

Pag Contenuto Introduzione ai temi del progetto e agli strumenti di lavoro chiave
Numero
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Premessa sulla nascita dell’idea del progetto e principali ispirazioni
Descrizione delle fasi di lavoro del progetto, dallo scatto allo sviluppo
Considerazioni finali sulla buona riuscita del progetto e sul risultato finale
Raccolta degli scatti effettuati e collegamento a pagina web dedicata
Raccolta conclusiva delle fonti biblio/sitografiche ed iconografiche
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Per la realizzazione del mio progetto finale per l’esame del quarto anno ho scelto di creare una gallery fotografica che attraverso la bellezza della fotografia tradizionale analogica riporti a tutti gli effetti a rivivere la Milano degli anni ‘70, raccontata in scatti. Ho catturato, durante una camminata che parte da Greco e arriva fino in Piazza Duomo, tutti gli angoli che o per i colori, o per i materiali, consentano di trasportarti nel tempo a una Milano dal gusto semplice e popolare. Partendo dalle strade fino agli ascensori, dagli edifici ai giardini, dai tram alle portinerie. Per fare ciò mi sono servita dell’aiuto della fotografia analogica, per poter assaporare a pieno il sapore nostalgico del viaggio milanese che ho voluto immortalare.
Tutto è iniziato quando i miei nonni, dalla Puglia, si sono trasferiti in una comune casa popolare di Milano, negli anni ‘60. Nonostante tutto sono riusciti a costruirsi una vita nella città avendo dei figli che hanno vissuto in pieno clima popolare gli anni ‘70. È il caso di mio padre e mia madre, la cui infanzia ha appunto avuto scenario nei suggestivi ambienti di periferia della città milanese degli anni settanta. Proprio i miei genitori, assieme a mia nonna, hanno gettato le basi per la nascita di questo progetto ma non solo: anche il mio amore per la città (nella quale sono nata) e la passione per il mondo di quel decennio hanno contribuito alla nascita di questi scatti concettuali.
Il grosso lavoro che mi ha impiegato veramente molto tempo e ha messo alla prova le mie conoscenze in campo fotografico è stato correggere le scansioni dei negativi in qualcosa di nitido e utilizzabile, visto che le fotografie di partenza erano completamente sbiadite e rosse. Insomma, un lavoro di fotografia analogica, di web design (per la presentazione delle fotografie) ma soprattutto di post-produzione. Un progetto a 360 gradi.
La mia ispirazione principale sono state le vecchie riviste e i cataloghi italiani per quanto riguarda la grafica, per gli scatti invece ho utilizzato come inspo Behance, un portale di grafica dove designer di tutto il mondo caricano i propri progetti per consentire agli altri professionisti del settore di sfogliare e studiare nuove soluzioni (o come portfolio personale). L’idea degli anni ‘70 era già nella mia testa da un po’, perciò rimaneva solamente da trovare un luogo adeguato, che mi parlasse; la scelta è subito ricaduta su Milano. Alcuni dei fotografi presenti sulla piattaforma di Behance hanno condiviso i propri lavori di fotografia analogica e mi ha subito fatto scattare una voglia di cimentarmi in questa nuova tecnica; da amante della fotografia ho colto la palla al balzo per avventurarmi in una nuova avventura e sperimentare, producendo quello che secondo me sarebbe stato un progetto molto interessante sui luoghi anni ‘70 di Milano.
mi sono subito ricreduta, in quanto io stessa provandoci svariate volte non sono mai riuscita ad ottenere un risultato neanche lontanamente simile alla sensazione stupenda che la pellicola conferisce a tutto il progetto; per coerenza poi, ma soprattutto per passione per il mondo della tecnica fotografica, ho scelto di imbarcare questa avventura cogliendone tutti i rischi del caso. Avendo sempre usato macchine fotografiche digitali inizialmente è complicato fare l’abitudine al non vedere ciò che scatti, il che aggiunge anche un grado in più di difficoltà e mette alla prova le tue vere conoscenze in campo di teoria della macchina.
I lavori di ispirazione principali per me sono stati diversi, tutti accomunati dallo scatto con la pellicola. Inizialmente ho pensato che si potesse ricreare l’effetto del film tramite i moderni programmi di manipolazione fotografica, ma
Per questi fotografi sembrava tutto così ben riuscito che ho deciso di prendere tutti i rischi del caso e comprare una macchina. Pirma di tutto, ho costruito una moodboard visiva tramite Behance e Lomography, sito per fanatici di fotografia, che racchiudesse in linea di massima ciò che avrei poi riprodotto in sede di scatto.
Questa è la macchina fotografica che ho utilizzato, si chiama Canon AE-1 Program. SI tratta di una macchina fotografica analogica, una 35 millimetri, che utilizza un rullino per catturare le fotografie. Ovviamente essendo analogica e non digitale bisogna conoscere molto bene il funzionamento di ogni parametro al fine di ottenere una fotografia esposta correttamente e ben a fuoco, aggiungendo la difficoltà di non poter controllare il risultato nell’immediato. Rispetto al modello Canon AE-1 la mia macchina essendo un po’ più moderna ha la funzione “Program”, che ti consente di scattare le fotografie senza dover controllare i tempi (per quanti millesimi di secondo/secondi il sensore della macchina cattura la luce).poichè in base alle condizioni di luce imposta automaticamente il parametro più corretto.
Per scattare le mie fotografie ho utilizzato la macchina con impostazione di ISO 25, ovvero la metà della reale capacità di assorbire la luce dei miei rullini (ISO 50). Questo perché ho utilizzato dei rullini scaduti: questi, oltre una determinata data di scadenza, non garantiscono l’effettiva capacità di assorbire la luce che dichiarano di avere. Per compensare questa perdita, che farebbe risultare le immagini quasi impossibili da vedere, ho dimezzato l’ISO sulla macchina, in modo da simulare uno scatto con una pellicola che richiede il doppio della luce. In questo modo ho catturato il doppio della luce rispetto a quella necessaria, andando a bilanciare la perdita di sensibilità causata dal tempo. In fase di sviluppo ho comunicato al fotografo le mie impostazioni di scatto per far sì che potesse ricavare le immagini nel migliore dei modi. Dal rullino messo a contatto con le sostanze reagenti si ottengono i negativi, dai quali poi si ricavano le immagini finali in laboratorio. Ho poi scannerizzato il tutto e trasformato gli scatti in file di immagini digitali lavorabili a computer.
La pellicola Fujichrome Velvia ISO 50 è un tipo di pellicola fotografica a colori di formato 35 mm. È stata sviluppata da Fujifilm ed è ampiamente apprezzata dai fotografi per le sue caratteristiche distintive. L’ISO 50 indica la sensibilità della pellicola alla luce. La pellicola Velvia ha una sensibilità ISO molto bassa, il che significa che richiede una maggiore quantità di luce per ottenere una corretta esposizione rispetto ad altre pellicole con una sensibilità ISO più alta. Tuttavia, questa bassa sensibilità consente di ottenere una maggiore qualità dell’immagine con una maggiore resa cromatica. La pellicola Velvia è conosciuta per la sua eccezionale resa cromatica. Produce colori intensi, saturi e vividi, che aggiungono un aspetto unico alle fotografie. I verdi, i rossi e i blu tendono ad essere particolarmente vivaci su questa pellicola; ha anche un contrasto elevato, il che significa che le aree di luce e ombra sono ben distinte e accentuate. Questo conferisce alle immagini un aspetto dinamico e accattivante. Grazie alla sua struttura e alla sua formulazione chimica, è in grado di registrare particolari nitidi e texture in modo molto preciso.
Una delle caratteristiche della pellicola Velvia è la sua capacità di gestire un ampio margine di esposizione. Ciò significa che può tollerare una leggera sovraesposizione o sottosposizione senza compromettere significativamente la qualità dell’immagine finale. Grazie alla sua resa cromatica intensa e al contrasto elevato, la pellicola Velvia è particolarmente apprezzata dai fotografi di natura e paesaggio. È in grado di catturare i colori vibranti delle piante, dei fiori e delle sfumature del cielo in modo eccezionale. Infatti, Velvia è un’unione delle parole “Velvet” (velluto) e “Media”, che sta proprio a indicare la morbidità delle immagini e le intense cromature. Ho scelto di utilizzare questa pellicola perché mi è stata recapitata insieme alla macchina come regalo, e vista la loro rarità (ormai si trovano pochissimo e solamente scadute) ho deciso di fare un tentativo con queste. Ho utilizzato in tutto due rullini, ciascuno da 36 fotografie. Li ho inseriti nello slot del rullino e dopo i primi tre scatti vuoti ho iniziato a scattare.
Dopo aver ritirato le scansioni del rullino mi sono trovata davanti a un problema inaspettato. Le immagini erano completamente rosse, con solo qualche ombra visibile. Le fotografie erano quasi completamente compromesse, ponendomi davanti a un’operazione di post-produzione nel tentativo di ricavare delle immagini visibili veramente difficile e apparentemente una “missione suicida”. Intenzionata a trarre il meglio dalle mie risorse mi sono intentata in una lunga settimana di lavoro su Adobe Lightroom Classic, programma di editing fotografico ideale per modificare grandi quantità di immagini contemporaneamente. Uno dei grandi problemi di questa operazione è stato ricavare delle immagini a colori, cosa che sono riuscita a fare solamente con grandi interventi sulla curva di viraggio (bilanciamento di bianco, nero, luci, ombre, colori chiari, colori scuri e dei tre colori che sovrapposti formano l’immagine, ovvero verde, blu e rosso). Ogni immagine aveva dei valori diversi, perciò ho dovuto lavorare singolarmente fotografia per fotografia, cambiando i parametri al fine di ottenere il risultato migliore possibile. Il resto delle modifiche sono state sulla saturazione e sulla tonalità di ogni singolo colore, ovvero i parametri che consentono di correggere la gradazione di ogni colore. Ho infine eseguito un’operazione di color grading, cioè la correzione del colore delle luci, delle ombre e dei mezzitoni (nè luci nè ombre) dell’immagine, per rimuovere completamente gli aloni di rosso impressi nelle parti più scure. Non essendo file di foto provenienti direttamente dalla macchina fotografica come la fotografia digitale, l’operazione di post-produzione è stata più complicata e più rischiosa perchè non contenenti più dati (ad esempio quelli delle zone bruciate o troppo luminose, che invece ne avrebbero consentito il recupero). L’effetto finale è sicuramente non perfetto, ma è notevole il risultato che sono riuscita ad ottenere in relazione alle immagini di partenza e sottolinea il vecchio, il retrò, l’usura nel tempo tipica delle fotografie analogiche conservate nel tempo.
Dopo il lavoro su Adobe Lightroom Classic ho rielaborato le fotografie su Adobe Photoshop 2023 in modo da lavorarle e renderle tutte simili, oltre ad un ulteriore miglioramento grazie al filtro Camera Raw (una funzione molto simile a Lightroom).
Fotografia originale Condominio zona Buenos Aires
Fotografia Postprodotta
Condominio zona Buenos Aires
Immagine originale Fioraio Zona Greco/Pirelli
Immagine originale Condominio Zona Buenos Aires
Immagine originale Condominio Zona Buenos Aires
Immagine originale Condominio Zona Buenos Aires
Immagine originale Condominio Zona Buenos Aires
Immagine originale Condominio Zona Buenos Aires
Immagine originale
Condominio Zona Buenos Aires
Immagine originale Condominio Zona Buenos Aires
Come ultima operazione, ho impaginato le fotografie all’interno di un sito web a mo’ di mostra virtuale. Per farlo ho aperto un dominio (lo spazio sul web con il rispettivo indirizzo), http://milano70.altervista.org, dalla piattaforma di hosting Altervista. In un secondo momento ho poi liberato completamente il sito da ogni contenuto già presente caricato in automatico dalla piattaforma con Akeeba Backup, un plugin che facilita questa operazione. Così facendo ho ottenuto una tela bianca da dipingere con le fotografie e del breve contenuto testuale di presentazione del progetto. Ho lavorato sul sito tramite WordPress, un CMS (un sistema di gestione dei contenuti), con Elementor che invece è un altro plugin utile alla creazione e alla modifica soprattutto grafica dell’intero sito web.
Ho per ultima cosa ultimato questo impaginato grafico, in modo che presentasse al meglio il progetto e tutto il lavoro di fotografia, post-produzione e web design che ho svolto negli ultimi mesi e che ha portato al risultato finale.
Il risultato finale mi soddisfa perché comunica bene il messaggio del viaggio negli anni ‘70 attraverso gli angoli e i dettagli di Milano, l’usura del rullino ha permesso di rendere effettivamente la sensazione delle fotografie conservate nel tempo al fine di ricordare i tempi passari nostalgicamente. Nonostante qualche problema non programmato inizialmente il mio lavoro mi ha portato a consolidare le mie competenze sia in campo fotografico, consentendomi di imparare una nuova tecnica che prima non avevo mai avuto l’occasione di sperimentare, sia in campo di post-produzione, argomento che nel corso dell’anno abbiamo affrontato in parte minore; dopo numerosi tentativi e uno studio approfondito e ripetuto dei parametri di modifica di una fotografia ho ampliato le mie conoscenze e ora maneggio con molta sicurezza programmi quali Adobe Lightroom Classic e Adobe Photoshop.
Le fotografie come insieme offrono una prospettiva sulla Milano di cinquant’anni fa, consentendo di assaporare un assaggio di storia con fantastici condomini con piastrelle lucide, androni e portinerie, case di ringhiera, vecchi tram, edicole e fiorai.... in sintesi, un viaggio nel tempo svolto nell’arco di una passeggata di 20 km per Milano, che mi ha lasciato qualcosa di veramente bello nel cuore e negli occhi. Questo progetto ha anche permesso ai miei genitori di rivivere un po’ della loro infanzia, ma soprattutto mi ha fatto amare ancora di più la bellezza unica di questo tipo di atmosfera: è ciò che spero di lasciare anche a chiunque decida di prendere in mano questo progetto.
Num Risorse utilizzate
Tipo
01 Web
02 03 04
Immagini di ispirazione dai progetti caricati, immagini di esempio utilizzo Canon AE-1 Program e Fujichrome Velvia ISO 50
Informazioni e scheda tecnica della macchina fotografica analogica Canon AE-1 Program
Informazioni e scheda tecnica della pellicola fotografica 35mm e 36 scatti Fujichrome Velvia ISO 50
Detti, frasi e aforismi sulla città di Milano in dialetto milanese, come cornice del progetto