Tir - La rivista dell'autotrasporto

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Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – 70% Roma C/RM/30/2017 Albo Nazionale degli Autotrasportatori Mensile - Novembre 2022 - n. 253 #Trasporti #Innovazione #Rete ALBO: CRESCONO LE IMPRESE DI AUTOTRASPORTO TUTTI I DOSSIER SUL TAVOLO DEL NUOVO MINISTRO MOTORIZZAZIONE: REVISIONI AL PUNTO DI SVOLTA

TIR

MASSIMO DE DONATO

direttore responsabile

Fra tensioni geopolitiche e crisi energetica, le previsioni di crescita per il nostro Paese sono ancora ridotte, ma il mondo della logistica potrebbe giocare un ruolo chiave per la ripresa.

Per farlo, bisognerà sfruttare al meglio le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ma anche quelle che, grazie al PNRR, sono state liberate e potrebbero essere allocate su infrastrutture strategiche per il settore.

I dossier aperti per rendere il mondo dei trasporti e della logistica più efficiente e competitivo sono tanti: da quello sulla transizione ecologica del settore - che dovrà necessariamente puntare sulla sostenibilità ambientale ma anche su quella economica e sociale -, agli interventi per fronteggiare il caro carburanti; dallo sviluppo dell’intermodalità, grazie al potenziamento di ferrovia e trasporti marittimi, alla difesa del principio europeo di libera circolazione delle merci (vedi il caso Brennero), con un’attenzione sempre maggiore ai temi della sicurezza e della formazione. Anche per avvicinare il mondo dei giovani ad un settore che ha bisogno, in Italia, di circa 20mila nuovi autisti.

Su tutto, però, c’è le necessità di un confronto efficace, pratico e costruttivo tra governo e associazioni di categoria del settore per riportare l’Italia, e le imprese italiane, ad un primato messo in discussione negli anni. Anche perché - non dimentichiamolo - la logistica, le grandi infrastrutturazioni stradali, l’intermodalità, sono nate, oltre duemila anni fa, proprio da queste parti.

Il nuovo Governo dovrà affrontare una congiuntura complessa, anche per il mondo dei trasporti.
EDITORIALE

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Politica Autotrasporto: tutti i dossier sul tavolo

Il neo Ministro del Mims Matteo Salvini si trova ad affrontare molte importanti questioni, dall’aumento dei prezzi dei carburanti alla sfida della transizione ecologica

Conftrasporto Uno sguardo sul futuro dei trasporti

Si è svolto a Roma il 7° Forum Internazionale dell’associazione che ha fatto il punto sulla situazione e le prospettive del comparto tra crisi energetica, inflazione e crescita dei costi delle materie prime

Intervista Revisioni al punto di svolta

Sono già iniziati gli esami per abilitare gli ispettori: il punto con Pasquale D’Anzi, Direttore generale per la Motorizzazione del Mims

Tecnica

Trasporto rifiuti: cosa offre il mercato

In occasione di Ecomondo, le case costruttrici illustrano i principali prodotti in commercio, rigorosamente con motorizzazioni rispettose per l’ambiente, a partire dall’elettrico

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- Periodico del Comitato Centrale per l’Albo Nazionale degli Autotrasportatori di Cose per Conto di Terzi - ANNO XXI N° 253 - Novembre 2022 Comitato Scientifico: Presidente Enrico Finocchi Direzione-Redazione: Via C.B. Piazza, 8 - 00161 Roma Tel. 06 69308055 Direttore Responsabile: Massimo De Donato dedonato@rivistatir.it Capo Redattore: Lucia Angeloni angeloni@rivistatir.it Redattori: Antonella Vicini vicini@rivistatir.it Ertilia Giordano giordano@rivistatir.it Grafica: Marco Banci Segreteria: Giuditta Lopardo segreteria@rivistatir.it
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IN QUESTO NUMERO

Crescono le imprese di autotrasporto in Italia

I dati dell’Albo Nazionale degli Autotrasportatori relativi al terzo trimestre del 2022 mostrano un aumento soprattutto delle imprese più strutturate

Impegno a tutto tondo sulla sostenibilità Intervista con il vicepresidente del Comitato Centrale Patrizio Ricci sulle iniziative portate avanti dall’Albo degli Autotrasportatori

Mobilità e logistica: ecco il Documento di indirizzo Si è concluso Moveo, il percorso di incontri voluto dal Mims per delineare la strategia dei prossimi dieci anni

La logistica sostenibile si incontra a Padova Si è tenuta la seconda edizione del Green Logistics Expo: oltre 170 gli espositori e più di 70 gli eventi messi in campo

Autotrasportatori promossi alla guida Secondo i dati della Polizia Stradale, nei primi sei mesi del 2022 i mezzi pesanti coinvolti negli incidenti sono stati meno del 16%

GNL: alternativa pronta per la transizione green L’Italia, con 132 punti di distribuzione è leader in Europa nelle infrastrutture, ma la crisi internazionale sta colpendo i consumi

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p.32 Editoriale p.1 Albo p.4 Europa p.12 Fisco p.38 Normative p.42 Divieti p.47 Numeri p.48 CHIUSO IN REDAZIONE IL 28.10.2022 CONCESSIONARIA ESCLUSIVA PUBBLICITÀ HP 10 Srl - Tel 02.48.003.799 mirta.barbeschi@hp10.it Editore e Proprietario: Comitato Centrale per l’Albo Nazionale delle Persone Fisiche e Giuridiche che esercitano l’autotrasporto di cose per conto terziVia Giuseppe Caraci 36 - 00157 Roma (RM) CF 97113700583 - REALIZZAZIONE e STAMPA AGE Srl Stabilimento Via Vaccareccia, 57 00071 Pomezia (Roma) Registrazione Tribunale di Roma n° 547 del 18/11/98

Vicepresidente Comitato Centrale Albo

METTERE RADICI PROFONDE ALLA SOSTENIBILITÀ

Occorre persistere nei percorsi virtuosi, puntando a obiettivi ambiziosi per la decarbonizzazione

novembre si caratterizza per la partecipazione dell’Albo degli Autotrasportatori a Ecomondo, la fiera più importante d’Europa in materia di transizione ecologica. Una presenza coerente con il suo impegno istituzionale per l’affermazione della sostenibilità ambientale; impegno che coinvolge direttamente le imprese di autotrasporto, in quanto tutte auspicano uno sviluppo sostenibile che consenta di soddisfare i bisogni attuali senza compromettere quelli delle generazioni future. Occorre però partire da un dato: solo il 33% dei veicoli, secondo i dati di dicembre 2021, è Euro 5 e 6, nonostante le risorse stanziate nel corso degli anni per promuovere il rinnovo del parco. Un risultato che lascia spazio ad alcune riflessioni: l’importo delle risorse non è proporzionale alla consistenza del parco veicolare; le risorse terminano dopo poche ore dall’avvio del click day. Inoltre stiamo assistendo al paradosso che le imprese che hanno investito in mezzi di ultima generazione e con motorizzazioni alternative subiscono un’impennata eccezionale dei costi dell’AdBlue e del gas naturale. Nonostante tutto occorre persistere in percorsi virtuosi. Ad esempio, si potrebbero valutare forme di incentivi che tengano in considerazione anche il reddito disponibile delle imprese. O ancora, prevedere maggiori risorse per favorire il rinnovo dei veicoli commerciali leggeri e promuovere l’uso dei mezzi a trazione alternativa cercando, per questi ultimi, di precorrere i tempi di installazione degli impianti di rifornimento dedicati. In generale, i futuri interventi vanno costruiti superando le criticità del passato ad iniziare dalla forte speculazione che sta facendo innalzare i prezzi di tutte le categorie merceologiche, compresa quella dei carburanti. Questi indirizzi, a mio avviso, sono le sfide da vincere e da cui partire per far mettere radici profonde alla sostenibilità.

Quest’anno

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NOVEMBRE2022

ROBERTA DE SANTIS

Vicepresidente Comitato Centrale Albo

ALBO: ANCHE PER IL 2023

LA QUOTA DI ISCRIZIONE RESTA INVARIATA

Il contributo dovrà essere versato a partire dall’8 novembre e fino al 31 dicembre 2022

Resta

invariata anche per il 2023 la quota di iscrizione all’Albo degli Autotrasportatori. Una decisione presa dal Comitato Centrale con una delibera del 18 ottobre scorso nella quale si stabilisce che il contributo, dovuto da tutte le imprese che effettuano servizi di autotrasporto di merci per conto terzi, dovrà essere versato a partire dall’8 novembre e fino al 31 dicembre 2022. Il versamento deve essere effettuato, attraverso la piattaforma PagoPA, con le seguenti modalità alternative entrambe attivabili nella apposita sezione “Pagamento Quote” presente sul sito dell’Albo: pagamento online, effettuato in modo integrato nell’applicazione dei pagamenti. L’utente viene automaticamente reindirizzato alle pagine web di PagoPA che consentono di scegliere il Prestatore di Servizi di Pagamento (PSP) e pagare in tempo reale utilizzando i canali online proposti dal PSP scelto; pagamento previa creazione della posizione debitoria (PD) che avviene in modalità differita. L’utente stampa o visualizza il pdf dell’avviso di pagamento e procede a pagare con una delle modalità presentata da uno dei PSP, sia tramite canale fisico che virtuale. Le imprese iscritte alla provincia autonoma di Bolzano dovranno effettuare il pagamento esclusivamente sul conto corrente bancario, intestato alla Provincia Autonoma di Bolzano. La quota da versare è suddivisa in tre voci: una quota fissa di iscrizione di 30 euro; una quota dovuta da ogni impresa in relazione alla dimensione numerica del proprio parco veicolare, qualunque sia la massa dei veicoli con cui esercitano l’attività; una terza quota dovuta dall’impresa per ogni veicolo di massa complessiva superiore a 6.000 chilogrammi di cui è titolare. La prova dell’avvenuto pagamento deve essere conservata dalle imprese, anche con lo scopo di consentire i controlli da parte del Comitato Centrale.

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ALBO
NOVEMBRE2022

CRESCONO LE IMPRESE

DI AUTOTRASPORTO IN ITALIA

Ad aumentare sono soprattutto le imprese più strutturate, quelle con oltre 51 veicoli in flotta: i dati dell’Albo Nazionale degli Autotrasportatori relativi al terzo trimestre del 2022

Aumentano

le imprese di autotrasporto in Italia. Secondo i dati dell’Albo Nazionale degli Autotrasportatori, elaborati in collaborazione con il CED del Ministero delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili, al 30 settembre 2022 le imprese attive in Italia erano 100.245, in aumento dello 0,78% rispetto alle 99.465 del

31 dicembre 2021. Aumenta anche il numero delle imprese sospese perché inadempienti passate da 1.542 a 1.557, in aumento dello 0,97% rispetto alla fine del 2021.

Ad aumentare sono soprattutto le imprese più strutturate, quelle nella fascia 51-100 veicoli, che salgono del 3,07% (da 1.466 a 1.511) e quelle con oltre 100 veicoli che aumentano del

+3,27% (da 887 a 916 unità), in linea con il trend dei mesi precedenti. In generale si registra comunque un incremento in tutte le fasce, ad accezione di quella tra 2 e 5 veicoli che segna una lieve diminuzione, pari al -0,15% (da 32.776 a 32.728). Per quanto riguarda invece i dati riguardanti il portale della regolarità delle imprese, nel terzo trimestre del 2022 le richieste di visura sono state 37.532. Oltre alla visura gli utenti hanno attinto anche alle informazioni relative al Durc, il documento unico di regolarità contributiva: le richieste inviate sono state 19.322 mentre quelle lavorate 17.810.

6 ALBO TIR
100.245 Imprese Iscritte Imprese Cessate Movimentazione nel terzo trimestre 1.232 486 746Differenza 1.557 Imprese Sospese Imprese Attive Totale101.802 Imprese iscritte al 30 settembre 2022 +0,97% +0,78%
7 TIR ALBO Totale 100.245 IMPRESE ATTIVE PER MASSA COMPLESSIVA (Ton) al 30 settembre 2022 fino a 1,5 da 1,5 a 3,5 da 3,5 a 7 da 7 a16 da 16 a 44 oltre 44 1.536 -9,22% 16.177 +2,02% 1.535 -2,66% 9.700 -2,14% 1.413 +1,95% 51.441 +0,88% Senza veicoli 18.443 1 2 - 5 6 - 20 21 - 50 51 - 100 oltre 100 IMPRESE ATTIVE PER PER NUMERO DI VEICOLI al 30 settembre 2022 21.865 + 1,35% 32.728 -0,15% 5.313 +0,23% 1.511 +3,07% 916 +3,27% 19.469 +0,62% Senza veicoli 18.443 Totale 100.245 NOVEMBRE2022 VAR% RISPETTO AL 31/12/2021 VAR% RISPETTO AL 31/12/2021
8 ALBO TIR NOVEMBRE2022 Richieste inviate 19.322 In attesa 975 Richiesta rifiutata da Inps 398 DURC 2022 Verifica terminata con esito regolare 12.787 Verifica terminata con esito irregolare 3.994 Anomalie varie 1.029 Richiesta annullata da Inps 139 Richiesta con responso Inps 17.810 ATP veicoli circolanti 139.737 ATP imprese specializzate 62.876 ADR attivi 47.526 ADR imprese specializzate 6.330 Imprese ADR e ATP al 30 settembre 2022

L’ALBO PROTAGONISTA AD ECOMONDO

Il Comitato Centrale presente con il convegno “Albo degli Autotrasportatori: le nuove sfide della sostenibilità” durante il quale saranno forniti i numeri aggiornati del parco veicolare italiano e quelli sul consumo energetico del trasporto su strada

pedaggi, agevolando quelle imprese che investono nelle flotte meno inquinanti, anche grazie ai contributi concessi dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, per il rinnovo del parco veicolare.

Quello

della sostenibilità e della transizione ecologica è un tema sempre più centrale nelle politiche dell’Albo degli Autotrasportatori. Per questo il Comitato Centrale dell’Albo non poteva mancare ad Ecomondo, la fiera che quest’anno si tiene dall’8 all’11 novembre e che è ormai giunta alla ventunesima edizione, diventando l’evento di riferimento in Europa per la sostenibilità ambientale. Ecomondo si occupa infatti di tutta la filiera dell’economia circolare, dal recupero di materia ed energia allo sviluppo sostenibile, dai trasporti alla gestione dei rifiuti. L’appuntamento con l’Albo

degli Autotrasportatori è per il 9 novembre, alle ore 14.30, con il convegno dal titolo “Albo degli Autotrasportatori: le nuove sfide della sostenibilità”, curato proprio dal nostro mensile. Il convegno sarà aperto da un intervento del presidente del Comitato Centrale, Enrico Finocchi, che fornirà una panoramica delle attività messe in campo per favorire le imprese che investono nella sostenibilità. L’Albo, ad esempio, gestisce le procedure per la riduzione compensata dei

O ancora si occupa della certificazione del sistema di gestione per la sicurezza, qualità e sostenibilità per le imprese che effettuano trasporti di rifiuti industriali e di prodotti farmaceutici, ma anche di merci pericolose e derrate reperibili.

Con l’occasione saranno inoltre forniti i numeri aggiornati del parco veicolare italiano, con un particolare focus su quelli dei mezzi a carburanti alternativi, e i dati sul consumo energetico del trasporto su strada.

Il convegno ospiterà inoltre gli interventi di Patrizio Ricci, vice presidente del Comitato Centrale dell’Albo, di Luca Sra, delegato Anfia per il trasporto merci, Paolo Starace, presidente sezione veicoli industriali Unrae, Piero Gattoni, presidente Consorzio Italiano Biogas e Massimo Marciani, presidente Fright Leaders Council.

TIR 9 ECOMONDO

IMPEGNO A TUTTO TONDO SULLA SOSTENIBILITÀ

L’Albo degli Autotrasportatori porta avanti da tempo iniziative per sostenere la svolta green del settore, dagli incentivi per i veicoli meno inquinanti al certificato di qualità per le imprese. Intervista con il vice presidente del Comitato Centrale Patrizio Ricci

caro carburante e aumento del costo delle materie prime, impegni sempre più stringenti verso la decarbonizzazione, carenza di nuovi autisti e tensioni internazionali che si riflettono sull’economia, il mondo dell’autotrasporto si trova ad affrontare ancora una volta una stagione complessa. Patrizio Ricci, vice presidente del Comitato Centrale dell’Albo Nazionale degli Autotrasportatori, riconfermato in rappresentanza delle associazioni di categoria, fa il punto sulle principali attività svolte dall’Albo a sostegno delle imprese, con un occhio particolare alla sostenibilità. E lo fa dando innanzitutto

Fra
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INTERVISTA
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un segnale di ottimismo, nonostante un contesto internazionale non troppo rassicurante: “Non sappiamo quanto l’evoluzione di ciò che succede nel mondo andrà ad impattare sul nostro comparto, ma voglio dare un messaggio di fiducia”.

Quali sono le principali iniziative che l’Albo sta portando avanti in questo periodo per il settore?

L’Albo vigila, rappresenta il mondo dell’autotrasporto all’interno di un Ministero e nel suo percorso è stato un punto di riferimento per tutte le aziende. Vigila su tutte le carenze del nostro settore. La mancanza degli autisti è solo una piccola parte: bisogna affrontare anche la questione del carico/scarico, dei tempi della logistica, delle autostrade, dei porti: tutto quello che sta all’interno del nostro settore. Le dieci associazioni che fanno parte dell’Albo rappresentano tutto il mondo della produzione e anche qui si è fatto un percorso per comprendere tutte le sfaccettature e le rappresentanze all’interno del nostro mondo produttivo.

europea che pertanto dovrebbe farsi parte attiva ed elargire concretamente risorse specifiche e proporzionali al livello di consistenza ed anzianità del parco veicolare di ogni Paese Ue.

Un’altra iniziativa dell’Albo degli Autotrasportatori è legata alla qualità, tema centrale in tutto il mondo produttivo e dei servizi. Il Comitato Centrale ha rivisto e aggiornato la possibilità di ottenere una certificazione di qualità per le imprese. Quali sono i vantaggi?

Parliamo di sostenibilità: il settore dell’autotrasporto ha già intrapreso da alcuni anni la strada verso la transizione ecologica, grazie anche ai contributi agli investimenti che sono stati stanziati dal Ministero delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili. A che punto siamo? Qual è il ruolo svolto dall’Albo per promuovere la sostenibilità ambientale?

Siamo a buon punto, pensando da dove siamo partiti. Il nostro percorso è cominciato quando il ragionamento del green ancora non era così sentito. Già in tempi non sospetti, infatti, questo mondo si era fatto carico del tema con le risorse per rinnovare il parco veicolare. Tuttavia bisogna ricordarsi che non si va da soli in questa direzione. Il settore, da solo o con le sole risorse messe a disposizione dal Mims, non riesce a sostenere i costi per il rinnovo dell’ingente parco veicolare. Dovremmo quindi pensare a un sistema che introduca nel ciclo economico i costi da sostenere e in qualche maniera li ripartisca tra gli stakeholder del settore, dalla committenza ai produttori dei veicoli. Tra i soggetti interessati a garantire una migliore qualità dell’aria, c’è indubbiamente tutta la comunità

Il progetto è rivolto nello specifico a quelle aziende che effettuano trasporti di merci pericolose, di derrate deperibili, di rifiuti industriali e di prodotti farmaceutici e lo scopo è quello di verificare i requisiti del sistema di gestione per il controllo delle attività svolte. L’azienda che viene certificata dimostra quindi di essere un’impresa di eccellenza nella gestione della sicurezza, qualità e sostenibilità. Inoltre, poiché la certificazione viene svolta da organismi di certificazione accreditati presso l’Albo, chi sceglie di utilizzare le aziende in questione può avere in sostanza la garanzia di sicurezza da parte dell’Albo.

Il Comitato Centrale sta lavorando anche su un importante progetto di comunicazione per contribuire a ridare dignità alla professione di autotrasportatore. Tra le idee avanzate c’è anche quella di dare vita a un’indagine etnografica del settore. Ci può spiegare meglio? Troppo spesso la professione di autotrasportatore viene ingiustamente colpevolizzata. Abbiamo quindi pensato di fare il punto sul settore, sui comportamenti lavorativi e sociali, partendo dal passato per vedere cosa siamo diventati e dove stiamo andando. Dobbiamo essere consapevoli e fare ben comprendere i comportamenti, le difficoltà e soprattutto i valori di questa categoria di lavoratori. Il trasporto è un settore molto importante, fondamentale per le famiglie italiane, anche per questo è rappresentato all’interno di un Ministero. È un mondo che lega tutte le aziende, tutte le imprese, tutti i cittadini. Tutti noi siamo un po’ autotrasportatori, anche quando andiamo a fare la spesa e spostiamo la merce con le nostre macchine.

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INTERVISTA NOVEMBRE2022

CARBURANTI ALTERNATIVI: TEMPI PIÙ BREVI PER LE INFRASTRUTTURE

Entro il 2026 le stazioni di ricarica per autocarri dovranno essere presenti, sulle reti TEN-T, ogni 60 km. Anticipati al 2028 (rispetto al 2031) i punti di ricarica a idrogeno a distanze di 100 chilometri

IlParlamento europeo ha trovato l’accordo per il nuovo regolamento sulle infrastrutture per i combustibili alternativi. Dopo che la TRAN aveva adottato una bozza di mandato negoziale, lo scorso 19 ottobre i deputati riuniti a Strasburgo hanno approvato la posizione sulla proposta. Il documento, che contiene alcuni dettagli importanti per il trasporto merci su strada, presenta alcuni emendamenti rispetto alle richieste iniziali della Commissione, anticipando alcuni target. Si tratta di un nuovo passo in avanti verso la riforma del settore, con l’obiettivo di stimolare la diffusione di stazioni di ricarica o di rifornimento alternative per auto, camion, treni e aerei e sostenere l’adozione di veicoli

sostenibili.

Vediamo alcuni punti. Innanzitutto, entro il 2024 i vari Paesi membri dovranno presentare il loro piano per il raggiungimento degli obiettivi nazionali minimi obbligatori per la realizzazione delle infrastrutture.

Il nucleo della bozza riguarda le stazioni di ricarica per le auto che dovrebbero essere presenti ogni 60 km entro il 2026; stesse caratteristiche e stessa deadline è fissata anche per autocarri e autobus, ma solo sulle reti principali TEN-T.

Sono anticipati al 2028 (rispetto al 2031) gli obiettivi dei punti di ricarica a idrogeno, abbassando da 150 a 100 chilometri la distanza minima fra le stazioni; passa invece da 450 a

400 km la distanza per le stazioni di ricarica a idrogeno liquido.

Stessi tempi – dal 2031 al 2028 –anche per l’installazione di punti di ricarica per i veicoli commerciali pesanti nei parcheggi sicuri, portando a due il numero minimo di colonnine da installare.

Sulla rete TEN-T sono accresciuti anche gli obiettivi di potenza minima richiesta per le stazioni di ricarica. Si chiarisce, però, che la Commissione potrà concedere un’esenzione dagli obiettivi di potenza e di distanza minima su richiesta motivata di uno Stato membro, nelle zone insulari e scarsamente popolate. Si prevede anche che in caso di una rapida diffusione dei veicoli elettrici sul mercato, gli Stati membri dovranno abbreviare le scadenze previste e aumentare gli obiettivi di potenza per le stazioni di ricarica. Inoltre, nel caso in cui i costi siano sproporzionati rispetto ai benefici, compresi quelli ambientali, agli Stati membri sarà concesso di non applicare i target nelle regioni ultraperiferiche o isole non collegate alle reti energetiche continentali.

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LA RUSSIA VIETA L’INGRESSO AI VEICOLI MERCI STRANIERI

Il divieto, che resterà in vigore fino al prossimo 31 dicembre, riguarda tutti i tipi di operazioni di trasporto su strada: bilaterali, di transito e da/per Paesi terzi

che i veicoli merci di proprietà di operatori di trasporto stranieri e immatricolati in Stati esteri entrino ed escano dalla Russia entro sette giorni dalla data di entrata in vigore del Regolamento;

Èentratoin vigore il 10 ottobre il regolamento russo che vieta ai veicoli merci di proprietà di operatori di trasporto stranieri e immatricolati in Stati esteri di effettuare operazioni di trasporto su strada sul territorio russo. Il divieto, stabilito con Regolamento n. 1728 del 30 settembre 2022, resterà attivo fino al 31 dicembre 2022 e riguarda tutti i tipi di operazioni di trasporto su strada (bilaterali, di transito e da/per Paesi terzi). I Paesi interessati sono gli Stati membri dell’Ue, il Regno Unito, la Norvegia e l’Ucraina.

Sono esclusi dal divieto i seguenti casi:

l veicoli merci stranieri di proprietà di operatori di trasporto stranieri e immatricolati in Stati esteri, che si trovavano sul territorio russo alla data di entrata in vigore del Regolamento e a condizione che escano dalla Russia entro sette giorni dalla data di entrata in vigore del Regolamento;

l operazioni di trasporto merci su strada in transito con lo scopo di ritornare nel Paese di immatricolazione, a condizione

l operazioni di trasporto internazionale su strada di invii postali;

l operazioni di trasporto internazionale su strada di merci incluse nell’elenco di deroghe allegate al Regolamento; l operazioni di trasporto internazionale su strada effettuate dal territorio di Stati esteri verso il territorio della regione di Kaliningrad e viceversa; l trasbordo di merci su veicoli russi o bielorussi, a condizione che questi operatori di trasporto siano in possesso delle autorizzazioni per la tratta precedente e/o successiva, se del caso, e viceversa; l scambio di rimorchi/semirimorchi con veicoli russi o bielorussi, a condizione che questi operatori del trasporto dispongano di autorizzazioni per la tratta precedente e/o successiva, se pertinente, e viceversa.

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AUTOTRASPORTO: TUTTI I DOSSIER SUL TAVOLO

Il neo Ministro delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili Matteo Salvini si trova ad affrontare molte importanti questioni, dall’aumento dei prezzi dei carburanti alla sfida della transizione ecologica

’autotrasporto svolge un ruolo

essenziale nello sviluppo di un Paese. Specialmente in Italia. Se ci fossero stati ancora dubbi, infatti, il documento “Mobilità e logistica sostenibili. Analisi e indirizzi strategici per il futuro”, recentemente pubblicato dal Mims (vedi anche art. a pag. 26-27), li fuga del tutto. Su 580

MATTEO SALVINI ALLA GUIDA DEL MIMS

Nel nuovo Governo guidato da Giorgia Meloni a Matteo Salvini affidato il Ministero delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili. Nato a Milano il 9 marzo 1973, giornalista professionista, ha lavorato per il quotidiano La Padania e per Radio Padania, della quale dal 1999 al 2013 è stato direttore. Attuale segretario della Lega, Salvini diventa eurodeputato nel 2004, una carica che ricopre fino al 2006. Nel 2008 è eletto alla Camera dei Deputati ma lascia Montecitorio a seguito della seconda elezione all’Europarlamento, nel 2009. Nel 2013 è nuovamente eletto alla Camera dei Deputati e ha cessato il mandato il primo giorno della legislatura; nello stesso anno è stato eletto segretario federale della Lega Nord, dopo aver vinto le primarie. L’anno successivo è stato rieletto al Parlamento europeo. Nel 2017 è stato confermato segretario dal congresso della Lega Nord. Nel 2018 è eletto al Senato della Repubblica e ricopre la carica di vicepremier del governo Conte oltre che di Ministro degli Interni. Rieletto senatore nel 2022, è attualmente vicepremier e titolare del Mims.

è stato

POLITICA
Matteo Salvini
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miliardi di tonnellate chilometro di merci trasportate nel 2019 l’88% – sottolinea il documento – ha infatti viaggiato su strada, il 9% via mare e solamente il 3% su ferrovia. E il nuovo Governo guidato da Giorgia Meloni, che il 22 ottobre scorso ha giurato nelle mani del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, e soprattutto il nuovo Ministro delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili, Matteo Salvini, non potranno non tenerne conto.

Senza un rilancio della logistica e dei trasporti e un potenziamento delle infrastrutture, delle connessioni e dei collegamenti con i Paesi europei, l’economia italiana non potrà essere competitiva.

Per questo il neo Ministro Matteo Salvini si troverà ad affrontare molte importanti questioni, a partire dall’aumento del prezzo del gasolio, del gas naturale liquefatto e dell’additivo AdBlue.

MOBILITÀ SOSTENIBILE:

300 MILIONI PER L’AUTOTRASPORTO

È stato firmato a inizio ottobre il decreto Mims che stabilisce le ripartizioni dei due miliardi di euro, per il periodo 2023-2032, previsti dal Fondo per la mobilità sostenibile, istituito con la Legge di Bilancio 2022. Il Fondo, destinato a sostenere la transizione ecologica del settore dei trasporti, finanzierà anche lo sviluppo dell’intermodalità nel trasporto delle merci e il rinnovo dei mezzi per l’autotrasporto. Trecento milioni di euro sono infatti attribuiti a interventi finalizzati all’abbattimento delle emissioni nel trasporto stradale extraurbano, attraverso la realizzazione delle infrastrutture di ricarica per i veicoli elettrici all’interno della rete stradale SNIT non a pedaggio e l’acquisto di mezzi pesanti a zero emissioni. Centocinquanta milioni sono invece destinati a favorire l’intermodalità nel trasporto delle merci incentivando il cosiddetto shift modale dalla gomma al ferro.

carburante impiegato su mezzi di categoria Euro 5 o 6. Inoltre ha previsto un credito d’imposta pari al 20% degli acquisti del GNL effettuati nel 2022 (vedi art. a pag. 46) e del 15% per l’additivo AdBlue (le domande potranno essere presentata sulla piattaforma ADM dal 4 novembre).

anche art. a pag. 16-18).

per le spese sostenute

Per il momento, il precedente Governo Draghi ha prorogato fino al 18 novembre 2022 il taglio delle accise sui carburanti (che però ha un effetto boomerang sulle aziende di autotrasporto che non possono richiedere lo sconto sulle accise) e ha previsto un credito di imposta del 28% nel primo trimestre del 2022 per l’acquisto di

Le associazioni dell’autotrasporto chiedono anche di continuare ad assicurare una dotazione finanziaria al rinnovo del parco veicolare, che consenta agli autotrasportatori di cambiare i veicoli più inquinanti con quelli di ultima generazione proseguendo sulla strada della transizione energetica, così come di ridefinire le politiche a favore dell’intermodalità, di affrontare l’annosa questione delle limitazioni austriache al Brennero e quella della carenza degli autisti (in Italia ne mancano circa 20mila, vedi

Tra le richieste delle associazioni, già evidenziate nel protocollo firmato lo scorso marzo, anche la regolamentazione delle attese per il carico e lo scarico delle merci o, ancora, i controlli sul rispetto dei tempi di pagamento dei contratti di trasporto, che avrebbero dovuto essere rafforzati mediante il coinvolgimento dell’Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato e del Comitato Centrale per l’Albo Nazionale degli Autotrasportatori. I dossier sul tavolo sono quindi parecchi e il lavoro da fare sarà molto impegnativo. Ad affiancare il neo Ministro nelle sue funzioni, ci saranno anche i sottosegretari ed eventuali viceministri che, al momento in cui andiamo in stampa con questo numero di Tir non sono ancora stati nominati.

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UNO SGUARDO SUL FUTURO DEI TRASPORTI

Si è svolto a Roma il 7° Forum Internazionale di ConftrasportoConfcommercio che ha fatto il punto sulla situazione e le prospettive del comparto tra crisi energetica, inflazione e crescita dei costi delle materie prime

Due giorni per discutere di trasporti e logistica e delle prospettive per il comparto alla luce delle principali sfide e dei molti cambiamenti che stanno investendo questo mondo: sono questi i temi al centro del 7° Forum Internazionale di ConftrasportoConfcommercio che si è svolto dal 26 al 27 ottobre a Roma.

Sin dai blocchi di partenza, la manifestazione ha messo sul piatto i principali argomenti di discussione, dagli scenari geopolitici ed energetici ai cambiamenti climatici; dalla digitalizzazione alla transizione ecologica nei vari comparti dei

trasporti alla co-modalità. È questo infatti il terreno di azione per le politiche dei trasporti sia a livello globale sia locale.

Partendo da uno studio dell’Ispi, l’Istituto per gli studi di politica internazionale, e dall’analisi del Centro studi di Confcommercio, il Forum ha posto l’attenzione su questioni macro e micro.

Con la pandemia da Covid 19 le catene logistiche globali hanno vissuto una fase di stress che ne ha messo in discussione la stessa struttura. Ripensamento delle rotte tradizionali e filiere più corte hanno iniziato a delineare scenari ancora in via di definizione. E nel mezzo di questo cambiamento

ancora in atto è arrivata una guerra che sta ridisegnando equilibri regionali e sta accentuando la crisi energetica figlia della crisi pandemica. In questo scenario, inflazione e crescita dei costi delle materie prime sono insieme causa ed effetto. A questo si aggiungono infine i nuovi lockdown in Cina, con nuovi blocchi nei porti e ritardi nella consegna delle merci.

Gli effetti di questa che viene definita da molti la “tempesta perfetta” non si ritrovano solo nei mercati internazionali, ma naturalmente anche sui piazzali carichi di merci perché i costi della supply chain ricadono

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inevitabilmente sugli operatori dei trasporti e, infine, sul consumatore. Se da un lato la pandemia ha fatto crescere la domanda di servizi logistici, con l’impennata dell’e-commerce (la quota dell’e-commerce nelle vendite al dettaglio a livello globale è cresciuta dal 15% del 2019 al 21% del 2021), dall’altro la crescita

del costo dei carburanti ha reso più dura la vita delle imprese chiamate a confrontarsi anche con la mancanza di figure fondamentali come gli autisti (solo nell’autotrasporto, in Europa, mancano circa 400mila conducenti: nel Regno Unito si registra addirittura un -100mila, -80mila in Polonia e Germania, -34mila in Francia e circa 20mila

in meno in Italia), senza i quali le catene logistiche subiscono ulteriori rallentamenti. A questo proposito il presidente di Conftrasporto, Paolo Uggè, ha ricordato l’azione del Governo precedente che ha predisposto un fondo da più di “25 milioni di euro fino al 2026 destinati proprio ai giovani che vogliono avvicinarsi all’attività di autotrasportatore. Con l’Albo degli Autotrasportatori abbiamo fatto dei progetti proprio per coinvolgere i giovani. Noi contiamo di avere 10mila nuovi autisti, formati, in grado di rispondere alle esigenze delle imprese”. Secondo i dati dell’Ufficio Studi di Confcommercio, l’Italia dopo una ripresa del traffico delle merci già a partire dalla seconda metà del 2020, vede adesso delle prospettive di crescita al ribasso, con dati che somigliano

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TIR ASSOCIAZIONI
Paolo Uggè Da sinistra l’On. Paola De Micheli, Sen. Raffaela Paita, Direttore di Tir Massimo De Donato, vice presidente della Camera On. Fabio Rampelli, Sen. Alessandro Morelli, On. Luca Squeri

a quelli del 2019 e, a livello macroeconomico, un Pil pro capite ancora inferiore ai livelli del 2007. In questi anni è cambiata anche la struttura delle imprese del settore, che a differenza di quanto accade in altri comparti, hanno abbandonato la forma delle ditte individuali per trasformarsi in società più strutturate e in grado, quindi, di affrontare le sfide internazionali in modo più competitivo. Ma aumento dei costi e inflazione pesano anche sul PNRR. La nota di aggiornamento del Def ha infatti stimato che entro quest’anno saranno spesi solo circa 20 miliardi delle risorse per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, contro una previsione iniziale di 33,7 miliardi. Tra i motivi c’è l’impennata dei costi delle opere pubbliche. Come ha sottolineato il vicepresidente di Confcommercio Fabrizio Palenzona, “l’impennata dei costi nei materiali da costruzione e la bassa capacità di spesa rischiano di vanificare le opportunità offerte dal Piano per la realizzazione delle opere indispensabili alla ripresa del nostro Paese”.

Per il 2023 l’Ufficio Studi Confcommercio considera due scenari: uno di base e l’altro peggiore, di recessione più forte. Nel primo caso ci si aspetta una moderata riduzione del volume di merci; nel secondo una recessione, seppur in misura ridotta, anche per i volumi di traffico merci.

Tra gli argomenti di cui si è dibattuto durante la due giorni organizzata da Conftrasporto-

Confcommercio anche il tema della transizione ecologica. “Per la transizione ecologica è necessario attivare tutti gli strumenti disponibili, tecnologici ed organizzativi, nel rispetto del principio di neutralità – ha affermato Uggè –. È tuttavia necessario prevedere tempistiche congrue e strumenti idonei per accompagnare le imprese verso il cambiamento senza esserne stravolte”.

Un pensiero condiviso dagli esponenti politici che, riuniti in una tavola rotonda, hanno chiuso i lavori del Forum: il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli, Paola De Micheli, Raffaella Paita, Luca Squeri e Alessandro Morelli. “La transizione ecologica è una necessità che abbiamo tutti –ha sottolineato Morelli –. Siamo ancora in tempo per ragionare sulle tempistiche giuste e procedere con una transizione equilibrata che rispetti anche le tempistiche delle aziende”. Anche per Squeri la transizione “deve essere gestita in modo sensato” mentre per De Micheli “l’Europa deve triplicare gli investimenti annui sul fronte della ricerca per far si che la sostituzione dei carburanti fossili sia completa. Gli Stati membri devono accompagnare le imprese affinché l’accesso a queste tecnologie sia economicamente sostenibile”.

La politica ha anche posto l’accento sulla necessità di procedere sulla strada della digitalizzazione e della semplificazione. “Gli investimenti sulla digitalizzazione sono molto

importanti - ha sottolineato Morelli -. Infrastrutture più sicure e moderne consentono si di fatturare di più alle imprese, ma anche migliorare la vita di tutti quanti”. Per Raffaella Paita inoltre occorre continuare a lavorare per snellire e semplificare le procedure amministrative e cambiare radicalmente l’idea di programmazione delle nostre infrastrutture. “Se non la smettiamo di fare elenchi di allegati e non cominciamo a disegnare un vero sistema, il tema della sostenibilità non lo affronteremo mai con concretezza”, ha affermato.

“La logistica e l’intermodalità devono rispondere ad una collocazione dell’Italia come piattaforma del Mediterraneo e appendice meridionale dell’Europa – ha aggiunto Rampelli –. Siamo una nazione piena di eccellenze che devono essere utilizzate per dialogare con il resto del mondo. Dobbiamo proiettare questo settore ai massimi livelli possibili e tutelare le imprese italiane”. E se i pareri si sono divisi sulla possibilità o meno di rivedere alcune parti del PNRR, la proposta di Uggè di riportare i trasporti nel nome del Ministero ha trovato tutti d’accordo. “Siamo soddisfatti della risposta unanime dei politici – ha concluso Uggè –. L’auspicio è che questa nostra proposta abbia un seguito concreto, e che i trasporti e la logistica tornino a essere centrali non solo rispetto ai temi del nostro settore, ma in tutto il sistema economico del nostro Paese”.

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UNA STRATEGIA PER LA MOBILITÀ E LA LOGISTICA

Dopo

Milano, Napoli e Firenze è approdato a Roma per la tappa conclusiva Moveo, il percorso di incontri volto a definire il nuovo Documento di indirizzo strategico per la mobilità e la logistica. L’11 ottobre, presso la Luiss, si è tenuto infatti l’ultimo appuntamento, durante il quale sono stati presentati in anteprima alcuni dei contenuti del nuovo Documento, pubblicato integralmente sul sito del Mims. Ad aprire l’incontro, l’ormai ex Ministro delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili Enrico Giovannini che ha parlato di una tappa importante di un processo iniziato tempo fa. “I governi passano ma le idee restano – ha detto Giovannini –. Questo documento nasce dalla necessità di avere una visione organica e misure integrate tra loro coerenti con gli indirizzi che l’Unione europea e il mondo si sono dati su queste tematiche”.

Il Documento si compone di sei capitoli: la mobilità delle persone, che descrive le abitudini di mobilità degli italiani attraverso l’utilizzo di big data e possibili scenari evolutivi; la logistica e il trasporto delle merci, che analizza la domanda e l’offerta di merci; la sostenibilità e la resilienza, che parla dei diversi scenari di riduzione delle emissioni; l’innovazione tecnologica, che analizza i possibili effetti

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Si è concluso Moveo, il percorso di incontri voluto dal Ministero delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili per definire il nuovo Documento che delinea gli elementi chiave delle infrastrutture di trasporto e dei sistemi di mobilità e logistica nei prossimi dieci anni
TIRMOBILITÀ NOVEMBRE2022

in termini di decarbonizzazione; il lavoro, che si occupa delle condizioni del mercato del lavoro; tra Stato e mercato, che discute il ruolo del settore pubblico nelle sue varie articolazioni e le diverse modalità di intervento nella pianificazione delle strutture. “Il documento definisce le linee guida alla base dei vari piani settoriali dei trasporti – ha affermato Salvatore Rossi, che ha coordinato i lavori –. È una sorta di piano generale dei trasporti e della logistica che però adotta un’impostazione diversa rispetto a quelli precedenti. Non disegna infatti un piano statico ma un processo dinamico in grado di adattarsi agli scenari futuri che sono estremamente variabili”. Ma cosa emerge dal documento? “Innanzitutto – ha spiegato Ennio Cascetta, presidente del Comitato Scientifico – in Italia ci si muove di più di quanto pensavamo e in modo meno sostenibile di come vorremmo”. Un’affermazione che vale sia per le persone

sia per le merci.

Per quanto riguarda in particolare le merci “ogni anno si spostano circa 90 miliardi di veicoli/km – ha aggiunto Cascetta –. Le merci si spostano soprattutto via camion e si spostano perché l’italia si è costruita il suo sviluppo industriale intorno alla rete autostradale. Il 60% dell’industria è a meno di 10 minuti dal casello. Questo fa si che la maggior parte della merce si sposti via camion, saturando l’asse autostradale e rendendo difficile il trasferimento verso altre modalità di trasporto, visto che per la maggior parte si tratta di coprire in media una distanza di 200 km”.

Le cose sono un po’ diverse per quanto riguarda i traffici con l’estero: circa il 60% avviene infatti via mare, il 30% su strada e l’11% tramite ferrovia.

Uno sguardo alle imprese del settore mostra poi come negli ultimi anni sia diminuito il numero delle imprese (i dati 2019 mostrano un calo del 25%

rispetto a dieci anni prima) e come allo stesso tempo si sia realizzata una crescita dimensionale delle imprese.

Tuttavia la velocità di aggregazione è ancora troppo lenta e la logistica è ancora lontana dalle performance richieste da una visione moderna; continua infatti ad essere vista solo come un costo da comprimere, da delegare a terzi. Per quanto riguarda invece la sostenibilità dei trasporti, i trasporti in Italia emettono in totale 108 milioni di tonnellate di CO2, prodotte per il 63% da auto e per il 37% da veicoli merci. Come sottolineato da Cascetta, nello studio PATHs to 2030 il Cluster Trasporti ha tracciato due scenari possibili per il futuro: uno più ottimistico (che comprende ingenti politiche di investimenti e un rinnovo del parco mezzi significativo) che prevede una riduzione di emissioni del 33% e uno più prudenziale, che prevede una riduzione dell’11%.

“Si tratta di scenari entrambi possibili, su cui incideranno le politiche attuate o meno ed eventuali ulteriori provvedimenti o miglioramenti tecnologici come la diffusione dei servizi Mobility as a Service e Freight as a Service per l’ottimizzazione della gestione dei flussi di passeggeri e di carichi merci per evitare i viaggi a vuoto dei mezzi. Oppure – ha concluso Cascetta – immaginare una politica di incentivi che favorisca il rinnovo del parco auto circolante in una direzione di riduzione della dimensione, che significa anche minori consumi e minori emissioni”.

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TIR MOBILITA Tavoli di confronto durante l’evento Moveo alla Luiss a Roma

LA LOGISTICA SOSTENIBILE SI INCONTRA A PADOVA

A inizio ottobre si è tenuta la seconda edizione del Green Logistics Expo: oltre 170 gli espositori e più di 70 gli eventi messi in campo, tra convegni, intese per rilanciare la logistica e inaugurazioni

Èstataun successo la seconda edizione del Green Logistics Expo, il Salone della logistica sostenibile promosso da Padova Hall e organizzato da Senaf dal 5 al 7 ottobre. Ad incontrarsi nella cittadina veneta i principali protagonisti della logistica, associazioni, enti, aziende e centri di ricerca che, grazie agli oltre 70 eventi messi in campo, hanno potuto fare il punto sul futuro del settore che si prepara a importanti cambiamenti per merito dei progetti finanziati dal PNRR nei prossimi 10 anni. Nella tre giorni sono stati oltre 170 gli espositori presenti, con player di primo piano nazionali e internazionali, e più di 7.000 i visitatori professionali (+40% rispetto alla prima edizione del 2018) attirati da un evento che ha attivato migliaia di occasioni di business. Ad aprire l’Expo sono state le istituzioni, le principali associazioni di categoria della logistica e dei trasporti e l’inaugurazione del Nuovo Terminal Intermodale per semirimorchi, al quale i presenti hanno partecipato grazie ad un collegamento video con Interporto Padova. Altro protagonista dell’Expo è stata l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale che ha presentato e sottoscritto il

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TIREVENTI NOVEMBRE2022

patto per lo sviluppo del sistema logistico Veneto.

Fil rouge di tutta la manifestazione il tema della sostenibilità, intesa anche come attenzione alla persona. Un aspetto questo che è emerso nel corso della conferenza “Sostenibilità Sociale del Trasporto” promossa dal Council of Supply Chain Management Professionals - CSCMP -, la Supply Chain Edge Italy 2022 durante la quale è stato presentato il progetto Ethical Transport Approach che si pone la mission di suscitare attenzione sull’autista come persona, uomo o donna, con la sua sensibilità e psicologia, impegnato in un duro lavoro quotidiano. Da qui la firma, in occasione dell’Expo, di un manifesto di dieci punti. Sempre in tema di sostenibilità presente SOS LOGistica presso il Villaggio della logistica sostenibile che ha organizzato attività e incontri sull’economia circolare, il trasporto sostenibile, la governance organizzativa, la transizione energetica, il marketing e la comunicazione e la logistica collaborativa. Tra le aziende che hanno partecipato anche Accudire, creata per rivoluzionare i processi di export attraverso un nuovo modello di business digitale, che ha parlato di e-CMR e di supply chain digitale e sostenibile. Tra i player di primo

piano dell’Expo anche Fermerci, associazione che rappresenta i principali operatori del trasporto ferroviario delle merci in Italia, che ha dato vita all’iniziativa “Fermerci in Terminal” con la partecipazione dei principali stakeholder, per cogliere da vicino possibili soluzioni alle criticità rilevate durante i confronti.

Molti gli eventi organizzati anche nell’ambito del “Villaggio UIR” (Unione Interporti Riuniti) e promossi da primarie aziende nazionali e multinazionali che sono partner della rete dei nodi

interportuali italiani. È infatti ormai consolidato il ruolo strategico ricoperto della Rete degli interporti italiani nel perseguire politiche di sviluppo e modernizzazione del Paese e quindi nel promuovere politiche di integrazione e riequilibrio anche in ambito europeo.

Forte, dunque, del successo dell’edizione 2022, Green Logistics Expo dà appuntamento al 2024 con nuovi spunti e approfondimenti negli ambiti intermodalità, intralogistica, city logistics ed e-commerce.

LA MOBILITÀ SOSTENIBILE AL CENTRO DEL CONVEGNO ANITA

Durante il Green Logistics Expo, luogo di incontri e di scambi è stato il Villaggio Anita, animato grazie alla presenza del simulatore di guida sicura messo a disposizione dei visitatori della fiera da ASC (Automotive Safety Centre) e dei partner dell’associazione che hanno avuto l’opportunità di organizzare due workshop tematici sull’evoluzione della logistica in ottica green.

Il primo, “Il fattore umano, il veicolo e la strada: le tre componenti chiave per una mobilità sicura e sostenibile”, ha visto partecipare, oltre al presidente del Comitato Centrale Albo Autotrasportatori, Enrico Finocchi, al direttore della Direzione generale per la Motorizzazione e per i servizi ai cittadini e alle imprese in materia di trasporti e navigazione, Pasquale D’Anzi, e al vicepresidente di Federauto con delega al settore truck e veicoli commerciali, Massimo Artusi, diversi stakeholder che hanno analizzato le prospettive future per sviluppare una mobilità sicura e attenta all’ambiente. “Siamo una filiera complessa e articolata che deve essere in grado di collaborare per raggiungere risultati – ha sottolineato il presidente di Anita, Thomas Baumgartner, durante il convegno –. È importante che venga riconsiderato il ruolo della mobilità in Italia perché oltre che essere fondamentale per il tessuto economico del Paese, offre la possibilità di creare nuovi posti di lavoro”. Il secondo evento, “Intermodalità terrestre, magazzini e imballaggi green: le sfide della logistica sostenibile”, ha invece posto l’attenzione sull’importanza del trasporto intermodale strada-ferrovia per la transizione ambientale.

TIR EVENTI NOVEMBRE2022
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AUTOTRASPORTATORI PROMOSSI ALLA GUIDA

Secondo i dati sui controlli della Polizia Stradale, nei primi sei mesi del 2022, nonostante un aumento del numero degli incidenti, i mezzi pesanti coinvolti sono stati meno del 16%, in calo rispetto all’anno precedente

Gliautotrasportatori sono una componente della mobilità stradale piuttosto disciplinata: meno del 16% dei sinistri registrati nel 2022 ha, infatti, interessato mezzi pesanti. È questo uno dei dati principali emersi durante l’intervento di Rosanna Ferranti, primo dirigente della Polizia di Stato, Direttore Div. II, Servizio Polizia Stradale, in occasione del workshop organizzato da Anita al Green Logistics Expo, il salone della logistica sostenibile andato in scena dal 5 al 7 ottobre a Fiera di Padova (vedi anche art. a pag. 22-23).

Durante il convegno “Il fattore umano, il veicolo e la strada: le tre componenti chiave per una mobilità sicura e sostenibile”, è stato prima di tutto sottolineato l’impegno degli organi di controllo a tutela della sicurezza stradale – che si concretizza nel controllo di conducenti e vettori e nel monitoraggio delle cause dei sinistri allo scopo di ridurre l’incidentalità – considerati anche gli ambiziosi obiettivi posti dall’Unione europea a riguardo. Sono stati, poi, presentati

i risultati dei controlli effettuati, resi disponibili dal Centro elettronico Polizia Stradale, secondo cui nel periodo gennaio-giugno del 2022 si sono registrati 3.962 incidenti sulle autostrade italiane, in sensibile rialzo rispetto allo stesso periodo del 2021.

In calo però è risultata la percentuale di incidenza sul totale dei sinistri che hanno coinvolto autotreni e autoarticolati: nel primo semestre dell’anno ci sono stati 628 incidenti di questo tipo, il 15,9% del totale, mentre nel primo semestre del 2021 i mezzi pesanti erano stati convolti di più, nel 19,4% dei casi.

A questi sinistri vanno poi aggiunti quelli con corresponsabilità dei mezzi pesanti che, nel periodo del 2022 analizzato, sono stati 268, in sostanziale parità con quelli registrati nel 2021.

La causa principale di incidentalità stradale con coinvolgimento di veicoli commerciali, su un totale di 310 circostanze analizzate, è stata individuata nella distrazione alla guida che ha inciso nel 46,5% dei casi (144 sinistri). Le altre cause sono state il mancato rispetto della

distanza di sicurezza (59 incidenti, il 19%), la velocità eccessiva (57 sinistri, il 18,4%), le norme di comportamento che attengono a sorpassi, a dare precedenza ecc. (30 incidenti, il 9,7%), l’inefficienza del veicolo (12 incidenti, il 3,9%) e l’alterazione dello stato psico-fisico del conducente (8 sinistri, il 2,6%).

Altro elemento messo in evidenza dai dati della Polizia Stradale è quello relativo alla flessione di incidenti, sempre nell’ambito dei mezzi pesanti, con vittime: i primi otto mesi del 2022 hanno fatto registrare un calo piuttosto significativo in questo senso, pari al -5,3%, rispetto allo stesso periodo del 2019, anno da prendere in considerazione perché pre-pandemia e quindi con una circolazione non inibita da alcuna misura sanitaria.

In occasione di questo evento promosso da Anita, la Polizia Stradale ha inoltre confermato la sua collaborazione con le istituzioni attive nel settore dell’autotrasporto, ribadendo il rinnovo dell’accordo per il biennio 2022/2023 con il Comitato Centrale dell’Albo degli Autotrasportatori, la collaborazione con il Mims per i controlli congiunti con centri mobili di revisione e con il Ministero del Lavoro in materia di distacco dei lavoratori.

Una collaborazione che, come già detto, si concretizza soprattutto in controlli per il settore, con operazioni dedicate quali, per

esempio, “controlli di legalità aggiuntivi”.

Durante questi ultimi, nel periodo gennaio-luglio 2022, sono state impiegate 13.682 pattuglie, sono state controllate 108.632 persone e accertate 21.113 infrazioni generali e specifiche.

Come sottolineato però dalla stessa Ferranti durante il workshop, i controlli non sono il solo strumento per garantire la sicurezza e avvicinare gli standard italiani agli obiettivi europei (-50% di incidenti e vittime entro il 2030). A ricoprire un ruolo di primo piano è anche la formazione professionale sui temi della sicurezza rispetto a cui la Polizia Stradale, nel 2020, ha stretto un accordo con Anita che prevede la formazione congiunta di operatori di polizia e conducenti dei veicoli commerciali su temi professionali come il carico dei veicoli, la documentazione di trasporto e l’uso del cronotachigrafo.

è conclusa lo scorso 16 ottobre l’ultima edizione di Truck & Bus coordinata da Roadpol, il network europeo delle Polizie Stradali.

corso dei controlli su mezzi pesanti e bus, durati una settimana, la Polizia Stradale italiana ha effettuato 7.100 controlli di mezzi pesanti e 631 di autobus. Le violazioni contestate sono state 5.441 di cui 504 per il superamento dei limiti di velocità, 15 per guida sotto l’effetto di alcol, 1 per guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, 376 per mancato uso delle cinture di sicurezza, 733 relative al cronotachigrafo, 521 relative alle inefficienze tecniche ed al carico, 763 relative ai documenti del veicolo e di trasporto, 28 relative al trasporto di merci pericolose, 11 relative al trasporto dei rifiuti e 2492 altre infrazioni. Nel corso dell’operazione, sono state ritirate 262 patenti e decurtati 12.323 punti patente.

25 LE CAUSE PRINCIPALI DI INCIDENTALITÀ Distanza di sicurezza 19,0% Velocità eccessiva 18,4% Norme di comportamento 9,7% Alterazione pisico-fisica 2,6% Inefficienza del veicolo 3,9% 46,5% Distrazione alla guida Incidenti in autostrada con coinvolgimento di autotreni genn/giu 2021 genn/giu 2022 15,9% 19,4% Incidenti in autostrada (totali) 3.010 3.962 genn/giu 2021 genn/giu 2022 Truck & Bus: oltre 7mila tir controllati in una settimana Si
Nel

REVISIONI AL PUNTO DI SVOLTA

Sono già iniziati gli esami per abilitare gli ispettori, così come è già pronto il decreto di regolazione della nuova tariffa per la revisione. Il punto con Pasquale D’Anzi, Direttore generale per la Motorizzazione del Mims

Loscorso 14 ottobre, il Ministero delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili ha pubblicato un documento in cui sono state riassunte le politiche in atto per migliorare l’efficienza della Motorizzazione Civile.

Sin nelle pagine introduttive, il testo sottolinea i passi avanti effettuati dal Mims, nonostante le criticità di natura organizzativa legate alla pandemia e alla riduzione dell’organico. Fra gli interventi in corso anche quelli legati alla possibilità di effettuare le revisioni dei mezzi pesanti presso le officine private, un processo ancora in fase di conclusione.

Di tutto questo abbiamo parlato con Pasquale D’Anzi,

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INTERVISTA

Direttore generale per la Motorizzazione e per i servizi ai cittadini e alle imprese del Mims. Come spiega D’Anzi, attraverso il documento “il Ministro ha ritenuto alla fine del suo mandato di fare una sintesi delle cose messe in campo nell’ultimo anno. Quando sono arrivato alla Direzione generale, nel luglio 2021 – ha spiegato – dopo una prima fase ho avviato un’iniziativa per la trasformazione del modello operativo di tutta la Motorizzazione. Sostanzialmente si tratta di un piano organico che si indirizza verso tre filoni principali: la governance del processo di trasformazione, la semplificazione normativa, la dematerializzazione e l’efficientamento dei processi. Su ciascuno di questi pilastri sono state messe in campo delle attività; ma è un percorso che comunque impiegherà almeno un triennio.

Fra i temi che le imprese di autotrasporto seguono con particolare attenzione c’è quello delle revisioni affidate alle officine private, in base a quanto stabilito lo scorso anno dal cosiddetto Decreto Infrastrutture. Come sta andando il percorso di attuazione della nuova norma?

Si tratta di un procedimento complesso; non è semplice come è accaduto nel 1992 con il trasferimento alle officine private delle revisioni dei veicoli leggeri. Il principio di fondo è che l’officina, ovvero il centro di controllo nel caso dei pesanti, non debba avere alcun legame con l’ispettore autorizzato alla revisione: l’ispettore di revisione è un soggetto abilitato con esame dalla Motorizzazione, che viene indirizzato dalla Motorizzazione stessa presso un centro di controllo per effettuare il processo di revisione.

Come sta andando la ricerca delle officine da utilizzare e dei nuovi ispettori?

Sugli ispettori siamo più avanti perché i programmi di formazione sono stati definiti già nell’aprile del 2019, quindi dei corsi erano già stati fatti quando si è avviata la normazione completa del meccanismo.

Con il mio arrivo sono cominciati gli esami per abilitare gli ispettori e per iscriverli al registro unico che sarà la base da cui gli uffici della Motorizzazione andranno a selezionare gli ispettori. Gli esami hanno

avuto inizio prima della scorsa estate. Abbiamo dei tassi di successo non esaltanti: su 100 candidati una decina riesce a ottenere l’abilitazione. Ad oggi per gli ispettori di modulo C, cioè quelli che potranno fare le revisioni dei veicoli pesanti, siamo intorno alle 20/30 unità già abilitate. Alzare la professionalità e dare un segnale chiaro che questo è un compito che richiede molta professionalità e molta responsabilità era un nostro obiettivo.

Quale sarà l’impatto per il mondo dell’autotrasporto di questa nuova norma? E qual è attualmente la situazione delle revisioni?

Consideriamo che i mezzi pesanti che andranno al centro di revisioni privati sono soltanto i pesanti merci, quindi non quelli per il trasporto a temperatura controllata e per le merci pericolose. Sostanzialmente su 900mila mezzi totali, circa 600mila – i pesanti merci appunto – si muoveranno nel nuovo perimetro delle revisioni. Sui 900mila veicoli circolanti (veicoli che si revisionano ogni anno), quelli non in regola con la revisione sono ad oggi il 12,9%. Quindi significa che circa 800mila sono revisionati e circa 100mila circolano con revisione non in regola.

Quali sono le tempistiche per la piena operatività di questo nuovo sistema? Noi abbiamo già predisposto un decreto fondamentale che è il decreto di regolazione della nuova tariffa per la revisione. Ovviamente si tratta di un decreto che deve firmare il Ministro delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze.

È un provvedimento fondamentale perché offre la possibilità per i potenziali imprenditori che vogliono investire su questa attività di costruire un business plan ed avviarsi effettivamente nella strada della costruzione di un centro di controllo.

I centri di controllo che serviranno sul territorio per soddisfare la domanda sono circa 200; più o meno 2 o 300 sono gli ispettori che dovrebbero assorbire integralmente la domanda. Speriamo che il 2023 sia l’anno della svolta.

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IL CARGO FERROVIARIO VERSO GLI OBIETTIVI UE

In Italia il treno rappresenta una quota modale dell’11% rispetto a una media europea del 16,8%: tutte le azioni messe in atto per colmare il gap con gli altri Paesi membri

di Angela Iantosca

Negliultimi anni la promozione di metodi di trasporto più efficienti e sostenibili, in particolare nel settore del trasporto merci su rotaia, ha avuto un ruolo chiave nella politica dell’Ue. Nel 2011 la Commissione europea ha fissato l’obiettivo di trasferire, entro il 2030, il 30% del trasporto merci su strada, su percorrenze superiori a 300 km, verso altri modi di trasporto, quali la ferrovia o le vie navigabili, e di trasferirne più del 50% entro il 2050 con l’obiettivo di ridurre considerevolmente le emissioni di CO2, perché, secondo l’Agenzia europea dell’ambiente, le emissioni di CO2 provenienti dal trasporto ferroviario sono 3,5 volte inferiori, per tonnellata-chilometro, a quelle prodotte dal trasporto su strada.

Ma qual è la situazione in Italia? Secondo Fermerci, che rappresenta i principali operatori del trasporto ferroviario merci in Italia, e il suo presidente Clemente Carta, “il comparto ancora oggi in Italia non esprime tutte le sue potenzialità ed è rappresentato da volumi di traffico distanti dalla media europea: il treno rappresenta una quota modale dell’11,9% rispetto a una media europea del 16,8% secondo dati Eurostat 2020”. Una quota che deve aumentare rapidamente. Per questo Fermerci ha redatto recentemente un position paper rivolto al nuovo Governo in otto punti riguardanti il costo dell’energia per la trazione ferroviaria, le infrastrutture, la previsione di un fondo per ristorare le aziende, l’ultimo miglio,

il Ferrobonus e l’immediata attuazione alla recente norma di incentivo al traffico ferroviario delle merci nei porti nazionali. Da un punto di vista fattuale sono molti i passi che si stanno compiendo. Lo scorso febbraio, durante l’evento European Railway Summit, con il quale si è sancita la chiusura dell’Anno europeo delle Ferrovie, 33 operatori ferroviari e gestori di infrastrutture provenienti da diversi Paesi europei, tra cui il Gruppo Fs Italiane, hanno firmato il Patto ferroviario europeo con cui si impegnano ad aumentare la quota della ferrovia nei trasporti e contribuire così in modo significativo al raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050. “Dobbiamo puntare sulla customer experience - ha dichiarato il presidente del Gruppo Fs Nicoletta Giadrossi -, sulla mobilità integrata con le altre modalità di trasporto, sulla digitalizzazione e l’innovazione dei servizi. Un percorso che il Gruppo FS Italiane ha già intrapreso, con l’obiettivo di aumentare del 5%

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TIRFERROVIE
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al 2030, rispetto al 2015, lo shift modale da mobilità privata a quella condivisa, e in modo significativo il trasporto merci su rotaia, e diventare carbon neutral al 2050”. Proprio per questo il Gruppo Fs ha redatto un nuovo piano industriale per il decennio 2022-2031 con un programma di investimenti da oltre 190 miliardi di euro. Il Piano decennale mira a dare certezza di esecuzione alle opere infrastrutturali nei tempi previsti; favorire il trasporto collettivo multimodale rispetto al trasporto privato; incrementare, fino a raddoppiare rispetto al 2019, il trasporto merci su ferro; rendere le infrastrutture ferroviarie e stradali più sostenibili, accessibili, integrate efficacemente fra loro e resilienti, incrementandone la dotazione anche per ridurre il gap tra nord e sud del Paese; aumentare il grado di autonomia energetica del Gruppo attraverso fonti rinnovabili e contribuire, anche in questo campo, alla transizione ecologica. Tra le azioni più recenti messe in atto dal Gruppo, possiamo ricordare l’aumento dei treni merci che collegano l’interporto Quadrante Europa di Verona e il terminal pugliese di Giovinazzo, uno dei maggiori centri di smistamento logistico meridionali, passati da 12 a 18. O ancora l’accordo firmato con il Gruppo Hupac volto ad aumentare l’offerta di servizi intermodali in Italia e verso gli altri Paesi europei.

Anche Fermerci ha siglato un accordo con Uirr, the International Union for Road-Rail Combined Transport, per

sostenere il trasporto intermodale e promuovere la costruzione di un mercato unico dei trasporti. Il tutto per colmare il gap modale nei confronti di altri Paesi Ue e raggiungere gli obiettivi previsti dal Green Deal europeo.

Molti anche gli incentivi messi in campo dalle istituzioni, a partire dal Ferrobonus, che da diversi anni incentiva l’intermodalità ferrogomma e per il quale sono state stanziate risorse aggiuntive anche per l’anno in corso. A giugno 2022, nell’ambito del piano nazionale per gli investimenti complementari che integrerà con risorse nazionali il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), la Commissione europea ha approvato un regime italiano da 55 milioni di euro che mira a modernizzare le attrezzature intermodali negli interporti e nei terminali intermodali per incoraggiare il passaggio del trasporto merci dalla strada alla ferrovia. Il decreto che ripartisce le risorse tra le 32 aziende ammesse al finanziamento è stato da poco firmato dall’ex Ministro Enrico Giovannini. I contributi serviranno per favorire l’acquisto di nuovi mezzi per il trasporto ferroviario delle merci, gru a portaletranstainer, reach stacker e loco trattori. Altri fondi al settore sono stati stanziati con il Fondo per la mobilità sostenibile, destinato a sostenere la transizione ecologica del settore dei trasporti. Dei due miliardi complessivi per il periodo 2023-2034, 150 milioni di euro (pari al 7,5% del Fondo) sono destinati a favorire l’intermodalità nel trasporto delle merci incentivando il cosiddetto shift modale dalla gomma al ferro.

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INFRASTRUTTURE DIGITALI: OPPORTUNITÀ E RISCHI

Nel corso di un convegno a Genova organizzato dalla Logistic Digital Community si è discusso dell’importanza dell’analisi predittiva per la gestione delle flotte ma anche delle insidie connesse alla digitalizzazione, come gli attacchi cyber di Antonella Vicini

Ottimizzare le scorte, ridurre gli sprechi, pianificare la necessità di carburante, prevedere gli interventi sui mezzi sono tutte azioni che possono migliorare il lavoro di chi opera nella logistica e mettere al riparo dagli imprevisti. Per gestire e anticipare i bisogni viene in soccorso la tecnologia e una nuova formula magica come l’analisi predittiva. Tecnicamente con “analisi predittiva” s’intende la capacità di utilizzare dati, algoritmi statistici e tecniche di machine learning per fornire analisi di scenario o possibili previsioni su eventi futuri basandosi sull’analisi di fatti passati e presenti. Ovviamente tutto questo si applica a più settori. Se utilizzato nel campo della supply chain può avere risvolti molto importanti dal punto

di vista delle opportunità. È il caso del sistema di gestione dei pezzi di ricambio delle navi di una società di perforazione di cui si è parlato a Genova nel corso del convegno “Infrastrutture digitali e Logistica predittiva: strategie, rischi e opportunità nello scambio dati nella supply chain del trasporto”, organizzato lo scorso 7 ottobre dalla Logistic Digital Community. L’evento è parte delle iniziative programmate dalla comunità virtuale nata nei mesi scorsi dall’universo ConfcommercioConftrasporto, assieme a Federlogistica, mettendo in rete gli operatori del trasporto, della logistica e dello shipping. Nel caso citato, l’analisi predittiva è stata impiegata nel segmento della navigazione con motori machine learning in grado di calcolare in automatico piani ottimizzati per le scorte di ricambi a bordo della flotta, ma tecniche simili possono essere adattate a terra, nei magazzini, con ricadute positive anche sulla sostenibilità ambientale di tutto il processo.

Tutto ciò che ha a che fare con la digitalizzazione espone però anche a enormi rischi. Il cosiddetto cybercrime è, infatti, una minaccia che guarda con molto appetito al mondo dei trasporti e della logistica

e alle infrastrutture. E proprio parlando di infrastrutture digitali il vicepresidente di Federlogistica-Conftrasporto, Davide Falteri, in apertura dei lavori, ha ricordato il ruolo centrale di Genova e del suo porto grazie anche a un cavo dati sottomarino, il più lungo del mondo, che collegherà lo scalo alle rotte europee, africane, indiane.

Il cavo renderà quello di Genova uno dei principali porti digitali d’Europa; circumnavigherà il continente africano, collegando direttamente 16 Paesi all’Europa e al Medio Oriente. Ci troviamo quindi di fronte a una sorta di autostrada digitale che, visto il tipo di carico, diverrà un’infrastruttura particolarmente sensibile. Da un lato è infatti fondamentale promuovere lo sviluppo della digitalizzazione della supply chain, per favorirne efficienza e competitività, dall’altro è, però, necessario muoversi per assicurare che tutti i soggetti della filiera siano sicuri. Per questo l’Unione europea ha istituito un perimetro normativo entro cui devono muoversi tutti gli Stati membri.

A tal proposito Ivano Russo, amministratore unico di RAM, intervenendo da remoto, ha ricordato sia l’impegno della società nella digitalizzazione del settore logistico, in linea con quanto stabilito dal Governo, in attuazione del PNRR, sia la necessità di muoversi secondo regole condivise. Il modello di riferimento è quello di piattaforme pubbliche e private che dovranno rispettare gli standard europei.

Direttiva Nis, Cybersecurity act e Perimetro di sicurezza nazionale cibernetica sono tre dei pilastri normativi sul tema, da cui dipende l’operatività sia della Pubblica amministrazione sia dei privati. Sono in arrivo però anche altri due atti regolatori importanti, come la Direttiva Nis 2 (che aggiorna e rende più efficace la prima anche a fronte del processo di digitalizzazione connessa alla pandemia e all’aumento delle minacce cyber) e il Cyber Resilient Act. Come ha anticipato la professoressa di Elettrotecnica della Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Genova Paola Girdinio, il Cyber Resilient Act prevede il marchio CE per tutti i prodotti software e hardware che rientrano in una catena 4.0. Chi non l’avrà rischierà sanzioni fino a 15 milioni di euro.

La caratteristica più importante della supply chain, e della logistica 4.0 in generale, è quella di essere sempre connessa in rete.

Da chi realizza i software a chi li utilizza le insidie possono trovarsi in ogni fase. L’Italia, ha osservato ancora la professoressa Girdinio, è il settimo Paese al mondo per attacchi cyber. Nel 2022 questi episodi si sono moltiplicati a livello globale a causa della guerra in Ucraina. Si stima che 6 aziende su 10 che operano nella supply chain siano bersaglio di ransomware (i malware che limitano l’accesso ai dispositivi infettati per i quali vengono chiesti poi riscatti).

Ma gli attacchi possono essere rivolti anche direttamente alle infrastrutture e ai loro sistemi di controllo con conseguenze su tutti gli utenti.

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GNL: ALTERNATIVA PRONTA PER LA TRANSIZIONE GREEN

L’Italia, con 132 punti di distribuzione, è leader in Europa nelle infrastrutture ma la crisi internazionale sta colpendo i consumi di gas naturale liquefatto

La strada ormai tracciata in Europa per la decarbonizzazione e la sostenibilità ambientale non è lastricata soltanto da infrastrutture per la ricarica elettrica e per il rifornimento dell’idrogeno: le politiche per trasporti più green passano anche per vie più tradizionali. Nella direttiva Dafi sulle infrastrutture per i combustibili alternativi ancora in vigoreanche se le istituzioni Ue stanno preparando il Regolamento Afir con criteri molto più stringenti - si stabiliscono obiettivi anche per quel che riguarda il Gas

naturale liquefatto. Nonostante i prezzi delle materie prime piuttosto proibitivi a causa del mercato internazionale, il GNL è il più pulito delle energie fossili e facilmente trasportabile ed è infatti considerato una fra le soluzioni più immediate per la transizione ecologica e per diversificare gli approvvigionamenti energetici. Nel contesto dell’attuale situazione di crisi internazionale, il gas naturale liquefatto offre una serie di opportunità anche grazie alla sua versione più green come il bioGNL.

Di questo tema si è discusso a Bologna lo scorso 13 ottobre, nel

corso di un convegno organizzato da Assogasliquidi-Federchimica all’interno della manifestazione “Conferenza GNL”. Come ha spiegato nel corso del convegno Giacomo Fabbri, presidente Gruppo merceologico GNL FederchimicaAssogasliquidi, nel nostro Paese la rete di distribuzione si è sviluppata in modo rapido a partire dal 2013.

Nonostante la crescita della infrastruttura di distribuzione, i dati del 2022 mostrano una contrazione dei volumi di consumo, con l’assenza di volumi consumati nel settore della navigazione e una rilevante contrazione del comparto del trasporto pesante. Questo senza dubbio è legato alle quotazioni del costo delle materie prime. A una crescita dell’infrastruttura di distribuzione pari a 9% nell’ultimo anno, non è corrisposta infatti una crescita dei consumi, che invece sono calati (-21%) a causa dell’andamento delle quotazioni

internazionali.

In un simile contesto geopolitico, ci si attende un netto calo del trend dei consumi soprattutto nel settore del trasporto pesante. Da qui al 2025 si stima un -40% che si trasforma in un -44% per il trasporto pesante. Attualmente in Italia risultano 4.200 mezzi a GNL in capo a imprese che, nonostante le congiunture economiche sfavorevoli, hanno investito e continuano a investire su mezzi più sostenibili come quelli a GNL, diventati particolarmente onerosi. In quest’ottica dopo le agevolazioni per l’acquisto del gasolio e dell’AdBlue, il Ministero delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili ha stabilito l’erogazione di 25 milioni di euro (attraverso un credito d’imposta del 20%) per sostenere le aziende del trasporto merci su strada che utilizzano mezzi ecologici alimentati a GNL (Vedi art. a pag. 46). Un’agevolazione su cui è arrivato recentemente il via libera della Commissione Ue nell’ambito del quadro temporaneo di crisi degli aiuti di Stato (vedi anche articolo a pag. 46) ma che ora le imprese attendono che divenga operativa.

Negli ultimi anni l’Italia ha avviato una serie di politiche che hanno portato alla creazione di una catena del valore nell’impiego del GNL nel settore dell’autotrasporto, degli impieghi offgrid e della navigazione: con 132 punti di distribuzione, 42 utenze offgrid e 68 reti isolate, il nostro Paese è leader in Europa in questo segmento.

Paola Barzaghi,

della Direzione Generale “Infrastrutture e sicurezza” del Mite, presentando i progetti autorizzati dal Ministero della Transizione ecologica, ha ricordato anche la presenza di due depositi Small Scale, cioè in grado di gestire piccole e medie quantità di gas naturale liquefatto, a Oristano e a Ravenna. Si tratta di depositi già in esercizio. Quello di Oristano ha una capacità di stoccaggio da 9 mila metri cubi e di movimentazione massima annua di 350mila metri cubi, mentre quello realizzato all’interno dell’area industriale del Porto di Ravenna è dotato di 2 serbatoi criogenici da 11.564 metri cubi ciascuno, con una capacità totale di stoccaggio circa 20mila metri cubi. Questo deposito è in grado di sviluppare una movimentazione annua di oltre 1 milione di metri cubi di GNL per rifornire almeno 12mila camion e fino a 48 traghetti all’anno. Autorizzati ma non ancora realizzati sono invece a Porto Marghera, Porto di Brindisi e anche a Oristano. E poi ci sono progetti in

corso di realizzazione sempre a Oristano e nel Porto di Cagliari. E ancora progetti anche per La Spezia, Livorno, Porto di Levante (Rovigo). Nuove risorse per ampliare la filiera, ha sottolineato Massimiliano Dattoli - Direzione Generale per la vigilanza sulle Autorità di sistema portuale, il trasporto marittimo e per vie d’acqua interne del Mims - sono sia nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, sia nel Fondo Complementare al PNRR, che ha una dotazione di 31 miliardi di euro per interventi anche per decarbonizzare il trasporto marittimo. In particolare, 220 milioni di euro sono destinati all’infrastrutturazione per il GNL e il bio GNL.

COS’È IL GNL

Il Gas Naturale Liquefatto è gas naturale, costituito essenzialmente da metano, che attraverso una serie di processi di raffreddamento e condensazione viene trasformato dalla forma gassosa a quella liquida, dopo esser stato depurato di alcuni elementi chimici come la CO2. Diminuito in questo modo di volume (di circa 600 volte) viene stoccato a circa –160° in appositi contenitori e trasportato ovunque anche via mare, grazie a navi metaniere. Il GNL può raggiungere così i rigassificatori per essere trasformato di nuovo in forma gassosa ed essere reso disponibile per il consumo tradizionale. Il GNL è un prodotto a basso impatto ambientale: azzera le emissioni di particolato e abbassa notevolmente le emissioni di CO2. Ancora più sostenibile è il bioGNL che deriva dal trattamento dei rifiuti e dei reflui animali; nel settore dei trasporti stradali può essere utilizzato in motori a GNL tradizionali e consente di ridurre le emissioni di CO2 fino al 97% rispetto all’utilizzo di carburanti fossili.

TRASPORTO RIFIUTI: COSA OFFRE IL MERCATO

In occasione di Ecomondo, le case costruttrici illustrano i principali prodotti in commercio, rigorosamente con motorizzazioni rispettose per l’ambiente, a partire dall’elettrico

Raccolgono,

compattano, spostano. Sono i veicoli adibiti al trasporto dei rifiuti, quelli che incontriamo ogni giorno nelle strade delle nostre città e che aiutano a tenere in ordine i centri urbani e non solo: un primo passo – su ruote – verso una corretta gestione dei materiali da smaltire. Ma come sono fatti questi mezzi e quali sono i prodotti attualmente

disponibili sul mercato?

In occasione di Ecomondo 2022, l’esposizione fieristica dedicata alla transizione ecologica e all’economia circolare e rigenerativa, cui prendono parte ogni anno le principali case costruttrici di veicoli commerciali,

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TIRTECNICA
Piaggio Porter NP6 Mitsubishi-Fuso Canter

Mercedes Econic

abbiamo deciso di dedicare uno spazio a questa tipologia di mezzi, illustrandone le caratteristiche tecniche e i principali utilizzi. Un camion per il trasporto rifiuti è, nella maggior parte dei casi, un veicolo per la gestione della nettezza urbana, adeguatamente allestito per effettuare la raccolta dei rifiuti prodotti quotidianamente e per trasferire gli stessi negli impianti di trattamento o di riciclo. Ad ogni modo, la tipologia di mezzo può cambiare, sia in dimensioni sia in potenza, ma sostanzialmente la configurazione tipica comprende una motrice di dimensioni variabili a seconda dei percorsi in cui deve essere utilizzata e all’allestimento destinato alla missione. Nei veicoli leggeri, l’allestimento più frequente è certamente quello con vasca: nei centri urbani più piccoli, e soprattutto per la raccolta differenziata porta a porta, si

Volvo Trucks FE

utilizzano infatti autocarri da 3,5 tonnellate a sagoma ridotta che raccolgono il contenuto di sacchetti e bidoni in vasche a tenuta stagna ribaltabili posteriormente. Questi veicoli svolgono normalmente la funzione di satellite verso un autocompattatore o, in alcuni casi, verso un compattatore scarrabile, di solito disponibile appena fuori dal centro.

E a proposito di questo, l’allestimento più frequente nel settore dell’igiene soprattutto per carichi medi e pesanti, è senz’altro l’autocompattatore, un veicolo equipaggiato con un dispositivo per il carico e il rovesciamento dei cassonetti, a bordo del quale i rifiuti vengono triturati

e compattati per ridurne le dimensioni e uniformarne il peso specifico. Una volta in discarica, poi, il compattatore si apre ed espelle il contenuto, così conferito.

Soprattutto negli ultimi anni, si sono poi diffusi dispositivi di sollevamento a gancio manovrati attraverso comandi posti nella parte anteriore del mezzo, utili a ribaltare i contenitori dei rifiuti all’interno del cassone in modo rapido e più sicuro per gli operatori. I mezzi disponibili per la raccolta dei rifiuti, che dunque possono avere massa molto diversificata con compattatori a metratura estremamente variabile, sono prodotti da molte case costruttrici. Per semplificazione partiremo dall’offerta delle case presenti a Ecomondo 2022 per illustrare i principali prodotti ad oggi disponibili sul mercato. Partiamo dai leggeri con Piaggio Porter NP6, il city truck ultracompatto del marchio italiano che, in versione chassis, può essere allestito anche con vasca ribaltabile posteriore con voltabidoni, diventando perfettamente adatto alla raccolta, al trasporto e allo scarico dei rifiuti nel centro urbano. Il veicolo si presta, poi,

TIR TECNICA 35

all’ambito cittadino anche per la scelta compiuta sulle alimentazioni che strizzano l’occhio al green: il mezzo è infatti disponibile con motorizzazioni esclusivamente a propulsione combinata (Benzina + GPL/Metano).

Indugiando ancora sui leggeri, anche il best seller di Iveco può essere allestito con vasca o piccolo costipatore. Caratterizzato da robustezza e manovrabilità, Iveco Daily è, per missioni facilitate nei centri urbani, disponibile anche in versione CNG con biometano da 3,0 litri con 136 CV e 350 Nm di coppia e, per un’impronta ancora più green, nella variante elettrica con quasi 200 km di autonomia – l’eDaily – da poco presentata allo IAA di Hannover e presto disponibile. Non può mancare, nel nostro breve e non esaustivo elenco, il MitsubishiFuso eCanter, presentato a Ecomondo nella sua nuova generazione. La casa giapponese di proprietà del gruppo Daimler, aldilà della versione elettrica, propone da anni questo ormai noto light duty

truck elettrico disponibile anche in diversi allestimenti dedicati al trasporto rifiuti, con massa da 3,5 tonnellate ma anche da 7,5 a 8,5. Restando sempre in famiglia Daimler, non si può che menzionare Mercedes-Benz Econic, lo special truck specificamente concepito per impieghi municipali nei centri urbani. Equipaggiato con motori diesel a 6 cilindri disponibili nella versione con potenza da 200 kW (272 CV) a 260 kW (354 CV), il veicolo è proposto al pubblico nello stand di Ecomondo 2022 nella sua versione 100% elettrica – l’eCanter. C’è poi Isuzu che nel comparto raccolta e trasposto rifiuti è noto per il suo Isuzu M21. In particolare, l’M21 TT Single si adatta bene agli spazi stretti delle città e presenta un motore RZ4E Euro 6d da 1898 cm cubi e 120 cv di potenza, 4 cilindri 16 valvole, common-rail a iniezione diretta con intercooler e Turbo a geometria variabile e EGR, ovviamente con classificazione Euro 6d.

E saliamo di massa, pur restando abbastanza compatti, con Volvo Trucks FE, il veicolo svedese in grado di offrire un’elevata capacità di carico e la possibilità di passare all’alimentazione elettrica, all’alimentazione a gas o di affidarsi alla tecnologia diesel. Per la vetrina di Ecomondo, il marchio ha scelto, per il settore trasporto rifiuti, un veicolo carro FE Electric 6x2 con compattatore posteriore.

In ambito medi Ford Trucks, che è pronta a lanciare il suo primo truck elettrico, propone il suo Ford Trucks 1833 più volte presentato nell’allestimento con compattatore. Il marchio, tra l’altro, ha recentemente studiato un sistema che agevola il processo di carico attraverso una gestione computerizzata della presa di forza, che permette di semplificare le attività di carico e di adeguarsi perfettamente alle missioni del settore rifiuti.

All’appello non manca nemmeno Renault Trucks che già negli scorsi mesi ha proposto ad alcuni clienti italiani il suo D Wide Z.E 100% elettrico allestito con compattatore e con un’autonomia di circa 60 km.

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Isuzu M21 Renault Trucks D Wide Elettrico Ford Trucks 1833 Iveco Daily

VERSO UN’ULTERIORE CRESCITA IN ITALIA

Marc Martinez, nuovo amministratore delegato di Man Truck & Van Italia, ha illustrato alla stampa di settore gli obiettivi a medio e lungo termine del brand

Sono arrivate le presentazioni ufficiali. Dopo l’entrata in carica di agosto, Marc Martinez, il nuovo amministratore delegato di Man Truck & Van Italia che succede a Marco Lazzoni, ha debuttato con la stampa di settore.

L’AD della filiale italiana ha colto l’occasione dell’incontro stampa, tenutosi il 13 ottobre a Milano, per fare il punto sullo stato dell’arte del brand e degli obiettivi a medio e lungo termine, sottolineando la

linea di continuità con le politiche della casa madre.

Già presidente del Consiglio di amministrazione di Man Polonia e dell’area Centro-Est, Martinez, in carica anche come presidente dell’area Adriatica (che comprende Slovenia, Croazia, Serbia e Montenegro, Nord Macedonia, Bosnia Erzegovina, Albania, Malta, Grecia e Israele), ha iniziato la sua carriera nel settore dei veicoli commerciali nel 1988 in Renault Trucks/Gruppo Volvo e fino al 2000 ha ricoperto diversi incarichi nell’area vendite. In Renault Trucks è stato direttore dei veicoli usati, key account e soprattutto amministratore delegato di Volvo Bus France e di Renault Trucks France. Entrato in Man all’inizio del 2015

come amministratore delegato di Man Truck & Bus France, dove ha lavorato fino a febbraio 2018 prima di trasferirsi nel mercato polacco, Marc Martinez avrà adesso a che fare con un mercato complesso e articolato, con l’obiettivo di renderlo ancora più incisivo nell’economia dell’azienda. Oltra alla volontà di aumentare i volumi e le quote di vendita, la strategia di crescita di Man Truck & Van Italia punterà anche sul potenziamento della rete commerciale, attraverso concessionarie di proprietà (attualmente sono 18) e i dealer, e della struttura di assistenza (80 nella penisola, se si considera anche il comparto bus).

Dal punto di vista anche simbolico, il marchio tedesco intensificherà la sua presenza in Italia anche attraverso l’attesa nuova sede che inizialmente condividerà gli spazi con la sede veronese di Volkswagen ma che dai prossimi anni si configurerà come vero e proprio quartier generale autonomo. Anche considerando il medio e lungo termine, il marchio si concentrerà sull’obiettivo aziendale primario, ossia quello di semplificare quanto più possibile il business dei propri clienti, accelerando naturalmente anche sulla sostenibilità e sulle strategie di smart mobility.

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Marc Martinez

INTERNAZIONALI: ECCO QUANDO SI APPLICA LA NON IMPONIBILITÀ IVA

L’Agenzia delle Entrate chiarisce che dal 1° gennaio 2022 è esclusa l’applicazione del regime di non imponibilità non solo nella catena di sub-vezioni, ma anche qualora il vettore esegua la prestazione in favore di un sub-committente

Adecorrere

dal 1° gennaio 2022, il regime Iva delle prestazioni di trasporto di beni in esportazione, importazione e transito (art. 9 comma 1 n. 2 DPR Iva) è stato modificato nel senso di circoscrivere la non imponibilità alle sole prestazioni rese dal vettore direttamente: l all’esportatore; l all’importatore; l al titolare del regime di transito; l al destinatario dei beni; l al prestatore di servizi di spedizione (relativi ai trasporti di beni in esportazione, in transito, in importazione, sempre che, per i beni in importazione, il corrispettivo della spedizione sia incluso nel valore dichiarato in dogana);

l al prestatore di servizi relativi alle operazioni doganali. Il nuovo comma 3, aggiunto all’art. 9 del DPR Iva dall’art. 5 septies

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del DL Fisco, stabilisce che, ai fini della non imponibilità dei servizi di trasporto internazionali, non è più sufficiente la sola condizione “oggettiva” che il trasporto riguardi beni in esportazione, in transito o in importazione, ma deve sussistere altresì la condizione “soggettiva” dell’esistenza di un rapporto contrattuale diretto tra il vettore e il mittente o il destinatario dei beni. Lo Stato italiano ha così conformato la norma interna all’orientamento espresso dalla Corte di Giustizia Ue (causa C-288/2016), secondo cui la non imponibilità prevista dall’art. 146 Direttiva Iva è applicabile ai servizi di trasporto di beni in esportazione, in transito e in importazione solo se resi direttamente al mittente o al destinatario dei beni.

La novità legislativa non impatta ovviamente sulle prestazioni che sono fuori campo Iva in base alle norme sulla territorialità dell’imposta (art. 7 ter DPR 633/72), quali sono quelle che il vettore rende a committente o ad operatore economico estero.

I CHIARIMENTI DELL’AGENZIA

DELLE ENTRATE

In questo mutato contesto normativo, nel corso del 2022 l’Agenzia delle Entrate ha fornito alcune risposte ad interpello che contribuiscono a delineare l’effettiva portata della novità legislativa in esame.

La più recente in ordine di tempo è la risposta ad interpello n. 392 del 26 luglio 2022.

Il quesito è posto da uno spedizioniere internazionale incaricato da un altro spedizioniere internazionale e doganale di effettuare sia le operazioni

doganali di esportazione sia la tratta nazionale di un trasporto internazionale di beni. L’istante ha affidato il trasporto a un vettore e chiede di conoscere il trattamento Iva dell’operazione.

L’Agenzia delle Entrate fa presente che l’operazione di trasporto fatturata dallo spedizioniere istante allo spedizioniere suo committente non è imponibile Iva, poichè resa in favore dello spedizioniere in diretto contatto con l’esportatore; per contro, quella eseguita dal vettore su incarico dell’istante è imponibile Iva, poichè resa ad un soggetto che si comporta come “subappaltatore”, in quanto ha agito su incarico di un altro spedizioniere.

La risposta chiarisce che dal 1° gennaio 2022 è quindi esclusa l’applicazione del regime di non imponibilità non solo nella “catena” di sub-vezioni, ma anche qualora – come nel caso in esame – il vettore esegua la prestazione in favore di un “sub-committente”. Resta sullo sfondo il problema di come il vettore possa dimostrare di aver ricevuto l’incarico da uno spedizioniere che è in contatto diretto con l’esportatore, se non mediante una dichiarazione dello stesso spedizioniere/committente.

Anche la risposta ad interpello n. 370/22 in merito al regime Iva applicabile al trasporto di merce in transito doganale chiarisce che ai fini della non imponibilità non è sufficiente che si tratti di beni in transito (condizione oggettiva), ma altresì che la prestazione sia resa “direttamente” al titolare del regime di transito (condizione soggettiva).

La terza risposta della Agenzia delle Entrate ad interpello n.

229/2022 affronta la questione della non imponibilità dei servizi di carico, scarico, trasbordo e simili previsti dall’art. 9 primo comma n. 5 DPR Iva.

Il quesito è posto da un’impresa di autotrasporto che dichiara di svolgere, sia pure marginalmente, anche prestazioni di servizi riconducibili al punto 5 del primo comma dell’art. 9 DPR Iva e chiede di conoscere il regime Iva applicabile a tali operazioni sia nell’ipotesi in cui le stesse siano accessorie al trasporto sia qualora non lo siano in quanto affidate a soggetto diverso dall’istante o perché rese in favore di un soggetto diverso dal committente del trasporto.

L’Agenzia delle Entrate chiarisce che le operazioni di carico e scarico quando sono accessorie a quella principale di trasporto sono attratte dal regime di non imponibilità applicabile alle prestazioni di trasporto internazionale. Per contro, se le prestazioni di carico e scarico di beni in esportazione, in transito o in importazione e le altre operazioni di cui al n. 5 del primo comma dell’art. 9 non sono accessorie a quella principale di trasporto –come nell’ipotesi in cui il vettore incaricato del trasporto affidi il servizio di carico ad un altro soggetto – si applica il regime della non imponibilità per il loro carattere oggettivo di servizi connessi agli scambi internazionali, non rientrando nel campo di applicazione del terzo comma dell’art. 9 che è circoscritto ai soli servizi di trasporto di cui al comma 1 n. 2.

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IMPOSTE: DOPPIO APPUNTAMENTO A NOVEMBRE

Entro la fine di novembre deve essere pagato il secondo acconto. Inoltre gli autotrasportatori dovranno inviare telematicamente le dichiarazioni fiscali40

Dareun taglio alle tasse?

Ecco un’utile strategia in poche mosse per contenere il salasso degli acconti d’imposta da pagare entro questo mese. Il primo passo è verificare se si rientra in uno dei casi di esclusione previsti dalla legge (come, ad esempio, nel caso in cui al rigo “Differenza” del modello Redditi 2022, risulti un importo non superiore a 51,65 euro. In questa ipotesi nulla è dovuto. Se invece l’importo è superiore a 51,65 euro ma non a 257,52 euro, il versamento è dovuto in unica soluzione entro il 30 novembre). Il secondo passaggio, se più favorevole al contribuente, è quello di applicare il cosiddetto

“metodo previsionale”, ai sensi dell’art. 2 della Legge 23.03.1977, n. 97 che consente ai contribuenti di commisurare l’acconto sull’imposta che presumibilmente ritengono dovuta per l’anno 2022, al netto delle detrazioni, crediti d’imposta e ritenute d’acconto. Chi, ad esempio, quest’anno ha cessato la propria attività, o comunque ha conseguito ricavi inferiori rispetto al 2021 o prevede di dichiarare una minore imposta nella prossima dichiarazione dei redditi, può calcolare l’acconto di novembre sull’Irpef che prevede sia dovuta per l’anno 2022, anziché sulla base di quanto si è pagato per i redditi del 2021, secondo il metodo storico.

FISCO TIR

Si tenga conto che quest’anno sono entrate in vigore alcune importanti norme che impattano sui calcoli dell’Irpef (nuove aliquote e detrazioni Irpef e l’assegno unico per i figli a carico che ha sostituito, parzialmente, le relative detrazioni d’imposta). Ricordiamo che non sono ammessi errori: multe salate sono previste nei confronti di chi omette il versamento degli acconti o nel caso in cui dovesse risultare insufficiente o

tardivo il versamento effettuato (in entrambi i casi, la sanzione amministrativa è pari al 30% degli importi non effettuati, oltre gli interessi di mora).

Tuttavia, per ridurre il peso delle sanzioni, il contribuente ha la facoltà di utilizzare il ravvedimento operoso (dal primo giorno di ritardo fino al quattordicesimo si pagherà una sanzione dello 0,1% per ogni giorno di ritardo; la sanzione ridotta sale invece all’1,5% dal quindicesimo al trentesimo giorno dalla scadenza naturale e al 3,75% se il pagamento avviene entro il termine di presentazione della dichiarazione relativa all’anno in cui è stata commessa la violazione).

Va ricordato che gli acconti Irpef, Ires e Irap devono essere obbligatoriamente versati da tutti coloro che rientrano nell’ambito di applicazione delle rispettive imposte (in pratica, va pagato il primo e il secondo acconto in corso d’anno mentre il saldo nell’anno seguente, una volta determinato in via definitiva il reddito del periodo).

La percentuale complessiva da versare, per le persone fisiche sottoposte agli Isa, è pari al 100% dell’importo esposto al rigo “differenza” del modello Redditi 2022 (il 30 novembre però va pagata soltanto la seconda o unica rata). L’importo eventualmente pagato come prima rata (50% del 100%) va sottratto da questo importo e la differenza va versata entro il 30 novembre.

Ricordiamo che, per effetto della proroga ad agosto, la

prima rata (da parte dei soggetti sottoposti agli Isa) è stata versata con la maggiorazione dello 0,40%, pertanto da questo importo deve essere scomputata la suddetta percentuale.

Inoltre, ai fini Irap, l’acconto complessivo per le persone fisiche e le società di persone, è del 100% (il versamento segue le stesse modalità e i termini previsti per le imposte sui redditi).

Stesso discorso anche per le società di capitali per l’acconto Ires e Irap (ai fini Ires, la quota di acconto complessivo, a carico delle società di capitali, è pari al 100% dell’imposta evidenziata al rigo “Ires dovuta” del modello Redditi 2021).

E sempre entro la fine di questo mese, gli autotrasportatori, persone fisiche, dovranno inviare telematicamente le dichiarazioni fiscali (Redditi, Irap e Isa) mentre i soggetti Ires devono presentare la dichiarazione Redditi RC, Irap e il modello Isa, entro l’ultimo giorno dell’undicesimo mese successivo a quello di chiusura del periodo d’imposta (quelli con periodo d’imposta coincidente con l’anno solare, presentano la dichiarazione dei redditi entro il 30 novembre dell’anno successivo a quello di chiusura del periodo d‘imposta). Infine, è utile ricordare che le dichiarazioni sono considerate valide, salvo l’applicazione delle relative sanzioni previste dalla legge, se sono presentate entro 90 giorni dalla scadenza dei termini ordinari. Oltre tale scadenza, sono considerate omesse a tutti gli effetti, ma costituiscono titolo per la riscossione dell’imposta dovuta.

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CQC: CONSEGUIMENTO E RINNOVO ATTRAVERSO UN’UNICA PIATTAFORMA

L’applicativo, realizzato dal CED della Motorizzazione, dovrebbe raggiungere la piena operatività nei primi mesi del 2023. Fino a quel momento non sarà possibile svolgere i corsi di formazione periodica per il rinnovo della CQC in maniera frazionata

Larecente disciplina sulla Carta di Qualificazione del Conducente (meglio nota con l’acronimo CQC) prevede che tutte le fasi riguardanti l’avvio e lo svolgimento dei corsi iniziali per il primo conseguimento, nonché la formazione periodica per il rinnovo quinquennale, siano gestite attraverso un unico applicativo, realizzato dal CED della Motorizzazione.

La nuova piattaforma CQC, prevista dall’articolo 13 del DM 30 luglio 2021, consentirà in particolare alle autoscuole e agli enti di formazione abilitati di effettuare: l le comunicazioni di avvio corsi ai competenti Uffici provinciali della Motorizzazione, con l’elenco dei partecipanti e il calendario delle lezioni da svolgere;

l la tenuta dei registri d’iscrizione ai corsi, con l’annotazione della frequenza dei corsisti;

l la rilevazione puntuale delle presenze, attraverso connessione con il sistema di rilevamento biometrico di cui ogni organismo abilitato dovrà dotarsi;

l la generazione dell’attestato di fine corso, che certifica la formazione iniziale del candidato e gli consente di presentarsi all’esame per l’ottenimento della CQC;

l la gestione dell’archivio, con la documentazione relativa ai moduli di lezione completati da ogni corsista nella formazione periodica, che nel caso di corso integrale (35 ore svolte nell’arco degli ultimi dodici mesi precedenti la scadenza della

CQC) consentirà il rilascio dell’attestato necessario al rinnovo della carta, mentre nei casi di corso frazionato (7 ore per cinque moduli, da svolgere nell’arco dei cinque anni di validità della CQC), permetterà all’organismo che svolge l’ultimo modulo di verificare la frequenza totale delle 35 ore e quindi rilasciare l’attestato finale per il rinnovo del titolo di guida.

Nella piattaforma CQC saranno inoltre inseriti nulla osta e autorizzazioni necessarie agli organismi abilitati per l’avvio dei corsi,

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nonché gli eventuali provvedimenti sanzionatori cui dovessero andare in contro per errato o irregolare svolgimento della formazione.

Al momento in cui scriviamo, la piattaforma CQC non è ancora operativa, ma sono state già diramate le prime istruzioni per la sua messa in esercizio, con la richiesta di svolgimento delle necessarie attività preliminari.

Con circolare del 2 agosto 2022 (prot. n. 24990), la Direzione generale della Motorizzazione ha difatti chiesto a tutti i Centri d’istruzione abilitati e agli Enti di formazione autorizzati a svolgere i corsi di registrare i propri dati (tra cui legale rappresentante, PEC, mail, sede legale e operativa) in un apposito registro entro la scadenza del 15 settembre 2022. Successivamente, al termine di questa prima fase (che è ancora in via di perfezionamento, stante le difficoltà incontrate da alcuni soggetti nell’invio dei

propri dati), la Motorizzazione fornirà a tutti gli organismi registrati le credenziali utili, non solo per registrarsi sul portale dell’automobilista come “Ente centrale”, ma soprattutto per consentire a questi enti l’accreditamento di tutte le loro sedi periferiche, in cui attualmente sono autorizzati ad operare.

Questa seconda fase dovrebbe verosimilmente svolgersi entro la fine dell’anno, per poi effettuare un necessario periodo di prova e sperimentazione, al fine di ottenere la piena operatività della piattaforma CQC nei primi mesi del 2023.

Per queste ulteriori attività, la Motorizzazione si è riservata di fornire maggiori istruzioni,

con successivi e appositi provvedimenti. Ciò che appare importante evidenziare è che fino al pieno rilascio della piattaforma non sarà possibile svolgere i corsi di formazione periodica per il rinnovo della CQC in maniera frazionata (cioè con singoli moduli nei diversi anni di validità della carta), mentre una volta implementata la piattaforma, la gestione dei corsi avverrà in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale, senza più alcuna differenza tra le quattro diverse Direzioni generali territoriali della Motorizzazione, che attualmente gestiscono le varie fasi dei corsi CQC.

RENTRI: LA BOZZA DI REGOLAMENTO INVIATA ALLA COMMISSIONE UE

Nuovo passo avanti per il Rentri, il Registro elettronico nazionale per la tracciabilità dei rifiuti. Il Ministero della Transizione Ecologica (MITE) il 29 settembre ha infatti inviato alla Commissione europea la bozza di Regolamento che disciplina le modalità di funzionamento del sistema, in attuazione di quanto disposto dall’articolo 188-bis del Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152.

A partire da tale data decorrono i 90 giorni del periodo sospensivo (cd. stand still) che terminerà, quindi, il 30 dicembre 2022 in cui, a livello nazionale viene sospeso l’iter del provvedimento in attesa del parere della Commissione o di altri Paesi membri della Ue.

Decorso tale termine, se non saranno stati formulati rilievi a livello europeo, sarà dato il nulla osta per procedere all’emanazione del nuovo Regolamento ed alla sua entrata in vigore.

Sulla stessa bozza di Regolamento è già stata avviata, fin dallo scorso mese di luglio, una consultazione tra il MITE e le associazioni maggiormente interessate che hanno evidenziato tutti gli aspetti critici dello schema del nuovo provvedimento e formulato alcune richieste di modifica.

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GUIDA E RIPOSO: PRECISAZIONI DEL MINISTERO DELL’INTERNO

Con una circolare del 22 settembre scorso, la Direzione Centrale per la Polizia Stradale del Viminale ha fornito alcune precisazioni sulle deroghe al periodo di guida giornaliero e settimanale

Il Ministero dell’Interno ha fornito alcune precisazioni sulla deroga ai tempi di guida giornalieri e settimanali prevista dall’art. 12, comma 3 del Regolamento (CE) 561/2006 (introdotta dal Regolamento Ue 2020/1054 del primo Pacchetto mobilità, in vigore dal 20 agosto 2020), possibile in presenza di circostanza eccezionali. L’art. 12, infatti, è stato oggetto di modifiche significative da parte del Regolamento 2020/1054 sopra indicato, con l’introduzione di due deroghe al rispetto dei tempi di guida e di riposo. La prima prevede che a condizione di non compromettere la sicurezza della circolazione stradale, l’impresa può derogare alle disposizioni in materia di periodo di guida giornaliero e settimanale e sul riposo giornaliero, superando di un’ora

al massimo il periodo di guida giornaliero e settimanale al fine di raggiungere la sede di attività del datore di lavoro o il proprio luogo di residenza per effettuare un periodo di riposo settimanale. Il Ministero dell’Interno, con la circolare del 16 marzo 2021, ha ritenuto possibile ricorrere a questa deroga anche se: il rientro nei predetti luoghi non sia finalizzato a permettere lo svolgimento del periodo di riposo settimanale; venga utilizzata per consentire lo svolgimento del riposo settimanale, ma in luoghi differenti da quelli sopra indicati. La seconda deroga stabilisce che, alle stesse condizioni

prima viste, il conducente può superare di due ore al massimo il periodo di guida giornaliero e settimanale, a condizione di aver osservato un’interruzione di 30 minuti consecutivi subito prima del periodo di guida aggiuntivo, al fine di raggiungere la sede di attività del datore di lavoro o il proprio luogo di residenza per effettuare un periodo di riposo settimanale regolare. La circolare del Ministero dell’Interno del 16 marzo 2021 aveva precisato che questa seconda ipotesi, a differenza della precedente, non era diretta a permettere l’inizio

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di un nuovo periodo di riposo giornaliero ma, visto il riferimento espresso contenuto nella norma, consentiva solamente lo svolgimento di un riposo settimanale regolare. Con la circolare del 22 Settembre scorso, la Direzione Centrale per la Polizia Stradale del Ministero dell’Interno ha riconsiderato l’orientamento restrittivo per la deroga di due ore, ammettendone l’utilizzo anche se finalizzata a prendere un riposo giornaliero. Ciò è stato reso possibile da una diversa lettura fornita dalla Direzione generale della Mobilità e dei trasporti della Commissione europea, che ha chiarito che la portata giuridica della deroga contenuta nel comma 3 dell’art. 12 è identica a quella prevista al comma precedente (sulla deroga di 1 ora). Pertanto, in presenza delle condizioni richieste dalla norma, i conducenti possono superare fino a due ore il limite massimo di guida giornaliero e settimanale, derogando anche alle regole relative al riposo giornaliero che, prevedono (art.

8, comma 2 del Reg. 561/2006) che “i conducenti devono aver effettuato un nuovo periodo di riposo giornaliero nell’arco di 24 ore dal termine del precedente periodo di riposo giornaliero o settimanale”. Di conseguenza, conclude il Ministero, in presenza di questa deroga di due ore, il riposo giornaliero potrà essere concluso, al massimo, nell’arco di 26 ore dal termine del precedente periodo di riposo giornaliero o settimanale.

In ultimo, sempre su queste due deroghe, va ricordato che:

- le circostanze eccezionali che ne giustificano l’utilizzo sono state individuate dal Ministero dell’Interno in eventi “imprevedibili, nel senso che l’esigenza di fruire della deroga non deve essere frutto

di una programmazione. Si deve trattare ad esempio, di condizioni meteo, congestione del traffico, ritardi nei punti di carico e scarico, ecc..”;

- ogni eventuale periodo di estensione è compensato da un periodo di riposo equivalente effettuato interamente assieme ad altri eventuali periodi di riposo, entro la fine della terza settimana successiva alla settimana in questione;

- il conducente indica a mano sul foglio di registrazione dell’apparecchio di controllo, o nel tabulato dell’apparecchio di controllo, il motivo della deroga alle disposizioni al più tardi nel momento in cui raggiunge la destinazione o il punto di sosta appropriato.

BACINO PADANO: DIVIETI DI CIRCOLAZIONE PER I VEICOLI PIÙ INQUINANTI

L’accordo per il miglioramento della qualità dell’aria nel Bacino Padano, siglato il 9 giugno 2017 dalle quattro Regioni della Pianura Padana (Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna) con il Ministero dell’Ambiente, prevede l’impegno da parte di queste Regioni a vietare la circolazione dei veicoli più inquinanti, in via prioritaria nei Comuni con popolazione superiore a 30mila abitanti, nei quali vengano superati uno o più dei valori limite del PM10 o del biossido di azoto NO2. Quest’anno, con la fine dello stato di emergenza legato al Covid, i divieti permanenti di circolazione sono diventati operativi anche per i veicoli Euro 4 diesel. Sul sito di Rivista Tir, anche tramite QrCode, è possibile approfondire le misure decise dalle varie Regioni, con le deroghe previste.

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CREDITO D’IMPOSTA SUL GNL: FIRMATO IL DECRETO

MINISTERIALE

L’istanza dovrà essere presentata sulla piattaforma ADM già usata per il credito d’imposta sul gasolio e – dal 4 al 21 novembre – per quello relativi agli acquisti dell’additivo AdBlue. Per il GNL stanziati 25 milioni di euro

Il Ministro delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili ha firmato, il 5 ottobre 2022, il Decreto che dà applicazione al primo Decreto Legge Aiuti dell’ormai ex-governo Draghi (DL 1° marzo 2022, n. 17, convertito in Legge n. 34/22), nella parte in cui istituisce un credito d’imposta a favore delle imprese di autotrasporto merci italiane, pari al 20% degli acquisiti del GNL effettuati nel 2022 (sul GNL vedi anche Art. a pag. 32-33). Per questa agevolazione la Legge stanzia 25 milioni di euro, che verranno assegnati alle aziende che ne faranno richiesta, presentando specifica istanza per il tramite di una piattaforma informatica realizzata dall’Agenzia delle Dogane e Monopoli. In attesa del decreto attuativo della Direzione Generale Autotrasporto del Mims,

l’ADM ha già fatto sapere che la piattaforma da utilizzare sarà la stessa sulla quale, dal 12 settembre al 19 ottobre scorsi, le imprese hanno presentato domanda per ottenere il credito d’imposta del 28% sul gasolio acquistato nel primo trimestre del corrente anno, e che dal 4 al 21 novembre 2022 sarà usata per le istanze relative al credito d’imposta per gli acquisti annuali dell’additivo AdBlue. All’istanza andranno allegati – come fatto per i precedenti crediti – il file “targhe”, con l’indicazione delle targhe degli automezzi alimentati a GNL, ed il file ”fatture”, con elencazione delle fatture di acquisto del prodotto. A differenza delle richieste precedenti però, nella domanda per il credito sul GNL, l’azienda dovrà indicare il prezzo

medio di acquisto dello stesso GNL pagato nel precedente anno 2021, in quanto la Commissione europea ha subordinato la concessione del beneficio a due condizioni: la prima che il prezzo pagato in ciascun mese del 2022 sia superiore al doppio del prezzo medio dell’anno precedente; la seconda che sulla differenza il beneficio non superi il 30%. Il periodo in cui fare domanda non è stato, al momento in cui andiamo in stampa con questo numero di Tir, ancora precisato. Nel confermare che anche il credito per il GNL – così come quelli precedenti per il gasolio e per l’AdBlue – verrà riconosciuto alle imprese secondo l’ordine cronologico di arrivo delle richieste ed entro i limiti dello stanziamento generale di 25 milioni, il Decreto Ministeriale chiarisce che l’ammontare complessivo dell’agevolazione concedibile a ciascuna singola impresa non potrà superare il tetto massimo dei 2 milioni di euro, previsto dalla Commissione europea con la citata decisione di marzo 2022, come modificata nel mese di luglio (cd. Temporary Framework).

TIR 46 NORMATIVE

MODELLO

telematica

invio per

IRPEF: pagamento delle ritenute d’acconto, dei contributi previdenziali e dell’Iva relativa al mese precedente (contribuenti mensili) e al terzo trimestre (gli autotrasportatori trimestrali versano senza la maggiorazione dell’1%).

RAVVEDIMENTO: ultimo giorno utile per regolarizzare i versamenti di imposte e ritenute non effettuati (o effettuati in misura insufficiente) entro il 17 ottobre, con la maggiorazione degli interessi legali e della sanzione ridotta all’1,5%.

ACCONTI: le persone fisiche e le società devono effettuare il versamento della seconda o unica rata di acconto Irpef, Ires e Irap relativa all’anno 2022.

DICHIARAZIONE DEI REDDITI: invio telematico delle dichiarazioni Redditi, Irap, Iva e Isa 2022.

MODELLI INTRA: presentazione per via telematica dei modelli Intra relativi alle operazioni del mese di ottobre 2022 (mensili).

IRPEF: pagamento delle ritenute d’acconto, dei contributi previdenziali e dell’Iva relativa al mese precedente (contribuenti mensili).

RAVVEDIMENTO: ultimo giorno utile per regolarizzare i versamenti di imposte e ritenute non effettuati (o effettuati in misura insufficiente) entro il 16 novembre, con la maggiorazione degli interessi legali e della sanzione ridotta all’1,5%.

IMU: versamento della seconda o dell’unica rata dell’Imu 2022.

MODELLI INTRA: presentazione per via telematica dei modelli Intra relativi alle operazioni del mese di novembre 2022 (mensili).

IVA: ultimo giorno per effettuare il versamento dell’acconto Iva.

mensili).

RAVVEDIMENTO ACCONTO IVA: ultimo giorno utile per regolarizzare il versamento dell’acconto Iva non effettuato entro il 27 dicembre, con la maggiorazione degli interessi legali e della sanzione ridotta all’1,5%.

SCADENZE E DIVIETI NOVEMBRE/DICEMBRE/GENNAIO 2023 GENNAIO2023* DOM LUN MAR MER GIO VEN SAB DOM LUN MAR MER GIO VEN SAB DOM LUN MAR MER GIO VEN SAB DOM LUN MAR MER GIO VEN SAB DOM LUN MAR 9/22 9/22 9/22 9/229/229/22 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 MODELLI INTRA: presentazione per via telematica dei modelli Intra relativi alle operazioni del mese di dicembre 2022 (mensili) o del quarto trimestre 2022 (trimestrali). RAVVEDIMENTO: ultimo giorno utile per regolarizzare i versamenti di imposte e ritenute non effettuati (o effettuati in misura insufficiente) entro il 16 dicembre, con la maggiorazione degli interessi legali e della sanzione ridotta all’1,5%. IRPEF: pagamento delle ritenute d’acconto, dei contributi previdenziali e dell’Iva relativa al mese precedente (contribuenti
NOVEMBRE2022 MAR MER GIO VEN SAB DOM LUN MAR MER GIO VEN SAB DOM LUN MAR MER GIO VEN SAB DOM LUN MAR MER GIO VEN SAB DOM LUN MAR MER 9/22 9/22 9/229/229/22
770:
via
del modulo 770/2022. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30
DICEMBRE2022 GIO VEN SAB DOM LUN MAR MER GIO VEN SAB DOM LUN MAR MER GIO VEN SAB DOM LUN MAR MER GIO VEN SAB DOM LUN MAR MER GIO VEN SAB 9/22 9/22 9/229/229/229/22 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31
*Al momento in cui scriviamo non è ancora uscito il nuovo calendario, i divieti 2023 sono quindi stimati sulla base del 2022.
NOVEMBRE2022 Elaborazione Tir Giovanna Astori e Donatella Berna 48 TIR 48 Nel bilancio energetico, uno step fondamentale è quello del calcolo dei consumi finali di energia per settori, in particolare vengono calcolati quello dell'industria, dei trasporti e di un aggregato che sintetizza gli altri settori. Per quanto concerne i trasporti, nel periodo 2010-2019 vi è una contrazione dei consumi energetici nella modalità stradale con -7,3% e marittima -46,6%, in controtendenza il trasporto ferroviario con un aumento del 13,7% e il trasporto aereo che registra un incremento di circa il 27%. CONSUMI FINALI DI ENERGIA NEL SETTORE DEI TRASPORTI IN KTEP* (Anno 2019 - Valori assoluti e variazioni percentuali 2010/2019) * KTEP: i consumi finali di energia sono espressi in chilo - tonnellate di petrolio equivalente ** Trasporto aereo: escluso il trasporto internazonale *** Trasporto marittimo: escluso il trasporto internazionale Ferrovia Strada Aereo** Mare*** Condotte Altri Trasporti non specificati Totale settore Var. Tend. % 2010/2019 458,0 33.140,235.747,0 521,0 906,6715,3 602,51.128,0 212,440,9 478,05477,0 35.861,238.566,3 20102019 2019 2019 2019 2019 2019 2019 2010 2010 2010 2010 2010 2010 +13,7% -7,3% +26,80% -46,6% +419,0% +0,3% -7,0%
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