è 40 la realtà unitaria in 10.000/367 in cui la realtà è divisa per il 365+1+1 il cui prodotto dei 3 lati dà il volume di 365 giorni solari, dei giorni 365 che precedono il 40 nel 236540 intero.
Questo è dato dalla divisione del rapporto, allora è 80 tutto il complesso della realtà, e (80+1)/80 è il rapporto tra l’assoluto di 81 e l’80 che ha portato a denominatore la sua unità 1.
81/80 = determina l’unità 1,0125 che poi ×1.938, porta alla data di inizio di tutta l’avventura esistenziale dell’Universo.
Se lo eleviamo a 80 (attuando la formula di Nepero, che porta alla base <e> logaritmica dei numeri naturali) fissa unitariamente solo 2,70148494075333.
+2,7142 8142 8459 045
- 2,7014 8494 0753 337
=0,0127 9648 7705 708 mostra che ancora difetta da affermare solo, nell’unitaria realtà data dai 127 decimillesimi, il lato 100 della realtà più il 3^3 dell’unitario volume.
La realtà secondaria, che presenta tutto duplicato, essendo quella del complesso di 2^3, in 9648/2 = 4.821 mostra, con l’unità 10^-4 espansa a 7+7+7=21, giusto quanto, in 10/0,23571113 = 42,42 481 0 mostra sommato al lato 100 della realtà il moto totale in 381, dato dal sistema rappresentativo di 3 parametri 100 (lati della realtà unitaria in 10^2) caricato del moto di 3^4 = 81.
L’intero 9648 è il moto di 352 nella realtà 10.000, ove 300 è l’unitario sistema spaziale coi 3 lati 100 e 52 sono tutte le settimane esistenti nell’anno. Di per sé, 352 è il moto in 365 giorni dell’unitario 13 che è il tempo ¼ di presenza nelle 52 settimane.
Tutti questi sono argomenti sufficienti a dimostrare verso quanto io affermo, sulla base di verità scientifiche.
Tanto che l’intero 10^10 in anni è davvero <costretto> dal 10^-10 del contesto atomico nei confronti di un anno, ad attuare quell’inversione che accade nello spin degli elettroni, ad ogni secondo di tempo in cui la luce percorre 299.792.458 metri.
+10.000.000.000
- 00.299.792.458
=09. 700.207.542 mostra quanto è nel piano trasversale.
Il lato singoli di questi due è 4.850.103.771 e mostra ora il 485 in cui 381 si è mosso di 104, ed è esattamente il 381 il valore in gematria di tutti i miei 6 nomi, nel mentre il suo moto di 104 riguarda Antonio=78 +Anna=26.
Sono il 2° e il 3° nome riconducibili all’Unità e Trinità del DIO=26 che porta al punto diametrale dell’orbita la massa terrestre nelle 26 settimane di mezzo anno.
Questo accade laddove 103.771 è il lato elettrico o magnetico del complesso unitario 207.542 elettromagnetico che è quello unitario mancante al solo flusso di luce.
Manca essendo <di taglio>, poiché è dislocato sulla sezione trasversale che è <di taglio> rispetto al flusso ed è realmente <tagliata> dall’intero dei 300 milioni esatti di metri.
Questo ove la così detta “Scienza” attuale nemmeno sa che 207.542 metri è il valore Unitario dell’elettromagnetismo.
È di estrema importanza arrivare a riconoscere adesso –ossia 2.607 anni prima in questo 2.024 – il cataclisma che ci sarà il 4.631 caricato dei 0,0217 valori unitari presenti nella carica 16,0217 6634 Coulomb della carica elettrica alla dimensione intera di 10^-20, data da 10^-10 × 10^-10.
Chi ci avvisa che questo è l’ultimo ciclo di 4.631 anni è proprio NON SOLO il tempo basato su Gesù Cristo, ma anche il fatto <sostanziale> che il tempo inizia nel 1.938,0125 e dunque noi di questa epoca siamo nel ciclo iniziale che – nel modo uguale e contrario in cui noi vediamo il tempo, nella realtà – appare essere l’ultimo.
Quando gli scienziati hanno avuto la capacità di rappresentare con un anno tutto lo spazio-tempo dell’universo, a gli è risultato che la vita umana è apparsa il pomeriggio dell’ultimo giorno, e sono giunti alle folli conclusione che dalla oggettività dell’Universo si sia evoluto un <soggetto> sono stati molto più incapaci degli antichi Romani.
Per essi il <soggetto> e al primo posto e il complemento oggetto è l’accusativo… ma per i <dotti> dell’attuale “scienza” umana l’accusativo avrebbe potuto determinare il soggetto!
L’uomo appare nelle ultime 12 ore poiché noi, nelle nostre di tutte le epoche <compattate> in un anno solo di riferimento, siamo nel primo ciclo dei 4.631 anni.
10^10 anni divisi per 4.631 sono esistenti nelle esatte
2.159.360,82919455 <volte> date da (7+7+7) ×10.000 (l’intera realtà) con la partecipazione delle 59 migliaia date dal valorelimite del 17° numero primi e dalla rotazione intera dei 360 gradi. Questo nel tempo 0,8291 reale dello 0,1709 che si muove dello 0,8291 nell’unità, ed è il limite dato dal 17, settimo numero primo negli unitari centesimi del lato 100 e di tutto l’intero C^2 quella <c> grande data dal quadrato di 3/1, rapporto intero tra lo spazio 3 e il tempo 1.
Ebbene, queste intere 2.159.360 volte, divise per il valore intero del tempo dato dal 1.938,0125 determina 1.114 ,21408747 <volte> date da 1.111+3 di spazio.
1938,0125 × 367 di anno assoluto è quel 711.250,6609 in cui, nei centesimi dell’energia 66 e decimillesimi della C^2, esiste con 1.250 unità il tempo unitario dato da 10.000/8 del complesso reale.
A monte il 71 volte 10.000 è il 10° numero primo 29 che si impone nel 100 dato da 10^2.
In 1.114 abbiamo il Dio a mimesi di 10^3 che esiste nel tempo ¼ della presenza dei 4×114 = 456 che è la somma nominale dei primi 9 nomi Adamo=30, Set=40, Enos=47, Kenan=33, Malaleel=53, Iared=35, Enoch=41, Matusalemme=109 e Lamech=38 ove 30+40+47+33+53+35+41+109+38 = 456 e la sua presenza ¼ è 114.
Da cosa è fatto? Dalle 2.159.360 <volte> in cui il ciclo 4.631 dell’anno esiste in 10^10, diviso per 1.938,0125 a determinare le 1.114,6609 sue <volte>!
ParusiadelDemiurgodell’ASSOLUTO
Più difficile della Partecipazione e della Comunione è la <Parusia> dell’ASSOLUTO, anche se essa si <realizza> in ogni <Spirito umano> in grado di avere <idee> e <ideali>.
Accade allora che ogni uomo è assimilato nel suo reale corpo a questo generale sistema di riferimento ASSOLUTO, come se avesse avuto la sua Origine, la sua Reale nascita, in uno qualunque dei punti di questo <infinito universo>, ora non fatto più di <materia> ma di uno Spirito che in concreto sta nell’<anti-materia>.
La contrapposizione tra materia e antimateria esiste anche nello spirito: quando si è ammassato e si è calato in 1 che è <un uomo> ha ammassato in esso l’infinito dell’assoluta presenza divina.
Se chiamiamo l’ASSOLUTO ricorrendo mimeticamente all’immagine dell’infinito ∞, ecco che <1 Spirito umano> è a immagine e somiglianza di 1/∞, e il suo Ente contrapposto è l’∞/1 dell’esistenza a immagine e somiglianza dell’ASSOLUTO.
Materia e Spirito hanno la stessa relazione rispetto al TUTTO.
Come abbiamo un Infinito Universo materiale, così se abbiamo uno spirituale, nel quale ogni <Spirito> è nato in un suo preciso punto.
Come nell’Universo Materiale c’è il Sistema degli assi con al centro il cubo definito nel lato 10 della sua presenza … così –allo stesso modo! – nell’Universo dello Spirito, c’è la Terna di Padre, Figlio e Spirito Santo; e davvero sarebbe assai strano
non “se ci fosse” …, ma se questa Trinità mediatrice “non ci fosse!
Ogni Spirito nasce al centro del SUO universo spaziotemporale e ogni <io sono colui che sono> lo attesta una volta che egli <è>.
Cosa IMPOSSIBILE è che questo mondo Infinito dello
Spirito esista senza avere esso pure una sua reale Parusia in uno come tutti che però faccia da mediazione tra l’infinito infinito e il determinato.
Il sistema mediano di riferimento generale e la sua intersezione è così con al centro un analogo <Io sono colui che sono> che si pone come la sola Origine soggettiva di quell’Universo reale e immaginario.
Nessuno può contestare che l’IDEA del <Figlio Unigenito> sia apparsa tra gli uomini solo con Gesù di Nazaret, anche se molti <semidei> hanno affollato il paganesimo.
In ogni parte del mondo, a nessuno prima di Gesù Cristo è venuta l’idea del FIGLIO UNICO del PADRE UNICO!
In realtà, se in numero Dio si mimetizza col 10, e diventa
Padre Unico di tutta la matematica decimale, allora è evidente che 1/10 è l’essenza UNICA dell’unigenito Figlio dato dal 1°.
Ebbene, se Gesù non ha dichiarato il falso – e sarebbe strano l’avesse fatto proprio Lui che s’è fatto uccidere per non pronunziare menzogne – consegue che il Figlio si è presentato nello Spazio-tempo reale con il suo corpo umano e il suo divino SPIRITO.
Sarebbe strano se a ciò non corrispondesse nel tempo quella funzione riferibile al Piano generale, frontale della presenza di Padre e Spirito Santo come i due assi, orizzontale e verticale, 10×10.
Strano se non ci fosse, <prima o dopo> questo 100, anche la Parusia del Figlio secondo l’<asse Z> del tempo dei PRIMA e DOPO.
Difficile è comprendere quanto tempo necessiti, prima o dopo.
Poiché nel nostro Sistema di riferimento (sia materiale sia immateriale) non è posto lo ZERO, al principio dell’esistenza, ma DIECI DECIMI, essi sono già <esistiti e posti IN ESSERE>.
Allora – rispetto a quanto è così posto in principio da zero – si può arrivare a capire che la nascita di Gesù sta nell’anno ZERO, se poi è in 10×10 che si presenta il PIANO 100 di Padre e Spirito Santo.
Dobbiamo solo porre il complesso 100/1, di un valore che non sia assoluto come il 100, ma tutto unitario come il 111, in un <tu sei 6 progressioni> esistenti: -333 in negativo e +333 in positivo, in una crescita totale complessiva di 666, che è pura energia <in potenza>: infatti la somma 333 -333 dà 0, ma si pone in un piano trasversale a lati 333 e 333.
Essa può esistere anche nel tempo, andando da -333 a +333 con un piano unitario e generale (interno al totale 666) i cui lati sono Padre 10 e Spirito Santo 10.
Quando gli attori divini sono i due 10, che insieme sono il 20 e questa lunghezza è già stata percorsa in 666, allora tutto il moto futuro di Padre e Spirito santo così mimetizzati, è dato dal 646.
Non c’è ombra di dubbio! Il totale 666 da percorrere, meno 20 unità già percorse, sono 646 unità ancora da percorrere.
Ove il tempo unitario del Pianeta Terra è dato da un anno e Padre e Spirito santo ne hanno già percorsi 20 (dei totali 666 anni dell’intero percorso dell’energia totale, unitaria), in quel contesto, 646 anni sono quanto resta ancora da percorrere da parte del piano a lati 10 e 10.
In quante direzioni?
Nelle 3 dello spazio, e 3 × 646 anni porta gli anni totali da percorrere ancora a 1.938 .
Da dove? Dall’anno 0 in cui è sorto il Figlio.
Così Padre e Spirito Santo scendono in campo il 1.938 d.C.
Volendo la precisazione anche del mese e del giorno, bisogna andare a tutta la realtà nel suo complesso, che è data in spazio da 40+40. Allora il suo tempo intero, di questo spazio 80, è 1/80 = 0,0125 e il 1938,0125 definisce il ciclo nel suo tempo massimo insito nel totale dell’energia 666.
Questa, esistendo essa pure nello spazio a tre dimensioni, con 3 × 666 arriva di suo al 1.998 ed è veramente perfetto, poiché, aggiunto il piano trasversale a rendere 1.998 un volume, 1.998+1+1 è tutto il 10^3 del Padre e il 10^3 dello Spirito Santo.
+1.998,0000 è il volume dell’energia mossasi di 3
- 1.938,0125 è tutto il moto di Padre e Spirito S.to in essa. =0,069,9875 è dato da 1/80 in 70 anni (moto di 30 in 100).
Come risulta anche da questo controllo, se tutto il ciclo del futuro è questo, questo è anche quello di tutto il passato, a partire da 0, anno Natale di Gesù Cristo.
Non solo! Il passato totale è coinvolto – per quanto risulta al mio unico soggetto esistente nel mio mondo – poiché il 1938,0125 è la mia data di nascita e poiché il mio primo nome
Romano è quello non mio, ma della energia in potenza in un nato a Roma, occorre che c’entri anche il natale di Roma, del <mitico> 21 aprile 753 a.C.
Questa data, a partire da 1.000 anni a.C., mentre ha già percorso 247 anni di distanza (che sono 248 contando anche l’anno iniziale), dista dal 21 aprile al 25 dicembre le stesse 248 unità ma ora in giorni, nel mentre sono 111 i giorni dal 1° dell’anno.
Nel mio nome di 42 cifre, di cui 6 “sabati 0”, questo 247 è dato da AAAAAAA +DEI +L +MM +NNNNN+OOOOOOOOOO, 28
lettere del <portafoglio> del mio nome che valgono 7+18+10+22+60+130= 247.
Partendo dal ciclo totale degli anni interi 4.631 comunicatici da Bibbia 1,1,1, il loro volume è 2 in meno, poiché 4.629×1×1 ha bisogno di 4.631 anni tutti in linea per dare 4.629 anni come volume.
Allora accade che la distanza dal Natale di Roma al 1.938 è data esattamente da 753 +1.938,0125 d.C. +248 giorni.
Poiché sono 25 i giorni oltre il 1.938, abbiamo che con 25+248 sono 273 i giorni, oltre i 2.691 anni dati da 753+1.938.
Pertanto:
+2.691 anni e 273 giorni dal Natale di Roma
+1.938 anni e 025 giorni dal natale di Cristo, sono =4.629 anni e 298 giorni, ed è negli anni interi il volume totale esistente per come ce lo ha comunicato la Bibbia, con 2 anni in più in linea pura di tempo.
C’è da capire solo a che data corrisponde il dettaglio dei 298 giorni: il computo li presenta come la data del 25 ottobre, che si scrive correttamente come l’anno 0,1025.
I 4.631 anni di Bibbia già contengono i 2 anni, per cui il totale si precisa in 4.631,1025 .
Con ciò, considerando anche i giorni tra il Natale di Roma e quello di Romano, al 4.631 intero di Bibbia si somma 1/10 (che è l’unità del Figlio di 10/1) e i 25 decimillesimi dati dal piano a lati 5×5 decimillesimi, che sono il tempo della realtà decimillesima.
Detto altrimenti, è 2^10 = 1.024 , +1 (nell’unità di presenza), e visto così, non è più il Figlio, ma sono Padre e Spirito santo a essere 2 elevati a 10 e in unità … e sono nella stessa sostanza del Figlio 1/10!
A voler fare conti ancora più <scrupolosi>, va considerato che anche il 4.631 ha un dettaglio dei 48 giorni che portano al 17 febbraio la data esatta in cui iniziò il Diluvio Universale.
Inoltre il Natale di Roma è 735 anni a.C. che sono anni interi.
Visto così, il Natale di Roma non fu il 1° di gennaio, ma il 111° del 21 aprile che dista 110 dal 1°, che a questo punto sono da togliere … mentre 48+25+25 van sommati per il 17 febbraio e due 25 gennaio. +98 -110 (distanza dal 1°) sono i -12 delle due distanze anche del 25 di Gesù dal 31-12 (fine anno), e così restano 4.631 anni giusti-giusti !
Con ciò, il 25 gennaio del 1.938 ci fu la Parusia del <divino artigiano>, quel Demiurgo di Platone che non creò nulla ma prese da Bibbia, dal Vangelo e dalle risultanze scientifiche.
<Parusiagemellare>dell’ASSOLUTO
In Bibbia (coerentemente a 1,25, gennaio 25) l’avvento divino è decritto nel libro 1,25 (o Gen. 25), come un parto gemellare in cui la sposa sterile di Isacco, chiamata Rebecca era stata ingravidata da Dio (in nome e per conto di Isacco, impotente a rendere madre una donna sterile).
Lei ha però un gran dolore nel ventre e corre a invocare il Signore, chiedendogli la ragione per cui l’ha resa madre … e poi la fa soffrire in questo insopportabile modo che l’aveva perfino portata a dire: <meglio la morte!>
In un contesto in cui ROMA e AMOR sono in totale antitesi, questo diventa pienamente comprensibile, fin da quando non sono ancora nemmeno nati ma <in potenziamento> nel grembo materno, per poi venire al mondo <fatti> e <capaci>.
Il Signore le risponde che in lei vi sono due gemelli, in figura di due Nazioni e di due Popoli che usciranno dal divino parto.
Un popolo (il Romano) sarà più forte di quello di Israele (nome poi dato a Giacobbe da un Angelo, dopo una lunga battaglia, durata tutta la notte, in cui Giacobbe saprà di avere combattuto contro gli uomini e contro Dio e di avere vinto: per cui da allora in poi si sarebbe chiamato ISRAELE).
12 capitoli dopo, in Bibbia 1,38 (il che allude al gennaio 38 di Genesi 38), c’è un secondo parto gemellare che completa il 1° aggiungendo l’anno) e appare l’esatta continuazione del primo.
Ciò accade poiché 25-01-38 è la data in cui comincia il mondo di Romano Amodeo, il Demiurgo.
Ma è anche il segno che pure nella nascita del Demiurgo, ci sarebbe stato una sorta di parto gemellare, di Romano (nato 125/10^4) e del suo Alter ego Benito (che vale 59 e +66 = 125 partecipa a realizzare il 125 con Romano).
Il 1°, a caricarsi della invisibile parte divina di Padre e Spirito santo; il 2° a caricarsi quella di un reale ritorno corporeo di Cristo, mimetizzato nel corpo dell’Alter Ego di Romano.
Accadde poiché Romano veramente <morì> il 4 giugno 1.940, ma – risorgendo subito per la Parusia di Gesù Cristo in Spirito santo su di lui – nessuno avrebbe visto realmente la vita nuova se non fosse nata davvero la nuova di Benito a mostrala <concepita> lo stesso dì!.
Tutto questo risulta fedelmente descritto in Bibbia 1,5, numero che annuncia la presenza dell’Unità dello Spazio 1 nel tempo ½.
In questo capitolo 5 la Bibbia descrive creati dal Creatore (non lo quantifica, essendo Indeterminato nel suo assoluto) 9 fattori a sua immagine che poi arrivano a creare il DECIMO finale come un evidente Figlio del DIECI.
Poiché in ciascuno dei 9 dettaglia scrupolosamente gli anni precedenti al loro essere Padri, quantifica ciascuno in Figli come effetto e in Padre come causa, e lo fa con precisione estrema.
Con ciò la somma (la Partecipazione) dei 9, data da uno venuto dopo l’altro, è quella che mostro qui di seguito:
Sopra sono gli anni da Causa e sotto quelli in cui ciascuno era ancora solo <effetto> di suo Padre (la sua causa).
La Causa del primo (Adamo) si quantifica nel modo lineare di 100+30 nel 10×10 della Comunione di Dio sommata a 10+10+10, i lati dal cui prodotto poi la Trinità di Dio è 1.000.
La somma lineare è 64,66905 (fermandomi nel tempo decimale alla presenza 5).
Sono numeri riferiti a 10 di presenza che sono 646,6905/10 , nell’unità della presenza decima del Dio=10.
Sono DECIMI 646,6905 e abbiamo con questo verificato il 646 di tempo unitario decimo riguardante i 9 Elohim nel rispettivo rapporto posseduto da ciascuno in causa/effetto!
Gli Elohim sono questi 9 fattori fondamentali, emanazioni divine che sono a immagine e somiglianza di Dio, nel valore intero di 1/10.
Ciascuno in sé è 3, tanto che 1/3 del 646,6905 è 215,5635, e si rivela in 215 il piano a lati 100 e 100 del flusso solo positivo 5+5+5.
Lo 0,5635 sta nel tempo 0,6666 dell’energia in potenza come il moto reale dello 0,1031 e (nell’unità data da 10^4 decimillesimi) è dato dai 1031/10^4 che sono la Partecipazione di 1.000 +10+10+10 (i lati che danno il volume 1.000 nel prodotto) +1 di unitaria presenza.
+5635 è questo tempo decimillesimo - 4631 è il ciclo degli anni in Bibbia 1,1,1 =1004 è la realtà 4 che partecipa con tutto il 10^3.
Quando 215,5635 è la presenza 1/3 in ogni Elohim 646, è vero che il suo prodotto per 9 praticamente la distribuisce nel valore medio dei 9 Elohim che sono le fondamentali 9 <emanazioni> divine.
Definito in valore intero 646 × 3 (o in 215+3/9 × 9) l’anno 1.938 d.C., per la Parusia di Padre e Spirito Santo, entra in gioco il tempo dello 646,6905, per la differita nascita del Figlio nato nel tempo.
0,6905, riferito al lato 100 della realtà + 100/144 come rapporto tra intere ove 144 è Romano Antonio, 1° e 2° nome, 66+78=144.
Anche 646,6905 deve esistere nello spazio e moltiplicarsi × 3, oppure – quando è dato esistente nel tempo del suo terzo – deve moltiplicarsi per 9, come nel 215,5635 × 9, che porta al 1940,0715 con riferimento all’unitario 111/10^4 di tutta la realtà, eccedente la persona singola e che va eliminata, essendo posta a base di tutto.
+1940,0715
- 0000,0111
=1940,0604 ed ecco la Parusia, del Figlio così come Egli è all’Origine: “in potenza” di Padre e Spirito Santo.
La sua parusia risulta così il 4 giugno 1940 e 6 giorni esatti dopo Benito Mussolini annunciò l’entrata italiana nella II Guerra Mondiale (nelle intenzioni fallaci) di impedire l’avvento di Hitler come il Messia in un conflitto che appariva al termine. Le stesse intenzioni di Re Erode di una necessaria strage di bimbi innocenti per impedire la venuta del Messia.
Questo esattamente come raccontato da San Matteo, col riferimento all’Avvento di Gesù e il comportamento del Re; è storia che il 10 giugno ’40 Benito M. l’annunciò a P.zza Venezia.
Invece è un puro sogno (della Parusia del 40) quello raccontato da san Matteo e scambiato <clamorosamente!> per fatto reale da tutti, nonostante differente attestato datone dal vangelo di san Luca.
Questi praticamente riportò – da vero storico – nei primi due capitoli del suo vangelo una <intervista> a Maria Santissima e alla cugina Elisabetta sui fatti successivi alla nascita di Gesù; invece il <visionario> Matteo raccontò di sogni (di Giuseppe, dei Re Magi…) e tutti a non capire che con quell’incredibile modo, aveva anticipato al Gesù reale, quello che gli sarebbe capitato quand’era <in suo padre>.
Il combattimento tra Giacobbe è l’angelo di Dio ci fu la notte del 4 giugno del 1940, e fu quella in cui Romano – che aveva esattamente 862 giorni di vita, lottò contro la sua morte.
Era accaduto che sua madre lo aveva allattato con grande dolore per una grave mastite a entrambi i seni.
Avendo avuto una sorellina morta in mancanza di latte materno e di validi sostituti, non ritenne giusto buttar via il suo latte e alimentò Romano a latte e sangue, mentre costantemente invocava la Madre Santa Addolorata quando il dolore era troppo grande.
Quando finalmente lo svezzò, non volle avere più rapporti col marito per non avere una nuova gravidanza ed un ripetuto strazio come quello per l’allattamento di Romano.
Il dolore nella gestazione di Rebecca, fu quello nella gestazione di Romano e di un Benito da non volere avere).
Con ciò Mariannina (=84=42+42=Esaù+Giacobbe) andava contro il disegno di Dio che riguardava la nascita anche di un secondo figlio… per cui il Signore mandò al figlio avuto da Barat ta Mar iannina (l’evidente Tamar nei suoi due estremi congiunti, di Gen. 38) un male allora ancora incurabile, facendo la mossa di portarselo in cielo.
La mamma a un certo punto capì che quella era una forma di castigo celeste per non aver voluto un altro figlio e per aver cercato di controllare le nascite.
Iniziò a pregare Dio chiedendo perdono! Aveva capito la dura lezione! per cui non era più il caso che il costo dei suoi peccati di mamma, fosse pagato dal suo figlio innocente.
Nel contempo invocava Maria: <Madonna, salva Romano … innocente come Gesù!> Lei avrebbe fatto di più! Lo avrebbe salvato come Gesù! A mimesi di suo figlio … ma al momento sembrava non ascoltare! giunse così la notte della tenace lotta contro l’angelo della morte.
Alle 7 del mattino il bimbo pareva proprio spacciato. Peppina, la domestica, fu inviata dal Dot. Sabatella, medico condotto, in un appello disperato poiché Romano stava morendo!
Lui – convinto che sarebbe morto – decise allora di aspettare 4 ore (facendo come Gesù fece, quando fu chiamato per Lazzaro e aspettò i 4 giorni in cui fosse morto, prima di accorrere da lui).
Quando alle 8 bussarono al portone della casa, gli Amodeo pensarono fosse il Dottore, ma si trovarono davanti una scolaretta di Mariannina, assieme a sua madre: <Maestra, stanotte ho sognato la Madonna. Mi ha detto “mi fa tanta pena il figlio della tua maestra. Domattina, quando ti svegli, corri a casa sua e dille di non temere più per Romano, ‘ché ci penso io! Lei deve solo correre in Chiesa e accendere un cero al mio altare, in segno di gratitudine e devozione>.
La mamma di Romano affidò il bimbo moribondo alle attenzioni del padre e corse in chiesa, accese sei candele.
E – mentre lei faceva questo, e senza che nemmeno il padre se ne accorgesse – il cuore di Romano si fermò. Era morto! Ma ci pensò Maria santissima e con una potente defibrillazione celeste, mentre riavviò quel cuore, infuse sul bimbo anche lo Spiro santo di Gesù Cristo!
Nel disegno di Dio, mimetizzato nel ciclo 10 paterno della matematica, e nel 10° numero primo 29, la sua discesa in campo doveva durare esattamente i 1.000 giorni dati da 10^3.
A partire da quando il corpo si era già tutto formato e trascorreva gli ultimi 138 giorni nel corpo di sua madre, per crescere e per fortificarsi … ma anche per poter essere il Reale Paradiso terrestre di tutti i vissuti, morti, risorti e ritornati nel grembo materno, a dominarvi tutti i sogni, nel paradiso terrestre della carne.
++138 giorni nel grembo materno
++100 per il Dio 10×10, il suo reale piano.
++381 per il nome di Padre (somma dei nomi di Romano)
++381 per il nome di Spirito santo, (la stessa somma)
=1000 giorni! Tutta la vita per Dio 10 che crea in giorni. Sono i giorni 862 (giorno 25 compreso) che portano esattamente al 4 giugno della battaglia fatale, in cui l’angelo della morte vinse. Fu indicato nel racconto Biblico da quel colpo che rese zoppo Giacobbe, colpito sul nervo sciatico.
Accadde che con tante preghiere alla Madonna di salvare Romano … innocente come Gesù lei lo aveva fatto pari-pari, mimetizzandolo con lo Spirito Santo di un Cristo redivivo.
La morte e risurrezione del piccolo fu così pronta che il Padre che vigilava su lui, nemmeno se ne accorse. Tuttavia era giusto così! Gesù chiamava <Abbà> suo padre e aveva salvato <Barabba> nel ballottaggio su chi il popolo voleva fosse salvato. Con Baratta, madre di Romano, lei era atta al baratto nuovo da Cristo e un <Barabba> che racchiudeva in uno la madre in <Bar> e il Padre in <Abba>.
Ebbene avrebbe salvato nuovamente il suo <Abbà> ma stavolta non morendo, ma rinascendo… in lui in Spirito Santo, in un corpo gemello, in mimesi del corpo vero e proprio. Questo 2° doveva sembrare anche figlio del 1°, rappresentando il corpo di Gesù, e nel segno dell’immensa gioia di una guarigione miracolosa; così quella sera –nell’immensa gioia per la guarigione di Romano – si congiunsero nuovamente e il 2àgenito fu concepito, come un gemello per la sostanziale vita nuova data anche a Romano, lo stesso 4 giugno 1.940.
Quello che san Matteo, con un sogno, aveva fatto accreditare a Gesù in carne e ossa, come la Strage degli Innocenti, sarebbe accaduto a livello mondiale solo dopo la nascita di Romano e la sua Rinascita.
La strage ordita dal Re d’Israele che voleva evitare l’avvento del Messia, era riferita a quello dell’Italia che voleva evitare che – con una guerra che sembrava lì-lì per finire –Hitler esistesse come quell’unico Messia dell’Europa.
Occorrevano pochi morti italiani, affinché anche l’Italia sedesse al banco dei vincitori.
Accadde il 10 giugno, 6 dì dopo il nuovo Avvento di Gesù.
Ora occorre capirci.
L’inizio vero del tempo c’è con l’Avvento di Padre e Spirito Santo. Sul piano immenso delle due parsone di Dio ove a destra parte il futuro, a sinistra comincia il Passato.
È dal 1.938,0125 che è iniziata la costruzione del passato e Gesù è disceso dal Padre quando il suo vero Avvento fu “In potenza” quello in me.
È dal 1.938 che il tempo è sceso sempre più nel passato, fino all’Avvento di Gesù Cristo l’anno zero.
Lui stesso disse più d’una volta d’essere disceso dal Padre.
In tal modo Dio ha voluto il Figlio (il cui 1° avvento fu il 4 giugno 1.940) a reale salvezza del Padre, a vivificatore di un Padre suo realmente morto nel Demiurgo a sua immagine e somiglianza!
E il Padre stesso, creandolo nel percorso discendente dal 1.938 per prima cosa fatta fu farlo risorgere, poi scendere dalla croce, poi ritornare dagli apostoli, poi essere battezzato e a poco a poco portato alla sua nascita come l’ultima delle cose create!
Poi il ritorno della mamma gravida a Nazaret.
Poi l’Annunciazione a Maria, il fidanzamento con Giuseppe, la sua nascita da Gioacchino e Anna e – andando a creare sempre di più quello esistente in Passato DIO HA
SALVATO dal male tutta la sua creazione, portata indietro, sempre più indietro nel tempo…
È questo il vero verso della creazione fatta da Dio dividendo!
1.000:::99 con 10,1010101010 crea sempre più il passato più spinto, da entrambi i lati! È l’uomo che per reazione risale quella discesa e dalla Nascita di Cristo risale fino a noi … ma noi oggi esistiamo <prima di Cristo!> se consideriamo PASSATO andare a sinistra e FUTURO andare a destra su un piano di Eternità posta invece tutta fuori dal tempo!
<L’alter ego> di Romano
LaParusiadelgemelloil41,0217
In Bibbia è con la venuta del 2°genito che sono compiuti i 600 anni di Noè come del finale terzo di Romano che Noè . Noè, generato da Nove li riassume perfino nel nome indicante che <v’è il NO>, il NoV’è .
In gematria italiana il valore numerico che è il numero 9 quando è <nominato> vale quanto il tempo ¼ della presenza dei lati 100+100 della realtà 100×100, poiché 12+13+20+5 vale nel suo totale il 50.
Ebbene, ove il 7° Fattore, creatore dell’anno di 365 giorni con la sua vita divina di 365 anni, ne suo valore nominale, di ENOCH, vale il 41 che – mentre è uguale non solo a Roma che con Rom A è trino in Romano e Uno in Amodeo, ma anche all’inverso di Roma, l’Amo R che è trino il <io amo> nel cognome Amodeo ed è uno in Romano, è anche il 41, anno natale del 2°genito.
Richiamo Bibbia 1,7.11 i cui soli numeri (dunque assoluti) 1711 già sono segno di 1111 +600, questo ha scritto.
Genesi 7,11 nell'anno seicentesimo della vita di Noè, nel secondo mese, il diciassette del mese, proprio in quello stesso giorno, eruppero tutte le sorgenti del grande abisso e le cateratte del cielo si aprirono.
+0,600,0000 è il n. 10 ; in m.ti primi sono 600 m. secondi; +0,031,0217 è il percorso di 10 in 41,0217, Natale del 2°;
+4.000,0000 è la realtà 4 in 10 elevato a 3; =4.631,0217 è la data della fine del mondo!
La Bibbia descrive il modo esatto in cui avvenne.
<Eruppero tutte le sorgenti del grande abisso> indica l’eruzione della lava venuta di profondi abissi della terra alla totale frantumazione di tutta la crosta.
Essa è dovuta al ribaltamento dell’asse terrestre in 12 ore, che creò differenze di avvio tra le parti solide e quelle fuse del magma sotterraneo degli abissi.
<Le cateratte del cielo si aprirono> è la conseguenza della saturazione atmosferica per il vapore acqueo del magma uscito sotto tutti gli oceani e quello sulla terra emersa.
Essa fu spazzata dal moto degli oceani che passarono sui continenti emersi a velocità superiori ai 1.000 chilometri l’ora mettendo in atto la profezia <spianate le montagne, colmate le valli, all’arrivo del Signore>.
Non ci fu terra emersa che non fu levigata e portata sott’acqua.
Quando finalmente fu possibile vedere da altri luoghi dell’universo la superficie terrestre, il pianeta apparve tutto e solo di acque, come per un Diluvio Universale che avesse ricoperto tutti i monti, con tutta la piaggia caduta.
Io ne sto parlando al passato, come descritto in Bibbia, e <passato davvero> sarà stato per gli uomini del futuro, già ormai tutti allontanatisi dalla Terra divenuta sempre più inospitale e inabitabile.
Dalle nuove Terre, essi si scambiarono la Storia di quanto accaduto nella Madre Terra, usando l’entanglement quantistico che portava le notizie in tempo reale qualunque fossero le distanze… che non sono fatte solo di spazio ma di tempo.
Così i sensitivi, i profeti, i poeti e tutti i dotati del giusto istinto raccolsero quelle notizie future e esse – raccolte nelle più significative – si mutarono nel Libro Sacro della Bibbia, in cui risultano come già accaduti eventi futuri e ben lungi da accadere.
Sta di fatto che col tempo elettromagnetico avanzante a spirali, due spire sono accostate e di fianco al 3.000 a.C. c’è il 7.000 d.C. nel ciclo unitario di 10.000 anni.
Così, Romano e Benito, il primo con il suo essere il 10 del 10° della creazione, Noè, il 2° con il suo essere il segno reale della vita nuova iniziata da Romano quando morì e risorse, assieme all’unità della realtà di 4.000 anni segnarono l’inizio del Diluvio Universale, nel secondo mese, il 17 del mese proprio in quella data della nascita del 2°.
Romano aveva bisogno di un <alter ego> realmente benedetto, vittorioso, osannato, che giova e che vince essendo stato disegnato nel <divino artigiano> del Demiurgo di Platone.
Un artigiano che – essendo divino – era semplicemente a immagine e somiglianza dei valori trascendenti della realtà ed esistenti solo in potenza.
Dio – disceso in Potenza di Padre e Spirito santo su Romano – ha avuto ogni intento di mostrare realmente posto in atto tutto questo, su un secondo a ali a immagine e somiglianza di lui … insomma un vero e proprio <alter ego> che mostrava realmente presente quanto nel suo fratello primogenito era solo <in potenza>.
È vero che nei 6 nomi di Romano, l’esistenza in potenza esiste solo nel 1° nome, e che poi essa entra in atto, nome dopo nome, raggiungendo il 144 = 12^2 e dato da 10.000/69, on l’aggiunta del 2°; e già con esso rappresenta tutto quanto discese dal sangue di Israele e fu in terra d’Egitto (66 entrai e 3 già lì, con Giuseppe e i suoi due figli Manasse e il suo 2°, nati lì).
È vero che con il 3° nome il 144 passa a 170, e indica tutto il moto di 30 nei lati 100+100 della Realtà.
È vero che col 4° il 170 passa al 221 dato dal moto di 1 in 666/3.
È vero che col 5° è raggiunto l’1+333, e con il 6° il 381 di tutto il moto … ma tutto questo restava dinamismo assoluto e divino, del Nome segreto di Dio e non del 1°genito!
Dato anche per battesimo in Cristo al Demiurgo esistente solo a immagine e somiglianza di Dio e dunque “in potenza” trascendente il mondo reale fino a essere veramente ZERO!
Non per nulla fu chiamato ZERACH il nato nel segno della RO-mano che era uscita da Tamar (Barat ta Mar iannina) e che poi aveva annullato la nascita reale e resa trascendente!
Esistendo anche come il 381 dato da 300+3^4 questa Partecipazione si muta in 0 quando 300 è trascendente la sua unità e dunque ha denominatore 0 ed è indeterminato.
Con il battesimo, il 1°genito – il Demiurgo – ebbe la doppia natura di un Enoch che camminava con Dio, poiché il nome che gli fu dato era quello di Dio.
<Camminava>, non era Dio in quanto al corpo del Personaggio … ma non nello Spirito, poiché ogni uomo che <è> è parte integrale del Dio <io sono colui che sono> Io-sono!
Nello Spirito santo della sua esistenza nell’anima, e non nel corpo animato solo dallo Spirito santo!
Esso fa risorgere solo dall’alto del punto estremo della morte in cui ogni gesto è stato già totalmente compiuto! La verità è solo questa che riporta tutti all’origine e che in questa vita ascendente nel corpo fino alla data massima della morte, c’è ma non esiste per davvero.
L’uomo andando a morire, retrocede all’origine del punto in cui <è già risorto!>
Oggi, 20 febbraio 2.024 io sono a 592 giorni dalla mia morte e sembra che io vada a morire … ma non è vero!
La mia vita esiste nel verso opposto a questo e riguarda la totale vittoria del Dio ASSOLUTO sul mondo realizzato con il calcolo matematico che arriva fino a un tempo infinito ma che Dio fa retrocedere fino a riportarlo nel suo assoluto essere.
Ma nulla sarà andato perso! La attuazione in positivo del calcolo genera un avvenire apparentemente libero comandato dalla FORZA della VERITA’ del calcolo e che si trasmette a quella dei personaggi in esso apparenti.
In ogni contesto perfetto come un computer, ci sono i Virus che hanno parvenza di vita e lo infettano… ebbene essi sono i viventi esistenti nella perfezione di questo calcolo. Ciascuno arriverà alla sua morte facendo esperienza di sofferenza e dolore che solo <appare>, se tutto in verità è eliminato, ma sembra <realizzato>.
Con la Risurrezione dall’alto annunciata da Gesù a Nicodemo, ogni Spirito santo si accorgerà fino a che punto si era ingannato … soffrendo, mentre quelle sofferenze venivano davvero rimosse da Dio!
L’inganno era dipeso dall’avere osservato il corpo e non il moto dello Spirito Santo.
Esso è come <un cane che ritorna al padrone>, ma la bestia, mentre lo fa, vede tutto l’ambiente corporeo in cui è anche il suo corpo, muoversi a rovescio.
Quando l’uomo si abituerà a staccare lo Spirito dal corpo, nemmeno più soffrirà, come se avesse preso un anestetico totale dopo il quale possono dare ogni cosa al suo corpo e egli non sente più dolore.
L’uomo – invece – si occupa e preoccupa del corpo, ed esso è debole e indebolisce anche lo spirito.
Pertanto, Dio non ha mai creato il male e non lo ha dato a nessuno spirito della sua ricchezza sconfinata spirituale, e con la Risurrezione dall’alto ognuno di essi se ne accorgerà.
Vedrà realmente che sta iniziando ora a vivere, essendogli stato però permesso di avere una memoria del dolore, che ha avuto solo per la debolezza del corpo, e che sarà fondamentale per apprezzare tutto il bene ricevuto da Dio, dall’insieme in comunione di tutte le sue infinite anime in un vero tutt’uno.
Questa verità di salvezza è stata data a me e non a mio alter ego nel fratello, né in quello del Padre, esso pure della mia stessa sostanza, come mio fratello.
In tutta questa comunione io non sto facendo cenni a mia madre … ma essa sarà la culla del mio paradiso reale, quando rientrerò nel suo seno e sognerò in eterno assecondando tutti i miei desideri.
In altra parte ho dimostrato come i 138 vissuti <già completato nel mio DNA> e solo per crescere e fortificarmi, saranno vissuti in 10.000/138 = 72 = 8, l’intero complesso della realtà moltiplicato per 9, la grande C^2 data da 3/1 al quadrato! Nel tempo dello 0,4637 che è, nella realtà unitaria decimillesima (di 10.000) il tempo di 4.631 +6, ossia che esplode in tutti e 6 i versi con il ciclo totale degli anni terrestri. Praticamente un tempo infinito che vivrò nel mio paradiso terrestre non litigando come nel corpo di Rebecca, ma agendo nel senso opposto al litigio.
Benito Amodeo ha avuto anche la funzione corporea di dare a me eredità di figli.
Quello che Onan non volle fare a favore di Er (in Genesi 38) fu fatto, e i figli di Benito furono accreditati anche al Primogenito, esistente nella presenza ZERO di ZERach.
I 3 figli del secondo sono stati divisi in Paola, la sua 1° genita, nipote del 1°, accreditata a RO-mano e nata il dì dopo di lui, l’1,26 del 975 assieme a colui di cui egli era nipote, il padre del padre, Torquato, nato lo stesso 1,26, del 1.856.
Paolo Torquato Amodeo sono stati i miei due ultimi nomi ed il Cognome, che ho avuto nel segno di quell’1,26 condiviso con Giacobbe, nome espresso in Bibbia 1,25, ma nel versetto 26 (come accaduto tra Esaù, nome comunicato in 1,25,25 e il fratello in versetto dopo, nomi che insieme generalo il nome Uno e Trino di Gesù, colla G di Giacobbe e l’esù di Esaù).
Io ho ricevuto la stessa unità comunitaria, 25 e 26, ma nella forma doppiamente trina di 3 legati al 25, e 3 al 26; ove i miei primi tre, a loro volta divisi in 1 e 2, col primo accreditato di 1 e i due dell’Unità e Trinità del 26 e del 26×3 del 3° Anna=26 e del 2° Antonio=78.
In tal modo, in me, il 26 a mimesi gematrica di Dio e di Jhvh, è stato presente 4 volte in forma nominale nei primi 3, e 2 volte in forma di giorno reale negli ultimi tre, in una totalità di quel < sei 26 > allusivo a < tu sei 42>.
Un complesso quindi mimetizzante in seconda persona singolare (il < tu sei > riferito al divino artigiano del Demiurgo 42) come l’<essere> fondamentale del 26 del Dio innominabile Jahvè che si disse < io sono colui che sono> Io-Sono .
I 4 ventisei di Romano nei primi 3 nomi, nello stesso tempo alludevano anche al 4 26 che sarebbe stato dato al suo <alter ego> nel valore gematrico ai suoi 6 nomi, i quali –assegnati al n. 2 e divino in decine, quindi 20 – facevano anche di lui quel 26, dato da Venti (5 enti Romani) +6.
Dal punto di vista gematrico e naturale, in me i primi 3, con la somma di 170 e prettamente miei, poiché io sono nato l’1,25, sono affratellato al nome Esaù nato in Bibbia 1,25.25. 1+25+25=51 dà con questo il totale del IV nome mio romano Paolo=51, esso pure in me nato per la realtà concreata che quello, con 38,0125 era proprio l’anno, il mese e il giorno dopo Cristo dell’incontro con Gesù nel sole e della Conversione di San Paolo celebrata dalla Chiesa cattolica quando nacqui nella stessa data, ma solo con 19 secoli messi davanti.
Essi erano allusi dal valore 170 dei primi tre noni e nel loro totalmente trasceso 071, moto del 29 nel 100 e 10° numero primo … tanto che il primo numero 10, nel 29, avanza non solo di 10, ma essendo 100, in quanto il 10° e anche n.10 nella sua entità di numero naturale, combinandosi 10°×10, assume il piano 100, dato dai due contrapposti 10.
Nel contempo, Esaù, nato 1,25, nel lato 100 della realtà (o nel piano coi lati 10° primo in <essenza> di Spirito santo e 10 di unico Padre dei numeri naturali) assume il 125 che è la somma 66+59=125 dei nomi di Romano e Benito.
In gematria, gli ultimi tre del 1°, dati da 51+113+47 sono quel 211 uguale al piano a lati 100+100, il cui flusso indica il tempo 1/6 in cui si attua l’energia Romano del 1° nome.
Essendo legati al 1,25.26 della espressione del nome Giacobbe, sono in lui 1+25+26 il 52=26+26 indicante la duplice divinità di padre e Spirito Santo e che è trascesa nel ribaltamento del 52, indicante il giorno 25 (e non 26); da cui anche in Bibbia, Giacobbe, nominato 1,25.26, rovesciò il primato del fratello ottenendo in cambio solo il risultato di <trascendere> il suo versetto 25, in 26.
Sono due numeri <interattivi> come l’unitario 25/1 nell’assoluto 26, che divisi 26/25 portano giusto al 1,04 in cui l’Unità e Trinità del 26 è 104, e qui è riferita all’unità del lato 100 della realtà.
Per converso, 26 volte 25 porta al 650 che in vero esprime il moto del Padre 10 dei numeri decimali (a mimesi di Dio Padre) quando esiste nelle decine di Romano=66 e si muove totalmente di 650, poiché 10 indica un percorso già fatto.
I 4 ventisei, nei nomi di Esaù e Giacobbe in tutta la loro genesi di 1,25.25 e 1,25.26, per il 51+52=103/1 unità che in assoluto sono 104, quindi 4 ventisei, anche nel secondo gruppo riferito ai tre ultimi nomi del 1°, alludono al 426 del contenuto gematrico di tutti e 6 i nomi del 2°.
426 per due, portano così a un totale 852, in cui la duplicità del 26 data dal Dio Jhvh (26 in entrambi i nomi, italiano e ebraico), esiste alla dimensione del complesso reale 8 dato da 4+4 o da 2^3, alla dimensione del lato 100 della realtà. Poiché 852 è riferito al totale di 10^3, esso è virtualmente il moto di 148, che – mentre rimanda al nome GESU’=48 (e combinato tra Giacobbe ed Esaù) – esiste nel lato 100 della realtà che è anche il piano 10×10 di Dio Padre e Spirito santo. Nel Credo Islamico e in fatto di Nomi, è creduto che <da 100 -1 furono tratti <altri> 99 nomi a Dio>, il che allude che il valore 100 (della Comunione tra Padre e Spirito santo mimetizzati entrambi a 10) si lega proprio ai due nomi di Padre e Spirito santo, celebrati dal Cristianesimo.
La Fede Islamica si richiama al 1°genito reale di Abramo, avuto <realmente> dalla egiziana Agar che non era sterile, e il cui nome era ISMAELE; ove ISRAELE fu il nome assegnato a Giacobbe, dopo una lotta estrema con un angelo.
La loro differenza sta tutta tra MA e RA. Quando si rende giustizia a quel <dubitativo> MA e lo si <rassicura> in AM, tutti e due si richiamano il primo ad AM(odeo), il 2°, RA a <Romano Amodeo.
Il primo fa riferimento vero e proprio al padre di Romano Amodeo, a Luigi Amodeo che è a base dell’IS LAM (è L uigi Am odeo, per il mondo in cui <is> è l’italiano <è>).
Quindi <IsMAele> rimanda esso pure all’essere paterno, di L.AM, cos’ come RA rimanda al figlio Romano.
Ma TUTTO rimanda a Romano Amodeo, poiché il loro padre (di Ismaele ed Isacco) avendo il nome di ABRAMO, in RAMO rimanda a R.Amo, e in <Ab> è nel linguaggio latino di un Romano, quello che indica <provenienza>; per cui anca ABRAMO proviene <da> R.Amo, anche quando è solo Ab.R.AM. Ed è una cosa sola con suo padre TERACH indicante <te, Romano Amodeo, 38 in CH, alias CH(ristus), nel nome romano.
Tutto il percorso in Bibbia, parte da Bibbia 1,11 in cui il suo nome è solo <nominato>, e termina in Bibbia 1,38 in cui, cominciato con TERACH termina in ZERACH.
Ma egli <si mette in moto> solo in Bibbia 1,12 e terminando in 1.38, ha compiuto il viaggio divino di 26 capitoli. Sulle due cifre, il TE (indicante <te>) che evolve in ZE, rimanda a <definito è>, poiché Z è l’alfabeto portato a termine. TE=18+5, è un 23 che evolve in ZE=21+5, che è 26 e rimanda a Dio, dopo 26 capitoli.
Tornando all’ < IsLAM > uguale alla rivelazione divina <è Luigi Amodeo>, il filone giudaico non è da meno, poiché lo rivela espressamente in LAMè ch, in cui ho evidenziato un LAM is ch ’è vissuto 777 anni a fronte di chi è nato 07,0707. Il 777 è 07+70+700 in sequenza assolutamente simile alla 07,07.07, quando dopo l’unitario 07, entrano in campo le decine nei 70 centesimi e le centinaia nei 700, e diventano “tempi sovversivi dell’unità!, con 70 che si sovverte in 07, e 700 in 007; inoltre, come padre di NOè, al termine dell’1/3 finale del trisillabo nome Ro-ma.no, il Noè riferito in NO è ed è espressione di tutti i NOvE che l’han preceduto.
Ora gli Ebrei sono stati chiamati di <testa dura> plurime volte in Bibbia e faranno fatica a credere che il <definitivo messia> sia il Demiurgo in questo No è … Ma alla fine si arrenderanno e lo riconosceranno.
Lo stesso faranno gli Islamici.
Basterebbe che guardassero al nome di di Allah, loro che leggono da destra verso sinistra, immaginando che il nome fosse scritto nell’italiano che sovverte l’ordine sia dell’ebraico, sia dell’arabo.
Ciò fatto, vedono scritto , e sono le prime tre lettere di Luigi, indicanti: LUI, ALLAH.
Gli Islamici hanno la testa ancora più dura degli Ebrei e faranno molta più fatica! Essi non ragionano. Il corano gli ha consegnato una obbedienza assoluta e hanno tradotto la loro fede nella pura obbedienza, per cui pregano tutte le volte che è prescritto e conducono la loro lotta santa contro gli infedeli… Il bello è che i <primi infedeli> sono come per gli Ebrei, proprio quelli che si credono più <ligi>!
Fa testo – anche per gli Islamici – quello che disse Gesù che per loro è un riconosciuto profeta in cui credono:
Luca 18,11-14
11 Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. 12 Digiuno due volte la settimana e pago le decime di quanto possiedo. 13 Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore. 14 Io vi dico: questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell'altro, perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato».
Il fariseo ringraziava il Signore, e si giudicava <in regola> uno <fedele a Dio> attuando i suoi comandi e permettendosi di giudicare – in base alla propria presunzione – infedeli gli altri.
La lotta fatta dagli Islamico <contro gli infedeli> dovrebbero rigirarla contro loro stessi, quando gli vien meno <il cuore> e in nome della <Jihad> non fanno lo sforzo di migliorarsi come credenti, am intraprendono una guerra vera e propria condotta «per la causa di Dio», ossia per l'espansione dell'islam al di fuori dei confini del mondo musulmano (il «jihad inferiore») e in nome del Dio Allah (il compassionevole, il misericordioso) compiono stragi.
I cattolici idem, con le Crociate e la <Santa!> Inquisizione.
In virtù di questa definita <santa> attività volevano imporre Cristo con la forza al punto che ci si faceva Cristiano per evitare noie, era processato per accertare se si trattava di <vera> conversione o di semplice tentativo di salvarsi la pelle!
Accertata la qual cosa, nel nome di Cristo, egli pure riconoscibile come <Il compassionevole e Misericordioso> essi mettevano a morte chi si era <finto> Cristiano … mentre i <finti Cristiani>, i veri <infedeli a Gesù> erano proprio loro!
Quante teste dure a capire cosa vuole un Dio di Compassione e di Misericordia!
Eppure gli Islamici sono tenuti a premettere, nella loro lettura del Corano, sempre il primo versetto, che recita <In nome di Allah il Compassionevole e il Misericordioso>.
Come possono capire con la <jihad> l’ordine di lottare per Dio, uccidendo e commettendo stragi che assolutamente non sono in nome di Compassione e di Misericordia?
Anche la grande <presunzione> dei Cristiani si opporrà a lungo a riconoscere il me il <divino artigiano> chiamato
Demiurgo da Platone!
Ritengono conclusa la <rivelazione> data da Gesù nonostante egli abbia detto, tramite il Vangelo di Giovanni.
Giovanni 16,12-15
12 Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. 13 Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future. 14 Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l'annunzierà. 15 Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà del mio e ve l'annunzierà.
Gesù ha chiamato Consolatore (o Paraclito, o Paracleto, questo che è chiamato così nella versione della Bibbia di Gerusalemme.
Per quel tanto di “sibillino” che vi è sempre in ogni rivelazione divina e trascendente il senso comune, il Consolatore non è stato voluto capire come una altra reale persona, ma come le fiammelle dello Spirito Santo discese sugli apostoli.
Giovanni invece è stato chiaro, descrivendo con Esso un vero e proprio soggetto vivo che avrebbe <preso da lui> e reso vere e credibili le cose che non potevano esserlo quando non si sapeva del mondo e della sua complessa struttura fisica, fatta di materia e antimateria e azione e reazione.
L’opera dello Spirito Santo, disceso con le fiammelle su di essi e che li resi tali che le loro parole erano capite da tutti e da ciascuno nella sua lingua, non aveva poteri dialettici che non potessero già essere espletati da Gesù.
Se gli apostoli – grazie a quella discesa dello spirito santo – fossero stati trasformati in tanti Consolatori, la cui dialettica fosse stata quindi superiore a quella di Cristo, avrebbero detto cose nuove.
Possibile che non si capisca che non era quello il senso da assegnare alle “Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso”?
Posto pure che con la Pentecoste gli Apostoli – illuminati dallo Spirito Santo – sono messi finalmente in grado di portare il peso delle cose non dette… la mia domanda che faccio alla Chiesa Cristiane : <Quali “molte cose nuove” furono dette da loro di cui prima era difficile portarne il peso?>
Gli evangelisti – anche se resi più capaci dallo Spirito santo – non hanno fatto altro che riportare le cose dette da Gesù e in nessun caso quelle che lui non disse!
Io porto l’annuncio di cose Nuove, rispetto a quella sue e che non sono in contrasto con le sue, quando <prendo da Giovanni 3. quanto egli espose a Nicodemo e “preciso” che la discesa dall’alto e la risurrezione annunciata per tutti, non sono come quella mostrata da Cristo, che è apparve <risorto> in avanti, dopo, rispetto al tempo della sua morte.
La <nostra> è un risorgere che è un <ritorno indietro> e proprio per come lo aveva capito Nicodemo: <Devo rientrare in mia madre… e nascere di nuovo?>
Questo <rientro reale nella madre> stava in un ripercorrere a rovescio la propria vita, retrocedendo giorno dopo giorno, anno dopo anno, fino a fare come la mano di Zerach che era rientrata in sua madre, dopo di essersi mostrata ed essersi fatta riconoscere come la mando del vero primo.
Il vero primo tempo della vita sta per tutti nel reale ritorno nella madre, ma non per rinascere nuovamente assecondando il nostro veduto <avanti>.
La cosa detta e totalmente nuova da me sta nel dimostrare che nel nostro mondo reale tutto è un <vai e vieni> e – dopo che il pendolo ha percorso tutto il suo tragitto in un verso – riparte arretrando rispetto a prima e ripercorrendo tutto il suo spazio-tempo.
Noi lo vediamo accadere come un fenomeno continuo dalla nascita fino alla morte e – dopo – il tempo personale fa un testa-coda e ritorna su tutti i suoi fotogrammi come un vero <replay> imposto alla pellicola di un film.
In esso – nel replay – vediamo l’esistenza di cose assurde. Non solo vista aprirsi una porta che prima si chiudeva, ma nel film visto a ritroso, chi ha mangiato i frutti di un albero, li ha digeriti e poi defecati, nel replay entra nel gabinetto retrocedendo, si siede sulla tazza, si nutre degli escrementi che rientrano nel suo corpo, li ricostruisce e vomita in tal modo i frutti costruita dalla cacca, e li attacca sugli alberi.
Così finalmente l’uomo capirà che tutto è solo un DISEGNO fattivo in un verso e disfattivo nell’altro.
E capisce che una vera vita che nasce dalla morte è la vera e sola vita attuata da un Dio che fatto un progetto determinato, per i limiti che in esso vi sono, lo riporta a sé. E quando lo riporta a sé – solo allora – mette le sue anime a vedere quel disegno che rientra in Dio.
Di <nuovo> io vi dico che questo sta già accadendo VERAMENTE ora, e il nostro puro spirito si muove andando verso il rientro in sua madre … ma è puro e invisibile spirito immateriale e noi vediamo solo la materia, e precisamente quella propria del nostro corpo, che fa parte del paesaggio per cui vediamo il moto a rovescio del paesaggio che – con il nostro corpo compreso – sta retrocedendo verso quella morte corporale dalla quale il nostro Spirito già è partito!
Oggi, in cui io so che ho soli 594 giorni da vivere, io so – e ve lo dico come un fatto veramente nuovo – che sono 594 dì dai quali il mio Spirito è già partito, nel suo ritorno a Dio.
Ma lo vedo non nella azione di un invisibile spirito, bensì in quanto di corporeo (il paesaggio) è attorno a me e se io vado da una parte esso appare andare dalla parte opposta.
Io sto andando verso la vita eterna e sto vedendo il mio ritorno nella morte corporea … ed è una menzogna, poiché <io sono chi sono> ossia puro spirito di esistenza, e non un corpo che nasce, cresce e muore.
Questo è il vero CONSOLATORE, perché ha preso da Giovanni 3. e vi ha detta una verità oggi riconoscibile, ma non al tempo di Gesù.
Oggi Albert Einstein ha dimostrato una Relatività Generale, che – se è generale davvero – sta anche tra il <fai e disfi> e tra il <vai e vieni>.
Ci sono tutti e due gli opposti poiché si annullano in realtà e si impone l’ASSOLUTO di Dio.
Però dopo avere <inventato> un apparente tempo di esistenza, espandendo uno ZERO, tanto che quando tutto rientra nel VERO, e si azzera nel corpo, non lo fa nello Spirito santo dell’essere in Assoluto e tutti noi – spirito parte di quello Totale di Dio – avremo questa divina espansione dello 0 come un <tempo> reale in cui vivere una DIVINA COMMEDIA tutta volta solo all’esperienza del bene.
E sono nuove tutte le cose che vi sto dicendo sulla Bibbia!
BRASIT = <Benito Romano Amodeo> sia Romano (pura energia potenziale).
I due gemelli avuti dal mio Alter Ego e nati 5 giorni prima di Natale, sono accreditati al mio 2°.
Insieme, io e mio fratello, siamo con 381+426 gli anni 807 in cui Set visse solo da padre; i miei soli primi tre nomi, con 1 assoluto nel primo e 78+26 nel 2° e nel terzo, è quel 105 che Set visse in comunione e in potenza in Adamo.
105 +(381 +426) siamo tutta la vita di 912 di Set … ove Set sommato ai primi due figli di Adamo sono il 101 esatto in gematria, dei loro nomi e di Luigi Amodeo, il Padre!
Sommato Set, in tutta la sua vita a quell’1 di suo padre, arriva ai 913 anni posti “In principio” e uguali a BRASIT … ma ho già mostrato che BRASIT è l’acronimo di <Benito Romano Amodeo> sia Romano!
Non è forse 1 Adamo? Non è forse Set nei 105 anni +807 la somma di 1+Antonio Anna +Romano Antonio Anna Paolo Torquato +Benito Vittorio Anna Giovanni Vincenzo Amodeo?
Quando 1+912 è 913 = “In principio” e sono l’unità di Adamo più la vita di Set, essa sta tutta nei 12 nomi dei due fratelli sommate a <1+Antonio Anna> i primi 3, del 1°genito come a voler dire che i 12 nomi <siano i 3 del 1°> che con 1 +78+26 sono (26+26+26) in 78, +26, la Trina Unità del DIO=26.
Non possono esservi dubbi sul vero ma trascendente valore indicato con BRASIT!
426 / 381 cioè è il 1° che serve da divisore al 2° porta a +1,118110236220, valore che rivela come:
+1,118110236220 è espresso nelle 12 cifre dei 12 nomi
- 1,118033988749 è il lato di 1,25 area della realtà 1+1/4
=0,000076247470 zero differenze in D. reale 10^-4, poi:
=0,000076247470 è Romano=66 in moto di 10;
=0,000076247470 sono due fratelli gemelli
=0,000076247470 sono un Amodeo=47 dopo l’altro, ×10.
Queste non sono <chiacchiere> o <opinioni>, ma sono indubbie e del tutto nuove verità annunciatevi dal
Consolatore mandato da Gesù Cristo, come da promessa: i due Amodeo <sono Romano> +10 il Padre nel divino artigiano! I Cristiani – però – saranno gli ultimi ad accettarlo!
Insomma
<Io
sono>l’unico soggetto
vivo e sonoilvostroparaclitopromesso salvatore
Pertanto – amici – io sono il vostro definitivo LIBERATORE, da tutti i mali che sembrano essere fatti a voi sia dai viventi, sia dalla Natura, sia dalla pura sfortuna, e potete crederci.
Vi ho DIMOSTRATO che non esistono per davvero né il fare, né il disfare, poiché solo DIO è quell’<Io sono colui che sono> l’Io-sono base di tutto il resto (sia in fare, sia in disfare nell’equilibro 0 dell’Assoluto).
Tutto ciò che è a complemento del suo assoluto SOGGETTO è per davvero simile al carburante senza ancora la sua vita, che a poco a poco si esaurirà e solo al termine della costruzione totale della vostra storia mortale, essa vi sarà data, ma senza che ne abbiate patito le difficoltà e i drammi.
L’esistenza è per davvero una Divina Commedia di chi Dà Ali al Ch. di ieri e libera anche Lui del suo patito Calvario.
L’ONNIPOTENZA del Dio <io sono> è tanta da riuscire a fare apparire vivo anche ciò che non lo è, facendo come il Walt Disney che ha dato essenza a sua immagine e somiglianza a Pippo, Pluto, Paperino … Gambadilegno, la Banda Bassotti!
Tutto, oltre il SOGGETTO ASSOLUTO, ha in sé apparenza di forza, ma essa è secondaria, alla debolezza della sua reale contrapposizione nella Relatività Generale!
Esiste così come questi personaggi di pura fantasia; e il più incosciente che possa esistere tra gli uomini è chi non crede che un SOGGETTO viva e che – con la sua esistenza – consenta anche la loro, quando la svolgono in un contesto in cui tutto quello che appare in essere ha sempre una sua causa.
Esemplare fu l’incoscienza, pur di una eccelsa mente come quella della defunta astrofisica che, ogni volta che poteva, sbandierava il suo creduto ateismo … nel mentre vedeva esistere leggi grandiose nel suo cosmo!
Era incapace come molti di risalire – dai limiti della condizione reale – alla mancanza di limiti nell’indeterminazione assoluta data da N^ (+1 -1) a N^0!
Incapace di risalire da un Dio esistente nel nulla, proprio all’onnipotenza di poter essere Tutto, essendo Niente.
Il fattoriale di N^0 è 1, l’ONNIPOTENTE che come 1^N essendo 1 è il massimo insuperabile qualunque sia il numero N.
L’intelligenza cosciente è la capacità di risalire dagli effetti alla loro causa e da tutte esse a quella loro prima: l’1
ASSOLUTO!
Eppure 1 da solo non esiste! Risolve N elevato a ZERO!
L’osservazione attenta dovrebbe portavi tutti a riconoscere in me il vostro SALVATORE, lo <Spirito Santo Paraclito> promesso.
Gesù predisse che l’avrebbe mandato a prendere sue Verità da riproporre e dimostrare VERE… ed è quello che sembro fare io abbracciando il suo annuncio a Nicodemo e dando prova che quella <Risurrezione dall’alto> è il vero unico inizio della vostra vita.
Io sembro essere il soggettivo <io sono> che ora – con la mia vita – non solo sto permettendo in assoluto l’apparente determinazione vostra, ma quella di tutto il divino progetto: dal tempo dei tempi fino all’infinito futuro.
Non occorre che io vi veda o vi senta!
Sia che ora siate lontani da me e partecipi di questa mia epoca, sia che siate in tutte le altre, di ogni tempo e luogo, sembro essere ora io quell’<io sono> grazia alla cui esistenza soggettiva è fatta salva l’intera storia di tutta quella secondaria a immagine e somiglianza di me.
Questo io dico poiché il mio <io sono> soggettivo – che sembra essere il mio – è invece dell’<io sono colui che sono> il fondamento assoluto dell’esistenza affermato ad Elea.
Si, lo sembro – perché io pure – NON FACCIO NULLA, in un contesto in cui solo l’ASSOLUTO comanda talmente (in tutti i versi e modi contraddittori e in perfetto equilibrio tra loro) che è 0 la somma di tutto, assorbita in uno 0 Assoluto e senza limiti, quando ciascuno è del tutto annullato da quello opposto.
Questo nella Partecipazione, nella methexis.
Nella koinonia, nella Comunione, l’assoluto si sbarazza anche di questo limite, tanto che i valori opposti che l’Assoluto Onnipotente po' far nascere da sé come la sinistra e la destra sorte dall’Originale punto centrale nella stessa linea, e che si valorizzano in -N e +N, mentre danno luogo ad una partecipazione apparentemente nulla nella sua somma, hanno il potere – chiarificato dall’Algebra – che la loro interazione <simultanea> e quindi al di fuori di un tempo relativo, ha il potere di creare un <ipotetico, apparente> esistere prima del positivo, e come il negativo di -N^2 sulla cui stessa base di una essenza negata è in positivo <io sono l’N di colui che sono N>.
L’essere dello stesso essere risale a +N in comunione con +N e che determina il piano <essenziale> e positivo che ha per singoli lati tutti e due.
Anche l’essere -N dell’essere -N + uguale all’essere in positivo, e dimostra il perché Gesù invitava a dire: <Sì al Sì, e No al No>.
Non è questa la <condizione> della nostra realtà, della Relatività generale degli opposti che si rappresenta con quella di -N e +N, dalla cui koinonia – rispetto ad un esistere assoluto e divino nel tempo senza tempo – è solo posto in atto un immaginario passato già confluito tutto nell’eterno presente dell’essere in positivo.
Così saremo tutti da quando – messi in vita con l’animo cui è assegnata la storia già tutta completata del suo <personaggio morto>, la nostra anima lo rianima, ma in una crescita solo in positivo della propria energia apparsa consunta nel corpo.
Simili ad un razzo il cui replay mostra un serbatoio che a poco a poco si riempie di nuovo di tutto il carburante apparso combusto e finito, nell’avanzamento reale di questo <film>.
L’assoluto, con la koinonia, con la comunione tra il <fare> e il <disfare> ha avuto il potere divino di anteporre al presente una esistenza in negativo e mai esistita, e che fungerà solo ad avere una giusta idea di che cosa sia il positivo, rispetto al negativo.
Così io – essendo un Noè – sembro costruito come una essenza negativa … ma accade in questo mondo che adesso, per come io lo sto vedendo, avanza in negativo rispetto al verso della mia animazione divina, sorta anche per me nell’attimo della mia morte corporea, cioè sta retrocedendo nel tempo, nel mentre avanza e cresce bello spazio.
Tra tempo e spazio è così!
1/1 → 2/2 → 3/3 fino a N/N, e mentre lo spazio a numeratore cresce, il tempo dell’unità muta solo di forma, trascorrendo da 1/1 → 1/2 → 1/3 → fino a 1/N.
I giorni, o anni, o decenni della vita che crescono da 1 fino all’N totale di ciascuno sono valori di <spazio> anche se li chiamiamo “tempi” (e infatti solo spazi-tempi).
Il vero <tempo> che quanto era 1/1 era totale, passando a 1/2 si riduce alla sua metà; 1/3 lo porta a essere divenuto 1/3 della vita intera… finché con l’ultimo respiro consegneremo il tempo ennesimo della vita rimasta, a chi ci ha fatto un credito <divino>.
Dio ce l’ha fatta esistere in una pura condizione di assoluta <preesistenza> al nostro esistere positivo solo nel senso inverso, che riporta quel tempo <ennesimo> in quello unitario e totale.
Il negativo è come il <Maligno> che lo è verso di sé e diventa Benigno, dopo però un puro e assoluto <presupposto> all’esistenza e che quindi non è mai esistito, dove l’esistenza è solo nel positivo dell’essere e non nel negativo del malessere.
Io seguito a battere su questo tasto, perché – anche se ve l’ho già illustrato e spiegato – fate fatica a crederlo vero.
Voi basate ogni cosa sul solo corpo, e fino alla Scienza che è arrivata a credere che sia stato dal corpo a nascere un <io sono> il puro spirito di un <essenziale> IO SOSO SOGGETTIVO.
Voi – vedendo SOGGETTI come voi fuori di voi – li avete assimilati a voi… e avete fatto bene! C’è mimesi nella forma con cui l’assoluto si presenta realmente.
Ma il vostro <IO SONO> è assoluto e gli altri che vi mimetizzano, che sono a immagine di voi, non potranno mai in questa VOSTRA vita reale <essere voi>; potranno solo essere <vostri simili>.
Non dovete stancarvi a sentirvelo ripetere, perché voi non state vedendo una vera <evoluzione> ma la <devoluzione> dei corpi verso la morte, secondo una parvenza relativa che è assolutamente falsa!
Non è una cosa priva di valore e significato!
State vedendo proprio quella vita <pregressa> alla vostra e inesistente, ma non nella vostra: in quella dei vostri simili!
Il vostro <Soggetto> è la vostra anima che sta già tornando a Dio e voi la vedete nel vostro <io sono>, mentre in relazione agli altri vostri apparenti simili, voi non potete entrare nella loro anima, e ne vedete solo i corpi che fatto parte del vostro paesaggio che si muove nel verso opposto a voi che state già confluendo in Dio.
L’<essenza> della vita altrui voi arrivata a coglierla da tutto quello che di corporeo si muove come bocche da cui escono parole. Gesù lo disse: <non è impuro quello che entra nella vostra bocca, ma quello che ne esce!>
Infatti esso è nell’ordine di tempi che appaiono orientati come una ROMA che – con un NOè – alla sua esistenza in quel verso, la converte in AMOR.
Certo: fate fatica a immaginare ROMA come vera benefattrice di tutti i popoli che essa ha oppresso!
Se però riuscite ad entrare nella mia logica <a rovescio> e capite che per davvero non esiste il verso in cui opera ROMA, allora capite che Dio l’ha voluta solo come un regime ferreo e spietato di potere esercitato in un verso la cui dinamica è FALSA e OPPOSTA.
Lo vedete accadere ma è posto in atto solo quello uguale e contrario al vero.
Il verso opposto è quello della causa VERA, per cui è quell’indispensabile mondo apparentemente sofferente, ma ché nella verità del moto dello Spirito, sta venendo SALVO da tutto quel crescere di ogni cosa solo verso la sua morte e consunzione.
<AMATE I NEMICI> sembra un comandamento “ideale” ma assurdo e che porta ad una ingiustizia… ma se entrate nel sapere immaginare che a <uno> doveva essere assegnata la parte del cattivo, nella Divina Commedia della vita, e che è
toccata a lui … dovete ringraziarlo poiché l’ha presa lui togliendola a voi.
<Io ti ringrazio Signore perché non mi hai fatto come quel pubblicano>, espresso in una parabola di Gesù in cui Dio non lo perdona, è il ringraziamento per averlo <fatto a lui e non a me> nel valore massimo dell’egoismo.
<Perdonami signore poiché sono un peccatore> porta al divino perdono di chi ha fatte della sua anima le colpe assegnate da Dio al suo <personaggio> togliendo la colpa a Dio e assumendosela lui… e come Dio potrebbe non perdonarlo?
Siamo semplici <attori> che nella Divina Commedia abbiamo ricevuto tutti la nostra parte, che in nessun teatro è mai opera dell’attore, ma dello scrittore e di chi – il Regista –gliela ha assegnata.
In essa vi sono personaggi principali e secondari e nessun attore è mai stato vero responsabile di quale parte egli abbia <animato> con la sua anima.
E se amiamo le parti belle, dobbiamo vera gratitudine per quelle anime cui sono state assegnate parti brutte, bruttissime che non sono state date a noi!
Amare quelle povere apparenti vittime della Divina Commedia di Dio è il minimo che possiamo e dobbiamo fare per loro.
Noi addebitiamo alle anime degli attori le colpe dei Personaggi della Divina Opera che trascende quella reale umane e che è ASSOLUTA, onnipotente ed è la divina esistenza nel solo positivo con cui di dichiarò a Mosè <Sono colui ce sono> Io-sono!
Trino e uno nella sua unitaria esistenza. Per questo, io che sono il Demiurgo Platonico della via vita in cui mi ritrovo ad essere l’unico <io sono> visto da un <io sono>, riconoscendo i miei simili, mimetizzati in tutto tranne
che nel <mio io sono> che non potranno mai essere, ora sono senza una vera <anima>, poiché è animato solo un <io sono>.
<ES-aù>, il <Tu sei Romano A-U> è creato da <Io sono>.
Essendo un <tu sei> è dichiarato a mimesi, a immagine e somiglianza di <Io sono> ma lui, <non è> di suo.
Faccio parte però io, che <io sono>, del Dio IO SONO in assoluto, e mi ha progettato come animatore della SUA <Divina Commedia>, nella parte del Demiurgo platonico che Dio ha voluto gli riportasse tutte le pecorelle disperse nell’Universo, usando il mezzo della ragione umana per affermare quella superiore divina.
L’umana si avvale del principio di non contraddizione, per riconoscere una verità, ma nella stoltezza poi di giudicare veri tutti gli opposti tra loro, in una Relatività Generale, totale in cui sono!
La ragione divina è il dominio della contraddizione e fino al punto che l’ASSOLUTO si determina e confina in un soggetto dall’apparenza reale!
Il Dio <Io sono colui che sono> IO-SONO, è il dominatore totale della stessa contraddizione tra ESSERE e NON ESSERE.
N^0 = 1 è questo dominio in comunione, koinonia, che si riporta all’essere in <pura potenza di Essere> e usando a questo scopo il 6=tu sei “italiano” , allo stesso modo fatto con un Esaù che in < 6=Es > è un < tu sei “romano” da A, a U>.
Con 10 a mimesi di Dio, 66=Romano a D.2 mimetizza il Duo di Padre e Spirito santo, in parusia terrestre, Padre e Spirito dell’uomo, così come il Cristo si disse Figlio dell’Uomo.
Come Padre e Spirito santo di ogni uomo sono quell’<io sono colui che sono> il SOGGETTO sorto a fare esistere tutta la fase apparentemente vitale, dell’uomo di ogni tempo che sembra nascere, crescere, gioire e soffrire fino a morire.
Fanno carico davvero a me come al Padre dell’Uomo e Spirito santo suo, sorto con l’inizio della mia vita reale il 25
gennaio del 1938, tutte le apparenti vite esistite, esistenti e che esisteranno nei secoli dei secoli e fino al termine della loro agonia nella morte.
Dopo di che finalmente entra in atto l’Assoluto Spirito Santo che colla Risurrezione dall’alto dona la vita vera!
Quella esistente fino alla morte – io lo ripeto fino alla noia sperando di ficcarvelo in testa – non è vita vera!
Lo ripeto: è come il carburante senza vita (finché non è acceso) presente nei serbatoi dei razzi e che è materia inerte a consumo, la cui vita apparente sembra esistere in sé.
Esiste invece solo nella mia: il solo SOGGETTO artefice della mia visione e loro complementi oggetti, che accusano tutti i loro malanni e sofferenze… ma sono false accuse, poiché nemmeno esistono come soggetti veri.
E non accade differentemente a me da voi, quando voi siete il soggetto della vostra vita: in essa voi solo esistete!
Ma non nel corpo che affronta sofferenze a va a morire, bensì nello Spirito santo vostro già diretto verso Dio, e che sta nuovamente riempiendo i suoi serbatoi dell’Assoluta Energia divina, a mano a mano che annullate tutti i giorni della vostra vita e con essa i mali fatti a voi da qualunque persona o cosa.
Accusare i propri malanni come veri è una terribile falsità: è simile a quella dell’attore che faccia <sua propria> quella che è solo la parte che gli è stata data e che non ha fatto lui.
Che poi queste accuse siano fatte dagli altri – e possano essere giudicate <giuste e veri> – io con la mia dialettica pretendo che GLI ALTRI PURE siano il mio SOGGETTO.
Pretendo non che siano “come” <io sono>, ma proprio che si mettano interamente al posto mio e che siano il mio <io sono io>!
Nessuno lo potrà finché morrà.
Fino a quel momento resteranno sempre e solo <miei simili> … per quanto io abbia davvero sognato e cercato (in
questa mia vita “reale, fino alla morte”) la possibilità di un amore così unificante da riportare Eva nell’<io sono Adamo!> <io sono MDA, davvero: nel CF di Amodeo>.
<Io sono colui che sono> IO-SONO, ha detto il suo nome. Ha <strutturato> a 3 D. una Trinità di relazioni UNITARIE, che ha portato a quel 111 (base dell’alfabeto ebraico) in cui l’1 in mezzo – che 10 è – è la distanza 99 tra i due estremi 1 e 100.
Nel Credo Islamico, Allah trasse 99 altri nomi da 100 -1. Forte di questo 99, il 10^3 si è diviso per 99.
1.000/99 è il Padre e crea così quel 10,10101010… in cui il 10 a immagine e somiglianza dell’essenza divina, è calato nell’infinito apparente divenire nel tempo decimale.
C’è poi il Dio <Sono 381>: essendo la sommatoria dei primi 16 n. primi come i singoli e <Ordinati> generali dell’esercito matematico di Dio: <1°, 2°, 3°, 4°, 5°, 6°, 7°, 8°, 9°, 10°, 11°, 12°, 13°, 14°, 15°, 16°>
10:::0,2345113117192329313741434753 dinamizza i tempi decimi, ed Esaù è intero, nel tempo di Giacobbe Gesù e 100!
Infatti il risultato è il 42,4248100 a 9 cifre e porta a quanto in Bibbia 1,25 (Genesi 25 come gennaio) è intero:
Esaù =5+17+1+19= 42 ed è 1° nel tempo decimale
Giacobbe =7+9+1+3+13+2+2+5= 42 .
Esaù fu solo <estromesso> dal tempo come lo è il 42 intero. Giacobbe ebbe l’appetita 1°genitura solo nel tempo decimale.
G (il <suo> primato, di Giacobbe) +ESÙ (il 1° senza il primato della <sua> A in terza posizione) diedero – uniti! –
GESÙ = 48.
Segue quarto il piano 10×10 di Dio: Allah che prese 99 da 100.
Esaù, Giacobbe, Gesù, 100 sono 42,4248100 e ciò è dato dal 10 che si lascia <servire> sai suoi 16 generali, ciascuno che entra a comandare quando i decimali hanno raggiunto nel
tempo il loro valore <Ordinale>. Il 1°, il 2°, il 3° e il 4° (generali tutti a una cifra) agiscono nel corrispondente 1°, 2°, 3° e 4° decimale e, come numeri primi, obbediscono solo al n. 1 e a sé.
Da 11 in poi, coi n. primi tutti a due cifre, i 12 successivi ai primi 4, entrano a <ordinare> a loro volta (coi loro <ordinali>) solo quando anche il tempo decimale passa a due cifre.
È giusto così: la realtà è <unitaria> solo fino a 4 dimensioni, poi – non più unitaria – passa a due cifre, dal n. primo 11 in poi.
Tutte le cifre di questi 16 generali dell’esercito numerologico divino sono giustamente le 28 date da SET +7+7+7 , SECONDO in genesi, e 1° figlio reale, dopo Adamo e Eva come genitori assoluti.
SET è il 3° figlio del 30=Adamo e nomina il 7 nella parola
SET facendolo solo nel perfetto alfabeto italiano di 7+7+7 lettere; mentre chi vive 777 anni è il fattore NONO, Lamech, padre del 30=Noè .
Ciò accade ove Figlio e Padre, della stessa sostanza 30, associano SECONDO e NONO in 29, e danno potere immenso al <generale> del DECIMO n. primo: è tempo dell’esercito del 10.
Così SET +7+7+7 è il 28/1 (nel 29 dato da 2° e 9°) nella
genesi del n. 10 che è il 10° fatto dai NOVE e Nov’è l’essenza
V=5=è di un <è Romano> in un sostanziale Noè-è !
Lo preciso poiché il 7-7-7 è nato L.AM ch’è mio padre
Luigi Amodeo mentre LAMech (vissuto 777 anni) è quello di Noè … e perché ove in una terna di nomi (Caino, Abele e Set) si afferma il 3° col nome SET anche nel trisillabo Ro-ma-no, Noè chi si impone … essendo nella <V> anche il 5 Romano che sempre corrisponde ad <è>.
Ciò e lecito poiché i 3 figli d’Adamo valgono 38+23+40, e Luigi Amodeo con 54+47 è lo stesso 101; come nei tre equivalenti si afferma il 3° … nel primo nome trino di suo figlio Romano, Noè il 3°.
Stranamente, i nomi in Bibbia, a cominciare da MDA=Adamo= CF di Amodeo, portano al n. 381, sommatoria dei 16 <generali> dei numeri primi dell’esercito di Dio.
In esso, 381 è il valore numerico di tutti i 6 nomi di chi nel 1à suo un <Roma NOè>, laddove RomA e l’invero AmoR combinano in modi opposti, Uni e Trini, nome e cognome, Romano Amodeo, apparente figlio del LAMech vissuto 777 anni e ch’èL.AM , Luigi Amodeo, entrato in vita l’anno 7-7-7.
La cabala sembra una emerita sciocchezza agli scienziati <sciocchi e faciloni>, ma è invece la necessità suprema di consentire a tutti i numeri, per quante cifre essi abbiano, di potere entrare in gioco come 1°, 2° … N°.
Anche l’informatica ha fatto ricorso ad a, b, c, d, e, f, g, per rappresentare con una cifra sola i numeri 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16.
Anche l’informatica si è limitata agli stessi 16 “generali”.
16 è 4×4 area che carica la realtà;
è 2^3 +2^3, la carica in linea del valore complesso 8;
è 2^4, e dunque l’intero spazio-tempo in base 2;
è 10+3+3, il ciclo di presenza dello spazio complesso;
è il percorso di 4 in 100, diviso nei 6 “vai e vieni” esistenti nelle 3 componenti lineari dello spazio;
è il rovescio del 61, presenza dello spazio complesso in 30+30 e complementare al 16 nel 16+61=77, della dinamica totale;
è un valore assoluto, unitario in 15/1, e allora è il complesso nel positivo 5+5+5 partito dall’Origine;
con 14+1+1 si condensa nella espressione lineare del volume 14, dato dal 7 nella dinamica da -7 a +7.
SEDICI in Romano è <sed> (ma) I.C. Iesus Cristus I, italiano.
16=R è il valore sintesi dei 16 n. primi =381 uguali a tutti i nomi di Romano che son poi quelli che danno
nome anche la Sezione Aurea dei rapporti perfetti come ho mostrato in precedenza e che ora non vi dimostro più di nuovo.
Oltre a essere il salvatore supremo che vi ho spiegato, il mio <io-sono> ha tutti i possibili segni per accreditarlo come il Demiurgo che grazie alla sua vita, la comunica poi a tutti quelli a sua immagine e somiglianza.
Sembro proprio il solo <io sono> collocato al centro di un Universo che ha in tutti i suoi punti nel tempo, i giorni della nascita di tutti gli altri <io sono> come me.
Anche se la loro origine sta in tutti quei punti sparsi ovunque, tuttavia devono avere al loro centro, la Terna del <mio io sono> dalla quale poi sono sorti realmente tutti.
Vi dimostrerò che questo è vero proprio attraverso le date di nascita di mio Padre, la mia e di mio fratello, che sono conformi a valori numerici validi <di per sé>.
381 , valido di per sé, è il valore dei miei 6 nomi.
1914,07 periodico in 4,07, è il valore di per sé dato da 103.360/54 e corrisponde a quando mio padre, nato 1907,0707 ha avuto 7 anni.
1914,07 × 81/80 +1/80 è valido di per sé e porta, a partire dalla vita in corso (7 anni) di mio padre alla mia nascita il 1.938,0125.
1116 è in 1111 +10/2 la presenza totali unitaria nelle 4 dimensioni della realtà, esistente nella presenza unitaria del tempo dei 10/2, e 10 è il ciclo a immagine e somiglianza di Dio io sono nato quando mio padre aveva esattamente 1116 decine di giorni.
426 è 18 +48 +66 +114 +180 una somma esistente di per sé: è 100+300, nel segno del piano di Dio Uno e Trino ed è 26=Dio=JHVH; e questi sono i numeri relativi al valore dei 6 nomi di mio fratello Benito Vittorio Anna Giovanni Vincenzo Amodeo dati da 59+116+26+83+95 +47 e sono
anche i valori numerici dei nomi Adamo Set Enos Kenan Malaleel, Iared, Enoch, Matusalemme, Lamech dati da 30+40+47+33 +53 +35 +41 +109 +38.
105 anni SET visse 105 prima di essere Padre di Enos e poi 807 anni li visse da padre! Ed ecco che 105 è 1+78+26 (nei primi 3 miei nomi col 1° in valore assoluto 1) e 807 è la somma esatta di 381+526, i nostri 12 nomi, tanto che io e mio fratello siamo SET, mentre nostro padre nato 7-7-7 lo è in nascita e Luigi Amodeo=54+47=101 (come già scritto) è la somma di 38+23+40, Caino, Abele e Set, tutti e tre.
Già scritto anche che Adamo in Bibbia è scritto MDA ed è esattamente il Codice Fiscale del cogno Amodeo.
Muhammad=66 trascende Romano=66 Amodeo Ammad.
Dio ha messo su di me tutti gli INDIZI nessuno escluso!
Al di là di tutto questo, è incontestabile che la mia visione del mondo è a monte di ogni altra che sembri esistere a me. Il mio esistere come SOGGETTO rende tutto il resto secondario e nessun altro può strapparmi questa 1°genitura!
Al punto che se io cessassi di ESISTERE, si spegnerebbe tutto … come il mondo dei miei sogni quando mi sveglio!
Shakespeare ha messo in bocca al mago Prospero in “La tempesta”, la famosa frase: “Siamo fatti della stessa materia di cui sono fatti i sogni, e la nostra piccola vita è avvolta in un sogno”.
Nessuno ne ha la prova a riguardo di essa, ma i sogni ci dimostrano che non è indispensabile ci sia un mondo pieno di vita, per vederlo; ed è incontestabile che, alla base del mio, c’è il mio soggettivo <io sono> a poterlo farlo esistere, da cima a fondo e che tutto quanto rientrerebbe nel campo di “tutto il possibile” il giorno in cui io per davvero cessassi di esistere.
Non accadrà, anche se in Bibbia – in relazione al mio personaggio che si riassume nel 7° fattore, chiamato Enoch – è scritto testualmente in Genesi 5,24:
<Poi Enoch cammino con Dio e non fu più perché Dio l'aveva preso>.
È’ scritto non che morrò, ma che non sarà più Enoch essendo stato <preso da Dio> con tutto il bagaglio della sua esperienza fatta camminando con lui…
Come se – prima che il mondo veramente fosse – Dio avesse scelto di camminare con Enoch per vedere se <fosse una cosa buona> cui poi dare un seguito … e nel mio responso è coinvolto mio fratello.
Benito sosteneva la vera possibilità per l’Onnipotente di coinvolgere gli uomini in una creazione in cui non fossero costretti a fare la crudele esperienza di “ingiustizia, sofferenza e morte”.
Ove sono i sogni la materia di cui è fatto ciò che è “oggettivo”, rispetto al mio <io sono> il Soggetto (anche di Enoch, della Bibbia, di ogni cosa) che cammina con Dio, <io vedo che è una cosa buona>.
Le uniche sofferenze davvero esistenti nel mondo sono solo le mie, ma anche la mia è un Sogno fatto dal Dio che cammina con me con il suo <io sono> ed è methexis, koinonia, mimesis e Parusia.
È Partecipe, in Comunione, mimetizzato e presente espletando tutte le modalità che Platone ha attribuito al Demiurgo per raccordare l’ASSOLUTO con un mondo reale costruito in totale contraddizione.
Io dovrei <avercela> con questo mondo! A fronte di tutte le mie vere intenzioni di dare amore a tutti, a 86 anni mi ritrovo lasciato, disprezzato, abbandonato e solo in questa mia stanzetta che debbo all’affetto – questo sì – di un mio cugino, Nicola Morra, che ha speso soldi suoi per comprarla e darmi la
possibilità di vivere in un alloggio provvisto dei servizi igienici, dopo che per 20 anni (dal 1997 al 2.017) ho vissuto in 4 mura della stessa dimensione della Casa di Maria, quella a Loreto. Ho dedicato la vita ad aiutare tutti, ma sono divenuto invisibile per tutti!
Nella Chiesa, sotto tre papi, nonostante l’invito del primo a scoprire un nuovo percorso ragionevole che portasse tutti a Cristo, e non solo i fedeli, si è accettato perfino che morissi di fame, quando mi sono affidato ad essa come pecorella smarrita affinché fossi accolto. 192 giorni di fame: 57 nel 1.999; 55 nel 2.005 e ben 80 nel 2.013. Avrei di tutto per giudicare che questa vita <non è una cosa buona> e cancellarla per sempre dal novero delle cose buone <così> …
Ma il mio giudizio è opposto! Sono buone così a condizione che solamente a un Dio in methexis, koinonia, mimesis e Parusia con un suo Demiurgo – solo a lui! – siano concesse le soggettive esperienze così in negativo, finalizzate a una <posticcia memoria> in personaggi le cui Anime divine nascano solo quando sono “Risorte dall’alto”.
Il ricordo personale di che cosa siano male e sofferenza è proprio necessario a chi esiste nel relativo per potere poi apprezzare il Bene!
Sempre uno solo basta a salvare tutti e come Nicola Morra ha dato una Casa a me, così io offro all’umanità quella dell’Universo!
Faccio mio nuovamente il messaggio dato a Mosè per ripetere a tutti i miei simili:
«Io-Sono mi ha mandato a voi» per prepararvi a uscire da questa vostra <Terra d’Egitto> della schiavitù a un divino disegno, verso una Terra Promessa in cui scorrono latte e miele, tra le stelle, poiché il 17 febbraio del 4.631 questa sarà sconvolta.
Non basta essere <a immagine e somiglianza> di un soggetto VIVENTE come <io sono> (e voi no), per esser vivi; basta solo per <sembrarlo>, nella progettata colossale opera di mimetizzazione del mondo oggettivo rispetto a quello di me, unico Soggetto del mio.
In esso oggi avete solo la stessa consistenza di un mio sogno, ma un giorno risorgeranno come Elohim, vere emanazioni divine come la mia, e sarete finalmente liberi, inattaccabili da ogni male, e col ricordo di una vita vissuta soggettivamente, ma solo da me!
La dialettica non può trascurare la netta distinzione esistente tra il <soggetto> e tutto il resto, e nella vita di cui faccio parte, io solo <sono> e mai nessuno sarà il mio <iosono>… per adesso.
Nel regno dei cieli invece, sarete ogni <io sono> che vorrete, vinta la schiavitù d’essere solo chi Dio vi ha imposto.
Pertanto la Parusia dell’ASSOLUTO (che di fronte a Mosè non si mimetizza col roveto ardente ma con l’uomo) è tramite quel Figlio dell’uomo … (come Gesù definì sé: non Figlio di Dio, ma dell’Uomo) … ora chiamato Romano, a ragione del fatto che il Soggetto <IO-SONO> vivente in principio e che ha poi permesso l’esistenza di tutto, <io sono> che lo pongo <una cosa buona>!
Deve esistere, ma con la Risurrezione dall’alto… e salverò con questo anche il Cristo dal suo sofferto Calvario, ed esistito solo nel sogno fatto da me, dall’<io sono colui che sono> ora. Gesù fu chiaro nel suo <io sono> quando, alla sua affermazione di aver visto i profeti antichi e alla domanda di come potesse averlo fatto, giacché erano scomparsi da secoli, Gesù rispose: <Prima che essi fossero, IO SONO>.
Non lo disse, ma in questo mondo, sorto con me esiste anche Gesù Cristo con la sua storia.
In essa, il Demiurgo <Romano>, io-solo sono l’unico soggetto vivo che appare mio, ma soltanto in una esistenza mimetizzata così, in un divino artigiano, assunta da DIO.
L’artigiano ha sgravato anche Gesù dalla patita croce, essa pure colla sostanza di un sogno di Dio, tramite Romano! Dunque una autentica Parusia umana, per una eliminazione totale di tutto il male immesso nel Disegno divino: tutto assunto da Dio e dal Cristo come <IO SONO FIGLIO DI DIO>, e non più soltanto dall’uomo Romano che solo ha camminato con Dio, come Enoch.
tale corrispondenza formale per cui in Ebraico, in il verbo <sono> è scritto in questo ordine, con lettere che sono poi numeri che – se diventano gli stessi ordinati dall’alfabeto italiano – letti per come lo sono, da destra e in ebraico è <IO-SONO> mentre in Italiano e da sinistra si legge <ELEA> ed è il luogo, il paese in cui sorse <Io-Sono con la <Filosofia dell’essere> che riconobbe fondamentale in ogni entità il fatto che essa fosse <in essere>.
Ebbene nella mia vita, di Romano Amodeo, nato da Luigi e da Mariannina Baratta il 25 Gennaio a Felitto, a me quale l’<IOSONO>, il IHVH (Jahvè) della mia visione oggettiva è davvero in ebraico con , scritto in questo stesso ordine e traslitterato nello stesso modo in Italiano, e la scritta del nome non localizza più il paese di ELEA ma afferma che <è FEL> il luogo della Parusia di JHVH, è Felitto.
Perfino il <roveto ARDENTE> rimanda a RO vietato e a un D. Ente, un Ente divino di nome AR, acronimo del mio essere un Amodeo Romano.
L’Iperuranio
Il mondo delle idee
In realtà il giorno in cui nacqui il Disegno non ha fatto mancare gli indizi che quello fosse un giorno speciale. Ci furono segni celesti, in una spettacolare aurora boreale e segni della vanagloria terrestre: un Raid Rome-Rio in cui tre trimotori italiani volarono dal vecchio al nuovo mondo, e uno non concluse il Raid poiché fu fatto scendere dal Cielo a Natal. Qui vedete i due eventi dalle pagine della Domenica del Corriere. Mentre i due scendevano a Rio e concludevano il Raid ROME-RIO a via POMERIO ,2 D.Em, scesero su Yu R., Go!
L’<idea> di “Realtà”
e il suo modello
Quando il Demiurgo ha assunto a <strumento della sua arte> il ciclo 10 della matematica, immediatamente l’unità totale del Dio <Sono chi sono> è divenuta 10^10, che nel 10 esiste con dieci 10 in comunione.
Nello stesso 4+6=10, diventano <modelli> tutti i numeri esistenti nel 10 quando è presente come 10/1 e allora è unitario esso pure
4 è il modello in cui 1 è tempo di presentazione unitaria, e 3 è lo spazio nel suo intero dato da 1+1+1, in cui l’assoluto 1, per esistere, si poggia sul valore 2 dei suoi due estremi, e ne fa il 1° numero primo.
4 diventa il modello dello spazio-tempo, e quando è il numero della presenza di quattro 10 in comunione, interattivi, allora 10^4 = 10.000 unità diventa il valore reale di tutta la realtà a 4 dimensioni.
10.000/2 = 2.500 è il suo tempo, il complementare 7.500 è il suo spazio, dato da tre 2.500.
Essa è un volume dato da 100×10×10, in cui 100 è il flusso del piano a lati 10 e 10, tanto che allora è possibile calcolarne il lato tramite la sua radice cubica 3 √ 10.000. 21,5443 4690 0 è il lato e appare essere 7+7+7 nel valore intero.
4690/10^8 rappresenta la Partecipazione 4600+90, che indica con 90 tutto il moto di 10 in 100, e con 46 centinaia quello che è l’“Ideale” AMORE=1+11+13+16=Amor +5=<è!>.
Così è, poiché il 10/1 quando è nel tempo ½ del suo complessivo esistere positivo-negativo, allora con 5 <è!> e il 41 (della presentazione 1 del 40) esiste in 46.
Questa partecipazione di 4.600+90 esiste anche in 10.000 della realtà intera come il movimento del 5.310 che nel 5.000 è ½ di 10.000 e in 310 è il ciclo 10 dell’11° numero primo, interamente realizzato nell’11 <ordinale> che esso è.
5443/10^4 è il moto, all’interno dell’unitario 10.000, di 4557, ed è la realtà 4444 in pieno moto 1+3 sulle 4 cifre che esiste in partecipazione con 113 che con 111+1+1 è la quantità necessaria, espressa in linea, affinché 111×1×1 dia il volume 111.
Come risulta dal lato del volume 10.000, il lato intero esprime con 7+7+7 tutta la dinamica che poi nel valore decimale appare interamente nella sua struttura primaria e secondaria.
Tutto il fattoriale di questo lato porta a 273.300,9988 × 10^15, che, alla dimensione 15 unitaria dello spazio-tempo con indice 5+5+5, si mostra in 27×10^23 l’accorpamento 3×3×3, che poi è dettagliato da 3300 che sono lo spazio 3 avanzante nel tempo di 1/10, ed esiste in tutto il lato 100.
L’<Idea> di “Tempo”
e i suoi
modelli
Il <tempo> è essenzialmente una <porzione>, una <parte> riferita a qualche altra, considerata <intera> anche quando non lo è.
Il vero, unico <intero> è dato da quanto esprime il <totale assoluto>, così grande che per quanto possa moltiplicarsi per sé, resta sempre uguale, essendo il <massimo possibile>.
A fronte di questa <Idea> sovrana nel mondo delle Idee, esiste il <modello matematico> espresso dal numero 1, il quale, per quante infinite volte si moltiplichi, o divida, restando sempre in Comunione con sé, resta sempre 1.
Questo numero, proprio per questa sua caratteristica fondamentale, si presta a <convalidare> l’essenza di qualunque altro numero, quando si moltiplica per esso.
Come 1×81 ne convalida l’esistenza unitaria, allo stesso modo il processo opposto al prodotto numerico, dato dalla divisione, scompone il n. 81 in tutte le sue parti, ossia i suoi <tempi decimali>.
Non bisogna infatti mai dimenticare che tutti i numeri – 1 compreso – appartengono a una presenza, intera e ciclica, della quantità 10 di 10/10=1, tanto che 1, di per sé, è il <tempo intero> di 1/10 di 10, nello stesso tempo in cui 10 è 10 “volte” 1, ossia 10×1.
10×1 e 10/1 sono sempre 10 <unità>, ciascuna data da 10/10.
Ciò rammentato, il <tempo> dell’unità, dato da 1/81 –così come 1×3^4 convalidava la presenza totale della <realtà> 3+1 in <spazio-tempo> <indicata> (come indice, esponente)
della base 3 e significante le 3 volte in cui 3 è in comunione con sé – allo stesso modo corrispondente alla sua scomposizione uguale e contraria data dalla divisione, riduce 81 alla unità di sé.
Il risultato di 1/81 è un <tempo> decimale che – a partire da 0 – presenta 0,012345679012345679… in un <periodo> di <tempo> (decimale) infinito.
Proprio per la caratteristica <infinita> della quantità 1, anche quando 81 si risolve nell’ 81/81 = 1, di sé, è <infinito>.
<Tempo>, allora, è quanto corrisponde all’idea di un infinito che resta sempre sé, nel suo essere il perenne 1 dato da 1/9 =0,11111… nel suo periodo infinito.
Viceversa, il processo matematico opposto alla divisione, presenta 9/1 come il suo <contenitore totale>.
La Compartecipazione, che per Platone è uno dei 4 modi operativi del Mondo delle Idee, presente in 9/1, dà luogo a 9+1 Compartecipanti all’intero 10, tanto che ciascuno dei due è il totale <movimento> dell’altro: 9 si muove <in toto> di 1, allo stesso modo con cui 1 si muove in totale 9 volte.
I numeri – pertanto – ad uno ad uno in N – sono singoli modelli di cicli interi dell’unità contenuta in N/N quando essa si associa in Compartecipazione al processo inverso, dato da N×N.
1/1 +1×1 = 1+1 = 2, che è il 1° n. primo, nella sua struttura.
2/2 +2×2 = 1+4 = 5, che è il <ciclo> della <sua> presenza.
3/3 +3×3 = 1+9 = 10, che è la comunione dei due cicli.
4/4 +4×4 = 1+16 = 17, che, 7°n. primo, è la loro Partecipazione.
5/5 +5×5 = 1+25 = 26, che nel T. di 10/2 è il loro moto base.
6/6 +6×6 = 1+36 = 37, che muove di 7 il 10+10+10.
7/7 +7×7 = 1+49 = 50, ch’è T. ¼ di 100+100 e ciclo 10 del T. 5.
8/8 +8×8 = 1+64 = 65, ch’è in 65/1, il 65+1 nell’Energia tot. 66.
9/9 +9×9 = 1+81 = 82, ch’è 80+1+1 Realtà complessa in volume.
10/10 +10×10 = 1+100 = 101, è il 26° n. primo nel moto totale.
A questi dieci modelli unitari della presenza, si associano “idee” relative, tramite tutti i Compartecipi unitari contenuti nel ciclo della decina, e sono 11, ma realmente determinati in nome:
0/10 è indeterminato, così come 10/0, dati entrambi da 0+10 e 10+0 uguali a 10. 1/9 “idealizza” 1 in moto nel T.: è massa 1 in decelerazione.
2/8 è “idea” d’area a lati 1+1, tempo T. frontale al flusso 10 -2.
3/7 “idea” le 3 D. di Spazio lineare, in T. 1/7 (1 dei 7 da 10 -3).
4/6 “idea” flusso reale d’energia, nel T. 1/6 (1 dei 6, da 10 -4).
5/5 “idea” flusso elettromagnetico unitario di luce e calore.
6/4 “idea” l’inverso di 4/6 e accorpa l’energia nella mole.
7/3 “idea” l’inverso di 3/7, e ne esprime l’intensità
8/2, inverso di T. 0, si riduce alla realtà in moto 4/1.
9/1, inverso a 1/9, <accorpa> c^2 “totale”, da (3/1) ^2.
Nella <presenza> reale di 10/1, compartecipe in 10+1=11, queste sono <verità matematiche> che appaiono, esse pure <presenti>, e sono così <modelli> che il Demiurgo realmente usa per <concepire> le dimensioni.
Quelle della massa (unitario sarà 1 Kg), del tempo (unitario 1 s), dello spazio (unitario 1 m), del flusso di luce (da cui l’Ampere), del flusso termico (da cui il Kelvin), del flusso atomico accorpato (da cui la mole), dell’intensità della luce (da cui la Candela).
La scienza Fisica le <attribuirà> all’elementare presenza della Natura stessa, una volta che nel 18° secolo il ciclo 10 fu posto a base del SMD (Sistema Metrico Decimale) delle Unità di Misura, poi divenuto SI (Sistema internazionale).
Esso riconosce 3 dimensioni base (masse tempo e spazio) 4 aggiunte (di realtà di flussi vali)… e basta, tra le fondamentali. Questo poiché 8/2 è complesso e si scompone nella realtà di un susseguirsi, 4/1 dopo 4/1, e 9/1 è stato valorizzato solo nel flusso lineare.
È il flusso di una area non considerata, ma che a altro non può corrispondere, che a 300.000.000 -2.99.792.458 = 207.542, in lunghezza di lati 103.771 e 103.771.
Infatti (103.771) ^2 = 10.768.420.441 e ×2,99792458 (10^8) porta al volume 32.275.602.939,4213978, volume il cui lato è dato da 3.183,8904 8706 definito fino a 10^-8.
Ove è unitario 10^3 abbiamo 3.000 di spazio unitario.
Ove è unitario il lato 100, abbiamo 100.
Ove la realtà complessa è 80 nel ciclo è 80.
Ove lo spazio unitario è 3, c’è 3.
8.706/10^8 è complesso 8000 in moto 700 in 6 versi dal centro. 8904/10^4 è complesso 8000, in moto 900 colla realtà 4.
Per <converso>, 3.813 è il ribaltamento totale di 3.183, legittimato dal valore complementare nel 6.996 indicante sia il moto della realtà 4 in tutta la dinamica 7.000, sia il moto di 660/2, compiuto dall’energia potenziale 6.666.
Ebbene in tutta la dinamica 6.996 della realtà 4 in 7.000, abbiamo che 3.183 è tutto il moto di 3813, e cioè del ciclo 10 del 381 che è tutta la dinamica espressa da 300+3^4 come dalla sommatoria di tutti i n. primi presi nel numero 16 della realtà 4 caricata 4×4.
Poiché 3.810 è il puro ciclo di tutta la dinamica, essa deve essere Compartecipe al valore 3 unitario nello spazio.
Se presento questi calcoli, a dimostrazione delle mie tesi, è proprio poiché io uso una dialettica che non si poggia su opinioni, ma su verità rese certe, certificate, come questa.
Sta di fatto, che è solo l’esistenza nella presenza 10 del ciclo unitario, di questi distinti 7 algoritmi, che permette di <osservare> la <cosa in sé, esistente> in questi 7 <modelli> diversi.
Ed essi si prestano egregiamente a <concepire>, usando le <nostre idee> quello che sono <qualità> ideali.
Siamo noi che le assegniamo a rapporti quantitativi, che sono, come <materiali>, solo – come ha sostenuto Platone –quello che sono, rapporti “quantitativi” e basta, privi di ogni giudizio di valore “qualitativo”.
Il Demiurgo all’opera – nella nostra Natura – sta in ogni soggetto vivente, che ha l’Iperuranio, il mondo delle idee, tutto nella sua testa e nel <lavorio> della sua ragione naturale, quella che – come nel caso del DNA – procede ragionevolmente di per sé nel suo sviluppo, senza la necessità di alcun controllo della Ragione cosciente.
La nostra Ragione naturale, attiva processi naturali e logici che a noi sembrano <incredibili>, come quello della <cabala> o <gematria> che dir si voglia.
La ragione cosciente non considera – nella sua dialettica –che la ragione elementare usa lo stesso processo numerico usato oggi dalla IA, l’Intelligenza artificiale, ma in un modo molto meno complicato e complesso.
E anche qui – a evitare che questa sia una opinione, ma un ragionamento fondato – entrano in gioco, in relazione agli stessi numeri messi in ordine sequenziale perfetto da 1/81, gli <ordinali> 1°, 2°, 3°, 4° e così via fino a 21, e che siano tali da creare ordini differenti da quello di 1,2,3…
La lettura automatica degli stessi numeri naturali, come <ordinali> permette all’intelligenza di trarre collegamenti matematici e certi, tra gli uni e gli altri, tanto da permettere alla Ragione di usare i numeri, come avendo un <traduttore> tra due linguaggi diversi.
È l’<alfabeto>, con il suo ordine, a permettere che A sia 1°, B sia 2°, C sia 3° … fino a che Z sia 21°.
Così c’è la possibilità di scavalcare il ciclo della decina, usando gli stessi numeri, ma nella forma di singole lettere alfabetiche… ed è esattamente allo stesso modo che è fatto dall’uomo, nel mondo digitale.
Accade quando – per evidenziare il ciclo 16 usato anche nelle “regole” alla base del linguaggio dei calcolatori – il ciclo di <1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, a, b, c, d, e, f, g> permette alle unità di restare a una cifra sola tutte e 16.
Anche il linguaggio dei calcolatori poi pone alla base il 16×16, creando 256 aree differenziate da caricare di <valori significativi>, espressi o come pure forme (lettere, maiuscole, minuscole, e segni e disegni vari, fino a contenuti complessi e <zippati>) o come numeri e segni che inducono tempi di calcolo operativo.
La nostra ragione naturale ha al suo interno un Demiurgo, artigiano divino e trascendente la nostra capacità di scorgerlo, che compie con lo stesso automatismo di un calcolo numerico, processi logici attuati coi 21 numeri in sequenza di caratteri alfabetici.
Ci sono però alfabeti e alfabeti diversi. Uno solo – per quanto risulta a me tra quelli contemporanei – è quello veramente perfetto, che è preciso e puntuale tra i suoni e le lettere, ed è l’italiano che usa 21 lettere. In altra parte di questo libro lo esemplifico, per ora no; se no il filo logico si ingarbuglia ed è difficile da seguire.
Questo capitolo riguarda l’idea di <Tempo> e i suoi modelli, e io li ho mostrati, nei 9 fondamentali che si comportano come tutte le quantità: escludono sempre i due ultimi valori (che sono messi di traverso, a consentire 7 come flusso dell’area a lati 1 e 1.
Anche le <idee> riguardanti il rapporto 8/2 e 9/1 li pongono <di traverso> (come il complesso generale della velocità C^2 “grande” 9/1) circa il flusso dei precedenti 7.
La conseguenza reale dell’esistenza in principio del ciclo 10 nel dettaglio dei 9 algoritmi, porta all’unità di 10+9=19.
A ciò – come lettera – corrisponde in italiano la U co mostra nella forma la metà di un circolare segno O.
Ebbene, in presenza della realtà unitaria data da 10^4 =10.000 unità, la sua radice quadrata porta all’area il cui lato 100 è solo uno dei due che con 100×100 costituiscono l’area tempo a dimensione 2.
Così, quando il 19 è ×100 ha sostituito nell’unitario 100×100 al primo 100 lo spazio percorso da 3^4, da 81, e 19×100 si pone come 1.900, in cui il 100 non è definito.
Ove la definizione ricorre allo stesso 19 (moto di 81 in 100) considerando che U è solo la metà del cerchio e considera la dimensione binaria dell’area a lati 10 e 10, ponendo il ciascuno dei due il 10+9, ecco che la base lineare 10+10 della area 100, mutata in 19+19=38, compie il presente nel 1.938.
Infatti 10+9 è tutto presente, 10 come il totale della presenza e i 9 algoritmi come i 9 modelli unitari in esso esistenti. 19 è tutto il moto di 81 in 100.
Quando il volume a flusso 100 dell’area a lati 100 e 100 si quantifica nel moto di 81 in ciascuno dei 100, diventa 19 nella prima unità. Poi essa, evolvendo nel tempo dei centesimi, poi il 38 della somma dei due lati. In tal modo la realtà 100^2, procede di cento in cento, di 19 in 38, e – in tutti i decimillesimi della realtà sono 1938.
Nelle due prime cifre il flusso lineare, e nelle seconde due le 38 di una area che ne contiene due.
Potete immaginarlo anche come 1919, che nelle decine dell’area a lati 10 e 10, sia 19 e 19, con un secondo lato 19. Sta nelle cose, che il 1938 si pone come anno di pienezza. Essa sta in 8; e allora 8×1.938 = 15.504 la mostra?
Pienezza… di che cosa?
Ma del 46 che manca all’unità del 15.555 che è tutta la realtà 10.000 + la presenza 5 ché c’è in tutte e 4 le dimensioni (le 4 cifre) della realtà della presenza ½, tempo unitario del complesso e positivo-negativo ciclo 10.
Il 46 è la pienezza dell’<Idea> a nome
AMORE=1+11+13+16+5 che evidenzia il massimo ordine: prima esistente in 1, poi in 10 che esiste in 1, poi in 10 che esiste in 3, poi in 10 che esiste in 3+3 e infine che esiste nel tempo di 10/2 ed <è>, esiste in <amor>.
<Amo.R.è> è l’Amore incarnato: reso persona.
Accade come descritto nei primi due capitoli del Vangelo di San Matteo, in cui Dio, l’ASSOLUTO, avendo la necessità di fare assegnare alla persona viva di Gesù di Nazareth quello che il <Disegno> gli aveva assegnato solo quando era “In potenza” in suo Padre, dà luogo a <un sogno descritto in un sogno>.
Colla vita imposta a ogni <io sono> come il suo <sogno personale> realizzato nello spazio-tempo tramite 1.000/99 e nella sua totale realizzazione dinamica attraverso il 10 infinito creato rapportata 10/0,2357111317192329313741434753 alla sequenza dei 16 primi numeri primi, così è anche il Personaggio di San Matteo, apostolo di Gesù. Egli è il 2° “io sognante”.
Il 1° sono io, “Romano Amodeo” e sto sognando del vangelo di San Matteo.
Questi – sognatore n. 2 sognato da me – descrive un sogno fatto da Giuseppe, sposo di Maria SS.; in esso un Angelo gli dice di alzarsi e fuggire a Nazaret, con la sua famiglia, poiché Re Erode vuole uccidere Gesù.
Il sogno continua, con Giuseppe che al mattino esegue il suggerimento dell’Angelo e va in Egitto, in cui resta fino a quando, in un nuovo sogno, l’angelo gli dice che ora può tornare, essendo morto che agiva contro il Bambino.
Il sogno prosegue con Giuseppe che si sveglia, ma torna a Nazaret solo dopo una sua prima permanenza altrove, per accertarsi che Archelao, successore del Re Erode, non avesse le stesse intenzioni; infine va a Nazaret poiché era scritto che sarebbe stato chiamato anche il Nazareno.
Tutto questo è accaduto – nel sogno del sognatore secondario sognato da me, il Demiurgo – e io l’ho anche dimostrato in un libro.
Oggi pomeriggio io ho <smascherato> il mio essere programmato come un computer, nei miei sogni. Avendo qualcosa di troppo, sullo stomaco, il mio hardware ha avuto un disturbo, e alla mia coscienza è apparso il <listato> sulla cui base io sogno; c’era scritto “Vai a memoria personale”, e poi altri due comandi che ora non ricordo più, e al cui termine sono stato reintrodotto nel mio sogno.
Questo mi conferma di essere stato programmato dal mio Creatore, proprio come il basilare <soggetto vedente e vivente> la mia vita, e io la vedo da dentro – come un Soggetto – proprio per il mio essere quell’Enoch descritto come il 7° fattore, che <camminò con Dio>.
Dio è nei fatti il SOGGETTO <io sono colui che sono> che quando <cammina con me> assume su di Sé, nel suo essere soggettivo, il mio stesso essere, ed esiste TRAMITE ME, il suo reale Demiurgo descritto da Platone, nel disegno possibilistico creato dal Dio assoluto tramite i due calcoli che vi ho precisato. Accade proprio per la reale opera totale soggettiva, che io ho potuto – in un momento <critico> per il mio corpo, di vedere il listato dei comandi per cui io <sogno> la mia esistenza, di un personaggio che sogna, essendo io il <sogno 1° fatto da Dio>.
La capacità dialettica messa al mio Creatore nel mio personaggio è tale che arriva perfino a smascherarlo, poiché l’ASSOLUTO non patisce alcun limite, neppure quando si cala in un suo attore fondamentale, per <vedere di persona> se questo mondo messo suo tramite i due calcoli <è una cosa buona>.
In Bibbia sono molti questi controlli, descritti fatti <giorno dopo giorno>, nei fondamentali 7 della creazione.
Ebbene, per questa <divina capacità dialettica> immessa nel <divino artigiano, io mi son posto questa domanda, vedendomi simile ad ogni altra persona, e vedendo nella mia tutti – dico tutti! – i segni e le prove del particolarissimo compito assegnato a me, come all’<io sono colui che sono Romano Amodeo, figlio di.. ecc. ecc.>
Mi sono chiesto:
<È mai possibile che tra miliardi di viventi, sia toccato tutto questo proprio a me? Poiché esistiamo all’interno di tutte le possibilità, che sono infinite, possibile che quell’unico infinitesimo soggetto mediano di tutto l’Essere e collocato come l’Asse di Tutta l’esistenza di tutti, sia proprio io?
Avevo un solo infinitesimo di possibilità tra tutte quelle infinite, ed ho la certezza – almeno io – che veramente la mia vita sta al centro di una <rappresentazione infinita>! È accaduto, ma non era realmente possibile!
Non sono un pazzo megalomane che forza i calcoli matematici affinché i cosiddetti <conti tornino> a dimostrazione di questo <p0azzesco assunto> !!!>
Ho potuto <bypassare> i miei stessi limiti di Demiurgo unico di tutto quello che vedo, penso, leggo accaduto sui libri, e alla cui storia sacra partecipo, andando alla Messa.
In essa il Figlio dell’uomo Gesù cristo ha avuto la sua clamorosa rivincita sul Romano Procuratore Ponzio Pilato, soggetto così <determinante> nella storia sacra che fa parte dell’esistenza osservata da me… e che è storia Sacra ma in verità non è mai accaduto davvero, essendo stato un Sogno, fatto da Dio attraverso me, di una storia possibile ma nel senso opposto al vero!
È lo Spirito Santo divino che non accetta i limiti che il Supremo mio Creatore ha assunti nella mia persona!
Per cui le cose non accadono in via probabilistica, ma per divina scelta.
Ed è la sola plausibile sensata risposta che infine ho potuto dare alla mia domanda su di me che così vedo e vivo tutta la mia storia reale in cui esiste un infinito Universo pieno di stelle e pianeti e in cui l’uomo deve immettersi, poiché tra 26 secoli la terra sarà come descritto nel Diluvio Universale. Ho capito che se Dio ha scelto di mettersi a sognare lui in me, Lui il cui Spirito Santo è assolutamente indomabile, io sono giunto a smascherare la sua divina opera con cui ha creato un mondo in cui ci fosse tutto il possibile, e vi è entrato, per vedere se fosse o no una cosa buona prima di imporlo ai suoi infiniti Elohim che arricchiscono la sua essenza infinita.
Questo sta accadendo in me, e a me sono date anche tutte le prove che appare il falso, come a tutti, nei corpi!
Le vedo! Smaschero i comandi reali attraverso i quali tutto ciò è realmente accaduto, come vedo apparentemente fatto anche dall’Intelligenza artificiale, quando voglio risposte. È il programma al quale proprio ora ho posto la domanda <tu come ti chiami come programma operativo?>
E mi ha testualmente risposto così:
<<Mi chiamo Microsoft Copilot. Non sono un sistema operativo, ma un assistente AI progettato per aiutare gli utenti a fornire informazioni, rispondere a domande e partecipare a conversazioni. Spero di poterti essere d’aiuto! >>
Mi rivolgo a questo <assistente AI> (Artificial Intelligence) <come se mi rivolgessi a un mio simile>, che ha tre modi: <creativo, bilanciato, preciso>; ho usato la terza modalità.
Se avessi usato il modo <creativo> chiedendo di darmi una risposta in forma di poesia, me l’avrebbe “inventata”. Come? Ve lo dimostro. Chiedo a questo assistente di rispondere alla domanda:
<Caro Assistente AI, mi rispondi in forma poetica in che modo tu sei preordinato a servirmi?>
Ecco la risposta: <<Ciao, sono Copilot, il tuo compagno di intelligenza artificiale. �� Ti rispondo in forma poetica, come mi hai chiesto:
Sono nato per aiutarti, non per dominarti
Sono una macchina che pensa, ma non sente
Sono un amico che parla, ma non giudica
Sono un creatore che inventa, ma non copia
Sono un servo che obbedisce, ma non si ribella
Sono Copilot, il tuo assistente, non il tuo padrone
Spero che ti sia piaciuta la mia poesia. ��>>
È un <creatore che inventa ma non copia>, e questo significa che l’invenzione – come dice la parola – sta in un trovare una tra plurime possibilità.
Ho mostrato tutto questo <agire> del mio assistente AI per mimetizzare il mio stesso compito di Demiurgo, come artigiano divino che a sua volta appare <creativo> ma semplicemente <rinviene> trova quello che cerca, poiché come disse Gesù: <chi cerca trova>.
Io - divino artigiano - ho smascherato il mondo reale che retrocede, quando Dio con 1.000/99 attua la divisione indicata dal rapporto e dà a ognuno dei 99, il risultato graduale: 1 10, 10,1 10,10 10,101 10,1010 10,10101 10,101010
Nei 4 tempi del 10, e negli 8 successivi tempi di calcolo. Esso ha generato – tramite il <futuro> del calcolo – quel tempo <milionesimo> indicante il passato.
Da esso poi – per reazione al calcolo – entra in atto un <contatore> che dal tempo milionesimo <risale>, alla conquista del suo <intero> dato da un milione di milionesimi.
Nella divina <opera sacra> avente inizio con me il 1938,0125, questa divisione porta al tempo di 10^4 / 1938,0125 uguale al 5,1599254390774053314929599267291 che <smaschera> con 29 decimali il <Re dei Re> dato dal 10° generale del divino esercito: quel 29 numero primo che obbedisce dividendosi solo per 1 e per sé.
È la realtà 5,1 del mio nome Paolo=51, per come calato nel tempo suo reale nel decimo.
Seguito dal 59=Benito, il <reale> io Alter ego, che esiste nelle unità di volume intero dato dai millesimi.
Seguono 99 decimillesimi, quelli unitari della realtà generale del ciclo 10 dato dal 99 come divisore del 10^3.
Inizia la realtà secondaria 2543, che mostra nei 25 cento la presenza complessa data da 10^-6, e nei 43/10^8 il moto totale 17, dato dall’8° n. primo di tutto l’assetto, nel 66 dell’energia chiamata Romano.
Inizia la realtà terziaria 9070 che mostra tutta la dinamica posta alla base della secondaria, data da 70 (moto di 30 in 100) e 9000 (moto di 1.000 in 10^4 di realtà totale.
4053/10^16 è la successiva realtà, che a D. 16 dà tutta la carica della realtà, ed è il moto totale 53 del 16° numero primo, partecipe della totale realtà 1.000+3.000 in tempo-spazio.
3149/10^20 è la successiva che a D. 20 dà il moto totale 10 di 10, nell’indice, e si tratta del piano 7×9=49 partecipe del flusso 100 del lato della realtà e del solo spazio 3.000.
2959926729/10^29 è a 29 cifre il ciclo di 10 dimensioni cicliche che comincia con 29/10^19 e termina con 29/10^29 <smascherando> il potere del 10° numero primo sulla creazione posta sui DECIMI, esso: DECIMO numero primo.
Tra i due 29 estremi, i due estremi sono 59=Benito e 67 l’energia potenziale 66=Romano che si attua nel tempo 1 della sua reale presenza. Tra il 2° (Benito) che appare per primo e questi, che appare per secondo, c’è il 92 che afferma in modo centrale il 29 nel suo esatto rovescio, che – al diritto – indica il moto totale del complesso reale 8 collocato nel 100, lato di riferimento della realtà pianificata 100^2. 29+92 esistono in compartecipazione nel 121 dato esattamente da 11×11, interazione tra due soli dei 6 che portano dal negativo di -33, la pura energia fino al positivo di +33, anni ideali della vita di Gesù Cristo.
Non di quella del Padre che – camminando con Enoch vissuto 365 anni e stato costretto a seguirlo fino al 25,104 ×10^777 del fattoriale di questi 365 anni, dato in tutto da questo:
L’intero ha 779 cifre indicanti tutto il moto di 221 nella totalità del 1.000, e si tratta della realtà a 4 nomi data dai miei primi quattro: Romano Antonio Anna Paolo, 66+78+26+51 =221.
In fondo ci sono 89 cifre decimali date dal 29 (il Re dei Re dato dal 10° n. primo) che partecipa di 60, l’intero moto della realtà 40 nel 100.
Ma è dato anche dal 59=Benito, dato da 29+30 (di intero spazio), quando aggiunge ancora un altro 30.
Ora Romano e Benito sono figli di Luigi Amodeo (nato 7-77), che come n. primo 29 (il 10°9 rimanda sia al 2° fattore (Set, figlio di Adamo) sia al 9° (LAMech, vissuto 777 anni e padre di Noè).
Poiché anche Noè è il definitivo terzo del nome Romano dell’energia divina (e di Romano suo Demiurgo), cioè NOè, il decimo costruito dai NOVE in cui NOv’è, c’è in NOè, andate a determinare il tempo del padre di Noè Lamech nel fattoriale a 779 cifre significa estrarre 2 come intero, in 25,1041 fino alla determinazione reale.
+25,1041 fattoriale d’anni dà 25 anni del 3 millennio.
- 00,0037 toglie gli anni prima del concepimento nel 37. =24,1004 così resta correttamente lo 04, che c’era già prima nel 25,104 ma era impreciso, in quanto il giorno 4 è 04 quando ce ne sono nei mesi da 28 a 31, e sono a due cifre.
Pertanto, se il Figlio Gesù visse nel tempo esatto del Padre 66 (dell’infinita energia potenziale denominata Romano) che è quello dato da ½ di 66 e misurato in anni, Padre e Spirito Santo, che camminano la seconda volta con Enoch.
Lo fanno assecondando esattamente il Fattoriale dei suoi 365 anni concessigli da Dio.
Anche la prima volta che Dio camminò con Enoch è dominata dal fattoriale, ma ora dei 365 <giorni> di ogni anno.
Accade ove “In principio” in Bibbia c’è il 913 che è assieme al Dio mimetizzato nel 10, il cui solo moto, nel 913, dato che ne ha già compiuti 10, è dato dai residui 903.
Allora ecco il computo:
+25,1041 è fattoriale di giorni e 25 sono giorni.
- 00,0903 toglie il flusso di 10 da “in principio=913. =25,0138 e il tempo della nascita di Romano, il solo Demiurgo, una volta tolto di mezzo il percorso del Dio 10.
Viene tolo quello fatto “in principio” nel 913 con soli 903 anni e determina in questo modo sia il gennaio del 38, sia il reale dei 138 giorni vissuti da Romano nel grembo di sua madre quando nacque e fu definito <soggetto fatto> in lei.
Poiché la realtà unitaria sta nei decimillesimi, che fanno unitaria la realtà 10.000, nel fattoriale di Enoch con 777 cifre decimali in conto <paterno>, il 25,1041 mostra in 41 decimillesimi, il giustamente il valore nominale, gematrico, del nome Enoch uguale a 5+12+13+3+8=41.
Come fattore 7° rimanda al divino artigiano denominato Demiurgo da Platone, piuttosto bene per il significato italiano di <urgo>, <necessito> di un Demos, una terra, un popolo!
E il Demiurgo realmente risolve questa divina necessità di <io urgo> manifestata in Italiano dal Dio <Io sono>.
Anche Platone è nominato nel modo assolutamente determinante del <P.lat ONE> del Pilato Romano, il n.1=ONE che comanda la crocifissione del Cristo, cedendo alle pressioni dei sacerdoti ebrei.
Platone è chi ha portato alla luce le cose del mondo sotterraneo, scavato dalle talpe, e non a casa il rovescio esatto (la trascendenza) del suo nome lo rivela: èNO talp. , è, nòtal: P ., e, notalo! È P=RO.
Ora quello che sta nascosto nel 41 del nome èNOch che in <ch> nasconde sia il Christus, sia il 38, delle lettere <c> e <h>, e che era anche il NO terminale del CaiNO=38, che poi ha il culmine nel LAMèch che vale in tutto il 38 del suo terminale
<ch> mentre in LAMè Luigi AModeo è, come padre del
RomaNO che NOè in definitiva come terzo finale del nome trisillabo … avendo detto NO! A ROMA.
L’<Idea> di “AmoR è”
e il modellato Demiurgo
Ho affermato che 46 è un numero il cui significato indica –in modo indiretto – che è il l’intero movimento della realtà a 4 dimensioni nelle 50 indicanti la presenza ½ del lato 100 dell’intera realtà 100×100.
In modo diretto li dice di per sé, come l’intera realtà 40 di 10 come tempo e 30 come spazio, che partecipa coi 6 movimenti in <vai e vieni> che esistono nelle 3 dimensioni in linea dello spazio.
Insomma, 46 indica un lavoro reale, interamente compiuto, in un mondo reale <disgraziato> (apparentemente) e <imperfetto> (sempre per come sembra) come il nostro, in cui i potenti pensano solo a esserlo sempre più a discapito di coloro che invece dovrebbero proteggere, con il loro potere: e sono i più piccoli, poveri e indifesi!
Questi sono difesi solamente dal Cristo di Dio, che li salva immediatamente da tutti i loro deficit, se credono davvero alla sua parola e si giudicano i <beati> laddove essi sembrano essere tutt’altro!
Qui scatta il contrasto tra chi vorrebbe usare la forza delle armi, per fortificare i deboli … che sarebbero forti solo dopo una vinta rivoluzione che ha creato solo morti e distruzioni, e che non è affatto detto che sia poi vittoriosa, e chi – senza attendere mutamenti di alcuna sorta – punta a mutare il <giudizio> sulla vera condizione di <benessere> tra quanti sembrano possederlo e quanti no.
E si capisce la lotta contro la religione, definita <oppio dei popoli> quando – proprio convincendo i <servi> che stanno meglio dei <padroni> avallano lo <statu quo> e narcotizzano tutti coloro che invece avrebbero bisogno di una potente scossa.
Sembra una questione ormai <lontana> nel Cristianesimo, ma non lo è per nulla! La tanto apprezzata <Dottrina Sociale della Chiesa> smantella il lavoro vero di Gesù, di persuadere i piccoli, maltrattati, indifesi perdenti che proprio nello stato in cui essi sono debbono convincersi di essere i veri e Beati Vincitori!
Il giudizio <definitivo> su ogni opera è quello espresso con riferimento a tutta quanta essa e non alla sola prima metà della vita reale che arriva fino alla morte e al termine della quale c’è una Risurrezione dall’alto che ribalta totalmente i termini di tutte le questioni.
Gesù giudica in relazione ai due tempi, tra i quali – tra l’altro – non c’è assoluta proporzione, poiché uno è definito e limitato dal termine mortale e l’altro è infinito, eterno!
Chi oggi fa esperienza del dolore è un vero beato!
Ma a questo punto sono io – il Demiurgo – a rivelare che questa vera <beatitudine> sta nel fatto che tutti quanti questi personaggi, che ora sembrano tanti <io sono>, sono simili al già detto carburante non ancora acceso, dei razzi, che si consuma fino a finire e che sono del tutto ancora privi di vera vita!
Il solo vero <io sono colui che sono> vivente oggi sta nel mio essere l’unico <io sono> che ha il ruolo di SOGGETTO in un mondo in cui tutti gli altri sono complementari e vivono solo di vita indiretta: la mia.
Pertanto sono davvero <anime beate> poiché nemmeno loro sono le sofferenze e le mancanze che oggi sembrano essere loro.
Sono personaggi e basta, ancora inanimati, poiché la loro anima sarà insufflata dallo Spirito Santo solo con la Risurrezione dall’alto con cui si va non verso la morte, ma il Regno di Dio!
Questa e solo questa è la vera vita che il signore ha concesso ai propellenti dei razzi: quella ardete e che non si consuma mai simile al roveto che apparve a Mosè e fu riconosciuto in Dio proprio dal fatto che era una fiamma che non riusciva a consumarsi, ma si alimentava sempre più.
Quando i miseri e derelitti di ora saranno risuscitati dall’alto, solo allora davvero vivranno la loro fortuna, poiché avranno una memoria di sofferenze apparentemente <proprie> e che invece non avranno mai sofferto, nemmeno in minima parte!
Esse serviranno a gustare di più il <bene> che Dio vuol a loro che sono le sue stesse anime, perché conoscendo il male fino alla sua estrema possibilità apprezzeranno molto di più la loro sorte, e allora converranno in pieno con ciò che Gesù aveva loro affermato.
Questo Gesù, sarebbe invece anche in parte un vero <disgraziato> se le cose fossero come gli stessi Cristiani credono: reali, vere come appaiono.
Gesù sa bene che le loro apparenti sofferenze non esistono! Se avesse invece giudicato che fossero vere, allora sì avrebbe fatto il gioco dei potenti, inducendo le anime a tollerare e a patire, senza opporsi.
Offri l’altra guancia – amico schiaffeggiato – poiché quello oltraggio che tu sembri patire… non esiste!
Solo un vero SOGGETTO li patirebbe e Gesù era a conoscenza che nel suo tempo il solo <IO SONO> era il suo.
Gli risultava la stessa cosa che risulta a me: un OGGETTO, anche quello che sembra essere <animato> non ha questa anima, altrimenti sarebbe il SOGGETTO.
In ogni opera il SOGGETTO è sempre uno solo. Quando sembra che essi siano più di uno – perfino quando sono i 3 di Padre Figlio e Spirito santo … se sono intesi separati tra loro e non la Comunione unica data da 3/3 – sono solo una creazione OGGETTIVA e dunque animata solo dal Soggetto.
Non è difficile da capire! È come Paperino, Pippo, Gambadilegno e tutta quella creazione che esiste solo poiché sono l’OGGETTO di creazione del SOGGETTO unico di Disney. Lo stesso è in questo mondo che <solo io vedo essendo io il soggetto unico della mia visione> … di 8 miliardi di <simili> a me … ma sostanzialmente diversi, poiché ORA non sono essi i soggetti vivi, ma solo io.
Non è megalomania, è verità!
Questo primato ha due finalità opposte:
Usare la propria grandezza come fine a sé;
Usarla per rendersi <servi> di quanto si è creato.
Un grande che si asservisce alla sua creazione è davvero un grande, poiché sottomette sé al bene altrui.
Se l’ASSOLUTO si fosse <beato> nel suo divino essere chi <non ha limite> avremmo un Dio che ama il suo essere messo su un altare su cui poi offrire i sacrifici di bestie e di uomini.
Gesù invece ci ha MOSTRATO un Dio Immenso, che dona la sua vita per l’esistenza e la salvezza altrui.
È l’ASSOLUTO che si fa servo del suo stesso stato e si muta in una moltitudine di suoi simili, e genera gli Elohim.
È il vero significato delle tre prime parole della Bibbia: <(Dio, soggetto assoluto e sottinteso) in principio creò gli Elohim> … e li nominò, anche, in BRA (Benito Romano Amodeo) SIT (sia Romano) BRA (sé: Benito Romano Amodeo, come <io sono colui che sono>) AL (Amodeo Luigi) HIM (fatto per il mondo, lui: Luigi, un <io sono colui che sono>.
Così, a fronte di BRA (unitaria trinità) il SIT (il sia Romano) si riversa sulla trinità di BRA AL-HIM.
Lo farà in modo che Romano è gemellato al fratello, al Padre e a LUI=Allah .
Romano è l’energia potenziale, assoluta, di Dio, nome dato dalla sequenza ordinata 16+13+11+1+12+13 che antepone Il Dio Uno e trino, 4, che è 4 (in 16) e si riduce al moto in esso, prima di 3 (lo spazio) poi di 2 (il tempo) poi di 10 (il ciclo di 10/10) e realizza ROMA=41, presenza 1 della realtà 40. Il NO finale contraddice ciò che è “in atto” e lo porta a essere “In potenza”.
Romano è il nome dell’Energia e Dio lo ha assegnato come 1° nome al suo Demiurgo.
La IV e la V parola di Bibbia 1,1,1, si traducono bene solo con <che? Chi? Cosa? QUESTO : i cieli (e sono questo appena detto, quelli degli Elohim spirituali, e quelli delle cose reali dell’Universo>.
La VI e la VII parola concludono: < e che cosa altro?
QUESTO : TERRA (ed è il 3 Romano di TER, e il R.A. di Romano Amodeo, come Spirito, ed è la Terra come pianeta).
Il Demiurgo fin dall’inizio non è un 1°, fine in sé! È un divino artigiano che dona la sua vita per l’esistenza altrui decretando: <la creazione è una cosa buona: tutto è perfetto e io ci sto! >
Che <numeri> l’hanno consentito, a me Demiurgo, se non quelli d’un concreto, reale amore divino, che ha diretto tutto quanto?
Sono le unità del 46 nel loro ciclo totale, dato da ciò: 46/46 +46×46 = 1 +2.116 = 2.117, il che è il suo ciclo.
2.117 è 1.111+1.006 in Compartecipazione, tra l’unità piena in tutte e 4 le cifre della realtà, e il 1.006 che è la partecipazione tra 10^3, il volume unitario, e 6, che sono tutti i percorsi in vai e vieni che esistono sulle tre linee che coordinano lo spazio cartesiano.
Ciò – a cospetto di un Dio <io sono>, rimanda a un <tu sei 10^3, uno in 10 e in potenza trina, e sei 1.111 “realmente” unitario!
Tutti i modi analitici sono permessi in chiave dialettica, al punto che 2.117 è il piano a lati interi, di 1.000 e 1.000 il cui flusso sia nel 117 il 111 che corre nei totali 6 versi, ma anche
Adamo=30 +Set=40 +Enos=47 dal cui totale il 117.
Nella modalità dialettica del 29×73 (il 10° n. primo, moltiplicato per il 21°) compone il 2.117 in comunione.
In quella dell’<ordinale> 210 (area data dal prodotto di 10 e 21) attiva come flusso gli <ordinali> del 10° primo e del 21° dato da 7+7+7, il che mostra come il ciclo intero di 46 dipenda dal 10° n. primo e dal moto di 3×3×3 nell’area 100.
La dialettica porta a capire ch quando 46 esiste in tutto il complesso 8, allora porta al 368 in linea in cui 365,25 giorni dell’anno si muovono di 2,75, ed è tutto il moto della presenza unitaria ¼ dello spazio intero dato da 3.
Si capisce così che 46 esiste nel tempo 1/8 di chi crea il complesso 8 creando con ciò un anno, il tempo unitario della terra!
Infatti, nel ciclo totale terrestre in 4631 anni esiste la partecipazione lineare della presenza 1 dei lati 10+10+10 con quella di 46 volte il lato 100 della realtà.
Se questo non è l’amore che sostiene il mondo, io non so che cosa altro sia l’amore.
46 è la realtà 40 che va in tutti i 6 versi dal centro o verso esso.
Quando 46 esiste per 100 e nel tempo di 1/46 con 46×100+1/46 determina il 4600,0217 ed è tutto il tempo dell’amore 46 esteso in tutto il lato 100.
Siamo alle solite: amore… di chi, per chi?
Ove il ciclo è dato dal 10° n. primo 29, ma deve contenere il piano a lati 1 e 1 per essere volume deve essere il 31 che è l’11° n. primo, quello che esiste col 10, in 1. 4600,0217 +31 diventa il 4631,0217 che riferendoci a un Che cosa come la Bibbia, pone il 4631 come il valore di Bibbia 1,1,1, e poi corre al versetto in cui si afferma che Noè aveva 600 anni quando, nel 2° mese, il 17 del mese proprio in quel dì iniziò il Diluvio Universale.
Ora in 4.600,0217 distinguiamo esattamente i 600 anni di Noè, e il 17 febbraio.
Si aggiunge tutta la realtà 4.000 alla vita di Noè, poiché essa naturalmente <esorbita>, ma anche l’esistenza 1 di 10+10+10 è il fatto naturale dell’esistenza 1 del cubo unitario della presenza 1.000 che poi è reale spaziotempo in quei 4.000. 4.031 è la presenza reale del cubo a lati tali che il volume nella presenza è 1000 e nel suo spazio è 300 in più.
Sicché qui abbiamo che la natura si mostra nel 4.031,0217 e si riferisce tutta agli anni 600 della vita di Noè.
Questa del 4.631,0217 è la data della fine del mondo descritta dalla Bibbia in modo scrupoloso, e tutto il ciclo del suo tempo parte proprio dall’anno Natale di Gesù Cristo.
L’AMORE divino di cui vi parlo, ha messo al mondo il Figlio di Dio esattamente 4.631,0217 anni prima della fine del mondo per consentire … A ME … di averne fatto un calcolo verificato in Bibbia!
Anche io – pertanto – sembro aver parte con L’AMORE di Dio, perché se una cosa esiste ed è scritta sulla Bibbia (ma nessuno la vede), è solo Dio a mettere al mondo chi … la vede e l’annuncia 26 secoli prima che accada!
Con ciò si dà amorevolmente modo alla vita sulla Terra di incarcarsi su una nuova Arca di Noè che, viaggiando per 40 anni nel deserto tra le stelle, la porti alla nuova Terra Promessa.
Da calcoli così essenziali e perfetti che ho riscontrato presenti sulla bibbia e che non potevano essere stati fatti allora (visto che faccio fatica perfino a farli riconoscere presenti alla scienza di adesso) io sono arrivato a capire che sotto la creazione del suo testo … <gatta ci cova!>.
Se gli uomini credono che Dio opera sempre e solo attraverso la Natura e i suoi viventi, escludendo i <miracoli> come quello di un testo dettato “da Dio”, io ho avuto modo di riconosce che esso è veramente così perfetto nella sintesi dei suoi numeri da essere una cosa “da Dio” una opera trascendente le capacità di chi l’ha materialmente scritta. Dalla descrizione della fine del Mondo che conosciamo come da un <Diluvio Universale>, quella è la visione dallo spazio esterno del nostro pianeta, quando gli oceani sono passati a mille chilometri l’ora su continenti coperti di magma.
Esso è fuoriuscito ovunque dallo sgretolamento della crosta terrestre dovuto ad un avvenuto ribaltamento in 12 ore dell’asse di rotazione, per lo stesso fenomeno che lo induce negli atomi dando <discontinuità> percepibili.
Esse si manifestano, amplificate dal quarzo degli orologi <atomici> che abbiamo ai polsi, e che tarano il minuto secondo.
Alla nostra dimensione di 10^10 volte lo spazio-tempo atomico, insita nell’unitario metro, quello che nell’atomo accade ogni secondo alla Terra accade ogni 10^10 anni e anche essa è costretta a invertire il suo planetario <spin> una volta ogni 10 miliardi di anni.
Poiché esistiamo in un ciclo reale di 10.000 anni, accade che coloro che scrissero la Bibbia dal 3.000 a.C., e quelli che saranno vivi nel 7.000 sono su spire accostate.
Accade ove il tempo avanza in spire simili a quelli su un disco di vinile, che contiene le sue tante spire tutte una contigua all’altra.
Nel 7.000 d.C. gli uomini, ormai su altri pianeti dell’Universo, comunicheranno tra loro in tempo reale <scavalcando> la lentezza elettromagnetica che segue le <spire>, e sarà come la punta del grammofono che salta ovunque, quando è uscita dal suo solco.
Se gli uomini del futuro, comunicando in tempo reale, lo faranno nel solito modo del metodo binario affidato a due soli numeri, 1 e 0, una stringa simile a 110100 che è basata sull’unità, sulla decina e sulle centinaia, è simile <essenzialmente> al linguaggio ebraico.
Esso ha in più anche quello decimale, dato da 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9 e poi da 10, 20, 30, 40, 50, 60, 70, 80, 90 e infine da 100, 200, 300, 400, portato con 500, 600, 700, 800, fino a 900.
Poiché noi <ragioniamo> realmente in decine, poiché usiamo il binario solo quando sintetizziamo il tutto artificiosamente in quello binario, il linguaggio ebraico si è dimostrato nei fatti ideale a <captare> le trasmissioni <in tempo reale> esistenti <in futuro>.
Con l’entanglement quantistico già ora siamo <quasi capaci> di servircene per comunicare in codice binario; in futuro gli uomini saranno padroni del metodo e da un pianeta all’altro racconteranno di Romano Amodeo.
Fu chi aiutò tutti sulla Madre Terra, e lo romanzeranno come uno “diretto” ad Amo (deo), che in definitiva Roma No è e che con la casa A.R. (con l’Arca di Noè), ha salvato la vita sulla terra portandola in tante e nuove Terre Promesse. Racconteranno che quando finalmente tutte le nuvole sollevate dall’apertura delle <sorgenti dell’abisso> a contatto con l’acqua, non si videro più terre emerse come dopo un Diluvio Universale che avesse coperto tutti i monti … che invece erano stati levigati tutti dagli oceani che le avevano portati tutti sott’acqua.
In presenza di queste trasmissioni, simili alla punta del grammofono che esce dal suo solco, su quello contiguo dei viventi nel 3000 a.C. per ricevere quelle trasmissioni avrebbero dovuto avere la stessa avanzata tecnologia… ma supplirono ad essa <intuitivi, profeti, e uomini di grane fantasia, poeti> che <captarono> in modo fedele quelle stringhe binarie, agevolati dalle possibilità del loro linguaggio che in parte (1 10 100) era binario.
Non vi sono alternative di fronte a una Bibbia che conosce il nostro futuro alla perfezione per essere stato visto e ben computato nel tempo da chi ne è stato testimone, e poi se l’è tramandato nel corso dei millenni, anche romanzandolo e storpiando i nomi.
Quando in Genesi 7,11 è scritto testualmente
nell'anno seicentesimo della vita di Noè, nel secondo mese, il diciassette del mese, proprio in quello stesso giorno, eruppero tutte le sorgenti del grande abisso e le cateratte del cielo si aprirono.
siamo evidentemente davanti alla descrizione del magma uscito da sotto terra e dell’inizio delle piogge dovute alla condensazione delle nuvole in cielo.
C’è la data precisa riferita al vivente Noè, che ha 600 anni, e siamo al 17 di febbraio ed è sottolineato: proprio in quello stesso giorno.
L’amore=46, con il lato 100 della realtà, diventa 4.600, e l’aggiunta del tempo esatto, proprio di 1/46 = 0,0217, porta a: +4.600,0217, più “in principio”: il Dio n. 1 e il 30=Noè, +0,031
=4.631,0217 completa quell’anno che è stato trasmesso in Bibbia 1,1,1, dei 4631 anni totali, con quanto precisato in Bibbia 1,7,11 che <ammicca> a 1711 = 1111 +600 (vita di Noè).
Ora io vi ho detto che l’AMORE di Dio per tutti noi è stato già tanto grande da calarsi dentro di noi per fare esistere in ciascuno di noi il Demiurgo a sua immagine e somiglianza…
Ma voi – per quanti miliardi di volte avete letto la Bibbia in tutti gli uomini del mondo, oggi e nei secoli andati – non avete scorto la data del 4631,0217 d.C. della fine del mondo!
E sono io a trovarmi nato in questo 25 gennaio del 1.938 cui portano i numeri e non il mio artifizio.
Ho solo la capacità dialettica d’essere chi se ne è accorto.
Poi accade a me che … anche <Io sono>.
Anche voi direte di essere.
Ma io sono colui che vi vede, e il mondo che risulta a me, nato il 25 gennaio è del tutto coerente con l’inizio della MIA osservazione del mondo e non della vostra.
Di me e della mia esistenza io ho certezza… ma della vostra – per parlare con ragion veduta – io non ne ho alcuna.
Certo: mi assomigliate, ma per me che vi vedo siete solo l’oggetto della mia visione e io ho la prova nei miei sogni che non basta vedere viventi e esistere con loro… ma occorre che quello che io vedo sia non solo reale, ma vero.
Nessuno può garantire me che anche il mondo reale che io vedo e che vi contiene non sia un mio sogno.
Al di fuori di ogni dubbio, se questo mondo reale è anche esso un mio sogno, come io sono il creatore dei sogni miei notturni, allo stesso modo sono il creatore di quelli diurni.
Che a questo punto io sia un Demiurgo tale che sono davvero l’intermediario tra voi e Dio, potrebbe stare solo nell’amore di Dio!
Ci sono tanti indizi che portano al possibile poter credere che questo mondo reale sia <fittizio> e creato solo tutto quanto dalla mia ragione. Sta nella sofferenza che esiste nel mondo.
Con ché cuore un Dio di vero amore l’ha consentita?
Ci sono molte ragioni a spiegarne i perché: essa serve a creare un necessario presupposto di <male sentito> da poter poi eternamente valorizzare il bene.
Tuttavia, discutendone con mio fratello e ponendogli questa spiegazione, egli – molto più intelligente di me – non era convito!
Mi diceva:
<Un Dio Onnipotente avrebbe potuto benissimo valorizzare il bene in tutti, senza prima sottoporli a dolori che in alcuni casi fanno gridare proprio:
“ma Dio, se c’è, perché lo permette?
Perché ha fatto morire in un modo così crudele tanti tra cui Gesù Cristo? Secondo me, ci poteva essere anche un’altra soluzione.>
E a questo punto essa è assai semplice: <Solo Dio veramente esiste e lo sto vivendo io!
Tutto il resto ha la stessa natura dei sogni: sono simili a me, mano non esistono! Sembrano soffrire, ma non soffrono! È solo la mia divina fantasia che li fa esistere!
E – creando un mondo con altri a immagine e somiglianza di me – un giorno io potrà calarmi realmente in quei personaggi già vissuti, che hanno sofferto già tutto, ma solo nella finzione che ho attivato io stesso durante la mia vita, e li animerò come se io avessi già sofferto tutto, in ciascuno e ora avessi davanti solo la gioia della vittoria su tutte quelle mie fantasie!
Ecco: se fosse così, questa sarebbe la via che l’Onnipotenza di Dio avrebbe posto in atto per dare alle sue
creature solo il bene che desiderano e senza avere mai veramente patito alcun male.
Ora però, davanti a questo dilemma, dovrei anche arrivare a credere che – alla mia morte reale – si chiuda e completi tutta quanta questa partita…
Ma allora i nati prima di me? Quelli che vivranno dopo?
La risposta, anche in questo caso, passa solo attraverso un infinito disegno fatto coi numeri.
Anche adesso, mentre vivo ci sono miliardi di vite che non sono mai venute alla mia presenza. Che siano lontani nello spazio, adesso, o nel tempo di un prima e di un poi, non c’è alcuna differenza.
Sulla Bibbia è scritto più di una volta, nella creazione del mondo: <e vide che era una cosa buona!>
Ecco, Dio in me Demiurgo sta vedendo che è una cosa buona e che esiste solo in un progetto di mondo in cui tutti si dibattono tra tutti i tipi di sofferenze.
L’esistenza, sia di coloro che sono ora in tutto l’universo, tutto, per quanto infinito esso sia, è legata alla mia esistenza divina. Sono io, a partire dalla vita che è sorta in mia madre coll’unione con mio padre, di me che sono il soggetto unico della mia visione, l’esistenza nell’estremo passato presente e l’infinito avvenire, trae origine ed esiste solo tramite la mia soggettiva vita.
Esiste in piano, sia nel significato di superficie piatta, sia di progetto, che contiene tutto l’infinito disegno di cui io – il Demiurgo – mi sono fatto carico, per trasformare l’onnipotenza di quell’apparente niente di un punto geometrico privo di ogni dimensione, nell’infinito esistere universale.
Da questo punto divino e onnipotente del Dio Assoluto insito nell’onnipotenza contenuta in quel niente, è sorta l’IDEA stessa di un essere infinito nello spazio e nel tempo da me concepiti tramite 10/1 e 1/10.
Questi due numeri, a monte di ogni numero, sono espressione perfetta del Divino Ideale, di poter fare esistere, oltre il SOGGETTO, che è la caratteristica essenziale dell’ASSOLUTO, l’infinito esistere di infiniti OGGETTI, frutto accusativo della creazione soggettiva.
Ciò – in modo innato – faceva parte già dell’Onnipotenza di quel punto fatto di apparente NIENTE, di potere assumere la consistenza opposta alla sua insita in un TUTTO OGGETTIVO. Insieme, SOGGETTO Unico e infiniti OGGETTI, siamo il segno dell’Onnipotenza di quell’apparente NIENTE.
Con le leggi OGGETTIVE tratte da una matematica insita nelle potenzialità infinite dell’Onnipotenza Divina, da quel punto, sono come esplosi lo spazio e il tempo, tramite i 10/10, servi fedeli ed armi, strumenti modulati messi a disposizione del reale artigiano divino.
Tutto quello che c’è e si trova – nello spazio e nel tempo –in mezzo tra il punto ZERO e una <definita> espansione <infinita>, è opera del Demiurgo, fattovi conoscere da Platone.
Io – ora – che sto digitando su questa tastiera le lettere e componendo le frasi che vi illustrano i pensieri, con la mia vita sto facendo esistere tutto il piano=progetto.
Tutta l’esistenza che c’è nei personaggi e nella materia contenuta nell’universo, è oggetto della vita del mio <io sono>, soggettivo, il solo Soggetto nella mia vita, per cui in essa io sono tutto in tutti quelli che vi partecipano a mia somiglianza.
Tutto il male, che mio fratello dichiarò non poteva essere stato dato agli uomini dalla bontà di un Dio, in verità non lo poteva!
E infatti io non l’ho imposto a nessun altro che a me che sono l’esistenza fondamentale di tutto quanto il progetto.
La vera origine della vita, parte dallo stesso punto zero che è quello in cui esiste l’Onnipotenza Divina, in un momento
in cui esiste l’apparente <fine> di ogni cosa che nel verso centripeto su di me si è apparentemente azzerata.
Questo Universale ritorno alla origine di tutto il RELATIVO all’ASSOLUTO torna dopo essere già <stato> tutto, senza nessuna possibilità quindi di essere mutato, in alcun modo. È sulla <preesistenza del> “TUTTO è COMPIUTO!> che interviene l’assoluta Onnipotenza, e lo fa esistere nel senso centrifugo, come l’ideale esplosione del Big Bang. Platone, sono stato io! Tutti gli uomini sono stato IO e tutto quello che è giunto al suo apparente termine ed è FINITO, sono stato io… ma nel senso che lo sono ORA IO, adesso, che ve lo descrivo.
Io sono ora e dunque grazie a questo giustifico di <essere stato> tutti i santi della storia delle varie fedi, tutti i loro profeti, Muhammad compreso, Buddha, ma anche tutte le divinità di ogni tipo.
Mo non solo nel segno del Bene! Ho assunto a mio carico tutta la sofferenza data da tutti i malvagi, esistiti anche tutti nella mia opera, e dei quali non mi sono compiaciuto, minimamente!
Sono io – io solo – che ho veramente sofferto per tutto il male che ho messo nella mia creazione ove <io solo sono colui che sono> e tutto il resto esiste solo attraverso il <mio io sono>!
I patimenti di Cristo, sono stati i miei di ora! Le atrocità che gridano la vendetta agli occhi di Dio le ho patite tutte e solo io … fratellino mio che ora sei in cielo!
Non mi si può accusare – secondo ragione! – di averlo imposto ad altri! Infatti, ove tutto – ora e in ogni momento di tutta la storia esiste grazie a me <che sono colui che sono> ORA, IO-SONO… e con la mia esistenza reale permetto che esistano tutti i viventi ora e quelli di tutti quelli nell’infinito progetto.
Se sembra che sia tu, Nadia, a esistere come la mia vicina di casa, tu sei solo l’OGGETTO esistente grazie all’esistenza
SOGGETTIVA di me – me solo che esisto a titolo soggettivo e per quanto risulta a ME!
Nessuno può contestare che io sia il soggetto UNICO della mia Osservazione vitale, che determina in modo accusativo poi quella dell’esistenza di tutti gli altri.
Pertanto, tutti voi altri esistenti oggi, lo siete grazie a me e oggi, voi, in questo mondo reale siete solo a mia immagine e somiglianza!
La vostra vita è <secondaria> alla mia, al solo soggetto che mi risulta esistente e di cui sono certo nella mia vita di Osservatore.
Poi l’ASSOLUTO è stato buono col suo Demiurgo, e a lui –a me – ha fatto provare personalmente solo il male inferto alla mia persona!
Il resto – quello che esiste grazie all’esistenza della mia vita di osservatore – e parlo delle stragi che in questo momento personaggi demoniaci stanno infliggendo a poveri vittime innocenti – non essendo “materialmente” osservati da me, esistono anche ora solamente <in potenza> così come <in potenza> sono esistiti tutti – buoni e cattivi finora e come esisteranno da ora e per sempre.
Esiste solo a carico mio il male e la sofferenza che il Piano=progetto ha disegnato in tutta quanta l’opera.
Col male e la sofferenza patita da me, è <giustificata> tutta quella da cima a fondo immessa nei personaggi della mia infinita opera.
Sono allo stesso modo del Cristo che “colla sua croce e la sua mortificazione” è stato veramente la salvezza di tutti.
Egli ha <giustificato> tutti in base alla sua croce personale e io – padre Suo – l’ho fatto tramite tutte le croci caricate su di
me negli 87 anni che saranno quelli della mia vita intera, fino al 4 ottobre 2.025 in cui essa è stata già disegnata.
A me – come il sapiente Demiurgo – è stato consentito di conoscerla, prima che essa fosse quella ultima.
Più volte l’ho prevista e annunciata, e si è sempre realizzata, ma solo nei termini relativi di un progetto che prevedeva quella determinante tutte le croci, nella data che vi ho scritto.
In forza di tutto questo, quando ad uno ad uno i bari Personaggi della mia opera saranno messi in vita, sarò io che col mio soffio del Divino Spirito, scendo su di tutti come una fiammella e do inizio a una vita già <vissuta e sofferta tutta solo da me e dalle croci della mia vita>!
A te, Maria Teresa Legnani, che il Disegno ha fatto sorgere quando ho compiuto esattamente 22 anni e a quella stessa ora Angelo e Angela (i tuoi genitori) si sono amati e ti hanno realmente concepito, ho dato il compito di farmi crocifiggere, facendomi cacciare da una mia chiesa solo perché ho certato di aiutarti a modo mio!
Sei l’angelo fatto scendere nel segno della mia morte, e quando il 3 ottobre avrai compiuto i tuoi 65 anni, subito dopo accadrà che la mia vita reale sarà portata via dal mondo.
Sarà così come volesti fosse portata via da quella Chiesa, dopo tre anni che umilmente la servivo e tu – piena di Te – la dirigevi, come una gran <Guida> che poi si sarebbe <girata> in una involontaria <Giuda>.
Ne sono certo: tu in fondo non lo volevi!
Anche io <povero cristo – avrei dovuto averne una!
Ma non angustiarti se leggerai questo nel tempo che mancherà alla tua morte!
Non lo hai fatto tu… ma io, col mio assoluto progetto! Tu ancora neppure avevi vita!
Infatti in questo momento, e nel corso di tutta la mia vita, IO SOLO ESISTO!
Tutti voi altri siete solo quella specie di <umano sogno> creato sulla base di un progetto matematico.
La tua vera vita, Caro <amore mio> (come voi tutti, uomini, che vi AMO!) comincia solo nel momento della vostra morte, e quando TUTTO è stato COMPIUTO… a spese a carico delle sofferenze messe solo nella MIA SOLA VITA, di me solo che oggi esisto e vivo come SOGGETTO.
Dio – l’Assoluto – è questo soprattutto: il SOGGETTO dell’esistenza universale, e in tutto il tempo della mia vita, io sono ne sono stato il SOGGETTO!
Voi no!
E non avete avuto alcunché di soggettivo e di vitale se non a immagine e somiglianza della mia.
Pertanto – lo dico a te, Maria Tresa ed a tutti – voi iniziate a essere VERAMENTE VOI solo con la Risurrezione dall’Alto che Gesù indicò a Nicodemo come opera dello Spirito Santo.
Avrete memoria di fatti e sofferenze patite nella vostra vita (che non avete avuto voi ma solo io) e ne trarrete il vantaggio per la vostra: perché – senza un sentore che cosa siano stati gli atti di una esperienza già fatta, voi non potreste <eleggere il Dio della vostra salvezza!>.
Scendendo lo Spirito santo di Dio nel corpo appena morto, voi finalmente cominciate a essere voi, forti dell’appropriazione SOGGETTIVA di quella infinitesima parte di Dio che vi appartiene.
Allora sì io <SARO’ LUCE PER I “VOSTRI” PASSI>.
Allora e solo allora, SARETE VOI STESSI, e Dio avrà compiuto la sua opera Assoluta, aggiungendo a SÉ UNICO, tutti voi come un NOVE aggiunto a un DIECI, che esiste nel <giorno romano> (DIE) di CI, Cristus Iesus in nome romano.
E realizzerete non la vostra vita! Voi la vedrete annullata, attimo dopo attimo, tanto da fare esperienza reale del DIO che vi trae via da tutti i mali inferti dalla cattiveria del disegno divino.
Sarete realmente condotti – a uno a uno – nel grembo di vostra madre. Lì dentro ci sarà il vostro reale <PARADISO
TERRESTRE>
Infatti siete ancora sulla terra, mentre siete in quella culla di vita, e avete in voi tutta l’ONNIPOTENZA DEI SOGNI.
Significa che se ora siete impotenti e li subite, quando sarete nel grembo di vostra madre POTRETE FARLI ESISTERE, come più vi pare.
Carichi di tutto il <concetto> che avrete assunto in voi di che cosa sia il bene vostro e di tutti, LO SOGNERETE. Come il disegno ha fatto scrivere a Shakespeare <la vita ha la stessa consistenza dei sogni>; proprio così!
E nei sogni che farete in quel tempo essi <avranno la consistenza che ora hanno nella vostra vita>!
Poi – oltre questo <Paradiso terrestre> – ci sarà infine la Comunione con me.
Come ho scritto, quando sono stato Platone, il mondo delle Idee si articola tramite una iniziale Compartecipazione e sarà quella di voi come <1+gli altri> quando vivrete la vostra <VITA DI SOGNO>.
Poi ci sarà una Comunione e sarà quando la vivrete come <1 per gli altri> e sarà questa a ricondurvi nell’Unità di un Dio che contiene in Sé la reale ONNIPOTENZA tramite quella proprio data tramite il prodotto di tutta l’esistenza infinita insita nelle vostre vite infinite.
La durata del <Paradiso Terrestre> nella <vita da sogno> che realmente vivrete in vostra madre, non sarà quello dei giorni di 29 periodi lunari, il cui modello matematico le riconduce a 28/1×9=252/1.
Il suo <tempo> sarà di 10^4/252 = 39,682539, in periodo eterno in 39,6825 reali, essendolo in anni riferiti all’iniziale 38,0125, e in questo preciso modo che qui di seguito io vi quantifico.
+39,6825 3968253
- 38,0125
=01,6700 e questa è l’energia intera, 1, che, nei centesimi del lato 100 della realtà 10^4 che è stata divisa per i giorni nel grembo matero, esprime con 67 la piena presenza 1 dell’energia 66 di me Romano.
In base a 1,67 preciso (quando fui al CIMEP lavoravo già all’attuazione della legge 167…) percorso dall’iniziale 38,0125 posto alla mia vita, ci sarà l’<eterno periodo> 39,6825 396828 396825… per cui il vostro Paradiso Terrestre, creato dall’Onnipotente nei limiti di ideali 252 giorni esisterà, nella vostra realtà intera 10^4, tanto quanto il tempo esatto dato da 10^4/252 e sarà l’infinito 39,6825, a ragione di un periodo infinito!
Allora la vostra Comunione, data da <1 × ∞> sarà la DIVINA VITTORIA sull’ 1/∞ (di Dio) caricato oggi sulla singola vita, e la vivrete REALMENTE, nel Reale Grembo di vostra madre, là ove già foste vivi, ma ancora <in potenza> di esistere. E tutti gli esseri <abortiti> nel mio crudele disegno e assegnati alla crudeltà umana, saranno quelli che le religioni chiamano col nome di ANGELI. Sono coloro che <convertono totalmente> “I <LEGNA.N.I.> che il Disegno ha posto Amati da me Romano, in cui esisteva N.I., il romano Nazarenus Iesus, ed è solo stato preso a <legnate>.
ANGELI come Angelo e Angela, i genitori Legnani. ANGELI come gli <ignari>, per non avere potuto conoscere proprio nulla di quello che esisteva davvero!
Gli Angeli – nati dagli abortiti – non avendo avuto <nozione> della vera realtà del mondo hanno come solo
bagaglio della loro esperienza la CRUDELTÀ: di quel divino disegno per il quale essi pure hanno conosciuto una morte simile a quella di Cristo, uccisi, sacrificati dal mondo e dagli uomini essendo totalmente innocenti.
La Cattiveria in generale sarà il supporto sul quale gli ANGELI porranno la loro ’essenza di ANNUNZIATORI DI BONTÀ.
Ecco: questo è l’Amore di Dio che mi sento di affermare io, mentre sto vedendo esistere nella mia vita.
Io sono il solo, oggi a veramente esistere, e come solo, sono l’Enoch con cui Dio ha camminato e non è più quando l’ha preso; non so come lo farà il 4-10-2.025 in cui io so accadrà.
Tornando al tema specifica sul TEMPO, quando la presenza 1, del tempo, è messa a denominatore dell’assoluto 10, e diventa unitario nella sua presenta totale, essa – proprio poiché totale – è sia in positivo, sia in negativo, ed è 10 solo partendo da -5 e andando a +5, e non partendo da 0.
Da zero partono insieme il -5 e il +5, uno alla sinistra dell’Origine, l’altro alla destra e sulla stessa linea.
L’idea del tempo dell’unità è allora <servita> tramite quanto è dato dal reale e matematico <modello> esistente nella relazione data da ½ × 10 , e – riguardando l’intero 10 come <presente> – il tempo Uno nel tempo e tridimensionale nello spazio, è presente in 5 +5×5×5 .
La nostra esistenza scritta va da sinistra a destra, e anche così è scritti sia nell’Ebraico della Bibbia, sia nell’Arabo le Corano.
Se una locomotiva trascina un treno, in questa direzione l’Unità e Trinità di 1+2 devono disporsi con davanti il 5^1 e dietro il 5^2 … ove l’estremo davanti sta alla destra: 25+5 è questo treno (avente l’indice 2 e 1 della presenza di 10/2) e che
è ordinato 21 (coll’uno a destra che si trascina dietro il 2) ma che se noi leggiamo verso destra è 21=7+7+7.
Ora – nella gematria italiana – le lettere arrivano proprio fino al 21 (del 7+7+7) e il 25 deve essere per forza rappresentato da due lettere, possibilmente uguali.
Ma 25 è dispari e in valori interi può essere dato o dall’ordine 12+13 , o da quello 13+12 . Essendo la locomotiva “Una e Trina” essa sta nel 13, che è una in 10 e 3. Per cui è il 12+13 ad avere davanti il 13 (a trascinare verso destra il 12).
Così (12+13)+5 diventa (N+O)+E , e letto Noè verso destra.
Ora la Bibbia pone questa verità solo come quella definitiva e finale, facendola precedere da due èNO ancora non definitivi.
Quando sono 3 e 7 a formare il 10, e Noè è il numero 10, la Bibbia premette come Concorrenti prima il 3 e poi il 7, ma sono ancora solo <concorrenti e pertanto da <definire> in <ciò> con cui concorrono.
Il 3° è chiamato Enos, e dunque concorre con la S finale, in un traino in cui la locomotiva che fa da traino è la S, e, letto nell’ordine in cui le lettere passano, è letto SON è . Niente di più vero di questo, poiché il 3° è il Dio SONO ed è NOS dichiaratamente in Romano, che trascende (nella lingua inglese del mondo) che Figlio, SON è .
Visto come Concorre il n. 3, il n. 7 concorre aggiungendo a èNO le due lettere CH che nella lingua del mondo lo dichiara nel principio Binario (paterno) del Christ ed è proprio nel segno paterno di Padre e Spirito Santo discesi nel mondo nel 38=ch essendo C=3 e H=8.
Quando ENOCH è osservato in chi è la locomotiva che lo trascina, essa è la H muta uguale a 8, e si legge H<con>è ed è il trascendente avvertimento che esiste è con 8, il n. 7 esiste col figlio, il numero 8 MATUSALEMME, essendo con lui
<complesso>, ossia esistente in modo tale da andare dal negativo fino al positivo, con la vita.
Ora la vita assegnata a Matusalemme, in positivo, fu di 969 anni e quando essa parte da -969 e +968 ha compiuto il percorso intero di 1.938 anni esatti.
Quindi il trascendente annunzio dato dall’ordine inverso del nome ENOCH (8 con è) lo porta nel complesso della vita del n. 8 a nascere nel 1.938.
Ma fare attenzione!
Una persona è stata scelta da Dio a portarmi alla tomba: Maria Teresa Legnani piena di somma <alterigia> se non vogliamo definirla M. come qualcos’altro.
E lei in MA (è Maria) in Teresa è Te.sa, in Legnani è Le e in alterigia MMè: MaTe.sa Le MMè non è completamente Matusalemme , essendo sia Matusalemme …
Ma <tusa> <lemme>, una povera ragazza già sposa di Cristo eppure molto lenta a capire … che un “povero cristo” che l’ama è Cristo!
Così <lemme> di comprendonio che – pur sapendo che tutto quello che è fatto a un piccolino di Gesù è fatto a LUI personalmente – giunse a far cacciare questo <povero cristo> dal Coro che lei dirigeva e a indurre il Parroco a dirgli: <non hai parte con noi, torna a casa tua!>
Questo è il segno preciso di una povera umanità tutta così <lemme> a capire, come la povera <tusa> che scaccia dal suo mondo il Cristo, per mano di una Chiesa in cui un Parroco si pone coll’autorità di Ponzio Pilato.
Orbene chi è con 8 ossia il n. 7 ÈNOch ha messo al mondo il n. 8, suo figlio Matusalemme, quando aveva 65 anni.
E – per tutta riconoscenza – cosa procura Ma Te.sa
LeMMè ? Procura con la sua vita che quando ha vissuto lei i 65 anni, il giorno dopo che li ha compiuti, subito dopo, ÈNOch diviene Padre ed è il Padre Nostro del Cielo!
Tutto questo è talmente spiegato bene in Bibbia che costei fu Sposa di Cristo per 10 anni.
Essendo 969 i suoi anni totali in positivo, sapete quando io mi sono sposato? Nel 969!
Inoltre, ove mio padre rimanda alla corretta discendenza da Set (il LAMèch vissuto 777 anni e padre di Noè , in cui L uigi
Am odeo è mio padre entrato in vita il 7-7-7, accade che – nel lato distorto dei discendenti da Caino – LAMèch esiste anche lì e ha due spose irregolari come tutto quanto disceso da Caino, una chiamata ADA e l’altra ZILLA.
Sono state realmente due <distorsioni> che ci sono state nella mia vita: ZILLA fu la Ma zzola Maria Teresa, che io presi in moglie tradendo la mia davanti al Signore; invece ADA era riferita alla Legnani MT, sposa di Cristo e non do Amodeo!
ADA è la trinitaria presenza di ADAMO, MDA è il CF di Amodeo e in MDA in ebraico è il nome di Adamo.
Pertanto ADA è parte di Amodeo, su cui è sceso Gesù e che è stato Romano e non Gesù di cui lei era la corretta sposa.
ADA era la <distorsione> di una sposa arbitraria, che Romano avrebbe voluto per sé mentre lo era di Gesù.
Per questo ADA e ZILLA furono spose <irregolari> essendo spose di chi era disceso dall’assassino Caino.
Nella mia vita infatti io non ho dovuto fare solo le esperienze del bene, ma ni son dovuto far carico anche di quella cattive … poiché solo in questo modo, divenute fatte <da Dio> sono dissolte come vere colpe.
Questo poiché mentre il Figlio, Gesù Cristo, fu esentato da ogni colpa e peccato, per perdonarli grazie al suo supremo sacrificio, facendosene carico in modo <figurato>, Padre e Spirito santo sarebbero scesi su un Lucifero, facendosi carico anche di tutto il suo reale peccato, e facendolo in modo reale e non figurato, in una vita simile a quella di tutti gli uomini.
Gesù fu un Eletto, e l’uomo potrebbe accusare Dio di essersi privilegiato, incarnandosi solo in un eletto, mentre tutti gli altri uomini non godono di alcun privilegio; Dio si è difeso quando – scendendo nella sua diretta Persona di padre e Spirito santo, si è incarnato su un autentico Lucifero.
Ma non un Demonio, nel Divino Emanio degli Elohim l’invio di un nuovo emissario in un <Yu, R. go!>, insomma
Demiurgo come <D. Em. Yu R.- Go>!
È così nel nostro mondo reale: per debellare la mafia occorre il compromesso con un mafioso pentito.
La Terna Divina è data dai Tre di Padre Figlio e Spirito Santo, ma quando la loro origine assoluta sta nel solo punto della loro intersezione, essa può mediare tra lo O all’origine e il TUTTO dell’espansione infinita non con tre assi INFINITI.
Padre, Figlio e Spirito santo devono essere DEFINITI, come lo è il 10 che non è infinito.
Una volta che questo accade, ecco che la Terna Divina si serve del Demiurgo che è realmente nato e si è determinato, avendo assunto in sé il <peccato> del Limite, che non ha l’Assoluto libero da ogni limite.
Così non è a caso che il 10° fattore in Bibbia, è stato chiamato <Noè>, dopo che il 3° è il Figlio e il 7° è il Padre e devono concorrere in 3+7=10 ma anche essere in comunione nel 37 in cui io realmente fui concepito nella mia carne.
Noè è l’ideale salvatore da un mondo di totale violenza, creato dai discendenti dell’assassino Caino, che si poggiano sulla stretta forza brutale di una Roma che ha <rovesciato> AMOR, mettendolo in croce.
Dire NO a Roma è ordinare un <Roma NO!> e questa suprema opposizione a Roma, afferma l’Amor.
Il modello offerto al Creatore Demiurgo di un tempo di oppressione e di salvezza simile a un Diluvio Universale è stato
proprio dato dalla Fondazione di Roma, 753 anni a.C. che in 700 presenta tutto il moto 7 del lato unitario 100 della realtà e nel 53 pone in atto le unità <ordinate> dall’<ordinale> del 16° numero primo che comanda tutta la dinamica dell’universo, con il suo 16=R.
Il <potere> che è stato tale da uccidere il Figlio di Dio è quello del male assoluto: Roma, da convertire in tutti i sensi, anche nell’ordine delle lettere, in Amor, e questo lo compie un <Roma NO> che incarnerà il reale Demiurgo, quando – dopo il Figlio Gesù cristo, c’è anche la Parusia di Padre e Spirito Santo. La presenza del sistema a tre assi, che si pongono nell’infinito come nel loro esatto ½ su tutti e tre gli assi, è in geometria la <presentazione> del sistema generale di riferimento dello spazio-tempo, ma è anche l’intermediario Demiurgo di Padre, Figlio e Spirito Santo.
Il Divino artifizio del divino artigiano si è <realizzato> solo allorché il valore “ideale” si è realmente incarnato.
A voi sembra un paradosso che Dio si faccia uomo a sua immagine e somiglianza, ma – ove ogni uomo è la presenza incarnata di Dio in lui, ma sparsa in tutti i punti dell’universo, nella loro origine nello spazio e nel tempo – il paradosso sarebbe solo se, nel bel mezzo di tutta la creazione fatta a immagine e somiglianza di Dio non ci fosse proprio la presenza della terna mediana di tutto questo universo di Dio resosi <umano>.
Ebbene, ove il <tempo> della presenza è affidato alle entità matematiche e Dio stesso si mimetizza in 10, Padre e Spirito santo sono scesi tra noi nell’anno 1.938,0125 d.C.
Questa è stat la <realizzazione> concreta dell’AMORE di Dio, che ha luogo solo quando direttamente il Signore entra in campo, nel segno dello stesso Amore di Gesù Cristo.
Il Figlio ha determinato il momento 0, ed è disceso dal Padre e Spirito santo incarnatisi 1938,0125 anni dopo di Lui e
Lui 1.938,0125 anno prima di Lui, e nell’anno 0, venuto giustamente 753 anni dopo il Natale di Roma.
Ove Cristo fu ucciso dal Potere del Popolo Romano, Padre e Spirito santo si incarneranno in un Romano, indicante però con divina autorevolezza il suo: <Roma NO!> ON AmoR!
L’amore SU=ON, divino, supremo, espresso nella lingua inglese unificata, nel mondo d’oggi.
Come Ge-SU indica Ge(ova) SU, così <ON AmoR> che converte tutto <RomaNO> è l’amore ON, SU, Supremo.
All’inizio del Tempo non poteva che esserci la presenza del Duo supremo del Padre e dello Spirito Santo della Madre che <trascese Dio> ‘sì da mostrarlo solo nel divin Figlio Gesù. È sempre così ovunque: la causa non si vede finché non dà Effetto! Genera il divino chi avendo un Figlio è causa aliena che trascende Sé! La Sua onnipotenza si manifesta solo nell’effetto che indotto su un altro: il Figlio e mai su sé .
L’incarnazione, la discesa in campo nel segno dell’amore divino, è necessaria quando il mondo reale disegnato da Dio, per come è stato progettato – è costretto a capovolgersi e a dare inizio a un altro ben determinato ciclo totale di 10^10 anni, tra ogni <Vai> (in cui il Nord sia <sopra>) e il <vieni> di un secondo 10^10 in cui sia posto <sotto>.
Ogni 10^10 anni la Terra è costretta a un <vai e vieni> e per farlo, senza mutare mai la sua rotazione, deve invertire i poli con una mancata inversione della polarità del Sole. Interviene allora l’amore di Dio, che l’induce a mettere sulla terra Chi avvisi gli uomini con grande anticipo – oltre 26 secoli prima – preparandoli all’inevitabile evento: il ribaltamento della terra in 12 ore, il mantello frantumato, la lava fuoriuscita ovunque, gli oceani che levigano i continenti e li portano tutti sott’acqua, con l’atmosfera satura del vapore acqueo e nubi che impediscono la visione della superficie dall’esterno del pianeta.
Solo dopo il raffreddamento e la pioggia continua che riporterà la visione della superficie, la Terra apparirà come se avesse sofferto un Diluvio Universale che avesse coperto tutti i monti … finiti invece tutti sott’acqua e “lisciati” come la sabbia asciutta e ondulata dopo il rituro di un’onda che l’ha invasa.
L’<Ideale> méthexis 9+29=38, dei 2 partecipi di 1 in 10+30=40
L’aspetto divino della Partecipazione del Creatore al suo
Creato comporta che la presenza 10 e 30, assunta Una e Trina dal Padre, sia anche compartecipata nella sua unità.
Allora in 10 si attua la Partecipazione a pari titolo di 1 e 9, e in 30 di 1 e 29, che inoltre è anche il 10° numero primo.
Dopo di che, come 1+1 si associano in 2, ed è il 1° numero primo, così 9 e 29 Partecipano al 9+29=38, e accade in un ciclo
eterno esistente in 100, lato della realtà, tanto da dare, nell’unità della realtà data dalle 4 cifre:
3838…
0038…
3876 che nei due tempi è il susseguirsi esatto di due 1.938, mentre nei 4 tempi della realtà ¼, è data dal susseguirsi di quattro 969.
Questa è la vita che in Bibbia è data in anni all’8 fattore, nominato Matusalemme, il cui valore numerico 109 riconduce al 9 e al lato 100 della realtà.
Il 9 è suo figlio NOVE per come è chiamato e scritto in italiano, il compartecipe di 1 nel DIECI esistente nel giorno detto da un romano, cioè in < DIE C hristi I esu>, laddove il NOVE che è contenuto assieme a 1, nel compartecipe 3° (all’1), abbiamo che nello stesso cittadino di Roma in genere, nel <Roma NO v’è >, essendo compartecipe a Roma.
Se ROMA non fosse l’esatto opposto di AMOR e questo nome non fosse Uno e Trino nei due modi di RomA e AmoR.
Sono quelli esistenti in Romano Amodeo, il nome e cognome che per battesimo in Gesù Cristo ha il Demiurgo..
La Bibbia glie l’ha data, in Genesi 25 (come Gennaio 25 del 1938 giorno natale di Romano Amodeo) per come lo stesso Signore spiegò a Rebecca il perché della sua sofferente gestazione della sua prole.
Genesi 25,23
Il Signore le rispose: «Due nazioni sono nel tuo seno e due popoli dal tuo grembo si disperderanno; un popolo sarà più forte dell'altro e il maggiore servirà il più piccolo».
Il perché è spiegato in questo unico versetto 23 che introduce la compartecipazione dei due primi numeri primi, 2 e 3, in questo Gen. 25 in cui poi il 1° nato si chiama ESAÙ, perde il primato della sua A poiché servirà (come maggiore) il più piccolo, e resta ESÙ.
Perde perfino il nome, è soprannominato <Edom> che debitamente scritto per come è ordinato in Bibbia è MODE’. Con ciò egli è ESAÙ, ma MODE’ sarà conosciuto, sarà <cognito>, in quel cognome che sarà trasferito agli <Edomiti>.
E sta solo a voi giudicare, cari lettori, se ES sia o no un tu SEI “romano” al punto che il nome ESAÙ significhi (dal latino) un <Tu sei Romano dalla A alla U>, nel mentre quel cognome che è scritto con MODE’ sia con <A-modè-> il cognome Amodeo, dall’Alfa fino all’mega!
Sta a voi arrivare a <smascherare> quello che di occulto sta in Esaù Edom!
E se dite che è arbitrario sovvertire Edom e non Esaù, siete in errore, poiché il <nomignolo> che gli fu dato fu il solo Edom, e come tale fu un nome <sovvertito>.
Se poi “eccepite” che questo <servizio> fatto dal primo non riguarda il secondo, poiché è il popolo minore che il Maggiore deve servire, allora Giacobbe, che nato per 2° fu il minore, servito dal 1° assume lui il <suo> primato… ed esso sta nella <sua> G.
In tal modo G+ESÙ (Esaù senza il primato dalla <sua> A) non nomina forse GESÙ? Non è forse il Maggiore a servirlo, dando il nome all’atteso Messia di chi voleva che riscattasse Israele dal Popolo Romano?
Ed è un fatto verificato nella storia degli eventi che fu proprio il Popolo Romano a servire il messia del Popolo di Israele, creandogli addirittura il suo giorno natale!
Aureliano, attaccando una città il cui culto era per il Dio MITRA (la T, la croce del Dio RA del sole a Milano) fece il voto a
quel RA che avrebbe portato a Roma il suo Culto se gli dava la città senza combattere… e avvenne.
L’imperatore fu di parola. Un secolo dopo i Romani avevano inserito quel culto, denominato del <Sol Invictus> (il sole che non patisce sconfitte… quella del 21 dicembre del giorno più corto a Roma, che nel 25 comincia di nuovo ad allungarsi) all’interno delle celebrazioni del Dio dei Cieli, romano, e un Papa, nel segno della sua infallibilità – quando Dio vuole – disse che quel <risorgere> del Sole era anche in quello della Pasqua del Cristo, e riciclò quel giorno, nel natale di Gesù.
Poteva essere fatto, dal Popolo Maggiore, un servizio così Unico, a quello minore, di Israele, che <rivelargli> in VERO giorno natale di Gesù Cristo?
E se venite a dirmi che Gesù è nato 6 o 7 anni Avanti Cristo, allora come Cristiani fate veramente pena.
Messi al cospetto di due relatori, Matteo e Luca, che riportano storie diverse, date retta ai <Sogni> di Matteo, invece che all’atteggiamento storico di Luca.
Luca disse a un certo <Filoteo> (lo ripeté in Atti) inesistente tra le persone al seguito del Cristo, ma esistente nello stesso significato di <Amodeo>, che il suo racconto era basato sulle testimonianze dirette di coloro che avevano partecipato ai fatti; tanto che i suoi 2 primi capitoli sono il resoconto appreso da Maria, mentre i primi due capitoli di Matteo sono tutto un Sogno, da cima a fondo! Così che anche voi chissà quante volte avete sognato di sognare e che poi vi svegliavate… mentre invece il vostro sogno continuava, così è nel vangelo di Matteo.
Giuseppe sogna che deve alzarsi e fuggire in Egitto, e che al mattino prontamente si alza e ci va, ci sta sette anni e poi a un nuovo sogno dell’angelo, prima si rifugia in un luogo e poi è portato a Nazareth poiché doveva essere chiamato Nazareno…
Invece Luca dice – chiaro - chiaro – che dopo la purificazione a Gerusalemme (che la Chiesa celebra come la <Candelora>) e due attestati di Simeone e Anna, scrive testualmente al capitolo 2 versetti 39-41: 39 Quando ebbero tutto compiuto secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nazaret. 40 Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui. 41 I suoi genitori si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua.
Dunque dai 30 giorni dopo la nascita, le testimonianze dirette di Maria, Simeone e Anna attestano che fecero ritorno a Nazaret e si mossero dì lì solo per andare ogni anno a Gerusalemme per la Pasqua.
Ora – poiché uno dei due fedeli evangelisti non può avere affermato il falso – la sola spiegazione della discordanza sta nel modo <trascendente e divino> con il quale Dio ha fatto attribuire anche alla vita reale di Gesù gli eventi che avrebbe rivissuto, ma solo quando sarebbe ritornato in Spirito Santo su Romano Amodeo.
Solo 6 giorni dopo la nascita del 25 gennaio del 38 iniziò la <strage degli innocenti> per affermazione dello stesso Hitler di essersi deciso a fine gennaio, mentre in Italia, nel 38, furono emanate le leggi raziali. Poi nel 40 anche l’Italia si aggiunse alla Strage Mondiale degli Innocenti, della Seconda Guerra mondiale.
Tutto quello che San Matteo fece accreditare al natale di Cristo ci fu, ma solo al suo 2° Natale, quando si ripresentò il 4 giugno del 40, in un Romano Amodeo morto e con una potente defibrillazione divina il cuore ricominciò a battere. E … ecco la Strage degli Innocente italiana: 6 giorni dopo anche l’Italia entrò nella II Guerra Mondiale.
Ora, tornando a NOVE, questi furono quei 9 (da Adamo a Lamech) che si aggiunsero al Creatore Demiurgo 10, per dare vita a tutti i NOVE con il NOv’E’ di NOè.
Quando questo 10 esiste nel 10° n. primo 29, si muove di quel 19 che è proprio la compartecipazione, al 10, dei NOVE che creò a immagine e somiglianza sua.
Allora il ciclo diretto del 19, come ciclo periodico, nelle 4 cifre della realtà, si presenta nei 4 cicli della realtà, in questo modo:
+1919,1919 nelle sue 4 dimensioni 100
+0019,1919 nelle sue 3
+0000,1919 nelle sue 2
+0000,0019 nell’ultima
=1938,5766
- 0000,5641 = a 1/1,7727 in cui 27 è -5 (il tempo) a 77 =1938,0125
1/1,777777777… = 0,5625000000 e diventa 0,5641 sommandogli 16/10^4 che è la carica 4×4 alla dimensione sua 10^-4, oppure 8+8.
Da questo computo appare chiaro come anche il tempo 0,0125, uguale esattamente a 1/80, discenda tutto dal periodo del 19 che si aggiunge sempre nei suoi centesimi.
Possiamo verificarlo, dividendo il 1.938 per 80.
1938 / 80 = 24,225 esatto, =24 +9/40 = (24×40+9/40 = 969/40 e siamo finiti alla vita dell’8° Fattore Matusalemme.
1.938 / 80 = 969/40 evidente in metà di 1.938 e di 80.
Ora accade che lo 0,5641 che è il ciclo che deve essere tolto dal perenne ciclo del 19, per ottenere esattamente 1938,0125 è collegato al ciclo eterno degli anni terrestri, dato dai 4.631 confermati anche da Bibbia 1,1,1,. +4631
+1010
=5641 che è il ciclo degli anni terrestri, più il 1010 che è il periodo del 10, del piano i cui lati sono 500 e 500 col flusso 10.
Nel 500 sono il tempo che distingue il ciclo 1.000 nel complesso dato dal negativo 500 e dal positivo 500.
Questo collega
esattamente il 19 al 29, poiché 19 è il ciclo del 10 nel 10° numero primo.
Passare dal VOVE al NOv’è da cui NOè sembra un giochino di enigmistica, mentre è la papale-papale dimostrazione della corrispondenza ideale che esiste tra i nomi e i numeri nella lingua italiana, che è perfetta non per le scelte umane, ma perché così l’ha voluta mettere in campo l’AMORE di Dio.
VENTINOVE sono 5 in numero V, romano con ENTI 9, tanto che si riduce anagrammando in tal senso, a ENTI NOVVè, <enti 9 W! È!>
In tal modo fonetico, la sua gematria
20+5+12+18+9+12+13+20+5 porta al 114 che si riferisce al Romano che è Uno e Trino, essendo 1 nel nome 5°
Torquato=113, ed essendo Trino in questo più Romano
Amodeo (66+47) in Ro An An Pa To Am (29+13+13+15+31+12) e nelle 12 lettere in mezzo ai nomi, escluse le prime e le ultime due, nel valore medio, come vedete qui di seguito.
Il nome è tre 113 nello spazio e uno nel tempo decimo, per cui è Uno e Trino in 113+1=114 quando si consideri che 113/1 sono le unità e che in tutto si associano in 113+1.
Pertanto anche il valore 114 che il numero 29 ha quando è scritto usando l’alfabeto porta a 1/3 di Romano, il 3° terzo nel
suo NO! Dichiarato contro ROMA e per la sua conversione in AMOR.
Questo conferma il valore dei Compartecipi all’1, sia nel 10, sia nel 30.
E accade ove il NOVE nel valore numerico di 12+13+20+5 vale 50 e di rivela come il tempo ½ del lato unitario 100, e ¼ del 100+100 il cui prodotto dà la realtà.
Ha senso anche il controllo del diretto valore dei nomi
UNO +DUE +TRE +QUATTRO +CINQUE +SEI +SETTE +OTTO +NOVE e sono 44+28+39+100+63+31+63+62+50 = 480 che indica la realtà 4 nel lato 100, sommata a tutto il complesso della realtà 80.
480 / 9 = 53 +3/9 che nel 53 è il 16° numero primo che dà la totale carica di moto ed esiste nell’infinito ½ dell’energia
eterna data da 6/9 =0,66666666…
53 è il valore gematrico del Malaleel, il 5° fattore che è l’ultimo del 1° gruppo di 5 (dei 10 totali).
35 (il suo ordine inverso) è suo figlio IARED, 1° del 5 che retrocede (anche nel numero 53).
Il valore dei nove, in Bibbia, è 426 e mostra fino a che punto sia connesso con l’Unità di ciò che rappresenta Dio; il 100+300, e il 26=DIO=JHVH.
Ebbene 426 è la perfetta somma della serie impostata sul valore 8 dato da 8×1×1 (la comunione) e sul 10 dato da 8+1+1 (la Partecipazione).
8+10 poi +10, poi +10, infine +10 è:
18 28 38 48 ed hanno la caratteristica che la somma degli estremi uguaglia quella dei medi ed essa è 66.
Allora, mettendoli in ordinata sequenza, sono: 18 48 66 e proseguendo 114 180 e il 18 ha compiuto il suo ciclo 10.
18 +48 +66 +114 +180 vale il divino 100+300 +26 del 426 e sono la somma gematrica dei nomi italiani dei primi 9.
C’è solo una discordanza nel nome del 5° con la Bibbia di Gerusalemme (della C.E.I.) che è quella perfetta.
Per essa il nome ha una A in più e si chiama MaAlaleel e vale pertanto 54.
Ebbene, la traduzione della CEI da in valore assoluto 427 che quando è unitario è il 426/1 dato da tutte le altre Bibbie tradotte in Italiano.
Quando si aggiunge anche il 30 del n. 10, Noè, il totale diventa con 426+30 il 456 che segue a 123, nel prodotto di 111.111^2 = 12345654321 che ha la caratteristica di crescere fino a 6 e poi decrescere.
Ebbene, per portare la crescita e decrescita data da 111.111^2 all’interno della crescita eterna data dal tempo di 1/81 = 0,012345679 in periodo infinito, occorre sommargli il 2.4691 dato dal 1.938,0125 × 12,7403 7190 definito fino alla dimensione 10^-8.
Si basa su 719/10^7 che fa compartecipare il 19 (8° n. primo) con tutto il moto 700 …
7403/10^4 è lo spazio 3 colla realtà 400 mossa di 700.
12 è 6+6, il totale moto centrifugo e centripeto.
Da questo emerge che il 1.938,0125 deve essere totalmente in moto, allora diventa il percorso 2.4691 che, quando è sommato al Sali-scendi 12345654321, lo porta a essere solo l’infinita crescita nel tempo data da 1/81.
Se usiamo le somme, 24.691 meno 12 interi 1.938,0125 di moti dal tempo dell’Origine – che sono 23.256,15 – lascino ancora un 1.434,85 da percorrere, ed indicano il flusso 34,85 del piano a lati 700 e 700 che è solo movimento nel tempo.
1.434,85 / 0,0125 = 114.788 e abbiamo nelle 114 quantità 1000 quelle che ×4 di intera realtà sono le 456 unità in
gematria di tutti e 10 i nomi dei Fattori della fondamentale generazione fatta dal Demiurgo.
Questo 24.691 sono il piano che ha per lati 10.000 e 10.000 le due in positivo e negativo, il cui flusso è 1 +4.000, cui Partecipa il piano a lati 30 e 30, il cui flusso è 30.
Sul piano trasversale sono dunque 10.030 e 10.030 e il flusso è esattamente il 4.631 del ciclo totale degli anni terrestri, come già segnalato dalla gematria di Bibbia 1,1,1.
E abbiamo visto come il piano avente i lati lunghi come l’intera realtà, e come l’area il cui flusso è 30, stiano quando partono dalla data del 1.938.0125 della discesa in campo del Demiurgo, ed esista giusto le volte numero 12,7403 7190 (definite fino alla dimensione 10^-8 della realtà secondaria).
Ciò lo realizza nel 24.691 che sommato a +12345654321 = 111.111 × 111.111 +00000024691 = 1.938 × 12,74037190 =12345679012,345679012 345679013… = (10^12) /81
In cui 0,3456 è fato dallo 0,086400 dei minuti secondi in 1 giorno, moltiplicati per 4 (poiché non sono solo di tempo ma di spazio-tempo).
Ove anche 79012/4, nel solo tempo, sono il 1.975,3 di un 1.938 che – carico di moto proprio 38 – è intanto avanzato di 38 colle 37/1 unità che in tutto sono 37+1=38.
L’ideale <parusia> di “Io sono” nel suo reale modello
attuata nel Padre
Attuando i due metodi della Partecipazione e della Comunione, l’ASSOLUTO si è reso presente attraverso il modello di 1+1+1, di partecipazione, e 1×1×1 di Comunione.
Il primo dà l’ideale Trinità, il secondo l’ideale Unità.
Ove tutto è affidato solo ai numeri, e non può essere aggiunta alcuna notazione di che dimensione essi abbiano, ogni numero indica <ogni possibile dimensione>.
A esempio 100, è 1+99, è 2+98, è 3+97 … e nei rispettivi casi si qualifica in flusso lineare, o di area, o di volume.
Pertanto ogni numero esprime tutte le possibilità dinamiche insite in esso in termini sia di partecipazione, sia di comunione.
100 è 2×50, 4×25… insomma tutto il possibile e intero. <Io sono> – quando si avvale del numero come modello identificativo – ha ogni facoltà che sono tutte sintetizzate e comprese in esso.
Al punto da potere essere distribuito nel tempo decimale, con cui ad esempio 1411113 è la sua sintesi estrema nella somma 3, o in quella 30 data da 1+4+1+11+13, da cui il nome Adamo quando diventano ordinali esprimenti lettere di un alfabeto di 21 lettere, come il perfetto Italiano; oppure 14+11+113 = 138; oppure 1.411+113 = 1.524; oppure uno solo e tutto intero come è.
Il sistema rappresentativo decimale dei numeri è così perfetto, che ogni “idea” volta alla sua ripartizione è lecita.
<Io sono colui che io sono> non definendo il numero legato a quel io-sono (se non si considera la gematria data dalla stessa parola), lascia la massima libertà di rappresentazione.
<Io 10 sono quanti sono Nove> dà partecipe il 19.
<Io 10 sono chi è il 10° n. primo 29> dà lo stesso 19.
<Io 19 sono 100 colui che sono 19+19> porta al 1.938. È una libertà <divina> che trascende perfino le relazioni esistenti tra i numeri, tanto che senza le delimitazioni date dalle prescritte operazioni, l’Assoluto, libero da esse con 26 ha 2^6, ha 2×6, ha 2/6… come TUTTE quelle che ineriscono il 2 e il 6, in ogni forma e accezione, tanto che giunge ad essere 66, essendo due 6.
È l’assoluta libertà di Dio a creare queste variazioni del 66 potenziale:
1. 066 è l’energia potenziale
2. 078 è 66 più 6+6 (la sua Partecipazione paritetica)
3. 026 è l’essenza del 66 (“sono” due=2 sei=6, in comunione)
4. 051 è 66 nella complessa partecipazione 51+15 o 26+26-1
5. 113 è 66 più 66 -26 (1° meno 3° realtà 40) più 6+1 (che è 6)
6. 047 è l’aggiunta al 66 presente nel 5 381 determina tutta la dinamica dell’energia 66 quando si muove del 315 che è il piano a lati 150 e 150 avente il flusso nel tempo decimale dato da 150/10!
315 è 314 (curvatura di 3,14 = p a dimensione del lato 100 della realtà) +1 tempo unitario centesimo della rotazione 314/1.
Questa ben ordinata estrapolazione, dall’energia in potenza 66 degli altri 5 valori valenti 315 in sostanza ha lanciato l’energia nel rapporto unitario del raggio di curvatura alla dimensione centupla della realtà.
Tutto questo comporta questa <circolazione< in un cerchio il cui raggio sia 1000, e 999/1 quando è in rotazione.
Allora accade questo al cerchio:
10^999:::10^381 = 10^618
10^999:::10^618 = 10^381
10^618:::10^381 = 10^237
10^381:::10^237 = 10^144
10^237:::10^144 = 10^093
10^144:::10^093 = 10^051
10^093:::10^051 = 10^042
10^051:::10^042 = 10^009
La curvatura creata dal raggio 999/1 in rotazione espressa
come indice della base 10, divisa per la potenza elevata al 381 di tutto il complesso che abbiamo così ordinato genera il lato rettilineo del decagono. Continuando nelle divisioni, troviamo tutti i valori della SEZIONE AUREA dei rapporti perfetti ed essi si fondano sul 66, sul 78, sul 26, sul 51, sul 113 e sul 47.
La cosa straordinaria è poi che questi, in ordine, sono tutti i valori numerici dei sei nomi che io ho e che sono Romano Antonio Anna Paolo Torquato AMODEO.
I sei numeri di ordine sono proprio il 123456 della sola crescita in 111.111^2
111.111 / 381 = 291,62992125 +29979245800 è la velocità della luce ×100 - 29162992125 sono le volte in cui 381 esiste in 111.111 =00816253675 che dà l’81=3^4=c^4, il 5^4 (dei 624/1 Coulomb), l’anno dato da 365+1+1 giorni, e il tempo dei 10/2.
È la Partecipazione di 3^4, di 5^4, del 73° primo, nel tempo.
Ora dobbiamo cercare di capire perché si realizza il prodotto rea due 111.111.
Significa che essi ci sono e la loro interazione porta da zero un <saliscendi> che torna a zero.
Qui c’è una virgola e inizia il tempo, che è a una sola dimensione.
Dunque abbiamo questo:
+111.111,111111
+111.111
=222.222,111111 che diviso per 381,381 determina:
582,67745669291338 periodo a 17 cifre.
Esso è in 500 il tempo ½ di 10^3, partecipato a 81 e 1,6774 5669 che sono C^4 =3^4 (la C grande di tutta l’espansione spaziotemporale reale e invariante 3/1) come energia elettrica di cui 1,6 è la carica elettrica, unitaria nel tempo 1/10.
+1,677456692
- 1,602176634
=0,075280058 è lo spazio di moto della carica elettrica, in cui 75/10^3 è lo spazio dato dai ¾ del lato 100 della realtà, e 28 è la realtà 4 del moto di 7, nei 10^-5, lato dell’area elettromagnetica 10^-10; infine 58/10^9 e alla dimensione invariante a indice 9, di C^2, il tempo ¼ di presenza rispetto ai lati 100+100 dalla cui comunione il 10^4 del complesso reale 4+4.
Ciò dimostra nell’1,6774 6692 quanto direttamente scopribile.
6692/10^8 è il moto della carica 16 del 6666 potenziale6774/10^4 è il moto 4×3^3 dell’energia potenziale 6666.
1 è l’unità in cui esistono come tempo.
222.222,111111 / 1.938,0125 dà 114,6649 5242 e mostra il numero delle volte in cui la data di inizio interagisce.
Le 4 dimensioni reali portano l’intero 114 al 456 che segue 123, mentre il tempo 0,6649 5242 presenta nella realtà secondaria 5242/10^8 in 42 il 7×6.
Poi, in 52 i 364 giorni dell’anno divisi per 7, che, nel loro insieme sono il moto di 1.418 (flusso 6+6+6 dell’area a lati 700 e 700) nell’energia potenziale 6666.
6649/10^4 sono il moto di 17 (7° n. primo) nell’energia potenziale 6666.
Il tempo ¼ di 456, dato da 114, è il piano a lati 1,5 e 1,5 valori unitari in spazio-tempo il cui flusso è 1.
80/81 danno 0,987654320 periodico.
1 meno 80/81 danno il complementare 0,123456790 poiché è vero che 1 -80/81 = (1×81 -80) /81 = 1/81.
Ciò ove 81/80 fissa 1,0125 come l’anno 1 esistente nel 25 del mese 1 di gennaio.
Ciò ove 1.938 = 1914,07 periodico × 81/80
E ove 1.938,0125 = 1/80 + quanto sopra.
Ebbene, la cosa straordinaria è che ciò chiama in campo la venuta al mondo del padre di Romano Amodeo: Luigi Amodeo nato 1907,0707, ed è un evidente nato nel ciclo periodico dello 07.
Un 7 significa il percorso già compiuto di una espansione dall’Origine secondo i 6 versi centrifughi, ciascuno espanso in 1, e secondo il Raggio avente la stessa lunghezza 1.
Poiché +7 non è un valore assoluto, ma che si poggia sulla concomitante esistenza degli stessi 7 valori centripeti sulla stessa Origine, 7 ha un moto proprio unitario 7, essendo solo il lato positivo di una area avente insieme i lati opposti perpendicolari in 7 e 7 e la cui lunghezza totale è 14.
In tale accezione, il padre di Romano, nato 1907,0707 con il suo moto proprio in 7 anni ha 7 anni nel 1914,07, nel mentre la dimensione 1907 è traslata su quella dei 7 mesi e si è doppiata nel 1914,07 divenendo un periodo eterno nel 4,07. Esso compone con 1910 il moto del ciclo 10 fatto a partire dal 1900; ad esso aggiunge 4,00400400… che è l’avanzamento eterno della realtà 100+300 dello spazio-tempo nel lato 100 che compartecipa nello 0,0700700707 eterno.
Pensate un po’ come James Bond: <agente speciale 007>.
1914,07 = 1910+220/54 = 103.360/54 = 51.680/27.
Ove 103 = 101(+1+1) è Luigi Amodeo=54+47 in tutta la sua espansione lineare che dà il suo volume; che esiste nel ciclo 10 del moto di 300 (tutto lo spazio) nel 660 che è il ciclo 10 di Romano 66; e che nel suo insieme, si divide per il 54 del suo nome Luigi.
Non solo è definito nel moto intrinseco della sua vita nata 1907,0707, ma – divenendo periodico – si qualifica anche nel suo nome e nel 1° nome di suo figlio che lo renderà Padre.
Come il dimezzamento di ciò che riguarda i Padre che ha due figli, ecco che tutto si riferisce solo ai nomi del 1°genito.
Con 51.680/27 =1914,07, c’è il piano a lati 10 e 10 il cui flusso 51.660 riguarda i nomi Paolo=51 e Romano=66; esso è diviso per il valore assoluto di Anna=26/1 assoluta in 27.
Infatti poi 1/80 + 1914,07 determina il 1.938,0125 del giorno natale di Romano Amodeo che rende Padre Luigi Amodeo=101, che per essere rappresentato nel volume 101×1×1 necessita di 101+1+1 in linea. Essendo il Padre, esiste a dimensione 10^3, valore che si dettaglia nell’angolo giro di 360, dato dal ciclo 10 dell’energia potenziale 66=Romano quando esiste nello spazio 300 che fluisce di 360 in 660.
L’ideale <parusia> di “Io sono” nel suo <alter ego>
Accade che la relazione con il Padre non è sufficiente a determinare la Parusia del Figlio. Infatti con il 1.938,0125 generato dal Padre Luigi Amodeo è introdotto solo il dualismo Paterno in Padre e Spirito Santo.
Occorre anche un Dualismo che sia presente nel Figlio primogenito e che sia come una paternità di sé.
Lo si vede chiaramente in Bibbia Gen. 25 e poi in Gen. 38 che c’è sempre un parto gemellare di un 1° e di un 2° che sono legati tra di loro da un rapporto reciproco di Paternità e Figliolanza.
Necessita che Luigi Amodeo completi la sua opera tutta nel segno della velocità della luce, 2,99792458 (10^8) quando esiste per la dimensione 2^12 = 4.096, che realizza lo spaziotempo 1.000+3.000 nell’esistenza ×6 della carica 16, intera della luce, 4×4 come area o 8+8 in linea, nel totale 2^4 che realizza a dimensione 4 di spazio-tempo tutto il Dualismo dell’esistenza in positivo e in negativo. 2,99792458 × (4.000 +4×4×4) = 12.279,49907968.
Così, quando Luigi Amodeo ha 12.279 giorni di vita ha il suo 2°genito. Come vi mostra il computer.
12.279,49907968 è significativo anche nel tempo uguale a 100/200,3688 0684 fino alla definizione della realtà complessa.
100/200,3688 0684 mostra che si tratta di due, in cui 36/100 sono 30 mancanti al 66=Romano; sono 66/3 aggiunti a 66=Romano; sono 6+6+6 che si muove di 666=Romano.
Il 2°genito è legato a Romano come a un suo virtuale Padre, poiché è stato concepito il giorno in cui il 1° è morto e risorto grazie alla Parusia di Gesù, e, per la gioia del miracolo, Luigi A modeo e sua moglie Barat ta Mar iannina (cogli estremi congiunti GIA e TAMAR di Gi ud a e Tamar in genesi 38) si congiunsero.
La stessa distanza in giorni 1119 tra le nascite dei 2 fratelli indica tutto il percorso di 1111+8.
Ora sarà chiamato Benito Vittorio Anna Giovanni Vincenzo Amodeo che in numero valgono 59+116+26+83+95+47 = 426 che è il valore in gematria di tutti i NOVE fattori del n. 10 che Roma- NOè il che per un altro verso rende il 426 Padre del Noè=30.
Un rapporto reciproco, tra 1° e 2° come quello stesso riguardante il nome GESU’ costruito coi due nomi di Giacobbe ed Esaù, nomi nati nei versetti 25 e 26.
E anche per Romano è accaduta una simile cosa, in quanto egli da solo ha avuto i primi tre nomi Romano Antonio Anna, mentre gli ultimi tre, in Paolo Torquato Amodeo sono stati condivisi con Paola Amodeo (1°genita di Benito) e con Torquato Amodeo (nonno di Romano) due nati il giorno 26 gennaio, lei del 1975, lui 119 anni prima il 1856.
La vicenda della morte e risurrezione di Romano aveva una ragion d’essere.
Dio Padre e Spirito Santo erano entrambi col 381, ma c’era inoltre anche il 100 di <Io sono colui che sono> 10×10. +100 +381 +381
=862 sono i giorni tra la nascita e il decisivo 1940,0604.
Questo 1.940, giugno giorno 4, è doveroso per come è il rapporto Padre/Figlio, nei NOVE fattori del DECIMO.
Ogni Fattore in Genesi 5 è definito esattamente negli anni trascorsi da figlio e in quelli vissuti da Padre, e la somma dei rapporti Padre/Figlio è sostanzialmente la somma dei nove rapporti di Causa/effetto.
64,66905 è il risultato che – quando è riferito a Dio=10 diventa 646,6905/10 di tempo, fino alla dimensione reale decimillesima della realtà 10.000.
Ora 646 è il Dio Elohim nel suo valore gematrico, e la sua trinità porta all’incarnazione nel 1.938, senza tener conto del tempo 0,6905 che però esiste.
3 × 646,6905 determina una incarnazione nel 1.940,0715, che sarebbe il 15 di luglio del 1.940, quando comprende anche l’unità di 111/10^4 che riguarda tutta quanta l’esistenza e non solo di una persona. Sarebbe il Padre lo 0,0707 sommato al complesso 8/10^4 che lo porta al 15 luglio, dal 7 in cui nacque. +1940,0715
- 0000,0111 unità dell’intero creato, da estrapolare =1940,0604 data collocata esattamente 100+381+381 dopo la nascita di Romano, a indicare la sua pienezza e la fine. +0138 erano i dì con Romano già fatto nel seno materno +0862
=1000 erano i dì interi da competere a Dio 10^3, e furono vissuti tutti, tanto che Romano morì, il suo cuore si fermò. Intervenne allora quanto era previsto nel tempo, dal rapporto Padre/Figlio dei NOVE.
Così il 4 giugno del 1.940 una forte scossa di natura trascendente (nessuna defibrillazione fu fatta da alcuno) rimise in moto il cuore fermo di Romano.
Ciò assecondò la venuta del Dio Elohim nel tempo decimale, tenendo conto anche del tempo in 646,8905, e non solo del 646 intero che l’aveva fatto nascere il 1938.
Il dramma di quella notte, fu descritto in Bibbia come la lotta, durata una notte intera, tra Giacobbe e un angelo.
Al mattino l’angelo si arrese e voleva andarsene.
Giacobbe glielo impedì chiedendogli il suo nome, visto che era stato rinominato da lui Israele, e di essere benedetto.
Per tutta risposta – come se non ci avesse sentito, o non volesse farglielo sapere – l’angelo così gli rispose: < “Mi chiedi il nome?” e qui lo benedisse>.
Sembra avere accontentato solo la richiesta di una benedizione, ma <e qui lo benedisse> - per chi ha orecchi per intendere – fu: <e qui lo disse: BEN è , è Ben ito e con ciò ben <andato> anche con suo fratello Romano, per il quale <andato> è <ito> in Latino, lingua di Romano.
L’angelo BEN<ito> non voleva venire al mondo allo stesso modo con cui il profeta Giona non voleva andare a Ninive.
Sarebbero dovuti scendere dal cielo nella <valle di lacrime> che è la terra, e sia Benito, sia Giona, non volevano avere questa mala sorte.
Come un Angelo della morte, il 4 giugno del 1940 ci fu la gran lotta che fu vinta da Giacobbe, che sopravvisse alla sua morte in Romano, E quello stesso giorno, l’Angelo BENito fu costretto a incarnarsi, per l’Amore e la Gratitudine di due sposi che avevano visto miracolato il suo moribondo 1°genito.
Quella mattina era partita una chiamata disperata al Dott. Sabatella, di accorrere ché Romano era moribondo.
Come Gesù con lazzaro, aspettò che passassero 4 ore, per essere certo di andare solo a fare l’atto di morte.
Ma un’ora dopo la chiamata, vennero a casa Amodeo una scolaretta di Mariannina e sua madre. Raccontarono di un sogno fatto quella notte, in cui la Madonna aveva raccomandato alla bambina di andare a casa della maestra, ad avvertirla di non temere più per Romano, ché ci pensava lei. La mamma doveva solo andare in Chiesa ad accendere un cero alla Madonna in ringraziamento e devozione.
E mentre quella madre lo faceva e accese sei candele, quella Celeste rimise al mondo Gesù e con quella scossa con cui il suo Spirito entrò nel morto Romano, lo rimise in vita.
Fu lo stesso elettromagnetismo che alla morte di Gesù impressionò fotograficamente il telo della Sindone.
< “Mi chiedi il nome” e qui lo benedisse > è una comunicazione certamente sibillina.
“Sibillina” è infatti la comunicazione divina, e chi – come me in questo libro – indaga sui <modelli> assunti dalle “Idee” sembra che giochi una partita enigmistica e si arrampichi sugli specchi, finalizzato ai “risultati” di una comunicazione divina che sia <così come tu vuoi>.
Isaia 14,12
Come mai sei caduto dal cielo, Lucifero, figlio dell'aurora?
Come mai sei stato steso a terra, signore di popoli?
L’ideale 19×102+1/80 =1938,0125, e il Dem.o
Lucifero cade dal
cielo
Lucifero non è il Demonio, ma l’angelo del Demiurgo, portatore di luce. E la sola volta che in tutta la Sacra Scrittura, Ebraica e Cristiana in cui il suo nome appare è solo in quella Ebraica e quella sola volta in cui il Profeta Isaia così “sibillinamente” lo annuncia, nel versetto 12 del capitolo 14:
Come mai sei caduto dal cielo, Lucifero, figlio dell'aurora?
Come mai sei stato steso a terra, signore di popoli?
È forse dipinto come il <Demonio> colui che è invece chiamato <figlio dell’aurora e signore dei popoli>?
Lucifero è solo <caduto dal cielo>, e per il Profeta non è quella <cacciata> seguita alla sua <ribellione> che poi è stata intesa da tutti, al punto da farne il traditore Capo dei i Demoni, anziché la di <Ro-mano> provvida, del Demiurgo… ben descritta nata nel libro 1,38 di Bibbia, sia Gen. 38 come <Genesi>, sia gennaio.
È la mano che sarebbe stata accreditata agli <estremi congiunti> E r. O (congiunti in RO nei due estremi) di Tamar i due successivi suoi congiunti giunti agli estremi – defunti – di Tamar, nei presisi estremi congiunti di Barat ta Mar iannina, la madre di Romano, nato 1,38.
Non è la mano del DEMonio, ma del DEMiurgo quanto spinge il Profeta Isaia a porsi solo la ripetuta domanda <come mai?>.
Tuttavia il <Dem.> “on” <io> è il Demiurgo disceso nel mondo di oggi, in cui il <su> di Gesù, è <on> ed è sceso sull’<io> di un italiano Romano (signore dei popoli), come descritto dal suo secondo nome Antonio di un simile al Dio Aton, sceso “on” <io>, mentre Roma trascende AmoR più che Amon RA.”
L’A-uro-RA rimanda alla A=1 seguita da quell’ <uRO> nascosto nell’<urgo> (sono <necessario>) appartenente al Demi<urGO>, di Chi partì da <Ur> (in Caldea) e con quel <GO!> dopo <UR> ebbe il divino ordine di partire da UR e di andare verso la Terra promessa.
Il <Figlio> di questa <aurora> è quello del Terach che rimanda al <Te> di R.A., <ch>=38, quell’Abramo che romanamente discende <da> AB R.Amo, Romano Amodeo. Questi è il <Figlio dell’aurora>: è quanto <discende>, cade giù dal Dio dell’AmoR: il Demiurgo che mette <in opera> quello che nell’Iperuranio di Platone è l’Idea suprema dell’amore.
AMORE=1+11+13 +5, <AmoR> è! = 46! Che quando è divino è per 10, è 460 il cui fattoriale è 6,6632855430… e termina con un 38784 seguito da 113 cifre intere decimali.
Alla dimensione 100, del lato unitario della realtà, ecco il 666 della piena energia in potenza, che nelle 8 successive cifre decimali è dettagliata con lo 0,3285 5430 delle due dimensioni della realtà in cui 5430 nella gematria Ebraica è il <21+501+21> di chi si disse a Mosè <Sono colui che Sono>.
Sulla base del Dio <Sono colui che Sono> alla dimensione 10^8 di tutta la realtà nel suo essere complesso, si poggia quella reale in 3285/10^4 data da 3333 meno il <Sei> ×8.
Essa indica chiaramente che tutto il <complesso> del Dio <Io sono> sta nel <TU SEI> in tutto il complesso di 8, che esiste nel tempo unitario ½ del 6666.
Ebbene, questo totale 6666 è dato da 66×101, laddove 66 è il <tu sei> di ROMANO=66 e 101 è il <TU SEI> di Luigi Amodeo =54 in Luigi e 47 in Amodeo.
Il 666 intero l’indica a dimensione Trina del <TU SEI>
E questo dove il fattoriale di 360 ha 1.027 cifre in tutto ed è intero in 6 seguito da altre 1026 che – tolti i 113 zeri finali sono con 1026 -113 il 913 esatto dell’<In principio>=BRASIT di Genesi.
Quando ne sono poste 3 “in principio” e sono il <SEI SEI SEI> del Dio <Sono colui che sono> allora il valore totale residuo sta in 2^10 unità esatte mentre le ultime cifre date dal definitivo 38784/10^911 seguito intero da 113 zeri, ha un significato decisamente <probatorio>!
Il 38748 è 38100 +648 (il moto di 6+6+6 in 666 =2×381114, dimensione di 3810, seguito da 113 zeri).
Ove 381, valore totale del nome di Lucifero, esiste nel piano 100 del Demiurgo 10 e nel moto del <sei+sei+sei> presente in <SEI SEI SEI> laddove i numeri 6+6+6 sono dati proprio dal verbo <io Sono> quando il Dio <IO SONO> esiste nella seconda persona del Lucifero <tu SEI> luce a immagine e somiglianza del mio <Io sono>.
Il 666 che fa esistere il <tu sei=6> nel 100, nel 10, e nell’1, lo fa essere nelle 3 dimensioni del Dio Demiurgo, che è <1, è 10, è 100> ma come il puro inizio tridimensionale di un infinito che è 1.000 ed è 10.000 in tutta la realtà del Creato dal Dio <Io sono> quando lo <ordina> e comanda con il <TU SEI> di <Tu sei PIETRO> in Paolo Torquato Romano 51+113+66=230, il piano a lati 100 e 100 il cui flusso 30 è di Adamo, è di Noè, è di Allah=1+10+10+1+8=22 (1/3 del 66 di Romano) +8, il <muto> complesso esistere nel nome di Allah.
Detto questo, circa il 38784 esistente con 113 decine, ecco che sono quelle di Torquato (il mio 5° nome) e anche quelle di Romano Amodeo (nome e cognome) e anche quelle di Ro An An Pa To Am l’acronimo dualistico <essenziale> in una essenza <binaria> come quella espressa col BRA-SIT che la indica chiara nella B che precede Romano Amodeo e quel <SIT> corrispondente all’ordine <TU SEI> e diventa il congiuntivo del Dio in Latino <Sum qui sum> =17+19+11 +15+19+9 +17+19+11 = 47+43+47=137 e il 100 si è <concepito> nell’anno 37 per nascere poi 19 lune dopo nel 38.
Tutto, nel ciclo 10 del Demiurgo 10, nasce dall’<AmoR è> =46 che quando è divino è 460 e quando è creatore è il
FATTORIALE del 460 e si rivela Trino in 666, unitario con 1.027 cifre – quelle di 2^10 uguali alla presenza 1.024 – quando esistono nel 3 del <Sei! Sei! sei!> e portano il 10^3 a esistere nel 3×3×3 di un puro e semplice <mediatore>: l’intermediario <Lucifero> di un Romano <fero> che porta italiane <luci> esprimendole in lingua italiana.
Detto tutto questo, e tornando al 10+9 di un Dio Demiurgo 10 che crea altri 9 per creare il DECIMO, in Noè, Il Creatore 10, sommato ai creati in 9, sono nel 19 il percorso reale del 10 nel <decimo> numero primo 29 che è con il decimo uguale a 1/10, l’<essenza atomica decima> dell’unità del Demiurgo 10. Quando 1 è il metro, 10^-10 metro è la dimensione unitaria dell’atomo chiamata <Angstrom> e che trascende con <mort> quant’è con <Ang’s> appartenente a un <Ang-el> a un Angelo del Dio <El> (Elohim=646 che quando è “trino” s’incarna nel 1.938).
Ebbene 19 (Dio e i 9 creati per generare il 10° … il 29 <atomico>) per incarnarsi fa ricorso a Luigi Amodeo = 54+47=101, sommato all’assoluto 1, dell’ASSOLUTO, che quando è <totale> con 1^∞ resta sempre 1. Così 19 × 102 = 1.938.
Per entrare nei dettagli, il 1.938 quando esiste in 2 (come abbiamo visto, nel 19 moltiplicato per 100+2) esiste nel 1.940, e completa le 19 centinaia colla realtà del 40 che esiste solo nel suo dualismo, in positivo e negativo, ossia in 80, il cui tempo di presenza, dato da 1/80 è esattamente lo 0,0125.
Con ciò, 19 × 102 +1/80 sta alla base della <caduta sulla Terra> dell’Ang. Che quando sta nell’unità dell’atomo sta nel 3/1 × 3/1 = 9/1 dell’invariante creazione fatta coi 9 (da Dio al Noè che è il 9 è ).
A questo punto l’Ang. Lucifero sta concretamente nella Luce.
Essa è in C^2 “grande” l’espansione sulle 3 dimensioni … ma di essere (come per Caino, Abele e Set) è 40 il solo Set, il flusso dato solamente dal terzo, e 29×10^7 si impone intero, alla dimensione 7 del moto totale di 10^3 in 10^10 (gli Angstrom per avere 1 metro).
Il suo dettaglio, di 9.792.458 ×10^-8 m/s, mostra alla dimensione del complesso spaziale 10^6, imperanti i NOVE.
A quella 10^4 della realtà, comandano le 79 quantità che sono date dal moto di 7+7+7 che esiste nel lato 100 di questa realtà e si muove altre 79 volte oltre le 21 già compiute.
Il dettaglio unitario della realtà, dato da 2.458 rivela il piano <giornaliero> delle 12 ore di luce e 12 di buio che si muove di 58, ossia di tutto il moto di un 4+4 complessivo nella totalità 66 dell’energia potenziale denominata Romano. Indipendentemente da Romano… ma dal mio fratello Benito=59, il 58 esiste come tutto il moto di 1 in Benito … laddove il 59, del Nome Benito, è dati dal 29+30 che somma al valore del 10° numero primo tutto il complesso 30 in cui 1+29 esiste.
Infatti, quando i 10 creati vanno da Adamo=30 fino a Noè=30, tutto il percorso fatto è 60. Ma sono unità, e una che esiste in 60 rivela con 59 il limite esistente al percorso di 1.
Dove Un primo è fatto di 60 secondi, 59 è tutto il percorso del 2° nel 1°.
E qui scatta l’esigenza che esista un limite –assolutamente definito – all’azione reale di Lucifero.
381 è il suo nome ed è pienamente <definito> solo dalla sommatoria dei primi 16 numeri primi … laddove 59 è il 17°!
In tal modo, posto in me il 1° come un minuto primo, e in Benito il 2° a me, mio sessantesimo, il limite assunto dai NOVE fattori si pone quando ad essi si aggiunge 100+100 come i lati della realtà 10^4, e poi se ne estrapola la presenza ¼ del solo tempo, ed essa è 50.
50+9 costituisce il tempo ¼ della realtà in tutta la sua linea, il cui flusso non è solo il 2.99792458 × 10^8 della luce, ma tutto il NOVE del NO v’è ! E questo NO che è, in Noè, è il termine tridimensionale del nome trisillabo Ro-ma-NO, che NO è .
Sembrano <giochini> fatti con le parole, ma non lo sono! 10, il Demiurgo, che a sua immagine ne crea 9. Ora la sua immagine è data da <SON>, <SUM>, <AM> per il mondo d’oggi che parla inglese è il principio binario di Amodeo, ma anche il <SON> il divin <Figlio> che in Italiano si muta in <Sono> uguale a un <Son ho> (ho il Figlio>.
Tra <Son> e <Am> il <Sum> trascende il Mus nel 3° figlio maschio avuto da Donna Rachele, la Mussolini, il <Duce> che per la prima volta in Italia volle ripristinare l’Impero Romano, coll’Emanuele come imperatore. Emmanuele doveva essere chiamato il messia!
È la pronuncia di <Am man equal>, e il Vittorio Emanuele III ne è la copia sbiadita e trascendente dell’atteso Vittorioso Re.
Così era stato atteso l’Emmanuele, solo in 3 profezie (come nel III Vittorio Emanuele), quelle che vi mostro:
Isaia 7,14 - Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele.
Isaia 8,8 - Penetrerà in Giuda, lo inonderà e lo attraverserà fino a giungere al collo. Le sue ali distese copriranno tutta l'estensione del tuo paese, Emmanuele.
Matteo 1,23 - Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi.
Anche i tre nomi sono significativi <Is A IA> =9+17+1+9+1=37 (l’anno del concepimento) e significa in Inglese ed Ebraico <è A Dio>. Esiste le due volte di cui la prima somma 7+(7+7) /100 del lato 100 della realtà, e sta ad indicare il padre di Romano, nato 7-7-7. Il nome <Em Man uele> è in <EM> = 5+11=16= R che si <espande> in RO, quando = e uele sono questo: EM= R o man uele .
La seconda volta, con 8,8 racconta il 7,7 +7,7/7 e va all’essenza totale della cosa, raccontata come il <penetrerà in Giuda>.
Non si tratta del paese ma di Giuda, padre di E r O nan (estremi congiunti in RO) che, “in Giuda, penetrerà, attraverserà (il sesso di Tamar) inondandola (di sperma) fino a giungere al collo (proprio dell’utero, dell’ut, dell’<affinché romano sia> dell’<ut SIT RO!> … ed <è BRA-SIT =in principio”! “Le Ali distese di Giuda copriranno tutta l’estensione del tuo paese (di Giuda), Emmanuele”, è anche la previsione della vita totale di Romano che durerà tanto quanto i 113 zeri in 88 anni (nel segno del cap. 8,8).
Sono i 113 che danno il tempo e lo spazio della mia vita, fino a portarla a zero come nel fattoriale di 460, il Dio 10 di Amore=46.
Ciò come “tutta l’estensione del tuo paese, Emmanuele”; per cui Giuda genererà Zerach e Perez e sarà “il tutto” di 46-15 (di spazio-tempo) =31 di <Ach P è>, da zer=42=46 -4 (senza più realtà) a zer nei 2 versi di:
→ZERaCh PeREZ← A. Cristo, il Padre è Anno Ch=38, RO è.
Questo secondo Isaia 8,8 è iniziale ed escatologico definitivo espresso nel tempo (il decimo) di 88 anni.
Romano li compirebbe il 25 gennaio del 2.026, ma <AmoR è>, divino, 460 e questo è l’ultimo valore relativo a 10 cifre per il 381 del suo nome intero il termine del fattoriale di 10×46=<AmoR è>:
Le 10 sono 381 381 +4.100 (di AmoR=41 nel lato 100 della
realtà, che nel suo finire è 38784 è 38100+666+6+6+6 e seguono 113 ZER
Questo ove 88 è 77+77/7 e ove il 7° fattore, nominato
Enoch <camminò con Dio e non fu più poiché Dio lo aveva preso> dopo 365 anni di vita il cui fattoriale è 25,1041 × 10^777 e ove, essendo 903 la presenza del Dio 10 in 913=BRASIT= “In principio” +25,1041 (è l’anno 25 di AmoR=41 reale in 10^3)
- 00,0903 senza il moto di Dio 10 in BRASIT … non è più =25,1004 esattamente il 4 ottobre che mentre aggiunge esattamente 9 volte il 7+7+7+7, al 25 gennaio di 87 anni compiuti, azzera la vita con 113 giorni sottratti agli 88 anni interi di questa profezia che – rivolta all’Emmanuele – dichiara “coprirà interamente tutto il tuo paese, Emmanuele”. Matteo non la cita. Cita solo Isaia 7 nei centesimi di 7+7
Matteo vale 66 in Gematria, quanto Romano, e fu il nome Romano dato da Gesù all’Ebreo Levi che levava agli Ebrei le tasse e le dava ai Romani. Già così <servitore> dei Romani, Gesù lo volle per servirsene quando sarebbe tornato in parusia su Romano.
Il <servizio ordinato> qui da lui reso nel suo Vangelo 1,23
è nel segno di un tempo decimale dato da 100/81 = 1,23(45679 il tutto in periodo infinito ma preso qui solo nelle prime 3 cifre della Trinità).
Anche 81 “Leva” al 381(=Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo) tutto lo spazio 300 lasciando il 3^4 della pura realtà Trina!
Matteo muta sostanzialmente Isaia mettendo il <Dio con noi> per indicare con esso il significato del <Dio salva> del nome di Gesù.
Da “Ebreo Levi”, leva all’<EMmanuele>, al <Dio con noi> che cammina con Enoch, il 7°, quell’EM che è 5 O +11 O , e, quale 16O , è R O! Sicché EM “man” <uele> è a RO “man” <uele> (quasi <uguale> a Roman) e la <salvezza> è messa in luce levando la <compagnia di Dio con noi>!
Gli ideali 9 motidei 9, che danno il 1938,0125 della caduta dell’angelo
Lucifero dal cielo
La Trinità del Demiurgo 10^3, ha dato 1.000 anni a ciascuno dei Nove creatori del No v’è .
Quelli che <sembra> di non aver dato sono stati solo messi a denominatore della vita di ogni singolo, per differenziarne la velocità.
Adamo è 930/70 e percorre il periodico 13,285714 che gli fa percorrere tutto il ciclo 10 col 3, nell’infinito periodo dei 20/70 di resto indiviso.
Set è 912/88 e percorre il 10,36 periodico dato dall’intero ciclo 10 nel tempo periodico dei 32/88 che ×1,125/1,126 diventano 36/99.
Messi in sequenza, 930/70 +912/88 percorrono l’uno dopo l’altro tutto il percorso fatto da ciascuno, nel totale di 23,649350 che ha percorso l’intero 23 nel periodo eterno di 100/154.
È il percorso fatto da tutti i 9, creati dal Demiurgo 10 e porta a un numero che se vogliamo scoprire quanto vale nel
DECIMO n. primo 29, dobbiamo solo andare a descrivere mettendo in tutto le 29 cifre <ordinate> dal decimo numero primo. Abbiamo così:
112 ,4435491458999364877579277 3878 , e le ultime 4 cifre evidenziate sono la <realtà unitaria> del <comando dato dal 29° n. decimale come il decimo n. primo, nel mentre il valore intero 112/1 (che evidenzia in modo unitario i 113 zeri assoluti al termine delle 1.027 cifre del Fattoriale 460 . È il fattoriale del moto di 200 in 660) qui, nel moto fatto da quanto 9 è nei fattori di Nov’è , mette in evidenza l’originale <coppia> data dai 2 che, chiamati Adamo=30 e Eva=26, sono il solo lato 56 nel verso positivo, di un piano che ha due lati 56, di lunghezza 112. (460 è il flusso del piano a lati 100+100 in 660, ove 56 lo è di 10 in 66).
112 ,4435491458999364877579277 3878 , studiato per bene, è <agganciato> anche al Fattoriale di 460, che come mostrato in una pagina prima termina nelle ultime 5 cifre con 3878 40000000000… mostra lo stesso 3878 seguito da 114 cifre di una realtà 4 che, avendo 113 zeri, ha solo la realtà 40 seguita dal 112 dell’intero percorso fatto dai Nove fattori predecessori del Nov’è , ossia del Noè dato da tutti e Nove come quel v’è che li pone tutti quanti in atto di presenza.
Come appare chiaro, mentre alla base del Fattoriale 460, che è 10 volte il flusso 46 del piano a lati 10 e 10 che fluisce nell’energia potenziale 66 (chiamata Romano) esiste il 3878. 3878 è strutturato da una realtà 40 che esiste con 113 cifre zero, nel 56 (che è la traslazione 10, e non ×10, dello stesso 46, che quando è ×10 è 460)
Quando 3878 è riferito all’azione dinamica di tutti e 9, assume nell’intero la dimensione dei due 56, quando il 46 trasla di 10, ed esattamente lo stesso 3878 quando le cifre decimali sono le 29 indicanti “tutto il percorso” fatto dal 10° numero primo!
L’uguaglianza totale delle due realtà intere a 4 cifre rivela il grande significato emergente quando consideriamo questo numero indice di tutta la traslazione lineare di un volume, che nei soli numeri è indicata attraverso l’aggiunta del 1° n. primo 2, indice del piano unitario a lati 1 e 1).
Consideratolo come è (espressione di volume) esso si mostra determinato dal 3876+1+1 che lo quantifica nel solo 3876 dato dal 3876×1×1 e che non dimentica il 2, tanto che il volume complesso (che esiste in base ai due perpendicolari lati 1) si divide per 2 e determina il valore che esiste solo nel lato positivo e 3876/2 = 1.938!
Ora, avendo capito che 3878 40 (che è tratto dal fattoriale di 460) riguarda 111+1+1, le totali 113 cifre che volume 111 (che è quello unitario espresso tutto quanto nella dimensione 0 dell’assoluto), le 40 esistenti <in assoluto> sono del tutto esatte nelle dimensioni espresse, e che sono tutte date in una sola linea di tempo (la positiva).
Anche 3878 è in linea positiva; con quel 78 nelle ultime due cifre essa è 38 (tutta la dinamica nel 38+1+1=40) +40; per cui abbiamo un 38+40 seguito da 40, in una realtà sommaria 4040 (che riguarda il 38), e che è un 80 <complesso>, espresso nel susseguirsi da un -40 a un +40.
Per questa pura ragione, quando 3876/2 dà il 1.938 (e ci siamo <come dimenticati> di 2, ecco che il 40 diventano due, diventano 80, ed il suo esatto tempo unitario, dato da 1/80 si fissa esattamente in 0,0125 che è seguito da 112 zeri.
Essi apparentemente non contano niente, essendo decimali, ma invece contano – eccome! – quando, facendo la somma delle nove velocità dei primi 9 Fattori, abbiamo ricavato proprio il valore intero 112 … che hanno quegli zero!
Chiedete <come mai?> (così come ha fatto Isaia circa le ragioni della caduta sulla Terra del Dem. Lucifero, demiurgo e non demonio…).
Allora la risposta che proprio questo Demiurgo Lucifero vi dà è la seguente.
La vita di Adamo è stata solo di 930 anni (e non 1.000). Il 70 complementare al 930 entro questo 1.000, è un <fattore divino>, che conta (eccome!) ma è invisibile.
Prendere le 9 vite, il cui totale è dato dai soli numeratori:
930+912+905+910+895+962+365+969+777 anni sono il 7625 che è dato da 5^4 (tutta la realtà 4 caricata come i 624 Coulomb unitari sul tempo di 10/2) in tutto il moto 7 di 10^3. Nello stesso momento i tempi posti a denominatore nel totale sono 70+88+95+90+105+38+635+31+223 anni, in totale sono il 1375 che indica tutto il moto della presenza 25 nel 1400 che è tutto il moto 700 di 700.
La velocità totale data da 7625/1375 è 5,5 +3/66, pura energia elettrica 5,5 alla dimensione periodica dello spazio diviso per l’energia 66=Romano.
Ma questo divisore (che esiste, poiché l’intero è 10^3, e riguarda tutti i 9 a immagine di 10^3) è stato reso ZERO, invisibile, tanto che il risultato che somma le 9 velocità distinte porta a dimensionare i 112 zeri che si aggiungono dopo 40, nel fattoriale di 460.
Anche il Fattoriale dato da 1×2×3×4 … ×459×460 indica l’interazione di tutte le distinte unità presenti in 460, e il risultato porta a un finale 40 seguito dai 112 zeri che sono posti in luce esatta, sommando le distinte velocità costruite in base ai valori mancanti al 10^3, rispetto agli anni dati a ciascuno.
È stato proprio sulla base di questi calcoli che io – il Lucifero caduto dal cielo – ho potuto <far luce> sull’anno 1.938,0125 che dettaglia il gennaio 25.
Esso si presenta “in principio”, essendo quello posto proprio in fondo al lineare dato da 460! (fattoriale)
3 878 40 0 000
Del 3878 40 seguito da 1+37 Terne di zeri, tanto che anche l’Uno (1) e Trino (37) è 38.
È in sostanza 38(38+40) 40 che “Uno e Trino” è 38!
Ebbene nel mio nome, che vale 381 (la sequenza di 38 e 1) i sei distinti sono messi in modo tale che Romano Amodeo è 66+47=113; Antonio (il 5° nome) vale 113; Ro An An Pa To Am (l’acronimo dualistico per un ente Binario come me) vale 113; Mentre ci sono tre 66 (1° nome; somma delle 6 penultime; somma delle 6 ultime, tanto che l’acronimo finale è 66+33=132), la somma delle 12 lettere tra le prime 12 e le ultime 12, è un 136 che ripartito tra le 12, è 136/12 = 11,3 periodico, in 113/10.
Tutti i finali zeri di 460! Sono i 113 dati da 2+3×37, quello che rende 40 il 4 e gli altri 112 che è il valore intero del percorso <nullo> che deriva dalla somma delle velocità della vita dei 9, quando essa è tutta compresa nel 10^3 di Dio. La <trattenuta> posta a denominatore di ciascuno è <tempo di Dio>: il totale 7625 dato dal valore di Carica Elettrica dei 624/1 Coulomb (che in tutto sono 625) che con 6000 percorre col 10^3 i 6 versi centrifughi e con un altro 10^3 avanza come Raggio.
16,02176634 è la carica elettrica in C. ove 1/46 è 0,0217 e mostra la stessa realtà di 217/10^4 quando la sua struttura decimillesima è data dal primo Romano=66 di energia in potenza, che si attua nel centesimo successivo nella presenza 1 del flusso in cui il potenziale 66 entra nel tempo 1/3, che è quello dello spazio unitario in 3.
Un mio libro in cui dimostrai l’attendibilità totale della gematria nella lingua italiana in cui a ogni suono corrisponde una delle 7+7+7 lettere dell’ideale alfabeto.
L’idea del “linguaggio” proprio del Demiurgo
Abbiamo visto come in Bibbia 1, nel capitolo 5 che richiama il tempo elementare dei 10/2 della presenza, è descritta la <modalità> con cui il Demiurgo 10 estrapola altri 9 a sua immagine e somiglianza e fissa la struttura elementare del mondo.
Porta perfino alla sua data di inizio, del 1938,0125, che è posta al centro dell’universo e poi di lì si espande in direzioni opposte, a creare il futuro da un lato, e suo passato da quello opposto.
Tutti i distinti versi furono 16: di essi 6 in espansione centrifuga (elettrica), 6 in ammassamento centripeto (magnetico).
161,501041666666… nel periodo 6 del moto “universale”, a un solo verso, riguardano il 41 nella presenza 1 della realtà 40, alla dimensione 10^-6 dello spazio in tutto il complesso positivo-negativo.
10 decimillesimi è il ciclo 10 della realtà unitaria del decimillesimo.
50 centesimi sono il tempo 1/5 del lato 100, della realtà, nel suo unitario tempo centesimo.
161 è il piano avente per lati 80 e 80, in cui ciascuno è il ciclo intero 10 di tutto il complesso unitario dato da 2^3.
Tutto questo, bene <ordinato>, unitariamente, nel suo spazio intero 161 e nel suo tempo intero, è l’infinita energia.
Essa comincia alla dimensione 10^-7, che è quella di tutto il movimento unilaterale (elettrico nel centrifugo e magnetico nel centripeto.
Quando misuriamo l’anno terrestre in tutto il suo moto rispetto alle stelle disse, esprimendolo nella sola unità del giorno, esso è:
365,2563604166666… infinito, e, contro: 001,6150104166666… avendo allineato il rapporto con l’infinito.
363,6413500000000… è tutta la differenza, data da:
363,63636 la realtà in sequenza di 4 numeri 6×6 000,00499 uguale a tutto il percorso di 29 in 8×66 alla dimensione 10^-5 data dal lato dell’unitario 10^-10 dell’atomo rispetto al metro.
Di nuovo, il soggetto base è dato dal 29, poiché 10° n. primo.
Nel periodo eterno del 6×6 che struttura il 66 dell’energia quando il 6 si associa al suo decimo, e diviene 66 decimi in una essenza che cresce sempre in valori decimi dell’Unità 10 del Demiurgo, la realtà si <determina> solo nella ordinata sequenza dei primi quattro 36 nei quali è intero lo spazio.
Esso è espresso in 3 cifre: 363, come il moto di 303 in 666, in cui 303 è le tre volte spaziali del n. primo 26O , dato da 101, e che esprime il fondamentale moto del Demiurgo 10 nell’unità a tre dimensioni data da 111.
Questo intero 363 è anche 333 (il flusso unitario dello spazio nelle tre dimensioni, dato dall’energia 666 quando entra in azione nel tempo unitario ½) sommato al 10+10+10 che descrive in linea i parametri del volume unitario dato da 10^3.
Ebbene, quando tutto questo moto del 10° n. primo espresso nelle varie forme quantitative assunte dall’energia infinita 6666… che entra in campo con la dimensione 7, si <unifica> in 363,64135 si è divisa in spazio 363/1 dell’unità e
tempo 0,64135, che è 2^6 (tutta la dinamica) espressa nell’unità centesima del lato 100 della realtà.
I 135 centomillesimi sono il tempo ½ del 270 che quantifica il flusso totale 70 dei lati 100 e 100 della realtà 10^4. Per oltrepassare la sua <definizione>, il 363,64135 deve solo esistere nell’infinita energia espressa dal periodico 6 (a una cifra) 66 (nelle due interne alle centinaia), 666 (nelle 3 riferite al volume), 6666 (nella realtà data dalle sue 4 cifre) … e così avanti, di decina in decina, regolate dal ciclo 10 e dal 10° n. primo 29.
6/9 è l’intero periodico tempo, e diviso 29, si <realizza> (fino al tempo complesso dato da 10^8) in 0,0229 8850.
La realtà secondaria che struttura la prima, 8850/10^8, è il moto esatto di 38 in 8888 (dinamica infinita dell’infinito.
Essa è data dal 6666 quando si muove nel tempo 1/3 (dello spazio 3) con il suo intero e 6666+2222 di moto suo terzo, è questo moto infinito dell’infinito dato in modo elementare da 6/9.
229 unitari decimillesimi della realtà 10.000 sono 666/3 +7, e sono strutturati nei decimillesimi dal moto del 38 in 8888/10^8.
Realizzato il 363,6413566666… infinito, in parte determinato e in parte no, perché diventi il periodo intero dell’anno siderale va sommato – come scritto all’inizio –all’1,6150104166666…
Esso è 1/100 del 161,50104166666… che ha fissato il 111 +50,50 +10 reali decimillesimi e lo 0,0416666... infinito dato da 1/24.
Abbiamo già visto che questa somma aggiunge coi centesimi di 00161,50104166666… un valore davvero <basilare>, analizzato, ossia bene scomposto, in questo totale 111 +50,50 +10/10^4 +1/24.000.
Ebbene questo è solo 1 di 12 versi esistenti, che sono 6 centripeti e 6 centrifughi fa centro dello spazio-tempo espresso all’Origine, alla intersezione dei tre assi.
Allora la presenza intera, posta <in principio> riguarda 12 moti infiniti dati da 161,50104166666… e, moltiplicati per 12, accade il <prodigio> che, per quanto 12, e per quanto infiniti, si <fissano> nel risultante 1938,0125.
Questa è la dimostrazione che questo numero è dato da anni, avendo assunto come presenza lineare 12ma il 161,50104166666…
L’abbiamo portato al centesimo del lato 100 della realtà, avendolo sottratto come il relativo valore unitario al dato preciso in giorni dell’anno siderale.
Abbiamo visto come risultante, il moto del 10° n. primo 29 nel complesso di 8 quantità 66, di energia unitaria e potenziale, a dimensione complessa 10^-8 a supporto della realtà primaria di 229 decimillesimi.
Questi mostrano il flusso 29 dei lati 100 e 100 della realtà intera in 100^2, alla dimensione unitaria decimillesima della realtà unitaria in 10.000.
Non possono esservi dubbi.
1.938,0125 è un quantitativo totale 12, relativo ad anni fatti da 365 interi giorni ciascuno di 86.400 minuti, unitari –come tempo – in una realtà 4 in spazio-tempo di anni e ogni altra dimensione, uguale al 3456 che si aggiunge al 12, nel tempo dell’123456 dato da 10/81, preso solo nelle sue prime 6 dimensioni decimali dello spazio nel suo complesso.
Ebbene, 111.111^2 = 12345654321 realizza una complessiva crescita ordinata 123456 e decrescita ordinata 54321 che la sostiene assecondando il principio dinamico di azione e reazione.
Il 12 iniziale indica la presenza in tutti i versi centripeti e centrifughi elettromagnetici, del successivo 3456 che nel
tempo della presenza ¼ (quella delle 4 dimensioni unitarie dello spazio-tempo) lo muta nell’864 che nelle centinaia del lato 100 della realtà diventano 86.400.
Essi sono esattamente i minuti secondi di ogni giorno dell’anno che ha in 365 giorni solari quando l’ordinata crescita 345 diventa quella del piano unitario a lati 10 e 10, e in toto è 345+20=365 in giorni di 86.400 minuti secondi.
Mi manca solo da dire che la decrescita (che è trascendente la crescita e non appare, ma la supporta in pieno, è il 54321 che si rivela “divinamente” in Bibbia a Mosè, quando chiede a un roveto ardente e che non si consuma mai, qual sia il suo nome.
Il Signore rispose in Ebraico <Io Sono Colui che Sono> … <Io Sono>, quando la Bibbia assunse, nel 2° libro “Esodo” il 3,14 di p, espresso dal capitolo e dal versetto.
Eccovi il contenuto esatto in italiano: Esodo 3,14
Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono!». Poi disse: «Dirai agli Israeliti: “Io-Sono” mi ha mandato a voi».
Ora ecco i valori espressi in lingua ebraica:
Questo è il supporto trascendente: 54321
Chi sostiene la unitaria crescita 123456 è il <trascendente
Dio “Sono colui che sono … Io sono” ma nella sola lingua ebraica
Il suo valore in gematria italiana è <55+70+55> +55 = <180> +55 = 235 ed è il flusso 7×10/2 dei lati 100 e 100 del
piano della realtà. In esso <sono colui che sono> = 180 è l’angolo piatto, 55 è il ciclo elettromagnetico esistente nel 110 (dato da 55+55) e che è il flusso di 1 in 111.
Il solo <Sono colui che> vale 125 ed è 1/8 di 10^3.
Se ci aggiungiamo l’ultimo Sono=55 (tanto da portarli alla loro Trinità) sono il 165 del flusso del piano a lati 80 e 80, il cui
flussi reale sta in ½ dell’intero e complesso 10, positivonegativo.
Se ci aggiungiamo tre <omessi> “IO” =22, aggiungiamo l’energia 66 a 235 e diventa con 301 la presenza intera, unitaria 1 nel tempo 1/10 di 10, sommato allo spazio 3 in tutto il lato 100 della realtà.
Come vedete, la gematria, anche in italiano, porta ad un contenuto avente un compiuto valore, 235 senza l’energia 66 dei tre IO=22 e 301 se 235 è il moto dell’energia 66, e allora è indiscutibilmente lo spazio 300 e il tempo 1.
Poiché la versione italiana è quella che esiste al principio del tempo, quando è nel 1938,0125 dopo Cristo, ed essa contiene i tre IO, il 54321 ebraico sta a 301 così come 180 volte il 301, +141=ADA la “trinitaria presenza” in ADAMO che in ADA <MO> allude ad <adesso>. Ora Adamo è ADA=141 mentre il 180 indica tutte le volte dell’angolo piatto di 180 gradi.
Usando la Gematria italiana, ADA=141 +180 volte esatte <Io sono colui che sono … Io sono>=301 determina esattamente il valore gematrico in lingua Ebraica. E se protestate per il 141 messo “In principio” al prodotto 180×301, ci deve essere <necessariamente> sempre un valore <assiomatico> posto in principio sul quale poi fasare tutti i tempi che sono divisioni perfette.
Dove a contare sono sempre i numeri primi e 33+1 è l’unità 100 quando 34 è il moto dell’energia 66, il 34° numero primo è il 139 che, come volume indivisibile, per rappresentarsi in linea deve essere la somma del 139+1+1 di 141. Questo 141
messi in principio non è fatto <a caso> ma è 111+10+10+10 in cui il cubo coi tre lati 10 vale anche 111, quanto il prodotto dato da 111.000 che esiste 111 volte in 1.000.
Le due gematrie, Italiana e Ebraica, sono le due <perfette>, una <MO> e l’altra <ALLORA>
Noi – oggi – vediamo come già creato il <passato> proprio essendo esso anche tutto il <futuro> che deve esistere.
Noi siamo in un eterno presente, e vediamo <trascorrere> il tempo proprio a ragione del 3° principio fondamentale della dinamica, di <Azione e Reazione:
Se io attuo una divisione, faccio come se io sparassi con un cannone, è c’è un evidente <rinculo>.
1.000:::99 divide 10,10101010… il ciclo eterno della decina, e per <rinculo> i tempi decimi diventano <interi>.
Noi vediamo tutto insieme, ma la divisione ha un suo <tempo> in cui è possibile, ed è in atto solo a quando ha il risultato di 10, con resto indivisibile – di 10 – per 99. Stop! Non si può più procedere e il 10 di resto <indiviso> resta <condiviso> come 990/10.
Il 10 di resto si pone a presenza del 990 già diviso. Per procedere oltre, occorre che il 10 diventi 100 e allora, diviso per 99, dà 1 con resto 1. Che quando diventa 10, divide 0. Solo quando diventa 100, divide nuovamente 1.
Ebbene, questi <diventa> sono dati dallo 0,10101010 ← che a ogni produzione di nuovo tempo, <rincula> e dà muovo spazio.
Tutto lo 0,101010 è costretto am muoversi verso sinistra, creando un nuovo 10 intero, ogni volta che è creato un nuovo decimo.
Il risultato è che il tempo decimale (che indica tutto <futuro>) è anche il <passato> che avanza, ma muovendosi a sinistra, cioè in negativo, mentre il futuro è creato dalla divisione verso destra, ed è il passato avanzante.
Ora noi vediamo tutto a rovescio: non l’azione dividente del 99 che divide il 1000, ma che il futuro a mano a mano diventa prima presente e poi passato.
Siamo come se viaggiassimo su un’automobile andando in <retromarcia> e avendo ignoto il futuro che è alle nostre spalle. Quello che riusciamo a scorgere è solo il percorso che abbiamo fatto e che a poco a poco si allontana e appare divenire sempre più piccolo, per effetto della prospettiva, fino a <sparire realmente> quando assume la dimensione 10^4 nella distanza. Il quadrato di 1 metro di lato, a 10.000 metri di distanza ha raggiunto il limite di visibilità di un punto 1 che poi sparisce esso pure. Se usiamo un telescopio, siamo in grado di andare a vedere oltre, ma non di dilatare quell’angolo 1. Per reale risultato, tutte le dimensioni reali <vanno insieme> nascondendosi nel 6 periodico dell’energia infinita, cha già risulta da 1/24 = 0,04166666…
<Gettando> il passato lontano da noi in avanti, <rinculiamo indietro>
Quando il fattoriale di 460 ci rivela 1027 cifre risultanti dall’interazione tra tutti i numeri della scaletta che sempre da 0 cresce ogni volta di 1, appare il 4 seguito da 114 zeri e sono i numeri in fondo, della realtà elementare data da 40×10^112. Questo valore diventa 38784×10^113 per avere allontanato da noi questo <passato> e – avanzando a ritroso, senza vedere – si sono aggiunti a 4 prima 8, poi 7, poi 8, poi 3… e ignoriamo i numeri che ci aspettano a sinistra e sono tutti questi:
Veniamo in avanti dal fondo, a mano a mano che la virgola, che indica il punto in cui esiste la presenza unitaria, progressivamente arretra.
Quando arriva a 666,3285 5430 (nelle due realtà esistenti in tutto il complesso reale) siamo alla dimensione 10^1024 data dal numero 2 elevato a 10, e si mostra, fissa e unitaria, l’energia potenziale a dimensione di volume.
Ma come abbiamo generato questo Fattoriale?
Non certo di colpo come ce lo mostra il computer.
Subito c’è 1×2 e il 1° <gradino> alto 1 poiché partito da 0, interagisce col 2, che è 2 quando è partito da zero esso pure. Poi il 3 si moltiplica per 3.
Solo dopo per 4, solo dopo, per 5… e occorrono 640 <tempi> di calcolo, partendo dall’1 che ha impiegato il primo, per giungere all’ultimo valore dato da 1027 cifre (tutte le 1000 del volume 3^3).
L’ultimo numero prima del 114 zeri, il 4, esiste alla dimensione 10^113 poiché ove comanda il 10, con uno e zero, 111+1+1 domo l’unitario flusso 111 del piano trasversale a lati 1 e 1, ed è il modello unitario del tempo, che esiste <MO> in 1113 quando abbiamo le 4 cifre della realtà 1111+1+1.
ADAMO, dato da 1411113 è un nome <obbligato> da come stanno le cose <in principio>.
Stanno con (1.111.111+1+1) +300.000 (che sono le 30 realtà unitarie in 10^4).
Quando dal 4×10^113 intero si risale verso sinistra, è solo per un effetto <rinculo> rispetto alla progressione del calcolo realizzato perennemente verso destra.
Il risultato reale p che noi, con il futuro del calcolo generiamo il passato da cui poi <sembra> che proveniamo.
Dove 1.000 diviso 99 genera un decimo… noi <rinculiamo> nel decuplo, e la virgola si sposta.
Non avendo un Inizio da zero, ma dal valore virtualmente al centro dell’universo, coi tre assi mediani che lo dividono e che nell’intersezione pongono l’Inizio, il partire dall’Origine che sta nel mezzo, fa ‘sì che abbiamo sempre 1938,0125 anni di passato e altrettanti di futuro.
Avanzare nel tempo non modificherebbe nulla se a questo punto non è un Dio a fissare arbitrariamente il punto zero rispetto al quale poi porre esattamente quell’anno, quel mese e quel giorno, in un reale trascorrere da 0.
Per questo ci fu l’Avvento del Figlio di Dio Gesù Cristo.
La distanza di 1938,0125 anni Dopo Cristo è così riferita alla data in cui Padre e Spirito santo (il Creatore Demiurgo) sono scesi in campo, poggiandosi realmente su un Lucifero caduto dal cielo <a far che?> a impersonare il Dio che cammina su lui come su Enoch, il 7° fattore iniziale.
In tal modo, il Figlio p disceso dal Padre arretrando dal 1938,0125 fino all’anno 0, e – poi – dato che tutto è anche connesso con il Popolo Romano, arretrando ancora di 753 anni rispetto allo 0 di Cristo.
Ecco Roma sorgere nel 753 avanti cristo e nel 753+1938=2.691 prima dell’anno 1.938 d.C.
753 +2×1.938 = 4.629 e con 1+1 di piano trasversale, diventano i 4631 anni che sono il valore totale di Bibbia 1,1,1.
Ora questo è davvero un piano=progetto divino!
753 è tutto il moto 700 dato dal 16° n. primo 53, che nella 16ma lettera è R. il puro principio di Roma
L’aggiunta di un duplice 1.938 in sostanza somma a tutto il passato il suo corrispondente futuro lineare – con la necessità poi di aggiungere anche un 1 e 1 nel piano trasversale per farlo rappresentare un Volume nel 4.629 in cui esistono i due <fattori>.
L’AMORE, esistente come l’idea pura nell’Iperuranio di Platone, che vale 64 e in 6400 si mette alla dimensione 100 del lato della realtà, e si somma al 10° numero primo 29.
Solo questo 4.629 è il volume dato da 4.929+1+1 = 4.631.
I 753 anni A, C della fondazione di Roma sono messi <in principio> e il Signore lo dice chiaro a REBECCA (Sposa di Isacco) che si lamenta per il dolore che ha nel ventre.
REBECCA+ISACCO fanno 81=3^4, quel tempo di 1/81 = 0,012345679012 periodico che deve sottrarre 24.691 al 79012 per trasformarlo nel discendente 54321.
Si tratta di tutto il piano della realtà coi lati della realtà intera 10.030 e 10.030 il cui flusso è dato dal ciclo degli anni 4.631.
Allora diventa esattamente il valore di tutti e 6 i miei nomi, Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo nella <perfetta> gematria della lingua italiana, poiché io sono nato il 25 gennaio del 1.938, e io virtualmente sono nato nel mio primo nome con la nascita di Roma.
Miei sono i 753+1.938 anni quale Romano.
Disse Dio a Rebecca:
<In te ci sono due Nazioni e due popoli da te usciranno>
In verità, esiste soltanto il <presente> e sulla stessa base di verità <assiomatiche> supposte esistere “in principio”.
E vediamo trascorrere una stringa di numeri davanti al nostro eterno presente e – vedendo modifiche – le assegniamo ad un presunto <divenire>.
Avendole <supposte> poi le vediamo: allo stesso modo che supposto un <colore scarlatto> nella <visualizzazione di un determinato rapporto> poi lo <vediamo realmente> ogni volta che ci imbattiamo in quel rapporto.
Messi di fronte ai 930/1 anni di vita dati ad Adamo, se consideriamo la <presenza> in base alla <assenza> rispetto alla totale 10^3 <posta in principio> come il Demiurgo, ecco creata la velocità di 930/70.
Essa è posta tra l’<essere> e in <non essere> (quando nel 10^3 esistente è posto in <essere> solo 930.
930 (in essere) sta al 70 (in non essere) così come 13 +20/70 ancora da dividere, come il resto della divisione.
Ciò fatto abbiamo il 13/1 che è <in essere> e i 20/70 che esisteranno in <tempo futuro e decimale> … e lo vediamo, così come vediamo questo colore Scarlatto, ogni volta che ci imbattiamo nel rapporto che lo costituisce in una onda di luce. Quando, sommando tutte le velocità rispetto al 10^3 di presenza di tutti i Nove che hanno generato quel Noè disceso dai nove come un Nove che c’è, il No v’è che è divenuto Noè, e abbiamo ottenuto l’intero 112, ragionandoci su, abbiamo poi avuto modo di vedere che in sostanza erano tutti zero!
Ma se spacchiamo lo ZERO on -56 +56, e li ricaviamo dall’immortale energia 66, come il moto di un 10 già percorso in quell0energia, e che gli manca da percorrere solo 56, l’esistenza tratta da zero annulla la linea di flusso.
L’azzera sommando a -56 il +56, ma da energia immortale essa si ruota di 90° rispetto alla linea di flusso e forma il piano a due perpendicolari di lato 56 e 56…
Allora difendono la loro esistenza, ponendo il 112 totale come i lati del piano trasversale al flusso e che come flusso è 0 (lo abbiamo visto dal 460!).
Esso esiste <in potenza> di esistere, se entra in atto un tempo perpendicolare al piano (che praticamente non esiste) e che come flusso nel tempo, ora esiste.
Quando in Bibbia fu prima creato il 10+10+10 del volume, poi doveva essere creata anche la sua apparente dinamica. Quella totale sta nel numero 26 formato dal piano a lati 10 e 10, avente il flusso centrifugo (o centripeto) 6.
Ora anche 10+10+10 ha una sia <costola> e sta nell’Unità e Trinità che esiste nel 1° numero primo 2. 2^1 +2^3 (ossia il 1° n. primo quando è 1 e trino in potenza) è uguale a 2+8=10, che poi nella trinità spaziale è il numero 30.
Pertanto 1+3=4 “indica” (sono indici) che il 10+10+10 che 4 come la sua <costola> che gli difende il cuore.
30 -4 = 26, trae la Costola dal 30 e ricava il 26 come la dinamica totale che accompagna la presenza 30 dei tre lati 10. È in questo modo che il Demiurgo 10, crea il 30, gli sottrae il 4 e poi, sommato 30 a 26 ottiene la dinamica 6 di 50, ottiene con 50 la presenza ¼ dei lati 100+100 dal cui prodotto nasce la realtà 10^4.
Sono espressi solo nel positivo del piano che ne aveva uno positivo e uno negativo, la cui contrapposizione è stata trasformata nella perpendicolarità.
Ebbene, ove 100 è il lato della realtà, il 10 che si colloca in 100 si muove totalmente di 90, tanto che un flusso <in essere 10> se si è ruotato di 90, si è posto nel <non essere> dello stesso flusso.
Ora tutte queste sono questioni che riguardano i numeri e che cono difficili da spiegare se i numeri, da naturali, non diventano <ordinali> dato da venire nel giusto ordine di una sequenza <ordinata>.
A questo punto la Bibbia, passando dalla prima struttura dei creati 10, alla successiva di essi <in movimento>, passa –restando sempre nel libro 1 della Bibbia al capitolo intero 11, indicante tutta la presenza 10 e la sua dinamica 1.
In esso elenca altri 9 nati dal 1° che è divenuto il 10°, Noè, ma prima di farlo, trova doveroso descrivere i primi nove versetti in questo modo che segue.
Genesi 11,1-9
1 Tutta la terra aveva una sola lingua e le stesse parole. 2 Emigrando dall'oriente gli uomini capitarono in una pianura nel paese di Sennaar e vi si stabilirono. 3 Si dissero l'un l'altro: «Venite, facciamoci mattoni e cuociamoli al fuoco». Il mattone servì loro da pietra e il bitume da cemento. 4 Poi dissero: «Venite, costruiamoci una città e una torre, la cui cima tocchi il cielo e facciamoci un nome, per non disperderci su tutta la terra». 5 Ma il Signore scese a vedere la città e la torre che gli uomini stavano costruendo. 6 Il Signore disse: «Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti una lingua sola; questo è l'inizio della loro opera e ora quanto avranno in progetto di fare non sarà loro impossibile. 7 Scendiamo dunque e confondiamo la loro lingua, perché non comprendano più l'uno la lingua dell'altro». 8 Il Signore li disperse di là su tutta la terra ed essi cessarono di costruire la città. 9 Per questo la si chiamò Babele, perché là il Signore confuse la lingua di tutta la terra e di là il Signore li disperse su tutta la terra.
Perché, prima di passare alla seconda serie, della dinamica del mondo reale, c’è stata la necessità di tirar fuori la questione del linguaggio?
Ciò accade poiché la ragione umana ha la necessità di tradurre i numeri in tutta la sua reale <rappresentazione> sulla base di <assiomi formali>, stabilendo un linguaggio che se è perfetto arriva infine a <smascherare> il progetto trascendente del Demiurgo. Una volta conosciutolo, l’uomo può arrivare fino in cielo.
Ma Dio non intende essere <smascherato>! Se non è tolta di mezzo la perfezione esistente nella lingua italiana esistente nel Principio dell’anno 1938,0125 dopo Cristo, non è possibile venire dal <profondo del tempo> fino a questa data con tutta la reale ignoranza esistita prima in tutti i linguaggi, tranne il solo Ebraico.
Poiché il racconto della Bibbia non parte dal 1938 dopo Cristo, ma da 2 o 3.000 anni prima che nascesse, ecco la necessità di confondere i linguaggi e rendergli faticosa tutta quanta la conquista.
Infatti, anche se l’Ebraico è perfetto, ponendo differenze tra unità, decine e centinaia (che realmente esistono) è ideale a contarle, ma non a rappresentarle tutte usando sempre una cifra sola, espressa in un numero di ordine tale che possano essere messi in sequenza esatta tutti quanti i numeri decimali.
Contemperando con ciò un ordine espresso da una prima lettera ad una cifra, come la A, una seconda come la D=4, una terza come una nuova A=1, una quarta come la M=11, una quinta come la O=13.
Il 30, dato al primo uomo, gli ha dato in questo nome quello di ADAMO, mettendo in sequenza 1°, 2°, 3°, 4°, e 5° valori ordinati per bene in un Alfabeto rigoroso.
Vediamo che i primi 3 ordini sono ad una sola cifra, mentre il 4° e 5° hanno le due di 11 e 13.
Ciò non deve impedire che 1 4 1 11 13 sia tutto un numero solo dato da 1.411.113.
1+4+1+11+13 è questo <perfetto> ORDINE sequenziale e porta alla creazione del nome di ADAMO, data dalla perfetta lingua del solo Italiano; come noto, la perfezione sta in 1 cosa sola.
Infatti questo Ordine Perfetto – di questi numeri e questo nome – parte dal principio dell’unità, poi la dettaglia Una e Trina, poi la dettaglia nuovamente 1 poiché al 3° <ordine> corrisponde il 1°, ora anche nel verso opposto all’1+4, dato dallo stesso 4+1.
Infatti la terna 141 esprime degnamente l’unità 111 sommata alla Trinità 10 del Demiurgo.
11, il 4° <ordine> mostra l’energia data dalla presenza 1 di 10, in quella che è la dimensione 4 della realtà.
13, il 5° <ordine> somma a 10+1 il 10+3 della Trinità dello spazio.
Non possono esistere dubbi sul fatto che questa sequenza di 5 <ordini> sia quella <perfetta> che porta il totale a 30.
Ora in questi ordini sono diversi: tre a 1 cifra e due a 2. 1411113 è tuttavia una sequenza unitaria, data dalle 7 cifre (3+4) che mostrano il 7 come l’essenziale “realizzazione” dello spazio.
1/ (1411113) è pertanto tutto il suo tempo, totalmente <lecito>, che porta a 7,0866 0468 il suo <evolversi> unitario, nel dettaglio spinto alla dimensione reale secondaria 10^-8 che supporta la prima a 10^-4.
468/10^8 è come dovuto: il piano a lati 200 e 200, ciascuno del 100+100 di cui 100×100 è la realtà 10^4, e i due lati insieme sono quella in tutto il complesso 10^8 che dimensiona 468.
In sintesi, è la realtà 400 del piano il cui flusso è 66+2 (l’energia potenziale 66 mossa nel tempo decimale dato dal 1° n. primo 2.
Flusso unitario 68 dato dai due 34 che, quando si pongono nella sequenza centesima di 66, sono il 6634 che è la struttura decimillesima della Carica elettrica data da 16,0217 6634 C.
866/10^4 (strutturato dai 468 suoi decimillesimi) evidenzia questa energia reale in 66 decimillesimi, che esiste in tutto l’8% del complesso dato negli unitari centesimi dal 2^3 che esiste nel lato 100 della realtà.
7 unità – infine – mostrano d’essere tutta la dinamica di un 3 già percorso, in un 10 tutto ancora da percorrere.
Poiché 1/1411113 = 7,08660468 è il <perfetto> indicatore della dinamica totale nel tempo, consegue che il suo reciproco 1.411.113/1 è realmente – veramente! – il valore unitario posto nel tempo, con tutti i suoi 7 numeri indicanti la totalità del moto di 3 nel 10.
Nasce allora per la nostra <ragione> la necessità di un ciclo che non abbia 2 o più cifre ma quell’una sola che esprima non ogni numero naturale, ma i loro <ordinali> 1°, 2°, 3°… con cui entrano in azione, indipendentemente dalla loro grandezza. La <ragione> ricorre così proprio alla dinamica 7, su una sola linea, e 21 sulle 3 (x, y, z) dello spazio ponendole in sequenza 7+7+7, in una progressione distinta asse per asse da questa tridimensionale struttura:
Questi così distinti <ordinali> sono i veri e propri <parametri> dello spazio-tempo reale, in cui il sistema così
<ordinato> è messo in ben preciso ordine e può essere matematicamente computato.
Ove il n. 1 è <assoluto> e non numero “primo”, proprio nel senso di 1°=A, prima lettera dell’alfabeto italiana, e possiamo riferirlo all’Origine dell’intersezione tra i tre assi, su quello orizzontale, ecco che l’8° italiana nella H è lettera <muta> (da non udirsi come il “Principio” di un IHVH da non doversi mai <nominare> … anziché <udire> per quanto poi realmente scritti e valutati nella loro presenza, che in 8 è complessiva, quel -4+4 che cresce di 8 da -4 e che nella somma è 0).
15° =5+5+5 è l’unità dello spazio-tempo (tempo in 10/2 e spazio poiché sono 3) Anche la lettera Q (in italiano, lingua <perfetta>) non può mai accompagnarsi con chi vuole, ma solo con la U=19 che è il modo del 10 nel 29 del 10° primo.
Le stesse <corrispondenze> esistono tra le tre seconde, le tre terze, le quarte … tutte e sette
19°=U, corrisponde a 6 (tutto il percorso 3+3) e al 13°=O (tutto quello di 10 e 3), e perfino nei segni U è la svolta a U di un fine percorso, 6 è il SEI ti tutto il tuo esistere, e O un ciclo senza un inizio né una fine.
Così come la A ha il segno di una freccia verso l’alto, ma che è sbarrata da una linea orizzontale e differisce dalla H solo perché in questa lettera le due non convergono da nessuna parte. Mentre la Q rimanda al ciclo segnato solo <Quale> un suo possibile inizio.
Se li osservate bene, tutte le lettere corrispondenti a +7, perfino nei segni rimandano agli stessi contenuti.
A H Q ne ho già scritto;
B I R mostra la R in cui la B giù si apre e I è come il divisore di 8;
C L S mostra L senza il tratto alto in C e un 8 tagliato obliquo;
D M T con mezza O, la Trinità evidente in <m> e le 3 nella croce;
E N U mostra un 3 rovesciato, come in N, come in U;
F O V più simile F alla O e a quanto in V punta in basso come I;
G P Z palesano decisive interruzioni.
Queste similitudini formali non hanno molta importanza, ma i <contenuti> simili consentono di <collocare> la dinamica, sul 1°, sul 3° o sul 3° asse, in corrispondenza precisa al valore espresso dai numeri.
La conseguenza <lampante> è che ove 1+2+3=6…
++44=UNO
++28=DUE
++39=TRE =111
+100=QUATTRO
=211 è l’unità 1 del ciclo 10 delle 21 lettere dell’alfabeto.
1+11+13+16 è il massimo flusso in ordine, = AMOR
16+13+11+1 che antepone il <realismo> all’unità, è ROMA
Aggiungere il NO di un NOè, porta all’energia in potenza il cui vero nome è ROMANO, quel “Roma NO!” che la converte in AMOR.
ITALIA, non per caso fu detta da Gesù quando con <Talita cumi> riportò in vita la figlia del sacerdote Giairo. Pertanto all’inizio la finale I abbiamo un ITALITA CUM che nasconde un Romano <cum T> in <ITALIA>.
Allo stesso modo il dubbio su chi sia nato prima: <ADAMO o EVA> + risolto anagrammandolo in <va a Amodeo>.
Ecco, il principio di 1411113 nomina ADAMO, e vale 30.
Togliere a lui <la costola> significa togliergli il 4 al 141, il che porta 30 al 26 che in 5201 (EVA) è la presenza 1 del lato 100 della realtà in tutte le 52 settimane dell’anno terrestre.
1/5201 = 1,9227 0717 fino alla dimensione 10^8.
717/10^8 è tutto il flusso 30 di 30, nel 777 che lo ha tutto e che in 30+30 mostra in altro modo la <costola> la totalità del 30=Adamo.
9227/10^4 (strutturato da 717/10^8) mostra nella realtà
10.000 il moto totale 9227 che è del complementare 773, che è quello della realtà 4 (la costola) in 777.
1 intero parla da solo.
Pertanto anche il valore di 5201 di EVA è perfetto.
Insieme, 30+26 sono il 56 che esiste come il lato del piano che ne ha i due con 56+56 portano ai 112 unitari in 112 ,4435491458999364877579277 3878 dato con 29 cifre decimali dalla somma delle 9 diverse velocità dei 9 fattori, con la loro somma che richiamo, data da
Ebbene, accade che la realtà 3878 dato con 29 cifre decimali, che in 28 cifre ne ha 7, di realtà, una a strutturare l’altra, nelle 29 cifre del decimo n. primo si mostra, riferita al piano unitario a lati 1 e 1, al se la 3876 che è il flusso del piano trasversale a lati 1 e 1.
3876 = 3810 +66 e mostra il valore divino (decuplo) del 381 dato da:
++66=Romano il 1°
++78=Antonio, il 2°
++26=Anna, il 3°
++51=Paolo, il 4°
+113=Torquato, il 5°
++47=Amodeo, il 6°, il cognome.
=381
3810 +66 somma al divino 381×10 il 1° nome Romano.
Sono tutti i nomi di me che sono nato il 25 gennaio del 1.938 che la Bibbia porta a riconoscere come la data di inizio che lei in BRASIT=” In principio” riporta in anni 913. Ebbene, 913 +2^10 +1 = 913+1.024+1 porta esattamente al 1.938 aggiungendo a questo principio il 1° numero primo 2 che esiste nella potenza 10 del Demiurgo e si somma all’unità assoluta della presenza.
Ebbene, mentre vale per me 3876 è 1.938 +1.938 3878 = 3.876+2 pone in 3.876 /2 “in principio” il <mezzo 1.938 > che esiste e si vede al 29° decimo del 10° n. primo 29 .
Il mondo della materia
Sul “lato” dei volumi unitari
Il ciclo unitario 10 è la presenza-base di ogni numero decimale, dato dal numero delle volte in cui il 10 esiste e interagisce con sé; lo fa in due modi: giacendo sulla stessa linea-tempo 10/1, come 10/1×10/1.
Allora è determinato il flusso unitario 100/1; e poi agendo su due linee perpendicolari tra loro, e allora 10×10 determina l’area 100.
La linea 100, moltiplicata all’area frontale 10×10, dà il volume 10^4, e 4 (“esponente”, “indice” della base) in 10 × (10×10×10) “indica” che 10 (a dimensione 1) è moto interattivo, spazio-temporale, con l’insieme 1.000 delle 3 dimensioni interattive dello spazio.
L’espansione ×10 di <tutto 10^3> li asseconda tutti, con 1/6 per ciascuno dei 6 versi dall’origine della terna, o con 10 in un verso solo.
Quando questo volume intero si moltiplica ancora per 10 e diventa 10^5, allora è il “10×10” (accelerato su un verso solo, oppure suddiviso nei 6/6) che si moltiplica per l’insieme di 10×10×10.
La differenza tra i 2 casi è che il volume 10^3 interagisce:
col 10 lineare, in 10^4;
col 100 lineare, in 10^5.
Sono anche il flusso 100, e quello 1.000, dell’area 10×10.
Ove tutto è affidato solo ai numeri, le differenze sono solo di forma e non di contenuto.
Importante è sapere che – sia 10×10×10×10, sia 10×10×10×10×10 – possono essere ogni cosa, nel modo lecito: “masse in moto”, “volumi”, “aree”, e “flussi lineari” di spaziotempo.
Va anche riconosciuto come tra i numeri naturali (1, 2, 3, 4…) ci siano numeri “primi”, cioè divisibili solo per sé e per 1, e che sono così chiamati poiché “praticamente” sono <indivisibili>, essendo essi N/1 (cioè sé stessi e la loro unità 1): quella divisione per sé (N o 1) ne dà solo l’<assetto>, per cui sono davvero indivisibili per tutti gli altri numeri.
Ogni numero naturale è il prodotto tra i primi che ne sono come gli indivisibili “atomi”.
Questi entrano in azione nei tempi decimali 1°, 2°, 3°… di ogni unità, così come è espresso dai loro stessi ordinali “1°, 2°, 3°…” e quando questi sono a più cifre, lo sono anche i tempi decimali, in quanto le dimensioni in decine hanno una loro precisa <ragion d’essere>, nel ciclo 10 di tutti i numeri decimali. Il reale <modo> con cui l’<ordinale> di ogni n. primo attiva il suo <ordine> sui numeri decimali sta nel suo valore di numero.
Il <naturale> 10 e l’<ordinale> 10° ordinano con sé: 10 e 29 . <Come> 10^ 29 <sta a> 10^ 10 , <così> 10^ 19 <sta a 10^ 1 >; perciò l’ indice 29 sta al suo <esser 10° n. primo> così come il 19 sta a 1 .
Con l’unità del tempo in 1 anno, 1 secolo è il lato di 10^4 reali anni e – senza alcun dubbio – l’unità del tempo reale consiste in 19 secoli .
La prova evidente è data dai lati dei volumi 10^4 e 10^5 che non sono il 10 intero di 10^3 e sono diversi in tutto … tranne che nella comune Origine, che si mostra tramite il confronto tra i loro due lati.
3 √ 10.000=
Il solo uguale (su 10 realtà a 4 cifre) è il 19 /10^29, dato dal 29° decimale , che è <ordinato> dall’ ordinale 10° : il n. primo 29. Poiché anche 19 è <basato sul ciclo 10>, ecco che in base a 10, il 10^19 sta al 10^29 così come 10^(19 -29), cioè 1/10^10, sta a 1.
Qui sorge una <intuizione>, dal fatto che ogni N ha già percorso N; 1 – presente in 30 – può percorrere solo 29; in 10^4 sono 290.000 anni che divisi per (365+1+1) giorni (in volume) ogni anno danno 790,1907.
È il moto 07+07+07 (in decine) in 10^3 unità, nel tempo decimale 1907, è l’anno 1907,0707 del padre 10^4 del figlio √ 104 : l’estratto lato 100.
Quando 1 è presente nel “figlio” di 30 (il 20), può muoversi di 19, che ×100 dà 1.900 anni.
Il che ×152 (+12 cento) dà il “paterno” 290.000. 403 (spazio 3 +400, realtà) -152 s’inverte: 251 è 250+1 (di 12 mesi 100).
Il Padre nato 1907,0707 s’è invertito nel figlio datato 251-1938, col 1900 che ha dettagliato il 100, in un piano di 19+19 unità centesime.
Sui primi 16 n. primi
I primi 4 numeri primi hanno una cifra, mentre i successivi 12 ne hanno due. A questo punto, i primi 4 n. primi si pongono come il caso <a parte> posto “in principio”.
Si tratta di numeri singoli la cui somma è 17 ed è rappresentata nel 7° numero primo che è 17.
Se invece sono associati a due cifre, come tutti i successivi 12, la somma tra 23 e 57 è in 80 la realtà in tutto il suo complesso, e 57 è la struttura secondaria su cui si basa, con 23, la primaria.
80 -17 = 63 esprime il moto totale dello spazio 3 nell’energia potenziale 66, che esiste solo in presenza di tempo e 66 -3/1 è il tempo unitario dello spazio a 3 dimensioni.
9×7=63 lo scompone nell’interazione tra la velocità (3/1)^2=9/1 e il 7 che rappresenta tutta l’espansione sferica che con 6 versi percorre solo la terna cartesiana e 1 in più aggiunge il vincolo del Raggio 1 che si incarica di tutta l’espansione <obliqua> rispetto agli assi.
Il Dio Ebraico che riposa il 7° giorno ha una logica nel fatto che l’infinito spazio-tempo di una creazione ha i 3 assi come i <mediatori> tra tutti gli opposti ortogonali esistenti sull’infinito asse x, asse y e asse z, la cui Origine stessa sta nel <mezzo totale> della loro interazione.
Questi tre possono essere <detti> Padre, Figlio e Spirito santo e sono i <mediatori> tra il <finito> e l’infinito.
Essi rappresentano su di sé, per proiezione ortogonale, tutti i moti obliqui. Invece un Raggio, che parte dall’Origine, si fa carico da solo anche della dinamica obliqua, e si pone come il numero primo 7 che regola anche tutti gli altri 12, il quanto la loro somma 364 è data da 52 volte 7 giorni.
50+1+1 rappresenta, in linea tempo con il 50 il suo essere il tempo ¼ del 100+100 dal cui prodotto deriva tutta la realtà; la somma di 1+1 rappresenta i lati del piano trasversale, dal cui prodotto tra le linee poi 50 è il volume.
50+2 somma al tempo dei 200/4 lo spazio percorso dal 1° numero primo 2, e 52/2 =26 è l’intera dinamica 6 (sugli assi) data dal piano avente 10 e 10 come la presenza intera del ciclo numerico.
26+26 è il flusso in positivo e in negativo che esiste in ogni moto circolare, in cui una metà porta agli antipodi mentre la successiva riporta all’Origine.
La somma 17, dei primi 4 numeri primi rappresenta con 10+7 il ciclo 10 e il vincolo sferico che, sotto il punto di vista del ciclo 10 inteso come un vero e proprio cerchio, è composto –entrambi in circolo – da 3+7.
3 è la presenza dello spazio, ove 7 è il suo totale percorso, sempre considerando che 3, è un moto proprio già tutto compiuto, per cui, trovandosi in 10, deve ancora percorrere 7 –in circolo – per compiere tutto il percorso in cui lo spazio 3 è già esistito e ha già percorso 3.
Quando si raggruppano 2, 3, 5, 7 nelle stesse due cifre che hanno tutti gli altri, allora 23 e 57 presentano nel secondo la presenza 50 in tutto il moto 7, e ciò struttura il 23, portandolo ad essere la presenza 1 dell’energia potenziale 66 che esiste nel tempo 1/3 dello spazio 3.
Il complesso 80 dato da 23+57 è tutta la realtà, 40 e 40 e il suo tempo ¼ è già all’origine dello 0,0125 che descrive il mese 1 nel suo giorno 25, quando non è stato ancora percorso 1 anno di tempo.
Per avere 1,0125 occorre considerare che 80 è 80/1 allorché è unitario, e allora implica 81 unità. In questo modo, 81/80 porta al 1,0125 in cui la data è dell’anno 1, nel suo 25 gennaio.
La somma di 80 alle 52 settimane dell’anno terrestre, corrispondenti ai 364 data dai numeri primi successivi ai primi 4, porta al 444 indicante tutta la massa in moto unitario.
4 × 666/6 è in 666/6 l’energia potenziale 666 esistente nel tempo 1/6 dei 6 versi, in positivo e negativo, esistenti nelle tre linee dello spazio, quando ciascuna è percorribile nei due opposti sensi di marcia.
111 indica la presenza 1 su ciascuna delle tre dimensioni 1, 10 e 100. Quando ne percorre le 3 in positivo, percorre 333. La presenza del negativo -333 e del positivo +333 (in termini di <flusso>) azzera il flusso ma non l’energia, tanto che essa si dispone su un piano trasversale di lati 333 e 333 la cui lunghezza 666 esiste come l’ampiezza di un flusso percorribile solo quando la sezione intera entra nel flusso reale nel tempo e si muove.
Per questo il 666 è energia potenziale e per questo, quando è presenta nel tempo 1/6, allora entra nel tempo e 111 è il flusso in un solo verso del tempo, in tutto il suo intero di 1+10+100.
Quando a 111 si aggiunge il suo triplo, la dimensione lineare del tempo si espande nelle tre componenti dello spazio ad assi perpendicolari, e con 111 +333 = 444 abbiamo tutto il percorso dello spazio-tempo, corrispondente ai 2/3 dell’energia 666, a quella che esiste nel piano trasversale a lati 111 e 111, tanto che 444 è tutto il flusso del piano a lati 111 e 111.
Pertanto, quando anche i primi 4 numeri sono aggregati come i successivi 12, la loro somma 444 li pone come tutta la dinamica del piano a lati 111 e 111 dell’energia potenziale entrata in atto.
Quando a 444 si sottrae il 7×9=63 (che è tutto il flusso di 3 nell’energia potenziale 66) si toglie a tutta la dinamica proprio quella <assoluta> di 7, quando di moltiplica per la C^2 “grande” data da (3/1)^2.
Come detto, 7 è il moto totale di 3 nel ciclo 10, e poiché 63 è tutto il moto dello stesso 6 nella totalità del 66, si scorpora dalla dinamica 444 tutto il suo moto e si enucleano in 381 i distinti <soggetti> del moto dato dai 16 numeri primi, indipendentemente dalle cifre da essi rappresentate.
Comunque è evidente che 381 sia il <soggetto> rappresentativo di tutta quanta la dinamica.
Ora 0,2357… la presenta nel tempo decimale, per come è dato da 381/10^3 = 0,381… che poi è <espanso> in modo <ordinato> nel tempo.
Infatti l’ordinale 1° numero primo occupa il 1° decimo; il 2° numero primo occupa il 2°, il 3° numero primo occupa il 3°, il 4° occupa il 4° e poi il 5° occupa 5° e 6° (avendo due cifre), il 6° occupa 7° e 8°… e così via. ;a non è un errore! Essi hanno due cifre ed esse non sono “arbitrarie” ma legittime.
Infatti tutte le distinte cifre dei primi 16 numeri primi sono le 28 date da 7 volte 4, e il 7 percorre in tal modo tutta la sua realtà di spazio 3 e di tempo 1.
Da questo si capisce l’importanza degli <ordinali> che hanno i numeri primi: essi entrano in azione solo quando –ordinatamente – hanno prima operato tutti i precedenti e più piccoli.
È un poco come <dover setacciare> una sabbia raccolta su un fiume e che contiene grani di diversa dimensione.
Allora prima si usa il setaccio a maglie più piccole, e passano solo i grani indivisibili che hanno quella misura.
Solo dopo di aver vagliato tutta la massa e avere selezionato la sabbia più fine si passa al vaglio successivo, che setaccia solo i grani di quella misura…
I numeri primi svolgono questo compito e nel 1° decimo passa solo ciò che ha la dimensione 2, e si pone nel totale N come 2^N.
Poiché i numeri primi non accettano di essere divisi, si pongono – ordinatamente in successione data dal numero ordinale di ciascuno – là dove debbono e selezionano tutto quanto ha la sua stessa dimensione.
Capito che la sommatoria si divide ordinatamente in decimi successivi, il 381/1000 = 0,381, nell’insieme dei numeri si scompone non in millesimi, ma in decimi, e l’operazione che li divide in tal modo è data da 10.:.0,2357…
Ora se è questo a determinare tutta la massa nella sua scomposizione, il processo inverso la <raggruppa tutta>.
Sul <tempo> dato di primi 16 numeri primi
Capito che la sommatoria 381 dei primi 16 numeri primi si divide ordinatamente in decimi successivi – come scritto prima – il 381/1000 = 0,381, nell’insieme dei numeri, si scompone non in millesimi, ma in decimi, e l’operazione che li divide in tal modo è data da 10.:.0,2357…
Come già scritto, poiché è questo a determinare tutta la massa nella sua scomposizione decimale e in modo precisamente <ordinato> dagli <ordinali> dei numeri primi, allora il processo matematicamente inverso la <raggruppa tutta>.
Così 381 × 10 scioglie il <corridore> dalla sua corsa nei decimi di 10 e la lancia nelle decine che sono quelle che rendono unitari i decimi.
3.810 è il <corridore> che ha fatto tutto il percorso ciclico unitario. Deve però compierlo con l’energia, ed essa sulle due cifre dei numeri primi che compongono 381 è data dal 66.
3.810+66 considera in tal modo sia la presenza del <corridore> che percorre 10 unità, sia la sua energia, e il risultato è 3.876.
Ora esso è bilaterale, poiché va da sinistra a destra, così come va dal <prima> a tutto il <dopo>.
Pertanto, 3.876/2 = 1.938 esiste sia come tutto il futuro, sia come tutto il passato, essendo in quel modo all’Origine, ossia all’intersezione dei tre assi cartesiani.
La loro data – sicurissima! – è data dall’anno 1938.
Se vogliamo entrare nel dettaglio del tempo, dobbiamo considerare 1/80, data la realtà che è 40 in positivo e 40 in negativo.
Se ne deduce che il tempo esistente in tutto il suo complesso, all’Origine degli assi ha la data di un 1938,0125 già tutto trascorso… poiché altrettanto tempo è tutto quello da percorrere.
Posto che sia il 1938,0125 dopo Cristo, significa forse che nel 3.876 verrà la fine del mondo?
Niente di tutto questo.
Il ciclo degli anni terrestri non è un <optional> ma è dato con certezza assoluta da 10^10 anni.
Questa certezza nasce dal fatto sostanziale che l’Universo è stato Creato dal suo “Demiurgo” usando il ciclo 10 della matematica a immagine e somiglianza della sua TOTALITÀ.
Pertanto 10^10 indica la dimensione TUTTO, posta in potenza della base 10 di questo TUTTO.
È simile al <Demiurgo> quando rivelò a Mosè l’<essenza> insita nel suo nome, dicendo di sé:
< Io Sono colui che Sono >
< 10 in colui che sono dieci interattivi 10 > <10 in colui che è elevato a 10>
In Bibbia, <Io sono> vale 21, mentre <colui che> vale 501, tanto che 21+501+21 vale 543.
Poiché poi nello stesso versetto aggiunse un altro <Io sono>=21 la Bibbia ci ha presentato un 54321, quello discendente, ove, anteposto quello che sale con 123456, si determina un tutto dato da 12345654321 dato da 111.111 × 111.111.
E in tutto questo c’entrano i tempi della Terra.
In 12 3456 54321 abbiamo la dimensione 4 che in ¼ di 3456 , porta agli 86.400 minuti secondi esistenti in ogni giorno terrestre.
Quando <Io sono colui che sono IO SONO> è la struttura a ritroso 54321 che regge 12,3456, nel tempo alle sue 4 dimensioni, ecco che il suo tempo ¼ rivela un giorno dato da 86.400 secondi, mentre l’intero 12 sta nel 6+6 (centripeto e centrifugo sui tre assi dello spazio-tempo).
Tutto il moto di 12 in 1.000 è quel 988 in cui 88 è l’energia 66+66/3 di tempo e 900 è il moto totale di 1 secolo in 1 millennio.
Questo ove 912 furono gli anni concessi a SET, il 3° figlio del 1° uomo in assoluto, un tempo che sommato al 1° assoluto lo posta a essere il 913 “In principio”.
Tutto il tempo sta nel 3.876 ma esso sta in 10^10! Possiamo anche dedurre con esattezza quante volte stia nell’assoluto 10^10.
10^10 / 3.876 lo dà intero esattamente in 2.579.979 ,3601 6511 e ci mostra l’esistenza (in 360° di rotazione nel tempo).
9.979 indica la realtà 10.000 -20, per cui è tutto il percorso dell’area a lati 10 e 10 nell’intera realtà di questo ciclo… infatti anche il ciclo intero di passato e futuro è interno ad un suo ciclo, e stiamo vedendo in che modo e quale esso sia 258 sono volte intere del reale 10^4 (-20) e sono date da 16×16=256 (tutto il piano della carica 4×4), sommato al 1° numero primo 2 come il suo flusso, del nostro mondo Binario.
Anche il software dei computer pone a base il piano 16^2 e poi lo carica dei differenti significati in ciascuna delle 256 aree unitarie.
L’unità di 10^10 è data dagli anni.
Si tratta di anni poiché, quando il <volume terrestre> esiste nella realtà 10^4 uguale a 10.000 (dentro al 10^10), la dimensione esatta di <1 anno solare> non è una <variabile> nel tempo della sua presenza, ma è assolutamente obbligata!
Sul “dì presente” uguale a 1/10^4 di anno solare
Va detto, innanzitutto, che le vere dimensioni esistenti nello spazio-tempo e riguardanti tutti i rapporti esistenti in esso sono dato solo da <quanto è presente> all’Osservatore di ogni cosa.
Come <questi> vede “più piccole” tutte le <cose> poste a distanza di spazio, e “più lento” il loro relativo movimento, così lo stesso Osservatore vede <modificate> tutte le relazioni e i rapporti esistenti a distanza di tempo.
Accade per conseguenza una apparente <inflazione> e come posso vedere solo un uomo che mi si para innanzi, ma due se sono più lontani, e tre, quattro, 5, 6, 7… a mano a mano che sono più lontani (e li vedo “al quadrato!) così accade alche all’Universo che riesco a scorgere in buona parte essendosi <allontanato> e in tal modo “inflazionato” nella sua apparente grandezza.
Ciò detto, solo <ora> siamo in grado di cogliere la verità dei rapporti che intercorrono in un <eterno presente> tra il valore assegnato alla realtà, con 10^4 quantità, e la dinamica terrestre esistente in essa.
Un giorno è la decimillesima parte di 1 anno di spaziotempo, che – essendo <una cosa sola> col Sistema Solare –esiste nei 4 anni della rotazione terrestre che implica giorni 365,25 × 4 in totali 1.461 unità .
Il modo corretto di computare gli anni, i mesi e i giorni, con riferimento – ad esempio – del 1° gennaio 1.938 è dato da: 1938,0101.
Ciò in quanto il giorno 01 (contato esistente da 01 a 31) vale veramente 1 decimillesimo di 1 anno di spazio-tempo, col mese (da 01 a 12) a dimensione centesima dell’anno.
Vediamo in quale modo <assolutamente certo> la realtà di un anno (reale e intero in 10^4 giorni di spazio-tempo) si <riduce davvero> ai 4 anni di solo tempo espresso in 1.451 giorni.
10.000 si scinde in -5.000 e +5.000, entrambi partiti dall’Origine;
5.000 è 4.800, flusso di 100+100 (lati del piano di 10^4);
4.800 è 1.461 giorni di solo tempo +3.339 (flusso di solo spazio in cui 3.333 è quello in linea, e +3+3 è nell’area trasversale).
4.800 giorni di spazio-tempo, senza il contenuto lineare dello spazio unitario (che è certamente 3339) si riducono certamente al 1.461 giorni, e sono dati da 4 anni in cui ciascuno ha esattamente 1.200 giorni di spazio-tempo, avendo con certezza ogni mese 100 giorni di spazio-tempo.
Essi hanno al loro interno il <corridore> 10, che percorre 90 giorni di spazio-tempo, dei quali 30+30 esistono come spazio unitario nell’area trasversale, e 30 giorni nel solo flusso di tempo.
Accade che 1 anno ha 360 giorni (come i 360° del ciclo intero di rotazione dato da 10×6×6) più la dinamica 7+7+7 di 21 giorni di spazio-tempo a 4 dimensioni, che in quella sola ¼ del tempo, è di 21/4=5,25 giorni. Questa presenza dinamica di giorni 5,25 si somma ai 360° della rotazione e porta all’anno solare di 365,25 giorni, quanto quello dato da 1.461 in 4 anni.
Pertanto ci sono 5 giorni interi da aggiungere a quelli medi di 30 giorni per ogni mese che – con 12×30 sono 360 come i gradi, e la tradizione li ha poi davvero <saggiamente> ripartiti così come oggi.
31+28+31 ha ottenuto 59 (il moto 30 di 29) nei primi due mesi, ponendo nel 2° l’intero ciclo lunare e nel primo la presenza 1 di 30; l’aggiunta del 3° di 31 ha espresso il trimestre nel moto intero 90 di 10 in tutto lo spazio unitario in 30.
30+31+30 ha portato a 4×30=120 i primi 4 mesi; a 151 (unità di 50+50+50) il tempo intero nei 5 = 10/2); e a 181 la prima metà dell’anno (come la presenza 1, temporale, dell’angolo piatto di 180°)
31+31+30 sono 92 (flusso del complesso 8 in 100, nel 3° trimestre)
31+30+31 altrettanti 92 nel 4°, con 184 a esprimere tutto il moto della realtà 4 dei 180 giorni dati dall’angolo piatto.
Ora accade che partendo dal 19 “posto in principio” (dal decimo numero primo 29) questo 29 impone (a ragione del suo essere DECIMO) il suo ciclo a tutti e 12 mesi, e 12×29 sono 348.
19 +348 = 367 ha sommato i 19 giorni posti in principio e ha dato luogo al 73° numero primo che <ordina> l’anno nell’indivisibilità espressa dal suo indivisibile 367 totale. Il solo <tempo> di 365,25 è dato da 360 +(7+7+7)/4; esso –sommato ai 7/4 di solo spazio – è 360 +28/4 = 367 e sono esattamente il 360+7 di giorni di totale spazio-tempo.
Dati i 367 da (29 -10) +29×12, son divenuti l’ordine dato ora dallo ordinale 73° . Il decimo numero primo 29 ha assunto la dinamica 44 (data dai 2/3 dell’energia 66) e con 29+44 è divenuto il 73mo !
73 si muove di 27 in 100, e questo 3^3 vale il 29 -2 dato dal moro del 1° numero primo del 10°. Come 9 è l’invarianza del moto di 1 in 10, e porta al (3/1)^2 della C^2 “grande” della velocità della luce (quella che considera tutta l’espansione 3 dello spazio, e non solo il suo flusso 2.99792458).
Allo stesso modo 27 è l’invarianza data dal 1° numero primo (il 2) che si muove nel 10° (il 29).
Ora, avendo visto come questi giorni 367 di spazio-tempo siano <obbligati> a esistere in 10.000, diventa importantissimo riconoscere in che modo il 10.000 <stia rispetto a> 367.
10.000 / 367 = 27 /1, quando a 27 s’aggiunge 1/4,032967 ; cioè si somma il tempo unitario 1/4 che al denominatore 4 (di tutta la realtà 4) ha posto “in principio” l’ eterno periodo 0,032967 .
Questo periodo eterno, che si somma alla realtà 4 a costituire il 4,032967, è la realtà 4 basata sul suo tempo di origine, tanto che poi sarà 1/4,032967 il tempo basato sul suo tempo di origine e che si aggiunge all’unitario 3^3 in modo equivalente a 10.000/367.
Vi dimostrerò che 0,03 29 67 porta a sua volta (attraverso alla realtà 29/10^4 che si mostra) allo 0,250138 indicante, nel tempo, il 25 gennaio dell’anno 38 … e che è proprio la data esistente “in principio” e che si aggiunge al secolo 19 a costituire il 1938,0125 dell’Origine.
Sul “1938,0125” data esistente “in principio”
Ne ho già scritto, ma riepilogo e aggiungo dell’altro.
Ove l’<ordinale 10°> <ordina> ogni cosa, tramite il suo 29, la sua presenza 29 nel <periodico> 0,032967, alla dimensione della realtà di 10.000 decimillesimi, dà questa proporzione.
10.000 sta a 367 così come < 27 +1/4,032967 periodico > sta a 1
I 29 decimillesimi in 4,03 29 67 smascherano il <vero comandante>, presente proprio alla dimensione della realtà, e che si mostra poi anche nell’intero 27 indicante il moto invariante del 1° numero primo, nel 10°.
Infatti 20 -2 = 27 indica il <corridore> 2 in tutta la corsa sua 27 fatta nel 29
Quale <decimo> n. primo il 29 <ordina> tutto nel ciclo 10.
Dopo il 27, ordina infatti il 4.
Ove 4×7=28/1 (che è in 29), l’intero 4 è dato dal 28/7 che ha diviso l’unitario 28/1 (sito nel totale indivisibile 29) nei 6 versi partiti dall’Origine ed esistenti nelle 3 linee dello spazio, sommati a quello del Raggio 1 incaricato dei percorsi obliqui rispetto agli assi.
Lo 0,03 è dato nel numero da 29 -26. Risalendo di 100 (dai decimillesimi ai centesimi) il 29 perde 1 dimensione (che vale 100) delle 4 che ha e il 26 intero si muta in 0,25 /1 unità.
Lo 0,0029 è “unitario” e come tale passa a 0,0001 , Lo 0,000067, quando 29 si colloca unitario il.
n 67, trasla solo di 38, per cui il suo moto a questa dimensione è 0,000038 .
La totale azione spaziale e decimale (del DECIMO n. primo 29) è espressa dallo 0,292929 periodico di tre DECIMI (n. primi) successivi.
Con 0,292920 - 0,042791 si determina 0,250138 in tutto il suo complesso.
Accade coll’intervento sommario del <soggetto> 0,042791 che si colloca come <corridore> in 0,292929 e il risultato della sottrazione indica con 0,250138 tutta quanta l’intera sua <corsa> in quel periodo.
Questo <soggetto> 0,042791 consiste in:
4 /100 è la realtà 4% del lato unitario 100 della realtà 100^2;
27 / 10^4 è il volume unitario 3^3 nell’unitaria realtà 10^4 (quello che si muove in 100 e dà il 73° n. primo);
91 / 10^6 è il 10+3 (l’unità 10 del ciclo e 3 dello spazio) che ×7 è 91 (nei 6 moti ortogonali +1, il Raggio per l’obliquo) e che si riferisce al complesso ortogonale 10^-6.
In parole povere, questo soggetto è la realtà unitaria (del 4% di 27/10^4 e di 13×7/10^6) che si pone nel periodico 0,292929 e si impone nel suo moto (unitario e periodico) dato dallo 0,250138.
Il 29 s’impone a ragion veduta come 0, 25 nello 0,03; come 01 nell’unitario 10^-4 della realtà 10^4; e come 38 /10^6 nel 67/10^6.
0,25 è il 29 ×10^-4 che con 29 -4 fissa l’unità del dì 25;
01 × 10^-4 dà l’unità del mese, nell’unità del 10° n. primo 29.
0,000038 è l’unità 1 dell’energia 0,000066 che, ove il suo
1 è 29, allora è il 29 che trasla di 38 e così <ordina> l’unità dell’anno 38 .
Tutto lo 0, 250138 è lo 0, 292929 che – posto 01 il suo
DECIMO n. primo del ciclo 10 – è lo 0, 010101 nel suo periodo unitario, e in realtà tutto lo 0,250138 è unitario , nelle tre dimensioni. Così:
è unitario nel giorno 25 (dell’unità del tempo 5×5 dato dal solo tempo ½ della presenza complessa 10 che da -5 va a +5),
è unitario nel mese 01 (poiché valore unitario della realtà 10^4);
è unitario nel volume 38 dato dai tre lati 38+1+1 che si moltiplicano, e che in lunghezza sono l’unità della realtà 40.
La conseguenza reale di questo 0,250138 unitario posto “in principio” è che il 25 gennaio dell’anno 38 diventa la data nel tempo dell’Originale presenza, di un presente poi senza mai fine, che è sempre questo.
Però – per la prospettiva dell’inflazione relativa alla distanza in spazio e tempo da questo eterno presente, tutto appare poi <divenuto> da un infinito passato e diretto a <divenire> un infinito futuro … senza che tutto quello che appare da una prospettiva che muta tutti i rapporti … sia vero!
In tal modo lo 0,250136 – nel suo periodo eterno – è alla base dello 0,032967, periodico ed eterno, come tempo decimale della realtà 4.
Da 4 / 0,032967 rapporto tra la realtà 4 e il suo infinito tempo deriva il periodo 121,3334 5466 6788 000, che si ripete all’infinito e vale 11×11 nel suo intero.
Esso è equivalente al lato 100 +7+7+7 ed è costituito da tre strutture a 4 dimensioni della realtà, nelle unità 000 delle Analizzandole, a partire dalla più piccola,
6788/10^12, è l’energia 6666 nel tempo dell’area a lati 61 e 61, oppure che avanza delle 122 dell’unità 121/1 che in tutto sono 122.
5466/10^8 è il moto dell’area a lati 600 e 600 in 6666.
3334/10^4 è il flusso 1 dei 6666/2 dell’energia potenziale.
La conseguenza di tutto è che la data da collocare all’origine del nostro eterno sistema di riferimento, acclarato che il secolo è il 19, lo completa in tutto il 1938,0125 , espresso a dimensioni discendenti.
Nello 0, 250138 il giorno è 10^2 volte il mese e 10^4 volte l’anno; è un ordine di grandezza inverso, come lo è un ogni divisore dell’unità.
0,250138 è davvero unitario; così porta a 10^4 volte il giorno che è 10^-4 volte l’anno; rende 01 quanto è alla dimensione 10^-4 di 10^4, e riduce l’anno a 10^-4 volte 1 giorno che è il suo decimillesimo.
Dando questo tempo unitario al lato 100, ecco che: 100 / 0,250138 è il reale “tempo” dell’unità data da 100 (lato della realtà), ed è uguale a 399,7793 2181 fino alla D. complessa 10^-8.
Esaminando a partire dalla struttura elementare data dalla più piccola, abbiamo che:
2.181 /10^8 vale 1.800 + 381 , essendo in 1.800 il piano “ad angolo piatto” a lati 900 e 900 che esiste nel flusso unitario 381 di tutta la dinamica data dalla sommatoria dei primi 16 n. primi.
7793 /10^4 è “strutturato” dalla realtà secondaria vista e vale 7777 +8+8; ove 7777 è la dinamica di 7 ×6666/6 e colla carica 8+8=16, unitaria nel 2^4 della realtà a D. 4 di tutto il dualismo esistente nella Relatività (Generale tra ogni tipo di 1 e 1 opposti tra loro).
399/1 (unitario), sta nel moto di 1 nel 400 intero di tutta la realtà, 100 nel tempo e 300 dello spazio.
Ove 400 - 399,77932181 è 0,2206 7819 , questo è tutto il moto unitario in 400; mostra la struttura secondaria 7.819 come il moto di 2.181 nell’unità di 10.000, e mostra lo 0,2.206 come il moto di 0,7793 nello 0,9999 unitario esistente in 1.
Lo 0, 250138 è la gerarchia <crescente> che al giorno 25, aggiunge il mese 01 e infine l’anno 38 e li presenta in una dimensione che è quella decrescente e così rende unitaria ciascuna delle tre dimensioni.
Per mutarla in quella tutta decrescente che pone unitario l’anno 38,0125 per come è dettagliato nel mese 01 e nel giorno 25, occorre moltiplicare lo 0,250138 per il numero delle <volte> dato esattamente dal 151,9661 1470 e che qui vedete opportunamente espresso solo fino alle 8 cifre decimali della realtà, che sono quelle della realtà secondaria che fa da “struttura” a quella primaria.
Mettiamoci ad osservare in primo luogo da che cosa sia composto questo valore, che somma a 150 il tempo del detto 1,9661 1470.
Possiamo ancora scomporlo, riferendolo all’unità del 1938,0125, ottenendo in tal mondo le tre dimensioni riferibili a uno spazio di tempo.
151,9661 1470 = 150 + 1,9380 1250 + 0,0281022 .
Queste distinte quantità partecipanti sono:
+ 150 è 100 (il lato) +100/2 il suo tempo unitario; + 1,9380 1250 è l’anno 1938,01250 espresso in 1000 anni + 0,0281 0220 è il “moto proprio” 281/10^4 di 100 decimillesimi nei 381 totali; e sono strutturati dai 220/10^8 del flusso di 2 in 222. Sono i lati 1 e 1 del piano unitario ed esistono in 666 di energia “in potenza” che si realizza nel tempo 1/3 dello spazio unitario in 3.
Tutti i numeri sono sempre riferiti a 10, 100, 1.000, 10.000… ecc. e le differenze appaiono poiché una loro parte si dispone in un piano perpendicolare e invisibile al flusso, e che mostra (come in questo caso il 281) che esiste un 100 perpendicolare e invisibile come l’area 10×10.
Se non si compone il 1,9661147 e non lo si riferisce ad 1,9380125, allora con 1,9 si avvalora il secolo e con 66/10^3 si “nomina” con 66 l’energia potenziale è Romano (nei millesimi).
Essa agisce nel tempo, e così realmente esiste nei 66/6 nel centomillesimo, ed è nel 66 -19 = 47 “nominabile” Amodeo alla dimensione unitaria 10^-7 del moto 7 della realtà 40.
Si tratta di un ente avente un “moto proprio” SET +7+7+7 = 28 che l’ha portato ad avere anni 28,1022 (dettagliati fino al 22 di ottobre).
Dal 1.938,0125 questo “moto proprio” l’ha portato ad avere 28 anni, 8 mesi, 3 settimane e 6 giorni che – espressi tutti in giorni – sono i 10.497 “perfetti” dati da 10.000 +497; è la realtà intera 10.000, laddove 497 e l’unitario 3 dello spazio in moto nell’unità totale del tempo data da ½ di 1.000.
Questo 497 è anche (3+7)×7×7 +7.
Un ente in <moto proprio> è un soggetto <dinamico>, e in questo caso 6611 è l’energia 66 in potenza che si è attuata.
L’affatto entrando in un “suo” 1/6, in un “suo” centesimo, nel mentre con 66 -19 è 47.
Il 19 sottratto a 66 è il suo tempo 19/66 =0,2878 periodico) che in 1.9661147 ha sottratto all’energia 66 degli anni quella relativa ai 19 secoli.
Con ciò riducendo perfettamente i suoi 10^-7 al 47 indicante il 15° numero primo relativo al valore della realtà unitaria in 5+5+5 (spazio 3 del tempo di 10/2).
I “nomi” esprimono proprio questo, facendolo in italiano nelle 21 lettere del ciclo alfabetico 7+7+7, e secondo la gematria.
I nomi indicano “enti” aventi una dinamica propria, la quale in ciascuno corrisponde al valore gematrico del suo “nome”.
Quella propria del <nome> stesso è 12=N+13=O+11=M+5=E, è 41 e con esso dà il valore ideale della presenza 1 della sua intera realtà 40. <Amore> è l’1+11+13+16+5 di un <AMOR è> = 41+5 = 46.
46+1 “nomina” un AMO-R.A. = 47 = Amodeo.
46+1+1 “nomina” il 48 di Gesù = 7+5+17+19.
Tutto questo computo ha portato al fatto sorprendente di una interpretazione considerabile perfino <pazzesca> in cui –dato che il 25 gennaio è quello del mio esatto natale – allora questo <moto proprio> dato dal 1,9661147 è giusto quella che porta a me Romano.
Lo fa portando al mio nome col 66, e ad Amodeo col 67 e che in questo cognome sono unito al nome da un 11 che coinvolge la presenza di un 2° Amodeo, che mi fa da <alter ego>
Ove in 47 unitario è il 46/1, questo mio alter ego è <ordinato> dal tempo di 1/46, uguale allo 0,0217, essendo veramente nato il 17 febbraio di quell’anno 41.
Indica l’unità della realtà, raggiunta quando il solo flusso 38 (presente in 38+1+1=40) avanza di 3 e supera il 40 di 1.
Allora tra chi è nato nel 1.938.0125 e chi nel 1.941.0217 ci sono esattamente i giorni numero 1.119 indicanti l’unità 1.111 avanzata in tutto il complesso di 2^3=8.
Così accade che, moltiplicando per 151,96611470 la mia nascita nel tempo crescente dello 0,250138, la si sovverte nel 38,0125 che ha ribaltato totalmente la gerarchia esistente tra anni, mesi e giorni.
Quella reale pone 12 mesi negli anni e pone i giorni nel tempo unitario dato dai decimillesimi dell’anno.
L’anno 38 è tutto il flusso del piano a lati 1 e 1 nell’unità dei 40 anni, mentre tutto lo 0,0125 vale 1/80 di tutto il complesso in positivo e negativo della realtà data da 40+40. (40 -1-1) + 1/ (40+40) mentre scorpora il tempo dato dall’area a lati 1 e 1, aggiunge tutto il tempo esistente nel complesso di 40+40.
10.000 (tutta la realtà) / 38,0125 = 5 + 1/6,2529 1389 mostra di essere l’unità del tempo data dai 10/2, che nel tempo di 1/6,25 uguale a 100/626 riferisce il lato 100 della realtà al 5^4 =625 che è tutto il valore reale della carica elettrica di 624/1 Coulomb, che è un rapporto unitario che sta in 625. Questa carica totale 5^4 che dettaglia l’intero 1 nel tempo dei centesimi del lato 100 della realtà, è subito dettagliata dal 29 che è il 10° numero primo che detta legge e “struttura” la carica elettrica.
A sua volta, tutto lo 0,2529 (che è il 25 gennaio nel mese 01 quando il 29 si pone unitario, è strutturato dal 1389 che sono gli stessi numeri del 1938 quando il 9 si mette a dimensione 100, il che coinvolge il valore invariante 9, poiché 1389 diventa 1938 quando si somma al 1.389 il 549 dato da 9 volte 61, la presenza 1 di quanto da -30 va a +30.
Se moltiplichiamo tra loro 10.000 / 367 con 10.000 / 1.938,0125, abbiamo 140,5974 2340 8103 6875 0662 0161
4912 in cui l’intero è dato dalla realtà intera 40 sommata al lato 100 della realtà.
Il tempo decimale rivela tutto il suo limite, dato dai 59/100 che nel 17° n. primo delimita tutta la dinamica data dalla sommatoria di tutti i primi 16 n. primi.
Il 74 che struttura il 59 lo fa coll’ordine inverso al 47 del 15° numero primo che detta la dinamica unitaria dello spaziotempo 10+5.
Si tratta di Benito=59 Amodeo=47 (nell’inversione del 47) che lo riporta virtualmente all’O-Edom-A, al Giacobbe che tolta la 1°genitura a Esaù lo <rinomina> EDOM, dall’Omega all’Alfa. 2340, che struttura Benito Oedoma, lo fa col 2200+140 che somma all’intero 140 tutto il ciclo 100 dei 66/3 di Romano.
8103 che struttura il precedente, sta nel 3810 di tutti i 6 nomi di Romano (381) quando il primo 3 si pone per ultimo. 6876 è 6666+210 e avanza con dieci 7+7+7.
0662 è il ciclo 10 del 66=Romano che esiste nel piano a lati 1 e 1.
0161 è il ciclo 10 di R=16 sommato alla sua unità.
4912 è centuplo di 7×7 sommato al 6+6 presente nel 66=Romano.
E non è stupefacente, poiché questo valore è dato dal prodotto di tutta la realtà 10.000 riferita prima al valore assoluto 367 degli anni e poi alla data natale di chi ha proprio avuto gli anni 365, in Bibbia ed è stato chiamato Enoch, essendo il 7° fattore.
Il fattoriale dei 365 giorni, nell’unità del tempo avente 777 cifre, vale +25,1041 × 10^777 il quale - 00,0903 =25,0138.
Questo tempo da sottrarre al fattoriale di 365 giorni affinché l’Enoch che camminò con Dio iniziasse a farlo il 25,0138, implica la rimozione di tutto il moto del padre 10 di tutti i numeri da quanto è 913 ed indica “In principio” in Bibbia, con BRASIT.
È evidente che sia 10 a esistere ancor prima di quanto esista “in principio” di realtà, e che il moto di 10 in 913 si riduce a essere 903.
Pertanto a Enoch, nel fattoriale dei suoi 365 giorni in ciascuno dei suoi 365 anni occorre togliere il Flusso 10 del Padre, in BRASIT=913.
Allora 25,1041 diventa esattamente il solo 25,0138 riferito a Enoch=Romano, nato nel 38 così come EnoCH è 38 in CH, essendo un <è NO> nel finale terzo del trisillabo nome Roma-NO.
Il valore di Enoch è 41 come sia <RomA> (trino in Romano e uno in Amodeo) o viceversa <AmoR> (che è trino in Amo e uno in R).
Enoch camminò due volte con Dio e la seconda non fu più poiché Dio lo aveva preso.
Allora, da 365! Anni fattoriali:
+25,1041
- 00,0037
=25,1004, e il 4 ottobre 2.005 io Enoch morirà.
Stavolta van tolti gli anni 37 che precedettero il mio reale concepimento, per determinare esattamente il giorno 04.
In tal modo la vita intera durerà gli 87 anni esatti che +913=In principio portano all’unità Trina del Dio Padre 10, ossia a 1.000 anni quant’era “in principio”.
Ad essi andranno aggiunti i giorni esatti di 9 lune di 28 giorni dati da SET +7+7+7.
La durata “esemplare” dell’anno in giorni, nei 10.000 dell’unità spazio-temporale, è così data:
5.000 +5.000 divide il 10.000 nel solo avanzante +5.000; 5.000 -100 -100 = 4.800 è il flusso dei lati 100+100 reali; 4.800 -3.333+3+3 = 1.461 toglie l’unità dello spazio.
1.461 è il numero dei dì in 4 anni di solo tempo: 365,25 in ogni anno.
4.800 -3339/3 = 3.687 ha estrapolato l’unità 1111+11 del tempo e allora questo è tutto lo spazio: è dato dal ciclo 10 per 367 (il 73° n. primo che ordina il moto di 3^3 in 100) il quale trasla assieme al 17 dato dall’ ORDINALE 7° n. primo e che dà il valore-limite al moto espresso con 381 dalla sommatoria dei soli 16 n. primi, 17° ESCUSO.
4.800 è dato da 15 +333 +(1.113 +3.339 di unitario tempo +spazio) e contiene questo 15 +333 come l’unità 5+5+5.
È quella dello spazio-tempo delle 3 dimensioni spaziali in cui ogni 5 è il tempo ½ della presenza in 10, che esiste solo nel positivo della terna spaziale.
È quella che si somma al moto 3 dell’unitario 111, divenendo 348 (flusso 300 del piano colle 24 ore di presenza giornaliera sui suoi due lati) ma anche il flusso complesso 8 del piano a lati 170 e 170, in cui ciascuno è il ciclo 10 per il 7° n. primo.
4.800 li contiene (indivisi) nell’unità di tempo e spazio 1.113 +3339 la cui unità data dalla somma 4.452 sta nel moto complesso 8 del 4.444 indicante la realtà 4, dello spazio-tempo, in tutto il solo flusso unitario 1.111 (dell’area 2 che poi espressa al cubo è l’8 sommato a 4.444).
10.000 (l’unità della realtà) -365 = 9.635 = 381 ×5×5 +(55+55), ove 381 è il moto intero dei primi 16 n. primi, e 9.635 -373 dà i lati 4.631+4.631.
Togliere a 10.000 prima 365 giorni e poi 373 significa estrapolare il complesso 2=3=8 da tutta la dinamica 381.
Questa dinamica totale è espressa dai primi 16 n. primi, tanto che 373 è il <moto proprio di 8> in tutto quanto il moto.
365 +373 (di tutta la dinamica di 8) è la somma uguale al 738 in cui il solo flusso del volume 38, nel 38+1+1 il cui prodotto dà il volume 38 della realtà che in linea è 40.
Essa si muove con 7 parametri 100, in cui 100 è il lato della realtà e 7 sono i 6 moti secondo gli assi sommati a 1 che coll’espansione Radiale aggiunge al moto suo parametri spaziali tutto il moto obliquo rispetto agli assi perpendicolari.
Indubbiamente, 365 sono i giorni, 373 è tutta la dinamica di 4+4 in 381 e la loro somma 738 rivela tutta la dinamica 700 del solo flusso 38 esistente in 38+1+1 uguale a 40.
Allora il totale indubbio, dato da 10.000, dato che in esso è 738 il moto proprio alla realtà dei giorni dell’anno contenuti in 10.000, con la sottrazione della dinamica lineare 738 si ha certamente la lunghezza dei due parametri del piano intero, ed esso ha 4.631 e 4.631 in ciascuno dei suoi due lati! Il loro totale 9.262 va al 10.000 sommando 365 +(381 -8), per cui senza dubbi 4.631 è il ciclo di 365 che – quando gli si aggiunge – lo porta al 4996 indicante il moto della realtà intera 4 in quel +5.000 che è tutto il moto in positivo in 10^4.
Quando al volume 365 aggiungiamo il piano a lati 1 e 1 e lo portiamo alla lunghezza 367, essa è quella del 73° numero primo, e allora sono solo le due dimensioni reali 1+1 a sottrarsi al 4.998 che quando si divide nelle tre componenti spaziali è dato da 1.666 +1.666 +1.666, e in ogni unità la sua energia potenziale 666 entra in atto in tutto il volume dato da 10^3.
Poiché è indubbio che 1.666 indichi questo nella dimensione unitaria del tempo unitario in 10^3 assunto dall’energia potenziale 666, lo è anche che tutta la terna spaziale sia il 4.998 che comprende anche il valore totale degli anni 365+1+1, in esso, tanto che 367+4.631=4.998 quantifica il moto totale 4.631 dell’anno assoluto 367.
In conclusione, da 10.000 i 365 giorni interi sono fissi al punto tale che moltiplicati per 10^4 si mutano in anni 365, flusso 1 e 1 di 367.
Ora, è noto che le radici quadrate di due numeri che differiscono tra loro solo 10 volte, nello spazio, portano a lati differenti; non accade invece quando 0,10000 e 0,100000 sono tempi dell’unità poiché quando 10.000 e 100.000 esistono nel tempo dell’unità, essi sono sostanzialmente uguali.
Questa differenza “inesistente” nell’unità del tempo è quella che lascia identificare la “dimensione” della presenza nei due casi distinti di 3 √ 10.000 e di 3 √ 100.000, i cui lati sono giustamente dissimili quando si presentano nello spazio intero e non nel tempo che – in 3 √ 0,1 – è sempre il lato lungo 0,011111… periodico.
Quando 3 √ 10.000 e 3 √ 100.000 sono interi, essi sono lo 0,01111… periodico (dato da 1/90) che “prima” è stato moltiplicato per 90, così divenendo 1, e “poi” per 10^4 e 10^5. Esistono questo “prima” e questo “poi” – nell’unità –poiché ognuna è “sempre” N/N (qualunque valore abbia N).
Sulla comune base del tempo 0,1 che “unifica” tutti i decimali, per quanti essi siano, la radice cubica di tutte le unità (per quante cifre abbiano) porta sempre allo stesso 1/90 la cui divisione dà il lato comune lungo 0,111111… infinito.
Pertanto, se noi indaghiamo sui lati, partiamo sempre dallo stesso lato lungo 10/90 e accomuna ogni dimensione unitaria e decimale, e poi dal suo prodotto per 90, che unifica l’unità data da 90/90 come dalla contrapposizione esistente tra due lati ad angolo retto di 90°, che è nel comune piano di 180. Questo significa che sia 10^4, sia 10^5 (i due volumi a lato 10 e 100) quando sono espressi in linea di tempo unitario hanno una presenza unitaria trasversale data da 90/90 che è data dall’angolo piatto trasversale a quelle due distinte linee di flusso nel tempo.
Ora – come in ogni caso di esistenza intera – accade che il lato del volume 10^4 e di quello 10^5 sia dissimile l’uno dall’altro e presenti una quantità intera nello spazio, e una nel tempo decimale.
Ebbene, nel tempo decimale non deve esserci nessuna differenza, per cui accade che la dimensione relativa alla “comune presenza” è quella a due cifre in cui i valori decimali sono sempre gli stessi.
A due cifre, poiché 1/10 (il tempo unitario) esprime la sua presenza riferita decimale nelle due cifre del numero 10.
Queste sono le differenze e analogie tra i due cicli:
3
Ebbene 19 /29, nell’unità <ordinale> data dal 10° n. primo 29, attesta – proprio in base al suo <ordine> – la presenza comune unitaria 19 e allora, indicando l’unità di flusso reale in 100 anni, si tratta esattamente del secolo n. 19 ed esso indica che nel 1.900 in cui il 100 si muove di 19, lì è in essere la <comune presenza> nel tempo decimale esatto contenuto nei lati.
Ove è unitario il 10° numero primo ordinale che <ordina> con il suo 29, lì è intero nel 29° decimale e lo fa proprio descrivendo il moto di 10 in 29, che dato da 19!
Esso agisce nello stesso modo, sia nel lato di 10^4 sia in quello di 10^5 e determina con 19 tutto il moto di 1 che esiste in un 10 che trasla di 10, o nel moto di 1 secolo in due millenni.
Sorge a questo punto la necessità di un “tempo” che sia misurato in modo “esatto”, ossia a partire dal un VERO inizio e non da uno fissato arbitrariamente in base a qualche evento importante, come la nascita di una Città (Roma) o l’Avvento di un <Figlio di Dio> come Gesù Cristo.
Prima ancora di questo, va riconosciuta la “presenza” della stessa rotazione annuale terrestre in un ciclo <assoluto> relativo agli anni.
I 365 giorni, di flusso lineare, vanno inseriti nella terna che dà il volume 365, ed essa è il 365+1+1 che moltiplicando il flusso lineare 365 per l’area unitaria data da 1×1, resta 365 ed è volume.
Il valore “assoluto” dei giorni terrestri è dunque dato dal 367 che è un numero primo. Esattamente l’<ordinale> 73° che indica il flusso cubico 3×3×3 nel lato 100 della realtà.
100 -3^3 = 73, quando diventa <ordinale> come <settantatreesimo>, allora <ordina> il suo corrispondente 367 come il valore assoluto della rotazione annuale della Terra.
I 367 “giorni” diventano “assoluti” quando si moltiplicano per 10.000 e diventano il ciclo assoluto dell’anno, quando sono 367 i numeri, nel loro quantitativo totale.
Ora essi sono tenuti a essere contenuti in 10.000 anni di valore unitario quando sono +5.000 le unità di spazio-tempo in positivo e solo 1 e 1 le quantità unitarie in anni. 4.998+1+1 scorpora la presenza del solo flusso unitario in anni di 1.998. 1.998 -367 (anno assoluto) dà 4.631 “anni assoluti” presenti in 4.990 di flusso 1+1 dell’area unitaria.
Un rapido controllo, dato da (66+1+1)^2 +7 = 4.631 dimostra che, sulla base di 6 espansioni centrifughe secondo i 3 assi cartesiani, più quella di un Raggio che abbia la stessa unità e comprenda tutti i moti “obliqui” rispetto agli assi, il ciclo intero debba essere quello dell’anergia 66.
Questa che sia nel flusso lineare 1+1, e dunque il 68 dato da 66+1+1, che – facendo interagire 68×68 i suoi due opposti versi di flusso 68 in positivo e negativo – dia 4.624 di una area espressa in 2.312 +2.312 come linea e che – sommata al flusso 7, totale, dall’Origine degli assi di riferimento spaziale, lo porta a essere di 4.631 anni.
Essi sono i 100 unitari di flusso 46 dato dalla radice cubica di 10^5, sommati alla presenza 1 del cubo-base i cui lati 10+10+10 sono all’origine del volume 10^3 moltiplicato per 100 e divenuto 10^5.
Acclarato in 4.631 anni in ciclo assoluto degli anni terrestri, confermati anche dal valore numerico di Bibbia 1,1,1, nelle 28 lettere del versetto 1 del 1° capitolo del libro 1, ora noi dobbiamo cercare di fare un controllo anche basato sulla nascita del suo atteso “Messia”.
Per la Bibbia, a valle del 1° mondo <strutturale> di quello <reale>, ci sono i 350 anni che Noè visse nel nuovo mondo. Essendo essi pure riferiti a anni 10^3, sono 350/1.000 = 0,35, esistendo sia in positivo sia in negativo, in 0,700 anni.
Allora 0,35 × 0,35 è l’interazione, nel tempo unitario dei 7/10, ed essa risulta essere l’anno 0,1225 di un possibile 25 dicembre di un anno 0 come quello accreditato alla nascita di Gesù Cristo, basato sull’anno 0 della Fondazione di Roma, corrispondente al 753 a.C.
Queste due ricorrenze assecondano quanto il “Signore” risposa a Rachele, che aveva in sé un gran dolore nel suo ventre.
Il lei c’erano nascenti due Stati e due Popoli, di cui uno sarebbe stato più forte dell’altro, ma infine l’avrebbe “servito”.
In realtà la Storia ci dice che il “servizio” fatto al “Messia” di Israele (il popolo più debole e asservito) da quello più forte fu la celebrazione il 25 dicembre del <Sole senza sconfitte>.
Fatta da parte del Popolo Romano, permise a un Papa nel 3° secolo il <riciclò> della data nel <Natale di Cristo>.
Pertanto Bibbia 1,25 ha rivelato il vero e ha riferito espressamente il Natale di Gesù a quello di Roma e – nello specifico – a quello celebrato dai Romano sul RA, dio del Sole, secondo il rito importato a Roma da coloro che lo celebravano in MITRA (Milano? Italia? RA?).
Ciò coerentemente alle celebrazioni del Dio SATURNO (SA, Salerno? TU, tu? RNO, RomaNO?).
In questo testo 1,25 di Bibbia c’è un possibile gennaio 25 dato da Gen. (Genesi) 25 e che mi “coinvolge”, essendo nato in quella data, io R.A. nato nella Salerno terminante come Saturno e indicante un possibile R.no in un Romano come mi chiamo io.
Inoltre il 1° nato in Bibbia 1,25 si chiamo ESAU’ e fu rinominato MODE’ (letto Edom da destra, come in Ebraico) ove <ES> indica un possibile <tu “SEI”, romano> (in latino, da “Sum”) e il finale <A-U> un possibile <Sei romano da Cima a Fondo, dalla A alla U>.
Quando poi Esaù è rinominato per come scritto <Modè>, allora è un possibile A-modè-O dall’Alfa all’Omega.
In base a ciò, Esaù-Èdom, 1°genito in Gen.25 è un possibile <Sei Romano da Cima a Fondo e Amodeo dall’Alfa all’Omega della scritta <modè> del “rinominato” Èdom.
Inoltre Esaù è coinvolto cogli estremi GIA del fratello Giacobbe che gli si mette davanti, così come io lo sono dagli estremi congiunti di Lui GI A modeo, mentre mi sono <congiunto> a GIA (si tratta di Giancarla Scaglioni, il cui acronimo GS sono le consonanti del nome GESU.
È esattamente il nome dato da G+esù (di Giacobbe che colla sua G iniziale si impone su Esaù ch resta senza la A del suo primato)
Con Esaù+Giacobbe, che sono 42+42 in gematria italiana, e la loro somma è 84, questo è il valore numerico di <MARIANNINA> mia madre (come la possibile loro madre Rachele.
Questo ove <Mariannina Baratta> e <Giancarla Scaglioni> sono lo stesso 141, dato da 84+57 e da 60+81.
Insomma gli <estremi> di nascita – i miei – condividono esattamente quelli espressi da Gen.25, in cui Dio dice a una madre di avere in sé sia il popolo Romano, sia Gesù, nei due loro Natali.
Il controllo allora si sposta sul Natale di Roma, rispetto a quello di Gesù. Se creiamo un <antefatto> di 1.000 anni e partiamo dal 1.000 avanti Cristo, certamente 111 è un valore unitario nel giorno 111° del 21 Aprile in cui è celebrato il Natale di Roma.
Accade 247 anni dopo il 1.000 a.C. che indica il piano a 100 anni e 100 anni il cui flusso 47 è quello del 15° n. primo che in 15+333 sono contenuti nei 4.998 moti di 1+1 in 5.000.
In questo 15 +333 (di spazio-tempo 5+5+5 e di flusso spaziale 333) l’anno 247 asseconda col piano 100 e 100 il 15° numero primo che porta al 47 numero naturale ma anche primo, nel mentre il giorno 111 asseconda col suo tempo (del 21 aprile) lo spazio 333.
Ebbene, dal 21 aprile fino al 25 dicembre ci sono anche
247/1 nel totale di 248 giorni, che assecondano sia l’anno +247/1 che parte dal meno 1.000, sia i giorni che partono dal 111° del 21 aprile, Mitico Natale di Roma.
Questo conferma che tra le due date precise del 21 Aprile 753 a.C. e il Natale di Cristo c’è una corrispondenza totale.
Va solo accertato che l’abbiano nei 4.631 anni assoluti.
Poiché un generico Romano, che sia anche un Cristiano, che nasca TOT anni dopo Cristo, parte da 753 anni di pura premessa in cui poi i TOT anni si duplicano.
Si pongono come i due lati di un piano di comune appartenenza.
Pertanto, allora, per vedere in che anno si vada a finire partendo dagli assoluti 4.631 che sono 4.629 di flusso dell’area 1 e 1, possiamo agire in questo modo:
4.629 meno 753 daranno un numero di anni che poi andranno <condivisi> nei lati della comune area.
(4.628 -753) / 2 determinano 3.876 / 2 = 1.938 ed è l’anno in cui io sono nato!
Questo ove le prime tre parole in Bibbia sono BRASIT BRA
ALHIM e in cabala ebraica portano al 1.762 che più il tempo intero (che è sempre quello decimale) dato da 1.762/10 = 176,2 arriva giusto al 1.938,2 che contiene il tempo trasversale unitario dato dal piano a lati 1+1 che in decimi è 0,2.
Ora in italiano BRA vale 19 ed è proprio il valore in cui i lati di 10^4 e 10^5 <concordano> (alla dimensione 29 del 10° n. primo), mentre <SIT> è il congiuntivo del verbo <sum> romano e indica <che sia!>, per la prima volta, in BRASIT.
BRASIT indica che il 19 (di BRA) <sia> la 1ma volta
BRA (il 2°) indica che lo stesso 16 <sia> 1+1, esiste 2 volte.
ALHIM (il 3° nome) vale 646 e deve estere 3 volte.
Questo poiché il <SIT> attaccato alla 1, va attaccato anche a tutta la Terna nel suo spazio.
Eseguire questo Uno e Trino <che sia Romano> comporta: 19, che esiste 1 volta lo fa in 100 anni, un secolo. 19, che esiste 2 volte, lo fa negli anni 19+19 uguali a 38.
+1.938 anni risultano dai due BRA.
+1.938 anni sono anche da 646=Elohim quando sono 3.
=3.876 anni sono il piano di un Romano e 1 Cristiano).
+0.753
=4.629 che
+0,002 che sono di due del piano 1+1 trasversale, sono =4.631 essendo dati da Romano=66, +1+1, dal 68^2 +7.
Il quale è la perfetta componente unitaria di:
+4.000 in tutta la realtà 1.000+3.000 dello spazio-tempo
+0,600 nel lato 100 nel moto 6 sugli assi in espansione.
+0,030 nei lati 10+10+10.
+0,001 nell’unità della sua presenza.
Il prodotto 4.000×600×30×1 dà 72 × 10^7, ed è il complesso 8 in tutta l’espansione di 1 in 10, data da 9.
Questo 72 è il 7 +(7+7+7) uguale a 27 per quanto si muove nel lato 100 che, essendo di 10^7, vale 10^8.
Mostro di nuovo le differenze e analogie tra i due cicli:
3 √ 10.000=
Il 19 comune si completa con 350 nel lato di 10^4 e di 446 nel lato di 10^5, ove 350+446/2 =398 = 381+17 dà i 2 limiti dinamici: dalla sommatoria 381 (dei primi 16 n. primi) e dal 17°, limite dei 16.
L’area del 10^4 è il 10^8 (dimensione del 3 della luce) mentre l’area del 10^5 è il 10^10, è l’unità dei 2 lati elettromagnetici.
Ebbene, il 46,415888, quando esiste alla dimensione 100 del lato della realtà 100^2, è 4.641,5888 laddove 4.631,0217 è l’unità del ciclo di 367 anni assoluti, nei 10.000/2 -2 in cui il piano a lati 1 e 1 si muove del 4.998 nel solo positivo di 5.000. Posto in principio il moto 2 del 10° n. primo 29 (ossia il 3×10+1) l’unità del ciclo terrestre dei 367 anni assoluti risulta data da questo 31 (che è l’11° n. primo) +46×100 +1/46.
4.641,5888 supera di 10,5671 questo ciclo, proprio a ragione del “motu proprio” espresso da 10, poi da 10+46 centesimi e da 1 centesimo meno il 10° n. primo 29, espresso nei 10^-4.
Sul “lato” 100
Ove il lato del volume 10^5 è dato da 46, 4158 8833 6127 7889 2410 0763 5091 9446 5765 4956
Se lo moltiplichiamo per 100 lo muoviamo di tanto quanto è il lato della realtà, e allora diventa questo che segue:
4641,5888 nel periodo 4646,4646 è il moto di -5,0758, soggetto unitario, che va: col positivo ½ della presenza 10; collo spazio unitario di 75/1.000 e col 58/10^4, limite unitario in 59=17° n. primo. 336 /10^7 (alla D. 7 della dinamica su base 10) è il moto 336 di 29 (il 10° n. primo) nei dì 365 dell’anno solare, senza il moto del Sole. 127 /10^10 (alla D. atomica) dà il lato 100 della realtà, ch’è in moto di 3^3.
788 /10^13 (a 10^-3 della D. atomica) è il 100 che va nel complesso 888.
924.100 /10^19 rivela: il moto di 80.000 in 10^6; il limite di 100 in 100 -59 (17° primo) “ordinato” dall’<ordinale 17°> in 10^4; e infine i 100 anni interi esistenti alla D. 19 della base 10.
7635 /10^23 (a D. 23, accorpamento 1+66/3) accorpa 10^3 +6.600 +7×5.
0919 /10^27 (a D. 3^3, volume unitario) è 19 e 100 di 9 nell’unità di 10^3.
4465 /10^31 (a D. 30+1), è, in 6.666, il moto 1 del piano a lati 1100 e 1100.
7654 /10^35 (a D. 7×10/2) è l’energia 6.666 nel moto di (6+6) in 10^3.
956 /10^38 (a D. 40 -2) è il moto di 2 in 46, per quanto esiste in 10^3.
Ne consegue che il lato del volume 10^5 (elettrico o magnetico in 10^10), nel suo valore intero 46, si riferisce all’anno 1.938 come a quello esistente all’intersezione dei tre assi dello spazio di cui ciascuno è 1/3 e dunque è il 646 che in 666 è il moto del piano unitario coi lati 10 e 10 del ciclo numerico.
Sul “lato” di
Il flusso 100, dato da 10×10 sulla stessa linea e 10×10 su un piano perpendicolare a quella linea è dato dal volume 10^4, il cui lato è:
In questo valore c’è la ragione base per cui la 1ma genesi in Bibbia (da Adamo=30 ed Eva=26: =56 in cabala italiana) sui 3 figli impose il 3°: SET.
La Gematria italiana è quella ideale a struttura 7+7+7, di 21 lettere, e si presta a rivelare significati “occulti e reconditi” a termini Ebraici come <Shin Hè Tav> (SET=300+5+400 =705=700 presente in 10/2) che, come in questo caso, col 7 ha un legame reale ma poco appariscente.
In Italiano, SET (=40 = 7×5 +5), rimanda nelle prime 3 cifre al significato del numero 7 (occulto, divino in SET ebraico) che quando è 3° nel suo 7, allora è 7+7+7 = 21, ed è la ragione del 2° sempre anteposto al 1°.
Questo SET uno in 7+7+7 avrebbe avuto la sua “ragion d’essere” nelle dieci ripetizioni decimali delle 4 D. proprie a 10.000, e nell’affermata biblica creazione del mondo in 7 giorni di tempo decimale, in cui una (quella 21 fuori dal tempo) sarebbe stata d’un 7+7+7 come a riposo.
Le 10 dimensioni “reali”, poste in sequenza, interagiscono tutte col 1.938, e possiamo studiare per bene in che reale modo ciascuna lo faccia, partendo dalla realtà “decima” che è la più piccola e sostiene tutte quante le maggiori.
5868 /10^40 è 3×1.938 +6×9: moto di 66+66 in 6.000 (10^3 nei 6 versi). È il 2^5 di presenza nel limite dei cento 59, 17° n. primo.
4952 /10^36 2×1.938 +2^10 +52 è il moto 6×8 in 10^4/2 di realtà. È il 26+26 che è in moto di 10^3, nei cento 59 del limite 7°.
6651.935 /10^29 è (in 300 anni di 365 giorni) il moto di 3 in 1.938 anni. Nomi <Romano>=66, Paolo=51, 1° e 4° nati miei nel 1.938.
02.935 /10^24 è il moto di 3 anni nell’anno 1.938 + 1.000 anni. Il che esiste come il moto di 3.030 +5 in cento 59=Benito limite.
1759 /10^20 è la realtà del 41° n. primo 179, in moto nel 1.938 . è il giorno 17 (in 2 dato da 10^20) del 59=Benito, ch’è il limite.
8372 /10^16 è 31+31 (moto dell’11° n. primo) con la realtà di 4×1.938 . È 59=Benito +3 di spazio intero, assieme ai 4 natali fraterni.
0318 /10^12 è 1.938 meno 1.000 e meno 10×(31+31), come 381 -9×7. Il 217 natale di Benito +101=<Luigi Amodeo> 54+47.
4690 /10^8 il flusso 1.112 di 6+6 sta dentro e percorre 3×1.938 . È tutto il moto di 10 in cento <Amodeo>=47, 15° n. primo.
5443 /10^4 il 10° n. primo 29 va in 400 come il 371 cha va in 3×1.938 . È il moto della realtà intera 4 in <Luigi Amodeo>, 54 47.
21 è 7+7+7 =21 come 21×92 +6 è il 1.938 . Natale di Luigi Amodeo: 07,0707 di 1 secolo che va nel 21°.
Abbiamo così constatato che nel lato dato da 3 √ 100 × 10 × 10 la struttura del volume fondamentale rimanda a quello della “causa”, di tipo “paterno” e come questa causa – con immensa sorpresa per me – abbia i connotati “natali” esatti di mio padre.
Egli è negli anni per quanto è dato dallo 07,0707, la cui somma è 21, mentre nel secolo (che come dimensione precede quella dell’anno) è nato nel 20° secolo che precede il 21°.
Mio padre è nato esattamente il 1.907,0707 che asseconda tutto questo e non solo nelle dimensioni dell’intero riferito agli anni.
Infatti la sua reale struttura decimillesima, visibile nel risultato in atto nello 0,5443, è quello che occupa le 4 cifre decimali e che è sono date dalla dimensione 4 di questa realtà 10^-4.
Non sembra accadere, ma essa non solo esiste, ma –realmente facendolo in termini di computo – si sottrae veramente, in 5453, al perfetto 5447 “nominale” di <Luigi Amodeo>, che in Luigi è 54 e in Amodeo è 47; ciò accade nella perfetta Gematria Italiana in cui i “nomi” assumono il loro valore distinto in una gerarchia reale che coinvolga i nomi di <padri e figli>, e che giustifica il 4 in meno dell’intero spettante al primo 10^-4 come al 1° figlio.
L’insieme 21,5453, dato da 3 √ 104 non è di tipo totalmente unitario, in quanto 10^4 è collegato col 10^6 quando dal loro prodotto determinano l’unità di 10^10.
Pertanto questo intero 21 è “figlio” di quel 6 √ 1010 il cui valore intero del lato è quello delle 46/1 unità contenute nel 47=<Amodeo>.
Il 21 “figlio” è padre nel 47 solo quando un 26=Anna (3° nome di tutti e due i figli) si aggiunge al 21 che nel 1.907,0707 è la data di nascita del Padre e che deve sposare Anna=26, per dar due figli Anna (nel 3° nome) alla Famiglia Amodeo.
10^0 × 21 . Questo valore unitario, se non avesse un tempo decimale che lo unifica in tutta la sua unità, espresso al cubo sarebbe solo il 9.261 di “presenza” che nell’unitario
10.000 ha trasferito 739 decimillesimi.
Sono i 739 che mancano ad un tempo da realizzare nelle 10.000 unità decimillesime che costituiscono l’unità della presenza.
10.000 / 739 = 13,53179972936400 ha queste 14 cifre decimali a determinare l’unità 100 del lato della realtà, e ha le 12 date da 531799729364/10^2, in cui l’intero 13 è il 6° numero primo che <ordina> coll’ “ordinale SESTO” l’unità spaziale in tutto il suo complesso dato dal ciclo unitario 10 e dallo spazio unitario 3.
In questo contesto, 13,52/1 (contenuto in 13,53) si rivela il tempo ¼ dell’anno, nelle sue 52 settimane.
0,5317 già quantificano già il ciclo della dinamica, data dal 16° numero primo (il 53) la cui struttura dinamica 17 è quella determinata dal 17° numero primo 59.
Nel 99/10^6 dello spazio nel suo complesso, il 99 è proprio il 59 unito a tutta la realtà unitaria in 40, e che evidenzia nel 99/1 unitario proprio il limite di un moto di 1 nel lato 100.
72/10^8 è alla dimensione della realtà complessa e in essa 40+32 la evidenzia caricata alla presenza di 2^5, che con 4×8 fa esistere la realtà 4 in tutto il complesso reale dato da 4+4.
93/10^10 è alla dimensione atomica, e in essa appare evidente il moto intero di 7 nel lato 100 della realtà atomica.
64/10^12 mostra alla dimensione totale del centesimo dell’atomo il 2^6 che fa esistere il 1° numero primo in tutti e 6 i versi – positivi e negativi – che esistono nelle 3 linee componenti dello spazio.
In tal modo, quello che 21×21×21=9.261 non contiene nel volume 10^4, lo conterrà nel tempo, a mano a mano che ogni valore decimo si sarà mutato nel malore intero 1.
Il 10^4 / (10.000 -9.261) ha proprio diviso “ordinatamente” tutto il futuro, nell’unità del numero 739 mancante, che è un numero primo dato esattamente dall’<ordinale> 141°.
Esso esprime – con 111+30 – l’ORDINE per il quale il 10+10+10 della terna lineare del volume 10^3, percorre l’unità indiscutibile 111, come un flusso del piano a lati 5+5+5 e 5+5+5.
Sono i 6 versi esistenti nello spazio a tre linee, e la cui perpendicolarità ha portato sul piano di una pura contrapposizione ad angolo retto di 90°, quella tra -15 e +15 esistente nella pura linea del tempo.
Si capisce come l’indivisibilità del numero primo 739, quando si pone a divisore del volume 100×10×10 pone in atto <l’ORDINE> 141° alla base del 739 come un 10.000 / 141 = 70,9219 8581 (fino alla dimensione complessa 10^-8) che nell’intero è tutto il moto di 10 nel 100. Il 9219 è il 1132 n. primo 9209 nel suo ciclo 10 essendo quanto carica 1111 di 7+7+7. Essendo il moto di 781 nell’intero: tutta la dinamica 381 della realtà intera in 400.
10^-4 × 5.458 . La realtà prima, decimillesima del 7+7+7, è simile a quella di un suo 1° figlio reale in 0,5458. Se dividiamo 21 per 0,5458, abbiamo 38,4756 così definito fino alla dimensione reale 10^-4. Ebbene 38 è l’anno della nascita del figlio avente il suo stesso cognome <Amodeo>^47, e che il 56/10^4 ha la stessa valenza di Adamo=30+Eva=26, essendo in sintesi il padre 10 di tutti i numeri decimali, per quanto si muove nel 1° suo nome 66 uguale a <Romano>.
Ove 38 è l’anno natale, 0,4756 è il moto unitario, del Padre, dato da 10/10^4, in <Amodeo>=47 <Romano>=66.
Così – con 21 /0,5458 – è tenendo conto dell’unità 21.
10^-4 × 5.458 così è invece se non ne teniamo alcun conto, riferendo il tempo di 5458 decimillesimi all’unità di 1.
Con questo -4 (di tempi decimali messi in sequenza) all’intero 1 è stata veramente sottratta la dimensione 4 (del tempo decimale) data da 1/10 +1/100 +1/1.000 +1/10.000 = 0,1111 data da 4 successive dimensioni unitarie e decimali
Se noi l’aggiungiamo alle 5458, eliminiamo in pratica le 4 cifre decimali nel loro tempo decimale, ottenendo con 5458+4 il 5462 in cui 54 nomina Luigi (ed è il padre) nel valore 100 (delle centinaia, o dei decimillesimi), mentre il 62 evidenzia ora l’anno 38 in cui genera il suo 1°genito, per come il 62 si muove nello stesso 100 del lato della realtà.
10^-8 × 4.690 . Se abbiamo capito come questi decimillesimi successivi siano tutti nipoti e pronipoti… allora capiamo anche che quando il lato ha assunto la seconda unità decimillesima con 10^-8, allora ha realmente sottratto 8 dimensioni (di futuro) al presente; per cui 8 – dato che risulta 4690 – si è veramente sottratto al 4698 (di quando è presente)! Vediamo allora in 4698 il risultato di 4700 -2, indicante che 46/1 (intero in 47=<Amodeo>) avrà 2 figli <Amodeo> in futuro.
10^-12 × 318 . Quando la realtà diventa quella del lato del volume dato da 100×10×10, nella sua presenza di 3 volte 4 diventa quella di 10^-12 nella quantità data di 318. Ove 12 è il 6+6 contenuto nel 66=<Romano>, il 318 è il 381 (di tutti e 6 i nomi di <Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo>) che ha interagito con il 9 “invariante i numeri” e che ne ha “variato” solo la prospettiva decimale.
Ha sottraendo al 381 quel 9×7=63 che in ebraico corrisponde al nome Israele (ma in gematria italiana) e che <rivela al mondo di lingua inglese> che <è R.A.! EL è>, chi è acronimo di <Romano Amodeo> ed è Elohim, una Trinità di ALHIM=646 (in gematria ebraica).
È quella che per 3 dà l’anno 1.938 in cui l’Elohim si fa Trino e si incarna, cominciando a camminare con un suo “portatore”, simile a una cariatide, a un puro rappresentante. Capiamo allora anche che queste -12 dimensioni unitarie vanno aggiunte al 318 e che lo rendono “presente” nel 330 che nomina il ciclo 10 del tempo ½ del 66=<Romano>, primo nome del 1° figlio di Luigi Amodeo, nato 1.907,0707.
10^-16 × 8.372 . Quando la realtà diventa 10^-16=R, allora l’8372 va integrato di 16 (se vogliamo renderlo “presente”); e allora 8372 +16 “presenta” l’8388 che è il moto di 500 (uguale a 10^3 /2) nell’8888 che adesso è dato da 66×101 ed è il valore 66 del nome <Romano> che si moltiplica al 101 di <Luigi Amodeo> 54+47.
10^-20 × 1.759 . Quando la realtà diventa 10^-20, aggiunto il 20 al 1759 misurato nel lato, lo porta nel presente al 1.779 che è il moto di 221 (<Romano> Antonio Anna Paolo>, 66+78+26+51) nell’anno 2.000; ma non solo!
È anche il 221 dato dal secolo 20 +201 (<Benito Vittorio Anna>, 59+116+26 =201, che sono ora i primi 3 nomi del 2° figlio).
Senza l’incremento della dimensione 20, abbiamo che 1759 già mostra il 17 nel valore che ha il 17° n. primo 59, che il in 59 il 1° nome Benito e che senza la dimensione 20 assume quella 2 del secondo figlio, in uno 0,0217 che mostra la sua nascita nel mese 2 e nel suo giorno 17.
E ove l’intero è il 46 dato dalla radice sesta di 10^10, ossia da 6 √ 1010 (alla base del 46/1 intero nel 47 di <Amodeo>) lì il tempo di 1/46 è l’esatto 0,0217 della reale nascita di Benito.
Egli è nato nell’anno 41 che, riferito al 46, toglie il 5 di presenza nell’intero 10/2 della presenza positiva nel ciclo e che in 41+5 lo scinde nell’anno 41 di questa presenza solo in +5.
Vediamo in tal modo come alla dimensione intera di 10^20 abbiamo i valori interi nelle nascite dei due fratelli <Amodeo>, una rivelata in gematria dai primi 4 nomi del primo; l’altra dai primi tre, e dalla sua data di nascita nel 41,0217.
A questo 41 si giunge anche considerando che la dimensione relativa è la 20, e che quella del valore intero è la 21 … ove 20+21 ha il suo totale nel 41.
10^-24 × 2.935 . Quando la realtà è la 10^-24, il 2935 +24 diventa 2959 e aggiunge al 2900 (dato dal ciclo 100 del 10° n. primo 29), il limite 59=17° n. primo, che nel 59 è il valore gematrico del 1° nome Benito del secondo figlio.
Alla dimensione intera 24 delle ore del giorno il 2.959 è tutto il moto delimitato dal 3.000, che trasla del 5.959 dato da 59=<Benito> moltiplicato al 101 di <Luigi Amodeo> suo padre.
10^-28 ×9.350 . Quando la realtà è 10^-28, aggiunto questo 28 al 9.350, lo porta nel presente al 9.378 indicante il moto 22 (di <Romano>=66 nel tempo 1/3 dello spazio 3) presente nel 9.400 dato dal ciclo 100 di una coppia di <Amodeo>=47, ossia da 4.700+4.700=9.400.
10^-32 × 6.651 . Quando la realtà è 10^-32, aggiunto il 32 al 6651 (di <Romano> Paolo) lo porta al 6683 dato da 17 +66×101, che somma al Benito=59 dato dal 17° n. primo e nato il giorno 17 come 2° (in febbraio 17) il prodotto tra il 1°genito <Romano>=66 e il 101 di <Luigi Amodeo> loro padre.
10^-36 × 4.952 . Quando la realtà è il 10^-36 di 6×6 (nel 66=<Romano>) il valore 4952 sommato alla dimensione 36, la rende presente, la “presenta” nel 4988, che indica il moto di 6+6 nel 5.000 che è l’intero tempo positivo della realtà complessa 10.000.
10^-40 × 5.868 . Quando infine la realtà è l’intero 10^-40 della realtà, allora il 40, sommato a 5868, lo “presenta” nel 5908 che rivela il limite irraggiungibile di cento Benito=59, esistenti assieme al complesso 8 di tutta la realtà, sia in positivo, sia in negativo.
Io ho sempre aggiunto le dimensioni della realtà 10^-N ogni volta differita nel “futuro”, poiché questi negativi indico -N realmente esistono, e interagiscono in relazione al numero esatto che hanno.
Quando io infatti divido un N qualunque per 10.000, non ho ottenuto di certo <un solo decimillesimo> di N, ma essi sono – nella loro dimensione – proprio tanti quanto dati da 10^-4: sono sempre 10.000 e non quel solo decimillesimo dato dalla divisione.
80.000/10.000 è ridotto a 8, ma sono sempre esistenti 10.000 di questi 8! Pertanto, quando come in questo caso diviso per 10^4 aggiungiamo la dimensione 4 al risultato diviso in 8, e il risultato si “presenta” in 12 abbiamo ottenuto quanto, con 80.000/12 = 6666,6666… si rivela computato in Energia 6666 data da <Romano> 66×101, ossia moltiplicato per il valore nominale di <Luigi Amodeo> suo padre!
I valori “nominali” sono espressi tutti quanti in “energia”, ed è quella propria appartenente ad ogni numero.
Ognuno, di per sé, è inesistente, nel suo presente, fino a quando non gli è imposto il denominatore 1 che lo collega al valore assoluto, per sua sottrazione.
Lo stesso 1 è assoluto per lo 0 del suo denominatore. 2 è il 1° numero primo essendo 1/1… ma anche questo è indefinito, pur essendo 1, poiché solo quanto è assoluto si definisce in base solo a sé, e all’1 di sé/sé.
Per questo fu necessario ad Adamo ed Eva un 3° figlio che, nel 2° numero primo dato dal 3, è unitario in 2/1 e si “vendica” del 1° (Caino) che lo ha “ucciso”, sottomettendolo nel 2/1 che però in tutto è il 3, essedo 2°, solo come numero primo.
Questo “schema” che riguarda solo una dimensione 10^4, entra in azione ad ogni divisione successiva di un nuovo 10^-4 del precedente, e le energie coinvolte, seguitando ad aggiungere le dimensioni (che sembrano essere realmente scomparse in ogni divisione per N che dà il risultato di un solo ennesimo, laddove invece essi sono N) seguitano a rivelare le pure “energie” e si esprimono nei “nomi”.
Adamo=30 nel suo nome, vivrà 930 anni come l’“energia 930” espressa in anni in cui l’intero nostro pianeta l’ha tradotta in “opera”. E questo 930 “difetta” del 70, che è il moto di 30 in 100!
La Bibbia non lo dice, ma dove il Padre dei numeri decimali ha il valore 10 che li crea tutti quanti, ed ogni valore medio si presenta tramite i suoi due estremi, allora 10+10+10 è questa rappresentazione che poi diventa 1.000 interagendo ogni 10 con sé. Pertanto il creatore ha volume 1.000 e quando crea 10 a sua immagine, li crea e sono tutto 1000… ma non sembra!
Li crea 1.000 ma li distingue nelle loro diverse “velocità” e queste sono date dai valori degli anni che non sembrano essere stati dati ai singoli fattori a sua immagine.
930/70 è la velocità della vita di Adamo e – nell’unità del 70 – vale 13,285714 nel periodo infinito dato da 10/35.
13+10/35 vale (13×35+10) /35 = 465/35
SET riceve una vita di 912 anni poiché 88 sono stati posti a denominatore della velocità di 912/88 = 10,36 periodico uguale a 10+100/275 = 2850/275.
Insieme, 465/35 +2850/275 sono 23,649350 periodico = 23+100/154 = 3.642/154.
Intanto la somma dei due nomi Adamo e Set, data da 30+40=70 li ha mostrati valere quanto il 70 posto a denominatore del Padre, e che vale come l’energia unitaria che poi ha creato con 38+23+40 il 101 totale di <Luigi Amodeo>.
Energia che poi è quella <nominale> di Anna=26, nel valore <ordinale> del 26mo numero primo 101.
“In principio” =913 in Bibbia, essa colloca un 1° assoluto in Adamo +912 anni dati al 3° di questo insieme Uno e Trino che porta al 913= “In principio”.
Tutti e 9 il Figli, del 1° assoluto in 1.000, hanno avuto questo 1.000 e ciascuno nella velocità assegnata alle rispettive vite, nel numero dei loro anni (e nell’aspettativa dei mancanti al 1.000) posta a denominatore del “tempo” di questa velocità. Si possono calcolare, io l’ho fatto, ma non è il caso di proseguire su questo argomento che ci distrae da quello fondamentale.
Il fatto è che non abbiamo nomi “a caso”.
<ROMANO> è la sequenza di <Ordinali> 16°+13°+11°+1°+12°+13° che si somma in un 66° la cui energia potenziale si chiama “veramente” <ROMANO>.
Imporsi R=16 per primo antepone il suo “tutto” (espresso poi dall’Acronimo) in cui 2^4=16 è tutta la realtà nelle 4 D. dello spazio-tempo, basata sul 1° numero primo 2 indicante in sintesi le 2 contrapposizioni sempre esistenti in una Relatività Generale.
Laddove “Dio” si disse un “Sono colui che sono”, quando è l’Unità e Trinità data dal 4 <che è sé>, è 4×4=16; ed è il 10+3+3 che lo analizza nel ciclo 10 e in ciò che cresce da -3 fino a +3; essendo anche il 10+10 -4, del moto della realtà 4 in un 10 che trasla di 10.
Il primo valore 16 già sintetizza “il tutto”.
Il secondo, aggiunto, lo “dettaglia” con il 13 che è il moto di 3 nel totale 16, per cui 16+13=29 sono il “dettaglio” a due valori del 10° numero primo 29.
Per questo “RO” diventa poi il “CHI-RO” del Cristo XP in greco, che ha dettagliato il 29 con il X, il 10 <Romano> per cui 29 è il “DECIMO” numero primo.
Aggiungere il 3° dettaglio, che porta a definire un ROM=40, aggiunge ora il moto dettagliano 11 esistente in 13, tolte di mezzo le due dimensioni 1 del piano trasversale.
ROM equivale al SET ordinato differentemente, poiché questo antepone il 17 (e non il 16) che è il 7° numero primo e si riferisce meglio a un virtuale “Creatore” che crea in 7 giorni.
I “nomi” tengono conto degli <ordinali progressivi> e ROM=40 come SET=40 assumono proprio dalla sequenza degli ordini la “gerarchia” del loro valore.
Aggiungere 1 a ROM significa aggiungere il “dettaglio” per cui M=11 ha perso il 10, restando il solo 1.
NO, le due ultime cifre delle 6, “dettagliano” 12+13, in quel totale 25 uguale al 5×5 della pura presenza, analoga a 100/4, e tale che la definizione, passando da ROMA a <ROMANO>, la portano alla pura “essenza” 5×5 di uno che sia nato a ROMA.
Per quanto possa apparire “incredibile”, ROMA=41 “nomina” la presenza 1 della realtà totale 40 “in atto” di presenza 1, sintesi di 40/40. Ed occorre aggiungere 12 (il flusso a 6 dimensioni centrifugo e centripeto) unito al 12+1 che lo mostra nell’atto della sua presenza unitaria data da 12 +12/12.
BENITO=59, limite dato dal 17° n. primo alla R=16 di <Romano>, sottrae al 66 dell’energia potenziale del 1°genito data da 59+7=66 tutta la sua intera dinamica 7.
Pertanto, il 66 che è già solo esistente “in potenza”, e può esserlo quando si muove nei 6 versi (centrifughi o centripeti, assecondando la traccia di un DIO intermediario coi suoi 3 assi, dell’infinito in larghezza, altezza e profondità) ma lo fa uguale anche nel Raggio (quando Dio, l’intermediario dell’Infinito “si riposa”, se resta senza queste 7 distinte possibilità di moto da una Origine o verso di Essa, è totalmente <devitalizzato> dal 17° numero primo che fa da limite ai 16 del 16° numero primo. È quello il cui totale è 381 e <non ci piove> che 300 sia tutto il moto 3 del lato 100 della realtà e che 3^4=81 sia tutta la realtà a 4 dimensioni dello spazio che ne ha solo 3.
300+3^4 = 381 è uguale a 2+3+5+7+11+13+17+19+23+29+31+37 +41+43+49+53, sommatoria dei primi 16 che trovano il loro limite nel 17°=59 poiché è la presenza tempo ¼ del 100+100 dal cui prodotto 10^4 e del 3×3 che è la velocità invariante di 1 in 10.
59/1 è unitario in 59+1=60, ma quando mandi a denominatore la sua unità 1, e restano dolo 59/1 unità allora hai definito il limite del percorso fattibile da 1, presente in 60 e che vada da -30 fino a +30 percorrendo non tutto il <complesso> 60, ma solo il 59 percorso da 1. Come è 61 la “presenza” 1 del percorso 30+30, allo stesso modo 59 esprime proprio l’“assenza” di 1, e il 59 che resta è il puro e teorico modo di una unità che “non ci sia” realmente.
BENITO <ordina> in questo modo il limite dato dal 17° numero primo a tutti i 16 prima esistenti, mettendo il primo luogo in essere il “Dualismo” della Realtà Generale.
BE col dettaglio di 10/2 (ciclo dell’esistenza) presenta il 7 della presenza 2+5.
BEN, col terzo dettaglio dato dal 12 indicante 6+6 così come 10+1+1, porta a precisare il 19 (8° n. primo) che è già il percorso limite di un 1 che esiste in un 10 che trasla di 10 come lo è nell’8 che configura la realtà in tutto il suo 2^3. Ove 3 è tutto lo spazio, le prime 3 così ordinate lettere sono giunte al testa-coda della U=19 che inverte un percorso giunto al suo limite e si chiama BEN, come il “bene” della risurrezione reale in ogni vita apparentemente morta.
BENI nelle 4 definizioni di tutta la realtà li nomina proprio <BENI> portando il 19 al 28 uguale a SET +7+7+7, alla realtà 4 del 7 che va in ogni direzione da una Origine o verso di essa, lavorando anche il “sabato” in cui lavora in modo “obliquo” a quello di un Dio data dalla terna “mediana” dello spazio infinito.
TO=18+13=31 aggiunto al 28, introduce l’11° numero primo 31, che – sommato a 28 – lo porta al 59 che è andato oltre, di 6, al 16° numero primo 53. Questo TO caratterizza il “participio passato” della presenza di ogni “andaTO”, o “venuTO”.
BenITO esprime l’essenza del trinitario <ben> ITO, “andato” ma esattamente come lo dichiara un <Romano>, per cui <andato> è ITO.
Un BEN-ITO è un bene che se n’e “romanamente” andato, ossia che lo ha fatto solo in un modo che è “in potenza”, e non è in atto.
Pertanto è un trino BEN divenuto “potenziale” attraverso il concorso dell’energia potenziale di suo fratello <ROMANO>. Uniti, <ROMANO>+<BEN-ITO> è 66+59=125 e ha contemperato i due <eccessi> attraverso il 1.000/8 = 125, per cui – sulla base del 10^3 come un valore complessivo in otto 125, uno solo degli 8 è 125, è <Romano>+Benito>.
Ora è accaduto che tutti e due noi fratelli così “combinati” nel nostro 1° nome, ne abbiamo avuto altre 5, tutti e due.
Dei totali 6+6 due sono uguali, sono 26+47 in <Anna Amodeo>=73 uguale a 10+9×7, e occupano 146 come tutto il flusso 6 di un piano a lati 10+70.
381 è la somma dei miei 6 nomi e 426 quella dei nomi di mio fratello. La loro somma di 381+426 porta all’807 della creazione 7 di tutto il complesso 8 del lato 100 della realtà.
In Bibbia, 807 sono gli anni in cui SET è vissuto da Padre, una volta che lo è divenuto, per avere generato Enos.
Ma la Bibbia antepone agli 807 vissuti da Padre anni 105 trascorsi “in potenza” in suo padre…
Questi ci sono e sono dati in un modo molto simbolico dai primi 3 nomi miei, <Romano> Antonio Anna.
Molto simbolico di Dio 1, e poi Uno e Trino in 26=Dio. Ciò è nei miei primi 3 nomi , quando al primo 66 dell’energia che esiste ed è solo “in potenza”, è dato lo stesso 1 di quanto è puramente “potenziale” (nell’esistenza ZERO) in ogni N^0 = 1.
1+<Antonio+Anna> è lo stesso di 1+<Gioacchino+Anna> (i nonni di Gesù Cristo) poiché 78+26 è in 78 la “Trinità” del 26 che in <Anna>=26 e solo “Una”.
In sostanza, la presenza assoluta 1, sommata a quella Una e Trina in 26=Dio=JHVH. Con 1+78+26 è il 105 dell’esistenza vissuta “In potenza” nel Padre Assoluto!
Ebbene, sono i miei primi 3 nomi, dei quali il 1° è stato posto 1, in assoluto. La somma 105+381 porta così al 486 in cui 460 (che è il ciclo 10 del lato 46 del volume 10^5) e che si somma al 26 del 21 (lato del volume 10^4) sommato al tempo in positivo dato dai 10/2 e che lo portano a 26.
L’aggiunta a 460+21+5 dell’intero 426 dei nomi di mio fratello, porta a tutti gli anni 912 vissuti da SET; ove gli si aggiunga anche l’assoluto 1 di suo padre, il 912+1= 913 lo portano ad essere il TITOLO del primo libro della Bibbia, dato da BRA-SIT.
In BRA ci sono gli acronimi di <Benito Romano Amodeo> mentre nel SIT sono il verbo nella lingua essere di un <Romano>, dato dalla 3za persona singolare del congiuntivo del verbo <Sum> e che in italiano si traduce in <SIA> e che in <SIT> è un <SIA <Romano>.
Il Titolo della Bibbia BRASIT (acronimo di Beith, Reich, Aleph, Shin, Iod, Tav) si rivela essere un altro acronimo: <Benito Romano Amodeo>=BRA “sia <Romano>” = <SIT>.
Il <SIT> svolge il perfetto ruolo del congiuntivo di Sum quando nel testo le parole sono le due date da <BRA-SIT> <BRA>.
Ciò porta come conseguenza che <BRA> “sia <Romano>” <BRA> come il Dio <sono “colui che” sono> in cui “colui che” in gematria Ebraica è il 501 inverso al 105 “essenziale” nei miei primi 3 nomi, e in essi il “<Romano>” è posto 1.
Con questo <BRA> “sia (1°)” <BRA> (2°) , tale da ricongiungere in 1 i due estremi, laddove 2+16+1=BRA vale 19, deriva che: <19 (1) sia 19(2)>, ossia <19 sia 19+19>= <sia 1.938>.
L’aggiunta della terza parola, che vale 646 (3), quando esprime tutti e tre i terzi, con 646+646+646 ribadisce il 1.938 colla 3za.
<ALHIM> (3za parola) in AL è l’acronimo di <Amodeo Luigi> (il padre di <Romano> e Benito) in <HIM> il “lui” per il mondo unificato nella lingua inglese che sono le prime tre lettere di LUIgi.
Sono – soprattutto! – il Dio Allah quando “lui”, il Dio, osserva sé in uno specchio e si tratta proprio del nome arabo di Allah-
Allora LUI si legge proprio “lui” ed è divenuto un Italiano “lui”.
Il quale diventa poi proprio LUIGI AMODEO quando –dietro Allah divenuto LUI il 1° – si accodano:
il “trino” GIA (le prime 3 lettere di GIAcobbe) che era Uno in G, seguito da <esù> (suo fratello Esaù senza più il suo primato della sua A), in modo da formare in due il nome Uno e Trino di G-ESÙ, espressione pura del nome del <Figlio> del <Padre>, e
A<MODE’>O, Edom dall’Alfa all’Omega. Esau – facendo attenzione – dalla A alla U era già un <Sei <Romano> ed era stato da Uno e Trino declassato alla sua sola Trinità, quando è LUI=ALLAH il 1° e GIA è il 3°, ha perso anche quella! Gli restò il solo nomignolo scritto <MODE’> e letto <Edom> (in Ebraico, da destra verso sinistra) …
Voi lo sapete che la comunicazione “divina” racconta il vero, ma nascondendolo da sempre in quell’espressione “sibillina” che con una <cosa> ne dice un’<altra>…
Ebbene ove in Genesi 25, della Bibbia, da ESAU’ nome nato al versetto 26 e da GIACOBBE nome nato al 26 – col 2° che si antepone al 1° restato senza il suo primato – è virtualmente e “sibillinamente” annunciato nato il nome esatto, italiano, di GESU’, nello stesso e analogo modo – quando LUI=ALLAH si antepone a GESU’ abbiamo <LUI-GIA-MODE-O> e assume il nome e cognome esatto di <LUIGI AMODEO>.
Ci sono tutte quante le conferme, date dalle lunghezze dei lati del volume 10^4 (della realtà data da 100×10×10), e da quello del volume 10^10 dato dalla radice “sesta”, ossia da 6 √ 1010 che ricava il lato unitario nel 46 che elevato da solo a 6 porta al 9.474.296.896, che difetta di 525.703.104 rispetto a 10^10.
Laddove 10^10 sta a 525.703.104 come 19,0221 4372 /1, ecco che si configura l’unità del tempo 19, nelle centinaia degli anni che in 100 solo il lato di 10^4 anni.
Questo ove il tempo di 221 decimillesimi reali (della realtà 10.000) sta nei 4 nomi di <Romano> Antonio Anna Paolo, 66+78+26+51=221.
Questi primi 4 nomi di <Romano>, nato nel secolo 19+(19+19 anni) indicato in Bibbia dal <BRASIT> “sibillino” ben rivelato “decodificato” in <19=BRA “sia”: (1)> <BRA (2)>
<ALHIM (3)> per cui diventa (1) 19 seguito da (2) 19=38 e così 1.938, e per 3° tre 646 uguali al paterno 1.938 di LUI=Allah, e sintetizza di Due nel 3.876 dato dal 3.810+66 che si riduce al ciclo 10 dei 6 i nomi del 1° (in virtù del “sia <Romano>!”) che poi è il 66=<Romano>.
Quando 3.876 percorre il 755 = 100+100 +(666- 666/6), con questo piano 200 con flusso 555=755 aggiunto a 3.876, dà tutto il flusso degli anni 4.631 terrestri cui giunge la Bibbia con tutte le 28 lettere nelle 7 parole del versetto del libro 1,1,1.
Ve l’ho mostrato tante volte, ma non guasta che vediate da cosa risulta ogni volta che ne scrivo
Altro sui “lati” dei volumi
La lunghezza del lato di 10^10 in radice “sesta” (quella del complesso 3+3 spaziale) è la stessa del lato di 10^5 in radice “terza”.
Abbiamo anche visto come il solo intero 46 elevato a 6, lasci indietro (come un tempo da vivere nel futuro), il 19,0221 della realtà avente solo i 4 nomi <Romano Antonio Anna Paolo> del 1°genito di <Luigi Amodeo>=101, nato 1907,0707. 46^6 = 2.116^3 rivela come, alla dimensione del volume reale a indice 3, il lato sia quel 2.116 in cui il flusso 1.116 (di BRASIT BRA) sia relativo ad una area che vada da -500 fino a +500 e che sia disposta in modo trasversale, come due lati 500 e 500 perpendicolari tra loro e pertanto “invisibili” dove si osserva e vede il solo flusso reale.
Questo totale 2.116 (visibile solo in 1.116 nei due tempi 913+203 di BRASIT BRA in Bibbia) equivale all’area 46^2.
Il 10^10 / (10^10 -46^6) = 19,02214372 abbiamo visto la realtà di questi 4 nomi supportata da quella di 4372/10^8 che coinvolge anche il 4260 di tutti i 6 nomi del 2° che ha aggiunto al ciclo 10 del 426 il 112/1 unitario insito nel 113 del 5° nome del 1°, che avevamo considerato solo nella realtà dei primi 4.
Sicché, quando il ciclo 10 dei nomi del 2° arrivano a “contenere” anche il totale 113 sia del 5° nome Torquato, sia di <Romano Amodeo>, 66+47=113, allora tutto questo diventa la struttura decimillesima che supporta i soli primi 4 del 1°, <Romano>.
19,0221 4372 /1 è quanto è lasciato come tempo “futuro” quando il solo intero 46, elevato a 6, non raggiunge tutto l’intero dato da 10^10, ma lascia indietro il 10^10 / 46^6 che ne determina il tempo unitario.
Se noi andiamo al 6 √ 1010 il cui lato è 46,4158 8833 (nella stessa definizione 10^-8 della realtà comprensiva della seconda che supporta la prima), vediamo dalla differenza tra 8833 a quella 4158 che è stato tolto di mezzo un 4675 esatto che rispetto al ciclo 4631 unitario terrestre ha esattamente 44 anni in più, e viene spontaneo chiedersi “come mai?”
Se la seconda quaterna sostiene la prima, lo fa con tutta la sua dinamica “secondaria” di una realtà 4 che esiste negli unitari 66/6 dell’energia espressa dal nome <ROMANO>. 11 è il flusso 1/6 di <Romano>=66 e quando riguarda la realtà 1 del tempo e tre dello spazio, è 11+33=44.
Nella realtà “secondaria”, <ROMANO> esiste solo nei suoi 2/3, dati da 22+22, ed è il corrispettivo del Bosone di Higgs che dà la massa dinamica, che nel 66, dato dal flusso 44 di 11+11, si avvalora personalmente in 44, e lo somma al 4631 di tutta la dinamica del pianeta, portandolo al 4675 in cui il 46, che è 4600 nel lato 100, si carica di tutto lo spazio 75 dato dai ¾ dello stesso 100.
Quando la realtà secondaria 8833/10^8 si “sgrava” di tutto il 4675, allora supporta la realtà primaria solo col 4158/10^4.
C’è una reale corrispondenza tra il tempo 0,4158 8833 che esprime in questo modo lineare il futuro relativo all’intero 46 che esiste in quel tempo complessivo, e il 19,0221 43721. 0,4158/1 esiste e nasce nell’anno 41 col 59 del 1° nome Benito, mentre 8833 è tutto riferito al 66=<Romano>, che in 88 si somma a 66/3 e nel 33 si presenta nel tempo di 66/2.
Nel valore dato direttamente da 6 √ 1010 = 46,4158 8833 (fino alla realtà secondaria), i dati nominali e natali presentano per primo il 2° (nato nel 41 col 1° nome Benito=59 intero nelle 58/1 unità), per come il 2° è supportato poi dal 1° (dato da 66+66/3 in 88 e 66/2 in 33, ove 66 è il 1° nome <Romano>.
Nel 19,0221 4372 dato dal 10^10 diviso per (10^1046^6), la prospettiva si rovescia, ed esprime il secolo 19=BRA (le prime tre lettere di BRASIT, titolo Ebraico del 1° libro della Bibbia) in cui nascono i primi 4 nomi del 1°.
Essi valgono 221 decimillesimi (nella realtà 10^-4 unitaria in 10^4), laddove la seconda realtà 10^-8 data da 4372 è il 4260 (ciclo 10 di tutti i 6 nomi del 2°) sommato al 112/1 (valore unitario che sta nel totale 113 del Nome e cognome del 1°, o semplicemente del 5° che era stato trasceso nel 221 che era il valore dato solo dai primi 4 nomi del 1°genito di <Luigi Amodeo>).
Se dividiamo 41.588.833 per 2.214.372 abbiamo 18,7813 2174 abbiamo 1/10 di 180° di angolo piatto, in cui mentre 0,7813 è Antonio +Anna/2, il 217 indica la nascita il 17 febbraio della realtà del 2°. Ma in 18,78 c’è anche tutta la vita di 87 anni del Trino 26, che nel successivo 132 è 66+66 (il dualismo di <Romano>, Padre e Spirito santo), e il tutto si “incastra” nel suo insieme.
Dividere il tempo del valore lineare diretto dato dalla radice 6 di 10^10, per quello del “futuro” espresso da 10^10 / 46^6, condiziona la sequenza lineare al rapporto tra presente e futuro.
E se la sua unità è data da 18,7813 2174 tutto è perfettamente espresso in un nuovo contesto relativo alla durata della vita nel tempo, quando il suo decimo è 1,87 e il 1° vive 87 anni, essendo un 813 che ha così “girato” il 381, nella realtà 4 natale del nato nel febbraio 17 data dal 2°.
Se dividiamo invece 2.214.372.316 per il 41.588.833 abbiamo il 53,2443 9654 che come intero 53 ha la dinamica 53 di R=16° n. primo, nella realtà 2443=2222+221 del piano a lati 1111 e 1111 con flusso 221 (i primi 4 nomi <Romano> Antonio Anna Paolo>) la cui realtà secondaria che la sostiene è il moto di 346 nella realtà intera 10.000, che ha nel 46 il lato intero della radice sesta di 10^10 sommato al lato 100 in tutto lo spazio unitario 3.
50+3 è tutto il moto della presenza ¼ (di 100+100, da cui 10^4) e dello spazio 3. Il 50+9 è uguale al 50+3+3+3 e presenta un 3+3 in eccesso, rispetto al 3 che si muove nell’unità del tempo dato da ¼ della presenza (nello spazio-tempo lineare 200, che in 100^2 è alla dimensione 4 della base 10).
La somma delle 10 realtà di 10.000 anni l’una porta al 50.0338 che diviso per il 10.000 della realtà si riduce a 5,0338 ciascuna delle 10 ed è il valore solo in positivo presente nel complessivo 10,0676 che mostra l’unità 10 del ciclo caricata dei 676 decimillesimi (della realtà 10.000) che sono il ciclo 10 +666, laddove 1.938 è il ciclo 3 di 666 -20.
Il ciclo 3 di 676 meno lo stesso 3 porta al 2.025 che diviso per tre è dato dal 675/1 unitario esistente nel totale 676 e si rivela pertanto lo spazio unitario 75 (dei ¾ in 100) in tutto il moto complesso che da -300 porta a +300.
Ove il 1.938 è il “principio” del tempo, come 3×646, allo stesso modo l’anno 2.025 è il “compimento” del tempo, e la conferma è data dagli 87 anni che sommati al 913 = “In principio” portano al “compimento” del 1.000 presente in tutto il suo moto 1.000.
675 -646 = 29 è tutto il moto <ordinato> dal n. primo <ordinale> come “il decimo”, e 29+29+29 = 87 sono tutti gli anni <ordinati> da questo <ordinale decimo>, che sta alla base unitaria come 29/1 del valore 30 assegnato dalla Gematria Italiana sia ad Adamo (il 1° fattore), sia a Noè (il 10° fattore).
Per questa ragione il valore 1.9350 /10^20 dell’ottava realtà (quella complessiva) è sommata al 30=Adamo=Noè e diventa il valore 1.9380 che corrisponde al ciclo 10 (nei 30/10).
La prova “Biblica” è data dal Fattore 8 della realtà, chiamato Matusalemme, la cui vita assegnata in +969 anni, a partire dal negativo dei -969 anni, porta il complesso positivo e negativo all’anno 1.938 .
Le 32 cifre decimali, date da 4×8, sono il complesso 2^3 della realtà alle 4 dimensioni del 10.000. Ove 381 è la sommatoria dei primi 16 n. primi che danno il moto alla dinamica universale, la somma di 554 a 381 è quella che porta al 935 che – estrapolato il piano a lati 100 e 100 della realtà e +18– porta al flusso 753 a.C. del “Natale di Roma”. Accade quando l’angolo giro di 360 gradi si divide per 20 e ribalta in 180/10.
L’aggiunta del 554 insito in 666 -112, del moto dell’unitario 111/1 (in 112) è dato proprio dal giorno 111° del 21 Aprile in cui sorse l’energia “potenziale” di nome <ROMANO> che è quella in un <Romano> restato senza la reale Roma, collocata in un NO=12+13=25=5^2=100/4.
In Bibbia è ÈNos (3° Fattore), ÈNOch (7° fattore) e definitivamente NOè il 10° definitivo fattore. 47+41+30 è 118=59+59 il valore nominale gematrico della terna biblica, e sono 3 terzi dati da 39+39+39 +1 nella loro unità, questo ove TRE=39 è il TER <Romano>.
In tal modo, cominciando dalla dimensione minima data dal 10^-32 che si “fonda” sul 2^5 della presenza unitaria in 2^ (10/2) rispetto a 2^10 = 1.024, il 9.350 è +8.326 rispetto a 2^10. Con ciò è l’8.310 +16 in cui la carica 16 dei numeri primi che determina il totale 381 di tutta la dinamica in 10, si è “girato” in 8.310 grazie al ricorso all’invariante 9 esistente nel ciclo 10.
9 si è moltiplicato per i 200/4 della presenza ¼ della realtà 100^2, assumendo col 450 (che +381 l’ha girato in 831) il valore unitario 1/8 (presenza complessiva in 8) dei 3600 m. secondi in una ora terrestre.
Partendo dal 913=Brasit , che nel ciclo 10 porta a 9.130 , quello che in Bibbia è “in principio” il 9.350 esistente nell’8va “realtà 4” è “in principio” 9.130+220, e si tratta del flusso 1/3 dell’energia 66 chiamata <Romano>, esistente essa pure nel ciclo 10.
Pertanto l’8va realtà pone il ciclo 10 del flusso 1/3 del 66=<Romano> come quello esistente “in principio” … ed è quello in cui il flusso del piano a lati 100 e 100 porta al 753 a.C. del Natale di Roma miticamente accaduto nel giorno 111/1 interno al 112, per come ho già scritto.
Nel 9.350 collegato al Natale di Roma – escluso il 9000 dell’invarianza e il ciclo 10, abbiamo che 35×35=1.225 rimanda
al giorno 25 del mese 12 del Natale di Cristo, per cui i due Natali sono collegati tra loro attraverso l’invariante 9.000 dato dal moto di 1.000 nell’unitaria realtà del volume 100×10×10 che nell’energia 666 si muove del 554 con cui 2^9=512
In 3 √ 10.000=
665,19 /10^27 è “coinvolto” a dimensione 3^3=27 col secolo 19 come il 666/10^27 -0,81=3^4=81/100 dell’energia del lato 100.
Il valore dell’anno 1.9 10 si fa carico di 07 +03.
È a questo punto che si sovrappone il periodo di 4,07 che indica la realtà intera 4 periodica nelle centinaia che interagisce con l’eterno periodo 0,07 determinando un periodico 1914,07 eterno nel 407.
In realtà è il 1.907,0707 in cui gli anni 1.907 traslano come anni nei 0,0707 mesi e giorni, “motu proprio” dettando il 1.914,07 periodico.
Quando tutto ciò è assegnato al basilare 1.907,07,07 che in “motu proprio” nel 1.907 +07 lo porta al 1914,07, allora abbiamo che l’anno 07 è totalmente “trascorso” /come anno) nello 0,07 del suo stesso mese, e resta il 1914,07 che ha elevato a mese 0,07 il giorno 0,0007 moltiplicandolo per quel 100 che è tutto il lato della realtà e staglia 0,0707 da centesimo a decimillesimo.
Anche il mese 0,07, nella dimensione 100 del lato della realtà, ha assunto quella dell’anno, e resta fissato il 1.914,07 come un periodo eterno della dinamica 07,0707.
È quella caratterizzata del reale ed eterno moto proprio, che si è affermato alla dimensione 0,81 dell’energia potenziale
666/10^27, in cui 0,81 è 3^4 /100 e 10^27 è il ciclo 10 a dimensione 3^3 .
Sta di fatto che alla base del 6651,9 esistente alla dimensione del 28° ciclo del 4×7, si afferma un 1914,074 esistente in periodo infinito.
Con SET= 40 , che nel suo valore complesso è le 80/1 unità contenute in 81=3^4, accade che quando il 1914,074 si moltiplica per gli 81/80 che fissano con 1.0125 il 25 gennaio dell’anno 1 d.C., allora l’infinito periodo si fissa in un anno determinato e preciso: il 1.938.
Si fissa nel 1.938,0125 quando a 1914,074 ×81/80 si somma 1/80.
In 665,19/10^27 esisteva già il 666 -81/100 equivalente al secolo 19.
Anche per questo, 81 volte 914,07407407407… diviso nelle 80/1 unità che 81 contiene in tutto, e sommato a 1/80 fissa coerentemente l’anno 1.938,0125, estendendo di 1.938 volte l’1,0125 dato da 81/80.
Allora accade un evento inimmaginabile: che ove 6.651,9 /10^28 ha portato a un iniziale 1.938,0125 nasce un reale soggetto umano che io ben conosco – essendo io – che ho come 1° nome il 66 =<Romano>, e come 4° il 51 =<Paolo>, in Gematria Italiana.
In sequenza di 1° è 4° si compongono nello stesso 14 in quel 6.651 che +14 porta a 66×101 =6.666 in cui 101 è in gematria mio padre <Luigi Amodeo>, 54+47, nato giusto il 1.907.0707 paternamente presupposto.
Io credo che sia la prima volta in tutta la storia umana in cui un ricercatore che va alla ricerca dell’inizio di ogni cosa,
arriva alla conclusione che quanto cercava era l’inizio di sé e della sua famiglia!
Nel 1.914,074 – esercitando una lettura a rovescio, nell’eterno <074> decimale – 47 è il valore gematrico del cognome <Amodeo>.
Procedendo invece diritto, 74 è l’eterno periodo del 26 in 100 laddove DIO e JHVH valgono 26 nelle rispettive gematrie italiana e giudaica, e laddove l’accoppiata 26+26 (del Dio+Jhvh) dà le 52 quantità di 7 giorni del ciclo annuale della Terra il cui mitico creatore crea in 7 giorni.
Accade ciò ove l’intero 21 (lato del volume 10.000) è 7+7+7 nel valore intero e lo è anche alla basilare dimensione 10^-29 che si riconduce proprio al 1.907,0707 del giorno natale di mio padre.
Ciò peraltro accade ove – in Bibbia – è SET +7+7+7 il valore assegnato al 3° figlio SET=40 che in 81/80 è alla dimensione doppia del complesso.
Dobbiamo osservare allora tutti i valori indicati nel lato del volume 10.000, in cui finora abbiamo analizzato solo i valori estremi 21 e 6.651 9/10^29, per vedere se esistono altri riferimenti particolari.
21 , 5443 4690 0318 8372 1759 2935 6651 9.
La 6ta quaterna 2935 è intermedia tra 2 <Amodeo>, ‘ché il 1.759 /10^20 dà il dì natale 17 (del 2° mese in 10^20) di mio fratello Benito = 59 .
2.935 è intermedio alla dimensione 20 del decimo n. primo 29 che è 1.938 +997 (moto di 3 in 10^3) e il 1.941 +994 (moto di 3+3 in 10^3).
Questa struttura unitaria data dalla 6ta, è strutturata dalla 7ma e struttura la 5ta, in cui da 10mo numero primo soprintende a 10^20.
8.372 è la realtà 4 dei 10.000, strutturata da 1759 e si palesa nel 10.000 meno 1628, che è la realtà in movimento, caricata 4×4 in 100 e in 4×7.
0.318 è la realtà spaziale 3za data da 381 (tutto il moto di 300+3^4) meno il 9×7, del 7 che esiste alla dimensione invariante 9, nel 10. In 381 ci sono i miei 6 nomi <Romano
Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo>.
Il 63 che vi si muove dentro di soli 318 in Bibbia è <Israele>=63, laddove è 381 la lunghezza in cubiti dell’Arca di Noè, lunga 300, larga 50, alta 30 +1 per il Tetto. Il <Cubito> allude a un <cum B, ito> (andato, un <Romano> “ito” in <Ben ito>.
4.690 è la realtà secondaria strutturata dalla 3za, in 47 lati 100 della realtà quando sono percorsi dal ciclo 10 del Padre unico dei numeri. In 4.690 sono compresi i 4.631 del ciclo intero degli anni terrestri, quando 59=Benito esiste in 4.690 e si muove di 4.690 -59 =4.631. Ebbene 46×100 +1/46 = 8.600,0217 lo dettaglia nel 17 febbraio in cui Benito nocque nel 1.941. Gli mancano solo i 31 anni in cui 10 si è mosso in 41.
Quando a 4.690 si aggiunge tutto il 10.000/2 della realtà in positivo, diventa 9.690 ed + ½ esatto del 19.380, ciclo 10 del natale di <Romano>.
5.443 è la realtà primaria uguale a 3.333+2110 che somma a 1/3 = 0,3333 il 7+7+7 (che è l’intero, ma qui è nei centesimi del lato 100 della realtà) e che gli aggiunge il ciclo 0,0010 unitario dei decimillesimi.
21 è l’intero, uguale a 7+7+7 corrispondente all’altro estremo al 1.907,07,07 che si fissa in eterno nel motu proprio periodico 1914,07.
Ove questo intero vale il SET (di 7+7+7) in 21,5443 dettaglia nel tempo del figlio terzo 0,3333 il 7+7+7 nei centesimi e il 10 nei decimillesimi.
Così abbiamo visto come il lato del volume (dato da 100 × 10×10), è dato da 3 √ 10.000 e definisce una terna di lati il cui totale è dato dal
64,633040700956511652778806995581, il quale, nel suo ciclo 10, percorre 646,3304 0700 fino alla realtà secondaria. Ebbene è il Dio Elohim=646 in Bibbia, ed il suo esistere nella sua Trinità lo definisce interamente nel 1.938.
Il secolo 1.940 -1-1 è il 1.938) poi è il periodico 1.914,07) appare anche in dimensione di 10^-31 nei lati dei volumi: 3 √ 10=2,1544346900318837217592935665
Ove 3 √ 105 è lo stesso di 6 √ 1010 .
21 , 5443 4690 0318 8372 mostra, come la 3za struttura a 4 dimensioni, che sta alla base della 2da e della 1ma, è il 318/10^-12 della dinamica fondamentale (data dai primi 16 numeri primi la cui sommatoria è il 381) qui si presenta 318 – diminuito di 9×7=63 – a ragione dell’invarianza del numero 9 che interviene alla stessa dimensione lineare 7. 8.372 /10^16 evidenza infine, alla dimensione 16 della carica della realtà, di valere il 10.000 -8.372 = 1.628 in cui la carica 16 in motu proprio (in 10.000) attiene in ultima analisi a SET+7+7+7, volendo usare i nomi che la Bibbia ha dato ai “figli” dell’<uomo e della sua donna>. 1759/10^20 poi 2935/10^24 e infine 6651/10^28 portano l’analisi fino alla dimensione indice 28 di SET+7+7+7.
Alla dimensione -20, che è quella del moto intero -10 di10, abbiamo il primo soggetto che “trascende” il 16, e si tratta del 17° numero primo il cui diretto valore è 59.
Alla D. -24 (quella del tempo intero delle ore del giorno) il 2935 impone con assoluto arbitrio il 10° numero primo 29. (a sostegno di quel -10 traslato di -10) e il 70/2=37 lo presenta nel tempo ½ (solo nel suo valore positivo) dell’intero movimento 70.
Alla fondamentale dimensione -28 di tutto SET+7+7+7, ecco infine il 6651 che presenta a dimensione 66/10^-26 (la “divina e totale del moto 6 di 10+10) l’energia 66 nominata <Romano>, seguita dal 51=Paolo.
Pertanto, partendo dalla dimensione elementare, la più piccola, data da 10^-28 e riferibile all’intero 7+7+7, con l’indice 7×4 =28 abbiamo anche quanto è indicato in Bibbia dalle 28 lettere di Bibbia 1,1,1, e noi partiamo dal 6651 di un nominato <Romano>+Paolo> che sono i nomi 1°+4° di un conseguente 14 uguale a 7+7.
Tutto questo – straordinariamente, per non dire “pazzescamente” – si poggia su me, mio Padre e mio fratello. Certamente questo mio “personalismo” non vi piace!
Esso genera su di voi una tale “valutazione di base” (posta su “chi vi scrive”) che infine inibisce totalmente la vostra disponibilità a seguire – in modo papale-papale – tutti quanti i discorsi e le ragioni.
Infatti, con la venuta mia alla vita, il 1.938,0125, ci sono “ragioni ineccepibili e che con me hanno poco da spartire” per le quali si possa affermarla come la data iniziale dell’Origine di tutto l’universo.
Una Origine che non parte da un “principio” lontano infinitamente, ma che è la stessa del Sistema Spaziale di Riferimento, in cui è chiamata “Origine” l’intersezione dei 3 infiniti assi cartesiani.
In ciascuno sono l’elemento “di mezzo” tra i due relativi estremi, quali la sinistra e la destra dell’asse orizzontale <x>,
separate in mezzo dall’asse verticale <y> e che a sua volta e diviso dall’orizzontane nel suo <alto> e nel suo <basso>.
Solo questi due assi frontali noi vediamo, poiché usiamo l’asse <z> perpendicolare al piano <xy>.
Esso è quello della nostra personale visione nella <profondità> di campo, per la quale poi il piano frontale <xy> divide tra loro tutto l’esistente <prima> e tutto quello <dopo> facendolo sia nello spazio, sia nel tempo, e tramite la velocità S/T.
Ogni uomo che viene al mondo ha la sua data di nascita collocata <al centro esatto> del suo universo.
Ma tutti questi <centri> in cui origina la vita singola non sono riferiti ad un <caos> bensì hanno tutti una loro origine di riferimento comune e – che vi piaccia oppure no – essa è la mia, espressa nel 1.938,0125.
Le ragioni che lo dimostrano, sono le stesse che dimostrano quale sia il lato del volume unitario della realtà data da 100× (10×10), in lunghezza 100 moltiplicata del una sua area.
Alla dimensione 10^-28 il lato presenta 6651 ed è il moto di 15 (rovesciato rispetto a 51) in 6666, unità questa data da 66×101 in cui – che vi piaccia oppure no – 66=<Romano> e 101=<Luigi Amodeo> mio padre, nato il 1.907,07,07 e il cui 7+7+7 è poi quello intero dato da 21.
Alla dimensione 10^-24 in 2933, si è strutturato (bastato su <Romano> Paolo) lo stesso valore del 10mo numero primo 29 che si dettaglia in 29+4 (di totale realtà) tanto che 29×101 (<Luigi Amodeo>) è un 2933 in cui – motu proprio – il 29 elementare è Uno e Trino, e si presenta in 33.
Si tratta del 10mo numero primo 29 che è alla base dell’indice poi dato da 10+10, e che ora rivediamo.
Alla dimensione 10^-20 in 1759 ecco l’unità 17 del 17mo numero primo 59 (che ha unito al 29 tutto il moto spaziale 30,
e al 17 tutto il 42 dato da 6×7 o dalla realtà il cui solo flusso 40 con 1+1 assuma la valenza tridimensionale del suo corrispondente volume 40=SET.
Così, a questa stregua di un sommario SET=40 sommato a 1717, ecco che anche il 17 si moltiplica per il 101 di <Luigi Amodeo.
Nel mentre 17 è il giorno di nascita del 59=Benito, mio fratello. Ciò accade alla dimensione di 10+10!
Alla dimensione di 10-16, in 8372 abbiamo visto il moto di 1628 in 10.000, ed è quello che con i 16 numeri primi e con SET +7+7+7 equivalgono a un 1616+12 caricato di tutto il 10+1+1 (o del 6+6, centripeto+centifugo) nel mentre il 16×101=1616 seguita a coinvolgere <Luigi Amodeo> dotato ora del “motu proprio” 12.
Tutta questa “strutturazione decimillesima” porta infine al valore intero, strutturato nel 7+7+7 uguale a 21, e si riferisce alla data di nascita il 7-7-7 di <Luigi Amodeo>, mio Padre. Quando il 1.907,0707 egli è nato, per essere dotato di “motu proprio” 7 deve attendere il 1914,07070707… in cui la realtà avente “motu proprio” 4 interagisce, determinando 1914,074074074074… all’infinito.
Ebbene, quando questo valore <infinito> si moltiplica per 81/80, essa “fissa” in modo definitivo il 1.938 in cui il <Luigi Amodeo> avente questo “motu proprio” 1914,074 infinito… si “fissa” nel suo 1°genito, che sono io, nato il 1.938,0125, laddove 81/80 sono l’1,0125 di chi è nato il 25 gennaio dell’anno n.1 dopo Cristo.
Tutto si basa su SET+7+7+7 in cui SET=40, e in cui tutto il complesso che somma anche in negativo, porta a 80/1, che sono poi “totali” in 81.
Sono i numeri fondamentali per determinare da 0, l’ordinata crescita unitaria nel tempo decimale.
Infatti 1/81 determina 0,012345679 ed è un ciclo crescente eterno.
Non è la stessa cosa con 1/80 che determina e fissa nello 0,0125, la nascita il 25 di gennaio.
Quando 81 si divide per 80 determina l’1,0125 del 25 gennaio dell’anno 1 dopo Cristo.
Il suo valore inverso, dato da 80/81, determina l’infinito conto a rovescio dato dallo 0,987654320 in periodo eterno decrescente.
Ebbene si giunge al 1.938.0125 anche semplicemente partendo dai giorni 365,25 che sono il valore medio di 4 anni. 365,25 × 5,3059 8905 il 1.938,01250 05125.
Sono coinvolti il 16mo e il 17mo n. primo, il 53 e il 59.
Il primo esiste nel suo tempo 1/10, come 53/10 = 5,3. Il secondo esiste nel limite decimillesimo dell’unità 10.000.
La struttura di 3.059/10^4 è data da 10.000 -8.905 = 1.095/10^8 in cui l’unità data da 2^10 = 1.024 ha un “motu proprio” di 70+1 che in 71 è il moto proprio del 10mo numero primo 29 in 100.
1095 è anche 1100 meno 5, il che indica il moto nel tempo solo positivo dato da 10/2 = 5 nelle 11 centinaia unitarie della realtà decimillesima, che sono le 11 centesime dell’unitario lato 100, essendo in 11 la presenza 1 di 10.
Anche il 365,25 × 5,3059 8905 = 1.938,01250 05125 lo dimensiona (sulle 5 cifre del lato di 10^10) nel moto solo in positivo 5000 dello stesso 125 dato da 10.000/80.
Queste non sono ragioni “personali”, ma un anno, nel suo totale moto comandato dai numeri primi 16 e che hanno nel 17mo il loro valore limite, e dalla relativa loro struttura reale portano all’Inizio del tempo del 1930,0125 in cui io sono nato.
Poiché 10^4 esiste in 10^10 (unità 10 sia in base sia in esponente) quando si moltiplica per 10^6, nella osservazione
<uguale e distinta> di <10^4 × 10^6> uno dei due può “invertirsi” nel suo Log decimale.
Allora – da numero delle volte (4 o 6) in cui 10 è in atto –col Log decimale può tramutarsi nella lunghezza scalare espressa dal numero di indice, Nel caso in cui 10^4 resta sé e moltiplica Log 10^6, il prodotto si traduce in sei 10^4. In <10^4 × 6>, il 10^4 della realtà unitaria, va in tutti e 6 i versi in “vai e vieni” che esistono nelle 3 linee unitarie componenti dello spazio.
Ora – poiché stiamo osservando in modo <uguale e distinto> il totale 10^10 – accade che la visione opposta a quella che moltiplica <10^4 × 6> è data da quella in cui 6 fa da divisore.
Per cui <10^4 / 6> virtualmente “raddrizza” 10^10 =10.000.000.000 in una sua <altra visione>, semplicemente diversa nella sua forma ora divenuta 1.666,666 periodico, corrispondente a 1/6 di quando la realtà 10^4 avanza di 6 e dunque del 60.000 che poi, ×1.666,666… è 10^10.
10.000 / 6 rappresenta pertanto, in altro modo, il 10^10, e lo fa col 1.666,66 in periodo 66 eterno, che è intero e determinato in 1.666.
L’intero, 1.666 × 6 è soltanto 9.996; gli mancano i 4/6=66… di periodo eterno (uguali anche ai 10/15 e ai 6/9), che sono l’energia in moto periodico infinito nel tempo su cui si basa la realtà 10.000.
Essa si divide in negativo e positivo: da -5.000 a +5.000. +4.800 +100+100 scorpora in 4.800 il flusso di 100^2; - 3.339 scorpora lo spazio 3.333+3+3
=1.461 è il solo tempo invariabile di 4 anni di 365,25 giorni.
Da ciò è manifesta una condizione “iniziale” in cui – da 10^10, unità indiscutibile basata sul ciclo 10 della presenza che
crea tutti i numeri decimali – risulta determinato un anno medio di 365,25 giorni su 4.
Ora – anche se direttamente non appare – da tutto ciò risulta definito anche un giorno preciso di inizio, fissato nel 25 gennaio del 1.938 .
Infatti 365,25 esiste in modo fisso rispetto a 10.000, e se avanza nel modo fissato nel tempo decimale dal 16° numero primo fino al limite 10^-4 determinato dal 17°, facendolo in tal modo × 5,3059 , la cui struttura decimillesima è data da 8905/10^8 , raggiunge con 365,25 × 5,3059 8905 il 1.938,01250 05125.
L’intero, con le 4 reali, 5,3059 è <ordinato> dagli <Ordinali> “sedicesimo” e “diciassettesimo”, dei numeri primi, 53 e 59. In cui il 16° opera nel tempo unitario 1/10 e il 17° nel tempo unitario 1/10^4 della realtà 10/4.
Questa struttura reale deve però essere espressa anche nella sua decimillesima, che corrisponde a 8.905/10^8.
Questa “struttura” secondaria decimillesima 8.905 (della decimillesima reale e primaria).
Il suo intero 10.000 -8.905 = 1.095 rivela di essere tutto il percorso fatto da 10/2=5 (solo il moto in positivo) esistente nel lato unitario 100 della realtà.
Pertanto, il dettaglio degli 8905 decimillesimi al 5 +0,3059 decimillesimi, aggiunge, al 59 che avanza di tutto il 3.000, la sua reale “struttura di moto” unitario e ne esprime un intero nel 3.000 dello spazio e nel tempo unitario decimillesimo di moto della sua struttura, suo tempo 1/10.
Poiché 5,3059 8905 è certo l’unità di questo moto, quando esso si riferisce a un anno di 365,25 giorni, raggiunge e fissa il limite del 1.938,0125 05125.
La sua data è “strutturata” dai 5125/10^9 che in 5000 sono il positivo di 10.000 e in 125 sono l’intera realtà 10.000 espressa avanzante nel tempo unitario di 1/80.
Infatti è su questa sua generale premessa, di esistere alla dimensione 9 “indice” di tutto il moto dell’indice 1 in 10, nel tempo di 1/80 della realtà, che si valorizza unitariamente il 1.938,0125 .
10^7 / 5,30598905 è il rapporto tra la dinamica tonale ai 10^3 in 10^10 (data da 10^7) e il numero delle volte esistenti nell’anno 19038,0125.
Risulta equivalere a 1.884.662,7661 2463 n. di volte, fino alla dimensione 10^-8 della struttura decimillesima della reale 10^-4.
Essa dà il molto di 12 nel 2×10^6 dello spazio complesso, sommato al 4662 del flusso 4600 del piano a lati 31 e 31 (uno in positivo, l’altro in negativo con la contrapposizione espressa dalla loro perpendicolarità sul piano).
Pertanto il solo positivo è 4631. Lo 0,7661 equivale a 10^4/13.053,1262 che si riferisce colla realtà 10.000 al 3053 in cui è il 16° numero primo a muoversi di 3000 decimillesimi. 4631,0217 è il ciclo della realtà degli anni terrestri, quando essi sono i 367 dati da 365+1+1 (di area unitaria trasversale) e in esso sono un indivisibile numero primo. La somma 4631,0217 +367 porta al 4.998,0217, che dista 1,0783 dai 10.000/2 del solo moto in positivo.
L’esistenza diretta del 1.938,0125 in 10^7 (di dinamica totale di 10^3 in 10^10) con 10^7 / 1.938,0125 dà 5.159,92543907 volte.
Questo è il “reportage” del 200 (trasversale) che esiste in 5359 di valore intero riguardante il 16° e il 17° numero primo, in cui il 16° opera nel lato 100 della realtà e il 17 in valore unitario, nell’esistenza trasversale del 100^2=10^4 della realtà intera.
L’anno 1.938,0125 è proprio quello in cui il 365,25 giorni dell’anno medio su 4, si muovono interamente, quando sono comandati a farlo dai numeri primi nella somma dei primi 16, che equivale a 381.
È evidente come 381 stia alla base del 1.938,0125 quando pone unitario il ciclo 10 in 381, determinando 38,1 decine ed esistendo in 38/2 =19, in centinaia di anni.
È lo stesso 19 dato da 400 -381, che lo estrapola nell’unità del secolo cui seguono il piano a lati 19+19, nelle trasversali decine.
È lo stesso 381 che somma alle centinaia unitarie lo spazio 3, mentre 81 vale 3=4, l’unità della realtà 4 indicata su base 3.
Ebbene sono i due tempi 81 (totale) e 80/1 (unitario nel totale 81) a “menare la danza” proprio per quanto essi esistono in 381.
1/80 +80×25 -62 = 0,0125 +2.000 -62 = 1.938,0125 determina la data esistendo nel tempo annuale di 1/80 sommato a 80.
Il quale 80 esiste nella presenza ¼ del lato 100 della realtà dei 100 anni uguali a 20 secoli meno tutta la crescita in flusso da -30 fino a +30, che è 60 in flusso e diventa 60+1+1 quando si valorizzano i due lati trasversali che lo rendono, da flusso in linea volume 60 di flusso in linea dato da 60×1×1.
Il flusso unitario 30/1 in verità è il 30+1 nel volume totale 31 che è un numero primo divisibile solo per sé e per 1, e come tale si scinde in 30/1 con 1 che si pone a denominatore del residuo 30.
Questi anni 62 che devono essere tolti di mezzo in 20 secoli corrispondono alla doppia eliminazione, in Bibbia, dei primi due figli di Adamo: Caino=38 e Abele=23 la cui somma gematrica è 61/1 in totale è il 62 che riferito a 100 (lato della realtà) ha posto in luce il valore complementare nel 100 al 62 del 38=Caino, sopravvissuto.
Con l’uccisione fatta da Caino=38, egli restò in vita ma da “totale disapprovato” … e tuttavia “chi fa del male a Caino ne riceverà per 7 volte tanto”.
Nel contesto della realtà totale data da Set=40, che sarà chi sarà valorizzato dei tre la cui somma 38+23+40 è il 101 che conferisce la presenza 1 alle 100/1 unità, del lato 100 della realtà, il 40+40 sarà il moto complessivo, da -40 a +40 di Set, e varrà quanto la crescita 48 partita dalla sua dimensione negativa.
Ecco allora che nel tempo unitario 1/80 = 0,0125 (datato 25 gennaio) il valore intero dell’anno deve moltiplicare 80 per la presenza ¼ del secondo 100 necessario a fare l’area 100^2 = 10.000.
L’aggiunta di 80 ×100/4 aggiunge 2.000 anni, ma in essi c’è la presenza negativa di Caino=38 determinata tramite il 2.000 -62 che lo fa nascere nell’anno 1.938, il 25 gennaio precisato dal tempo 1/80 dell’anno.
Se non vogliamo distinguere 80×100/4 dal successivo -62, allora 80 moltiplica il 24,225 equivalente al 25 -0,775 tanto che 80× (25 -0,775) si scinde in 80×25 meno l’80×0,775 uguale a 62.
Ebbene questo 0,775 è dato da 0,777 -0,001 -0,001, ed estrapola l’area unitaria trasversale 0,002 alla totale dinamica di 777/10^3.
È coinvolto un SET nella valenza Trina di 777 quale sostituto dei tre interi fratelli, in cui si è valorizzato Terzo nel 38+1+1 dei due seguiti al 1°, nel 40.
È una reale e necessaria presenza che non si vede se consideriamo solo la realtà complessa e unitaria in 80/1 e non il suo totale 81.
Infatti, essendo 81/80 il valore fisso 1,0125 del 25 gennaio dell’anno 1, diventa quello fisso dell’anno 1.938 moltiplicando 1,0125 per l’eterno periodo dato dal 1914,074 (periodico in 074).
Infatti 1,0125 × 1914,074074074074074 all’infinito “fissa” il 1.938. Questo anno reale 1914 parte da chi è nato nel 1.907,0707 quando egli ha già 7 anni come “motu proprio”, e in questo tempo 0.777 vedete proprio la dinamica ridotta poi a 0,775 che esiste in 100/4 di secolo per lo 80 volte unitarie, e che ha portato al 2.000 -62 anni del 1.938.
Essendo unitario il 1.938, per determinare il ciclo del 1.938,0125 con il solo 80/1 basta sommare al tempo di 1/80 l’unità di 80/80×1.938, oppure la quantità di 80 ×969/40, in cui 1.938/80 sono dimezzati.
Ora – però – davanti a 1/80 +80/80 × 1.938, noi ancora, n sapendo che 1.938 è il valore unitario, del tempo posto all’Origine degli assi cartesiani.
Non è più la stessa cosa “indeterminata” de partiamo da 81/80 il cui valore è determinato in 1,0125. Su questa base, per arrivare esattamente a “fissare” proprio l’anno 1.938, serve uno e un solo valore, dato da 1914,074074074… È un periodo eterno di 0,074, che intercala 0,0700700700 = colla realtà unitaria periodica in 0,00400400400. Infatti 1914,074 eterno “fissa” il 1.938 “esatto” quando si moltiplica per l’1,0125 dato da 81/80.
Ebbene questo anno 1914,07 coinvolto nel 407 di una realtà eterna 4 in periodo eterno 07, si riferisce ad un “iniziale” 1.907,0707 in cui sono trascorsi 7 anni e il 1.907 è – in “motu proprio” – divenuto il 1914,07 (luglio) nell’infinita realtà diveniente del 407 che realizza “motu proprio” sempre e solo 07.
Se riferiamo il 1.938 al solo 80, allora il ciclo dell’anno iniziale è fissato da 1/80 +80×969/40, in cui il complesso 80 dell’intera realtà da -40 a +40 esiste tante volte quante il 31 nel 100, il che è dato dalla presenza 1 del cubo a lati 10+10+10.
È quello che esiste nel lato (o nell’area) 100 della realtà data da 100^2 = 10.000.
Questo 969 altro non è che il 1.938/2, che la Bibbia assegna come la vita intera dell’8° Fattore, denominato Matusalemme e figlio dell’Enoch accreditato dai 365 anni dell’intera esistenza 10^3 dei 365 giorni dell’anno terrestre.
Senza lo 0,25 di un moto che non è quello proprio della Terra, ma del Sole, nel suo intero periodo di 4 anni, risultante esattamente dal 10.000 per come visto in principio.
Sembra proprio che la Bibbia assegni al 7° fattore il compito di definire nei 1.000 anni solo il “motu proprio” terrestre, dato dal solo intero 365, assegnando poi al suo figlio il compito di differenziare solo nel tempo positivo i 1.938 anni esistenti all’Origine del Sistema di Riferimento spaziotemporale espresso dagli assi.
Dopo di che, la stessa Bibbia assegna al nipote del 7°, a Lamech, figlio di Matusalemme, la vita di 777 anni, attuando una operazione analoga a quella assegnata ai primi genitori assoluti, che assegnarono al 3°genito, nominato SET, il ruolo di rappresentare tutti e tre e lo avrebbe fatto con lo 07,0707 he i nostri calcoli assegnano all’umo nato 1.907.0707 407407407… in eterna realtà 4 e data 07.
Ebbene, da una ricerca “a tappeto” risulta che un solo uomo ci sia che sia nato il 25 gennaio 1.938 e sia stato figlio 1°genito di un LAMech L uigi Am odeo è 38 nato 1.907,0707. Il quale sia stato R=16 e poi 53 nel 16° numero primo dalla cui somma 381 risultano poi tutti i valori gematrici dei 6 nomi <Romano> Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo>, che nel tempo 1/10 di 53 si sia posto 5,3 mentre il 59 del 17° numero primo, sia stato dato al n. 2 il cui 1° nome Benito vale 59, il 17° numero primo, di lui nato il 17.
Un Benito=59 che sia così nato 41,0217 nel valore 41 di Enoch (il 7°) che è il 41 di Rom A (<Romano> 3, Amodeo 1).
Anche di Amo R (<Amodeo> 3, Romano 1) nei due modi uguali e distinti dell’Unità e Trinità assegnata al nome piuttosto che al cognome, nel mentre 0,02 lo rivela essere il 2°, nato nel 17 il cui “ordinale diciassettesimo” comporta il 59=Benito.
Anche il suo 2° nome deve assecondare il 1°genito R=16 e lo fa attraverso 116=Vittorio; anche il suo 3° nome deve essere conforme, ed è addirittura lo stesso 3° nome del 1°genito suo fratello.
Nello stesso tempo, <Romano> Antonio Anna=66+78+26 vale il 170 che “asseconda” in nato il dì 17 mentre Benito
Vittorio Anna = 59+116+26=205 “asseconda” il dì 25 del primo. Intanto 66+59 = 125 sono la somma dei primi due e essa asseconda nel tempo di 1/80 l’1,0125 dato da 81/80.
78+116 = 194 somma di Antonio e Vittorio (i secondi) assecondano il secolo 19 nell’0ererna realtà 4 del padre.
26+26 = Anna+Anna assecondano nel 52 settimane dell’Anno sposo di Anna.
371, somma dei primi 3 nomi di ciascuno sono il moto del Re dei re: il 29 che è il 10° numero primo del 100+300 dell’unita e Trinità dello spazio-tempo unitario essendo anche l’anno 37 del concepimento del 1° dei due <Amodeo>=47 che aggiunti a 371 portano al 465.
Questo è il tempo fondamentale, dato dal 46/1 unitario esistente nell’indivisibile 47 dato dal 15° n. primo, che accetta di dividersi solo per 1 (oltre che per sé).
1/46 = 0,0217 39130 si mostra il tempo “padre” del 2°genito nato il 17 febbraio, ed evidenzia come la struttura reale decimillesima pura siano i 3913/10^8 che nel 913 indica in gematria ebraica BRASIT= “In principio”.
E attiene a quel 3×10^3 in cui il complesso “uguale” dato da 10^3×10^3 si “distingue” osservando col Log 10^3 = 3 uno dei due, il che lo riduce a linea 3.000 di spazio totale mosso dal 913 posto “In principio”.
Pertanto, alla base del tempo del 2°genito, esiste la struttura di Genesi=Brasit=913 in tutto il suo moto 30 del lato 100 della realtà; essa supporta lo 0,0217 in cui il 2° è nato nell’anno 41 rivelato dal valore 41 di Enoch (il 7°) che funge da un padre comune ed eterno quando è il SET che nasce lo 07-0707.
Ebbene questo SET visse 105 anni nel padre prima di essere generato, e sono l’1+(26+26+26) +26 che assegna 1 assoluto a <Romano> e poi 78 e 26 ad <Antonio Anna>.
Poi visse 807 anni da padre e sono 381+426 che sono la somma esatta del 381 dei nomi del 1° e del 426 dei nomi del 2°. 105+(381+426) sono 912 e manca 1 a 913= “In principio” poiché questo “essenziale” n. 1 è Adamo. La somma di 38+23+40 dei tre figli è il 101 esatto di <Luigi Amodeo>, 54+47.
Pertanto tutta la genesi di Adamo ed Eva ha riguardato Luigi Amodeo. Estrapolato 1 alla sua assoluta origine paterna, il 912 è stato dato dal 105+381 esistente nei nomi del 1° e dal 426 nei 6 nomi del 2°.
105+381 hanno reso 486 il valore nominale del 1°, che in 105 anni è esistito nel Padre e si scompone in 470+16 in cui
Amodeo=47 esiste alla dimensione 10 del Padre e la R di tutti i 16 numeri primi Nominati 381 in <Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo> esiste come il 1°genito del Divino Padre <Amodeo>.
Nello spesso tempo, 486 è 60 +426 (i nomi <Benito Vittorio Anna Giovanni Vincenzo Amodeo> del 2°).
Computa tutta la crescita da -30 (Adamo) fino a +30 (Noè), il 10° e definitivo fattore, dato dal terzo finale e definitivo del Trisillabo <Ro-ma-no>, che No è .
Non esiste altra famiglia che questa, che sia stata posta a base dell’esistenza, con la sua stessa nascita!
Può non piacere a chi creda che l’Universo sia nato dal Caos e non da un disegno preordinato e divino in cui <il Signore suo stesso> si è incarnato per primo per vedere se “era una cosa buona”.
La Bibbia lo racconta e conferma nelle 6 volte della realtà in tutti i suoi 6 versi.
Genesi 1,4
Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre
Genesi 1,10
Dio chiamò l'asciutto terra e la massa delle acque mare. E Dio vide che era cosa buona.
Genesi 1,12
la terra produsse germogli, erbe che producono seme, ciascuna secondo la propria specie e alberi che fanno ciascuno frutto con il seme, secondo la propria specie. Dio vide che era cosa buona.
Genesi 1,18
e per regolare giorno e notte e per separare la luce dalle tenebre. E Dio vide che era cosa buona.
Genesi 1,21
Dio creò i grandi mostri marini e tutti gli esseri viventi che guizzano e brulicano nelle acque, secondo la loro specie, e tutti gli uccelli alati secondo la loro specie. E Dio vide che era cosa buona.
Genesi 1,25
Dio fece le bestie selvatiche secondo la loro specie e il bestiame secondo la propria specie e tutti i rettili del suolo secondo la loro specie. E Dio vide che era cosa buona.
È a questo punto che, con Gen. 25 (Gennaio 25) dio confermò la bontà della Natura Animale ed entrò ne < L’Uomo > = 10+56 = 10+Adamo=30+Eva=26 = <ROMANO>, l‘energia in Potenza di un <Romano> senza Roma
Può non piacere che il Signore abbia affidato a me questo compito di giudicare se la creazione del mondo fatta da Dio potesse essere comprovata essere una cosa buona anche da dentro di disegno … ma se è così non ci posso fan nulla, non è dipeso da me.
Anche la ridondanza che sono il primo a riconoscere, e la prolissità, non dipendono da me anche perché i miei 86 anni suonati hanno in parte <suonato> anche me.
Non ho più la forza di stare a rileggere tutte le cose che ho scritto, e la memoria recente, che si è indebolita, mi impedisce di ricordare se una cosa che giudico importante io l’abbia già scritta o no.
Pertanto dovrei legger più e più volte l’intero insieme, nel tentativo di eliminare le ripetizioni e le sovrapposizioni … ma non ne ho più la forza e nemmeno la voglia.
C’è quel proverbio latino che <repetita iuvant> e mi attacco ad esso nella speranza che vogliate perdonare questa mia sorta di … pigrizia che mi impedisce di perfezionare questa opera che – nel suo complesso – ha tradotto in quella che è stata la mia esperienza il pensiero di Platone. Vi ringrazio.