

BRESCIA MAGAZINE
In copertina FABRIZIO SCURI


PRESIDENTE DI TERRA DELLA FRANCIACORTA
Giorgio Gori al Parlamento Europeo chiede sostegno per l’auto
Timeless rooms: progettare spazi dedicati ai sensi
Taxodium Foliage sul lungolago di Paratico
Beatrice Venezi: Il libro Puccini contro tutti
Centro Porsche Brescia: presentata la nuova Macan full electric
Amitiè Sans Frontieres: serata di Gala 2024
Kick-off Milan Legal Club
Brescia. La tua città europea
Don Giuliano Zanchi nuovo direttore collezione Paolo VI
Intervista: Giorgio Bertazzoli fonda La rivoluzione della Bellezza
Interni a Londra con Henge
1000 Miglia presentato il percorso 2024
L’Officina della Scultura: gli atelier degli artisti
I matti siete voi: una mostra per i cento anni di Basaglia
La nuova Ford Explorer. Full electric costruita in Europa


GIORGIO GORI
L’intervento al Parlamento Europeo: un piano per l’automotive

Intervista
FABRIZIO SCURI
Presidente di Terra della Franciacorta
BRUNO BONATI
Attualissimi i suoi articoli di venticinque anni fa

TIMELESS ROOM
Progettare spazi dedicati ai sensi


TAXODIUM FOLIAGE
Lo spettacolo dell’autunno nel Parco Taxodi di Paratico

BEATRICE VENEZI
Puccini contro tutti

AMITIÈ SANS
FRONTIERES
La serata di Gala 2024 da Vittorio alla Cantalupa

ACCADEMIA CARRARA
L’Accademia raccontata da persone non vedenti
Intervista
GIORGIO BERTAZZOLI
Fonda il movimento ‘La Rivoluzione della Bellezza’


Vito Emilio Filì
Insostenibile sostenibilità

Prima il mantra era la “condivisione” e noi abbiamo condiviso, poi ci hanno vaccinati in massa e siamo diventati resilienti, mentre intorno a noi di colpo tutto doveva essere “green”. Adesso dobbiamo diventare assolutamente “sostenibili” in ogni cosa ma tra poco saremo tutti accalappiati dall’intelligenza artificiale. Come una moda è scoppiata la sostenibilità. Peccato che però, tolta la vernice, sotto ci sia gran poco. Un esempio? Mi viene proposto di utilizzare una carta sostenibile per stampare il giornale. Va bene ma chiedo: in cosa è diversa da quella che utilizziamo adesso. Niente, già ora la carta che usiamo è green solo che adesso è scritto in etichetta che è sostenibile per l’ambiente e che nessun albero è stato abbattuto ecc... Con il timbro di qualche Ente che lo certifica.

Quindi, dietro alle aziende che davvero investono per avere un impatto minore sull’ambiente, si nascondono come sempre solo dei millantatori che fanno del green-deal un astuto strumento di marketing. Vi ricordate il caso dell’olio di palma? Lo utilizzavano tutti i produttori di dolciumi e biscotti ma, quando fu messo al bando, gli stessi si affrettarono a dire che loro non lo usavano, come vantandosi di una scelta fatta per la salute dei consumatori. Si potrebbero fare tanti esempi di come la sostenibilità ormai te la trovi anche nelle mutande. Tutto di colpo si trasforma in più sostenibile e non trovi nessun prodotto sul mercato che in qualche modo non abbia i suoi bei contenuti di sostenibilità.
Spesso però non c’è niente di nuovo e si tratta di mirabolanti maquillage per farci credere di poter scegliere un prodotto che è più attento all’ambiente di quanto non lo fosse prima. Però, nonostante tutta questa sostenibilità di cui siamo circondati, l’ambiente intorno a noi non sembra trarne alcun beneficio. Anzi. È insostenibile il traffico, stradale e quello degli aerei, sono insostenibili le file per avere una visita medica, sono insostenibili le dimenticanze di chi doveva controllare i torrenti che scorro no sotto le città e poi esplodono. È insostenibile l’inquinamento dell’aria che è la peggiore in Europa e sono insostenibili i nulla facenti che vivacchiano alle spalle altrui e quelli che imbrattano tutto con firme incomprensibili o scarabocchi.


Ma il nuovo mantra dei tempi più recenti è l’arrivo della IA o AI, come la chiamano gli sgamati. L’intelligenza artificiale sta arrivando ovunque. Qualsiasi cosa viene proposta oggi come frutto dell’utilizzo dell’IA e state certi che tra poco anche i cetrioli saranno prodotti con l’intelligenza artificiale. Le galline faranno le uova come gli dirà di farle l’IA. Il parlamento può anche chiudere bottega perché sopra di lui sta arrivando la IA che tutto deciderà per il giusto bene dell’umanità. Ullallà.
Ma anche in questo caso spesso è solo marketing e l’IA è un nuovo ingrediente per ingolosirci a comprare qualcosa che magari è più performante ma che in effetti non ci serviva.
Magari si usasse l’intelligenza artificiale per porre fine agli squilibri del pianeta, per evitare le carestie e la fame nel mondo, la pace tra tutti i popoli e magari l’eternità… AIA!
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BERGAMO MAGAZINE BRESCIA MAGAZINE
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Aut. Tribunale di Brescia n°18 del 22/04/2004
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Maurizio Maggioni - Benito Melchionna
Chiara Moretti - Giorgio Paglia Haim Reitan - Luca Ruggeri
Stampa: Euroteam Nuvolera (Bs)
Informazioni 035.270989
FESTIVAL ORGANISTICO
INTERNAZIONALE
Successo per l’edizione 2024

BANCA VALSABBINA
Accanto alle PMI per la quotazione in Borsa
Stampato con inchiostri a base vegetale.

INTERNI A LONDRA CON HEDGE
Inaugurato in Brompton Road, il nuovo flagship store


MILLE MIGLIA 2024 Presentato il percorso


1950-1970. LA GRANDE ARTE
ITALIANA
Capolavori dalla Galleria Nazionale Moderna e Contemporanea
OFFICINA DELLA SCULTURA
Una mostra dedicata agli atelier degli scultori

KHALID HALBAI
La stagione della migrazione a nord in mostra a Santa Giulia


Una mostra per i cento anni dalla nascita di Franco Basaglia
la poesia
Ospitalità
La notte cesella i suoi fantasmi mentre nel cielo di agosto veleggia un sorriso di luna. Un chiarore prudente e indiscreto attraversa i confini di ombra dove l’inconscio scompiglia quel che resta del silenzio. Dal calice dolceamaro dell’oblìo affiorano lontani vaneggi sfuggiti tra mani gravate da attese bugiarde. Improvvisi sussulti dell’anima scacciano la corruzione del vano e colorano di vita continenti aperti all’ospitalità dello sguardo. Promesse consumate che vanno incontri complici che vengono a stupirsi dell’invisibile nel visibile del raggio verde.
Benito Melchionna - agosto 2024
MATTI SIETE VOI


NON SI PUÒ TORNARE INDIETRO
Bisogna ridiscutere i termini e i tempi ma la strada è segnata e per il momento sembra quella giusta o la più praticabile realisticamente. Bisogna elettrificare tutto ciò che è possibile ad iniziare dalle automobili e da tutti i motori che bruciano combustibili fossili.
I termini perentori che la UE ha stabilito vanno però ridiscussi e di certo dovrà essere spostata più in là la data della fine dei motori a combustione - che nel frattempo si sono evoluti e inquinano molto meno - ma prima o poi dovrà succedere. La politica ha fatto un salto nel vuoto proponendo obiettivi tutto sommato non impossibili da raggiungere a patto che si fossero create tutte la condizioni previste.
Le industrie dell’auto hanno risposto con investimenti colossali e chi più chi meno si sta adeguando ad un futuro tutto elettrico. Quella che è mancata è stata la creazione delle infrastrutture per l’approvvigionamento e reali incentivi per ridurre il gap tra il prezzo di una vettura a benzina ed una elettrica, come ha fatto il governo di Pechino, città inquinatissima, dove però metà delle auto sono già elettriche.
Tra pochi anni caricare energia nell’auto sarà semplice come oggi fare il pieno di carburante e tutti i benzinai di oggi venderanno elettricità. Però per liberarsi davvero dei combustibili fossili bisogna produrne sempre più da fonti rinnovabili. Infatti, se l’elettricità per le auto la si produce bruciando petrolio o gas nelle centrali, l’inquinamento, magari diminuisce nelle città, ma si sposta in altri luoghi. Quindi? Pannelli solari e pale eoliche sempre con maggiore convinzione andando a trattare con le popolazioni delle regioni scelte per l’eolico e per il fotovoltaico che avrebbero forse preferito avere dei pozzi petroliferi... ma hanno “solo” il vento e il sole. In Sicilia sono diventati matti per anni trivellando qui e là alla ricerca del petrolio o del metano e, se l’avessero trovato oggi quella regione sarebbe una distesa di gigantesche pompe per i pozzi e di maleodoranti oleodotti, ben peggio delle pale eoliche (VEF)

GIORGIO GORI E LA
PROPOSTA AL PARLAMENTO EUROPEO
L’INTERVENTO AL PARLAMENTO EUROPEO
“Sì all’anticipo dell’assessment sull’industria dell’auto. La Commissione Europea vari un piano d’azione sull’automotive con urgenza”: lo ha detto poco fa nell’emiciclo di Strasburgo Giorgio Gori, europarlamentare e vice-presidente della Commissione Industria del Parlamento Europeo. “Le difficoltà dell’automotive europeo - ha spiegato Gori durante il suo intervento - sono sotto i nostri occhi e noi abbiamo il dovere di occuparcene, visto che da questo settore dipendono quasi 14 milioni di posti di lavoro e il 7% del PIL europeo. Sbaglia chi propone di rallentare la transizione green di questo settore: non è quello che ci chiedono le imprese, che sull’elettrico hanno investito oltre 250 miliardi di euro. Cina e Stati Uniti vanno in quella direzione e ci vanno molto rapidamente, accompagnando l’innovazione con ingenti risorse pubbliche.”
“Non si tratta quindi di rallentare il percorso, - specifica Gori - ma di accelerare, sapendo che la competitività deriva dall’insieme delle componenti dell’ecosistema dell’auto elettrica: riduzione del costo dell’energia e potenziamento delle reti elettriche, approvvigionamento delle materie prime critiche, produzione e riciclo di batterie e microprocessori, standard di software europei, formazione dei lavoratori, incentivi alla domanda per ridurre il gap di prezzo rispetto alla Cina, orientamento delle flotte aziendali. Sì dunque alla richiesta di anticipare l’assessment previsto per il 2026, ma soprattutto chiediamo alla Commissione di varare con urgenza un Automotive Action Plan che abbracci tutte le componenti dell’ecosistema e ne sostenga l’evoluzione con risorse adeguate."
LA TERRA E IL VINO
Nel dicembre 2011 i Comuni della Franciacorta presentano al territorio (presso il Monastero S. Pietro in Lamosa, luogo di identità regionale) uno studio di fattibilità per la Franciacorta, consapevoli che sia necessaria un’idea condivisa di sviluppo socio-economico, tramite una strategia che ne valorizzi l’identità e un tavolo di regia pubblico-privato che la traduca in progettualità e in capacità di attrarre investimenti. Lo studio punta sulla valorizzazione dei beni culturali e ambientali del territorio come leva per la creazione di un’economia sostenibile, che connetta la Franciacorta con altri territori a livello nazionale e internazionale.

Il 18 giugno 2012, i 19 Sindaci della Franciacorta, dopo aver individuato il perimetro dell’area sulla base del Decreto Ministeriale che riconosce la “Franciacorta dei vini”, hanno costituito l’Accordo di collaborazione, ovvero una forma snella di aggregazione tra i Comuni, necessaria per avere una rappresentanza con i partners pubblici e privati. Si tratta di un risultato storico, inedito per quest’area, condiviso dai comuni del territorio, che manifesta una volontà condivisa di guardare insieme nella stessa direzione per i prossimi 20 anni. L’accordo di collaborazione ha consentito ai Comuni coinvolti di produrre un documento importante, il PTRA (Piano Territoriale Regionale d’Area) della Franciacorta, approvato da Regione Lombardia con DCR n. X/1564 del 18.07.2017.
Il PTRA Franciacorta si propone come obiettivo strategico di “Elevare la qualità del territorio, risultante della qualità dei suoi prodotti e del modo di vivere dei suoi abitanti, al livello di qualità del brand che lo identifica nel mondo intero”. Per raggiungere questo ambizioso traguardo sono stati individuati 3 obiettivi specifici quali: – orientare lo sviluppo del territorio verso la riduzione del consumo di suolo e la rigenerazione urbana/territoriale; – promuovere l’attrattività paesaggistica e la competitività territoriale; – sostenere un sistema integrato di accessibilità e mobilità sostenibile.
Infine, i Comuni coinvolti nel PTRA hanno costituito, il 10.10.2018, l’Associazione “Terra della Franciacorta” che ha lo scopo di promuovere buone prassi per lo sviluppo integrale del territorio ed il raggiungimento degli obiettivi sopra indicati.
LA FRANCIACORTA & IL FRANCIACORTA
A FABRIZIO SCURI, NEO ELETTO PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE TERRA DI FRANCIACORTA, CHIEDIAMO DI FARE IL PUNTO DELLA SITUAZIONE DEI RAPPORTI TRA I COMUNI E IL CONSORZIO DEI PRODUTTORI
Vito Emilio Filì - ph. Sergio Nessi

Negli ultimi decenni il territorio della Franciacorta ha conosciuto uno sviluppo incredibile della viticoltura e le scelte lungimiranti di molti imprenditori, che contano oggi 141 cantine attive, hanno portato sul territorio lavoro, ricchezza e cultura. Il sogno di produrre un vino in grado di competere con lo champagne è una realtà e i numeri sono sempre in crescita.
Alcuni anni fa i Comuni compresi nella Franciacorta hanno dato vita ad una associazione, Terra della Franciacorta, a cui partecipano i sindaci degli stessi e avente come scopo da un lato la promozione del territorio attraverso eventi culturali o di spettacolo e dall’altra la tutela e la salvaguardia dello stesso.
A presiedere da pochi mesi l’Associazione T.d.F. è Fabrizio Scuri, il sindaco di Cazzago S.MArtino e, anche per via di alcuni rumors circa la “proprietà” del brand Franciacorta, siamo andati a conoscerlo.
“Terra della Franciacorta - ci ha raccontato Scuri - è un’associazione composta dai soli comuni, rappresentati dai rispettivi sindaci, che ha due settori di intervento. Uno è la cultura del territorio e la sua promozione. E poi, ma assolutamente non secondaria, la tutela dei territori stessi. Ad esempio il tema della salvaguardia dei boschi è un grande tema teoricamente già previsto per legge per cui nessuno può distruggere un bosco per piantare la vite.

FABRIZIO SCURI, NEO ELETTO PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE TERRA DELLA FRANCIACORTA É IL SINDACO DI CAZZAGO SAN MARTINO. LAURETAO IN MATEMATICA, 60 ANNI, È STATO DIRIGENTE PRESSO GRANDI AZIENDE SIA DEL SETTORE PRIVATO, SIA DEL PUBBLICO
LA TERRA E IL VINO
Abbiamo anche adottato un piano con le linee guida di un regolamento edilizio che doveva essere adottato da tutti i comuni... Ma poi ogni comune ha preferito comunque andare per la sua strada”.
Ma l’associazione dei sindaci ha potere impositivo sui comuni che vi aderiscono?
“Dovrebbe essere così ma poi ognuno fa quello che vuole. Ho accettato questo ruolo in Terra della Francicorta anche per capire che tipo di prospettive ci si debba dare. Oggi è un luogo in cui si discute e ci si confronta però ogni Comune dovrebbe essere vincolato a ciò che si decide a maggioranza. Ma su questo non tutti hanno la stessa opinione. Cercheremo di arrivare ad una sintesi e pianificare una strategia comune.
L’Associazione, sino ad oggi si è distinta nella parte culturale, più che nella gestione del territorio. Certo è molto più facile organizzare eventi che affrontare problemi come quello dell’uso dei fitofarmaci o all’espansione della monocoltura della vite. Su questi temi, molto importanti e strategici, si è un po’ vivacchiato ma adesso è opportuno fare fronte comune su alcune cose poco simpatiche che ci riguardano da vicino come, ad esempio, la questione del nome che vede il Consorzio dei produttori contro il Comune di Rovato per via dell’utilizzo del nome Franciacorta per alcune manifestazioni. Per esempio Franciacorta in Fiore o altre simili. Ma anche chi produce l’olio della Franciacorta è intimato a togliere di mezzo il benedetto toponimo. Ma prprio in quanto tale è impossibile da utilizzare in esclusiva. Quindi se qualcuno vuole produrre le uova delle galline della Franciacorta, nessuno può imperdirlo a patto che le ovaiole siano franciacortine. Inoltre il nome di quel territorio oggi così conteso esiste da ben prima che si stappassero le prime bottiglie di bollicine. Il Consorzio dice attenzione che io ho registrato il marchio Franciacorta e nessuno può usarlo se non autorizzato.

FABRIZIO SCURI
Noi desideriamo avere un dialogo aperto con i vignaioli ma non a qualsiasi costo. Il Consorzio vende il vino, Terra della Franciacorta non vende niente e io non faccio l’interesse solo del Consorzio ma anche quello dei 200mila cittadini che rappresento. Non sono bruscolini, la Franciacorta è come una città di medie dimensioni e se riusciamo a stare uniti, a superare gli steccati potremmo contare molto di più. Io sono di centrosinistra, altrove amministra la destra, in altri comuni la Lega… e i sindaci poi cambiamo quindi è difficile seguire una linea comune. In quest’anno dobbiamo assolutamente capire chi siamo, dove andiamo e chi è disposto nel proseguire uniti. Piuttosto che un’associazione che non prende posizioni per non scontentare nessuno, preferisco uscirne”.
Qual è la posizione di Terra della Franciacorta rispetto all’espansione dei vigneti a discapito di altre essenze boschive?
“Siamo consapevoli dei grandi benefici che hanno portato sul territorio le aziende produttrici di vino, ma non pensiamo che la vite debba invadere tutto. Sulle colline bisogna riuscire a preservare la biodiversità boschiva. Il Consorzio su questo tema è disponibile e ha spiegato che non ha intenzione di estendere i filari sulle le colline. E comunque il bosco è protetto di per sè, da una legge nazionale anche se poi nessuno controlla. Nel caso del Monte Alto che interessa quattro Comuni, i produttori hanno chiesto di poter vitare alcuni terrazzamenti che erano già coltivati in tempi remoti. Vedremo il da farsi ma nel contempo, proprio per questo tipo di situazioni, sarebbe meglio che i Sindaci dei Comuni coinvolti adottassero gli stessi comportamenti per non arrivare divisi al confronto e quindi già più deboli”.






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...e la Famiglia Minetti, che dal 1980 ci mette competenza, anima e cuore.
FINO A CHE PUNTO LA TOLLERANZA È UNA VIRTÙ?
INCREDIBILMENTE ATTUALE MA SCRITTO
VENT’ANNI FA DA BRUNO BONATI
VI RIPROPONIAMO IN SUO RICORDO IL PRIMO DI UNA SERIE
DI PEZZI CHE BONATI BUTTAVA giù DI GETTO SULLA MACCHINA DA SCRIVERE DI SOLITO PIENI DI ERRORI DI BATTITAURA MA SEMPRE
GODIBILI E AZZECCATI. E COME SEMPRE ACCADE POTREMMO
DIRE CHE È CAMBIATO TUTTO PER NON CAMBIARE NIENTE
Panorama nei mesi scorsi ha scritto che un italiano su tre è convinto che la sicurezza nella sua zona di residenza sia peggiorata. Il sondaggio non scopre nulla di nuovo dando solo la conferma che le città italiane sono diventate terra di nessuno. Interi quartieri sono stati abbandonati al malaffare, sulle strade c'è prostituzione femminile e maschile di tutte le razze e a tutte le ore. Nelle piazze dilagano lo spaccio di droga e l'immigrazione clandestina assume sempre più i connotati di una vera e propria prepotente invasione tra stupri, regolamenti di conti fra bande di extracomunitari, turpi pratiche religiose come la circoncisione femminile, lo sgozzamento rituale di animali... E poi appartamenti svaligiati, scippi, rapine e drogati che ti minacciano con il coltello, altri che si fanno incuranti dei passanti, mercatini africani abusivi, tratta di minorenni per i più turpi commerci. Proprietà pubbliche e private occupate dagli autonomi; muri e monumenti imbrattati da deliranti annunci. Negozianti e imprenditori taglieggiati dalla malavita organizzata. Delinquenti in libera uscita dalle carceri, a causa dei tentativi di reinserimento di maniaci omicidi, mafiosi pluriomicidi pentiti in libertà, protetti dalle forze dell'ordine e stipendiati con i soldi dei contribuenti. Annunci di sanatorie per tutti gli immigrati abusivi, richieste di amnistia per i reati compiuti dagli autonomi, centinaia di ettari boschivi lasciati ai piromani. Questo è il ritratto, anzi la “natura morta” dell'Italia dove non c'è più legalità dove le leggi sembrano pensate per favorire i disonesti, dove non c'è più difesa per gli onesti, per i deboli, per i cittadini. Chi più minaccia, più ottiene da questo governo che sa essere forte con i deboli e debole con i prevaricatori. Alle forze di ordine pubblico viene comandato di intervenire con mano pesante contro gli allevatori, di manganellare i disoccupati che chiedono lavoro in questa repubblica fondata sul lavoro; le vediamo in gran numero alla domenica mentre scortano le varie tifoserie ma anche, nascoste dietro gli angoli delle strade, ad elevare contravvenzioni con il Multanova; nel frattempo, in Italia, viene commesso un furto e un'abitazione viene visitata dai ladri; ogni due minuti viene rubata un'autovettura, ogni sessanta secondi avviene uno scippo e, le Forze dell'Ordine, quando "beccano" un colpevole di questi, che vengono considerati reati minori, ma quanto mai gravi e dannosi per i semplici cittadini, il giorno dopo se lo ritrovano in strada, impunito e libero di ricominciare. C'è qualcosa che non funziona più come dovrebbe in questo Paese industrializzato, democratico e facente parte del G7.



In ogni paese democratico, i cittadini rinunciano alla propria difesa, ed a farsi giustizia da sè, delegando questi loro diritti alle istituzioni, allo Stato che si avvale di Magistratura, Polizia di Stato, Carabinieri, Guardie di Finanza, Guardie Forestali, Guardie Carcerarie e anche Polizia Urbana che avrebbe funzioni, oltre che di elevare contravvenzioni, di pubblica sicurezza. Il precedente comandante dei Vigili Urbani di Bergamo, capitano Poggi, aveva tentato di impiegare i suoi uomini in attività di pubblica sicurezza ma lo hanno promosso a più alto incarico. Se le deleghe dei cittadini-contribuenti non vengono onorate, le forze di pubblica sicurezza e la magistratura loro malgrado, per leggi troppo permissive o inapplicabili, rischiano di diventare cose inutili, oltre che molto costose, di questa nostra Repubblica. C'è inoltre il rischio che il cittadino possa ritirare la delega e si attrezzi per la propria difesa personale e, conseguentemente, farsi giustizia da sè. Già ora qualcosa di pericoloso sta avvenendo. A Genova, i cittadini vogliono armarsi per difendersi dalla malavita extracomunitaria che ha preso possesso del centro storico. Gli Istituti di Vigilanza vengono contattati dalle Amministrazioni Comunali affinché si sostituiscano ai vigili urbani e forze dell'ordine nel pattugliare parchi pubblici o altro. Anche le illegali ronde padane possono trovare ragione d'essere in un degrado del genere. Infine bisogna lanciare un allarme: potrebbe veramente accadere che il tollerante popolo italiano si accorga che la tolleranza, oltre certi limiti, non è più una virtù.
In occasione della giornata mondiale dedicata alla salute mentale, si è tenuto presso la Fondazione Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Milano la presentazione del progetto formativo ‘Timeless Room’ a cura di BeeBest srl, agenzia specializzata in comunicazione nel mondo del design. Hanno partecipato Giulia Pellegrino curatrice del progetto e gli architetti Andrea Roberto Botta e Paolo Volpato. Sono intervenuti come relatori ospiti Eliana Liotta giornalista e autrice del saggio “La vita non è una corsa” (La nave di Teseo) e Fabrizio Campanelli compositore, musicista e produttore.
Il progetto nasce perché, oggi più che mai, abbiamo bisogno di uno “spazio concettuale reale” legato ai sensi e lontano dal mondo virtuale, per stimolare la sensibilità e ritornare ad un dialogo con noi stessi.
“Sempre più si parla della necessità di una Pausa durante la giornata per ricaricare il corpo dalle energie disperse” - ha affermato l’architetto Andrea Roberto Botta - ma per far questo è indispensabile staccarsi dalla tecnologia che ci porta in un altro luogo, quello virtuale, sempre acceso e in movimento. L’obiettivo è cercare di connettersi con il nostro corpo che sotto stress continui perde il senso del tempo e dello spazio, stimolati da ambienti confortevoli, salubri e realizzati con materiali naturali”.
Per trovare la riconnessione con noi stessi abbiamo bisogno di un luogo e degli stimoli giusti.
Gli Architetti Barbara Sansonetti e Andrea Roberto Botta del team di BeeBest supportati da Giulia Pellegrino e Simona Sansonetti hanno strutturato un percorso di formazione dedicato ad Architetti e Progettisti di interni che li induca a pensare a luoghi costruiti per riconnetterci a noi stessi e ritrovare il nostro bioritmo, in ambito residenziale, lavorativo e nell’hôtellerie. Già al Fuori Salone 2024 il team di BeeBest aveva realizzato presso lo showroom Novacolor una prima installazione sul tema Timeless Room per il lancio del rivestimento Materia Viva in collaborazione con Riva 1920 che ha suscitato la riflessione di molti architetti a livello internazionale. La prima ospite della mattinata è stata Eliana Liotta, che partendo dal pensiero di Epicuro che vede la serenità come un pezzetto di cielo interiore, ha spiegato quanto le pause siano fondamentali per la salute: dosarle correttamente può ridurre il rischio di malattie come il cancro, gli infarti, il diabete e le demenze.
TIMELESS ROOM

“RALLENTARE” GENERA UNO SPAZIO NUOVO IL MONDO DEGLI ARCHITETTI SI PREPARA A PROGETTARE SPAZI
DEDICATI AI
SENSI
OTTOBRE 2024
GENNAIO 2025

Le pause favoriscono la creatività, migliorano la memoria e proteggono dalle decisioni avventate, come scrive la giornalista nel suo ultimo saggio La vita non è una corsa, nato in collaborazione con l’Università e l’ospedale San Raffaele di Milano. Fabrizio Campanelli, compositore, musicista e produttore, ha raccontato come anche in musica la pausa crei uno spazio importante, strutturale nello spartito. È come una nota scritta in bianco, un silenzio che ha un suo peso specifico all'interno di un brano. Proprio come le note, le pause hanno il potere di creare emozioni, tensioni e atmosfere uniche. Come per i progettisti anche i compositori costruiscono un linguaggio per attuare il processo mentale e creare un nuovo teatro nel mondo interno come quello del sogno.
L’Architetto Paolo Volpato, partner dello studio Quincoces-Dragó & Partners ha spiegato quanto il suo studio sia affascinato dal tema del “rallentare” e che le nuove tendenze nella progettazione nell’hospitality siano concentrate su due tematiche: i luoghi remoti e i luoghi urbani. L’obiettivo principale di un progettista, sia nel residenziale che nell’hospitality, deve essere quello di creare spazi accoglienti con un’estetica senza tempo. L’aspirazione deve essere quella di creare ambienti armoniosi attraverso la manipolazione della luce e l’utilizzo di materiali naturali con una grande attenzione alle sonorità naturali, ai riverberi della struttura. Ha spiegato quali sono le tendenze nella progettazione in particolare dell’hôtellerie e quanto sia importante inserire spazi confortevoli che possano sposare la filosofia di Timeless Room. Stimolare i sensi è la chiave per ristabilire il contatto con il nostro corpo e ritrovare il nostro bioritmo. Vista, udito, olfatto, tatto e gusto sono le vie per ritrovare noi stessi e la nostra relazione con la natura anche nella più caotica delle metropoli. Il percorso formativo dedicato ai progettisti e interior designer spiegato dall’Architetto Andrea Roberto Botta, prevede la lettura di uno stato attuale e la ricerca di un nuovo linguaggio architettonico per ampliare la consapevolezza e allenare la sensibilità progettuale attraverso un percorso di contaminazione e di approfondimenti tecnici nella progettazione, che possano stimolare il professionista a creare spazi dedicati alla riconnessione con il nostro corpo attraverso la stimolazione dei sensi. Il percorso formativo prevede 4 appuntamenti che si terranno a Brera Design District.
IL PROGRAMMA
- 7 novembre 2024 ore 17.00 - Nutrimento, il senso e il gusto
Presentazione del percorso con esperienze sensoriali che possano allenare la consapevolezza dei Progettisti verso i 5 (+2) sensi
- 28 novembre 2024 ore 17.00 - Pelle – conTATTO
Un’analisi delle proposte di arredo dedicate ai materiali sostenibili, dai tessuti, alle finiture delle pareti, al legno e alle pietre naturali.
- 18 dicembre 2024 ore 17.00 – Udito + Olfatto
Un viaggio nelle soluzioni per la purificazione e la profumazione dell’aria. La creazione di spazio attraverso il suono e la sua assenza: diffusori sonori e comfort acustico.
- 23 gennaio 2025 ore 17.00 – Energia
Luci e ombre, colori. Come scolpire con la luce naturale, come integrarla con corpi illuminanti e l’illuminazione architettonica. Ombreggianti e complementi dedicati al verde

TAXODIUM FOLIAGE

Autunno, cadono le foglie. Prima però cambiano colore, dando vita a uno spettacolo naturale conosciuto come foliage. Ne nasce un incanto meraviglioso che si nutre delle variazioni cromatiche delle foglie che da verdi diventano gialle, arancioni, rosse e infine marroni creando una meravigliosa tavolozza di tonalità cangianti. Il foliage, ovvero l’evento naturale che tra ottobre e novembre è possibile ammirare nei boschi grazie all’escursione termica tra la notte e il giorno, ormai da anni è diventato una vera e propria esperienza di immersione nella natura. Qui siamo nel favoloso Parco dei Tassodi nel Comune di Parartico dove i colori dell foglie si riflettono nelle acque del Sebino creando uno spettacolo imperdibile.



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POLITICANDO
di Maurizio Maggioni
OTTOBRE: LANCETTE INDIETRO, ANCHE QUELLE DELLA STORIA
Ottobre un mese di passaggio, ci si inoltra in autunno, cambia l’ora e da legale torniamo a quella solare, con una perdita economica importante, ma dobbiamo adeguarci alla legge europea che vede sempre l’affermarsi del Nord con le sue esigenze.
Un inverno particolare che ci vedrà ancora impegnati sui due fronti di guerra Ucraina e Medio Oriente. Il primo, quello ucraino, si risolverà nel 2025, entro giugno, con la fine del conflitto e una nuova possibilità di discutere cosa potrebbero essere i rapporti con la grande madre Russia. Ciò sarà possibile dopo il 5 novembre, data delle elezioni negli USA, qualunque sia il risultato, questa situazione, che tanto è costata al popolo ucraino, finalmente potrà finire.
A noi è costata economicamente tantissimo, ma ha liberato l’esercito di fardelli e orpelli e dato alle nostre industrie belliche un aumento dei profitti... Poi vedremo quale boccone ci sarà lasciato per la ricostruzione. Impossibile sostenerne sia i principi sia soprattutto i costi, economici e politici.
Rutte, il nuovo capo della Nato, dovrà guardarsi dal continuare a fare il megafono solo di alcuni e non di tutti. Aspettiamo e poi valuteremo ma per ora il mondo occidentale risulta essere perdente, non certo nei bilanci delle aziende fornitrici di armi etc. etc. Unico vero risultato ottenuto da questa guerra è stato capire che nessuno potrà mai vincere sull’altro se non con una guerra totale che però nessuno ha il coraggio o la forza di fare.
Così abbiamo solo accentuato la creazione di tre blocchi politico mondiali, pericolosi per noi europei. Il secondo fronte, invece, avrà bisogno di più tempo almeno un altro anno o forse di più e qui i problemi sono tanti davvero. Nel 1995 sono stato a Gaza, da Arafat, mediato dall’OLP italiana. La missione era portare un messaggio di pace. Siamo stati anche da Rabin e abbiamo tentato nel nostro piccolo con l’iniziativa Vela Pacis, (Bergamo Caput Mundi), di fare qualcosa per il futuro di quei popoli. Bene, dopo trent’anni siamo come allora, anzi peggio... Un passo in avanti e due indietro. L’OLP non esiste più, esiste solo Hamas. Il Libano ha dimostrato di essere un fallimento della politica internazionale che per anni ha taciuto su ciò che stava succedendo. Purtroppo si è dimostrata la totale inutilità dell’ONU: i paesi membri agiscono come vogliono e le risoluzioni della stessa sono carta straccia, per non dire altro. Nessuno vuole più Hamas, non sono più sostenibili, sono ingombranti e sono dei burattini in mano al potere islamico fondamentalista, ma ormai gli arabi in genere non sono proprio così fondamentalisti. I caschi blu Unifil in Libano sono conniventi con i terroristi perché così è stato loro ordinato. La politica è questo, un tentativo di riuscire a governare gli eventi… In guerra il diritto è solo di colui che ha un piano ben preciso e argomentazioni valide: entrate per le gallerie sotterranee da cui si spostano armi truppe e da cui partoni i missili, vicinissime alle basi Onu: nessuno ha mai visto niente??? Impossibile dice l’IDF. Noi italiani ci ritireremo appena ci daranno ordini precisi. L’esercito di Israele non si fermerà sino a lavoro finito e, sinceramente, lo spero con tutto il cuore. Quale lavoro? Quello sporco che il Governo Ebraico sta facendo per tutti noi e per i palestinesi stessi, soprattutto per il mondo arabo. Pensiamo alla stupidata fatta mandando al potere Khomeyni, grazie soprattutto ai francesi che tenevano
il sommo Ayatollah in esilio con il suo governo ombra a Parigi, quando in Persia regnava lo Scià Reza Pahlavi. Ora nessuno nel mondo arabo sopporta più gli iraniani, nemmeno il Qatar che preme per il cambiamento, perché la situazione politica di quella parte del mondo comincia ad intralciare i loro interessi. Serve far cadere il regime indebolendolo, facendo fuori sistematicamente i capi di Hezbollah, eliminandoli uno per uno ed è incredibile ciò che ha fatto il Mossad con i cercapersone... mancava solo di attivare i tostapane. In questo modo l’Iran potrebbe tornare ad essere una democrazia. Più i palestinesi continuano a pensare di non restituire gli ostaggi rimasti in vita (ma nessuno vuole che vengano scambiati con la pace, nessuno dei belligeranti), più la situazione diventerà imbarazzante per i contendenti tutti, meno che per gli israeliani. Gli americani andranno sino in fondo, con o senza i democratici al governo, se poi arrivano i repubblicani tutto diventerà più semplice, ma non facile.
O l’Onu ammette il fallimento e cambia le regole d’ingaggio e tante altre cose in merito, oppure il Libano diventerà la prossima Cecenia e allora ancora si dovrà chiedere aiuto alla Russia, con tante grazie della Turchia che si avventerà sulla nuova preda. Alla fine questi nazisti del popolo ebraico dovranno fare il lavoro sporco per il mondo libero... Noi italiani siamo disponibili ad esserci, con la conferenza di pace che si potrebbe tenere a Roma sia per l’Ucraina, sia per il Medio Oriente, saremmo già pronti a mandare rinforzi operativi con un nuovo contingente nel medio oriente, non solo in Libano, e ben ci accetterebbero tanto siamo bizantini.
Il vero problema è cosa desideriamo, noi del mondo occidentale, cosa sappiamo veramente di ciò che sta succedendo sopra le nostre teste... Altro che rappare con J-Ax o dolce Schlein, altro che mandare in Albania i migranti e non aver valutato i giudici, che sono si di sinistra grazie al ‘68 nostrano, ma non sono stupidi, anzi… Magari infingardi, ma ognuno deve fare il proprio mestiere.
Come sempre mi auguro che i giovani vogliano capire e studino la storia, non terminadola alla seconda guerra mondiale, ma ciò che oggi è la realtà, tornando indietro all’immediato dopoguerra sino al nostro vissuto odierno. Se non lo faranno… peggio per loro, tanto Elon Musk li porterà a breve tutti su Marte.

Maurizio Maggioni con la moglie durante una missione di pace insieme ad Arafat leader dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina

PUCCINI CONTRO TUTTI
BEATRICE VENEZI
ARIE, FUGHE E CAPRICCI DI UN GENIO ANTICONFORMISTA



Sabato 12 ottobre Beatrice Venezi all’Auditorium del Vittoriale degli Italiani ha presentato il suo libro Puccini contro tutti. Arie, fughe e capricci di un genio anticonformista edito da Utet.
“Con tutta sincerità non lavoro. Quando amore non spira, taccio e vivo come se non conoscessi una nota. D’altra parte io non bado a donde mi giunge l’ispirazione: pur sentendomi con infinito orgoglio figlio di questa bellissima Italia come uomo e cittadino, come artista debbo avere una fede, una religione che è di tutte le epoche e di tutto il mondo”. Giacomo Puccini, 11 novembre 1911
Chi non ha provato almeno una volta a intonare la gloriosa romanza di Calaf nella Turandot, quando in attesa dell’alba canta “Vincerò”? Forse non tutti hanno presente il suo volto, o persino il suo nome, ma le parole e le melodie che hanno reso immortale Giacomo Puccini sono ancora oggi parte indissolubile della cultura popolare italiana.
Concittadina di Puccini, cresciuta nel suo mito, leggendone le lettere e le interviste, arrivata a suonare e dirigere le sue opere, Beatrice Venezi ha colto l’occasione del centenario pucciniano per scrivere una biografia sui generis del maestro di Torre del Lago: undici racconti, undici momenti di vita con la colonna sonora delle sue opere, a formare una sinfonia di emozioni, sorprese, aneddoti che compongono il ritratto luminoso di un genio controcorrente.
Beatrice Venezi (Lucca, 1990), tra i più giovani direttori d’orchestra donna d’Europa, ha diretto orchestre in tutto il mondo: dal Giappone all’Argentina, dal Libano al Canada. Per Utet ha pubblicato Allegro con fuoco. Innamorarsi della musica classica (2019) e Le sorelle di Mozart. Storie di interpreti dimenticate, compositrici geniali e musiciste ribelli (2020), L’ora di musica. Un invito alla bellezza e all’armonia (2022).



SEMPRE PIÙ AMITIÈ
ph. Sergio Nessi
AVV. MARCO BUZZANCA, PRESIDENTE ASF BERGAMO, E DOTT. ALESSANDRO MANO, PRESIDENTE NAZIONALE DEI CLUB
Puntuale come ogni fine estate si è svolta la serata di Gala del locale Club di Amitiè sans frontieres, presso la Cantalupa, ospiti della famiglia Cerea nel grande salone delle feste. È davvero uno degli appuntamenti tre chic dell’anno e arriva proprio con i primi brividi dell’autunno in arrivo. Il club, unico in Europa nel suo genere, venne fondato nel Principato di Monaco e si occupa di raccogliere fondi per progetti di aiuto a situazioni svantaggiate.
















Parte della raccolta viene dirottata a Monaco per contribuire ai progetti internazionali di Amitiè in collaborazione con l’alto commissariato delle nazioni unite per i rifugiati (UNHCR), mentre per la gran parte è destinata da ogni club ad aiuti sul territorio di appartenenza. Quest’anno il club orobico ha scelto di aiutare principalmente l’Associazione San Paolo in Bianco impegnata nell’assistenza


AMITIÈ SANS FRONTIERES GALÀ 2024









E, se la serata d’autunno qualche brivido lo ha fatto sentire, gli ospiti si sono subito potuti riscaldare con la suadente voce di Nicole Magolie che ha accettato di tornare a Bergamo per questo Gala di Amitiè che si è poi insaporito, oltre che per la squisita cena stile Vittorio, anche per la lotteria dei tanti premi messi in palio dagli sponsor sempre vicini al club.






NICOLE MAGOLIE































a persone autistiche che per ringraziare ha regalato ai presenti un calendario da tavolo. Era poi presente la Presidente interna zionale di Amitiè Sans Frontieres, Madame Valery Von Brendow, e il responsabile dei club Italiani, Dott. Alessan dro Mano, che hanno presieduto la serata al fianco dell’Avv. Marco Buzzanca, attuale presidente del Club orobico.












VALORI TATTILI
ACCADEMIA CARRARA RACCONTATA
Riprendono le visite tattili condotte da mediatori ciechi. Accademia Carrara invita a scoprire le opere attraverso il tatto, un senso al quale ci affidiamo poco, ma che può diventare strumento di conoscenza. Le visite sono condotte da mediatori e mediatrici non vedenti appositamente formati e sono aperte a giovani e adulti ciechi e vedenti. Il percorso si sofferma su tre sculture - Lucrezia di Orazio Marinali (1643 - 1720), Maria Maddalena penitente di Tommaso Rues (1633 - 1703) e Busto di Antonio Canova realizzato da Antonio D'Este (1755 - 1837) - e si svolge integrando vista e tatto, descrizione verbale e esplorazione dei busti in marmo.
Da settembre 2024 la visita è arricchita dall’utilizzo di una nuova postazione che presenta e permette di esplorare tattilmente alcuni materiali: il marmo, le varie fasi di lavorazione e gli strumenti utilizzati per sbozzare, scolpire e dettagliare la scultura. L’esperienza di fruizione quindi si amplia e diventa l’occasione per conoscere le opere e gli artisti, ma anche per scoprire i dati materiali e tecnici che riguardano la produzione di un’opera d’arte in marmo.
Gli appuntamenti del 23 novembre, 14 dicembre 2024 sono un’anticipazione dei nuovi percorsi pensati per rendere l’Accademia Carrara più accessibile e inclusiva. Infatti, grazie al bando “Rimozione delle barriere fisiche e cognitive in musei, biblioteche e archivi”, il museo si è dotato di nuovi strumenti e materiali per ampliare la fruizione delle collezioni ai visitatori con disabilità, presto disponibili. Valori tattili esprime un’idea di museo in grado di accogliere nuove prospettive ed aprendosi a una fruizione plurale grazie a percorsi e strumenti trasversali, in grado di parlare a tutte e tutti.




LA RIVOLUZIONE della Bellezza

DOPO 25 ANNI NELLA LEGA, DIECI COME
SINDACO DI SARNICO, GIORGIO BERTAZZOLI
METTE IN CAMPO UN NUOVO MOVIMENTO POLITICO CON PRECISI E AMBIZIOSI OBIETTIVI

Che fosse un tipo eclettico, dalle incredibili risorse intellettuali e umane, lo avevamo capito fin dal primo incontro in quel particolare edificio dove ha sede il municipio di Sarnico dove Giorgio Bertazzoli è stato sindaco per due mandati. Sotto la sua amministrazione potremmo davvero dire di averne viste di tutti i colori… Colori che Bertazzoli ama moltissimo, che mette nei suoi quadri e nelle sue poesie, colori, luci e musica con cui in questi anni ha inondato il paese. Feste e iniziative culturali e di spettacolo sono state il motivo conduttore delle recenti estati sul lago, insieme alla nuova passeggiata, i nuovi giardini e i lidi verso Predore. La cultura a braccetto con il turismo che ha visto aumentare (+50% negli ultimi dieci anni) i visitatori. Adesso che non fa più il sindaco non ha smesso di dedicarsi all’arte. Prima insegnava filosofia ai Licei, dopo dieci anni in aspettativa, facendo il sindaco a tempo pieno, ha chiesto di riavere una cattedra e gli hanno proposto un Liceo a San Pellegrino. Ha deciso di lasciar perdere e, oltre alla Galleria d’Arte di cui si occupa (che una vera galleria non è), ha fondato il movimento della Rivoluzione della Bellezza. Se ne siete curiosi, proseguite a leggere l’intervista alla quale era presente la Vicepresidente del nuovo soggetto politico dott.ssa Vanessa Gritti.
Come le è venuto in mente?
“Dopo 25 anni di politica - ci dice Bertazzoli - ho pensato di scendere in campo a livello nazionale, anche perché con la Lega ormai i rapporti non sono più come una volta. Io amavo la Lega dei tempi di Bossi, della territorialità, della salvaguardia delle tradizioni, della difesa del dialetto, del federalismo fiscale e dell’autonomia… Tutto è stato annacquato. A Salvini oggi interessa costruire il Ponte sullo Stretto… e far andar bene i treni, anche se pare abbia qualche problema. Comunque, adesso non si chiama più Lega Nord ma Lega per Salvini premier. Da anni non sento più vivi nella Lega i valori legati al nostro territorio e visto che io sono scrittore, artista, pittore, poeta, professore di Italiano Storia e Filosofia, avendo anche alle spalle dieci anni come sindaco, ma anche una candidatura alle regionali, ho deciso di mettermi in proprio partendo dal presupposto che in Italia non esiste alcun partito che si occupi davvero di Cultura”.
L’unico, da adesso, è Rivoluzione della Bellezza?
“Lo abbiamo chiamato così perché non attiene solo alla bellezza estetica ma, e soprattutto, alla bellezza etica. Del bene e del bello, dai tempi dell’antica Grecia o, come si diceva negli anni Settanta, la fantasia al potere. Abbiamo voluto fondare questo partito nel Paese dove c’è più cultura al mondo, dove è conservato il 60% dei beni culturali del pianeta”.
Quali sono i vostri programmi?
“Al primo posto nella nostra rivoluzione c’è la scuola, ci sono i giovani e la salvaguardia del nostro patrimonio e per questo abbiamo scelto come simbolo l’Uomo Vitruviano che tiene in mano una rosa, simbolo di gentilezza. Infatti, la nostra, vuole essere una rivoluzione gentile, dall’anima mite, non una rivoluzione gridata come quelle che ogni giorno vediamo in televisione. Dovremo lavorare rimboccandoci le maniche perché nel Paese dove va tutto al contrario la vera rivoluzione è la normalità, che è anche lo slogan del nostro movimento. Vogliamo essere rivoluzionari per riuscire ad arrivare nei posti che contano e mettere la nostra intelligenza e le nostre idee al servizio del paese. Non crediamo che uno vale uno. Non siamo tutti uguali e non tutti hanno le competenze per governare. Noi vogliamo al nostro fianco persone semplici ma meritevoli. Lo sfondo del nostro simbolo è bianco perché non vogliamo colorazioni politiche. Di centro, di sinistra o di destra, a noi non interessa. Siamo trasversali ma, come nell’Uomo Vitruviano, la persona deve essere al centro. Siamo europeisti ma nazionalisti, riformisti liberali, anche perché il liberalismo, forte in Europa, in Italia è sparito nel nulla, non è rappresentato. Una volta esisteva ed in un certo periodo ebbe anche un certo consenso, il Partito Liberale Italiano, travolto dal ciclone di tangentopoli, e poi disperso tra Forza Italia e socialisti, oggi nel PD e nei vari partiti centristi. Manca un nuovo progetto politico e me lo confermano i tanti iscritti, già più di 5 mila, provenienti da tutta Italia. Entro fine anno vorremmo arrivare a 10mila poi a venti, allargando sempre più la nostra rete”.
Come vi fate conoscere?
“Tramite i social e i media tradizionali che si sono già interessati al nostro Movimento. Abbiamo davanti vent’anni di lavoro. Non pensiamo di arrivare al governo domani. Il nostro obiettivo è riuscire a creare nei prossimi due anni i 105 segretari provinciali. Se riusciamo a realizzare questo, vuole dire che tra tre anni potremmo candidarci in tutte le circoscrizioni alla Camera e al Senato. Poi prenderemo lo zero virgola… Non è un problema. L’importante è partire. Anche la Meloni è stata per anni a dibattersi intorno al tre per cento… Poi è arrivato il boom. Napoleone diceva che l’impossibile è l’alibi degli incapaci”.

La bellezza conforta, riscalda e illumina il nostro percorso di vita
Che tipo di partito ha in mente?
“L’idea è di strutturare un vero partito come ha fatto in passato la Lega, che ho vissuto intensamente dall’interno per molti anni ed è il movimento più organizzato sul territorio”.
Sgarbi che è da sempre l’unico a parlare del Partito della Bellezza, però non è mai partito… “Ha creato Rinascimento, anche altri movimenti ma il problema è che lui è naïf , lui una mosca bianca, non è un organizzatore di niente. Penso a quanto creato da Umberto Bossi, una struttura piramidale, adesso annacquata da Salvini”.
Le proposte concrete?
“Noi parliamo di tutto a 360 gradi, dalla riforma della giustizia e dello stato. Impostazione liberale. Meno stato e più libertà nella vita dei cittadini, con una giusta riforma della giustizia è fondamentale per noi una radicale riforma della scuola. Non si può cambiare il Paese se non si parte dai giovani, se non si provvede a dar loro una solida base culturale. Siamo fermi al 1923 con riforma Gentile con un impianto ottocentesco e la scuola ancora regge su questo. Mi chiedo come possa pensare il Ministro Valditara di vietare i cellulari. Sanno più cose di noi guardando sui social e sono più avanti di quanto non fosse la mia generazione. Hanno accesso a molto più sapere. Basta guidarli. Certo che se continui a mettere freni e dare della scuola una visione panottica con il professore ieratico con i banchi anche loro dell’Ottocento, sei ore di fila chiusi nelle scuole. Chiunque dopo mezz’ora si stanca a seguire qualsiasi conferenza, immagina ragazzi di 13 o 14 anni. Sei ore parcheggiati su una sedia. C’è molto da rivedere anche e soprattutto sull’assunzione dei docenti. C’è chi ha 45 anni ed è ancora un precario della scuola e non può essere che un docente guadagni 1700 euro al mese. Siamo il Paese in Europa dove i docenti guadagnano meno. Sa quanti colleghi si ritirano dal mondo della scuola?”.
Chi sono gli interlocutori del vostro partito?
“Sicuramente tutti quelli che in vario modo sono legati al mondo dell’Arte. In Italia ci 5 milioni di artisti e 5 milioni di professori che non sono rappresentati da nessuno. Sai quante leggi sulla tutela degli artisti ci sono in altri Paesi? Qui anche quando c’è una legge non viene rispettata. C’è ad esempio una disposizione del Governo che da sempre obbliga i comuni, quando vengono costruiti ex novo o nel caso di ristrutturazioni, di abbellire le stanze con opere di autori locali”.
Con la cultura si può vivere?
“Diciamo che senza non si può vivere. Christo ha rappresentato l’anno zero con 80 milioni di indotto e nessuno credeva che avrebbe portato una tale mole di gente e una tale notorietà nel mondo”.
Un appello affinché si iscrivano nuovi militanti?
“Se vogliamo una vera rinascita culturale e rivoluzione gentile che cambi dalle fondamenta il nostro sistema-paese, da anni in assoluto e proprio declino, sia nella sua classe dirigente e politica, che di arretramento su molteplici fronti, informatevi sul nostro sito ed iscrivetevi: www.rivoluzionedellabellezza.it
LA RIVOLUZIONE della Bellezza
La Forza della Bellezza e della Normalità
Noi vogliamo cantare tutto l’amore per la Bellezza, per l’Intelligenza e per l’Eticità, l’abitudine costante all’energia e alla temerarietà

Il coraggio, l’audacia, e la “rivoluzione della normalità”, saranno elementi essenziali e portanti della nostra azione. Noi vogliamo difendere, tutelare e soprattutto valorizzare il patrimonio artistico, ambientale e culturale (materiale ed immateriale) della nostra nazione.
Noi vogliamo mettere al centro della nostra azione la “vera” giovinezza, intesa come fresca e costante volontà.
Mettere al centro la Scuola, come collante tra l’Istituzione delle Famiglie e della Società, come asse portante dell’Educazione al Bene, al Bello, verso i valori fondanti dei nostri Padri Costituenti, Italiani ed Europei, dell’Educazione nel senso etimologico del termine, “E-Ducere”, ossia nel “Tirar Fuori” le passioni e le prerogative che giacciono sopite in ognuno di noi e che
faranno dei nostri giovani, i veri cittadini del domani. Noi vogliamo mettere al centro l’uomo e la donna, e la polis ecumenica della nostra Patria, da cui deriva la parola “politica”, come faro costante della nostra primordiale azione sociale, economica, liberale e spirituale.
Bisogna che la nostra classe dirigente si prodighi, con ardore, sfarzo e munificenza, per aumentare l’entusiastico fervore verso la grandezza della nostra nazione.
Non v’è più bellezza, se non nella costante posa dell’intelligenza prestata per ogni forma e in ogni aspetto della nostra vita. Nessuna opera che non abbia un carattere rivoluzionario può essere un capolavoro della normalità.

FESTIVAL ORGANISTICO INTERNAZIONALE


In attesa del concerto che chiuderà l’edizione 2024, quello che vedrà protagonisti sul palco Olivier Vernet e Cédric Meckler il 25 Ottobre prossimo presso la Cattedrale di Città Alta, è già tempo di bilanci per il Maestro Fabio Galessi, ideatore e direttore artistico della manifestazione.
Ripetersi dopo lo straordinario successo conseguito nell’anno della cultura non era facile. Qual è il suo personale bilancio della XXXII edizione a pochi giorni dal concerto conclusivo?
“Direi benissimo escludendo il gran finale. Istituzioni e fondazioni ci supportano convintamente, aziende amiche sempre presenti, ma soprattutto chiese sempre piene, streaming su Youtube (anche quest'anno tutti i concerti sono stati trasmessi in diretta) seguitissimi da tutte le parti del mondo. In particolare il concerto di Danksagmueller, volutamente innovativo e provocatorio (uso di elettronica 'dentro' un organo storico) ha smosso molto le acque. Tra l'altro il pezzo a lui commissionato, 'Puccini Reloaded', ora girerà per tutta Europa portando alto il nome del Festival e di Bergamo. Che cosa possiamo desiderare di più?”.
Il Festival Organistico Internazionale Città di Bergamo è tra le manifestazioni che ha mantenuto intatto il legame con Brescia, la città con la quale abbiamo condiviso l’anno in veste di Capitale della Cultura. Come è andata quest’anno?
“Il ‘gemellaggio’ con Brescia è stato uno dei punti di forza per cui anche in fase di presentazione dell’edizione 2024 tutti i nostri sostenitori ci hanno elogiato (siamo fra i pochissimi che hanno mantenuto la promessa). La rassegna parallela, nata lo scorso anno a Brescia, è proseguita in totale sinergia con noi. Stanno organizzando meno concerti solo perchè Bergamo, forte di 32 edizioni, ha le spalle un po' più grandi da un punto di vista economico ma ben due sono stati allestiti in comune, con artista che ha suonato il venerdì a Bergamo e domenica a Brescia. Non solo: entrambi i festival hanno mantenuto come sottotitolo 'Bergamo-Brescia, città degli organi' e il design dei libretti e delle locandine è totalmente sovrapponibile”.
Aspettative per il futuro?
“Lunga vita al Festival, sperando che il Comune si decida a 'coordinare' le iniziative da lui finanziate. Ci siamo trovati concerti sovrapposti all'ultimo minuto quando siamo soliti pubblicare le nostre date 8 mesi prima (e i nostri concerti sono sempre di Venerdì da ben 32 anni)”.









LE ALCHIMISTE DELLA LEADERSHIP
EWMD BRESCIA PREMIA
QUATTRO DONNE
DI ECCELLENZA
IL 17 OTTOBRE SCORSO, NEL PRESTIGIOSO SALONE VANVITELLIANO DI PALAZZO DELLA LOGGIA, SI È SVOLTO L’EVENTO “SHE MADE A DIFFERENCE 2024”, ORGANIZZATO DA EWMD BRESCIA. LA SERATA HA RESO OMAGGIO A DONNE STRAORDINARIE CHE, ATTRAVERSO IL LORO IMPEGNO E LE LORO REALIZZAZIONI, HANNO SAPUTO ISPIRARE E CONTRIBUIRE IN MANIERA SIGNIFICATIVA ALLA CRESCITA DELLA COMUNITÀ
Sono state annunciate le donne che hanno ricevuto il riconoscimento
“She Made a Difference” di quest’anno, scelte per il loro eccezionale contributo in diversi ambiti professionali e sociali. Il prestigioso premio è stato assegnato a Francesca Pasinelli, Consigliera Delegata Fondazione Telethon, premiata per la sua leadership nel guidare una delle principali istituzioni italiane nella ricerca scientifica e nella lotta contro le malattie genetiche rare. Il suo impegno ha saputo unire innovazione e solidarietà, Stefania Perletti, Direttrice Generale di BCC Brescia, che ha ricevuto il riconoscimento per la sua capacità di coniugare eccellenza professionale e attenzione alla dimensione umana nel settore bancario, Claudia Archetti, Docente universitaria Università degli Studi di Brescia, premiata per il suo importante contributo accademico e scientifico e Letizia Bonomi, collaudatrice Progetto Protesi Low Cost, promotrice per l’inclusività, che ha ricevuto il riconoscimento per il suo straordinario impegno nel sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema delle disabilità e per il suo lavoro innovativo. Tutte le protagoniste hanno incarnato modelli di leadership, creatività e resilienza, valori che EWMD Brescia sostiene e promuove con determinazione.









Ph. Tiziana Arici
CENTRI PORSCHE BERGAMO, BRESCIA E VERONA
NUOVA PORSCHE MACAN FULL ELECTRIC

INNOVAZIONE IN CASA PORSCHE: PRESENTATA AL PORSCHE EXPERIENCE CENTER FRANCIACORTA LA NUOVA MACAN 100% ELETTRICA.
I TRE CENTRI PORSCHE DI BERGAMO, BRESCIA E VERONA UNITI NELL’ORGANIZZAZIONE DI UNA SERATA DEDICATA AL NUOVO MODELLO COMPLETAMENTE ELETTRICO DELLA CASA DI STOCCARDA, PER UN FUTURO SOTTO IL SEGNO DELLA SOSTENIBILITÀ.

È una vera e propria innovazione quella che sta prendendo forma in casa Porsche: protagonista è Nuova Macan 100% elettrica, modello che segna un significativo cambiamento non solo per il marchio, ma anche per il mondo delle automobili sportive di lusso. Presentata Mercoledì 18 settembre al Porsche Experience Center Franciacorta a Bargnana (BS), in un evento organizzato dai Centri Porsche Bergamo, Brescia e Verona uniti per la prima volta sotto l’egida della nuova società Eurocar Tech, ramo d’azienda dedicato al brand Porsche del Gruppo Eurocar Italia. Nuova Macan entra – a dieci anni dal suo debutto – nella nuova generazione in versione completamente elettrica.
NUOVA PORSCHE MACAN FULL ELECTRIC
In linea con la sua strategia di prodotto, Porsche mira a raggiungere oltre l'80% della gamma completamente elettrica entro il 2030, adattandosi alla domanda dei clienti e all'evoluzione della mobilità elettrica nelle diverse regioni del mondo. La Nuova Macan, che sarà prodotta solo in versione elettrica, rappresenta un tassello chiave di questa transizione inziata nel 2019 con Taycan.
A fare gli onori di casa Matthias Moser, CEO del Gruppo Eurocar Italia – “Abbiamo colto l'occasione per organizzare il primo evento in cui abbiamo unito i team e le competenze dei Centri Porsche di Verona, Brescia e Bergamo. Sono davvero soddisfatto del lavoro fatto dalla squadra di Eurocar. Credo che tutte le grandi cose nella vita nascano da un'idea, da una visione, come quella che ebbe Ferdinand Porsche all'epoca. Quando siamo stati a Singapore, lo scorso marzo, l'emozione che ho provato è stata unica; non ricordo altre presentazioni che mi abbiano coinvolto così tanto come il lancio della Porsche Macan. In tutte le concessionarie del nostro Gruppo l’obiettivo è proprio questo: offrire ai clienti un’esperienza memorabile. Raggiungiamo il nostro scopo quando uscendo dalle concessionarie non sono solo soddisfatti, ma sanno di poterci avere come punto di riferimento, come veri e propri compagni di viaggio. È proprio questo il vantaggio di essere una rete così ampia e diffusa. Vi invito a venire nelle nostre concessionarie e provare questo modello, perché è davvero un'auto unica".







Ha aggiunto poi Pietro Innocenti, CEO di Porsche Italia – “Questa sera provo una certa emozione, non solo perché sveliamo la Porsche Macan 100% elettrica, ma anche per la grande affluenza qui al Porsche Experience Center Franciacorta.
Macan rappresenta una tappa cruciale nel nostro percorso di elettrificazione iniziato nel 2019 con Taycan. Siamo consapevoli che ogni cambiamento susciti un certo grado di scetticismo, e l'elettrico non fa eccezione. Pensiamo ai dubbi che hanno accompagnato la nascita della televisione, dei motori di ricerca, dell’intelligenza artificiale... Solo cinque anni fa, quando ho iniziato a guidare auto elettriche, mi sentivo un pioniere. Oggi, con un modello come Macan che offre fino a 613 chilometri di autonomia, e grazie alle infrastrutture di ricarica ormai diffuse in Italia, viaggiare in elettrico non è più un problema. Da un punto di vista emozionale, ricordiamo che siamo Porsche e abbiamo realizzato questo modello rimanendo fedeli al nostro DNA con linee pulite ed essenziali, ma soprattutto puntando ad un grande piacere di guida. L’invito che posso farvi è: venite a vederla e a provarla presso i nostri Centri Porsche”.
Nuova Macan rappresenta un capolavoro di innovazione e tradizione. Pur proiettandosi verso il futuro, questo veicolo incarna l’inconfondibile DNA di Porsche, unendo prestazioni eccezionali e design avveniristico a una personalità distintiva e a una grande praticità d’uso quotidiano. Proprio per questo motivo, con questo modello la casa automobilistica si apre a nuovi pubblici, coinvolgendo non solo gli appassionati di lunga data, ma anche un pubblico giovane e femminile.

Eurocar Tech è frutto dell'unione dei Centri Porsche Alessandria, Bergamo, Brescia, Bolzano, Cuneo, Parma, Udine, Torino, Trento e Verona. Grazie all’istituzione di questa nuova realtà, il gruppo potrà offrire un servizio ancora più completo e innovativo, continuando a migliorare l'esperienza dei clienti e a garantire un’assistenza di alto livello, in linea con l'evoluzione della mobilità sostenibile targata Porsche.

KICK-OFF MILAN LEGAL CLUB
IL MILAN CLUB CHE RIUNISCE
MOLTI STIMATI PROFESSIONI -
STI BRESCIANI, A DUE ANNI
DALLA SUA NASCITA, HA DATO
VITA AD UN EVENTO INAUGURA -
LE SENZA EGUALI


Il 10 Ottobre scorso, presso la prestigiosa sede milanese dello Studio Bandera e di Complegal, in via Carlo Maria Martini 1 a due passi da piazza Duomo, ha avuto luogo il kick-off del Milan Legal Club, sodalizio nato un paio di anni fa e al quale sono iscritti numerosi affezionati rossoneri che lavorano in città in ambito di consulenza tributaria, societaria e giuridica per le imprese, per le società e per le famiglie. All’evento, ospitato nella suggestiva terrazza posta all’ottavo piano di un palazzo storico e direttamente affacciata sul Duomo, hanno partecipato in tanti. Ospiti d’onore l’ex bandiera rossonera Filippo Galli e il noto giornalista Carlo Pellegatti accolti, tra gli altri, da Arrigo Bandera, Founding Partner dello Studio Bandera, insieme alla moglie, la Dott.ssa Cristina Colosio, e ai figli, Nicolò, Matteo e Michele Bandera, dall’Avv. Francesco Neboli, Partner dello Studio Bandera, e da Marco Sartori, Amministratore di Complegal. Nel corso della serata, durante un apericena che ha conquistato anche i palati più sopraffini, ha suscitato molto interesse l’intervista condotta da Sebastiano Liistro, Presidente del Milan Legal Club, a Filippo Galli che ha raccontato ai presenti curiosità ed aneddoti circa il suo libro edito da Piemme intitolato ‘Il mio calcio eretico. Dai trionfi con il Milan al lavoro con i giovani’. Gran finale con firmacopie e dediche personalizzate, taglio di una torta celebrativa recante non solo i colori rossoneri ma anche lo stemma del Milan Legal Club e brindisi ben auguranti dinnanzi alla replica della Coppa dei Campioni edizione 1994 gentilmente concessa dalla società per il battesimo di un Milan Club che, ne siamo certi, farà ancora parlare di sè.































BRESCIA. LA TUA CITTÀ EUROPEA




“Brescia. La Tua Città Europea” è il progetto di city branding commissionato dall’Amministrazione Comunale per la città di Brescia. L’iniziativa si inserisce in un più ampio piano strategico in cui rientra - tra le altre - l’esperienza di Capitale Italiana della Cultura 2023, e il cui obiettivo è consolidare percezione e risonanza della città a livello locale, nazionale e internazionale. Concepito come processo partecipativo, il progetto ha coinvolto i principali stakeholder cittadini quali realtà produttive, ordini di rappresentanza e associazioni, interrogandoli sui valori e gli attributi che caratterizzano l’anima di Brescia, con l’intento di catturarne l’essenza. Dall’analisi è emersa l’immagine di una città ingegnosa, permeata dallo spirito di iniziativa, aperta al mondo e attenta al singolo, dove sono le persone a fare la differenza. Il frutto della ricerca è successivamente diventato materiale per la costruzione dell’identità e del racconto di marca: ispirata dall’iniziativa quotidiana e dalla sincerità di un popolo schietto e diretto, Brescia è il luogo dove i fatti contano più delle parole e l’intraprendenza è motore del tutto. Questa è l’essenza di Brescia, una città storica, ricca di cultura e dal clima mite, una città dove benessere ed iniziativa convivono in un frizzante equilibrio proiettato verso il futuro, una città Europea. Disegnato per integrarsi all’apparato amministrativo comunale, agli organismi produttivi e culturali del tessuto urbano e alla quotidianità della vita cittadina, il brand è espressione della città e diventa lo strumento comunicativo atto a lanciare e rilanciare le singolarità bresciane di qualunque dominio, così come a stimolarne di inedite e innovative. “Brescia.La Tua Città Europea” è il marchio che incarna i valori e lo spirito di Brescia. Esiste per orientare il percorso di sviluppo verso la città di domani e per raccontare Brescia in Italia e nel Mondo. brescialatuacittaeuropea.com - @brescialatuacittaeuropea




CONFERMATO UMBERTO ANGELINI
UMBERTO
ANGELINI CONFERMATO
SOVRINTENDENTE
E DIRETTORE ARTISTICO
DEL TEATRO GRANDE
DI BRESCIA

Il Consiglio di Amministrazione della Fondazione del Teatro Grande ha scelto di riconfermare per cinque anni l'incarico di Sovrintendente e Direttore Artistico al Dott. Umberto Angelini in virtù degli importanti risultati ottenuti e della volontà di continuare l’eccellente percorso avviato dalla Fondazione in questi anni.
Sotto la guida del Dott. Angelini il Teatro Grande è divenuta una delle istituzioni culturali italiane più significative, capaci di accogliere ampi consensi di pubblico e critica in un vincente binomio di tradizione e contemporaneità.
Il Teatro Grande è oggi un luogo aperto alla città, sensibile ai suoi mutamenti, con una programmazione artistica di rilevo internazionale e attenta anche alle proposte più interessanti del territorio. Grande spazio, testimoniato anche da riconoscimenti nazionali, è stato dato dal Sovrintendente Angelini a nuovi progetti sulla conoscenza storica e scientifica e alle pratiche di accessibilità e inclusione coinvolgendo migliaia di persone con disabilità e fragilità sociale ed economica.
L’importante investimento sul patrimonio storico-architettonico è stata una delle caratteristiche della sua direzione che ha permesso la scoperta, il restauro e la valorizzazione delle magnifiche Sale e degli affreschi del Teatro Grande.
Con lui si è inoltre formato un gruppo giovane, di grande talento, in grado di garantire alta qualità e professionalità a servizio della città.

In questi anni il Sovrintendente ha ricevuto premi per la sua attività quali il Premio Danza&Danza come miglior organizzatore di danza in Italia e il Premio Franco Enriquez per la direzione artistica di teatri e festival ottenendo inoltre riconoscimenti per la Fondazione del Teatro Grande quali il Premio Abbiati per la Scuola per lo spettacolo Brimborium!, il Premio “Filippo Siebaneck” per la Festa dell’Opera, il Premio Cultura+Impresa e la Menzione speciale “Digital innovation in arts” per il progetto Open. Il Grande accessibile. Con questa scelta Il Consiglio di Amministrazione ha ribadito l’idea di un Teatro Grande sempre più protagonista nella vita culturale e sociale della propria comunità.

DON GIULIANO ZANCHI IL DIALOGO TRA ARTE E SPIRITUALITÀ
La Collezione Paolo VI – Arte Contemporanea annuncia un importante avvicendamento nella direzione artistica del Museo. Dopo un anno di appassionato impegno, Marisa Paderni lascia il suo incarico, passando il testimone a Don Giuliano Zanchi, noto teologo e saggista, che porterà avanti il dialogo tra arte e spiritualità, da sempre al centro della missione della Collezione. Marisa Paderni ha guidato la Collezione Paolo VI durante un periodo di grande crescita e conseguente partecipazione da parte del pubblico, arricchendo il museo con mostre di rilievo e promuovendo iniziative innovative per valorizzare il vasto patrimonio artistico della Collezione. Don Giuliano Zanchi, che subentra a Paderni, è una figura di spicco nel panorama culturale e religioso italiano. Con una lunga esperienza nella promozione del dialogo tra fede e cultura, Zanchi è autore di numerosi saggi sul rapporto tra arte e religione, e il suo approccio sarà in continuità con la tradizione della Collezione Paolo VI, ma con un nuovo impulso creativo. Il cambio di direzione segna un momento importante per il futuro della Collezione Paolo VI, che continuerà a esplorare il complesso intreccio tra arte, fede e contemporaneità, ampliando la sua offerta espositiva e i suoi programmi educativi. Con Don Zanchi, il museo si propone di consolidare il proprio ruolo come luogo di incontro e riflessione, dove l’arte diventa veicolo di spiritualità e dialogo.
CHI È DON GIULIANO ZANCHI
Giuliano Zanchi (1967), prete di Bergamo dal 1993. Ha studiato Teologia fondamentale presso la Facoltà teologica dell’Italia Settentrionale è direttore della Rivista del Clero Italiano e docente di Teologia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. A Bergamo è direttore scientifico della Fondazione Adriano Bernareggi. È membro del comitato di redazione della rivista «Arte Cristiana». Si occupa di temi ai confini tra estetica e teologia. Tra le pubblicazioni recenti ha pubblicato Lo spirito e le cose. Luoghi della liturgia, Vita e Pensiero, 2003; La forma della chiesa, Qiqajon, 2005; Salomone e le formiche, Vita e Pensiero, 2010; Il Genio e i Lumi. Estetica teologica e umanesimo europeo in François René de Chateaubriand, Vita e Pensiero, 2011; Prove tecniche di manutenzione umana. Sul futuro del cristianesimo, Vita e Pensiero, 2012; L’arte di accendere la luce. Ripensare la chiesa pensando al mondo, Vita e Pensiero, 2015; Le migrazioni del cuore, EDB, 2017; Il neopelagianesimo, San Paolo, 2018; Rimessi in viaggio. Immagini della chiesa che verrà, Vita e Pensiero 2018; Luoghi della grazia, San Paolo 2018; Un amore inquieto. Potere delle immagini e storia cristiana, EDB 2020; La bellezza complice. Cosmesi come forma del mondo, Vita e Pensiero, 2020; Qualcosa ci parla. Sussurri e grida tra una tempesta e l’altra, Messaggero, 2021; La giustizia più grande, EDB, 2021; Icone dell’esilio. Immagini vive nell’epoca dell’Arte e della Ragione, Vita e Pensiero 2022; Lo spirituale dell’Arte. Estetica e società in epoca post-secolare, Editrice Bibliografica, 2023; Di questi tempi. Sette pezzi utili con due divagazioni sportive, Vita e Pensiero 2023; Per le migliori ragioni, Qiqajon, 2023; Farsi un’immagine. Storia cristiana e cultura visuale, Queriniana, 2024.
Collezione Paolo VI - arte contemporanea
Via Marconi,15, Concesio (Brescia)
Per informazioni e prenotazioni: Tel. +39 030 21.80.817
E-mail: info@collezionepaolovi.it - www.collezionepaolovi.it


LA COLLEZIONE PAOLO VI
ARTE CONTEMPORANEA
Inaugurata nella sua nuova sede dalla visita di papa Benedetto XVI nel 2009, la Collezione Paolo VI - arte contemporanea è il museo che conserva ed espone un patrimonio di dipinti, disegni, stampe, medaglie e sculture del ’900 riconducibile alla figura di Giovanni Battista Montini, raccolto in buona parte dal suo segretario don Pasquale Macchi. È un museo unico al mondo, che testimonia il prezioso e profetico rapporto che papa Paolo VI intrattenne con il mondo dell’arte contemporanea. La Collezione non è esclusivamente una galleria d’arte sacra, e nemmeno un memoriale dedicato alla figura di Montini, bensì un museo che vuole concretizzare l’ideale di apertura ai linguaggi espressivi contemporanei che fu propugnato con tanta forza da Paolo VI. Nella Collezione sono esposte circa 270 delle oltre settemila opere conservate, tra cui capolavori di molti dei più grandi artisti del Novecento: Chagall, Kokoschka, Matisse, Picasso, Magritte, Dalí, Severini, Rouault, Casorati, Sironi, Morandi, Fontana, Hartung, Vedova, Manzù, Azuma, Pomodoro, Hockney… La Collezione Paolo VI è stabilmente aperta al pubblico dal martedì al venerdì dalle ore 9 alle 12 e dalle 15 alle 17; il sabato dalle ore 14 alle 19; domenica e lunedì chiuso.
Biglietto unico d’ingresso: € 2,50
ROMA BRESCIA ROMA

SAVOLDO BORGHESE
FONDAZIONE PAOLO E
CAROLINA ZANI
CASA MUSEO:
FINO AL 24 NOVEMBRE
GUGLIELMO DELLA PORTA (Porlezza, Como 1515 circa – Roma, 1577) e GIOVANNI BATTISTA DELLA PORTA (Porlezza, Como, 1542 – Roma, 1597) Busto di imperatore romano (Adriano giovane o Lucio Vero) fine XVI secolo; marmo bianco (Pario?), onice turco, giallo antico, verde antico, rosso antico, onice marino, marmo africano, Portasanta, pietra tenera dorata
Casa Museo Fondazione Zani, Cellatica (Brescia) 95 cm x 77 cm x 30 cm
Provenienza: Tomasso Brothers U.K., 2006
Brescia omaggia Roma e, al contempo, Roma omaggia Brescia. Dalla sinergia tra Galleria Borghese e la Casa Museo della Fondazione Paolo e Carolina Zani trae avvio Roma Brescia Roma, il gemellaggio culturale che connette le due prestigiose Raccolte d’arte italiane. Il progetto – ideato e coordinato da Massimiliano Capella, Direttore della Casa Museo della Fondazione Paolo e Carolina Zani ed Emanuela Settimi, Curatrice di Galleria Borghese – avvia la collaborazione attraverso una doppia esposizione, a Brescia e a Roma, che ha il sapore di un duplice “ritorno a casa”. Dall’11 ottobre al 24 novembre 2024 la mostra capsule Savoldo Borghese, a Casa Museo Zani, espone eccezionalmente due capolavori dell’autore annoverato tra i Padri nobili della pittura rinascimentale di matrice bresciana; contestualmente nella Sala degli Imperatori di Galleria Borghese giungono due busti di Imperatori riconducibili all’ambito di Guglielmo e Giovanni Battista della Porta.

I SAVOLDO BORGHESE I Da Roma a Brescia Nella sala dedicata alle temporary exhibitions Casa Museo Zani espone il Busto di Giovane e Tobiolo e l’angelo di Giovanni Girolamo Savoldo (Brescia 1480 ca. - Venezia? Post 1548). Le tele, prestito di Galleria Borghese, sono unanimemente considerate dalla storiografia critica tra le opere di maggiore lirismo all’interno del catalogo dell’artista, annoverato - con Moretto e Romanino - tra i Padri nobili della pittura rinascimentale di matrice bresciana e lombarda. Nel Busto di giovane, un ragazzo privo di elementi utili alla sua identificazione è ritratto di tre quarti su fondo scuro, nell’atto di protendersi verso lo spettatore, all’interno di uno spazio ristretto. Due le ipotesi plausibili, benché prive di evidenze documentarie: da alcuni è ritenuto un ritratto dal vero di un ignoto committente – forse appartenente alla cerchia del Cardinale Gasparo Contarini - da altri lo studio preparatorio per la figura del San Giovanni Evangelista della perduta Deposizione dalla Croce di Berlino, datata 1537. Certo è invece come l’opera sia la testimonianza della fase crinale in cui, non del tutto abbandonati gli stilemi tipici della cultura figurativa lombarda, l’autore evolve nell’uso delle cromie e della trattazione della luce, alla luce dell’importante lezione tizianesca.
GIOVANNI
GIROLAMO
SAVOLDO (Brescia 1480 ca. - Venezia? Post 1548) Tobiolo e l'angelo - olio su tela, cm 120 x 160 prima metà del terzo decennio del XVI secolo; cornice cinquecentesca Provenienza: (?) Perugia, collezione Filippo Durini, 1784; Perugia, presso Palazzo Alfani, fino al 1910; Tivoli, collezione cavalier Riccardo Pompili, 1910-11; Acquisto dello Stato, 1911.
Ambito di GUGLIELMO DELLA PORTA (Porlezza, Como 1515 circa – Roma, 1577) e GIOVANNI BATTISTA DELLA PORTA (Porlezza, Como, 1542 – Roma, 1597)
Busto dell'imperatore Adriano fine XVI secolo; marmo bianco (Pario?), onice turco, giallo antico, verde antico, rosso antico, onice marino, marmo africano, Portasanta, pietra tenera dorata - Casa Museo Fondazione Zani, Cellatica (Brescia) 96 cm x 77 cm x 36 cm
Provenienza: Tomasso Brothers U.K., 2006
Come ricorda Antonio Iommelli, citando gli studi di Rossana Bossaglia, nella scheda inventariale dell’opera: “Datata da gran parte della critica anteriormente al 1537 il Ritratto Borghese - assieme al Profeta, di collezione Gussalli di Milano, e il cosiddetto Ritratto di Vienna (Kunsthistorisches Museum)svela l'iter pittorico del bresciano che, avvicinatosi progressivamente ai modi sciolti della pittura veneziana, passò dai caratteri tedeschizzanti del quadro viennese a una maniera più pastosa e mossa, sviluppo terminato con la tela romana, exemplum della ricerca savoldiana tendente verso la pittura lagunare, in particolar modo verso Tiziano”.

Debitrice della lezione tizianesca è anche la tela a tema biblico Tobiolo e l’angelo, considerata uno degli esemplari più importanti della produzione del Savoldo. È infatti attraverso l'uso di colori squillanti che il pittore simula l’espediente di una fonte luminosa che, dal fondo della composizione, investe l'angelo ponendo in penombra il volto del giovane, rendendo i panneggi serici, lucidi e particolarmente materici, con pieghe quasi metalliche. Fu William Suida, nel 1937, a paragonare per primo la figura dell'angelo annunciante di Savoldo a quella del Polittico Averoldi di Tiziano, capolavoro eseguito nel 1522 per la chiesa dei Santi Nazaro e Celso di Brescia. Risale ad allora l'inizio della convinta adesione ai modi tizianeschi che attorno alla metà del terzo decennio del Cinquecento iniziò a caratterizzare una fase particolarmente felice della produzione di Savoldo. Ne sono ulteriore esempio la resa del paesaggio, costruito per mezzo di masse scure e un uso squillante della cromia che emerge con particolare evidenza nella resa dei tessuti dei due protagonisti. I BUSTI ZANI I Da BRESCIA a ROMA Contestualmente alla permanenza delle opere di Savoldo negli spazi della Casa Museo, nella Sala degli Imperatori (sala IV) di Galleria Borghese, a fianco dei 18 busti in porfido e alabastro dei Dodici Cesari e di personaggi illustri, giungono due busti di Imperatori, parte della Collezione Zani, riconducibili all’ambito di Guglielmo e Giovanni Battista della Porta. Le sculture ritraggono l’imperatore Adriano secondo il modello ufficiale del ritratto dei Musei Capitolini e l’imperatore Adriano in età giovanile. Preziosa è la componente policroma e polimaterica dei busti e dei rispettivi basamenti coevi (seconda metà del XVI secolo), realizzati in marmo bianco, onice turco, giallo antico, verde antico, rosso antico, onice marino, marmo africano, Portasanta. I due busti saranno esposti a partire dal 10 ottobre in occasione del convegno Il marmo come dispositivo. Materia e superficie - che avrà luogo il 10 ottobre 2024 presso le Gallerie Nazionali di Arte Antica, Palazzo Barberini, e l’11 ottobre 2024 presso Galleria Borghese - e resteranno nella sala degli Imperatori fino al 24 novembre 2024.
ROMA BRESCIA ROMA

GIOVANNI GIROLAMO SAVOLDO (Brescia 1480 ca. - Venezia? Post 1548)
Busto di giovane - olio su tela, cm 60 x 40 1527 circa; cornice cinquecentesca Roma, Galleria Borghese Provenienza: (?) Roma, collezione Borghese, 1790; Inventario Fidecommissario 1833; Acquisto dello Stato, 1902
Quotazione in Borsa?
VALSABBINA AL FIANCO DELLE PMI

GRAZIE ALLA PARTNERSHIP
TRA L’ISTITUTO DI CREDITO BRESCIANO E LA CONTROLLATA INTEGRAE SIM PREMIATE LE OPPORTUNITÀ DI CRESCITA

Hermes Bianchetti, vice direttore generale
vicario di Banca Valsabbina
Il tema legato alla crescita e alla creazione di valore per le piccole e medie aziende è stato al centro del convegno organizzato il 19 settembre scorso da Banca Valsabbina e Integrae SIM con il patrocinio dell’Università degli Studi di Brescia che si è svolto presso il teatro Der Mast. Quotarsi in Borsa rappresenta certamente la soluzione migliore per accelerare il processo di crescita di una Pmi. I vantaggi per le imprese che intraprendono l’iter borsistico sono tangibili, a vari livelli: vanno dalla riduzione del rischio operativo e della dipendenza da fonti di finanziamento all’aumento del potere contrattuale verso fornitori e clienti e il rafforzamento del posizionamento competitivo, fino ad una facilitazione del passaggio generazionale. Ma il successo dell’operazione dipende da molteplici variabili. Il percorso per approdare sul segmento dedicato, l’Euronext Growth Milan (Egm), è stato illustrato dal vice direttore generale vicario di Banca Valsabbina, Hermes Bianchetti, da Barbara Lunghi, Head of Primary Markets di Borsa Italiana (Euronext Group), da Luigi Giannotta, vice direttore generale di Integrae SIM, da Diego Toscani, Group CEO Promotica Spa, e da Paolo Rizzo, Partner & Responsabile Team Azionario di Anthilia Capital Partner SGR.
“L'ingresso in Borsa - ha osservato Hermes Bianchetti, vice direttore generale vicario di Banca Valsabbina - rappresenta per le Pmi un’opportunità per consolidare il proprio sviluppo e affrontare con successo la competizione su scala nazionale e non, attingendo a risorse da destinare a programmi di crescita” Non è un caso, dunque, se Banca Valsabbina negli ultimi anni ha rafforzato la sinergia con Integrae SIM, per agevolare l’accesso a strumenti e capitali alternativi per le aziende clienti, offrendo «soluzioni finanziarie sempre più complete e accessibili.
“Siamo leader nella finanza straordinaria per le piccolo-medie imprese, specializzati nella strutturazione di operazioni di Equity e Debt capital market su Egm, dove ci posizioniamo tra i primi global coordinator con processo snello, flessibile, meno costoso - ha dichiarato Luigi Giannotta, direttore generale di Integrae SIM. Abbiamo raccolto più di 500 milioni per aziende del calibro di Intred, Saccheria Franceschetti, Pozzi Milano, Palingeo, Bellini Nautica e Promotica che, da un valore iniziale di 20 milioni oggi ne capitalizza 30”.

PRIMA LA SALUTE INFORMAZIONI & CURIOSITÀ
LO SCANNER CHE PREVEDE LE MALATTIE IN 15 MINUTI FA UN CHECK UP COMPLETO DELLO STATO DI SALUTE:
Come riporta il Guardian, lo scanner Neko acquisisce immagini 2D e 3D ad alta risoluzione del corpo del paziente “ma anche immagini termiche”.
Un controllo completo della propria salute in 15 minuti? Con tanto di anticipazioni di possibili malattie sviluppabili nel futuro? Ecco a voi Neko Body Scan. 350 euro a visita e passa – si fa per dire – la paura. Come ricorda Fanpage, lo scanner è stato inventato da due svedesi Hjalmar Nilsonne e Daniel Ek titolari della Neko Health di Stoccolma. “Ek è infatti una delle due menti dietro la nascita di Spotify e la rivoluzione della discografia che la sua introduzione ha prodotto. Ora, l’obiettivo è rivoluzionare il sistema dell’assistenza sanitaria”. La Neko Body Scan è una cabina verticale (modello Mosca di Cronenberg) che quando il paziente si posiziona eretto al suo interno può effettuare decine di esami e analisi in pochi minuti.
Come riporta il Guardian, Neko acquisisce immagini 2D e 3D ad alta risoluzione del corpo del paziente “ma anche immagini termiche che sono in grado di mappare come il cuore pompa il sangue e come quest’ultimo si muove nelle vene”. Nel pacchetto c’è anche il classico prelievo del sangue, pressione occhi e la verifica di parametri legati alla forza muscolare. In 15 minuti il campione di sangue viene analizzato e il referto è pronto. I dati generali della rapida visita sotto lo scanner cabina vengono infine elaborati dall’intelligenza artificiale e poi mostrati da un medico in carne ed ossa del centro medico. “Controlliamo i nei sul tuo corpo, la salute generale del tuo cuore e delle tue arterie, la glicemia, i livelli di colesterolo e molto altro in pochi minuti“, promettono i fondatori di Neko Scan.
Insomma, non solo il check up è sul presente ma si proietta sul futuro valutando ogni possibile fattore di rischio per patologie cardiovascolari (ictus e infarto) e diabete. In conclusione se il macchinario funziona sarebbe una rivoluzione globale mai vista anche, e soprattutto, nell’ambito dell’attesa dei risultati. Grazie a Neko – e ai 350 euro a visita – niente più prenotazioni a sei mesi o un anno di distanza per decine di esami separati tra loro. Sul sito dell’azienda svedese c’è la lista d’attesa a cui unirsi: basta pagare. Fonte La Repubblica
Dr. Haim Reitan
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Direttore Sanitario
Studio Medici Associati

I NATI PRETERMINE POSSONO SOFFRIRE DI MALATTIE CRONICHE DA ADULTI
Secondo un recente studio svedese gli adolescenti nati estremamente prematuri hanno molte più probabilità di avere problemi di salute cronici rispetto ai loro coetanei. “I bambini nati dopo 23-25 settimane di gestazione fanno registrare un aumento del rischio di problemi di salute cronici, quali handicap neurologico (per lo più lieve o moderato), asma e difficoltà comportamentali – spiega il co-autore del lavoro Aijaz Farooqi, ricercatore all’ospedale universitario di Umea in Svezia – In età scolare, molti bambini estremamente prematuri la cui intelligenza generale è normale o nel range basso di normalità hanno difficoltà motorie, problemi comportamentali, sociali e scarso rendimento scolastico”.

I ricercatori hanno studiato 134 ragazzini dai 10 ai 15 anni nati prematuri, confrontandoli 103 bambini con caratteristiche simili, ma nati dopo la 37° settimana di gestazione. Rispetto al gruppo di controllo, gli adolescenti nati prematuri hanno mostrato una probabilità 15 volte maggiore di avere gravi disabilità fisiche o mentali e cinque volte maggiore di richiedere ulteriori servizi medici o educativi rispetto al bisogno tipico dei bambini di quell’età.
Nel complesso, il 64% dei prematuri nello studio ha avuto limitazioni funzionali, rispetto al 6% dei ragazzi a termine, come hanno scritto i ricercatori sulla rivista Pediatrics.
Inoltre, il 60% degli adolescenti nati pretermine ha bisogno di attrezzature speciali o di assistenza per completare le attività quotidiane come camminare, alimentarsi, vestirsi e usare il bagno, rispetto ad appena il 29% dei ragazzi nati a termine.
Circa il 64% dei ragazzi prematuri necessita di cure di routine da parte di un medico o uno specialista per problemi di salute cronici o servizi speciali come la terapia fisica o lavorativa, l’assistenza infermieristica o accordi scolastici speciali. Questo ha riguardato il 25% degli altri bambini nello studio. “Anche se il lavoro non ha esaminato quali fattori potrebbero causare problemi per i neonati estremamente prematuri una volta superata l’adolescenza, i ritardi cerebrali o dello sviluppo del sistema nervoso centrale possono essere parte del problema, conclude Farooqi. Fonte: Pediatrics 2017
OBESITÀ E DIABETE: ARRIVA IN ITALIA TIRZEPATIDE
L’Agenzia Italiana del Farmaco ha concesso l’autorizzazione all’immissione in commercio (AIC) per tirzepatide, indicato per il trattamento dell’obesità, del sovrappeso in presenza di almeno una comorbidità, e del diabete tipo 2. Il farmaco è ora disponibile su prescrizione medica. Tirzepatide è il primo – e ad oggi l’unico – trattamento facente parte di una nuova classe terapeutica che attiva sia i recettori ormonali del GIP sia quelli del GLP-1. Legando entrambi i recettori, il farmaco aumenta la secrezione d’insulina a livello pancreatico, la sensibilità insulinica e riduce l’assunzione di cibo. Ma ciò che differenzia tirzepatide è l’agonismo recettoriale del GIP, che agisce su meccanismi correlati al peso: ha azioni benefiche a livello del tessuto adiposo, riduce l’introito calorico ed il senso di nausea. “Nonostante i passi in avanti degli ultimi anni, l’obesità resta per i professionisti e i sistemi sanitari una condizione molto complessa da affrontare, con carenze culturali e assistenziali importanti, dovute alla sua multifattorialità, al suo decorso cronico e progressivo, alle molte complicanze cliniche associate e, in ultima analisi, alla difficoltà nell’ottenere risultati duraturi nella riduzione del peso corporeo.” afferma Rocco Barazzoni, Presidente della SIO, Società Italiana di Obesità, “Oggi stiamo finalmente entrando in una nuova fase nel trattamento dell’obesità, con un nuovo paradigma farmacologico che ci permetterà non solo di fornire risposte a bisogni assistenziali finora largamente insoddisfatti, restituendo tempo e qualità di vita ai pazienti, ma anche di prevenire nel luogo termine le numerose patologie associate e di ridurne l’impatto oggi drammatico”.
In Italia, più di 25 milioni di persone sono in sovrappeso e 6 milioni (12% della popolazione) soffrono di obesità. Le principali complicanze dell’obesità includono malattie cardiovascolari, diabete tipo 2 e 13 tipi di cancro, che rappresentano le principali cause di mortalità globale. L’eccesso di peso è influenzato da fattori biologici, genetici e ambientali. Le modifiche dello stile di vita non sempre sono sufficienti e raramente consentono una perdita di peso duratura tale da migliorare la salute a lungo termine. Ciò è dovuto in parte al fatto che, quando una persona riduce l’introito calorico per perdere peso, il corpo può aumentare la produzione degli ormoni che regolano la fame e il desiderio di cibo.

INTERNI A LONDRA CON HEDGE

Interni ed Henge, i rinomati marchi italiani di arredamento e accessori di alta gamma, hanno inaugurato il loro nuovo flagship store nel cuore di Chelsea, Londra, situato al 254 di Brompton Road, gestito da Interni. In concomitanza con il prestigioso London Design Festival, questa apertura segna una tappa importante nell’espansione globale del brand.
Lo showroom di 600 metri quadrati cattura perfettamente l’essenza del marchio, esponendo una selezione curata delle ultime collezioni e dei design iconici di Henge. Lo spazio comprende quattro aree living distintive, tra cui due cucine monumentali, installazioni di illuminazione scultorea e boiserie su misura.
Il negozio di Londra si aggiunge alla crescente presenza globale di Henge, affiancandosi al flagship store di Milano in Via della Spiga 34. Rappresenta un punto di riferimento fondamentale per architetti, designer e clienti provenienti da tutta l’Europa centrale e settentrionale.


Tra i pezzi più rilevanti che debutteranno nel nuovo store di Brompton Road, spicca la Serie Floyds Lights, progettata da Ugo Cacciatori in collaborazione con Venini, con quattro esclusivi corpi illuminanti in vetro soffiato realizzati a Murano. In esposizione anche la cucina Opera di Massimo Castagna, un capolavoro minimalista scolpito in marmo pregiato, progettato per creare una fusione armoniosa tra forma e funzione. Tra le altre novità, si trovano i sistemi Sapiens e Sirius e la libreria modulare Spectre, anch'essi disegnati da Castagna.





Londra 254 di Brompton Road

"1950-1970. LA GRANDE ARTE ITALIANA.
CAPOLAVORI DALLA GALLERIA NAZIONALE D’ARTE
MODERNA E CONTEMPORANEA"
Il 19 ottobre ha aperto a Torino, nelle Sale Chiablese dei Musei Reali, una grande e inedita mostra dedicata ai capolavori dei più importanti artisti italiani del secondo dopoguerra.
Prodotta da Musei Reali e Arthemisia con la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, la rassegna curata dalla Direttrice della GNAM Renata Cristina Mazzantini e dallo studioso Luca Massimo Barbero, è stata fortemente voluta e resa possibile da Mario Turetta, Capo Dipartimento per le Attività Culturali del Ministero della Cultura e direttore delegato dei Musei Reali di Torino.
L’ingente numero di opere, per un totale di 79, proviene dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, riunito insieme per la prima volta fuori dal museo di appartenenza. Un’occasione straordinaria per dare vita a un progetto critico ed espositivo di grande rigore e presentare a un ampio pubblico le testimonianze artistiche di una stagione irripetibile.
Prodotta da Musei Reali e Arthemisia con la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, la rassegna curata dalla Direttrice della GNAM Renata Cristina Mazzantini e dallo studioso Luca Massimo Barbero, è stata fortemente voluta e resa possibile da Mario Turetta, Capo Dipartimento per le Attività Culturali del Ministero della Cultura e direttore delegato dei Musei Reali di Torino.
La mostra, oltre a sottolineare il trentennale rapporto che la soprintendente Palma Bucarelli ebbe con un gruppo eccezionale di artisti, mette in risalto la ricchezza delle collezioni del museo romano ed esalta i 21 artisti più rappresentativi che hanno animato una stagione senza precedenti nel panorama dell’arte moderna italiana.
“La mostra vuole mettere in luce - ha sottolineato la Direttrice Renata Cristina Mazzantini - la qualità, non sempre sufficientemente percepita, delle ineguagliabili collezioni della Gnam e di porre al tempo stesso l’attenzione sul ruolo da protagonista che la Galleria rivestì nella costituzione del patrimonio artistico italiano moderno e contemporaneo, grazie soprattutto al rapporto attivo che, nei suoi tre decenni al vertice della Galleria, la soprintendente Palma Bucarelli seppe intrecciare con gli artisti più significativi e innovativi di quella così alta stagione, da Burri e Fontana fino a Pascali”.
Il percorso espositivo mette bene in evidenza le origini di quello che fu un vero e proprio “movimento artistico tellurico”. “È un percorso intenso, – ha dichiarato Luca Massimo Barbero – e, in più sale, è un vero corpo a corpo fra i “nuovi maestri” dell’arte italiana del dopoguerra, della quale si esplorano qui le radici e, per la prima volta, è possibile confrontarli al di fuori della collezione della GNAM. Per l'arte italiana si tratta dei protagonisti germinali, oggi identificati come gli interpreti internazionali dell'allora contemporaneità”.
La mostra si apre con due lavori simbolici, uno di Ettore Colla Rilievo con bulloni del ‘58/’59 e un altro di Pino Pascali L’arco di Ulisse del ’68; prosegue con una sala di capolavori di Capogrossi, tra cui una monumentale Superficie del 1963. Nella sala successiva viene indagato il tema della materia, elemento di ricerca fondamentale degli anni ’50, mettendo in dialogo due Concetti spaziali-Buchi di Lucio Fontana, tra cui uno del 1949, conlo straordinario “Gobbo” del ‘50 di Alberto Burri, rare opere di Ettore Colla, opere germinali di Mimmo Rotella e la ricerca astratta di Bice Lazzari.
Due sale mettono poi a confronto due grandi artisti dell’astrazione: Afro e Piero Dorazio, maestri che nel secondo dopoguerra contribuirono al successo dell’arte italiana negli Stati Uniti.

L’esposizione, suddivisa in dodici sale, si sviluppa in un avvincente percorso che propone confronti e dialoghi intercorsi negli anni del secondo dopoguerra tra gli artisti italiani più importanti, divenuti ormai irrinunciabile riferimento nel panorama artistico internazionale.


“La mostra è il risultato della cooperazione tra due prestigiose istituzioni museali di rilievo nazionale, quali la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma e i Musei Reali di Torino – ha osservato Mario Turetta. L’offerta culturale del complesso torinese, dopo le rassegne dedicate al patrimonio archeologico per il 300° anniversario del Museo di Antichità e al sistema dell’arte barocca esemplato dalla pittura del Guercino, si arricchisce di una esposizione che intende rivolgersi a pubblici cosmopoliti, mettendoli in relazione con le principali istanze poste dall’arte contemporanea in uno straordinario periodo storico, in un territorio che si inserisce tra i principali distretti di riferimento grazie a eventi internazionali, quali Artissima e Luci d’Artista, e alla presenza di importanti raccolte, pubbliche e private”.
La mostra vede come special partner Ricola, mobility partner Frecciarossa Treno Ufficiale e media partner La Stampa.
Il “cardine della mostra”, come dichiara il co-curatore Barbero, si ha nel confronto tra due grandi protagonisti indiscussi: Lucio Fontana e Alberto Burri; 11 emblematiche opere entrano in dialogo e, in particolare, si stabilisce un inedito accostamento tra il grande Concetto spaziale. Teatrino del 1965 del primo e il Nero cretto G5 del 1975 del secondo.
Il fermento artistico e creativo che si sviluppò a Roma tra gli anni ’50 e ‘60 è rappresentato in mostra da un enorme décollage di Mimmo Rotella del 1957 e, via via, dalle opere storiche di Giosetta Fioroni, Carla Accardi, Giulio Turcato, Gastone Novelli, Toti Scialoja, Sergio Lombardo, Tano Festa. Un ulteriore inedito confronto si sviluppa tra un intenso monocromo nero di Franco Angeli e alcuni importanti Achrome di Piero Manzoni.
A testimoniare poi l’importanza della Contemporaneità, un’altra sala dedicata al grande quadro specchiante I visitatori del 1968 di Michelangelo Pistoletto e un’ulteriore alle celebri “Cancellature” di Emilio Isgrò.
Il percorso prosegue con un emozionante dialogo tra alcune significative opere di Mario Schifano (tra cui Incidente D662 del 1963) e altrettanto straordinari lavori di Pino Pascali (come Primo piano labbra del ’64). Quest’ultimo, dissacrante artista concettuale, è il protagonista assoluto dell’ultima sala dell’esposizione, che presenta capolavori come Ricostruzione del dinosauro del 1966 e i Bachi da setola del 1968.
"1950-1970. LA GRANDE ARTE ITALIANA.
CAPOLAVORI DALLA GALLERIA NAZIONALE D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA"


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FUOCHI DI PAGLIA di Giorgio Paglia
LE PULSIONI DELL’UOMO
L’uomo si distingue dagli animali perché non ha istinto, ma pulsioni. Infatti la natura non ritiene importante la vita del singolo individuo, ma la proliferazione della specie verso un’evoluzione nel tempo che porti a un miglioramento della razza. Così le due principali pulsioni ancestrali dell’umanità sono l’aggressività che serve a proteggere la prole, e la sessualità che è necessaria per la continuazione del gruppo.
Nei tempi moderni però questo concetto si è radicalmente trasformato. Il sesso non è più direttamente collegato alla riproduzione e l’aggressività è sfociata in una violenta ricerca del potere sociale. Se parliamo di sesso, oggi si ricade nella cosiddetta fluidità, racchiusa in atteggiamenti di genere che vengono riassunti da una sigla complicata: LGBTQIA+. Queste relazioni non riguardano la finalità della procreazione, ma rimangono circoscritte ad un legame affettivo anche tra sessi uguali. Oggi se si vuole dare una genia futura anche a tali rapporti, basta ricorrere alla fecondazione artificiale o all’adozione di bambini concepiti da coppie etero e poi acquistate da coppie omosessuali. Sono sempre pulsioni emotive, legate però ad un concetto filosofico di amore, dove il primario scopo naturale del proseguimento della specie non è più contemplato. Gli antichi greci, uno dei popoli più intelligenti, non concepivano l’orientamento sessuale come un identificatore sociale, ma davano importanza al ruolo che ciascuna persona giocava all’interno della coppia. Cioè c’era una netta distinzione tra chi fosse stato dominante o dominato, insomma tra attivo e passivo. L’attivo veniva associato alla mascolinità e pertanto apparteneva ad uno status sociale più elevato, mentre il ruolo sessualmente passivo veniva assimilato alla femminilità, quindi ad uno status sociale, per quell’epoca, più basso. Poi la società si è modernizzata e ai tempi nostri questa differenza non è più presa nemmeno in considerazione.
Cambierà qualcosa nel tipo di approccio anche tra le persone di due sessi diversi? I costumi sociali si evolvono forzatamente per raziocinio e alla natura non rimane che stare a guardare i risultati. La pulsione dell’aggressività nella razza umana ha invece preso una piega molto diversa.


La natura ci ha dato l’aggressività per poterci difendere e per proteggere i nostri simili appartenenti alla stessa famiglia o alla stessa tribù. Noi non siamo nel fisico particolarmente dotati per sopravvivere senza mezzi nei quattro elementi terrestri e perciò non potevamo nascere naturalmente remissivi: saremmo scomparsi in breve tempo. Però le condizioni al contorno fanno sì che dall’aggressività si sfoci nella rabbia, dalla rabbia si arrivi all’odio e dall’odio si giunga alla violenza più assurda. Quindi non è più una questione di difesa o di protezione famigliare. Il potere è diventato un mezzo per fare denaro e viceversa, così l’uomo conquistatore ha usato la forza aggressiva per espandere i suoi domini e per assoggettare i suoi simili. Ancora prolificano nel mondo le guerre per annettere territori e per accumulare ricchezze nazionali. Insomma una pulsione naturale si è trasformata in un’isteria collettiva che ha messo i popoli uno contro l’altro. Ed è inutile gridare “Stop alla guerra” se non si coltivano le condizioni per creare una pace duratura tra tutte le genti. Perché alla fine non dimentichiamoci che la natura, dopo averci fornito l’aggressività e la sessualità per migliorare ulteriormente la nostra specie, deve sostituire queste due pulsioni con un fattore ineluttabile per dare veramente successo all’evoluzione: la morte dell’individuo. E con la morte terminano tutte le follie personali dell’uomo. Alla prossima e in alto i cuori leggeri.
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FONDAZIONE PIERO CATTANEO PRESENTA
OFFICINA DELLA SCULTURA
A CURA DI MARCELLA CATTANEO

UNA MANIFESTAZIONE CHE
INVITA ALLA SCOPERTA, VALORIZZAZIONE E TUTELA
DEGLI ATELIER DELLA
SCULTURA DEL NOVECENTO E DEI PARCHI D’ARTE AMBIENTALE.
Fino al 31 dicembre 2024 a Bergamo, Brescia, Milano, Monza-Brianza, Varese e Venezia
ATELIER GIANNI GRIMALDI, SERIATE, BERGAMO

La Fondazione Piero Cattaneo è lieta di inaugurare la VII Edizione di Officina della Scultura, per scoprire, valorizzare e tutelare gli atelier della scultura del Novecento sul territorio lombardo. Fino al 31 dicembre 2024 aprono al pubblico sette studi d’artista, due collezioni d'arte diffusa nella natura e un intervento di spazio pubblico con visite guidate e laboratori.
Conoscere il mondo della scultura del XX secolo, attraverso gli studi-laboratori di alcuni dei protagonisti dell’arte plastica italiana del Novecento è l’obiettivo di Officina Scultura che, attraverso visite guidate, laboratori e l’apertura straordinaria di questi luoghi, rende accessibile un patrimonio materiale e immateriale tuttora inedito e spesso sottovalutato.
Il percorso si articola tra gli atelier di scultori di diversi comuni: Milano, Varese, Bergamo, Brescia e per la prima volta un’incursione inedita a Venezia. Protagonisti sono gli studi di Piero Cattaneo (Bergamo 1929 - 2003), Gianni Grimaldi (Crevalcore, Bologna 1930 - Seriate, Bergamo 2023) e Umberto (Pipi) Carrara (Bergamo 1925 - 2008) a Bergamo, gli studi di Gabriella Benedini (Cremona 1932) e Paolo Gallerani (Cento, Ferrara 1943) a Milano, la casa-studio di Giancarlo Sangregorio (Milano 1925 - Sesto Calende 2013) a Sesto Calende (Varese) e l'atelier di Fabrizio Plessi (Reggio Emilia 1940) a Venezia.

Completano il percorso le aperture straordinarie di parchi d’arte ambientale che coinvolgono il Parco di Taino (Varese) – con il Luogo dei quattro punti cardinali (1991) di Giò Pomodoro (1930-2002) – la raccolta en plein air Rossini Art Site a Briosco (Monza e Brianza) e il Parco di sculture di Ca’ del Bosco a Erbusco (Brescia). “Il territorio lombardo è straordinario e in un certo senso ancora “vergine”, ideale per dare avvio ad una narrazione ampia e nuova della ricerca plastica italiana del XX secolo e dei suoi straordinari autori. È fortemente segnato dall’innovazione industriale che ha attirato a sé l’interesse di numerosi artisti. Un territorio ricchissimo di esperienze e di grandi collezionisti, ancora da portare all’attenzione del pubblico” ha dichiarato Marcella Cattaneo, curatrice di Officina della Scultura e Presidente della Fondazione Piero Cattaneo. “Gli studi della scultura sono ambienti che possono davvero lasciare un imprinting visivo-emozionale molto profondo”.
GIO POMODORO, LUOGO DEI QUATTRO PUNTI CARDINALI , TAINO, VARESE



ATELIER FABRIZIO PLESSI, ISOLA DELLA GIUDECCA, VENEZIA
STUDIO PAOLO GALLERANI, MILANO



Il programma di Officina della Scultura si compone di visite guidate e attività didattiche che includono progetti e workshop creati per le scuole di primo e secondo grado, percorsi esperienziali per adulti e famiglie e collaborazioni dedicate a pubblici con fragilità.
La VII edizione di Officina della Scultura mette in relazione luoghi, persone e paesaggi trasformando spazi simbolo di identità culturali in luoghi di apprendimento. L’atelier dell’artista, l’intervento ambientale, la collezione d’arte immersa nella natura, diventano luoghi di produzione e conservazione di memorie, sensibilità e conoscenza.
GLI ATELIER D’ARTISTA
Piero Cattaneo, Bergamo
Umberto Carrara, Bergamo
Gianni Grimaldi, Seriate (Bergamo)
Gabriella Benedini, Milano
Paolo Gallerani, Milano
Giancarlo Sangregorio, Sesto Calende (Varese)
I PARCHI
Parco di Sculture di Ca’ del Bosco, Erbusco (Brescia)
Rossini Art Site, Briosco (Monza-Brianza)
Parco di Taino, Taino (Varese)
PRENOTAZIONI
info@pierocattaneo.org
Ufficio prenotazioni di Fondazione Piero Cattaneo: 333 269 8886
BRUNO ROMEDA, ELOGIO DELL’OMBRA, PARCO DI SCULTURE DI Cà DEL BOSCO, ERBUSCO
ATELIER DI PIETRO CATTANEO BERGAMO

Gin Angri, manicomio di San Martino, Como, 1975
MATTI SIETE VOI
Con la legge 13 maggio 1978 numero 180, legge ormai passata alla storia come “legge Basaglia”, dal nome del suo promotore e sostenitore nell'ambito della riforma psichiatrica in Italia, è stata posta la parola fine ai manicomi, almeno per come erano stati concepiti fino allora. Con le porte di quelle strutture si sono aperte anche quelle di un nuovo modo di approcciarsi a un sistema rivelatosi sbagliato per la gestione della salute mentale. Nel centenario della sua nascita, il Comune di Brescia, in collaborazione con il Ma.Co.F - Centro della Fotografia Italiana, intende rendere omaggio a Franco Basaglia e al suo impegno civile, allestendo la mostra fotografica “Matti Siete Voi” curata da Renato Corsini che vede esposte fotografie di Gin Angri, Gianni Berengo Gardin, Gian Butturini, Giusy Calia, Carla Cerati, Dino Fracchia, Uliano Lucas e Vincenzo Tosini, per un totale di circa ottanta opere nel salone della Cavallerizza di via Cairoli. Il pensiero di Basaglia si fondava sul fatto che “Per poter veramente affrontare la “malattia” dovremmo poterla incontrare fuori dalle istituzioni intendendo con ciò non soltanto fuori dall'istituzione psichiatrica, ma fuori da ogni istituzione la cui funzione è quella di etichettare, modificare e fissare in ruoli congelati coloro che vi appartengono”. Questa esposizione, da una parte, vuole essere testimonianza e momento di riflessione di una realtà ormai e fortunatamente cancellata dalle strutture del nostro paese e, dall'altra, di quanto si possa e si debba ancora fare nei confronti di un disagio che appartiene a noi tutti.
PER I CENTO ANNI DALLA NASCITA DI FRANCO BASAGLIA, LA MOSTRA “MATTI SIETE VOI” IN COLLABORAZIONE CON IL
MA.CO.F AL SALONE DELLA CAVALLERIZZA

Dai manicomi fotografati negli anni ‘70, con le persone recluse in stato di effettiva carcerazione, fino alle strutture stesse, viste, cinquant'anni dopo, in stato di assoluto abbandono e degrado, la mostra “Matti siete voi” accompagnata da alcune massime del “francobasagliapensiero”, si propone anche come momento di partecipazione e di condivisione. La mostra è stata inaugurata sabato 5 ottobre e rimarrà aperta fino al 30 ottobre, da martedì a domenica dalle 15.00 alle 19.00 con ingresso libero, nel nuovo spazio restaurato del salone della Cavallerizza a Brescia, in via Fratelli Cairoli 9.
La mostra ha contemplato anche alcuni eventi collaterali come la presentazione della riedizione del volume di Gian Butturini “Tu interni io libero”, avvenuta domenica 6 ottobre all’interno della tensostruttura di Librixia, e la presentazione della nuova edizione del libro “Morire di classe” con le immagini di Gianni Berengo Gardin e di Carla Cerati, che ha avuto luogo mercoledì 9 ottobre nella Sala del Camino, Palazzo Martinengo delle Palle.
Vincenzo Tosini, manicomio dismesso 2016
di Renato Corsini


1000 MIGLIA 2025
SVELATE LE DATE E IL PERCORSO:
LA GARA SI SVOLGERÀ IN CINQUE
GIORNATE DAL 17 AL 21 GIUGNO
E IL TRACCIATO SARÀ A FORMA
DI OTTO, COME NELLE EPICHE
EDIZIONI DELL’ANTEGUERRA
Ancora una volta la 1000 Miglia non rinuncia all’effetto sorpresa, ispirandosi alle pagine più remote e affascinanti della propria storia. Dopo il successo del giro in senso antiorario dello scorso anno, dal 17 al 21 Giugno la Freccia Rossa tornerà, per la prima volta nella storia della rievocazione, a ricalcare le corse leggendarie dell’anteguerra, stavolta con un percorso “ad otto” come quello delle prime 12 edizioni della 1000 Miglia di velocità, confermando per il terzo anno consecutivo il format delle 5 giornate di gara.
Martedì 17 Giugno, il convoglio dei 400 gioielli d’epoca, accompagnato dalle Ferrari del Tribute, dalle auto Full-Electric della 1000 Miglia Green e dalle Supercar della 1000 Miglia Experience, passerà da Desenzano, Sirmione, Verona, Bovolone e Ferrara, per poi concludere la giornata di gara a San Lazzero di Savena, ultima città di tappa della scorsa edizione. Il secondo giorno gli equipaggi affronteranno i Passi della Raticosa e della Futa ripercorrendo le gesta dei piloti degli anni Trenta, che affrontavano questo tratto, considerato il più difficile e insidioso della corsa, a pochi chilometri dalla partenza, contrariamente a come avveniva negli anni Cinquanta. Una volta passati da Prato e Siena, gli equipaggi scenderanno poi fino a Roma.

Dopo il giro di boa della Capitale sarà la volta di Orvieto, Foiano della Chiana, Arezzo e San Sepolcro. A seguire, ecco il ritorno in San Marino, che precederà l’arrivo di tappa a Cervia-Milano Marittima. Il quarto giorno, la Corsa più bella del mondo attraverserà per intero l’Italia da Est a Ovest: ripartita da Cervia la 1000 Miglia 2025 toccherà Forlì, poi il taglio attraverso gli appennini fino a Empoli. Continuando sempre verso Ovest, la Freccia Rossa raggiungerà la costa tirrenica passando per Pontedera. A quel punto riprenderà la risalita e, toccando Viareggio e valicando il Passo della Cisa, la penultima tappa si chiuderà a Parma, da dove, il giorno seguente, gli equipaggi si muoveranno alla volta di Brescia, fino alla passerella conclusiva sulla rampa di Viale Venezia, che ogni anno si fa sempre più gremito.
In foto, da sx: Giuseppe Cherubini,Vicepresidente Comitato Operativo 1000 Miglia 2025, Aldo Bonomi, Presidente AC Brescia, Beatrice Saottini, Presidente 1000 Miglia, Laura Castelletti, Sindaca di Brescia, Alberto Piantoni, CEO 1000 Miglia
KHALID
ALBAIH LA STAGIONE
DELLA MIGRAZIONE A NORD
A CURA DI ELETTRA STAMBOULIS
8 NOVEMBRE 2024 – 23 FEBBRAIO 2025
MUSEO DI SANTA GIULIA BRESCIA
INAUGURAZIONE: VENERDÌ 8 NOVEMBRE 2024

Il Comune di Brescia, la Fondazione Brescia Musei e il Festival della Pace presentano ‘La stagione della migrazione a Nord’, la mostra personale dell’artista, curatore e attivista sudanese Khalid Albaih (Bucarest, Romania, 1980).
L’esposizione, a cura di Elettra Stamboulis, apre al pubblico da venerdì 8 novembre 2024 a domenica 23 febbraio 2025 negli spazi del Museo di Santa Giulia a Brescia. Con ‘La stagione della migrazione a Nord’, Fondazione Brescia Musei prosegue il percorso di narrazione del contemporaneo attraverso l’arte avviato nel 2019, in un itinerario che invita alcune delle voci più significative della scena artistica internazionale a portare le proprie riflessioni negli spazi del Museo di Santa Giulia a Brescia. L’arte contemporanea e i diritti umani si incontrano nell’ambito dell’iniziativa, mirata a creare un punto di sintesi per artisti dissidenti e attivisti generalmente poco valorizzati nel mercato dell’arte ufficiale, ma spesso noti attraverso la rete o nel mondo ampio di chi si permette ancora di avere una voce critica sul presente e immaginare un futuro.



La mostra è presentata nell’ambito del Festival della Pace di Brescia e segna la quinta tappa del percorso di ricerca intrapreso da Fondazione Brescia Musei, che ha visto susseguirsi le mostre personali con la curatela di Elettra Stamboulis di Zehra Doğan (Avremo anche giorni migliori. Opere dalle carceri turche, 2019), Badiucao (La Cina non è vicina. Opere di un artista dissidente, 2021) e Victoria Lomasko (Victoria Lomasko. The Last soviet artist, 2022, e la mostra Finché non saremo libere, 2023) e che ha presentato le opere delle artiste iraniane Sonia Balassanian, Farideh Lashai, Shirin Neshat, Soudeh Davoud e Zoya Shokoohi. Il titolo della mostra riprende quello dell’omonimo romanzo dello scrittore sudanese Altayib Salih, la cui voce narrante fa da filo conduttore del progetto espositivo. Per la letteratura sudanese, ma africana in generale, questo romanzo dal titolo evocativo, costituisce un romanzo cardine per la cultura post coloniale. La stagione della migrazione a Nord ripercorre la carriera artistica di Albaih, presentando per la prima volta una personale critica del suo lavoro pluridecennale da artista dissidente ed esule.



KHALID ALBAIH LA STAGIONE DELLA MIGRAZIONE A NORD
L’allestimento, pur riprendendo alcuni lavori già realizzati in particolare per le mostre di New York e Copenaghen, dialoga con la città di Brescia e con le sue peculiarità, delineandosi sia per essere una mostra significativa perché consacra da un punto di vista museale l’artista, sia perché lo vede direttamente coinvolto con delle installazioni site specific da un punto di vista curatoriale. Filo rosso della riflessione di Khalid Albaih, artista ospite ICORN a Copenaghen (International Cities of Refuge Network) e fellow negli USA per l’associazione Artists at risk (branca di PEN international, l’istituzione internazionale che protegge la libertà di espressione), è l’indagine delle diverse sfaccettature che accompagnano la “stagione della migrazione a Nord”, dall’identificazione di un luogo come casa al confronto con lo straniero, dalla visione che il cosiddetto Occidente (categoria non più geografica, ma ideologica) ha dell’Africa, ai segni che ogni viaggio imprime nella memoria.
La pratica artistica di Khalid Albaih si radica nel disegno, traducendosi in una vasta produzione caratterizzata da un forte senso di chiarezza e immediatezza. I suoi lavori appaiono per la prima volta online sotto lo pseudonimo “Khartoon”, che combina la parola “cartoon” con la capitale del Sudan “Khartoum”. Taglienti e dirette, le sue illustrazioni divengono virali e portano Khalid Albaih nel 2016 a prendere parte, assieme ad altri dieci artisti, al progetto The Story of Civil Rights is Unfinished, che attraversa gli Stati Uniti per osservare la reazione dei suoi abitanti ai cittadini di altri paesi.
Nel 2019 l’Istituto di Cultura Tedesca a Khartoum commissiona a Albaih un progetto collettivo che si traduce nella realizzazione di un libro d’arte focalizzato sulla storia del Sudan, alla cui realizzazione partecipano trenta artisti sudanesi. Nel 2020 il suo Progetto online
When The World Closed offre spazi pubblici e protetti agli artisti di tutto il mondo che non sono in grado di produrre o esporre le proprie opere, mentre nel 2022 approda a Kassel in occasione di Documenta e presenta l’installazione sonora The Walls Have Ears, dedicata ai richiedenti asilo in Danimarca.
La ricerca artistica di Khalid Albaih, che attualmente vive ad Oslo, si intreccia indissolubilmente con l’approccio curatoriale e con la tensione all’attivismo. I suoi lavori restituiscono visioni analitiche del panorama contemporaneo e si estendono a una vasta rete di collaborazioni, che a Brescia arriva a coinvolgere l’Accademia di Belle Arti, la Scuola di Fumetto e la cittadinanza stessa. La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Skira, che edita per la prima volta in italiano l’artista.

grandi restauri


A Palazzo Creberg
Giovan Battista Moroni e Fra Galgario.
Conclusi gli interventi – affidati da Fondazione Creberg a Delfina Fagnani, con la Direzione di Angelo Loda. Fino all’8 novembre 2024 (nei giorni feriali, dalle 9 alle 13, i dipinti saranno esposti a Palazzo Creberg, con ingresso libero, prima della restituzione alla Pinacoteca cittadina


Fondazione Creberg ha molto a cuore la tutela e la salvaguardia dei beni culturali; con il progetto “Grandi Restauri” è impegnata da molti anni in una capillare azione di recupero di capolavori bisognosi di cure appartenenti a chiese della Diocesi, a Musei, ad Enti e istituzioni del territorio. Particolarmente stretto il legame con l’Accademia Carrara. “Da sempre – ha evidenziato Angelo Piazzoli, Presidente di Fondazione Creberg – siamo vicini ad Accademia Carrara, Pinacoteca di eccellenza a livello internazionale; si pensi a storici interventi di riallestimento di sale espositive, al restauro di una miriade di opere, alla catalogazione e digitalizzazione di dipinti delle collezioni, al significativo impegno pluriennale di sostegno alla costituzione della Fondazione Accademia Carrara, alla significativa donazione del riallestimento globale che, nel 2015, consentì la ripartenza del Museo dopo la radicale ristrutturazione. Nel tempo – ha proseguito Angelo Piazzoli – abbiamo altresì sostenuto qualificati progetti di restauro finalizzati al completamento del percorso espositivo di alcune sale (“Madonna della cintura” di Giovan Paolo Cavagna, “Trinità con Cristo morto” di Palma il Giovane) e a restituire alla pubblica fruizione un corpus di opere precedentemente separate (“Trittico di Locatello” di Cariani)”. Sul fronte espositivo, il Presidente ha sottolineato che “dall’affascinante mostra “Lo specchio della Città” – che allestimmo a Palazzo Creberg nell’ottobre 2019 grazie al prestito, da parte del Museo, di una selezione di ritratti di personaggi bergamaschi eseguiti tra Ottocento e primo Novecento – scaturì il nostro impegno a donare il complesso restauro del monumentale “Antigone” di Giuseppe Diotti, concluso con grande successo da Delfina Fagnani.



I PITTORI E LE OPERE OGGETTO DI RESTAURO
Giovan Battista Moroni (Albino, 1521/1524 c. – 1579/1580 c.)
Ritratto di gentiluomo, olio su tela, 73,5 x 59,8 cm
In giovane età Moroni frequenta a lungo la bottega di Alessandro Bonvicino detto il Moretto (Brescia, 1498 c. –1554) di cui diventa anche capace collaboratore. Non ancora trentenne ha la straordinaria occasione di lavorare a Trento, città che negli anni del suo soggiorno è in fermento per la presenza del celebre Concilio. A Trento il pittore accoglie stimoli che provengono da un ambiente aggiornato sulle esperienze figurative europee: entra in contatto con esempi della ritrattistica internazionale che sta codificando il modello dello state-portait, il ritratto ufficiale da parata. Le capacità sviluppate dal Moroni in questo genere pittorico gli danno la possibilità di eseguire ritratti molto apprezzati, tra cui quelli a figura intera dei nipoti di Cristoforo Madruzzo, Principe Vescovo della città. Al rientro nella bergamasca le referenze ottenute a Trento gli aprono le porte di una committenza di alto livello. La sua fama è legata all’attività ritrattistica che svolge per aristocratici ma anche per artigiani, piccoli commercianti, liberi professionisti, clero, nonostante sia parallelamente impegnato in opere di soggetto sacro per le chiese della bergamasca che riceveranno il plauso del Cardinale Carlo Borromeo durante la visita pastorale a Bergamo nel 1575. Il Ritratto di gentiluomo – dipinto probabilmente dopo il 1570 come segnalato da Simone Facchinetti – è appartenuto a Giovanni Morelli che lo lasciò all’Accademia Carrara nel 1891. Recentemente restaurato, rivela un personaggio di età matura di cui non si conosce, ad ora, l’identità. Paludato in un abito nero bordato di pelliccia e seduto su uno scranno con il viso rivolto verso il riguardante, l’anziano esibisce un sorriso appena accennato, intrigante e malizioso ma difficilmente afferrabile tanto da essere stato a lungo al centro dei commenti di molti studiosi, da Gustavo Frizzoni che gli dà il curioso appellativo di “vecchio uccellatore” a Bernard Berenson.
grandi restauri

Il restauro a Palazzo Creberg di due imponenti teleri di Simone Peterzano – appartenenti alla chiesa milanese dei Santi Paolo e Barnaba –favorì poi la programmazione nel 2020, in Accademia Carrara, della prima mostra antologica dedicata a questo eccellente artista, allievo di Tiziano e maestro di Caravaggio. Nel 2022 – ha concluso il Dott. Piazzoli - restaurammo i celebri “Coniugi Spini” di Giovan Battista Moroni e il “Cristo portacroce con un devoto” di Alessandro Bonvicino detto Moretto, che divennero oggetto di un’importante mostra ad Albino, tra le prime iniziative nell’ambito delle celebrazioni di “Bergamo Brescia Capitale italiana della cultura 2023”. Il rapporto di collaborazione tra Fondazione Creberg e Accademia Carrara si consolida, quest’anno, con il ripristino di tre capolavori della Pinacoteca e con la successiva esposizione, presso Palazzo Creberg, dei dipinti, che consentirà un interessante approfondimento dedicato a Moroni e Fra Galgario, due “colonne portanti” della pittura bergamasca”.




Vittore Ghislandi
detto Fra Galgario (Bergamo, 1655 - 1743)
Ritratto di Francesco
Maria Bruntino, olio su tela, 93 x 81 cm
Ritratto di giovane pittore, olio su tela, 76 x 65 cm.
Giuseppe Ghislandi, successivamente Vittore Ghislandi, detto Fra Galgario, si forma a Bergamo presso l’incisore Giacomo Cotta, attivo a Bergamo come pittore di soggetti sacri. Ancora adolescente parte per Venezia e dopo un breve rientro nella città natale, ritorna in laguna nel 1690 dove fino al 1701 è attestato prima come discepolo del friulano Sebastiano Bombelli, tra i principali ritrattisti del momento ed erede della tradizione barocca veneziana ed in seguito come pittore autonomo, probabilmente in competizione con lo stesso Bombelli. A Venezia era entrato come frate laico nell'Ordine dei frati minimi nel convento di San Francesco da Paola, assumendo il nome di Vittore e, anche per la lunga permanenza nel convento bergamasco del Galgario, viene soprannominato Fra Galgario. Rientrato a Bergamo verso il 1701, si stacca definitivamente dall’influenza del Bombelli conservando le raffinatezze cromatiche veneziane e le preziose lacche di cui fu inventore. Recuperato il tradizionale naturalismo lombardo anche grazie allo studio della ritrattistica bergamasca da Carlo Ceresa a Giovan Battista Moroni, Fra Galgario si dedica a un approccio più diretto al modello, sperimentato nelle numerose commesse arrivategli da parte dell'aristocrazia locale, ma non solo. Il Ritratto di giovane pittore, databile al 1732 circa, uno dei suoi dipinti più celebri e ammirati, raffigura probabilmente uno di quei “ragazzetti” che lo circondavano, forse suoi scolari al convento del Galgario. Ben vestito, con lo sguardo fisso verso il riguardante, l’anonimo giovane presenta infatti sul plinto leggermente sbeccato, gli elementi di una natura morta e il disegno di quello che dovrebbe essere un putto, forse appena realizzato con lo stesso gessetto inserito nello strumento che esibisce nella mano destra. Proveniente dalla Collezione del Conte Giacomo Carrara, è stato protagonista di molte esposizioni e vanta oggi una lunga lista di pubblicazioni. Il Ritratto di Francesco Maria Bruntino del 1737, porta la medesima provenienza del precedente ma è caratterizzato da un particolare vicenda. Presentato all’asta che si tenne in Accademia Carrara nel 1835 fu acquistato in quell’occasione dal conte Guglielmo Lochis – all’epoca membro della Commissaria – e nel 1866 rientrò in museo con il legato dello stesso Lochis. Il Bruntino, qui magnificamente ritratto con sguardo altero, in realtà era un uomo umile.

Gianpietro Bonaldi, General Manager di Fondazione Accademia Carrara, ha evidenziato che “molti e profondi sono i legami costruiti tra Accademia Carrara, il territorio e il mondo dell'impresa. Tra questi, senza dubbio, rappresenta un caso di eccellenza quello con Fondazione Credito Bergamasco. Ricordo, in particolare, il suo insostituibile impegno a vantaggio del nuovo allestimento museale che, nel 2015, consentì alla Carrara di riaprire dopo 8 anni di chiusura. Ricordo, ancora, come Fondazione Creberg fu tra i primissimi a credere nel nuovo modello di governance di Fondazione Accademia Carrara, aderendovi dalla sua costituzione, quale Fondatore. Ricordo, infine, l'iniziativa "Grandi Restauri", attraverso la quale oltre 20 opere del museo sono tornate al loro originario splendore. Ecco riassunto il senso di una relazione capace di investire sul futuro, rispettando il passato e valorizzando le reciproche identità. Prendersi cura di un'istituzione museale non può avere esempio più emblematico”.
Martina Bagnoli, Direttrice Accademia Carrara, ha rilevato che “il sostegno delle Fondazioni bancarie che operano sul territorio è uno strumento prezioso per consentire a un museo come Accademia Carrara di sviluppare una efficace programmazione di tutela e studio del proprio patrimonio. Al riguardo, la collaborazione più che decennale tra Accademia Carrara e Fondazione Creberg è un caso virtuoso di supporto da parte di un ente di emanazione bancaria a una istituzione museale, specialmente sul fronte di una delle attività fondamentali per un museo quale è il restauro. Per questa specifica occasione l'attenzione si è concentrata su un dipinto di Giovan Battista Moroni e su due di Fra Galgario, autori di cui l'Accademia Carrara custodisce un significativo corpus di dipinti. L'intervento di restauro si è rivelato occasione propizia per approfondimenti e novità che vanno ad arricchire le nostre conoscenze sulle opere e su questi artisti. A conferma del nesso inscindibile tra conservazione e studio del patrimonio museale”.


Sopra: Maurits Cornelis Escher Relatività, 1953
Litografia, 27,7x29,2 cm Collezione Maurits, Italia
All M.C. Escher works © 2024 The M.C. Escher Company, The Netherlands. All rights reserved
A sinistra: Maurits Cornelis Escher
Giorno e notte, Febbraio 1938
Xilografia, 39,1x67,7 cm
Collezione M.C. Escher Holding, Paesi Bassi
All M.C. Escher works © 2024 The M.C. Escher Company, The Netherlands. All rights reserved
Pagina accanto Maurits Cornelis Escher
Metamorfosi II, 1939
Xilografia, 19,2x389,5 cm Collezione Maurits, Italia
All M.C. Escher works © 2024 The M.C. Escher Company, The Netherlands. All rights reserved
LE GENIALI OPERE DI ESCHER
16 NOVEMBRE 2024 - 11 MAGGIO 2025 PALAZZO MAZZETTI, ASTI
Dal prossimo 16 novembre Palazzo Mazzetti di Asti ospiterà una grande mostra dedicata ad Escher, artista delle geometrie e dei mondi impossibili, uno degli artisti del XX secolo tra i più amati dal grande pubblico in tutto il mondo.
Dal 16 novembre 2024 all’11 maggio 2025 le sale espositive di Palazzo Mazzetti ad Asti accoglieranno le opere di Escher, artista geniale e visionario, amatissimo dal grande pubblico in tutto il mondo, artista iconico per gli amanti dell’arte ma anche per matematici, designer e grafici di tutto il mondo, per le sue creazioni uniche in grado di coniugare l’arte con l’universo infinito dei numeri, la scienza con la natura, la realtà con l’immaginazione, generando invenzioni fantasiose e paradossi magici ma dal forte rigore scientifico.
Nato nel 1898 a Leeuwarden in Olanda, Maurits Cornelis Escher ha sviluppato uno stile unico e inconfondibile grazie alla sua straordinaria capacità di trasportare i visitatori all’interno di mondi immaginifici e apparentemente impossibili. Nelle creazioni del grande maestro olandese, che ha vissuto e viaggiato in ltalia fra le due guerre, confluiscono innumerevoli temi e suggestioni: dai teoremi geometrici alle intuizioni matematiche, dalle riflessioni filosofiche ai paradossi della logica.Le sue inconfondibili opere, che hanno influenzato anche il mondo del design e della pubblicità, sono una sfida alla percezione e rappresentano un unicum nel panorama della storia dell’arte di tutti i tempi.
Ad Asti, attraverso l’esposizione di oltre 100 opere, corredata da approfondimenti didattici, video e sale immersive, viene presentato l’intero percorso artistico di Escher, dagli inizi ai viaggi in Italia alle varie tecniche artistiche che lo videro impegnato per tutta la vita e che lo hanno reso un artista unico. Tra tassellature, metamorfosi, strutture dello spazio e paradossi geometrici fino alle opere che dagli anni ’50 ne hanno accresciuto la popolarità tanto da poter parlare oggi di una vera e propria Eschermania, in mostra vengono presentati i lavori più noti dell’artista olandese come Mano con sfera riflettente (1935), Vincolo d’unione (1956), Metamorfosi II (1939), Giorno e notte (1938), la celebre serie degli Emblemata, e tantissime altre.
Il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, Livio Negro, ha dichiarato: “La Fondazione Asti Musei è lieta di offrirvi un viaggio attraverso la mente di un artista che ha saputo unire arte, matematica e filosofia in un modo unico ed originale. Sono sicuro che la mostra di Escher non solo arricchirà l'offerta culturale della città creando connessioni e stimolando un dialogo attivo tra arte, scienza e comunità, ma coinvolgerà in modo attivo tutti noi. Non ultimo la mostra si inserisce in un percorso di successo che ha visto approdare ad Asti le esposizioni dedicate a Chagall, a Monet e gli Impressionisti in Normandia, ai Macchiaioli, a Giovanni Boldini e alla Canestra di Caravaggio”.
La mostra ESCHER è realizzata dalla Fondazione Asti Musei, dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, dalla Regione Piemonte e dal Comune di Asti, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, in collaborazione con Arthemisia, la M.C. Escher Foundation e Maurits, con il patrocinio della Provincia di Asti. Vede come sponsor il Gruppo Cassa di Risparmio di Asti ed è curata da Federico Giudiceandrea, uno dei più importanti esperti al mondo dell’artista.
FERNANDO BOTERO

Arthemisia e Palazzo Bonaparte a Roma dedicano la più grande mostra mai realizzata in Italia a Fernando Botero, uno degli artisti più importanti del XX Secolo, amatissimo dal grande pubblico e autore di opere iconiche. Attraverso l’esposizione di oltre 120 capolavori, la mostra racconta in modo eccezionale la grande maestria di Botero nelle varie tecniche artistiche, dalla pittura alla scultura, ripercorrendo allo stesso tempo il suo intero percorso artistico, un universo esuberante e magico. Tra le opere esposte ci saranno anche inediti eccezionali, esposti per la prima volta al mondo, come la Menina (After Velazquez) e Omaggio a Mantegna, che si riteneva perduto.
Con la prima e più completa mostra di pittura mai realizzata in Italia a un anno dalla sua scomparsa, Palazzo Bonaparte a Roma vuole rendere omaggio a uno degli artisti più amati dal grande pubblico internazionale, Fernando Botero.
Autore di opere iconiche e nell’immaginario di tutti, Botero, nato in Colombia nel 1932, inizia a dipingere da giovanissimo, quando lascia la scuola per matador per diventare un artista, ma si impone sulla scena artistica internazionale a partire dal 1961, quando il Museum of Modern Art di New York decide di acquistare il suo Monna Lisa all’età di dodici anni (1959), momento in cui comincia un tour di successo in giro per il mondo e la sua fama cresce in modo esponenziale.
Le forme monumentali dei suoi soggetti e le fisicità corpulente sono da sempre il suo marchio iconico, ciò che ha reso il suo stile unico e immediatamente risconoscibile: Botero rappresenta sulle sue tele l’opulenza delle forme, il volume insieme all'uso iperespressivo del colore, quell’abbondanza che è anche positività, ricchezza e vita. La mostra, che racconta oltre 60 anni di carriera artistica, è curata da Lina Botero, figlia dell’artista, e Cristina Carrillo de Albornoz, grande esperta della sua opera.
Oltre 120 opere tra dipinti, acquerelli, sanguigne, carboncini, sculture e alcuni straordinari inediti, prestati eccezionalmente solo per questa mostra, saranno esposte nelle prestigiose sale di Palazzo Bonaparte. Opere di grandi dimensioni che rappresentano la sontuosa rotondità dello stile di Botero, restituito con effetti tridimensionali e colori accesi e vibranti. Un universo inventato e poetico completamente nuovo, che affonda le radici nella sua Colombia.
La mostra, che esplora anche la straordinaria relazione tra Botero e l’Italia, si apre con un’opera importantissima e mai esposta prima: Omaggio a Mantegna (1958), prestito straordinario proveniente da una collezione privata degli Stati Uniti e che, dopo decenni, è stato recentemente scoperto da Lina Botero tramite Christie’s.


E NAVIGAR M’È DOLCE IN QUESTO LAGO

ORARIO INVERNALE PER I BATTELLI CHE SOLCANO IL LAGO D’ISEO TRA CUI LA MODERNISSIMA
MOTONAVE PREDORE, LA PRIMA DIESEL
ELETTRICA IN SERVIZIO SUL SEBINO

Navigazione Lago d’Iseo, società di trasporto pubblico lacuale del lago d’Iseo, informa che dal 7 ottobre scorso è entrato in vigore l’orario invernale che resterà valido fino al 23 marzo 2025. In coincidenza col calo fisiologico delle presenze turistiche, il servizio lacuale assume in maniera più spiccata la funzione di servizio di trasporto locale.
I collegamenti saranno assicurati giornalmente sulla linea Iseo-Monte Isola-Tavernola Bergamasca, con più corse nei giorni festivi, il servizio sarà sospeso il 25 dicembre, giorno di Natale. Resta invariato il servizio traghetti in partenza da Sulzano e Sale Marasino per Monte Isola che sarà attivo anche il giorno di Natale. Allo stesso modo procede senza variazioni il servizio di corse scolastiche sulle tratte Lovere-Pisogne ed Iseo-Predore, le corse saranno sospese nei periodi di vacanza seguendo quanto disposto dal calendario scolastico.
Il nuovo orario invernale è disponibile presso le biglietterie di terra e le rivendite autorizzate, sulle bacheche, sulla pagina “orario in vigore” del sito internet www.navigazionelagoiseo. it oltre che sulle paline dei pontili. Per restare aggiornati sulle corse, sullo stato dei pontili o procedere all’acquisto dei biglietti online si invita a consultare il sito di Navigazione Lago d’Iseo: https://navigazionelagoiseo.it
Il periodo che va da Pasqua a fine settembre è per il Lago d’Iseo quello in cui si registrano i maggiori flussi turistici, dall’Italia e dall’estero. Al fine di promuovere la realtà del lago e dei territori provinciali e regionali, la Navigazione da diversi anni è presente nelle fiere nazionali e internazionali di settore partecipando a workshop con gli operatori turistici professionali. Questa attività di promozione del servizio di linea come servizio turistico nell’ambito dell’offerta turistica di Regione Lombardia si svolge ormai tutto l’anno e ci vede impegnati, prevalentemente all’estero, con almeno due appuntamenti in media ogni mese. Dal 9 all’11 ottobre, Navigazione era presente a Rimini in occasione del TTG Travel Experience, la seconda fiera turistica nazionale dopo la BIT.
“Il 2024 per il servizio lacuale e più in generale per la comunità del Sebino rappresenta un punto di svolta importante: a marzo è entrata in servizio sul Sebino la M/N PREDORE, la prima nave diesel elettrica. Un segno di tempi nuovi anche nel settore del trasporto lacuale ma anche l’esempio del forte impegno verso il territorio. I passeggeri trasportati da inizio anno al 30 settembre sono stati 1.306.202 con una riduzione del 5% rispetto al 2023, il dato deriva da una stagione turistica a due velocità: un periodo più rallentato per effetto della primavera piovosa, che si è protratta fino a tutto giugno, un’estate con numeri più importanti ed un autunno comunque condizionato da tempo variabile. Per il 2025 siamo particolarmente fiduciosi anche per il ritorno di manifestazioni di grande interesse come la Festa di Santa Croce”. Ing. Emiliano Zampoleri, Direttore di Esercizio
Navigazione Lago d’Iseo dispone di una flotta di 14 navi di diversa dimensione con una portata minima di 70 persone e una massima di 430. La Motonave “CITTA’ DI BERGAMO” è dotata di bar, ristorante e impianti d’intrattenimento musicale. La Motonave “PREDORE” è la prima diesel elettrica a navigare sul Sebino. La Navigazione impiega 49 persone, tra personale di bordo e di terra; nel periodo estivo l’organico sale a 57 dipendenti.


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SECOND LIFE AGAIN
di Luca Ruggeri
Sono Luca Ruggeri malato di SLA dal 2015; non posso mangiare, non posso bere, non posso parlare, non faccio più nessun movimento volontario e muovo solo gli occhi che mi consentono di comunicare con un tablet oculare.

PENSARE AL FUTURO NON MI È D’AIUTO, PERCIÒ FRUGO NEI RICORDI.
LETTERA AL MASCHIO ALFA
Caro maschio Alfa in psicologia sei considerato quasi come un dio, forte carattere, sicura guida per la famiglia, personaggio dal potere carismatico sul lavoro, io aggiungerei che solitamente sei un bravo ballerino dei balli di coppia e un bravo cantante oltre a essere un esperto cacciatore e un fine conoscitore delle armi.
Quello che nessuno dice è che il maschio Alfa non accetta assolutamente di essere lasciato, abbandonato o tradito dalla moglie e peggio ancora che non possa vedere i suoi figli. E qui che il maschio Alfa perde lucidità e si lascia conquistare dalla rabbia e commette quello che non dovrebbe mai fare!
Naturalmente i femminicidi non sono tutti addebitati al maschio Alfa ci sono diverse categorie di uomini che sono responsabili di questo, tipo gli schizzati, i tossici, gli alcolizzati, i troppo gelosi, i possessivi, i violenti, a differenza di questi uomini diffettati il maschio Alfa non tocca i figli, e si costituisce alla giustizia volontariamente, non per questo ti voglio giustificare, sei da condannare come gli altri. In Italia viene uccisa, spesso in modo brutale, una donna ogni due giorni, circa 160 all’anno, se si da uno sguardo nel mondo i numeri salgono fino a sembrare un vero e proprio genocidio!!!
Ma nel mondo subentrano purtroppo motivi religiosi e o dittature che costringono la donna ad essere considerata poco più di un animale!!! Nel mondo occidentale questi sono i tempi delle separazioni, dei divorzi, degli abbandoni, dei tradimenti... No quelli ci sono sempre stati. Accade per colpa tua, maschio Alfa, che gli uomini si sentono di doversi vergognare per tutte quelle povere anime che urlano giustizia e vendetta ma sbattono contro le leggi italiane che sono troppo morbide, troppo dolci.
Maschio Alfa non è il caso che ti liberi del patriarcato e ti metti tranquillo a seguire i tempi odierni senza far parlare di te! Cosi anche noi maschietti normali possiamo vivere senza sentirci in colpa!
SABI L INDIANO
Avevo appena perso tre aiutanti, perché non avevano molta voglia di lavorare ed ero alla disperata ricerca di qualcuno che mi desse una mano. Di lavoro ce n’era parecchio ma trovare manopera magari un po’ pratica a fare cappotti termici, tinteggiature o cartongesso non era facile. Così, tramite conoscenze di mia moglie Lucia, riuscii a ingaggiare un indiano, da poco in Italia, che si chiama Sabi con il quale mi sono accordato per iniziare il lunedì succssivo. Puntualissimo al lunedì mattina si presenta alle 6,45 ci dirigiamo al cantiere di Azzano Mella distante nella bassa bresciana. Sabi non parla italiano e nemmeno lo capisce, mi hanno detto che capisce qualche parola di inglese e nulla più. Durante il viaggio cerco di fargli imparare qualche parola in italiano ma con scarsi risultati. A metà strada circa, sulla tangenziale, improvvisamente, da dietro il sedile di Sabi, salta fuori il gatto di mio papà che ha il vizio di nascondersi in auto, ed inizia a girare sul cruscotto. Sabi lo guarda un po’ sorpreso con quegli occhioni bianchi e grandi e segue ogni spostamento che fa. Devo tornare indietro per riportare il gatto a mio papà, non posso rischiare di perderlo. Mio fratello è dietro di noi di qualche km con un altro operaio e ho pensato che potrei far salire Sabi con lui mentre io torno casa col gatto. Lo chiamo e gli spiego la situazione: Sabi lo lascio nel piazzale dove ci sono le lucciole nere sulla tangenziale... Adesso sono nel piazzale ma non so come dire a Sabi che deve scendere. Gli spiego a gesti, gli faccio anche un disegnino sul notes che ho in auto, ma sembra tutto inutile: non capisce o fa finta di non capire. Allora passo alle maniere forti, scendo dall auto apro la sua portiera e lo invito a scendere ma è sempre no, allora lo prendo con la forza per la maglietta e lo tiro fuori dallauto ma lui si aggrappa alla portiera, la sua maglietta si straccia e in lontananza sento le lucciole nere che assistendo alla scena ridono...
Povero Sabi mi immagino il suo terrore e la sua incredulità per aver cercato di far scendere lui e non il gatto!
Dopo pochi minuti per fortuna arriva mio fratello che lo fa salire sull’auto e Sabi si tranquillizza e accenna un sorriso.
Ho tenuto Sabi per tre anni dopodiché, con grande dispiacere, ho dovuto lasciarlo per la crisi edilizia del 2008. Non ho mai trovato un aiutante così desideroso di imparare, così dedito e appassionato al lavoro e, sopratutto, così fedele al suo datore di lavoro. Durante i viaggi per arrivare ai cantieri gli facevo scuola di italiano e devo dire che ci divertivamo un mondo.
Qualche anno fa l’ho rivisto, ero già a sulla carrozzina, mi disse una frase che mi che mi commosse molto: Bello il tempo passato insieme!

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