-Matilde Ambretta Coffari dei Baroni di Gilferraro
-Luigi Ferrara: la cultura contro il degrado urbano
-Umberto Valois: quale scelta per le scuole superiori
Riaperto il Museo
Bernareggi in Città Alta
Galà 2025 di Amitié Sans
Frontières Bergamo
Il musical Anastasia alla ChorusArena a dicembre
Fragilità Riflesse di Viveka Assembergs a Palazzo Creberg
foto
Paolo Stroppa
PROFUMA E SCALDA L’AUTUNNO CON LE CANDELE DI LE ESSENZE DI ELDA
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BERGAMO MAGAZINE
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Vito Emilio Filì
ha ancora il sensuale dediderio di sfogliare un giornale di carta,
Edizione cartacea distribuita nelle edicole e per abbonamento postale. Versioni digitali sfogliabili su:
Aut. Tribunale di Bergamo n°3 del 22/01/1992 www.qui.bg.it
Marketing e pubblicità Valentina Visciglio valentina.visciglio@qui.bg.it
Fotografie di:
Federico Buscarino
Sergio Nessi
Matteo Marioli
Paolo Stroppa
Daniele Trapletti
Hanno collaborato: Anna Donatini
Maurizio Maggioni
Daniela Sangalli
Giorgio Paglia
Haim Reitan
Luca Ruggeri
Stampa: Euroteam Nuvolera (Bs)
Informazioni 035.270989
Stampato con inchiostri a base vegetale.
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queste pagine troverà buona compagnia, con belle immagini e letture interessanti.
soche i tempi non sono i migliori resistiamo, convinti nella diversa fruibilità del mezzo che ha tra le mani rispetto ai mezzi elettronici. Un’alternativa.
sa,
pensiamo a lei ogni volta che scegliamo un argomento da trattare, cercando tra le storie migliori quelle da proporle
sì.
siamo convinti che sì sia la parola più bella che esista nel vocabolario italiano. Quando la pronunciamo esprime tutto di noi. Un leggero sibilo di aria tra i denti e quella corda vocale che vibra in fondo alla gola, magari prolungandone il suono. Vuol dire che siamo disponibili, che qualcosa ci piace, che vogliamo essere sinceri, che ci apriamo al prossimo, che siamo accoglienti e pazienti.
Vuol dire che abbiamo capito il SenSo e ameremo per tutta la vita dire tanti sì.
Ha fatto caso a quante parole iniziano con la lettera S e alle quali potrebbe dire dei Sì?
Giri la pagina e scopra cosa abbiamo trovato.
S TORY
Il Dr. Haim
Reitan passa il testimone al figlio Daniele alla
Direzione Sanitaria di Studio Medici Associati di Bergamo pag 6
in questo numero
SALUTE
Intervista al Dr. Antonello Quadri. Le nuove postazioni oncologiche alla Casa di Cura S. Francesco pag 10
S S
Studio Vedovati, 20 anni di passione e crescita per celebrare un sogno condiviso pag 30
V iveka
Assembergs e la grande scultura nel salone del Credito
SAPERE 1
Errata Corrige Sul numero 323 - settembre 2025 abbiamo errato il nome del Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Bergamo che non è l’Avv. Paolo Botteon come erroneamente indicato, bensì l’Avv. Giulio Marchesi. Ci scusiamo con gli interessati e con i lettori
SOLIDARIETÀ
Marco Buzzanca Presidente nel 25° anniversario per Amitie Sans Frontieres Bergamo.
pag 26
Bergamasco pag 50
SAPERE 3
Guido Crepax
Sogni giochi
Valentina
Museo di Santa Giulia
Brescia pag 62
SFIZI
Esposti al pubblico i dipinti restaurati dalla Fondazione Credito
Bergamasco pag 53
SCUOLA
Quale scelta per le superiori?
Umberto Valois, Consigliere delegato dell’Edilizia e Pianificazione
Scolastica pag 38
SPIRITO 2
Inaugurato il nuovo Oratorio di Paratico
pag 47
SAPERE
2
Arte e Natura in Accademia Carrara
Aqua Dome
Thermal
Longevity: nuovo concetto di sauna
pag 68
SOGNO
Crociera in Super Yacht sul T52 di Akula a noleggio per 12 persone
pag 64
SEMPRE
pag 59
SAPERE
Museo Diocesano di Brescia: Santi Francobolli, un percorso fra icone e filatelia pag 66
SPORT
Jazz & Flower Premier Cup & Repadel
Adottare un animale da compagnia: ecco cosa valutare per una scelta giusta pag 70 pag 76
CHANGE
RICAMBIO GENERAZIONALE ALLO
STUDIO MEDICI
ASSOCIATI DI BERGAMO.
DANIELE REITAN
SARÀ DIRETTORE
SANITARIO AL
POSTO DEL PADRE HAIM
foto Paolo Stroppa
“Ho pensato - ci confida il dr. Reitan - fosse importante dare ai miei pazienti una diagnosi completa che prevedesse quello che oggi tutti chiamano approccio multidisciplinare. Come cardiologo, dopo le prime visite a pazienti cardiopatici, avevo sempre bisogno del parere di altri specialisti. Nuove analisi, approfondimenti e terapie per individuare le cause delle varie patologie che mi si presentavano. Iniziai così a stringere rapporti professionali, che divennero anche durature amicizie, con alcuni colleghi, specialisti in altre branche della medicina, il cui parere mi avrebbe aiutato.
Mi venne allora l’idea di riuscire a riunire sotto uno stesso tetto gli specialisti con i quali iniziavo ad avere rapporti costanti. Così, non certo così facilmente, mi misi al lavoro per il mio progetto, allargando man mano la cerchia dei medici che avrei potuto riunire in un unico centro, così da poter offrire una rosa di prestazioni, la più completa possibile, approcciando le malattie che ci si presentavano con il parere degli esperti di ogni settore, creando uno scambio di vedute, per diagnosi sempre più circostanziate.
Il nostro corpo è uno e unico. Noi lo abbiamo in qualche modo sezionato e creato specializzazioni per ogni sua parte. C’è chi cura la pelle, chi le ossa, chi i polmoni, chi il sistema nervoso e così via. Quando però il nostro corpo si ammala, si ammala tutto insieme e va curato tutto insieme. Oggi nel nostro Medic Service abbiamo in forza anche psicologi e neuropsichiatri ed è sempre più frequente il loro affiancamento in percorsi terapeutici qualche volta difficili da accettare.
Oggi lavorano con noi 35 specialisti, tutti di comprovata esperienza e i nostri pazienti sono davvero seguiti in modo completo. Ogni ambulatorio dispone di tecnologie di ultima generazione come l’ecografo, ormai indispensabile per ogni visita. È lo stesso specialista che esegue l’ecografia della parte interessata e che ne vede in tempo reale l’esito. Questo è solo un esempio ma potrei citare la tecnologia laser utilizzata per problemi di pelle e anche per la rimozione dei tatuaggi.
Il mio sogno si è avverato e ogni mattina quando arrivo in studio e vedo i pazienti in attesa so che sono lì non certo per una visita di cortesia, hanno tutti il loro problema che magari nascondono con un sorriso quando mi vedono arrivare. So anche che la mia squadra farà di tutto per migliorare la loro condizione. So che metteremo in campo ogni aspetto delle nostre conoscenze confrontandoci e lavorando in equipe per riuscirci.
Nel frattempo, fra le molteplici esperienze ospedaliere in Italia e all’estero, mi sono anche sposato con Mirella che mi ha dato due splendidi figli. La sua, vicino a me, è stata di certo una vita di attesa, come quella della moglie di ogni medico che è la più paziente di tutti i pazienti e, non per caso, Mirella è volontaria nelle corsie degli ospedali come responsabile locale dell’Avo.
La figlia, Susy, si è lasciata sedurre dalla mitica London City. Dopo la laurea ci si è trasferita e, grazie al suo carattere indipendente e volitivo, si è creata una posizione da dirigente in una multinazionale che si occupa di cybersecurity nella capitale britannica. E - come poteva non succedere? - si è anche trovata un ottimo futuro marito.
Mezzo americano e mezzo francese, professore in un’università londinese. Si sposeranno a giugno in Italia e in cuor mio coltivo la speranza di un loro “rientro” vicino a noi.
Il figlio maschio, Daniele, pur con qualche riflessione giovanile sul proprio futuro, dopo gli studi al liceo, ha intrapreso la Facoltà di Medicina all’Università di Tor Vergata a Roma arrivando puntuale alla tesi, molto applaudita e che gli ha fatto meritare un 110 con lode. Ricordo l’emozione di quel giorno. Anche mio padre era stato medico e vedere tramandata questa sorta di vocazione alla mia discendenza mi rendeva orgoglioso e felice. Sono stato un messaggero tra mio padre e mio figlio e sono riuscito a trasmettere la passione per il benessere del prossimo che ho ricevuto in dono da lui.
HAIM REITAN CI
PARLA DELLA SUA
SCELTA DI AFFIDARE
AL FIGLIO DANIELE
LA DIREZIONE
SANITARIA DELLO
STUDIO MEDICI
ASSOCIATI
MEDIC SERVICE
DI BERGAMO
Negli anni dell’Università di Pavia dove mi ero iscritto dopo un brutto incidente, ricordo molte ragazzate ma anche tanto impegno nel raggiungere il traguardo di quel camicie bianco che attraversa le corsie degli ospedali dove mille occhi ti guardano e aspettano un aiuto, anche solo un sorriso. E ogni volta, la stessa stretta alla gola quando un paziente guarito ti ringrazia con le lacrime agli occhi…
Essere medico significa dedicare la vita al benessere del prossimo, soffrire il rimorso per un insuccesso e guardare sempre al paziente successivo con la ferrea volontà di fare sempre tutto il possibile con il sorriso sulle labbra.
Oggi, dopo la specializzazione, Daniele è attualmente medico di famiglia a Brusaporto, frequenta un master nella conduzione di aziende sanitarie e, con il nuovo anno, assumerà ufficialmente l’incarico di Direttore Sanitario di Medic Center prendendo il mio posto. Sarò ovviamente vicino a lui per un lungo periodo per agevolare il suo inserimento nelle squadra e continuerò a vedere i miei pazienti.
Quindi niente pensionamento per il momento ma un passaggio di testimone verso una mente giovane, aggiornata professionalmente, aperta ai cambiamenti. È aria nuova che porterà giovamento a tutti, in primis ai pazienti dello Studio”.
Daniele Reitan
“Difficile non vedere il filo che unisce la mia storia a quella di mio nonno, passando per mio padre. Studiare medicina e fare il medico era scritto nel mio destino e forse è nel mio DNA. Credo che in chi sceglie questa professione ci sia qualcosa che viene da dentro, che ti spinge in una certa direzione conscio che dovrai occuparti delle sofferenze degli altri. Essere medico comporta stare costantemente vicino a persone che stanno male e farsi carico, fisicamente e ancor più psicologicamente, delle loro malattie per capire se e come poterli aiutare. Dopo la laurea e mentre studiavo per la specializzazione ho iniziato a fare il medico di famiglia in un comune dell’hinterland. Un’esperienza che mi ha insegnato tanto di questa “passione” che mi porta a voler sollevare il peso delle malattie dalle spalle di chi mi si affida.
I miei genitori mi hanno accompagnato in tutti gli anni della formazione con la loro incessante spinta a migliorarmi e a capire sempre di più del corpo e dell’animo umano. Come il tedoforo che porta la fiamma olimpica, tanti anni fa mio nonno lasciò a mio padre l’eredità e il testimone di medico che oggi ricevo in dono e che farò di tutto per meritare”.
“Il progetto di mio padre di oltre 30 anni fa, di riunire in uno stesso centro più medici di differenti specializzazioni, è quanto di più attuale si possa pensare anche oggi. La possibiltà di avere un collegio di autorevoli medici, impegnati sullo stesso tema, può accorciare i tempi di una diagnosi e di intervento e offrire la possibilità di molteplici chiavi di lettura e di terapie. Accetto allora il testimone dalle mani di mio padre, con grande onore, mettendomi al servizio dei colleghi per ogni loro esigenza cercando di migliorare ove possibile ogni aspetto della nostra mission insieme.
Il futuro è nell’approccio multidisciplinare e noi siamo stati tra i precursori di questo trend, mettendo veramente al centro il benessere del paziente nel suo insieme e non solo la sua malattia. Bergamo Via Torino, 13 Tel: 035 236048
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ANTONELLO QUADRI ONCOLOGO
CDC SAN FRANCESCO
Oncologo, la sola parola mette sempre una certa apprensione. È quel medico impegnato sul fronte più difficile nella cura delle tante patologie di cui soffre l’umanità. E nessuno vorrebbe sentirne parlare.
Oggi, questi medici in prima linea che raccontano da un lato i notevoli progressi nella cura di molte forme tumorali, dall’altro purtroppo riscontrano una sempre crescente incidenza sulla popolazione.
Quali sono invece i tumori ancora difficili da sconfiggere?
“Se da un lato si sono fatti notevoli progressi soprattutto con le nuove terapiel’immunoterapia e le terapie biologiche che hanno cambiato la storia naturale di molti tumori come il melanoma, alcune forme di tumore alla mammella, i tumori polmonari, per i quali vi è stato un cambiamento in positivo nella sopravvivenza molto significativo - dall’altro, purtroppo, ci sono ancora molte forme di tumore difficili da trattare e tra questi direi quello al pancreas che, tra l’altro, è anche in aumento. Stiamo vedendo sempre più casi: è un tumore per cui le nuove terapie non hanno dato ancora grossi risultati e sono forme che purtroppo si scoprono molto spesso in fase avanzata e tutto quello che si può fare è prolungare un po’ la sopravvivenza”.
Terapie nuove: immunoterapia e terapie biologiche può spiegarci in sintesi in cosa consistono?
“L’immunoterapia ha un meccanismo di azione completamente diverso dalla chemioterapia in quanto va a stimolare il nostro sistema immunitario che riconosce come estranee le cellule tumorali in modo che vada a distruggerle. Un meccanismo d’azione completamente diverso. E ci sono buoni risultati su alcune forme di neoplasie. La terapia biologica è quella che definiamo target therapy (o “terapia bersaglio”) ovvero, per alcune forme tumorali, abbiamo a disposizione delle molecole che si legano a bersagli molecolari specifici espressi dalle cellule tumorali rendendolo simile ad un bersaglio sul quale possiamo agire in maniera molto mirata. La terapia biologica è diversa dalla chemioterapia classica che va ad uccidere tutte le cellule, quelle sane e quelle malate”.
I casi in aumento di cui parlava sono frutto di una maggiore incidenza e diffusione degli screening, quindi ad una maggiore prevenzione, o ad altre cause? “Sicuramente l’azione di screening a tappeto sulla popolazione, come nel caso della prevenzione dei tumori al colon, porta a far emergere sempre più casi e, negli ultimi tempi, le cose stanno peggiorando. Assistiamo ad un aumento di tutte le forme tumorali in generale, ma alcune in particolare e non grazie alla prevenzione perchè quasi sempre si tratta di forme già in stato avanzato. Sono aumentati i pazienti che arrivano da noi quando sono già in fase metastatica. Nel 2024 in Italia ci sono stati 400.000 nuovi casi di tumore: questo ha richiesto un grande sforzo da parte delle strutture sanitarie che, in molti casi, sono affollatissime e con liste di attesa per malati che non possono attendere.
GRAZIE AL CONTRIBUTO DELL’ASSOCIAZIONE GUIDATA DA GIOVANNI LICINI, LA CLINICA DI BERGAMO AMPLIA A 16 LE POSTAZIONI PER TRATTAMENTI ONCOLOGICI, RAFFORZANDO LA COLLABORAZIONE CON L’OSPEDALE PAPA GIOVANNI XXIII
ANTONELLO QUADRI, RESPONSABILE DELLA U.O. DI ONCOLOGIA DELLA CASA DI CURA SAN FRANCESCO
“I posti erano sette poi nove ed oggi sedici. Grazie sempre all’amico Licini. Lo conoscevo da tempo ma è in grado di smuovere le montagne”.
L’altro motivo per cui si sono sovraffollati i day hospital oncologici è perché, oltre all’aumento dell’incidenza nel numero dei casi di tumore, ci sono anche, come dicevamo prima, molte più terapie a disposizione per cui il paziente rimane più tempo in cura. Ed è una fortuna che esistano queste nuove terapie: se qualche anno fa per curare un tumore al pancreas esisteva solo una possibilità terapeutica, adesso ne abbiamo due o tre per cui il paziente rimane in cura più tempo. E, grazie a questi progressi, c’è un esercito sempre in aumento di pazienti che, dopo la diagnosi di tumore, rimangono in vita a lungo e che dopo le terapie seguono un percorso di follow-up per cui devi visitarle ogni tre o sei mesi... e questo crea un sovraccarico di tutti i reparti di oncologia”.
Per questa esigenza avete stipulato questo particolare accordo che prevede la creazione di un reparto di somministrazione delle terapie oncologiche all’interno della Casa di Cura San Francesco come supporto al reparto del Papa Giovanni XXIII?
“Non disponendo alla San Francesco dell’UFA (Unità Farmaci Antiblastici) ci avvaliamo dell’Ospedale Papa Giovanni dove esiste un laboratorio specializzato nella preparazione sicura e standardizzata delle terapie chemioterapiche. Noi prescriviamo loro ogni giorno i farmaci, il biologico, chemioterapico o l’immunoterapia, e loro lo preparano in base alle nostre richieste e i pazienti lo trovano ad attenderli nelle nuove unità di infusione (chemioterapica): adesso sono in tutto 16”.
Un caso rarissimo di collaborazione tra pubblico e privato...
“Penso sia un caso davvero unico in Italia perchè non mi risulta che ci siano altrove queste collaborazioni tra pubblico e privato. Tra l’altro, oltre alla collaborazione con il Papa Giovanni per la farmacia, siamo sempre in contatto con i colleghi di Oncologia, e quando si trovano un po’ in sofferenza ci chiedono se possiamo prendere in carico anche i pazienti e non solo i farmaci. Grazie a questo si possono iniziare le terapie più rapidamente. C’è quindi una piena collaborazione anche perchè ci si conosce da molti anni avendo io lavorato nell’Unità Oncologica del Papa Giovanni per vent’anni”.
Nuove frontiere dell’oncologia: entro una decina di anni potrebbero essere tutti curabili?
“Non mi sbilancerei così tanto... Adesso su tutti i tipi di tumore si fa una ricerca genomica per cui ci saranno sempre nuove terapie che colpiranno in modo sempre più mirato. Purtroppo il tumore non è una forma virale per cui c’è un virus e si crea il vaccino. Il tumore è multifattoriale: c’è la genetica, le cause esterne. Non sarà così semplice ma siamo sulla strada giusta”.
Lei si è fatto un’idea di quali possono essere le cause di questo aumento esponenziale di casi che state riscontrando?
“Sicuramente una delle cause è l’inquinamento a cui siamo sottoposti. Inoltre, il periodo del Covid, ha influito perché in quei mesi tanti pazienti, giustamente, avevano timore ad avvicinarsi all’ospedale e molte diagnosi sono state posticipate. Hanno influito certamente anche le abitudini di vita di quel periodo, quando le persone stavano chiuse in casa e quindi si muovevano molto meno. Alimentazione e stile di vita corretti riducono il rischio di sviluppare un tumore”.
In molti casi i tumori non necessitano di interventi chirurgici...
“In alcuni casi sì, in altri la terapia si fa dopo l’intervento chirurgico per ridurre il rischio che il tumore si possa riformare e in altri ancora si fa anche prima degli interventi. C’è un continuo confronto con i chirurghi perchè, in alcun casi, la terapia si esegue prima, in altri dopo e in altri ancora, durante l’intervento”.
Perché la scelta di lavorare alla Clinica San Francesco?
“Ho lavorato nel pubblico per vent’anni agli allora Ospedali Riuniti, poi dieci anni nel privato alla Clinica di Ponte San Pietro del Gruppo San Donato. Anche la San Francesco è un istituto privato, ma è un privato davvero diverso. Prima di ogni cosa c’è la cura del Paziente e non il profitto anche se siamo una struttura privata. Tant’è vero che qui si è investito sul fronte dell’Oncologia che non è una specialità redditizia, anzi... Un privato diverso. Ecco perchè sono qui”.
L’AccademiadelloSportperlaSolidarietàdiBergamo è, ancora una volta, vicina alla sanità territoriale. Grazie al contributodell’associazionecapitanatadaGiovanniLicini,altrequattrolinee di chemioterapia sono state inaugurate nel pomeriggio di venerdì 26 settembre 2025 presso la Casa di Cura San Francesco di Bergamo. La clinica nel cuore della città aveva già beneficiato della collaborazione con l’Accademia per aprire 12 linee, tra poltrone e posti letto,inauguratenell’apriledel2024,chehannopermessodicurare 25/30pazientiinpiùasettimana,dandounagrossamanoall’ospedalePapaGiovanniXXIII,concuilastrutturahaunasingolareeben rodata partnership. Le 4 poltrone (e un bagno in più) si aggiungono alle iniziali 12 postazioni per un totale di 16, cui l’Accademia ha nel complessocontribuito conoltre130milaeuro.
“Tutto nasce - ha commentato Giovanni Licini, fondatore e patron dell’Accademia dello Sport per la Solidarietà - quando tre anni fa il dottor Antonello Quadri ha chiesto aiuto alla nostra associazione per aprire nuove linee di chemioterapia alla clinica San Francesco. Oltre alla professionalità, in certi impegni serve vocazione. Poche strutture private aprono reparti di oncologia, la San Francesco l’ha fatto. Tutti dobbiamo dare una mano e mi auguro che le istituzioni migliorino il più possibile le strutture sanitarie pubbliche e sostengano le cliniche private a investire nell’oncologia”. Solo nell’ultimo anno, l’Accademia dello sport per la solidarietà ha già donato 300mila euro sul territorio bergamasco, dopo aver tagliato ormai da diversi mesi il lodevole traguardo dei 3 milioni di euro raccolti, in attesadifesteggiarei50annidiattivitàsolidale(ilprossimoanno).
“La collaborazione con il territorio - ha detto Antonello Zangrandi, direttore generale della CdC San Francesco - è fondamentale per non essere soli e dare risposte ai bisogni. Non è facile coprire tutti i costi, soprattutto nel settore oncologico”.
Anche Francesco Locati, Direttore generale dell’ASST Papa Giovanni XXIII, ha lodato l’iniziativa: “La sinergia nella ricerca e nel lavoro tra pubblico, privato e associazionismo gioca un ruolo chiave nella prevenzione e nella cura delle malattie oncologiche”
Da sinistra: Davide Casati, Consigliere regionale, Giovanni Licini, Presidente Accademia dello Sport, Claudia Terzi, Assessore regionale alle infrastrutture e alle opere pubbliche, Roberto Anelli, Vicepresidente della Commissione permanente Sanità di Regione Lombardia, Marcella Messina, Assessore alle politiche sociali del Comune di Bergamo, Francesco Locati, Direttore generale dell’ASST Papa Giovanni, Antonello Quadri, Responsabile Oncologia della Casa di Cura San Francesco, Maurizio Radici, Presidente dell’Associazione Oncologica Bergamasca, e Antonello Zangrandi, Direttore generale della Casa di Cura San Francesco
PULSEE ENERGY HUB ANCHE A BERGAMO UN NUOVO
Il percorso di espansione nella Penisola, finalizzato a fare della prossimità un obiettivo sempre più strategico, porta la società per le utenze domestiche di Axpo Italia nel comune lombardo con un nuovo spazio fisico in cui professionisti esperti assisteranno i consumatori per qualsiasi esigenza legata all’energia di casa o per la propria azienda grazie alle proposte di Axpo.
OBIETTIVO PROSSIMITÀ
La società, nata con una vocazione digitale, negli anni ha investito sulla relazione con il cliente, consolidando la sua rete commerciale in Italia (oggi oltre 200 partner propongono le soluzioni di Pulsee ai clienti domestici) per aumentare la vicinanza ai consumatori e rafforzando il suo Customer Care, composto per la quasi totalità da personale interno e valutato come “Eccellente” dai clienti.
L’inaugurazione del nuovo punto vendita di Bergamo segna un momento particolarmente significativo dello sviluppo di una strategia che vuole coinvolgere tutti i cittadini su un importante processo di educazione all’energia domestica e alle nuove frontiere legate al risparmio e alla sostenibilità.
Un ecosistema ideale in cui inaugurare un nuovo hub e proseguire l’impegnativo lavoro di Alfabetizzazione Energetica che Axpo e Pulsee stanno portando avanti nel Paese. La nuova iniziativa imprenditoriale ha ricevuto il saluto istituzionale dell’assessora all'Ambiente, al verde e alla transizione ecologica del Comune di Bergamo, Oriana Ruzzini e del Presidente di Axpo Italia, Salvatore Pinto, che ha un forte legame con la quarta provincia lombarda. Ad affiancarlo Alicia Lubrani, CEO di Pulsee Luce e Gas che ha presentato il progetto, supportata da Fabio Biribì, Responsabile Commerciale dell’azienda Atena partner di Pulsee Luce e Gas e Axpo Italia in questo nuovo percorso che vede i territori sempre più protagonisti.
La sede è la centrale via Borgo Palazzo, in cui saranno disponibili da subito tutte le soluzioni per l’energia firmate Axpo Italia (per le aziende) e Pulsee Luce e Gas per l’energia di casa, tra cui le innovative offerte di Casa Futura, il fotovoltaico chiavi in mano per la propria abitazione e numerosi altri servizi a valore aggiunto che supportano l’indipendenza energetica e facilitano un risparmio reale in bolletta. All’interno dello store, i clienti potranno trovare professionisti esperti pronti a fornire consulenze approfondite e personalizzate sui propri consumi, e a cui sarà possibile chiedere delucidazioni rispetto alle utenze così come accedere ad un’offerta speciale che rimarrà attiva per i prossimi due mesi.
STORE DI PULSEE
LUCE E GAS
L’inaugurazionedel nuovopuntovendita diBergamosegna unmomentoparticolarmentesignificativodellosviluppo diunastrategiache vuolecoinvolgere tutti i cittadini su un importanteprocesso di educazione all’energiadomesticae alle nuove frontiere legatealrisparmioe alla sostenibilità.
Salvatore Pinto
Presidente di Axpo Italia
Axpo è guidata da un unico scopo – consentire un futuro sostenibile attraverso soluzioni energetiche innovative. Axpo è il più grande produttore di energia rinnovabile in Svizzera e un leader internazionale nel trading energetico e nella commercializzazione di energia solare ed eolica. Axpo unisce l'esperienza e la competenza di oltre 7.000 dipendenti, guidati dalla passione per l'innovazione, la collaborazione e il cambiamento d'impatto. Axpo Italia è stata fondata nel 2000 durante la transizione al libero mercato ed è oggi uno dei maggiori player con una presenza lungo l’intera catena dell’energia, quinta in Italia nel mercato libero dell’energia elettrica.
Alicia Lubrani, CEO di Pulsee Luce e Gas
Da una recente ricerca di Pulsee Luce e Gas emerge come, benché per circa il 70% dei lombardi la bolletta risulti abbastanza chiara, quasi il 90% di loro non ha alcuna conoscenza dei propri consumi e altrettanti risultano interessati ad adottare strategie e ricevere consigli per ridurli. Con i suggerimenti giusti, la bolletta si può alleggerire fino al 10% e il nuovo store risponde a queste esigenze grazie alla proposta combinata di offerte competitive e servizi personalizzabili per l’efficientamento e l’autoproduzione energetica per la propria casa.
"L’apertura del nuovo store di Bergamo è un momento molto importante nel contesto della strategia omnicanale che abbiamo intrapreso e che affianca alla forza del digitale la centralità di un rapporto ancora più diretto con i consumatori. Ha dichiarato la CEO Alicia Lubrani. “Si tratta di un ulteriore passo concreto per avvicinare l’energia semplice e sostenibile di Pulsee alle persone offrendo loro un luogo fisico in cui è possibile accedere a consulenze personalizzate, migliorare la propria consapevolezza rispetto all’energia di casa ed affidarsi a specialisti esperti anche in merito alle nuove soluzioni di efficienza energetica per la casa. Bergamo è una città dinamica, attiva e da sempre attenta all’innovazione e alla sostenibilità ambientale e siamo certi che questo hub possa rappresentare un nuovo punto di riferimento per l’energia di tutti i suoi cittadini”.
Proprio in fatto di consapevolezza e tecnologia applicate all’energia, Pulsee Luce e Gas mette a disposizione dei clienti Energimetro, una feature dell’app che consente di monitorare gli elettrodomestici quasi in tempo reale, individuando i picchi energetici e fornendo suggerimenti su come intervenire per abbassare il consumo energetico e controllare i costi in bolletta. In un contesto di mercato soggetto a forti fluttuazioni, il nuovo punto di consulenza territoriale diventa un punto di riferimento per scoprire proposte e servizi e familiarizzare con una componente sempre più rilevante dell’economia domestica.
Oltre ai servizi per i consumatori domestici, lo store di Via Borgo Palazzo offre consulenza e proposte firmate Axpo Italia dedicate alle aziende di ogni dimensione. Queste soluzioni sono sempre più orientate verso obiettivi di sostenibilità e l'accesso all'energia rinnovabile, supportando le imprese in un dialogo continuo e attivo con i mercati energetici. Le aziende possono scegliere tra soluzioni che combinano il prezzo fisso e quello indicizzato, per una flessibilità ottimale nella gestione dei costi energetici.
Da sinistra: Cristiana Colombino, Agenzia Atena; Luciano Sarleti, Head of Network Development Pulsee Luce e Gas; Fabio Biribí, Agenzia Atena; Salvatore Pinto, Presidente Axpo Italia; Alicia Lubrani, AD Pulsee Luce e Gas e CMO Axpo Italia; Oriana Ruzzini, Assessore all’ambiente, al verde e alla transizione ecologia Comune di Bergamo.
Pulsee Luce e Gas è la società per le utenze domestiche di Axpo Italia, quinto operatore nazionale sul mercato libero dell'energia elettrica. Attiva dal 2019, Pulsee ha rivoluzionato il modo di fruire l’energia mettendo al centro le esigenze quotidiane delle persone, la libertà di scegliere, la semplicità, il consumo sostenibile. L'energia di Pulsee è semplice e trasparente e il suo servizio clienti si distingue per un’assistenza puntuale e dedicata in ogni fase: dall'attivazione alla gestione quotidiana. Per maggiori informazioni visita www.pulsee.it
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IL TERZO SETTORE E IL NUOVO REGIME FISCALE
CHE ENTRERÀ IN VIGORE DAL 1° GENNAIO 2026
Cosa si intende di preciso per Terzo settore?
“Il Terzo Settore è quell’insieme di enti privati non profit che operano per finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale, senza scopo di lucro. Si posiziona tra lo Stato (primo settore) e il mercato (secondo settore), ed è costituito da organizzazioni come associazioni, cooperative sociali e fondazioni, che per rientrare a pieno titolo nella definizione devono essere iscritte al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS)”.
Com’è adesso il regime fiscale di associazioni, onlus, cooperative sociali ecc. “Ad oggi il regime fiscale per associazioni, ONLUS e cooperative sociali è in piena transizione. Le ONLUS godono ancora di un proprio regime agevolato, che verrà però superato dal 1° gennaio 2026. Le associazioni e le cooperative sociali, se iscritte al RUNTS, possono accedere ad alcune agevolazioni fiscali, ma molte norme nuove (come quelle su IVA, IRES e regimi forfettari specifici) saranno operative solo dal 2026. Al momento in sostanza convivono regole vecchie e nuove con obblighi crescenti di trasparenza e rendicontazione”.
Cosa cambierà con il nuovo anno?
“Con il nuovo anno le norme di natura fiscale entreranno in pieno vigore, il che porterà alla soppressione della definizione fiscale di ONLUS e le organizzazioni, oggi qualificate come tali, avranno tempo sino al 31 marzo 2026 per decidere se iscriversi o meno al RUNTS, con obbligo di devolvere il loro patrimonio qualora non lo facessero. Entreranno inoltre in vigore i regimi forfettari agevolati destinati alle attività commerciali degli ETS non commerciali e, sul fronte Iva, alcune operazioni che ad oggi risultano escluse dall’imposta, diverranno semplicemente esenti, con l’aggravio per l’ente di dover attivare una patita iva ed osservare gli adempimenti fiscali del caso”.
Quali gli aspetti pratici sulla vita degli Enti del Terzo settore?
“A livello pratico gli Enti del Terzo Settore saranno tenuti ad una gestione contabile più rigorosa e trasparente rispetto al passato. Aumenteranno di fatto gli adempimenti, ma allo stesso tempo anche le opportunità, per chi sarà strutturato ed in regola”.
Molte di queste raccolgono fondi per finalità benefiche di vario genere, chi controlla il loro operato?
“L’operato degli Enti del Terzo Settore è controllato a livello nazionale dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e, a livello territoriale, dal RUNTS che, tramite i propri uffici, vigila anche attraverso visite, richieste di documenti ed ispezioni. L’Agenzia delle Entrate inoltre potrà effettuare controlli su raccolte fondi, donazioni e verificare la correttezza fiscale degli ETS”.
Ci sono strumenti per la trasparenza nei confronti di chi fa donazioni?
“Il Codice del Terzo settore prevede, per ciascuna raccolta pubblica di fondi organizzata dall’Ente, la redazione di uno specifico rendiconto da inserire all’interno del bilancio, nel quale devono essere indicate, in modo chiaro e trasparente, le entrate e le spese afferenti ciascuna delle manifestazioni”.
Bergamo Via Mazzini, 4 - Tel. 035 2286999 - info@studiobnc.it
Grumello del Monte (BG) Piazzetta Don Geremia Rota, 18 - Tel. 035 832026 - info@studiobnc.it
Treviglio (BG) Viale A. De Gasperi, 14 (scala G) - Tel. 0363 419330 - info@studiobnc.it
C’è un momento in cui il gioiello smette di essere un oggetto e diventa te.
Un riflesso della tua storia, della tua unicità, della tua bellezza irripetibile.
Qui, ogni creazione nasce per ricordarti che sei insostituibile.
Alla Gioielleria Della Spiga, con passione instancabile, Mariella trasforma forme, materiali e ispirazioni in gioielli che sanno parlare di chi li indossa.
ETERNITY non è solo un bracciale saldato in oro:
è un legame indelebile, un simbolo di unione autentica.
È il brivido di un istante che resta per sempre, inciso sulla pelle e nel cuore. Poi, ci sono i gioielli che nascono senza un nome, ma che ne portano uno segreto: il tuo.
Un anello di fidanzamento che custodisce la promessa di un amore eterno. Fedi artigianali che respirano insieme a voi, ogni giorno, scolpite dalla mano dell’orafo con lentezza e dedizione.
Ogni gioiello qui è diverso, originale, elegante, autentico. Come te: unico.
Perché un gioiello che non emoziona è solo un accessorio.
Ma un gioiello che ti assomiglia… diventa per sempre.
A.C.
LUIGI FERRARA CULTURA CONTRO IL DEGRADO
APPROCCIARE UN TEMA COME LA SICUREZZA
VUOL DIRE PRENDERNE IN CONSIDERAZIONE
OGNI ASPETTO. OGGI SI PARLA DI SICUREZZA URBANA RIFERENDOSI
A QUELLE TERRIBILI SITUAZIONI CON LE QUALI CI CONFRONTIAMO
OGNI GIORNO PER LE STRADE DELLE NOSTRE CITTÀ, MA ESISTE ANCHE IL PROBLEMA DEI FURTI NELLE ABITAZIONI, DELLE RAPINE ALLE BANCHE, PER ARRIVARE AI FURTI D’IDENTITÀ E AD ALTRI CRIMINI INFORMATICI.
ARGOMENTO QUINDI AMPIO E, PER CERCARE DI DISTRICARCI, NE
PARLIAMO CON LUIGI FERRARA. NOTO IN CITTÀ, E NON SOLO, PER LA SUA INCESSANTE PRESENZA FILANTROPICA, HA VISSUTO TUTTA LA VITA OCCUPANDOSI DELLA SICUREZZA ALTRUI.
A FIANCO DEL PADRE CLAUDIO IN FIDELITAS PER TANTI ANNI, POI UN PASSAGGIO IN MONDIALPOL, ADESSO A.D. DI SICURITALIA, IL PIÙ GRANDE GRUPPO DEL SETTORE CON OLTRE 18.000 DIPENDENTI IN ITALIA E 2.000 TRA GERMANIA, BELGIO E OLANDA .
Il termometro della paura sale in tutte le situazioni e abbiamo sempre più la sensazione di essere a rischio. Per strada, in casa, al lavoro, conviviamo sempre più con l’idea che qualcuno ci possa fare del male. È solo una psicosi collettiva? In ordine, quali sono oggi le maggiori paure della gente, secondo lei?
“Per risponderle preferisco fare riferimento agli ultimi rapporti CENSIS che ritengo in linea con le mie valutazioni, fermo restando che la percezione del rischio non va derubricata come psicosi collettiva ma accolta e affrontata con equilibrio e tantomeno va cavalcata.
E dunque: in un recente rapporto CENSIS intitolato “La sicurezza fuori casa” (2025) si evidenzia che molti italiani modificano abitudini e stili di vita per timore della propria incolumità. 38,1 % ha rinunciato almeno una volta ad uscire per timore, e la quota sale al 52,1 % tra i giovani. Inoltre, l’aumento di reati denunciati è usato come leva per alimentare la percezione di insicurezza, anche se il legame tra dati oggettivi e paura percepita è spesso mediato dalla sensibilità personale e mediatica.
MA ANCHE DENTRO CASA LA PAURA È ALTA !
Il 61,8 % degli italiani teme furti o intrusioni in casa, con percentuali più alte tra donne e anziani.Il 45 % dichiara di aver installato sistemi di allarme o videosorveglianza (dato in crescita costante). il 27 % afferma di evitare di lasciare la casa vuota per più giorni per paura di effrazioni. (Fonte: Censis-Univ 2025 “La sicurezza fuori casa e dentro casa” e Censis 2024 “Rapporto sulla sicurezza e cittadinanza”)”.
Cosa potrebbero fare il governo e le amministrazioni locali per diminuire la sensazione di paura con cui conviviamo ?
“Penso che si debba sviluppare, in modo ancora più convinto di quanto fatto sino ad ora, una vera e propria strategia integrata della sicurezza percepita. Gli interventi utili sono molteplici e plurime le direzioni verso cui indirizzare iniziative concrete sotto il governo di una sapiente regia. Giusto per elencarne qualcuna: rafforzare quella che viene definita sicurezza di prossimità, potenziando i presidi territoriali di Polizia, Carabinieri, Polizia Locale e incentivando la presenza rassicurante e visibile di carabinieri, poliziotti o agenti nei quartieri, sui mezzi pubblici; le amministrazioni comunali hanno poi un ruolo importante nel dare spinta a quella che possiamo definire urbanistica della sicurezza, incrementando la qualità degli spazi urbani e sviluppando veri e propri progetti di “urbanismo tattico”. E poi è necessario strutturare una politica della comunicazione che dia evidenza anche a casi positivi e che porti i cittadini ad avere fiducia nei dati reali circa l’andamento dei reati e della criminalità , spesso offuscati da un eccesso di casi negativi e di cronaca nera che hanno ampio risalto sui media, con conseguenze dirette sulla percezione di insicurezza”.
Aziende come la sua, in qualche modo, sopperiscono al
bisogno di sicurezza a cui lo Stato non è in grado di dare risposte. È il caso delle volanti che una volta scortavano i furgoni delle banche, oggi totalmente sostituiti da servizi privati. Dove si potrebbe ripetere un’operazione del genere per affidare altri servizi che le Forze dell’Ordine fanno fatica ad effettuare, sempre più impegnate in situazioni più inerenti all’ordine pubblico.
“In realtà, gli Istituti di vigilanza privati, ma in chiave più moderna e organica preferisco parlare di imprese di sicurezza privata, svolgono un ruolo importante e sono parte integrante “del sistema di sicurezza nazionale. In forza del principio di sussidiarietà sancito dall’art 118 della nostra Costituzione, siamo un elemento non marginale della filiera della sicurezza. La sicurezza sussidiaria è quel modello nel quale la sicurezza privata contribuisce al sistema pubblico, fornendo servizi e informazioni che aumentano la capacità complessiva di prevenzione e controllo del territorio”.
Migliaia di uomini e donne, guardie giurate della nostra azienda, operano ogni giorno in forza di appalti, ad esempio in stazioni ferroviarie, aeroporti e porti del Paese.
Alla nostra società si affidano, per le specifiche esigenze di sicurezza di tutela del patrimonio, tra le principali aziende italiane e estere con sede in Italia. E ancora, si pensi agli oltre 120.000 clienti, tra privati cittadini, attività commerciali o produttive che sono collegati alle nostre sale operative per la gestione da remoto dei loro sistemi antifurto e telecamere, sovente progettati e installati sempre dalla nostra società (che è pure uno dei principali system integrator in Italia), e assistiti da quasi un migliaio di pattuglie di pronto intervento operative nei territori delle tante provincie italiane nelle quali operiamo direttamente con le nostre circa 70 filiali”.
Come può la Cultura essere una degli antidoti al degrado e alla insicurezza che ne deriva e cosa di concreto si potrebbe fare per migliorare la situazione?
“La cultura è un potente antidoto contro il degrado e l’insicurezza. Gli spazi culturali (teatri, musei, festival, cinema, etc. ) “illuminano” le nostre città costituendo presidio di civiltà e sicurezza. La cultura poi è un vero e proprio collante sociale e quando si maturano esperienze culturali condivise, la paura diminuisce perché cresce la fiducia reciproca. Tante sono le azioni concrete che le politiche culturali possono promuovere migliorando la sicurezza della nostre città. Ora, in proposito, mi permetta un riferimento anche personale: le politiche di rigenerazione urbana sono fondamentali in questa chiave e iniziative come il Principe di Napoli, attuata dal Comune di Bergamo e della quale sarà gestore, a lavori ultimati di restauro conservativo (in capo all’Amministrazione comunale e Ferretti casa), una società che fa capo alla mia famiglia, sono un esempio di come la cultura possa diventare leva di sicurezza urbana e sociale, come già peraltro lo testimoniano altri esempi virtuosi già avviati a Bergamo come Daste, per citarne uno recente e particolarmente riuscito.”
A DIFESA DEL BELLO
A TU PER TU CON DONNA MATILDE AMBRETTA COFFARI
DEI BARONI DI GILFERRARO CHE CI RICEVE NELLA SONTUOSA
RESIDENZA BAROCCA, VILLA LA GARGANA, IN CUI VIVE A BERGAMO
Tommaso Revera - Ph. Sergio Nessi
Con grande piacere ritrovo Matilde Coffari a distanza di qualche anno da quando ebbi il privilegio di alloggiare presso uno degli appartamenti (un tempo adibiti alla servitù) direttamente collegato alla sua proprietà,Villa La Gargana, un gioiello del Seicento tra i maestosi dipinti (tra cui uno risalente al XVII secolo diVittore Ghislandi, Fra Galgario, ed un altro di Giacomo Trecourt raffigurante Orsolina Frizzoni, prima padrona di casa di quella che oggi è la sede del Comune di Bergamo), le stanze nobiliari ricche di cimeli e un incredibile giardino all’italiana che fu la casa di campagna della famiglia nobile dei Gargana da cui, appunto, ne deriva il nome. Mi attende sull’uscio con la sua eleganza senza tempo e, a distanza di poco più di tre mesi dalle 97 primavere che festeggerà il prossimo Gennaio, non si sorprende ritrovarla lucida e pimpante come allora, con lo spirito battagliero che l’ha sempre contraddistinta. Le controversie con il Comune di Bergamo, le cui radici sono antichissime, non hanno minimamente scalfito il suo spirito e la sua tenacia. Tutto ha inizio nell’800 quando espropriarono alla sua famiglia alcuni terreni per la costruzione dell’attuale linea ferroviaria Bergamo-Brescia; in seguito, precisamente nel 1950, con la stessa modalità, il piazzale della Celadina per destinarlo al Luna Park. Un’intenzione che, però, durò poco visto che il Comune vendette lo stesso terreno a dei privati per una cifra vicina ai sette milioni di euro. Privati che, a loro volta, lo rivendettero all’Esselunga, questa volta a cifre esorbitanti. Restando così senza area per il Luna Park, il Comune, con la delibera del 16 Ottobre 2023, tornò alla carica per attingere alla stessa fonte e per collocare il Luna Park (ad oggi ubicato in un angolo del Mercato Ortofrutticolo che vuole ampliarsi) nelle immediate vicinanze delle villa. Una serie di ingiustizie che, inevitabilmente, hanno inquinato il suo quotidiano e messo fortemente a rischio rischio la sopravvivenza di una dimora storica che, fosse stata in Città Alta, avrebbe goduto certamente di tutt’altra considerazione.
Matilde è un piacere ritrovarla. Il tempo, qui, pare essersi fermato. Tutto sembra rimasto come allora: lei sempre in gran forma, la villa con la sua bellezza immutata e gli espropri, una storia che purtroppo si ripete…
“È una battaglia infinita. Ho subito di tutto in questi anni ma continuerò a lottare per questa dimora a cui sono molto legata e di cui conservo ancora ricordi affettuosi della mia infanzia. Premetto che, riguardo a quest’ultima controversia, non ho nulla in contrario riguardo alla realizzazione di uno spazio per il Luna Park ma mi preoccupa - e ahimè ne sono stata diretta testimone visto quanto accaduto negli ultimi anniciò che ne consegue: insicurezza, degrado, sporcizia e delinquenza. Ma non solo: a chi piacerebbe vedere riversati nel proprio giardino i liquami di tutti coloro che vi lavorano?! Per tanto tempo abbiamo visto i nostri terreni invasi dalle carovane dei nomadi, con la beffa che ad un certo punto, addirittura, il Comune avesse imposto a nostro carico i costi di bonifica dell’area… Ma poi che ci azzecca una residenza d’epoca con a fianco un Luna Park? Sono due cose del tutto incompatibili”.
Le avete provate tutte, non è così?
“Ci avvaliamo della consulenza di ben sei diversi avvocati e, nonostante le enormi risorse investite, non riusciamo a venirne a capo. Neppure quando cerchiamo direttamente di comunicare con gli interlocutori preposti in Comune ne veniamo a capo. Anzi, stando all’ultima lettera ricevuta, costatiamo un’ostilità e un’inflessibilità del tutto ingiustificate”. Matilde, ci descriva il suo stato d’animo...
“Sono esasperata, è una vessazione senza fine. Non bastasse il Luna Park: l’esproprio della fiera grida ancora vendetta. Ho vinto il ricorso in Cassazione, per ben due volte, e ancora sto aspettando ciò che mi spetta (1,6 milioni di euro, ndr)”.
C’è un ricordo, più di altri, che la lega a questa residenza?
“Da ragazzina abitavo in Sicilia e le vacanze le trascorrevo qui. Ero legatissima a mia nonna (figlia della famiglia Frizzoni, gli industriali della seta, la stessa famiglia che, ironia della sorte, donò al Comune di Bergamo l’attuale sede comunale a fronte di un piccolo onere per il risanamento di città alta, ndr) e probabilmente anche in virtù di questo legame speciale ho deciso di rimettere in piedi questa casa. Per me la Gargana era il paradiso già da bambina”.
A DIFESA DEL BELLO
Senza girarci intorno: il futuro della Gargana è a rischio? “Proprio così. Che prospettive possono esserci per questa storica dimora se, oltre agli ingenti costi di gestione, subiamo soprusi di questo tipo?”.
Una dimora provata dagli eventi anche in passato, non è così?
“Durante la guerra questa casa, totalmente arredata, fu requisita dall’esercito tedesco e anche depredata in sole 24 ore. In seguito arrivarono prima gli americani e poi gli sfollati che si accamparono come poterono prima di lasciarla in un completo stato di abbandono. Fu allora che, insieme a mio marito Ruggero, decisi di restituire a Villa La Gargana la sua dignità. Lui, nato e vissuto a Palazzo Terzi, era un gradissimo conoscitore di arte e antiquariato: mi diede una grossa mano. Quando poi venne a mancare nostra madre ed io e mio fratello ci dividemmo l’eredità, decisi di tenerla per affetto a dispetto dell’altra nostra casa di Viale Vittorio Emanuele. Sia pur con sacrifici enormi, l’abbiamo rimessa in piedi e fatta risplendere della bellezza di allora. Oggi vederla trattata in questo modo è doloroso”.
Le manca suo marito?
“Moltissimo. Figlio di Margherita Terzi, era cresciuto nel bello ed era una persona particolarmente dotata. Conosceva tutto in materia di arte e antiquariato. Mi ha aiutato tantissimo nella ricostruzione e se Villa La Gargana gode ancora di questa bellezza, tanto lo devo a lui. Avremmo potuto fare il giro del mondo due, tre volte ed invece per affetto nei confronti delle famiglie d’origine ma anche per principio abbiamo speso una vita a difesa di questa residenza”.
Negli ultimi anni, anche allo scopo di far conoscere questo patrimonio storico, artistico e monumentale, avete spalancato le porte della villa al pubblico, sbaglio?
“Proprio così. Ospitiamo visite guidate per piccoli gruppi organizzate dall’associazione Dimore Storiche di Bergamo. Un modo per condividere la bellezza racchiusa tra queste mura e per sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo al dovere, anche morale, di tutelare beni di questo tipo”.
I sontuosi saloni barocchi del piano inferiore di Villa La Gargana con quadri e mobili di pregio. La sala Biliardo, la sala Olimpo (le cui quadrature portano la firma di Domenico Ghislandi), i saloni degli incontri, le sale degli antenati e la sala da pranzo. Lo scalone d’onore che porta al primo piano dove è presente una camera da letto in stile Impero.
VILLA LA GARGANA, LA STORIA
La Gargana è una villa del Seicento, casa di campagna della famiglia nobile dei Gargana che le diedero il nome. Prima della villa, intorno al XIII secolo, venne costruita una fortificazione al servizio del borgo di Boccaleone, quando poi la situazione si fece più calma, probabilmente con l’arrivo dei Veneziani, il fortilizio venne trasformato in una cascina e quindi fu realizzata la villa padronale. Le cascine non scomparvero: stavano, e ancora si possono vedere, accanto al palazzo. Dopo i Gargana, la casa passò agli Asperti, agli Ambiveri e poi a degli immobiliaristi, nell’Ottocento. A un certo punto la usarono in maniera impropria, in abbinata con le cascine, anche per l’allevamento dei bachi da seta. Intorno al 1880, questa casa venne acquistata da Agostino Coffari e da Rosa Steiner, i nonni di Matilde Coffari. Lui era un soldato, un ufficiale del Regno. Venne dalla Sicilia in servizio a Bergamo, i suoi genitori erano baroni, proprietari terrieri, gente molto tradizionalista. Lei era una Steiner, protestanti, imprenditori, con una visione aperta delle cose. Agostino Coffari si innamorò di Rosa vedendola sul balcone di casa Steiner, in via XX Settembre. Nello stato attuale formatosi nel tempo questa dimora d’epoca consta di un corpo a U su due piani nella parte centrale e tre sulle ali. Sul fronte si apre un ampio porticato a colonne seicentesche con volte a vela a nove arcate sormontate da due balconi ad angolo prospicienti il giardino all’italiana. All’interno uno scalone centrale e sale affrescate. Sul retro un parco all’inglese.
Aver il privilegio di visitare Villa La Gargana, tra i maestosi dipinti di Domenico Ghislandi (il figlio di Frà Galgario), le stanze nobiliari ricche di cimeli e un incredibile giardino all’italiana, è qualcosa che riconcilia con la bellezza
25° anniversario per Amitié Sans Frontières Bergamo, il sodalizio con sede nel Principato di Monaco e presieduto dal Principe Ranieri che da un quarto di secolo appunto opera per la raccolta di fondi in favore di progetti di solidarietà, in parte destinati agli impegni internazionali e in parte a livello locale. “Quest’anno - ha esordito nel suo discorso il presidente del Club, Avv. Marco Buzzanca - abbiamo l’opportunità di sostenere a livello locale due progetti a favore dei giovani pazienti del reparto di Oncologia Pediatrica del Papa Giovanni di cui è responsabile il Dr. Massimo Provenzi. Il primo, in collaborazione con la Dr.ssa Patrizia Maria Carla Stoppa. responsabile del reparto di Psichiatria Pediatrica sempre del Papa Giovanni, per offrire ai giovani pazienti percorsi di psicoterapia a sostegno della condizione in cui si trovano loro e i famigliari. Il secondo progetto a sostegno dell’associazione “Con Giulia onlus” per la prevenzione, la riabilitazione, il ritorno allo sport dei bambini in cura oncologica. A livello internazionale abbiamo aderito al progetto 2025 Acqua-Terra delle Nazioni Unite”. Prima di lasciare spazio spazio al commiato di un emozionatissimo Alessandro Mano, che ha retto la presidenza a livello nazionale di Amitié Sans Frontières negli ultimi due anni, Buzzanca ha ringraziato la Fondazione Mia nella persona di Flavio Bombardieri per aver ospitato l’evento, il Comune di Bergamo, rappresentato dall’assessore all’Urbanistica, Arch. Francesco Valesini, che ha dato il patrocinio alla manifestazione, oltre a Siad e la famiglia Sestini sponsor della serata.
AMITIÉ SANS FRONTIÉRES BERGAMO
AMITIÉ SANS FRONTIÈRES BER-
ALL’EX CONVENTO DI ASTINO PER IL 25° GALÀ
Galà 2025 x il 25°
Nella foto sopra, il Dr. Massimo Provenzi responsabile del reparto di Oncologia Pediatrica del Papa Giovanni XXIII a cui sono destinati i fondi raccolti durante la serata per offrire ai giovani malati e alle loro famiglie un supporto psicologico.
Ph. Sergio Nessi
20 ANNI DI PASSIONE E CRESCITA
STUDIO VEDOVATI
PER CELEBRARE UN SOGNO CONDIVISO
ph. Sergio Nessi
Una serata carica di emozioni, sorrisi e ricordi ha celebrato i vent’anni di attività di una realtà che ha saputo crescere nel tempo restando fedele ai propri valori.
“Assolutamentesì,sonoprofondamentesoddisfatto-raccontailDrVedovati-vedereriuniticlienti,amici,collaboratorievoltichehannofattopartediquestopercorso è stato emozionante. Non è stata solo una festa, ma un momento di condivisione autentica: un simbolo di ciò che abbiamo costruito insieme e di ciò che vogliamo continuare a costruire”. L’atmosfera della serata, ospitata negli spazi del 27 Bistrot e del 27 Padel Bergamo, è stata resa ancora più suggestiva dall’allestimento curato da Hanami Atelier, che ha contribuito a creare un ambiente elegante e accogliente. “Lalocation,l’energiaeisorrisichehovistointornoame-haproseguito-mihanno confermato che questo traguardo non è un punto d’arrivo, ma l’inizio di un nuovo capitolo ancora più ambizioso”.
Durante i ringraziamenti, il pensiero è andato prima di tutto alle persone che hanno reso possibile questo percorso.
“Un grazie profondo ai nostri collaboratori, veri protagonisti del nostro successo: con la loro dedizione, professionalità e passione hanno trasformato ogni giornata di lavoro in un passo avanti nella nostra storia. E un grazie sincero ai pazienti, che ci hanno dato fiducia anno dopo anno, diventando parte integrante della nostra crescita”. Non sono mancati i ringraziamenti alla famiglia e al team, “che hanno condiviso sogni, sfide e traguardi, credendo sempre nella visione comune”. Una rete di relazioni, dunque, che nel tempo ha costruito non solo un’impresa solida, ma una vera comunità. Un percorso che non si ferma, ma evolve. “Abbiamo grandi sogni e li vogliamo realizzare passo dopo passo: dare una dimensione sempre più di primo piano alla nostra realtà, integrare nuove tecnologie e competenze, e costruire un’esperienza ancora più personalizzata e accogliente per ogni paziente. Ma più di ognialtracosa–haconcluso–vogliamocontinuareacrescerecomesquadraecome comunità, perché i traguardi più belli si raggiungono insieme”. Una serata, dunque, che ha celebrato vent’anni di storia, ma che soprattutto ha acceso la luce su un futuro fatto di entusiasmo, collaborazione e visione condivisa.
“L’energiaeisorrisi
che ho visto intorno a me mi hanno confermato che questotraguardo nonèunpunto d’arrivo, ma l’inizio diunnuovocapitolo ancorapiùambizioso”
MatteoVedovati
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POLITICANDO
SHALOM
CHE LA PACE SIA CON VOI
Nel giorno in cui si venera il Santo Papa Giovanni XXIII, viene dato al mondo l’annuncio che tra Palestinesi e Israele si è trovato un accordo per porre le basi della fine della guerra fratricida che dura da due anni causata da un esecrabile atto di terrorismo compiuto da Hamas il 7 ottobre 2023 quando vennero massacrati 1200 giovani isreliani inermi. Da lì ben sappiamo cosa è successo. Grazie a tutti coloro che sono uomini di buona volontà si è riusciti, con una politica realistica, a porre fine al massacro da ambo le parti.
Non è detto che questa pace possa essere duratura e definitiva, ma certamente è sempre meglio di ogni tipo di guerra. È la prova generale per una futura pacifica convivenza tra i due popoli, non posso dire governi perché in Palestina non esiste un governo, ma solo una fazione che da 20 anni si impone con la forza senza alcuna elezione democratica. Ma se dovesse saltare tutto e Hamas non mantenesse la parola data, allora assisteremo alla soluzione finale del problema palestinese.
Non vi saranno flottiglie o altre manifestazioni che potranno fermare l’esercito israeliano, che riprenderà le ostilità non senza prima aver colpito duramente l’Iran, il quale furbescamente si tiene ai margini della situazione, facendosi rappresentare come garante dalla Turchia, che garantisce anche per la Russia la quale non può parteciparvi in prima persona in quanto impegnata in un altra guerra. A tal proposito vedremo se qualcosa succederà prima che arrivi il Generale Inverno a dettare le regole del conflitto. In Alaska gli impegni tra i due grandi sono stati chiari: prima chiudiamo la vicenda in Medio Oriente, ma poi si ponga fine anche a questa “storia” dell’Ucraina.
L’Europa si riarmi, paghi il 5% alla Nato, riveda suoi equilibri interni e poi via alla ricostruzione che farà bene a tutti. I dazi porteranno agli americani altri profitti e nuovi orizzonti, soprattutto politici, con i BRICS. Ecco fatto i tre poli ci sono, ognuno veda le cose in senso generale, non più solo di vicinato, seguiamo a distanza ogni singola situazione (USA, Russia, Turchia e BRICS e poi l’EUROPA solo per un pochino), e che tutto avvenga nel secondo anno del mandato democratico di Trump, perchè nessuno avrebbe il suo coraggio. (segue>>)
Trump, Presidente degli Stati Uniti d’America
di Maurizio Maggioni
Donald
“Non è detto che questa pace possa essere duratura e definitiva, ma certamente è sempre meglio di ogni tipo di guerra”.
Giorgia Meloni
Che sia stato Papa Giovanni che, come per lo sbarco alla baia dei porci a Cuba di kennediana memoria e le navi nucleari dell’URSS in arrivo ai Caraibi, abbia guardato giù e, non potendo telefonare a Putin come fece allora con Krusciov, abbia illuminato le menti dei nuovi potenti e li abbia guidati? Non lo sapremo mai, ma il Papa Buono potrebbe essere stato viaticato dal Cardinal Pizzaballa che ha detto sacrosante verità ed ha esortato tutti quanti a fare il loro dovere e non esacerbare ulteriormente gli animi.
Non desidero entrare nel merito delle vicende a latere della vita politica, ma dobbiamo ringraziare di aver gente al governo che ben capisce la ragion di Stato e sia riuscita ad essere presente alla soluzione del problema. Ognuno ha fatto la propria parte, anche i manifestanti e la democrazia è veramente bella per questo, a patto che tutto avvenga nel rispetto della legge. Dura Lex Sed Lex, sempre e mai a corrente alternata. Per certi versi mi è sembrato di tornare un po’ agli anni ‘70, sperando che poi non finisca con delle nuove brigate rosse o tanti compagni che sbagliano………..
Ottime le elezioni regionali in Italia che hanno di nuovo riaffermato il feudo rosso della Toscana e forse anche quello della Campania. Però nel resto degli incontri elettorali, il popolo o ha cambiato bandiera o ha riconfermato i candidati del centrodestra. Alla fine nulla cambia se non che la credibilità del sistema di governo della prima Premier donna, Giorgia Meloni, è stato largamente premiato e riconfermato nella sua condotta politica.
Oltre a ciò anche la legge sulla nuova giustizia è passata, i parametri economici sono soddisfacenti e all’estero Giorgia Meloni è molto rispettata e considerata. Vedasi la sua presenza alla firma degli accordi in Egitto per la fine della guerra, dov’era l’unica donna, era senza velo e stringeva le mani ai leader arabi senza alcuna reverenza. Tocca ora al Parlamento fare veramente i cambiamenti che si era proposto, senza fermarsi e trovando, ove possibile produttivi accordi con l’opposizione, la quale dovrebbe rivedere i suoi dogmi ed essere capace di reinventarsi visto che sino ad oggi i campi larghi, le geometrie variabili e altre strane coalizioni non ha premiato il centrosinistra. Forse gli elettori non li hanno visti arrivare... Senza una sana opposizione nessun governo può progredire.
Come in ogni città anche a Bergamo e a Brescia si vive una strana realtà, siamo tutti gran lavoratori risparmiatori, attenti alle regole, cattolici con due papi santi, ma alla fine non abbiamo guardato troppo avanti ed ora paghiamo lo scotto della povera gente che muore per strada, della reimmigrazione perchè non abbiamo controllato l’immigrazione, dei violenti maranza, dell’ignoranza abissale dei nostri giovani perché non abbiamo più coloro che trasmettono ideali e perché anche le scuole paritarie sono diventate peggio delle statali dove per molti studenti la storia finisce nel 1945. Del resto non se ne parla e della geografia ancor meno….
Prestiamo attenzione, nel nostro piccolo, ad allevare i veri ideali dei nostri popoli. Tutti, partendo da quelli italici per arrivare poi a conoscere gli altri. Ricordiamoci chi siamo e da dove veniamo, ricordiamoci che siamo terra di volontariato e amore verso il prossimo e dal quel prossimo dobbiamo ricevere almeno in parte, ciò che abbiamo dato.
Non possiamo stravolgere il nostro credo con la moderniatà che non serve, si dovrebbe mediare per il bene dei giovani, senza anteporre le ideologie, che già hanno fatto molto male a questo mondo moderno. Ricordiamone un paio per tutte: no al nucleare, sì all’elettrico totale... No all’uguaglianza, sì alle diversità....
Potremmo parlarne per pagine e pagine, ma per ora ineggiamo alla pace e tentiamo di rendere meno doloroso ed aspro il sentiero per arrivare alla fine della guerra per i popoli russi e ucraini.
La speranza è pur sempre l’ultima a morire.
SOFIA CASELLI È
Anastasia
CHORUSLIFE
ARENA
DI BERGAMO (ALLESTITA
A TEATRO)
DA GIOVEDÌ 4
A DOMENICA 7
DICEMBRE 2025
La storia si ispira alla leggenda della Granduchessa Anastasia Nikolaevna di Russia. È il 1916 e da San Pietroburgo ha inizio l’incredibile avventura della principessa Anastasia, la giovane figlia di Nicola II, ultimo zar di Russia. Sono gli anni della Rivoluzione Russa che infuoca le piazze e gli animi del popolo e che segnerà presto la tragica fine delle atmosfere scintillanti delle feste di palazzo e dell’intera dinastia dei Romanov. Sopravvivono agli assalti l’imperatrice madre e la giovane nipote Anastasia. Qualche anno più tardi, ritroviamo Anya, ormai giovane donna senza famiglia né ricordi, pronta ad intraprendere il suo personale viaggio lontano dall’orfanotrofio in cui è cresciuta, sulla strada che la porterà a Parigi, verso il sogno di scoprire la propria identità e soprattutto verso l’amore. Lungo il suo viaggio, Anya incontra Dimitri ed il suo amico Vlad, due simpatici truffatori alla ricerca di una sosia della principessa da presentare all’imperatrice madre in cambio di 10.000 rubli; insieme si recano a Parigi per reclamare l’eredità che spetta di diritto alla principessa Anastasia. Libretto di Terrence McNally. Musiche di Stephen Flaherty. Testi di Lynn Ahrens. Traduzione e adattamento delle parole delle canzoni di Franco Travaglio. Regia di Federico Bellone
Particolarmente apprezzata sia dal pubblico che dalla critica l’interpretazione di Sofia Caselli, Anya in cui si intravede, nel primo atto, una determinata, giovane donna alla ricerca della verità sulle proprie radici e sul suo passato; nel secondo una fiera nobildonna, dal portamento regale. La performer svela il suo carisma interpretativo non solo nelle canzoni già conosciute del film, ma soprattutto nei nuovi brani, tradotti da Franco Travaglio, dai quali traspare l’emotività di ciascun personaggio.
Anastasia
CHORUSLIFE
“Il musical Anastasia è un sogno per me. Noi degli anni '80, cresciuti durante "la rinascita" della Disney, con cartoni animati come La bella e la bestia, La Sirenetta e Aladdin, collochiamo la granduchessa russa tra gli stessi magici e nostalgici ricordi di un tempo che fu, non troppo lontano, in cui la luce del sole al tramonto sembrava più bella, le melodie più sconvolgenti e la qualità molto più alta, almeno per quello che io possa pensare.
Il cartone animato del 1997 infatti, scritto da Premi Tony, Olivier (gli Oscar del teatro), e Emmy, che veniva da un film omonimo che valse l'Oscar a Ingrid Bergman, è rimasto nei cuori di diverse generazioni. Le sue canzoni "Viaggio nel passato" e "Attimi di vita" sono cantate ancora oggi in seguito alla celebre edizione della cantante Tosca e, grazie a questa nuova versione con musica dal vivo, puntiamo a travolgere nuovamente, con orchestrazioni sinfoniche e anche tante nuove canzoni oltre alle iconiche, le famiglie d'Italia e del mondo, grazie al futuro tour internazionale.
In Italia la traduzione, quella del film , è di Franco Travaglio, il più accreditato adattatore nazionale di musical. È l'unico team Italiano che ha dato vita a nuove produzioni teatrali ormai in quasi tutti i continenti, raggiungendo anche il prestigioso West End di Londra, e in seguito all'enorme successo del nuovo Phantom, racconterà la leggenda della "Principessa" in cerca di sé stessa attraverso i migliori interpreti italiani, una grande scenografia dalle scioccanti prospettive ottocentesche, costumi imperiali, effetti luce drammatici e tanti effetti speciali, tra cui una tempesta di neve in teatro, fantasmi del passato che danzano nell'aria e un treno in corsa verso Parigi!” Con queste parole Federico Bellone racconta il senso di ANASTASIA Il Musical nella sua narrazione in scena nella nuova tournée in Italia ed in programma in tour mondiale.
Il regista Federico Bellone
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FUOCHI DI PAGLIA 228 di Giorgio Paglia
FLOTTIGLIE DICOTOMICHE
In un paio di decenni siamo passati da un mondo bipolare a un mondo multipolare. Questo fatto ha cambiato completamente gli equilibri politici ed economici del pianeta, perché le potenze regionali sono entrate in competizione per l’influenza e il controllo di territori e di ricchezze naturali sempre più vasti. I nuovi paesi, una volta emergenti, sono diventati delle vere potenze (come India e Cina che tra l’altro contano insieme più di un terzo della popolazione mondiale) e ora si avviano verso nuove alleanze di potere che scardinano un Occidente vecchio, demente e malato. In un contesto così mutevole, il potere, l’avidità e l’arroganza fanno sì che nel mondo siano attivi 56 conflitti, di diversa estensione e intensità, che coinvolgono oltre 92 Paesi. A causa di ciò, le vittime sono centinaia di migliaia ogni anno. Inoltre le disparità economiche e le povertà sociali hanno alimentato la frustrazione e la rabbia di intere popolazioni, una volta silenti. In un contesto così drammatico, si evidenziano le due guerre, russa ucraina e israelo palestinese, che minano i confini europei e che stanno provocando anche gravi danni economici con conseguenti ripercussioni sulle famiglie del Vecchio Continente. Quando le cose vanno male, la coscienza civile diventa più sensibile e reattiva. Le persone percepiscono un senso di pericolo e di minaccia per la loro sicurezza, la loro libertà e soprattutto il loro benessere. E allora si acuisce il bisogno di azione e di partecipazione civica in un rinnovato senso di solidarietà comune. All’inizio di questo mese una flottiglia, la Global Sumud Flottilla, composta da una cinquantina di imbarcazioni provenienti da 44 paesi diversi con a bordo attivisti, medici, artisti e parlamentari, ha tentato di forzare il blocco navale israeliano davanti alla striscia di Gaza. Sicuramente non una protesta illegale, ma un gesto di disobbedienza civile che non è stato condiviso da tutti, ma che ha scosso la coscienza di molti. In quei giorni i nostri politici, Presidente della
Repubblica in primis, hanno preferito redarguire i manifestanti, piuttosto che pretendere che il nostro alleato israeliano la smetta di martoriare la popolazione civile palestinese. La solidarietà popolare si è così accresciuta, soprattutto perché i manifestanti della flottiglia non protestavano seduti sul divano di casa, ma mettevano fisicamente a repentaglio la propria incolumità in un’azione eclatante contro un conflitto sanguinario che va avanti da troppo tempo. Certo vedere i militari israeliani, gente che non scherza per niente, assaltare delle barche inermi in acque internazionali, puntando i mitra in faccia ad attivisti pacifici con le braccia alzate, non è stato edificante e ha suscitato un forte dissenso diffuso. Infatti, almeno in Italia, la tensione è aumentata e la protesta è scesa per strada e anche il Parlamento Europeo ha appalesato pubblicamente la sua contrarietà verso l’azione israeliana. In questo caso però, deve essere notato nel main stream un atteggiamento particolare che va tenuto sotto controllo. Infatti si fa avanti una dicotomia pericolosa dove il bene deve stare tutto da una parte e il male tutto da un’altra. Le vie di mezzo sono escluse a prescindere e l’opinione pubblica è invitata a schierarsi esclusivamente con una delle due fazioni. Di fatto è una semplificazione eccessiva, perché la realtà è molto più complessa ed è sempre composta da diverse sfumature. E quando si estremizzano i concetti, eludendo una comprensione più profonda, si rischia di vedere giustificate anche le azioni più estreme e più violente. Da qualunque parte provengano.
Alla prossima e in alto i cuori leggeri.
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UNA SCELTA PER LA VITA
Qual è il ruolo della Provincia di Bergamo nel coordinamento del sistema scolastico territoriale?
“La Provincia di Bergamo studia le esigenze del territorio in base a report annuali che essa stessa conduce sulla popolazione in età scolare. Queste consapevolezze le sono funzionali per affrontare con razionalità la programmazione della rete scolastica e dell’offerta formativa del territorio provinciale. Nel suo ruolo, la Provincia è dunque in costante dialogo con Amministrazioni Locali, Istituti Comprensivi e di Secondaria di Secondo Grado, nonché con gli enti del territorio che gravitano nel mondo scuola (Ufficio Scolastico Territoriale, etc.)”.
Come si è evoluta negli ultimi anni l’offerta formativa nel territorio bergamasco a livello di Scuola secondaria di Secondo grado e Università?
“Negli ultimi anni, il territorio della provincia di Bergamo ha portato avanti iniziative aventi come priorità una forte sinergia tra scuola e mondo delle imprese. È in quest’ottica l’avvio della cosiddetta filiera ‘4+2’: una riforma che ha investito l’istruzione tecnica, professionale ed il sistema di Istruzione e Formazione Professionale, portando gli anni di frequenza da cinque a quattro, creando dei solidi collegamenti nel quadriennio con le Imprese ed infine aprendo uno sbocco, al termine del quarto anno, nel Sistema ITS Academy, pur non precludendo in nessun modo la scelta di un percorso universitario. Novità di questi ultimi anni è anche il Liceo del Made in Italy. In alcuni Istituti anche gli indirizzi di studio classici hanno attivato delle nuove articolazioni arricchendo i piani di studio per rispondere alle esigenze del tempo”.
Ci potete illustrare le principali iniziative di orientamento scolastico promosse dalla Provincia?
“Da ormai tre anni, sul finire del mese di novembre, la Provincia di Bergamo organizza, per l’orientamento dei ragazzi della scuola secondaria di primo grado, la “Fiera dell’Orientamento”: un grande open-day che si tiene presso la Fiera di Bergamo, che vede la partecipazione della quasi totalità degli Istituti Scolastici e delle Istituzioni Formative del territorio provinciale.
In primavera, invece, in collaborazione con Confartigianato Imprese Bergamo, l’ente provinciale realizza la “Fiera dei Mestieri”: una manifestazione incentrata sulla presentazione dei percorsi di Istruzione e Formazione Professionale (IeFP), anch’essa rivolta ai ragazzi della scuola secondaria di primo grado (in particolare, di classe seconda).
Inoltre, la Provincia di Bergamo realizza ogni anno un progetto di orientamento intitolato “Atlante delle Scelte”, basato sull’omonimo portale online: un percorso rivolto ai ragazzi delle classi seconda e terza di secondaria di primo grado, volto alla scoperta di sé, dei propri talenti ed inclinazioni e finalizzato in ultima istanza alla scelta del percorso scolastico che favorisca il proprio successo personale. Al progetto si affianca anche la pubblicazione della Guida “Atlante delle scelte” che ogni anno viene aggiornata e resa disponibile ai ragazzi delle classi terze della scuola secondaria di primo grado e sempre disponibile sul nostro sito internet su cui vengono pubblicate news e informazioni sulle diverse attività del Servizio Istruzione delle Provincia di Bergamo”.
C’è un equilibrio sufficiente tra domanda e offerta nei vari indirizzi scolastici?
“La Provincia di Bergamo segue un criterio ben definito nell’attività di programmazione dell’offerta formativa del territorio: vi è sempre la disponibilità a consentire nuove attivazioni, in concerto con gli altri enti del territorio, laddove siano rilevate esigenze particolari legate ad una richiesta di un indirizzo scolastico su un ambito territoriale che ne sia sprovvisto. Al momento attuale, ci sentiamo di affermare che gli Istituti del territorio riescono ad assorbire bene le preferenze espresse dalle famiglie in sede di iscrizione”.
Quali sono stati gli indirizzi di Scuola secondaria di Secondo grado verso cui si è maggiormente orientata la scelta delle famiglie per l’anno scolastico 2025-26? “Il trend delle iscrizioni per l’a.s.2025/26, a paragone dell’anno precedente,
QUALE SCUOLA PER I FIGLI?
C’è un gran fermento in questo periodo negli uffici della Provincia che si occupano dell’ambito scolastico: sono al nastro di partenza attività e iniziative che ruotano attorno al Piano dell’orientamento per l’anno scolastico 2025/26, un percorso studiato nei minimi dettagli per accompagnare gli studenti delle classi terze medie e i futuri neodiplomati nel delicato cammino che porterà i primi alla scelta della scuola superiore e i più grandi della facoltà universitaria.
Per capire quale sia la realtà della scuola bergamasca e i progetti attivati nell’ambito dell’orientamento, abbiamo incontrato coloro che, sotto la dirigenza della Dott.ssa Immacolata Gravallese, si occupano di questo importante settore: il Dott. Umberto Valois, Vicepresidente e Consigliere delegato dell’Edilizia e Pianificazione Scolastica Provinciale e la Dott.ssa Anastasia Longaretti, Responsabile del servizio Istruzione.
Umberto Valois, Consigliere Provinciale delegato dell’Edilizia e Pianificazione
Scolastica Provinciale
ha visto una leggera perdita nei licei (che si son comunque riconfermati come la scelta più diffusa), a fronte di una leggera crescita degli Istituti Professionali. Le iscrizioni negli Istituti Tecnici son rimaste stabili come nell’anno precedente (riconfermandosi anch’essi come la seconda scelta preferita dagli studenti). Un leggero calo si è registrato nelle iscrizioni al sistema di IeFP, percorsi di Istruzione e Formazione Professionale. Il raffronto fra due anni scolastici successivi va comunque letto al netto del calo demografico. In generale, si può dire non vi siano stati spostamenti di preferenze radicali.
Ci sono collaborazioni in corso con università, imprese o associazioni per potenziare l’orientamento e la qualità della formazione?
“La Provincia collabora con l’Ufficio Scolastico Territoriale di Bergamo unitamente agli altri partner del Tavolo Provinciale per l’Orientamento: Provincia di Bergamo - Servizio Istruzione e Settore Politiche del lavoro, Comune di Bergamo, Camera di Commercio - Bergamo Sviluppo, Confindustria Bergamo, Confartigianato Bergamo e Università degli Studi di Bergamo per tutte quelle che sono le azioni inserite nel piano. Tutte queste realtà anche partecipano alla Fiera dell’Orientamento. Nell’ambito del sopramenzionato progetto “Atlante delle Scelte”, la Provincia di Bergamo intrattiene una proficua collaborazione con diverse Associazioni di Categoria, per il cui tramite diventa possibile coinvolgere aziende consociate che si rendono disponibili a partecipare a degli incontri online nel periodo estivo in cui illustrano il loro settore lavorativo, offrendo dunque ai ragazzi di secondaria di primo grado nuovi elementi di consapevolezza in vista della scelta del percorso di secondaria di secondo grado”.
Avete rilevato un miglioramento nella consapevolezza degli studenti e delle famiglie nella scelta del percorso scolastico?
“La Provincia di Bergamo ha costruito negli anni una solida reputazione per il suo impegno nel campo dell’orientamento scolastico. A riprova di questo, è possibile constatare come i numeri degli Istituti Comprensivi e paritari aderenti al Progetto Atlante delle Scelte siano negli anni aumentati, esattamente come i visitatori delle nostre fiere per l’orientamento scolastico sono sempre molto numerosi. Tutto ciò è senz’altro indice del fatto che vi è nelle famiglie e negli studenti una più diffusa sensibilità sull’importanza dei processi orientativi, poiché da questi ne va di una scelta che segna il futuro e che può incidere sul successo personale”.
Come viene affrontata la questione del dimensionamento scolastico (accorpamenti, ridistribuzione degli istituti, ecc.)?
“La tematica della denatalità ha purtroppo fra le sue diverse ricadute anche quella degli accorpamenti degli Istituti Comprensivi del territorio. In generale, le amministrazioni comunali hanno dato dimostrazione di un’apertura al dialogo ed alla ricerca di soluzioni condivise. Da parte della Provincia di Bergamo, vi è sempre stata e sempre vi sarà la massima disponibilità a creare un clima di mediazione fra le parti”.
Quali sono gli obiettivi a medio e lungo termine della Provincia per migliorare il sistema scolastico bergamasco?
“La Provincia mira a proseguire nel suo impegno nell’ambito dell’orientamento e riorientamento scolastico, attivando magari anche nuovi interventi che vadano ad affiancarsi a quelli già in essere, rafforzandone l’utilità già riconosciuta. Infatti ogni miglioramento passa sempre, in primo luogo, attraverso un lavoro sulla consapevolezza degli studenti ed è importante che questi siano debitamente supportati anche da parte degli enti del territorio, che riconoscono nei giovani di oggi le risorse della società del domani. Sicuramente sarà poi importante essere in grado di garantire ai ragazzi un’offerta formativa rispondente ai cambiamenti della società in cui viviamo, rendendo quindi il territorio bergamasco un luogo d’eccellenza in cui formarsi e rimanere.
Come immaginate la “scuola del futuro” nei prossimi cinque/dieci anni?
La scuola del futuro è un luogo inclusivo, che incentiva il dialogo fra pari, con gli adulti e col mondo esterno. È un luogo in cui, attraverso lo studio ed i momenti di socialità, sia possibile sviluppare competenze improntate sulle capacità di analisi e valutazione; competenze che poi trovano un loro utilizzo in qualunque situazione esterna alla scuola. È dunque una scuola che prepara i ragazzi a leggere la realtà che li circonda ed anche i cambiamenti da cui questa è investita a grande velocità, creando alle volte dei rischi, ma molto spesso anche degli strumenti utili quali ad esempio l’Intelligenza artificiale.
(Daniela Sangalli)
FESTIVAL ORGANISTICO
INTERNAZIONALE CITTÀ DI BERGAMO
ISABELLE DEMERS: LA PICCOLA DINAMO
Il finale dell’edizione 2025 è tornata in Città Alta, nella Basilica di Santa Maria Maggiore, con la canadese Isabelle Demers – definita dalla critica internazionale «la piccola dinamo» per la sua inesauribile energia nonostante la corporatura minuta – con un programma dal titolo “Look up”, dedicato al cielo e alle sue creature. Il 24 ottobre, alle ore 21, l’organo Vegezzi Bossi ha reso vivo un affastellarsi di proposte musicali nuove, come pagine di autori contemporanei mai ascoltate a Bergamo (Rachel Laurin, Cecilia McDowall, George Baker) e la mirabolante trascrizione della stessa Demers de «L’uccello di fuoco» di Igor Stravinskij. A suggellare lo sguardo “cosmico”, anche l’esecuzione della colonna sonora di “Star Wars” del mitico John Williams che ha contribuito ad arricchire un campionario sonoro raffinato e ricercato. Come sempre l’appuntamento è stato trasmesso una diretta streaming trasmessa sul canale YouTube del festival, così da permettere ad un più vasto pubblico possibile di poter fruire della bellezza della musica organistica.
A sinistra Fabio Galessi Direttore Artistico del Festival Organistico e a destra Maurizio Maggioni Presidente dell’associazione Vecchia Bergamo che organizza la manifestazione.
È una formula consolidata quella che il Festival Organistico Internazionale Città di Bergamo ha proposto anche quest’anno per la sua trentatreesima edizione, tra la passione e la valorizzazione degli organi conservati nelle nostre chiese e grazie ai grandi protagonisti internazionali del mondo organistico.
E anche quest’anno il pubblico ha apprezzato le proposte sempre nuove e stimolanti della manifestazione, un aspetto che rende orgoglioso il direttore artistico Fabio Galessi il quale, da sempre, crede e valorizza le bellezze sonore del patrimonio bergamasco invitando musicisti di grandissimo spessore.
“Sostenuti dal consenso convinto delle istituzioni cittadine - ha detto Galessi - lusingati dagli apprezzamenti di un pubblico sempre più vasto, sia a livello locale sia internazionale, grazie alla possibilità di assistere in streaming ai concerti, motivati da un’inguaribile passione per il bello, anche quest’anno abbiamo allestito un’edizione del festival che voleva far dimenticare velocemente il successo delle precedenti, proseguendo quel percorso d’eccellenza che ci siamo posti fin dalla nostra fondazione”.
“La collaborazione - ha proseguito Gaelssi - con l’associazione Amici della Chiesa del Carmine di Brescia prosegue dal 2023, l’anno di Bergamo-Brescia – Capitale Italiana della Cultura: questa sinergia è stata molto apprezzata a tutti i livelli ed ha incrementato ulteriormente l’interesse generale sulle nostre proposte, figlie di una visione artistica nata controcorrente e oggi spesso presa a modello di riferimento”.
Infaati, con l’associazione bresciana, la collaborazione è assisua : oltre al «Festival Organistico Città di Brescia» (giunto quest’anno alla sua terza edizione) anche la rassegna biennale “Pedàliter”, da poco terminata, ha riscosso un ottimo successo: nata per valorizzare il talento di giovanissimi interpreti, utilizzando strumenti storici di pregio custoditi in chiese collocate lungo la nuova ciclovia che unisce i due capoluoghi, ha suggellato ulteriormente lo stretto legame tra Bergamo e Brescia
ph. Sergio Nessi
il Bernareggi
RINASCE IL MUSEO DIOCESANO DI BERGAMO
IL NUOVO MUSEO DIOCESANO ADRIANO BERNAREGGI DI BERGAMO HA UFFICIALMENTE APERTO LE SUE POR -
TE. DOPO L’IMPONENTE INTERVENTO DI RECUPERO E VALORIZZAZIONE DELL’ANTICO PALAZZO VESCOVILE, NEL CUORE DI CITTÀ ALTA, “IL BERNAREGGI” È STATO INAUGURATO OGGI
CON UNA GRANDE FESTA CHE HA RICHIAMATO OLTRE MILLE PERSONE. AD ACCOGLIERE GLI OSPITI, IL VESCOVO DI BERGAMO, S.E. MONS.
FRANCESCO BESCHI INSIEME A GIUSEPPE GIOVANELLI, PRESIDENTE FONDAZIONE ADRIANO BERNAREGGI E DON DAVIDE ROTA CONTI, DIRETTORE UFFICIO BENI CULTURALI, PASTORALE DELLA CULTURA E COMUNICAZIONI SOCIALI DIOCESI DI BERGAMO, DIRETTORE MUSEO DIOCESANO
Dal pulpito della Cattedrale di Sant’Alessandro Martire, che ha ospitato gli interventi inaugurali, sono intervenuti anche Giovanni Tortelli, architetto responsabile del progetto di valorizzazione architettonica del nuovo Museo Diocesano e dell’allestimento museografico; l’architetto Giuseppe Stolfi della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Bergamo e Brescia e Gianpiero Benigni, membro della Commissione Centrale Beneficenza Fondazione Cariplo, che ha sostenuto la realizzazione del nuovo Museo nell’ambito del bando ‘Spazi Aperti’ 2019.
il Bernareggi
‘IL BERNAREGGI’ - IL NUOVO MUSEO DIOCESANO DI BERGAMO apre nel cuore di Città Alta, all’interno dell’antico Palazzo Vescovile. Il Museo Diocesano torna sul colle di San Salvatore, dove fu inaugurata la sua prima sede nel 1961. Su una superficie espositiva di oltre 900 metri quadrati trovano sede circa 70 opere d’arte, distribuite in dieci sale su due piani. Si tratta di dipinti, sculture e oggetti preziosi risalenti ad un periodo che va dal XIV al XX secolo: dalla scultura medievale a Lorenzo Lotto e Andrea Previtali, da Giovan Battista Moroni a Carlo Ceresa ed Evaristo Baschenis (XV-XVIII secolo), fino all’omaggio novecentesco a Manzù e Scorzelli. A queste esposizioni si aggiungono opere provenienti da alcune parrocchie della Diocesi, che saranno esposte temporaneamente, rendendo il nuovo Museo punto di riferimento e luogo di ricomposizione e narrazione del ricco patrimonio artistico custodito nelle chiese del territorio. Oltre alle sale espositive, il Museo offre spazi per conferenze e per attività educative, e una sala multimediale dedicata al racconto dello sviluppo architettonico di piazza Duomo e degli edifici che la circondano. Ma il nuovo Museo è molto più che uno spazio espositivo: si configura come un vero e proprio itinerario storico e geografico dedicato alla Chiesa bergamasca che unisce sin d’ora l’antico Palazzo vescovile (con l’Aula Picta), il Battistero della Cattedrale, i resti dell’antica Cattedrale paleocristiana e, in futuro, anche l’area archeologica del Tempietto romanico di Santa Croce – posto tra il nuovo Museo e la Basilica di Santa Maria Maggiore – dove è in corso una campagna di scavo, condotta dalla Soprintendenza. Chiude idealmente il percorso l’Oratorio di San Lupo situato in via San Tomaso, in Città Bassa, dedicato all’arte contemporanea. Un biglietto unico consente ai visitatori di conoscere tutti questi luoghi, in un viaggio che abbraccia oltre 1700 anni di storia.
Vescovo di Bergamo
“Questo mondo nel quale viviamo ha bisogno di bellezza per non sprofondare nella disperazione” (Paolo VI)
“Il nuovo Museo Diocesano ha il sapore di un dono che ci viene consegnato dalla storia. Quella avviata dal vescovo Adriano Bernareggi – a cui è intitolato e di cui rappresenta un omaggio – che con lungimiranza si impegnò nella tutela e nella valorizzazione dell’arte sacra. Ma un dono anche da parte dell’intera comunità cristiana bergamasca, perché sono la terra e la storia di fede di Bergamo ad aver creato o caratterizzato questo patrimonio. Intendiamo la parola ‘patrimonio’ come una ricchezza che non viene consumata, ma che mostrando il passato continuamente alimenta la vita e il futuro delle persone. Il nuovo Museo Diocesano, in questo senso, vuole essere patrimonio di umanità ispirata dalla fede, una via attraverso cui la persona può riconoscere sé stessa. Il nuovo Museo vuole essere un pellegrinaggio e, in particolare in quest’anno giubilare, un viaggio dello spirito. Siamo in piazza Duomo, in Città Alta, dunque “nel cuore del cuore” di Bergamo. Attorno a noi ci sono altri spazi – religiosi e civili – che rappresentano veri e propri tesori d’arte. Desideriamo arricchire ulteriormente questo racconto proponendo un percorso che va dalle sorgenti dell’esperienza cristiana a Bergamo fino agli spazi dedicati all’arte contemporanea. Paolo VI diceva che “questo mondo nel quale viviamo ha bisogno di bellezza per non sprofondare nella disperazione”, e Papa Francesco che “educare alla bellezza significa educare alla Speranza”. Sentiamo come particolarmente vere queste parole, e ci auguriamo che il nuovo Museo Diocesano possa rappresentarle al meglio”.
Francesco Beschi
Carlo CeresaBarbarigo
Calice Albino
il Bernareggi
Giuseppe Stolfi, architetto, Soprintendente Archeologia
Belle Arti e Paesaggio per le province di Bergamo e Brescia
“È con grande piacere - ha detto Giuseppe Stolfi, Soprintendente Archeologia, Belle Arti, e Paesaggio per le province di Bergamo e Brescia - che salutiamo la riapertura del Museo Diocesano di Bergamo nei nuovi ambienti della Curia in Città Alta. Il riallestimento all’interno di spazi storici dell’antico Palazzo episcopale, essi stessi tali da offrire molti motivi di interesse che l’intervento ha puntato a valorizzare (dagli elementi archeologici e architettonici riscoperti, ai soffitti dipinti, ai brani di affreschi), permette di aggiungere valore alla collezione del museo, che si arricchisce inoltre del deposito temporaneo di opere provenienti dal territorio della diocesi, in un’interazione virtuosa atta a promuovere e far riscoprire al grande pubblico testimonianze d’arte poco note o ubicate in contesti non facilmente raggiungibili. Il restauro delle pareti affrescate dell’Aula Picta, vera e propria gemma posta all’interno del percorso museale, iniziato da alcuni mesi e del quale già si possono apprezzare i primi importanti risultati, restituisce alla città uno degli ambienti più affascinanti dell’arte lombarda del Duecento. La frammentarietà delle pitture, su cui si sono succeduti nel tempo ben tre restauri condotti con criteri diversi, ha obbligato ad un’attenta e puntuale analisi dello stato conservativo e ad un meticoloso intervento sulle superfici pittoriche e sugli stessi restauri precedenti, che consente una lettura quanto più adeguata e rispettosa possibile di ciò che rimane degli affreschi originali. Un plauso ed un sentito ringraziamento vanno a tutti coloro che a vario titolo hanno permesso la realizzazione di questa nuova nascita, che va ad integrarsi in un percorso d’offerta museale ricca e qualificata, e che fa di Bergamo e della sua provincia un’eccellenza nel panorama culturale italiano”.
UN LUOGO DOVE CRESCERE
Paola Belussi depstudio
Una chiesa che si apre ed esce dalle sue mura per andare incontro alla gente.Questo il grande messaggio di Papa Francesco e a questo si sono ispirati i due attori di questa storia a lieto fine. Parliamo dell’arch. Paola Belussi e di don Tarcisio troiani parroco di Paratico, il quale al suo arrivo si era trovato con il progetto del nuovo Oratorio da ultimare. Il problema che aveva fatto rallentare l’iter dell’edificazione era ampiamente legato alla mancanza di fondi in grado di coprire i costi di questa struttura, pensata in grande fin dall’inizio. Dare ai giovani un luogo accogliente dove crescere in armonia con gli altri, dove praticare sport, seguire lezioni, realizzare convegni ma anche feste e concerti… Realizzare il sogno di ogni Don Bosco che gestisce un’oratorio: attirare a se le pecorelle del gregge per avviarle su percorsi sicuri, tenerle lontane dai pericoli, costruire dentro di loro l’armatura che serve nella vita, che li rende forti e capaci di cavarsela e di aiutare il prossimo. E il caparbio don Tarcisio dopo anni di discussioni, sofferenze, ansie e preoccupazioni economiche, ha portato in porto il progetto inaugurato il 4 di ottobre alla presenza del Vescovo di Bergamo Francesco Beschi, in quanto il paese pur essendo di là dell’Oglio, quindi in terra bresciana, è da sempre compreso nella Diocesi di Bergamo. Un Don, il Tarcisio, con un piglio da manager e che, inventandosi occasioni, cercando collaborazioni e sponsor ha investito oltre tre milioni in una struttura molto moderna, funzionale ed accogliente che oggi è a disposizione della collettività. Soddisfazione anche da parte del Sindaco Carlo Tengattini che con le sue amministrazioni ha sempre agevolato il percorso del progetto.
Don Tarcisio Troiani Parroco di Paratico
Arch.
FRANCESCO BESCHI VESCOVO DELLA DIOCESI DI BERGAMO CON CARLO TENGATTINI SINDACO DI PARATICO ALL’INAUGURAZIONE DEL NUOVO ORATORIO.
CARLO TENGATTINI SINDACO DI PARATICO
“Oggi è un giorno di festa, di speranza e di responsabilità. Inauguriamo insieme il nuovo Oratorio, un luogo che non è solo fatto di mattoni, ma di sogni, relazioni e futuro.L’Oratorio,nellavisioneprofeticadiSanGiovanni Bosco, è casa che accoglie, scuola che educa, parrocchia cheevangelizzaecortiledoveincontrarsicongioia.Èqui che i giovani trovano spazio per crescere, per sbagliare, perrialzarsi,perscoprireilpropriotalentoemetterloal serviziodeglialtri.DonBoscocihainsegnatochel’educazione è cosa del cuore. E noi, come comunità, abbiamo ildoveredicustodirequestocuorepulsante,direnderlo vivo,aperto,inclusivo.
Insieme al Vescovo, con la Chiesa e con tutte le realtà civili e associative, vogliamo che questo Oratorio sia un laboratoriodicittadinanza,difede,diamicizia.Unluogo dove si impara a vivere, a rispettare, a costruire ponti e non muri. Ai giovani dico: questo è il vostro spazio. Riempitelo di vita, di idee, di bellezza. E a noi adulti: accompagniamoli con fiducia, senza paura, con la gioia di chisacheilfuturosicostruiscequi,oggi,insieme.Grazie atutticolorochehannoresopossibilequestarealtà.Che ilnuovoOratoriosiadavverounsegnodirinascitaperla nostra Paratico.
ARCH. PAOLA BELUSSI PROGETTISTA DEP STUDIO
Progettarel’oratorioèstatounprivilegio.Nonsiètrattatosolodidisegnaremuriespazi,madiimmaginare lavitachequeimuriavrebberoospitato:levoci,igiochi, lechiacchiere,leamiciziecheriempionolegiornatedei ragazzi.Abbiamo pensato gli spazi perché fossero luminosieaperti,incontinuodialogotradentroefuori. Ilnuovooratorioènatoaccantoalcamposportivo,in relazioneconlacasaparrocchialeelachiesa,formando insieme un simbolico “abbraccio” che unisce fede, accoglienza e quotidianità. Il grande portico è diventatoilcuorepulsantedellastruttura:luogod’incontro, di festa e di comunità.
Epoic’èlacappella,unvolumespecialeericonoscibile. Halaformastilizzatadiunacasa,perchéfossedavvero la casa di tutti. È orientata a est, verso il sole che sorge, e il suo rivestimento dorato le dona un valore simbolico di luce e speranza. Ogni scelta – dai materialisostenibiliagliimpiantiefficienti–èstataguidata dal desiderio di creare un luogo accogliente, durevole e rispettoso del paesaggio. Un oratorio non è solo un edificio. È un modo di vivere, come ha ricordato ilVescovo:unospaziodovesicresce,sidiventaamici,sidiventagrandi.Èstataunabellaavventura.Adessotocca airagazzifarlavivere.
Francesco Beschi Vescovo di Bergamo taglia il nastro per inaugurare e benedire il nuovo Oratorio, con Don Tarcisio Troiani parroco di Paratico
Superata l’entrata che conduce a destra verso la piccola cappella che assume una luce magica dalla vetrata opalina che impedisce la vista all’esterno che sarebbe stata davvero una bellissima distrazione per i fedeli. A sinistra dell’entrata si trova il grande androne del Bar affacciato sul grande porticato esterno ideale per organizzare feste in ogni stagione dell’anno. Ogni locale è finito con il cemento a vista. Proseguuedo verso destra si trovano le cucine degne di un ristorante di lusso, e in fondo il gradissimo locale polifunzionale per convegni eventi capace di ospitare fino a 200 persone. Al piano superiore le aule per le varie attività dell’oratorio che presto dovrebbero ospitare alcune delle associazioni giovanili del paese dando al ritrovo ancora più slancio e motivazioni alla sua frequentazione.
#Arte
VIVEKA ASSEMBERGS
Nella storica sede di Palazzo Creberg, fino al 15 gennaio 2026, i visitatori potranno ammirare uno straordinario lavoro site-specific di Viveka Assembergs. La mostra, dal titolo “Fragilità Riflesse” è curata da Angelo Piazzoli e Marcella Cattaneo. “L’esposizione, profonda e solenne nella sua imponenza - ha sottolineato Angelo Piazzoli, Presidente di Fondazione Creberg e curatore della mostra – si innesta nel nostro percorso volto ad assicurare una doverosa valorizzazione ai Maestri della scultura bergamasca in un progetto pluriennale, indirizzato ad attribuire il meritato rilievo alla splendida stagione artistica del Novecento e dei primi lustri del nuovo Millennio, nella nostra città. Dopo le esposizioni personali dedicate nel tempo a importanti scultori (pensiamo, negli anni più recenti, a Gianni Grimaldi, Giacomo Manzù, Ugo Riva, Piero Cattaneo, Giancarlo Defendi), la nostra proposta per l’autunno 2025 si concentra sulla figura di Viveka Assembergs, la cui ricerca è sempre stata indipendente, ben riconoscibile, dotata di autonomia di pensiero e di accenti personali inconfondibili”.
L’installazione è rappresentativa della ricerca più recente di Viveka Assembergs artista di origini svedesi ma bergamasca d’adozione. “Quando, nel corso del 2024, proposi a Viveka di progettare un evento espositivo presso di noi, a Palazzo Creberg, detti per scontato che le avremmo dedicato una mostra antologica che raccogliesse il meglio della sua qualificata produzione scultorea - ha proseguito il Dott. Piazzoli. La quantità e la qualità delle opere presenti nella stupenda casa-studio di Ca’ del Lupo, in Torre Boldone, ci avrebbe permesso di allestire una interessante esposizione – con la possibilità di scandagliare in profondità tutti i temi indagati dall’artista nella sua vivace carriera – con eccellenti esiti estetici e contenutistici. Ma Viveka non si accontentò – ha proseguito il curatore – chiedendomi di poter attuare un intervento innovativo; si illuminò quando le dissi “Questo è il Palazzo; faccia lei”. In un contesto di libertà assoluta, grazie a innata creatività e ferrea disciplina, Assembergs si mise in gioco, realizzando un lavoro monumentale, ardito, originale e impegnativo, per il quale si è spesa a dismisura, rispettando i tempi stabiliti, molto ridotti in relazione alla complessità del lavoro e realizzando un’opera sicuramente mirabile”. “In questa mostra – ha evidenziato Angelo Piazzoli – protagonista unica e assoluta è l’installazione che l’artista ha realizzato appositamente per Palazzo Creberg; rappresenta un “unicum” in termini di dimensione partendo dal Salone Principale, elevandosi attraverso l’apertura del Loggiato, attestandosi alla copertura del Cavedio. Nonostante la mole (11,52 metri di altezza) e il numero elevato di manufatti che la compongono (ben 36 sculture), l’opera è di grande leggerezza librandosi in modo etereo nei vuoti dell’edificio, quasi volando negli spazi aperti”.
INAUGURATA IL 4 OTTOBRE E VISITABILE FINO AL 15 GENNAIO 2026, PRESSO IL PALAZZO STORICO DEL CREDITO BERGAMASCO, LA MOSTRA DELL’ARTISTA, BERGAMASCA D’ADOZIONE, VIVEKA ASSEMBERGS, CHE PRESENTA UN’INCONSUETA E STRAORDINARIA INSTALLAZIONE VERTICALE REALIZZATA DALL’ARTISTA PER L’OCCASIONE.
L’IMPORTANTE LAVORO SI SVILUPPA TRA LO SPAZIO CENTRALE DEL SALONE PRINCIPALE E IL LOGGIATO DEL PALAZZO, SALENDO FINO ALL’APERTURA DEL CAVEDIO; LA MONUMENTALE OPERA HA UNA ALTEZZA DI OLTRE 11 METRI ED È COMPOSTA DA BEN 36 SCULTURE. SONO PREVISTE APERTURE STRAORDINARIE CON VISITE GUIDATE GRATUITE OFFERTE AL PUBBLICO DA FONDAZIONE CREBERG.
Non avendo lavorato su commissione specifica e determinata a produrre qualcosa di nuovo, Assembergs ha affrontato i vasti spazi di Palazzo Creberg con poetica strategia, concentrandosi quindi su un unico, potente lavoro. “L’invito di Angelo Piazzoli ad esporre al Palazzo, a sorpresa, – ha affermato l’artista – si rivela un invito ad una completa libertà di espressione. Troppo spesso si obbligano le opere in spazi ove cercano la loro dignità, in attesa di essere accolte nel luogo ideale, nel quale acquisire nuova vita ed energia. Mi viene dunque concessa l’opportunità di contaminare questo prestigioso ambiente che considero uno spazio liminale. Una architettura nella quale la luce entra senza nascondersi, con geometrie essenziali. Lo percepisco “vuoto”, fuori dal tempo, straniante. I suoni sono lontani, le persone si muovono senza che i loro passi si possano contare. “Fragilità riflesse” nasce in 52,69 secondi. Il tempo di percorrenza veloce che ho impegnato dall’ufficio di Angelo Piazzoli all’uscita dal Palazzo. Percorso interrotto pochi secondi, per osservare l’affaccio dalla balconata ed infine per volgere lo sguardo al lucernario. Generare un’opera in un tempo così breve - ha confidato Viveka Assembergs - richiede una visione che forse solo a chi “muore per rinascere” è concesso rappresentare. A quella intuizione, sono seguiti dodici mesi di lavoro per realizzare l’opera qui esposta. “Le opere di Viveka Assembergs – ha dichiarato infatti la curatrice Marcella Cattaneo –trattano per lo più presenze femminili, proiezioni di sé, se non addirittura autorappresentazioni attraverso il processo del calco, forma duale che suppone insieme la perdita dell’origine e la somiglianza per contatto, in un rapporto con il tempo potente e di “sopravvivenza”. L’indagine di Assembergs che si addensa intorno all’umano, non può non estendersi a comprendere la dimensione animale. In modo episodico e poi, negli ultimi anni, con una certa ricorrenza e ritualità, l’artista si avvicina al cosiddetto post umanesimo, attraverso cui vengono esaltati i concetti di co-dipendenza e co-evoluzione tra uomo e animale. In “Fragilità riflesse” – approfondisce Marcella Cattaneo – la grandiosa installazione appositamente concepita per lo spazio centrale di Palazzo Creberg, questo sconfinamento tra i generi, questo scambio osmotico è posto in grande evidenza”.
VIVEKA ASSEMBERGS
GRANDI RESTAURI
PIETRO FALCA (LONGHI)
Qui sopra: Il baciamano, olio su tela, 61 x 49 cm, Bergamo, Accademia Carrara. Restauro affidato a Delfina Fagnani – Sesti Restauri
Qui sotto: Il ridotto, olio su tela, 61 x 49 cm, Bergamo, Accademia Carrara. Restauro affidato a Delfina Fagnani – Sesti Restauri
IN MOSTRA A PALAZZO CREBERG
UNDICI DEI QUATTORDICI DIPINTI
RESTAURATI DA FONDAZIONE
CREBERG NEL CORSO DEL 2025
Prosegue il pluriennale progetto “Grandi Restauri” di Fondazione Creberg con il ripristino e l’esposizione di undici importanti opere provenienti dalla Città e dalla Provincia di Bergamo. Tre dipinti appartengono alla Collezione dell’Accademia Carrara (un’opera di Andrea Appiani e due dipinti di Pietro Longhi) e otto provengono da Parrocchie della Diocesi (due opere di Antonio Cifrondi e un dipinto ciascuno di Saverio Fornoni, fra Galgario, Isabella Pagnoncelli, Sebastiano Ricci e Francesco Polazzo, Enea Salmeggia, Luigi Trécourt). Dal 4 a 18 ottobre 2025 gli undici dipinti sono stati esposti con ingresso libero a Palazzo Creberg, prima della restituzione alle rispettive Comunità. Ad essi si sommano – per il progetto Grandi Restauri 2025 – tre pale alzanesi di Giambettino Cignaroli restaurate nel primo semestre, esposte al Museo di Alzano Lombardo fino al prossimo 30 novembre 2025. Il Presidente di Fondazione Creberg Angelo Piazzoli – ideatore e direttore del progetto – ha sottolineato che “la sensibilizzazione verso il nostro patrimonio storico-artistico passa attraverso la sua conoscenza; per questo motivo anche quest’anno abbiamo deciso di aprire al pubblico il nostro Palazzo Storico per consentire ai visitatori di scoprire le importanti opere (alcune poco note) perfettamente restaurate durante la campagna del Progetto “Grandi Restauri 2025”. Considerando che molti dipinti si trovano normalmente in luoghi poco accessibili, nelle sacrestie, nei depositi o a notevoli altezze sulle pareti, dare la possibilità di osservare da vicino questi capolavori, durante le esposizioni, è ulteriore operazione che realizziamo volentieri al servizio della Comunità”. Tutti gli interventi sono stati eseguiti dai professionisti incaricati con la Direzione di Angelo Loda, funzionario della Soprintendenza ABAP di Bergamo e Brescia. Nel recupero di due opere, Fondazione Creberg è stata affiancata da Nettuno srl, che prosegue la sua collaborazione con la Fondazione iniziata nel 2017 con il ripristino di un capolavoro di Andrea Previtali, poi proseguita negli anni seguenti con i restauri di dipinti di Antonio Campi, Simone Peterzano, Giovan Battista Moroni, Giuseppe Maria Crespi, Francesco Capella.
DA SEMPRE FONDAZIONE CREBERG HA
MOLTO A CUORE LA TUTELA E LA SALVAGUARDIA DEI BENI CULTURALI; CON IL PROGETTO “GRANDI RESTAURI” È IMPEGNATA DA MOLTI ANNI IN UNA CAPILLARE AZIONE DI RECUPERO DI CAPOLAVORI
BISOGNOSI DI CURE APPARTENENTI A CHIESE DELLA DIOCESI, A MUSEI, A ENTI E ISTITUZIONI DEL TERRITORIO.
GRANDI RESTAURI
I PITTORI, LE OPERE, I RESTAURATORI INCARICATI
Le opere sono state oggetto di accurati restauri eseguiti da restauratori incaricati da Fondazione Creberg.
ANDREA APPIANI
Ritratto del conte Battista Sommariva olio su tela, 58 x 45 cm Bergamo, Accademia Carrara Restauro affidato a Delfina Fagnani - Sesti Restauri
LUIGI TRÉCOURT
San Giorgio e la Principessa olio su tela, 245 × 240 cm
Costa di Mezzate, San Giorgio martire. Restauro affidato ad Andrea Lutti con la collaborazione di Sabrina Moschitta
ANTONIO CIFRONDI
San Giovanni Evangelista scrivente olio su tela, 257 x 159 cm Bergamo, Santo Spirito Restauro affidato a Delfina Fagnani - Sesti Restauri
ANTONIO CIFRONDI
San Matteo e l’Angelo olio su tela, 257 x 159 cm Bergamo, Santo Spirito Restauro affidato a Delfina Fagnani - Sesti Restauri
SAVERIO FORNONI
Mosé rimprovera Aronne olio su tela, 300 x 300 cm
Torre Boldone, San Martino. Restauro affidato a Gianbattista Marco Fumagalli
ISABELLA PAGNONCELLI
Mosé salvato dalle acque olio su tela, 300 x 300 cm
Torre Boldone, San Martino Restauro affidato a Gianbattista Marco Fumagalli
GIUSEPPE GHISLANDI (FRA GALGARIO)
Ritratto di Giovan Battista Caniana, architetto olio su tela, 103 x 76 cm
Alzano Lombardo, Museo d’Arte Sacra San Martino Restauro affidato a Fabiana Maurizio
SEBASTIANO
RICCIFRANCESCO
POLAZZO
Vocazione di San Pietro olio su tela, 310 x 197 cm, Trescore Balneario, San Pietro apostolo Restauro affidato ad Antonio Zaccaria
“A fine anno, con il completamento della campagna annuale - ha concluso Angelo Piazzoli -, il numero complessivo dei capolavori restaurati da Fondazione Creberg dal 2007 al 2025 – nell’ambito del progetto “Grandi Restauri” – ammonterà a 131 opere (170 dipinti, considerando i polittici). Dall’insieme di tutte queste attività, auspico si percepisca chiaramente non solo la testimonianza della ricchezza e della grande qualità del patrimonio artistico diffuso su tutto il nostro territorio, ma anche l’amorosa attenzione che gli si è voluta prestare”
Museum URban Art
SI È SVOLTO DAL 12 SETTEMBRE IL PRIMO FESTIVAL DI STREET ART DI BERGAMO M.UR.A. FESTIVAL, IL PRIMO FESTIVAL DI ARTE URBANA CHE COSTRUISCE COMUNITÀ
M.UR.A. È IL NUOVO PROGETTO CULTURALE DEDICATO ALL’ARTE URBANA A BERGAMO, PROMOSSO DALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE – ASSESSORATO ALLA CULTURA CON L’OBIETTIVO DI VALORIZZARE LA CREATIVITÀ
CONTEMPORANEA E RAFFORZARE IL LEGAME TRA CULTURA, TERRITORIO E CITTADINANZA, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO AL MONDO GIOVANILE.
L’acronimo M.UR.A. significa Museum of URban Arts: un progetto che concepisce lo spazio pubblico come luogo di espressione creativa, dove i muri diventano tele e gli abitanti protagonisti, nato per promuovere la cultura urbana come bene collettivo e partecipato, capace di attivare comunità e rafforzare il legame tra spazio pubblico e cittadinanza. Il naming richiama da un lato la fisicità del muro come supporto artistico, dall’altro il valore storico delle Mura di Bergamo, patrimonio Unesco e simbolo di Città Alta, estendendo così l’idea di identità urbana a luogo di espressione collettiva.
Ogni opera, infatti, prende forma a partire da laboratori di comunità realizzati con bambini, studenti, giovani, residenti e realtà sociali. Parole chiave, illustrazioni e racconti raccolti in questi momenti diventano la base creativa per artisti e artiste, che li tradurranno poi in opere murali.
“Con questa prima edizione, prende il via un nuovo progetto culturale della nostra città dedicato all’arte urbana, promosso con convinzione dall’Amministrazione Comunale.
M.UR.A. nasce con l’obiettivo di valorizzare la creatività contemporanea e rafforzare il legame tra cultura, territorio e cittadinanza, attraverso un percorso condiviso di riappropriazione e trasformazione degli spazi urbani attraverso l’arte. Credo che l’arte urbana rappresenti oggi uno degli strumenti più potenti per l’abbellimento dello spazio pubblico e per l’arricchimento artistico e culturale della città. Non si tratta solo di interventi estetici: ogni opera dialoga con il contesto in cui nasce, ne interpreta le storie, le identità e le trasformazioni. Uscendo dai confini tradizionali a lei deputati, l’arte diventa parte viva del paesaggio urbano, trasformando muri anonimi in luoghi iconici, spazi quotidiani in territori con identità, la città stessa in una realtà più accogliente, inclusiva, viva. Gli elementi distintivi del Festival sono certamente l’approccio partecipativo, che ha visto i cittadini direttamente coinvolti, prima, nella definizione del percorso creativo e, poi, nella sua realizzazione; e lo sviluppo diffuso attraverso i diversi quartieri della città, segno tangibile della volontà di portare la cultura nella comunità e renderla accessibile a tutti. Ma non solo: le cinque opere monumentali saranno realizzate su altrettanti muri pubblici da artisti di rilievo nazionale e internazionale, selezionati per l’alta qualità espressiva del loro lavoro e per la loro capacità di dialogare con il contesto urbano e sociale della città” ha commentato l’Assessore alla Cultura di Bergamo Sergio Gandi.
Museum URban Art
“Il progetto è ambizioso non solo per l’investimento di energie creative ed organizzative che richiede – e per questo ringrazio tutti coloro che sono coinvolti – ma soprattutto per il desiderio di ampliare ulteriormente lo sguardo di questa città sull’arte, includendovi quella urbana come motore di bellezza, riflessione e dialogo, capace di trasformare il paesaggio urbano e al tempo stesso di stimolare una nuova consapevolezza culturale e sociale. M.UR.A. rappresenta un nuovo capitolo per la Bergamo contemporanea: evviva il Festival.”
Sergio Gandi Assessore alla
Cultura del Comune di Bergamo, promotore della manifestazione
ARTE E NATURA
IN ACCADEMIA CARRARA, FINO AL 6 GENNAIO PROSSIMO
LA PITTURA SU PIETRA TRA CINQUE E SEICENTO:
UNA MOSTRA A CURA DI PATRIZIA CAVAZZINI
CON LA COLLABORAZIONE DI MARIA LUISA PACELLI
Marcello Provenzale, Orfeo
Il racconto di uno dei capitoli più affascinanti e meno noti della storia dell’arte italiana: una tecnica raffinata, una sfida alla scultura, una vera e propria tendenza, che fiorì tra il 1525 e il Seicento in diversi centri. Riscoperta da Sebastiano del Piombo attorno agli anni del traumatico Sacco di Roma del 1527, la pittura su pietra prometteva l’eternità. Pittori e committenti ne rimasero sedotti: la solidità della pietra offriva l’illusione di una durata paragonabile a quella della scultura, con la quale intendeva competere non solo in bellezza, ma in permanenza. Sconfitti i pericoli del tempo, la pittura poteva dunque vincere il secolare duello con la scultura? Non solo. In queste opere si manifesta un gioco sottile tra arte e natura, in cui a sfidarsi sono la mano dell’artista e quella divina, fautrice della bellezza intrinseca del materiale: ma dove finisce l’intervento dell’uomo e dove inizia quello della natura? E ancora: in che modo il supporto partecipa alla composizione dell’opera? Dalla Roma dei Papi alla Firenze dei Medici, da Genova a Verona, la tecnica della pittura su pietra, oltre a Sebastiano del Piombo, ha coinvolto artisti come Paolo Veronese, Jacopo Bassano, Palma il Giovane, l’Orbetto, Antonio Tempesta, Orazio Gentileschi e Salvator Rosa, tutti rappresentati in mostra grazie a prestiti da importanti collezioni pubbliche e private. Tra queste, Galleria Borghese, Opificio delle Pietre Dure, Gallerie degli Uffizi, Palazzo Barberini, Musei Reali di Torino, Museo e Real Bosco di Capodimonte. La mostra è anche un’opportunità per Accademia Carrara di scoperta di un capitolo poco noto del proprio patrimonio, offrendo al pubblico la visione di opere normalmente non esposte, oggetto di restauri realizzati per l’occasione. In oltre 60 opere, ARTE E NATURA ripercorre le fasi salienti dell’avvento e dell’evoluzione della pittura su pietra che, dopo la nascita nel Cinquecento e la fioritura fino ai primi decenni del Seicento, cedette il passo a un più spiccato interesse verso il pregio del materiale, privilegiando la produzione di cornici e oggetti in pietre preziose come l’alabastro, il lapislazzuli o l’ametista. Oggi resta il fascino enigmatico di questi capolavori, che invitano lo spettatore a decifrarli nelle loro simbologie e significati, enfatizzati anche dal ruolo della luce sulle superfici, che sollecita un gioco continuo di riflessi e rimandi. La mostra inizia con l’invenzione della tecnica e la sua diffusione nel XVI secolo.
Alessandro Turchi detto l’Orbetto, Il genio innato: Volontà Intelletto e Memoria
Seguono tre sezioni dedicate allo sviluppo del linguaggio nel corso del Seicento, ciascuna incentrata sui diversi supporti - pietre scure (lavagna e pietra di paragone), pietre venate (paesina, diaspro), produzioni di lusso (alabastro, ametista, lapislazzuli). A completare l’esposizione anche una sezione dedicata alle litoteche antiche, raccolte di pietre e minerali, dipinte o reali, raramente visibili in mostre o in esposizioni permanenti; assieme a queste, manoscritti e volumi, ad esempio quello in cui vengono catalogati i vari disegni “visibili” nelle pietre, secondo l’illusione pareidolitica che tende a ricondurre a forme note quelle casuali prodotte dalla natura, come succede con le nuvole.
A&N KIDS
A CURA DEI SERVIZI EDUCATIVI
FINO AL 6 GENNAIO 2026
Con ARTE E NATURA. Pittura su pietra tra Cinque e Seicento, Accademia Carrara inaugura per la prima volta un programma espositivo dedicato ai più piccoli, pensato per bambine e bambini dai 6 ai 12 anni. Voluto da Maria Luisa Pacelli e curato da Lucia Cecio, responsabile dei Servizi Educativi e Martina Moretti, il progetto completa il percorso della mostra ARTE E NATURA con uno spazio interamente dedicato all’osservazione e alla sperimentazione. Opere provenienti dai depositi della Carrara vengono esposte a un’altezza accessibile al pubblico dei più piccoli, per scoprire da vicino le tecniche artistiche e i loro supporti. I prodotti della natura - pietra, rame, legno e tela - suggeriscono agli artisti nuove possibilità espressive.
La mostra integra l’osservazione delle opere, esposte dal vero e dal retro, con momenti di scoperta e sperimentazione, per comprendere cosa si nasconde sotto la superficie pittorica e dietro il lavoro dell’artista. Sono i disegni dei bambini e delle bambine provenienti dalla Fondazione PInAC - Pinacoteca Internazionale dell’Età Evolutiva Aldo Cibaldi a rivolgere ai visitatori e alle visitatrici di ogni età l’invito a creare. A&N KIDS è realizzata in collaborazione con Università di Bergamo e coinvolge nella progettazione e organizzazione della mostra tre studentesse del corso di laurea magistrale in Valorizzazione del patrimonio culturale materiale e immateriale, Dipartimento di Lettere, Filosofia, Comunicazione: Alessia Bolis, Tataba Foglieni, Ilaria Semperboni. In occasione della mostra, i Servizi Educativi avviano un progetto di valutazione d’impatto per conoscere le esigenze e il punto di vista delle famiglie e dei bambini.
Leonardo da Pistoia, Lucrezia
Antonio Tempesta Scena di Battaglia
Paolo Chiasera, I Giardini di Sardegna Cipro Gerusalemme e Bergamo installation view, 2014 – in progress, Accademia Carrara
PAOLO CHIASERA. ORTI TINTORI
A CURA DI MARIA LUISA PACELLI ED ELENA VOLPATO
FINO AL 6 GENNAIO 2026
ORTI TINTORI di Paolo Chiasera è un progetto che si compone di due installazioni, collocate tra interno ed esterno. L’opera in interno, I Giardini di Sardegna, Cipro, Gerusalemme e Bergamo è una pittura a olio di grandi dimensioni (oltre 26 metri) che dal 2014 l’artista allestisce nei musei: una sorta di architettura mobile, dove l’arte si fa mimetica della natura, per accogliere sulla sua superficie le collezioni museali che incontra. Paolo Chiasera porta così un nuovo paesaggio dipinto dentro la Carrara, un dispositivo che accoglie il visitatore come un “teatro delle meraviglie”. L’installazione agisce su diversi piani dell’intreccio di arte e natura: elementi vegetali e minerali, trasformati in pigmenti, danno rappresentazione della natura da cui provengono, con un complesso gioco di specchi dove la pittura e lo spazio del museo rendono eterna la bellezza fuggevole del giardino. Tra gli artisti le cui opere sono state selezionate: Guercino, Andrea Fantoni, Carlo Antonio e Giulio Cesare Procaccini. All’esterno, ne I Giardini PwC, l’installazione intitolata Orto tintorio di Bergamo, è stata realizzata seminando due piante storicamente utilizzate per la produzione di pigmenti pittorici. In prossimità della semina, per propiziarne la crescita, è stato interrato un piccolo bronzo segnalato da due stendardi dipinti a olio su tela, realizzati con pigmenti ricavati dalle stesse essenze. PAOLO CHIASERA. ORTI TINTORI ha inaugurato il progetto ARTE E NATURA di cui è parte, in concomitanza con Landscape Festival, appuntamento internazionale dedicato alla cultura del paesaggio che si svolge a Bergamo dal 2011.
Paolo Chiasera, Orto tintorio di Bergamo, 2025, installation view, Accademia Carrara
Installation View A&N KIDS
CREPAX
SOGNI GIOCHI VALENTINA 1953-2003
BRESCIA MUSEO DI SANTA GIULIA FINO AL 15 FEBBRAIO 2026
LA PIÙ AMPIA ANTOLOGICA SUL LAVORO DI GUIDO CREPAX. UNA OCCASIONE UNICA PER ANALIZZARE LA CARRIERA DELL’ARTISTA MILANESE, ATTRAVERSO UN PERCORSO FILOLOGICO CHE SI SVILUPPA LUNGO UN ARCO TEMPORALE DI CINQUANT'ANNI E 150 OPERE, ALCUNE DELLE QUALI MAI ESPOSTE, TRA TAVOLE ORIGINALI, BOZZETTI, DISEGNI, PROGETTI PUBBLICITARI, STORYBOARD DI FILM, COPERTINE DI DISCHI E GIOCHI DA TAVOLO
VALENTINA, MA NON SOLO. Conosciuto, apprezzato, amato per aver dato corpo e voce a una delle protagoniste più iconiche e rivoluzionarie della storia del fumetto, Guido Crepax (19332003) non è stato soltanto uno dei più indimenticabili autori italiani, ma un artista a tutto tondo, che ha affrontato diversi ambiti della cultura, dalla pubblicità al cinema, dal teatro alla televisione, dalla musica fino ai giochi da tavolo. Fondazione Brescia Musei in collaborazione con l’Archivio Crepax promuove la più varia antologica, finora mai realizzata sul suo lavoro, allestita al Museo di Santa Giulia a Brescia, fino al 15 febbraio 2026. L’esposizione, dal titolo Guido Crepax. Sogni, Giochi, Valentina. 1953-2003, curata da Alberto Fiz e Ilaria Bignotti, con la collaborazione di Camilla Remondina, rappresenta una occasione unica per analizzare la carriera dell’artista milanese, attraverso un percorso filologico che si sviluppa lungo un arco temporale di cinquant'anni, mettendo in evidenza l'importanza di un autore che ha rivestito un ruolo significativo nell’arte e nella cultura italiana del dopoguerra. L’allestimento, curato dallo Studio Top Tag, propone un viaggio immersivo nel mondo di Crepax, nel quale il visitatore riesce ad apprezzare appieno la ricchezza dei materiali esposti, attraverso molteplici rimandi incrociati tra colori, parole, immagini, dispositivi audio-video, giochi di luci e ombre, silhouette e gigantografie. La mostra approfondisce
la vasta produzione di Crepax nel suo dialogo proficuo con le arti attraverso 150 opere, alcune delle quali mai esposte, tra 100 tavole originali, bozzetti, disegni, progetti pubblicitari, storyboard di film, copertine di dischi, giochi e documenti come il carteggio con Federico Fellini o lo scambio epistolare con Louise Brooks. Il percorso espositivo, suddiviso in sette sezioni tematiche, si apre con una selezione di opere focalizzate sull’importanza che la letteratura e le arti hanno esercitato sul linguaggio di Guido Crepax; fortemente ispirato dai grandi classici, spaziò attraverso vari generi letterari, dall'horror alla fantascienza, dallo storico all'erotico, come dimostrano le sue tavole e prima ancora i lavori giovanili dedicati a Robert Louis Stevenson, Franz Kafka ed Edgar Allan Poe. La rassegna prosegue con il capitolo in cui si sottolinea l’attenzione che Crepax dedicò agli aspetti psicologici e onirici della realtà, tradotti in tavole e racconti dove il mistero e l’inconscio, il perturbante e il rimosso risultano temi centrali.
Il cinema, il teatro e anche la televisione rappresentarono per Crepax una fonte inesauribile d’ispirazione. La sezione propone molte tavole ricche di questi richiami, accanto ai disegni per i costumi del teatro. Crepax ha anche collaborato con il mondo della televisione: nel 1967 ha ideato la sigla della trasmissione Diamoci del tu, con Caterina Caselli e Giorgio Gaber e nel 1976 quella di Notte matta, varietà con Loretta Goggi e Massimo Ranieri. Il percorso tematico intitolato Il suono dell’immagine documenta quanto la musica sia stata presente nella sua vita. La mostra prosegue analizzando la passione di Crepax nei confronti delle epoche della storia antica e contemporanea. Non poteva mancare una sezione dedicata alle protagoniste femminili del mondo di Crepax.
A BORDO DI T52 AKULA
LO YACHT REALIZZATO DA FRANCESCO PASZKOWSKI ED ENRICO GOBBI PER BAGLIETTO, ESTETICA, FUNZIONALITÀ E INTERAZIONE CON LA NATURA
DIVENTANO MOTORI DELL’ESPERIENZA DI VIAGGIO
CROCIERA IN SUPERYACHT
Il superyacht Akula è un'entusiasmante imbarcazione a noleggio per coloro che desiderano navigare in mare aperto in gran numero e nel massimo comfort. Lungo 52,3 m, è un nuovo, eccellente superyacht per il mercato del charter di lusso. Consegnato dal cantiere italiano Baglietto e caratterizzato da interni progettati dal designer italiano Enrico Gobbi, può ospitare comodamente fino a 12 ospiti in 5 cabine. Da prua a poppa, Akula offre una fantastica gamma di aree comuni e aree pranzo, sia interne che esterne, rendendolo lo yacht ideale per rilassarsi e divertirsi durante il noleggio. Tra i suoi servizi figurano un beach club e una palestra.
Costruito nel 2024, Akula offre alloggio per un massimo di 12 ospiti in 5 suite. Può inoltre ospitare fino a 10 membri dell'equipaggio a bordo, per garantire un'esperienza di noleggio di yacht di lusso all'insegna del relax . Un noleggio su Akula è comodo e pratico grazie ai servizi offerti, tra cui la piscina, utile per allenarsi o semplicemente per rinfrescarsi. La giornata diventa davvero eccezionale al beach club o altrove, mantieni la tua routine di fitness e allenati nella palestra ben attrezzata. Rilassati con un bicchiere di champagne nella jacuzzi sul ponte.
Lunghezza: 52,32 m (171’8”), larghezza: 8,94 m (29’4”)
Ospiti: 12, cabine 5, equipaggio 10 persone
Costruttore: Baglietto (2024). Velocità di crociera: 12 nodi
Crociere estive: Costa Azzurra | Costiera Amalfitana | Mediterraneo occidentale
Crociere invernali: Caraibi | Bahamas | St. Barth | Antigua
Akula offre alcune eccellenti funzionalità tra cui la connettività Wi-Fi, che ti consente di rimanere connesso in qualsiasi momento, se lo desideri.
Puoi stare comodo a bordo indipendentemente dalle condizioni meteo, grazie all'aria condizionata durante.
Akula è costruito con uno scafo in acciaio e una sovrastruttura in alluminio. Alimentato da due motori Caterpillar, naviga comodamente a 12 nodi, raggiungendo una velocità massima di 16 nodi e un'autonomia fino a 4.500 miglia nautiche grazie ai suoi serbatoi di carburante da 70.000 mantenedo una velocità 11 11 nodi.
Lo yacht a motore di lusso Akula è unico nel suo genere, offre servizi di bordo di prima classe e un’ampia scelta di attrezzature per sport acquatici all’avanguardia, per indimenticabili charter ovunque vi troviate.
Prenota il noleggio di yacht di lusso nel Mediterraneo a bordo di Akula quest'estate. Sono già aperte le prenotazioni per crociere nei Caraibi questo inverno.
Il 24 ottobre si celebra la Giornata Mondiale della Filatelia ed il Museo Diocesano di Brescia coglie l’occasione per ospitare la mostra “SANTI FRANCOBOLLI. Un viaggio tra icone e filatelia” che, a partire dalla settimana che precede la ricorrenza, propone un confronto tra 53 rari francobolli provenienti da Paesi dell’est Europa, dalla Svezia, dall’Africa e da Città del Vaticano e le preziose icone ortodosse parte della Collezione permanente del Museo. Il percorso di visita si articola in tre sezioni tematiche, dedicate rispettivamente all’iconografia di Maria, di Cristo, e delle figure di Arcangeli e Santi. Nei francobolli - selezionati all’interno della raccolta privata del filatelista ed esperto Fabrizio Fabrini - sono raffigurati episodi della vita di Gesù, della Madonna con il Bambino, scene della Dormizione di Maria e ritratti di Santi venerati nel mondo ortodosso. Un itinerario tematico ma anche geografico: attraverso la storia di alcuni dei francobolli esposti è possibile scorgere i diversi luoghi della spiritualità orientale, da Cipro alla Grecia, dalla Bielorussia alla Russia. Alla medesima area geografica rimanda anche la raccolta di Icone ortodosse del Museo Diocesano di Brescia, la più imponente e prestigiosa nel panorama italiano, che espone 85 esemplari, molti dei quali unici, realizzati tra il XVII e il XIX secolo. Le immagini documentano le tesi dottrinali dei Vecchi Credenti, ossia i sostenitori dell’antica tradizione culturale ortodossa, e l’evoluzione dell’antica produzione artistica russa che dallo stile debitore della ieraticità bizantina evolve anche in seguito alla Riforma Liturgica seicentesca che richiedeva maggior fedeltà ai modelli originali greci.
Oltre che valorizzare il collezionismo filatelico nella sua declinazione religiosa e a stimolare una riflessione sulle forme popolari e simboliche della trasmissione della fede, la sinossi tra francobolli e icone evidenzia le sorprendenti consonanze iconografiche, simboliche e linguistiche che ricorrono nell’iconografia cristiana, cattolica e ortodossa. La giustapposizione di francobolli e icone diviene così veicolo narrativo di lettura del mondo e di memoria collettiva, di ricerca storica e divulgazione culturale.
Valentina Rigamonti
INFO & PRENOTAZIONI 030 40233 | museo@diocesi.brescia.it Prenotazioni laboratori e visite guidate: didattica. museo@diocesi.brescia.it inclusivi per utenti con disabilità visiva e uditiva, nell’ottica di favorire pratiche d’accessibilità e partecipazione culturale sempre più trasversale. Ne sono un esempio i tavoli e pannelli tattili dotati di rilievi e legende in braille ita/eng, che guidano i visitatori alla scoperta della planimetria del luogo e/o di alcune opere importanti, unitamente a registrazioni audio ed esperienze olfattive.
La Fondazione Museo Diocesano non ha fini di lucro. Oltre all’attività di tutela, studio e valorizzazione del materiale storico e artistico presente, l’Istituzione è promotrice di mostre, allestimenti temporanei ed acquisizioni, riguardanti anche l’arte e gli artisti contemporanei, ed iniziative didattiche e culturali, conferenze e appuntamenti di confronto, scambio e formazione.
Fondazione Museo Diocesano di Brescia Via Gasparo da Salò 13, Brescia - 030 40233 | museo@diocesi.brescia.it www.museodiocesano.brescia.it
AQUA DOME thermal longevity
CON IL NUOVO CONCETTO DI SAUNA, ANCORA PIÙ QUALITÀ TERMALE E NUOVI PROGRAMMI “THERMAL LONGEVITY”
Per servizi all'avanguardia nel settore spa e wellness l’AQUA DOME – Tirol Therme Längenfeld ha di recente ricevuto il premio come il migliore resort termale nell'arco alpino con il “World Spa Award” per il “World's Best Mineral & Hot Springs Spa 2024”. Un stimolo a continuare a investire nel wellness di qualità, come la nuova sauna nel cuore del ben strutturato giardino delle saune, le cinque nuove sale relax per ancora più comfort individuale e più spazi liberi oltre a un rituale dell’Aufguss in sauna unico, pensato in esclusiva per l’AQUA DOME. Ma anche un restyling nel “duomo termale”, il cuore dell’AQUA DOME. Le pareti in legno sulle gallerie riproducono il movimento delle onde dell'acqua e procurano una nuova pace interiore. Sensazioni meravigliose si risvegliano all’AQUA DOME, perché qui si incontrano l'avvincente architettura, le 250 vette di tremila metri e la forza primordiale dell'acqua termale che sgorga da 1865 metri di profondità. Proprio in autunno la combinazione tra attività con temperature gradevoli e divertimento termale
www.aqua-dome.at
è perfetta per ricaricarsi per l’inverno. Accompagnati dallo spettacolo di colori della natura si esce con le quattro guide per trekking e bike dell’AQUA DOME per scoprire i segreti della regione. Infinite possibilità di escursioni su 1600 km che aspettano di essere esplorate e 50 biciclette disponibili per le uscite in bike. Dopo è un piacere rilassarsi nell’AQUA DOME. NB: nelle “vasche a coppa” è possibile lasciarsi cullare sotto il cielo aperto ammirando le vette. Oppure puoi provare il nuovo concetto “Thermal Longevity” con i Kick-off retreat o Deep dive retreat. È tutto pensato a 360°: dall'alimentazione ai trattamenti, dalle attività alla salute mentale. Sempre basandosi su principi scientifici dimostrati e personalizzati, abbinati all’effetto dell'acqua termale. La proposta culinaria è di ottima qualità, sia nella versione classica che nella versione “Longevity” attenta alla salute, adattata tra l’altro agli ingredienti e ai metodi di produzione dell'arco alpino, ed è componente essenziale del benessere olistico, questo per garantire una sensazione di relax che dura.
IL PROSSIMO LO PRENDO AL CANILE
Come si fa a scegliere il cane al canile?
Decidere di adottare un quattrozampe, recandosi in un canile, è un gesto nobile e bellissimo. Prima di farlo però è importante fare alcune considerazioni importanti riguardanti la scelta dell'animale. Non tutti i cani infatti sono uguali ed è essenziale prendere una decisone che sia ponderata e che consenta di creare un legame solido, ma soprattutto felice, con il proprio animale domestico.
Gli elementi da considerare: spazio a disposizione, tempo e stile di vita.
Il primo elemento da prendere in considerazione quando devi scegliere il cane al canile è lo spazio a disposizione. Se vivi in un appartamento piccolo, ad esempio, sarebbe meglio adottare un cane che sia di piccola taglia. Hai un giardino e uno spazio esterno ampio, allora potresti puntare su un cane di taglia grande. Anche lo stile di vita influisce sulla scelta. Chi conduce un'esistenza piuttosto sedentaria, ad esempio, dovrebbe puntare su un cane tranquillo o anziano che non ha necessità di fare tanto esercizio fisico. Hai una vita attiva e fai tanto sport? Allora opta per un cane che sia pieno di energia e possa accompagnarti in ogni escursione che farai.
Un cane adulto, in generale, presenta un carattere già formato e questo ti consentirà di capire se siete compatibili. Adottare un cucciolo invece richiedere un po' più di pazienza e una buona educazione per insegnargli a fare i bisogni fuori di casa e a non mordere gli oggetti, ma ti godrai l'emozione di vederlo crescere giorno dopo giorno.
Adottare un cucciolo
Come accennato adottare un cucciolo, soprattutto nei primi mesi, richiede impegno e responsabilità. Il cucciolo richiede infatti attenzioni perché dovrà imparare non solo a socializzare e mettere in atto alcuni comportamenti base (come non sporcare in casa con i bisogni), ma sarà anche maggiormente esposto agli stimoli esterni. Se non hai tempo da dedicare alla sua educazione tutti i giorni e non sei disposto, in caso, a chiedere l’aiuto di un educatore, forse il cucciolo non fa per te.
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quattrozampe che ha già superato il periodo dell’adolescenza, perciò non presenta un livello di energia altissimo e si adatterà ai tuoi ritmi senza portare grandi rivoluzioni. Nei canili è possibile trovare tantissimi cani adulti che attendono solo di essere adottati. La maggior parte di loro non hanno dei problemi comportamentali, ma sono solamente stati sfortunati, capitando magari nelle mani di persone sbagliate quando erano piccoli oppure subendo – peggio ancora – un abbandono. Scegliere l’adozione di un cane adulto può essere un’avventura emozionante. Immagina di vedere un pelosetto che affronta una nuova esistenza, ritrovando la felicità fuori dal canile.
Anche in questo caso però ci sono alcune considerazioni da fare. Pensando al passato del tuo cagnolino infatti potresti concedergli dei vizi in più. Si tratta però di un errore: fido ha bisogno, come qualsiasi altro cane, di avere delle regole. Dovrai quindi lasciargli il tempo affinché si abitui alla nuova casa e creare con lui un legame. Se il tuo pelosetto ha subito dei maltrattamenti in passato potrebbe essere particolarmente timoroso. In questo caso dovrai adottare alcuni accorgimenti per consentirgli di fidarti di te, imparando a interpretare il suo linguaggio del corpo e ricordandoti di non alzare la voce o fare movimenti bruschi. Con pazienza ed esercizio riuscirai, un passo dopo l’altro, ad avere accanto un cane equilibrato e felice. Per scoprire l’indole del cane, in generale, sarebbe meglio frequentare il canile, imparando a conoscere la storia dei vari ospiti e osservando il loro comportamento per comprendere il carattere di ognuno.
Adottare un cane anziano
Adottare un cane anziano è un gesto di grande amore. I cani senior che hanno superato gli otto anni d’età infatti sono molto più docili e maturi. Sono i compagni perfetti per le persone anziane e per chi non può fare lunghe passeggiate. In più sono dolcissimi e non richiedono troppi sforzi per realizzare l’inserimento.
Gea è una dolcissima cagnolina di piccola taglia che si tro va a Cremona. Nata ad agosto 2019, questa meticcia ha un pelo corto e un carattere timido, specialmente con le persone che non conosce. Tuttavia, con i suoi simili non ha alcun problema a socializzare, dimostrando una natura af fettuosa e amichevole. Gea cerca una famiglia che possa offrirle un ambiente tranquillo, lontano dai rumori della città, e un giardino sicuro dove possa esplorare e giocare. È importante che la sua nuova famiglia le dia il tempo ne cessario per ambientarsi e avvicinarsi a loro senza pressio
TOGO
Togo è un Dogo argentino nato nel maggio 2020, un bel maschio che ha superato sfide significative nel suo pas sato, ma oggi i suoi occhi brillano di gioia e vitalità. Con un pelo corto e una struttura media, Togo è un compa gno affettuoso che ama ricevere coccole e interazioni fisiche. È sverminato, vaccinato e ora anche sterilizza to, il che richiede particolare attenzione da parte dei suoi futuri proprietari. Togo è abituato a passeggiare e si comporta generalmente bene al guinzaglio, anche se potrebbe mostrarsi distratto dalla presenza di altri cani. È importante notare che non è compatibile con cani dello stesso sesso e cerca una famiglia che abbia già esperienza con cani di razza simile, dato il suo ca-
Maschio, razza: Dogo argentino, taglia media, peso 20kg, pelo corto, 5 anni e 5 mesi, sterilizzato, sverminato, vaccinatoe dotato di microchip. Si trova bene con... cani femmine intere cani femmine sterilizzate Non mi trovo bene con... persone alla prima esperienza, persone anziane, cani maschi interi, cani maschi castrati, abitazioni senza giardino. Non mi hanno ancora testato con... i gatti
KATRIA
Una cucciolina che ha bisogno di trovare casa al più presto! Katria, meticcetta di taglia piccola, forse derivata pinscher, presumiamo non più di 8-10 kg da adulta, nata nel maggio 2025 ed abbandonata a poche settimane di vita di vita assieme alle sue sorelline senza mamma. È una cucciola un po' timida e spaventata che non cerca in prima battuta il contatto con le persone ma preferisce guardarle da lontano per capire chi siano e cosa vogliano. Quando il contatto arriva, all’inizio è preoccupata, ma poi si lascia accarezzare e i grattini le piacciono davvero tanto. Non mostra alcun segno di aggressività. Cerchiamo per lei persone di buon cuore che non siano alla loro prima esperienza che possano offrirle un contesto familiare sereno e confortevole, dove non siano presenti bambini piccoli o ambienti troppi caotici. Si trova in un canile privato convenzionato in provincia di Roma ma la affidiamo anche al nord, dopo le dovute verifiche preaffido, con cartella sanitaria Femmina - Incrocio tra Pinscher e razza sconosciuta, taglia piccola, peso 8kg, pelo corto, età 4 mesi, sverminata vaccinata, dotata di microchip. Non sterilizzata Si trovo bene con... cani maschi castrati cani femmine sterilizzate abitazioni senza giardino Non mi trovo bene con... persone alla prima esperienza persone anziane cani maschi interi cani femmine intere. Non mi hanno ancora testato con... gatti
Max è un affettuoso gattino meticcio di nove mesi che si trova a Torino. Con il suo pelo corto e il suo carattere dolce, è un vero amante delle coccole e della compagnia umana. Max è un gattino che ha vissuto esperienze difficili, ma ha trovato rifugio in un ambiente amorevole dove è stato accolto con calore. È sverminato, vaccinato e sterilizzato, il che lo rende pronto per una nuova avventura in una casa amorevole. È importante sapere che Max è positivo alla FeLV (leucemia felina) una condizione che richiede particolari attenzioni, ma nonostante ciò, è in perfetta forma e pieno di vita. Ama giocare con i cani e i cavalli del maneggio, ma trova anche grande piacere nel rilassarsi sul divano e ronfare in compagnia.
Max è adatto a persone anziane che possano offrirgli l'amore e le cure di cui ha bisogno. Con il suo spirito affettuoso e la sua voglia di socializzare, Max è davvero il massimo formato gatto e merita una famiglia che lo accolga con tutto il cuore. Incrocio tra razze sconosciute, peso non specificato, pelo corto, età 1 anno e 6 mesi, sverminato, vaccinato, non dotato di microchip, sterilizzato. Si trova bene con persone anziane e cani. Non mi hanno ancora testato con... gatti femmine e gatti maschi. Sono particolarmente delicato e avrò bisogno di tante attenzioni
DOG CITY GARDEN
Dopo il successo dell’apertura milanese, Dog City Garden, la startup innovativa che unisce tecnologia e riqualificazione urbana per migliorare la vita dei cani e dei loro proprietari in città, ha inaugurato la sua seconda area a Cesano Maderno, in via Gaetana Agnesi, 55 (a pochi passi dal nuovo Iperal di Bovisio Masciago
Nata a Milano nel 2024 da un’idea di Veronica Lisa Crippa e Sarah Canonici, Dog City Garden è la prima rete italiana di aree cani private prenotabili online, pensata per offrire a cani e proprietari un’esperienza completamente diversa da quella delle aree pubbliche: spazi puliti e curati dove poter correre, giocare o semplicemente rilassarsi in tranquillità. La vera novità è che ogni prenotazione dà diritto all’uso esclusivo dell’area per un’ora intera: durante quel tempo nessun altro cane o proprietario può entrare. Questo significa libertà assoluta per l’animale, senza conflitti o distrazioni e serenità per chi lo accompagna, che può finalmente vivere un momento di calma, sicurezza e piacere insieme al proprio cane.
La startup ha subito raccolto l'interesse delle più importanti aziende del settore pet e a maggio ha visto l'ingresso di Gianluca Massini Rosati, imprenditore e Business Angel tra i più rilevanti nel settore fintech italiano. “Il nostro obiettivo è creare un nuovo modo di vivere la città con il proprio cane, più sicuro e più rispettoso del benessere di entrambi — spiega Veronica Crippa, Ceo di Dog City Garden - Vedere crescere questo progetto proprio dove sono nata è una soddisfazione enorme. Significa portare anche a Cesano un’idea di città più inclusiva, dove chi vive con un cane possa godersi momenti di serenità senza doversi adattare a spazi inadeguati o pericolosi.”
In Italia vivono oltre 14 milioni di cani e quasi la metà di loro abita in contesto urbano. Solo a Milano e hinterland si stimano più di 300.000 cani registrati, ma le aree pubbliche dedicate restano poche, spesso sovraffollate o maltenute. Recinzioni troppo basse, scarsa pulizia e assenza di controllo rendono difficile la convivenza tra animali, soprattutto per chi possiede cani ansiosi, timidi, problematici. Dog City Garden nasce proprio per dare risposta a questa esigenza concreta: spazi dove i cani possano fare i cani e le persone sentirsi finalmente tranquille.
Come funziona
Dog City Garden offre spazi verdi completamente recintati a prova di fuga, illuminati e videosorvegliati, accessibili tutti i giorni dalle 5 del mattino alle 23. L’accesso avviene in totale autonomia tramite codice digitale personale, ricevuto tramite whatsapp al momento della prenotazione online e ogni slot è riservato a un solo proprietario per volta (che può accedere con massimo tre cani per volta). La prenotazione avviene direttamente sul sito www. dogcitygarden.it, dove è possibile acquistare pacchetti da 5, 10, 20, 50 o 100 ore utilizzabili in tutte le aree della rete. Tutto il sistema, prenotazione, pagamento, accesso e sicurezza, è automatizzato, senza personale in loco: una soluzione che unisce semplicità, tecnologia e benessere animale.
Riqualificazione urbana e benessere animale
Ogni area Dog City Garden nasce dal recupero di spazi verdi in disuso o degradati, riportati a nuova vita e resi fruibili in sicurezza per la cittadinanza. Il progetto si propone come un modello di rigenerazione urbana sostenibile, capace di migliorare la qualità della vita non solo dei cani, ma anche delle persone che li accompagnano. Dopo Milano e Cesano Maderno, il piano di sviluppo prevede nuove aperture entro il 2026 nell’area metropolitana di Milano e in altre città italiane.
L’obiettivo è creare entro il 2030 oltre 300 aree Dog City Garden in tutta Italia, accessibili con un unico abbonamento.
JAZZ & FLOWER PREMIER CUP & REPADEL
È il 27Padel, appena premiato agli Italian Padel Award come miglior Club d’Italia ad ospitare la terza tappa della “Jazz and Flower Premier Cup” organizzata dalle due manager bergamasche Elisabetta Giazzi e Francesca Fiorini. Per questa tappa una collaborazione speciale con il brand “Repadel”, linea di abbigliamento casual dedicata agli amanti di questo sport ideata da Luca Zambelli. Una giornata che ha visto in campo tanti talenti del top ranking italiano, tra gli altri William Rota, Nicola Remedi e Simone Puleo. Un’occasione per promuovere lo sport come veicolo di benessere fisico e mentale, stimolare una sana competizione creare connessioni di valore per il proprio business. È proprio questo lo spirito con cui gli sponsor sostengono l’iniziativa: Éthos srl, consulenti specializzati nella ricerca, nella formazione e nella comunicazione in ambito sanitario, e Studio Vedovati srl, centro di Odontoiatria Digitale. "Abbiamo scelto di sponsorizzare questo importante torneo di padel a Bergamo perché crediamo profondamente nei valori dello sport: benessere, energia positiva, spirito di squadra e attenzione alla salute - ha dichiarato il Dott Matteo Vedovati, fondatore e direttore sanitario dello Studio Dentistico Vedovati srl. Sono i principi che rispecchiano la filosofia dello Studio Dentistico Vedovati, da sempre impegnato a prendersi cura delle persone con professionalità e vicinanza. Il padel, in particolare, è una disciplina in forte crescita, che unisce generazioni diverse e crea occasioni di incontro e condivisione. Sostenere un evento così rilevante per il territorio significa per noi contribuire alla valorizzazione della comunità locale, promuovendo uno stile di vita sano e attivo, in linea con la nostra missione quotidiana”.
Ph. Sergio Nessi
PANIQUE OLYMPIQUE
Da Parigi a Milano, in un ideale passaggio di testimone verso i prossimi Giochi Olimpici e Paralimpici invernali, il 5 ottobre Fondazione Riccardo Catella, al suo ventesimo anniversario, ha presentato la nuova edizione di BAM Autumn Festival, ispirata quest’anno ai valori Olimpici e Paralimpici, fra danza, teatro e sport, ha portato per la prima volta in Italia Panique Olympique, il grande spettacolo coreografico partecipativo della compagnia francese Volubilis, frutto di una open call aperta a tutta la cittadinanza, che ha riunito centinaia di persone - danzatori, sportivi e cittadini di tutte le età - sui prati della Biblioteca degli Alberi a Milano.
Momento centrale e conclusivo dell’intera giornata dedicata all’autunno, Panique Olympique è stato solo uno tra gli appuntamenti di spicco di BAM FAIR PLAY 25/26, nell’ampio programma ideato da Francesca Colombo, Direttrice Culturale di BAM, Fondazione Riccardo Catella, nell’ambito dell’Olimpiade Culturale di Milano Cortina 2026. Panique Olympique, invita l’intera cittadinanza a prendere parte in prima persona a questa vorticosa coreografia collettiva site-specific che trasforma lo spazio urbano in un inedito palcoscenico unendo sport, danza contemporanea e partecipazione attiva attraverso una pratica aperta a tutti – ballerini, danzatori, sportivi e dilettanti di tutte le età – e trasformando la città in uno spazio di movimento e condivisione.
Sono Luca Ruggeri malato di SLA dal 2015.Non posso mangiare, non posso bere, non posso parlare, non faccio più nessun movimento volontario e muovo solo gli occhi che mi consentono di comunicare con un tablet oculare.
IO, ARRIGO E LA (NOSTRA) MALATTIA
(tratto da il gatto del presidente di Luca Ruggeri)
Abbiamo molte cose in comune io e Arrigo: problemi respiratori, problemi di linguaggio e voglia di lottare. Spesso ci guardiamo negli occhi e mi immagino di essere connesso con lui. Immagino che ogni suo battito di ciglia corrisponda un sì, un’approvazione; se invece distoglie lo sguardo è un no che mi vuole comunicare, una negazione. Spesso mi viene una tosse dovuta alle secrezioni che non riesco a espellere. Lucia e Marina vanno subito nel panico. Anch’io ho paura di soffocare. Iniziano così le domande:” vuoi che chiamiamo la croce rossa?”, “ti portiamo al pronto soccorso?”, mentre io non vorrei fare né uno né l’altro.
Arrigo mi guarda un po’ spaventato, non riesco ad avere un cenno da lui. Ma so cosa succederà, chiameranno l’ambulanza e verrà un medico rianimatore che mi entrerà nel naso con un sondino, scenderà nella trachea e mi libererà dal catarro. Ma questa procedura mi crea dolore e fastidio.
La saturazione va sotto i parametri di molto. Non c’è alternativa se non andare al pronto soccorso a fare la tracheostomia. Capisco che è a questo che devo arrivare, ma non me la sento ancora e vado contro il parere di medici e famigliari. So che prima o poi dovrò accettarla se non voglio rimanerci secco, ma sono fatto così, ho sempre rischiato tutto nella vita e non credo cambierò nemmeno ora.
L’ebook è disponibile su: https://www.librerie.coop/ libri/ 9791281546714il-gatto-del-presidentemultimage/
Il ricavato dalle vendite del libro è destinato all’Associazione Viva la Vita Italia
Unaguerrachehastufato
Giàquandoeropiccolo sentivoparlare dellaguerratraIsraeleePalestina, in effetti sono circa ottant’anni che si fannolaguerraipalestinesiusandoil terrorismo,gliisraelianiconlesercito. Ipalestinesihanno l’appoggiodelmondoarabo,gliisraelianiquellodeipaesi occidentalisoprattuttodegliStatiUniti. Ormai l’odio si è talmente radicato e andatonelleprofonditàdell’animodeidue popolicheanullaservonoicolloquidi paceorganizzatidamoltenazioni,non sivienepiùacapodinulla,anzilaloro guerrasièspostatacontantidisordini e violenze nelle nazioni che non c’entrano nullaconquestaguerra.Cisiscannaper dareragioneadunpopolooall’altro, tipicaguerraperesportazionegratise senza dazi!
Inquestocasoainiziareleostilità sono stati i terroristi di Hamas con una carneficinaaidannidegliisdraelianicon interefamiglieuccisebarbaramentee conilrapimentodioltrecentopersone preseinostaggio,malareazionedi Isdraeleèstataesagerata,hannoraso alsuololacittàdiGazaconmigliaiadi mortiediprofughipalestinesichenon sanno dove andare visto che non hanno piuunacasa!
Ormaièchiaroatutticheiduepopoli devonoavereognunolasuaindipendenza e hai confini non un muro ma tre oquattroinmodochenonsivedanoe non si sentano... totale divisione! ConosenzaostaggiconosenzaHamas! Vedendo i disordini che state creando un po’intuttoilmondo, iononmischiero afavoredinessunoesapeteunacosa? Aveterottolepalleconlavostraguerra conilvostroodio...arrangiatevi!!!
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