Qui Bergamo n.ro 322

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IN COPERTINA

L orenzo Pinetti, Presidente di Confartigianato

Imprese Bergamo

Intervista esclusiva

Elena Carnevali: prima donna in Comune

Movimento Giovani Imprenditori alla Carrara

Serenella Barbieri: l’eccellenza nella danza

Ilaria Dallatana, nuova presidente di Cesvi

Il ricordo. Ivan Consoli, un uomo brillante

Telmotor: volontariato in orario di lavoro Maserati, la nuova MCPura

Quattro nuovi Riva in una notte fantastica

Emozioni sul Serio per il 40° del Parco

Cornelle: la tigre, l’armadillo e la giraffa Interni, nuovo showroom con Henge a Dubai

Ilaria Carrara vince il PMI EnterPrize

PRIMA LA SALUTE
ph. Sergio Nessi

L’IMMAGINE OGGI

A latere della manifestazione PMI Photo EnterPrize il nostro ineffabile Sergio Nessi ha raccolto le parole di Mario Cresci, riconosciuto come uno dei venti fotografi italiani più significativi, già per molti anni Direttore della Scuola di Belle Arti dell’Accademia Carrara, precursore dei nuovi linguaggi espressivi della fotografia. A Cresci ha domandato cosa sia oggi la fotografia.

“Vista soprattutto dai giovani oggi la fotografia ha poco a che vedere con la sua storia classica. La fotografia bidimensionale esposta nelle mostre e la visione da fotoreporter è venuta un po’ meno soprattutto quando parliamo di fotografia e arte dove ormai entriamo in uno spazio libero, in uno spazio soprattutto mentale. Ai giovani, ma devo dire anche a me, non interessa più vedere solo l’immagine ma cercare di capire come andare oltre l’immagine. Può essere tridimensionale, da un lato materica, dall’altro mista con altri linguaggi, quindi c’è un’apertura di sguardi e di emozioni soprattutto nelle ultime generazioni che non si accontentano più di fare clic e basta.

Vanno dentro al referente, si immergono nella realtà e traggono situazioni nuove tipo installazioni, tecniche miste, fotografie con i disegni, video insieme alle fotografie... La fotografia vive sempre di più insieme agli altri media e va scomparendo la figura del fotografo alla quale eravamo abituati a scuola: il fotografo e basta. Resiste sì ancora la figura del fotoreporter ma sarà sempre meno richiesta.

Oggi viviamo un momento molto interessante perché con l’avvento dell’intelligenza artificiale, la fotografia viene coinvolta e lo sarà sempre di più. Si tratta di avere uno sguardo aperto sul futuro ed è quello che noi diciamo ai nostri ragazzi. Quelli della mia generazione che insegnano ancora, come me che ho la cattedra di Fotografia e Grafica all’ISIA di Urbino, sappiamo bene che mentre loro imparano da noi, spesso siamo noi che impariamo da loro. Questo è un meccanismo che apre le idee apre gli sguardi e non può che fa bene alla salute. Quella mentale soprattutto.

MARIO CRESCI, UNO DEI POCHI INNOVATORI E SPERIMENTATORI ITALIANI CHE “HA INDAGATO LE POTENZIALITÀ DEL LINGUAGGIO FOTOGRAFICO VERIFICANDOLE CON LE PIÙ AGGIORNATE METODOLOGIE DELLA RICERCA ARTISTICA TEMPORANEA TEORIZZANDO ED APPLICANDO ALLE SUE FOTOGRAFIE LA CONTAMINAZIONE TRA LE DIVERSE DISCIPLINE ESPRESSIVE: FOTOGRAFIA, DISEGNO, PITTURA, PERFORMANCE, VIDEO, INSTALLAZIONE.

Anche a nome della redazione, dei fotografi e dei collaboratori auguriamo a tutti i lettori, cartecei e digitali, un’estate

Vito Emilio Filì

IN QUESTO NUMERO

Cover Story

Lorenzo Pinetti

Presidente Confartigianto Bergamo

Serenella Barbieri: l’eccellenza nella danza

Ilaria Dallatana alla presidenza di CESVI

Telmotor: volontariato in orario di lavoro

Elena Carnevali: prima donna in Comune Summer Party in Carrara per i gionani di Confartigianato

Ricordo di Ivan Consoli, un uomo brillante

Interni apre a Dubai lo show room HENGE Nuova Maserati MCPura I duecento anni del Passo Stelvio

Yuri Ambrosioni: corso di autodifesa femminile

Prima la salute con Haim Reitan

RIVA: quattro nuovi motoscafi in una notte da favola

Vela a Riva del Garda

Dorinisch l’isola di John Lennon e Yoko Ono

Via Bono, 10 - Bergamo

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BERGAMO MAGAZINE

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Fotografie di: Federico Buscarino

Sergio Nessi

Matteo Marioli

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Le Cornelle: l’armadillo e subacquea che racconta il mare

Le mele di Milena Bini

Daniele Trapletti

Hanno collaborato: Anna Donatini

Maurizio Maggioni

Benito Melchionna

Alessia Pasta

Giorgio Paglia

Haim Reitan

Luca Ruggeri

Stampa: Euroteam Nuvolera (Bs)

Informazioni 035.270989

Stampato con inchiostri a base vegetale.

ELENA C.

Da Galizzi, passando per Vicentini, Veneziani, Bruni, Tentorio, per due volte Gori e oggi salgo con voi lo scalone di Palazzo Frizzoni per incontrare Elena Carnevali a un anno di distanza dalla sua elezione a Sindaca di Bergamo, prima donna in questo ruolo nella storia della città ma anche prima “onorevole”.

Una continuità così lunga in un’amministrazione cittadina non la si vedeva dai tempi della Democrazia Cristiana. Infatti, dall’introduzione dell’elezione diretta del primo cittadino, a Bergamo si sono alternati, solo uomini, di centrosinistra e di centrodestra, senza che nessuno di loro si affermasse per un secondo mandato. Questo ha veramente impedito ad ognuno di loro di poter dar corpo a tanti progetti messi in cantiere e puntualmente cassati dal successore di opposta sponda politica.

Fino all’avvento di Giorgio Gori che ha vinto, e poi stravinto, restando in sella per dieci anni.

Dieci anni che hanno lasciato il segno, proprio perché G.G., oggi al Parlamento Europeo, ha avuto il tempo, con il secondo mandato, di mettere a terra tanti progetti, evidentemente apprezzati dalla maggioranza dei cittadini, i quali hanno eletto dopo di lui Elena Carnevali, sempre espressione del Partito Democratico, e che hanno quindi promosso la continuità dell’amministrazione di centrosinistra e con questa anche la visione di città impostata nell’ultimo decennio da Gori.

L’intento di questa chiacchierata che vi riporto però non voleva essere quello di far parlare Elena Carnevali su questioni legate al suo ruolo di Sindaca che vengono sciorinate ogni dì dalla rete, dai social e dai tiggì. Vorrei proporvi una Elena Carnevali che, essendo stata nelle stanze del potere a Roma per tanti anni, ha un orizzonte forse più ampio dei confini della città di cui ha scelto di prendere il timone.

È il giorno del black-out elettrico ma, per fortuna, ho scelto di venire in bicicletta. Code e semafori spenti con i vigili affannati che cercano di governare il traffico. Nel palazzo regna il silenzio. “Manca la corrente e non la posso annunciare - mi dice la guardia all’entrata - ma salga pure. La portavoce dell’Onorevole Sindaca mi accompagna nell’ufficio dove, nel silenzio irreale del black-out, trovo una Carnevali in ottima forma a cui porgo l’ultimo numero di qui Bergamo. In copertina i giovani che si divertono a ChorusLife…

“Che bello - mi dice - sono molto contenta che quel luogo venga apprezzato e vissuto da così tanta gente. E sono anche ottimista nel vedere una città policentrica che abbia nuovi punti di attrazione. Condivido l’approccio di Fabio Bosatelli, che peraltro stimo personalmente, il quale ha sempre detto di non volersi mettere in concorrenza con nessuno. Ha sempre avuto in mente un luogo in grado di proporre un’offerta diversificata: l’Hotel, l’Arena che è il polo di attrazione principale, sia per la musica, sia per le competizioni sportive, ma Chorus è anche uno spazio per le famiglie, con un parcheggio sotterraneo, dove si può fare una passeggiata rilassante, fare shopping e anche fermarsi al ristorante per uno spuntino o un aperitivo... Sono stati fatti investimenti non indifferenti e l’arrivo della linea T2 della Teb sarà la ciliegina sulla torta”.

ELENA CARNEVALI, SINDACA DI BERGAMO

Magari delle fognature, del traffico, degli asili nido o di quelli che dormono per strada ne parliamo dopo... Preferiamo sapere, dalla nostra Sindaca, cosa pensa delle due guerre alle porte dell’Europa... Dobbiamo continuare a fornire armi all’Ucraina e dobbiamo armarci a nostra volta?

“Questo è il tema, ma è complicato sintetizzarlo in poche parole. Stiamo parlando di due conflitti assolutamente diversi. Uno viene dal progetto espansionistico della Russia con l’idea di voler tornare alla vecchia Unione Sovietica, ma dettato anche dalla volontà di continuare ad influire e interferire al fine di non avere un’Unione Europea davvero unita e forte. Quindi un doppio canale, con un conflitto, a mio giudizio, solo da condannare. Un esercito che uccide gente inerme nelle case in un altro paese sovrano, con quello che inoltre sappiamo su come si sta comportando quell’esercito, è inammissibile. Credo che le scelte fatte con i diciannove pacchetti di sanzioni siano una reazione europea necessaria e che sia altrettanto necessario che l’Ucraina possa essere messa nelle condizioni di difendersi. Detto questo, sul tema del riarmo, l’obiettivo deve essere quello di ragionare nell’ottica di una difesa europea. Da qui comprendo le proposte portate avanti dal Centrosinistra all’interno del parlamento italiano, riconoscendo la necessità delle scelte che l’Unione Europea e anche Giorgia Meloni stanno portando avanti, continuando a sostenere il diritto dell’Ucraina di difendersi dall’attacco ricevuto. Sappiamo tutti però che il raggiungimento di quel 5% del PIL, ipotizzato per gli armamenti all’interno della Nato, è irraggiungibile e, soprattutto, non ha senso se non viene pensato nella logica di una difesa europea”.

Palestina… la soluzione è quella dei due stati? “È una terra che conosco essendoci stata per un po’ di tempo nel 2017 e ancora nel 2019, esattamente a Betlemme. La prima volta ci andai anche con mia figlia per partecipare a un progetto di cooperazione internazionalevin un centro per ragazzi con disabilità. Ho avuto modo di conoscere da vicino quele persone... e, come ha detto Ursula Von der Leyen, è abominevole quello che stiamo vedendo. Certo, l’attacco di Hamas a Israele il 7 ottobre 2023 ha provocato un carico insopportabile di morti, violenze e dolore, che continua con la drammatica detenzione degli ostaggi. Ma ciò a cui stiamo assistendo oggi è riconosciuto come un crimine di guerra. Perché, in ogni caso, usare la fame e la sete come armi per piegare un popolo è inaccettabile. A pagarne il prezzo più alto sono i bambini, che rischiano di portare per sempre le conseguenze della malnutrizione, nel loro sviluppo fisico e cognitivo. Mi auguro che non si perda l’orizzonte della pace e del riconoscimento di due popoli e due stati. Israele ha pieno diritto a esistere come Stato, ma lo stesso diritto deve essere riconosciuto anche al popolo palestinese”.

Perché la gente non è andata a votare i referendum su quesiti inerenti a diritti fondamentali?

“La curiosità mi ha spinto ad andare ad analizzare i dati dell’affluenza alle urne nelle ultime tornate elettorali, ed è incredibile vedere come negli anni l’abbassamento della partecipazione al voto sia una tendenza lenta, graduale ma continua. È un segnale che va indagato per capire il motivo per cui si è creata una distanza tra i cittadini e gli strumenti della democrazia”.

Qualcuno porrebbe dire che stanno bene così…

“Non credo. Ritengo ci sia una disaffezione dalla politica e la sento molto forte anche nel mio modo di condurre l’attività di Sindaca e di amministratrice. Cerco di avere mpltissimi contatti e diversi livelli di relazione senza interrompere la relazione con i cittadini e le persone. Per un Sindaco è più facile perché si riconosce ancora la relazione diretta. Ma più ti allontani dai luoghi decisionali, più è alta la disaffezione nei confronti della politica e questo ci deve preoccupare perché è il “non” utilizzo degli strumenti democratici di cui ognuno dispone.

È preoccupante anche dal punto di vista del sistema democratico e presta il fianco alla nascita di movimenti populisti, se non peggio…”.

Partito Democratico: può l’attuale leader Elly Schlein arrivare ad un confronto con Meloni sperando di vincere?

“Sicuramente l’aspirazione a governare questo Paese, per quel che mi riguarda, è un’aspirazione che non dobbiamo mai perdere. E credo che la dobbiamo perseguire. Ho vissuto dieci anni da parlamentare ma oggi mi sembra molto diverso, Troppa decretazione d’urgenza; ex colleghi mi dicono che non c’è più spazio per un’attività parlamentare, almeno per chi sta all’opposizione. Personalmente lo giudico un grave errore.

Detto questo, per riuscire ad allargare il consenso ed essere riconosciuti come forza di governo, bisogna essere capaci di parlare alle tante categorie che si occupano delle condizioni delle persone: la salute, il lavoro, il reddito, l’occupazione. È però altrettanto necessario sapere anche dialogare con il mondo economico, con il mondo delle imprese e avere una capacità di relazione la più vasta possibile.

Del resto non è che nel centrodestra vanno tutti d’amore e d’accordo: Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega spesso non parlano la stessa lingua. Ma se per loro il collante è essere contro la sinistra, per noi non può e non deve essere l’essere contro la destra: il nostro collante dev’essere una visione di crescita, equità sociale e ammodernamento del Paese.

Ma noi siamo ancora un partito con le sezioni, tanti iscritti, che è in grado di mobilitare una base. È vero, la partecipazione ai referendum è stata scarsa però dodici milioni di cittadini sono andati a votare. Bisogna attrezzarsi per rispondere alle aspettative e alle necessità del Paese e avere uno sguardo lungo e profondo”.

A proposito di sguardi profondi... Com’è stato il passaggio di testimone tra lei e Gori? Molti hanno detto che il suo compito è quello di portare a termine il programma lasciato da lui…

“Il passaggio di testimone è stato assolutamente naturale, con Giorgio Gori ci confrontiamo spesso e il rapporto è sempre stato collaborativo. La sua esperienza e il suo attuale ruolo a Bruxelles rappresentano un’opportunità in più per la città: conoscere le dinamiche istituzionali europee e sapere come orientarsi nei percorsi decisionali e finanziari è un valore aggiunto che può aiutarci a intercettare risorse strategiche per Bergamo Nell’attuale amministrazione c’è continuità con la precedente e, sui progetti in via di realizzazione, cerco di essere particolarmente attenta al mantenimento delle tempistiche e alla trasversalità delle azioni che dobbiamo compiere; non c’è mai un progetto che non coinvolga più assessorati. Ma i bisogni cambiano e si creano situazioni impreviste cui far fronte. Ad esempio, quello che è successo a settembre con l’alluvione di alcune zone della città, ha segnato profondamente sia la sottoscritta, sia la nostra comunità e mi ha portato a volgere l’azione sulle opere e i lavori pubblici per rispondere in modo significativo.

Come sul tema della sicurezza. Partecipo al Comitato per la Sicurezza e l’Ordine Pubblico e ho relazioni molto collaborative con il Prefetto, il Questore, il comandante dei Carabinieri e della Guardia di Finanza. Insieme, abbiamo gestito alcuni interventi che erano necessari. Ricordo, quando sono arrivata a luglio 2024, come l’area di cantiere di RFI dietro ai magazzini generali fosse veramente in un grave stato di degrado. Anche la stazione delle autolinee necessitava di un deciso cambio di passo: oggi, dopo mesi di lavoro, è un luogo più ordinato, pulito, presidiato. È giusto che chi viaggia possa percepire sicurezza e decoro. Abbiamo introdotto il servizio di polizia appiedata in centro e rafforzeremo la presenza anche in Città Alta.Sicurezza e ordine pubblico sono una priorità per me e per tutta l’Amministrazione. E crediamo in una sicurezza integrata: fatta di presidio, collaborazione tra istituzioni, ma anche di inclusione, prevenzione e attenzione al contesto urbano.”

I molti extracomunitari e gli sbandati nostrani che non si sa di cosa vivano che dormono un po’ dove capita spesso ubriachi o strafatti, fanno paura. “Molti di loro non vogliono andare a dormire nelle strutture che potrebbero ospitarli e preferiscono la vita di strada. Sulla sicurezza abbiamo adottato una visione integrata, e non lo diciamo perché è un aggettivo che suona bene. L’ordine pubblico è una competenza dello Stato e, su questo, direi che bisognerebbe cambiare paradigma nella distribuzione del personale. Non possiamo avere la disponibilità delle Forze dell’Ordine

ELENA C.

ELENA C.

città transitano studenti e turisti che raddoppiano la popolazione. Nonostante ciò, continuiamo a investire, circa 1,6 milioni di euro, per rispondere ai bisogni legati alla grave marginalità, garantendo accoglienza alle persone senza dimora attraverso appartamenti, dormitori e servizi dedicati, in collaborazione con le organizzazioni del terzo settore, che rappresentano una componente fondamentale”.

Cosa ci possiamo aspettare per i prossimi quattro anni per Porta Sud?

“Il nostro obiettivo è arrivare al piano attuativo il prossimo anno. Nel frattempo, abbiamo ricevuto un riconoscimento da parte di Regione Lombardia sul progetto che abbiamo presentato per lo spostamento dell’area TPL (Trasporto Pubblico Locale) che vale un contributo di venti milioni di euro. Mi ha stupito che questa notizia sia passata un po’ sotto traccia sui media. In realtà si tratta di un’opera strategica, con un impatto rilevante sul futuro della città, che meriterebbe ben più attenzione. In realtà quello per noi è il reale start-up perché significa che entro la fine del 2028 dobbiamo aver realizzato il trasferimento della stazione attuale del TPL e averla portata a Porta Sud. Adesso assistiamo alla realizzazione della stazione della TEB ma non si ha ancora idea dell’impatto che avrà la trasformazione. Quello diventerà il player vero che darà l’idea di ciò che diventerà Porta Sud. L’attuatore del piano è stato scelto con un bando fatto da Sistemi Urbani e rispetto al passato le volumetrie edificabili sono state molto ridotte”.

Sono state ridotte le volumetrie ma non si conosce ancora bene cosa ci sarà dentro... “La parte più importante sarà la realizzazione della Stazione europea con la costruzione dei due land bridge, forse anche un terzo, e la distribuzione di disponibilità divise tra residenza, commerciale, terziario e verde. Non ci sono i “venti piani di morbidezza” come ho sentito dire in Consiglio comunale. Qualcuno ha detto che realizzeremo palazzi di venti piani ma non è vero. La volontà è riuscire a realizzare quella cerniera tra i quartieri della città che si immagina da 40-50 anni. Lavoriamo per inaugurare il nuovo Palazzetto dello Sport e la nuova GAMeC, ma, soprattutto, per realizzare le infrastrutture strategiche per la mobilità, che avranno un impatto duraturo sul futuro della città: il collegamento ferroviario con l’aeroporto, il raddoppio della Bergamo Ponte San Pietro, la e-BRT con l’obiettivo di riuscire, almeno in parte, a decongestionare la città. Una nuova mobilità per Bergamo è una necessità ineludibile. È una città attrattiva e, al di là delle classifiche sulla qualità della vita che ci vedono primeggiare, le persone desiderano venire a viverci e noi ne abbiamo bisogno come il pane per sostenere il ricambio generazionale nella popolazione.

C’è un elemento chiave che determina l’attrattività di questa città ed è il tempo che io impiego per raggiungere Milano. Non è una questione di chilometri ma di quanto ci impiego e se ci vuole un’ora per andare da Milano a Torino o a Genova, non puoi pensare che, per arrivare a Bergamo, ci vogliano ancora 50-55 minuti... se va bene”.

Il prossimo impegno?

“L’avvio del cantiere Montelungo rappresenta un momento importante e significativo per la nostra città. È innanzitutto uno dei progetti che meglio rappresenta la scelta iniziata diversi decenni fa di diventare sempre più, grazie all’azione dello stesso Ateneo, una città universitaria, dotandosi finalmente per la prima volta non solo di nuovi servizi didattici ma, soprattutto, di nuove residenze universitarie capaci di accogliere, in un complesso di pregio e notevoli dimensioni, un numero sempre più crescente di studenti. Rappresenta inoltre il baricentro di un progetto di scala urbana davvero unico nel suo genere per qualità di destinazioni, tutte caratterizzate da una spiccata finalità pubblica culturale, dalle stesse caserme alla nuova GAMeC, dal ex Principe di Napoli fino al collegamento con l’Accademia Carrara, dando finalmente vita a quel “Polo della Cultura, dell’Arte e del Tempo libero” che per molto tempo avevamo solo immaginato ma che, ora, possiamo vedere concretizzarsi. È infine un esempio, di cui dobbiamo essere tutti orgogliosi, di partnership e collaborazione tra diversi soggetti di caratura nazionale e locale, che ha portato già a risultati importanti per la nostra città come la nuova Accademia di Guardia di Finanza. Una collaborazione che, con tenacia, ha saputo affrontare anche momenti difficili, quando l’obiettivo sembrava allontanarsi, ma che è riuscita a superare ogni ostacolo grazie alla determinazione e alla convinzione della necessità di restituire, dopo trent’anni di abbandono, questo luogo alla vita della città”.

Cosa le manca di più di Roma?

“La sua luce, il cielo e poi la bellezza da cui sei avvolta. Quando recentemente ci sono tornata l’ho trovata anche più pulita e, forse per il Giubileo, la vedo migliorata”.

Cosa ti piace di più essere sindaca?

“Avere la possibilità di incidere davvero per migliorare la vita delle persone. Ed è molto più forte di quando ero parlamentare...”.

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A TU PER TU CON

LORENZO PINETTI, NUOVO PRESIDENTE DI

CONFARTIGIANATO

IMPRESE BERGAMO, CHE IL PROSSIMO 18

OTTOBRE CELEBRERÀ

L’80° ANNIVERSARIO

DALLA NASCITA

DELL’ASSOCIAZIONE DI VIA TORRETTA

80 ANNI AL FIANCO

DELLE IMPRESE

Tommaso Revera - ph. Sergio Nessi

Lorenzo Pinetti, rappresentante dell’Area Produzione e Subfornitura, membro della giunta nazionale di Confartigianato Imprese, vicepresidente vicario (dal 2021) uscente, il 14 Aprile scorso è stato eletto all’unanimità nuovo Presidente di Confartigianato Imprese Bergamo, dopo due mandati di Giacinto Giambellini. Sarà a lui guidare gli artigiani di Bergamo e provincia per i prossimi quattro anni festeggiando l’80° anniversario dell’associazione di via Torretta (che si celebra quest’anno, con il culmine il 18 Ottobre durante l’Assemblea Pubblica presso la Fiera di Bergamo) e, l’anno prossimo, gli 80 anni di Confartigianato Imprese nazionale.

Riavvolgendo il nastro e tornando al 14 aprile scorso, quali emozioni ha provato al momento della sua nomina?

“È stato un momento molto emozionante, giunto al termine di un percorso elettorale molto intenso e faticoso durante il quale ho avuto il piacere di incontrare tantissimi artigiani, associati e consiglieri d’area. È un orgoglio per me rappresentare la categoria e un ringraziamento lo devo all’ex presidente Giacinto Giambellini. Sono entrato in Confartigianato, infatti, quando era Presidente nel Gruppo Giovani nel 2005 e devo dire che mi ha sempre spronato, facendomi crescere e partecipare ad innumerevoli iniziative, prima di portarmi in Consiglio e poi in Giunta fino ad affidarmi la delega per l’internazionalizzazione. Step di crescita cruciali grazie ai quali, al termine del suo secondo mandato, mi è stata affidata questa grande responsabilità”.

“Èstatopiantato un seme: starà a me ora continuare a coltivarlo adeguatamente”.

80 ANNI AL FIANCO

DELLE IMPRESE

“Il tema è saper leggere in modo il più possibile oggettivo e chiaro quello che accade nella realtà di oggi per dare delle risposte, dei servizi o anche solo un supporto a tutti i nostri imprenditori che, da una decina d’anni a questa parte, vedono il mondo cambiare alla velocità della luce e in maniera del tutto imprevedibile”.

I due mandati del suo predecessore sono stati caratterizzati da molteplici iniziative per la transizione energetica e digitale, dal successo della Settimana per l’Energia, dal potenziamento del Servizio Bandi, dalla coraggiosa assemblea pubblica al Donizetti nel 2024 dedicata al tema dell’immigrazione nel mondo del lavoro, dalle attività per la formazione e l’orientamento. E, non ultimo, da quell’autentico ‘miracolo artigiano’ che è stata la costruzione dell’ospedale da campo durante il Covid.

“Proseguirò nel solco del lavoro intrapreso dai miei predecessori, Giambellini e, prima di lui, Angelo Carrara, anche perché tante delle tematiche a cui faceva riferimento sono ancora irrisolte, non perché non sia stato fatto un lavoro adeguato, ma perché sono di un’ampiezza e di una profondità tali che richiedono tempo.

È stato piantato un seme: starà a me ora continuare a coltivarlo adeguatamente. Un tema cruciale che interesserà la mia presidenza è senz’altro quello del ricambio generazionale per cui mi concentrerò in particolare sui giovani, non solo per far capire loro in cosa consiste l’imprenditoria artigiana ma anche per creare, grazie alla loro intraprendenza, nuove aziende e microimprese. Non a caso nella mia giunta ho chiesto venissero cooptati due giovani: una è Valentina Brunelli, attuale Presidente del Movimento Giovani, che lavora nell’ambito della produzione e lavorazione di materie plastiche, e l’altro è Giovanni Borgesi che è attivo nel settore della meccanica. Pensare al futuro dell’associazione passa inevitabilmente dai giovani e farò del mio meglio per progettare il domani in base alle esigenze di chi il futuro dovrà viverlo, senza mai scordarsi della tradizione e di quello che sono le nostre aziende oggi e sono state ieri. Anche il tema dell’immigrazione nel mondo del lavoro è importantissimo, non solo dal punto di vista demografico ma anche perché dobbiamo necessariamente ripensarci per capire quali sono le vere esigenze della nuova imprenditoria straniera. Lo faremo attraverso un articolato e approfondito percorso di mediazione culturale e di integrazione”.

Dare risposte concrete, anticipando i tempi e le mode. Un tratto peculiare di Confartigianato Imprese Bergamo da non disperdere…

“Il tema è saper leggere in modo il più possibile oggettivo e chiaro quello che accade nella realtà di oggi per poter dare delle risposte, dei servizi o anche solo un supporto a tutti i nostri imprenditori che, da una decina d’anni a questa parte, vedono il mondo cambiare alla velocità della luce e in maniera del tutto imprevedibile”.

Qual è la mission a cui è chiamato a rispondere?

“Ci sono quattro grandi temi su cui concentrarci: la formazione e quindi lo sviluppo delle nuove generazioni rispetto all’imprenditorialità, la digitalizzazione, un percorso partito da anni che, complice l’avvento dell’intelligenza artificiale, pare per certi versi inesauribile, l’internazionalizzazione, un ambito che conosco bene e per il quale Confartigianato Imprese Bergamo vanta una struttura di grandissima eccellenza (capace non solo di accompagnare le aziende più strutturate all’estero tramite missioni, meeting e fiere ma anche di aiutare le imprese più piccole illustrando le opportunità da cogliere sui mercati esteri), ed infine la sostenibilità, requisito sempre più richiesto e importante da intendere come potenziale di miglioramento per le aziende, per cui abbiamo strutturato un servizio grazie al quale eseguire analisi o fornire supporto e consulenze a tutte le realtà desiderose di migliorare sotto questo aspetto”.

Ci descriva l’attuale quadro del tessuto economico bergamasco. Il manifatturiero è ancora vivace e variegato e capace di distinguersi per innovazione e capacità di adattamento?

“Rispetto al territorio bergamasco ritengo che il manifatturiero sia vivace, eccellente, innovativo. In alcuni settori e in alcuni periodi si vivono delle difficoltà (date dal mercato o da situazioni contingenti come le guerre e i dazi per esempio) ma dall’osservatorio che abbiamo, soprattutto riguardo alle piccole imprese, notiamo una dinamicità, un’agilità ed un’intelligenza nel sapere velocemente cambiar strada, innovarsi e cambiar pelle. La manifattura che vedo crescere e svilupparsi maggiormente è quella specializzata, digitalizzata, internazionalizzata, quella che sta puntando all’alto di gamma avendo alzato il livello qualitativo dei propri prodotti”.

Un esempio concreto di impresa artigiana che coniuga tradizione e modernità è quella di cui è CEO, la Pinetti srl di Bagnatica specializzata in complementi d’arredo e accessori esclusivi di alto artigianato in pelle, legno e cuoio, per la casa, l’ufficio e l’ospitalità. Quanto l’esperienza maturata al fianco di sua madre e suo padre le sarà d’aiuto nella gestione di questa grande responsabilità?

“Ho studiato Architettura e, ancora prima della laurea, sono entrato subito nell’azienda di famiglia. Un aspetto per il quale sarò sempre grato ai miei genitori è che, fin da subito, hanno lavorato con una prospettiva di mercato mondiale. Quando mi sono laureato, mi hanno mandato in giro per il mondo per missioni imprenditoriali e fiere. Un’esperienza formativa importante che mi ha dato l’opportunità di conoscere tantissimi imprenditori e confrontarmi con chi era molto più avanti di me nel percorso imprenditoriale. Un periodo della mia vita decisamente arricchente grazie al quale ho maturato un forte desiderio di crescita ed una chiara direzione per il mio futuro. Creare le condizioni per favorire un confronto tra imprenditori (ma, prima ancora, tra enti ed associazioni di categoria), è un aspetto determinante per la crescita delle imprese italiane e su questo aspetto lavorerò con convinzione”.

SUMMER PARTY

CONFARTIGIANATO

IMPRESE BERGAMO

ALL’ACCADEMIA CARRARA

Venerdì 11 luglio, nella splendida cornice dell’Accademia Carrara e del suo parco, si è svolto con grande successo “Summer Party 2025”, la tradizionale Festa Estiva del Movimento Giovani Imprenditori di Confartigianato Imprese Bergamo. Un appuntamento molto partecipato, che ha saputo coniugare arte, convivialità e networking in un’atmosfera elegante e informale. A fare gli onori di casa la presidente del Movimento, Valentina Brunelli, che ha accolto i numerosi imprenditori, collaboratori e amici dell’Associazione. Presenti anche il presidente di Confartigianato Imprese Bergamo Lorenzo Pinetti, i componenti del comitato di presidenza, diversi consiglieri, il direttore Stefano Maroni e molti dipendenti dell’Associazione.

La serata si è aperta con una visita guidata esclusiva alla mostra “Dentro Lorenzo Lotto”, allestita in occasione del 500° anniversario della partenza del celebre pittore da Bergamo. Al centro dell’esposizione, la maestosa Pala di San Bernardino, che ha permesso ai partecipanti di riscoprire l’opera e la figura di Lotto durante i suoi anni bergamaschi. A seguire, nel suggestivo spazio dei Giardini PwC, gli ospiti hanno potuto godersi un’apericena conviviale presso il “Bù Bistrot in Carrara”, tra musica, brindisi e tante occasioni di dialogo e confronto. Un evento che ha confermato ancora una volta il valore delle relazioni umane e professionali all’interno della comunità artigiana bergamasca, con uno sguardo sempre aperto alla cultura e alla bellezza.

Lorenzo Pinetti, Presidente di Confartigianato Imprese Bergamo, con Valentina Brunelli Presidente del Movimento Giovani dell’Associazione

La serata si è aperta con una visita guidata esclusiva alla mostra “Dentro Lorenzo Lotto”

Ph. Sergio Nessi

R isponde alle nostre domande la Dott.ssa

Sara Nicoli, Consulente del Lavoro presso Studio BNC

STRUMENTI DI LAVORO Studio BNC

Cosa si intende per assunzione agevolata?

“In un mercato del lavoro sempre più frenetico e, a volte, precario, diventa necessario individuare degli strumenti che creino maggiori opportunità di impiego e rendano attrattive alle imprese alcune categorie di lavoratori. Per far fronte a tali esigenze, la legge prevede delle agevolazioni contributive che comportano una riduzione dell’aliquota contributiva e incentivi economici sulle nuove assunzioni. Il termine assunzione “agevolata” ricomprende alcune fattispecie di contratti di lavoro ovvero benefici di natura contributiva ed economica (es. lavoratori assunti in sostituzione di dipendenti in maternità, assunzione di giovani under 30 – under 35, disoccupati, donne svantaggiate)”.

Quali datori di lavoro possono assumere in modo agevolato?

“Tutti i datori di lavoro del settore privato hanno la facoltà di assumere lavoratori beneficiando di agevolazioni, nel rispetto di determinate condizioni. La legge prevede il rispetto di alcune condizioni valide per la generalità delle assunzioni agevolate, per altre agevolazioni sono previste invece delle ulteriori condizioni specifiche. In merito alle condizioni generali si rimanda all’art.31 D.lgs. 150/2015. Tra le principali condizioni il datore di lavoro non deve avere in atto sospensioni dal lavoro connesse a crisi o riorganizzazione aziendale, non deve violare obblighi di legge e della contrattazione collettiva, è tenuto al rispetto del diritto di precedenza, è tenuto al possesso della regolarità contributiva e assicurativa, deve inoltrare nei termini di legge le comunicazioni obbligatorie di instaurazione del rapporto di lavoro, è tenuto al rispetto della normativa sul lavoro, degli accordi e contratti collettivi nazionali regionali, territoriali o aziendali e le disposizioni in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro”.

Per quali categorie sono previste assunzioni agevolate?

“I datori di lavoro possono accedere a numerose agevolazioni in vista di nuove assunzioni, a seconda delle differenti categorie di lavoratori da inserire. Restando attuali, tra le varie misure previste, allo scopo di incrementare l’occupazione giovanile stabile e al fine di favorire le pari opportunità nel mercato del lavoro per le lavoratrici svantaggiate, anche nell’ambito della Zona Economica Speciale unica per il Mezzogiorno, il Decreto Coesione introduce due nuovi esoneri dal versamento dei contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro appunto definiti ‘Bonus Giovani’ e ‘Bonus Donne’”.

È vero che esiste uno sgravio per l’assunzione di donne vittima di violenza?

“Sì, è corretto. Per il triennio 2024-2026 i datori di lavoro privati che assumono donne disoccupate vittime di violenza e beneficiarie del “reddito di libertà”, hanno diritto a un esonero sui contributi previdenziali a carico datore di lavoro pari al 100% nel limite massimo di €8.000 annui e riparametrato su base mensile”.

Hanno una scadenza?

“A seconda della tipologia di agevolazione corrisponde una durata e un periodo massimo di applicazione della stessa. In riferimento all’esonero ‘Bonus Giovani’, lo stesso è riconosciuto per un periodo massimo di 24 mesi, il ‘Bonus Donne’ è riconosciuto per un periodo massimo di 24 mesi dalla data di assunzione, ad eccezione dei datori di lavoro che assumono donne ovunque residenti e occupate nelle professioni o settori con un’elevata disparità occupazionale di genere per i quali l’esonero spetta per un massimo di 12 mesi dalla data di assunzione. Nel caso di assunzione di donne vittime di violenza l’esonero spetta per 24 mesi in caso di assunzione a tempo indeterminato, fino a 12 mesi in caso di assunzione a tempo determinato e per complessivi 18 mesi in caso di trasformazione da contratto a termine a contratto a tempo indeterminato”.

Bergamo, Via Mazzini 4 - Tel. 035 2286999 - info@studiobnc.it

Grumello del Monte (BG), Piazzetta Don Geremia Rota 18 - Tel. 035 832026 - info@studiobnc.it

Treviglio (BG), Viale A. De Gasperi 14 (scala G) - Tel. 0363 419330 - info@studiobnc.it

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FUOCHI DI PAGLIA

di Giorgio Paglia

L’INVIDIA SOCIALE

Alla fine di giugno il miliardario Jeff Bezos, patron di Amazon con una ricchezza personale stimata in circa 230 miliardi di dollari, è convogliato a nozze in quel di Venezia. È stato il matrimonio più glamour dell’anno e in laguna sono arrivati tanti vip dal mondo. Con loro si è generato sul territorio un indotto di centinaia di milioni di euro, oltre ai 3 milioni di euro donati personalmente dal magnate al Comune di Venezia. Non parliamo del ritorno di immagine planetario che l’evento ha regalato all’intera città. In questo caso si parla di un beneficio nei prossimi anni vicino al miliardo di euro. Ma siamo in Italia e purtroppo non sono mancate le proteste dei soliti contestatori a prescindere che, invece di ringraziare, hanno inscenato le classiche pagliacciate di chi è roso dall’invidia.

Già l’invidia, un difetto di cui gli italiani sono particolarmente permeati da tempo immemorabile.

Cominciamo col dire che Bezos, uno che da piccolo fu adottato, che si è fatto dal niente partendo da un garage e che all’inizio era stato persino ridicolizzato per le sue idee innovative, ha semplicemente affittato cose che la città di Venezia ha da sempre reso disponibili per tutti quelli che ovviamente se lo possono permettere. Inoltre, la città di Venezia, non ha un vero e proprio proprietario fisico, infatti i residenti serenissimi possono solo vantare la proprietà di un appartamento o di una casa, ma il resto del territorio è pubblico e quindi è di tutti gli italiani, anche se comunque amministrato dai politici veneti. Dal 1987 Venezia e la sua laguna sono state dichiarate anche patrimonio mondiale dell’Unesco, non dei “No Bezos”. Quando viaggiavo in Cina, a Hong Kong, i locali mi dicevano che se vedevano passare una Ferrari loro si domandavano che lavoro facesse il tizio a bordo per poi poterlo emulare e ottenere gli stessi risultati. Se un italiano vede nelle nostre strade transitare una Ferrari, fin da subito fa solo due pensieri: 1) il tipo ruba o evade, 2) l’ha presa a rate e deve ancora pagarla. Cari signori, questa è semplicemente l’invidia sociale! Un fenomeno complesso che può definirsi come un sentimento di risentimento e di ostilità verso le persone che hanno successo, o che possiedono qualcosa che gli altri desiderano, ma che in realtà non hanno.

Gli invidiosi non solo appalesano una sensazione di disagio e di fastidio quando vedono qualcuno che sta meglio di loro, ma non perdono occasione per denigrare, calunniare e infangare chi ha fatto fortuna. Perché oggi se non si appartiene ad un certo tipo di comunità arcobaleno o di pensiero woke, si è coperti di insulti per poi essere emarginati dal nuovo comune sentire.

E così l’invidia sociale, contorcendo un pensiero che dovrebbe essere oggettivamente lineare (come direbbe qualcuno di sinistra), contribuisce a creare una società più divisiva, più conflittuale e perciò meno solidale, soprattutto in un mondo comunicativo dove l’apparire è più importante dell’essere. Così l’invidia diventa un male che inquina i popoli e i governi. Troppo spesso dinanzi al successo, come quello di Amazon, e alla realizzazione di una persona, come Bezos, anziché ammirare questi successi e usarli come fonte di ispirazione lavorativa e economica, li odiamo e li ergiamo a male assoluto. Ma vi ricordate cosa è riuscita a fare Amazon, e il network collaterale che ha saputo creare, durante il lock down da Covid nel 2020? Nei due mesi e mezzo di totale e assurda segregazione degli italiani in casa, quali sarebbero stati i risvolti, anche psicologici, nel non poter acquistare nemmeno un medicinale, un prodotto d’igiene o un libro? Comunque tutti gli invidiosi che non sono d’accordo con queste riflessioni, hanno un sistema formidabile per impoverire Bezos: non acquistare più da Amazon, infilarsi in macchina, mettersi in coda per andare in centro, spendere 10 € di posteggio, entrare nei negozi, pagare il prodotto di più, fare la fila alla cassa e tanti saluti a tutti. Belli e brutti!

Alla prossima e in alto i cuori leggeri.

Anche su: Twitter:@Fuochidipaglia Instagram:@fuochidigio

SERENELLA BARBIERI

L’ECCELLENZA NELLA DANZA

Nel cuore di Ranica, vicino a Bergamo, sorge la scuola di danza

Attitude di Serenella Barbieri, un punto di riferimento per tutti gli appassionati di arte coreutica. Con un ambiente accogliente e uno staff di insegnanti qualificati, la scuola propone un percorso formativo che unisce tecnica, espressività e passione. Che tu sia un principiante o un danzatore esperto, la scuola di Serenella rappresenta il luogo ideale per coltivare il proprio talento e scoprire la magia della danza.

Ricordo ancora con vivida emozione i miei primi passi nella scuola di danza di Serenella, era un luogo magico, tant’è, che ho deciso di incontrarla, dopo tanto tempo, in questa veste di giornalista

Raccontaci la tua passione, cosa ti ha avvicinato al mondo della danza? Qual è stato il tuo percorso?

“La mia passione è iniziata da quando ero bambina ascoltando sempre la musica classica con mia mamma che studiava pianoforte. Inizialmente, interpretavo i miei balletti ascoltando la musica col giradischi, dopo di che, chiesi a mia mamma di iscrivermi ad una scuola di danza. Mi sono formata con la scuola di danza del Teatro Donizzetti, e come avrvoinsegnante Rita Checcolin, che fu prima ballerina della Scala di Milano. Mi sono poi diplomata alla Royal Academy di Londra, specializzandomi nell’insegnamento con metodo RAD. In parallelo mi sono laureata in scenografia all’Accademia Delle Belle Arti di Brera e ciò mi ha aiutata a creare dei grandi fondali, al tempo ancora dipinti a mano, per i miei balletti. Mi sono, inoltre, sempre tenuta al passo con corsi d’aggiornamento”.

Cosa ti gratifica ancora oggi di questa professione da insegnante?

“Dopo tanti anni, la cosa che mi gratifica di più, è il poter trasmettere un’arte alle bambine di oggi che diventeranno poi donne e mamme a loro volta, mi capita spesso di insegnare a figlie di mie ex allieve. Le accompagno dall’età dei tre anni fino all’università e alcune anche oltre. Mi appassiona tanto la formazione della persona a livello educativo e artistico”.

Secondo te, gli stereotipi dell’uomo che fa danza sono andati esaurendosi o sono rimasti forti?

“Secondo la mia opinione, sono andati un po’ esaurendosi, anche se non del tutto. Ci sono tanti ragazzi che studiano danza e tanti genitori che incoraggiano i propri figli a studiare questa disciplina. Ho avuto ragazzi che sono entrati in accademie importanti, qualcuno ha passato la selezione anche alla Scala. Dipende molto dalle famiglie, sono loro i primi a farli approcciare a questo mondo. Devo dire però, che sta diventando molto più comune vedere bambini e uomini ballare”.

Che target di età frequenta la scuola? Quale tipo di danza piace alle diverse fasce d’età?

“Partiamo con corsi di danza per bambine dei tre anni fino ad arrivare all’età adulta e abbiamo anche, corsi per non più giovani e frequentano la mia scuola anche persone di cinquant’anni. Le bambine, fino alle scuole elementari, praticano danza classica, le incoraggiamo noi per avere una base solida, dopodiché, possono scegliere di affiancare altri stili di danza. Le fasce più alte di età frequentano molto anche Heels e danza aerea. Gli adulti possono frequentare anche un corso di danza classica per la loro età”.

Ci sono nuove tendenze e nuovi stili?

“Assolutamente sì, ci sono nuovi stili come Heels, la danza sui tacchi, uno stile nuovo ma che piace molto, le ragazze si divertono e questo stile, migliora il portamento e la raffinatezza. Per come la intendo io e per come lo proponiamo, non ti rende più volgare ma più sensuale e femminile.

Abbiamo, inoltre, un’insegnante che ha portato la danza aerea a Bergamo, la nostra scuola è stata la prima ad insegnare questo nuovo stile undici anni fa. Per chi si approccia a questa danza, è come vedere la realtà da un’altra prospettiva e le ragazze, vivono la loro individualità in uno spazio sospeso lontano da un mondo quotidiano, è una danza che sviluppa molto anche l’autocontrollo, poiché lassù, non puoi sbagliare un movimento. Ci sono poi, dei generi nuovi di hip-hop”.

Qual è la tua opinione rispetto a metodi d’insegnamento estremi legati al mondo del professionismo? “Non c’è un metodo migliore di un altro, ci sono metodi diversi, alcuni più rigidi. Il metodo Vaganova, quello russo è quello più rigido, ha una selezione molto antica, le bambine vengono fin da subito messe sulla bilancia, vengono misurate perché devono rispettare degli standard. Non credo però, ci sia un giusto e uno sbagliato, ci sono grandi ballerine formate con questo metodo. Noi insegnati formati con metodo RAD veniamo spesso affiancati da studi di psicologia della crescita, in modo tale che venga salvaguardato molto l’aspetto umano e mentale cercando di portare nella crescita sana l’individuo che si avvicina alla danza”.

SERENELLA BARBIERI

In conclusione, l’incontro con Serenella Barbieri ci ha permesso di scoprire l’essenza di Attitude, la scuola di Ranica che continua ad ispirare e formare generazioni di giovani talenti. Le sue parole riflettono la passione e la dedizione che hanno reso speciale questo luogo, un punto di riferimento dove l’arte si intreccia con la crescita personale. Per chi, come me, ha avuto il privilegio di viverla da bambina e adolescente, Attitude rimane un ricordo indelebile fatto di emozioni, insegnamenti e sogni coltivati con grazia e determinazione.

LaRoyalAcademyofDanceutilizzaun metododiinsegnamentobenpreciso che è utilizzato in tutto il mondo per formareimiglioriballeriniedimiglioriinsegnantiperdarlorol'opportunità didiventaredeiprofessionistiedi lavorareconlemiglioricompagniedi danza a livello mondiale.

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POLITICANDO

ERA GIÀ TUTTO PREVISTO

Insomma una parte del mondo non vuole capire, o fa finta di non capire, ciò che sta accadendo davvero. Avevamo detto che Giugno 25 sarebbe stato un momento particolare per ciò che stava accadendo ormai da alcuni anni, dalla guerra in Ucraina al Medio Oriente ai Brics, all’Africa in fermento, passando dalla Libia via Siria e soprattutto Iran. Abbiamo fatto finta di non capire cosa stava facendo la Turchia con il despota ottomano, ma soprattutto abbiamo lasciato agire in modo indisturbato la Cina, che, grazie all’alleanza con la Russia e la connivenza dell’India ha ormai conquistato il mondo (economicamente) distruggendo le economie africane e costringendoci a modificare quelle occidentali soprattutto Europee, ingolosite anni fa dalla delocalizzazione e dai guadagni facili; un’azione che si è dimostrata autodistruttiva per il Vecchio Continente. Con l’arrivo di Trump tutto questo è stato messo in discussione, soprattutto dopo l’evento dell’Ottobre di due anni fa, in Israele. La connivenza dei governi democratici americani è palese con tutto ciò che abbiamo scritto qui sopra, dalla “stimolazione” alla guerra in Ucraina, alle falsità della conduzione della stessa per circa due anni. Il governo americano di Trump ha deciso di porre fine a questo sbandamento che stava drogando i mercati e le stesse democrazie, partendo proprio da quella a stelle e striscie. Con il metodo del bastone e della carota, ha iniziato a minacciare ritorsioni daziali, mettere a nudo ciò che per loro non andava bene e di conseguenza agire. Stop guerra in UKR; dialogate o io mi faccio i fatti miei. Non si parlano? E allora noi facciamo accordi per le terre rare che siano a noi super favorevoli e intanto gli vendiamo le armi. Voi continuate pure a crepare e, soprattutto, questa è una grana che dovete sbrogliare voi europei che avete tradito gli accordi garantiti dalla Merckel. Non ci riuscite? Peccato per voi, se ci volete ancora, a noi Yankee, pagate il 5% del Pil per le spese militari Nato perchè noi ce ne disinteressiamo… Sono 10 anni che vi chiediamo di: 1) pagare le quote ONU che non pagate, 2) pagare le quote OMS che non pagate, 3) pagare

le quote Nato che non pagate e non equilibrate con investimenti secondo necessità 4) pagare le quote per gli accordi Ecologici, che non pagate…. 5) ridiscutiamo dei Dazi perché Voi, il resto del mondo, alla fine fate pendere il piatto della bilancia dalla vostra parte. Oltre a ciò avete connivenza con il terrorismo islamico internazionale, triangolate via Turchia ciò che non potrebbe arrivare agli Stati Canaglia, tollerate Hamas e

il terrorismo interno medio orientale e nulla fate, con l’ONU, per fronteggiare il problema.

Anzi è stato dimostrato che proprio in Libano si stava dalla parte di Hammas, si sapeva dei tunnel sotto gli ospedali e sono stati liberi di farli “in barba a tutti”. Peacekeeping non significa girare la testa dall’altra parte come fecero i caschi blu olandesi nella guerra in Yugoslavia permettendo il massacro e la pulizia etnica di 8000 persone in Bosnia. Luglio 1995, cioè trenta anni fa, la Storia si ripete ora a Gaza. Anche noi italiani abbiamo le nostre colpe, ma obbediamo agli ordini, per cui i colpevoli sono i vertici del Palazzo di vetro.

La proiezione cartografica cilindrica, nota come proiezione di Mercatore.

di Maurizio Maggioni

Ora non si può più andare avanti così, dopo l’aggressione ad Israele non giustificata, con tanti paesi che oggi, oltre ai primi firmatari, vogliono aderire ai Trattati di Abramo come Siria, Emirati Arabi, Libano etc etc, il popolo Palestinese deve prendere una decisione ed organizzare la propria resistenza per sconfiggere dall’interno il loro male. Un male che loro stessi fagocitati dall’Iran, hanno creato contro se stessi. Il Libano non li vuole, la Giordania nemmeno, la Siria lascia libero il proprio spazio aereo agli Israeliani, i Russi fingono di essere indignati ma non muovono un dito, i Turchi guadagnano su ogni cosa e l’ONU non sa nemmeno distribuire i viveri perché ha funzionari corrotti e perché Hammas li usa come ostaggio e ricatto.

I morti durante la distribuzione dei viveri da parte delle organizzazioni private israelo-americane sono per il 70% provocati dai guerriglieri di Hammas, il resto sono i cosiddetti danni collaterali. Allora Israele è giustificato a difendersi ed agire, facendo una guerra di territorio e trincea, scovando ed annientando questo cancro ormai non sopportato e supportato da nessuno, come il Qatar, per esempio, che si è sfilato ed ospita i colloqui di pace sul proprio territorio, ma solo dall’Iran. Chiediamoci il perché. Nemmeno più il Pakistan e l’Afganistan li difendono e li accettano. Ecco che allora si dà una lezione al paese degli ayatollah e gli si fa capire, in 12 giorni, che ci vuole poco a farla finita con loro (gli americani lo aspettano dal ‘79), ma non si può destabilizzare drasticamente quella zona.

Colpi sicuri contro gli alleati dell’Iran, silenzio moscovita e cinese, tutto il resto del mondo pro-palestina urla al genocidio, ma nulla fa per portare e supportare una vera democrazia in Palestina. Guarda caso, chi urla ma nulla fa è la sinistra mondiale, oltre alla nostra domestica. Spiacevole a dirsi, ma loro devono perdere questa guerra ed i terroristi antidemocratici devono arrendersi mentre il mondo, tutto, deve ricostruire una nuova Gaza e soprattutto far capire che la democrazia, anche se imperfetta, è l’unica scelta possibile per il mondo moderno. Un mondo non più ideologizzato dal Verde Ambientale falso e mistificatore, non più un mondo senza ideali o con ideali antistorici, WOKE, che non sono certamente rivoluzionari, bensì negazione della storia e della terra che ha sempre girato nello stesso verso e sempre sullo stesso asse. I Popoli sanno bene ciò che desiderano, sta ai governanti capirne in anticipo i sentimenti ed i cambiamenti in atto. In Europa questo non sta accadendo anzi, sempre mistificando, si fanno scelte culturalmente scorrette... Tutto ciò porterà all’implosione del sistema, così come lo abbiamo sempre conosciuto.

Mi fa paura vedere i giornalisti e nostri politici che consideravo “onorevoli” bravi e pragmatici, prendere delle posizioni avverse ai cambiamenti, posizioni solo ideologizzate senza pragmatismo alcuno, difendere l’indifendibile e negare l’evidenza dei fatti. Ed entro Natale tutto deve finire; non ci sono soldi per le armi in Ucraina, non ci sono più dubbi per ciò che deve avvenire in Palestina, dovremo rivedere la nostra posizione interna riguardo Israele, ma soprattutto dovremo riformare profondamente l’Unione Europea. Come? Potrebbe essere semplice : A) Il Regno Unito rientra in Europa ; B) Si organizza un programma comune di revisione della stessa UE, introducendo le novità e le necessità oramai identificate (qui un lungo elenco, magari per il prossimo articolo); C) La Commissione si dimette e si rivota per l’Assemblea con mandato specifico alle riforme identificate. Questo detterebbe il buon senso e, se avessimo dei governanti illuminati, organizzerebbero una seconda Jalta, magari a Roma, Caput Mundi.

“A dritta, a dritta” - vengo svegliato di colpo dal mio nostromo che urla e vede uno scoglio a un quarto di miglio. Chiedo non era segnato sulle cartine? Non saprei, stavo usando il GPS e Navigator, mi dice! Correggo la rotta, passo il fiocco, metto il vento in poppa e timono a farfalla, guardo la cartina dell’Istituto Geografico Militare, vedo il pericolo e guardo la costa, un porto sicuro c’è sempre, mai lasciare la rotta vera per quella incerta. Io mi fido solo di Mercatore. Buona Estate! (M.Maggioni)

Mercatore Gerardo nome italianizzato (attraverso la forma latina Mercator) di Gerhard Kremer (Rupelmonde, Fiandra Orientale, 1512 - Duisburg, Renania Settentrionale-Vestfalia, 1594) matematico e geografo fiammingo. Nato Kremer, che in olandese significa “mercante”, in età adolescenziale decise di sostituire il cognome originario con l’equivalente latino “mercator”, poi italianizzato in “Mercatore”. Frequentò per due anni corsi umanistici e filosofici presso l’università di Lovanio, ma li abbandonò nel 1532, prima di conseguire il massimo titolo di studio, trovandosi in disaccordo con l’impostazione aristotelica dell’insegnamento impartitogli. Si dedicò quindi ai viaggi, maturando l’interesse per la geografia. Tornò a Lovanio nel 1534, per studiare matematica sotto la guida del poliedrico matematico, fisico e costruttore di strumenti Gemma Frisius (1508-55), e contemporaneamente entrò come apprendista nella bottega di un incisore e costruttore di strumenti di precisione. Questa duplice attività gli consentì di affermarsi come creatore di mappamondi e di carte geografiche, pubblicate postume con il nome di Atlas, da cui derivò il nome (atlante) di tutte le successive raccolte di carte geografiche. A lui si deve il primo planisfero terrestre che rappresenta correttamente l’estensione del continente americano (1538). Arrestato con l’accusa di eresia, forse a causa delle sue simpatie per Lutero, fu torturato, ebbe la casa perquisita e i propri beni sequestrati, ma nulla fu trovato a suo carico. Riuscì così a sfuggire alla condanna a morte. Nel 1552 si stabilì a Duisburg, dove, approfittando del fiorire degli studi in vista della imminente fondazione di una nuova università, lavorò come cartografo e insegnante di matematica. Nel 1564 fu nominato cosmografo di corte dal duca Wilhelm di Cleve. Mercatore rivoluzionò la cartografia adeguandola alle nuove scoperte geografiche e introducendovi un nuovo tipo di proiezione del globo terrestre sul piano; questa proiezione, che da lui ha preso il nome, ha la particolarità di riprodurre i paralleli e i meridiani come segmenti di retta e di conservare inalterate le relazioni angolari. La proiezione cilindrica di Mercatore venne universalmente adottata per la compilazione di carte nautiche in quanto, a differenza delle precedenti, consentiva di individuare la rotta migliore tra due punti semplicemente congiungendoli con un segmento.

IL PROGETTO CASTAGNETA16 NASCE CON L’AMBIZIONE DI REALIZZARE UN COMPLESSO RESIDENZIALE DI ELEVATA QUALITÀ SIA ARCHITETTONICA SIA AMBIENTALE, PERFETTAMENTE INSERITO NEL CONTESTO NATURALISTICO DEL PARCO DEI COLLI DI BERGAMO, IN UNA POSIZIONE DAVVERO PRIVILEGIATA: IMMERSO NEL VERDE E NELLA QUIETE, A POCHI PASSI DA CITTÀ ALTA E A POCHI MINUTI DAL CENTRO DI BERGAMO

L’intervento prevede la realizzazione di sei unità abitative di pregio, distribuite su due livelli fuori terra, con autorimesse e spazi accessori al piano interrato. Ogni unità gode di ampie superfici, soluzioni architettoniche curate, balconi profondi o giardini privati, e soprattutto una straordinaria flessibilità compositiva e progettuale.

Il sogno di vivere lontani dallo stress ma a due passi da tutto quello che vi può servire in una dimora pensata prima di tutto per il benessere di chi la abiterà, con soluzioni tecnologicamente avanzate per una completa e sostenibile integrazione nell’ambiente.

ILARIA NEW PRESIDENT

DOPO GLORIA ZAVATTA, UN’ALTRA

DONNA ALLA GUIDA DI CESVI. L’OBIETTIVO DEL NUOVO MANDATO È RAFFORZARE L’IMPATTO, L’AUTOREVOLEZZA E LA CAPACITÀ DI INNOVAZIONE DELL’ORGANIZZAZIONE NEL RISPONDERE ALLE GRANDI SFIDE

UMANITARIE GLOBALI.

Gloria Zavatta, presidente uscente di Cesvi, adesso è Sustainability & Legacy Director Fondazione Milano Cortina 2026

Passaggio di testimone in CESVI: l’organizzazione umanitaria italiana attiva in 28 Paesi nel mondo, annuncia con entusiasmo la nomina di Ilaria Dallatana a nuova Presidente della Fondazione. Manager televisiva e imprenditrice di spicco nel settore dei media e della comunicazione, Dallatana porta in CESVI un bagaglio trentennale di esperienza manageriale, capacità strategiche e una personale vocazione alle tematiche sociali ed umanitarie.

Nata a Parma il 10 giugno 1966, laureata in Lettere Moderne all’Università Cattolica di Milano, Dallatana inizia la sua carriera nel reparto marketing di Mediaset, per poi trasferirsi a Madrid e contribuire alla riorganizzazione di Telecinco. Tornata in Italia, assume il ruolo di responsabile delle produzioni per le reti Mediaset (Italia Uno e successivamente Canale 5). Nel 2001 co-fonda Magnolia, la casa di produzione che ha lanciato format di successo tuttora in onda sulle principali reti nazionali. Nel 2016 diventa direttrice di Rai 2. Nel 2020 fonda Blu Yazmine, casa di produzione recentemente acquisita da Eagle Pictures. Oltre al suo percorso imprenditoriale, Ilaria Dallatana ha sempre mantenuto uno sguardo attento verso il mondo culturale e del Terzo Settore: è stata membro del Consiglio di amministrazione della Fondazione Teatro Regio di Parma (2017–2022) e dal 2022 fa parte dell’Assemblea dei membri ad honorem di CESVI.

“Sono onorata di assumere la presidenza di CESVI” ha dichiarato Dallatana. “In un’epoca segnata da conflitti sempre più estesi, crisi climatiche senza precedenti e disuguaglianze crescenti, il ruolo delle organizzazioni umanitarie è più che mai cruciale. Eppure, proprio in questo momento, il mondo delle ONG sta attraversando una fase di profonda trasformazione e difficoltà: la contrazione dei fondi, l’aumento delle restrizioni operative e la crescente sfiducia nei confronti della cooperazione internazionale rendono ancora più urgente rafforzare credibilità, impatto e trasparenza. Mi impegno a guidare CESVI con passione e responsabilità, valorizzando la sua storia e la sua capacità di innovare per rispondere ai bisogni delle persone più vulnerabili.

Credo nella forza della solidarietà e nella capacità del Terzo Settore di contribuire in modo concreto a costruire un futuro più giusto e sostenibile per tutti. Da parte mia - prosegue Dallatana, dopo tanti anni passati a cercare di catturare l’attenzione del pubblico con temi più leggeri, ho maturato la convinzione che la sensibilità delle persone può essere superiore a quello che normalmente diamo per scontato. Confido che esista una vera possibilità di accogliere, da parte dei più, un messaggio di solidarietà e di impegno verso chi ne ha bisogno”. L’Assemblea dei Foci fondatori di CESVI ha eletto Ilaria Dallatana nuova Presidente, certa che la sua leadership rappresenterà un valore aggiunto per rafforzare l’impatto delle attività della Fondazione, sia a livello nazionale che internazionale. Ilaria Dallatana subentra a Gloria Zavatta Presidente dal 2018 al 2025, che tutta CESVI ringrazia per l’impegno, la dedizione e la visione con cui ha guidato l’organizzazione in anni complessi e cruciali.

Fondazione CESVI è un’organizzazione umanitaria laica e indipendente nata a Bergamo nel 1985. Da 40 anni porta il cuore, la generosità e l’operosità degli italiani nelle emergenze e nei luoghi più poveri del mondo attraverso progetti di lotta alla fame e alle grandi pandemie, per la tutela delle persone e dell’ambiente. CESVI agisce fornendo strumenti e competenze affinché le popolazioni aiutate possano diventare artefici del proprio futuro. Premiata tre volte con l’Oscar di Bilancio per la trasparenza, è parte del network europeo Alliance2015. Per info: www.cesvi.org

IVAN IL BRILLANTE

IVAN, era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stone. Sì anche, ma più di ogni altra cosa, lui, amava i brillanti. C’era nato in mezzo, ne aveva studiato le profondità in chimica e in fisica, adorava la luce che si rifletteva negli occhi emozionati di chi si trovava davanti ai “suoi” brillanti.

Ivan Consoli, gioielliere figlio d’arte, era un ragazzo esuberante e la sua grande vitalità lo ha portato a vivere una vita tutta di corsa. Non stava mai fermo. Lo conobbi quando era scoppiata la moda-mania dell’orologio di lusso e chi poteva spendere faceva a gara a sfoggiare il cronografo complicatissimo, l’ultimo modello, di Piaget, Audemars Piguet, Muller… che poi non avrebbe mai indossato… Ivan era un grande conoscitore della materia e fu lui a portare a Bergamo grande nomi dell’orologeria Svizzera che stavano vivendo, in quegli anni da bere, una vera epopea d’oro. Nomi sconosciuti ai più, orologi per veri cultori della materia, diventarono di colpo il miraggio di ognuno, ma anche il regalo preferito a Natale. Era un abilissimo commerciante e furono anni di grandi soddisfazioni. Ma la sua vera passione rimanevano sempre e comunque i brillanti. Un giorno capitò in redazione per una delle sue prime inserzioni con una copertina con lui al microscopio intento ad osservare la purezza di un diamante. Per farmi capire quanto amasse quelle pietre, tolse dalla tasca un piccolo sacchetto che pensavo contenesse dei confetti. Aprì il laccio che lo teneva chiuso e sparse, sul tavolo di cristallo davanti al quale eravamo seduti, una manciata di diamanti di varie grandezze dai quali si riflettevano tutte le luci della redazione in un magico luccichio. Il suo colpo di genio fu l’invenzione dell’anello che diventava bracciale e poi ritornava un anello. Un trama perfetta di oro e brillanti che, dalle dimensioni giuste per stare al dito, si espandono fino a poter avvolgere il polso. Una magia, una meraviglia che incanta, che diventò la sua fortuna e lo fece conoscere in tutto il mondo. Te ne sei andato presto e hai lasciato in chi ti ha voluto bene il grande rimpianto di non averti avuto abbastanza.

LA

RESTERÀ PER SEMPRE

Geniale e visionario, è stato capace di dar vita a un percorso rivoluzionario nel mondo dell’alta gioielleria, attraverso progetti innovativi e un approccio di pensiero fuori dagli schemi. Con l’anello che diventa bracciale ha portato nel contesto del lusso un concept mai visto prima, in grado di fondere la grandezza dell’alta manifattura orafa italiana con l’ingegneria e l’alta tecnologia.

Sotto la guida di Ivan Consoli, nel corso degli anni il brand Serafino Consoli ha progressivamente conquistato i mercati internazionali con oltre 250 concessionari in tutto il mondo: dall’Europa agli Stati Uniti, dal Middle East fino alla recente introduzione in Australia e area Pacifico.

A ennesima testimonianza del suo pensiero fuori dagli schemi, Ivan aveva ancora una volta stupito il mercato con la sua ultima campagna di comunicazione dando vita al film manifesto “The shape of life”, una vera e propria opera d’arte cinematografica che è attualmente in corsa in diversi concorsi cinematografici internazionali.

Il suo spirito, le sue intuizioni e la sua vision pionieristica resteranno per sempre a fondamento di Serafino Consoli e guideranno la famiglia Consoli nel cammino verso il futuro e gli orizzonti tracciati dalla sua opera senza tempo.

Il ricordo dei collaboratori sul sito della sua azienda

TELMOTOR: DETTO FATTO VOLONTARIATO IN ORARIO DI LAVORO

33 DIPENDENTI COINVOLTI, OLTRE 150 ORE DONATE, 5 ASSOCIAZIONI SOSTENUTE: LA 1^ EDIZIONE DI “DETTO-FATTO” PORTA LA COMMUNITY TELMOTOR SUL TERRITORIO

Si è appena conclusa la prima edizione di “Detto-Fatto”, promossa da Telmotor per offrire ai propri collaboratori la possibilità di fare volontariato in orario di lavoro presso alcune realtà del Terzo Settore, da anni sostenute dall’azienda attraverso l’iniziativa di responsabilità sociale Community Telmotor. Nata sulle orme dello spirito filantropico dei fondatori, la Community rappresenta oggi un ponte attivo tra impresa e territorio, costruendo relazioni solide con le organizzazioni non profit locali. La proposta, rivolta a tutti i dipendenti dell’azienda, è stata accolta con grande partecipazione da subito: in nove giornate di attività, distribuite lungo il mese di giugno, oltre 30 collaboratori Telmotor si sono messi a disposizione di diverse organizzazioni non profit, donando complessivamente 165 ore del proprio tempo a sostegno delle comunità locali.

“Quando, quasi dieci anni fa, è nata Telmotor Community ci eravamo posti l’obiettivo di «uscire dall’Azienda» per conoscere il territorio a noi più prossimo, creando una connessione di valore tra il dentro e il fuori: da allora, abbiamo accompagnato oltre 160 realtà nella loro crescita. Quest’anno abbiamo scelto di dare sistematicità a un sentire diffuso orientato alla solidarietà, alla condivisione e all’impegno civico, compiendo un passo in più: la strutturazione di un percorso, durante il quale le diverse filiali si sono passate il testimone, raggiungendo l’Orto di Cascina Mensi gestito da Fobap Onlus a Montirone (BS), la cartoleria solidale di Antares a Bergamo, la Fattoria di Casa dei Ragazzi, IAMA Onlus a Olgiate Molgora (LC), il Centro Diurno di Agespha a Bussolengo (VR) e AGBD – Associazione Sindrome di Down ETS a Verona”, ha spiegato Francesca Caironi, People & Organization Manager di Telmotor.

“Detto-Fatto” ha offerto ai dipendenti la possibilità di entrare nella vita delle Associazioni, affiancando gli utenti e lavorando fianco a fianco con gli operatori qualificati che ogni giorno lavorano nei servizi, prendendosi cura delle persone fragili e/o con disabilità e delle loro famiglie.

“Abbiamo passato una mattinata nei campi insieme ai ragazzi della comunità, aiutandoli nella raccolta e pulizia delle patate. È stato un momento semplice ma molto autentico, che ci ha permesso di uscire dalla nostra routine” racconta con entusiasmo Simone Gamba, che ha prestato il suo tempo a Fobap Onlus, cooperativa che gestisce servizi educativi e sociosanitari per persone con disabilità psichica e intellettiva, promuovendo percorsi di autonomia e inserimento lavorativo attraverso attività agricole presso l’Orto di Cascina Mensi. “Mi è piaciuta molto la concretezza del progetto e quello che mi ha colpito maggiormente è stata l’energia positiva che si respira quando si entra in contatto con le persone della comunità”.

L’iniziativa, che proseguirà nella seconda parte dell’anno, ha permesso di sperimentare il valore della prossimità e il senso profondo dell’agire collettivo, capaci di generare impatto positivo sia all’interno che all’esterno di Telmotor, come racconta Mattia Falduto, che ha partecipato all’attività di volontariato presso Casa dei Ragazzi IAMA Onlus, realtà che accoglie persone con disabilità promuovendone l’autonomia attraverso progetti di vita inclusivi: “Quando mi è stato presentato il progetto mi ha profondamente colpito la frase ‘La somma per fare la differenza’ che non è soltanto uno slogan, ma un principio che dà valore a ogni piccolo passo che compiamo. È l’idea che mettendo insieme persone, energie e intenti si possano costruire progetti davvero significativi.” Un’esperienza che si è tradotta in un forte coinvolgimento personale: “Ho trascorso una mattinata insieme ai miei colleghi all'insegna della serenità, ma ciò che davvero ha toccato il mio cuore sono stati i sorrisi genuini dei ragazzi, pieni di forza e di fierezza. Un mio grande desiderio è che ogni collaboratore di Telmotor viva una di queste esperienze, per toccare con mano quanto il nostro impegno sociale sia ormai parte essenziale della nostra identità”. “Detto-Fatto” rientra nelle progettualità della Community Telmotor, uno dei pilastri identitari dell’azienda, che negli anni ha saputo catalizzare energie e visioni attorno a percorsi di valore condiviso, welfare e sostegno al territorio.

“In un’epoca in cui tutti noi abbiamo poco tempo, ‘Detto-Fatto’ ha rappresentato per molti un tempo trovato: prezioso, inaspettato e dedicato agli altri. Crediamo da sempre che le persone siano il centro e Detto Fatto è un’ulteriore conferma del valore dei nostri collaboratori - conclude Caironi. Il loro entusiasmo ci incoraggia a fare di più e meglio, verso una cultura aziendale sempre più attenta, inclusiva e sostenibile”

AUTODIFESA AL FEMMINILE

JURI AMBROSIONI, NOTO FIGHTER DI ARTI MARZIALI E PERSONAL TRAINER BERGAMASCO, DOPO IL GRANDE SUCCESSO DEL SUO ULTIMO CORSO DI AUTODIFESA PERSONALE GRATUITO A TUTTE LE DONNE, HA RECENTEMENTE ANNUNCIATO L’AVVIO DI UN CORSO, SEMPRE GRATUITO, DELLA DURATA DI UN ANNO

In un mondo dove la sicurezza personale è una priorità sempre più sentita, Juri Ambrosioni si distingue per il suo impegno concreto a favore delle donne. Nasce così, il corso di autodifesa completamente gratuito, dedicato ad esse. Un’opportunità preziosa per apprendere tecniche efficaci di difesa personale, in un ambiente sicuro e supportivo, guidate dall’esperienza e dalla passione di un professionista del settore. Il programma, che partirà da Settembre, nasce dalla volontà di offrire strumenti concreti per la sicurezza personale e la consapevolezza di sé. Abbiamo posto a Juri alcune domande per conoscere meglio la sua carriera e questo nuovo progetto.

Raccontaci chi sei e quello che è stato il tuo percorso, di cosa ti occupi e cosa ti ha avvicinato al mondo dell’autodifesa.

“Fin dalla tenera età ho praticato sport agonistici come basket, crossfit e mountain bike. Lo sport è sempre stata la mia passione e parallelamente le arti marziali che ho praticato sia in Italia sia all’estero. Attualmente, insieme a mia moglie, sono un imprenditore poiché ho un bar e diverse palestre in giro per la provincia e sono un personal trainer, mi occupo di allenare sia atleti professionisti, sia persone che si vogliono impratichire in forma dilettantistica”.

Cosa ti ha spinto a ideare un’iniziativa di questo tipo?

“Ho messo in piedi questo progetto dopo che abbiamo fatto un primo corso pilota nella mia palestra che, inaspettatamente, ha avuto molto successo. Dopodiché, insieme al comune, ho ideato l’ultimo corso di tre mesi, che ha raggiunto un risultato incredibile: 200 iscrizioni! Tutto ciò è stato chiaramente determinante, per l’ideazione di un corso gratuito di un anno, che è, in fin dei conti, il mio sogno da sempre, perché ho sempre avuto la volontà di dare la possibilità alle donne di imparare a difendersi e conoscere alcune tecniche utili nella quotidianità. La spinta decisiva me l’ha data mia moglie che mi ha spronato e ha creduto in me, dandomi la carica necessaria per mettermi al lavoro”.

AUTODIFESA AL FEMMINILE

Avendo fatto questo corso a Bergamo, pensi sia possibile replicare quest’esperienza in altri contesti?

“Io penso di sì, ho avuto già contatti per Milano e per alcuni comuni della provincia di Bergamo ma è ancora tutto da definire, però, in parallelo a questo corso che inizierà a Settembre, ho iniziato a collaborare con alcune aziende che hanno messo nel welfare aziendale, la possibilità di frequentare workshop e corsi gratuiti per donne. Ne ho già fatto uno con Italtrans che è ha riscontrato molto successo, perciò, non mi precludo alcunché in questo momento”.

Come si articola il corso?

“Il corso si articolerà con una progressione didattica, che segue i principi della cintura gialla di Krav Maga, verranno insegnate le basi della difesa personale con un occhio di riguardo all’ottica femminile, infatti, ho scelto di rivedere il programma smussando alcune cose che reputo non così efficaci per le donne. L’idea è quella di far conseguire alle donne che parteciperanno la cintura gialla in questa disciplina, quindi, ciò che viene considerato il primo step per imparare a difendersi”.

Quali nozioni una donna acquisisce partecipandoci?

“Le nozioni base che una donna acquisirà in questo corso sono: il saper affrontare uno scontro uno ad uno con l’utilizzo di colpi delle gambe e delle braccia Non ci sarà, nel primo anno, nessun tipo di lavoro a terra”.

Quali sono le aspettative di una donna che si iscrive e qual è il feedback avuto una volta concluso il corso?

“Questo dovremmo chiederlo, in primis, a loro. Devo dire, però, che i feedback che ho avuto nel corso di tre mesi, sono stati assolutamente tutti positivi, è stato emotivamente molto gratificante sentire le donne soddisfatte e felici; quindi, sono molto fiducioso per il nuovo corso, sono sicuro che avrà un successo ancora maggiore dal punto di vista didattico per chi lo frequenterà”.

Le donne si sentono più minacciate rispetto al passato e in quali contesti?

“La cronaca odierna, porta le donne a sentirsi molto meno sicure di quanto non lo fossero prima, c’è, però, una percezione diversa del pericolo rispetto al passato, c’è più coscienza. I pericoli sono, secondo me, aumentati in maniera limitata, ma c’è più consapevolezza del pericolo che una donna può correre”.

C’è un’esperienza più di altre, raccontata durante le lezioni, che ti ha lasciato particolarmente colpito in maniera negativa?

“Tutte le persone che hanno interagito con me durante questi tre mesi, mi hanno lasciato emotivamente qualcosa di molto bello, per me è stata una crescita umana e personale molto importante, tutte le 200 donne mi hanno arricchito; in particolare, una ragazza con la quale non avevo mai avuto a che fare direttamente, è venuta a fine corso, ed in modo molto gentile e pacato si è avvicinata e con le lacrime agli occhi mi ha ringraziato, perché da quando frequentava le lezioni aveva ‘aperto gli occhi’ e aveva capito alcune cose che prima non aveva notato nella sua relazione e quindi, la sua vita era migliorata; è stato uno dei momenti più emozionanti e gratificanti di questo corso”.

“Infine, vorrei ringraziare gli sponsor che hanno creduto fin da subito nel progetto e senza i quali non avrei mai potuto realizzare tutto ciò: Semeraro Arredamenti, Generali Bergamo Libertà, Metano Nord e Gruppo Avacos” - ha concluso Juri. In conclusione, partecipare a questo corso mi ha fornito strumenti pratici per gestire le situazioni potenzialmente pericolose e ha rappresentato un percorso motivante e di crescita personale. Consiglio vivamente a chiunque quest’iniziativa: non si tratta solo di imparare tecniche di difesa, ma di acquisire maggiore consapevolezza di sé e delle proprie capacità in ogni aspetto della vita.

Via Torino 13, Bergamo - Tel: 035 236048 - www.studiomediciassociatibergamo.it

PRIMA LA SALUTE INFORMAZIONI & CURIOSITÀ

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Dr. Haim Reitan Direttore Sanitario Studio Medici Associati

PARKINSON: PROGRESSI STIMOLAZIONE CEREBRALE

L’IA “VEDE” GRAVI MALATTIE CARDIACHE IN UN SEMPLICE ELETTROCARDIOGRAMMA

Uno strumento di intelligenza artificiale (EchoNext) è in grado di leggere in un semplice elettrocardiogramma (Ecg) una serie di malattie del cuore prima visibili solo con esami più complessi: è il risultato di un lavoro della Columbia University e NewYork-Presbyterian e reso noto sulla rivista Nature. Le cardiopatie come valvulopatie, cardiopatie congenite e altri disturbi che compromettono la funzionalità cardiaca, colpiscono milioni di persone nel mondo. Gli esperti hanno sviluppato uno strumento di screening basato sull’intelligenza artificiale, EchoNext, che analizza i dati di un normale Ecg per identificare i pazienti sospetti e indirizzarli ad altri esami. Nei primi test EchoNext ha identificato con precisione le cardiopatie strutturali dalle letture Ecg più spesso dei cardiologi, compresi quelli che hanno utilizzato l’intelligenza artificiale per aiutare a interpretare i dati. “EchoNext utilizza fondamentalmente il test più economico per rivelare malattie che i cardiologi non sono in grado di individuare dall’Ecg. Riteniamo che l’Ecg abbinato all’IA abbia il potenziale per creare un paradigma di screening completamente nuovo”, afferma l’autore Pierre Elias.

Il modello è stato addestrato su oltre 1,2 milioni di coppie di Ecg-ecocardiogrammi provenienti da 230.000 pazienti. In uno studio di validazione, lo strumento di screening ha dimostrato un’elevata accuratezza nell’identificare problemi cardiaci strutturali, tra cui insufficienza cardiaca dovuta a cardiomiopatia, valvulopatia, ipertensione polmonare e grave ispessimento del cuore. In un confronto diretto con 113 cardiologi su 3.200 Ecg, EchoNext ha identificato con precisione il 77% dei problemi cardiaci strutturali. Al contrario, i cardiologi che hanno effettuato una diagnosi con i dati Ecg hanno avuto un’accuratezza del 64%.

Per verificare l’efficacia dello strumento nel mondo reale, il team ha utilizzato EchoNext su quasi 85.000 pazienti sottoposti a Ecg che non avevano mai effettuato un ecocardiogramma. EchoNext ha identificato più di 7.500 individui (il 9%) ad alto rischio di patologie cardiache strutturali non diagnosticate. “Utilizzando la nostra tecnologia, potremmo essere in grado di trasformare i 400 milioni di Ecg annui nel mondo in 400 milioni di opportunità per lo screening delle cardiopatie strutturali e potenzialmente fornire un trattamento salvavita nel momento più opportuno”, afferma Elias.

La stimolazione adattativa per la malattia di Parkinson, nata in Italia nel 2013, arriva dopo 12 anni all’esame «di maturità» sulla rivista Nature e viene brillantemente promossa da una «commissione» di 21 esperti di tutto il mondo, che concordano nel prospettare un suo utilizzo clinico di routine entro al massimo 10 anni. Per il momento va ancora riservata a centri ad alta specialità perchè restano da chiarire principalmente due aspetti: uno tecnologico e uno clinico. Per capirci spieghiamo meglio di cosa stiamo parlando: nella malattia di Parkinson accanto alla terapia farmacologia che tenta di vicariare il neurotrasmettitore dopamina che si riduce per l’alterazione dei neuroni che la producono, esistono anche i cosiddetti trattamenti di neurostimolazione. Il principale è la DBS, acronimo di deep brain stimulation cioè stimolazione cerebrale profonda. Messa a punto per la prima volta negli anni ‘80 da Alim Louis Benabid dell’Università di Grenoble riattiva tramite microimpulsi elettrici i neuroni dopaminergici alterati dalla malattia. L’idea era giusta, ma aveva un difetto concettuale: inviava impulsi sempre uguali che non si adattavano a richieste di maggiore o minore attività muscolare che il paziente incontra nella giornata, ad esempio salire le scale o sedersi davanti alla TV. Nel 2013 Alberto Priori dell’Università di Milano l’ha migliorata pubblicando sul Journal of Experimental Neurology quella che da allora è nota con la sigla aDBS dove la a sta per adattativa in quanto questa versione sa adeguare continuamente la stimolazione alle esigenze del momento grazie a microelettrodi intracerebrali che la informano del lavoro che c’è da fare Per di più, potendo essere meglio calibrata, evita gli effetti collaterali della vecchia e rigida DBS: alterazioni della parola, cadute, discinesia, impulsività, fluttuazioni motorie, ecc.

SOVRAPPESO E OBESITÀ INVECCHIANO IL

CERVELLO, NEGLI UOMINI FINO A 2 ANNI IN PIÙ PER CHI HA TROPPI CHILI

Gli studiosi dell’università di Bologna hanno analizzato le risonanze magnetiche cerebrali di oltre 46mila persone osservando cambiamenti cerebrali che assomigliano a quelli iniziali della malattia di Alzheimer.

Un peso eccessivo, in particolare lo stato di sovrappeso o di obesità, è associato a un invecchiamento accelerato del cervello e a una maggiore atrofia cerebrale, in particolare tra gli uomini. E’ quanto emerge dal più ampio studio internazionale condotto finora sul rapporto tra peso corporeo e salute cerebrale. Pubblicato sulla rivista ‘eBioMedicine’, il lavoro ha coinvolto oltre 46mila persone in 15 progetti di ricerca. Gli autori hanno utilizzato avanzate tecniche di imaging cerebrale e algoritmi di apprendimento automatico per analizzare i casi di individui in sovrappeso o obesi, ma privi di diagnosi di deficit cognitivi. In particolare osservando decine di migliaia di risonanze magnetiche sono emersi cambiamenti cerebrali che assomigliano a quelli iniziali della malattia di Alzheimer. Negli uomini in sovrappeso il cervello appariva più “vecchio” di circa 8 mesi, mentre in quelli con obesità l’invecchiamento cerebrale era di circa 2 anni

L’obiettivo della ricerca era capire se l’eccesso di peso possa contribuire silenziosamente all’invecchiamento cerebrale o a una perdita di volume cerebrale simile a quella osservata nella malattia di Alzheimer. “Dall’analisi approfondita di questo ampio campione di risonanze magnetiche cerebrali, è emerso che c’è una connessione tra lo stato di obesità e l’invecchiamento del cervello: un fenomeno più marcato tra gli uomini che tra le donne, e con effetti che diminuiscono con l’avanzare dell’età”, spiega Filippos Anagnostakis, primo autore dello studio, affiliato ricercatore presso la University of Pennsylvania e la Columbia University, e neolaureato in Medicina dell’università di Bologna. Anagnostakis ha portato avanti la ricerca durante il suo percorso di studi all’Alma Mater, in collaborazione con studiosi di diversi atenei statunitensi, tra cui le università di Harvard e della California di San Francisco. “I risultati che abbiamo ottenuto - afferma - sono un’opportunità preziosa di riflessione: ci invitano a ripensare l’impatto dell’obesità non solo dal punto di vista estetico, ma anche in relazione alla salute cerebrale”.

TUMORE DEL SENO METASTATICO: UNA

NUOVA

TERAPIA ORMONALE RIDUCE

DEL 45% IL RISCHIO

DI PROGRESSIONE

L’Agenzia italiana del farmaco ha approvato la rimborsabilità di elacestrant nei casi di carcinoma mammario con una mutazione attivante del gene Esr1 che mostrano progressione della malattia

Nel 2024, in Italia, sono state stimate quasi 53.700 nuove diagnosi di tumore del seno, il più frequente in tutta la popolazione. Il carcinoma mammario positivo ai recettori ormonali e negativo per HER2 comprende circa due terzi di tutti i casi di questa neoplasia ed è più frequente nelle donne in postmenopausa. Lo standard di prima linea del trattamento della malattia metastatica ER+/HER2- è rappresentato dall’associazione della terapia endocrina con l’inibitore di CDK 4/6.

Nonostante l’efficacia di questo trattamento, l’esposizione prolungata alle terapie endocrine spesso determina l’insorgenza di diversi meccanismi di resistenza. Tra questi uno dei più frequenti è l’acquisizione di mutazioni a carico del recettore estrogenico ESR1, che si sviluppa in circa il 50% delle pazienti con carcinoma mammario avanzato. Come conseguenza dello sviluppo di questa mutazione, il tumore non è più sensibile al trattamento con inibitori delle aromatasi, rendendo necessaria la modifica del trattamento. Alcune delle nuove terapie ormonali sono state specificamente progettate per superare questo meccanismo di resistenza

Il via libera Aifa

L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha approvato la rimborsabilità di elacestrant per il trattamento di donne in postmenopausa, e di uomini, con carcinoma mammario localmente avanzato o metastatico positivo per i recettori degli estrogeni (ER+) e negativo per la proteina HER2 (HER2-), con una mutazione attivante del gene ESR1, che mostrano progressione della malattia in seguito ad almeno una linea di terapia endocrina comprendente un inibitore delle cicline CDK 4/6.

SCOLPIRE IN PIAZZA A PARATICO

DOPO L’EDIZIONE IN FORMA RIDOTTA DEL 2023, A PARATICO È TORNATA, CON GRANDE SUCCESSO, SCOLPIRE IN PIAZZA, LA MANIFESTAZIONE DIVENTATA

UNA TRADIZIONE CHE CON IL SUO PERCORSO

TRENTENNALE HA REGALATO AL PAESE UN MUSEO DI SCULTURA CONTEMPORANEA

Ogni volta il miracolo si rinnova sotto i nostri occhi. Le gradi lastre di pietra arenaria, scavate nella vicina e antica cava di Paratico, in pochi giorni si trasformeranno in opere d’arte che andranno ad arricchire il già incredibile museo all’aperto di quasi cento sculture disseminate per il paese che raccontano il percorso di un simposio biennale alla sua 16a edizione. Da oltre trent’anni, Scolpire in piazza ha visto arrivare a Paratico artisti provenienti da tutta Italia ma, come quest’anno, anche dall’estero.

Dopo la selezione dei bozzetti presentati a seguito del bando indetto dall’Amministrazione di Paratico, gli autori scelti, quattro uomini e una coppia, hanno ricevuto l’invito del sindaco Carlo Tengattini, che prevede la sistemazione logistica e la dotazione del “blocco” che dovrà essere lavorato e che ancora non è stato nè cavato dalla montagna, nè tagliato nelle misure indicate dagli autori. Di questo si occupa lo “sponsor” di questa manifestazione che vede in Beppe Ministrini, titolare della Cava di pietra serena di Paratico, il fornitore ufficiale della materia prima con la quale verranno realizzate le opere. Questo da sempre, da quando ad uno scultore amico venne l’idea di proporre al Comune il simposio, avendo dal Ministrini, allora era il padre, la pietra gratis.

Quest’anno una delle opere scelte è di dimensioni davvero importanti. Saranno due parallelepipedi alti tre metri, larghi uno e profondi almeno 30 cm, verranno affiancati ma nella parte interna delle due lastre sarà ricavata la sagoma che ricorda il lago d’Iseo. Tra le due sponde una perla di vetro luccicante come Montisola.

Le dimensioni hanno richiesto un lavoro sartoriale per tagliare a dovere e a misura i due blocchi portati poi sula scena della magia. Nessuno sa, tranne la giuria che ha scelto le opere, cosa apparirà da quei blocchi grigi e lunedì di buon’ora inizia la tenzone tra artisti e pietra. Una lotta che per alcuni si rivelerà forse più dura del previsto e che si combatte con l’ausilio di attrezzi elettrici o pneumatici e tanta fatica. Un po’ di polvere (contenuta da tendaggi allestiti ad hoc) non creerà disturbo ai visitatori incuriositi da quello che accadrà sotto i loro occhi. I cinque blocchi a poco a poco prenderanno la forma che nessuno ancora conosce e che si svela sotto i colpi di scalpelli e smerigliatrici.

A confrontarsi nel ring approntato all’esterno del Bosco dei Taxodi ci sono il coreano Yum Si Kwon, Gianpaolo Corna, Andrea Previtali, Gilles Vitaloni, francese, Cristina Mora e Alfred Kedhi albanese, chiamati a confrontarsi con un tema denso di suggestioni, tratto da un pensiero di Henry David Thoreau: “Un lago è il tratto più bello ed espressivo del paesaggio. È l’occhio della terra...”.

JAZZ & FLOWER PREMIER CUP

SECONDA TAPPA

ph. Sergio Nessi

Conclusa l’edizione estiva del torneo di Padel organizzato nel centro dell’ex calciatore Cristiano Doni dalle due manager bergamasche Elisabetta Giazzi e Francesca Fiorini conosciute con l’acronimo di “Jazz and Flower”. Un torneo inclusivo, aperto a donne e uomini, con l’accesso a due differenti livelli di complessità, dilettanti ed intermedi. L’obiettivo dell’iniziativa è promuovere lo sport come veicolo di benessere fisico e mentale e come contesto di networking dove creare connessioni di valore per il proprio business. È proprio questo lo spirito con cui gli sponsor sostengono l’iniziativa. A questa tappa hanno aderito Pratica24, agenzia di disbrigo pratiche amministrative, Dr. Fabio Toffanetti, specialista in medicina estetica e ricostruttiva, e Gym Tonic, studio di personal training e Mister Holiday di Curnasco. "Sono stata lieta di partecipare con la mia azienda, Pratica24, al JF SUMMER Pool Party come Partner dell’evento” - ha dichiarato Cinthya Boffi, fondatrice e titolare dello studio. “Abbiamo accolto con entusiasmo l’invito perché crediamo fortemente che lo sport sia un pilastro fondamentale per uno stile di vita sano e attivo, con benefici che si estendono ben oltre la sola forma fisica. In un contesto dinamico come quello di Bergamo, lo sport assume un valore aggiunto, trasformandosi in un'importante occasione di networking e connessione sociale. Partecipare a eventi sportivi permette di creare relazioni di valore, scambi di idee e la nascita di nuove opportunità di business, rafforzando il tessuto imprenditoriale locale in un ambiente sano e collaborativo. È stato per noi quindi un'occasione speciale, non solo per festeggiare l'estate, ma anche per celebrare un traguardo significativo: i nostri primi 10 anni di attività, in un contesto così vivace per brindare insieme ai successi passati e futuri”.

IN SINTESI:

LA PERLA DEL GARDA

NASCE DA UN’IDEA AMBIZIOSA: RIPORTARE LA VIGNA SULLE COLLINE MORENICHE DELLA NOSTRA AZIENDA AGRICOLA

LA NOSTRA STORIA

DOVE: Lago di Garda - Italia

CHI: Famiglia Prandini

VIGNETI: 48 Ettari nel rispetto dei protocolli della

certificazione Biologica e Sostenibile SQNPI

PRODUZIONE: 250.000 Bottiglie di Lugana, Garda, Valtenesi DOP – 1.500 Bottiglie di Olio EVO Garda Dop

La nostra storia ha radici che affondano in una consolidata passione per la terra e i suoi frutti. L’attività agricola tramandata di generazione in generazione dalla nostra famiglia, nel Veronese prima e poi a Lonato del Garda, è espressione di volti e storie che, con genuina semplicità, hanno scelto di dare il loro originale contributo al Made in Italy. I vini da noi prodotti, ciascuno con anima e carattere propri, raccontano chi ha portato in vigna e in cantina l’impegno e la creatività che rendono ogni bottiglia un’esperienza unica.

LA FILOSOFIA

Perla del Garda nasce da un’idea ambiziosa: riportare la vigna sulle colline moreniche della nostra azienda agricola. Le antiche stampe e le mappe catastali sono testimoni di una tradizione che riconosce la vocazione vitivinicola di questa terra sassosa e povera d’acqua. La filosofia di produzione si basa su un principio fondamentale: il vino si comincia a fare in vigna, rispondendo senza schemi fissi alle congiunture climatiche dell’annata con l’attenzione e la saggezza della nostra tradizione contadina. La raccolta a mano dei grappoli d’uva – da agosto a novembre – e la vinificazione a caduta rappresentano i due pilastri del nostro metodo di produzione. Abbiamo mosso i primi passi guardando alle caratteristiche del terreno e al microclima delle colline moreniche a sud del Lago di Garda: da questa realtà siamo partiti per selezionare le barbatelle, decidere il numero di piante per ettaro e il sistema di allevamento della vite. Nel tempo alle vigne nuove abbiamo aggiunto vigne con più di 30 anni per aumentare la complessità e l’originalità di espressione dei vini. La vendemmia viene svolta esclusivamente a mano, selezionando i grappoli e riponendoli in piccole cassette che vengono in breve tempo condotte in cantina.

I VIGNETI

Nel Comune di Lonato, lungo la strada che collega il paese al Santuario dedicato alla Madonna della Scoperta - fra Desenzano e Sirmione - si estende il nostro vigneto di circa 43 ettari dedicato alla produzione di vini Lugana e Garda DOP, mentre fra Padenghe e Soiano produciamo vini Valtènesi Chiaretto Riviera del Garda Classico DOP esclusivamente da uve biologiche e vecchie vigne della prestigiosa Famiglia Zuliani. La superficie complessiva è di 48 ettari in agricoltura biologica e sostenibile certificata EQUALITAS da Valoritalia, SQNPI e Biologico da Sidel.

LA CANTINA

Perla del Garda è una cantina su tre livelli, ideata per consentire la cosiddetta “vinificazione a caduta”. Al piano di arrivo delle uve procediamo alla selezione dei grappoli, alla pressatura soffice sottovuoto per le uve bianche e alla diraspatura per le uve rosse. Gli acini per i vini rossi e il mosto fiore per i bianchi riempiono a caduta i serbatoi in acciaio ubicati al piano sottostante, dove si svolge la fermentazione a temperatura controllata. I vini sono prodotti mediante processi e infrastrutture coerenti ai principi di sostenibilità con standard e modelli riconosciuti a livello internazionale in conformità alla specifica tecnica “MAKE IT SUSTAINABLE”.

INTERNI APRE HENGE A DUBAI

IMMERSO IN UNA LUCE DORATA

E AVVOLTO DA MATERIALI VIVI:

INTERNI DÀ FORMA AL NUOVO

PUNTO DI RIFERIMENTO DEL DESIGN DI HENGE A DUBAI

HENGE E INTERNI SI UNISCONO ANCORA UNA VOLTA PER DAR VITA A UNO SPAZIO IN CUI IL DESIGN SI TRASFORMA IN UN'ESPERIENZA DA VIVERE. IL NUOVO FLAGSHIP STORE DI DUBAI, CON VISTA SU PALM JUMEIRAH E BURJ AL ARAB, INCARNA PIENAMENTE LA VISIONE DI HENGE. GRAZIE AL KNOW-HOW DI INTERNI, LA FILOSOFIA DI HENGE PRENDE FORMA IN UN AMBIENTE IMMERSIVO, DOVE OGNI DETTAGLIO, DALL'ILLUMINAZIONE AI MATERIALI, RACCONTA UNA STORIA DI ELEGANZA, MAESTRIA ARTIGIANALE E PROFONDA SUGGESTIONE EMOTIVA

Quando il design incontra la visione imprenditoriale, nascono spazi pensati non solo per essere ammirati, ma vissuti. È il caso del nuovo flagship store di Henge a Dubai, un progetto che porta la firma e il know-how di Interni. Questa apertura segna la seconda collaborazione tra Henge e Interni, dopo il successo del flagship store inaugurato a Londra.Affacciato sul suggestivo scenario di Palm Jumeirah, con una vista mozzafiato sul Burj Al Arab, questo nuovo spazio va ben oltre la semplice esposizione: è un manifesto vivente della filosofia progettuale di Henge, dove atmosfera, matericità e maestria artigianale si fondono in un’armonia stilistica impeccabile. Interni ha avuto un ruolo determinante nel dare forma a questa visione, traducendo l’identità del brand in uno spazio concreto e riconoscibile. Per celebrare l’inaugurazione di questa nuova destinazione del design, Henge ha organizzato un evento esclusivo il 19 giugno 2025, accogliendo un pubblico selezionato di architetti, interior designer e collezionisti provenienti da tutta la regione del Golfo.

La serata ha trasformato lo showroom in un palcoscenico dinamico di dialogo, scoperta e celebrazione, invitando gli ospiti a immergersi nel mondo Henge in tutta la sua forza espressiva, dalle composizioni scultoree degli arredi all’illuminazione d’atmosfera, fino ai raffinati dettagli artigianali.

“Dubai è un crocevia globale del design, e volevamo creare uno spazio capace di dialogare con questa realtà multiculturale senza mai rinunciare alla nostra identità”, ha affermato Paolo Tormena, CEO di Henge. È proprio in questo equilibrio sottile, tra contesto e autenticità, che il contributo di Interni si rivela fondamentale. Maestro dei linguaggi architettonici, Interni ha saputo plasmare un ambiente site-specific che riflette la luce, le proporzioni e la sensibilità del luogo, rimanendo però fedele all’anima del brand.

All’interno, lo showroom si sviluppa in una fluida sequenza di aree living e dining raffinate, eleganti e profondamente materiche. I pezzi iconici si fondono con le nuove collezioni, selezionate per entrare in sintonia con un pubblico cosmopolita che apprezza la ricchezza dei materiali e l’espressione su misura. Il risultato non è un semplice showroom, ma un percorso curato con attenzione, che guida attraverso forme, texture ed emozioni. Con questa nuova presenza a Dubai, Interni riafferma il proprio ruolo di sostenitore della cultura del design italiano nel mondo, consolidandosi come partner strategico per quei brand che intendono espandersi a livello globale senza mai perdere coerenza progettuale.

“BIG SEE ARCHITECTURE AWARD 2025”

THE WINNER IS... CHORUSLIFE ARENA

“BIG SEE ARCHITECTURE AWARD 2025”:

LO STUDIO JOSEPH DI PASQUALE ARCHITECTS

VINCE L’IMPORTANTE PREMIO BIG SEE AWARD

NELLA CATEGORIA RECREATION & SPORTS BUILDINGS PER LA CHORUSLIFE ARENA

I BIG SEE Awards in architettura e interior design vengono assegnati ogni anno e quest’anno la premiazione si svolge a Portoroz in Slovenia. Si tratta di uno degli eventi internazionali più importanti del settore, che raduna professionisti e appassionati di tutto il mondo per celebrare l’innovazione e l’eccellenza nel mondo del design e dell’architettura.

L’Arena di ChorusLife, che è il cuore pulsante del complesso e l’elemento che ha portato al riconoscimento, è concepita come una grande piazza coperta capace di ospitare dai 5000 ai 6500 posti è uno spazio totalmente flessibile, automatizzato, riconfigurabile, e tecnologicamente all’avanguardia. Questa “grande macchina” ha due facce: una verso la città, sobria, composta e allineata lungo la via urbana, e l’altra sorprendente, vibrante e morbida verso le piazze interne: una facciata dinamica lunga 200 metri e alta 15 che si sviluppa sinuosa verso le piazze, un organismo “vivo”, composto da migliaia di tesserine di alluminio che si muovono e che disegnano con i loro riflessi onde in movimento sempre diverse sulla facciata.

Lo specifico sistema di ancoraggio e di fissaggio delle tessere che consente il movimento è un brevetto dell’architetto Joseph di Pasquale, testato nella galleria del vento del Politecnico di Milano ed è stato utilizzato a ChorusLife per la prima volta in assoluto.

Lo studio Joseph di Pasquale Architects si è aggiudicato il prestigiosissimo premio internazionale “BIG SEE Architecture Award 2025” nella categoria Recreation & Sports buildings per l’Arena di ChorusLife, il cui particolare ed iconico rivestimento esterno è una delle più grandi facciate dinamiche esistenti al mondo.ChorusLife, inaugurato nel novembre del 2024, rappresenta un progetto unico non solo a livello nazionale ma anche a livello internazionale. Il complesso, voluto dal Cav. Lav. Domenico Bosatelli, è stato firmato e progettato dall’architetto Joseph di Pasquale e commissionato e realizzato dal Gruppo POLIFIN e dalle sue controllate COSTIM (Impresa Percassi, Gualini ed Elmet).

“È per me un’immensa soddisfazione aver vinto questo prestigioso premio che celebra un importante lavoro di squadra iniziato quasi 10 anni fa. ChorusLife rappresenta uno spazio urbano che pone al centro la dimensione dell’incontro e dello stare insieme. Per me non ha rappresentato solo un semplice progetto, ma un vero e proprio percorso di vita, fatto anche e soprattutto di persone” –ha dichiarato Joseph di Pasquale.

Arch. Joseph di Pasquale

CLEW BAY, DOVE C’È DORINISH ISLAND

L’ISOLA DI JOHN LENNON E YOKO ONO

Clew Bay è la baia più spettacolare d’Irlanda, un luogo dove terra e mare si incontrano e si fondono. Caratteristica di questo luogo è la presenza di sorprendenti drumlin (colline allungate a forma di schiena di balena) sprofondati sott’acqua, che si sono formati quando i ghiacciai hanno rimodellato il paesaggio nell’ultima era glaciale. E ora le isole hanno assunto forme strane e sembrano pesci fatti di pietra che galleggiano nell’acqua. La leggenda dice che ci sono 365 isole nella baia, una per ogni giorno dell’anno. Sulla più grande, Clare Island, risiedono 130 persone. La maggior parte delle altre è disabitata. John Lennon possedeva Dorinish Island e vi soggiornava. Si tratta di un’isola remota nella Clew Bay, che aveva progettato di trasformare in un rifugio e, parlando di quest’isoletta, Yoko Ono una volta disse: “un posto dove pensavamo di poter sfuggire allo stress e passare un po’ di tempo da soli insieme”.

E=MC2 È SORPASSATA. DA UNA MASERATI. ORA LA NUOVA FORMULA È:

E=MCPURA

THINK CATTLEYA E NAÏVE CATTURANO TUTTA LA PURE EMOTIONAL ENERGY DELLA NUOVA MASERATI MCPURA.

Prende il via la campagna di Maserati, un audace progetto concepito con classe e raffinata eleganza.

La produzione, curata da Think Cattleya, si distingue per un approccio non convenzionale e distintivo, capace di ridefinire i codici espressivi del settore automotive.

Il concept, firmato dall’agenzia creativa Naïve, rivoluziona la formula dell’energia E=mc2 trasportandola in una dimensione evocativa, dove ingegneria e emozioni si fondono in un flusso di forza, vitalità e magnetismo: E=MCPURA.

Firma la regia Marco Prestini, grande talento internazionale, capace di interpretare con sensibilità contemporanea e visione artistica la vibrante potenza che MCPura di Maserati emana. Il regista, noto per le sue collaborazioni con brand di fama mondiale, ritorna in Italia con Think Cattleya per questa campagna unica e speciale in cui musica, danza ed effetti luminosi sono mossi da impulsi energetici che trasformano le immagini in velocità e forza espressiva.

Spiega Martino Benvenuti, General Manager ed Executive Producer Think Cattleya: “Fiducia e spirito di squadra sono gli elementi che hanno scandito ogni fase di questo progetto. Fondamentale si è rivelata la regia non convenzionale di Prestini, con cui abbiamo uno straordinario rapporto professionale e che abbiamo scelto per la sua eccezionale capacità di interpretare e valorizzare una campagna innovativa e originale come MCPura. Grazie a Maserati per averci preferito, anche in questa occasione, come partner e a Naïve, creative agency la cui collaborazione e sinergia creativa si è distinta per la capacità di sapersi spingere oltre i consueti canoni estetici ed espressivi”.

Benedetto Condreas, CEO di Naïve, creative brand of Pescerosso, commenta il progetto: “Lavorare con Maserati rappresenta ogni volta una spinta a superare i confini creativi tradizionali, per dar vita a progetti che incarnano la forza e l'identità distintiva del brand. Con MCPURA, insieme alla visione audace di Think Cattleya e alla sensibilità artistica di Marco Prestini, abbiamo costruito qualcosa che va oltre la consueta comunicazione di marca: un esempio concreto di come gusto, competenza e coraggio possano trasformarsi in una narrazione potente, capace di lasciare il segno”.

Pietro Zambetti, responsabile del team Brand Creative Maserati, aggiunge: “MCPura rappresenta l’essenza dell’anima Maserati: eleganza, performance e innovazione al servizio di un nuovo capitolo della nostra Brand Legacy. Un mix perfetto che solo una reinterpretazione audace della formula dell’energia di Einstein poteva comunicare con il giusto impatto e che è stato valorizzato al massimo da Naive,Think Cattleya e da tutto il team attivo nelle diverse fasi di realizzazione del progetto”.

DUECENTO ANNI DELLO STELVIO

AUTO, MOTO E BICI STORICHE PER “200 STELVIO”, IL BICENTENARIO DEL VALICO PIÙ ALTO DELLE ALPI

Auto, moto e bici storiche hanno offerto un coinvolgente contributo alla grande festa per i 200 anni della Strada e del Passo Stelvio celebrata dal 4 al 6 luglio per ricordarne l’inaugurazione ufficiale avvenuta proprio il 6 luglio del 1825. Con i patrocini del Ministero dei Trasporti, della Rai e della FIVA, l’evento organizzato dall’Automotoclub Storico Italiano con i suoi club locali “Valtellina Veteran Car” e “Veteran Car Team Bolzano” ha portato ai 2.760 metri del passo più alto delle Alpi quasi 130 auto, 20 moto (compresa quella dell’appassionato Vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio) e altrettante bici: tutte rigorosamente storiche. “200 Stelvio” è stato anche il primo evento motoristico in Italia “carbon neutral”, ovvero con bilancio di emissioni di CO2 pari a zero grazie ad azioni combinate come l’uso di bio-benzina su tutti i veicoli storici a motore e operazioni certificate di riforestazione.

Il programma della manifestazione prevedeva attività su entrambi i versanti dello Stelvio sin da venerdì 4 luglio, con l’arrivo dei partecipanti a Bormio e a Glorenza per l’accoglienza e la presentazione dei mezzi al pubblico. La mattina di sabato 5 luglio è avvenuta la partenza dal centro storico di Bormio e dall’Hotel Bella Vista di Trafoi; i due cortei, quindi, hanno fatto capolino sul Passo dello Stelvio dopo aver percorso la strada chiusa al traffico per l’occasione.

Tra le auto, si segnala la partecipazione del dipartimento Audi Tradition di Ingolstadt con vetture degli anni ’10, ’20 e ’30 come la Audi C14 protagonista della corsa “Alpenfahrt” nel 1913, la mitica Auto Union Tipo C a 16 cilindri del 1935 (la “freccia d’argento” nei Grand Prix dell’epoca), o la Wanderer W25 “Stromlinie” del 1938. Direttamente dall’Inghilterra, invece, sono arrivate tre Frazer Nash TT Replica del 1932 (una delle quali vincitrice della corsa dello Stelvio di quell’anno) e una Super Sports del 1938, che si sono affiancate ad altre coeve “supercar” come la Bugatti 57, l’Alfa Romeo 1750 GS del 1930, la Mercedes-Benz SSK del 1930 e

DUECENTO ANNI DELLO STELVIO

la Maserati 8CM del 1934. Al seguito della carovana anche la Fiat 1500 del 1966 della Rai, protagonista delle più entusiasmanti radiocronache ciclistiche, tornata a scalare lo Stelvio dopo tanti anni. A proposito di due ruote a pedali, gli eroici ciclisti con bici da corsa degli anni ’50, ’60 e ’70 e abbigliamento perfettamente abbinato hanno fatto rivivere le gesta dei campionissimi che dal 1953 firmano le imprese sportive in occasione dei passaggi sullo Stelvio durante i Giri d’Italia.

Quella realizzata allo Stelvio è un’opera ingegneristica conosciuta e ammirata a livello internazionale: è la via più alta d’Europa ed è il passo più alto delle Alpi.

I lavori vennero avviati nel 1820 seguendo il progetto dell’ingegner Carlo Donegani di Brescia, che si sviluppava sui versanti lombardo e tirolese. Da Bormio a Trafoi si contano in tutto 88 tornanti e 7 gallerie. Una bella impresa di ingegneria civile che ben presto iniziò a stuzzicare la fantasia dei primi ardimentosi automobilisti di fine ‘800. Risale al 1898, infatti, la prima “Alpenfahrt” da Trafoi a Cortina organizzata dall’Automobile Club Austriaco. La nuova via di comunicazione nasceva come strada militare e valico commerciale per collegare Austria e Italia e ben presto diede il via a scambi turistico-culturali per portare merci e persone sul passo più alto delle Alpi.

QUATTRO NUOVI RIVA IN UNA NOTTE FANTASTICA

SONO L’AQUARIVA SPECIAL, IL RIVA CENTO, IL RIVA 58’ CAPRI E L’ISEO SUPER. PRESENTATO ANCHE IL

GULFSTREAM G650 CON INTERNI RIVA, CHE CELEBRA LA PARTNERSHIP CON FLEXJET

Notte indimenticabile sulle rive del Lago d’Iseo, con la straordinaria Private World Première di Riva. Nello storico cantiere di Sarnico, sono stati svelati quattro nuovi yacht, davanti a un pubblico selezionatissimo ed entusiasta, composto da armatori e ospiti internazionali.

Protagoniste assolute della serata le quattro magnifiche première pronte a far sognare gli appassionati al Cannes Yachting Festival 2025: Aquariva Special, Riva Cento, Riva 58’ Capri e Riva Iseo Super.

Nate e costruite proprio nel cantiere di Sarnico, le nuove barche hanno debuttato con una scenografica parata notturna sul Lago aperta da Riva Iseo Super, runabout di 27 piedi frutto della stessa innovativa progettualità che ha dato vita a Riva El-Iseo – la prima imbarcazione full electric del brand, presentata nel 2024 – che rinnova il mito di Riva Iseo con nuove soluzioni tecnologiche e stilistiche.

Il secondo a sfilare è stato l’Aquariva Special, l’unico Riva a diventare Special dopo l’Aquarama. L’iconico yacht, in produzione da ben 24 anni, si propone con un raffinato restyling firmato come sempre da Officina Italiana Design - lo studio che disegna e progetta in esclusiva tutte le barche Riva da oltre 30 anni – che con sapienti pennellate ha aggiornato alcuni stilemi rendendo il linguaggio estetico più attuale, senza alterarne l’identità inconfondibile. A seguire Riva Cento in edizione limitata, per celebrare la centesima unità del Rivamare 38’, uno dei modelli più amati del brand.

Tra le caratteristiche, i nuovi dettagli di funzionalità e stile - come le cuscinerie color cuoio o la beach area con chaise longue e passerella a scomparsa – che esaltano l’eleganza dello yacht, elevando ulteriormente l’esperienza a bordo. A chiudere trionfalmente la sfilata, il nuovo Riva 58’ Capri, il primo modello della nuova generazione di sport open yacht, che unisce performance e massimo comfort mantenendo il DNA sportivo ed elegante tipico della gamma, coniugandolo con un design filante, più scolpito e contemporaneo.

“Questa notte di insuperabile bellezza rimarrà nella storia del Cantiere di Sarnico. Quattro Riva in una notte sono un piacere assoluto, un lietissimo evento per tutti quelli che amano la nautica e il saper fare italiano. Non vedo l’ora che Aquariva Special, Riva Cento, Riva 58’ Capri e Riva Iseo Super accendano anche negli occhi degli appassionati l’emozione che ho sentito stasera in tutti gli amici e gli ospiti di questa incredibile Private World Première. E dato che bellezza chiama bellezza, abbiamo anche ammirato il sorvolo del nuovo Gulfstream G650 con interni firmati Riva, un altro magnifico prodotto della collaborazione con Flexjet, il nostro partner di eccellenza nell’aviazione privata” ha commentato l’Avv. Alberto Galassi, CEO di Ferretti Group. Grande successo anche per lo spettacolo immersivo di musica dal vivo firmato dall’agenzia parigina Inspiration Music & Arts, con la direzione artistica di Jimmy Bitton, che ha trasformato il cantiere Riva in un teatro sotto le stelle. L’esperienza gastronomica, firmata dai fratelli Alajmo ha accompagnato gli ospiti in un percorso sensoriale tra alta cucina e creatività. JLR, partner automotive dell’evento con il brand Range Rover, è stato presente con alcuni modelli in esposizione, a testimonianza dell’affinità tra marchi che condividono una visione di innovazione e stile senza tempo.

La serata ha suggellato la partnership tra Ferretti Group e Flexjet, leader globale dell’aviazione privata, a un anno dalla firma dell’accordo che ha dato vita a una collaborazione all’insegna dell’eccellenza e della performance senza compromessi. Le celebrazioni sono iniziate la mattina del 26 giugno, con la presentazione alla stampa del nuovo Gulfstream G650, l’esclusivo jet privato a lungo raggio di punta di Flexjet, e dell’elicottero Sikorsky S-76, entrambi dotati per la prima volta di interni “Riva Volare”, ispirati agli iconici yacht Riva. L’evento si è svolto all’Aeroporto Milano Prime Linate, nell’hangar recentemente costruito per la consociata di Flexjet, provider di servizi di gestione e manutenzione degli aeromobili, Sirio, by SEA Prime, gestore leader, a livello italiano ed europeo, dell’infrastruttura per l’aviazione commerciale e generale, che opera con il marchio Milano Prime. A coronare la Private World Première, lo spettacolare passaggio sopra il cantiere da parte del G650, simbolo perfetto della sinergia tra cielo e mare.

MYSHOT 2025:

LA FOTOGRAFIA SUBACQUEA CHE RACCONTA IL MARE E IL SUO DESTINO

A VENT’ANNI DALLA PRIMA EDIZIONE, IL CONCORSO IDEATO DA ZERO PIXEL, CHE UNISCE PASSIONE PER IL MARE E CONSAPEVO -

LEZZA AMBIENTALE, HA RACCOLTO OLTRE 5MILA PARTECIPANTI, SOGNI ED EMOZIONI DAL MONDO SOMMERSO. APERTE LE ISCRIZIONI ALL’EDIZIONE 2025, ORA ANCHE CON UNA SEZIONE VIDEO

Vent’anni, una passione intatta. MyShot – Underwater Photo Contest torna anche nel 2025, a vent’anni dalla sua prima edizione, confermandosi tra i concorsi di fotografia subacquea più longevi e seguiti a livello nazionale e internazionale. Il mare non ha voce, ma ha infiniti volti: e da vent’anni, MyShot è il palco dove quelle espressioni trovano parola. Lanciato nel 2005 e ideato da Zero Pixel, il concorso si rinnova con nuove categorie, una sezione video e una visione sempre più orientata alla tutela e alla narrazione consapevole del mondo sommerso. Dai suoi inizi, MyShot ha coinvolto oltre 5mila partecipanti da tutto il mondo, diventando uno dei contest più longevi e riconosciuti nel panorama della fotografia subacquea. Le iscrizioni per l’edizione 2025 sono aperte fino al 31 ottobre. La partecipazione è gratuita e interamente digitale, con regolamento e istruzioni disponibili su: www.zeropixel.it/myshot

“Venti edizioni sono un traguardo che mi emoziona profondamente” - ha commentato Marco Daturi, fondatore di ScubaPortal e ideatore del contest.

“MyShot è nato nel 2005 quasi per gioco, come un modo per condividere la meraviglia della fotografia subacquea. Mai avrei immaginato che, vent’anni dopo, ci saremmo trovati con una community internazionale, migliaia di scatti ricevuti e tantissime storie da raccontare. La vera forza di MyShot è sempre stata questa: mettere la bellezza al servizio della consapevolezza”.

“Nel 2025 chiediamo ancora una volta ai fotografi e ai videomaker di guardare il mare con occhi nuovi: più attenti, più profondi. Oggi più che mai, raccontare il mare significa anche proteggerlo” - ha proseguito Daturi. Tre le novità dell’edizione 2025. Una nuova categoria dedicata all’impatto umano su oceani e fondali, per raccontare con lo sguardo fotografico le trasformazioni (e le ferite) del mare. La nuova sezione video, riservata a action clip di massimo 60 secondi, che valorizza la forza delle immagini in movimento, anche da action cam o smartphone. Una revisione completa delle categorie fotografiche, ora più tematiche, evocative e narrative. Le categorie 2025, infatti, sono sei modi per immergersi nel racconto del mondo sommerso».Al concorso si può partecipare con 3 foto per ogni categoria, in JPG (min. 1920 px lato lungo, max 1Mb) e 1 video (formato MP4 o MOV, Full HD, max 60", senza watermark), che vanno inviati entro il 31 ottobre 2025 a myshot@zeropixel.it A novembre, la giuria selezionerà le opere migliori. I primi 3 classificati per ciascuna categoria riceveranno attestati digitali e visibilità sui media del settore (ScubaPortal e ScubaZone Magazine), oltre a interviste e portfolio.

VELA A RIVA

GIULIA BARTOLOZZI E PIETRO RIZZI

SONO CAMPIONI EUROPEI 29ER

Titolo continentale per l’equipaggio misto della Canottieri Garda Salò

Giulia Bartolozzi e Pietro Rizzi della Società Canottieri Garda Salò sono Campioni Europei nella categoria Mixed ai Campionati Europei 29er, che si sono svolti dal 1 all’8 luglio a Riva del Garda ospitati dalla Fraglia Vela Riva, in collaborazione con l’International 29er Class Association. L’evento ha attirato nelle acque del Garda Trentino ben 251 equipaggi provenienti da 29 nazioni. Dopo 13 prove, 5 di qualifica e 8 di finale, l’equipaggio salodiano si è classificato all’8° posto nella classifica overall e ha conquistato il titolo continentale del misto davanti agli svedesi Selma Hård e Lukas Wolfgang. Sul terzo gradino del podio la Svizzera, con Anna Bruengger e Theo Kowalewsky. Una dimostrazione di forza che conferma anche la capacità di interpretare al meglio un campo di regata reso insidioso da condizioni meteo difficili, con diversi temporali che hanno colpito la zona nella settimana di gare. L’oro si aggiunge alla medaglia di bronzo vinta lo scorso anno ai Campionati del Mondo di Aarhus, in Danimarca. Sono scesi in gara per la Canottieri Garda Salò altri 4 equipaggi nella Silver fleet: Emilia Salvatore e Pietro Zandri, Margherita Martarelli e Camilla Ceruti, Rodolfo Compagnoni e Nicolo Cariolaro e, infine, Teresa Acuto con Giulio Pellizzari.

I compagni di squadra Guido Usardi e Lorenzo Gasparini hanno gareggiato nella flotta Emerald, mentre Giacomo Arosio e Tito Scontrino e Vittoria Zana con Anna Boifava hanno partecipato alle sfide della Purple fleet.

“Il risultato ottenuto da Giulia e Pietro è strepitoso e conferma la loro maturità tecnica e tattica in uno scenario di gara non facile, caratterizzato da un tempo instabile” sottolinea l’allenatore Enrico Fonda. “Possiamo recriminare un po’ sulla prestazione di Emilia Salvatore e Pietro Zandri, che purtroppo non sono riusciti a recuperare qualche errore di troppo commesso nel primo giorno di qualifiche, ma in generale siamo molto soddisfatti di aver piazzato ben 4 equipaggi in flotta Silver, a dimostrazione del buon livello raggiunto dalla nostra squadra”.

Società Canottieri Garda Salò

Dal 1891 la Società Canottieri Garda Salò promuove lo sport e i suoi valori, avvicinando ogni anno centinaia di giovani atleti a diverse discipline: canottaggio, nuoto e vela ma anche tennis e triathlon. Le sue squadre agonistiche partecipano alle principali gare nazionali e internazionali, con un crescente numero di successi. Oggi il circolo velico conta oltre mille soci, gestisce il porto privato Mauro Melzani di Salò, che può ospitare fino a 120 imbarcazioni, un polo sportivo con piscine, un parco estivo, palestra e studi di fisioterapia nonché un Tennis Club. L’impegno della società è stato premiato dal C.O.N.I. con l'assegnazione della Stella d’oro e del Collare d'oro al merito sportivo, le massime onorificenze dello sport italiano.

EMOZIONI SUL SERIO

Si parte: definito dagli organizzatori il regolamento della 26ma edizione del concorso fotografico e video “Emozioni sul Serio”, promosso dal Parco Regionale del Serio e che quest’anno avrà quale tema da sviluppare: “Buon compleanno Parco del Serio, quarant'anni di natura, storia e bellezza attraverso i tuoi occhi”. Il concorso è volto a raccogliere, esporre e premiare tutte quelle opere che possano testimoniare il territorio del Parco e la sua evoluzione in questi primi quarant’anni di esistenza, al fine di farne conoscere il valore naturalistico e storico paesistico. Attraverso il concorso, l’Ente vuole promuovere una maggiore attenzione al rispetto delle peculiarità ambientali del Parco, affinché i visitatori e le nuove generazioni contribuiscano alla sua tutela e valorizzazione.

Il concorso, gratuito ed aperto a tutte le persone di ogni genere ed età, quest’anno così ricco di celebrazioni per il compleanno del Parco, non poteva che orientare l’attenzione su questi 40 anni, per una celebrazione visiva dei quattro decenni di vita del Parco, al fine di metterne in luce biodiversità, rapporto tra uomo e natura, trasformazioni del territorio e bellezza nascosta o inaspettata. “La fotografia quindi diventa strumento di memoria, testimonianza e sensibilizzazione, per raccontare come il Parco è vissuto, amato e custodito da chi lo attraversa ogni giorno”, dice il presidente Basilio Monaci. I partecipanti possono presentare un massimo di 5 foto in formato digitale, secondo le indicazioni contenute nel regolamento di prossima pubblicazione sul sito del Parco, e le immagini non dovranno contenere scritte di alcun tipo, firme o loghi che possano permettere l’identificazione dell’autore, né elaborazioni digitali e/o fotomontaggi. Fondamentali saranno le schede descrittive del luogo dello scatto, al fine di collocarlo correttamente all’interno del territorio del Parco del Serio, e di ciò che viene rappresentato. Per la sezione video, è possibile presentare produzioni inedite a colori, in bianco e nero o di animazione grafica, della durata massima di 5 minuti, e l’autore deve essere titolare del copyright del video, della sceneggiatura, della colonna sonora e avere la liberatoria delle location utilizzate.

PRIMO CLASSIFICATO

DELL’EDIZIONE 2024

GIOVANNI MORETTI

GRUCCIONE

Entro venerdì 17 ottobre 2025, l’unica modalità di iscrizione al concorso è la consegna dei materiali presso la sede del Parco del Serio a Romano di Lombardia (BG), oppure utilizzando le funzionalità della posta elettronica, inviato tutto all’indirizzo info@parcodelserio.it Per la sezione “scuole” i partecipanti dovranno indicare la classe, l’istituto di appartenenza e il docente di riferimento. I vincitori saranno scelti da una giuria nominata dal Parco del Serio e gli elaborati consegnati saranno a disposizione dell’Ente presieduto da Basilio Monaci, come archivio, nell’ambito dell’attività comunicativa istituzionale. + +Per la sezione fotografica sono previsti 5 premi in denaro, ed un premio per la sezione video che saranno consegnati nel corso della cerimonia programmata per il tardo pomeriggio di venerdì 5 dicembre 2025, nella sala della Rocca Viscontea a Romano di Lombardia, e come consuetudine, sarà l’occasione per la presentazione del calendario ufficiale 2026 del Parco, all’interno del quale saranno inserite le migliori 12 immagini selezionate dalla giuria.

PARCO LE CORNELLE: LA TIGRE, L’ARMADILLO E LA GIRAFFA

La stagione estiva è nel pieno della sua vitalità anche al Parco Faunistico Le Cornelle di Valbrembo (BG), che la festeggia accogliendo tre nuovi e affascinanti esemplari: Gustaw, un giovane armadillo dalle tre fasce (Tolypeutes matacus) proveniente dallo zoo di Wroclaw in Polonia, Thor, una tigre (Panthera tigris) arrivata dal Safari Park di Pombia (NO) e Lilibeth, una giraffa di Rothschild (Giraffa camelopardalis rothschildi) giunta alle Cornelle dal zoo di Dvůr Králové in Repubblica Ceca.

La tigre, solitaria per indole, è un predatore estremamente adattabile a vari ambienti — dalle foreste tropicali alle praterie — purché vi sia sufficiente selvaggina. Caccia con la tecnica dell’agguato, sfruttando il suo manto mimetico per sorprendere le prede. Nel caso di Thor, il manto bianco è il risultato di un’ereditarietà genetica particolare. Il nuovo arrivato è stato inserito gradualmente nel suo habitat, dove è stato affiancato a Fuyu, la femmina di tigre bianca ospitata al Parco dal 2021 e proveniente da una struttura francese.

Diverso ma altrettanto interessante è Gustaw, l’armadillo dalle tre fasce, piccolo mammifero originario del Sud America. Questa specie è l’unica tra gli armadilli in grado di chiudersi completamente a palla grazie alla sua caratteristica corazza, offrendo così una difesa efficace contro i predatori. Attivo prevalentemente nelle ore serali, si nutre di insetti e di vegetali. Al Parco Le Cornelle sarà possibile osservarlo all’interno della serra tropicale, in un’area appositamente allestita per garantire condizioni ambientali ideali.

La giraffa di Rothschild o giraffa Nubiana, invece, è la seconda sottospecie di giraffa più minacciata al mondo, dal momento che in natura ne rimangono solo poche centinaia di esemplari. Lilibeth si distingue dalle altre tre giraffe ospitate nel Parco, che appartengono alla specie Giraffa del Capo (Giraffa giraffa giraffa), per il suo manto più pallido, per l’assenza di macchie nella parte inferiore delle zampe e per il maggiore numero di corna sul capo. Per valorizzare ancora di più l’incontro con questi straordinari animali e sensibilizzare il pubblico alla loro tutela, il Parco ha recentemente inaugurato la Giraffe Experience: una passerella sopraelevata che consente ai visitatori di osservarli da un punto di vista privilegiato, più vicino che mai. L’esperienza prevede anche la possibilità di offrire loro uno spuntino, sempre sotto l’attenta supervisione del team di keeper e veterinari.

Sia la tigre, sia l’armadillo dalle tre fasce, sia la giraffa di Rothschild sono esemplari inseriti nella Lista Rossa dell’IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura), che classifica le specie minacciate a livello globale. Il loro arrivo al Parco rappresenta un segnale concreto dell’impegno della struttura nella tutela della biodiversità e nella conservazione attiva delle specie a rischio.

Per maggiori informazioni: lecornelle.it

Tel. 035 527422

Il Parco Faunistico Le Cornelle nasce nel 1981 a Valbrembo grazie a un’idea di Angelo Ferruccio Benedetti, spinto dal desiderio di creare uno spazio dove gli animali potessero incontrare l’uomo, sentendosi liberi e protetti allo stesso tempo.

Il Parco si colloca sulla sponda orientale del fiume Brembo, dispone di una superficie verde di 126.000 mq, è visitabile unicamente a piedi e ospita circa 120 specie di animali tra mammiferi, volatili e rettili provenienti da tutto il mondo.

I valori del Parco sono: conservazione, ricerca, educazione.

In particolare, la conservazione della biodiversità trova attuazione nella tutela di specie animali protette minacciate d’estinzione. Il

Parco è membro EAZA – European Association of Zoos and Aquaria. Questa associazione si occupa di rendere uniforme la gestione di tutti gli zoo e acquari che ne sono membri, incoraggiando un approccio proattivo sia come impegno all’interno delle singole realtà, sia nel campo della ricerca scientifica e promuovendo le migliori pratiche sul benessere animale.

È QUELLO CHE É

(L’ÈCHEL CHE L’È)

_È quello che è_

Un’installazione di Enrico Ruggeri Zambaiti

È stata resa pubblica Lunedì 7 Luglio, in streaming continuo su YouTube per dieci giorni, l’opera _È quello che è_ di Enrico Ruggeri Zambaiti. Un’installazione formata da una lamiera appesa ad una struttura portante che viene esposta 24 ore su 24 all’aperto e la cui visione viene trasmessa in diretta sul sito https://equellochee.it/. In questo spazio web, oltre allo streaming sarà possibile leggere la biografia di Ruggeri Zambaiti, la presentazione dell’opera e lasciare un proprio pensiero nel libro degli ospiti.

Una lamiera modellata dal tempo

_È quello che è_ prende forma da un incontro casuale: una lamiera arrugginita, semisommersa nel fiume Serio, abbandonata alle intemperie e modellata dal tempo. Recuperata e sospesa a un metro da terra in un ex laboratorio tessile a Casnigo, Bergamo, la lamiera è ora parte di un’installazione essenziale. Sotto di essa, una vasca d’acciaio (40x50x10 cm) raccoglie l’acqua piovana e i frammenti di ruggine che lentamente si staccano dalla superficie della lamiera. Attraverso la sua presenza, l’oggetto – un residuo di un passato funzionale – acquista un nuovo significato, diventando testimone di un processo di disgregazione inevitabile e silenzioso.

Una trasformazione naturale

La trasmissione in streaming 24 ore su 24 per 10 giorni (dal 7 al 16 luglio) documenta questo decadimento per un periodo limitato: un invito a soffermarsi su un fenomeno che normalmente ci sfuggirebbe, sopraffatto dalla velocità e dall’immediatezza che dominano la nostra vita contemporanea. In un’epoca che idolatra il nuovo e il rapido, l’opera propone uno sguardo radicalmente diverso: la contemplazione di un processo lento, graduale, che riflette una bellezza austera, per alcuni scomoda, fatta di assenza di controllo e continuo deterioramento. La lamiera, lasciata alla sua trasformazione naturale, richiama temi universali come la fragilità della materia e la transitorietà della condizione umana, elementi che nel contesto contemporaneo assumono una nota di inquietudine.

Convivere con l’instabilità

Nel titolo _È quello che è_ l’opera richiama la celebre raccolta poetica di Erich Fried, dove l’amore e la vita sono ritratti come forze che sfidano la logica e la razionalità. Ma se per Fried la sfida era accettare l’amore nella sua essenza, oggi _È quello che è_ invita a una riflessione sulla nostra difficoltà a convivere con l’instabilità. In un mondo in cui tutto sembra esistere per essere consumato e sostituito, questa installazione ci chiede di fermarci di fronte a un processo di disgregazione, di osservare ciò che svanisce senza il conforto della ricostruzione immediata.

Un archivio di ciò che va perso

La vasca che raccoglie i frammenti della lamiera diventa un archivio di ciò che va perso, ma non rigenerato. Qui la bellezza non risiede nella resistenza della materia, ma nella sua resa al tempo, nella sua capacità di dissolversi senza offrire risposte o consolazione. Ogni frammento caduto è un residuo di ciò che è stato, una testimonianza del passaggio del tempo in un contesto che tende a negarlo.

In streaming, ma anche dal vivo (su appuntamento)

Visitabile su appuntamento, l’opera si presenta come un’esperienza di contemplazione che richiede uno sforzo di adattamento a ritmi non familiari. _È quello che è_ non racconta, non costruisce una narrativa, ma esiste come processo continuo e ineluttabile, un richiamo alla necessità di accettare l’incertezza e l’impermanenza. Il contemporaneo, per sua natura, rifugge la lentezza e l’irrevocabilità, e proprio per questo l’opera diventa un atto di resistenza, una chiamata a riconoscere la bellezza dell’instabilità, anche quando questa non offre appigli.

È QUELLO CHE É

Enrico Ruggeri Zambaiti

Nato a Gazzaniga (BG) nel 1969, lavora nel settore del ricamo industriale da oltre trent’anni, occupandosi di disegnao artistico e tecnico. Nel 2010, dopo l’inevitabile e radicale digitalizzazione delle sue modalità lavorative, sente il bisogno di riprendere in mano i vecchi attrezzi del mestiere e ne scaturisce l’inizio di un nuovo percorso artistico, improntato sull’arte visuale. Le sue opere esplorano il rapporto tra l’essere umano e la materia, con risultati imprevedibili. È anche musicista ambient-noise con vari dischi pubblicati. Per visite dal vivo: 392 0028081 obviouswar@gmail.com www.equellochee.it

FEDERICO FELLINI

NEL 130° ANNIVERSARIO DALLA NASCITA

DEL CINEMA IN MOSTRA LA PRODUZIONE

GRAFICA DELL’ICONICO REGISTA ITALIANO

MuSa Museo di Salò

Via Brunati 9 – Salò (Brescia) www.museodisalo.it

Fino al 31 agosto 2025

DAL DISEGNO ALLA REGIA

Negli anni Quaranta si manteneva disegnando caricature, sul foglio di carta fermava scene di vita e quelle che poi avrebbe girato sul set, e non smise nemmeno quando l’ictus, che lo colpì all’età di 73 anni, lo costrinse alla degenza ospedaliera.

È un Federico Fellini inedito, quello raccontato dalla mostra FEDERICO FELLINI. Dal disegno alla regia che, al MuSa Museo di Salò, raduna circa 50 disegni, vignette e caricature vergate su carta del grande regista - molti dei quali esposti per la prima volta in Italia - unitamente un corpus fotografico, anch’esso pressoché inedito, di scatti che lo ritraggono sui set dei suoi film. Con il coordinamento curatoriale di Elena Ledda e Federico Grandesso, e grazie a un ventaglio di prestigiose collaborazioni (Fondation Fellini pour le Cinéma - Sion, Svizzera, Archivio Museo Fellini di Rimini, Media Museum di Pescara, Francesca Fabbri Fellini, regista e nipote del grande Federico, e Anna Cantagallo, che nell’estate del 1993 ebbe in cura il Maestro) la mostra documenta lo strettissimo legame tra i disegni e i capolavori su pellicola che consacrarono l’autore nell’Olimpo della cinematografia mondiale. Lungo la narrazione trova spazio anche la genesi di collaborazioni ed amicizie germogliate sul set, con artisti del calibro di Nino Rota, Nino Za ed Ennio Flaiano, che contribuirono a definire le forme testuali, musicali e scenografiche della sua produzione filmica.

FELLINI

E LA

CARICATURA

Dall’adolescenza alla maturità, la caricatura accompagnò tutte le fasi del percorso, umano e professionale, del regista. Federico Fellini ha infatti solo 16 anni e frequenta il liceo quando il gestore del Fulgor, il cinema della Città di Rimini, gli commissiona ritratti di attori e personaggi celebri. Questa fase, lungo il percorso, è documentata attraverso i tre esemplari di Caricatura per Cinema Fulgor, datati 1937, Caricatura di Italo Roberti (1938) e Caricatura di George Murphy (1937/1938). Anche dopo il raggiungimento del successo internazionale il disegno costituì sempre l’approccio iniziale per imbastire i caratteri e i personaggi dei suoi film. Ne sono un esempio Disegno di scena, Il passaggio delle Mille Miglia nel borgo (per "Amarcord") i numerosi Autoritratti e i disegni inediti Casanova e Pinocchio, del 1982. Tra le più iconiche Sogno, 20 agosto 1984 è tratta dal Libro dei sogni: un diario in cui il grande regista diede forma grafica a sogni ed incubi notturni, dalla fine degli anni Sessanta fino all’agosto 1990.

Al tema onirico sono riconducibili anche Sogno. Il viaggio di Mastorna e Sogno. La morte del clown. La sezione include inoltre il disegno Testimonianza (1992) nel quale Nino Za - noto illustratore e caricaturista e mentore di Fellini - ritrae il regista de La Dolce Vita avanzare verso un interno popolato da personaggi. Oltre alle locandine e ai manifesti dei film felliniani, precede e completa la sezione la proiezione di Fellinette (2020, Animazione 12 min): cortometraggio di Francesca Fabbri Fellini nel quale una bambina disegnata nel 1971 dallo zio è la protagonista di una favola ambientata sulla spiaggia di Rimini il 20 Gennaio 2020 (giorno del Centenario della nascita del grande Maestro).

IL CASANOVA E AMARCORD: “CULT” DALLA CARTA ALLA PELLICOLA Ad Amarcord (1974) sono riconducibili diverse opere in mostra, tra le quali Durante Amarcord e i tre studi per il personaggio della Volpina, interpretato da Josiane Tanzilli, oltre a uno dei molti scatti di Pierluigi Pratulon (1924-1999) – fotografo ufficiale dei set felliniani - che ritrae il regista col collega Andrei Tarkowski durante le riprese. Al celeberrimo Casanova, nell’anno in cui ricorrono i 300 dalla nascita del seduttore veneziano, sono dedicati i disegni preparatori per l’omonima pellicola diretta dal regista nel 1976.

Accanto ai tre disegni di Casanova vecchio e allo schizzo per la Scena della “merlettiera” si trovano le fotografie che immortalano Fellini sul set del film accanto a Gérald Morin, suo assistente e segretario privato di lunga data, Alberto Moravia, Roberto Rossellini, Vittorio De Sica e agli attori Cicely Browne, che nel film interpreta la marchesa Durfé e Donald Sutherland nei panni del protagonista. La sezione include inoltre l’emblematico disegno Prova di personaggio principale per Gian Maria che testimonia come, prima di affidare il ruolo a Sutherland, Fellini avesse considerato Gian Maria Volonté per il ruolo di Giacomo Casanova. Disegni e fotografie provengono dalla Fondation Fellini pour le Cinéma, istituzione culturale con sede nel Cantone Vallese, sorta in seno alla collezione privata di Gérald Morin che raccolse materiali sul regista italiano a partire dal 1963.

GLI ULTIMI DISEGNI Ai disegni eseguiti nell'ultimo periodo della vita di Fellini, in particolare durante la degenza all’interno della clinica di Ferrara ove fu ricoverato in seguito all’ictus che lo colpì nel 1993, sono dedicate due sale. In mostra una selezione di 29 schizzi, bozzetti e idee di scena su fogli A4 da stampante, esposti per la prima volta in Italia grazie alla dott.ssa Anna Cantagallo, fisiatra e neurologa che nell’estate del 1993 ebbe in cura il Maestro. Le opere – tra le quali Anna, la donna “angelo” e Federico, Anna con la frusta e Federico, Anna “la bionda” e Federico, Federico cammina da solo, Linea del cammino, Federico in teleferica, Federico e i triangoli – mostrano un registro doppio. Da un lato i test e gli esercizi del Fellini paziente che mostra fatica ad attenersi alle regole e gioca col segno e col colore, dall’altro i disegni in libertà, dove segno, colore e scrittura danno forma a illustrazioni fiabesche, grottesche, autoritratti e storie nate nel solco del rapporto medico-paziente, tanto che la "Dottoressa Anna" diventa parte integrante del suo repertorio di personaggi illustrati.

FEDERICO FELLINI DAL DISEGNO ALLA REGIA

Un percorso lungo qualche mese che, al di là del valore terapeutico sotteso, mette in luce la volontà del grande regista di continuare a raccontarsi e raccontare attraverso la sua inesauribile vena artistica.

1895 – 2025: 130 ANNI DI CINEMA Correva l’anno 1895 quando il Cinematografo dei fratelli Lumière cambiò per sempre i paradigmi delle arti visive, ponendo le prime, imprescindibili basi della società dell’immagine come la intendiamo oggi. Per celebrarne la portata rivoluzionaria, la mostra si conclude con uno spazio dedicato quei ai registi salodiani – ideali prosecutori della rotta tracciata dai Lumière e percorsa anche dal grande Fellini - distintisi nel panorama nazionale e internazionale della “settima arte”. Si tratta di Stefano Cipani (Salò, 1986), che come Fellini affida al tratto e alla carta le idee per i suoi film (la sezione espone quattro storyboard dell’autore di Educazione fisica); Luigi Comencini (Salò, 1916 – Roma, 2007) che col celeberrimo Pane, amore e fantasia sancisce la nascita del genere della commedia all'italiana e, come Fellini, negli anni Settanta si specializza in quella satirica con pellicole come Infanzia, vocazione e prime esperienze di Giacomo Casanova, veneziano; e Angio Zane (Brescia, 1925 – Salò, 2010), autore di fortunatissime serie di film per ragazzi e di numerosi spot pubblicitari come la serie western dei Caroselli Negroni.

PMI PHOTO ENTERPRIZE

ILARIA CARRARA

SI È AGGIUDICATA

IL PREMIO PMI PHOTO

ENTERPRIZE PROMOS-

SO DAL COMITATO

PICCOLA INDUSTRIA

DI CONFINDUSTRIA

BERGAMO, IN COLLABORAZIONE CON

L’ACCADEMIA DI BELLE

ARTI DI BERGAMO –ORA CONFLUITA NEL

POLITECNICO DELLE

ARTI

ph. Sergio Nessi

L’iniziativa, alla seconda edizione, è stata lanciata dal Gruppo di Lavoro Arte e Cultura – con Responsabile Simona Bonaldi, affiancata dai Membri Claudia Sartirani e Giuseppe Taramelli - costituito per incentivare la relazione tra la cultura e il mondo produttivo, potenziando un’alleanza fondata su affinità di valori, che riconosca l’importanza della cultura stessa come leva di sviluppo per le imprese e il territorio. Protagonisti del focus 2025 gli scatti di tre fotografi, giovani laureati o laureandi - oltre a Ilaria Carrara, hanno partecipato anche Alexandru Viorel Dobre e Natasha Rivellini - scelti per interpretare il tema “Vedere e Rivedere: Un Viaggio Immersivo nei Luoghi del Fare”, per concretizzare una relazione profonda tra il pensiero artistico e il mondo dell’impresa. Fra le novità dell’edizione 2025 anche un workshop ospitato da Nicro Spa. Sono state tre le aziende selezionate dagli autori per i loro scatti, Carobbio Srl, Genesi Srl e Lombardo Srl, raccolti in un catalogo, a cura e sostenuto da PEO Comunicazione Culturale e d’Impresa, che riassume anche obiettivi e tappe del progetto. Una giuria di esperti ha poi scelto l’opera vincitrice.

L’evento di premiazione, nella suggestiva cornice del Monastero del Carmine, in Città Alta, è stato aperto da Matteo Assolari, Vice Presidente della Piccola Industria di Confindustria Bergamo. Sono seguiti i saluti della Presidente di Confindustria Bergamo Giovanna Ricuperati e di Roberto Jannone, in rappresentanza di Mediobanca Premier Spa, sostenitore del progetto. Simona Bonaldi, Responsabile del Gruppo di Lavoro Arte e Cultura del Comitato Piccola Industria, ha poi illustrato obiettivi e finalità dell’iniziativa e posto alcune domande ai componenti della giuria Francesco Pedrini, artista e docente, già direttore dell’accademia di belle arti G.Carrara e referente per il progetto, Mario Cresci, figura cardine della fotografia italiana, già Direttore dell’Accademia Carrara, e Luca Panaro, critico d’arte, esperto di fotografia contemporanea italiana. Sono poi saliti sul palco gli autori, i cui lavori sono esposti nella mostra temporanea allestita da e con il contributo di Taramelli srl negli spazi del Monastero del Carmine, ed è stata infine proclamata la vincitrice che, secondo le motivazioni della giuria, ha dimostrato una profonda comprensione della relazione tra la materia industriale e la produzione artistica. La sua opera si distingue per l'uso innovativo dei materiali tecnologici forniti dall'azienda Carobbio srl, utilizzandoli come vere e proprie matrici per stampe fotografiche. Un approccio che è sia un omaggio alla tradizione, sia una reinvenzione audace e contemporanea della stampa.

“L’impresa - ha sottolineato Matteo Assolari - oggi sem pre più cerca nuove strade per esprimere i propri valori. Di qui l’impegno della Piccola Industria e, in particolare, del Gruppo di Lavoro Arte e Cultura, che ha portato alla nasci ta del progetto PMI Photo EnterPrize. Un ringraziamento speciale va alle imprese che hanno aderito al progetto, agli esperti che ci hanno accompagnato e agli artisti che sono entrati nelle realtà produttive creando una preziosa occasione di scambio”.

“PMI Photo EnterPrize -ha rilevato Simona Bonaldi – pro muove la relazione tra il mondo delle PMI e quello dell’ar te, valorizzando la cultura d’impresa. L’edizione 2025 ha confermato la fotografia come forma d’arte che, con la sua capacità di catturare l’invisibile nel visibile, ci permet te di fermare nel tempo di significato e trasformarli in qualcosa di più grande: una narrazione condivisa, con al centro il nostro rapporto con il lavoro, con la tecnologia, con il mondo che ci circonda”.

LAGO DI GARDA E ARTE

LE MELE DI MILENA BINI

Per il secondo anno il Rotary Valle Sabbia promuove l’arte sul Garda Una stagione all’insegna dell’arte a Gardone Riviera dove Silvia Dalla Bona, Presidente degli Albergatori di Salò e Gardone Riviera, ha invitato il Rotary Valle Sabbia – Presidente Lorenzo Keller - a collaborare nella promozione “in patria” di artisti bresciani che trovano spesso più considerazione all’estero rispetto a quanto potrebbero a casa loro.

L’anno scorso fu la volta del saretino Tiziano Ronchi che lavora sul connubio uomo-natura, quest’anno i riflettori sono tutti per Milena Bini, bresciana di Sant’Anna, che dopo l’accademia di belle arti e qualche esperienza all’estero ha individuato nella “mela” una immagine iconica che riesce a rappresentare la varietà e le differenze pur all’interno di una forma per lo più standard. Insomma proprio come gli esseri umani che sono più o meno tutti uguali fisicamente ma che recano all’interno del proprio bagaglio culturale, psicologico e personale una varietà di caratteri che ci porta ad essere “unici”. Anche le mele di Milena Bini sono tutti pezzi unici e ciascuno avvicinandosi ad esse potrà trovare quella che meglio rispecchia la propria personalità ed il proprio carattere. Chi preferisce un frutto piccolo e semplice, chi preferisce una mela gigante di colore sgargiante, chi sceglie le borchie e chi scegli gli strass, chi anela all’oro e chi invece cerca l’opaco. Una chicca alla vernice presso l’Hotel Savoy Palace di Gardone Riviera l’intervento dell’attore Francesco Martucci che ha dato lettura e interpretazione al racconto “La grande mela”, autobiografia dell’artista Milena Bini che racconta la sua ispirazione e la sua attività creativa. Per tutta l’estate passando da Gardone Riviera è possibile per tutti ammirare parte dell’esposizione collocata nella hall del Savoy Palace Hotel.

CONSIDERING BOILER VENTING

A+B Gallery è lieta di ospitare Considering Boiler Venting, collettiva a cui partecipano gli artisti
LINDA CARRARA - KAREN KNORR - ALWIN LAY - TIZIANO MARTINI
ANDREA MIRABELLI - MARKUS SAILE - THE COOL COUPLE

La mostra è visitabile fino al 27 settembre 2025.

Visita la galleria dal giovedì al sabato, dalle 15 alle 19, o su appuntamento.

Chiusura estiva dall’11 al 25 agosto.

Venting (sfiatare) è un’azione necessaria per evitare l’implosione. La tensione oscilla, e le valvole di sfiato mantengono un equilibrio fragile in cui si sviluppa un’idea di progresso tecnologico positiva, ma non definitiva. Abbracciando strategie quali l'ironia, l'intimità, la meraviglia, la memoria della natura, l'aderenza alla realtà e creando narrazioni possibili o probabili, gli artisti coinvolti ci indicano possibilità di sopravvivenza grazie alla forza dell’immaginario cui l’arte dà vita.

La mostra si propone come indagine e condivisione, oltre che strumento per individuare le modalità con cui la nostra salute mentale mantiene equilibrio, elabora e individua pericoli nella complessa fisicità in cui siamo immersi. L'idea di "magnifiche sorti e progressive" è appunto non del tutto risolta perché lo stato di tensione è continuo e instabile. In momenti storici di rottura di equilibri attivare Boiler Venting ci permette di individuare forme e tentativi ancora da delineare.

Sopra: Markus Saile, Untitled 2025, oil on wood, 33.5x48 cm

Nella pagina di fronte:

Linda Carrara, Capacità di rappresentazione, 2025 olio su tela di cotone nero, cornice con vetro da museo, 88x70 cm

A destra

Karen Knorr, The Opium Smoker, Chitrasala, Bundi (2017), dalla serie India Song Stampa a colori a pigmenti su carta Hahnemühle Fine Art Pearl, Edizione 3/5 + 2 AP

Proseguelacollaborazione conLucaRuggeri,daun latoilsuopercorsoconla malattia,difronteisuoi ricordiealcune riflessionisullavita.

SECOND LIFE AGAIN

Sono Luca Ruggeri malato di SLA dal 2015.Non posso mangiare, non posso bere, non posso parlare, non faccio più nessun movimento volontario e muovo solo gli occhi che mi consentono di comunicare con un tablet oculare.

14 AGOSTO 2020 Luca accompagna la figlia Marina all’altare IL CORONAMENTO DI UN SOGNO

È il giorno del coronamento di un sogno: riuscire ad accompagnare mia figlia all’altare. Ci siamo riusciti nonostante la SLA e il covid. È un giorno meraviglioso dove non mi sono sentito un malato di SLA e per Marina è stata la stessa sensazione, ci siamo sentiti come papà e figlia, emozionati, gioiosi, felici. La SLA in questi anni mi ha portato via tutto, ma non può fare nulla contro l’amore tra me e Marina. Sono un po’ di anni che nuoto in acque scure e profonde, a volte alzo la testa con la speranza di scorgere una riva, una sponda, un approdo, ma nulla, solo acqua che in lontananza diventa nera, spettrale, minacciosa, non vorrei arrivare fin lì, ma tante mani, tante braccia amiche e piene d’amore mi tengono a galla e mi spingono avanti, non posso tradirle. I profumi e gli odori intrappolano i ricordi e quando li senti riprendono vita riaccendendo quasi le stesse emozioni. Non solo bei ricordi ma anche quelli meno piacevoli, gli odori e i profumi purtroppo non fanno distinzioni. Perché cercare di aggiungere più tempo alla vita quando bisognerebbe aggiungere più vita al nostro tempo, una frase che faccio mia e che dovrei dare come risposta a tutte le persone che mi vogliono bene e che mi incoraggiano a resistere, ma non riesco a rispondere così, loro mi vorrebbero vicino per sempre ad ogni costo. Quello che fino a qualche mese fa era solo un sogno si è avverato sono riuscito ad accompagnare mia figlia all’altare delle sue nozze oppure potrebbe essere che mia figlia è riuscita a farsi accompagnare all’altare dal suo papà, tale era il nostro comune desiderio. Desiderio più volte minacciato dai miei problemi di salute, prima una polmonite poi un’embolia, e dal covid che ci ha fatto stare in ansia per mesi e spostare la data del matrimonio con tutte le paure legate ai contagi. È stata una giornata meravigliosa è andato tutto bene anzi, più delle aspettative, tante persone felici di aver partecipato. Date le mie condizioni, mi sono concentrato molto sulla cerimonia che è stata emozionante. Ho chiesto ai miei di non piangere, ma alla fine ho pianto io, ascoltando una musica suonata con i violini che mi ha sempre emozionato e oltre all’emozione del giorno mi ricordava il mio papà.

“Ho scritto questo libro non per i malati, come me loro sanno già tutto, ma per voi... A coloro che camminano senza sforzo, parlano senza difficoltà, mangiano senza fatica e respirano senza pensieri. Possa questo libro aprire gli occhi sulla fortuna di una vita che diamo per scontata, risvegliando la gratitudine per ogni singolo passo, ogni parola, ogni boccone, ogni respiro. Postfazione "Cosa è la SLA" a cura della dottoressa psicoterapeuta Lidia Gazzi

L'ebook è disponibile su: https://www. librerie.coop/libri/ 9791281546714-il-gatto-del-presidente-multimage/

Il ricavato dalle vendite del libro sono destinati all’Associazione Viva la Vita Italia

AIUTO ARRIVANO I RIS

Avetrana, Garlasco, Cogne, la piccola Yara, e molti altri delitti che hanno riempito la cronaca nera dei Tolk Show e dei quotidiani, hanno messo in dubbio il funzionamento della giustizia. Tutto sembra facile da intuire ma quando arrivano i Ris, allora diventa tutto più difficile! Subentra una confusione che sembra creata apposta per vendere più giornali e fare audience nei programmi televisivi! Non intendo mettere un bavaglio ai fatti di cronaca però mi sembra che da qualche anno si sta esagerando con i processi mediatici! Gettano una cortina di nebbia su ogni caso di cronaca! Nel mio piccolo modo di pensare sono certo che nel delitto di Cogne sia arrivata la sentenza giusta, lo stesso ad Avetrana, uguale a Garlasco dove hanno riaperto il processo mentre il colpevole ha quasi finito di scontare la pena. Anche per Yara Gambirasio hanno riaperto il processo, e qui scusate se mi impongo con il mio parere, il Bossetti dovrebbe spiegare come è finito il suo Dna sulla piccola Yara. A Garlasco hanno riaperto il processo e sembra che vogliono sondare la posizione di un amico di Chiara Poggi, un certo Sempio ma la posizione di quest ultimo non è stata valutata già nel primo processo? Perché impronte grandi come la zampa di un elefante si valutano solo adesso a distanza di quasi vent’anni? Dove guardavano i Ris! A Cogne si è verificata addirittura una situazione ridicola: un piccolo e la sua mamma e niente impronte di nessuno in giro cioè un delitto della madre facilmente riconoscibile, ma anche in questo caso è stata montata una vicenda grottesca di un presunto assassino di bambini venuto da chissà dove, senza lasciare traccia alcuna, un processo durato anni fino a quando alla mamma sono finite le lacrime... di coccodrillo! Ad Avetrana prima di mettere in galera i veri responsabili cioè la zia e la cugina, hanno messo in prigione la zio di Sara Scazzi, anche se si vedeva lontano un Km che non c’entrava nulla, quello che ha fatto lo hai fatto solo perché succube della moglie Cosima. A volte penso che queste confusioni sono create apposta per montare dei casi che diventano pane quotidiano per giornali e tv, sicuramente non vengono rilasciate gratuitamente! Da chi? Non lo so. Dai PM? Dagli avvocati? Dalla Polizia o dai Carabinieri? O dagli indagati? Lascio a voi questo quesito.

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