Le persone come Mara non moriranno mai

ASSOCIAZIONE
La crisi dell’universalismo sanitario
DERMATOLOGIA
La comunicazione medico paziente
REUMATOLOGIA
Body Art gli effetti indesiderati del tatuaggio e del piercing
Sedi regionali
LOMBARDIA
ROSARIO MONTAGNOLI tel. 0331 1407952 rosario.montagnoli44@gmail.com
FLAVIA D’ALESSANDRO Como cell. 346 2521200 Lun-Ven. 12-17 fdadipso@gmail.com
TOSCANA
ELIO BONFIGLIOLI cell. 339 7878510
LAZIO
ROSANNA
IANNUCCELLI cell. 366 7422410 rosannaiannuccelli@gmail.com (ore 14.00-20.00)
MARCHE UMBRIA
GIANFRANCO NARDINI Via Salaria, 144/A 63040 Mozzano (AP) tel. 0736 310136 cell. 320 9485233 adipsomarcheumbria@libero.it (lun.-merc.-ven. re 15.00-16.30)
CAMPANIA
SALVATORE CRISCUOLO tel. 342.7698722 (lun.-merc.-ven. ore 16-18)
BASILICATA
DOMENICO LAMORTE Via G. Salvemini, 1/B Coop S. Marco 85028 Rionero in Vulture (PZ) tel./fax 0972 720322 cell. 328 7075489 lamortedomenico@libero.it
VINCENZO SANTO
vince.santo49@hahoo.it
NICOLETTI ANNA anna.nicoletti@virgilio.it
CALABRIA
GIUSEPPE SERRANÒ Via Enotria, 39/c 89122 Reggio Calabria tel. 0965 42601 cell. 347 7656617 (ore serali) gserran@libero.it
ANTONO FABIANO
Via E. Vitale, 180 88100 Catanzaro tel. 0961 743205 cell. 334 7771714 afabia63@tin.it
SICILIA
PAOLA GIARDINA
Lentini CT cell. 392 3180987 giardina.paola@alice.it
SARDEGNA
VALTER MELONI
Sassari meloniv@tiscali.it cell. 348 0221431
M.ANTONIETTA SANNA
Cagliari cell. 347 6043147 (pomeriggio dal lun. al giov.)
ADIPSO NEWS
Poste Italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento
Postale - 70%
RomaAutorizzazione
Trib. di Roma n. 240 14/05/2003
Direttore Responsabile
Valter Meloni
Coordinatore Scientifico
Manlio Buonfigli
Supervisore
Carlo Theodoli
Sede A.DI.PSO. Via Tacito, 90 - 00193 Roma tel.-fax 06 3211545 06 45432400 Presidente
Valter Meloni
Sito web www.adipso.org
Posta elettronica segreteria@adipso.org
Orari d’ufficio
9.30 - 13:30 (giorni feriali) Si riceve previo appuntamento
C/C postale n. 15646003 intestato a: Associazione per la Difesa degli Psoriasici A.DI.PSO. Via Tacito, 90 - 00193 Roma
Banca Desio e della Brianza IBAN IT26Z0344003209000000279300
Editing
Edipress S.r.l. Piazza dei Carracci, 1 00196 Roma
Tel 06 39735230 06 3226944 – 06 3235192 Fax 06 3972244 info@edi-press.com
Stampa
Cierre & grafica group Srl. Via Alvari 36-00155 - Roma
Sommario Sommario
1 Editoriale
> Le persone come Mara non moriranno mai
4 Associazione
> La crisi dell’Universalismo sanitario
8 Associazione
> Patto di legislatura
10 Dermatologia
> La comunicazione medico-paziente
14 Reumatologia
> “Body Art” effetti indesiderati del tatuaggio e del piercing
18 Psicologia
> Psoriasi sofferenza emotiva e supporto psicologico
20 Posta
> Ad ogni domanda una risposta
Ricordiamo il servizio “Medico
Risponde”
Un dermatologo risponderà in tempi brevi a tutti i quesiti che i soci formuleranno indirizzandoli a segreteria@adipso.org
INFORMATIVA PRIVACY
Ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs 196/2003, la informiamo che l’utilizzo dei Suoi dati, trattati in forma scritta e/o con l’ausilio di strumenti informatici, è esclusivamente finalizzato all’invio della presente rivista. Titolare e responsabile del trattamento dei dati è A.DI.PSO.
con sede in Roma, Via Tacito 90, tel. 06 3211545. La informiamo inoltre che Lei può esercitare i diritti di cui all’art. 7 del citato decreto e che quindi in ogni momento potrà avere gratuitamente accesso ai propri dati e potrà richiederne l’aggiornamento, la rettifica, l’integrazione o la cancellazione se non desidera più ricevere la presente rivista.
Comitato scientifico
Andrea Altomare (MILANO)
Paolo Amerio (CHIETI)
Nicola Balato (NAPOLI)
Luca Bianchi (ROMA)
Maurizio Congedo (LECCE)
Andrea Conti (MODENA)
Francesco Cusano (BENEVENTO)
Ornella De Pità (ROMA)
Antonino Di Pietro (MILANO)
M. Concetta Fargnoli (L’AQUILA)
Raffaele Filotico (BRINDISI)
Pasquale Frascione (ROMA)
Giampiero Girolomoni (VERONA)
Paolo Gisondi (VERONA)
Giovanni Leone (ROMA)
Giuseppe Micali (CATANIA)
Luigi Naldi (VICENZA)
Giuseppe Novelli (ROMA)
Annamaria Offidani (ANCONA)
Manuela Papini (TERNI)
Aurora Parodi (GENOVA)
Giovanni Pellacani (ROMA)
Ketty Peris (ROMA)
Stefano Piaserico (PADOVA)
LA

La crisi dell’Universalismo sanitario
Una ricerca del CENSIS presentata ultimamente a Roma mostra come la Sanità pubblica stia perdendo terreno nei confronti di quella privata che al contrario è in crescita costante. La colpa ricade essenzialmente sulle liste di attesa infinite, sui ticket, sulla mobilità interregionale il cui significato, in termini spiccioli, è coloro che possono permetterselo si curano pagando di tasca propria.
Una fotografia impietosa che mette in crisi il principio dell’Universalismo e l’equità del nostro Servizio Sanitario, incapace di soddisfare i bisogni, anche quelli inespressi, del cittadino. I dati statistici mostrano un aumento della spesa sanitaria privata che spiegano ampiamente che chi può e ha bisogno ricorre massicciamente al settore privato. La tendenza è legata principalmente alla estenuante lunghezza delle liste d’attesa del settore pubblico, spiegate anche

al ricorso alle visite intramoenia da gran parte di pazienti, ma legate anche al costo dei ticket sanitari per singola prestazione che ha raggiunto o quasi le tariffe intere praticate nelle strutture private. Il privato, quindi, diventa sempre più competitivo, si avvantaggia della crescita della compartecipazione al costo delle prestazioni
pubbliche che rende un “ricordo” la sanità gratuita ed è anche in grado di mettere in campo una serie di benefici che vanno incontro alle preferenze dei pazienti, quali rapidità di accesso, nei laboratori di analisi e diagnostica strumentale, e ambulatori orari di apertura estesi, aperti anche nei giorni festivi e prefestivi.

Patto di legislatura
L’associazione ADIPSO, è sempre più presente nel dare ai pazienti e alle loro famiglie, quel supporto necessario per dar loro voce. Nell’ambito dei rapporti con le istituzioni e delle relazioni politiche, ADIPSO partecipa come associazione attraverso i suoi rappresentanti all’interno del Senato della Repubblica, già dallo scorso anno sia alle conferenze stampa nonché alle riunioni promosse dal nuovo ‘Inter-
gruppo Parlamentare sulle malattie dermatologiche e salute della pelle. L’Intergruppo è formato dalle forze del Parlamento di diversa appartenenza politica, dalle istituzioni sanitarie, dalle Società scientifiche dermatologiche e dalle associazioni di pazienti e ha lo scopo di sensibilizzare le istituzioni al fine di migliorare l’assistenza sanitaria del paziente affetto da problemi dermatologici e nel nostro caso dalla psoriasi.
L’Intergruppo Parlamentare emer-
ge in questa legislatura come un Forum multidisciplinare per affrontare le tematiche dermatologiche che impattano la vita quotidiana di numerosi cittadini. In Italia, si stima che quasi il 30% della popolazione sia affetto da almeno una malattia dermatologica, un dato che fa riflettere perché mette in evidenza l’urgenza di affrontare questi problemi con determinazione e impegno. La prevalenza della psoriasi, una delle malattie cutanee più com-




La presidente dell’Intergruppo Parlamentare, Sen. Sbrollini ha presentato la mozione parlamentare affinchè venga innalzata la riposta sanitaria e la presa in carico del paziente e la Psoriasi venga inserita nel Piano Nazionale di Cronicità
plesse, segna un aumento crescente che comporta un carico assistenziale che il Servizio sanitario non può più ignorare. Si affronta, attualmente, una popolazione sempre di più a rischio sia per fattori ambientali sia di stile di vita. Il problema della psoriasi, spesso sottovalutato e relegato in secondo piano nell’agenda sanitaria, rappresenta una sfida importante al pari di altre malattie importanti sia in termini di qualità di vita sia d’impatto economico sul S.S. e stiamo assistendo a una notevole crescita delle patologie croniche. In particolare riconoscere la natura cronica delle diverse malattie dermatologiche rappresenta per l’Intergruppo un obiettivo irrinunciabile per garantire un’adeguata risposta sanitaria a patologie, come la psoriasi, il cui impatto quotidiano è troppo spesso sottovalutato. Nelle conferenze stampa, nonché in tutte le riunioni e forum, sia in presenza che attraverso i canali telematici, sono stati illustrati i punti più significativi del Patto di legislatura segnalati dall’intero Intergruppo in un’iniziativa congiunta.
Tali punti sono sottoscritti qui di seguito:
• Riconoscimento della psoriasi come malattia cronica, assicurando un flusso di risorse e attenzione.
• Avviare e finanziare campagne di sensibilizzazione e informazione per aumentare la consapevolezza delle patologie cutanee.
• Allocare fondi specifici per la ricerca avanzata in dermatologia con lo scopo di sviluppare nuovi trattamenti e soluzioni preventive.
• Garantire l’equità nell’accesso alle cure per eliminare la disparità ai vari trattamenti assicurando che ogni paziente, indipendentemente dalla regione di residenza, possa beneficiare delle migliori cure disponibili.
L’ADIPSO, nel nome del Presidente Valter Meloni, nelle varie occasione di incontro ha sempre sottolineato la necessità di migliorare, nell’ambito del PDTA, l’assistenza sanitaria,
organizzando per es. all’interno delle strutture ospedaliere un ambulatorio multidisciplinare dedicato al paziente con psoriasi considerando le comorbidità associate ovvero la copresenza di malattie quali l’artrite psoriasica, malattie cardiovascolari, sindrome metabolica, diabete…. Come conseguenza della conferenza stampa, tenutasi in Senato nel mese di ottobre u.s., la presidente dell’Intergruppo Parlamentare, Sen. Sbrollini ha presentato la mozione parlamentare, sottoscritta da numerosi politici e portata all’attenzione del Min. della salute, Orazio Schillaci affinché venga innalzata la risposta sanitaria e di conseguenza la presa in carico del paziente e venga inserita la psoriasi nel Piano Nazionale di Cronicità (P.N.C.) e favorire le cure.
L’associazione ADIPSO confida che questi incontri possano trovare nell’immediato piena condivisione e sinergia politica al fine di ottenere le giuste soluzioni ai problemi che affliggono le malattie dermatologiche e in particolare una malattia complessa come la psoriasi.

PAOLO GISONDI
DIPARTIMENTO
DI MEDICINA
– SEZIONE DI DERMATOLOGIA E VENEREOLOGIA UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI VERONA
La comunicazione medico-paziente
La comunicazione ha un ruolo molto importante nella relazione medico-paziente, poiché consente di creare sintonia e fiducia tra i due. L’affidarsi al medico è un fenomeno primariamente emotivo, la razionalità subentra in un secondo momento.E’ fondamentale che il paziente percepisca la sensazione di essere importante per il medico e si senta preso in carico da lui. Il medico è una “guida” alla quale il paziente si affida e ne segue le indicazioni, quali ad es. l’esecuzione di esami diagnostici, la prescrizione di un farmaco o di un intervento chirurgico.
La comunicazione si basa su alcuni principi fondamentali riportati in Tabella 1.
Il primo principio è che “non si può non comunicare” (1). Ogni nostro comportamento è una forma di comunicazione, anche se non sempre ne siamo a conoscenza.
La comunicazione non verbale, come il linguaggio del corpo che si esprime in gesti, posture, movimenti, è una forma di comunicazione molto importante.
La comunicazione viene classicamente distinta in verbale, para-verbale e non verbale (2). Il livello verbale si riferisce alle parole; il livello para-verbale riguarda il tono, il ritmo e il volume della voce; il livello non verbale si riferisce la gestualità, alla postura e alla mimica facciale. L’effetto complessivo della comunicazione è determinato in maggior misura dal linguaggio non verbale e para-verbale e solo in piccola parte dal linguaggio verbale. Gli studi di Mehrabian et al. suggeriscono infatti che il linguaggio verbale incide solo per il 7%, il para-verbale per il 38% e il non verbale per il 55% (2). Questi dati sono
Non si può non comunicare
stati ricavati da esperimenti che si occupano della comunicazione di sensazioni quali ad esempio “fiducia-sfiducia”, “simpatia-antipatia”, nella fase iniziale di cono-scienza di una persona, ovvero al momento della cosiddetta “prima vista” in ambito medico.
A sostegno della scarsa influenza del linguaggio verbale sulla comunicazione, è l’esperienza comune che molte delle parole pronunciate dal medico non vengono comprese o si dimenticano, mentre solo una parte di esse viene interiorizzata dal paziente. Inondare il paziente di parole non è funzionale per ottimizzare la comunicazione
Il significato della comunicazione è dato dalla risposta che si ottiene
La mappa non è il territorio
Ai pazienti piacciono, quindi si fidano e si affidano, i medici che sono come loro o come loro vorrebbero essere
Se fai quello che hai sempre fatto, otterrai quello che hai sempre ottenuto
paziente, riuscirà ad agire in maniera influente su più pazienti (4).
Se il medico è rigido e si comporta sempre allo stesso modo con tutti i pazienti, potrà essere veramente influente solo su pochi.
COME UTILIZZARE LA COMUNICAZIONE MEDICO-PAZIENTE
Acquisire informazioni
Ottimizzare la comunicazione con il paziente presuppone di “saperlo ascoltare”, condizione necessaria per acquisire informazioni su di lui. Per farsi ascoltare, bisogna saper ascoltare.
L’ascolto rappresenta un atto volontario, che richiede di mettere in campo tutta la sensibilità, l’attenzione, l’intelligenza di cui si è capaci per poter comprendere meglio il paziente.
Ascoltarlo attivamente comporta accogliere il suo vissuto in modo autentico. Solo in questo modo il paziente potrà sentirsi motivato ad affidarsi fiduciosamente al medico e a intraprendere con lui una comunicazione efficace.
E’ importante che il medico prenda consapevolezza del paziente che ha di fronte; è molto importante capire la strategia motivazionale del paziente. Il processo decisionale di ogni paziente, infatti, è dettato da un’energia motivazionale ‘verso’ o ‘via da’, ovvero concentrata o su obiettivi da raggiungere (il paziente pensa in termini di risultato) o su problemi da evitare (il paziente pensa in termini di difficoltà da evitare o tenere lontano) (Tab.2).
Ad esempio, per convincere un paziente ’verso’ a intraprendere una cura, sarà funzionale valorizzare i vantaggi della cura quali la remissione della malattia. Per convincere un paziente ‘via da’, sarà funzionale mostrargli i disagi che potrebbe evitare intraprendendo la cura, ad es. evitare di applicare più volte al giorno un unguento topico cosmeticamente poco appezzato, se inizia un trattamento sistemico.

Strategia motivazionale Cosa valorizzare
Paziente ‘verso’ Obiettivi da raggiungere
Paziente ‘via da’ Problemi da evitare
Risultati (Es.remissione della malattia)
Disagi (Es.uso prolungato di unguento)
Ricalco e guida
La tecnica del ricalco consiste nel riproporre al paziente le sue modalità espressive al fine di creare una senzazione di confidenza, di identità di vedute e di comportamento, ovvero equivale a entrare in risonanza o ‘ in rapport’ con l’interlocutore.
Il rapport è un fenomeno inconscio che si stabilisce quando due persone, percependo un certo grado di ‘somiglianza’ tra loro, entrano in sintonia. Esso costituisce un elemento chiave della persuasione. Entrare in rapport rappresenta un passaggio fondamentale affinché il medico possa guidare il paziente da uno stato non desiderato (malattia) a uno desiderato (guarigione).
Secondo Milton Erickson, uno dei più importanti ipnoterapeuti del novecento, il rapport si realizza attraverso il metodo del ‘ricalco’ o ‘mirror’, in cui il medico ripropone
lo stesso schema comportamentale del suo paziente, al fine di entrare in sintonia con lui (5-6).
Il ricalco può avvenire a diversi livelli: fisico (postura, posizione della testa, gestualità e mimica), paraverbale ( tono e volume di voce, ritmo di parola), verbale (linguaggio utilizzato dal paziente), culturale (stile e livello di discorso). In un setting ambulatoriale il metodo del ricalco ha la funzione di accelerare la creazione della relazione sintonica del medico con il paziente.
Questo è il presupposto affinché il medico possa guidare il paziente.
Ciò significa condurlo verso gli obiettivi condivisi, quali l’esecuzione di esami diagnostici, la prescrizione e l’aderenza a un trattamento farmacologico e/o l’intervento chirurgico.
Conclusioni
La medicina moderna è una medicina ‘personalizzata’, ovvero centra-
ta sul paziente, le sue caratteristiche e suoi bisogni. E’ compito del medico personalizzare sia l’approccio che il trattamento del paziente. Potenziare le proprie capacità comunicative consente al medico di valorizzare non solo le sue competenze scientifiche, ma anche la qualità del suo rapporto con il paziente.
In conclusione, è importante ottimizzare la comunicazione perché comporta molti vantaggi quali raccogliere informazioni dettagliate riguardo al paziente; ridurre le incomprensioni; trasmettere al paziente la sensazione di essere ascoltato e compreso nei propri valori, nei propri bisogni, nel proprio vissuto emotivo; far percepire al paziente di essere importante per il medico; instaurare un rapporto sintonico con il paziente, in cui egli si lascia fiduciosamente guidare dalle indicazioni del medico.

Bibliografia Essenziale
1. Watzlawick P, Beavin JH, Jackson DD. Pragmatica della comunicazione umana. Roma: Astrolabio 1967.
2. Mehrabian A, Ferris SR. Inference of attitudes from nonverbal communication in two channels. J Consult Psychol. 1967;31:248-52.
3. Korzybsky A.Science and Sanity: An introduction to Non-Aristotelian System and General Semantics, 1995.
4. Ashby WR. Requisite Variety and its implications for the control of complex systems, Cybernetica (Namur), 1958

LELIO R. ZORZIN REUMATOLOGO
“Body Art” effetti indesiderati del tatuaggio e del piercing
In parallelo con la moda del tatuaggio, quella del piercing da un lato è sempre più diffusa, particolarmente in soggetti giovani, dall’altro pone analoghe problematiche in tema di effetti indesiderati (1,2,3).
Entrambe le pratiche hanno una origine tribale anche se quella del tatuaggio, nel mondo civilizzato, ha coinvolto inizialmente solo determinate categorie di persone (marinai, reclusi) e più recentemente è diventata una moda, se non addirittura un “fenomeno sociale” (4). Il tatuaggio, anche se eventualmente emendabile con il laser, è pur sempre intervento “permanente”, che può comportare infezioni da virus dell’epatite B e C o da germi comuni, ma anche linfoma cutanei, una dermatite granulomatosa loco -indotta e reazioni “sistemiche” quali la Sindrome da Anticorpi Antifosfolipidi ed il granuloma da Sarcoidosi (5,6,7,8). Particolarmente interessante è il rapporto tra il
tatuaggio e l’insorgenza di vitiligine in quanto evento traumatico che può stimolare ancor di più i linfociti ad aggredire la sede melanocitaria, con conseguente chiazza cronica. Anche i soggetti affetti da psoriasi devono considerare la pratica del tatuaggio “off limits” (Fig. 1). Punzi e coll (9) nel 1997 hanno segnalato sul British Journal of Rheumatology la possibilità dell’insorgenza di placche psoriasiche e persino Artrite psoriasica in soggetti sottoposti al tatuaggio. Il microtrauma legato al tatuaggio agirebbe come “trigger” in soggetti geneticamente predisposti alla psoriasi ed all’artrite psoriasica. Il meccanismo di
tale evenienza è stato successivamente analizzato da J.M. Berthelot nel 2003 (10) che ha spiegato il possibile rapporto tra il tatuaggio e l’artrite psoriasica: la membrana sinoviale dei malati di artrite psoriasica, in analogia alla cute affetta da psoriasi, presenta una vascolarizzazione tortuosa con vasi a parete più sottile rispetto a quelli di altre artropatie infiammatorie; tale caratteristica potrebbe dipendere da un aumentato livello di VEGF (vascular endotelium growthfactor) nella sinovia e nelle entesi, rilevabile anche nel sangue di soggetti con psoriasi severa con o senza artrite. Entrerebbero in gioco anche cito-
Il microtrauma legato al tatuaggio agirebbe come “trigger” in soggetti geneticamnete predisposti alla psoriasi
e all’artrite psoriasica

to ad obesità, uso di alcol o tabacco. Sono ipotizzati anche disturbi associati di tipo psichico,quale la depressione ed il tentato suicidio. Secondo gli studiosi della rifl essoterapia,il danno da piercing non sarebbe solo locale ma anche a distanza, a seguito dello stimolo delle zone rifl esso gene dell’orecchio: infezioni, psoriasi, shock tossico, linfoadenopatie. Preso atto che l’uso del piercing è un fenomeno sociale lesivo della salute, il Ministero della Salute ne sconsiglia l’applicazione sia a livello delle palpebre, lingua, seni e genitali; nei minori di età è consentito al lobo dell’orecchio, previo consenso dei genitori. Quest’ultima regolamentazione si accompagna alla raccomandazione di ricorrere solo a personale qualifi cato evitando il “fai da te”.
Bibliografia Essenziale
1. Rubianes EI,Sanches JL. Granulomatous dermatitis to iron oxide after permanent pigmentation of the eyebrowns. J Dermatol Surg Oncol 1993;19:14-26
2. Kaatz M et al. Bodymodifyng concepts and dermatologic problems:tattooing and piercing. Clin Dermat 2008;26:35-44
3. Pérez-Cotapos ML, Cossio ML.Tattooing and piercing in teenagers.Rev Med Chil 2006;134(10):1322-29
4. Armstrong ML,Mc Connel C. Tattoing in adolescent:more common than you think:the phenomenon and risks. J Sch Nurs 1994;10:26-33
5. Long GE, Rickman LS.Infection complications of tattoos. Clin Infect Dis 1994;18:610-19
6. Thimme W,Micalski T. AntiphospholipidSyndrom nach tatowierung? Dtsch Med Wochenschr 1992;117:1541
7. Colp Cr et al. Value of gallium imaging in the evaluation of tattoo granulomas due to sarcoidosis. Chest 1991;100:1737-8
8. Mansour AM, Chan CC. Recurrent uveitis preceded by swelling of skin tattoos (letter) Am J Ophthalmol 1991;111:515-6
9. Punzi L et al. Tattooing-Induced Psoriasis and Psoriatic Arthritis (letter) Br J Rheum 1997;36:1133-4
10. Zorzin LR, Francipane S. Il tatuaggio “ off limits” negli psoriasici. ADIPSO News 2008;2:26-27
11. Bone A et al. Body piercing England: a survey of piercing at sites other than earlobe. BMJ 2008;336:1426-28
12. Dähnert J et al. Piercing and tattoos in patients with congenital heart disease-is it a problem. Z Kardiol 2004;93:618-23
13. Armstrong ML et al. Infective endocarditis after body art: a review of the literature and concerns.Endocardite infettiva dopo body art: una revisione della letteratura e le preoccupazioni. J Adolesc Salute 2008;43(3):217-25

delle placche cutanee dopo quattro settimane, con una correlazione moderata (r = 0,28; p < 0,05) ( 4) Quando viviamo un episodio di forte stress – per esempio un esame importante o un’impressione paurosa – il nostro organismo rilascia nel sangue alcune “molecole di allarme” prodotte dal sistema immunitario, come l’IL-6, l’IL-1β, l’IL-10 e il TNF-α. In condizioni normali questi segnali servono a proteggerci da infezioni o lesioni, ma se restano alti a lungo possono mantenere accesa l’infiammazione anche in organi come la pelle. Una meta-analisi su 34 studi ha mostrato che, dopo un test di stress acuto in laboratorio, i livelli di queste citochine aumentano in modo significativo e restano elevati per oltre un’ora, contribuendo a gonfiore, arrossamento e prurito tipici della psoriasi (5). I meccanismi di interazione stress-infezione si fondano sulla disfunzione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA) e sulla neuroinfiammazione. In condizioni di stress cronico si osserva un’alterazione dei ritmi di secrezione del cortisolo che riduce l’efficacia del feedback glucocorticoide
antinfiammatorio, favorendo la persistenza di uno stato proinfiammatorio sistemico e cutaneo . Inoltre, lo stress attiva il rilascio di neuropeptidi dalle fibre nervose cutanee, che promuovono la degranulazione dei mastociti e la secrezione locale di citochine, in un fenomeno noto come neurogenic inflammation
Questa rete di interazioni tra fattori emotivi, neuroendocrini e immunitari fornisce una base scientifica a supporto di un approccio olistico alla persona affetta da psoriasi che integri nei protocolli di cura approcci mirati alla gestione dello stress— come tecniche di rilassamento, biofeedback e terapie psicologiche—al fine di modulare l’infiammazione cutanea e migliorare gli esiti clinici nella psoriasi. E’pertanto importante che il paziente conosca i principali approcci o tecniche a supporto della gestione dello stress e che sulla base di una accresciuta consapevolezza, unitamente al supporto medico, possa scegliere all’occorrenza il percorso più adatto ai propri bisogni. Un primo approccio è rappresentato dalla Terapia Co-
gnitivo- Comportamentale (CBT). La CBT è sicuramente l’approccio più studiato che mira alla ristrutturazione cognitiva e dei pensieri disfunzionali legati alla patologia e alla base di molte manifestazioni emotive come ad esempio il vissuto di stigmatizzazione. Uno studio di Xiao et al. 2019 (6) evidenzia come la CBT favorisca un marcato miglioramento dei sintomi di ansia e depressione con conseguente impatto positivo sulla qualità di vita dei pazienti. Inoltre, si è dimostrato anche un effetto sulla compliance alle cure. La Mindfulness-Based Stress Reduction (MBSR) è invece un protocollo strutturato di 8 settimane che affianca alla terapia dermatologica esercizi di consapevolezza volti a ridurre lo stress e migliorare la regolazione emotiva. Studi esplorativi su piccolo campione hanno evidenziato nei pazienti che hanno partecipato al protocollo una riduzione significativa di ansia, depressione e preoccupazione (7) unitamente ad miglioramenti s sia dell’area e severità auto-valutata (PASI), sia della qualità di vita correlata alla malattia, dopo 8–12 settimane di pratica gui-
La relazione tra stress emozionale
e infiamamzione cutanea in psoriasi è supportata da evidenze cliniche che ne chiarisocno i percorsi patogenetici
data (8). Il Motivational Interviewing (MI) applicato alla psoriasi è un approccio colloquiale e centrato sulla persona che punta a far emergere e rinforzare la motivazione intrinseca del paziente a seguire le terapie. In uno studio randomizzato su 171 pazienti, sei chiamate basate su MI in 12 settimane hanno portato a una riduzione media del punteggio PASI di 3,2 punti rispetto a 1,1 nel gruppo di controllo, e a un aumento del 25 % nell’autoefficacia percepita (General Self-Efficacy Scale) . Un’analisi di Zill et al. (2019) conferma che le tecniche motivazionali, inserite in un programma, migliorano significativamente l’aderenza ai trattamenti e il benessere emotivo dei pazienti (9). Infine, gli Approcci di Gruppo per la psoriasi prevedono tipicamente un ciclo di 6–8 incontri settimanali (durata 60–90 min) rivolti a 6–12 pazienti, condotti da uno psicologo clinico. Gli elementi chiave dell’approccio sono: • Psicoeducazione: spiegazione interattiva dei meccanismi biologici e psicologici della psoriasi, del ruolo dello stress e delle comorbidità psichiche, per correggere false credenze e aumentare la consapevolezza del paziente. • Ristrutturazione cognitiva: in gruppo si identificano pensieri disfunzionali (es. “nessuno mi accetterà con queste placche”) e si esercita la loro sostituzione con convinzioni più realistiche e adattive. • Condivisione: i partecipanti condividono situazioni critiche (spiagge, incontri di lavoro, appuntamenti) e costruiscono insieme strategie concrete per gestirle, migliorando la preparazione e l’autoefficacia. • Tecniche di rilassamento e coping: esercizi guidati di respirazione diaframmatica, rilassamento muscola-
re progressivo e mindfulness al fine di attenuare la risposta emotiva allo stress e modulare l’infiammazione cutanea. • Supporto sociale e contrasto allo stigma: la condivisione esperienziale riduce senso di isolamento e auto-stigmatizzazione, rafforzando il senso di appartenenza e di normalità. Zill et al. (2019) (9), in una meta-analisi di 12 RCT con ≈1.200 pazienti, ha documentato effetti moderati su sintomi depressivi (SMD –0,58), ansia (SMD –0,49) e qualità di vita dermatologica (DLQI SMD –0,53) per interventi psicosociali di gruppo rispetto al solo trattamento medico; Van Beugen et al. (2016) (10), ha osservato una riduzione media del PASI di –3,1 rispetto a –1,4 del gruppo controllo (p < 0,01) e un aumento del 30 % nell’aderenza alle terapie topiche e sistemiche. Inoltre, il supporto di Gruppo ha anche effetti sulla qualità di vita dei caregivers come evidenziato dallo studio di Demma et al. ( 2021) (11).
E’ fondamentale che ciascuno di questi approcci o protocolli vengano applicati in ambito Sanitario da Psicologi Clinici o Psicoterapeuti opportunamente formati. In definitiva, il percorso di cura della psoriasi non può prescindere da un supporto psicologico attento e personalizzato: riconoscere e accogliere la sofferenza emotiva è tanto cruciale quanto gestire l’infiammazione cutanea. Solo un approccio olistico, che integri competenze dermatologiche e interventi psicoterapici mirati, tutela la persona nella sua globalità – corpo, mente e relazioni – garantendo non soltanto il controllo dei sintomi, ma anche il rispetto della sua dignità e del suo benessere complessivo.
1. Finlay AY, Khan GK. Dermatology Life Quality Index (DLQI): a simple practical measure for routine clinical use. Clin Exp Dermatol. 1994;19(3):210–216.
2. Garcovich S, Giovanardi G, Natoli C, et al. Stigmatization and Quality of Life in Patients with Psoriasis. J Eur Acad Dermatol Venereol. 2020;34(3):611–618.
3. Schäfer I, Rustenbach SJ, Zimmer L, Augustin M. Adherence in the Treatment of Psoriasis: A Systematic Review. Dermatology. 2010;222(4):363–371.
4. Snast I, Reiter O, Atzmony L, Leshem YA, Hodak E, Mimouni D, Pavlovsky L. Psychological stress and psoriasis: a systematic review and meta-analysis. Br J Dermatol. 2018;178(5):1044– 1055.
5. Marsland AL, Walsh C, Lockwood K, John-Henderson NA. The effects of acute psychological stress on circulating and stimulated inflammatory markers: A systematic review and meta-analysis. Brain Behav Immun. 2017 Aug;64:208–219. doi:10.1016/j.bbi.2017.01.011.
6. Xiao Y, Zhang X, Luo D, Kuang Y, Zhu W, Chen X, Shen M. The efficacy of psychological interventions on psoriasis treatment: a systematic review and meta-analysis of randomized controlled trials. Psychol Res Behav Manag. 2019;12:97–106. doi:10.2147/PRBM. S195181
7. Kabat-Zinn J, Wheeler E, Light T, et al. Influence of a mindfulness meditation-based stress reduction intervention on rates of skin clearing in patients with moderate to severe psoriasis undergoing phototherapy (UVB) and photochemotherapy (PUVA). Psychosom Med. 1998;60(5):625–632.
8. Bartholomew E, Chung M, Yeroushalmi S, Hakimi M, Bhutani T, Liao W. Mindfulness and Meditation for Psoriasis: A Systematic Review. J Cutan Med Surg. 2022;26(4):372–380.
9. Zill JM, Christalle E, Tillenburg N, et al. Effects of psychosocial interventions on patientreported outcomes in patients with psoriasis: a systematic review and meta-analysis. Br J Dermatol. 2019;181(4):939–945.
10. Van Beugen S, Ferwerda M, Spillekom-van Koulil S, et al. Tailored therapist-guided internet-based cognitive behavioral treatment for psoriasis: a randomized controlled trial. Psychother Psychosom. 2016;85(5):297–307.
11. Demma A, Suitner C, Ferruzza E, Nicolini C, Donini M. The indirect effect of a focus group for psoriatic patients on their caregivers. Res Psychother Psychopathol Process Outcome. 2021;24(1):486. doi:10.4081/ ripppo.2021.486. PMCID: PMC8082531.



La nostra MISSIONE
Promuovere la Ricerca Genetica
Difendere i nostri Diritti
Informare i Malati di Psoriasi e Psoriasi Artropatica sulle terapie esistenti

Educare l’opinione pubblica per far conoscere i devastanti effetti della malattia
IL TUO SOSTEGNO ALL’A.DI.PSO.
È INDISPENSABILE
per far valere i nostri diritti nei confronti delle istituzioni politiche e sanitarie
L’associazione invita i soci che non avessero rinnovato l’iscizione annuale A.DI.PSO. a e ettuare il versamento tramite C/C Postale n. 15646003
intestato ad A.DI.PSO. Via Tacito, 90 - 00193 Roma oppure tramite Boni co Bancario presso
BANCA DESIO E DELLA BRIANZA:
IBAN: IT 26Z0344003209000000279300
Ricorda che le donazioni a nostro favore sono detraibili dalle tasse