


IN COPERTINA
PAOLO BETTONI, PRESIDENTE DELL’ENTE
SISTEMA EDILIZIA BRESCIA (ESEB)
Baby gang nel mirino della Regione
Cavallerizza, nuova sede espositiva
In Pinacoteca la Filatrice e piccola mendicante
Da Vittorio Louis Vuitton
Gardaland giovanissimo compie 50 anni
Giovanni Sanga: Orio vola alto
La nuova Lamborghini Temerario
Andrew Basso: Credi nell’impossibile
GPP: Il futuro del turismo
ph. Matteo Marioli
Guerre di ogni genere non distolgono per fortuna i nostri governanti dal darci motivo di discutere, polemizzare e anche sorridere. Il provvedimento dell’Istat che ha riconosciuto un codice ATECO per le attività di prostituzione o servizi sessuali, come li definiscono con pudore, ha smosso le acque e portato a galla una delle contraddizioni della nostra Italiaetta. Fermo restando che la prostituzione non è vietata, si cerca di renderla difficile, punendone lo sfruttamento, ossia il trarre profitto dall’attività di meretricio altrui e l’adescamento, cioè l’offerta palese di servizi a pagamento.
Nel 1957, con la legge Merlin, vennero chiuse le case di tolleranza dove l’attività era gestita alla luce del sole e controllata dalle Forze dell’Ordine e dalla sanità pubblica. Lungi dall’interrompere l’allegro commercio, le donnine allegre si sono trasferite sulle strade e, per decenni, il panorama notturno delle nostre città è stato popolato da lucciole in abiti succinti e clienti in giro a fare il puttan tour, per guardare, contrattare e concludere, spesso sullo scomodo giaciglio dei sedili ribaltabili. Così alcune vie della città divennero bordelli all’aperto con rischi legati alle malattie sessualmente trasmissibili, ma anche alle aggressioni a scapito di ragazze quasi sempre indifese nell’intimità con clienti di passaggio.
Poi è arrivato Internet e oggi tutto avviene in rete dove è possibile consultare siti che pubblicizzano il mestiere in modo assai esplicito, elencando prestazioni, prezzi, indirizzi e persino recensioni come accade per ristoranti e alberghi. E, stando alla quasi scomparsa delle lucciole sulle strade, adesso il puttan tour è virtuale cercando tra i vari portali quello che offre la migliore mercanzia. Come altri settori, quello delle ragazze in vendita, è stato assalito dalle truppe cinesi. Sono infatti gentili, efebiche fanciulle con gli occhi a mandorla ad avere il maggior numero di inserzioni. Che siano alloggiate in appartamenti o che offrano i loro servigi nei centri massaggi, hanno letteralmente soppiantato le ragazze dell’est e le sudamericane. Come si legge nelle recensioni degli utenti, però, la merce cinese quasi sempre è un tarocco. Sulle immagini sfilano giovanissime sorridenti e si descrivono come bellissime, audaci nelle effusioni e complete per qualsiasi richiesta e, ovviamente, economiche come sempre accade per ciò che arriva da quell’area geografica. Prima copiano il business, poi calano i prezzi e portano via clienti alla manovalanza nostrana, ma spesso la merce è ben diversa da quella mostrata nelle inserzioni, almeno a leggere le recensioni... E se un tempo, per fare il puttan tour, bisognava prendere l’auto e girare a caccia di donzelle disponibili, adesso il telefonino è lo strumento migliore. Massima discrezione, non vi vede nessuno, arrivate all’appuntamento guidati dal navigatore, pagate il pattuito e il gioco è fatto. Questa incredibile facilità di trovare chi è disposto a fare sesso a pagamento ha di sicuro aumentato il sempre prosperoso traffico e, anche nei paesi della provincia, spopolano i centri massaggi orientali che altro non sono che mini bordelli dove si sceglie la carne più fresca, visto il continuo avvicendarsi delle operatrici, per lo più pratiche di falegnameria che di massaggi.
Ora per queste lavoratrici c’è il modo di essere riconosciute dallo Stato, di poter avere una partita IVA, pagare le tasse sui proventi e i contributi previdenziali per godere come tutti di una pensione alla fine della gloriosa carriera. Ma allora dovranno emettere lo scontrino fiscale o una fattura e rendere così tracciabili i clienti... Penso che non funzionerebbe. Allora le si potrebbero tassare in modo forfettario in base all’avvenenza, all’età e al tipo di prestazioni...
E qui l’Italia si divide tra chi ritiene assolutamente inaccettabile l’idea che il corpo delle donne (ma anche degli uomini) sia considerato una merce e chi, invece, pensa che la prostituzione sia da considerare una libera scelta del proprietario del corpo. Quindi anche le estreme femministe, quelle della patata è mia e la gestisco io, dovrebbero essere concordi... invece no.
Nella nostra città per pudore e vergogna poco si parla della questione, ma le signorine sono tantissime e, nessuno si scandalizzi, anche la lista dei transessuali è affollatissima, segno che a molti concittadini piace la trasgressione, come quelli che rispondono agli annunci di ragazze dominatrici che li frustano o peggio li degradano allo stato di schiavi. Poi, la domenica tutti a messa a chiedere perdono…
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Pablo Picasso
Les demoiselles d’Avignon
Babygang nel mirino: Regione Lombardia e una legge ad hoc
Giovanni Sanga (Sacbo): Orio vola alto
Louis Vuitton e Da Vittorio
Accademia Carrara: Dentro il Lotto
Stefano Cigarini e i 50 anni di Gardaland Lamborghini presenta Temerario
Debutto a Brescia per Andrew Basso
Paci Art Gallery al Mudec: Il dubbio della bellezza
Andrea Bocelli a Villa D’Este ad Agosto
Fondazione Creberg: Ugo Riva La Scala D’oro
Dal Muralismo alla Sreet Art
Palccoyo le montagne arcobaleno
Vacanze speciali nella casa del Commis-
Montalbano
E qui la festa! 7 destinazioni dove si festeggia
Bar Dating, nuova app di Heineken
Giovanni Soldini: il mio giro del mondo
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Il Consiglio regionale modifica legge 1/2017 su bullismo e cyberbullismo. Il relatore Floriano Massardi (Lega): “Lombardia in prima fila nel contrasto al disagio sociale, alle violenze minorili e per introdurre nuove misure rieducative compresa la giustizia riparativa”
BABY GANG: CARATTERISTICHE
DI UN FENOMENO CRIMINALE
La criminalità minorile legata alle baby gang è diventata un’argomento all’ordine del giorno; i dati statistici confermano, purtroppo, un aumento dei casi di microcriminalità, intesa come insieme di atti violenti compiuti da minori organizzatiingruppi.
Ma quali sono le cause che conducono a una simile escalation diviolenzatragiovanissimi?
Dall’intenzione di emulare i crimini commessi dagli adulti al desiderio di andare contro le regole sociali, fino al semplice piacere provato nel prendere in giro chi è ‘diverso’, nel lessico, nel vestiario o nelle fattezze fisiche: queste le principali e più comuni motivazioni che spingono i giovani, talvolta addirittura bambini, ad adottare una condotta antisociale.
La legge regionale 1/2017 cambia nome e si occuperà più specificatamente del fenomeno delle bande minorili violente, mettendo in campo risorse per sostenere nuovi interventi regionali destinati a prevenire e contrastare il “fenomeno delle baby gang che compiono atti illegali o criminali”. Lo ha deciso il Consiglio regionale che a maggioranza ha dato il via libera alle nuove norme, già approvate nel marzo scorso dalla Commissione Cultura. Il provvedimento votato oggi (primo firmatario Alessandro Corbetta e relatore Floriano Massardi, entrambi della Lega), che stanzia complessivamente 450mila euro, si focalizza sul fenomeno delle baby gang, introducendo misure volte a fronteggiare situazioni di disagio giovanile e azioni a carattere sperimentale. In particolare, le misure approvate riguardano la prevenzione sociale nelle aree dove è più diffusa la presenza di bande minorili e la riqualificazione degli spazi attraverso il sostegno di iniziative urbanistiche, culturali, educative, sociali e sportive. La nuova normativa prevede inoltre l’istituzione di sportelli di ascolto e aiuto, l’analisi sociale dei fenomeni di illegalità collegati a baby gang e allo ‘street bullying’ (il bullismo minorile di strada); l’attivazione di percorsi di servizio sociale obbligatorio o di lavoro socialmente utile per i minori autori di reati e di formazione, informazione e sensibilizzazione per operatori sanitari, sociali, sportivi, economici e per gli agenti della polizia locale. Completano il quadro normativo le novità relative alla composizione della Consulta regionale e alla stipula di protocolli di intesa. La Consulta regionale, istituita presso la Giunta e ad oggi costituita da personale dell’amministrazione regionale, della scuola, del Terzo settore e delle associazioni familiari, si arricchirà della presenza di un rappresentante dei giovani e sarà possibile estenderne la partecipazione anche a esponenti di amministrazioni competenti in materia di giustizia minorile e sicurezza. Compito della Consulta sarà quello di raccogliere informazioni sul fenomeno delle baby gang con funzioni consultive e propositive. Quanto ai protocolli di intesa, si stabilisce che la Regione possa sottoscriverne di specifici con le amministrazioni locali e statali per realizzare programmi di sensibilizzazione, informazione e formazione per i minori e le loro famiglie; nonché di sostegno a favore delle vittime e di promozione di giustizia riparativa. Nell’ambito di questi protocolli sarà anche possibile coinvolgere operatori sociali e del mondo scolastico per promuovere iniziative atte a individuare dinamiche familiari caratterizzate da inadeguatezza educativa o scarso controllo genitoriale.
Con il termine baby gang viene identificato il fenomeno di microcriminalitàchesisviluppaesidiffondenell’ambitodi contesti urbani. Protagonisti di condotte devianti ai danni dicoseopersonesonogiovaniragazzi,minorenni,chesiriunisconoingruppiconilprecisoscopodicommetterereati. Sipartedalfurtodismartphoneeaccessorigriffatiperarrivare agli atti vandalici, alle rapine, alle aggressioni e allo spaccio. L’identikit del componente tipo di una baby gang hatrai7ei14anni,prendedimiraipropricoetanei,spesso nell’ambitodelcontestoscolastico,glianziani,idisabiliein generaletuttiisoggettipiùdebolievulnerabili.
Èpiuttostofacilepensarechelamicrocriminalitàtrovaterreno fertile nei contesti degradati, in cui sussistono condizionicritiche,siaalivelloeconomicochesocialeefamiliare.
Inrealtàunapercentualepiuttostoaltadifenomenidicriminalitàminorileafferisceaqueicontestiincuil’estrazione sociale risulta essere medio-alta. Si tratta spesso di adolescenti incensurati, con alle spalle famiglie benestanti, che vivono annoiati nel benessere e che scelgono il gruppo per innalzareulteriormenteilpropriostatus. Il microcosmo nell’ambito del quale più frequentemente, e più facilmente, si sviluppa il fenomeno è la scuola media, superiore e spesso anche elementare. La motivazione è piuttosto semplice: quello scolastico rappresenta l’ambiente in cui nascono le prime amicizie e nel quale avvengono le prime esperienze di inserimento all’interno di un gruppo.Potremmodirechelababygangrappresentaun’evoluzione del bullismo.
I ragazzi, benestanti o meno che siano, sono spinti da un forte desiderio di anticonformismo, sulla base del quale tendonoadandarecontrotuttociòcheimponedelleregoledaseguire.Lacriticitàintalcasoèinsitainun’educazione carente,poveradiregoledarispettare,oaddiritturainuna totale assenza di orientamento socio-educativo da parte dei genitori. Esistono in realtà varie teorie che tentano di identificarelecausedellosviluppodelfenomeno.
Èpiuttostopalesechenonesisteun’unicamotivazioneche spinge a commettere atti di microcriminalità; ogni singola teoria può risultare più o meno accreditata a seconda dei contesti e delle situazioni. C’è chi sostiene che parte della ‘colpa’dell’escalationdiviolenzesiaimputabileallatvealle serie tv incentrate su spaccati di vita disagiati, disastrati e degradati. In alcuni casi la tendenza ad adottare condotte anti-sociali è associata alla psiche dei soggetti, in frustrazioni non controllate che portano a scaricare l’aggressività susoggettiidentificaticome‘deboli’.
Tra le motivazioni che più frequentemente spingono gli adolescenti a commettere micro-crimini rientrano anche contesti familiari problematici, nell’ambito dei quali sussistonodivorzi,separazionidifficilietalvoltaancheperdite. Al contrario anche una famiglia troppo protettiva e accondiscendentepuòfarnascerenelragazzoilfortedesideriodi ribellarsi.Ultima,manonperquestomenofrequente,una carenza educativa che porta ad abbassare la percezione di illecito.
DI SEGUITO LE LORO DICHIARAZIONI RACCOLTE IN OCCASIONE DELLA VOTAZIONE DELLA LEGGE CONTRO LE BABY GANG
“Quello delle baby gang – ha spiegato il relatore del provvedimento, Floriano Massardi (Lega) - è un problema nazionale, particolarmente diffuso nelle grandi città e nelle periferie nel Nord Italia, e va affrontato con determinazione per evitare che questo fenomeno dilaghi ulteriormente. Oggi approviamo un testo atteso da anni e che introduce percorsi socio-educativi. Con questa iniziativa vogliamo dare risposte e governare il fenomeno. Si contrastano le violenze, si gestiscono i reati commessi da minori, nella maggior parte dei casi di origine nordafricana, e si introducono misure per facilitare la rieducazione degli stessi con un approccio complessivo che affronta sia il disagio giovanile sia le tematiche della sicurezza urbana”.
“È sbagliato modificare la legge su bullismo e cyberbullismo – ha detto Paola Pizzighini (M5Stelle) – e sarebbe stato meglio fare due leggi distinte perché si tratta di due fenomeni molto diversi”.
Giulio Gallera (Forza Italia)
“Il fenomeno delle seconde generazioni – ha detto Giulio Gallera (Forza Italia) - è faticoso da leggere e serve una pluralità di interventi”.
Gian Mario Fragomelli (PD)
Contrario il consigliere PD Gian Mario Fragomeli: “Approvando in Commissione Cultura questo provvedimento, si è fatto uno scippo alla Commissione competente su questo tema e persino all’Assessorato alla Sicurezza. Una buffonata legislativa che stanzia risorse irrisorie e toglie spazio a una legge regionale che già esiste in fatto di sicurezza urbana”.
Luca Marrelli (Lombardia Ideale)
“Le baby Gang - ha sottolineato Luca Marrelli (Lombardia Ideale) - sono un fenomeno in crescita e non possiamo far finta di nulla. Serve una rete per promuovere e diffondere la cultura della legalità”.
Per Anna Dotti (FdI) “le norme integrano il decreto statale 123/2023 e la Lombardia si fa promotrice di iniziative sperimentali di carattere educativo e di giustizia riparativa, supportando le misure già in campo per combattere il disagio giovanile”.
“Non condividiamo l’approccio utilizzato, lontano dal nostro modo di vedere, che non mette a fuoco le cause del disagio giovanile e stanzia risorse troppo scarse per combattere questo fenomeno”, ha sottolineato Michela Palestra (Patto Civico)
Michela Palestra (Patto Civico)
Emilio Del Bono (PD) ha ribadito che “è una legge inadeguata, mediocre ed evanescente. Non è chiara sui destinatari delle norme, sulle politiche introdotte e sulla loro efficacia. Creiamo aspettative nei confronti degli enti locali e dell’opinione pubblica, ma la legge non servirà a nulla e avremo perso tempo”.
Emilio Del Bono (PD)
Per Giacomo Zamperini (FdI): “Questa legge si occupa in modo serio delle bande criminali giovanili che tengono in ostaggio le città. Per troppo tempo abbiamo sottovalutato il problema e questo è un primo passo per occuparcene in modo concreto. La prepotenza di pochi non può prevalere sui diritti dei cittadini”.
“Sarebbe stato meglio fare un provvedimento ad hoc passando dalla Commissione Affari Istituzionali” ha ribadito Paola Bocci (PD).
Pierfrancesco Majorino(PD)
Pierfrancesco Majorino (PD): “Un provvedimento fatto solo per far parlare i giornali e dare qualche contributo. Non si otterrà alcuna misura per contrastare questi fenomeni e non si raggiungerà alcun risultato”.
Il Consiglio di amministrazione di SACBO ha approvato il progetto di bilancio relativo all’esercizio 2024, che sarà sottoposto alla prossima Assemblea degli azionisti prevista in prima convocazione il 28 aprile 2025 e in seconda convocazione il giorno 29 aprile 2025.
GIOVANNI SANGA PRESIDENTE DI S.A.C.B.O.
Anche nel 2024 è proseguita la crescita del traffico passeggeri, in continuità con la ripresa post-Covid, consentendo di consolidare la competitività dell’aeroporto di Bergamo sia a livello nazionale, dove risulta stabilmente al terzo posto dopo Fiumicino e Malpensa, sia a livello europeo, dove occupa la trentaquattresima posizione. Il numero di passeggeri transitati nello scalo nel 2024 ha toccato il record storico di 17,3 milioni (+8,6% rispetto al 2023), con 24 compagnie aeree che hanno operato sullo scalo, permettendo di raggiungere con voli di linea nel corso dell’anno 158 destinazioni in 42 Paesi.
Il Consiglio di amministrazione ha approvato il bilancio di esercizio di Sacbo S.p.A. e il bilancio consolidato di gruppo che include il bilancio d’esercizio di Sacbo S.p.A. e quello della società interamente controllata BGY International Services S.R.L.
Anche nel 2024 è proseguita la crescita del traffico passeggeri, in continuità con la ripresa post-Covid, consentendo di consolidare la competitività dell’aeroporto di Bergamo sia a livello nazionale, dove risulta stabilmente al terzo posto dopo Fiumicino e Malpensa, sia a livello europeo, dove occupa la trentaquattresima posizione. Il numero di passeggeri transitati nello scalo nel 2024 ha toccato il record storico di 17,3 milioni (+8,6% rispetto al 2023), con 24 compagnie aeree che hanno operato sullo scalo, permettendo di raggiungere con voli di linea nel corso dell’anno 158 destinazioni in 42 Paesi.
“Nel corso del 2024, caratterizzato dalla punta massima di traffico passeggeri, il Gruppo SACBO ha confermato la grande capacità di adattamento alle mutevoli situazioni di mercato, flessibilità operativa e governo delle procedure, garantendo uno standard elevato in termini di efficienza e risultati – ha sottolineato il presidente di SACBO, Giovanni Sanga – Il Piano Investimenti concordato con ENAC, nel rispetto del Piano di Sviluppo Aeroportuale 2030 approvato a fine 2023, ha permesso di dare corso agli interventi di ampliamento dell’area partenze dell’aerostazione, che porteranno all’apertura a metà 2025 della nuova area check-in e a fine anno all’entrata in funzione della nuova area riservata ai controlli di sicurezza dotata di macchinari di ultima generazione, e inoltre di completare il sottopasso di collegamento tra l’aerostazione e il futuro capolinea del collegamento ferroviario. L’intera azione di ammodernamento e potenziamento delle infrastrutture aeroportuali deve considerarsi mirata all’obiettivo della sostenibilità economica, sociale e ambientale”.
È proseguita senza soste l’intensa attività di ampliamento ed ammodernamento delle infrastrutture pianificata con ENAC che ha visto la società investire oltre 225 milioni di euro nell’ultimo quinquennio. Con riferimento alla Capogruppo Sacbo SpA, l’esercizio si è chiuso con un importo complessivo di acquisizioni-realizzazioni effettuate nel corso del 2024 complessivamente pari a euro 63,8 (euro 3,2 relativi ad immobilizzazioni immateriali e euro 60,6 per immobilizzazioni materiali) mentre la società controllata BGY International Services Srl ha effettuato acquisizioni per euro 3,7 nel corso del 2024.
Il Gruppo ha investito circa 13,8 milioni di euro per la sostenibilità delle attività connesse all’aeroporto. Sono state realizzate opere di mitigazione e compensazione e di miglioramento dell’accessibilità, con interventi mirati allo sviluppo della multimodalità; si è provveduto ad installare un impianto fotovoltaico che produce oltre il 10% del fabbisogno elettrico dello scalo (in aggiunta all’approvvigionamento di energia rinnovabile per il 60% del pro prio fabbisogno), collocare postazioni di ricarica per veicoli elettrici in area airside, acquisire nuovi Ground Services Equipment elettrici per le attività di handling e portare a termine interventi finalizzati all’efficientamento ener getico delle infrastrutture tecniche e di servizio.
Va evidenziato che, a febbraio 2025, il Gruppo SACBO è diventato prima e unica realtà a livello italiano ad avere avuto accesso ai fondi europei per l’e lettrificazione, sia di infrastrutture che di servizi, all’interno del bando AFIF (Alternative Fuels Infrastructure Facilities) per un progetto complessivo di 9 milioni coperto per il 40% da finanziamento europeo. Il processo di trasfor mazione digitale rappresenta un elemento fondamentale per lo sviluppo dello scalo e a tal fine il Gruppo ha investito 2,9 milioni di euro.
Il Valore della produzione di Gruppo ha superato i 165 milioni di euro, in crescita del 6,5% rispetto al 2023 ed è ripartito:
•ricavi aviation del gestore pari a 55.6 milioni di euro (+4,3%);
•ricavi commerciali (o non-aviation) pari a 70,6 milioni di euro (+13,7%).;
•ricavi per assistenza passeggeri, merci e vettori aerei pari a 34,8 milioni di euro (+9,7%).
•altri ricavi e proventi, pari a euro 4,0 milioni di euro.
Il risultato operativo (EBIT) è risultato pari a 25,78 milioni di euro,
24 compagnie aeree 158 destinazioni in 42 Paesi
Il personale di Gruppo in forza al 31 dicembre 2024 è pari a 676 addetti ed è in riduzione di 3 unità rispetto al 31 dicembre 2023. Gli addetti medi mensili del 2024 sono invece pari a 715,4 unità e sono risultati in crescita di 31,9 unità rispetto allo scorso anno.
STEFANO
CIGARINI, CEO E VICE PRESIDENT GARDALAND RESORT
"Gardaland è da sempre sinonimo di innovazione e intrattenimento di qualità, e siamo orgogliosi che Merlin Entertainments abbia scelto Gardaland per il debutto mondiale di questa straordinaria attrazione - dice Stefano Cigarini, CEO e Vice President Gardaland Resort - Con un investimento da 10 milioni di euro, questa esperienza offre ai visitatori un coinvolgimento unico. In questi 50 anni, il Parco ha accolto circa 100 milioni di visitatori ed è stato una tappa fondamentale nella memoria di tante generazioni. Ritengo che Gardaland possa davvero vantare di essere un luogo unico - aggiunge Cigarini - in cui generazioni di italiani hanno vissuto esperienze straordinarie e raccolto momenti indelebili di felicità. A distanza di cinquant’anni, queste emozioni continuano a tramandarsi da una generazione all’altra, grazie alla capacità del Resort di rinnovarsi continuamente, accogliendo con entusiasmo ospiti di tutte le età”.
NELL’ANNO DEL SUO 50° ANNIVERSARIO, IL PARCO DIVERTIMENTO PIÙ AMATO FESTEGGIA CON GRANDI NOVITÀ E IL DEBUTTO MONDIALE DELLA WATER DARK RIDE “ANIMAL TREASURE ISLAND”
Un traguardo straordinario per Gardaland Resort che, con orgoglio e grande entusiasmo, ha aperto la stagione del suo 50° anniversario con cinque grandi novità, tra cui il debutto mondiale di Animal Treasure Island. Fondato nel 1975, Gardaland Resort – che comprende il Parco Divertimenti con oltre 40 attrazioni per tutte le età, Gardaland SEA LIFE Aquarium, LEGOLAND® Water Park e tre hotel tematici – celebra il proprio cinquantesimo anniversario con uno sguardo rivolto al futuro: emozioni, divertimento e innovazione si uniscono in esperienze uniche e risultati record. Un traguardo che Gardaland Resort ha celebrato il 12 Aprile scorso con l’inaugurazione di Animal Treasure Island - la nuova esperienza in anteprima mondiale firmata Merlin Entertainments - accolta da una folla entusiasta e accompagnata da spettacolari fuochi colorati e spari di cannone. Ma la costituzione di Gardaland è stata anche – dal punto di vista del costume – un momento fondamentale per lo sviluppo dei Parchi Divertimento in Italia che sono diventati una nuova destinazione turistica. Quando Gardaland è nato nel 1975, l'idea era unica in Italia. Su un terreno di 90.000 metri quadrati a Castelnuovo è stato creato un Parco che ha subito affascinato pubblico e visitatori. Sin dall'inizio, la fantasia, la creatività e l'attenzione all'ospite sono stati i pilastri di Gardaland, che ha saputo costruire rapidamente una propria identità distintiva. Con il passare degli anni Gardaland è stato pioniere anche nel trasformare il parco in una vera destinazione turistica. Il punto di svolta è arrivato nel 2004 con l’apertura di Gardaland Hotel, che ha segnato il passaggio da destinazione giornaliera a luogo di soggiorno. Attualmente Gardaland Resort è diventato una vera e propria destinazione turistica europea.
Animal Treasure Island trasporta i visitatori in un viaggio straordinario attraverso un’isola misteriosa, dove bene e male si confrontano in una caccia al tesoro ricca di colpi di scena. Con una superficie di 6.000 mq e 20 scene accattivanti, l’attrazione si avvale di tecnologie all’avanguardia per amplificare il coinvolgimento del pubblico. Un sistema audio binaurale a 360 gradi con oltre 250 altoparlanti, una colonna sonora originale creata su misura e un hardware esclusivo appositamente sviluppato garantiscono un’esperienza avvolgente e altamente realistica. Il punto di forza dell’attrazione è il cast di personaggi creati per instaurare un forte legame emotivo con il pubblico.
A rafforzare il legame con l’universo narrativo di Animal Treasure Island, Gardaland propone anche un esclusivo meet&greet con i protagonisti di Animal Treasure Island in cui i visitatori avranno l’opportunità di incontrare da vicino Captain Nine Lives, insieme agli inseparabili Bubbles e Dax Danger, oltre al temibile rivale Captain Blackbear con i suoi compari per scattare una foto ricordo e rendere questa esperienza ancora più memorabile.
Il nuovo negozio della Maison Louis Vuitton di via Montenapoleone rende omaggio alla città di Milano, alla tradizione milanese e all’architettura lombarda. Nel corso degli anni di presenza in città, la Maison ha saputo fondere l’eleganza del savoir-faire francese con la qualità dell’artigianato italiano, oltre al gusto e allo stile locali. Ne scaturisce un’energia che continua a ispirare il mondo del lusso. Ogni dettaglio dei rinnovati spazi in Via Montenapoleone esprime i legami tra Louis Vuitton e l’Italia, legami che hanno guidato anche la collaborazione tra la Maison francese e la famiglia Cerea, che si appresta ad affrontare una nuova sfida nel quadrilatero della moda. Il building, riprogettato dall’architetto Peter Marino, accoglie armonicamente e in maniera integrata le collezioni moda, accessori e “Art de la Table”, un caffè e un ristorante.
Da Vittorio Café Louis Vuitton Un avamposto della gastronomia italiana di alta gamma. Da Vittorio Café Louis Vuitton si trova dove un tempo sorgeva il cortile centrale di Palazzo Taverna. Una balaustra e un colonnato segnano l’ingresso da Via Montenapoleone, ma vi si può accedere anche dall’atrio principale del negozio. È un cortile insolito per il centro di Milano: potrebbe appartenere a una villa nella Brianza circostante, piuttosto che a un edificio cittadino. Un soffitto in vetro lo copre, creando un jardin d’hiver – liberamente ispirato a una vecchia fotografia di Cecil Beaton. Il pavimento è un’opera d’arte, realizzata con pietre in gradazioni di colore dal bianco al nero, per riprodurre un disegno di Martin Kline. Il restauro delle pareti ha consentito di recuperare gli archi originali, che sono stati valorizzati aggiungendo elementi prospettici così da aumentarne la profondità. Tutti i mobili sono stati prodotti in laboratori della Lombardia, mentre i tessuti sono dipinti a mano. Fra i tavoli, predominano l’atmosfera naturale e le piante. Foglie grafiche e vaporose: un mix di asparagi ornamentali (Asparagus sprengeri) e felci (Cyathea cooperi), i cui rami leggeri oscillano al minimo passaggio d’aria. I lauri, coltivati a cespuglio in vasi posti ai lati dell’ingresso sotto il portico, proteggeranno la privacy degli ospiti; sopra, sul portico di Palazzo Taverna, le palme Alexander (Archontophoenix alexandrae, note anche come palme reali) saranno una novità per Via Montenapoleone. Tutti i vasi sono di un design esclusivo, realizzati in terracotta verde. Tutto il verde – arbusti, fiori e piante a foglia – qui come in tutto il negozio, è curato dal paesaggista milanese Marco Bay. La proposta gastronomica è curata dagli chef Chicco e Bobo Cera del ristorante Da Vittorio, tre stelle Michelin.
Il Ristorante DaV by Da Vittorio Louis Vuitton Via Bagutta 1 è un indirizzo storico, caro a tutti i milanesi. In uno spazio che ha sempre ospitato cucine e ristoranti, è nato un tempio della cultura culinaria e gastronomica italiana. L’ingresso su Via Bagutta è un vano progettato dal Portaluppi. L’identità architettonica del ristorante è contemporanea, vivace e sicura di sé. Accoglie clienti di ogni età e i suoi colori forti, gioiosi, rappresentano una risposta all’immagine formale e urbana della strada. Sulla parete principale campeggia un’opera di Katherine Bernhardt: la Pantera Rosa che regge una pizza e indossa un paio di Nike. È un tocco ironico in un contesto dove la raffinatezza emerge in ogni particolare: dalle sedie firmate Carlo de Carli ai pannelli in legno di iroko che riproducono la grana della pelle iconica di Louis Vuitton. A un esame più attento, la venatura del legno si rivela un insieme di lunghi trafori da cui filtrano i raggi di luce di pannelli luminosi retrostanti. Il parquet a disegno stellato è stato realizzato con legno recuperato da antiche abitazioni lombarde. Piatti, bicchieri e posate appartengono all’Art de la Table di Louis Vuitton, parte della nuova linea Constellation in arancione e rosa. Con 44 coperti disposti su due livelli, il ristorante esalta un concetto di Casual Fine Dining che invita gli ospiti ad assaggiare i piatti degli altri commensali. Gli chef, guidati in loco da Edoardo Tizzanini con il supporto di Davide Galbiati (responsabile dello sviluppo cucina dei DaV) sono chiamati a esprimersi e sperimentare, anche se ogni variazione del menù è valutata con attenzione da Chicco e Bobo Cerea. L’ospitalità calorosa dello staff di Da Vittorio, guidato in sala da Luigi Valentini, è la prima firma della famiglia Cerea, che qui incontra inconfondibile raffinatezza di Louis Vuitton.
Due città, due eventi esclusivi, un'unica protagonista: la nuova Lamborghini Temerario. Il modello che incarna l’essenza dell’innovazione e dell’audacia ha fatto il suo debutto ufficiale sul territorio Lombardo con due serate di presentazione a Bergamo e Milano, regalando a oltre 300 ospiti un’esperienza straordinaria. Il primo evento, a cura della concessionaria di Bergamo, si è svolto lunedì 3 marzo presso la suggestiva Tabaccaia di Castrezzato, dove 120 selezionati ospiti hanno avuto l’opportunità di ammirare da vicino la nuova creazione della Casa del Toro. La serata è stata arricchita dalla collaborazione con la Galleria d’arte Deodato, che ha portato il mondo dell’arte contemporanea all’interno dell’evento, creando un dialogo inedito tra potenza e creatività.
Giovedì 6 marzo, il viaggio di Temerario è proseguito nella raffinata cornice di Lamborghini Milano, dove ad accogliere l’esclusiva platea di 180 ospiti è stata una spettacolare esibizione dal vivo a cura di MiArt Gallery. Un’opera d’arte ispirata alla vettura ha preso forma sotto gli occhi degli invitati, celebrando la perfetta fusione tra design, performance e visione artistica. A raccontare la filosofia e le caratteristiche della nuova Lamborghini Temerario sono stati Gianmaria Berziga, Direttore Generale di Bonaldi – Gruppo Eurocar Italia, Michele Brusa, Brand Manager di Lamborghini Milano e Bergamo, e Gaetano Santoro, Temerario Product Manager di Automobili Lamborghini S.p.A., che hanno offerto agli ospiti un’esclusiva prospettiva sul futuro del marchio. Ospite d’eccezione Matthias Moser, CEO del Gruppo Eurocar Italia. Con il suo motore V8 ibrido plug-in, un design rivoluzionario e un’anima che spinge oltre ogni limite, Temerario non è solo un’auto, ma una dichiarazione di intenti. Il suo debutto non poteva che essere all’altezza del suo nome: esclusivo, emozionante e indimenticabile.
ANDREW BASSO
APRIRÀ A BRESCIA IL
TOUR 2025 “CREDI NELL’IMPOSSIBILE”.
L’ESORDIO È PREVISTO
L’8 MAGGIO AL
TEATRO DIS PLAY –BRIXIA FORUM
Negli ultimi dieci anni è stato applaudito e osannato star del Tour mondiale della magia con lo spettacolo “THE ILLUSIONISTS”, che ha registrato un record di incassi nelle metropoli di mezzo mondo, e per il suo nuovo personale show One Man Show “Credi nell’Impossibile” Andrew Basso ha scelto di tornare in Italia con l’esordio il prossimo 8 maggio al Teatro Dis_Play c/o Brixia Forum di Brescia.
Uno spettacolo per le famiglie con novanta minuti ricchi di emozioni, suspense e stupore che permetteranno ad Andrew di mostrare le sue incredibili capacità di escapologia che gli hanno garantito la fama di unico erede di Harry Houdini: uscire in apnea dalla vasca sigillata con mille litri d’acqua e con le mani ammanettate o liberarsi da una camicia di forza appeso per i piedi a cinque metri di altezza.
Affermato rockstar della magia, conosciuto e apprezzato a livello internazionale, Basso sarà protagonista a Brescia di uno spettacolare show in cui presenterà il suo nuovo repertorio di magia con pericolose fughe mozzafiato, momenti adrenalinici e di apnea dalla vasca sigillata con mille litri d’acqua e con le mani ammanettate o liberarsi da una camicia di forza appeso per i piedi a cinque metri di altezza.
La prevendita dei biglietti per lo spettacolo di Brescia è già aperta all’indirizzo web ticketone.it/event/andrew-basso.
Andrew Basso è unanimemente riconosciuto tra gli illusionisti più talentuosi della sua generazione, acclamato per le sue performance innovative capaci di ridefinire i confini della magia. Con una carriera che lo ha portato sui palcoscenici di tutto il mondo, Basso continua a stupire il pubblico con le sue straordinarie imprese e il suo approccio visionario all'arte dell'illusione e dell’escapologia. Proprio per questo è ritenuto l’unico vero erede del mitico escapologo statunitense Harry Houdini.
Vincitore del premio di miglior illusionista italiano “Master of Magic” e nel 2005 a Los Angeles del titolo mondiale di escapologia “Escape Champion” (primo italiano e più giovane al mondo a riuscirci), Andrew Basso detiene un “Guinness World Record” (2023) ed ha pubblicato con Mondadori la sua prima autobiografia motivazionale nel libro dal titolo Credi nell’Impossibile.
Andrew Basso nasce a Borgo Valsugana nel 1985 e a otto anni è protagonista del primo incontro con la magia quando un prestigiatore gli fa sparire una pallina rossa che riapparirà nelle mani di mamma Clara. È il momento che segna l’inizio del suo sogno di diventare un illusionista. Inizia così un viaggio nello studio dell’arte magica insieme al suo maestro Sergio. Un percorso fatto di passione, sacrifici fatti insieme al padre Armando e scelte coraggiose, che lo porteranno vent’ anni dopo a diventare l’unica eccellenza italiana tra i sette migliori illusionisti al mondo.
Lo scorso 10 aprile, presso Atena Multiforme, si è svolta la masterclass organizzata da Giovani Per un Progetto, gruppo di giovani imprenditori e professionisti bresciani under 45, sul tema della gestione turistica e delle sfide moderne che questo settore deve affrontare. La serata, intitolata "La giusta misura del turismo: tra valorizzazione dei luoghi e overtourism", è stata moderata da Nicola Aggogeri, Presidente GPP, e ha visto la partecipazione di esperti di rilievo che hanno condiviso conoscenze e riflessioni sul futuro del turismo, evidenziando le problematiche legate alla sostenibilità e alla crescita controllata in un contesto di rapidi cambiamenti globali. La masterclass ha attratto un ampio gruppo di professionisti e operatori interessati a soluzioni innovative per un settore fondamentale per l’economia locale, ma a rischio di sviluppo incontrollato e insostenibile.
Il primo intervento è stato di Elena Di Raco, Responsabile dell'Ufficio Studi di ENIT, che ha analizzato i nuovi trend del turismo, sottolineando la necessità di una gestione responsabile e sostenibile delle destinazioni turistiche.
Successivamente, Adriana Defina, CEO di GENIUX, ha discusso le potenzialità delle tecnologie avanzate, in particolare dell’intelligenza artificiale, nel migliorare l’esperienza turistica già prima che il turista arrivi sul territorio. Infine, Matteo Bonazza, Direttore Generale di Progetto Turismo, ha evidenziato le nuove sfide per i territori e il sistema ricettivo, analizzando tutte le difficoltà attuali nell’attrarre flussi turistici consapevoli e l’importanza del saper puntare sulla qualità, evitando che la domanda crescente comprometta l’equilibrio ambientale e sociale.
Dopo gli interventi dei relatori, la seconda parte della serata è stata dedicata a un intenso confronto sull’overtourism. Moderato da esperti del settore, il dibattito ha visto la partecipazione di Andrea Mattia Maggioni, Presidente di Salò Promotion, Fantini Alessandro, Presidente di Federalberghi Brescia, e Stefano Karadjov, Direttore della Fondazione Brescia Musei. I partecipanti hanno discusso su come l’overtourism possa interessare anche Brescia e su come prevenire il sovraffollamento in determinati periodi dell’anno. La soluzione emersa è stata quella di diversificare l’offerta turistica, incentivando la scoperta di nuove aree del territorio per decongestionare le destinazioni più visitate. Inoltre, è stata sottolineata l'importanza del turismo esperienziale, che vada oltre la semplice visita dei luoghi, favorendo un incontro autentico con le tradizioni e la cultura locale. La serata si è conclusa con la consapevolezza che il futuro del turismo in provincia di Brescia dipenda dalla capacità sinergica di sviluppare modelli più sostenibili e rispettosi verso l'ambiente, che possano coniugare la crescita economica con la tutela del patrimonio naturale e culturale.
La "giusta misura" del turismo sarà quella che riuscirà a integrare la crescita economica con la tutela del patrimonio naturale e culturale. In un'epoca come quella attuale, di globalizzazione e dinamiche economiche mondiali, Brescia e i suoi operatori turistici devono definire nuove strategie per affrontare l'afflusso turistico senza compromettere il valore autentico del territorio. La masterclass è stata un'occasione per riflettere insieme su come raggiungere questo equilibrio e costruire un futuro turistico di qualità, che prosperi senza rinunciare alla bellezza e alla tradizione che Brescia e la sua provincia hanno da offrire. La prossima masterclass proposta da GPP, Giovani Per un Progetto, è in programma il 14 maggio presso la concessionaria Dinamica di via Breve 4 a Brescia. Tema della serata: ‘Lo sviluppo di una mobilità sostenibile e l’impatto sull’economia bresciana per il 2035’.
Renato Corsini - ph. Vincenzo Lonati
DAL 12 APRILE SCORSO, BRESCIA SI ARRICCHISCE
DI UN NUOVO SPAZIO ESPOSITIVO: LA CAVALLERIZZA – CENTRO DELLA FOTOGRAFIA
ITALIANA, UN POLO CULTURALE A DISPOSIZIONE DI TUTTA LA COLLETTIVITÀ DOVE ORGANIZZARE MOSTRE, LABORATORI DI FOTOGRAFIA E ATTIVITÀ CULTURALI, MIRATE ALLA VALORIZZAZIONE E ALLA PROMOZIONE DELL’ARTE FOTOGRAFICA, SPECIFICAMENTE A QUELLA ITALIANA
Venerdì 11 aprile ha aperto i battenti al pubblico lo spazio “CAVALLERIZZA - Centro della fotografia italiana” a Brescia in via Fratelli Cairoli 9. Si tratta di un nuovo grande contenitore che vuole diventare un polo culturale in grado di proporre i protagonisti e i percorsi della grande fotografia italiana, storica, moderna e contemporanea. Affidato alla direzione artistica di Renato Corsini che è anche l'ideatore del Brescia Photo Festival, seguendo il tema proposto per l'edizione del 2025 che si intitola “Archivi”, il Centro ha presentato due mostre di notevole spessore che ripercorrono la carriera professionale di due pilastri della fotografia italiana: Giorgio Lotti e Maria Vittoria Backhaus.
GIORGIO LOTTI. Fotografo di un’Epoca
MARIA VITTORIA BACKHAUS
Brescia, CAVALLERIZZA - Centro della Fotografia italiana
(via F.lli Cairoli 9) Fino all’8 giugno 2025
Martedì-Sabato: 15.00-19.00 Domenica: 9.30-19.30
Per l’inaugurazione della nuova sede della Cavallerizza il Centro ha presentato due mostre di notevole spessore che ripercorrono la carriera professionale di due pilastri della fotografia italiana: Giorgio Lotti e Maria Vittoria Backhaus.
Il primo, collaboratore del settimanale “Epoca” dagli anni '60 agli anni '90, è indiscutibilmente il degno rappresentante di un modo di interpretare un fotogiornalismo che ormai non esiste più. Fotografo colto e preparato, Giorgio Lotti non si concentra mai nella produzione di singole fotografie ma preferisce raccontare storie destinate a rimanere nel tempo: ne sono testimonianza i lavori fatti in Cina, l'alluvione di Firenze piuttosto che la prima storica immigrazione degli albanesi nel 1991.
Maria Vittoria Backhaus, invece, dopo un inizio di carriera dedicato al reportage sociale negli anni '60, si è dedicata alla moda, firmando importanti campagne nelle quali, con un suo ben riconoscibile stile, riconducibile ai suoi studi a Brera e alla frequentazione del mitico bar Giamaica a Milano, non si limita all'oggetto da pubblicizzare ma lo contestualizza creando scenografie di forte impatto visivo intrise spesso di raffinata ironia. All'inaugurazione dello spazio era presente la sindaca di Brescia, Laura Castelletti, oltre all'acclamato maestro Gianni Barengo Gardin.
Per l'occasione un altro grande fotografo, Maurizio Galimberti, ha donato al Centro una sua opera, realizzata con mosaici di Polaroid, ispirata agli affreschi quattrocenteschi presenti nelle sale della Cavallerizza.
SI SONO CONCLUSI I LAVORI DI RESTAURO
DEGLI AFFRESCHI QUATTROCENTESCHI E SEICENTESCHI DELL’ANTICA CHIESA DI SANT’ANTONIO ABATE, L’ATTUALE EX CAVALLERIZZA
L’intervento, del valore di 138.349,06 euro, è durato 15 mesi e ha previsto la messa in luce e il restauro completo di alcune superfici dipinte, incluse le operazioni di pulitura e presentazione estetica finale delle scene affrescate. La presenza di alcuni frammenti di affreschi antichi in questa sede è nota almeno dagli inizi del ‘900 ma i dati in possesso dell’Amministrazione sono notevolmente aumentati durante i lavori eseguiti negli anni Novanta per la trasformazione del grande ambiente in sala di lettura e, più recentemente, in occasione della campagna di lavori effettuati dal Comune in seguito ai danni causati da un’infiltrazione di acque nere proveniente dagli appartamenti che si trovano ai piani superiori. Le nuove scoperte hanno dato indicazioni più precise rispetto alla natura dell’apparato decorativo dell’area presbiteriale dell’antica chiesa di Sant’Antonio Abate, edificio che un tempo occupava questi spazi, restituendo un pezzo di storia della città che era stato quasi completamente cancellato. L’analisi delle decorazioni murali superstiti del coro e delle due cappelle presbiteriali ha permesso di individuare, in questi dipinti, la presenza di immagini di natura prevalentemente devozionale. Si tratta per lo più di affreschi votivi: dipinti murali che non fanno parte di un programma decorativo ampio ed organico ma sono immagini isolate e autonome realizzate sul muro di una chiesa, o di una cappella, per volontà di un singolo committente o di un gruppo di devoti. Sulla parete destra del coro è ben conservata un’ampia porzione con decorazione prospettica risalente al XVII secolo. Nella parte bassa della stessa parete è visibile un frammento con una Madonna in trono con Bambino e sant’Antonio Abate e, in una grande nicchia, una Natività datata agli anni Venti del Quattrocento, caratterizzata da un’iconografia che conserva modelli molto arcaici. Nei due sguinci della nicchia sono raffigurati due santi a figura intera (probabilmente san Bartolomeo e san Giacomo Maggiore). L’ambiente a sinistra, con volta a crociera arricchita da un Tau (simbolo degli Antoniani) nella chiave di volta, contiene numerosi frammenti di affreschi della metà del Quattrocento: una Madonna in trono con Bambino, una santa sulla parete opposta, un san Giorgio con la principessa datato 1441, e un altro frammento di affresco con l’immagine dei santi Cosma e Damiano, i santi medici (a rammentare la funzione ospedaliera del luogo). Nell’ambiente a destra, all’interno di una nicchia in mattoni, si trova un’ulteriore raffigurazione di sant’Antonio Abate.
Nello stesso ambiente sono visibili un frammento di affresco con una Madonna con Bambino accompagnati dal santo eremita, una Madonna in trono con Bambino di fattura piuttosto arcaica e altre figure di santi di non facile identificazione. Sulla parete d’ingresso è invece conservato un frammento di dipinto murale di grande qualità, datato agli anni quaranta del Quattrocento, che rappresenta - a figura intera - san Pietro Martire e san Ludovico di Tolosa. Al di sopra di quest’ultimo frammento pittorico è riemersa, durante i recenti lavori, un’immagine affascinante e di difficile interpretazione, a causa dello stato frammentario della scena, probabilmente un sant’Antonio Abate in trono con due devoti inginocchiati ai suoi piedi. Le immagini dipinte sulle pareti del coro dell’antica chiesa di Sant’Antonio Abate, che è stata la chiesa annessa a un ospedale frequentato da sofferenti e pellegrini, sono dunque da leggere come ex voto, immagini isolate offerte da un fedele. L’Ordine antoniano, che gestiva la struttura caritativa, viveva sostanzialmente di donazioni e lasciti ed è naturale che, anche nella decorazione del loro edificio sacro, gli Antoniani promuovessero il contributo di fedeli e devoti che avevano ricevuto la grazia di una guarigione dal santo patrono. La chiesa di Sant’Antonio Abate venne trasformata in maneggio comunale, da qui il nome di Cavallerizza, nel 1845, su progetto dell’ing. Luigi Donegani. L’origine dell’edificio risale però ai primi decenni del Quattrocento, quando venne commissionato dalla comunità ospedaliera dei canonici antoniani provenienti dalla città di Vienne, in Francia, approdati nella città di Brescia qualche decennio prima. A causa di devastanti incendi e importanti interventi di riammodernamento tra il XVI e il XIX secolo, non è possibile ricostruire l’assetto originale dell’impianto decorativo della chiesa medievale di cui rimangono, tuttavia, alcune tracce in quella che era l’area presbiteriale dell’antica chiesa, sopravvissuta alla demolizione.
La Cavallerizza, sede del maneggio pubblico della città, fu progettata nel 1845/1846 dall’architetto Luigi Donegani. In precedenza, l’edificio era adibito a chiesa annessa al convento di Sant’Antonio di Vienne. A partire dal Quattrocento, fu ricavato un ospizio per accogliere i pellegrini in città e per assistere i malati e i poveri. In seguito, l’istituto assistenziale venne associato all’ospedale Maggiore. Nel 1568, venne concesso ai padri Gesuiti che vi fondarono il collegio dei Nobili, attivo fino al 1822. Il convento venne poi ampliato e la chiesa arricchita di opere d’arte in parte andate distrutte durante l’incendio del 1669 e in parte vendute a collezionisti privati. La facciata neoclassica è arricchita da decorazioni che rimandano al mondo dell’equitazione. L’interno, ad aula unica, presenta iscrizioni ed affreschi pertinenti alla chiesa primitiva, scoperti in occasione dei lavori per trasformare l’edificio in un’aula studio, funzione che mantenne fino al 2017.
SCUOLA EDILE, CORSI DI FORMAZIONE, SICUREZZA E SERVIZI AL LAVORO. A TU PER TU CON PAOLO BETTONI, PRESIDENTE DELL’ENTE SISTEMA
EDILIZIA BRESCIA (ESEB)
L’Ente Sistema Edilizia Brescia compie dieci anni. Era il gennaio 2015, infatti, quando è nato allo scopo di accorpare le funzioni e le attività precedentemente svolte dalla Scuola edile bresciana (Seb) e dal Comitato paritetico territoriale di Brescia e provincia (Cpt). L’obiettivo era diventare l’ente di riferimento per le imprese e i lavoratori edili del territorio bresciano. Presidente Bettoni, a dieci anni esatti dalla sua nascita, possiamo affermare che Eseb ha raggiunto il suo scopo?
“Certamente sì. Partivamo da una buona base in quanto sia Scuola Edile Bresciana sia Comitato Paritetico erano conosciuti e riconosciuti come riferimento per il settore delle costruzioni bresciano. In questi 10 anni abbiamo lavorato per aumentare il numero di imprese che accedono ai nostri servizi e per migliorare la nostra offerta. Sia dal punto di vista della sicurezza, aggiungendo asseverazioni per le imprese e numerosi progetti finalizzati alla sicurezza delle imprese, sia dal punto di vista della formazione, aumentando il numero e la tipologia delle corsualità che eroghiamo arrivando ad avere in catalogo quasi un centinaio di corsi diversi a cui le aziende possono accedere per aumentare la loro capacità competitiva e le loro competenze”.
Assicurare all’edilizia maestranze qualificate ad operare nel settore, sensibilizzando al contempo in materia di prevenzione degli infortuni e sicurezza in cantiere: è questa la vostra mission?
“Non soltanto. Ovviamente questa è la mission primaria dell’istituzione, che non abbiamo mai abbandonato, e che continua ad essere il motivo per cui operiamo e per cui le imprese ci finanziano. La formazione è senza dubbio oggi un fattore fondamentale sia per le competenze dei lavoratori, quindi per la competitività delle imprese, sia per l’inderogabile obbligo della sicurezza sul lavoro, uno dei focus primari all’attenzione del nostro ente e delle parti sociali dell’edilizia. Ma in un momento di grande transizione verso l’innovazione abbiamo dovuto adeguare la nostra mission ai nuovi strumenti e alle nuove tecnologie che le imprese adottano o tendono ad adottare per rendere sempre più efficace ed efficiente il loro metodo di lavoro”.
Un’altra sfida importante è quella di formare tecnici specializzati in grado di padroneggiare le nuove tecnologie per rispondere alle esigenze dettate dal nuovo Codice dei Contratti pubblici e alla digitalizzazione delle commesse, non è così?
“Senza dubbio e per questo già nel 2014 abbiamo fondato, come sistema delle costruzioni bresciano, insieme al sistema delle costruzioni di Milano, la Fondazione Its Academy I Cantieri dell’Arte, che ha come scopo la formazione post-diploma di tecnici da inserire nelle nostre aziende con spiccate competenze in relazione alle nuove tecnologie. La Fondazione oggi eroga percorsi per svariate figure tecniche da inserire nel settore dell’ambiente costruito che coprono una buona parte delle necessità di innovazione espressa dalle nostre aziende. Abbiamo in catalogo i corsi in Digital construction manager, per formare tecnici di impresa e gestione della commessa con spiccate
propensioni verso l’innovazione e ampie competenze su Bim, contabilità digitalizzata di impresa e gestione 4.0 delle imprese edili; in Digital construction manager in historical building per tecnici di impresa edile con le competenze che ho precedentemente citato ma declinate per l’edilizia storica, la ristrutturazione di edifici storici e il recupero e la riqualificazione urbana.I corsi Its formano anche per diventare Bim construction manager, tecnico che lavora sia in imprese sia in studi di progettazione e amministrazioni e che si occupa della digitalizzazione dei processi in edilizia attraverso metodologie
Bim da applicare anche a tutti i contratti pubblici. Infine, c’è il corso in Digital construction manager in sustanibility: per la qualifica di tecnico di impresa con competenze sulla sostenibilità ambientale della commessa edile e dei processi edilizi, ma che potrebbe spendere le proprie competenze anche in studi professionali con inclinazioni verso la materia e in pubbliche amministrazioni che sempre più oggi si interessano alle questioni della sostenibilità e le ritengono fondamentali. Come vede, quindi, un ampio spettro di possibilità per i giovani che vogliono inserirsi nel settore dell’ambiente costruito con un focus sull’impresa, ma con ampie possibilità anche in comparti accessori”.
Per quali altri servizi imprese e operatori del comparto si rivolgono all’Ente Sistema Edilizia Brescia? “La nostra proposta di servizi, oltre a quelli già citati, comprende anche varie proposte di ricerca e trasferimento tecnologico di progetti di carattere innovativo, che in questi anni abbiamo sviluppato insieme a varie imprese del settore e che hanno portato risultati interessanti oltre che risvolti innovativi. A tal proposito, devo ringraziare tutte le imprese che hanno riposto in noi la loro fiducia e i nostri partner istituzionali, in prima battuta l’Università di Brescia, che ci ha sempre sostenuto e supportato in tutti i progetti sviluppati. Inoltre, siamo attivi nel settore dei servizi al lavoro dove promuoviamo l’incontro
tra domanda e offerta di lavoro sia per le persone in cerca di occupazione che per le imprese in cerca di competenze. In tale contesto ci occupiamo da anni della formazione e dell’inserimento lavorativo dei migranti e richiedenti asilo con corsi per muratore manovale e progetti per trovare un’occupazione a queste figure. Un impegno che negli anni ha portato alla stabilità lavorativa di numerosi stranieri che hanno riposto in noi la loro fiducia. Per tali iniziative devo ringraziare i nostri partner, le cooperative delle reti SAI e CAS, coordinate da Confcooperative”.
Come si è arricchita negli ultimi anni l’offerta formativa, così come gli spazi didattici, della Scuola edile Bresciana?
“Come accennato in precedenza, l’offerta formativa di Eseb ha sempre fatto fronte alla necessità delle imprese, sia per aiutarle a rispettare gli obblighi normativi, sia per favorire all’interno delle aziende l’implementazione di innovazioni tecnologiche e digitali, per affrontare i cambiamenti in corso e le sfide future. Inoltre siamo attivi nella formazione professionale per il settore edile, proponendo ai ragazzi in uscita dalla terza media corsi per operatore e tecnico edile che permettono agli iscritti di acquisire competenze solide, con la certezza e di un’occupazione all’interno del settore al termine degli studi”.
La formazione è un tema per voi cruciale e, non a caso, sono molteplici anche le occasioni di confronto e aggiornamento allestite presso il vostro auditorium di via Garzetta. Quali sono gli appuntamenti più significativi in programma per questo 2025?
“Nei primi mesi del 2025 abbiamo già realizzato alcuni seminari, altri sono in programmazione a breve e per fine anno abbiamo in serbo proposte di sicuro interesse. Tra gennaio e febbraio abbiamo proposto due seminari sull’intelligenza artificiale nel comparto delle costruzioni che sono stati molto seguiti e hanno evidenziato quanto ci sia di interessante e di sviluppabile all’interno del nostro settore anche su una tematica ostica quale quella dell’intelligenza artificiale. Per i prossimi incontri ci occuperemo di un argomento per noi sempre all’ordine del giorno, ossia quello della sicurezza sul lavoro nelle sue varie sfaccettature. Nella fattispecie il prossimo evento sarà dedicato al tema dello stress da calore, problematica di assoluto interesse in questi anni di cambiamento climatico, che vede le imprese impegnate in mutamenti organizzativi per rispondere alle nuove esigenze dettate da tali contingenze”.
In occasione di un incontro promosso di recente insieme ad Ance Brescia, Cassa Edile Brescia, Collegio Geometri e l’Università degli Studi di Brescia, vi siete soffermati sull’evoluzione che ha caratterizzato l’edilizia in questi anni. Quanto è importante per un comparto come il vostro saper cogliere le sfide dell’innovazione tecnologica e della sostenibilità ambientale?
“Come sarà trasparso da quanto detto prima, cogliere le opportunità dettate dai cambiamenti in atto nella società e nelle imprese è di assoluta priorità nel nostro settore e rappresenta un’opportunità per il futuro. L’innovazione tecnologia, la sostenibilità ambientale e l’economia circolare, sono divenute in questi anni delle esigenze inderogabili per le società e i clienti delle imprese edili, chiamate dunque a intraprendere un percorso virtuoso per adeguarsi alle richieste che pervengono da una clientela sempre più evoluta e protesa verso il cambiamento. Ad esempio, da due anni Eseb sta sviluppando insieme a imprese del settore e partner internazionali il progetto CDW Circle, che ha come obiettivo fondamentale il recupero dei rifiuti da demolizione attraverso una tecnologia innovativa di separazione ottica attraverso l’intelligenza artificiale, per trasformare materiale di scarto in prodotti da reintrodurre nella filiera dei materiali da costruzione quali, calcestruzzi, malte, laterizi. Il futuro è senz’altro una delle nostre priorità e continueremo ad essere proattivi presso le nostre imprese per aiutarle ad essere sempre più competitive nelle sfide del mondo globale”.
Eseb – Ente Sistema Edilizia Brescia Via della Garzetta, 51 25133 Brescia
Tel. 030 2007193 info@eseb.it www.eseb.it
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Fondazione Brescia Musei e Comune di Brescia hanno presentato l’ingresso della Filatrice e piccola mendicante di Giacomo Ceruti nel percorso permanente della Pinacoteca Tosio Martinengo. La tela, concessa in comodato da una collezione privata, consolida la Pinacoteca come il “museo di Ceruti” per eccellenza: con questo dipinto il numero totale delle sue opere ammonta oggi a venti. La Filatrice e piccola mendicante si annovera nel cosiddetto “ciclo di Padernello”, una serie di tredici “scene rustiche” scoperte nel 1931 dallo storico dell’arte Giuseppe De Logu nel castello (a Padernello, appunto) allora di proprietà di Filippo Salvadego Molin Ugoni. Questo nucleo costituisce il più coerente e qualitativamente alto insieme di opere prodotte da Ceruti, che qui mette in scena una sfilata di mendicanti, reduci di guerra, emarginati, umili lavoratori, donne intente ad apprendere e a praticare i lavori femminili. Rispetto alle interpretazioni apertamente sorridenti e allusive dei coevi pittori di genere, l’artista milanese predilige un approccio più serio, silenzioso e solenne nella restituzione di questi soggetti, svuotandoli – almeno da un punto di vista formale – di un registro comico o moraleggiante e caratterizzandoli con una spiccata verosimiglianza ritrattistica. La Filatrice e piccola mendicante porta a sei le tele del celebre ciclo conservate presso la Pinacoteca Tosio Martinengo. Nel corso degli anni il museo ha visto crescere esponenzialmente il numero dei dipinti di Ceruti conservati nelle proprie collezioni. Innanzitutto, grazie a due importanti legati: quello di Teodoro Filippini, che nel 1914 destinò ai Musei Civici nientemeno che la Lavandaia, e il più recente, nel 2020, di Domenico Galantino, che ha portato all’ingresso del Bravo. Si aggiungono i numerosi comodati concessi da una serie eterogenea di soggetti – come BPER Banca, la Fondazione “Vittoriale degli Italiani”, lo Stato, oltre che numerosi collezionisti privati –, e la donazione della Filatrice da parte della società Hopa spa, nel 2010. Dal 2018, anno della riapertura della Pinacoteca, il museo ha beneficiato dell’ingresso di ben nove dipinti di Ceruti. Un impulso a questo processo di acquisizioni è stato favorito dalla monografica sul pittore “Miseria&Nobiltà. Giacomo Ceruti nell’Europa del Settecento” (a cura di Roberta D’Adda, Francesco Frangi e Alessandro Morandotti), presentata presso il Museo di Santa Giulia nel 2023 in collaborazione con il J. Paul Getty Museum di Los Angeles. È qui che, lo stesso anno, si è tenuta la prima esposizione internazionale dedicata all’artista: “Giacomo Ceruti. A Compassionate Eye” (a cura di Davide Gasparotto).
La presentazione della Filatrice e piccola mendicante coincide con il prestito di un’altra opera di Ceruti dalle collezioni civiche bresciane, la Filatrice, all’importante mostra monografica dedicata a Giacomo Francesco Cipper detto il Todeschini (a cura di Maria Silvia Proni e Denis Ton), inaugurata il 12 aprile presso il Castello del Buonconsiglio di Trento. Questo artista di origine austriaca, ma attivo a Milano, costituisce un importante precedente per la pittura di genere di Ceruti, con il quale – pur con differenze – instaura un serrato dialogo. La Pinacoteca ha prestato per l’occasione, oltre alla Filatrice, un’opera di Cipper abitualmente esposta nel percorso permanente del museo, la Colazione di pitocchi con vecchio suonatore di gironda. La mostra, dal titolo “Il teatro del quotidiano – Giacomo Francesco Cipper ‘Tedesco’” sarà presentata dai curatori il prossimo 30 maggio alle ore 17.00 presso la Pinacoteca Tosio Martinengo.
LA FILATRICE E PICCOLA MENDICANTE
CONSOLIDA LA PINACOTECA TOSIO MARTINENGO COME “IL MUSEO DI CERUTI”. L’INGRESSO DEL DIPINTO PORTA A SEI LE TELE DEL COSIDDETTO “CICLO DI PADERNELLO” CONSERVATE NEL MUSEO
L’ARTISTA MARILINA SUCCO SI È MESSA A NUDO IN
UNA RAPPRESENTAZIONE SCENICA CHE
DIVENTA UN PROCESSO DI PRESA DI COSCIENZA ATTRAVERSO LA PROVOCAZIONE
*Marilina Succo è un’artista poliedrica che spazia tra teatro, pittura e scultura. Dopo essersi diplomata in Architettura e Arredamento, ha proseguito con gli studi di arte drammatica a Milano, laureandosi nel 2017. Animata da una continua ricerca espressiva, Marilina si dedica alla pittura, focalizzandosi sulla rappresentazione dei volti e delle emozioni, in un dialogo profondo tra teatro e arti visive. Le sue esposizioni includono mostre personali e collettive durante eventi di rilievo come la Design Week di Milano. “The Process” spicca tra le sue opere più significative: una performance che fonde introspezione e creatività.
“Fino a che punto si è disposti a dire sì?”. Da questa frase nasce il lavoro di Marilina Succo, che è stata al Vittoriale degli Italiani con THE PROCESS, una rappresentazione scenica in cui l’artista si è messa a nudo.
Nello Schifamondo, l’artista ha esplorato e sfidato lo spettatore, costringendolo a un confronto diretto attraverso lo sguardo, trasformandosi in uno specchio che riflette le emozioni dell’altro.
Così Marilina Succo: “Silenziare la voce equivale a spezzare. In questa performance, il silenzio sarà il protagonista: una riproduzione di violenza psicologica che, coscientemente volontaria, porterà̀ lo spettatore ad interagire in prima persona. In questa performance, il mio silenzio intenzionale permetterà ai visitatori di esprimere loro stessi, di essere ascoltati o di rimanere semplicemente in silenzio. Per rendermi disponibile ai loro bisogni spegnerò me stessa, mettendomi a nudo». E ancora: «Il Vate era maniacale – la cura meticolosa con cui ha concepito e arredato ogni angolo del Vittoriale testimonia la sua ossessione per il controllo e la perfezione; trasgressivo – il suo stile di vita fuori dagli schemi, la sua audacia letteraria e il suo spirito anticonformista lo rendono un'icona di irriverenza; scenografico – ogni dettaglio del Vittoriale incarna il suo gusto teatrale e spettacolare, trasformando lo spazio in un’opera d’arte vivente. Tre aggettivi che ci accomunano, e che rendono il Vittoriale il luogo dove THE PROCESS può prendere forma in modo più naturale”.
La performance è un’arte effimera, fondata sull’emozione e sul tempo: esiste solo nell’attimo in cui viene vissuta, lasciando dietro di sé un ricordo, un’eco nel pensiero di chi l’ha attraversata. THE PROCESS è, appunto, un processo di presa di coscienza attraverso la provocazione, un’esperienza che si fa relazione autentica tra individui, e che prenderà vita in un luogo storico carico di significato.
Un’analisi sistematica pubblicata su Mayo Clinic Proceedings ha evidenziato la maggiore efficacia della terapia combinata di riduzione lipidica (LLT) rispetto alla monoterapia con statine nei pazienti ad alto e altissimo rischio cardiovascolare. Lo studio ha incluso 14 lavori (11 trial randomizzati controllati e 3 studi di coorte) per un totale di 108.373 pazienti, con un’età media di circa 67 anni.
I risultati hanno mostrato che la terapia combinata riduce in modo significativamente superiore i livelli di colesterolo LDL rispetto alla sola statina, con una differenza media di −12,96 mg/dL.
Inoltre, questa strategia terapeutica ha portato a unariduzione significativa della mortalità per tutte le cause, degli eventi cardiovascolari maggiori e dell’incidenza di ictus. Non è stata invece riscontrata una differenza significativa nella mortalità cardiovascolare.
Rilevante anche il dato sulla sicurezza: il rischio di eventi avversi e il tasso di interruzione della terapia si sono rivelati simili tra i due gruppi. Gli autori suggeriscono che le future linee guida considerino l’introduzione precoce, preferibilmente iniziale, della terapia lipidica combinata per raggiungere in modo più efficace i target di LDL-C e ridurre la morbilità e mortalità cardiovascolare nei pazienti ad alto rischio.
Livelli bassi di colesterolo sono stati collegati con un rischio ridotto di sviluppare il cancro alla prostata, mentre l’iperlipidemia non ha mostrato di essere correlata all’incidenza di tale tumore, secondo uno studio pubblicato su Scientific Reports.
“Il valore predittivo della sindrome metabolica per il rischio di cancro alla prostata non è chiaro. Abbiamo voluto valutare l’associazione tra la sindrome metabolica e i suoi componenti e l’incidenza del cancro alla prostata” spiega Shing Fung Lee, del National University Cancer Institute, National University Hospital, Singapore, che ha guidato il gruppo di lavoro.
I ricercatori hanno analizzato i dati di 242.349 maschi adulti dalla UK Biobank, reclutati nel 2006-2010 e seguiti fino al 2021, periodo durante il quale 6.467 (2,7%) partecipanti hanno ricevuto una diagnosi di cancro alla prostata. Gli esperti hanno visto che la sindrome metabolica, nel suo complesso, non era associata al rischio di cancro alla prostata. Tuttavia, componenti specifiche come ipertensione e obesità hanno aumentato il rischio. Altri componenti, come prediabete/diabete e bassi livelli di colesterolo, sono stati associati a un rischio ridotto, mentre l’iperlipidemia non ha mostrato alcun effetto significativo. “Saranno comunque necessarie ulteriori ricerche per comprendere i meccanismi alla base di queste relazioni. Le strategie di prevenzione del cancro alla prostata potrebbero trarre vantaggio dal targeting di fattori di rischio modificabili, con attenzione alle particelle lipidiche” concludono gli autori.
L’ecografia è una metodica diagnostica non invasiva che utilizzando ultrasuoni (onde sonore) emessi da particolari sonde appoggiate sulla pelle del paziente, consente di visualizzare organi, ghiandole, vasi sanguigni, strutture sottocutanee ed anche strutture muscolari e tendinee in numerose parti del corpo. Durante l’esecuzione dell’ecografia, l’area da esaminare viene inumidita con un apposito gel, non tossico, che consente una migliore trasmissione degli ultrasuoni attraverso il corpo umano.
L’ecografia costituisce uno dei primi approcci allo studio del corpo umano, fatta eccezione della parte scheletrica e delle strutture interne alla scatola cranica. Gli ultrasuoni, infatti, non sono in grado di studiare le strutture ossee. Le ecografie sono, invece, molto utilizzate per lo studio del collo (tiroide, linfonodi), dell’addome (fegato, reni, milza, pancreas, eccetera), della pelvi (vescica, utero, ovaie, prostata), delle vene e delle arterie (carotidi, aorta, eccetera), dell’apparato muscolare (muscoli, tendini, legamenti).
L’ecografia non prevede emissione di radiazione di tipo X. Può essere, pertanto, effettuata con una certa frequenza qualora si rilevi la necessità di eseguire ripetute indagini in presenza di patologie note a scopo di monitoraggio.
In questo momento molto particolare dobbiamo per forza fermarci e fare una riflessione generale. Non dobbiamo comportarci come gli struzzi, mettendo la testa sotto la sabbia, aspettando che il pericolo passi. Un pericolo che del resto abbiamo volutamente creato facendo finta di niente. I problemi europei partono da lontano e dobbiamo rendercene conto. Guerra dei Balcani negli anni ’90, quella scoppiata in Kuwait ed Iraq subito dopo e, quasi in contemporanea, il conflitto in Afghanistan che finirà con una fuga da imbelli e tanti morti occidentali senza risultato alcuno. Nel 2001 l’attacco alle Torri gemelle e sette anni dopo la grande crisi scoppiata negli Stati Uniti che investe tutto il mondo. Nel 2011 l’illusione della “Primavera Araba” che spacca le reni all’Europa tutta, con una migrazione incontrollata e il terrorismo interno dormiente che si risveglia, mentre nel frattempo ne importiamo di nuovo.
In tutto questo un Governo Europeo che non esiste e investe sconsideratamente nella green-deal con piani di austerità che fanno collassare le economie ma, soprattutto, lo stato sociale di ogni nazione europea, dimenticandosi di emanare direttive specifiche per attenuare le difficoltà tra le popolazioni. Non ci si riesce a coordinare sulla politica estera, su quella sanitaria e, soprattutto, su quella difensiva. Così da arrivare al 2014 con gli accordi di Minsk ed il nordstream per gas e petrolio…. Ci salva Mario Draghi al vertice della BCE che, di contro, fa rinascere sempre più forte l’asse franco-tedesco che ci porterà alla guerra in Ucraina. Una guerra per procura contro la Russia che doveva determinare i livelli base di azione dei diversi eserciti e fare le prove generali per un blocco economico e... Ma l’Occidente ha malamente perso.
E così siamo arrivati al 7 ottobre 2023, con l’attacco preordinato dagli arabi contro gli israeliani, che ha portato alla guerra a Gaza… Insomma, in questi ultimi trent’anni ne sono successe di tutti i colori e le economie con le borse sono state sulle montagne russe più volte, a picco e poi all’apice. La globalizzazione e chi l’ha voluta e pilotata ha realizzato ciò che voleva: sempre più ricchi i ricchi e sempre più poveri i poveri, abbassando di molto il livello del ceto medio.
Oggi siamo in difficoltà perché Trump ha scoperchiato il vaso di Pandora. Un vaso che noi ben sapevamo di cosa fosse pieno.
In tutti questi anni di guerre, che abbiamo sommariamente citato, il mondo è stato meglio solo durante i suoi precedenti quattro anni di presidenza trascorsi quasi senza guerre e tante mediazioni. Cosa hanno fatto i Bush e poi tutti i presidenti democratici che mi sembra non lo siano stati poi molto, da Biden in giù.
Ho letto molto in questi mesi, sentito podcast, interviste televisive, Cacciari, Travaglio, le esternazioni di Mattarella, la visione di Ursula, le elucubrazioni di Macron e Starner (il paziente inglese), i politici nostrani, ma soprattutto sono andato a fondo nel capire i Brics e la Cina.
Tutto ciò avviene mentre l’ONU e l’OMS incontrollate, corrotte, inestistenti, anacronistiche, non riescono a fronteggiare la pandemia da Covid che ora sappiamo essere stata causata dalla noncuranza dell’uomo. Altro che pipistrelli... Comunque, pur lasciando perdere la causa della diffusione planetaria del virus, gli Stati non sono stati in grado di controllarla ed antagonizzarla: noi di Bergamo e Brescia ben sappiamo com’è andata: incapacità delle istituzioni, sia regionali, sia locali, di approntare i protocolli esistenti. A livello nazionale poi….. Per non parlare dei cimiteri improvvisati in Brasile o dei cadaveri lasciati per strada in Ecuador. Ricordarlo mette i brividi.
Non vi è un paese al mondo che non sia indebitato e noi italiani non siamo neppure i peggiori perché il nostro debito è garantito dall’oro in riserva, dai nostri conti correnti in attivo, dal nostro diffuso capitale immobiliare, dalla possibilità di vendere ancora gioielli di famiglia (aziende e monumenti storici), di essere sulla via della riconversione turistica, dal valore aggiunto delle nostre aziende farmaceutiche, anche grazie ad un governo che se anche non corre a 200 all’ora, almeno a 100 funziona e tenta di attuare cambiamenti ritenuti impossibili e ha una voce in politica estera anche se non piace a tutti.
Gli altri europei? Non pervenuti.
Solo la Germania urla alla guerra essendo in grave crisi avendo sbagliato tutto negli ultimi 10 anni (anche se prima faceva finta di niente) ora vuole riprendersi, infrangendo ogni regola economica con lo stop all’austerità, il via alla riconversione delle sue industrie verso il militare pesante e 500 miliardi di debito per rimettersi in piedi. Il tutto spalleggiata da una nazione vicino al fallimento, la Francia, con un governo debolissimo e antipopolare con un Presidente a scadenza, come lo yogurt, che non ne azzecca una.
Abbiamo già visto nel secolo scorso cosa hanno causato questi due paesi, ricordiamoci che non si cambia molto… Ho il timore fondato che lorsignori pensino di fare sempre ciò che più gli conviene. Certo, possono anche accordarsi con l’Inghilterra, ma anche i sudditi di Re Carlo non stanno benissimo anzi direi male al punto che se non avessero un rapporto di sudditanza-collaborazione con gli USA, sarebbero già in grave default (avevano un impero e l’hanno perso, erano in Europa e se ne sono andati, dettavano legge con il Commonwealth e ora ne subiscono le regole).
Dobbiamo fidarci di loro o fare un ragionamento serio su ciò che l’America oggi ci propone?
Vogliono proporci un adeguamento commerciale con ripresa del loro debito, che è il più grande, fare cioè una guerra commerciale e di riallineamento per evirare una guerra di sangue, che nessuno vincerebbe, ma che farebbe danni maggiori della caduta delle borse e come sempre, dopo l’inverno arriverà la primavera. Una primavera che starà a noi trasformare in una bella estate, che magari arriverà tra due anni ma, se pensiamo che ne sono già passati cinque dal Covid e quasi non ce ne ricordiamo più...
Noi europei dovremmo realmente essere il perno su cui gira il Mondo, senza il nostro mercato nessuno avanza, ne il Mercosur, ne i Brics, ne la Cina, ma soprattutto l’America che è Europa-dipendete. Per cui perché non rivedere questa Europa? Perché noi Italiani dovremmo avere il coraggio di uscire dal patto di stabilità? Perché non essere noi il faro lanciando idee e programmi che possano essere condivisi da tutti gli altri paesi?
Dobbiamo però affermare che la libertà democratica deve essere assicurata e garantita in ogni Paese e che la volontà popolare deve essere sempre rispettata, magari anche con alchimie politiche, ma sempre rispettata.Senza il rispetto della volontà del popolo e dei popoli stessi, nulla cambierà in meglio, bensì solo in peggio.
Lasciamo gli eserciti nelle caserme, tantopiù che i nostri giovani non avendo ideali di Patria non andranno a morire per un’deale, o per dei confini. Questo perché glieli abbiamo distrutti sul nascere, perché abbiamo fatto di tutto per deresponsabilizzarli. E in fin dei conti anch’io che credo in quegli ideali, mi spiace, ma a morire per questo mondo non ci vado.
La verità è che, i giornaloni e le televisioni, con i loro opinionisti che cambiano bandiera velocissimamente e, soprattutto, i nefasti che dicono che tutto va male, che i partiti al governo cadranno presto, che la sinistra vincerà a breve, che Trump è un indemoniato con Musk nei panni di Mefisto, mentre loro hanno soluzioni per tutto e permettono al sindaco di Roma di pagare la manifestazione del giornalista di Repubblica con i soldi dei contribuenti. Oppure che riprendono al sindaco di Torino presente alla fine del Ramadam in piazza mentre bruciano la fotografia del nostro primo ministro a testa in giù, con tutti gli oppositori in marcia contro il decreto di tutela delle forze dell’ordine.
Che dire infine della magistratura che a piè spinto si sostituisce alla politica e non certo da oggi. Gerardo Colombo che fece parte nel pool di mani pulite dice che nel 1992 Tangentoli fu un colpo di stato….. E ci meravigliamo se poi il popolo non va a votare?
Salvini politicamente doveva morire, invece vediamo che al congresso nazionale di pochi giorni fa a Firenze è stato rieletto per acclamazione... candidato unico? ma non dovevano esserci Zaia o Giorgetti e ???? Invece no. Giorgetti dice che dovremmo uscire dai patti di stabilità, come ho scritto prima, Zaia dice che si deve pensare in grande e che lui pensa al Veneto e Triveneto. Gli altri leghisti “contro” non pervenuti mentre la premier che ci dice che la Lega è il collante della coalizione e che se non verranno arrestati prima dalla magistratura libera imparziale e democratica, arriveranno sino al 2027.
Il re è morto, viva il re e per fortuna ORA IL RE È NUDO.
Re Nudo è stata la prima e la più longeva rivista della cultura underground in Italia e ha rappresentato una delle più significative espressioni della controcultura dagli anni successivi al Sessantotto fino all’esplosione del movimento del Settantasette. [1] È stata una delle principali riviste italiane dedicate alla controcultura e alla controinformazione, di natura libertaria, fondata a Milano nel novembre 1970[2] da un gruppo di intellettuali e di artisti, tra i quali Andrea Valcarenghi.
UNA SERATA EVENTO PER PRESENTARLO IN ANTEPRIMA
AD UNA PRIVILEGIATA
PLATEA DI OSPITI
Il 3 aprile scorso il ristorante Cantina Lemine di Chef Alberto Magri ha presentato in anteprima Radici, il suo nuovo menù degustazione, liberamente ispirato al libro “Centodue ricette di mamma Maria”, scritto dall’architetto bergamasco Cesare Rota Nodari e pubblicato dal Centro Studi Valle Imagna. Una serata evento esclusiva alla quale hanno preso parte istituzioni, giornalisti e importanti ospiti tra cui l’autore del libro che ha data viva voce alle ricette di sua mamma Maria. Dopo un ricco aperitivo di benvenuto, servito nella suggestiva cantina - tempio indiscusso di vini di qualità, selezionati personalmente da patron Magri ed espressione dei migliori terroir italiani e francesi - la serata è entrata nel vivo dapprima con una piacevole chiacchierata tra lo Chef Magri, il Dott. Antonio Carminati, direttore del Centro Studi Valle Magna, e l’arch.
Cesare Rota Nodari (accompagnato dall’adorata nipote Emma) in cui sono state illustrate le ragioni di questa ‘esigenza di tornare a casa e ripartire dalle radici’, attualizzando le ricette proposte nel libro con le tecniche e l’esperienza acquisita in questi anni dallo Chef e, in seguito, a tavola con la degustazione di un menù tutto da gustare lungo un percorso tra passato e futuro, tradizione e innovazione. Dopo un sorprendente amuse bouche che traeva ispirazione dalle ricette originali del basilico conservato, del salame con la panna e delle cipolline agrodolci, si è proseguito con la trota in carpione, i carciofi con le uova, gli strengula prècc, il coniglio al latte e una nota vegetale concepita nel rispetto delle antiche modalità di conservazione delle verdure sino ad arrivare alla nota dolce conferita dal budino al limone (caratterizzato da una cialdine salate, che prendono ispirazione dall’intuizione di mamma Maria di utilizzare il sale dei dessert) e dalla ghiacciata di mele. Il menu resterà disponibile fino a fine maggio nella magica location di Cantina Lemine dove lo staff dello Chef Alberto Magri sarà lieto di accogliervi e farvi trascorrere una straordinaria esperienza multisensoriale.
Per conservare le
Da sx Alberto Magri, Pietro Rota, Cesare Rota Nodari, Antonio Carminati, Emma e Laura Rota Nodari.
Lorenzo Lotto, Madonna col Bambino e i santi Giuseppe, Bernardino da Siena, Giovanni Battista, Antonio Abate e cinque angeli, nota come Pala di San Bernardino, 1521 olio su tela, 287 x 268 cm Bergamo, chiesa di San Bernardino in Pignolo
La pala di San Bernardino, la fotografia di Axel Hütte
FINO AL 31 AGOSTO 2025 A CURA DI MARIA LUISA PACELLI CON FILIPPO MAGGIA
Un percorso in tre tappe all’interno del museo e un itinerario che dalla Carrara si dirama in città e nel territorio, per riscoprire i sorprendenti anni di Lorenzo Lotto a Bergamo
Nel 500° anno dalla partenza di Lorenzo Lotto (Venezia 1480 – Loreto 1556/1557) da Bergamo dopo 12 anni di intensa attività, Accademia Carrara celebra l’artista ospitando eccezionalmente la Pala di San Bernardino, capolavoro proveniente dall’omonima chiesa situata a 500 metri dal Museo, attualmente chiusa al pubblico. Un progetto di tutela e di sostegno nei confronti della comunità e, insieme, l’occasione per ammirare da vicino uno dei dipinti più felici e ispirati del maestro veneziano. In concomitanza, anche una mostra fotografica di Axel Hütte (Essen 1951), dedicata a opere di Lotto presenti a Bergamo e sul territorio. L’esposizione di uno dei più importanti rappresentanti della Scuola di Düsseldorf, a cura di Filippo Maggia, è allestita al primo piano del Museo. Parte dell’esperienza è l’approfondimento offerto al pubblico grazie alla visita della collezione permanente, in particolare la Sala 10 che conserva sette dipinti di Lotto e altre opere di artisti coevi. Tra i protagonisti più noti del Rinascimento, Lorenzo Lotto trascorre a Bergamo gli anni dal 1513 al 1525, considerati da molti storici dell’arte tra i più creativi della sua carriera. È in questo periodo che l’artista realizza per la confraternita laica dei Disciplini di Bergamo la Pala di San Bernardino.
L’itinerario prende le mosse dal percorso permanente dove, in sala 10, sono esposte sette opere di grande rilevanza del maestro veneziano e dipinti di altri artisti coevi. La mostra prosegue al primo piano con le fotografie di Axel Hütte, per terminare al piano terra con la Pala di San Bernardino.
La Pala di San Bernardino, allestita in museo all’interno di uno spazio che in parte la isola dal contesto, è visibile da un punto di vista eccezionale, che permette di “entrare nel dipinto”, per cogliere le espressioni dei personaggi, le loro pose e gesti, i dettagli degli abiti o del paesaggio sullo sfondo, fino alla splendida natura morta con le rose e la firma dell’artista in primo piano. L’opera, ammirata da storici dell’arte e raffinati conoscitori come Bernard Berenson, Roberto Longhi e Sir Charles Eastlake, rappresenta uno dei vertici della produzione del maestro. Il grande dipinto, firmato e datato 1521, LLOTUS MDXXI, rappresenta la Madonna col Bambino tra i santi Giuseppe, Bernardino da Siena, Giovanni Battista, Antonio Abate e cinque angeli. L’opera presenta diversi elementi di novità, dall’ambientazione all’aperto fino al grande drappo verde, retto da quattro angeli in volo, che sostituisce le più tradizionali strutture architettoniche. Il quinto angelo, al centro della scena, seppur intento nella scrittura, è come richiamato dalla presenza di chi osserva, facendosi tramite tra il pubblico e la rappresentazione. Una sorprendente iconografia che, secondo Roberto Longhi, ispirerà Caravaggio nel memorabile angelo del Riposo durante la fuga in Egitto della Galleria Doria Pamphilj di Roma.
La presenza del dipinto all’interno della Carrara e la sua temporanea musealizzazione offrono al pubblico una prospettiva nuova rispetto a quella abituale. La tela, infatti, è conservata dietro l’altare maggiore della chiesa, a una notevole altezza. L’allestimento ha saputo valorizzare questa particolare occasione e i visitatori potranno “entrare dentro Lorenzo Lotto”, ammirando dettagli pittorici e narrativi che, nella collocazione originaria, risultano diversamente percepibili.
È Bernard Berenson a suggerire, nel 1895, alla collezionista americana Isabella Stewart Gardner un elenco di luoghi da visitare, tra cui figura la chiesa di San Bernardino oltre a citare la Carrara con la formula: In the Gallery, the Lottos. L’Accademia Carrara è infatti uno dei musei che, nel mondo, vanta uno dei più importanti corpus lotteschi, con 7 capolavori: Ritratto di giovane, 1498 – 1500 circa; Deposizione di Cristo nel sepolcro, 1513 - 1516; Lapidazione di Santo Stefano, 1513 - 1516; San Domenico resuscita Napoleone Orsini, 1513 - 1516; Ritratto di Lucina Brembati, 1521 – 1523 circa; Nozze mistiche di Santa Caterina d’Alessandria, un angelo e Nicolò Bonghi, 1523; Sacra famiglia con Santa Caterina d'Alessandria, 1533.
DENTRO LORENZO LOTTO prosegue il suo racconto al primo piano del museo dove sono esposte le fotografie che Axel Hütte, uno dei più importanti fotografi tedeschi contemporanei, ha dedicato alle opere di Lotto nelle chiese cittadine e presso l’Oratorio Suardi a Trescore Balneario. Nelle fotografie, realizzate con tecniche tradizionali e moderne e stampate in diversi formati, i dipinti di Lotto sono messi in relazione con lo spazio che li ospita, sia relativamente all’architettura sia alla luce, con il fine di restituire l’ambiente nel suo complesso e l’atmosfera sacra dei siti. Anche l’allestimento delle stampe voluto dal fotografo, con un’illuminazione che dal buio schiarisce progressivamente, concorre a questo fine, oltre a porre l’accento sul ruolo fondamentale della luce in questa tecnica artistica.
Axel Hütte (Essen, 1951) è tra i protagonisti della cosiddetta “Düsseldorfer Photoschule”, che si affermò a partire dalla fine degli anni Ottanta. Al pari degli altri membri del gruppo - Candida Höfer, Thomas Struth, Thomas Ruff e Andreas Gursky - Hütte ha esposto presso istituzioni pubbliche e private di tutto il mondo e le sue opere sono presenti in collezioni di musei e fondazioni. La sua pratica artistica si basa su tre elementi: il realismo, la ricerca di luce e cromia naturali e una costruzione dell’inquadratura che stimola l’osservazione e il coinvolgimento dello spettatore.
Le opere, custodite in Sala 10, forniscono un imprescindibile livello di approfondimento del maestro veneziano e arricchiscono il percorso DENTRO LORENZO LOTTO, tracciando i punti salienti del linguaggio figurativo autonomo e personale che il maestro veneziano matura proprio a Bergamo, diventando l’interprete più brillante di un nuovo stile.
La ricca collezione della Carrara permette, inoltre, di tracciare un filo narrativo dai maestri veneziani di Lotto – come, tra gli altri, Alvise Vivarini e soprattutto Giovanni Bellini – fino ai contemporanei Andrea Previtali e Giovanni Busi detto Cariani, con i quali Lotto divide le committenze in città, sempre sperimentando soluzioni e iconografie inedite.
di Giorgio Paglia
Ai primi di aprile il presidente americano Trump ha applicato i dazi commerciali preannunciati durante la sua campagna elettorale. Una mazzata che ha immediatamente fatto crollare le borse mondiali, compresa quella statunitense, con migliaia di miliardi di capitalizzazione andati in fumo in poche ore. Isterismo generale e la solita Europa incapace di prevedere la situazione e di agire di conseguenza. Per capire meglio l’atteggiamento di Trump, che ad una prima analisi sembrerebbe folle, bisogna però dare un’occhiata all’attuale situazione finanziaria degli USA. Il debito pubblico degli Stati Uniti supera i 33 trilioni di dollari a fronte di un prodotto interno lordo di circa 27 trilioni di dollari, quindi superiore al 120%. Non è una cifra di per sé insostenibile per un’economia non tanto grande, tipo quella italiana o giapponese, ma per un paese che è una delle prime potenze economiche del mondo corrisponde all’intero risparmio mondiale di un anno (circa 30 trilioni di dollari). Quindi per una futura sostenibilità fiscale americana, bisognerebbe riuscire a convogliare per decenni tutto il risparmio mondiale sui titoli di Stato federali. E Trump sa benissimo che questa è una missione molto difficile e, se non riesce, l’America rischia semplicemente il fallimento. Quindi Trump vuole utilizzare i dazi come contropartita per ottenere dai paesi esteri il finanziamento del suo debito stellare con l’acquisto di Bot federali a tasso super agevolato. Ma cosa succede adesso con una guerra commerciale basata sull’utilizzo di barriere e di restrizioni così alte? Numerosi sono gli effetti negativi e complessi sull’economia globale e su quella dei paesi coinvolti. La più sgradevole è quella dell’aumento dei prezzi per i consumatori con un conseguente aumento del costo della vita e dell’inflazione. Poi bisogna tenere conto delle possibili ritorsioni che provocheranno una escalation di contro misure, che ridurranno le opportunità di mercato e che rallenteranno la crescita economica. Tutto ciò genera una grave incertezza sulle politiche future e sulle relative relazioni commerciali. Di conseguenza le aziende rinviano gli investimenti, riducono la crescita e creano instabilità sui mercati finanziari. Se questa guerra si intensificherà, coinvolgendo economie di grande dimensione come quella indiana e cinese, l’economia globale potrà subire gravi
danni con una possibile ricaduta sulla disoccupazione e sui redditi. In una parola, anche se i dazi possono favorire temporaneamente alcuni settori del paese proibizionista (gli USA), il mondo potrebbe andare verso una grave recessione globale. La domanda che nasce spontanea è se questi politici americani e europei siano consigliati, o meglio manovrati, da qualcuno.
Infatti, certe decisioni sembrano davvero inconcepibili per il bene comune e per il benessere dell’intera popolazione. Una possibile risposta nasce da un dato incredibile: una ventina di personaggi mondiali detengono la stessa ricchezza di metà della popolazione della Terra. Pensate, ad esempio, che la società americana di gestione di investimenti Black Rock (roccia nera…), definita la più grande banca ombra del mondo, ha un patrimonio che si aggira intorno ai 10 trilioni di dollari, circa il 40% del prodotto interno USA, cifra che la rende molto potente e in grado di essere coinvolta in decisioni politiche e economiche non solo in America. Nel mondo ha partecipazioni importanti in Apple, McDonald’s Nestlè, Shell, JP Morgan, ecc. In Italia Black Rock detiene quote significative in Unicredit, Intesa SanPaolo, Mediobanca, Enel, Telecom, Stellantis, ecc. Ovviamente dietro al suo capitale ci sono società riconducibili ai soliti guru dell’alta finanza. Eppure il suo presidente e fondatore Laurence Fink non lo conosce praticamente nessuno, se non gli stretti addetti ai lavori. E questo è solo un esempio. Non dimenticatevi infatti che uno come Elon Musk, un non politico da oltre 4000 miliardi di dollari di patrimonio netto personale, è praticamente diventato l’ombra di Trump. Quindi è facile supporre come i vari premier del mondo, dalla Von der Leyen alla Meloni, da Trump a Macron, non siano altro che immagini virtuali di un potere oscuro che tutto manovra e tutto cambia. Dazi inclusi. E al popolo non resta che subire in silenzio, senza nemmeno riuscire a capire cosa veramente stia succedendo.
Alla prossima e in alto i cuori leggeri.
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La nuova mostra di Fondazione Creberg. Fino al 2 maggio 2025 il Salone Principale del Palazzo Storico Creberg ospita un prezioso nucleo di sculture di Ugo Riva, presentando al pubblico la nuova installazione che dà il titolo alla mostra (“La Scala d’Oro”) e due opere storiche recentemente rinnovate dallo stesso artista (“L’Arca della Speranza” e “Davanti al Mistero”).
La Scala d’oro, 2023-24, terracotta policroma, alluminio, ferro e materiali vari, 338×220×100 cm (intero fronte)
Un nuovo appuntamento espositivo, il quarto, che la Fondazione Credito Bergamasco dedica, a Palazzo Creberg, all’artista Ugo Riva, nato a Bergamo nel 1951. Qui, Riva ha un profondo rapporto affettivo con i luoghi e con le persone, essendo stato dipendente della banca Credito Bergamasco (oggi Banco BPM) dal 1970 al 1996. Poi le dimissioni e l’inizio di un nuovo capitolo della vita, certamente più rischioso e meno rassicurante ma inevitabile. Per Ugo Riva la professione dello scultore è una missione da svolgere, un compito calato dall’alto senza preavviso né intenzione, quasi una sottomissione ad una volontà superiore; una vocazione che, nel momento della consapevolezza, egli ha accettato come scelta di vita irrinunciabile. Le opere in mostra dialogano con la scultura Anima Mundi, segno permanente commissionato da Fondazione Creberg a Ugo Riva per celebrare il 120° anniversario del Credito Bergamasco. Anima Mundi venne collocata davanti all’ingresso principale del Palazzo Storico, in Largo Porta Nuova, nel 2011 dopo il restyling della piazza realizzato dal Creberg per celebrare il suo centoventesimo anniversario. Nel 2021, quando la pandemia era ancora in corso, Fondazione Creberg dedicò la monumentale opera al ricordo delle vittime del Covid.
“Ammirare mostre di scultura, dense di qualità e di contenuti – ha affermato Angelo Piazzoli, Presidente di Fondazione Creberg e curatore dell’evento espositivo – è sempre più raro; e, si badi bene, non tanto a fronte della peculiarità logistiche e operative (costi di trasporto, necessità di spazi idonei, …), sicuramente superabili, quanto piuttosto per scelte di “marketing culturale”. Nonostante una tradizione di grandi scultori, anche nel nostro territorio non ci si discosta molto dagli andamenti generali. Siamo quindi particolarmente orgogliosi di dare nuova visibilità ad un artista che ormai rappresenta un genere in via di estinzione: lo “scultore ortodosso”, vero e proprio “panda” in ambito artistico. A fronte della situazione delineata – parafrasando il noto quesito di Giovenale nelle sue Satire (“Quis custodiet custodes?”) e ampliandone il significato in senso “protettivo” – oggi viene spontaneo chiedersi “Chi salvaguarderà gli scultori?” Noi ci proviamo”.
2023-24, terracotta policroma, alluminio, ferro e materiali vari, 338×220×100 cm con particolare visione laterale.
In basso da sinistra particolare Personaggio sul cavallo nero; particolare della scala; particolare del trono.
Da tempo Fondazione Creberg persegue una doverosa valorizzazione ai Maestri della scultura bergamasca in un progetto pluriennale, indirizzato ad attribuire il meritato rilievo alla splendida stagione artistica del Novecento nella nostra città; si pensi, solo negli ultimi anni, a Viveka Assembergs, Gianni Grimaldi, Franco Dotti, Carlo Previtali, Giacomo Manzù, Ugo Riva, Piero Cattaneo Giancarlo Defendi, e – sul piano storico e culturale – alla promozione e al sostegno di Immaginario plastico, una fondamentale indagine, in due volumi, della storica dell’arte Marcella Cattaneo, impegnata a restituire la complessità della scena artistica scultorea bergamasca dalla fine dell’Ottocento fino agli anni Duemila.
LA MOSTRA / PRIMA SEZIONE
Al centro del Salone Principale di Palazzo Creberg prende spazio la nuova grande istallazione La Scala d’Oro (2023-2024, terracotta policroma, alluminio, ferro e materiali vari, 338×220×100), opera articolata, dove pittura e scultura si integrano a vicenda per indicare un percorso etico fuori dai canoni imperanti.
LA MOSTRA / SECONDA SEZIONE
Ai lati del Salone, saranno collocate due storiche sculture rivisitate per l’occasione: L’Arca della Speranza (2001-2024, terracotta policroma, ferro, gemme e materiali vari, 241×47×34 cm) e Davanti al Mistero (2001- 2024, bronzo ferro e glitter, 275×61×46 cm).
LA MOSTRA / TERZA SEZIONE
In Loggiato, quale aulico complemento del percorso delineato nel Salone Principale, prende vita una selezione di disegni preparatori caratterizzati dall’inconfondibile tratto di Ugo Riva, che, come gli antichi maestri, considera la pratica del disegno non un semplice accessorio con cui dilettarsi, ma una parte integrante e fondamentale di un processo artistico che cementa la vita con l’arte.
LA MOSTRA / QUARTA SEZIONE
“Animula. Visioni di un viaggio ispirato al Genius Loci del Vittoriale”. Mostra fotografica di Andrea Sbardellati Allestita in Loggiato, Animula è un racconto per immagini, un taccuino di visioni còlte seguendo con discrezione il Poeta nel suo dialogo intimo e silenzioso con la propria anima: il Genius Loci del Vittoriale.
Informazioni sulla mostra
L’ESPOSIZIONE RIMARRÀ APERTA AL PUBBLICO FINO AL 2 MAGGIO 2025, CON ACCESSO LIBERO E GRATUITO, NEI GIORNI FERIALI, DALLE 9 ALLE 13.
A completare l’evento, in Loggiato è esposta una serie di dettagliati bozzetti e di disegni preparatori, eseguiti dallo scultore, in dialogo con un progetto fotografico di Andrea Sbardellati dal titolo “Animula. Visioni di un viaggio ispirato al Genius Loci del Vittoriale” nato da un’idea di Ugo Riva
FONDAZIONE CREBERG Largo Porta Nuova, 2 - Bergamo Tel. 035 393230
info@fondazionecreberg.it www.fondazionecreberg.it
UNA GRANDE MOSTRA
FOTOGRAFICA CURATA
DA DENIS CURTI SUL
TEMA DELLA BELLEZZA
ALLA QUALE LA GALLE -
RIA PACI CONTEMPO -
RARY HA COLLABORATO
PRESTANDO OPERE DI HORST P. HORST, SANDY SKOGLUND & BERT STERN
Attraverso una selezione di oltre sessanta capolavori – nel campo delle arti visive dalla fotografia alla video art fino all’impiego dell’intelligenza artificiale – di grandi artisti come, tra gli altri, Marina Abramović, David Hockney, Michel Comte, David LaChapelle, Michelangelo Pistoletto, Helmut Newton, e Robert Mapplethorpe, l’esposizione presenta un excursus sul tema dell’evoluzione del concetto di bellezza.
Le opere sono inserite all’interno di un percorso diviso in sei sezioni – Trasfigurazioni, Incanti, Vertigini, Labirinti, Nuovi Mondi, Artifici – che esplorano le declinazioni della bellezza e delle sue trasformazioni contemporanee, dall’inizio del XX secolo ad oggi.
MUDEC di Milano
Fino al 29 giugno 2025
BOERO PROTAGONISTA DEL COLORE ALLA MOSTRA
Boero, il colore italiano dal 1831, è il punto di riferimento per il mondo del design, dell’architettura e dell’edilizia in tema di colore, sistemi vernicianti ed efficienza energetica. La marca che da quasi duecento anni rappresenta la vocazione italiana per il colore, guidata da una continua attività di ricerca e sviluppo volta a proporre soluzioni innovative e a ridotto impatto ambientale, sostiene la mostra “Dal muralismo alla street art. MUDEC Invasion”. “Il nostro gruppo rappresenta nel mondo la passione italiana per il colore e la competenza nello sviluppo di soluzioni vernicianti performanti per i settori edilizia e yachting”. Afferma Riccardo Carpanese, Direttore Marketing di Gruppo Boero. “Il nostro sostegno alla mostra “Dal muralismo alla street art. MUDEC Invasion” rientra in un impegno continuo di Boero per la valorizzazione del colore attraverso l’espressione artistica a livello nazionale e internazionale”. Per la realizzazione delle opere della mostra, il primo progetto di murales artistici commissionato in un museo pubblico a 10 muralisti internazionali, Boero ha fornito in anteprima assoluta Idrocolor Alta Definizione, la nuova idropittura acrilica superlavabile, selezionata per l’ottimale resa dei colori. Il prodotto sarà disponibile ad aprile 2025 presso i rivenditori autorizzati Boero.
Il 20 agosto
un concerto
esclusivo nel
Giardino del Mosaico
Un appuntamento esclusivo, destinato a entrare nella storia. Il 20 agosto a Villa d’Este sarà ospite il Maestro Andrea Bocelli, artista internazionale che con la sua voce unica ha conquistato le platee di tutto il mondo. Il concerto rientra nel carnet di Blue Note Off, il format originale di Blue Note nato con l’obiettivo di portare la grande musica fuori dalla sede storica di via Borsieri. Sarà un’esperienza intima, riservata agli ospiti di una delle location più iconiche del lago di Como.
Il Giardino del Mosaico sarà il palcoscenico naturale del Maestro, che nei suoi oltre trent'anni di carriera ha incantato il pubblico con la sua voce. Un successo planetario, con oltre 90 milioni di dischi venduti e 16 miliardi di stream, per un artista straordinario che ha vinto un Golden Globe, sette Classical BRIT e sette World Music Awards. Oggi la sua stella brilla sulla Hollywood Walk of Fame. Il Maestro Bocelli si esibirà accompagnato da pianoforte e soprano. Il concerto sarà un emozionante viaggio che contemplerà i pezzi più classici e i capolavori della lirica moderna. Accostamenti inediti per uno spettacolo speciale e destinato a entrare nella storia del Blue Note. Alcuni fortunati ospiti avranno poi la possibilità di partecipare a un esclusivo "meet and greet" con l'artista, in un incontro ravvicinato che renderà ancora più indimenticabile questa esperienza.
“Siamo estremamente emozionati e onorati di collaborare con Villa d’Este per la realizzazione di un concerto che entrerà nella storia - commenta Gianluigi Rossi, Presidente di Blue Note - La straordinaria carriera del Maestro e la sua voce inconfondibile lo hanno reso uno degli artisti più amati e riconosciuti a livello mondiale. È un privilegio senza pari poter offrire al nostro pubblico l'opportunità di assistere a una performance così unica. Il Blue Note è un punto di riferimento per la cultura musicale internazionale e questo evento conferma il nostro impegno costante nel promuovore la musica dal vivo di artisti di livello mondiale. Siamo sicuri che questo concerto emozionerà e ispirerà ogni singolo spettatore”.
La serata avrà inizio alle ore 19.00 con un elegante aperitivo in terrazza Colonne. A seguire, alle 20:00, il concerto del Maetro Andrea Bocelli e al termine la cena pieds dans l'eau in terrazza lago, con una vista spettacolare in quello che è uno scenario davvero unico.
È possibile acquistare i biglietti attraverso una pagina dedicata sul sito di Villa D’Este oppure scrivendo all’indirizzo mail: rsvp@villadeste.it
A conquistare gli ospiti, molti dei quali provenienti da Milano e abitualmente protagonisti delle terrazze più esclusive del capoluogo lombardo nonché dello stesso ristorante milanese dello chef Roccavilla, è stato il fascino contemporaneo di un luogo che unisce alta cucina, eleganza e autenticità. Una proposta che incuriosisce riuscendo ad attirare Milano… a Bergamo. Banchetti prelibati, dj set, luci soffuse e l’inconfondibile profumo della cucina d’autore: tutto ha contribuito a creare un clima di raffinata informalità, per una serata che ha confermato l’identità del locale come luogo in cui il gusto incontra la bellezza e ogni esperienza si trasforma in emozione.
Tra un piatto ispirato alla tradizione mediterranea e una creazione nipponica in stile fusion, la proposta gastronomica della serata ha accompagnato gli ospiti in un viaggio sensoriale firmato a quattro mani da Roccavilla e dallo chef resident Raffaele Annunziata.
“Questo ristorante è come una cabina di comando: da qui voglio far partire un viaggio fatto di emozioni vere, convivialità e rispetto per le materie prime – ha raccontato Roccavilla. Abbiamo voluto offrire ai nostri ospiti non solo una cena, ma un momento da ricordare, fatto di sapori, sorrisi e calore”.
Tra gli invitati anche volti noti della musica, dello sport e del piccolo schermo, per un’occasione che ha celebrato l’eccellenza del gusto e dello stile italiano in chiave contemporanea.
L’evento organizzato da l’Angolo con Vista ha rappresentato anche un momento privilegiato per scoprire da vicino l’unicità di un ristorante che unisce due anime in un solo spazio: da un lato la vista spettacolare su Città Alta, dall’altro il cuore pulsante della ChorusLife Arena e di tutto lo smart district.
ALL’ANGOLO CON VISTA IL GUSTO È VIP
E CONQUISTA ANCHE GERRY SCOTTI.
IL RISTORANTE ROOFTOP DI CHORUSLIFE BERGAMO
ATTIRA VOLTI NOTI DA MILANO
Conduttori TV, tra cui Gerry Scotti, attori, sportivi, modelle e imprenditori dal volto noto: lo «star system» si è dato appuntamento ieri sera a Bergamo per una cena esclusiva tra sapori ricercati e atmosfera da copertina. Palcoscenico dell’evento, L’Angolo con Vista, il nuovo ristorante firmato dallo chef Angelo Roccavilla all’interno di ChorusLife, che per una sera ha trasformato il suo elegante rooftop in una passerella sospesa tra Città Alta e il mondo dello spettacolo.
I luoghi di Andrea Camilleri e del Commissario Montalbano continuano ad affascinare visitatori da tutta Italia e, in occasione del centenario della nascita dell’autore, Bed-and-Breakfast.it, riconosciuto come il principale operatore italiano nel settore delle piattaforme travel, invita tutti gli appassionati della serie a vivere un’esperienza indimenticabile soggiornando nella vera Casa di Montalbano a Punta Secca.
Situata in una posizione privilegiata sul lungomare della frazione di Santa Croce Camerina (RG), la casa è diventata un’icona televisiva grazie alla fiction tratta dai romanzi di Camilleri. Con la sua terrazza affacciata direttamente sulla spiaggia, gli ospiti possono immergersi completamente nell’atmosfera della serie e rivivere le emozioni delle celebri storie del commissario, immersi nelle ambientazioni originali.
AVETE DESIDERATO ANCHE VOI DI CENARE SU QUELLA TERRAZZA VICINO AL MARE, SENTIRE LA BREZZA E IL RUMORE DELLE ONDE CON UN BICCHIERE DI VINO IN BUONA COMPAGNIA
Il 17 febbraio, inoltre, è andata in onda una puntata speciale di Ulisse, il programma condotto da Alberto Angela su Rai1, che ripercorrerà i luoghi più iconici della serie, aumentando così l'interesse per queste mete suggestive. Bed-and-Breakfast.it è l’unica piattaforma travel che offre la possibilità di soggiornare in questa dimora storica: ogni stanza è dotata di tutti i comfort, tra cui bagno privato, climatizzatore, TV e connessione Wi-Fi gratuita. Gli ospiti potranno godere di una colazione con vista mare e della magica atmosfera della Sicilia autentica.
Con l’arrivo della puntata speciale, si riaccende l’interesse per i luoghi iconici di Montalbano, e la Casa di Punta Secca diventa così un’occasione unica per chi vuole scoprire la bellezza del territorio siciliano strizzando l’occhio al portafoglio grazie a Bed-and-Breakfast.it. Il modello di business di Bed-and-Breakfast.it non prevede nessuna commissione sulle prenotazioni, consentendo agli ospiti di ottenere tariffe più vantaggiose e convenienti rispetto ad altre piattaforme, garantendo un soggiorno autentico e vantaggioso.
Bed-and-Breakfast.it
Bed-and-Breakfast.it è la piattaforma italiana di booking online riconosciuta come il principale operatore italiano nel settore delle piattaforme di viaggio. La società è gestita da Studio Scivoletto, con sede legale a Modica.
Nel cuore della Regione di Cusco, le Montagne Arcobaleno di Palccoyo svelano un paesaggio unico, dove natura incontaminata e cultura andina si fondono in un’esperienza autentica. Perfetta per chi desidera esplorare le Ande lontano dalle rotte più battute, Palccoyo è un viaggio nella bellezza più pura e intatta della cordigliera. Queste montagne regalano la tranquillità di un luogo dove il turismo responsabile e il rispetto per l'ambiente sono al cuore dell'esperienza.
Palccoyo, a oltre 4.900 metri di altitudine, incanta con le sue montagne dai colori straordinari, modellate nel tempo da processi naturali che hanno stratificato i minerali in sfumature di rosso, ocra, verde e viola. Ogni cima racconta una pagina della storia millenaria delle Ande, dando vita a un mosaico naturale unico. Oltre alla bellezza cromatica, Palccoyo sorprende per la sua accessibilità: il sentiero è dolcemente ondulato e conduce alla vetta in soli 45 minuti.
Uno dei punti più affascinanti è la Foresta di Pietre, una formazione geologica che conserva tracce fossili di antiche creature marine, testimonianza del passato oceanico dell’area e luogo privilegiato per ammirare le Montagne Arcobaleno in tutta la loro magnificenza.
Palccoyo non è una singola montagna, ma una vera e propria Cordigliera Colorata, con tre vette principali. La prima si trova all’inizio del percorso, mentre le altre due emergono successivamente, affacciandosi su vallate che amplificano il contrasto cromatico. A rendere il tutto ancora più suggestivo, nelle giornate più terse, è la vista sull’Ausangate, il monte sacro delle Ande: i suoi profili innevati, che raggiungono i 6.384 metri, si stagliano maestosi all’orizzonte.
Oltre alle meraviglie geologiche, Palccoyo ospita diverse specie animali: lama, alpaca e vigogne pascolano liberi, mentre con un po’ di fortuna si possono avvistare le vizcachas, piccoli roditori andini simili ai cincillà, che si riscaldano al sole tra le rocce. La flora, adattata al clima estremo, è dominata dall’ichu, l’erba selvatica delle Ande, e da cactus resistenti al freddo e ai venti impetuosi. Un paesaggio senza tempo, dove la natura si racconta con colori e forme scolpite dal vento e dai millenni.
Tra paesaggi surreali, storia millenaria e cultura andina, alla scoperta di un angolo incontaminato
L’esperienza a Palccoyo è molto più di una semplice escursione: è un viaggio tra storia, natura e cultura andina. Lungo il percorso che ha inizio dalla città di Cusco, la prima tappa è il pittoresco villaggio di Checacupe, custode di un patrimonio storico unico. Qui, tre ponti sospesi nel tempo attraversano il fiume Vilcanota: il Ponte Inca, costruito con antiche tecniche ingegneristiche, il Ponte Coloniale, eredità dell’epoca spagnola, e il Ponte Moderno, simbolo dell’evoluzione del territorio. Passeggiare tra le sue stradine significa immergersi in un’atmosfera autentica, dove le tradizioni sopravvivono tra case in adobe e tessuti dai colori vivaci. Proseguendo verso la Cordigliera Arcobaleno, il viaggio si intreccia con la vita delle comunità locali, che mantengono vivo il legame con la terra attraverso antichi saperi, artigianato e un’ospitalità sincera. Ogni incontro diventa un’occasione per scoprire l’anima profonda delle Ande, tra gesti tramandati nei secoli e paesaggi che sembrano dipinti. Più di una meta, Palccoyo è un’esperienza che unisce paesaggi mozzafiato, storia millenaria e tradizioni vive, lasciando un segno indelebile nel cuore di chi la visita.
della Regione di Cusco dove la natura e le tradizioni si fondono in un’esperienza autentica e sostenibile
Heineken® lancia Bar Dating, un’innovativa web app che invita i giovani italiani a uscire dalla loro comfort zone e scoprire nuovi bar, arricchendo la loro vita sociale con esperienze più stimolanti e appaganti.
Più di 7 giovani su 10 (73%) tendono a frequentare sempre gli stessi locali con gli amici, nonostante il 49% esprima il desiderio di esplorare nuovi posti e fare nuove conoscenze. Cosa li frena? Il 20% teme di scegliere un luogo che non piaccia al gruppo, il 18% è scoraggiato dalla difficoltà di trovare un accordo con gli amici e il 15% si sente sopraffatto dalla quantità di opzioni disponibili.
Tuttavia, c’è un forte desiderio di cambiamento. I giovani tra i 18 e i 34 anni, la prima vera generazione di nativi digitali, sanno bene come le app di dating abbiano trasformato il modo di socializzare. Non a caso, il 58% di loro vorrebbe scoprire nuovi locali con lo stesso approccio: uno swipe. Rispondendo a questa esigenza, Heineken® ha deciso di unire il mondo del dating a quello dei bar, offrendo un modo innovativo e concreto per “matchare” con nuovi locali.
In Italia, inoltre, il bar è da sempre un crocevia di incontri, storie e relazioni. Heineken® lo sa bene e continua a dare energia al canale horeca, promuovendo esperienze uniche che rendono i bar spazi sempre più vivi e attraenti. Per il lancio della web app, Heineken® ha scelto Tommaso Zorzi come ambassador: volto noto della televisione e dei social, Zorzi interpreta alla perfezione lo spirito dell’iniziativa, incoraggiando le persone a esplorare nuovi locali e rinfrescare la propria vita sociale con esperienze sempre diverse.
IL DOCUFILM SUL VIAGGIO INTORNO AL PIANETA
REALIZZATO TRA IL 2022 E IL 2024 DAL CAMPIONE DELLA VELA OCEANICA, UN’IMPRESA ECOLOGICA E SPORTIVA LUNGA 16 MESI E OLTRE 30.000 MIGLIA.
UNA PRODUZIONE GROENLANDIA E QMI, IN ASSOCIAZIONE CON MEDUSA FILM,REALIZZATA IN COLLABORAZIONE CON PRIME VIDEO
Il viaggio intorno al mondo compiuto da Giovanni Soldini con il trimarano Maserati Multi70 full electric, grande impresa ecologica e sportiva, è in esclusiva su Prime Video: “Giovanni Soldini – Il mio giro del mondo” è il primo docufilm a seguire in presa diretta la traversata globale del gigante della vela oceanica svoltasi da ottobre 2022 a gennaio 2024 per oltre 30.000 miglia, dai porti del Mediterraneo al turbolento Oceano Atlantico, dalle isole caraibiche all’immenso Oceano Pacifico, fino al Mar Cinese Meridionale e al placido Oceano Indiano.
Una produzione spettacolare e coinvolgente che ha richiesto 16 mesi di riprese via mare e via terra e complessivamente oltre 2 anni di lavoro firmata Groenlandia e QMI, in associazione con Medusa Film e realizzata in collaborazione con Prime Video, che unisce il racconto dell’ultima circumnavigazione del globo di Soldini a bordo del Maserati Multi70, alle regate internazionali, a flashback che ripercorrono la carriera straordinaria del velista italiano più famoso nel mondo, dagli inizi in barca a vela negli anni ‘80 ai giri in solitaria e ai record che lo hanno reso un campione mondiale a partire dagli anni ‘90.
Prodotto da Giovanni Cova, Matteo Rovere, Leonardo Godano e Sydney Sibilia e scritto da Tommaso Franchini, Emanuele Cava e Shadi Cioffi, il docufilm da 100 minuti circa, che vanta anche musiche originali firmate dai Mokadelic, è un diario per immagini fra scenari mozzafiato e competizioni adrenaliniche che ricompone giorno dopo giorno il viaggio di Soldini, attraverso le difficoltà e i trionfi, e caratterizzandosi come una vera e propria missione scientifica in nome della salvaguardia dell’ambiente, sotto l’egida del Decennio ONU delle Scienze del mare per lo sviluppo sostenibile 2021/2030, guidato dalla Commissione Oceanografica Intergovernativa dell'UNESCO (COI): “L’UNESCO ha fatto una chiamata alla società civile, dove chiunque abbia una barca o una nave può collaborare con la comunità scientifica per raccogliere informazioni”ha raccontato lo stesso Soldini. “Noi seguiamo rotte fuori da quelle commerciali, quindi i dati che raccogliamo possono essere molto interessanti alla comunità scientifica per capire cosa sta succedendo e come funziona il ‘sistema mare’”.
Un obiettivo che per il navigatore, impegnato da sempre in prima linea nella difesa del mare, comincia dal suo compagno di viaggio: il suo trimarano ultraleggero, capace di “volare” sulle onde a 40 nodi di velocità, sviluppato fino alla completa autosufficienza grazie ad un motore elettrico e pannelli solari, ed equipaggiato della strumentazione Ocean Pack, che lo rende un vero e proprio laboratorio oceanografico galleggiante, in grado di misurare l’anidride carbonica, temperatura, salinità e connettività dell’acqua in superficie. Dati raccolti e messi al servizio della comunità scientifica, che hanno un valore ancor più prezioso perché Soldini è tra i pochissimi esseri umani che in un contesto di grande accelerazione dei cambiamenti climatici, in soli 16 mesi ha visitato tutte le principali aree marine del Pianeta, le più belle ma anche le più compromesse, testimoniando lo stato di salute del mare per lanciare l’allarme sugli effetti della crisi ambientale che ha visto negli ultimi 150 anni più che raddoppiato il livello di CO2 in atmosfera, a fronte di un valore rimasto pressoché stabile per 10.000 anni, la perdita del 70% delle barriere coralline al mondo, mentre le condizioni del Mar Mediterraneo sono a oggi fra le più critiche sulla Terra.
Nel corso di questo viaggio, Soldini ha inoltre incontrato oltre 30 esperti, scienziati e attivisti del pianeta impegnati quotidianamente in questa fondamentale sfida globale, come il Prof. Javier Aristegui Ruiz dell’Università Las Palmas de Gran Canaria, che studia da oltre 30 anni la CO2 in mare e come estrarla e stoccarla usando i sargassi, o come il prof. James McWilliams a Los Angeles, sviluppatore di un modello di previsione del riscaldamento del pianeta. L’impresa ecologica dal docufilm prosegue con la raccolta di tutte le testimonianze sulla piattaforma editoriale multimediale aroundtheblue. org, l’estensione online del diario di bordo di Soldini.
Accanto alla missione ecologica, l’impresa sportiva, con la partecipazione a 3 regate nei mari più belli del pianeta: dopo la partenza dal cantiere di La Spezia a ottobre 2022, Soldini affronta con il suo equipaggio la Middle Sea Race tra Malta e la Sicilia con tutte le sue isole, per poi passare lo stretto di Gibilterra e affrontando la RORC Transatlantic Race, percorrendo l’Oceano Atlantico da Lanzarote fino a Grenada, nei Caraibi, e segnando un nuovo straordinario record mondiale (5 giorni, 5 ore, 46 minuti e 26 secondi).
Da lì, il viaggio prosegue nella primavera 2023 a Puerto Rico – dove i problemi sociali sono strettamente legati a quelli climatici – fino al Canale di Panama e alla Baja California a La Paz; in estate, da Los Angeles parte invece con la Transpacific Race fino alle Hawaii; la tappa successiva, a settembre, è Hong Kong, con la fine del calendario sportivo, fino al ritorno attraverso l’Oceano Indiano passando per Capetown a dicembre.
Esplorazioni e competizioni di oggi che si intrecciano con quelle del passato, per ripercorrere la straordinaria carriera e vita di Soldini, fatta di sfide, vittorie, record conquistati, ma anche difficoltà e imprevisti, sconfitte e dolori profondi, come la perdita dell’amico e compagno di viaggio Andrea Romanelli nel 1998, le tante rinascite e il rocambolesco e ormai leggendario salvataggio in mare di Isabelle Autissier nel 1999, presente nel docufilm con la sua testimonianza.
Un racconto a tutto tondo del navigatore, attraverso testimonianze d’archivio, video e fotografiche anche inedite tratte dagli archivi ufficiali internazionali delle Gare e quelle private del team di Soldini e di famiglia, per ripercorrere i suoi inizi in barca a vela, partendo dall’incontro a Milano nel 1982 con Vittorio Malingri, passando per la prima traversata fino ad Antigua nel 1984, le prime regate e la prima transatlantica in solitario, l’OSTAR nel 1991/92. “Mi è sempre interessato il viaggio, la scoperta di luoghi e persone nuove, che non conosco, capire anche la complessità di cui è fatto il nostro mondo. A un certo punto ho deciso che avrei fatto il velista perché volevo viaggiare. Poi ho scoperto anche che mi piaceva viaggiare veloce”.
Uno spirito libero e indomito, ancora oggi a caccia di nuovi traguardi e nuovi sogni, soprattutto quello di provare ad aiutare il pianeta, per una vita dedicata al mare e alla scoperta: “Quando hai 17-18 anni, dici ‘Voglio andare in barca, navigare in barca a vela, viaggiare per il mondo’… Non sai cosa ti aspetta, ma alla fine mi sono divertito tantissimo e rifarei tutto! C’è quella parte di sfida, di voglia di andare sempre oltre che è sicuramente molto importante; poi c’è la parte legata al viaggio, alla conoscenza, all’incontro, alla curiosità verso altre culture, altri Paesi, altri popoli, altre lingue, e anche quella è importantissima”.
IL DOCUFILM SUL VIAGGIO
INTORNO AL PIANETA
REALIZZATO TRA IL 2022 E IL
2024 DAL CAMPIONE DELLA
VELA OCEANICA, UN’IMPRESA
ECOLOGICA E SPORTIVA
LUNGA 16 MESI E OLTRE
30.000 MIGLIA.
UNA PRODUZIONE
GROENLANDIA E QMI, IN ASSOCIAZIONE CON MEDUSA FILM, REALIZZATA IN COLLABORAZIONE CON PRIME VIDEO
Atena espone la mostra fotografica Oltre l’alcol in uno scatto.
Il 9/5 conferenza del progetto D[i]ritti in Biblioteca con Laura Pigozzi che presenta il suo libro
Eta’ dello sballo. Giovani, droghe, psicofarmaci, tra conformismo e dipendenza.
Biblioteca Civica Antonio Tiraboschi - Sala Mimmo Boninellicon presentazione ore 15
Jetcost ha raccolto i principali anniversari, inaugurazioni, celebrazioni e manifestazioni in varie città del mondo che giustificano un bel viaggio quest’anno. Fedele alla sua tradizione, come da diversi anni a questa parte, il potente motore di ricerca di voli e hotel www.jetcost. it, ha stilato una lista di quei luoghi nel mondo che hanno qualcosa da festeggiare nel 2025: anniversari, celebrazioni culturali o sportive, eventi, inaugurazioni, apertura di nuovi musei e attrazioni, tutte cose che accadranno nell’anno appena cominciato e che possono rappresentare uno spunto per un lungo viaggio o per una breve fuga di pochi giorni, per scoprire tutto ciò che il mondo ha da offrire. Sette le mete che abbiamo scelto per voi.
Nel 2025 la Chiesa celebrerà il Giubileo, l'Anno Santo che il Papa indice periodicamente dal 1300 e che segna una tappa importante per la Chiesa cattolica e tutti i cristiani. Sarà un grande evento mediatico e la città di Roma sarà meta di milioni di pellegrini provenienti da tutto il mondo. Con questa celebrazione lunga un anno, molte cose si sono messe in moto nella Capitale e in altre città italiane. Il programma Caput Mundi comprende quasi 350 interventi di restauro di siti e monumenti storici, oltre a un lungo elenco di opere stradali e per il sistema trasporti. I Musei Vaticani, che riuniscono dodici musei e rappresentano cinque gallerie e 1.400 sale, si sono organizzati ampliando gli orari di visita e rendendo l’esperienza più dinamica per la mole di visitatori in arrivo. Una delle mostre da tenere d'occhio è quella delle icone della collezione permanente, con venti opere di valore incalcolabile per la loro rarità.
Agrigento, in Sicilia, è stata eletta Capitale Italiana della Cultura 2025, dopo aver battuto altre nove concorrenti. Una città dove si respira storia e tradizione in ogni angolo, ma anche un luogo di accoglienza, crocevia di scambi e relazioni, dove antico e contemporaneo convivono in una dimensione armonica. È conosciuta come la Città dei Templi per la sua storica e incredibile “Valle dei Templi”, una distesa di edifici dorici dedicati al culto, imponenti e suggestivi, tanto da essere inserita nel 1997 nel Patrimonio Mondiale dell'UNESCO. Agrigento conserva molte tracce del suo splendido passato, anche al di fuori dell'area archeologica; il centro medievale, ad esempio, mantiene le stradine tortuose tipiche delle città arabe, con numerosi edifici e chiese di stili e periodi diversi. In questo anno particolare in cui è Città della Cultura, tra appuntamenti ed eventi culturali, si può apprezzare al meglio nel suo splendore: immancabile un giro nel centro storico, in cui spicca la cattedrale di San Gerlando con il suo campanile incompiuto e dalla cui sommità si possono ammirare i tetti di Girgenti, oppure una passeggiata sulle orme di Pirandello e Camilleri, che nelle rispettive opere hanno dato vita alle atmosfere seducenti di una città che non smette di stupire.
Capitale Verde d’Europa 2025, oltre alla celebrazione dei suoi 700 anni dalla fondazione, Vilnius, regala un mix di alta cucina, sostenibilità e cultura. Il titolo di Capitale Verde è il risultato del suo impegno per un futuro sostenibile, compreso l'obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2030. Vilnius è riuscita a ridurre le emissioni grazie a diverse misure, come l'aumento delle fonti di energie rinnovabili e il rinnovo delle infrastrutture di riscaldamento. La grande “foresta” barocca di Vilnius è costituita da palazzi, edifici civili e fino a 65 chiese, per un totale di 1,5 mila luoghi di interesse architettonico e storico, non solo barocchi, anche rinascimentali e gotici, come la chiesa di Sant'Anna.
Con la sua luce unica e la combinazione di cultura, storia e gastronomia è una città vivace, dinamica, ricca di atmosfera, di monumenti interessanti, dalla Lonja de la Seda alla Ciudad de las Ciencias, di musei interessanti, di grandi concerti, di spiagge meravigliose, da El Saler alla Malvarosa o all'Albufera e, naturalmente, di una gastronomia superba. Qualcosa di simile è offerto dalle sue numerose località, drammaticamente sconvolte dal disastro della Dana: Catarroja accanto al Parco Naturale dell'Albufera, Paiporta che si prepara a riprendere l'intenso programma culturale del suo moderno Auditorium, Chiva dove si possono ammirare i resti medievali del suo Castello o della Torreta de Chiva, Massanassa e la sua ricca gastronomia. Quest’anno è importante portare il proprio contributo di solidarietà a queste terre devastate.
BERLINO (GERMANIA), L’ISOLA DEI MUSEI COMPLE 200 ANNI
Il busto di Nefertiti, la collezione di Troia di Schliemann, tesori egizi e mesopotamici e molto altro. L’Isola dei Musei, un insieme unico di edifici sull'isola della Sprea, Patrimonio dell'Umanità dell’UNESCO, nel centro storico di Berlino, ospita preziosi tesori provenienti da 6.000 anni di storia dell'umanità. Nel 2025, celebrerà un grande anniversario: la costruzione dell'Altes Museum, il primo degli attuali cinque grandi musei di fama mondiale, iniziata nel 1825, che merita assolutamente una visita.
CHEMNITZ (GERMANIA), CAPITALE EUROPEA DELLA CULTURA 2025
“C the Unseen” - rendere visibili i tesori nascosti e portare alla luce quelli appena conosciuti”. Con questo motto, la terza città più grande della Sassonia, insieme a 38 comuni partner, si presenta al pubblico mondiale come “Capitale Europea della Cultura 2025”. Chemnitz si distingue come città che rappresenta una vibrante miscela di spirito imprenditoriale e creatività. La notte dei musei, le fiere per grandi e piccini, le feste del vino, i mercati della birra, i festival jazz, indie e di danza, l'arte di strada, i raduni di auto d'epoca o la Marcia Europea della Pace in bicicletta fanno parte del variegato programma di oltre 1.000 eventi che animeranno il suo territorio e la sua regione.
È forse l'evento più famoso celebrato nelle remote terre dell'Alaska ed è noto come la “Corsa del siero", un’impresa memorabile compiuta nel 1925, per salvare la cittadina di Nome (di circa 1.500 abitanti) da un’epidemia di difterite; si riferisce al fatto che vennero trasportate su una slitta trainata da cani 300.000 fiale di un’antitossina per 1.700 km, da Nenana fino a Nome, salvando così a vita a migliaia di persone. Questo evento viene celebrato ogni anno attraverso l'Iditarod Trail Sled Dog Race, che riunisce abitanti e visitatori lungo un percorso di 1.600 chilometri per assistere alle gare dei migliori mushers (conduttori di slitte trainate da cani) e dei loro cani. E quest’anno festeggia 100 anni. La competizione parte all'inizio di marzo da Anchorage a Nome con slitte composte da sedici cani e dura dai nove ai quindici giorni. Un evento ricordato anche per una tragedia: durante le riprese di questa gara, Félix Rodríguez de la Fuente e altre tre persone morirono 45 anni fa, il 14 marzo 1980, in un incidente aereo.
IL NUOVO WALKAROUND OPEN DELLA GAMMA DI IMBARCAZIONI DI LUSSO
LO YACHT SARÀ PRESENTATO UFFICIALMENTE IN OCCASIONE DEL CANNES YACHTING FESTIVAL 2025
Bellini Nautica S.p.A. realtà fondata nel 1967 e a capo del Gruppo Bellini, comunica che la controllata Bellini Yacht S.r.l.presenterà ufficialmente al Cannes Yacht Festival 2025 ASTOR 58, il nuovo walkaround open che combina prestazioni sportive, eccellenza ingegneristica e design innovativo. Si tratta del secondo modello della gamma di imbarcazioni a marchio Bellini Yacht, dopo che ASTOR 36, presentato al Cannes Yachting Festival 2024, ha sancito per il Gruppo del Lago d’Iseo il ritorno alla produzione di imbarcazioni, come alle origini della sua storia. Il lancio di ASTOR 58 è coerente con la strategia di crescita del Gruppo Bellini, resa nota in occasione dell’approvazione e della comunicazione del Piano Industriale Consolidato 2024-2027 (cfr. comunicato stampa). Il primo esemplare dell’imbarcazione è stato commissionato a Bellini Yacht e sarà consegnato entro giugno 2025.
“Con l'ASTOR 58, scriviamo un nuovo capitolo nella nostra storia – ha affermato Battista Bellini, CEO del Gruppo Bellini. Dopo il successo dell'ASTOR 36, l'introduzione del modello da 58 piedi rappresenta un'evoluzione naturale del nostro portafoglio, capace di rispondere con sostanza alla crescente richiesta di imbarcazioni che coniugano funzionalità, design e performance.
Questa nuova creazione nasce con l’ambizione di offrire un’esperienza di navigazione evoluta, preservando intatto il patrimonio di innovazione e maestria artigianale che da sempre distingue il nostro Gruppo. Il 58 piedi incarna una raffinata armonia tra dinamismo e volumi generosi, per offrire una maggiore autonomia in mare, senza rinunciare all’estetica e alle emozioni autentiche che regala un open”.
Come per il primo modello da 36 piedi, ASTOR 58 è frutto della collaborazione tra Norberto Ferretti e Brunello Acampora. Ferretti, fondatore del Gruppo Ferretti e figura leader nella progettazione, costruzione e commercializzazione di yacht di fascia alta che combinano innovazione, eleganza e tecnologia all'avanguardia, è responsabile del “product concept” e lo sviluppo dei nuovi modelli Bellini Yacht, mentre ad Acampora, designer e progettista di imbarcazioni di fama internazionale, fondatore dello studio di engineering e design “Victory Design”, è affidata la progettazione dello scafo di ogni modello.
Il layout degli interni è pensato per offrire aree multifunzionali e un ambiente confortevole e aperto, caratterizzato da grande attenzione ai dettagli, con materiali di alta qualità e finiture raffinate. Un ampio pozzetto dotato di mobile bar e bagno per gli ospiti funge da ingresso per accedere alle 3 camere da letto: la cabina dell'armatore a prua con bagno separato, la cabina VIP anch'essa con bagno separato e la terza cabina con due posti letto separati.
Per quanto riguarda gli esterni, il design di ASTOR 58 mantiene il family feeling della gamma, combinando linee pulite con elementi sportivi, conferendo al modello un aspetto unico e riconoscibile. Il layout esterno è progettato per offrire il massimo comfort a tutti gli ospiti a bordo: la zona living può accogliere fino a 10 persone sedute al tavolo, mentre i prendisole di prua e poppa sono stati studiati per garantire un relax perfetto senza compromessi. Le terrazze abbattibili, un tratto distintivo della gamma ASTOR, consentono un contatto diretto con il mare. Si rimanda al sito internet Bellini https:// belliniyacht.it/ per immagini e render relativi alla nuova imbarcazione.
Clusane d’Iseo
Via Carlo Lanza, 28
Iseo (BS) Tel. 030 982 9170 bellininautica.it
ASTOR 58 è un 58 piedi di tipologia walkaround open che combina interni spaziosi, funzionalità e performance e una stretta connessione con il mare, offrendo un'esperienza di navigazione unica e silenziosa. Di dimensioni 17.88 metri fuoritutto di lunghezza per 5.3 metri di larghezza, monta due motori Volvo Penta D11 IPS 950
NUOVO RAPPORTO GREENPEACE: “ADDIO AI GHIACCIAI
ITALIANI ENTRO FINE SECOLO E TRA APPENA 25 ANNI
Se non ridurremo le emissioni di gas serra, nel 2050 avremo perso quasi la metà (il 48,5%) della superficie attualmente coperta dai ghiacciai sulle Alpi italiane, mentre nel 2100 dovremo dire addio alla quasi totalità (il 94%) della superficie dei nostri giganti bianchi. È quanto emerge dal rapporto Ghiacciai italiani, addio diffuso oggi da Greenpeace Italia, in occasione della Giornata mondiale dei ghiacciai (21 marzo) e alla vigilia della Giornata mondiale dell’acqua (22 marzo), quest’anno anch’essa dedicata alla protezione dei ghiacciai. Per sensibilizzare sui rischi di perdere questi preziosi ecosistemi alpini, nei giorni scorsi Greenpeace ha realizzato un’enorme proiezione sul Ghiacciaio Presena Ovest, in Trentino-Alto Adige, dando simbolicamente voce al grido di aiuto che arriva dai giganti di ghiaccio italiani, sempre più minacciati dal riscaldamento globale.
Greenpeace Italia ha inoltre lavorato insieme agli esperti del Politecnico di Zurigo e dell’Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio WSL di Sion, in Svizzera, per offrire un quadro previsionale della fusione dei ghiacciai italiani al 2050 e al 2100. I risultati mostrano che dal 2000 a oggi abbiamo già perso 136 ghiacciai sulle nostre Alpi. Secondo gli ultimi modelli, se non si faranno passi avanti nel contrasto alla crisi climatica, entro fine secolo avremo perso il 94% della superficie dei ghiacciai italiani, che si ridurrà dagli attuali 379,1 km2 ad appena 22,8 km2. Numeri impressionanti, che corrispondono anche a perdite significative delle riserve idriche rese disponibili ogni estate dai ghiacciai, indispensabili per sopperire alle minori piogge della stagione secca, che poi si ricostituiscono grazie alle nevicate invernali. Se questo meccanismo si dovesse interrompere, quelle preziose riserve d’acqua dolce andrebbero perse per sempre.
Rispettando gli accordi di Parigi sul clima, invece, nei prossimi 25 anni risparmieremmo 800 milioni di m3 d’acqua, sufficienti a riempire circa 35 piscine olimpioniche ogni giorno per 25 anni. Con il tempo, mantenendo il rialzo delle temperature al di sotto dei 1,5°C, la fusione dei ghiacci rallenterebbe fino a stabilizzarsi, e nel 2100 disporremmo ancora di circa 94,4 km2 di ghiaccio, distribuiti in 222 ghiacciai. Di contro, se non faremo nulla per ridurre le emissioni di gas serra, entro fine secolo in Italia saranno rimasti solo 75 ghiacciai, nessuno dei quali in Veneto e Friuli-Venezia Giulia.
“Se non vogliamo dire addio per sempre ai nostri ghiacciai, perdendo così i benefici forniti da questi ecosistemi naturali preziosissimi, dobbiamo mettere un freno alla crisi climatica e adottare un impiego sostenibile delle risorse idriche”, ha dichiarato Federico Spadini, campaigner Clima di Greenpeace Italia. “Il governo italiano deve fissare obiettivi di riduzione delle emissioni ambiziosi e abbandonare al più presto lo sfruttamento di petrolio, gas e carbone, puntando su fonti rinnovabili ed efficienza energetica. Deve inoltre ridurre gli sprechi e i consumi idrici, a iniziare da quelli legati all’agricoltura e all’allevamento, nonché il consumo di suolo e la cementificazione”.
I risultati completi della ricerca sintetizzati nel rapporto Ghiacciai italiani, addio sono accompagnati dalla mappa interattiva “Declino dei ghiacciai italiani dal 2000 al 2100”, realizzata grazie al supporto del Global Mapping Hub di Greenpeace International. La mappa, nello specifico, mostra l’evoluzione previsionale dei ghiacciai di tutto l'arco alpino italiano dal 2000 al 2100 e indica il volume d’acqua che potrebbe andare perduta a seguito della fusione dei ghiacci. Ogni dato può essere visualizzato sia in uno scenario business as usual sia in un futuro in cui vengono rispettati gli accordi di Parigi sul clima. Il rapporto e la mappa sono stati prodotti nell’ambito del progetto ‘Fino all’ultima goccia’ di Greenpeace Italia, per denunciare le cause e gli effetti della crisi climatica e della carenza idrica e contribuire a preservare la nostra acqua su un pianeta sempre più caldo.
BILANCIO POSITIVO PER LA RETE DEGLI ORTI
BOTANICI DELLA LOMBARDIA – ALLA QUALE
ADERISCONO L’ORTO BOTANICO DI BERGAMO
“LORENZO ROTA”; IL GIARDINO BOTANICO ALPINO “REZIA” DI BORMIO; L’ORTO BOTANICO DI BRERA, L’ORTO BOTANICO “CITTÀ STUDI” E L’ORTO
BOTANICO “G.E. GHIRARDI” DI TOSCOLANO MADERNO (BS), APPARTENENTI ALL’UNIVERSITÀ
DEGLI STUDI DI MILANO E L’ORTO BOTANICO DELL’UNIVERSITÀ DI PAVIA –, CHE SFIORA QUOTA
400.000 TRA VISITATORI E PARTECIPANTI ALLE
INIZIATIVE REALIZZATE ANCHE FUORI DAGLI ORTI.
Questo successo di pubblico è il risultato della volontà, manifestata dagli spazi verdi aderenti alla Rete, di entrare in contatto diretto con il territorio e i residenti: di rilievo, in tal senso, il dato relativo all’incremento dei partecipanti alle attività organizzate dagli orti periferici (rispetto alle più grandi aree cittadine), come quello di Pavia o come il Giardino botanico alpino “Rezia” di Bormio che, con 4.550 visitatori nel 2024, registra un raddoppio rispetto al 2023.
NUOVA PRESIDENZA E VISIONE STRATEGICA
Il 2024 ha visto l'insediamento del nuovo presidente della Rete degli orti botanici della Lombardia, Francesco Zonca, già curatore dell’Orto botanico di Bergamo “Lorenzo Rota”, che durante il suo mandato mira a rafforzare ulteriormente la collaborazione tra i giardini aderenti al circuito attraverso scambi di esperienze e progetti congiunti.
PROGETTI DI PUNTA
Tra le iniziative di rilievo, progetti importanti in dirittura d’arrivo e altrettanti obiettivi ambiziosi per il 2025: sempre presenti le attività mirate alla conservazione della biodiversità, la divulgazione scientifica e l’educazione ambientale. Il progetto SVING - Scienza Viva in Giardino, nell’ambito del quale la Rete lombarda è partner sul fronte della divulgazione, ha permesso di valorizzare sei collezioni non viventi conservate nei singoli orti, che ora è possibile scoprire anche online attraverso l’esperienza interattiva sul sito della Rete; mentre il progetto europeo Life Drylands, che ha contribuito alla tutela di praterie e brughiere in Lombardia e Piemonte, in collaborazione con la rete Natura 2000, culminerà nell’evento conclusivo del 20 febbraio 2025 presso il museo Kosmos di Pavia.
FOCUS LOCALE: IL LAVORO DEI SINGOLI ORTI BOTANICI
L’Orto botanico di Bergamo “Lorenzo Rota” ha avviato un progetto per la realizzazione del Parco delle Api e registrato un grande successo per le mostre “L’Altro Orto Botanico” e “Alberi! 30 Frammenti di Storia d’Italia”. Il Giardino botanico alpino "Rezia" di Bormio ha incrementato le visite del 40% grazie a eventi innovativi, tra cui visite guidate, lezioni di ricamo e focus su piante "alcoliche". Per quanto riguarda gli orti botanici appartenenti all’Università degli Studi di Milano, l’Orto botanico di Brera, istituito tra il 1774 e il 1775 avvia le celebrazioni dei 250 anni di storia con la mostra “Benessere e veleni dalle piante”, visitabile fino al 1° febbraio 2025. La lunga tradizione in ambito scientifico di questo orto botanico prosegue con un progetto di revisione delle collezioni coltivate nelle sue oltre 60 aiuole. Una prima azione riguarderà la riorganizzazione e l’introduzione di nuove specie lombarde autoctone per consolidare l’attività di conservazione ex-situ. Sul fronte dei visitatori si confermano i numeri dello scorso anno: sono stati oltre 260.000 tra cui studenti, cittadini e turisti italiani e stranieri. L’Orto botanico “Città Studi” ha svolto attività educative per le scuole di ogni ordine e grado e ha avviato una valorizzazione di alcune delle sue collezioni, come quella delle piante tintorie, l’arboreto e la ricostruzione degli habitat; mentre l’Orto botanico “G.E. Ghirardi” di Toscolano Maderno ha coinvolto attivamente la comunità locale e rafforzato il legame con le istituzioni, formando un gruppo di 18 volontari. Infine, l’Orto botanico di Pavia, interessato da importanti lavori di restauro con i fondi PNRR – ormai in fase di ultimazione – che hanno incluso la realizzazione di nuove collezioni e il rifacimento delle Serre di Scopoli, ha organizzato eventi di rilevanza locale e regionale come la Festa di Primavera, quella del Roseto e Horti Aperti. Nonostante sia rimasto aperto solo negli ultimi due weekend di febbraio e per i quattro mesi successivi, l’Orto botanico di Pavia ha comunque registrato più di 7.000 visitatori.
Servizi educativi per le scuole
TRADIZIONE E INNOVAZIONE PER LE COMUNITÀ MAASAI E SAMBURU. UN PROGETTO AMBIZIOSO ISPIRATO DALLA VISIONE DI UN BERGAMASCO
La Maasai Academy è un progetto ambizioso dedicato alle comunità Maasai e Samburu di Kenya e Tanzania. Con la sede principale situata nella regione di Laikipia e una presenza a Narok, nel cuore del Maasai Mara, l’Academy rappresenta un punto di riferimento per l’educazione, la ricerca e lo sport. Il suo obiettivo è promuovere lo sviluppo delle nuove generazioni, preservando al contempo il ricco patrimonio culturale delle comunità locali.
Guidata da un team d’eccezione, la Maasai Academy è ispirata dalla visione di Sem Moioli, CEO, esperto di comunicazione multimediale e sviluppo del business sportivo, il cui approccio strategico assicura una crescita sostenibile del progetto. Il Dr. Gabriele Rosa, il coach più vittorioso nella storia dell’atletica leggera e nelle maratone. Il Dr. Alfred Saigero Ole Mosiany, stimato medico Maasai, supervisiona le iniziative di ricerca medica per migliorare la salute delle comunità. La Direttrice Priscillah Lekorere, avvocata della High Court of Kenya e attivista per i diritti di donne e bambini, garantisce che l’Academy operi con integrità ed equità, promuovendo il talento giovanile e l’inclusione.
EDUCAZIONE PER IL FUTURO
La Maasai Academy offre un programma educativo completo che include formazione accademica, professionale e culturale. Particolare attenzione è rivolta alle arti ed allo sport, arricchendo l’esperienza scolastica e stimolando la creatività dei giovani. Attraverso questi programmi, l’Academy mira a preparare i ragazzi e le ragazze per affrontare le sfide del futuro senza perdere il legame con la loro identità culturale.
RICERCA E INNOVAZIONE
In collaborazione con prestigiose istituzioni, come l’Icahn School of Medicine di New York e l’Università di Moi in Kenya, la Maasai Academy si dedica alla ricerca per migliorare la salute delle comunità Maasai e Samburu. Le attività di ricerca comprendono il monitoraggio dello stile di vita, lo sviluppo di interventi sanitari e la valorizzazione delle conoscenze indigene per affrontare le sfide climatiche.
SPORT COME STRUMENTO DI EMPOWERMENT
Grazie alla guida del Dr. Gabriele Rosa e di atleti di fama mondiale come Charles Kamathi e Janeth Jepkosgei, la Maasai Academy offre programmi di allenamento di livello internazionale. L’obiettivo è formare atleti d’élite, promuovendo il talento sportivo come veicolo di sviluppo personale e collettivo.
UN VILLAGGIO PER LA COMUNITÀ
La Maasai Academy sarà costruita su sette acri, progettata come un villaggio autosufficiente. Le strutture includeranno case per ragazzi e ragazze, un centro culturale e auditorium, laboratori di ricerca, una guest house per ricercatori e ospiti, un’area sportiva con palestra e spazi dedicati all’arte, alla musica e al tempo libero.
UN PROGETTO DI IMPATTO DURATURO
Con un approccio inclusivo e sostenibile, la Maasai Academy punta a trasformare la vita delle giovani generazioni, preservando al contempo la cultura delle comunità Maasai e Samburu.
La Maasai Academy: un progetto che fonde tradizione e innovazione, portando il cuore dell’Africa nel mondo.
Proseguelacollaborazione conLucaRuggeri,daun latoilsuopercorsoconla malattia,difronteisuoi ricordiealcune riflessionisullavita.
Sono Luca Ruggeri malato di SLA non posso mangiare, non posso bere, non posso parlare, non faccio più nessun movimento volontario e muovo solo gli occhi che mi consentono di comunicare con un tablet oculare.
La domenica, che è il giorno migliore della settimana, inizia con la colazione con Marina e Lucia. Dopo essermi soddisfatto di sonno e di riposo, faccio doccia e barba, poi mi vesto scegliendo i vestiti che preferisco, senza fretta. Esco. È una buona giornata soleggiata e non fredda. Vado a farmi un aperitivo sul lago con le mie donne o qualche amico; insieme facciamo due chiacchiere divertenti e leggere. Poi pranzo in famiglia, magari una pizza con gli amici la sera, a volte una partita di calcio per prepararsi al lunedì. Questa era la domenica prima della mia malattia. Sembrava ordinaria; ora la ricordo come un momento straordinario, ora che passo dalla carrozzina alla poltrona e dalla poltrona alla carrozzina. Per fortuna arriva il sorriso di mia figlia: un attimo di felicità, come l’arcobaleno che compare spesso dopo un brutto temporale, contiene tutti i colori e le sfumature del mondo. È magico e rilassante, sembra un incantesimo. Conviene mettersi comodi e goderselo.
Adesso la domenica se ne va come un giorno qualsiasi. La stanchezza si fa sentire, non chiamo nemmeno gli amici, ho poca voglia di compagnia. Alla noia s’aggiunge la tristezza. Meglio non tirare tardi, prendo la pastiglia per dormire, faccio l’ultima passeggiata in bagno e vado a letto. La mia vera domenica inizia ora, viaggiando nei sogni, pensando alla prossima che sarà sicuramente meglio di questa. Credo sia inutile spendere energie per opporsi a questo stato inevitabile di cose con un’aria negativa già dal primo mattino. Meglio accettarla e farla scorrere, farla scivolare. Non puoi fermare la pioggia, cambiare il cielo grigio o attaccare le foglie che cadono. Attendo con pazienza che il vento spazzi via tutto, anche nella mia testa.
di Luca Ruggeri
Dovremmo avere tutti l’auto elettrica, zero inquinamento e risparmio del costo del carburante del 95%. Dunque perché il mezzo elettrico non sfonda? Non so ma l’auto elettrica non è spinta da incentivi particolari come dovrebbe essere e le colonnine per le ricariche tutt’ora non sono sufficienti! Perché lo stato non spinge per l’auto elettrica? La risposta è abbastanza semplice, basta andare a vedere cosa guadagna lo stato sulla benzina, oggi il governo guadagna piu di un euro su un litro di benzina, dunque una valanga di milioni tutti i giorni! Come fare a sostituire questo gettito di soldi? Non lo sanno perché se lo sapessero avrebbero già provveduto a farlo! Perciò non so se l’elettrico sfonderà, ma neanche il motore a idrogeno (praticamente acqua) sarà preso in considerazione fino a quando non saranno trovate delle soluzioni per sopperire alla mancanza di questo gettito finanziario grazie a benzina, gasolio e derivati. Praticamente per semplificare: il denaro vince sull’ambiente e sulla salute!!!
Il futuro sostenibile continua nel 2025. MutuoGreenEnergy è ancora più conveniente!
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Il TAEG rappresenta il costo totale del credito espresso in percentuale annua ed è calcolato, nel seguente esempio rappresentativo come mutuo ipotecario di € 100.000 a 20 anni a tasso fisso, TAN 2,450%, TAEG 2,959% comprensivo di: sp. istruttoria pratica € 1.500, sp. perizia € 250 iva esclusa, assicurazione abitazione € 121,92 (ipotesi di costo annuo stimato per prezzi medi rappresentativi dell’esempio e con polizza distribuita da BCC Assicurazioni SpA), sp. incasso rata € 3, imposta sostitutiva 0,25% della somma erogata, tassa ipo. € 35, nr. rate 240, rata mensile € 530,52, importo totale del credito € 100.000, importo totale dovuto € 131.798,20. 2,96%
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