Tir - la rivista dell'autotrasporto

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L’ALBO AGGIORNA I QUIZ PER L’ACCESSO ALLA PROFESSIONE

#Trasporti #Innovazione #Rete

Il sistema dei trasporti e della logistica di un Paese rappresenta un elemento centrale per lo sviluppo e il benessere di ogni nazione moderna.

È un concetto, questo, che ribadiamo spesso per ricordare le molte ragioni per cui è necessario mantenere il settore in buona salute.

Eppure, nel comparto si registra da tempo una carenza che minaccia l’intero apparato.

In Italia mancano, infatti, più di 20mila autisti di mezzi pesanti che sono la vera linfa vitale di questo organismo articolato e complesso; una cifra che cresce sensibilmente se si conta anche il personale logistico.

Non si tratta di un problema del momento, ma di una questione che si trascina da anni, aggravata da un ricambio generazionale insufficiente e da una percezione del settore che non invoglia le nuove leve, nonostante questo mondo offra numerose opportunità professionali. Basti considerare che solo durante l’estate si aprono migliaia di opportunità, a vario titolo.

Non si tratta neanche di un problema italiano: stando agli ultimi dati dell’IRU, la richiesta di autisti nella Ue è arrivata a quota 400mila. Un dato che è destinato ad aumentare con la crescita dell’età media dei conducenti e della domanda di trasporto merci su strada.

Una crisi che impone una riflessione: ognuno deve fare la sua parte e soprattutto le condizioni di lavoro devono essere accettabili per tutti.

Il mondo della logistica opera a ritmi serrati e seguendo regole sempre più stringenti: a tutto questo devono corrispondere quindi stipendi adeguati, ambienti lavorativi sicuri e soprattutto la giusta considerazione sociale per ruoli che, di fatto, rappresentano la spina dorsale della nostra economia.

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Albo

Idoneità professionale: in arrivo i nuovi quiz

Gli attuali quesiti risalgono al 2013 e non sono più in linea con le modifiche normative degli ultimi anni. Il Comitato Centrale ha quindi avviato il processo per aggiornarli e predisporre un database ad hoc

Politica

Nuovo ossigeno per l’autotrasporto

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In Gazzetta Ufficale il decreto di riparto delle risorse che mantiene inalterati gli importi per spese non documentate, pedaggi e formazione. Le associazioni di categoria chiedono al più presto il fondo da 600 milioni per il rinnovo del parco veicolare

Professioni

Carenza autisti: tutti in cerca di soluzioni

Dal Decreto Flussi ai progetti delle associazioni, si moltiplicano le iniziative per trovare soluzioni volte ad attrarre e formare nuove risorse da impiegare nel settore dei trasporti e della logistica

Portualità

Adsp: la mappa della governance italiana

In attesa di completare l’iter di nomina di gran parte dei presidenti, il Ministro delle

Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini ha indicato i commissari straordinari per garantire la continuità gestionale

TIR - La Rivista dell’Autotrasporto - Periodico del Comitato Centrale per l’Albo Nazionale degli Autotrasportatori di Cose per Conto di Terzi

ANNO XXIV N° 283 - Luglio/Agosto 2025 - Comitato Scientifico: Presidente Enrico Finocchi

Direzione-Redazione: Via C.B. Piazza, 8 - 00161 Roma Tel. 06 69411063/06 69308055

Direttore Responsabile: Massimo De Donato dedonato@rivistatir.it

Capo Redattore: Lucia Angeloni angeloni@rivistatir.it Redattori: Antonella Vicini vicini@rivistatir.it, Carolina D’Elia delia@rivistatir.it

Grafica: Marco Banci Segreteria: Giuditta Lopardo segreteria@rivistatir.it

Fai, l’associazione unita per le sfide future

Dalla carenza di personale ai valichi alpini, molti i temi affrontati durante il Congresso nazionale dell’associazione

La carenza di personale non va in vacanza

Secondo Unioncamere sono quasi centomila le richieste di personale per trasporti e logistica fra giugno e agosto

La Blue economy fra decarbonizzazione e rilancio

L’assemblea di Assarmatori pone l’accento sui numerosi cambiamenti che investono il settore marittimo e su quanto c’è ancora da fare

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Tornano a crescere i costi per i trasporti

Il report di Banca d’Italia mostra un aumento dell’incidenza dei costi di trasporto sull’interscambio delle merci in Italia

Mobilità digitale fra AI e guida autonoma

Le innovazioni tecnologiche stanno ridisegnando trasporti e logistica: intervista con Mario Nobile, direttore generale dell’AgID

OperaCamion: il tir va in scena

Il Teatro dell’Opera di Roma ha convertito un camion in un teatro mobile, portando il Barbiere di Siviglia in molte piazze romane

Collaboratori: Angelo Ciaravolo, Andrea Giuli

CHIUSO IN REDAZIONE il 9.7.2025

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Servono azioni concrete e urgenti per favorire la transizione ecologica

Con l’aumento delle iniziative di restrizione alla circolazione dei mezzi Euro 5, il piano straordinario per il rinnovo del parco è ancora più urgente

Il Ministro delle Infrastrutture e dei

Trasporti, Matteo Salvini, ha annunciato da tempo un ambizioso piano straordinario da 600 milioni di euro dedicato al rinnovo del parco veicolare dell’autotrasporto.

L’intervento mira a incentivare l’aggiornamento dei veicoli commerciali, riconoscendo l’importanza di una strategia pluriennale per garantire investimenti sostenibili e duraturi.

Tuttavia, nonostante le intenzioni siano condivise e le associazioni di settore abbiano accolto favorevolmente la proposta, il piano stenta ancora a essere pienamente implementato.

Dall’altra parte, le imprese si trovano in difficoltà nel reperire le risorse necessarie per sostituire un parco veicolare ormai piuttosto datato.

Attualmente, soltanto il 43% dei mezzi commerciali (conto terzi e conto proprio), rientra nelle classi ambientali Euro 5 e 6, mentre il restante 57% include veicoli più vecchi, con classi ambientali Euro 4 e inferiori, immatricolati da 17 a 30 anni fa.

Questa situazione solleva non solo preoccupazioni di carattere ambientale, ma anche di ordine strategico e di sicurezza.

Le iniziative di restrizione alla circolazione dei veicoli pesanti Euro 5, come quella prevista nel bacino padano, stanno diventando un sentimento sempre più diffuso tra le amministrazioni pubbliche. La necessità di un intervento tempestivo e concreto appare ormai evidente: senza un adeguato supporto, il rischio è di dover tenere fermi i mezzi, rinunciare a opportunità di lavoro e rimanere indietro rispetto agli obiettivi europei di decarbonizzazione e compromettere la competitività delle imprese italiane. In attesa del provvedimento, rimane aperta la speranza che l’innovazione tecnologica, e in particolare l’intelligenza artificiale, possa essere un alleato prezioso nel percorso di transizione ecologica del settore dei trasporti, perché potrebbe contribuire a contrastare la concorrenza sleale e aiutare le imprese a recuperare risorse economiche per investire nel rinnovo del parco.

Il Comitato Centrale dell’Albo prosegue con decisione nel percorso di valorizzazione dell’autotrasporto, anche attraverso i canali digitali. E i dati relativi al primo quadrimestre 2025 confermano l’efficacia delle strategie messe in campo: su Instagram e LinkedIn si registra una crescita costante della fanbase e un livello di partecipazione tra i più significativi finora raggiunti.

Albo: al via la ricostituzione del Comitato Centrale

Per l’Albo la comunicazione è uno strumento essenziale: da inizio anno è stata infatti attivata una nuova strategia editoriale, con rubriche pensate per informare, incuriosire e rafforzare il legame con il settore. Un approccio mirato che sta dando i suoi frutti, contribuendo a migliorare visibilità, interazione e continuità di dialogo con la community.

Il profilo Instagram ha superato i 3.900 follower, con oltre 30mila visualizzazioni dei post e un tasso di interazione del 12%, segnale di una community attenta e coinvolta. Anche LinkedIn mostra risultati incoraggianti, con un tasso di interazione superiore al 100% e più di 1.400 interazioni: la partecipazione si traduce non solo in visibilità, ma anche in azioni concrete, come clic, salvataggi e condivisioni. A emergere con forza è il ruolo dei contenuti video, capaci di stimolare attenzione e interesse costante: il miglior contenuto reel ha superato di oltre il 1.500% la media delle visualizzazioni su LinkedIn e di oltre il 300% su Instagram.

La domanda dovrà essere presentata entro il 25 luglio, a pena di esclusione. Stabiliti criteri stringenti per la dimostrazione dei requisiti previsti

Questi numeri, tutt’altro che scontati, raccontano di una community digitale che riconosce il valore dell’autotrasporto, che ne segue l’evoluzione normativa, tecnica e culturale, e partecipa attivamente ai contenuti proposti.

AUn segnale positivo che incoraggia a proseguire lungo il percorso tracciato.

Per questo, invitiamo tutte le realtà e i professionisti del settore a seguire i canali ufficiali dell’Albo

dicembre scadrà il mandato triennale del Comitato Centrale dell’Albo. Il 9 giugno è stato quindi avviato l’iter di rinnovo con l’emanazione, a firma del Presidente del Comitato, della comunicazione di avvio del procedimento e di alcuni allegati (modello di domanda, regolamento per i controlli, template della dichiarazione da rendersi a cura della Confederazione interessata), in applicazione dell’art. 10, comma 1, del Decreto Legislativo n. 284/2005. Si tratta del 1° rinnovo successivo alle rilevanti modifiche introdotte nel 2021 dal Decreto Legge n. 121 (art. 5 co. 11), che ridefinisce modalità e perimetro della rappresentanza della Confederazione all’interno del CNEL: l’associazione che non è rappresentata direttamente in tale Consiglio si farà rappresentare tramite la Confederazione alla quale aderisce che, tra l’altro, può indicare una sola associazione. Nulla è invece cambiato per quanto riguarda la designazione dei componenti da parte delle Amministrazioni pubbliche. Il termine di presentazione della domanda è stato poi ridefinito al 25 luglio e la modulistica da utilizzare è quella allegata al Decreto n. 78. La domanda presentata oltre il 25 luglio comporterà l’esclusione. Le

associazioni di trasporto merci su strada per conto terzi, interessate a fare parte del nuovo Comitato, saranno ammesse se in possesso dei requisiti previsti dall’articolo 10, comma 1, lettera f) nn. da 1 a 7, del Decreto Legislativo n. 284/2005. Contestualmente all’avvio del procedimento è stato emanato anche un regolamento che stabilisce le modalità di controllo dei requisiti. Infatti, oltre a voler dare evidenza e massima trasparenza alle procedure, il Comitato ha stabilito stringenti criteri per la dimostrazione del possesso dei requisiti previsti, tra cui in particolare: ordinamento a base democratica, imprese iscritte all’associazione, presenza diffusa sul territorio nazionale con sedi effettivamente operative, firma del CCNL Logistica Trasporto merci e Spedizione in rappresentanza delle imprese, ecc. Infine una precisazione operativa: insieme alla domanda vanno presentati due soli allegati, e cioè la dichiarazione firmata dalla Confederazione e l’elenco delle imprese associate, per la dimostrazione del requisito di cui al punto 4) dell’art. 10 comma 1 lett. f); sarà poi l’Amministrazione a chiedere gli ulteriori documenti previsti per il controllo, come previsto dal regolamento.

Autotrasporto: Instagram @alboautotrasporto e LinkedIn @Albo Autotrasporto, in qualità di strumenti utili per informarsi, aggiornarsi e contribuire alla valorizzazione di un settore strategico per l’intero sistema Paese

AUTOTRASPORTO: UN SETTORE IN TRASFORMAZIONE

I dati dell’Albo Nazionale degli Autotrasportatori relativi al secondo trimestre 2025 confermano una tendenza ormai consolidata: cala il numero delle imprese nel complesso ma crescono, anche marcatamente, quelle più strutturate

L’autotrasporto merci sta vivendo un periodo di trasformazione.

I dati dell’Albo Nazionale degli Autotrasportatori, elaborati in collaborazione con il CED del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, e relativi al secondo trimestre 2025, confermano una tendenza ormai consolidata: diminuiscono le imprese attive nel complesso, ma quelle più strutturate e specializzate, in particolare nel trasporto a temperatura controllata (ATP), mostrano una crescita significativa. Questo indica un progressivo consolidamento e una maggiore specializzazione del mercato.

Ma vediamo i numeri nel dettaglio. Al 30 giugno 2025 le imprese attive si attestano a 98.832, registrando un calo dello 0,48% rispetto a fine 2024, quando erano 99.309. La differenza è ancora più marcata se il confronto viene fatto con dicembre

2023: allora le imprese attive erano infatti 100.908, oltre duemila in più rispetto ad oggi (+2,1%).

Ancora una volta, a diminuire sono le imprese più piccole; le monoveicolari sono scese dell’1,16% e quelle nella fascia tra 2-5 veicoli dello 0,14%. Le altre fasce, al contrario, crescono: quella tra 6 e 20 veicoli in maniera lieve (+0,27%), le altre in maniera più decisa. Tra 21 e 50 veicoli l’aumento è del 3,12%, tra 51 e 100 del 3,69% e oltre 100 veicoli addirittura del 5,36%.

Analizzando invece le imprese in base alla massa complessiva dei veicoli, quasi tutte le fasce segnano una diminuzione rispetto a fine 2024, ad eccezione di quelle tra 16 e 44 Ton (+0,53%) e oltre 44 Ton (+0,62%).

Come dicevamo, anche le imprese

ATP aumentano, passando da 63.933 di fine 2024 a 64.223 di fine giugno 2025 (+0,45%). Da segnalare soprattutto il forte incremento dei veicoli ATP circolanti (+4,97%). Ancora piuttosto elevato, infine, il numero delle imprese senza veicoli (17.707); la statistica è stata effettuata considerando i veicoli disponibili per le imprese a qualunque titolo, quindi anche in virtù di un noleggio. Viceversa, non sono stati considerati come disponibili i veicoli intestati all’impresa (per via dei consueti titoli di proprietà, leasing, patto di riservato dominio o usufrutto) ma dati in locazione ad altra impresa. Passando ai dati del portale della regolarità, nel secondo trimestre del 2025 le richieste di visura sono state 42.664. Oltre alla visura gli utenti hanno attinto anche alle informazioni relative al Durc, il documento unico di regolarità contributiva: le richieste inviate sono state 26.084 mentre quelle con responso Inps sono state 20.159. Infine, da sottolineare che 3.744 sono state le richieste rifiutate dall’Inps.

IMPRESE ISCRITTE 2° TRIMESTRE 2025 E DIFF. % RISPETTO A FINE 2024

Per massa complessiva

26.084

REGOLARITÀ: RIPARTITA L’ATTIVITÀ DI VERIFICA DELLE IMPRESE

Il campione da sottoporre a controllo comprende 34.036 aziende, individuate tra quelle che si trovano nello stato di iscrizione provvisoria al REN e all’Albo e quelle che risultano non aver pagato la quota Albo

Èripresa a pieno regime l’attività di verifica dell’Albo Nazionale degli Autotrasportatori per controllare la posizione delle imprese iscritte.

Ricordiamo, infatti, che a dicembre dello scorso anno il Comitato Centrale ha aggiudicato l’appalto per il servizio di supporto specialistico e l’assistenza tecnica, per il Comitato Centrale e gli Uffici di motorizzazione, per la verifica della regolarità delle imprese iscritte all’Albo, con l’obiettivo di controllare circa 50mila imprese entro la fine del 2027, circa 16mila ogni anno. Il 17 giugno si è svolta la prima riunione della Commissione “Regolarità” convocata sul nuovo servizio, durante la quale è stata illustrata l’attività svolta nei primi quattro mesi dell’anno: il campione estratto dalla banca dati CED da sottoporre a verifica comprende 34.036 imprese, individuate tra quelle che si trovano nello stato di iscrizione provvisoria al REN e

all’Albo e quelle che risultano non aver pagato la quota Albo per le annualità 2023-2024.

Naturalmente le attività di verifica riguarderanno anche altri requisiti, quali ad esempio la regolarità contributiva, la congruità del parco veicolare con il numero di autisti o ancora la corretta copertura assicurativa dei veicoli.

All’interno del campione sono state individuate tre macrocategorie:

4.114 imprese che possono essere eliminate dal REN in quanto cancellate dall’Albo;

3.802 imprese per le quali è stato verificato, presso la Camera di Commercio, lo stato di cancellazione/ cessazione o liquidazione/ fallimento.

Al momento sono state già predisposte e trasmesse agli UMC le note per l’eliminazione dal REN delle prime mentre, a breve, si procederà con l’invio dei provvedimenti massivi per le seconde.

In parallelo è stata individuata una terza categoria di ulteriori 10.763 imprese da sottoporre a verifica e per le prime 2.230 sono stati già avviati i controlli.

Ricordiamo che nell’ambito del precedente servizio, che si è concluso a maggio del 2024, erano state verificate circa 49mila imprese, tra quelle prive di veicoli e quelle non in regola con il pagamento delle quote nel quinquennio 2018-2022.

Albo

ESAMI PER L’IDONEITÀ PROFESSIONALE: IN ARRIVO I NUOVI QUIZ

Gli attuali quesiti risalgono al 2013 e non sono più allineati alle profonde modifiche normative intervenute in oltre dieci anni. Il servizio sarà affidato a un fornitore che avrà il compito di rivedere tutti i quiz, aggiornarli e predisporre un database informatico

L’Albo degli Autotrasportatori ha avviato il processo per aggiornare i quiz di accesso alla professione di trasportatore su strada. Un adeguamento necessario dato che i quesiti attuali, risalenti al 2013, sono ormai ampiamente desueti e non più allineati alle profonde modifiche normative intervenute in oltre dieci anni.

quello dell’idoneità professionale, ovvero essere in possesso delle conoscenze e delle attitudini pratiche necessarie per dirigere un’impresa di trasporto. Questo requisito si ottiene superando un esame che include la risoluzione di 60 quiz a risposta multipla, scelta tra 4 alternative, e lo svolgimento di un’esercitazione su un caso pratico. Gli esami sono gestiti dalle Province, mentre l’elenco dei quesiti e delle esercitazioni è di competenza del Ministero delle Infrastrutture e dei

Gli attuali quiz, individuati dal DD 8 luglio 2013 prot. n. 79, sono ormai obsoleti. Degli oltre 1650 quiz iniziali per l’esame merci ne rimangono 1566, ma anche questi necessitano di una profonda revisione. Le normative di settore sono cambiate drasticamente nel corso dell’ultimo decennio, rendendo

indispensabile un allineamento dei materiali d’esame.

Per far fronte a questa esigenza, il Comitato Centrale dell’Albo degli Autotrasportatori ha approvato, durante la riunione del 18 giugno scorso, il capitolato per l’affidamento del servizio di “Verifica, revisione e aggiornamento della banca dati dei quiz e dei tipi di esercitazione per l’esame di idoneità professionale nel settore dell’autotrasporto di viaggiatori e di merci per conto di terzi”.

Il servizio sarà affidato a un fornitore che avrà il compito di rivedere tutti i quiz esistenti, verificarne l’attualità e aggiornarli in base alle nuove normative, regolamentazioni e disposizioni amministrative.

Il fornitore dovrà inoltre garantire la qualità e l’uniformità dei quesiti e delle esercitazioni - attualmente 44 per l’esame merci e 43 per quello viaggiatori - provvedendo a un aggiornamento biennale dopo la loro adozione iniziale.

Un aspetto cruciale del servizio sarà la predisposizione di un database informatico dei quiz e delle esercitazioni, strutturato in modo da consentire una rapida identificazione dei quesiti afferenti a specifici argomenti. Questo faciliterà la manutenzione del database in caso di future modifiche normative.

Albo

GUIDIAMO SICURO, LE VOCI IN UN PODCAST

I protagonisti racconteranno su Radio24 le sfide e i risultati ottenuti in termini di sicurezza stradale e guida ecosostenibile; il punto sui conducenti formati durante il primo anno

In un settore come quello dell’autotrasporto, dove la sicurezza è un imperativo categorico e la competitività una sfida quotidiana, le iniziative dell’Albo degli Autotrasportatori sono fondamentali per elevare gli standard professionali, promuovere la sostenibilità e, soprattutto, garantire la sicurezza sulle nostre strade.

Per usare una metafora, possiamo vedere l’Albo come la bussola di una nave, che non si limita a indicare la rotta ma fornisce gli strumenti per navigare in acque talvolta tempestose, assicurando che l’equipaggio sia ben addestrato e che la nave rispetti gli standard di navigabilità.

Il progetto Guidiamo Sicuro, giunto ormai alla seconda edizione, incarna perfettamente la visione proattiva dell’Albo. Guidiamo Sicuro, infatti, non è un semplice slogan, ma un programma strutturato che mira a formare i conducenti sia dal punto di vista della sicurezza stradale sia da quello della sostenibilità, minimizzando l’impatto

sull’ambiente e risparmiando carburante. Come ormai ben sappiamo la formazione si divide in teorica e pratica. Quella teorica offre lezioni online, attraverso un’apposita piattaforma e-learning, sulla guida sicura e sulla guida ecosostenibile. Per rendere l’apprendimento più coinvolgente, le lezioni sono ricche di contenuti multimediali, come video e immagini, e al termine di ogni modulo formativo sono previsti test interattivi per verificare che l’argomento sia stato compreso pienamente. Solo dopo aver superato il test, si può infatti accedere alla lezione successiva, ovvero quella pratica, dove i conducenti possono apprendere le migliori tecniche di guida grazie ad un simulatore di guida di livello tecnologico avanzato con l’assistenza di istruttori esperti. Le sessioni pratiche sono

diverse: prima il conducente è lasciato libero di guidare a suo modo, dopodiché viene compiuto lo stesso percorso applicando però le tecniche indicate dall’istruttore esperto.

Dopo il successo della prima edizione, anche questa nuova campagna di formazione sta procedendo con ottimi risultati. A testimonianza del grande appeal

Albo

che l’iniziativa ha sulle aziende, le domande di partecipazione sono state molto più elevate dei posti disponibili: i conducenti ammessi a svolgere l’attività formativa sono stati 2.363, di cui 1.811 in formazione e 563 in riserva. Le prime lezioni teoriche sono iniziate a giugno dello scorso anno e, a distanza di 12 mesi, hanno completato la formazione teorica 1.370 conducenti, dei quali 471 al

Nord, 335 al Centro e 564 al Sud. Il progetto prevede l’uniformità nella distribuzione dei moduli formativi sul territorio nazionale, con 600 conducenti al Nord, che comprende Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Trentino-Alto Adige, Valle d’Aosta, Veneto; 600 al Centro, che comprende EmiliaRomagna, Marche, Lazio, Toscana, Umbria, Sardegna; 600 al Sud, che

Risultati dei primi dodici mesi

Hanno completato la formazione teorica

comprende Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia.

A dicembre 2024 è poi iniziata anche la formazione pratica che è già stata conclusa da 691 conducenti: 221 al Nord, 167 al Centro e 303 al Sud. Sempre in base all’ultimo report, che risale al mese di giugno, sono già stati rilasciati 691 attestati di partecipazione alla campagna formativa.

Hanno concluso la formazione pratica

Ricordiamo che questi attestati, oltre ad essere importanti per la sicurezza e per risparmiare carburante, sono anche importanti ai fini Inail, in quanto è prevista una riduzione del tasso medio di tariffa per le impese che hanno partecipato al corso.

La campagna Guidiamo Sicuro sarà anche al centro di un podcast di Radio24 disponibile dai primi di agosto. Saranno direttamente le voci dei protagonisti – conducenti e tutor – a raccontare le esperienze sul campo, le sfide e i risultati ottenuti in termini di sicurezza stradale e guida ecosostenibile. Un’opportunità per ascoltare direttamente chi vive ogni giorno la strada e sta contribuendo attivamente a costruire un futuro più sicuro e responsabile per l’autotrasporto.

Albo

Tzitzikostas in Italia: le priorità sui trasporti

La visita del Commissario europeo ai Trasporti è stata l’occasione per fare il punto su alcuni dossier strategici, dal Ponte sullo Stretto allo sviluppo dell’alta velocità. Sintonia con l’Italia sulla neutralità tecnologica

Ponte sullo Stretto, tutela del settore automotive, sviluppo dell’alta velocità e strategia marittima e portuale: sono questi i temi che sono stati al centro della visita in Italia del Commissario europeo ai Trasporti e al Turismo, Apostolos Tzitzikostas. Visita che è stata caratterizzata da incontri con deputati e ministri, fra cui il Ministro delle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini

Il Commissario ha toccato una serie di questioni che delineano le politiche Ue per la mobilità.

Attenzione particolare è stata rivolta alle infrastrutture. Tzitzikostas ha evidenziato che il completamento della Reti transeuropee dei trasporti (TEN-T) richiederà “845 miliardi di euro entro il 2040”.

Delle TEN-T fa parte anche

l’attraversamento sullo Stretto, un progetto per il quale l’esecutivo Ue ha erogato delle risorse per “vedere se sia fattibile dal punto di vista dell’investimento, come parte della rete”.

Intanto, subito dopo l’estate sarà lanciato il piano d’azione dell’Ue per le ferrovie ad alta velocità.

“Questo piano - ha proseguitoincoraggerà gli Stati membri ad andare oltre i requisiti minimi per arrivare a velocità superiori a 250 chilometri orari”. Per questo verranno affrontati anche gli ostacoli che ne stanno limitando l’attuazione.

“L’Italia è già un modello di successo”, ha aggiunto il Commissario.

A inizio 2026, invece, saranno presentate la strategia marittima industriale e la nuova strategia portuale dell’Ue.

“La nostra strategia industriale marittima fisserà degli obiettivi politici e delle azioni per rafforzare l’industria europea” e le sue filiere. Fra i dossier c’è l’attenzione a misure per sostenere la diffusone di navi a basse emissioni

o zero emissioni senza distorcere il mercato.

Sul fronte della decarbonizzazione, infine, Tzitzikostas ha parlato del Piano d’azione dell’Ue per il settore automobilistico e ha ricordato che è stata aumentata la flessibilità per gli standard di CO2 per i costruttori; modifica che però non tocca il segmento dei veicoli industriali.

“Stiamo aumentando il sostegno alla filiera della batteria”, ha aggiunto, rimarcando in ogni caso di sostenere il principio della neutralità tecnologica.

“Ci sarà una revisione degli obiettivi di emissioni di CO2 per il settore automobilistico alla fine del 2025.

Era prevista per fine 2026 ma l’abbiamo anticipata per dare stabilità al mercato e concludere il dibattito sulla neutralità tecnologica. Vanno prese in considerazione tutte le tecnologie”, ha concluso.

Italia-Francia: ancora criticità ai valichi

La società di gestione del Tunnel del Monte Bianco ha fatto sapere che i lavori di rifacimento della volta proseguiranno fino al 2050. Inaugurato il nuovo Tunnel del Tenda ma fino a settembre è previsto il divieto di transito ai veicoli con peso superiore a 3,5 Ton

La recente storia dei collegamenti transalpini fra Italia e Francia continua a rappresentare un elemento di criticità all’interno delle connessioni europee.

Proprio alla fine del mese di giugno, Sitmb, la società italiana responsabile della gestione del tunnel assieme all’omologa francese, ha fatto sapere che i lavori per il rifacimento della volta del Traforo del Monte Bianco, iniziati già lo scorso anno, proseguiranno fino al 2050. La data è emersa dai documenti di bilancio 2024. Si tratta di lavori resi necessari dalla vetustà della galleria.

Già per quest’anno è in calendario la seconda tranche di chiusura totale per tre mesi, dal 1° settembre al 12 dicembre, su un tratto di 254 metri.

“A partire dal 2027 - si legge poi nel testo - è stata prevista una nuova pianificazione dell’intervento che prende in considerazione della minore produttività del cantiere nel lasso temporale dei 105 giorni”.

La conclusione di questo primo step di attività è stimata al 2038.

“A partire dal 2043, e fino al 2050, sono stati previsti degli ulteriori interventi di tipo più localizzato al fine di completare le attività di risanamento che si renderanno necessarie a seguito di futuri assessment della volta”. Le chiusure, stando al bilancio, hanno già avuto un forte impatto economico sulla società che ha registrato una perdita d’esercizio di 4 milioni 892 mila euro. Ma stando a un’analisi più ampia, condotta da Uniontrasporti, prendendo in esame il volume di import-export attraverso il passaggio alpino, si stima una perdita economica di 11 miliardi di euro.

Le previsioni sono calcolate su 18 anni di manutenzione e, quindi,

incoraggianti giungono dal fronte del Tenda, con l’inaugurazione del nuovo tunnel avvenuta il 27 giugno.

La nuova galleria è lunga 3.200 metri, con una carreggiata larga complessivamente 6,5 metri che ospita una corsia di marcia di 3,5 metri, una corsia di emergenza di 2,7 e una banchina di 0,3 metri.

In questi mesi però sono ancora previste delle limitazioni alla circolazione, soprattutto per quel che riguarda i mezzi pesanti. Fino a settembre, infatti, è previsto il divieto di transito ai veicoli con peso superiore a 3,5 tonnellate. Un’interdizione disposta in via precauzionale in attesa che tutte le installazioni della galleria – già realizzate e collaudate – saranno gestite dal programma centralizzato. A questo si aggiungono disagi e interruzioni temporanee al Frejus. Per quel che riguarda l’asse ferroviario – riaperto a marzo dopo più di un anno e mezzo – la linea è stata nuovamente interrotta per alcuni

NUOVO OSSIGENO PER IL SETTORE

Pubblicato in Gazzetta il decreto di riparto delle risorse che mantiene inalterati gli importi per spese non documentate, pedaggi e formazione. Ridotti i fondi per il rinnovo del parco; le associazioni chiedono che venga istituito al più presto il fondo ad hoc da 600 milioni

di Lucia Angeloni

In attesa della conversione in legge del DL Infrastrutture, che dovrebbe avvenire entro il 20 di luglio e portare diverse novità anche per il settore (vedi box), sono arrivate alcune importanti disposizioni per l’autotrasporto. Innanzitutto, la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto di riparto delle risorse che rende disponibili per il 2025, il 2026 e il 2027, i 228 milioni di euro messi a disposizione dall’ultima Legge di Bilancio. La suddivisione dei fondi, discussa ad aprile con le associazioni di categoria dell’autotrasporto prevede che 70 milioni di euro siano dedicati alle deduzioni forfetarie di spese non documentate; 140 milioni siano destinati al Comitato Centrale dell’Albo degli Autotrasportatori, per la protezione ambientale e per la sicurezza della circolazione, anche con riferimento all’utilizzo

delle infrastrutture (riduzione compensata dei pedaggi autostradali); 5 milioni alla formazione professionale e 13 milioni per investimenti finalizzati allo sviluppo dell’intermodalità e delle soluzioni sostenibili nella logistica e per l’ammodernamento del parco veicolare. Le prime tre voci hanno quindi ottenuto lo stesso importo degli anni precedenti mentre i 12 milioni di euro tagliati con la Legge di Bilancio (che dovrebbero però essere in parte recuperati con il DL Infrastrutture, che ha stanziato 6 milioni l’anno per quest’anno e il prossimo) sono stati decurtati dalla voce investimenti. Questo perché

l’intenzione del Governo è quella di dedicare agli investimenti per il rinnovo del parco un fondo ad hoc,

Anfia, Anita, Federauto, Unatras e Unrae chiedono di accelerare le procedure di attuazione del fondo, così da poter dare una prospettiva pluriennale di sostegno agli investimenti.

Nella missiva si legge inoltre che “a fronte di una condizione di stallo a livello istituzionale europeo che ha elaborato un Action Plan Automotive che non prevede

contributo più concreto possibile per la decarbonizzazione del trasporto merci su gomma”. Nei prossimi mesi, il Governo dovrà anche lavorare per aggiornare la normativa nazionale inerente all’accesso alla professione alle regole europee.

Sulla Gazzetta Ufficiale del 25 giugno 2025 è stata infatti pubblicata la Legge n. 91 del 13 giugno 2025, conosciuta come Legge di delegazione europea 2024, con cui il Parlamento ha autorizzato il Governo a recepire una serie di direttive europee e di definire disposizioni dettagliate e sanzionatorie per altri regolamenti dell’Unione.

Tra le diverse materie oggetto

di delega, una riguarda appunto l’autotrasporto e l’accesso alla professione.

Nel frattempo, il Ministro Salvini ha firmato il decreto che definisce le caratteristiche e le modalità di installazione dell’alcolock, uno speciale dispositivo previsto dal nuovo Codice della Strada che impedisce l’avvio del motore qualora, dopo che il conducente ha soffiato nell’apparecchio, venga rilevata l’assunzione di sostanze alcoliche. Il decreto fornisce linee guida precise alle officine autorizzate per il montaggio e agli utenti e stabilisce che l’alcolock può essere installato su diverse categorie di veicoli, sia per il trasporto di persone sia merci.

DL INFRASTRUTTURE, MOLTE NOVITÀ PER L’AUTOTRASPORTO

Sono molte le novità per l’autotrasporto che arriveranno dal DL Infrastrutture, in corso di conversione al Parlamento.

Le Commissioni riunite Ambiente e Trasporti della Camera hanno approvato una serie di emendamenti al provvedimento - sul quale il Governo ha posto la fiducia - che si aggiungono alle disposizioni a favore del settore già previste dal testo originario.

Tra queste segnaliamo il differimento, dal 1° ottobre 2025 al 1° ottobre 2026, del termine che prevede per le regioni Piemonte, Lombardia, Veneto e Emilia-Romagna la limitazione alla circolazione dei veicoli commerciali di categoria N1, N2 e N3 ad alimentazione diesel di categoria Euro 5.

Via libera anche all’integrazione dei trasporti eccezionali in Ainop, l’Archivio informativo nazionale delle opere pubbliche: questa piattaforma supporterà l’individuazione, l’inserimento e la validazione dei corridoi dedicati ai trasporti in condizioni di eccezionalità. L’Ainop verrà integrato con funzioni specifiche di pianificazione e monitoraggio dei transiti, garantendo uniformità e un controllo centralizzato delle procedure e dei flussi autorizzativi.

Sul prossimo numero di Tir torneremo sull’argomento con un ampio approfondimento sul provvedimento.

FAI, L’ASSOCIAZIONE UNITA PER LE SFIDE FUTURE

Il 13 e 14 giugno si è tenuto a Bergamo il XXIII

Congresso nazionale di Fai Conftrasporto: carenza di personale, valichi alpini, sostenibilità e digitalizzazione alcuni dei punti chiave dell’agenda dei prossimi anni

Niente è stato lasciato al caso durante il XXIII

Congresso nazionale di Fai Conftrasporto, che si è svolto a Bergamo il 13 e 14 giugno scorsi. Anche la scelta della città, infatti, ha voluto lanciare un forte segnale di ripartenza, visto che proprio a Bergamo avrebbe dovuto tenersi l’appuntamento del 2020, purtroppo saltato a causa del Covid.

La due giorni congressuale è andata ben oltre un semplice ritrovo di settore e ha lanciato un chiaro segnale: la Federazione è unita, compatta, pronta a rilanciare con forza la sua visione e il suo ruolo strategico nel mondo del trasporto e della logistica. Lo ha dimostrato la presenza, oltre che del presidente Paolo Uggè e del direttore generale Carlotta Caponi, di quattro vicepresidenti – Leonardo Lanzi, Natalino Mori,

Sergio Pardi e Gianni Satini – che in quattro diversi panel hanno affrontato alcuni degli argomenti di fondamentale importanza per il settore: permeabilità dei valichi, cybersicurezza e direttiva Nis 2, sostenibilità e standard ESG e rapporto tra sindacato e impresa. Il tutto partendo da un’analisi oggettiva, una ricerca presentata il primo giorno da Damiano Frosi e Paolo Giacobbe, del Politecnico di

Milano, volta a comprendere come si è evoluto in questi ultimi anni il trasporto merci e quali sono le principali sfide che il settore deve affrontare. Ne è emerso che alla situazione di incertezza geopolitica internazionale si accompagnano alcune difficoltà specifiche del sistema Paese, a partire da quelle legate ai valichi alpini. Le inefficienze ai valichi stanno mettendo a dura prova l’export italiano: la chiusura del Monte Bianco di tre mesi l’anno per i prossimi 18 anni (ma si inizia a parlare addirittura di 25), si traduce in una perdita economica di 11 miliardi di euro mentre le restrizioni al Brennero sono costate 1,8 miliardi negli ultimi 5 anni. Una situazione che ha fatto lanciare un vero e proprio grido di allarme con la richiesta di una mobilitazione generale. “Con le restrizioni sul Brennero viene messo

Paolo Uggè confermato alla presidenza di Fai

Il 30 giugno, nel corso di un Consiglio Nazionale, Paolo Uggè è stato riconfermato per acclamazione alla presidenza della Fai. Contestualmente, è stato eletto anche il nuovo Comitato di Presidenza, composto da 14 imprenditori provenienti da ogni parte del Paese, a conferma della rappresentatività diffusa della Federazione sul territorio nazionale. Tra le priorità indicate da Uggè figurano la neutralità energetica e il tema dell’attraversamento dell’arco alpino.

di Lucia Angeloni

in discussione il principio di libera concorrenza e di libera circolazione delle merci. L’Italia è l’unico Paese a subire realmente gli effetti del blocco dei flussi transfrontalieri lungo tutto l’arco alpino. Le conseguenze non colpiscono solo le imprese dell’autotrasporto, ma l’intera filiera della produzione e distribuzione delle merci italiane - è stata la voce univoca -. Serve una mobilitazione forte e condivisa di tutta l’economia italiana contro queste restrizioni. E vogliamo portarla direttamente a Bruxelles”.

Altra questione fondamentale è poi quella della carenza di autisti e, in generale, di personale legato al settore dei trasporti e della logistica. Secondo le stime, in Italia mancherebbero circa 60mila lavoratori del settore, con profonde conseguenze per le aziende.

Secondo la survey del Politecnico, alla domanda “Quanto è sentito dalla sua azienda il problema della carenza di autisti?”, il

Paolo Uggè

valore è stato alto: 7,3 su 10. Il 61% delle aziende intervistate si è detta disposta ad assumere manodopera qualificata dall’estero-extra Ue.

Tra le altre sfide che le imprese dovranno affrontare c’è poi la questione della cybersicurezza: secondo l’ultimo rapporto Clusit, un quarto degli attacchi cyber nel nostro Paese colpisce imprese di autotrasporto e logistica. Per questo il Congresso ha richiamato l’urgenza di rafforzare la resilienza digitale del settore, investendo in protezione dei dati, sicurezza dei sistemi e competenze AI. Resta centrale anche il tema della sostenibilità: il vicepresidente Natalino Mori ha ribadito l’urgenza di “strumenti concreti per il rinnovo delle flotte”, sull’esempio di Paesi come la Spagna, che ha stanziato 450 milioni di euro per l’ammodernamento del parco mezzi.

Nei prossimi anni la Fai sarà quindi impegnata in tutti questi ambiti.

“La Fai c’è”, ha detto Carlotta Caponi, chiudendo la

due giorni di lavori. “Le imprese ci chiedono di intervenire e noi lo faremo, come abbiamo già fatto per prepararle all’entrata in vigore del Rentri, il Registro elettronico per la tracciabilità dei rifiuti. Andremo presso le imprese per fare formazione e supportarle nell’adozione dei criteri ESG o ancora nella trasformazione verso il digitale”.

Il segretario generale ha anche annunciato l’avvio di due importanti progetti: uno riguarda la realizzazione di nuove aree di sosta e l’altro la formazione di autisti provenienti dal Marocco.

“Avere aree di sosta attrezzare per le esigenze degli autotrasportatori è fondamentale, per questo avremo un peso in un progetto importante per 48 aree di sosta in 27 Paesi Ue, lungo i corridoi TEN-T. Abbiamo siglato un accordo con Padrosa Group, società leader nella realizzazione di infrastrutture per l’autotrasporto – ha spiegato – per offrire agli associati accesso a nuove aree di sosta sicure in Europa e in Italia.

La prima sarà inaugurata entro l’estate a Ronchis (Udine)”.

L’altro progetto, che ha avuto da poco l’autorizzazione a procedere del Ministero del Lavoro, riguarda il reclutamento di manodopera specializzata in Marocco (vedi anche articolo a pag. 20).

“Questo progetto permette di superare il decreto flussi, grazie all’applicazione del decreto Cutro – ha detto Caponi –. In questo modo potremo iniziare a formare il personale direttamente in Marocco che poi potrà concludere la formazione in poco tempo nel nostro Paese”.

Carlotta Caponi

CARENZA AUTISTI, TUTTI IN CERCA DI SOLUZIONI

Dal Decreto Flussi ai progetti portati avanti dalle associazioni di categoria, si stanno moltiplicando le iniziative volte a identificare soluzioni concrete per attrarre e formare nuove risorse da impiegare nel settore dei trasporti e della logistica

La carenza di autisti nel settore dei trasporti, e più in generale di personale da impiegare nel settore della logistica, è ormai diventata una realtà consolidata che sta mettendo a dura prova l’intera filiera. In risposta a questa sfida crescente, si stanno moltiplicando le iniziative volte a identificare soluzioni concrete per attrarre e formare nuove risorse. Partiamo dal Governo. Anche quest’anno il Consiglio dei Ministri ha approvato il Decreto Flussi, per il triennio 2026-2028, che consente l’ingresso regolare in Italia di lavoratori non comunitari.

Nell’arco del triennio sono previsti 497.550 ingressi autorizzati, dei quali 164.850 nel solo 2026. Tuttavia, come sottolineato nel comunicato stampa, il Governo intende “incentivare gli ingressi fuori quota, anche nella prospettiva di un ridimensionamento del meccanismo del click day, che potrà avvenire seguendo un percorso graduale, che riguardi anzitutto i profili professionali più ricercati dai datori di lavoro e che potenzi la formazione dei lavoratori nei Paesi di origine”.

Tra questi profili rientra anche l’autotrasporto. Le abilitazioni necessarie per svolgere l’attività di autotrasportatore, patenti e soprattutto CQC, infatti, fanno sì che i lavoratori extracomunitari non possano essere impiegati immediatamente in Italia.

La questione è stata affrontata nel corso di alcune riunioni che si sono tenute al Ministero del Lavoro, alla presenza del Capo Dipartimento per i trasporti e la navigazione del MIT, Stefano Fabrizio Riazzola, e di alcune associazioni di rappresentanza del

trasporto merci e persone, tra cui Anita. Durante gli incontri era stata chiesta la possibilità di organizzare le attività formative anche da remoto in modalità sincrona, con possibilità di acquisizione della CQC nei Paesi di origine, così da potenziare il canale extra-quota previsto nel caso di formazione professionale pre-partenza, con programmi che includono anche percorsi civicolinguistici. Durante le riunioni il Ministero dei Trasporti ha anche fatto sapere che sta valutando la possibilità di recepire alcune semplificazioni già previste dalla normativa europea (Direttiva Ue 2003/59), quali ad esempio la possibilità di conseguire la CQC anche mediante il solo superamento dell’esame finale, senza obbligo di frequentare il corso in Italia. Nel frattempo, le associazioni di categoria stanno portando avanti diversi progetti. Anita ha aderito al progetto pilota di reclutamento internazionale di personale qualificato in Tunisia, promosso da Sviluppo Lavoro Italia (ex Anpal) nell’ambito del Piano Mattei. Il programma si sviluppa in tre fasi: una prima ricognizione interna dei fabbisogni, che ha coinvolto 26 imprese per un totale di 316 posizioni richieste (soprattutto autisti, ma anche carrellisti, meccanici e magazzinieri); una seconda fase, attualmente in corso, dedicata ai colloqui tra aziende italiane e candidati tunisini (già pervenute oltre 130 candidature); e una terza fase, prevista entro fine 2025, di supporto operativo all’assunzione da parte di SLI. Il progetto sarà esteso in futuro anche ad altri Paesi.

Da sottolineare che, al momento, vista la complessità normativa e tecnica legata al profilo degli

autisti, l’associazione ha deciso di concentrare l’attenzione sugli altri profili immediatamente attivabili. Anche la Fai, come annunciato durante il Congresso di Bergamo (vedi art. a pag. 18-19), ha avviato un progetto sperimentale in collaborazione con il Marocco per formare conducenti professionali da impiegare in Italia, con CQC e patente valide. Il segretario Carlotta Caponi ha partecipato a una missione a Casablanca il 9 luglio, nell’ambito del progetto europeo SDM4EU/THAMM Plus. L’iniziativa è promossa all’interno di un programma volto a incentivare una mobilità regolata e sostenibile di conducenti tra Italia e Marocco, con il sostegno dell’Unione europea. Il traguardo principale di questo progetto ambizioso è favorire una circolazione professionale più giusta, trasparente e duratura tra i due Paesi, facilitando l’incontro tra la richiesta di personale qualificato nel settore dei trasporti e l’offerta disponibile, nel rispetto di criteri formativi armonizzati a livello internazionale. Un appello pubblico per affrontare una crisi ormai strutturale è stato invece lanciato alla Camera dei Deputati da TrasportoUnito, insieme alla startup BRUM, attiva nella digitalizzazione del percorso per la patente, e ad altre associazioni per il trasporto persone. Il cuore dell’appello si fonda su sette proposte, da quella di riformare il sistema CQC, oggi considerato da molti operatori inefficace e troppo sbilanciato sulla teoria, a quella di facilitare il riconoscimento dei titoli esteri, consentendo a cittadini stranieri con esperienza nel settore di inserirsi più facilmente nel mercato italiano, colmando i vuoti strutturali di un comparto sempre più in affanno.

LA CARENZA DI PERSONALE NON VA IN VACANZA

Secondo l’ultimo bollettino di Unioncamere, la richiesta di professioni nel periodo giugnoagosto è di circa 1,5 milioni; la logistica rappresenta l’11% del totale. Vediamo quindi le principali professionalità richieste

Con l’arrivo dell’estate, nel nostro Paese oltre alle temperature salgono anche le richieste di alcune professioni. Fra queste ci sono anche quelle figure collegate al settore dei trasporti e della logistica. Una carenza denunciata da tempo sia dalle associazioni di categoria, sia, per quel che riguarda l’attività di autista dei mezzi pesanti, dallo stesso Albo Nazionale degli Autotrasportatori. A riaprire una finestra sul tema è stato il bollettino realizzato periodicamente da Unioncamere e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali sulle opportunità lavorative offerte dalle imprese a giugno e per il trimestre estivo nei settori dell’industria e dei servizi, che comprendono, appunto, anche trasporti e logistica. Un bollettino che tiene conto delle previsioni delle imprese relative ai fabbisogni mensili e ai contratti da stipulare ex novo o da rinnovare. Durante l’estate si tratta principalmente di contratti a tempo determinato. In linea generale, sono 595mila le richieste nelle macrocategorie

dell’industria e dei servizi per il solo mese di giugno; una cifra che sale a quasi 1,5 milioni nel trimestre giugno-agosto, con una crescita del 5,1% rispetto a giugno

2024 e del 6% rispetto al trimestre corrispondente.

La logistica rappresenta l’11% del totale.

Le professioni sono catalogate sulla base dei codici Ateco utilizzati dall’Istat.

La quota di assunzioni che le imprese prevedono di ricoprire ricorrendo a lavoratori stranieri si attesta al 18,5% delle entrate complessive, ma nei trasporti e nella logistica questa percentuale cresce fino al 30%; gli stranieri, infatti, rappresentano già una

1.670

LAVORATORI PREVISTI IN ENTRATA PER AREA AZIENDALE

DI INSERIMENTO

90

Responsabile acquisti

Responsabile organizzazione trasporti

Responsabile dei sistemi logistici e di distribuzione

Addetto alla gestione della logistica di magazzino

570

Addetto alla gestione amministrativa del magazzino (entrata e uscita merci)

510

Addetto alla gestione degli acquisti

risorsa importante per le aziende del settore.

Restando nel dettaglio di questo mondo, nel mese di giugno, le entrate previste nell’area dei servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio sono 37.350 che nel trimestre giugno-luglio-agosto raggiungono quota 99.400. In queste aree si cercano sia professioni definite intellettuali e scientifiche, sia tecniche, sia impiegati, sia autotrasportatori. Le richieste di autisti dei mezzi per il trasporto merci sono solo a giugno 14.360. Ci sono poi i conducenti di furgone per trasporto e consegna merci pari a 3.350. Ma anche i magazzinieri addetti alla movimentazione delle merci sono particolarmente ricercati: 14.470. Ma quali sono le altre professionalità più richieste in questo settore? Si ricercano responsabili per gli acquisti (90); buyer (390), responsabili per l’organizzazione dei trasporti (230) e dei sistemi logistici e di distribuzione (180). Sono, invece, 1.670 gli addetti alla gestione logistica di magazzino richiesti solo a

giugno; 570 gli addetti alla gestione amministrativa del magazzino (entrata e uscita merci) e 510 quelli deputati alla gestione degli acquisti. I contratti disponibili per gli addetti alla gestione amministrativa della logistica sono 3.800 con una difficoltà a reperire personale, il cosiddetto mismatch, di 1.648; significa che poco meno della metà delle posizioni resterà sguarnita. Altro elemento dell’analisi riguarda la richiesta delle imprese sulla base dei titoli di studio e dell’esperienza richiesta.

In questo caso, emerge la domanda di professioniste e professionisti che si siano formate negli ITS, gli Istituti tecnici superiori che offrono una formazione post diploma altamente specializzata di cui abbiamo parlato più volte nelle pagine di questa rivista, con indirizzo trasporti e logistica. Le entrate previste dalle aziende sono 9.890 con una difficoltà di reperimento del 23,8% a causa della mancanza di candidati e del 12,25% per preparazione inadeguata. A.V.

Addetto al rifornimento degli scaffali negli esercizi commerciali

Ausiliario della viabilità Commesso di magazzino addetto alle vendite ingrosso

Autotrasportatore merce

Magazziniere addetto alla movimentazione delle merci

6.370 1.500 14.470 3.350 2.570

Addetto alle consegne di merci con mezzo aziendale

Conducente di furgone per trasporto e consegna merci

Conduttore di carrello elevatore

Addetto al carico e scarico di merci

PORTI: LA MAPPA DELLA GOVERNANCE ITALIANA

In attesa di completare l’iter di nomina dei presidenti, il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini ha designato molti commissari straordinari, per garantire la continuità gestionale

Ètempo di cambiamento ai vertici della portualità italiana.

Sostanzialmente tutte le Autorità di Sistema sono alle prese con il rinnovo della governance e con la nomina dei nuovi presidenti.

In Italia le AdSP sono sedici in tutto e nella gran parte dei casi il mandato del presidente è scaduto o in via di scadenza.

Nei mesi scorsi, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti aveva pubblicato l’avviso per la raccolta di manifestazioni d’interesse per nove Autorità: Mare Adriatico Orientale; Mare Adriatico Meridionale; Mar Ligure Occidentale; Mar Ligure Orientale; Mar Tirreno CentroSettentrionale; Mare di Sicilia Occidentale; Dello Stretto; Mare Ionio e Mare Adriatico CentroSettentrionale.

Ma sono anche altre le presidenze scadute o in scadenza.

I requisiti per le candidature sono la cittadinanza di uno dei Paesi membri Ue e la comprovata esperienza e qualificazione professionale nei settori dell’economia dei trasporti e portuale. Il presidente di ciascuna

Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale (Massa Carrara e La Spezia) Commissario Straordinario

Bruno Pisano (da giugno 2025)

delle Autorità di Sistema Portuale deve essere nominato dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, d’intesa con il presidente della Regione o i presidenti delle Regioni interessate, sentite le Commissioni parlamentari.

Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale (Porti di Livorno, Capraia, Piombino, Portoferraio, Rio Marina e Cavo) Commissario Straordinario

Davide Gariglio (da giugno 2025)

Nel mese di aprile, il Ministro Matteo Salvini ha indicato Antonio Rosario Gurrieri alla guida dell’Adsp Mare Adriatico Orientale; Francesco Benevolo all’Adsp Adriatico Centro Settentrionale; Francesco Mastro all’Adsp Mare Adriatico Meridionale; Giovanni Gugliotti all’Adsp Mare Ionio, Davide Gariglio all’Adsp Mar Tirreno Settentrionale. Nell’attesa di completare l’iter e in vista delle scadenze, il MIT ha però la possibilità di nominare commissari straordinari. È quello che ha fatto il Ministro Salvini nelle scorse settimane, firmando i decreti di nomina al fine di garantire la continuità gestionale e operativa negli scali nell’attesa dell’investitura dei nuovi presidenti. Gran parte di questi nomi coincidono con le nomine a presidente.

Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro-Settentrionale (Porti di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta) Commissario Straordinario Pino Musolino (da gennaio 2025).

Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sardegna (Porti di Cagliari, Foxi-Sarroch, Olbia, Porto Torres, Golfo Aranci, Oristano, Portoscuso-Portovesme e Santa Teresa Gallura) Presidente

Massimo Deiana (in carica fino al 17 luglio. In assenza di nuova nomina potrà essere prorogata al massimo per 45 giorni)

Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale (Porti di Napoli, Salerno e Castellammare di Stabia) Commissario Straordinario

Andrea Annunziata (da marzo 2025)

Nel momento in cui andiamo in stampa questa è la situazione delle Adsp

Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale

(Genova, Pra’, Savona e Vado Ligure)

Commissario Straordinario

Matteo Paroli (da giugno 2025)

Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale (Porti di Trieste e Monfalcone)

Commissario straordinario

Antonio Rosario Gurrieri (da giugno 2025)

Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale

(Porti di Venezia e Chioggia)

Presidente Fulvio Lino Di Blasio (in proroga fino all’11 luglio)

Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centro-Settentrionale (Porto di Ravenna)

Commissario Straordinario

Francesco Benevolo (da giugno 2025)

Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale (Porti di Ancona, Falconara, Pescara, Pesaro, San Benedetto del Tronto, Ortona e Vasto) Presidente

Vincenzo Garofalo (da marzo 2022)

Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale (Porti di Bari, Brindisi, Manfredonia, Barletta, Monopoli e Termoli) Commissario Straordinario Francesco Mastro (da giugno 2025)

Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio (Porto di Taranto) Commissario Straordinario Giovanni Gugliotti (giugno 2025)

Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Occidentale (Porti di Palermo, Termini Imerese, Porto Empedocle e Trapani) Presidente Pasqualino Monti (in carica fino al 12 luglio)

Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Orientale (Porti di Augusta, Catania, Siracusa, Pozzallo)

Presidente

Francesco Di Sarcina (da marzo 2022)

Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio (Porti di Gioia Tauro, Crotone, Corigliano Calabro, Taureana di Palmi, Vibo Valentia) Presidente Andrea Agostinelli (in proroga)

Autorità di Sistema Portuale dello Stretto (Porti di Messina, Milazzo, Tremestieri, Villa San Giovanni, Reggio Calabria) Commissario Straordinario Francesco Rizzo (da maggio 2025)

LA BLUE ECONOMY TRA DECARBONIZZAZIONE E RILANCIO

L’assemblea nazionale di Assarmatori ha posto l’accento sui molteplici cambiamenti che interessano il settore marittimo e su quanto c’è ancora da fare. Centrale anche la questione degli ETS e della ripartizione delle risorse

“Nel Mediterraneo, quel teatro spezzato in mille scenografie, si sviluppava il viaggio breve. Napoli-Genova, GenovaPalermo…come danzatori su una pista spezzata in isole, calette, promontori.

Era il trionfo del vicino - il regno della ragione prudente. Eppure, a volte, qualcuno osava. Controcorrente”.

Con queste parole, tratte da “Il Mediterraneo” dello storico francese Fernand Braudel e interpretate dall’attore Luca Ward, si è aperta l’Assemblea annuale di Assarmatori, che si è svolta a Roma il 1° luglio.

Occhi puntati quindi sul Mare Nostrum, sin dal titolo “Mediterraneo controcorrente”, e sui molteplici cambiamenti che attraversano queste acque e quelle

internazionali e anche su quanto c’è ancora da fare nel mondo del trasporto marittimo.

Impegno per la decarbonizzazione del settore, snellimento delle procedure, sburocratizzazione dei processi, rilancio della cantieristica europea e di quella nazionale, rinnovo delle flotte: sono questi i temi che sono stati al centro della relazione iniziale del presidente Stefano Messina, di fronte a numerosi rappresentanti delle istituzioni.

Alcuni erano presenti all’evento fisicamente, altri, come la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, hanno inviato un videomessaggio.

L’associazione ha acceso sin da subito i riflettori sulla necessità di portare avanti una politica marittima che coniughi l’attenzione per l’ambiente con la produttività,

ricordando innanzitutto la capacità di adattamento del settore che negli ultimi anni ha fronteggiato scenari complessi, a partire dalle tensioni geopolitiche che hanno scosso i mercati.

Nella sua relazione Messina ha ricordato un concetto chiaro agli analisti e cioè che “chi controlla i mari, controlla il mondo”, sottolineando per questo l’importanza di missioni come Aspides nel Mar Rosso e la necessità di politiche industriali che non penalizzino il settore.

Il riferimento è ai numerosi impegni per la sostenibilità ambientale che significano, però, obblighi importanti per chi opera a vario titolo nel settore.

Da questo punto di vista è centrale la questione degli ETS e della ripartizione delle risorse derivanti dal settore marittimo; una questione che ha fatto da fil rouge a gran parte degli interventi. Messina ha sottolineato che il prelievo “viene applicato in misura indifferenziata ai vari segmenti del trasporto marittimo - molto diversi tra loro - e non tornerà al settore che lo ha generato, se non in una parte davvero risibile, insufficiente per qualsiasi reale investimento nell’ottica della decarbonizzazione”.

di Antonella Vicini

Stefano Messina

Il 50% di questi fondi, ha precisato, “è oggi destinato a tamponare il debito pubblico. Una modalità che deve essere cambiata, reindirizzando quelle risorse al settore che le ha generate e affrontando così, in modo concreto, il tema del rinnovo della flotta traghetti; rinnovo per il quale è indispensabile un intervento concreto dello Stato che affianchi le iniziative degli armatori”. Il timore, fra le altre cose, è la perdita di competitività dei nostri scali con la migrazione dei traffici a favore dei porti del Nord Africa e con conseguenze anche sulla logistica del transhipment, che in Italia vuol dire Gioia Tauro.

Il Viceministro delle Infrastrutture e Trasporti Edoardo Rixi ha risposto alle preoccupazioni dichiarando che il MIT sta aspettando “la ripartizione da parte del Mase delle quote ETS, che andrà a regime nei prossimi anni. Abbiamo bisogno di risorse per adeguare le flotte, i carburanti, ma anche per potenziare le Autostrade del Mare”, ha detto.

“La ripartizione delle percentuali è stata fatta: 50% al Ministero dell’Economia e del restante 50%, il 70% all’Ambiente, il 15% al MIMIT, il 15% al Ministero delle Infrastrutture. Quello che posso garantire è che il mio 15% andrà tutto sull’economia marittima”, ha assicurato.

La Blue economy in Italia è un vero e proprio asset strategico che contribuisce per il 12% al valore aggiunto complessivo della Blue economy dell’Unione europea, dopo Germania e Spagna.

ln questa prospettiva, la Presidente del Consiglio Meloni ha affermato che il Governo sta lavorando per supportare “il protagonismo del nostro sistema portuale e logistico, rafforzare la nostra leadership nella cantieristica, nell’industria armatoriale e nella croceristica”.

“Il nostro obiettivo - ha concluso - è dare agli operatori del settore un quadro quanto più snello e chiaro possibile”.

Considerando che il trasporto marittimo è il metodo principale di movimentazione internazionale delle merci, è fondamentale assicurare la sostenibilità della Blue economy.

Nel 2024, l’Italia si è classificata quale quarto Paese esportatore al mondo.

“Da qui al 2030 il volume globale di merci trasportate via mare potrebbe aumentare tra il 30% e il 50%”, ha detto il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. Il tema, quindi, è centrale per il nostro Paese, così come lo è quello dei dazi.

TORNANO A CRESCERE I COSTI DEI TRASPORTI

Secondo il report della Banca d’Italia, nel 2024 l’incidenza dei costi di trasporto sull’interscambio delle merci dell’Italia è aumentata del 2,5% per le esportazioni e del 4,2% per le importazioni. Crescita moderata per il trasporto stradale

Nel mese di giugno, Banca d’Italia ha pubblicato la sua consueta indagine sui costi dei trasporti internazionali; un’indagine che conduce dal 1999 su un campione di operatori per cogliere le informazioni utili a compilare la bilancia dei pagamenti. Per l’anno passato si evidenzia un lieve incremento dei costi medi del trasporto stradale – per l’import e per l’export – cresciuti moderatamente tra l’1 e il 2%, in un contesto europeo caratterizzato da un debole andamento della domanda e da costi del carburante in lieve discesa. Costi, comunque, piuttosto elevati se confrontati con l’andamento dal 2005 ad oggi.

Negli Stati più rilevanti per import ed export, come Francia e

Germania, i costi sono aumentati di circa il 2%.

In Italia, nel 2024 l’incidenza dei costi di trasporto sull’interscambio delle merci è aumentata del 2,5% per le esportazioni e del 4,2% per le importazioni; una crescita che va messa in relazione con i valori dell’anno precedente, il 2023, che

sono stati però i più bassi dall’inizio del nuovo millennio. L’aumento riflette principalmente la salita del costo dei noli per il trasporto container a causa della modifica delle rotte navali dal Mar Rosso per gli attacchi dei ribelli yemeniti Houti alle navi mercantili che transitano nell’area.

In ogni caso, aumenti di minore entità hanno riguardato anche altri comparti marittimi, come le rinfuse solide e parte del cargo generico e anche importazioni di merci via aereo, a seguito di una ricomposizione modale. Nel trasporto aereo, l’import dalla Cina ha segnato il +26%; sono invece calati i costi per le esportazioni,

Costi medi del trasporto stradale (1)

(indici dei costi medi misurati in euro/ton, 2015=100

Costo medio export (nominale)

Costo medio import (nominale)

Costo medio export (reale)

Costo medio import (reale)

(1) I costi medi reali sono ottenuti dividendo i costi nominali per l’indice dei prezzi alla produzione dei manufatti rispettivamente venduti sui mercato esteri e importati (fonte Istat).

soprattutto per la riduzione dei noli verso il Nord America.

L’incremento dei noli è tra le principali ragioni del peggioramento del disavanzo dei trasporti mercantili nella bilancia dei pagamenti dell’Italia, un deficit che è concentrato nel comparto navale, (-11,8 miliardi di euro, da -9,5 nel 2023). I trasporti terrestri non risultano essere stati fortemente influenzati da questo fattore. L’analisi riporta anche i dati del Drewry World Container Index, l’indice che misura le tariffe di trasporto spot dei container per le principali rotte commerciali Est-Ovest, ed è in grado di fare delle previsioni sull’anno in corso. Nella prima parte del 2025 i noli sono progressivamente calati (ma sono comunque superiori alla media del 2019); si stima dunque che, se nel

resto del 2025 rimarranno sui livelli dei mesi di aprile e maggio, la spesa per il trasporto delle merci importate dall’Italia via container sarebbe inferiore di oltre 1 miliardo di euro rispetto allo scorso anno. Per il Ro-Ro, che è uno dei segmenti più significativi per quel che riguarda l’autotrasporto e quindi anche per il corto raggio, nell’insieme i costi medi sono calati; un dato legato anche alla crisi dell’automotive che ha ricadute quindi sulla movimentazione delle bisarche. Anche nel trasporto ferroviario i costi medi a tonnellata sono nel complesso aumentati, soprattutto nell’export. Un rincaro che ha toccato quasi tutte le aree geografiche ed è stato più rilevante in aree come quelle dei Paesi Baltici, il Regno Unito e la Scandinavia.

Una dinamica che paga ancora gli effetti del perdurare della guerra in Ucraina. L’analisi punta, inoltre, l’attenzione sulle quote di mercato detenute dai vettori italiani. Tra il 2002 e il 2019 si è verificato un deficit strutturale di 3-6 miliardi di euro l’anno. Nel 2023 il disavanzo si è ridotto, per peggiorare di nuovo nel 2024 a causa dell’aumento dei costi medi navali: 11,8 miliardi, cifra che corrisponde allo -0,5 % del Pil. Per quanto riguarda il trasporto su strada, le quote di mercato dei vettori merci italiani è rimasto stabile rispetto allo scorso anno: 20,1%. La quota di mercato dei vettori italiani aveva registrato un costante calo dal 2004 al 2020, poi nel 2021 e nel 2022 era cresciuta, attestandosi rispettivamente al 22,5% e al 21,4%.

Logistica digitale tra AI e guida autonoma

Le innovazioni tecnologiche stanno ridisegnando trasporti e logistica: intervista con Mario Nobile, direttore generale dell’Agenzia per l’Italia Digitale, che spiega le sperimentazioni attuali e le strategie future

La digitalizzazione sta ridefinendo il volto della mobilità e della logistica. Nuove tecnologie come intelligenza artificiale e guida autonoma offrono opportunità senza precedenti ma allo stesso tempo richiedono un’attenta valutazione su investimenti, normative e strategie di integrazione. Ne parliamo con Mario Nobile, direttore generale di AgID, l’Agenzia per l’Italia Digitale, l’agenzia tecnica della Presidenza del Consiglio che si occupa di promuovere le competenze digitali e la loro diffusione.

Parliamo di guida autonoma. Alcuni Paesi europei, come Germania e Regno Unito, stanno proseguendo la sperimentazione mentre negli Stati Uniti si sta procedendo più velocemente (vedi pag. 32-33). Qual è la situazione in Italia?

Nel nostro Paese l’introduzione della guida autonoma risale al 2018, con il Decreto Smart Road. Siamo quindi pronti per ospitare le sperimentazioni e, infatti, ci sono stati numerosi test: sulla tangenziale di Napoli, sul percorso della Mille Miglia, a Milano, e sulla

Milano-Cortina.

Il punto, in questo momento, non è più se ‘si può fare’, perché le tecnologie ci sono, seppur con alcuni limiti, quali ad esempio la necessità, in alcune situazioni, dell’intervento umano.

Ciò che in questo momento serve è il quadro di investimenti e, soprattutto, l’uso concreto di queste tecnologie per casi d’uso specifici. In sostanza, sappiamo che si può fare, però va applicato in situazioni dove l’efficacia può essere molto alta. Penso a interporti, porti, a tutta quella

parte della logistica che può trarre immediatamente dei vantaggi da queste tecnologie.

L’intelligenza artificiale svolge un ruolo cruciale anche per la guida autonoma e la digitalizzazione. C’è però bisogno di accogliere e integrare tutte queste nuove tecnologie, anche tramite formazioni, finanziamenti e regolamentazioni. Esatto, noi abbiamo bisogno di due grandi elementi. Il primo, come già detto, è quello degli investimenti. Il secondo è quello dei casi d’uso concreti. Oggi si parla diffusamente di Gen AI, di intelligenza artificiale generativa, e l’ultima nata è l’Agentic AI, ovvero modelli di agenti che imitano il processo decisionale umano per risolvere i problemi in tempo reale. Facciamo un esempio concreto: una piccola o media impresa di trasporti si trova ad assicurare assistenza all’utente, visto che il trasporto è un elemento soggetto a numerose variabili, quali scioperi o problemi di varia natura per cui una spedizione può registrare i ritardi. Fino ad ora serviva l’intervento umano per gestire la telefonata o la mail del cliente

che magari chiedeva informazioni su una spedizione in ritardo. Con l’Agentic AI, il processo è autonomo; l’agente virtuale può prelevare all’interno del sistema le informazioni sulla spedizione e può contattare direttamente il cliente usando il Natural Language Processing (NLP). Sarà quindi in grado di elaborare una sequenza di parole componendo, ad esempio, il seguente messaggio: ‘Caro Mario, l’arrivo della tua spedizione era previsto per oggi alle 10.00. A causa di un problema esterno alla responsabilità dell’azienda, ti avvisiamo che arriverà nel pomeriggio’. Questo modifica il modo con cui adottiamo determinati processi all’interno delle imprese. Non significa un taglio di posti di lavoro, perché, come dicevamo a proposito della guida autonoma, questi strumenti sono incredibilmente utili, ma hanno ancora bisogno del controllo dell’essere umano, perché a volte sbagliano.

Questo processo, quindi, è cominciato già da diversi anni. Quali saranno i prossimi step? Superata la domanda ‘si può fare’, dobbiamo analizzare lucidamente quali sono le necessità rispetto al quadro nazionale.

Il tema da mettere al primo posto è che noi abbiamo più di 8mila gestori stradali, perché abbiamo 7.904 comuni che gestiscono strade, 108 province, 21 regioni e province autonome, diverse concessionarie autostradali, Anas e così via.

Se aspettiamo che ognuno di questi soggetti doti le infrastrutture della tecnologia necessaria e se, quindi, aspettiamo la pervasività di tutto il sistema, probabilmente non saremo mai competitivi rispetto ad altri Paesi europei.

Per questo io avevo proposto di costituire un organismo pubblicoprivato; in questa entità, il controllo della maggioranza delle quote sarebbe pubblico, ma con una significativa presenza del

In questo modo si potrebbero sviluppare rapidamente applicazioni, prodotti, servizi e infrastrutture tecnologiche specificamente per il mondo dei trasporti. Credo fermamente che un’iniziativa del genere ci permetterebbe di fare un salto di qualità in termini di velocità nell’innovazione. È un punto che ho sollevato recentemente e sul quale sono convinto sia fondamentale avviare una discussione.

Mario Nobile

TIR IN VIAGGIO VERSO L’AUTOMAZIONE

Negli Stati Uniti la società Aurora ha avviato un servizio commerciale con mezzi pesanti a guida autonoma lungo la rotta Dallas-Houston ma anche altre case costruttrici hanno investito, già da anni, nello sviluppo della completa automazione della guida: vediamo a che punto siamo

Imezzi pesanti di domani? Non solo più intelligenti, ma anche più autonomi.

Dopo l’avvento dell’Intelligenza Artificiale (IA), negli ultimi anni un ulteriore salto qualitativo sta ridefinendo le aspettative future del trasporto merci su strada: l’ottimizzazione di tecnologie e sistemi per la completa automazione della guida, anche per le missioni a lungo raggio.

Tutt’altro che futuristici, i camion a guida autonoma sono già tra noi grazie all’avanzamento della transizione digitale e alla crescente adozione di soluzioni tecnologiche integrate per ottimizzare la logistica e la gestione delle flotte.

Combinazione di algoritmi, IA e sensori sono solo alcuni dei tratti distintivi dei self-driving trucks. La loro circolazione sulle strade, tuttavia, non è una novità. I primi test di guida autonoma nel settore contano, infatti, almeno dieci anni di evoluzione; anni di ricerche e sperimentazioni che hanno consentito di raggiungere oggi grandi risultati in termini di sicurezza,

sostenibilità e performance. Ma cosa si intende per “guida

al 3 (guida semiautonoma), anche se il livello 3 è consentito solo in alcune delimitate situazioni e fino a precise velocità. Dal livello 3 parte infatti l’automazione parziale che si libera completamente dell’intervento umano a partire dal livello 4 (elevata automazione in determinate condizioni e aree geografiche). Una situazione al momento raggiunta da prototipi che transitano in località delimitate nell’ambito di progetti ancora sperimentali.

El Paso, Texas a Phoenix, Arizona entro la fine del 2025. L’obiettivo è raggiungere una gestione settimanale di oltre 100 carichi

hanno investito e stanno tuttora investendo nello sviluppo della completa automazione della guida

di ricerca e sviluppo nel campo della guida autonoma, con lo stanziamento di fondi - come quelli a valere sul programma Horizon Europe - finalizzati ad accelerare l’integrazione del trasporto automatizzato nel settore della logistica, con particolare attenzione ai principali corridoi di trasporto europei. Una soluzione che potrebbe risolvere anche la critica questione della carenza di conducenti, innalzando al contempo gli standard di sicurezza e sostenibilità nel settore.

Nonostante i notevoli progressi tecnologici, l’avanzamento della guida autonoma continua però a presentare significative questioni etiche, assicurative e normative. Il percorso verso una piena ed effettiva adozione di questi veicoli è tutt’altro

Le sfide, infatti, non si limitano agli aspetti puramente tecnici, ma includono anche dimensioni

Un interrogativo centrale riguarda, ad esempio, la responsabilità in caso di errore: è il produttore, il programmatore o il proprietario del veicolo a doverne rispondere?

Un’altra criticità è legata all’attuale frammentazione dei quadri normativi tra i vari Paesi: un problema che ostacola l’effettiva adozione della guida autonoma su larga scala e in

La questione è complessa e coinvolge giuristi, legislatori ed esperti di etica, chiamati a condividere regole chiare e condivise per garantire sicurezza, responsabilità e trasparenza nell’uso dell’IA nel trasporto su strada.

Il tema è caldo e il dibattito, ancora aperto; per un futuro tutto da

OPERACAMION: IL TIR VA IN SCENA

Il Teatro dell’Opera di Roma ha convertito un camion in un teatro mobile che ha portato l’opera di Rossini, Il Barbiere di Siviglia, nelle piazze dei municipi di Roma. Uno spettacolo reso possibile anche grazie ad una logistica complessa e impeccabile

Il camion, tradizionale mezzo della logistica e del trasporto merci, può oggi essere riconfigurato per assumere un ruolo innovativo e inatteso, anche al servizio della cultura.

Lontano dalla sua funzione originaria, questo gigante su ruote può trasformarsi persino in un autentico palcoscenico itinerante, capace di trasportare l’arte e lo spettacolo - con allestimenti complessi, orchestra e artisti -, direttamente nelle piazze e nei contesti urbani.

Un’idea che è recentemente diventata realtà grazie all’iniziativa OperaCamion.

Il progetto, promosso dal Teatro dell’Opera di Roma e attivo dal 2016, ha convertito un tir in un vero “autoteatro su strada” con l’obiettivo di portare l’opera - per quest’estate è stata scelta l’opera buffa “Il Barbiere di Siviglia” di Gioachino Rossini - fuori dai

teatri convenzionali, animando diversi quartieri di Roma per rendere la lirica accessibile a tutti, trasformando anche la piazza meno conosciuta in un vero palcoscenico a cielo aperto.

Il progetto è stato finanziato dall’Unione europea nell’ambito del PNRR, come parte degli interventi “Il Giubileo dei Pellegrini: eventi artistici e culturali nella città di Roma, dal centro alla periferia”. Ma come si trasforma un semplice camion in un palcoscenico, completo di scenografie e impianti tecnici, pronto per uno spettacolo d’opera in piazza? Lo abbiamo chiesto a Fabrizio Ferola del servizio tecnico del Teatro dell’Opera di Roma.

“Il processo inizia con l’arrivo in piazza con due camion: quello principale dello spettacolo e un altro bilico da 12 metri, che trasporta scenografie, luci, fonica, attrezzature e alcuni strumenti

musicali, come il contrabbasso, le percussioni e le tastiere. Una volta arrivati, il primo passo è aprire tutto ciò che sta all’interno del camion per creare l’allestimento dei praticabili avanzati. Questo serve ad aumentare il volume e il corpo del camion stesso, fornendo lo spazio necessario per gli attori, i cantanti e i mimi. Successivamente, si allestisce il boccascena, si installano e si puntano le luci e la fonica”, ha precisato Ferola.

In questa edizione, la tournée estiva si è svolta tra il 25 maggio e il 22 giugno, da Spinaceto a Centocelle, coinvolgendo in totale nove municipi della Capitale. Anche per quest’anno, l’iniziativa ha programmato spettacoli gratuiti e ad accesso libero, con la specifica richiesta al pubblico di portare le proprie sedie in piazza.

L’organizzazione di eventi in luoghi non convenzionali come le piazze, inoltre, è notevolmente più

di Carolina D’Elia

complessa rispetto agli spettacoli tenuti in teatri convenzionali, evidenziando significative complessità logistiche, tecniche e amministrative. “L’organizzazione di un evento come OperaCamion è molto più difficile rispetto a uno spettacolo teatrale tradizionale a causa dell’importante lavoro di preparazione amministrativa – ha spiegato a Tir Eugenio Giorgetta, collaboratore organizzativo del Teatro dell’Opera di Roma –. Il processo parte con i sopralluoghi con i municipi, che individuano e mettono a disposizione l’area. Segue la verifica della fattibilità del luogo individuato.

Successivamente, si avviano tutte le procedure necessarie per poter occupare il suolo pubblico e per realizzare lo spettacolo”.

Anche il capolavoro di Rossini è stato presentato in una versione

snella, ma completa per essere adattata all’esibizione in spazi aperti come piazze, parcheggi e mercati, con l’esecuzione dal vivo delle musiche da parte dell’Orchestra dell’Opera di Roma diretta da Carlo Donadio e con regia, costumi e luci a cura di Manu Lalli Il tutto ideato per ricreare un circo che attraversa la città. Fondamentale a tal fine sono state le attività di allestimento, sia del camion sia dello spazio pubblico. Un’attenzione che ha consentito di trasferire in ogni piazza l’immaginario del circo, della commedia dell’arte e della strada, impreziosita dalla presenza di attori e acrobati che interagivano con il pubblico, rendendolo protagonista attivo dell’azione scenica.

L’accuratezza non manca anche sul

piano tecnico. “Abbiamo verificato l’impatto acustico e adottiamo tutte le misure per la gestione del traffico, per assicurare lo spazio necessario all’arrivo dei mezzi e all’accoglienza del pubblico”, ha specificato Giorgetta.

La stagione estiva è terminata ma OperaCamion non si ferma qui e ha in programma per questo autunno la messa in scena di una nuova opera: “La Tosca” di Giacomo Puccini. Un’ulteriore conferma della valorizzazione del potenziale logistico dell’autotrasporto al servizio della cultura e dello spettacolo.

“Adesso stiamo iniziando con i nuovi sopralluoghi per ‘Tosca’, che andrà in scena per settembre e ottobre; e quindi si riprende con l’iter di procedure e richieste amministrative ai municipi”, ha concluso Giorgetta.

ALLESTIMENTI, GLI ABITI SU MISURA PER IL TRASPORTO

Anfia ha dato vita a una nuova sezione dei veicoli industriali, che accoglie tutte le imprese che si occupano di allestimento dei veicoli; un ruolo importante, come ci spiega il presidente Andrea Perone, che sarà alla guida della sezione fino al 2028

Mezzi telonati, refrigerati, trasporti eccezionali, gru: i veicoli industriali non sono quasi mai uno uguale all’altro. A fare la differenza sono gli allestimenti che rappresentano una sorta di abito tagliato su misura in base alle esigenze dei singoli trasporti.

Ogni allestimento, infatti, trasforma i veicoli in strumenti perfetti per l’attività da svolgere.

Si tratta quindi di un settore centrale per l’attività di trasporto merci e per le imprese di autotrasporto.

Nelle scorse settimane all’interno di Anfia, l’Associazione Nazionale

Filiera Industria Automobilistica, è stata lanciata la sezione allestimenti

dei veicoli industriali, che accoglie tutte le imprese che si occupano di allestimento di mezzi industriali in un’ottica di collaborazione reciproca, scambio di informazioni e condivisione di possibili soluzioni alle problematiche e alle sfide del settore. “È un progetto che ha preso il via un paio di anni fa all’interno della

sezione Anfia dei costruttori di gru che avevano manifestato la necessità di professionalizzare il mondo dell’allestimento, per loro inteso come quelle figure che assemblano le gru, ma non solo, sui veicoli industriali. Un’operazione non semplice, che richiede di avere diverse conoscenze. Il gruppo di lavoro che si è creato in seguito a questa iniziativa ha operato insieme per due anni, che hanno portato alla stesura di una norma per la qualifica degli installatori di gru per autocarro”. A spiegarlo è il presidente Andrea Perone, che guiderà la sezione fino al 2028. La norma di riferimento di cui parla è la UNI 11970:2025 che, nell’ambito delle attività professionali non

regolamentate, definisce i requisiti di conoscenza, abilità, autonomia e responsabilità che un installatore di gru caricatrici su veicoli deve avere. Gli installatori e i collaudatori svolgono, infatti, dei compiti specifici e per molti aspetti delicati. L’allestimento e il collaudo sono due fasi strettamente collegate. L’installazione di specifici allestimenti su un camion – come l’applicazione di gruppi frigoriferi, di ganci da traino, l’accorciamento o l’allungamento del telaio, la modifica di parti strutturali – richiede un collaudo presso un centro di controllo tecnico autorizzato per verificare che siano conformi alle norme di sicurezza e di omologazione.

“Le competenze dell’installatore –spiega Andrea Perone – riguardano le conoscenze sia del veicolo che dell’attrezzatura, le istruzioni di montaggio fornite dalle case costruttrici, che riguardano meccanica, oleodinamica e anche aspetti di elettronica, e anche le conoscenze delle norme del Codice

della Strada.

Una volta che l’installatore, grazie a tutte queste sue conoscenze, ha fatto l’abbinamento tra la gru e il veicolo, è poi necessario collaudare: il collaudo è una parte importante, perché pone verifiche per quanto riguarda la sicurezza e anche la taratura dell’attrezzatura che è stata installata. Queste sono le due figure individuate da Anfia, che erogherà poi dei corsi di formazione specifici”.

volta, poi, abbiamo realizzato un veicolo per il trasporto di motociclette, con un pianale che si sollevava creando così la possibilità di avere due piani di carico”.

E in tutto questo la tecnologia svolge un ruolo molto significativo, sia per le soluzioni offerte, sia per la possibilità di personalizzazione.

Ma quando si parla di allestimenti non si parla, ovviamente, solo di gru, ma anche di telonati, di veicoli isotermici, refrigerati, di mezzi per il trasporto di merci pericolose e di altre esigenze specifiche. Esigenze che devono essere accolte dagli allestitori. “Pensando agli allestimenti più particolari – racconta ancora Perone – mi vengono in mente i veicoli per il trasporto delle barche che devono accogliere la chiglia all’interno del telaio del camion. Una

“I tipi di allestimenti sono davvero tanti e dipendono dal settore in cui il veicolo che viene allestito andrà a lavorare. Le evoluzioni sono continue soprattutto per quanto riguarda l’ambito della sicurezza e i consumi. Lo sviluppo della parte tecnologica incide principalmente su due aspetti: uno è quello della sicurezza e l’altro è quello della produttività. Per quello che riguarda la sicurezza – continua Perone – i nuovi sistemi elettronici che vengono via via introdotti sulle varie attrezzature consentono di ridurre sempre di più i possibili errori degli operatori. Per quello che riguarda la produttività ci sono tecnologie che consentono la connessione delle attrezzature in remoto, permettendo all’azienda di pianificare meglio i suoi lavori ma anche di sapere quando è ora di fare manutenzione al veicolo e alle attrezzature”.

La tecnologia consente inoltre di agire sulla sostenibilità del mezzo, alleggerendo il peso degli allestimenti stessi oppure consentendo un minor consumo quando si usa l’attrezzatura.

Andrea Perone

DL Fiscale, le novità per il settore

Il provvedimento contiene alcune disposizioni che riguardano da vicino l’autotrasporto e la logistica, quali alcune modifiche al meccanismo della reverse charge o ancora la deducibilità delle imprese di trasferta

Èsottoposti agli Isa, compresi i soggetti aderenti al regime di vantaggio di cui all’articolo 27 DL 98/2011, e i soggetti in regime forfettario, ai sensi dell’articolo 13, il primo acconto 2025 e il saldo 2024 si potrà regolarmente pagare dal 30 giugno al 21 luglio 2025 (senza alcuna maggiorazione) oppure entro il 20 agosto 2025 applicando una maggiorazione dello 0,40%.

Inoltre, l’articolo 1 del Decreto apporta interessanti modifiche al trattamento fiscale di particolari spese per i lavoratori dipendenti

già operato il nuovo Decreto Fiscale, pubblicato nella serie generale n. 138 della Gazzetta Ufficiale lo scorso 17 giugno. Il decreto (DL n. 84/2025) contiene disposizioni urgenti in materia fiscale e si compone di sedici articoli. In particolare, per quello che riguarda più da vicino il nostro settore, contiene alcune modifiche al meccanismo della reverse charge, già prevista dalla Legge di Bilancio 2025 per il settore del trasporto e logistica.

In pratica, il DL Fiscale, all’articolo 9, revisionando l’articolo 17 del decreto Iva, rimuove il requisito della prevalenza della manodopera con l’utilizzo di beni strumentali di proprietà del committente o a quest’ultimo riconducibili (tale di Angelo Ciaravolo

modifica, tuttavia, è subordinata all’approvazione dell’autorizzazione di una misura di deroga dell’Unione europea).

Un’ulteriore modifica è prevista nel comma 2 lettera b) dove si chiarisce che l’opzione per il versamento dell’Iva da parte del committente può essere esercitata anche da tutti i soggetti che intervengono nella catena di subappalti.

Altra interessante notizia è che in tema di versamenti delle imposte, il Decreto sposta in avanti i termini dei versamenti dovuti a seguito delle dichiarazioni dei redditi dei soggetti Isa e di quelli forfettari.

In pratica, per i contribuenti

e autonomi e alla tassazione dei redditi di lavoro autonomo e dei redditi diversi. Tra i principali cambiamenti ricordiamo che la deducibilità delle spese di trasferta (spese per vitto, alloggio, viaggio e trasporto) sostenute nel territorio dello Stato, saranno deducibili subordinatamente al pagamento con strumenti tracciabili attraverso bonifici bancari o postali ma anche con carte di credito etc.

Quelle sostenute all’estero, invece, saranno deducibili anche se versate con strumenti non tracciabili mentre la deducibilità delle spese di rappresentanza, per le imprese, è vincolata al pagamento con mezzi tracciabili ovunque siano state sostenute, ovvero sia in Italia sia all’estero.

E nel Decreto trovano spazio anche nuove regole per il riporto delle

perdite fiscali.

In particolare, l’articolo 2 modifica significativamente tale riporto con effetti sulle operazioni straordinarie (fusioni, conferimenti e scissioni).

In sintesi, viene innanzitutto semplificato il calcolo della riduzione delle perdite, eliminando il riferimento al valore economico del patrimonio netto e sostituendolo con un criterio più diretto basato sul doppio della somma dei conferimenti e versamenti effettuati negli ultimi 24 mesi (in caso di fusione, le perdite riportabili saranno ridotte secondo il nuovo criterio, evitando i calcoli legati al patrimonio netto contabile).

Per quanto attiene ai conferimenti, le società che li ricevono dovranno applicare le stesse regole previste per le società beneficiarie di scissioni, con riferimento al patrimonio netto risultante dall’ultimo bilancio chiuso. Viene inoltre eliminato il riferimento ai conferimenti

d’azienda nelle limitazioni al riporto delle perdite, semplificando le operazioni di trasferimento di partecipazioni. Ricordiamo infine che lo scorso mese, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha fissato, nella misura di 48 euro, le agevolazioni riguardanti le deduzioni forfettarie per spese non documentate (articolo 66, comma 5, primo periodo, del Tuir) a favore degli autotrasportatori per il periodo d’imposta 2024. Tale deduzione è riconosciuta una sola volta per ogni giorno di effettuazione di trasporti, indipendentemente dal numero dei viaggi. L’agevolazione fiscale si ottiene anche per i trasporti effettuati personalmente dall’imprenditore all’interno del Comune in cui ha sede l’impresa, per un importo pari al 35% di quello riconosciuto per i medesimi trasporti oltre il territorio comunale. L’Agenzia delle Entrate, in ordine alle modalità di compilazione della dichiarazione dei redditi, ha precisato che la deduzione forfettaria per i trasporti effettuati personalmente dall’imprenditore va riportata nei quadri RF e RG dei modelli Redditi 2025 PF e SP, utilizzando nel rigo RF55 i codici 43 e 44 e nel rigo RG22 i codici 16 e 17, come da indicazioni riportate nelle istruzioni del modello Redditi (i codici si riferiscono alla deduzione per i trasporti all’interno del Comune in cui ha sede l’impresa e alla deduzione per i trasporti oltre tale ambito).

Rimborso accise, controlli sempre più mirati sulle imprese

L’Agenzia delle Dogane ha fatto partire richieste di integrazione della documentazione relativamente alle istanze presentate negli anni passati per ottenere la riduzione dell’aliquota di accisa sul gasolio per autotrazione

Mentre luglio porta alcune novità nella compilazione delle domande per il rimborso delle accise (vedi art. a pag. 43), alcune richieste passate degli autotrasportatori per beneficiare del credito d’imposta sul gasolio sono finite sotto la lente delle Dogane. Nei mesi scorsi è infatti partita una vera e propria caccia contro chi non è in regola per la fruizione dell’agevolazione.

Per questo motivo le Dogane hanno intensificato i controlli facendo partire richieste di integrazione della documentazione relativamente alle istanze presentate negli anni passati (dal 2020 in poi) per ottenere la riduzione dell’aliquota di accisa sul gasolio per autotrazione.

In particolare, gli autotrasportatori, al fine di regolarizzare le istanze, ai sensi del D.P.R. n. 277/2000, sono

stati invitati a far pervenire all’Ufficio competente per territorio, entro il termine massimo di 45 giorni dalla data di notifica della comunicazione inviata dall’Ufficio a mezzo Pec, una serie di documenti, tra cui le copie delle fatture di acquisto del gasolio immesso nel serbatoio privato di carburante, relative ad anni passati per i quali è stata richiesta la relativa agevolazione.

La comunicazione precisa anche che, a far data dal 1° luglio 2019, essendo obbligatoria l’emissione della fattura elettronica, viene richiesto l’invio delle copie delle fatture elettroniche in formato pdf oltre alle copie dei DAS e delle fatture di acquisto del gasolio immesso nel serbatoio privato di carburante.

Ma l’Ufficio intende estendere i controlli anche alle copie delle fatture di acquisto del gasolio presso

i distributori stradali, complete dei dettagli dei singoli rifornimenti (data dei rifornimenti, litri immessi e targa dell’automezzo rifornito), relative al periodo sotto indagine. A tal proposito, viene ricordata la nota n. 64837/RU del 7 giugno 2018 dell’allora Direzione centrale Legislazione e procedure accise e altre imposte indirette relativa

alla confermata obbligatorietà, per la fruizione del rimborso, dell’indicazione nella fattura elettronica della targa del veicolo rifornito da impianti di distribuzione stradale di carburanti. Ricordiamo che, con la sentenza n. 5812, del 3 marzo 2020, la Corte di Cassazione, sez. V Tributaria, ha chiarito che l’amministrazione doganale è legittimata ad esperire la propria attività di accertamento in tema di credito di imposta sul gasolio per autotrazione anche

successivamente alla formazione del silenzio assenso con il quale la stessa aveva riconosciuto la sussistenza del credito in favore dell’autotrasportatore. Infatti, la procedura di liquidazione del credito per accise su gasolio per autotrazione di norma avviene con la presentazione, da parte dell’autotrasportatore, della dichiarazione relativa ai consumi effettuati negli ultimi tre mesi con la relativa documentazione a corredo. L’Ufficio, nel caso in cui dovesse riscontrare delle irregolarità, potrà richiedere eventuali integrazioni da produrre entro un termine massimo di quarantacinque giorni. Esaurita la fase documentale, l’Ufficio avrà sessanta giorni di tempo per formalizzarsi, decorsi i quali, in assenza di osservazioni, sarà possibile, per gli esercenti l’attività di autotrasporto che ne abbiano fatto richiesta, utilizzare il credito in compensazione.

La stessa norma (art. 4, comma 2, ultimo periodo del D.P.R. 277/2000) precisa anche che l’Ufficio conserva comunque la facoltà, decorso il termine previsto per la formazione del silenzio assenso all’utilizzo del credito, di “annullare, con provvedimento motivato, l’atto di assenso illegittimamente formato, salvo che, ove ciò sia possibile, l’interessato provveda a sanare i vizi entro un termine prefissatogli dall’ufficio stesso”. Pertanto, se l’ufficio nel termine di 60 giorni dal ricevimento della domanda non si pronuncia, si forma il cosiddetto silenzio assenso che dà accesso all’utilizzo del credito in compensazione, fermo restando che se in caso di controllo successivo, la Dogana dovesse riscontrare qualche

irregolarità, può e deve recuperare le somme indebitamente utilizzate, “annullando” il precedente tacito assenso.

E sempre in tema di controlli, sono state recapitate a molti autotrasportatori anche le richieste del Mimit (Ministero delle imprese e del Made in Italy) relativamente ai contributi annuali dovuti dalle imprese di autotrasporto, per gli anni dal 2021 al 2024, per i controlli e le verifiche sulla permanenza dei requisiti degli operatori del settore. Nella lettera si ricorda anche che l’omesso pagamento costituisce violazione degli obblighi connessi al conseguimento del titolo abilitativo. Pertanto, le imprese che non hanno ottemperato al relativo pagamento, dovranno provvedere entro il termine di 30 giorni dalla notifica della richiesta. Per il 2023 e il 2024 si dovrà procedere al pagamento tramite il portale informatico dedicato alla gestione dei titoli abilitativi postali e integrato con PagoPA. Per gli anni fino al 2022 occorre prima confermare il mancato adempimento alla casella di posta dgtel.div.11@pec.mimit. gov.it e successivamente accedere al portale https://licenzepostali. mise.gov.it ed effettuare il relativo pagamento col Pago PA, entro la data di scadenza riportata nel modulo. Viene ricordato anche che, in caso di inottemperanza nei termini sopraindicati, l’inadempimento verrà segnalato alla Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni per l’avvio della procedura sanzionatoria. Chi invece è in regola con i pagamenti, entro il termine di trenta giorni, dovrà trasmettere la relativa documentazione alla casella postale dgtel.div11@pec.mimit.gov.it.

REN Noleggi: chiarimenti del Ministero dell’Interno

La registrazione di un veicolo nell’applicativo, oltre all’inserimento nel parco veicolare dell’impresa locataria, assolve anche l’obbligo di comunicazione previsto dall’articolo 94 del Codice della Strada, quando il noleggio temporale sia superiore a 30 giorni

Sulle operazioni da svolgere nell’applicativo REN-Noleggi, che dal 19 maggio 2025 è attivo sul nuovo portale del trasporto (www.ilportaledeltrasporto. it), è intervenuto ora un nuovo chiarimento della Direzione Centrale della Polizia Stradale. Il Ministero dell’Interno ha dapprima illustrato le funzioni che possono essere svolte all’interno dell’applicativo per la registrazione dei contratti di locazione dei veicoli in favore delle imprese di trasporto

merci o passeggeri, quali ad esempio:

• la possibilità di effettuare registrazioni cumulative delle targhe dei veicoli oggetto di locazione, con notevole risparmio di tempo in presenza di un numero elevato di targhe da registrare;

• l’incidenza del noleggio sull’idoneità finanziaria, limitatamente alle imprese di trasporto merci;

• la necessità di effettuare la registrazione prima dell’utilizzo del veicolo per l’attività di trasporto;

• l’obbligo d’inserire la scadenza del contratto di noleggio, anche in caso di rinnovo tacito (in tal caso, si deve indicare il primo termine ed in seguito, prima della

scadenza, quello successivo e così via).

Con la stessa nota, emessa l’11 giugno scorso, ha inoltre chiarito che “la registrazione di un veicolo nell’applicativo REN, oltre all’inserimento del medesimo nel parco veicolare dell’impresa locataria per tutto il periodo di validità del contratto di locazione, assolverà anche l’obbligo di comunicazione previsto dall’articolo 94, comma 4 bis, CdS, qualora il periodo di noleggio temporale sia superiore a 30 giorni”.

In forza di quest’ultima disposizione, difatti, il soggetto che ha in disponibilità il veicolo per oltre 30 giorni deve procedere alla formalità della sua intestazione presso la UMC di competenza.

Adempimento che, come chiarito dalla Polizia Stradale, viene ora assolto dalla registrazione nel RENNoleggi.

Nel caso in cui la durata del noleggio venisse ridotta, su accordo delle parti, l’operazione di cessazione effettuata sullo stesso REN-Noleggi chiuderebbe automaticamente l’intestazione del veicolo a favore dell’impresa locataria e lo riporterebbe nella disponibilità dell’impresa locatrice.

di Andrea Giuli

Recupero accise: novità per la domanda per il secondo trimestre 2025

A seguito del riequilibrio tra gasolio e benzina, avvenuto il 15 maggio, le imprese conto di terzi dovranno differenziare gli acquisti di gasolio effettuati dal 1° aprile al 14 maggio da quelli compiuti dal 15 maggio al 30 giugno

Nel mese di luglio 2025 le imprese di autotrasporto possono presentare domanda per recuperare la maggiore accisa sul costo del gasolio pagata nei mesi di aprile, maggio e giugno. Come previsto dalla disciplina attuale, questa agevolazione riguarda i consumi di gasolio per autotrazione relativi ai servizi svolti con automezzi di massa complessiva pari o superiore a 7,5 Ton, di categoria Euro 5 o superiori. L’accisa da recuperare ècome stabilito dalla normativa - pari alla differenza tra quella prevista dalla legislazione fiscale italiana e quella minima fissata a livello comunitario:

cioè 21,418 centesimi a litro, visto che ad aprile 2025 l’accisa italiana era pari a 61,740 mentre quella unionale è di 40,322 centesimi a litro.

La novità della domanda del secondo trimestre 2025 deriva dal fatto che, in data 15 maggio 2025, il Governo italiano, nell’ambito della progressiva equiparazione tra le accise dei prodotti petroliferi, ha deciso di aumentare di 1,5 centesimi l’accisa del gasolio, portandola da 61,740 a 63,240 centesimi di euro a litro, mentre l’aliquota minima comunitaria non è cambiata. In conseguenza di questo aumento, le imprese di autotrasporto di cose per conto di terzi dovranno usare particolare attenzione nel dichiarare gli acquisiti di gasolio fatturati nel trimestre, differenziando quelli effettuati dal 1° aprile al 14 maggio 2025, su cui potranno recuperare 21,418 centesimi a litro da quelli compiuti dal 15 maggio e sino al 30 giugno 2025, su cui invece potranno recuperare 22,918 centesimi.

Per il resto, la domanda per il recupero delle accise del secondo trimestre 2025 è del tutto analoga a quella dei trimestri e degli anni precedenti, con l’indicazione delle targhe dei mezzi che hanno consumato il gasolio acquistato e dei chilometri percorsi da ciascun

veicolo, fermo restando il rapporto minimo di almeno un chilometro per ogni litro di gasolio. L’istanza va trasmessa all’Agenzia delle Dogane o attraverso il servizio telematico doganale E.D.I., utilizzando l’apposito software predisposto dalla stessa Agenzia, oppure in formato cartaceo, con dichiarazione di atto notorio, riproducendo i dati delle fatture e dei mezzi su supporto informatico, quale CD-Rom (per ora richiesto solo alcuni uffici ADR) o pen drive USB (richiesta dalla maggior parte degli uffici ADM). Decorsi 60 giorni dalla presentazione delle istanze, in virtù del silenzioassenso, le imprese potranno utilizzare il totale del recupero cui hanno diritto, come credito rispetto a tutti gli altri debiti d’imposta da pagare, utilizzando sempre il codice tributo 6740 o in alternativa richiedere la liquidazione della somma in danaro.

Classificazione del rischio delle imprese: introdotto un nuovo livello

Il Decreto Legislativo 21

maggio 2025 ha previsto anche il livello infrazione più grave – IPG – in cui sono comprese quelle infrazioni che presentano un elevato rischio di cagionare morte o lesioni gravi alle persone

Con il Decreto Legislativo 21

maggio 2025 n. 77 sono state introdotte alcune modifiche all’interno del Decreto Legislativo 144/2008, in particolare all’art. 11 (nel testo introdotto nel 2023 dal D. Lgs n. 27 del 23 febbraio). Facciamo prima un passo indietro. L’articolo 11 prevede che alle imprese di autotrasporto si applichi il sistema nazionale di classificazione del rischio determinato sulla base del numero relativo e della gravità delle infrazioni previste nell’Allegato III (sempre del D. Lgs 144/2008), commesse dalle singole imprese per le violazioni alle disposizioni sui tempi di guida, pausa e riposo del Regolamento (CE) 561/2006,

sul cronotachigrafo stabilite dal Regolamento (UE) 165/2014 e, infine, sull’orario di lavoro dei conducenti dei mezzi pesanti (Direttiva 2002/15/CE), registrate nella sezione “Sanzioni” del Registro elettronico nazionale.

L’obiettivo di questo sistema di classificazione è quello di assegnare a ciascuna impresa un fattore di rischio (calcolato secondo i criteri e le modalità definite nella formula comune contenuta nell’allegato al regolamento di esecuzione UE9 2022/695 della Commissione), in modo tale da indirizzare controlli più rigorosi e frequenti verso quelle con un indice di rischio più elevato.

Va detto che questo sistema è ancora sulla carta dal momento che, per la partenza ufficiale, c’è bisogno che venga implementata la sezione “sanzioni” del REN. Ciò nonostante, il nuovo Decreto è intervenuto su questo tema sotto due profili: i dati contenuti nel sistema nazionale di classificazione del rischio diventano accessibili a tutte le autorità competenti ad effettuare i controlli, non solo al fine di agevolare i controlli su strada ma anche quelli nei locali delle imprese. Così facendo, si consente all’Ispettorato nazionale del lavoro di programmare anche le iniziative ispettive di

propria competenza nei locali delle imprese che svolgono trasporto su strada, sulla base della previsione dell’articolo 7 del Decreto Legislativo n. 144/2008 (controlli nei locali delle imprese) che richiama il fattore di rischio attribuito a un'impresa dal sistema nazionale di classificazione del rischio; viene completamente sostituito l’allegato III del D. Lgs 144/2008 con un nuovo testo che recepisce integralmente il testo della Direttiva delegata (UE) 2024/846 della Commissione Ue. Rispetto alle infrazioni sui tempi di guida e di riposo, la particolarità di questa Direttiva è quella di classificare le infrazioni in base a un livello di gravità che varia da infrazione più grave (IPG), a infrazione molto grave (IMG), a infrazione grave

(IG) a infrazione minore (IM). Rispetto all’attuale allegato III del Decreto Legislativo n. 144 del 2008 è stato, dunque, introdotto un ulteriore livello di gravità in cui sono classificate quelle infrazioni che presentano un elevato rischio di cagionare la morte o lesioni gravi alle persone (infrazione più grave - IPG).

Tempi di guida e riposo

Tra le infrazioni più gravi in materia di tempi di guida e riposo previste nel nuovo provvedimento, segnaliamo:

 superamento di almeno il 50% del periodo di guida giornaliero di 9 ore (equivalente ad almeno 13 ore e 30 trascorse alla guida);

 superamento di almeno il 50% del periodo di guida giornaliero di 10 ore (pari ad almeno 15 ore di guida);

 superamento di almeno il 25% del periodo di guida settimanale (almeno 70 ore di guida rispetto alle 56 consentite);

 superamento di almeno il 25% del periodo di guida totale massimo nelle due settimane consecutive (almeno 112 ore e 30 rispetto alle 90 ore permesse).

Tra le violazioni

molto gravi sempre in materia di tempi di guida e riposo, segnaliamo invece:

 guida giornaliera pari o superiore alle 11 ore (in caso di mancata concessione dell’estensione a 10 ore per non più di 2 volte a settimana) o alle 12 ore (se, invece, può operare l’estensione a 10 ore del periodo di guida giornaliero);

 superamento del periodo di guida settimanale compreso tra le 65 ore e inferiore a 70 ore;

 superamento del periodo di guida bisettimanale compreso tra le 105 ore e inferiore a 112 ore e 30;

 periodo di pausa dopo almeno 6 ore di guida ininterrotte;

 riposo giornaliero inferiore a 8 ore e 30, qualora dovesse prendersi un riposo regolare di almeno 11 ore;

 riposo giornaliero ridotto inferiore a 7 ore (anziché di almeno 9 ore);

 riposo settimanale ridotto insufficiente in quanto inferiore a 20 ore (rispetto alle 24 ore previste);

 riposo settimanale insufficiente in quanto inferiore a 36 ore (in luogo delle 45 ore previste).

Tachigrafo

Per quanto riguarda le infrazioni sul tachigrafo, anche in questo la modifica ha individuato alcune violazioni più gravi (IPG) mentre sono scomparse quelle minori. Le IPG individuate in materia di tachigrafo, sono le seguenti:

 mancata installazione e mancato utilizzo di un tachigrafo omologato;

 guida con carta del conducente falsificata (considerata come guida senza carta del conducente);

 guida con una carta del conducente di cui il conducente non è il titolare (considerata come guida senza carta del conducente);

 guida con una carta del conducente che è stata ottenuta sulla base di dichiarazioni false e/o documenti contraffatti (considerata come guida senza carta del conducente);

 presenza nel veicolo e/o utilizzo di un dispositivo fraudolento in grado di modificare i dati registrati dal tachigrafo;

 falsificazione, occultamento o distruzione dei dati registrati sui fogli di registrazione o registrati e scaricati dal tachigrafo e/o dalla carta del conducente.

Sempre in merito alle infrazioni sul tachigrafo, tra quelle molto gravi possiamo citare:

 tachigrafo non funzionante correttamente (per esempio: tachigrafo non sottoposto ad ispezione, calibrato e sigillato correttamente);

 tachigrafo usato in maniera impropria (es. per la mancanza di istruzioni sul corretto uso);

 mancata conservazione, da parte dell’impresa, dei fogli di registrazione, tabulati e dati scaricati;

 dati registrati e memorizzati non disponibili per almeno un anno;

 uso scorretto dei fogli di registrazione/della carta del conducente;

 uso di fogli di registrazione o di carte del conducente sporchi o deteriorati, con dati illeggibili;

 autista non in grado di presentare registrazioni manuali e tabulati della giornata in corso e delle 56 precedenti.

Polizze catastrofali: le novità introdotte con la conversione in Legge

Confermata la proroga dell’obbligo al 1° ottobre 2025 per le medie imprese e al 31 dicembre 2025 per quelle micro e piccole e indicati i parametri per considerare un’impresa piccola, media o grande

Con la conversione del Decreto Legge n. 39 del 31 marzo 2025 (Legge 27 maggio 2025 n. 78) sono state introdotte alcune novità sull’obbligo di stipulazione delle polizze catastrofali (cfr. Tir 281, pag. 42-43). Ricordiamo, in sintesi, che la Legge di Bilancio 2025 ha stabilito l’obbligo per le imprese di stipulare delle coperture assicurative per i danni causati da calamità naturali ed eventi catastrofali, prevedendo scadenze differenziate a seconda della dimensione d’impresa.

La Legge di conversione ha confermato la proroga dell’obbligo al 1° ottobre 2025 per le medie imprese e al 31 dicembre 2025 per quelle micro e piccole (per le

grandi imprese, invece, non c’è stata nessuna proroga, per cui la prescrizione si applica dallo scorso 31 marzo).

Tuttavia, una delle novità apportate in fase di conversione incide proprio sui parametri per considerare un’impresa piccola, media o grande, frutto della Raccomandazione 2003/361/CE della Commissione europea del 6 maggio 2003. Pertanto, l’impresa viene qualificata come: media se occupa meno di 250 persone e realizza un fatturato annuo non superiore a 50 milioni di euro oppure un totale di bilancio annuo non superiore a 43 milioni di euro; piccola se occupa meno di 50 persone e realizza un fatturato annuo o un totale di bilancio annuo non superiori a 10 milioni di euro; microimpresa se occupa meno di 10 persone e realizza un fatturato annuo oppure un totale di bilancio annuo non superiore a 2 milioni di euro.

Altre novità interessanti hanno riguardato:

 il valore dei beni da assicurare che coincide: per i beni immobili con il valore di ricostruzione a nuovo; per i beni mobili, con il costo di rimpiazzo; per i terreni interessati dall'evento calamitoso con il costo di ripristino delle condizioni;

 per le grandi imprese, la deroga alla previsione del limite massimo di scoperto e franchigia (15% del danno) e all’applicazione di premi in misura proporzionale al rischio;

 l’estensione della copertura assicurativa agli immobili oggetto di sanatoria;

 l’assicurazione di beni di terzi impiegati nell’attività d’impresa, recependo quanto aveva già chiarito il Mimit in una FAQ, per cui l’imprenditore deve assicurare tutti i beni, “a qualsiasi titolo” impiegati per l’esercizio dell’attività d’impresa e rientranti nei numeri 1), 2) e 3) sezione Attivo, voce B-II, di cui all’art 2424 c.c., anche se sugli stessi l’impresa non abbia un diritto di proprietà, con la sola esclusione dei beni già assistiti da analoga copertura assicurativa (anche se stipulata da soggetti diversi dall’imprenditore che impiega i beni).

IRPEF: pagamento delle ritenute d’acconto, dei contributi previdenziali e dell’Iva relativa al mese precedente.

RAVVEDIMENTO: ultimo giorno utile per regolarizzare i versamenti di imposte e ritenute non effettuati (o effettuati in misura insufficiente) entro il 16 giugno, con la maggiorazione degli interessi legali e della sanzione ridotta.

IRPEF: pagamento delle ritenute d’acconto, dei contributi previdenziali e dell’Iva relativa al mese precedente (contribuenti mensili) e di quella relativa al II trimestre (contribuenti trimestrali)

RAVVEDIMENTO: ultimo giorno utile per regolarizzare i versamenti di imposte e ritenute non effettuati (o effettuati in misura insufficiente) entro il 16 luglio, con la maggiorazione degli interessi legali e della sanzione ridotta

RAVVEDIMENTO: ultimo giorno utile per regolarizzare i versamenti di imposte e ritenute non effettuati (o effettuati in misura insufficiente) entro il 21 agosto, con la maggiorazione degli interessi legali e della sanzione ridotta

IRPEF: pagamento delle ritenute d’acconto, dei contributi previdenziali e dell’Iva relativa al mese precedente (contribuenti mensili)

MODELLI INTRA: presentazione per via telematica dei modelli Intra relativi alle operazioni del mese di giugno.

MODELLI INTRA: presentazione per via telematica dei modelli Intra relativi alle operazioni del mese di luglio 2025.

LIPE: ultimo giorno per inviare le comunicazioni dei dati Iva relativi al secondo trimestre 2025

MODELLI INTRA: presentazione per via telematica dei modelli Intra relativi alle operazioni del mese di agosto 2025

Rassegna stampa internazionale

SPAGNA: AGGIORNATA

LA SEGNALETICA STRADALE

Il Consiglio dei Ministri spagnolo ha approvato una modifica del Regolamento Generale di Circolazione, aggiornando il sistema di segnaletica stradale in vigore dal 2003. Questa riforma introduce nuovi cartelli che riflettono i cambiamenti sociali, tecnologici e di mobilità degli ultimi due decenni, con l’obiettivo di migliorare la sicurezza stradale e l’efficacia nella gestione del traffico nel Paese, anche alla luce delle nuove esigenze legate alla micromobilità. L’aggiornamento, in vigore

dal 1° luglio, modernizza i pittogrammi, come quelli per ferrovie o biciclette, per renderli più chiari e riconoscibili, eliminando anche le connotazioni di genere per promuovere un linguaggio più inclusivo. Secondo quanto riporta Transporte3, il cambio fisico dei segnali avverrà in maniera progressiva, coerentemente ai cicli di rinnovo abituali. È inoltre previsto un periodo minimo di tre mesi prima che le nuove segnalazioni siano incluse negli esami di guida.

UE: LA PRESIDENZA DANESE VUOLE

AUMENTARE PESI E DIMENSIONI DEI CAMION

Dal 1° luglio, la Danimarca ha assunto la presidenza del Consiglio dell’Unione europea, e tra le sue priorità c’è il rilancio del negoziato sul regolamento europeo pesi e dimensioni dei veicoli pesanti. L’obiettivo, riporta Verkehrs Rundschau, è riattivare il confronto politico per sbloccare il processo legislativo e promuovere l’uso di camion EuroCombi (EMS o Sistema Modulare Europeo), lunghi fino a 25,25 metri, al fine di favorire la loro circolazione transfrontaliera negli Stati che ne autorizzano l’uso, migliorando l’efficienza del trasporto merci su strada e contribuendo alla riduzione delle emissioni. Sebbene il Parlamento europeo avesse già espresso una posizione favorevole alla loro liberalizzazione prima delle elezioni 2024, la proposta di revisione delle norme sui pesi e dimensioni, presentata quasi due anni fa, si è bloccata in sede di Consiglio Ue a causa delle divergenze tra i Paesi membri. La nuova presidenza punta ora a trovare un’intesa che sblocchi questa situazione, anche alla luce del raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione nel settore.

UE: 25 RACCOMANDAZIONI PER AUMENTARE LA PRESENZA FEMMINILE NEI

TRASPORTI

La Commissione europea ha pubblicato 25 raccomandazioni per affrontare la carenza di donne nel settore dei trasporti, dove attualmente rappresentano solo il 22,7% della forza lavoro. L’obiettivo di queste misure, pubblicate dalla “Women in Transport – la piattaforma Ue per il cambiamento” e riportate da Trans.Info, è attrarre, assumere e trattenere più donne nel settore con interventi volti a migliorare l’equilibrio di genere, promuovendo ambienti di lavoro più sicuri, equi e inclusivi. Le raccomandazioni riguardano aspetti come l’equilibrio vita-lavoro, la garanzia della parità salariale, la promozione di percorsi di sviluppo della carriera e altre misure finalizzate a garantire sicurezza e parità sul posto di lavoro. Un approccio che si rivela fondamentale anche per sostenere l’efficienza operativa del settore, così come l’innovazione e il raggiungimento degli obiettivi delle transizioni verde e digitale.

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