Relazione Ferrara

Page 1


RELAZIONE

al 26°

CONGRESSO PROVINCIALE di FERRARA

I decenni passano inesorabilmente ma l’importante è che non scorrano senza il giusto valore e la passione che sempre bisogna mettere nelle cose importanti della vita: quest’anno celebriamo ottanta anni dalla fondazione delle ACLI, senza retorica ma con l’orgoglio di avere dato contributi importanti alla storia del nostro Paese ed alle comunità locali nelle quali e per le quali abbiamo operato con la passione sociale che ci contraddistingue ancor oggi.

Il tema congressuale “Il coraggio della pace” che oggi viene illustrato e sviluppato dall’incaricato della Presidenza nazionale ACLI, Stefano Parisi, ci richiama alla dimensione della pace, nelle sue molteplici declinazioni, è la priorità da offrire alla riflessione, discussione e condivisione nei congressi delle Acli. I conflitti di cui l’umanità si sta rendendo protagonista in questo primo quarto del XXI secolo ci mostrano la fatica di essere fratelli, abitanti della casa comune. Sono sotto i nostri occhi anche le conseguenze di “non scelte”, di rimandi colpevoli, di occasioni perdute. Perciò ci è richiesta l’audacia della Pace. Perché è la fraternità stessa ad essere messa in discussione, la possibilità di convivere senza dover competere o addirittura eliminare l’altro per poter vivere. Se è messa in discussione la fraternità, lo è sempre anche la persona umana. Non possiamo accettare che solo la guerra sia la soluzione dei conflitti. Ripudiare la guerra, come siamo “costituzionalmente” impegnati, significa anche arrestarne la progressione, prima che accada l’irreparabile.

In questo tempo di conflitti, di divisioni, di sentimenti nazionalisti, di odi, di contrapposizioni, osare la Pace è il servizio culturale e politico più urgente che le Acli possono mettere in campo. Ed è un servizio alla speranza, alla possibilità di futuro. Pace è il primo dono del Risorto, ma come ci ricorda papa Francesco, siamo sempre più consapevoli che «per accogliere Dio e la sua pace non si può stare fermi, non si può stare comodi aspettando che le cose migliorino. Bisogna alzarsi, cogliere le occasioni di grazia, andare, rischiare. Bisogna rischiare» (Omelia, 1° gennaio 2023). L’impegno personale, dei nostri circoli Acli e dei Servizi che promuoviamo, resta quello di essere “artigiani di pace”, tessitori di unione in ogni contesto, pacifici nel linguaggio e nei comportamenti, rispettosi di ogni prossimo perché è Tempio di Dio, per imparare ad amare il nemico e renderlo di nuovo quello che è: fratello e sorella. Attraverso il nostro impegno associativo ascoltiamo la voce e prendiamo concretamente la parte di quanti soffrono, delle vittime, di quanti hanno visto violati i diritti elementari e rischiano che le loro grida si perdano nell’indifferenza o nell’abitudine. Scegliamo di essere operatori di pace, anzitutto nella preghiera incessante e commossa, ma che sappia diventare anche testimonianza, solidarietà e accoglienza. Saper accogliere e accompagnare i migranti è un gesto di testimonianza della fraternità universale che le Acli hanno il dovere di vivere dentro progettualità innovative e generative.

Mentre il buio della guerra si diffonde e sembra avvolgere e addormentare le coscienze, le Acli continuano a credere nella speranza della luce che solo la Pace può offrire. Non possiamo abituarci all’oscurità e alla paura, all’ingiustizia e alla morte. L’amore cristiano deve prevalere su tutto, anche su ogni valutazione pur indispensabile relativa ad aggressori e aggrediti, a ragioni e torti. La vita viene prima di tutto.

Siamo di fronte ad un mondo ineguale e diviso. Il caos climatico sta alimentando il fuoco dell’ingiustizia. Il riscaldamento globale sta distruggendo i bilanci, facendo lievitare i prezzi dei prodotti alimentari, sconvolgendo i mercati energetici e alimentando una crisi del costo della vita. Il mondo che ci accoglie si sta sgretolando e forse si sta avvicinando a un punto di rottura, con conseguenze che ricadono soprattutto sulle fasce più vulnerabili della popolazione mondiale, con una stretta connessione tra il problema ambientale e quello sociale. L’ecologia integrale “predicata” da papa Francesco ci dice che siamo inestricabilmente legati a tutti gli altri viventi sul pianeta. Abbiamo l’urgenza di affrontare la crisi sociale e ambientale, l’ascolto della scienza, la critica al paradigma tecnocratico, la volontà di costruire un “noi” in grado di prendersi cura della casa comune, mediante il lavoro delle istituzioni internazionali e il protagonismo della società civile. Accogliere il dono della Pace nella nostra vita è decidere di attivarci per cambiare stile di vita, modificare il nostro sguardo sulla realtà e sugli altri, nella logica della fraternità come paradigma politico. Con la consapevolezza che la pace si costruisce attraverso il recupero di un alfabeto umano della vita, comprensibile proprio a partire dalla cura delle relazioni a noi più prossime. (da Tracce)

Alle guerre sempre più cruente e più prossime ai nostri confini, si aggiungono le forti preoccupazioni per il quadro economico e per quello sociale, che presentano crescenti criticità, nel Paese come nella nostra provincia di Ferrara.

In Emilia Romagna Unioncamere e Confindustria E.R. mettono in evidenza luci ed ombre: peggiora il clima di fiducia dell’economia regionale, la produzione ed export sono in frenata, contrazione di produzione, ordini e fatturato, tiene l’occupazione ma gli

investimenti sono ancora al palo in attesa delle scelte strategiche dell’Europa fondamentali per il futuro dell’industria,i mutui alle famiglie sono di nuovo in crescita.

A Ferrara la situazione sta presentando nuovi campanelli di allarme se non sirene di emergenza: gli ultimi casi con i licenziamenti di centinaia di lavoratori alla Berco, alla Tollok, alla VM, ci richiamano ad essere vigili ed a reagire comunemente come sistema territoriale in raccordo con Regione e Ministeri, per preservare il lavoro e l’economia delle comunità locali. Nel contempo non dobbiamo essere distratti dal tutelare la ricchezza costituita dalle piccole imprese, da artigiani, commercianti, coltivatori, che contraddistinguono una significativa maglia produttiva e di servizi per il nostro territorio, che da sicurezza e sostegno a migliaia di famiglie.

Il lavoro, infatti, è per noi un elemento fondamentale per la creazione e il mantenimento delle famiglie, ma deve essere pensato per la famiglia e non la famiglia per il lavoro. Per questo vanno cercate innovative forme di armonizzazione tra vita e lavoro, che non compromettano la dignità delle persone e delle famiglie stesse. Ma dobbiamo anche guardare a favorire il buon lavoro: è evidente che il lavoro e le condizioni in cui è svolto possono condizionare e compromettere la possibilità stessa di fare famiglia. I bassi salari, la scarsa qualità del lavoro, la precarietà contrattuale, ecc. definiscono un “lavoro povero”, che sta diventando la criticità della nostra epoca e che incide fortemente sulle famiglie, togliendo loro la possibilità di decidere la propria traiettoria di vita: una forma di violenza economica che è esercitata specialmente nei confronti delle donne e delle loro aspirazioni professionali. Nella società odierna, le ragioni del sistema produttivo tendono a prevalere sulle sfere individuali e familiari, subordinando le persone alle leggi del

mercato e del profitto, anziché riconoscerne l’irripetibile dignità, che tuttavia resta una precondizione fondamentale affinché l’individuo possa realizzare pienamente sé stesso, ma anche convivere con gli altri e contribuire al benessere generale.

In tal senso la famiglia deve essere considerata un valore sociale che deve essere sostenuto e riconosciuto da tutti, datori di lavoro e istituzioni in particolare.

Le riflessioni e gli approfondimenti che come aclisti abbiamo fatto negli scorsi mesi ci richiamano a mettere al centro delle nostre priorità il sostegno e la valorizzazione delle famiglie quale perno di virtuosa solidarietà e di armonioso sviluppo sociale.

A Ferrara il calo demografico è più grave che in altre realtà anche a noi vicine, il progressivo ed inesorabile invecchiamento della popolazione porterà nel giro di pochi decenni ad una società locale perlopiù composta da fasce di età elevate con una denatalità.

Fra il 2022 ed il 2042 Unioncamere E.R. stima che nel ferrarese perderemo quasi il 4% della popolazione quindi circa 13.000 abitanti ma con un saldo naturale di meno 63.000 parzialmente compensato da 31.000 immigrati che porteranno l’incidenza della popolazione straniera dall’11% al 21% e con una differenza di 16.000 persone locali della classe di età oltre a 65 anni !

Anche in tal senso l’Università di Ferrara è una grande risorsa per la città, sia per la storia e la cultura che esprime, ma anche per i 30.000 studenti perlopiù fuorisede. Purtroppo questa rapida crescita ha determinato un gap nell’accoglienza, pochi sono gli studentati pubblici e la maggioranza deve rivolgersi al libero mercato, che comunque non riesce a soddisfare la domanda di alloggi decorosi, funzionali ed a prezzi accessibili anche per le fasce meno abbienti. Inoltre, è evidente la

carenza di infrastrutture di supporto agli studenti, dalle sale studio con limitati posti e orari di apertura, alle mense ai servizi connessi agli studi accademici.

Uni.FE offre un’ampia offerta formativa, in molti casi di eccellenza e le tesi di laurea, di dottorato, di master, affrontano problemi legati al territorio da diversi punti di vista, sviluppando possibili ricadute territoriali per contrastare i mutamenti climatici, i problemi socioeconomici e valorizzare il digitale: tuttavia, spesso accade che questo patrimonio di conoscenza non venga accolto e valorizzato dal tessuto imprenditoriale territoriale e, pertanto, la maggior parte dei neo-laureati o giovani ricercatori precari abbandoni la nostra città, in quanto non trova opportunità successive di occupazione nel mondo del lavoro locale ed, in particolare, di sviluppo e applicazione delle proprie ricerche.

Le istituzioni ed il terzo settore dovrebbero essere parte attiva nel promuovere e coordinare le azioni sul territorio in merito all'accoglienza degli studenti universitari e la loro permanenza nella nostra città, favorendo opportunità di socializzazione e di rapporto con la comunità locale, anche piccole occasioni di lavoro per chi volesse o avesse necessità di pagarsi gli studi, sostenendo attività culturali di aggregazione, facilitando l'inserimento degli studenti stranieri e, una volta laureati, creando con le associazioni imprenditoriali delle relazioni virtuose di match con le imprese locali per innestarli nel mercato del lavoro.

La povertà esistente ed emergente. Avere un figlio. Averne due o tre. Essere straniero. E con figli. Avere meno di 18 anni. Vivere in affitto. Fare l’operaio. Abitare al Sud, ma anche al Nord. Sono alcune delle cause alla base del record di povertà assoluta in Italia: 2 milioni e 217 mila famiglie che non riescono a permettersi l’essenziale e che corrispondono a 5 milioni e 694 mila persone, di cui un milione e

295 mila minori, record assoluto dal 2014. Il rapporto dell’ISTAT di questi giorni evidenzia che dati alla mano, in Italia essere poveri è una condizione che riguarda più di una persona su dieci (10,6%), e i minori in condizioni di povertà sono arrivati a 1,29 milioni, anche questo un triste primato. La probabilità di essere povero aumenta ovviamente se si è disoccupati ma, meno ovviamente, aumenta anche se un lavoro ce l'hai e sei un operaio, un lavoratore dipendente, se vivi in una famiglia numerosa, se sei straniero e se vivi al Sud, benché anche al Nord stiano aumentando le famiglie in povertà.

Prevenire e contrastare la povertà, nel mondo, in Europa, in Italia, è un impegno non più rinviabile, per questo le ACLI partecipano attivamente in “Alleanza contro la povertà” per proporre soluzioni concrete alle istituzioni per arginare e diminuire una piaga sociale che toglie dignità e libertà alle persone e alle famiglie così come indebolisce le comunità locali a causa degli effetti indotti.

Le politiche e le risorse messe in atto sin qui non sono più sufficienti, nel Paese come nel ferrarese, bisogna si trovare maggiori disponibilità economiche ma anche esaltare le sinergie fra le diverse istituzioni coinvolte e il terzo settore con la sua generosità dei volontari e la ricchezza di competenze, per la crescita delle persone e delle famiglie in condizione di fragilità sociale. Restando in ambito locale manifestiamo particolare preoccupazione per lo stato della sanità territoriale, in particolare dopo la pandemia vi è stato un aggravamento dei tempi delle liste d'attesa, intasamento dei pronto soccorso e si è assistito alla grande fuga del personale verso la sanità privata. Il nostro territorio che presenta un tasso di invecchiamento più elevato rispetto alla media nazionale presenta quindi criticità da non sottovalutare e che richiedono più risorse e soluzioni innovative, nella città così come nei piccoli paesi

distanti dalle strutture sanitarie. Il rischio concreto è di aumentare le diseguaglianze sociali, l’abbassamento della prevenzione, il peggioramento delle attività di cura.

La politica era e resta nella nostra mission. E’ tempo per prendere posizione e dire la nostra con chiarezza e coraggio, non per sostenere o denigrare questo o quel partito, ma per richiamare la politica alle proprie responsabilità ed alla propria vocazione di interpretare il presente e declinare il futuro, con lungimiranza ed attenzione al bene comune. Dobbiamo sempre più esercitarci nel dialogo con tutti, ma consapevoli dei nostri inderogabili valori. Le occasioni non mancano, come ad esempio le attività referendarie di questi mesi promosse dalle Acli nazionali sulla proposte di legge sulla trasparenza politica e sulla partecipazione democratica piuttosto che sui referendum abrogativi sull’autonomia differenziata.

Qualche giorno addietro il nostro Arcivescovo Giancarlo, che ringrazio per l’attenzione e l’amicizia che ci ha sempre riservato, così richiamava Papa Francesco: “La politica così non è più una sana discussione su progetti a lungo termine per lo sviluppo di tutti e del bene comune, bensì solo ricette effimere di marketing che trovano nella distruzione dell’altro la risorsa più efficace”. Proseguiva poi esortando che “La politica come anche l’economia deve avere al centro la dignità della persona umana e una visione integrale della persona, la realtà nella sua complessità, così da dare risposte efficaci, sacrificando anche consensi, sapendo l’importanza di generare nuovi percorsi.” Teniamolo a mente nel nostro agire nel sociale.

Cosa possiamo dire sullo stato del nostro sistema aclista ferrarese?

Dobbiamo però essere consapevoli che il post Covid e l’avvento del RUNTS, associati ad un momento storico di crisi della partecipazione e dell’assunzione di responsabilità di cariche associative, ha determinato una contrazione delle strutture di base e conseguentemente del numero degli associati alle ACLI.

I Circoli nel 2020 erano 20 mentre nel corso del quadriennio ne abbiamo persi 8 ed acquisito 1.

Se devo dire il perché, a mio avviso il motivo risiede proprio nel deficit di governance. Nonostante il supporto dato dalla sede provinciale, i dirigenti locali si sono ritirati per indisponibilità personale, litigiosità nei direttivi, problematiche economiche, dando conseguentemente epilogo nella chiusura di realtà storiche ma che ormai non avevano più i fondamentali per poter sussistere (pochi abitanti, pochi associati, costi di affitto ed energia insostenibili, indisponibilità dei soci ad assumersi responsabilità, mancanza di mission condivisa, ecc.). La maggiore consapevolezza delle responsabilità nel condurre un circolo, insieme agli adempimenti stringenti del RUNTS ha di fatto scoraggiato e incrinato le realtà che già in precedenza presentavano debolezze e criticità.

Ricordo che la sede provinciale d’intesa con quella nazionale, si è adoperata per supportare i nostri circoli per ottenere tutti i contributi che lo Stato, la Regione e gli enti locali avevano messo a bando, peraltro con successo avendo avuto riscontro positivo a tutte le domande che avevamo inoltrato e facendo avere linfa economica per la riapertura dei circoli. Per contro le strutture di base restate paiono aver superato l’empasse della pandemia, tengono come numero di tessere e

stanno provando a reinventarsi per stare al passo con le realtà territoriali e sociali nelle quali risiedono.

Con l’ufficio sviluppo associativo nazionale abbiamo già avviato una relazione ed una riflessione in merito, un’opportunità che andrà coltivata per mutuare buone prassi e condividere idee e progetti fra territori diversi.

Altrettando supporto abbiamo dato ai circoli per ciò che attiene l’informazione giuridico amministrativa, dando utili e tempestive delucidazioni sulle normative che si sono attuate, così come per la revisione ed adeguamento degli statuti al Codice del terzo settore e per il caricamento dei dati sul RUNTS.

Un ringraziamento quindi per chi quotidianamente con spirito di volontariato e sacrificando tempo ed energie, rappresenta le ACLI sul territorio, animando generosamente i nostri circoli.

La Presidenza provinciale si è impegnata in questi anni nel progetto

Punto Famiglia ACLI, con il supporto dei finanziamenti 5/000 dati dalla sede nazionale, un ambito importante che dovrà essere implementato e sviluppato proprio per le ragioni sociali che prima indicavo, anche con nuove progettualità.

Abbiamo quindi coerentemente partecipato attivamente a più di un incontro proposto dall’area famiglia e stili di vita delle ACLI nazionali, per poi co-promuovere il riuscitissimo ed interessante evento del 16 marzo di quest’anno qui a Ferrara “Famiglia e lavoro: azioni per la coesione sociale e lo sviluppo sostenibile” con al presenza del nostro Arcivescovo e di istituzioni e associazioni locali, fra cui CCIAA, Comune e Provincia.

Contestualmente siamo stati fondatori del Forum Famiglie di Ferrara, cui ho partecipato attivamente, sin quando questo organismo purtroppo si è progressivamente indebolito, perdendo

partecipanti e capacità di elaborazione e di proporre iniziative. L’auspicio è che l’attività possa riprendere perché le motivazioni che ci portarono a costituirlo non sono venute meno, così come l’attualità ci consiglierebbe di trovare nuovi spunti propulsivi.

Anche del Forum del Terzo settore ferrarese siamo stati fondatori e componenti del Coordinamento. Qui grazie all’impulso della Presidente del Forum ed all’attiva partecipazione al Coordinamento dei membri, i lavori di elaborazione e presenza sui tavoli competenti sono stati incisivi ed efficaci. Da quest’anno il Forum potrà anche contare sul trasferimento di fondi per poter meglio infrastrutturarsi.

A breve sarà previsto il rinnovo degli organi, per cui le ACLI non mancheranno di far sentire le proprie proposte e dare il proprio aiuto secondo la nostra mission.

Seguiamo le attività, partecipandovi quando lo abbiamo ritenuto, anche del Coordinamento Rete per la pace di Ferrara, espressione delle molte realtà associative che propongono attività ed iniziative sulla pace e le sue declinazioni.

A tal proposito ricordo che abbiamo partecipato alla grande Marcia della pace a Roma nel novembre 2022, in cui le ACLI hanno avuto un primario ruolo nell’organizzazione.

Il Presidente nazionale delle ACLI ci esortava in un suo recente intervento a “fare rete” con l’associazionismo ed il volontariato locale oltre che a partecipare alla vita della Chiesa e nelle diocesi. A Ferrara abbiamo creato ormai da molti anni uno strumento informale ma efficace che amichevolmente chiamiamo “Cabina di regia”, cui partecipiamo come ACLI insieme ad altre associazioni e movimenti ecclesiali ferraresi quali AGESCI, Azione Cattolica,

Comunità Papa Giovanni XXIII, MASCI, Movimento Rinascita Cristiana, Salesiani cooperatori.

In questo ambito abbiamo avuto l’opportunità di tenerci relazionati e di scambiarci informazioni sulle attività, oltre che di riflettere su tematiche locali a noi care (giovani, famiglia, associazionismo, ecc.)

e di proporre momenti di approfondimenti come ad esempio l’incontro con i candidati presso il Teatro San Benedetto, iniziativa che ho avuto più volte l’onore di moderare, cui hanno partecipato centinaia di persone molte delle quali giovani. Nel marzo di quest’anno siamo riusciti a riunire molti esponenti dei vertici associativi cattolici ferraresi in un “caminetto” di confronto e dibattito particolarmente proficuo oltre che improntato ad una fraterna cordialità.

Desidero qui ringraziarli con gratitudine per questa fraterna amicizia che abbiamo condiviso, senza il timore di perdere le proprie identità e che abbiamo tentato di riversare fecondamente sui nostri associati e più in generale nella Chiesa e nella comunità ferrarese.

Non è mancata la nostra presenza anche ad alcune iniziative proposte da Comunione e Liberazione, sempre nello spirito dell’attenzione e del dialogo con tutto il mondo cattolico.

Ci ha ricordato il card. Matteo Zuppi nel settembre di quest’anno a Trieste a marginedella 50ª Settimana Sociale dei cattolici che la fraternità cristiana, che testimonia la presenza del Signore tra noi, fa fiorire le relazioni sociali e contribuisce a creare un popolo. Non dobbiamo disperdere energie e idee. Sappiamo che, quando la Chiesa non si chiude in sé stessa, ma abita i territori, costruisce reti e favorisce quella conversione al bene comune, che ha ricadute positive su tutti. Davvero la Dottrina sociale è un patrimonio che consente a

tutti, in particolare ai laici cattolici, di avere un faro per una navigazione sicura nel mare della vita sociale a volte così burrascoso.

Abbiamo tenuto positive relazioni di collaborazione anche con il GIT - Gruppo Iniziativa Territoriale delle socie e soci di Banca Etica di Ferrara.

Così come cordiali e costanti sono stati i rapporti con esponenti di Confcooperative, CISL, UCID ed altre associazioni locali di rappresentanza.

Infine le positive relazioni che abbiamo avuto con il M.F.E. Movimento Federalista Europeo, una collaborazione naturale per la nostra Associazione che ha da sempre creduto ed esaltato il ruolo dell’Europa unita e solidale, quale strumento di crescita, pace e benessere, fondata sul rispetto dei diritti umani, sulla promozione della giustizia sociale e sull’incoraggiamento di un dialogo costruttivo tra le diverse culture e nazioni.

Sul fronte interno delle ACLI, Ferrara è stata attiva nel mantenere relazioni con i livelli aclisti nazionali e regionali, assicurando la presenza alle riunioni nelle diverse espressioni quali il Consiglio nazionale e quello regionale dell’Emilia Romagna, oltre che nelle convention dei servizi. Siamo stati coscienziosamente presenti per ascoltare e per dare il nostro contributo.

Come ben sapete le ACLI si contraddistinguono anche per i servizi di natura previdenziale, sociale e fiscale, posso serenamente affermare che la situazione delle nostre attività di servizio qui a Ferrara è eccellente.

Il Patronato Acli di Ferrara si contraddistingue per la professionalità dei propri operatori, fatto riconosciuto dal gradimento dei nostri clienti che si servono delle prestazioni erogate. La pandemia ha fortemente stressato la struttura per il grande carico di lavoro indotto da CIG, assegni sociali, bonus, poi l’assegno unico, le novità sulle età pensionistica.

I conti del Patronato sono in ordine e dopo i deficit nazionali di qualche anno addietro, ora possiamo dire che i bilanci sono in equilibrio virtuoso !

Un grazie sincero quindi ai nostri lavoratori ed ai nostri promotori sociali del Patronato che anche quest’anno gestiranno circa 10.000 pratiche.

Con l’occasione ringrazio e saluto il direttore Mario Pecorari che a fine novembre si congederà, per il prezioso lavoro che ha svolto di consolidamento e crescita della struttura, ricordando il suo apporto nei difficili anni del commissariamento e del post terremoto.

Saluto ed auguro “in bocca al lupo” alla nostra dipendente Maria

Chiara Benini che a soli 29 anni è stata designata in questi giorni nuova responsabile della sede di Ferrara e che ha intrapreso un percorso di crescita professionale che auspichiamo la porti solertemente ai vertici.

ACLI Service Ferrara che opera per il CAF ha svolto egregiamente e con generosità le proprie attività durante la pandemia, crescendo non solo nei numeri della produzione ma anche nella qualità delle prestazioni grazie agli importanti interventi formativi sul personale. Anche quest’anno ha centrato gli sfidanti obiettivi di crescita di produzione assegnati dal CAF nazionale. Oltre 20.000 clienti si rivolgono ogni anno ai nostri uffici per chiedere assistenza e consulenza. Abbiamo lavorato in questi anni per offrire ai nostri clienti il miglior servizio su prenotazione anche per le ISEE ove la

remunerazione è meno vantaggiosa, con lo spirito aclista di accoglienza e supporto soprattutto ai più bisognosi. Continua inoltre lo sforzo per incrementare gli altri servizi quali le successioni, le locazioni, le consulenze legate agli immobili. Con l’occasione saluto e ringrazio la RAS Isabella Gravina, recentemente nominata nuova responsabile, che sta attuando profittevolmente gli indirizzi del CdA aclista.

AIF Acli in Famiglia è il soggetto deputato alla gestione dei rapporti di lavoro di colf e badanti, a Ferrara dai 250 iscritti del 2022 confidiamo di arrivare ai 500 a fine anno. Abbiamo operatori dotati delle giuste qualità umane oltre che professionali a servizio di clienti spesso in età avanza o di familiari presi a gestire situazioni complicate.

FAP Acli il sindacato dei lavoratori pensionati (e non !) opera anche a Ferrara, molto in sinergia col Patronato. Dopo anni di crescita ora sarà necessario rivedere l’assetto e la strutturazione delle attività, incrementandole per favorirne il radicamento dei soci.

Sul fronte associativo aclista vorrei infine ricordare:

Il Coordinamento donne, è stato un bellissimo ritorno dopo anni di assenza, poterlo ricostituire all’ultimo congresso provinciale è stato un vanto anche per la garanzia di continuità che ha dato in questi quattro anni. Grazie quindi per le loro attività ed alla loro coordinatrice provinciale Paola Chiorboli.

L’U.S. ACLI con la scomparsa quest’anno del loro storico presidente Alfredo Corallini che prima abbiamo commemorato, sta ora vivendo una fase di riorganizzazione curata dal commissario Walter Raspa e

che vedrà la nascita della nuova dirigenza con il congresso all’inizio del 2025. A tal proposito ringrazio Andrea Banzi neo presidente di U.S. San Luca - San Giorgio per l’impegno che sta profondendo per assicurare un futuro ad un consesso che nel novembre 2023 ha festeggiato i propri 60 anni di attività, generosamente spesi perlopiù a favore delle giovani generazioni di atleti.

ACLI Arte e Spettacolo, Associazione di promozione sociale artistico-culturale, educativa e ricreativa, è attecchita anche a Ferrara nel 2023 grazie all’affiliazione di VoX et Sonus presieduto dal maestro Gianmaria Raminelli. Confidiamo che altri circoli possano irrobustire questo sodalizio che promette tante opportunità nell’ambito culturale e ricreativo.

Come sapete abbiamo davvero tantissime potenzialità, possiamo spaziare nel metterci a servizi di molteplici cause e per variegati obiettivi.

Nell’immediato futuro saremo chiamati a scegliere quale modello di associazione vogliamo interpretare e quale alta mediazione fare fra chi milita nei circoli e chi ha trovato rappresentanza tramite i nostri servizi, fra chi aderisce al sistema associativo tradizionale e che si accosta a noi tramite le associazioni di scopo e le nostre imprese sociali.

Con questa consiliatura possiamo affermare senza dubbio alcuno che il processo di risanamento strutturale delle risorse cui ero stato chiamato allora insieme alla Presidenza possa dirsi concluso, non lasciamo ai posteri debiti ma la capacità di poter fare investimenti che ci mettano nelle condizioni di poter gestire i fabbisogni che andremo ad intercettare ed a declinare con spirito servizio.

Rilevo e consegno alla prossima presidenza un vulnus che ci è di ostacolo nell’operare e nel crescere: i carenti ed inadeguati spazi

della sede provinciale.

Abbiamo bisogno di superfici maggiori e più consone alle diverse attività che svolgiamo, sia per i momenti di aggregazione e di sviluppo associativo delle Acli, che per l’erogazione dei servizi di CAF e Patronato.

Lasciamo in dote ai prossimi dirigenti un’esigenza ed un progetto ma anche le risorse per poter dare risposte più adeguate ai nostri soci, ai nostri clienti, ai cittadini che vorranno conoscere l’universo aclista: penso possa essere uno degli obiettivi strategici del prossimo mandato.

A coronamento di questa relazione come non ricordare l’udienza del 1° giugno di quest’anno in Vaticano da Papa Francesco, cui alcuni di noi hanno partecipato con emozione e trepidazione.

In quell’occasione le ACLI per bocca del Presidente nazionale, hanno ribadito che siamo e rimarremo sempre sulla soglia della nostra

Chiesa, non per difenderla, ma per provare a far avvicinare quante più persone al messaggio del Vangelo. Rimaniamo sulla soglia perché il nostro intento non è creare un’utopica società cristiana ma formare cristiani nella società. Acli si legge al plurale: le ACLI - Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani. Siamo un insieme di associazioni, multiformi, inquiete, che aggregano, sollevano, propongono. Nelle maglie della nostra azione sociale abbiamo a cuore il pieno sviluppo di ognuno. Ci sentiamo chiamati ad unire le persone, metterci volto a volto e sanare le ferite, sostenere i più anziani, amare i più piccoli, promuovere le famiglie.

E in Santo Padre oltre a ringraziarci per ciò che siamo e per ciò che facciamo, ci ha dato un messaggio che oggi desidero ricordare ed

affidare ai futuri dirigenti dell’Associazione, sulle caratteristiche che dovremmo mantenere:

La prima è lo stile popolare. Si tratta non solo di essere vicini alla gente, ma di essere e sentirsi parte del popolo. Seconda caratteristica: lo stile sinodale. Lavorare insieme, collaborare per il bene comune è fondamentale.

La terza caratteristica: uno stile democratico. La fedeltà alla democrazia è da sempre un tratto distintivo delle ACLI. Quarto: uno stile pacifico, cioè da operatori di pace. Infine, uno stile cristiano. A chi possiamo guardare per capire che cosa vuol dire essere operatori di pace fino in fondo, se non al Signore Gesù? Assumere uno stile cristiano, allora, vuol dire non soltanto prevedere che nei nostri incontri ci sia un momento di preghiera: questo va bene, ma dobbiamo fare di più.

Ho aperto questo intervento ricordando l’anniversario di costituzione delle ACLI, 80 anni di storia nazionale da protagonisti.

Mi permetterete quindi di fare memoria personale di questo decennio trascorso con voi quale vostro presidente provinciale.

Un impegno ricominciato al vertice dell’Associazione con i mille problemi di un post commissariamento quinquennale che più che risanare ci tenne in vita e poi superato solo per la nostra la caparbietà e la consapevolezza di voler ricominciare con dedizione e generosità.

Da quel giugno del 2014 qui proprio in Casa Cini, luogo riconosciuto della città per essere stato fucina dei gesuiti prima e poi centro culturale diocesano, posto dell’anima ove le ACLI furono precursori del dialogo ebraico cristiano con convegni a carattere

nazionale, siamo ripartiti per rifondare, risanare, riaggregare, rilanciarci.

Era una sfida impervia e non scontata, ma con l’appoggio di tutti gli aclisti a livello locale e di tanti a livello regionale e nazionale, siamo riusciti a coglierla, ognuno ci ha messo qualcosa, dal proprio tempo alla propria progettualità, dal saper animare al saper fare.

Molti ci sono ancora, altri ne abbiamo imbarcati, qualcuno lo abbiamo perduto, un po’ come nella vita di ognuno. Posso però dire che lascio questa carica fiducioso e sereno perché so che la squadra che abbiamo articolato in questi anni potrà fare bene, forte dei nostri legami e della condivisione, per continuare a far parte di “un grande progetto” così come lo pensarono i nostri padri costituenti e le classi dirigenti ferraresi che si sono avvicendate.

Soprattutto avremo nuove opportunità e nuovo futuro se sapremo coinvolgere altre persone per farli divenire aclisti e compagni di viaggio, accomunati dalle nostre storiche fedeltà: alla chiesa, ai lavoratori ed alla democrazia !

Ho finito, potete tirare un sospiro o ridestarvi, d’altronde come diceva scherzosamente don Patruno (sacerdote e maestro di vita, di arte, di umanità... ) che proprio qui aveva il proprio studio, quando devo ascoltare Pastorello lo faccio con l’orecchio sinistro, quello dove sono sordo !!! E tutti giù a ridere …

Quindi ancora un grazie a tutti voi, alla Presidenza provinciale uscente ed ai Presidenti di Circolo.

Permettetemi un ringraziamento speciale ed affettuoso al mio storico vice presidente Giovanni (Gambetta) “roccia” che mi ha supportato dagli esordi ad oggi, così come su fronte regionale a

Walter (Raspa) “diogene” che mi ha indirizzato per muovermi accortamente nell’associazione, poi a Luca (Conti) con il quale abbiamo condiviso le responsabilità regionali, a Gianni (Bottalico), Roberto (Rossini) e Emiliano (Manfredonia) ora da Presidente nazionale, ma ai miei esordi responsabile organizzativo centrale, premuroso verso Acli Ferrara per accompagnare e favorirne la rinascita.

Infine ringrazio Monica (Negrelli) fidata e attenta assistente della segreteria provinciale e mia moglie Mimma che in tutti questi anni mi ha sempre sostenuto nonostante le assenze in famiglia e dal lavoro per dedicarmi alle ACLI.

Buon 26° Congresso a tutti voi e viva le ACLI !

Paolo Pastorello

Presidente provinciale ACLI Ferrara

Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.