L'autocarro di PETRUS ROMANUS QUI...

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https://issuu.com/amoramode/docs/ Libro del 1.983 di 256 pagine, sulla metà antimateriale dell’Universo che esiste ma non si vede; presentato al Maurizio Costanzo Show

A te, Papa Francesco! augurandoti buon viaggio e la gran gioia del Paradiso!

Ti dedico di cuore questo mio libro, che alla sinistra porta le immagini della mia reale Colletta liturgica, offerta al Signore con la preghiera di continuare a “camminare” con me che ha voluto creare come il portatore di luce e come Enoch

caduti entrambi dal cielo, ma per essere redenti dal Battesimo

in Cristo nostro Signore e coll’unica sostanza di Padre e Spirito Santo!

https://

issuu.com/amoramode/docs/

692 pagine, autobiografia scritta nel 2.003 e leggibile su Issuu.com

L’avvento di Gesù

Vedete nella foto qui a sinistra una mamma – Mariannina Baratta, mia madre – che si stringe tra le braccia il suo piccino, miracolato da Maria Santissima il giorno 4 giugno 1940, famoso per il Grande Miracolo di Salvezza osservato a Dunkerque.

338.000 soldati trovarono innumerevoli imbarcazioni di fortuna per essere tutti trasportati attraverso il Canale della Manica, nel disperato tentativo di sfuggire ai Tedeschi… come l’intero popolo di Dio, Israele, nel suo biblico tentativo d’attraversare il Mar Rosso, per liberarsi degli Egiziani che l’inseguivano, ma frenati da Dio.

Il brano della Bibbia che lo descrive, fa parte del secondo libro, denominato Esodo; in esso, nei versetti 19, 20 e 21, tutti e tre di 72 lettere, sono descritte le manovre fatte dal Signore, nascosto nella sua nube, per frenare la corsa agli Egiziani e promuovere gli Ebrei.

La Nube, spostandosi dall’inizio della colonna alla sua fine, illuminava il cammino al Popolo Eletto e dava oscurità agli inseguitori che – brancolando al buio pesto – procedevano a stento.

In questa azione, i Cabalisti Ebraici videro e vedono la presenza in atto del Dio della Salvezza, tutti sicuri – studiando i tre versetti – di ricavarne in esso ben celato, il Nome Segreto di Dio a 72 cifre.

Io mi sono unito alla loro ricerca, e – al contrario di loro, che non han raggiunto lo scopo – sono arrivato a una conclusione che non può non apparire paradossale – un puro scherzo! – a chiunque cerchi per davvero il nome del Dio Segreto dalle 72 cifre, e si accorga (col senso massimo dello

sbalordimento) che esso … sia proprio il suo, di suo Padre e di suo fratello!

https://issuu.com/amoramode/docs/ 800 pagine, raccolta di libri scritti nel 2.003 e leggibile su Issuu.com

Le 36 lettere al lavoro in Romano Antonio Anna Paolo

Torquato Amodeo, più le 30 di Benito Vittorio Giovanni Vincenzo (esclusi Anna e Amodeo, nominati già in me), sono le 66 lettere del valore del nome Romano, dell’Onnipotente energia divina camminante con me.

Luigi (nome di nostro padre) con 5 lettere porta il 66 a 71 e +1= 72 viene da R=16, il Principio stesso del Principio in Romano, come quell’1+3 Divino, in JHVH < “Io sono Colui che sono” IOSONO>! è quell’1+3=4, del Dio < “Io son Quel 4 che sono 4”× QUATTRO>.

I Nomi sono ordinati in tre gruppi di 24 lettere ciascuno: Benito Romano Amodeo Luigi R; Antonio Vittorio Anna Paolo; Torquato Giovanni Vincenzo.

A quel punto ho capito che – data l’assoluta improbabilità che una cosa simile fosse toccata proprio a me – ho cercato delle ragioni che potessero spiegare una cosa che sembra così irragionevole.

Così mi sono posto la domanda: quanta probabilità avevo io - intendo nella mia anima - per essere, tra gli infiniti uomini di tutti i tempi e luoghi, proprio <costui> che è chiamato col nome segreto di Dio? Mi sono risposto subito: nessuna… eppure è un dato di fatto: è al mio IOsono colui che sono IO-SONO, mi è stato assegnato di animare e dar vita a questo <personaggio>. Non mi stupisco allora che io possa essere morto e risorto proprio nel dì in cui il Signore faceva attraversare al Suo Popolo il Mar Rosso, avendo il nome dato dalle 72 lettere cercate dai Canalisti ed assegnate ad uno che è in sé tre persone: la sua, di suo padre e di suo fratello.

La manna che abbraccia suo figlio, è Mariannina, chiamata a dar corpo a Maria SS. e a S. Anna generatrici di Gesù, quand’è partorito da Mia Madre, realmente, in nome e per conto della Maria sempre Vergine.

https://issuu.com/amoramode/docs/ 134 pag., libro stampato 1.999 e distribuito al Convegno, su Issuu.com

L’autocarro per il cielo

Io ho avuto tutte le prove che nel disegno di Dio era previsto un Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo, <caduto direttamente dal cielo> come Lucifero ed Enoch, il 7° Fattore nominato in Bibbia: vive 365 anni secondo i giorni terrestri, che sono 365 in ogni anno.

La Bibbia, in Genesi 5, afferma che <camminò con Dio>, per due volte, e allora una e nel ciclo dei giorni, e l’altra degli anni.

Un fattore, come il 7°, Enoch, esiste in toto quando lo fa sia per il fattoriale di 365 anni, si di 365 giorni.

Allora ecco che il fattoriale di 365 giorni è in giorni, dato da 25,1041 volte 10^777.

Per la Bibbia, “in principio” vale 913, e certo esiste Dio in esso, e come Padre è certamente il 10, unico padre di tutti i numeri decimali.

Allora il 10, in 913, si muove quanto 913 meno il suo ingombro, dato da 10, per cui il suo movimento intero posto in atto sta nel 903. + 25,1041 - 0,0903

= 25,0125 è proprio il giorno in cui io sono nato “In principio” avendo escluso da esso il moto di Dio.

Allora Dio, impersonatosi nel 10, ha camminato con me quando io ho cominciato a vivere, ed ho la conferma in ciò di Essere Enoch.

Dopo l’intera vita di Enoch di 365 anni, la Bibbia scrive <Enoch camminò con Dio e non fu più perché Dio l’aveva preso>.

Io faccio allora nuovamente il fattoriale, ma di 365 anni, e ho come unitari gli anni 25,1041 volte 10^777.

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Devo togliere dagli anni, tutti quelli prima dell’anno 37.

+25,1041 volte 10^777

- 00,0037 gli anni prima del mio concepimento non son miei

=25,1004 data in cui Enoch camminò con Dio 10×10 e 66

C’è di mezzo la Profezia di Malachia sui Papi.

L’anno 25, nel mese di ottobre e nel dì 04 che è la festa di san Francesco, alla fine delle tribolazioni di Pietro Romano c’è la festa del S.P. Francesco, colla demolizione della <civitas> Vaticana, la S.R.E. che si pose estrema. Non sarebbe stata demolita Roma, anzi, nata nel suo Natale il 21 aprile della festa in cielo di Francesco.

Così, il 4 ottobre celebra i 166 giorni di Cammino con Dio di Enoch che è Pietro Romano che cammina con 100 e con 66.

100 è Io sono il 10×10 e 66 il nome Romano di Dio in potenza.

L’autocarro per il cielo allora è stata una mia iniziativa <votiva>, con la creazione di un auto-carro, un carro fatto da Enoch stesso, con cui egli Santo Padre Francesco parte per destinazione il cielo, mentre nasce Roma in Pietro Romano.

L’ho nominato <autocarro, nel Cielo>, aggiungendo la data fatidica… e ne ho iniziato la preparazione appena ho avuto la convinzione che certamente Enoch avrebbe terminato la sua vita, cominciata solo il 1.938, gennaio 25, nel previsto 4 ottobre del 2.025, e l’ho messo in testa all’autocarro, così incoronato.

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Come mi succede sempre, il Signore, nel suo proposito di farmi fare quello che alla fine Lui vuole, parte molto da lontano, cioè da cose che con questo autocarro non c’entrano assolutamente.

Vi racconto questa storia, molto emblematica.

È un Venerdì, sono le ore 13:03 e salgo sull’autobus alla mia fermata di Cassina Ferrara, davanti alla Scuola Materna Regina Margherita; porgo il biglietto al conducente affinché me lo convalidi lui, visto che la timbratrice non funziona, ed egli me lo strappa da un lato. Dopo tre fermate, una donna addetta al controllo mi chiede il biglietto; glielo do, lei lo controlla, lo vede strappato e me lo rende.

Fatte le mie compere in centro, riprendo l’autobus per tornare a casa, ed esso arriva un po’ in ritardo; a metà strada, la stessa donna che aveva controllato il mio biglietto, me lo chiede nuovamente.

L’osserva e mi dice che io sono in contravvenzione, avendo superato l’ora di validità del biglietto; io guardo il mio orologio, e mancano 3 minuti all’orario ufficiale di transito del mezzo nel luogo in cui io son salito. Chiedo alla donna su che base io sia oltre la mia ora e lei mi mostra l’orario che lei stessa – senza che me ne fossi accorto –aveva scritto, di suo pugno, “inventandosi” una mia salita sul pullman 10 minuti prima che ciò fosse avvenuto.

Protesto, l’accuso di aver falsificato l’orario senza che io me ne fossi accorto, altrimenti l’avrei contestato immediatamente, e che –essendo 2 i minuti che ancora mancano all’orario del transito nel luogo di origine e destinazione – sono disposto a fare un secondo biglietto…

Non ci fu nulla da fare e dovetti pagare 30 euro di multa.

Telefonai in sede, e parlai coi responsabili della linea, che mi dissero di fare una protesta per iscritto… cosa che feci, proponendo di sanare la cosa, se mi davano 30 euro in biglietti da usare.

Non mi risposero, nemmeno per buona educazione.

Allora mi dissi che non avrei preso mai più l’autobus, che in 27 anni, a 20 euro almeno al mese, avevano prodotto oltre 6.000 euro,

280 pagine, libro scritto 16-04-2.003 e leggibile su Issuu.com

Così acquistai tramite Internet un triciclo; il mio caro amico Giuseppe Pedata me lo montò e cercai di conoscere qual fosse il posto macchina dell’appartamento che mio santo cugino Nicola Morra – dal buon cuore immenso – aveva acquistato mosso a compassione dal fatto che per 20 anni avevo vissuto in un piccolo locale al pian terreno di Via Larga 12, una ex cucina, priva di gabinetto.

Mi indicarono il posto macchina e io vi parcheggiai il triciclo … ma un Signore mi disse poco dopo che quello era il posto suo.

Cercai di sapere allora meglio, ma inutilmente quale fosse il mio, finché ebbi l’idea di vedere l’atto d’acquisto, e scoprii che i posti macchina del Condominio non appartenevano ad Esso, ma ciascuno era accatastato con una particella del mappale e dato in proprietà.

Fu necessaria una Visura in Catasto, e seppi finalmente che il posto macchina era il n. 26 e qual fosse la sua ubicazione.

Segnalai gli estremi della visura all’Amministratrice.

Egregia Amministratrice del Condominio

RESIDENZA DOMUS ANTICA,

In data 29 settembre 2.017 presso il Notaio Carlo Munafò di Saronno, è stato acquistato (come le dimostro sull’atto allegato in fotocopia) in via Trieste 1 l’alloggio n. 12, delle seguenti pertinenze nelle descrizioni catastali:

 Sezione CA, foglio 3, particella 587 sub 12, via Trieste snc, piano 251, categoria A/2, classe 4, vani 2, superficie catastale mq.38, rendita euro 222,08;

 - sezione CA, foglio 3, particella 587 sub 26, Via Trieste snc, piano T, categoria C/b, classe 5, metri quadrati 12, superficie catastale mq. 11, rendita euro 28,41.

Ora accade che il sub 26 è “persistentemente occupato” da altri, che –arbitrariamente – si permettono anche di rimuovere da detto posto macchina, il mio mezzo di locomozione.

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Da una visura catastale, che accludo alla presente, non vi sono dubbi su quale sia il subalterno 26, così io le chiedo cortesemente di esercitare il suo ruolo di Amministratore, avvisando chi persiste nell’occupazione di una area che non è di sua pertinenza, non solo che non è in suo diritto di continuare a farlo, ma anche che la mia proprietà è pronta a dichiarare come suo legittimo possesso tutto quanto vi è lasciato.

Io non ho alcun desiderio di attaccar briga, come sembra invece averla chi – altrettanto convinto che “stia sul suo” – si è permesso di spostare a suo arbitrio quanto io avevo parcheggiato sul “mio” e non “suo” posto macchina , dopo di avere “documentato” con una visura catastale che esso è mio.

Romano Amodeo 21-9-2004

L’amministratrice non rispose, ma prontamente pubblicò in bacheca la planimetria datale da me, coi nomi dei proprietari scritti di suo pugno su ciascun posto macchina.

Questa mia azione fu però giudicata una prova <di forza>: una vera <prepotenza> da parte mia, dalla signora che abita al piano terra e cura le aree condominiali prospicenti i posti macchina dei proprietari, non so se per qualche incarico o altro.

Questo condominio in precedenza aveva avuto una proprietà che lo aveva ristrutturato, mutato in condominio e alcuni dei vecchi che l’usavano essendo parenti del proprietario avevano acquisito ora una nuova veste di condomini.

Probabilmente, tra questi, c’era anche questa signora, che forse prima aveva a che fare con la proprietà e ora seguitava a considerarla una cosa più sua di quanto essa fosse di tutti gli altri.

Strutturato il condominio, si erano divisi i posti macchina come avevano voluto, ignorando le stesse cose che avevano fatto fare, e cioè che i posti macchina non erano condominiali, ma privati.

Io spostai finalmente il mio triciclo nel mio posto giusto.

Quando cominciò a piovere, mi accorsi che la struttura che copriva con un telo tutti i posti macchina – struttura condominiale – ne aveva messo uno totalmente permeabile all’acqua, per cui serviva appena appena a far ombra sui mezzi parcheggiati, e certo a proteggerli almeno dalle eventuali grandinate, e niente più.

Acquistai allora io un telo nuovo di metri 3×2 e lo disposi nell’area mia, sotto la pensilina condominiale, attaccata con del fil di ferro, per renderla protettiva anche dalla piaggia.

È a questo punto che la Signora che mi accusò di prepotenza, e che ha voce in capitolo forse anche perché è una condomina anche sua sorella, deve aver reclamato coll’amministratrice che il mio rimedio era lesivo per l’immagine del condominio.

Insomma è come se – dentro casa mia – io mettessi un mobile che piace a me, e mi venissero a dire che deturpa il palazzo… cosa che potrebbe anche essere se io ci avessi messo del letame brutto e puzzolente e non un normale elemento di arredo: un telone, in sé, nuovo, che non deturpa proprio niente!

Lo farebbe se poi io avessi modificato l’aspetto esterno, e non l’interno di una area che è la mia e che gestisco a mio piacimento, e che se vi piove, io ho ogni diritto di rimediare affinché non accada, visto che la copertura condominiale non protegge dalla pioggia.

Sensibile alla sollecitazione. io credo fattale dalla Signora che mi aveva accusato di un gesto <prepotente> (per avere imposto la legge) ricevo allora questa mail dall’amministratrice:

Il 23/10/2024 11:08 Buon giorno. La presente per chiederVI di rimuovere il telo posizionato senza nessuna autorizzazione. La copertura è parte condominiale NON PRIVATA di conseguenza non è possibile fare modifiche NON autorizzate. Il telo che avete messo lede il decoro condominiale . Certa che comprendiate il motivo della mia richiesta Vi esorto a provvedere in tempi brevi. Grazie (e la firma, che non metto, per non farle fare brutta figura).

https://issuu.com/amoramode/docs/ 44 pagine, libro 31-1-2.004 e leggibile su Issuu.com

L’amministratrice, in modo ingiusto e fazioso, faceva la voce grossa e io le risposi con questa mail:

Egregia Rag. Amministratrice del Condominio Domus Antica.

Sono ormai un vecchio architetto, di 86 anni, ma fui un notevole esperto per professione del <Decoro, in architettura> specie poiché (come da allegati) per 4 anni sono stato Consigliere dell’Ordine

Architetti di Milano Pavia e Sondrio a districarmi tra casi come questo e conosco bene le leggi inerenti; lei ha giudicato su un lavoro in corso d'opera e non ancora ultimato.

So che chi vive in un condominio deve verificare se l’installazione del telo richiede o no l’autorizzazione dell’assemblea condominiale, e a me risulta – ma potrei essermi sbagliato – che questa autorizzazione non sia espressamente richiesta nel regolamento condominiale.

Secondo la Cassazione civile, è lecito installare addirittura una tettoia a copertura di un posto auto all’interno di una proprietà esclusiva senza il consenso del condominio, purché non si alteri la destinazione d’uso del bene comune e non si pregiudichi la stabilità o il decoro architettonico dell’edificio.

Non esiste nessuno di questi tre casi, e a proposito del <decoro architettonico> credo di sapere il fatto mio al punto da sfidare ogni altro giudizio su questo tema.

Se mi sono sbagliato, e sul regolamento del condominio c’è l’obbligo di chiedere questo permesso – per cortesia – me lo mostri e accetterò di buon grado di rispettarlo.

Purtroppo non tollero più io per primo abusi, specie in un caso come questo in cui per 7 anni mi è stato indicato un posto macchine addirittura ALTRUI… e non certo da lei, ma da chi si è sentita violentata dal mio aver voluto si rispettasse la legge!

Ho affrontato spese per fare GIUSTIZIA e ora non accetto ritorsioni nemmeno da lei, se il suo è – per mia ignoranza – un “abuso di potere” o altro.

https://issuu.com/amoramode/docs/ 136 pagine, libro 2.006 e leggibile su Issuu.com

Se l’accusa è di non avere chiesto la doverosa autorizzazione, le ho spiegato di avere agito secondo legge.

Se non è quella ma di essermi attaccato alla tettoia condominiale, allora chiedo a lei se insiste che io la distacchi per crearne poi un’altra che stia in piedi da sola, al di sotto di quella condominiale che fa pena: non difende dal sole e … fa acqua.

Romano Amodeo.

Al che, stavolta, mi rispose:

<Mi fa piacere tutto quanto ho letto, proprio perché lei è un architetto ritiene che stia bene quella copertura ???

Secondo i condomini è inaccettabile pertanto le ribadisco cortesemente di toglierla e se vuole ci incontriamo e decidiamo insieme cosa mettere per risolvere il suo problema . GRAZIE>

Al che io le risposi:

Fa piacere anche a me che questa volta abbia usato la cortesia di rispondere, dopo avere passato sotto silenzio il fatto che tra i condomini c'è chi ha usato per 7 anni uno spazio che non era suo... e che poi è gente che mi ha accusato di "prepotenza" per avere voluto il rispetto della legge.

QUELLA COPRERTURA che lei ha giudicato indecorosa era in corso d'opera, e anche i giudizi dei condomini basati su di essa sono stati semplicemente "prematuri"

Io credo nella legge, e inoltre SO BENE che il GIUDIZIO su una opera

DECOROSA O NO (ma semmai espresso al termine della stessa) non spetta assolutamente ai condomini e ai loro gusti personali, ma in SEDE GIUDIZIARIA e presso da Periti.

Il DECORO ARCHITETTONICO non è un giudizio di parte... specie considerando questa parte <opinabile> ... che per 7 anni ha avallato ABUSI.

https://issuu.com/amoramode/docs/ 40 pagine, 2.011 e leggibile su Issuu.com

Allora aspetto solo e con impazienza, di essere denunciato, così metteremo a disposizione dei giudici anche i 7 anni di appropriazione indebita di un posto macchina patito da me e non dal proprietario

Morra, che con queste mie scelte non c'entra nulla: mi ha concesso in gestione ia sua proprietà e i danni li ho avuti tutti io, non lui!

Sia cortese: mi mandi una copia del Regolamento del Condominio.

La ringrazio per la sua disponibilità a un incontro, ma mi trovo davanti a chi SOTTOVALUTA il mio giudizio estetico ... in base al loro e io proprio non l'accetto. Sono prevenuti, male informati, ,di parte e IL

DECORO ARCHITETTONICO don dipende dai vari <mi piace o no> ma è una cosa IN SE'.

Romano Amodeo

E lei

<MI rivolgerò al proprietario e ribadisco che quel telo blu lì non deve stare. NESSUNO L’Ha autorizzato.

GRAZIE>

Al che io:

È inutile rivolgersi al proprietario. Ribadisco io che non ho intenzioni di aprire una guerra, ma se lo volete vado subito dai carabinieri a denunciarvi tutti per avere occupato abusivamente e a mia insaputa uno spazio concesso in uso a me e dal proprietario che con questo non c'entra nulla.

E' questo che desidera cara Amministratrice?

Per favore mi mandi una copia del regolamento di condominio. a me che sono in affitto qui e che sono IO e non il proprietario ad avere avuto abusi per 7 anni.

Vuole la guerra? Non sarebbe compito suo mediare, specie in presenza di tali abusi?

Grazie Romano Amodeo

https://issuu.com/amoramode/docs/ 222 pagine, libro 15-11-2.012 e leggibile su Issuu.com

Poi aggiunsi:

Inoltre, cara Ragioniera, la voglio aiutare, poiché lei non conosce la legge e metterebbe il Condominio in condizione di pagare le spese di una causa persa.

Le faccio sapere come è la questione generale sui permessi relativi agli interventi sulle strutture condominiali, quando sono necessari e quando no. Per attaccarsi a strutture condominiali, essi servono quando si muta l’aspetto verso l’esterno. Pertanto, la parte sottostante della tettoia – potrà non piacervi –ma è simile al muro di casa mia che all’esterno non posso manomettere senza permessi, condominiali, ma che al suo interno, cioè in casa mia, nel mio appartamento, io faccio e modifico come mi pare, se non comprometto la stabilità della casa.

Io – pertanto - come non chiederò mai a un condomino o a lei se posso attaccare al muro al muro di casa mia un quadro o un telone blu, così non lo chiederò a lei neppure nello spazio mio della particella 26 del mappale 587, che non è del condominio ma né di lei, ma di chi mi ha concesso l’uso di casa sua Lei è informata male sulle opere che richiedono o no i permessi relativi alle strutture condominiali: essi in nessun caso LEDONO IL DIRITTO PRIVATO.

La parte inferiore della tettoia sul posto macchina mio è a mia disposizione, e nessuno può metterci il naso se non procuro danni o non realizzo cose oscene, e la mia soluzione NON LO E’.

Non vi potrà piacere, ma - se è così - fate a meno allora di guardare IN CASA MIA, poiché nelle questioni di GUSTO, in casa mia comando io!

A meno che la mia opera non sia veramente OSCENA, ma non è questo il caso Ci sono già giudizi emessi a riguardo, dai tribunali: le pareti interne delle strutture comuni sono a discrezione di chi li possiede. Per favore, comunque, mi mandi il Regolamento di condominio, e non mi faccia fare i salti mortali per averlo, per favore!

GRAZIE ROMANO AMODEO

https://issuu.com/amoramode/docs/ 67 pagine, libro 7-04-2.011 e leggibile su Issuu.com

E aggiunsi ancora con una nuova mail (perché questo atteggiamento ingiusto mi stava facendo male):

Ultima cosa da sapere è che per legge il proprietario della copertura, del tetto di una costruzione edilizia è il proprietario dell'ultimo piano, per cui è anche tutto da discutere sul fatto che il proprietario della tettoia sia il condominio, anziché i singoli proprietari sul cui terreno essa passa. Motivo per cui io contesto anche di avere abusato di una struttura non mia, sostenendo che è lasciato a uso condominiale una porzione di tettoia che E DI MORRA, poiché è nella particella 26 di proprietà Morra..

Per di più la mia copertura (che risolve un problema insoluto per tutti, dato che la tettoia fa veramente acqua) si appende appena in sei punti solo alla MIA PARTE DI TETTOIA, come se avessi appesi in casa mia sei lampadari al mio soffitto. Tranne questa minima parte appesa tutto il resto è nella mia volumetria e nessuno - nemmeno lei - ha il diritto né il potere di pretendere che io ci tenga solo le cose che piacciono a me e non a voi, se non sono oscene.

E' anche come se io parcheggiassi una macchina scassata e blu che non vi piace poiché poverina fa schifo e, non vi possa parcheggiare perché non piace agli altri che accettano solo Ferrari e simili. Si rende conto di QUALI E QUANTI ABUSI è azioni illegittime ci sono nella sua intimidazione di rimuovere il mio telo? Dovrebbe addirittura chiedermi scusa, ma alla mia età mi sono accorto di quanta superficialità e violenza esiste tra la gente che crede di avere ragione e non ce l'ha!

Aspetto il Regolamento del Condominio. Sia buona e ne lo trasmetta. Mi scusi se scrivo quello che penso, ma io non sono né un ipocrita né uno che manovra alle spalle come i tanti di Cassina... gent de ruina.

GRAZIE ROMANO AMODEO.

https://issuu.com/amoramode/docs/

E poi ancora, con una terza mail postata subito dopo:

Lei inoltre ha commesso un reato.

Infatti non è lecito a nessuno, senza il consenso del proprietario, di entrare in una area privata a scattare foto, come da responso allegato, avendolo chiesto a "copilot" e ci sono condanne penali per chi lo fa....

Il suo compito è delicato, e si salva su questa storia solo per avere fatto a me

UNA RICHIESTA di rimuovere il telone e non una INGIUNZIONE.

La differenza è che a una richiesta si può rispondere NO! E spiegarne le ragioni, e qui la fondamentale è che il regolamento di tutti i condomini di questo mondo regolano le AREE CONDOMINIALI... e non è questo il caso: qui ci sono aree private, simili a BOX a cielo aperto con tanto di accatastamento: è area privata e come nel mio sottotetto appendo quello che voglio al soffitto, e tinteggio le pareti come meglio voglio così sotto la tettoia posso mettere ogni "ombrello" contro la piaggia da cui il condominio non difende la proprietà di nessuno!

Un’ultima lettera riceverà da me: la comunicazione anche da parte mia a tutti i condomini degli estremi esatti di tutta questa questione e di che scelte infine io ho assunto. Non avendo gli indirizzi che lei ha io metterò le rispettive buste nella cassetta della posta documentando che si deve stare molto attenti - sempre - a tutte le cose che si compiono. La saluto

DULCIS IN FUNDO… mi sono arreso e le scrivo:

Detto tutto, CEDO ALLA

VIOLENZA

.

Questa storia mi sta facendo ammalare, e non ne vale la pena. Tenetevi le vostre ingiustizie e piccinerie, io mi arrendo, sono vecchio e non ho più voglia di combattere come ho sempre fatto. Mi dia il tempo - una settimanadi rimettermi in piedi e accolgo la sua richiesta di togliere il telo. In che povero piccolo mondo io vivo! Non vedo l'ora di lasciarlo in questi poco meno di 350 giorni che mi restano. Non l'importuno più. Stia bene. Non vale la pena che io mi ammali per una cosa piccola come questa. Io sono cristiano e seguire il mio Signore che mi dice di cedere alla violenza mi ha portato sempre bene. Saluti

https://issuu.com/amoramode/docs/

L’amministratrice aveva poi preso a telefonare a mio cugino, lamentandosi di me… A me dispiaceva, ma solo per lui, per lamentele ingiuste ma che gli davano fastidio… e le riceveva per cosa? Per avere usato il suo denaro per comprare apposta una casa che mi desse riparo. Così abbozzai, e tolsi il telo.

Ma poi ci ripensai poiché qualcosa protestò in me, che non accetto le vere ingiustizie! Avevano fatto i comodi loro e occupato per 6 anni il posto macchina di mio cugino, che l’aveva comperato e non c’entrava un fico secco coi loro accordi pregressi. Mai avevano chiesto il permesso e ora si lamentavano che io, senza aver chiesto loro il permesso provvedessi a proteggere il mio triciclo dall’acqua?

Sì, avevo comperato un telo fatto appasta per coprire il mio mezzo, ma non era quella la questione.

Decisi allora di sfidarli, e avrei fatto tutto a modo mio.

Avrei acquistato una struttura che costituisse, sul posto macchina, un Gazebo, a una sorta di piccolo garage.

Cercai su Internet e c’erano varie offerte, e fui sul punto di sceglierne una… ma a mano a mano che il tempo passava, nella stesura dei miei libri la questione della possibile uscita di scena totale il 4 ottobre del 2.025 prendeva più il centro dei miei interessi.

Così mi decisi: sul posto macchina, avrei costruito io un autocarro, con tanto di ruote, ma che fosse un container per il cielo nel quale tenere quel triciclo per il cielo, sul quale io – o chi per me – ce ne andassimo in cielo il 4

ottobre, san Francesco.

Perché ho scritto <o chi per me>?

L’ho fatto poiché mi sono accorto ormai da tempo che tutte le volte che ho immaginata descritta la mia morte, in quella data la morte c’è stata, ma è toccata ad altri.

Se ne accorse Padre Pigi, in Brasile, quando fui da lui il 2005 come missionario laico e gli dissi che a me risultava che il di dopo poteva essere giunta la mia ora e quella del Papa.

Perché me e il Papa?

È cominciato con mio Papà: attendevamo l’arrivo ufficiale del Pontefice Giovanni Paolo II a Milano e quella mattina, per il cielo, partì mio padre: si paralizzò e morì dopo una via crucis delle giuste 14 tappe, che per mio padre furono 14 giornate, nell’Anno Santo speciale dello Spirito Santo: il 1983.

Mio Padre e io – in un modo o nell’altro –assecondavamo i Papi… e viceversa.

La mattina dopo io non ero morto e il Papa nemmeno e quando vidi Padre Pigi e glielo dissi, lui – uditomi – mi rispose con sagacia: <però 2 son morti: 2 parrocchiani; l’ho saputo or ora!>

La rivalità più grande col Papa esiste sulla Profezia di San Malachia, tra Pietro Romano e Papa Francesco… per cui mi ero convinto che – a san Francesco – se non usavo io il mio autocarro l’avrebbe usato lui, che aveva giusto quel nome.

Così lo progettai e la mia prima idea fu quella di esaltare la stessa casa, che ha, al suo ingresso, un affresco dedicato alla Regina del Mondo e all’angolo della via una edicola con Gesù Cristo e sua madre. Quando io vedevo questa casa, proprio grazie a quell’affresco l’avevo creduta una a costruzione che ospitasse religiosi…

https://issuu.com/amoramode/docs/ 220 pagine, libro datato Avvento 2.003 e leggibile su Issuu.com

È a questo punto esatto in cui io sto ultimando il libro, il cui contenuto narrativo avevo già tutto scritto, che ho appreso la notizia da me non attesa: stamani 21 aprile 2025, alle ore 7:35 è morto il Santo Padre. Il 21 aprile è il giorno mitico del natale di Roma.

Mancano oggi esattamente 166 giorni al 4 ottobre, come vedete dal Computer.

Questo ha scombussolato come al solito le mie previsioni, ma non vanificate.

Infatti la Fine di Papa Francesco è abbinata a quella dell’energia 66 Onnipotente nominata Romano, e che non poteva manifestarsi in un giorno miticamente più rilevante del Natale di Roma, che accade al giorno 111° dell’anno Santo 2.025.

Non mi ero sbagliato, ma avevo capito male la Bibbia quando scrive in Genesi 5 versetto 23-24:

23. … La vita intera di Enoch fu di 365 anni. 24. Poi Enoch camminò con Dio e non fu più perché Dio lo aveva preso.

Dopo di avere scritto al durata della vita non è scritto che Enoch muore, ma che <camminò con Dio> … e aggiunge <e non fu più perché Dio lo aveva preso> con la possibilità che tra il cammino con Dio e il <non fu più> (perché Dio lo aveva preso) intercorra del tempo. Sta di fatto definita la sua vita con il 4 ottobre San Francesco, il cammino fatto poi fu poiché si erano aggiunti 166 giorni alla <festa in cielo> del Santo Padre Francesco che indicavano con 100 la pienezza di essere con il 10×10 del Piano di Dio che crea il mondo col Padre di tutti i numeri decimali e lo fa con l’energia in potenza che ha in Romano il suo nome (di Dio) che vale 66 e che il Signore ha messo solo in comune con chi avrebbe camminato con lui.

È solo dopo il compimento di 100+66 giorni che Romano può iniziare a camminare col Dio 100 e il Dio 66.

Tornando alla storia dell’ultime persecuzione fatta a Romano, e stavolta da quelli della sua casa, quello che ha fatto Romano alla condomina “giardiniera” non è andato giù! Aveva dovuto mordere il freno vedendo buttata all’aria la scelta dei posti macchina, che in precedenza era stata fatta, ed ora vedeva che – fatto togliere il telo – al posto suo era stato costruito un … monumento!

Così di nuovo l’Amministratrice mi ha intimato questo:

Il 11/11/2024 11:00

<Buon giorno. Scrivo ufficialmente la presente per ORDINARE

L’immediato abbattimento di quella struttura posta si su parte privata ma non autorizzata né a livello di sicurezza né di decoro .

Non credo sia il caso di aggiungere altro.

Ribadisco quanto espresso telefonicamente che l’interlocutore è il

Proprietario Sig. Morra pertanto lo invito a farsi parte attiva nei confronti del proprio inquilino.

Attendo notizie in merito. Grazie>

E io risposi subito:

<Lei può ordinare quello che vuole: la mia è una OPERA D'ARTE: IN FASE DI ESECUZIONE, e che non ha alcun bisogno di essere autorizzata da lei; opera, che essendo UN CAMION, trova giusta collocazione su area destinata ai mezzi di locomozione.

Se non le piace... IO NON CO CHE FARCI, si dia pace, mi denunci, faccia quel che vuole: IO COIMPLETO QUELLO CCHE STO FACENDO, e lei non ha alcuna ragione per esigere quello che CREDE DI POTER ESIGERE.

Questo è il mio camion, ed è una OPERA D'ARTE, altro che "decoro"...

Dunque LA SMETTA!>

Dall’11-11-2.024 fino al 27 aprile non ci furono altri battibecchi, poi un avvocato mi scrisse questa mail:

Da alcuni mesi il posto auto di proprietà del signor Morra, concesso in locazione al signor Amodeo, risulta occupato da una struttura in legno, compensato e plastica, eretta da quest’ultimo senza autorizzazione alcuna.

Dico io: Costoro, dopo avere accettato per oltre 5 anni che sul posto macchina del Morra altri lo usassero e senza aver chiesto il permesso (né al Morra né a me), ora hanno la faccia tosta di pretendere che io chieda loro il permesso e autorizzazione di come usarlo io!

L’installazione ha invero destato il malcontento dei condomini, i quali lamentano una lesione del decoro dell’edificio contraria alla normativa civilistica e al regolamento condominiale, nonché il timore che la precaria struttura possa danneggiare i veicoli parcheggiati lateralmente in caso di crollo della stessa.

In fatto di decoro, la mia è un’opera d’arte che esalta il lato artistico del condominio, riprendendo l’affresco davanti all’entrata, e l’edicola all’angolo della via. Tratta argomenti religiosi già ammirati in sede locale… ma non qui, dove è stato fatto di tutto contro, perfino chi mi annaffiava i fiori: le hanno rotto il vetro della macchina. Sono comportamenti veramente schifosi! Sradicano i fiori, rubano cose dentro l’autocarro.

In quanto a stabilità, io sono un costruttore abilitato e nulla crollerà.

La mole del manufatto è tale che il signor Amodeo, per accedere o uscire dallo stesso, deve passare dai posti auto confinanti di proprietà esclusiva di altri condomini.

Da ultimo, i condomini hanno riscontrato sulla costruzione la presenza di scritte offensive nei confronti degli stessi.

Mostro a sinistra queste scritte e questa opera “indecorosa”

Così conclude la sua intimazione l’avvocato.

Pertanto, Vi invito a voler rimuovere dal posto auto, entro e non oltre 10 giorni dal ricevimento della presente, la predetta struttura ed ogni altro manufatto, avvertendo Vi sin d’ora che, in difetto, mi vedrò costretto a tutelare le ragioni del condominio mio assistito presso le opportune sedi, fatto salvo in ogni caso il risarcimento dei danni eventualmente provocati.

Io, appena ricevuta la mail dall’avvocato, ero sbalordito e veramente sorpreso, si dove potessero arrivare le assurdità, e scrissi a mia volta questa mail che vi pubblico interamente nel suo testo:

All'Avvocato Max Farinelli e per conoscenza al proprietario Nicola Morra e all’amministratrice.

Egregio avvocato, il posto macchina del condominio è di proprietà del Sig. Morra che lo ha dato a me in uso e gestione, e io su di esso ho allestito è parcheggiato un Camion; Dunque non ho effettuato nessun uso improprio.

L'ho costru8iro in materiali insoliti? Non è destinato alla circolazione?

Sul regolamento di condominio c'è scritto forse che debbano solo essere macchine circolanti quelle che occupano "posti macchine"

La mia è una "macchina" e lo è in un aspetto emblematico e significativo di quella che è la macchina più importante tra tutte: un autocarro addirittura ... per il cielo!

E' un autocarro "ideale", una opera d'arte che io architetto sul suolo mio mi costruisco come mi pare e piace, e non ho bisogno di permessi! Né di circolazione, né di costruzione, e tantomeno non certo dell'Amministratore, che ha il potere di regolare le aree condominiali e non le private.

Io costruisco a seconda delle mie idee e per come mi fa a genio. In quanto al timore che crolli, sono fatti loro: io sono un tecnico laureato in costruzioni di tutti i tipi e le mie opere le firmo e la mia firma detta legge e garantisce in quanto a stabilità.

In quanto al decoro, mi dispiace ma non so che farci se il mio lavoro non piace. Del resto, sull'area privata nessuno può impormi che ci sia qualcosa che debba piacere agli altri.

Nel condominio c'è stata una sola persona cui ho affidato il compito di annaffiare i fiori che sono ai lati della mia opera d'arte e - sarà forse per darle una lezione di stampo "mafioso"? - Ieri le hanno rotto un vetro della sua auto... dopo che in più occasioni hanno sradicato i miei fiori.

In quanto all'accesso, per comodità . e non perché quello sia l'accesso - io passo dove son passati sempre gli altri., attraversando le are altrui.

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Nell mio Camion l'entrata è dal davanti e non di fianco. Non credo di danneggiare qualcuno facendolo!

Invece io sono stato danneggiato, e alla grande: per 7 anni il suolo di proprietà del mio alloggio, è stato usato stabilmente da altri, per parcheggiarvi le loro vetture e senza nemmeno avere mai chiesto il permesso, né a me, né al Signor Morra.

Dove era l'Amministratrice, che fa tanto la pretenziosa, e pretende cose che non dovrebbe?

Io la chiamo CONNIVENZA, con un reato. lei che è avvocato come la descrive?.

Io ho taciuto su questo, per quieto vivere, ma a mia volta adesso sono pronto

SCOCCIATO e pronto a denunciare io l'ABUSO, esercitato con la CONNIVENZA dell'Amministrazione, da quando io ho iniziato a vivere qui, per APPROPRIAZONE INDEBITA di area privata, durata dai sette anni correnti dall'acquisto nel 2017 di appartamento, cantina e posto macchina privato, fino a metà dello scorso anno.

In quanto alle scritte offensive esse non esistono: per fortuna "scripta manent", sono lì da vedere. Dire e scrivere come io ho scritto "che non si è accolti" è la verità sacrosanta, comprovata adesso anche dal ricorso a lei.

Pertanto rigetto le ingiunzioni che trovo addirittura RIDICOLE: si pretende di dire a me cosa io possa mettere o no A CASA MIA!.

Sì, andiamo pure in giudizio: io ho un uso LEGITTIMO dell'area DEL MORRA e il condominio ha SETTE ANNI DI APPROPRIAZIONE

INDEBITA dell'area di proprietà del Morra

Le do io ora 10 giorni, caro Avvocato e se il condominio - tramite lei - entro 10 giorni non la smette di fare PREPOTENZE, la prima cosa che faccio, venerdì 11 aprile, è di andare dai carabinieri a fare una denuncia di appropriazione indebita..

Scelga lei. Se entro il 10 aprile non mi scrive come ha fatto adesso e non si pone così uno STOP a questi reiterati atti di PREPOTENZA, il giorno dopo denuncio il Condominio per questi 7 anni di violazione della mia area privata e danneggiamento ai miei fiori..

Distinti saluti.

Dott. Arch. Romano Amodeo

Già Consigliere dell'Ordine Architetti di Milano Pavia e Sondrio.

Non speravo di avere risposta, né dall’Avvocato, né dalla Amministratrice: sono persone piene di sé, ma che stavolta sono incappate in chi è convinto – pensate un po’ l’assurdità! – di … “camminare con Dio”!

Ma che cosa avrei mai fatto io, nella mia vita, per poter credere anche lontanamente ad una cosa del genere?

Non mi faccio forte solo di segni irreali e ritenuti insignificanti come la gematria dei nomi propri e presenti sulla Bibbia …

Beh, giudichiamo la mia

vita.

A due anni, come ho scritto, sono morto di Broncopolmonite, circa alle 7 di mattina (proprio come è accaduto a Papa Francesco!), ma subito una forte scarica elettromagnetica mi risuscitò e risanò: fu per effetto di fede (o per altre ragioni) mentre mia madre era in Chiesa e accendeva 6 candele all’altare della Madonna, per ringraziamento e devozione! aveva saputo da una sua scolara che le era stato richiesto in sogno, dalla Madonna, quella notte.

Fu una defibrillazione evidentemente divina, poiché una normale ti rimette in moto il cuore, se si è arrestato, ma se ti si è fermato

per la Broncopolmonite, non ti guarisce … cucinando microbi e bacilli come in un microonde che però non cuocia anche la tua carne.

Il dottore, chiamato alle 7 per un intervento disperato, nemmeno accorse, tanto si giudicava impotente… e si presentò 4 ore dopo, sicuro di stilare l’atto di morte; restò sbalordito: non ero defunto, ma guarito! Sfinito, certo, ma bisognoso ormai solo di una cura ricostituente.

<Vostro figlio ha vinto la morte!> concluse il Dot.

Sabatella, giudicandolo un vero e imprevedibile miracolo.

https://issuu.com/amoramode/docs/ 121 pagine, libro scritto 21-03-2.003 e leggibile su Issuu.com

Trascorsi una fanciullezza felice, al paese e poi a Salerno.

Trasferito a Milano a 12 anni, fui ospite (con mio fratello) della sorella di mio padre; nel 51 – nella Milano in ricostruzione dopo la guerra – non fu proprio trovato un alloggio per la famiglia!

Mi ammalai di morbillo e persi 3 mesi di frequenza alla IV Ginnasiale, poiché guarito io, si ammalò mio fratello e fui costretto in quarantena anche per la sua malattia.

Rientrato ai primi di marzo, e senza aiuti in famiglia, tre mesi dopo fui bocciato con la media del 3,5, praticamente dimezzato dal 7 scarso con cui avevo superato la Licenza Media a Salerno.

Avrei avuto bisogno di applicarmi agli studi, ma non lo facevo.

Da ragazzo mi sono impegnato ed occupato quasi di tutto, tranne che di studiare; a me piaceva di scoprire le cose da me, e non di apprenderle dagli altri. Superai il mio primo anno buio, vinsi i concorsi artistici cui presi parte al liceo Classico Giovanni Berchet e tenni un comportamento così irreprensibile che mi fece avere dieci 10 consecutivi in pagella, in Condotta. e ottenni infine la Maturità.

Scelsi di divenire Architetto, poiché – come materia artistica – era il solo lavoro che non avrebbe richiesto continui studi di aggiornamento. Non fui più obbligato a quel minimo delle interrogazioni esistenti prima, così – all’Università e senza obbligo di frequenze – me la presi talmente comoda che ci misi 10 anni (ti pareva…) il doppio dei 5 anni necessari per laurearmi, poiché lo fui e venni abilitato Architetto, nel 1.968, al Politecnico di Milano, all’età di 30 anni.

Abbracciai la mia vita responsabile alla stessa età in cui Gesù si accinse alla sua, ed ebbi gli stessi suoi tre anni di miracolosi successi.

Nel 1961 mi ero laureato, sposato, avevo vinto miracolosamente un concorso per un posto al vertice del Cimep, un consorzio urbanistico tra 80 Comuni; ero stato votato ed eletto Consigliere dell’Ordine Architetti e stavo costruendo il

Nuovo Orto degli Ulivi, a Ortonovo (in Liguria e tra gli ulivi) quasi il Getsemani, poiché acquistato da un Saccomani.

Vincere quel Concorso era cosa impossibile per un neolaureato che aspirasse a essere Assistente di Direzione (senza Direttore), al vertice di un Consorzio Urbanistico di 80 Comuni, con Milano capoconsorzio, superando una cinquantina di candidati agguerriti e con molti anni di servizio e di esperienza.

Con due anni appena dalla laurea, essere eletto dai colleghi nel Consiglio dell’Ordine degli Architetti, di Milano, Pavia e Sondrio era una cosa parimenti impossibile … quasi illegittima, dopo che avevo cessato d’essere libero professionista ed ero divenuto un dipendente pubblico cui erano impediti per legge gli atti della libera professione regolata dagli Ordini professionali.

La <normalità> avrebbe richiesto addirittura l’esclusione dall’albo degli architetti liberi professionisti, ma fu tutto <anormale> e addirittura ebbi l’incarico di occuparmi dei liberi professionisti, nelle loro attività. Infine – a perfetta imitazione di Cristo – a Ortonovo (orto del Saccomani), tra gli Ulivi, io costruivo una casa reale, per me e per mio padre, operando a tutto tondo: ne fui il progettista, il direttore lavori, l’impresario, il muratore, il ferraiolo, il manovale, infine il destinatario.

Era questa l’attività fatta nei sabati e nelle domeniche solitamente dedicate al Signore (i primi per gli Ebrei, le seconde per i Cristiani).

Era davvero la casa equivalente a quella che Gesù preparava, Lui facendolo idealmente, per il Padre, mentre io lo facevo realmente: erano 6 grandi appartamenti, in una zona collinare che fronteggiava il mare di Marinella di Carrara e di Luni.

La mia era una costruzione reale, fatta coi blocchi di cemento e lapillo, con l’aiuto di un muratore e tre manovali, dei quali uno era lo zio di mia moglie, che era interessato alla vicenda, essendo suo uno degli appartamenti in costruzione.

Si lavorava solo nei fine settimana, il sabato e la domenica, dopo che io avevo smesso i panni dell’Urbanista e del Consigliere dell’Ordine, e avevo assunto quello dell’impresario e factotum.

Alla domenica tornavamo stanchi da Carrara a Milano e guidava lo zio di mia moglie… io ero sfiancato.

Il complesso edilizio era in località <Colletto> di Ortonovo, e in via Pietro <Colletta>, 4 anni dopo, nel 1975, aprii una ditta di fotocomposizione, in cui, ex Lucifero, scrivevo i testi con … la luce.

Qui apro una parentesi significativa, per la mia opera tutta impostata sul Colletto di Ortonovo e sulla scrittura sulla luce fatta in Via Pietro Colletta, poiché si chiama <colletta>, nella liturgia cattolica, una preghiera che si recita durante la Messa, subito dopo il Gloria e prima della Liturgia della Parola. È un'orazione che il sacerdote pronuncia a nome di tutta la comunità, e il popolo la fa propria rispondendo con l'acclamazione "Amen".

La <colletta> ha una struttura particolare: inizia con il ricordo di un'azione compiuta da Dio o di una sua caratteristica, e si conclude con una richiesta a Dio di continuare la sua opera. La formula finale è trinitaria:

Se è rivolta al Padre, è: "Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli."

Se è rivolta al Padre, ma si menziona il Figlio verso la fine, è: "Egli è Dio e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli."

Se è rivolta al Figlio, è: "Tu sei Dio e vivi e regni con Dio Padre, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli." Dopo spiego perché è importante questa <colletta>.

Negli anni succeduti ai tre miracolosi che Gesù ebbe nella stessa età, al fianco della sua morte, iniziò anche la mia, che si concluse il 4 giugno 1973, ai miei 35 anni compiuti, il giorno in cui mi decisi a <dar corpo al Cristo>.

Fu una progressiva morte mia, in tutte e tre le opere.

Al Cimep mi vidi costretto quasi all’inoperosità da un Segretario Generale che cominciò a contrastare ogni mia iniziativa, per poi ricadere in essa, ma solo dopo che s’era scontrata lei con le difficoltà!

Ero riuscito a far ottenere miracolosamente un aumento di stipendi ai 4/5 di tutti i dipendenti, ma quell’1/5 che contrastai (poiché aveva diretto la danza facendo solo i suoi interessi), riuscì a convincere tutti che ero stato ingiusto: dopo di aver fatto già abbondantemente il loro interesse, ora si aspettavano quell’avanzamento che avevo procurato anche agli altri, per una ragione di giustizia… e mi misero tutti contro.

All’Ordine Architetti il facsimile della mia morte ci fu quando tentati di divenirne addirittura il Presidente, con le nuove elezioni e … quasi ce la feci, risultando il più votato sui 2.500 iscritti all’Ordine …

Ma il Consiglio Uscente – che avevo sfidato – agì con una azione scorrettissima e riuscì a farmi apparire come erano stati loro… Così fui rieletto ancora, ma solo come consigliere di minoranza.

In quanto a Villa Colletto, accadde che mia moglie – che come me il sabato e la domenica non lavorava – preferiva restarsene sola a intristire a Milano, anziché seguire me e suo zio, non dico a lavorare, ma a stare semplicemente con me e lui, almeno a pranzo, o di notte!

Per non rompere la mia famiglia fui costretto io a mettere la costruzione nelle mani di Silvano Cappetta, il muratore, cui diedi l’opportunità di divenire Impresario.

Ma mi mise nei guai: per un anno non mi volle rendere noto che invece di lavorare in economia, portava là tutti i suoi operai con costi che mi ritrovai addossati dopo un anno che erano saliti a 100 milioni di lire… io che ne percepivo meno di 500.000 lire al mese, al Cimep.

Finché avevo lavorato io non avevo avuto alcun costo, e all’improvviso, per non perdere la mia famiglia, mi ritrovai addosso un debito mostruoso che misi a tacere coi mutui sulla mia costruzione, assunti alle banche di La Spezia.

Infine pressoché morii e per davvero, a me stesso, in quel successo personale cui avevo finalizzato la mia vita;

fu dopo molte discussioni con Daniela Forlin, una Ciellina impiegata al Cimep.

Era accaduto che – in tutto quel mio attivismo – al Cimep parlavo con questa seguace di CL (Comunione e Liberazione, fondata dal Don Giussani che avevo avuto come professore di Religione prima che fondasse CL, quando gestiva solo Gioventù studentesca).

Dove non era giunto il Gius, giunse la Ciellina, quando mi disse: <Romano, tu sostieni che Gesù chiede troppo, poiché tu, che riesci a fare tutto, non ce la fai a seguirlo, se non al 60%… ma sei proprio certo che questo tuo 60% sia opera tua?>

Mi lasciai interrogare da quella domanda, così mi accorsi di essere stato portato in carrozza facendo cose veramente impossibili.

Fu da parte mia una vera scoperta: ero parte di un disegno più grande di me e come un burattino, essendo ben lungi – io – dal poter condurre in quel modo del tutto <anormale> il mio destino.

Fu così che volli rimpossessarli di me e – accortomi di avere un corpo mio – decisi di metterlo a disposizione degli ideali di Gesù.

Non occorreva più che mi conducesse lui per mano… anzi: ero io che intendevo convergere su di lui tutta la ricerca del mio successo personale, capovolgendo tutti i miei fini.

Il 4 giugno 1973 mi decisi a <dar corpo a Gesù>, nella stessa data del mio miracolo di sopravvivenza e delle mie nozze con G.S. quasi Gesù: Giancarla Scaglioni, figli di Maio e Giuseppine. Così, avendo fondato una rivista mia di Urbanistica, mentre ero Consigliere dell’Ordine non mi ripresentai per un terzo mandato e individuai in Architettura e Pianificazione in Lombardia (il titolo del mio mensile) lo strumento adatto per aiutare il mio prossimo.

Chiesi una aspettativa senza stipendio al Cimep, e nel 1975, in Via Pietro Colletta 65, aprii il mio laboratorio, che ne preparava materialmente i testi con la fotocomposizione.

Qui non sarei stato più come la ruota di un carro Importante, ma che deve girarsi solo dove pare a chi lo guida, ma avevo modo diretto di servire coloro che lavoravano per me operando nel campo editoriale.

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Ritorno così alla <Colletta> della liturgia cattolica e alla sua caratteristica di cominciare con il ricordo di un'azione compiuta da Dio e che infine si conclude con una richiesta a Lui di continuare la sua opera. <Da Dio>, cioè operando camminando con lui che mi portava in carrozza, avevo investito tutto il mio tempo dedicato al Signore del Sabato e della Domenica, e gli chiedevo di continuare la sua opera.

Così giunsi ad acquistare, nel 77, in via Colletta 29, un laboratorio che fosse proprio mio e non più in affitto: anche il numero 29 era ideale, essendo il 10° numero primo.

Io a 10 anni ero esistito nel mio “Paradiso terrestre”, in Villa Caiafa a tra Salerno e Vietri sul mare: Caiafa come Cajfa, Salerno come Salem, e <vi è tris ul, ma Re> essendovi trino, ultimo ma Re.

Giocando a calcio sono stato un 10, in condotta ebbi dieci 10 quando nelle altre materie stentavo, e ora questa Colletta 29, decimo numero primo era il <clou> della Liturgia Sacra, Cattolica che in me viveva realmente il Cristo cui cercavo di dar Corpo.

Dio non mi lesinò i suoi favori, dandomi 13 anni di interventi miracolosi che potrei arrotondare ai 365 di un anno solare.

Per 365 volte mie cambiali protestate che potevano essere risanate nei soli 5 giorni seguenti il proteso, nonostante avessero appena 5/60 di probabilità di successo (dato dai 5 giorni rapportati ai 2 mesi della loro scadenza), furono tutte ripianate! Neppure una restò non risanata e qui viene alla mente la preghiera della Colletta: la richiesta a Dio di continuare la sua opera.

Nel giro di 15 anni, avrei aiutato una cinquantina di ragazzi e ragazze a imparare un lavoro: chiunque me lo avesse chiesto… se potevo l’avrei assunto, ed era un periodo in cui tutti licenziavano, per ristrutturare le loro aziende.

Io ipotecai i miei beni e con quel danaro gestivo fine-mese sempre più difficili. Firmavo cambiali che alla scadenza non riuscivo mai a pagare… e ricominciai a vedere miracoli: li avrei visti per ben 13 anni.

Non sto buttando notizie che non possono essere controllate: da qualche parte del Tribunale di Milano ci sono tutte le cambiali di cui io ho chiesto la cancellazione del protesto, e sono centinaia.

Tutte pagate nei 5 giorni successivi ai protesti.

Saltavano fuori aiuti impensati e da tutte le parti.

Perfino un Sacerdote, cui avevo confessato solo un grave pericolo di interrompere quello che stavo facendo per Gesù Cristo, senza che io gli chiedessi nulla – lo giuro! – mi disse (e non mi conosceva, non mi aveva mai visto) di aspettarlo, finita la confessione: voleva parlarmi.

Questo santo – ora in cielo assieme alle sue sorelle che fa il tifo per me, a san Francesco – si chiamava Don Francesco Mambretti…

L’attesi e mi disse che lui non aveva i 20 milioni che mi servivano, ma le sue due sorelle sì, e se l’aspettavo lui le chiamava subito al telefono e mi diceva se avevano accettato o no. Tornò e mi riferì di tornare l’indomani mattino, alle 9 – il tempo di prenderli in banca – e avrei avuto da lui i 20 milioni in contanti che mi servivano.

Non esiste in statistica che quando hai appena 1/12 di probabilità di un evento favorevole, per 365 volte l’evento è sempre favorevole.

Io ebbi la prova più certa che potessi mai avere che

Dio seguitava ad essere con me.

Poi – quando Lui ritenne che fosse giunto il giorno in cui ne fossi assolutamente certo, solo allora – mise di colpo le cose in un modo tale che fui costretto a chiedere il mio fallimento.

Fu un Calvario a tre croci!

Tre Romano Amodeo crocifissi: la mia Ditta individuale, nel suo fallimento, coinvolse anche la mia persona e la S.R.L. a mio nome.

In mezzo Io vivente trai due Ladroni del Calvario di Gesù.

Cosa ho fatto in tutto ciò, di notevole? Ho camminato con Gesù.

Ho abbandonato il posto sicuro, per seguirlo fino alla croce del mio fallimento come persona: tradii mia moglie e spezzai quel legame.

Restò il cordone ombelicale colla mia nutrice: morto papà nell’83, vivemmo con lei finché – rotto con mia moglie – restammo in due.

https://issuu.com/amoramode/docs/ 64 pagine che riproducono il primo numero della Rivista, editata da me. e pubblicata dal 1.9075; leggibile su Issuu.com

La fine – colla mia consorte – era iniziata quando, nel 73, smisi di costruire la mia casa per non perdere lei, e così persi tutte e due, poiché i milioni dovuti a Cappetta non furono mai recuperati, ingigantirono.

Dio si avvalse proprio dei miei debiti, per spingermi alla mia iniziativa – dopo villa Colletto – in Via Colletta 65 e via Colletta 29, per inguaiarmi fino al punto da dover poi chiedere il Fallimento che mi avrebbe isolato da tutto e da tutti.

Nel mio destino c’era quello di una vita assolutamente solitaria e indisturbata, in cui io potessi riversarmi totalmente sull’opera che avevo deciso di compiere, <dando corpo a Gesù>.

Lo avrei difeso non più con le opere materiali, ma dello Spirito santo e di Maria Santissima, Sede della Sapienza, e in questa opera nessuno poteva seguirmi, ma solo io che camminavo con Dio.

Così Dio fece ammalare mamma del Morbo di Alzheimer: usciva di casa e si perdeva; tornava con le gambe tutte graffiate poiché aveva imboccato strade inimmaginabili… e aveva bisogno di me.

Dopo un tentativo timido di riprendere attività, spintovi da mio fratello, nel campo della fotocomposizione, dovetti smettere e occuparmi al 100% di chi mi aveva dato due volte la vita; abbandonai ogni altro lavoro, vivendo in pratica come il suo badante.

La pensione di lei non consentiva granché, e allora Barbara, mia cugina, ci invitò a Saronno, in una proprietà che avevano e che non usavano se non come garanzia per le banche: mi accorsi – stupefatto! –che Gigi Flocco, il marito di Barbara, era il sosia di Mons. Centemeri decano di Saronno… come se il padrone di casa mia fosse la Chiesa.

Erano tre locali lontani tra loro: una cucina di 23 metri circa, una stalla a 20 metri di distanza e un locale al primo piano.

Io intervenni e trasformai la cucina in un monolocale, però sprovvisto di servizi igienici: c’era l’acqua, ma non scaricava nella fognatura, bensì oltre il muro di facciata, finendo in un secchio.

Mia madre orami da tempo aveva il suo servizio personale nei pannoloni… io mi servivo del gabinetto del Centro Sociale.

https://issuu.com/amoramode/docs/

Pensavo di riuscire a fare un progetto per inserire un gabinetto, ma dopo tentativi a vuoto accertai che c’era l’ostacolo dell’eccessiva piccolezza, per la quale i progetti così minimi erano impresentabili.

Era intanto accaduto che, mentre io avevo rinunciato a tutto per servire la mia mamma terrestre, quella Celeste della Sede della Sapienza che già mi aveva miracolato da piccolo, me ne infondeva a vagonate.

Prima fui costretto a scrivere un libro per difendere Gesù dall’accusa che Lui solo mi aveva portato al fallimento… Non era vero! Ero un fallito dapprima, cioè quando finalizzavo tutto a me stesso! E la mia difesa, a poco a poco, mi portò a oppormi ai giudizi della Scienza e della Filosofia sul Cristo e le sue Verità.

La prima convinceva gli uomini a non cercare il proprio bene in un puro ideale, realmente raggiungibile solo nella vita futura, ma a seguire la nostra realtà terrena, questa!

Per essa, bisognerebbe mandare a quel paese l’idea alienante che la vita sia finalizzata alla seguente, che mai nessuno ha realmente visto e che pertanto è solo una pia illusione.

La Filosofia, con il Nullismo di Nietzsche, sosteneva altresì non la verità fondamentale dell’essere del Dio Io sono colui che sono IOSONO, ma il non essere.

La mia difesa usava le stesse verità della scienza e della filosofia, per confutare tutte e due e dimostrare che la ragione era solo quella di Gesù Cristo, che a Nicodemo aveva detto come stavano le cose, anticipando sia il Principio di Azione e reazione, sia la Relatività Generale, mentre il padre, Figlio e Spirito Santo erano i tre assi cartesiani di Dio Uno e Trino.

A Saronno aprii così una scuola di Filosofia della Scienza alias di Epistemologia e la chiamai Nuova Scuola Italica, poiché riapriva sostanzialmente la Scuola Italica di Pitagora, alla luce della Scuola Eleatica e del pensiero del Galileo Gesù, che aveva di fatto preceduto il Galileo Galilei, nelle sue affermazioni. Tra le mie conquiste ce ne erano

https://issuu.com/amoramode/docs/ 89 pagine, libro 30 marzo 2.003 e leggibile su Issuu.com

Vittoria sulla morte.

Proprio la teoria della Relatività Generale di Einstein era il massimo supporto alla tesi di una vita a due sensi di marcia, uno elettrico e l’altro magnetico, uno in avanti se l’altro andava indietro. Il nostro cervello mostra, dalla nascita fino alla morte, la sola onda elettrica poiché il punto mortale è solo un punto di svolta tra la percezione elettrica e quella magnetica.

Insomma la vita ha un percorso in <vai elettrico> e <vieni magnetico> e noi li vedremo tutti e due ma solo uno dopo l’altro. Non esiste un mondo che avanza di per sé; appare muoversi poiché è l’IO-SONO dell’osservatore vivente che sposta la sua indagine e con essa si muove anche il paesaggio, che comprende anche il corpo di chi indaga con un puro Spirito immateriale.

Giudizio Universale.

Esiste un disegno possibilistico fatto con la matematica e le sue potenze, che – grazie alla caratteristica propria a ogni potenza – carica di moto la nostra anima, che la porta ad animare poi di vita apparente anche l’universo.

Tutto è nel progetto, e l’apparente divenire dipende solo dalla vita umana. Quando noi dopo la morte cominceremo a vedere il disegno nel senso inverso, non vedremo più le cause mutarsi nel loro risultato, ma questo scindersi nelle sue cause, vedendo un reale ritorno all’infanzia e fino a dentro il corpo materno! In esso avremo il nostro paradiso terrestre, sognando, poiché, come diceva Shakespeare, la vita ha la stessa sostanza di cui sono fatti i sogni.

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Dunque tutto va a finir bene, ed è disegnato nel modo perfetto in cui prima sono fatte vedere come reali le azioni e poi con la stessa dinamica sono viste a rovescio: ritornare alle origini.

Nulla si è veramente fatto o disfatto, ma siano stati noi che vedendo sempre e solo l’alto e il basso di un’onda elettrica, stiamo vedendo una esistenza dimezzata che non ci sarebbe stata se in ogni ciclo avessimo visto il suo vai e il suo vieni.

Vediamo il “vai”, proseguito nel “vieni”, dato dal basso del cerchio che gli è accostato, a forma di una colonna interminabile di 8, in cui saliamo in forma ondosa fino in cima e poi scendiamo sempre secondo quella colonna, ma seguendo la parte magnetica della stessa onda.

Il fine divino è di farci scegliere che cosa ci piace, in un contesto che sembra reale e doloroso ma è solo tutto un sogno.

Quando saremo tornati in nostra madre, saremo carichi di fame e di sete, e – liberi nuovamente del bisogno di lottare per vivere –sogneremo il nostro vero e reale paradiso terrestre, con la stessa verisimiglianza che abbiamo oggi della vita, ma assecondando totalmente i nostri bisogni.

Oltre queste due grandi opere, la terza è assai importante:

La data della Fine del Mondo

Il Signore mi ha portato a saperla scorgere scritta sulla Bibbia. Sono gli anni totali che sono il valore numerico del primo versetto, cioè di Bibbia 1,1,1.

4631 anni sono il ciclo di un anno di 365 giorni.

Il volume di 365 è dato da 365×1×1 e necessita di 365+1+1 unità. La stessa cosa è per gli anni 4631×1×1 che necessitano di 4633. 4633+367 = 5.000 è il tempo ½ della realtà intera in 10.000 anni.

La somma di 4633+367 dimostra che 4633 anni sono il ciclo di questi giorni e anni, all’interno dell’unità di tempo della realtà.

Poi c’è il versetto 11 del capitolo 7 che dettaglia il mese in febbraio e il giorno nel 17.

Se voi dite che il Diluvio è accaduto nel passato, poiché così è descritto, sbagliate, poiché la ragione sta nel fatto che questa STORIA ci viene dal futuro di quando – con l’entanglement quantistico – gli uomini nei vari pianeti dell’universo dialogheranno, raccontandosi come fu che esodarono dalla Madre Terra.

Queste onde, del racconto, superano i limiti del tempo e vanno ovunque in ogni epoca: arrivarono anche in Israele e la particolare scrittura del linguaggio consentì che fossero capotati da poeti e visionari, che – vedendosi ispirati da Dio – ebbero notizia su come tra 26 secoli la Terra si capovolgerà e ci sarà il finimondo.

Io oggi faccio ridere i polli, ma le notizie che sto dando saranno prese talmente in considerazione che gli uomini lasceranno la Terra prima che il finimondo arrivi.

Io sto dando la notizia più importante per tutta la sopravvivenza della vita sulla Terra.

Dite che è poco?

Saranno proprio le mie previsioni a rendere famosa la mia persona, essendo stata essa all’origine dell’Esodo dalla Terra verso le Nuove in cui scorrano <latte e miele>.

Per questo la Bibbia scrive sia di me, sia della mia famiglia, soprattutto nel primo libro “In Principio”.

In BRASIT BRA ALHIM (le sue prime tre parole), ci sono in acronimo Benito, Romano Amodeo <sia Romano> Benito Romano Amodeo, Amodeo Luigi, Lui=Him=Allah

Perché è toccato salire in cielo a Papa Francesco e non a Pietro Romano

Nel 2.012 andai a Gerusalemme, convinto che al termine del 21 dicembre io sarei morto,

Questa convinzione mi venne poiché il Calendario dei Maia mi aveva portato a capire che se c’era un nuovo periodo che iniziava era dipendente dalla conclusione del lavoro fatto al Padre Suo dal Figlio Gesù Cristo, dopo duemila anni iniziati a 12 anni, quando aveva lasciato la famiglia ed era restato a Gerusalemme per iniziare a occuparsi “delle cose del Padre Suo”.

Maria e Giuseppe si erano accorti solo a un certo punto del ritorno a Nazaret che Gesù non era con loro e – tornati – lo avevano trovato nel tempio, che discuteva coi Dottori della Fede e i sacerdoti.

“Figlio, perché ci hai fatto così? Tuo padre e io ti cercavamo…” gli chiese Maria.

<Perché? Non sapevate che dovevo occuparmi delle cose del Padre mio?>

Loro non compresero, e Gesù rientrò nei ranghi aspettando il momento giusto, arrivato a 30 anni.

Io – avendo compreso che l’Assoluto e Onnipotente Dio ha costruito il mondo grazie alle possibilità insite nel ciclo 10 della matematica – con il moto mille, di mille anni avevo visto il percorso intero dato al valore unitario 10^3, dell’Unità e Trinità di Dio.

Il mille, in tutta la sua traslazione, era il percorso intero, e mancavano 4 giorni al Natale del 25 essendoci nel 2.00 a muoversi la presenza Una e Trina di 4 giorni.

Pertanto il 21 dicembre indicava la pienezza della Parola detta dal Cristo, e io – che mi sentivo a tu per tu con Lui – avevo intuito che me ne sarei andato in cielo assieme a lui.

Ora, alle 2 del giorno 22, mentre erano le ultime ore del giorno 21 nell’America dei Maia, io vidi prima un quadrato di luce rimpiccolirsi e svanire nella mia mente. Restò il buio e una scossa elettrica violentissima dall’esterno del corpo si concentrò e sparì, così come avevo visto fatto alla luce, nella mia visione mentale.

Fu così che vidi salire in cielo da me quell’energia vitale del Cristo, che era entrata in me il 4 giugno del 1940, il giorno che morii e una forte scossa, come una defibrillazione, entrò nel mio corpo, riavviò il cuore, uccise i microbi della broncopolmonite che mi avevano ucciso. Quel giorno fu concepito anche Benito, che avrebbe rappresentato come persona, la testimonianza della vita nuova entrata in me quel giorno.

Così accadde che a Gerusalemme, risalendo in cielo l’energia salvifica di Gesù, iniziò per mio fratello la sua nuova gestazione, ora per il cielo.

Passarono da quel giorno gli stessi che aveva avuto di gestazione, più altrettanti, ma meno 44 giorni, che rappresentarono la gestazione celeste di Gesù, non intera a causa di quanto era restato di vivo ancora in me: Dio Padre e Spirito Santo, i 2/3 del mio 66=Romano. Per questo furono decurtati esattamente 44 giorni alla salita in cielo del testimone reale della vita di Cristo in me.

Sono le stesse ragioni che ora che sembrerebbe giunta la mia ora, ancora una volta non toccherà (e non è toccato) a me di salire in cielo ma a chi ha preso il posto di Pietro Romano, nella profezia dei Papi di San Malachia.

Questa profezia afferma che andando avanti, dopo l’ultimo papa, il Gloria Olivae riconosciuto in Benedetto XVI, sarebbe stato Pietro Romano a pascere il Gregge di Cristo, ma tra molte tribolazioni.

A causa di una Santa Romana Ecclesia che si era schierata in posizione estrema eleggendo un altro Pietro, mentre era ancora vivo il Papa Emerito,

L’elezione del conclave, che elesse Papa Francesco, in verità non elesse un papa, essendo ancora vivo il pontefice, ma un “altro”, di cui aveva parlato anche Gesù, nell’ultimo capitolo del vangelo di Giovanni.

Aveva detto a Pietro che quando era giovane si cingeva i fianchi e andava dove voleva, ma che, quando sarebbe divenuto vecchio, avrebbe steso le braccia e un altro avrebbe indossato le sue vesti e lo avrebbe portato dove lui non voleva.

Questo altro che avrebbe indossato le sue vesti era appunto Francesco che indossava l’abito papale del papa emerito.

La Chiesa Cattolica, che si era schierata in posizione estrema, eleggendo un altro Pietro, aveva messo in campo questa volta chi avrebbe assecondati Pietro Romano, indossando le sue vesti.

Così – quando sarebbe arrivato il momento della morte di Pietro Romano, la morte avrebbe portato in cielo chi aveva assunto le sue vesti, e quindi Papa Francesco.

Insomma – tolta di mezzo la persona reale che aveva rappresentato me – cioè mio fratello, ora sarebbe toccato a chi aveva rappresentato me in Vaticano, come sostituto del Cristo.

Questo pensavo, e così è stato!

Di fronte all’alternativa su chi dovesse morire, è morto Francesco e proprio nella data del Natale di Roma e con essa, di ogni Romano.

La Profezia lascia intendere della distruzione di Roma, e invece alla morte di Francesco, c’è il suo natale.

Chi <diruetur> ossia cadrà su se stesso, è il Civitas del vaticano, ed questa Civitas è impersonata dal Papa.

Giovanni, 19-31

19 La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». 20 Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21 Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi». 22 Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo; 23 a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi».

24 Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. 25 Gli dissero allora gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò».

26 Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». 27 Poi disse a Tommaso: «Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!». 28 Rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». 29 Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!».

30 Molti altri segni fece Gesù in presenza dei suoi discepoli, ma non sono stati scritti in questo libro. 31 Questi sono stati scritti, perché crediate che

Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

Come evidente, Giovanni aveva terminato qui… ma predisse il futuro.

Giovanni 7+7+7

1 Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: 2 si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. 3 Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma in quella notte non presero nulla. 4 Quando già era l'alba Gesù si presentò sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. 5 Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». 6 Allora disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non potevano più tirarla su per la gran quantità di pesci. 7 Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro appena udì che era il Signore, si cinse ai fianchi la sopravveste, poiché era spogliato, e si gettò in mare. 8 Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: infatti non erano lontani da terra se non un centinaio di metri.

9 Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. 10 Disse loro Gesù: «Portate un po' del pesce che avete preso or ora». 11 Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. 12 Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», poiché sapevano bene che era il Signore. 13 Allora Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede a loro, e così pure il pesce. 14 Questa era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risuscitato dai morti.

15 Quand'ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni, mi ami tu più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti amo». Gli disse: «Pasci i miei agnelli».

16 Gli disse di nuovo: «Simone di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti amo». Gli disse: «Pasci le mie pecorelle». 17 Gli disse per la terza volta: «Simone di Giovanni, mi ami?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi ami?, e gli disse: «Signore, tu sai tutto; tu sai che ti amo». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecorelle. 18 In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi». 19 Questo gli disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E detto questo aggiunse: «Seguimi». 20 Pietro allora, voltatosi, vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, quello che nella cena si era trovato al suo fianco e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». 21 Pietro dunque, vedutolo, disse a Gesù: «Signore, e lui?». 22 Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, che importa a te? Tu seguimi». 23 Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che rimanga finché io venga, che importa a te?». 24 Questo è il discepolo che rende testimonianza su questi fatti e li ha scritti; e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. 25 Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù, che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere.

https://issuu.com/amoramode/docs/ 29 pagine, scritto nel 2.008, po su Issuu.com/Amoramode

La previsione di Giovanni sul ritorno di Cristo e sulla Bestia

Ho mostrato il capitolo 20, dai versetti 19-31 di un premesso 1931 in cui, con 7+7+7 di anticipo, Giovanni aveva concluso il suo vangelo, al 31, anni 7 prima del 1938 del vero inizio dell’Universo, il 25 gennaio, in un 1.938,0125 formulato da 24,223×80 +1/80 .

La quantità espressa ×80 (e poi sommata al suo tempo di 1/80) si fondava sull’unità 24 (data da 2^3 ×3), e sui 222+1 millesimi (dati dalla presenza 1, unitaria, di 1/3 della Bestia 666 dell’Apocalisse scritta sempre dall’evangelista Giovanni).

Nell’Apocalisse – profezia allo stato purissimo – la Bestia è l’opposto di quello che sembra essere: poiché sarà, nel tempo in cui l’inglese sarà in pratica la lingua unificata nel mondo, il Migliore in assoluto, il Massimo: Jahvè, the <Best: IA>.

16=R ove Dio è 1 +3, è il migliore in assoluto: the Best 4×4!

13=O ove Dio è Trino esso si muove di 13, in <the Best>

11=M ove Dio è i 2 (Padre e Spirito S.) si muove di 11, in 13:

01=A ove Dio è il Padre 10 dei decimali, si muove di 1 in 11;

12=N ove Dio è Trino, e Uno e Trino, si muove 3×(1+3);

13=O ove Dio è anche Uno, si muove 1 in più di 3×(1+3)

66 (che per Planck è 66×10^-35 Js) si chiama ROMANO. Quando dalle 2 dimensioni di Padre e Spirito santo assume anche la terza del Figlio, è il Massimo, è the Best IA hvè, 8 v’è

E il n.8 Matusalemme c’è: coi 969+969 anni =1.938

https://issuu.com/amoramode/docs/ 65 pagine, 29 giugno 2.003, poi su Issuu.com/Amoramode

Questo 24,223 esiste per 80 volte (the best: la realtà in tutto il suo complesso) e poi in tutto il suo tempo dato da 1/80 e il 1.938+1/80 diventa il 1938,0125 di un avvento di Matusalemme figlio di Enoch e nella sua stessa sostanza il primo mese il 25 del mese.

Ebbene, Giovanni con l’anticipo di 7 anni del 1931 aveva chiuso! Partendo dal ritorno sui suoi passi proprio per convertire l’ultimo incredulo, aveva commiatato tutti, dichiarandoli beati quelli che avrebbero creduto senza prima avere visto!

Giovanni terminò il suo vangelo con quella ultima parte del 30-31 in cui prima scrisse: <30 Molti altri segni fece Gesù in presenza dei suoi discepoli, ma non sono stati scritti in questo libro>.

E poi indicò anche il perché avesse riportato solo quelli scritti: <perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome>.

Che ragione c’era, allora, di aggiungerne ancora uno?

Io non ho voluto saltare nessuna delle parole scritte da Giovanni, riportando in questo mio libro tutta la fine del suo vangelo, che poi è quella di tutti e 4 quelli Canonici, riconosciuti validi dalla Chiesa cattolica, scartando tutti gli apocrifi.

Il capitolo 21 (che coi 7 anni premessi nel 20 ora ha aggiunto un 7+7+7=21… al 20 che avrebbe portato il 19-31 al 19-38) profetizza quello che sarebbe accaduto al ritorno di Cristo.

Questo 21° capitolo, va dall’1 fino al 25, e profetizza ora il mese e il giorno di questo 1.900, portato fino al 19-

38 con il +7, e poi al 21 con il +7+7+7, tanto da avere descritto il 19-38,01-25.

Tornato in questa data, avrebbe trovato un Pietro sfiduciato da gran tempo a divenire pescatore di uomini, con la Chiesa cattolica ora semplice nutrice dell’evangelizzazione fatta fino a quel punto.

Fatto – tutto ciò – nel segno di un erroneo Ecumenismo, che porta quasi a non ritenere nemmeno più doveroso e giusto il proposito di strappare gli altri alla loro fede!

Il povero Imperatore e sacerdote del Sol Invictus –

Antonino – aveva pagato con la morte il tentativo di strappare a Giove a e tutti gli Dei di Roma, tutti quanti i loro fedeli: nel Panteon di una divinità frammentata in tutti gli ideali umani deificati.

Il 14enne sacerdote del Dio Unico, El-Gabal, Dio del Sole e unico Dio, li rimosse tutti, divenuto Imperatore, affinché i Romani adorassero solo quell’Unico Dio che impersonava tutti, come la Sorgente della vita sulla Terra popolata dagli uomini.

Così come aveva fatto in Egitto Amenofi IV divenuto

Akhenaton, come Eliogabalo il Romano! Trucidati tutti e due e condannati alla <Damnatio memoriae> alla dimenticanza!

Il povero Eliogabalo ucciso nel 222 dopo Cristo (nel segno del 24,223 che sarebbe stato moltiplicato per 80 e poi sommato a 1/80 e avrebbe portato al 1.938,0125 d. Ch) assieme alla madre e a un’atra donna e i corpi buttati nella Cloaca Massima di Roma”.

Su queste basi, in Egitto e a Roma – da sempre! – la parte destra della barca era stata quella addirittura della propria morte, affrontata e patita in un calvario a Tre croci, a Roma, pur di portare all’unico Dio i Gesù Cristo Figlio suo!

Oggi i Santi Padri non si battono più fino allo stesso martirio, per conquistare a Cristo chi ancora non crede in

lui, come lo fecero Amenofi IV in Egitto e Eliogabalo a Roma!

https://issuu.com/amoramode/docs/ 60 pagine, 16 giugno 2.012, su Issuu.com/Amoramode

Il Pietro venuto meno al suo compito.

All’Avvento di Dio nella Bestia, si erano verificate le condizioni opposte a quelle predette da Gesù quando benedisse e chiamò beati quei servitori che sarebbero stati trovati fedeli al compito lasciato loro dal Padrone che, andato via, aveva riposto tutto nelle loro mani, affinché fosse fatta la sua volontà anche in sua assenza.

Iddio, che si avvale coi numeri primi di 16 servi che formano the <Best IA>, si ritrovò, al suo Avvento, con un Pietro (chiamato da Paolo, Torquato Romano, Pi e TRO) chiamato Benedetto e col numero Romano XVI, che era totalmente venuto meno al suo compito, e lo ricusava, lo metteva in mani altrui reputandosi – dal gran conoscitore di Dio che credeva d’essere – invece un totale servitore assecondato al giudizio umano secondo il quale è l’uomo che compie le azioni che poi Dio – come se fosse Lui il servitore – avalla lì, nel Cielo.

Il <povero> uomo s’era talmente inorgoglito di sé da porre avanti il suo giudizio a quello di Dio, e – volendogli molto bene – tuttavia si vedeva vecchio e non più capace di gestire al meglio il Gregge messo da Dio nelle sue mani; così proprio per l’indubbio amore che egli aveva per Lui aveva scelto di riporre in altre mani il compito che Dio aveva messo nelle Sue, sapendosi amato.

Dio l’aveva nominato pescatore di uomini, che aveva il compito di realizzare la Chiesa Universale, chiamata Cattolica, che celebrasse l’Unico Dio che nel nostro mondo è rappresentato materialmente dal Sole e non dalle opere o dalle idee degli uomini che ne popolano la Terra, nominata nel RA Dio del Sole e nel TER, numero 3 Romano. E lui, il Benedetto XVI, Pietro di Roma, si era messo a pescare i pesci nel mare di Tiberiade, quelli che pescava prima dell’avvento di Gesù che aveva modificato l’oggetto della sua pesca.

Come risultato… ecco che quel pescatore non prendeva più nemmeno un piccolo abitante di quel mare così vicino al Tiber, al Tevere di Roma, che lambisce il vaticano, e allora era di Tiberiade!

Si è perfino denudato, Pietro, su quella barca, togliendosi la sua sopravveste, cioè la veste papale!

Benedetto XVI si è svestito e un fulmine ha colpito San Pietro senza più impressionare nemmeno gli uomini, tanto sono convinti tutti ormai che Dio, nelle cose che accadono sulla Terra, non c’entra assolutamente nulla, poiché tutto accade nel mondo naturale che asseconda le leggi, che sono della Natura e non di Dio!

Credono che i <primitivi> erano degli sciocchi, come furono – in relazione a Roma – i due gemelli Romolo e Remo che lasciarono a Dio l’incarico di mostrare chi dei due dovesse essere il prescelto. Romolo e Remo cercarono un segno divino nel cielo per determinare chi tra loro fosse destinato a fondare la città di Roma. Romolo si posizionò sul colle Palatino, mentre Remo sull'Aventino. Il segno che aspettavano era il volo degli uccelli, un metodo di divinazione chiamato auspicio. Remo vide per primo sei avvoltoi, ma Romolo ne vide dodici poco dopo. Questo portò a un conflitto tra i due, che culminò tragicamente con la morte di Remo e la fondazione di Roma da parte di Romolo.

Nell’ottica umana, all’Avvento del <Best IA> sulla Terra, era questo auspicio ad essere considerato cosa bestiale, degna d’essere posta a giuda di bestie e non di uomini consapevoli della loro totale indipendenza da Dio, che ha messo in mano loro tutto quanto dando loro il libero arbitrio di fare totalmente a modo loro!

Non sarebbe stato nemmeno giusto – nel pensiero corrente – un Signore che avesse dato loro la vera libertà, del libero arbitrio, ma che poi fosse sempre condizionata dai suoi ordini anche nella totale assenza di Lui, che se n’era andato, e aveva messo tutto nelle loro mani.

Invano il Cristo aveva raccontato la parabola dei lavoratori fedeli al compito di curare la vigna in assenza del Padrone che un giorno sarebbe realmente tornato!

Perfino Pietro, non attendeva più il suo reale ritorno!

Gli uomini hanno posto il Ritorno del Padrone, alla fine del tempo, ignorando che questa fine non era posta in un estremo, ma al centro assoluto di tutta la creazione.

Cartesio aveva insegnato coi suoi tre Assi che l’Origine Unica possibile ai tre, assecondando un assoluto equilibrio, stava nell’unico punto della loro intersezione centrale, e poi Einstein era venuto a informare gli uomini che lo spazio era il tempo, e viceversa.

Pertanto anche la Fine del Tempo, stava nel suo stesso Principio, ed esso era doverosamente datato 1.938,0125, cioè 25 gennaio del 1.938 dopo Cristo in cui <the Best IA> sarebbe tornato, dopo di avere espanso elettricamente e materialmente tutto l’infinito Universo ed averlo ammassato magneticamente e anti-materialmente, in assoluto, ossia nell’estremo equilibrio tra tutti gli opposti.

Gesù – il solo che avesse affidato a Pietro la sua commessa –venuto 862 giorni dopo in Spirito Santo sulla Bestia, l’avrebbe trovata Battezzata con il nome segreto di Suo Padre, sceso realmente nel mondo nella persona di Luigi Amodeo!

Giunto pure a 30 anni, nel 1°genito di Luigi Amodeo, Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo, chiamato con nome del Dio Italiano, in Luigi Amodeo, avrebbe ricominciato il suo vetusto compito, talmente usurato da essere stato abbandonato, perfino dal suo Pietro!

Ma ormai tutti – andando contro ad ogni verità scientifica imposta e riconosciuta da Cartesio e da Einstein – erano convinti che il ritorno di Dio non fosse al centro esatto della sua opera, ma al suo estremo… estremo, così estremo che realmente (forse) non sarebbe arrivato mai…

Pensavano alla fine come alla "morte termica" dell'universo, dove tutta l'energia disponibile si distribuisce uniformemente, rendendo impossibile il compimento di lavoro utile… e non hanno saputo fare 1+1=2: cioè che Origine dello Spazio, più Spazio=Tempo, pongono i 2

estremi del Principio dell’espansione elettrica e della Fine totale dell’ammassamento magnetico nello stesso puto di Origine.

Nemmeno che il Dio ALHIM fosse il 646 della sua Unità (di una infinita divina Emanazione divina) e dunque 646+646+646 = 1.938 nella sua Terna Spaziale Cartesiana servivano a che capissero dalla Fede Ebraica di un Dio che ha scritto la Bibbia con le mani degli uomini, nemmeno questo è bastato!

I Cristiani, quando il Signore Gesù Cristo era tornato e camminava con Romano, nel personaggio assunto a sua cariatide, non credevano più nel reale ritorno del Padrone realmente condotto <tramite lui>.

La Parusia di Cristo era avvenuta… ma l’aspettavano ormai rimandata alle famose <calende greche>, ossia a un mai!

Dio aveva accompagnato quella sua venuta con tutti i segni, possibili e immaginabili… e non erano bastati, a un uomo colto cresciuto nel segno dell’assoluta convinzione d’essere stato posto ad arbitro totale, lui, ch’è uno che vive

nemmeno il battito di un’ala di uccello in un tempo così infinito esistente in Dio!

Tra i tanti segni che il Signore aveva messo a orientare i Pietro, c’era stata la Profezia attribuita a San Malachia, che aveva elencato tutti, Papi e Antipapi o Estremi, partendo da una certa data: l’elezione di Celestino II, eletto papa il 26 settembre 1143. Celestino V fu quello del <gran Rifiuto> avvenuto il 13 dicembre 1294, cioè 151 anni dopo . Benedetto XVI Papa del <2° gran rifiuto> lo fece 870 anni dopo il 1143, o nel 2.013.

Ove “In principio” sono i 913 anni in Bibbia, essi + 87 (quali la presenza decima nel tempo, di 870) danno il 1.000 esatto. Ove 913, più il tempo intero in 870 anni, portano al 1783, anno che raggiunge l’Origine del 1.938 151 anni dopo +4 (di intera realtà).

Come è evidente queste date sono tra loro giustamente collocate. Il tempo intero di 870 anni, sommato infatti al ciclo 10 dei 913, posti in principio, con 870 +9.130 giungono all’intera realtà data da 10.000.

Dio ha mandato in aiuto quella Profezia!

La profezia di san Malachia

Come al solito, l’uomo capisce sempre Roma per Toma. Afferma che è un falso, stampato da un falsario alla data della pubblicazione del libro .

La Profezia di Malachia fu pubblicata per la prima volta nel 1595 dal monaco benedettino Arnoldo Wion nel suo libro Lignum Vitae. Questo testo attribuisce la profezia a San Malachia, ma gli storici ritengono che sia un falso creato con quel libro.

Ora questi “storici” (che la dichiarano un <falso>) su che base lo fanno e la ritengono una mancata profezia, dal momento che essa profetizza i 38 papi eletti oltre la data della pubblicazione del libro? Lo fanno nel solito difetto di guardare il dito che indica la Luna e non la Luna.

Il dito, in questo caso, è quello di San Malachia, e gli <storici> non ritengono che sia veramente stato il suo!

Hanno ragione! È stato il dito di Dio, che costringe gli Storici a negarla come profezia poiché non la guardano, e non si accorgono che essa riguarda solo 38 Papi!

Essi – mentre quelli noti già in precedenza erano stati bene espressi, ciascuno su una sola riga, divista in tre colonne – chiarisce quelli profetizzati mostrandoli incolonnati tutti su tre colonne.

Poi – con Dio che dice che bisogna partire sempre dal secondo, poiché il primo appare tramite il secondo e si afferma nel terzo, accade che il primo della seconda colonna è il n. 19 degli ignoti. Mentre l’ultimo è il 38°… e non si accorgono che 19-38 elimina tutti quelli che stanno in mezzo nell’anno 1.938!

Vi mostro di seguito la pag. 311 su Romano Amodeo 113.

Essa parte dalla seconda colonna e arriva al n. 113… che però gli <storici> credono sia il 112 non vedendo nel motto “Comes

Signatus” anche l’antipapa omonimo: il suo “Compagno segnato”!

L’ultimo, il 113, non è un Papa, ma “un altro” come lo definì il Signore a Pietro, insediato da un Conclave senza alcun valore o titolo per eleggere un Pietro che è ancora vivo come un Papa Emerito… tuttavia si riunisce ne riveste un altro.

Accade In psecutione. (punto) Ossia nella prosecuzione dell’operato del Pietro Emerito; Benedetto XVI è stato papa emerito per 9 anni; 10 mesi; 3 giorni), dal 28 febbraio 2013, quando rinunciò al pontificato, fino alla sua morte il 31 dicembre 2022. avvenuta nella pienezza del riferimento a un Dio venuto nel tempo 1/3 dello spazio 3, pienezza dell’anno al 31 dicembre, che in 2022 è il moto di Io sono il 10 che esisto mi muovo nel tempo 1/3 del Miglior Dio in Assoluto: the Best Iahvè 6666.

Pertanto, il primo versetto che viene dopo il 112° Pietro dato da Benedetto XVI, con le 6 righe che cominciano dal Pietro che tradisce bacio nel suo orto degli ulivi (del Vaticano) e terminano con le tribolazioni di Pietro Romano.

Benedetto XVI (che sopravvive a sé).

In sua prosecuzione. Estrema S.R.E. s’insedierà. Pietro Romano, il quale pascerà il gregge in molte tribolazioni

La Profezia dichiara in questi termini la posizione di questo “altro” che assumerà la sopravveste di Pietro: <extrema S.R.E.

> è il verbo riflessivo di una Santa Romana si sarebbe insediata estrema e avrebbe posto se stessa alla parte sinistra di quella barca su cui navigava Pietro… ma senza più ormai prendere pesci!

Ripartiamo dalla profezia di

Giovanni Lasciammo Gesù che si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: 2 si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli.

Non sono nomi buttati lì a caso!

Il Mare di Tiberiade – l’ho già scritto – è una chiara allusione al marasma in prossimità del fiume Tiber, il Tevere che lambisce il colle del vaticano.

Si trovavano insieme: (vale 208)

Simon Pietro (62+75=137)

Tommaso (=84) detto Didimo (58+50), totale 192; Natanaele di Cana di Galilea= 65+13+17+13+43, tot 151

I figli di Zebedeo=9+41+13+63=126

E altri due discepoli=5+54+18+84=161.

767, è insieme nomi e altre parole: 666 +101, la Bestia Romano 666 e Luigi Amodeo 54+47 suo padre.

Aggiunto il 208, si arriva al 975 in cui con la presenza 25, data da 5×5 l’indicazione profetica è che ci sono tutti: il 1.000‰!

Nei soli nomi personali si trovavano insieme 399, che, in unità, indica che ci sono tutti “In realtà”.

Nei luoghi ; 60 Cana+Galilea esprime il tempo in tutti i luoghi minuti; 308, nelle parole, cioè tutto il complesso in bene e male in tutta l’unità dello spazio.

Si trovavano insieme = 208 è il complesso nell’unità del tempo data dai due lati della realtà

Tommaso detto Didimo, l’incredulo per eccellenza, vale il 192 dei giorni esatti di digiuno totale cui è costretto Pietro Romano dall’incredulo

discredito della Santa Romana Ecclesia postasi in posizione estrema alla sua, di lui che è chi avrebbe pascolato il gregge di Gesù Cristo!

https://issuu.com/amoramode/docs 100 pagine, 2 maggio 2.012, su Issuu.com/Amoramode

Ecco allora che lo sfiduciato <pescatore di uomini> ritorna a riva, coi discepoli che l’avevano seguito in quel ritorno mesto alle origini, e –giunti tutti a 100 metri circa dalla sponda – ecco un uomo che grida loro se hanno pescato dei pesci. <Nemmeno uno!>

Quell’uomo – che non è Gesù – gli grida allora alzando al massimo la sua voce di provare a buttare le reti dalla parte opposta della barca, quella <destra>, da tempo <addestrata> a far proseliti.

Quell’uomo è Pietro Romano che sta dicendo a gran voce che stanno sbagliando tutto e che se vogliono avere frutto in ciò che stanno tentando di ottenere devono proprio rovesciare, ribaltare tutto il loro comportamento.

Essi – gli imbarcati – capiscono che devono buttare le reti dalla parte di destra della barca e lo fanno, ed esse si riempiono di tanti pesci che non riescono a tirare nemmeno più le reti in barca!

Quando è Giovanni (con questo capitolo 21) che dice a Pietro che si tratta di Gesù Cristo, Pietro – è la prima cosa che fa – si riveste “in lui”, poi – ansioso di giungere prima della barca lenta ad andare a riva con quelle reti così piene – si butta in mare e ci va a nuoto… da quel tale; dopo arrivarono gli altri.

Trovarono lui che stava già cucinando del pane e del pesce… Ma come mai? Chiedeva pesci quando già essi erano sul fuoco?

Sì: era il <Petrus Romanus qui in multis tribolationibus pascet oves> scrive Malachia: <è Pietro Romano che in molte tribolazioni pascolerà il gregge> e non è che ottenga grandi risultati.

Non era Gesù… ma con il suo invito a Pietro aveva ripetuto la pesca miracolosa di Gesù, quindi doveva esser lui per forza!

Giovanni è chiarissimo sul fatto che non apparisse con le fattezze di Gesù, poiché scrive: 11 Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò.12 Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», poiché sapevano bene che era il Signore.

48 pagine, 2 maggio 2.012, su Issuu.com/Amoramode

i 153 grossi pesci.

Quando ci sono tutti, sono i 12+1 che in 13 indica il tempo della presenza ¼ delle 26+26 divine settimane presenti in ogni anno. Assieme ai 12 c’è lo stesso Gesù Cristo.

Accade ove 153 volte 13 porta al 1989.

È l’anno in cui Gesù Cristo, camminando in Spirito Santo su Romano avrà le 3 croci del Calvario e su ciascuna un Romano Amodeo. In mezzo nella sua persona; a sinistra e alla destra quei due ladroni della Romano Amodeo s.r.l. e Romano Amodeo Ditta Individuale che promettendo guadagni superiori a quelli ottenuti dalle banche e dai Titoli di Stato, si erano fatti prestare una marea di Danaro, praticamente derubandoli quando chiese al Tribunale di Milano i loro due fallimenti. Infatti, se Romano perse come persona tutto quello che aveva, non restò nulla con cui la sua ditta personale potesse rispettare gli accordi.

Tanto meno la Società a Responsabilità Limitata!

La differenza tra i due ladroni, uno pentito e l’altro no, è che la Ditta Individuale era una cosa sola con la sua persona e – perdendo ogni cosa la persona – contribuiva in parte essa pure.

La S.R.L. no! Pagava con quanto messo a garanzia… ed era poco o nulla a fronte di quanto ottenuto, sostanzialmente dallo Stato. Lo aveva ingannato millantando soldi spesi in stipendi, affitti ed altro, per la sperimentazione di una innovazione tecnologica sul dialogo tra i computer, che il personale collaudava nel lavoro ordinario.

Ma nulla era stato fatto in mala fede, ma sempre in ultima ratio davvero confidando in Dio, e la fiducia in Dio non è mai mal riposta.

Infatti noi esistiamo nel mondo del Noè che sembra avanzare, mentre invece esiste in negativo e indietreggia nel tempo. Andando a vedere il Domani, vediamo quello che esisteva IERI.

Romano era un fallito ieri oggi no è… ma vede arrivare l’ieri! https://issuu.com/amoramode/docs

51 pagine, libretto poesie 1987 su Issuu.com/Amoramode

Fallito nella sua sincere e onesta iniziativa imprenditoriale di dar corpo al Cristo in nessun caso al mondo era un fallimento!.

Questi sono i grossi pesci: le tre croci di questo nuovo Calvario per dar corpo a Gesù Cristo, con l’anno 1989 che sarebbe stato fatto in 13 pezzi e a ciascuno di questi pezzi grandi come grossi pesci si sarebbero alimentati a quel fuoco lì, sulla riva del Tevere, richiamato dal Mare di Tiberiade.

153, quando si associa al 846 complementare in 999 e diventa il periodo 0,153846 deriva da 10/65 = (40+40)/[(26+26)×10]

In 80, che è il complesso della realtà, che è divido per il flusso per 10 di una coppia di Dio (Padre e Spirito Santo), 80/520 sono all’origine di questo eterno periodo, in cui 153 è il basso di un’onda il cui alto è 846 e l’altezza dell’onda è 693, cioè tutto il moto di 3 in 700.

Insomma il Pietro Romano, che avrebbe pascolato le greggi in molte tribolazioni, fino alla sua triplice croce nel tentativo di Dar Corpo al Cristo, e che nella profezia di Malachia è descritto, con riferimento alle tribolazioni che <al termine delle quali la “Civitas septicollis diruetur> e anche qui sarebbe stato un <auto-crollo, uno causato a se stesso> a ragione del verbo riflessivo.

La Civitas (Vaticana) dei 7 colli di Roma sarebbe caduta su di sé.

Questo crollo sarebbe stato conseguente al crollo di Pietro, per la vetustà del papato, ancorato a origini che ha stravolto, con un Ratzinger che si giudica un gran Teologo mentre è incapace di leggere il chiaro compito datogli per tre volte da Gesù, in questo Giovanni 21.

21-15 Gli disse: «Pasci i miei agnelli» (=78: «141»).

21-16 Gli disse: «Pasci le mie pecorelle» (78: «165»). 2117 Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecorelle» (117: «165»).

Gli disse vale 78=Antonio=Anna +Anna +Anna .

Gli rispose Gesù vale 117=66+51, Romano Paolo .

Pasci i miei agnelli vale 141, cioè 47+47+47,=

Amodeo + Amodeo + Amodeo , uguale anche a 84+57,

Mariannina Baratta , uguale anche a 60+81, Giancarla

Scaglioni da cui l’ordine di “pasci” = 44 (cioè “devi assumere la presenza 1/3 dell’energia di Romano in tutto il suo agire in Romano”, per alimentare: i tre Amodeo di un Padre e due figli, la mamma di Romano e la sua sposa, nel valore esatto di tutti i loro nomi!

La Bibbia di Gerusalemme che ha usato queste parole è la prima Bibbia scritta da Dio “In principio” e in Italiano, poiché Dio si è messo in cammino con un Enoch, Fattore 7mo Italiano, e ha usato la sua lingua ideale fatta delle 7+7+7 lettere del Creato in 7 giorni.

L’incarico trascendente dato a Pietro era di prendersi cura dei familiari con cui il Signore si sarebbe presentato e accompagnato.

<Baggianate pazzesche, scandalose, frutto di empietà! Totalmente incredibili, come il digiuno assunto da “costui” per propiziare il suo lavoro al nostro cospetto, che invece è il vile ricatto di chi si vuole servire del “verbo” per i suoi loschi fini!!>

Questo fu il tacito decreto di Benedetto XVI– appena fatto Papa (e nella sua 1a enciclica scrisse sulla Carità Divina), quando ricevette tre lettere, tramite il Giornale IL CENTRO, di Pescara, in cui uno che si firmava <la pecorella smarrita> gli rivolgeva di nuovo la domanda se il suo Pietro ancora l’amasse…

Sulla Profezia di San Malachia Dio volle che fosse scritto che <in prosecuzione> a un Papa restato vivente e come Emerito, Pietro Romano sarebbe stato chi avrebbe pascolato il gregge (qui pascet oves) e non la S.R.E. che si sarebbe insediata

estrema, avversa e fino al punto da farlo digiunare per 192 giorni pur di non riceverlo in Vaticano con le Ragioni di Gesù Cristo che Papa Giovanni Paolo II voleva e che chi pasceva il suo gregge invece aveva!

192 giorni, sotto tre papati, 57 il 1°, 55 il 2° e ben 80 giorni sotto Papa Francesco assecondavano la media di 64+64+64 uguale al trascendente 2^6 +2^6 +2^6 in cui i due di Padre e Spirito Santo come due Dio=26, si ponevano nella potenza 6 del 66=Romano.

Contro di lui la tacita accusa di un evidente ricatto, teso contro Pietro, quando chi violentò quel Pietro che l’aveva espressamente richiesto ai filosofi fu il Cardinale Ratzinger che filtrava le notizie che dovevano giungere a quel Papa ormai sofferente e bisognoso di segretari che fossero fedeli alle sue disposizioni e non alle idee ribelli di un

Cardinale che si credeva più capace di tutti di capire Cristo!

E intanto remava contro il suo Pietro.

I primi 57 giorni di digiuno, affinché Papa Giovanni Paolo II rispettasse gli impegni presi al punto 56 della Fides et Ratio furono assunti il venerdì 17 settembre del 1999; poi 4 sacerdoti e più di 400 persone firmarono una petizione scritta al Pontefice, chiedendogli

Pura e semplice “Carità Umana” per chi l’aveva preso in parola e ora rischiava la salute e la vita per superare

l’emarginazione che proprio la Sua Chiesa gli infliggeva!

È chiaro che questa petizione non gli fu mai fatta leggere! Quel

Pontefice che si era mosso ed era andato perfino in carcere a incontrare caritatevolmente chi aveva attentato alla sua vita, avrebbe fatto rischiare la vita a chi voleva portargli in vaticano quello che lui aveva chiesto?

Il Cardinale Ratzinger fece apparire il Suo Pontefice come uno che era stato molto sensibile quando l’attentato era stato fatto alla sua preziosa vita papale, e che aveva invece disprezzato quella senza alcuna importanza di quello sconosciuto filosofo che ora la stava dando a lui… I 4 sacerdoti e gli oltre 400 firmatari non ebbero mai nemmeno due righe di … pura e semplice convenienza! Disprezzo totale!

Gesù digiunò di testa sua prima di iniziare la sua opera, per favorire l’aiuto a lui richiesto a Suo Padre; ma Romano, digiunando per le stesse ragioni e perché i Santi Padri favorissero la sua opera fu giudicato da S.R.E. un subdolo ricattatore, che fa sciopero della fame!

Gesù dal Padre Suo non fu giudicato così… ma anche Lui l’aveva chiesto al Padre Nostro dei Cieli e non a quelli del suo Sinedrio. I suoi avrebbero fatto e fecero molto peggio: lo fecero uccidere… ma la S.R.E. con Pietro Romano poté limitarsi a negagli Udienza …

Bastò togliergli “audience”, nell’era della comunicazione, quando ora vuoi mettere a tacere qualcuno! E lo fecero!

Il Cardinale Ratzinger – che in modo così ribelle e subdolo aveva tradito il suo Pietro – fu invece fatto Papa, e quando fu insediato ebbe –come ho già scritto – consegnate dal Giornale IL CENTRO di Pescara, tre lettere, che corrisposero alle tre domande che quell’uomo le cui fattezze non erano di Gesù ma di Pietro Romano, gli aveva mandato firmandosi <la pecorella smarrita>, che non era <pascolata> da un Pietro rispettoso del triplice invito a farlo, rivoltogli da Gesù Cristo. Stavolta il digiuno durò solo i 55 giorni, ma che erano quelli che –sommati ai precedenti 57 – portavano a 112 i giorni di digiuno di un <povero cristo> che belava per farsi udire dal Buon Pastore, ma belava invano: quello non aveva alcuna intenzione di pascere lui!

Nel senso preciso del suo Libero Arbitrio, il Cardinale ora divenuto Benedetto XVI era convinto che fosse umanamente lui a guidare la sua Chiesa e ora – finalmente – aveva il modo di farlo come lui credeva fosso il farlo <per bene>.

Nella Profezia lui è il numero 112, proprio nel segno dei 112 giorni di digiuno (da Cardinale e da Papa) e del duplice tradimento del punto 56 dell’Enciclica che aveva impegnato la Fede a farsi avvocata convinta e convincente della Ragione. Passarono 8 anni, ossia tutta la realtà nel suo complesso, come un tempo massimo in cui questo ribelle che si giudicava il più fedele dei servitori di Cristo, avrebbe potuto ravvedersi… ma invece si accorse che quella sua presunta capacità che si era attribuita, s’era ora talmente scemata che si convinse che altri avrebbero potuto dare con lui –manipolarlo! – così come lui in persona aveva preso in giro il suo papa, e per evitarlo, si dimise!

Il licenziamento di Pietro, per giusta causa

Se rileggete Giovanni 21 vedete che al versetto 18, che è quello che nello Statuto dei lavoratori del Governo Italiano tratta del licenziamento per giusta causa, Gesù licenziò Pietro .

Dopo la terza risposta di Pietro e Gesù che al versetto 17 rispose di pascere le sue pecorelle, il testo continua nel versetto 18 di questo Statuto, ora di chi lavorava – o doveva farlo – per lui.

18 In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi».

Non un altro Papa, ma un altro ti cingerà la veste , (ossia si cingerà della tua veste, eletto come un puro facente funzione, un sostituto, un supplente ) e ti porterà dove tu non vuoi».

Dove Benedetto XVI non voleva essere portato?

L’ho scritto prima: non voleva essere <raggirato> e – il povero! –scelse proprio il modo per essere raggirato <ufficialmente>!

Si riunì il Concave e elesse un altro al posto suo.

Ma uno come questo – che si riunisce essendo ancora vivo il Papa –anche se lo fa per la ragione che lui si è dimesso – non può mai sostituirlo!

Dio ha fatto di lui un Sostituto suo, fino alla morte.

Non può dire <mi dimetto> e con la mia vita non sostituisco più la tua! Non spetta a lui la scelta se essere o no un sostituto in vita.

Il Conclave che ne elegge un altro, semplicemente lo <raggira>! E l’Altro che indossa la sopravveste papale, indossa la sua!

Gesù, al versetto 18, ha licenziato Pietro per giusta causa!

“Papa” Francesco fu insediato come l’estremo sostituto di un Papato non più ammissibile dopo che il Pietro della Vecchiaia, che si stimava gran teologo, era incapace di capire che era stato fatto Pietro per il suo amore verso di lui e non per la sua umana capacità che aveva quando era giovane!

Per amore, Papa Benedetto XVI aveva voluto essere <un di più> di Chi l’aveva messo lì, sapendo d’essere da lui amato, anche se così tanto presuntuoso e incapace… e poi totalmente così prepotente nel mentre si dimostra così tanto per bene e affabile.

In questo fu tanto abile, da avere raggirato tutti… eccetto Pietro Romano, che aveva sperimentato sulla sua pelle la prepotente ingiustizia praticata da quell’uomo apparentemente così mite.

L’aver nascosto al Papa quella petizione affidata da 4 preti e 460 persone alla misericordia di un uomo (e non per la sua funzione di Papa), aveva invaso la <dignità umana> del pontefice, come un violento terzino che affronta a gamba tesa il suo avversario non tanto per contendergli un pallone, ma per spezzargli volutamente le gambe! Probabilmente senza nemmeno osservarsi bene nelle sue vere intenzioni, preso nella sua ingiustificata e ingiustificabile orgogliosa e insulsa “guerra santa”…

Il suo era stato un amore <non sorretto dalla buona fede>, che non è in questo caso quello della <malafede> ma quella di chi sacrosantamente si sbaglia e ti tradisce con un bacio poiché vuole dimostrarti con tutto il cuore quanto lui ti ama… e per farlo, non crede assolutamente di tradirti, ma solo di essere lui a fare al posto tuo il lavoro sporco.

Non crede nemmeno di tradire Gesù quando interviene e fa in modo che lui e il Sinedrio si incontrino… guadagnandoci anche 30 danari!

Si era persino sentito dire all’Ultima Cena: <quello che devi fare fallo presto!> e non aspettava altro che questo.

Allo stesso modo Benedetto XVI – sapendo che Gesù non l’avrebbe ricusato mai e che da vecchio avrebbe fatto casini – pensò di favorirlo, andandosene via lui da sé, ed evitandogli un licenziamento per giusta causa… che fu quello che ebbe e che si fece da sé.

Ecco dove lo portò, la presunta bravura di questo gran Teologo: a giudicare un atto di amore per Cristo le sue dimissioni.

Il Signore gli mandò subito il segno tremendo di un fulmine su san Pietro… ma nemmeno quello lo convinse.

Sapeva che tutte le volte che si affamava un piccolino di Cristo si affamava proprio lui in persona… e tuttavia affamò Romano per quei 112 giorni, trascorsi da quando ara Cardinale a quando divenne Papa, poiché era davvero convinto che fosse in atto una guerra tra i il Pontefice e Fideisti, e questi avevano ragione.

La sua era una sacrosanta difesa, condotta doverosamente da ribelle, quando si scalfiva la Fede in Cristo … e il primo a farlo era proprio lui quando con Gesù che ti dice di fare due miglia di strada con chi te ne chiede uno, tu non solo gli sbarri la strada, ma tenti di spezzargli le gambe.

Che presuntuoso! – pensò il Cardinale Ratzinger – dice che vuole portare le <ragioni di Cristo> ma io sono il gran teologo e io riconosco in lui invece solo un subdolo ricattatore che usa le ragioni di Cristo per come torna comodo a lui e a tutti quelli che vogliono un Cristianesimo “ragionevole”!

E non si accorge che è lui ad usare le ragioni del mondo contro quelle trascendenti di Dio!

Nella profezia di san Malachia il <Gloria Olive> è il papa che tradisce il Cristo col bacio all’Orto degli Ulivi

Giovanni sul suo vangelo lo dice: un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi». 19 Questo gli disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio, cioè colla fine del Papato, quando un Pietro ha perso così totalmente la sua “bussola divina” e ti tradisce poiché ti ama e te lo dimostra umanamente, baciandoti!)

Quando lo stesso Pietro cercò di dissuadere Gesù che aveva manifestato l’intenzione di andare l’indomani a Gerusalemme, dove l’avrebbero ucciso e sarebbe risorto il terzo giorno, sgridandolo perfino, poiché <non lo doveva fare! Serviva loro da vivo e non da morto> Gesù

anche a lui aveva detto <Va de retro Satana! Tu segui le ragioni degli uomini e non quelle di Dio!>

Giovanni, che resta fino a quando Cristo ritorna.

Richiamo il testo, in cui questo appare.

Giovanni 21-XXIII

21 Pietro dunque, vedutolo, disse a Gesù: «Signore, e lui?». 22 Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, che importa a te? Tu seguimi». XXIII Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che rimanga finché io venga, che importa a te?».

Cristo era venuto al mondo nel Padre il 25 gennaio 1.938, e Giovanni XXIII fu fatto Papa il 28 ottobre 1958, 20 anni; 9 mesi; 3 giorni dopo che in giorni furono i 7581 dati da 7200+381, in cui tutto il Nome Segreto di Dio dato da 381 si muove nel 9×800 di tutto il moto del complesso 400+400 della realtà quando esiste delle 9 volte in cui 1 si muove in 10.

I 20 anni interi che aveva Romano erano tutta la presenza del Dio 10, Padre di tutti i numeri, quando avanza interamente nel tempo e occupa 20 anni, coi 9 mesi di tutto il moto di 1 in 10 e i 3 dì dell’unitario spazio-tempo.

Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo era il 381 in questa totale e definita presenza alla nomina di Giovanni a XXIII, laddove è nel versetto XXIII che Gesù stesso dice finché io venga.

Se credete che Gesù sia stato totalmente presente prima, lo giudicate non sapendo che una presenza è verificata realmente solo da una presenza reale, e Dio che si affida al 10+10, nel suo moto, come vedete in ALHIM=646, che e la Bestia meno 20, ha la necessità di avere i 7581 giorni che sono il moto in 10.000 fatto dal 2.419 che è il 1.938 +481, ossia il moto 100 del 381 di Romano Antonio Anna Paolo Torquato Amodeo.

Lui è il Papa Buono… alla venuta di Cristo!

Perché il 4 ottobre del 2.025.

La data deriva dal fattoriale di 365 anni; esso dà 779 cifre aventi a monte l’invisibile palindromo 1221 (leggibile NZ) che è il flusso 1.001 di un piano trasversale coi lati di 55+55 e 55+55, flussi elettromagnetici di 66/6 in 66=Romano, nome d’energia elettromagnetica nata nell’anno 1939° e che ha anche il suo preciso ed unico nome dei 4 nomi italiani: Romano=66, Antonio=78, Anna=26, Paolo=51 . 1939,01 è il 66° di quando nel mese 1 ha compiuto 1 anno intero.

Questo, supporta, con 19790032896 ×10^89, la dimensione unitaria di 89 anni in linea dati dai cicli interi nelle decine (essendo il fattoriale di anni.

Sono 10^87 ×10 ×10 = 10^89 quando esprimeranno gli anni alla dimensione del volume.

Sono gli anni terrestri, espressi ciascuno da 365,25 giorni, quando il loro ciclo è dei 10 anni che li portano a 3.652,5 giorni.

In essi il tempo è solamente ¼ e così in 3.652,5/4 il tempo in anni vale 913,125 anni.

Sono giusto i 913 interi che, sommati al flusso unitario del volume di 97 anni, li portano a 100,125.

Essi sono i 101 interi quando il tempo 0,125, uguale a 1/8, esiste per le 8 volte che – sommate alle 101 – le porta a 109.

Abbiamo allora il valore nominale del Fattore n. 8, in Bibbia, chiamato MATUSALEMME, figlio dell’ENOCH che in Bibbia è il 7° fattore che visse i 365 anni dei quali stiamo considerando il Fattoriale.

A T U S A L E M M E è il numero in centesimi:

possono essere metri, espressi in <c>, la velocità ella luce avanzante di 299.792.458 m/s.

Possiamo fare tre tipi di controllo.

Le 779 cifre totali meno le 89 intere, sono quindi composte da 690 cifre, diverse da 0 e seguite dagli 89 zeri, che le portano alle totali 779. Le 690 sono date da 666 +6×4; che sono le 666 dell’energia potenziale spaziale (a 3 cifre) date dal complesso spaziale 3+3, le quali, con 6×4=24, esistono in ore, nelle 4 dimensioni dello spazio-tempo.

Primo controllo:

sulla base dei secondi necessari a percorrere i metri.

1.101.181.917.011.005.111.105 : 299.792.458 metri sono

3.673.147.497.963,4247 s, definiti nei reali decimillesimi di secondo.

3.673.147.497.963,4247 s. è l’area lunga così e alta 1 s.

Essa può essere unitaria con questo flusso, e avere una ampiezza data da √ 3.673 .147 .497 .963 il cui lato è il 1.916.545,7202, il quale, nelle migliaia unitarie computa l’ anno 1916,5457 2, di una presenza che è trasversale al flusso.

+1938,01250 è la data natale di Romano in anni, mesi e giorni

- 1916,54572 è il lato dell’area di tempo, anni a D. 10^3

=0021,4667 è la realtà. Nel Natale di Romano, c’è il Natale del Padre, nato 07,07,07 e che impersona il creatore periodico in 07 unità.

Nell’intero è 07+07+07=21 anni, il che esiste nella realtà 4631 del periodo degli anni terrestri, che qui sono potenziati col +36 del 6×6 interno al 66=Romano e 4631+36 è 4667 realtà decimillesime.

Con tale potenziamento, 4667 decimillesimi esprimono l’intera realtà in 4.000, l’intera energia potenziale in 666 e l’intera unità in 1.

Il tempo decimillesimo 4667 : 0,7/99 … infinito, dà giusto

660.047 +1/7 il che sembra incredibile, ma in 66 è Romano (in realtà, poiché ×10^4) e in 47 è Amodeo (unitario), ed esiste in 1/7 di tempo che è l’infinito periodo della creazione in 7 giorni, data da 1/7.

3.673.147.497.963,4247 sono i secondi convertiti in anni 21,4667 tramite una divisione per 171.109.089.797 che coinvolge con 171 la presenza 1 dei nomi Romano Antonio Anna, alla dimensione 10^9 di

tutto il moto di 10 in 10^10; i 3 nomi “caratterizzano” l’Ordinale 7° n. primo” coinvolto nel suo ciclo 10+1.

109 coinvolge il nome Matusalemme e la sua caratteristica sta nell’essere l’ordinale 29° del 29 che è l’ordinale 10°, alla dimensione 10^6 di tutto lo spazio complesso.

80.000 è la realtà unitaria in tutto il suo complesso.

9.797 è il flusso spaziale di 303 nella realtà unitaria 10.000.

Secondo controllo.

Sulla base dei secondi 3.673.147.497.963,4247 s come espressione di spazio-tempo, in cui il tempo è ¼.

3.673.147.497.963,4247 s : 4 = 918.286.874.490,856175

È allora il secolo 918,2868 alla dimensione 10^9 unitaria del moto di 10 (decenni) in 10^10 decenni.

+938,0125

- 918,2868

=019,7267 indicano 19 anni mancanti, ½ dei 38, quelli temporali.

Terzo controllo.

Sulla base diretta del nome già inteso interamente come spazio.

MATUSALEMME = 11.01.18.19.17.01.10.05.11.11.05, con il 19.17.01.10 (=ÙSAL!) presentano l’anno in cui il Padre ha 10 anni, un mese e 10 giorni, quando mancano anni 21,0015 , che sono 7+7+7 nell’unità, mentre nell’area reale (decimillesima) sono il piano trasversale 7+7, più 1 di flusso.

Che in Matusalemme queste cifre si esprimano in lettere proprio dicendo <ùsal> (ed è <ùsale> quando è esattamente la parte centrale del nome) … a voi non desta sospetti? A me sì, e se le uso scorgo proprio che senza chiamare in campo la velocità della luce, la realtà che manca è il flusso 1 di 7+7, e l’unità che manca è 07+07+07 in anni… il che è una indicazione perfetta di usarle!

I nomi della Bibbia.

Come MATUSALEMME, così tutti i suoi nomi non sono buttati a caso, ma seguono questo ordine generale!

La logica parte dal libro Esodo 3,14 in cui il Signore, richiesto nel suo nome disse così in Ebraico:

È la parte discendente di 12345654321 data da 111.111^2.

La parte ascendente 123456 è divisa in 123, premessa nascosta al visibile 456, del valore dei nomi dei primi 10 Fattori in Bibbia.

1. 0 30= Adamo

2. 0 40= Set

3. 0 47= Enos

4. 0 33= Kenan (=Cenan, 33 Ultima cena)

5. 0 53 = Malaleel

6. 0 35= Iared

7. 0 41= Enoch

8. 109=Matusalemme

9. 0 38= Lamech

10. 30= Noè 456

In essi, 1°+2°+3° è 30+40+47=117; il 4+5+7 è 33+53+41= 127; il 6 vale 35; 8°+9°+10° valgono 109+38+30=177.

I primi 3 più gli ultimi 3, con 117+177 valgono 394 ed esprimono il moto di 6 (lo spazio complesso 3+3) nella realtà 400 data da 10 Set.

La realtà 4 in mezzo (33+53+35+41=172) è il moto in 200 di 4×7.

La progressione è scrupolosamente motivata.

1. Adamo=30 è con 10+10+10 il tempo unitario in 10, e Trino in 30, e rappresenta lo spazio.

2. Set, con 40, aggiunge diversificandola da 30, il tempo 10 e crea con Set il Creatore primo del creato in 7 giorni, facendolo con il figlio terzo.

3. Enos, in terza reale generazione, è il padre Set=40, in 7+40=47.

4. Cenan = 33 (gli anni del Cristo nell’ultima Cena, scritto Kenan) è il 4° reale essendo di fatto il terzo in 1/3 del 99/1 assoluto in 99+1=100.

5. Malaleel =53, somma l’area a lati 10 e 10 al padre Kenan e lo fa essere il 16° numero primo che costituisce tutto il moto, del 5° che è il tempo ½ di 10 e dei 10. La conseguenza è che i primi 5 valgono con 203 tutto il moto 3 del piano a lati 100 e 100 della realtà 10^4 data dal loro prodotto.

6. Iared completa il complesso spaziale e con il suo 35 porta il 203 al 238 in cui è l’anno 38 il flusso unitario dei lati 100 e 100 della realtà, tanto che ora il 7° può fare il Creatore e camminare con Dio.

7. Enoch =41 porta il 238 al 279 di tutto il moto di 7+7+7=21 in tutto lo spazio 300, ed ha la dinamica 365,365 della vita in tanti anni quanto i giorni in ogni anno; la creazione è completata qui, poiché l’8°, 9° e 10°, valendo 177, ne sono il puro movimento volto a portare 123 in 456.

8. Matusalemme l’abbiam visto, è tutta la vita realizzata dal Padre. Col suo 109 porta il 279 al 388 in cui l’8° ha mosso di 8 il ciclo 10 del 38.

9. Lamech =38 (Natale del Figlio) indica ch’è L.Am , Luigi Amodeo, il figlio è il padre! stessa sostanza e – essendo Luigi Amodeo nato 07,0707 l’intera vita di Lamech è di 777 anni; l’aggiunta di 38, un ulteriore, al 388 lo porta al 426 dell’unità e Trinità del Dio in 100+300 e il Dio=26;Soprattutto, genera lo stesso valore di chi sarà secondo a Romano: suo fratello Benito Vittorio Anna Giovanni Vincenzo Amodeo, che coi valori 59+116+25+83+95+47=426. equivale a tutti i 9 creatori del Decimo… che in Noè Roma-Noè ; accade così che anche rispetto a suo fratello, Romano gli è sia figlio, sia padre, essendo il fratello stato gemellato a lui che è il Figlio ed è il Padre.

Il nome Adamo scende dalla velocità della luce, invariante riferimento.

1.227,0001+ 2,8823 × 1 04 01 11 13 = 299.791.230,9999

1.227,0001+ 2,8823 × A D A M O

Il 1.227,0001 è la struttura data da 10^3, dal ciclo 10 di 66/3 di energia spaziale, e dal moto 7, in presenza dei 10^-4 dell’unità 10^4.

È la velocità della luce che, diviso 2,8823 dà il nome ADAMO.

1,44115 è il lato del piano quadrato che ne ha esattamente due in 2,8823, e si rivela 1,2^2 in 1,44 e nella realtà 23 decimillesima (reale) di ABELE.

Dio lo realizza per 1° attuando questo ordine:

01=A è il 1°

04=D è Uno e Trino, quindi è “reale” ed è realizzato

01=A come terzo, è realizzato ancora in unità

11=M come 4° ordine 1 sia 10, dunque 1+10=11

13=O come 5° ordine ora sia il 3 a essere 10: 3+10=13

30 è di conseguenza 10+10+10, Uno nel Trino: è ADAMO.

EVA, tratta dalla costola di Adamo, dato che la costola è l’unità e Trinità esistente anche nel 30, è data da 30 -4 e desume EVA.

05=E è la mediazione ½ di 10 come è in positivo (o negativo);

20=V è nell’Unità e Trinità del tempo di 10/2, è 4×5;

01=A è 1 nel suo ordine 3°

26 ha tratto 1+3 da ADAMO ottenendo EVA.

Essa pure è data dalla velocità della luce, a partire dal suo carattere essenziale posto “In principio” in 6693 +5765 × 5 20 01 = 299792458 essenziale posto “In principio” in 6693 +5765 × E V A

Il carattere 6693 + 6666+3^3

Il tempo 1/5765 della luce è 10.000/ 17.346,0537 che si mostra il moto di 2664 in 20.000, dato da mille 26+2^6.

Eva=5+20+1=26, li ha “ordinati” tutti e tre tramite l’ordinale 26esimo che individua come tale il 101, che è il 25esimo numero primo

Il 101 ordinato da Eva, tramite il suo ordinale ordinato tramite i numeri primi come esecutori reali, ha a sua volta avuto l’ordine di 1°, 2° e 3°, da 38, 23 e 40, la cui somma è 101.

Il nome rivela il criterio che ha dato il numero all’ordine.

03=C è l’ordine di rappresentare tutti e 3, essendo il 1°;

01=A è l’ordine, e lo rappresenta:

09=I è l’ordine dato al 1° d’essere sé, e il 3×3 è la Comunione 9; 12=N è come 4° l’ordine di far esistere il 3 per 4 volte;

13=O è come 5° l’ordine di farlo essere il 4° +1;

38 assume il nome di CAINO, in ordine alfabetico.

Rappresentando, come 1°, il 3° è vero che 38×1×1 è il volume unitario 38 che rappresenta ed è rappresentato da 38+1+1=40.

CA I N O=

301091213 è la velocità 299.792.458 della luce che ha in più:

001298755 = 1234567 +64188 (=65000 - 912=vita di SET) 299792458.

In ciò, mamma Eva=26, si presta come mediatrice, tramite il solo 13 avanzante nel suo complesso positivo-negativo: essendo 10 e 3, fa esistere il 3 nel suo e il 10 nelle tre volte del 10^3 che lo pone come suo indice, per cui la sua mediazione ottiene 65.000.

L’unità del 3° figlio SET, esiste in 65.000 proprio come i 912 anni che si muovono solo di 64.188 anni e si caricano su 10^8/(80+1).

100000000 : 3^4 = 1234567,90 come eterno periodo che cresce.

La velocità <c> della luce nomina questo ciclo, caricandolo proprio del moto della vita di Set in Mamma Eva postasi a mediatrice, ed è proprio quanto lo nomina CAINO.

Il caso di ABELE, è il seguente:

+A B E L E è

+102051005

+197741453 è 197777777 -36.324 (=81×4 +190^2 -100)

=299792458

https://issuu.com/amoramode/docs 401 pagine, 25 gennaio 2.021, su Issuu.com/Amoramode

Anche in questo caso, l’intermediario è SET che esiste in 7 dimensioni come 7777777, e si carica al 19×10^7 totale in cui lo stesso 19 (che è 7+7+7 -1 -1, nel modo della sua area unitaria) esiste nel ciclo 10 che lo porta a 190 e poi nel quadrato suo, che dà il 36.100. Esso, togliendo in 100, dà il 36.000 =10×60×60. Gli va aggiunto la realtà 4 dell’81 che con 10^8/81 aveva determinato il nome di Caino.

36.324 esiste in (7+7+7 -2) ×10^7 +7777777 quanto il 197741453 che esiste all’interno della velocità della luce e il suo esatto percorso nomina ABELE, gradito a Dio essendo ben ordinato:

01=A è il numero 1 e rispetta l’ordine 1°;

02=B è il numero 2 e rispetta l’ordine 2°;

05=E è il numero che lo asseconda con 2 +2° numero primo 3; 10=L è il numero che asseconda 2^1 +2^3;

05=E asseconda il ciclo del 2 dato da 2/2 +2×2=1+4

23 nomina ABELE assecondando i due primi numeri primi.

Il terzo figlio SET, che abbiamo visto promotore del 1° e del 2°, mediante la velocità <c> della luce, impersona il 7.

17=S è il 7° numero primo, ove 7 è il 4°, della realtà; 05=E è il volume dato da 5×1×1 che moltiplica i lati lunghi 7;

18=T ove l’1 è 3°, il 3° è il 1° caricato di 1. 40 nomina SET e asseconda la velocità della luce.

S E T

170518 ×1.758 +21.814 dà la <c>=299.792.458.

Il 21.814 è (7+7+7)×10^3 +7+7+800 e, mentre si pone nelle migliaia unitarie in 7+7+7 presenta il flusso totale del complesso 800 nel piano in cui due lati sono 7 e 7. Costituisce l’ossatura di SET, condivisa da tutta la sua essenza.

Quando poi il valore di SET si moltiplica per 1.758 volte, usa lo stesso numero di volte con cui 242 circola in 2.000, e si tratta del 222+10+10 in cui chi circola è 1/3 dell’energia 666 del Miglior Jahvè, quando esiste avendo il piano 100 dato dai lati 10 e 10.

Quando Enoch comincia a camminare con Dio?

Abbiamo un valore del fattoriale di 365 anni che nei numeri risultanti in 2510 ×10^775 si presenta nel ciclo 10 del tempo ¼ della realtà, e dunque non in un valore interro, poiché ogni tempo è in attesa di raggiungere il suo valore intero.

C’è dunque in realtà una premessa spaziale, data esattamente da 7490, poiché la realtà intera è 10.000 e il suo moto in essa è 2510.

“In principio” – secondo Bibbia, ma espresso nella persona di Romano – Enoch cammina con Dio la prima delle due volte, “nascendo” realmente nell’anno 38 del mese 1, ma ha come “antefatto” una gestazione materna di 1 cento e 38 giorni, dati dalla lettura incrociata di 38, 1.

L’antefatto costituisce la giusta presenza, per ogni unità di moto, del soggetto che poi è in moto, e Romano, come tale, ha avuto 138 giorni anche assecondati dai nomi Luigi=54 e Mariannina=84 di Padre e Madre, giacché 54+84 vale 138.

Poiché i nomi sono una sorta di DNA caratteriale, i 138 trascorsi ancora, per crescere e fortificarsi nel corpo materno e ancora con il sangue materno, rivelano anche, in 54/84 = 1 / 1,55 periodico il rapporto caratteriale, che vede una struttura che nel suo tempo 1,55 periodico presenta intero lo spazio e l’eterno moto dei 66/6 in 66 laddove 66 è Romano, nella sua Energia potenziale.

Il rovesciamento del rapporto esisterà poi a partire dalla sua nascita e da tutto il tempo della sua vita reale che seguiterà sempre ad avere alla sua base la gestazione finale materna, in una vita in cui

290 pagine, 22 novembre 2.020, su Issuu.com/Amoramode

Accade come in Bibbia libro 1, capitolo 38; in ciò, considerato inizialmente tutta l’unità del libro, quando si passa al capitolo 38 e alle sue precise e dettagliate indicazioni, il libro 1 si limita ad essere tutto il suo riferimento unitario, ma fa solo da tempo, in cui chi detta legge è lo spazio descrittivo esistente nel numeratore di quel rapporto.

Poiché noi – individui razionali – siamo in grado di dettagliare i valori anche con “qualità” segnate a margine, nei numeri tutto deve essere affidato esclusivamente ad essi, per cui un 381 può essere qualitativamente esistente come 38/1, oppure 3/81, se 38 non è una unità totale, come il capitolo specifico n. 38 e non l’insieme di tutti e 38. 3/81, lettura lecita del numero intrinseco 381, dissocia i 38 capitoli, nelle 3 decine, trasferendo il suo 8 che le decine del tempo 81.

Poiché questo è il “funzionamento intrinseco” dei numeri, anche noi che li usiamo dovremmo assumere l’abitudine a usarli per come sono, senza poi “violentarli” con “qualifiche” poste a margine, e contraddittorie rispetto al valore intrinseco dei numeri stessi. Dove comanda l’Assoluto e non le convenzioni umane, nessun ordine è imposto, in relazione ad una osservazione ordinata da sinistra a destra o viceversa.

Pertanto, valgono simultaneamente sempre tutti e due, e ciascuno sta poi alla base della lettura secondaria manifestata nell’altro.

Questa è la ragione fondamentale per cui poi in Bibbia, sono sempre posti per primi i secondi, che sembrano venire dopo, e vanno invece anteposti, essendo essi – i secondi – a misurare poi i primi, come accade in 10 minuti primi che sono misurati dai 600 minuti secondi. Questo è manifesto quando, in Bibbia 1,7, versetto 11, è scritto <Ai 600 anni di Noè, nel 2° mese, il 17 del mese, proprio in quel giorno…>; è manifesto poiché Noè è il Fattore n. 10 ed è misurato avere 600 anni essendo i minuti secondi uguali ai 10 minuti primi.

Del resto, se si capisce che in 381 dei due – 38 e 1 – è il numero 1 a apparire per secondo, nella lettura da sinistra a destra, è evidente che 1 sta alla base di 38 unità.

Ogni numero, stimato come una cosa sola, come ad esempio 381 ha esistenti tutte le relazioni che ha al suo interno tra le barie sue cifre, per cui 38 è riferito a 1 come a un suo esatto multiplo, data l’unità di 1; 3 tra a 81 in un rapporto diverso, ma sempre intrinsecamente valido.

Ora accade che la lettura che comprende le due opposte, date da 381 e 138 ha in sé, nella loro somma, il riferimento totale, unitario, di entrambi, all’interno del quale poi ciascuno dei due è “assecondato” dall’altro.

E accade anche che 381+138 = 519, è solo – a sua volta – la sola parte visibile di 1.000.

Infatti sono esistenti come interi solo i numeri costituiti da quantità di 1 e di zeri, per cui anche il 519 “sommario” della due letture incrociate, non è un valore intero.

Esso “nasconde” il 481 trasversale esistente in 419+481=1.000.

Questo valore trasversale è una superficie che può avere qualunque forma, ma il contento massimo sta quando la forma è quella di un quadrato.

481, ad esempio, può essere lungo 481 e alto 1, ed è un’area che –quando è compattata in forma quadrata e il suo lato è quello risultante da √ 481 = 21,9317 fino alla definizione reale, ha un lato più piccolo rispetto al dimezzamento puro e semplice del 481, che lo scinde in due lati di 240,5 ciascuno.

Quando è la natura che comanda coi numeri, essi di per sé sono solo e sempre lunghezze, e se ho le due differenziate in modo tale che 481 in lunghezza e 1 in altezza sono un’area, ho eseguito un arbitrio, poiché ho introdotto “di testa mia” un 1 aggiunto in altezza.

481, quando è un’area, può esserlo nella lunghezza di 480 unità, e nell’altezza di 1 unità.

https://

Non muto la lunghezza complessiva 480+1 se la presento come 240,5 unità in lunghezza e altrettante in altezza.

In questo caso, il prodotto dei lati, dato da 240,5^2, è 57.840,25, laddove invece 380×1 è 380, area unitaria, molto più piccola.

Il dimezzamento nelle linee determina l’area massima e con un automatismo che non necessita il comando di eseguire la radice quadrata, il che significherebbe imporre il dimezzamento nell’indice, facendo 381^0,5, anziché 381×0,5.

Per capire la differenza, quando anziché 381 usiamo 1,25, che è l’area unitaria dello spazio 1 sommata a quella del tempo ½ unitario, calcolo dato da (1)^2+(1/2)^2, e la mettiamo in relazione ai due gemelli 12+1/2=1, gemelli dell’unità, facendo 1/2 + 1,25^1/2, usiamo una volta 0,5 come valore base, e l’altra 0,5 come esponente abbiamo la sezione aurea dei rapporti perfetti.

Se facciamo la stessa cosa sul 381, con 0,5 +381^0,5 abbiamo 0,5+21,9317 =22,4317, e abbiamo il flusso 1/3 dell’energia 66, presente nella realtà del 4317, che è il flusso di 314 (Pi greco) in 4631 che è il ciclo unitario degli anni terrestri.

381 è di per sé 365+16 (di area a lati 8+8, complessi, che nel prodotto sarebbero stati 4×4).

4631 è il ciclo degli anni, poiché 365+1+1 (che presenta in linea il volume 365×1×1) sommato a 4631 porta al 4998 che è un volume che, a sua volta +1+1, è con 5.000, il tempo ½ esatto (in negativo o positivo) del 10^4 dell’intera realtà.

Anche 4631+1+1 +365+1+1 esistono nel loro intero che è solo 10^4, per cui nel tempo ½ del solo Uni-verso, se vediamo il volume dei 365 anni terrestri non stiamo vedendo solo quello, ma anche tutto quello che manca alla vera unità che è sempre e solo data dai numeri che usano solo 1 e 0. Per cui possiamo essere certi che il ciclo degli anni terrestri che la Bibbia ci rivela come somma delle lettere in Bibbia 1,1,1, rivelandoci 3631, è una “rivelazione” straordinaria dataci dal Testo sacro, in relazione a un ciclo degli anni terrestri .

Un ciclo che i giudicati “avanzatissimi fisici e astrofisici” del giorno d’oggi non si sono nemmeno sognati potesse esistere, semplicemente nascosto nei soli valori unitari dati da numeri aventi solo 1 e 0.

E danno addosso anche a me, che li so “nascosti” e li rivelo!

Nel mio libro io mi tolgo la soddisfazione di <sbattergli in faccia> tutta la loro presunzione e spocchia, dicendo che considerano appartenere non alla natura di noi soggetti vedenti, ma alla natura oggettiva (vista così da noi).

La nostra mente le usa a rappresentazione formale (come fossero colori) e loro dicono che poi l’Universo è così “colorato”.

Hanno capito che luce e colori sono invenzioni formali della nostra natura, e hanno potuto darlo, poiché i rapporti determinanti le frequenze di quelle onde elettromagnetiche, sono multiple delle decine unitarie.

Laddove invece in 10 esistono le 9 dimensioni di 1, 2, 3, 4, 5, 6 e 7, credono che quei numeri siano esistenti <di per sé> e non associati ai valori complementari mancanti!

1 è 1/9 poiché il ciclo è 10 (dato da 1 e da 0),

2 è 2/8 ma il tempo 8^-1 non lo considerano esistere!

3 è 3/7 è trascurano 7^-1;

4 è 4/6 e trascurano 6^-1;

5 è 5/5 e trascurano 5^-1;

6 è 6/4 e trascurano 4^-1;

7 è 7/3 e trascurano 3^-1;

8 è una dimensione che non vedono, essendo fronte e retro insieme;

9 è quello che considerano esistere nel quadrato della velocità della luce, in c^2 = 8,98755…×10^16 e trascurano ciò che è complementare al puro 9×10^16.

Ebbene, quello che non vedono è nella vera unità (data solo da 1 e 0) proprio l’ingombro che ha il soggetto che si muove.

Difettano della capacità di trarre indicazioni dalle cose più ovvie che hanno sotto il naso.

I corridori che corrono i 100 metri, sono tutti sempre messi “prima” della distanza da percorrere! Sono “in principio”, e la loro corsa esclude quanto sono lunghi.

Altrimenti, se fossero messi dentro la corsa, e avessimo corridori di differente lunghezza, come due; uno di 99 metri e un altro di 1, dopo che è stato dato il “via!” quello lungo 99 metri ne fa solo 1 e tocca il traguardo, mentre all’altro ne restano ancora 99 da correre!

Noi per misurare qualsiasi cosa dobbiamo sempre porne una “in principio” come l’unità di misura.

Nel ciclo 10, ci sono corridori lunghi 1, 2, 3, 4, 5… ma – dato che è quello iniziale – sono “dentro la corsa che devono fare”.

Così 9 arriva in 1 tempo.

8 arriva in 2 tempi.

7 arriva in 3 tempi

6 arriva in 4 tempi…

Ecc.

Sono rapporti che esistono tutti nello stesso 10 imposto come presenza di ciclo!

Essendo tutti presenti e “concepiti” con qualità di tempi, spazio, ecc. dalla nostra mente (come le luci e i colori) essi sono attributi puri e semplici, di forme concettuali, che hanno solo noi osservatori viventi a concepirli come se vivessero… laddove solo noi viviamo e idealizziamo i rapporti.

Una volta che abbiamo concepito uno spazio, mutiamo quel rapporto di 3/7 nelle 3 dimensioni e immaginiamo – e poi ci vediamo presenti dentro – distanza colossali, esattamente come quando è scritto su un libro che manca un chilometro ad arrivare a casa e tu con la tua mente te l’immagini… mentre sullo scritto c’è solo inchiostro.

Ma prova a dire a un Fisico che la nostra è una visione <divina> di noi capaci di dare forma e consistenza di spazi, tempi e di quelle residue 7 unità all’Universo e ti diranno che sono reali, poiché tu ti ci sposti realmente dentro, col tuo corpo.

Dando tu credito alla stessa tua realtà corporea tutto il resto esiste secondo la stessa ferrea ed assoluta fede, e poi critichi chi ce l’ha in un Ente trascendente la realtà, come nell’invisibile piano trasversale C^2.

Vediamo come un limite <c>^2, ossia avente come base metri 299.792.458 e esponente 2 e non il vero e unitario dato dai tre spaziali e interi, basati su 10^8 elevato a 2.

Mancano 207.542 metri che nel loro tempo di 10.000/207.542 vedono 0,4821˙1358˙5960˙8523˙7681˙997, e alla distanza 10^-23 dall’intero vedono l’anno 1997 che dista 3 dall’intero moto 10^3 di 10^3; ho evidenziato quasi tutte le 6 realtà al lavoro, che intere implicano 24 cifre, per mostrarti come il ciclo dei 4631 anni terrestri appare alla dimensione reale, che però tu dici che non è quella, essendo differente a ragione di un 210, in più… ma è proprio il ciclo 10 posto in presenza dei lati 100 e 100 della realtà che è l’idealizzazione dello spazio e del tempo e della realtà e del suo flusso, che si pone presente ma noi non lo vediamo nei numeri, ma nell’“essere dei concetti formali” che sono visti in atto, nella loro pura e semplice traduzione concettuale. Se questi 210 in più non ci fossero, non potremmo vederli e concepirli, ma anche le azioni reali hanno una loro formula!

Quindi il risultato reale di 10^4 (tutta la realtà) divisa per quel 207.542 che apparentemente manca, traduce la divisione in modo tale che la nostra mente la vede e concepisce come la realtà del ciclo terrestre avanzante in modo intero, tramite il 210 in più. La realtà terza è quella che ha la stessa fase (che dà una ragion d’essere alla verità Una e Trina) e mostra come due successivi alti dell’onda elettromagnetica. 5960 rispetto a 4821 è andato avanti di 1139 ossia di 1111+7×4 di dinamica reale e trasversale, roto-traslando.

La quinta, 7681 è avanzata con 1111 più il 510 che è la presenza del ciclo 10 che fluisce col piano a lati 250 e 250 che indicano la presenza ¼ di 10^3, e anche questo è nella forma con l’apparenza che induce di una roto-traslazione negli 8 tempi complessivi.

Insomma, qui ci sono solo numeri che sono divisi, ed è solo la nostra mente che – ragionando come un computer e per farsi una idea del risultato della divisione poi mette in atto tutto l’apparente cinematismo, che è realmente osservato, ma esiste solo a livello di ordine esecutivo in un rapporto come 10.000/207.542 che non è altro che questo… ma ha in se il potenziale di una sua visualizzazione.

Ma essa implica un soggetto vivente capace di immaginare un Universo intero esistente in questo puro rapporto.

I Fisici che eliminano dalla sua visione il soggetto che le vede e concepisce – per diretta conseguenza – sono tutti dei visionari e accusano quelli come me (che glielo dico con onestà e coraggio), del loro peccato, che è totalmente il loro!

Ma l’uomo ci tiene a esistere davvero in questa sorta di MATRIX, giudicato come un film di fantascienza mentre è tutt’altro, nel nostro mondo i8n cui 10.000/(300.000.000 -299.792.458) si muta nel nostro

Universo visto avanzare nel tempo alla velocità della luce!

I Fisici non hanno ancora capito che nei numeri c’è un “qualcosa” di “divino” (onnipotente) ma “trasceso”!

Io l’ho indicato loro con precisione matematica, dicendogli che cosa sia e soprattutto “quanto sia” ogni volta in cui appare un numero qualsiasi!

Gli insegno: <Vedete N? Ebbene è Onnipotente trascendenza quell’ X che in ogni caso di N che lo riporta all’unità maggiore che lo contiene.

Libro di 274 pagine, scritto il 14-03-2.022, formato Kindle su Amazon

Vedete, ad esempio, 381? Ebbene è “Onnipotente e Trascendente” quel 619 che riporta immancabilmente il 381 entro il 1000 che è il suo intero superiore, e lo fa spostandovisi di 381.

+.+134.132? Sono 6 cifre, vero? Allora 10^6 è l’intero.

++.865.868 è l’“Invisibile Onnipotente” in quanto s’è mosso!

=1.000.000 è l’unità vera!

Ora, ove il ciclo decimale ha – all’interno di tutti i suoi infiniti numeri – i primi 16 numeri primi, questi caricati 4×4, sono 16 “generali”, obbedienti solo all’unità e al loro stesso numero e 381, la loro somma è il moto di 619 (in 1.000) che è quello del suo inverso 916!, il 913 “In principio” in Bibbia, che trasla dell’unitario 3.

I 16 generali non si fanno “ordinare” da altri che da 1 e da se stessi, e con una terna spaziale come questa sono il quadrato con due lati uguali e un unico flusso, o il moto uno dell’altro con un piano di lati 50 e 50, o di un’area 10×10. Dove tutti i numeri dono in linea, non esiste l’area 100, ma i due lati, 50 e 50 di un quadrato con area 2500, che evidentemente è diversa +381 +381 +100 =862 è la forma assunta da un volume in cui se 100 fosse un’area, sarebbe 100×1, se è un volume, è 100×1×1 ed è 102 in lunghezza. Allora, quando è volume, 381+381+102 = 864, che quando esistono in area 10×10, sono gli 86.400 minuti secondi di un giorno. Ecco perché 862 senza l’area +1+1 e poi i centupli dei centesimi, sono 862 giorni.

Ebbene, da solo 862 “non esiste”, poiché è nel valore unitario del volume 10^3 = 1000, e al “visibile” moto 762 complessivo, difetta un “invisibile” 138 che lo porta a 900, moto di 100 in 1,000.

Manca l’area quadrata avente come lunghezza della somma dei suoi due lati il 138, che in ciascun lato misura 69.

È quel 69 che nelle decine sono tutte le 690 unità aventi i numeri diversi da zero, nel fattoriale dei 365 anni del 7° fattore chiamato Enoch Ve li riscrivo, se li avete dimenticati:

19790032896000000000000000000000000000000000000000000 00000000000000000000000000000000000000000000000.

Il lato 69 è l’energia chiamata Romano e che vale 66, essendo un calore puramente in potenza, che esiste solo quando si muove realmente nel tempo, e in 69 si è mossa in tutto lo spazio unitario dato da 3.

Quando si muove totalmente, in positivo e negativo, e i due 69 si moltiplicano nel loro valore esistente nell’area, essa vale 4761.

Mentre è 4761 -4631 = 130 (anni trascorsi come figlio da Adamo) quando è riferito al ciclo degli anni terrestri, di per sé 4761 è Enos=47 seguito dalla somma da Caino=38 +Abele=23.

Si tratta del 1° uomo nominato Adamo e che è la causa che si presenza nelle centinaia tramite il nipote ENOS=5+12+13+17=47 e nelle 61 unità ha nascosti i primi due figli di Adamo: CAINO=03 +01 +09 +12 +13 = 38 e ABELE = 01 +02 +05 +10 +05, dato che 38+23 è il 61.

Il valore 47 del Nipote di Adamo è dato da SET=40, che è 47 con 7+40. Anche SET in Bibbia è un nome dato da 300+400=700, che esiste come tale essendo con l’area trasversale 10×10.

Pertanto, il piano 69×69 contenuto nella lunghezza 138 complessiva, dei due lati, nel suo 4761 rivela d’essere l’azione visibile data da Adamo ed Eva quando hanno creato il 38 di Caino, il 23 di Abele e il 40 di uno che è 7.

Poiché è vero che 4761 e 1674 sono le due possibili letture dello stesso numero, da sinistra o da destra, noi che esitiamo nel relativo, siamo presenti solo nell’universo che nei numeri li legge da sinistra verso destra poiché essi procedono da destra verso sinistra.

Libro di 226 pagine, scritto il 3-12-2.022, in vendita su Amazon Libri

Poi il totale delle due letture li porta al 3.087 che ora sta mostrando il flusso 87 che +1+1 sono le 89 cifre intere nelle decine, nel fattoriale degli anni 365.

Questi 87 di solo flusso dell’area a lati 1 e 1, esiste nella terna spaziale il cui tempo di presenza è 10^3.

Il 1674 ci presenta a dimensione cento i 16 generali dell’esercito dei primi 16 numeri primi obbedienti solo all’unità di 10/10 e a se stessi.

10 : 0,2357 (nel limite di soli quelli a una cifra) determina questi soli primi 10 numeri: 42,42681374,

10 : 0,235711 (nei primi 5, tempo ½ di 10) dà 42,42483380.

10 : 0,23571113 (nei 6 dello spazio complesso) dà 42,42481040.

10 : 0,2357111317 (con 7) dà 42,42481009 e sono tutti e 10 giusti,

Vediamo, dopo 42,42, il 481 dato da 100+381 e che per giungere all’intero 1.000 necessitava della reale presenza di 519 composta da 381+138.

Questo 481 è intero, essendo 46100, in centinaia.

L’esercito dei 16 generali il cui potere totale è 381, lasciando integro il 38=Caino deve avanzare e mettere per primo il valore terzo, che è quello unitario.

Sono 138 giorni di premessa “materna” come un feto ormai divenuto un essere totalmente formato che necessita solo di crescere e irrobustirsi, prima di venire al mondo e di esistervi indipendente dalla madre che lo nutre col suo sangue tramite il cordone ombelicale.

Ebbene – laddove accade per destino che il 1.938,0125 indicante correttamente proprio la mia venuta singola nel mondo – in cui tocca solo al mio IO-SONO il suolo dell’unico soggetto che sta vedendo ogni cosa da dentro se stesso, questi 138 giorni sono proprio quelli che ho trascorso in ultimo in mia madre.

Libro di 298 pagine, scritto il 6-06-2.022, in vendita su Amazon Libri

Poi mi è realmente accaduto di avere completato i 1.000 giorni da quella mia premessa materna e di essere morto, il 4 giugno del 1.940, una volta compiuto quei 10^3 in giorni.

Direte che non è vero, poiché sono ancora vivo, ma alle 7 dell’alba di quel giorno, mentre i bacilli della Broncopolmonite avevano distrutto tutte le mie difese ed ero morto, mi accadde un miracolo.

Entrò realmente in me una potente e divina defibrillazione che rimise in moto il cuore e “cucinò per bene” (come se fossero in un forno a microonde) tutti i bacilli e microbi della mia malattia.

Agì molto meglio di quell’antibiotico che già c’era ma non era ancora giunto in Italia, e si chiamava “penicillina”.

Fu un evento così fulmineo che quando accadde, che morii e risuscitai, mio padre nemmeno se ne accorse.

Mia madre non poteva: in quel momento era nella chiesa di santa Maria Maggiore a Felitto, ad accendere 6 ceri all’altare di Maria Santissima, poiché poco prima una sua scolaretta le aveva detto di un sogno fatto da lei in cui la Madonna le raccomandava di andare dalla sua maestra, per dirle di non temere più per suo figlio, in quanto ci avrebbe pensato Lei. Mia madre doveva solo andare in Chiesa ad accendere un cero al suo altare, in segno di ringraziamento e devozione.

La fede di mia madre fu lo strumento materiale e reale per indurre l’energia Divina della Madre di Cristo ad operare in me il miracolo di farvi nascere suo Figlio.

Non “Rinascere”… ma proprio nascere! L’inizio del Mondo – e la Bibbia lo conferma in pieno è quello dato dal fattore (, Matusalemme, nella sua vita complessa di 969 anni che nel complesso del suo valore attua l’anno 1.,938 come il “mio” principio, in cui in me esistono solo padre e Spirito santo a camminare con me per 10^3 giorni come l’antefatto alla nascita del Cristo, avvenuta a me in Principio.

Poi – ma solo attraverso la discesa nel passato con una crescita del tempo in negativo, ecco la presenza della Nascita del Gesù Cristo che diceva a tutti di essere disceso dall’alto (della mia vita reale) nella sua!

Libro di 274 pagine, scritto il 1.08-2.023, in vendita su Amazon Libri

Non sono io che dicendolo mi faccio grande come se fossi io che lo faccio esistere! Questo è decritto dalla Bibbia, e non sono stato certo io colui che l’ha scritta…

Allora – chiederete – chi mai è stato?

Colui che ha posto in atto il calcolo reale di 10 diviso per la sequenza nel tempo decimale dei primi 16 numeri primi.

Essi sono dati da 28 cifre e quando noi siamo nel loro mezzo, ecco il Principio. 23571113171923 sono le prime 14 cifre che arrivano con le ultime 4 all’anno 1923 che ha di traverso il volume dato dai lati 7 e 7 il cui flusso è 1, e si presenta nella lunghezza 15 dello spazio-tempo unitario dato dal tempo 5 (esistente in ½ di 10) e dallo spazio dato da tre 5, dato da 5+5+5 che +1923 è il 1938.

Quel giorno – era il 4 giugno del 1.940 – la potenza salvifica della venuta del Cristo in tutto il mondo fu vista realmente a Dunkerque.

338.000 soldati (i 138.000 nel flusso di quel 100.000 +100.000 dal cui prodotto esce l’unità di 10^10) furono messi in grado di sfuggire al nemico come fossero gli Ebrei che attraversano il Mar Rosso, mentre questi attraversarono il canale della Manica.

Si rifugiarono in Inghilterra su barche di “fortuna”… e quante dovettero essere per portare 338.000 fuggiaschi?

Fu l’operazione denominata “Dinamo” e che nominò proprio l’energia che Dio padre e Spirito santo, nella figurazione della Madonna, attivarono tramite la reale fede di Mia madre.

Nella mia vita reale, mia madre ha attivato realmente con la sua fede l’energia di Dio padre e Spirito Santo!

E – da Ente immortale qual è – Padre e Spirito santo Risorsero tramite il Figlio che da sempre è stato il Padre (la nascosa Causa) quando si mostra nel Figlio come il suo divino Effetto, essendo tutti e tre nella stessa sostanza Unitaria.

Essi esistono nell’assoluto stato “Potenziale” dato dal punto di Origine che è il solo che hanno in comune e che non si trova “in capo al mondo” ma nel suo punto di mezzo.

Libro di 266 pagine, scritto il 29-04-2.022, in vendita su Amazon Libri

Ove la verticale divide tutta la destra dalla infinita sinistra, l’orizzontale l’alto dal basso e l’asse z in profondità tutto il davanti e dietro come il prima e il poi, la loro intersezione è lo stato “In Potenza pura” in cui tutti e tre esistono.

Ora l’Assoluto non può esistere solo “In potenza” poiché sarebbe definito un limite; si libera di esso come “Totalmente in atto” e allora esiste il sistema Tridimensionale dello Spazio e del Tempo che esistere realmente anche per Dio, e sono padre, Figlio e Spirito Santo.

In un sistema che si attua nel tempo, occorre che ci sia realizzato tutto il 10^3 in 1.000 reali giorni, per permettere all’intera terna di 10 di realizzarsi un Figlio avente a monte la pienezza di quel 10.

Per questa ragione, tutto questo si è attuato in me nei miei primi 1,000 giorni di vita. Al loro termine (come fosse la morte della Terna rientrata nella sua origine) ecco la presenza del Figlio!

Il 1.000 si è disposto tutto nel piano di una presenza a lati 500 e 500, e da quel momento si è attivata la crescita nell’azze z, della crescita nella mia visione reale di un movimento nel tempo.

Fino al 4 giugno 1.940 sono solo esistito nel piano della presenza reale data in centinaia dal Dio 10 e dai 9 a sua immagine e somiglianza, da Adamo fino al Padre del 10°; e oltre i 19, solo SET=40, in quel 1.940 in cui il divino inizio di Gesù Cristo fu nello 0,0604, alla metà dell’anni nei mesi e nel giorno intero 4, della realtà unitaria nei giorni.

Posto alla distanza di 861, dal 25 gennaio, erano 862 giorni, compreso il dì di inizio, nel volume 862×1×1 che implica 864 in lunghezza che quando sono in centinaia nel piano a lati 10×10 sono gli 86.400 minuti secondi esistenti in un giorno.

E sono 1440 nei minuti primi essendo il ciclo 10 di Romano Antonio, 44+78, i miei primi due nomi.

Quando il primo esiste in 10, sono 600 secondi, quelli che si devono moltiplicare per 144 (Romano Antonio).

Libro di 402 pagine, scritto l’8-06-2.022, in vendita su Amazon Libri Così, il mio secondo fu concepito nella stessa data della mia morte e risurrezione, come la raffigurazione reale di chi era venuto in me solo in Puro Spirito (o Santi).

Ritornando sul fattoriale degli anni 365.

2510412867555873229292944374881202770516552026987607976687

259519390110613822 0937419666 018009000

Laddove in Bibbia il titolo del primo libro è “In principio” e descrive un inizio che nel valore del termine BRASIT è 913, abbiamo che – ponendo ora In principio il lato 100 della realtà di 100 anni, i due del piano sono 200, e sono sottratti alle 779 cifre del Fattoriale, il quale, considerandole presenti, ne avrebbe le 979 giuste-giuste del moto di 7+7+7 nell’unità del 1.000.

Se alle 779 togliamo l’energia 66 che si sia mossa unitariamente, di tutto il 10 del ciclo, allora è 779 che, meno 76, si riduce al 713 in cui

BRASIT=913 ha mosso i 100+100 anni che nel prodotto sono l’intera realtà di 10.000 anni.

Le 713 cifre sono a quanto ho evidenziato con 13822, e mostra che l’energia 66 di è attivata nel tempo 1/3 dello spazio unitario 3, agendo con il 22 e realizzando la premessa dei 138 giorni alla nascita. Risalendo di 8 dal 138, saliamo all’anno 1939,01 come al gennaio in cui io, Romano, ho 1 anno compiuto.

Essendo io a impersonare l’energia 66, essa, quando è unitaria e reale, è scissa in 64 +1+1 =66, in cui 64 è il moto in atto unitario del piano a lati 1 e 1.

Allora, risalendo di 64, si giunge all’anno indicato nel 25,104 che ha come premessa generale il piano a lati 1.000 e 1.000 che porta all’anno 2.000 compiuto e al 25 del III millennio, nel mese 10, ottobre, e nel giorno 4.

Non è la forma più corretta, poiché con questo 4, sarebbe il 41, e con questo valore sarebbe proprio il valore Nominale dell’Enoch che ha vissuto i 365 anni di cui questo in esame è il fattoriale.

In effetti, questo 41 è l’anno in cui quel processo iniziato il 4 giugno del 40, con la morte e risurrezione mia e solo il concepimento del mio secondo, si conclude solo con la reale venuta al mondo di questo mio reale gemello, che rappresenta nella sua carne quella nuova che in me si è espressa nel Puro Spirito di Gesù Cristo.

Il 25,1041, dato che 25 è l’anno, con 4 cifre spostate discende all’anno reale della nascita di Benito Amodeo, mentre per ridurre il 41 al giorno 04 occorre eliminare il numero dell’anno in cui io sono stato concepito, ed è il 37. Infatti, 41 meno 37, entrambi espressi in anni, si riducono allo 04 della realtà, che è sempre 4, sia che sino anni, sia giorni.

Pertanto, la forma corretta che descrive l’intera azione dell’energia nominata Romano e che vale 64 nel moto del piano 1 e 1, con la premessa anche dei millenni, è data da questo calcolo:

+2.025,1041

- 0,000,0037

=2.025,1004 ed indica l’intero lavoro dell’energia di tutta la vita di Romano, e sulla Bibbia è scritto che Enoch visse 365 anni.

C’è però una differenza tra il 7° fattore Enoch e gli altri.

Per vederla, mostro nella prossima pagina il capitolo 5 del libro 1, Genesi.

Libro di 156 pagine, scritto il 21-08-2.023, in vendita su Amazon Libri

Libro di 192 pagine, scritto il 28-12-2.022, in vendita su Amazon Libri

Perché il 7° creatore, Enoch, dopo

gli anni di vita non muore ma

cammina con Dio e non è più perché Dio l’ha preso?

Enoch è il 7° fattore e rappresenta il creatore della dinamica terrestre, con il periodo 365 della sua vita riguardante i 365 anni che esistono nel periodo dei 365 giorni riguardante ciascuno di essi, come espresso dal prodotto di anni 365 ×1,0001 che dà il 365,365 periodico riguardante due realtà intere: la spaziale, che è tempo 10^-4 dell’intera sua realtà; e la temporale, che è 10^-4.

Si passa da quella dei giorni a quella degli anni tramite l’intera dimensione 10^4 della realtà.

Ciò è confermato brevemente da questo calcolo: (½ × 10^4 -200) -3.333 -3 -3 = 1.461, giorni di 4 anni.

In esso 4.800 sono 4 anni di spazio-tempo ai quali è sottratto lo spazio unitario il cui volume temporale è 1.111×1×1=1.113 il cui triplo è l’unità 3.339 del solo spazio; esso, sottratto allo spazio-tempo, determina il solo tempo esistente in 4.800 che è sena il 100+100 dei lati della realtà, il cui prodotto la realizza in 10^4, all’interno del solo ½ in positivo, dell’intera realtà stessa.

Questo 100+100, dei lati della realtà, manca anche alle 779 cifre risultanti da 365! (il suo fattoriale), il che significa che esso è presente nel 979 dato dal flusso intero, in 10^3, della unità dinamica spaziale data da 7+7+7.

Libro di 586 pagine, scritto il 20-05-2.022, in vendita su Amazon Libri

L’intero fattoriale difetta del 221 che, +779, lo porta all’intero 1,000, e non certo per caso corrisponde al valore cabalistico dei primi 4 nomi assegnabili all’energia avente il n. 66 come primo.

66 è il primo:

78, è dato dal 66 cui si aggiunge il suo valore sintetico 6+6=12; 26 è la presenza 1/3 del 66 incrementato del suo stesso valore; 51 è la sottrazione di 30/2 (spazio-tempo intero) a 66.

221 è così il flusso di 1, in 666 (Energia Potenziale) nel suo 3^-1. Il 666, che in Apocalisse (di Giovanni) è il valore assegnato alla Bestia – il che gli conferisce quel suo ruolo “bestiale” – è invece, agli occhi della lingua inglese unificata di tutto il nostro mondo, <the Best IA>, la migliore possibile tra tutte le Intelligenze Artificiali, che è quella Suprema di IA, nel Dio Iahvè.

Nello spazio avente la dimensione 3, la sua quantità esiste in 1/3 con 222, che – riferiti a 222/222 = 1, unitariamente presente in 222 come l’unità di tempo – rivelano in 222 -1 il flusso di +1.

Il Fattoriale di 365, con le sue 779 cifre, è il moto intero di 221 nell’intera Unità e Trinità di Dio data da 10^3, come riferimento assoluto.

Ebbene, quando 66 si è espresso dei suoi primi 4 valori che hanno portato a 221, essi hanno assunto l’intero nome di Romano Antonio Anna Paolo Torquato, che sono – rispettivamente – i nomi esatti assegnabili a 66, 78, 26 e 51.

Ogni “ordine” attua un vero e proprio “comando” espresso nella sequenza di 1° ordine, 2°, 3°, 4°… in modo tale da distinguere il numero ordinale da quello naturale, tramite l’intervento di un Alfabeto avente il ciclo intero degli “ordini”.

Quelli interi e necessari stanno nel 7+7+7 della dinamica 21, che porta al rispetto di SET, terzo figlio “ordinato” da Adamo ed Eva.

Con questi calcoli che sono molto probanti, io ho dimostrato come la Bibbia non abbia dato dei nomi a caso, quando li ha assegnati a CAINO, ABELE, e SET.

Libro di 274 pagine, scritto il 1.08-2.023, in vendita su Amazon Libri

Anche i nomi ROMANO ANTONIO ANNA PAOLO

TORQUATO AMODEO sono creati con la luce che esiste nel modo perfetto che li nomina in questo modo.

Ma il <carattere> lo si vede messo alla prova anche con la storia.

Il ROMANO ANTONIO è stato eterno secondo a Roma: di Cesare, poi dei suoi uccisori, poi di Augusto e perfino secondo a cesare nel letto di Cleopatra. Assecondando una grande energia, ma solamente che resta “In potenza” e non raggiunge mai il primato, restando seconda.

ANNA, è l’energia materna presente nella mamma di Gesù Cristo e che in sé è esistita, ma invisibile, così posta in Potenza della potenza di sua figlia.

PAOLO, nel principe degli Apostoli è stato il vero e reale diffusore del Verbo di Cristo, restando però sempre secondo a Pietro, impostosi solo lui come il principale apostolo.

TORQUATO, che deriva da un TORQUATUS, in Romano, che l’indica in un <Contorto> è l’ideale forma di chi ha grande energia ma che apparendo contorta, non si afferma… ma nei numeri sì!

Torquato vale 111+1+1 ed è l’unità totale del flusso del piano avente i lati di 1 e 1.

I NOMI – però – a differenza dei numeri, rispettando l’ordine 21 e non 10, riescono a configurare il carattere legato proprio al valore “ordinale” di chi dà ordini e di chi li riceve.

ROMANO cittadino di Roma, è infatti un ROMA-NO che la nega e così la nasconde, relegandola solo al livello potenziale.

ANTONIO è <an IO, T on> in croce. Ha lo stesso 78 del marito di ANNA e nonno di Gesù, che si chiamava GIOACCHINO, ed è stato egli pure attivo solo in potenza di apparire poi nel nipote.

L’energia non ha assunto il suo nome, ma quello di ANTONIO, poiché il 1° è un ROMANO, mentre Gioacchino un Ebreo.

Anche il nome ANNA esisteva a Roma, negli ANNAles, che avevano volto al femminile le storie accadute negli anni.

Libro di 292 pagine, scritto il 9-06-2.022, in vendita su Amazon Libri

Di TORQUATUS ho detto.

AMODEO è pretto latino, che si traduce in italiano come <amo> e vengo da Dio, mentre sono con Dio e vivo per Dio… oh mio Dio!

Per questo, ROMANO ANTONIO ANNA PAOLO, i primi 4 nomi della realtà, sono il 221 che è complementare delle 779 cifre corrispondenti a anni 365! (fattoriale!)

Ora la domanda iniziale era stata relativa al “perché” ENOCH, il 7° fattore che ha questo fattoriale <non muore> ma <cammina con Dio e non è più perché Dio l’aveva preso>.

Come vedete, nella pagina 18, in cui sono elencati tutti dal primo vino al 9° creatore del 10°, dopo l’indicazione degli anni dell’intera vita, sulla Bibbia è scritto <e poi morì>, ma nel caso di Enoch è invece scritto, al versetto 24,

<24. E poi Enoch camminò con Dio…> e non fu più perché Dio l’aveva preso .

La domanda è: <questo “non fu più <lui>” è differente nel suo significato da questo ben preciso “morì”?>

<Camminò con Dio> non può indicare un cammino “reale” come quello fatto da tutti, ma <che non fu più “il suo” poiché Dio l’aveva preso su di sé> come sulle sue spalle … ma non in cielo, bensì ancora in questa vita reale, vivendo ora Dio totalmente al posto suo, così come fino ad allora era stato lui totalmente al posto di Dio?>

La Bibbia rivela la presenza di un Creatore in 7 giorni e della sua <Creatura “settima” che conducono realmente tutti e due un cammino insieme, nel quale ciascuno è con l’altro, e potrebbe voler dire che quando parla della vita di Enoch, essa à quella della Creatura “incaricata” della rappresentanza del Creatore, e che Enoch la compie,

ed essa dura quanto la stessa realtà degli anni reali, in cui l’energia ha un suo reale flusso.

Libro di 432 pagine, scritto il 27-07-2.022, in vendita su Amazon Libri

Ma esiste anche l’ampiezza trasversale del flusso, ed essa è simile a un piano collocato al termine dei 365 anni; gli uomini normalmente hanno sempre 1 e 1, in quel piano, e probabilmente Enoch no.

Se è tutto il piano di lati 100 e 100, il cui prodotto dà il 10.000 di tutta la realtà “trascendente” il flusso reale, ma che partecipa della realtà, ecco che Enoch seguita a muoversi realmente su quel piano trasversale, ma il suo flusso reale si è bloccato al termine dei reali 365 anni unitari per tutti ma per lui no!

Enoch, che cammina con Dio, ha perennemente nella sua sezione trasversale il 10^4 dell’Unità e Trinità di Dio.

Seguita a vivere su quel piano trasversale ma ormai è come <indiato> poiché è il piano di Dio a permettergli di avanzare in un modo reale – visto dagli altri, per cui tutto il percorso loro ha sempre l’area coi lati 1 e 1, anche se lui non sta più avanzando nel tempo, ma nell’ampiezza di quello spazio trasversale al flusso nel tempo unitario proprio a tutto l’Universo.

È condotto da questa supposizione, che porto di nuovo la mia attenzione a che cosa diversifica un Fattoriale di un Numero, da quel numero.

12345… l’ordinata crescita nel tempo è simile a una scala in cui ogni gradino parte dall’altezza raggiunta dal precedente gradino, per cui poi ha la necessità di una fase discendente come i numeri 12345654321 dati dall’area il cui lato è 111.111.

1×2×3×4×5… assomiglia invece a tanti gradini che partono tutti poggiati sulla stessa base e che si moltiplicano tra loro.

Quando va da 1 a 365 compreso ha come risultato il numero avente le 779 cifre di cui mi sto occupando 1+2+3+4+5… è la stessa scala, in cui tutti i gradini partono da zero, e che somma tutta l’altezza. Questa sommatoria, da 1 fino a 365, corrisponde al totale di 66.795, che è dato dall’energia 66666 +129, che è il piano 10×10 più il 10° numero primo 29.

Osservando il testo di Bibbia 1,5, anche il versetto n. 24 considera ultimata la vita quando un 6, come il 66=Romano, esiste nelle 4 dimensioni della realtà e le completa in 24.

Il testo, invece della dichiarazione di morte, rivela che Enoch camminò con Dio, avendo praticamente conclusa la sua vita reale e sorreggendosi solo su quella di una “strutturazione celeste”, una sorta di vera e propria <gestazione>, che quando è nel corpo della reale madre, c’è, ma è vista solo la madre, fino a quando i <tempi previsti per il parto non sono compiuti>.

Dalla mia esperienza ho avuto conferma di una sorta di <gestazione celeste>, fatta stavolta dal Padre Nostro, la quale –riguardando ora noi nati e visibili, mentre il Padre Spirito Santo non lo è – mentre è in reale fase di reale gestazione nei tempi dovuti, mostra tuttora esistente chi si sta attrezzando al meglio “per il cielo”.

Io l’ho visto accadere a Benito.

Egli, nato con una costruzione reale materna durata i 258 giorni dal 4 giugno 40 al 17 febbraio 41, era portatore in sé anche dell’altra vita, del Cristo, il cui Spirito Santo si era espresso in me salvandomi dalla morte. 258+258 sono stati 516 giorni di “costruzione” materna, per questo mondo reale.

Quando io andai a Gerusalemme, per morirvi, fui testimone preciso che alle ore 2 del 22 a Gerusalemme, mentre era ancora il 21 dicembre nella terra dei Maia, di cui si celebrava il Famoso calendario, lo Spirito di Cristo lasciò il mio corpo. Lo vidi prima come un quadrato celeste che si era rimpiccolito in un secondo, fino a lasciarmi in un buio visto nella mia mente, mentre dormivo.

Subito dopo, accadde che una scossa potentissima si concentrò nel mio corpo, fino a sparire essa pure in un secondo.

A quel punto ebbi una traslazione del mio IO-SONO, tanto che vedevo me, morto sul letto, da un punto alto, come se stessi osservando dal soffitto.

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Dopo qualche tempo, la cui durata mi parve durasse qualche decina di minuti secondi, riuscii a rimettere in vita il mio corpo e appena accadde ripresi a osservare stando dentro di me, poi mi svegliai.

Ebbene, quel dì in cui salì in cielo, abbandonandomi l’energia del Figlio, cominciò per Benito la <gestazione celeste, ora fatta dal padre>.

Benito si ritrova nella stessa condizione di Enoch che aveva ultimato la sua vita, e ora stava vivendo con Dio, la sua preparazione celeste, ed essa era visibile, essendo fuori dal corpo della madre. Ebbene egli visse tutte e due le vite che aveva vissuto preparandosi nella madre.

Ma non furono il doppio dei 258 giorni, in quanto vennero a mancare 44 giorni per la parte della gestazione di Cristo, in quanto la sua Persona seguitava a esistere in me con le due altre della sua Trinità.

Essendo 66 l’energia Potenziale, i 2/3 che rimasero in me valsero in quei 44 giorni, e con 258 meno 44, furono solo 214 i giorni che si aggiunsero ai 258 interi di Benito.

Infatti 258+214=472 giorni dopo che da me era salito in cielo lo Spirito santo del Cristo, mio fratello morì, il 7 aprile del 2014.

Egli era vissuto <camminando con Dio>, ma realmente su questa terra, per tutti questo 472 giorni.

Così sarà anche nel caso mio.

Conclusa la mia Vita nei panni di Enoch, il 4 ottobre del 2025 che risulta dal calcolo che vi ho mostrato e spiegato, inizia la mia <preparazione per il cielo>.

Gli anni interi vissuti, che sono quelli espressi dai 89 zeri finali, meno due, per il fronte unitario a lati 1 e 1, dunque 87, sono esattamente quelli da me compiuti il 25 gennaio, poi con altri 9 mesi nelle 28 line di concepimento, arrivati al 4 ottobre.

Io che sono per 4 volte un 113, partendo dal compimento dell’88°, e senza 113 giorni arretro con lo stesso modo al 4 ottobre fatale a Enoch, ma solo nel termine reale, poiché anche per lui comincia il <cammino con Dio>.

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Effettivamente, tutto il 251 con cui comincia il calcolo fattoriale, vale 40=Padre, 54=Figlio, 96=Spirito e 61=Santo e il totale del nome trino con 40+54+96+61 è 251.

Praticamente <camminerà con Dio> per tutti i numeri che non appartengono alle ultime cifre fatte di zeri.

Sono 779 meno 89, sono 690, e sono esattamente il ciclo 10 divino dell’energia 66, sono il 660, che avanza di 30, come il valore di Adamo o di Noè, e si porta al 690 delle cifre diverse da zero, poiché in esse, la parte che le diversifica da zero, è “trascendente” – ma in modo reale, ossia è messa di traverso, perpendicolare al flusso, e dunque “tagliata”. Siamo allora in grado anche di stimare quanta sia la parte “trascendente” poiché perpendicolare alla reale.

Tutto il valore, dal 251, fino all’inizio dei finali zeri, va sottratto al 1000. Poiché sono 290 le cifre al lavoro, va tolto a 10^291 tutto il quantitativo a 290 cifre.

Poiché i valori reali sono quelli predominanti nelle 4 cifre della realtà, allora 10.000 -2510 è uguale a 7480, somma dei due lati trasversali, ciascuno dei quali è lungo 3740, ed è il percorso fatto dal 60 (il tempo minuto) dentro il 3800, che è l’anno 38 alla dimensione dei 100 anni (ma dei centesimi). Per cui è il moto di 6/10 in 38 anni, che quando sono computati nei tempi centesimi, sono 3800.

Dunque è il tempo di 38 anni posto all’Origine, come la sua datazione, ed esiste nei due lati del piano della realtà.

38+38=76 è tutto il moto 10 dell’energia 66 di Romano. Non si presenta, nei tempi centesimi come 7600 ma come il 7480 poiché il soggetto reale, dell’energia 66, in sé è 6+6=12, per cui al 7600 si toglie in 12, che è ciò che di “essenziale” si muove in 7600 spostandosi in tutto di 7480.

È l’energia Divina che si è disposta invisibile al flusso, in quando perpendicolare ad esso. Così la realtà intera, data da 10.000, meno 7480, è il solo moto visibile in 2510, quello che è il flusso 10 di Padre Figlio e Spirito Santo.

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In tal modo questo moto reale si nomina col nome della Divina Trinità, mentre è trascendente ad esso, r quindi del tutto invisibile, anche il 7480 del piano trasversale espresso nella lunghezza dei suoi due lati quadrati.

In parole povere, Enoch cammina totalmente con Dio Padre Figlio e Spirito Santo, nel suo 251, e lo fa nel 10 che Dio ha assunto a modello reale di sé… e con tutto quello che manca esistendo nell’assoluto espresso da 10^4.

Quanti anni sono?

I valori interi hanno 89 zeri, per cui sono 11 in pura linea di flusso, e ad essi vanno aggiunti gli altri due, del piano a lati 1 e 1, che è indivisibile essendo nella dimensione del primo numero primo, che è il 2.

Quindi in tutto saranno 13 gli anni in cui io camminerà interamente con Dio, ma come una cosa del tutto normale: la stessa che vidi fatta da mio Fratello.

Credo però che questo mio <camminare con Dio> significherà all’atto pratico e finalmente procedere in comune accordo con la Chiesa Cattolica di Gesù Cristo e anche con tutte le altre Fedi esistenti nel mondo.

Il processo di Unificazione tra tutte le fedi, che aveva portato il Cristo a chiedere al Padre che <fossero una cosa sola>, porterà finalmente il cattolicesimo a essere la chiesa UNIVERSALE di ogni uomo, senza perdere nulla del valore vero insito in ciascuna di esse.

Infatti Dio ha un rapporto a <tu per tu> con la sua creatura. Per ciascuna di esse, ci sono solo Creatore e Creatura, poiché tutti gli altri, che non sono i soggetti della vita, sembrano vivere coi loro dolori e le loro gioie, ma vivono solo di una vita riflessa da parte dei soggetti IO-SONO esistente in ogni vita e che è l’unico a esistere in ogni sinolo caso.

Non è lecito a uno Spirito Santo soggettivo piegarsi alla Fede degli altri, nemmeno quando fosse una unica religione di tutti quanti gli

uomini. Non lo è, poiché questi “non esistono” (per infiniti che possano apparire), non essendo i soggetti VIVENTI come IO-SONO.

La vita è una osservazione prettamente PERSONALE, e quello che è visto è simile ad ogni altro spettacolo: può essere “spettacolare” finché si vuole, ma resta sempre e solo no spettacolo offerto a un soggettivo IO-SONO a immagine e somiglianza del suo Creatore IO-SONO.

Potrebbe sembrare all’uomo che il poco che fa non ha alcun valore, perdendosi nel totale assieme a tutti gli altri… ma quel totale oltre quello che vive e sente il soggetto, è tutto e solamente immaginario.

Per cui ciò esalta il valore del bene fatto da ogni persona, poiché esso ha un valore assoluto: tu hai migliorato davvero tutto quanto il mondo, con il tuo minimo apparente gesto di sacrificio personale, che non smuove altri che te… a lì tu solo sei il “tutto” e Solo che vive, e solo a “tu per tu” col Creatore.

Dio si sacrifica, per il bene tuo, mettendosi a camminare con te, e tu devi capire che – esseno infinitesima parte di Lui – sarai portato comunque anche tu a compiere interamente la parte assegnata a te.

Tu – in questo mondo reale – sei davvero come la mano di Dio. Non puoi mutare la tua sorte, poiché agisci <con Dio>, ossia assieme a tutto l’esistente in assoluto e che interferisce allo stesso modo <assoluto> con la tua libertà… poiché questa “interferenza” è la tua stessa libertà, è la tua stessa <liberazione> dai limiti imposti alla tua persona.

Se oggi vedi altri che prevaricano su di te, e non lo trovi giusto, stai sbagliando giudizio in modo clamoroso: quello che infatti tu vedi <essere fatto> è invece <eliminato>, ma ti appare invece compiuto.

Tu sei un puro Spirito in moto e tutta la materia, anche quella del tuo corpo, fa parte del paesaggio e lo vedi muoversi al contrario.

Ma – non vedendo lo Spirito ma solo il corpo – tu credi che il tuo IO-SONO sia veicolato col corpo verso quella morte, dalla quale esso viene, già del tutto salvato e in corsa per il rientro Assoluto del tuo IOSONO in quello del Dio Assoluto.

Libro di 254 pagine, scritto il 27.04-2.023, in vendita su Amazon Libri

Ebbene l’amore di Dio per te non disperderà il tesoro Singolo che tu hai conquistato nella tua vita; non darai come una goccia d’acque che si disperde nel mare, ma il tuo IO-SONO vivrà in eterno e sarai tu stesso a volerlo voluto <fare> assecondando i tuoi personali ideali.

Mancano ormai oggi appena 175 giorni a quando <camminerà con Dio>, ma ci sto già in parte camminando e sono in grado di dirvi come stanno le cose che la scienza umana non vi sa ne può mai dire.

Nel Disegno Divino, l’Umanità va incontro a una possibile e reale fine a causa dell’inversione di poli nel suo pianeta, e allora Dio ha mandato in me un Salvatore, che ha annunciato il giorno esatto in cui ci sarà la fine con 26 secoli di tempo in cui l’uomo potrà costruire le sue

Arché di Noè per “esodare”, e andare sulle tante Nuove Terre esistenti nell’Universo.

La Bibbia racconta questa Storia come la vedranno e considereranno realmente gli uomini del futuro, a poco a poco mutando il nome di Romano in quello di Enoch … ch’è NO ., che No è.

Sono stato presente in modo Trino:

il 3: Ènos è NO! In 1/3

il 7°: Ènoch è NO!| in 1/3

il 10°: Noè NO è! in 1/3

Dunque è intero proprio in 3/3

47 è Amodeo, 41 è AmoR, 30 è Trino nel 10, essendo 118 e con questo la sua duplice presenza in lui di 59+59, due Benito, che è stato il mio secondo che ha assecondato <in visibile> l’<invisibile> in me.

Libro di 486 pagine, scritto il 17.05-2.022, in vendita su Amazon Libri

L’autocarro è per Enoch che il 4-10 camminerà con Dio e sarà Pietro Romano n. 113

Giustamente è alla pagina 201 – della presenza dei lati 100 e 100 della realtà – che si pone questo <Purgatorio> che papa Francesco vivrà giorno dopo giorno, fino a raggiungere San Franceso!

Nella profezia di san Malachia sugli ultimi papi siamo giunti ormai all’epilogo: il numero 112, l’ultimo papa eletto in Benedetto XVI che, col suo motto di Gloria Olivae ha replicato quella del bacio di Giuda (del tradimento all’Orto degli Ulivi) fatto dal Pietro della vecchiaia che stende le braccia e si dimette… come scritto nell’ultimo capitolo dei 4 canonici, e un altro indossò la sua veste portandolo dove lui non voleva, Giovanni, al capitolo 21, dà un fondamento reale a quello che avrebbe fatto Benedetto XVI, con un altro che avrebbe indossato le sue vesti.

Un altro Papa?

No! Solo un altro, scrive l’evangelista Giovanni… e infatti non può esserci un altro Papa se uno solo è il vicario di Cristo regolarmente eletto e non è ancora morto…

Però si è Dimesso!

Ma non ha abbandonato il titolo di papa, anzi divenne un Papa Emerito!

Libro di 291 pagine, scritto il 10.04-2.021, in vendita su Amazon Libri Così c’è stato un momento in cui sono esistiti tre rappresentanti di Cristo, di cui uno – il <Petrus Romanus qui pascet oves>, il Paolo Torquato Romano che pascerà il gregge tra molte tribolazioni –non riconosciuto da nessuno.

Il secondo – il Cardinale Bergoglio – che era un altro che aveva indossato la sopravveste del sostituto del Papa ufficiale, e non essendo nemmeno un Antipapa, in quanto eletto nella Chiesa Cattolica, nel mondo con cui la Profezia di Malachia lo rivela: S.R.E. (il soggetto) si sarà insediata (verbo riflessivo) estrema, cioè una Chiesa che ricorre a rimedi estremi non potendo eleggere un Papa poiché ce n’è uno ancora vivo, ma che – per una falsa idea di poterlo fare, mentre invece non poteva, essendo ancora vivo il pontefice – nomina un sostituto <come se> un sostituto egli non fosse!

E in realtà Bergoglio, quando si presentò al balcone di San Pietro appena eletto fu costretto da Dio a dire che lui veniva dall’altro mondo, e che assumeva il titolo più che di un Capo della Chiesa Universale (come dovrebbe essere la denominata <Cattolica>, della Chiesa di Roma, come il Vescovo di Roma.

Immediatamente – cosa insolita nella Chiesa cattolica – sono sorti da più parti Eminenze del Cattolicesimo, che lo contestavano… perfino il <vento> che è un semplice elemento atmosferico, sembrava ce l’avesse in modo particolare con lui.

Se scorrete Internet, trovate raccolte di foto che lo ritraggono come se il Dio stesso della natura, lo volesse svestire di quella sopravveste da pontefice, che aveva assunta assecondando un arbitrio della Chiesa Cattolica.

Questi arbìtri, in passato, erano venuti da Cattolici che si erano messi ufficialmente in contrapposizione alla Chiesa Madre che aveva eletto un Papa e ne nominava un altro rivale, come <antipapa>.

L’<arbitrio> fatto in relazione al Cardinale Bergoglio è avvenuto all’interno della stessa S.R.E, e la profezia di San Malachia lo dichiara espressamente: s’era schierata <estrema> essa stessa.

Ora, sta proprio nel disegno di Dio, il proposito di mettere in campo questa confusione, tant’è che lo stesso testo della profezia, che è uno stampato chiarissimo, dopo aver elencato il motto di <gloria olivae> che individuava il Benedetto XVI che tradiva Cristo con la gloria di un bacio come quello di Giuda, all’ordo degli Ulivi, comincia un racconto tutto nuovo e fuori dagli schemi usati finora, che davano una riga a ogni pontefice, e – negli ultimi 35 – solo 1/3 della riga nella pagina intera.

Infatti c’è una descrizione estesa e che impegna molte di questi terzi di riga divisa in tre colonne.

Nella prima, si parte con un <In psecutione> che il Signore ha scritto in un modo sintetico che generalmente è stato inteso relativo a un termine intero espresso in <persecutione>.

Nessuno ha badato che dopo questa parola equivoca, ci fosse un punto, molto evidente. Con la sua presenza, Ricominciare un nuovo discorso, avendo concluso i Papi, scrivendo <in persecuzione> pinto. Non ha alcun significato… anche se – sotto-sotto ce l’ha!

Sotto-sotto può significare che da questo momento in poi i Pontefici agiscono <in persecuzione>, ma agiscono loro così!

Il testo che segue è volutamente con una parola spezzata e evidenziata collegata a quella della riga dopo da un trattino.

Significa che quando la parola è una sola e non ci sta nella larghezza della colonna, c’è un evidente trattino a segnalarlo.

Per far capire che non è un caso, sono spezzate e unite dal trattino altre due parole, in seguito, a formare le intere tre che sono tre parole divise.

Il Signore, visto che doveva spezzare una parola, avrebbe potuto porre la seconda <psecutione> per esteso e non spezzare la terza, ma non l’ha fatto di proposito: <estrema> doveva essere sia questa <psecutione>, sia la S.R.E..

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E questa necessità ha confuso le idee a chi ha letto in modo superficiale (ignorando il punto) fino al punto da indirlo a vederci una traduzione assurda come <nell’estrema persecuzione di Santa Romana Ecclesia si sarebbe insediato Petrus Romanus qui…>.

Il soggetto del verbo riflessivo è inteso essere Pietro Romano che si sarebbe insediato nell’estrema persecuzione di S.R.E.

Che al tempo della nomina di Bergoglio a papa la S.R.E. fosse oggetto di una persecuzione evidente… non risulta in modo particolare.

Eppure essa c’è, proprio nelle pieghe della traduzione erronea!

È quella fatta da Benedetto XVI, al Cristo, quando affama un povero Cristo da papa per 55 giorni, dopo di essersi ribellato nascostamente al suo Pietro quando era cardinale, e gli aveva nascosto che 464 avevano firmato una petizione scritta a Giovanni Paolo II facendo appello alla sua misericordia umana.

Una S.R.E. finita in mano di Pietro e dei Fideisti, da sempre avevano tagliato fuori coloro che – come San Paolo – non avevano fatto parte dei 12 Apostoli. Da sempre i Fideisti perseguitavano coloro che usando una ragione divina non tentavano di umanizzarle le ragioni tanto da assimilarle a quelle di qualunque uomo <per bene> che ci tiene alla giustizia in questo mondo e usa la sua ragione umana per imporla.

Gesù chiedeva cosa – a detta di costoro – quasi “folli” quando gli consigliava di abbandonare la logica di questo mondo!

<Cosa dicono di voi? State attenti, se vi lodano… poiché significa che anche voi avete assunto le loro idee mondane.

Per secoli i Dottori della Fede, i Teologi, hanno trafficato per riportare il vangelo trascendente di Cristo sulla linea comune del <perbenismo>.

I Fideisti avevano perseguitato i liberi pensatori che la pensavano diversamente solo da loro, che rigiravano il Vangelo di Gesù come un calzino.

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Pertanto la persecuzione operata dai Fideisti, che – lo ripeto –usando le conclusioni dei Teologi avevano fatto capire che Gesù, chiedendo quello… chiedeva un’altra cosa (tanto che poi per divenire un Prete bisogna fare studi approfonditi, altrimenti non si è in grado) avevano ridotto difficile la comprensione di Cristo!

Gesù parlava in modo semplice e chiaro per essere capito dai poveri di spirito, e i suoi successori si sono messi a far divenire il messaggio di Cristo una cosa tanto difficile che occorrono studi universitari…

Hanno perseguitato Gesù Cristo proprio quelli che si ritenevano i più intelligenti che avevano capito – loro sì! – dome Gesù andava a parere…

Offri l’altra guancia? Ma se lo facessimo tutti i violenti andrebbero a nozze… e i Papi hanno costruito la papa-mobile, quasi un carro armato per proteggere il Pontefice e tenere lontano da lui i pericoli!

<Vi mando come pecore tra i lupi…> certo, ce lo disse, quindi bisogni prevenire i pericoli. A questo mirava il Cristo – secondo i Teologi – e non a far fare due miglia di strada con un importuno che ne vuole fare uno!

Insomma i Teologi – rendendo <ragionevole, ma in modo umano> il vangelo di Cristo, lo hanno perseguitato fin dall’inizio, e nel modo più subdolo che esiste e che è quello che ti parte dalla ribellione nella tua stessa casa.

A questo punto, allora sì questa è l’estrema persecuzione fatta contro la S.R.E. di un Pietro Romano che pascola umilmente il gregge di Gesù, e non è perseguitata la S.R.E. ma Pietro Romano dalla Santa Chiesa cattolica Apostolica Romana, finita nelle mani del più acerrimo nemico di Gesù, dato dal <mite> Benedetto XVI (ma solo nell’apparenza) poiché di fatto remò contro il suo papa e – fatto Pontefice lui, contro il Cristo che l’aveva voluto come Pietro, poiché sapeva di essere amato da lui, vittima prima solo di se stesso.

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Si trovò a che fare – il povero Benedetto XVI – con un Eroe e Vittima della Fides et ratio che il suo Papa aveva scritto e firmato nel giorno della Santa Esaltazione della santa Croce, e che si era appellato alla Madonna, prima di firmarla.

>Possa la Sede della Sapienza essere porto sicuro per tutti quelli che cercano la verità…> ave a scritto il Pontefice.

Al punto 51 aveva provocato i suoi <messia…> quando aveva spronato i Filosofi a cercare un nuovo percorso che portasse tutti quanti a Cristo>.

Tutti quanti! Anche coloro che – seguendo i giudizi della Scienza e della ultima filosofia del Nullismo – non seguivano le indicazioni di Gesù Cristo, fuorviati!

Quando la Chiesa – sapendo che Scienza e Filosofia stornano da Gesù Cristo tanti uomini al mondo – non tenza di rintuzzare sia l’una sia l’altra, ha perso tutta quanta la sua carica missionaria e si limita a coltivare l’Orticello di chi è già Cristiano e – per la sua fede – se ne frega di cosa ne dicono gli altri.

I Fideisti sono gente così: che ha perso la carica missionaria e –avendo abbindolato i fedeli alle loro vedute . ora li gestiscono, nel sacrosanto timore dell’intelligenza umana.

Di fatto essi non credono che le cose dette da Gesù fossero chiare e limpide, senza secondi fini; sono convinti – sotto sotto – che Gesù chiede cose IRRAGIONEVOLI, e allora scoraggiano tutti i ricorsi alla ragione temendo che essa concluda che Gesù Cristo aveva torto marcio, nel dire le cose come le diceva lui – e meno male che erano giunti loro a far capire alla gente che cosa veramente intendesse dire!

Questa – se mai – l’Ultima Persecuzione fatta dalla S.R.E. ma contro Pietro Romano, che pasceva il gregge come il Buon Pastore che le conosce tutte e se ne manca qualcuna lascia le altre nei recinti e la va a cercare, e quando l’ha trovata è immensa la sua gioia e fa grande festa, come il Padre del <Figliol Prodigo>, perso, ma ritrovato!

Era accaduto che Paolo Torquato Romano – P.e TRO, Romano – a Saronno già stava facendo quello che il Papa avrebbe voluto, manifestandolo poi nell’Enciclica Fides et Ratio.

Pietro Romano aveva aperto una scuola di Epistemologia, cioè di Filosofia della Fisica – intitolandola NSI, la Nuova Scuola Italica, la quale parava a N.S.I. come a Nostro Signore Iesus.

Essa aveva preso spunto da quanto era accaduto già 5 secoli prima di Cristo (un’epoca particolare, se pensate che in Asia c’era il Filosofo Confucio, preceduto decenni prima dal Buddha), in occidente, per mano della Scuola Italica di Pitagora e della Scuola Eleatica, la quale aveva precorso – con il Dio dell’Essere a Elea – poi l’Avvento del Figlio suo Iesus Cristus.

Con le leggi della Fisica e con la Filosofia della Fisica, Pietro Romano stava già facendo quello che il Papa avrebbe ordinato dopo.

Quando il primo gennaio 1999 venne a saperlo, poiché Don Carlo di Cogliate lo vide come faccia nuova nel coro della sua chiesa e gli domandò chi fosse, gli mise in mano il libretto con su stampate l’Enciclica.

25 giorni dopo già aveva mandato al Papa un libro scritto d’impeto, lodando quell’iniziativa e proponendosi come colui che aveva accettato di essere il suo <messo>.

Non giunse al papa, quel libro. Finì su uno scaffale e Pietro Romano ricevette solo una Benedizione Apostolica.

Accortosi del fatto, ritenne che dovesse assumere l’iniziativa e preparare un Convegno cui invitare la Chiesa: si sarebbe affrontato l’esame di alcuni sillogismi dai quali – partendo dalle verità scientificamente comprovate – si arrivava a confermare le verità di Gesù Cristo.

Informata la Santa Sede del Convegno, ebbe una nuova Benedizione Apostolica, ma della richiesta di inviare Persone della Chiesa, nessun accenno; ancora una volta, il Papa non aveva nemmeno letta la proposta, essendogli stata nascosta dal boicottaggio dei Fideisti.

Libro di 138 pagine, scritto il 17.08-2.023, in vendita su Amazon Libri

Pietro Romano si era offerto come quell’<eccomi!> che aveva inteso servire su un piatto dorato alla Chiesa cattolica, fin da quando aveva assunto il proposito di <dar Corpo al Cristo>.

Ti serve un <portatore?> una <cariatide?>

Signore, eccomi! Usa me!

Si erano realizzate le condizioni secondo cui un Papa voleva conoscere le ragioni scientifica e filosofiche che confermavano le verità di Cristo, in modo da portargli tutti gli uomini della terra”

<Eccomi! Sono già pronto e queste ragioni io già le insegno in una scuola di Filosofia della Scienza!>

<Ma dai Amodeo! Tu la chiami Scuola? Sei un laureato in Fisica o in Filosofia? Sei un <orecchiante>, un <fai da te> e … tu non si nessuno in questo campo!>

Era accaduto che – avendo deciso io di pormi come ultimo, seguendo le indicazioni di Cristo, ora ero ultimo! E non ero un Primo nemmeno per i Credente in Cristo che dicono che i veri primi sono coloro che sembrano ultimi!

La Chiesa aveva sposato interamente questo giudizio, e forse un accertamento fatto in sede locale, a Saronno, avevano confermato che <sì ero un credente… ma uno che era fallito a Milano e per fortuna sua aveva trovato ospitalità gratuita, lui e sua madre, da un suo cugino, che aveva dei locali e non li usava! Si ì messo a vivere in un buco… Sì, dice di avere aperto una Scuola di Filosofia me se l’è inventata lui: non ha alcuna abilitazione per fare quello che sta facendo!

La tiene in una stanza del Centro Sociali, ed è nel suo Salone che vorrebbe che da Roma venissero Prelati e Inviati del Papa!

È uno che non è all’altezza del compito, che non ha mai preso parte alle nostre iniziative, anche se p a Saronno da soli tre anni.

Canta nel coro, e ha una bella voce, ma tranne questo…>

Ecco – in 4 a 4 otto – avere distrutto ogni VERITA’, poiché –prima di osservarla, si va sempre a vedere in pulpito chi è che predica! La Filosofia fa l’opposto: mette prima la VERITA’ e no chi la cerca.

di 520 pagine, scritto il 20.09-2.024, in vendita su Amazon Libri

Libro

Solo a UNO è consentito di anteporre il suo Io, dicendo che il suo nome è < “Io sono Colui che sono” IO-SONO >.

È la fondamentale VERITA’ che è davanti agli occhi di tutti… ma che cosa fanno: essi osservano il panorama che si muove, ogni essere al mondo ha davanti il suo IO, ma invece di occuparsi di esso e delle sue azioni, osservano quelli come lui, e prima ancora di quello che fanno.

Ma non si è mai visto che un Fico producesse castagne… il che è vero – ma se osservassero veramente gli altri – si esimerebbero dal dare giudizi come quelli dati probabilmente da Don Luigi, Parroco della Chiesa e da Mons. Centemeri, suo decano!

Costoro ignoravano che Romano – prima di voler divenire l’ultimo che vedevano – era stato un Architetto e Urbanista che aveva offerto grandi prestazioni a livello Locale, Nazionale, nel Sistema Pubblico e in quello dei Liberi Professionisti.

Il suo lavoro era stato proprio quello di fare da mediatore e nessuno era più adatto di Lui che si era occupato praticamente di tutto, in molte questioni.

Il libro che vedete qui a sinistra è pieno di riferimenti e associazioni alle cose più disparate che ci siano, e che sembrano essere tanto diverse da non avere proprio nulla in comune…

Invece non è così: due cose non sono opposte l’una dell’altra e di per sé, ma lo sono come in 10^(+1 -1) che sono le due indicazioni opposte tra loro negli indici, avendo lo stesso riferimento alla stessa base 10 di quella potenza su cui tutti e due gli esponenti si basano.

Per far dialogare la Fede con la Ragione occorre una Fede comprovata e una Ragione così aperta a tutto da riuscire infine a trovare che cosa ci sia di simile nel diverso.

Così Fede e Ragione dialogano: attraverso a quanto entrambe hanno di simile. Ed è una cosa soprattutto: la verità vera e non quella presunta tale dando retta al mondo delle apparenze e in un Uni-verso che ne ha due!

Libro di 398 pagine, scritto il 24.03-2.024, in vendita su Amazon Libri

Occorre conoscere le leggi della Fisica, poiché non è che essa si è data delle leggi, ma è obbligata a seguirle dal fatto che esse esistono in una Realtà Generale in cui che ne sono di reali e sono in contrapposizione.

Se si vede comandare una delle due è per lo squilibrio determinato da quella opposta quando ha agito da sola.

Occorre capire che noi vediamo sempre e solo una faccia di una moneta, poiché se la giriamo e la mettiamo di taglio, per vedere tutte e due, è la volta che non vediamo più realmente né l’una né l’altra.

Ma è fondamentale avere l’apertura mentale da non dare mai nulla per scontato, avendo capito che lo squilibrio che sempre vediamo in atto nasce dall’assoluto bisogni di equilibrio esistente in assoluto tra tutte le alternative.

La legge statistica afferma che su infiniti tentativi, se esca rosso o nero, al gioco di una Roulette, saranno 50% ciascuno, avendo la stessa vera probabilità.

Insomma appare certo che in assoluto esiste equilibrio, ed è esso ciò che fa esistere sempre verità opposte tra loro, come sono ritenute essere Fede e Ragione da parte di chi non ha l’apertura mentale adatta.

Se Don Luigi a Saronno e Mons. Centemeri – interpellati dal vaticano – hanno dato quella grossolana testimonianza, ebbene è stata decisamente falsa testimonianza, e avversione del Sistema di Potere a un Pietro Romano che governa il gregge di Gesù situato oltre i recinti della Chiesa Cattolica.

Occorre altresì anche una grande vocazione a capire le ragioni di Dio quando sono complesse e non partendo dalla convinzione che ha parlato così avendo a che fare con persone semplice altrimenti avrebbe usato un linguaggio simile a quello dei Dottori della Fede, e dei Teologi; ma questi antepongono sempre le loro idee mondane e con esse pretendono poi di ribaltare come verità intesa anche da Gesù l’opposta a quella detta ai sempliciotti

I teologi vi portano a capire che Gesù ci teneva molto al mondo reale, e al successo in esso.

Se predica di offrire l’altra guancia è perché alla fine – se tutti lo fanno – nessuno dà più schiaffi, ma offre solo l’altra guancia… ma da baciare.

Se dice di far due miglia di strada con chi ne vuole fare uno è perché alla fine sei tu che lo convinci che non sta bene! E che la <privacy> è il massimo Bene.

Se dice che vuole che tutti siano in comunione, come lui e il padre lo sono- lo dice poiché ama il mondo reale e non vole le guerre!

Sì, disse di essere venuto a portare la guerra e non la pace, di tutti contro tutti, ma solo assecondando il detto latino che <si vis pacem para bellum> se vuoi che ci sia pace, preparati per la guerra.

Queste sono precise richieste che fanno parte della logica comune degli uomini, e Gesù a questo puntava: alla pace tra gli uomini!

Giuda la pensava così: non tollerava lo stato loro di guerra per mancanza di dialogo tra loro e il Sinedrio. Era convinto che anche Gesù volesse la pace, ma anche che non voleva abbassarsi con questa storia d’essere il Figlio di Dio.

Si sarebbe interposto lui come mediatore, e credette che Gesù anche lo spingesse dicendogli <quello che devi fare, fallo presto!>

Se interpellate alcuni movimenti cattolici che sono allegri e goduriosi, vi dicono di avere finalmente fatto così la volontà di Gesù, ignorando che disse loro di caricarsi della loro croce e seguirlo.

Gesù ha spinto le cose dando a tutti l’esempio, ma poi tutti credono che si sia caricato lui quella croce per toglierla a noi!

Certo: toglierla! ma lo farà a tutti dopo la loro morte e con la risurrezione dall’alto detta a Nicodemo e che neppure lui capì.

Gesù disse di finalizzare questo mondo a quello che sarebbe venuto dopo quella risurrezione dall’alto!

Libro di 280 pagine, scritto il 13-6-2.023, in vendita su Amazon Libri

Morale della favola, avendo cercato di fare quello che il papa Giovanni Paolo II aveva chiesto (e che già avevo fatto io di testa mia prima ancora che sapessi che me l’avesse chiesto) ho patito io – come Pietro Romano, l’estrema persecuzione di S.R.E..

Acclarato che anche la versione scorretta calza a pennello, quella esatta dice:

In prosecuzione. S.R.E. s’insedierà estrema.

Pietro Romano, che pascerà il gregge in molte tribolazioni, passate le quali, la <Civitas> dei 7 Colli ricadrà su di sé, è il Giudice TRE dirà invertito il polo, il polo suo, del Sud-N-Em isfero. FINE.

Il modo con cui lo dice è veramente <divino> trascendente. mendus iudicabit po, pulum suum. Finis

“giudicherà polo rovesciato mendus … e infatti è il “po, il polo suo” che da Sud-N-Em è stato rovesciato in mendus .

Giudicarlo mendus significa giudicare che il po… , il polo suo, è rovesciato.

Questo è ciò che ho fatto io, giudicandolo nei miei libri.

A sinistra ne vedete uno, in inglese, che tratta del capovolgimento dell’emisfero Sud Nord a causa dell’inversione dell’Asse Terrestre. Ho spiegato come, ogni 10^10 anni, ciò si ripete, e che è l’ultimo ciclo di 4631 anni non per mostra <sfortuna>, ma poiché esso è il ciclo iniziale che fa da tempo unitario per tutti i 10^10 anni di cui è parte.

Noi soli siamo – vivendo – coloro che fanno sembrare in movimento e in divenire anche un contesto che non si muove in nulla e che è un progetto possibilistico nel quale l’Assoluto dell’essere del

Dio ha calato ogni sua anima, ogni suo Elohim, per liberarsi dell’indeterminazione che altrimenti l’Assoluto (che non ha limiti) avrebbe, nella sua unità e solitudine.

Libro di 152 pagine, scritto il 20.08--2,023, in vendita su Amazon Libri

La Fine del Tempo è un periodo che va da anni 44^2 fino a 45^2, ossia dal 1.936 fino al 2.025, con un periodo di 89 anni, dati dal moto di 66/6 in 100.

44 è il moto di 66/3 in 66, e – al quadrato – è segno del principio intero negli anni, con poi altri 2 più 25 giorni, che sono unificati in 755 giorni, rappresentanti tutto il moto di 45, che dell’angolo giro è 1/8, in 800; dunque del moto di 1/8 in cento 8, nel complesso dei giorni.

225 è poi di per sé 222+1+1, in unità, e indica il tempo 1/3 dell’anergia 666, il cui volume è dato da 222×1×1 in unità, che in linea sono 222+1+1 e dunque 223, in moto negli 800 complessivi, per un moto complessivo di 2 anni e 25 giorni dopo il 1936 dato da 44^2.

Il moto di 45 giorni, potenziati a 45 anni e al quadrato combinano gli avanzamenti in negativo con quelli in negativo, determinano nel 2.025 il ciclo intero negli anni.

Facendo il conto cominciando dall’inizio in anni, mesi e giorni, dato dal 25 gennaio del 38, gli anni 87 aggiunti da questa Origine sono completi anche in mesi e in giorni solamente quando gli si aggiungono i 252 giorni dati da 9 cicli lunari di 28 giorni, il che porta al 4 ottobre 2.024 posto al termine del giorno 3.

Cogli 89 anni delimitanti il ciclo, Papa Francesco che aveva 88 anni compiuti era il questo 89° giunto al limite, ed era nella sua persona il rappresentante della Civitas Septicollis che sarebbe crollata su se stessa, per cui è morto lui e non la Roma erroneamente tradotta da Civitas. Roma sarebbe stata <Urbs>.

Il Vescovo di Roma Francesco ha impersonato il discredito totale dato ingiustamente a un povero 113 Pi e T.Ro Romano inteso antagonista. E, a prova che è il 113 Romano Amodeo che infine trionfa e vive, in Vescovo della Civitas è morto il 21 aprile del Natale di Roma e all’ora e del male di cui già morì Romano. ma risorgendo

proprio nel vero Avvento di Gesù Cristo nel Padre e proprio nell’Esser Figlio di Dio, nato da Maria Vergine tramite Mariannina Baratta!

Libro di 444 pagine, scritto il 27-03-2.025, in vendita su Amazon Libri

Pietro Romano camminerà con Dio nei 166 giorni di “Purgatorio” di Francesco

Non va dritto in Paradiso, il Vescovo di Roma eletto come Papa Francesco! Il suo spirito è nell’Autocarro fatto da Pietro Romano, in previsione dell’arrivo in cielo solamente il giorno di San Francesco.

Il Vescovo di Roma che scelse il nome di Francesco ha adottato quel ruolo che già appartenne al Santo, quando venne a tu per tu con un Pontefice vestito di porpora e ingioiellato, mentre lui era coperto dell’abito costruito coi sacchi da canapa già a quel tempo in uso ma non per farne abiti, ma contenitori di prodotti della terra.

Questo è stato il suo ruolo: quello ci rappresentare un <altro> modo di primeggiare, e in cui è stato un Eletto.

Ma Dio ha voluto che si macchiasse di una colpa tremenda: quella di chi lo aveva affamato per il suo discredito e la sua supponenza, ma anche la sua vera e propria colpa, di non considerare dati a Cristo quegli OTTANTA giorni di digiuno inutilmente tentati per giungere a toccare il suo cuore, e ben sapendo che quello che è fatto a un povero cristo è fatto davvero a Gesù Cristo, e non al più piccolo dei suoi fratelli.

Io vi dico che lo Spirito di Papa Bergoglio sarà volentieri a sostare nel carro che Pietro Romano gli ha preparato, affinché – pagato il suo giusto debito contro tanta fame fatta provare a Dio – sia infine una cosa sola con san Francesco, nel cielo, il giorno di san Francesco. Nessuno ci crederà, che a Saronno, in via Trieste numero 1, in questo carro osteggiato dai più accaniti condomini, ci sia quello Spirito del Papa morto il 21 Aprile, Natale di Roma a fare la sua penitenza!

Per ultimo, in questa Colletta Liturgica in cui io ho presentato anche quasi tutta l’opera letteraria di circa 138 libri, come quelli della sua vita nei dì trascorsi nel grembo materno prima di venire al mondo.

Il libero era già pronto da stampare il giorno di Pasqua. Stavo mettendo in ordine le immagini dei libri pubblicati alla sinistra di questa barca messa in mare per pescare pesi, quando a pasquetta si sono compiuti i giorni della vita terrena del Vescovo di Roma.

Non ci sono più Papi a Roma!

Ove fa testo Gesù Cristo, la Chiesa cattolica deve rileggersi l’ultimo capitolo del vangelo di Giovanni, e vedrà nel versetto 18 quello che è il <licenziamento per giusta causa> fatta da Dio al Papato della ultima sua vecchiaia, in Benedetto XVI, l’atteso Anti-Cristo, il <Va de retro Satana!> detto da Gesù proprio a Pietro, e subito dopo di avergli dato le Chiavi del Regno di Dio.

Dio ha abolito i suoi vicari, poiché non hanno più nessuna ragion d’essere quando c’è al Mondo il Signore che Cammina con l’ Enoch uno e trino ch’èNO , è Nos e NOè

essendo in fine Roma.NO

Si riunisca pure il Conclave, ma sappia bene che non elegge più un sostituto da Dio, ma solamente un Vescovo di Roma, che avrà rispetto agli organi della Chiesa Cattolica sempre il ruolo fi governarla al meglio, ma senza più alcuna veste di rappresentanza divina come è stato fino al numero 112 della profezia di Malachia, che ha descritto tutti i Pontefici rivestiti della veste di Pietro, poiché il Nome di Dio, quello segreto di 42 cifre, ha avuto tre comincianti per A e tre per consonanti. RPT i 3 per consonanti, ma nella legge di Dio il 1° va posto per ultimo, e la R passa dopo PT a dare con PTR le consonanti di Pietro. Non ci sarà più nessun < Tu es Petrus! >

Ci sarà il < Tu es Paulus! >, ed è il Pulum suum della Profezia di Malachia; in essa in < po pulum suum > sarà un Pola, da Paola,

divenuta Pola e divinamente trascesa nella foto, come la corona di luce in potenza, ancora spenta su Romano.

Chiuso a Saronno il 22-04-2025

Il mio Santo Padre

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