Trieste Film Festival 31° edizione

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TRENTUNESIMA EDIZIONE DUEMILAVENTI

i premi del Trieste Film Festival

Premio Trieste assegnato dal pubblico al miglior lungometraggio in concorso (euro 5.000)

Premio Alpe Adria Cinema assegnato dal pubblico al miglior documentario in concorso (euro 2.500)

Premio Fondazione Osiride Brovedani assegnato dal pubblico al miglior cortometraggio in concorso (euro 2.000)

Premio CEI (Central European Initiative) al film che meglio interpreta la realtà contemporanea e il dialogo tra le culture (euro 3.000)

Premio Corso Salani 2020 assegnato dalla giuria (Giovanni Cioni, Daniela Persico, Alessandro Stellino) al miglior film della sezione (euro 2.000)

Premio Eastern Star riconosce una personalità del mondo del cinema che con il suo lavoro ha contribuito, proprio come il Trieste Film Festival, a gettare un ponte tra l’Europa dell’est e dell’ovest.

2020: Kasia Smutniak

Premio Cinema Warrior riconosce l’ostinazione, il sacrificio e la follia di quei “guerrieri” siano essi singoli, associazioni o festival che lavorano - o meglio: combattono - dietro le quinte per il Cinema.

2020: Libero Cinema in Libera Terra

Premio SkyArte il canale SKY Arte HD premia uno dei film presentati nella sezione Art & Sound attraverso l’acquisizione e la diffusione di uno dei film della sezione

Premio Osservatorio Balcani e Caucaso-Transeuropa al miglior documentario in concorso

Premio Cineuropa una giuria di Cineuropa, il primo portale europeo di cinema e dell’audiovisivo in 4 lingue, assegna un premio al miglior lungometraggio in concorso

PREMIO GIURIA PAG - Progetto Area Giovani del Comune di Trieste assegnato da una giuria di giovani tra 18 e i 35 anni, rappresentanti di associazioni giovanili, al miglior cortometraggio in concorso

Premio SNCCI al Miglior Film della Critica 2019

Il SNCCI-Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani ha scelto il TSFF per annunciare il premio al miglior film della critica del 2019 Parasite di Bong Joon-ho

Premio SNCCl al Miglior Film Italiano 2019

Il SNCCI-Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani ha scelto per il secondo anno consecutivo di assegnare il premio al miglior film italiano del 2019 in occasione del TSFF Il traditore di Marco Bellocchio

This is IT

Sezione dedicata a lungometraggi di finzione e opere ibride con un forte approccio visivo e creativo in post produzione prodotti o co-prodotti in quota maggioritaria o minoritaria da società di produzione italiane. Il premio di 10.000 euro offerto da LASER FILM viene assegnato da una giuria internazionale (Alexia De Vito, Cosima Finkbeiner, Olivier Pélisson)

Last Stop Trieste

Premio HBO Europe di 1.000 euro assegnato da una giuria internazionale (Pierre-Alexis Chebit, Jutta Krug, Alex Szalat) al migliore dei documentari rough-cut di questa sezione

Associazione Alpe Adria Cinema

Presidente

Monica Goti

Vicepresidente

Nicoletta Romeo

Consiglieri

Thanos Anastopoulos

Tiziana Ciancetta

Evelyn Dewald

Fabrizio Grosoli

Tiziana Oselladore

Sede Organizzativa Casa del Cinema

“Annamaria Percavassi” piazza Duca degli Abruzzi 3 34132 Trieste / Italia tel. +39 040 3476076

info@alpeadriacinema.it www.triestefilmfestival.it twitter.com/TriesteFilmFest facebook.com/TriesteFilmFest instagram.com/triestefilmfestival

il principale appuntamento italiano

con il cinema dell’Europa centro orientale un progetto di Alpe Adria Cinema e di

Annamaria Percavassi

31a edizione

Politeama Rossetti

Cinema Ambasciatori

Teatro Miela

17 - 23 gennaio 2020

con il patrocinio di Comune di Trieste

Direzione Generale per il Cinema

– Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e Turismo

Consolato Generale della Repubblica di Slovenia

con il contributo di Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia

Direzione Generale per il Cinema

- Ministero per i Beni e le Attività Culturali

e per il Turismo

Comune di Trieste

Promoturismo FVG

CEI – Central European Initiative

con il sostegno di Fondazione Benefica Kathleen Foreman Casali

Fondazione CRTrieste

Fondazione Osiride Brovedani Onlus

Istituto Polacco di Roma

Goethe Institut Roma

Fondazione Pietro Pittini

con la collaborazione di Animafest, Zagreb

Associazione Casa del Cinema di Trieste

Associazione Cizerouno

Associazione Corso Salani

Autorità di Sistema Portuale del Mare

Adriatico Orientale Casa della Musica / Scuola Musica 55 Cineteca di Bologna Claimax, Udine

Cooperativa Bonawentura, Trieste CSC-Cineteca Nazionale, Roma DoubleRoom arti visive, Trieste Edizioni EL, Einaudi Ragazzi, Emme Edizioni Fellini 100

FilmFestival Cottbus

Fondazione Cineteca Italiana, Milano Fondo per l’Audiovisivo del Friuli Venezia Giulia

FVG Film Commission

Hands of the Makers, Trieste Immaginario Scientifico Trieste

Istituto Luce-Cinecittà Milano Film Network

MIDPOINT - a training and networking platform for film & series development, Prague Muzeum Kinematografii w Łódźi - Museo Cinematografico di Łódź, Polonia Národní filmový archiv - National Film Archive, Prague Ordine degli Architetti Pianificatori, Paesaggisti, e Conservatori della provincia di Trieste

Osservatorio Balcani, Caucaso e Transeuropa PAG - progetto area giovani Comune di Trieste

proESOF - EUROSCIENCE Slovenski Filmski Center - Slovenian Film Center

SNCCI - Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani

Storie di Economia Circolare Unione Sportiva Triestina Nuoto University of Bristol

Visioni in Movimento - cinema senza sedie

media partner

Doc Alliance Films

east european film bulletin

Mymovies.it

Il Piccolo

Quinlan.it

Taxi Drivers

media coverage by Sky Arte HD

technical partners

Antico Caffè San Marco

ART Group Graphics

Art&grafica

B&B Dada & Arts

Café Rossetti

ControVento Hostel

DoubleTree by Hilton Trieste

Eataly, Trieste

Elita Srl

Eventival

Grand Hotel Duchi D’Aosta

Hotel All’Arco

Hotel Continentale

Hotel Coppe

Hotel Modernist

Hotel NH Trieste

Ideando Pubblicità

KOKI S.r.l.

Piolo & Max

Savoia Excelsior Palace

Spin.it

Tipografia Menini

Trieste Trasporti

Urban Homy Trieste

Urban Hotel Design

Victoria Hotel Letterario

sponsor

B&B Hotel Trieste

Cialde in Time l’Altro Espresso

Être Concept Store

Parovel

organizzazione generale Alpe Adria Cinema

direzione artistica

Fabrizio Grosoli

Nicoletta Romeo

consulenti per la selezione e corrispondenti

Thanos Anastopoulos, Bernd Buder, Tiziana Ciancetta, Giuseppe Gariazzo, Judit Pintér, Alessandro Raja, Massimo Tria

programmazione e movimento copie

Monica Goti

con la collaborazione di Niccolò Coscia

(pre-selezione e movimento copie)

produzione e comunicazione

Max Mestroni

ufficio stampa stampa nazionale

Gabriele Barcaro stampa locale e internazionale

Federica Marchesich

ufficio ospitalità

Vittoria Rusalen con la collaborazione di Martina Cantone e con Daniela Pick Tamaro

ufficio accrediti

Eleonora Frasca Rizzi

eventi collaterali

Carolina Stera con la collaborazione di Debora Dellago

catalogo a cura di Tiziana Ciancetta con la collaborazione di Debora Dellago traduzioni dall’italiano all’inglese Lucian Comoy, Andrea Zhok con la collaborazione di David Woodward dall’inglese all’italiano

Tiziana Ciancetta, Andrea Zhok stampa Tipografia Menini

comunicazione, immagine coordinata, social e sito internet

Claimax -immagina.organizza.comunicaImmagine 2020 a partire dalla fotografia di Patrizia Burra

grafica generale, concept e layout programma di sala Gianluca Pisacane

concept e layout catalogo, schermate video Francesco Paolo Cappellotto

coordinamento volontari e responsabili di sala

Patrizia Pepi Gioffrè

amministrazione Federica Rigante

social media

Giovanni Ortolani con la collaborazione di Diana Da Rin

consulenza tecnica alle proiezioni

Pietro Crosilla, Luca Luisa

proiezionisti

Paolo Bernardini, Enrico Cehovin, Pietro Crosilla, Luca Luisa, Paolo Venier

sottotitoli elettronici

Underlight di Evelyn Dewald

con la collaborazione di Edward C. Catalini, Betina L. Prenz, Cristina Sain

biglietteria

Rossella Mestroni, Manuela Sabatti

bookshop

Antonio Pasqua

direzione di sala

Leonardo Iannelli (Politeama Rossetti, Teatro Miela)

Paola Uxa (Cinema Ambasciatori)

sigla del festival

Thanos Anastopoulos

video&interviste

Giulio C. Ladini

con la collaborazione di Lea Gudelj

servizi fotografici

Francesca Bergamasco

Lara Perentin

con la collaborazione di Anna De Marco

spedizioni

DHL International

servizio di pick-up

Luxury Vip

politeama rossetti presidente pro tempore

Chiara Valenti Omero direttore

Franco Però direttore organizzativo

Stefano Curti

cinema ambasciatori

Giorgio Maggiola, Giulia Maggiola, Marta Zudeh

teatro miela

presidente

Miloš Budin

direttore organizzativo

Francesco De Luca

personale tecnico

Daniele Marzona, Antonio Cecco, Emanuele Deste, Willy Rossetti, Francesco Sacchi, Micky Sumberaz Sotte

tsff stagisti

Aysha Ferullo, Leonardo Iannelli, Ollie Smither

desk hotel

Flavia Cocuccioni

tsff volontari

Massimo Accornero, Nataliya Aleksandrova, Eda Altintop, Giulia Amorotti, Maria Vittoria Amoruso, Öykü Atan, Marianna Baldassarre, Giulia Barbini, Chiara Belmonte, Maurizio Bernard, Alessandro Bernes, Alessandra Bezzi, Teresa Bisoni, Nazaret Bolaño, Alma Bonacic, Clara Bottega, Davide Bristot, Valeria Bruschi, Maša Buric, Fabiana Calliari, Elisabetta Cancelli, Anna Capriati, Matteo Carlesso, Dries Cavents, Miriam Cechet, Lorenza Cesaratto, Sara Luisa Colelli, Caterina Coppola, Leonardo Corbatto, Erica Cornachin, Gabriella Corrado, Michela Coslovich, Sara Daneluzzi, Marco De Donà, Anna De Marco, Gloria Deiuri, Valeria Dragomir, Elena Ferrarini, Lorenzo Foltran, Denis Fonseca, Asia Fortuna, Manuela Furioso, Asya Gefter, Gabriele Giangiulio, Cassandra Gibert Mevio, Viviana Goelkel, Giulia Kakovic, Marcell Kovács, Giulia Lucania, Pamela Macauda, Roberto Magnani, Gregh Maugeri, Giorgia Maurovich, Anita Melani, Alessandro Vito Milazzo,

Anna Miotto, Rossana Monaco, Daniele Monino, Matilda Papais, Mariagiovanna Ricciarelli, Sophie Rosay, Matilda Rotta, Alessandra Salvi, Paola Sarnatato, Chiara Savoca, Martina Scrinzi, Annachiara Sibillano, Ludmilla Sorio, Rachele Spizzo, Greta Stocco, Nikola Stojanovic, Alice Tommasini, Anastasia Tonini, Anna Trovati, Anna Turcati, Sara Viel, Elena Virili, Tetyana Vorobyova, Sabrina Ye, Bianca Zaremba.

e tutti ragazzi dell’Istituto I.S.I.S. Carducci - Dante Liceo del progetto alternanza Scuola-Lavoro

le sezioni del festival

concorso lungometraggi eventi speciali e fuori concorso a cura di Fabrizio Grosoli e Nicoletta Romeo

concorso documentari documentari fuori concorso a cura di Fabrizio Grosoli

concorso cortometraggi a cura di Tiziana Ciancetta e Patrizia Pepi Gioffrè

art & sound a cura di Fabrizio Grosoli e Nicoletta Romeo premio corso salani 2020 a cura di Fabrizio Grosoli con la collaborazione di Giuseppe Gariazzo

retrospettiva 1990 - 2020: 30 anni dalla riunificazione delle germanie. time will tell a cura di Bernd Buder e Cornelia Reichel (FilmFestival Cottbus) e Nicoletta Romeo

fellini eastwest Evento parte delle celebrazioni Fellini 100 in occasione del centesimo anniversario della nascita di Federico Fellini, promosse dal Mibact e da un comitato organizzatore di cui fa parte CSC-Cineteca Nazionale a cura di Fabrizio Grosoli e Nicoletta Romeo da un’idea di Gabriele Barcaro masterclass Corneliu Porumboiu conversazione con Lino Capolicchio vr days a cura di Antonio Giacomin coordinamento di Carolina Stera con la collaborazione di Giulia Resi panel

Donne e storytelling nella realtà virtuale Interventi di Stefania Casini, Sara Tirelli, Alessia Sonaglioni, Agnese Pietrobon

esperienze Mare Nostrum. The Nightmare Medusa act II

The Key tour virtuale set reale e visite virtuali a cura di Associazione Casa del Cinema di Trieste

Il festival dei piccoli

proiezioni

omaggio a Gianni Rodari nel centenario della nascita

a cura di alpe adria cinema

il professor balthazar e i suoi amici a cura di Animafest Zagreb

laboratori

Il mio porto va al cinema! a cura di Annalisa Metus in collaborazione con Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale

Zoo Party lab

a cura di Vincenzo Stera e Casa della Musica / Scuola Musica 55

concerto

Zoo Party music & painting live in collaborazione con Casa della Musica / Scuola Musica 55

mostra

Il favoloso Gianni – Antologia murale in 21 pannelli

in collaborazione con Edizioni EL, Einaudi Ragazzi, Emme Edizioni

incontri

Architetture a confronto: dall’Asia Centrale ai territori dell’ex-Jugoslavia con Roberto Conte, Stefano Perego, Luka Skansi, Martina Sciolis in collaborazione con l’Ordine degli Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della provincia di Trieste

Abbiamo ancora tutti una valigia a Berlino! con Marco Alberi Auber, Cesare Genuzio e Massimo Premuda presentazioni di libri

Il Bruciacadaveri di Ladislav Fuks (Miraggi edizioni)

Con Bata nella giungla di Markéta Pilátová (Miraggi edizioni)

D’amore non si muore di Lino Capolicchio (CSC e Rubbettino ed.)

mostre

Modernistan - architettura modernista sovietica in Asia Centrale a cura di Alpe Adria Cinema con il patrocinio dell’Ordine degli Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della provincia di Trieste allestimento a cura dell’arch. Martina Sciolis

Federico Fellini: visioni dall’Est a cura di Alpe Adria Cinema

Ho ancora una valigia a Berlino a cura di Cesare Genuzio e Massimo Premuda prodotta da Double Room e Alpe Adria Cinema

Nati dopo l’89 a cura di Matteo Tacconi e Ignacio María Coccia per Varcare la frontiera #7_allunaggi un progetto di Cizerouno

spettacoli / concerti / musica

TSFF PARTY 2020 Richard Dorfmeister warm up & after party by:

Jazza/Electrosacher video setting by FAAAB

ALMOST HAPPY & Friends concert

passeggiate

Passeggiata nella Trieste multiculturale e Da San Giacomo alla Torre del Lloyd: nuovi itinerari alla scoperta di Trieste a cura di Marzia Arzon

Rive, molo, caffè storici e viali a cura di Nicola Falcinella e Associazione Casa del Cinema di Trieste

varcare la frontiera #7_allunaggi un progetto di Cizerouno associazione culturale a cura di Massimiliano Schiozzi con la collaborazione di Cristina Sain, Rosalba Molesi

progetto EU Ciak progetto di educazione al linguaggio audiovisivo coordinamento generale di Carolina Stera segreteria a cura di Debora Dellago supervisione artistica di Giulio C. Ladini, Hari Bertoja, Fulvio Bullo supervisione alle sceneggiature a cura di Thanos Anastopoulos con la collaborazione di Guido Cassano e Gianluca Novel (FVG Film Commission) progetto grafico a cura di Sabrina Nicola con il sostegno della Fondazione Pietro Pittini con la collaborazione del PAG - progetto area giovani del Comune di Trieste con la partecipazione di Scuola Internazionale di Trieste

Istituto G. Deledda – M. Fabiani Istituto Artistico E. e U. Nordio

when east meets west pitching, incontri & workshop 19 - 21 gennaio 2020 organizzato da Fondo per l’Audiovisivo del Friuli Venezia Giulia assieme a Trieste Film Festival / Alpe Adria Cinema in collaborazione con EAVE, Creative Europe Desk Italia, Eurimages con il sostegno di Creative Europe - MEDIA Programme, MiBACT - Direzione Generale per il Cinema, CEI (Central European Initiative), Film Center Serbia, Confartigianato Udine, Regione Autonoma del Friuli Venezia Giulia con il supporto di Federal Office of Culture, FOCAL, Film - und Medienstiftung NRW, Mitteldeutsche Medienförderung, Berlin-Brandenburg Medienboard, Hamburg Schleswig-Holstein Filmförderung, Austrian Film Institute, Carinthia Film Commission, FISA – Film Industry Support Austria, Cine Tirol Film Commission, Cinestyria Filmcommission & Fonds, National Film Institute - Hungary, Romanian Film Centre, Creative Europe Desk Hungary, Creative Europe Desk Hamburg, Creative Europe Desk München, Creative Europe Desk NRW, Creative Europe Desk Berlin-Brandenburg, Creative Europe Desk Austria, MEDIA Desk Suisse, Creative Europe Desk Serbia

a cura di Alessandro Gropplero con la collaborazione di Elisa Bordon, Paolo Vidali coordinamento di Alessandra Pastore, Giulia Battaglini, Elena Bertoni last stop trieste organizzato da Trieste Film Festival e Fondo per l’Audiovisivo del Friuli Venezia Giulia a cura di Alessandro Gropplero, Fabrizio Grosoli, Rada Šešić coordinamento di Monica Goti e Niccolò Coscia

this is IT organizzato da Trieste Film Festival e Fondo per l’Audiovisivo del Friuli Venezia Giulia in collaborazione con Milano Film Network a cura di Thanos Anastopoulos, Alessandro Gropplero, Fabrizio Grosoli coordinamento di Monica Goti e Niccolò Coscia

feature launch 2020 / eastweek - tsff a cura di MIDPOINT - a training and networking platform for film and series development in collaborazione con Trieste Film Festival, When East Meets West, Karlovy Vary International Film Festival coordinamento didattico a cura di Danijel Hočevar coordinamento del programma a cura di Soňa Morgenthalová

trieste film festival in tour 2020 in collaborazione con Lo Scrittoio, Milano (Cinzia Masotina, Claudio Puglisi) Selezione e circuitazione del #TSFF31 nelle sale cinematografiche italiane

ringraziamenti / acknowledgments

Albania On Film Production

Austria Austrian Film Commission (Anne Laurent), Ulrich Seidl Filmproduktion

Azerbaigian Ucqar Film

Belgio

Best Friend Forever (Martin Gondre), Cineuropa (Valerio Caruso, Camillo De Marco), Iota Production, Stenola Productions

Bielorussia Aliaksei Paluyan

Bulgaria

Abraxas Film, Activist38, Argo Film Ltd.

Canada

Syndicado Inc. (Aleksandar Govedarica, Jasmina Vignjević)

Croazia

Animafest Zagreb (Matea Milić, Daniel Šuljić), Olga Domzala, Eclectica (Tina Tišljar), Factum (Emina Horvat, Nenad Puhovski), Hrvatski Audiovizualni Centar-Croatian Audiovisual Centre (Marcella Jelić), Kinorama d.o.o. (Ankica Juric Tilic), Zagreb Film (Sanja Borčić)

Danimarca

Adomeit Film (Katja Adomeit)

Emirati Arabi Uniti

Cercamon (Sebastien Chesneau, Dorian Magagnin)

Estonia

Estonian Short Film Center (Peter Murdmaa), Vesilind OU (Riho Vastrik)

Francia

Alpha Violet (Bernardo Leyte, Virginie Devesa, Keiko Funato), Arizona Productions (Guillaume de Seille), CAT&Docs (Maëlle Guenegues), Deuxième Ligne Films, Les Film du Worso, Ici et Là Productions, La Bête, Little Big Story, Loco Films (Clara Ouchar), MK2 (Anne-Laure Barbarit), Nour Films, Pascale Ramonda, Totem Films (Sophie Chebrou), ViàOccitanie, Wide (Matthias Angoulvant, Marco Urizzi)

Germania

42film GmbH (Claudia Hoffmann), Á jour Film & Fernsehproduktion GmbH, Beta Cinema (Cosima Finkbeiner, Jasmin Kalocikova), Deckert Distribution GmbH (Hanne Biermann, Heino Deckert), DokLeipzig (Leena Pasanen), Fernsehproduktion GmbH, Filmakademie Wien, Filmgalerie 451 (Viviana Kammel), Films Boutique (Isabel Ivars, Valeska Neu), Flare Film, Anke Hahn Filmverleih + Distribution, Inselfilm Produktion (Gregor Streiber), InterFilm (Cord Dueppe), Komplizen Film, Kunsthochschule für Medien, Ma.ja.de. Filmproduktion, Magnetfilm GmbH (Frauke Knappke), Navigator Film, Pandora Film Produktion, Patra Spanou, The StoryBay UG (Stefan Gieren), ZDF/3sat

Grecia

Argonauts Productions SA (Ioanna Bolomyti), Graal Films, Dimitris Tsakaleas

Irlanda EZ Films

Israele

Costanza Film Distribution

Italia

Roberto Antonione, Associazione A Sud (Laura Greco), Giovanni Barbo, Basement, Maria Teresa Bassa Poropat, Alice Bensi, Tiziana Benussi, Berta Film (Stefano Mutolo), Sergio Emidio Bini, Biografilm Festival, Gian Paolo Bommarco, Raffaella Canci, Luca Candini, Candy Glass (Marco Ferrari, Priscilla Robledo), Anna Cargnello, Coccinelle Film Placement (Francesca Breccia, Raffaella Pontarelli), Massimo Causo, CSC - Cineteca Nazionale (Maria Coletti, Viridiana Rotondi), Vanna Coslovich (Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale), Cvinger Film (Rok Bicek), Filippo D’Angelo, Luciano De Giusti, Alessandra De Santis, Dispàrte (Alessandro Amato, Luigi Chimienti), DMAV (Alessandro Rinaldi), Dugong Films (Giulia Achilli, Marco Alessi), EffendemFilm (Federico Minetti), Elefant Distribution (Adam Selo), Eurofilm (Niccolò Stazzi), Barbara Fabro, Fandango (Gianluca Pignataro), Esther Felix Goti, Beatrice Fiorentino, Fondazione Cineteca Italiana (Roberto Della Torre), Elvira Fulco, Zita Fusco, Sergio M. Grmek Germani, Tiziana Gibelli, Francesca Ghersinich, Goethe Institut Roma (Carmen Hof), Graffiti Doc (Enrica Capra), Elisa Grando, Gianluca Guzzo, Hands of the Makers (Alice Fabi, Michele Colucci), Immaginario Scientifico (Serena Mizzan, Micol

Ascoli Marchetti), Infinitas Film (Giuliano Fratini), Insekt Film (Walter Bencini), Istituto Polacco di Roma (Lorenzo Costantino, Łukasz Paprotny), Istituto Statale di Istruzione Superiore “Giosuè Carducci” e “Dante Alighieri” (Daniela Picamus, Oliva Quasimodo, Clara Sforzina), Jolefilm S.r.l. (Francesco Bonsembiante, Lucia Candelpergher, Giulia Gelmi), L’Altauro, La Sarraz Pictures (Alessandro Borrelli), Lab 80 Film (Andrea Zanoli), Lanterna Magica (Roberto Baratta), Lights On (Flavio Armone), Davide Maldi, Medianautica (Maximilien Dejoie), Milano Film Network (Alice Arecco, Alessandra Speciale), Nightswim (Ines Vasiljević), Osservatorio Balcani e Caucaso (Luisa Chiodi, Giuseppe Lauricella, Paolo Martino), Grazia Paganelli, Annalisa Piersanti, Pilgrim Film (Stefano Basso, Andrea Magnani, Gianpaolo Smiraglia), Paola Plancher, Quoiat Films, Rai Cinema, Silvano Ravalico, Donatella Rocco, Domenico e Luisa Romeo, Giorgio Rossi, Micol Roubini, Paolo Santangelo, Carlo Michele Schirinzi, Sky Arte HD (Lucrezia Giacomini, Erika Minoia, Gaia Pasetto, Luca Pelusi, Roberto Pisoni, Dino Vannini), Qoomoon S.r.l. (Luca Scarabelli), Andrea Segre, Slingshot Films (Manuela Buono), Francesco Slocovich, Fabrizio Spadotto, Stefilm (Giulia Deiana, Edoardo Fracchia, Elena Filippin), Gaia Stock (Edizioni EL – Emme Edizioni –Einaudi Ragazzi), Storie di Economia Circolare (Alessandra De Santis, Antonio Marafioti, Stefania Sedini), Tempesta Film (Valeria Jamonte, Ilaria Malagutti), Daniele Terzoli, Tesla Production (Chiara Toffolo), The Walt Disney Company Italia (Alice Bariselli, Ludovica Marinelli, Simone Raineri), Transmedia (Igor Prinčič), Tucker Film (Samantha Faccio), Mario Turetta, Valmyn (Alessandro Tiberio), Untertosten Film - Produktionen Autarkiken, Video Est (Christopher Scherlich), Vides Produzione, Viggo Srl (Angelo Draicchio, Federica Rossi), Vivo Film (Marco Compiani, Marta Donzelli, Gregorio Paonessa), Zena Film Sc (Massimo Casula), Enrico Zuin

Lettonia Cup Film, Film Studio Mistrus Media (Inese Boka-Grube, Elīna Gediņa - Ducena), Tasse Film, VFS

Lituania Era Film (Rasa Miškinyte), In Script

Macedonia Angela Zdravkovska, Award Film & Video

Montenegro Peloid Film

Paesi Bassi

Some Shorts (Wouter Jansen)

Polonia Akademia Multiart (Joanna Brodawka), Marzena Bomanowska (Muzeum Kinematografii w Łódźi), Kuba Kosma, Krakow Film Foundation (Marta Swiatek, Katarzyna Wilk), New Horizons IFF, Otter Films (Anna Wydra), Judyta Pawlak (Muzeum Kinematografii w Łódźi), Polski Instytut Sztuki Filmowej-Polish Film Institute, Agnieszka Rostropowicz-Rutkowska, Telemark (Maciej Kubicki), Warsaw Film Festival (Stefan Laudyn)

Regno Unito

Alief (Miguel Govea, Brett Walker), Glasshead Ltd, Marc Ramsay

Repubblica Ceca

Background Films (Martina Netíková), Česká televize-Czech Television (Jitka Prochazkova), Czech Film Center (Barbora Ligasová, Markéta Šantrochová), FAMU Film and TV School- Prague, Karlovy Vary FF (Karel Och), Národní filmový archiv - National Film Archive (Andrea Czesaná), Negativ Film Productions (Tamara Hotařová, Daniel Vadocký)

Romania

42 Km Film, Alien Film (Anda Ionescu), Hi Film Productions (Ilinca Belciu, Ada Solomon), MicroFilm (Ada Solomon, Alexandru Solomon), Parada Film, Strada Film (Ruxandra Slotea, We are Basca

Russia

Arsi Film, Eastwood Agency (Valeria Motorueva), SHiM Film, Yulia Travnikova

Serbia

Dunav 84, Film Center Serbia (Andjelija Andrić, Boban Jevtić), Jugoslovenska Kinoteka (Aleksandar Erdeljanović, Marian Vujović), Nama Film (Goran Radovanović), Oktobar Film, Tamara Benc Rajčetić, Nikola Stojanović, See Film Pro, This and That Productions, Wake up Films

Slovacchia

Artileria s.r.o., FTF - VSMU (Alexandra Gabrižová), National Cinematographic Centre - Slovak Film Institute (Rastislav Steranka), Rozhlas a televízia Slovenska, Trigon Production (Veronika Paštéková)

Slovenia

Festival slovenskega filma Portorož (Jelka Stergel), Korektif, Nosorogi (Marina Gumzi), Slovenski filmski center Javna Agencija RS - Slovenian Film Centre (Nerina Kocjančič), Staragara (Miha Černec), Danijel Hočevar

Stati Uniti

Crossing Bridges Films, The Film Collaborative (Kathy Susca, Jeffrey Winter)

Svezia Momento Film

Svizzera

Cinémathèque suisse (Chicca Bergonzi, Frédéric Maire), Villi Hermann (Imago Film), Visions du réel (Emilie Bujès, Gudula Meinzolt)

Ucraina

86PROKAT (Ilia Gladshtein), Molodist’ - Kyiv IFF (Andrii Khalpakhchi), Tabor Production (Alina Gorlova, Maksym Nakonechnyi), Toy Cinema

Ungheria

Camp Film, Eurofilm Studio, Filmfabriq (Gabor Osvath), Magyar Filmunió

- International Division of the Hungarian National Film Fund (Márta Bényei), Partners Film LTD (Agi Pataki, Edina Kenesei), Terez Koncz

scuole/accademie di cinema presenti al TSFF

AGRFT - Academy of Theatre, Radio, Film and Television, Lubiana, ASU - University of Sarajevo, Filmakademie BadenWűrttemberg, IULM - Libera Università di Lingue e Comunicazione - Milano, Scuola Civica di Cinema Luchino Visconti - Milano, University of Music and Performing ArtsVienna, Università degli Studi di Bologna, Università degli Studi di Firenze, Università degli Studi di Messina, Università degli Studi di Padova, Università degli Studi di Pavia, Università degli Studi di Salerno

alpe adria cinema è socio fondatore e fa parte dell’Associazione Casa del Cinema di Trieste e aderisce a AFIC - Associazione Italiana Festival Cinematografici

ci hanno aiutato a rendere questa edizione ancora più bella e ospitale: Massimo Antoci (Urban Homy, Trieste), Alex Benvenuti e Barbara Favretto (Hotel Duchi D’Aosta, Trieste), Sabrina e Manuel Costantini (Urban Hotel Design, Trieste), Renato Danelone (Grafic Style, Udine), Alexandros Delithanassis, Eugenia Fenzi, Loriana Ursich (Caffè San Marco, Trieste), Franco Delli (Starhotels Savoia Excelsior, Trieste), Tito Di Benedetto, Andrea Bontà, Renata Manauzzi (DoubleTree by Hilton Trieste), Niky Fabiani (Ideando pubblicità, Udine), Federica Iori (B&B hotel, Trieste), Alessandro Lucchetta (Hotel Continentale, Trieste), Elena Parovel (Parovel), Manuel Tartaglia (Hotel Victoria, Trieste)

si ringraziano per essere intervenuti Elisabetta Antognoni (Italia), Saulius Baradinskas (Lituania), Hilal Baydarov (Azerbaigian), Ivan Barnev (Bulgaria), Marco Bellocchio (Italia), Walter Bencini (Italia), Michał Bielawski (Polonia), Sanja Borčić (Croazia), Anastasia Borisova (Russia), Gregor Božič (Slovenia), Giovanni Calcagno (Italia), Silva Ćapin (Croazia), Lino Capolicchio (Italia), Renato Casaro (Italia), Stefania Casini (Italia), Giovanni Cioni (Italia), Roberto Conte (Italia), Alessandro De Vito (Italia), Davide Del Degan (Italia), Richard Dorfmeister (Austria), Marco Ferrari (Italia), Nello Ferrieri (Italia), Giuliano Fratini (Italia), Stefan Gieren (Germania), Jakub Hejna (Repubblica Ceca), Matjaž Ivanišin (Slovenia), Johanna Kakitek (Polonia), Vesela Kazakova (Bulgaria), Peter Kerekes (Slovacchia), Arne Kohlweyer (Germania), Andrej Korovljev (Croazia), Anita Kravos (Italia), Juris Kursietis (Lettonia), Grit Lemke (Italia), Paola Leonardi (Italia), Lidiya Liberman (Italia), Fabio Magnasciutti (Italia), Monika Mahútová (Slovacchia), Davide Maldi (Italia), Catrinel Marlon (Italia), Nerijus Milerius (Lituania), Mina Mileva (Bulgaria), Matea Milić (Croazia), Matej Mináč (Repubblica Ceca), Rasa Miškinyte (Lituania), Ivana Mladenović (Serbia), Domenico Monetti (Italia), Franco Montini (Italia), Ksenia Ohkapkina (Russia), Marius Olteanu (Romania), Federica Paniccia (Italia), Nadia Parfan (Ucraina), Giampaolo Penco (Italia), Stefano Perego (Italia), Daniela Persico (Italia), Nađa Petrović (Serbia), Markéta Pilátová (Repubblica Ceca), Patrycja Płanik (Polonia), Agnese Pietrobon (Italia), Corneliu Porumboiu (Romania) Nenad Puhovski (Croazia), Monica Rametta (Italia), Marc Ramsay (Regno Unito) Micol Roubini (Italia), Margherita Salani (Italia), Carlo Michele Schirinzi (Italia), Luka Skansi (Croazia), Marko Škop (Slovacchia), Kasia

Smutniak (Italia), Alessia Sonaglioni (Francia), Alessandro Stellino (Italia), Nikola Stojanović (Serbia), Réka Szabó (Ungheria), Sara Tirelli (Italia), Massimo Tria (Italia), Andreas Voigt (Germania), Damián Vondrášek (Repubblica Ceca), Aleš Winkler (Croazia), Francesco Zippel (Italia).

SOSTENITORI 2020

Trieste Film Festival ringrazia per il loro generoso sostegno

Mariagrazia Celli

Patrizia Domini

Fabiola Faidiga

Massimo Ferrari

Enrica Marcucci

MCRfilm associazione culturale cinematografica (Genova)

Savina Rauber

Daniel Saiani Campostrini

Riccardo Seibold

Giuseppe Stefanel

Eleonora Suerzi Stefanin

Lucia Surace

Sandra Tavagnacco

Paolo Youssef

con il contributo

con il sostegno

con la collaborazione

ringrazia

il sostegno si ringrazia

www.tipografiamenini.it con il contributo

ringrazia

con la collaborazione technical partners

technical partners

Nelle sezioni del catalogo è stato rispettato l’ordine alfabetico per titolo. Fanno eccezione “Fellini EastWest” “Time Will Tell”, “Il Professor Balthazar e suoi amici”, “1920-2020 Omaggio a Gianni Rodari nel centenario della nascita” che rispettano un ordine cronologico.

Alphabetical order for the titles has been maintained in the various sections of the catalogue. The only exceptions are “Fellini EastWest”, “Time Will Tell”, “Professor Balthazar and Friends”, “1920-2020 Homage to Italian writer Gianni Rodari on the Centenary of his Birth” which follow chronological order.

SALUTI ISTITUZIONALI INSTITUTIONAL GREETINGS

PRESENTAZIONE INTRODUCTION

CONCORSO LUNGOMETRAGGI FEATURE FILM COMPETITION

I film

The Films

FUORI CONCORSO OUT OF COMPETITION

EVENTI SPECIALI SPECIAL EVENTS

I film

The Films

FELLINI EASTWEST

1920-2020 Cent’anni dalla nascita di Federico Fellini

1920-2020 One Hundred Years from Federico Fellini’s Birth

Fellini in Russia (Naum Kleiman)

I film

The Films

CONCORSO DOCUMENTARI

DOCUMENTARY COMPETITION

I film

The Films

FUORI CONCORSO OUT OF COMPETITION

CONCORSO CORTOMETRAGGI SHORT FILM COMPETITION

I film

The Films

PREMIO CORSO SALANI 2020

CORSO SALANI AWARD 2020

I film

The Films

Omaggio a Corso Salani (2010-2020)

A Tribute to Corso Salani (2010-2020)

ART & SOUND

I film

The Films EVENTO SPECIALE SPECIAL EVENT

TIME WILL TELL

1990-2020 Trent’anni dalla riunificazione tedesca

1990-2020 Thirty Years from German Reunification

Introduzione (Cornelia Reichel, Bernd Buder)

Introduction I film

The Films

BORN IN TRIESTE

TRIESTE FILM FESTIVAL EDUCATIONAL

Midpoint Feature Launch 2020

Masterclass 2020 Corneliu Porumboiu

VR DAYS 2020

Il Professor Balthazar e i suoi amici

Professor Balthazar and friends

1920-2020 Omaggio a Gianni Rodari nel centenario della nascita

1920-2020 Homage to Italian writer Gianni Rodari on the Centenary of his Birth ZOO PARTY music & painting live

TRIESTE FILM FESTIVAL INDUSTRY

When East Meets West Last Stop Trieste

This Is It

L’IMMAGINE DEL FESTIVAL THE FESTIVAL ARTWORK

LA SIGLA DEL FESTIVAL THE FESTIVAL TRAILER

EVENTI COLLATERALI

SIDEBAR EVENTS

MODERNISTAN – Architettura modernista sovietica in Asia Centrale

MODERNISTAN – Soviet Modernist Architecture in Central Asia

Ho ancora una valigia a Berlino Still Have a Suitcase in Berlin

Varcare la frontiera #7_allunaggi

Crossing the Frontier #7_Moon Landings film

The Films

REPERTORIO DEI PRODUTTORI E DISTRIBUTORI

ESISTENTI

INDEX OF PRESENT PRODUCERS AND DISTRIBUTORS

INDICE DEI FILM

INDEX OF FILMS

INDICE DEI REGISTI

INDEX OF DIRECTORS

SALUTI ISTITUZIONALI

INSTITUTIONAL GREETINGS

Direttore Generale Cinema e Audiovisivo Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo

General Director for Cinema and Audiovisual

MiBACT-Ministry of Cultural Heritage and Activities and Tourism

Tiziana Gibelli

Assessore alla Cultura e Sport Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia

Councillor for Culture and Sport

Autonomous Region of Friuli Venezia Giulia

Il Trieste Film Festival, storico festival giunto alla 31.ma edizione è stato il frutto di un lungo, silenzioso lavoro di studio e ricerca sul cinema dell’Europa centro-orientale svolto a Trieste da appassionati cinefili in una città di confine con l’Est che, nella storia e nella cultura di quei paesi, vedeva intrecciarsi le profonde radici del proprio passato con un presente di una frontiera strategica, a volte fragile, permeabile. Negli anni, il festival è cresciuto, si è arricchito, allargando i propri orizzonti, presentando un’offerta sempre più variegata ed articolata di anteprime internazionali e nazionali di lungometraggi, cortometraggi e documentari. Fin dalle prime edizioni, il festival ha dimostrato un grande interesse anche per il mondo dei video, che si è articolato nel corso degli anni in rassegne dedicate alla produzione italiana e a quella europea, in un’ottica di cooperazione internazionale che ad oggi rappresenta un ponte che mette in contatto le diverse latitudini dell’Europa del Cinema, un’importante ipotesi di sviluppo per il futuro della cinematografia mondiale. Ed è proprio in questa prospettiva che la Direzione Generale Cinema e Audiovisivo che rappresento rinnova il sostegno e la collaborazione ad un festival, primo e più importante appuntamento italiano con il cinema dell’Europa centro orientale, che continua ad essere da più di trent’anni un osservatorio privilegiato su cinematografie e autori spesso poco noti al pubblico italiano, e più in generale a quello “occidentale”, scoprendo in anticipo nomi e tendenze destinate a imporsi nel panorama internazionale.

The Trieste Film Festival, now a historic festival at its 31st edition, has been the result of a long, silent work of study and research into the cinema of Central and Eastern Europe undertaken in Trieste by film buffs in a city bordering the East which, in the history and culture of those countries, saw the deep roots of its own past intertwined with a present of a strategic, sometimes fragile, permeable frontier. Over the years, the festival has grown, enriched, broadened its horizons, presenting an increasingly varied and wide-ranging offer of international and national premieres of feature films, shorts and documentaries. Since the early editions, the Festival has also shown great interest in the world of video, which over the years has been divided into series dedicated to Italian and European productions, within a framework of international cooperation that today represents a bridge bringing together the different latitudes of the Europe of cinema, an important hypothesis for the future development of world cinema.

It is precisely with this perspective that the General Directorate for Cinema and Audiovisual that I represent renews its support and collaboration for a festival, the first and most important appointment in Italy covering the cinema of Central and Eastern Europe, which for over thirty years has continued to be a privileged observatory on forms of cinema and directors often little known to the Italian public, and more generally to that of the “West”, discovering in advance names and trends destined to establish themselves on the international scene.

È con immenso piacere che porgo il mio più sentito saluto agli organizzatori, ai partecipanti e al pubblico del “Trieste Film Festival” che si terrà dal 17 al 23 gennaio 2020 e che giunge quest’anno alla sua 31ma edizione. Un traguardo notevole per un Festival che rappresenta per la città di Trieste e per la regione un appuntamento culturale di portata nazionale e internazionale in ambito cinematografico.

Il Festival è da anni una delle occasioni migliori per attrarre nel Capoluogo regionale un pubblico sempre più variegato e in costante aumento, rappresentando, quindi, un importante momento di promozione del territorio della città. Il merito principale è sicuramente da imputare al costante impegno di tutta l’organizzazione che in tutti questi anni ha sempre saputo innovare e migliorare da tutti punti di vista. Nell’edizione di quest’anno, fra le tante novità, si prevede la proiezione fuori concorso in anteprima italiana del film sul periodo italiano di Tarkovskij dal titolo Il Dono, ma anche importanti omaggi ad alcuni dei più grandi registi che hanno segnato la storia del cinema contemporaneo.

Non posso, quindi, che trasmettervi, anche da parte della Regione Friuli Venezia Giulia, migliori auguri affinché la manifestazione possa raggiungere e superare i successi degli anni precedenti.

It is with great pleasure that I extend my heartfelt greetings to the organisers, participants and the public of the “Trieste Film Festival” to be held from 17 to 23 January 2020 and which reaches its 31st edition this year. A remarkable milestone for a Festival that represents a cultural event of national and international scope for the city of Trieste and the region.

The Festival has for years been one of the best opportunities to attract an increasingly diverse and constantly growing public to the regional capital, thus representing an important moment for promoting the city. The main merit is certainly due to the constant commitment of all the organisers who in all these years have always known how to innovate and improve every aspect of the Festival. In this year’s edition, among the many new features, there will be the national premiere of Il Dono a film on Tarkovsky’s Italian exile, but also important tributes to some of the greatest directors who have marked the history of the contemporary cinema.

I am therefore very happy to extend my best wishes, on the part also of the Friuli Venezia Giulia Region, with the hope that the event will attain and even improve on the great successes of the past years.

Giorgio Rossi

Assessore Cultura, sport, turismo, eventi

Comune di Trieste

Councillor for Culture, Sport, Tourism and Events

City of Trieste

Trieste, una volta città di frontiera, uno degli avamposti più orientali prima della cortina di ferro, si rimette oggi al centro della Mitteleuropa e del Nord Adriatico, cerniera a cavallo tra più mondi, in un sistema globale dove i confini e le geografie si spostano e mutano di continuo. In un clima di rinnovato sviluppo economico e di grande vivacità culturale della nostra città, il cinema assume un ruolo fondamentale, sia per l’economia locale, grazie ai numerosi set cinematografici di film per il cinema e la televisione girati qui, sia per l’alto profilo culturale di alcuni progetti che sono nati e si sono sviluppati qui, diventando negli anni il fiore all’occhiello anche degli enti pubblici che li finanziano e li sostengono con entusiasmo fin dagli inizi.

È il caso del Trieste Film Festival, il festival che meglio di tutti rispecchia la cultura plurale e la storia della nostra città in cui si svolge ogni anno a gennaio, da ben più di trent’anni: una manifestazione che rappresenta prima di tutto un’importante occasione per conoscere il cinema e gli autori dell’Altra Europa, dai Baltici al Danubio fino ai Balcani, e un’opportunità di incontro insostituibile per tutti quei professionisti europei dell’audiovisivo che qui presentano nuovi progetti, trovano potenziali partner internazionali o un ideale trampolino di lancio per le loro nuove produzioni. È un festival che ha saputo arricchirsi di eventi collaterali, di mostre, di attività per più giovani, di spazi e di un programma pieno di scoperte e di anteprime, che il pubblico aspetta ogni anno con trepidazione. Un festival internazionale ed europeo che tuttavia non dimentica mai né le proprie radici né quegli autori che continuano a vivere e ad operare a Trieste, e cui lavori più significativi ed originali trovano sempre una collocazione all’interno della programmazione. Il convinto sostegno dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Trieste all’associazione Alpe Adria Cinema serva da riconoscimento al lavoro finora svolto e da stimolo a proseguire nell’impegno con la stessa dedizione, per continuare a rappresentare un osservatorio privilegiato e necessario sulle cinematografie dei paesi dell’Europa centro orientale.

Once a frontier town and one of the most eastern outposts this side of the Iron Curtain, Trieste is now at the centre of Central Europe and the Northern Adriatic, at a crossroads between multiple worlds, with in a global system where borders and geographies move and change constantly. In a climate of renewed economic development and of great cultural vivacity for our city, cinema assumes a fundamental role, both for the local economy, thanks to the numerous film sets for movies and television filmed here, and for the high cultural profile of some projects that were born and developed here, over the years becoming the flagship also for the public institutions that have financed and supported them with enthusiasm from the outset.

One such case is the Trieste Film Festival, the festival that best reflects the plural culture and history of our city, in which it has taken place every year in January for well over thirty years. It is an event that represents first of all an important opportunity to learn about cinema and the directors of the ‘Other Europe’, from the Baltic to the Danube and down to the Balkans, and also an irreplaceable opportunity for all the many European cinema and TV professionals who meet here to present new projects, find potential international partners or make use of it as an ideal launch pad for their new productions. It is a festival that has enriched itself with side events, exhibitions, activities for the young, spaces and a programme full of discoveries and premieres, which the public awaits every year with eagerness. It is an international and European festival that nevertheless never forgets its roots and nor those authors who continue to live and work in Trieste, and whose most significant and original works always find space within the programme.

The firm support the City’s Department of Culture gives the Alpe Adria Cinema association serves as recognition of the work carried out so far and as a stimulus to continue the commitment with the same dedication, to continue to represent a privileged and necessary observatory of the cinema of the countries of Central and Eastern Europe.

Segretario generale, Iniziativa Centro Europea

L’iniziativa Centro Europea (InCE), che comprende 17 Stati membri, è impegnata da 30 anni nella promozione dell’integrazione europea e dello sviluppo sostenibile attraverso la cooperazione regionale, riunendo paesi e istituzioni in un’ottica di dialogo aperto, contribuendo così a favorire la comprensione reciproca e la collaborazione transfrontaliera.

L’InCE presta particolare attenzione alla cooperazione interculturale, considerando il grande potenziale della regione in termini di tesori culturali, valori e creazioni artistiche. Promuovere la diversità culturale, preservare il patrimonio culturale, sostenere le industrie creative e favorire la diplomazia culturale: queste sono le priorità fondamentali che guidano l’azione dell’InCE, con l’idea che la cultura rappresenti uno dei motori della crescita e dello sviluppo. Supportiamo numerose attività che si svolgono nei nostri paesi membri in una vasta gamma di settori, dal cinema alle arti visive, dalle arti dello spettacolo alla letteratura. Promuoviamo anche molti premi per incoraggiare le persone di talento, spesso giovani. Il Trieste Film Festival, che offre uno sguardo profondo e mai banale sulla produzione cinematografica di qualità dell’Europa centrale, orientale e sud-orientale, rappresenta una delle nostre attività di punta e siamo particolarmente lieti di questa collaborazione di così lunga data. Le opportunità di networking e la condivisione delle esperienze promosse dal Festival e rivolte ai paesi dell’InCE, lo mettono in sintonia con i nostri obiettivi.

A nome dell’InCE, auguro ogni successo al Trieste Film Festival 2020 ed esprimo il nostro apprezzamento al suo appassionato gruppo di lavoro.

The Central European Initiative (CEI), encompassing 17 Member States, has been engaged for 30 years in promoting European integration and sustainable development through regional cooperation, bringing together countries and institutions in a spirit of open dialogue, thus contributing to fostering mutual understanding and cross-border collaboration. The CEI pays special attention to intercultural cooperation, considering the great potential of the region in terms of cultural treasures, values and artistic creations. Promoting cultural diversity, preserving cultural heritage, supporting creative industries and fostering cultural diplomacy: these are the core priorities guiding the CEI action in this field, with the idea that culture represents one of the engines of growth and development. We support numerous activities taking place in our member countries covering a wide range of sectors, from cinema to visual arts, from performing arts to literature. We also promote a number of awards to encourage talented and often young people.

The Trieste Film Festival, offering an exceptional retrospective of quality filmmaking production from Central, Eastern and Southeastern Europe, represents one of our flagship activities and we are particularly pleased of this long-standing cooperation. The networking opportunities and the experience sharing promoted by the Festival, targeting the CEI countries, valuably align it to the CEI objectives.

On behalf of the CEI, I wish the Trieste Film Festival 2020 every success and express our appreciation to its dedicated team.

Secretary General, Central European Initiative

TRIESTE FILM FESTIVAL ANNO 31

TRIESTE FILM FESTIVAL YEAR 31

30+1. In qualche modo è un giro di boa, in questi anni ci siamo misurati con nuove sfide, con la ricerca di nuovi luoghi del festival (le cui location, per altro di prestigio, sollevano sempre l’annosa questione della fruibilità del festival da parte del pubblico e dei professionisti dell’audiovisivo, e forse di una mancanza di un vero e proprio ‘Festival Centre’ di cui onestamente si sente la necessità), con la co-organizzazione del forum di coproduzione When East Meets West, che ci ha aperto la strada a nuovi eventi industry di rilievo dedicati a work in progress sia di documentari che di fiction, mettendoci fin da subito nel novero dei festival “con mercato”, attrattiva fondamentale per tutti quei progetti che qui trovano partner potenziali, finanziamenti, visibilità e attività di networking. L’anno scorso il TSFF compiva suoi primi 30 di vita, quest’anno è WEMW a compiere suoi primi 10 anni, e non potremmo essere più felici dei risultati finora conseguiti: la partnership con il Fondo regionale per l’audiovisivo ci inorgoglisce e ci rende partecipi su più fronti alla co-progettazione di uno dei forum di co-produzione migliori in Europa.

Il TSFF31 apre una settimana densa di proiezioni con l’anteprima italiana di Una vita nascosta - Hidden Life l’ultimo film del regista di culto statunitense Terrence Malick, che racconta le vicende tratte dalla storia vera di Franz Jägerstätter, semplice contadino austriaco che si rifiutò di servire Hitler per obbedire alla propria coscienza. Dopo tre film molto intimi e personali, il maestro americano torna a misurarsi con la Storia, con la luce insidiata dalle tenebre, con la potente sacralità del cinema, in una storia ambientata tra Sappada e l’Austria.

Nel 2020 i compleanni di grandi personaggi del Novecento e le ricorrenze di momenti storici epocali sono molteplici, ma noi abbiamo scelto di celebrare solo quelli a noi più cari e più vicini. Il TSFF è il primo festival italiano a essere inserito nelle celebrazioni felliniane, “Fellini 100”, promosse dal Mibact e da un comitato organizzatore di cui fa parte CSC-Cineteca Nazionale, che noi abbiamo voluto articolare con una serie di

30 + 1. In some ways it is a turning point: in recent years we have faced new challenges. One such is the search for new festival venues (the locations of which, prestigious as they are, repeatedly raise the long-standing question of the festival’s usability by the audience and audiovisual professionals, and perhaps underscore the lack of a real ‘Festival Centre’, which is keenly felt). Another is the co-organisation of the When East Meets West co-production forum, which opened the way to major new industry events dedicated to works in progress of both documentaries and fiction, and which immediately set us in the ranks of festivals “with market”, a fundamental attraction for all those projects that find potential partners here, along with funding, visibility and networking activities. Last year the TSFF celebrated its first 30 years of life, and this year WEMW is celebrating its first 10 years. And we could not be happier with the results achieved so far: the partnership with the Regional Audiovisual Fund makes us proud and enables us to participate on several fronts in the co-design of one of the best coproduction forums in Europe.

TSFF31 opens a week full of screenings with the Italian preview of A Hidden Life the latest film by American cult director Terrence Malick, which tells the story taken from the true story of Franz Jägerstätter, a simple Austrian farmer who refused to serve Hitler and instead followed his own conscience. After three very intimate and personal films, the American master again tackles history, with the light undermined by darkness, with the powerful sacredness of cinema, in a story set in Sappada and Austria.

In 2020, there are a host of anniversaries of great personalities of the twentieth century and of epoch-making historical moments, but we have chosen to celebrate only those closest to us. The TSFF is the first Italian festival to be included in the Fellini celebrations, “Fellini 100”, promoted by Mibact and by an organising committee which includes CSC-Cineteca Nazionale, and which we wanted to approach with a series of

anteprime assolute: la proiezione del film E la nave va (copia restaurata da CSC-Cineteca Nazionale con Istituto LuceCinecittà), ora più attuale che mai, ricordato anche in uno dei cartelloni cinematografici dalla Polonia della mostra “Federico Fellini: visioni dall’Est”; una singolare intervista a Fellini realizzata nel 1989 dal regista ceco Matej Mináč, anteprima assoluta di un frammento facente parte di un film mai prodotto ma forse di prossima realizzazione; infine, un’intervista del documentarista italiano Francesco Zippel a Wes Anderson, che ha ripercorso alcuni temi a lui cari e molto vicini alla poetica del maestro riminese. Last but not least pubblichiamo in anteprima rispetto alla sua edizione originale americana, un testo dello storico russo del cinema Naum Kleiman sulla ricezione di Fellini nell’Unione Sovietica negli anni Sessanta, tra pesanti censure, proiezioni clandestine, dibattiti infuocati e soprattutto un grande amore per il maestro italiano, destinato a influenzare tanti cineasti dell’Europa dell’Est.

Un’altra ricorrenza – per continuare una ‘tradizione’ inaugurata l’anno scorso, quella di non dimenticare gli eventi epocali che hanno segnato profondamente l’Europa – è la riunificazione delle Germanie, evento che ci ha permesso di stabilire una nuova partnership con il festival tedesco di Cottbus, nostro festival “gemello” per le aree geografiche di interesse comune. Con quest’omaggio, dal titolo “Time will tell”, si vogliono raccontare i passaggi non sempre lineari del “Deutsche Wiedervereinigung”, sul cui significato i tedeschi sembrano ancora oggi divisi. Fu un processo lungo e complicato cui effetti a lungo termine, spesso devastanti – tra crisi identitarie, un progresso economico ineguale, nuove migrazioni e vecchi fantasmi della storia – sono raccontati da registi quali per esempio Thomas Heise, Andreas Voigt e Florian Kunert, offrendoci un punto di vista dall’Est, seguendo alcuni personaggi sul lungo periodo, andando a riempire le falle di una Storia che tende a prediligere il successo (anche se parzialmente fittizio) a piccole storie di fallimenti umani.

world premieres: the screening of E la nave va (And the Ship Sails On; copy restored by CSC-Cineteca Nazionale with Istituto Luce-Cinecittà), which is now more topical than ever, and which is also mentioned in one of the film posters from Poland in the “Federico Fellini: Eastern Visions” exhibition; a striking interview with Fellini made in 1989 by the Czech director Matej Mináč, the world premiere of a fragment that is part of a film that was never produced but is perhaps will be made soon; and, finally, an interview by the Italian documentary filmmaker Francesco Zippel with Wes Anderson, who examines some themes dear to him and very close to the guiding philosophy of Fellini himself. Last but not least, we offer the world premiere – compared to its original American edition – of a text by the Russian historian of cinema Naum Kleiman concerning the reception of Fellini in the Soviet Union in the 1960s, amid heavy censorship, clandestine screenings, fiery debates and above all a great love for the Italian master, destined to influence many Eastern European filmmakers.

Another occasion, to continue a ‘tradition’ inaugurated last year to remember the fundamental developments that have deeply marked Europe, is the reunification of Germany, an event that has allowed us to establish a new partnership with the German festival of Cottbus, our “twin” festival for geographic areas of common interest. With this “Time will tell” tribute, we aim to illustrate the sometimes alternating shifts in the “Deutsche Wiedervereinigung”, the meaning of which still seems to divide Germans today. It was a long and complicated process whose long-term, often devastating effects, marked by crises of identity, unsteady economic progress, new migrations and old ghosts from history, are told by directors such as Thomas Heise, Andreas Voigt and Florian Kunert, offering us a point of view from the East, following some characters over a long period of time, filling the gaps on a history that tends to favour success (even if partially fictitious) to small stories of human failures.

Fabrizio Grosoli
Nicoletta Romeo
Direzione Artistica Trieste Film Festival
Artistic Direction Trieste Film Festival

Un altro anniversario è quello dei 10 anni dalla prematura scomparsa di Corso Salani, regista amico del festival, che qui, in un’ex-città di frontiera si è sempre sentito a casa, e a cui già dal 2010-2011 dedicammo una sezione rivolta al cinema indipendente italiano alla ricerca di una distribuzione, nelle sale italiane o all’estero. Approfittiamo di questo decennale per ricordarci e ricordarvi del grande affetto che univa il festival a un artista anomalo e fuori sistema, e per riproporre, grazie alla collaborazione della Cinémathèque Suisse di Losanna, i suoi primi lavori, poco visti, a 30 anni dalla loro realizzazione, Voci d’Europa e il corto Eugen si Ramona, nella speranza di poter tenere sempre viva la memoria di un cinema artigianale, indipendente – e quasi apolide – che va scomparendo.

Abbiamo scelto di omaggiare anche alcune personalità illustri del cinema scomparse di recente, come Dušan Makavejev, Miloš Forman e Omero Antonutti, artista poliedrico a cui il TSFF dedicò tre anni fa assieme a Comunicarte edizioni un volume monografico a cura di Guido Botteri e a cui quest’anno rendiamo omaggio proiettando La notte di San Lorenzo dei fratelli Taviani.

Lo scorso anno avevamo sottolineato come il cinema centroorientale risultasse sempre meno marginale nel contesto della produzione indipendente europea. A partire dalla selezione 2020 ci sentiamo di azzardare una valutazione ancora più precisa. Molti dei film che mostriamo si inseriscono in una prospettiva “globale”, vorremmo dire senza paura e senza disagi. Del resto non deve sorprendere che la Londra multietnica sia raccontata dall’interno da due ragazze bulgare Cat in the Wall), che storie e paesaggi dai confini d’Europa (da Transnistra a Zana) ci vengano restituiti da cineaste di formazione e cultura internazionale. E nemmeno che autori consolidati facciano diretto ricorso con una certa ironia ai generi più classici (non importa se B movies o mainstream), dalla spy story di Porumboiu ai “cops” (peraltro ben poco eroici) dei film di Komandarev e Mitulescu. O ancora che ci si ispiri a un fortunato blockbuster di casa nostra, Perfetti sconosciuti, per realizzare un intelligente remake polacco sostenuto da attori di gran classe, tra cui la nostra Eastern Star di quest’anno, Kasia Smutniak.

Un dato che vorremmo inoltre sottolineare è la presenza massiccia di registe donne in tutte le sezioni, a riprova di un

Another anniversary is that of the 10 years since the premature death of Corso Salani, a director who was a friend of the festival, and who always felt at home here in this former frontier city. We dedicated a section to him from 2010-2011, presenting independent Italian cinema looking for distribution in Italian cinemas or abroad. We take advantage of this tenth anniversary to remind us and remind you of the great affection there was between the festival and this anomalous and out-of-system artist, and, thanks to the collaboration of the Swiss Film Archive, to re-propose his early works, little seen, 30 years after their creation: Voci d’Europa and the short Eugen si Ramona in the hope of keeping alive the memory of an independent and almost stateless artisan cinema that is disappearing.

We have also chosen to pay tribute to some illustrious figures of cinema who have recently passed away, such as Dušan Makavejev, Miloš Forman, and Omero Antonutti, a multifaceted artist to whom TSFF together with Comunicarte edizioni dedicated a monographic volume three years ago edited by Guido Botteri and to whom this year we pay tribute by screening La notte di San Lorenzo (The Night of the Shooting Stars) by the Taviani brothers.

Last year we stressed that Central and Eastern European cinema was becoming less and less marginal in the context of independent European production. Starting from the 2020 selection, we feel we may posit an even more precise evaluation. Many of the films we show fit into a “global” perspective, confidently and without jarring. Moreover, it should be no surprise that multiethnic London may be described from the inside by two Bulgarian girls (Cat in the Wall), that stories and landscapes from the borders of Europe (from Transnistra to Zana) are proffered us by filmmakers of international training and culture. Nor that established authors should make direct use with a certain irony of the more classic genres (no matter if B movies or mainstream), from Porumboiu’s spy story to the cops (of very little heroism) in the films of Komandarev and Mitulescu. Or even that a successful Italian blockbuster, Perfetti sconosciuti, should provide the basis for an intelligent Polish remake supported by classy actors, including our Eastern Star of this year, Kasia Smutniak.

cinema che se anche non ha raggiunto la famosa quota del “gender balance” – 50/50 by 2020 – certamente ha dato ampio spazio a opere dirette e prodotte da donne, che nella maggior parte dei casi hanno raggiunto fama internazionale.

Ormai da una decina d’anni si può dire che il TSFF sia parte integrante di un laboratorio creativo e produttivo che è cresciuto rapidamente fino a diventare uno degli appuntamenti chiave della stagione cinematografica europea. A partire dai pitching del Forum internazionale When East Meets West promosso dal Fondo Audiovisivo FVG si sono poi sviluppati moltissimi progetti che alla fine si sono trasformati in film importanti e di successo, ma ha anche creato una positiva atmosfera d’incontro tra i più attivi professionisti del settore in grado di far nascere in modo informale e spesso inatteso le collaborazioni ideali per far nascere nuove produzioni.

Il nostro festival è impegnato attivamente nella selezione delle due iniziative pensate per progetti in fase di avanzata realizzazione: LAST STOP TRIESTE, riservata a “rough cut” di film documentari e tradizionale bacino del nostro programma (quest’anno tre titoli, sui cinque presentati nel 2019, ne fanno parte) e THIS IS IT, che riguarda invece film italiani di finzione o “ibridi” in progress e che giunto alla sua terza edizione si è già dimostrato un riferimento importante per festival prestigiosi come Locarno, Venezia e Torino dove hanno trovato posto diversi titoli presentati a Trieste. Siamo lieti che – come negli ultimi anni – tanti progetti “Born in Trieste” siano presenti nelle principali sezioni competitive del TSFF (li trovate segnalati in questo catalogo), a conferma del fatto che il nostro festival rappresenti anche un ideale momento terminale di confronto con il pubblico italiano e con gli operatori del settore. Ma ci teniamo anche a sottolineare il nostro impegno perché alcuni dei nostri film abbiano una vita e trovino il pubblico di altre città italiane oltre le nostre date. Dopo un avvio “sperimentale” nel 2018 e un lancio invece più strutturato l’anno scorso (che ha portato a una circolazione di 4 titoli in oltre 10 sale in tutto il territorio, da Torino a Milano, da Roma a Napoli) confermiamo con ancora maggior convinzione il “TSFF In Tour” che, in collaborazione con gli amici de Lo Scrittoio di Milano, consiste nella distribuzione “non commerciale” per tutto il 2020 di una selezione del nostro programma. Un obiettivo di diffusione

A fact that we would also like to underline is the common presence of female directors in all the sections, proof of a cinema that, even though it has not attained the acclaimed quota of 50/50 gender balance by 2020, certainly has given ample space to films directed and produced by women, who in most cases have achieved international fame.

For ten years now, the TSFF can be said to be an integral part of a creative and productive workshop that has grown rapidly to become one of the key events in the European film season. Starting from the pitchings of the international When East Meets West forum promoted by the Fondo Audiovisivo FVG, many projects have been developed which eventually became major and successful films, but also created a positive atmosphere for the most active professionals to meet in the sector and establish new collaborations in an informal and often unexpected way, thus giving rise to new productions. Our festival is actively involved in the selection of the two initiatives designed for projects at an advanced phase of realisation: LAST STOP TRIESTE, reserved for “rough cuts” of documentary films and the traditional basin of our programme (this year three out of five titles, presented in 2019, are part of it ) and THIS IS IT, which instead covers Italian fiction or “hybrid” films in progress; this is now in its third edition and has already proven to be an important point of reference for prestigious festivals such as Locarno, Venice and Torino where various titles first presented at Trieste have subsequently been screened. We are pleased that – as in recent years – many “Born in Trieste” projects are present in the main competitive sections of the TSFF (you will find them indicated in this catalogue), confirming the fact that our festival also represents an ideal finishing moment for testing before the Italian public and trade operators. However, we also want to stress our commitment to ensuring that some of our films have a life and audiences in other Italian cities beyond the festival dates. After an “experiment” start in 2018 and a more structured launch last year (which led to a circulation of four films in over ten cinemas around the country, from Turin to Milan and Rome to Naples) we are now strengthening our commitment to “TSFF In Tour” which, in collaboration with our friends at Lo Scrittoio di Milano, consists in the “non-commercial” distribution of a selection of films

culturale che abbiamo realizzato e che ci rende, dunque, orgogliosi.

Le collaborazioni crescono, così come cresce il desiderio di fare rete con una vasta gamma di realtà culturali che ci completano e moltiplicano la visibilità del nostro “brand”: dalle partnership mediatiche (Sky Arte, e le tante testate di critica cinematografica come “Quinlan” o “East European Film Bulletin”) ai nuovi sponsor, dalle realtà locali (l’autorità portuale di Trieste, la Casa della Musica, gli spazi espositivi Cavò e DoubleRoom, il Caffè San Marco, per citarne solo alcuni) alle realtà nazionali (l’Istituto polacco di Roma, sempre presente nel suo sostegno alla nostra manifestazione; il Goethe Institut di Roma, che quest’anno sostiene il focus tedesco “Time Will Tell”); le case editrici (Miraggi edizioni, Fondazione CSC, Rubbettino, Einaudi Ragazzi); le cineteche di Roma, Milano, Bologna, Praga e il Museo del Cinema di Łódź; il FilmFestival Cottbus e Animafest di Zagabria, che per noi quest’anno hanno curato due sezioni, rispettivamente il focus sulla riunificazione delle Germanie, “Time will tell”, e l’animazione per ragazzi a carattere scientifico. Inoltre tante nuove collaborazioni appena nate, tra le quali vorremmo ricordare quella con la Fondazione Pittini, che ci ha dato fiducia per dare vita a un percorso audiovisivo rivolto alle scuole, EU Ciak, sempre nell’ottica di creare nuove opportunità di educazione al linguaggio cinematografico e di creare maggiori legami tra il festival e il pubblico giovane.

Sono in aumento anche gli eventi collaterali, un programma che oramai è quasi un festival dentro al festival, e che ci permette attraverso diverse discipline artistiche e altri luoghi della città di raggiungere pubblici diversi, con cui dialogare e stabilire un rapporto di fiducia. Ben cinque le mostre ospitate all’interno del TSFF31, tra cui segnaliamo “Modernistan - architettura modernista sovietica in Asia Centrale”, una mostra realizzata per la prima volta dal volume Soviet Asia dei fotografi Roberto Conte e Stefano Perego, in una location d’eccezione, il Mercato Coperto di Trieste, e “Fellini EastWest”, dedicata ai poster dei film di Fellini illustrati da famosi cartellonisti polacchi, veri e propri maestri di un’arte che si va perdendo. Molto fitto anche il programma del “TSFF dei Piccoli”, un week-end riservato ai giovanissimi e alle famiglie, con proiezioni di cinema d’animazione, dai film ispirati

from our programme throughout 2020. This is a goal of cultural diffusion that we have achieved and of which we are proud.

Our collaborations with other institutions are increasing as is the desire to form a network with a wide range of cultural entities that complement our work and multiply the visibility of our “brand”: from media partnerships (Sky Arte, and the many film reviews such as “Quinlan” or “East European Film Bulletin”) to new sponsors; from local bodies (the port authority of Trieste, the Casa della Musica, the Cavò and DoubleRoom exhibition spaces, and the Caffè San Marco, to name just a few) to national entities (the Polish Institute of Rome, always practical in its support for our event; the Goethe Institut of Rome, which this year supports the German focus “Time Will Tell”); publishing houses (Miraggi edizioni, Fondazione CSC, Rubbettino, Einaudi Ragazzi); the film archives of Rome, Milan, Bologna, Prague and the Łódź Cinema Museum; the Cottbus Film Festival and Animafest in Zagreb, which have curated two sections for us this year, respectively the focus on the reunification of Germany, “Time will tell”, and the scientific animated films for children. In addition, many new collaborations have been set up, among which we would like to recall the one with the Fondazione Pittini, which has given us the confidence to establish an audiovisual programme aimed at schools, EU Ciak, with a view to creating new educational opportunities in the language of cinema and forging more links between the festival and a young audience.

Side events are also on the rise, with a programme that is now almost a festival within the festival, and which allows us to reach different audiences through different artistic disciplines and in other places in the city, with whom we can establish a dialogue and a relationship of trust. Five exhibitions are hosted within the TSFF31, including “Modernistan - Soviet modernist architecture in Central Asia”, an exhibition created for the first time based in the volume Soviet Asia by photographers Roberto Conte and Stefano Perego. This is presented in an exceptional location, the covered market in Trieste. Another event is “Fellini EastWest”, dedicated to the posters for Fellini’s films illustrated by famous Polish poster artists, true masters of an art that is dying. The “TSFF dei Piccoli” programme is also packed and takes the form of a weekend reserved for the very young and families, with screenings of animated films, from films inspired

alle opere di Gianni Rodari, di cui nel 2020 ricorre il centenario dalla nascita, ai laboratori e a uno spettacolo-concerto inedito co-prodotto assieme alla Casa della Musica di Trieste, “Zoo Party music & painting live”, che vede la partecipazione anche dell’illustratore Fabio Magnasciutti.

Trieste, città dai tanti volti e dai tanti confini. Già nel 1857 Karl Marx, che viveva scrivendo anche articoli di critica economica per varie testate, tra cui il «New York Daily Tribune», fu capace di cogliere una caratteristica unica di questa città: non avere un proprio passato – in un azzardato parallelismo niente di meno che con il meltin’ pot di New York – e cioè essere libera da vincoli, non piegata alle tradizioni e aver potuto progettare da zero il proprio futuro e il proprio ruolo nello scenario internazionale. Quello che ci auguriamo è che Trieste, e con essa il TSFF, riesca a reinventarsi sempre, mantenendo la sua modernità, guardando all’Europa, a quella Nuova Europa che è terreno fertile anche di un cinema d’autore originale, vitale e innovativo, e di cui siamo orgogliosamente vetrina, laboratorio, culla e fucina permanente.

by the works of Gianni Rodari, whose centenary of his birth falls in 2020. Then there are the workshops and a new showconcert co-produced together with the Casa della Musica of Trieste, “Zoo Party music & painting live”, which also sees the participation of the illustrator Fabio Magnasciutti.

Trieste is a city with many faces and many borders. Already in 1857 Karl Marx, who earned a living in part by writing articles of economic criticism for various newspapers, including the “New York Daily Tribune”, succeeded in grasping a unique feature of this city: not having its own past – in a daring parallelism he compares it with none other than the melting pot of New York –and thus being free from constraints and not bound by tradition, it was able to plan its future and role in the international scenario from scratch. Today, we hope that Trieste, and with it the TSFF, will always be able to reinvent itself, maintaining its modernity, looking to Europe, to that New Europe which is a fertile territory also for an original, vital and innovative art cinema, of which we are a proud showcase, workshop, cradle and permanent hive of ideas.

CONCORSO LUNGOMETRAGGI

FEATURE FILM COMPETITION

ASIMETRIJA

BORN IN TRIESTE

Asymmetry (bollino)

Maša Nešković

BASHTATA

BORN IN TRIESTE

The Father Kristina Grozeva, Petar Valchanov

IVANA CEA GROAZNICĂ

Ivana the Terrible

Ivana Mladenović

KOT W SCIANIE

Cat in the Wall

Mina Mileva, Vesela Kazakova

LILLIAN

Andreas Horvath

MONȘTRI.

Monsters.

Marius Olteanu

NECH JE SVETLO

Let There Be Light

Marko Škop

ODNAŽDJ V TRUBČEVSKE

Once in Trubchevsk

Larisa Sadilova

OLEG

Juris Kursietis

OROSLAN

Matjaž Ivanišin

ZANA

Antoneta Kastrati

FUORI CONCORSO OUT OF COMPETITION

HEIDI

Cătălin Mitulescu

MOI DUMKI TICHI

My Thoughts Are Silent

Antonio Lukič

PARADISE UNA NUOVA VITA

BORN IN TRIESTE

Paradise

Davide Del Degan

POSLJEDNJI SRBIN U HRVATSKOJ

The Last Serb in Croatia

Predrag Ličina

V KRAG

Rounds

Stephan Komandarev

ZGODBE IZ KOSTANJEVIH GOZDOV

BORN IN TRIESTE

Stories from the Chestnut Woods

Gregor Božič

ASIMETRIJA

Asimmetria / Asymmetry

Serbia - Slovenia - Italia / Serbia - Slovenia - Italy 2019, HD, col., 93’ v.o. serba / Serbian o.v.

MAŠA NEŠKOVIĆ

Sceneggiatura / Screenplay: Maša Nešković, Vladimir Arsenijević, Staša Bajac. Fotografia / Photography: Djordje Arambašić. Montaggio / Editing: Marija Šarac.

Musica / Music: Janja Lončar.

Suono / Sound: Miloš Drndarević, Vladimir Živković, Vladimir Uspenski. Scenografia / Art Director: Jovana Cvetković, Jelena Sopić.

Costumi / Costume Designer: Biljana Grgur.

Interpreti / Cast: Daria Lorenci Flatz, Uliks Fehmiu, Mira Janjetović, Mladen Sovilj, Lola Vitasović, Mateja Poljčić. Produzione / Produced by: This and That Productions. Coproduzione / Co-produced by: Nightswim, Korektif. Con il sostegno di / Supported by: Film Centre Serbia, The Ministry of Culture and Information of Republic of Serbia.

Una ragazza e un ragazzo trascorrono insieme gli ultimi giorni della loro spensierata pausa estiva, mentre si avvicina il giorno in cui la ragazza dovrà lasciare il paese definitivamente. Una giovane donna e un giovane uomo si incontrano ascoltandosi attraverso le pareti di un vecchio edificio. E improvvisamente nasce un’appassionata storia d’amore. Una donna e un uomo si separano dopo 20 anni di matrimonio: ognuno di loro cerca di ritrovare il proprio spazio, ma c’è qualcosa che impedisce loro di andare avanti. Opera prima, il cui progetto è stato selezionato nel 2019 in “This is IT”, sezione del festival dedicata ai work in progress di coproduzione con l’italia.

“Ho fatto questo film ispirandomi a ciò che più mi tormenta, che è radicato nelle mie paure più profonde. Su ciò che porta alla trasformazione delle relazioni amorose nel tempo e sulle ragioni per cui poi vanno a rotoli, nonostante ci sia ancora amore. Ecco perché ho deciso di creare un mondo immaginario, in cui le diverse fasi di una relazione possono coesistere contemporaneamente, nella stessa città. Un mondo in cui si possa osservare allo stesso tempo una coppia di mezza età che si separa, una coppia di 25enni innamorati e una coppia di ragazzini che trascorre le vacanze estive scorrazzando in bicicletta ... Volevo costruire delle connessioni usando solo dettagli, intuizioni, atmosfere emotive e riflessioni, ripetendo alcuni dei motivi in tutte e tre le storie in modi diversi, sia dal punto di vista visivo che di contenuto. E quindi, quello che si vedrà, sarà un piccolo film proveniente dalla Serbia, che non tratta di problemi di guerra, politici o sociali, ma prima di tutto di emozioni, anche se tutti i miei personaggi sono ben radicati nella realtà di Belgrado di oggi.” (M. Nešković)

A girl and boy spend last days of their carefree summer break together, while the date is approaching when the girl will have to leave the country for good. A young woman and a young man first meet by listening to each other through the walls of an old building. They bond quickly and enter a passionate love affair. A woman and a man separate after 20 years of marriage. Each of them tries to find a place of one’s own, but something doesn’t allow them to move on. Feature debut, whose project was selected at the latest edition of “This is IT”, a festival work-in-progress section dedicated to Italian co-productions.

“I did this film inspired by the things that haunt me, that are rooted in my deepest fears. They all question the transformation of love relationships over time and reasons for which relationships fall apart, even if they’re good and filled with love. That’s why I decided to make a fictional universe in which different stages of one relationship can co-exist at the same time, in the same city. In which you can at the same time observe a middle-aged couple separating, a 25-year old couple falling in love, and a couple of kids who spend their summer holiday riding their bikes … The film has an unusual narrative structure, it is both fragmentary and simple. I wanted to build connections using details, hunches, emotional atmospheres, and reflexions, repeating some of the motifs in all three stories in different ways, both visually and content-wise. And so, what you’re about to see is a small film from Serbia, that doesn’t deal with war, political or social issues, but primarily with emotions, even though all my characters are well rooted in Belgrade’s reality of today.” (M. Nešković)

Maša Nešković

È nata nel 1984 a Belgrado. Nel 2009 si è diplomata in regia alla Scuola di Arti Drammatiche di Belgrado. Maša Nešković was born in 1984 in Belgrade. She graduated in film directing from Belgrade’s Faculty of Dramatic Arts in 2009.

filmografia scelta / selected filmography

2003 Put u nedođiju cm / sf

2006 Krovovi doc.

2007 Kraj časa cm / sf

2010 Bez traga cm / sf

2013 Prostor Izmedju Nas cm / sf

2015 Andjela doc; Dvoje cm / sf

2019 Asimetrija

ANTEPRIMA INTERNAZIONALE / INTERNATIONAL PREMIERE
BORN IN TRIESTE

BASHTATA

Il padre / The Father

Bulgaria - Grecia / Bulgaria - Greece

2019, HD, col., 90’ v.o. bulgara / Bulgarian o.v.

Sceneggiatura / Screenplay: Kristina Grozeva, Petar Valchanov.

Fotografia / Photography: Krum Rodriguez. Montaggio / Editing: Petar Valchanov.

Musica / Music: Hristo Namliev.

Suono / Sound: Ivan Andreev.

Scenografia / Art Director: Vanina Geleva.

Costumi / Costume Designer: Ivelina Mineva.

Interpreti / Cast: Ivan Barnev, Ivan Savov, Tanya Shahova, Hristofor Nedkov, Nikolay Todorov, Boyan Doychinov, Margita Gosheva, Ivanka Bratoeva. Produzione / Produced by: Abraxas Film.

Coproduzione / Co-produced by: Graal Films.

Con il sostegno di / Supported by: Bulgarian National Film Centre, Greek Film Centre, Eurimages, Creative Europe, Bulgarian National Television. Distribuzione internazionale / World Sales: WIDE.

Il giorno dopo la morte di Valentina, Vassil il marito in lutto e il figlio Pavel scoprono che la donna continua a provare a chiamare il vicino di casa al telefono. Appassionato di fenomeni soprannaturali, Vassil parte in viaggio per incontrare un famoso medium, costringendo il distaccato figlio Pavel ad andare con lui - per assicurarsi che il vecchio padre, un po’ fuori di testa, non si cacci in situazioni pericolose. Sarà proprio questo viaggio sgangherato e assurdo che li aiuterà ad affrontare il senso di colpa che provano per la persona che hanno perso e a riscoprire la loro relazione.

Bashtata è il film vincitore dell’ultima edizione del festival di Karlovy Vary.

“L’incidente che in qualche modo ha dato il via al nostro film è realmente accaduto il giorno del funerale della madre di Petar. Il telefono della sua vicina di casa iniziò a ricevere alcuni messaggi e quando lo controllò, rimase a bocca aperta per lo shock e lo mostrò a tutti presenti al funerale: messaggi provenivano dal numero della madre di Petar, il che era ovviamente impossibile. Eppure, per un momento, tutti noi eravamo sbalorditi e impauriti al tempo stesso, desideravamo che fosse vero. Siamo rimasti affascinati da quanto facilmente una persona del tutto razionale possa appassionarsi al soprannaturale, soprattutto se può diventare una sorta di speranza o di antidoto al dolore. Fu allora che ci venne l’idea, ma è stato solamente quattro anni dopo che abbiamo iniziato a pensare di trasformarla in un film.” (K. Grozeva, da un’intervista di Stefan Dobroiu per “Cineuropa.org” pubblicata il 3 luglio 2019)

A day after Valentina’s passing, her bereaved husband Vassil and son Pavel find out that she keeps persistently trying to call the neighbour on the phone.

A sucker for the supernatural, Vassil sets out on a trip to meet a famous medium, forcing his estranged son Pavel to tag along and make sure his nutty old dad stays out of harm’s way. The unhinged journey that follows will force them to face the guilt they feel towards the one they lost and rediscover their relationship.

The Father premiered at the latest Karlovy Vary International Film Festival, where it was awarded Best Film.

“The incident in our film we borrowed from something that actually happened on the day of the funeral of Petar’s mother. Her neighbour’s phone started receiving some messages, and when she checked it, she gasped in shock and showed it to all those present at the memorial: the call was coming from the number of Petar’s mother, which was obviously impossible. And yet, for a moment or two, all of us there trembled in awe – we all wanted it to be true. We were fascinated by how easily an otherwise completely rational person could fall for the supernatural, as long as it gives them some sort of hope or cure for the pain. So that’s when the seed of the idea was planted, but it wasn’t until four years later that we revisited it and started thinking actively about turning it into a movie.” (K. Grozeva, from an interview by Stefan Dobroiu for “Cineuropa.org”, published on July 3rd 2019)

Kristina Grozeva, Petar Valchanov

Kristina Grozeva si è diplomata nel 2005 in regia

cinematografica e televisiva alla scuola di cinema NATFA di Sofia. Petar Valchanov si è diplomato nel 2008 in regia cinematografica e televisiva alla scuola di cinema NATFA di Sofia. Nel 2009 hanno fondato la loro casa di produzione Abraxas Film. Il Trieste FF ha presentato nel 2015 il loro primo film Urok (The Lesson - Scuola di vita), nel 2016 il documentario Reki bez mostove e nel 2017 Slava

Kristina Grozeva graduated in 2005 in Film and TV Directing from the NATFA Cinema School in Sofia. Petar Valchanov graduated in 2008 in Film and TV Directing from the NATFA Cinema School in Sofia. In 2009 they founded their production company Abraxas Film. Trieste FF presented their feature debut Urok (The Lesson) in 2015, the documentary Reki bez mostove in 2016 and Slava (Glory) in 2017.

filmografia scelta / selected filmography

2009 Pritcha za givota doc.

2012 Skok cm / sf

2014 Urok (The Lesson - Scuola di vita); Premi / Awards: San Sebastian IFF – Migliori registi esordienti / New Directors Award

2015 Reki bez mostove doc.

2016 Slava (Glory)

2019 Bashtata (The Father); Premi / Awards: Karlovy Vary IFF – Globo di cristallo per il Miglior film / Crystal Globe Award for Best Film

ANTEPRIMA ITALIANA / ITALIAN PREMIERE
BORN IN TRIESTE

IVANA CEA GROAZNICĂ

Ivana la Terribile / Ivana the Terrible

Romania - Serbia 2019, HD, col., 89’ v.o. rumena - serba / Romanian - Serbian o.v.

ANTEPRIMA ITALIANA / ITALIAN PREMIERE

Sceneggiatura / Screenplay: Ivana Mladenović, Adrian Schiop.

Direzione artistica / Artistic Direction: Ana Szel, Andrei Rus. Fotografia / Photography: Carmen Tofeni.

Montaggio / Editing: Patricia Chelaru, Cătălin Cristuțiu. Suono / Sound: Alexandru Dumitru.

Scenografia / Art Director: Radmila Simić, Rada Dronjak, Gordana Mladenović.

Costumi / Costume Designer: Iulia Popescu.

Interpreti / Cast: Ivana Mladenović, Luka Gramić, Gordana Mladenović, Miodrag Mladenović, Kosta Mladenović, Zivka Sorejević, Andrei Dinescu, Anca Pop. Produzione / Produced by: microFilm, Dunav 84. Con il sostegno di / Supported by: Romanian Film Center, Film Center Serbia. In associazione con / In association with: Romanian Public Television, Verde Stop Arena, nomada.solo. Distribuzione internazionale / World Sales: Syndicado Film Sales.

Ivana lavora come attrice in Romania, ma dopo aver avuto alcuni problemi di salute, decide di trascorrere l’estate nella sua piccola città natale serba, vicino al Danubio, circondata dalla famiglia. Le viene chiesto dal sindaco di essere “l’immagine” del festival musicale locale, lei accetta ma con riluttanza. L’arrivo da Bucarest di alcuni suoi eccentrici amici musicisti e la sua storia d’amore con un ragazzo del luogo, molto più giovane di lei, diventano il pettegolezzo preferito della città. Così Ivana si ritrova sull’orlo di un esaurimento nervoso. I veri protagonisti della storia, amici e familiari sono stati invitati dalla regista a rivivere le emozioni e a interpretare se stessi, in una storia su una donna che non riesce a trovare pace sulle sponde del Danubio. Ivana cea Groaznică è stato presentato in anteprima a Locarno e, successivamente, nei festival di Sarajevo e Busan.

“Questo film è il risultato di una crisi personale che mi ha portato nell’estate del 2017 a casa, sulle rive del Danubio, al confine tra Romania e Serbia. Ho iniziato a riscrivere gli eventi di quell’estate in forma di sceneggiatura. Il film è iniziato come un progetto indipendente, a Kladovo, dove i protagonisti, gli amici e la mia famiglia sono stati invitati a rivivere gli eventi come fossero personaggi fittizi davanti a una macchina da presa ... Un processo iniziato quasi come una tecnica terapeutica che è poi diventato un film. Anche in una storia intima, personale, il rivivere una situazione drammatica spesso può trasformarsi in farsa. Nel nostro caso, si è trasformata in una commedia.” (I. Mladenović)

Ivana works as an actress in Romania, but after she is confronted with some health issues, she decides to spend the summer in her small Serbian hometown by the Danube, surrounded by family. She is asked by the mayor to be the face of the local music festival and she reluctantly accepts it. But after her eccentric musician friends arrive from Bucharest and her love life involving a much younger local boy becomes the town’s gossip, Ivana is on the verge of a nervous breakdown. Original protagonists, friends and family are invited to re-live the emotions and play themselves in a story about a woman who cannot find her place on either side of the Danube. Ivana the Terrible premiered at Locarno Film Festival and was screened in Sarajevo and Busan film festivals.

“This is the result of a personal crisis that lead me back home in the summer of 2017, on the banks of the Danube, by the Romanian-Serbian border. I began rewriting the events of that summer as a script. The film started as an independent project, in Kladovo, where the original protagonists, friends and family were invited to re-live the events as fictional characters on camera ... A process that started almost as a therapeutic exercise became a film. Even in our own personal history, the repetition of a drama can become a farce. In our case, a comedy.” (I. Mladenović)

Ivana Mladenović

È nata nel 1984 a Kladovo, ora Serbia. Nel 2010 si è diplomata in regia all’UNATC di Bucarest, dove vive e lavora. Di lei il Trieste FF ha presentato nel 2018 il suo film di debutto, Soldații. Poveste din Ferentari (Soldiers. Story from Ferentari).

Ivana Mladenović was born in 1984 in Kladovo, now Serbia. In 2010 she graduated in Film Directing at UNATC in Bucharest, where currently lives and works. The Trieste FF presented in 2018 her feature debut, Soldații. Poveste din Ferentari (Soldiers. Story from Ferentari).

filmografia scelta / selected filmography

2009 Afterparty cm / sf

2011 Skin cm / sf

2012 Lumea in patratele (Turn Off the Lights) doc.; Premi / Awards: Sarajevo FF – Miglior documentario / Best Documentary

2017 Soldații. Poveste din Ferentari (Soldiers. Story from Ferentari); Premi / Awards: Trieste FF - Premio Cineuropa / Cineuropa Prize

2019 Ivana cea Groaznică (Ivana the Terrible)

IVANA MLADENOVIĆ

KOT W SCIANIE

Un gatto nel muro / Cat in the Wall

Bulgaria - Regno Unito - Francia / Bulgaria - UK - France 2019, HD, col., 92’ v.o. bulgara - inglese / Bulgarian - English o.v.

MINA MILEVA, VESELA KAZAKOVA

ITALIANA / ITALIAN PREMIERE

Sceneggiatura / Screenplay: Mina Mileva, Vesela Kazakova. Fotografia / Photography: Dimitar Kostov.

Montaggio / Editing: Donka Ivanova.

Musica / Music: Andy Cowton. Suono / Sound: Georgi Marinov, Stéphane de Rocquigny. Scenografia / Art Director: Yuliya Kunova.

Interpreti / Cast: Irina Atanasova, Angel Genov, Orlin Asenov, Gilda Waugh, Chinwe A Nwokolo, Kadisha Gee Camara, Jon-jo Inkpen, John Harty.

Produzione / Produced by: Activist 38. Coproduzione / Co-produced by: Glasshead ltd, Ici et Là Productions. Con il sostegno di / Supported by: Région Ile de France in partnership with CNC, Creative Europe’s programme MEDIA for development, Bulgarian National Television, ARTE development award, Post Republic.

Distribuzione internazionale / World Sales: Coccinelle Film Placement.

Kot w scianie racconta la storia vera di come un gatto, intrappolato in un muro, cambierà le vite di migranti speranzosi, truffatori e sostenitori della Brexit imborghesiti.

Il film era in concorso all’ultima edizione del Festival di Locarno ed è poi stato presentato in molti festival internazionali, fra cui Sarajevo e Salonicco.

“Kot w scianie è ambientato in un complesso di case popolari della Londra di oggi e affronta il tema del cattivo rapporto tra migranti e gente del posto, e quello della minaccia che la gentrificazione rappresenta per le persone che vivono di assistenza sociale. Le manipolazioni dei media alla vigilia della Brexit hanno causato un forte aumento della violenza razzista e dei discorsi di incitamento all’odio in tutta la Gran Bretagna, specialmente nei confronti dei migranti economici. Io, Mina Mileva sono una migrante economica da più di 20 anni. Sono innamorata della Gran Bretagna e della sua rinomata cultura di accettazione, della sua tolleranza e humour. Sono sfuggita alla brutta copia del capitalismo post-comunista della Bulgaria e mi sono realizzata professionalmente sull’isola ... La sceneggiatura si basa sulla mia esperienza personale e sugli eventi che sono accaduti nel mio quartiere ... Una delle sfide più importanti per noi come registe è stata quella di preservare l’autenticità degli eventi e delle persone di quel quartiere e rappresentarle nel modo più accurato possibile. Abbiamo scelto sia degli attori che dei non-attori e li abbiamo guidati attraverso un percorso impegnativo di casting e di prove per mantenere il film il più possibile vicino alla realtà.” (M. Mileva)

Cat in the Wall tells the true story of how a cat, stuck in a wall, changes the lives of aspirational migrants, benefit fraudsters and gentrified Brexiteers. The film was in competition at the latest Locarno Film Festival and was selected in many international film festivals, among them Sarajevo and Thessaloniki.

“Cat in the Wall, set on a council estate in modern-day London, deals with the impossible relationship between migrants and locals, and the threat gentrification brings to communities living on social welfare. Media manipulations on the eve of Brexit causes a sharp increase in racist violence and hate speech throughout Britain, especially towards economic migrants. I, Mina Mileva have been an economic migrant there for more than 20 years. I’m in love with Britain and its famous culture of acceptance, tolerance and humour. I escaped the ugly face of post-Communist Capitalism in Bulgaria and have enjoyed professional fulfilment on the island … The script is based on my personal experience and events taking place in my neighbourhood ... One of the most important challenges for us as directors was to preserve the authenticity of events and people from that enclave and to represent it correctly. We chose a combination of actors and non-actors and lead them through a demanding casting and rehearsal process to preserve the lifelike feel.” (M. Mileva)

Mina Mileva, Vesela Kazakova

Mina Mileva è nata nel 1971 a Sofia. Vesela Kazakova è nata nel 1977 a Sofia. Il Trieste FF ha presentato i loro documentari Chicho Toni, Trimata Glupaci i DS (Uncle Tony, Three Fools and the Secret Service), in concorso nel 2014, e Zviarat e oshte jiv (The Beast Is still Alive) nel 2017 nella sezione “Born in Trieste”.

Mina Mileva was born in 1971 in Sofia, Bulgaria. Vesela Kazakova was born in 1977 in Sofia, Bulgaria. The Trieste FF presented their documentaries Chicho Toni, Trimata Glupaci DS (Uncle Tony, Three Fools and the Secret Service), in competition in 2014, and Zviarat e oshte jiv (The Beast Is still Alive) in the “Born in Trieste” section.

filmografia scelta / selected filmography

2008 Because of Her doc.

2014 Chicho Toni, Trimata Glupaci DS (Uncle Tony, Three Fools and the Secret Service) doc.

2016 Zviarat e oshte jiv (The Beast Is still Alive) doc.

2019 Kot w scianie (Cat in the Wall)

ANTEPRIMA

LILLIAN ANDREAS HORVATH

ANTEPRIMA ITALIANA / ITALIAN PREMIERE

Austria 2019, HD, col., 128’ v.o. inglese - russa - ciukcia / English - Russian - Chukchi o.v.

Sceneggiatura, Fotografia, Musica / Screenplay, Photography, Music: Andreas Horvath. Montaggio / Editing: Andreas Horvath, Michael Palm. Suono / Sound: Klaus Kellermann, Ulrich Grimm.

Costumi / Costume Designer: Tanja Hausner. Interpreti / Cast: Patrycja Płanik. Produzione / Produced by: Ulrich Seidl Film Produktion.

Con il sostegno di / Supported by: Austrian Film Institute, Vienna Film Fund, FISA – Film Industry Support Austria, Stadt Salzburg, Land Salzburg. In collaborazione con / In collaboration with: ORF Film/Fernseh-Abkommen. Distribuzione internazionale / World Sales: Cercamon.

Lillian, un’emigrante che si ritrova bloccata a New York, decide di tornare nella sua natia Russia. La donna intraprende così, in maniera determinata e risoluta, un lungo viaggio. Un ‘road movie’ che passa attraverso gli Stati Uniti fino ad arrivare alle gelide temperature dell’Alaska. La cronaca di una lenta sparizione. Prodotto da Ulrich Seidl, Lillian è stato presentato in anteprima alla Quinzaine des Réalisateurs di Cannes 2019.

“Il punto di partenza per il nostro film - e il nostro viaggio - è stata la storia di una donna russa che viveva a New York e che un giorno è partita per tornare nel suo paese. Solo per caso venne scoperta da alcuni operai nella foresta boreale canadese: nonostante loro avvertimenti, proseguì la sua marcia da sola, verso lo stretto di Bering. Si chiamava Lillian Alling, l’anno era il 1927. Ancora oggi è considerata dispersa. La sua determinazione mi ha affascinato e così l’idea di farne un film mi perseguita da 15 anni. La metropoli caotica di New York, un campo di grano frusciante da qualche parte nel Midwest e una spiaggia solitaria sullo Stretto di Bering ... Se uno collega questi tre luoghi con una linea, ottiene il percorso approssimativo di Lillian. Inoltre, ho provato a immaginare questa rotta proiettata in modo astratto su un mappamondo. Ho cercato di conservare questa ‘prospettiva satellitare’ anche durante le riprese del film. Se si immaginano le situazioni in cui ci si potrebbe trovare viaggiando a piedi attraverso il Nord America, ovviamente le storie da raccontare sarebbero moltissime. Ma il film è essenzialmente un prodotto dell’improvvisazione e del caso. Non c’era una sceneggiatura. Fin dall’inizio è stato pianificato che gli incontri casuali sarebbero stati inclusi nel film e ne avrebbero determinato la narrazione.” (A. Horvath)

Lillian, an emigrant stranded in New York, decides to walk back to her native Russia. She resolutely starts out the long journey. A road movie straight across the USA into the freezing temperatures of Alaska. The chronicle of a slow disappearance.

Produced by Ulrich Seidl, Lillian premiered at the latest Director’s Fortnight in Cannes.

“The starting point for our film and our journey was the story of a Russian woman living in New York City, who one day set out to walk back to her homeland. It was only by accident that she was discovered by workmen in the Canadian boreal forest. Despite their warnings, she pursued her march alone toward the Bering Strait. Her name was Lillian Alling, the year was 1927. To this day she is still considered missing. Her determination fascinated me and the idea for Lillian has followed me for 15 years. The deafening metropolis of New York, a rustling cornfield somewhere in the Midwest and a lonely beach on the Bering Strait … If you connect these three places with a line, you obtain Lillian’s approximate route. On top of that, envisage the abstract idea of this route projected on the globe. I tried to keep this “satellite perspective” in mind, even while shooting the film. If you imagine the situations you might get into while walking across North America, stories of course spring to mind. But the film is essentially the product of improvisation and chance. There was no script. From the outset it was planned that accidental encounters would be incorporated into the film’s storyline and would determine its narrative.”

(A. Horvath)

Andreas Horvath

Regista e fotografo, è nato nel 1968 a Salisburgo. Lilian è il suo primo film di fiction.

Filmmaker and photographer, Andreas Horvath was born in 1968 in Salzburg. Lilian is his first fiction film.

filmografia scelta / selected filmography

2004 This ain’t no Heartland doc.

2006 Views of a Retired Night Porter cm / sf

2010 Arab Attraction doc.

2013 Earth’s Golden Playground doc.

2015 Helmut Berger, Actor doc.

2019 Lillian

MONȘTRI.

Mostri. / Monsters.

Romania

2019, HD, col., 116’ v.o. rumena / Romanian o.v.

Sceneggiatura / Screenplay: Marius Olteanu. Fotografia / Photography: Luchian Ciobanu. Montaggio / Editing: Ion Ioachim Stroe. Suono / Sound: Mihnea Bogos.

Scenografia, costumi / Art Director, Costume Designer: Alexandra Alma, Ungureanu Stroe.

Interpreti / Cast: Judith State, Cristian Popa, Alexandru Potocean, Șerban Pavlu, Dorina Lazăr. Produzione / Produced by: Parada Film.

Coproduzione

/ Co-produced by: We Are Basca. Con il sostegno di / Supported by: Romanian Film Centre.

In collaborazione con / In collaboration with: Romanian Public Television TVR.

Distribuzione internazionale / World Sales: Alpha Violet.

Dana e Arthur moglie e marito, quarantenni, stanno insieme da quasi 10 anni. Apparentemente, sembrano una coppia perfetta. Ma a causa dei loro desideri, delle loro idee, delle loro scelte di vita e dei loro ‘mostri’ interiori, arriva il giorno in cui devono decidere se la più grande prova d’amore potrebbe essere proprio quella di lasciarsi.

Presentato in anteprima al Forum dell’ultima Berlinale, Monștri. è stato premiato come Miglior opera prima al festival internazionale del cinema rumeno di Cluj in Transilvania.

“Il film si svolge a Bucarest in 24 ore ed è strutturato in tre parti: una su Dana, una su Arthur e una su entrambi, insieme ... Il progetto è iniziato con una serie di interviste a coppie sposate da molto tempo - interviste sull’amore, sulla necessità di stare con qualcuno, su ciò che uno è disposto a fare per amore, su ciò che fai quando l’amore non c’è più, sui compromessi ... Abbiamo poi girato ‘in continuità’ e ho riscritto costantemente la sceneggiatura in base alle scoperte fatte sul set, cercando la verità in ogni scena. Ecco perché è stato molto importante per me avere attori ‘nuovi’, persone disposte a diventare i personaggi non solo a interpretarli bene ... Volevamo fare un’analisi della società rumena anche attraverso le case e gli spazi in cui vivono protagonisti. Gli appartamenti comunisti degli anni ’70 e ’80, la mancanza di stile e coerenza degli anni ’90, gli interni pretenziosi e stilizzati degli ultimi 10 anni - tutto ciò si riflette nei personaggi. Inoltre, volevo che la città avesse un ruolo: anche Bucarest è un mostro, una città che lotta. Dana e Arthur sono in un certo senso il prodotto di questa città...” (M. Olteanu)

Dana and Arthur, wife and husband in their forties, have been together for almost 10 years. Seemingly, they are the perfect couple. Nevertheless, because of their needs, their beliefs, their life options and their inner ‘monsters’, the day comes for them to decide if letting go is the biggest proof of love. After its premiere at the latest Berlinale (in “Forum” section), Monsters. was awarded Best Feature Debut at the Transilvania International Film Festival in Cluj.

“The film takes place in Bucharest over the course of 24 hours and is structured in three parts: one about Dana, one about Arthur and one about the two of them together … The project started as a series of interviews with long-time married couples – interviews about love, about the need to be with someone, about what one is willing to do for love, about what you do when love is gone, about compromise ... We shot in continuity and rewrote the script based on the discoveries made on set, seeking the truth of each scene. That is why it was very important to me to have ‘fresh’ actors, people who were open to becoming the characters as well as simply playing them well … We wanted to make an X-ray of the Romanian society through the homes and spaces the characters live in. The communist apartments of the ’70s and the ’80s, the lack of style and coherence of the ’90, the pretentious and stylized interiors of the last 10 years – all of that is reflected in the characters. I also wanted to establish Bucharest as an additional character. Bucharest is a monster too, a place that is struggling. Dana and Arthur are in a sense product of this city...”

(M. Olteanu)

Marius Olteanu Regista, fotografo, è nato nel 1979 a Bucarest. Monștri. è il suo lungometraggio di debutto. Director and photographer, Marius Olteanu was born in 1979 in Bucharest. Monștri. (Monsters.) is his debut feature.

filmografia scelta / selected filmography

2007 Sunday Afternoon cm / sf

2008 Why Don’t You Dance cm / sf

2015 Scor Alb (Tie) cm / sf

2017 No Man’s Land cm / sf

2019 Monștri. (Monsters.); Premi / Awards: TIFF – Miglior opera prima / Best Debut Film

ANTEPRIMA ITALIANA / ITALIAN PREMIERE

NECH JE SVETLO

Slovacchia - Rep. Ceca / Slovakia - Czech Rep. 2019, HD, col., 93’ v.o. slovacca - tedesca / Slovak - German o.v.

Milan, quarantenne, ha tre figli e fa il muratore in Germania per mantenere la sua famiglia in Slovacchia. Durante il suo ritorno a casa per le vacanze di Natale scopre che il figlio maggiore Adam è membro di un gruppo giovanile paramilitare. Il ragazzo è coinvolto in atti di bullismo e nella morte di un compagno di classe. Il padre deve decidere cosa fare. Allo stesso tempo, insieme a sua moglie, viene a scoprire tutta la verità sul figlio ma anche sulla loro famiglia e sulla comunità che li circonda. Nech je svetlo è stato presentato all’ultima edizione del festival Karlovy Vary - dove Milan Ondrík è stato premiato come Miglior attore - ed è stato selezionato in altri importanti festival cinematografici (tra cui Busan, Salonicco e Cottbus). Il film è candidato per la Slovacchia agli Oscar nella categoria Miglior film internazionale.

“Mi interessava approfondire il tema di un uomo qualunque, uno come tanti, che prova un sentimento xenofobo comune, diffuso, contribuendovi inconsapevolmente, e poi si deve confrontare con le conseguenze di questo sentimento, in modo duro, attraverso eventi che accadono nella sua stessa famiglia. Ho la sensazione che esista una linea di confine molto sottile tra l’amore verso la nostra stessa gente - fra persone come me da un lato - e il ricorrere alla violenza quando non la si pensa più allo stesso modo o non si è più dalla stessa parte. Volevo provare a rappresentare il male e gli errori che, nella nostra instabile esistenza, possono condurci a questo. ” (M. Škop)

Sceneggiatura / Screenplay: Marko Škop.

Fotografia / Photography: Ján Meliš. Montaggio / Editing: František Krähenbiel.

Musica / Music: David Solař, Oskar Rózsa. Suono / Sound: Jan Čeněk.

Scenografia / Art Director: Pavol Andraško.

Costumi / Costume Designer: Erika Gadus.

Interpreti / Cast: Milan Ondrík, František Beleš, Zuzana Konečná, Ľubomír Paulovič, Katarína Kormaňáková, Maximilián Dušanič, Daniel Fischer, Csongor Kassai, Anikó Vargová, Marek Geišberg. Produzione / Produced by: Artileria.

Coproduzione / Co-produced by: Negativ, Rozhlas a televízia Slovenska, Česká televize. Distribuzione internazionale / World Sales: Loco Films.

Milan (40) has three children and does construction work in Germany in order to provide for his family in Slovakia. While visiting his home over Christmas he discovers that his eldest son Adam is a member of a paramilitary youth group. The boy is involved in bullying and the death of a class-mate. The father has to decide what to do. In this process, along with his wife, he comes to discover the real truth about their son, their family and the community around them. Let There Be Light premiered at the latest Karlovy Vary International Film Festival - where Milan Ondrík was awarded Best Actor - and was selected in other major film festivals (Busan, Thessaloniki and Cottbus among them). The film is Slovakia’s candidate for the Academy Awards in the Best International Feature Film category

“I am interested in the theme of an ordinary man, one out of the millions, who takes part in the mass xenophobic soul ... when he is confronted with the consequences of hatred in a powerful way through events that occur in his own family. I have the feeling that a very thin line exists between love to our own people, to people just like me on the one hand, and resorting to violence on the other, when stop being in harmony with them. I would like to try to depict evil and the mistakes that can lead to it in our unstable existence.” (M. Škop)

Marko Škop

È nato nel 1974 a Prešov (ora Slovacchia). Si è diplomato nel 2001 in regia documentaristica all’Accademia di Arte e Spettacolo (VŠMU) di Bratislava. Il Trieste FF ha presentato i suoi documentari Iné svety nel 2007 e Osadné nel 2010. Marko Škop was born in 1974 in Prešov (now Slovakia). In 2001, he graduated in Documentary Film Directing at the Academy of Performing Arts (VŠMU) in Bratislava. Trieste FF presented his documentaries Iné svety in 2007 and Osadné in 2010.

filmografia scelta / selected filmography

2001 Rómsky dom doc. 16mm; Tucet - Patrik Dubovský doc.

2002 Čačipen = Pravda doc.

2004 Pohľady na folklór doc.

2005 Slávnosť osamelej palmy doc. (diretto con / directed with Juraj Johanides)

2006 Iné svety doc.; Premi / Awards Karlovy VaryMenzione Speciale della Giuria, Premio del Pubblico / Special Mention of the Jury, Audience Award

2009 Osadné doc.; Premi / Awards: Karlovy Vary IFF –Miglior documentario / Best Documentary

2015 Eva Nová Premi / Awards: Toronto IFF – Premio FIPRESCI / FIPRESCI Prize

2019 Nech je svetlo (Let There Be Light); Premi / Awards: Karlovy Vary IFF – Miglior attore / Best

ANTEPRIMA ITALIANA / ITALIAN PREMIERE

ODNAŽDJ V TRUBČEVSKE

C’era una volta a Trubčevsk / Once in Trubchevsk

ANTEPRIMA ITALIANA / ITALIAN PREMIERE

Russia 2019, HD, col., 80’ v.o. russa / Russian o.v.

Sceneggiatura / Screenplay: Larisa Sadilova. Fotografia / Photography: Anatolij Petriga. Montaggio / Editing: Larisa Sadilova, Gleb Dragajcev. Suono / Sound: Rustam Achadov. Costumi / Costume Designer: Manzura Uľdžabaeva, Ekaterina Curkina-Appina.

Interpreti / Cast: Kristina Šnajder, Egor Barinov, Marija Semënova, Yuri Kiselev, Valentina Kozova, Viktor Bogatkin, Aleksandra Bobkovskaja. Produzione / Produced by: Arsi-Film, SHiM-Film. Distribuzione internazionale / World Sales: Loco Films.

Nelle piccole città nulla rimane segreto a lungo. Per quanto uno cerchi di nascondere l’infedeltà, la verità prima o poi viene a galla. E così bisogna prendere una decisione: iniziare una nuova vita insieme oppure confessare e sperare nel perdono. È la scelta che i protagonisti di questa storia sono chiamati a fare.

Odnaždj v Trubčevske è stato presentato all’ultima edizione del Festival di Cannes, nella sezione “Un Certain Regard”.

“Ho incontrato una vera coppia di amanti la cui unica opportunità di incontrarsi era su un camion da Brjansk a Mosca, nel viaggio di andata e ritorno. Questa storia mi ha colpito. ‘Wow, che romantico!’, ho pensato. Ma questo era tutto ciò che sapevo su di loro ... Inizialmente, il film doveva essere un cortometraggio, che avrebbe poi fatto parte di una serie. Ma a un certo punto, ho sentito il bisogno di sviluppare la sceneggiatura. Così abbiamo deciso di trasformarlo in un lungometraggio ... I protagonisti vivono a Trubčevsk, una piccola città russa. È il terzo film che ambiento in quella città. È una città di antiche tradizioni storiche, ma allo stesso tempo è ‘moderna’ nel senso che ci vivono ben quattromila studenti su 14 mila abitanti! Per me, anche la città è uno dei personaggi principali del film. Siccome nel film appaiono i veri abitanti di Trubčevsk, avevo bisogno che gli attori in qualche modo si uniformassero a loro e dunque miei protagonisti vivono allo stesso modo, proprio come fossero dei normali residenti della città.” (L. Sadilova)

In small towns, nothing stays a secret. No matter how hard you try to hide infidelities, the truth will come out sooner or later. A decision then arises: to start a new life together or to confess and hope for forgiveness. This is the choice these protagonists are faced with.

Odnazhdy v Trubchevske premiered at the latest Cannes Film Festival, in the “Un Certain Regard” section.

“I met a real couple of lovers whose only opportunity to meet one another was when they rode in a truck from Bryansk to Moscow and back. This story impressed me. “Wow, how romantic!” I thought. But that was all I knew about them … Initially, the film was supposed to be a short story, that would have been included in a collection of several works. But at some point, it became clear that it needed a continuation. Thus, we decided to turn it into a feature-length film

… The heroes live in Trubchevsk, a small Russian town. This is my third picture located in this city. Being an old city, it has a very rich history, while at the same time being modern in the sense that four thousand students live there, out of 14 thousand inhabitants! For me, the city is also one of the film’s main characters. I immersed my heroes deep into the lives of ordinary people, of simple citizens.

Real residents of Trubchevsk appear in the film and needed the actors to be equal to them.” (L. Sadilova)

Larisa Sadilova Regista e attrice, è nata nel 1965 a Brjansk in Russia. Si è diplomata in recitazione allo VGIK di Mosca. Nel 1998 ha diretto il suo primo film.

Director and actress, Larisa Sadilova was born in 1965 in Bryansk, Russia. Sadilova graduated from the acting department of the VGIK, the Moscow film school. In 1998 she made her debut as director.

filmografia scelta / selected filmography

1998 S dnjom roždenja (Happy Birthday!)

2002 S ljubov’ju, Lilja (With Love, Lilja); Premi / Awards: Rotterdam IFF – Tiger Award Miglior film / Best Film

2007 Ničego ličnogo (Nothing Personal)

2009 Sjnok (Sonny)

2019 Odnaždj v Trubčevske (Once in Trubchevsk)

ANTEPRIMA ITALIANA / ITALIAN PREMIERE

Lettonia - Belgio - Lituania - Francia / Latvia - Belgium - Lithuania - France 2019, HD, col., 108’ v.o. inglese - russa - polacca - lettone - francese - fiamminga / English - Russian - Polish - Latvian - French - Flemish o.v.

Sceneggiatura / Screenplay: Juris Kursietis. Fotografia / Photography: Bogumil Godfrejow. Montaggio / Editing: Matyas Veress. Suono / Sound: Vytis Puronas.

Scenografia / Art Director: Laura Disiere.

Costumi / Costume Designer: Inese Kalva.

Interpreti / Cast: Valentin Novopolskij, Dawid Ogrodnik, Anna Prochniak, Adam Szyszkowski, Guna Zarina.

Produzione / Produced by: Tasse Film.

Coproduzione / Co-produced by: Iota Production, In Script, Arizona Productions.

Con il sostegno di / Supported by: Latvijas Nacion Lais Kinocentrs, Lietuvos Kino Centras, Centre du Cinéma et de l’Audiovisuel de la Fédération Wallonie-Bruxelles, l’Aide au Cinémas du Monde (Centre National du Cinéma et de l’Image Animée - Institut Français), Umedia, Ufund. Distribuzione internazionale / World Sales: Best Friend Forever.

Belgio, ai giorni nostri. Oleg è un giovane macellaio lettone che parte per Bruxelles con la speranza di riuscire a guadagnare un buon salario presso uno stabilimento di lavorazione della carne. La sua esperienza di lavoro però dura poco perchè viene tradito da un collega che lo fa licenziare. Solo, in un paese straniero, Oleg ben presto finisce sotto il controllo del criminale polacco Andrzej.

Oleg è stato presentato in anteprima alla “Quinzaine des Réalisateurs” del festival di Cannes 2019 ed è stato selezionato in molti festival internazionali, fra cui Karlovy Vary e Busan.

“Quando si parla di lavoratori sfruttati dell’Est Europa, pensiamo sempre alla Gran Bretagna o a posti simili, il Belgio non viene quasi mai in mente. Ma con il tempo e facendo ricerche sempre più approfondite, abbiamo capito che quello era il posto giusto per la nostra storia ... Ciò che racconto nel film ha talmente tanti livelli di interpretazione che potremmo parlare per ore delle correlazioni, dei significati nascosti e del simbolismo di cui è impregnata la storia. Tutti questi elementi mi hanno spinto, consciamente o inconsciamente, proprio verso la storia che volevo raccontare. La condizione di questi lavoratori è ancora più drammatica perché il governo ne è pienamente cosciente, ma preferisce ignorare la situazione. È molto conveniente che certi compiti siano svolti da persone sottopagate. Non ho mai pensato che la polizia belga o l’ufficio che rilascia permessi di lavoro ignorino cosa accade. Ma la situazione va bene così a tutti e ognuno ne ricava qualcosa.” (J. Kursietis)

Belgium, today. Oleg is a young Latvian butcher. He arrives in Brussels in the hope of getting a better salary in a meat factory. His experience is cut short after being betrayed by a colleague. Alone in a country where he doesn’t belong, he quickly falls under the control of Andrzej, a Polish criminal. Oleg premiered at the latest Director’s Fortnight in Cannes and was selected in many international film festivals, among them Karlovy Vary and Busan.

“When we refer to exploited workers from Eastern Europe, we expect the location to be in Great Britain or someplace similar. Belgium doesn’t immediately come to mind. But with time, as we delved deeper into our research, it became clear that this was indeed the right place for this story … What I recount in the film is so multilayered with so many levels of interpretation, that we could speak for hours about correlations, hidden meanings, and the symbolism that fills the story. All of these elements pushed me, consciously or unconsciously, towards the story wanted to tell. The situation of these workers is all the more dramatic as the government is fully aware of it, but prefers to turn a blind eye. It’s very practical to have these tasks done by underpaid people. I never for a moment imagined that the Belgian police or the office that issues work permits couldn’t be aware of what was taking place. But the situation suits everybody just fine; everyone gets something out of it.”

(J. Kursietis)

Juris Kursietis

È nato nel 1983 a Saldus, in Lettonia. Prima di dedicarsi al cinema, ha lavorato per sei anni come giornalista alla televisione lettone.

Juris Kursietis was born in 1983 in Saldus, Latvia. Before turning to cinema, he worked for six years on Latvian national television as an international journalist.

2007

2008

The Bicycle Story cm / sf
Will Have It Tomorrow cm / sf
Modris
Oleg

ANTEPRIMA ITALIANA / ITALIAN PREMIERE

Slovenia - Rep. Ceca / Slovenia - Czech Republic 2019, HD, col., 72’ v.o. slovena / Slovenian o.v.

Quando in un piccolo villaggio muore un uomo noto come Oroslan, la notizia si diffonde rapidamente, provocando dolore ed emozione. Tutta la comunità prende parte ai riti legati alla dipartita dell’uomo: con la veglia iniziano i preparativi al funerale, e poi l’addio alla casa di Oroslan. Per superare il dolore e ritornare al flusso naturale della vita quotidiana, gli abitanti del villaggio iniziano a condividere i loro ricordi di Oroslan, ricostruendo così, aneddoto dopo aneddoto, la sua figura.

Tratto da un racconto scritto da Zdravko Duša, Oroslan è stato presentato in anteprima all’ultimo Festival del film di Locarno nella sezione competitiva “Cineasti del Presente”.

“Quasi venti anni fa, in inverno un uomo morì in un piccolo villaggio. Non lo conoscevo. Non l’avevo mai incontrato o visto. Molti anni dopo, ho letto la storia della sua morte e altre storie della sua vita. Porto così dentro di me l’immagine di uno sconosciuto che, nella mia mente, si mescola con l’immagine di uno dei miei familiari. Questo è stato il punto di partenza di Oroslan che è stato fatto rivivere nel film grazie ai membri della minoranza slovena in Ungheria.” (M. Ivanišin)

Sceneggiatura / Screenplay:

Matjaž Ivanišin tratta dal racconto / based on the short story Pa ravno tako je bilo di / by Zdravko Duša. Fotografia / Photography: Gregor Božič. Montaggio / Editing: Matic Drakulić.

Musica / Music: Branko Rožman, Ivan Antić. Suono / Sound: Julij Zornik, Branko Rožman.

Interpreti / Cast: Margit Gyécsek, Dejan Spasić, Milivoj Miki Roš. Produzione / Produced by: Staragara. Coproduzione / Co-produced by: i/o Post, Film Factory, SPOK. Con il sostegno di / Supported by: Slovenian Film Center, Viba film, Czech Film Fund, City of Maribor. Distribuzione internazionale / World Sales: Slingshot Films.

When a man known as Oroslan dies, the news quickly spreads through a little village, causing grief and emotion. The whole community takes part in the rituals connected with the departure. The wake begins and actions take place: the preparation of the funeral, the farewell to Oroslan home. To overcome the sorrow and restore the natural flow of life, the villagers start sharing their memories about Oroslan, recreating his image through their tales.

Based on a short story written by Zdravko Duša, Oroslan premiered at the latest Locarno Film Festival in the “Cineasti del Presente” competition.

“In winter, almost twenty years ago, a man died in a small village. I did not know him; I never met or saw him. Many years later, I read the story about his death and several stories about his life. I thus carry within me an image of a stranger that, in my mind, mixes with the image of one of my family members. This was the starting point of Oroslan, who was brought to life in the film by members of the Slovenian minority in Hungary.” (M. Ivanišin)

Matjaž Ivanišin

È nato nel 1981 a Maribor, in Slovenia. Si è diplomato all’AGRFT di Lubiana nel 2007. Il Trieste FF ha presentato i suoi documentari Šentilj - Spielfeld, mejni prehod, ki ga ni več nel 2010 e Playing Men nel 2018.

Matjaž Ivanišin was born in 1981 in Maribor, Slovenia. He graduated from AGRFT in Ljubljana in 2007. The Trieste FF presented his documentaries Šentilj - Spielfeld, mejni prehod, ki ga ni več (Šentilj – Spielfeld, a Border Crossing That Once Was) in 2010 and Playing Men in 2018.

filmografia scelta / selected filmography

2002 Che Sara cm / sf doc.

2005 Quick View cm / sf

2009 Šentilj - Spielfeld, mejni prehod, ki ga ni več (Šentilj –Spielfeld, a Border Crossing That Once Was) doc.

2013 Karpopotnik doc.

2014 Hiške doc. (diretto con / directed with Darko Sinko)

2017 Vsaka dobra zgodba je ljubezenska zgodba doc. (diretto con / directed with Rajko Grlić); Playing Men doc.

2019 Oroslan

ZANA

ANTONETA KASTRATI

ANTEPRIMA ITALIANA / ITALIAN PREMIERE

Kosovo - Albania 2019, HD, col., 97’ v.o. albanese / Albanian o.v.

Sceneggiatura / Screenplay: Casey Cooper Johnson, Antoneta Kastrati. Fotografia / Photography: Sevdije Kastrati. Montaggio / Editing: Antoneta Kastrati, Brett W. Bachman, Michal Reich. Musica / Music: Dritero Nikqi. Suono / Sound: Igor Popovski, Owen Granich-Young. Scenografia / Art Director: Burim Arifi, Shawn Bronson. Costumi / Costume Designer: Stela Laknori.

Interpreti / Cast: Adriana Matoshi, Astrit Kabashi, Fatmire Sahiti, Mensur Safqiu, Irena Cahani, Vedat Bajrami, Shengyl Ismaili. Produzione / Produced by: Crossing Bridges Films. Coproduzione / Co-produced by: On Film Production, Alief. Con il sostegno di / Supported by: Kosovo Cinematography Center, Albanian National Center of Cinematography, Panavision New Filmmaker Grant, Sffilm Rainin Grant, City of Peja, Light Iron, Midpoint. Distribuzione internazionale / World Sales: Alief.

Una donna albanese, Lume, vive con il marito Ilir e la suocera Remzije in un villaggio del Kosovo. Perseguitata da incubi notturni, senza figli e non riuscendo a rimanere incinta, la donna viene messa sotto pressione dalla suocera che le ricorda che deve adempiere ai suoi doveri matrimoniali. Se Lume non riuscirà ad avere un figlio, Remzije sceglierà una donna più giovane e fertile. Temendo di essere rimpiazzata, Lume acconsente allora di abbandonare la medicina tradizionale e di cercare l’aiuto di stregoni e guaritori per curare la sua infertilità. Le visite, prima con uno stregone del luogo e poi con un famoso guaritore televisivo, sembrano dare i risultati sperati quando la donna scopre di essere finalmente incinta. Ma mentre in famiglia si celebra la notizia, traumi della guerra a lungo repressi ricominciano a tormentarla di nuovo, convincendo Remzije e Ilir che la donna è posseduta da spiriti malvagi e che bisogna proteggere il nascituro a tutti costi. Zana è stato presentato in anteprima all’ultima edizione del festival di Toronto. “Avevo 18 anni durante la guerra in Kosovo, vivevo in un villaggio con la mia famiglia. Due giorni prima della fine del conflitto, mia madre e mia sorella furono uccise. Adesso che anche io sono una madre, la questione che continua ad angosciarmi, e che volevo approfondire nel film, è quella di capire chi siamo noi donne ancora tormentate dal trauma della guerra, che influisce pesantemente sulla scelta della maternità, in una società patriarcale che limita ancora la nostra libertà e rende così molto più difficile il processo terapeutico di ritorno alla normalità.” (A. Kastrati)

An Albanian woman, Lume, lives with her husband, Ilir, and mother-in-law, Remzije, in their small Kosovar village. Haunted by night terrors, childless and unable to get pregnant, Lume is relentlessly pressured by Remzije to fulfil her wifely duties - if Lume cannot have a child, her mother-in-law threatens, it will be Remzije’s responsibility to bring in a younger and more eager prospective wife for her son to consider. Bowing under the pressure of being replaced, Lume concedes to abandon modern medicine and seek the help of witch doctors and mystic healers to treat her infertility. Lume’s appointments, first to a local witch doctor and then to a famed televangelist healer, do seem to yield results as Lume finds herself pregnant at last. But while the family celebrates, Lume’s longsuppressed traumas from the war slowly rise to torment her again, convincing Remzije and Ilir that Lume is possessed by evil spirits, and extreme caution must be taken to protect the unborn child.

Zana premiered at the latest Toronto International Film Festival.

“I was 18 during the war in Kosovo, living in my village with my family. Two days before the war ended, my mother and sister were killed. A mother now myself, the question that has kept coming back to me, that I wanted to explore cinematically, is who are we as women besieged by post-war trauma and the existential dilemma of motherhood in a society where deeply rooted patriarchal beliefs make healing harder by limiting women’s choices.” (A. Kastrati)

Antoneta Kastrati Regista e sceneggiatrice, è nata a Zahaq, in Kosovo.

Ha un Master in giornalismo e, fra il 2012 e il 2013, ha frequentato un workshop di regia all’American Film Institute di Los Angeles. Zana è il suo lungometraggio di debutto.

Director and writer, Antoneta Kastrati was born in Zahaq, Kosovo. She holds a master’s degree in journalism and attended the AFI Directing Workshop for Women (20122013) in LA. Zana is her feature debut.

filmografia scelta / selected filmography

2009 Seeking Magic doc.

2010 The Guardian doc.

2011 Ninulla cm / sf

2013 She Comes in Spring cm / sf

2019 Zana

Romania

2019, 16mm, col., 96’ v.o. rumena / Romanian o.v.

L’agente di polizia Visoiu, quasi sessantenne e in procinto di andare in pensione, viene incaricato di cercare alla periferia di Bucarest - in una zona che conosce da tutta una vita - due prostitute disposte a testimoniare in un processo contro un caso di crimine organizzato. Ma trovarle si rivela più facile che convincerle a testimoniare.

Heidi è stato presentato in anteprima, in concorso, all’ultima edizione del Sarajevo Film Festival.

“In una delle mie ricerche per un film precedente, ho seguito la vita dei poliziotti e delle prostitute alla periferia di Bucarest. Ed è stato lì che ho incontrato l’agente Fane, uno dei poliziotti più anziani del distretto, così esperto e allo stesso tempo così fragile nel suo lavoro quotidiano. Mi è venuta in mente così l’idea di girare un film sul suo ultimo caso, prima di andare in pensione. Le sue paure, i suoi dubbi, la sottile linea che divide dovere e coinvolgimento personale: tutto mi sembrava davvero molto interessante. Mi sono innamorato di questo personaggio e ho scritto la storia di lui che incontra Heidi, la ragazza che deve salvare.” (C. Mitulescu)

Sceneggiatura / Screenplay: Cătălin Mitulescu, Radu Aldulescu. Fotografia / Photography: Marius Panduru.

Montaggio / Editing: Ion Ioachim Stroe. Suono / Sound: Alexandru Dragomir.

Scenografia / Art Director: Mihaela Poenaru, Daniel Răduță. Costumi / Costume Designer: Cireșica Cuciuc.

Interpreti / Cast: Gheorghe Visu, Cătălina Mihai, Bogdan Dumitrache, Ada Condeescu, Florin Zamfirescu, Maria Popistașu, Cristian Bota, Ciprian Nicula, Alex Conovaru, Ana Maria Ivan, Paul Radu, Alin Florea. Produzione, distribuzione internazionale / Produced by, World Sales: Strada Film.

In the outskirts of Bucharest, in an area he has known all his life, police officer

Visoiu, who is nearly 60 years old, on the verge of retirement, is given the mission to find two prostitutes who are willing to testify in an organizing crime trial. But finding them proves to be easier than convincing them to take the witness stand.

Heidi premiered, in competition, at the latest Sarajevo Film Festival.

“In one of my research for a previous film, followed the life of the policemen and prostitutes around Bucharest. There I’ve met officer Fane, one of the oldest policeman from the precinct. So experienced and so vulnerable doing his day by day work: It came in my mind the idea of a film about his last job. His fears, his doubts, the thin line of duty and personal involvement were so interesting to me. I felt in love with this character and I wrote the story of him meeting Heidi, the girl he has to save.” (C. Mitulescu)

Cătălin Mitulescu

Nato nel 1972 a Bucarest, è uno dei più noti registi del nuovo cinema rumeno. Oltre ad alcuni dei suoi cortometraggi, il Trieste FF ha presentato i lungometraggi

The Way I Spent the End of the World nel 2007, Loverboy nel 2012 e Dincolo de calea ferată (By the Rails) nel 2017.

One of the most remarkable Rumanian directors, Cătălin Mitulescu was born in 1972 in Bucharest. In addition to some of his shorts, the Trieste FF presented his features The Way I Spent the End of the World in 2007, Loverboy in 2012 and Dincolo de calea ferată (By the Rails) in 2017.

filmografia scelta / selected filmography

2000 Bucuresti-Wien 8:15 cm / sf

2001 17 minute întârziere cm / sf

2004 Trafic cm / sf; Premi / Awards: Cannes - Miglior cortometraggio / Best Short Film

2006 Cum mi-am petrecut sfârsitul lumii (The Way I Spent the End of the World); Premi / Awards: Cannes “Un Certain Regard”- Miglior Attrice / Best Actress

2011 Loverboy

2016 Dincolo de calea ferată (By the Rails)

2019 Heidi

ANTEPRIMA ITALIANA / ITALIAN PREMIERE

silenziosi / My Thoughts Are Silent

Ucraina / Ukraine

2019, HD, col., 104’ v.o. ucraina / Ukrainian o.v.

ANTONIO LUKIČ

ANTEPRIMA ITALIANA / ITALIAN PREMIERE

Vadym, venticinquenne di Kiev, compone musica e registra suoni. Dopo aver vissuto molti alti e bassi sia nella sua vita professionale che in quella personale, ha finalmente la possibilità di ricominciare tutto da capo. Deve fare solo un lavoretto: registrare suoni degli animali della Transcarpazia. Questo potrebbe rappresentare la possibilità di lasciarsi alle spalle finalmente l’Ucraina e trasferirsi nel tanto desiderato Canada. Tuttavia le cose si complicano quando la madre di Vadym, da lui mal sopportata, decide di accompagnarlo in questo viaggio. Premio speciale della giuria nella sezione “East of the West” all’ultimo festival di Karlovy Vary, dove il film è stato presentato in anteprima. “Moi dumki tichi è una storia sull’immigrazione, come stato d’animo. Parla di un giovane, che è cresciuto troppo in fretta e di sua madre di mezza età, che è riuscita a rimanere giovane nel cuore. È una storia sull’ultimo viaggio nei luoghi dell’infanzia ... Il nostro protagonista è ‘pesante’ sia nel fisico che nei pensieri. I movimenti della macchina da presa non sono movimenti casuali dell’operatore.

Sono piuttosto le reazioni goffe che l’uomo ha nei confronti del mondo che lo circonda. Il nostro protagonista è molto alto ... è la ragione per cui ci allontaniamo e osserviamo la storia da lontano, invece di starne dentro ... I nostri personaggi chiacchierano continuamente di piccole cose ma rimangono in silenzio su ciò che è importante. La natura di questo silenzio è il soggetto principale del nostro film … La nostra storia si svolge all’incrocio di generi diversi. L’aria fredda del dramma e l’aria calda della commedia si incontrano nella ‘troposfera’ di primavera.”

(A. Lukič)

Sceneggiatura / Screenplay: Antonio Lukič, Valerija Kaľčenko. Fotografia / Photography: Illya Egorov.

Montaggio / Editing: Alexander Chorny.

Musica / Music: Sam Kužel.

Suono / Sound: Sergiy Stepansky.

Scenografia / Art Director: Margarita Kulik.

Costumi / Costume Designer: Anastasija Sutjagina.

Interpreti / Cast: Andrij Lidagovskij, Irma Vitovska. Produzione / Produced by: Toy Cinema. Con il sostegno di / Supported by: Ukrainian State Film Agency. Distribuzione internazionale / World Sales: Alief.

Vadym is a 25-year-old composer and a sound recordist living in Kiev. Having experienced many setbacks in both his professional and personal life, he gets a chance to start it all over. Just a simple task – to record the sounds of the Transcarpathian animals - could be his chance to leave uncomfortable Ukraine behind and move to the much desired Canada. However, things get complicated when the main companion in the job turns out to be - Vadym’s estranged mother. Special Jury Prize in the “East of the West” section at the latest Karlovy Vary Film Festival, where the film had its premiere.

“My Thoughts Are Silent is a story about immigration, as a state of mind. It’s about a young man, who grew up too quickly and his middle- aged mother, who managed to stay young at heart. It is a story about the last journey to the places of your childhood … Our protagonist is heavy in both his figure and his thoughts. The movements of our camera are not the accidental impulses of the camera operator. They are the clumsy apparatus’ reactions to the calls of the world around it. Our protagonist is very tall ... it is the reason we distance ourselves and observe the story from afar, instead of being right inside of it ... Our characters constantly blab on about the little nothings and stay silent about what’s really important. The nature of this silence is the main subject of our film … Our story takes place at the crossing of different genres. The cold air of drama and the warm air of comedy meet in the spring troposphere.” (A. Lukich)

Antonio Lukič

È nato a Užorod, in Ucraina. Moi dumki tichi è il suo lungometraggio di debutto.

Antonio Lukich was born in Uzhhorod, Ukraine. My Thoughts Are Silent is his debut feature.

filmografia scelta / selected filmography

2016 U Manchesteri jshov dosh cm / sf

2019 Moi dumki tichi (My Thoughts Are Silent); Premi / Awards: Karlovy Vary IFF “East of the West” – Premio speciale della giuria / Special Jury Prize

PARADISE UNA NUOVA VITA

Italia - Slovenia / Italy - Slovenia 2019, HD, col., 83’ v.o. italiana / Italian o.v.

Sceneggiatura / Screenplay: Andrea Magnani.

Fotografia / Photography: Debora Vrizzi. Montaggio / Editing: Luigi Mearelli. Musica / Music: Luca Ciut. Suono / Sound: Francesco Morosini. Scenografia / Art Director: Niko Novak.

Costumi / Costume Designer: Polonca Valentinčič.

Interpreti / Cast: Vincenzo Nemolato, Giovanni Calcagno, Katarina Čas, Branko Završan, Selene Caramazza, Andrea Pennacchi, Claudio Castrogiovanni, Domenico Centamore. Produzione / Produced by: Pilgrim Film.

Coproduzione / Co-produced by: A Atalanta, Rai Cinema. Con il sostegno di / Supported by: Slovenian Film Center, Viba Film, FVG Film Commission, Fondo Audiovisivo FVG, Regione Lazio, MiBACT. Distribuzione internazionale, distribuzione per l’Italia / World Sales, Distributed in Italy by: Fandango.

Calogero è un uomo ordinario che ha fatto una scelta straordinaria. Siciliano, venditore di granite, un giorno assiste a un omicidio di mafia e decide di fare qualcosa che non tutti avrebbero il coraggio di fare: testimoniare. Ed è così che Calogero viene impacchettato e spedito, sotto il programma protezione testimoni, tra le montagne del Friuli, a Sauris, in un villaggio di gente ospitale, ma che lui fa fatica a capire. Il killer contro cui lui ha testimoniato è diventato a sua volta un collaboratore di giustizia e, per un errore amministrativo, è stato spedito nella stessa località, con lo stesso falso nome.

Opera prima (il cui progetto è stato selezionato in “This is IT” 2019), Paradise una nuova vita è stato presentato in anteprima all’ultima edizione del festival di Busan in Corea del Sud

“Lo stile è volutamente tragicomico, e attinge dalla lezione del cinema di genere e d’autore, dove la scuola di partenza è la commedia all’italiana, che utilizza una fisicità e un umorismo talvolta grotteschi per dare risalto alla tragica vita dei personaggi. L’intento è quello di concentrare lo sguardo sui protagonisti, di liberarli da ideologie e missioni sociali per fare emergere tutti i contrasti che li contraddistinguono.” (D. Del Degan)

Calogero is an ordinary guy who has made an extraordinary decision. He is Sicilian and sells granitas for a living; one day he witnesses a mafia murder and decides to bear testimony. Thus, under the witness protection program, he is hustled away to Sauris, in Friuli, a small village where the people are friendly but hard to understand. In the meantime, the killer he was going to testify against has become an informer and, through an administrative error, he, too, is sent to the same village, under the same false name.

Feature debut, (whose project was selected in “This is IT” 2019), Paradise premiered at the latest Busan International Film Festival in South Korea.

“The style is purposefully tragicomic and borrows from the lessons of genre and art house cinema, whose point of departure is Italian-style comedy, which uses a physicality and humor that are sometimes grotesque to highlight the tragic life of the characters. The intent is to concentrate our gaze on the protagonists, to free them from social ideologies and missions in order to bring out all the contrasts that distinguish them.” (D. Del Degan)

Davide Del Degan

Regista e sceneggiatore, è nato nel 1968 a Trieste. Di lui il Trieste FF ha presentato nel 2010 il cortometraggio Favola zingara Nel 2016, assieme al regista greco Thanos Anastopoulos, ha realizzato il documentario L’ultima spiaggia, presentato nella selezione ufficiale del festival di Cannes.

Director and screenwriter was born in 1968 in Trieste. The Trieste FF presented in 2010 his short Favola zingara In 2016, he made the documentary L’ultima spiaggia (The Last Resort), together with the Greek director Thanos Anastopoulos, which premiered in the official selection of Cannes Film Festival.

filmografia scelta / selected filmography

2001 A corto d’amore cm

2004 Interno 9 cm; Premi / Awards: Globo d’Oro (Associazione Stampa Estera in Italia), Miglior cortometraggio / Golden Globe (Foreign Press Association in Italy), Best Short Film

2008 Isidoro cm; Il prigioniero cm

2009 Favola zingara cm / sf

2011 Habibi cm / sf; Premi / Awards: Nastro d’Argento come Miglior cortometraggio / Silver Ribbon as Best Short Film

2016 L’ultima spiaggia (The Last Resort, diretto con / directed with Thanos Anastopoulos) doc.

2019 Paradise una nuova vita (Paradise)

BORN IN TRIESTE

POSLJEDNJI SRBIN

U HRVATSKOJ

Croazia - Serbia / Croatia - Serbia 2019, HD, col., 88’ v.o. croata / Croatian o.v.

Sceneggiatura / Screenplay: Predrag Ličina.

Fotografia / Photography: Ivan Zadro.

Montaggio / Editing: Tomislav Pavlic.

Musica / Music: Jura Ferina, Pavao Miholjević. Suono / Sound: Julij Zornik.

Scenografia / Art Director: Jana Piacun.

Costumi / Costume Designer: Selena Orb.

Trucco, effetti speciali / Special Effects Makeup: Miroslav Lakobrija.

Interpreti / Cast: Krešimir Mikić, Hristina Popović, Tihana Lazović, Dado Ćosić, Bojan Navojec, Marina Redžepović, Dušan Bućan, Nikša Butijer, Sergej Trifunović, Tin Gregorić, Rene Bitorajac, Janko Popović Volarić, Severina Kojić. Produzione / Produced by: Kinorama.

Coproduzione / Co-produced by: Art&Popcorn.

Con il sostegno di / Supported by: Croatian Audiovisual Centre, Film Center Serbia.

Distribuzione internazionale / World Sales: Media Move.

Croazia, sette anni dopo la bancarotta. Nel mondo c’è una guerra in corso, perché l’acqua è diventata più preziosa del petrolio! Per l’acqua, potenti sono disposti a conquistare e distruggere paesi, e persino a diffondere un virus che trasforma gli umani in zombie! Mićo di Zagabria, un viveur la cui routine quotidiana comprende sale di massaggi, ristoranti e cinema, dove di solito guarda film della sua attrice preferita Franka Anić, viene colto completamente alla sprovvista dall’epidemia zombie. Ciononostante, intraprende con audacia un viaggio avventuroso in compagnia dalla sua eroina cinematografica, con un obiettivo quasi irraggiungibile: sopravvivere!

La prima commedia zombie balcanica è stata presentata in molti festival fra cui quello di Pola, dove ha vinto il premio come Miglior opera prima, e quello di Cottbus in Germania.

“Il motivo principale per cui ho voluto girare questo film è mostrare l’assurdità dell’intolleranza tra nazioni e religioni diverse. Sfortunatamente, affinché le nazioni comprendano quanto sia insensato e irrazionale il loro odio reciproco, serve un nemico comune: una malattia sconosciuta e mortale che non discrimini tra nazioni, religioni, razze o sessi. Ho voluto fare un film per gli amanti del cinema horror, per gli amanti della satira politica e per gli amanti della commedia romantica. Ho voluto fare un film divertente per un pubblico ampio, non solo europeo, ma allo stesso tempo in grado di dare un messaggio sul pericolo dei pregiudizi irrazionali e sull’importanza della tolleranza.” (P. Ličina)

Croatia, seven years after bankruptcy. There is a fight going on in the world –water has become more precious than oil! To get hold of it, the powerful are ready to start wars, conquer, destroy, and even plant a zombie-virus! Mićo, a bon viveur from Zagreb, whose daily routine includes massage parlours, restaurants and cinemas, where he watches a movie series featuring his favourite actress Franka Anić, is caught completely off guard by the zombieepidemics. Nevertheless, he boldly embarks on an odyssey accompanied by his movie heroine, with one highly unattainable, goal: to survive!

The first Balkan zombie comedy was presented in several film festival, among them Pula – where was awarded Best Debut – and Cottbus in Germany.

“The main reason why wanted to make this film is to show the absurdity of intolerance between different nations and different religions. Unfortunately, for the above-mentioned nations to realize how senseless and irrational their mutual hatred is, they have to have a common enemy – an unknown, deadly disease which doesn’t discriminate between nations, religions, races or sexes. I want to attract zombie film lovers, political satire lovers and romantic comedy lovers. I want to make a film which will entertain and amuse a wide audience in Europe and beyond, and at the same time send an important message about the dangers of unthinking prejudice and the importance of tolerance.” (P. Ličina)

Predrag Ličina

Critico cinematografico, regista, è nato nel 1972 a Zagabria. Lavora soprattutto per la televisione croata The Last Serb in Croatia è il suo film di debutto.

Film critic and director, Predrag Ličina was born in 1972 in Zagreb. He works mainly for Croatian Radio Television HRT. The Last Serb in Croatia is his feature film debut.

filmografia scelta / selected filmography

2012 Nedjeljom ujutro, subotom navečer serie TV / TV series, 15 x 26 min

2014 Teleport Zovko cm / sf

2019 Posljednji Srbin u Hrvatskoj (The Last Serb in Croatia); Premi / Awards: Pula FF – Miglior opera prima, Miglior Attrice, Miglior Make-up, scene e costumi / Best Debut Film, Best Actress, Best Make-up, Best Production & Costume Design

ANTEPRIMA ITALIANA / ITALIAN PREMIERE
L’ultimo serbo in Croazia / The Last Serb in Croatia

Bulgaria - Serbia - Francia / Bulgaria - Serbia - France 2019, HD, col., 106’ v.o. bulgara / Bulgarian o.v.

Sceneggiatura / Screenplay: Simeon Ventsislavov, Stephan Komandarev. Fotografia / Photography: Vesselin Hristov. Montaggio / Editing: Nina Altaparmakova. Musica, suono / Music, Sound: Tzvetelina Tzvetkova. Scenografia, costumi / Art Director, Costume Designer: Mariya Koycheva.

Interpreti / Cast: Ivan Barnev, Assen Blatechki, Stoyan Doychev, Vassil Vassilev-Zouek, Irini Jambonas, Stefan Denolyubov. Produzione / Produced by: Argo Film.

Coproduzione / Co-produced by: SEE Film PRO, Doli Media Studio, Contrast Films, Deuxième Ligne Films, EZ Films.

Con il sostegno di / Supported by: Bulgarian National Film Center, Film Center Serbia, Eurimages, Iliyan Rangelov. Distribuzione internazionale / World Sales: Beta Cinema.

Una notte, apparentemente come un’altra a Sofia: due agenti di polizia trovano il corpo di un noto tossicodipendente, Lazar, vicino ai binari della ferrovia. È così che inizia la notte del 9 novembre 2019, trent’anni dopo la caduta del Muro di Berlino e il cambio di regime in Bulgaria. Attraverso una serie di storie che s’intrecciano, seguiamo tre squadre di polizia di pattuglia sulle strade di Sofia, che cercano di fare il loro lavoro nel miglior modo possibile, affrontando così le sfide poste dalla realtà di oggi in Bulgaria. V krag è stato presentato in anteprima al festival di Sarajevo, dove Irini Jambonas è stata premiata come Migliore attrice. “Cosa sta succedendo in Bulgaria (e in Europa)? Che direzione stiamo prendendo? Perché stiamo affondando sempre di più in una crisi che non è solo economica?

… Dove dobbiamo guardare per riavere di nuovo un po’ di speranza? Come e dove vivranno i nostri figli? Questi sono gli argomenti al centro del film… V krag segue la storia di tre coppie di agenti di polizia a Sofia nell’arco di 24 ore ... L’attuale situazione in Bulgaria riflette la loro vita in molti aspetti. Uno di questi aspetti è che la storia si svolge nella notte tra il 9 e il 10 novembre 2019 – l’anniversario dei 30 anni della caduta del Muro e 30 anni dopo la caduta del comunismo in Bulgaria ... La sceneggiatura si basa su fatti e persone reali, sono storie raccolte durante i nostri numerosi incontri con agenti di pattuglia della polizia di Sofia. Il film può essere definito come un dramma realistico, una commedia composta principalmente da situazioni emotivamente intense, intervallate da momenti di umorismo nero.“ (S. Komandarev)

One night – seemingly just like any other. Two police officers find the body of the well-known drug addict Lazar near railroad tracks in Sofia. That is how the night on November 9th, 2019 begins – thirty years after the fall of the Berlin Wall and the regime change in Bulgaria. Through a kaleidoscope of intertwining stories, we follow three teams of police officers, patrolling the streets of Sofia and doing their job the way they believe is right while facing the challenges posed by the current Bulgarian reality. Rounds premiered at the Sarajevo Film Festival, where Irini Jambonas was awarded Best Actress.

“What is happening in Bulgaria (and in Europe)? Where are we heading? Why are we sinking deeper and deeper into a crisis- not only economical... Where can we look for hope? How and where are our children going to live? These were the questions at the core of the film... Rounds follows the stories experienced by three couples of police officers in Sofia in the span of 24 hours … The current state of affairs in Bulgaria reflect their life in many aspects. One of these aspects is that the story of the film happens in the night between the ninth and tenth of November 2019 – the 30 year celebration of the fall of the Berlin wall and 30 years after the fall of communism in Bulgaria ... The script is based on real events and real people, stories gathered during our numerous meetings with patrolling police officers from the police departments in Sofia. Rounds can be described as a realistic drama – a comedy, consisting mainly of emotionally charged moments, interspersed with black humour.” (S. Komandarev) ANTEPRIMA

Stephan Komandarev Regista, produttore e sceneggiatore è nato nel 1966 a Sofia.

Il Trieste FF ha presentato nel 2009 il suo lungometraggio

The World is Big and Salvation Lurks Around the Corner e nel 2019 l’episodio An Unnecessary Hero all’interno della serie di documentari brevi Okupacia 1968 sul ‘68 nei paesi dell’Est Europa. Director, producer and scriptwriter, Stephan Komandarev was born in 1966 in Sofia. The Trieste FF presented in 2009 his feature The World is Big and Salvation Lurks Around the Corner and, in 2019, An Unnecessary Hero an episode of Okupacia 1968 a series of short documentaries on 1968 in Eastern Europe.

filmografia scelta / selected filmography

2000 Pansion za kucheta

2002 Hljab nad ogradata doc.

2003 Azbuka na nadezhdata doc.

2008 Svetat e goljam i spasenie debne otvsjakade (The World is Big and Salvation Lurks Around the Corner)

2017 Posoki (Directions)

2018 An Unnecessary Hero (episodio di / episod of Okupacia 1968 diretto con / directed with Evdokia Moskvina, Linda Dombrovszky, Magdalena Szymków, Marie Elisa Scheidt)

2019 V krag (Rounds); Premi / Awards: Sarajevo FF –Miglior attrice / Best Actress

La ronda / Rounds

ZGODBE IZ KOSTANJEVIH GOZDOV

Slovenia - Italia / Slovenia - Italy 2019, 35mm & S16mm, col., 81’ v.o. slovena (dialetto) - italiana / Slovene (dialect) - Italian o.v.

Sceneggiatura / Screenplay: Gregor Božič, Marina Gumzi. ispirata a tre racconti di Anton Čechov all’opera teatrale Requiem di Hanoch

Levin e ad alcune fiabe della

Slavia Veneta / inspired by three short stories by Anton

P. Chekhov, theatre play

Requiem by Hanoch Levin and local tales from the Slavia Veneta

Fotografia / Photography: Ferran Paredes Rubio. Montaggio / Editing: Gregor Božič con / with Benjamin Mirguet, Giuseppe Leonetti. Musica / Music: Hekla Magnúsdóttir.

Suono / Sound: Jan Vysocky, Julij Zornik. Scenografia / Art Director: Giovanna Cirianni.

Costumi / Costume Designer: Katharina Jockwer, Mateja Fajt. Interpreti / Cast: Massimo De Francovich, Ivana Roščić, Giusi Merli, Tomi Janežič, Anita Kravos, Nataša Keser, Janja Majzelj, Matija Solce, Marko Brecelj. Produzione / Produced by: Nosorogi.

Coproduzione / Co-produced by: Transmedia Production, RTV Slovenia, DFFB. Con il sostegno di / Supported by: Slovenian Film Center, Eurimages, MEDIA - Creative Europe, FVG Film Comission, Fondo Regionale Audiovisivo FVG, MiBACT.

Distribuzione internazionale / World Sales: Cercamon.

C’era una volta, da qualche parte in una terra lontana, una coppia di una certa età. La donna si ammalò e morì, e l’uomo, un falegname avaro, si ritrovò da solo. Riflettendo sulla vita che aveva vissuto, incontrò una giovane donna, una venditrice di castagne che voleva disperatamente andare via di casa, sperando in una vita migliore all’estero. Circondate solo da una natura scontrosa, queste anime solitarie condividono affettuosi ricordi e contemplano il loro futuro. Devono rimanere attaccate al passato, o c’è un’altra possibilità, un altro sentiero da seguire, che li unisce ad altri su un carro traballante verso una vita ignota? Opera prima, progetto vincitore nel 2018 di “This Is IT”, Stories from the Chestnut Woods è stato presentato in anteprima all’ultimo festival di Toronto. Miglior film all’ultima edizione del festival di Tallinn.

“Questa storia trae ispirazione dalle Valli del Natisone, al confine tra l’Italia e l’odierna Slovenia. Abbiamo cercato di trasmettere lo spirito di questa zona particolare, che per secoli è stata soggetta a instabilità politiche e a costanti migrazioni. Volevamo creare una sorta di favola sulla vita e la morte in luoghi dimenticati e abbandonati, un film che fosse percepito come un ricordo tenero e distante.” (G. Božič)

“...è un film delicato sul lento dissolversi di un’immaginazione collettiva. Una ‘sovversiva ingenuità’ è ciò che tiene insieme la narrazione - un mosaico di aneddoti, ricordi, allucinazioni e sogni... Non è mai stato semplice spiegare perché stavamo realizzando un film sulla morte in un luogo abbandonato da circa cinquant’anni, e oggi penso che sia stato forse il nostro tentativo di resistere al senso prevalente della fine.” (M. Gumzi)

Once upon a time, somewhere in a far-off land, lived an elderly husband and wife. The old woman fell sick and died, and the old man, a stingy carpenter, found himself alone. Pondering the life he had lived, he met a young woman, a chestnut seller who desperately wanted to leave home and find a better life overseas.

Surrounded by nothing but the rudimentary nature these lonely souls share fond memories as well as contemplation of their futures. Should they remain haunted by a life that was, or does another path call, joining countless others on the rickety cart to a life unknown? Feature debut, winning project of “This Is IT” in 2018, Stories from the Chestnut Woods premiered at the latest Toronto Film Festival. Best Film at the latest Tallinn Black Nights Film Festival.

“This story draws inspiration from the Valli del Natisone border region between Italy and present-day Slovenia. We’ve tried to transmit the spirit of this particular environment that for centuries was prone to political instabilities and constant migrations. We wanted to create a fable-like parable about life and death in forgotten, abandoned places, a film to feel like a soft and distant memory.” (G. Božič)

“...is a gentle film about fading of a collective imagination. Subversive naivety is what holds the narrative – a patchwork of anecdotes, memories, hallucinations and dreams – together... It was never simple to explain why we are making the film about death as it happened in a godforsaken place some fifty years ago, and today I think it was perhaps our intuitive attempt to resist the prevailing sense of the end.” (M. Gumzi)

Gregor Božič È nato nel 1984 a Nova Gorica, ora Slovenia. Ha studiato regia all’AGRFT a Lubiana, al Centro Sperimentale di Roma e alla DFFb di Berlino.

Gregor Božič was born in 1984 in Nova Gorica, now Slovenia. He studied film directing at Slovene national film school, Centro Sperimentale di Cinematografia in Rome, and at DFFB in Berlin.

filmografia scelta / selected filmography

2014 Šuolni iz Trsta (Shoes from Trieste) cm / sf

2019 Zgodbe iz kostanjevih gozdov (Stories from the Chestnut Woods); Premi / Awards: Tallinn Black Nights FF – Miglior film / Best Film

ANTEPRIMA ITALIANA / ITALIAN PREMIERE
Storie dai boschi di castagni / Stories from the Chestnut Woods
BORN IN TRIESTE

EVENTI SPECIALI SPECIAL EVENTS

film d’apertura / opening film

A HIDDEN LIFE Terrence Malick

film di chiusura / closing film

LA GOMERA

The Whistlers Corneliu Porumboiu

(NIE)ZNAJOMI

Perfect Strangers Tadeusz Śliwa

omaggio a / a tribute to Omero Antonutti (1935-2019)

LA NOTTE DI SAN LORENZO

The Night of the Shooting Stars Paolo Taviani, Vittorio Taviani

SPALOVAČ MRTVOL

The Cremator Juraj Herz

omaggio a / a tribute to Dušan Makavejev (1932-2019)

W.R. - MISTERIJE ORGANIZMA

W.R.: Mysteries of the Organism Dušan Makavejev

A HIDDEN LIFE

USA - Germania / USA - Germany 2019, HD, col. & b-n / b-w, 173’ v.o. inglese - tedesca / English - German o.v.

Sceneggiatura / Screenplay: Terrence Malick. Fotografia / Photography: Jörg Widmer. Montaggio / Editing: Rehman Nizar Ali, Joe Gleason, Sebastian Jones. Musica / Music: James Newton Howard. Suono / Sound: Brad Engleking. Scenografia / Art Director: Sebastian Krawinkel.

Costumi / Costume Designer: Lisy Christl.

Interpreti / Cast: August Diehl, Valerie Pachner, Maria Simon, Tobias Moretti, Bruno Ganz, Matthias Schoenaerts, Karin Neuhäuser, Ulrich Matthes, Michael Nyqvist.

Produzione / Produced by: Elizabeth Bay Productions in associazione con / in association with Aceway Productions, Studio Babelsberg. Con il sostegno di / Supported by: Medienboard

Berlin-Brandenburg, German Federal Film Board, Mitteldeutsche Medienförderung, Deutscher Filmförderfonds der BKM. Distribuzione per l’Italia / Distributed in Italy by: The Walt Disney Company Italia.

Film d’apertura / Opening Film

Il film è tratto dalla vera storia di Franz Jägerstätter, un contadino austriaco che rifiutò di giurare fedeltà a Hitler durante la Seconda guerra mondiale. Nato e cresciuto nel villaggio di Radegund, Franz coltiva la sua terra quando la guerra scoppia. È sposato a Fani: due sono molto innamorati e coinvolti nella vita della piccola comunità. Vivono una vita semplice nella fertile vallata fra le montagne dell’alta Austria, con lo scorrere del tempo segnato dalla nascita di tre figlie. Franz viene chiamato al servizio militare, obbligatorio per tutti gli austriaci, sta via per mesi, lontano dalla sua amata moglie e dalle figlie. Quando la Francia si arrende e sembra che la guerra stia per finire, finalmente ritorna a casa. Ma la guerra riprende con più intensità, così Franz e gli altri uomini del villaggio sono di nuovo richiamati alle armi. Il primo obbligo dei soldati è quello di giurare fedeltà a Hitler e al Terzo Reich. Nonostante le suppliche dei suoi compaesani, dei suoi commilitoni e dei suoi ufficiali, Franz rifiuta di giurare, protestando contro Hitler e il regime nazista. Viene condannato a morte nell’agosto del 1943. Girato interamente in Europa, fra Sud Tirolo, Sappada, Austria e Germania, il film è stato presentato in anteprima e in concorso al festival di Cannes 2019.

“È una straordinaria storia d’amore che analizza le reazioni e le motivazioni di un uomo e quanto è disposto a fare pur di mantenere fede alla propria coscienza e alle proprie convinzioni. Pone delle domande fondamentali come: è giusto ferire le persone che ami in nome di un bene superiore? In definitva è una storia senza tempo sull’amore, la devozione e il perdono.” (Grant Hill, produttore)

Based on the true story of Franz Jägerstätter, an Austrian peasant farmer who refused to take the oath of allegiance to Hitler during World War II. Born and raised in the village of St. Radegund, Jägerstätter is farming his land when war breaks out. Married to Fani, the couple are very much in love and involved with the tight-knit community. They live a simple life in the fertile valleys and mountains of upper Austria, with the passing years marked by the arrival of the couple’s three girls. When Franz is called up to basic training, a requirement for all Austrian men, he is away from his beloved wife and children for months. Eventually, when France surrenders and it seems the war might end soon, he is sent back home. Instead of retreating, the war escalates, and Franz and the other men in the village are called up to fight. The first requirement of a new soldier is to swear an oath of allegiance to Adolf Hitler and the Third Reich. Despite pleas from his neighbors, fellow soldiers and commanding officers, Franz refuses the oath—objecting to Hitler and the Nazi regime. Franz continues to stand up for his beliefs and is executed by the Third Reich in August 1943. Entirely filmed in Europe, between South Tyrol and Sappada in Italy, Austria and Germany, A Hidden Life premiered in competition at the latest Cannes Film Festival.

“It’s an extraordinary, enduring love story that investigates human reactions and motivations and just how far people will push for their beliefs and conscience. It asks hard questions—do you have the right to hurt people that you love in service of the greater good? Ultimately, it is a timeless story of devotion, love and forgiveness writ large.” (Grant Hill, producer)

Terrence Malick

Regista, sceneggiatore e produttore pluripremiato, è nato nel 1943 a Ottawa in Illinois. Ha lavorato come giornalista per le riviste «Newsweek», «Life» e «The New Yorker». Ha insegnato filosofia al MIT prima di frequentare l’American Film Institute. È considerato uno dei registi più autorevoli del cinema americano e internazionale.

Award-winning director, writer, and producer, Terrence Malick was born in 1943 in Ottawa, Illinois. He worked for “Newsweek”, “Life” and “The New Yorker”, and taught philosophy at MIT before attending the American Film Institute. He is considered one of the leading personalities in American and international cinema.

filmografia scelta / selected filmography

1973 Badlands (La rabbia giovane)

1978 Days of Heaven (I giorni del cielo); Premi / Awards: Cannes – Miglior regista / Best director; Oscar per la Miglior fotografia / Academy Award for Best Cinematography

1998 The Thin Red Line (La sottile linea rossa); Premi / Awards: Berlinale – Orso d’Oro / Golden Bear

2005 The New World (The New World - Il nuovo mondo)

2011 The Tree of Life Premi / Awards: Cannes – Palma d’oro / Golden Palm

2012 To the Wonder

2015 Knight of Cups

2017 Song to Song

2019 A Hidden Life (La vita nascosta - Hidden Life)

La vita nascosta - Hidden Life

LA GOMERA

Fischia! /The Whistlers

Romania - Francia - Germania / Romania - France - Germany 2019, HD, col., 98’ v.o. rumena - spagnola - inglese / Romanian - Spanish - English o.v.

Sceneggiatura / Screenplay: Corneliu Porumboiu.

Fotografia / Photography: Tudor Mircea.

Montaggio / Editing: Roxana Snel.

Suono / Sound: Christian Holm.

Scenografia / Art Director: Simona Paduretu.

Costumi / Costume Designer: Dana Paparuz.

Interpreti / Cast: Vlad Ivanov, Catrinel Marlon, Rodica Lazăr, Sabin Țambrea, Agusti Villaronga, Antonio Buil.

Produzione / Produced by: 42 Km Film, Les films du Worso, Komplizen Film.

Coproduzione / Co-produced by: ARTE France Cinéma, WDR, Film Vast, Filmgate Films, Studioul de Creatie Cinematografica.

Con il sostegno di / Supported by: Romanian National Film Center, Eurimages, Bord Cadre Films, Cinema City. Distribuzione internazionale / World Sales: MK2 Films.

Distribuzione per l’Italia / Distributed in Italy by: Valmyn.

Cristi è un ispettore della polizia di Bucarest che ama stare da entrambe le parti della legge. Un’irresistibile ‘femme fatale’, Gilda, lo coinvolge in un colpo multimilionario, ma presto i due si troveranno a dover risolvere un puzzle di imprevedibili inganni e tradimenti. L’unica speranza per portare a termine il colpo è andare sull’isola de La Gomera, dove dovranno imparare a comunicare con una lingua segreta basata sui fischi.

Presentato in concorso al festival di Cannes 2019.

“Dieci anni fa ho visto un servizio sulla lingua fischiata El Silbo, in uso sull’isola di La Gomera. All’epoca, avevo appena finito il mio film Poliţist, adjectiv sul linguaggio e sul modo in cui viene utilizzato per scopi politici. Il linguaggio fischiato mi è sembrato una possibilità di continuare a lavorare su questo tema in modo diverso ... Nel contesto di un’indagine di polizia molto ambigua, racconto la storia di un poliziotto disilluso, Cristi, che si presenta a La Gomera per incontrare una donna (una femme fatale) e imparare il linguaggio dei fischi

… El Silbo Gomero codifica la lingua parlata, in un modo simile a quello dei film che codificano la realtà. Così ho iniziato a giocare con codici di diversi generi cinematografici, dal film poliziesco o noir, al western o alla commedia. Volevo raccontare una storia con i personaggi che mentono, che fanno il doppio gioco … Ogni parte del film è connessa, i personaggi giocano a interpretare dei ruoli e io gioco con codici del linguaggio e del genere.” (C. Porumboiu)

Not everything is as it seems for Cristi, a police inspector in Bucharest who plays both sides of the law. Embarked by the beautiful Gilda on a highstakes heist, both will have to navigate the twists and turns of treachery and deception. A secret whistling language spoken on the Spanish island of La Gomera might just be what they need to pull it off.

La Gomera (The Whistlers) premiered in competition at the latest Cannes Film Festival.

“Ten years ago, I saw a report on the whistled language El Silbo, practised on the island of La Gomera. At the time, had just finished my film Police, Adjective on language and the way in which it is used for political ends. The whistled language struck me as a possibility for pursuing this theme differently ... Within the context of a very ambiguous police investigation, I tell the story of a disillusioned cop, Cristi, who shows up at La Gomera to meet a woman (a femme fatale) and learn a whistled language … The language El Silbo Gomero allows us to code spoken language, in a similar way to how film codes reality. So I started playing with the codes of very different genres – from the detective film or film noir, to the western or comedy. I wanted to tell a story with characters who lie, who play a double game … Everything is connected: the characters are playing roles and I’m playing with the codes of language and genre.” (C. Porumboiu)

Corneliu Porumboiu vedi pag. 137 / see page 137
© Vlad Cioplea
© Vlad Cioplea
© Tudor Mircea
Film di chiusura / Closing Film

(NIE)ZNAJOMI

Perfetti sconosciuti / Perfect Strangers

Polonia / Poland 2019, HD, col., 103’ v.o. polacca / Polish o.v.

ANTEPRIMA INTERNAZIONALE / INTERNATIONAL PREMIERE

Ispirato al fortunato film italiano Perfetti sconosciuti di Paolo Genovese, amato in tutto il mondo (anche in Polonia, dove il film è rimasto in sala per oltre due anni), (Nie)znajomi racconta la storia di un gruppo di amici che, durante una cena, decidono di fare un gioco insolito: tutti messaggi e le chiamate che arriveranno ai loro cellulari verranno condivise con gli altri. Si scopre così che ognuno di loro ha dei segreti che non dovrebbe far sapere gli altri, e così una serata apparentemente piacevole finisce per sconvolgere la loro vita. Gli sceneggiatori (lo stesso regista assieme a Kasia Sarnowska) hanno utilizzato il film italiano solo come punto di partenza, inserendo azione e dialoghi nella realtà polacca, rendendo così più credibili le conversazioni e i problemi dei protagonisti. Nelle questioni sollevate, spesso con un pizzico di comicità, riecheggiano problemi, i sogni, le ambizioni, le paure e le assurdità tipiche della vita di oggi in Polonia.

“Questo è un film di recitazione, in cui personaggi sono l’elemento chiave: persone in carne e ossa con le loro abitudini, loro modi di essere e di parlare. Abbiamo scelto gli attori protagonisti giocando sui contrasti: ognuno di loro porta la sua diversità nel film e tutti assieme creano un mosaico colorato e interessante, un ritratto caratteristico dei polacchi di oggi messo in scena da un cast perfetto. Il mio intento era quello di realizzare una sorta di ‘cinema di mezzo’, un cinema cioè che parli di questioni importanti ma in modo leggero, un cinema che racconti tutti quanti noi, sia le persone normali che quelle più particolari.” (T. Śliwa)

Sceneggiatura / Screenplay: Kasia Sarnowska, Tadeusz Śliwa. Fotografia / Photography: Michał Dąbal. Montaggio / Editing: Robert Gryka. Musica / Music: Marcin Masecki. Suono / Sound: Mateusz Adamczyk, Sebastian Witkowski, Jacek Szyba. Scenografia / Art Director: Jeremi Brodnicki. Costumi / Costume Designer: Maria Bulanda.

Interpreti / Cast: Kasia Smutniak, Maja Ostaszewska, Aleksandra Domańska, Łukasz Simlat, Tomasz Kot, Michał Żurawski, Wojciech Żołądkowicz. Produzione, Distribuzione internazionale/ Produced by, World Sales: Mimikra. Coproduzione / Co-produced by: WFS Walter Film Studio, Polsat, Cyfrowy Polsat, Polkomtel, Artpark, Pur Pur, Kasia Smutniak Coolkeyplay, B. Kisielewski.

The Polish production, inspired by Paolo Genovese’s Perfect strangers an Italian hit loved all over the world (also in Poland, where the film was screened for over two years), tells a story of a group of friends who during a intimate dinner decide to play an unusual game and read all text messages aloud and answer all phone calls on speakerphone. It soon turns out that everyone has secrets they would prefer not to reveal and a seemingly pleasant evening turns their worlds upside down. The screenwriters (the director Tadeusz Śliwa together with Kasia Sarnowska), have treated the Italian original only as a starting point, incorporating all the action and dialogue into Polish reality, thus making the protagonists’ conversations and dilemmas more credible. In the raised issues, often served with a hint of comedy, resound the problems, dreams, ambitions, fears and absurdities so typical of Polish everyday life.

“This is an acting film where the characters are the key element; people in flesh and blood with their habits, ways of being and talking. We put together the protagonists based on the contrast: each one brings their diversity into the film, together however they create a colorful and interesting mosaic, a peculiar portrait of today’s Poles represented by a perfect cast. I wanted to create a ‘middle cinema’ that talks about important topics in a light way; a cinema that depicts all of us, some more ordinary, others more distinctive.” (T. Śliwa)

Tadeusz Śliwa

Regista e sceneggiatore polacco, è nato nel 1981. Si

è diplomato in regia e produzione cinematografica all’Università della Slesia a Katowice. È noto in Polonia come regista di pubblicità e di video musicali. (Nie)znajomi

è il suo lungometraggio d’esordio.

Polish director and screenwriter Tadeusz Śliwa was born in 1981. He graduated in Directing and Film Production from the Faculty of Radio and Television at the University of Silesia in Katowice. Śliwa is an esteemed director of commercials and music video. (Nie)znajomi is his feature debut.

filmografia scelta / selected filmography

2005 Wszystko według planu cm / sf 2019 (Nie)znajomi

LA NOTTE DI SAN LORENZO

The Night of the Shooting Stars

Italia / Italy 1982, 35mm, col., 107’ v.o. italian / Italian o.v.

Sceneggiatura / Screenplay: Paolo Taviani, Vittorio Taviani, Tonino Guerra, Giuliani G. De Negri. Fotografia / Photography: Franco Di Giacomo. Montaggio / Editing: Roberto Perpignani. Musica / Music: Nicola Piovani.

Scenografia / Art Director: Gianni Sbarra.

Costumi / Costume Designer: Lina Nerli Taviani.

Interpreti / Cast:

Omero Antonutti, Margarita Lozano, Claudio Bigagli, Massimo Bonetti, Sabina Vannucchi, Samanta Boi, Dario Cantarelli, Paolo Hendel, Guido Marziali, David Riondino, Antonio Prester. Produzione / Produced by: Ager Cinematografica, RAI.

Restauro 2018 in collaborazione tra CSC-Cineteca Nazionale e Istituto Luce-Cinecittà. Tutte le lavorazioni sono state approvate dal regista Paolo Taviani; la supervisione del restauro è stata a cura del direttore della fotografia Giuseppe Lanci, la supervisione del restauro del suono è stata a cura di Federico Savina.

In collaborazione con Cineteca Nazionale –Centro Sperimentale di Cinematografia.

2018 Restoration made by CSC-Cineteca Nazionale in collaboration with Istituto Luce-Cinecittà. The restoration has been approved by the director Paolo Taviani and was supervised by the director of photography Giuseppe Lanci, while the sound restoration was supervised by Federico Savina.

In collaboration with Cineteca NazionaleCentro Sperimentale di Cinematografia.

PAOLO TAVIANI

VITTORIO TAVIANI

È la notte del 10 agosto. Nell’oscurità una donna guarda le stelle e ricorda un’altra notte di San Lorenzo, quella dell’agosto 1944, quando, durante gli ultimi giorni della Seconda guerra mondiale, tedeschi e fascisti si ritiravano sotto l’avanzata degli americani. Un gruppo di uomini, donne e bambini di San Miniato contravviene all’ordine dei tedeschi di radunarsi dentro la chiesa del paese. Guidato da Galvano, un contadino scaltro, il gruppo si mette in marcia tra le macerie della guerra per andare incontro agli americani. Premio speciale della giuria al festival di Cannes di quell’anno.

“Una cosa noi due amiamo in particolare in Antonutti: la sua camminata, anzi la sua figura intera. Nel suo presentarsi alla ‘camera’, Omero connota subito il personaggio con pochi tratti radicali. E con l’azzardo dell’estro, della fantasia. Soprattutto per questo. Forse, per questa sua capacità di raccontare attraverso la fisicità del corpo, noi abbiamo voluto, noi abbiamo potuto costruire con lui figure tanto diverse, come il patriarca selvaggio di Padre padrone o il toscanissimo aristocratico de La notte di San Lorenzo, o quel Pirandello che, al primo ciak dell’ultimo episodio di Kaos, ci venne incontro sulla pensilina della sperduta stazione siciliana. Accanto alla macchina da presa, lo guardavamo avvicinarsi con commozione e sgomento.” (Paolo e Vittorio Taviani in Omero Antonutti di Guido Botteri, ediz. Comunicarte, Trieste 2017, p. 45)

It is the night of August 10. In the darkness a woman is staring at the sky and remembering another night of shooting stars, that of August 1944 when, in the closing days of the Second World War, the Germans and the Fascists were retreating before the advance of the Americans. A group of men, women and children in San Miniato disobeys the order of the Germans to gather in the town’s church. Led by a shrewd peasant called Galvano, the group sets off amidst the rubble of war to look for the Americans.

Special Prize of the Jury at Cannes Film Festival in 1982.

“One thing we both especially love about Antonutti: his way of walking, or rather his whole figure. In the way he presents himself to the ‘camera’, Omero immediately connotes the character with a few broad traits. And with the haphazardness of inspiration, of fantasy. Especially for this reason. Perhaps, because of his ability to tell through the physicality of the body, we wanted and were able to create such different figures with him, like the savage patriarch in Padre padrone, or the Tuscan aristocrat in The Night of the Shooting Stars or that Pirandello that, from the first take in the last episode of Kaos, came towards us on the platform roof of the Sicilian station in the middle of nowhere. Next to the camera, we watched him approach with emotion and dismay.” (Paolo and Vittorio Taviani in Omero Antonutti by Guido Botteri, Comunicarte, Trieste 2017, p. 45)

Paolo Taviani (1931), Vittorio Taviani (1929-2018)

Nati entrambi a S. Miniato in Toscana, i fratelli Taviani sono registi e sceneggiatori italiani fra più importanti e apprezzati nel cinema europeo e contemporaneo. Vittorio Taviani ci ha lasciato nell’aprile del 2018.

Paolo Taviani and his brother Vittorio were born in Tuscany. Italian film directors and screenwriters are among the most important and popular in European and contemporary cinema. Vittorio Taviani died on April 2018.

Omero Antonutti (1935-2019)

Nacque a Basiliano (Udine) nel 1935. Attore di cinema, teatro e televisione, è stato anche un apprezzato doppiatore. Attivo non solo in Italia, ha lavorato fra gli altri con Theo Angelopoulos, Victor Erice, Carlos Saura, Spike Lee. Ci ha lasciato il 5 novembre scorso. Omero Antonutti was an Italian actor and dubber, appearing regularly in films, tv and theatre performance. Born in Basiliano (Udine) in 1935, he has worked also for Theo Angelopoulos, Victor Erice, Carlos Saura, Spike Lee, among the others. Antonutti passed away in November 2019.

filmografia scelta / selected filmography 1967 I sovversivi 1969 Sotto il segno dello scorpione 1972 San Michele aveva un gallo 1973 Allonsanfan 1977 Padre padrone Premi / Awards: Cannes – Palma d’oro / Golden Palm 1979 Il prato 1982 La notte di San Lorenzo (The Night of the Shooting Stars); Premi / Awards: CannesPremio speciale della giuria / Jury Special Prize 1984 Kaos 1987 Good Morning Babilonia 1993 Fiorile 1998 Tu ridi 2007 La masseria delle allodole 2012 Cesare deve morire (Caesar Must Die); Premi/ Awards: Berlinale - Orso d’Oro / Golden Bear 2015 Meraviglioso Boccaccio 2017 Una questione privata

filmografia scelta / selected filmography 1975 La donna della domenica di / by Luigi Comencini 1977 Padre padrone di / by Paolo e / and Vittorio Taviani 1980 O Megaléxandros (Alessandro il grande) di / by Theo Angelopoulos 1982 La notte di San Lorenzo (The Night of the Shooting Stars) di / by Paolo e / and Vittorio Taviani 1983 El Sur di / by Victor Erice 1984 Kaos di / by Paolo e / and Vittorio Taviani 1987 Good Morning Babilonia di / by Paolo e / and Vittorio Taviani 1988 El Dorado di / by Carlos Saura 1991 Una storia semplice di / by Emidio Greco 1995 Un eroe borghese di / by Michele Placido 1996 La frontiera di / by Franco Giraldi 1998 Tu ridi di / by Paolo e / and Vittorio Taviani 2006 N (Io e Napoleone) di / by Paolo Virzì 2008 Miracle at St. Anna (Miracolo a Sant’Anna) di / by Spike

SPALOVAČ MRTVOL

L’uomo che bruciava i cadaveri / The Cremator

Cecoslovacchia / Czechoslovakia 1969, 35mm, b-n / b-w, 100’ v.o. ceca / Czech o.v.

Girato in bianco e nero e ambientato nella Praga degli anni Trenta, quando la Cecoslovacchia è sempre più sotto l’influenza tedesca, il film racconta la storia di Karel Kopfrkingl (interpretato magnificamente da Rudolf Hrušínský), uomo d’affari di successo e orgoglioso padre di famiglia. L’uomo dirige un crematorio che gli piace nobilitare con l’epiteto di “tempio della morte”. Ossessionato dai suoi doveri, crede che la sua missione non sia solo quella di cremare i morti, ma anche di liberare le anime dei defunti. Con nazisti ormai all’entrata del paese, l’uomo precipita sempre più in un vortice di follia finendo per mettere in pratica le sue inquietanti idee. Per l’adattamento cinematografico del suo omonimo romanzo macabro, lo scrittore Ladislav Fuks non avrebbe potuto trovare un regista più inventivo di Juraj Herz. Per creare il vivido ritratto di un individuo così pericoloso, Herz mescola horror, thriller, studio psicologico, dramma e dark comedy con lo stesso grado di raffinatezza di Fuks. Grazie al talento del direttore della fotografia Stanislav Milota, Herz riesce a fondere lo stile della “nouvelle vague” cecoslovacca con elementi dell’espressionismo tedesco. In un cameo, compare anche il regista ceco Jiří Menzel. Il film, dopo la sua uscita nel 1969, venne messo al bando dalle autorità filosovietiche fino al 1989.

Sceneggiatura / Screenplay: Ladislav Fuks, Juraj Herz, tratta dal romanzo omonimo di / based on novel of the same title by Ladislav Fuks.

Fotografia / Photography: Stanislav Milota.

Montaggio / Editing: Jaromír Janáček.

Musica / Music: Zdeněk Liška.

Suono / Sound: František Černý.

Scenografia / Art Director: Zbyněk Hloch.

Costumi / Costume Designer: Olga Dimitrovová.

Interpreti / Cast: Rudolf Hrušínský, Vlasta Chramostová, Jana Stehnová, Miloš Vognič, Ilja Prachař, Zora Božinová, Eduard Kohout, Míla Myslíková, Vladimír Menšík, Jiří Menzel. Produzione / Produced by: Filmové studio Barrandov. Distribuzione internazionale / World Sales: Národní filmový archiv (Prague).

Shot in black-and-white and set in Prague in the 1930s, when Czechoslovakia is increasingly coming under German influence, the film tells the story of Karel Kopfrkingl (played by eminent Czech actor Rudolf Hrušínský), successful businessman and proud paterfamilia, which presides over a crematorium that he likes to dignify with the epithet “temple of death”. Obsessed with his duties, he believes he is not just cremating the dead, but liberating the souls of the departed. With Nazi forces gathering at the Czech border, he descends into a madness that allows him to enact his disturbing beliefs.

For the screen adaptation of his macabre tale of the same name, novelist Ladislav Fuks could hardly have found a more inventive director than Juraj Herz. To create a vivid portrait of an extremely dangerous individual, Herz blended elements of horror, thriller, psychological study, drama, and dark comedy with the same degree of sophistication as did the author himself. Utilizing the estimable talent of cinematographer Stanislav Milota, Herz connects the Czechoslovak New Wave groundswell to the legacy of German Expressionism. The Czech director Jiří Menzel appears in a cameo. After its release in 1969, the film was banned by the pro-Soviet authorities until 1989.

Juraj Herz (1934-2018)

Regista, attore e scenografo, nacque a Kežmarok, ora Slovacchia. Esponente della ‘nová vlna’ cecoslovacca degli anni ‘60, è noto soprattutto per Spalovač mrtvol (L’uomo che bruciava i cadaveri) ritenuto uno dei migliori film cecoslovacchi di tutti i tempi. È morto a Praga nell’aprile 2018.

Director, actor and set designer, Juraj Herz was born in Kežmarok, now Slovakia. Associated with the Czechoslovak New Wave movement of the 1960s, he is best known for The Cremator, often cited as one of the best Czechoslovak films of all time. He passed away in Prague, on April 2018.

filmografia scelta / selected filmography

1965 Sběrné surovosti cm / sf

1966 Znamení Raka (Protest!)

1969 Spalovač mrtvol (L’uomo che bruciava i cadaveri /The Cremator)

1971 Petrolejové lampy

1972 Morgiana

1974 Holky z porcelánu

1978 Deváté srdce (Nono cuore / The Ninth Heart)

1981 Upír z Feratu (Ferat Vampire)

1988 Straka v hrsti

1996 Passage

2009 T.M.A.

2010 Habermannův mlýn (Habermann)

W.R. - MISTERIJE ORGANIZMA

DUŠAN MAKAVEJEV

W.R. - i misteri dell’organismo / W.R.: Mysteries of the Organism

Jugoslavia - Rep. Federale Tedesca / Yugoslavia - West Germany 1971, 35mm, col. & b-n / b-w, 84’ v.o. serbo-croata - inglese - russa - tedesca / Serbo-Croatian - English - Russian - German o.v.

Sceneggiatura / Screenplay: Dušan Makavejev. Fotografia / Photography: Predrag Popović, Aleksandar Petković. Montaggio / Editing: Ivanka Vukasović.

Musica / Music: Bojana Marijan.

Suono / Sound: Dušan Aleksić, Ludwig Probst. Scenografia / Art Director: Dragoljub Ivkov.

Costumi / Costume Designer: Mirjana Ostojić.

Interpreti / Cast: Milena Dravić, Jagoda Kaloper, Ivica Vidović, Zoran Radmilović, Miodrag Andrić, Tuli Kupferberg, Jackie Curtis, Živka Matić, Nikola Milić, Dragoljub Ivkov, Milan Jelić.

Produzione / Produced by: Neoplanta Film (Novi Sad). Coproduzione / Co-produced by: Telepool (Munich).

Il film venne presentato alla “Quinzaine des Réalisateurs” del festival di Cannes nel 1971. Dopo le prime proiezioni, il film venne proibito in Jugoslavia per i successivi 16 anni, fino alla fine del regime socialista.

“Commedia nera o fantascienza grottesca o documentario o pop-quiz o saggio filosofico o circo politico o collezione privata di Makavejev di traumi sessuali e politici. Una bella estetista s’innamora del campione mondiale di pattinaggio artistico su ghiaccio e in quest’amore, sia in senso figurato che in senso letterale, perde la testa … Film ‘sperimentale’ come lo erano gli esperimenti orgonici di Reich, mentre il film successivo trova una nuova classicità. In ogni momento WR procede per domande e provocazioni. A esempio montando sull’immagine di Stalin la musica di Lili Marleen, che appartiene alla storia delle censure jugoslave … ma Makavejev, in epoca non sospetta di mode trash, costruisce anche un set del film attorno al manifesto di The Mating Urge. Milena Dravić commediante malgrado tutto, Jagoda Kaloper ebbra di fantasmi liberatori, Ivica Vidović ultimo jugoslavo, Josif Stalin e Wilhelm Reich come il nuovo doppio di fratelli nemici, sono i protagonisti di questa commedia dell’organismo (spesso ricordato come orgasmo).”

(Sergio M. Grmek Germani, dal catalogo della IX edizione di Alpe Adria Cinema – Trieste Film Festival, Trieste 1998, p. 302, 307)

The film was presented at Cannes “Director’s Fortnight” in 1971. After initial screenings, the film was banned in Yugoslavia for the next 16 years, until the end of the Socialist regime.

“A black comedy, or grotesque science-fiction, or documentary, or pop-quiz, or philosophical essay, or political circus, or Makavejev’s personal collection of sexual and political traumas. A comely beautician falls in love with the world champion ice dancer and loses her head, both figuratively and literally … It is an ‘experimental’ film, like Reich’s orgone experiments, while the subsequent film found a fresh classical idiom. WR is always asking questions and being provocative, for example by setting the music of Lili Marlen over the picture of Stalin. The song is a part of the history of Yugoslavian censorship ... At a time when trash fashions were not yet around, Makavejev built an entire set around the poster of The Mating Urge. Milena Dravić, comedienne in spite of everything, Jagoda Kaloper, Ivica Vidović last yugoslav, Josif Stalin and Wilhelm Reich, a new pairing as the best of enemies, are the leading players in this comedy of the organism (often remembered as orgasm).”

(Sergio M. Grmek Germani, excerpt from the catalogue of 9th edition of Alpe Adria Cinema – Trieste Film Festival, Trieste 1998, p. 304, 307)

Dušan Makavejev (1932-2019)

Regista, sceneggiatore, nacque nel 1932 a Belgrado. Negli anni ‘60 suoi film, irriverenti dal punto di vista stilistico e politico, ebbero un ruolo fondamentale nel movimento jugoslavo dell’Onda nera. Nel 1971 il suo film W.R. Misterje organizma fu vietato in Jugoslavia per suoi contenuti sessuali e politici. Nel 1974 fu costretto a uscire dal paese e a lavorare in Europa e Nord America. Sweet Movie fu il primo film che il regista realizzò interamente fuori dalla Jugoslavia. I suoi film successivi furono realizzati in Svezia, Australia, Londra e Berlino. Il lungo esilio terminò poi negli anni ‘90. Makavejev è stato uno dei protagonisti dell’omaggio dedicato dal Trieste FF nel 1998 all’Onda nera jugoslava. È morto a Belgrado il 25 gennaio 2019. Film director and screenwriter, Dušan Makavejev was born in 1932 in Belgrade. In the ‘60s his films, stylistically and politically irriverent, played a key role in the Yugoslav “Black Wawe”. In 1971 his movie W.R. Misterje organizma was banned in Yugoslavia due to its sexual and political content. In 1974 Makavejev was forced to live and work abroad in Europe and North America. Sweet Movie was the first feature that the director produced entirely outside Yugoslavia. His next films were produced in Sweden, Austalia, London and Berlin. Makavejev’s long exile from his homeland ended in the ‘90s. Makavejev was one of the protagonists of the homage dedicated by the Trieste FF in 1998 to the Yugoslav “Black Wave”. Makavejev passed away on January 25, 2019.

filmografia scelta / selected filmography

1953 Jatagan maja cm / sf

1955 Pečat cm / sf

1961 Osmeh 61 cm / sf

1962 Parada cm / sf

1965 Čovek nije tica

1967 Ljuvavni slučaiili tragedija službenice

1968 Nevinost bez zaštite

1971 W.R. - Misterije organizma (W.R.: Mysteries of the Organism)

1974 Sweet Movie (Sweet Movie - Dolce film)

1981 Montenegro (Montenegro tango)

1985 The Coca-Cola Kid (Coca Cola Kid)

1988 Manifesto

1993 Gorila se kupa u podne (Gorilla Baths at Noon)

1994 A Hole in the Soul

FELLINI EASTWEST

1920-2020 Cent’anni dalla nascita di Federico Fellini

1920-2020 One Hundred Years from Federico Fellini’s Birth

FELLINI IN RUSSIA

E LA NAVE VA (1983)

And the Ship Sails On Federico Fellini

INTERVIEW S MAESTROM

FEDERICOM FELLINIM (1989)

Interview with Maestro Federico Fellini

Matej Mináč

FANTASTIC MR FELLINI

– Intervista con Wes Anderson (2020)

Fantastic Mr Fellini

- An Interview with Wes Anderson

Francesco Zippel

Per cominciare, non sono un esperto di Fellini, perciò tutte le idee ed impressioni qui espresse sono puramente soggettive. Esistevano persone, come Viktor Demin, il primo specialista russo di Fellini, che avrebbero potuto dirvi molto di più sulla percezione russa di Fellini, ma è scomparso. Io conservo tuttavia delle impressioni molto forti di quando incontrai Fellini quando venne a Mosca, e di quando vidi per la prima volta suoi film. Quando ero studente presso la nostra principale scuola di cinema, il VGIK, ora noto come Istituto Gerasimov di Cinematografia (1956-1961), Fellini ci veniva presentato come qualcuno che si era distanziato dal neorealismo tradendolo per certi versi, come un regista che aveva ceduto, secondo il nostro professore, alla “pressione dell’ideologia cattolica”. Per loro, Fellini inizia a tentennare già ne Il bidone (1955). Ne I vitelloni (1953), mantiene alcuni dei suoi legami con il neorealismo, ma invece di ritrarre la classe operaia, si mette a ritrarre la borghesia e i fannulloni.

La strada (1954) venne inizialmente mostrato solo a un gruppo ristretto di registi alla Casa del Cinema, una sorta di club esclusivo per membri dell’associazione dei cineasti, e tutti, inclusi i rappresentanti della vecchia scuola, come Sergej Gerasimov, si innamorarono subito di Fellini – specialmente la generazione più giovane, inclusi Marlen Chuciev e il regista georgiano Tengiz Abuladze. All’improvviso, videro che la verosimiglianza e la metafisica si potevano combinare e che si poteva accedere alla metafisica ritraendo i fatti in maniera realistica, senza scenografie holliwoodiane o scene mistiche in stile scandinavo. Il primo film a essere ufficialmente acquistato in Unione Sovietica fu Le notti di Cabiria (1957). Fu proiettato per la prima volta alla Festa Mondiale della Gioventù e degli Studenti nel 1957 riscuotendo subito enorme successo, dando luogo a una specie di culto per Fellini e per la Masina tra gli “spettatori progressisti.”

*

Il testo di Naum Kleiman (insigne storico del cinema e direttore della Cineteca di Mosca dal 1992 al 2014) è contenuto nel volume A Companion to Federico Fellini a cura di Frank Burke, Marguerite Waller, Marita Gubareva (John Wiley & Sons, pagine 445-450), di prossima pubblicazione. Il testo originale Fellini in Russia di Kleiman è stato tradotto dal russo in inglese da Marita Gubareva. Per volontà dell’editore ci è stato possibile pubblicare solo la traduzione italiana. Traduzione dall’inglese di Andrea Zhok.

The text Fellini in Russia by Naum Kleiman (eminent cinema historian and director of Moscow’s State Central Film Museum from 1992 to 2014) is included in the forthcoming volume A Companion to Federico Fellini edited by Frank Burke, Marguerite Waller and Marita Gubareva (John Wiley & Sons, pages 445-450), where it appears in an English translation (from Russian) by Marita Gubareva. Due to publishing restrictions, we are unable to include the English translation.

A causa del suo successo, anche La strada alla fine fu acquistato e distribuito in tutte le sale, con il titolo Oni brodili po dorogam (Vagavano per le strade 1967), in una versione terribilmente censurata. Tutta la componente metafisica fu tagliata e la trama drasticamente semplificata: la storia di un cattivo che si pente. Nel 1963, quando lavoravo per l’Archivio Cinematografico di Stato Russo (Gosfilmofond), un collega mi disse che 8½ (1963) sarebbe stato proiettato nella Sala Bianca della Casa dei Cineasti per il comitato di selezione del Festival del Cinema di Mosca. Lo dissi al mio amico Viktor Demin. Entrambi trovammo una scusa per saltare il lavoro e andammo a vedere il film, cercando di non farci notare seduti in ultima fila. Vedemmo il film in originale, con i sottotitoli in inglese, e naturalmente ne rimanemmo incantati. Fu una rivelazione. Ma finita la proiezione, il zelante critico che presiedeva il comitato, Rostislav Jurenev, si alzò e disse: “È un film orribile, non mostra nient’altro che i dubbi di un certo rappresentante dell’intellighenzia. Farò tutto il possibile per impedire che venga al festival”. Credo che ci provò davvero, ma fortunatamente invano, forse grazie al regista Pavel Čuchraj, capo della giuria, che adorò il film di Fellini da subito. Fu certamente grazie a Čuchraj che il film vinse il primo premio, poiché c’era considerevole pressione per far vincere il tipico dramma industriale sovietico Znakomtes’, Baluev! (Incontrate Baluev! 1963). Questo film, che nessuno oggi ricorda, finì poi anche col vincere qualche premio, forse come “miglior film su un certo Baluev!”. Čuchraj aveva combattuto in prima linea durante la guerra e non aveva paura di nessuno. Un’altra persona che ebbe un ruolo chiave in questa battaglia fu il giornalista e influente membro del PCI, Antonello Trombadori, che venne a Mosca in quel periodo proprio per difendere Fellini e il suo film. Andava ogni giorno al dipartimento ideologico del Comitato Centrale del Partito, minacciando di interrompere tutti rapporti tra il partito comunista russo e quello italiano se il premio non fosse stato assegnato a 8½ Come so tutto questo? Ogni sera Trombadori andava a trovare la vedova di Ėjzenštejn, Pera Ataševa, per dirle tutto e sfogarsi. Le aveva portato una splendida edizione in due volumi dei quadri di Leonardo, dedicandola a “Ėjzenštejn, il Leonardo russo.” E io all’epoca facevo parte di un gruppo di giovani critici che la aiutavano a preparare testi inediti di Ėjzenštejn per l’edizione in sei volumi delle sue opere. Anche noi andavamo a casa sua ogni sera dopo il lavoro, ed era così che apprendevamo quello che succedeva dietro le quinte del festival e perfino all’interno del dipartimento culturale del Comitato Centrale. La battaglia per Fellini andò avanti per un’intera settimana, benché il pubblico avesse immediatamente accolto 8½ con una standing ovation.

Alla proiezione di 8½ doveva seguire una conferenza stampa, e poiché si trattava chiaramente del miglior film al festival, tutti volevano parteciparvi. Fellini ci doveva andare con Marlen Chuciev, il cui film, originariamente intitolato Zastava Il’iča (Fortezza Il’ič 1962) era ancora bloccato (fu proiettato dopo molte modifiche nel 1965 con il titolo Mne dvadcat’ let - Ho vent’anni).

Qualcuno probabilmente riferì questo a Fellini, infatti egli prese immediatamente Chuciev sotto le sue ali – gli mostrava supporto portandolo con sè dovunque andasse. La cosa era molto buffa, perché Fellini, un uomo alto, era accompagnato costantemente dalla minuta Giulietta Masina da un lato, e dal basso ed esile Chuciev, dall’altro. Quando Fellini lo invitò alla conferenza stampa, Chuciev disse a Viktor Demin che avrebbe cercato di portare anche lui. Viktor, a sua volta, lo disse a me. Chiedemmo a una giovane donna di tenere d’occhio libri che vendevamo nella hall dell’albergo (per essere vicini al festival, avevamo convinto il nostro capo all’archivio cinematografico di stato che dovevamo vendere le nostre pubblicazioni all’Hotel Moskva, dove alloggiavano tutti gli ospiti), e andammo alla conferenza stampa. Per eludere le guardie, facemmo un “trenino”. Fellini mise il suo braccio intorno alla spalla di Marlen Chuciev, Marlen teneva per mano Viktor Demin, e Viktor diede la mano a me trascinandomi dietro. In questa sorta di trenino clownesco, arrivammo alla sala gremita di persone. La conferenza era presieduta da Vasilij Zacharčenko, direttore della rivista popolare «Scienza e Vita», che continuava a fare domande del tipo “Di che cosa tratta il film? Qual è il suo messaggio?” mentre tutti i giornalisti smaniavano di fare le loro domande. A un certo punto, si rivolse alla Masina e le chiese: “Signora Masini” (pronunciò il nome proprio così), “come preferisce Fellini, come regista o come marito?”. La povera Giulietta guardò lui, poi Fellini, e alla fine disse: “Come regista”. Fellini sembrava voler sprofondare sotto il tavolo. Naturalmente, tutti risero, e in un certo senso questa domanda imbarazzante ruppe il ghiaccio.

Un’altra persona che si poteva vedere spesso accanto a Fellini durante quel soggiorno era Sergej Gerasimov, l’eminenza grigia del nostro cinema e, come ho già menzionato, un grande ammiratore di Fellini. Un giorno invitò Fellini a provare suoi ravioli di carne (peľmeni), una specialità russa per cui era famoso. Dopo averli gustati, Fellini avrebbe detto a Gerasimov: “Mio caro, non so che tipo di film lei faccia, ma i suoi ravioli sono eccezionali”. Non so quanto ci sia di vero in questo aneddoto. Le parole potrebbero essere state attribuite a Fellini più tardi, fatto sta che alla gente piaceva ripeterlo. In ogni caso, Fellini rimase sempre tra i registi più amati da Gerasimov, che mostrava i film di Fellini ai suoi studenti al VGIK, interpretando il suo lavoro da un punto di vista psicologico, come un neorealismo che andava “nel profondo.” Una volta mi disse, durante un’intervista sul giovane Ėjzenštejn, che amava l’immagine eccentrica creata da Giulietta Masina ne La strada, perché per lui “lo psicologismo non escludeva il clownismo”.

Andrebbe aggiunto che Fellini aveva una strana reputazione nell’Unione Sovietica all’epoca. Quando La dolce vita (1960) fu proiettato a Cannes, alcuni dei nostri critici scrissero che Fellini aveva tradito se stesso. Nonostante la rappresentazione critica della società borghese, il film mostrava che aveva perso ogni interesse per la “gente comune”, con l’eccezione forse della

8½ Fellini, Manifesto polacco / Polish Poster Designer: Leszek Wisniewski

ragazza che sorride alla fine del film. Pertanto, il film non fu acquistato, anche se l’archivio cinematografico di stato in qualche modo riuscì ad ottenere una copia pirata, forse tramite la pratica non del tutto ufficiale del cosiddetto “scambio indiretto di film” con nostri alleati dell’Europa dell’Est. Se uno di loro, mettiamo, la Polonia, acquistava il film, lo potevano prestare ai nostri cineasti, e così si poteva farne una copia pirata. Ad ogni modo, certo è che il film fu proiettato in molte dacie di funzionari del partito. Perciò, paradossalmente, Fellini veniva criticato nell’Unione Sovietica per aver tradito i principi del neorealismo, mentre lo stile di vita descritto nei film di Fellini degli anni ‘60 piaceva all’elite del partito, affascinata da quel “bel declino della borghesia occidentale”, di cui, sotto sotto, avrebbero voluto far parte. E se da un lato molti “comuni mortali” ricercatori dell’archivio cinematografico di stato non ebbero mai l’opportunità di vedere questo film “indesiderato”, dall’altro, il direttore dell’archivio aveva la famosa immagine di Anita Ekberg nella fontana di Trevi appesa nel suo studio. Buffo e assurdo, vero?

Alla fine, 8½ vinse il primo premio, ma, contravvenendo alle regole del festival, non fu acquistato. Fu proiettato sporadicamente, senza mai essere distribuito. Né lo furono Giulietta degli spiriti (1965), Roma (1972), e molti altri film. Il miglior film ad essere distribuito, dopo la versione drasticamente censurata de La strada fu Amarcord (1973). Anche a questo diedero qualche tagliatina, come appresi, per puro caso. Se non mi sbaglio, nel 1978, ci fu una mostra dei disegni di Ėjzenštejn a Pesaro, e fu dato a me il compito di portare gli originali, in veste di loro responsabile all’archivio Ėjzenštejn. Fui ricevuto da un italiano che parlava bene il russo. La prima cosa che mi disse fu “Come avete potuto! Come avete osato! Tutti i giornali ne parlano! Protesteremo contro la censura sovietica!”. Ci misi un po’ a capire che si riferiva ad Amarcord e al fatto che era stato tagliato per gli schermi sovietici. “Come osate toccare Fellini!” - l’uomo continuò lo sproloquio finché non raggiungemmo la macchina. Avevo visto Amarcord alla Casa dei Cineasti e sapevo che era stato distribuito, ma non che fosse stato censurato. In realtà, tagli non erano così drastici per gli standard sovietici, solo un paio di inquadrature. Nel complesso, fu un enorme passo avanti che uno dei film di Fellini fosse finalmente acquistato per il pubblico. Credo che il film di Abuladze Natvris Khe (L’albero dei desideri 1977), con tutta la sua mitologia, le sue eccentricità, e riferimenti autobiografici, ne fu in qualche modo influenzato. Non sono sicuro a proposito di Zerkalo (Lo specchio 1975) di Andrej Tarkovskij. Questo regista complesso era per molti versi più vicino ad Antonioni. Ma posso dire che la forte tendenza del nostro cinema verso l’autobiografia, verso storie oggettive arricchite da esperienze soggettive, verso la Storia vista attraverso un prisma personale, verso un misto di tragedia ed eccentricità – tutto ciò ha dei debiti con Fellini. Chiunque avesse visto il suoi film si era reso conto che il cinema non poteva ridursi alla pura verosimiglianza, e che ci

poteva essere una linea eccentrica all’interno della tragedia. So che la sua autorevolezza era sentita particolarmente nel cinema georgiano. E, naturalmente, fu un’importante fonte di ispirazione per Kira Muratova (1934-2018), una regista sovietica e ucraina idiosincratica con la passione per l’assurdo e una propensione per il grottesco. Nikita Michalkov imitò lo stile di Fellini solo in Oci ciornie (1987).

Un ruolo attivo nella diffusione popolare di Amarcord fu giocato dal cosiddetto Ufficio Propaganda Cinematografica - parte del Sindacato dei Cineasti - che era responsabile dell’educazione cinematografica del popolo. Istituirono cineclub in tutto il paese invitando professori universitari a presentare vecchi film, come film dell’epoca del cinema muto, e film più recenti che avevano ricevuto una distribuzione limitata. È attraverso questo sistema che Amarcord fu fatto vedere in tutte le università dell’URSS.

A Novosibirsk, per esempio, mostrarono La strada, Le notti di Cabiria Intervista (1987), E la nave va (1983), e in seguito 8½, quando fu acquistato finalmente dopo la perestrojka. Molti film, inclusi La città delle donne (1980), Roma e Il Casanova di Federico Fellini (1976) non furono mai distribuiti durante l’epoca sovietica, e noi li vedemmo solo durante proiezioni speciali alla Casa dei Cineasti, quando arrivavano copie per la loro eventuale acquisizione, o ad eventi speciali organizzati dalle ambasciate.

E il grande pubblico non poté vedere nemmeno i suoi primi film, come Lo sceicco bianco (1952) o Il bidone Solo i moscoviti erano più fortunati, avendo una sala di proiezione, “L’Illusione”, che apparteneva all’archivio cinematografico di stato. Quindi Amarcord rimase il film di Fellini più conosciuto, e Fellini finì pertanto per simboleggiare un cinema confessionale, visto che i suoi altri film, più satirici, erano sconosciuti al pubblico. Lo stesso avvenne con Ingmar Bergman: cineasti potevano vedere i suoi film a proiezioni speciali, ma solo due di essi, Il posto delle fragole (1957) e Sinfonia d’autunno (1978), furono distribuiti, così che per il pubblico Fellini e Bergman divennero grandi miti. Era tipico della ricezione sovietica che la figura mitologica spesso prevalesse sulla realtà.

Uno dei momenti clou della ricezione di Fellini in Russia fu, naturalmente, il Gran Premio assegnato a Intervista al 15° Festival internazionale del Cinema di Mosca nel 1987. Il festival coincise con gli anni turbolenti e politicizzati degli esordi della perestrojka, e ricordo dibattiti dei vecchi “felliniani” con giovani fautori di un cinema più radicale, che pensavano che Fellini non fosse “abbastanza critico” o fosse “troppo egocentrico”, mentre ovviamente vecchi “felliniani” rimasero molto soddisfatti che avesse vinto il premio principale.

In ogni caso, Fellini poté avere una sorta di rivalsa nei confronti dei giovani con una retrospettiva, qualche tempo dopo il premio per Intervista. Ricordo che il cinema era così pieno che permisero agli studenti di sedersi sui gradini, andando contro ogni regola.

Grazie alla retrospettiva, Intervista fu finalmente riunito a La dolce

vita che i nostri spettatori videro praticamente per la prima volta in modo legale, e con 8½ e questo contesto aiutò Fellini ad essere pienamente compreso ed apprezzato.

Durante l’epoca sovietica, non solo era limitato l’accesso a certi film e registi, ma anche alla letteratura specializzata sul cinema italiano. Ho qui con me una copia de Il nuovo cinema italiano di Giuseppe Ferrara, pubblicato in Unione Sovietica nel 1959. Ha ancora il timbro “per le biblioteche di ricerca”, il che significa che non era in vendita, ma distribuito attraverso reti speciali. Riuscii a procurarmelo solo anni dopo, quando un mio conoscente mi diede una delle due copie in suo possesso.

A cominciare dagli anni ‘60, insieme ai critici ossequiosi al regime, capeggiati da Jurenev, comparvero sulla scena i cosiddetti “nuovi critici,” come Viktor Demin, Tatjana Bačelis, Vera Šitova, e Inna Solov’eva, che ammiravano Fellini. Tatiana Bačelis e Viktor Demin iniziarono a scrivere dei libri su Fellini, e il secondo divenne addirittura “consulente scientifico” per l’editore Iskusstvo (“Arte”) in modo da pubblicare un libro su Fellini (contenente testi e interviste del regista stesso, insieme ad articoli di famosi critici stranieri) nel 1968. Fu il primo volume sovietico a mostrare Fellini sotto una luce positiva.

Un altro dettaglio colorito della ricezione di Fellini in Russia è che, a un certo punto, si formarono due fazioni all’archivio cinematografico di stato: “moralisti” e gli “armonisti”. Il primo, costituito dagli amanti di Fellini, fu soprannominato dei “moralisti” dai loro rivali, che pensavano Fellini facesse troppa morale nei suoi film. Il secondo gruppo invece sosteneva i rappresentanti dell’“arte pura” come Antonioni, determinati a rivelare l’“armonia”, da qui il nome. Io cercai di riconciliare le due fazioni mettendo in evidenza che geni “camminavano sempre in coppia” - Leonardo e Michelangelo, Tolstoj e Dostoevskij, Fellini e Antonioni - fui immediatamente etichettato come “conformista”, perdendo la stima di entrambi i fronti.

Quanto alla mia personale percezione di Fellini, posso dire questo. Qualche volta mi chiedono come coniugo il mio amore per Ėjzenštejn con quello per Fellini. Prima di tutto, esiste un elemento che tutti gli artisti hanno in comune, ovvero il fatto che cercano tutti di comprendere il mondo. Eppure, si possono trovare paralleli più specifici tra questi due artisti, nonostante le ovvie differenze di stile. Quando vidi 8½ per la prima volta, mi venne in mente che già nel 1930 Ėjzenštejn, per la sua sceneggiatura del film ispirato al romanzo Una tragedia americana di Theodore Dreiser, aveva provato a rappresentare il monologo interiore di un personaggio e comunicare il flusso dell’immaginazione e del pensiero. Sebbene Ėjzenštejn sia sempre considerato come un regista epico piuttosto che psicologico, era interessato a visualizzare il mondo interiore e il flusso di coscienza, seguendo la logica di questi piuttosto che la narrazione esterna – proprio come Fellini, il quale, in 8½ infranse vecchi schemi narrativi per seguire i suoi “fantasmi”. Si possono facilmente confrontare il

loro amore per il circo, le svolte sorprendenti nella costruzione drammaturgica, le loro immagini di una femminilità volitiva –erotica e burlesca al tempo stesso. È possibile che Fellini abbia visto i film di Ėjzenštejn, ma formalmente ha preso molto meno in prestito da lui che, per dire, un Antonioni, che dimostra la stessa purezza di linea grafica. Non so cosa pensasse Fellini di Ėjzenštejn, ma in realtà non importa. Come disse brillantemente Viktor Šklovskij, “Ėjzenštejn si è sciolto nel cinema come zucchero nel te”. È possibile che l’influenza non derivi direttamente dalla fonte, ma dal flusso che ha avuto origine da essa. È interessante vedere quanto simile sia Rossellini a Ėjzenštejn per certi versi, a Fellini per altri, ed a Visconti per altri ancora. A differenza di Visconti, estremamente intellettuale, psicologico, che cita Giotto e Verdi, Fellini “prende in prestito” in maniera differente. Prende la radice quadrata della realtà dove le fonti culturali sono già sciolte come zucchero nel te. La critica di Fellini al cattolicesimo è anche simile a quella di Ėjzenštejn. Non è antireligiosa ma piuttosto anticlericale. Ėjzenštejn usava molte immagini e reminiscenze religiose. Era ossessionato dalla nozione dell’apocalisse e interpretava la rivoluzione come un evento apocalittico. Questo non si poteva dire apertamente in epoca sovietica, ma soldati nella famosa scena sulla scalinata di Odessa sembrano angeli neri che si avventano su quelli che erano considerati peccatori dal regime, mentre il popolo accorre verso di loro – un motivo popolare nella pittura del rinascimento.

Persino disegni di Fellini mi ricordano quelli di Ėjzenštejn, in quanto, all’interno della costruzione intellettuale dei loro disegni, entrambi tradussero visivamente degli impulsi sensuali. Benché le sequenze e inquadrature di Ėjzenštejn possano sembrare puramente epiche o storiche, esiste, in realtà, una forte componente sensuale sia nella loro costruzione che nel montaggio. Si può dire lo stesso di Fellini. È per questo che sia Fellini che Ėjzenštejn hanno un impatto così forte sullo spettatore. Non sono simili, ma sono imparentati, come due fratelli, che non si somigliano fisicamente.

Federico Fellini (1920–1993)

Nacque a Rimini il 20 gennaio 1920. Frequenta il liceo classico della città e inizia a disegnare come caricaturista: il gestore del cinema Fulgor gli commissiona ritratti di attori celebri da esporre come richiamo. Nel 1939 si trasferisce a Roma e, fin dai primi tempi, frequenta il mondo dell’avanspettacolo e della radio e comincia a scrivere copioni e gag. Alla radio incontra, nel 1943, anche Giulietta Masina e nell’ottobre di quell’anno i due si sposano. Negli anni della guerra collabora con Mario Bonnard e Goffredo Alessandrini, mentre subito dopo è fra protagonisti del neorealismo, sceneggiando alcune delle opere più importanti con Rossellini, Germi e Lattuada. Nel 1952 Fellini dirige il suo primo film, Lo sceicco bianco Con I vitelloni (1953) il suo nome varca i confini nazionali e viene conosciuto all’estero. Il regista ricorre per la prima volta ai ricordi, all’adolescenza riminese e ai suoi personaggi stravaganti e patetici. L’anno dopo con La strada uno dei suoi film più teneri e poetici, arriva il primo Oscar. Il secondo Oscar arriva nel 1957 con Le notti di Cabiria come in La strada, la protagonista è Giulietta Masina. Con La dolce vita (1960), Palma d’oro a Cannes e spartiacque della produzione felliniana, si acuisce l’interesse per un cinema non legato alle tradizionali strutture narrative. Alla sua uscita il film fa scandalo, soprattutto negli ambienti vicini al Vaticano. Nel 1963 esce 8½, forse il momento più alto dell’arte felliniana. Vincitore dell’Oscar per il Miglior film straniero e per i costumi (Piero Gherardi), è la storia di un regista che racconta, in modo sincero e sentito, le sue crisi di uomo e di autore. Amarcord (1973), quarto Oscar, segna il ritorno alla Rimini dell’adolescenza, degli anni del liceo, gli anni Trenta. Nel 1985 riceve il Leone d’oro alla carriera alla Mostra del Cinema di Venezia. L’ultimo film è La voce della Luna (1990), tratto da Il poema dei lunatici di Ermanno Cavazzoni. Nel 1993, qualche mese prima di morire, Fellini riceve il suo quinto Oscar, quello alla carriera.

Federico Fellini was born in Rimini on 20th January 1920. Fellini attended the town’s secondary school specialising in classical studies and began drawing as a caricaturist: the manager of the Fulgor cinema commissioned portraits of famous actors from him to put on display. In 1939, he moved to Rome and, from the outset, he frequented the world of curtain-raisers and of the radio, and he also began writing scripts and jokes. It was at the radio that he met Giulietta Masina in 1943; they married in October of that year. During the war years, he worked with Mario Bonnard and Goffredo Alessandrini, and immediately after was one of the protagonists of Italian neorealism, writing the scripts for some of the most important films with Rossellini, Germi and Lattuada. In 1952 Fellini directed his first film, The White Sheik With vitelloni (1953), his name became known abroad. The director for the first time drew upon his memories and his adolescence in Rimini and the extravagant, pathetic characters he had met. With La strada of the following year, one of his most tender and poetic films, he won his first Oscar. The second Oscar arrived in 1957 with Nights of Cabiria as in La strada, the protagonist was Giulietta Masina. La dolce vita (1960) won him the Palme d’Or at Cannes and proved a watershed in his work, revealing an increased interest in a form of film-making not tied to traditional narrative structures. When it came out, the film caused a scandal, especially in circles close to the Vatican. 1963 saw the release of 8½ marking perhaps the peak of Fellini’s art. Winner of the Oscar for Best Foreign Film and for Costume Design (Piero Gherardi), the film recounts the story of a director who, in a sincere, heartfelt manner, recounts his crises as man and creator. Amarcord (1973), his fourth Oscar, marked a return to the Rimini of his adolescence, of his school, of the 1930s. In 1985 he received the Golden Lion for Lifetime Achievement at the Venice Film Festival. The last film was La voce della Luna (1990), based upon Ermanno Cavazzoni’s Il poema dei lunatici In 1993, a few months before his death, Fellini received his fifth Oscar, for Lifetime Achievement.

filmografia scelta / selected filmography

1952 Lo sceicco bianco (The White Sheik)

1953 I vitelloni

1954 La strada Premi / Awards: Mostra del Cinema di Venezia –Leone d’Argento / Venice Film Festival - Silver Lion; Oscar come Miglior film in lingua straniera / Oscar as Best Foreign Language Film

1955 Il bidone (The Swindle)

1957 Le notti di Cabiria (Nights of Cabiria); Premi / Awards: CannesMiglior attrice protagonista / Best Actress; Oscar come Miglior film in lingua straniera / Oscar as Best Foreign Language Film

1960 La dolce vita Premi / Awards: Cannes - Palma d’Oro / Golden Palm; Oscar per Costumi / Oscar for Best Costume Design

1963 8½ Premi / Awards: Oscar come Miglior film in lingua straniera / Oscar as Best Foreign Language Film

1965 Giulietta degli spiriti (Juliet of the Spirits)

1969 Fellini-Satyricon

1970 clowns (The Clowns)

1972 Roma (Fellini’s Roma)

1973 Amarcord; Premi / Awards: Oscar come Miglior film in lingua straniera / Oscar as Best Foreign Language Film

1976 Il Casanova di Federico Fellini (Fellini’s Casanova); Premi / Awards: Oscar per i Costumi / Oscar for Best Costume Design

1979 Prova d’orchestra (Orchestra Rehearsal)

1980 La città delle donne (City of Women)

1983 E la nave va (And the Ship Sails On)

1985 Ginger e Fred

1987 Intervista Premi / Awards: Cannes - Premio speciale per il 40° anniversario a Federico Fellini per il film e il complesso della sua opera / 40th Anniversary Prize to Federico Fellini for the film and Lifetime Achievement

1990 La voce della luna

E LA NAVE VA

And the Ship Sails On

Italia - Francia / Italy - France

1983, 35mm, col. & b-n/b-w, 132’ v.o. italiana - tedesca - serba - russa / Italian - German - Serbian - Russian o.v.

Sceneggiatura / Screenplay: Federico Fellini, Tonino Guerra.

Testi opere liriche / Text for opera singers: Andrea Zanzotto.

Fotografia / Photography: Giuseppe Rotunno.

Montaggio / Editing: Ruggero Mastroianni. Musica / Music: Gianfranco Plenizio. Suono / Sound: Fabio Ancillai.

Scenografia / Art Director: Dante Ferretti.

Costumi / Costume Designer: Maurizio Millenotti.

Interpreti / Cast: Freddie Jones, Barbara Jefford, Vittorio Poletti, Peter Cellier, Elisa Mainardi, Norma West, Paolo Paoloni, Sara Jane Varley, Fiorenzo

Serra, Pina Bausch, Pasquale Zito, Janet Suzman, Linda Polan, Philip Loche, Jonathan Cecil, Maurice Barrier, Fred Williams, Elizabeth Kaza, Carlo Di Giacomo.

Produzione / Produced by: RAI Radiotelevisione, Vides Produzione, Gaumont.

Copia restaurata da CSCCineteca Nazionale con Istituto Luce-Cinecittà. Evento parte delle celebrazioni

“Fellini 100”, in occasione del centesimo anniversario della nascita di Federico Fellini, promosse dal Mibact e da un comitato organizzatore di cui fa parte CSC-Cineteca Nazionale.

In collaborazione con Cineteca Nazionale –Centro Sperimentale di Cinematografia.

A restored copy by CSCCineteca Nazionale with Istituto Luce-Cinecittà. An event that is part of the “Fellini 100” celebrations, on the one hundredth anniversary of the birth of Federico Fellini, promoted by the Mibact and by an organizing committee which CSC-Cineteca Nazionale is a part of.

In collaboration with Cineteca NazionaleCentro Sperimentale di Cinematografia (Rome).

FEDERICO FELLINI

Un transatlantico, Gloria N., è pronto a salpare. Siamo nel porto di Napoli, è il luglio del 1914. Intorno al molo una folla di scugnizzi e venditori ambulanti, mentre in fretta giungono i passeggeri per imbarcarsi. Arrivano anche le ceneri di una famosa cantante, Edmea Tetua; è per spargere queste in mare che è stata organizzata la crociera verso Erimo. A bordo c’è anche un giornalista, Orlando, che intrattiene passeggeri, in gran parte cantanti, direttori d’orchestra, ammiratori di Edmea. Una cantante vuole carpire segreti della sua bravura; un nobile italiano trasforma la sua cabina in un tempio dedicato ad Edmea. Dalla stiva sale il fetore insopportabile di un rinoceronte, che poi viene issato sul ponte e lavato. Vengono raccolti naufraghi serbi fuggiti dopo l’attentato di Sarajevo. La vita a bordo si anima, finché giunti in vista di Erimo le ceneri di Edmea sono sparse in mare. Un serbo lancia una bomba contro una nave da guerra austro ungarica e questa cannoneggia la Gloria N. che affonda; anche l’ammiraglia austro ungarica cola a picco esplodendo. Il giornalista Orlando si ritrova su una scialuppa di salvataggio assieme al rinoceronte, che rumina placidamente.

David di Donatello 1984 per Miglior film, Miglior sceneggiatura, Miglior fotografia, Miglior scenografia.

A transatlantic liner, Gloria N., is preparing to sail. We are in the port of Naples in July 1914. Bustling around the pier we see a crowd of street urchins and vendors, as passengers hurry to board. The ashes of a famous opera singer, Edmea Tetua, also arrive; it is to cast her ashes in the sea that a cruise to Erimo has been organised. On board there is also a journalist, Orlando, who entertains the passengers, who are mostly singers, conductors or admirers of Edmea. One singer wants to learn the secrets of her talent; an Italian nobleman instead turns his cabin into a temple dedicated to Edmea. From the hold rises the unbearable stench of a rhinoceros, which is then hoisted on deck and washed. At sea, Serbian shipwrecked refugees who have fled after the Sarajevo assassination are rescued. Life on board is animated, until, Edmea’s ashes are scattered in the sea near Erimo. A Serbian launches a bomb against an Austro-Hungarian warship which responds by firing on the Gloria N. sinking her. The Austro-Hungarian flagship also sinks, exploding as she goes down. The journalist Orlando finds himself on a lifeboat with the rhinoceros, which is peacefully ruminating.

David di Donatello awards (1984) for Best Film, Best Screenplay, Best Cinematography, Best Production Design.

“Il film racconta semplicemente un viaggio in nave per disperdere al largo le ceneri di una celebre cantante degli anni ’20. Degli amici mi hanno detto che è un film terribile, che ha qualcosa di oscuramente minaccioso, mentre io credo che abbia invece una sua allegrezza di fondo … Non mi pare che il rinoceronte che naviga sulla ‘Gloria N.’ abbia nulla a che fare con il mostro che appare sulla spiaggia nel finale de La dolce vita … Il mostro di La dolce vita era uno specchio della degenerazione del protagonista, mentre il rinoceronte di E la nave va potrebbe suggerire un’interpretazione, ad esempio, di questo tipo: l’unico tentativo per evitare il disastro, per non precipitare nella catastrofe, potrebbe essere quello diretto a recuperare la parte inconscia, profonda, salutare di noi stessi.”

(tratto da Fellini. Raccontando di me, conversazioni con Costanzo Costantini, Editori Riuniti, Roma, 1996, pp. 182-185)

“The film simply tells the story of a voyage in a ship to disperse the ashes of a famous opera singer of the 1910s. Friends have told me that it is a literally terrible film, that it has something obscurely threatening about it, while believe instead that it has an underlying joy … It does not seem to me that the rhino sailing aboard the ‘Gloria N.’ has anything to do with the monster that appears on the beach at the end of La dolce vita ... In any case, the rhinoceros that is on the ship, if it has a meaning at all, well, this meaning should be understood in a totally opposite sense. The monster in La dolce vita was a mirror of the protagonist’s degeneration, while for the rhino in E la nave va an interpretation of this type might be suggested, for example: the only attempt to avoid disaster, to avoid falling into catastrophe, might be the one aimed at recovering the unconscious, profound, healthy part of ourselves.”

(excerpt from Fellini. Raccontando di me, conversazioni con Costanzo Costantini, Editori Riuniti, Rome, 1996, pp. 182-185)

INTERVIEW S MAESTROM

FEDERICOM FELLINIM

Intervista al Maestro Federico Fellini / Interview with Maestro Federico Fellini

Italia - Cecoslovacchia / Italy - Czechoslovakia 1989, HD, col., 14’ v.o. italiana - inglese / Italian - English o.v.

Sceneggiatura, fotografia, montaggio, suono / Screenplay, Photography, Editing, Sound: Matej Mináč.

Interpreti / Cast: Federico Fellini.

Produzione / Produced by: Trigon Production.

Coproduzione / Co-produced by: W.I.P., Slovak Film Institute.

Matej Mináč

Regista, produttore e sceneggiatore, è nato nel 1961 a Bratislava. Si è diplomato in regia all’Accademia di Arti drammatiche della stessa città.

Il Trieste FF ha presentato nel 2001 il suo lungometraggio Všichni moji blízcí.

Film director, producer and writer, Matej Mináč was born in 1961 in Bratislava. Graduated in film directing at the Academy of Music and Dramatic Arts in Bratislava. The Trieste FF presented in 2001 his feature film Všichni moji blízcí (All My Loved Ones).

filmografia scelta / selected filmography

1990 Natáčam na konári a je mi dobre (I’m Shooting from up on a Branch and I feel Great) doc

1999 Všichni moji blízcí (All My Loved Ones)

2002 Sila ľudskosti (Nicolas Winton –The Power of Good) doc.

2011 Nickyho rodina doc.

2015 Očami fotografky doc.

2016 Children Saved from the Nazis: The Story of Sir Nicholas Winton doc.

ANTEPRIMA ASSOLUTA / WORLD PREMIERE

Una selezione del girato dell’intervista realizzata da Matej Mináč a Federico Fellini nel 1989.

Il giovane regista Mináč nella Cecoslovacchia comunista aveva una grande passione per i film di Fellini. Nel 1989 stava facendo un ritratto cinematografico del regista slovacco Juraj Jakubisko, amico di Fellini. Mináč scrisse una lettera a Fellini chiedendogli se fosse disposto a rilasciare una lunga intervista per un ritratto su di lui, sui suoi film e sul regista Jakubisko. Fellini acconsentì. Dopo molti problemi con le autorità comuniste, Mináč riuscì finalmente a realizzare la sua intervista nel gennaio 1989 a Roma. Da allora Mináč ha lottato per anni per finire il ritratto cinematografico su Fellini. Alla fine, insieme al suo produttore, decisero che se non fossero stati in grado di finirlo, avrebbero realizzato una commedia liberamente ispirata al viaggio di Mináč per intervistare Fellini. In questo modo avrebbero reso omaggio al Maestro e a tutti i registi che non rinunciano ai loro sogni. La commedia Never Give Up è attualmente in produzione.

A choice of the footage of the interview made by Matej Mináč to Federico Fellini in 1989. Young director Mináč in communist Czechoslovakia had a great passion for Fellini’s films. In 1989 he was making a profile on Slovak director Juraj Jakubisko, a friend of Fellini. Mináč wrote a letter to Fellini asking him whether he would be willing to give a long interview for his profile film on him, his films and on film director Jakubisko. He agreed. After many problems with the communist authorities, Mináč finally managed to film his interview on January 1989 in Rome. Since then Mináč has struggled for years to finish his film profile. Finally, together with his producer, they have decided that if they couldn’t finish it as a film profile on Maestro, so they would make the full-length feature comedy freely inspired by Mináč’s journey to interview Fellini years ago. This way they would pay homage to Maestro and to all filmmakers who don’t give up their film dreams. The comedy Never Give Up is currently in production.

FANTASTIC MR FELLINI

Intervista con Wes Anderson

Fantastic Mr Fellini - An Interview with Wes Anderson

Italia / Italy 2020, HD, col., 42’ v.o. italiana - inglese / Italian - English o.v.

Sceneggiatura / Screenplay: Francesco Zippel.

Fotografia / Photography: Martin Scali.

Montaggio / Editing: Mariaromana Casiraghi.

Musica / Music: Rodrigo D’Erasmo. Suono / Sound: François Hulot, Rino d’Anna. Interpreti / Cast: Wes Anderson.

Voce narrante / Narrator Stefano Accorsi.

Produzione / Produced by: Sky Arte. realizzata da / created by Quoiat Films.

Francesco Zippel

È nato a Roma nel 1979. Documentarista attivo dal 2003, nel corso degli anni ha concentrato il suo interesse sui ritratti di artisti e di personalità uniche spesso legate al cinema e alla letteratura. Il suo documentario Friedkin Uncut (2018) è stato selezionato alla Mostra del cinema di Venezia.

Francesco Zippel was born in Rome in 1979. Making documentaries since 2003, Zippel has focused his interest over the years on portraits of artists and other unique personalities, often linked to cinema and literature. His documentary Friedkin Uncut premiered in 2018 at the Venice Film Festival.

filmografia scelta / selected filmography

2007 In viaggio con Verdone doc. TV

2009 Dino doc. TV

2011 Hollywood Bruciata - Ritratto di Nicholas Ray doc.

2013 Guido Crepax! doc.

2015 Conquest! The Incredible Life of Oscar Micheaux! doc.

2018 Friedkin Uncut doc.

2020 Fantastic Mr Fellini – Intervista con Wes Anderson doc. TV

Fantastic Mr. Fellini è l’omaggio che Wes Anderson ha deciso di rendere a uno dei suoi registi preferiti in occasione del centesimo anniversario della sua nascita. Stimolato da Francesco Zippel, suo collaboratore in Castello Cavalcanti e The Grand Budapest Hotel Anderson ha ripercorso alcuni temi a lui cari e al tempo stesso vicini alla poetica di Fellini. Frammenti del pensiero del maestro riminese, narrati dalla voce di Stefano Accorsi, sono per Anderson lo spunto per lasciar fluire le sue riflessioni e per incrociarle con la propria personale esperienza artistica. Un omaggio che diventa un racconto allo specchio di due artisti molto più vicini di quello che si potrebbe inizialmente pensare.

Fantastic Mr. Fellini is the tribute that Wes Anderson wishes to pay to one of his favourite directors on the occasion of the 100th anniversary of his birth. Stimulated by Francesco Zippel, his collaborator in Castello Cavalcanti and The Grand Budapest Hotel Anderson has retraced some themes dear to him and at the same time close to Fellini’s own approach to cinema. Fragments of Fellini’s thinking, narrated by Stefano Accorsi, are the starting point for Anderson to let his own reflections emerge and combine them with his own artistic experience. This is a tribute that becomes a reflexive tale about two artists who are much closer than one might initially think.

CONCORSO DOCUMENTARI

DOCUMENTARY COMPETITION

A LÉTEZÉS EUFÓRIÁJA

The Euphoria of Being

Réka Szabó

ANA VƏ OĞUL

Mother and Son Hilal Baydarov

BAŤA, PRVNÍ GLOBALISTA

BATAstories

Peter Kerekes

MAREK EDELMAN ...I BYŁA MIŁOŚĆ W

GETCIE

Marek Edelman ...and there was Love in the Ghetto

Jolanta Dylewska

PAVYZDINGAS ELGESYS

BORN IN TRIESTE

Exemplary Behaviour

Audrius Mickevičius, Nerijus Milerius

SPIVAYE IVANOFRANKIVSKTEPLOKOMUNENERGO

BORN IN TRIESTE

Heat Singers

Nadia Parfan

SUREMATU

Immortal

Ksenia Okhapkina

TRANSNISTRA

Anna Eborn

WIATR. THRILLER DOKUMENTALNY BORN IN TRIESTE

The Wind. A Documentary Thriller

Michał Bielawski

FUORI CONCORSO OUT OF COMPETITION

IL DONO

The Gift

Giuliano Fratini

VITTORIO VIDALI - IO NON SONO

QUELLO CHE FUI

Vittorio Vidali - I Am Not the One I Was Giampaolo Penco

A LÉTEZÉS EUFÓRIÁJA

L’euforia dell’esistenza / The Euphoria of Being

RÉKA SZABÓ

ANA VƏ OĞUL

Madre e figlio / Mother and Son

Ungheria / Hungary

2019, HD, col., 84’ v.o. ungherese / Hungarian o.v.

Fotografia / Photography: Claudia Kovács.

Montaggio / Editing: Sylvie Gadmer, Péter Sass.

Musica / Music: Balázs Barna.

Suono / Sound: Rudolf Várhegyi.

Costumi / Costume Designer: Edit Szűcs.

Interpreti / Cast: Éva Fahidi, Emese Cuhorka, Réka Szabó.

Produzione / Produced by: Campfilm KFT, The Symptoms.

Coproduzione / Co-produced by: 4Cut Post Digital, Pom’Zed.

Con il sostegno di / Supported by: Media Council, Hungary in the framework of the Hungarian Media Patronage Programme, The March of the Living Foundation, National Fund of the Republic of Austria for Victims of National Socialism, Hungarian Film Incentive, Mazsihisz.

Distribuzione internazionale / World Sales: Ro*co Films.

Réka Szabó

È nata nel 1969 a Budapest. È la direttrice artistica di The Symptoms, una delle più importanti compagnie di danza contemporanea in Ungheria. A létezés eufóriája (The Euphoria of Being) è il suo primo lungometraggio documentario.

Réka Szabó was born in 1969 in Budapest. She is the artistic director of The Symptoms, one of the most significant contemporary dancetheatre companies in Hungary. The Euphoria of Being is her first featurelength documentary.

2010 Shadow Movie cm / sf

2014 Gyászfilm (Mourning) cm / sf

2019 A létezés eufóriája (The Euphoria of Being) doc.; Premi / Awards: Locarno, Semaine de la Critique – Grand Prix; Sarajevo Film Festival 2019 –Human Rights Award

Éva Fahidi aveva vent’anni quando fece ritorno in Ungheria da Auschwitz Birkenau. Era sola, 49 membri della sua famiglia erano stati uccisi, tra cui sua madre, suo padre e la sorella più piccola. Settant’anni dopo, a Éva viene chiesto di partecipare a una performance teatrale sulla sua vita.

“Grand Prix” alla Semaine de la Critique del festival di Locarno 2019 e “Miglior documentario sul tema dei diritti umani” all’ultima edizione del festival di Sarajevo.

“Abbandonando ogni pudore, ho chiesto a una donna novantenne, sopravvissuta all’Olocausto, di creare una performance di teatro e danza assieme a me. Volevo che tutti vedessero Éva Fahidi e volevo dare spazio ai suoi traumi, mentre interagiva con Emese, una giovane ballerina … Sarebbero state capaci di scivolare l’una nel corpo dell’altra? Il periodo delle prove è stato uno dei momenti più intensi della mia vita. Il film ci porta in un viaggio attraverso la storia del XX secolo, un film sulla perdita, sul potere della danza, sull’invecchiare del corpo, sull’amore, su un rapporto che s’instaura nonostante la differenza d’età...” (R. Szabó)

Éva Fahidi was 20 years old when she returned to Hungary from Auschwitz Birkenau. She was all alone, 49 members of her family were murdered, including her mother, her father and her little sister. 70 years later, Éva is asked to participate in a dance-theatre performance about her life.

“Grand Prix” at Locarno Critic’s Week 2019 and “Human Rights Award” at the latest Sarajevo Film Festival.

“Throwing all caution to the wind, I asked a 90-year-old Holocaust survivor to create a dance theatre piece with me. wanted everyone to see Éva Fahidi and to provide a space for her traumas in a dialogue with a young dancer, Emese ... Would they be able to slip into each other’s skin? This rehearsal period was one of the most profound periods of my life. The film takes us on a journey through the history of the 20th century, through loss, the power of dance, the ageing body, love, a relationship across a 60 year age gap...” (R. Szabó)

Azerbaigian / Azerbaijan 2019, HD, col., 120’ v.o. azera / Azerbaijani o.v.

Sceneggiatura, fotografia, montaggio, suono / Screenplay, Photography, Editing, Sound: Hilal Baydarov.

Interpreti / Cast: Maryam Naghiyeva, Hilal Baydarov.

Produzione / Produced by: Ucqar Film.

Distribuzione internazionale / World Sales: Pascale Ramonda.

Hilal Baydarov

È nato nel 1987 a Baku, in Azerbaigian. Dopo la laurea in informatica, ha studiato regia alla scuola di cinema di Sarajevo sotto la guida del regista ungherese Béla Tarr.

Hilal Baydarov was born in 1987 in Baku, Azerbaijian. After his degree in informatics, he studied directing at the film school in Sarajevo under Hungarian director Béla Tarr.

2018 Hills Without Names Ad Günü doc.; Selimpaşada Bir Gün doc.

2019 Xurmalar yetişən vaxt (When the Persimmons Grew) doc.; Premi / Awards: Sarajevo FF –Miglior documentario / Best Documentary; Ana və oğul (Mother and Son) doc.

Nell’Azerbaigian rurale, una madre accoglie il figlio, tornato a casa dopo otto anni di assenza. Nel lento ritmo della vita di campagna, le loro conversazioni personali e filosofiche sono interrotte da silenzi e pause riflessive. Mother and Son è stato presentato in anteprima e in concorso all’IDFA di Amsterdam.

“Mentre stavo girando questo film avevo 26 anni. Ero entusiasta, pensavo molto, cercavo di fare qualcosa, e anche se ero disperato dentro di me c’era sempre un po’ di speranza. Mi sentivo a mio agio nei luoghi sporchi. A quel tempo, mia madre era l’unica persona che amavo. Lo è ancora. Avrei voluto fare film sempre uguali, fino alla fine della mia vita, su una madre e un figlio. Per me fare film era vivere. Non mi vergognavo di avere una personalità strana. Lontano da ciò che ci condiziona, stavo cercando di raggiungere sentimenti puri e innocenti. Ero ottimista, un inguaribile ottimista. Ero giovane. Ora non lo sono più.” (H. Baydarov)

In rural Azerbaijan, a mother welcomes her adult son, who left home eight years earlier. In the calm rhythm of rural life, reflective silences punctuate their personal, philosophical conversations. Mother and Son premiered in competition at IDFA in Amsterdam.

“When was shooting this movie, was 26 years old. was very excited, I was thinking, trying to do something, even though was hopeless, deep inside me there was always a hope. I was comfortable in dirty places. At that time, my mother was the only one loved. Still she is. Until the end of my life wanted to make the same movies, mother and son movies. Making movies was another name of living for me. was not ashamed of having a strange nature. Far from all the terms we know, was trying to reach pure and innocent feelings. I was hopeful and very hopeful. I was young. I’m not a young anymore.” (H. Baydarov)

BAŤA, PRVNÍ GLOBALISTA

Storie di Bata / BATAstories

Rep. Ceca - Francia - Slovacchia / Czech Rep. - France - Slovakia 2019, HD, col. & b-n / b-w, 78’ v.o. ceca - inglese - portoghese - francese - swahili – inglese del Ghana - bengalese - marathi / Czech - English - Portuguese - FrenchSwahili - GhPE - Bengali - Marathi o.v.

Sceneggiatura / Screenplay: Peter Kerekes, Pavel Hajný.

Fotografia / Photography: Martin Kollár.

Montaggio / Editing: Marek Šulík.

Musica / Music: David Solař.

Suono / Sound: Martin Sadoux, Richard Müller, Štĕpán Mamula.

Interpreti / Cast: Dolores Bata Arambasic, Thomas Archer

Bata, Monica Pignal, Antonio Silva, Joao Jorge, Arun Satpute, Gopal Das, Alex Mutua Masika, Dennis Sila Masika, Esther Kute, Zdeněk Rybka.

Produzione, distribuzione internazionale

/ Produced by, World Sales: Negativ.

Coproduzione / Co-produced by: Česká televize, ARTE G.E.I.E., Seppia, Peter Kerekes s.r.o.

Con il sostegno di / Supported by: Slovak Audiovisual Fund, Czech Film Fund, CNC-Centre National de Cinéma et de l’image animée.

PETER KEREKES

MAREK EDELMAN ...I BYŁA MIŁOŚĆ W GETCIE

Marek Edelman ...c’era l’amore nel ghetto / Marek Edelman ...and there was Love in the Ghetto

Peter Kerekes

Regista e produttore, è nato nel 1973 a Košice, ora Slovacchia. Il Trieste FF ha presentato i suoi documentari 66 sezón (nel 2004), Cooking History (nel 2010), Velvet Terrorists (nel 2015) e, nel 2019, l’omnibus di documentari brevi Okupacia 1968 da lui prodotto.

Film director and producer, Peter Kerekes was born in 1973 in Košice, now Slovakia. The Trieste FF presented his documentaries 66 sezón in 2004, Cooking History in 2010, Velvet Terrorists in 2015, and, in 2019, Occupation 1968 the omnibus documentary that he produced.

filmografia scelta / selected filmography

1988 Ladomírske morytáty a legendy doc.

2003 66 sezón (66 Seasons) doc.

2009 Jak se vaří dĕjiny (Cooking History) doc.

2013 Zamatoví teroristi (Velvet Terrorists, diretto con / directed with Pavol Pekarcćík, Ivan Ostrochovský)

2019 Bat’a, první globalista (Batastories) doc.

L’azienda Bata sicuramente non ha bisogno di presentazioni. Questa popolare marca di scarpe viene ancora indossata e prodotta in tutto il mondo. Girato in Francia, Brasile, India e Kenya, a Zlín e a Bratislava, il documentario racconta la storia di come Tomáš Baťa, calzolaio di undicesima generazione, rivoluzionò la compagnia e di come la sua eredità spirituale sia ancora oggi più viva che mai. Baťa non solo riuscì ad ‘avere le chiavi’ della sua città natale di Zlín, ma costruì in giro per il mondo altre città, paesi e villaggi, alcuni dei quali esistono ancora oggi.

“Tomáš Baťa consegnò al mondo intero non solo suoi prodotti, ma anche la sua idea, il suo business fiorente e addirittura la sua filosofia di vita. Perciò possiamo definirlo il primo imprenditore globale. Finché visse, Baťa seguì il suo stesso motto: ‘Il movimento è vita e l’immobilità è morte’. Ma com’è la situazione ai giorni nostri? ... Alla base del mio documentario c’è anche l’esigenza di trovare una risposta alla domanda se il capitalismo, così come venne realizzato da Baťa, sia un’utopia oppure una possibilità reale.” (P. Kerekes)

The Bata Shoe company most likely needs no introduction. This popular brand of shoes are still worn and made the world over. Filmed in France, Brazil, India, Kenya, Zlín, and Bratislava Batastories tells the story of how Tomáš Baťa, eleventh generation cobbler, revolutionised the company and looks at the legacy he holds even to this day. Tomáš Baťa not only came to hold the keys to his home town of Zlín; he built entire cities, towns, and villages across the world - many of which are still in production today.

“Tomáš Baťa sent to the whole world not only his products, but also his own idea and prospering business, work and even life philosophy. Therefore, we can call him the first globalist. When still alive, Baťa followed his own motto: ‘Movement is life and immobility is death’. What is it like these days? … Therefore, the basic storyline is about finding the answer to the question whether capitalism, as it was built by Baťa, is utopia or a real possibility.” (P. Kerekes)

Polonia - Germania / Poland - Germany 2019, HD, col. & b-n / b-w, 80’ v.o. polacca - yiddish / Polish - Yiddish o.v.

Sceneggiatura / Screenplay: Jolanta Dylewska in collaborazione con / in cooperation with Agnieszka Holland dal romanzo omonimo di / based on novel of the same title by Marek Edelman, Paula Sawicka. Fotografia / Photography: Jakub Kijowski, Jolanta Dylewska. Montaggio / Editing: Izabela Pająk. Musica / Music: Raphael Rogiński. Suono / Sound: Marcin Lenarczyk. Scenografia / Art Director: Anna Wunderlich, Marcin Aziukiewicz. Costumi / Costume Designer: Marta Ostrowicz. Interpreti / Cast: Marek Edelman. Produzione / Produced by: Otter Films, Pallas Film. Coproduzione / Co-produced by: Mazovia Warsaw Film Fund.

Con il sostegno di / Supported by: Polish Film Institute, Mitteldeutsche Medienförderung, German Federal Film Board, Eurimages, Creative Europe MEDIA. Distribuzione internazionale / World Sales: Otter Films.

Jolanta Dylewska Regista, sceneggiatrice e direttore della fotografia, è nata nel 1958 a Wrocław, in Polonia. Director, screenwriter and cinematographer, Jolanta Dylewska was born in 1958 in Wrocław, Poland.

filmografia scelta / selected filmography

1993 Kronika powstania w getcie warszawskim wg Marka Edelmana doc

2001 Świat Według Piotra D. doc.

2008 Po-Lin. Okruchy Pamięci doc.

2012 W świetle doc.

2019 Marek Edelman ...i była miłość w getcie Premi / Awards: Camerimage – Miglior docu-dramma / Best Docudrama

Immagina che la città in cui sei nato sia improvvisamente divisa in due e tu vivi nella parte peggiore, dove c’è un muro alto 3 metri, con vetri rotti e rotoli di filo spinato in cima. Se riesci a oltrepassarlo, ti uccidono. Se rimani, muori lentamente di fame. Questo è esattamente ciò che accadde nell’Europa orientale, in Polonia, a Varsavia, negli anni ‘40. “Perché nessuno mi chiede se ci fosse anche amore nel ghetto? Perché a nessuno interessa?” questo si chiedeva Marek Edelman, combattente della resistenza e unico leader della rivolta del ghetto di Varsavia ancora in vita nel 2009, quando fu intervistato dalla regista. Il film si basa anche sul suo libro di memorie, scritto con Paula Sawicka, cui si aggiungono scene di fiction scritte dalla regista con Agnieszka Holland e codirette assieme ad Andrzej Wajda, qualche anno prima della sua morte.

Marek Edelman ...i była miłość w getcie è stato presentato in anteprima a Hot Docs in Canada e a Camerimage in Polonia, il festival internazionale dedicato ai direttori della fotografia, dove ha vinto il premio come Miglior docudrama.

Imagine that the city where you were born is suddenly divided in two, with a better half and a worse half. And you’re enclosed in the latter. By a wall 3 meters high, with broken glass and rolls of barbed wire on top. If you cross it, they’ll kill you. If you stay, you’ll slowly die of starvation anyway. That is precisely what happened in Eastern Europe, in Poland, in the capital city of Warsaw, in the 1940s. “Why does nobody ask me if there was love in the ghetto? Why is nobody interested?” – so asked Marek Edelman, resistance fighter and the last leader of the Warsaw Ghetto Uprising, interwieved by Jolanta Dylewska in 2009, shortly before his death. A film based on his memoirs written down near the end of his life by Paula Sawicka, with re-enacted scenes co-written by Agnieszka Holland and co-directed by Andrzej Wajda, a few years before he died.

Marek Edelman ...and there was Love in the Ghetto premiered at Hot Docs in Canada and was presented at Camerimage, the Polish festival dedicated to the art of cinematography, were was awarded Best Docudrama.

Wajda

PAVYZDINGAS ELGESYS

Buona condotta / Exemplary Behaviour

AUDRIUS MICKEVIČIUS, NERIJUS MILERIUS

ANTEPRIMA ITALIANA / ITALIAN PREMIERE

Lituania - Italia - Slovenia - Bulgaria / Lithuania - Italy - Slovenia - Bulgaria 2019, HD, col. & b-n / b-w, 85’ v.o. lituana - francese / Lithuanian - French o.v.

Sceneggiatura / Screenplay:

Audrius Mickevičius, Georgi Tenev. Fotografia / Photography: Audrius Kemežys, Valdas Jarutis. Montaggio / Editing: Ema Konstantinova. Musica / Music: Marjan Šijanec. Suono / Sound:

Andrius Kriščiūnas, Kostas Radlinskas, Saulius Urbanavičius. Interpreti / Cast:

Audrius Mickevičius, Bernard Stiegler, Rolandas Čerapokas, Rimas Alekna, Ingrida Čerapokienė.

Produzione / Produced by: Era Film.

Coproduzione / Co-produced by: Agitprop, Casablanca Film Production in associazione con / in association with Stefilm.

Con il sostegno di / Supported by: Lithuanian Film Centre, Eurimages, RTV SLO, Bulgarian National Film Centre, Sardinian Film Commission, Finish Broadcaster YLE. Distribuzione per l’Italia / Distributed in Italy by: Stefilm.

Audrius Mickevičius (1965-2017)

Nato nel 1965 a Kaunas, in Lituania, è stato un artista interdisciplinare e ha insegnato presso il Dipartimento di Media Art all’Accademia delle Belle Arti di Vilnius.

Audrius Mickevičius was born in 1965 in Kaunas, Lithuania. He was an interdisciplinary artist and a professor at the Department of Media Art at the Vilnius Academy of Fine Arts.

filmografia scelta / selected filmography

2008 Man-Horse doc.

2011 2 Indeliai Jogurto cm / sf

2019 Pavyzdingas Elgesys (Exemplary Behaviour) doc. (diretto con / directed with Nerijus Milerius)

Nerijus Milerius

Sceneggiatore, filosofo, insegna filosofia all’Università di Vilnius. Nerijus Milerius is a scriptwriter, philosopher and Associate Professor of Philosophy at Vilnius University.

2019 Pavyzdingas Elgesys (Exemplary Behaviour) doc. (diretto con / directed with Nerijus Milerius)

Alcuni anni fa, un uomo venne ucciso in una piccola città lituana. Uno dei due assassini non venne mai condannato, mentre l’altro, l’unico incriminato, dopo aver scontato metà della pena venne rilasciato per “buona condotta”. Il regista Audrius Mickevičius, fratello della vittima, iniziò così un’indagine socio-artistica sul significato di “buona condotta” riferita a un assassino. Durante le sue ricerche, in un carcere di massima sicurezza lituano Mickevičius incontrò i personaggi principali del suo documentario, Rimas Alekna e Rolandas Čerapokas, entrambi condannati all’ergastolo ma motivati dalla speranza di un cambiamento. Lo stesso Mickevičius fece una sorta di ‘viaggio interiore’, che lo portò dalla rabbia al perdono, poi interrotto tristemente dalla malattia e dalla morte prematura. Il regista a cui Mickevičius, prima della morte, chiese di completare il film è il filosofo Nerijus Milerius, già coinvolto nel progetto come script editor.

“L’obiettivo del film è quello di abbandonare gli stereotipi e guardare alla vita delle persone condannate a vita senza pregiudizi.” (N. Milerius)

A few years ago, a man was killed in a small Lithuanian town. One of the murderers escaped punishment, while the second, who alone took the blame for the crime, after serving half of the sentence, was released from prison for “exemplary behaviour”. Director Audrius Mickevičius, a younger brother of the killed man, went into socioartistic research regarding what “exemplary behaviour” means when it applies to a murderer. During his research in the strictest prison in Lithuania, Mickevičius met the main characters of the documentary, Rimas Alekna and Rolandas Čerapokas who were sentenced to life but were driven by the hope of changing. Mickevičius himself experienced his journey from anger to forgiveness – the journey which was sadly interrupted by his disease and untimely death. The director whom Mickevičius, before his death, asked to complete his film was philosopher Nerijus Milerius; he was first involved in the project as a script editor.

“The mission of the film is to abandon the stereotypes and look at the life of the prisoners sentenced to life without initial prejudices.” (N. Milerius)

SPIVAYE

Ucraina / Ukraine 2019, HD, col., 64’ v.o. ucraina / Ukrainian o.v.

Sceneggiatura / Screenplay: Nadia Parfan. Fotografia / Photography: Dmytro Burko, Vasyl Goshovsky. Montaggio / Editing: Mykola Bazarkin. Musica / Music: Margo Kulichova. Suono / Sound: Kateryna Herasymchuk, Andriy Borysenko. Produzione, distribuzione internazionale / Produced by, World Sales: Phalanstery Films.

Nadia Parfan Regista, è nata nel 1986 a IvanoFrankivsk, in Ucraina. Heat Singers è il suo primo lungometraggio documentario.

Film director, Nadia Parfan was born in 1986 in Ivano-Frankivsk, Ukraine.

Heat Singers is her first featurelength documentary.

filmografia scelta / selected filmography

2016 Reve ta Stohne on Tour cm / sf doc.

2017 Parapetowka (Housewarming) cm / sf

2019 Spivaye IvanoFrankivskteplokomunenergo (Heat Singers) doc.

Da molti anni Ivan Vasyliovych è il leader del sindacato alla IvanoFrankivskTeploKomunEnergo, l’azienda municipalizzata di distribuzione del riscaldamento nell’Ucraina occidentale. La sua ‘più grande opera’ però è il coro a cui partecipano meccanici, tecnici, contabili e altri impiegati. Ivan Vasyliovych è molto orgoglioso dei loro risultati artistici, ma tiene anche a precisare che “il riscaldamento viene prima di tutto!”. Ma mentre cercano di riparare le vecchie tubature, cittadini arrabbiati riempiono di telefonate il servizio clienti: sarà possibile riscaldare i loro termosifoni freddi con il calore dei canti popolari ucraini? Presentato in anteprima al festival internazionale “Visions du Réel” di Nyon. “Da bambina ho dovuto imparare la più lunga parola in ucraino: IvanoFrankivskTeploKomunEnergo. Negli anni ‘60, mio nonno ha fondato e ha diretto la prima azienda municipalizzata di distribuzione del riscaldamento a IvanoFrankivsk nell’Ucraina occidentale. Mia madre ci lavora da quando sono nata. Ogni mercoledì alle tre del pomeriggio, andava a vedere le prove del coro dell’azienda. Un giorno ho deciso di seguirla con una videocamera.” (N. Parfan)

For many years, Ivan Vasyliovych has been the trade union leader at IvanoFrankivskTeploKomunEnergo, a municipal heating company in western Ukraine. His ‘magnum opus’ is the trade union choir for mechanics, repairmen, dispatchers, book-keepers and other employees. Ivan Vasyliovych is very proud of their creative achievements but is also keen to point out that “the heating comes first!”. As the collective are trying to fix the old pipelines, customers are bombarding the hotline service. Is it possible to warm up their cold radiators with the power of Ukrainian folk song? Heat Singers premiered at “Visions du Réel” film festival in Nyon.

“As a child, I had to learn the longest word in Ukrainian language - IvanoFrankivskTeploKomunEnergo. In the 1960s, my grandfather founded and lead the first central heating company in Ivano-Frankivsk, Western Ukraine. My mother has been working there since was born. Every Wednesday at 3pm, she would visit the recitals of their union choir. One day I decided to follow her with a camera.” (N. Parfan)

Un canto che riscalda / Heat Singers
ANTEPRIMA ITALIANA / ITALIAN PREMIERE
BORN IN TRIESTE
BORN IN TRIESTE

SUREMATU

Immortalità / Immortal

TRANSNISTRA

Estonia - Lettonia / Estonia - Latvia 2019, HD, col., 61’ v.o. russa / Russian o.v.

Sceneggiatura / Screenplay: Ksenia Okhapkina. Fotografia / Photography: Aleksandr Demyanenko, Artem Ignatov, Ksenia Okhapkina.

Montaggio / Editing: Ksenia Okhapkina, Stijn Deconinck. Musica / Music: Robert Jürjendal, Arian Levin.

Suono / Sound: Aleksandr Dudarev.

Produzione / Produced by: Vesilind OU.

Coproduzione / Co-produced by: VFS FILMS.

Con il sostegno di / Supported by: Estonian Film Institute, Cultural Endowment of Estonia, National Film Centre of Latvia.

Distribuzione internazionale / World Sales:

Vesilind OU.

Ksenia Okhapkina

Nata nel 1989, è una regista russa di documentari. Si è laureata nel

2012 alla facoltà di cinema e TV dell’Università di San Pietroburgo.

Ksenia Okhapkina, born in 1989, is a Russian documentary film director.

She graduated at St. Petersburg State University of Film and TV in 2012.

filmografia scelta / selected filmography

2011 Liudians doc.

2013 In the Beginning Was… The Cube doc.

2015 Red doc.

2016 Come Back Free doc.; Premi / Awards: IDFA – Premio speciale della giuria / Special Jury Prize

2019 Surematu (Immortal) doc.; Premi / Awards: Karlovy Vary IFF –Miglior documentario / Best Documentary

La città di Apatity, nella Russia nord-occidentale è nata come campo di concentramento. Oggi, è una città industriale dove a 50 anni si è già considerati vecchi, e la zona è sull’orlo di un disastro ambientale. Gli adulti trascorrono le loro vite alla fermata dell’autobus della fabbrica, mentre bambini non sanno cosa sia il calore di una vita familiare. Sono lasciati alle cure di strutture statali che li trattano come fossero da rieducare, facendoli danzare e marciare come si fa durante le celebrazioni patriottiche. Né i bambini né i loro educatori ne sono consapevoli. Sono convinti di crescere una generazione di eroi della patria.

Miglior documentario al festival di Karlovy Vary 2019.

“I miei film precedenti riguardavano luoghi unici e individui con una forte personalità, che non avevano un legame diretto con la mia vita ... questo è il primo lavoro che ha qualcosa a che fare con la mia infanzia e le mie esperienze di adolescente nella Russia post-sovietica, un posto con delle regole precise che un giovane accetta senza metterle in discussione.”

(K. Okhapkina)

The town of Apatity, in north-western Russia, first came into being like a concentration camp. Today, 50 years is considered a ripe old age in the industrial town of Apatity, while the environment is at the brink of an ecological disaster. The adults while away their lives at the factory bus stop whilst the children miss out on family life and warmth. Instead, they are left in the care of state structures that inculcate in them the traits of prisoners, making use of celebration-like dancing and marching training. Neither the children nor their educators are aware of this. They are convinced that they are bringing up a generation of patriotic heroes.

Best Documentary at the latest Karlovy Vary International Film Festival.

“My previous films were about unique places and people with a strong personality and had no direct connection to my biography ... Immortal is my first work which has something to do with my childhood and teenage experiences in post-Soviet Russia, a place with its own rules that a young person took for granted rather than questioned.” (K. Okhapkina)

Svezia - Danimarca - Belgio / Sweden - Denmark - Belgium 2019, 16mm, col., 95’ v.o. russa - rumena - ucraina / Russian - Romanian - Ukrainian o.v.

Fotografia / Photography: Virginie Surdej.

Montaggio / Editing: Anna Eborn.

Musica / Music: Walter Hus.

Suono / Sound: Ted Krotkiewski, Morten Dalsgaard, Thomas Jaeger.

Interpreti / Cast: Tanya, Tolya, Sasha, Burulya, Denis, Dima, Valentina, Vanya.

Produzione / Produced by: Momento Film.

Coproduzione / Co-produced by: Adomeit Film, Clin D’oeil Films.

Con il sostegno di / Supported by: Swedish Film Institute, Eurimages, Danish Film Institute, Flanders Audiovisual Fund, Film and Audiovisual Center of Wallonia Brussels Federation, The Tax Shelter of Belgian Federal Government Casa Kafka Pictures-Belfius, Film Stockholm/Film Basen.

Distribuzione internazionale / World Sales: CAT&Docs.

Anna Eborn

Regista, è nata nel 1983 sull’isola di Skaftö, in Svezia. Il suo documentario di debutto, Pine Ridge, è stato selezionato nel 2013 alla Mostra del cinema di Venezia.

Film director Anna Eborn was born in 1983 on the island Skaftö, in Sweden. Her debut feature length documentary Pine Ridge was selected at the Venice International Film Festival 2013.

filmografia scelta / selected filmography

2013 Pine Ridge doc.

2014 Zmiivka doc.

2017 Lida doc.

2019 Transnistra doc.

Ambientato nella nazione autoproclamatasi Transnistria (Pridnestrovie) - una stretta striscia di terra adiacente all’Ucraina - sullo sfondo di un paesaggio connotato fortemente dallo stile sovietico, il film ha come protagonista Tanya, un’adolescente che gira assieme a un gruppo di coetanei maschi. Non avendo finito di studiare e non riuscendo a trovare lavoro, il gruppetto passa il tempo esplorando edifici in costruzione abbandonati. E quando poi si spostano al lago, in paesaggi incolti di grande bellezza, discutono delle loro speranze e dei loro sogni, immersi nel sole e giocando nell’acqua. Presentato in anteprima all’ultimo festival di Rotterdam (IFFR).

“Andando lì, mi sono resa conto che anche se alcune tradizioni sono vecchie quanto monumenti di Lenin, giovani che oggi vivono in Transnistria sono molto più influenzati dalla Russia contemporanea che dal vecchio stato sovietico: ascoltano la musica pop russa e alcuni di loro sono persino fans di Putin. E anche se sembrano fregarsene della situazione politica, quasi tutti quelli che ho incontrato erano orgogliosi di essere transnistriani.” (A. Eborn)

Shot on 16mm, set in the self-appointed nation Transnistria (Pridnestrovia) - a narrow strip of land adjacent to Ukraine - against an unforgiving landscape of Soviet heritage, the film’s focus largely falls on Tanya, a young woman who spends her time among a group of young males, each of whom seems to be in love with her. Having not completed their school studies and unable to find work, the small crew spend their time exploring abandoned construction sites. As they descend to great lakes and spots of overgrown natural beauty, they discuss their hopes and dreams, soaking in the sun and each other. Transnistra premiered at the latest Rotterdam International Film Festival.

“Going there, I realized that even if some traditions are as old as the monuments of Lenin, the young people in Transnistria today are much more influenced by modern Russia than the old Soviet state: they listen to modern Russian pop and some are even fans of Putin. And even though some don’t seem to care about the political situation at all, almost everyone I met was proud to be a Transnistrian.” (A. Eborn)

KSENIA OKHAPKINA

WIATR. THRILLER DOKUMENTALNY

Il vento. Un documentario thriller / The Wind. A Documentary Thriller

Polonia - Slovacchia / Poland - Slovakia 2019, HD, col., 75’ v.o. polacca / Polish o.v.

Sceneggiatura / Screenplay: Michał Bielawski.

Fotografia / Photography: Bartłomiej Solik. Montaggio / Editing: Hubert Pusek.

Musica / Music: Lukáš Kobela.

Suono / Sound: Martin Merc.

Produzione / Produced by:

Telemark Sp. z o.o.

Coproduzione / Co-produced by:

HBO Europe, Krakow Festival Office (KBF), Peter Kerekes Ltd.

Con il sostegno di / Supported by: Polish Film Institute.

Distribuzione internazionale / World Sales: KFF Sales & Promotion.

Michał Bielawski

Regista, sceneggiatore, produttore, è nato a Varsavia. Laureatosi in materie umanistiche all’Università di Varsavia, ha debuttato alla regia nel 2013 con il documentario Mundial. Gra o wszystko Director, scriptwriter, producer, Michał Bielawski was born in Warsaw. A graduate of the Humanities Dept. at Warsaw Univesity, in 2013 he made his debut as director with Mundial. Gra o wszystko (Mundial. The Highest Stakes).

filmografia scelta / selected filmography

2013 Mundial. Gra o wszystko (Mundial. The Highest Stakes) doc.

2014 Druzyna doc.

2015 In the Blink of an Eye doc.

2019 Wiatr. Thriller dokumentalny (The Wind. A Documentary Thriller) doc.

IL DONO

Il vento Halny è uno dei fenomeni più imprevedibili che si scatena sulle montagne polacche. Non puoi mai sapere se e quando si trasformerà in un uragano distruttivo. Lo Halny colpisce soprattutto la zona di Zakopane, scatenando paure e comportamenti insoliti negli abitanti. I quattro protagonisti principali del film sono stati scelti perché la loro vita è condizionata dall’arrivo ciclico del vento: Ewa, un paramedico, Tomek, un meteorologo, Teresa, poetessa e amante della natura, e Staszek, un pastore anziano che deve proteggere la sua famiglia.

Presentato in anteprima al festival “Visions du Réel” di Nyon.

“L’idea è venuta al produttore Maciek Kubicki ... Ne abbiamo parlato per la prima volta nel 2013 ... nel 2015 ho iniziato a girare ... Per un momento ho pensato di lavorare con materiali d’archivio, ma mi è sembrato un modo troppo distaccato di riprodurre le emozioni scatenate dal vento. La storia doveva invece basarsi su incontri reali, con persone la cui vita era strettamente legata al vento Halny. Nessuna intervista, nessun materiale d’archivio, dovevo stare vicino alle persone.” (M. Bielawski)

The Halny wind is one of the most unpredictable elements in the Polish mountains. You can never know if and when it would turn into a destructive hurricane. Halny particularly affects the area of Zakopane; it awakes fears and unleashes the unusual behaviour of the local inhabitants.

The main protagonists of the film are four different personalities which are interwoven with the cyclically blowing Halny wind; Ewa, working as a paramedic, Tomek, a meteorologist. The halny also affects the life of Teresa, a poet and a nature lover, and of Staszek, a senior shepherd who has to protect his family.

The film premiered at the latest “Visions du Réel” festival in Nyon.

“The idea came from the producer Maciek Kubicki ... We talked about it for the first time in 2013 … in 2015, the first shots took place ... For a moment I considered working with archival materials, but it seemed too distant from the emotions unleashed by the wind. It became clear that the story should be based on meetings with people whose lives are entwined with the Halny wind. No interviews, no archival materials, simply being close to people.” (M. Bielawski)

Italia / Italy 2019, HD, col., 89’ v.o. italiana - russa / Italian - Russian o.v.

Sceneggiatura / Screenplay: Giuliano Fratini.

Fotografia / Photography: Stefano Talone, Francesco Crispino. Montaggio / Editing: Maurizio Baglivo. Musica / Music: Bernardino Fratini, Pipe’s Not Dead.

Suono / Sound: Lorenzo Ramerini, Gianluca Rocchi. Interpreti / Cast:

Andrej A. Tarkovskij, Marlen M. Chuciev, Ali Chamraev, Krzysztof Zanussi, Giuseppe Lanci, Norman Mozzato, Donatella Baglivo, Enrica Fico Antonioni, Manolo Bolognini, Renzo Rossellini, Luciano Tovoli, Sergio Mercanzin, Pacifico Martucci, Angela Floris.

Produzione / Produced by: Infinitas Film.

Distribuzione per l’Italia / Distributed in Italy by: Istituto Luce Cinecittà.

Giuliano Fratini

Scrittore, regista e produttore, è nato nel 1972 a Tivoli, in Italia. Il dono è il suo film di debutto ed è stato presentato al festival BAFICI di Buenos Aires e quello di Varsavia.

Giuliano Fratini was born in 1972 in Tivoli, Italy. Il dono (The Gift) is his first full-lenght documentary and was screened at BAFICI film festival in Buenos Aires and Warsaw Film Festival.

2019 Il dono (The Gift) doc.

Dopo l’uscita di Nostalghia (1983, girato in Italia), Tarkovskij deve tornare in patria. Ma, dai messaggi che riceve da amici e colleghi, capisce che in Russia lo aspetta una vita ancor più dura rispetto a quella che da sempre gli era stata riservata. Decide così di rompere con le autorità sovietiche, di lasciare gli amici che lo ospitavano a Roma e di rifugiarsi in una località segreta.

“Un giorno, sfogliando le pagine dei Diari di Tarkovskij, mi sono imbattuto in una fotografia che mi ha lasciato di sasso: Andrej Tarkovskij e sua moglie sul balcone di una casa diroccata di San Gregorio da Sassola. Immediatamente mi sono messo sulle tracce di questa storia. C’era un sacerdote che frequentava la mia casa, un amico di famiglia, che era di San Gregorio. Non ne sapeva niente, ma mi indicò una persona con cui parlare. Capii presto che c’era qualcosa di misterioso intorno a questa vicenda, ancora oggi tenuta sotto riserbo. Grazie alle fotografie ritrovai la casa, poi iniziai a raccogliere delle interviste e, un passaparola formidabile, mi ha portato a conoscere molti dei protagonisti legati all’esilio italiano del regista russo.” (G. Fratini)

After the release of Nostalgia (1983, filmed in Italy), Tarkovsky has to go back home. But he understands from the messages of some friends and colleagues that his life in Russia would be even tougher than before. So he then decides to break with Soviet authorities, he leaves his friends who are hosting him in Rome and goes into hiding.

“One day, flipping through the pages of Tarkovsky’s Diaries, came across a photograph that left me stoned: Andrej and his wife on the balcony of a ruined house in San Gregorio da Sassola. immediately tracked this story. There was a priest who frequented my house, a family friend, who was from San Gregorio. He didn’t know anything about it, but he showed me someone to talk to. soon realized that there was something mysterious about this affair, all of which was still kept secret. Thanks to the photographs I found the house, then I began to collect interviews and a terrific passaparola led me to know many of the protagonists related to the Italian exile of the russian director.” (G. Fratini)

ANTEPRIMA ITALIANA / ITALIAN PREMIERE
BORN IN TRIESTE

VITTORIO VIDALI - IO NON SONO QUELLO CHE FUI

Italia / Italy 2019, HD, col., 106’ v.o. italiana - spagnola - franceseslovena / Italian - Spanish - French - Slovenian o.v.

Sceneggiatura / Screenplay:

Giampaolo Penco, Patrick Karlsen. Fotografia / Photography: Paolo Babici, Alessio Bozzer, Riccardo Dussi. Montaggio / Editing: Christopher Scherlich. Suono / Sound: Christopher Scherlich, Žarko Šuc. Interpreti / Cast: Ivo Banac, Laura Branciforte, Pino Cacucci, Rosa Casanova, Giovanni Cervetti, Massimo D’Alema, Andrea Graziosi, Patrick Karlsen, Ravel Kodrič, Emanuele Macaluso, Claudio Magris, Katia Moranino, Claudio Natoli, Toni Negri, Megi Pepeu, Jože Pirjevec, Silvio Pons, Giorgio Pressburger, Giorgio Rossetti, Marina Rossi, Daniela Spenser, Libera Sorini, Carlos Vidali, Bianca Vidali, Anton Vratuša, Édouard Waintrop.

Produzione / Produced by: Videoest.

Coproduzione / Co-produced by: Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio.

Con il sostegno di / Supported by: Fondo regionale per l’Audiovisivo FVG, FVG Film Commission, Regione Autonoma FVG.

Giampaolo Penco

Regista, sceneggiatore, produttore è nato nel 1954 a Trieste. Dal 1990 è uno dei fondatori e responsabile artistico della Videoest di Trieste. Il Trieste FF ha presentato diversi suoi lavori, fra quali Storia di un confine e di tante identità (2008) e Uomini e vino (2010). Director, writer, producer, Giampaolo Penco was born in 1954 in Trieste. Since 1990 he is one of the founding members and artistic director of Videoest production company in Trieste. The Trieste FF has presented several of his works, among them Storia di un confine e di tante identità (2008) and Uomini e vino (2010).

1987 Per altre vie, per altri porti TV

1993 Miramare, il sogno di Massimiliano doc. TV

1994 Revoltella, storia di un barone e del suo museo doc. TV

1995 Timavo il fiume fantasma doc. TV

1997 Luciano Fabro: artista doc. TV

1999 Zoran Music: un pittore a Dachau doc.

2002 Trieste, un secolo ha attraversato una piazza TV

2004 Daniel Buren: un’opera in diretta doc.

2008 Storia di un confine e di tante identità doc.

2010 Uomini e vino doc.

2013 D’Annunzio a Fiume doc. TV

2017 Jacopo Linussio, con passo lento e regolare doc.

2018 Trieste verdebiancorossa doc. TV

2019 Vittorio Vidali - Io non sono quello che fui doc.

“La vita di Vittorio Vidali, assomiglia alla visione del film Rashomon di Kurosawa. Come nel film, di ogni evento ci sono più verità e narrazioni diverse. Nato a Trieste nel 1900, lo troviamo negli Stati Uniti quando organizza le manifestazioni per la liberazione degli anarchici Sacco e Vanzetti, durante la guerra di Spagna, quando diventa il Comandante Carlos, in Messico dove combatte il trotzkismo e inizia il rapporto con Tina Modotti, a Trieste a contrastare il comunismo di Tito, a Roma quando diventa senatore della Repubblica Italiana per il PCI, di nuovo a Trieste quando scrive le sue memorie e ama incontrarsi con Claudio Magris … Vidali costituisce un prezioso caso di studio per indagare una serie di situazioni e di problemi che rimandano direttamente ad alcuni aspetti nodali dell’esperienza novecentesca, tra i più affascinanti e dibattuti ... Il risultato che ho voluto ottenere è un film complesso e stratificato, un gioco di rimandi tra ciò che è stato e ciò che è stato raccontato, tra come lui ha voluto essere visto e come lo hanno visto gli altri.” (G. Penco)

“Vittorio Vidali’s life is an experience reminiscent of watching Kurosawa’s film, Rashomon. As in this film of every event there are more truths and different narratives. Born in Trieste in 1900, we find him in the United States when he organises demonstrations for the liberation of the anarchists Sacco and Vanzetti, during the Spanish War, when he becomes Commander Carlos, in Mexico where he fights Trotskysm and begins the relationship with Tina Modotti, in Trieste where he opposes Tito’s communism, in Rome when he becomes senator of the Italian Republic, then he’s back in Trieste where he writes his memoirs and loves to meet up with Claudio Magris … Vidali creates an intricate case study to investigate a series of situations and problems that directly refer to some of the most fascinating and debated parts of life in the Twentieth-century ... The result wanted to obtain is a complex and stratified film, a game of references between what was and what was told, between how he wanted to be seen and how others saw him.“ (G. Penco)

CONCORSO CORTOMETRAGGI SHORT FILM COMPETITION

ANNA

Dekel Berenson

AUKSINĖS MINUTĖS

Golden Minutes

Saulius Baradinskas

DESTINO

Bonifacio Angius

DRÜBENLAND

Drübenland - The Land Over There

Arne Kohlweyer

HRANICE

Frontier

Damián Vondrášek

IJE

Mama

Anastasia Borisova

LAKE OF HAPPINESS

Aliaksei Paluyan

MI SMO VIDELI LETO

Dog Days of Summer

Nikola Stojanović

NIČ SA NESTALO

Alice

Monika Mahútová

NJEMAČKI INAT

The Rudeness of a German Lady

Silva Ćapin

PRZEJŚCIE GRANICZNE

Border Crossing

Agnieszka Chmura

SAD GIRL WEEKEND

Dimitris Tsakaleas, Lida Vartzioti

TAK JEST DOBRZE

It’s Good Like That

Marcin Sauter

VIRAGO

Kerli Kirch Schneider

Vittorio Vidali - I Am Not the One I Was

ANNA

DESTINO

DEKEL BERENSON

SAULIUS BARADINSKAS

BONIFACIO ANGIUS

DRÜBENLAND

Il paese che c’è dall’altra parte / Drübenland - The Land Over There

ARNE KOHLWEYER

Sceneggiatura / Screenplay: Dekel Berenson. Fotografia / Photography: Volodymyr Ivanov. Montaggio / Editing: Yegor Troyanovsky. Suono / Sound: Andrii Nidzelskyi, Andrii Rohachov. Scenografia / Art Director: Kara Baleyan. Costumi / Costume Designer: Sasha Klimovich. Interpreti / Cast: Svetlana Barandich, Anastasia Vyazovskaya, Eric. R. Gilliatt, Alina Chornogub, Liana Khobelia, Istan Rozumny, Pavel Levitsky. Produzione / Produced by: 168 Wardour Filmworks, ESSE Production House, Blue Shadows Films. Distribuzione internazionale / World Sales: Costanza Film Distribution.

Anna, una madre single di mezza età che vive nell’Ucraina orientale devastata dalla guerra, è alla disperata ricerca di un cambiamento.

Attirata da una pubblicità alla radio, la donna partecipa a una festa con un gruppo di uomini americani che girano il paese alla ricerca di qualcuno da amare.

Anna era in concorso all’ultimo festival di Cannes.

“Nei night club di Odessa, ho assistito a eventi simili a quelli del film. Questi locali sono noti per essere luoghi d’incontro per uomini e donne che hanno secondi fini … è una storia di speranza e di disperazione che ho cercato di rendere nel modo più autentico possibile.” (D. Berenson)

Living in war-torn Eastern Ukraine Anna is an aging single mother who is desperate for a change. Lured by a radio advertisement, she goes to party with a group of American men who are touring the country, searching for love.

Anna was in competition at the latest Cannes Film Festival.

“In the nightclubs of Odessa, witnessed events similar to the ones depicted in Anna. These clubs are notorious for being hot spots for the type of men and women who seek others while harboring secret agendas

… This is a story of hope and despair, one which I have attempted to capture as authentically as I could.” (D. Berenson)

Dekel Berenson

Regno Unito - Ucraina - Israele / UK - Ukraine - Israel, 2019, HD, col., 15’ v.o. ucraina - inglese / Ukrainian - English o.v. 100

Regista, sceneggiatore, è nato nel 1979 in Israele. Sta lavorando al suo primo lungometraggio / Director, screenwriter, Dekel Berenson was born in 1979 in Israel. He is currently working on his first feature.

2017 The Girls Were Doing Nothing cm / sf

2018 Ashmina cm / sf

2019 Anna cm / sf

Sceneggiatura / Screenplay: Saulius Baradinskas, Titas Laucius. Fotografia / Photography: Vytautas Katkus. Musica / Music: Rob Meyer. Suono / Sound: Iveta Maceviciute. Scenografia / Art Director: Stanislovas Marmokas. Costumi / Costume Designer: Juozas Valenta, Flore Vauvillé. Interpreti / Cast: Billy Boyd, Kristina Kazlauskaite, Vainius Sodeika, Darius Auzelis, Salvijus Trepulis, Kestutis Cicenas. Produzione / Produced by: Viktoria Films, Baltic Productions JSC. Distribuzione internazionale, distribuzione per l’Italia / World Sales, Distributed in Italy by: Lights On. Lituania / Lithuania, 2019, Super 16mm, col., 10’ v.o. lituana / Lithuanian o.v.

Schiacciato da un debito enorme e depresso per il suo imminente divorzio, un romantico contabile decide di suicidarsi. Ma viene salvato da un attacco di cuore.

“Come regista ho sempre voluto filmare quelle giornate grigie in Lituania, quando nulla sembra accadere ... Durante la produzione di questo film, ero stranamente depresso e avevo pensieri suicidi che sono stati il punto di partenza di questo film, di come volevo venisse visto e percepito dagli spettatori. È un film su uno di quei giorni grigi, in cui sembra non stia succedendo nulla, ma la vita sta già andando avanti da sola.”

(S. Baradinskas)

Driven to the edge by a huge debt and his impending divorce, a poetic accountant decides to kill himself but is rescued by a heart attack.

“As a filmmaker, I always wanted to capture that grey day in Lithuania where it seems that nothing is happening … During the production of this film, I had atypical depression and suicidal thoughts which was the starting point on how wanted to make this film look and feel. Golden Minutes is a film about one of those grey days, where it seems that nothing is happening, but life is already happening by itself.”

(S. Baradinskas)

Saulius Baradinskas Nato nel 1990 a Vilnius, è un regista di cinema e pubblicità, ma soprattutto di video musicali che lo hanno reso famoso in tutta l’area dei paesi baltici. / Saulius Baradinskas, born in 1990, is a film, commercial and music video director from Vilnius, Lithuania. Saulius is noticed

for directing music videos that already got recognition in the Baltic states.

filmografia scelta / selected filmography

2018 Grąžinti Nepriklausomybę

2019 Auksinės minutės (Golden Minutes) cm / sf

Italia / Italy, 2019, HD, col., 20’ v.o. italiana / Italian o.v.

Sceneggiatura, fotografia, montaggio, scenografia, costumi, musica / Screenplay, Photography, Editing, Art Director, Costume Designer, Music: Bonifacio Angius. Suono / Sound: Attilio Lombardo. Interpreti / Cast: Bonifacio Angius, Marta Pintus, Andrea Carboni, Teresa Soro, Orlando Angius. Produzione / Produced by: Il Monello Film. Coproduzione / Coproduced by: Sayonara Film. Distribuzione internazionale, distribuzione per l’Italia / World Sales, Distributed in Italy by: Elenfant Distribution.

Una giornata dove il vuoto, la superstizione, l’angoscia e la paura avranno le conferme che un uomo senza qualità stava cercando da tempo. Destino è stato presentato in anteprima, come evento speciale di chiusura, all’ultima edizione della Settimana della Critica di Venezia. “Dopo molti anni ho voluto riprovare l’esperienza di fare cinema con lo spirito di quando avevo vent’anni. In questo film è stato fondamentale l’apporto collaborativo dei miei studenti ed ex studenti del corso di cinema dell’Accademia di Belle Arti di Sassari.” (B. Angius)

A day when void, superstition, anguish and fear will have the confirmation that a man without qualities was looking for since a long time. Destino premiered at the latest Venice International Critics Week, as Special Closing Event.

“After many years I wanted to try again the experience of making films with the spirit had when was twenty years old. In this film, it was fundamental the collaborative contribution of my students and former students of the cinematography course which am holding at the Academy of Fine Arts in Sassari.” (B. Angius)

Bonifacio Angius Regista, sceneggiatore, direttore della fotografia e produttore, è nato nel 1982 a Sassari. Il suo primo lungometraggio Perfidia nel 2014 ha vinto il Premio della giuria dei giovani al Festival di Locarno. Dal 2013 dirige la società di produzione Il Monello Film. Director, screenwriter, cinematographer and producer, Bonifacio Angius was born in 1982 in Sassari, Italy. His first feature Perfidia was awarded the Young Critics’ Award at the Locarno International Film

festival in 2014. Since 2013 Bonifacio Angius is managing the production company Il Monello Film.

filmografia scelta / selected filmography

2005 Ultimo giorno d’estate cm / sf

2014 Perfidia Premi / Awards: Locarno FF – Premio della giuria dei giovani critici / Young Critics Award

2016 Domenica cm / sf

2018 Ovunque proteggimi

2019 Destino cm / sf

“Gli eventi del 9 novembre 1989 sono raccontati dal punto di vista dei figli di una qualsiasi famiglia tedesca, in particolare da quello di Marko il più piccolo. La storia è ambientata in un’area residenziale di Berlino Est, lontana dalla scena politica principale... Io stesso ho sperimentato la caduta del Muro, da bambino di 8 anni che viveva a Berlino, quindi riesco a identificarmi molto bene con il punto di vista di un ragazzino che inizia a esplorare il mondo che lo circonda ma un giorno si deve confrontare con dei cambiamenti che sono difficili da classificare.” (A. Kohlweyer)

“The events of November 9th, 1989 are told from the perspective of a family’s children, specifically Marko, the youngest son. The story takes place in a new residential estate in East Berlin, far away from the main political stage ... As an eight-year-old boy living in Berlin, I myself experienced the fall of the wall. So I can identify very well with the perspective of a growing child who is exploring the world but is one day confronted by changes that are very difficult to classify.” (A. Kohlweyer)

Sceneggiatura / Screenplay: Arne Kohlweyer. Fotografia / Photography: Markus Kloth. Montaggio / Editing: Matthias Reger. Musica / Music: Florian Marquardt. Suono / Sound: Christian Carl. Scenografia / Art Director: Maria Nickol. Costumi / Costume Designer: Sabrina Krämer. Interpreti / Cast: Ari Kurecki, Matthias Brenner, Malena Münch, Oskar Ebeling, Leo Maier, Tom Wolter. Produzione / Produced by: 42film. Con il sostegno di / Supported by: Mitteldeutsche Medienförderung, Die Beauftragte des Bundes für Kultur und Medien. Distribuzione internazionale / World Sales: Premium Films. Germania / Germany, 2019, HD, col., 17’ v.o. tedesca / German o.v. Arne Kohlweyer

Regista e sceneggiatore, nato nel 1981 a Wolgast in Germania, si è poi trasferito a Berlino. Nel 2008 si è diplomato in regia alla FAMU di Praga.

Director and screenwriter, Arne Kohlweyer was born in 1981 in Wolgast, Germany, and grew up in Berlin. In 2008 he finished his postgraduates studies in film directing at FAMU.

filmografia scelta / selected filmography

2005 Schlagen Sie Idealisten cm / sf

2006 say hello, you say goodbye cm / sf

2008 Die bittersüsse Ballade des Milos Laska cm / sf

2019 Drübenland cm / sf

Minuti d’oro / Golden Minutes

HRANICE

Confine / Frontier

DAMIÁN VONDRÁŠEK

Rep. Ceca / Czech Republic, 2020, HD, col., 29’ v.o. ceca - inglese - araba / Czech - English - Arabic o.v.

Sceneggiatura / Screenplay: Damián Vondrášek, Lukáš Csicsely. Fotografia / Photography: Filip Marek. Montaggio / Editing: Jakub Podmanický. Suono / Sound: Luka Šuto. Scenografia / Art Director: Stella Šonková. Interpreti / Cast: Marián Mitaš, Raed Farhat, Viktor Zavadil. Produzione / Produced by: Background Films. Coproduzione / Co-produced by: FAMU, Czech Television.

Russia, 2019, HD, col., 12’ v.o. jakuta - russa / Yakut - Russian o.v.

Sceneggiatura / Screenplay: Vladimir Munkuev, Anastasia Borisova. Fotografia / Photography: Konstantin Šmelev, Anna Šepilova. Montaggio, produzione/ Editing, Produced by: Anastasia Borisova. Suono / Sound: Innokentiy Sivtsev. Scenografia / Art Director: Maria Panžina, Elena Romanovskaja. Interpreti / Cast: Galina Tikhonova, Pavel Sergeev, Pelageja Černaja.

LAKE OF HAPPINESS

Un mare di felicità ALIAKSEI PALUYAN

Durante un controllo casuale, il comandante di un gruppo di agenti di dogana, al confine ceco, scopre un gruppo di immigrati nascosti in un furgone. Nel caos provocato dall’incidente un minorenne riesce a scappare e fugge nei boschi. L’ordine è di rinchiudere gli immigrati in uno spazio di fortuna e di trovare il ragazzo. Ma il padre del ragazzo si rifiuta categoricamente di aiutarli a cercarlo. Il comandante cerca di affrontare la situazione secondo le regole, ma un po’ alla volta non sa più se seguire gli ordini o la sua coscienza.

During a random check, the commander of a Czech Customs Unit discovers a group of immigrants in a van’s cargo area. The chaotic incident is taken advantage of by an underage boy who flees into the surrounding forests. The order is to keep the group in makeshift space and to find the boy, but the boy’s father refuses to co-operate with the search. The commander tries to deal with the ensuing situation according to the rules but slowly he becomes undecided whether to follow orders or his conscience.

Una giovane ragazza di campagna, con un figlio appena nato, cerca di riuscire a sopravvivere a Mosca. Per far quadrare i conti, cerca di ottenere un prestito e qualsiasi tipo di lavoro.

“Dato che recentemente mi sono trasferita a Mosca dalla lontana Jacuzia, mi interessano molto le storie delle persone che arrivano nella capitale da altre città o da repubbliche dell’ex Unione Sovietica ... La storia presentata nel film è frutto della mia esperienza personale...” (A. Borisova)

A young country girl with a baby is trying to arrange her life in Moscow. To make ends meet, she is looking for money and any job.

“Since I recently moved to Moscow from a distant national republic (Yakutia), my attention was also directed to people who came to Moscow from other cities or even countries of former USSR, it is still interesting to me … The story presented in the film is what I know from my own experience...” (A. Borisova)

Damián Vondrášek

È nato nel 1991 a Praga. Studia regia alla FAMU, la scuola di cinema di Praga. / Damián Vondrášek was born in 1991 in Prague. He is studying film directing at Prague’s Film Academy (FAMU).

filmografia scelta / selected filmography

2015 Spolu (Together) cm / sf

2016 Vězení (Imprisoned) cm / sf

2020 Hranice (Frontier) cm / sf

Anastasia Borisova

È nata nel 1984 a Jakutsk, in Russia. Si è diplomata alla Moscow Film School nel 2019. / Anastasia Borisova was born in 1984 in Yakutsk, Russia. She graduated from Moscow Film School in 2019.

filmografia scelta / selected filmography 2019 Ije (Mama) cm / sf

Bielorussia - Germania - Spagna / Belarus - Germany - Spain 2019, HD, col., 30’, v.o. bielorussa / Belarusian o.v.

Sceneggiatura, montaggio / Screenplay, Editing: Aliaksei Paluyan, tratta dal romanzo / based on the novel Ozera radosti (Lake of Joy) di / by Viktor Martinovich. Fotografia / Photography: Behrooz Karamizade. Musica / Music: Siarhei Douhushau. Suono / Sound: Vensan Mazmanyan. Scenografia / Art Director: Kiryll Halitzki. Costumi / Costume Designer: Yulia Pyakina. Interpreti / Cast: Anastasiya Plyats, Igar Sigau, Sviatlana Anikei, Ales Malchanau, Aliaksandr Primshitz, Dzianis Tarasenka, Palina Kudzina. Produzione / Produced by: Living Pictures Production. Coproduzione, distribuzione internazionale / Co-produced by, World Sales: Mailuki Films. Con il sostegno di / Supported by: HessenFilm, Medien GmbH.

“Lake of Happiness è un film molto personale, perché la storia della protagonista ricorda quella di mio padre. Aveva 7 anni quando sua madre morì e mio nonno decise di mandarlo in un orfanotrofio. Questa esperienza traumatica è sempre stata un argomento tabù per mio padre ... Quello che mi sono chiesto è: perché genitori abbandonano i loro figli?

Come regista, ho cercato di rendere da un punto di vista cinematografico una storia così personale.” (A. Paluyan)

Lake of Happiness è stato presentato al festival di Clermont-Ferrand e in molti altri festival internazionali.

“Lake of Happiness is a personal film for me, because the character of Jasja is based on the story of my father. He was 7 years old when his mother died and my grandfather decided to send him to an orphanage. This traumatic experience in his childhood has always been a taboo topic for my father ... That left me with a burning question: why would parents give their own children away? As a filmmaker, tried to find a cinematic angle of view at this personal story.” (A. Paluyan)

Lake of Happiness premiered at the latest Clermont-Ferrand film festival and was presented in many other film festivals around the world.

Aliaksei Paluyan Regista e scrittore, è nato nel 1989 in Bielorussia.

Film director and writer, Aliaksei Paluyan was born in 1989 in Belarus. filmografia scelta / selected filmography

2017 Country of Women doc.

2018 Ruhestörung cm / sf

2019 Lake of Happiness cm / sf ANTEPRIMA

Abbiamo visto l’estate / Dog Days of Summer

NIKOLA STOJANOVIĆ

Serbia, 2019, HD, col., 20’ v.o. serba / Serbian o.v.

Sceneggiatura / Screenplay: Nađa Petrović. Fotografia / Photography: Mladen Teofilović. Montaggio, scenografia / Editing, Art Director: Nikola Stojanović, Nađa Petrović. Suono / Sound: Dimitrije Dragojević, Milica Kuzmanovski, Milan Simić. Costumi / Costume Designer: Ana Petrović. Interpreti / Cast: Jelena Tjapkin, Nikola Pavlović, Mario Vrećo, Miljana Kravić, Jelena Radenović, Boban Ilić, Gordana Seizović, Sanja Stojanović. Produzione / Produced by: Faculty of Dramatic Arts, Belgrade.

Ena una ragazza adolescente, piena di passione per la vita, si sta per trasferire in California, lasciandosi dietro tutto ciò che ha amato. In una città operaia serba in piena recessione, la ragazza passa l’ultimo giorno con suoi due amici d’infanzia. Edifici abbandonati fanno affiorare ricordi di un’infanzia spensierata, mentre due ragazzi sono tormentati dall’amore per la stessa ragazza. Miglior cortometraggio serbo all’ultimo festival di Belgrado, Mi smo videli leto è stato presentato in molti festival internazionali.

Ena a teenage girl, bursting with lust for life, is moving to California, leaving behind everything she ever loved. In a dying, working class hometown in Serbia, she spends her last day with two childhood friends. Abandoned places bring up memories of a wild childhood, two boys are torn by the love for the same girl.

Best National Short Film at the latest Belgrade Documentary and Short Film Festival, Dog Days of Summer has been screened in many international film festivals around the world.

Nikola Stojanović È nato nel 1995 a Zemun, in Serbia. Studia regia alla Facoltà di Arti Drammatiche dell’Università di Belgrado. Nikola Stojanović was born in 1995 in Zemun, Serbia. He is currently studying Film and TV Directing at the Faculty of Dramatic Arts in Belgrade.

filmografia scelta / selected filmography 2016 Together cm / sf 2019 Mi smo videli leto (Dog Days of Summer) cm / sf; Premi / Awards: Belgrade FestivalMiglior cortometraggio serbo / Best National Short Film Šerbet cm / sf; Premi / Awards: Sarajevo FF – Miglior film studentesco / Best Student Film

Mamma / Mama
ANASTASIA BORISOVA

Slovacchia / Slovakia, 2019, HD, col., 10’ v.o. slovacca / Slovak o.v.

Sceneggiatura / Screenplay: Monika Mahútová. Fotografia / Photography: Lucia Kovaľová. Montaggio / Editing: Jaroslav Martinický. Suono / Sound: Jaroslav Pešek. Scenografia, costumi / Art Director, Costume Designer: Klára Abrahámfyová. Interpreti / Cast: Michaela Hasalová, Anna Čonková, Richard Farkaš, Hana Hančinová, Richard Hasala, Matej Farkaš, Ela Baničová. Produzione, distribuzione internazionale / Produced by, World Sales: FTF VŠMU (Film and TV Faculty, Academy of Performing Arts Bratislava).

Un giorno, la piccola Alice decide di scappare di casa. Se ne va in giro per il quartiere dove abita, fino a quando il sole tramonta.

“La traduzione del titolo originale Nič sa nestalo significa ‘non è successo niente’ perché questo è ciò che gli adulti dicono quando un bambino cade dalla bicicletta o combina dei guai … La nostra protagonista, Alice, senza volere fa del male a qualcuno e questa è la prima volta che deve assumersi la responsabilità delle sue azioni. Anche se ‘non è successo niente’, deve affrontare il problema e scusarsi.” (M. Mahútová)

One day, young Alice decides to runaway. She wanders around the neighbourhood until the sun goes down.

“The translation of original title Nič sa nestalo means “nothing happened” because that is what adults say when a kid falls off his bicycle or gets into some kind of troubles … Our main character Alice unconsciously hurts someone and this is the first time she has to take responsibility for her actions. Even though “nothing happened” she must face her problem and apologize.” (M. Mahútová)

Monika Mahútová

È nata nel 1995 a Zemianska Závada, Slovacchia. Sta frequentando il terzo anno di regia cinematografica all’Accademia di Arti dello spettacolo di Bratislava. / Monika Mahútová was born in 1995 in Zemianska Závada, Slovakia. She is currently in third year of film directing studies at the Film Faculty of Academy of Performing Arts in Bratislava.

filmografia scelta / selected filmography

2018 Leto v konzerve (Summer in the can) cm / sf

2019 Nič sa nestalo (Alice) cm / sf

NJEMAČKI INAT

La maleducazione di una signora tedesca / The Rudeness of a German Lady SILVA ĆAPIN

Croazia - Ungheria / Croatia - Hungary, 2020, HD, col., 15’ v.o. croata - ungherese - italiana / Croatian - Hungarian - Italian o.v.

Sceneggiatura / Screenplay: Silva Ćapin. Fotografia / Photography: Luka Matić. Montaggio / Editing: Iva Ivan. Suono / Sound: Ivan Zelić, Marko Grgić. Scenografia / Art Director: Petra Poslek. Costumi / Costume Designer: Gabrijela Krešić, Mirijam Krajina. Interpreti / Cast: Snježana Sinovčić, Vinko Kraljević, Ljiljana Bogojević, Vedran Komerički. Produzione, distribuzione internazionale, distribuzione per l’Italia / Produced by, World Sales, Distributed in Italy by: Eclectica. Coproduzione / Co-produced by: Speak Easy Project.

Sotto il sole cocente, i bagnanti cercano di approfittare di ogni minuto della loro gita a pagamento su una spiaggia deserta. Tra loro ci sono una signora con un figlio ormai adulto, due donne e il loro cane, una coppia sposata passivo-aggressiva, degli italiani rumorosi, degli ungheresi felici e una grossa donna tedesca, forse morta.

“Njemački inat tratta il tema dell’insensibilità umana e dell’indifferenza verso gli altri, dell’egoismo e della paura di dover lasciare le proprie comodità.” (S. Ćapin)

Under the burning sun, beachgoers are trying to take advantage of every minute of their paid trip to a desolate beach. Among them are a mother with her grown son, two ladies and their dog, a passiveaggressive married couple, loud Italians, happy Hungarians, and an overweight, possibly dead, German lady.

“The Rudeness of a German Lady deals with the theme of human insensitivity and general disinterest in others, selfishness and fear of leaving the comfort zone.” (S. Ćapin)

PRZEJŚCIE GRANICZNE

Attraversare il confine / Border Crossing AGNIESZKA CHMURA

Polonia / Poland, 2019, HD, col., 15’ v.o. polacca / Polish o.v.

Sceneggiatura / Screenplay: Agnieszka Chmura. Fotografia / Photography: Joanna Kakitek. Montaggio / Editing: Przemysław Kopacz, Agnieszka Chmura. Suono / Sound: Adriano Mantova, Bartosz Idzi. Scenografia / Art Director: Mateusz Pajerski. Costumi / Costume Designer: Anna Kurpas. Interpreti / Cast: Pola Galica-Galoch, Agnieszka Kościelniak, Andrzej Rozmus, Andrzej Franczyk. Produzione / Produced by: Ama Film Center. Con il sostegno di / Supported by: Polish Film Institute, One Movie Project. Distribuzione internazionale / World Sales: Ama Film Center.

Un thriller ambientato nell’estate del 1989, l’ultimo anno di comunismo nell’Europa dell’Est. Una famiglia di tre persone raggiunge il confine fra Cecoslovacchia e Polonia mettendosi con l’auto in coda. L’atmosfera si fa sempre più pesante. La bambina sul sedile dietro osserva una guardia che cammina su e giù lungo la fila.

“... un viaggio sentimentale ma spaventoso nel passato, quando c’era la Cortina di ferro. Il film si basa sui ricordi brevi ma intensi di quando attraversavo con la mia famiglia il confine da bambina, a tre anni, e c’era sempre quella sensazione di paura anche se non avevamo nulla da nascondere.” (A. Chmura)

A thriller set in the summer of 1989, the final year of communism in Eastern Europe. A family of three reaches the Czechoslovakian-Polish border and joins a long queue. The atmosphere thickens, while the little girl on the back seat observes a border guard pacing along the queue.

“...a sentimental and scary journey into the not too distant past behind the Iron Curtain. The film is based on my short but intense memory of crossing the border as a three-year-old, a memory of that feeling of fear, even though we had nothing to hide.” (A. Chmura)

Il weekend di una ragazza triste

DIMITRIS TSAKALEAS, LIDA VARTZIOTI

Grecia / Greece, 2019, HD, col., 15’ v.o. greca / Greek o.v.

Sceneggiatura / Screenplay: Dimitris Tsakaleas, Lida Vartzioti. Fotografia / Photography: Asimina Lydia Dionysopoulou. Montaggio / Editing: Pavlos Lygouris. Musica / Music: Melentini. Suono / Sound: Valia Tserou. Scenografia, costumi / Art Director, Costume Designer: Vaggelis Kamperis. Interpreti / Cast: Elsa Lekakou, Georgina Liossi, Natasa Exidaveloni. Produzione / Produced by: Iro Aidoni, Dimitris Tsakaleas, Sotiris Petridis, Maria Laskaridou. Coproduzione / Co-produced by: Marni Films, Artcut Moving Image Productions. Con il sostegno di / Supported by: Greek Film Centre. Distribuzione internazionale / World Sales: Marni Films.

Elli, Natasha e Jo stanno trascorrendo il loro ultimo weekend insieme nella casa estiva di Elli. Natasha e Jo stanno per andare all’estero a studiare. Elli è nervosa, sente di essere messa da parte. La tensione fra le tre amiche è alta: presto, si renderanno conto che che dirsi addio è proprio difficile. Presentato in anteprima al festival di Sarajevo. “Sad Girl Weekend è il secondo film di una trilogia sulla giovinezza ... Non vogliamo rappresentarla in modo nostalgico ma semplicemente come un periodo di crescita in cui prevale la confusione.” (D. Tsakaleas, L. Vartzioti)

Elli, Natasha, and Jo are spending their last weekend together on a getaway on Elli’s summer-house. Natasha and Jo are leaving to study abroad, something that makes Elli emotional, since she feels that she is left behind. The tension between the three friends is high and sooner or later, they will realize that goodbyes are hard. Sad Girl Weekend premiered at the latest Sarajevo Film Festival. “Sad Girl Weekend is the second film of a trilogy about youth ... We do not envisage youth nostalgically nor hostilely, just as a period of confusion that we experience as we grow old.” (D. Tsakaleas, L. Vartzioti)

Silva Ćapin

Regista e sceneggiatrice, è nata nel 1989 a Osijek, ora Croazia. Sta lavorando al suo primo lungometraggio. / Film director and screewriter, Silva Ć apin was born in 1989 in Osijek, now Croatia. She’s working on her first feature-length.

filmografia scelta

/ selected filmography

2016 Priče iz bijele sobe cm / sf

2019 Njemački inat (The Rudeness of a German Lady) cm / sf

Agnieszka Chmura

È nata nel 1986 a Cracovia, in Polonia. Przejście graniczne è il suo cortometraggio di debutto. Agnieszka Chmura was born in 1986 in Krakow, Polonia. Border Crossing is her debut short fiction.

2019 Przejście graniczne (Border Crossing) cm / sf

Dimitris Tsakalea, Lida Vartzioti Registi e sceneggiatori, hanno frequentato il Dipartimento di cinema dell’Università Aristotle di Salonicco. Attualmente stanno girando un nuovo cortometraggio, episodio conclusivo della loro trilogia sulla giovinezza.

Directors and screenwriters, Dimitris Tsalakea and Lida Vartzioti attended the Film Studies department of the Aristotle University in Thessaloniki. They are on the production stage of the next short, last part of their trilogy about youth.

2018 Yawth cm / sf

2019 Sad Girl Weekend cm / sf

Alice
MONIKA MAHÚTOVÁ

TAK JEST DOBRZE

Va bene così / It’s Good Like That MARCIN SAUTER

Polonia / Poland, 2019, HD, b-n / b-w, 23’ v.o. polacca - inglese / Polish - English o.v.

Sceneggiatura / Screenplay: Marcin Sauter, tratta dal racconto omonimo di / based on a short story of the same title by Szczepan Twardoch. Fotografia / Photography: Marcin Sauter. Montaggio / Editing: Tymoteusz Wiskirski. Musica / Music: Raphael Rogiński. Suono / Sound: Marcin Lenarczyk. Scenografia / Art Director: Bartłomiej Skolimowski. Costumi / Costume Designer: Małgorzata Winter. Interpreti / Cast: Adam Woronowicz, Karolina Gruszka, Piotr Nawrocki. Produzione / Produced by: Munk Studio - Polish Filmmakers Association. Coproduzione / Co-produced by: Pokromski Studio, TVN Film. Con il sostegno di / Supported by: Polish Film Institute, Miasto Bydgoszcz. Distribuzione internazionale / World Sales: KFF Sales & Promotion.

Nikodem è un fotografo naturalista professionista ed è in viaggio. Ma il viaggio è reale? Oppure sono i suoi ricordi? O è la proiezione della sua immaginazione? Presentato in anteprima al festival di Cracovia.

“Il racconto di Szczepan Twardoch ha toccato le mie corde più intime: è una storia sulla perdita di una persona amata, sulla morte, è un tentativo di controllare il fato. Fare il mio primo film di fiction basandolo su questo racconto mi ha permesso di affrontare, in un modo del tutto personale, l’evento più importante della mia infanzia: la perdita di mio padre.” (M. Sauter)

Nikodem is a professional nature photographer. We observe his journey. Is it the real world? Or his recollections? Or the projection of his imagination? It’s Good Like That premiered at the latest Krakow Film Festival.

“Szczepan Twardoch’s story touched my most personal strings. This is a story about the loss of a loved one, death, an attempt to tame fate. Making my first film based on this story let me face the biggest event of my childhood in a pawky way. The loss of my father.” (M. Sauter)

Marcin Sauter

Fotografo, direttore della fotografia e regista, è nato nel 1971 a Bydgoszcz, in Polonia. Di lui il Trieste FF ha presentato nel 2008 il documentario Pierwszy dzień (First Day). Photographer, cinematographer and director, Marcin Sauter was born in 1971 in Bidgoszcz, Poland. The Trieste FF presented in 2008 his documentary Pierwszy dzień (First Day).

filmografia scelta / selected filmography

2005 Za płotem doc.

2006 Kino objazdowe doc.

2007 Pierwszy dzień (First Day) doc.

2009 To the North of Calabria doc.

2011 Hakawati doc.

2014 The Source doc.

2017 Zhalanash - Empty Shore doc.

2019 Tak jest dobrze (It’s Good Like That) cm / sf

VIRAGO

KERLI KIRCH SCHNEIDER

Estonia, 2019, HD, col., 15’ v.o. estone / Estonian o.v.

Sceneggiatura / Screenplay: Kerli Kirch Schneider. Fotografia / Photography: Mart Ratassepp. Montaggio / Editing: Marion Koppel. Musica, suono / Music, Sound: Ann Reimann. Scenografia / Art Director: Kaia Tungal. Costumi / Costume Designer: Liis Plato. Interpreti / Cast: Tiina Tauraite, Juhan Ulfsak, Anneli Rhkema, Hilje Murel, Marje Metsur. Produzione / Produced by: Nafta Films. Con il sostegno di / Supported by: Eesti Kultuurkapital, Eesti Filmi Instituut. Distribuzione internazionale / World Sales: Interfilm Berlin Management.

Un uomo cade da un tetto. Un altro annega. Un altro prende fuoco.

“Che le loro anime riposino in pace”, sospirano le vedove mentre si fanno il segno della croce. Questa è la vita e la morte degli uomini a Virago, un villaggio dove per secoli nessun uomo è vissuto abbastanza a lungo per vedere il suo quarantesimo compleanno. Fino a oggi.

Presentato ai festival di Cottbus, Varsavia e Tallinn.

“La storia di Virago è ispirata a eventi che sono realmente accaduti in un villaggio nel sud dell’Estonia, quello di Vastse-Roosa dove sono cresciuta.” (K. Kirch Schneider)

A man falls off a roof. Another one drowns. Another catches fire.

“May God rest their souls,”sigh the widows as they cross themselves somberly. This is the life and the death of the men in Virago –a village where for centuries no man has lived long enough to see his fortieth birthday. Until today.

Virago was screened at Cottbus, Warsaw and Tallinn film festivals.

“The story of Virago is inspired by events that took place in an actual Southern Estonian village called Vastse-Roosa, where I grew up.”

(K. Kirch Schnedier)

Kerli Kirch Schneider Regista estone, è nata nel 1985. Virago è il suo primo cortometraggio. / Estonian filmmaker Kerli Kirch Schneider was born in 1985. Virago is her first short.

2019 Virago cm / sf

PREMIO CORSO SALANI

2020

CORSO SALANI AWARD 2020

#387

Madeleine Leroyer

LA BUFERA.

Cronache di ordinaria corruzione

BORN IN TRIESTE

Never Whistle Alone

Marco Ferrari

MATERNAL

BORN IN TRIESTE

Maura Delpero

PADRONE DOVE SEI

Master Where Are You

Carlo Michele Schirinzi

LA STRADA PER LE MONTAGNE

The Way to the Mountains

Micol Roubini

OMAGGIO A CORSO SALANI (2010 - 2020)

A TRIBUTE TO CORSO SALANI (2010 - 2020)

EUGEN SI RAMONA (1989) Corso Salani

VOCI D’EUROPA (1989) Voices of Europe

MADELEINE LEROYER

LA BUFERA.

Cronache di ordinaria corruzione

Francia - Italia - Belgio / France - Italy - Belgium 2019, HD, col., 61’ v.o. italiana - francese - ingleseamarica - tigrina - bambara - soninke / Italian - French - English - Amharic - Tigrinya - Bambara - Soninke o.v.

Sceneggiatura / Screenplay: Madeleine Leroyer, Cécile Debarge. Fotografia / Photography: Thibault Delavigne, Henri Marquis, Madeleine Leroyer.

Montaggio / Editing:

Tania Goldenberg, Emmanuel Cabanes.

Musica / Music:

Olivier Bodin, Benoît Daniel.

Suono / Sound:

Alessio Fornasiero, Ibrahima Malick

Niang, Marc Soupa, Cécile Debarge, Jeff Levillain, Thibault Darscotte.

Produzione / Produced by:

Little Big Story.

Coproduzione / Co-produced by:

STENOLA Productions, GraffitiDoc

Distribuzione internazionale / World Sales: Java Films.

Madeleine Leroyer

È nata nel 1984 a Brest, in Francia. Laureata in Scienze politiche nel 2007, è stata dal 2008 al 2014 giornalista freelance corrispondente dalla Russia. #387 è il suo debutto alla regia.

Madeleine Leroyer was born in 1984 in Brest, France. She graduated in Political Science in 2007 and, from 2008 to 2014, worked as a freelance press correspondent in Russia. #387 is her first feature- length documentary.

2019 #387 doc.

ANTEPRIMA ITALIANA / ITALIAN PREMIERE

Frammenti di una lettera d’amore e qualche foto ancora intatta. Una felpa, un paio di pantaloni, una cintura… ecco quello che resta del numero #387, uno dei mille migranti annegati il 18 aprile 2015, al largo della costa libica, nel naufragio della nave fantasma che li trasportava.

Dalla Seconda guerra mondiale a oggi, la tragedia col più alto numero di vittime nel Mediterraneo. A Milano, l’antropologa forense Cristina Cattaneo è a capo della più vasta operazione di identificazione mai intrapresa nell’area del Mediterraneo. Sta cercando di dare un nome a ognuno dei tanti dispersi. Nei piccoli villaggi della Mauritania meridionale, del Senegal e del Mali, José Pablo Baraybar, responsabile dell’identificazione dei migranti dispersi nel Mediterraneo per il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR), incontra le famiglie per raccogliere il maggior numero possibile di informazioni ante-mortem per consentire al team di Cristina Cattaneo di provare a far combaciare risultati. #387 è stato presentato in concorso all’ultima edizione dell’IDFA di Amsterdam.

Fragments of a love letter and a few photographs still unaltered. A hoodie, a pair of trousers, a belt… That’s what little is left of #387, one of the 1000 migrants who perished on April 18th, 2015 off the Libyan coast, in the sinking of the ghost ship that carried them. To date, it is the deadliest tragedy in the Mediterranean since World War II. In Milan, forensic anthropologist Cristina Cattaneo leads the largest identification operation ever undertaken to date in the Mediterranean region. She’s trying to put a name on the missing. In the smallest villages of Southern Mauritania and Senegal Mali’s, José Pablo Baraybar, in charge of the identification of missing migrants in the Mediterranean region for the International Committee of the Red Cross (ICRC), meets with their families in order to collect as much ante-mortem information as possible to allow Cristina Cattaneo’s team to try and match the results. #387 had its World Premiere in competition at IDFA 2019 in Amsterdam.

Italia - Paesi Bassi / Italy - Netherlands 2019, HD, col., 74’ v.o. italiana / Italian o.v.

Sceneggiatura / Screenplay: Marco Ferrari.

Fotografia / Photography: Stefano Govi.

Montaggio / Editing: Neil Devetti.

Musica / Music: Francesco Leali, Alessandro Branca.

Suono / Sound: Vito Martinelli.

Scenografia / Art Director: Micol Di Palma.

Costumi / Costume Designer: Giovanna Dardano.

Produzione / Produced by: Candy Glass.

Coproduzione / Co-produced by: Basement, VPRO.

Distribuzione internazionale / World Sales: Deckert Distribution.

Marco Ferrari

Si è diplomato alla UCLA di Los Angeles, specializzandosi in regia e sceneggiatura. Vive e lavora a Milano.

Writer and director based in Milan, Marco Ferrari graduated in Entertainment Studies, with a focus on directing and feature film writing, at UCLA, Los Angeles.

filmografia scelta / selected filmography

2010 Moonscape cm / sf

2014 Simple Being doc.

2019 La bufera. Cronache di ordinaria corruzione (Never Whistle Alone) doc.

“Nel mondo anglosassone ‘whistleblower’ indica un impiegato di aziende o amministrazioni pubbliche che denuncia attività illecite e dannose per la popolazione. Il termine inglese ha un’accezione positiva, ma per tradurlo in italiano si usano le parole spia, talpa, delatore, gola profonda... Non esiste una traduzione positiva del termine ... Negli ultimi anni ho avuto la possibilità di incontrare molti whistleblower italiani: ho conosciuto un ex-calciatore a cui era stato chiesto di truccare le partite; ho parlato con un giornalista che ha scoperto una frode finanziaria messa in atto dal proprio giornale; ho parlato con un’archeologa che ha svelato una serie di abusi edilizi in un’area protetta. Tutte queste persone hanno deciso di denunciare quello che hanno scoperto. Ma la cosa che più mi ha scioccato è stato scoprire che le loro vicende, sebbene all’apparenza diverse, erano molto simili tra loro: raggiri, pressioni, intimidazioni, isolamento...” (M. Ferrari) Uno dei progetti selezionati all’ultima edizione di Last Stop Trieste (WEMW e Trieste Film Festival 2019), è stato presentato al festival Dok Leipzig 2019.

“A whistleblower is an insider of a company or public administration who reports illicit and dangerous affairs for the community. In Italian there is no favourable translation of the term whistleblower’... In the last few years, I had the chance to meet several whistleblowers: I met an ex-soccer player who had been asked to fix matches; spoke with a journalist who discovered a financial fraud carried out by his own newspaper; I met an archeologist who revealed a real-estate exploitation in a protected area. All of them have decided to report what they found out. But what most shocked me, was finding out that their stories, even if they seemed different on the surface, were very similar to each other: deception, pressure, intimidation, mobbing...” (M. Ferrari)

One of the selected projects at the latest Last Stop Trieste (WEMW and Trieste Film Festival 2019), Never Whistle Alone was in competition at Dok Leipzig 2019.

Never Whistle Alone
BORN IN TRIESTE

MATERNAL

MAURA DELPERO

BORN IN TRIESTE

Italia - Argentina / Italy - Argentina 2019, HD, col., 91’ v.o. spagnola - italiana / Spanish - Italian o.v.

Sceneggiatura / Screenplay: Maura Delpero. Fotografia / Photography: Soledad Rodríguez.

Montaggio / Editing: llaria Fraioli, Luca Mattei. Suono / Sound: Vincenzo Urselli, Federico Cabula, Alessandro Fusaroli.

Scenografia / Art Director: Yamila Fontán.

Costumi / Costume Designer: Jam Monti.

Interpreti / Cast: Lidiya Liberman, Denise Carrizo, Agustina Malale, Isabella Cilia, Alan Rivas, Marta Lubos, Renata Palminiello, Livia Fernán.

Produzione / Produced by: Dispàrte, Vivo Film con / with Rai Cinema.

Coproduzione / Co-produced by: Campo Cine in associazione con / in association with Etrusca srl di Francesco Cerza.

Distribuzione internazionale / World Sales: Charades.

Maura Delpero Regista, sceneggiatrice, è nata nel 1975 a Bolzano. Il Trieste FF ha presentato nel 2013 il suo documentario Nadea e Sveta.

Maternal è il suo primo lungometraggio di finzione.

Maura Delpero was born in 1975 in Bolzano, Italy. The Trieste FF presented in 2013 her documentary Nadea e Sveta. Maternal is her first feature film.

filmografia scelta / selected filmography

2006 Mogli e buoi dei paesi tuoi doc.

2009 Signori professori doc.; Premi / Awards: Torino Film Festival

– Premio Avanti! / Avanti! Prize

2012 Nadea e Sveta doc.; Premi / Awards: Torino Film Festival

– Premio Cipputi / Cipputi Prize

2019 Maternal; Premi / Awards: Locarno FF – Menzione speciale della giuria, Premio Europa Cinema Label, Secondo premio Giuria Giovani / Special Mention of the Jury, Europa Cinema Label Prize, Second Prize of Youth Jury; Annecy Cinéma Italien – Premio del pubblico / Audience Award

Lu e Fati sono madri adolescenti che vivono in una casa famiglia religiosa a Buenos Aires. Suor Paola è appena arrivata dall’Italia per prendere i voti perpetui. L’incontro tra le tre donne influenzerà le loro vite e il loro rapporto con la maternità.

Presentato in anteprima in concorso al Festival di Locarno 2019, dove ha vinto una Menzione Speciale e il Premio Europa Cinema Label.

“Maternal è un film di finzione tratto da un’esperienza di vita reale: quattro anni in cui ho lavorato a Buenos Aires in un istituto religioso italiano per madri adolescenti ... Una sedicenne incinta impressiona lo sguardo. Un viso di bambina che allatta porta con sé una contraddizione commovente. Ciononostante, è stata l’immagine epifanica di una giovane suora che cullava uno dei loro figli che ha messo in moto il film: in quel momento ho realizzato tutta la potenza del cortocircuito emotivo di un mondo femminile chiuso, paradossale e affascinante in cui la maternità precoce delle ragazze convive con quella assente delle religiose.” (M. Delpero)

Lu and Fati are teen mums living in a religious shelter in Buenos Aires. Sister Paola arrives from Italy to take her final vows. Three different women who will influence each other’s lives and their relationship with motherhood. Maternal premiered in competition at the latest Locarno Film Festival where was awarded Special Mention and Europa Cinema Label Prize.

“Maternal is a fiction film based on a real life experience: my four years’ work in an Italian religious center for teen mums in Buenos Aires. This was its inspiring image. A pregnant adolescent is visually striking, a teen mum is a moving contradiction. Nevertheless, a nonmother nun holding their baby was the epiphany that decisively gave birth to my film. began to write a story in order to share with an audience the emotions I was breathing in this closed, paradoxical women’s house in which the precocious maternity of the girls cohabits with nuns’ lack of it.” (M. Delpero)

PADRONE DOVE SEI

Master Where Are You

Italia / Italy

2019, HD, col., 82’ v.o. italiana / Italian o.v.

Sceneggiatura, fotografia, montaggio, scenografia, costumi / Screenplay, Photography, Editing, Art Director, Costume Designer: Carlo Michele Schirinzi.

Suono / Sound:

Carlo Michele Schirinzi, Hamid Mirzaee, Salvatore Bello, Stefano Cosi. Interpreti / Cast: Salvatore Bello, Matteo Gravante, Francesco Cottone, Julie Seagull. Produzione / Produced by: Untertosten Film-Produktionen Autarkiken.

Carlo Michele Schirinzi

Filmmaker e artista, è nato nel 1974 a Capo di Leuca. Nel 2004 ha fondato la Untertosten Film - Produktionen Autarkiken. È docente di scenografia all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, Filmmaker and artist, Carlo Michele Schirinzi was born in 1974 in Capo di Leuca, Italy. In 2004 he founded the Untertosten Film-Produktionen Autarkiken. Schirinzi is a lecturer of Set Design at the Albertina Academy of Fine Arts in Turin.

filmografia scelta / selected filmography

2003 Il nido cm / sf

2004 All’erta! cm / sf

2008 Sonderbehandlung cm / sf

2009 Notturno stenopeico cm / sf

2010 Mammaliturchi! cm / sf

2011 Eco da luogo colpito cm / sf

2014 I resti di Bisanzio

2016 Eclisse senza cielo mm / ml

2019 Padrone dove sei

“Umido affresco sull’atto e la visione masturbatoria. Padrone dove sei. Non urlata ricerca ma implosione tellurica, constatazione di scomparsa, inutile s.o.s. scagliato tra taccuini cartacei, nature protettive, auto spente e nidi dimenticati … Nel Giardino delle Delizie di Bosch e nelle Mirabili visioni e consolazioni della Beata Angela da Foligno, le radici di questo film. Bosch sancisce l’impossibilità di una storia, di una sola storia comune e oggettiva, a favore dell’osservatore-guardone che crea il suo film con tasselli a disposizione, corpi seminati senza gerarchie e distinzioni di generi, spiati come nel finale del Salò-Sade di Pasolini: il coito, essendo smontaggio, non può aver progettazione ma solo svergognata esposizione. Angela da Foligno inviscera nelle ardenti parole i cedimenti della sua santità: la compulsiva reiterazione dell’atto e la bramosìa delle stesse immagini, cartacee o mentali, tramutano il pensiero di corpi e parole in forme di carne.” (C. M. Schirinzi) Padrone dove sei è stato presentato all’ultimo Torino Film Festival.

“A moist fresco on the mastubatory act and vision. Master where are you. Not shouted search but telluric implosion, statement of missing, useless s.o.s. thrown among paper notebooks, protective natures, cars off and forgotten nests … The roots of this film lie in The Garden of Earthly Delights by Bosch and Mirabili visioni e consolazioni by Saint Angela of Foligno. Bosch sanctions the impossibility of one single, shared, and objective story, in favor of the observer-voyeur who creates his film with the tesserae at his disposal, the bodies scattered without any hierarchy ora gender distinctions, spied upon like in the finale of SalòSade by Pasolini: the coitus, having been dismantled, has no planned outline but only shameless exposure. Angela da Foligno embeds the capitulations of her sanctity in ardent words: the compulsive reiteration of the act and the lust of the images – on paper or in the mind – transform the thoughts of bodies and words into fleshly form.”

(C. M. Schirinzi)

Padrone dove sei was presented at the latest Torino Film Festival.

LA STRADA PER LE MONTAGNE

The Way to the Mountains

Francia - Italia / France - Italy 2019, HD, col., 83’ v.o. italiana - ucraina / Italian - Ukrainian o.v.

Sceneggiatura / Screenplay: Micol Roubini.

Fotografia / Photography: Davide Maldi.

Montaggio / Editing: Micol Roubini, Davide Minotti.

Musica / Music: Freddy Murphy, Chiara Lee. Suono / Sound: Stefano Grosso, Marzia Cordò, Giancarlo Rutigliano.

Interpreti / Cast: Micol Roubini (voce fuori campo / voice-over).

Produzione / Produced by: La Bête, L’Altauro, Dugong Films.

Coproduzione / Co-produced by: ViàOccitanie.

Distribuzione internazionale / World Sales: Slingshot Films.

Micol Roubini

È nata nel 1982 a Milano. Artista, lavora soprattutto a installazioni multimediali, in mostre personali e collettive in Italia e all’estero. Nel 2017 ha fondato assieme ad altri la casa di produzione l’Altauro.

Micol Roubini was born in 1982 in Milan. Since 2006 she works as an artist, mainly with video, sound and multimedia installations that have been shown in solo and collective exhibitions in Italy and abroad. In 2017 she has co-founded l’Altauro production company.

2019 La strada per le montagne (The Way to the Mountains) doc.

OMAGGIO A CORSO SALANI (2010-2020)

A tribute to Corso Salani (2010 - 2020)

“Nel 1941 mio nonno materno, unico sopravvissuto della famiglia, fuggì in Russia lasciando il suo villaggio natale nell’Est dei Carpazi. Jamna e la casa che suo padre aveva costruito erano ricorrenti nelle storie che raccontava. Dopo la sua morte, ho casualmente scoperto alcuni documenti che nessuno dei miei familiari aveva mai visto: fra questi c’era una foto di quella casa, fatta alcuni mesi dopo la sua costruzione. Nel 2014 ho visitato Jamna per la prima volta, alla ricerca di questo edificio. È un villaggio piccolo e, una volta lì, con la foto in mano, ho iniziato a chiedere informazioni agli abitanti. Ma, con mia grande sorpresa, tutto ciò che sono riuscita a raccogliere sono state informazioni evasive che, ogni volta, si rivelavano false. Ho deciso di investigare questa sorta di amnesia collettiva non come una semplice speculazione riguardante il passato. Attraverso le implicazioni di un evento personale, il film si pone come una domanda aperta sul presente di quei luoghi.” (M. Roubini)

Presentato in anteprima al festival “Cinéma du Réel” di Parigi.

“In 1941 my maternal grandfather, the only survivor of the family, fled to Russia leaving behind his birthplace village, in the Eastern Carpathians. Jamna and the house that his father had built, were recurrent subjects in his stories. After he passed away, accidentally discovered a bundle of documents that no one in my family had ever seen. Among those, a picture of that house, taken a few months after its construction. In 2014, I visited Jamna for the first time searching for this building. It is a rather small village and once there, with the photo in my hand, I started questioning the villagers about it. But to my greatest surprise, all I could collect was evasive information that, each time, proved to be inaccurate. I decided to investigate this sort of collective amnesia, not as a mere speculation concerning the past. Through the implications of an individual event, the film poses as an open question on the present of those places.”

(M. Roubini)

The film premiered at the latest “Cinéma du Réel” festival in Paris.

EUGEN SI RAMONA

“Nell’89 ho realizzato questo documentario in 16 millimetri durante la Rivoluzione Rumena. Mi ricordo che, nei giorni intorno a Natale, in televisione passavano gli scontri e combattimenti quasi in diretta e d’improvviso mi venne in mente che forse potevo partecipare anche io, in qualche modo, a quell’avvenimento. Anche perchè la Romania la conoscevo molto bene e le ero molto affezionato.

Riuscii a trovare della pellicola e una cinepresa, e soprattutto un operatore che partisse con me, con l’unica certezza di non essere pagato e casomai di rischiare qualche cosa. In effetti qualche rischio lo abbiamo corso e, a volte, quando ci ritroviamo, ci piace sentirci dei veterani di guerra. Ma la cosa più importante fu l’incontro con tante persone, tanti giovani rumeni che in quel momento si erano improvvisati combattenti e che ci accolsero, tutti, con grande affetto e gratitudine, solo per il fatto che ci stavamo occupando della loro rivoluzione. In un certo senso quello è stato il lavoro più importante che abbia mai fatto: non tanto per risultati, ma perchè il coraggio, la disponibilità, l’entusiasmo e anche la bontà di quei ragazzi, con cui abbiamo vissuto in Romania, sono stati quanto di più emozionante e commovente io abbia mai provato. Tanto che dieci anni dopo, una ragazza che avevamo conosciuto a Sibiu –operaia in una fabbrica di scarpe che, senza alcuna esperienza, aveva assunto il comando di un gruppo di giovani combattenti – ha ispirato il personaggio di Malvina, la protagonista di Occidente.” (dall’intervista di Grazia Paganelli per il catalogo di “Infinity Festival”, Alba, 2003)

“...that was a documentary I made in 16 mm in 1989, during the revolution in Romania. I remember that over Christmas the street fighting was being shown on TV almost live as it happened and all of a sudden I thought, maybe I could take part in the events in some way. If only because I knew Romania very well and was very fond of the country. I managed to find some film and a camera and above all a technician to go with me - whose only guarantees were that he wouldn’t be paid and that he might be taking a few risks into the bargain. Sure enough we did run a few risks and today, when we meet up again, we like to think of ourselves as war veterans. But

the most important thing was to meet so many people, so many young Romanians who had suddenly had to turn themselves into combatants and whom welcomed us - all of them - with enormous affection and gratitude, simply because we were taking notice of their revolution. In a certain sense that was the most important work I ever did: not so much because of the result, but because the courage, the willingness, the enthusiasm and the goodness of the young people we lived with in Romania made for the most exciting and moving time I have ever experienced. Which is why, ten years later, a girl we met in Sibiu – she worked in a shoe factory and despite having no experience of any kind was in command of a group of young combatants – was to be the inspiration for the character of Malvina, the lead role in Occidente.” (excerpt from the interview by Grazia Paganelli for the catalogue of “Infinity Festival”, Alba, Italy, 2003)

“Voci d’Europa è stata un po’ una sorpresa, sia per me che per quei pochi che ci hanno lavorato. I tre episodi che lo compongono, in realtà, non erano nati per essere uniti, erano quasi fini a se stessi. All’inizio non c’era nemmeno l’intenzione di mostrarli a un pubblico. Anche se ci abbiamo lavorato tutti molto seriamente, li consideravamo quasi come prove, prima di arrivare a un vero e proprio film. Mi è stato naturale pensare ad uno stesso personaggio protagonista perchè sapevo che lo avrei interpretato io, mentre le storie corrispondevano soprattutto al desiderio di girare in alcuni posti in cui volevo tornare.”

(dall’intervista di Grazia Paganelli per il catalogo di “Infinity Festival”, Alba, 2003)

“Voci d’Europa was something of a surprise, both for me and for the handful of people who worked on it. In actual fact the three episodes which make up the film didn’t originally go together, they were supposed to be almost self-contained. To begin with, they weren’t even going to be shown to audiences. Although we all took

VOCI D’EUROPA

our work on them very seriously, we thought of them more as trial runs on the way to a film in its own right. It was natural for me to think of the same character as the protagonist because I knew that I myself would play him. The stories corresponded above all to my desire to film in certain places that I wanted to return to.”

(excerpt from the interview by Grazia Paganelli for the catalogue of “Infinity Festival”, Alba, Italy, 2003)

“All’inizio era previsto un personaggio maschile per Voci d’Europa, Ringo il batterista dei Litfiba, che era mio amico. Poi lui è dovuto partire per la tournée, non aveva tempo, quindi all’ultimo decisi di farlo io. In realtà mi sono reso conto che il film era pensato, scritto, prodotto, o meglio organizzato, vissuto da me con Monica Rametta – a quel tempo eravamo molto legati – e con altri ragazzi che avevano fatto la scuola con me e allora suonava strano inserire una persona estranea in un lavoro così sentito, personale. Quindi io non avevo in mente di recitare, infatti non recito, ‘sto in scena’ perchè alla fine non avrei saputo metterci nessun altro.”

(Dall’intervista di Serena Agusto in South by Southwest – Il cinema di Corso Salani, a cura di Alberto Morsiani e Serena Agusto, Il Castoro, Milano 2008)

“At first a male character was planned for Voci d’Europa Ringo the drummer from Litfiba, who was my friend. Then he had to leave for a tour; he didn’t have time, so in the end I decided to do it myself. Actually I realised that the film was thought, written, produced, or rather organised and lived by me with Monica Rametta – at that time we were very close – and with other kids who had done school with me and so it seemed strange to include a person from outside in such a heart-felt, personal project. So didn’t have it in mind to act, and in fact I don’t act: ‘I’m on stage’ because in the end I didn’t feel I could put anyone else in.”

(excerpt from the interview by Serena Agusto in South by Southwest – Il cinema di Corso Salani, edited by Alberto Morsiani and Serena Agusto, Il Castoro, Milan, Italy, 2008)

CORSO SALANI

Italia / Italy 1989, col. & b-n / b-w, 25’ v.o. rumena / Romanian o.v.

In collaborazione con la Cinématèque Suisse / in collaboration with Swiss Film Archive

VOCI D’EUROPA

Documentario sulla rivoluzione rumena poi in parte confluito nel film Occidente La voce off di una ragazza di diciannove anni ci spiega che siamo nel 1989 in Romania, dove si combatte per la libertà, per abbattere il regime comunista di Ceauşescu. Persino lei, poco più che adolescente, partecipa agli scontri ed è a capo di un gruppo di ribelli, dieci ragazzi uniti da un ideale.

Documentary on the Romanian revolution, then partially merged into the feature Occidente Voice off camera of a 19 year old girl who says the year is 1989 in Romania where they are fighting for freedom, to overthrow Ceausescu’s communist regime. Even she takes part in the riots, barely a teenager she is the leader of a rebel group of ten youths together fighting for an ideal.

Italia / Italy 1989, 16mm, col., 90’ v.o. italiana - spagnola - inglese -ungherese / Italian - SpanishEnglish - Hungarian o.v.

Sceneggiatura, interpreti / Screenplay, Cast: Corso Salani, Monica Rametta. Fotografia / Photography: Riccardo Gambaccini. Montaggio / Editing: Sandra R. Brogioni. Musica / Music: Antonio Aiazzi. Produzione / Produced by: Balaton Film.

In collaborazione con la Cinématèque Suisse / in collaboration with Swiss Film Archive

Il film è composto da tre storie girate, nello spazio di quattro anni, in tre differenti paesi europei. Semmi Màs in cui Alberto e Njiska, conosciutisi da poco, vagano per l’Ungheria cercando la città natale della ragazza. Durante il viaggio emergono le difficoltà e l’impossibilità della loro relazione. In Radio Miramar, Alberto e Bianca, che hanno vissuto assieme per cinque anni, dopo lungo tempo si incontrano per caso in un bar di Gibilterra e vivono insieme l’ultima e intensa giornata, turbata costantemente dalla presenza di Gabriel, l’attuale fidanzato della ragazza. In Descuidos Alberto vive da un anno in un piccolo paese della Spagna: l’unica amica è Adelita, una bambina di nove anni con la quale passa tutto il suo tempo libero. L’arrivo di Claire, una studentessa americana, rivoluziona la tranquillità della sua vita.

Primo lungometraggio di finzione per Corso Salani, il film venne presentato in concorso quell’anno al festival Riminicinema dove si aggiudicò il Premio speciale della giuria.

This movie is made of three stories shot within four years and located in three different European countries. In Semmi Màs, Alberto and Njiska travel around Hungary looking for the girl’s hometown. During this journey, they discover the flaws of their relationship. In Radio Miramar Alberto and Bianca, who once shared their lives for five years, met each other in a Gibraltar’s bar. They spend their last day together, despite the incursions of Gabriel, Bianca’s new partner. In Descuidos Alberto has been living for a year in a small Spanish village. His only friend is little Adelita, a nine-year-old child with whom he spends all of his time. The arrival of Claire, an American student, will upset his peaceful life.

First feature film for Corso Salani which premiered at Riminicinema Festival in 1989 and won the Special Prize of the Jury.

Corso Salani (1961-2010)

Nato a Firenze nel 1961, ha conseguito nel 1984 il diploma presso l’Istituto di Scienze Cinematografiche della stessa città. Dal 1985 è vissuto a Roma. Nel 1989 gira il suo primo lungometraggio, Voci d’Europa con cui si aggiudica il Premio speciale della giuria al Festival Riminicinema. Seguiranno numerosi film di finzione tra cui Gli ultimi giorni (1991), Gli occhi stanchi (1995), Occidente (2000) e Corrispondenze private (2002) e diversi documentari come Cono Sur (1998), Tre donne in Europa (2004) e la fortunata serie Confini d’Europa (2006-2008). Quasi tutti i suoi film sono stati presentati a Trieste. Ha alternato l’attività di regista a quella di attore. Tra le sue interpretazioni ricordiamo Il muro di gomma di Marco Risi, Il Conte Montecristo di Ugo Gregoretti per la tv, Il vento di sera di Andrea Adriatico. Nel giugno 2010 ci ha lasciato.

Dal 2011 il Trieste Film Festival, assieme all’Associazione Corso Salani, organizza il “Premio Corso Salani” dedicato alla promozione del cinema indipendente italiano.

Corso Salani, born in Florence in 1961, received the diploma of the Istituto di Scienze Cinematografiche in that city in 1984. Since 1985 he has been living in Rome. In 1989, he made his first feature film, Voci d’Europa, which won the Special Prize of the Jury at the Riminicinema Festival. This was followed by several fiction films including Gli ultimi giorni (1991), Gli occhi stanchi (1995), Occidente (2000) and Corrispondenze private (2002) as well as a number of documentaries, Cono Sur (1998), Tre donne in Europa (2004) and the celebrated series Confini d’Europa (2006-2008). Almost all of his films were screened in Trieste. He worked also as an actor. His roles included Il muro di gomma by Marco Risi, Il Conte Montecristo by Ugo Gregoretti for television, Il vento di sera by Andrea Adriatico. Corso Salani has passed away in June 2010.

Since 2011 the Trieste Film Festival together with the Corso Salani Association has been organizing the “Corso Salani Award” dedicated to the promotion of Italian independent cinema.

1984 Zelda cm; Guerra cm /sf

1988 Danilo cm / sf

1989 Voci d’Europa 16mm; Eugen si Ramona doc.

1991 Gli ultimi giorni 16mm

1995 Gli occhi stanchi

1998 Cono Sur doc.

2000 Occidente

2002 Corrispondenze private video

2003 Palabras

2004 Tre donne in Europa doc.

2005 C’è un posto in Italia doc.

2006 Il peggio di noi doc.

2006-2008 Confini d’Europa serie doc. / doc. series

2008 Le vite possibili mm

2009 Mirna

2010 I casi della vita

ART & SOUND

AND THEN WE DANCED Levan Akin

FORMAN VS. FORMAN

Helena Třeštíková, Jakub Hejna

SLUČAJ MAKAVEJEV ILI PROCESS U BIOSKOPSKOJ SALI

The Makavejev Case or Trial in a Movie Theater Goran Radovanović

TUSTA

Andrej Korovljev

EVENTO SPECIALE

SPECIAL EVENT

L’ULTIMO UOMO CHE DIPINSE IL CINEMA

The Last Movie Painter Walter Bencini

AND THEN WE DANCED

Georgia - Svezia - Francia / Georgia - Sweden - France 2019, HD, col., 106’ v.o. georgiana / Georgian o.v.

Sceneggiatura / Screenplay: Levan Akin.

Fotografia / Photography: Lisabi Fridell.

Montaggio / Editing: Levan Akin, Simon Carlgren. Musica / Music: Zviad Mgebry, Ben Wheeler. Suono / Sound: George Murgulia, Beso Kacharava. Scenografia / Art Director: Teo Baramidze.

Costumi / Costume Designer: Nini Jincharadze.

Interpreti / Cast: Levan Gelbakhiani, Bachi Valishvili, Ana Javakishvili.

Produzione / Produced by: French Quarter Film, Takes Film.

Coproduzione / Co-produced by: RMV Film AB, Inland Film AB, AMA Productions, in cooperazione con / in co-operation with Sveriges Television.

Con il sostegno di / Supported by: The Swedish Film Institute, La Région Île-De-France.

Distribuzione internazionale / World Sales: Totem Films.

Levan Akin Nato nel 1979 è un regista svedese di origine georgiana. I suoi lavori trattano spesso di problemi di classe e di identità di genere. And Then We Danced è il suo primo film girato in Georgia e in lingua georgiana.

Levan Akin (1979) is a Swedish born filmmaker of Georgian descent and his work often plays on class and gender. And Then We Danced is Akin first Georgian language feature.

filmografia scelta / selected filmography

2011 Certain People

2015 The Circle

2019 And Then We Danced Premi / Awards: Sarajevo FF – Miglior attore / Best Actor.

LEVAN AKIN

ANTEPRIMA ITALIANA / ITALIAN PREMIERE

Fin da piccolo Merab frequenta l’Ensemble Nazionale di danza tradizionale della Georgia, dove si allena con la sua partner Mary. Il suo mondo viene stravolto all’improvviso, quando arriva il carismatico e allegro Irakli che diventa il suo più temibile rivale ma anche il suo oggetto del desiderio. In un ambiente rigido e conservatore, Merab deve decidere se rischiare tutto e abbandonare per sempre il suo mondo.

Presentato in anteprima alla “Quinzaine des Réalisateurs” a Cannes, And Then We Danced è stato selezionato in più di trenta festival internazionali fra i quali Sarajevo, dove Levan Gelbakhiani ha vinto il premio come Miglior attore.

“Per me questo film è un’indagine sulla scoperta e sul riconoscimento della propria essenza più intima, sul riuscire a esprimerla attraverso una forma artistica. Sull’avere il coraggio di essere sinceri con le proprie intenzioni e con le proprie emozioni, e sullo smettere di nascondersi. Quale modo migliore per mostrare ciò se non attraverso la danza? La realizzazione di questo film è stata anche una sfida per me stesso come regista, dal momento che è il mio lavoro più personale.” (L. Akin)

Merab has been training since a young age at the National Georgian Ensemble with his dance partner Mary. His world is suddenly turned upside down when the charismatic and carefree Irakli arrives and becomes both his strongest rival and desire. In this conservative setting, Merab finds himself having to break free and risk it all.

And Then We Danced premiered at Director’s Fortnight in Cannes and selected in more than thirty international festivals, including Sarajevo where Levan Gelbakhiani was awarded Best Actor.

“To me, this film is an exploration on discovering and owning your truth and channelling it through expression. On having the courage to be earnest with your intent and emotions, and to stop hiding. What better way to show this than through dance? The making of this film was also a very personal challenge for me, as this is by far my most personal film yet.” (L. Akin)

FORMAN VS. FORMAN

Rep. Ceca - Francia / Czech Republic - France

2019, HD, col. & b-n / b-w, 78’ v.o. ceca - inglese - francese / Czech - English - French o.v.

Sceneggiatura / Screenplay: Helena Třeštíková. Fotografia / Photography: David Cysar.

Montaggio / Editing: Jakub Hejna. Suono / Sound: Richard Muller.

Produzione, distribuzione internazionale / Produced by, World Sales: Negativ Film Productions.

Coproduzione / Co-produced by: Alegria Productions, ARTE G.E.I.E., Czech Television.

Con il sostegno di / Supported by: Czech Film Fund, CNC, PROCIREP, ANGOA, Creative Europe program of the European Union, Film incentives program by the Czech Film Fund.

Helena Třeštíková È nata a Praga nel 1949. Documentarista di fama internazionale, si distingue per il metodo del “film di osservazione a lungo termine” con cui ha realizzato gran parte dei suoi lavori. Oltre all’omaggio dedicatole nel 2010, il Trieste Film Festival ha poi presentato tutti i suoi film successivi.

Helena Třeštíková born in 1949, in Prague, is an internationally renowned documentary filmmaker. Třeštíková stands out for her method of “longterm observation film” with whom she made all of her works. Besides the tribute in 2010, the Trieste Film Festival later presented her following films.

filmografia scelta / selected filmography

1987 Manželské etudy serie doc. / doc. series

1992-1997 Řekni mi něco o sobě serie doc. / doc. series

1994-1997 Gen a Genus serie doc. / doc. series

1998 Sladké století doc. TV

Jakub Hejna Montatore cinematografico, è nato nel 1976 a Praga.

Film editor, Jakub Hejna was born in 1976 in Prague. filmografia scelta / selected filmography

2011 Divadlo Svoboda doc.

2016 Zkáza krásou doc. (diretto con / directed with Helena Třeštíková)

2019 Forman vs. Forman (diretto con / directed with Helena Třeštíková)

Miloš Forman artista e Miloš Forman uomo. Regista premio Oscar (Amadeus e Qualcuno volò sul nido del cuculo) e personaggio carismatico, con il coraggio di mettersi sempre in discussione. Proprio dalla sua esperienza personale con il regime totalitario ebbe origine il tema del conflitto fra individuo e istituzioni, tema che ha poi continuato a sviluppare con successo nei suoi film americani. Ma, allo stesso tempo, è stato un uomo che non ha mai smesso di cercare un posto dove sentirsi libero.

Presentato in anteprima al Festival di Cannes 2019.

“Miloš Forman è stata una figura cruciale nella mia vita ... Vivevo nel centro di Praga e c’erano quasi una dozzina di cinema nel nostro quartiere. Ho visto tutte le favole e tutti film socialisti per bambini e giovani. A 13 anni, accadde un miracolo: vidi Konkurs Cambiò il mio mondo. Improvvisamente, la vita sullo schermo era proprio come la vita che conoscevo nella realtà ... Improvvisamente, realizzai che i film non dovevano creare solo illusioni ma potevano parlare di ciò che accade realmente! Per me questa fu una scoperta cruciale.” (H. Třeštíková)

Miloš Forman the artist. Miloš Forman the man. A filmmaker decorated with Oscars for Amadeus and One Flew Over the Cuckoo‛s Nest. At the same time, a charismatic adventurer with the courage to question himself. His experience with a totalitarian regime bestowed him with the theme of the conflict of an individual with institutions which he kept successfully developing in his American films. At the same time, he never stopped searching for a place where he would feel free.

The film premiered at the latest Cannes Film Festival.

2001-2002 Ženy na přelomu tisíciletí serie doc. / doc. series

2003 Když musíš tak musíš serie doc. / doc. series

2008 René doc.; Premi / Awards: European Film AcademyMiglior Documentario / Best Documentary

2012 Soukromý vesmír doc.

2013 Život s Kašparem doc. 2016 Zkáza krásou doc. (diretto con / directed with Jakub Hejna)

2017 Strnadovi (A Marriage Story) doc.

2019 Forman vs. Forman (diretto con / directed with Jakub Hejna)

“Miloš Forman was a crucial figure in my life .. I lived in the center of Prague and there was almost a dozen cinemas in our neighborhood. I saw all the fairy tales and all the socialist films for children and the youths. When I was 13, a miracle happened: I saw Audition (Konkurs). It changed my world. Suddenly, the life on screen was just like the life I knew in reality ... I realized that film didn‛t have to create an illusion and instead, it could express a truth about life! To me, that was a crucial discovery.” (H. Třeštíková)

SLUČAJ MAKAVEJEV ILI

PROCESS U BIOSKOPSKOJ SALI

Il caso Makavejev o Processo in una sala cinematografica / The Makavejev Case or Trial in a Movie Theater

Serbia 2019, HD, col. & b-n/b-w, 74’ v.o. serba - inglese / Serbian - English o.v.

Sceneggiatura / Screenplay: Boris Trbić, Goran Radovanović. Fotografia / Photography: Dragan Djordjević, Aleksandar Angelovski, Miroslav Jakovljević. Montaggio / Editing: Maja Kokić. Musica, suono / Music, Sound: Ognjan Milošević. Scenografia / Art Director: Vladislav Lasić. Interpreti / Cast: Svetozar Cvetković, Milena Dravić, Slobodan Miletić.

Produzione, distribuzione internazionale / Produced by, World Sales: Nama Film.

Coproduzione / Co-produced by: Oktobar Film.

Goran Radovanović Regista e sceneggiatore, è nato nel 1957 a Belgrado. È membro dell’EFA (European Film Academy). Di lui il Trieste FF ha presentato nel 2000 cortometraggi Poslednja želja e Teenage e nel 2004 il documentario Kasting

Goran Radovanović was born in 1957 in Belgrade. He is a member of the European Film Academy. The Trieste FF presented in 2000 the short films Poslednja želja and Teenage and in 2004 the documentary Kasting.

filmografia scelta / selected filmography

1988 Voigtlaender 1896 cm / sf

1998 U krugu drugom doc.

1999 Poslednja želja cm / sf; Teenage cm /sf

2000 Moja domovina – za unutrašnju upotrebu doc.

2003 Kasting doc.

2009 Hitna pomoć

2015 Enklava

2019 Slučaj Makavejev ili process u bioskopskoj sali (The Makajev Case or Trial in a Movie Theater) doc.; Premi / Awards: Belgrado / Belgrade FEST – Grand Prix

ANTEPRIMA ITALIANA / ITALIAN PREMIERE

Il caso Makavejev o Processo in una sala cinematografica indaga sulla posizione di un artista nella Jugoslavia socialista, concentrandosi sul clima politico e sociale di allora, quando si utilizzavano luoghi pubblici per condannare film come W.R. - I misteri dell’organismo (bloccato dalla censura dopo la presentazione a Cannes nel 1971) sotto l’egida del Partito Comunista. Presentato ai festival di Jihlava in Repubblica Ceca, di Salonicco, e al FEST di Belgrado dove ha vinto il Grand Prix. “Questo film non è solo un omaggio a uno dei più grandi registi dell’Europa dell’Est, ma anche il tentativo di raccontare uno dei grandi equivoci della Jugoslavia socialista, cioè il tentativo di fondare una democrazia senza vera libertà o il tentativo di ‘istituire’ la libertà senza una vera democrazia.

W.R. - I misteri dell’organismo è diventato un simbolo dell’eredità cinematografica che ci ha lasciato Makavejev: un esperimento indimenticabile di regia e montaggio dove si gioca con il linguaggio del cinema. Con il passare del tempo, la censura di un film come questo è diventata il simbolo dell’esperimento socialista incompiuto rappresentato dalla Jugoslavia.” (G. Radovanović)

The Makavejev Case or Trial in a Movie Theater explores the position of an artist in Socialist Yugoslavia, focusing on the political and social climate that used public platforms to condemn the film W.R.: Mysteries of the Organism (banned after its premiere in cannes in 1971), under the auspices of the Communist Party. Presented at Jihlava (Czech Republic), Thessaloniki film festival and at FEST in Belgrade, where was awarded Grand Prix.

“This film is not just a homage to one of the greatest Eastern European filmmakers, but also an attempt to uncover the biggest trauma of socialist Yugoslavia: an attempt to establish a democracy without true freedom, or an attempt of establishing freedom without true democracy. W.R.: Mysteries of the Organism became a symbol of Makavejev’s film heritage: a film language as a play game and an everlasting experiment in directing and editing. And as time passed by, this film’s ban became the symbol of Yugoslavia’s unfinished socialist experiment.” (G. Radovanović)

Croazia - Serbia - Macedonia / Croatia - Serbia - Macedonia 2019, HD, col., 109’ v.o. croata - serba - macedone / Croatian - Serbian - Macedonian o.v.

Sceneggiatura / Screenplay: Andrej Korovljev, Vesna Biljan Pušić. Fotografia / Photography: Goran Legović.

Montaggio / Editing: Vesna Biljan Pušić. Suono / Sound: Ivan Šmintić, Dubravka Premar, Ivan Zelić.

Produzione, distribuzione internazionale / Produced by, World Sales: Factum.

Coproduzione / Co-produced by: Wake Up Films, Award Film & Video, Zagreb Film.

Con il sostegno di / Supported by: Croatian Audiovisual Centre, Film Centre Serbia, City of Pula, Istria Film Commission.

Andrej Korovljev È nato nel 1970 a Pola, in Croazia e ha studiato regia a Londra. Attualmente sta lavorando al suo primo film di fiction.

Andrej Korovljev was born in 1970 in Pula, Croatia. He studied film directing at the University of Westminster in London. Currently he is preparing his feature fiction debut.

filmografia scelta / selected filmography 1999 The Years of Rust doc. 2019 Tusta doc.

Un documentario biografico su Branko Črnac-Tusta e la sua band punk rock “KUD Idijoti” di Pola, nota anche in Italia e attiva fra gli anni ‘80 e il 2011, anno del loro ultimo concerto. Il suo antifascismo irriducibile e la sua lotta per diritti dei deboli e degli oppressi resero Tusta un vero eroe della classe operaia. I suoi messaggi sulla tolleranza, la convivenza e la giustizia sociale, considerati ‘comunisti’ negli anni Novanta, chiusero alla band le porte di molte stazioni radio in Croazia. Ciononostante il gruppo continuò a perseguire tali valori e furono la prima band croata a tenere un concerto in Serbia dopo la guerra. Il film rivela il lato intimo di Tusta, la dimensione umana che lo rese un’icona punk rock. “Quando tutti stavano in silenzio, Tusta e i “KUD Idijoti” alzarono la voce, il che causò loro molti problemi fra cui l’essere perseguitati e ignorati, il subire restrizioni e divieti di ogni tipo. Non esiste un’altra band in questa zona che, concettualmente e nell’immaginario di tutti, ha lasciato un segno così indelebile nel corso di tre decenni, due regimi e due stati.” (A. Korovljev)

A biographic documentary about Branko Črnac-Tusta and his punk rock band “KUD Idijoti” from Pula, active between the 80s and 2011, year of their last concert. His uncompromising anti-fascism and fight for the rights of the oppressed and disempowered made Tusta a true working class hero. His messages about tolerance, coexistence and social justice, considered ‘communist’ in the 90s, closed the doors of many radio stations in Croatia to Idijoti. Nevertheless, that never dissuaded them from these values and they were the first Croatian band to have a concert in Serbia after the war. This film reveals the intimate side of Tusta, the human dimension which finally made him a punk rock icon.

“When everyone was silent, Tusta and “KUD Idijoti” spoke out loud, which brought them persecution, neglect and prohibitions. There is no other band over here that conceptually and idealistically left such an imprint over the course of three decades, two regimes and two states.” (A. Korovljev)

L’ULTIMO UOMO

CHE DIPINSE IL CINEMA

Italia / Italy 2019, HD, col., 90’ v.o. italiana / Italian o.v.

Sceneggiatura, fotografia, montaggio / Screenplay, Photography, editing: Walter Bencini.

Musica / Music: Music Media.

Suono / Sound: Walter Neri.

Interpreti / Cast: Renato Casaro, Aurelio De Laurentiis, Vittorio Cecchi Gori, Osvaldo de Micheli, Terence Hill, Carlo Verdone, Enrico Vanzina, Dario Argento, Federico Mauro, Maurizio Baroni, Nicoletta Pacini, Goffredo Fofi, Giovanni Bogani.

Produzione / Produced by: Insekt Film

in associazione con / in association with Red Velvet.

In collaborazione coni / In collaboration with: Sky Arte.

Distribuzione internazionale, distribuzione per l’Italia / World Sales, Distributed in Italy by: Berta Film.

Walter Bencini

Produttore, regista e direttore della fotografia è nato nel 1968 a Montevarchi, in Italia. Nel 1997 ha fondato la casa di produzione Insekt Film.

Producer, director and DoP, Walter Bencini was born in 1968 in Montevarchi, Italy. In 1997 he founded the production company Insekt Film.

filmografia scelta

/ selected filmography

2006 Sigfrido Bartolini, la via più impervia e dura della semplicità doc.

2009 Le Donne di Zeri doc.

2010 datteri del deserto di Al-Jufrah doc.

2014 I cavalieri della laguna doc.

2018 Gli ultimi Butteri doc.

2019 L’ultimo uomo che dipinse il cinema doc.

ANTEPRIMA ASSOLUTA / WORLD PREMIERE

Un viaggio emozionante nel mondo di Renato Casaro, uno dei più importanti illustratori ancora viventi che l’industria del manifesto cinematografico mondiale abbia mai avuto. Il maestro srotola bozzetti, ricordi, locandine ed emozioni personali sull’epoca d’oro del cinema italiano e sui suoi personaggi. Ha lavorato con i più importanti registi di ogni tempo: da John Huston a Sergio Leone, da Claude Lelouch a Dario Argento, da Rainer Werner Fassbinder a Bernardo Bertolucci, da Giuseppe Tornatore a Francis Ford Coppola, da Martin Scorsese a Luc Besson, solo per citarne alcuni. Racconti straordinari di un mondo che non esiste più ma che ci conduce lontano, lasciandoci addosso un’avventurosa, struggente nostalgia.

“Attraverso manifesti cinematografici di Casaro noi possiamo ripercorrere la storia del cinema, la storia dello spettatore cinematografico in particolare, la storia della promozione cinematografica, ma anche la storia della pubblicità, la storia dell’illustrazione e la storia dell’arte.”

(W. Bencini)

A thrilling journey through the world of Renato Casaro, one of the most important living illustrators that the world’s film poster industry has ever known. The artist reveals sketches, memories, posters and personal feelings regarding the golden age of Italian cinema and its personalities. He has worked together with some of the most relevant directors of our times, among others

John Huston Sergio Leone, Claude Lelouch, Dario Argento, Rainer Werner Fassbinder, Bernardo Bertolucci, Giuseppe Tornatore, Francis Ford Coppola, Martin Scorsese, Luc Besson. Extraordinary tales from a world that no longer exists, but which takes us far away, leaving behind an adventurous and all-consuming nostalgia.

“Casaro’s film posters are a great way to look back over the history of cinema, particularly the history of film audiences, the history of film promotion, but also the history of advertising, the history of illustration and the history of art.”

(W. Bencini)

TIME WILL TELL

1990 – 2020

Trent’anni dalla riunificazione tedesca

Thirty Years from German Reunification

DAS DEUTSCHE KETTENSÄGENMASSAKER (1990)

The German Chainsaw Massacre Christoph Schlingensief

ALLES ANDERE ZEIGT DIE ZEIT (2015) Time Will Tell Andreas Voigt

GUNDERMANN (2018) Andreas Dresen

FORTSCHRITT IM TAL DER AHNUNGSLOSEN (2019)

Progress in the Valley of the People Who Don’t Know Florian Kunert

GUNDERMANN REVIER (2019)

Coal-Country Song. Gundermann Grit Lemke

HEIMAT IST EIN RAUM AUS ZEIT (2019)

Heimat is a Space in Time

Thomas Heise

The Last Movie Painter

TIME WILL TELL

Una rassegna di film sul periodo della riunificazione e le sue conseguenze

A trent’anni dalla caduta del Muro di Berlino, le discussioni sugli eventi del 1989-90 e sul periodo che è seguito alla riunificazione in Germania sono più vivaci che mai. Nel dibattito pubblico, immagini che rappresentano la libertà e una ritrovata autonomia sono messe in contrasto con quelle che raffigurano rivolte sociali e una presunta colonizzazione dell’Est da parte dell’Ovest. Nel contesto della globalizzazione e dei dibattiti sulla migrazione, i successi dei partiti populisti di destra e uno stato generale di protesta, specialmente nella Germania orientale, rappresentano una sfida sempre maggiore per la democrazia liberale. Fino a che punto processi di transizione, alcuni dei quali tutt’oggi in atto, hanno determinato la direzione del presente e forse anche del futuro? Come possono essere comprese le relazioni tra i conflitti sociali passati e quelli attuali? E questi conflitti come possono essere usati per generare una maggiore comprensione reciproca e modelli sociali costruttivi?

La rassegna TIME WILL TELL presenta prospettive diverse sugli sviluppi sociali, culturali e personali raccontati da sei lungometraggi e documentari, prodotti tra gli anni 1990 e 2019. Attraverso l’uso di documenti contemporanei che testimoniano processi in questione, registi danno uno sguardo a questi eventi con una prospettiva doppia, che considera la situazione sia dall’Est che dall’Ovest. La rassegna affronta il fenomeno in modo episodico, con generi molto diversi e talvolta inaspettati. Immediatamente dopo la caduta del Muro di Berlino, l’artista e regista cinematografico e teatrale Christoph Schlingensief osservò come l’alienazione causata dalla separazione dei due paesi fosse comune a tutti i tedeschi, da entrambe le parti del confine. Questa “superstar culturale”, scomparsa in giovane età e famosa negli anni ‘80 e ‘90 per aver “sconquassato il curato orticello della cultura tedesca” (come scrisse «Der Spiegel» all’epoca della sua morte), descrisse malumori interni ai due paesi in modo tagliente e politicamente scorretto con il suo film splatter est-ovest Das Deutsche Kettensägenmassaker (Il massacro tedesco con la motosega, 1990). Nel frattempo, registi come Thomas Heise, Barbara e Winfried Junge, Volker Koepp, Gerd Kroske, Helke Misselwitz e Andreas Voigt, reduci dal loro lavoro presso gli studi della DEFA nella Germania Est nei dipartimenti Cinegiornale e Documentari, svilupparono una sensibilità speciale per cambiamenti, inizialmente sottili e poi sempre più rapidi, del loro

A film series on the unification period and its aftermath

Thirty years after the fall of the Berlin Wall discussions about the events of 1989/90 and the post-reunification era in Germany are more lively than ever. In public discourse images of freedom and a newfound autonomy contrast with those of social upheaval and a supposed colonisation of the East by the West. Against a background of globalisation and debates on migration the successes of right-wing populist parties and a general mood of protest, especially in eastern Germany, represent an ever greater challenge to liberal democracy. To what extent have the processes of transition, some of which continue to this day, set the course for the present and perhaps also for the future? How can interrelations between the past and current social conflicts be understood? And how might these conflicts be used to generate greater mutual understanding and a constructive shaping of society?

The series TIME WILL TELL presents different perspectives on social, cultural and personal developments across six feature and documentary films, produced between the years 1990 and 2019: complete with contemporary documents which bore witness to the processes in question; directors who take a retrospective look thereupon; with perspectives from East and West. The series approaches the phenomenon in a flash of light and with very different, sometimes unexpected formats. Immediately after the fall of the Berlin Wall, action artist and film and theatre director Christoph Schlingensief commented on the alienation between the Germans on both sides of the border caused by the separation of the two countries. The “cultural superstar”, who died at an early age and who in the 1980s and 1990s “stirred up the cultivated German cultural shrine garden” (as “Der Spiegel” said in an obituary), described the inner-German animosities pointedly and politically incorrectly in the form of his East-West splatter film Das Deutsche Kettensägenmassaker (The German Chainsaw Massacre, 1990). Meanwhile, directors such as Thomas Heise, Barbara and Winfried Junge, Volker Koepp, Gerd Kroske, Helke Misselwitz and Andreas Voigt, who worked in the East German DEFA Studio for Newsreels and Documentary, developed a special feeling for the initially subtle, then increasingly rapid changes in their country. Their long-term observations, in which

paese. Le loro osservazioni a “lungo termine”, in cui seguono i loro protagonisti prima, durante e dopo la cosiddetta “Wende” (svolta), non sono solo straordinari ritratti quotidiani, ma soprattutto studi sfaccettati della mentalità tedesca. Lavori come la “serie di Lipsia” di Voigt, che diedero poi origine al documentario Alles Andere Zeigt die Zeit (Lo dirà il tempo, 2015), furono creati nella città in cui iniziarono le grandi manifestazioni contro la Repubblica Democratica Tedesca. Mostrano con calma e precisione come i sentimenti sono cambiati nel corso di pochi anni, quello che protagonisti speravano e quello che hanno dovuto fare per adattarsi. Uno dei documentaristi più conosciuti della Germania Est è certamente Heise, il quale, in Heimat ist ein Raum aus Zeit (Heimat è un luogo nel tempo, 2019), usa documenti presi dal suo archivio personale per raccontare la storia della sua famiglia, ma soprattutto tutta la storia contraddittoria della Germania nel XX secolo. Il film pertanto copre un arco di tempo al cui interno, alla fine, con la caduta del Muro di Berlino, possono essere classificate la riunificazione e la trasformazione del paese e ulteriori fratture storiche e biografiche a esse collegate. Florian Kunert, nato nel 1989, esplora le crisi mentali collegate a questo con Fortschritt im tal der Ahnungslosen (Progresso nella valle degli ignari, 2019). Il regista, cresciuto dopo la caduta del Muro di Berlino nei pressi di Dresda, oggi una delle regioni in cui il partito populista e autoritario AFD ha particolare successo, esplora le diverse mentalità della Germania Est. Incontra persone che hanno dovuto accettare sia ideali politici completamente diversi che l’idea che ciò che hanno aiutato a costruire prima del 1989 ora improvvisamente non ha più alcun valore. Crisi personali cui è stato dato poco spazio e che non hanno praticamente alcuna figura con cui identificarsi nella storia scritta della Germania nel suo complesso. Recentemente è stato discusso che le recensioni, per esempio, di fenomeni culturali di massa si concentrano principalmente su gruppi musicali dell’Ovest. Se pensiamo a cantautori come Gerhard Gundermann, le sue canzoni e i suoi testi impegnati - così come la sua biografia di musicista, lavoratore nelle miniere di carbone a cielo aperto e collaboratore temporaneo della Stasi - sono quasi sintomatici delle contraddizioni e dissonanze creative della vita quotidiana nella RDT, ma troppo facilmente trascurati nella visione complessiva della Germania. Andreas Dresen, probabilmente il regista di maggiore successo della Germania Est, gli ha dedicato un monumento cinematografico con Gundermann (2018). Grit Lemke esplora nel suo documentario Gundermann Revier (La canzone della regione del carbone. Gundermann, 2019) la rilevanza che figure iconiche come il musicista rock hanno oggi, come allora, per la Germania Est.

TIME WILL TELL racconta storie di gente della Germania Est e non solo, esplorando allo stesso tempo questioni identitarie che stanno oggi riemergendo. Dove ci possiamo situare in bilico tra spirito di ottimismo e crisi personali, tra la nostra socializzazione in quanto individui e narrative sociali più ampie, tra Est e Ovest, tra una storia condivisa e un futuro unito?

they follow their protagonists before, during and after the socalled “Wende”, are not only outstanding everyday portraits, but above all multi-layered studies of mentality. Works such as Voigt’s Leipzig films, from which the feature-length documentary Alles Andere Zeigt die Zeit (Time Will Tell, 2015) was finally made, were created in the city where the big demonstrations against the GDR regime began. They show unagitatedly and precisely how feelings changed within a few years, what the protagonists hoped for and what they were expected to do to adapt. One of the best-known East German documentary filmmakers is certainly Heise, who, in Heimat ist ein Raum aus Zeit (Heimat is a Space in Time, 2019), uses documents from his personal archive to tell the story of his family, but above all the contradictory history of Germany in the 20th century. The film thus spans an arc into which, at the end, with the fall of the Berlin Wall, the reunification and transformation, further historical and related biographical breaks can be classified. Florian Kunert, born in 1989, investigates the mental breaks associated with this in his essay Fortschritt im tal der Ahnungslosen (Progress in the Valley of the People Who Don’t Know, 2019). The director, who grew up after the fall of the Berlin Wall near Dresden, today one of the regions in which the authoritarian populist party AFD is particularly successful, researches East German mentalities. He finds people who have to come to terms with completely different political values and the idea that what they helped to build up before 1989 is now suddenly no longer worth anything. Personal breaks for which there has been little space and hardly any identification figures in the written history of Germany as a whole. Recently it was discussed that reviews of pop culture, for example, focus primarily on Western bands. Singer-songwriters like Gerhard Gundermann, whose songs and critical lyrics, as well as his biography as a musician, excavator leader in opencast brown coal mining and temporary informer for the “Stasi” secret service, are almost symptomatic of the contradictions and creative dissonances of everyday life in the GDR, are too easy to get out of Germany’s overall field of vision. Andreas Dresen, probably the most successful East German director, has set him a cinematic monument with Gundermann (2018). Grit Lemke explores in her documentary film Gundermann Revier (Coal-Country Song. Gundermann, 2019) the significance that identification figures like the rock musician then and now have for East Germany.

TIME WILL TELL tells the stories of people from eastern Germany and beyond whilst exploring identity issues which are again today coming to the surface. Where do we stand between a spirit of optimism and personal ruptures, between our own socialisation and wider societal narratives, between East and West, between a shared history and a united future?

DAS DEUTSCHE KETTENSÄGENMASSAKER

Germania / Germany 1990, 16mm, col., 60’ v.o. tedesca / German o.v.

Sceneggiatura / Screenplay: Christoph Schlingensief.

Fotografia / Photography: Christoph Schlingensief, Voxi Bärenklau. Montaggio, costumi / Editing, Costume Designer: Ariane Traub.

Musica / Music: Jacques Arr. Suono / Sound: Eckhard W. Kuchenbecker.

Scenografia / Art Director: Uli Hanisch.

Effetti speciali / Special Effects: Thomas Göttemann.

Interpreti / Cast: Karina Fallenstein, Susanne Bredehöft, Artur Albrecht, Volker Spengler, Alfred Edel, Brigitte Kausch, Dietrich Kuhlbrodt, Reinald Schnell, Udo Kier, Irm Hermann, Eva Maria Kurz, Ingrid Raguschke, Mike Wiedemann.

Produzione / Produced by:

DEM Filmproduktion, Mühlheim.

Coproduzione / Co-produced by: Rhewes Filmproduktion, Hymen II.

Con il sostegno di / Supported by: Filmförderung Hamburg, Filmstiftung Nordrhein-Westfalen.

Distribuzione internazionale / World Sales: Filmgalerie 451.

CHRISTOPH SCHLINGENSIEF

ALLES ANDERE ZEIGT DIE ZEIT

Lo dirà il tempo / Time Will Tell

Arrivarono come amici e diventarono salsicce!

All’apertura dei confini, il 9 novembre 1989, centinaia di migliaia di tedeschi della Germania Est lasciarono la loro vecchia patria. Molti di loro, nascosti, vivono ancora fra di noi. Ma il 4% di loro non arrivò mai dall’altra parte. Questo è il racconto della tragedia che colpì un gruppo di tedeschi della Germania Est, in particolare Clara e Artur, giovani innamorati e pieni di speranza. Uno dei crimini più atroci degli annali della storia tedesca, in cui una famiglia della Germania Ovest, della regione della Ruhr, macellò uno dopo l’altro quelli che arrivavano dalla Germania dell’Est.

Germania / Germany

Christoph Schlingensief (1960-2010)

Regista teatrale, artista e filmmaker, nacque nel 1960 a Oberhausen, in Germania. Iniziò la sua carriera come filmmaker underground, per dedicarsi successivamente a produzioni e messinscene teatrali, spesso accompagnate da polemiche e controversie pubbliche. Morì a Berlino, nell’agosto del 2010. German theatre director, performance artist and filmmaker, Christoph Schlingensief was born in 1960 in Oberhausen. Starting as an independent underground filmmaker, Schlingensief later staged productions for theatres, often accompanied by public controversies. He died on August 21, 2010 in Berlin.

filmografia scelta / selected filmography

1984 Tunguska - Die Kisten sind da

1986 Die Schlacht der Idioten; Egomania - Insel ohne Hoffnung

1989 100 Jahre Adolf Hitler - Die letzte Stunde im Führerbunker

1990 Das Deutsche Kettensägenmassaker

1992 Terror 2000 - Intensivstation Deutschland

1996 United Trash

2004 Freakstars 3000

Seconda parte di una trilogia tedesca (la prima 100 Jahre Adolf Hitler uscì nel 1989, la terza Terror 2000 nel 1992), girato in 16mm e in sole due settimane, in un’area industriale a Mülheim an der Ruhr, il film mescola l’estetica dell’orrore trash con la vena più sperimentale propria di Schlingensief. Uscì nei cinema tedeschi il 29 novembre 1990, a 2 mesi dalla riunificazione, avvenuta il 3 ottobre dello stesso anno.

They came as friends and became sausages! Since the opening of the borders on 9th November 1989, hundreds of thousands of East Germans have left their old homeland. Many of them live undetected among us.

4% never made it to the other side. This is the account of the tragedy which befell a group of East Germans, in particular Clara and her lover Artur. It is all the more tragic in that they were young and hopeful. One of the most bizarre crimes in the annals of German history, in which a West German family from the Ruhr butchered GDR emigrants one after the other.

The second part of a German Trilogy (between 100 Jahre Adolf Hitler, 1989 and Terror 2000 which will be released in 1992), shot in 16mm, in just two weeks, in an industrial area of Mülheim an der Ruhr, it mixes trash horror aesthetics with Schlingensief’s experimental roots. The film will be released in Germany on November 29th 1990, 2 months after the reunification, which took place on October 3rd of the same year.

2015, HD, col. & b-n / b-w, 95’ v.o. tedesca / German o.v.

Fotografia / Photography: Sebastian Richter. Montaggio / Editing: Kathrin Dietzel. Suono / Sound: Peter Carstens, Andreas Wolf. Produzione, distribuzione internazionale / Produced by, World Sales: a jour Film - Fernsehproduktion Coproduzione / Co-produced by: MDR (Television).

Andreas Voigt È nato nel 1953 a Eisleben, all’epoca Germania Est. Ha studiato regia alla Scuola di cinema e televisione di Potsdam-Babelsberg. Dal 1987 al 1991 ha lavorato negli studi DEFA (sezione documentari) di Berlino. Dopo la loro chiusura, in seguito alla riunificazione tedesca, Voigt lavora come regista, sceneggiatore e produttore indipendente.

Andreas Voigt was born in 1953 in Eisleben, East Germany at the time. Studied directing at the University for Film and Television in PotsdamBabelsberg. From 1987 to 1991 worked at the DEFA-Documentary Film Studio in Berlin. After the film studio was closed, as a consequence of German unification, Voigt is working as independent film director, scriptwriter and producer.

filmografia scelta / selected filmography

1987 Alfred doc.

1989 Leipzig in Herbst doc.

1991 Letztes Jahr Titanic (Last Year Titanic) doc.

1994 Glaube Liebe Hoffnung (Faith, Love, Hope) doc.

1997 Grosse Weite Welt (The Big Wide World) doc.

2004 Invisible - Illegal in Europe doc.

2015 Alles Andere Zeigt die Zeit (Time Will Tell) doc.

2019 Mit Kamelhirten durch die West Sahra doc. TV

“In questo film ritorno ad alcuni dei protagonisti dei miei primi documentari della serie dedicata alla città di Lipsia. Negli anni di grande cambiamento politico in Germania, fra la fine del 1989 e l’inizio del 1990, Isabel, Jenny e Sven erano ragazzi di quattordici e quindici anni che andavano ancora a scuola. I drammatici cambiamenti sociali, che seguirono al collasso della Germania Est, li colpirono durante i loro anni più importanti. I protagonisti dei miei film Letztes Jahr Titanic (1991), Glaube Liebe Hoffnung (1994), e Grosse Weite Welt (1997) ora hanno quarant’anni. Hanno vissuto nella Repubblica Federale di Germania più di quanto abbiano vissuto nella Germania Est. La loro vita oggi non potrebbe essere più diversa da allora. Il mio film ruota attorno a questi tre protagonisti e alla loro vita adesso, venticinque anni dopo il primo film.” (A. Voigt)

“I return to some of the protagonists from my earlier films of the ‘Leipzig Series’. During the political upheaval in late 1989 - early 1990, Isabel, Jenny and Sven were teenagers of fourteen and fifteen and still attending school. The dramatic social changes following the collapse of East Germany hit them head on during their most formative years. The protagonists from my films Letztes Jahr Titanic (Last Year Titanic, 1991, Glaube Liebe Hoffnung (Faith, Love, Hope, 1994), and Grosse Weite Welt (The Big Wide World, 1997) are now in their early 40s. They’ve been living in the Federal Republic of Germany longer than they lived in East Germany. The paths their lives have taken could hardly be much different. My film revolves around these three protagonists and their lives today, twenty-five years after the first film.” (A. Voigt)

Il massacro tedesco con la motosega / The German Chainsaw Massacre

GUNDERMANN

Germania / Germany

2018, HD, col., 127’ v.o. tedesca / German o.v.

Sceneggiatura / Screenplay:

Laila Stieler.

Fotografia / Photography: Andreas Höfer.

Montaggio / Editing: Jörg Hauschild.

Musica / Music:

Gerhard Gundermann

Supervisione musiche / Music Supervisor

Jens Quandt.

Suono / Sound: Peter Schmidt, Thomas Neumann, Ralf Krause.

Scenografia / Art Director: Susanne Hopf.

Costumi / Costume Designer: Sabine Greunig.

Interpreti / Cast: Alexander Scheer, Anna Unterberger, Axel Prahl, Thorsten Merten, Bjarne Mädel, Milan Peschel, Kathrin Angerer, Peter Sodann.

Produzione / Produced by: Pandora Filmproduktions.

Coproduzione / Co-produced by: Kineo Filmproduktion, Rundfunk BerlinBrandenburg/Kinoinitiative Leuchstoff, ARTE

in associazione con / in association with Pandora Film Verleih.

Con il sostegno di / Supported by: Deutscher Filmförderfonds, Film und Medienstiftung NRW, Mitteldeutsche Medienförderung, Die Beauftragte der Bundes-regierung für Kultur und Medien, Medienboard Berlin-Brandenburg, Filmförderungsanstalt.

Distribuzione internazionale / World Sales: Patra Spanou Film Marketing & Consulting.

Andreas Dresen

Regista e sceneggiatore, è nato nel

1963 a Gera, all’epoca Germania Est. È una delle figure più autorevoli del cinema tedesco ed europeo. Nel

2009 il suo lungometraggio Wolke 9 è stato premiato come Miglior film al Trieste Film Festival.

Director and writer, Andreas Dresen was born in 1963 in Gera, East Germany at the time, is one of the leading personalities in German and European cinema. In 2009, the Trieste Film Festival presented his feature film Wolke 9 (Cloud Nine), which was awarded Best Film.

filmografia scelta / selected filmography

1992 Stilles Land

1999 Nachtgestalten

2000 Die Polizistin

2002 Halbe Treppe (Grill Point); Premi / Awards: Berlino – Orso d’Argento per la regia, Gran premio della Giuria / Berlin – Silver Bear for Best Direction, Grand Jury Award

2003 Herr Wichmann von der CDU doc.

2005 Willenbrock

2006 Sommer vorm Balkon

2008 Wolke 9; Premi / Awards: Cannes - Premio “Coup de Coeur” / “Coup de Coeur” Award; Trieste FF

– Miglior film / Best Film

2011 Halt auf freier Strecke (Stopped on Track); Premi / Awards: Cannes, Un Certain Regard –Miglior film / Best Film

2017 Timm Thaler oder das verkaufte Lachen

2018 Gundermann

ANDREAS DRESEN

La vita di Gerhard Gundermann, cantante e scrittore della Germania Est, e le sue battaglie per affermarsi come musicista, il suo lavoro come minatore e i suoi rapporti con la Stasi, la polizia segreta di quel paese. Gundermann era un macchinista-scavatore in una miniera e un cantautore, un compagno e un ribelle, un cadetto della scuola militare che si rifiutava di prendere ordini e una spia che, a sua volta, veniva spiata. Morì nel 1998, all’età di 43 anni.

Un film musicale e d’amore ma anche un film politico e storico, un film sul concetto di patria che getta uno sguardo nuovo sulla Germania Est, un paese ormai scomparso.

“I colleghi di Gundermann, quelli che lavorarono assieme a lui, hanno una loro opinione: poteva essere anche un gran rompiscatole, credo. Era simpatico, ma anche esigente e snervante. Non lo conoscevo personalmente, solo dai concerti. Mi ha fatto impazzire, in senso creativo, continuavo a domandarmi: come posso riuscire a trasferire sullo schermo un personaggio così complesso?

Soprattutto perché Gundermann non solo era simpatico, ma sfidava continuamente se stesso, il suo ambiente e il pubblico.” (A. Dresen)

The movie deals with the real-life story of East German singer and writer Gerhard Gundermann and his struggles with music, life as a coal miner and his dealings with the secret police (Stasi) of the GDR. Gerhard Gundermann was a digger driver and a songwriter, a comrade and a rebel, a military school cadet who refused to take orders and a spy who got spied on. Gundermann died in 1998, at the age of 43. Gundermann is both a music film and a love story, is a film about the homeland. It takes a new look back at the GDR, a country that has disappeared.

“Gundermann’s colleagues who worked with him directly have their view of him. He could be a bit of a pain, I think. He was likeable, but also a demanding and exhausting character. I didn‘t know him personally, only from concerts. He only drove me nuts in the creative sense, with the question: How can we manage to convey such a complex character in a movie? Especially because Gundermann isn‘t only likeable; he challenges himself, his environment, and with it, the audience as well.” (A. Dresen)

FORTSCHRITT IM TAL DER AHNUNGSLOSEN

Progresso nella valle degli ignari / Progress in the Valley of the People Who Don’t Know

2019, HD, col., 67’ v.o. tedesca - araba / German - Arabic o.v.

Sceneggiatura / Screenplay: Florian Kunert.

Fotografia / Photography: Joanna Piechotta.

Montaggio / Editing: Ian Purnell, Florian Kunert. Musica / Music: Stefan Galler, Franziska Henke. Suono / Sound: Stefan Voglsinger, Christian Bläsche.

Produzione / Produced by: StoryBay UG.

Coproduzione / Co-produced by: Kunsthochschule für Medien, Cologne. Con il sostegno di / Supported by: Mitteldeutsche Medienförderung, Filmund Medienstiftung NRW, Kulturstiftung des Freistaats Sachsen, Sächsische Landesanstalt für Rundfunk und Medien. Distribuzione internazionale / World Sales: StoryBay Media. Germania / Germany

Florian Kunert

Regista e sceneggiatore, è nato nel 1989 a Sebnitz, all’epoca Germania Est. Fortschritt im tal der Ahnungslosen suo esordio nel documentario, è stato presentato all’ultima Berlinale.

Director and writer, Florian Kunert was born in 1989 in Sebnitz, East Germany at the time. Fortschritt im tal der Ahnungslosen which premiered at the latest Berlinale, is his first feature documentary.

filmografia scelta / selected filmography 2017 Oh Brother Octopus cm / sf 2019 Fortschritt im tal der Ahnungslosen (Progress in the Valley of the People Who Don’t Know) doc.

Neustadt, Sassonia. 30 anni dopo la fine della Cortina di Ferro l’eredità della Repubblica Democratica Tedesca è a rischio nelle rovine della fabbrica “Fortschritt” (Progresso). Un tempo la fabbrica produceva mietitrici, mentre ora è diventata rifugio per i richiedenti asilo che ogni settimana devono confrontarsi con le manifestazioni razziste della Germania Est. Guardando i materiali d’archivio, scopriamo che Siria e Germania Est erano paesi amici in nome del socialismo, quando la fabbrica esportava macchinari agricoli in Siria.

“Perché il movimento anti-immigrati è più forte nella Germania dell’Est che in tutto il resto del paese? Ho iniziato a fare delle ricerche per rispondere a questa domanda partendo proprio dalla RDT e da quello che comportò psicologicamente la rivoluzione del 1989 … Mi sono interessato soprattutto alla ‘valle degli ignari’, una regione della Germania Est che non riceveva il segnale TV da Ovest e che quindi non aveva altra fonte d’informazione se non quella della propagande di regime. Questa zona ora è il cuore del movimento anti-immigrati PEGIDA.” (F. Kunert)

Neustadt, Saxony. 30 years after the fall of the Iron Curtain the legacy of the GDR is at stake in the ruins of the “Fortschritt” (Progress) factory. Once producing harvester machinery the factory grounds lately housed asylum seekers who are confronted by weekly racist demonstrations in East Germany. Joint viewing of archive material re-establishes the socialist friendship between the GDR and Syria. The countries which shared comradeship in former times when “Fortschritt” delivered agricultural machinery to Syria.

“Why is the anti-immigration movement so much bigger and more violent in East Germany than in the rest of the country? I started to research this question through the filter of the GDR and became interested in the psychological meaning of the revolution of 1989 … I focus on the ‘valley of the people who don’t know’: a region in East Germany that didn’t receive TV signal from the west and therefore did not have an alternative source of information to the GDR propaganda. This area is now the heart of the PEGIDA anti-immigration movement.” (F. Kunert)

GUNDERMANN REVIER

La canzone della regione del carbone. Gundermann / Coal-Country Song. Gundermann

Germania / Germany 2019, HD, col., 98’ v.o. tedesca / German o.v.

Sceneggiatura / Screenplay: Grit Lemke.

Fotografia / Photography: Uwe Mann.

Montaggio / Editing: Sven Kulik. Suono / Sound: Oliver Prasnikar, Urs Hauck. Produzione, distribuzione internazionale / Produced by, World Sales: Inselfilm Production.

Con il sostegno di / Supported by: Mitteldeutscher Fundfunk, Rundfunk Berlin-Brandeburg.

Grit Lemke

Regista, consulente per il cinema e per i festival, è nata nel 1965 in Germania Est. È stata responsabile per molti anni della programmazione del festival DOK Leipzig. Director, consultant for film and festival, Grit Lemke was born in 1965 in East Germany. Lemke worked as longterm programmer for DOK Leipzig festival.

filmografia scelta / selected filmography 1994 Künftig zünftig doc. TV

1996 Slide doc. cm / sf 2019 Gundermann Revier doc.

ANTEPRIMA ITALIANA / ITALIAN PREMIERE

“Gundermann o, come lo chiamavano tutti, ‘Gundi’, cantautore della Germania Est ma anche minatore, morì nel 1998 a 43 anni, diventando una leggenda, almeno nella Germania Est. Eravamo amici. Siamo cresciuti insieme in una città socialista modello, costruita dai nostri genitori, che portava la promessa di un futuro radioso e di una società migliore. Questa Utopia e ciò che rimase di essa, dopo il crollo del Muro nel 1989, erano ciò di cui lui parlava nelle sue canzoni. Un evento così turbolento da segnare per sempre un’intera generazione. Non volevo girare un altro film biografico o un documentario musicale, ma volevo raccontare la nostra storia. Quella di Gundi, la mia e quella dei tedeschi dell’Est che sognavano di costruire una società giusta e che, come diceva Gundi ‘non misero mai le mani sulle leve del potere’. Volevo fare un film su di noi, su una ‘generazione mancata’.” (G. Lemke)

“The East German singer/songwriter and coal miner ‘Gundi’ – as everyone called him – Gundermann who died in 1998 at the age of 43 has become a legend, at least in Eastern Germany. He was my friend. We grew up together in a socialist model town built by our parents that bore the promise of a bright future and better society. This Utopia and what became of it after the breakdown of 1989 was what he spoke about in his songs. A fracture disrupting a whole generation. Therefore I didn’t want to shoot another biopic or a music doc but to tell our story. Gundi’s, mine and the one of East Germans who dreamt of building a just society and, like Gundi said ‘never got the hands on the levers of what you might call power’. I wanted to make a film about us, a ‘skipped generation’.” (G. Lemke)

HEIMAT IST EIN RAUM AUS ZEIT

Heimat

è un luogo nel tempo / Heimat is a Space in Time

Germania - Austria / Germany - Austria 2019, HD, col. & b-n / b-w, 218’ v.o. tedesca / German o.v.

Sceneggiatura / Screenplay: Thomas Heise.

Fotografia / Photography: Stefan Neuberger.

Montaggio / Editing: Chris Wright.

Suono / Sound: Johannes Schmelzer-Ziringer. Produzione / Produced by:

Ma.ja.de. Filmproduktion.

Coproduzione / Co-produced by: Navigator Film Produktion, ZDF/3sat. Con il sostegno di / Supported by:

Die Beauftragte der Bundesregierung für Kultur und Medien, Bundeskanzleramt Österreich – Sektion für Kunst und Kultur, Mitteldeutsche Medienförderung, FISA – Filmstandort Austria, Zukunftsfonds der Republik Österreich, Wien Kultur.

Distribuzione internazionale / World Sales: Deckert Distribution.

Thomas Heise

È nato nel 1955, nell’allora Berlino Est. Ha iniziato nel 1983 a lavorare come scrittore e regista freelance nel teatro e nel cinema documentario, ma fino alla fine del regime della Germania Est tutti i suoi lavori vennero censurati o distrutti. Dal 2018 è direttore della sezione “Film and Media Arts” dell’Accademia delle Arti di Berlino-Brandeburgo.

Thomas Heise was born in 1955, in East Berlin. Since 1983, he has worked as a freelance writer and director in the fields of theatre and documentary. Until the end of the GDR all his works were however either blocked or destroyed. Since 2018, he is the director of the Film and Media Arts section at the Academy of Arts Berlin-Brandenburg.

filmografia scelta / selected filmography

1980-1989 Wozu denn über diese Leute einen Film doc. cm / sf

1984-1990 Das Haus doc.

1985-1990 Volkspolizei doc.

1991 Eisenzeit doc.

1997 Barluschke doc.

2000 Meine Kneipe doc.

2002 Vaterland doc.

2004 Der Ausländer doc. cm / sf

2005 Mein Bruder. We’ll meet again doc.

2006 Im Glück (Neger) doc.

2007 Kinder. Wie die Zeit vergeht doc.

2012 Die Lage doc.

2014 Städtebewohner doc.

2019 Heimat ist ein Raum aus Zeit (Heimat is a Space in Time) doc.; Premi / Awards: Visions du Réel FF, Nyon – Miglior film (Concorso internazionale Documentari Lungometraggi) / Best Film (International Feature Film Competition)

Il film raccoglie i frammenti biografici di una famiglia fra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Parla di persone che si trovarono per caso, solo per poi perdersi di nuovo. Ora sono i loro discendenti, i loro nipoti che stanno iniziando a scomparire. Un film sulle parole e silenzi. Un collage di immagini, suoni, lettere, diari, note, voci, frammenti di tempo e spazio.

Presentato in anteprima all’ultima Berlinale, Heimat ist ein Raum aus Zeit è stato poi selezionato in più di 20 festival internazionali (fra cui “Visions du Réel” in Svizzera, dove ha vinto il premio come Miglior documentario nel Concorso Internazionale).

“Heimat ist ein Raum aus Zeit è un viaggio che riflette sul tempo e sull’amore, fissati grazie ai suoni, alle immagini e al linguaggio ... Il materiale usato in questo film è ciò che rimane della mia famiglia. I resti di quelli che conoscevo, le situazioni in cui sono stato coinvolto o che comunque avevo vissuto in altro modo. Resti che rispecchiano la storia. Una storia che è, anche e allo stesso tempo, la mia storia.” (T. Heise)

The film picks up the biographical pieces of a family torn apart through the end of the 19th and into the 20th century. It is about people who by chance found each other, only then to lose each other. Now it is their descendants, their children and grandchildren who are beginning to disappear. This is all about speaking and silence. A collage of images, sounds, letters, diaries, notes, voices, fragments of time and space. Heimat is a Space in Time premiered at the latest Berlinale and then was selected in more than 20 international film festivals –among them “Visions du Réel” in Nyon, Switzerland, where was awarded as Best Documentary in the International Competition.

“Heimat ist ein Raum aus Zeit is a journey of reflection of time and love held within using sounds, images and language ... The material used in this film is what remains of my family. The remnants of those I knew, whose circumstances had been part of or had otherwise experienced. Remnants that mirror history. A history that is just as much my own.” (T. Heise)

BORN IN TRIESTE

i film nati nell’ambito di / the films whose projects were pitched at “When East Meets West”

CONCORSO LUNGOMETRAGGI / FEATURE FILM COMPETITION

ASIMETRIJA

Asymmetry

Maša Nešković (vedi pagina / see page 26 )

BASHTATA

The Father Kristina Grozeva, Petar Valchanov (vedi pagina / see page 28 )

FUORI CONCORSO / OUT OF COMPETITION

PARADISE UNA NUOVA VITA

Paradise

Davide Del Degan (vedi pagina / see page 52 )

ZGODBE IZ KOSTANJEVIH GOZDOV

Stories from the Chestnut Woods Gregor Božič (vedi pagina / see page 58 )

CONCORSO DOCUMENTARI / DOCUMENTARY COMPETITION

PAVYZDINGAS ELGESYS

Exemplary Behaviour

Audrius Mickevičius, Nerijus Milerius (vedi pagina / see page 92 )

SPIVAYE IVANOFRANKIVSKTEPLOKOMUNENERGO

Heat Singers

Nadia Parfan (vedi pagina / see page 93 )

WIATR. THRILLER DOKUMENTALNY

The Wind. A Documentary Thriller Michał Bielawski (vedi pagina / see page 96 )

PREMIO CORSO SALANI 2020 / CORSO SALANI AWARD 2020

LA BUFERA. Cronache di ordinaria corruzione

Never Whistle Alone

Marco Ferrari (vedi pagina / see page 109 )

MATERNAL

Maura Delpero (vedi pagina / see page 110 )

MIDPOINT

FEATURE LAUNCH 2020

TRIESTE FILM FESTIVAL EDUCATIONAL

MIDPOINT FEATURE LAUNCH 2020

WORKSHOP 1 / EASTWEEK – TSFF

I progetti selezionati / Selected Projects

MASTERCLASS 2020

Corneliu Porumboiu

VR DAYS 2020

The Key (Céline Tricart)

Mare Nostrum. The Nightmare (Stefania Casini)

Medusa Act II (Sara Tirelli)

IL PROFESSOR BALTHAZAR

E I SUOI AMICI

Programma di animazione per piccoli

a cura di Animafest Zagreb

Professor Balthazar and friends. Animation Programme for Children by Animafest Zagreb

OMAGGIO A GIANNI RODARI

NEL CENTENARIO DELLA NASCITA

Homage to Italian Writer Gianni Rodari on the Centenary of his Birth

Il castello di carte

(Giulio Gianini, Emanuele Luzzati, 1962)

La freccia azzurra

(Enzo D’Alò, 1996)

ZOO PARTY

music & painting live

WORKSHOP 1 / EASTWEEK - TSFF

Nel 2017 il Trieste Film Festival, in collaborazione con When East Meets West, ha ufficializzato la collaborazione con Midpoint − il programma con sede a Praga per lo sviluppo di progetti cinematografici dedicato ai professionisti emergenti − trasformando il nostro progetto iniziale di sviluppo della sceneggiatura “Eastweek” nel primo appuntamento di Midpoint Feature Launch, un progetto annuale dedicato ai nuovi talenti nel campo cinematografico dell’Europa centro orientale, in collaborazione con il festival internazionale di Karlovy Vary. Quest’evoluzione ha rappresentato il coronamento e allo stesso tempo la felice continuità del quinquennale progetto di sviluppo della sceneggiatura promosso dal Trieste Film Festival. Midpoint Feature Launch prevede due workshop incentrati sullo sviluppo di un progetto, la ricerca di finanziamenti e le opportunità di co-produzione; e ancora, una nuova piattaforma di presentazione e una sessione di follow-up.

Il progetto si rivolge a gruppi creativi composti da sceneggiatori, registi e produttori nella fase di sviluppo del loro primo o secondo lungometraggio. I gruppi potranno far parte di un workshop annuale che avrà inizio a Trieste durante il Festival e il forum di co-produzione When East Meets West. Il secondo workshop si svolgerà ad aprile in Slovacchia e il terzo nell’ambito della presentazione della piattaforma “Works in Development – Feature Launch” al festival di Karlovy Vary in Repubblica Ceca, a luglio 2020. I produttori dei progetti selezionati ritorneranno a Trieste a gennaio 2021 per l’evento di follow-up “Feature Launch Spotlight”, co-organizzata assieme a WEMW.

Per la terza edizione di Midpoint Feature Launch, sono stati selezionati 9 progetti provenienti da Bulgaria, Grecia, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Slovenia, Serbia e Ucraina.

In bocca al lupo a tutti i progetti, che si sviluppino e crescano anche con l’aiuto di Midpoint e della prima tappa triestina del workshop!

In 2017 the Trieste Film Festival, along with When East Meets West, has officially teamed up with Midpoint − the script and project development programme for emerging film professionals based in Prague − to transform our previous script development project “Eastweek” into the first step of Midpoint Feature Launch, the leading year-long development programme for Central and Eastern Europe’s emerging film talents, in collaboration with Karlovy Vary International Film Festival. This transformation has been welcomed as the successful completion as well as the continuity of a five-year development programme focused on script writing. The one-year programme features two workshops focusing on project development, financing, and co-production opportunities; plus a brand new presentation platform, and a follow-up session. It is addressed to teams of writers, film directors, and producers developing their first or second feature film: they can experience a year-long workshop programme, taking off in January 2020 in Trieste, Italy, during Trieste Film Festival and When East Meets West co-production forum. The second workshop will be organised in April in Slovakia and the third workshop with the presentation platform “Works in Development – Feature Launch” will take place at Karlovy Vary IFF in July 2020. The producers of selected projects will then come back to Trieste in 2021 for the special follow-up networking event Feature Launch Spotlight, co-organised with When East Meets West. For the third edition of Midpoint Feature Launch, 9 projects have been selected from the countries of Bulgaria, Czech Republic, Greece, Poland, Romania, Serbia, Slovenia and Ukraine.

We wish the best of luck to all of the selected projects, hoping they will be further developed also thanks to the help of Midpoint and of the first stage of the workshop in Trieste!

I PROGETTI SELEZIONATI / Selected

Projects

LUNGOMETRAGGI / FEATURE-LENGTH FILMS

CRISSEA IV (Romania)

Vladimir Dembinski regia, sceneggiatura / writer, director

Bogdăn Craciun produttore / producer (Libra Film Productions)

THE FRAGILE BEAUTY

OF MASCULINITY

(Rep. Ceca, Slovacchia / Czech Rep., Slovakia

Andrea Culková regia, sceneggiatura / writer, director

Katarína Krnáčová produttore / producer (Silverart)

Miroslav Novák produttore / producer (Duracfilm)

KYUKA (Grecia / Greece)

Kostis Charamountanis regia, sceneggiatura / writer, director

Danae Spathara produttore / producer (Heretic)

NEITHER VOICE (Slovenia)

Ester Ivakič regia, sceneggiatura / writer, director

Nika Jurman sceneggiatura / writer

Andraž Jerič produttore / producer (Temporama)

THE SANCTUARY

(Bulgaria)

Aleksandra Genova sceneggiatura / writer

Katerina Borisova regia / director

Eleni Dekidis produttore / producer (Semperia Films)

SARA´S BUNGALOW

(Polonia / Poland)

Małgorzata Pilacińska sceneggiatura / writer

Julia Rogowska regia / director

Krystyna Kantor produttore / producer (Shipsboy)

TWO TIMES ONE (Bulgaria)

Vladimir Petev regia, sceneggiatura / writer, director

Vanya Rainova produttore / producer (Portokal)

USUD (Serbia)

Stefan Malešević regia, sceneggiatura / writer, director

Andrijana Sofranic Sucur produttore / producer (Set Sail Films, NANA 143)

VACUUM (Ucraina / Ukraine)

Yelizaveta Smith regia, sceneggiatura / writer, director

Aleksandra Kostina produttore / producer (Bosonfilm)

CORTOMETRAGGI / SHORT FILMS

JUNGLE. LAW (Estonia)

Madli Laane regia, sceneggiatura / writer, director

Anneli Ahven produttore / producer

SOUL FOOD (Grecia / Greece)

Nikos Tseberopoulos regia, sceneggiatura / writer, director

Eleni Kossifidou produttore / producer

TEAM-BUILDING (Polonia / Poland)

Mateusz Pacewicz regia, sceneggiatura / writer, director

Ludka Kierczak produttore / producer

TELL NO ONE (Serbia)

Svetislav Dragomirović regia, sceneggiatura / writer, director

Nevena Savić produttore / producer

CORNELIU PORUMBOIU

MASTERCLASS 2020

Corneliu Porumboiu (Vaslui, Romania, 1975) è un regista e sceneggiatore rumeno, figlio dell’arbitro di calcio Adrian Porumboiu (protagonista del suo documentario del 2014 Al doilea joc lo vediamo mentre commenta una partita di calcio da lui arbitrata nel 1988). È uno dei registi più importanti della cosiddetta “nouvelle vague” rumena. Dopo essersi laureato in management presso l’Accademia di scienze economiche di Bucarest, nel 1999 viene ammesso ai corsi di regia dell’Università Statale di Teatro e Cinema “I.L. Caragiale” (UNATC) della stessa città. Durante gli anni dell’Università ha realizzato quattro cortometraggi. Călătorie la oraș (2003) suo film di diploma, ha vinto il secondo premio nella sezione “Cinéfondation” al festival di Cannes 2004. Visul lui Liviu ha vinto nel 2004 il premio per il Miglior cortometraggio al Transilvania International Film Festival di Cluj. Nello stesso anno, assieme a Marcela Ursu, fonda a Bucarest la sua casa di produzione 42 Km Film. Nel 2006 realizza il suo primo lungometraggio A fost sau n-a fost? (A est di Bucarest) che viene selezionato alla Quinzaine des Réalisateurs di Cannes vincendo la Caméra d’Or come Miglior film d’esordio. Il film viene distribuito in più di trenta paesi. Polițist, Adjectiv scritto, diretto e prodotto dallo stesso Porumboiu, viene presentato a di nuovo al festival di Cannes nel 2009 nella sezione “Un Certain Regard” (dove vince il Premio della Giuria), così come Comoara nel 2015. Il suo ultimo film Fischia! (La Gomera, 2019) è stato presentato nel concorso principale dell’ultimo festival di Cannes. Nel corso degli anni il Trieste Film Festival ha presentato quasi tutti i suoi film.

filmografia scelta / selected filmography

2003 Călătorie la oraş cm / sf

2004 Visul lui Liviu cm / sf

2006 A fost sau n-a fost? (12:08 East of Bucharest / A est di Bucarest); Premi / Awards: Cannes FF - Caméra d’Or

2009 Poliţist, adjectiv (Police, Adjective); Premi / Awards: Cannes FFUn Certain Regard, Premio della giuria, Premio FIPRESCI / Jury Prize, FIPRESCI Prize

2013 Când se lasă seara peste Bucureşti sau metabolism

2014 Al doilea joc (The Second Game) doc.

2015 Comoara (The Treasure); Premi / Awards: Cannes FF - Un Certain Regard, Premio “Un Certain Talent” / “Un Certain Talent” Prize

2018 Fotbal Infinit doc.

2019 La Gomera (Fischia! / The Whistlers)

Corneliu Porumboiu (Vaslui, Romania, 1975) is a Romanian film director and screenwriter, son of football referee Adrian Porumboiu (which appears on his 2014 documentary The Second Game while commenting on a football match he refereed in 1988). He is one of the leading personality of the so-called “Romanian nouvelle vague”. After graduating in 1998 at the Economic Sciences Academy in Bucharest, Management Faculty, in 1999 he is admitted at the National University of Drama and Film “I.L. Caragiale” (UNAT C) in Bucharest, Film Faculty-Directing Department. During the university studies (1999-2003) he makes, as a student director, 4 short films. Călătorie la oraș (2003) his diploma film, won the Silver Award of the “Cinéfondation” in Cannes. In 2004 Visul lui Liviu won the prize for the Best Short at the Transilvania International Film Festival in Cluj. In the same year, together with Marcela Ursu, he founded his production company 42 Km Film based in Bucharest. In 2006, he made his first feature A fost sau n-a fost? (12:08 East of Bucharest), which was selected in the Directors’ Fortnight in Cannes and won the Golden Camera for Best Debut Film. The film was distributed in more than thirty countries. Polițist, Adjectiv (Police, Adjective) written, produced and directed by Porumboiu premiered in Cannes in 2009, in the “Un Certain Regard” section (where was awarded the Jury Prize), as well as the feature Comoara (The Treasure) in 2015. His latest film La Gomera (The Whistlers, 2019), was presented in the main competition at Cannes Film Festival. Over the years, the Trieste Film Festival presented almost all his films.

VR DAYS 2020

La tecnologia ha sempre visto nomi maschili tra le file degli inventori, dei creatori e successivamente dei CEO e amministratori delle grandi aziende tecnologiche. I primi calcolatori si costruivano nei garage, luogo “culturalmente” legato al lavoro manuale, alla figura dello scienziato creativo e spesso pazzo e sempre U(omo). Solo figure maschili, proiezione di una società vincolata a una struttura patriarcale che limita(va) la figura femminile all’assistente, a spalla del protagonista. Nel cinema tradizionale, a esempio, tra registi i nomi femminili sono ancora una percentuale molto bassa. Poi arrivano i nuovi media immersivi che mettono lo spettatore in un ruolo diverso, lo immergono in un ambiente nel quale entra e diventa il centro dell’attenzione/azione. E con il nuovo medium espressivo della realtà virtuale tutto ciò viene sperimentato con nuovi contenuti e con nuove modalità di interazione tra storia e spettatore. La narrazione è ancora alla ricerca di un protocollo, di una serie di regole e sensibilità per un nuovo modo di raccontare il mondo e molte donne si sono cimentate in questo nuovo metodo, non solo per immagini, ma soprattutto per esperienze. In questa terza edizione dei VR Days vogliamo incontrare, discutere e capire il ruolo delle donne nei media immersivi, esplorare la nuova tecnologia e le nuove modalità di storytelling con un panel moderato da Agnese Pietrobon, psicologa e ricercatrice delle tecnologie immersive, con ospiti Stefania Casini, regista e produttrice, Sara Tirelli, artista visiva e filmmaker e Alessia Sonaglioni dell’European Women’s Audiovisual Network. Quest’anno inoltre il festival ospita le opere Mare Nostrum. The Nightmare di Stefania Casini, Medusa Act II di Sara Tirelli e The Key di Céline Tricart, opera vincitrice del premio “Best of VR” alla 76ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Inoltre il pubblico potrà visitare set cinematografici di alcuni film girati in Friuli Venezia Giulia grazie all’installazione “Set reali e visite virtuali” promossa dalla Casa del Cinema di Trieste.

Technology has always seen men’s names amongst the ranks of inventors, creators and later CEOs and managers of the large technology companies. The first computers were built in garages, “culturally” a place linked to manual work, to the figure of the creative and often mad scientist and always a Man. Only male figures, the projection of a society bound to a patriarchal structure that limits/ed the female figure to being an assistant assisting the protagonist. In traditional cinema, for example, there are still very few female names as directors. Then came the new immersive media that put the viewer in a different role, immersing him in an environment in which he enters and becomes the centre of attention/action. And with the new expressive medium of virtual reality all this is experienced with new content and with new ways of interaction between story and spectator. The narrative is still seeking for a protocol, a series of rules and sensitivity for a new way of describing the world, and many women have ventured into this new method, not only through images, but above all through experiences.

In this third edition of VR Days we want to meet, discuss and understand the role of women in immersive media, explore new technology and new storytelling methods with a panel moderated by Agnese Pietrobon, psychologist and researcher of immersive technologies, and with, as guests, Stefania Casini, director and producer, Sara Tirelli, visual artist and filmmaker, and Alessia Sonaglioni of the European Women’s Audiovisual Network.

This year the festival also hosts Mare Nostrum. The Nightmare by Stefania Casini, Medusa Act II by Sara Tirelli and The Key by Céline Tricart, winner of the “Best of VR” award at the 76th Venice International Film Festival. In addition, the public will be able to visit the film sets of some films shot in Friuli Venezia Giulia thanks to the “Real sets and virtual tours” installation promoted by the Casa del Cinema in Trieste.

THE KEY

CÉLINE TRICART

USA 2019, VR, col., 20’

artist: Claire Aran. Animazione / Animation: 5518 Studios. Character Artist: Steve Teeple.

for Good.

The Key è un’esperienza interattiva che mescola teatro immersivo e realtà virtuale. Ha una struttura narrativa enfatizzata da momenti di interattività. Il partecipante prende parte a un viaggio, esplorando dei sogni nei quali deve affrontare sfide e decisioni difficili, compresa l’esperienza della perdita. Il pubblico sperimenterà un viaggio metaforico dal pericolo alla salvezza. Attraverso questo viaggio si scopre una verità nascosta e una nuova bellezza viene rivelata. The Key è il vincitore del Gran Premio della Giuria per la Migliore opera VR immersiva all’ultima Mostra del Cinema di Venezia.

The Key is an interactive experience mixing immersive theatre and virtual reality. It has a strong narrative structure punctuated by moments of interactivity. The participant goes on a journey exploring dreams, and must face challenges and difficult decisions in each, experiencing loss. The participant will experience a metaphorical journey from danger to safety. Through this journey a hidden truth is uncovered, and a new beauty revealed.

The Key won the Grand Jury Prize for Best VR immersive work at the latest Venice Film Festival. La chiave

Céline Tricart

È un’ esperta di 3D e di realtà virtuale nota a livello mondiale. Nel 2016 ha fondato la Lucid Dreams Productions, una casa di produzione specializzata in nuove tecnologie e in un nuovo modo di fare storytelling, che ha partecipato a numerose e pluripremiate esperienze di realtà virtuale. / Céline Tricart is a world-renowned 3D and Virtual Reality expert. In 2016 she founded Lucid Dreams Productions, a production company

specializing in new technologies and the future of storytelling which was involved in numerous awardwinning VR experiences.

filmografia scelta / selected filmography

3D
Photogrammetry: Céline Tricart, Realities.io. Montaggio / Editing Flight School. Musica / Music: Julie Roué. Suono / Sound: Source Sound. Interpreti / Cast: Alia Shawkat (voce narrante / narrator). Produzione / Produced by: Lucid Dreams Productions, Oculus VR

MEDUSA ACT II

STEFANIA CASINI

Italia / Italy 2019, VR, col., 11’

Sceneggiatura / Screenplay: Stefania Casini. Fotografia / Photography: Alessandro Chiodo, Pascal Hanke, Nico Laninger. Musica / Music: Yazan Alsabagh. Suono / Sound: Roberto Cois, Media Apes. Scenografia, costumi / Art Director, Costume Designer: Gabriele Lasio. Interpreti / Cast: Riccardo Zghoud Benoni, Fatima Dakik. Produzione / Produced by: Tama Filmproduktion. Coproduzione / Co-produced by: Bizef Produzione, in associazione con / in association with Intrigo Internazionale & MediaApes. 360° VR Concept: Pascal Hanke, Nico Laninger, Marius Mülhaupt. 360° VR Montaggio, Effetti visivi, compositing, CGI / 360° VR Editing, Visual Effects Compositing, 360° VR CGI by: Pascal Hanke, Marco Tanca. 360° VR Produzione & Postproduzione / 360° VR Production & Postproduction by: Aspekteins.

Un’esperienza live-action, di realtà virtuale a 360°, con immagini generate al computer, che porta lo “spettatore” in un tour de force che mette a dura prova i sentimenti. Il viaggio da incubo di un giovane rifugiato, dal Sahara al Mediterraneo, con lo spettatore come suo compagno. L’esperienza di provare le sensazioni di perdita, angoscia e morte, cui si aggiunge il suono in 3D, consente allo spettatore di vivere intensamente la tragedia che si sta svolgendo davanti ai suoi occhi. Mare Nostrum. The Nightmare è stato presentato al festival internazionale di Salonicco.

A live-action, impact virtual reality 360°experience with CGI, taking the ‘viewer’ on a tour de force of sentiments. A nightmarish journey of a juvenile refugee from the Sahara to the Mediterranean with the viewer as his companion. The strong experience of elementary feelings of loss, distress, and death with effective 3D sound enables the viewer to live the unfolding tragedy. Mare Nostrum. The Nightmare was presented at Thessaloniki International Film Festival.

Stefania Casini

Attrice, regista e produttrice, ha lavorato con registi del calibro di Dario Argento, Peter Greenaway, Bernardo Bertolucci e Andy Warhol per poi passare alla regia. Si dedica ora alle nuove forme di narrazione con il digitale e la realtà virtuale, lavorando a Parigi alla SmallBang. Il Trieste FF ha presentato nel 2013 il suo documentario Made in Albania e nel 2017 la prima parte dell’esperienza virtuale Mare Nostrum. / Actress, director and producer Stefania Casini has been directed by renowned directors such as Dario Argento, Peter

Svezia - Italia / Sweden - Italy 2018, VR, col., 9’

Soggetto, montaggio / Script, Editing: Sara Tirelli. Fotografia / Photography: Paul Blomberg Doven, Beppe Gallo. Sound designer: Sara Tirelli, Massimiliano Borghesi. Spatial Audio Recording: David Levinsson, Sara Tirelli. Sound Sculptor: Giuseppe Cordaro. Spatial Audio Post Production: Massimiliano Borghesi “All You Need Is Sound”. Interpreti / Cast: i ragazzi di / the boys from Agape Borås, danzatori di / the performers from Ballet Akademien Göteborg. Produzione / Produced by: Sara Tirelli in collaborazione con / in collaboration with Borås Museum of Modern Art. Con il sostegno di / Supported by: Västra Gotaland, Iaspis, Lindholmen Science Park.

IL PROFESSOR BALTHAZAR

E I SUOI AMICI

and friends

Greenaway, Bernardo Bertolucci, and Andy Warhol to eventually go behind the camera. Interested in new, 360 digital narrative forms, she works in Paris at SmallΒBang. The Trieste FF presented in 2013 her documentary Made in Albania and in 2017 the first part of her virtual experience Mare Nostrum

filmografia scelta (come regista) / selected filmography (as director)

1983 Lontano da dove

1997 Un paradiso di bugie

2012 Made in Albania doc.

2017 Mare Nostrum VR

2019 Mare Nostrum. The Nightmare VR

Un cortometraggio sperimentale a 360° sulla crisi contemporanea dell’identità europea e sulle conseguenze che hanno i grandi flussi migratori sulla fortezza Europa, che mette in discussione il regresso e la perdita di memoria di una cultura. Il progetto si focalizza inoltre sul crescente aumento di vecchie ideologie che stanno prendendo piede nei dibattiti politici europei e mette in discussione il processo che condiziona l’opinione pubblica e l’ideologia condivisa.

An experimental 360-degree short film in 2 acts about the contemporary crisis of Europe’s identity and focuses on the consequences that the massive immigrants flows are causing to European stronghold and it questions the regress and loss of memory of a culture. The film project focuses on the contemporary rising of disused ideology that are catching on Europe’s political debates and questions the process that shapes public opinion and shared ideology.

Sara Tirelli

Filmmaker e artista, si è laureata in Arti visive all’Università di Bologna nel 2003 e, nello stesso anno si è diplomata in regia alla Scuola Cinema e Nuovi Media del Politecnico di Milano. La sua attività spazia da progetti artistici a produzioni commerciali come video musicali, pubblicità e documentari.

Italian filmmaker and artist, Sara Tirelli received her MFA in Visual Arts at Faculty of Human Science at University of Bologna, Department of Art, Music and Performing Art in 2003 and in the same year she obtained her Filmmaker Diploma at “Scuola Civica di Cinema e Nuovi Media” in Milan. Her professional activity ranges from artistic projects to commercial productions such as music videos, ADV, and documentaries.

Programma di animazione per i piccoli a cura di Animafest Zagreb

“Animafest Zagreb”, il festival internazionale di cinema d’animazione fondato nel 1972, è il secondo festival più antico al mondo completamente dedicato all’animazione. Lanciato grazie alla fama degli autori usciti dalla famosa Scuola di Animazione di Zagabria, “Animafest Zagreb” si vanta di essere un festival fatto da cineasti per cineasti e una piattaforma per la promozione del cinema artistico d’animazione. Il festival ha luogo ogni anno a giugno a Zagabria e presenta il meglio dei film di animazione di tutto il mondo, sia lungometraggi che corti. Il Programma per Bambini e Giovani è sempre stata una delle parti più importanti del programma del festival. Ogni anno offre ai bambini dei film attentamente selezionati che regalano al giovane pubblico un’esperienza di animazione creativa variegata e diversa da quella che vedono alla televisione, sui loro cellulari o altri dispositivi mobili. Nella selezione qui presentata ci sono alcuni dei migliori lavori della produzione europea dell’ultimo decennio e del patrimonio di animazione croato - storie di grande umanità che celebrano l’immaginazione, la curiosità, l’ingegno e il coraggio.

The World Festival of Animated Film – Animafest Zagreb – was established in 1972 and is the second oldest film festival in the world completely dedicated to animation. Launched thanks to the global reputation of authors who trained at the famous Zagreb School of Animation, Animafest Zagreb prides itself for being a festival by filmmakers for filmmakers and a platform for the promotion of artistic animation. Held every year in June in Zagreb, the festival presents the best short and feature animation films from all over the world. The Programme for Children and Youth has always been a key element in the festival’s programme. Every year it offers children carefully selected films that allow them to experience a diverse range of creative animation, different from what they see on TV, cell phones and tablets. This selection presents some European gems from the past decade as well as some of Croatia’s animation heritage – heartwarming stories which celebrate imagination, curiosity, wit and courage.

Animation Programme for Children by Animafest Zagreb
Medusa Atto II
Mare Nostrum. L’incubo

KRAVA NA MJESECU La mucca sulla luna / The Cow on the Moon

Dušan Vukotić Jugoslavia / Yugoslavia, 1958, col., 11’

Una ragazzina inganna un bambino cattivo facendogli credere che l’astronave che lei ha costruito lo ha portato sulla luna.

A girl tricks a naughty boy into thinking that the spaceship she built has taken him to the Moon.

JIRO A MIU Jiro e Miu / Jiro and Miu

Jun Nito Rep. Ceca / Czech Rep., 2007, col., 8’

Il film racconta la storia di due amici, la bambina Miu e il bambino Jiro, che, con le sue idee balzane, talvolta rende la vita di entrambi difficile. Questa volta, inaspettatamente, decide di imparare a volare.

This is the story of two friends, girl Miu and boy Jiro, who, with his crazy ideas, sometimes makes life hard for both of them. This time he decides against all odds to learn to fly.

MIRIAMI VÄRVID I colori di Miriam / Miriam’s Colours

Mariliis Bassovskaja, Jelena Girlin Estonia, 2008, col., 5’

Miriam trova delle vecchie foto. Mentre le guarda con il Fratellino e la Gallina, cominciano a vedere tutto quello che li circonda in bianco e nero. Ma un mondo in bianco e nero li rende tristi. Per fortuna, c’è un arcobaleno che riporterà i colori. Quando la Madre e il Padre tornano a casa, tutto è a posto. Forse si sono immaginati tutti questi cambamenti... o forse no?

Miriam finds old photos. She is watching them with her Little Brother and the Hen, and they start seeing the entire world around them in black and white. But the black and white world makes them sad. Luckily, there is a rainbow that will bring colours back. When Mother and Father return home, everything is in order and it seems as though all the changes were only a fantasy... But were they?

MULC: FRAČA La fionda di Kiddo / Kiddo – Slingshot

Kolja Saksida Slovenia, 2009, 10’

Kiddo, un ragazzino di tredici anni, vive in un paesino ai piedi delle Alpi Slovene. Ogni mattina, lui e il suo migliore amico, Mr. Cat, vanno in triciclo su una collina vicina dove cresce un magnifco albero. In quest’albero è nascosto un vecchio libro, che contiene istruzioni per costruire giocattoli, che Kiddo sogna da tempo...

Thirteen-year-old Kiddo lives in a small village at the foot of the Slovenian Alps. Every morning he and his best friend, Mr. Cat, ride a tricycle to a nearby hill, where a magnificent tree grows. In this tree lies hidden an old book, with plans for making different toys, which Kiddo has been dreaming of.

NOVÝ

DRUH Nuove specie / New Species

Kateřina Karhánková Rep. Ceca / Czech Rep., 2013, col., 6’

Questa è la storia di tre bambini che trovano un osso misterioso e del loro viaggio alla ricerca della creatura cui l’osso appartiene.

This is a story about three kids who find a mysterious bone and their journey in trying to find the creature that the bone belongs to.

A

STORY FROM SPACE Una storia dallo spazio

Joseph Childs, Iro Tsavala Regno Unito / UK, 2016, col., 5’

Un astronauta ci mostra la stazione spaziale internazionale mentre si dirige verso la stanza delle comunicazioni. In un collegamento video si vede con la figlia Annie, di cinque anni, che si sta preparando per il suo primo giorno di scuola. È preccupata per questa nuova esperienza perciò lui le racconta una storia della buonanotte che le ispiri coraggio.

An astronaut guides us through the international space station on his way to the communications room. He has a video meeting with his 5-year-old daughter Annie, who is preparing for her first day of school. She is worried about this unknown experience, so he tries to give her courage with an inspirational bedtime story.

PLODY MRAKŮ

I frutti delle nuvole / The Fruits of Clouds

Katerina Karhánková Rep. Ceca / Czech Rep., 2017, col., 11’

Furry vive insieme ai suoi amici animali in una radura circondata da boschi misteriosi. Il loro unico cibo sono dei semi che si trasformano in frutta scintillante quando toccano il terreno.

Ma questi semi sono rari e gli animali hanno paura a lasciare la radura e addentrarsi nei boschi per cercarli. Aspettano invece che cadano dal cielo. Furry non vuole aspettare. Il bosco lo incuriosisce e vuole sapere cosa vi si nasconde.

Furry lives in a glade surrounded by dark woods with his animal friends. Their only food are seeds that turn into glowing fruit when they touch the ground. But the seeds are rare and the animals are afraid to leave the glade and venture into the woods to look for food. Instead, they wait until it falls from the sky. Furry doesn’t want to wait. The wood arouses his curiosity and he wants to know what hides in there.

KUC-KUC Toc Toc / Knock Knock

Ivana Guljašević Croazia / Croatia, 2018, col., 4’

Un sottomarino giallo attraversa l’oceano, incontrando varie creature. Ma il sottomarino sta veramente attraversando l’oceano? O è solo parte di un gioco, frutto dell’immaginazione di una bambina con un giocattolo e un secchio pieno d’acqua?

The yellow submarine dives through the ocean, meeting different creatures. But is the submarine really diving in an ocean? Or is it all just part of a game fed by the imagination of a little girl with a toy and a bucket full of water?

NUTZ

Denis Alenti Croazia / Croatia, 2018, col., 3’

Sally è una scoiattolina di sette anni buona e gentile. Insieme ai suoi fratelli, gemelli di cinque anni Arachidino e Noce di Cocco e la sorellina di tre anni Querciolina, ha una piccola bottega di riparazioni. Fanno tutto il possible per risolvere e riparare qualsiasi problema abbiano loro amici.

Sally is a good and gentle seven-year-old squirrel. She and her twin brothers, five-year-old Peanuts Pea and Coconut Koko and youngest three-year-old sister Acorn Oak have a small repair shop. They will do their best to fix and repair any problem their friends have.

IL PROFESSOR BALTHAZAR

Professor Balthazar

Il Professor Balthazar è una serie televisiva croata di cartoni animati per bambini che ha per protagonista un vecchio inventore, prodotta in Jugoslavia tra il 1967 e il 1978 e creata dall’animatore Zlatko Grgić. Il Professor Balthazar è uno scienziato gentile che risolve sempre problemi dei suoi concittadini attraverso una macchina magica. Ma quello che fa realmente è risolvere problemi usando la sua immaginazione e molta energia positiva. Il Professor Balthazar è un divulgatore scientifico. È un amante della natura, ama tutte le creature viventi, protegge chiunque sia in pericolo, combatte contro il male, è un ecologista, promuove la tolleranza, la pace e l’amore, è buffo, discreto e amichevole e, soprattutto, dedito a quello che fa. Qualche volta sembra che Balthazar, con la sua indole gentile, voglia mandare messaggi di pace in un mondo che è sempre così pieno di tensioni, come se volesse dire: “vedete, è così che si potrebbe risolvere il problema!” Le sue soluzioni sono sempre creative e ispirate, e hanno sempre a cuore l’interesse e il benessere di tutti gli abitanti di Balthazaropoli.

Professor Balthazar is a Croatian animated television series for children about an old inventor that was produced in Yugoslavia between 1967 and 1978. It was created by animator Zlatko Grgić. Professor Balthazar is a kind scientist who always solves the problems of his fellow-citizens by means of magic machine. But what he really does is solving the problems by means of his imagination and a lot of positive energy. Professor Balthazar is a science communicator. He is a nature lover, he loves all living beings, he protects anybody in trouble, he fights evil, he is an environmentalist, he promotes tolerance, peace and love, he is funny, unobtrusive and friendly, and above all - dedicated to what he is doing. Sometimes it seems that Balthazar, with his kind nature, sends messages of peace in a world which is always so dramatic, as if he were saying: “You see, this is one of the ways in which this problem could be solved!” And the solutions are always so inventive and inspired, with in mind the best interest and wellbeing of all the good citizens of Balthazartown.

PROFESOR BALTHAZAR: IZUMITELJ CIPELA

L’inventore delle scarpe / The Inventor of Shoes

Zlatko Grgić Jugoslavia - Germania / Yugoslavia - Germany 1967, col., 9’

Il Professor Balthazar è un inventore. Un giorno concepisce un paio di scarpe davvero straordinarie. Scarpe che fanno volare, ballare, saltare, correre in giro come un’automobile –scarpe proprio fuori dal normale. Da brava persona qual è, il Professor Balthazar le regala a tutti i suoi amici.

Professor Balthazar is an inventor. One day he thinks up a pair of quite extraordinary shoes. These shoes can fly, dance, jump, chase around like an automobile; very exceptional shoes indeed. Being the good fellow that he is, Professor Balthazar makes a present of them to all his friends.

PROFESOR BALTHAZAR: LETEĆI FABIJAN

Il tranviere volante / Flying Fabian

Zlatko Grgić, Boris Kolar, Ante Zaninović Jugoslavia - Germania / Yugoslavia - Germany 1968, col., 10’

Fabian, un conducente di treno, salva la vita a un passerotto che poi gli insegna a volare. Il treno di Fabian diventa così il primo treno volante al mondo. Questo causerà molti problemi, ma la storia ha un lieto fine.

Train conductor Fabian saves the life of a small sparrow which then teaches him how to fly. Fabian’s train becomes the first flying train in the world which causes a lot of trouble, however, the story ends happily.

PROFESOR BALTHAZAR: MAESTRO KOKO

Il maestro Koko

Zlatko Grgić, Boris Kolar, Ante Zaninović Jugoslavia - Germania / Yugoslavia - Germany 1968, col., 9’

L’elefante Koko, famoso musicista, suona con la sua proboscide. Ama anche mangiare enormi quantità di gelato, ma un giorno prende un raffreddore terribile. Non potendo più suonare, Koko è disperato e scompare dalla città. I suoi amici, insieme al Professor Balthazar, lo cercano per tutto il mondo.

Elephant Koko, the famous musician, plays music with his trunk. He also loves to eat enormous quantities of ice-cream, but one day he catches a terrible cold and cannot play anymore. Koko is devastated and disappears from the town. His friends, together with Professor Balthazar, search the whole world to find him.

PROFESOR BALTHAZAR: VJETROVITA PRIČA

La favola del vento / Windy Tale

Zlatko Grgić, Boris Kolar, Ante Zaninović Jugoslavia - Germania / Yugoslavia - Germany 1968, col., 8’

Una città è completamente senza vento, il che causa molte difficoltà a tutti. Il Professor Balthazar scopre che tutto il vento è andato in una città vicina, dove invece causa disastri.

Balthazar allora costruisce brillanti marchingegni che salvano entrambe le città. One city is completely out of wind, causing great difficulties for everyone. Professor Balthazar discovers that all the wind has gone to a neighbouring city, where it causes real disasters. Balthazar constructs ingenious devices that save both cities.

PROFESOR BALTHAZAR: HANIBALOVE ALPE

Il guardiano del faro / Lighthouse Keeping

Zlatko Grgić, Boris Kolar, Ante Zaninović Jugoslavia - Germania / Yugoslavia - Germany 1969, col., 9’

Balthazar fa un viaggio sulle Alpi dove incontra un uomo che passa tutta la sua vita a fare lo jodel, sebbene sia spesso disturbato da valanghe. Poi incontra il guardiano di un faro nei Mari del Sud che non riesce a mangiare il suo gelato perchè si scioglie troppo in fretta. Balthazar suggerisce ai due uomini di scambiarsi i paesi dove vivono, così entrambi saranno felici.

Balthazar travels to the Alps where he meets a man who spends his whole life yodelling although he is often disturbed by avalanches. Then, he finds a lighthouse keeper in the South Seas who is unable to eat his melting ice-cream. Balthazar asks the two men to swap towns. This allows them both to be happy.

PROFESOR BALTHAZAR: HORACIJEV USPON I PAD

La (s)calata di Orazio / The Rise and Fall of Horatio

Zlatko Grgić, Boris Kolar, Ante Zaninović Jugoslavia - Germania / Yugoslavia - Germany 1969, col., 8’

L’amico di Balthazar, il famoso direttore d’orchestra Horatio, è molto preoccupato perchè a ogni concerto perde pantaloni. Per aiutare il suo amico, Balthazar inventa le bretelle più forti al mondo, così elastiche da consentire salti più incredibili.

Balthazar’s friend, the famous conductor Horatio, is very upset because at every concert he loses his trousers. In order to help his friend, Balthazar invents the strongest braces in the world, which are so elastic that they enable the most fantastic jumps.

PROFESOR BALTHAZAR: ALFRED, NOĆNI ČUVAR

Alfred, il guardiano notturno / The Night Watchman Must Fall

Zlatko Grgić Jugoslavia - Germania / Yugoslavia - Germany 1971, col., 10’

A causa delle difficoltà economiche della sua città, il sindaco Alfred rinuncia al suo salario e trova un lavoro nella città vicina come guardiano notturno in un pastificio. Esausto a causa del lavoro, Alfred si ammala. Chiede aiuto al Professor Balthazar, il quale crea il robot Alfie in modo che lo sostituisca in entrambi ruoli e lo aiuti a superare l’imbarazzo della situazione. Due to his city’s bad financial situation, Mayor Alfred renounces his salary and gets a job in the nearby town as a night watchman in a pasta factory. Overstrained by work, Alfred is taken ill. He appeals to professor Balthazar for help, who fashions Alfie the robot to replace him on both duties and help him overcome the embarrassment.

OMAGGIO A GIANNI RODARI NEL CENTENARIO DELLA NASCITA

Homage to Italian Writer Gianni Rodari on the Centenary of his Birth

Gianni Rodari (1920-1980)

Nato nel comune piemontese di Omegna, sul Lago d’Orta, nel 1920, Gianni Rodari è stato il più celebre scrittore italiano per l’infanzia del XX secolo. Negli anni ‘50 cominciò a dedicarsi alla scrittura per l’infanzia. Compose filastrocche, poesie, favole e romanzi; tra le sue opere più famose: Il romanzo di Cipollino (1951), Gelsomino nel paese dei bugiardi (1958), Filastrocche in cielo e in terra (1960), Favole al telefono (1962), La freccia azzurra (1964), La torta in cielo (1966), C’era due volte il barone Lamberto (1978). La sua opera più conosciuta, La grammatica della fantasia, pubblicata nel 1973 da Einaudi, è una sorta di manifesto teorico sui meccanismi che sottendono l’arte di inventare storie. Nel 1970 Gianni Rodari ha ricevuto, primo e unico italiano fino a oggi, il Premio Hans Christian Andersen, il massimo riconoscimento internazionale nell’ambito della letteratura per l’infanzia, che lo fece conoscere in tutto il mondo. Gianni Rodari è stato maestro, pedagogista, giornalista, maestro e poeta. È morto a Roma il 14 aprile del 1980, la città in cui viveva dal 1950.

Born in the Piedmontese town of Omegna, on Lake Orta, in 1920, Gianni Rodari was the most famous Italian children’s writer of the 20th century. In the 1950s he began to devote himself to writing for children. He composed nursery rhymes, poems, fables and novels; among his most famous works: Il romanzo di Cipollino (The Adventures of the Little Onion,1951), Gelsomino nel paese dei bugiardi (Gelsomino in the Country of Liars, 1958), Filastrocche in cielo e in terra (Nursery Rhymes in the Sky and on Earth, 1960), Favole al telefono (Fairy Tales Over the Phone, 1962), La freccia azzurra (The Blue Arrow, 1964), La torta in cielo (The Cake in the Sky, 1966) e C’era due volte il barone Lamberto (Twice Upon a Time there was a Baron called Lamberto, 1978). His best known work, La grammatica della fantasia (The Grammar of Fantasy), published in 1973 in Italy by Einaudi, is a theoretical manifesto on the mechanisms behind the art of inventing stories. In 1970, Gianni Rodari became the first, and only, Italian to receive the Hans Christian Andersen Award, the most prestigious international award of children’s literature, handing him global recognition. Gianni Rodari was a teacher, educator, journalist and poet. He died in Rome on April 14, 1980, the city in which he lived since 1950.

IL CASTELLO DI CARTE

Italia / Italy 1962, 35mm, col., 10’, v.o. italiana / Italian o.v.

Il Re di Denari e sua moglie, la Dama di PIcche vivono in un castello facendo angherie ai loro sudditi. Perfino il Re di Coppe, fratello del despota, viene imprigionato assieme ad altri infelici. L’intervento provvidenziale del jolly-tuttofare fa sì che le vittime vengano liberate, mentre il Re di Denari e sua moglie, abbandonati senza cibo impallidirono, dimagrirono e l’ultimo giorno scomparirono. Il restauro del film è stato ottenuto dal positivo esistente, depositato presso la Fondazione Cineteca Italiana, in quanto il negativo è andato perduto. Pertanto la qualità delle immagini è inferiore allo standard delle altre opere di Gianini e Luzzati.

Sceneggiatura tratta dalla fiaba omonima di / Screenplay based on the tale of the same title by Gianni Rodari. Disegni / Drawings: Emanuele Luzzati. Fotografia, animazione / Photography, Animation: Giulio Gianini. Musica / Music: Gianfranco Maselli. Interpreti / Cast: Paolo Poli (voce / voice). Produzione / Produced by: Gianini & Luzzati.

The King of Coins and his wife, the Queen of Spades live in a castle, harassing their subjects. Even the King of Hearts, the despot’s brother is imprisoned along with other unhappy people. However, the providential intervention of the joker-handyman means that the victims are freed, while the King of Coins and his wife, abandoned without food, become pale, lose weight and on the last day disappear. The restoration was done on the basis of the existing positive stored at the Fondazione Cineteca Italiana, as the negative has been lost. Therefore, the quality of the images is lower than the standard of other works by Gianini and Luzzati.

LA FRECCIA AZZURRA

Giulio Gianini (1927-2009)

Nasce a Roma, città in cui lavorerà e vivrà per tutta la vita. Diplomatosi all’Accademia di Belle Arti di Roma come scenografo, inizia la sua attività cinematografica nel primo dopoguerra, specializzandosi nell’attività di direttore della fotografia e in particolare di quella a colori, della quale fu pioniere in Italia, filmando circa 120 documentari prevalentemente d’arte.

Giulio Gianini was born into a respectable middle class family in Rome, the city in which he would work and live for the rest of his life. After graduating from the Accademia di Belle Arti in Rome as a set designer, he began his cinematographic activity just after the war, specialising as director of photography and in particular of colour photography, of which he was a pioneer in Italy, filming about 120 documentaries mainly about art.

Emanuele Luzzati (1921-2007)

Nasce a Genova in una casa del quartiere di Castelletto, che sarà sua abitazione e studio per tutta la vita. Costretto a lasciare l’Italia a causa delle leggi razziali fasciste, si diploma all’Ecole des Beaux Arts di Losanna in Svizzera. Al rientro in Italia nel 1945, inizia la sua prestigiosa carriera teatrale come scenografo e costumista, affiancata da un’intensa attività nel campo della ceramica, dell’illustrazione e di altre arti applicate.

Emanuele Luzzati was born in Genoa in a house in the Castelletto district, which would be his home and studio for his whole life. Obliged to leave Italy as a result of the fascist racial laws, he graduated from the Ecole des Beaux Arts in Lausanne, Switzerland. On his return to Italy in 1945, he began his prestigious theatrical career as set designer and costume designer, backed by an intense activity in the field of ceramics, illustration and other applied arts.

Italia - Svizzera - Lussemburgo / Italy - Switzerland - Luxembourg 1996, 35mm, col., 93’ v.o. italiana / Italian o.v.

Sceneggiatura / Screenplay: Enzo D’Alò, Umberto Marino, tratta dal racconto omonimo di / based on the short story of the same title by Gianni Rodari.

Animazioni (direttore) / Animation (director): Silvio Pautasso. Personaggi, ambientazioni / Characters, Backgrounds: Paolo Cardoni. Montaggio / Editing: Rita Rossi.

Musica / Music: Paolo Conte.

Suono / Sound: Giorgio Vita Levi. Interpreti / Cast: Dario Fo (voce / voice), Lella Costa (voce / voice).

Produzione / Produced by: La Lanterna Magica.

Coproduzione / Co-produced by: Fama Film, Monipoly Productions. Distribuzione per l’Italia / Distributed in Italy by: Viggo srl (versione restaurata / restored version).

Enzo D’Alò È nato nel 1953 a Napoli. Regista e sceneggiatore è una delle figure più importanti del cinema d’animazione italiano ed europeo.

Italian director, screenwriter and animator, Enzo D’Alò was born in 1953 in Naples. D’Alò is one of the leading personalities in Italian and European animation.

filmografia scelta / selected filmography

1996 La freccia azzurra (The Blue Arrow) animazione / animation

1998 La gabbianella e il gatto (Lucky and Zorba) animazione / animation

2001 Momo alla conquista del tempo (Momo) animazione / animation

2003 Opopomoz animazione / animation

2012 Pinocchio animazione / animation

2017 Pipì, Pupù e Rosmarina in Il mistero delle note rapite animazione / animation

Nella notte di Natale, Santa Claus, porta regali in tutto il mondo, ma in Italia il 5 gennaio la Befana si alza nel cielo come una strega a cavallo della sua scopa per portare regali ai bambini. La storia, che risale a una cinquantina d’anni fa, narra di come il dottor Scarafoni, subdolo assistente della Befana, cercò di approfittare della sua generosità. Col suo malvagio piano di servire soltanto i clienti paganti della città, Scarafoni si propone un preciso profitto a spese dei bambini più poveri. I magici balocchi della Befana, però, la pensano diversamente: scappano dal suo negozio e si dirigono a casa del bambino più povero, Francesco, che hanno visto guardare la vetrina per ammirare lo splendido trenino chiamato “La Freccia Azzurra”. Nelle strade buie, i coraggiosi balocchi vanno incontro a molti pericoli e fantastiche avventure. Alla fine essi trovano il modo di occuparsi di altri bambini, e per Francesco la notte è piena di emozione e di pericoli.

On Christmas night Santa Claus brings presents all over the world, but in Italy on the 5th of January a little old lady called the Befana takes to the skies like a witch on her broom to deliver more gifts to the children. Set about fifty years ago, the story tells how doctor Scarafoni, the Befana’s crafty assistant, tries to take advantage of her generosity. With his wicked plan of serving only the paying clients of his town, Scarafoni intends to make a tidy profit at the expense of the poorer children. The Befana’s magic toys have other ideas however, and they escape from her shop and head for the house of a poor boy, Francesco, whom they have seen gazing into the shop window to admire the splendid toy train called “The Blue Arrow”. Out in the darkened streets the daring toys encounter many perils and adventures, as well as making some valuable friends. Although the toys eventually find their way into the care of other children, for Francesco too the night is full of excitement and danger.

The Blue Arrow Restauro realizzato da “Alice nella città” con la collaborazione di CSC-Cineteca Nazionale e Lanterna Magica. A restoration made by “Alice nelle città” (Rome) in collaboration with CSC-Cineteca Nazionale and Lanterna Magica.
House of Cards
GIULIO GIANINI, EMANUELE LUZZATI

ZOO PARTY

music & painting live

Zoo Party music & painting live nasce dalla collaborazione tra la Casa della Musica di Trieste / Scuola di musica 55 e il Trieste Film Festival. Lo spettacolo, per piccoli e grandi, rivela la complicità tra gli elementi del linguaggio sonoro e musicale con quelli dell’immagine, stimolando nello spettatore la consapevolezza della propria capacità di vedere, ascoltare, immaginare, sorprendersi. Dodici animali “entrano in scena e si raccontano” attraverso suggestioni sonore, temi musicali eseguiti dal vivo e illustrazioni realizzate in tempo reale e proiettate su grande schermo. Suoni, segni, forme e colori s’intrecciano per rappresentare il carattere e le originalità degli animali protagonisti, il loro ambiente, le azioni e gli andamenti ritmici che da sempre incuriosiscono e affascinano bambini. Una varietà di generi musicali, introdotti da voci, risonanze, effetti sonori si trasformano in segni grafici e immagini, creando continue sorprese che coinvolgono il pubblico nell’ascolto e nella visione. Uno spettacolo che, rinunciando volentieri alla parola, trova la sua forza narrativa nelle immagini e nella musica.

Consigliato dai 3 anni in su.

The Zoo Party music & painting live production is the result of a collaboration between the Casa della Musica di Trieste / Scuola di musica 55 and the Trieste Film Festival. The show, designed for both young and old, reveals the complicity between the elements of sound and music language and those of the image, stimulating the viewer to be aware of his own ability to see, hear, imagine and be surprised. Twelve animals “go on stage and tell their story” through sound suggestions, live musical themes and real-time illustrations projected on the big screen. Sounds, signs, shapes and colours intertwine to depict the character and originality of the protagonist animals, their environment, the actions and rhythmic patterns that have always intrigued and fascinated children. A variety of musical genres, introduced by voices, resonances and sound effects are transformed into graphic signs and images, creating continuous surprises that involve the audience in listening and watching. It is a show that, by willingly giving up the word, finds its narrative power in images and music. Recommended for age 3 upwards.

IIlustrazioni / Illustrations:

Fabio Magnasciutti. Suono, musica / Sound, Music: Daniele Dibiaggio, Vincenzo Stera. Con / with:

Fabio Magnasciutti (illustrazioni / illustrations), Irena Cristin (violoncello / cello), Daniele Dibiaggio (pianoforte, effetti sonori / piano, sound effects

Vincenzo Stera (flauto, sax, clarinetto, percussioni, voci / flute, sax, clarinet, percussion, voices).

Durata / Duration: 50’.

Produzione / Produced by: Casa della Musica/Scuola di musica 55 Trieste, Trieste Film Festival.

TRIESTE FILM FESTIVAL INDUSTRY

WHEN EAST MEETS WEST

19-21 gennaio / 19-21 January 2020

È la decima edizione!

Scusate il punto esclamativo, ma quando tutto è cominciato non eravamo certi di arrivare nemmeno alla seconda edizione.

Il nostro Fondo Regionale era appena nato, e il Friuli Venezia Giulia non era certamente mai stato centrale nel mondo della produzione audiovisiva nazionale, né tantomeno di quella internazionale.

Ci chiedevamo se organizzare un evento come WEMW non fosse un po’ velleitario (e forse lo era), ma certamente non fu il desiderio di competizione a ispirarci, bensì la consapevolezza che l’Europa dei vecchi paesi fosse ancora un po’ troppo distante da quella dei nuovi membri dell’Unione: volevamo creare un’occasione che poteva essere utilizzata per far nascere un ponte tra produttori dell’est e dell’ovest.

Un ponte su cui scambiare idee, condividere progetti e realizzare nuovi film.

La nostra convinzione era, ed è tuttora, che le diverse culture (cinematografiche, ma non solo) si difendono prendendo coscienza l’una dell’altra e collaborando insieme, non chiudendosi all’interno di scatole che, per quanto forti, non possono reggere alla spinta all’omogeneità che la globalizzazione vorrebbe realizzare.

Ma volevamo anche sottolineare quanto contenuto economico e produttivo ci sia nel fare film; e quanto invece (e troppo frequentemente) ci si dimentichi che l’arte del cinema nasce da un lavoro collettivo, che coinvolge decine di professionalità diverse, dove la qualità del risultato è frutto certamente della capacità creativa, ma anche delle risorse organizzative e finanziarie che si è stati in grado di mettere in campo. Per molti degli addetti ai lavori queste possono sembrare ovvietà, eppure troppo spesso ci sentiamo ripetere che le crisi ricorrenti, non solo in Italia, dipendono dalla mancanza di idee degli autori cinematografici, e non, come invece noi crediamo, da una cronica inadeguatezza della politica industriale nel settore audiovisivo. Lascio a voi dire se il nostro piccolo peccato di presunzione è stato perdonato e se le nostre convinzioni valgono ancora.

Anche se il numero dei progetti presentati quest’anno per la selezione (338), quello dei paesi dai quali provengono (55), e soprattutto la quantità delle richieste di accredito ci fanno pensare che ci sarà anche l’undicesima edizione, e la dodicesima, e... Benvenuti a Trieste, benvenuti a WHEN EAST MEETS WEST.

It’s our tenth edition!

Apologies for the exclamation mark, but when it all began we weren’t even sure there would be a second one. Our Regional Fund had just been set up, and the Friuli Venezia Giulia region had certainly never been a key player in the world of audiovisual production in Italy, and even less so on an international level.

We were even wondering if organising an event such as WEMW was a bit of wishful thinking (and maybe it was). Certainly, we weren’t motivated by a desire to compete with anyone, rather by the awareness that the old member states of Europe were still too distant from the new ones. We were determined to create an opportunity which could be used to connect Eastern and Western producers. A bridge to exchange ideas, share projects and make new films.

We were convinced then, and still are, that different cultures (in the field of cinema and in general) can be protected when mutual knowledge and collaboration are established, not by shutting ourselves inside boxes, which, as strong as they may be, will not sustain the push towards homogeneity to which globalisation aspires. But we also wanted to underline how much economic wealth making films creates, and that (too frequently) people forget that the art of cinema is a collaborative enterprise: it involves dozens of different professionalisms, where the quality of the end result is indeed the fruit of creative skill, but also of the organisational and financial resources that one has been able to muster.

For many industry insiders these considerations may seem obvious, yet too often we are reminded that recurring crises, not only in Italy, stem from the filmmakers’ lack of ideas and not, as we believe, from a chronic inadequacy of strategic industrial policies for the audiovisual sector.

You will decide whether we were over ambitious or not when we launched this initiative, and whether our convictions are still relevant. Yet, by looking at the number of applications this year (338), the range of participating countries (55), and, above all, the amount of accreditation requests we received, it all seems to point to the likelihood of there being an eleventh edition, and a twelfth and, hopefully, many more to come.

Welcome to Trieste, welcome to WHEN EAST MEETS WEST

Organizzato dal Fondo per l’Audiovisivo del Friuli Venezia Giulia in collaborazione con Trieste Film Festival, EAVE, Creative Europe Desk Italia e con il prezioso supporto di Creative Europe - MEDIA Programme, MiBACT - Direzione Generale per il Cinema, CEI (Central European Initiative), Film Center Serbia e Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia l’edizione 2020 di WHEN EAST MEETS WEST prevede tre giorni dedicati a produttori e decision makers italiani, dell’Europa centroorientale (Ungheria, Romania, Moldavia e di Austria, Germania e Svizzera.

L’idea, anche quest’anno, è quella di dare vita a un appuntamento capace di creare un forte legame tra le regioni e i paesi coinvolti. Attraverso tavole rotonde, masterclass e case-study, si riuniscono a Trieste professionisti di diversi paesi, rendendo così il Friuli Venezia Giulia un punto di riferimento per i produttori dell’Est Europa che vogliono avviare collaborazioni con imprese occidentali, e viceversa.

Insieme a produttori di film e documentari provenienti da Albania, Armenia, Austria, Azerbaigian, Bielorussia, Belgio, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Georgia, Germania, Grecia, Irlanda, Islanda, Italia, Kazakistan, Kosovo, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Macedonia, Malta, Moldavia, Montenegro, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Russia, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera, Turchia, Ucraina, Ungheria, saranno presenti broadcaster, distributori e rappresentanti di fondi e mercati, così da presentare l’intero panorama di possibilità produttive e distributive, nonché le risorse finanziarie disponibili.

Siamo sicuri che l’edizione 2020 di WHEN EAST MEETS WEST confermerà la grande partecipazione e l’interesse degli addetti ai lavori, consolidando così quella che, a nostro parere, è un’occasione d’incontro indispensabile per lo sviluppo delle imprese audiovisive della Nuova Europa.

Fondo per l’Audiovisivo del FVG / FVG Audiovisual Fund

WEMW is an event organised by the Friuli

Fund in collaboration with the Trieste Film Festival, EAVE, Creative Europe Desk Italia, and with the valuable support of Creative Europe - MEDIA Programme Direzione Generale per il Cinema - MiBACT CEI (Central European Initiative); Film Center Serbia and the Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. The 2020 edition of WHEN EAST MEETS WEST will be a three-day event dedicated to producers and decisionmakers from Italy, Central and Eastern Europe Hungary, Romania and Moldova), and Austria, Germany and Switzerland

Our aim is, as ever, to create an event that can generate close ties between the participating regions and countries. An array of international cinema professionals gather in Trieste for a series of round-tables, masterclasses and case studies organised to facilitate opportunities for collaboration between Eastern European producers and Western companies, and vice-versa. This makes the Friuli-Venezia-Giulia Region a unique point of reference for such initiatives.

Film and documentary producers will meet with commissioning editors, distributors and representatives of funding bodies and markets, so as to present the whole range of production and distribution opportunities, as well as financial resources, available to the industry. The countries taking part this year are: Albania, Armenia, Austria, Azerbaijan, Belarus, Belgium, Bosnia Herzegovina, Bulgaria, Croatia, Cyprus, the Czech Republic, Denmark, Estonia, Finland, France, Georgia, Germany, Greece, Hungary, Ireland, Island, Italy, Kazakhstan, Kosovo, Latvia, Lithuania, Luxembourg, Macedonia, Malta, Moldova, Montenegro, the Netherlands, Norway, Poland, Portugal, Romania, Russia, Serbia, Slovakia, Slovenia, Spain, Sweden, Switzerland, Turkey, Ukraine, and the United Kingdom.

We are confident that the 2020 edition of WHEN EAST MEETS WEST will again prove very popular with industry insiders and consolidate what is, in our opinion, an essential networking opportunity aimed at facilitating the development of audiovisual companies of the New Europe.

Venezia Giulia Audiovisual

LAST STOP TRIESTE

Il Trieste Film Festival e When East Meets West presentano la sesta edizione di LAST STOP TRIESTE, una sezione work in progress dedicata ai documentari che seleziona progetti fine cut precedentemente sviluppati/presentati in una delle piattaforme partner del progetto: Ex-Oriente Film Workshop, BDC Discoveries del Balkan Documentary Center, Docu Rough Cut Boutique di Sarajevo, Baltic Sea Docs, ZagrebDox PRO e When East Meets West. I documentari scelti verranno visionati da un esclusivo e ristretto pubblico di circa 40 sales agents, programmatori di festival e commissioning editors televisivi con l’obiettivo di essere selezionati dai festival internazionali più importanti ed aumentare le loro probabilità di venire distribuiti. Una giuria internazionale assegnerà ai migliori progetti il Film Center Serbia LST Award, l’HBO EUROPE Award e il FLOW Digital Cinema Award.

“Last Stop Trieste” è organizzato dal Trieste Film Festival e dal Fondo Regionale per l’Audiovisivo del Friuli Venezia Giulia, col supporto di Europa Creativa - MEDIA Programme, CEI – Central European Initiative, MiBACT – Direzione Cinema e la Regione Autonoma del Friuli Venezia Giulia. L’iniziativa è coordinata da Rada Šešić, programmatrice del Sarajevo Film Festival.

Trieste Film Festival and WEMW announce the sixth edition of LAST STOP TRIESTE, a work in progress section for documentary projects in a stage of a fine cut, previously developed/presented in one of our partners platform: Ex-Oriente Film Workshop, BDC Discoveries, Docu Rough Cut Boutique, Baltic Sea Docs, ZagrebDox PRO, When East Meets West. Selected documentary fine cuts will be screened to an exclusive panel of approximately 40 international sales agents, festival programmers and TV commissioning editors with the aim of enhancing their potential of being selected at top festivals and their chances of distribution, as well as getting valuable feedback. An international jury will deliver the Film Center Serbia LST Award, the HBO EUROPE award and the FLOW Digital Cinema Award.

“Last Stop Trieste” is organized by Alpe Adria Cinema - Trieste Film Festival and the Friuli Venezia Giulia Audiovisual Fund, with the support of Creative Europe MEDIA Programme, CEI –Central European Initiative, MiBACT – Direzione Cinema and the Autonomous Region of Friuli Venezia Giulia. The project coordinator is Rada Šešić, Programmer of the Sarajevo Film Festival.

I progetti selezionati / Selected projects

BETWEEN TWO WARS

regista / director: Alina Gorlova

produttore / producer: Maksym Nakonechnyi

paese / country: Ucraina / Ukraine, Lettonia / Latvia, Germania / Germany, Qatar

EVERYTHING WILL NOT BE FINE

regista / director: Adrian Pirvu, Helena Maksyom

produttore / producer: Alexandru Solomon, Ada Solomon

paese / country: Romania, Ucraina / Ukraine

HOLY FATHER

regista / director: Andrei Dascalescu

produttore / producer: Anda Ionescu

paese / country: Romania

I’LL STAND BY YOU

regista / director: Virginija Vareikytė, Maximilien Dejoie

produttore / producer: Lukas Trimonis, Maximilien Dejoie

paese / country: Lituania / Lithuania, Italia / Italy

SOVIET MAN

regista / director: Ivo Briedis

produttore / producer: Elina Gedina-Ducena, Gints Grūbe, Inese Boka-Grūbe

paese / country: Lettonia / Latvia, Lituania / Lithuania, Rep. Ceca / Czech Rep.

THIS IS IT

When East Meets West e Trieste Film Festival presentano la terza edizione di “This is IT”, sezione dedicata esclusivamente a lungometraggi di finzione e opere ibride con un forte approccio visivo e creativo prodotti o co-prodotti sia in quota maggioritaria che minoritaria da società di produzione italiane. L’idea è quella di creare una vetrina unica dedicata al cinema indipendente di qualità dove team selezionati avranno la possibilità di presentare il proprio progetto e mostrare dieci minuti del loro film a un esclusivo panel di più di 30 sales agents, programmatori di festival e buyers internazionali. Una giuria internazionale assegnerà il LASER FILM Award, premio speciale di post-produzione video consistente nella realizzazione della color correction di un film (40 ore di lavoro, tecnico compreso) come sponsorship in kind del valore commerciale di circa 10.000 euro.

Grazie alla partnership con Milano Film Network (MFN), tutti i progetti che hanno fatto domanda a “L’Atelier MFN 2019” e “This is IT” sono stati condivisi e presi in considerazione da entrambi i comitati di selezione. L’obiettivo è quello di offrire una duplice opportunità ai produttori italiani, aumentando le possibilità di individuare partner distributivi sia a livello nazionale che internazionale.

When East Meets West and Trieste Film Festival are proud to present the third edition of “This is IT”, a competition exclusively dedicated to long feature fiction films and hybrid works with a strong visual and artistic approach produced or co-produced by Italian producers. The main purpose is to create a unique showcase of high quality Italian independent cinema where selected teams have the chance to present their works and screen 10 of their films to an exclusive panel of more than 30 international sales agents, festival programmers and buyers. An international jury will deliver the LASER FILM Award, a special in kind prize consisting in the colour grading of one film (40 hours of work, technician included) of the value of approximately 10.000 EUR.

Thanks top the partnership with Milano Film Network (MFN), all films submitted to “L’Atelier MFN 2019” and to “This is IT” have been shared and considered by both selection committees. The main goal is to offer a dual opportunity to all Italian producers, fostering their chances to attract distribution partners on a national and international level.

/ Selected projects

L’ANGELO DEI MURI

regista / director: Lorenzo Bianchini

produttore / producer: Samantha Faccio paese / country: Italia / Italy

ATLAS

regista / director: Niccolò Castelli

produttore / producer: Villi Hermann, Carlo Cresto Dina, Caroline Houben, Michela Pini paese / country: Svizzera / Switzerland, Belgio / Belgium, Italia / Italy

LA CASA DELL’AMORE (The House of Love) regista / director: Luca Ferri

produttore / producer: Federico Minetti, Andrea Zanoli paese / country Italia / Italy

CENT’ANNI

regista / director: Maja Prelog

produttore / producer: Rok Biček, Massimo Casula paese / country: Italia / Italy, Slovenia, Polonia / Poland

DIVINAZIONI

regista / director: Leandro Picarella

produttore / producer: Luca Scarabelli paese / country: Italia / Italy

THE JUNGLE

regista / director: Cristian Natoli

produttore / producer: Chiara Toffolo paese / country: Italia / Italy

THE LAST RIDE OF THE WOLVES

regista / director: Alberto De Michele

produttore / producer: Francesco Bonsembiante, Gijs Kerbosch paese / country: Italia / Italy, Paesi Bassi / Netherlands

SPACCAPIETRE (The Stonebreaker)

regista / director: Massimiliano De Serio, Gianluca De Serio

produttore / producer: Alessandro Borrelli paese / country: Italia / Italy, Francia / France

TRA LE ONDE

regista / director: Marco Amenta

produttore / producer: Enzo Porcelli, Simonetta Amenta paese / country: Italia / Italy

L’IMMAGINE DEL FESTIVAL

THE FESTIVAL ARTWORK

Quando la fotografia e la pittura si incontrano, dissolvendosi l’una nell’altra, prende forma la fotografia Fine Art. Ed è proprio di questa affascinante espressione delle arti visive che Patrizia Burra –pittrice, fotografa professionista, specializzata in arte digitale, con 35 anni di esperienza – si occupa raccogliendo consensi in tutto il mondo. Specialista in ritratti, predilige i soggetti femminili per la possibilità di “agghindarli, acconciarli e trasformarli” secondo la propria ispirazione. Il lavoro di Patrizia Burra si deposita su tre cardini: un’ insolita immaginazione femminile, il concetto e l’amore, in parti uguali.

Nella foto, scelta come immagine di questa edizione del festival, il tema rappresentato evoca il mondo delle terme tipico delle nazioni est europee, quasi a trasformare l’intero festival in una esperienza che promuove il benessere culturale attraverso un’immersione cinematografica totalizzante.

Patrizia Burra vive e lavora a Grado, in Friuli Venezia Giulia. Pubblica per numerose riviste del settore, fra le quali «Vogue» e «Arte Fotografica».

When photography and painting meet, dissolving into one another, Fine Art photography takes form. And it is precisely this fascinating expression of the visual arts that Patrizia Burra – painter and professional photographer, specialising in digital art, with 35 years of experience – explores to worldwide acclaim.

A specialist in portraits, she prefers female subjects for the opportunity to “dress them up, style them and transform them” according to her own inspiration. Patrizia Burra’s work is based on three cornerstones: an unusual feminine imagination, the concept and love, in equal parts.

In the photograph, chosen as the image for this edition of the festival, the theme represented evokes the world of spas typical of Eastern European nations, thereby almost transforming the entire festival into an experience that promotes cultural wellbeing through an all-encompassing cinematic immersion.

Patrizia Burra lives and works in Grado, in Friuli Venezia Giulia. Her work is published in numerous magazines specialising in fine photography, including “Vogue” and “Arte Fotografica”.

www.patriziaburra.com

LA SIGLA DEL FESTIVAL THE FESTIVAL TRAILER

In un’elegante piscina liberty donne di tutte le età si divertono, chiacchierano, giocano e nuotano insieme. La serenità del luogo senza tempo e la musica giocosa portano lo spettatore in un mondo di sogni e benessere. Una vera ‘film spa’.

In an elegant Art Nouveau swimming pool, women of all ages have fun, chat, play and swim together. The peacefulness of this timeless place and the playful music transport the viewer into a world of dreams and well-being. A real ‘film spa’.

Riprese / Photography: Giulio C. Ladini.

Riprese addizionali e subacquee / Additional and Underwater Photography: Thanos Anastopoulos.

Operatore drone / Drone operator: Michele Pupo. Elettricista / Gaffer: Alex Novacco.

Montaggio / Editing: Matteo Serman, Thanos Anastopoulos. Musica / Music:

Lo schiaccianoci di Pëtr Il’ič Čajkovskij / The Nutcracker by Pyotr Tchaikovsky.

Con la partecipazione amichevole delle atlete della Triestina Nuoto / with the friendly participation of Triestina Nuoto athletes e / and: Teresa Bisoni, Daria Da Rin, Debora Dellago, Sonia Mauro, Sara Nugnes, Valeria Ortiz, Emiliana Provenzale, Myriam Sciarrillo, Karolina Vasyutynska, Anna Vlacci, Sabrina Ye.

Cuffie da nuoto vintage di / Vintage Bathing Caps by: Boogaloo vintage and more.

Produzione esecutiva / Executive Producer: Max Mestroni.

Assistenti alla produzione / Production Assistants: Niccolò Coscia, Aysha Ferullo, Ollie Smith.

Produzione /Produced by: Alpe Adria Cinema.

Con il generoso sostegno di / With the generous support of: Hotel Duchi D’Aosta, Trieste.

Thanos Anastopoulos Regista, produttore, è nato ad Atene. Nel 2004 il suo primo lungometraggio Atlas - Olos to varos tou kosmou viene selezionato al festival di Rotterdam. I suoi lungometraggi Diorthosi (2008) e Kori (2013) sono stati selezionati al Forum della Berlinale. Entrambi sono stati presentati anche al Trieste Film Festival. Nel 2016 il suo ultimo film L’ultima spiaggia (co-diretto con Davide Del Degan) è stato presentato in anteprima mondiale nella selezione ufficiale del Festival di Cannes. Sta attualmente lavorando al suo nuovo progetto di lungometraggio di finzione, “Seconda casa”.

Director, producer, Thanos Anastopoulos was born in Athens. In 2004 his first feature film Atlas - Olos to varos tou kosmou (Atlas - All the Weight of the World) premiered at the Rotterdam Film Festival. His feature films Diorthosi (Correction, 2008) and I Kori (The Daughter, 2013), premiered at the Berlin Film Festival (Forum). Both were also presented at the Trieste FF. In 2016 his latest film L’ultima spiaggia (codirected with Davide Del Degan) made its world premiere in the official selection of Cannes Film Festival. He is currently working on his new feature film project, “Home Away”. filmografia scelta / selected filmography

2004 Atlas - Olos to varos tou kosmou (Atlas - All the Weight of the World)

2008 Diorthosi (Correction)

2013 I Kori (The Daughter)

2016 L’ultima spiaggia (diretto con / directed with Davide Del Degan) doc.

EVENTI COLLATERALI SIDEBAR

EVENTS

MODERNISTAN

Architettura modernista sovietica in Asia Centrale

Soviet Modernist Architecture in Central Asia (mostra fotografica/photographic exhibition)

HO ANCORA UNA VALIGIA A BERLINO

I STILL HAVE A SUITCASE IN BERLIN (mostra fotografica/photographic exhibition)

VARCARE LA FRONTIERA #7 - Allunaggi

CROSSING THE FRONTIER #7

- Moon Landings

Nati dopo l’89

Born After ‘89 (installazione multimedial /multimedia installation)

BAG Studio Architettura sostenibile con materiali naturali

BAG Studio - Sustainable Architecture Using Natural Materials

Giuseppe Chiantera, Sara Muscogiuri (cortometraggio vincitore del concorso “Storie di economia circolare” 2019 / short film, winner of “Stories of Circular Economy” competition 2019)

BERLIN BOUNCER

David Dietl

CAVANA STORIES

Collettivo DMAV, Cizerouno

THE MAN WHO SAW TOO MUCH Jill Nicholls, Alan Yentob

MODERNISTAN

Architettura modernista sovietica in Asia Centrale

Soviet Modernist Architecture in Central Asia

Le parole che compongono il titolo del nostro progetto, tratto dal libro fotografico Soviet Asia, sembrerebbero apparentemente in dissonanza tra di loro. L’una evoca un fenomeno politico moderno, nato con la Rivoluzione d’Ottobre poco più di un secolo fa nella più europea delle città russe Pietrogrado (successivamente Leningrado) e sviluppato dalle idee materialiste di un pensatore intrinsecamente europeo come Karl Marx. L’altra richiama il continente più grande del mondo, la sua storia millenaria, le sue tradizioni che si perdono nel tempo e un mondo che, da Europei, forse non riusciamo mai ad afferrare del tutto ma che - ciò nonostante - continua ad affascinarci e a stupirci, dai tempi di Marco Polo.

Il nostro lavoro rappresenta un tentativo di raccontare, attraverso le immagini, questa peculiare ibridazione culturale che si è verificata nell’Asia Centrale in particolar modo nel periodo del dopoguerra, un’epoca in cui il fenomeno architettonico noto come modernismo sovietico raggiunse quei territori manifestandosi in numerosi esempi fino all’implosione dell’URSS. La morte di Stalin, nel 1953, e lo sviluppo di nuove tecnologie costruttive (in particolar modo la produzione di massa, la standardizzazione degli elementi e la massiccia industrializzazione del settore) diedero per diverse ragioni un enorme impulso alla progettazione e alla realizzazione di nuove soluzioni abitative, per risolvere il problema cronico e sempre più drammatico della carenza di alloggi, ma anche strutture legate al mondo dei servizi e all’intrattenimento, come ad esempio circhi, onnipresenti nel mondo sovietico. Questi sforzi sottendevano inoltre il tentativo di creare un uomo nuovo, urbanizzato, moderno e socialista, uno sforzo che mirava ideologicamente a rendere omogenea la società sovietica a dispetto delle enormi differenze socioculturali che si presentavano nella vastità sterminata del suo territorio. Come è il caso dell’Asia Centrale, ma anche di altre zone periferiche dell’URSS, tali iniziative raggiungevano territori entrati nell’orbita russa in epoca zarista in tempi relativamente recenti e dopo annessioni di tipo coloniale. Il tessuto culturale di queste zone era totalmente diverso da quello russo-europeo,

The words that form the title of our project, based on our book Soviet Asia; might seem to appear at odds with each other. The one evokes a modern political phenomenon, born with the October Revolution just over a century ago in the most European of Russian cities, Petrograd (soon to be renamed Leningrad), and developed by the materialistic ideas of an intrinsically European thinker: Karl Marx. The other recalls the largest continent in the world, its thousands of years of history, its traditions that are steeped in ages and a world that, as Europeans, we perhaps never manage to grasp completely but which has nevertheless continued to fascinate and amaze us since the days of Marco Polo.

Our work represents an attempt to describe, through images, this peculiar cultural hybridisation that occurred in Central Asia, especially in the post-war period, an era in which the architectural phenomenon known as Soviet modernism reached those territories, manifesting itself in numerous examples until the implosion of the USSR.

The death of Stalin in 1953, and the development of new construction technologies (especially mass production, the standardisation of elements and the massive industrialisation of the sector) gave, for several reasons, a huge impulse to the design and implementation of new housing solutions, to solve the chronic and increasingly dramatic problem of housing shortages, but also facilities for the world of services and entertainment, such as circuses, omnipresent in the Soviet world. These efforts also underlaid the attempt to create a new, urbanised, modern and socialist man, an effort that ideologically aimed to make Soviet society uniform throughout despite the enormous social and cultural differences characterising the vastness of its territory.

As in Central Asia and also in other peripheral areas of the USSR, these initiatives affected territories that had entered the Russian orbit during the Tsarist era; therefore relatively recently and in the wake of colonial annexations. The cultural fabric of these areas was totally different to the Russian-European one, and influenced by different social habits – such as extended families

influenzato da differenti abitudini sociali, come nuclei familiari allargati o lo stile di vita semi-nomade, e sensibilità estetiche, influenzate dall’arte islamica e persiana. Il risultato, molto spesso sorprendente, ha prodotto numerose architetture che intercettano sia le suggestioni estetiche locali sia l’impulso sovranazionale della modernità proposta dal socialismo.

Se da un lato le influenze locali sono state talvolta usate in modo strumentale proprio per imporre un diverso paradigma sociale a tali popolazioni, dall’altro si può osservare come spesso nelle ex Repubbliche Socialiste Sovietiche collocate alla periferia dell’Unione era consentita una maggior libertà espressiva a livello architettonico, che permetteva anche soluzioni sperimentali e ben distanti dalla standardizzazione. Ciò accadeva

or a semi-nomadic lifestyle – and aesthetic sensibilities, which were influenced by Islamic and Persian art. The result, very often surprising, has produced numerous styles of architecture that reflect both local aesthetic influences and the supranational impulse of modernity imposed by Soviet socialism. While on the one hand local influences have sometimes been used in an instrumental way precisely to impose a different social paradigm on these populations, on the other we can see how in the former Soviet Socialist Republics located on the periphery of the Union greater freedom of expression was often allowed on an architectural level, which also allowed for experimental solutions far removed from standardisation. This happened, for example, in the Caucasus (Georgia, Armenia, Azerbaijan) and, in particular,

ad esempio nel Caucaso (Georgia, Armenia, Azerbaigian) e, in particolare, nell’Asia Centrale. Ci sono certo numerosi esempi di edifici costruiti in serie, in particolar modo le centinaia di blocchi residenziali ma gli stessi circhi di Biškek e di Dušanbe sono basati sullo stesso modello. Ma ci sono anche molti esempi di architetture del tutto uniche e irripetibili, come ad esempio l’Hotel Kazakistan, ad Almaty, o l’Hotel Uzbekistan e il Bazaar Chorsu, a Taškent, quest’ultimo dotato di un’enorme cupola che riecheggia le soluzioni ingegneristiche di Pier Luigi Nervi.

in Central Asia. There are certainly numerous examples of massproduced buildings, especially the hundreds of residential blocks and the circuses of Bishkek and Dushanbe are based on the same model. But there are also many examples of completely unique and unrepeatable buildings, such as the Hotel Kazakhstan in Almaty, or the Hotel Uzbekistan and the Bazaar Chorsu, in Tashkent, the latter endowed with a huge dome that echoes the engineering solutions of Pier Luigi Nervi.

The case of Tashkent, capital of Uzbekistan, hit by a violent

Molto interessante in particolare è proprio il caso di Taškent, capitale dell’Uzbekistan, colpita da un violentissimo terremoto nel 1966 che distrusse gran parte di questa enorme città. Da Mosca la risposta fu rapidissima, anche perché un dramma di tale portata poteva mostrare l’efficienza e la vitalità e in un certo senso il “primato” del modello sovietico, che allora non viveva ancora le difficoltà dell’epoca brezneviana e, soprattutto, di quella successiva. Vennero quindi liberate enormi risorse per garantire una rapida ricostruzione e le autorità sovietiche ridefinirono l’aspetto della città, plasmandola sulla base delle loro istanze di modernità. Quindi ampi viali, blocchi abitativi prefabbricati a più piani, a volte monotoni nella struttura ma particolarmente vivaci nelle decorazioni esterne (spesso a mosaico), e una serie di edifici pubblici particolarmente esuberanti.

La mostra non vuole quindi essere un compendio o un atlante completo di un fenomeno estremamente complesso e ricco, ma un percorso visivo guidato e curato che passa attraverso una serie di edifici selezionati, che siano essi circhi, palazzetti dello sport, blocchi residenziali, università, hotel, mercati o altre tipologie di edifici pubblici.

Queste architetture, che dovevano accompagnare i cittadini sovietici sino alla “vittoria del socialismo” sono di fatto sopravvissute al sistema che le ha generate, sulle cui ceneri sono nati diversi stati nazionali. Continuano tuttavia a brulicare di vita e, sebbene in molti casi si trovino in pericolo (rappresentato da demolizioni o “rinnovamenti” che di fatto ne cancellano la natura), sono ancora oggi in grado di raccontarci qualcosa di un mondo che non c’è più.

earthquake in 1966 that destroyed much of this huge city, offers a particularly interesting example. There was a rapid response from Moscow, in part because a drama of this magnitude could show off the efficiency and vitality and in a certain sense the “primacy” of the Soviet model, which at that time was not yet experiencing the difficulties of the Brezhnev period and, above all, of the later years. Huge resources were released to ensure rapid reconstruction and the Soviet authorities redefined the appearance of the city, shaping it on the basis of their demands for modernity. Thus wide avenues and prefabricated residential blocks with many floors were the norm; these were often monotonous in structure but lively in their external decorations (often mosaic), and there was also a series of particularly exuberant public buildings. The exhibition does not aim to be a compendium or complete atlas of an extremely complex and rich phenomenon, but a guided and edited visual overview examining a series of selected buildings, be they circuses, sports arenas, residential blocks, universities, hotels, markets or other types of public buildings. These architectural examples, which were to accompany Soviet citizens until the “victory of socialism” have survived the system that generated them, on whose ashes several new nation states were born. And they continue to swarm with life and, although in many cases they are in danger (through demolition or “restorations” that effectively cancel their nature), they are still able to tell us something about a world that no longer exists.

MODERNISTAN - architettura modernista sovietica in Asia Centrale

mostra fotografica tratta dal volume Soviet Asia a cura di Roberto Conte e Stefano Perego FUEL Publishing, Londra 2019 allestimento a cura di Martina Sciolis realizzata e prodotta da Alpe Adria Cinema - Trieste Film Festival con il Patrocinio dell’Ordine degli Architetti Pianificatori, Paesaggisti, e Conservatori della provincia di Trieste

@ mercato coperto, via carducci 36, Trieste 17-25 gennaio 2020

MODERNISTAN - Soviet modernist architecture in Central Asia

Photo exhibition from the volume Soviet Asia by Roberto Conte and Stefano Perego, FUEL Publishing, London 2019. Set-up by arch.

Martina Sciolis organised and produced by Alpe Adria Cinema - Trieste Film Festival Under the Patronage of “Ordine degli Architetti Pianificatori, Paesaggisti, e Conservatori della provincia di Trieste”

@ mercato coperto, via carducci 36, Trieste 17-25 January 2020

HO ANCORA UNA VALIGIA A BERLINO

I STILL HAVE A SUITCASE IN BERLIN

a cura di / curated by Cesare Genuzio, Massimo Premuda

Reportage fotografico del 1989

di Marco Alberi Auber

“Ho ancora una valigia a Berlino” presenta l’inedito reportage del fotografo triestino Marco Alberi Auber realizzato un mese dopo la caduta del Muro di Berlino. La mostra, a cura di Cesare Genuzio e Massimo Premuda, prende ispirazione dal titolo di una celebre canzone di Marlene Dietrich, e ci fa rivivere tutto l’entusiasmo, ma anche tutto lo smarrimento, dei berlinesi a un mese dalla riunificazione. L’esposizione è accompagnata da un testo della giornalista Selene Candido che analizza così il lavoro:

“Le storie di oggetti perduti e ritrovati aggiungono sempre il fascino del viaggio e del tempo agli oggetti stessi. Se negativi della guerra civile spagnola fossero stati da sempre negli archivi di Capa, Taro e Chim, e non invece in una valigia rinvenuta a Città del Messico settant’anni dopo, non avrebbero forse ottenuto la fama che pur meritano. Perché questa valigia berlinese non è mai stata aperta finora? È una buona domanda, risponde il fotografo

Cesare Genuzio, che si sta occupando di riportare alla luce il suo contenuto. L’autore degli scatti è Marco Alberi Auber, che nel 1989 è un ragazzo di vent’anni con un talento per la fotografia ancora tutto da esplorare. Dalla predilezione per il ritratto degli spazi architettonici s’intravvede la sua propensione futura per la fotografia industriale: in questi scatti la figura umana compare spesso in funzione dello sfondo, come ombra o traccia di un passaggio rapido, come moltitudine minuta, entusiasta, confusa, sorpresa o sospesa, inserita in solide cornici: come appendice alla centralità solenne e simbolica degli edifici e dei vuoti architettonici, destinati di lì a poco a essere riempiti. Al di là dell’innegabile valore estetico, ogni fotografia è un documento storico prezioso, e lo è a maggior ragione se si pensa a Berlino e al suo rapporto con la memoria, alla sua necessità convulsa di cancellare e ricostruire. Questi scatti ritrovano la luce, con forza e ironia, nel momento più opportuno, in un frangente in cui la retorica della divisione è di nuovo attuale su scala globale, e la simbologia del muro è evocativa. Abbiamo ancora tutti una valigia a Berlino.”

A photographic feature made in 1989 by Marco Alberi Auber

“I still have a suitcase in Berlin” presents the unpublished feature by the Triestine photographer Marco Alberi Auber, made one month after the fall of the Berlin Wall. The exhibition, curated by Cesare Genuzio and Massimo Premuda, draws inspiration from the title of a famous song by Marlene Dietrich, and makes us relive all the enthusiasm, but also all the bewilderment, of Berliners one month after reunification. The exhibition is accompanied by a text by journalist Selene Candido who analyses the work in this way:

“The stories of lost and found objects always add the appeal of travel and time to the objects themselves. If the negatives of the Spanish civil war had always been in the archives of Capa, Taro and Chim, rather than in a suitcase found in Mexico City seventy years later, they might not have obtained the fame they nevertheless deserve. Why has this Berlin suitcase never been opened so far? It’s a good question, replies photographer Cesare Genuzio, who is working to bring its content back to light. The photographer is Marco Alberi Auber, who in 1989 was a 20-yearold with a talent for photography yet to be explored. From his predilection for portrayal of architectural spaces one glimpses his future propensity for industrial photography: in these shots the human figure often appears as a function of the background, as a shadow or trace of a rapid passage, as a minute, enthusiastic, confused, surprised or suspended multitude, inserted in solid frames; as an appendix to the solemn and symbolic centrality of buildings and architectural voids, destined soon to be filled. Beyond the undeniable aesthetic value, each photograph is a precious historical document, and it is even more so if one thinks of Berlin and its relationship with memory, of its convulsive need to cancel out and rebuild. These shots have come to light with strength and irony, at the most opportune moment, at a juncture in which the rhetoric of division is again present on a global scale, and the symbolism of the wall most evocative. We all still have a suitcase in Berlin.”

© Marco Alberi Auber, 1989
© Marco Alberi Auber, 1989

VARCARE LA FRONTIERA #7_Allunaggi

CROSSING THE FRONTIER #7_Moon Landings

Nati dopo l’89

A trent’anni dal crollo del Muro di Berlino la Germania e l’Europa sono profondamente cambiate.

Che pensano di questa rivoluzione i ragazzi di Dresda, Bonn e Trieste nati dopo l’89? Varcare la frontiera lo racconta attraverso un’installazione multimediale realizzata dal giornalista Matteo Tacconi e il fotografo Ignacio María Coccia.

Si parte da Dresda, dove anche i più giovani, pensano che la DDR era certamente una dittatura, ma c’erano alcuni aspetti, soprattutto relativi al sociale, degni di essere riconsiderati.

A Bonn università, storia, cantieri, spazi verdi e tecnologia, passato e futuro si incrociano nel cuore dell’ex Germania occidentale. La certezza dei giovani: l’Unione europea, per quanto necessiti di riforme, è una ricchezza da salvaguardare.

E infine Trieste, dove il racconto inizia con due giovani esponenti della comunità serba. A loro il 1989 evoca ricordi amari. Mentre i tedeschi festeggiavano la caduta del Muro, la Jugoslavia, la patria dei loro genitori, si avvitava in una crisi politica gravissima, che avrebbe poi portato alla guerra due anni più tardi.

Born After ’89

NATI DOPO L’89 BORN AFTER ‘89

a cura di / by Matteo Tacconi, Ignacio María Coccia per / for Varcare la Frontiera #7_allunaggi

/ Crossing the Frontier #7_Moon Landings un progetto di / a project by Cizerouno

@ Cavò, Via San Rocco 1, Trieste 11-23 gennaio / 11-23 January 2020

Thirty years after the fall of the Berlin Wall, Germany and Europe have changed profoundly. What do youths of Dresden, Bonn and Trieste born after 1989 think of this revolution? Varcare la frontiera (Crossing the Frontier) tells us through a multimedia installation created by journalist Matteo Tacconi and photographer Ignacio María Coccia.

We start from Dresden, where even the youngest people think that the DDR was certainly a dictatorship, but there were some aspects, above all relating to the social side of things, worth reconsidering.

In Bonn, universities, history, construction sites, green spaces and technology, past and future intersect in the heart of the former West Germany. The certainty of young people: the European Union, although it needs reform, is a treasure to be safeguarded.

And finally Trieste, where the story begins with two young members of the Serbian community. To them 1989 evokes bitter memories. While the Germans was celebrating the fall of the Wall, Yugoslavia, the home of their parents, was plunging into a major political crisis, which would lead to war two years later.

STORIE DI ECONOMIA

CIRCOLARE

Stories of Circular Economy

Il concorso “Storie di Economia Circolare” (promosso dal CDCA - Centro di Documentazione sui Conflitti Ambientali e dal Consorzio ECODOM) in due anni ha raccolto decine di racconti su altrettante esperienze progettuali in tutta Italia. Reportage scritti, fotografici, podcast, fumetti e brevi documentari audiovisivi; per ogni sezione la giuria di esperti ha scelto un vincitore. Quello della sezione video viene proiettato all’interno del Trieste Film Festival ... Il video risultato vincitore nell’edizione 2019 del concorso racconta in particolare l’esperienza di BAG, studio di architettura sostenibile che progetta e realizza case con “mattoni in paglia” e con altri materiali capaci di garantire sia il basso impatto ambientale della loro produzione che una più alta sostenibilità dei consumi dell’abitazione stessa. Il racconto proposto su BAG da Giuseppe Chiantera e Sara Muscogiuri ha il pregio di dar conto non solo della varietà, ma anche della coerenza e concretezza dei progetti abitativi realizzati, portandoci a seguire le diverse fasi di lavorazione di diversi progetti al fianco dei protagonisti diretti di questa esperienza, architetti, lavoratori, artigiani e proprietari stessi delle case. Ne emerge la sensazione di un’esperienza lavorativa pragmatica e partecipata, che sa unire ideali a concretezza e che sa tenere insieme i diversi ruoli in una progettualità condivisa e comune, che è anche esperienza di vita e costruzione di comunità.

BERLIN BOUNCER

I buttafuori di Berlino

The “Stories of Circular Economy” competition (promoted by the CDCA - Centro di Documentazione sui Conflitti Ambientali and by the ECODOM Consortium) has, in two years, collected dozens of stories on as many design experiences throughout Italy. Written reports, photos, podcasts, comics and short audiovisual documentaries; the jury of experts has chosen a winner for each section. The winner of the video section will be shown within the Trieste Film Festival ...

The winning video in the 2019 edition of the competition tells in particular of the experience of BAG, a sustainable architecture firm that designs and builds houses with “straw bricks” and other materials capable of assuring both a low environmental impact for their production and a higher sustainability for the consumption in the house itself. The story about BAG proposed by Giuseppe Chiantera and Sara Muscogiuri has the merit of giving an account not only of the variety, but also of the coherence and concreteness of the housing projects carried out, enabling us to follow the different phases of various projects alongside the direct protagonists of this experience: the architects, workers, artisans and owners of the houses themselves. What emerges is the feeling of a pragmatic and participatory work experience, which succeeds in combining ideals with concreteness and which knows how to hold together the different roles in a shared and common plan, which is also an experience of life and community building.

BAG Studio

Architettura sostenibile con materiali naturali

BAG Studio - Sustainable Architecture Using Natural Materials

Giuseppe Chiantera, Sara Muscogiuri Italia / Italy, 2019, HD, col., 9’

Dai territori colpiti dal terremoto alla periferia di Roma, costruire in legno, paglia, terra e pietra è possibile, per ridurre l’impatto energetico e ambientale, come dimostra l’esperienza di BAG.

Sara Muscogiuri e Giuseppe Chiantera sono giornalisti e collaboratori del collettivo di ricerca e documentazione Ulixes Picture.

In the territories hit by the earthquake near Rome, building with wood, straw, earth and stone is possible, to reduce the energy and environmental impact, as demonstrated by the experience of BAG.

Sara Muscogiuri and Giuseppe Chiantera are journalists and collaborators of Ulixes Picture –Photoresearch and Documentation organization.

Germania / Germany

2019, HD, col. & b-n / b-w 87’ v.o. tedesca - inglese / German - English o.v.

Sceneggiatura / Screenplay: David Dietl.

Fotografia / Photography: Raphael Beinder, Eric Ferranti.

Montaggio / Editing: Stefan Oliveira Pita, Laura Heine, Thomas Krause.

Musica / Music: Basti Schwarz (Tiefschwarz), David Specht & Max Bauer (Isolation Berlin), Paul Eisenach.

Suono / Sound: Felix Heibges, Manuel Vogt, Gregor Junghans.

Interpreti / Cast: Sven Marquardt, Frank Künster, Smiley Baldwin.

Produzione / Produced by: Flare Film.

Coproduzione / Co-produced by: Rundfunk Berlin-Brandenburg.

Con il sostegno di / Supported by: Medienboard Berlin-Brandenburg, Deutscher Filmförderfonds.

Distribuzione internazionale / World Sales: MAGNETFILM.

David Dietl Regista, è nato nel 1979 a Los Angeles.

Ha studiato cinema alla Scuola di cinema e televisione (dffb) di Berlino dove si è diplomato nel 2013.

Director, David Dietl was born in 1979 in Los Angeles. He attended the German Film and Television Academy Berlin (dffb), where graduated in 2013.

filmografia scelta / selected filmography

2013 König von Deutschland

2017 Ellas Baby film TV

2019 Berlin Bouncer doc.

Berlin Bouncer racconta la storia di Berlino da città divisa a metropoli di oggi, nota per i suoi club e le sue discoteche, attraverso gli occhi dei suoi leggendari buttafuori. Frank Künster arrivò negli anni Ottanta per studiare a Berlino mentre Smiley Baldwin era ancora di pattuglia al Muro come soldato americano. Dietro al Muro viveva Sven Marquardt, un giovane punk e fotografo. Con la caduta del Muro nel 1989, Berlino divenne finalmente una città ‘riunificata’ con una vita notturna febbrile in club illegali che spuntavano un po’ dovunque. Fin da allora la vita notturna della città li sedusse: così Sven Marquardt, Frank Künster e Smiley Baldwin divennero tre dei più popolari buttafuori, decidendo chi poteva entrare negli ‘elettroclub’ più noti di Berlino. E ancora oggi tre giocano un ruolo decisivo nelle notti senza fine della città, come più famosi buttafuori dei più popolari club di Berlino. Presentato in anteprima alla Berlinale 2019.

Berlin Bouncer tells the story of Berlin, from a divided city to the party metropolis of today, through the eyes of its most legendary doormen. Frank Künster came in the 1980s to study in Berlin while Smiley Baldwin was still guarding the wall as an American G.I. Behind the wall lived Sven Marquardt, a young punk and photographer. When the wall came down in 1989, Berlin became a reunited city with a dazzling, transitory nightlife in illegal clubs that popped up everywhere in the city. Since then, the nightlife has cast a spell over them and Sven Marquardt, Frank Künster and Smiley Baldwin became three of the most famous bouncers in the city, handling the door policies of Berlin’s most notorious electro clubs. Until today they play a decisive role in the reunited city’s never ending nights as the most famous bouncers of Berlin’s popular clubs. Berlin Bouncer premiered at the latest Berlinale.

CAVANA STORIES

Italia / Italy 2019, HD, col., 44’ v.o. italiana / Italian o.v.

Sceneggiatura / Screenplay: Nicola Gaiarin, Giulio C. Ladini, Marzia Nobile, Alessandro Rinaldi, Massimiliano Schiozzi. Fotografia, montaggio, suono / Photography, Editing, Sound: Giulio C. Ladini.

Musica / Music: Fabio Zoratti, Toni Bruna.

Produzione, distribuzione per l’Italia / Produced by, Distributed in Italy by: Cizerouno.

“Dai primi del ‘900 e fino ad oggi, Cavana è sempre stata caratterizzata da una grande visceralità, con suoi sapori, odori, immagini e personaggi, un crocevia di esperienze e di vicende umane che hanno fatto di questo luogo, allo stesso tempo centrale e marginale, uno dei volti nascosti e più suggestivi di Trieste. Cavana Stories è una grande performance collettiva fatta di frammenti di memoria da cui emergono le storie e i vissuti di questo quartiere ed è un tassello di un progetto più ampio di arte pubblica, Doublin’, che lavora sulla memoria di Cavana, intrecciando presente, passato e futuro e celebrando il famoso scrittore irlandese James Joyce e il suo profondo legame con la città, dove visse tra il 1904 e il 1920.

Cavana Stories e Doublin’ nascono da un’idea di DMAVDalla Maschera al Volto e Cizerouno.” (DMAV, Cizerouno)

“Since the early 1900s and down to the present day, Cavana has always been characterised by a great visceral quality, with its flavours, smells, images and characters, a crossroads of experiences and human events that have made this place – simultaneously central and marginal – one of the hidden and most evocative faces of Trieste. Cavana Stories is a large collective performance made up of fragments of memory from which the stories and experiences of this neighbourhood. It is a piece of a larger public art project, Doublin’ which explores the memory of the Cavana district, blending present, past and future and celebrating the famous Irish writer James Joyce and his deep connection to the city, in which he lived between 1904 and 1920.

Cavana Stories and Doublin’ are the brainchild of DMAV - Dalla Maschera al Volto and Cizerouno.” (DMAV, Cizerouno)

THE MAN WHO SAW TOO MUCH

L’uomo che ha visto troppo

Regno Unito / UK 2019, HD, col., 62’ v.o. inglese - slovena / EnglishSlovenian o.v.

Sceneggiatura, produzione / Screenplay, Produced by: Marc Ramsay, Alan Yentob. Consulente / Consultant: Neva Zajc.

Fotografia / Photography: James Nutt. Montaggio, suono / Editing, Sound: Allen Charlton.

Interpreti / Cast: Boris Pahor.

Jill Nicholls, Alan Yentob Jills Nicholls è una regista, specializzata in documentari artistici e di osservazione, in particolare per la BBC. Fra i suoi lavori, Sweet Home New Orleans (2006) Fatwa: Salman’s Story (2012), Who Took Nanny’s Pictures? The Story of Vivian Maier (2013), The Art That Hitler Hated (2014).

Alan Yentob è nato nel 1947 a Londra e dal 1968 lavora per la BBC, dove fino al 2015 ricopriva il ruolo di direttore creativo.

Ora è Presidente della BBC Film, oltre a curare e a presentare Imagine il programma d’arte più importante della rete.

Jill Nicholls is an acclaimed filmmaker, specialising in arts and observational documentaries, particularly for the BBC.

Her credits include (among the others), Sweet Home New Orleans (2006) Fatwa: Salman’s Story (2012), Who Took Nanny’s Pictures? The Story of Vivian Maier (2013),

The Art That Hitler Hated (2014).

Alan Yentob was born in 1947 in London. He has worked for the BBC since 1968 where, until 2015, was Creative Director.

He is now Chairman of BBC Films and Editor and Presenter of the BBC flagship arts show Imagine.

The Man Who Saw Too Much racconta la storia di Boris Pahor, 106 anni, ritenuto il più anziano sopravvissuto ai campi di concentramento nazisti. Gran parte del film è ambientata a Natzweiler, uno dei campi di concentramento nazisti meno conosciuti ma più letali. Alan Yentob della BBC ha fatto visita a Boris Pahor, nella sua casa di Trieste, dove racconta dell’incendio del Narodni Dom, il centro culturale sloveno, della sua battaglia contro il fascismo e nazisti e delle sue speranze per il futuro dell’Europa. Lo straziante resoconto di Pahor e le letture, prese dal suo Necropolis, sono illustrate dai disegni di altri compagni di prigionia, dando forma così a una testimonianza unica delle condizioni nei campi di sterminio nazisti. Insieme, raccontano la storia di un uomo eccezionale che è sopravvissuto a uno dei periodi più bui della storia europea.

The Man Who Saw Too Much tells the story of 106-yearold Boris Pahor, believed to be the oldest survivor of the Nazi concentration camps. Much of the film is set in Natzweiler – one the of the Nazi’s least known but most deadly camps. The BBC’s Alan Yentob visited Boris Pahor at his Trieste home where he talks about the burning down of the Slovene’s cultural centre, the Narodni Dom, his fight against fascism and the Nazis, and his hopes for Europe’s future. Pahor’s harrowing account and readings, taken from his book Necropolis are illustrated by remarkable drawings by fellow prisoners creating a unique record of conditions in the Nazi death camps. Together they tell the story of a remarkable man who survived one of the darkest periods of European history.

INDICI INDEXIS

REPERTORIO DEI PRODUTTORI

E DEI DISTRIBUTORI ESISTENTI

Index of Present Producers and Distributors

42film

Geiststrasse 49 06108 Halle

Germany

tel. +49 345 4781848 org@42film.de www.42film.de

42 Km Film

tel. +40 7 35300329 ramona@42kmfilm.com www.42kmfilm.com

168 Wardour Filmworks

1-7 Macklin Street Covent Garden WC2B 5NH London UK office@wardourfilmworks.com www.wardourfilmworks.com

a jour Film - Fernsehproduktion Azaleenstr. 23 12559 Berlin Germany ajourfilm@t-online.de

Abraxas Film

Zaharna Fabrika 21 B 1345 Sofia

Bulgaria tel. +359 88 5733928 abraxasfilm@abv.bg www.abraxasfilm.com

Activist 38

Rakovski street 149B 1000 Sofia Bulgaria mina@activist38.com vesela@activist38.com

Alief

Clapton Passage 16 E5 8HS Hackney UK miguel@alief.co.uk www.alief.co.uk

Alpha Violet 18 Rue Soleillet BL64 75020 Paris

France

tel. +33 1 47973984 info@alphaviolet.com www.alphaviolet.com

Ama Film Center

ul. Lipowa 7 30702 Krakow

Poland

tel. +48 572 508 558 info@filmowykrakow.pl www.filmowykrakow.pl

Anastasia Borisova milkoholics@gmail.com

Argo Film

Yantra str. 5 1124 Sofia Bulgaria producer@argofilm.eu www.argofilm.eu

Arsi-Film

Skolkovskoye 32, build 1 121353 Moscow Russia

Artileria s.r.o. Drobného 23 84101 Bratislava

Slovakia tel. +421 903 789198 artileria@artleria.sk www.artileria.sk

Background Films

Kubelíkova 22 13000 Prague

Czech Rep. tel.: +420 721 366 113 netikova@backgroundfilms.cz www.backgrounfilms.cz

Baltic Productions JSC martynas.mickenas@gmail.com

Berta Film Piazzale Donatello 2 50132 Florence Italy info@bertafilm.it www.bertafilm.com

Best Friend Forever Rue du Géomètre 10 1080 Bruxelles Belgium www.bestfriendforever.be

Beta Cinema

Gruenwalder Weg 28d 82041 Oberhaching Munich

Germany tel. +49 89 673469 beta@betacinema.com www.betacinema.com

Bizef Produzione bizefproduzione@mac.com flaviaoertwig@gmail.com

Blue Shadows Films

79 Wardour Street

London

UK tel. +44 20 37733993 info@blueshadowsfilms.com www.blueshadowsfilms.com

Campfilm KFT

Károly krt. 3/c H-1075 Budapest Hungary tel. +36 20 260 2606 sara@campfilm.eu www.campfilm.eu

Candy Glass

Viale Papiniano 59 20123 Milan Italy info@candy-glass.com www.candy-glass.com

CAT&Docs 18 Rue Quincampoix 75004 Paris France tel. +33 1 446177 info@catndocs.com www.catndocs.com

Cercamon Majara 1 #903 Dubai Marina PO BOX 113 222 Dubai United Arab Emirates dorian@cercamon.biz cercamon.jimdo.com

Charades 4 Rue Manuel 75009 Paris France nicolas@charades.eu www.charades.eu

Cizerouno Via di Torrebianca 13 34132 Trieste Italy tel. +39 040 3490065 info@cizerouno.it

Coccinelle Film Placement Via della Cisterna 1 00153 Rome Italy fbreccia@coccinellefilm.com rpontarelli@coccinellefilm.com

Costanza Film Distribution info@costanza-films.com

Crossing Bridges Films ccj@crossingbridgesfilms.com www.crossingbridgesfilms.com

Deckert Distribution Gottschedstr. 18 04109 Leipzig Germany tel. +49 341 2156638 info@deckert-distribution.com www.deckert-distribution.com

Dispàrte

Via Crescenzio 9 00194 Rome

Italy tel. +39 06 68199479 info@disparte.com www.disparte.com

Dugong Films

Via Portuense 201 00149 Rome

Italy tel. +39 06 64691255 info@dugong.it www.dugong.it

Dunav 84 ivanamladeno@gmail.com

Eclectica

Pavlenski put 7D 10000 Zagreb Croatia info@eclectica.com www.eclectica.com

Elenfant Distribution

Via De’ Codelli 5 40124 Bologna Italy elenfantdistribution@gmail.com www.elenfant.com

Era Film

Kazimiero Ladygos str. 1-119 08235 Vilnius Lithuania rasa@erafilm.lt erafilm.rasa@gmail.com www.erafilm.lt

ESSE Production House

70A Saksahanskoho str. Kiev 01032 Ukraine info@essehouse.com www.essehouse.com

Factum

Nova Ves 18 10000 Zagreb

Croatia tel. +385 1 4854 821 info@factum.com.hr www.factum.com.hr

Faculty of Dramatic Arts Belgrade

Bulevar umetnosti 20 11070 Belgrade

Serbia tel. +381 11 2135684 fduinfo@fdu.bg.ac.rs www.fdu.edu.rs

Fandango

Viale Gorizia 19 00198 Rome Italy tel. +39 06 852185 www.fandango.it

Filmgalerie 451

Saarbrücker Strasse 24 10405 Berlin Germany info@filmgalerie451.de www.filmgalerie451.de

Flare Film

Allerstrasse 18 12049 Berlin Germany info@flare-film.com www.film-flare.com

French Quarter Film

Arbetargatan 32 11245 Stockholm Sweden www.frenchquarterfilm.se

FTF VŠMU

Svoradova 2/A Bratislava Slovakia festivals@vsmu.sk www.vsmu.sk

Il Monello Film

Via Genova 20 07100 Sassari

Italy ilmonellofilm@gmail.com

Infinitas Film

Via dei Meli 14C 00172 Rome Italy giulianofratini@infinitasfilm.it

Insekt Film

Viale Armando Diaz 184 52025 Montevarchi (Arezzo)

Italy tel. +39 055 981013 info@insekt.net www.insektfilm.com

Inselfilm Production

Strassee der Pariser Kommune 29/31 10243 Berlin Germany tel. +49 30 77008849 info@inselfilm.info www.inselfilm.info

Interfilm Berlin Management

Strassburger Str. 55 10405 Berlin Germany verleih@interfilm.de www.interfilm.de

Istituto Luce Cinecittà Via Tuscolana 1055 00173 Rome

Italy

tel. +39 06 722861 www.cinecitta.com

Java Films

38 Quai du Point du Jour 92100 Boulogne-Billancourt France tel. +33 1 74713313 contact@javafilms.fr www.javafilms.fr

KFF Sales & Promotion Basztowa 15/8a 31143 Krakow Poland tel. +48 1 22946945 katarzyna.wilk@kff.com.pl www.kff.com.pl

Kinorama

Šulekova 29 10000 Zagreb Croatia ankica@kinorama.hr www.kinorama.hr

L’Altauro

Via Domenichino 10 20149 Milan Italy altaurofilm@gmail.com

La Bête

117 Rue de Charenton 75012 Paris France

fabrizio@labete.fr www.labete.fr

La Lanterna Magica

Via Giovanni da Verazzano 46 10129 Torino

Italy

tel. +39 011 593606 info@lanternamagica.it www.lanternamagica.it

Lights On Via Juvarra 16 Torino Itay lightsonteam@gmail.com www.lightsonfilm.com

Little Big Story

182 Rue La Fayette 75010 Paris France tel. +33 1 84792052 vmontmartin@lbstory.fr

Living Pictures Production Wilhelmshöher Allee 106 34119 Kassel Germany moellenkamp@lpp-film.com www.livingpicturesproduction.com

Loco Films

42 Rue de Sedaine 75011 Paris France international@loco-films.com www.loco-films.com

Lucid Dreams Productions

1800 N New Hampshire Ave #404 90027 Los Angeles United States

gloria@luciddreamsprod.com www.luciddreamsprod.com

MAGNETFILM Torstr. 154 10115 Berlin Germany info@magnetfilm.de www.magnetfilm.de

Mailuki Films tel. +34 650761484 escribanosolera@mac.com www.mailukifilms.com

Ma.ja.de. Filmproduktions Gottschedstr. 18 04109 Leipzig Germany leipzig@majade.de www.majade.de

Marc Ramsay marc@theramsays.tv

Marni Films Mnisikleous 12 10556 Athens Greece

tel. +30 210 3228860 info@marnifilms.gr www.marnifilms.gr

Media Move

Ul. Gieldowa 4c/54 01211 Warsaw Poland www.mediamove.pl

microFilm microfilm.romania@gmail.com

Mimikra Plac Bernandynski 2 02901 Warsaw Poland tel. +48 602 435513

MK2 Films

55 Rue Traversière 75012 Paris tel. +33 1 44673030 intsales@mk2.com www.mk2films.com

Momento Film

Södermannagatan 39 11640 Stockholm Sweden tel. +46 73 5082418 info@momentofilm.se www.momentofilm.se

Munk Studio-Polish Filmmakers

Association ul. Pańska 85 00-834 Warsaw Poland tel. 22 556 5470 studiomunka@sfp.org.pl www.munkstudio.eu

Nafta Films Soo 4 Tallin Estonia tel. +372 683 6660 info@nafta.ee www.nafta.ee

Nama Film

Aleksinačkih rudara 39A 11070 Belgrade Serbia tel. +381 11 2603762 princip@eunet.rs www.goranradovanovic.com

Národní filmový archiv Malešická 12 13000 Prague Czech Republic tomas.zurek@nfa.cz www.nfa.cz

Negativ Film Productions Ostrovní 30 11000 Prague Czech Republic tel. +420 224 933755 office@negativ.cz www.negativ.cz

Nosorogi Trg prekomorskih brigad 1 1000 Ljubljana Slovenia marina@nosorogi.com

Oculus VR for Good 1601 Willow Road 94025 Menlo Park United States www.oculus.com/vr-for-good

Otter Films Ul. Ludowa 21/1 26600 Radom Poland info@otterfilms.pl www.otterfilms.pl

Pallas Film

Mansfelder Strasse 56 06108 Halle (Saale) Germany tel. +49 345 6787323 office@pallasfilm.de www.pallasfilm.com

Pandora Filmproduktions Antwerpener Str. 6-12 50672 Köln Germany tel. +49 (0) 221 973 320 info@pandorafilm.com www.pandorafilm.com

Parada Film Strada Sfântul Ștefan 7 023996 Bucharest Romania tel: +40 21 2524867

Pascale Ramonda 91 Rue de Ménilmontant 75020 Paris France pascale@pascaleramonda.com www.pascaleramonda.com

Patra Spanou Film Marketing & Consulting Yorck Str. 22 40476 Düsseldorf Germany film@patraspanou.biz www.patraspanou.com

Phalanstery Films Olehivska 36 office 410 04071 Kiev Ukraine pha.films@gmail.com

Pilgrim Film Via dei Fabbri 8 34124 Trieste Italy info@pilgrimfilm.it www.pilgrimfilm.it

Premium Films

6 Rue Desargues 75011 Paris France tel. +33 1 42770631 contact@premium-films.com www.premium-films.com

Ro*co Films cristine.platt.dewey@rocofilms.com www.rocofilms.com

Sara Tirelli

sara.tirelli@gmail.com www.saratirelli.com

SHiM-Film

Marksistskaya 14/16 build 1 109147 Moscow Russia

Sky Arte Via Monte Penice 7 20138 Milano Italy tel. +39 02 30801

Slingshot Films Via Roma 17 34132 Trieste Italy info@slingshotfilms.it www.slingshotfilms.it

Staragara Tržaška 2 1000 Ljubljana Slovenia tel. +386 1 3200802  office@staragara.com www.staragara.com

Stefilm

Via B. Galliari 5/b 10125 Torino

Italy tel. +39 011 6680017 info@stefilm.it www.stefilm.it

StoryBay UG

Neuperver Str. 18 29410 Salzwedel Germany tel. +49 1 7632538526 info@storybay.tv www.storybay.tv

Strada Film

Carol Davila Street 12 District 5 Bucharest Romania tel. +40 021 4118099 ruxandra@stradafilm.ro www.stradafilm.ro

Syndicado Film Sales

Beaconsfield Ave. 121 Toronto M6J 3J5 Canada admin@syndicado.com www.syndicadofs.com

Tasse Film

Blaumanu Street 34 1011 Riga Latvia tel. +371 26466014 www.tasse.lv

TELEMARK

Ordynacka 14/9 00358 Warsaw Poland tel.+48 228 262749 telemark@telemark.com.pl www.telemark.com.pl

The Symptoms

Kavics u. 17/b 1025 Budapest Hungary

The Walt Disney Company Italia Via Ferrante Aporti 6/8 20125 Milano

Italy tel. +39 02 290851 www.disney.it

This and That Productions Gavrila Principa 16/6 11000 Belgrade Serbia www.thisandthat.rs

Totem Films 8 Impasse Druinot 75012 Paris France hello@totem-films.com www.totem-films.com

Toy Cinema

Sichovykh Striltsiv 84a 04050 Kiev Ukraine

tel. +380 672 421 537 producer@toycinema.com.ua www.toycinema.com.ua

Trigon Production

Hríbová 9 82105 Bratislava Slovakia pass@trigon-production.sk

Ucqar Film ucqarfilm@gmail.com www.ucqarfilm.com

Ulrich Seidl Filmproduktion Wasserburgergasse 5/7 1090 Vienna

Austria

tel. +43 1 3102824 office@ulrichseidl.com www.ulrichseidl.com

Untertosten Film - Produktionen Autarkiken carlomicheleschirinzi@yahoo.it

Valmyn Via Vincenzo Borghini 17/A 50133 Florence Italy

valmyn.project@gmail.com www.valmyn.com

Vesilind OU Ida Põik 3 Järveküla 75304 Rae Vald Estonia

tel. +372 5078067 vesilind@vesilind.ee www.vesilind.ee

Videoest

Via Stazione di Prosecco 29/F 34010 Sgonico - Trieste

Italy

tel. +39 040 251341 info@videoest.it www.videoest.it

Viggo

Via Norcia 20 00181 Rome Italy www.viggo.it

Viktoria Films info@viktoriafilms.com www.viktoriafilms.com

Vivo film Via Gualtiero Castellini 33 00197 Rome

Italy

tel. + 39 06 8078002 info@vivofilm.it www.vivofilm.it

WIDE

17 Rue Cadet 75009 Paris France

tel. +33 1 53950464 infos@widemanagement.com www.widemanagement.com

INDICE FILM

Index of Films

#387

A létezés eufóriája

Alles Andere Zeigt die Zeit

Ana və oğul

And then we Danced

Anna

Asimetrija

Auksinės minutės

BAG Studio Architettura sostenibile con materiali naturali

Bashtata

Baťa, první globalista

Berlin Bouncer

Bufera, La Castello di carte, Il Cavana Stories Destino

Deutsche Kettensägenmassaker, Das Dono, Il

Drübenland

E la nave va Eugen si Ramona

Fantastic Mr Fellini – Intervista con Wes Anderson

Forman vs. Forman

Fortschritt im tal der Ahnungslosen

Freccia azzurra, La Gundermann

Gundermann Revier

Heidi

Heimat ist ein Raum aus Zeit

Hidden Life, A Hranice

Ije

Interview s maestrom

– Federicom Fellinim

Ivana cea Groaznică

Jiro a Miu

Key, The Kot w scianie

Krava na mjesecu

Kuc-Kuc

La Gomera

Lake of Happiness

Lillian

Man who Saw too Much, The Mare Nostrum. The Nightmare

Marek Edelman ...I była miłość w getcie

Maternal

Medusa Act II

Mi smo videli leto Miriami värvid

Moi dumki tichi

Monștri.

Mulc: frača

Nech je svetlo

Nič sa nestalo

(Nie)znajomi

Njemački inat

Notte di San Lorenzo, La Nový druh Nutz

Odnaždj v Trubčevske

Oleg

Oroslan

Padrone dove sei

Paradise una nuova vita

Pavyzdingas elgesys

Plody mraků

Posljednji Srbin u Hrvatskoj

Profesor Balthazar: Alfred, noćni čuvar

Profesor Balthazar: Hanibalove Alpe

Profesor Balthazar: Horacijev uspon pad

Profesor Balthazar: Izumitelj cipela

Profesor Balthazar: Leteći Fabijan

Profesor Balthazar: Maestro Koko

Profesor Balthazar: Vjetrovita priča

Przejście graniczne

Sad Girl Weekend

Slučaj Makavejev ili process u bioskopskoj sali

Spalovač mrtvol

Spivaye Ivano

-Frankivskteplokomunenergo

Story from Space, A Strada per le montagne, La Surematu

Tak jest dobrze Transnistra Tusta

Ultimo uomo che dipinse il cinema, L’ V krag Virago

Vittorio Vidali - Io non sono quello che fui Voci d’Europa

W.R. - Misterije Organizma Wiatr.

Dokumentalny Zana Zgodbe iz kostanjevih gozdov

INDICE REGISTI

Index of Directors

Akin Levan

Alenti Denis

Anastopoulos Thanos

Angius Bonifacio

Baradinskas Saulius

Bassovskaja Mariliis

Baydarov Hilal

Bencini Walter

Berenson Dekel

Bielawski Michał

Borisova Anastasia

Božič Gregor

Ćapin Silva

Casini Stefania

Chiantera Giuseppe

Childs Joseph

Chmura Agnieszka Cizerouno

D’Alò Enzo

Del Degan Davide

Delpero Maura

Dietl David

DMAV Collettivo

Dresen Andreas

Dylewska Jolanta

Eborn Anna

Fellini Federico

Ferrari Marco

Fratini Giuliano

Gianini Giulio

Girlin Jelena

Grgić Zlatko

Grozeva Kristina

Guljašević Ivana

Heise Thomas

Hejna Jakub

Herz Juraj

Horvath Andreas

Ivanišin Matjaž

Karhánková Kateřina

Kastrati Antoneta

Kazakova Vesela

Kerekes Peter

Kirch Schneider Kerli

Kohlweyer Arne

Kolar Boris

Komandarev Stephan

Korovljev Andrej

Kunert Florian

Kursietis Juris

Lemke Grit

Leroyer Madeleine

Ličina Predrag

Lukič Antonio

Luzzati Emanuele

Mahútová Monika

Makavejev Dušan

Malick Terrence

Mickevičius Audrius

Milerius Nerijus

Mileva Mina

Mináč Matej

Mitulescu Cătălin

Mladenović Ivana

Muscogiuri Sara Nešković Maša

Nicholls Jill

Nito Jun

Okhapkina Ksenia

Olteanu Marius

Paluyan Aliaksei

Parfan Nadia

Penco Giampaolo

Porumboiu Corneliu

Radovanović Goran

Roubini Micol

Sadilova Larisa

Saksida Kolja

Salani Corso

Sauter

Schirinzi Carlo

Stojanović Nikola Szabó Réka

Taviani Paolo

Taviani Vittorio

Tirelli Sara

Třeštíková Helena

Tricart Céline

Tsakaleas Dimitris Tsavala Iro

Valchanov Petar

Vartzioti Lida

Voigt Andreas

Vondrášek Damián

Vukotić Dušan

Yentob Alan

Zaninović Ante

Zippel Francesco

stampa
Tipografia Menini

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