assegnato dal pubblico degli accreditati, il premio è riservato ai lungometraggi, documentari e cortometraggi in concorso
Premio Trieste assegnato dalla giuria (Dubravka Lakić, Emanuela Martini, Edvinas Pukšta) al miglior lungometraggio in concorso (euro 5.000)
Premio Alpe Adria Cinema assegnato dalla giuria (Nino Kirtadze, Gianfranco Pannone, Marta Popivoda) al miglior documentario in concorso (euro 2.500)
Premio Fondazione Osiride Brovedani assegnato dalla giuria (Špela Čadež, Wim Vanacker, Gerald Weber) al miglior cortometraggio in concorso (euro 2.000)
Premio CEI (Central European Initiative) al film che meglio interpreta la realtà contemporanea e il dialogo tra le culture (euro 3.000)
Premio Corso Salani 2022 offerto dall’associazione Corso Salani e da Vivo Film assegnato dalla giuria (Andrea Adriatico, Massimo Causo, Marta Delpero) al miglior film della sezione Premio Corso Salani 2022 (euro 4.000)
Premio Eastern Star riconosce una personalità del mondo del cinema che con il suo lavoro ha contribuito, proprio come il Trieste Film Festival, a gettare un ponte tra l’Europa dell’est e dell’ovest.
2022: Kornél Mundruczó e Kata Wéber
Premio Cinema Warrior riconosce l’ostinazione, il sacrificio e la follia di quei “guerrieri” siano essi singoli, associazioni o festival che lavorano - o meglio: combattono - dietro le quinte per il Cinema.
2022: Luciana Castellina
Premio SkyArte il canale SKY Arte HD premia uno dei film presentati nella sezione Art&Sound attraverso l’acquisizione e la diffusione di uno dei film della sezione
Premio Osservatorio Balcani e Caucaso-Transeuropa al miglior documentario in concorso
Premio Cineuropa
una giuria di Cineuropa, il primo portale europeo di cinema e dell’audiovisivo in 4 lingue, assegna un premio al miglior lungometraggio in concorso
Premio Giuria PAG - Progetto Area
Giovani del Comune di Trieste assegnato da una giuria di giovani tra i 18 e i 35 anni, rappresentanti di associazioni giovanili, al miglior cortometraggio in concorso (Abel Gambini, Alberto Loschi, Chiara Stella Lorenzi, Elisa Chiodi, Emiliano di Summa, Franco Morellato, Iris Paparelle, Leonardo D’Angelo, Rosa Maria Roccatagliata)
Premio SNCCI al Miglior Film della Critica 2021
Premio della critica al miglior film del 2021 Drive my car di Ryûsuke Hamaguchi
Premio SNCCl al Miglior Film Italiano 2021
Premio della critica al miglior film italiano del 2021
Ariaferma di Leonardo Di Costanzo
This is IT
Sezione dedicata a lungometraggi di finzione e opere ibride con un forte approccio visivo e creativo in post produzione prodotti o co-prodotti in quota maggioritaria o minoritaria da società di produzione italiane. Il Laser Film Award viene assegnato da una giuria internazionale
Last Stop Trieste
Sezione dedicata ai documentari rough cut, una giuria internazionale assegna seguenti premi: HBO Europe Award Flow Digital Cinema Award e First Hand Fund Award
Premio Audentia Eurimages - Consiglio d’Europa
assegnato dalla giuria
(Anne Laurent-Delage, Ursula Menih Dokl, Andrei Tănăsescu)
al Miglior Film realizzato da una regista di un film nel programma TSFF33
Associazione Alpe Adria Cinema
Presidente
Monica Goti
Vicepresidente
Nicoletta Romeo
Consiglieri
Thanos Anastopoulos
Tiziana Oselladore
Marta Terzani
Sede Organizzativa
Casa del Cinema “Annamaria Percavassi”
piazza Duca degli Abruzzi 3 34132 Trieste / Italia tel. +39 040 3476076
il principale appuntamento italiano con il cinema dell’Europa centro orientale
un progetto di Alpe Adria Cinema
e di Annamaria Percavassi
33a edizione
21 - 27 gennaio 2022
Politeama Rossetti
Cinema Ambasciatori
Teatro Miela
26 - 30 gennaio 2022
MYmovies.it
22 - 23 gennaio 2022
cinetecamilano.it
20 gennaio - 6 febbraio 2022
DAFilms.com
con il contributo di Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia
Europa Creativa
Ministero della Cultura - Direzione generale Cinema e audiovisivo
Promoturismo FVG
in coorganizzazione con Comune di Trieste
con il sostegno di CEI – Central European Initiative
Fondazione Benefica Kathleen Foreman
Casali
Fondazione Osiride Brovedani Onlus
Istituto Polacco di Roma
Fondazione Pietro Pittini
Centro Nazionale di Cinema Georgiano, Tbilisi
Centro Nazionale di Cinema Serbo, Belgrado
con il patrocinio di Università degli Studi di Trieste Sissa-Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati, Trieste
con la collaborazione di Animateka, Lubiana, ArtDocFest, Associazione Casa del Cinema di Trieste, Casa della Poesia - Salerno, Cinemambiente - Torino, Cineteca di Bologna, Cineteca di Milano, Cineuropa, Cizeoruno - Trieste, Claimax, Conservatorio di Musica “Giuseppe Tartini” di Trieste, Cooperativa BonawenturaTrieste, Cooperativa La Collina - Trieste, Corep - Torino, Creative Europe Desk Italy MEDIA - Ufficio di Torino, DoubleRoom arti visive - Trieste, IoDeposito - Udine, Eurimages, Fondo per l’Audiovisivo del Friuli Venezia Giulia, Fluido.tv, FVG Film Commission, Erpac-Ente Regionale del Patrimonio Culturale della Regione FVG, Istituto Luce Cinecittà, Milano Film Network, MIDPOINT - a training and networking platform for film & series development - Prague, Nexo+, Osservatorio Balcani, Caucaso e Transeuropa, PAG - progetto area giovani Comune di Trieste, Slovenski Filmski Arhiv - Lubiana, Lo Scrittoio - Milano, SNCCI -Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani, University of Bristol, When East Meets West
Comunità Greco Orientale di Trieste
Associazione Corso Salani
media partner
MYmovies, Anonima Cinefili, DAFilms-Doc Alliance Films, east european film bulletin, FilmTV, FRED Film Radio, Il Piccolo, Quinlan, Taxi Drivers, Tënk
web media partner
Cineclandestino, Cinematographe, In Trieste, insidertrend.it, ItaliaMagazine, Just Cinema Tabloid, La Nouvelle Vague, Oubliette Magazine, Venezia legge Balcani, Vero Cinema
media coverage
Sky Arte HD
partner tecnici
Art&grafica, B&B Hotel, Cafè Rossetti, Clear Channel, DoubleTree by Hilton Trieste, Elita, Eventival, Grand Hotel Duchi
Antico Caffè San Marco, Gravner, Parovel, Piolo & Max, Zidarič
organizzazione generale
Alpe Adria Cinema
direzione artistica
Fabrizio Grosoli
Nicoletta Romeo
consulenti per la selezione e corrispondenti
Thanos Anastopoulos, Bernd Buder, Tiziana Ciancetta, Giuseppe Gariazzo, Judit Pintér, Massimo Tria
programmazione
Monica Goti e Niccolò Coscia (movimento copie)
produzione e comunicazione
Max Mestroni
coordinamento eventi collaterali Carolina Stera
segreteria eventi
Debora Dellago
amministrazione generale
Federica Rigante
ufficio stampa stampa nazionale
Gabriele Barcaro
stampa locale e internazionale
Federica Marchesich
ufficio ospitalità
Vittoria Rusalen
accrediti
Eleonora Frasca Rizzi
segreteria tsff academy e accrediti
Ghila Cerniani
sito web
Eleonora Frasca Rizzi
catalogo a cura di Tiziana Ciancetta con la collaborazione di Francesca Dolzani
traduzioni dall’italiano all’inglese
Lucian Comoy, Andrea Zhok con la collaborazione di David Woodward dall’inglese all’italiano
Tiziana Ciancetta, Francesca Dolzani, Andrea Zhok
stampa
Tipografia Menini concept e layout catalogo
Francesco Paolo Cappellotto
comunicazione, immagine coordinata claimax -immagina.organizza.comunicaImmagine 2021 a partire dalla fotografia di Tetesh Ka
grafica generale, concept e layout
calendario
Gianluca Pisacane
coordinamento volontari e responsabili di sala
Patrizia Pepi Gioffrè con la collaborazione di Federica Bignucolo e Ottavia Barbo
social media manager alpe adria cinema
Myriam Murkovic
social media team tsff
Myriam Murkovic con Maurizio Bernard, Tiziana Ciancetta, Emanuela Incarbone, Giovanni Ortolani
coordinamento tecnico
Pietro Crosilla
consulenza tecnica alle proiezioni
Luca Luisa
proiezionisti
Paolo Bernardini, Enrico Cehovin, Pietro Crosilla, Luca Luisa, Paolo Venier
sottotitoli elettronici
Underlight di Evelyn Dewald con la collaborazione di Edward C. Catalini, Betina L. Prenz e di Elena Buttignol, Silvia Nicolosi, Luca Ricciardi, Chiara Torre
segreteria giurie
Niccolò Coscia
biglietteria
Rossella Mestroni con Pietro Favaretto e Giulia Resi
Francesca Bergamasco, Lara Perentin in collaborazione con Anna De Marco
spedizioni
DHL International
servizio di pick-up
Luxury Vip
politeama rossetti
presidente
Francesco Granbassi
direttore artistico
Paolo Valerio
direttore organizzativo
Stefano Curti
cinema ambasciatori
Giorgio Maggiola, Giulia Maggiola, Marta Zudeh
teatro miela
presidente
Vincenzo Francesco D’Antona direttore organizzativo
Francesco De Luca
personale tecnico
Antonio Cecco, Daniele Marzona, Willy Rossetti
streaming Piattaforma digitale
MYmovies.it
Gianluca Guzzo, Filippo Gini
montaggio e ottimizzazione contenuti
audio/video
Luca Luisa coordinamento introduzioni video
degli autori
Ghila Cerniani traduzioni
Mark David Mathias
tsff stagisti
Emma Anderson, Federica Bignucolo, Debora Breccia, Sílvia Cabré, Paola Decarli, Lea Luptaková, Gabriele Peresson, Viktor Toth
tsff volontari
Massimo Accornero, Nilima Agnese, Jalis Agostino, Nataliya Aleksandrova, Elia Bartoli, Clarissa Battistella, Anthony Berizia, Federica Bertoz, Michela Besenghi, Francesca Boldrin, Alessia Bomben, Alma Bonacic, Chiara Boroni Grazioli, Sara Capun, Stefano Carnevali, Alberto Cassandra, Luca Chiandoni, Sofia Chierego, Lamarche Chloé, Vanessa Codutti, Simone Cominelli, Enrico Contin, Giusy D’Aló, Veronica Dariol, Francesco De Luca, Luca Depalma, Barbara Desiante, Maria Cristina Di Fonzo, Annalisa Dilorenzo, Letizia Ferin, Rodrigo Ferrando, Niki Fishta, Sara Fumis, Enea Gherdol, Louise-Andréa Girard, Cloé Gosparo, Anna Grandin, Silvia Granziero, Erica Guarino, Muhammad Hannan Hamza, Karin Hofmann, Marta La Conte, Alessia Leo, Angelica Liva, Lisa Luis, Pamela Macauda, Chiara Maggiore, Eva Marcinko, Klara Mattiussi, Sara Mauro, Lina Michl, Rossana Monaco, Marika Montemurno, Benedetta Mussoletto, Vanessa Novembre, Arianna Pareccini, Greta Parrucca, Matteo Pasquon, Sara Pollutri, Elena Sofia Recio, Giulia Ribolli, Mariagiovanna Ricciarelli, Giulia Riolo, Alice Rocchi, Lorenzo Rosignano, Karin Rossi Mel, Chloe Ruda, Gabriele Sain, Paola Sarnataro, Andreea Sava, Luana Scialò, Yaryna Senyshyn, Emanuele Sichenze, Rebecca Sillani, Sara Sossi, Sara Spanghero, Teresa Spataro, Margherita Tempo, Alessandra Tirel, Malik Todeschini, Laura Tomasi, Alessandra Tomassoni, Erin Tomic, Elena Tommasi, Agnese Travan, Maria Salome Tur, Tarin Ursich, Kristina Velyka, Irene Violetta, Mattia Visintin, Zinaida Vizitiu, Sara Zeggio
e ragazzi dell’Istituto Superiore I.S.I.S Carducci-Dante Liceo del progetto PCTO
le sezioni del festival
concorso lungometraggi
eventi speciali e fuori concorso a cura di Fabrizio Grosoli e Nicoletta Romeo
concorso documentari documentari fuori concorso
a cura di Fabrizio Grosoli con la collaborazione di Giuseppe Gariazzo
concorso cortometraggi
a cura di Tiziana Ciancetta, Niccolò Coscia e Patrizia Pepi Gioffrè
premio corso salani 2022
a cura di Fabrizio Grosoli con la collaborazione di Giuseppe Gariazzo
art & sound
a cura di Fabrizio Grosoli e Nicoletta Romeo
fuori dagli sche(r)mi a cura di Fabrizio Grosoli e Nicoletta Romeo
wild roses: registe in Europa focus Georgia a cura di Fabrizio Grosoli e Nicoletta Romeo
carte blanche a Vitalij Manskij
Il Festival ArtDocFest a Trieste
omaggio a Vesna Ljubić
a cura di Rada Šešić con l’amichevole performance di Alen Abdagić
vr days a cura di Antonio Giacomin coordinamento Carolina Stera con Stefano Lazzari, Stefania Operto, Gabriele Pitacco, Davide Rapp, Raj x Tot in collaborazione con Sissa - Master in Comunicazione della Scienza “Franco Prattico”
TSFF dei Piccoli coordinamento Carolina Stera proiezioni a cura di Animateka, Lubiana, Cineteca di Bologna - Schermi & Lavagne, CinemAmbiente, Torino laboratori tematici a cura di Cineteca di Bologna - Schermi & Lavagne, Cooperativa La Collina (Jan Sedmak e Luca Gabrielli), Costanza Grassi, Paolo Venier
incontri/panel
The Greener the Better - towards sustainable cultural events and film festivals con Bruno Zambardino (MIC), Lauriane Bertrand (EU Commission - Media), Laura Zumiani (AFIC), Lia Furxhi (Cinemambiente), Guillaume Calop (Les Arcs / MIOB), Nevina Satta (Sardegna Film Commission) a cura di Creative Europe Desk ItaliaUfficio di Torino e Alpe Adria Cinema
Soviet Georgia: la modernità architettonica sovietica in Georgia con Roberto Conte, Stefano Perego, Massimo Premuda
I legni screziati dell’Agiara. In autostop tra le montagne mistiche della Georgia con Eleonora Sacco
Τεργέστη: Storie di comunità e rivoluzione
Performance narrativa a Palazzo Carciotti a cura di Sara Caretta, Niccolò Coscia, Sofia Messina, Enrica Milanese, Alessandro Valenti - Laboratorio di studi irlandesi e gruppo di ricerca su letteratura, narrazione, spazi e turismo del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Trieste in collaborazione con la Comunità Greco Orientale di Trieste
Le Storie in movimento: Fulvio Tomizza e i contemporanei a cura di Cizerouno
masterclass Peter Kerekes
presentazioni di libri È reale?
Guida empatica del cinedocumentarista di Gianfranco Pannone
mostre
Immaginare il Patriarcato a cura di Associazione IoDeposito cavò, alpe adria cinema lab
Soviet Georgia a cura di Massimo Premuda fotografie di Roberto Conte e Stefano Perego DoubleRoom arti visive, Trieste
Through a different lens: Stanley Kubrick photographs a cura di ERPAC FVG in collaborazione con il Museo della Città di New York e l’Archivio Stanley Kubrick magazzino delle idee - ingresso ridotto per accreditati TSFF33
concerti / performance Mombao live con Anselmo Luisi, Damon Arabsolgar Hangar Teatri
Esperienze di creazione audiovisiva con Aaron Defranceschi e Francesco Gulic a cura di Scuola di Musica e Nuove Tecnologie del Conservatorio Giuseppe Tartini
Ridotto Teatro Miela
passeggiate Una passeggiata nel porto, un tesoro nascosto a cura di Marzia Arzon
Cinema e architettura: il quadrilatero di Rozzol Melara a cura di Casa del Cinema di Trieste. progetto Esterno/Giorno con Elisa Grando e Nicola Vazzoler
Sospesa tra Europa e Asia: la vecchia città di Tbilisi tour virtuale immersivo a cura di Eleonora Sacco
TSFF food & wine
Cinebrunch balcanico
Dalla Georgia al Collio: verticale di ribolla
Josko Gravner
Antico Caffè San Marco
progetto EU Ciak
progetto di educazione al linguaggio audiovisivo coordinamento generale di Carolina Stera supervisione artistica di Giulio C. Ladini, Hari Bertoja, Fulvio Bullo, Matteo Bernardis con il sostegno della Fondazione Pietro Pittini
when east meets west pitching, incontri & workshop 24 - 28 gennaio 2022 organizzato da Fondo per l’Audiovisivo del Friuli Venezia Giulia assieme a Trieste Film Festival / Alpe Adria Cinema in collaborazione con EAVE, Creative Europe Desk Italia con il sostegno di Creative Europe – MEDIA Programme, MiC - Direzione Generale per il Cinema, CEI (Central European Initiative), Film Center Serbia, Regione Autonoma del Friuli Venezia Giulia
FOCUS 2022 in collaborazione con Roskino, British Film Institute, Screen Ireland, Telefilm Canada, SODEC, CMPA, Ontario Creates a cura di Alessandro Gropplero con la collaborazione di Elisa Bordon, Paolo Vidali coordinamento
Giulia Battaglini, Elena Bertoni, Paolo Mancini, Alessandra Pastore, Suomi Sponton
last stop trieste organizzato da Trieste Film Festival e Fondo per l’Audiovisivo del Friuli Venezia Giulia a cura di Alessandro Gropplero, Fabrizio Grosoli, Rada Šešić coordinamento Niccolò Coscia e Amina Đulović
this is IT organizzato da Trieste Film Festival e Fondo per l’Audiovisivo del Friuli Venezia Giulia in collaborazione con Milano Film Network a cura di Alessandro Gropplero, Fabrizio Grosoli, Nicoletta Romeo coordinamento Niccolò Coscia
MIDPOINT Feature Launch 2021Company Time / Eastweek - TSFF a cura di MIDPOINT Institute and EAVE in collaborazione con Trieste Film Festival, When East Meets West, Karlovy Vary International Film Festival coordinamento didattico Danijel Hočevar coordinamento del programma Soňa Morgenthalová
MIDPOINT Shorts 2021-2022 a cura di MIDPOINT Institute in collaborazione con Trieste Film Festival, When East Meets West, Cannes Court Métrage coordinamento didattico Pavel Marek coordinamento del programma Soňa Morgenthalová
trieste film festival in tour ed. 2021 e 2022 aspettando il meglio del TSFF33 in collaborazione con Lo Scrittoio, Milano (Cinzia Masotina, Claudio Puglisi)
Selezione e circuitazione del TSFF32 (Andromeda Galaxy di More Raça, Never Cry di Piotr Domalewski, Fear di Ivaylo Hristov, Wild Roses di Anna Jadowska) e del TSFF33 nelle sale cinematografiche italiane e online su MYmovies.it www.mymovies.it/ondemand/tsff-tour-2021
costellazione TSFF
il meglio del TSFF su Nexo+
partnership su progetti speciali e collaterali Voci, parole e immagini dell’Archivio degli Scrittori
a cura della prof.ssa Sergia Adamo e del prof. Paolo Quazzolo dell’Università degli Studi di Trieste
Ritorni / Vračanja: Čas vojne, čas miru
– Tempi di guerra, tempi di pace
a cura di Slovenski Klub
Franco Giraldi: raccontare la frontiera progetto regionale ”Confini” coordinato da Cinemazero
Al cuore dei conflitti un progetto di Federazione Italiana Cineforum in collaborazione con Lab 80 film, Laboratorio 80, Bergamo Film Meeting Onlus
Cinema sloveno – vicino e lontano 11-12 settembre 2021, Casa del Cinema, Roma
Festa del cinema bulgaro a Roma 9-11 luglio 2021, Casa del Cinema, Roma
Personale Radu Jude a cura del TSFF con MioCinema e Lucky Red distribuzione aprile 2021
ringraziamenti / acknowledgments
Albania
Aeternum Artworks, Papadhimitri Production (Dionis Papadhimitri)
Austria
Amour Fou Vienna, Austrian Film Commission (Anne Laurent), Berg Hammer Film, e&a film, Cataract Vision, Filmdelights (Clementine Engler), Horse&Fruits Filmproduktion OG (Florian Brüning, Thomas Herberth), sixpackfilm (Gerald Weber), Square Eyes (Wouter Jansen), Zwinger film
Azerbaijan Ucqar Film
Belgio
Cineuropa (Valerio Caruso), Frédéric Cornet, Dérives asbl, Graphoui, Gsara, Iota production, Maelstrom Studios, Need Production, Radiator IP Sales
Bosnia Erzegovina
KAMEN Artist Residency, Obala Art Centar, Sarajevo Film Festival (Mirsad Purivatra, Amra Bakšić Čamo, Jovan Marjanović, Altijana Marić), Ton-Light Film
Brasile
RT Features
Bulgaria
Activist38, Agitprop (Martichka Bozhilova), Bulgarian National Film Center, RFF International
Canada Syndicado Film Sales (Aleksandar Govedarica, Jasmina Vignjević)
Croazia
4Film d.o.o., Antitalent, Fade in (Sabina Krešić, Luka Venturin), HRT - Croatian Television, Hrvatski Audiovizualni Centar-
Croatian Audiovisual Centre (Irena Jelić, Ena Makić), Napravi Film, Restart (Vanja Jambrović), Spiritus Movens, Ustanova Zagreb Film
Danimarca Space Rocket Nation
Emirati Arabi
Cercamon (Dorian Magagnin, Sébastien Chesneau)
Finlandia Raina FIlm Festival Distribution
Francia
Acajou Productions, Alpha Violet (Virginie Devesa), Arizona Productions, Arte France Cinéma, CAT&Docs (Maëlle Guenegues), Cineparallax (Giancarlo Grande), Dublin Films (David Hurst), Films Boutique Sas, Folimage Studio (Jeremy Mourlam), Ici et là Productions, Les contes modernes, Les Films du Bilboquet (Eugénie Michel-Villette), Les Films du Losange (Lise Zipci), Loco Films (Laëtitia Arnaout), Luxbox Films (Marie Lamboeuf), Memento Films International (Gaëlle Palluel), mk2 films (Anne-Laure Barbarit), Momento! Films, MPM Premium, oriGine Films, Jean-Louis Padis- Manuel Cam Studio, Roche Productions, Tag Film, Tangente Distribution (Lisa Reboulleau), Tënk TV, Tomsa-Films, Vents Contraires, Wide House, Wide Management (Matthias Angoulvant, Marco Urizzi), Wild Bunch (Esther Devos)
Georgia
1991 productions, 3003 Film Production, Cinetech Ltd, Georgian National Film Center (Maya Chilashvili, Levan Lomjaria, Peter Steen, David Vashadze), Jashi Film, Millimeter Film, Nino Kirtadze, Orni Films, Polare Film Llc, Sakdoc Film, Studio99, Takes Film
Germania
Corso Film, DCM Pictures, Deckert Distribution GmbH (Hanne Biermann), Films Boutique (Leonora Perrin, Rūta Švedkauskaitė), Komplizen Film GmbH, Georg Kussmann, Indiz Film UG, Robert Loebel Illustration*Animation*, Lupa Film, MAGNETFILM GmbH (Georg Gruber), Match Factory Productions, m-appeal world sales UG (Magdalena Banasik), Kristina Savutsina, Studio FILM BILDER GmbH (Thomas Meyer - Hermann, Mayke Otto), The Match Factory Gmbh (Valentina Bronzini), The Post Republic, ZDF/ARTE
Grecia
Authorwave, Blonde SA (Fenia Cossovitsa), Endorphin Film Sales (Viki Antonopoulou), Ert SA, Graal Films, Greek Film Centre, Heretic (Christina Liapi), Merricat, Soul Productions
Italia
A_Lab Srl (Debora Desio, Manuela Sabatti), Alessia Alessio Vernì, Altre Storie Srl (Vincenzo Sacco), Davide Angiolini, Roberto Antonione, Antropotopia, Arch Film, Articolture, Associazione IoDeposito, A World With a View, Chiara Barbo, Giovanni Barbo, Maria Teresa Bassa Poropat, Alice Bensi, Daniela Biasiol, Sergio Emidio Bini, Biografilm Festival, Francesco Bizzarri (Visioni dal Mondo - Milano), Gian Paolo Bommarco, Giorgio Bommarco, Nicola Borrelli, Marija Bradaš, Luca Candini, Guido Cassano, Mariagrazia Celli, Diego Cenetiempo, Elena Cominotto, Guido Comis, Lisa Corva, Simona Cossu, Lorenzo Costantino, Francesca Crevatin, Dakota Film Lab (Enrico Venti), Francesco De Filippo, Luciano De Giusti, Maximilien Dejoie (M&N), Alexandros Delithanassis, Anna Del Bianco, Enrico Duili, Barbara Fabro, Massimiliano Fedriga, Esther Felix Goti, Eugenia Fenzi, Fondazione Cineteca Italiana (Silvia Pareti), Fondazione
Symbola, Sonia Fornarolo, Elvira Fulco, Nika Furlani, Lodovica Fusco, Sergio M. Grmek Germani, Roberta Giani, Tiziana Gibelli, Francesca Ghersinich, Il Gigante, Graffiti Doc (Enrica Capra), Mateja Gravner, Gianluca Guzzo, Istituto Luce-Cinecittà (Enrico Bufalini, Alessio Massatani), Sofia Kiortsi, La Cappella Underground, Gustavo Lacozza, Lights On, Francesca Locci, Lo Scrittoio (Cinzia Masotina, Claudio Puglisi), Loups Garroux Srl, Paolo Lughi, Valentina Magistri, Antonella Manca, Giacomo Manià, Manuela Marchesan, Milano Film Network (Alice Arecco, Luca Mosso, Alessandra Speciale), Giulia Miraz, Omar Monestier, Nefertiti Film (Nadia Trevisan), Nexo Digital Srl (Franco Di Sarro, Lucrezia Giacomini, Manuela Piuri, Claudia Romano), Nieminen Film, Nikada Film, Gianluca Novel, Osservatorio Balcani e Caucaso (Luisa Chiodi), Palosanto Films Srl (Pilar Saavedra Perrotta, Flaminio Zadra), Łukasz Paprotny, Paola Plancher, Federico Poillucci, Prem1ere Film, Massimo Premuda, Daniela Puzzer, Rai Cinema, Rai Com, Silvano e Marinella Ravalico, Reading Bloom, Donatella Rocco, Domenico e Luisa Romeo, Rooms Srl, Giorgio Rossi, Quasar Srl, Margherita Salani, Silvia Sandrone, Barbara Scarciglia, Max Schiozzi, Rino Sciarretta, Sky Arte HD (Luca Pelusi, Roberto Pisoni, Dino Vannini), Slingshot Films (Manuela Buono), Francesco Slocovich, Antonio Sofianopulo, Lucia Spadea, Fabrizio Spadotto, Federico Spoletti, Stefilm, Marco Stener, Giovanna Tagliaferro, Monica Tempo, Teodora Film (Stefano Finesi, Beatrice Gulino), Daniele Terzoli, Tesla Production (Chiara Toffolo), Serena Tonel, Sandro Torlontano, Christian Tosolin, Università degli Studi di Trieste (Sergia Adamo, Laura Pelaschiar, Paolo Quazzolo), Chiara Valenti Omero, Videoest Srl, Wanted Cinema (Marta Marchesi, Anastasia Plazzotta)
Kosovo Added Value Films, Circle Production (Besnik Krapi), Dera Film, In My Country Postproductions House, Isstra Creative Factory (Shkumbin Istrefi), Kosovo Cinematography Center, Orëzanë Films, SK Pictures
Lettonia Vertov
Lituania Ignas Films, In Script (Lukas Trimonis), Viktoria Films
Macedonia del Nord Dream Factory (Ognen Antov), Dejan Krajcevski, List Production, North Macedonian Film Agency, Igor Popovski, SEE Cinema Network
Messico Splendor Omnia Studios
Montenegro Film Center Montenegro, Seagull Entertainment, Videa Production
Paesi Bassi artTrace Foundation, Atoms & Void, Kaboom Distribution (Ursula van den Heuvel)
Polonia Aurum Film, DI Factory, HBO Max, KFF Sales & Promotion (Anna Waszczuk, Katarzyna Wilk), Kijora Film (Anna Gawlita), Kombinat Artystyczny TONIGHT, Krakow Film Foundation-Polish Docs (Katarzyna Wilk), Institute of National Remembrance, Łoziński Production, Mazovia Warsaw Film Fund, New Europe Film Sales (Natalia Dąbrowska, Anna Hardasiewicz), Polski Instytut Sztuki Filmowej - Polish Film Institute (Maria Gradowska, Agnieszka Kazubek), Polish National Film School in Łódź, Telewizja Polska, Walter Film Studio
Regno Unito Film Republic,Taskovski Films Ltd (Marina Diaz-Cabrera, Irena Taskovski), Twice a Day
Repubblica Ceca Background Films, Bio Illusion s.r.o., Cinepoint (Alice Tabery), Czech Film Center Barbora Ligasova), Czech Television, Endorfilm (Jiří Konečný), FAMU, Hypermarket Film (Vít Klusák, Filip Remunda), Národní filmový archivNational Film Archive (Kateřina Fojtová), Negativ Film Productions (Kateřina Černá, Pavel Strnad, Daniel Vadocký), Nutprodukce, Pragafilm, Pubres, RTVS
Romania
Multimedia Est, The East Company Productions, The Romanian National Center for Cinematography, Voodoo Films (Ilinka Mihăilescu)
Russia
Antidote Sales, ArtDocFest (Vitalij Manskij, Kristina Ivannikova, Ilze Pelnēna), Vitalij Akimov, School of documentary cinema and theatre of Marina Razbežkina and Michail Ugarov, Andrej Grjazev, Ksenija Pčelinceva, Darija Sljusarenko, Stereotactic, Nikolaj N. Viktorov
Serbia
Arbos (Siniša Bokan), Art & Popcorn (Miroslav Mogorović), Baš Čelik Film House, EED Productions (Vladimir Vasiljević), Film Danas, Film Deluxe International, Filmski Centar SrbijeSerbian Film Center (Anđelija Andrić, Una Domazetoski), Firefly Productions, Playground produkcija, This and That Productions (Snežana van Hauvelingen), Soul Food Films, Uzrok
Slovacchia
Kaleidoskope (Katarína Tomková), Peter Kerekes, Punkchart films (Ivan
Ostrochovský), Radio and Television of Slovakia (Ivana Kurincová), Slovenský filmový ústav-Slovak Film Institute
Slovenia
Animateka Ljubljana (Igor Prassel), Cvinger Film, Gustav Film (Petra Vidmar), INVIDA (Maja Zupanc), Kinoteka - Ljubljana, Ozor production Studio (Grega Mastnak, Mojca Zlokarnik), RTV Slovenia, Slovenski Filmski Center (Nerina Kocjančič), SPOK Films, Staragara, Strup produkcija (Viva Videnovic), Vertigo (Danijel Hočevar), ZVVIKS (Kolja Saksida, Deja Škerjanc)
Stati Uniti d’America
Louverture Films, Martin ScorseseSikelia Productions
Svizzera
Beauvoir Films, Dok Mobile (Mark Olexa), Gerd Gockell Filmproduktion, Lightdox (Anna Berthollet, Bojana Maric), Maximage GmbH (Cornelia Seitler), Mira Film, Swiss Radio and Television, Zürcher Film
Turchia
Poetika Film Produksiyon Reklam Ve Organizasyon, Tato Film
Ucraina
Arthouse Traffic (Denis Ivanov), Babyn Yar Holocaust Memorial Center, Pronto Film
Ungheria
Fraktál Film, Inforg M&M Film Kft, Kedd Animation Studio, National Film Institute Hungary (Márta Bényei), Proton Cinema Kft (Panka Paskuj, Viktória Petrányi)
Accademie di cinema e Università coinvolte nel progetto TSFF Academy Accademia di Belle Arti di Napoli, AGRFT - Academy of Theatre, Radio, Film and Television - Lubiana, Slovenia,
ASU - University of Sarajevo, Bosnia –Erzegovina, Ca’ Foscari Venezia, Civica Scuola di Cinema Luchino ViscontiMilano, FAMU - Praga, Filmakademie Baden - Wűrttemberg, Germania, IULM - Libera Università di Lingue e Comunicazione – Milano, National Academy for Theatre & Film Arts (Natfa) “Krustyo Sarafov” - Bulgaria, Scriptwriting Department of Film and TV Faculty VŠMU Bratislava, Slovakia, University of Music and Performing Arts - Vienna, Università Cattolica di Milano, Università degli Studi di Bologna, Università degli Studi di Firenze, Università degli Studi di Genova, Università degli Studi di Messina, Università degli Studi di Milano, Università degli Studi di Padova, Università degli Studi di Pavia, Università degli Studi di Perugia, Università degli Studi di Pisa, Università di Roma 1, Università di Roma 3, Università degli Studi di Salerno, Università degli Studi di Torino, Università degli Studi di Trieste, Università degli Studi di Udine
alpe adria cinema è socio fondatore e fa parte dell’Associazione Casa del Cinema di Trieste
aderisce a AFIC - Associazione Italiana Festival Cinematografici
fa parte del network di festival cinematografici MIOB (Les Arcs Film Festival - Francia, Film Festival CottbusGermania, Crossing Europe Film Festival - Austria, Palić Film Festival - Serbia, Scanorama - Lituania, Sevilla Film Festival - Spagna, Trieste Film Festival - Italia)
fa parte del Tavolo di lavoro Green di AFIC con: Biografilm Festival, CinemAmbiente, Euganea Film Festival, Film Festival della Lessinia, Lucania Film Festival, Porretta Film Festival, Shorts International Film Festival, Siciliambiente, Trento Film Festival, Trieste Science+Fiction Festival
ci hanno aiutato a rendere questa edizione ancora più bella e ospitale Antonello Buono (Hotel Duchi D’Aosta, Trieste), Renato Danelone (Grafic Style, Udine), Alexandros Delithanassis, Eugenia Fenzi, Loriana Ursich (Caffè San Marco, Trieste), Franco Delli (Starhotels Savoia Excelsior, Trieste), Tito Di Benedetto, Andrea Bontà, Renata Manauzzi (DoubleTree by Hilton Trieste), Niky Fabiani (Ideando pubblicità Udine), Adriano Patruno (B&B hotel, Trieste), Elena Parovel (Parovel), Manuel Tartaglia (Hotel Victoria, Trieste), Lorenzo Vidoni (Hotello, Trieste)
si ringraziano per essere intervenuti: Beatrice Achille (Italia), Andrea Adriatico (Italia), Elisabetta Antognoni (Italia), Damon Arabsolgar (Italia), Stefan Arsenijević (Serbia), Chiara Isadora Artico (Italia), Janko Baljak (Serbia), Sabrina Baracetti (Italia), Lana Barić (Croazia), Thomas Bertacche (Italia),
Loredana Bianconi (Italia), Mario Brenta (Italia), Manuela Buono (Italia), Špela Čadež (Slovenia), Luciana Castellina (Italia), Massimo Causo (Italia), Diego Cenetiempo (Italia), Luisa Chiodi (Italia), Giovanni Cioni (Italia), Roberto Conte (Italia), Augusto Contento (Italia), Frédéric Cornet (Francia), Silvia D’Amico (Italia), Massimo D’Orzi (Italia), Francesco de Filippo (Italia), Adriano De Grandis (Italia), Karine de Villers (Belgio), Aaron Defranceschi (Italia), Maximilien Dejoie (Italia), Maura Delpero (Italia), Leonardo Di Costanzo (Italia), Francesco Di Pace (Italia), Juja Dobrachkous (Regno Unito), Nello Ferrieri (Italia), Gracija Filipović (Croazia), Luca Gabrielli (Italia), Giancarlo Grande (Italia), Costanza Grassi (Italia), Elitza Gueorguieva (Francia), Francesco Gulic (Italia), Bilyana Kazakova (Bulgaria), Katia Kazakova (Bulgaria), Vesela Kazakova (Bulgaria), Peter Kerekes (Slovacchia), Nino Kirtadze (Francia), Alexandros Kostopoulos (Grecia), Srđan Kovačević (Croazia), Dubravka Kovjanić (Serbia), Kaltrina Krasniqi (Kosovo), Dubravka Lakić (Serbia), Alexey Lapin (Austria), Stefano Lazzari (Italia), Anne Laurent-Delage (Austria), Mikołaj Lizut (Polonia), Paweł Łoziński (Polonia), Anselmo Luisi (Italia), Matevž Luzar (Slovenia), Gioia Magrini (Italia), Vitalij Manskij (Lettonia), Irena Markovic (Croazia), Emanuela Martini (Italia), Roberto Meddi (Italia), Ursula Menih Dokl (Slovenia), Gintare Meskiene (Lituania), Mina Mileva (Blugaria), Stephen Minervino (Regno Unito), Marija Mitrić (Serbia), Franco Montini (Italia), Cristian Natoli (Italia), Elene Naveriani (Georgia), Stefania Operto (Italia), Gianfranco Pannone (Italia), Paolo Pachini (Italia), Giampaolo Penco (Italia), Raj Per Tot (Italia), Stefano Perego (Italia), Daniele Pini (Italia), Gabriele Pitacco (Italia), Igor Prassel (Italia), Marta Popivoda (Germania), Massimo Premuda (Italia), Edvinas Pukšta (Estonia), Davide
Rappo (Italia), Christine Reinhold (Italia), Chiara Ronchini (Italia), Pilar Saavedra (Italia), Eleonora Sacco (Italia), Margherita Salani (Italia), Laura Samani (Italia), Danius Sap (Lituania), Valija Sap (Lituania), Krystsina Savutsina (Germania), Federico Schiavi (Italia), Max Schiozzi (Italia), Jan Sedmak (Italia), Therese Seemann (Austria), Norika Sefa (Repubblica Ceca), Carlo Selan (Italia), Matteo Serman (Italia), Rada Šešić (Paesi Bassi), Jan Šikl (Repubblica Ceca), Tatia Skhirtladze (Georgia), Miloslav Šmídmajer (Repubblica Ceca), Ralitsa Stoyanova (Bulgaria), Alice Tabery (Repubblica Ceca), Andrei Tănăsescu (Romania), Natia Tetiashvili (Georgia), Milica Tomović (Serbia), Paola Traverso (Italia), Massimo Tria (Italia), Giuliana Valentini (Italia), Snezana Van Hauvelingen (Serbia), Wim Vanacker (Francia), Virginija Vareikyte (Lituania), Klara von Veegh (Austria), Gerald Weber (Austria), Alba Zari (Italia), Marija Zidar (Slovenia)
SOSTENITORI 2021
Trieste Film Festival
ringrazia per il loro generoso sostegno: Luciano Albiero, Alberta Bacci, Miloš Budin, Francesco Canari, Vittorio Canavese, Loredana Casalis, Mariagrazia Celli, Simone Cernesi, Judith Comstock Burt, Katrina Danforth, Patrizia Domini, Emilio Fachin, Lorenzo Garbo, Mariella Grande, Pina Magaddino, Enrica Marcucci, Sheyla Moroni, Marco Paolini, Rosella Pastore, Umberto Pizzolato, Paolo Radovani, Savina Rauber, Daniel Saiani Campostrini, Alessandro Sanna, Giuseppe Stefanel, Sandra Tavagnacco, Paolo Youssef, Maila Zarattini, Marta Zatta
èStoria
Nelle sezioni del catalogo è stato rispettato l’ordine alfabetico per titolo. Fanno eccezione “Wild Roses: Registe in Europa - Focus Georgia”, “Omaggio a Vesna Ljubić”, “Il meglio di Animateka - La selezione Elefante”, “A ciascuno il suo cinema & Racconti d’inverno” che rispettano un ordine cronologico.
Alphabetical order for the titles has been maintained in the various sections of the catalogue. The only exceptions are “Wild Roses: Women Filmmakers in Europe - Focus Georgia”, “Hommage to Vesna Ljubić”, “Best of AnimatekaThe Elephant selection”, “To Each His Own Cinema & Winter Tales” which follow chronological order.
SALUTI ISTITUZIONALI
INSTITUTIONAL GREETINGS
PRESENTAZIONE INTRODUCTION
#TSFFGOESGREEN
LE GIURIE THE JURIES
CONCORSO LUNGOMETRAGGI FEATURE FILM COMPETITION I film
The Films
FUORI CONCORSO, EVENTI SPECIALI OUT OF COMPETITION, SPECIAL EVENTS
CONCORSO DOCUMENTARI DOCUMENTARY COMPETITION I film
The Films
FUORI CONCORSO OUT OF COMPETITION
CONCORSO CORTOMETRAGGI
SHORT FILM COMPETITION I film
The Films
PREMIO CORSO SALANI 2022 CORSO SALANI AWARD 2022 I film
The Films
FUORI CONCORSO OUT OF COMPETITION
ART & SOUND I film
The Films
FUORI DAGLI SCHE(R)MI OFF THE BEATEN... SCREENS I film
The Films
WILD ROSES: REGISTE IN EUROPA - Focus Georgia
WILD ROSES: WOMEN FILMMAKERS IN EUROPE - Focus Georgia I film
The Films
CARTE BLANCHE a VITALIJ MANSKIJ
- Artdocfest a Trieste
CARTE BLANCHE to VITALY MANSKY
- Artdocfest in Trieste
Artdocfest a Trieste (Vitalij Manskij)
Artdocfest in Trieste (Vitaly Mansky) I film
The Films
OMAGGIO A VESNA LJUBIĆ
HOMMAGE TO VESNA LJUBIĆ
Omaggio a Vesna Ljubić. La prima regista donna della Bosnia ed Erzegovina 1938-2021 (Rada Šešić)
Hommage to Vesna Ljubić. First woman film director in Bosnia and Herzegovina 1938-2021 (Rada Šešić)
I film
The Films
TRIESTE FILM FESTIVAL EDUCATIONAL
Midpoint Institute @ Eastweek - Trieste FF 2022
Masterclass 2022 Peter Kerekes
VR DAYS 2022
Il meglio di Animateka - La selezione Elefante (Igor Prassel)
Best of Animateka - The Elephant selection (Igor Prassel)
A ciascuno il suo cinema & Racconti d’inverno
(Schermi e Lavagne - Cineteca di Bologna)
To Each His Own Cinema & Winter Tales (Schermi e Lavagne - Cineteca di Bologna)
CinemAmbiente per i ragazzi (Gaetano Capizzi)
CinemAmbiente for the Kids (Gaetano Capizzi)
BORN IN TRIESTE
TRIESTE FILM FESTIVAL INDUSTRY
When East Meets West
Last Stop Trieste
This Is IT
L’IMMAGINE DEL FESTIVAL
THE FESTIVAL ARTWORK
EVENTI COLLATERALI
SIDEBAR EVENTS
Immaginare il Patriarcato
Imagining the Patriarchate
Soviet Georgia
REPERTORIO DEI PRODUTTORI E DISTRIBUTORI ESISTENTI
INDEX OF PRESENT PRODUCERS AND DISTRIBUTORS
INDICE FILM
INDEX OF FILMS
INDICE REGISTI
INDEX OF DIRECTORS
Greetings
Direttore Generale Cinema e Audiovisivo MiC – Ministero della Cultura
General Director for Cinema and Audiovisual media
MiC – Ministry of Culture
Trieste, città che da sempre guarda ad Est, ospita anche quest’anno, in presenza, il principale appuntamento italiano con il cinema dell’Europa centro orientale, il Trieste Film Festival. Il tema principale di questa 33ma edizione sarà la parità di genere: saranno dunque tante le registe donne che porteranno a Trieste le loro storie e loro ultimi successi.
La Direzione Generale Cinema e Audiovisivo ha a cuore la parità di genere nel mondo del cinema, al punto da introdurre azioni mirate a correggere quello squilibrio di opportunità che caratterizza il settore e dare seguito al pluralismo dell’offerta cinematografica e audiovisiva auspicato dalla Legge Cinema: i decreti attuativi della Legge hanno dunque introdotto, per la prima volta in Italia, incentivi alla produzione di opere realizzate da donne e in due dei tre principali schemi di sostegno – i contributi automatici e i contributi selettivi – sono stati creati dei meccanismi che garantiscono premialità per le opere con registe o autrici donne.
Quando si parla di registe il mio pensiero non può che andare a una grande donna che ci ha lasciato poche settimane fa, Lina Wertmüller, a quel suo “provocatorio scardinare con coraggio le regole politiche e sociali attraverso la sua arma preferita: la cinepresa”, motivazione con cui nel 2020 le fu assegnato il meritatissimo Oscar alla carriera. Il mio augurio è che in tante seguano le sue orme, perché il cinema, e non solo, ha più che mai bisogno di quel tocco delicato, coraggioso, unico, che solo le donne sono in grado di apportare.
Trieste, a city that has always looked to the East, will once again host Italy’s leading appointment with Central and Eastern European cinema, the Trieste Film Festival. The main theme of this 33rd edition will be gender equality: there will therefore be many female directors who will bring their stories and their latest successes to Trieste.
The General Directorate for Cinema and Audiovisual media cares about gender equality in the world of cinema, to the point of introducing actions aimed at correcting the imbalance of opportunities that characterises the sector and at following up on the pluralism of the cinematographic and audiovisual aimed at with the Cinema Law: the implementing decrees of the Law have therefore, for the first time in Italy, introduced incentives for the production of works by women, and in two of the three main support schemes – automatic contributions and selective contributions – mechanisms have been created that guarantee rewards for works with female directors or authors. When we talk about women directors, my thoughts cannot but go to a great woman who left us a few weeks ago, Lina Wertmüller, and to “her provocative disruption of political and social norms delivered with bravery through her weapon of choice: the camera lens”, these words being the motivation for her well-deserved Oscar for lifetime achievement in 2020. My wish is that many will follow in her footsteps, because cinema, and not only cinema, more than ever needs that delicate, brave and unique touch that only women are able to bring.
Tiziana Gibelli
Assessore alla Cultura e Sport
Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia
Il Trieste Film Festival, che quest’anno raggiunge la sua 33ma edizione, è come sempre uno dei primi e consolidati appuntamenti dell’anno nel calendario culturale regionale. Una manifestazione che negli anni si è affermata come la principale vetrina a livello italiano del cinema dell’Europa centro orientale e che il capoluogo della nostra regione ha il privilegio di ospitare. Tra le tante novità previste per l’edizione 2022, mi piace soffermarmi sulla particolare attenzione che, grazie anche alla selezione del Festival come vetrina privilegiata per ospitare il premio europeo “Audentia” di Eurimages, è dedicata al talento, alla preparazione e alla capacità delle tante donne che scelgono la professione di regista e che contribuiscono in modo determinate all’accrescimento e alla diffusione dell’arte del cinema. Una scelta lodevole che ancora una volta dimostra come l’Associazione Alpe Adria Cinema, organizzatrice dell’evento, è dotata, oltre che di competenza, anche di una straordinaria sensibilità per le tematiche più attuali del dibattito civico. Accanto al tema della parità di genere, nell’edizione del 2022 troviamo, infatti, un focus dedicato alla sostenibilità ambientale, senza dimenticare l’attenzione su Trieste e sul suo territorio e con un occhio rivolto su Gorizia in vista di Nova Gorica e Gorizia Capitale Europea della Cultura 2025 che sarà la vera sfida che ci attende nei prossimi anni, ma anche un’opportunità unica e irripetibile per l’intera regione.
Come Assessore alla Cultura della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia non posso che ringraziare gli organizzatori e auspicare che anche l’edizione 2022 possa raggiungere e superare i successi degli anni precedenti, mentre a tutto il pubblico che parteciperà auguro una buona visione e buon divertimento.
Councillor for Culture and Sport
Autonomous Region of Friuli Venezia Giulia
The Trieste Film Festival, which reaches its 33rd edition this year, is, as always, one of the first and best-established appointments of the year in the regional cultural calendar. Over the years, the festival has made a name for itself as the leading Italian showcase for Central and Eastern European cinema, and the regional capital is privileged to host it.
Among the many innovations planned for the 2022 edition, I would like to focus on the special attention that, thanks also to the selection of the Festival as a showcase to host the European Eurimages “Audentia” award, is dedicated to the talent, training and ability of the many women who choose the profession of director and who contribute in a decisive way to the growth and diffusion of the art of cinema. This is a praiseworthy choice that once again demonstrates how the Alpe Adria Cinema Association, organiser of the event, is endowed not only with competence, but also with an extraordinary sensitivity to the most topical issues of civic debate. Alongside the theme of gender equality, the 2022 edition will also focus on environmental sustainability, without forgetting the lens turned towards Trieste and its territory and with an eye on Gorizia in view of Nova Gorica and Gorizia European Capital of Culture 2025, which will be the real challenge that awaits us in the coming years, but also a unique and unrepeatable opportunity for the entire region.
As Councillor for Culture of the Autonomous Region of Friuli Venezia Giulia, I can only thank the organisers and express my hope that the 2022 edition attain and exceed the successes of previous years, while I wish all the audience who will participate good viewing and much entertainment.
Nicola Borrelli
Segretario generale, Iniziativa Centro Europea
Secretary General, Central European Initiative
L’Iniziativa Centro Europea (InCE) è un forum regionale per la cooperazione tra 17 Stati membri dell’Europa centrale, orientale e sud-orientale.
Con il suo modus operandi che combina diplomazia multilaterale e gestione di progetti, la nostra Organizzazione fornisce un quadro consolidato per promuovere la cooperazione interculturale al fine di favorire il dialogo e le relazioni di buon vicinato, promuovendo l’inclusione e l’accessibilità, incentivando la gestione di qualità del patrimonio culturale.
In questo contesto, abbiamo stabilito una proficua collaborazione con il Trieste Film Festival che promuove i cineasti emergenti e grandi maestri della nostra area, offrendo opportunità di collaborazione e di scambio.
Siamo consapevoli del fatto che i settori culturali e creativi sono stati fortemente colpiti dall’attuale situazione pandemica.
Tuttavia, proprio la pandemia ha dimostrato che in tempi di crisi il ruolo della cultura è cruciale e ha un impatto positivo in termini di resilienza e di benessere.
Pertanto, siamo lieti di rinnovare il nostro sostegno all’edizione di quest’anno del Festival che, nonostante le sfide e le restrizioni portate dalla situazione pandemica globale, offre un programma notevole che unisce eventi dal vivo e online. Apprezziamo inoltre l’attenzione speciale dedicata alle registe donne, una novità che contribuirà in modo significativo al successo del Festival.
The Central European Initiative (CEI) is a regional forum for co-operation among and between 17 Member States of Central, Eastern and South-Eastern Europe.
With its methodology combining multilateral diplomacy and project management, our Organisation provides a consolidated framework for promoting intercultural cooperation with the view of fostering dialogue and good neighbourly relations, advancing inclusion and accessibility, boosting the quality management of cultural heritage.
In this context, we have established a fruitful cooperation with the Trieste Film Festival which promotes the emerging filmmakers and the great masters from our region, providing cooperation and networking opportunities.
We are aware of the fact that the cultural and creative sectors have been strongly concerned about the outbreak of the coronavirus. However, the pandemic has proven that in times of crisis the role of culture is crucial and has a positive impact in terms of resilience and wellbeing.
Therefore, we are pleased to renew our support to this year’s edition of the Festival that, despite the challenges and restrictions brought by the global pandemic, can offer a remarkable programme combining live and digital events. We also appreciate the special focus on female film directors which is a new development highly contributing to the overall success of the Festival.
Roberto Antonione
Trieste Film Festival Anno 33
Nel 2020 l’abbiamo fatta franca, con un’edizione strepitosa in presenza, lungi dal sospettare che ciò che consideravamo un lontano virus cinese ci potesse riguardare così da vicino, sconvolgendo poi le nostre vite.
Nel 2021 il TSFF è andato completamente online, con un corposo programma di film, eventi, mostre, passeggiate culturali, incontri di approfondimento, conquistando un nuovo pubblico in tutta Italia, che ci ha scoperto, incuriosito dalla qualità delle proposte, entrando in un nuovo mondo cinematografico ancora poco conosciuto in Italia, soprattutto in quelle aree magari sprovviste di sale o di enti cinematografici in grado di promuovere progetti culturali internazionali. Quest’anno, facendo tesoro della scoperta di un nuovo pubblico potenziale e con il desiderio di ampliare maggiormente le nostre attività al di là della nostra città, abbiamo deciso di organizzare la manifestazione in modo “ibrido”, sia su tre sale (Rossetti, Ambasciatori e Miela) che online, sulla piattaforma MyMovies che ci ha già ospitato nell’edizione precedente, e un pezzettino anche sul portale della Cineteca di Milano, per quanto riguarda il programma d’animazione per ragazzi, che per quest’edizione è stato curato dalla Cineteca di Bologna, dal Festival CinemAmbiente di Torino e dal Festival Animateka di Lubiana. Con la piattaforma Nexo+ stiamo costruendo una “costellazione” dedicata alle nostre proposte, nella speranza che riesca a diventare un’offerta permanente, e naturalmente continua il progetto del Trieste Film Festival in Tour, una selezione del meglio del nostro programma, che grazie alla collaborazione con l’agenzia Lo Scrittoio e con MyMovies, riusciamo a far circuitare nei mesi successivi al TSFF, sia in sala che online, sempre nell’ottica di un ampliamento progressivo del nostro pubblico.
L’immagine che rappresenta la 33ma edizione è della fotografa georgiana in arte Tetesh Ka, e ci riporta al tema dominante di quest’anno, e che forse il nostro festival non avrebbe nemmeno bisogno di sottolineare: le donne. Le donne dietro la m.d.p. e le storie in cui le donne sono messe al centro del racconto, dell’obiettivo che le segue, rendendole protagoniste di desideri
In 2020 we got away with a resounding edition with the public filling the cinemas, in no way suspecting that what we considered a distant Chinese virus would soon affect us so closely, wholly disrupting our lives.
In 2021 the TSFF went completely online, with a full programme of films, events, exhibitions, cultural walks, and in-depth meetings, winning a new audience all over Italy, which discovered us, intrigued by the quality of the proposals, entering a new world of cinema still little known in Italy, especially in those areas which perhaps lack cinemas or film organisations capable of promoting international cultural projects.
This year, taking advantage of the discovery of a new potential audience and with the desire to expand further our activities beyond our city, we decided to organise the event in a ‘hybrid’ way, not only in three cinemas (Rossetti, Ambasciatori and Miela) but also online, on the MyMovies platform, which already hosted us in the previous edition, along with a small presence on the Cineteca di Milano portal, as regards the animation programme for children, which for this edition was curated by the Cineteca di Bologna, the Festival CinemAmbiente di Torino and the Festival Animateka of Ljubljana. With the Nexo+ platform we are putting together a “constellation” dedicated to our proposals, in the hope that it will become a permanent offer, while, of course, the Trieste Film Festival in Tour project continues, offering a selection of the best of our programme, which, thanks to the collaboration with the Lo Scrittoio agency and MyMovies, we are able to take on tour in the months following the TSFF, both in cinemas and online, always with a view to expanding our audience progressively.
The image that represents the 33rd edition is by the Georgian photographer Tetesh Ka, which brings us to the dominant theme of this year’s edition, one that perhaps our festival does not even need to emphasise: women. The women behind the camera and the stories in which women are placed at the centre of the story, of the lens that follows them, making them
e paure, nonostante siano ancora spesso relegate ai margini di società patriarcali che non sono pronte ad accettare loro diritti e le loro libertà, di pensiero, parola, azione. La nostra attenzione alle registe europee è sempre stata costante e naturale, ma quest’anno abbiamo voluto valorizzare questa tendenza, scegliendo un maggior numero di film diretti da donne, che quest’anno concorreranno al prestigioso premio “Audentia”, un riconoscimento ideato da Eurimages, che ci ha scelto per ospitarlo, destinato a promuovere una maggiore parità di genere nell’industria cinematografica europea. Ed è all’insegna di un percorso annuale dedicato alle cineaste dell’Europa centro orientale che anche nel 2022 continuiamo il focus “Wild Roses”, l’anno scorso incentrato sulla Polonia, che quest’anno è dedicato alle registe georgiane, con una selezione di film degli ultimi dieci anni, sia di fiction che documentari, che con sicurezza autoriale offrono degli spunti di riflessione sulla condizione femminile in Georgia, un paese che è stato dilaniato da guerre civili e che oggi ci appare ancora in bilico tra tradizioni ancestrali e spinte verso la modernità.
In realtà avremmo potuto operare una selezione più ampia di quella che trovate nel programma: abbiamo censito l’attività di almeno 30 cineaste considerando solo quelle che hanno esordito a partire dall’inizio dello scorso decennio e in una nazione non certo ad alta “capacità produttiva”. Ma crediamo comunque che i film scelti possano testimoniare dell’altissimo livello artistico e di consapevolezza sociale raggiunto dalle giovani registe, in molti casi inserite in un percorso sia personale che produttivo decisamente internazionale, per non dire “globale”. Basti pensare ai due “casi” che si sono affermati nella scorsa stagione: per la fiction Beginning dell’esordiente Dea Kulumbegashvili, che ha vinto proprio l’edizione passata del nostro festival e poi ha trovato un’uscita nelle sale italiane grazie a una coraggiosa distribuzione indipendente, e per il documentario Taming the Garden della talentuosa Salomé Jashi, già presente con diversi suoi lavori precedenti al TSFF, che è diventato uno dei film più premiati dell’anno a partire da Sundance 2021, e che ritrovate in “Wild Roses”.
protagonists of desires and fears, despite the fact that they are still often relegated to the margins in patriarchal societies that are not ready to accept their rights and their freedom of thought, speech and action. Our focus on female European directors has always been constant and natural, but this year we wanted to enhance this trend by choosing more films directed by women, who will compete this year for the prestigious “Audentia” prize, an award created by Eurimages, which chose us to host it to help promote greater gender equality in the European film industry. In 2022 we will continue our annual focus on Central and Eastern European women filmmakers in the form of “Wild Roses”. Last year the focus was on Poland, and this year it will be on Georgian women filmmakers, with a selection of films from the last ten years, both fiction and documentaries, which with authorial confidence offer food for thought on the condition of women in Georgia, a country that has been torn apart by civil wars and which today still appears to us to be poised between ancestral traditions and the push towards modernity.
In reality, we could have made a wider selection than the one you will find in the programme: we have surveyed the work of at least 30 female filmmakers, considering only those who have made their debut since the beginning of the last decade and this in a country that certainly does not have a high “production capacity”. However, we believe that the films chosen can testify to the very high artistic level and social awareness achieved by these young female directors, in many cases part of a decidedly international, not to say “global”, path, one that is both personal and productive. We need only think of the two examples that established themselves last season: for the fiction sector, Beginning by newcomer Dea Kulumbegashvili, which won the last edition of our festival and then was released in Italian cinemas thanks to a bold independent distribution, and for the documentary sector, Taming the Garden by the talented Salomé Jashi, already present with several of her previous works at TSFF, which became one of the most awarded films of the year starting from Sundance 2021, and which you can find again in “Wild Roses”.
Fabrizio Grosoli
Nicoletta Romeo
Direzione Artistica Trieste Film Festival
Artistic Direction Trieste Film Festival
Dicevamo del numero quest’anno particolarmente significativo di film diretti da donne e che raccontano storie di donne. Non è un caso e neppure un’arbitraria e tendenziosa decisione discriminatoria da parte nostra, se nel concorso fiction sette su undici titoli sono a regia femminile e se un’altra dozzina sono presenti nelle altre sezioni del TSFF. Il fil rouge si è imposto, come dire, con un’autorevolezza dovuta davvero soltanto alla qualità delle opere visionate. Molte opere prime realizzate da giovani donne che si avvalgono di un linguaggio fresco, ma anche spesso disturbante e già maturo, storie che fanno riferimento alla presa di coscienza del proprio ruolo sempre meno subalterno in un mondo patriarcale repressivo, rivendicazione di un’alterità sia espressiva che sociale. E non è trascurabile notare come queste nuove autrici stiano cambiando soprattutto la scena del cinema balcanico e dell’ex Jugoslavia. Basti pensare soltanto a un paese fino a poco tempo fa “periferico” come il Kosovo, che sta esprimendo una generazione estremamente interessante di giovani talenti femminili, ben tre delle quali sono presenti nel nostro programma.
La tendenza di cui parliamo non riguarda soltanto il cinema di finzione, per così dire, mainstream e sicuramente viene “da lontano”. Da oltre 10 anni Trieste è un osservatorio privilegiato della creatività e delle strategie produttive di un cinema dell’est e centro Europa che si incrocia “virtuosamente” con quello di altri paesi e in questa ormai lunga stagione abbiamo visto affermarsi personalità eccezionali non solo di registe ma anche di produttrici, sceneggiatrici, distributrici internazionali. Questo cinema nasce letteralmente a Trieste grazie alle iniziative industry di When East Meets West, organizzate dal Fondo Regionale FVG e realizzate con la collaborazione diretta del TSFF almeno per quanto riguarda le sezioni “Last Stop Trieste” e “This Is IT”. E progetti “sviluppati” durante WEMW trovano naturalmente spazio nel programma del festival (sono parecchi anche nel 2022 i titoli che presentiamo con il label “Born in Trieste”).
Questo quadro non sarebbe così stimolante e complesso se si riflettesse esclusivamente sull’area del lungometraggio di finzione, peraltro da tempo non più così dominante anche in termini di mercato globale.
Il TSFF programmaticamente non intende stabilire gerarchie precostituite tra le proprie sezioni. Il concorso documentari si è
We were talking about the particularly significant number this year of films directed by women and telling women’s stories. It is no coincidence, and nor is it an arbitrary and tendentious discriminatory decision on our part, that seven out of eleven titles in the fiction competition are directed by women and another dozen are present in the other sections of the TSFF. The common thread imposed itself, as it were, with an authoritativeness that is really only due to the quality of the works we saw. Many are first works made by young women who offer a fresh, but often disturbing and already mature language, narrating stories that refer to the awareness of their increasingly less subordinate role in a repressive patriarchal world, claiming an otherness that is both expressive and social. And it is worth noting how these new filmmakers are changing the scene of Balkan and ex-Yugoslavian cinema above all. We need only consider one country that until recently was on the ‘periphery’, such as Kosovo, and which is now presenting an extremely interesting generation of talented young women, three of whom are present in our programme.
The trend we are talking about does not only concern mainstream fiction cinema, so to speak, and certainly comes “from afar”. For over ten years Trieste has been a privileged observatory of the creativity and production strategies of Eastern and Central European cinema, which “virtuously” intersects with that of other countries, and in this long season we have seen the emergence of exceptional personalities, not only as directors but also as producers, scriptwriters and international distributors. This cinema was literally born in Trieste thanks to the industry initiatives of When East Meets West, organised by the FVG Regional Fund and carried out with the direct collaboration of TSFF, at least as far as the “Last Stop Trieste” and “This Is IT” sections are concerned. And the projects developed during WEMW naturally find space in the festival programme (there are quite a few titles that we present under the label “Born in Trieste” in 2022 as well).
This picture would not be so stimulating and complex if it reflected exclusively on the area of fictional feature films, which have not been so dominant for some time, including in terms of the global market.
The TSFF does not intend programmatically to establish preestablished hierarchies between its sections. Over the last fifteen
preso fin da subito negli ultimi 15 anni un peso assolutamente rilevante nell’economia del festival e ci ha permesso di portare all’attenzione figure straordinarie di cineasti che si sono poi imposti a livello mondiale. Quest’anno peraltro abbiamo voluto chiedere a uno dei “nostri” autori, il grande Vitalij Manskij, (presente nel programma con il suo gigantesco ritratto di Gorbačëv), di selezionare per noi alcuni film di giovani documentaristi russi presentati al suo Artdocfest, emblema del cinema di opposizione al potere centrale russo non a caso esiliato a Riga dopo aver subito violente pressioni a Mosca.
E fin dallo scorso anno abbiamo deciso di creare la sezione “Fuori dagli Sche(r)mi” per non rischiare di escludere quelle produzioni indipendenti che sfuggono a classificazioni di genere e status sia stilistico che produttivo. Questo ci ha consentito di proporvi ancora una volta sia film “sperimentali” di autori consolidati come l’ungherese Bence Fliegauf o come Hilal Baydarov, di cui celebriamo il talento puro ormai da anni, sia le riflessioni per immagini ancora una volta create da giovani o giovanissime cineaste, come la talentuosa regista greca Jacqueline Lentzou. È l’Ungheria, invece, il Paese da cui provengono i film di apertura e chiusura del TSFF: Evolution del geniale Kornél Mundruczó, scritto da Kata Wéber, di prossima uscita nelle sale con Teodora Film con il titolo Quel giorno tu sarai, e La storia di mia moglie di Ildikó Enyedi, co-prodotto in Italia e che uscirà con Altre Storie. Due registi ungheresi diversissimi, accomunati da uno sguardo lucido sul proprio paese e sulle relazioni umane, i cui film sono stati applauditi all’ultimo festival di Cannes. Non manca la nostra attenzione verso cineasti triestini e regionali, come ad esempio Laura Samani con il suo splendido film d’esordio Piccolo corpo, il documentario di Giampaolo Penco dedicato alla figura di Bobi Bazlen, il documentario di Francesco De Filippo e Diego Cenetiempo dedicato alla Ferriera di Servola tra passato e futuro, o quello di Cristian Natoli, The Jungle sui migranti di Gorizia, la città giuliana che nel 2025 sarà capitale europea della cultura assieme alla sua “metà” Nova Gorica: e il Festival sarà la prima manifestazione cinematografica a dedicare un momento di riflessione alla città “tagliata”, a sostegno di un evento culturale che nel 2025 ci vedrà tutti (co) protagonisti.
years, the documentary competition has immediately taken on significant weight in the festival’s economy and has allowed us to bring to the public’s attention a series of extraordinary filmmakers who have gone on to make a name for themselves worldwide. This year, moreover, we decided to ask one of “our” directors, the great Vitaly Mansky, (present in the programme with his gigantic portrait of Gorbachev), to select some films for us by young Russian documentary filmmakers presented at his Artdocfest, the emblem of cinema in opposition to the Russian central power, now exiled to Riga after having been subjected to violent pressure in Moscow.
Since last year we have also decided to create a section called “Fuori dagli Sche(r)mi” (Off the Beaten... Screens) in order not to risk excluding those independent productions that escape classifications of genre and status, whether stylistic or productive. This has allowed us once again to present both “experimental” films by established directors such as the Hungarian Bence Fliegauf and Hilal Baydarov, whose pure talent we have been celebrating for years, and reflections in film created by young or very young filmmakers, such as the talented Greek director Jacqueline Lentzou.
The opening and closing films of the TSFF come from Hungary: Evolution by the brilliant Kornél Mundruczó, written by Kata Wéber, soon to be released in Italy by Teodora Film, and The Story of My Wife by Ildikó Enyedi, co-produced in Italy and to be released by Altre Storie. Two very different Hungarian directors, united by a lucid gaze on their country and on human relations, whose films were applauded at the last Cannes Film Festival. There will also be a focus on filmmakers from Trieste and the region, such as Laura Samani’s splendid debut film Piccolo corpo (Small Body), Giampaolo Penco’s documentary on Bobi Bazlen, Francesco De Filippo and Diego Cenetiempo’s documentary on the steelworks at Servola in Trieste between past and future, and Cristian Natoli’s The Jungle, which looks at migrants from Gorizia, the nearby town that will be European Capital of Culture in 2025, together with its “other half” Nova Gorica. The Festival will be the first film event to dedicate a moment of reflection on this “bisected” city, helping to support a cultural event that will see us all (co)protagonists in 2025.
L’associazione culturale Alpe Adria Cinema, come diverse altre realtà culturali italiane ed europee, ha intrapreso un percorso volto a dare il proprio contributo a una transizione sostenibile del suo principale evento, il Trieste Film Festival, inteso a sensibilizzare il proprio pubblico e i propri soci su uno dei temi cardine dell’agenda ONU 2030.
Nel corso degli anni, il festival ha applicato strategie di rispetto dell’ambiente, nella gestione degli ospiti dal punto di vista logistico come nella scelta di affidarsi a fornitori di servizi (inclusa la ristorazione) del nostro territorio. Con l’attuale inasprimento dell’emergenza climatica, la necessità di aumentare le azioni concrete si è acuita e ha obbligato il comparto festivaliero globale a porsi domande e a cercare soluzioni alternative comuni per organizzare eventi con una maggiore attenzione verso l’ambiente e nel rispetto di buone pratiche potenzialmente condivisibili da tutti.
Alpe Adria Cinema-Trieste Film Festival ha imboccato questa strada nel 2019 con i lavori avviati dal Network MIOB (Moving Images Open Borders), rete di festival europei finanziata dal Programma Media-Europa Creativa di cui Il TSFF fa parte, ponendo le basi per un “Green Charter”, il cui scopo è quello della produzione di linee guida di riferimento cui tutti festival cinematografici possano attingere e ispirarsi. Nella primavera 2021 si è poi costituito il tavolo di lavoro “Festival Green” a cura di AFIC (Associazione Festival Italiani Cinema), progetto di cui il TSFF è parte attiva e fondamentale: “Il 2021 è stato un anno di grande importanza nell’azione globale in cui si è ribadita la necessità di agire con più decisione, in sinergia e su ambiti ancora più trasversali per combattere la crisi climatica. L’industria cinematografica ha dimostrato consapevolezza della responsabilità dell’intero settore nel sostenere una ‘direzione green’: dalla filiera produttiva, alle sale cinematografiche sino ai festival. AFIC ha colto l’interesse degli associati sul tema degli eventi sostenibili e nei primi mesi del 2022 sarà promossa una Guida Festival Green pratica e operativa, con consigli puntuali, divisi per aree tematiche, a cui gli organizzatori di festival potranno attingere per orientare le proprie attività e per ridurre l’impatto ambientale delle proprie manifestazioni.
At Alpe Adria Cinema, like many other cultural institutions across Italy and Europe, we have decided to take steps to contribute to making our main event – the Trieste Film Festival – increasingly more sustainable. This aims to raise public awareness among our audience and members about one of the core issues of the UN 2030 agenda. Over the years, as a festival we have been applying strategies to protect the environment, both in the way we have welcomed our guests from a logistical point of view and in relying on local service providers (catering included). With the current worsening of the climate emergency, the need to intensify concrete actions has become more acute and forced the whole global festival sector to ask important questions and find collective alternative solutions, so as to organise events that pay greater attention to the environment by adopting good practice measures that can potentially be shared by all.
Alpe Adria Cinema-Trieste Film Festival took this path in 2019 by embracing the works launched by the MIOB (Moving Images Open Borders) Network – a collective of European festivals funded by the Creative Europe MEDIA strand – of which the TSFF is a member. This laid the foundations for a “Green Charter”, whose aim is to produce a series of guidelines, to which all film festivals can adhere. In the Spring of 2021, the “Green Festivals” working group was set up by AFIC (Italian Film Festival Association) and the TSFF has been an active and key member of this initiative: “2021 was a pivotal year in the global recognition that action must be taken more resolutely, with greater synergy across the board to combat the climate crisis. The film industry has shown awareness of the responsibility the whole sector has in supporting greener policies – starting from the production chain up, including cinema theatres and film festivals. AFIC has recognised its members’ interest in the theme of sustainable events, and in early 2022 we will promote a practical Green Festival Guide, with targeted advice, arranged by topic, which festival organisers will be able to use to orientate their operations and reduce the environmental impact of their events. We believe that our concrete commitment and our ability to communicate and share good practice protocols
Un impegno diretto nella convinzione che la capacità di comunicare e trasmettere buone pratiche al sistema audiovisivo e al pubblico sia la nostra forza!” Queste le parole di Laura Zumiani – responsabile del programma generale del Trento Film Festival, consigliere AFIC e delegato al tavolo Green che assieme alla Presidente AFIC Chiara Valenti Omero ha posto le basi per un percorso coordinato efficace e che sta dando suoi frutti: “Oggi più che mai c’è l’esigenza di un coordinamento attivo e concreto dei Festival sui grandi temi del futuro, tra i quali spiccano la tematica green e quella digitale. Il ruolo di AFIC pertanto è estremamente importante e tende a valorizzare, mettendo a sistema, le scelte dei singoli. Inoltre sarà proprio grazie all’impegno dell’Associazione che verrà proposto ai due Ministeri competenti un protocollo che auspichiamo venga adottato in tempi brevi da un numero importante di realtà.”
(Chiara Valenti Omero, Presidente AFIC)
Nell’ottica di un confronto il più possibile globale costituito da una molteplicità di sguardi e di azioni comuni, il festival ha organizzato, in collaborazione con il Media Desk di Torino, un panel dal titolo: The Greener the Better! – Towards Sustainable Cultural Events and Film Festivals in cui verranno messi a confronto protocolli studiati a livello nazionale e internazionale, portando all’attenzione di festival, associazioni e spettatori il lavoro svolto in questi mesi citando esempi di festival cinematografici virtuosi cui ispirarsi.
Per la nostra realtà culturale si tratta di una prima occasione di confronto su un percorso che speriamo sia costante e inteso a trovare nuove soluzioni per organizzare eventi culturali in modo sostenibile, civile e responsabile.
within the audio-visual sector and among the public are our strength!” This is how the initiative has been summed up by Laura Zumiani – general programme director at the Trento Film Festival, board member of AFIC, and tasked, together with AFIC’s Chairperson Chiara Valenti Omero, with setting the foundations for a coordinated and effective approach to a green agenda which is already producing results: “Today, more than ever, festivals need to collaborate actively and concretely on the big issues of the future, among which the green and digital agendas stand out. AFIC’s role, therefore, is vital in identifying individual examples of best practice and sharing them amongst its associates. Moreover, thanks to AFIC’s very commitment, a protocol will be presented to the Italian government which hopefully will be promptly adopted by a significant range of organisations.” (Chiara Valenti Omero, AFIC’s Chairperson)
In an attempt to include as wide a range of approaches to a shared problem as possible, the festival has organised a panel of experts in collaboration with Turin’s Media Desk: The Greener the Better! – Towards Sustainable Cultural Events and Film Festivals This roundtable will compare national and international protocols, bringing the work carried out in these last few months to the attention of relevant stakeholders and the public at large, with examples of best practice from other film festivals.
For our association this represents an opportunity to initiate a hopefully lasting journey towards finding new solutions for the organisation of cultural events in a sustainable, civilised and responsible way.
La giuria del Concorso Lungometraggi
/ The Jury of the Feature Film Competition
Dubravka Lakić
Critica cinematografica ed editorialista, autrice di libri e di programmi televisivi sul cinema. Nata a Belgrado, nel 1983 si è laureata in giornalismo alla Facoltà di Scienze politiche dell’Università della stessa città. È membro della European Film Academy (EFA), del comitato esecutivo di Fedeora e della FIPRESCI. Ha fatto parte, fra gli altri, del comitato di selezione del festival internazionale Cinema City di Novi Sad e di Beldocs, il festival di cinema documentario di Belgrado, e del consiglio d’amministrazione del Serbian Film Center. Tra titoli pubblicati: Uvećanje – Majstori moderne režije (Close Up – Masters of Modern Direction, 1998), e monografie dedicate a Goran Paskaljević, a Dorota Kedzierzawska e ad Andreas Dresen.
Emanuela Martini
Nata a Forlì, si è laureata in Scienze Politiche all’Università di Bologna. Giornalista pubblicista, dal 1977 è membro del comitato di redazione della rivista «Cineforum», che dirige dal 2020. Critico cinematografico per il settimanale «Film TV», di cui è stata direttore responsabile tra il 1999 e il 2007, ha pubblicato innumerevoli monografie e collaborato a volumi collettivi sul cinema. Membro della commissione di selezione di numerosi festival cinematografici, tra cui la Mostra del cinema di Venezia, per molti anni ha collaborato con Bergamo Film Meeting, che ha codiretto con Angelo Signorelli dal 1987 al 2007, e con il Torino Film Festival, di cui è stata direttrice artistica tra il 2014 e il 2019.
Edvinas Pukšta
Nato a Vilnius, è un programmatore, selezionatore di film, consulente e membro della European Film Academy. Attualmente è selezionatore per il Black Nights Film Festival di Tallinn ed è consulente di Meeting Point Vilnius, dopo aver lavorato per 15 anni come programmatore per il Vilnius International Film Festival. Dal 2018 al 2020 è stato invitato a partecipare come esperto indipendente al comitato di selezione degli European Film Awards. Nel 2019 e nel 2021 ha collaborato con First Cut Lab, come consulente ed esperto del settore. Ha fatto parte di diverse giurie, sia per corti che per lungometraggi, in molti festival cinematografici internazionali, tra cui Cannes e Busan.
Dubravka Lakić is a film critic and columnist, author of books on cinema and of specialised TV programs about cinema. Born in Belgrade, Lakić graduated in 1983 in journalism from the Faculty of Political Sciences, at the University of the same city. She is a member of the European Film Academy (EFA), of Fedeora Executive Board and of FIPRESCI. She is known as a film selector of Cinema City International Film Festival in Novi Sad, a member of the board of the Belgrade documentary film festival Beldocs and a member of the Board of Serbian Film Center, among others. Some of her published books include Uvećanje - Majstori moderne režije (Close Up - Masters of Modern Direction, 1998), and monographs on Goran Paskaljević, Dorota Kedzierzawska and Andreas Dresen.
Born in Forlì, Italy, Emanuela Martini holds a degree in Political Science from the University of Bologna. A freelance journalist, since 1977 she has been a member of the editorial board of the magazine “Cineforum”, which she has been directing since 2020. A film critic for the weekly magazine “Film TV”, of which she was editor-in-chief between 1999 and 2007, she has published countless monographs and has collaborated on collective volumes on cinema. A member of the selection committee for several film festivals, including the Venice Film Festival, for many years she collaborated with Bergamo Film Meeting, which she co-directed with Angelo Signorelli from 1987 to 2007, and with Torino Film Festival, of which she was artistic director between 2014 and 2019.
Edvinas Pukšta, born in Vilnius, is a programmer, film hunter and selector, industry expert and consultant, member of the European Film Academy. Currently he watches and scouts films for Black Nights Film Festival in Tallinn and advises Meeting Point Vilnius on upcoming projects after 15 years of programming, coordinating, scheduling for the Vilnius International Film Festival. From 2018 till 2020 he was invited as independent expert to join the Selection Committee of the European Film Awards. In 2019 and in 2021 was adviser and industry expert for First Cut Lab. He also previously judged short and feature films as a Jury member in many festivals such as Cannes and Busan.
La giuria del Concorso Documentari
/ The Jury of the Documentary Competition
Nino Kirtadze
Regista, sceneggiatrice e attrice, è nata nel 1968 a Tbilisi. suoi film hanno vinto numerosi e prestigiosi premi nei festival di tutto il mondo, fra cui l’EFA per il Miglior documentario. Ha iniziato la carriera di attrice interpretando il ruolo di protagonista in A Chef in Love un film di Nana Djordjadze selezionato a Cannes nel 1996. Durante i disordini degli anni ‘90 nel Caucaso, ha lavorato come corrispondente di guerra per AFP e per AP, seguendo la guerra in Cecenia e altri conflitti armati della zona. Dal 1997 vive in Francia. È membro della European Film Academy e della Società francese dei registi e degli autori SCAM, SRF e ACID. Dal 2019 è anche la rappresentante georgiana presso Eurimages.
Gianfranco Pannone
Nato a Napoli nel 1963, realizza lungo più di trent’anni di attività soprattutto film documentari, con i quali ha ottenuto diversi riconoscimenti nazionali ed europei. Tra le sue opere Piccola America (1991), L’America a Roma (1998), Latina/Littoria (2001), Il sol dell’avvenire (2008), Sul vulcano (2014), L’esercito più piccolo del mondo (2015), Mondo Za (2018), Scherza con fanti (2019) e Onde radicali (2021). Insegna regia al Master in Cinema e Televisione dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli e “Cinema del reale” al CSC di Roma.
European Film Academy-award-winning director, scriptwriter and actress, Nino Kirtadze was born in 1968 in Tbilisi. Her films have won international acclaim and prestigious awards at festivals worldwilde. She began her acting career by playing the lead role in A Chef in Love a film by Nana Djordjadze which was selected at Cannes in 1996. During the troubles of the 1990s in the Caucasus, she worked as a war correspondent for AFP and for AP, covering the war in Chechnya and other armed conflicts in the region. Since 1997, Kirtadze has lived in France. She is a member of European Film Academy, of France’s Directors and Authors Society SCAM, SRF and ACID. Since 2019 she is also the Georgian representative at Eurimages.
Gianfranco Pannone, born in Naples in 1963, for over thirty years has been making mainly documentary films, with which he has won several national and European awards. Among his works are Piccola America (1991), L’America a Roma (1998), Latina/Littoria (2001), Il sol dell’avvenire (2008), Sul vulcano (2014), L’esercito più piccolo del mondo (2015), Mondo Za (2018), Scherza con i fanti (2019) and Onde radicali (2021). He currently teaches film directing at the Master in Cinema and Television of the Suor Orsola Benincasa University in Naples and “Cinema del reale” (Cinema of the Real) at the CSC (Italian National Film School) in Rome.
Marta Popivoda
Nata nel 1982, è una regista e video artista serba che vive a Berlino. Il suo primo lungometraggio documentario Yugoslavia, How Ideology Moved Our Collective Body, è stato presentato alla Berlinale nel 2013 e fa parte della collezione permanente del MoMA di New York. I suoi lavori sono stati presentati anche in importanti gallerie d’arte, come la Tate Modern di Londra, il MoMA di New York e il MAXXI di Roma. Il suo ultimo film Pejzazi otposa (Landscapes of Resistance) è stato presentato in anteprima in concorso al festival di Rotterdam nel 2021 e ha vinto diversi premi, fra cui il Premio delle Biblioteche al Cinema du Réel di Parigi e il Cuore di Sarajevo come Miglior documentario al Sarajevo Film Festival.
Marta Popivoda (1982, Serbia) is a Berlin-based filmmaker and video artist. Her first feature documentary Yugoslavia, How Ideology Moved Our Collective Body premiered at Berlinale in 2013, and it’s part of the permanent collection of MoMA New York. Her work has also featured in major art galleries, such as Tate Modern London, MoMA New York, and MAXXI Rome. Her latest film Pejzazi otposa (Landscapes of Resistance) premiered in Competition at the Rotterdam International Film Festival in 2021 and then was presented in many international film festivals, winning several awards (among them, the Library Award at Cinema du Réel in Paris and the Heart of Sarajevo as Best Documentary at the Sarajevo Film Festival).
Regista d’animazione e cofondatrice di Finta Studio, è nata nel 1977 a Lubiana. suoi film hanno ricevuto più di un centinaio di premi in festival di tutto il mondo e sono stati presentati in concorso, fra gli altri, al Sundance Film Festival, a Clermont Ferrand e Annecy. Appassionata sostenitrice dell’analogico, Čadež si è fatta notare per i suoi film realizzati grazie a tecniche di animazione con marionette e cut-out. Nel 2018 è stata invitata a diventare membro dell’American Academy of Motion Picture Arts and Sciences. La sua animazione Boles ha vinto nel 2014 il Concorso cortometraggi del Trieste FF, mentre Nočna ptica (Nighthawk) è stato presentato nella 29ma edizione del festival.
Born in 1977 in Ljubljana, Špela Čadež is an animation director and co-founder of Finta Studio. Her films have received over a hundred awards at festivals worldwide and were screened in competition selections at the Sundance Film Festival, Clermont Ferrand and Annecy, among the others. A passionate advocate for the analogue, Čadež has impressed with films in puppet and cut-out animation techniques. In 2018 Špela has been invited to become a member of the American Academy of Motion Picture Arts and Sciences. In 2014 her animation Boles won the Trieste FF Short Film Competition, while Nighthawk was presented during the 29th edition of the festival.
Wim Vanacker
Dopo gli studi di psicologia in Belgio, si è trasferito a Dublino per lavorare come psicologo nel campo della tossicodipendenza. Riprende a studiare all’EICAR dove realizza due cortometraggi. Dopo la laurea, scopre NISI MASA – European Network of Young Cinema, dove è diventato capo del dipartimento per la sceneggiatura e coordinatore del progetto finanziato da MEDIA, European Short Pitch. Membro del Comitato di Selezione del Concorso Cortometraggi a Cannes, è anche consulente editoriale per First Cut Lab. Inoltre, è consulente creativo e per la sceneggiatura, programmatore, tutor e relatore in molti workshop, festival cinematografici e progetti in fase di sviluppo.
Gerald Weber
È nato nel 1965 a Vienna. Ha studiato cinema, storia e geografia. Ha co-fondato nel 1996 “projektor”, un forum di discussione su cinema, video e nuovi media. Dal 1998 è vice-direttore di sixpackfilm, una società di distribuzione internazionale di cortometraggi, film sperimentali e video austriaci. Weber è anche curatore di programmi cinematografici, tiene delle conferenze ed è l’autore di pubblicazioni su film e musica.
La giuria del Premio Corso Salani 2022
/ The Jury of the Corso Salani Award 2022
Andrea Adriatico
È nato nel 1966 a L’Aquila, è regista, giornalista e docente. Ha realizzato diversi film tra cui Il vento, di sera (2004) interpretato da Corso Salani e il più recente Gli anni amari (2020) biopic dedicato a una delle più importanti personalità della cultura alternativa degli anni Settanta, Mario Mieli. È il direttore artistico di Teatri di Vita a Bologna, spazio comunale dedicato alla scena contemporanea internazionale. Insegna audiovisivi lineari all’Accademia di Belle Arti di Roma.
Andrea Adriatico, born in 1966 in L’Aquila, is an Italian film director, journalist and lecturer. He has made several films including Il vento, di sera (2004) starring Corso Salani and the more recent Gli anni amari (2020) a biopic dedicated to one of the most important personalities of the Italian alternative culture of the 1970s, Mario Mieli. He is the artistic director of Teatri di Vita in Bologna, a city space dedicated to the international contemporary theatrical scene. He also teaches at the Academy of Fine Arts in Rome.
After studying psychology in Belgium, Wim Vanacker moved to Dublin to work as a psychologist in the field of drug addiction. He picked up studying again at EICAR where he made two short films. After graduating, he discovered NISI MASA – European Network of Young Cinema where he became the Head of the Script Department and the Project manager of the MEDIA funded project, European Short Pitch. Furthermore, he’s a member of the Selection Committee for the Official Short Film Competition at Cannes and he works as the Editorial Consultant for First Cut Lab. On the side, he works as a script consultant, creative advisor, programmer, tutor and guest speaker for many workshops, film festivals and projects in development.
Massimo Causo
Nato a Taranto nel 1965, critico e programmatore cinematografico, collabora con il Torino Film Festival, il Festival del Cinema Europeo di Lecce, con il Medfilm Festival di Roma e con ShorTS IFF di Trieste. È membro dell’European Film Academy e come programmatore ha curato mostre e rassegne monografiche su autori e attori per enti pubblici e festival del cinema. Fra gli altri, è nel comitato direttivo di «Filmcritica», è redattore della rivista di cinema per le scuole «Il Ragazzo Selvaggio» e collabora con la rivista «Cineforum». È autore di alcune voci sul cinema italiano e internazionale per l’Enciclopedia del Cinema Treccani e ha pubblicato innumerevoli monografie e libri sul cinema.
Born in 1965 in Taranto, Italian film critic and programmer, Massimo Causo works with the Torino Film Festival, the European Film Festival in Lecce, the Medfilm Festival in Rome and the ShorTS IFF in Trieste. He is a member of the European Film Academy and as a programmer has curated exhibitions and retrospectives on authors and actors for public institutions and film festivals. He is a member of the editorial board of “Filmcritica”, and editor for periodicals such as “Il Ragazzo Selvaggio” –a magazine of cinema for schools – and “Cineforum”, among the others. He is the author of several entries on Italian and international cinema for the Enciclopedia del Cinema Treccani and has published countless monographs and books on cinema.
Gerald Weber was born in 1965 in Vienna. He studied film, history and geography. He co-founded in 1996 “projektor”, a discussion forum on film, video and new media. Since 1998 he is deputy managing director of sixpackfilm, an international distribution sales agency of Austrian short and experimental films and videos. Weber is also a curator of film programs, occasionally lectures and publications on film and music.
Maura Delpero
Regista e sceneggiatrice, è nata nel 1975 a Bolzano. Dopo gli studi in lettere a Bologna e Parigi, si è formata in drammaturgia a Buenos Aires. Nel 2008 al Torino Film Festival il suo primo lungometraggio documentario, Signori Professori, vince il Premio Avanti!. Nel 2012 il documentario Nadea e Sveta vince il Premio Cipputi al festival di Torino e viene presentato anche a Trieste. Maternal (2019) il suo primo lungometraggio di fiction è stato presentato in anteprima a Locarno e in più di cento festival internazionali, fra cui anche il Trieste FF, vincendo molti premi. Nel 2021 è stata nominata Migliore regista esordiente ai Nastri d’Argento. Attualmente sta sviluppando il suo secondo lungometraggio di finzione Vermiglio o La sposa di montagna.
Italian film director and screenwriter, Maura Delpero was born in 1975 in Bolzano. After graduating in literature in Bologna and Paris, she studied dramaturgy in Buenos Aires. In 2008 she presented her first feature-length documentary, Signori Professori at the Torino Film Festival, winning the Avanti! Prize. In 2012 her documentary Nadea e Sveta won the Cipputi Prize in Torino and was also presented at the Trieste FF. In 2019 her first fiction feature film Maternal premiered in Locarno and in over a hundred festivals worldwide, including the Trieste FF, winning several awards. In 2021 she was nominated Best Emerging Director at the Italian “Nastri d’Argento”. She is currently developing her new fiction project Vermiglio or The Mountain Bride.
Sacha Sokur, Stefan Smith. Scenografia / Art: Jubo Tatodze.
Costumi / Costume Designer:
Ekaterine Kapanadze.
Interpreti / Cast: Anastasia Davidson, Anushka Andronikashvili, Guliko Gurgenidze, Alexander Glurjidze, Anastasia Chanturaia, Ana Chiradze.
Produzione / Produced by: Twice a Day. Coproduzione / Co-produced by: Teo Production, Metro Production, Ge-Art Studio.
Distribuzione internazionale / World Sales: Endorphin Film Sales.
Juja Dobrachkous
ANTEPRIMA ITALIANA / ITALIAN PREMIERE
Alla morte della nonna, la modella diciassettenne Ariadna ritorna in Georgia per il funerale. Al suo arrivo le viene rivolta un’insolita quanto inaspettata richiesta: secondo un’antica usanza locale Ariadna, essendo il membro più giovane della famiglia, deve riunire il corpo e l’anima della nonna con un filo che colleghi il luogo della morte con le spoglie della defunta. Nell’estenuante traversata di un territorio selvaggio che dura alcuni giorni e alcune notti, Ariadna è costretta a confrontarsi con il ruolo complesso e talvolta crudele che la matriarca Bebia ha avuto nella sua infanzia. Presentato in anteprima al festival di Rotterdam, Bebia, à mon seul désir è stato poi selezionato in molti festival internazionali fra cui goEast, Sarajevo e Salonicco.
“L’idea di Bebia è legata ai miei ricordi d’infanzia, dolorosi e nascosti, ma che premevano sempre più insistenti per essere raccontati ... Mentre lavoravo a questa storia, un incontro fortuito su un aereo mi ha permesso di scoprire una tradizione funeraria della Mingrelia, una provincia storica nei territori occidentali della Georgia. La mia Ariadna ha così trovato il suo scopo e la sceneggiatura il suo paesaggio. La Georgia, per me, è un luogo di lacrime, in cui tragedia e commedia sono inscindibilmente legate. Questi sentimenti sono amplificati da un ambiente dall’architettura un tempo fiera, dove gloriosi edifici del XIX secolo sono caduti in rovina. Il linguaggio visivo del film aveva bisogno dell’immaginario del bianco e nero... Volevo che questo film avesse l’aspetto di un cuore avvolto in un giornale: anche se in parte bagnato e lacerato, un cuore vivo e ancora pulsante.” (J. Dobrachkous)
Following the death of her grandmother, seventeen-year-old model Ariadna returns to Georgia to attend the funeral. Back in her motherland, she receives an unusual and unexpected request: according to an ancient local tradition, Ariadna, as the youngest member of the family, is responsible for reuniting the body and soul of her grandmother by connecting a thread from the place of her death to the resting body. Traversing this exhausting and raw terrain over a number of days and nights, Ariadna is forced to confront the impact that the complex, sometimes cruel matriarch – Bebia – had on her not-so-distant childhood. After its premiere at the Rotterdam Film Festival, Bebia, à mon seul désir was selected at many international film festivals including goEast, Sarajevo and Thessaloniki.
“The idea for Bebia came from my own childhood memories, painful and hidden first, until they became more confident and begged for release ... As I developed the story, a chance meeting on an aeroplane revealed a particular death and burial tradition rooted in Mingrelia, a historic province in the western part of Georgia. That is how my Ariadna found her purpose and the script its location. Georgia, for me, is a place of tears, where tragedy and comedy go hand-in-hand. These feelings are enhanced in an environment of once proud architecture, where glorious nineteenth century buildings have fallen into ill-repair. I knew that the visual language of the film demanded black and white imagery. wanted the film to look like a heart wrapped in a newspaper, even though partially wet and partially ripped, a heart alive and still beating.” (J. Dobrachkous)
Juja Dobrachkous
Regista, scrittrice e pittrice, vive e lavora a Londra.
Nata nella Russia sovietica, si è laureata all’Accademia di Belle Arti di Mosca. Bebia, à mon seul désir è il suo lungometraggio di debutto.
Juja Dobrachkous is a director, writer, and painter based in London. Born in Soviet Russia, she graduated from the Academy of Fine Arts in Moscow. Bebia, à mon seul désir is her feature film debut.
filmografia scelta / selected filmography
2011 Before the Mirror doc.
2014 Arctic Wind doc.
2015 From Another Life doc.
2021 Bebia, à mon seul désir Premi / Awards: goEast - Miglior regista, Premio FIPRESCI / Best Director - FIPRESCI Award
ANTEPRIMA ITALIANA / ITALIAN PREMIERE
Romania 2021, HD, col., 104’ v.o. rumena / Romanian o.v.
Sceneggiatura / Screenplay: Radu Muntean, Răzvan Rădulescu, Alexandru Baciu.
Suono / Sound: Andre Rigaut, Electric Brother, Julien Perez.
Scenografia / Art Director: Anca Lazăr.
Costumi
/ Costume Designer: Eliza Frone.
Interpreti / Cast: Maria Popistașu, Alex Bogdan, Ilona Brezoianu, Luca Sabin. Produzione / Produced by: Multimedia Est.
Coproduzione / Co-produced by: The East Company Productions. Con il sostegno di / Supported by: The Romanian National Center for Cinematography. Distribuzione internazionale / World Sales: Voodoo Films.
Maria, Dan e Ilinca partono per la consueta missione umanitaria di fine anno insieme a un gruppo di amici del lavoro. Alla guida dei loro grandi SUV si inerpicano lungo strade sterrate di montagna fino a villaggi remoti per distribuire pacchidono alla gente del posto. Durante il percorso incontrano un vecchio e accettano di accompagnarlo alla segheria dove dice di lavorare. Ma quando la loro auto rimane bloccata in un fosso nel bosco, la segheria si rivela essere abbandonata e sono costretti a trascorrere la notte con il vecchio un po’ disorientato, le loro idee sull’empatia e la solidarietà vengono messe a dura prova.
Dopo l’anteprima alla Quinzaine des Réalisateurs di Cannes, Întregalde è stato selezionato in molti festival internazionali fra cui Toronto, New York e Busan.
“Quali sono i limiti dell’empatia quando ci confrontiamo con problemi del prossimo? ... L’altruismo è autentico solo se si accompagna al sacrificio di sé? Persi nella foresta, i tre benefattori si trovano a dover decidere se salvare un vecchio stralunato ... che sembra programmato all’auto-distruzione, come il pinguino nel documentario di Herzog sull’Antartide ... La sceneggiatura riprende lo schema drammaturgico di una fiaba, con l’illusione di un viaggio iniziatico e l’apparizione quasi mitica del vecchio che mette alla prova gli eroi, come San Pietro nei racconti popolari ... Il paesaggio, con le sue foreste scure, fango, case storte, segherie abbandonate e valli che non portano a nulla è quasi come un personaggio del film. È un luogo isolato e selvaggio, ai confini del mondo e del tempo, un’anteprima metaforica della fine, il cui significato stiamo probabilmente ancora cercando, invano.” (R. Muntean)
Maria, Dan and Ilinca are on their regular end-of-the-year humanitarian trip organised together with a bunch of friends from work. They all drive in their big SUVs along mountain dirt roads to reach distant villages and offer their standard bags of goodies to the locals. On the way, they meet a lonely old man and agree to take him over to a sawmill where he supposedly works. But when their car gets stuck in a ditch in the woods, the sawmill proves to be abandoned, and they’re forced to spend the night together with the senile old man, their ideas about empathy and helpfulness start to be challenged.
After its premiere at the Directors’ Fortnight in Cannes, Întregalde was selected in many international festivals including Toronto, New York and Busan.
“What is the limit of empathy when you think about the problems of others? ... Is true altruism tested only when it comes with a certain sacrifice on the part of the one who performs the act itself? Lost in the forest, the three humanitarians are put in a position to decide whether to save a senile old man ... who seems programmed to self-destruct, like the penguin in Herzog’s documentary about Antarctica … The screenplay uses a dramaturgical scheme derived from that of a fairy tale, integrating the illusion of an initiatory journey and the almost mythical appearance of the old man who tests the heroes, like St. Peter in folk tales ... The scenery, with its dark forests, mud, crooked houses, abandoned sawmill, and valleys which lead to nothing is almost like a character in the film. This is an isolated and wild place which feels like it’s at the edge of the world and time, serving as a metaphorical preview of an end, the meaning of which we are probably looking for, in vain.”
(R. Muntean)
Radu Muntean
Uno degli esponenti di rilievo della ‘nouvelle vague’ rumena, è nato nel 1971 a Bucarest. Si è laureato in regia all’Accademia rumena per il Teatro e il Cinema nel 1994. Il
Trieste FF ha già presentato suoi lungometraggi Hârtia va fi albastrã (nel 2007), Un etaj mai jos (nel 2016) e Alice T. nel 2019.
One of the top directors of Rumanian New Wave, Radu Muntean was born in 1971 in Bucharest. He graduated in Film Directing from the Romanian Theatre and Film Academy in 1994. The Trieste FF presented his features The Paper Will Be Blue in 2007, One Floor Below in 2016 and Alice T. in 2019.
2002 Furia (The Rage)
2006 Hârtia va fi albastră (The Paper Will Be Blue); Premi / Awards: Cottbus FFMiglior regista / Best Director
2008 Boogie
2010 Marti, dupã Crãciun (Tuesday, after Christmas); Premi / Awards: Sarajevo IFFMigliore attrice / Best Actress
2011 Vorbitor (Visiting Room) doc.
2015 Un etaj mai jos (One Floor Below)
2018 Alice T.; Premi / Awards: Locarno FF - Pardo per la Migliore attrice / Pardo for Best Actress
2021 Întregalde
Serbia
2021, HD, col., 106’ v.o. serba / Serbian o.v.
Sceneggiatura / Screenplay:
Milica Tomović, Tanja Šljivar.
Fotografia / Photography: Dalibor Tonković. Montaggio / Editing: Jelena Maksimović.
Musica / Music: Ana Đurović.
Suono / Sound: Jakov Munižaba.
Scenografia / Art Director: Marija Mitrić. Costumi / Costume Designer: Maja Mirković.
Interpreti / Cast: Dubravka Duda Kovjanić, Stefan Trifunović, Katarina Dimić, Anja Đorđević, Olga Odanović, Konstantin Ilin, Jelica Sretenović, Milica Grujičić, Slaven Došlo, Nikola Rakočević, Nada Šargin, Jovana Gavrilović, Jelena Đokić, Milica Mima Trifunović
Jovan Belobrković.
Produzione / Produced by: EED productions.
Coproduzione / Co-produced by: Film Danas.
Con il sostegno di / Supported by: Film Center Serbia. Distribuzione internazionale / World Sales: m-appeal.
Belgrado, 1993, Marijana organizza un pigiama party per l’ottavo compleanno di sua figlia e invita la sua famiglia e altri genitori. Con bambini impegnati nella stanza accanto, gli adulti colgono l’occasione per stappare delle bottiglie e godersi la serata. Marijana si rende improvvisamente conto di desiderare qualcosa di più di un gruppo di ospiti ubriachi e un marito poco attento a lei. Esce di nascosto e passeggia per le strade deserte, alla ricerca di esperienze autentiche invece di meri surrogati. Mentre raggiunge un orgasmo e fuma una sigaretta con uno sconosciuto, la festa si disperde lentamente, proprio come la Jugoslavia, il paese in cui Marijana e i suoi amici sono nati. Presentato in anteprima a Berlino nel 2021 nella sezione “Panorama”, Kelti è stato presentato in molti festival internazionali fra cui quello di Sarajevo, dove ha vinto il premio per la Miglior regia. “Kelti è un dramma familiare con spunti comici, scritto con il desiderio di fare un film divertente, folle, nostalgico ed emozionante, un film che il pubblico vorrebbe non finisse mai. È un film sulla dissoluzione di un paese e la perdita della propria identità, attraverso il ritratto di tre diverse generazioni di una famiglia, e della loro routine quotidiana mentre preparano la festa di compleanno per la figlia più piccola. L’idea era di raccontare contemporaneamente la mia l’infanzia e la mia vita adulta, in una casa e in un giorno, e il punto di vista di una ragazzina di otto anni su quel periodo, cercando di capire cosa stavano passando miei genitori, ora che ho raggiunto la loro età ... Gli anni Novanta sono la cornice di una storia familiare intima, ma anche una metafora del nostro tempo presente e delle sue inevitabili ripetizioni.” (M. Tomović)
Belgrade, 1993. Marijana throws a sleepover party for her daughter’s 8th birthday, with family and fellow parents attending. Grabbing the rare opportunity when their children are kept entertained in the other room, the parents open a few bottles in the kitchen and enjoy their reunion. Marijana suddenly realises that she longs for more than a bunch of drunken guests and an inattentive husband, so she sets out to discover the thrills the night has to offer. She sneaks out of the house strolling around the empty streets, seeking genuine experiences instead of mere substitutes. While she reaches an orgasm and smokes a cigarette with a stranger, the party slowly disperses, just like Yugoslavia, the country Marijana and her friends were all born in. After its premiere at the latest Berlinale “Panorama”, Celts has been presented at several international film festivals including Sarajevo, where it was awarded Best Director.
“Celts is a family drama with elements of comedy written with a desire to make a fun, crazy, nostalgic, emotional film that audiences wish would never end. It’s a film about the disappearance of one’s country and loss of one’s identity, portrayed through three different generations within one family, and their daily routine while preparing the birthday party for the youngest daughter. The idea was to simultaneously deal with my childhood and with my adult life, by trapping them inside one house and one day, and by giving an eight-year-old perspective on that period, with an opportunity to grasp what my parents were going through, now that I’ve reached their age ... Nineties are used as a frame for an intimate family story, but also as a metaphor of our present time and inevitable repetitions.”
(M. Tomović)
Milica Tomović
Regista, è nata nel 1986 a Belgrado, dove, nel 2011, si è diplomata all’Accademia di Arti Drammatiche. Il TriesteFF nel 2012 ha presentato il suo film di diploma, l’omnibus Oktobar, e nel 2017 il suo corto Tranzicija Kelti è la sua opera prima.
Film director Milica Tomović was born in 1986, in Belgrade, where in 2011 she graduated from the Academy of Dramatic Arts. The TriesteFF presented in 2012 her diploma film, the omnibus Oktobar, and in 2017 her short Transition Kelti is her feature film debut.
2011 Diplomiranje ( episodio di / episode in Oktobar omnibus film diretto con / directed with Ognjen Isailović, Ognjen Glavonić, Damir Romanov, Dane Komljen, Senka Domanović Ivan Pecikoza)
2016 Tranzicija (Transition) cm / sf; Premi / Awards: Belgrade FF - Miglior cortometraggio / Best Short Film
2018 Jutro ce promeniti sve (Morning Changes Everything) serie TV / TV Series, 5 ep.
2021 Kelti (Celts): Premi / Awards: Sarajevo FF - Miglior regia / Best Director; Kiev IFF Molodist - Miglior film, Premio FIPRESCI / Best Feature Film, FIPRESCI Prize
Milica Tomović
LUANESHAT E KODRËS
La collina dove ruggiscono le leonesse / The Hill Where Lionesses Roar
Kosovo - Francia / Kosovo - France 2021, HD, col., 83’ v.o. albanese / Albanian o.v.
Sceneggiatura / Screenplay: Luàna Bajrami.
Fotografia / Photography: Hugo Paturel. Montaggio / Editing: Michel Klochendler. Musica / Music: Aldo Shllaku. Suono / Sound: Pëllumb Ballata. Interpreti / Cast: Flaka Latifi, Uratë Shabani, Era Balaj, Andi Bajgora, Luàna Bajrami.
Produzione / Produced by: Orëzanë Films, Acajou Productions.
Coproduzione / Co-produced by: Vents Contraires.
In associazione con / In association with: Aeternum Artworks. Con il sostegno di / Supported by: Kosovo Cinematography Center.
Distribuzione internazionale / World Sales: Loco Films.
Luàna Bajrami
ANTEPRIMA ITALIANA / ITALIAN PREMIERE
Da qualche parte in Kosovo, in un piccolo villaggio sperduto, tre giovani donne vedono i loro sogni e le loro ambizioni soffocare. Nella loro ricerca di indipendenza, niente può fermarle. Presentato in anteprima alla Quinzaine des Réalisateurs a Cannes 2021. Premio per la Migliore interpretazione femminile a Flaka Latifi, Uratë Shabani, Era Balaj al festival di Sarajevo.
“Torni sempre qui, mentre noi vogliamo solo andarcene. Una citazione dall’ennesima discussione con mia cugina, una delle tante, appollaiate sulla collina che domina il nostro villaggio, Pleshina. Mi giro verso di lei, non mi guarda ma fissa lo sguardo in lontananza, preoccupata. È stato allora che ho capito che mi trovavo di fronte a una sofferenza profonda. Questo luogo, questo paese, il Kosovo, che mi affascina tanto, per lei è una prigione. Con questo mi stava anche dicendo che io sono libera. Il film racconta la storia di tre giovani amiche cresciute in un villaggio dove regnano l’ignoranza e la noia, e che decidono, quando la loro vita sta per sbocciare, di andarsene insieme. Il film ruota attorno a queste tre figure sorprendenti, che si ribellano all’ingiustizia di una condizione che non hanno scelto ... Attraverso di loro, il film parla di quell’età in cui ci interroghiamo, cercando noi stessi, gli altri, alla ricerca del bene, ma soprattutto della possibilità di scegliere. Tutto il film è costruito intorno a questo desiderio febbrile di emancipazione: la rabbia di rompere i legami che trattengono queste tre giovani donne. Questo tema per me è universale, volevo quindi evitare di legare il film a una temporalità specifica. Ho scelto, invece, di ambientarlo in Kosovo.” (L. Bajrami)
Somewhere in Kosovo, in a small remote village, three young women see their dreams and ambitions stifled. In their quest for independence, nothing can stop them. The Hill Where Lionesses Roar premiered at Directors’ Fortnight in Cannes 2021. Flaka Latifi, Uratë Shabani, Era Balaj have been awarded Best Actresses at Sarajevo Film Festival.
“‘You always come back here, while we only want to leave. Quoted from an umpteenth discussion with my cousin, as there have been so many, perched on the hill overlooking our village Pleshina. I turn to her: she does not look at me but stares into the distance, worried. It was then I understood that I was touching on a deep, generalised suffering. This place, this country – Kosovo – which fascinates me, is for her a prison. By this she was also telling me that I was free. The Hill Where Lionesses Roar is the story of three young friends who grew up in a village where ignorance and boredom reign, and who decide in the prime of their lives to get out of it together. The film is carried by these three striking figures who rebel against the injustice of their condition that they did not choose ... Through them, the film paints this age where we question ourselves, this quest for oneself, for the other, this quest for good, but above all the potential of choices. The whole film is built around the feverish desire of youthful emancipation: this rage to break the bonds which inhabit these three young girls. This theme for me is universal, so I wanted to untie the film from any temporality. However, decided to set it in Kosovo.” (L. Bajrami)
Luàna Bajrami
Attrice e regista franco-kosovara è nata nel 2001 in Kosovo.
Autodidatta, è nota soprattutto per il ruolo di Sophie in Ritratto della giovane in fiamme (2019) scritto e diretto da Céline Sciamma. Luaneshat e kodrës è la sua opera prima. French-Kosovar actress and director was born in 2001 in Kosovo. Self-taught, she is best known for her role as Sophie in Portrait of a Lady on Fire (2019) written and directed by Céline Sciamma. The Hill Where Lionesses Roar is her debut feature film.
2019 En été murissent les baies cm / sf
2021 Luaneshat e kodrës (The Hill Where Lionesses Roar); Premi / Awards: Sarajevo FF - Migliore interpretazione femminile / Best Actresses; Warsaw IFF - Premio FIPRESCI / FIPRESCI Award
Oscurità / Darkling
Serbia - Danimarca - Bulgaria - Italia - Grecia / Serbia - Denmark - Bulgaria - Italy - Greece 2022, HD, col., 104’ v.o. serba - inglese - italiana / Serbian - English - Italian o.v.
Sceneggiatura / Screenplay: Dušan Milić.
Fotografia / Photography: Kiril Prodanov.
Montaggio / Editing: Yannis Chalkiadakis.
Musica / Music: Kristian Eidnes Andersen. Suono / Sound: Francesco Morosini, Kristian Eidnes Andersen.
Scenografia / Art Director: Milenko Jeremić.
Costumi / Costume Designer:
Lidija Jovanović.
Interpreti / Cast: Slavko Štimac, Danica Ćurčić, Darren Pettie, Miona Ilov, Flavio Parenti, Ivan Zerbinati, Riccardo Maranzana.
Kosovo. Una famiglia dopo la guerra dei Balcani vive sotto la protezione delle unità militari KFOR, che difendono la popolazione solo di giorno. La notte tutto cambia e la paura prende il sopravvento, rubando loro il sonno. Al confine di un bosco, la dodicenne Milica vive con sua madre e suo nonno. Al calar del sole, la famiglia si barrica in casa, convinta che il male arrivi dalla tenebrosa foresta. La casa è realmente assediata? Sono vere le loro paure o solo residui dei traumi psicologici della guerra appena vissuta, come le unità militari KFOR vorrebbero far credere? Non ci sono prove, ma qualcosa di sinistro e terrificante sta accadendo e, notte dopo notte le loro paure crescono...
Mrak è uno dei progetti selezionati, e vincitore di una menzione speciale, a This is IT, nell’ambito della scorsa edizione di When East Meets West.
“I misteri che ci insegnano qualcosa della vita mi hanno sempre affascinato. Ho voluto raccontarne uno in Mrak. Gli eventi che ci capitano nella vita sono reali, o sono un sogno? Sono convinto che questa sia una delle questioni cruciali nella ricerca del senso dell’esistenza, quella linea sottile tra gioco mentale e realtà. Ho cercato di esplorare questo tema nel mondo reale, in Kosovo, dove queste situazioni si verificano ogni giorno. Cosa resta a una piccola famiglia qualunque, che vuole condurre una vita appartata dopo il clamore delle recenti guerre?” (D. Milić)
Kosovo. After the Balkan war, a family lives under the protection of KFOR military units, which only defend the population during the day. At night, everything changes and fear takes over, stealing their sleep. In a house surrounded by a deep, dark forest, lives Milica with her mother and grandfather. When night falls, the family barricades themselves inside their house, frightened by the terror coming out of the woods. Is that horror of the besieged house an echo of the recent war times, or just their imagination, as the KFOR officials admonish them?
Produzione / Produced by: Film Deluxe International, This and That Productions, Firefly Productions. Coproduzione / Co-produced by: A_Lab, RFF International, Space Rocket Nation, Graal Films. Con il sostegno di / Supported by: Film Center Serbia, Eurimages, Danish Film Institute, EA Bulgarian National Film Center, FVG Audiovisual Fund, Friuli Venezia Giulia Film Fund, Greek Film Center, ERT, Eurimages, MEDIA Creative Europe, Danish National Television DR. Distribuzione internazionale / World Sales: WIDE.
There are no material evidences that something bad is happening, but with every forthcoming night, their fear arises...
Darkling is one of the projects selected – and awarded a special mention – at This is IT, within the latest edition of When East Meets West.
“I have always been interested in the mysteries that can teach us something about life. One of those I tried to implement in the film Darkling Are the events that we experience in life real, or are we dreaming? I think, this is one of the crucial questions in our search for the meaning of life, that thin line between mind game and reality. I tried to explore that theme in the real world, in Kosovo, where such situations are happening on an everyday basis. What’s left for a small, insignificant family, living isolated life within the resonance of recent wars?” (D. Milić)
Dušan Milić Regista, è nato nel 1969 a Belgrado. Si è diplomato all’Università di Arti Drammatiche, al dipartimento di Regia cinematografica e televisiva.
Film director Dušan Milić was born in 1969 in Belgrade. He graduated at University of Dramatic Arts, department of Film and TV Directing.
2003 Jagoda u supermarketu (Jagoda in Supermarket)
2006 Gucha! (Gucha: Distant Trumpet); Premi / Awards: Sofia FF - Premio del pubblico / Audience award
2012-2014 Folk serie TV / TV series
2014 Travelator
2016 Sumnjiva lica serie TV / TV series
2022 Mrak (Darkling)
MURINA
Antoneta Alamat Kusijanović
ANTEPRIMA ITALIANA / ITALIAN PREMIERE
Croazia - Brasile - USA - Slovenia / Croatia - Brazil - USA - Slovenia 2021, HD, col., 92’ v.o. croata - inglese / Croatian - English o.v.
Produzione / Produced by: Antitalent, RT Features. Coproduzione / Co-produced by: Spiritus Movens Production, SPOK Films, Staragara. Con il sostegno di / Supported by: Croatian Audiovisual Centre, Slovenian Film Centre, Viba Film, Croatian Radiotelevision, RTV Slovenia. Distribuzione internazionale / World Sales: The Match Factory.
La tensione tra Julija, un’adolescente inquieta, e l’oppressivo padre Ante aumenta all’arrivo nella loro casa su un’isola croata di un vecchio amico di famiglia. Mentre Ante tenta di negoziare un accordo che potrebbe cambiare la loro vita, questa realtà tranquilla e ritirata in cui vivono spinge Julija a volere di più dal nuovo e influente ospite, che le offre un assaggio di libertà durante un fine settimana segnato dal desiderio e dalla violenza.
Murina è stato selezionato alla Quinzaine des Réalisateurs di Cannes 2021, dove il film ha vinto la Caméra d’Or come Miglior film d’esordio. Martin Scorsese è fra i produttori esecutivi del film.
“In Murina ho voluto esplorare la tensione in una famiglia turbata dall’arrivo di un estraneo, che spinge Julija e la sua forza interiore a confrontarsi con limiti di una mentalità che ha conosciuto per tutta la vita ... Lo sciovinismo è così radicato nella nostra società che spesso lo scambiamo per un tratto culturale. Il padre vi ricorre per convenienza, la madre lo sostiene per l’educazione ricevuta. Per Julija, lo sciovinismo è una forza antagonista così presente come risposta a ogni sua azione tanto da confondere i limiti con il proprio potenziale... Julija vive in un paradiso su un’isola croata, ma in una società ossessionata dal denaro che svende la propria essenza, in cui la forza della figlia è fraintesa per debolezza del padre, e il valore della terra è scambiato per profitto. Julija intuisce tutte queste dinamiche ... È come la murena, un animale che morde la propria carne per sfuggire al pescatore. Il suo potere è la fiducia in se stessa, nella natura e nell’ignoto. La sua forza è nel suo rifiuto di tacere.” (A. Alamat Kusijanović)
Tensions rise between restless teenager Julija and her oppressive father Ante when an old family friend arrives at their Croatian island home. As Ante attempts to broker a life-changing deal, their tranquil yet isolated existence leaves Julija wanting more from this influential visitor, who provides a taste of liberation over a weekend laid bare to desire and violence. Executive produced by Martin Scorsese, Murina was selected at the Directors’ Fortnight at Cannes 2021, where the film won the Caméra d’Or for Best Debut Film.
“In Murina I wanted to explore the tensions of a family invaded by a foreigner, an outsider who propels a girl’s inner power to confront the limitations of the mentality she’s known her whole life ... Chauvinism is so deeply rooted in our society that we often mistake it for our cultural mentality. The father implements it because it suits him, the mother supports it because she is raised to do so. For Julija, chauvinism is an antagonistic force so present as a response to her every action that she mistakes its boundaries for her own potential ... Julija lives in a physical paradise on a Croatian island, but in a society obsessed with getting rich quick by selling away its own essence, where a daughter’s strength is mistaken for her father’s weakness, and land’s value is mistaken for profit. Julija has an intuition for these dynamics ... She is like the murina, the moray eel, an animal that will bite its own flesh to break free from a fisherman. Her power is her faith in herself, in nature, and in the unknown. Her power is that she refuses to be silenced.” (A. Alamat Kusijanović)
Antoneta Alamat Kusijanović
Regista e sceneggiatrice croata, è nata nel 1985 a Dubrovnik. Vive e lavora a New York. Ha conseguito un Master all’Accademia di Arti Drammatiche di Zagabria e uno in sceneggiatura e regia alla Columbia University di New York. Il Trieste FF ha presentato nel 2018 il suo cortometraggio U plavetnilo (Into the Blue) interpretato anch’esso da Gracija Filipović. Murina è il suo lungometraggio di debutto ed è stato presentato, fra gli altri, ai festival di Pola, Sarajevo e Toronto.
Croatian writer and director Antoneta Alamat Kusijanović, New York based, was born in 1985 Dubrovnik. She holds an MA from Academy of Dramatic Arts in Zagreb and an MFA in screenwriting and directing from Columbia University in New York. In 2018 the Trieste FF presented her short Into the Blue also starring Gracija Filipović. Murina is her feature debut and was selected at the Pula, Sarajevo and Toronto film festivals, among others.
filmografia scelta / selected filmography 2013 Nonina cm / sf
2015 Oko za Oko cm / sf
2017 U plavetnilo (Into the Blue) cm / sf; Premi / Awards: Sarajevo FF - Miglior cortometraggio / Best Short Film; Berlinale - Menzione speciale della giuria generazione 14+ / Special Mention of the Generation 14+ Jury 2021 Murina; Premi / Awards: CannesCamera d’or per la Migliore opera prima / Best Debut Film; Pula FF - Miglior attrice non protagonista, Migliore esordiente, Premio del pubblico / Best Supporting Actress, Best Debutant, Audience Award.
KËRKIM TË VENERËS
Alla ricerca di Venera / Looking for Venera
Kosovo - Nord Macedonia / Kosovo - North Macedonia 2021, HD, col., 111’ v.o. albanese / Albanian o.v.
Sceneggiatura / Screenplay: Norika Sefa.
Fotografia / Photography: Luis Armando Arteaga. Montaggio / Editing: Stefan Stabenow, Norika Sefa.
Distribuzione internazionale / World Sales: Film Republic.
Norika Sefa
ANTEPRIMA ITALIANA / ITALIAN PREMIERE
Venera, adolescente calma e taciturna, vive in un piccolo villaggio del Kosovo. Nella casa angusta, tre generazioni convivono con qualche difficoltà, e la privacy non esiste. Anche fuori, in strada e al bar, le cose non vanno meglio: il villaggio è così piccolo che c’è sempre un fratello, un nipote o un vicino a tenerla d’occhio. Una ragazza ha il dovere di difendere la propria reputazione, e quella della famiglia. Tutto questo rende la vita di Venera piuttosto complicata. Il suo umore migliora quando incontra la ribelle Dorina, che ha già un fidanzato. Le due ragazze escono a divertirsi, quando il padre lo permette. Una cosa è chiara per entrambe: non vogliono finire come le loro madri. In concorso all’ultimo festival di Rotterdam, dove ha vinto il Premio speciale della giuria, il film è stato poi selezionato ai festival di Sarajevo e IndieLisboa.
“Volevo ritrarre la vita dinamica e vivace della mia infanzia. Vivere in una grande famiglia mi portava in un certo senso a mettere in discussione la realtà ...Vivevamo tutti la stessa situazione, ma le emozioni, le percezioni, erano così diverse … Inoltre, nella società in cui vivo, ancora adesso le persone non esprimono ciò che sentono, non fa parte della nostra cultura, non ne abbiamo gli strumenti... Persino in famiglia, non siamo abituati a condividere ed esprimere le emozioni, per capire le cose … Oltre a questo stato di incertezza, avendo vissuto in una famiglia composta da tre generazioni, mi incuriosiva il modo in cui funziona la privacy, o la sua totale assenza, in questa coabitazione. Il mio obiettivo è stato quello di trattare lo spazio come qualcosa che poteva offrire continuamente delle sorprese.” (N. Sefa)
Calm, taciturn teenager Venera lives in a small village in Kosovo. At home, three generations are constantly under one another’s feet in their cramped house, so she has hardly any privacy. Outside too, on the streets and in the café, it’s not much better: the village is small and there’s always a brother, nephew or neighbour keeping a beady eye on her. A girl is expected above all else to protect her good reputation – and that of her family. All of which makes it difficult for Venera to go her own way. Her spirits are lifted when she makes friends with rebellious Dorina, who already has a boyfriend. The two girls go out having fun together, as far as Venera’s father allows. One thing they know for sure: they don’t want to end up like their mothers. In competition at the latest Rotterdam Film Festival, where received the Special Jury Award, Looking for Venera was also selected at Sarajevo and IndieLisboa film festivals.
“I wanted to portray that lively, dynamic life, similar to what I grew up with. Living in a big family was a reason to question reality, somehow … Because we all lived the very same situations, yet the emotions, perceptions, were so different ... Also, in the society I live in, usually people don’t express what they feel, it’s not in our culture, we lack the tools to do so ... Even in our families, we don’t have much of this culture of sharing and speaking up emotions, trying to understand things … Beside that state of uncertainty, having lived in a three-generation family, I got attracted to the way privacy, or the lack of privacy works in this co-existence. So my aim was to treat the space as a perpetual chance for surprise.” (N. Sefa)
Norika Sefa È una regista kosovara che vive e lavora a Praga, dove si è diplomata alla FAMU. Nei suoi film, spesso fonde fiction e documentario. Në kërkim të Venerës è il suo lungometraggio di debutto, il cui progetto è stato selezionato da “Eastweek” nell’ambito dell’edizione 2016 del Trieste FF e successivamente in First Cut Lab-When East Meets West 2021
Norika Sefa is a Prague-based Kosovan filmmaker. She graduated from FAMU in Prague. In her films, she often merges fiction and documentary. One of the projects selected by “Eastweek” within the 2016 edition of Trieste FF and then in First Cut Lab-When East Meets West 2021, Looking for Venera (2021) is her debut feature.
filmografia scelta / selected filmography 2016 Flutter doc. cm / sf 2019 Desde Arriba doc. cm / sf 2020 Kiss me, Now doc. cm / sf 2021 Në kërkim të Venerës (Looking for Venera); Premi / Awards: Rotterdam IFFPremio speciale della giuria / Special Jury Award
ORKESTER
ANTEPRIMA ITALIANA / ITALIAN PREMIERE
Slovenia - Croazia / Slovenia - Croatia 2021, HD, b-n / bw, 111’ v.o. slovena - tedesca / Slovenian - German o.v.
Sceneggiatura / Screenplay: Matevž Luzar. Fotografia / Photography: Simon Tanšek. Montaggio / Editing: Jelena Maksimović. Suono / Sound: Julij Zornik. Scenografia / Art Director: Katja Šoltes. Costumi / Costume Designer: Nadja Bedjanič.
Interpreti / Cast: Gregor Čušin, Jernej Kogovšek, Gregor Zorc, Alexander Mitterer, Maria Hofstätter, Lovro Lezič, Gaber K. Trseglav, Vesna Pernarčič, Ana Facchini, Mateja Pucko, Mojca Funkl, Ana Marija Štern. Produzione / Produced by: Gustav Film. Coproduzione / Co-produced by: Napravi Film, RTV Slovenija, Pihalni Orkester SVEA Zagorje. Con il sostegno di / Supported by: Slovenian Film Centre.
Gli allegri membri di una banda di ottoni slovena viaggiano in bus per esibirsi in una cittadina austriaca. Cantano, festeggiano e bevono durante tutto il tragitto. Far parte di una banda di ottoni è un hobby divertente per quasi tutti i membri dell’orchestra. Non tutto però va come previsto. Un autista alle prime armi confessa la sua responsabilità in un incidente a un collega più anziano e del tutto inaffidabile, uno dei musicisti non riesce a nascondere al suo gentile ospite austriaco il vizio del bere, un membro della banda adolescente al suo primo viaggio è testimone dell’adulterio del padre, e in Slovenia la moglie vorrebbe avere il coraggio di affrontarlo. Cinque storie diverse ci mostrano come nascondere le proprie azioni e intenzioni sia il modo migliore per renderle imbarazzanti.
Orkester è stato selezionato in concorso al Cottbus Film Festival 2021. “Per anni ho accompagnato un’orchestra in tournée, perché la mia famiglia allargata ne faceva parte, e mi ha sempre affascinato come tutti riuscissero a mettere da parte le loro preoccupazioni e semplicemente divertirsi. Tutto quello che accade in tour rimane segreto e nessuno ne riparla più. Volevo raccontare questi brevi momenti spensierati e divertenti attraverso vari personaggi e una vera orchestra, e capire quale fosse l’impatto sulle loro vite. Inoltre mi interessava indagare le dinamiche di gruppo all’interno di un’orchestra e parlare delle differenze culturali tra due paesi, la Slovenia e l’Austria.” (M. Luzar)
The merry members of a brass band from Slovenia travel by bus to perform in a small Austrian town. They sing, cheer and drink all the way through. Being part of a brass band is a joyful hobby for most of the members of the orchestra. However, not everything goes as planned. A debutant bus driver confesses his responsibility in an accident to his untrustworthy senior colleague; a brass band player cannot hide his shameful drinking to his kind Austrian host; a teenage band member on her first trip with dad on tour witnesses her father’s adultery; and back in Slovenia, a wife wishes she could brave such adultery. Five distinct stories tell us that hiding one’s actions and intentions are the best way to make them shameful.
Orchestra was in competition at the latest Cottbus Film Festival.
“For years, I was travelling with an orchestra on different tours, because my extended family was part of it and was always fascinated how everybody forgets about everyday worries and just have fun. What happens on these tours stays a secret forever, and they don’t deal with it later. I wanted to explore this limited time of carelessness and fun in my movie through different characters and a real-life orchestra and how the experience had an impact on their lives. Besides that, I was also interested in exploring group dynamics inside an orchestra and also talk about the culture clash between two nations - Slovenians and Austrians.” (M. Luzar)
Matevž Luzar
Sceneggiatore e regista sloveno, è nato nel 1981.
Ha studiato teologia all’Università di Lubiana e regia all’Accademia per il Teatro, la Radio, il Film e la Televisione (AGRFT) di Lubiana. Dal 2020 è presidente dell’Associazione dei registi sloveni e membro della European Film Academy. Orkester è uno dei progetti selezionati a First Cut Lab nell’ambito di When East Meets West 2021.
Matevž Luzar is a Slovenian screenwriter and director, born in 1981. He studied theology at University of Ljubljana and film directing at the Academy of Theatre, Radio, Film and Television (AGRFT) in Ljubljana. From 2020, he is president of the Directors Guild of Slovenia and is a member of European Film Academy. Orkester is one of the selected project at First Cut Lab within When East Meets West 2021.
filmografia scelta / selected filmography
2007 Vučko cm / sf
2013 Srečen za umret (Good to Go)
2021 Orkester (Orchestra)
Dina Duma
Sorelle / Sisterhood
Nord Macedonia - Kosovo - Montenegro / North Macedonia - Kosovo - Montenegro 2021, HD, col., 90’ v.o. macedone / Macedonian o.v.
Sceneggiatura / Screenplay: Dina Duma, Martin Ivanov. Fotografia / Photography: Naum Doksevski.
Montaggio / Editing: Martin Ivanov.
Musica / Music: Igor Vasilev - Novogradska. Suono / Sound: Risto Alchinov.
Scenografia / Art Director: Kiril Spaseski, Simo Branov.
Costumi / Costume
Designer: Roza Trajceska Ristovska.
Interpreti / Cast: Antonija Belazelkoska, Mia Giraud.
In associazione con / In association with: The Post Republic. Con il sostegno di / Supported by: North Macedonian Film Agency, Kosovo Cinematography Center, Film Center Montenegro, See Cinema Network. Distribuzione internazionale / World Sales: Cercamon.
ANTEPRIMA ITALIANA / ITALIAN PREMIERE
Le adolescenti Maya e Jana sono due amiche inseparabili, fanno tutto insieme. Jana è quella caparbia che prende l’iniziativa e Maya la segue in tutto e per tutto. La loro amicizia viene però seriamente compromessa quando rimangono coinvolte nella morte accidentale di una loro compagna di classe. Il film è stato presentato in anteprima al Karlovy Vary Film Festival 2021, nella sezione competitiva “East of the West” dove ha vinto il Premio speciale della giuria.
“Sestri è un racconto sulla fine dell’amicizia tra due ragazze adolescenti: è una storia che esplora il fenomeno del bullismo sui social media, ormai così diffuso tra ragazzi di questa età. Viviamo in un’epoca in cui un ‘click’ ha un enorme potere. Quando ho iniziato a scrivere la sceneggiatura, mi chiedevo se non stessi esagerando la portata della violenza tra adolescenti e del bullismo sulle reti sociali oggi. Pensavo che questi fenomeni così frequenti per la mia generazione fossero ormai superati. Nutrivo segretamente la speranza che questa nuova generazione si fosse evoluta, ma dopo alcune ricerche ho capito che sfortunatamente mi sbagliavo. Indagando il mondo degli adolescenti, mi sono accorta che la rappresentazione che offrono di sé sui social media è molto più importante di chi sono realmente. Mi sono trovata quindi ancora più motivata nel voler realizzare questo film e aprire una discussione, rivolgendo l’attenzione a questa generazione in difficoltà. Ogni aspetto dello stile visivo del film è concepito per rappresentare al meglio questa realtà, la regia si concentra in ogni momento sui personaggi principali, raffigurando il mondo come lo vivono in prima persona.” (D. Duma)
Teenagers Maya and Jana are inseparable and do everything together. Headstrong Jana usually takes the lead and Maya follows. Their friendship is, however, threatened when they get involved in the accidental murder of a classmate. The film premiered at Karlovy Vary Film Festival 2021, in the “East of the West” competition, where it was awarded Special Prize of the Jury.
“Sisterhood is a coming-of-age story about the breakdown of a friendship between two teenage girls, in the essence, a story exploring the social media bullying phenomenon spreading amongst adolescents. We live in a time where one ‘click’ holds great power. When I first started writing the script, I always questioned myself: Am I exaggerating with the peer violence and social media bullying? thought that these things were happening in my generation and are now past. I was secretly hoping that somehow this new generation has evolved, but after have done my research, I realised I was unfortunately wrong. While researching the world of adolescents, I learned that how they represent themselves on social media is more important than who they really are. was now even more eager to make this film and open a discussion, turning the attention to this young generation struggling. Every aspect of the film’s visual style is conceived to contribute to representing the reality of this world, the directorial focus is on the main characters at all times, depicting the world as they experience it.” (D. Duma)
Dina Duma
È nata nel 1991 a Skopje, attuale Macedonia del Nord. Si è laureata in regia alla facoltà di Arti Drammatiche di Skopje nel 2014 e nel 2016 ha partecipato al programma Berlinale Talents. Sestri è il suo lungometraggio di debutto.
Dina Duma was born in 1991 in Skopje, now North Macedonia. She graduated in film and TV directing from the Faculty of Dramatic Arts in Skopje in 2014 and in 2016 attended Berlinale Talents. Sisterhood is her debut feature film.
filmografia scelta / selected filmography
2016 Elena cm / sf
2017 Doagjaat od centarot na svetot (They Come from the Center of the World) cm / sf
2018 Bez ljubov (Without Love) cm / sf
2021 Sestri (Sisterhood); Premi / Awards: Karlovy Vary IFF - “East of the West”, Premio speciale della giuria / Special Jury Prize
STRAHINJA BANOVIĆ
Stefan Arsenijević
ANTEPRIMA ITALIANA / ITALIAN PREMIERE
Serbia - Lussemburgo - Francia - Bulgaria - Lituania / Serbia - Luxembourg - France - Bulgaria - Lithuania 2021, HD, col., 92’ v.o. serba - inglese / Serbian - English o.v.
Sceneggiatura / Screenplay: Stefan Arsenijević, Bojan Vuletić, Nicolas Ducray. Fotografia / Photography: Jelena Stanković. Montaggio / Editing: Vanja Kovačević. Musica / Music: Martynas Bialobžeskis. Suono / Sound: Zoran Maksimović, Olivier Dandré. Scenografia / Art Director: Zorana Petrov.
Costumi / Costume
Designer: Carine Rando de Felice.
Interpreti / Cast: Ibrahim Koma, Nancy Mensah-Offei, Maxim Khalil, Rami Farah, Nebojša Dugalić. Produzione / Produced by: Art & Popcorn. Coproduzione / Co-produced by: Surprise Alley, Les Films Fauves, Chouchkov Brothers, Artbox.
Con il sostegno di / Supported by: Eurimages, Film Center Serbia, Film Fund Luxembourg, CNC France, Bulgarian National Film Centre, Lithuanian Film Center, Creative EuropeMEDIA.
Strahinja e sua moglie Ababuo lasciano il Ghana all’inizio della crisi dei migranti. Raggiungono la Germania ma vengono espulsi e riportati a Belgrado. Strahinja lavora duramente per ottenere asilo. La procedura è lunga e Ababuo, che aspira a una carriera di attrice a Londra, è insoddisfatta della propria vita. Una notte, arriva un nuovo gruppo di migranti siriani, e tra loro c’è Ali, un carismatico attivista politico. Ababuo lascia la Serbia con lui l’indomani, senza dare spiegazioni. Strahinja intraprende la rotta dei Balcani per ragioni interamente diverse dagli altri: parte per amore. Ispirato a una storia vera, Strahinja Banović ha vinto il premio come Miglior film al festival di Karlovy Vary 2021.
“Al centro del film c’è un sentimento molto intimo. Una storia d’amore ... La mia città natale Belgrado era uno degli snodi principali della rotta migratoria dei Balcani ... Era emotivamente toccante vedere queste persone sperdute ed esauste aggirarsi in città. Alcune erano povere, altre benestanti, ma la maggior parte proveniva dalla classe media, istruita e urbana. Persone come me … Allo stesso tempo, ho pensato di dare un’interpretazione moderna di una delle più importanti opere epiche tradizionali serbe, il poema medievale Strahinja Banović Ho pensato: e se nel nuovo adattamento l’eroe nazionale serbo fosse un giovane migrante africano? ... Grazie agli attori e a una troupe meravigliosa, volevamo connettere due mondi distanti: quello tradizionale serbo e quello moderno degli immigrati, sperando di riuscire a comprenderli entrambi in modo nuovo e più profondo. Abbiamo avuto un aiuto prezioso dai migranti nei campi profughi della Serbia: ci hanno raccontato le loro esperienze e alcuni li abbiamo scritturati come comparse e in piccoli ruoli.” (S. Arsenijević)
Strahinja and his wife, Ababuo, left Ghana at the beginning of the migrant crisis. They managed to reach Germany but were deported back to Belgrade. Strahinja works hard to secure asylum. The process, however, is lengthy and Ababuo, a passionate woman aspiring to become an actress in London, feels unfulfilled in their life. One night, a new group of Syrian refugees arrive, one of them is Ali, a charismatic left-wing activist. Ababuo the very next day, leaves Serbia with him, providing no explanation.
Strahinja sets off along the Balkan migrant route for completely different reasons than anyone else: for love. Based on a true story, As Far as Can Walk was awarded Best Film at the Karlovy Vary International Film Festival 2021.
Stefan Arsenijević
Distribuzione internazionale / World Sales: Soul Food Films.
“At the heart of our film is something very intimate. A love story ... My hometown Belgrade was one of the hot spots on the so-called Balkan migrant route ... It was emotionally striking to see these lost and exhausted people wandering around town. Some were poor, some even wealthy, but most of them were middle class, educated, and urban. People like me... At the same time, I considered doing a modern interpretation of one of the most important Serbian traditional epics, the medieval poem Strahinja Banović It occurred to me: what if in the new adaptation the Serbian national hero was a young African migrant? ... With truly wonderful and dedicated actors and crew, we were determined to connect two quite different worlds: a traditional Serbian and a modern migrant, hoping to get a new and deeper understanding of both. We received invaluable support from migrants in the refugee camps of Serbia who shared their experiences with us and were cast as extras and for small roles in the film.”
Regista, sceneggiatore è nato nel 1977 a Belgrado. Si è laureato in regia alla Facoltà di Arti Drammatiche di Belgrado, dove ora insegna. Il Trieste FF ha presentato il suo pluripremiato cortometraggio (A)torzija (2002) durante la XV edizione, e in concorso nel 2006 Lost and Found. Six Glances at a Generation il film a episodi diretto con Nadejda Koseva, Mait Laas, Korné Mundruczó Cristian Mungiu e Jasmila Žbanić
Stefan Arsenijević, writer and director, was born in 1977 in Belgrade. Graduated in film and TV directing from the Faculty of Dramatic Arts in Belgrade, where he now teaches film directing. The Trieste FF presented his award-winning short film (A)torzija (2002) during the 15th edition of the festival, and in 2006 in competition
Lost and Found. Six Glances at a Generation the omnibus film directed with Nadejda Koseva, Mait Laas, Kornél Mundruczó Cristian Mungiu and Jasmila Žbanić
filmografia scelta / selected filmography
2002 Mala jutarnja priča cm / sf
2003 (A)Torzija cm / sf; Premi / Awards: Berlinale - Orso d’oro / Golden Bear; European Film Academy Award
2005 Fabulous Vera (episodio di / episode in Lost and Found. Six Glances at a Generation omnibus film diretto con / directed with Nadejda Koseva, Mait Laas, Kornél Mundruczó Cristian Mungiu, Jasmila Žbanić)
2008 Ljubav i drugi zločini (Love and Other Crimes); Premi / Awards: Sofia IFF - Miglior regista / Best Director
2021 Strahinja Banović (As Far as Can Walk); Premi / Awards: Karlovy Vary IFF - Miglior film, Miglior attore protagonista, Menzione speciale per la fotografia / Best Film, Best Actor, Special Mention for Cinematography As Far as I
(S. Arsenijević)
WOMEN DO CRY
Le donne piangono
Bulgaria - Francia / Bulgaria - France 2021, HD, col., 106’ v.o. bulgara / Bulgarian o.v.
Interpreti / Cast: Maria Bakalova, Ralitsa Stoyanova, Katia Kazakova, Bilyana Kazakova, Vesela Kazakova, Iossif Surchadzhiev, Rositza Gevrenova, Siana Georgieva, Gragomir Kostadonov, Dobriela Popova. Produzione / Produced by: Activist38, Ici et Là Productions. Coproduzione / Co-produced by: Arte France Cinéma. Con il sostegno di / Supported by: Bulgarian National Film Center, Eurimages, Arte France, Région Île-de-France. Distribuzione internazionale / World Sales: mk2 films.
Mina Mileva, Vesela Kazakova
ANTEPRIMA ITALIANA / ITALIAN PREMIERE
Una cicogna viene abbattuta su un camino. Una donna soffre di depressione post partum e quasi si butta dal balcone. Una ragazza deve convivere con lo stigma dell’HIV. Una madre cerca un po’ di magia in un calendario lunare. La fragilità e l’assurdità di una famiglia bulgara contemporanea sono raccontate sullo sfondo di violente proteste contro la parità di genere. Tratto da una storia vera, il film è stato presentato al Festival di Cannes 2021, nella sezione “Un Certain Regard”.
“Io, Vesela, sono cresciuta in una famiglia di donne, con tre sorelle, due delle quali hanno a loro volta delle figlie, proprio come le eroine del film ... Le donne e il loro mondo mi hanno sempre ispirato... Ed ero affascinata da mia madre, vittima del comportamento aggressivo di mio padre ... La costituzione bulgara definisce la donna come la persona che dà alla luce un bambino ... Abbiamo assistito a rivolte nazionaliste motivate dalla paura che l’Europa imponesse valori ‘gay’, seguite da manifestazioni in difesa della famiglia tradizionale ... Il personaggio centrale del film, interpretato da Maria Bakalova, collega tutti gli altri in questo film corale ... Quando abbiamo scelto Maria tra 100 giovani attrici di Sofia, non sapevamo che presto avrebbe avuto il ruolo principale in una grande produzione hollywoodiana (Borat 2) che le avrebbe poi fatto vincere un Golden Globe e una nomination agli Oscar … Women Do Cry ci immerge nella psiche femminile, nel cuore di un paese che non riconosce ufficialmente la parola ‘genere’. Una nazione in Europa, lacerata dal cyberbullismo, dalla povertà e dall’isolamento.”
(M. Mileva, V. Kazakova)
A mother stork is shot down from a chimney. A woman suffering from postnatal depression nearly jumps off a balcony. A girl has to deal with the stigma of HIV. A mother looks for magic in the lunar calendar. Fragility and absurdity in this contemporary Bulgarian family are set against the backdrop of violent anti genderequality protests. Based on a true story, the film premiered at Cannes Film Festival 2021 in the “Un Certain Regard” section.
“I, Vesela, grew up in a family of women. A family of three sisters, two of whom now have daughters themselves – just like the film’s heroines ... Women and the world they inhabit have always inspired me... And I was fascinated by my mother, a victim of my father’s aggressive behavior ... The Bulgarian constitution defines a woman as a person who gives birth to a child... We then saw nationalist uprisings motivated by the fear that Europe would try to impose “gay” values on the population. There have also been demonstrations to protect traditional family structures and childhood ... The film’s central character, played by Maria Bakalova, is the link between every character in this ensemble film ... When we chose Maria out of 100 young actresses in Sofia, we didn’t know she would soon have the lead role in a big Hollywood production (Borat 2) which would later win her a Golden Globe and an Oscar nomination. Women Do Cry dives into the female psyche, into the heart of a country that does not officially recognise the word ‘gender’. A country in Europe, torn by cyber-bullying, poverty and isolation.” (M. Mileva, V. Kazakova)
Mina Mileva, Vesela Kazakova
Mina Mileva nata nel 1971 a Sofia, si è diplomata in regia di film d’animazione alla Scuola Nazionale di Arti Visive di Bruxelles e all’Accademia Nazionale di Teatro e Cinema di Sofia. Vesela Kazakova nata nel 1977 a Sofia, si è diplomata in recitazione e produzione rispettivamente all’Accademia Nazionale di Teatro e Arti Cinematografiche nel 2000 e all’Università di Economia di Sofia nel 2003. Insieme hanno creato nel 2008 Activist38, la loro casa di produzione. Il Trieste FF ha presentato tutti i loro documentari e nel 2020 il loro primo lungometraggio Cat in the Wall. Women Do Cry è uno dei progetti vincitori dell’edizione 2020 di WEMW.
Mina Mileva born in 1971 in Sofia, graduated in animated film directing from the National School of Visual Arts in Brussels and from the National Academy for Theatre and Film Arts in Sofia. Vesela Kazakova born in 1977 in Sofia, graduated both in acting and producing respectively from the National Academy for Theatre and Film Arts in 2000 and University of Economics in Sofia in 2003. Together they created in 2008 Activist38, their production company.
The Trieste FF presented all their documentaries and in 2020 their first feature film Cat in the Wall. Women Do Cry was one of the winner projects of WEMW 2020.
filmografia scelta / selected filmography
2014 Chicho Toni, Trimata Glupaci i DS (Uncle Tony, Three Fools and the Secret Service) doc.
2016 Zviarat e oshte jiv (The Beast is Still Alive) doc.
2019 Cat in the Wall; Premi / Awards: Warsaw FF - Premio FIPRESCI / FIPRESCI Award; Sofia IFF - Miglior film bulgaro / Best Bulgarian Feature Film
2021 Women Do Cry
Lungometraggi Fuori concorso Eventi speciali
Fuori concorso / Out of Competition
CENZORKA
/ 107 Mothers
Peter Kerekes
DESET U POLA
/ Not So Friendly Neighbourhood Affair
Danis Tanović
FABIAN ODER
DER GANG VOR DIE HUNDE
/ Fabian - Going to the Dogs
Dominik Graf
PICCOLO CORPO
/ Small Body
Laura Samani
VERA ANDRRON DETIN
/ Vera Dreams of the Sea
Kaltrina Krasniqi
ŻEBY NIE BYŁO ŚLADÓW
/ Leave No Traces
Jan P. Matuszyński
Eventi speciali / Special Events
A FELESÉGEM TÖRTÉNETE / The Story of My Wife Ildikó Enyedi
Coproduzione / Co-produced by: Radio and Television of Slovakia, Endorfilm, Arthouse Traffic, Peter Kerekes, Hypermarket Film. Con il sostegno di / Supported by: Slovak Audiovisual Fund, Ministry of Culture of the Slovak Republic, Eurimages, Czech Film Fund, Ministry of Culture and Information Policy of Ukraine.
Distribuzione internazionale / World Sales: Films Boutique.
Peter Kerekes
Lesya ha commesso un crimine passionale per il quale deve scontare sette anni in un carcere femminile di Odessa. Ha appena dato alla luce il suo primo figlio e ora sta per fare il suo ingresso in un mondo popolato esclusivamente da donne: detenute, infermiere e guardie carcerarie, donne di tutte le età, mogli e vedove, figlie, sorelle, donne incinte e altre con bambini. Se non fosse per il colore dell’uniforme, sarebbe difficile distinguere le une dalle altre. Uno dei progetti vincitori di First Cut+ (WEMW 2021), il film è stato presentato nella sezione “Orizzonti” della Mostra del cinema di Venezia, dove ha vinto il premio per la Miglior sceneggiatura.
“Tra le molte storie di donne recluse nella Colonia 74, mi ha ispirato quella di una donna arrivata in carcere incinta, dopo avere assassinato il marito per gelosia ... Quasi tutte le donne che vedete sullo schermo interpretano se stesse. Ho trascorso diversi anni in una prigione reale con vere detenute cercando di riprenderle come soggetti attivi piuttosto che come oggetti passivi. Molte detenute erano in attesa della libertà condizionale … per questo ho deciso di scritturare un’attrice professionista per impersonare Lesya, per non perdere la mia protagonista. Maryna ha partecipato ai colloqui e ha trascorso molto tempo con le detenute … volevo che le ascoltasse e provasse a comprenderle ... Credo che ciò che ha definito il rapporto delle donne nei miei confronti sia stata la curiosità. Non ho chiesto loro di fare niente, non ho dato loro ordini. Le ho semplicemente osservate e ascoltate, e quello che erano disposte a condividere con me, l’ho trasposto in questo film.” (P. Kerekes)
Lesya has committed a crime of passion which brings her a seven-year sentence in one of Odessa’s women’s correctional facilities. She has just given birth to her first child, and now she is entering a world populated only by women: inmates, nurses and wardens, women of all ages, wives and widows, daughters, sisters, pregnant women, and women with children. If not for the colour of the uniform, it would sometimes be hard to tell who is who.
One of the winner projects of First Cut+ (WEMW 2021), the film premiered at the “Orizzonti” section of the Venice Film Festival, where it won the award for Best Screenplay.
“From among the many stories of the women in Colony 74, I was most inspired by that of a woman who murdered her husband out of jealousy and arrived in the prison pregnant with his child... Nearly all of the characters play themselves. We spent several years in an actual prison with actual convicts, trying to get close to them and film them not as passive objects, but rather as participating subjects. Seeing as most of the prisoners were awaiting conditional release … I decided to cast a professional actress to portray Lesya, knowing could not risk losing my protagonist. Maryna was present during all the preparatory interviews and spent much time with the convicts … I wanted her to listen to them and try to understand them ... I believe that what defined the women’s relationship towards me was curiosity. I did not ask them to do anything; did not order them around. I simply observed and listened to them, and what they were willing to share with me, I translated into this film.” (P. Kerekes)
Peter Kerekes vedi pag. / see pag. 162
DESET U POLA
Una storia di vicinato non proprio amichevole / Not So Friendly Neighbourhood Affair
Bosnia ed Erzegovina - Turchia / Bosnia and Herzegovina - Turkey 2021, HD, col., 90’ v.o. bosniaca / Bosnian o.v.
Sceneggiatura / Screenplay: Danis Tanović, Nikola Kuprešanin. Fotografia / Photography: Damir Šagolj. Montaggio / Editing: Redžinald Šimek. Musica / Music: Branko Jakubović. Suono / Sound: Samir Fočo. Scenografia / Art Director: Sanda Popovac. Costumi / Costume Designer: Ina Arnautalić.
Interpreti / Cast: Branko Đurić, Izudin Bajrović, Helena Vuković, Kerim Čutuna, Almir Palata Prle, Anja Matković, Goran Navojec, Faketa Salihbegović Avdagić, Mirvad Kurić, Nermin Tulić, Boris Ler, Davor Domazet, Semir Krivić, Ermin Sijamija, Mediha Musliović. Produzione / Produced by: Obala Art Centar, TRT. Coproduzione / Co-produced by: Poetika Film Produksiyon Reklam Ve Organizasyon. Distribuzione internazionale / World Sales: Obala Art Centar.
ANTEPRIMA INTERNAZIONALE / INTERNATIONAL PREMIERE
Sarajevo, maggio 2021. La città vecchia sta tentando di riprendersi dopo un anno lungo e difficile dall’inizio della pandemia. L’emergenza non è ancora finita, ma l’estate è alle porte, c’è la speranza che le cose possano migliorare, anche se solo per un breve periodo. Quando una mattina una donna di Zagabria entra nel negozio di Enis e dice che è venuta a mangiare “il miglior kebab di Sarajevo”, lui la manda nel negozio di Izo, in modo che anche il suo vicino possa concedersi il tradizionale piacere del caffè mattutino dopo il primo cliente della giornata. Questo gesto del tutto innocuo e amichevole causerà la rovina degli affari e della vita privata dei due vicini, travolgendo non solo Izo ed Enis, ma l’intera città. Dove si può mangiare il miglior kebab di Sarajevo?
Il film è stato presentato in anteprima al Sarajevo Film Festival 2021.
“Sono felice che il pubblico abbia l’opportunità di vedere il nostro nuovo film nei festival e nelle sale. È una commedia romantica su due amici ristoratori e concorrenti, ma in realtà molto legati e dipendenti l’uno dall’altro. Abbiamo girato durante la pandemia, i negozi erano chiusi, le persone dovevano stare distanziate le une dalle altre. Il film mostra Sarajevo da un punto di vista che trovo molto interessante e mette in luce quanto sia importante collaborare e non rinunciare ai valori veri – l’amicizia, l’amore, i rapporti di buon vicinato. Spero che il pubblico si diverta almeno un po’ e senta la bella energia con cui abbiamo fatto questo film.”
(D. Tanović)
Sarajevo, May 2021. The Old Town is trying to recover after a long and difficult pandemic year. The pandemic is not over yet, but the summer is coming, there is hope that things can improve, even if only for a short time. When a woman from Zagreb enters Enis’ shop one morning and says that she has come to eat “the best kebab in Sarajevo” he sends her to Izo’s shop, so that Izo can also afford the traditional pleasure of the first morning coffee after the first customer service. This totally harmless, friendly gesture will cause the complete disintegration of the neighbours’ business and private life, engulfing not only Izo and Enis but the whole city. Where can one eat the best kebab in Sarajevo?
The film premiered at the latest Sarajevo Film Festival.
“I am happy that the audience has the opportunity to watch our new film at festivals and cinemas. This is a romantic comedy about two friends who are caterers and competitors, but actually, they inevitably depend on each other. We were filming in a pandemic, shops were closed, people had distanced themselves from each other. The film shows Sarajevo from another angle which find very interesting and shows how important cooperation is and not giving up on true values – friendship, love, good neighborly relations. I hope that the audience will laugh at least a little and that they will feel our good energy with which we made the film.” (D. Tanović)
Danis Tanović
Regista, sceneggiatore e produttore, è nato nel 1969 a Zenica, ora Bosnia ed Erzegovina. La guerra ha interrotto suoi studi all’Accademia di Arti Drammatiche di Sarajevo. Nel 2001 il suo film di debutto No Man’s Land ha vinto l’Oscar come Miglior film straniero. Oltre a No Man’s Land (riproposto nel 2019 nella retrospettiva “1989-2019 Wind of Change”), il Trieste FF ha presentato Cirkus Columbia (2011), Epizoda u životu berača željez (2014), Tigers (2015) e nel 2019 la serie televisiva Uspjeh la prima serie di HBO Europe realizzata nella regione Adria (Croazia, Serbia, Bosnia ed Erzegovina, Slovenia, Macedonia e Montenegro).
Film director, screenwriter and producer, Danis Tanović was born in 1969 in Zenica, now Bosnia and Herzegovina. The war interrupted his studies at the Academy of Performing Arts in Sarajevo. Tanović’s 2001 debut feature No Man’s Land won the Oscar for Best Foreign Language Film.
Besides No Man’s Land (proposed again in 2019, within the retrospective “1989-2019 Wind of Change”), the Trieste FF presented his features Cirkus Columbia (2011), An Episode in the Life of an Iron Picker (2014), Tigers (2015) and in 2019
Uspjeh (Success) the first HBO Europe series in the Adria region (Croatia, Serbia, Bosnia and Herzegovina, Slovenia, Macedonia and Montenegro).
filmografia scelta / selected filmography
2001 No Man’s Land Premi / Awards: Oscar come Miglior film in lingua straniera / Academy Award as Best Foreign Language Film
2005 L’Enfer
2009 Triage
2010 Cirkus Columbia
2013 Epizoda u životu berača željez (An Episode in the Life of an Iron Picker); Premi / Awards: Berlinale - Gran premio della giuria, Migliore attore / Jury Grand Prix, Best Actor
2014 Tigers
2016 Smrt u Sarajevu (Death in Sarajevo); Premi / Awards: Berlinale - Orso d’argento / Silver Bear
2019 Uspjeh (Success) serie TV / TV series
2020 The Postcards Killings 2021 Deset u pola
Dominik Graf
ODER DER GANG VOR DIE HUNDE
Fabian / Fabian - Going to the Dogs
Germania / Germany 2021, HD, col., 176’ v.o. tedesca / German o.v.
Sceneggiatura / Screenplay: Constantin Lieb, Dominik Graf, liberamente tratta dal romanzo omonimo di / freely based on novel of the same title by Erich Kästner. Fotografia / Photography: Hanno Lentz. Montaggio / Editing: Claudia Wolscht. Musica / Music: Sven Rossenbach, Florian Van Volxem, Richie Beirach. Suono / Sound: Martin Witte. Scenografia / Art Director: Claus-Jürgen Pfeiffer. Costumi / Costume Designer: Barbara Grupp.
Interpreti / Cast: Tom Schilling, Albrecht Schuch, Saskia Rosendahl, Michael Wittenborn, Petra Kalkutschke, Elmar Gutmann, Aljoscha Stadelmann, Anne Bennent, Meret Becker. Produzione / Produced by: Lupa Film. Coproduzione / Co-produced by: ZDF, ARTE, DCM Pictures. Distribuzione internazionale / World Sales: Les Films du Losange.
Berlino, 1931. Jakob Fabian, durante il giorno, lavora nell’ufficio pubblicità di una fabbrica di sigarette. Di notte, con il suo ricco amico Labude, frequenta bar, bordelli e atelier d’artista. Quando conosce Cornelia, così sicura di sé, riesce a mettere da parte per un breve momento il suo solito atteggiamento pessimista e s’innamora. E proprio quando inizia ad avere una visione più positiva della vita, Fabian viene licenziato, mentre Cornelia invece fa carriera come attrice, grazie all’intercessione del suo capo e ammiratore. Una situazione che Fabian ha difficoltà ad accettare. Ma non è solo il suo mondo ad andare in frantumi... Il film è stato presentato in anteprima alla Berlinale 2021. “Erich Kästner dipinge un ritratto della quotidianità berlinese alla fine degli anni Venti, 1929 o 1930: nessun pittoresco degrado urbano, il tumulto politico è ancora relativamente sotto controllo, niente malavita alla Fritz Lang, insomma nessuna biografia di artista espressionista, niente di particolarmente stravagante. Piuttosto i sogni e forse le ambizioni artistiche delle classi popolari, e la disperazione esistenziale della borghesia benestante. giovani siedono da soli o in gruppo, in casa o nei caffè, bevendo molto, parlando delle loro vite amorose, riflettendo sui sentimenti in generale … Fabian è in conflitto con se stesso. Vuole essere uno scrittore, ma è un redattore di testi. Anche nell’amore, che lo travolge come un’onda ... deve combattere con se stesso, con tempi in cui vive. È scettico, intelligente, un po’ brontolone ma tutto sommato una persona dolce. Ero convinto che Tom Schilling potesse incarnare al meglio Fabian. Senza di lui, non credo che avrei fatto il film.” (D. Graf)
Berlin, 1931. Jakob Fabian works in the advertising department of a cigarette factory during the day and drifts through bars, brothels and artist studios with his wealthy friend Labude at night. When Fabian gets to know the self-confident Cornelia, he manages to shed his pessimistic attitude for a brief moment. He falls in love. Just as he is ready to take a more positive outlook on life, Fabian too falls victim to the great wave of layoffs, while Cornelia makes a career as an actress thanks to her boss and admirer. An arrangement that Fabian finds difficult to come to terms with. But it’s not just his world that is falling apart...
The film premiered at the latest Berlinale.
“Erich Kästner paints a portrait of his Berlin in the ‘everyday’ late twenties, 1929 or 1930: no picturesque urban grime; political tumult still halfway under control; no Fritz Lang-style underworld; definitely no expressionist artistic biographies; and no razzle-dazzle anywhere. Instead, the dreams, and maybe artistic ambitions, of the lower classes; and the existential despair of the wealthy bourgeois. Young people sit in groups or alone in apartments or cafés, drinking a lot, talking about their lovelives, or reflecting on their feelings in general … Fabian is at odds with himself. He wants to be a writer, but is a copywriter. Even in love, which crashes over him like a wave ... he has to battle with himself, with the times he lives in. He is skeptical, smart, a bit of a grouch but an all-round sweetie. I was convinced that Tom Schilling could best embody Fabian. Without him, I don’t think I’d have made the movie.” (D. Graf)
Dominik Graf
Regista per la televisione e per il cinema, sceneggiatore, è nato nel 1952 a Monaco di Baviera. Si è laureato all’Accademia per il Cinema e la Televisione di Monaco nel 1980. Oltre che per i suoi film, è noto in patria per aver diretto serie poliziesche di successo, fra cui alcuni episodi di Tatort e Polizeiruf 110 Dopo l’anteprima a Berlino, Fabian oder Der Gang vor die Hunde è stato selezionato in molti festival internazionali, fra cui Haifa e Busan.
Director for TV and cinema, screenwriter, Dominik Graf was born in 1952 in Munich. He graduated from Munich Film and TV Academy in 1980. In addition to his films, he is well known in his homeland for directing successful crime series, including several episodes of Tatort and Polizeiruf
110 After its premiere at the Berlinale, Fabian - Going to the Dogs was selected in many international film festivals, including Haifa and Busan.
1982 Das zweite Gesicht
1984-1993 Der Fahnder serie TV / TV series
1988 Die Katze (The Cat); Premi / Awards: German Film Awards - Miglior regista / Best Direction
1994 Die Sieger (The Invincibles)
2003 Hotte im Paradies
2010 Im Angesicht des Verbrechens (In the Face of Crime) serie TV / TV series
2011 Dreileben serie TV / TV series
2014 Die geliebten Schwestern (The Beloved Sisters); Premi / Awards: Premio della critica tedesca per il Miglior montaggio e la Migliore colonna sonora / German Film Critics Association Award for Best Editing and Best Film Score
2021 Fabian oder Der Gang vor die Hunde (FabianGoing to the Dogs)
ANTEPRIMA ITALIANA / ITALIAN PREMIERE
PICCOLO CORPO
Small Body
Italia - Francia - Slovenia / Italy - France - Slovenia 2021, HD, col., 89’ v.o. friulana / Friulian o.v.
Sceneggiatura / Screenplay: Marco Borromei, Elisa Dondi, Laura Samani. Fotografia / Photography: Mitja Ličen.
Produzione / Produced by: Nefertiti Film con / with Rai Cinema.
Coproduzione / Co-produced by: Tomsa Films, Vertigo. Con il sostegno di / Supported by: MiC Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, Eurimages, CNC, Aide Aux Cinémas Du Monde, Intitut Français, Fondo Audiovisivo FVG, FVG Film Commission, Regione Lazio, Slovenski Filmski Center, Filmski Studio Viba Film, Arte/Cofinova 16, Torino Film Lab Production Award, Creative Europe Media, WEMW Development Award. Distribuzione internazionale / World Sales: Alpha Violet. Distribuzione per l’Italia / Distributed in Italy by: Nefertiti Film.
Laura Samani
Italia, 1900. La giovane Agata perde sua figlia alla nascita. Secondo la tradizione cattolica, l’anima della bambina è condannata al Limbo. Agata sente parlare di un luogo in montagna, dove neonati vengono riportati in vita per un solo respiro, per battezzarli e salvare la loro anima. Intraprende il viaggio con il corpicino di sua figlia nascosto in una scatola e incontra Lince, un ragazzo solitario che si offre di aiutarla. Partono per un’avventura che permetterà a entrambi di avvicinarsi al miracolo. Presentato in anteprima alla Semaine de la Critique a Cannes 2021 Piccolo corpo è stato selezionato da numerosi festival internazionali, fra cui Sarajevo, Toronto e il BFI London Film Festival.
“Nel 2016 scoprivo che a Trava, nel mio Friuli Venezia Giulia, esiste un santuario dove, fino alla fine del XIX secolo, avvenivano miracoli particolari: si diceva che lì si potessero riportare in vita bambini nati morti, per il tempo di un respiro … I santuari di questo tipo ... erano presenti in tutto l’arco alpino ed è impressionante come questi fatti siano pressoché sconosciuti, nonostante la dimensione del fenomeno ... Ho ambientato il film nella mia terra ... girando in continuità cronologica e quindi compiendo lo stesso viaggio di Agata ... Mentre cercavo luoghi, incontravo le persone che sarebbero diventati personaggi del film ... La quasi totalità del cast è composta da persone che non avevano mai recitato prima ... Anche per questo motivo, non solo per restituire una verità linguistica del tempo, ho deciso di girare in dialetto veneto e in friulano, ognuno nelle sue diverse variazioni, perché volevo il più possibile permettere alle persone di esprimersi nel modo a loro più naturale.”
(L. Samani)
Italy, 1900. Young Agata’s baby is stillborn and so, condemned to Limbo. Agata hears about a place in the mountains, where infants can be brought back to life for just one breath, to baptise them. She undertakes a voyage with her daughter’s small body hidden in a box and meets Lynx, a solitary boy who offers to help her. They set off on an adventure which will enable both to come close to a miracle that seems impossible. The film premiered at Cannes’ Semaine de la Critique in 2021, and was selected in many international film festivals, including Sarajevo, Toronto and BFI London.
“In 2016, I discovered that in Trava, in my Friuli Venezia Giulia, existed a sanctuary where up until the 19th century, particular miracles were said to occur: that stillborn children could be brought back to life for the space of one breath … These kinds of places ... were present throughout the Alps (France alone had nearly two hundred) and it is surprising that this history is nearly totally unknown despite the size of the phenomenon … I located the film in my homeland … I shot in a chronological continuity undertaking the same kind of voyage that Agata takes … While researching locations I met the people who have become characters in the film … Almost the entire cast is made up of people who have never acted before ... It is also for this reason that I decided to shoot the film in the Veneto dialect and Friulian, not just in order to provide the authentic language of that time, honoring the different variations so that the people could express themselves as much as possible in the most natural way.” (L. Samani)
Laura Samani
Regista, è nata nel 1989 a Trieste. Dopo la laurea in filosofia e letteratura presso l’Università degli Studi di Pisa, ha studiato regia al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Piccolo corpo è stato uno dei progetti vincitori dell’edizione 2018 di When East Meets West. Film director Laura Samani was born in 1989 in Trieste. After graduating in philosophy and literature at the University of Pisa, she studied film directing at Centro Sperimentale di Cinematografia in Rome. Small Body was one of the winner projects of When East Meets West 2018.
2016 La santa che dorme cm / sf 2021 Piccolo corpo; Premi / Awards: AnnecyPremio del Pubblico / Audience Award; Portorose, Festival del cinema sloveno - Migliore fotografia, Migliore coproduzione di minoranza / Portorož, Festival of Slovenian Film - Best Cinematography and Best Minority Co-production; Salonicco FFAlessandro d’oro nella sezione “Meet the Neighbors” / Thessaloniki FF - Golden Alexander Award in the “Meet the Neighbors” section
VERA ANDRRON DETIN
Vera sogna il mare / Vera Dreams of the Sea
Kosovo - Macedonia del Nord - Albania / Kosovo - North Macedonia - Albania 2021, HD, col., 87’ v.o. albanese / Albanian o.v.
Sceneggiatura / Screenplay:
Doruntina Basha.
Fotografia / Photography:
Sevdije Kastrati.
Montaggio / Editing: Vladimir Pavlovski, Kaltrina Krasniqi.
Produzione / Produced by: Isstra Creative Factory, Vera Films. Coproduzione / Co-produced by: Dream Factory, Papadhimitri Film Production.
Distribuzione internazionale / World Sales: Heretic.
Distribuzione per l’Italia / Distributed in Italy by: Wanted Cinema.
Kaltrina Krasniqi
Vera è un’interprete della lingua dei segni di mezza età, che conduce una vita ben organizzata: moglie di un magistrato rinomato, madre presente e nonna affettuosa. Questa serenità viene però sconvolta dal suicidio del marito e dall’indesiderato, continuo e minaccioso apparire di parenti che rivendicano la proprietà della casa di famiglia. Quando tasselli di un complotto criminale iniziano a venire alla luce, il mondo di Vera si troverà in pericolo e sarà sul punto di crollare. Paura e sfiducia la obbligheranno a prendere in mano il destino della sua famiglia.
Presentato in anteprima alla Mostra del cinema di Venezia nella sezione
“Orizzonti”, il film ha vinto il Grand Prix all’ultimo festival di Tokyo.
“Mia madre Vera aveva 35 anni quando divorziò da mio padre. Cresciuta nella Jugoslavia socialista, credeva nel sistema giudiziario. Per garantire la nostra eredità, si batté duramente in tribunale ma ne uscì sconfitta. Fu questa la prima volta in cui, misurandosi con i limiti di una società in cui credeva, capì che il sistema legale seguiva una dinamica patrilineare ... Nel 2014, Doruntina Basha mi ha fatto leggere la sua sceneggiatura Vera Andrron detin. Sono stata immediatamente attratta dalla sua Vera, soprattutto per la sua età e per il tessuto sociale della sua esperienza di vita, che presentava un ritratto pieno di sfumature e a tutto tondo del Kosovo … Il destino di Vera mette in luce la corruzione della società postbellica … La sua passività mi mette a disagio e mi commuove allo stesso tempo, perché il cinema e la letteratura hanno raramente ritratto le donne della sua generazione.”
(K. Krasniqi)
Vera is a middle-aged sign language interpreter, who leads a well-structured life: a wife to a renowned judge, a supportive mother, and a caring grandmother.
Her serenity is disrupted by her husband’s unexpected suicide followed by an unwelcome, menacing parade of relatives who claim to have ownership over their village family house. When the tendrils of an underworld scheme begin to surface, Vera’s world will face danger and seem ready to collapse. Fear and mistrust will force Vera to take the family’s fate into her own hands.
After its premiere at the Venice Film Festival, in the “Orizzonti” section, Vera Dreams of the Sea was awarded Grand Prix for Best Film at the latest Tokyo International Film Festival.
“Vera, my mother, was in her mid-thirties when she divorced my father. Raised in socialist Yugoslavia, she believed in the judicial system and fought in courts to ensure our share of inheritance and was defeated. This was the first time she was confronted with the limits of the society she aspired for herself, becoming aware that the legal system follows a very patrilineal logic … In 2014, writer Doruntina Basha introduced me to her script Vera Dreams of the Sea I was immediately drawn to her Vera; the main reason being her age and the social fabric of her life experience, which offered a nuanced and all-encompassing context of Kosovo ... Vera’s fate unveils a merciless postwar society entangled in corruption … Her submissiveness makes me uncomfortable but also moves me, because women of her generation are rarely depicted in film or literature.”
(K. Krasniqi)
Kaltrina Krasniqi
Regista, vive e lavora in Kosovo. Si è laureata in regia cinematografica all’Università di Pristina nel 2004 e nel 2011 ha ottenuto la laurea specialistica all’Istituto di giornalismo e Comunicazione del Kosovo. Nel 2015 si è trasferita all’Università della California (UCLA), specializzandosi in produzione cinematografica. Vera sogna il mare è il suo primo lungometraggio.
Kaltrina Krasniqi is a Kosovo-based film director. She graduated in Film Directing in the University of Prishtina in 2004 and in 2011 completed her MA in Kosovo’s Institute for Journalism and Communication. In 2015 she continued her professional development in the University of California, Los Angeles (UCLA) with focus in film producing. Vera Dreams of the Sea is her first feature film.
filmografia scelta / selected filmography
2003 Relax cm / sf
2006 Tatita cm / sf
2009 Family Portray cm / sf
2012 Rolling to Brussels doc.
2013 Sex doc.
2014 Kanarinët e Dinë (The Canaries Know) cm / sf
2018 Sarabande doc. cm / sf
2021 Vera andrron detin (Vera Dreams of the Sea / Vera sogna il mare); Premi / Awards: Tokyo IFF - Grand Prix per il Miglior film / Grand Prix for Best Film
Sceneggiatura / Screenplay: Kaja Krawczyk-Wnuk, tratta dal romanzo / based on the novel Żeby nie było śladów. Sprawa Grzegorza Przemyka di / by Cezary Łazarewicz. Fotografia / Photography: Kacper Fertacz. Montaggio / Editing: Przemysław Chruścielewski. Musica / Music: Ibrahim Maalouf. Suono / Sound: Cyprien Vidal, Kacper Habisiak. Scenografia / Art Director: Paweł Jarzębski. Costumi / Costume Designer: Małgorzata Zacharska.
Interpreti / Cast: Tomasz Ziętek, Sandra Korzeniak, Jacek Braciak, Agnieszka Grochowska, Mateusz Górski, Robert Więckiewicz, Tomasz Kot, Sebastian Pawlak. Produzione / Produced by: Aurum Film. Coproduzione / Co-produced by: Les Contes Modernes, Arte France Cinéma, Auvergne-RhôneAlpes-Cinéma, Canal+, Background Films, Magiclab, Czech Television, Mazovia Warsaw Film Fund. Con il sostegno di / Supported by: Polish Film Institute, Région Provence-Alpes-Côte D’azur, Région AuvergneRhône-Alpes. In partnership con / with: CNC, Czech Film Fund. Distribuzione internazionale / World Sales: New Europe Film Sales.
Jan P. Matuszyński
Polonia, 1983. Il paese è scosso dal caso di Grzegorz Przemyk, uno studente liceale picchiato a morte dalla polizia. Ispirato a fatti realmente accaduti, il film ripercorre la storia di Jurek, l’unico testimone del pestaggio che, da un giorno all’altro, diventa il nemico numero uno dello Stato. Il regime mette in moto l’intero apparato – servizi segreti, polizia, media e tribunali – per annientare Jurek e le persone coinvolte nel caso, inclusi i suoi genitori e Barbara, la madre di Przemyk. Il film è stato presentato in concorso alla Mostra del cinema di Venezia 2021. È il candidato per la Polonia agli Oscar per il Miglior film internazionale.
“I film sono uno strano specchio. Possono penetrare nelle pieghe più profonde dell’anima di una persona, che sia il protagonista o lo spettatore. Ciascuno vede nello specchio un’immagine diversa, ed è in questo che sta la bellezza del cinema. È la libertà di cui abbiamo bisogno. Grzegorz Przemyk difendeva la propria libertà, quando la polizia gli chiese di esibire un documento d’identità il 12 maggio 1983. Poiché sapeva di non essere più costretto a farlo dopo l’abolizione della legge marziale, non assecondò la richiesta degli agenti. Nessuno sa chi abbia inferto il colpo fatale. È una vicenda kafkiana e ricorda altri casi contemporanei. La presenza di un testimone oculare è l’unica ragione per cui l’episodio è diventato di dominio pubblico. Il film mi ha dato l’opportunità di soffermarmi sulle numerose sfaccettature del regime comunista della Polonia degli anni Ottanta. Uno specchio stratificato che dobbiamo evitare di rompere. Solo mantenendo viva la memoria, possiamo sperare che ciò non accada di nuovo.” (J. P. Matuszyński)
Poland, 1983. The country is shaken by the case of Grzegorz Przemyk – a high school student beaten to death by militia. Based on true events, the film follows the story of Jurek – the only witness of the beating, who overnight became the number one enemy of the state. The oppressive regime used its whole apparatus – the secret service, militia, the media and the courts – to squeeze Jurek and other people close to the case, including his parents and Przemyk’s mother, Barbara.
Leave No Traces premiered in competition at the Venice Film Festival 2021. The film was selected as the Polish entry for the Best International Feature Film at the Academy Awards.
“Film is a strange kind of mirror. It can dive deep into somebody’s soul. Both the main character and the viewer. Everyone can see a different thing in a mirror and that’s the beauty of cinema. That’s the freedom we need. Grzegorz Przemyk cared about his freedom when the policemen asked him about his identity card on 12th May 1983. He knew he didn’t have to show it, because martial law was suspended at that time. So he didn’t. Nobody knows who threw the final, deadly punch that killed him. It’s Kafkaesque and it resembles contemporary cases. The only reason this story surfaced is that there was an eyewitness. The film gave me an opportunity to go through different perspectives of communist regime in Poland in the 1980s. That’s a really multilayered mirror. And we should try not to break it. Only if we remember, can we maintain the hope it won’t happen again.” (J. P. Matuszyński)
Jan P. Matuszyński
Regista, è nato nel 1984 a Katowice, in Polonia. Nel 2010 ha completato un corso di cinema documentario presso la Wajda School. Si è diplomato nel 2012 in regia alla Krzysztof Kieślowski - Facoltà per la Radio e la Televisione dell’Università della Slesia a Katowice. Il Trieste FF nel 2017 ha presentato il suo primo lungometraggio Ostatnia rodzina
La sceneggiatura di Żeby nie było śladów è stata selezionata e sviluppata nell’ambito di Midpoint @Eastweek 2018.
Film director Jan P. Matuszyński was born in 1984 in Katowice, Poland. In 2010 Jan completed the documentary course at Wajda School. He graduated in 2012 in film directing from the Krzysztof Kieślowski Faculty of Radio and Television at the University of Silesia in Katowice. The Trieste FF in 2017 presented his first feature The Last Family. Leave No Traces screenplay was one of the projects selected and developed during Midpoint @Eastweek 2018.
filmografia scelta / selected filmography
2007 15 Years of Silence cm / sf
2008 Wiem kto to zrobil cm / sf
2009 Afterparty cm / sf
2011 Niebo (Heaven) doc. cm / sf
2013 Deep Love doc.
2016 Ostatnia rodzina (The Last Family); Premi / Awards: Locarno IFF - Migliore attore / Best Actor; Gdynia FF - Miglior film / Best Film
2017 Wataha serie TV / TV series
2018 Niegalaini serie TV / TV series
2020 W domu serie TV / TV series; Król (The King of Warsaw) serie TV / TV series
2021 Żeby nie było śladów (Leave No Traces); Premi / Awards: Cottbus FF - Premio speciale per la Miglior regia / Special Prize for Best Director; Gdynia FFLeone d’argento, Migliore scenografia / Silver Lion, Best Art Direction
A FELESÉGEM TÖRTÉNETE
La storia di mia moglie / The Story of My Wife
Ungheria - Germania - Francia - Italia / Hungary - Germany - France - Italy 2021, 35mm, col., 170’ v.o. inglese - francese - olandese - tedesca - italiana / English - French - Dutch - German - Italian o.v.
Sceneggiatura / Screenplay: Ildikó Enyedi, tratta dal romanzo omonimo di / based on novel of the same title by Milán Füst.
Fotografia / Photography: Marcell Rév. Montaggio / Editing: Károly Szalai. Musica / Music: Ádám Balázs.
Suono / Sound: Noemi Hampel.
Scenografia / Art Director: Imola Láng.
Costumi / Costume
Designer: Andrea Flesch.
Interpreti / Cast:
Léa Seydoux, Gijs Naber, Louis Garrel, Sergio Rubini, Jasmine Trinca, Luna Wedler, Josef Hader, Ulrich Matthes, Udo Samel.
Produzione / Produced by: Inforg-M&M Film.
Coproduzione / Co-produced by: Komplizen Film, Palosanto Films con / with Rai Cinema. In collaborazione con / In collaboration with: Dorje Film, Pyramide Productions, ARTE France Cinéma, WDR/ARTE. Con il sostegno di / Supported by: National Film Institute Hungary, MiC, Eurimages, DFFF Filmförderung Hamburg Schleswig-Holstein, Filmförderungsanstalt, Medienboard BerlinBrandenburg, Malta Film Commission, Governement of Malta, Creative Europe Media, RTL Klub, Regione Lazio Fondo Regionale per il Cinema e l’Audiovisivo.
Distribuzione internazionale / World Sales: Films Boutique. Distribuzione per l’Italia / Distributed in Italy by: Altre Storie.
Ildikó Enyedi
Jakob Störr, uno scontroso capitano di mare olandese, scommette in un caffè di sposare la prima donna che entra nel locale. E arriva Lizzy... Quando Lizzy, questa piccola donna francese intelligente, vivace e assolutamente imprevedibile entra nella sua vita, la grande calma di Störr inizia a diminuire gradualmente, per poi scomparire del tutto. Il vero mondo del capitano infatti è in mare, dove le regole del gioco sono chiare e precise, e dove per sopravvivere non si deve fare null’altro che il proprio lavoro. Sulla terra ferma, in città movimentate, tra frivole mondanità e litigi domestici, il capitano Störr non ha invece alcun punto di riferimento. Un po’ alla volta, la vita di Jakob va in crisi. Presentato in concorso all’ultimo festival di Cannes.
“Ricevi un regalo. Una scatolina bella ed elegante, sigillata. È tua, la vedi ogni giorno lì, sul caminetto. Ma a cosa serve se non puoi aprirla? Prima ci provi delicatamente, poi con un coltello. Quando prendi il martello, ti rendi conto che finiresti per distruggerla. Per qualche giorno fingi di non essere interessato. Poi sei costretto a riconoscere che daresti qualsiasi cosa anche solo per una sbirciata rapida. In breve tempo, quella scatola ti fa impazzire... Questo è un film sull’amore, la passione, il dramma, l’avventura e mille colori della vita: un racconto volutamente emotivo sul significato di essere uomini, donne, su cosa vuol dire essere umani. Se si osservano Lizzy e Jakob, Léa Seydoux e Gijs Naber, non si vedono due opposti. Hanno entrambi la pelle chiara, i capelli biondi, gli zigomi alti e degli occhi simili, dal taglio insolito. Potrebbero essere fratello e sorella. O il maschile e il femminile della stessa anima...” (I. Enyedi)
Jakob Störr, a Dutch hardened sea captain, makes a bet in a café to marry the first woman who enters the place. And then Lizzy walks in... When Lizzy, this sharp-witted, snappy, utterly unpredictable little French woman enters his life his magnanimous tranquillity gradually diminishes, then disappears completely.
Jakob’s real world is on the high seas, where the rules of the game are clear and straight, where you must do your job to stay alive. On dry land, in bustling towns, in secluded flats, in tiny love nests, he loses the sense of reality. Step by step, Jakob’s formerly well-functioning life falls apart.
The Story of My Wife premiered in competition at the latest Cannes Film Festival.
“You get a present. A nice, elegant little box – tightly closed. It is yours – you can see it every day on your mantelpiece. But what for, if you cannot ever open it? You try first delicately, then with a knife. When you bring the hammer you realise that it would destroy the thing. For some days you feign you are not interested. Then you admit you would give anything just to peek inside it for a second. Slowly, that tiny box will drive you mad... We made this film about love, passion, drama, adventure, about the thousand colors of life – a shamelessly emotional tale about what it means to be a man, what it means to be a woman, what it means to be human.
If you look at Lizzy and Jakob, at Léa Seydoux and Gijs Naber, you do not see opposites. You see two people with fair skin, blond hair, high cheekbones and quite similar, unusually slit eyes. They could be brother and sister. Or, they could be the male and female part of the same soul...” (I. Enyedi)
Ildikó Enyedi
Regista e sceneggiatrice ungherese, ha iniziato la carriera come artista concettuale e multimediale. È stata membro del gruppo artistico Indigo e dello Studio Béla Balázs, l’unico studio cinematografico indipendente dell’Est Europa prima del 1989. Si è dedicata poi alla regia e alla scrittura cinematografica. Il suo lungometraggio d’esordio, Il mio XX secolo (1989) ha vinto il premio Caméra d’Or a Cannes. È membro della European Film Academy. Il Trieste FF ha presentato molti dei suoi film, fra cui Il mio XX secolo e Simon mágus
Ildikó Enyedi began her career as a concept and media artist. She was a member of the art group Indigo and the Balázs Béla Studio, the only independent film studio in Eastern Europe before 1989. She then turned to film directing and screenwriting. Enyedi’s first film My 20th Century won the Camera d’Or at Cannes Film Festival in 1989. Enyedi is a member of the European Film Academy. The Trieste FF presented a number of her films including My 20th Century and Simon mágus
filmografia scelta / selected filmography 1989 Az én XX. századom (Il mio XX secolo / My 20th Century); Premi / Awards: Cannes - Caméra d’Or 1991 Téli hadjárat cm / sf 1994 Bűvös vadász (Magic Hunter); Premi / Awards: Budapest, Settimana del cinema ungherese - Miglior regia / Hungarian Film Week - Best Director
1999 Simon mágus (Simon, the Magician); Premi / Awards: Budapest, Settimana del cinema ungherese - Miglior regia, Migliore attore / Hungarian Film Week - Best Director, Best Actor
2004 Európából Európába doc. (Europe, omnibus diretto con / directed with Benedek Fliegauf, Miklós Jancsó, Zsolt Kézdi-Kovács, Elemér Ragályi, János Rózsa, Pál Sándor, Sára Sándor, István Szabó, Ferenc Török) 2008 Elsö szerele (First Love) cm / sf 2012-2016 Terápia serie TV / TV series
2017 Testről és lélekről (Corpo e anima / On Body and Soul); Premi / Awards: Berlinale - Orso d’oro / Golden Bear
2021 A feleségem története (The Story of My Wife)
EVOLUTION
Germania - Ungheria / Germany - Hungary 2021, HD, col., 97’ v.o. ungherese - tedesca / Hungarian - German o.v.
Sceneggiatura / Screenplay: Kata Wéber.
Fotografia / Photography: Yorick Le Saux.
Montaggio / Editing: Dávid Jancsó.
Musica / Music:
Dascha Dauenhauer.
Suono / Sound: Noemi Hampel.
Scenografia / Art Director: Judit Varga “Csuti”, Albrecht Konrad.
Produzione / Produced by: Match Factory Productions, Proton Cinema.
Con il sostegno di / Supported by: Mitteldeutsche Medienförderung, Film- und Medienstiftung NRW, National Film Institute Hungary, German Federal Filmfund (DFFF + FFA), The Hungarian Film Incentive, Cine Copro Award.
Distribuzione internazionale / World Sales: The Match Factory. Distribuzione per l’Italia / Distributed in Italy by: Teodora Film.
Kornél Mundruczó
Dettagli della storia di una famiglia. Tre storie, tre epoche diverse. Senza una connessione apparente, ma in realtà profondamente legate: essere ebrei nell’Europa centro-orientale, un capitolo quasi dimenticato della storia di questo continente. Tre generazioni: Éva, la capostipite, sua figlia Léna e il figlio di quest’ultima, Jónás. Tre luoghi: Auschwitz, Budapest e Berlino. Quel giorno tu sarai si sofferma sui traumi ereditati attraverso la storia di una famiglia. Una famiglia in cui i destini dei singoli confluiscono gli uni negli altri come tranquilli flussi d’acqua. Quanto a lungo durano traumi che si ereditano e quanto gli eventi del passato influiscono sul nostro presente? Per quanto tempo dobbiamo farci carico dei fardelli altrui? Possiamo decidere in che modo e a quale prezzo liberarcene?
Quel giorno tu sarai è stato presentato in anteprima al Festival di Cannes 2021.
“Kata e io discutiamo spesso di identità, e di come questa nozione sia flessibile. Di come ogni evento, sia esso terribile o gioioso, possa attraversare le generazioni e condizionare la vita di coloro che non ne hanno avuto esperienza diretta. Questo film contiene molti elementi tratti da fatti realmente accaduti e che hanno influenzato profondamente la nostra vita. Ma abbiamo voluto affrontare questo argomento non soltanto rendendo omaggio agli eventi storici, ma guardando come questi eventi influenzino l’individuo e le generazioni future. Questo film riguarda molto da vicino la storia famigliare di Kata. Siamo ricorsi a diversi strumenti e stili cinematografici per rendere e amplificare sentimenti e ricordi in modo nuovo: speriamo che coloro che si trovano ad affontare il peso delle loro storie personali, possano riconoscersi nel nostro film.” (K. Mundruczó)
Details of a family’s history. Three fragments, from three historical ages. There doesn’t appear to be a connection between them, while it is the deepest of all: eastern and central European Jewry, an almost forgotten part of Europe’s history. Three generations. Éva the ancestor, her daughter, Léna, and Léna’s son, Jónás.
Three locations: Auschwitz, Budapest, Berlin. Evolution analyses inherited traumas through the story of a family. A family where fates hold onto each other like gentle streams. How long are traumas inherited and how much do the events of the past define our present? How long do we have to carry other people’s burdens and can we decide how and for what price we rid ourselves of them?
Evolution premiered at the 2021 Cannes Film Festival.
“Kata and I often discuss identity, and how it is such a pliable notion. How events, both horrible and joyous, can arc through generations and define the lives of those without firsthand experience. This film includes many elements of true events that have deeply affected our lives. But we wanted to approach it by not simply paying homage to historical events but by looking at how those moments affect the individual, and the generations that follow. This film is very personal to Kata’s family history. We used different tools and styles of cinema to amplify these feelings and memories in new ways, and we hope that those grappling with the impact and fluidity of their own histories can recognise themselves in our film.” (K. Mundruczó)
Kornél Mundruczó
Regista di cinema e di teatro, sceneggiatore, è nato nel 1975 a Gödöllö in Ungheria. Autore acclamato dalla critica e pluripremiato, ha studiato cinema e televisione all’Università per il Teatro e il Cinema in Ungheria. Nel 2003 ha fondato, assieme a Viktória Petrányi, la casa di produzione Proton Cinema. Il Trieste FF ha presentato quasi tutti i suoi film, fra cui White God – Sinfonia per Hagen nel 2015 e Una luna chiamata Europa nel 2018.
Film and theatre director, screenwriter, Kornél Mundruczó was born in 1975 in Gödöllö Hungary. Critically acclaimed multi-award-winning film director, he studied film and television at the University of Theatre and Film Arts in Hungary. In 2003 he founded Proton Cinema film production, along with Viktória Petrányi. The Trieste FF has presented most of his prevoius films, including White God in 2015 and Jupiter’s Moon in 2018.
filmografia scelta / selected filmography
2000 Nincsen nekem vágyam semmi (This I Wish and Nothing More)
2002 Szép napok (Pleasant Days); Premi / Awards: Locarno - Pardo d’argento per il Miglior film d’esordio / Silver Leopard for Best First Film
2005 Johanna Premi / Awards: Premio della critica cinematografica ungherese per il Miglior regista / Hungarian Film Critics Award for Best Director
2010 Szelíd teremtés - A Frankenstein-terv (Tender Son: The Frankenstein Project); Premi / Awards: Sarajevo FF - Premio speciale della giuria / Special Jury Prize
2014 Fehér Isten (White God / White God - Sinfonia per Hagen); Premi / Awards: Cannes FF - Premio Un Certain Regard / Un Certain Regard Award
2017 Jupiter holdja (Jupiter’s Moon / Una luna chiamata Europa)
2020 Pieces of a Woman; Premi / Awards: Venezia, Mostra del cinema - Coppa Volpi per la Migliore attrice / Venice FF - Volpi Cup for Best Actress.
Sceneggiatura, montaggio / Screenplay, Editing: Tomasz Wolski. Musica / Music: Bartłomiej Tyciński, DJ Lenar. Suono / Sound: Marcin Lenarczyk. Animazione / Animation: Robert Sowa.
Produzione / Produced by: Kijora Film.
Coproduzione / Co-produced by: Polish Television, Institute of National Remembrance. Distribuzione internazionale / World Sales: Square Eyes.
ANTEPRIMA ITALIANA / ITALIAN PREMIERE
Tomasz Wolski
BŪSIU SU TAVIM
Sarò al tuo fianco / I'll Stand by You
Nel 1970, in molte città costiere della Polonia comunista scoppiano proteste. I lavoratori scioperano per opporsi all’aumento dei prezzi. Un numero crescente di manifestanti scende in strada. La situazione diviene sempre più tesa, nella capitale si riunisce un’unità di crisi. Con l’aiuto di animazioni combinate a registrazioni telefoniche, riusciamo a sbirciare dietro le porte chiuse degli uffici dei funzionari di governo. Tra centinaia di sigarette e conversazioni interrotte, si pianificano strategie per disperdere i manifestanti, azioni di repressione e attività di propaganda. Ma le proteste vanno comunque fuori controllo. Premio speciale della giuria al festival Visions du Réel di Nyon in Svizzera. “Queste telefonate fatte da importanti funzionari del governo comunista non sono mai state usate in un documentario... Ricreando modelli e pupazzi simili ai veri protagonisti, ho voluto far vedere l’atmosfera che si respirava in quel momento al Ministero degli Affari Interni ... L’animazione in stop-motion ha svolto pienamente questo ruolo. I pupazzi sono stati realizzati sulla base di dettagli realistici presi da ogni personaggio che compare nel film, in scala 1:6.” (T. Wolski)
In 1970, protests broke out in several coastal cities in Communist Poland. Workers went on strikes to object to price increases. Growing numbers of protesters walked out onto the streets. As the situation became tense, a crisis team gathered in the capital. With the help of animations combined with telephone recordings, we can peek behind the closed doors of dignitaries’ offices. Hundreds of cigarettes are smoked. Conversations get cut off. Strategies to break up protesters and future repressions are planned. Propaganda activities are thought up. However, the protests get out of control. Special Jury Award at Visions du Réel IFF in Nyon, Switzerland.
“These phone calls made by communist dignitaries have never been used in a documentary before... By building realistic models and dolls I decided to convey the atmosphere of the Ministry of Internal Affairs, the atmosphere of that time... Stop-motion animation fulfilled this role. The characters were made reflecting the realistic details of the individual characters of the film in a scale of 1:6.” (T. Wolski)
Regista, montatore e sceneggiatore, è nato nel 1977 a Gdynia, in Polonia. Si è diplomato alla Scuola di regia cinematografica “Andrzej Wajda”. È membro dell’Associazione polacca dei registi di documentari, della Polish Film Academy e della European Film Academy (EFA). Il suo Zwyczajny kraj è stato presentato lo scorso anno al Trieste FF. 1970 è stato presentato con successo in molti festival internazionali, fra cui Cracovia, Jihlava e l’IDFA di Amsterdam.
Film director, editor and scriptwriter, Tomasz Wolski was born in 1977, in Gdynia, Poland. He is a graduate from the Andrzej Wajda Master School of Film Directing. Wolski is a member of Guild of Polish Documentary Directors, Polish Film Academy and European Film Academy (EFA). His documentary An Ordinary Country (2020) was presented last year at the Trieste FF. 1970 was successfully presented at many international festivals, including Krakow, Jihlava and IDFA in Amsterdam.
filmografia scelta / selected filmography
2006 Klinika doc.
2008 Złota rybka (Golden Fish) doc.
2009 Szczęściarze (The Lucky Ones) doc.
2010 Pomału (Slowly) doc.
2012 Pałac doc.
2015 Córka (Daughter) cm / sf
2016 Imperatyw doc.
2017 Festiwal doc.
2020 Problem cm / sf; Zwyczajny kraj (An Ordinary Country) doc.; Premi / Awards: Visions du Réel IFF - Premio della giuria Clinique de Genolier / Jury Prize Clinique de Genolier
2021 1970 doc.; Premi / Awards: Visions du Réel IFF - Premio Speciale della giuria / Special Jury Award
Coproduzione / Co-produced by: M&N, Dok Mobile. Con il sostegno di / Supported by: Lithuanian Film Centre, Eurimages Co-production Fund, Film Commission Torino Piemonte, Regione Piemonte, Cinéforom, Loterie Romande.
Due donne, una psicologa e un’agente di polizia, si dedicano a una missione impegnativa: ridurre il numero record di suicidi nella loro ridente cittadina. Valija e Gintare offrono empatia e compassione porta a porta, occupandosi dei membri più soli della loro comunità. Per paura di perdere un’altra vita umana, le donne stringono un’amicizia che si rivela essere piena di risorse: insieme riescono a sdrammatizzare le crisi e a dimostrare che la prevenzione del suicidio può essere davvero efficace. Presentato in anteprima a DOK.fest di Monaco di Baviera.
“Il suicidio è un argomento drammatico nel documentario e tuttavia le nostre protagoniste sono animate da una forte positività interiore, da una toccante compassione e da senso dell’umorismo... Per evidenziare questi due stati d’animo, alterniamo momenti di osservazione della routine dei personaggi a pause poetiche di riflessione in cui spostiamo l’attenzione sui dintorni della cittadina di Kupiškis. Esplorando la campagna, i paesaggi della natura... vogliamo rivelare le sensazioni e il mondo interiore delle nostre protagoniste e degli abitanti del villaggio.” (V. Vareikytė, M. Dejoie)
Two women, a psychologist and a police officer, engage into a challenging mission –to reduce the record suicide numbers in their bucolic hometown. Valija and Gintare provide door to door empathy and compassion, healing the loneliest members in their community. At the peak of fear to loose another life, the women form a resourceful friendship. Together they succeed to minimise the crisis and prove that suicide prevention can be effective. The film had its premiere at DOK.fest in Munich.
“Suicide is a dramatic circumstance in the documentary, however, the main characters are animated by strong inner positivity, heart-warming compassion and sense of humor... In order to strengthen the impression of these two main moods, we alternate observational moments from the characters’ dynamic routines with poetic pauses of intimate reflections. Throughout these pauses, we shift the focus to the bucolic surroundings of Kupiškis. By exploring the countryside, landscapes of nature... we intend to convey the feeling of the inner world of our main characters, as well as that, of the villagers.”
Virginija Vareikytė, Maximilien Dejoie Regista lituana, Virginija Vareikytė è nata nel 1986. Si è diplomata in regia all’Accademia lituana di Musica e Teatro. Regista italiano, Maximilien Dejoie è nato nel 1987. Dopo la laurea in recitazione e storia del teatro e un master in fotografia, ha iniziato a lavorare come regista di documentari per la TV. Nel 2016 hanno realizzato il loro primo lavoro assieme Aš už tave pakalbėsiu (When We Talk About KGB), presentato al Trieste FF e in più di 20 festival internazionali. Būsiu su tavim è stato uno dei progetti selezionati a Last Stop Trieste nel 2020. Lithuanian filmmaker, Virginija Vareikytė was born in 1986. She graduated in audiovisual directing from the Lithuanian Theatre and Music Academy. Italian director, Maximilien Dejoie was born in 1987. After obtaining a degree in acting and history of theatre and attending a master course in photography, he started working as a director of TV documentaries. In 2016 they presented their first feature-length documentary together, When We Talk About KGB screened at Trieste FF and in more than 20 international film festivals. I’ll Stand by You was one of the selected project at Last Stop Trieste in 2020.
2016 Aš už tave pakalbėsiu (When We Talk About KGB) doc.
Fotografia / Photography: Nina Guseva. Montaggio / Editing: Kirill Sacharnov. Musica / Music: Igor Vdovin. Suono / Sound: Ivan Erofeev.
Produzione, distribuzione internazionale / Produced by, World Sales: Stereotactic. Coproduzione / Co-produced by: Marina Razbežkina Studio.
Estate 2019, Mosca è in preda alle proteste dell’opposizione. Tremila persone vengono arrestate. Tra loro anche il giovane attivista politico Konstantin Kotov. La coraggiosa avvocatessa Maria Eismont si rende conto che si tratta di un’accusa a sfondo politico, il cui scopo è quello di scoraggiare giovani dall’essere politicamente attivi. Così diventa portavoce e legale di Kotov. Nonostante gli sforzi di Maria, la protesta pubblica e l’evidente ingiustizia, il tribunale condanna Kotov a quattro anni di prigione. Nel dicembre 2019 durante una conferenza stampa con Vladimir Putin, un giornalista dell’opposizione riesce a chiedere al presidente del caso di Konstantin Kotov. Questo sembra rimettere in moto le cose e il caso viene inviato alla corte d’appello. Maria è combattuta: il suo assistito ha finalmente qualche speranza ma il suo lavoro come avvocatessa è svalutato, perché la giustizia è stata ottenuta per ordine supremo. Presentato in anteprima al festival IDFA di Amsterdam.
Summer 2019, Moscow is in grip of opposition protests. Three thousand people were detained. Among them was the young political activist Konstantin Kotov. The daring lawyer Maria Eismont sees that this is a politically motivated accusation, aimed at suppressing young people from being politically active. She becomes Kotov’s representative and lawyer. Despite Maria’s efforts, public outcry and obvious injustice, the court sentences Kotov to four years in prison. In December 2019 during a press conference with Vladimir Putin, a journalist from the opposition channel manages to ask the president about Kotov’s case. This seems to put things into motion and Kotov’s case is sent to the court of appeal. Maria feels torn – her defendant finally has some hope but her lawyer’s work is devalued as the justice was achieved by supreme order. The Case premiered at IDFA in Amsterdam.
Nina Guseva
Regista, attrice, produttrice russa è nata nel 1988. Dopo aver studiato al Moscow Art Theater School, nel 2019 si è diplomata alla Scuola di cinema documentario di Marina Razbežkina
Russian film director, actress and producer Nina Guseva was born in 1988. After studying at the Moscow Art Theater School, she graduated from Marina Razbezhkina’s School of Documentary Films in 2019.
filmografia scelta / selected filmography 2019 Roza doc. mm / ml 2021 Delo (The Case) doc.
Sceneggiatura, fotografia / Screenplay, Photography: Paweł Łoziński.
Montaggio / Editing: Paweł Łoziński, Piasek&Wójcik. Musica / Music: Jan Duszyński. Suono / Sound: Paweł Łoziński, Franciszek Kozłowski. Produzione / Produced by: Łoziński Production.
Coproduzione / Co-produced by: HBO MAX, Mazovia Warsaw Film Fund. Con il sostegno di / Supported by: Polish Film Institute. Distribuzione internazionale / World Sales: KFF Sales & Promotion.
Film balconowy è un progetto di film documentario d’osservazione. Il regista guarda le persone dal balcone del suo appartamento a Varsavia, facendo quello che gli piace di più: osservare il mondo che lo circonda. Łoziński ha impiegato più di 2 anni, facendo più di 1.000 interviste. Alla fine nel film ne vediamo circa un’ottantina. Tra queste ci sono quelle fatte a residenti del quartiere, a ospiti casuali, polacchi e stranieri, a semplici passanti. Le conversazioni svelano emozioni, pensieri, modi di comportarsi e mostrano una riflessione sincera sulla condizione umana.
Grand Prix della Settimana della critica al festival di Locarno. “Cosa succederebbe se mettessi una macchina da presa sul mio balcone al primo piano e parlassi con quelli che passano? Avrebbero voglia di fermarsi a chiacchierare? Ho deciso di farlo e... ha funzionato! ... Guardavo la gente per strada, riprendendo tutti quelli che passavano di sotto. Di tanto in tanto qualcuno di loro rallentava o si fermava, e quella era la mia occasione per parlare con loro e ascoltare quello che dicevano. Di cosa parlavano? Della vita.” (P. Łoziński)
The Balcony Movie is an art-house observational documentary film project. Łoziński is watching people from the balcony of his apartment in Warsaw, doing what he likes the most – observing the world around him. Łoziński spent more than 2 years on his balcony and made over 1,000 interviews. Finally in the film about 80 heroes appeared. Among them there are residents of the neighbourhood or random guests, Poles and foreigners, ordinary pedestrians. The conversations uncover vivid emotions, thoughts, attitudes, and show a very sincere reflection of the human condition.
Grand Prix at the Locarno Film Festival’s Semaine de la critique.
“What would happen if I put a camera on my first floor balcony, and talk to passers-by? Would they still want to talk? I decided to check and... it worked! ... I was looking at people on the street, catching everyone who walked past below. From time to time some of them slowed down or stopped, and that was my chance to talk to them and listen to what they said. What about? About life.” (P. Łoziński)
Paweł Łoziński
Regista, cameraman e produttore di documentari, è nato nel 1965 a Varsavia. Si è diplomato in regia alla scuola di Łódź e ha lavorato come assistente di Kieślowski in Tre colori - Film bianco Dopo l’anteprima a Locarno Film balconowy è stato presentato fra gli altri a Jihlava, DOK Leipzig e all’IDFA di Amsterdam.
Director, cameraman and producer of documentaries Paweł Łoziński was born in 1965 in Warsaw. A graduate of the Directing Department at the Film School in Łódź, he worked as an assistant to Krzysztof Kieślowski on Three Colors: White After its premiere in Locarno, The Balcony Movie, was screened at Jihlava, DOK Leipzig and IDFA in Amsterdam.
filmografia scelta / selected filmography
1992 Miejsce Urodzenia (Birthplace) doc. cm / sf 1999 Siostry (Sisters) doc. cm / sf 2002 Pani z Ukrainy doc. cm / sf 2009 Chemia (Chemo) doc. 2013 Ojciec syn (Father and Son) doc. 2014 Werka doc.
2016 Nawet nie wiesz, jak bardzo cie kocham (You Have No Idea How Much I Love You) doc. 2021 Film balconowy (The Balcony Movie) doc.; Premi / Awards: Locarno FF - Grand Prix Semaine de la Critique
Sceneggiatura, suono / Screenplay, Sound: Mikołaj Lizut. Fotografia / Photography: Marcin Sauter. Montaggio / Editing: Michał Jarecki. Musica / Music: Tymon Tymański.
Produzione / Produced by: Kombinat Artystyczny TONIGHT. Coproduzione / Co-produced by: Walter Film Studio, Canal+ Poland. Distribuzione internazionale / World Sales: Connect the Dots Film Agency.
“Gosia, Dominika, Ewelina e Alicja sono rinchiuse nel Centro educativo giovanile di Goniądz vicino a Białystok... Fra crimini commessi ci sono furto, traffico di droga, rissa. Loro stesse sono vittime di violenza domestica... Quando le ho incontrate per la prima volta nell’inverno del 2018, avevano 15 anni: sono rimasto profondamente colpito dall’onestà e dalla franchezza con cui parlavano di loro stesse... La storia delle ragazze del Centro educativo giovanile di Goniądz mi tocca molto da vicino. Sono il padre di una ragazza che ha la loro età... Le giovani donne del centro rimangono spesso incinte. Non è solo il risultato della stupidità e della mancanza di educazione sessuale... Nel loro mondo fatto di esperienze atroci, crudeltà, pestaggi, malattie e alcol, un figlio diventa il sogno di un amore incondizionato... una fuga dalla vita precedente... Il Centro cerca di insegnare loro cosa sia la maternità e che grande impegno e responsabilità comporti crescere un figlio... Questo film è una storia su vite fallite, sui sogni e sul dramma di ragazze adolescenti.” (M. Lizut)
“Gosia, Dominika, Ewelina and Alicja are pupils of the Youth Educational Center in Goniądz near Białystok... They have committed crimes: theft, drug trafficking, beatings. They are themselves victims of domestic violence... When I met them for the first time in the winter of 2018, when they were 15, I was deeply impressed by honesty and openness with which they talked about themselves... The story of the girls from the Youth Educational Center in Goniądz touches me very personally. I am a father of a girl of their age... Girls in the Center become pregnant on a mass scale. It is not only the result of stupidity, lack of sexual education... In their world full of nightmarish experiences, cruelty, beatings, pathologies and alcohol their own child becomes a dream of unconditional love... an escape from the previous life... The Youth Educational Center is trying to teach its pupils what motherhood is and what a great effort and responsibility it is having a child... This film is a story about a failed life, dreams and drama of teenage girls.” (M. Lizut)
Mikołaj Lizut
Produttore, regista cinematografico e teatrale, giornalista, è nato nel 1973 a Varsavia. Si è diplomato alla Scuola di regia “Andrzej Wajda”. Per oltre 20 anni è stato editorialista del quotidiano «Gazeta Wyborcza». Już tu nie wrócę è stato presentato in anteprima al Millenium Docs Against Gravity Documentary FF in Polonia.
Producer, film and theatre director, journalist, Mikołaj Lizut was born in 1973 in Warsaw. A graduate of the Andrzej Wajda Master School of Film Directing. For over 20 years he was a columnist of “Gazeta Wyborcza”. Never Coming Back premiered at the Millenium Docs Against Gravity Documentary FF in Poland.
filmografia scelta / selected filmography 2019-2021 Pisarze. Serial na krótko (The Writers. A short series) serie TV / TV series 2021 Już tu nie wrócę (Never Coming Back) doc.
Austria, 2021, HD, b-n / b-w, 123’ v.o. russa - tedesca - inglese - italiana / Russian - German - English - Italian o.v
Sceneggiatura / Screenplay: Aleksey Lapin. Fotografia / Photography: Adrian Campean. Montaggio / Editing: Sebastian Schreiner. Suono / Sound: Jaroslaw Redkin, Jurij Todorov, Lenja Gathmann.
Interpreti / Cast: Elena Nozhenko, Raisa Nozhenko, Vsevolod Nikonov, Arianna Han, Svetlana Gonstein e gli abitanti dei villaggi di /and the local village people of Jutanovka, Volokonovka e dintorni / and surroundings. Produzione / Produced by: Horse&Fruits Filmproduktion.
Il regista di origine russa Aleksey Lapin torna a Jutanovka, il villaggio natale della sua famiglia al confine ucraino, dove lui stesso un tempo era solito trascorrere l’estate. La troupe del film si presenta agli abitanti durante un evento musicale organizzato per l’occasione, sostenendo di essere venuti a girare un film storico che sarà ambientato proprio a Jutanovka. Presentato alla Viennale e a Dok Leipzig, Krai è il ritratto di uno sperduto villaggio russo in estate.
“Non ero interessato a fare un meta-film che decostruisse il processo cinematografico. Mi sembrava un approccio naturale perché, a essere sinceri, eravamo così presenti nel villaggio che dovevamo per forza diventare noi stessi parte del film... Ho studiato cinema in Austria, Michael Haneke è stato il mio maestro. Mi ha sempre spinto ad andare controcorrente rispetto a come funziona di solito un film. Il cinema convenzionale cerca di scioccarci o di attirarci... Si può vedere Krai come una reazione a questo, una sorta di esplorazione di come il cinema può funzionare prendendo altre direzioni o quando si hanno altre idee...” (A. Lapin)
Russian director Aleksey Lapin travels back to Jutanovka, his relatives’ home village near the Ukrainian border, where he himself used to spend every summer. The film crew introduce themselves at a specially organized musical event, claiming that they have come to cast a historical film that is to be set in the village. Presented at Viennale and Dok Leipzig festivals, Krai is a portrait of a remote Russian village in summer.
“I was not interested in making a meta-film that deconstructs the filmmaking process. It just seemed like a natural approach to the film. Because to be frank, we were so present in this town that we had to become part of the film … I have studied film in Austria, Michael Haneke was my teacher. It was always this quest to go against the grain of how film works. Conventional cinema tries to shock or attract us... You could see Krai as a reaction to that, an exploration of how film can work in another direction or with other ideas...” (A. Lapin)
Con il sostegno di / Supported by: ORF Film/FernsehAbkommen, BKA - innovative film.
Distribuzione internazionale / World Sales: sixpackfilm.
Aleksey Lapin
Regista, è nato nel 1988 a Tomsk, in Russia. Si è trasferito con la famiglia in Italia all’età di 10 anni. Dopo essersi laureato in arte all’Università Bolzano, studia cinema a Vienna alla Filmakademie. Il Trieste FF ha presentato nel 2019 100 EUR, il suo cortometraggio di diploma.
Film director, Aleksey Lapin was born in 1988 in Tomsk, Russia. He moved to Italy with his family at the age of 10, where he received a Bachelor of Art from Bolzano Free University in 2010. After that, he started his film-studies at the Vienna Film Academy. The Trieste FF presented in 2019 his diploma film 100 EUR filmografia scelta / selected filmography 2018 100 EUR cm / sf 2021 Krai doc.
LOOKING FOR HORSES
Paesi Bassi - Francia - Bosnia ed Erzegovina / The Netherlands - France - Bosnia and Herzegovina, 2021, HD, col., 88’ v.o. bosniaca - inglese / Bosnian - English o.v.
Sceneggiatura, fotografia / Screenplay, Photography: Stefan Pavlović. Montaggio / Editing: Sabine Groenewegen, Stefan Pavlović. Suono / Sound: Stefan Pavlović, Ranko Pauković. Musica / Music: Karsten Fundal.
Produzione / Produced by: artTrace Foundation. Coproduzione / Co-produced by: KAMEN artist residency, Momento! Films. Distribuzione internazionale / World Sales: Lightdox.
Un film sull’amicizia tra il regista e un pescatore che ha perso l’udito durante la guerra civile in Bosnia e si è ritirato in un lago per vivere in solitudine. Il regista, figlio di genitori bosniaci, ha difficoltà a comunicare non riuscendo più a parlare la sua madrelingua a causa di una balbuzie. Nonostante tutte queste limitazioni, tra i due si crea un forte legame. Per il pescatore, il lago rappresenta il ritiro da una terra di conflitti; per il regista significa invece il ritorno a quel luogo diviso che è la terra dei suoi genitori. Miglior film (nella sezione “Burning Lights”) al festival Visions du Réel di Nyon e Premio speciale della giuria a Sarajevo.
“Prima ancora di iniziare le riprese, Zdravko ha visto il tatuaggio di un cavallo sulla mia mano e ha insistito perché cercassimo un branco selvaggio che viveva intorno al lago. Ci ha dato una ragione per giustificare la presenza della macchina da presa e ci ha fatto cercare qualcosa insieme... Zdravko ha una personalità molto forte. Sceglie dove andare e di cosa parlare. Aveva il pieno controllo della sua performance davanti all’obiettivo.” (S. Pavlović)
A film about a friendship between the filmmaker and a fisherman, who lost his hearing during the Bosnian civil war and retreated to a lake to live in solitude. The filmmaker, son of Bosnian parents, struggles to communicate as he lost his mother tongue due to a stutter. Despite their speech and hearing limitations, a bond develops between the young man and the veteran. For the fisherman, the lake stands for a withdrawal from a fractured country, a land of war; for the filmmaker it precisely means the return to that broken place, the land of his parents.
Best Feature Award (in the “Burning Lights” section) at Visions du Réel in Nyon and Special Jury Award in Sarajevo.
“Very early on, before we even started filming, Zdravko saw a tattoo of a horse on my hand and insisted that we look for this wild herd that lived around the lake. It gave us a reason for the camera to be there and made us look towards something together... Zdravko has a very powerful personality. He chooses where he goes and what he wants to talk about. He was in complete control of his own performance on camera.” (S. Pavlović)
Stefan Pavlović
MUZEJ REVOLUCIJE
Il museo della Rivoluzione / Museum of the Revolution
Stefan Pavlović È nato nel 1989 nei Paesi Bassi da genitori bosniaci e vive tuttora ad Amsterdam. Ha studiato cinema all’Art Center College of Design in California. Looking for Horses è il suo primo lungometraggio. Dopo l’anteprima al festival Visions du Réel di Nyon, è stato presentato fra gli altri ai festival di Sarajevo, FID Marseille e Beldocs in Serbia.
Stefan Pavlović was born in 1989 in the Netherlands to Bosnian parents. He studied film at the Art Center College of Design in California. Stefan is currently based in Amsterdam and Looking for Horses is his debut feature length film; after its premiere at the Visions du Réel festival in Nyon, the film was presented, among others, at Sarajevo, FID Marseille and Beldocs (Serbia) film festivals.
2016 Pearl & Werther cm / sf
2017 Horse cm / sf
2018 When the Dragon Came cm / sf
2021 Looking for Horses doc. Premi / Awards: Visions du Réel IFF - Miglior film / Best Feature Award (“Burning Lights” sezione/section); Sarajevo FF - Premio speciale della giuria / Special Jury Award
Serbia - Croazia - Rep. Ceca / Serbia - Croatia - Czech Rep., 2021, HD, col., 91’ v.o. serba - romanes / Serbian - Romany o.v.
Nel 1961 a Belgrado si progettava di costruire un museo-tributo alla Jugoslavia socialista. Pensato per “salvaguardare la verità” sul popolo jugoslavo, il progetto non andò mai oltre la costruzione del seminterrato. L’edificio abbandonato ora racconta una storia molto diversa da quella immaginata 60 anni fa. Nello spazio umido e buio vivono i reietti di una società rimodellata dal capitalismo. La protagonista del film è una ragazzina che si guadagna da vivere per strada, pulendo i vetri delle auto con sua madre. Presentato in anteprima all’IDFA di Amsterdam.
“Il film è nato dal desiderio di raccontare una storia esemplare sulla vita in un edificio costruito su sogni infranti. Per me questa è stata l’esperienza fondamentale delle società post-jugoslave, avviatesi in fretta verso il capitalismo e verso livelli impressionanti di disuguaglianza. Il film si concentra sulle vittime di questo processo ... Volevo vedere fino a che punto un documentario di osservazione poteva diventare un film-saggio, mantenendo intatte le qualità essenziali di entrambe le forme.” (S. Keča)
In 1961 there was a plan to build a grand museum in Belgrade as a tribute to Socialist Yugoslavia. Meant to “safeguard the truth” about the Yugoslav people, the plan never got beyond the construction of the basement. The derelict building now tells a very different story from the one envisioned by the initiators 60 years ago. In the damp, pitch-dark space live the outcasts of a society reshaped by capitalism. The film focuses on a girl who earns cash on the street by cleaning car windows with her mother. Museum of the Revolution premiered at IDFA in Amsterdam.
“Museum of the Revolution was born of a desire to tell a parable about life inside a structure built of aborted dreams. To me, this has been the core experience of post-Yugoslav societies, fast-tracked into capitalism and staggering levels of inequality. The film focuses on those left most vulnerable by this process ...I wanted to see how far I could push a characterbased observational documentary into becoming an essay film, while keeping the essential qualities of both forms intact.” (S. Keča)
Srđan Keča Regista, è nato nel 1982 a Pančevo, ora Serbia. Si è diplomato in regia agli Ateliers Varan a Parigi e alla UK National Film and Television School (NFTS) di Londra. Il suo documentario Pismo ocu è stato presentato al Trieste FF nel 2012. Muzej Revolucije era uno dei progetti selezionati lo scorso anno a Last Stop Trieste. Filmmaker Srđan Keča was born in 1982, in Pančevo, now Serbia. Keča is a graduate of the Ateliers Varan in Paris and the UK National Film and Television School (NFTS). His documentary A Letter to Dad was presented at Trieste FF in 2012. Museum of the Revolution was one of the project selected last year at Last Stop Trieste.
filmografia scelta / selected filmography
2011 Pismo ocu (A Letter to Dad) doc. mm / ml
2012 Mirage doc. mm / ml; Premi / Awards: Jihlava IDFF - Miglior doc Europa Centro Orientale / Best Central and Eastern European Doc 2015 Flotel Europa doc.; Premi / Awards: Berlinale - Premio della giuria Tagesspiegel / Tagesspiegel Jury Prize
2021 Muzej Revolucije (Museum of the Revolution)
Cercando cavalli
Riconciliazione / Reconciliation
Slovenia - Serbia - Montenegro - Kosovo, 2021, HD, col., 82’ v.o. albanese / Albanian o.v.
Fotografi / Photography: Latif Hasolli. Montaggio / Editing: Uroš Maksimović. Musica / Music: Dimitrije Vasiljević. Suono / Sound: Miloš Drobnjaković, Julij Zornik, Jovo Kljajić. Produzione / Produced by: Vertigo.
Coproduzione / Co-produced by: RTV Slovenia, Dera Film, Film House Baš Čelik, Seagull Entertainment. Con il sostegno di / Supported by: Eurimages, Slovenian Film Centre, Film Center Serbia, Ministry of Culture and Information of the Republic of Serbia, Film Centre of Montenegro,
Una diciottenne viene uccisa in un’aspra faida familiare negli altipiani albanesi. Il padre, in lutto, è tormentato a causa delle pressioni che riceve dal vescovo locale e dal presidente di una ONG, che gli chiedono non solo di perdonare l’assassino in carcere e la sua famiglia, in quanto cristiano, ma anche di riconciliarsi con loro, come l’antico codice tribale, Kanun, un tempo richiedeva.
Miglior documentario all’ultimo Festival del cinema sloveno.
“Ci sono contrasti in ogni famiglia, in ogni società, ovunque. Eppure qui, in Albania, i protagonisti si trovavano ad affrontare circostanze profondamente complesse. La drammatica situazione sociale degli anni ‘90 ha visto la rinascita di vecchi sistemi di valori, insieme a un antico codice di legge quasi dimenticato, il Kanun. Un quarto di secolo dopo, protagonisti del mio film non riescono ancora a mettersi d’accordo sul sistema di valori cui affidarsi... Con questo film ho voluto dare un ritratto sfaccettato del patriarcato e il punto di vista di una donna – che lo spettatore può cogliere anche nel volto della madre, presenza silenziosa in un angolo.” (M. Zidar)
An 18-year-old girl is killed in a bitter family feud in the Albanian highlands. Her bereaved father is torn by the pressures from a local bishop and an NGO chairman from the capital, not only to forgive the imprisoned killer and his family, as a Christian, but to reconcile with them – as the age-old tribal code, Kanun, once required. Best Documentary at the latest Festival of Slovenian Film.
“There are such conflicts in every family, every society everywhere. Yet here, in Albania, the protagonists were facing profoundly complex circumstances. The dramatic social situation in the 1990s saw the revival of old value systems, along with a half-forgotten ancient code of law, the Kanun. A quarter of a century later, the protagonists in my film still cannot agree on which value system to rely on to resolve the conflict... With Reconciliation, I aimed to offer a nuanced portrayal of patriarchy, and a woman’s observation of a feud in it – one that the audiences can also read from the face of the mother in my film, standing silently in the corner.” (M. Zidar)
ANTEPRIMA
REKONSTRUKCE OKUPACE
Ricostruzione dell'occupazione / Reconstruction of Occupation
Creative Europe MEDIA, Kosovo Cinematography Center.
Marija Zidar
Regista slovena nata nel 1976. Giornalista, ha un dottorato di ricerca in sociologia all’Università di Lubiana. Progetto selezionato lo scorso anno a Last Stop Trieste, Odpuščanje è il suo primo lungometraggio documentario: il film è stato presentato in molti festival internazionali fra cui CPH:DOX, Sarajevo, Sydney e IDFA.
Marija Zidar (1976) is a Slovenian filmmaker. Her background is in Journalism and she has a PhD in Sociology from the University of Ljubljana. One of the projects selected last year at Last Stop Trieste, Reconciliation is her debut feature documentary; the film was presented in many international film festivals such as CPH:DOX, Sarajevo, Sydney and IDFA.
2016 Tihotapci Identitete mm /ml doc. TV 2021 Odpuščanje (Reconciliation) doc.; Premi / Awards: Festival del cinema sloveno –Miglior documentario, Miglior montaggio, Premio FIPRESCI per il Miglior film sloveno / Best Documentary, Best Editing, FIPRESCI Award for Best Slovenian Film
Sceneggiatura / Screenplay: Jan Šikl. Fotografia / Photography: Adam Olha. Montaggio / Editing: Šimon Špidla. Musica / Music: Jan Šikl jr. Suono / Sound: Martin Stýblo.
Produzione, Distribuzione internazionale / Produced by, World Sales: CINEPOINT.
Con il sostegno di / Supported by: Czech Film Fund, Slovak Audiovisual Fund
Il regista di documentari Jan Šikl ha trascorso molti anni a cercare e a raccogliere archivi cinematografici privati e amatoriali. Filmati sbiaditi di vita familiare, rievocazioni su celluloide di celebrazioni e momenti di vita quotidiana. Grazie a questo lavoro, Šikl ha ritrovato parecchie ore di materiale girato che mostra l’invasione della Cecoslovacchia da parte delle truppe del Patto di Varsavia. Queste immagini uniche sono rimaste a lungo invisibili. Rekonstrukce okupace è un’avventura cinematografica di natura archeologica in cui dei volti anonimi si trasformano in testimoni viventi dei giorni che hanno costretto la Cecoslovacchia ad altri due decenni di schiavitù. Rekonstrukce okupace è stato presentato in anteprima all’ultimo festival di Karlovy Vary.
Documentary filmmaker Jan Šikl has spent many years seeking out and collecting private film archives. Faded footage of family lives, celluloid echoes of celebrations and everyday moments. Through his work, Šikl came across several hours of footage showing the Warsaw Pact invasion of Czechoslovakia. These unique images long remained unseen. Reconstruction of Occupation is a cinematic adventure of a truly archeological nature in which anonymous faces are transformed into living witnesses of the days that sent Czechoslovakia into two more decades of bondage.
Reconstruction of Occupation premiered at the latest Karlovy Vary International Film Festival.
Jan Šikl
Regista e produttore, è nato a Praga nel 1957. Si è diplomato alla FAMU nel 1982. Nel 1991 ha fondato la sua casa di produzione Pragafilm. È un collezionista di archivi familiari amatoriali con cui lavora anche nei suoi film. Film director, producer, Jan Šikl was born in 1957, in Prague. He graduated from FAMU in 1982. In 1991 he founded his own production company Pragafilm. He is a collector of amateur family archives that he works with also in his films.
filmografia scelta / selected filmography 2004-2007 Soukromé století (Private Century) serie TV / TV series 2021 Rekonstrukce okupace doc.
René - Il prigioniero della libertà / René - The Prisoner of Freedom
Sceneggiatura / Screenplay: Helena Třeštíková Fotografia / Photography: David Cysař. Montaggio / Editing: Jakub Hejna. Musica / Music: Tadeáš Věrčák. Suono / Sound: Richard Müller.
Produzione, distribuzione internazionale / Produced by, World Sales: Negativ Film Productions. Coproduzione / Co-produced by: Czech Television.
La documentarista Helena Třeštíková ha incontrato la prima volta René durante il periodo comunista, in un carcere minorile. Per realizzare il film René (2008), lo ha osservato con una macchina da presa per 20 anni. In René - Vězeň svobody seguiamo la vita di René a ritmo serrato, dalla prima del film nel 2008 a oggi, mentre cerca di evitare la prigione a tutti i costi. A quasi 50 anni, il tatuaggio sul collo “Fuck of People” [sic] sta sbiadendo. René, recidivo antisociale con una mente brillante, non vuole più stare dietro le sbarre. Vuole vivere e forse anche amare. Presentato in anteprima all’IDFA di Amsterdam. “Se da un lato René è un asociale, dall’altro è anche un grande intellettuale. Quindi, è in grado di riflettere sull’esperienza della prigione come pochi altri. E così l’ho percepito come un personaggio che valeva la pena osservare, anche dopo la prima del ritratto cinematografico che ho realizzato nel 2008. Non avevo idea di cosa gli sarebbe successo perché la vita di René è una scommessa basata sull’incertezza assoluta. Di una cosa ero certa: René ha sempre generato situazioni interessanti. E questo film lo conferma.” (H. Třeštíková)
Documentary filmmaker Helena Třeštíková met René during communism in a juvenile prison. To make the film René (2008), she watched him with a camera for 20 years. In René - The Prisoner of Freedom, we follow René’s life at a fast pace from the film’s premiere in 2008 to the present, as he tries to avoid prison at all costs. At almost 50 years, the neck tattoo “Fuck of People” [sic] is fading. René, an antisocial recidivist with a bright mind, doesn’t want to be behind bars anymore. He wants to live and perhaps even to love. René - The Prisoner of Freedom premiered at IDFA in Amsterdam. “On the one hand, René is a man with antisocial experience, but he is also a great intellectual. Therefore, he can reflect upon the prison life experience like few others. And so perceived him as a character worth watching, even after the premiere of René’s film portrait in 2008. I had no idea what would happen to him because René’s life was a bet on absolute uncertainty. There was only one thing clear: René always generated interesting situations. And this film confirms it.” (H. Třeštíková)
TVORNICE RADNICIMA
La fabbrica ai lavoratori / Factory to the Workers
Helena Třeštíková
È nata a Praga nel 1949. Documentarista di fama internazionale, si distingue per il metodo del “film di osservazione a lungo termine” con cui ha realizzato gran parte dei suoi lavori. Oltre all’omaggio dedicatole nel 2010, il Trieste FF ha poi presentato molti dei suoi film successivi.
Helena Třešt ková,́ born in 1949 in Prague, is an internationally renowned documentary filmmaker. Třeštíková stands out for her method of “long-term observation film” with whom she made all of her works. Besides the tribute in 2010, the Trieste FF later presented several of her following films.
filmografia scelta / selected filmography 1987 Manželské etudy serie doc. / doc. series 1992-1997 Řekni mi něco o sobě serie doc. / doc. series 1994-1997 Gen a Genus serie doc. / doc. series 1998 Sladké stolet doc. TV 2001-2002 Ženy na přelomu tis ciletí serie doc. / doc. series 2003 Když musíš tak musíš serie doc. / doc. series 2008 René doc.; Premi / Awards: European Film Academy - Miglior documentario / Best Documentary 2012 Soukrom vesmír doc. 2013 Život s Kašparem doc. 2016 Zkáza krásou doc. (diretto con / directed with Jakub Hejna) 2017 Strnadovi (A Marriage Story) doc. 2019 Forman vs. Forman (diretto con / directed with Jakub Hejna) 2020 Anny doc. 2021 René - Vězeň svobody (RenéThe Prisoner of Freedom) doc.
Con il sostegno di / Supported by: Croatian Audiovisual Centre, City of Zagreb. Distribuzione internazionale / World Sales: Filmdelights.
L’occupazione di una fabbrica croata nel 2005 si trasforma in una forma alternativa di produzione, contro l’economia capitalista. Il film segue 10 anni di lotta degli operai per impedire la chiusura dello stabilimento e mantenere in vita la loro visione collettiva. Dopo l’anteprima allo Sheffield International Doc Fest, il film è stato presentato ai festival di Sarajevo e di Cottbus.
“Appartengo a una generazione che è stata fortemente segnata dal processo di privatizzazione avvenuto nel dopoguerra croato... Ho assistito alla chiusura di molte fabbriche che mantenevano intere famiglie. La ITAS è stato un esempio diverso: l’unica fabbrica nella ex Jugoslavia (e in Europa), in cui i lavoratori si sono organizzati, hanno preso fisicamente il controllo e sono riusciti a continuare la produzione. La mia intenzione iniziale era quella di mostrare ‘il buon esempio’, di condividere la conoscenza, con la speranza che tali iniziative possano aprire la strada a un’economia più giusta. Ma la mia presenza quotidiana tra lavoratori mi ha fatto capire che la storia è molto più complessa.”
(S. Kovačević)
The occupation of a Croatian factory in 2005 turns into an alternative form of production, against the capitalist economy. Factory to the Workers follows the 10-year struggle of the employees to prevent production shutdown and keep their collective vision alive.
After its premiere at Sheffield International Doc Fest, the film was presented at Sarajevo and Cottbus film festivals.
“I belong to a generation whose coming of age was strongly marked by the process of Croatian postwar privatisation... I’ve witnessed the shutdown of many factories which kept whole families fed. ITAS was a different example: the only factory in ex Yugoslavia (and Europe), in which the workers organised, physically took over and managed to continue the production. My initial intention was to show the good example, to share the knowledge with the hope that such endeavors can pave the way to a more fair economy. But my daily presence among workers made me realise that the story is much more complex.”
(S. Kovačević)
Srđan Kovačević Regista, è nato nel 1982 a Zagabria. Nel 2009 si è diplomato in direzione della fotografia all’Accademia di Arti Drammatiche dell’Università di Zagabria. Dal 2000 lavora come cameraman per produzioni indipendenti croate di cinema e televisione. Tvornice radnicima è stato uno dei progetti selezionati lo scorso anno a Last Stop Trieste. Film director, Srđan Kovačević was born in Zagreb, in 1982. In 2009 he received an MA in cinematography from the Academy of Dramatic Arts, University of Zagreb. Since 2000 he has worked as cameraman for various independent regional film and tv productions. Factory to the Workers was one of the selected projects at Last Stop Trieste 2021.
2015 Dvostruki Teret doc. cm / sf 2016 Wir sprechen Deutsch! Und Du? doc. cm / sf 2021 Tvornice radnicima (Factory to the Workers) doc.
BABI YAR. CONTEXT
BABI YAR. CONTEXT
Sergej Loznica
BOSNIA EXPRESS
Massimo D’Orzi
FREIKÖRPERKULTUR
Alba Zari
GORBACHEV. HEAVEN
Vitalij Manskij
Documentari Fuori concorso Documentary Out of Competition
THE JUNGLE
Cristian Natoli
TULLIO KEZICH
- A PROPOSITO DI ME
/ Tullio Kezich - About Me
Gioia Magrini
L'ULTIMO CALORE
D'ACCIAIO
/ The Last Heat of Steel
Francesco De Filippo, Diego Cenetiempo
Paesi Bassi - Ucraina / The Netherlands - Ukraine 2021, HD, col. & b-n / b-w, 121’ v.o. russa - tedesca / Russian - German o.v.
Sceneggiatura / Screenplay: Sergej Loznica. Montaggio / Editing: Sergej Loznica, Tomasz Wolski, Danielius Kokanauskis. Suono / Sound: Vladimir Golovnitski. Restauro immagini / Image Restoration: Jonas Zagorskas.
Produzione, distribuzione internazionale / Produced by, World Sales: ATOMS & VOID.
Coproduzione / Co-produced by: Babyn Yar Holocaust Memorial Center.
Nel settembre 1941, il Sonderkommando 4a dell’Einsatzgruppe C, con l’aiuto dei battaglioni del Reggimento di Polizia del Sud e della Polizia Ausiliaria Ucraina, e senza alcuna resistenza da parte della popolazione locale, fucilò 33.771 ebrei nella gola di Babij Jar, a nord-ovest di Kiev. Il film ricostruisce il contesto storico di questa tragedia attraverso filmati d’archivio che documentano l’occupazione tedesca dell’Ucraina e il decennio successivo. Vincitore del premio “L’Œil d’Or” per il Miglior documentario al festival di Cannes, dove il film è stato presentato in anteprima. “I filmati provengono da una serie di archivi pubblici e privati in Russia, Germania e Ucraina ... nostri ricercatori hanno lavorato all’Archivio di Stato russo a Krasnogorsk (RGAKFD), al Bundesarchiv e in una serie di archivi regionali in Germania, e siamo riusciti ad accedere anche ad alcune collezioni private ... Alcuni filmati sono stati sepolti negli archivi per decenni, nessuno li aveva mai visti. Nemmeno gli storici specializzati nell’Olocausto in URSS...” (S. Loznica)
On September 1941, Sonderkommando 4a of the Einsatzgruppe C, assisted by two battalions of the Police Regiment South and Ukrainian Auxiliary Police, and without any resistance from the local population, shot dead in the Babi Yar ravine in the north-west of Kiev 33.771 Jews. The film reconstructs the historical context of this tragedy through archive footage documenting the German occupation of Ukraine and the subsequent decade. The film premiered at the Cannes Film Festival, where it was awarded “L’ Œil d’Or” for Best Documentary.
“The footage comes from a number of public and private archives in Russia, Germany and Ukraine ... our researchers worked at the Russian State Archive in Krasnogorsk (RGAKFD), at the Bundesarchiv and at a number of regional archives in Germany, and also we managed to access some private collections … Some of the footage has been buried in the archives for decades – nobody has ever seen it. Not even historians, specialising in the Holocaust in the USSR…” (S. Loznitsa)
Sergej Loznica Regista, documentarista fra i più importanti a livello europeo e internazionale, è nato nel 1964 a Baranavičy, ora Bielorussia. Nel 1987 si è laureato al Politecnico di Kiev in matematica applicata. Ha poi studiato regia e produzione cinematografica allo VGIK di Mosca, dove si è diplomato nel 1997. Oltre ad avere presentato molti dei suoi film, il Trieste FF gli ha dedicato un omaggio nel 2011; nel 2013 il suo Anime nella nebbia ha vinto il premio come Miglior lungometraggio. Nel 2019 è stato invitato a tenere una masterclass, nell’ambito della 30ma edizione del festival.
Internationally renowned film and documentary director, Sergei Loznitsa was born in 1964 in Baranavichy, now Belarus. In 1987 he graduated from the Kiev Polytechnic with a degree in applied mathematics. In 1997 Loznitsa graduated from VGIK in Moscow, in movie production and direction. Besides presenting a number of his films, in 2011 the Trieste FF dedicated a tribute to his cinema; in 2013 In the Fog won the Best Feature Film award. In 2019 Loznitsa has been invited to hold a masterclass, within the 30th edition of the festival. filmografia scelta / selected filmography 2000 Polustanok doc. 2004 Fabrika doc. 2010 Sčast’je moje (My Joy) 2012 V tumane (In the Fog / Anime nella nebbia); Premi / Awards: Cannes - Premio FIPRESCI / FIPRESCI Prize; Trieste FF - Miglior lungometraggio / Best Feature Film 2014 Maidan doc. 2015 Sobytie doc. 2017 Krotkaja (A Gentle Creature) 2018 Donbass; Premi / Awards: Cannes “Un Certain Regard” - Miglior regia / Best Director; Den’ Pobedy (Victory Day) doc.; 2019 State Funeral doc. 2021 Babi Yar. Context doc.; Premi / Awards: Cannes - Miglior documentario / Best Documentary; Mr. Landsbergis; Premi / Awards: IDFA - Miglior film, Miglior montaggio / Best Film, Best Editing
Babij Jar. Il contesto
Italia / Italy
2021, HD, col., 70’ v.o. bosniaca - italiana - inglese / Bosnian - Italian - English o.v.
Sceneggiatura / Screenplay: Massimo D’Orzi, Luca Leone, tratta liberamente dal romanzo omonimo di / freely based on the novel of the same title by Luca Leone. Fotografia / Photography: Armin Karalić. Montaggio / Editing: Paola Traverso.
Un treno attraversa lento il cuore della Bosnia ed Erzegovina: Sarajevo, Tuzla, Srebrenica, Konjic, Mostar. Donne, religione, guerra, violenza, arte lanciati sullo schermo come dadi su una scacchiera o giocati alla roulette russa. Una scuola di danza, i corridoi della facoltà di pedagogia islamica, le aule di musica rock, la collina di Medjugorjie... sono luoghi da cui i personaggi muovono la loro ricerca.
“La Bosnia è un luogo di frontiera. Frontiera di un’Europa che latita, frontiera fra Oriente e Occidente, fatta di scismi ed eresie. Il primo intento è stato quello di indagare, attraverso il libro di Luca Leone, in quel groviglio di interessi politici, etnici, religiosi e criminali. Poi mi sono arreso e in quella resa ho trovato il ‘mio’ film. Mentre nella mente vedevo arretrare le bande dei criminali di guerra, avanzavano loro, le donne, adolescenti, bambine e coloro che, in quegli anni, avevano vissuto quelle atrocità. Se vuoi capire cosa è successo nella ex Jugoslavia devi guardare i volti delle donne. Così è nato Bosnia Express.” (M. D’Orzi)
A train passes slowly across the heart of Bosnia and Herzegovina: Sarajevo, Tuzla, Srebrenica, Konjic, Mostar. Women, religion, war, violence, and music are thrown on the screen like dice on a chessboard, or as Russian Roulette. A dance school, the hallways of the Islamic Pedagogy Faculty, a rock music classroom, the Medjugorjie hill... from all these places the characters carry out their research.
“Bosnia is a borderland. A frontier of a failing Europe, a frontier between East and West, built on schisms and heresies. My first intention was to investigate, through Luca Leone’s book, that tangle of political, ethnic, religious and criminal interests. Then surrendered and in that surrender found ‘my’ film. While in my mind I could see the gangs of war criminals retreating, they were advancing: women, teenagers, little girls, all those who had lived through such atrocities in those years. If you want to understand what happened in the former Yugoslavia, you have to look into the faces of the women. This is how Bosnia Express was born.” (M. D’Orzi)
Massimo D’Orzi
In collaborazione con / In collaboration with Luce Cinecittà
FREIKÖRPERKULTUR
Produzione / Produced by: Il Gigante. Coproduzione / Co-produced by: Loups Garoux Produzioni. Produttore associato, distribuzione per l’Italia / Associate Producer, Distributed in Italy by: Luce Cinecittà.
Con il sostegno di / Supported by: Creative Europe Media Programme, MiC, FVG Film Commission. Distribuzione internazionale / World Sales: Rai Com.
Massimo D’Orzi
Regista, scrittore e produttore, è nato nel 1970 a Empoli. Bosnia Express (il cui progetto è stato selezionato a WEMW) è la terza parte di una trilogia iniziata nel 2003 con La rosa più bella del nostro giardino e proseguita nel 2004 con Adisa o la storia dei mille presentato anche al Trieste FF.
Film director, writer and producer Massimo D’Orzi was born in 1970 in Empoli, Italy. Bosnia Express (whose project was selected at WEMW) is the third part of a trilogy that began in 2003 with La rosa più bella del nostro giardino (The Most Beautiful Rose in Our Garden) and continued in 2004 with Adisa o la storia dei mille (Adisa or the Story of a Thousand), screened also at the Trieste FF. filmografia scelta / selected filmography 1997 La mano rossa cm / sf 2003 La rosa più bella del nostro giardino (The Most Beautiful Rose in Our Garden) doc. cm / sf 2004 Adisa o la storia dei mille anni (Adisa or the Story of a Thousand) doc. 2009 Sàmara 2010 Ombre di luce doc. 2011 Ribelli! doc. 2021 Bosnia Express doc.; Gente sul ponte cm / sf
Italia / Italy 2021, HD, col., 19’ v.o. italiana (dialetto bisiacco) / Italian (dialect of the district of Gorizia) o.v.
Sceneggiatura, fotografia / Screenplay, Photography: Alba Zari. Montaggio / Editing: Fabio Toich. Musica / Music: Andrea Gulli, Giorgio Pacorig. Suono / Sound: Massimiliano Borghesi. Testo, voce narrante / Text, Voice-Over: Sandro Pivotti.
Produzione, distribuzione internazionale / Produced by, World Sales: Slingshot Films. Con il sostegno di / Supported by: Fondo Audiovisivo FVG.
Distribuzione per l’Italia / Distributed in Italy by: Arch Film.
Una famiglia trascorre i mesi estivi su una spiaggia naturista. L’intimità e la bellezza dei corpi nudi, le foglie disegnano forme geometriche sulla pelle, l’acqua sembra dare sollievo a ogni pensiero.
Presentato in anteprima alla Settimana Internazionale della Critica di Venezia 2021. “Ero interessata alla spiaggia Costa dei Barbari, vicino Trieste, e alle persone che vivono lì, nude, non lontano dalla città. Si tratta di una comunità che trascorre l’estate libera da qualsiasi costrizione, in uno stato quasi primordiale. Nel 2020, durante il primo lockdown, ho riguardato le immagini che avevo girato sulla spiaggia, e ho sentito un forte senso di nostalgia per la libertà e l’intimità che trasmettevano. Ho lavorato con uno scrittore e attore a un brano poetico nel dialetto locale, che serve da commento contrapposto alle immagini idilliache della famiglia protagonista del film, come se le immagini fossero un ricordo luminoso del passato. Freikörperkultur è un corto poetico su un amore perduto, su un tempo passato dove ogni cosa era perfetta. Un tempo che non ritornerà mai più.” (A. Zari)
A family spends the summer months on a nudist beach. Intimacy and beauty of naked bodies, leaves drawing geometrical shapes on the skin, the water seems relieving from any thought.
Freikörperkultur premiered at the latest Venice International Film Critics’ Week.
“I was interested in the Costa dei Barbari beach, near Trieste, and the people who live there, bare naked, not far from the city. It is a community that spends the summer free of all constraints, in an almost primordial state. In 2020, during the first lockdown, I looked back at the images I had shot on the beach, feeling a strong sense of nostalgia for the freedom and intimacy they conveyed. I worked with a writer and actor on a poetic piece in the local dialect, which serves as a counterpoint commentary on the idyllic images of the family in the film, as if the images were a bright reminder of the past. Freikörperkultur is a poetic short film about lost love, about a time in the past when everything was perfect. A time that will never return.” (A. Zari)
Alba Zari (1987) fin da piccola conduce una vita nomade che la porta a vivere in città e nazioni differenti. Nata in Thailandia, si è laureata al DAMS di Bologna per poi specializzarsi in fotografia e visual design alla NABA di Milano, proseguendo gli studi in fotografia documentaria all’International Center of Photography di New York. Freikörperkultur (2021) è il suo primo cortometraggio
Alba Zari (1987) led a nomadic life since childhood, living in different cities and countries. Born in Thailand, she graduated in cinematography at the DAMS in Bologna and continued her studies in photography and visual design at NABA in Milan, followed by documentary photography at the International Center of Photography in New York. Freikörperkultur (2021) is her first short film.
Sceneggiatura / Screenplay: Alexander Gelman, Vitalij Manskij. Fotografia / Photography: Alexandra Ivanova. Montaggio / Editing: Evgenij Rybalko. Musica / Music: Kārlis Auzāns. Suono / Sound: Anrijs Krenbergs. Produzione / Produced by: Studio Vertov.
Coproduzione / Co-produced by: Hypermarket Film, ARTE G.E.I.E., Czech Television, Current Time TV. Con il sostegno di / Supported by: National Film Center of Latvia, Czech Film Fund. Distribuzione internazionale / World Sales: Deckert Distribution. Distribuzione per l’Italia / Distributed in Italy by: Stefilm.
Il novantenne Michail Gorbačëv vive in una modesta casa fuori Mosca, aspettando il momento in cui sarà chiamato a entrare nel novero delle personalità più significative del XX secolo. La storia lo giudicherà, ma in questo film Gorbačëv ci dà la sua personale, ultima testimonianza.
Dopo l’anteprima all’IDFA di Amsterdam (dove ha ricevuto il premio per la Miglior regia), il film è stato presentato in molti festival internazionali, tra cui il PÖFF di Tallinn, il CPH:DOX in Danimarca e Visions du Réel in Svizzera.
“A Michail Gorbačëv saranno dedicati monumenti in tutto il mondo. Da qualche parte molto presto; ma in altre parti del mondo – in Russia, per esempio – passeranno molti anni prima che si riconosca quello che quest’uomo ha fatto per la Storia. Ma io volevo che, al di là della freddezza del bronzo o del marmo, si vedesse un uomo che, da solo, ha deciso di rendere il mondo un posto migliore. È la motivazione che ci ha spinto a iniziare un lungo lavoro di persuasione, perché questo vecchio novantenne, stanco del mondo, ci lasciasse entrare nel suo universo di solitudine, frustrazione e di gioia della libertà!” (V. Manskij)
The 90-year-old Gorbachev currently lives in a modest house outside Moscow, awaiting the moment when he will be called to join the list of the 20th century’s most consequential figures. History will judge Gorbachev, but Gorbachev presents his own, final testimony. After its premiere at IDFA in Amsterdam (where Mansky was awarded Best Directing), the film was presented in many international film festivals around the world, including PÖFF in Tallinn, CPH:DOX in Denmark and Visions du Réel in Switzerland.
“Mikhail Gorbachev will have monuments around the world. Somewhere very soon, somewhere – in Russia, for example – it will be many years before there is a sense of what this man has done for history. But I wanted that behind the coolness of bronze or marble there would be visible a man who decided on his own to make the world a better place. It was with this motivation that we undertook the lengthy job of persuading this world-weary 90-year-old old man to let us into his world of loneliness, frustration, and joy of freedom!”
(V. Mansky)
ANTEPRIMA ITALIANA / ITALIAN PREMIERE
Vitalij Manskij
Regista e produttore, è uno fra più importanti documentaristi del cinema russo e internazionale. È nato nel 1963 a Lviv (Leopoli), ora Ucraina. Nel 1982 si iscrive allo VGIK di Mosca, dove si diploma nel 1989. Dal 2014 vive e lavora in Lettonia. Il Trieste FF ha presentato quasi tutti i suoi film e, nel 2017, ha dedicato un omaggio al suo cinema. Dal 2007 è presidente di Artdocfest, festival del cinema documentario di Mosca e Riga, di cui quest’anno ha curato una selezione di lavori che saranno presentati al Trieste FF nella sezione “Carte blanche a Vitalij Manskij”. Director and producer, Vitaly Mansky is one of the most acclaimed documentary filmmaker of Russian and international cinema. Mansky was born in 1963 in Lviv, now Ukraine. In 1982 he entered the VGIK in Moscow, where he graduated in 1989. Since 2014 he lives and works in Latvia. The Trieste FF has presented most of his films and, in 2017, dedicated a tribute to his cinema. Since 2007 he has been the president of Artdocfest, a documentary film festival in Moscow and Riga, for which this year he curated a selection of works that will be presented at Trieste FF in the “Carte Blanche to Vitaly Mansky” section. filmografia scelta / selected filmography 1991 Jevrejskoje sčast’je doc. 1998 Častnyje kroniki. Monolog doc. 2002 Brodvey. Chernoe more doc. 2003 Anatomija t.A.T.u. doc. 2005 Nasha rodina doc. 2008 Dĕvstvennost’ doc.; Rassvet/Zakat. Dalai Lama 14 doc. 2011 Rodina ili smert’ doc. 2013 Truba doc.; Premi / Awards: Karlovy Vary IFF - Miglior documentario sopra 30 minuti / Best Documentary Film over 30 minutes 2015 V lučach Solnca doc.; Premi / Awards: Trieste FF - Miglior documentario / Best Documentary 2016 Rodnye (Close Relations) 2018 Svideteli Putina (Putin’s Witnesses) 2020 Gorbachev. Heaven doc.; Premi / Awards: IDFA - Miglior regia / Best Directing
THE JUNGLE
Italia - Croazia / Italy - Croatia 2021, HD, col., 75’ v.o. Italiana - inglese - urdu / Italian - English - Urdu o.v.
Scenografia / Art Director: Anton Spacapan Voncina. Costumi / Costume Designer: Vittoria Prignano. Interpreti / Cast: Elisa Menon, Seyde Hasan Zeidi. Produzione / Produced by: Tesla Production. Coproduzione / Co-produced by: 4Film.
Lungo le sponde del fiume Isonzo, a Gorizia, c’è un accampamento spontaneo di migranti, la Jungle, un luogo unico e speciale, sospeso tra due culture. Attraverso lo sguardo di Elisa Menon, regista di teatro sociale, entreremo in questa comunità per scoprirla attraverso una performance teatrale che presenta la migrazione in modo empatico e fuori dagli schemi. Presentato in anteprima all’ultimo festival internazionale di Varsavia. “Il documentario tratta il tema della distanza: quella ideale, di tipo linguistico e culturale, tra i ragazzi richiedenti asilo e il resto della comunità locale, e quella fisica, materiale, che li divide dai loro luoghi d’origine e dalle loro famiglie. Per questo motivo lo spettacolo di chiusura del workshop, che coincide con il finale del documentario, si svolge nella stessa ‘Jungle’, diventando occasione per assistere all’incontro e al confronto di due culture che finora non si erano mai avvicinate … Lo stile narrativo che abbiamo adottato è schietto e lineare … Il risultato è un film che non vuole mai volgere alla protesta o all’esclamazione, ma che cerca di mostrare il lato più umano dei suoi personaggi.” (C. Natoli)
Alongside the banks of a river In Italy’s Gorizia spreads a spontaneous encampment of migrants, the Jungle, a place suspended between cultures. Through the eyes of Elisa Menon, a social theatre director, we will enter into this community and discover it through a theatre performance that draws attention to the present migration in an unusual and empathic way. The Jungle premiered at the latest Warsaw International Film Festival.
“The documentary deals with the theme of distance: the virtual, linguistic and cultural distance between the young asylum seekers and the rest of the local community, and the physical, material distance that divides them from their places of origin and their families.
For this reason, the closing performance of the workshop, which coincides with the final scenes of the documentary, takes place in the ‘Jungle’ itself, becoming an opportunity to witness the meeting and confrontation of two cultures that had never before come together … The narrative style we adopted is straightforward and linear … The result is a film that never turns to protest or outbursts, but tries to show the more human side of its characters.” (C. Natoli)
Con il sostegno di / Supported by: Fondo Audiovisivo FVG, FVG Film Commission, Regione FVG, YFF Film, Banca Etica, Impatto+ con produzioni dal basso, Coop Alleanza 3.0,
Distribuzione per l’Italia / Distributed in Italy by: Premiere Film Distribution.
Cristian Natoli Regista, sceneggiatore e direttore della fotografia, è nato nel 1981 a Gorizia. Dal 2004 lavora nel cinema e nella televisione con alcune tra le principali case di produzione italiane. Nel 2017 ha fondato, con Chiara Toffolo, la Tesla Production. The Jungle è stato uno dei progetti selezionati a This Is IT 2020. Italian director, screenwriter and cinematographer Cristian Natoli was born in 1981 in Gorizia. Since 2004 he has been working in film and television with some of the main Italian production companies. Together with Chiara Toffolo, in 2017 he founded the Tesla Production company. The Jungle was one of the selected projects at This Is IT 2020. filmografia scelta / selected filmography
2010 ÁTTÖRÉS – Ventanni dalla caduta del Muro di Berlino doc. cm / sf 2013 Álamhatar - Passaggi di confine doc. cm / sf; Per mano ignota: Peteano una strage dimenticata doc. 2015 Figli di Maria doc. 2019 La fiaba perduta doc. 2021 The Jungle doc.
ANTEPRIMA ITALIANA / ITALIAN PREMIERE
Fondazione Cassa di Risparmio Gorizia, Caritas Gorizia, Duemilauno Agenzia Sociale.
L’ULTIMO CALORE D’ACCIAIO
ANTEPRIMA ASSOLUTA / WORLD PREMIERE
Italia / Italy
2022, HD, col. & b-n / b-w, 60’ v.o. italiana / Italian o.v.
Produzione, distribuzione internazionale, distribuzione per l’Italia / Produced by, World Sales, Distributed in Italy by: Luce Cinecittà.
“Ho avuto la fortuna di conoscere Tullio Kezich grazie a Silvia d’Amico, amica da sempre e produttrice con cui collaboro da anni nella realizzazione di documentari. Dopo la scomparsa di Tullio, con Silvia e Roberto Meddi, abbiamo pensato fosse giusto ricordare la sua attività poliedrica come critico cinematografico, produttore, autore teatrale e scrittore. Ne abbiamo parlato con Alessandra Levantesi Kezich, che si è subito dimostrata entusiasta del progetto, mettendo a disposizione il suo archivio fotografico privato che, insieme al repertorio dell’Archivio Storico di Luce Cinecittà, ha permesso di ambientare e ripercorrere la vita di Tullio fin dalla nascita a Trieste. La scelta è stata quella di non ricorrere alle solite testimonianze di amici e collaboratori, ma che fosse lui stesso a raccontarsi, con la levità che lo contraddistingueva, attraverso interviste di repertorio e alla voce fuori campo di Massimo De Francovich che legge testi autobiografici in cui Kezich parla di sé e del suo lavoro.” (G. Magrini)
“I was lucky enough to meet Tullio Kezich thanks to Silvia d’Amico, a longtime friend and producer with whom I have been collaborating for years. After the disappearance of Tullio, with Silvia and Roberto Meddi, we thought it was right to remember his multifaceted activity as a film critic, producer, playwright and writer. We talked about it with Alessandra Levantesi Kezich, who was immediately enthusiastic about the project and shared with us her private photographic archive which, together with the repertoire of the Istituto Luce’s Historical Archive , allowed us to set and retrace Tullio’s life from his birth in Trieste. The choice was not to resort to the usual testimonies of friends and collaborators and to leave Tullio talk about himself, with the lightness that distinguished him, through interviews repertoire and Massimo De Francovich’s off-screen voice, who reads autobiographical texts in which Kezich talks about himself and his work.” (G. Magrini)
Gioia Magrini
Regista, autrice e sceneggiatrice, è nata a Roma nel 1954. Dopo il diploma presso la Scuola Superiore per Interpreti e Traduttori nel 1977, inizia l’attività di traduttrice per diverse società cinematografiche, televisive e di doppiaggio. È stata assistente di Enzo Trapani e ha lavorato anche come segretaria di edizione per il cinema e la televisione. Director, author and screenwriter, Gioia Magrini was born in Rome in 1954. After graduating from the High School for Interpreters and Translators in 1977, she began working as a translator for various film and television production, distribution and dubbing companies. Assistant director to Enzo Trapani, she has also worked as a script supervisor for cinema and television.
filmografia scelta / selected filmography 2006 Ritratto di sconosciuto – Marcellus Dominicus Vincentius doc. (diretto con / directed with Roberto Meddi) 2015 L’uomo che ride - Sergio Corbucci doc. (diretto con / directed with Roberto Meddi) 2018 Ho rubato la marmellata - Vita di un artista politicamente scorretto doc. (diretto con / directed with Roberto Meddi) 2022 Tullio Kezich – A proposito di me doc.
The Last Heat of Steel
Italia / Italy
2022, HD, col., 57’ v.o. italiana / Italian o.v.
Sceneggiatura / Screenplay: Francesco De Filippo. Fotografia, montaggio / Photography, Editing: Diego Cenetiempo. Suono / Sound: Emiliano Gherlanz. Produzione / Produced by: La Cappella Underground.
L’ultimo calore d’acciaio racconta il passaggio dall’industria pesante – che ha caratterizzato la produzione del XIX e del XX secolo – alla logistica gestita da sistemi digitali. Non è soltanto la mera narrazione di una trasformazione urbanistica quanto il racconto dei cambiamenti sociali legati allo sforzo di adeguare contesti a nuove forme di produzione, più pulite anche se forse più anonime. La storia è quella della Ferriera, il famoso impianto siderurgico di Trieste, chiuso dopo 123 anni e numerosi passaggi di proprietà. La fabbrica del capoluogo giuliano, per il ruolo che ha avuto nell’economia e nella società del posto, è scelta a simbolo, ma non è un evento unico. Il documentario si dipana lungo un itinerario poetico intervallato dalle testimonianze degli operai, degli altri protagonisti della trasformazione e di esperti del settore: da Giulio Sapelli al presidente dell’Autorità portuale di Trieste, Zeno D’Agostino, dal sindaco della città, Roberto Dipiazza, allo scrittore e giornalista Pietro Spirito.
L’ultimo calore d’acciaio (The Last Heat of Steel) recounts the transition from heavy industry – which characterised production in the nineteenth and twentieth centuries –to logistics managed by digital systems. This is not just the mere narrative of an urban transformation but the story of social changes linked to the effort to adapt contexts to new forms of production which are cleaner though perhaps more anonymous. The story is that of the Ferriera, the famous iron and steel plant in Trieste, shut down after 123 years and numerous changes of ownership. Because of the role it played in the local Trieste economy and society, the plant is chosen as a symbol, but it is not unique. The documentary unfolds along a poetic itinerary, interspersed with the testimony of the workers, of the other protagonists of the transformation and experts in the sector: from Giulio Sapelli to the president of the Trieste Port Authority, Zeno D’Agostino, and from the city’s mayor, Roberto Dipiazza, to the writer and journalist Pietro Spirito.
ANTEPRIMA ASSOLUTA / WORLD PREMIERE
Francesco De Filippo È nato a Napoli nel 1960, è uno scrittore e giornalista. Da dieci anni vive a Trieste dove è il responsabile della sede del Friuli Venezia Giulia dell’Agenzia Ansa.
Writer and journalist Francesco De Filippo was born in Naples in 1960. He has been living in Trieste for ten years and is the head of the Friuli Venezia Giulia office of the Ansa news agency. 2021 L’ultimo calore d’acciaio doc. (diretto con / directed with Diego Cenetiempo)
Diego Cenetiempo Regista e sceneggiatore, è nato a Trieste nel 1978. Dal 2006 lavora presso La Cappella Underground di Trieste. È uno dei soci fondatori della casa di produzione cinematografica Pilgrim Film. Il Trieste FF ha presentato nel corso degli anni diversi suoi lavori, fra cui nel 2012 il documentario Far Away Is Home. La storia di Clely.
Film director and screenwriter, Diego Cenetiempo was born in Trieste in 1978. Since 2006, he has worked at La Cappella Underground (Centre for Cinematographic and Audiovisual Research and Experimentation) in Trieste. He is one of the founding partners of the Italian film production company Pilgrim Film. The Trieste FF has presented several of his works over the years, including in 2012 the documentary Far Away Is Home. The story of Clely. filmografia scelta / selected filmography
2004 Le formiche sono tristi cm / sf (diretto con / directed with Daniele Trani) 2006 Appunti inutili cm /sf (diretto con / directed with Daniele Trani) 2010 Italiani sbagliati doc. 2011 Abdus Salam. The Dream of Symmetry doc. 2012 Far Away Is Home. La storia di Clely doc. 2014 Maksimovič. La storia di Bruno Pontecorvo doc. 2016 I bambini non sono tutti uguali doc. 2022 L’ultimo calore d’acciaio doc. (diretto con / directed with Francesco De Filippo)
Tullio Kezich - About Me
In collaborazione con / In collaboration with Luce Cinecittà
Sceneggiatura / Screenplay: Maria Hatzakou. Fotografia / Photography: Christina Moumouri. Montaggio / Editing: Alkis Papastathopoulos. Musica / Music: Marilena Orfanou. Suono / Sound: Xenofontas Kontopoulos, Leandros Ntounis. Scenografia / Art Director: Maria-Dimitra Vetta. Costumi / Costume Designer: Vassilia Rozana. Effetti speciali / Special Effects: Prokopis Vlasseros, Niki Ovakoglou. Interpreti / Cast: Panagiota Yiagli, Eva Samioti, Donna Petropoulou. Produzione, Distribuzione internazionale / Produced by, World Sales: Merricat. Coproduzione / Co-produced by: ERT. Con il sostegno di / Supported by: Greek Film Center.
Due sorelle, Anna e Melina, trascorrono gli ultimi giorni d’estate nella loro casa di villeggiatura fuori Atene. Anna deve dare una festa per celebrare il suo diciottesimo compleanno e ha invitato Maria, il suo flirt estivo, a passare la giornata con lei in piscina e a organizzare la serata. Melina ama e ammira ossessivamente la sorella maggiore e desidera far parte del suo mondo, ma non viene invitata: si impegnerà così a fare in modo che la sera della festa sia per sua sorella una sera da ricordare. Presentato al Drama International Short Film Festival e al festival di Salonicco in Grecia.
Two sisters, Anna and Melina spend the last days of the summer in their vacation house outside of Athens. Anna is having a party to celebrate her 18th birthday. She has invited Maria, her crush, to spend the day with her by the pool and organise the party. Melina obsessively loves and admires her older sister and wants badly to be part of her world. She is not invited to the party. But she sets her mind to it, making this night for her sister a night to remember. Amygdala was screened at Drama International Short Film Festival and Thessaloniki International Film Festival in Greece.
Maria Hatzakou Produttrice, sceneggiatrice e regista vive e lavora ad Atene. Ha studiato cinema e video al London College of Communication. Ha prodotto Attenberg (2010) e Chevalier (2015) di Athina Tsangari e co-prodotto Alps (2011) di Yorgos Lanthimos. Amygdali è il suo primo cortometraggio come regista.
Producer, writer and film director based in Athens. She studied film and video at the London College of Communication. Among the others, Hatzakou produced Athina Tsangari’s Attenberg (2010) and Chevalier (2015) and co-produced Yorgos Lanthimos’ Alps (2011). Amygdala is her first short film as a director.
Sceneggiatura / Screenplay: Ksenija Pčelinceva, Andrej Garyazh. Fotografia / Photography: Anton Dorušenkov. Montaggio / Editing: Nikita Šiškin. Musica / Music: Aleksander Krasovitsky, Marina Maksimova, Ivan Alekseev, Evgenij Rudin, Roman Bilyk. Suono / Sound: Pavel Ergardt. Scenografia, costumi / Art Director, Costume Designer: Julia Korotkova. Interpreti / Cast: Maša Lobanova, Maksim Nekrasov. Produzione / Produced by: Ksenija Pčelinceva.
Anja, una ragazzina di 13 anni, è innamorata di Arsenij, il suo vicino punk. Rimasta a casa da sola, costringe Arsenij a farle da baby sitter. E così Anja riesce a passare un’intera giornata con gli amici del ragazzo – un gruppo che si fa chiamare con lo strano nome “Avako” – cercando di catturare l’attenzione di Arsenij e non sapendo ancora che probabilmente non lo vedrà più. Fra chiacchiere, flirt, liti, nuotate e scherzi, musica e balli, l’ultimo lungo giorno di un’estate spensierata per un gruppo di ragazzi russi.
Anya, a 13-year-old girl, is in love with her punk neighbour Arseny. Left home alone, she gets Arseny to look after her. Anya spends a whole day with Arseny’s friends, a gang with the odd name “Avako”, trying to catch his attention and not knowing yet that she will probably never see him again. Amidst chats, flirts, quarrels, swimming and jokes, music and dances, the last long day of a lighthearted summer for a group of Russian youngsters.
Italia / Italy, 2021, HD, col., 14’ - v.o. italiana / Italian o.v.
Sceneggiatura / Screenplay: Daniele Pini, Nicoletta Senzacqua. Fotografia / Photography: Sandro Chessa. Montaggio / Editing: Niccolò Notario. Musica / Music: Oxigen (Willy Mason), Ballerina (Yehezkel Raz), Pizziwaltz (Kadir Demir). Suono / Sound: Giandomenico Maria Petillo, Alessandro Fusaroli. Scenografia / Art Director: Federica D’Ignoti. Costumi / Costume Designer: Giulia Pagliarulo. Interpreti / Cast: Rita Abela, Enzo Provenzano, Luca Massaro, Lallo Circosta. Produzione / Produced by: Nikada Film, Quasar. Distribuzione internazionale, distribuzione per l’Italia / World Sales, Distributed in Italy by: Zen Movie.
Matilde vive insieme a suo nonno in una angusta casa sul mare.
Per guadagnare qualche soldo, scandaglia la spiaggia con un metal detector alla ricerca di qualche oggetto di valore. In una fredda mattina d’inverno, Matilde troverà un oggetto che cambierà la sua vita per sempre.
Miglior cortometraggio di “Alice nella città” 2021, la sezione autonoma della Festa del Cinema di Roma dedicata ai giovani.
Matilde lives in a cramped house on the beach with his grandfather. To make some money, she scours the sand with her metal detector hoping to find something of value. On a cold winter morning, Matilde will discover an object which will change her life forever.
Best Short Film in “Alice nelle città” 2021, the independent section of Rome International Film Festival.
Abracadabra / Wishaway
ANTEPRIMA ITALIANA / ITALIAN PREMIERE
2021, HD, col.,
- v.o. tedesca / German o.v. Sceneggiatura / Screenplay: Klara von Veegh. Fotografia / Photography: Aram Baroian. Montaggio / Editing: Matthias Halibrand. Musica / Music: Johannes Molz. Suono / Sound Bernhard Maisch. Scenografia / Art Director: Momo Ehegartner. Costumi / Costume Designer: Carola Pizzini. Interpreti / Cast: Agnes Veegh, Elias Veegh, Simon Schwarz, Clarissa S. Brandeis, Renate Meschuh. Produzione / Produced by: Cataract Vision. Con il sostegno di / Supported by: MA7 Stadt Wien Kultur, Cine Art - Land Steiermark, Land Niederösterreich, Filmcommission Graz.
Un fatto violento costringe una giovane madre e suo figlio di 3 anni a fuggire attraverso l’Austria, d’inverno. Durante la fuga la donna deve affrontare le sue responsabilità, rendendosi conto ben presto che tutti noi lasciamo tracce nella vita degli altri, che lo vogliamo o no. Presentato alla Diagonale di Graz e ai festival di Oldenburg in Germania e Brest in Francia
An act of violence forces a young mother and her 3-year-old son to flee across wintry Austria. On her journey she has to face responsibility and eventually realises that we all leave traces in the lives of others, whether we want or not. The film premiered at Diagonale in Graz and then presented at Oldenburg (Germany) and Brest (France) film festivals.
Ksenija Pčelinceva Regista, è nata nel 1993 a Mosca. Nel 2017 si è iscritta ai Corsi Superiori per Sceneggiatori e Registi a Mosca, dove ha frequentato la classe di Pavel Lungin. Avako ha vinto il premio come Miglior cortometraggio al Budem Fest di Mosca e al Kinoshok di Anapa in Russia. Film director Ksenia Pchelintseva was born in 1993 in Moscow. In 2017,
she applied to the High Courses for Screenwriters and Directors in Moscow, where she attended the class of Pavel Lungin. Avako was awarded Best Short Film at the Budem Fest in Moscow and the Kinoshok festival in Anapa, Russia. filmografia scelta / selected filmography
2017 Express cm / sf 2019 No
Entiendo cm / sf 2021 Avako cm / sf
Daniele Pini
Regista e sceneggiatore è nato a Roma nel 1987. Ha studiato regia presso il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Parallelamente agli studi, ha fondato la Nikada Film, realizzando spot per la televisione e video clip. Film director and screenwriter, Daniele Pini was born in Rome in 1987. He studied film directing at Centro Sperimentale di Cinematografia (Italian National Film School) in Rome. Alongside his
studies, he founded Nikada Film, realising commercials for television and video clips.
2014 Tex cm / sf; Il pesciolino ripescato doc. cm / sf 2015 Il re della Nomentana cm / sf 2016
L’autista cm / sf 2017 Rocky cm / sf
2020 Impressionisti segreti doc. 2021
Big cm / sf; Premi / Awards: Alice nelle città - Miglior cortometraggio, Premio Rai Cinema / Best Short Film, Rai Cinema Award
Klara von Veegh
Produttrice, sceneggiatrice, pittrice e regista, è nata nel 1984 a Vienna dove dal 2008 vive e lavora. Si è laureata in letteratura inglese all’Università di Regenburg. Fidibus suo esordio alla regia. Producer, director, painter and screenwriter Klara von Veegh was born in 1984 in Vienna, where she currently lives and works. She
graduated from the University of Regensburg with a Bachelor’s degree in English literature. Wishaway is her debut short film.
2021 Fidibus (Wishaway) cm / sf; Premi /Awards: Diagonale, Festival of Austrian Films - Premio Thomas Pluch alla sceneggiatura / Thomas Pluch Screenplay Award
Sceneggiatura / Screenplay: Sandro Souladze, Giorge Souladze. Fotografia / Photography: Olaf Malinowski. Montaggio / Editing: Kira König, Sandro Souladze. Musica / Music: Four Lines. Suono / Sound: Beso Kacharava, Nika Paniashvili. Scenografia, costumi / Art Director, Costume Desiner: Ketevan Nozadze. Interpreti / Cast: Luka Akhvlediani, Vitali Daraselia, Lasha Okreshidze, Giorgi Gogishvili. Produzione, distribuzione Internazionale / Produced By, World Sales: Orni Films. Coproduzione / Co-Produced By: Millimeter Film, Di Factory. Con il sostegno di / Supported By: Georgian National Centre, Georgian Public Broadcaster.
Due fratellini rimangono da soli nel loro sperduto casolare, con il compito di proteggerlo da un’oscura minaccia. Ma devono anche affrontare le loro paure e la loro immaginazione.
“Il film racconta una storia sull’infanzia e su un mondo ‘trasformato’ dall’immaginazione dei più piccoli. Gushagebi è un film sui bambini, ma non è per bambini. È una storia di formazione, dove realtà e fantasia, gioco e responsabilità si mescolano... Ho girato il film nel mio villaggio, dove ho sentito molte storie simili ... e dove anche la natura e il paesaggio sono stati fonte d’ispirazione.” (S. Souladze)
Two little brothers have to stay alone in their remote hut, to protect it from an obscure threat, while also dealing with their own fears and fantasy.
“The film tells a story about childhood, and a world transformed through children’s imagination. The Watchers is a film about children, but not for children. It is a coming-of-age story where reality and fantasy, childish game and responsibility meet... shot the film in my village, where I heard many stories ... and where the nature and surroundings inspired me.” (S. Souladze)
Sandro Souladze
Regista, è nato nel 1988 a Tbilisi.
Si è diplomato in regia alla Scuola universitaria statale di Cinema e Teatro della Georgia “Shota Rustaveli”. Gushagebi è stato presentato in anteprima al Raindance Film Festival 2021.
Film director Sandro Souladze was born in 1988 in Tbilisi. Souladze got
Italia / Italy, 2021, HD, col., 17’ - v.o. italiana / Italian o.v.
Sceneggiatura, montaggio / Screenplay, Editing: Federico Demattè. Fotografia / Photography: Filippo Marzatico. Musica / Music: Tommaso Lapiana. Suono / Sound: Andrea Mattarolo, Alessandro Caoduro, Tommaso Barbaro. Scenografia, costumi / Art Director, Costume Designer: Claudia De Salve, Laura Pintacorona. Interpreti / Cast: Armando Barosanu, Melanie Kimberley, Andrea Giorgiani, Marco Ezechieli, Ivan Andreozzi, Gabriele Barosanu Ivascu, Michaela Barosanu, Florin Barosanu. Produzione / Produced by: Nieminen Film. Distribuzione internazionale, distribuzione per l’Italia / World Sales, Distributed in Italy by: Premiere Film Distribution.
Armando, ragazzo rom di 15 anni, vive con la madre e fratelli nella periferia di Milano. La famiglia sta per lasciare le baracche alla volta di Berlino, dove il nuovo compagno della madre è riuscito a trovare un lavoro. Armando trascorre giorni prima della partenza tra gli amici di sempre, i primi amori e la nostalgia verso una Milano che ormai considera la sua casa. Miglior cortometraggio e Miglior regia alla Settimana della Critica di Venezia 2021.
Armando is a 15-year-old rom boy who lives in Milan’s suburbs with his mom and his brothers. His family is about to leave the shack they live in to move to Berlin where his mother’s partner has found a job. Armando spends the last days before his departure surrounded by his life-long friends, his first love and a nostalgic feeling for Milan, which by now he considered home. Best Short Film and Best Director at the Venice Film Critics’ Week 2021.
Sceneggiatura / Screenplay: Rok Biček, Kristian Novak, tratta dal romanzo Črna mati zemla / based on the novel Dark Mother Earth by Kristian Novak. Fotografia / Photography: Fabio Stoll. Montaggio / Editing: Ana Štulina, Rok Biček. Suono / Sound: Julij Zornik. Scenografia / Art Director: Ivan Veljača.
Costumi / Costume Designer: Ana Savić Gecan. Interpreti / Cast: Gabrijel Dolenec, David Ivanović. Produzione / Produced by: Antitalent. Coproduzione / Co-produced by: Cvinger Film, Zwinger Film.
Con il sostegno di / Supported by: Croatian Audiovisual Centre, Slovenian Film Centre, City of Zagreb.
Due amici passano un pomeriggio su un campo di calcio, sognando di entrare nella squadra locale. Ma i sogni hanno un prezzo: quando un gruppo di ragazzi più grandi interrompe la loro partita, uno dei due la vede come un’opportunità per mettersi alla prova, mentre l’altro intuisce che qualcosa di più sinistro sta per accadere. Presentato in anteprima al Locarno Film Festival 2021.
“L’infanzia di molte generazioni è stata segnata dalle relazioni createsi su un campo di calcio. I ruoli su questo ‘palcoscenico’ sono sempre gli stessi: siamo solo noi che, crescendo, da ‘bersagli’ diventiamo ‘attaccanti’.” (R. Biček)
Two best friends spend an afternoon on a football field, dreaming of making it to the local football team. But dreams come with a price: when a group of older boys interrupts their game, one of them will see it as an opportunity to prove himself, while the other one senses something more sinister is at play. Penalty Shot premiered at the latest Locarno Film Festival.
“The childhood of many generations was marked by relationships formed on a football field. The roles played on this “stage” were always the same; it was only us, while growing up, that we switched from ‘target’ to ‘assailant’.” (R. Biček)
Sceneggiatura, fotografia / Screenplay, Photography: Samir Karahoda. Montaggio / Editing: Enis Saraçi. Suono, musica / Sound, Music: Memli Kelmendi. Interpreti / Cast: Jeton Mazreku, Ermegan Kazazi, Rifat Rifati. Produzione / Produced by: SK Pictures. Con il sostegno di / Supported by: QKK - Kosovo Film Centre, Municipality of Prishtina, Municipality of Prizren, Mabetex Group, arte, ZDF, Yle, DokuFest. Distribuzione internazionale / World Sales: Radiator IP Sales.
“Pa vend racconta la storia di un circolo di ping pong, il ‘Lidhja e Prizrenit’ (la Lega di Prizren), dal Kosovo del dopoguerra fino ai giorni nostri, attraverso la vita dei suoi due protagonisti principali e dell’allenatore del club. Il film è una sorta di docu-fiction: abbiamo ricreato degli eventi reali con personaggi veri, integrando con immagini girate ai giorni nostri. La Federazione del Ping Pong è stata la prima federazione sportiva del Kosovo a essere riconosciuta a livello internazionale nel dopoguerra, alla fine degli anni ‘90.” (S. Karahoda)
In concorso all’ultimo Festival di Cannes.
“Displaced tells the story of a post-war Kosovo ping pong club, the ‘Lidhja e Prizrenit’ (League of Prizren) and its journey to the present days, through the life of its two main protagonists and the coach of the club. The film takes the form of docu-fiction, for which we recreated actual events with real characters, combining real footage from the present. The Ping Pong Federation was the first Kosovo sports federation to be internationally recognised after the end of the Kosovo War in the late 1990s.” (S. Karahoda) In competition at the latest Cannes Film Festival.
his degree in filmmaking from the “Shota Rustaveli” Film and Theater Georgia State University. The Watchers premiered at the latest Raindance Film Festival. filmografia scelta / selected filmography 2015 Shavi masa (The Black Goo)
cm / sf 2016 Tuta cm / sf 2021 Gushagebi (The Watchers) cm / sf
Federico Demattè Regista, è nato nel 1996 a Trento. Nel 2016 si trasferisce prima a Berlino e poi a Londra, nel 2019 torna in Italia e s’iscrive alla Naba (Nuova Accademia delle Belle Arti di Milano). Inchei è il suo cortometraggio d’esordio. Film director, Federico Demattè was born in 1996 in Trento, Italy. In
2016 he moved first to Berlin and then to London. In 2019, back to Italy started his studies at NabaNuova Accademia delle Belle Arti in Milan. Inchei is his debut short film. 2021 Inchei cm / sf; Premi / Awards: SIC Venezia - Miglior cortometraggio, Miglior regia / Venice Critics’ Week - Best Short Film, Best Film
Rok Biček
Regista sloveno, è nato nel 1985
a Novo Mesto. Il Trieste FF ha presentato il suo film d’esordio Class Enemy e nel 2018 il documentario Družina Slovenian film director Rok Bi ček was born in 1985 in Novo Mesto. The Trieste FF presented his debut feature Class Enemy and in 2018 his
documentary The Family filmografia scelta / selected filmography
2010 Lov na race (Duck Hunting)
cm / sf 2013 Razredni sovražnik (Class Enemy) 2017 Družina (The Family); Premi / Awards: Locarno, Semaine de la Critique - Grand Prix
2021 Kazneni udarac (Penalty Shot) cm / sf
Samir Karahoda Regista, è nato nel 1977 a Prizren, in Kosovo. Nel 2003 si è diplomato in fotografia all’Accademia di Belle Arti dell’Università Mimar Sinan di Istanbul. Dopo la sua prima a Cannes, Pa vend è stato presentato, tra gli altri, ai festival di Toronto, dove è stato premiato come Miglior cortometraggio, e Sarajevo. Film director Samir Karahoda was born in 1977 in Prizren, Kosovo. In 2003 he graduated in photography from the Academy of Fine Arts at Mimar Sinan University in Istanbul. After its premiere in Cannes, Displaced was presented at TIFF, where was awarded Best Short Film, and at Sarajevo Film Festival, among the others.
2019 Në Mes (In Between) doc. cm / sf 2021 Pa vend (Displaced) cm / sf; Premi / Awards: Toronto IFF – Miglior cortometraggio internazionale / Best International Short Film
Turkish o.v.
PAPYNI
Le scarpe da ginnastica di papà / Dad’s Sneakers
ANTEPRIMA ITALIANA / ITALIAN PREMIERE
Ucraina / Ukraine, 2021, HD, col., 19’ - v.o. ucraina - inglese / Ukrainian - English o.v.
Sceneggiatura, montaggio / Screenplay, Editing: Olha Zhurba. Fotografia / Photography: Volodymyr Usyk. Suono / Sound: Vasyl Yavtushenko. Interpreti / Cast: Bohdan Zenchenko, Ihor Oliynyk, Dmytro Buchek, Olga Lyubarova, Olena Osina, Corie Ann Jason. Produzione / Produced by: Pronto Film. Distribuzione internazionale / World Sales: Raina Film Festival Distribution.
Le ultime ore trascorse dal tredicenne Sasha in un collegio per bambini senza cure parentali. Lui è uno dei fortunati: una famiglia lo ha finalmente adottato. Oggi partirà per l’America per sempre, ma c’è qualcosa che lo trattiene. In concorso al Locarno Film Festival 2021.
“Questa è una storia ispirata dall’osservazione diretta della vita nei centri di riabilitazione e dallo studio della psicologia dei bambini che crescono in difficili circostanze di vita. Abbiamo scelto lo stile documentario per comunicare lo stato d’animo del protagonista nel modo più vicino possibile alle sue emozioni.” (O. Zhurba)
The last hours of 13-year-old Sasha’s life in a boarding school for children deprived of parental care. He is one of the luckiest – a family have finally agreed to adopt him. Today he will move to America forever – but there’s something that won’t let him go. In competition at the latest Locarno Film Festival.
“This story is inspired by first-hand observation of life in rehabilitation centres and the study of the psychology of children growing up in difficult life circumstances. We chose the documentary style of filming in order to convey the state of the main character as sensually as possible.” (O. Zhurba)
Olha Zhurba Regista ucraina, è nata nel
1987. Si è laureata all’Università Statale di Teatro, Cinema e Televisione “I. Karpenko-Kary” di Kiev, specializzandosi in regia di documentari. Papyni krosivky è stato selezionato, fra gli altri, ai festival di Leeds e Zagabria.
Ukrainian film director Olha Zhurba was born in 1987. She graduated
PROTO BANIO
Il primo bagno / First Swim
from Kyiv National “I. KarpenkoKary” Theatre, Cinema and Television University, specialising as feature documentary director. Dad’s Sneakers was presented at Leeds IFF and Zagreb FF, among the others.
2010 Gospel doc cm / sf 2021 Papyni krosivky (Dad’s Sneakers) cm / sf
È l’ultimo giorno di vacanza di una famiglia. Cosa potrebbe andare storto? Proto Banio è stato presentato in anteprima all’ultimo Festival Internazionale del Cinema di Atene.
“Il film ... critica la visione limitata di una famiglia di classe medioalta. Questo accade sia consciamente che, a volte, inconsciamente … vuole evidenziare come le persone siano preoccupate e in qualche modo ‘intrappolate’ nel loro microcosmo. I due adulti, i genitori, non riescono a vedere nulla al di là della propria famiglia. Al contrario, solo gli occhi ‘puri’ di una bambina riescono a vedere il ragazzo morto, anche se nessuno le crede.” (A. Kostopoulos)
It’s the last day of a family’s vacation. What could go wrong? First Swim premiered at the latest Athens International Film Festival.
“The film ... criticises the limited vision of a medium/high-class family. This happens, either consciously or sometimes unconsciously
... The film aims to highlight the worries and the ‘entrapment’ of the people within their micro-environment. The parents cannot see anything beyond their own family. Contrarily, only the ‘pure’ eyes of a little girl can see the dead boy, although nobody believes her.” (A. Kostopoulos)
Alexandros Kostopoulos Regista e montatore per il cinema e la televisione, è nato nel 1984 ad Atene. Ha studiato regia alla Scuola greca di Cinema e Televisione “Stavrakos” di Atene. È membro dell’Unione dei registi e sceneggiatori greci e di ASIFA Hellas, l’Associazione del cinema di animazione greco.
Director and editor for cinema and TV, Alexandros Kostopoulos was born in 1984 in Athens. He studied filmmaking at the “Hellenic Cinema & TV School Stavrakos” in Athens. He is a member of the Greek Directors and Scriptwriters Guild, and ASIFA Hellas (Greek Animation Association).
Sceneggiatura / Screenplay: Jakub Prysak, Taras Dron. Fotografia / Photography: Mateusz Kucharski. Montaggio / Editing: Tomasz Kajetan Naruszewicz. Musica / Music: Sebastian Ładyżyński. Suono / Sound: Bogdan Klat. Scenografia / Art Director: Jan Matysik. Costumi / Costume Designer: Agata Dziurgot. Interpreti / Cast: Sylwia Boroń, Mateusz Korsak. Produzione / Produced by: Polish National Film School in Łódź. Con il sostegno di / Supported by: Polish Film Institute. Distribuzione internazionale / World Sales: KFF Sales & Promotion.
Una lugubre sala di mungitura, in sottofondo altoparlanti gracchianti che sparano le note dei concerti di Bach: questa è la vita quotidiana di Eryk, mungitore di mucche nel caseificio Milky Paradise. Eryk è un giovane che ha abbandonato la carriera di fotografo e si è trasferito in una città industriale, lontano dalla famiglia e dagli amici. Lì ha incontrato Marissa, una prostituta in un nightclub di infimo livello. Sono diventati amici. Entrambi vogliono trovare il loro posto nel mondo. Samogłów è stato presentato in anteprima all’ultimo festival di Cracovia. A gloomy milking parlour filled with sounds of Bach concertos from crackling speakers – this is the everyday life of Eryk, a cow milker at the Milky Paradise dairy. Eryk is a young man who gave up his career as a photographer and moved to an industrial town, far away from his family and friends. There he met Marissa, a sex worker in a low-grade nightclub. They became friends. They both want to find their place in the world. Headfish premiered at the latest Krakow Film Festival.
Sceneggiatura / Screenplay: Lana Barić. Fotografia / Photography: Branko Linta, Filip Tot. Montaggio / Editing: Vladimir Gojun. Suono / Sound: Dubravka Premar. Scenografia / Art Director: Tajana Čanić Stanković. Costumi / Costume Designer: Željka Franulović. Interpreti / Cast: Lana Barić, Nikša Butijer, Marica Vidušić, Tena Tadić, Neven Aljinović Tot, Mirej Đurović, Bruno Mašić, Ema Mašić. Produzione, distribuzione internazionale / Produced by, World Sales: Zagreb Film. Con il sostegno di / Supported by: Croatian Audiovisual Centre.
Željka è una quarantenne che vive una vita tranquilla in un villaggio isolato. Una visita inaspettata la riporta al passato, scombussolando la sua routine quotidiana. Snjeguljica è il cortometraggio di debutto alla regia per l’attrice croata Lana Barić, che ne ha scritto la sceneggiatura e ne è la protagonista.
Željka is a 40-year-old woman, living a quiet life in an isolated village. An unexpected visit will take her back to the past, shaking up her daily routine.
Snow White is the directorial debut for Croatian actress Lana Barić. She also wrote the screenplay and played the leading role.
Jakub Prysak
Regista e sceneggiatore polacco, è nato nel 1993. Si è diplomato nel 2021 in regia alla Scuola nazionale di cinema di Łódź. Polish film director and screenwriter, Jakub Prysak was
born in 1993. He graduated in 2021 in film directing from the Polish National Film School in Łódź.
2020 Opowieść o dwóch siostrach
(A Tale of Two Sisters) cm / sf
2021 Samogłów (Headfish) cm / sf
Lana Barić Attrice, sceneggiatrice e regista croata è nata nel 1979 a Spalato. Nel 2005 si è diplomata in recitazione all’Accademia delle Arti dello Spettacolo di Sarajevo. Dal 2011 fa parte del Teatro Nazionale Croato di Zagabria. Fra film interpretati anche Kosac di Zvonimir Jurić in concorso al Trieste FF nel 2015. Croatian actress, screenwriter and director. Lana Barić was born in 1979 in Split. In 2005 she earned her acting degree from the Academy of Performing Arts in Sarajevo. Since 2011 she has been a member of the drama ensemble at the Croatian National Theatre in Zagreb. Her films also include Zvonimir Jurić’s The Reaper in competition at Trieste FF in 2015. filmografia (come regista) / filmography (as director) 2022 Snjeguljica (Snow White) cm / sf
Sceneggiatura / Screenplay: Saulius Baradinskas. Fotografia / Photography: Vytautas Katkus. Montaggio / Editing: Karolis Labutis. Musica / Music: Rob Meyer. Suono / Sound: Andrius Kriščiūnas. Scenografia / Art Director: Daumantas Levickas. Interpreti / Cast: Motiejus Aškelovičius, Neringa Varnelytė, Kasparas Varanavičius, Urtė Strolaitė, Algirdas Galkus. Produzione / Produced by: Viktoria Films. Distribuzione internazionale, distribuzione per l’Italia / World Sales, Distributed in Italy by: Lights On.
Nikita ama ascoltare la musica techno e sogna di andare a Berlino e visitare il famoso locale Berghain. La madre Irena ignora i sogni del figlio e molto presto le loro reciproche aspettative si scontreranno. Techno, Mama è stato presentato in anteprima all’ultima Mostra del cinema di Venezia.
“Il film è un saggio che esplora due generazioni lituane incapaci di trovare il modo per amarsi. Una storia di ragazzi ai quali è mancata l‘infanzia perché i loro sogni si sono infranti nei cortili urbani post-sovietici.” (S. Baradinskas)
Nikita loves to listen techno music and dreams to go to Berlin and visit the famous club Berghain. His mother Irena doesn’t know about his son’s dreams and soon enough their mutual expectations will clash. Techno, Mama premiered at the latest Venice Film Festival.
“This film is an essay about two Lithuanian generations that didn’t find a way to love each other. It is a story about kids, who didn’t have a childhood because their dreams were lost in post-soviet urban yards.” (S. Baradinskas)
Saulius Baradinskas
Nato nel 1990 a Vilnius, è un regista di cinema e video musicali famoso in tutta l’area dei paesi baltici. Il Trieste FF ha presentato nel 2020 il suo cortometraggio
Auksinės minutės Techno, Mama è stato presentato in molti festival internazionali fra quali quello di Cottbus dove ha vinto il premio come Miglior cortometraggio.
Saulius Baradinskas, born in 1990 in Vilnius, is a film and music video director famous in the area of Baltic countries. The Trieste FF presented
in 2020 his short Golden Minutes Techno, Mama was presented in many international film festivals including Cottbus, where it was awarded Best Short Film.
filmografia a scelta / selected filmography
2019 Auksinės minutės (Golden Minutes) cm / sf 2021 Techno, Mama cm / sf; Premi / Awards: Cottbus FF – Miglior cortometraggio / Best Short Film
Premio Corso Salani 2022
Corso Salani Award 2022
DAL PIANETA DEGLI UMANI
/ From the Planet of the Humans
Giovanni Cioni
DES PORTES ET DES DÉSERTS / Of Gates and of Deserts
Loredana Bianconi
DIVIDED: What language do you express love in?
Federico Schiavi, Christine Reinhold
ISOLE / Islands
Mario Brenta, Karine de Villers
VIAGGIO NEL CREPUSCOLO / Journey into the Twilight Augusto Contento
Fuori concorso / Out of Competition
INSULTATI. BIELORUSSIA
/ The Insulted. Belarus
Caterina Shulha
DAL PIANETA DEGLI UMANI
From the Planet of the Humans
Italia - Belgio - Francia / Italy - Belgium - France 2021, HD, col. & b-n / b-w, 82’ v.o. italiana - francese - inglese / Italian - French - English o.v.
Sceneggiatura, fotografia / Screenplay, Photography: Giovanni Cioni. Montaggio / Editing: Philippe Boucq. Musica / Music: Juan Carlos Tolosa. Suono / Sound: Saverio Damiani. Produzione / Produced by: Graffiti Doc. Con / With: Rai Cinema.
Coproduzione / Co-produced by: Iota Production, Tag Film, ARTE G.E.I.E. RTBF.
Con il sostegno di / Supported by: Toscana Film Commission - Sensi Contemporanei, Film Commission Torino PiemontePiemonte Doc Film Fund,
Dal pianeta degli umani inizia nel silenzio della frontiera di Ventimiglia, tra Italia e Francia, una frontiera di cui non si parla più, con migliaia di migranti bloccati, ed è anche peggio, questo silenzio, come se nulla stesse accadendo. Il film inizia come un sopralluogo e diventa una fiaba fantastica, narrata da un coro di rane. In questa fiaba uno scienziato sperimenta una cura di ringiovanimento con testicoli di scimmia. Il Dottor Voronoff è realmente esistito, negli anni Venti la sua fama fu planetaria. La sua villa sta lì, sopra la frontiera che migranti tentano di attraversare. Presentato in anteprima al festival di Locarno.
“Quando mi hanno raccontato di Serge Voronoff, mi hanno mostrato la villa sulla frontiera, le gabbie in rovina dove allevava le scimmie, ho pensato al personaggio di un film fantastico dell’epoca. Un Dottor Moreau, o lo scienziato de L’invenzione di Morel... Mi sono detto che se devo raccontare il silenzio di questa frontiera, lo racconto come in un film fantastico, di un’altra epoca, una fiaba del presente.” (G. Cioni)
From the Planet of the Humans starts in the silence of the Ventimiglia border between Italy and France – a border no longer in the news. It’s where thousands of migrants had been blocked, but worst of all, it’s where silence reigns supreme, as if nothing is happening. The film starts as a survey and then turns into a fantastic fairy tale narrated by a chorus of frogs. In this tale, a scientist experiments a human rejuvenation cure using monkey testicles. A Dr Voronoff actually did exist. Back in the “roaring twenties” his fame had been planetary. His villa stands tall above the border, where migrants try to cross. The film premiered at the latest Locarno Film Festival.
“When talking to me about Serge Voronoff, they showed me his old villa looming large over the border, with the now tumbledown cage that he had used to breed and raise the monkeys. And I couldn’t help thinking of some fantasy film characters of that period. A Doctor Moreau, or the scientist from The Invention of Morel… And so I said to myself, if have to tell the story of this border’s silence, I’ll tell it like a fantasy film, set in another epoch, a present-day fairytale.” (G. Cioni)
Giovanni Cioni
DES PORTES ET DES DÉSERTS
Delle porte e dei deserti / Of Gates and of Deserts
ANTEPRIMA ITALIANA / ITALIAN PREMIERE
Distribuzione internazionale / World Sales: Antidote Sales. Distribuzione per l’Italia / Distributed in Italy by: Reading Bloom.
Giovanni Cioni
Cineasta, ha vissuto tra Parigi (dove è nato nel 1962), Bruxelles, dove si è formato, Lisbona e Napoli. Attualmente vive e lavora nel Mugello, in Toscana. Tiene workshops e laboratori in scuole e università sia in Italia che all’estero. Il Trieste FF ha presentato il suo Dal ritorno nel 2016.
Giovanni Cioni, filmmaker, has lived between Paris (where he was born in 1962), Brussels, where he was educated, Lisbon and Naples. Cioni currently lives and works in Mugello, Tuscany. He holds workshops and seminars in schools and universities in Italy and abroad. The Trieste FF presented his Dal ritorno (From the Return) in 2016.
filmografia scelta / selected filmography 2009 In Purgatorio doc.; Premi / Awards: Firenze, Festival dei Popoli - Premio del pubblico / Florence, Festival dei PopoliAudience Award; Cinéma du Réel - Premio Patrimoine de l’Immatériel / Patrimoine de l’Immatériel Award 2012 Gli intrepidi doc. 2013 Per Ulisse doc.; Premi / Awards: Firenze, Festival dei Popoli - Miglior Film / Florence, Festival dei Popoli - Best Film 2015 Dal ritorno doc. 2017 Viaggio a Montevideo doc. 2019 Non è sogno doc.; Premi / Awards: Firenze, Festival dei Popoli - Menzione speciale della giuria internazionale / Florence, Festival dei PopoliSpecial Mention of the international Jury 2021 Dal pianeta degli umani doc.
Belgio - Italia / Belgium - Italy 2021, HD, col., 84’ v.o. francese - italiana - inglese / French - Italian - English o.v.
Sceneggiatura / Screenplay: Loredana Bianconi. Fotografia / Photography: Els Van Riel. Montaggio / Editing: Mathilde Bernet, Sébastien Demeffe, Pauline Piris-Nury.
Musica / Music: Sylvie Bouteiller. Suono / Sound: Jean-Noël Boissé. Produzione / Produced by: Dérives.
Coproduzione / Co-produced by: Graphoui, GSARA.
Un film-poesia, il racconto dei migliaia che cercano rifugio. Attraversano acque, deserti, fuochi, cielo, fino alla Liberazione. Una poesia scritta in prosa incisa sullo schermo, frase dopo frase. Il racconto di un’odissea di erranti da ieri a oggi, dal deserto alle porte della Cittadella. Al testo rispondono delle immagini d’archivio, delle immagini prese su Internet, dei quadri, delle immagini filmate oggi: le sequenze che, come il testo, collegano il Mito e il Presente dei naufraghi, dei superstiti, dei perduti. Presentato al Festival internazionale delle arti contemporanee “Città delle donne” di Lubiana.
“Il film costruisce un racconto dentro di ‘noi’. Lo fa a partire dalle storie che mi hanno regalato i rifugiati che ho incontrato in più di due decenni. Saggio letterario-cinematografico, Delle porte e dei deserti è un testo-poesia in prosa da leggere/guardare sullo schermo; un testo visto/letto dallo spettatore che gli darà la propria voce interiore e la qualità emotiva che le parole gli faranno provare.” (L. Bianconi)
A film poem, the tale of thousands seeking refuge. They cross waters, deserts, fires, sky, until the Liberation. A poem in prose is written on the screen, sentence by sentence. Here goes a migrant Odyssey from yesterday to nowadays, from the deserts to the gates of the Citadel. The text is countered by archival images, images gleaned from the Internet, paintings, scenes filmed today: depictions which, like the text, link the Myth and the Present of the shipwrecked, the survivors, the lost.
The film premiered at the International Festival of Contemporary Arts “City of Women” in Ljubljana.
“The film weaves a tale within ‘us’. It does this based on the stories offered to me by the many refugees I have encountered in more than two decades. A literary-cinematographic essay, Of Gates and Deserts is a prose poetry to be read/watched on the screen; a text seen/read by the spectator who will give it his own inner voice, the emotional quality that the words will convey. (L. Bianconi)
Loredana Bianconi Regista, nata in Belgio, ha studiato arti applicate, filosofia e lettere a Bologna dove ha seguito anche dei corsi di teatro alla Nuova Scena. Si dedica poi al settore audiovisivo e alla regia, realizzando delle trasmissioni per Radio 3, documentari e video.
Film director Loredana Bianconi was born in Belgium and studied applied arts, philosophy and literature in Bologna, where she also studied theatre at the Nuova Scena. She then turned to the audiovisual sector and directed radio programs for RAI 3 (Italian National Broadcasting), as well as documentaries and videos.
filmografia scelta / selected filmography 1989 La Mina doc. 1997 Do You Remember Revolution? doc. 1999 Marie et Chantal, par exemple doc. 2004 Devenir doc. 2005 La vie autrement doc. 2009 In Albania doc. 2017 Oltremare doc. 2021 Des portes et des déserts doc.
Loredana Bianconi
DIVIDED: WHAT LANGUAGE DO YOU EXPRESS LOVE IN?
Italia / Italy 2022, HD, col., 78’ v.o. russa - ucraina - italiana / Russian - Ukrainian - Italian o.v.
Musica / Music: Francesco Cerasi, Mimosa Campironi, Félix Lajkò - Xprodukcio. Suono / Sound: Giorgio Vita Levi - Fonovideo. Produzione / Produced by: A World With a View.
Federico Schiavi, Christine Reinhold
ANTEPRIMA ASSOLUTA / WORLD PREMIERE
Federico Schiavi
DIVIDED: What language do you express love in? è un viaggio nei territori della prima guerra civile europea del XXI secolo: in Ucraina, dopo i drammatici eventi che sono seguiti alla prima protesta di Piazza Maidan a Kiev nel novembre 2013 nessuno avrebbe potuto prevedere lo scoppio di questa guerra civile e la morte di 10.000 ucraini. Due fotografi, Giorgio Bianchi e Christopher Occhicone, con diverse prospettive e idee politiche, danno voce a personaggi che sono testimoni di idee di indipendenza, ognuna nel suo teatro di guerra. Il documentario ritrae e intreccia queste vite nel conflitto che, dal 2014 al 2019, ha versato sangue sul suolo ucraino.
“Divided è un film che ha avuto un percorso creativo atipico, dovuto al contesto particolare in cui è stato realizzato … Abbiamo pensato di costruire questo film come fosse uno scambio, spesso aspro, di punti di vista sulla guerra e sulle ragioni che l’hanno scatenata; abbiamo provato a mettere in scena attraverso il video quel dibattito che oggi è reso impossibile dalle armi e della propaganda.” (F. Schiavi, C. Reinhold)
DIVIDED: What language do you express love in? is a journey through the territories of the first European civil war of the 21st century: in Ukraine, after the dramatic events which took place following the Maidan Square protests, nobody could foresee the outbreak of a civil war and the death of 10,000 Ukrainians. Two photographers, Giorgio Bianchi and Christopher Occhicone, with different political ideas and outlooks, give voice to individuals who are witnesses to the ideas of independence, each one in their own theatre of war. The documentary portrays and entwines these lives in the conflict which, between 2014 and 2019, shed blood on Ukrainian soil.
“Divided is a film that has followed an atypical creative path, due to the singular context in which it was made … We decided to build this film as if it were an exchange, often harsh, of points of view on the war and the reasons that triggered it; using the camera we tried to stage the debate which today is made impossible by weapons and propaganda.” (F. Schiavi, C. Reinhold)
Produttore, montatore e regista è nato a Roma nel 1972. È attivo nel cinema documentario da circa 20 anni. Come regista e autore ha realizzato documentari di taglio storico per i principali broadcasters europei. Il Trieste FF ha presentato nel 2015 il suo Togliatti(grad). Producer, editor and director, born in Rome in 1972, Federico Schiavi has been involved in documentary cinema for about 20 years. As director and author he has worked on historical documentaries for major European broadcasters. The Trieste FF presented in 2015 his documentary Togliatti(grad). filmografia scelta / selected filmography 2013 PontifEX doc. (diretto con / directed with Emiliano Sacchetti, Mariagrazia Gerina, Roberto Salinas, Silvana Costa, Alessandro Galluzzi) 2014 Togliatti(grad) (diretto con / directed with Gian Piero Palombini) doc. 2015
The Road to War doc. 2017 La dodicesima battaglia doc. 2022 DIVIDED: What Language do you express love in? (diretto con / directed with Christine Reinhold) doc.
Christine Reinhold Produttrice, sceneggiatrice, nel 2004 ha fondato la casa di produzione A World With a View. È stata produttrice e produttrice esecutiva di Sanpa – Luci e tenebre di San Patrignano (2018-2020) la prima serie documentaria italiana di Netflix. DIVIDED: What Language do you express love in? è il suo primo lavoro come regista. Producer, screenwriter, Christine Reinhold launched her own production company A World With a View in 2004. From 2018 to 2020 she was producer and executive producer of Sanpa – Sins of the Savior Netflix’s first Italian Doc-Series. DIVIDED: What Language do you express love in? is her first work as a director. 2022 DIVIDED: What Language do you express love in? doc. (diretto con / directed with Federico Schiavi)
Italia - Belgio / Italy - Belgium 2021, HD, col., 78’ v.o. italiana - inglese - spagnola - francese / Italian - English - Spanish - French o.v.
Da un’idea di / From an idea by: Karine de Villers. Fotografia / Photography: Mario Brenta.
Montaggio / Editing: Karine de Villers, Mario Brenta.
Suono / Sound: Francesco Tedde. Produzione, distribuzione per l’Italia / Produced by, Distributed in Italy by: Antropotopia.
Ogni immagine porta sempre in sé il ritratto intimo di chi l’ha creata. Un racconto corale di voci soliste, un patchwork di più di settanta sguardi personali, di singolari visioni del mondo, frammenti sensibili di un’attualità incerta e mutevole che invita a pensare, a riflettere. Presentato all’ultimo Festival CinemAmbiente di Torino.
“...Il fenomeno Covid, accentuando con le restrizioni della libertà individuale ancor più l’aspetto totalitaristico, ha indotto per contro una reazione verso l’individualismo che ha fatto emergere in maniera del tutto inaspettata le singolarità delle persone; isole del comportamento e del pensiero in cui si afferma la propria personalità e unicità nei confronti dell’esistenza. Un riemergere delle differenze che, invece di accentuare la separazione indotta dall’individualismo di massa creato dalla società neoliberale-capitalista, ha riaperto al desiderio di incontro con l’Altro, con il diverso ma nel contempo non dissimile.”
(M. Brenta, K. de Villers)
Each image carries inside the intimate and profound secret of those who created it.
A choral story of solo voices, a patchwork of more than seventy personal glances, of singular visions of the world, sensitive fragments of an uncertain and changing actuality that invites us to think, to reflect. Islands premiered at the latest CinemAmbiente Film Festival in Turin, Italy.
“...the Covid phenomenon, accentuating the totalitarian aspect with the restrictions of individual freedom even more, has induced on the other hand a reaction towards individualism that has brought out the singularities of people in a completely unexpected way; islands of behavior and thought in which one’s personality and uniqueness towards existence is affirmed. A re-emergence of differences which, instead of accentuating the separation induced by mass individualism created by the neoliberal-capitalist society, has reopened the desire to encounter the Other, with the different ones that are at the same time not so different.” (M. Brenta, K. de Villers)
Mario Brenta Regista, sceneggiatore e direttore della fotografia, è nato a Venezia nel 1942. Ha diretto, fra gli altri, Vermisat (1974) selezionato a Venezia, Maicol (1988) presentato a Cannes, e Barnabò delle montagne (1994) in concorso sempre al festival di Cannes. Nel 1982 ha fondato con Ermanno Olmi la scuola laboratorio “Ipotesi Cinema”. È docente di Linguaggio cinematografico presso l’Università di Padova. Italian film director, screenwriter and director of photography, Mario Brenta was born in Venice in 1942. He has directed, among others, Vermisat (1974) selected at the Venice Film Festival, Maicol (1988) presented at Cannes, and Barnabò delle montagne (1994) also in competition at Cannes. In 1982, together with Ermanno Olmi, he co-founded the workshop school “Ipotesi Cinema”. He is a professor of Film Theory and Techniques at the University of Padua.
Karine de Villers
Antropologa e cineasta, è nata nel 1965 a Quito. Si è laureata in archeologia e storia dell’arte a Bruxelles. Nel 1990 realizza il suo primo documentario Je suis votre voisin presentato al festival di Cannes. Nel 2010 inizia la sua collaborazione con Mario Brenta. Anthropologist and filmmaker Karine de Villers was born in 1965 in Quito. She obtained a degree in archeology and art history in Brussels. In 1990 she made her first documentary Je suis votre voisin selected at Cannes. In 2010, she has started collaborating with Mario Brenta.
filmografia scelta / selected filmography (Mario Brenta, Karine de Villers) 2010 Calle de la Pietà doc. 2012 Agnus Dei doc. 2014 Corpo a Corpo doc. 2016 Delta Park doc. 2019 Il sorriso del gatto doc. 2020 Vanitas doc. 2021 Isole doc.
Mario Brenta, Karine de Villers
Journey into the Twilight
Francia - Italia / France - Italy 2021, HD, col. & b-n / b-w, 142’ v.o. Italiana / Italian o.v.
Da un’idea di / From an idea by: Adriano Aprà. Sceneggiatura, fotografia, montaggio / Screenplay, photography, editing: Augusto Contento. Musica / Music: Paolo Cantù. Suono / Sound: Giovanni Frezza. Costumi / Costume Designer: Freak Andò.
Viaggio nel crepuscolo percorre le strade che portano nella fredda oscurità del declino italiano: della famiglia, della società patriarcale, delle istituzioni scolastiche, della religione … Mescolando finzione e documentario, il film decostruisce radicalmente le forme narrative. I film di Bellocchio diventano dei versi poetici che creano nuovo senso; lo stesso vale per gli archivi, il cui utilizzo non è più funzionale alla narrazione, ma alla poesia. Viaggio nel crepuscolo è stato presentato in anteprima all’ultima Mostra del cinema di Venezia. “Viaggio nel crepuscolo indaga gli anni Sessanta-Settanta partendo da quattro film di Marco Bellocchio. Li utilizzo come uno strumento investigativo con cui dissezionare la mentalità, la società e alcuni episodi chiave dell’Italia. Gli artisti, intellettuali, pensatori protagonisti del nucleo documentaristico non appaiono mai dal vero ma in versione animata con tecnica neopittorica 2D, perché la ricerca della bellezza, della verità poetica e storica è un’impresa avventurosa, una missione adatta a esploratori che non si spaventano dell’ignoto.” (A. Contento)
Journey into the Twilight explores the roads that lead into the cold darkness of Italian decline: decline of the family, of patriarchal society, of educational institutions, of religion
… Blending fiction and documentary, the film radically deconstructs the narrative forms. Bellocchio’s movies become lines of poetry that create new meaning; the same is true for the archives, whose use no longer serves the needs of narration, but those of poetry. Journey into the Twilight premiered at the latest Venice Film Festival.
“Journey into the Twilight looks back at the 1960s and 1970s using four of Marco Bellocchio’s films as its point of departure. I wield them as an instrument of investigation with which to dissect the mentality and society of Italy and some of the key episodes in its history. The artists, intellectuals and thinkers who make up its documentary core never appear in person but in an animated version made using the 2D technique developed by the Italian neo-pictorial movement, for the quest for beauty, for poetic and historical truth, is an adventurous undertaking, a mission suited to explorers who are not frightened by the unknown.” (A. Contento)
INSULTATI. BIELORUSSIA
The Insulted. Belarus
Produzione / Produced by: Cineparallax. Coproduzione / Co-produced by: Articolture. In collaborazione con / In collaboration with: Rai Cinema, Dream Film-Ila Palma, Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico, Teatro della Tosse-Genova, Teatro del NavileBologna.
Con il sostegno di / Supported by: CNC, MiC, Regione Emilia-Romagna Film Commission, Genova Liguria Film Comission.
Augusto Contento
Regista, sceneggiatore e produttore, è nato nel 1973 a Lanciano. Dal 2000 vive e lavora a Parigi, dove nel 2004 ha fondato, assieme a Giancarlo Grande, la società di produzione Cineparallax.
Film director, screenwriter and producer, Augusto Contento was born in 1973 in Lanciano, Italy. Since 2000 he has been living and working in Paris, where in 2004 he founded, together with Giancarlo Grande, the production company Cineparallax. filmografia scelta / selected filmography 2007 Ônibus mm / ml doc. 2008 Tramas doc.; Strade trasparenti doc. 2009 Strade d’acqua doc. 2012 Parallax Sounds doc.; Journal de bord d’un bateau fantôme doc. 2013 Rosso cenere doc. (diretto con / directed with Adriano Aprà) 2017 Shadowgram doc. 2021 Viaggio nel crepuscolo doc.
Italia / Italy
2022, HD, col., 84’ v.o. italiana / Italian o.v.
Sceneggiatura / Screenplay: Andrej Kurejčik. Fotografia, montaggio / Photography, editing: Donato Sileo. Suono / Sound: Boris Riccardo D’Agostino.
Interpreti / Cast: Ambra Angiolini, Luca Argentero, Ivano De Matteo, Giacomo Ferrara, Stefano Fresi, Carla Signoris, Caterina Shulha. Produzione / Produced by: Dakota Film Lab.
Il progetto Insultati. Bielorussia. nasce per poter far conoscere la terribile situazione politica in Bielorussia dopo le elezioni di agosto 2020. Il popolo bielorusso è sceso in strada per combattere pacificamente l’ultimo dittatore d’Europa, Aleksandr Lukašenko, al suo sesto mandato (è al potere dal 1994). Caterina Shulha e sua madre, essendo bielorusse, hanno deciso di mettersi in prima linea per far conoscere quanto più possibile questa situazione. Andrej Kurejčik sceneggiatore, drammaturgo e regista teatrale ha scritto una pièce teatrale su questo tema, motivo per cui è dovuto scappare all’estero a seguito delle minacce ricevute. Il testo, portato in scena in 25 paesi del mondo, è stato tradotto in italiano da Giulia Dossi. Caterina Shulha ha deciso di impegnarsi per portare in scena questo progetto anche nel nostro paese. La pièce prevede 7 personaggi, un cast d’eccezione per dar voce a questa orribile situazione: fra gli altri, Lukašenko è interpretato da Stefano Fresi. Ambra Angiolini è Svetlána Tichanóvskaja, la presidente eletta dal popolo bielorusso fuggita in Lituania.
The Insulted. Belarus project was born to raise awareness of the terrible political situation in Belarus after the elections in August 2020. The Belarusian people took to the streets to challenge peacefully the last dictator of Europe, Alexander Lukashenko, in his sixth term (he has been in power since 1994). Caterina Shulha and her mother, being Belarusians, have decided to put themselves on the front line to make this situation known as much as possible. Andrey Kureychik, screenwriter, playwright and theatre director wrote a play about this, which is why he had to flee abroad following the threats received. The text staged in 25 countries around the world, has been translated into Italian by Giulia Dossi. Caterina Shulha has committed herself to bring this project to the stage in Italy. The piece features 7 characters, an exceptional cast to give voice to this horrible situation. Among the others, Lukashenko is played by Stefano Fresi. Ambra Angiolini is Sviatlana Tsikhanouskaya, the president elected by the Belarusian people who later fled to Lithuania.
Caterina Shulha
Attrice e regista, è nata nel 1993 a Grodno, in Bielorussia. Si trasferisce in Italia nel 2006 e nel 2011 debutta a teatro. Insultati. Bielorussia è il suo primo lungometraggio come regista. Actress and director, Caterina Shulha was born in 1993 in Grodno, Belarus. She moved to Italy in 2006 and made her theatre debut in 2011. Insulted. Belarus is her debut feature as a director.
2022 Insultati. Bielorussia
Caterina Shulha
ANTEPRIMA ASSOLUTA / WORLD PREMIERE
Art & Sound
BOBI BAZLEN – CON UNO
ZAINO PIENO DI LIBRI
/ Bobi Bazlen – With a Backpack Full of Books
Giampaolo Penco
GIOVANNA, STORIE DI UNA VOCE
/ Giovanna, Stories of a Voice Chiara Ronchini
MILAN KUNDERA: From The Joke to Insignificance
Miloslav Šm í dmajer
ŽŽŽ
(Žurnal o Želimiru Žilniku)
/ ŽŽŽ (Journal About Želimir Žilnik) Janko Baljak
GIOVANNA, STORIE
– CON UNO ZAINO PIENO DI LIBRI
Italia / Italy 2022, HD, col. & b-n / b-w, 72’ v.o. italiana / Italian o.v.
(voce / voice), Danijel Malalan (voce / voice) Produzione, distribuzione per l’Italia / Produced by, Distributed in Italy by: Videoest.
Con il sostegno di / Supported by: Fondo Audiovisivo FVG.
Giampaolo Penco
Roberto Bazlen è l’unica figura del Novecento italiano, che dichiara ufficialmente che non si possono scrivere più libri: “Io scrivo sole note senza testo”, disse. Nasce a Trieste nel 1902, orfano di padre l’anno dopo, frequenta in città scuole tedesche, cresce in un milieu intellettuale di matrice ebraica; lascia Trieste nel 1937, dicendo che non sarebbe tornato mai più ... Lettore geniale ed eclettico vivrà da nomade solitario con una fitta rete di rapporti umani e professionali, che faranno di lui un rabdomante della letteratura da scoprire, un dispensatore d’illuminazioni letterarie, un protagonista d’imprese editoriali, come la nascita della casa editrice Adelphi nel 1962. Il film è una ricerca della persona attraverso chi l’ha conosciuto e suoi percorsi letterari e psicanalitici. Parlano di lui Daniele Del Giudice, Mathieu Amalric, Gian Pietro Calasso, Elisa Debenedetti, Anna Foà, Franca Malabotta, Mary De Rachewiltz e altri che hanno seguito le cangianti tracce che ha lasciato. Lui non voleva apparire.
Roberto Bazlen is the only figure of the Italian Twentieth century who officially declared that no more books could be written, saying: “I only write notes without text”. Born in Trieste in 1902 and fatherless the following year, he attended German-language schools in the city, growing up in a mainly Jewish intellectual milieu. He left Trieste in 1937, vowing never to return ... A brilliant and eclectic reader, he lived as a solitary nomad within a dense network of human and professional relationships, which made him a diviner of books to be discovered, a dispenser of literary illuminations, and a protagonist of publishing enterprises, such as the birth of the Adelphi publishing house in 1962. The film is a search for the person through those who knew him and through the literary and psychoanalytical traces he left behind. Speakers include Daniele Del Giudice, Mathieu Amalric, Gian Pietro Calasso, Elisa Debenedetti, Anna Foà, Franca Malabotta, Mary De Rachewiltz and others who have had dealings with him. He himself did not want to appear.
Regista, sceneggiatore, produttore è nato nel 1954 a Trieste. Si è laureato nel 1979 a Trieste in lettere con una tesi in storia del cinema. Nel 1990 è uno dei fondatori, e responsabile artistico, della Videoest di Trieste. Il Trieste FF ha presentato diversi suoi lavori, fra i quali Storia di un confine e di tante identità (2008), Uomini e vino (2010) e nel 2020 Vittorio VidaliIo non sono quello che fui. Director, writer, producer, Giampaolo Penco was born in 1954 in Trieste. He graduated in 1979 in Trieste in modern literature with a thesis on film history. In 1990 he is one of the founding members, and artistic director, of Videoest production company in Trieste. The Trieste FF has presented several of his works, among them Storia di un confine e di tante identità (2008), Uomini e vino (2010) and in 2020 Vittorio Vidali - Io non sono quello che fui. filmografia scelta / selected filmography 1987 Per altre vie, per altri porti TV 1993 Miramare, il sogno di Massimiliano doc. TV 1994 Revoltella, storia di un barone e del suo museo doc. TV 1995 Timavo il fiume fantasma doc. TV 1997 Luciano Fabro: artista doc. TV 1999 Zoran Music: un pittore a Dachau doc. 2002 Trieste, un secolo ha attraversato una piazza TV 2004 Daniel Buren: un’opera in diretta doc. 2008 Storia di un confine e di tante identità doc. 2010 Uomini e vino doc. 2013
D’Annunzio a Fiume doc. TV 2017 Jacopo Linussio, con passo lento e regolare doc. 2018 Trieste verdebiancorossa doc. TV 2019 Vittorio Vidali - Io non sono quello che fui doc. 2022
Bobi Bazlen - Con uno zaino pieno di libri doc.
Giovanna, Stories of a Voice
Italia / Italy
2021, HD, col. & b-n / b-w, 90’ v.o. italiana / Italian o.v.
Fotografia / Photography: Filippo Genovese. Montaggio / Editing: Luca Onorati, Chiara Ronchini. Suono / Sound: Marco Furlani. Interpreti / Cast: Giovanna Salviucci Marini e / and Quartetto Nuovo di Giovanna Marini (Flaviana Rossi, Patrizia Rotonda, Michele Manca).
Produzione, distribuzione per l’Italia / Produced by, Distributed in Italy by: Luce Cinecittà.
In associazione con / in association with: A_Lab.
In collaborazione con / In collaboration with: Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, Sardegna Film Commission.
Giovanna Marini racconta Storia e storie per musica da tutta una vita. Dal 1958 compone, raccoglie e interpreta canti di tradizione orale, tessendo una Storia “altra” del nostro paese, fatta di voci, persone, percorsi che non appartengono alla Storia dei grandi e dei famosi. Voce sorprendente, donna incredibile, fuori da ogni schema e scuola, attraversa inarrestabile da sessant’anni luoghi, lotte e movimenti di tutta Italia con una chitarra tra le braccia. Presentato all’ultimo Torino Film Festival.
“Giovanna Marini è una figura complessa, che sfugge alle semplificazioni. Musicista, interprete, compositrice, didatta, è voce unica nel panorama sonoro. In quel particolare utilizzo della voce, nella postura, nel timbro, nella struttura ritmica c’è qualcosa che rompe fortemente con il sistema precostituito … Lavorando con l’Archivio storico mi appassiona il processo di ri-significazione, ri-utilizzo oltre la fonte storica. Materiale come custode di qualcosa di profondamente vivo ... strumento per una rilettura circolare del passato... delle culture subalterne del nostro paese.” (C. Ronchini)
Giovanna Marini has recounted history and her stories in music. Since 1958, she has been composing, gathering, and interpreting songs of oral tradition, weaving a “different” chronicle of Italy, made of voices, people, pathways that don’t belong to those of the great and famous. A surprising voice, out-the-box and unconventional, unremitting, for sixty years she has traversed places, struggles and movements throughout Italy with her guitar in her arms. The film premiered at the latest Torino Film Festival.
“Giovanna Marini is a complex figure who cannot be simplified. A musician, performer, composer, and teacher, she is a unique figure in the musical field. In that particular use of the voice, in the posture, in the timbre, in the rhythmic structure, there is something that breaks strongly with the pre-established system ... Working with archival images, I became enthralled with the re-signification and reuse of historical sources. Material as the guardian of something deeply alive ... an instrument for a circular rereading of the past... of our country’s subordinate cultures.” (C. Ronchini)
Chiara Ronchini È nata nel 1976 a Marino, in provincia di Roma. Inizia a lavorare nel cinema come montatrice, ma nel corso degli anni si dedica soprattutto alla regia. La sua scrittura per immagini è sempre guidata da uno sguardo femminista, attento a cogliere la complessità delle storie che compone e racconta. Chiara Ronchini was born in 1976 in Marino (Rome). Chiara began working in the film industry as an editor, but over the years has focused on directing. Her writing through images is always guided by a feminist gaze, careful to capture the complexity of the stories she composes and recounts. filmografia scelta / selected filmography 2017 Nessuno ci può giudicare (diretto con / directed with Steve della Casa) doc. 2018 BULLI & PUPE, una storia sentimentale degli anni ‘50 (diretto con / directed with Steve della Casa) doc. 2021 Giovanna, storie di una voce doc.
In collaborazione con / In collaboration with Luce Cinecittà
MILAN KUNDERA: FROM THE JOKE TO INSIGNIFICANCE
(Milan Kundera: Od Žertu k bezvýznamnosti)
Milan Kundera: da Lo scherzo all’insignificanza
Repubblica Ceca / Czech Republic 2021, HD, col. & b-n / b-w, 95’ v.o. ceca - francese / Czech - French o.v.
Sceneggiatura / Screenplay: Miloslav Šmídmajer, Jakub Vansa. Fotografia / Photography: Miroslav Souček. Montaggio / Editing: Jakub Vansa. Suono / Sound: Štĕpán Mamula, Martin Dušek, Radovan Kramář
Musica / Music: Petr Malásek. Interpreti / Cast: Jiří Bartoška, Milan Uhde, Yasmina Reza, Bernard-Henri Lévy, Jean-Claude Carrière, Jean-Paul Enthoven, Alain Finkielkraut, Florence Noiville, Antoine Gallimard e altri / and others.
Produzione / Produced by: Bio Illusion.
Coproduzione / Co-produced by: Czech Television, TV Studio Plus.
Con il sostegno di / Supported by: Czech Film Fund. Distribuzione internazionale / World Sales: WIDE.
Milan Kundera è un autore avvolto nel mistero. Non ha rilasciato una sola intervista in 30 anni e non appare in pubblico: dobbiamo quindi imparare a conoscerlo attraverso le sue opere. I suoi saggi e i discorsi filosofici racchiusi nei romanzi rivelano molto. Tra le numerose questioni, il film si interroga anche su quale aspetto della sua opera gli abbia fatto guadagnare lo status di autore leggendario. Cosa c’è di così unico nei suoi libri? Ci aiuta nella narrazione uno studente che ha la fantastica opportunità di intervistarlo. Dopo settimane di attesa in un caffè accanto alla casa di Kundera, a leggere suoi romanzi, lo studente inizia a identificarsi con alcune idee dello scrittore. E questo ci permette di conoscere meglio il messaggio contenuto nell’opera di Kundera, come e perché le sue storie ci commuovono e ci portano a riflettere non solo sui protagonisti, ma anche su noi stessi.
Milan Kundera is shrouded in mystery. He has not given an interview in 30 years and doesn’t appear in public, so we must learn about him from his work. His essays and philosophical discursions within his novels reveal a lot. Besides other, the film will ask: What in Kundera’s work got him the status of a legendary author? What is so unique about his books? Helping us craft the storyline is a student who has a fantastic opportunity to do an interview with Kundera! After weeks of waiting in a café outside Kundera’s house, reading his novels, the student soon starts to identify with some of the author’s ideas. Through this, we are able to learn more about the message of Kundera’s work, how and why his stories still move us and compel us not only to think about the protagonist, but about ourselves.
Miloslav Šmídmajer
Regista, è nato nel 1959 a Litoměřice, ora Repubblica Ceca. Dopo la laurea, ha iniziato a lavorare per la televisione ceca, per la quale ha girato il suo primo documentario nel 1990 su Miloš Forman. Nel 2003 ha fondato la società di produzione e distribuzione Bio Illusion.
Miloslav Šmídmajer was born in 1959 in Litoměřice, now Czech Republic. After his graduation, he started working for Czech Television for which he shot his very first documentary about Miloš Forman in 1990. In 2003 he founded the production and distribution company Bio Illusion. filmografia scelta / selected filmography 1995 Vidím svět jako bílý autobus TV doc. 1996 Povolání kameraman doc. 1997 Výlety Miroslava Horníčk doc. 1998 Prostory Theodora Pištěka doc. 2000 Radost s krátkým dechem doc. 2004 Adriana doc. 2009 Miloš Forman: Co tě nezabije... doc. 2011 Nazareth - Nekonečný rockový mejdan doc.; Probudím se včera; Celebrity s.r.o. 2017
Miluji tě modře 2021 Milan Kundera: Od Žertu k bezvýznamnosti (Milan Kundera: From The Joke to Insignificance) doc.
ŽŽŽ (Diario su Želimir Žilnik) / ŽŽŽ (Journal About Želimir Žilnik) ANTEPRIMA
Serbia
2021, HD, col. & b-n / b-w, 92’ v.o. serba / Serbian o.v.
Sceneggiatura / Screenplay: Janko Baljak. Fotografia / Photography: Jovan Milinov. Montaggio / Editing: Aleksandra Milovanović. Musica / Music: Predrag Vranešević. Suono / Sound: Jana Baljak, Natalija Strahinić.
Produzione, distribuzione internazionale / Produced by, World Sales: Arbos.
Un documentario che è un road movie che attraversa mezzo secolo di cinema di Želimir Žilnik. Ma anche un viaggio attraverso la storia della Jugoslavia, un paese che non esiste più. Con il tipico stile del docu-drama, messo a punto nel corso degli anni, Žilnik è riuscito a rimanere un regista impegnato e coraggioso, ma soprattutto libero, realizzando film a basso costo per decenni. Seguiamo gli sforzi del suo team per finire Sloboda ili strip, sequestrato della censura 50 anni fa e recentemente ritrovato, in modo fortuito. La storia di una lotta senza fine in favore di minoranze e di gruppi sociali privati dei loro diritti, da sempre eroi dei suoi film. Il film è stato presentato al Sarajevo Film Festival 2021. “Dico sempre ai miei studenti che Žilnik è il più giovane regista del nostro paese oggi. Per le idee, per lo spirito, per la prontezza a filmare senza aspettare che ‘le condizioni siano quelle giuste’... Del suo lavoro mi colpisce l’intransigenza, il decennale rifiuto di appartenere al mainstream del cinema jugoslavo, e ora serbo, e di non lasciarsi ostacolare dalle condizioni di produzione...”(J. Baljak)
Road movie documentary through half a century of filmography by Želimir Žilnik. But also a journey through the history of Yugoslavia, a country that no longer exists. With the specific style of docudrama that he built over the years, Žilnik managed to stay engaged and brave, but above all free, by making low-budget films for decades. We follow the efforts of his team to finish the film Freedom or Comics which was seized by censorship 50 years ago, and which was recently accidentally found. The story of an uninterrupted struggle for disenfranchised social and minority groups who are constantly the main heroes of Žilnik’s films. The film premiered at Sarajevo Film Festival 2021.
“I always tell my students that Žilnik is the youngest director in the country today. By idea, by spirit, by readiness to take the camera immediately without waiting for ‘conditions to be met’…In his work, I am, in fact, impressed by the uncompromisingness, his decades-long refusal to belong to the mainstream of Yugoslav or, now, Serbian cinematography, his unwillingness to be hindered by production conditions...” (J. Baljak)
Janko Baljak
Regista per il cinema e la televisione, è nato nel 1965 a Belgrado, dove si è diplomato in regia alla Facoltà di Arti Drammatiche. È uno dei fondatori della società di produzione cinematografica e televisiva di Radio B92, la radio indipendente di Belgrado. È professore alla Facoltà di Arti Drammatiche di Belgrado. Serbian film and television director Janko Baljak was born in 1965 in Belgrade, where he graduated from film and television directing at the Faculty of Dramatic Arts. He is one of the founders of the film and TV production of the independent Belgrade radio B92. He is a full-time professor at the Faculty of Dramatic Arts in Belgrade.
filmografia scelta / selected filmography 1991 Bilo jednom u Srbiji (Once Upon Time in Serbia) TV doc. 1995 Vidimo se u čitulji (See You in the Obituary) cm / sf doc.; Premi / Awards: Belgrade Doumentary and Short FF - Gran premio / Grand Prix 1998 Etnički čisto (Ethnically Clean) doc. 2002 Srbija u kontejneru (Serbia in Trash Container) doc. 2006 Vukovar - poslednji rez (Vukovar - Final Cut) doc.; Premi / Awards: Sarajevo FFPremio per diritti umani / Human Rights Award 2017 Ljudi nisu rode (Your House Was My Home) cm / sf doc. 2021 ŽŽŽ (Žurnal o Želimiru Žilniku) (ŽŽŽ Journal About Želimir Žilnik) doc.
Fuori dagli sche(r)mi
DURNA ÇIRAĞI
/ Crane Lantern
Hilal Baydarov
KHAN’S FLESH Krystsina Savutsina
DAS MÄDCHEN UND DIE SPINNE
/ The Girl and the Spider Ramon Zürcher, Silvan Zürcher
Musica / Music: Kənan Rüstəmli. Suono / Sound: Christian Giraud, Oscar Victoria.
Interpreti / Cast: Orxan İskəndərli, Elşən Abbasov, Hüseyn Nəsirov.
Produzione / Produced by: Ucqar Film. Coproduzione / Co-produced by: Splendor Omnia Studios, Louverture Films.
Distribuzione internazionale / World Sales: MPM Premium.
Hilal Baydarov
ANTEPRIMA EUROPEA / EUROPEAN PREMIERE
Musa, uno studente di legge, incontra Davud, in prigione per il rapimento di quattro donne. Scopre ben presto che le sue vittime non hanno sporto denuncia. Anzi, hanno la sensazione di avere scoperto una nuova verità su se stesse. L’incontro di Musa con il presunto criminale diventa un viaggio nell’interiorità dell’altro. Le domande che pone sono quelle giuste? La legge è davvero una forma di giustizia? Cosa significa per degli esseri umani infliggere una punizione ad altri? Musa è illuminato da un uomo superiore o è attratto da un’illusione?
Presentato in anteprima al festival di Tokyo 2021, dove ha vinto un premio per il Miglior contributo artistico.
“Mio padre lavorava in un giacimento petrolifero e io ci ho passato fin troppo tempo. Il suono misterioso delle trivelle aleggia ancora nella mia mente. Mi sedevo lì e guardavo il cielo, osservavo gli uccelli, le gru e i corvi. Credo sinceramente che il paesaggio abbia un effetto molto forte sull’animo umano. Non riesco a girare un film in luoghi dove non ho ricordi. E ora ho quasi l’età che aveva mio padre all’epoca e sono pervaso da emozioni contrastanti quando rivedo quel luogo, soprattutto perché il suono è sempre lo stesso, le gru, i corvi e gli altri uccelli sono ancora nel cielo, ma mio padre se ne è andato molti anni fa.” (H. Baydarov)
Musa, a law student seeks out Davud, a man imprisoned for kidnapping four women. He soon discovers that all of his victims have no wish to press charges. On the contrary, they have the feeling of a new truth in themselves. Musa’s encounter with the purported criminal becomes a journey into someone else’s inner world. Are the questions he asks the correct ones? Is the law a genuine form of justice? What is the meaning of humans imposing punishment on others? Is Musa being enlightened by a superior man, or is he being lured into a world of illusion?
Crane Lantern premiered at the latest Tokyo International Film Festival, where the film was awarded for Best Artistic Contribution.
“My father was a worker in this petroleum field, and I spent too many days there. The mysterious sound of oil rigs is always on my mind. I was sitting there and looking at the sky, observing the birds, cranes, and crows. truly believe that landscapes have a strong effect on the human soul. I can’t film anywhere in which I don’t have memories. And now am almost my father’s age and I am quite full of mixed emotions when I see it, especially when go there because the sound of it is still the same, and cranes, crows, and other birds are still in the sky, but my father has gone years ago.” (H. Baydarov)
Hilal Baydarov
Regista e sceneggiatore, è nato nel 1987 a Baku, in Azerbaigian. Dopo un Master in informatica, ha studiato regia all’Accademia di cinema di Sarajevo sotto la guida del regista ungherese Béla Tarr. Il Trieste FF ha presentato nel 2020 Ana və oğul (Mother and Son) e nel 2021 il documentario Beynimdəki mismarlar (Nails in My Brain) e, negli Eventi Speciali, Səpələnmİş ölümlər arasinda (In Between Dying).
Filmmaker and screenwriter, Hilal Baydarov was born in 1987 in Baku, Azerbaijian. After a Master’s degree in Computer Sciences, he studied directing at the Sarajevo Film Academy under Hungarian director Béla Tarr. The Trieste FF presented in 2020 his documentary Mother and Son, in 2021 Nails in My Brain and, in the Special Events, In Between Dying.
filmografia scelta / selected filmography
2018 Adsız Yüksəkliklər (Hills Without Names); Ad Günu doc.; Selimpaşada Bir Gün doc.
2019 Xurmalar yetişən vaxt (When the Persimmons Grew) doc.; Premi / Awards: Sarajevo FF - Miglior documentario / Best Documentary; Ana və oğul (Mother and Son) doc.
2020 Beynimdəki mismarlar (Nails in My Brain) doc.; Səpələnmİş ölümlər arasinda (In Between Dying)
2021 Durna Çırağı (Crane Lantern); Premi / Awards: Tokyo IFF - Premio per il Miglior contributo artistico / Best Artistic Contribution Award
Fotografia / Photography: Georg Kussmann. Montaggio / Editing: Krystsina Savutsina. Suono / Sound: Igor Bachmat, Roland Musolff, Daniel Tekieli. Produzione / Produced by: Savutsina/Kussmann.
Krystsina Savutsina
Coreografie di vita quotidiana in una cittadina della Bielorussia. Attraverso immagini statiche e un montaggio per associazione, il film offre uno sguardo sulla società e sulle intangibili relazioni di potere di cui è permeata. Gli abitanti si muovono e posizionano loro corpi a seconda della situazione e del loro status sociale e professionale. Uno scheletro di norme, regole e modelli, cui si aggiungono i corpi di cittadini attivi, diventa una struttura vitale le cui componenti si regolano alternativamente attraverso il controllo reciproco, la lode e la punizione ... Un documento contemporaneo sulla vita nella provincia bielorussa, un anno prima dello scoppio delle proteste, in tutto il paese, contro lo Stato. In concorso all’ultimo festival Visions du Réel di Nyon in Svizzera.
“Il luogo che una volta era casa mia diventa oggetto di investigazione. Ho lasciato il paese per le eccessive restrizioni. Ma il film non vuole essere un’opera didascalica sugli orrori della dittatura. Mi interessa un aspetto più fondamentale: la struttura del potere nella vita quotidiana. Perché le persone mostrano determinati comportamenti quando entrano nella sfera delle istituzioni?... Non è solo un film sulla Bielorussia, ma sul principio stesso della convivenza. Le regole limitano le libertà personali e al tempo stesso fanno in modo che l’organismo sociale funzioni … I film di Frederick Wiseman e Roy Andersson, gli scritti di Thomas Hobbes e Michel Foucault, e ricordi della mia infanzia a Telekhany, il luogo delle riprese, sono stati la mia fonte d’ispirazione.” (K. Savutsina)
Choreographies of everyday life in a small town in Belarus. Through static images and associative montage, Khan’s Flesh conveys a perspective on society and the intangible power relations it is permeated by. The inhabitants move and position their bodies depending on the situation and according to their social and professional status. A skeleton of norms, rules and role models, completed with the bodies of active citizens, becomes a vital structure whose components alternatingly discipline themselves through mutual control, praise and punishment ... A contemporary document of life in the Belarusian province, barely a year before the beginning of the nationwide protests against the state apparatus. In competition at the latest Visions du Réel International Film Festival in Nyon, Switzerland.
“The place that used to be home becomes the object of an investigation. once left the country because there were too many restrictions. But my film is not a didactic piece about the horrors of dictatorship. I am interested in something more fundamental: the structure of power in everyday life. How does it happen that people show a certain behavior when they enter institutionalised spheres?...
Khan’s Flesh is not only a film about Belarus, but about human coexistence as a principle. Rules are limiting personal freedoms and at the same time ensure that the organism, that society is, remains functional ... Films by Frederick Wiseman and Roy Andersson, the thoughts of Thomas Hobbes and Michel Foucault, and memories of my childhood in Telekhany, our filming location, served as inspiration.”
(K. Savutsina)
Krystsina Savutsina Regista, è nata nel 1989 a Riga, da una famiglia bielorussa. Nel 2011 ha conseguito un diploma in studi culturali a Minsk. Dal 2015 studia cinema e arte all’Università delle Belle Arti di Amburgo.
Film director, Krystsina Savutsina was born in 1989 in Riga, into a Belarusian family. In 2011 she graduated with a diploma in cultural studies in Minsk. Since 2015 she has been studying film and fine arts at the University of Fine Arts, Hamburg.
Interpreti / Cast: Henriette Confurius, Liliane Amuat, Ursina Lardi, Flurin Giger, André M. Hennicke, Ivan Georgiev, Dagna Litzenberger Vinet, Lea Draeger, Sabine Timoteo, Birte Schnöink. Produzione / Produced by: Beauvoir Films. Coproduzione / Co-produced by: Zürcher Film, Swiss Radio and Television. Con il sostegno di / Supported by: Federal Office of Culture (OFC), SWISSLOS / Kultur Kanton Bern, Cinéforom & Loterie Romande, Kulturfonds Suissimage, Aargauer Kuratorium, Beauftragte der Bundesregierung für Kultur und Medien (BKM), Burgergemeinde Bern. Distribuzione internazionale / World Sales: Cercamon.
Ramon Zürcher, Silvan Zürcher
Il momento è finalmente arrivato: Lisa va a vivere da sola nel suo primo appartamento. Per anni ha condiviso una casa con Mara e Markus, il suo trasloco rappresenta davvero la fine di un’era. Ma mentre Lisa non vede l’ora di cambiare, a Mara questa novità scatena una tempesta di emozioni.
Das Mädchen und die Spinne è stato presentato nel 2021 alla Berlinale, nella sezione “Encounters”, dove ha vinto il premio FIPRESCI e quello per la Miglior regia.
“Come è accaduto nel nostro primo film Das merkwürdige Kätzchen, che parlava di una famiglia e dei suoi vincoli, anche in Das Mädchen und die Spinne lo spunto di partenza è una scena famigliare in un giorno qualunque. Il film ruota attorno a un trasloco, che diventa la cornice ideale per raccontare la storia di una separazione tra due amiche, Mara e Lisa. Il trasferimento di Lisa viene a rompere quell’unità creata in molti anni di convivenza. La forza che cerca di allontanarsi si scontra con un’altra, contraria, che vuole mantenere la prossimità, e manda in frantumi il mondo circostante. Il trasloco di Lisa scatena un tira e molla tra il desiderio di vicinanza e il dolore causato dalla separazione e dalla solitudine. Questa dinamica non riguarda solo Mara e Lisa, ma permea l’intero film e non si ferma mai. I personaggi vagano in un cosmo fragile dove sono guidati dai loro desideri, e in cui la sofferenza viene inflitta tanto rapidamente quanto le manifestazioni di affetto e intimità.” (R. e S. Zürcher)
The time has finally come: Lisa is moving into her first apartment on her own. For years she has lived in a flat share with Mara and Markus, her move now means the end of an era. While Lisa is looking forward to the change, for Mara it triggers a rollercoaster of emotions.
The Girl and the Spider premiered in 2021 at the Berlinale, in the “Encounters” section, where it was awarded Best Director and FIPRESCI Prize.
“As with our first film The Strange Little Cat, which was about a family bound by constraints, in The Girl and the Spider we once again take a familiar, everyday scene as the starting point for the film. This time it’s about moving house. It forms the framework for us to tell the story of the separation between the two friends, Mara and Lisa. Lisa moving out breaks up the unity her and Mara have forged over the years. One force trying to push away collides with another seeking closeness and shatters the world around them. Lisa’s move triggers a back and forth of longing for closeness and the pain of separation and loneliness. The principles of proximity and distance manifest themselves not only between Mara and Lisa, but permeate the entire film – a dynamic that never comes to rest. The characters wander through a fragile cosmos as if driven by their desires, in which harm can be inflicted just as quickly, as affection or intimacy can be shown.” (R. and S. Zürcher)
Ramon Zürcher, Silvan Zürcher gemelli svizzeri Ramon e Silvan Zürcher sono nati nel 1982 ad Aarberg. Ramon si laurea nel 2005 in Arti visive all’Università delle Arti di Berna (HKB) e dal 2006 al 2014 studia regia all’Accademia tedesca del Cinema e della Televisione di Berlino (DFFB). Silvan dal 2002 al 2008 studia filosofia, cinema e germanistica alle Università di Berna e Zurigo. Dal 2009 al 2014 studia produzione cinematografica all’Accademia tedesca del Cinema e della Televisione di Berlino (DFFB). Il loro film di diploma (e la loro prima collaborazione) è stato Das merkwürdige Kätzchen (The Strange Little Cat) nel 2013.
The Swiss twin brothers Ramon and Silvan Zürcher were born in 1982 in Aarberg. Ramon in 2005 completed a Visual Arts degree at the Bern School of Arts (HKB). From 2006 to 2014, he studied film directing at the German Film and TV Academy Berlin (DFFB). Silvan from 2002 to 2008 studied philosophy, film studies and German studies at the Universities of Bern and Zurich. From 2009 to 2014 he studied film production at the German Film and TV Academy Berlin (DFFB). Their diploma film (and first collaboration) was The Strange Little Cat in 2013.
2013 Das merkwürdige Kätzchen (The Strange Little Cat); Premi /Awards: Minsk IFF - Premio speciale della giuria per la Migliore opera prima / Special Jury Award for Best First Film 2021 Das Mädchen und die Spinne The Girl and the Spider); Premi / Awards: Berlinale “Encounters” - Migliore regia, Premio FIPRESCI / Best Director, FIPRESCI Award; La Roche-sur-Yon IFF - Menzione speciale / Special Mention.
ANTEPRIMA ITALIANA / ITALIAN PREMIERE
NOTRE ENDROIT SILENCIEUX
Il nostro luogo silenzioso / Our Quiet Place
Francia - Bulgaria / France - Bulgaria 2021, HD, col., 68’ v.o. francese - russa - inglese / French - RussianEnglish o.v.
Produzione / Produced by: Les Films du Bilboquet, AGITPROP.
Coproduzione / Co-produced by: Tënk TV, Pictanovo. Con il sostegno di / Supported by: CNC, CNAP, Villa Medici, Procirep Angoa, Région Auvergne Rhône-Alpes, Centre du Cinéma Bulgare. Distribuzione internazionale / World Sales: Tangente Distribution.
Elitza Gueorguieva
ANTEPRIMA ITALIANA / ITALIAN PREMIERE
Elitza Gueorguieva filma la realizzazione del romanzo che il suo alter ego bielorusso Aliona inizia a scrivere su suo padre, un avventuriero del mare, fisico e sognatore, scomparso al largo delle coste turche nel 1995. Nell’accompagnare l’elaborazione di questa perdita e l’emancipazione attraverso la scrittura, la regista inventa il proprio linguaggio visivo amplificando la tensione tra sogno e realtà, poesia e memoria. Presentato in anteprima al festival svizzero Visions du Rèel, nella sezione competitiva “Burning Lights”.
“Io e Aliona ci siamo conosciute mentre stavamo entrambe scrivendo un romanzo su due uomini di nome Jurij. Io scrivevo su Jurij Gagarin e lei su suo padre. In realtà, stavamo documentando un percorso intimo che ciascuna seguiva a modo suo. Ho provato subito il desiderio di rendere il suo testo in immagini; volevo mettere in scena le riflessioni su cosa significhi scrivere in una lingua straniera e, più ampiamente, sulla condizione dell’esilio che portiamo dentro di noi: viviamo entrambe in Francia e la lingua in cui creiamo non è la nostra lingua madre. La mia, grazie al cinema, si può declinare in modi diversi. Con Notre endroit silencieux mi sto orientando verso la finzione, ed è stata l’opportunità per ridiscutere limiti tra memoria e immaginazione, tra vero e verosimile. In questo film Aliona scrive un romanzo in francese, grazie alla finzione torna nel paese dove suo padre è scomparso, per iniziare a elaborare la perdita e accettare il suo ruolo di autrice francese.” (E. Gueorguieva)
Elitza Gueorguieva films the making of the novel that her Belarusian alter ego Aliona begins about her father, a maritime adventurer, physicist and dreamer, who disappeared off the Turkish coast in 1995. In accompanying this process of loss and emancipation through writing, the filmmaker invents her own visual language amplifying the tension between dream and reality, poetry and memory.
The film premiered at Visions du Rèel in Nyon, in the “Burning Lights” competition.
“Aliona and I met when we were both writing novels about men named Yuri. I was writing about Yuri Gagarin, and she was writing about Yuri, her father. In reality, we were writing about an intimate path that we were following, each in our own way. I immediately wanted to make images with her texts; I wanted to materialise the meditations on writing in a foreign language and more widely, on an exile that we carried within us. Because with Aliona, we both live in France and our language of creation is not the same as our mother tongue. Mine thanks to the cinema is manifested in more than one alphabet. With this film, I am moving towards fiction, and it was an opportunity to push back the limits between memory and imagination, between the real and the believable. In this film, Aliona writes a novel in French, returns to her country through fiction, where her father disappeared, to accept his loss and embrace her position as a French writer.” (E. Gueorguieva)
Elitza Gueorguieva
Regista, scrittrice e performer, è nata nel 1982 in Bulgaria, e vive e lavora in Francia dal 2000. Dopo gli studi di cinema e letteratura, ha pubblicato nel 2016 il suo primo romanzo Les cosmonautes ne font que passer (Éditions Verticales). Notre endroit silencieux è il suo primo lungometraggio.
Born in Bulgaria in 1982, director, writer and performer Elitza Gueorguieva has lived and worked in France since 2000. After studies in film and literature, in 2016 she published her first novel Les cosmonautes ne font que passer (Éditions Verticales). Our quiet place is her first feature.
2017 Chaque mur est une porte (Every Wall is a Door) doc.
2021 Notre endroit silencieux (Our Quiet Place)
RENGETEG – MINDENHOL LÁTLAK
Foresta - Ti vedo ovunque / Forest - I See You Everywhere
Sceneggiatura / Screenplay: Bence Fliegauf. Fotografia / Photography: Mátyás Gyuricza, Ákos Nyoszoli. Montaggio / Editing: Terence Gábor Gelencsér, Wanda Kiss, Dávid Kovács. Musica / Music: Péter Fancsikai, Tamás Beke, Bence Fliegauf. Suono / Sound: Tamás Beke.
Interpreti / Cast: Eliza Sodró, Terence Gábor Gelencsér, Fel cián Keresztes, Eszter Balla, János Fliegauf, Péter Fancsikai, Mihály V g, Ági Gubik, Natasa Kovalik, Zoltán Pintér, Juli Jakab, László Cziffer, Zsolt Végh, Lilla Kizlinger, István Lénárt, Laura Podlovics. Produzione / Produced by: Fraktál Film, M&M Film. Distribuzione internazionale / World Sales: Films Boutique.
Bence Fliegauf
Sette racconti ipnotici e imprevedibili culminano in un caleidoscopio psicologico di coppie, famiglie e amici, tutti legati da un destino comune. Fliegauf continua l’esplorazione antropologica iniziata in Rengeteg, il suo lungometraggio di debutto del 2003. Usando la stessa la struttura narrativa circolare, Fliegauf filma queste sette storie – quasi tutte ambientate in interni – facendo uso di inquadrature strette e claustrofobiche, sottolineando le forze esterne che aleggiano sulla vita dei protagonisti, tra cui la religione, la morte e il dolore. Il film si sviluppa tutto nell’arco di una notte, e inizia con un’adolescente che incolpa il padre per la morte della madre; una giovane donna s’ingelosisce perchè il suo fidanzato presta la macchina fotografica a una ragazza; una coppia non riesce ad avere figli; un uomo anziano, ex eroinomane, si dispera per l’ intervento chirurgico cui deve sottoporsi il giorno dopo; una madre religiosa vuole impedire al figlio i giochi di ruolo fantasy, perché crede che siano uno strumento del demonio; una coppia di amici cerca di convincere un ex sicario a uccidere un guaritore ciarlatano, che uno dei due considera responsabile della morte della sua ex ragazza. A chiudere il film c’è l’ultimo breve episodio in cui una giovane ragazza è sul letto di morte del nonno. Attori professionisti e non hanno lavorato fianco a fianco in questo film a budget ridotto, che ha ottenuto un premio per la Migliore interpretazione non protagonista (a Lilla Kizlinger) alla Berlinale del 2021 dove il film è stato presentato in anteprima.
Seven hypnotic and unpredictable short stories culminate in a psychological kaleidoscope of couples, families and friends, all connected by their common fate. Bence Fliegauf continues his anthropological exploration of his 2003 feature debut, Forest. Employing the same circular storytelling structure, Fliegauf frames these seven tales – almost completely set in interiors – in tightly composed, claustrophobic shots, emphasising external forces that hover over his protagonists’ lives, including religion, death and grief. Set over one night, the film begins with a teenage girl blaming her father for her mother’s death; a young woman works herself into a fit of jealousy over her boyfriend lending his camera to another girl; a couple is struggling to conceive a child; an old man, a former heroin addict, is wallowing in despair about his surgery the next day; a religious mother wants to stop her young son from fantasy role-playing as she believes it is a gateway to Satan; a pair of friends try to convince a former hitman to kill a quack healer whom the man considers responsible for the death of his ex-girlfriend. Bookending the film is a short segment with a young girl and her dying grandfather. Amateurs worked with professionals on this next-to-nobudget film, that won the Silver Bear for Best Supporting Performance (Lilla Kizlinger) at the 2021 Berlinale, where the film had its premiere.
Bence (Benedek) Fliegauf
Regista, sceneggiatore, scenografo e sound designer, è nato nel 1974 a Budapest. Autodidatta, fa esperienza lavorando come aiuto regista, sceneggiatore e scenografo per la televisione. Dopo alcuni cortometraggi, nel 2003 debutta con il lungometraggio Rengeteg, che viene selezionato alla Berlinale e poi candidato dall’Ungheria all’Oscar come Miglior film straniero. Oltre all’omaggio del 2005, il Trieste FF ha presentato nel 2013 il suo Csak a szél e il film omnibus Magyarország 2011 diretto con Márta Mészáros, Péter Forgács, György Pálfi e Miklós Jancsó fra gli altri.
Film director, writer, director, production designer and sound designer, Fliegauf was born in 1974 in Budapest. Self-taught, he gathered experience working as an assistant director in television, where he was also involved in screenwriting and production design. His debut film Forest was selected in 2003 at the Berlinale and it represented Hungary for the Best Foreign Film at the Academy Awards. In addition to the 2005 homage to his cinema, the Trieste FF presented in 2013 his Just the Wind and the omnibus film Magyarország 2011, which he directed with Márta Mészáros, Péter Forgács, György Pálfi and Miklós Jancsó, among others.
filmografia scelta / selected filmography
2000 Határvonal doc.
2001 Beszélő fejek (Talking Heads) cm / sf; Hypnos cm / sf; Premi / Awards: Cottbus, FF - Premio speciale della giuria / Special Prize of the Jury
2003 Rengeteg (Forest); Premi / Awards: Berlinale Forum - Premio Wolfgang Staudte / Wolfgang Staudte Prize 2004 Dealer Premi / Awards: Budapest, Settimana del cinema ungherese - Miglior regia, Miglior sceneggiatura, Miglior suono / Budapest, Hungarian Film Week - Best Director, Best Screenplay, Best Sound 2007 Tejút (Milky Way); Premi / Awards: Locarno - Pardo d’oro / Golden Leopard 2008 Csillogás doc.
2010 Méh (Womb); Premi / Awards: Locarno - Premio della Giuria giovani / Junior Jury Award
2012 Csak a szé (Just the Wind); Premi / Awards: Berlinale - Orso d’Argento / Silver Bear; Magyarország 2011 (omnibus film diretto con / directed with András Jeles, Ágnes Kocsis, Ferenc Török, Simon Szabó, Márta Mészáros, Péter Forgács, László Siroki, György Pálfi, András Salamon, Miklós Jancsó)
2016 Liliom ösvény (Lily Lane)
2021 Rengeteg - mindenhol látlak (Forest - I See You Everywhere); Premi / Awards: Berlinale - Orso d’argento per la Migliore interprete non protagonista / Silver Bear for Best Supporting Performance (Lilla Kizlinger); IndieLisboa - Menzione speciale / Special Mention
66 EROTISEIS
Luna, 66 domande / Moon, 66 Questions
Grecia - Francia / Greece - France 2021, HD, col., 108’ v.o. greca / Greek o.v.
Costumi / Costume Designer: Eva Goulakou. Interpreti / Cast: Sofia Kokkali, Lazaros Georgakopoulos. Produzione / Produced by: Blonde.
Coproduzione, distribuzione internazionale / Co-produced by, World Sales: Luxbox.
Jacqueline Lentzou
ANTEPRIMA ITALIANA / ITALIAN PREMIERE
Dopo anni di lontananza, Artemis deve tornare ad Atene a causa del fragile stato di salute del padre. La scoperta del segreto che l’uomo ha custodito le permette di comprenderlo, come non era mai riuscita a fare prima, e quindi di amarlo veramente per la prima volta.
Il film è stato presentato in anteprima alla Berlinale 2021 nella sezione
“Encounters” e successivamente in molti altri festival internazionali, fa cui quello di Sarajevo dove ha vinto il Premio Cineuropa.
“Le relazioni famigliari, anche quelle che sembrano sane, sono le più difficili, e questo è dovuto al fatto che sono le prime: il primo tocco, la prima canzone, la prima bugia, il primo tradimento … È un grande shock constatare che chi ci ha dato così tante ‘prime volte’ è cambiato … Non è più tuo padre, ma un signore molto malato che chiede di essere abbracciato … Con Sofia (Kokkali) abbiamo sviluppato un’amicizia molto profonda. Passando da un corto a un altro e poi al lungometraggio... È ovvio che il fatto stesso che siamo amiche ha influenzato molte delle mie decisioni di regia. La più importante è che volevo che Sofia fosse assolutamente libera ... Libera e naturale, così ho cercato di girare lunghe sequenze per evitare la maggior parte delle convenzioni cinematografiche. Per dimenticare la macchina da presa, dovevamo dimenticare che stavamo girando. Questo significava un’illuminazione minima o nulla, un set spoglio o quasi. Qualche volta sembrava che stessi girando un documentario più che una fiction. E da Sofia ho ottenuto moltissimo in cambio.”
(J. Lentzou)
After years of distance, Artemis has to get back to Athens due to her father’s frail state of health. Discovering her father’s well-kept secret allows Artemis to understand her father, in a way she was not able before, therefore love him truly for the first time.
After its premiere in 2021 at the Berlinale, in the “Encounters” section, Moon, 66 Questions was selected in many international film festivals, among them Sarajevo, where it received the Cineuropa Award.
“Family relationships – even the ones that stand outwardly healthy – are the hardest ones, and this is strictly owed to the fact that they come first: first touch, first song, first lie, first betrayal... It is a great shock to realise that the giver of all these ‘firsts’ is transmuted … He is not your standing father anymore, but instead a heavily sick sir asking to be held … With Sofia (Kokkali) we have developed a very deep friendship. Going from short to another short and then to feature-length ... It is obvious that the very fact that we are friends influenced many of my directorial decisions. The most important is that I wanted her to be absolutely free ... Free and natural, so I tried to shoot long takes as to refrain from most filmmaking conventions. In order to forget the camera, we had to forget that we were shooting. This meant minimal to no-light at all, minimal to no-set dressing. At some points, that was closer to shooting a documentary rather than a fiction. And I got from Sofia many treasures in return.”
(J. Lentzou)
Jacqueline Lentzou
Regista e sceneggiatrice, è nata ad Atene nel 1989. Si è diplomata alla London Film School nel 2013. Il Trieste FF ha presentato nel 2017 il suo cortometraggio Alepou. Selini, 66 erotiseis è il suo lungometraggio di debutto.
Film director and screenwriter, Jacqueline Lentzou was born in 1989 in Athens. She graduated in 2013 from the London Film School. The Trieste FF presented in 2017 her short film Alepou (Fox). Moon, 66 Questions is her feature debut.
2013 Thirteen Blue cm / sf
2016 Alepou (Fox) cm / sf; Premi / Awards: Locarno - Europa Cinemas Label, Miglior cortometraggio internazionale / Best International Short Film
2017 Hiwa cm / sf
2018 Ektoras Malo: I teleftaia mera tis hronias (Hector Malot: The Last Day of the Year) cm / sf; Premi / Awards: Cannes, Semaine de la Critique - Premio Cine Leica Discovery / Cine Leica Discovery Award
2020 To telos tou ponou (The End of Suffering) cm / sf
2021 Selini, 66 erotiseis (Moon, 66 Questions); Premi / Awards: Sarajevo FF - Premio Cineuropa / Cineuropa Award; Seville European FF - Premio New Waves / New Waves Award
Wild Roses Registe in Europa
Focus Georgia
Wild Roses Women Filmmakers in Europe
Focus Georgia
THE PIPELINE NEXT DOOR (2005)
Nino Kirtadze
GRZELI NATELI DGEEBI (2013)
/ In Bloom
Nana Ekvtimishvili, Simon Gross
KREDITIS LIMITI (2014)
/ Line of Credit
Salomé Alexi
ANAS CKHOVREBA (2016)
/ Anna's Life
Nino Basilia
/ House of Others
Rusudan
GLORY
/ How
Ketevan
SKHVISI SAKHLI (2016)
Glurjidze
TO THE QUEEN (2020)
Tatia Skhirtladze
ROGORI IKHO OTAKHI (2021)
the Room Felt
Kapanadze
TAMING THE GARDEN (2021)
Salomé Jashi
WET SAND (2021)
Elene Naveriani
THE PIPELINE NEXT DOOR
(Un dragon dans les eaux pures du Caucase)
L’oleodotto della porta accanto
Francia - Georgia / France - Georgia 2005, Betacam SP, col., 90’ v.o. inglese - georgiana / English - Georgian o.v.
Sceneggiatura / Screenplay: Nino Kirtadze. Fotografia / Photography: Jacek Petrycki. Montaggio / Editing: Isabel Lorente. Musica / Music: Gio Tsintsadze.
Suono / Sound: Patrick Boland. Produzione / Produced by: Roche Productions. Coproduzione / Co-produced by: ARTE France.
In associazione con / In association with: Voyage, Télévision Suisse Romande, VPRO, TSI, YLE TV2 documentaries, RTBF, Rustavi 2, RTV Slovenia.
Con il sostegno di / Supported by: Procirep - Société des Producteurs, ANGOA-AGICOA
In fiore / In Bloom
Georgia - Germania - Francia / Georgia - Germany - France 2013, 35mm, col., 102’ v.o. georgiana / Georgian o.v.
Interpreti / Cast: Lika Babluani, Mariam Bokeria, Zurab Gogaladze, Data Zakareishvili, Ana Nijaradze.
Produzione / Produced by: Indiz Film UG, Arizona Productions, Polare Film.
Coproduzione / Co-produced by: ZDF - das Kleine Fernsehspiel.
In collaborazione con / In cooperation with: ARTE
Distribuzione internazionale /World Sales: Memento International
Nascosto in fondo alla valle di Borjomi, fra i paesaggi più belli della Georgia e vicino a una sorgente d’acqua minerale nota in tutta la regione, il piccolo villaggio di Sakiré sta vivendo i giorni più febbrili della sua storia. Un oleodotto costruito dalla British Petroleum attraverserà presto questo luogo incantevole, un’oasi di aria pura ... Da quando la notizia si è diffusa nella valle, tutti sono in subbuglio. La BP ha promesso di risarcire gli abitanti del villaggio se il cantiere passerà sopra la loro terra. Ma in questa ex Repubblica Sovietica, è quasi impossibile determinare esattamente a chi appartiene la terra! Attirati da un potenziale risarcimento in dollari e terrorizzati da questa gigantesca tubatura che taglierà il villaggio in due, Kako, Leïla e gli altri abitanti discutono animatamente... La tensione diventa sempre più alta... L’oleodotto sarà un mostro che distruggerà la bellezza della valle, o invece porterà prosperità alla regione? Vincitore agli EFA come Miglior documentario nel 2005 e Grand Prix al festival Visions du Réel di Nyon dello stesso anno.
Hidden away at the bottom of the Borjomi valley, home to Georgia’s most beautiful landscapes and a mineral water spring that is well known throughout the region, the little village of Sakiré is witnessing the most feverish days it has ever seen. A giant pipeline built by British Petroleum will soon cut right through this haven of peace, this oasis of clean air … Since the news spread through the valley, everything has been in an uproar. BP promised to pay compensation to the villagers if the working site cross over their land. But in this former Soviet Republic, it is almost impossible to determine exactly who owns what! Both lured by the potential tidy compensation in US dollars and terrified by this immense tube that will cut their village in two parts, Kako, Leïla and the other villagers argue over and over... Tension gets higher and higher…Will the pipeline be a monster destroying the valley’s beauty, or some glorious saviour that leads the region to prosperity?
Winner of EFA as Best documentary in 2005 and Grand Prix at Visions du Réel in Nyon of the same year.
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filmografia scelta (come regista) / selected filmography (as director) 2000 Les Trois vies d’Edouard Chévardnadzé doc. 2004 Dites à mes amis que je suis mort doc. 2005 The Pipeline Next Door (Un dragon dans les eaux pures du Caucase) doc.; Premi / Awards: European Film Awards (EFA) - Miglior documentario / Best Documentary; Nyon, Visions du Réel - Grand Prix 2008 Durakovo: Le village des fous (Durakovo Village of Fools) doc.; Premi / Awards: Sundance FF - Miglior regia nella sezione / Best Director in the section “World Cinema” 2010 Something about Georgia doc.; Desperately Seeking Europe doc. 2015 La Faille (Don’t Breathe) 2018 Le dossier Docteur Jivago: Je vous invite à mon exécution (I Invite You to My Execution) doc.
Primi anni Novanta a Tbilisi, in una Georgia indipendente dopo il crollo dell’URSS. Il paese affronta una guerra sulla costa del Mar Nero (in Abkhazia) ed episodi di giustizia sommaria affliggono la vita di tutti giorni. Ma per Eka e Natia, due amiche inseparabili di quattordici anni, la vita si sta aprendo, in strada, a scuola, con gli amici e la sorella maggiore. Anche se devono fare già conti con una società maschilista, con il matrimonio in età precoce e le delusioni d’amore, per queste due ragazze in fiore la vita sta sbocciando.
Grzeli nateli dgeebi è stato presentato al “Forum” della Berlinale 2013. Vincitore del Lux Prixe 2013, è stato presentato al TriesteFF nel 2014.
“La storia è ispirata ai ricordi di giovinezza di Nana nei difficili anni Novanta in Georgia ... Che cosa fa parte di una cultura e dov’è il limite oltre cui essa non può più giustificare certi comportamenti? Mentre ci tormentavamo con queste domande, abbiamo scoperto che le nostre attrici, due ragazze di 14 anni, erano aperte, senza pregiudizi, appassionate e con una grande sensibilità, nonostante la loro breve esperienza di vita.” (N. Ekvtimishvili, S. Gross)
Early Nineties, in Tbilisi, the capital of the newly independent Georgia after the collapse of the Soviet Union. The country is facing the war on the Black Sea coast (Abkhazia) and vigilante justice that plague society. But for Eka and Natia, 14-year-old inseparable friends, life just unfolds; in the street, at school, with friends or the elder sister. Although they are already dealing with men’s dominance, early marriage and disillusioned love, for these two girls in bloom life just goes on.
In Bloom premiered at Berlinale “Forum” in 2013. Winner of Lux Prize in 2013, the film was presented at the TriesteFF 2014.
“The story is inspired by Nana’s personal memories of her youth in the troubled early 1990s in Georgia … What can be considered part of a culture and where is the limit after which culture can no longer justify certain behaviours? As we grappled with these questions, we discovered that our actors, two 14-year-old girls, were open, unprejudiced and passionate and were quite perceptive despite their inexperience in life.” (N. Ekvtimishvili, S. Gross)
Nana Ekvtimishvili Regista, sceneggiatrice e produttrice, è nata nel 1978 a Tbilisi. Ha studiato drammaturgia e sceneggiatura a Potsdam-Babelsberg, in Germania. Il suo cortometraggio Deda ha vinto l’edizione 2012 del Trieste Film Festival. Film director, screenwriter and producer, Nana Ekvtimishvili was born in 1978 in Tbilisi. She studied dramatics and script writing at the Filmschool in Potsdam-Babelsberg, Germany. Her short Deda was awarded Best Short Film in 2012 at Trieste FF. filmografia scelta / selected filmography 2007 Dakarguli Khmeleti cm / sf doc. 2011 Deda cm / sf; Premi / Awards: Trieste FFMiglior cortometraggio / Best Short Film 2013 Grzeli nateli dgeebi (In Bloom, diretto con / directed with Simon Gross); Premi / Awards: Sarajevo FF - Miglior film, Migliori attrici / Best Film, Best Actress; Berlinale - Premio C.I.C.A.E. / C.I.C.A.E. Award 2017 My Happy Family (diretto con / directed with Simon Gross)
Simon Gross Regista e produttore, è nato nel 1976 a Berlino. Ha studiato regia a Monaco di Baviera. Film director and producer, Simon Gross was born in 1976 in Berlin. Simon studied film directing in Munich. filmografia scelta / selected filmography 2007 Fata morgana 2013 Grzeli nateli dgeebi (In Bloom, diretto con / directed with Nana Ekvtimishvili); Premi / Awards: Sarajevo FFMiglior film, Migliori attrici / Best Film, Best Actress; Berlinale - Premio C.I.C.A.E. / C.I.C.A.E. Award 2017 My Happy Family (diretto con / directed with Nana Ekvtimishvili)
Nino Kirtadze vedi
ANAS CKHOVREBA
Georgia - Francia - Germania / Georgia - France - Germany 2014, HD, col., 85’ v.o. georgiana / Georgian o.v.
Sceneggiatura, montaggio / Screenplay, Editing: Salomé Alexi. Fotografia / Photography: Jean-Louis Padis. Musica / Music: Gio Tsintsadze, Reso Kiknadze. Suono / Sound: Nassim El Mouhnabbi. Scenografia / Art Director: Simon Machabeli.
Costumi / Costume Designer: Ketevan Alexi-Meskishvili. Interpreti / Cast: Nino Kasradze, Zanda Ioseliani, Ana Kacheishvili. Produzione / Produced by: 3003 Film Production. Coproduzione / Co-produced by: Manuel Cam, Impossible Filmproductions.
La quarantenne Nino conduceva una vita agiata ai tempi dell’URSS, ma nella Georgia di oggi ha difficoltà a far fronte ai cambiamenti. È costretta a ricorrere a un mutuo con un tasso d’interesse molto elevato. A poco a poco sprofonda nei debiti, vittima di un circolo vizioso cui non riesce a sfuggire. La storia di Nino è quella di 172.300 famiglie, il 14% della popolazione del Paese, che hanno perso la casa a causa dei mutui ipotecari degli anni 2009-2013. Presentato nel 2014 alla Mostra del cinema di Venezia, nella sezione “Orizzonti”. “Il mio intento era quello di mostrare l’atmosfera dell’odierna Tbilisi, la città post-sovietica che sembra abbandonata alla mercé di usurai, mutui a tassi d’interesse esorbitanti, banchi dei pegni e cambiavalute. Gli abitanti della Georgia contemporanea hanno poca dimestichezza con le questioni finanziarie, perché, cresciuti in URSS, non hanno mai imparato a gestire il denaro. Molti di loro sono ingenui, talvolta gentili, più spesso avidi o con poco senso pratico, ma invariabilmente inadeguati alla realtà. L’adattamento al mondo esterno è difficile, se non del tutto impossibile.” (S. Alexi)
Nino, woman in her 40s, led a comfortable life in the Soviet Union, but in modern Georgia she finds it hard to keep up with the changes. Nino resolves to the most wide-spread practice of getting a mortgage loan at high interest. Little by little she gets deeper into debts, which becomes a vicious circle she cannot escape. Nino’s story is one among 172, 300 families, who lost their abode as a result of mortgage loans in 2009-2013. The number of the households makes 14% of Georgia’s population. Line of Credit premiered in 2014 at the Venice Film Festival, in the “Orizzonti” section.
“My intention was to show the atmosphere in today’s Tbilisi, the post-Soviet city, which seems to be left at the mercy of loan-sharks, high-interest bank mortgage loans, pawn shops and currency exchange points. People living in modern Georgia are rather ignorant of financial matters because, having been raised in the Soviet times, they were never taught how to deal with money. Most of them are naïve, sometimes kind, often greedy or impractical, but invariably inadequate towards the reality. Their adaptation to the outside world seems rather hard, if not absolutely impossible.“ (S. Alexi)
Salomé Alexi
Regista, sceneggiatrice e produttrice, è nata nel 1966 a Tbilisi, dove nel 1988 si è diplomata presso l’Accademia di Belle Arti. Tra il 1988 e il 1992 ha lavorato come scenografa e costumista per il cinema e il teatro. Nel 1996 si è laureata in regia alla FEMIS di Parigi. Dal 2000 vive tra Tbilisi e Amburgo, in Germania. Il Trieste FF ha presentato nel 2010 il suo cortometraggio Felicita
Director, writer and producer, Salomé Alexi was born in 1966 in Tbilisi, where in 1988 she graduated from the State Academy of Fine Arts. In 1988-1992 Salomé worked as set and costume designer on several feature and short films, as well for the theatre productions. In 1996 she graduated from directorial department of FEMIS Paris Film School. Since 2000 she lives between Tbilisi and Hamburg. The Trieste FF presented, in 2010, her short film Felicita
filmografia scelta / selected filmography 1994 Une nuit cm / sf 1995 Mer noire cm / sf doc. 1996 Si on allait à la mer? cm / sf 2009 Felicita cm / sf; Premi / Awards: Venezia, Mostra del cinema - Menzione speciale / Venice FF - Special Mention; Trieste FFMenzione speciale / Special Mention 2014 Kreditis Limiti (Line of Credit)
Georgia
2016, HD, col., 108’ v.o. georgiana / Georgian o.v.
Interpreti / Cast: Ekaterine Demetradze, Lika Okroshidze, Keso Maisashvili, Luka Chachibaia, Lasha Murjikneli, Lamzira Chekheidze, Tatuli Dolidze, Konstantine Janjgava. Produzione / Produced by: Studio99.
Anna è una madre single che fa diversi lavori per vivere e pagare le cure necessarie al figlio autistico, ricoverato in un istituto. Un giorno decide di lasciarsi tutto alle spalle e di portarlo negli Stati Uniti. Ma ottenere il visto e comprare i biglietti non è così facile. Così vende il suo appartamento e affida tutti i suoi averi a un uomo che può aiutarla a procurarsi dei documenti falsi. Ma può davvero fidarsi di lui? Anas Ckhovreba è stato presentato nel 2016 con successo in molti festival internazionali, fra cui Göteborg e Cottbus.
“Volevo fare un film che parlasse della vita e dei sogni dei giovani in Georgia, che fanno di tutto per migliorare la loro esistenza. Il film racconta problemi di una giovane madre single, il suo ottimismo, la povertà, la devozione a suo figlio e le mille difficoltà che deve attraversare.
Le problematiche che affrontano le madri sole non hanno mai trovato spazio nel cinema georgiano contemporaneo ... È arrivato il tempo di parlare delle loro difficoltà ad alta voce … e di mostrare a tutti la forza di queste madri e delle donne in generale.” (N. Basilia)
The single mom Anna is forced to take three then four jobs to support herself and her autistic son who lives in a children’s home. When the whole thing becomes too much to bear she decides to leave Georgia and travel to the United States. But it’s easier said than done getting tickets and the faked visa she needs. So she sells her flat and entrusts everything she has to a man, who can provide false documents for her. Can she really trust him? Anna’s Life was successfully presented in 2016 at many international festivals, including Göteborg and Cottbus.
“I had the desire to make a film about the life and dreams of young people in Georgia, who do everything to improve their living conditions. The film is about the problems of a young single mother, her optimism, poverty, devotion to her son, and the many difficulties she has to go through. Generally, the problems faced by single mothers have never found a place in contemporary Georgian cinema ...The time has come to talk about their difficulties out loud ... and to show everyone the strength of these single mothers and women in general.”
(N. Basilia)
Nino Basilia
Regista, sceneggiatrice per il cinema, il teatro e la televisione è nata in Georgia. Ha studiato all’Istituto Pedagogico di Tbilisi e si è diplomata all’Istituto superiore per Sceneggiatori e Registi a Mosca. Nino Basilia, born in Georgia, is a director, screenwriter for cinema, theatre and television. She studied at the High School of Scriptwriters and Filmmakers in Moscow and Tbilisi Pedagogical Institute. filmografia scelta / selected filmography 2016 Anas Ckhovreba (Anna’s Life); Premi / Awards: Cairo IFF - Premio FIPRESCI / FIPRESCI Prize; Sakhalin IFF - Premio per la Migliore attrice / Best Actress Award 2020 Person N2
La vita di Anna / Anna’s Life
Georgia - Russia - Spagna - Croazia / Georgia - Russia - Spain - Croatia 2016, HD, col., 103’ v.o. georgiana - russa / Georgian - Russian o.v.
Scenografia / Art Director: Grigol Mikeladze. Interpreti / Cast: Olga Dikhovichnaya, Zurab Magalashvili, Salome Demuria, Ia Sukhitashvili, Ekaterine Japharidze, Alexander Khundadze, Branko Đurić.
Produzione / Produced by: Cinetech Film Production.
Liga Production Coproduzione / Co-produced by: Kinoscopik, SARKE Studio, Embrio Production.
Con il sostegno di / Supported by: Georgian National Film Centre
GLORY TO THE QUEEN
Gloria alla regina
Austria - Georgia - Serbia 2020, HD, col. & b-n / b-w, 82’ v.o. georgiana - tedesca - serba - russa / Georgian - German - Serbian - Russian o.v.
Coregia / Co-director: Anna Khadzaradze. Sceneggiatura / Screenplay: Ina Ivanceanu, Tatia Skhirtladze. Fotografia / Photography: Sebastian Thaler. Montaggio / Editing: Petra Zöpnek. Musica / Music: Alexandra Vrebalov. Suono / Sound: Irakli Ivanishvili, Paata Godziashvili.
Interpreti / Cast: Nona Gaprindashvili, Nana Alexandria, Maia Chiburdanidze, Nana Ioseliani, Milunka Lazarević. Produzione / Produced by: berg hammer film, 1991 Productions, Amour Fou Vienna, Playground produkcija. Distribuzione internazionale / World Sales: Filmdelights.
Con il sostegno di / Supported by: Federal Ministry Rep. of Austria, Eurimages, FISA, ORF, Georgian National Film Centre, Film Centre Serbia, Silver Buller, Kino Technics
All’inizio degli anni ’90, una cruenta e devastante guerra civile tra Abkhazia e Georgia ha provocato un conflitto in tutta la regione. Coloro che stanno dalla parte dei vincitori, in cerca di un nuovo inizio, si trasferiscono nelle zone rurali dove vengono loro assegnate le case appartenute al nemico. Vivendo in casa d’altri riaffiorano ricordi racchiusi nei muri e negli arredi, riferimento costante agli orrori vissuti dai vecchi proprietari. Sebbene tutti la cerchino, la pace sembra irraggiungibile: la guerra continua a infuriare dentro ciascuno. Grand Prix al festival di Karlovy Vary del 2016, nella sezione “East of the West”. “Skhvisi sakhli fa parte della mia storia personale, del mio dolore dato che 20 anni fa ho perso la mia casa, e con essa la mia infanzia, ricordi, il mio passato e parte della mia identità … Sicuramente durante la guerra entrambe le parti hanno subito delle perdite e affrontato situazioni simili … I vincitori e gli sconfitti una volta erano parte di una grande famiglia … La mia è una voce tra le tante, ma sono profondamente convinta che in questa guerra non ci siano vincitori.” (R. Glurjidze)
In the early 1990s, a cruel and devastating civil war between Abkhazia and Georgia has immersed the post-Soviet region in a conflict. Those on the winning side look for a fresh start and relocate to the rural countryside, where they are assigned to houses previously occupied by the enemy. Living in a house of others, memories linger within every wall and piece of furniture, a constant reminder of the horrors experienced by owners past. Though they seek peace, it seems unreachable amidst the war that continues to rage within them. Grand Prix in the “East of the West” section at Karlovy Vary Film Festival in 2016. “House of Others is my personal story, my personal pain because 20 years ago I lost my own home and with this home I lost my childhood, my memories, my past and part of my identity ... Surely during the war, there were people on both sides who lost possessions and faced similar situations … Both the winners and the defeated were once members of one large family … I am one voice among many in saying that, in my opinion, there are no winners to this war.” (R. Glurjidze)
Rusudan Glurjidze
Regista, nata a Tbilisi nel 1972, si è laureata in Lingua e letteratura francese all’Università statale della stessa città. Dal 1990 al 1996 ha studiato regia e sceneggiatura all’Istituto statale georgiano per il Cinema e il Teatro. Skhvisi sakhli è stato il suo lungometraggio d’esordio.
Film director, Rusudan Glurjidze was born in 1972, in Tbilisi. She gradutated from French language and literature at the Tbilisi State University. From 1990 to 1996 she studied film directing and scriptwriting at the Georgian State Film & Theatre Institute. House of Others was her debut feature. filmografia scelta / selected filmography 1993 Nocturne cm / sf 1996 Oscar mm / ml 2016 Skhvisi sakhli (House of Others); Premi / Awards: Karlovy Vary IFF - Grand Prix “East of the West”; Beijing IFF - Miglior regia, Miglior fotografia / Best Director, Best Cinematography; Eurasia IFF - Grand Prix per il Miglior film / Grand Prix for Best Film
Durante la Guerra Fredda, quattro leggendarie giocatrici georgiane hanno rivoluzionato il mondo degli scacchi femminili in tutto il mondo e sono diventate icone sovietiche dell’emancipazione femminile. Glory to the Queen racconta la storia delle stelle degli scacchi Nona Gaprindashvili, Nana Alexandria, Maia Chiburdanidze e Nana Ioseliani, ed è sia una rara testimonianza di come le quattro donne vivono adesso, ma anche di come la loro eredità sia ancora duratura. Glory to the Queen è stato presentato in molti festival internazionali, fra cui goEast in Germania e Diagonale in Austria.
“Sono nata e cresciuta nella Repubblica Sovietica della Georgia … Le quattro migliori giocatrici di scacchi del mondo di allora, le protagoniste del mio film, erano per me un modello di vita. Grazie a loro gli scacchi sono diventati un simbolo di emancipazione intellettuale e personale ... Rari filmati d’archivio dell’era sovietica non solo documentano i legami tra le quattro donne, ma rivelano anche un lato inaspettato della propaganda sovietica. Nel ruolo di narratrice, la giocatrice di scacchi serba e giornalista internazionale Milunka Lazarević.” (T. Skhirtladze)
During the Cold War, four legendary female chess players from Georgia revolutionised women’s chess across the globe, and became Soviet icons of female emancipation. Glory to the Queen reveals their interwoven biographies and is both a rare look into the present lives of chess stars Nona Gaprindashvili, Nana Alexandria, Maia Chiburdanidze and Nana Ioseliani, as well as a chronicle of their lasting legacy. Glory to the Queen was screened in many international film festivals, including goEast in Germany and Diagonale in Austria.
“I was born and raised in the Soviet Republic of Georgia … The four best female chess players in the world at that time, who are the subject of my film, were my personal role models. Through them chess became for me a symbol of intellectual and personal emancipation and empowerment … Unique archival Soviet era footage not only documents biographical bonds and ties between the four women, it also reveals an unexpected side of Soviet propaganda. The Serbian chess player and international journalist Milunka Lazarević plays the role of the narrator.” (T. Skhirtladze)
Tatia Skhirtladze
Regista, è nata nel 1976 a Tbilisi, vive e lavora a Vienna. Si è diplomata in arte a Tbilisi e a Vienna e in Belle Arti a Enschede, nei Paesi Bassi. Insegna video arte all’Università delle Arti Applicate di Vienna. Glory to the Queen è il suo primo lungometraggio documentario. Born in 1976 in Tbilisi, film director Tatia Skhirtladze works and lives in Vienna. Graduated in art education in Tbilisi and Vienna and in fine arts in the Netherlands (Enschede). She currently teaches video art at the University of Applied Arts Vienna. Glory to the Queen is her first feature documentary. 2014 One Year doc. cm / sf 2020 Glory to the Queen doc.
Tatia Skhirtladze
Casa d’altri / House of Others
L’umore della stanza / How the Room Felt
Georgia 2021, HD, col., 73’ v.o. georgiana / Georgian o.v.
Sceneggiatura, fotografia / Screenplay, Photography: Ketevan Kapanadze. Montaggio / Editing: Eka Tsotsoria. Suono / Sound: Paata Godziashvili. Produzione / Produced by: Jashi Film.
ANTEPRIMA ITALIANA / ITALIAN PREMIERE
Con il sostegno di / Supported by:
Georgian National Film Center, Women’s Fund In Georgia, Heinrich Böll Stiftung Tbilisi, Equality Movement. Distribuzione internazionale / World Sales: Syndicado Film Sales.
Nella città georgiana di Kutaisi, la locale squadra di calcio femminile è il cuore di un gruppo di donne e persone queer non binarie, che si ritrovano di solito per uscire, fare festa, stare insieme e discutere di questioni esistenziali. Gli incontri avvengono in uno spazio accogliente e sicuro, al riparo da una società che non si distingue per l’apertura verso la comunità LGBTQ+. La discriminazione, l’esclusione e la violenza sono parte della realtà quotidiana, sia in strada che in famiglia. Quando sono insieme, trovano l’amore, il calore e la sicurezza di cui hanno bisogno per essere loro stesse. Nel suo film d’esordio Ketevan Kapanadze non ricorre al sentimentalismo, né pone enfasi particolare sull’ostilità del mondo esterno, seppur presente. La macchina da presa ci restituisce la straordinaria atmosfera di amicizia e i momenti in cui l’umore celebrativo ed euforico si fa intimo e malinconico, o vivacemente polemico. Prodotto da Salomé Jashi, il film è stato presentato in anteprima all’IDFA di Amsterdam.
In the Georgian city of Kutaisi, a local women’s football club constitutes the heart of a group of female and non-binary queer people, who get together regularly to hang out, to party, to hug each other, and to discuss existential issues. Their gatherings provide a cozy, safe space for these young people in a society that’s not known for embracing its LGBTQ+ community. Discrimination, exclusion, and violence are part of the daily reality, whether on the streets or, in some cases, within the family. When they’re together, they find the love, warmth, and safety they need to fully be themselves. In her debut film, Ketevan Kapanadze doesn’t engage in cheap sentiment, neither does she put any particular emphasis on the hostile outside world, although it’s never far away. The director’s camera conveys the extraordinary atmosphere between the friends, as the mood shifts from celebratory and elated, to intimate and lethargic, to lively with debate. Produced by Salomé Jashi, How the Room Felt premiered at IDFA in Amsterdam.
Ketevan Kapanadze
Regista, è nata nel 1997 a Tbilisi. Nel 2019 ha completato gli studi di cinema all’Università statale georgiana per il Cinema e il Teatro. Rogori ikho otakhi è il suo documentario d’esordio.
Film director Ketevan Kapanadze was born in 1997 in Tbilisi. In 2019 she completed film studies at Georgia’s Film and Theater State University. How The Room Felt is her debut feature documentary.
2018 Serving the Homeland cm / sf doc 2019 Lala, the Car Mechanic cm / sf doc. 2021 Rogori ikho otakhi (How the Room Felt) doc.
(Motviniereba)
Svizzera - Georgia - Germania / Switzerland - Georgia - Germany 2021, HD, col., 91’ v.o. georgiana / Georgian o.v.
Sceneggiatura / Screenplay: Salomé Jashi. Fotografia / Photography: Goga Devdariani, Salomé Jashi. Montaggio / Editing: Chris Wright. Musica / Music: Celia Stroom (supervisore / supervisor). Suono / Sound: Philippe Ciompi.
Produzione / Produced by: Mira Film, CORSO Film, Sakdoc Film.
Con il sostegno di / Supported by: Federal Office for Culture Switzerland (FOC), Film- und Medienstiftung NRW, Eurimages, Fachausschuss Film und Medienkunst BS / BL, Georgian National Film Center, IDFA Bertha Fund,
Un uomo potente e anonimo ha un hobby insolito: compera alberi secolari, alcuni alti come edifici di 15 piani, dai villaggi sulla costa della Georgia, li fa sradicare e trapiantare nel suo giardino privato. Per fare ciò, il paesaggio circostante viene stravolto e le persone del luogo non hanno altra scelta che accettarlo. Mentre il film documenta questo processo, ritrae anche bisogni e i valori della società georgiana contemporanea, ponendo l’accento sul tema della migrazione forzata, dove lo “sradicamento” è ben più di una metafora. Taming the Garden è stato presentato in anteprima al Sundance Film Festival e in molti altri festival internazionali, fra cui il “Forum” della Berlinale e Cinema du Réel a Parigi. “Spostare e trapiantare alberi era un processo lento ... La sfida più grande, però, era legata agli abitanti del luogo. Poiché l’uomo ricco dietro le quinte è anche l’uomo politico più potente del paese, avevano paura di apparire davanti alla macchina da presa, temendo possibili conseguenze: una paura che noi, come altre fragili democrazie, abbiamo nel sangue.” (S. Jashi)
A powerful and anonymous man has developed an unusual hobby. He buys century-old trees, some as tall as 15-story buildings, from communities along the Georgian coast and has them excavated to collect them for his private garden. In order to transplant trees of such dimensions, the landscape surrounding them is ripped apart and the people living around them are forced to adapt to the disruption. As the film follows this process, it portrays the needs and values of today’s Georgian society and reflects on the theme of forced migration, where “uprooting” is more than a metaphor. Taming the Garden premiered at Sundance Film Festival and was presented in many international film festivals, including Berlinale “Forum” and Cinema du Réel in Paris.
“The process of transplanting trees was very slow ... But the biggest challenge was connected to the local inhabitants. Since the wealthy man behind the scenes is also the most politically powerful man in the country, they were often scared to even appear in front of the camera fearing possible consequences, the fear which we, like other fragile democracies, have in our blood.” (S. Jashi)
Succès Passage Antenne, SRG SSR Distribuzione internazionale / World Sales: Syndicado Film Sales.
Salomé Jashi
Regista, sceneggiatrice, direttrice della fotografia, produttrice, è nata nel 1981 a Tbilisi. Ha studiato giornalismo e lavorato come reporter per diversi anni. Nel 2005 ha ricevuto una borsa di studio del British Council per studiare regia di documentari al Royal Holloway, Università di Londra. Ha fondato due società di produzione, la Sakdoc Film e Microcosmos. Il Trieste FF ha presentato suoi documentari Their Helicopter nel 2007, Lideri yoveltvis martalia nel 2011 e Bakhmaro nel 2012. Director, writer, cinematographer, producer, Salomé Jashi was born in 1981 in Tbilisi, Georgia. She first studied journalism and worked as a reporter for several years. In 2005 she was awarded a British Council scholarship to study documentary filmmaking at Royal Holloway, University of London. She is the founder of two production companies: Sakdoc Film and Microcosmos. The Trieste FF presented her documentaries Their Helicopter in 2007, Lideri yoveltvis martalia in 2011 and Bakhmaro in 2012. filmografia scelta / selected filmography 2006 Their Helicopter cm / sf doc. 2010 Lideri yoveltvis martalia (The Leader Is Always Right) doc. 2011 Bakhmaro TV doc.; Premi / Awards: Jihlava IDFF - Miglior documentario dell’Europa centro-orientale / Best Central and Eastern European Documentary 2016 The Dazzling Light of Sunset doc.; Premi / Awards: Jihlava IDFF - Miglior documentario dell’Europa centro-orientale, Miglior primo o secondo documentario / Best Central and Eastern European Documentary, Best Documentary Debut or Second Film 2021 Motviniereba (Taming the Garden); Premi / Awards: Cinéma du réel - Giuria dei giovani, menzione / Young Jury Award, Mention; Golden Apricot Yerevan IFF - Premio FIPRESCI / FIPRESCI Award
Un villaggio sul Mar Nero in Georgia è popolato da persone amichevoli che credono di conoscersi. Un giorno, Eliko viene trovato impiccato. Sua nipote Moe arriva per organizzare il funerale. Si trova di fronte a una rete di bugie e alle tragiche conseguenze della storia d’amore segreta di Eliko con Amnon, durata 22 anni. La verità, però, libera la capacità di amare di Moe, e costringe gli abitanti del villaggio a prendere posizione. Wet Sand è stato presentato in anteprima al festival di Locarno 2021, nel concorso “Cineasti del presente”.
“Un omaggio alle persone che sono state dimenticate, una battaglia contro pregiudizi, un atto di valorizzazione delle generazioni in lotta per la propria identità, per offrire loro una storia che permetta di immaginarsi nel futuro ... La cultura patriarcale che impedisce alla società di evolversi, promuove pseudo-identità e annienta la diversità ... Cos’è un punto di vista femminile? Non saprei, perché anch’io non so più se ho un punto di vista femminile o maschile ... M’interessa di più il disordine del genere che la sua definizione.” (E. Naveriani)
A village at the Georgian Black Sea with friendly people believing to know each other. One day, Eliko is found hanged; his granddaughter Moe comes to organise his funeral. She is confronted with a web of lies and the tragic consequences of Eliko’s hidden love life with Amnon over the last 22 years. The truth however frees Moe’s capability to love and provokes the villagers to take a stand.
Wet Sand premiered at the latest Locarno Film Festival, in the “Cineasti del presente” competition.
“A homage to the people who were forgotten, a struggle against bigotry, an act of empowerment for generations struggling with their identity to give them a story to imagine themselves in the future … The patriarchal culture that prevents society from evolving, promotes pseudo-identity and annihilates diversity … What is a feminine point of view? I don’t know, because I myself don’t know if I should subscribe to the feminine or the masculine point of view anymore ... am more interested in the disorder of gender than in its essentialist definition.” (E. Naveriani)
ANTEPRIMA ITALIANA / ITALIAN PREMIERE
Coproduzione / Co-produced by: Takes Film. Con il sostegno di / Supported by: Federal Office of Culture, Zurich Film Fund, Film Funding Bern, Cultural Fund Suissimage, MEDIA Desk Suisse, Succès
Passage Antenne SRG SSR, Succès Cinéma, Focal Acting Coaching on Demand, development support of Kulturfonds of Sociéte Suisse des Auteurs (SSA), Georgian National Film Center.
Elene Naveriani
Regista, nasce nel 1985 a Tbilisi. Dopo aver studiato all’Accademia d’Arte di Tbilisi, nel 2008 si trasferisce a Ginevra per frequentare la Scuola d’Arte e Design (HEAD), dove nel 2014 si laurea in cinema. Nel 2016 ha fondato la società di produzione mishkin, una piattaforma a sostegno del cinema indipendente. Vive e lavora tra Tbilisi e Ginevra.
Elene Naveriani was born in 1985 in Tbilisi. After studying at Tbilisi’s State Academy of Art, in 2008 Elene moved to Geneva and graduated in cinema from the School of Art and Design (HEAD) in 2014. In 2016 Naveriani established the production company mishkin, a platform for independent film creation. Elene works in Tbilisi and Geneva. filmografia scelta / selected filmography 2013 Father Bless Us cm / sf 2014 Les évangiles d’Anasyrma (Gospel of Anasyrma) cm / sf 2017 Me mzis skivi var dedamicaze (I Am Truly a Drop of Sun on Earth) 2018 Lantsky Papa’s Stolen Ox cm / sf doc. 2019 Red Ants Bite cm / sf 2021 Wet Sand Premi / Awards: Locarno IFF - Premio per il Migliore attore / Best Actor Award
Carte blanche a Vitalij Manskij ARTDOCFEST a Trieste
ČERMET
/ Beaumonde scrapping
Nikolaj N. Viktorov
DŽOJ
/ Joy
Dar'ja Sljusarenko
KOTLOVAN
/ The Foundation Pit
Andrej Grjazev
MAL'ČIK
/ A Boy
Vitalij Akimov
Trieste
TICHIJ GOLOS
/ Silent Voice
Reka Valerik
Sabbia bagnata
ARTDOCFEST a Trieste
/ ARTDOCFEST in Trieste
Abbiamo il piacere di presentarvi una piccola rassegna di film che sono passati al festival Artdocfest. Artdocfest ha cominciato la sua storia in Russia, più di quindici anni fa, come festival di documentari d’autore girati prevalentemente in lingua russa. Avevamo individuato il nostro compito principale nel sostegno a film che si segnalassero per l’originalità del loro linguaggio e a quelli che di solito erano assenti dalla sfera mediatica russa. Forse per questo motivo il primo logo di Artdocfest è stato il simbolo di un segnale stradale di divieto sovrapposto a un televisore. Ma l’evoluzione – rapidissima – del festival è stata accompagnata da radicali cambiamenti avvenuti nella società russa e nei suoi reciproci rapporti con il potere politico. L’aspirazione di Putin a una gestione totalmente personale del potere, non limitata da leggi e mandati, era diventata evidente, e questa era impossibile senza l’annientamento dei più fondamentali istituti democratici e senza un atteggiamento di aperta ostilità verso il mondo esterno. Senza dubbio tutto ciò trovava un riflesso nel cinema documentario, il quale veniva anche sottoposto a una censura sempre più rigida. Nel 2014, anno dell’annessione russa della Crimea, Artdocfest rappresentava in pratica l’unica piattaforma rimasta in Russia dove fosse possibile considerare, discutere e, di conseguenza, rendere patrimonio di pubblica conoscenza uno sguardo sulla realtà alternativo al discorso ufficiale. Ma proprio in quel momento il sistema di potere russo ha gettato via anche la sua maschera di pseudo-democrazia, ha invaso l’Ucraina e ha avviato una vera e propria cancellazione di tutte le istituzioni indipendenti del paese. In quello stesso frangente Artdocfest e suoi fondatori furono accusati di svolgere “attività antigovernativa”. Il primo passo intrapreso in questa guerra contro Artdocfest fu l’esclusione sia del festival che del suo presidente Vitalij Manskij, come regista e come produttore, da qualsiasi forma di sostegno statale (laddove in Russia in pratica tutti gli eventi cinema-
We are pleased to present a small review of films that appeared at the Artdocfest festival. Artdocfest was launched in Russia more than fifteen years ago as a festival of art documentaries shot mainly in Russian. Our main task was to support films that stood out for the originality of their language and those that were usually absent from the Russian media sphere. Perhaps for this reason, the first logo of the Artdocfest was the symbol of a traffic prohibition sign superimposed on a television set. But the rapid development of the festival was accompanied by radical changes in Russian society and its mutual relations with the political powers.
Putin’s aspiration to a totally personal management of power, not limited by laws and mandates, had become evident, and this was impossible without the annihilation of the most fundamental democratic institutions and an attitude of open hostility towards the outside world. All this was undoubtedly reflected in documentary cinema, which was also subjected to increasingly strict censorship. In 2014, the year of Russia’s annexation of Crimea, the Artdocfest was practically the only platform left in Russia where it was possible to consider, discuss and, consequently, make public, a knowledge of an alternative view of reality to the official discourse. But at that very moment, the Russian system of power also threw off its mask of pseudo-democracy, invaded Ukraine and began a veritable erasure of all independent institutions in the country. At the same time, the Artdocfest and its founders were accused of carrying out “anti-government activities”. The first step taken in this war against Artdocfest was the exclusion of both the festival and its president Vitaly Mansky, as director and producer, from any form of state support (whereas in Russia practically all film events receive financial support from the state). This measure did not lead to the disappearance of the festival, but endless
tografici ricevono un sostegno finanziario dallo Stato). Questo provvedimento non ha portato alla scomparsa del festival, ma sono iniziate infinite persecuzioni giudiziarie, sono state comminate multe sulla base di pretesti inventati, è stata esercitata pressione sui partner del festival, sui cinema che gli mettevano a disposizione i propri schermi e sui membri del suo team, senza contare una campagna di diffamazione senza precedenti portata avanti nei mezzi di comunicazione controllati dal potere… Infine questa situazione è sconfinata in attacchi diretti ai danni degli spettatori, compiuti da “attivisti” che agivano per ordine delle autorità, con tanto di raid e danneggiamenti delle sale cinematografiche. E si è persino giunti alla promulgazione di leggi statali che in sostanza ostacolavano l’esistenza stessa di Artdocfest.
Ma questa pressione esercitata sul festival è stata accompagnata da una colossale crescita di attenzione da parte degli spettatori (posti esauriti a ogni proiezione, aumento del numero di film e di repliche). Il numero annuale degli spettatori del festival ha superato le ventimila unità. Arrivato al 2020, Artdocfest ha presentato in un anno di attività circa 130 film diversi per un totale di più di 200 spettacoli. Anche professionisti del settore e la stampa indipendente hanno espresso un altissimo apprezzamento per l’attività di Artdocfest, al quale sono stati consegnati premi e riconoscimenti cinematografici.
Alla sua attività sono state dedicate centinaia di articoli in Russia e oltre i suoi confini. Gli autori più importanti hanno concesso i propri film al festival per la loro première mondiale.
Ma il 2014 è stato un anno di svolta sia per la Russia come anche per il nostro festival. Nel 2014 il presidente del festival
Vitalij Manskij si è trasferito dalla Russia in Lettonia, e in quel momento a Riga – nell’ambito del festival cinematografico internazionale di Riga – è nato uno spazio che ha permesso di mostrare e discutere liberamente lavori più rilevanti presenta-
judicial persecution began: fines were imposed on the basis of invented pretexts, pressure was exerted on the festival’s partners, on the cinemas that made their screens available to it and on the members of its team. Moreover, an unprecedented defamation campaign was carried out in the media controlled by the established powers… Finally, this situation culminated in direct attacks on spectators by “activists” acting on the orders of the authorities, including raids and damage to cinemas. It even led to the enactment of state laws that essentially hindered the very existence of the Artdocfest.
But this pressure on the festival was accompanied by a colossal increase in the attention of the audience (sold-out seats at every screening, increase in the number of films and reruns). The annual number of spectators at the festival exceeded 20,000. By 2020, Artdocfest had presented around 130 different films and more than 200 screenings in one year. Industry professionals and the independent press have also expressed a high level of appreciation for the activities of Artdocfest, which has won film prizes and awards. Hundreds of articles have been dedicated to its activities in Russia and beyond. The most important directors have sent their films to the festival for their world premiere.
But 2014 marked a turning point for both Russia and our festival. In 2014, festival president Vitaly Mansky moved from Russia to Latvia, and at that time a space was created in Riga as part of the Riga International Film Festival, where the most relevant works presented at Artdocfest could be freely shown and discussed. In 2018, due to the impossibility of showing a
traduzione dal russo di / translated from Russian into Italian by Massimo Tria
ti ad Artdocfest. Nel 2018, a causa dell’impossibilità di mostrare in Russia numerosi film a causa di un inasprimento della censura e della summenzionata pressione esercitata sul festival, la proiezione del concorso principale venne spostata in Lettonia. Nel 2020, insieme ad alcuni cineasti lettoni, abbiamo preso la decisione di dar vita al festival del cinema documentario IDFF Artdocfest/Riga, dove, accanto alla sezione tradizionale del concorso, ha fatto la sua comparsa una sezione competitiva dedicata ai film provenienti dai paesi dell’area baltica, ed è rinato il Simposio di Riga dedicato al documentario. Ma, nonostante tutte le difficoltà e gli impedimenti, Artdocfest continua ad avere luogo in Russia in presenza e va arricchendo la propria attività in rete. Abbiamo creato il più grande archivio di cinema-online dedicato al documentario, Artdoc.media. Organizziamo continuamente rassegne in trasferta nelle varie città della Russia, nei paesi dell’ex-URSS e in tutto il mondo. Ed è con gioia ed orgoglio che ora vi invitiamo a fare la nostra conoscenza all’interno del Trieste Film Festival.
whole series of films in Russia due to a tightening of censorship and the aforementioned pressure on the festival, the screening of the films in the main competition was moved to Latvia itself. In 2020, together with a number of Latvian filmmakers, we took the decision to establish the IDFF Artdocfest/Riga documentary film festival, where, in addition to the traditional competition section, a competitive section dedicated to films from the Baltic countries has appeared, and the Riga Symposium dedicated to documentaries has been reborn.
Nevertheless, despite all the difficulties and impediments, Artdocfest continues to take place in Russia and is enriching its networked activity. We have created the largest archive and cinema-online dedicated to documentaries, Artdoc.media. We continuously organise film festivals in various cities in Russia, in the former USSR countries and all over the world. And it is with joy and pride that we now invite you to get to know us at the Trieste Film Festival.
Beaumonde il rottamatore / Beaumonde scrapping
Russia
2020, HD, col., 71’ v.o. russa / Russian o.v.
Fotografia
/ Photography:
Nikolaj N. Viktorov, Nikolaj Kornienko
Montaggio produzione
/ Editing,
Produced by:
Nikolaj N. Viktorov. Suono / Sound: Gleb Čevyčelov.
/ ITALIAN PREMIERE
Il’ja ha imparato a conoscere la strada nella dura realtà dell’estremo nord della Russia, i libri a lezioni di letteratura e la forza dei pugni dal padre, che ha cercato di crescere il figlio seguendo la retta via. Di giorno di solito rimprovera un aiutante e rimpiange i tempi di Stalin; di notte raccoglie ferraglia e compone poesie oscene. Il’ja aspira a una vita più consona alla sua statura, ma gli irrefrenabili demoni interiori rappresentano un grande ostacolo al suo sogno di conquistare la capitale della nazione.
Ilya learned street-smarts in the harsh realities of Russia’s Far North, book-smarts in literature class, and the strength of the fist from a father who strived to raise a son following the straight and narrow. His days consist of berating a subordinate and lamenting the days of Stalin; his nights of scrapping metal and composing obscenityriddled poems. Ilya longs for a life more becoming of his stature, but unbridled personal demons present a major obstacle to his dreams of conquering the nation’s capital.
Nikolaj N. Viktorov Regista, è nato nel 1995 a Mosca. Dal 2015 al 2020 ha studiato cinema documentario all’Istituto Statale Russo di Cinematografia (VGIK) di Mosca. Ha poi partecipato al workshop DocTrain di Marina Razbežkina con Čermet (2020), il suo film di debutto. Nikolay N. Viktorov was born in 1995 in Moscow. From 2015 to 2020 he studied documentary filmmaking at the Russian State Institute of Cinematography (VGIK) in Moscow. Nikolay took part in Marina Razbezhkina’s DocTrain workshop with Beaumonde Scrapping (2020), his debut film.
2020 Čermet (Beaumonde scrapping)
Sljusarenko
ANTEPRIMA ITALIANA / ITALIAN PREMIERE
Russia 2020, HD, col., 63’ v.o. russa / Russian o.v.
Sceneggiatura, fotografia, suono / Screenplay, Photography, Sound: Dar’ja Sljusarenko. Produzione / Produced by: School of Documentary Film and Theatre of Marina Razbezhkina and Mikhail Ugarov.
Nel tendone del circo “Gioia” ogni giorno si ripetono la stesse cose: gli artisti smontano e rimontano la tenda con la cupola piena di stelle, si esibiscono e si spostano verso la tappa successiva. Gli addestratori delle linci e dei pappagalli litigano per ogni piccola cosa, e Valera il clown si esibisce sempre da solo. Finché un giorno si unisce a lui una nuova compagna, Yana, anche lei clown, e Valera comincia a sognare di conquistare il mondo del circo insieme a lei.
In the circus tent “Joy” the same thing happens every day – they dismantle and assemble the tent with a dome full of stars, give performances, and move on to the next place. Lynx and parrot trainers quarrel over every little thing, and Valera the clown always performs alone. Until one day a new partner joins him, the clown Yana, and he starts to dream about conquering the world of the circus together with her.
Dar’ja Sljusarenko
Regista e sceneggiatrice, è nata nel 1995 a San Pietroburgo. Si è diplomata in sceneggiatura alla Scuola del Nuovo Cinema di Mosca e per diversi anni ha lavorato come sceneggiatrice per serie televisive e film in Russia. Ha poi iniziato a frequentare la Scuola di Cinema Documentario e Teatro di Marina Razbežkina e Michail Ugarov e ha realizzato il suo primo documentario come regista. Film director and screenwriter, Darya Slyusarenko was born in 1995 in SaintPetersburg. She graduated from the screenwriting course at the Moscow School of New Cinema and for several years worked as a screenwriter for Russian TV series and movies. Then she entered the Marina Razbezhkina and Mikhail Ugarov School of Documentary Film and Theatre and made her first documentary film as a director. 2019 Sceny (Scenes) cm / sf 2020 Džoj (Joy) doc.
KOTLOVAN
Nel grande cantiere / The Foundation Pit
Russia
2020, HD, col., 70’ v.o. russa / Russian o.v.
Sceneggiatura, montaggio, produzione / Screenplay, Editing, Produced by:
Andrej Grjazev. Distribuzione internazionale
/ World Sales: Taskovski Films.
Un film di found footage composto da innumerevoli video trovati su YouTube, in cui il popolo russo fa un appello diretto al presidente Putin. Un caleidoscopio dello stato d’animo del paese, dalle suppliche sottomesse alla pura rabbia per le ingiustizie e la corruzione dilagante. Questi video sono il cuore del documentario di Andrej Grjazev, che li descrive come una forma contemporanea di espressione politica. Pur senza il suo intervento diretto, le testimonianze video del suo film si combinano per formare un’enorme ondata, un tumulto che diventa un appello contro la censura in Russia. Nel 1930 Andrej Platonov scrisse il romanzo Nel grande cantiere su totalitarismo e utopia. Il lavoro di Grjazev ne è una sorta di moderno e appassionato aggiornamento.
Kotlovan è stato presentato in anteprima alla Berlinale 2020, e successivamente in molti festival internazionali, fra cui IDFA e Jihlava.
A found footage film compiled from countless YouTube videos in which the people of Russia make a direct appeal to president Putin. A kaleidoscope of the mood in the country, from submissive pleas to pure rage about injustice and rampant corruption. These clips are at the heart of Andrey Gryazev’s documentary. He depicts online video as a contemporary form of political expression. Without directly raising his own voice, the missives in his film combine to form a tremendous groundswell, an uproar that becomes a plea against censorship in Russia. In 1930 Andrey Platonov wrote the novel The Foundation Pit about totalitarianism and utopia. Gryazev’s work provides a modern, visceral update.
The Foundation Pit premiered at Berlinale in 2020 and then was presented in many international film festivals, including IDFA and Jihlava.
Andrej Grjazev Regista, montatore, è nato nel 1982 a Mosca. Sportivo professionista (pattinaggio di figura), ha partecipato a diversi campionati europei e mondiali. Si è diplomato come montatore nel 2006 alla Prima Scuola Nazionale di Televisione. Frequenta poi Corsi avanzati per sceneggiatori e registi dello VGIK di Mosca, dove si è diplomato nel 2008. Film director and editor, Andrey Gryazev was born in 1982 in Moscow. A professional sportsman (figure skating), competitor in World and European Championships. He graduated from the First National School of TV as editor in 2006. In 2008 he graduated from the Higher Courses of Film Writers & Directors at VGIK in Moscow.
2009 Sanija Vorobej (Sanya and Sparrow) doc. 2010 Den’ šachtera (Miner’s Day) doc. 2012 Zavtra (Tomorrow) doc.; Premi / Awards: CPH:DOX - Premio Amnesty / Amnesty Award
2020 Kotlovan (The Foundation Pit) doc.; Pervaja Krov’ cm / sf
Gioia / Joy
Sceneggiatura, fotografia, suono, produzione / Screenplay, Photography, Sound, Produced by: Vitalij Akimov. Un
La storia di una famiglia della provincia russa raccontata con la spontaneità sincera di un bambino di dieci anni, Stepa. Grazie alla sua età, la realtà spietata in cui vive – che lo vede circondato da parenti sempre ubriachi e da un ambiente malsano – viene quasi trasfigurata grazie alla purezza della sua percezione. Mal’čik è il ritratto di un bambino che non ha ancora sperimentato l’amarezza della vita, ancora felice, che riesce a trovare gioia dovunque, anche nelle piccole cose, che ha un sorriso luminoso e non si preoccupa del futuro.
Il film è stato presentato in anteprima all’IDFA di Amsterdam nel 2020.
The story of a provincial Russian family told by a ten-year-old boy Stepa with sincere spontaneity. Due to his age, the merciless reality, where he is surrounded by eternally drunk relatives and an unkempt life, is refracted through the purity of perception. A Boy is a portrait of a child who has not yet experienced the bitterness of life, who is still happy, still finds joy everywhere and smiles with a bright smile without thinking about the future. The film premiered at 2020 IDFA in Amsterdam.
Vitalij Akimov È nato nel 1996 a Arsen’ev, nella Russia orientale. Ha iniziato la sua carriera come fotoreporter. Dal 2014 al 2019 ha vissuto a San Pietroburgo dove ha creato e pubblicato la rivista d’arte «The Strangers». Vive e lavora a Mosca. Mal’čik è il suo film di debutto.
Born in 1996 in Arsenyev, in the Russian Far East, Vitaly Akimov began his career as a photojournalist. and in 2014 he moved to St. Petersburg, where he published the art magazine “The Strangers”. He currently lives and works in Moscow. A Boy is his debut film. 2020 Mal’čik (A Boy) doc.
Francia - Belgio / France - Belgium 2020, HD, col., 51’ v.o. inglese - cecena - francese / English - Chechen - French o.v.
Sceneggiatura / Screenplay: Anaïs Llobet, Reka Valerik.
Coproduzione / Co-produced by: Need Production, Maelstrom Studios.
Con il sostegno di / Supported by: Région NouvelleAquitaine, CNC, Fédération WallonieBruxelles, TV7 Bordeaux and Sabam. Distribuzione internazionale / World Sales: CAT&Docs.
Chavadž, giovane e promettente lottatore di arti marziali miste, deve lasciare la Cecenia e fuggire a Bruxelles, quando il fratello scopre la sua omosessualità e lo minaccia di morte. A Bruxelles, per il trauma provocato dall’esilio, Chavadž è colpito da mutismo. Il solo legame che conserva con la Cecenia sono i messaggi vocali che gli invia sua madre. In questo documentario, che ripercorre i suoi primi mesi di vita in Belgio, Chavadž si rende conto di come, a poco a poco, venga meno anche l’ultimo legame con la Cecenia.
La vita di ieri appartiene ormai al passato, ma il futuro ancora non è chiaro. Presentato in anteprima all’IDFA di Amsterdam, Tichij golos è stato poi selezionato in molti festival internazionali fra cui Artdocfest dove ha vinto il Gran premio come Miglior documentario.
Young and promising Chechen MMA (Mixed Martial Arts) fighter Khavaj must flee from Chechnya to Brussels when his brother discovers his homosexuality and promises to kill him. In Brussels, facing the shock of exil, he is struck by mutism. The only link that he keeps with Chechnya are the vocal messages that his mother sends him. In this documentary, which traces his first months of life in Belgium, Khavaj slowly observes how the last link that ties him to Chechnya disintegrates. The life of yesterday is in the past, but the future is not clear yet.
Silent Voice premiered at IDFA in Amsterdam and was then selected in many international festivals, including Artdocfest, where it won the Grand Prize for Best Documentary.
Reka Valerik
2020 Tichij golos (Silent Voice) doc.; Premi / Awards: Artdocfest - Grand Prize; Biografilm Festival - Menzione speciale / Special Mention; Hot Docs Canadian IDF - Miglior mediometraggio documentario / Best MidLenght Documentary
Omaggio a Vesna Ljubić
Omaggio a Vesna Ljubić La prima regista donna della Bosnia ed Erzegovina (1938-2021) / Hommage to Vesna Ljubić First woman film director in Bosnia and Herzegovina (1938-2021)
Hommage to Vesna Ljubić
ECCE HOMO (1994) / Behold the Man
ADIO KERIDA (2001)
Vesna Ljubić è stata la prima cineasta donna della Bosnia ed Erzegovina. Ha diretto lungometraggi, film per la TV, corti e documentari. Il suo stile può essere caratterizzato come realismo poetico venato di surrealismo e umorismo sottile. Fin dagli inizi si impone con il suo approccio autoriale al cinema. Essendo responsabile di tutte le sceneggiature dei suoi film, cerca sempre di rimanere fedele alla sua cifra stilistica improntata a una poetica del reale, a prescindere dalle tendenze dominanti a livello nazionale. Nella maggioranza dei casi la preparazione dei suoi film la impegna per un periodo di cinque anni, permettendole di approfondire temi centrali delle sue opere e di praticare un approccio contemplativo attraverso un punto di vista personale piuttosto aperto. La Ljubić ha sempre voluto esprimere emozioni autentiche e genuine nel trattamento dei suoi protagonisti. Con un senso dell’umorismo unico, in cui si riscontra una saggezza tutta balcanica, riesce a toccare i temi più sensibili della vita della gente comune: la loro povertà, la capacità di resistere all’oppressione e la difficoltà delle relazioni tra uomini e donne. Essendo per molto tempo l’unica regista donna in Bosnia, la Ljubić, a differenza di molti altri registi, assegna ruoli molto specifici alle sue protagoniste, ritraendole a tutto tondo, con raffinate sfumature e un profondo senso di comprensione. Applicando un sofisticato approccio surrealista, le storie di gente comune si trasformano in racconti onirici.
Inizia a girare documentari nel 1970 mentre frequenta il Centro Sperimentale di Cinematografia a Roma. Da studentessa, la Ljubić fa da assistente a Federico Fellini, un autore che eserciterà un enorme impatto sul suo linguaggio cinematografico. Questo emerge particolarmente nei lungometraggi degli anni ‘80 –Prkosna delta (1980) e Posljednji skretničar uskog kolosjeka (1987), il primo girato in Erzegovina, il secondo in Bosnia. Entrambi film si ispirano alla dura vita dei paesini di campagna durante un periodo di grandi cambiamenti politici e sociali, ed entrambi condividono un approccio fantasmagorico unito a un sottile senso dell’umorismo.
Regista, critico e docente di cinema. È stata assistente regista di Vesna Ljubić in molti film di finzione e documentari e sua amica stretta. / Film director, critic and film lecturer She was assistant director to Vesna Ljubić on several films, fiction and documentaries and a close friend.
Vesna Ljubić was the first woman filmmaker in Bosnia and Herzegovina. She directed fiction feature films, TV films, short fiction and documentaries. Her style can be characterised as poetic realism with a hint of surrealism and subtle humour. From the very beginning, she firmly stood up for an author’s approach in her cinema work. Being scriptwriter for all her films, she tried to remain faithful to her own poetic style of expression regardless of the dominant trends in national cinema. Preparing most of her projects during a period of five years, going deeply into the core of the theme, she practised a contemplative approach and took a quite open personal standpoint. Ljubić insisted on expressing authentic and genuine emotions in treating her film heroes. With a unique sense of humour, in which a specific Balkan wisdom is embedded, Ljubić touched the most sensitive issues in the lives of common people: their poverty, their endurance in the face of oppression, and the toughness of the relationship between the genders. Being for a long time the only woman film director in Bosnia, Ljubić, unlike many other directors, gave a very specific role to her female characters portraying them with depth, refined nuances and understanding. By applying a sophisticated surrealist approach, the stories of ordinary people were transformed into dreamlike tales.
She began making documentaries in 1970 while studying at Rome’s Centro Sperimentale di Cinematografia. As a student, Ljubić assisted Federico Fellini, who made a big impact on her cinematic language. This is especially noticeable in her later feature projects – Defiant Delta (1980) and The Last Switchman of the Narrow-Gauge Railway (1987), the former shot in Herzegovina, the latter in Bosnia. Both are inspired by the tough life of villagers during a time of political and social change, and both have a phantasmagoric approach as well as subtle humour.
La Ljubić non ha mai seguito le tendenze dominanti del cinema dell’ex Jugoslavia, né l’avanguardia della cosiddetta Onda nera, che ha prodotto film dal forte impegno politico, sarcastici verso il regime socialista e audaci nel trattamento delle relazioni tra i sessi, né il flusso dominante di film partigiani o di altri generi conformisti. Opporsi a entrambe queste tendenze come fa la Ljubić è coraggioso, specie per una donna regista, qualcosa di raro in Jugoslavia e ancora più raro nella Repubblica di Bosnia ed Erzegovina all’epoca.
Sebbene la Ljubić realizzi vari documentari nel corso degli anni Settanta, viene notata per la prima volta grazie al film per la televisione Simcha (1971), una storia inventata ma ispirata alla vita degli ebrei in Bosnia. Il film viene premiato come Miglior film dell’anno dalla TV di Sarajevo e acquistato da numerose reti televisive dell’Europa occidentale, cosa relativamente insolita all’epoca nella Jugoslavia socialista.
Nel 1980, la Ljubić gira il suo primo lungometraggio Prkosna delta, vincitore del premio per la Miglior sceneggiatura e regia al Bergamo Film Festival; il film viene poi proiettato in tutto il mondo. Si tratta di una visione poetica e filosofica di un territorio che subisce continue inondazioni nonché incursioni di eserciti di vario tipo. È una storia commovente di sopravvivenza in una piccola cittadina situata nel delta di un fiume alla fine del XIX secolo. A ogni passaggio dei soldati per le strade della cittadina, i giovani vengono portati via, le donne stuprate e le tradizioni del luogo lentamente distrutte. Nel 1986 la Ljubić riesce a girare il suo secondo lungometraggio Posljednji skretničar uskog kolosjeka, che si aggiudica il Primo premio al festival di Nuova Delhi e riceve ampi consensi anche in patria, rimanendo ancora oggi molto amato. La storia rievoca il periodo in cui la Jugoslavia smantellò la ferrovia a scartamento ridotto, volendone costruire una nuova e moderna, ma togliendo così la vita a dozzine di paesini in tutta la Bosnia, dove la ferrovia rappresentava un’arteria di vitale importanza. Ricca di dialoghi brillanti, buffi eppure seri, questa storia osserva la vita di persone comuni e si avvale dei migliori attori jugoslavi dell’epoca. La Ljubić era una cineasta curiosa e intraprendente, che amava ricercare, e le sue storie trovano sempre il loro punto di partenza nella vita reale per poi essere declinate in senso surreale e contemplativo dal suo approccio poetico alla realtà. L’elemento più affascinante dei film della Ljubić è il modo in cui combina elementi tipici del documentario con elementi di finzione, elementi comici e tragici. Questo le riesce particolarmente bene nei trenta minuti del suo semi-documentario Iluzionisti (1991), realizzato alla vigilia della guerra nell’ex Jugoslavia. Il film racconta la storia di un uomo povero che crede che l’unico modo per superare le difficoltà della sua vita sia eseguire giochi di prestigio. Dopo aver condotto anni di ricerche, la Ljubić drammatizza certe scene in linea con la sua interpretazione della reale vita famigliare del protagonista ma, attraverso gli illusionismi dello stesso, esprime anche dei segnali che presagiscono il crollo imminente della Jugoslavia.
Ljubić did not follow the dominant trends in the cinema of former Yugoslavia, neither the avant-garde movement known as Black Wave, producing politically strong films, sarcastic towards the socialist regime and bold in treating inter-sexual relations, nor the mainstream flow of partisan and other conformist films. To oppose both trends, as Ljubić did, was quite a daring thing, especially for a woman director – a quite rare occurrence in Yugoslavia and even more in the Republic of Bosnia and Herzegovina at the time.
Although Ljubić made a series of documentaries during the seventies, she got noticed for the first time with her television film Simcha (1971), a fiction project based on the life of Jews in Bosnia. It was proclaimed Sarajevo’s Best TV Film of the Year and purchased by numerous Western European broadcasters, which at the time was quite a novelty in socialist Yugoslavia.
In 1980, Ljubić directed her first fiction feature Defiant Delta which won Best Script and Best Director at the Bergamo Film Festival and was screened around the world. It is a poetic, philosophical take on a place where people endure recurrent floods and are also plundered by several armies. It is a poignant story of survival in a small town on a river’s delta at the end of the Nineteenth’s century. As armies march through the town, young men are taken, women are raped, and the traditions of the land are slowly destroyed. In 1986 Ljubić managed to shoot her second fiction feature-length film The Last Switchman of the Narrow-Gauge Railway which was awarded the main prize at International Festival in New Delhi and became an audience favourite in her homeland, continuing to be much loved to date. The story recalls the time when Yugoslavia dismantled the narrow-gauge railway, in an endeavor to build a new and progressive railroad, thus destroying the life of dozens of villages in the whole of Bosnia where the railway was an artery of survival. With smart dialogues, funny yet serious, this lovely story, gazing at the lives of common people, attracted the top Yugoslav actors of the time. A great researcher, and a curious and resourceful cineaste, Ljubić always found the starting point of her stories in real life but then her poetic approach would guide her towards the surreal and contemplative.
The most intriguing feature in Ljubić’s films is the manner in which she combined elements of documentary and fiction as well as tragedy and comedy. This was especially successfully done in her half-hour semi-documentary The Illusionists (1991), made at the eve of the war in former Yugoslavia. The film tells the story of a poor man who believes that the only possible way to overcome the difficulties in his life is to perform illusions. After doing research for years, Ljubić dramatized certain scenes according to her understanding of the person’s real family lifestyle but anticipated the upcoming downfall of Yugoslavia through the illusions of the hero.
Prima della caduta della Jugoslavia e della guerra in Bosnia, la Ljubić passa dei mesi in India dove gira tre documentari ispirati alla spiritualità della gente del posto. Senza alcun filo narrativo, questi film sono il puro riflesso delle impressioni personali che la Ljubić si è fatta della gente dell’India meridionale. Purtroppo, tutto il materiale girato in India finisce bruciato durante bombardamenti di Sarajevo.
Per la Ljubić, persino un normale documentario di guerra non ha solo lo scopo di trasmettere informazioni agli spettatori, ma anche di affermare un atteggiamento ovvio e fondato nei confronti di certi eventi. Nel suo film Ecce homo (1994), prodotto durante l’assedio di Sarajevo, decide di dare forma alle sue impressioni sulla distruzione della città con uno stile cinematograficamente poetico e confortante. Non ci sono parole, solo frammenti di varie preghiere (dei quattro gruppi etnici residenti a Sarajevo) e suoni dei bombardamenti, un approccio che sottolinea la convinzione della regista che l’immagine ha il primato sulla parola. Il film viene girato nel corso di due dei quattro anni in cui Sarajevo è completamente isolata, senza acqua, cibo ed elettricità e sottoposta a continui pesanti bombardamenti. Tutta la troupe, pagata con pane e sigarette, si espone a enormi rischi durante le riprese, realizzando così il primo documentario di guerra dell’epoca su 35mm. Interpolando scene drammatizzate tra materiale documentario molto delicato che riferisce di morte e omicidi, la Ljubić esprime il suo stato meditativo concludendo che la morte è l’unica via d’uscita nella Sarajevo devastata dalla guerra. Esprime il bisogno primordiale di scoprire e testimoniare l’immortale all’interno della mortalità del mondo. Il film viene proiettato in numerosi festival di tutto il mondo (IDFA Amsterdam, Venezia, Seattle, Mannheim, Ankara, ecc.).
L’ultimo film della Ljubić, girato dopo l’accordo di pace di Dayton, fa anche riferimento alle conseguenze della guerra. Adio Kerida (2001) è un documentario che segue le tracce della comunità sefardita di Sarajevo, quasi completamente scomparsa. Impostando il film come la ricerca di una persona deceduta da molto tempo, la Ljubić rivela attraverso il lirismo del suo stile la ricchezza e lo splendore della vita degli ebrei nel corso del XX secolo. Il film si conclude con una meravigliosa scena in cui un coro canta in uno dei più antichi cimiteri ebraici dell’Europa dell’est. L’estinzione degli ebrei e delle loro tradizioni a Sarajevo si riflette sul loro antico, ma ormai abbandonato e dissacrato, cimitero. Grande conoscitrice del mondo, specialmente della letteratura jugoslava, e acuta osservatrice della vita, la Ljubić ha scritto molto sulla sua amata Bosnia, un luogo in cui per vari gruppi etnici il magico, il mistico e il religioso sono sempre stati intrecciati. Nel suo documentario Bosanska rapsodija: Na rubu znanosti, girato nel 2011 e presentato all’IDFA, osserva un paese reduce dalla guerra dove persone depresse, disperate e sradicate cercano cure per se stesse ma anche per combattere il trauma di un’intera nazione.
Before the fall of Yugoslavia and the war in Bosnia, Ljubić spent some months in India where she made three documentaries inspired by the spirituality of the local people. Without any narrative, these films were completely driven by Ljubić’s personal impressions of the people of South India. Unfortunately, all material shot in India was burnt during the shelling of Sarajevo.
For Ljubić, even a straightforward war documentary was not meant to only transmit information to viewers, but to state an obvious and grounded attitude towards certain objective events. In her film Ecce homo (Behold the Man, 1994), made during the siege of Sarajevo, she decided to shape her impressions of the city’s destruction in her own, cinematically poetic and uplifting style. There are no words, only fragments of different prayers (of four ethnic groups living in Sarajevo) and sounds of shelling, an approach underlining the director’s conviction that images go beyond words. The film was shot over two years during the four-year period in which Sarajevo was completely isolated, cut off from water, food and electricity and suffered continuous heavy shelling. Being paid with bread and cigarettes, the whole crew took enormous risks while shooting, making the first war documentary on 35 mm at the time. Interpolating dramatized scenes between very sensitive documentary material reporting death and murder, Ljubić expressed her own meditative state concluding that death was the only way out in war-torn Sarajevo. It expressed the primordial urge to discover and record the immortal within the mortality of the world. The film was screened at many festivals around the world (IDFA Amsterdam, Venice, Seattle, Mannheim, Ankara, etc.).
Ljubić’s last film, made after the Dayton peace agreement, also refers to the consequences of the war. Adio Kerida (2001) is a documentary that follows the traces of the Sephardim community in Sarajevo, which almost completely disappeared. Structuring the work as the search for a person who had passed away a long time ago, Ljubić discovered in her own lyrical style the rich and beautiful life of the Jewish people during the Twentieth century. The film ends with a marvellous scene in which a choir sings at one of the oldest Jewish cemeteries in Eastern Europe. The extinction of the Jewish people and lifestyle in Sarajevo is reflected on their ancient, but now abandoned and desecrated, burial ground.
A great connoisseur of the world, especially Yugoslav literature and a sharp observer of life, Ljubić wrote a lot about her beloved Bosnia as a place where for various ethnic groups the magic, mystic and religious have always been interwoven. In her documentary Bosnian Rhapsody - At the Margins of Science, made in 2011 and presented at the IDFA, she observed her country in the aftermath of the war, where depressed, desperate and uprooted people seek a cure for themselves but also for their nationwide trauma.
Rimanendo indipendente da qualsiasi orientamento politico o etnico, la Ljubić è costretta per tutta la sua carriera a dover lottare per ogni nuovo progetto. Ciò che succedeva in epoca socialista è continuato anche in tempi recenti: il riconoscimento dei suoi film in patria solitamente arriva solo dopo i consensi ricevuti all’estero. Ma questo non le impedisce di rimanere sempre fedele al suo specifico approccio stilistico e cinematografico, che le ha valso premi a numerosi festival. Negli anni precedenti alla sua scomparsa, è stata attiva anche come autrice di saggi per il portale bosniaco nomad.ba. Il suo ultimo testo si conclude con un appello da autentica pacifista rivolto a tutti, ma specialmente ai suoi connazionali, che pur avendo sofferto terribilmente durante la guerra e l’assedio di Sarajevo negli anni 1992-1995, ancora lanciano strali di odio etnico. Nel testo cita un poeta della sua seconda patria, l’Italia, dove si è sempre sentita ben accolta, e dove ha passato la sua giovinezza, ritornandoci poi frequentemente e con piacere con suoi film. Partecipando ai festival di Venezia o di Roma, al festival della poesia di Salerno o a Bergamo, o visitando il Friuli Venezia Giulia, la Calabria o la Sicilia, trovava sempre ispirazione dalla cultura e dalla gente italiana.
Fratelli (1916)
di Giuseppe Ungaretti (1)
Fratelli
Di che reggimento siete fratelli?
Parola tremante nella notte
Foglia appena nata
Nell’aria spasimante involontaria rivolta dell’uomo presente alla sua fragilità
Fratelli.
La sceneggiatura del film che avrebbe affrontato i destini di Okinawa e Srebrenica rimane incompiuta. Chi conosce il suo lavoro e il suo magnifico talento può solo immaginarsi quanto toccante, potente e splendido questo film sarebbe potuto essere.
(1) Giuseppe Ungaretti, in L’allegria. 1914-1919 Milano, A. Mondadori, 1942 (n.d.r.)
Remaining independent from any political or ethnic orientation, Ljubić always had to struggle throughout her career for every new project. Today it is the same as it was in socialist times: her films were usually first acknowledged abroad, to be recognised at home only later. Nevertheless, she remained faithful to her own approach and specific film style, for which she was fêted at many festivals.
Before Vesna Ljubić passed away, she was quite active in writing essays for the Bosnian portal nomad.ba and in her last text she ended with an appeal as a genuine pacifist to all people but especially to her fellow countrymen and women, who suffered tremendously during the war and siege of Sarajevo in 1992-1995, yet still shoot arrows of ethnic hatred. She quoted a poet from her second homeland, Italy, where she always felt welcome, where she spent her youth years and returned frequently and gladly with her films. Participating at either the Venice festival or Rome, at the Salerno poetry festival or Bergamo, from the Friuli Venezia Giulia region to Calabria and Sicily, she always was inspired by the Italian culture and people.
Brothers (1916) by Giuseppe Ungaretti
Brothers
What regiment d’you belong to brothers?
Word shaking in the night
Leaf barely born
In the simmering air involuntary revolt of the man present at his brittleness
Brothers
Her script for the film that would address the destinies of Okinawa and Srebrenica was unfinished. We, who know her work and her magnificent talent, could only fantasize what a moving, powerful and cinematically beautiful film this could have become.
Vesna Ljubić È nata in Bosnia ed Erzegovina nel 1938. Dopo aver conseguito la laurea in Filosofia all’Università di Sarajevo, studia regia cinematografica al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Durante il secondo anno dei suoi studi di cinema, ha lavorato come assistente alla regia di Federico Fellini. Per trent’anni lavora alla redazione delle trasmissioni culturali di Radio Sarajevo, dove diventa più tardi caporedattrice, realizzando centinaia di programmi. Ha partecipato in qualità di giurato a molti festival cinematografici, televisivi e radiofonici in tutto il mondo. È mancata il 5 aprile 2021.
Vesna Ljubić was born in Bosnia and Herzegovina in 1938. After obtaining the Bachelor of Arts Degree from the Department of Philosophy at Sarajevo University she studied film directing at the Centro Sperimentale di Cinematografia (Italian National Film School) in Rome. During the second year of her film studies, she worked as an assistant director to Federico Fellini. For three decades, she works for the Drama Department at Radio Sarajevo where later she became Editor-inchief and has realised hundreds of programmes. Was serving on juries at many film, television and radio festivals around the world. She passed away on April 5th 2021.
1970 Putovanje (Journey) doc.; Smrt se otplacuje ziveci (Death Is Paid Off Trough Living) doc.
1971 Halil Tikveša doc.; Simcha film TV
1980 Prkosna delta (Defiant Delta)
1987 Posljednji skretničar uskog kolosjeka (The Last Switchman of the Narrow Gauge Railway)
1991 Iluzionisti (The Illusionists) doc.
1994 Ecce homo (Behold the Man) doc.
1999 Sveti prah Indije (Sacred Dust of India) doc.
1999 Lotus (Lotus Flowers) doc.
2001 Adio Kerida doc.
2011 Bosanska rapsodija: Na rubu znanosti (Bosnian Rhapsody - At the Margins of Society) doc.
Bosnia ed Erzegovina
/ Bosnia and Herzegovina 1994, 35mm, col., 30’ v.o. senza dialoghi / no dialogue o.v.
/ Produced by: Ton Light Film Sarajevo. Behold the Man
Montaggio / Editing
Sadeta Muhović.
Suono / Sound: Mirsad Tukić.
Produzione
Ecce Homo non è un film politico ma una riflessione personale sulla morte. Il film non ha voce fuori campo, solo immagini che di tanto in tanto sono accompagnate da frammenti di musica religiosa e non, e dal rauco gracchiare dei corvi.
Il film è stato presentato in una ventina di festival in tutto il mondo, fra cui l’IDFA di Amsterdam e la Mostra del cinema di Venezia.
“Questo film è nato quando ho capito che avrei potuto realizzarlo senza parole. A lungo è risuonata nella mia mente una frase pronunciata da un ragazzo che compare due volte nel film: ‘Quando tutto questo sarà finito, torneranno tutti alle loro case e tornerà anche mio fratello. Solo che egli non diventerà grande, perché nella tomba non si cresce.’ Alla fine ho sacrificato anche questa frase. Guardate l’uomo, guardate l’Europa e l’America, guardate il pianeta, dove in un paese minuscolo, la Bosnia ed Erzegovina, un uomo sta morendo proprio in questo momento, ucciso da tutte le armi che l’umanità ha inventato.” (V. Ljubić)
Ecce Homo is not a political film but a personal reflection on death. The film has no voice over, only images strengthened now and then with fragments of religious and other music and the hoarse croaking of crows.
The film was presented in about twenty festivals all over the world, including IDFA Amsterdam and Venice Film Festival.
“This film came into being when I realised that I could make it without any words. For some time, a particular sentence of a boy who appears twice in the film, had been echoing in my mind: ‘When this is over, they will all return to their homes and my brother will return as well. Only, he won’t grow bigger since in the grave you don`t grow more.’ Then I sacrificed even that sentence. Behold the man, behold Europe, America, behold the planet where, on one tiny spot of it, in Bosnia and Herzegovina, a man is dying at this very moment, being shot at, by all the weapons invented by man.” (V. Ljubić)
Adio Kerida è una storia scanzonata e un po’ ironica su un americano in cerca delle sue radici nella Bosnia del dopoguerra, quando tutti gli abitanti della Bosnia ed Erzegovina tentano invece di partire per l’America. Attraverso la figura di questo giovane ebreo americano di origine polacca alla ricerca di un prozio, lo spettatore entra nel mondo degli ebrei sefarditi di Sarajevo. Dalla combinazione di scene realistiche e surreali, in cui il giovane americano immagina un mondo che non c’è più, la regista racconta con toni poetici la storia di un uomo che è diventato una leggenda. Si dice che il prozio conoscesse la Kabala, praticasse la magia e la guarigione, pare fotografasse le fate e potesse fermare la pioggia. Si tratta di una persona reale o è solo la speranza della regista che l’impossibile possa ancora esistere nella Bosnia di oggi?
(testo da: IDFA - International documentary film festival Amsterdam, 2001)
Adio Kerida is a cheerful and somewhat ironic story about an American seeking his roots in postwar Bosnia, at the time when everybody from Bosnia and Herzegovina is trying to leave for America. Through the search of a young Jewish-American of Polish origin who is looking for his great-uncle, the audience becomes acquainted with practically the entire world of Sarajevo-based Sephardic Jews. Combining realistic scenes with surrealistic ones, in which the young American imagines the world that is no more, the director poetically tells the story of a man who became a legend. The great-uncle, it is said, knew Kabala, practised magic and healing, photographed fairies and could even stop the rain. Was he a real person or just the director’s hope that the impossible can also exist in Bosnia today?
(Text source: IDFA - International documentary film festival Amsterdam, 2001)
Trieste Film Festival Educational
MIDPOINT Institute
@ Eastweek - Trieste FF 2022
MASTERCLASS 2022
Peter Kerekes
VR DAYS 2022
IL MEGLIO DI ANIMATEKA LA SELEZIONE ELEFANTE / Best of Animateka The Elephant selection
A CIASCUNO IL SUO CINEMA & RACCONTI D’INVERNO / To Each His Own Cinema & Winter Tales (Schermi e Lavagne Cineteca di Bologna)
CINEMAMBIENTE PER I RAGAZZI / CinemAmbiente for the Kids
Institute
@ Eastweek - Trieste FF 2022
MIDPOINT Feature Launch 2021 - Company Time 22-27 gennaio 2022 - Trieste / January 22-27, 2022 - Trieste, Italy
Progetti selezionati e produttori / Selected projects and producers
Bijuterie
Lituania / Lithuania
Feature Launch è una piattaforma di formazione unica per talenti emergenti rivolta ai registi e ai produttori che stanno sviluppando opere prime o seconde.
Il workshop di follow-up Company Time intende dare supporto, ai produttori partecipanti al programma Feature Launch, sia per quanto riguarda la sostenibilità aziendale che per quanto riguarda le strategie di business planning. Tale formazione è curata e organizzata assieme al nostro partner EAVE.
Durante 4 giorni di lavoro, i partecipanti potenzieranno le loro capacità imprenditoriali, analizzeranno le loro società e riceveranno un feedback da rinomati esperti dell’industria cinematografica europea che condivideranno le loro esperienze personali di gestione aziendale, sia nell’area dell’Europa centrale e orientale che al di fuori di essa.
Feature Launch is a unique training platform for emerging talents aimed toward the most talented filmmakers and producers developing first or second features.
Follow-up workshop Company Time offers producer participants of the Feature Launch program the support in the area of company sustainability and strategic business planning. This training is designed and co-organised with our partner EAVE.
During 4 working days, the participants will enhance their entrepreneurial skills, analyse their companies, and get feedback from renowned experts from European film industry who will share their personal experience in leading their businesses – in and outside the region of Central and Eastern Europe.
Emilija Sluskonyte, Cometos
The Bomber
Lettonia / Latvia
Inese Boka-Grube Mistrus Media
Head Nurse
Rep. Ceca / Czech Republic
Kamila Dohnalová, Last Films
Leave the Door Open
Croazia / Croatia
Rea Rajčić, Eclectica
No Reverse
Montenegro
Miljan Vučelić, Bitter Frames Production
Thinking David
Rep. Ceca / Czech Republic
Pavla Klimešová, Helium Film
What It Feels Like For A Girl
Estonia
Maario Masing, Tandem Film
produzione ospite / guest production company
Set Sail Films Serbia
Andrijana Sofranić Šućur produttrice / producer
Miloš Ivanović produttore / producer
Marija Stojnić regista, produttrice / director, producer
MIDPOINT Shorts 2021-2022 - Workshop 2 20-26 gennaio 2022 - Trieste / January 20-26, 2022 - Trieste, Italy
Programma di sviluppo di sceneggiature e progetti per registi che stanno lavorando a cortometraggi di fiction. Un programma di formazione completo per sceneggiatori, registi e produttori che credono nel lavoro di squadra come metodo per analizzare al meglio le sceneggiature.
Il Workshop 2 serve come piattaforma per migliorare le sceneggiature, includendo nel processo di sviluppo anche le strategie per la distribuzione e affrontando le problematiche relative alle modalità di presentazione e promozione. L’intero programma si conclude con la presentazione dei progetti all’interno del Co-Production Forum di When East Meets West, seguito da incontri one-to-one con decision-maker
Script- and project-development program for filmmakers developing fiction shorts. A comprehensive training program for writers, directors and producers who believe in teamwork as a means of best analysing scripts. Workshop 2 serves as a platform to further advance the scripts, while it also incorporates distribution strategies into the development process and addresses the important matters connected to presentation skills and promotion. The whole program concludes with the project showcase within the When East Meets West Co-Production Forum, followed by one-to-one meetings with the decision-makers.
I progetti selezionati / Selected projects
The Annunciation
Ucraina / Ukraine
Bosonfilm
Nadia Parfan - sceneggiatrice, regista / writer, director
Regista e produttore, è nato nel 1973 a Košice, ora Slovacchia. Ha frequentato la Facoltà di Cinema e Televisione dell’Accademia delle Arti dello Spettacolo di Bratislava (VŠMU), dove nel 1998 si è laureato in regia. Nel 2003 ha diretto il suo primo documentario, 66 sezón. Il film ritrae 66 stagioni, tra il 1936 e il 2002, alla piscina di Košice, e lo stesso numero di anni nella storia dell’Europa centrale e orientale. Il film è stato proiettato in più di cento festival e ha vinto il premio per il Miglior documentario europeo a Jihlava IDFF e quello per la Miglior regia a DocAviv. Nel 2009 realizza Ako sa varia dejiny (Cooking History), un documentario sui cuochi militari girato in 11 diversi Paesi europei: il film ha ricevuto, fra gli altri, il Premio della giuria a Hot Docs in Canada e il premio per il Miglior documentario alla Viennale. Zamatoví Teroristi del 2013, è un documentario tragicomico su tre oppositori al regime comunista in Cecoslovacchia, ed è diretto da Kerekes assieme a Pavol Pekarčík e Ivan Ostrochovský. Il film è stato presentato in anteprima alla Berlinale e successivamente al festival di Karlovy Vary, dove ha ricevuto il Premio Fedeora. Kerekes ha prodotto, fra gli altri, il documentario omnibus Okupácia 1968 (2018) e Wiatr. Thriller dokumentalny (2019) di Michał Bielawski, entrambi presentati a Trieste. Il suo ultimo lavoro Cenzorka (2021) è stato presentato alla Mostra del cinema di Venezia, dove ha vinto il premio per la Miglior sceneggiatura. Attualmente insegna all’Accademia delle Arti dello Spettacolo di Bratislava e al Master DocNomads di Budapest. Il Trieste FF ha presentato quasi tutti i suoi lavori, inclusi Baťa, první globalista nel 2020 e Cenzorka in questa edizione.
1994 Človek o knihe, kniha o človeku doc. cm /sf 16mm
1996 Balog Jozsef, Pr benník 66 doc. cm /sf 16mm; O troch dńoch v Jasovskom kláštore doc. cm /sf, 16mm
1998 Ladomírske morytáty a legendy doc.
2000 Most Márie Valérie doc. cm /sf; Zuzana od 8.00 do 17.00 doc. cm /sf
2003 66 sezón (66 Seasons) doc.; Premi / Awards: Jihlava IDFF - Miglior documentario dell’Europa centrale / Best Central European Documentary
2004 Pomocníci (episodio del film collettivo / segment of the omnibus Über die Grenze - Fünf Ansichten von Nachbarn diretto con / directed with Biljana Čakič-Veselič, Jan Gogola Jr, Róbert Lakatos, Paweł Łoziński)
2009 Ako sa varia dejiny (Cooking History) doc.; Premi / Awards: Hot Docs Canadian IDF - Premio speciale della giuria / Special Jury Prize; Leipzig DOK - Premio FIPRESCI / FIPRESCI Prize; Viennale - Miglior documentario / Best Documentary
Film director and producer Peter Kerekes was born in 1973 in Košice, now Slovakia. In 1998, he graduated in film directing from the Film and Television Faculty of the Academy of Performing Arts in Bratislava (VŠMU). In 2003 he directed his debut feature documentary, 66 sezón The film captures 66 seasons, between 1936 and 2002, at the popular swimming pool of Košice, and the same number of years in the history of Central and Eastern Europe.
The film was screened at over a hundred festivals and won the best European Documentary Award at Jihlava IDFF, and Best Director at DocAviv. Cooking History (2009) is a documentary about military cooks filmed in 11 different European countries. It was awarded, among others, the Jury Prize at Hot Docs IDF and Best Documentary Award at Viennale. Zamatoví Teroristi (2013), a documentary comedy of three protagonists who opposed the communist regime in Czechoslovakia, co-directed by Pavol Pekarčík and Ivan Ostrochovský premiered at Berlinale and then was presented at Karlovy Vary IFF, where it was awarded Fedeora Prize. Kerekes also produced, among others, the omnibus documentary Occupation 1968 (2018), and Wiatr. Thriller dokumentalny (2019) by Michał Bielawski, both presented in Trieste. His latest film Cenzorka (107 Mothers, 2021) premiered at the Venice Film Festival, where it was awarded Best Screenplay. Kerekes currently teaches at the Academy of Performing Arts in Bratislava and at the DocNomads Joint Masters in Budapest. The Trieste FF presented most of his documentaries, including Batastories in 2020 and 107 Mothers in this edition.
2013 Zamatoví teroristi (Velvet Terrorists, diretto con / directed with Pavol Pekarčík, Ivan Ostrochovský) doc.; Premi / Awards: Karlovy Vary IFF - Premio Fedeora / Fedeora Award
2014 Druhý pokus (episodio del film collettivo / segment of the omnibus Slovensko 2.0 diretto con / directed with Viera Čákanyová, Iveta Grófová, Juraj Herz, Miro Jelok, Peter Krištúfek, Zuzana Liová, Ondrej Rudavský, Miso Suchý, Martin Šulík)
2019 Baťa, první globalista (Batastories) doc.
2021 Cenzorka (107 Mothers); Premi / Awards: Venice FF - Premio Orizzonti per la Migliore sceneggiatura / Orizzonti Award for Best Screenplay; Cottbus FF - Miglior film / Best Film
Gli incontri del Trieste Film Festival dedicati alla realtà virtuale, VR DAYS, sono da sempre indirizzati a capire, a comprendere e a scoprire nuovi modi di raccontare storie utilizzando il medium audiovisivo immersivo che è la realtà virtuale.
I VR DAYS, giunti alla loro quinta edizione, hanno permesso di individuare nuovi metodi di narrazione e di immersione nelle storie: anche quest’anno continueremo il nostro viaggio nell’immersività analizzando le origini del legame tra cinema, architettura, filosofia e realtà virtuale.
Il primo ospite sarà Davide Rapp con l’opera Montegelato, un film di montaggio in VR in cui centinaia di sequenze cinematografiche compongono un collage tridimensionale: un’opera che mette in relazione cinema tradizionale e immersività creando, o meglio, dipingendo le scene attorno allo spettatore, accompagnandolo in uno spazio visivo unico.
Lo spazio sarà anche uno dei temi del secondo incontro che ospiterà l’architetto Gabriele Pitacco ideatore del Museo Immersivo in Realtà Aumentata dedicato al poeta e intellettuale friulano Luciano Morandini. Lo spazio è uno degli elementi costitutivi dell’immersività e il M.I.R.A. Morandini è un luogo virtuale che gioca con lo spazio reale: nell’incontro cercheremo di indagare quali sono le nuove forme di dialogo tra forme architettoniche reali e virtuali.
Infine il virtuale è anche abitato, da noi come spettatori in primis, ma anche da forme di dati in dimensioni diverse e il ruolo dello spettatore cambia con l’agentività, altro elemento costitutivo della realtà virtuale, e con la propriocezione nello spazio. Nell’ultimo incontro con Stefano Lazzari, autore del libro Ultrasoma, Corpi, ultracorpi, robot e organizzazioni del III millennio (Ed. StreetLib), scopriremo se siamo nuovi spettatori o se stiamo diventando attori inconsapevoli del contenuto che ci circonda, del nuovo, o meglio dei nuovi media che si stanno evolvendo. Forse non ce ne rendiamo conto ma siamo testimoni dell’evoluzione di un nuovo modo di raccontare.
The Trieste Film Festival meetings dedicated to virtual reality – VR DAYS – have always been aimed at understanding and discovering new ways of telling stories using the immersive audiovisual medium of virtual reality.
The VR DAYS, now in their fifth edition, have made it possible to identify new methods of storytelling and immersion in stories. This year we will continue our journey into this immersive universe by analysing the origins of the link between cinema, architecture, philosophy and virtual reality.
The first guest will be Davide Rapp with his work Montegelato a VR film montage in which hundreds of film sequences compose a three-dimensional collage. It is a work that links traditional cinema and immersiveness by creating, or rather, painting the scenes around the spectator, accompanying him in a unique visual space.
Space will also be one of the themes of the second meeting that will host architect Gabriele Pitacco, creator of the Museo Immersivo in Realtà Aumentata (Immersive Museum in Augmented Reality) dedicated to the Friuli-born poet and intellectual Luciano Morandini. Space is one of the constituent elements of immersiveness and M.I.R.A. Morandini is a virtual place that plays with real space: in the meeting we will try to investigate which are the new forms of dialogue between real and virtual architectural forms.
Finally, the virtual is also inhabited, by we spectators in primis, but also by forms of data in different dimensions, and the role of the spectator changes with agentivity, another constituent element of virtual reality, and with proprioception in space. In the last meeting with Stefano Lazzari, author of the book Ultrasoma, Corpi, ultracorpi, robot e organizzazioni del III millennio (Ed. StreetLib), we will discover if we are new spectators or whether we are becoming unwitting actors of the content that surrounds us, of the new, or rather of the new media that are evolving. We may not realise it, but we are witnesses to the evolution of a new way of narrating.
Antonio Giacomin
M.I.R.A. MORANDINI
M.I.R.A. Morandini è l’acronimo per Museo Immersivo in Realtà Aumentata dedicato al poeta e intellettuale friulano Luciano Morandini.
M.I.R.A. Morandini trasforma una qualsiasi stanza di 50 metri quadrati in un museo virtuale di 5 e più piani. Raccoglie opere d’arte e riproduzioni di tipo tradizionale e innovative, tra cui camminare e muoversi liberamente, senza cavi o sensori. È visitabile indossando il visore di ultima generazione Oculus Quest. M.I.R.A. Morandini è allo stesso tempo una mostra, un museo virtuale e una performance. Come una mostra è visitabile camminando liberamente al suo interno, anche tra diversi piani. Come un museo raccoglie, cataloga, conserva ed espone in modo permanente e virtuale opere letterarie, pittoriche, grafiche, scultoree, multimediali, ologrammi volumetrici, filmati, video immersivi e interventi di arte contemporanea. Come una performance partecipata vede interagire le persone presenti con quelle immerse nel virtuale. È stato presentato al convegno nazionale su Realtà Aumentata e Realtà Virtuale organizzato dal Politecnico di Milano e al World XR Forum di Cras Montana in Svizzera
M.I.R.A. Morandini is the acronym for Immersive Museum in Augmented Reality dedicated to the Friulian poet and intellectual Luciano Morandini.
M.I.R.A. Morandini transforms any room of 50 square meters into a virtual museum of 5 and more floors. M.I.R.A. Morandini collects traditional works of art and innovative ones, where to walk and move freely, without cables or sensors and can be visited wearing the latest generation Oculus Quest viewer. M.I.R.A. Morandini is at the same time an exhibition, a virtual museum and a performance. As an exhibition, it can be visited by walking freely inside it, even between different floors. As a museum it collects, lists, catalogs, preserves and exhibits literary, pictorial, graphic, sculptural artworks, volumetric holograms, immersive videos and contemporary artworks in a permanent and virtual way. As a participatory performance it witness the interaction between visitors immersed in the virtual and in the real spaces.
The prototype of the M.I.R.A. was presented at the national conference on Augmented Reality and Virtual Reality organised by the Politecnico di Milano and at the World XR Forum of Cras Montana in Switzerland.
MONTEGELATO
Italia / Italy 2021, VR, 28’ v.o. Italiana - inglese / Italian - English o.v.
Montaggio / Editing:
Nato da un’idea dell’architetto Gabriele Pitacco (www.gp-a.it) con il supporto dell’associazione S@NGIORGIO 2020 per contenuti espositivi, il progetto ha visto coinvolti partner di prestigio come Area Science Park, BIC Incubatori FVG srl, il Dipartimento di Architettura ed Ingegneria Civile dell’Università degli Studi di Trieste, Comunicarte e Fluido.it. di Antonio Giacomin. Il prototipo è parte del progetto “Hackerare lo spazio reale” finanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia.
From an idea of architect Gabriele Pitacco (www.gp-a.it) with the support of the cultural association S@NGIORGIO 2020 for the exhibition contents, the project involved prestigious partners such as Area Science Park, BIC Incubatori FVG, the Department of Architecture and Civil Engineering of the University of Trieste, Comunicarte and Fluido. it by Antonio Giacomin. The prototype is part of the “Hacking real space” project funded by the Friuli Venezia Giulia Region.
Montegelato è un film di montaggio in VR, il primo nel suo genere. Centinaia di sequenze cinematografiche compongono un collage tridimensionale delle cascate di Monte Gelato (Roma) così come sono state filmate in oltre 180 produzioni tra film, serie TV e spot. Storia del cinema e storia dell’umanità convivono in un inedito tableau vivant
Il film è stato presentato in concorso nella sezione “Venice VR Expanded” dell’ultima Mostra del cinema di Venezia.
“Non ho mai visitato le cascate di Monte Gelato eppure, da sempre, mi sono familiari: fin da bambino le ho notate sullo sfondo di decine di film della mia formazione. Negli ultimi 5 anni ho accumulato ossessivamente DVD, VHS e Super-8 ormai logori per ricostruire la filmografia completa del luogo...le diverse scene si allineano in un paesaggio stratificato... per rendere omaggio alla ricchezza e all’inventiva del cinema italiano.” (D. Rapp)
Montegelato is a montage film in VR, the first of its kind. Hundreds of cinematic sequences define a three-dimensional collage of the Monte Gelato waterfalls (Rome) as they have been filmed in more than 180 productions including films, TV series and commercials. History of cinema and history of humankind coexist in an unexpected tableau vivant.
The film premiered in competition in the “Venice VR Expanded” section of the latest Venice International Film Festival.
“I have never visited the Monte Gelato waterfalls and yet they have always been familiar to me: since I was a child have noticed them in the background of dozens of films that have shaped me. For the last 5 years have been obsessively accumulating DVDs, VHSs and brittle Super-8s, trying to compile the complete filmography of this place … the different scenes are aligned in a layered landscape … to pay homage to the richness and inventiveness of Italian Cinema.” (D. Rapp)
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Davide Rapp
Architetto di formazione, nato a Verbania nel 1980, ha partecipato nel 2014 alla 14. Biennale Architettura - Fundamentals con Elements, un film di montaggio di 32 minuti che descrive gli elementi fondamentali dell’architettura attraverso una sequenza di oltre cinquecento clip cinematografiche..
An architect by training, in 2014 Davide Rapp, born in Verbania (Italy) in 1980, took part in the 14th Biennale Architettura – Fundamentals with Elements, a 32-minute montage film describing the fundamental elements of architecture through a sequence of over 500 cinematic clips.
filmografia scelta / selected filmography 2014 Elements 2021 Montegelato VR
Davide Rapp, Andrea Dal Martello, Giorgio De Marco. Platform: Oculus.
/
Davide Rapp, Giorgio De Marco, Simone Setzi. Motion Tracking: Andrea Dal Martello, Giorgio De Marco, Simone Setzi.
2D Compositing, Audio Mixing: Andrea Dal Martello.
3D Compositing, Audio Spatialisation: Giorgio De Marco. Produzione / Production: -orama.
Il meglio di Animateka La selezione Elefante
/ Best of Animateka - The Elephant selection
Animateka è un festival internazionale dedicato ai film d’animazione d’autore. Ogni dicembre il festival presenta il meglio della produzione del cinema d’animazione prodotto in Europa centrale e orientale nel programma del suo concorso principale, un programma che include i più originali film studenteschi d’Europa, e un concorso internazionale di film per bambini accuratamente selezionati, chiamato “Elefante”.
I due programmi che presentiamo al Trieste Film Festival sono rivolti ai bambini dai due anni in su. Anche più piccini che si trovassero al cinema con i genitori per la prima volta potranno godersi dei film di autori europei attentamente selezionati. Sono tutti film senza dialoghi, ma ricchi a livello sonoro e narrativo. Questi autori e loro film – caratterizzati da uno stile visivo e narrativo completamente individuale –rappresentano un’alternativa all’animazione commerciale che i vostri bambini normalmente guardano in TV. Sono certo che i film visti sul grande schermo in sala faranno felici i bambini e se ci proverete, come facciamo ad Animateka, stimoleranno un dialogo con il pubblico e ulteriori discussioni a casa!
Tra film selezionati, ci sono sia episodi di serie internazionalmente affermate, sia cortometraggi. Ci saranno un sacco di animali colorati che vivono in mondi colorati, ma anche creature amichevoli che magari incontriamo nei sogni. La maggior parte dei personaggi animati sono disegnati al computer, ma alcuni film sono stati realizzati animando (facendo vivere) pupazzi, fiammiferi o ritagli di carta. L’importante è che, guardandoli al cinema, vi facciano ridere, entusiasmare e forse persino spaventare un po’. L’Elefante animato è sempre spassoso. Buon divertimento!
Igor Prassel
Direttore Artistico del festival Animateka Animateka festival artistic director
GOSPOD FILODENDRON IN JABLANA
Grega Mastnak Il signor Filodendro e l’albero di mele Slovenia, 2016, 6’ / Mr. Philodendron and the Apple Tree
Il signor Filodendro è seduto davanti a casa sua, in una piacevole mattina soleggiata. Vuole bere un bicchiere d’acqua ma purtroppo trova il bicchiere vuoto. Nel suo modo innocente di vedere le cose tenta di catturare una nuvola per avere un po’ d’acqua, ma invece finisce per schiantarsi sull’albero di mele.
Mr. Philodendron sits in front of his house on a pleasant sunny morning. He wants to have a glass of water but he sadly finds it empty. In his innocent way of seeing things he tries to catch the cloud to get some water, and instead crashes into the apple tree.
Animateka is an international festival that focuses on high quality auteur animated film. In December every year it presents the peak production of short animated films from Central and Eastern Europe in the main competition programme, a programme comprising the most original European student films and a programme of carefully selected international films for children, named the Elephant in competition.
The two programmes we are presenting at the Trieste Film Festival are aimed at children aged two and above. Young children who may be visiting the cinema with their parents for the first time can enjoy carefully selected films by European authors. All the films are without dialogues, but rich in sound design and storytelling. These authors and their films –presenting a 100% authorial visual and narrative style – are the alternative to the commercial animation which your kids are usually watching on television. I am sure the films seen on a big cinema screen will make the kids happy and if you try, as we do at Animateka, they will provoke a dialogue with the audience and a further discussion at home!
Among the selected works, there are episodes from internationally successful series, as well short films. There will be a lot of colourful animals living in colourful worlds, but also friendly creatures that maybe we can meet in our dreams. The majority of the animated characters are drawn by computer, but some films are made with animating (bringing to life) puppets, matches or paper cut-outs. The important thing is that you will laugh, cheer and maybe even feel a little fear by watching them in the cinema. The animated Elephant is always fun. Enjoy the ride!
MR. NIGHT HAS A DAY OFF
Ignas Meilunas Mr. Night ha un giorno di riposo
Lituania / Lithuania, 2016, 2’
Perché la notte sta cambiando il giorno? Beh, quando qualcosa non ti piace, lo cambi. Why is the night changing the day? Well, when you don’t like something, you change it.
PODLASICA
Timon Leder Donnola / Weasel Slovenia, 2016, 11’
Una donnola affamata attacca uno stormo di uccelli che vive su un albero, l’ultimo ancora in piedi. Gli uccelli cercano di tenere l’albero in equilibrio, mentre la donnola cerca ostinatamente di arrampicarsi sul suo tronco. La sua insistenza mette sempre più a rischio il fragile equilibrio dell’albero, il suo stomaco brontolone non molla, finché non sarà troppo tardi. A hungry weasel attacks a flock of birds living on a tree, the last one still standing upright. The birds are trying to keep the tree in balance, while the weasel is persistently trying to climb up its trunk. Its persistence is putting the tree’s fragile balance ever more at risk, and its growling stomach is not letting up until it is too late.
KOYAA - IZMUZLJIVI PAPIR
Kolja Saksida Koyaa - Un foglio sfuggente Slovenia, 2019, 3’ / Koyaa - Elusive Paper
Koyaa vuole dipingere, ma il suo foglio di carta improvvisamente inizia a piegarsi e a diventare un aeroplanino di carta, decollando con un ronzio. Koyaa lo insegue mentre il foglio continua a trasformarsi in mille modi e a essere davvero sfuggente!
Koyaa wants to paint, but his sheet of paper suddenly starts folding into a paper airplane, taking off with a buzz. Koyaa chases after it as it keeps transforming into various shapes, being super elusive!
Patchwork Clam ha un problema: non può giocare perché è troppo timida! Riusciranno gli Amici Patchwork a trovare un modo per farla uscire dal suo guscio?
Patchwork Clam has a problem: she can’t play because she’s way too shy! Will the Patchwork Pals find a way to make her come out of her shell?
BLACK & WHITE
Gerd Gockell, Jesús Pérez Bianco e nero Germania - Svizzera / Germany - Switzerland, 2020, 5’
Un corto animato per bambini che parla della tolleranza verso gli stranieri. La proverbiale “pecora nera” sarà cacciata dal gregge, ma solamente un coraggioso sconosciuto riuscirà a proteggere le pecore dal pericolo.
An animated short film for children about tolerance towards strangers. The proverbial ‘black sheep’ will be bullied out of the herd but only the brave outsider can protect them from harm.
DER KLEINE VOGEL UND DIE BIENEN
Lena von Döhren Il piccolo uccellino e le api Svizzera / Switzerland, 2020, 4’ / The Little Bird and the Bees
È primavera e il piccolo uccellino si prende cura delle prime foglie dell’albero. I boccioli si aprono uno a uno, e anche le api arrivano ronzando. Svegliato dal dolce sapore del nettare, il piccolo uccellino le segue fino al prato fiorito. Ma la volpe, avida, è di nuovo all’inseguimento. Negli episodi precedenti, il piccolo uccellino aveva incontrato una foglia perduta, uno scoiattolo sgarbato e un bruco puzzolente. Ora può godersi la compagnia dei nuovi vicini. It is springtime and the little bird is taking care of the first leaves on the tree. Then the blossoms open up one by one, and the bees come buzzing along. Awakened by the sweet taste of nectar, the little bird follows them over the flower meadow. But the greedy fox is once again in pursuit. In previous episodes, the little bird met a lost leaf, a churlish squirrel and a farting caterpillar. Now it can enjoy the company of some new neighbours.
MITCH-MATCH: EPISODE
6
Géza M. Tóth Mitch-Match: episodio 6 Ungheria / Hungary, 2020, 2’
Nella scatola è rimasto un solo un fiammifero. Questo bastoncino, questo oggetto semplice, è il protagonista della serie Mitch-Match Il personaggio parte per un viaggio in ogni episodio e ritorna sempre alla scatola. Un oggetto semplice crea l’opportunità per infinite avventure giocose che stimolano la fantasia di ciascuno. There’s only one matchstick left in the box. This stick, this ordinary thing is the protagonist of the Mitch-Match series. The character embarks on a journey in every episode and always returns to the box. This ordinary thing is an opportunity for endless playful and imaginative adventures evoking everyone’s fantasy world.
LE VÉLO DE L’ÉLÉPHANT
Olesja Ščukina L’elefante e la bicicletta Belgio - Francia / Belgium - France, 2014, 9’ / The Elephant and the Bicycle
Un elefante vive in una città fra le persone e lavora come spazzino. Un giorno, vede un grande tabellone con la pubblicità di una bicicletta. Sembra della misura perfetta per lui! È il momento in cui la vita dell’elefante può cambiare: deve ottenere la bicicletta a ogni costo.
An elephant lives in a town among people and works as a street cleaner. One day, he sees a big billboard advertising a bicycle. It seems the perfect size for him! This is the minute the elephant’s life changes: he has to get this bicycle whatever it costs him.
OTOK
Max Mörtl, Robert Löbel Isola / Island Germania / Germany, 2017, 2’
Un gruppo di creature esotiche si incontrano in una piccola isola. On a small island a bunch of exotic creatures run across each other.
ANIMANIMALS: FLIEGE
Julia Ocker Animanimals: la mosca Germania / Germany, 2018, 4’ / Animanimals: Fly
Tre rane litigano per una mosca gustosa. Ma c’è qualcosa che la mosca può insegnare loro.
Three frogs are fighting over a tasty fly. But there is something the fly can teach them.
PRINCE KI-KI-DO: BEGUNEC
Grega Mastnak Principe Ki-Ki-Do: in fuga Slovenia, 2018, 5’ / Prince Ki-Ki-Do: On the Run
Nella foresta di Ki-Ki-Do, una strana creatura – uno spaventato Struzzo dal collo lungo –sta scappando da un cacciatore senza scrupoli. Visto che Rosalia la Porcellina non riesce a proteggere lo Struzzo, il principe Ki-Ki-Do deve entrare in azione! Ma Ki-Ki-Do è stato colpito da una pistola spara-tranquillanti e sta dormendo come un bambino. Lo Struzzo sembra essere condannato a passare il resto della sua vita dietro le sbarre...
In Ki-Ki-Do’s forest, a strange creature – a frightened long-necked Ostrich – is on the run from a ruthless hunter. As Rosalia the Pig fails to protect Ostrich, Prince Ki-Ki-Do is called to action! But Ki-Ki-Do has been hit by a tranquilizer gun and is sleeping like a baby. Ostrich seems to be doomed to spending the rest of his life behind bars...
Raul ‘Robin’ Morales Reyes Una tigre senza strisce Francia - Svizzera / France - Switzerland, 2018, 9’ / A Tiger With No Stripes
Una piccola tigre decide di intraprendere un lungo viaggio alla ricerca delle sue strisce. A little tiger decides to take a long journey in search of his stripes.
A ciascuno il suo cinema & Racconti d’inverno
/ To Each His Own Cinema & Winter Tales
INKT
Joost van den Bosch, Erik Verkerk Inchiostro / Ink Paesi Bassi / The Netherlands, 2020, 2’
In questo breve corto d’animazione seguiamo un polipo maniaco dell’ordine e della pulizia. Ma a volte, anche se hai così tante braccia, non riesci comunque a raggiungere ciò che desideri.
In this ultrashort animated film, we follow an octopus who is a clean-up neat-freak. But sometimes, even though you have so many arms, you still cannot reach what you are aiming for.
Gli Spuffies adorano le giuggiole. Quando hanno mangiato l’ultimo delizioso frutto e la fame sta per arrivare, si avviano verso la vecchia casa di Poofler attraverso la foresta oscura. Lì incontrano e diventano amici di Spider, che gli mostra la strada per il boschetto di giuggiole.
Spuffies have a serious thing for jujubes. When they’ve eaten the very last delicious fruit and hunger is about to strike, they head to the old Poofler’s place through the murky forest. There they meet and befriend a Spider who shows them the way to the jujubes grove.
Schermi e Lavagne, il dipartimento educativo della Cineteca di Bologna, promuove da anni il cinema di patrimonio presso il giovane e giovanissimo pubblico, accompagnando quotidianamente bambini e le bambine alla scoperta della Storia del cinema con proiezioni e percorsi laboratoriali ad hoc e proponendo al contempo la visione di film di recente uscita. Due le rassegne di cortometraggi qui presentate e rivolte a un pubblico di piccoli cinefili: in “A ciascuno il suo cinema” riscopriamo il piacere dell’esperienza cinematografica attraverso tanti film, animati e non, in cui a essere protagonista è il cinema stesso, il buio, il fascio di luce del proiettore, la magia del film che parte e ci trasporta in un mondo di storie ed emozioni da vivere insieme ad altre persone, in sala.
Nella seconda selezione di corti troviamo invece tante piccole storie, provenienti da paesi ed epoche lontane e vicine, per scaldare un freddo pomeriggio d’inverno.
Un ricco e diversificato programma che ci porta alla scoperta di autori e autrici del panorama internazionale e di varie tecniche d’animazione, dal disegno in fase, alla cut out animation (tecnica che consiste nell’animazione di ritagli di carta), dalla stop motion realizzata con i pupazzi alla computer grafica.
“Schermi e Lavagne”, the educational department of the Cineteca di Bologna, has been promoting heritage cinema to young and very young audiences for years, accompanying children on a daily basis in their discovery of the history of cinema with screenings and ad hoc workshops, while at the same time proposing the viewing of recently released films. There are series proposed here that are aimed at a young audience of film-goers: in “To Each His Own Cinema” we rediscover the pleasure of the cinema experience through many films, both animated and not, in which the protagonist is the cinema itself, the darkness, the beam of light from the projector, the magic of the film that starts and transports us into a world of stories and emotions to share with other people, in the theatre. In the second selection of shorts, on the other hand, we find many small stories, from countries and eras far and near, to warm up a cold winter afternoon.
The rich and diversified programme enables us to discover directors from the international scene and a variety of animation techniques, from phase drawing to cut-out animation (a technique that consists of animating paper cuttings), and from stop motion made with puppets to computer graphics.
a cura di / curated by Schermi e Lavagne, Cineteca di Bologna
FANTASMAGORIE
Phantasmagoria
Émile Cohl Francia / France 1908, 2’
Il primo film d’animazione della storia del cinema ci mostra una sala cinematografica in cui un omino e una signora dal cappello molto appariscente sono seduti a “godersi” lo spettacolo. La narrazione riprende la messa in scena degli spettacoli di vaudeville: una serie di scenette, gag, situazioni comiche rese ancora più surreali dall’animazione. Realizzato con la tecnica del disegno tradizionale su carta, successivamente il film venne ripreso in negativo affinché desse la sensazione di un disegno tracciato alla lavagna.
The first animated film in the history of cinema shows us a cinema hall in which a little man and a lady wearing a very flamboyant hat are sitting and “enjoying” the show. The narrative borrows from vaudeville shows: a series of sketches, gags and comic situations made even more surreal by the animation. Made with the technique of traditional drawing on paper, the film was later filmed in negative so that it would give the sensation of a drawing traced on a blackboard.
HAJIME NO IPPO
Komaneko - Il primo passo / The First Step Goda Tsuneo Giappone / Japan, 2006, 6’
Koma è una piccola gatta appassionata di cinema, curiosa di tutto ma soprattutto di come si creano e raccontano le storie nei film. Un giorno di sole Koma decide di fare il suo film: immagina lo storyboard, costruisce le marionette, cuce costumi e disegna le scenografie. Con la sua cinepresa 8mm lavora minuziosamente. Realizzare un film fotogramma per fotogramma richiede molto tempo... ma che gioia vedere le immagini prendere vita sullo schermo e assistere insieme agli amici alla proiezione! Koma is a little cat with a passion for cinema, curious about everything but especially about how stories are created and told in films. One sunny day, Koma decides to make her own film: she imagines the storyboard, builds the puppets, sews the costumes and designs the sets. She works meticulously with her 8mm camera. It takes a long time to make a film frame by frame… but what a joy it is to see the images come to life on the screen and watch the screening with friends!
ZHANXIOU VILLAGE
Nel villaggio di Zhanxiou
Chen Kaige Francia / France 2007, 3’
Nel villaggio di Zhanxiou un gruppo di bambini trova un espediente molto originale per far funzionare un proiettore cinematografico. L’opera fa parte di un progetto più ampio, il film collettivo Chacun son cinéma - A ciascuno il suo cinema, prodotto da Gilles Jacob per festeggiare 60 anni del festival del cinema di Cannes.
In the village of Zhanxiou, a group of children find a very original way to make a film projector work. The film is part of a larger project, a collective film called To Each His Own Cinema, produced by Gilles Jacob to celebrate the 60th anniversary of the Cannes Film Festival.
SILENT
Limbert Fabian, Brandon Oldenburg Stati Uniti / USA, 2014, 3’
Scritto da William Joyce, autore del cortometraggio I fantastici libri volanti di Morris Lessmore e di oltre 50 libri per bambini, un omaggio al cinema muto e in particolare a Chaplin e Keaton. In una città grigia una bambina e un buffo signore (Keaton) si esibiscono in strada con un teatrino d’ombre che mostra una sagoma di Charlot danzante. Un’improvvisa pioggia costringerà i nostri protagonisti a trovare rifugio in un vecchio cinema e lì nel buio della sala avrà inizio la magia del cinema. Written by William Joyce, author of the short film The Fantastic Flying Books of Mr. Morris Lessmore and over 50 children’s books, a tribute to silent cinema and in particular to Chaplin and Keaton. In a grey city, a little girl and a funny man (Keaton) perform in the street with a shadow theatre that shows a silhouette of a dancing Chaplin Tramp. A sudden rain forces our protagonists to take refuge in an old cinema and there, in the darkness of the space, the magic of cinema begins.
Gerusalemme, 1938. In una città divisa due bambini si incontrano al Cinema Rex. Lui parla soltanto ebraico, lei solo arabo ma nonostante le differenze linguistiche due bambini riusciranno, grazie alla magia del cinema e del racconto per immagini, a creare una vera amicizia. Mayan Engelman ed Eliran Peled sono due registi pluripremiati cui film vengono presentati in tutto il mondo. Cinema Rex è un cortometraggio d’animazione, basato su una storia vera. Il cinema Rex attivo tra il 1937 e il 1939 a Gerusalemme era una delle poche attività, dell’epoca, in comproprietà tra proprietari ebrei e arabi. Jerusalem, 1938. In a divided city, two children meet at the Cinema Rex. He speaks only Hebrew, she only Arabic, but despite their linguistic differences, the two children manage, thanks to the magic of cinema and storytelling through images, to create a true friendship. Mayan Engelman and Eliran Peled are two award-winning directors whose films are presented all over the world. Cinema Rex is a short animated film, based on a true story. The Rex Cinema, which operated between 1937 and 1939 in Jerusalem, was one of the few businesses co-owned by Jewish and Arab owners at the time.
PAT A MAT
serie creata / series created by Lubomír Beneš, Vladimír Jiránek
Pat e Mat - Proiettore / Pat and Mat - Projector (2011)
Pat e Mat - Popcorn / Pat and Mat - Popcorn (2020)
Rep. Ceca / Czech Rep., 8’ + 8’
In una notte stellata i due vicini di casa Pat e Mat trovano un rullo cinematografico e un proiettore. Condividendo la passione del “fai da te” provano a proiettare il film ma la casa è talmente piccola da non essere lo spazio ideale per una sala cinematografica. In Pat e Mat - Popcorn continuano le avventure dei nostri due protagonisti questa volta alle prese con i fornelli. La serie cecoslovacca, animata in stop motion, è prodotta da Lubom r Beneš e Vladim r Jiránek per la televisione nazionale della Repubblica Ceca. Il primo episodio è stato trasmesso nel 1976 e da allora sono stati prodotti 130 episodi, 8 mini episodi e tre lungometraggi, a testimonianza della grande popolarità della serie in tutta l’Europa dell’est. On a starry night, two neighbours called Pat and Mat find a film reel and a projector. Sharing a passion for DIY, they try to screen the film, but the small size of the house is not ideal for a cinema. In Pat and Mat - Popcorn the adventures of our two protagonists continue, this time in the kitchen. The Czech stop-motion animated series is produced by Lubomír Beneš and Vladimír Jiránek for the national television of the Czech Republic. The first episode was broadcast in 1976 and since then 130 episodes, 8 mini-episodes and 3 feature films have been produced, testifying to the series’ great popularity throughout Eastern Europe.
SN EŽIN KA
Fiocco di neve / Snowflake
Natalia Černyševa Russia, 2012, 6’
Nero su bianco: la pelle di un ragazzo africano, le macchie di un leopardo e le strisce di una zebra si stagliano contro la neve. Questa è la combinazione geograficamente inaspettata ma graficamente incantevole che la regista russa Natalia Černyševa ha scelto per il suo film di laurea. È un fiocco di carta inviato per posta da un paese del nord che provoca questa magia, coprendo di neve la savana africana. Il bambino che ha ricevuto questa sorprendente lettera scopre allora la gioia dell’inverno: mangiare un fiocco, scivolare e rotolarsi nella neve... si entra così in un universo stilizzato, minimalista sia dal punto di vista narrativo che grafico, dove l’unico colore presente è il rosso, il colore del cappotto e del fuoco che scalda gli animali e il bambino.
Black on white: the skin of an African boy, the spots of a leopard and the stripes of a zebra stand out against the snow. This is the geographically unexpected but graphically enchanting combination that Russian director Natalia Chernysheva chose for her graduation film. It is a paper snowflake sent by post from a northern country that causes this magic, covering the African savannah with snow. The child who received this surprising letter then discovers the joy of winter: eating a snowflake, slipping and rolling in the snow… We thus enter a stylised universe, minimalist in both narrative and graphic terms, where the only colour present is red, the colour of the coat and the fire that warms the animals and the child.
ZIMA PRIŠLA
L’inverno è arrivato / Winter Has Come
Vasilij Šlyčkov Russia, 2012, 6’
Un’immagine di pizzo finemente intrecciato rivela i vivaci colori autunnali di una foresta russa, un’elegante volpe ruba i colori all’autunno: l’inverno è arrivato. Gli animali si addormentano, una bambina si coccola tra le coperte. Un piccolo gioiello d’animazione realizzato mescolando tanti materiali diversi, dalla plastilina alle stoffe ricamate.
A picture of finely woven lace reveals the bright autumn colours of a Russian forest; then an elegant fox steals the colours of autumn: winter has come. Animals fall asleep, a little girl cuddles in blankets. A small jewel of animation made by mixing many different materials, from plasticine to embroidered fabrics.
EVERY STAR
Yawen Zheng Stati Uniti / USA, 2014, 3’
Nel cuore di tutti vive un bambino e la sua stella. Every Star è una storia che si svolge tra città e natura. Un misterioso bambino proveniente dalla campagna raccoglie stelle e le manda a ogni bambino di città che non è in grado di vedere le stelle attraverso il cielo velato di smog.
In everyone’s heart lives a child and his star. Every Star is a story that takes place between the city and nature. A mysterious child from the countryside collects stars and sends them to every city child, who is unable to see the stars through the smoggy sky.
LA MOUFLE Il guantino / The Mitten
Clémentine Robach Francia - Belgio / France - Belgium, 2014, 8’
Nevica. Lily e suo nonno preparano una casetta di legno per dare riparo agli uccelli durante l’inverno. “Ma come faranno gli altri animali a proteggersi dal freddo?” si chiede la bambina. Un guantino lasciato ai piedi dell’albero potrebbe essere la soluzione. Fonte di gioia e inquietudine allo stesso tempo, l’arrivo dell’inverno rappresenta un passaggio, uno stato transitorio molto forte. Cos , la nozione di freddo, fragilità, precarietà, in contrapposizione a quelle di calore, protezione, accoglienza, sono in questo film privo di dialoghi, essenziali per la presa di coscienza da parte della piccola Lily. It is snowing. Lily and her grandfather prepare a little wooden house as shelter for the birds during the winter. But how will the other animals protect themselves from the cold?, the little girl wonders. A small mitten left at the foot of the tree could be the solution. A source of joy and anxiety at the same time, the arrival of winter represents a transition, a very strong transitory state. Thus, the notion of cold, fragility, precariousness, as opposed to warmth, protection, welcome all appear in this film without dialogue, essential for little Lily’s growing sense of awareness.
BEL’ČONOK I SANKI
Lo slittino / The Sled Olesja Ščukina Russia, 2016, 5’
Uno scoiattolino rosso si diverte a giocare nella neve con il suo slittino. L’idea del film nasce da un disegno che l’autrice Olesja Ščukina ha realizzato per una cartolina di auguri. “Sono cresciuta in Russia e la neve mi è molto familiare”, racconta l’autrice, “mi piacciono paesaggi invernali, specialmente se fuori è gelido e gli alberi sono coperti di neve. Ho mescolato forme e linee per creare i miei sfondi invernali.”
A little red squirrel enjoys playing in the snow with his sled. The idea for the film came from a drawing that author Olesya Shchukina made for a greeting card. “I grew up in Russia and I am very familiar with snow,” says the author. “I like winter landscapes, especially when it is freezing outside and the trees are covered in snow. I mixed shapes and lines to create my winter backgrounds.”
MORO Š KA
Lampone artico / Cloudberry
Polina Minčenok Russia, 2016, 8’
Un enorme lupo grigio minaccia le greggi di un piccolo villaggio nella tundra, ma la generosità e l’altruismo di una bambina che sa guardare al di là delle apparenze minacciose dell’animale, porterà il lupo a rivelare un cuore gentile e leale.
A huge grey wolf threatens the flocks of a small village in the tundra, but the generosity and selflessness of a little girl who can look beyond the animal’s menacing appearances will lead the wolf to reveal a kind and loyal heart.
CinemAmbiente per i ragazzi
/ CinemAmbiente for the Kids
Il Festival CinemAmbiente di Torino ha come finalità la promozione del cinema a tematica ambientale con lo scopo di informare e sensibilizzare il pubblico. Già dalla sua prima edizione una parte del festival è stato dedicato ai ragazzi, prima con la sezione “Ecokids” e ora con un progetto più ampio chiamato “CinemAmbiente Junior”.
I film si sono rivelati un valido supporto didattico all’educazione ambientale. Partendo dalla visione di un film si possono innescare percorsi di approfondimento delle conoscenze.
I due film qui proposti rappresentano le due anime del Festival, quello naturalistico di esaltazione della bellezza e della magia della natura e quello di denuncia delle ferite inferte dall’uomo al pianeta.
Gli orsi della Kamčatka. L’inizio della vita, è un documentario russo realizzato da due giovani registi nell’area protetta del South Kamchatka Federal Sanctuary, conosciuto come il “paradiso degli orsi”, che si distingue per la totale assenza di voci e interferenze umane, permettendo allo spettatore un’esperienza immersiva nella bellezza di una natura selvaggia e incontaminata.
The Green Lie dell’affermato regista austriaco Werner Boote con ironia e intelligenza mette in scena gli inganni del greenwashing, quelle pennellate verdi che molte aziende utilizzano per crearsi una facciata “eco”. E perché lo fanno? Perché devono rispondere a un’opinione pubblica sempre più sensibile alle tematiche ambientali, un’opinione pubblica che spesso si sente utile e “attivista” nel poter acquistare un prodotto equo, sostenibile, ecologico. È giusto cercare di acquistare in maniera consapevole, ma non sempre quello che luccica è oro.
Gaetano Capizzi
Direttore
Artistico del festival CinemAmbiente
Festival Artistic Director
La bugia verde
Turin’s Festival CinemAmbiente aims to showcase cinema dedicated to environmental issues to inform and raise awareness. Since its very first edition, part of the festival has been dedicated to children, first with the “Ecokids” section and nowadays with a wider project called “CinemAmbiente Junior”. Films have proved a very effective teaching aid in educating children about the environment. Watching a film can be the first step in a journey of discovery towards a deeper understanding of these matters.
The two films that we are presenting embody the two main missions of the Festival – celebrating the beauty and magic of nature on the one hand, and denouncing the wounds that humans inflict on the planet on the other.
Kamchatka Bears. Life Begins is a Russian documentary filmed by two young directors in the protected area of the South Kamchatka Federal Sanctuary, known for being a bear paradise.
The film is characterised by a total absence of human voices or interference, allowing viewers to immerse themselves in the beauty of this unspoilt wilderness.
The Green Lie by established Austrian director Werner Boote ironically and cleverly reveals the lies of greenwashing – the green sheen that many companies use to fabricate an ecolook for themselves. And why do they do it? Because they must respond to the increasing environmental sensitivity of public opinion, where customers often feel helpful and “engaged” when they can buy products that are produced in a fair, sustainable and environmentally friendly way. It is good to try and be responsible consumers, but what we are made to believe is not always true.
Austria 2018, HD, col., 97’ v.o. tedesca - inglese - portoghese - indonesiana / German - English - Portuguese - Indonesian o.v.
Sceneggiatura / Screenplay: Werner Boote, Kathrin Hartmann. Fotografia / Photography: Dominik Spritzendorfer, Mario Hötschl. Montaggio / Editing: Gernot Grassl, Roland Buzzi. Suono / Sound: Andreas Hamza, Atanas Tcholakov, Eick Hoemann.
Musica / Music: Marcus Nigsch. Produzione / Produced by: e&a film. Con il sostegno di / Supported by: Austrian Film Institute, ORF - Film /Fernseh-Abkommen, Vienna Film Fund. Distribuzione internazionale / World Sales: Widehouse.
Auto elettriche ecologiche, cibo prodotto in modo sostenibile, produzione equa. Le multinazionali vorrebbero farci credere che possiamo salvare il mondo comprando le cose giuste. Ma questa è una diffusa e pericolosa bugia. Menzione speciale “Ambiente e società” al Festival CinemAmbiente 2018. “Ho iniziato la mia ricerca da aziende che hanno un’immagine pubblica positiva. Ho incontrato persone di Fairtrade e di altre organizzazioni rispettate e ho scoperto che solo perché un prodotto è ricoperto di slogan verdi non significa che sia sostenibile al cento per cento. Le etichette si riferiscono per lo più ai singoli ingredienti di un prodotto ed è sufficiente che anche solo una frazione di essi sia prodotta in modo sostenibile. Non sono riuscito a trovare una sola azienda che avesse credenziali di sostenibilità convincenti. Anzi! Ho scoperto quanto sia facile e diffuso il greenwashing ... Se un numero maggiore di persone capisse il meccanismo distruttivo delle multinazionali e del capitalismo deregolato, un giorno potremmo forse vivere in un sistema che non ha bisogno di raccontare bugie verdi.” (W. Boote)
Environmentally friendly electric cars, sustainably produced food, fair production. The big companies would have us believe that we can save the world just by buying the right stuff. But this is a widespread and dangerous lie. Special Mention at CinemAmbiente Festival 2018 in Turin.
“I started my research for this project with companies that have a positive public image. I met people from Fairtrade and other similarly respected associations and organisations and discovered that just because a product is covered in green slogans does not mean it is one hundred percent sustainable. The labels mostly refer to the individual ingredients of a product and it’s enough if just a small fraction of that ingredient is produced sustainably. After a while, I realised that I couldn’t find a single company that had convincing sustainability credentials. On the contrary! And I also found out how easy it is to get greenwashed ... If more people understood the destructive mechanism of corporations and deregulated capitalism, we might one day be able to come up with a system which doesn’t need to tell us green lies.” (W. Boote)
Werner Boote Regista, è nato a Vienna nel 1965, dove tuttora vive e lavora. Ha studiato all’Accademia del Cinema di Vienna, dove il suo interesse iniziale era la musica. Dopo aver lavorato come assistente alla regia per alcuni anni (fra gli altri per Ulrich Seidl e Robert Dornhelm), ha iniziato a realizzare i suoi film nel 1993. Il suo documentario Plastic Planet (2009) è stato presentato in oltre 80 paesi. Population Boom del 2013 ha vinto il premio “Green Me” a Berlino come Miglior documentario ecologico. Film director Werner Boote was born in Vienna in 1965. He studied at the Film Academy Vienna where his initial focus was music. After working as an assistant director for some years (to Ulrich Seidl, Robert Dornhelm and others), he started making his own films in 1993. His documentary Plastic Planet (2009) was screened in over 80 countries. Population Boom (2013) won the “Green Me” Award in Berlin for the Best Green Documentary. He currently lives and works in Vienna. filmografia scelta / selected filmography 2009 Plastic Planet doc. 2013 Population Boom doc. 2015 Alles unter Kontrolle (Everything’s Under Control) doc. 2018 The Green Lie doc.
MEDVEDI KAMCĂTKI. NAČALO ŽIZNI
Gli orsi della Kamčatka. L’inizio della vita / Kamchatka Bears. Life Begins
Russia
2018, HD, col., 55’ v.o. inglese / English o.v.
Fotografia / Photography: Dmitrij Špilenok. Montaggio / Editing: Vladislav Grišin. Musica / Music: Georgij Chimoroda. Suono / Sound: Julija Gluchova, Vladimir Archipov.
Narratore / Narrator: Gerard Michael Maccarthy. Produzione / Produced by: Studio Lesfilm.
Vladislav Grišin,
Irina Žuravleva-
Š apman
Il Santuario Federale della Kamčatka del Sud è spesso chiamato il paradiso degli orsi. La produzione ha trascorso sette mesi osservando e filmando la vita quotidiana dei cuccioli d’orso appena nati. Ma questo è un documentario naturalistico diverso dagli altri: la musica, suoni della natura e l’assenza della voce umana permettono allo spettatore di immergersi completamente nella bellezza della natura selvaggia, di percepirne l’essenza tra vulcani, fiumi e animali selvatici, e di sperimentare un limite importante, oltre il quale l’uomo non dovrebbe spingersi per non interferire. Menzione speciale WWF “per il miglior film sulla conservazione della bio-diversità” al Festival CinemAmbiente 2018.
The South Kamchatka Federal Sanctuary is often called a bear paradise. The Lesfilm production team spent seven months observing and filming the newborn bear cubs’ daily lives throughout their first year on Earth. However, this is a nature documentary that differs from other: the music, the sounds of nature and the absence of a human voice allow the viewer to plunge into the beauty of wild nature as much as possible, to feel its presence among volcanoes, rivers and wild animals, and experience an important boundary, beyond which a person should not interfere.
WWF Special Mention “for the best film about preservation of biodiversity” at CinemAmbiente Festival 2018 in Turin.
Vladislav Grišin
Regista e montatore, vive e lavora a San Pietroburgo. Si occupa di produzione di film documentari dal 2000.
Film director and editor, Vladislav Grishin lives and works in Saint-Petersburg. He has been engaged into documentary film production since 2000.
2018 Medvedi Kamcătki. Načalo žizni (Kamchatka Bears. Life Begins, diretto con / directed with Irina Žuravleva-Schepman) doc. 2020 Sockeye Salmon, Red Fish (diretto con / directed with Dmitrij Šapman) doc.
Irina Žuravleva-Šapman
Regista e produttrice, a capo di Lesfilm (una società di produzione con sede in Russia e in Francia), è impegnata da oltre 10 anni in progetti culturali sull’atteggiamento responsabile nei confronti dell’ambiente. Attualmente sta lavorando al suo secondo film sulle foreste antiche e sugli orsi neri asiatici.
Film director and producer, head of Lesfilm (a nature documentary film studio based in Russia and France), Irina ZhuravlevaSchaepman has been engaged in cultural and media projects devoted to a responsible attitude to the environment for more than 10 years. Currently she is working on a new films about old forests and asian black bears.
2018 Medvedi Kamcătki. Načalo žizni (Kamchatka Bears. Life Begins, diretto con / directed with Vladislav Grišin) doc.
Born in Trieste
i film nati nell’ambito di / the films whose projects were pitched at “When
East Meets West”
Concorso lungometraggi / Feature Film Competition
MRAK / Darkling
Dušan Milić
(vedi pagina / see page 40)
NË KËRKIM TË VENERËS
/ Looking for Venera
Norika Sefa (vedi pagina / see page 44)
ORKESTER / Orchestra
Matevž Luzar (vedi pagina / see page 46)
WOMEN DO CRY
Mina Mileva, Vesela Kazakova (vedi pagina / see page 52)
Fuori concorso / Out of Competition
CENZORKA / 107 Mothers
Peter Kerekes
(vedi pagina / see page 56)
PICCOLO CORPO
/ Small Body
Laura Samani
(vedi pagina / see page 62)
ŻEBY NIE BYŁO ŚLADÓW
/ Leave No Traces
Jan P. Matuszyński
(vedi pagina / see page 66)
Concorso documentari / Documentary Competition
BŪSIU SU TAVIM / I’ll Stand by You
Virginija Vareikytė, Maximilien Dejoie (vedi pagina / see page 75)
MUZEJ REVOLUCIJE
/ Museum of the Revolution
Srđan Keča (vedi pagina / see page 81)
ODPUŠČANJE / Reconciliation
Marija Zidar
(vedi pagina / see page 82)
TVORNICE RADNICIMA
/ Factory to the Workers
Srđan Kovačević (vedi pagina / see page 85)
Fuori concorso / Out of Competition
BOSNIA EXPRESS
Massimo D’Orzi
(vedi pagina / see page 88)
THE JUNGLE
Cristian Natoli (vedi pagina / see page 91)
When East Meets
24-28 Gennaio 2022 / 24-28 January 2022
“Le difficoltà aguzzano l’ingegno”… È un vecchio modo di dire e di sicuro se ne è abusato ma, come spesso capita ai luoghi comuni, continua a ricevere molte conferme nella vita di tutti giorni.
Noi la nostra conferma l’abbiamo avuta a gennaio dell’anno scorso, perché l’edizione 2021, pensata in piena pandemia e quindi online (perciò totalmente diversa dalle precedenti) è stata un grande successo.
Non era una sfida facile da vincere per un evento come WEMW, che ha fatto del contatto interpersonale, dello scambio verbale diretto, della possibilità di interazione immediata e senza filtri, le sue caratteristiche più conosciute e apprezzate. Certo, internet, Zoom, la piattaforma progettata ad hoc, la bravura dei nostri collaboratori sono stati essenziali, ma credo che l’ottimo risultato ottenuto dipenda anche dal fatto di essere riusciti a conservare quello che è lo spirito di WEMW e quella che è stata la ragione della sua nascita, che così raccontavamo un anno fa: “… costruire uno spazio capace di rispondere alle esigenze di tutti possibili partecipanti, più vicini ma anche i più lontani… perché WEMW rimanga, nonostante tutto, il ponte che unisce le culture di diverse parti del mondo, il luogo dove scambiare idee, condividere progetti e porre le basi per realizzare nuovi film.”
Speravamo, tutti, che l’edizione 2022 sarebbe stata simile a quella del 2020, e di trovarci insieme a Trieste (magari senza mascherine) per scambiarci strette di mano e abbracci: purtroppo non sarà così. Sarà però un’edizione diversa anche da quella del 2021, e la sfida, ancora una volta, è quella di non perdere l’identità, di restare WEMW. Contiamo, con l’aiuto di tutti, di riuscirci anche questa volta. Benvenuti, buon lavoro, ma anche, come sempre, buon divertimento!
“Necessity is the mother of invention”, as an old saying goes. It’s a bit of a cliché, yet we often find proof of its truth in our daily lives.
The proof for us materialised last January, because the 2021 edition, despite taking place in the midst of the pandemic and being online (and therefore completely different from previous editions) proved a great success.
It wasn’t an easy challenge to meet for an event such as WEMW, which is famous and especially popular for the opportunities it offers its participants to meet freely and interact with each other openly and face to face.
Naturally, the internet, Zoom, our dedicated platform and the skill of our collaborators have been key, but I believe that the excellent result we achieved depended also on our managing to preserve WEMW’s spirit and its very raison d’être, which I summed up last year as follows: “WEMW’s mission consists in building a space capable of answering the needs of all possible participants, regardless of where they are, near or far… so that it can act as a bridge that unites cultures from different parts of the world, a place where ideas can be exchanged, projects shared and the foundations for producing new films laid out.”
We were all hoping that for the 2022 edition we would resume our pre-pandemic format, so that we could all meet in Trieste in person (possibly even without having to wear face masks) to exchange handshakes and hugs again. Unfortunately, this will not be possible. 2022 will be no mere repeat of last year’s edition, however. Our main challenge will continue to be staying truthful to our identity, remaining WEMW.
With everybody’s help, we hope to succeed again. Welcome, be productive, but also - as ever - have fun!
Organizzato dal Fondo per l’Audiovisivo del Friuli Venezia Giulia insieme a Trieste Film Festival EAVE, Creative Europe Desk Italia e con il supporto di Creative Europe – MEDIA Programme MiC – Direzione Generale per il Cinema, CEI (Central European Initiative) Film Center Serbia e Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, l’edizione 2022 di WHEN EAST MEETS WEST prevede cinque giorni dedicati a produttori, broadcaster, mercati, fondi regionali Italiani, europei, e non solo. L’idea, anche in questa edizione, è quella di dare vita a un appuntamento capace di creare un forte legame tra le regioni e i paesi coinvolti. All’interno del co-production forum, gli “inspirational labs”, workshop, i panel e case-study favoriscono gli incontri tra professionisti di diversi paesi, rendendo così WEMW punto di riferimento per i produttori che vogliono avviare collaborazioni per realizzare i loro progetti. Saranno presenti broadcaster, distributori e rappresentanti di fondi e mercati, così da presentare l’intero panorama di possibilità produttive e distributive, nonché le risorse finanziarie disponibili – nello specifico per territori in focus di quest’anno: Russia e Regno Unito, Irlanda, Canada, USA Siamo sicuri che anche l’edizione 2022 di WHEN EAST MEETS WEST confermerà la grande partecipazione e l’interesse degli addetti ai lavori, consolidando così quella che, a nostro parere, è un’occasione d’incontro indispensabile per lo sviluppo delle imprese audiovisive della Nuova Europa.
Organised by Friuli Venezia Giulia Audiovisual Fund together with Trieste Film Festival EAVE Creative Europe Desk Italia and supported by Creative Europe – MEDIA Programme, MiC – Direzione Generale per il Cinema, CEI (Central European Initiative) Film Center Serbia and Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia the 2022 edition of WHEN EAST MEETS WEST will be a five-day event dedicated to producers, commissioning editors, markets and regional funding bodies from Italy, Europe and beyond. Our aim is to create situations that can generate close ties between the participating regions and countries. Our co-production forum allows cinema professionals to meet through a range of sessions that include “inspirational labs”, workshops, panels and case-studies, making WEMW a unique point of reference for producers who are looking to find collaborations to realise their projects. WEMW will be attended by commissioning editors, distributors and representatives of funding bodies and markets to encompass the whole range of production and distribution opportunities, as well as financial resources, available to the industry. This year the focus will be on Russia & United Kingdom, Ireland, Canada and USA. We are confident that the 2022 edition of WHEN EAST MEETS WEST will again prove very popular with industry insiders and consolidate what is, in our opinion, an essential networking opportunity for the development of audio-visual companies of the New Europe.
Direttore
Last Stop Trieste This
Il Trieste Film Festival e When East Meets West presentano l’ottava edizione di LAST STOP TRIESTE, una sezione work in progress dedicata ai documentari che seleziona progetti fine cut, precedentemente sviluppati/presentati in una delle piattaforme partner del progetto: Ex-Oriente Film Workshop, BDC Discoveries, Docu Rough Cut Boutique, Baltic Sea Docs, ZagrebDox PRO, When East Meets West.
In questa edizione ibrida sia del festival che del mercato, i documentari in fase di fine cut hanno la possibilità di essere presentati, sia in presenza a Trieste che online, davanti a una platea esclusiva di sales agents internazionali, programmatori di festival e commissioning editors della televisione con l’obiettivo di essere selezionati dai maggiori festival internazionali e aumentare le loro probabilità di venire distribuiti.
Last Stop Trieste è organizzato da Alpe Adria Cinema-Trieste Film Festival, When East Meets West e il Fondo regionale per l’Audiovisivo del Friuli Venezia Giulia, col supporto di Europa Creativa, CEI–Central European Initiative, MiC-Direzione cinema e la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. L’iniziativa è coordinata da Rada Šešić, programmatrice del Sarajevo Film Festival.
Trieste Film Festival and When East Meets West announce the eight edition of LAST STOP TRIESTE, a work in progress section for documentary projects in a stage of a FINE CUT, previously developed/presented in one of our partners platform: ExOriente Film Workshop, BDC Discoveries, Docu Rough Cut Boutique, Baltic Sea Docs, ZagrebDox PRO, When East Meets West.
In this special hybrid edition of both the market and festival, selected documentary fine cuts are given the chance to be screened both physically in Trieste and online to an exclusive platform of international sales agents, festival programmers and TV commissioning editors with the aim of enhancing their potential for finding festival premiere, sales agent and broadcasting slot.
Last Stop Trieste is organised by When East Meets West, Alpe Adria Cinema-Trieste Film Festival and the Friuli Venezia Giulia Audiovisual Fund, with the support of Creative Europe MEDIA Programme, CEI-Central European Initiative, MiC-Direzione Cinema and the Autonomous Region of Friuli Venezia Giulia. The event is coordinated by Rada Šešić, programmer of the Sarajevo Film Festival.
Progetti selezionati / Selected projects
ATONAL GLOW
regia, produttore / director, producer: Alexander Koridze paese / country: Georgia
THE BODY
regia, produttore / director, producer: Petra Seliškar paese / country: Slovenia, Croazia / Croatia, Macedonia del Nord / North Macedonia, Francia / France
regia, produttore / director, producer: Igor Ivanko produttore / producer: Mariia Ponomarova, Alexandra Bratyshchenko paese / country: Ucraina / Ukraine, Slovacchia / Slovakia
TOO CLOSE
regia / director: Botond Pusok
produttore / producer: Irina Malcea
paese / country: Romania
Trieste Film Festival e When East Meets West presentano la quinta edizione di “This is IT”, sezione dedicata esclusivamente a lungometraggi di finzione e opere ibride con un forte approccio visivo e creativo prodotti o co-prodotti sia in quota maggioritaria che minoritaria da società di produzione italiane. Per la prima volta This is IT include la sezione speciale “This is NOW”, una selezione di lungometraggi di finzione e opere ibride provenienti esclusivamente dai Paesi in focus di WEMW: nel 2022 Russia e UK, Irlanda, Canada, Stati Uniti. I team selezionati hanno la possibilità di presentare il proprio progetto e mostrare un estratto del loro film sia fisicamente che virtualmente a un esclusivo panel di sales agents, programmatori di festival e buyers internazionali.
Grazie alla partnership con Milano Film Network (MFN), tutti progetti che fanno domanda a “This is IT” e a L’Atelier vengono condivisi e presi in considerazione da entrambi i comitati di selezione.
L’obiettivo è quello di offrire una duplice opportunità ai produttori italiani, aumentando le possibilità di individuare partner distributivi sia a livello nazionale che internazionale. Inoltre, uno dei progetti finalisti di L’Atelier MFN 2021 viene selezionato da WEMW e TSFF e presentato all’interno del programma di “This is IT” 2022.
Trieste Film Festival and When East Meets West are happy to present the fifth edition of “This is IT”, the work in progress section exclusively dedicated to long feature fiction films and hybrid works with a strong visual and artistic approach with Italian majority or minority co-producers.
Starting from this year, “This is IT” launches the new section “This is NOW”, a special selection of works in progress from the annual East and West spotlight countries, in 2022 Russia and UK, Ireland, Canada, USA.
The selected teams have the chance to present their works and screen an excerpt of their films both physically and online to an exclusive panel of international sales agents, festival programmers and buyers.
Thanks to the partnership with Milano Film Network (MFN), all applications for “This is IT”and L’Atelier are shared and taken into consideration by the two selection committees. Furthermore, one of the finalists of L’Atelier MFN 2021 is selected by WEMW and TSFF to be presented within the programme of “This is IT” 2022.
Progetti selezionati / Selected projects
AFTER THE BRIDGE
regista / director: Davide Rizzo, Marzia Toscano produttori / producers: Adam Selo, Olga Torrico,Christie Molia paese / country: Italia, Francia / Italy, France
BIRTH YEAR
regista / director: Mikhail Mestetskiy produttori / producers: Sergey Kornikhin, Simon Zakruzhniy paese / country: Russia
IM FALLEN (Falling)
regista / director: Samuel Perriard produttori / producers: Martin Rattini, Sarah Born paese / country: Svizzera, Italia / Switzerland, Italy
THE MAN WITHOUT GUILT
regista / director: Ivan Gergolet produttori / producers: Miha Černec, Igor Prinčič, Boris T. Matić paese / country: Slovenia, Italia, Croazia / Slovenia, Italy, Croatia
MARGINI
regista / director: Niccolò Falsetti
produttori / producers: Alessandro Amato, Luigi Chimienti, Manetti bros. paese / country: Italia / Italy
UN NEMICO INVISIBILE (An Invisible Enemy)
regista / director: Riccardo Campagna, Federico Savonitto produttore / producer: Federico Savonitto paese / country: Italia / Italy
IL POSTO
regista / director: Gianluca Matarrese, Mattia Colombo produttore / producer: Giovanni Donfrancesco paese / country: Italia, Francia / Italy, France
QUANNO CHIOVE (It’s Raining)
regista / director: Mino Capuano produttori / producers: Girolamo Capuano, Andrea Rosasco paese / country: Italia / Italy
THE STORE
regista / director: Amy-Ro Sköld
produttori / producers: Francesca Portalupi, Lovisa Charlier paese / country: Svezia, Italia / Sweden, Italy
WHITE ROAD
regista / director: Ella Manzheeva
produttori / producers: Elena Glikman, Victoria Lupik paese / country: Russia
L’immagine del festival
/ The Festival Artwork
L’immagine scelta quest’anno dal festival doveva testimoniare da una parte l’indirizzo particolarmente attento al femminile della 33ma edizione e dall’altra evidenziarne uno dei focus portanti, ovvero quello dedicato alle registe donne georgiane nella sezione ‘Wild Roses, registe in Europa”
La ricerca è quindi approdata in modo quasi naturale a un’artista georgiana, Natia Tetiashvili (in arte Tetesh Ka), che con la sua fotografia propone una suggestione fortemente contemporanea pur riuscendo a mantenere un sapore etnico e geolocalizzato. Lo scatto di Tetesh Ka sovraesposto e duplicato, rende l’idea della molteplicità delle identità femminili possibili, lo sguardo consapevole che guarda al futuro arriva necessariamente dopo gli occhi chiusi, dopo lo spazio dedicato alla costruzione di sé. Ci è sembrato perfetto e in linea con temi e con le tracce narrative di ciò che vedremo sullo schermo.
Tetesh Ka è una giovane fotografa e regista di video e documentari di Tbilisi che vanta numerose collaborazioni internazionali, soprattutto inerenti al mondo della musica, tra cui Róisín Murphy, Gus Gus, Paul Kalkbrenner, solo per citarne alcuni. Nel 2019 ha fondato la sua società TN Production.
www.teteshka.org
The image chosen this year by the festival had on the one hand to testify to the particularly feminine emphasis of the 33rd edition and, on the other, it had to highlight one of its main focuses, namely that dedicated to Georgian women directors in the section entitled “Wild Roses, Women Filmmakers in Europe”.
The search therefore led almost naturally to a Georgian artist, Natia Tetiashvili (aka Tetesh Ka), whose photography has a strongly contemporary feel while managing to maintain an ethnic and geo-localised flavour. Tetesh Ka’s shot, overexposed and duplicated, conveys the idea of the multiplicity of possible female identities, the conscious gaze that looks to the future necessarily arriving after the eyes are closed, after the space dedicated to the construction of the self. It seemed to us perfect and in line with the themes and narrative traces of what we will see on the screen.
Tetesh Ka is a young photographer and director of videos and documentaries from Tbilisi who has numerous international collaborations to her name, especially from the world of music, including Róisín Murphy, Gus Gus, Paul Kalkbrenner, to name just a few. In 2019 she founded her own company, TN Production.
www.teteshka.org
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IMMAGINARE IL PATRIARCATO
Imagining the Patriarchate Associazione IoDeposito @Cavò, Trieste
SOVIET GEORGIA
Roberto
@DoubleRoom
Conte, Stefano Perego
arti visive, Trieste
Immaginare il Patriarcato
/ Imagining the Patriarchate
a cura di / curated by Associazione IoDeposito
La mostra Immaginare il Patriarcato, frutto dell’omonimo progetto prodotto dall’Associazione IoDeposito e finanziato dalla Regione FVG, mira a riportare il periodo storico del Patriarcato di Aquileia al centro del dibattito culturale attuale, concentrandosi sulla sua opera di unificazione identitaria: esso ha infatti rappresentato un momento fondamentale per la crescita e lo sviluppo di una coscienza nazionale e linguistica dei popoli del nostro territorio, attraverso un’evoluzione caratterizzata da luci e ombre, uno sviluppo complesso e poco conosciuto.
Il progetto, oltre alla produzione di due opere letterarie per tipi di B#S Edizioni (Trasgressioni di Angelo Floramo e Basilica di Carlo Selan) e la riedizione del poema epico secentesco Aquileia Distrutta di Belmonte Cagnoli, ha visto la partecipazione di artisti internazionali, che attraverso linguaggi visuali, installativi e sonori tipici dell’espressività contemporanea hanno aperto nuove prospettive di ricerca e di dibattito sul tema.
In mostra, le opere dell’israeliano Dan Allon, che presenta una coinvolgente installazione multivocale ispirandosi alla musica dell’epoca; del duo nativo americano e hawaiano Cannupa Hanska Luger & Ginger Dunnill, che ha presentato un progetto filmografico e sonoro che fonde geografia ed espressioni vocali del territorio, del filippino Cristian Tablazon, il cui cortometraggio viene presentato in prima assoluta il 23 gennaio nella cornice dello spazio Alpe Adria Cinema Lab; e della triestina Beatrice Achille che ha prodotto una preziosa istallazione sonora. Il loro profondo interesse per le questioni politiche e sociali li ha portati ad accettare la sfida di proporre una rilettura contemporanea dell’episodio storico, contaminandolo con elementi appartenenti alle proprie culture e sensibilità.
Dalle ricerche effettuate dagli artisti su un tema antico sono scaturiti dei lavori che utilizzano media più attuali del panorama artistico: ancora una volta si conferma la capacità delle pratiche artistiche di congiungere passato e presente, presentando sotto una luce nuova temi che toccano nel profondo l’identità collettiva.
The Immaginare il Patriarcato (Imagining the Patriarchate) exhibition, the result of a project of the same name undertaken by the Associazione IoDeposito and financed by the FVG Region, aims to bring the historical period of the Patriarchate of Aquileia back to the centre of the current cultural debate, focusing on its work of identity unification: the Patriarchate represented a fundamental instance for the growth and development of a national and linguistic consciousness of the peoples of our territory, through an evolution characterised by good and bad points in a complex and little-known development.
In addition to the production of two literary works published by B#S Edizioni (Angelo Floramo’s Trasgressioni and Carlo Selan’s Basilica) and the republication of the seventeenth-century epic poem Aquileia Distrutta by Belmonte Cagnoli, the project has involved the participation of international artists who, through the visual, installation and sound media typical of contemporary expression, have opened up new perspectives for research and debate on the subject.
The exhibition presents the works by a number of international artists: the Israeli Dan Allon, who presents an engaging multivoice installation inspired by the music of the time; the Native American-Hawaiian duo Cannupa Hanska Luger & Ginger Dunnill, who offer a film and sound project merging geography and vocal expressions of the territory; the Filipino Cristian Tablazon whose short film will have its world premiere on 23 January in the Alpe Adria Cinema Lab space; and Beatrice Achille from Trieste, who has produced a fine sound installation. Their deep interest in political and social issues has led them to accept the challenge of proposing a contemporary reinterpretation of the historical period, fusing it with elements belonging to their own cultures and sensibilities.
The research undertaken by the artists on an ancient theme has resulted in works that use the most up-to-date media on the artistic scene: once again the ability of artistic practices to combine past and present is confirmed, presenting themes deeply affecting collective identity in a new light.
@Cavò – Via San Rocco 1, Trieste 19-30 gennaio 2022 / 19-30 January 2022 info: www.iodeposito.org
Soviet Georgia
I 25 scatti dei fotografi d’architettura Roberto Conte e Stefano Perego compongono un articolato reportage che va a testimoniare il patrimonio architettonico sovietico della Georgia dalla fine degli anni Sessanta alla fine degli anni Ottanta. Un viaggio quasi fuori dal tempo che restituisce l’immagine di una Georgia del passato, quando era legata all’URSS, e del presente, caratterizzata dalla lotta per l’identità. L’eredità sovietica, nell’architettura come nelle altre sfere del vivere, evidenzia le peculiarità e i contrasti di uno Stato transcontinentale affacciato al Mar Nero che si adagia proprio sulla linea di demarcazione che convenzionalmente separa l’Europa dall’Asia. Soviet Georgia curata da Massimo Premuda, restituisce così alcuni spaccati visivi e sociali delle principali città georgiane come Chiatura, Gori e Zestafoni, ritrae i monumenti di Zhinvali e Marneuli, e infine documenta la vita sociale della capitale Tbilisi, dai palazzi del potere a quelli della cultura e dell’educazione, dalle case popolari al suo cimitero. La Georgia, che ha dato i natali al sovietissimo Stalin, risulta oggi agli occhi dei fotografi come un paese in transizione tra un passato totalitario e un futuro incerto, e con un’eredità architettonica dal taglio brutalista e modernista costituita da edifici spesso riconvertiti. Un paesaggio urbano che caratterizza tutto il paese, dai monumenti con figure umane esasperatamente espressioniste alla rudezza delle geometrie astratte del cemento a vista. L’architettura ancora una volta fu strumento privilegiato dai sovietici per esercitare la loro ideologia, glorificando l’Unione Sovietica, ma ci furono anche tentativi di fondere stili architettonici diversi, come nel caso del palazzo dell’Ex Ministero per la Costruzione delle Autostrade del 1975, un singolare progetto che tentò di mescolare, ancora in piena era sovietica, le diverse influenze architettoniche della tradizione georgiana, come i suoi caratteristici tetti, con le utopie dei metabolisti e i grattacieli orizzontali di El Lissitzky.
di / by Roberto
Conte, Stefano Perego
a cura di / curated by Massimo Premuda
The 25 shots taken by architectural photographers Roberto Conte and Stefano Perego go to form a wide-ranging overview that bears witness to Georgia’s Soviet architectural heritage from the end of the 1960s to the end of the 1980s. They offer a journey almost out of time, providing an image of a Georgia of the past, when it was linked to the USSR, and of the present, characterised by the struggle for identity. The Soviet legacy, in architecture as in other spheres of life, highlights the peculiarities and contrasts of a transcontinental state facing the Black Sea, which lies right on the demarcation line that conventionally separates Europe from Asia.
Curated by Massimo Premuda, Soviet Georgia presents some visual and social cross-sections of the main Georgian cities such as Chiatura, Gori and Zestafoni. It also portrays the monuments of Zhinvali and Marneuli, and, finally, documents the social life of the capital, Tbilisi, from the palaces of power to those of culture and education, from social housing to its cemetery. Georgia, the birthplace of the Soviet leader Stalin, is seen today by the photographers as a country in transition between a totalitarian past and an uncertain future, with a brutalist and modernist architectural legacy of buildings that have often been converted. An urban landscape that characterises the whole country, from the monuments with exasperatingly expressionist human figures to the roughness of the abstract geometries of exposed concrete. Architecture was once again the Soviets’ preferred tool for exercising their ideology and glorifying the Soviet Union, but there were also attempts to blend different architectural styles, as in the case of the 1975 building of the former Ministry of Highway Construction, a singular project that in the midst of the Soviet era attempted to blend the different architectural influences of the Georgian tradition, such as its characteristic roofs, with the utopias of the Metabolists and the horizontal skyscrapers of El Lissitzky.
@DoubleRoom arti visive - Via Canova 9, Trieste 20 gennaio-4 marzo 2022/ 20 January-4 March 2022 info: doubleroomtrieste.wordpress.com
Indici
Indexes
Repertorio dei produttori e dei distributori esistenti
/ Index of Present Producers and Distributors
1991 Productions
40 Paliashvili Street 0169 Tbilisi Georgia info@1991productions.com www.1991productions.com
3003 Film Production Ahornallee 3 22529 Hamburg Germany salome@gmx.fr 3003film@tbilisi.de
A World With a View Via degli Imbriani 20 20158 Milan Italy christine@aworldwithaview.it www.aworldwithaview.it
Acajou Productions
72 Rue du Faubourg Saint-Honoré 75008 Paris France tel. +33 1 84256900 contact@acajouproductions. com www.acajouproductions.com
Activist38 149b Rakovski street 1000 Sofia Bulgaria office@activist38.com www.activist38.com
AGITPROP
72 Georgi S. Rakovski Str. 1000 Sofia Bulgaria agitprop@agitprop.bg www.agitprop.bg
Alpha Violet 18 Rue Soleillet 75020 Paris France info@alphaviolet.com www.alphaviolet.com
Altre Storie Via Vicenza 26 00185 Rome Italy tel. +39 06 4454319 info@altrestorie.it www.altrestorie.it
Amour Fou Vienna Lindengasse 32 1070 Vienna Austria vienna@amourfoufilm.com www.amourfoufilm.com
Andrej Grjazev
Matveevskaya str. 4/2, 78 19501 Moscow Russia cinemacraft@gmail.com
Antidote Sales 131/1-56 Prospect Mira 129226 Moscow Russia anara@antidote-sales.biz www.antidote-sales.biz
Via della Commenda 21 20122 Milan Italy andrea.italia@nieminenfilm.it
Nikada Film
Via Lavinio 35 00183 Rome Italy www.nikadafilm.com
Nikolaj N. Viktorov www.nviktorov.ru
Obala Art Centar
Hamdije Kreševljakovića 13 71000 Sarajevo Bosnia and Herzegovina tel. +387 33 221516 altijana.maric@sff.ba
-orama
Via Palermo 1 20121 Milan Italy davide.rapp@dashorama.eu dashorama.eu
OrëZanë Films
Rruga Caralevë Nr.45/A Pristina Kosovo tel. +33 6 35427106 orezanefilms@gmail.com
oriGine Films 15 Rue Roussy Paris France sales@originefilms.fr www.originefilms.fr
Orni Films
3-3A Iakob Nikoladze Street 1079 Tbilisi Georgia ornifilms@pm.me
Playground produkcija Njegoševa 16 21 000 Novi Sad Serbia playgroundprodukcija@gmail. com www.playgroundprodukcija.rs
Polish National Film School Targowa 61/63 90323 Łódź Poland kbrzezowski@filmschool.lodz.pl www.filmschool.lodz.pl
Premiere Film Distribution Via Nazionale Terza Traversa 3 70128 Bari Italy tel. +39 080 9146750 premierefilmdistribution @gmail.com www.premierefilm.it
Pronto Film sashko@pronto.kiev.ua www.pronto.kiev.ua
Proton Cinema Pozsonyi út 14 1137 Budapest Hungary tel. +36 1 3218178 office@protoncinema.hu protoncinema.hu
Punkchart films Špitálska 20 81108 Bratislava Slovakia ivan@punkchart.sk www.punkchart.sk
Quasar SRL c/o Zen Movie Radiator IP Sales ben@radiatorsales.eu
Rai Com
Via U. Novaro 18 00195 Rome Italy tel. +39 06 33178205
Raina Film Festival Distribution andy@rainafilms.com www.rainafilms.com
Reading Bloom lez.gatti@gmail.com
Restart
Trg Vladka Mačeka 1 10000 Zagreb Croatia vanja@restarted.hr
Întregalde 34 Isole 107 Jungle, The 91 Już tu nie wrócę 78 Kazneni udarac 99 Kelti 36 Khan’s Flesh 120
Kleine Vogel und die Bienen, Der 168 Kotlovan 147 Koyaa - Izmuzljivi papir 167 Krai 79 Kreditis Limiti 134 Looking for Horses 80 Luaneshat e kodrës 38
Mädchen und die Spinne, Das 122 Mal’čik 148
Medvedi Kamcătki. Načalo Žizni 178 Milan Kundera: From the Joke to Insignificance 114 Mitch-Match: episode 6 168 Montegelato 165 Moroška 175 Moufle, La 175 Mr. Night Has a Day Off 167
Papyni krosivky
Spacapufi: Žiže
Strahinja Banović 50
Taming the Garden 139 Techno, Mama 102
Tichij golos 149
Tigre sans rayures, Le 170
Tullio Kezich - A proposito di me 92
Tvornice radnicima 85
Ultimo calore d’acciaio, L’ 93 Vélo de l’éléphant, Le 169 Vera andrron detin 64 Viaggio nel crepuscolo