Ottobre 2008

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ISSN 1973-5383

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anno 3°

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n° ottobre 2008 ISSN 1973-5383

numero chiuso in redazione il 3 ottobre 2008

in copertina Paolo D’Amico foto di Andrea Straccini

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capitano d’impresa

Paolo D’Amico

lo sport

Non posso che rispondere lo sci. Chi vive in montagna può capirmi. Io l’adoro. La settimana bianca, è qualcosa a cui proprio non posso rinunciare.

la passione

paolo d’amico il signore del gusto Professionale, determinato, elegante, ma soprattutto appassionato. Sono queste le caratteristiche che descrivono perfettamente l’imprenditore Paolo D’Amico. Anche se nasce a San Giovanni Rotondo 40 anni fa da mamma pugliese e papà abruzzese, Paolo vive da sempre a Sulmona. Dopo gli studi in Ragioneria, si iscrive ad Economia del Turismo, ma nel frattempo inizia a fare i primi passi in azienda. Il papà Filippo è capo della storica impresa Reginella D’Abruzzo che opera nel settore lattiero e caseario da oltre un secolo. Seguono per Paolo anni di lavoro, molti dei quali trascorsi in produzione, «Perché è qui –afferma D’Amico– che ci si fà davvero le ossa». Nel 1991diventa amministratore delegato di Reginella D’Abruzzo, occupandosi prettamente del commerciale. Oggi, alla guida di quest’azienda, c’è un management giovanissimo. Paolo infatti ha anche due fratelli: Simone e Incoronata. Reginella D’Abruzzo è totalmente nelle loro mani. Simone ha 37 anni, è sposato, ha due figli e si dedica alla logistica e alla produzione. Incoronata ne ha 28. Incomincia a lavorare in azienda sin da piccolina insieme ai genitori. Dopo la laurea in Scienze della Comunicazione a Roma, ha frequentato un master presso la Business School del Sole 24Ore a Milano in “Gestione e strategia d’impresa”. Ora si occupa di marketing e comunicazione. Paolo è un imprenditore dinamico e concreto. Ama il buon cibo e stare con gli amici. Da chi lo conosce bene, è considerato soprattutto un uomo generoso e disponibile. Un vero e proprio gentiluomo. Elegante in tutto, anche nei più minimi particolari, riesce a infondere la stessa cura e attenzione anche sul piano lavorativo. Una dimostrazione di queste doti si ravvisa, per esempio, nel raffinato packaging dei suoi prodotti. Non ultima la dedizione alla vita associativa e lo spirito di aggregazione. Da diversi anni Paolo partecipa attivamente alle attività di Confindustria, ricoprendo la carica di consigliere per la territoriale della sua provincia e per la Camera di Commercio di L’Aquila.

Mi faccio coinvolgere da tantissime cose: musica, cinema e arte in generale. Ultimamente mi diletto a cucinare il pesce per gli amici. Non solo ci metto passione, ma lo trovo anche divertente.

l’hobby

Ne ho diversi. Uno su tutti la fotografia. Con gli anni l’ho un po’ trascurata, ma nella mia auto non manca mai la macchinetta. Adoro anche vedere film: sono un divoratore di dvd.

style

Mi piacciono le cose eleganti e raffinate. Ho il pallino per le cravatte. Ne possiedo davvero tante e di tutti i colori. Una vera e propria mania.

orologio

Su tutti scelgo Jaeger Le Coultre. Un orologio elegante, dalla finitura molto pregiata, ma nello stesso tempo, sportivo e dinamico.

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sommario _ anno 3° n°25 _ ottobre 2008

editoriale

9

Formazione, la chiave per essere competitivi

il punto

11

La politica scivola sul Centro Oli

confi... denzialmente

13

Nella prossima legislatura programmi concreti e verificabili

l’Abruzzo che produce

15

Una scommessa chiamata agricoltura

31

in primo piano Ud’A facoltà di Economia

16

L’innovazione dei processi operativi

Confindustria Abruzzo

18

Il senso di fare impresa in Abruzzo

azienda con il segno + reginella d’abruzzo

44

tematiche d’impresa ricerca& innovazione norme&leggi

54

20 Reginella d’Abruzzo alla corte del gusto

26 L’impresa familiare e il passaggio generazionale 31

Non aprite quella posta

marketing

35 Crm a misura d’azienda

sicurezza

39 La nuova disciplina per la gestione dei cantieri

tendenze& dati management

42 Qualità della vita, l’Abruzzo si divide 44 Da leader a coach

storie&persone gennaro strever

58

46 Gennaro Strever, costruttore di energia

credito&finanza bcc adriatico teramano tercas

50 L’immenso valore della responsabilità sociale 54 Tercas, voglia di shopping

incarichi&carriere antonio teti

azienda partner

66 duelelle cucine area legno languages for communication

74 6

informatiche, 57 Tecnologie la ricerca parla abruzzese

58 Due elle, la tua scelta in cucina 60 La casa è sempre più verde 62 Passaporto per il mondo


seminari&convegni riviera communications meeting rimini cdo

64 La Tv in onda sul telefonino 66 Fare impresa in compagnia

confindustria pescara g.i. confindustria chieti

71

Il tempo delle mail

90

74 A colloquio con il «saggio della politica»

eventi pescara 2009 patto territoriale chieti - ortona confindustria l’aquila proel

76 Giochi del Mediterraneo tra arte e sport 80 Strategie coordinate per il rilancio della regione 82 Con Bussola la competenza è certificata

brioni roman style

87 D’Annunzio, l’eleganza secondo Brioni

angelo barbarossa

& Sapone”: un successo basato 90 “Acqua su comunicazione e creatività

gpk

93 La GPK si tinge di verde

pasquale granatiero

95 «Il modello che ci ispira è Cipriani»

finanziaria 2009

98 Attenzione alla gestione degli immobili abitativi

provincia teramo hotel palace vasto luca verdecchia

98

85 Proel, stelle e strisce

103

100 Ai teramani piace lo shopping on line 103 Il paradiso del relax 107 Quella sera a casa di Luca

111

la vita è bella 114

passione motori

117

vizi di famiglia

119

divudi

121

tempo rubato

V8, la leggenda si rinnova Lo stile senza tempo di un Reverso Yuppi Du: il surreale è diventato reale Stupore e tremori

annata 123 un’ottima Ma quanto mi costi? con gusto 124 adagio «Voglio vivere del mio lavoro, non di contributi»

uscita di sicure a

113

Valentina, il piacere di mettersi in mostra

7



editoriale

Formazione, LA CHIAVE PER ESSERE COMPETITIVI

Q

uanto incide la formazione nella competitività delle piccole e medie imprese abruzzesi? Molto meno di quanto dovrebbe. Le imprese vi investono ancora troppo poco, frenate da vincoli e complessità burocratiche e prigioniere, in gran parte, di un circolo vizioso: operano su mercati locali e producono beni a bassa intensità d’innovazione, con conseguente bassa propensione all’investimento formativo; e nel contempo, impiegano una forza lavoro con titoli di studio medio-bassi ed hanno meno convenienze nell’investire in formazione. Rimangono così intrappolate in attività obsolete e poco competitive. Ora c’è un’opportunità da cogliere, in realtà ancora poco conosciuta. Da Fondimpresa -il Fondo interprofessionale per la formazione continua, gestito bilateralmente da Confindustria e da Cgil, Cisl e Uil- arrivano 60 milioni di euro per la formazione dei lavoratori, destinati soprattutto alle aziende fino a cinquanta dipendenti e con particolare attenzione all’innovazione di processo e di prodotto e all’aggregazione di imprese. Tommaso Di Rino _ direttore Il nuovo Avviso (2/2008), pubblicato sul portale www.fondimpresa.it, è destinato alla realizzazione di piani formativi territoriali o settoriali in tutto il territorio nazionale. Un’occasione da non sciupare per fare formazione gratuita, riappropriandosi di una parte dei contributi obbligatori che ogni impresa versa nelle casse dell’Inps. Il meccanismo è questo: per ricevere finanziamenti a sostegno della formazione continua dei propri dipendenti, ogni impresa può aderire a Fondimpresa (in Abruzzo lo hanno già fatto in 769). Con l’adesione, il Fondo apre un “conto formazione” aziendale, nel quale accantona una quota pari al 70% del contributo obbligatorio dello 0,30% sul monte salari che ogni impresa versa all’Inps, senza ricevere nulla in cambio. Questi accantonamenti restano invece a disposizione dell’impresa, che li può utilizzare per fare formazione, sulla base di accordi stipulati tra le parti sociali, presentando domande e progetti a Fondimpresa. Per la prima volta, con i Fondi interprofessionali, ingenti finanziamenti pubblici sono affidati direttamente alle parti sociali ed ai loro enti bilaterali; ne deve derivare una risposta concreta alle esigenze delle imprese e dei lavoratori, in termini di riduzione dei costi e di migliore programmazione e gestione degli interventi formativi. Due le scadenze per la presentazione delle domande: la prima copre il periodo compreso tra il 17 novembre e il 15 dicembre 2008, la seconda quello dal primo al 30 aprile 2009. Per ogni scadenza sono a disposizione 30 milioni di euro. È questo il secondo bando emanato nel 2008, che segue l’Avviso 1/2008 dedicato alle attività formative in tema di salute e sicurezza sul lavoro, per il quale sono stati stanziati 15,5 milioni di euro. Divengono così 75,5 milioni le risorse messe a disposizione da Fondimpresa nel corso del 2008. Ad oggi hanno aderito 58mila aziende, sono stati impegnati complessivamente 262 milioni di euro, sono stati coinvolti oltre 350mila lavoratori. Va ulteriormente migliorata la capacità operativa nello stanziamento delle risorse e nella gestione delle procedure. Michele Lignola, direttore generale di Fondimpresa, presentando il nuovo Avviso, ha assunto un impegno chiaro: «Siamo in grado di espletare le procedure di aggiudicazione dei bandi a soli tre mesi dalla presentazione delle domande». Per le PMI è il momento di fare il salto di qualità, l’investimento sul capitale umano ha un ritorno più immediato di quanto si pensi

direttore@abruzzoimpresa.it

9



il punto

La politica scivola sul centro oli L

a conclusione è ambigua ancorché scontata. Sul centro petrolchimico di Ortona, più che le istanze suggerite da una grande pianificazione, in un senso o nell’altro, hanno pesato l’umore elettorale e le migliaia di voti di un bacino non secondario, che nessuno ha intenzione di giocarsi in una specie di roulette russa. Se esistono implicazioni di natura economico sociale per l’intera regione, in un senso o nell’altro, queste appaiono del tutto irrilevanti, rispetto alla necessità populistica e demagogica della cosiddetta classe dirigente abruzzese, di continuare a perpetuare il proprio profitto, svendendo il futuro di tutti noi per le ricche poltrone. L’aver negato fino al prossimo 31 dicembre 2009 il permesso a costruire, esclusivamente per le industrie di idrocarburi presenti sul territorio, è l’ennesima dimostrazione di una politica da “furbetti del quartierino” che ha un solo scopo: oltrepassare indenne lo scoglio delle elezioni regionali di novembre. A noi si accontentano di lasciare il dubbio. I consiglieri regionali e i loro supporter hanno definitivamente detto no all’Eni e all’investimento di 600 milioni di euro in Abruzzo, o hanno definitivamente detto sì ad uno sviluppo fondato sulla salvaguardia dell’ambiente e di tutte le attività ad essa correlate come, ad esempio, l’agricoltura di qualità o il rafforzamento delle energie pulite e rinnovabili? Con il provvedimento varato dal Consiglio Mauro Di Pietro _ direttore editoriale Ecco Italia hanno certamente detto di voler stare con tutte le parti e con nessuna, riconfermando l’andamento altalenante degli Uffici tecnici della Regione che autorizzarono, più o meno due anni fa, nella stessa porzione di territorio, da una parte l’estrazione del greggio, dall’altra il varo del parco marino. Una simile spregiudicatezza verso i seri problemi di sviluppo di questa regione ci atterrisce e condiziona profondamente perché, diversamente da quel che si intende nelle aule regionali, per l’imprenditoria la pianificazione è cruciale. In tal senso il rapporto leale e trasparente con la politica, cui spetta il sommo compito di programmare la crescita del territorio e delle sue classi sociali, è altrettanto nodale. Se invece accade che il Governo regionale persegua comportamenti di comodo, con una operatività da distributori di mance, mimando un trasversalismo che ha finito per destabilizzare il sistema dei controlli -il disastro della sanità ne è un esempio- come si può pensare di sedersi seriamente attorno ad un tavolo e parlare di sviluppo, di ricerca, di innovazione, di competitività, di attrazione di imprese? Il Centro oli di Ortona calza perfettamente con quella partita di attrazione degli investimenti, iniziata e finita come tante altre in Abruzzo, proprio a causa della poca chiarezza dei programmi, delle intenzioni, degli obiettivi che le parti si ponevano. Non sono bastati trent’anni e più di Regione per far acquisire alla classe politica e dirigente abruzzese una vera levatura da pianificatori. Decidere di non decidere avrà la sua convenienza elettorale, ma lo scenario economico ha posto fine all’epoca dell’indeterminatezza. Mai come in questo momento c’è bisogno di idee chiare e di programmare l’identità di un modello di crescita e sviluppo. Lavarsi le mani alla Ponzio Pilato serve a poco, specialmente quando sono sporche e bucate maurodipietro@eccoitalia.it

11



confi... den ialmente

NELLA PROSSIMA LEGISLATURA PROGRAMMI CONCRETI E VERIFICABILI

A

lla ripresa autunnale lo scenario che si presenta non è dei più incoraggianti: congiuntura internazionale non favorevole, crisi finanziaria senza precedenti, stagflazione, competizione economie asiatiche, costo materie prime ed energetiche. A ciò si aggiungono i deficit politici amministrativi oltre che infrastrutturali propri, purtroppo, del nostro Paese. In Abruzzo la situazione è poi ancora più preoccupante. La Regione è ancora sconquassata da una vicenda giudiziaria che ha travolto una importante fetta della sua classe politica e dirigenziale e dal conseguente avvio di una fase di incertezza ed emergenza istituzionale senza precedenti, con gravi ripercussioni sull’economia della regione. In questo clima ci si avvia ad andare al voto anticipato, fissato per il 30 novembre e 1° dicembre prossimi, per eleggere quello che sarà il nuovo Governo regionale. Il fatto che si vada a votare subito e senza rinvii è estremamente positivo: l’Abruzzo ha bisogno di un Governo in grado di dare le giuste risposte ai problemi della Regione, alle esigenze del Territorio, alle domande poste dalla società civile. La questione è, soprattutto dopo quanto successo, capire se la classe politica vorrà e sarà capace finalmente di compiere quello scatto di responsabilità e di orgoglio, oltre che di intelligenza politica e morale, necessario e da tutti richiesto, tale da rifuggere tatticismi politici, personalismi e interessi Giuseppe D’Amico _ direttore Confindustria Abruzzo di parte, per concentrarsi sui problemi concreti da risolvere, che sono tanti e gravi. In questa logica chiunque andrà a governare la Regione, assumendosi le responsabilità necessarie e non più rinviabili, dovrà prendersi a cuore la situazione veramente difficile che l’Abruzzo sta attraversando. Non sarà facile per nessuno, neanche per chi sarà all’opposizione: ognuno dovrà fare la sua parte responsabilmente, e non solo la classe politica, ma anche quella economica, sociale e civile. Quanto detto può sembrare banale o illusorio, ma la situazione è veramente ormai insostenibile e quanto è recentemente accaduto in Abruzzo lo dimostra chiaramente. Occorre ora un cambio di passo. La prossima legislatura dovrà definire un crono programma chiaro, preciso, concreto e verificabile nei tempi, con interventi che comincino a dare risposte ai problemi più impellenti, quali quelli della sanità e del deficit di bilancio, evitando ad ogni costo l’introduzione di ulteriori nuove tasse. Ma la sanità non può essere motivo per non definire, come successo nella legislatura appena conclusa, tutti gli altri interventi di cui l’Abruzzo necessita. A cominciare da una convinta riforma degli innumerevoli enti e società facenti capo alla Regione o alla sua competenza legislativa, che costituiscono sicuro motivo non solo di sperpero di denaro pubblico ma anche, in molti casi, di inefficienza amministrativa e gestionale. Questo aspetto riguarda particolarmente alcuni enti di programmazione economica del territorio come i Consorzi ed i Distretti Industriali, per i quali, giustamente, viene richiesta una riforma organica complessiva che ne ridefinisca competenze, ruoli e gestione, nell’ambito di una riforma più ampia riguardante una gestione unitaria a livello regionale delle azioni mirate allo sviluppo del territorio e delle relative norme urbanistiche, delle infrastrutture materiali ed immateriali, dei servizi alle imprese, di adeguate iniziative di marketing territoriale, internazionalizzazione, ecc.. Ciò, oltre ad essere fondamentale dal punto di vista delle strategie da perseguire, ridurrebbe dal punto di vista gestionale costi ed inefficienze. Proposte in tal senso vengono avanzate da tempo dalle imprese e dalle parti sociali, ma finora non si è mai voluto dare risposta alle richieste formulate perché, intervenire per la razionalizzazione gestionale, finanziaria e funzionale di determinati enti significherebbe dover rinunciare alle vetuste logiche di spartizione, purtroppo reali, della politica. Rinunciare a queste logiche per il bene collettivo sarà un banco di prova per un nuovo modo di fare politica e di governare

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ubicazione: • nel Comune di Città Sant’Angelo • a 8 km da Pescara

descrizione: • capannoni per commercio all’ingrosso, moduli da 634 mq a 10.000 mq

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centro servizi: • sportello bancario • bar e ristorante • sala conferenze • uffici


l’Abruzzo che produce

UNA SCOMMESSA CHIAMATA AGRICOLTURA L’

agricoltura è sicuramente il settore che, più di ogni altro, ha contribuito ad esportare l’immagine del territorio regionale oltre i confini nazionali. Non è un caso se, quando si parla dell’Abruzzo, si pensa prima di tutto ai suoi prodotti tipici: ai vini principalmente, ma anche alle altre eccellenze alimentari che riflettono da sempre la nostra economia e, più di ogni altra cosa, hanno contributo a farci conoscere nel mondo. Voglio però ricordare che l’agricoltura abruzzese non ha solo un ruolo puramente economico, su cui comunque bisogna ancora e maggiormente investire, ma un importante valore sociale. Basta pensare ai tanti paesi di montagna che sono riusciti a sopravvivere evitando lo spopolamento grazie all’attività agricola o al crescente interesse dei consumatori verso la produzione dei prodotti tipici. Quando oggi parliamo di agricoltura, non parliamo infatti della semplice attività di produzione ma di un’offerta di servizi che hanno come obiettivo la tutela dell’ambiente, la sicurezza alimentare, la promozione di un intero territorio. A livello di produzione, l’agricoltura abruzzese è caratterizzata da diversi comparti produttivi, e sarebbe improprio identificarla solo con uno di questi. La viticoltura resta sicuramente la realtà principale e trainante, ma vanno ricordate anche l’oliMichele Errico vicoltura, la cerealicoltura (anche se non sufficientemente valorizzata dalla locale direttore regionale Coldiretti industria di trasformazione), l’orticoltura e le produzioni zootecniche. Ritengo che su di essi sia necessario investire intelligentemente e attraverso le giuste sinergie. Sono infatti fortemente convinto che l’agricoltura non abbia bisogno di valorizzazione, ma di promozione. E per promozione intendo quell’attività che permette ad un prodotto, ad un settore o ad un territorio, di essere conosciuto per le caratteristiche intrinseche. Intendo una promozione che, capace di coinvolgere tutti i soggetti chiamati allo sviluppo dell’economia, punti ad un’attività coordinata e sinergica tra gli enti: Arssa, Camere di commercio, Comuni, Province, consorzi e associazioni. Credo che tutta l’agricoltura abbia bisogno di puntare su una nuova progettualità, che al di là degli investimenti sia indirizzata ad azioni coordinate mirate allo sviluppo complessivo dell’economia. In tal senso, lo sviluppo futuro del settore dipenderà per gran parte dall’attenzione che il mondo politico, le istituzioni e i cittadini anche nella loro veste di consumatori rivolgeranno ad esso. Da parte sua, la Coldiretti ha sempre lavorato per tutelare gli interessi degli imprenditori agricoli senza dimenticare le esigenze della società civile, ed è per questo che preferiamo considerarci forza sociale, non semplice sindacato. Un altro fattore che mi preme inoltre sottolineare riguarda i giovani, che la nostra organizzazione ha cercato di coinvolgere per un rilancio del settore. Negli ultimi anni il numero dei giovani imprenditori è cresciuto, ed è cresciuto anche l’interesse tra persone che non hanno origini contadine. Questo è un aspetto molto importante, che fa riflettere su come sia cambiato il modo di considerare l’agricoltura. Ma in proposito va detto che gestire un’azienda agricola è molto più impegnativo di come sembra. Ci vogliono impegno, inventiva e capacità di cogliere le opportunità di cambiamento. E soprattutto ci vuole, lo voglio ricordare, la pazienza di aspettare anche anni prima di raccogliere i primi importanti frutti del proprio lavoro

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in primo piano » di Anna Morgante

L’INNOVAZIONE DEI PROCESSI OPERATIVI I nuovi modelli di management pongono al centro dell’attenzione non la ricerca della massima efficienza di singole risorse, ma la prestazione complessiva del sistema produttivo

11a e ultima parte

I

modelli organizzativi tradizionali si sono dimostrati efficaci finché le condizioni ambientali stabili permettevano lo sviluppo di processi semplici facilmente modellizzabili e controllabili. Inoltre il focus sull’efficienza e sulle strutture portava le imprese a considerare il tempo di risposta agli stimoli dell’ambiente come un vincolo. All’aumento della turbolenza ambientale si è accompagnata una crescente complessità dei processi, legata all’espansione tecnologica dei prodotti e dei processi, all’ampliamento della gamma e della personalizzazione dei prodotti. Un esempio è l’integrazione delle tecnologie meccaniche, elettroniche ed informatiche, nel settore automobilistico. In fase di espansione della base tecnologica e di crescita del grado di specializzazione dei prodotti, si ha che per mantenere elevati i livelli di efficienza locale dei processi, occorre specializzare maggiormente il lavoro, aumentando il numero delle attività elementari e competenze specifiche necessarie per realizzare

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Ud’A facoltà di Economia

il prodotto servizio (aumento della task specialization). L’aumento della turbolenza ambientale sposta, sul tempo complessivo di un processo, le strategie competitive e, di conseguenza, le strutture organizzative tradizionali perdono efficacia. Le imprese possono reagire agendo su tre dimensioni di intervento: a) deverticalizzazione del processo; b) semplificazione del prodotto e del processo; c) miglioramento del coordinamento e dell’integrazione. La deverticalizzazione del processo comporta la cessione a terzi di parte delle attività svolte all’interno dell’impresa, accorciando la catena operativa interna. I rischi connessi alla deverticalizzazione sono la perdita del controllo di attività strategiche e centrali del business e la trasformazione dei problemi di integrazione interna in problemi di integrazione esterna con i fornitori. Secondo Blaxill e Hount (1991) per aumentare la flessibilità delle imprese non basta la terziarizzazione dei processi, ma è necessaria la progettazione di un processo di trasformazione altamente integrato lungo tutta la filiera di imprese che concorrono alla fornitura dell’output finale. La semplificazione dei prodotti e dei processi, su cui si sono concentrate le maggiori innovazioni gestionali degli ultimi dieci anni (Just in Time e Total Quality Control), riguarda la riduzione del numero delle parti che compongono un prodotto (attraverso la standardizzazione e la modularizzazione) oppure la riduzione del numero dei fornitori che può comportare

la semplificazione dell’oggetto informativo nel processo di gestione e ricevimento degli ordini di acquisto. La semplificazione del processo si può ottenere ricorrendo all’automazione: così i sistemi CAD permettono di mantenere il lavoro il più possibile indiviso, aumentando la capacità di svolgere diverse operazioni da parte dello stesso operatore. I due tipi di intervento sopra descritti non sono sufficienti a riportare la rapidità di risposta effettiva dei processi, almeno a livello della rapidità imposta dalle mutate condizioni ambientali. Per raggiungere questo obiettivo la prima azione posta in essere è stata quella di elaborare modelli CIM partendo dall’assunto che per abbassare i tempi di coordinamento non era sufficiente automatizzare gli scambi informativi del processo. In pratica l’esistenza di informazioni non strutturate e non informatizzabili, hanno avuto l’effetto di rallentare i processi, nonostante la velocizzazione degli scambi informativi strutturati. Inoltre, poiché i processi e le strutture esistenti erano assunti come dati, i modelli CIM tradizionali hanno avuto l’effetto di irrigidire i processi stessi. Da ciò è conseguito che la capacità di risposta alle perturbazioni ambientali di grande portata è stata ulteriormente rallentata. Acquisita la consapevolezza che il modello organizzativo tradizionale non era più efficace e che non era più sufficiente operare tramite l’automazione dei processi, si è provveduto a modificare il modello organizzativo per adattarlo al nuovo contesto ambientale. Questo approccio assume come ipotesi di base che ad ogni contesto ambientale corrisponde una forma organizzativa e costituisce la base per la realizzazione dell’integrazione per processi (process integration). Integrare per processi significa orientare la progettazione organizzativa dalle strutture ai processi, al fine di migliorare congiuntamente diverse performance di processi stessi. Con questo tipo di intervento si ricerca il miglioramento congiunto di una pluralità di obiettivi concentrando l’attenzione sui processi e sulle interdipendenze di attività. La riduzione del lead-time complessivo, che è posto al centro dell’azione, richiede l’abbandono della configurazione sovraspecializzata, che nasceva dall’ottimizzazione dell’efficienza locale in termini di costo, e la ristrutturazione dei processi al fine di realizzare un più opportuno livello di specializzazione orizzontale del lavoro. L’integrazione per processi agisce sulla struttura logica del processo, riprogettandolo in termini di oggetto che lo attraversa, sequenze di attività, tecnologia, interdipendenze. Questo insieme di interventi, indicato con Business Process Reengineering (BPR), comprende anche le azioni di semplificazione del prodotto e del processo. Adottare una logica di approccio per processi, significa essere consapevoli che non ha senso ottimizzare funzioni aziendali in quanto tali, ma occorre innanzitutto individuare i processi di business che si vogliono migliorare (ad esempio: migliorare gli acquisti significa migliorare il processo di approvvigionamento e non l’ufficio acquisti)

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in primo piano » di Sergio Galbiati

IL SENSO DI FARE IMPRESA Per stimolare la crescita della Regione e delle sue attività imprenditoriali è necessario «creare significati», condividere valori comuni, adottare un piano strategico di interventi sostenuto dall’impegno di tutti

L

o studio Doing Business della World Bank, che considera le difficoltà e le agevolazioni di fare impresa in 155 Paesi, parla chiaro: l’Italia si trova al 53^ posto in classifica in termini di capacità di fare business, subito dopo la Mongolia e molto più indietro della Lituania e del Sud Africa. Che cosa ci manca per sviluppare le capacità di fare business e per attrarre investimenti esteri? È su questo punto che vorrei concentrare la mia riflessione. Da un lato esistono elementi oggettivi con i quali fare i conti, ovvero: elevati costi di avvio delle imprese (uno start-up in Italia costa 11 volte di più di quanto non costi in Francia), bassa flessibilità del nostro sistema lavorativo, sia in ingresso che in uscita, pressione fiscale molto più pesante rispetto alla media dei paesi OCSE e lentezza burocratica che ormai sembra far parte del DNA del nostro Paese. Tuttavia vorrei approfittare di questo spazio per concentrarmi su altri aspetti. Ritengo infatti che nella nostra Nazione esistano

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elementi intangibili, culturali che rendono tale sfida ancora più difficile e per questo affascinante. In altre occasioni mi è capitato di riflettere sulla sindrome italiana dello “scegliere di non scegliere”. Ovvero l’incapacità, tipica italiana, di saper prendere le decisioni in anticipo, di saper programmare per tempo, come se il fatto di non scegliere fermasse anche il mondo intorno. Al contrario i fatti accadono, il mondo non si ferma, col risultato di essere sempre impreparati a fronteggiare emergenze e crisi che invece potrebbero essere evitate. E così, un giorno ti svegli e ti accorgi che tra tutti gli Stati appartenenti all’OCSE peggio di te c’è solamente la Grecia. Il dibattito allora si concentra sul come fare per risollevarsi, sul come “rinascere”, sul come intervenire senza che nessuno si chieda cosa abbiamo fatto per evitare che ciò avvenisse, dove ha sbagliato il piano, quali sono state le decisioni (o non decisioni) errate. In altre parole ci si concentra sempre su come risolvere il problema e mai su come evitare che si manifesti. Senza considerare che, la manifestazione del problema è il più delle volte la punta visibile di un iceberg ben più profondo. E allora su quale leva dobbiamo contare per fare impresa? Cosa ci serve per stimolare la crescita dell’Abruzzo e delle sue imprese? La risposta a mio avviso è una sola: “capire” quale è il senso, quale è il progetto, il perchè e dietro quali valori le persone e le loro aspirazioni si uniscono in organizzazioni ed operano in un territorio. Territorio, appunto, inteso come ecosistema in cui le persone realizzano il senso della propria vita. Il senso di fare impresa in Abruzzo necessita della creazione di significati, ovvero di trasformare dei significanti (più volte dichiarati) in significati. Qualunque cosa, qualunque significante, compreso lo spirito imprenditoriale, “esiste” solamente perché qualcuno gli attribuisce un significato, un senso appunto. A mio avviso il senso di fare impresa in Abruzzo deve essere la naturale, non razionale, spinta delle persone a sentirsi organizzazione “territoriale” con un denominatore di valori non negoziabili, che trascende i motivi di divisione. È questo il senso profondo, da condividere necessariamente con gli attori in gioco.


Confindustria Abru

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«Il significato è solo un sasso in bocca al significante» diceva Lacan, per fare in modo che non sia così è necessario unire i campi di esperienza degli attori istituzionali ed imprenditoriali e generare la comprensione e la condivisione del senso oltre che la creazione di valore. Solo a questo punto si può essere intransigenti verso chi questo senso lo tradisce. L’Abruzzo, le sue persone, le sue istituzioni e le sue imprese hanno recepito il senso di sentirsi organizzazione “territoriale”, ispirate da valori non negoziabili? È questo ciò di cui la Regione ha bisogno per crescere. Senza il senso, non c’è infrastruttura, aiuti di stato e paradiso fiscale che tenga. L’Abruzzo oggi non ha assorbito questi concetti: è responsabilità dei leader favorirli. Personalmente sono poco fiducioso nei confronti del futuro, perchè vedo le avanguardie sempre più popolate da persone senza senso. Serve una guida che abbia il senso del senso e lo sappia testimoniare; un team di leader guardando il quale ogni uomo o donna di buona volontà possa sinceramente dire a se stesso: magari non mi piace tutto ciò che dicono e vogliono fare, ma queste persone saranno con noi nel successo e nell’insuccesso e non usciranno più ricchi da questa impresa, se non di umanità e di orgoglio. Sulla scia di queste riflessioni Micron Italia ha costituito la Fondazione Mirror per l’Impresa della Conoscenza con lo scopo di sostenere la crescita del territorio, attraverso la creazione di un piano strategico “sensato” e la realizzazione di interventi e progetti nei settori formazione, neo-impresa, sviluppo sostenibile, energia, agroindustria e sistema culturale. Da tre anni la Fondazione Mirror è a fianco delle imprese e delle istituzioni abruzzesi che hanno raccolto la sfida di lavorare per progettare la crescita del territorio, insieme al territorio. Un piano strategico che necessita sempre più della condivisione e dell’impegno di tutti gli attori in gioco, di una “scelta” fatta per tempo. Se non lo facciamo noi è molto probabile che non sarà fatto

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» di Eleonora Lopes

Reginella d’abruzzo alla corte del gusto Il caseificio della famiglia D’Amico di Sulmona produce le celebri mozzarelle dagli inizi del ‘900. Oggi al timone della storica azienda la quarta generazione con Paolo, Simone e Incoronata che hanno saputo unire tradizione ed esperienza a modernità e tecnologia

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on è solo una mozzarella. Non si tratta solo di prodotti caseari. Dentro c’è un mix di storia, passione e genuinità che solo l’Abruzzo riesce ad infondere. Tutto questo è Reginella D’Abruzzo che oggi, a cento anni di storia, trae forza e successo da tre giovani imprenditori: Paolo, Simone e Incoronata. La sua epopea si lega alla vita della famiglia D’Amico e del suo fondatore Venanzio, che agli inizi del secolo cominciò ad operare nella pastorizia diventando un piccolo produttore di formaggi freschi e stagionati. Ben presto trasmise arte e passione al figlio Paolo che nel 1947, affiancato dai figli Filippo, Mario, Angelo e Salvatore, si trasferì in Puglia dove fondò l’azienda casearia “Paolo D’Amico&Figli”. Nel 1963 Filippo torna in Abruzzo e precisamente a Sulmona. Nasce così l’azienda casearia Reginella d’Abruzzo che prende il nome dalla pregiata qualità del prodotto. Da allora una sola costante accompagna la loro attività: la ricerca spasmodica dell’alta qualità, rivelatasi poi la mission aziendale. Oggi l’intero stabilimento è nelle mani di tre fratelli che apparten-

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» foto di Andrea Straccini


la quarta generazione di Reginella d’Abruzzo: Incoronata, Simone e Paolo D’Amico

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l’arte della lavorazione della treccia

un particolare del packaging dei prodotti Reginella

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un’altra fase della lavorazione della treccia

gono alla quarta generazione. Sono stati in grado, nonostante la loro giovane età, di affiancare all’abilità artigianale e all’arte dei maestri casari, la voglia di crescere e di innovarsi per passione. Paolo, l’anima dell’azienda, è l’amministratore delegato e si occupa del commerciale. Simone è impegnato nella produzione e nella logistica. Incoronata nel marketing e nella comunicazione. Ogni giorno nell’impresa di Sulmona si lavora il latte proveniente dai pascoli vicini, si producono mozzarelle fresche, scamorze passite e affumicate, formaggi tipici. E ancora giuncatine e ricotta, sia da libero servizio che da gastronomia. Gli ingredienti che danno sapore a questi gustosi alimenti sono il legame con il territorio, la maestranza e l’arte della lavorazione del latte, ereditata dalle generazioni passate. Sulla base della tradizione vengono pensati e realizzati articoli innovativi e versatili dal packaging accattivante, creativo e raffinato. Attualmente Reginella d’Abruzzo commercializza più di 30 prodotti, ideati e confezionati tutti nel sito di Sulmona. L’azienda impiega, tra dipendenti diretti e indiretti, circa 40 unità lavorative, tutti giovani al pari del suo management, con un fatturato di circa 7 milioni di euro. La distribuzione degli articoli marchiati Reginella, raggiunge l’Abruzzo, le Marche, il Lazio, l’Umbria, l’Emilia Romagna, la Lombardia e la Toscana. In futuro sono previste altre regioni del Nord Italia e i mercati esteri. Senza trascurare gastronomie specializzate, catering e mense. Prodotti che campeggiano sui banchi frigo delle più importanti catene della grande distribuzione organizzata: Auchan, Sma, Gs, Crai, Conad, Coop, Dimeglio, Finiper,

» foto di Andrea Straccini e concesse da Reginella d’Abruzzo


il sito produttivo di Sulmona

Sidis, Sigma, Sisa, Standa, Billa, Gruppo Gabrielli e molti altri. Da sempre genuinità e rispetto per l’ambiente sono temi molto cari alla famiglia D’Amico. Infatti, l’intera struttura è totalmente immersa nel verde tra i celebri parchi d’Abruzzo. Non a caso, il claim aziendale è “I latticini della regione verde d’Europa”. Un esempio concreto di come il territorio può rappresentare un valore tangibile per il consumatore. Tutte le attività avvengono nel pieno rispetto dei rigorosi standard qualitativi imposti dalle normative europee con le certificazioni ISO 9001:2000 e BRC FOOD. Reginella d’Abruzzo rappresenta l’emblema dell’azienda abruzzese che contribuisce allo sviluppo del mercato e diventa un illustre rappresentante del Made in Italy. Il suo obiettivo sarà quello di far scoprire, oltre i confini nazionali, la qualità e l’eccellenza del proprio prodotto.

la marchiatura a fuoco del tipico caciocavallo Reginella e la stagionatura delle scamorze l’antica lavorazione della filatura e, a destra, Filippo D’Amico mentre riceve il prestigioso Mercurio d’oro

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A TU PER TU CON PAOLO D’AMICO AMMINISTRATORE DELEGATO REGINELLA D’ABRUZZO A 24 anni era già amministratore delegato della sua azienda. Cosa vuol dire essere un giovane imprenditore? «Guidare un’azienda oggi significa far leva sulla creatività. Mettersi in gioco quotidianamente e trasmettere a chi ti sta affianco la tua passione. Un impegno assai complesso, ma affascinante. Ogni giorno ti misuri con te stesso. In ogni caso ci tengo a dire che io ho iniziato a fare i primi passi in azienda sin

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da ragazzino. Mi sono fatto le ossa in produzione, a stretto contatto con i miei dipendenti, un bagaglio di esperienze che ha un valenza fondamentale». La vostra è un’impresa che ha più di un secolo di storia… «L’insegnamento di mio padre e di mio nonno, che è poi il vero segreto che ci tramandiamo da generazioni, punta sulla passione per il proprio lavoro e lo spirito di sacrificio che non devono mai

venire meno. Il passaggio generazionale è di per sé una fase molto delicata. E ammetto che all’inizio non è stato facile, ne per me, ne per i miei fratelli. Nostro padre ci ha lasciati abbastanza liberi e noi abbiamo imparato a misurarci con i nostri errori. È normale che spesso le nostre idee non coincidano con le sue. Ma sono convinto che lui è orgoglioso del nostro lavoro e della trasformazione che l’azienda ha subito da quando siamo subentrati io, Simone e Incoronata». Qual è la chiave del vostro successo? «Il territorio, le origini, e soprattutto la qualità dei nostri prodotti. Questo è il nostro know how, che cerchiamo comunque di migliorare, puntando sulle risorse umane e sull’innovazione. A testimonianza della nostra professionalità, c’è anche il celebre premio “Mercurio d’Oro” ricevuto da mio padre nel 1974. Un altro punto a nostro vantaggio è stato quello di raggiungere il giusto equilibrio tra l’esperienza dei predecessori e la necessità di modernizzazione. E poi c’è il valore del brand che è fondamentale, e che deve rispecchiare l’azienda. Il brand è fatto di persone. E le persone decretano il successo di un’iniziativa al pari della qualità dei prodotti. Questa è la mia convinzione». Crede nelle collaborazioni tra impresa e università? «Dovrebbe essere un binomio lavorativo imprescindibile. Ma con rammarico dico che non è sempre così. Nel mondo imprenditoriale di oggi, per essere competitivi, è necessario investire su un capitale qualificato e competente, qualità che l’università da sola non può trasmettere. Teoria e pratica devono andare di pari passo. Noi già da tempo, abbiamo iniziato una collaborazione con la facoltà di Ingegneria Ge-


stionale dell’università del L’Aquila. Con l’ausilio del professor Luciano Fratocchi, ospitiamo gli studenti in azienda, con il fine di sperimentare con loro nuove tecnologie e nuovi studi dei prodotti». Ci parli della richiesta del riconoscimento IGP per la scamorza d’Abruzzo… «È molto difficile risalire con esattezza alle origini della lavorazione della scamorza d’Abruzzo. Un prodotto antichissimo che negli anni ha subito diverse modifiche a partire dal nome. Proprio per questo, con la Camera di Commer-

cio dell’Aquila, ho deciso di avviare un iter procedurale per la richiesta dell’IGP (indicazione geografica protetta), per la scamorza d’Abruzzo. In questo modo si conferirebbe il giusto riconoscimento ad uno dei prodotti più rappresentativi e gustosi della nostra regione». … E per il futuro? «Reginella d’Abruzzo rappresenta la sintesi perfetta tra l’esperienza del passato e la tecnologia del presente. Ma questo non basta. Lo scenario attuale dell’economia ci costringe ad essere più competitivi. Ci stiamo concentrando sul consoli-

damento dell’azienda e stiamo progettando un restyling aziendale che prevede l’ampliamento del nostro sito produttivo. Abbiamo anche intenzione di realizzare un ampliamento nella gamma dei nostri prodotti. Ed estendere la vendita ai mercati esteri. E ancora vogliamo diversificare la nostra attività, puntando su qualcosa che valorizzi il nostro territorio e il turismo. Esiste un progetto. Ho da poco rilevato un’azienda agricola…il resto lo scoprirete con il tempo»

Paolo D’Amico, buon sangue non mente » di Antonio Cappelli, direttore Confindustria L’Aquila

Paolo D’Amico è alla guida di Reginella d’Abruzzo, una delle aziende che danno più lustro alla regione verde d’Europa. Subentrato al padre Filippo –che nel 1963 aveva fondato l’azienda casearia– dal 1991 è a capo dell’impresa di famiglia, da lui trasformata in un’attività industriale di successo. Se è dagli anni Ottanta che Reginella d’Abruzzo è associata a Confindustria L’Aquila, è da almeno un decennio che Paolo D’Amico fa parte del suo direttivo, profondendo un impegno costante per tutelare gli interessi, ascoltare le istanze e gestire le esigenze soprattutto degli imprenditori della valle Peligna, di cui egli stesso è originario e dove è impiantata la sua azienda. Tra i progetti più apprezzabili realizzati con il suo beneplacito, è da menzionare quello che favorisce l’incontro tra gli studenti delle Scuole Secondarie Superiori e il mondo dell’impresa: un momento di avvicinamento per i giovani studenti e la realtà imprenditoriale. Una cultura mostrata anche attraverso la sua concretezza, grazie agli stage cui gli studenti hanno partecipato, tutti in aziende del territorio peligno. È dal 2004, invece, che Paolo D’Amico è componente di Giunta della Camera di Commercio dell’Aquila, delegato da Confindustria L’Aquila. Un ruolo impegnativo tramite cui si adopera ai fini di una valorizzazione dei prodotti tipici del territorio, un territorio di cui

mettere in luce bellezze e nobiltà, esaltandone le produzioni più esemplari. E proprio in questo ambito sta portando a termine l’iter procedurale per il riconoscimento del marchio IGP alla scamorza d’Abruzzo, progetto di cui è partner Dintec – ovverosia il Consorzio per l’Innovazione Tecnologica, una società consortile tra Unioncamere (Unione Italiana delle Camere di Commercio) ed Enea (Ente per le Nuove tecnologie, l’Energia e l’Ambiente). Oltretutto D’Amico, efficiente ed industrioso, si è adoperato affinché le aziende speciali – ormai un vero braccio operativo per le Camere di Commercio - Ispof ed Iaq venissero riunite, tramite fusione, sotto l’egida di un’unica azienda speciale, l’”Agenzia per lo sviluppo”, dedicata a promuovere, tutelare e migliorare le attività dell’ente camerale. Altra area associativa di cui D’Amico è partecipe, è quella del Gruppo giovani regionale di Confindustria Abruzzo, che vede tra i suoi scopi quello di sensibilizzare la società al mondo dell’impresa, promuovendo la cultura imprenditoriale come fattore di sviluppo basilare per la società stessa, indicando nell’imprenditore una figura di rilievo e di responsabilità. A far parte ora del Gruppo giovani di Confindustria L’Aquila è Incoronata, sorella di Paolo, membro della Commissione Nazionale Politica e Sviluppo d’Impresa e tra gli organizzatori della Settimana della cultura d’Impresa. Buon sangue non mente.

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ricerca&innova ione » di Andrea Prencipe e Francesca Masciarelli

L’IMPRESA FAMILIARE E IL PASSAGGIO GENERAZIONALE Una ricerca condotta su aziende abruzzesi mette in luce l’importanza del capitale umano e sociale nella successione da padre a figlio

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e imprese familiari rappresentano una forma organizzativa ampiamente diffusa nel panorama economico mondiale. La letteratura evidenzia che più dell’80% di tutte le attività negli Stati Uniti sono di proprietà familiare, con un incidenza sul prodotto interno lordo pari a circa il 50%. La caratteristica peculiare delle imprese familiari è il passaggio generazionale, processo di cambiamento complesso e rischioso. Precedenti studi hanno dimostrato che solo una percentuale molto bassa di imprese familiari sopravvive al primo passaggio generazionale e molte di esse falliscono appena la seconda generazione prende il controllo. Ciò è particolarmente preoccupante, considerando che la maggior parte delle imprese familiari nel prossimo decennio sarà interessata dal processo di successione. L’analisi della letteratura rileva la mancanza di una attenzione

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ricerca&innova ione

relativa al ruolo del «capitale sociale» (l’insieme delle risorse radicate nelle relazioni individuali) e del «capitale umano» (risultato della formazione formale, esperienza e learning by doing acquisiti nel tempo) dell’imprenditore in carica e del successore nel determinare le caratteristiche della successione. Chi scrive ha condotto una ricerca focalizzata su 6 imprese localizzate in Abruzzo. Dai dati raccolti si evince che la motivazione, che spinge gli imprenditori a restare molto tempo a capo della propria impresa, è soprattutto di natura psicologica. Dai soggetti intervistati è emerso che gli imprenditori in carica hanno la tendenza a restare nell’impresa per un periodo molto lungo e difficilmente sono disposti a lasciarla, nonostante il piano di successione lo preveda. Le competenze e le capacità mostrano leader costantemente presenti nell’impresa della quale hanno una «conoscenza tanto profonda da non necessitare delle informazioni formali», come uno degli intervistati ha sottolineato. Capitale umano e passaggio generazionale. Le doti del capitale umano del successore sono ritenute, in tutte le imprese intervistate, un requisito importante per l’ingresso in azienda e per la posizione che il successore andrà a ricoprire. Questo si inserisce in un contesto dove tutti i componenti della famiglia ricoprono ruoli chiave nell’impresa. È emerso, inoltre, che il problema della mancanza iniziale di esperienza è risolto attraverso la fase

di affiancamento del successore da parte di un responsabile della funzione e dalla supervisione costante dei leader uscenti. Un dato negativo che emerge dal nostro studio è che nessun successore ha trascorso un periodo formativo in altre imprese o avuto esperienze di lavoro all’estero. In realtà, questo tipo di esperienza, potrebbe costituire un importante arricchimento nella formazione del successore, aiutandolo ad accrescere il suo bagaglio di conoscenze. Capitale sociale e passaggio generazionale. Le capacità relazionali rappresentano un asset importante per la vita dell’impresa, che ha la caratteristica di accumularsi nel tempo e di essere difficilmente trasferibile alle generazioni successive. In tutti i casi analizzati, l’imprenditore in carica ha scelto il suo successore e definito il piano di successione stabilendo la sua articolazione, la durata ed i tempi e le modalità di inserimento di questo in azienda. Gli imprenditori mostrano estrema attenzione nel coinvolgimento della famiglia nelle scelte che accompagnano il processo di successione; non si rileva alcun coinvolgimento attivo di manager e dipendenti esterni alla famiglia. In tutte le imprese studiate emerge chiaramente che i manager e i dipendenti esterni alla famiglia subiscono il processo di successione, senza poterlo influenzare in alcun modo, con la conseguente perdita di un utile apporto in termini di informazioni e competenze da parte di persone che conoscono bene le

dinamiche dell’impresa. La gestione totalmente interna alla famiglia di questo processo rappresenta un indubbio momento di debolezza dell’impresa familiare in Abruzzo. I nostri dati mostrano la necessità avvertita da parte dei successori di riuscire a creare un network di relazioni che possa evitare ed eventualmente superare i conflitti e le gelosie che inevitabilmente si creano con l’inserimento nell’impresa in posizioni chiave. Le nuove relazioni con gli stakeholder, anche se parzialmente influenzate dal capitale sociale del precedente imprenditore, sono essenzialmente individuali e si costruiscono in modo progressivo e graduale. Pertanto, nel caso il cui la successione avvenga in maniera improvvisa, i successori hanno maggiori difficoltà. La capacità dei successori nel creare e gestire il network di relazioni con gli stakeholder è considerata una delle determinati di una successione efficace. In conclusione, i risultati della nostra ricerca evidenziano che il capitale umano ed il capitale sociale dell’imprenditore e del suo successore possono avere un effetto positivo sul processo di successione. Tuttavia, alcuni aspetti del capitale umano e sociale dell’imprenditore possono condizionare negativamente il processo di successione. Pertanto, gestire capitale umano –attraverso percorsi formativi ad hoc– e capitale sociale –attraverso investimenti istituzionali ad hoc– dei successori è altamente consigliato

Per approfondire Francesca Masciarelli e Andrea Prencipe (2008) Dinamiche Evolutive delle Imprese Familiari: il ruolo del capitale umano e del capitale sociale nel ricambio generazionale, Piccola Impresa/Small Business

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norme&leggi » di Filippo Paolini

NON APRITE QUELLA POSTA La segretezza della corrispondenza, e-mail comprese, è tutelata dalla Costituzione e dal codice penale. L’imprenditore non può sbirciare nelle caselle dei propri dipendenti se non è legittimamente in possesso di password

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osa succederebbe se un imprenditore decidesse, senza troppe riflessioni, di installare nella propria azienda un software per il monitoraggio della posta elettronica utilizzata dai dipendenti e, magari, anche dei loro accessi ad internet? E se, a loro insaputa, andasse a sbirciare nelle caselle e-mail? Chiunque si sarà posto questi interrogativi, nel cercare una risposta, avrà sicuramente valutato l’opportunità di una scrupolosa “policy aziendale”: linee guida che definiscono criteri, principi e limiti per la gestione

e l’utilizzo di sistemi informatici aziendali. La Corte Europea dei diritti dell’Uomo, appena un anno fa, ha evidenziato che il rispetto dell’art. 8 della Convenzione impone che siano individuati presupposti, modalità e limiti dei controlli sulle comunicazioni effettuate sul luogo di lavoro. All’unisono, il Garante per la protezione dei dati personali ha emanato un provvedimento generale (n. 13/2007 - www.garanteprivacy.it) con il quale, partendo dalla considerazione che tali controlli originano un vero e proprio trattamento di

dati personali, ha fornito direttive ben precise. Anzitutto, oltre alla classica informativa sulle finalità del trattamento (art. 13 D.Lgs. 196/03), bisogna indicare chiaramente quali siano le corrette modalità di utilizzo degli strumenti informatici aziendali e, nel caso in cui siano previsti controlli, quali siano i modi ed i tempi. A tal fine è prevista l’adozione di un regolamento aziendale -da affiggere in un luogo pubblico accessibile a tutti (come per il codice disciplinare)- dove specificare i comportamenti non tollerati (es.

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norme&leggi

download di software) e le relative conseguenze disciplinari, quali informazioni saranno memorizzate temporaneamente e quali saranno archiviate (anche per effetto di copie di back up), le modalità e le finalità dei controlli, le soluzioni per la continuità lavorativa nel caso di assenza dei dipendenti. Nella concreta gestione, vanno tenuti ben presenti i divieti imposti dagli articoli 4 ed 8 dello Statuto dei Lavoratori: si può ritenere illecito l’utilizzo di strumenti hardware e software mirati al controllo a distanza dell’attività lavorativa, intendendo per tali modalità la lettura e registrazione sistematica dei messaggi di posta elettronica, la riproduzione e memorizzazione sistematica delle pagine web visualizzate, la lettura e registrazione dei caratteri inseriti tramite tastiera e l’analisi occulta dei notebook

affidati in uso. Laddove, tuttavia, specifiche esigenze produttive od organizzative oppure questioni di sicurezza comportino l’adozione di sistemi che consentano, anche indirettamente o potenzialmente, un controllo a distanza dei lavoratori, l’unica soluzione sarà quella prevista  dall’art. 4 Legge 300/1970 (accordo con i sindacati o, in mancanza, autorizzazione del Servizio Ispettivo del Lavoro). Uno degli aspetti più delicati e controversi rimane sicuramente l’accesso del datore di lavoro o di un suo preposto alla posta elettronica del dipendente: una semplice e-mail, infatti, costituisce, una forma di corrispondenza la cui segretezza è tutelata dalla Costituzione e dal codice penale. Non è affatto remota l’ipotesi che un imprenditore possa ritrovarsi invischiato in un procedimento pe-

nale per il reato di violazione della corrispondenza (art. 616 c.p.). Fino ad oggi, i giudici hanno sempre escluso la configurabilità del reato in questione laddove chi accedeva alla corrispondenza era nel legittimo possesso della password, perché -ad esempio- le regole aziendali prevedevano che la stessa fosse custodita e potesse essere utilizzata dal datore in caso di assenza del dipendente ovvero in caso di emergenza. Molto più controversa, invece, è l’ipotesi in cui chi accede alla posta elettronica agisca al di fuori (o in assenza) della policy aziendale. Infine, nella prospettiva processuale, va considerata la probabile inutilizzabilità contro i dipendenti delle informazioni acquisite attraverso l’illecito controllo dei sistemi informatici utilizzati dagli stessi, con risvolti considerevoli, ad esempio, in tema di sanzioni disciplinari

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marketing » di Federica Ceci

CRM A MISURA D’AZIENDA Tracciare ogni piccola relazione con il cliente non è una buona idea. Con software di Customer Relationship Management troppo complessi si rischia di appesantire le normali attività gestionali e di non ripagare gli investimenti. Il caso della Kimberly & Clark

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e  tecnologie  informatiche sono oggi più che mai a buon  mercato  e  la  loro diffusione sta aumentando esponenzialmente anche fra le piccole e medie imprese. Si assiste ad una digitalizzazione crescente delle attività d’impresa e i software gestionali svolgono importanti compiti aziendali. I primi a diffondersi sono stati i software per la gestione della contabilità, a cui si sono presto affiancati i gestionali di magazzino, di pianificazione della produzione, di gestione delle risorse umane. Da un punto di vista di marketing i più interessanti sono però i software di CRM. L’acronimo sta per Customer Relationship Management e tali sistemi possono essere utilizzati per gestire l’intero ciclo delle relazioni con i clienti, dall’acquisto iniziale, passando per i servizi di post vendita, impressioni sul consumo, eventuale riacquisto, raccomandazioni fatte ad altri clienti. Tali software premettono di tracciare ogni piccola relazione fra

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marketing

Scottex, Kleenex e Huggies: i tre marchi più famosi della Kimberly & Clark

impresa e cliente, come telefonate all’helpdesk o partecipazione a promozioni e concorsi, immagazzinando una mole notevole di dati. Le potenzialità conoscitive e gestionali che si ottengono tracciando ogni relazione con i clienti sono infinite. Ma tracciare ogni singola relazione monitorando anche il più piccolo avvenimento non è una buona idea: un approccio “totale” determina facilmente un sottoutilizzo delle tecnologie, appesantisce e rallenta le normali attività gestionali e, soprattutto, non sempre gli investimenti richiesti sono ripagati. Per questo motivo, quando le imprese decidono di implementare un sistema di CRM, è importante porsi la seguente domanda: dove fa male? Per la Kimberly & Clark, l’impresa produttrice di Kleenex, Scottex e Huggies (fra gli altri marchi), il punto “dolente” risiedeva nel numero elevato di promozioni. L’impresa infatti realizzava migliaia di promozioni ogni anno, solitamente offrendo sconti su specifici prodotti ai vari grossisti e dettaglianti,

ma non era in grado di monitorare correttamente il successo di nessuna di queste. Kimberly & Clark si trovava a spendere elevate somme in marketing, senza conoscerne l’esito. Aumentava la fedeltà del distributore? E del consumatore finale? Le promozioni ottenevano visibilità nel punto vendita e sullo scaffale? Producevano incrementi nelle vendite? Oppure erano solo degli sprechi? Con ben chiaro in mente quale fosse il punto “dolente” da curare, i manager iniziarono l’implementazione di un modesto sistema di CRM, il cui obiettivo era proprio quello di indicare se il ROI (redditività) di una attività promozionale era positivo o negativo, sia per la Kimberly & Clark che per il distributore. I dati sono ottenuti in tempo reale e, in breve tempo, tale sistema è diventato un importante strumento di marketing anche nei confronti dei distributori. Il sistema, chiamato Business Planner, non si è limitato a curare un punto dolente ma è andato oltre. Mentre nel quartier generale è utilizzato

per pianificare le promozioni e effettuare scelte strategiche, la forza vendita lo utilizza per proporre ai distributori promozioni personalizzate: oltre gli sconti merce offrono informazioni sull’andamento delle promozioni presso i vari punti vendita. Con il Business Planner è stato possibile conoscere meglio il mercato delle promozioni, effettuando investimenti mirati e, ugualmente importante, aumentare la motivazione della forza vendita e la fedeltà dei clienti distributori. L’esperienza della Kimberly & Clark dimostra che, anche se è possibile gestire l’intero ciclo delle relazioni con la clientela tramite un software di CRM, questa non è una buona idea. È meglio focalizzare le risorse su un punto “dolente” e stabilire un obiettivo ben definito, in modo da aver facile controllo sul progetto. Soluzioni personalizzate che agiscono in modo mirato possono avere un impatto positivo anche su altri aspetti della relazione con la clientela. E il punto “dolente” verrà “curato”

Per approfondire Rigby, Ledingham (2004) ‘CRM Done Right’ Harvard Business Review, November.

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sicure

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» di Arturo Sarrantonio

LA NUOVA DISCIPLINA PER LA GESTIONE DEI CANTIERI Le modifiche del Testo unico sulla sicurezza nei luoghi di lavoro: introdotti ulteriori obblighi per le imprese, inasprite le sanzioni

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al testo unico sulla sicurezza nei luoghi di lavoro (decreto 81/2008) sono state introdotte sostanziali modifiche sia nella gestione dei cantieri –intesi come qualunque luogo in cui si effettuano lavori edili o di ingegneria civilesia nell’interferenza che si viene a creare tra i lavoratori di un’impresa ed eventuali lavoratori (o aziende) esterni: idraulici, elettricisti, ma anche corrieri, consulenti informatici, etc. Si tratta di due aspetti molto diversi. Se il primo ha lo scopo di gestire i rapporti tra l’impresa affidataria cioè quella che risponde del lavoro alla committenza- le altre imprese e i lavoratori autonomi, il secondo ha lo scopo di gestire l’interferenza tra i dipendenti del committente ed esterni che devono effettuare lavori particolari all’interno del sito. La gestione dei cantieri era disciplinata in precedenza dal D.Lgs. 494/96, mentre la gestione dell’interferenza era affidata all’art. 7 della legge 626/94. Perché era prevista una legislazione particolare sui cantieri? Perché sono un ambiente fisiologicamente più a rischio, come confermano i dati sugli infortuni occorsi. Prendendo spunto dal 494/96, il Testo unico ingloba l’aspetto cantieri (Titolo 4 – art. 88-160, dove peraltro viene

affrontato anche il rischio cadute dall’alto), ma introduce alcune modifiche. Tra le principali, i requisiti che rendono obbligatoria la designazione del Coordinatore per la Progettazione e per l’Esecuzione dei lavori (e pertanto l’obbligo di preparazione del Piano di Sicurezza e Coordinamento); infatti mentre il D.Lgs494/96. prevedeva un minimo di 200 giornate-uomo (in caso di più imprese presenti anche non contemporaneamente), ora è sufficiente che ci siano più imprese (anche per un numero esiguo di giornate-uomo) affinché ci sia l’obbligo delle due figure professionali e della relativa documentazione. Le sanzioni sono state rese più incisive, in termini pecuniari, rispetto a quelle esistenti in precedenza. Quanto al rischio esistente nell’interferenza tra imprese che stanno svolgendo un lavoro all’interno di un sito e i lavoratori dell’impresa proprietaria del sito stesso, va evidenziato prima di altre considerazioni che la 626/94 non prevedeva il termine di “contratto di somministrazione”, limitandosi a considerare il contratto d’appalto e d’opera. Questo comporta alcune differenze. La 626/94, imponeva l’obbligo del cosiddetto “scambio di articoli 7” che, in sostanza, consisteva nella reciproca informazione sui rischi

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sicure

a

da parte di committente (per quanto riguardava i rischi cui l’impresa sottoponeva i lavoratori dell’appaltatore) e appaltatore (rischi aggiuntivi cui l’appaltatore sottoponeva il sito dell’impresa). Il committente aveva inoltre l’obbligo di verificare l’idoneità professionale dell’impresa appaltatrice. Inoltre il decreto 123/07, modificando l’art. 7 del D.Lgs. 626/94, aveva imposto, sin dal luglio 2007, l’obbligo del cartellino di riconoscimento per tutte le imprese che si trovano a lavorare in un sito. Il Testo unico riprende, nell’art. 26, tutto quanto dettato dalla 626/94

e aggiunge alcuni obblighi: primo fra tutti il fatto che il committente risponde con l’appaltatore (o eventualmente subappaltatore) di tutti gli eventuali danni causati da infortuni provocati ad un dipendente dell’appaltatore nel sito (esclusi naturalmente i casi nei quali i rischi sono quelli specifici dell’appaltatore). L’insieme dei rischi da considerare nel caso di interferenza viene analizzato in un documento unico di valutazione del rischio interferenziale (detto DUVRI) Inoltre è fatto obbligo di calcolare i costi relativi alla sicurezza nel con-

tratto di appalto e di opera. Sono esclusi da questo obbligo i contratti di somministrazione di lavoro. Un’altra importante novità introdotta è nell’esplicita previsione che, in caso di contratto di somministrazione di lavoro, la formazione sulla sicurezza è a carico di chi utilizza il lavoratore (art. 37 comma 4 lettera a), e deve essere effettuata all’inizio del rapporto di lavoro. Con il decreto 626/94 non era ben chiaro chi dovesse farsi carico di tale formazione e, a volte, poteva essere uno stratagemma per farla in modo approssimativo o non farla affatto

In Abruzzo la Sicurezza siCura Sono 120 le sagome color nero antracite che appaiono nei principali comuni della regione Abruzzo dallo scorso mese di agosto. Ombre che osservano e si lasciano osservare, all’angolo di una via, in mezzo ad una piazza. Una scelta emblematica che incuriosisce, e che mira a stimolare una riflessione, o anche un dubbio. Lavoratori precari? Lavoratori clandestini? Vittime? Infortunati? Sono uomini e donne, lavoratori di settori diversi e di nazionalità diverse; due righe di colore bianco riportano un nome di fantasia, la professione svolta, la data dell’incidente fatale. Poi lo slogan, “La sicurezza siCura” e l’attenzione del passante si trasforma in coscienza civile, in reazione. Un’ombra per dire che il lavoratore che subisce anche un piccolo incidente sul posto di lavoro è un uomo che perde comunque qualcosa. E se non è la vita è l’integrità fisica, il posto di lavoro, la fiducia nella propria

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prestazione professionale, la serenità sul lavoro. Ogni anno mediamente il 6% dei lavoratori italiani subisce un incidente sul lavoro. Si tratta di quasi un milione di incidenti di diversa natura e gravità, dei quali circa 600mila con esiti di inabilità superiore a tre giorni, oltre 27mila determinano una invalidità permanente nella vittima, e più di 1.300 ne causano la morte. Ciò equivale a dire che ogni giorno tre persone perdono la vita per disgrazie legate alla propria attività lavorativa, e l’Abruzzo non fa eccezione. Con questo linguaggio comunicativo, ideato dall’agenzia Sinergia adv per Abruzzo Lavoro, ente strumentale della Regione Abruzzo, la campagna di comunicazione si pone sì come denuncia del fenomeno, ma anche come richiamo all’attuazione delle buone pratiche sul posto di lavoro. Per saperne di più: www.praticamentesicuro.it



ambiente » di Enrico Del Colle

QUALITÀ DELLA VITA, L’ABRUZZO SI DIVIDE Il territorio regionale è stato suddiviso in 12 macro-aree per indagare in modo più approfondito e più rispondente alle caratteristiche dei luoghi e dei comportamenti quotidiani. I risultati confermano un divario tra costa e interno

“U

na qualità della vita buona nella città, meno buona nelle aree interne”. È l’immagine sintetica che scaturisce dalla lettura dei risultati della ricerca condotta da chi scrive e racchiusa nel volume Come si vive in Abruzzo. L’idea di effettuare questa ricerca è nata dalla constatazione che annualmente le graduatorie delle province italiane, con riferimento al livello di qualità della vita raggiunta (si pensi, ad esempio, a quelle stilate da Il Sole 24 Ore), vedono le province abruzzesi relegate, ormai da diversi anni, su posizioni mediobasse, in una zona grigia. Invece indagini svolte quasi contestualmente sulla percezione dei cittadini sul loro modo di vivere è positiva

ed in netto miglioramento. Quali le ragioni di tale diversità? Sono sbagliate le indagini condotte, è colpa del concetto di qualità della vita, così sfuggente tale da portare a percezioni e valutazioni personalizzate oppure le quattro province abruzzesi sono diverse e non sono omogenee al loro interno a tal punto che il riferimento provinciale, costruito con criteri politico-amministrativi, non è in grado di far emergere quelle differenze socio-economiche ed ambientali esistenti, soprattutto in una regione come l’Abruzzo, vero e proprio mosaico di territori? La risposta risiede nel leggere la qualità della vita abruzzese attraverso unità territoriali diverse da quelle provinciali, ovvero con una lente d’ingrandimento chiamata

Teramo e il suo hinterland hanno una forza notevole di attrattiva turistica

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SEAL (sistema economico-ambientale locale); tali sistemi sono individuati con opportune metodologie (in Abruzzo ne sono stati definiti 12) e formati da comuni aventi caratteristiche tali da ben interagire tra loro. Così facendo si sono evidenziate realtà marcatamente diverse anche all’interno della stessa provincia, realtà che il dato medio provinciale non riesce a far emergere. Infatti, si vive bene nelle aree urbane (Pescara-Chieti, L’Aquila, Teramo) ed anche in alcune zone costiere e/o a forte vocazione produttiva (come Giulianova e la Val Vibrata), mentre altrove c’è ritardo e disagio, a volte molto accentuato come, solo per fare un esempio, nell’Alto teramano, proiettato verso il Gran Sasso. La tabella qui a fianco propone


tre “fotogrammi” significativi del modo di vivere della gente d’Abruzzo e delle sue diverse esigenze. La prima istantanea riguarda la popolazione e la relativa struttura per età: in essa si registra, in maniera palese, la forte presenza di anziani (oltre i sessantacinque anni) soprattutto nelle aree interne della regione. Ciò porta a necessità particolari, come i servizi assistenziali e non solo di natura ospedaliera, di cui queste zone sono sprovvisti. Il secondo fotogramma riguarda l’economia familiare ed anche qui il dato provinciale opacizza situazioni differenti: nelle aree in ritardo

i redditi disponibili delle famiglie sono più bassi che altrove ed i consumi a volte superano i redditi. Ciò vuol dire che, o non si dichiara quello che si guadagna, oppure – come crediamo– si sta consumando la parte residua di un risparmio familiare accantonato negli anni con tanta fatica. La terza foto riguarda la capacità attrattiva della regione: si osserva la forza di attirare turisti da parte di alcune città e dintorni (Teramo in particolar modo) ed il cambio di interesse da parte dei vacanzieri, i quali sembrano orientati a rivolgere attenzione non solo verso il mare o la montagna,

ma verso quelle aree che offrono cultura, arte e convegnistica. Purtroppo tali aree, in generale, hanno una scarsa capacità ricettiva che andrebbe migliorata. Cosa fare per facilitare il recupero di queste zone in forte difficoltà? Riteniamo che i governi territoriali debbano perseguire obiettivi in grado di generare benefici per la gente. Sta quindi ai decisori pubblici, che conoscono i territori, comprendere le situazioni ed intervenire tempestivamente, offrendo servizi commisurati ai cittadini, con particolare attenzione alla fascia degli anziani e, più in generale, a quella dei più deboli

POPOLAZIONE ANZIANA, REDDITI E CONSUMI FAMILIARI E PRESENZE TURISTICHE IN ABRUZZO Aree

% di ultrasessantacinquenni

Famiglie Reddito disponibile annuo (migliaia di €)

Consumi annui (migliaia di €)

Variazioni percentuali delle presenze turistiche tra il 2001 e il 2005

Posti letto strutture ricettive per 1000 ab.

SEAL L’Aquila area urbana

21,1

40,4

28,3

2,1

40

Teramo area urbana

20,7

39,8

29,9

13,3

16

Giulianova-Val Vibrata

20,3

38,2

35,4

-6,4

231

Pescara-Chieti area urbana

20,1

39,4

35,1

-3,5

38

Atessa-Lanciano

21,5

36,2

29,5

3,7

62

Val Di Sangro

27,4

25,6

28,4

14,9

309

Vasto

21,5

31,1

29,1

3,1

89

Avezzano

20,7

32,5

29,0

18,0

28

Popoli

26,9

23,8

26,5

5,2

66

Sulmona

24,5

32,9

27,3

31,9

81

Alto Teramano

23,3

26,1

29,2

-3,0

51

Ortona

24,5

28,2

28,8

2,6

54

Teramo

20,6

37,2

33,5

-5,5

159

Pescara

21,0

38,3

34,4

-0,3

32

L’Aquila

21,9

35,0

28,5

12,8

70

Chieti

21,9

33,1

30,2

1,6

58

ABRUZZO

21,4

35,6

31,5

0,0

40

MEZZOGIORNO

17,6

31,7

29,5

1,3

26

ITALIA

20,0

39,1

34,5

-1,9

38

PROVINCE

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management » di Michela Cavaliere

DA LEADER A COACH Per riuscire a tirar fuori il meglio dai propri collaboratori è utile ispirarsi allo sport e adottare uno stile manageriale autorevole piuttosto che autoritario

O

ggi più che mai, la complessità degli scenari organizzativi e l’esigenza di crescente flessibilità portano le organizzazioni a ridefinire il sistema di gestione delle risorse umane e i manager sono sempre più sollecitati a passare da una visione di autorità legata ad un ruolo di “accentratore”, ad una di potere autorevole e sensibile alle dinamiche emotive dei collaboratori, per riuscire ad essere da questi riconosciuti e seguiti. Il «vero leader» è oggigiorno chi sa

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mettere a proprio agio e sostenere il personale, dare fiducia e responsabilizzare i propri uomini, ascoltare e motivare i propri collaboratori a fare davvero «gioco di squadra» per il bene dell’azienda. Un tale modello di leadership è, tuttavia, difficile da costruire e mantenere, in una cultura ancora tanto legata al potere personale, all’immagine carismatica e temuta del “capo”, ad un modello individualizzato di guida che contiene in sé ammirazione, potere ed arbitrio. Ciononostante, oggi sempre di più, è indispensabile, per la sopravvivenza e l’affermazione delle aziende, riuscire a tirar fuori il meglio dai propri collaboratori, adottando uno stile di guida autorevole -piuttosto che autoritario- al fine di creare un gruppo compatto, in cui ognuno sia consapevole del suo ruolo, dei suoi compiti e responsabilità per il benessere aziendale. Il ruolo del manager deve, quindi, sempre più evolversi nella direzione di un facilitatore, membro del team, in una parola coach: l’allenatore. Figura conosciuta nell’ambiente sportivo come sprone per l’atleta che desidera primeggiare, traslata nel mondo aziendale -laddove esi-


stono comunque competizione e voglia di emergere– il coach è colui che, attraverso la costruzione di relazioni positive con i collaboratori, focalizzate sulla persona oltre che sul compito, li aiuta ad ottimizzare competenze e caratteristiche personali per mettere in atto performance efficaci, oltre che per sviluppare un orientamento sistemico al miglioramento continuo. Fondamentale perché si attivi un tale processo è che l’allievo non sia diretto ed indirizzato nelle sue azioni dal coach ma sia, al contrario, stimolato a svilupparsi secondo una sua linea di condotta. Infatti, finalità del coaching è quella di liberare le potenzialità di una persona perché riesca a portare al massimo il suo rendimento. Basilare, per il raggiungimento di un tale risultato, è l’azione di stimolo alla riflessione esercitata dal capo, consistente nell’aiutare la persona ad apprendere piuttosto che il limitarsi ad impartire insegnamenti o lezioni. L’aumento del senso di responsabilità è, dunque, un presupposto per la riuscita del coaching, il cui obiettivo principale è, infatti, proprio lo sviluppo della consapevolezza del coachee. Stru-

» disegni di Vincenzo Sulpizio

mento fondamentale per il raggiungimento di un tale risultato è l’uso delle domande che, scevre da qualsiasi forma di direttività, debbono portare il collaboratore a fare una diagnosi ed una terapia e, cioè, ad individuare egli stesso gli obiettivi di miglioramento, evidenziare i problemi e ricercare le soluzioni. In tal modo il coach riesce ad attivare processi in grado di aumentare l’autostima, la motivazione,

la responsabilità, il livello di performance. Se, come sostengono le nuove teorie delle scienze psicologiche, la psiche umana è simile ad una ghianda che racchiude in sé tutte le potenzialità che poi si trasformano in uno stupendo albero di quercia, il coach è il nutrimento, l’incoraggiamento e la luce affinché il coachee proceda nel suo cammino e possa far emergere l’essenza di quercia che è già dentro di lui

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storie&persone » di Massimo Avenali

il Commendatore Gennaro Strever all’ingresso del complesso residenziale “la Sirenetta”, fiore all’occhiello della sua azienda

Gennaro Strever, costruttore di energia «Sogno un futuro in cui ogni persona possa raggiungere una qualità di vita superiore, circondata da un ambiente sano e pulito, ma oggi più che mai bisogna avere il coraggio di fare delle scelte e investire»

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G

ennaro Strever, una vita dedicata all’energia con la passione per il mattone. Non a caso è presidente regionale dell’Ance Abruzzo, uno dei settori di Confindustria che raccoglie l’adesione dei costruttori edili, e al tempo stesso è cresciuto professionalmente nelle aziende energetiche. Una passione e un’esperienza che gli sono valse l’assegnazione dell’onorificenza, da parte del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, di Commendatore al Merito della Repubblica, motivata dall’impegno assunto nei confronti delle attività di impresa e di crescita del Paese. L’imprenditore del Vastese possiede la forza di chi ha competenze e conoscenze. È per questo che non ha bisogno di toni forti per far arrivare la proprie idee, parole e gesti si muovono pacati e al contempo saldi, puntuali. La sua storia racconta che ha sempre coniugato lavoro e studio, passando da operaio in Svizzera a saldatore, entrando poi nel centro addestramento Eni e passando a lavorare per Saipem, del gruppo ENI. Dopo diversi anni il passo decisivo, nasce la SM Sud, l’impresa con la quale realizza i primi impianti di

Commendatore Strever, quali progetti sta portando avanti in questo periodo? «Nel nostro gruppo abbiamo la Strever Costruzioni, con la quale stiamo realizzando dei complessi residenziali di assoluta qualità, prestigiosi. Ultimo tra questi La sirenetta a Vasto Marina, inaugurato ad agosto. Ci teniamo a dare sempre il massimo, è un fatto genetico che ho trasmesso anche ai miei figli che lavorano con me da tempo, insieme a mia moglie. La nostra è una famiglia che crede profondamente in ciò che fa». Dalle costruzioni all’energia, come sono stati gli inizi per lei? «Ho iniziato da giovane, fatto ricerche petrolifere nel-

distribuzione di gas metano, acquedotti ed effettua lavori di edilizia industriale. Negli anni ’80 è quindi la volta di una nuova realtà imprenditoriale. Con l’azienda Metanizzazione meridionale, di cui è amministratore unico, ottiene la prima concessione per il pubblico servizio di distribuzione di gas metano in un comune molisano, numero che cresce e che porta l’impresa a servire ben oltre quaranta comuni alla fine degli anni ’90. Con la liberalizzazione di gas ed elettricità, si giunge alla storia più recente. Insieme a Dino Di Vincenzo e alla A2A, ex ASM Brescia, costituisce Abruzzoenergia Spa e approda a un’opera da circa quattrocento milioni di euro: una centrale termoelettrica da 800 MW realizzata all’interno dell’Area Industriale della Valsinello, nel Comune di Gissi. Inoltre, sempre insieme al Gruppo A2A, ha costituito in forma paritetica la Metamer S.r.l., società di spicco nel territorio abruzzese per il mercato civile ed industriale del gas-metano e dell’energia elettrica. Ma questo, come ci spiega Gennaro Strever, non è il termine della storia, è soltanto l’inizio.

l’Oceano Indiano, ho partecipato alla costruzione degli impianti petrolchimici di Gela in Sicilia e di diversi importanti gasdotti, ancora lavorando per Saipem. Era il 14 novembre del ’72 quando mi licenziai e mi misi in proprio, partendo con una piccola impresa artigiana. Ci vuole una gran tenacia per fare bene e arrivare ai risultati fin qui ottenuti». C’è un fiore all’occhiello costituito da una centrale termoelettrica che lei ha fortemente voluto, perché? «Con la costituzione di Abruzzoenergia, una società per azioni che oggi ha un capitale sociale di 130 milioni di euro, abbiamo dato vita alla centrale ter-

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storie&persone

moelettrica che molti, anche all’estero, ci invidiano. Nel 2001 è nata l’idea, in due anni abbiamo ottenuto l’autorizzazione dopo aver fatto studio e progetto e il 2 aprile 2004 abbiamo ottenuto l’autorizzazione alla costruzione. A giugno di quest’anno è stata attivata per la prima volta e adesso è in esercizio sperimentale. Entro fine anno andremo in esercizio commerciale. Ha una potenza elettrica massima notevole, c’è un organico di circa quaranta dipendenti, rientra nella miglior tecnologia esistente al mondo e, cosa più importante, presenta ottimi rendimenti e basse emissioni». Sono state attuate diverse opere di compensazione e altre verranno realizzate in merito a questo progetto, di cosa si tratta? «Ci impegniamo a migliorare quello che ci circonda anche perché, nonostante la nostra sia un’opera a favore della natura producendo energia pulita, è nostro dovere ridurre al massimo l’impatto ambientale. Abbiamo quindi ricostruito un ponte fatiscente sul Sinello e sullo stesso fiume stiamo realizzando un corridoio biologico, tra il fiume e la centrale, dove metteremo una serie di piantine autoctone che costituiranno una barriera di vegetazione. Inoltre ci sarà un parco tecnologico con una mini centrale idroelettrica impiegata a scopo didattico per eventuali scolaresche, unitamente a un impianto fotovoltaico e ad uno eolico, sempre a scopo didattico. Il giovane che un giorno verrà a visitarci vedrà tutte le soluzioni che ha l’uomo per creare energia. È giusto che ci sia educazione in tal senso, per capire l’importanza e il sacrificio che comportano queste opere, perché è troppo facile pensare che schiacciando un pulsante funzioni tutto». Perché l’energia è così importante in questi discorsi? «Nei vari incarichi che copro e che ho ricoperto, per ogni settore, l’importante è capire che l’energia ha un costo, anche ambientale, e che quindi va rispettata. La centrale di cui parlavamo dà un grosso contributo in merito. Rispetto a un impianto di vecchia concezione inquina cinquanta volte meno. Eppure non si può dire che siamo a impatto zero. Altresì possiamo affermare che è assolutamente compatibile con l’ambiente, anche perché andrà a spegnere una di quelle vecchie centrali ancora in uso e molto più dannosa. In questa concezione, partendo dai costruttori e visto che la soluzione più ecologica è evitare gli sprechi, c’è bisogno di case realizzate con cura, con materiali e tecniche che consentano pochi sprechi sia per raffreddare sia per riscaldare. Oggi, rispetto a un tempo, le abitazioni possono avere un assorbimento di potenza del 50%, e non è poco. Il solo modo, quindi, per migliorare è fare

Gennaro Strever in un suo intervento durante un convegno dell’Ance Abruzzo

propria la cultura dell’energia, perché è un bene universale per tutti». Come presidente Ance Abruzzo e come imprenditore, cosa serve a questa regione per crescere? «Al primo posto metterei l’esigenza di collegare meglio l’Abruzzo con il resto dell’Italia e del mondo, migliorando il nostro aereoporto e, di conseguenza, aumentando i collegamenti aerei. Sono, inoltre, da implementare e migliorare il sistema portuale, le strutture ferroviarie e le reti stradali e, non per ultimo, le reti di trasporto di energia elettrica e del gas. Considerato che la nostra Regione si trova al centro dell’Adriatico, credo che sia anche il luogo ideale dove costruire un impianto di rigassificazione di GNL perchè, faccio notare, che il prezzo del gas, e di conseguenza dell’energia elettrica, in Italia si può ridurre solo se si diminuisce la dipendenza da pochi paese fornitori in maniera esclusiva, come accade adesso. Inoltre il prezzo del gas in Italia può scendere solo se si aumenta la produzione interna. Siamo dipendenti in modo eccessivo dagli altri paesi. Abbiamo i mezzi e le forze, manca solo un grande cambio di mentalità per volere il progresso. Un ultimo esempio: quando ci fu il famoso black out di qualche anno fa che colpì tutto il paese, l’ultima regione a essere rielettrificata fu l’Abruzzo. Il motivo? Perché siamo indietro, siamo indietro sulla rete, sulle infrastrutture, sui trasporti. La soluzione è palese, basta dare una svolta decisiva anche perché non siamo più una regione di pastori, ma siamo industrializzati e abbiamo bisogno del giusto apporto di energia sia anche la possibilità di esportarla. Concludendo, abbiamo bisogno di sane istituzioni che lavorino per produrre ricchezza nel rispetto di tutti e dell’ambiente che ci circonda

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credito&finan a » di Mauro Di Pietro

L’immenso valore della responsabilità sociale La Banca di Credito Cooperativo dell’Adriatico Teramano sotto la guida dell’ex prefetto, Eugenio La Rosa, si avvia a un nuovo corso, con un 2007 carico di soddisfazioni e un futuro con tante iniziative a sostegno delle imprese e delle famiglie

la sede della BCC di Mosciano Sant’Angelo

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L

e dimensioni sono piccole, ma gli obiettivi sono nobili e ambiziosi. Lo si intuisce dall’autorevolezza  de l l a “guida” della Banca di Credito cooperativo dell’Adriatico teramano, che fa capo a Mosciano Sant’Angelo. Il Presidente è Eugenio La Rosa, ex prefetto, una vita dedicata allo Stato. Nei suoi quarant’anni di attività professionale, di cui proprio sei trascorsi a Teramo, ha maturato esperienze di grande valenza. Un bagaglio di conoscenze che gli consente una visione della missione bancaria in sintonia con i bisogni del pubblico. La responsabilità sociale, che spesso rende roboanti gli slogan pubblicitari in questo caso coincide con la sostanza delle cose: «Sono stato nominato da poco più di un anno -dichiara il presidente Eugenio La Rosa- ed ho accettato di buon grado l’incarico. La levatura morale, umana e professionale dei componenti il Consiglio di amministrazione sono garanzia di una banca che vuole distinguersi non solo a parole, ma nei fatti. Tra l’altro questa è una banca dove lo statuto garantisce una partecipazione democratica di tutti i soci

che, a prescindere del capitale sottoscritto, esprimono in assemblea solo e sempre un voto». Notevoli i risultati ottenuti dalla Banca di Credito cooperativo dell’Adriatico teramano, emanazione di oltre duemila e duecento soci. L’Istituto raccoglie più di novanta milioni di euro, con impieghi che superano i cinquanta milioni. Ha ridotto le sofferenze in maniera molto significativa e la decisione di acquistare l’immobile che ospita la sede, va nella direzione di evitare inutili esborsi per l’affitto, con l’aggravio dell’assenza di capitalizzazione. Insomma, il nuovo Consiglio opera senza sosta, e la fase commissariale è solo un lontano incidente di percorso. Compiacimento ed orgoglio per gli obiettivi colti traspaiono anche dalla riflessione del direttore generale, Franco Alonzo, una esperienza al servizio del sistema bancario. «Abbiamo lavorato alacremente in questi mesi, e l’apertura di una sede di grande importanza per il nostro sviluppo, come quella di Giulianova, ne è una testimonianza. Non si è trattato solo di aprire un nuovo sportello: la concessione accorda-

il presidente Eugenio La Rosa

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credito&finan a

taci da Banca D’Italia è stata per noi un riconoscimento pieno dell’azione avviata dopo il commissariamento. Abbiamo eliminato tutti i grandi fidi riportandoli a livelli più compatibili con le dimensioni del nostro istituto di credito, frazionando il rischio e dimostrando una capacità di gestione più responsabile». E se il governo del difficile pregresso ha richiesto competenza, grande senso etico e morale, la linea guida che caratterizza anche il nuovo stile della Banca è così sintetizzata dal presidente La Rosa: «Il nostro scopo -chiarisce- non è fare utili a tutti i costi perché abbiamo bene a mente il fatto di rappresentare un’istituzione che, anzitutto, deve raccogliere e intuire le esigenze della comunità locale. Dico sempre che dobbiamo agire con prudenza, ma anche con la giusta dose di coraggio per sostenere le iniziative valide e meritevoli”. Per La Rosa, il fatto che l’economia stia attraversando un passaggio molto delicato deve indurre “una piccola banca, come la nostra a fare la sua parte, in quanto espressione di un territorio che rischia il soffocamento”. In forza di questo convincimento va intesa la collaborazione costante con le associazioni di categoria e le relative emanazioni Cofidi. «Basilea 2 -aggiunge il Presidente- ha di fatto irrigidito il sistema rimodulando gli equilibri finanziari con l’introduzione dei rating. Noi, dal canto nostro, preferiamo immobilizzare una parte maggiore del nostro capitale. Questo ci consente una certa autonomia decisionale e, facendo leva su un estremo senso di responsabilità, preferiamo agire mantenendo un controllo diretto su tutte le operazioni che andiamo a sostenere». Non appare marginale, rispetto ad un ruolo vocato al sostegno produttivo, il segmento

rivolto alle famiglie. Lo spiega lo stesso La Rosa: «Abbiamo una responsabilità nei confronti delle migliaia di famiglie che sostengono le aree di nostra competenza. Per queste abbiamo concepito una serie di prodotti come il prestito di studio per i figli; stiamo anche pensando all’istituzione di un fondo per la concessione di microcrediti che saranno assegnati sulla fiducia». Il principio del microcredito, teorizzato dall’indiano Muhammad Yunus, che per questo vinse il premio nobel per la pace 2006, è alla base delle iniziative della Banca che hanno l’intento di contrastare l’usura, fenomeno sociale tutt’altro che secondario. «L’aumento del costo della vita –commenta il Presidente– ha ridotto sensibilmente la capacità di risparmiare, tanto che gli affidamenti oggi sono una necessità imprescindibile per ogni famiglia. Nella mia carriera da prefetto ho avuto modo di constatare quello che si cela dietro la concessione di somme di denaro da parte di organizzazioni malavitose. Penso che la nostra banca possa contribuire a spezzare una prassi che in molti casi si trasforma in tragedia. Ecco perché mi piace ripetere che la nostra è la banca del territorio». Una Banca che assuma in sé come fondanti il valore della trasparenza e della condivisione non può sottovalutare la comunicazione. Si chia-

“Lu Carusille nostre” il periodico d’informazione della banca

ma “Lu carusille nostre” il numero zero del periodico d’informazione che ha lo scopo principale di tenere viva la”rete” tra soci e clienti. “Conoscersi è utile” è, infine, l’ultima idea progettuale del presidente la Rosa. L’iniziativa ha lo scopo di portare alla reciproca conoscenza dei soci della banca e degli stessi clienti le professioni, le competenze e le attività imprenditoriali che coesistono nello stesso territorio, per promuovere una maggiore consapevolezza delle proprie potenzialità e di quelle altrui, in un regime di offerte sempre più diversificate e specializzate. Quando si dice, piccolo è bello

L’ORGANIGRAMMA DELLA BCC Il consiglio di Amministrazione Presidente: Eugenio La Rosa Vice presidente: Federica Morricone Consiglieri: Giuseppe Di Giandomenico; Marino Iommarini; Gloriano Lanciotti; Stefano Londrillo; Orazio Maiorani; Pietro Matalucci; Flaviano Montebello; Flaviano Pizzorulli Il Collegio Sindacale Presidente: Samuele Michele Borgia Sindaci: Ottavio Ricci; Valentino Ferrante La Direzione Direttore generale: Franco Alonzo

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credito&finan a » di Eleonora Lopes

Tercas, voglia di shopping L’istituto di credito teramano tra i cinque ammessi all’asta per l’acquisizione della Cassa di Risparmio di Orvieto. Potrebbe nascere un Gruppo con oltre 150 sportelli, 1.100 dipendenti e un potenziale di sviluppo territoriale con ramificazioni in Lazio e Umbria

C

omunque vada è già un successo. Banca Tercas è stata ammessa alla fase finale per l’acquisto della Cassa di Risparmio di Orvieto. La Banca Imi, advisor dell’operazione, dopo una prima fase, ha individuato solo cinque concorrenti per l’asta aggiudicatrice, tra cui l’Istituto di credito teramano. Insomma, in un momento così delicato per il mondo bancario nazionale e internazione che, sotto l’effetto dei prestiti subprime, scuote ogni giorno le Borse di mezzo mondo, arriva anche una buona notizia. Ora si dovrà procedere alla formulazione dell’offerta con relativo piano industriale. Un passaggio che si concluderà a fine ottobre, quando saranno avanzate le offerte vincolanti d’acquisto. La decisione dell’Organo di vigilanza è prevista per la fine dell’anno. Per una volta l’Abruzzo si sveglia dal torpore e alza la testa. La Tercas, se la procedura andrà a buon fine, confermerà la sua posizione di “grande tra le piccole” e consoliderà un’area di sviluppo territoriale che fa blocco unico tra Abruzzo, Molise, Marche, Emilia Romagna, Umbria e Lazio. L’istituto di credito umbro vanta numeri di tutto rispetto, con una raccolta diretta di 593milioni di euro, una raccolta indiretta di 268 milioni, impieghi pari a 609milioni e un utile netto, nel 2007, che

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da sinistra, il presidente della Tercas Lino Nisii e il direttore generale Antonio Di Matteo


ha sfiorato i 6milioni. Alla vendita della banca di Orvieto si è giunti dopo una decisione dell’Antitrust. Infatti l’Istituto di credito attivo dal 1852 faceva parte del gruppo bancario della Cassa di Risparmio di Firenze che, in seguito a una serie di acquisizioni, era rientrato nella proprietà di Banca Intesa. Ma a questo punto a pesare sulla decisione dell’Autorità l’elevata concentrazione degli sportelli bancari, proprio nell’area umbro-toscana. Inutile parlare della soddisfazione che già, per come sono andate le cose, serpeggia nell’ambito del management della Cassa di Risparmio di Teramo. I vertici della Tercas non si lasciano andare a commenti, il riserbo in questi casi è d’obbligo. Nei piani alti di Corso San Giorgio si sta lavorando alacremente alla

formulazione del piano industriale per giungere poi alla definitiva offerta. Un lavoro delicato che dovrà sbaragliare la concorrenza. L’Istituto di credito teramano ha dalla sua parte la possibilità di poter raccordare, con questa operazione, due realtà omogenee e compatibili fondanti sull’offerta di servizi bancari radicati sul territorio e che vantano anni e anni di storia. Per Tercas è una sfida esaltante e, a giudicare dalle prime reazioni, il management della banca umbra sembrerebbe favorevole a questa soluzione. Oltre al prezzo giocheranno un ruolo importantissimo le strategie che saranno messe in campo per garantire gli standard qualitativi e i servizi che oggi vengono erogati da Criorvieto che oggi è, comunque, emanazione di Banca

Intesa. Ma anche su questo punto Tercas ha delle carte da giocare, non ultima la sua riorganizzazione avviata da qualche anno, con un management aziendale rinnovato e di assoluta competenza. A Teramo, scaramanticamente, si incrociano le dita, un gesto che cela però la voglia di coronare qualche sogno. Se tutto andrà per il verso giusto sarà varato un Gruppo con mille e cento dipendenti e ben centocinquanta sportelli. Ma cosa ancor più importante è che si darà vita a un modello di sviluppo a carattere provinciale dove la territoriale rappresenterà il vero valore degli intermediari finanziari coinvolti. Inutile dire che gli occhi della Banca D’Italia sono puntati su tutta una serie di risvolti. Teramo e l’intero Abruzzo sono pronti a gioire

QUARANTA BENEFATTORI E TRECENTO SCUDI Nel 1852 quaranta privati cittadini orvietani, perpetuando una benefica tradizione che aveva visto la costituzione in Orvieto del primo Monte di Pietà (Mons. Christi – anno 1463) e successivamente del primo Monte Frumentario (anno 1492), si unirono in una società anonima per fini prevalentemente benefici, impegnandosi a prestare gratuitamente la loro opera ed i loro capitali. Il primo regolamento venne approvato con Rescritto Pontificio del 17 novembre 1852 e la Cassa di Risparmio di Orvieto veniva ufficialmente riconosciuta con Decreto Reale del 19 dicembre 1863. Gli anni 1869-1870 furono positivi, chiudendosi con un utile complessivo di £. 18.815, nonostante la decadenza dall’esenzione da ogni tassa inizialmente decretata da Pio IX. Nell’anno 1913 fu aperta la prima Agenzia di Bolsena, trasferita nel 1951 nell’attuale sede. Nell’anno 1921, quando con un utile di £. 180.152 il capitale patrimoniale superò per la prima volta il milione, fu completata l’acquisizione del Palazzo Ottaviani, destinato a sede dell’istituto. Nel 1927 la Cassa si federò con quelle di Terni e di Narni e nel 1929 con tutte le consorelle dell’Umbria, costituendo un fondo comune con l’intento di frenare la concorrenza fra le Casse e di favorire la solidarie-

tà. Negli anni successivi si aggiunsero le Agenzie di Orvieto Scalo, San Venanzo e Baschi (1937), Castel Viscardo (1939), Fabro (1940  per incorporazione della Cassa Rurale ed Artigiana di Fabro), Guardea (1946), Montecchio, Montegabbione e Castelgirogio (1947), Attigliano (1949) e Alviano (1951). Oggi la Cassa di risparmio di Orvieto opera con dipendenze dislocate in una vasta area ricadente nelle contigue province di Terni e Perugia, interessando quindi, due regioni: Umbria e Lazio

la storica sede centrale della Cri Orvieto

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incarichi&carriere » di Lucia Mancini

TECNOLOGIE INFORMATICHE, LA RICERCA PARLA ABRUZZESE Antonio Teti nominato presidente onorario della Società Italiana delle Scienze Informatiche e Tecnologiche. Un prestigioso riconoscimento per ventiquattro anni di studio e applicazione

L Antonio Teti neo presidente onorario della Società Italiana delle Scienze Informatiche e Tecnologiche

a carica di presidente onorario della SISIT Società Italiana delle Scienze Informatiche e Tecnologiche è conferita dal Consiglio Direttivo su segnalazione del Comitato Tecnico Scientifico della Società, sulla base di una rosa di candidati selezionati tra le personalità eminenti che si sono distinte -nel settore dell’Information Technology- in ambito scientifico e accademico, nazionale e internazionale, e che meglio rappresentano la continuità e la specificità delle finalità e degli indirizzi culturali dell’associazione. Ciò basta ad evidenziare il prestigio del riconoscimento attribuito al lancianese Antonio Teti, responsabile del supporto tecnico informatico della direzione generale dell’università G. d’Annunzio nonché docente in diversi atenei italiani. La SISIT è una associazione nazionale che si occupa dello studio dell’evoluzione delle tecnologie informatiche a livello mondiale e in particolare dell’alta formazione nel settore ICT (Information and Communication Technology). Ed annovera tra i suoi membri importanti personaggi del mondo accademico italiano e di aziende che operano nel settore informatico. Il conferimento della nomina si è celebrato, dopo una breve cerimonia, a Napoli. Antonio Teti, già vice presidente dell’Associazione Informatici Professionisti (AIP), è professional member dell’Association for Computing Machinery (ACM) e della New York Accademy of Sciences (NYAS). Autore di molteplici libri di successo adottati da numerose università italiane ed europee, ha focalizzato le sue ricerche, negli ultimi anni, sull’applicazione e la gestione delle tecnologie informatiche nelle aziende pubbliche e private. Proprio il suo ultimo libro dal titolo “Management dei servizi IT”, pubblicato dal Sole 24 Ore alla fine dello scorso anno e la cui prefazione porta l’autorevole firma del Senatore Lucio Stanca, già ministro dell’Innovazione nella Pubblica Amministrazione, ha conquistato un grande successo di pubblico essendo il primo testo in Italia ad affrontare le tematiche riconducibili alle metodologie di gestione dei servizi informatici nelle aziende. Antonio Teti ha commentato la sua nomina come «un grande e inaspettato riconoscimento per i ventiquattro anni di vita dedicata allo studio delle tecnologie informatiche e alle attività professionali e accademiche che ho svolto sempre con grande sacrificio e impegno»

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» di Massimo Avenali

DUE ELLE, LA TUA SCELTA IN CUCINA L’azienda di Sambuceto in evidenza per l’attenzione nei materiali, nei particolari e nelle linee. Design e qualità per rendere unico l’ambiente principe della casa

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erena, Gioia e Futura. Sono solo alcune delle molteplici composizioni in mostra nel salone espositivo di Due Elle Cucine, società con esperienza quasi trentennale fondata da Luigi Livi. Nella sua storia, l’esperienza e la professionalità di saper scegliere tra fornitori e stili e la capacità di percorrere molta strada dall’esordio sul mercato con una piccola produzione di scarpiere e mobili d’arredamento per il bagno. Oggi l’azienda conta una superficie totale di cinquemila metri quadri, una forte propensione per l’innovazione tecnologica e uno staff di esperti che ne fanno una vera specialista del settore. Una piccola im-

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presa dalle grandi possibilità. Con particolare attenzione alle cucine componibili, Due Elle Cucine è in grado di realizzare soluzioni in perfetta linea con le esigenze del cliente, riuscendo a comporre una cucina all’avanguardia e al contempo funzionale. E senza mai perdere di vista il concetto di sicurezza e di tutela della salute: vengono utilizzati esclusivamente materiali che appartengono alla classe E1 con solo lo 0,01 ppm (parte per milione) di formaldeide, ovvero le emissioni tossiche rilasciate dal legno quando non viene lavorato nel rispetto di determinati parametri e tecniche. Negli ultimi anni, Due Elle Cucine ha potenziato fortemente la propria

rete distributiva, potendo contare sui depositi nel nord Italia e su importanti rapporti commerciali con un numero sempre crescente di clienti proveniente da ogni parte del paese. In ambito locale la novità viene invece dall’imminente apertura di un nuovo showroom, sempre nel cuore di Sambuceto, passaggio che testimonia un dialogo sempre più diretto e trasparente con il pubblico che solo chi ha a cuore i risultati e il proprio lavoro può vantare con orgoglio. Ecco perché il fondatore, Luigi Livi, ci spiega con entusiasmo e convinzione quale spirito anima l’azienda e tutti gli uomini che la formano.


In cosa Due Elle Cucine si differenzia rispetto ai propri concorrenti? «Per la vicinanza al cliente. Siamo una piccola azienda familiare, abbiamo la possibilità di seguire da vicino la progettazione della cucina, anche attraverso dei sopralluoghi, ed abbiamo la ferma convinzione di dover restare a disposizione dell’acquirente per qualsiasi tipo di problematica o semplice consiglio». Quali sono i risultati più recenti ottenuti dall’azienda? «L’evento che ha positivamente segnato quest’ultimo anno di attività è sicuramente stato l’avvio del nuovo showroom: un grande passo per la Due Elle Cucine, un progetto nel quale tutti i membri dell’azienda hanno investito tempo ed energia e che sicuramente rappresenterà l’inizio di un nuovo capitolo nella storia della ditta». Qual è il segreto per restare al passo con i tempi e fornire sempre linee e materiali innovativi? «Ovviamente non è semplice. Il settore dell’arredamento è sempre in evoluzione, sempre alla ricerca del materiale o semplicemente del particolare in grado di stupire. Bisogna allora captare l’attenzione del pubblico, costantemente. Nel nostro piccolo, ci proviamo ogni giorno. Visitiamo con regolarità le fiere espositive organizzate in ambito nazionale, e questo ci permette di seguire e quindi di offrire tutte le novità presenti sul mercato. Novità che riguardano macchinari, materie prime e prodotto finito»

il modello Futura

lo show-room in viale S. Pertini, 17 a S. Giovanni Teatino (CH)

» foto concesse da Due Elle Cucine

Futura

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» di Massimo Avenali

LA CASA È SEMPRE PIÙ VERDE Area Legno lancia la sfida: nuove soluzioni abitative realizzate in piena simbiosi con l’ambiente. Il vantaggio di vivere in una costruzione in legno che respira, pronta in pochi mesi e con bassi costi di gestione e manutenzione

villa a tre piani in classe A realizzata da Area Legno

A

rriva dal legno la risposta per una nuova e più naturale vivibilità. Dal discorso energetico a quello ecologico una struttura abitativa in legno, anche di grandi dimensioni, rappresenta sempre più il futuro a portata di mano, fattibile, un sogno che racchiude molteplici motivazioni. Le realizzazioni di Area Legno partono dall’Abruzzo e raggiungono tutto il territorio nazionale. L’azienda effettua lavori di copertura e strutture in legno rivolgen-

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dosi sia al pubblico sia al privato. Ma la vera innovazione viene dalle case in legno a risparmio energetico, novità che i fratelli Francesca e Giustino Di Donato, titolari della ditta, portano avanti come cavallo di battaglia. «Bisogna far capire alle persone che il guadagno in termini di salute è elevato –spiega Francesca Di Donato– si tratta di vivere in un ambiente che respira, che è vivo e sano». Altro fattore determinante: la ve-

locità di realizzazione dell’opera. Rispetto ad una casa in muratura i tempi sono molto più brevi e quindi i costi di cantiere diminuiscono. Dal momento della firma del contratto la casa viene costruita in pochi mesi. Bisogna poi tener conto che la stessa è più performante: «In un periodo storico come quello in cui viviamo, dove si sente forte l’importanza del risparmio energetico -aggiunge Giustino Di Donatoqueste soluzioni danno le risposte che cercavamo ovvero bassi consu-


mi. Queste costruzioni presentano diversi vantaggi: sono abitazioni che resistono al tempo, fatte per essere tramandate e vissute, inoltre godono di una libertà progettuale notevole, personalizzabili sotto ogni punto di vista». Dal progetto alla realizzazione, le richieste possono essere esaudite al meglio. Nel concetto di flessibilità rientrano dunque le scelte legate al gusto del cliente, al particolare, alla vivibilità, alla massima efficienza energetica. «Quando la persona si rivolge ad Area Legno sa che siamo in grado di soddisfare ogni richiesta. Controlliamo direttamente ogni fase in quanto siamo noi stessi progettisti, produttori, installatori. Il nostro team è molto preparato e formato da oltre cinquanta persone, tra dipendenti e collaboratori, tutti seri professionisti e spinti dalla passione per questo campo». Stando ai dati, nel costo di una casa in legno l’80% è rappresentato dai materiali impiegati, solo il restante dalla manodopera. Un fattore che pone in evidenza “cosa” ci sia nel prodotto ultimo. Partendo dal presupposto che il costo finale di una casa in legno è molto vicino a quello di una casa tradizionale in muratura, è chiaro che la differenza va tutta nella qualità assoluta dei materiali utilizzati. «Il cliente di oggi è sempre più informato –continua Giustino Di Donato– chiunque può rendersi conto di cosa sta vendendo il costruttore, chi sceglie la casa in legno lo fa perché cerca alta qualità e tecnologia, perché sa che andrà a vivere in una abitazione completamente traspirante, ecologica e a bassissimo consumo energetico, che aiuta a prevenire mali come reumatismi, allergie e tutti quei fastidiosi malanni figli delle costruzioni in cemento. I materiali utilizzati, essendo tutti bio-

» foto concesse da Area Legno

compatibili, sono la sola soluzione a queste problematiche di vita quotidiana». Anche l’aspetto dedicato al rispetto dell’ambiente ha la sua rilevanza, un professionista che lavora con il legno sa bene quanto questa materia prima sia importante e quanto

vada rispettata. Area Legno prende le sue materie prime esclusivamente da foreste certificate dove viene praticato un costante rimboschimento, si tratta di prodotto proveniente dal nord Europa, una garanzia ulteriore, quindi, di serietà e qualità

i fratelli Francesca e Giustino Di Donato titolari dell’Area Legno

struttura portante al grezzo di una casa in pareti prefabbricate massicce

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» di Massimo Avenali

PASSAPORTO PER IL MONDO Conoscere le lingue è oggi determinante. Con i corsi e le metodologie all’avanguardia di Languages for Communication diventa facile e divertente. Una realtà moderna ed efficace capace di soddisfare le esigenze di privati e aziende

veduta esterna del complesso che ospita la scuola

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el villaggio globale comunicare è sempre più indispensabile. La scuola Languages for Communication si propone a coloro che hanno il desiderio di imparare o perfezionare la padronanza delle lingue straniere. La struttura di Pescara, a due passi dall’università, impiega

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un gruppo di insegnanti qualificati ed esclusivamente madrelingua e utilizza strumenti didattici e una struttura all’avanguardia. Nel mondo di oggi, conoscere le lingue straniere è determinante sia per il mondo del lavoro sia per la crescita personale. La capacità relazionale senza confini è di certo quella mar-

cia in più in grado di far emergere una persona o anche un’azienda, agevolando la circolazione di idee e di opportunità. Il metodo innovativo utilizzato da LFC è l’esclusivo International Sandwich Method di G. Shenker, nato con il preciso scopo di porre lo studente nelle medesime condizioni in cui si troverebbe uno


straniero catapultato in Inghilterra o in America. In questo modo, con una completa immersione nella lingua, si sviluppa la necessità di farsi capire, approcciarsi, affrontare necessità e discorsi, con una particolare prontezza alla conver-

sazione e un efficace superamento delle difficoltà grammaticali e di pronuncia della lingua inglese. Tra i servizi offerti, Languages for Communication propone anche corsi di tedesco, francese e spagnolo, traduzioni e viaggi di studio in Gran

Come nasce Languages for Communication? «Sicuramente da una mia passione per l’insegnamento. Dopo il mio trasferimento in Italia ho iniziato a lavorare per numerose aziende e privati, quindi ho deciso di creare una nuova realtà, moderna e funzionale, anche per dare corpo agli eccellenti risultati che stavo ottenendo. Inoltre la nostra politica mira esclusivamente alla soddisfazione del cliente e a favorire il reale apprendimento della lingua ai massimi livelli. È grazie al nostro metodo infallibile, agli insegnanti qualificati, a un ambiente giovane e soprattutto al nostro impegno che riusciamo a raggiungere sempre ottimi riscontri» Quali obiettivi avete raggiunto fino a questo momento? «In soli 2 anni LFC è diventata partner ufficiale dell’ETS, la più grande organizzazione indipendente al mondo attiva nel settore della misurazione dell’istruzione. L’ETS è riconosciuta come leader della ricerca nel campo dell’istruzione e nello sviluppo di valutazioni del rendimento. Inoltre LFC è l’unico centro esame autorizzato Toefl, Toeic e Tfi a Pescara. Solo nella nostra sede a Pescara è possibile ottenere il prestigioso certificato internazionale Toefl (Test of English as a Foreign Language), TOEIC (Test of English for International Communication) e il TFI (Test de Francais International). Il primo, come molti sanno, è un esame di accertamento linguistico indispensabile per poter accedere a corsi di studio o master all’estero ed è ormai divenuto anche titolo preferenziale da inserire nel curriculum vitae, come prova del livello di conoscenza della lingua inglese. Il secondo è uno strumento di valutazione affidabile e valido, che misura la competenza di inglese commerciale internazionale ai livelli sia intermedio che avanzato. L’ultimo, è un test della competenza nella lingua francese, che misura e certifica la conoscenza del francese delle persone che lavorano in un contesto professionale. Infine LFC è l’unico Toles Testing Centre in Abruzzo»

» foto concesse da Languages for Communication

Bretagna e Stati Uniti. Salvatore Di Giallonardo, madrelingua statunitense e fondatore della scuola, ci racconta la storia di LFC e le importanti novità per il nuovo anno.

Cos’è l’esame Toles? «Il test, della durata di due ore, permette ad avvocati e studenti di legge di avere una comprovata abilità nell’affrontare in lingua inglese la normale routine di un ufficio legale o di una facoltà di Giurisprudenza. Inoltre, siamo riusciti a siglare numerosi accordi con varie aziende del territorio abruzzese e vari enti e associazioni. Il numero di  iscritti è raddoppiato dal 2006 al 2007 e tramite nuove iniziative si spera di continuare a crescere». Quali novità prevede il nuovo anno? «Da questo anno la nostra scuola intende promuovere un’iniziativa senza precedenti: corsi di lingua Inglese con viaggi studio in Inghilterra, ovvero Londra, Brighton o Cambridge, inclusi nel prezzo. L’offerta comprende infatti un corso a scelta tra quelli offerti presso la nostra sede e una settimana in una delle località appena citate, durante la quale verrà completato il percorso di studio iniziato presso di noi, con un corso di Inglese»

una delle aule di studio di LFC

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seminari&convegni » di Gaetano Lombardino

La Tv in onda sul telefonino Blobee.tv è la prima piattaforma televisiva on-demand con servizi pensati per le aziende. Un’iniziativa che parla abruzzese

da sinistra: Cinzia Cordesco, Roberto Santuccione, Francesco Alfieri, Alessandro Addari e Luigi Di Giosaffatte

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omunicare senza confini e in ogni momento. È questo l’obiettivo di Blobee.tv, la prima piattaforma televisiva on-demand per telefoni cellulari concepita con un occhio di riguardo alle aziende. L’iniziativa porta la firma della Finlloyd e si avvale della collaborazione di Riviera Communications, azienda abruzzese ai vertici mondiali nella progettazione di servizi web mobile oriented, nata nel 2006 per mano di Cinzia Cor-

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desco e Roberto Santuccione, dalla fusione di un gruppo operante nel settore ricerca, sviluppo e strategie telematiche e commerciali sin dal 1989. Il nuovo servizio arriva in un momento dove l’e-commerce, in Italia, è un business in continua espansione e che attrae sempre più imprese. Un dettaglio, questo, che non poteva passare inosservato al gruppo abruzzese Finlloyd, leader nella

comunicazione mobile da anni, già ideatore nei mesi scorsi di Blobee.it e ora anche di una mobile-tv che si prefigge di promuovere il marchio e i prodotti delle aziende a un numero di persone sempre più vasto. Riviera Communications progetta siti e portali in versione on-mobile interamente server-side, compatibili con tutti i telefoni cellulari muniti di browser, compreso l’iPhone. La videopresentazione sul telefonino è un potente biglietto da vi-

» foto di Andrea Straccini


sita concentrato su piccolo schermo. Blobee.tv è l’ultima frontiera tecnologica per abbattere confini culturali, turistici, sociali, politici e economici e potrebbe rappresentare una svolta per chi è nel mondo degli affari commerciali. Le imprese, a qualsiasi settore commerciale appartengano, possono realizzare un video di presentazione aziendale che in pochi minuti racconti la storia, il presente, gli obiettivi e le strategie per crescere. Come fare? Basta avere un cellulare che supporti questi formati video: .WMV, compatibile con tutti i telefoni equipaggiati con Windows Mobile o con quelli che hanno lettori multimediali abilitati a Windows Media Video; .Mp4 per gli iPhone di Apple, .3gp per gli altri apparati. In occasione della presentazione è stato spiegato che sul business channel della mobile-tv ci sono già tre aziende associate a Confindustria Pescara (che patrocina il progetto, ndr): la Top Solutions International Sales and Training di Alessandro Addari, la Gmb Qualiservice di Giovanni Maria Bossich e la Asi Consulting di Arturo Sarrantonio. Accedendo (anche tramite il pc) a www.blobee.tv è possibile veRoberto Santuccione

dere anche vari “canali” tematici. Quelli attualmente presenti su Blobee sono: business, cultura, impresa, economia, sport, tecnologia, turismo, viaggi, commercio, televendite e live, ai quali si aggiungeranno i settori “adult” e “entertainment”. Sull’home page, di facile fruizione, dopo aver scelto il “canale” desiderato, si può sia scorrere la lista di tutti i “canali” disponibili, sia effettuare una specifica ricerca tramite parola-chiave. Una volta individuato il programma da visionare, basta semplicemente cliccare sul formato desiderato. I programmi, va aggiunto, vengono presentati in blocchi da 5. Per scorrere la lista di essi si usano i tasti “seguente” e “precedente”, che appariranno nella schermata sotto la lista del primo blocco di 5 programmi. La loro visione è gratuita, ma ovviamente la connessione via internet tramite cellulare è a carico dell’utente, in base ai costi dei gestori. Su “Blobee Cultura” sono presenti in anteprima i seguenti documentari: “Transumanza, i segni del tempo” e “Corradino D’Ascanio: dall’elicottero alla vespa”, messi a disposizione

Cinzia Cordesco

dal ministero per i Beni e le Attività Culturali attraverso la Sovrintendenza Archivistica per l’Abruzzo diretta da Maria Teresa Spinozzi. Su “Blobee Viaggi e Turismo” viene presentato il “Ricetto di Candelo-Terra e Paese”, sul comune di Candelo, in provincia di Biella. Il “canale” di musica, dedicato ai giovani, sarà gestito dalla “Verba Manent”, agenzia di San Marino che organizza gli eventi sulla costa romagnola. «La tecnologia mobile -riferisce Riviera Communications- è in grado di trasformare il nostro modo di vivere, lavorare e comunicare, generando nuove opportunità e aggiungendo valore alla vita di ognuno di noi. La nostra mission, riflettendo i cambiamenti epocali in atto, è consentire a persone ed organizzazioni di crescere con l’innovazione tecnologica in libera mobilità». “Blobee.tv” rappresenta già il futuro, senza limiti spazio-temporali. La sfida è già iniziata ed è partita dall’Abruzzo

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seminari&convegni » di Piergiorgio Greco

Fare impresa in compagnia Al Meeting di Rimini, il leader della Tecnomatic Giuseppe Ranalli si racconta. E svela l’inizio della sua attività imprenditoriale e l’importanza dell’insegnamento della Compagnia delle Opere

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nche se durato il tempo di un caffè, l’incontro con Giuseppe Ranalli, leader del gruppo Tecnomatic di Corropoli e presidente della Compagnia delle Opere Abruzzo Molise, ha

lasciato il segno nel folto pubblico intervenuto ad ascoltarlo nel corso dell’ultimo Meeting di Rimini. L’occasione è stata la “chiacchierata” con Francesco Liuzzi, docente della Scuola di impresa della Fondazione

per la Sussidiarietà, che ha fatto emergere con sapienza e abilità l’esperienza e la storia di Ranalli, protagonista dell’ultimo appuntamento della serie di incontri “Un caffé con…”, promossi proprio

Giuseppe Ranalli presidente CDO Abruzzo-Molise e Francesco Liuzzi docente della Scuola d’impresa della Fondazione per la Sussidiarietà

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» foto concesse dal Meeting di Rimini


un momento del meeting di Rimini

dalla Fondazione nell’ambito della kermesse riminese, frequentata ogni anno da centinaia di migliaia di persone. Laureatosi alla facoltà di Economia e Commercio della d’Annunzio di Pescara, Giuseppe Ranalli è partito dall’inizio della sua storia imprenditoriale. Perché nell’inizio c’è già il significato di una storia grande. Un inizio che prende le mosse dall’incontro con il movimento di Comunione e Liberazione in università attraverso Enzo Piccinini, chirurgo modenese tragicamente scomparso nel 1999. In un dialogo con lui decide di approfondire un argomento di cui non era mai stato tanto appassionato: l’automazione industriale. Passano alcuni anni e Ranalli viene a sapere che un suo amico sta lasciando la sua impresa gravemente indebitata. Il tutto proprio mentre un’altra azienda nelle vicinanze stava fallendo. Così il

neolaureato Ranalli ha un’intuizione dettata dalla semplice osservazione della realtà: prova a cercare un accordo con le banche creditrici delle due aziende e chiede loro di finanziare il suo piano aziendale che, tra le altre cose, prevede la fusione delle due società. A dispetto di ogni previsione, le banche decidono di investire sulla sua idea. È il dicembre del 1997. Spiega l’imprenditore pescarese: «Ma un’analisi non basta per decidere di rischiare e nemmeno il desiderio di fare soldi; ed il desiderio che io avevo era proprio quello. E, a dire il vero, non cercavo affatto qualcuno che mi dicesse cosa fare». Fu così che Ranalli incontrò nuovamente Piccinini e Giorgio Vittadini, l’ex presidente nazionale della Compagnia delle Opere e attualmente presidente della Fondazione per la Sussidiarietà. «Sei cosciente che potrebbe avere esisto negati-

vo questa operazione?» gli disse quest’ultimo che subito aggiunse: «Sappi che tu, Ranalli, vali qualunque sia il risultato». Questo il commento dell’imprenditore: «Proprio allora è stato evidente che ero oggetto di un amore senza condizioni. Ho deciso di rischiare nella fusione delle due società e nel tempo l’ipotesi di lavoro si è rivelata realizzabile». Il resto è storia dei giorni nostri: la Tecnomatic è oggi presente in varie parti del mondo, dal Brasile all’India, dalla Cina alla Romania. Un colosso tecnologico, con la mente a Corropoli e le braccia operative nel mondo. «Ma ad un certo punto –ha raccontato Ranalli- anche fare soldi non mi è più bastato. Per dieci anni in modo testardo ho avuto la presunzione di rispondere alle mie esigenze di soddisfazione. Ma la realtà mi chiedeva: perché fai tutto questo lavoro? Pur di non stare di

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seminari&convegni

fronte a questa domanda, mi preoccupavo di rispondere alle esigenze di tutti». Ascoltando Carrón, presidente della Fraternità di Comunione e liberazione, che diceva che in un momento della sua storia non si “sopportava più”, Ranalli ha deciso di ripartire ogni mattina dalla proposta educativa che aveva incon-

trato col movimento: essere profondamente umano. «Ho iniziato ad accorgermi del reale –ha detto al pubblico del Meeting - fino al punto di stupirmi che le cose esistono. All’inizio pensavo che l’opera di Dio è fare l’impresa, invece l’opera di Dio sono io. Il lavoro è la scoperta del nesso che c’è tra me e il rea-

le; questo nesso è il mistero che fa tutto in questo istante». E ha concluso: «Questo è l’unico lavoro, altrimenti si è costretti ad appiccicare sempre il santino sul lavoro e l’unità di misura sono i soldi, mentre l’io non c’entra nulla»

Il vero volto dell’Abruzzo In occasione delle vicende giudiziarie che hanno decapitato la giunta regionale, la Compagnia delle Opere Abruzzo Molise ha divulgato un interessante giudizio. Di seguito i passi salienti. «Viviamo nella nostra regione giorni difficili. Tanti si chiedono in cosa si possa ancora sperare e se ci si possa ancora fidare di qualcuno. È sempre più diffuso un sentimento di disgusto verso la politica e le sue istituzioni. Eppure, se guardiamo attentamente la nostra regione, ci sono tanti uomini impegnati a creare del bene per le loro famiglie, per le persone a loro affidate e per le comunità nelle quali vivono. Non vogliamo arrenderci a chi presenta al mondo una regione allo sfascio. In Abruzzo esistono uomini e donne, imprese profit e non -anche nella sanitàservizi pubblici, associazioni di volontariato e tante altre realtà sociali che costruiscono giorno per giorno, attraverso fatti concreti, il bene comune. Ora più che mai occorre guardare a tutte queste persone che sono il volto più vero dell’Abruzzo per continuare a sperare e a costruire per un progresso autenticamente umano. Abbiamo bisogno di persone che sentano addosso la responsabilità di costruire, amando e servendo il positivo presente. Uomini che, spinti dal desiderio di bellezza, di giustizia e di verità che grida nel fondo

del cuore, sono disposti a fare sacrifici per la costruzione di una società rispettosa della persona. Per fare questo, il desiderio dell’uomo ha bisogno di essere educato. Quindi, la vera questione anche per l’Abruzzo è l’emergenza educativa. Noi vogliamo dare il nostro contributo insieme a tutti coloro che riconoscono questo come bisogno prioritario. Occorre sostenere tutti quelli che concepiscono il potere come servizio reale al popolo e che hanno a cuore la difesa di quelle esperienze in cui il desiderio dell’uomo e la sua responsabilità possono crescere in funzione del bene comune anche attraverso la costruzione di opere sociali ed economiche, secondo il principio di sussidiarietà. L’unica strada per migliorare qualità ed efficienza nei servizi di pubblica utilità è quella di una riforma che, recependo il principio di sussidiarietà, restituisca ai cittadini la libertà di scelta. Quando il cittadino è libero di scegliere, sceglierà il miglior rapporto qualità–prezzo, innescando una sana, leale e virtuosa concorrenza tra Stato, privato sociale e privato profit. L’attribuzione delle risorse in funzione della libertà di scelta dei cittadini genererebbe efficienze, innalzerebbe la qualità e favorirebbe la trasparenza».

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seminari&convegni » di Alessandro Addari

IL TEMPO DELLE MAIL Dalla carta all’elettronica. Presentate nel seminario di Confindustria Pescara tutte le novità per la gestione e la conservazione sostitutiva dei documenti

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uando si parla di competitività aziendale entra in gioco un’altra parola chiave: innovazione. Se poi il progresso tecnologico ci agevola nella tortuosa attività di fronteggiare e gestire, al meglio, il tempo e la burocrazia siamo veramente sulla buona strada. Di questo ed altro si è discusso nel seminario formativo “Gestione Elettronica Documentale e Conservazione Sostitutiva” organizzato, con il patrocinio di Confindustria Pescara, dall’azienda associata eData Srl, in collaborazione con Siav. La velocità dei flussi e dei processi organizzativi costituisce un valore importante, in particolare quando questa consente di rispondere efficacemente alle richieste dei clienti e rappresenta quindi un fattore critico di successo. Ogni giorno le imprese gestiscono una grossa mole di documenti, sostenendo i costi connessi alla stampa. Si occupano così intere stanze in azienda e si utilizza un fattore sempre più importante e prezioso: il tempo. Basti pensare a fatture, bolle, preventivi, offerte, comunicazioni, contratti, circolari, leggi e normative, moduli interni, fax e quant’altro che ogni giorno “affollano” i nostri uffici. Il Nolan Norton Institute ha stimato il tempo che manager, quadri e collaboratori passano a ricercare, duplicare, distribuire e archiviare

i relatori intervenuti al convegno; da sinistra: Carlo Provenzano della eData, Loris Scanferla e Dimitri Zanella della Siav

documenti. Per un manager la ricerca “pesa” dal 5 al 10% del tempo, mentre per gli impiegati il range sale al 12%. La finanziaria 2008 ha di recente reso obbligatoria l’emissione, la trasmissione, la conservazione e l’archiviazione delle fatture emesse nei rapporti con le amministrazioni dello Stato esclusivamente in forma elettronica, sancendo per esse il divieto a procedere a pagamenti di fatture emesse o trasmesse in forma cartacea. Dopo il consueto saluto del direttore di Confindustria, Luigi Di Giosaffatte, e la presentazione dell’evento da parte di Carlo Provenzano della eData e di Loris Scanferla della Siav, la parola è passata a Dimi-

tri Zanella che ha affrontato il tema della conservazione sostitutiva dei documenti fiscali. È emerso che il Decreto Legge del 23 gennaio del 2004 ed i successivi pareri dell’Agenzia delle Entrate hanno, di fatto, conferito pieno valore legale, ai fini civilistici e fiscali, alla trasmissione per posta elettronica delle fatture e alla conservazione sostitutiva su supporti informatici dei documenti e delle scritture contabili obbligatorie. In seguito, lo stesso Zanella, si è soffermato su sistemi che hanno da tempo assunto un valore strategico nell’automazione dei processi di business: Business Process Management e Business Process Intelligence, sistemi di Gestione Elettronica

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seminari&convegni

Documentale, Content Management e Workflow. In chiusura Provenzano e Scanferla hanno raccontato casi di successo, legati a queste attività, evidenziando che anche piccole aziende con processi interni di media complessità possono trovare in questi sistemi dei significativi vantaggi economici. Il cosiddetto documentale può essere il punto di contatto dell’azienda con l’esterno, partendo da fax o e-mail, smistati automaticamente, indicizzati e classificati, inseriti direttamente sul server, accessibile da tutti gli utenti che hanno l’au-

torizzazione. Durante l’incontro si è parlato inoltre di “outsourcing documentale”, servizio in cui un’organizzazione esterna acquisisce i documenti, li digitalizza, e li restituisce anche su un semplice dvd. È come avere un armadio di documenti in un semplice supporto, il tutto nell’ottica di concentrare tempo ed energie sul core business aziendale. Carlo Provenzano è poi tornato sulle soluzioni al servizio delle imprese: «Sovente ci troviamo in azienda a dover rispondere alle richieste dei clienti per rinviare fatture, bolle e altri documenti. Attraverso

internet, con un sistema protetto da password, oggi qualsiasi cliente può accedere e stampare direttamente queste informazioni, non impattando sulla nostra struttura organizzativa». Provenzano, che tra l’altro è un componente del Gruppo giovani imprenditori di Confindustria Pescara ha concluso il convegno con questa previsione: «tra 10 anni il sistema di gestione elettronica dei documenti sarà diffuso in quasi tutte le aziende, a noi giovani il compito di portare innovazione nelle imprese per renderle più agili e competitive»

BENEFICI DELL’ARCHIVIAZIONE DOCUMENTALE Tempi impiegati a svolgere le attività, per figura professionale e stima della riduzione dei tempi (elaborazione su ricerca Nolan Norton Institute) tempo relativo dedicato da

stima riduzione dei tempi

manager

quadro

impiegato

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seminari&convegni » di Riccardo D’Alessandro

A COLLOQUIO CON IL «SAGGIO DELLA POLITICA» I giovani imprenditori di Chieti incontrano il pluriministro Remo Gaspari. Un prezioso momento di confronto, a pochi mesi dal voto, sulle opportunità di rilancio dell’Abruzzo

U

na delegazione di giovani imprenditori di Chieti, guidati dal presidente Giuseppe Ranalli, ha incontrato ad agosto, nella casa di Gissi, il pluriministro Remo Gaspari. L’incontro è stato un momento di confronto con il «Saggio della

politica» sul futuro scenario politico-economico abruzzese e sulle opportunità di rilancio a pochi mesi dal voto. Immancabile il riferimento ai fatti recenti che hanno coinvolto la Giunta regionale sulle cui conseguenze l’ex ministro ha ribadito una nota apprensione: «Sono

preoccupato perché il lavoro di 50 anni è andato progressivamente distrutto. Se non vi si porrà rimedio, a breve si preannunciano tempi bui per l’economia abruzzese». Il grande deficit sanitario al centro del confronto, ma non solo. «Se oggi l’Abruzzo vive una stagione

alcuni dei giovani imprenditori di Confindustria Chieti in compagnia dell’ex ministro e parlamentare Remo Gaspari

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critica è dovuto in gran parte alla mancata applicazione della legge del ’92 sull’aziendalizzazione delle strutture sanitarie che ha prodotto indebitamento e generato una supertassazione. Tutto questo ha penalizzato la nostra regione, non essendo più in grado di attrarre nuovi insediamenti produttivi, con gravi ricadute in termini occupazionali». Qual è dunque il modello da seguire? Non basta l’aziendalizzazione delle strutture sanitarie, occorre la loro riconversione: «Dobbiamo guardare agli esempi del Policlinico Gemelli o al San Raffaele, strutture aziendalizzate mai in deficit». Ma non basta. L’ex ministro sostiene che non si possono operare tagli selvaggi ai reparti ospedalieri senza tener conto della “domanda “ -intesa in termini di salute e di assistenza- del territorio che, al contrario, deve indicare la giusta dimensione degli ospedali. Le cosiddette strutture inefficienti potrebbero essere riconvertite in centri d’accoglienza per anziani, che scarseggiano, e che scongiurerebbero tagli all’occupazione. Dopo aver concordato con la visione “riorganizzativa” del sistema sanitario, i giovani imprenditori hanno manifestato preoccupazione per la situazione amministrativoeconomica attuale e soprattutto per l’assenza di segnali di rinnovamento concreti da parte della classe politica. Occorre ridisegnare al più presto la struttura amministrativa regionale per scongiurare un futuro grigio. «Basta con la

moda della nomina dei dirigenti –ha proseguito Gaspari– con questo meccanismo nella nostra regione si è installato un insolito modello a “triangolo rovesciato” la cui base scarseggia in elementi che al contrario proliferano al vertice. Tutto questo crea intralcio perchè l’eccesso di personale rallenta l’efficienza e la produttività della pubblica amministrazione. Se inoltre consideriamo che l’Abruzzo dispone in termini numerici di personale amministrativo pari al doppio della efficiente Lombardia non c’è da stare tranquilli, specialmente in un momento politico che vede il federalismo fiscale bussare alla porta». L’ex ministro vede dunque un futuro incerto per l’Abruzzo e anche per questo ha chiesto maggiore coinvolgimento e partecipazione da parte dei giovani imprenditori, che, alla richiesta di un ultimo impegno per l’Abruzzo, hanno ricevuto pieno supporto: «Ho lanciato l’allarme –ha concluso Gaspari, che in 14 anni ha fatto crescere la Regione di 3 punti l’anno fermandosi nel ’92 con “soli” 475mila occupati– ma oggi non sono in grado di impegnarmi concretamente. Certamente da parte mia avrete sempre piena disponibilità di intervento per la soluzione e l’approfondimento dei temi che si presenteranno». E con questa promessa i giovani imprenditori di Chieti si sono congedati dall’ex ministro coinvolgendolo in un progetto di confronto politico più ampio che si terrà prossimamente

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eventi » a cura dell’area Media dei Giochi del Mediterraneo 2009

GIOCHI DEL MEDITERRANEO TRA ARTE E SPORT Al Museo Colonna di Pescara le opere a tema sportivo realizzate nel corso del “Simposio internazionale di pittura” dagli artisti dei Paesi che parteciperanno a Pescara 2009. Una maniera per esaltare i valori della multiculturalità e superare ogni barriera

un momento del “Simposio Internazionale di Pittura”

I

Giochi e l’Arte. L’evento storico che si avvicina e i colori che lo inventano, che lo immaginano, che lo chiamano. Ecco il significato del Simposio Internazionale di Pittura, che ha visto per tre giorni gli artisti, di quasi tutti i Paesi partecipanti alla XVI Edizione dei Giochi del Mediterraneo, realizzare opere a tema sportivo, esposte presso il Museo d’Arte Moderna “Vittoria Colonna” fino al 26 ottobre. La mostra, inaugurata l’8 settembre dal Presidente del Comitato Organizzatore di Pescara 2009, Sabatino Aracu, si compone di 22 dipinti ed è stata curata da Antonio Manfredi e coordinata da Maurizio

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Ruzzi. Sono presenti con un’opera Marija Bjekic (Serbia), Severine Bourguignon (Francia), Carlo Caldara (Italia), Carmen Carmona Fernandez (Spagna), Fathi Hassan (Egitto), Anna Photiadou (Cipro), Predrag Szilvassy (Slovenia), Natasa Ljubetic (Croazia), Sivan Shahar (Israele); con due, Caroline Navarro (Malta), Vahida Nimanbegu (Montenegro), Michele Quercia (Italia), Maurizio Ruzzi (Italia), Ajili Houda (Tunisia), Eliana Vamvakinos (Grecia). Proprio il Presidente Aracu ha dichiarato: «Fino a oggi abbiamo cercato di promuovere in tanti modi l’evento dell’anno prossimo. Abbiamo lavorato, parlato, gioca-

to, cantato, comunicato. Mancava un momento di riflessione visiva, un momento che ci consentisse di unire i Giochi con l’immagine, con il disegno, con l’Arte. L’immagine dell’artista in grado di emozionarci, di farci pre-gustare l’evento. Invito gli abruzzesi a lasciarsi toccare profondamente dal messaggio artistico, ancor prima che da quello sportivo, ad affidarsi piacevolmente al linguaggio universale dei popoli». Gli artisti hanno lavorato in un laboratorio sperimentale l’uno di fianco all’altro; i pittori mediterranei hanno confrontato stili e linguaggi diversi, avvicinando nazioni accomunate dallo stesso bacino marino. Dai giovanissimi agli


artisti affermatisi già da tempo, l’evento ha accolto i nomi migliori del panorama artistico contemporaneo invitati dal curatore Antonio Manfredi, direttore del museo di arte contemporanea di Casoria. Arte e Sport, dunque, per esaltare l’enorme potenza simbolica del connubio, per affermare il valore della multiculturalità, il miracolo di tenere insieme mille tasselli diversi e dare corpo a un solo straordinario puzzle. La compresenza di culture diverse, altre, in una società è ormai processo irreversibile. Però è processo difficile, arduo, che tenta di compiersi con affanno, spesso affidandosi alla casualità, senza un progetto di interazione vera. Lo sport e l’arte, il progetto, lo hanno dentro. Insieme hanno la forza di cancellare le differenze, di superare le barriere, di trasformare il diverso in uguale, di insegnare il rispetto per l’altro.

A NATALE IL CATALOGO DELL’EVENTO Maurizio Ruzzi è il coordinatore di “Mediterraneo nell’Arte – Onde di Emozioni”, il Simposio Internazionale di Pittura. 53 anni, artista contemporaneo, lavora tra Firenze e Loreto. La sua ispirazione è legata all’archetipo universale della casa. Ha partecipato alla XIII Biennale d’Arte Sacra di S. Gabriele sul tema del “Magnificat”. Com’è nata l’idea della Mostra? «Si voleva dare un tocco di colore ai Giochi del Mediterraneo aprendo idealmente il sipario con la fantasia di artisti provenienti dalla maggior parte dei Paesi partecipanti. Il lavoro è stato fatto in collaborazione con il Museo d’Arte Moderna di Casoria e con Antonio Manfredi. Lo sport è dinamismo, è tempo e spazio e la pittura è più adeguata di altre arti per rappresentarlo. Le

opere a tema sportivo sono state realizzate con tecnica propria e in base alle proprie identità culturali di ciascuno». Il pubblico, davvero affascinato, ha potuto assistere e vedere in diretta come nasce un’opera d’arte. Come sapete, i 22 dipinti resteranno esposti fino al 26 ottobre e saranno lasciati nelle mani del Comitato Organizzatore di Pescara 2009. A Natale avremo il catalogo dell’intera manifestazione, in modo da esaltarne i momenti più belli e serbarne il ricordo in attesa del grande evento dei Giochi. SULLA RIVIERA DI PESCARA UN MOSAICO DEDICATO AI GIOCHI Dai primi di settembre fa bella mostra di sé sul marciapiede della Riviera Nord di Pescara, all’altezza di via Berardinucci, un mosaico dedicato ai Giochi del Mediterraneo, commissionato dal Comune

Bocce, Campionato Europeo Junior per Nazioni Dall’11 al 14 settembre il “test event” a squadre ed individuale dei XVI Giochi del Mediterraneo classifica a squadre e alla Turchia Si è svolto a Pescara nei giorin quella individuale. Un plauso ni 11-14 settembre, presso il dunque ai nostri Luca Di Felice, bocciodromo Zanni, il CampioAlessio Foglia e Luca Viscusi che nato Europeo Junior di bocce, hanno onorato l’impegno con una un importante appuntamento bella vittoria finale e grande sodorganizzato dalla European disfazione per il pubblico di casa. Bowl Association, dalla Ogni incontro del Campionato a Federazione Italiana Bocce e squadre è stato articolato in tre dal Comitato Organizzatore partite ai 12 punti, due nella dei XVI Giochi del Mediterrada sinistra Romolo Rizzoli, presidente della Federazione Internazionale, Ulisse Malfanti, giocatore svizzero, Bruno Casarini, presidente specialità individuale ed una in neo Pescara 2009. Sui campi Federazione Europea di Bocce e Luca Viscusi, giocatore dell’ Italia dell’impianto pescarese si coppia. La disciplina delle bocce attira da sempre molti sono sfidati atleti provenienti dalle seguenti nazioappassionati, giovani e meno giovani, in particolar ni: Italia, Cipro, Germania, Repubblica Ceca, Russia, modo nel territorio abruzzese dove sono molti i praSlovacchia, Svizzera, Turchia e Ungheria. ticanti, ragion per cui la risposta di pubblico è stata Le formazioni si sono sfidate in gironi individuali significativa. Una risposta che ha ripagato adeguae in gironi a squadre e si è registrato un dominio tamente gli sforzi profusi dal Comitato Organizzatore netto dell’Italia e della Svizzera. La classifica finale dei XVI Giochi del Mediterraneo per la buona riuscita ha parlato chiaro: i nostri atleti hanno prevalso sugli di questo “test event”. elvetici, la terza piazza è andata alla Slovacchia nella

» foto di Giuliano Schiazza

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eventi

di Pescara. L’opera -progettata da Raffaella Devangelio e realizzata da Vincenzo Starinieri della società Renex di Pescara- è stata inaugurata ufficialmente con una piccola cerimonia alla quale hanno partecipato l’assessore ai Lavori Pubblici, Giuseppe Bruno, il coordinatore

esecutivo dei Giochi del Mediterraneo, Paolo De Angelis, il direttore dei lavori, Nevio Di Giovanni, il direttore dell’area Lavori Pubblici del Comune, Luciano Di Biase. Il mosaico raffigura un’atleta, i colori sono quelli del “tricolore” mentre gli uccelli stilizzati vogliono significare

E a Pescara la “Maratona Mediterranea” La “Maratona di Pescara”, la cui direzione tecnica è stata affidata al grande maratoneta abruzzese, Alberico Di Cecco, è uno dei “test event” più spettacolari dei Giochi del Mediterraneo. Organizzata in collaborazione con US Aterno, segue un percorso disegnato a forma di 8 alternando i suggestivi tratti che costeggiano il tratto litoraneo alle vie e alle piazze più belle di Pescara, Francavilla al Mare e Montesilvano. La partenza, la mattina del 5 ottobre, è prevista da Piazza Salotto; dopo aver costeggiato lo stadio Adriatico, si arriva a Francavilla, percorrendo il Lungomare Sud, per poi riattraversare la Città di Pescara e dirigersi verso Montesilvano per un totale di 21,089 km. previsti per la “Mezza Maratona” (un giro), e di 42,195 km. per la classica distanza (due giri). E’ prevista la partecipazione di circa mille partecipanti tra i quali diversi podisti keniani e marocchini, gli italiani Giorgio Calcaterra e Emanuele Zenucchi, l’italo marocchino Migidio Bourifa, oltre che dell’Hobby Marathon di Catanzaro, la formazione amatoriale più importante del nostro Paese e attuale campione d’Italia. la partenza della Maratona Mediterranea svoltasi a Pescara

le tante sfaccettature naturalistiche di una terra che vive in costante rapporto con il mare. Insomma un’impronta artistica per celebrare l’Italia intera che nel grande evento dei Giochi è rappresentata da Pescara e dall’Abruzzo

Venerdì 19 e sabato 20 settembre il World Master Championship Pescara 2008 Un circuito cittadino nel cuore di Pescara ha ospitato il Campionato Mondiale Master, organizzato dalla Federazione Italiana Hockey e Pattinaggio (FIHP), dal Comitato Organizzatore XVI Giochi del Mediterraneo e da Sportitalia Srl. Questa edizione si è caratterizzata per il grande contributo profuso in termini di mezzi e personale apportato dal Comitato Organizzatore dei Giochi del Mediterraneo. In Piazza della Rinascita sono stati allestiti tutti gli stand per fornire servizi e informazioni ai presenti. Sono stati tre giorni di festa e, domenica 20 settembre, i riflettori sono stati puntati sulla competizione vera e propria. La gara 1- ITALIAN IN LINE CUP 2008 è stata vinta da Massimiliano Presti (uomini) e Ghizlane Samir (donne), mentre nella gara 2 – MASTERS WORLD CHAMPIONSHIP 2008 si sono affermati rispettivamente per le categorie Master 30, 40 e 50 Alessio Ballardini, Joerg Wecke e Giuseppe Cortese. Molte le iniziative di supporto alla manifestazione  principale,  che hanno reso questa occasione di sport una vera e propria festa. Il pubblico è stato coinvolto e si è ritrovato protagonista insieme ai campioni di pattinaggio. da sinistra: Mario Di Marco, direttore generale del Comitato Organizzatore Pescara 2009, Sabatino Aracu, presidente Comitato Organizzatore Pescara 2009, e Paolo Marcelloni, socio organizzatore di Sport - Italia

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eventi » di Angelo Radica

STRATEGIE COORDINATE PER IL RILANCIO DELL’ABRUZZO

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Angelo Radica vice Presidente Patto Territoriale Chietino-Ortonese

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a Provincia di Chieti, insieme alle altre tre Province abruzzesi, è stata individuata dalla Regione Abruzzo come soggetto attuatore dei Piani di Azione Territoriale (PAT) che coordinano, all’interno di un quadro strategico unitario di sviluppo locale, gli strumenti di attuazione delle politiche di sviluppo territoriale in Abruzzo. I PAT devono essere rivolti alle specifiche peculiarità ed esigenze dei contesti territoriali interessati ed essere capaci di valorizzare gli elementi di complementarità e le potenziali sinergie fra i diversi strumenti di programmazione coinvolti. La formulazione dei Piani di Azione Territoriali è promossa dalle Province, in stretta collaborazione con i Comuni e gli altri rappresentanti del partenariato istituzionale e socio-economico locale, per ciascuna delle otto aree omogenee identificate dal Quadro di Riferimento Regionale (QRR) dell’Abruzzo: L’Aquila, Avezzano, Sulmona, Teramo, Chieti, Pescara, Lanciano e Vasto. In ciascuna area omogenea gli strumenti coordinati dal Piano sono i Progetti Integrati Territoriali del Programma Operativo Regionale FESR Abruzzo 2007-2013; i Piani di Sviluppo Locale nell’ambito del Piano di Sviluppo Rurale 2007-2013; i Progetti Integrati Territoriali del Programma di Attuazione Regionale FAS dell’Abruzzo; nonché le iniziative pertinenti che rientrano


Nei Piani di Azione Territoriale attuati dalle Province, la scelta di una decisa integrazione degli interventi di sviluppo locale. Garantito il più ampio coinvolgimento di istituzioni e parti economiche e sociali

nell’ambito delle competenze e/o deleghe delle Province, con particolare riferimento alla formazione professionale ed alle politiche attive del lavoro, definite a valere sul Programma Operativo Regionale FSE della Regione Abruzzo 20072013. I membri dei partenariati locali che partecipano alla definizione ed all’approvazione dei progetti territoriali, si impegnano formalmente ad attivarsi affinché nell’ambito di tali progetti vengano adottate procedure attuative e prassi conformi come: ruolo centrale della valutazione, coerenza territoriale, univocità del partenariato, reciprocità fra strumenti di sviluppo, valutazione e monitoraggio unitari. Oltre a svolgere funzioni di coordinamento degli strumenti, il Piano di Azione Territoriale fornisce il quadro di coerenza per gli interventi locali e sovralocali, fra cui i Progetti di Sviluppo Urbano, attuati nelle aree omogenee. Inoltre, le strategie del Piano di Azione Territoriale sono coerenti con gli interventi per lo sviluppo e la coesione promossi a livello nazionale, regionale e sovraterritoriale che interessano le aree omogenee. Il PAT promuove la piena integrazione di questi interventi nei contesti locali, in modo da accrescerne efficacia e sostenibilità. L’azione di coordinamento viene esercitata dal PAT attraverso la coerente specificazione, per cia-

scuna area territoriale omogenea: (a) della strategia unitaria dell’area; (b) degli obiettivi generali e specifici dei singoli strumenti; (c) delle priorità territoriali e tematiche degli strumenti stessi; (d) delle linee di intervento; (e) delle modalità partenariali, organizzative, di monitoraggio, valutazione e sorveglianza. In ciascuna delle aree omogenee è stato costituito un Tavolo di partenariato unitario, organizzato dalla Provincia, che raccoglie i partner istituzionali e socioeconomici previsti dai dispositivi di programmazione che regolano i partenariati delle diverse tipologie di progettazione territoriale. La concertazione istituzionale ed economico-sociale a livello locale garantisce il più ampio coinvolgimento delle parti economiche e sociali nonché della cittadinanza dei territori interessati alla fase di progettazione e di realizzazione delle iniziative di sviluppo locale. Oltre ai Comuni, sono componenti del Tavolo di partenariato dei PAT: le Unioni di Comuni montani (Comunità Montane) e non montani; gli altri enti pubblici che hanno competenze istituzionali nell’ambito di ciascuno strumento coordinato, le rappresentanze locali delle categorie imprenditoriali e dei lavoratori interessati, i soggetti associativi espressione di interessi diffusi e i rappresentanti delle pari opportunità e dell’ambientalismo

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eventi » di Giovanni Saracino

CON BUSSOLA LA COMPETENZA È CERTIFICATA Un progetto innovativo che intende supportare le procedure di selezione del personale da parte delle aziende e, allo stesso tempo, favorire l’inserimento nel mondo produttivo di giovani diplomati

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ontribuire alla modernizzazione del mercato del lavoro e favorire l’inserimento di giovani diplomati nelle strutture produttive territoriali. È l’obiettivo del progetto «Bus Transfer: una bussola per le aziende» promosso da Confindustria L’Aqui-

la, insieme al Cepas (www.cepas. it), associazione senza fini di lucro con sede a Roma che opera come organismo indipendente di certificazione delle professionalità e della formazione, responsabile e coordinatore dell’iniziativa. Principale partner del progetto, finanzia-

Giovanni Saracino

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to dall’Unione Europea nell’ambito del Programma Lifelong Learning – Leonardo da Vinci (anno 2008), è l’Istituto Tecnico Industriale “Ettore Majorana” di Avezzano. L’intervento intende raggiungere l’obiettivo dichiarato diffondendo l’applicazione di uno strumento semplice e dinamico quale è il «modello di certificazione delle competenze BU.S.S.O.L.A.» una valida integrazione delle tradizionali procedure di selezione del personale da parte delle aziende. Il modello applicato è al servizio dei due soggetti primari del mercato del lavoro, le imprese ed i lavoratori. Ad oggi i Paesi europei che certificano le competenze considerano soprattutto quelle acquisite in contesti di apprendimento formale, che non sempre rispondono alle effettive necessità del mondo imprenditoriale. Da qui è nata l’esigenza di certificare oltre ai percorsi formativi anche le competenze acquisite in contesti di apprendimento non formale ed informale. Attraverso l’azione progettuale si vuole mettere a sistema il modello certificativo come processo –in primis negli Istituti Tecnici Superiori che lo elaborano- e di conseguen-


za come strumento nel sistema aziendale che attesti le effettive competenze raggiunte da un aspirante dipendente, che riguardano i tre settori del diagnosticare, del relazionarsi e dell’affrontare, al cui interno si ritrovano 7/8 differenti abilità (figura1). La finalità è consentire agli Istituti Tecnici Superiori d’Abruzzo, in collaborazione con un target group di aziende abruzzesi, la sperimentazione del modello di certificazione delle competenze BU.S.S.O.L.A. Si tratta di far incon-

trare i bisogni reciproci dei giovani in cerca di lavoro e delle aziende che possono assumere ma che vogliono riferimenti precisi sullo stato di preparazione del candidato (competenze globali, incluse quelle trasversali). Un progetto certamente ambizioso e innovativo, ma non per questo lontano dall’agire quotidiano del mondo del lavoro e dell’impresa

Per maggiori informazioni: saracino@confindustria.aq.it

MODELLO DI CERTIFICAZIONE DA TRASFERIRE DAL PROGETTO BUSSOLA

A- Livello basso B- Livello medio-basso C- Livello medio-alto D- Livello alto Figura 1

I PARTNER DI PROGETTO ITALIA - CEPAS – Roma – Responsabile e Coordinatore del Progetto BELGIO - SIREAS – Bruxelles ITALIA - ITIS MAJORANA – Avezzano ITALIA - CONFINDUSTRIA L’AQUILA ITALIA - ISPEF – Roma ITALIA - SINTAGMA – Roma PORTOGALLO - ISESP – Espino

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eventi » di Gaetano Lombardino

PROEL, STELLE E STRISCE

L’azienda di Sant’Omero avvia una filiale in Florida. Partirà da Miami la copertura commerciale di tutto il mercato americano

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all’Abruzzo agli Stati Uniti la distanza si riduce. La PROEL S.P.A., leader nella progettazione, produzione e commercializzazione di sistemi audio-video e lighting destinati al mondo dello spettacolo e degli eventi, nonchè al settore dell’installazione, con sede in Italia a Sant’Omero (Teramo), si apre al mercato americano e annuncia l’apertura di una filiale e del relativo centro di distribuzione. La PROEL America LLC è ubicata a Miami, in Florida. La decisione di avviare una propria filiale in USA si basa su una precisa strategia di espansione che punta sulla distribuzione di una gamma sempre maggiore di prodotti e soluzioni orientata ai vari mercati di sbocco. PROEL, nata nel 1991, già esporta in oltre 120 paesi in tutto il mondo. L’azienda, in seguito ad una ampia ricerca di mercato e sviluppo del prodotto dedicato al mercato USA, è pronta ad offrire ai clienti statunitensi prodotti professionali innovativi con qualità, tecnologia e design italiani.

«Con l’apertura della filiale PROEL America –ha dichiarato Fabrizio Sorbi, presidente della Proel SpA– si vuole consolidare l’esperienza avviata otto anni fa, sempre negli States a El Paso in Texas. È nostra intenzione –ha aggiunto– puntare sul sound reinforcement e poi allargare l’offerta agli altri nostri settori: lighting architetturali, video e prodotti per l’installazione. Siamo convinti di avere, ora, una linea di prodotti, progettata in particolar modo per questo mercato. Possiamo vantare, a livello di Gruppo, oltre 28 ingegneri nel reparto R&D e quasi 250 dipendenti in tutto il mondo. PROEL può competere con qualsiasi top brand nel mercato americano. Infatti, la compagine raggruppa aziende di primaria importanza a partire dall’inglese, Turbosound. Il livello di funzionalità reciproca e integrazione saranno le armi vincenti. Desideriamo offrire un prodotto differenziato con la tecnologia più avanzata possibile ed un prezzo comunque accessibile per il consumatore americano». L’azienda è situata all’interno della la filiale aperta a Miami in Florida

» foto concesse da Proel

Daniel Costa Salomao, vice presidente di PROEL America LLC

Zona Franca di Miami, futuro centro strategico per il mercato latino americano di PROEL. «Ci presentiamo –ha commentato Daniel Costa Salomao, vice presidente di PROEL America LLC– con le giuste credenziali. La collocazione è strategica rispetto alla copertura di tutti i mercati e ci consente di raggiungere, agevolmente, le aree di business più interessanti tra Nord, Centro e Sud America. Ci interessa rappresentare un ruolo da protagonista, puntando sulle capacità e l’esperienza acquisita»

la sede centrale della Proel a Sant’Omero

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eventi » di Eleonora Lopes

D’ANNUNZIO, L’ELEGANZA SECONDO BRIONI alcuni abiti ricostruiti sul modello dannunziano dai Maestri sarti della Brioni Roman Style

Inaugurata la mostra permanente “… l’abito che portava”. Accanto agli originali indossati dal Vate, quattro abiti, interpretati dalla grande sartoria di Penne

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abriele d’Annunzio, a settanta anni dalla sua morte, viene ricordato anche per la sua raffinata eleganza. Se con la genialità affidata alla penna ha conquistato l’ammirazione del mondo, con l’eccentricità e la ricercatezza nel vestire ne ha impressionato gli animi. Un vero esteta, senza conformismi. C’è da giurarci che se oggi il Vate fosse ancora vivo, di sicuro vestirebbe alta sartorialità, in barba al conformismo. Indosserebbe un capo Brioni ad esempio. Proprio da qui,

» foto di Andrea Straccini

è nata l’idea di recuperare i preziosissimi e unici capi del poeta e farne una collezione permanente nella sua casa natale a Pescara. Il Guardaroba del poeta torna così in Abruzzo dopo una sapiente opera di recupero e restauro, voluta fortemente dalla Soprintendenza al P.S.A.E. (patrimonio storico artistico e etnoantropologico) per l’Abruzzo, rappresentata da Anna Imponente, soprintendente PSAE Abruzzo. Accanto agli abiti originali, quattro abiti dannunziani, interpretati,

nella loro ricostruzione, dai Maestri sarti della grande sartoria di Penne della Brioni Roman Style. Dopo una paziente opera di pulitura, smacchiatura, ricucitura, risarcimento e ricomposizione dei tessuti, il “guardaroba” è ora esibito in tutto l’originario prestigio della sua alta qualità formale e sartoriale, assumendo la connotazione di una raccolta di eccezionale suggestione, intimamente legata alla fortissima personalità del Vate e felicemente evocativa della sua figura.

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eventi

ForModa- in una ideale continuità di valori estetici, tra il fascino dello stile dannunziano e l’eleganza, ugualmente senza confini, della produzione classica della Brioni Roman Style, che ha portato nel mondo la tradizione sartoriale abruzzese, di quegli artigiani che d’Annunzio ben conosceva ed ammirava. Il nuovo guardaroba -ha continuato Marcotullio- contribuisce non poco a rendere presente fra noi il cantore della nostra terra, in quell’idea tutta sua di fascino e di eleganza da vivere anche in casa. E l’abito, messaggio immediato della propria personalità, arricchirà questa presenza, così esaltata dalla suggestione del vestire in sublime portamento e nel proprio stile di vita». Andrea Perrone Co-Amministratore delegato Brioni Roman Style S.p.A. ha dichiarato: «Brioni è orgogliosa di presentare questa iniziativa che ci riporta alle nostre origini, almeno per metà abruzzesi. Da sempre l’azienda ha voluto essere vicina ad un territorio che ha dato i natali ad uno dei due fondatori, Nazareno Fonticoli: lo ha fatto investendo in iniziative culturali, formative, sociali che sono passate attraverso

scuole, asili, mostre, pubblicazioni. “Io ho quel che ho donato” amava ripetere il Vate, quanto di più vero anche per Brioni. Considero quello di oggi il proseguimento di un percorso iniziato nel 1995 con la mostra “portava un abito” a dimostrazione dell’affinità elettiva con d’Annunzio, la sua personalità, la sua eleganza: nel 1995, in occasione del nostro cinquantesimo anniversario, inserimmo in quella mostra degli abiti riprodotti sulla base delle creazioni di d’Annunzio; il recente ritrovamento e restauro di altri suoi capi ci ha dato la possibilità di dilettarci ancora con i tagli che egli richiedeva a Londra come in Abruzzo». L’opera di restauro è stata affidata al Museo storico-didattico della antica tappezzeria di Bologna, diretto da Stefano Zironi, ed è stata coordinata da Calcedonio Tropea. Gli abiti sono esposti nelle nuove vetrine di elegante design, appositamente progettate per la collezione dagli architetti Carlo Serafini ed Elio Rodio, dalle forme ondulate, a riprodurre la “freschezza marina” e la folgorante immagine dell’onda che anima i versi dell’Alcyone

Un momento della conferenza stampa tenuta da Lucio Marcotullio e Anna Imponente un abito originale del Vate restaurato dal Museo storico-didattico della antica tappezzeria di Bologna

L’impegno delle Fondazioni ForModa e Fonticoli e dell’azienda Brioni Roman Style ha consentito la migliore cura della mostra che sarà successivamente esposta all’interno di altre manifestazioni di moda, in un continuum logico e storiografico con la precedente mostra “Portava un abito…”. «Un legame tra passato e presente -ha affermato Lucio Marcotullio, presidente Fondazioni Fonticoli e

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eventi » di Mario Massarotti

“ACQUA & SAPONE”: UN SUCCESSO BASATO SU COMUNICAZIONE E CREATIVITÀ Angelo Barbarossa, fondatore con i suoi tre fratelli della prestigiosa azienda leader nel settore bellezza e igiene, ci parla di come gli investimenti pubblicitari possano contribuire alla conquista del mercato

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n’azienda  che soddisfa  l’intimo desiderio di bellezza dei consumatori»: è la sintesi del successo di “Acqua & Sapone”. Oltre 500 punti vendita distribuiti in tutta Italia che fanno del merchandising e degli investimenti in immagine e pubblicità alcuni dei propri punti di forza.

Sig. Barbarossa, lei e i suoi fratelli gestite una delle più belle realtà commerciali italiane, siamo curiosi di conoscere i fondamenti del vostro stile imprenditoriale «I risultati attuali sono un traguardo raggiunto in anni di lavoro e di esperienza. Noi di “Acqua & Sapone” siamo un po’ come degli atleti che sfidano l’orologio: cerchiamo di mantenerci al passo con i tempi rispettando le tendenze e i gusti dei consumatori. Riteniamo di vitale importanza verificare il loro grado di soddisfazione e di fedeltà somministrando periodicamente semplici questionari di gradimento. Amo seguire

l’evoluzione dei tempi traendo diversi spunti dallo “specchio” della società, rappresentato dai mass media e da alcuni programmi televisivi per giovani». Promozione e pubblicità, quindi, sono alla base del vostro impegno. «Le aziende dovrebbero creare regolarmente un budget d’investimento destinato alla comunicazione esterna. Noi riserviamo una quota proporzionale a questo strumento di anno in anno e sempre in modo differenziato. Utilizziamo mezzi diversi: radio, carta stampata, riviste specializzate, cartellonistica, sponsorizzazioni sportive e volantini; da questi ultimi proviene la per-

a destra: Angelo Barbarossa, direttore sviluppo punti vendita in compagnia di Miss Italia e Miss Deborah 2007 Silvia Battisti e Rosaria Schiavo

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due campagne pubblicitarie di Acqua&Sapone

centuale più alta di attrazione dei clienti. È necessario sempre di più farsi conoscere, avvalorare il marchio, creare un’identità e coinvolgere i consumatori». L’effetto di ciò sono milioni di clienti che ogni giorno entrano nei vostri punti vendita «La pubblicità è uno dei motori iniziali, che fa partire la macchina. Il cliente prosegue il viaggio nel punto vendita dove si sente a proprio agio e appaga il proprio desiderio di bellezza e di benessere. Per favorire questo esito aggiorniamo continuamente l’esposizione merceologica, instauriamo un rapporto cordiale e disponibile con le persone e sviluppiamo idee che aggiungano “valore” agli acquisti dei clienti, mediante l’offerta di omaggi pratici ed eleganti». A noi pare che la comunicazione sia una sua passione. Quali sono i suoi suggerimenti per le aziende che intendono sfruttare al meglio il potenziale della pubblicità? «Prima ancora dell’agenzia di pubblicità è l’azienda, il suo team, gli unici soggetti in grado di legare significati al proprio business. Occorre investire in creatività e colpire il pubblico. I messaggi dovrebbero essere irresistibili e immediati. L’imprenditore dovrebbe emozionare in primo luogo se stesso ed esaltare le ragioni per cui un consumatore dovrebbe entrare nel punto vendita. Personalmente faccio ricorso a metafore sug-

» foto concesse da Acqua & Sapone

gestive capaci di trascinare i clienti in una dimensione spettacolare, dove tutto è arte. E ciò non toglie nulla alla nostra concretezza: quando i consumatori ricevono un omaggio per la loro fedeltà scoprono che il regalo ha una consistenza di gran lunga maggiore di quanto abbiano percepito dalla pubblicità. Un altro concetto da tenere a cuore è la capacità di stupire il pubblico». Quali consigli fornirebbe alle aziende che intendono allargarsi sul mercato? «Dovrebbero creare identità, pubblicizzarsi, mettersi sempre in discussione. È fondamentale servirsi di consulenti ed esperti in grado di costruire look efficaci. Ogni imprenditore dovrebbe acquisire conoscenze nuove senza tuttavia perdere di vista se stesso e il valore degli sforzi personali. Quanto alle nuove aziende, se non destinano finanziamenti alla voce “pubblicità” rischiano di essere come un buffet invitante a cui non parteciperà nessuno. Ma occorre anche concretezza e non cadere in facili entusiasmi. L’imprenditore dovrebbe uscire fuori dall’anonimato e verificare l’attendibilità e la serietà dei possibili partner che si propongono in affari. Il clima collaborativo è la vera fonte di motivazione: affidarsi a team di lavoro in grado di risolvere i problemi che si profilano quotidianamente e avere fiducia che questi siano molto meno di quelli che sembravano essersi rivelati»

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eventi » di Lucia Mancini

La GPK si tinge di verde L’azienda di Castellalto è la prima in Italia, nel proprio settore, che ottiene la certificazione FSC che garantisce una gestione forestale ecologica e socialmente corretta

L’

Azienda GPK, produttrice di buste e shopper in carta e plastica con sede a Castellalto, si è certificata FSC - Forest Stewardship Council. L’attestazione garantisce una gestione forestale ecologica e socialmente corretta. In pratica, il Forest Stewardship Council assicura che la materia prima utilizzata dalla Gpk, per la produzione di buste in carta, proviene da foreste gestite in maniera corretta e responsabile e che tutti i processi di produzione, dalla raccolta degli alberi, alla produzione della cellulosa, alla produzione della carta, fino ad arrivare alle buste sono a loro volta certificati e sottoposti a severi controlli da parte dell’ente certificatore. La FSC si aggiunge alla certificazione ISO14001, già ottenuta in passato dalla Gpk, a dimostrazione del

continuo impegno di una azienda da sempre sensibile alle tematiche ambientali ed alla salvaguardia delle risorse naturali del nostro territorio. La GPK è la prima azienda del proprio settore, in Italia, ad ottenere questa certificazione ed a conquistare quindi un vantaggio competitivo nei confronti della concorrenza nazionale e internazionale. Questa operazione fa parte di un ampio programma strategico e di investimenti che il management dell’azienda ha messo in piedi per migliorare sempre più le proprie posizioni nei mercati internazionali e per pianificare una crescita aziendale ancora più solida e competitiva per gli anni futuri. Il FSC, creato nel 1993, include tra i suoi membri gruppi ambientalisti e sociali, comunità indigene, associazioni di consumatori, proprietari forestali, tecnici, organismi di certificazione, industrie di prima lavorazione e di tra-

sformazione e commercializzazione del legno, che operano insieme per migliorare la gestione delle risorse forestali in tutto il mondo. La certificazione forestale FSC è riconosciuta in studi e pubblicazioni di organismi internazionali, ma anche di associazioni ambientaliste, come il sistema più credibile e rigoroso che a livello internazionale possa garantire una buona gestione delle foreste e delle piantagioni nel mondo. Prosegue dunque positivamente il piano di sviluppo della Gpk, impegnata adesso anche in altri investimenti in ambito ecologico sulle plastiche biodegradabili. Questi importanti risultati tesi a migliorare l’immagine e la competitività di prodotto, uniti ai risultati di carattere commerciale ottenuti sia in Italia che all’estero, danno ancora maggiore spinta alla proprietà ed alla direzione aziendale nel proseguire nelle proprie strategie di crescita e di costruzione di una posizione di mercato a livello internazionale

l’azienda GPK di Castellalto

» foto concesse da Confindustria Teramo

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eventi » di Massimo Avenali

«IL MODELLO CHE CI ISPIRA È CIPRIANI» Conosciamo da vicino Pasquale Granatiero, giovane imprenditore proprietario a Pescara di locali quali il Caffè Venezia di via Venezia e Piazza Salotto, Piano Terra, Enozioni e Carol

C

on la moglie, Ilaria De Iure, gestisce a Pescara cinque locali e 120 dipendenti. È pugliese di nascita ma abruzzese d’adozione e in pochi anni è riuscito a lanciare ed affermare locali come il “Piano Terra” nel 2002, il “Carol” nel 2004, “Il Caffè Venezia in via Venezia” nel 2005, il ristorante-enoteca “Enozioni” nel 2006, il maestoso “Caffè Venezia in Piazza Salotto” nel 2008. Lo abbiamo intervistato per conoscerlo meglio, per capire quali sono le strategie per lo sviluppo delle sue attività.

Pasquale Granatiero con la moglie Ilaria De Iure

» foto di Andrea Straccini

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eventi

Come ha iniziato questo lavoro? «A 10 anni ero già al lavoro, nel bar di una palestra a Manfredonia, la mia città natale. A 16 anni gestivo un bar in pieno centro, sempre a Manfredonia; a 20 anni una catena di pizzerie. Poi, per caso sono venuto a Pescara a trovare mia sorella, che studiava all’università, e non me ne sono più andato». Quali sono i fattori che determinano il vostro successo? «Tanta passione per questo lavoro, una grande organizzazione delle risorse umane e delle attività, l’ampiezza e la qualità dei prodotti e la giusta dose di comunicazione. Ai nostri clienti viene garantita un’offerta a 360 gradi, che parte dalla colazione fino ad arrivare all’after dinner. Ciò che viene servito è di nostra produzione: dalla pasticceria, alla gelateria, alla pizzeria. Abbiamo diversi laboratori di produzione che quotidianamente realizzano prodotti freschi, con materie di grande qualità, e permettono un approvvigionamento costante dei locali. Non inferiore è la proposta della nostra enoteca che offre vini, champagne e spumanti in grado di soddisfare le richieste dei clienti più esperti ed esigenti». Come mai credete così tanto nella comunicazione? «Penso che un locale possa essere paragonato a tutti gli effetti ad un prodotto e che la sua “vendita” sia affidata a dinamiche di mercato. Per questo, un ruolo fondamentale è affidato alla promozione. Io e mia moglie abbiamo dato sempre molto valore al marketing ed alla comunicazione dei nostri locali. Ci siamo affidati all’agenzia Dispenser che ci supporta in maniera professionale ed innovativa. Molta importanza è stata attribuita alla cura degli allestimenti e al progetto architettonico degli stessi: dalle forme, ai materiali ed ai colori utilizzati, il tutto per rendere un’atmosfera unica in ogni locale. Inoltre, per il Caffè Venezia abbiamo puntato su una comunicazione basata su campagne pubblicitarie ben pianificate, che ci hanno distinto dai nostri concorrenti e hanno creato una forte aspettativa in città. Lo slogan “Caffè Venezia sbarca in Piazza Salotto” ha suscitato interesse e curiosità, tale da far percepire l’apertura del locale come un vero e proprio evento per Pescara che ha coinvolto tutti: dalle istituzioni all’intera cittadinanza». Quali sono le vostre idee di sviluppo? «Per il futuro, continueremo ad investire in comunicazione puntando sempre di più sugli eventi. Ciò che ci contraddistingue, ed è alla base del nostro spirito imprenditoriale, è la voglia di andare avanti migliorandosi continuamente e pensando sempre in grande. Il mio modello d’ispirazione è sicuramente quello delle grandi catene, come “Cipriani” in America, che hanno fatto scuola e sono famose in tutto il mondo. Chissà che il futuro non ci riservi di aprire una catena di “Caffè Venezia” nelle maggiori città italiane!»

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eventi » di Cristina Mambella

ATTENZIONE ALLA GESTIONE DEGLI IMMOBILI ABITATIVI

Affrontate nella conferenza “2009 finanziaria per tutti”, presso il Palacongressi di Montesilvano, le problematiche fiscali che interessano gli imprenditori del settore edile

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romossa dal Comune di Montesilvano in collaborazione con Daniele Planamente, titolare dell’omonimo Studio di consulenza e servizi, la conferenza “2009 finanziaria per tutti”, si è rivelata una vera e propria guida per le imprese edili che oggi si vedono costrette a barcamenarsi nello scenario fiscale. Ad aprire i lavori, introdotti e coordinati dallo stesso Planamente, Giovanni Valcarenghi, commercialista di Euroconference di Verona e pubblicista del Sole 24ore, che attraverso argomentazioni concrete, ha saputo tenere alta l’attenzione dei partecipanti, rapiti dalla preparazione e dalla professionalità dei relatori.

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Un intervento durato due ore, quello di Valcarenghi, sull’operatività delle imprese edili alla luce degli ultimi interventi normativi. Si è parlato di rettifica dell’IVA, di imposte indirette e dirette, di accertamento e ammortamento e delle diverse problematiche legate al mondo edile, tra cui la gestione degli immobili abitativi e non. «In passato il fabbricato con l’abitazione del custode -ha affermato Valcarenghi- era definito immobile abitativo, pur rappresentando una casa vera e propria. Oggi, questo può determinare l’intervento del fisco. Non ci sono problemi se l’imprenditore costruisce una villetta e la vende, ma la situazione può diventare rischiosa, quando

l’imprenditore costruisce e tiene il fabbricato per sé, collocandolo in attivo di bilancio». Cosa succede a questo punto? «L’imprenditore paga le tasse –ha continuato Valcarenghi- come una persona fisica, a prescindere dalle spese sostenute per la costruzione. Occorre, allora, un colpo di spugna che, in realtà, avrebbe già dovuto esserci, semplificando le regole entro il 31 dicembre 2008. Ma, causa elezioni, le correzioni non sono state apportate. Attenzione dunque alla gestione degli immobili abitativi». Uno scenario fiscale non troppo positivo quello emerso dalla conferenza svoltasi lo scorso 27 settembre presso il Palacongressi di Montesilvano, ma sicuramente ricco


di esempi pratici per una corretta applicazione delle norme. Daniele Planamente, con estrema chiarezza, ha illustrato lo scenario attuale sull’internazionalizzazione delle imprese e sulla fiscalità di vantaggio, soffermandosi su alcuni particolari rischi fiscali che sono stati poi ripresi dall’ avvocato Leo Brocchi, dell’omonimo Studio legale di Pescara. «Nelle migrazioni verso l’estero -ha sostenuto Planamente- le imprese edili hanno due tipi di esigenze: produttive-strategiche-organizzative e fiscali. Occorre, dunque, una pianificazione seria ed un supporto estero per le prime e fare attenzione a non cadere nelle “trappole” dell’amministrazione, per le seconde». Nella sua esposizione, il coordinatore dei lavori, si è dimostrato un punto di riferimento per quanti abbiano intenzione di intraprendere la strada dell’internazionalizzazione.

Con un pizzico di umorismo, Brocchi ha affrontato le tematiche sui criteri della residenza fiscale delle persone fisiche e giuridiche, mostrando particolare attenzione agli aspetti sostanziali e non solo formali. Una vera e propria arringa quella dell’avvocato che in ultima analisi, ha preso ad esempio il campione di motociclismo Valentino Rossi, protagonista indiscusso delle cronache estive nel 2007, non per le sue performance sportive, ma per la famosa evasione fiscale 2000-2004 in relazione al suo trasferimento in Inghilterra. “Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare”. Con questa massima di Seneca, il primo cittadino di Montesilvano, Pasquale Cordoma, ha concluso la conferenza nella quale i partecipanti, si sono dichiarati desiderosi di un successivo incontro per approfondire altri argomenti

Daniele Planamente, titolare dello Studio Planamente di Montesilvano

I relatori intervenuti alla conferenza”2009 finanziariaper tutti” da sinistra: Leo Nello Brocchi, Giovanni Valcarlenghi e Daniele Planamente

» foto di Simone Cerio

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eventi » di Gaetano Lombardino

Ai teramani piace lo shopping on line

I dati sono stati pubblicati dal settimanale Panorama. La maggiore crescita si registra, oltre che nella città abruzzese, a Cosenza, Isernia e Vibo Valentia

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l commercio elettronico prende piede, anzi è il caso di dire che, dalle nostre parti, entra a far parte, a pieno titolo, della cultura quotidiana. Questo lo si evince dai dati pubblicati, in una recentissima indagine condotta dal settimanale, Panorama. I teramani sono in cima alla classifica e, per il momento, ne hanno apprezzato la funzionalità, in barba ai pericoli che si celano nella “rete”. Spesso, in Italia, si sentono notizie di truffe e conti in banca prosciugati che di certo non favoriscono il totale sviluppo dei servizi telematici legati allo shopping. C’è sempre un po’ di perplessità nell’approcciarsi alle nuove frontiere dell’acquisto. Ma inizia a tirare l’aria di un’inversione di tendenza e Teramo guida il trend di crescita. La città aprutina è al vertice regionale ed è quella che nell’ultimo anno ha fatto registrare le crescite più rilevanti nel settore, insieme a Cosenza, Isernia e Vibo Valentia. È un dato che deve far riflettere e che per certi versi sorprende, soprattutto in un periodo nel quale la provincia di Teramo sta assistendo al proliferare inarrestabile dei centri commerciali. Nel novembre scorso, alle porte della città, è stato inaugurato il “Gran Sasso Shopping”, mega

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E-bay il famoso sito di aste on-line

struttura da 36.000 metri quadri di superficie lorda, con un parcheggio da 2.000 posti auto e 100 negozi aperti che danno lavoro a circa 800 dipendenti. Presto, a Bellante Stazione, ne sorgerà uno su due livelli, mentre è di pochi giorni fa la notizia che ai confini tra i comuni di Giulianova e Mosciano, nei pressi dell’autostrada A14, stanno per partire i lavori che entro pochi mesi daranno la luce ad uno dei più grandi outlet della regione, il più grande della provincia di Teramo.

Tre colossi della grande distribuzione in appena 20 chilometri di strada, già ribattezzata come la “valle degli iper”: lo scenario futuro nei dintorni di Teramo sarà questo. È stimolante, quindi, chiedersi come mai il commercio on line sta prendendo piede proprio in una parte dell’Abruzzo così “affollata” di opportunità d’acquisto e, soprattutto, che offre prodotti un po’ per tutte le tasche. Forse, il fattore che sta facendo la differenza e che si sta rivelando come la carta vincente della “rete”,


è quello di trovare di tutto, anche le cose più impensabili, a prezzi vantaggiosi. Evidentemente i teramani, nel settore privato, così come in quello aziendale, sono attratti da ciò che non si trova facilmente e che non è possibile acquistare in un’altra maniera. L’elenco delle cose più curiose in vendita è lungo: si va da prodotti tipici russi, fischietti ed accessori per arbitri di calcio, prodotti per la ricostruzione artificiale di unghie, articoli medievali, ricambi e accessori per Vespe d’epoca fino all’elimina-code elettronico delle salumerie. Chi più ne ha più ne metta, insomma. C’è poi la grossa novità legata al raggiungimento di un’apprezzabile affidabilità dei pagamenti on-line. Inizialmente, il trasferimento delle informazioni e dei dati personali tra venditore e cliente avveniva in chiaro con un conseguente problema per la sicurezza. Oggi i dati trasferiti sono al riparo di occhi indiscreti o, comunque, la possibilità di truffe è diminuita sensibilmente, consentendo per lo più operazioni in sicurezza.

Anche la diminuzione delle spese postali sta contribuendo ad un successo imprenditoriale che in Abruzzo, grazie anche ai giovani teramani, è solo all’inizio. In Italia, le imprese del commercio elettronico attive nel 2007 sono 3.422. L’inchiesta di Panorama dice che le regine delle vendite on line sono il Lazio e la Lombardia. Ne fruiscono soprattutto gli uomini e i giovani tra i 25 e i 34 anni. Tra i beni e servizi più acquistati: viaggi, soggiorni turistici, libri, film e musica. Ma, restando nel campo delle imprese, quelle italiane sono ancora molto lontane dai livelli di Gran Bretagna, Svezia, Irlanda, Germania e Danimarca. Chissà che a breve il nostro Paese, anche con il contributo di Teramo, non possa iniziare la scalata alla classifica e dimostrare minore arretratezza culturale e sociale

il duomo di Teramo

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eventi

IL PARADISO DEL RELAX Il Palace Hotel di Vasto, del patron Gianfranco Marrollo, ha inaugurato il nuovo centro benessere Aquae

I

l luogo ideale per staccare dalla routine, dal lavoro, dallo stress. Un ambiente fatto di sensazioni, per immergersi in un percorso di relax e sentirsi coccolati da dolci e aromatici massaggi. Ecco perchè nasce Aquae, il nuovo centro benessere interno al Palace Hotel di Vasto. Ideatore di questo splendido complesso, il patron Gianfranco Marrollo che, con la sua solita cordialità, ha fatto gli onori di casa nel giorno dell’inaugurazione accogliendo i numerosi ospiti in una sorta di visita guidata tra le meraviglie della nuova struttura. Un luogo elegante e raffinato. Curato nei minimi dettagli. Nulla è stato lasciato al caso. Design minimal chic, colori riposanti, proprio come i trattamenti di cui è possibile godere. L’intera progettazione

Gianfranco Marrollo all’ingresso del centro benessere Aquae

è stata curata dall’architetto Sergio Bizzarro. L’ingresso al “Thermarium” è accompagnato dal dolce fluire dell’acqua e dalla diffusione di musica rilassante e dal profumo di essenze preziose che accarezzano i sensi e rendono indimenticabile ogni trattamento. Un cocktail di prodotti, essenze, musica, colori, ambientazione. Il personale è altamente specializzato ed è stato selezionato con molta cura. Un aspetto organizzativo che Gianfranco Marrollo ha tenuto a sottolineare. Nel centro benessere il calidarium marino, le docce emozionali dalle essenze fresche e tropicali, il percorso kneipp per la ginnastica vascolare, la sauna, la piscina hydro con ben 5 postazioni dove abbandonarsi ai massaggi dell’acqua, la sala relax-tisaneria circondata dal

giardino Zen. E per concludere, si fa per dire, l’angolo della bellezza. Qui, su prenotazione, è possibile sottoporsi a svariate tipologie di massaggio, affidandosi a mani esperte e ai cosmetici ComformZone. La serata di inaugurazione si è conclusa con una squisita e gustosa cena a base di pesce per tutti i presenti. Al termine, il patron ha ringraziato gli ospiti, invitandoli a frequentare Aquae per rilassarsi dal tran tran quotidiano. E in omaggio, ha consegnato ai presenti una deliziosa confezione regalo, ideata per l’evento, con un ingresso al Thermarium e una brochure esplicativa. Ma non è finita qui. Aquae sta già ideando nuovi pacchetti benessere per formule specifiche: trattamenti prematrimoniali e addii al nubilato da festeggiare nel Thermarium. Non resta che provare

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fotogallery

Âť foto di Andrea Straccini

aquae

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eventi

al centro della foto Luca Verdecchia, il festeggiato della serata, accanto all’ex sindaco di Teramo Gianni Chiodi

QUELLA SERA A CASA DI LUCA

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nche quest’anno ha fatto le cose in grande. Una festa  dall’inconfondibile stile, costellata di eleganza e gusto con tanti ospiti importanti. Tutto questo per il suo trentatreesimo compleanno. Il festeggiato è Luca Verdecchia, direttore della Radiosanit di Roseto degli Abruzzi, vice presidente dei giovani imprenditori di Confindustria Teramo, membro del consiglio direttivo regionale. C’erano davvero tutti al compleanno di Luca. Dall’ex sindaco di Teramo Gianni Chiodi a qualcuno che per volontà del festeggiato non possiamo citare. E poi diversi rappresentanti regionali di Confindustria, il direttore dell’Unione degli Industriali di Teramo, Nicola Di Giovannantonio, Giammarco Giovannelli amministratore delegato Confcommercio della provincia di Teramo e altri esponenti di altre associazioni. E ancora il generale Armando

Merenda, il procuratore di Chieti Giuseppe Falasca, il colonnello Mangione, il giudice MariaFlora Di Giovanni, il criminologo docente dell’università d’Annunzio di Chieti Giammarco Cifaldi e molti imprenditori locali tra i quali il Cavaliere Giandomenico Di Sante presidente del gruppo bancario dell’adriatico. E ovviamente tanti amici. La festa, allestita nella sua bella villa tra le colline di Roseto, in un ambiente elegante e raffinato, è stata curata in ogni minimo dettaglio, dal cibo alla musica. Luca, chi lo conosce lo sa, ama le feste, la mondanità, ma soprattutto socializzare e stare insieme alle persone al fine di creare un’osmosi di idee. La frase stampata sull’invito citava: “unire le menti per cogliere esperienze passate e non cadere in errori futuri”. Ecco il motivo per cui spesso organizza feste del genere. Per questo il suo compleanno non poteva che rivelarsi l’occasione per

conoscersi, parlare e confrontarsi. In più visti gli ospiti presenti, non sono mancate tra musica, risate e brindisi, conversazioni sull’attualità e sulla politica. Il festeggiato non ha voluto regali: ha preferito che i suoi ospiti facessero una donazione all’Unitalsi di Roseto, un’associazione umanitaria che lui segue sin da bambino. Davvero un bel gesto. Non dimentichiamo però che Luca Verdecchia è prima di tutto un giovane imprenditore capace, dinamico e determinato che sa come far funzionare l’impresa di famiglia. La Radiosanit è un’azienda sanitaria che offre per di più anche servizi in tema con l’attuale D.Lgs 81/08 (ex d.lgs 626/94) ed è tra i leader nazionali. I principali servizi sono: sicurezza sul lavoro, formazione, ambiente, haccp, acustica, consulenza normativa e in ultimo medicina sul lavoro con unità sanitarie mobili

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fotogallery

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uscita di sicure a

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Valentina, il piacere di mettersi in mostra

la vita è bella passione motori

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V8, la leggenda si rinnova

vizi di famiglia

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Lo stile senza tempo di un Reverso

divudi

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Yuppi Du: il surreale è diventato reale

tempo rubato

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Stupore e tremori

un’ottima annata adagio con gusto

123 Ma quanto mi costi? 124 «Voglio vivere del mio lavoro, non di contributi»


i partner...

M2MARINUCCI S.r.l. [anno di fondazione 1987] 66023 Francavilla al Mare (Ch) Via Nazionale Adriatica Nord, 57/B tel. 085.4911991 - fax 085.4913453 www.m2marinucci.it - e-mail: info@m2marinucci.it

ITALBANDIERE Group [anno di fondazione 1985] 64020 Villa Vomano (Te) S.s. 150 km 21, 90 tel. 0861.329566 - fax 0861.319516 www.paginegialle.it/ITALBANDIERE e-mail: a richiesta per contatto

F.LLI ADEZIO S.n.c. [anno di fondazione 1963] 66010 Ari (Ch) - Via Ponte di Ari tel. 0871.71156 - fax 0871.718211 www.fratelliadezio.it e-mail: info@fratelliadezio.it

WTC ABRUZZO S.r.l. [anno di fondazione 2006] 65127 Pescara Viale Pindaro c/o Condominio “P.zza Accademia” tel. e fax 085.6921092 www.wtcpescara.com e-mail: info@wtcpescara.com

SO.C.C.A.M. S.r.l. [anno di fondazione 1982] 65013 Città Sant’Angelo (Pe) C.da Vertonica tel. 085.960721 - fax 085.96675 e-mail: c.trubia@tin.it

ISTITUTO CONSULENZE SERVIZI AZIENDALI

ICSA S.r.l. [anno di fondazione 1988] 66016 Guardiagrele (Ch) Loc. Giardino tel. 0871.84744 - fax 0871.801436 e-mail: a.colasante@studioicsa.it

STYLE PARQUET di Roberto Ciabarra [anno di fondazione 2002] 65013 Città Sant’Angelo (Pe) C.da Fonte di Moro, 29 tel. e fax 085960542

FREE S.r.l. [anno di fondazione 2003] 65015 Montesilvano - Via Verrotti, 142 tel. 085.4451749 e-mail: free_srl@libero.it

SEA IMPIANTI - DI GIACINTO S.n.c. [anno di fondazione 1999] 64025 Pineto (Te) Via V. Alfieri, 10 tel./fax 085.9495281 e-mail: pirfeliceluciano@virgilio.it

CERTIEURO S.r.l. [anno di fondazione 2004] 65100 Pescara Via San Marco, 3 tel. 085.4312170 - fax 085.88431149 www.certieuro.com e-mail: certieuro@certieuro.com

NUOVA BULLONERIA S.r.l. [anno di fondazione 1992] 65013 Città Sant’Angelo (Pe) C.da Vertonica - c.c. Ibisco (F/6) tel. 085.9506218 - fax 085.95387 e-mail: nuovabul@nuovabulloneriasrl.191.it

CONFINDUSTRIA ABRUZZO 67100 L’Aquila Nucleo Ind. loc. Campo di Pile tel. 0862.317207 - fax 0862.311929 www.confindustria.abruzzo.it e-mail: info@confindustria.abruzzo.it

F.lli DI NINO S.n.c. [anno di fondazione 1960] 65010 Spoltore (Pe) C.da Fontevecchia, 69 tel. 085.413146/47 - fax 085.4155023 www.dinino.it - e-mail: dinino@dinino.it

CASITALIA S.r.l. [anno di fondazione 2002] 65010 Collecorvino (PE) C.da Santa Maria tel: 085.8205001 - fax: 085.8207456 www.casitalia.biz - e.mail: casagiulia@casitalia .biz

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VALENTINA, IL PIACERE DI METTERSI IN MOSTRA

È

dedicata al personaggio femminile più famoso nella storia del fumetto, sublime creatura in bilico tra donna reale e simbolo di trasgressione, la mostra Guido Crepax. Valentina, la forma del tempo organizzata fino al 1 febbraio 2009 presso la Triennale Bovisa di Milano. L’esposizione è concepita come una casa e quindi suddivisa in stanze, ognuna delle quali rappresenta una sezione tematica e un diverso modo di intendere e vivere il tempo: nel corso del tempo, le origini di Valentina; il tempo reale, la Milano usata dal genio di Crepax come sfondo del fumetto; oltre il tempo, con le creazioni più fantasiose dell’autore, dal mondo dei Sotterranei, alla strega Baba Yaga, acerrima antagonista di Valentina; il tempo onirico, spesso il sogno si inserisce nelle trame divenendone una chiave interpretativa essenziale; il tempo ritrovato, le trasposizioni a fumetti di opere

letterarie e classici dell’erotismo realizzati da Crepax nella sua maturità artistica; il tempo della memoria, tutti i ricordi e le citazioni del passato personale dell’autore citate nei suoi fumetti; il tempo della storia, le riproduzioni di avvenimenti storici nel corso delle vicende di Valentina, la sua politica; il tempo dei giochi, i giochi da tavolo inventati da Crepax. Tra gli aspetti innovativi dell’allestimento, la multimedialità. Elaborazioni video, punti interattivi e ambienti sonori riprodurranno e amplificheranno le invenzioni linguistiche di Crepax e il suo ininterrotto dialogo col cinema. Gigantografie dei disegni sulle pareti, proiezione di immagini e speciali invenzioni interattive daranno l’impressione di entrare fisicamente nello straordinario mondo creato dalla fantasia dell’autore. Per informazioni: tel. 02/72434241, www.triennalebovisa.it

Un motivo in più: le meraviglie dello Smau A Milano, dal 15 al 18 ottobre, è in programma la 45° edizione dello Smau, il prestigioso appuntamento dedicato al mondo dell’informatica e delle nuove tecnologie. Un’occasione imperdibile per appassionati e addetti ai lavori per conoscere le novità più accattivanti presentate dalle aziende di tutto il mondo. Quest’anno sono previste quattro nuove aree: dedicate alle opportunità strategiche delle soluzioni mobile e wireless a supporto del business; alle strategie più avanzate nel campo della sicurezza informatica; alla fatturazione elettronica e alla nuova generazione di servizi per le imprese messi a disposizione dal mondo del web.

Pacchetti validi per un weekend (i prezzi sono suscettibili di variazione) Volo Pescara - Milano A/R (Air One) per 2 passeggeri. Hotel Brunelleschi – 4 stelle, pacchetto per 2 persone e 2 notti comprensivo di prima colazione. prezzo 852,00 euro/2 persone

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passione motori

V8, LA LEGGENDA SI RINNOVA Il nuovo Land Cruiser targato Toyota: maggiori dimensioni, grande cura dei particolari, tecnologia all’avanguardia. Per mordere ogni strada in tutta sicurezza

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iù sicurezza e più tecnologia, senza però stravolgere i dogmi fondamentali del fuoristrada Toyota. Si presenta così il nuovo Land Cruiser V8, una vettura quasi leggendaria per tradizione e prestazioni, che riesce ancora oggi a stupire grazie a piccole ma sostanziali migliorie,

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che ne fanno una delle opzioni più apprezzate della categoria. Le linee guida della gamma Toyota si inquadrano presto: una linea esterna rinnovata con maggiori dimensioni di lunghezza, larghezza ed altezza, che mantiene però invariate le doti funzionali, ed un interno che trasmette l’attenta cura dei particola-

ri e quello status di lusso che l’ha sempre contraddistinta. Due versioni (cinque e sette posti), due motorizzazioni: il nuovo diesel 4.5 litri V8 d-4d common rail e l’ultima evoluzione del V8 4.7 litri benzina. L’inedito V8 diesel, nello specifico, è dotato di doppio turbocompressore che consente al


motore di ottenere una potenza di ben 286 Cavalli a 3.600 giri. Risultato è l’aumento del 50 per cento di potenza, una velocità massima di 210 km/h e un’accelerazione da 0 a 100 in 8,2 secondi. Ma la cosa straordinaria della V8 sta nel fatto che nonostante una massa superiore ai 2500 kg, il nuovo Toyota Land Cruiser scatta con decisione, mordendo l’asfalto con le quattro ruote motrici gestite dal differenziale centrale Torsen. La dinamica sull’asfalto è buona, e in particolare vanno elogiati l’insonorizzazione aerodinamica e l’isolamento del rumore proveniente dal rotolamento degli pneumatici. Il terreno ideale di Toyota Land Cruiser è però lo sterrato, anzi l’off road impegnativo: nessun 4x4, in-

fatti, riesce ad affrontare gli ostacoli mantenendo un livello di comfort e gestibilità paragonabile al fuoristrada nipponico. Massima stabilità e grande padronanza della strada, ma cosa offre all’interno questa Toyota? Tanto spazio, verrebbe da dire. I finestrini ampi e diritti e il parabrezza anteriore quasi verticale danno proprio questa impressione. Nella parte posteriore dell’abitacolo trovano posto fino a tre passeggeri, e ogni sedile dispone del proprio schienale con poggiatesta regolabile singolarmente. Inoltre, ciascun sedile può essere spostato di 105 millimetri e ribaltato in avanti, aumentando in questo modo il volume di carico massimo a ben 2230 litri. Insomma, non è solo un’impressione. Sarebbe trop-

po facile elencare la miriade di caratteristiche dell’interno V8, come ad esempio i 14 airbag presenti, o i sedili anteriori e posteriori entrambi riscaldabili. Ci sembra invece più opportuno soffermarci sull’aspetto clou della Land Cruiser: il nuovo telaio più rigido in flessione e torsione, abbinato alle nuove sospensioni idrauliche a controllo elettronico con regolazione dell’altezza e dello smorzamento, che consente al veicolo di affrontare anche il fuoristrada più estremo in grande sicurezza. Tecnologia d’avanguardia al servizio di conducente e passeggeri: ecco cosa rappresenta realmente questa nuova creazione Toyota. Andatela a provare presso la concessionaria Pavoni Auto di Pescara

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i partner...

Susa S.p.A. [anno di fondazione 1949] 65013 Città Sant’Angelo (Pe) Strada Prov. Lungofino, 187 tel. 085.9500778 - fax 085.9508781 www.susa.it - e-mail: susape@susa.it

COMIND s.a.s. [anno di fondazione 1980] 66020 San Giovanni Teatino (Ch) Via Aterno, 42 - Zona Comm. Dragonara tel. 085.4463060 - fax 085.4463556 www.comind.it - e-mail: info@comind.it

TOP SOLUTIONS [anno di fondazione 2003] 65128 PESCARA Via Raiale 110 bis - 2° piano tel. fax 085 4313962 www.topsolutions.it e-mail: info@topsolutions.it

MACO S.r.l. [anno di fondazione 1985] 66020 S. Giovanni Teatino (Ch) Via Aterno - Loc. Dragonara tel. 085.4406194 - fax 085.4465923 www.macosrl.com - e-mail: info@macosrl.com

MAR.COM. MEDICALE [anno di fondazione 2000] 65016 Montesilvano (Pe) Via Verrotti, 25 tel. e fax 085.4492556 www.marcomedicale.biz e-mail: vendite@marcomedicale.biz

AUTOTRASPORTI ERASMO CORRADO [anno di fondazione 1986] 64030 Villa Bozza di Montefino (Te) Via Fontana, 26 tel. 0861.996418 - fax 0861.996108 www.erasmotrasporti.it - e-mail: info@erasmotrasporti.it

SOSTITUZIONE

VETRI

AUTO

E

TIR

Masterglass di Letta Ottorino [anno di fondazione 1997] 65016 Montesilvano (Pe) Corso Umberto I, 590 (int. 74) - Espansione 1 tel. 085.834550 - fax 085.4456174 www.masterglass.it - e-mail: masterglass@inwind.it

PATTARA CONSULTING s.a.s. [anno di fondazione 1996] 66023 Francavilla al Mare (Ch) sede operativa: Via Bachelet, 4 tel. e fax 085.817361 e-mail: alessiopattara@libero.it

MAZZOCCHETTI LUCIANO [anno di fondazione 1983] 66100 Pescara Strada Vic. Acquatorbida, 17 tel. 085.4462666 - fax 085.4464075 www.lucianomazzocchettitrasporti.191.it e-mail: info@lucianomazzocchettitrasporti.191.it

MECH ENGINEERING S.r.l. [anno di fondazione 2001] 65012 Villanova di Cepagatti (Pe) Via Nazionale, 66/A tel. e fax 085.9774182 e-mail: mechsrl@libero.it

MOBILFINO S.r.l. [anno di fondazione 1973] 65013 Città Sant’Angelo (Pe) Nuc. Ind.le Piano di Sacco, 13 tel. 085.9690145 - fax 085.9690022 www.mobilfino.com - e-mail: infocasa@mobilfino.com

LEONE GABRIELE S.r.l. [anno di fondazione 1967] 65013 Città Sant’Angelo (Pe) C.da Vertonica - c.c. Ibisco F 9/10/11 tel. 085.95165 - fax 085.9508923 www.leonegabrielesrl.com e-mail: info@leonegabrielesrl.com

SI.RE.A. s.a.s. di Di Lizio Renzo & C. [anno di fondazione 1821] 66013 Chieti Scalo (Ch) Via Avezzano, 48 tel. 0871.561039 - fax 0871.572672 www.gruppoitas.it e-mail: agenzia.chieti@gruppoitas.it

RICAMI & DINTORNI di Marozzi Isabella [anno di fondazione 2006] 65012 Cepagatti (Pe) Via A. Forlani 70/a tel. 085.974701 www.ricamiedintorni.com - e-mail: info@ricamiedintorni.com

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vizi di famiglia

LO STILE SENZA TEMPO DI UN REVERSO Un orologio dalle linee sobrie, che richiamano l’eleganza dell’art deco, è da oltre sessant’anni al polso di intenditori e appassionati. Inimitabile il meccanismo che consente alla cassa di ribaltarsi per proteggere dagli urti vetro, quadrante e movimento

U

na collezione di orologi senza eguali, un vero e proprio mito per gli intenditori di tutto il mondo. Quando si parla di Reverso, il fiore all’occhiello della manifattura svizzera di Jaeger-Le Coultre, non c’è appassionato cui non brillino gli occhi, emozionato dall’idea di portare al polso un gioiello che non conosce mode, un elemento distintivo di classe e di raffinatezza, per lui ma anche per lei. Sullo sfondo delle colonie indiane, il Reverso nacque per l’esigenza di realizzare un orologio che potesse resistere alle “estenuanti partite di polo” dei nobiluomini senza irrimediabilmente rompersi. Fu César de Trey, arguto uomo d’affari e importatore degli orologi Jaeger Le Coultre, a trovare la giusta soluzione: ideare una cassa in grado di ruotare completamente su se stessa, proteggendo dagli urti vetro, quadrante e movimento. Ribaltato il quadrante, la parte posteriore si rivelò subito uno spazio ideale per raffigurare scene o ritratti, inserire messaggi e personalizzare il proprio orologio, da quel momento sempre più gioiello. Con Reverso iniziò dunque una nuova

era, fatta di classe e perfezione. Ampliata, dal 1994, con il lancio del primo modello da donna. Due anni dopo, per festeggiare le 75 candeline del Reverso, Jaeger-Le  Coultre ha riunito in un solo modello la misura del tempo civile, siderale e astrale. Un vero e proprio trittico che si immerge nella poesia dell’uomo e dello scorrere del tempo attorno a lui, attraverso tre differenti respiri. Per scandire il tempo dell’essere, del creare e del sognare è nato il “Reverso Grande Complication”, uno dei gioielli di casa Jaeger-Le Coultre, dotato di una meccanica ancor più raffinata, è il solo orologio a tre quadranti principali. Tra le più interessanti, c’è poi la collezione “Reverso Squadra”, nella quale il rotore è montato su un cuscinetto a sfere con biglie di ceramica che vanno a sostituire quelle in acciaio inossidabile, per dire addio a manutenzione o lubrificazione. Ma questi sono solo alcuni aspetti del mondo Reverso, un pianeta che, una volta scoperto, non è più possibile abbandonare

Duetto, oro giallo 18 ct., cinturino in pelle 6.150,00 euro

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i partner...

RIZZIERO S.r.l. [anno di fondazione 1936] 65013 Città Sant’Angelo (Pe) Via Saline, 1 tel. 085.950495 - fax 085.950494 www.rizziero.com - e-mail: info@rizziero.com

PIERANGELO AUTOTRASPORTI S.n.c. [anno di fondazione 1972] 66020 San Giovanni Teatino (Ch) Via Aterno, 25 tel. 085.4464808 - fax 085.4464464 www.pierangelotrasporti.it - e-mail: info@pierangelotrasporti.it

RTI di Gabriele Federico [anno di fondazione 1988] 65122 Pescara Via Ortona, 1 tel. 085.4173593 fax 085.4156824 www.rtiweb.it - e-mail: info@rtiweb.it

PROGETTO INFORMATICA S.n.c. [anno di fondazione 1985] 65126 Pescara - Via D’Avalos, 66 tel. 085.63721-67325 - fax 085.4513827 www.proginf.com e-mail: progetto@proginf.com

MPIM di MARIO PAPARELLA [anno di fondazione 1986] 66020 Sambuceto (Ch) Via Chiacchiaretta, 37 tel. 085.4461210 - fax 085.4460236 www.mpim.it - e-mail: mario@mpim.it

OBIETTIVO LAVORO S.p.A. Agenzia per il lavoro 65100 Pescara Via Trilussa, 79/81 tel. 085.42.19.706 - fax 085.42.19.707 www.obiettivolavoro.it e-mail: pescara@obiettivolavoro.it

Massimo Paolini Mobili per ufficio - Pareti attrezzate e divisorie per ufficio

GTM S.r.l. 64020 Scerne di Pineto (Te) Via dei Pastai - Zona Industriale Tel. 085.9462146 - Fax 085.9461445 www.gtmsrl.com - e-mail: info@gtmsrl.com

CAMERANO GUIDO [anno di fondazione 1976] 65013 Città Sant’Angelo (Pe) Strada Lungofino, 117 tel. e fax 085.95202 e-mail: g.camerano@telematicaitalia.it

EDILMET S.n.c. [anno di fondazione 1979] 66013 Chieti Scalo (Ch) Via Marino Turchi - Zona Industriale tel. 0871.565191 / 560387- fax 0871.552438 www.edilmet.it - e-mail: info@edilmet.it

CONCORDE S.r.l. 65126 Pescara Via M. Polo, 73 tel. 085.64154 - fax 085.64433 www.concordeairsea.it e-mail: info@concordeairsea.it

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Agente Capo Massimo Paolini - Sara assicurazioni [anno di fondazione 1968] 66100 Chieti Piazza Garibaldi, 3 tel. 0871.323095 - fax 0871.347316 www.sara.it - e-mail: ag6220@saraagenzie.it

MANZONI S.r.l. [anno di fondazione 1992] 67031 Castel di Sangro (Aq) Via Ponte Nuovo, 52 tel. e fax 0864.840302 e-mail: centrostudi.manzoni@tin.it

NORDIMPIANTI SYSTEM S.r.l. [anno di fondazione 1975] 66013 Chieti (Ch) Via Erasmo Piaggio, 19/A - Zona Industriale Chieti Scalo tel. 0871.540222 - fax 0871.562408 www.nordimpiantisystem.com e-mail: info@nordimpiantisystem.com

LA PANORAMICA [anno di fondazione 1948] 66100 Chieti Via Picena, 52 tel. 0871.344969 - fax 0871.346507 www.gruppolapanoramica.it e-mail: info@gruppolapanoramica.it


divudi

YUPPI DU: IL SURREALE È DIVENTATO REALE data di uscita in DVD: settembre 2008 regista: Adriano Celentano cast: Claudia Mori, Charlotte Rampling, Gino Santercole, Adriano Celentano, Rosita Celentano, Carla Brait, Memo Dittongo, John Lee, Carla Mancini, Lino Toffolo, Sonia Viviani. genere: commedia durata: 125 minuti

trama: Il suicidio della moglie Silvia induce Felice Della Pietà, un gondoliere dalle modeste possibilità economiche, a sposare Adelaide, anche per dare una seconda madre a Monica, la figlia nata dalle prime nozze. Ma Silvia è ancora viva e ha architettato il finto suicidio per lasciare il marito nella miseria e unirsi con un ricco industriale di Milano. Silvia ritorna da Felice e insieme ritrovano l’amore di un tempo, ma lei è ancora alla ricerca di denaro e lusso, per cui parte nuovamente per Milano, questa volta portando con sé Monica. Felice la raggiunge ma il ricco marito di Silvia gli sottolinea le difficoltà legali che lui incontrerebbe nel cercare di riavere la figlia. A questo punto Felice propone la vendita a peso di Monica: dovranno pagargli 45 milioni di lire...

L

a pellicola, presentata 30 anni fa al Festival di Cannes, dove ottenne una nomination, non è mai uscita né in videocassetta né in dvd. Caduta nel dimenticatoio, forse anche per questo, è rimasta nell’oblio finché, dopo un paziente lavoro durato due anni, è stata presentata in versione restaurata lo scorso mese di settembre alla 65° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Secondo i vertici della Mostra, si tratta di un gioiello da riscoprire. Del resto è stato molto apprezzato anche trent’anni fa, sia dalla critica internazionale che da quella italiana, per la sua carica innovativa nei contenuti e per l’originalità della formula narrativa. Un film spiazzante, postmoderno, dall’umorismo macabro. La canzone ebbe un grande e immediato successo, così come la fotografia di spalle di Celentano che campeggia sulla locandina e sulla copertina del disco. Al punto che, per la prima volta in Italia, furono stampate delle magliette con una immagine riferita ad un film. Un’innovazione anche dal punto di vista del costume. Una storia surreale ma moderna ancora oggi. I temi trattati colpiscono per la loro attualità: i morti sul lavoro, la disoccupazione, l’inquinamento, la difficoltà di vivere con stipendi miseri…

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i partner...

EUROFIL S.r.l. [anno di fondazione 1993] 64035 Castilenti (Te) C.da Cancelli, 11 tel. 0861.99971 - fax 0861.999493 www.eurofil.it - e-mail: eurofil@eurofil.it

DE.AL. S.r.l. [anno di fondazione 1990] 65010 Elice (Pe) - C.da Bastioni, 118 tel. 085.960091 - fax 085.9600960 www.pacfood.it - e-mail: info@pacfood.it

EFFEMME S.r.l. [anno di fondazione 2002] 65013 Città Sant’Angelo (Pe) Via Colle delle More, 5 tel. e fax 085.9506417 e-mail: effemmesrl@tiscali.it

DF ALLUMINIO S.r.l. [anno di fondazione 1994] 66020 San Giovanni Teatino (Ch) Fraz. Sambuceto - Via Cavour, 59 tel. 085.4465042 - fax 085.4407840 www.paginegialle.it/dfallumin e-mail: dfalluminio@alice.it

LANGUAGES FOR COMMUNICATION [anno di fondazione 2006] 65127 Pescara Viale Pindaro, 23 - Piazza Accademia tel. 085.4516231 www.languagesforcommunication.it e-mail: info@languagesforcommunication.it

DAP MATIC S.r.l. [anno di fondazione 2006] 65100 Pescara Via Tiburtina, 383/7 tel. 085.4312292 - cell. 338.5024150

Perizie Assicurative e Consulenze Tecniche

SFERA S.r.l. [anno di fondazione 2003] 65016 Montesilvano (Pe) Corso Umberto I, 372 Tel. 085.4458839 r.a. - Fax 085.4483084 www.sferapescara.it - e-mail: posta@sferapescara.it

Muovetevi alla grande.

SATAM VIAGGI [anno di fondazione 1982] 65121 Pescara Via Chieti, 39/41 tel. 085.4210733 - fax 085.378140 www.gruppolapanoramica.it e-mail: satamviaggi@tin.it

EUROFLORA S.r.l. [anno di fondazione 1982] 66013 Chieti Scalo (Ch) Via Penne, 37-39 tel. 0871.565569 - fax 085.565180 e-mail: euromaa@virgilio.it

Attrezzature e personale per il monitoraggio atmosferico e di sicurezza

Servizi Integrati di Sicurezza S.r.l. [anno di fondazione 2000] 65010 Spoltore (Pe) Via Mare Adriatico, 72/E tel. 085.4971521 - fax 085.4973121 www.sisworld.net - e-mail: info@sisworld.net

Attrezzature e personale per la tutela ambientale ed il trattamento delle acque

T&D S.r.l. [anno di fondazione 2001] 65013 Città Sant’Angelo (Pe) Via Lungofino, 187 - c.c. Ibisco mod. B/12 tel. 085.959283 - fax 085.9507155 www.tditcompany.it - e-mail: info@tditcompany.it

S.p.A.

Barbuscia

Concessionaria Mercedes-Benz

S.p.A.

PESCARA - Via Tiburtina, 141

GEKO s.n.c. di Luca & Marco Gialluca 66020 S. Giovanni Teatino (Ch) Via Trigno, 37 tel. 085.4461248 - fax 085.4406171 www.gialluca.it - e-mail: info@gialluca.it

INFOLINE: 085/43201 barbuscia@barbuscia.it Sabato aperti tutta la giornata.

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SIVAM S.r.l. [anno di fondazione 1995] 65010 Spoltore (Pe) Via Mare Adriatico, 72/F tel. 085.4972130 - fax 085.4973667 www.sivam.com - e-mail: sivam@sivam.com

Verlicchi Casoli srl [anno di fondazione 1997] 66043 Casoli (Ch) Zona Ind. est tel. 0872.992111 - fax 0872.992154 www.verlicchi.it - e-mail: verlicchicasoli@verlicchi.it


tempo rubato Il tempo per leggere è sempre tempo rubato. (Come il tempo per scrivere, d’altronde, o il tempo per amare). Rubato a cosa? Diciamo, al dovere di vivere. Daniel Pennac, Come un romanzo, Feltrinelli Editore

Amélie Nothombe

Stupore e tremori Voland Editore

il romanzo in breve Racconto corrosivo e surreale di un anno di lavoro in una grande multinazionale giapponese, la Yumimoto: la giovane neoassunta Amélie, felice di aver realizzato il sogno di lavorare nel Paese in cui è nata, si trova alle prese con la ferocia degli automatismi della burocrazia aziendale nipponica. Assunta come interprete, per colpa delle continue gaffe e di una personalità giudicata troppo spiccata diventa protagonista di una folgorante caduta sociale. Le vengono affidati compiti sempre più umilianti: dal servizio del tè all’aggiornamento dei calendari degli uffici. Finalmente, Amélie trova la propria vocazione come guardiana dei gabinetti: ricambio della carta igienica, pulizia dei servizi e altre attività fondamentali per il benessere dei dipendenti della Yumimoto. Inizia così il proprio apprendistato da martire presso la multinazionale giapponese. Un’esperienza di degrado assoluto vissuta con il sorriso beffardo di chi non riesce a sentire offesa la propria dignità. E tra tutti gli spettatori della sua incredibile parabola, spicca la figura flessuosa e bellissima di Fubuki, il suo capo diretto. Amélie si ritrova nell’assurda condizione di essere consapevole di poter svolgere compiti interessanti, per la sua preparazione e la conoscenza della lingua francese, ma di non essere mai messa in condizione di dimostrarlo a causa delle ferree regole interpersonali che vigono all’interno della multinazionale. Troppo intelligente e ironica per gli standard nipponici, rimane vittima dei meccanismi perversi della catena di montaggio della ricchezza. Malgrado tutto non rassegna le dimissioni, fermamente decisa a rimanere fino alla scadenza annuale del contratto.

le prime trenta righe Il signor Haneda era il capo del signor Omochi, che era il capo del signor Saito, che era il capo della signorina Mori, che era il mio capo. E io non ero il capo di nessuno. Si potrebbe dire diversamente. Io ero agli ordini della signorina Mori, che era agli ordini del signor Saito, e così di seguito, con la precisazione che gli ordini verso il basso potevano saltare i gradini della scala gerarchica. Per cui, alla Yumimoto, io ero agli ordini di tutti. L’8 gennaio 1990 l’ascensore mi sputò all’ultimo piano dell’edificio Yumimoto. La finestra in fondo all’atrio mi risucchiò come fosse l’oblò infranto di un aereo. Lontano, molto lontano, c’era la città - tanto lontana che mi sembrava di non averci mai messo piede. Non pensai neanche che avrei dovuto presentarmi in segreteria. A dire la verità, per la testa non mi passava nessun pensiero, nient’altro che l’attrazione per il vuoto, per quella vetrata. Finalmente una voce rauca pronunciò il mio nome, alle mie spalle. Mi girai. Un uomo sulla cinquantina, piccolo, magro e brutto, mi guardava con aria seccata. - Perché non ha avvertito la segretaria del suo arrivo? - mi chiese. Non trovai niente da rispondere e non risposi niente. Abbassai testa e spalle constatando che, in una decina di minuti, senza avere neppure aperto bocca, avevo già fatto cattiva impressione, e proprio il giorno della mia entrata alla Yumimoto. L’uomo mi disse di chiamarsi Saito. Mi condusse per molte sale immense, dove mi presentò a orde di persone di cui dimenticavo i nomi via via che li pronunciava. Mi portò poi nell’ufficio del suo capo, il signor Omochi, enorme e spaventoso, prova lampante che era il vicepresidente. Dopodiché mi mostrò una porta e mi annunciò con aria solenne che, dietro, c’era il signor Haneda, il presidente. Evidentemente di incontrarlo non se ne parlava neppure. Infine mi guidò in una sala sterminata dove lavoravano una quarantina di persone. Mi indicò il mio posto, proprio di fronte a quello del mio diretto superiore, la signorina Mori. La quale era in riunione e mi avrebbe raggiunta nel primo pomeriggio.

l’autore

Figlia di un ambasciatore belga, nata a Kobe, in Giappone, Amélie Nothomb ha trascorso la sua infanzia e l’adolescenza tra Cina, Stati Uniti, Laos, Birmania e Bangladesh, sentendosi poi “fuori luogo”, in qualche modo diversa dai suoi coetanei, al rientro in Occidente. Vanta la pubblicazione di un romanzo all’anno a partire dal 1992, quando ha esordito in maniera dirompente con Hygiène de l’assassin: un best-seller da 100.000 copie.

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i partner...

Agenzia Pescara - Chieti

DUE ELLE S.n.c. di Livi Luigi & C. [anno di fondazione 1980] 66020 San Giovanni Teatino (Ch) Via Treviso, 4 tel. 085.4462832 - fax 085.4460322 www.dueellecucine.it - e-mail: info@dueellecucine.it

DE NATURA [anno di fondazione2001] 65013 Città Sant’Angelo (Pe) - Via Alzano, 78 tel. e fax 085.960597 - mobile: 3471939305 e-mail: denatura_pe@libero.it

F.LLI DI DONATO S.a.s. [anno di fondazione 1986] 65013 Marina di Città Sant’Angelo (Pe) Via Mulino del Gioco, 48 tel. 085.950509 - fax 085.959790 www.didonatosas.it - e-mail: info@didonatosas.it

eData S.r.l. [anno di fondazione 2000] 66020 San Giovanni Teatino (Ch) Via Roma, 10 tel. e fax 085.4460257 www.e-data.it - e-mail: info@e-data.it

DANIVA S.r.l. [anno di fondazione 1999] 65013 Città Sant’Angelo (Pe) Strada Lungofino - c.c. Ibisco comp. C 19 tel. e fax 085.959192 www.daniva.eu - e-mail: info@daniva.eu

NRG ITALIA S.p.A. - Divisione Gestetner [anno di fondazione 1871] 65123 Pescara Via L. Muzii, 15 tel. 085.4213020 - fax 085.4221128 www.rossibruno.it - e-mail: info@rossibruno.it

Unione Industriali della Provincia di Pescara Unione Industriali della Provincia di Pescara [anno di fondazione 1945] 65128 Pescara - Via Raiale, 110 bis tel. 085.432551 - fax 085.4325550 www.confindustria.pescara.it e-mail: info@confindustria.pescara.it

ARREDO LUCE S.r.l. [anno di fondazione 1990] 65013 Città Sant’Angelo (Pe) C. Comm. Ibisco 13/14 tel. 085.950583 - fax 085.950100 www.arredolucesrl.it e-mail: info@arredolucesrl.it

ECOLOGICA ANZUCA S.r.l. [anno di fondazione 1994] 66023 Francavilla al Mare (Ch) Via Valle Anzuca, 18/D tel. 085.4917963 - fax 085.4918077 www.ecologicanzuca.it e-mail: info@ecologicanzuca.it

PROSPERI ROBERTO [anno di fondazione 1997] 65125 Pescara Via Caravaggio, 340 tel. e fax 085.4712209 e-mail: roberto.prosperi@yahoo.it

D’AMBROSIO s.a.s. [anno di fondazione 1991] 65013 Città Sant’Angelo (Pe) Strada Lungofino - c.c. Ibisco comp. B/8 tel. 085.9506217 - fax 085.9500073 www.dambrosiosas.com e-mail: info@dambrosiosas.com

OPIFER S.r.l. [anno di fondazione 2003] 65020 Rocca Morice (Pe) Via Collarso, 48 www.opifer.it - e-mail: info@opifer.it

SO.DI.FARM. S.r.l. [anno di fondazione 1976] 66020 San Giovanni Teatino (Ch) Via Adige, 5 tel. 085.4461437 - fax 085.4461192 www.sodifarm.it - e-mail: info@sodifarm.it

COLTIVATORI DIRETTI TOLLO S.c.a.r.l. [anno di fondazione 1962] 66010 Tollo (Ch) Via Don Morosini, 104 tel. 0871.961117 - fax 0871.961595 e-mail: tolloccdd@tin.it

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un’ottima annata » di Nicola Boschetti

MA QUANTO MI COSTI?

S

ono cresciuto con il “martellamento” che tutto ciò che è buono costa caro: dalle auto alle vacanze, dai preziosi accessori ai grandi ristoranti ed anche il vino. Se sino a pochi anni fa spendere 30 mila lire per un vino era un lusso per pochi, adesso i vini a 15 euro sembrano bibite di poco conto. È vero che la lira non esiste più e che dobbiamo pensare “in euro”, ma ci chiediamo il perché di certi prezzi? Il vino non è una risorsa in esaurimento come il petrolio. Anzi, rispetto al passato, sia le aziende che le produzioni sono aumentate a dismisura. Non credo poi che i costi di gestione siano così alti e, d’altro canto, non vedo dipendenti di cantine “girare in mercedes”… Dov’è dunque il problema? Il consumatore ha diritto di

saperlo. Basta prendere un singolo prodotto e compararlo nei diversi punti vendita: a volte la differenza di prezzo arriva quasi al doppio, perché? Il problema è semplice: la filiera va accorciata. Mentre anni fa i ristoratori o le enoteche, per avere determinati vini, dovevano “essere qualcuno” o operare in blasonate città, oggi non è più così: vista la crisi, le aziende vendono tutto a tutti, anche in quantità minime. Per noi del settore avere una cantina ferma per mesi e impazzire a “far girare” vini e liste è massacrante, ma la professionalità si vede anche da questo. Fare gli acquisti giusti significa soprattutto avere la consapevolezza che il vino lo dobbiamo comprare per venderlo, per proporlo al cliente, non solo per fare immagine. Andare nei fornitissimi

“Iper” e comprare solo quello che serve, anche se a costi più alti, è più facile e meno rischioso… tanto paga il cliente finale. E allora, anche a noi addetti, tocca fare un mea culpa sui rincari troppo elevati: prima o poi si rischia di rimanere a guardare le nostre belle bottiglie chiuse e di tornare alla caraffa di vino. Sono convinto che una grande carta dei vini debba essere per tutte le tasche e tutte le situazioni. E che debba contemplare fasce di prezzo diverse. Non essere composta solo da nomi altisonanti ma stimolare il cliente alla conoscenza e alla curiosità per nuovi prodotti, anche grazie ad un ottimo rapporto qualità-prezzo. Il cliente lo apprezzerà

Attenti a questi 2 Adrano Montepulciano d’Abruzzo 2004 Docg Colline Teramane

Cabernet Sauvignon IGT Marina Cvetic ‘98

Un rosso notevole, nato dalla esuberante voglia di Federica di creare un vino importante nelle dolci colline di Atri. La vista è appagata da un colore rosso cupo intenso al naso, un po’ chiuso. Si sente tutta la potenza di un Montepulciano selezionato, frutta rossa, spezie, leggera tostatura e un alcol leggermente accentuato. In bocca stupisce per la sua eleganza, tannini ancora prepotenti ma non stucchevoli, sapori avvolgenti che permangono a lungo. Ancora un po’ giovane ma negli anni a venire sarà sicuramente ricordato bene. Carni rosse, formaggi stagionati, cacciagione sono un connubio perfetto.

Un monumentale vitigno internazionale che nasce dalle colline di San Martino sulla Marrucina. Di piccola produzione e non sempre in uscita questa chicca farebbe paura anche ai maestri francesi. Dal colore ancora intenso che sfuma verso un granato scuro, di buona consistenza e pulizia. Al naso è un boato di spezie, peperone verde, cuoio e pellame tutto compensato da una piacevole frutta rossa. In bocca è poesia: freschezza, tannino, dolcezza quanto basta e un finale amarognolo delicato. Vini così si bevono appena capita, vista l’età e la zona di produzione non votata ai grandi cloni internazionali. Eccellente con porcini e tartufo bianco. Un altro piccolo gioiello lasciatoci in eredità da un caparbio maestro che credeva in tutto ciò che faceva. Durerà ancora degli anni.

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adagio con gusto » in collaborazione con Slow Food Abruzzo

«VOGLIO VIVERE DEL MIO LAVORO, NON DI CONTRIBUTI»

A Castel del Monte e Farindola, pastori sardi e abruzzesi a confronto. Per condividere idee, esperienze, problemi, proposte concrete. Con forza e dignità reclamano interventi efficaci in favore di una categoria che sta scomparendo » di Tommaso Di Rino

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accia sveglia, occhi neri profondi, pelle segnata dal sole e da un lavoro complesso e faticoso, difficile da capire nella società urbanizzata di oggi. L’espressione un po’ malinconica di chi conosce la solitudine, non solo quella dei pascoli ma anche quella, spesso difficile da sopportare, che deriva dall’indifferenza delle istituzioni e della politica. Eppure, come dice uno di loro, il pastore sardo Simone: «Carta, energia e petrolio non ne mangia nessuno». Si sono ritrovati in Abruzzo, per un’intera settimana da vivere insieme, i giovani pastori appartenenti ai Presidi Slow Food del Canestrato di Castel del Monte, del Pecorino di Farindola e del Fiore sardo. L’occasione è stata il secondo atto dell’iniziativa Pastori e Pastori, un prezioso scambio di esperienze promosso dal Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga con il sostegno del Bim (Bacino imbrifero montano) Taloro e la collaborazione di Slow Food Abruzzo e Sardegna, due territori nei quali la pastorizia è fondamentale per l’economia locale. Nel primo incontro, tenutosi in

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Sardegna dall’8 al 12 aprile scorso, hanno scoperto cosa li unisce: la consapevolezza del valore identitario delle proprie produzioni, il rispetto per gli animali, l’artigianalità del prodotto. E tanti problemi con i quali fare i conti ogni giorno. A settembre sono stati i pastori sardi ad essere accolti in Abruzzo per una seconda fase del gemellaggio, che dal 9 all’11 li ha visti lavorare direttamente presso le aziende casearie del Parco del Gran Sasso. La settimana si è aperta con una Tavola Rotonda, lunedì 8 settembre a Castel del Monte, per cercare di delineare le problematiche e le attese del pastoralismo. Un appuntamento partecipato, animato dal contributo di rappresentanti del ministero delle politiche agricole, della Regione Abruzzo e della Provincia dell’Aquila; nonché del direttore dell’Ente Parco Marcello Maranella, dei presidenti di Slow Food Sardegna, Anna Sulis, ed Abruzzo, Raffaele Cavallo; di rappresentanti della Confederazione Italiana Agricoltori dell’Aquila e della Coldiretti

Abruzzo. Dal presidente Cavallo, la rassicurazione della massima attenzione del movimento per le sorti dell’agroalimentare e della pastorizia: «Slow Food Abruzzo si è dato una missione ben precisa, la valorizzazione delle aree interne. C’è molto da fare, ma a mio avviso non mancano gli esempi da seguire. In Francia, un piccolo gruppo di pastori, allevando poche centinaia di capre, è riuscito ad avviare un’attività molto redditizia. Ciò testimonia che forme di nuovo pastoralismo sono possibili. Attività che non vanno vissute come qualcosa di romanzato, da celebrare solo nei musei. La memoria è importante, ma deve diventare contagiosa, bisogna trovare il modo che ne derivi la passione di continuare. In fondo, per un giovane può essere molto più alienante lavorare in una industria metalmeccanica che non dedicarsi all’agricoltura o alla pastorizia». Sulla necessità di una politica di sviluppo delle aree interne ha insistito Marcello Maranella: «Occorre

Silvia De Paulis, responsabile del Servizio Agro-Silvo-Pastorale dell’Ente Parco Gran Sasso e Monti della Laga

un coraggioso cambio di indirizzo nella politica economica, ed in particolare agricola, della Regione. È il momento di pianificare meglio lo sviluppo del territorio, anche in considerazione che nel 2013 finiranno i fondi della Comunità europea». Dai pastori la richiesta di inizia-

uno scorcio di Castel del Monte

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adagio con gusto

un momento della tavola rotonda dell’8 settembre

tive concrete: «Fatemi una strada decente per arrivare in azienda, non datemi contributi». È questo l’aspetto più evidente nelle loro rivendicazioni: il rifiuto della politica “assistenziale”, anche perché i fondi erogati per ammodernare le strutture hanno portato a un pesante indebitamento legato al cofinanziamento e ai mutui. Rivendicano con forza la propria dignità di produttori e la necessità di essere messi nelle condizioni di diventare imprenditori agricoli a tutti gli effetti. È emersa anche la necessità di azioni comuni di tipo “sinda-

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cale” per riuscire ad attirare l’attenzione delle istituzioni, affinché siano messi a punto strumenti che tutelino la categoria e si radichi la consapevolezza che il settore delle produzioni agroalimentari è fondamentale per l’intero Paese. Inoltre ritengono importante sviluppare un senso comune del proprio lavoro, soprattutto in rapporto all’evolversi del mercato, e fondamentale l’individuazione di strumenti che possano sostenere l’attività e quindi migliorare il reddito. Altro tema ricorrente è la semplificazione delle normative igienicosanitarie e delle pratiche burocratiche. D’altra parte i formaggi a latte crudo richiedono un’igiene rigorosa nelle diverse fasi della lavorazione, non solo per tutelare la salute dei consumatori, ma anche perché una produzione poco curata porterebbe inevitabilmente alla rovina del prodotto. All’incontro di Farindola del 12 settembre, che ha concluso la settimana di Pastori e Pastori in Abruzzo, è stato affidato l’obiettivo di individuare proposte concrete da portare all’attenzione di chi di volta in volta può intervenire. Tra queste, la realizzazione di uno studio economico dettagliato per l’analisi dei costi e di un sito internet comune;

l’applicazione di contratti di vendita sul genere di quelli del mercato equo e solidale; l’organizzazione di un sistema serio e articolato di informazione e sensibilizzazione (avendo come target anche il ristoratore locale e non solo il consumatore finale). I pastori chiedono il riconoscimento dalla collettività del ruolo di vero e proprio “presidio” del territorio: manutenzione dei pascoli e delle strade, monitoraggio costante dell’ambiente, allerta in caso di incendi o frane ecc. Altre idee emerse: la creazione di un sistema di informazione sulle caratteristiche dei prodotti e la realizzazione di interventi di educazione e informazione sulla spesa quotidiana; la promozione di campagne informative sul latte crudo; l’adozione di misure adeguate a favorire il consumo locale di carne ovina e la reperibilità nelle macellerie del territorio; il sostegno legislativo ai prodotti tradizionali e la creazione della filiera corta; l’adozione di forme di commercializzazione più mirate. Le conclusioni dei lavori verranno presentate questo mese a Torino, in occasione del Salone del Gusto e di Terra Madre 2008

Raffaele Cavallo, presidente di Slow Food Abruzzo-Molise


ABRUZZO, LE 12 COMUNITÀ DEL CIBO Memoria storica legata alla gastronomia e, al tempo stesso, baluardo del territorio. Ognuna di loro rappresenta un patrimonio vivo, che rischia però di scomparire se non sostenuto adeguatamente » di Davide Acerra

Questo mese è caratterizzato dalla terza edizione di Terra Madre, l’importante incontro mondiale delle comunità del cibo organizzato a Torino dal 23 al 27 ottobre. Un appuntamento nato con l’obiettivo, da un lato, di creare un momento di scambio a livello planetario tra realtà produttive unite dallo stesso approccio alla produzione sostenibile di cibo e, dall’altro, di progettare una nuova economia legata al cibo fondata sui valori di equità sociale e benessere. Da occasione di incontro, Terra Madre è oggi a tutti gli effetti una rete mondiale di comunità impegnate, ciascuna

nel proprio contesto geografico e culturale, a salvaguardare la qualità delle produzioni agro-alimentari locali; contadini, pastori, pescatori, agricoltori, sono diventati baluardi di un territorio e di una memoria storica legata alla gastronomia e, di conseguenza, alle tradizioni popolari. A rappresentare l’Abruzzo saranno 12 «comunità del cibo», per lo più provenienti dalle aree interne della regione, un patrimonio, tuttora vivo, che rischia però di scomparire se non sostenuto a sufficienza. Ed in questo, una nota di merito è da attribuire senz’altro all’Ente Parco Nazionale Gran Sasso

e Monti della Laga che con Silvia De Paulis e altri collaboratori sostiene e realizza progetti concreti, finalizzati non solo alla salvaguardia ambientale ma a generare economia e quindi attirare i giovani verso questo tipo di attività. ALLEVATORI DEL GRAN SASSO E MONTI DELLA LAGA Compongono la comunità più di 10 persone suddivise in due diverse realtà, la Cooperativa «Rinascita 78» e l’Allevamento «Valentina De Angelis»: la prima alleva suini e vacche allo stato brado e pecore allo stato semibrado in oltre 600

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ettari a circa 2000 metri di quota. Attualmente sono occupate cinque persone che producono secondo il metodo biologico e vendono sia le carni bovine e di agnello sia diversi insaccati, tra cui l’ottima mortadella di Accumoli, nonché formaggi freschi e stagionati ottenuti con il latte di pecora; la seconda, guidata da una delle poche donne imprenditrici del settore, alleva, invece, insieme con la famiglia circa 240 pecore e produce pecorini a latte crudo. PRODUTTORI DI AGLIO ROSSO DI SULMONA L’aglio rosso di Sulmona è una delle varietà più pregiate in Italia e si contraddistingue per l’elevata conservabilità ma soprattutto per l’aroma particolarmente intenso, dovuto all’alta concentrazione di allucina. E’ inoltre l’unico ecotipo di aglio che emette normalmente lo scapo floreale, localmente chiamato “zolla”, impiegato per il consumo fresco in trecce e anche per la produzione di sott’oli. A Sulmona una trentina di contadini, prevalentemente anziani, hanno conservato il seme tradizionale e continuano a piantare nei loro orti questo aglio sempre più raro. COLTIVATORI DI FAGIOLI DI PAGANICA Esistono due ecotipi di questo «Phaseolus vulgaris», i fagioli a olio e quelli a pane: i primi, utilizzati in particolar modo nella preparazione di piatti tipici, hanno semi reniformi di colore avana o nocciola e sapore più intenso mentre i secondi, molto teneri, di colore bianco avorio, sono ottimi in insalata. Con l’obiettivo di valorizzare questo fagiolo che negli anni cinquanta costituiva per gli abitanti di Paganica un’importante fonte di guadagno, nel 2005 è nata

piante di fagioli

che molto apprezzava la sua costanza produttiva, anche su terreni poco fertili, tanto da garantire, in passato, l’alimentazione e quindi la sopravvivenza delle famiglie. Si utilizza, addizionato a patate lesse e lievito madre, per la produzione del pane tipico delle zone montane dell’Abruzzo. Inoltre il consorzio coltiva un grano duro di montagna, orzo integrale, farro, segale, lenticchie, ceci, fagioli.

l’associazione «U monte deju rre» il cui nome deriva da un gioco che i bambini facevano sulle aie delle cascine durante la raccolta dei fagioli: «rre deju monte» era chi riusciva a rimanere in piedi sul mucchio di piante private del baccello. Si compone di 44 soci, di cui una decina sono agricoltori e, da tre anni, organizza con la scuola elementare di Paganica due giornate dimostrative per far conoscere alle nuove generazioni l’importanza che i fagioli hanno avuto nel passato e che continuano ad avere tuttora: la «giornata della semina» a maggio e quella della «raccolta» alla fine di ottobre. Inoltre l’associazione è impegnata a diffondere tra gli agricoltori il concetto di tutela della semina fatta con le antiche sementi autoctone.

COLTIVATORI DI PATATA TURCHESA La comunità e composta da una rete di circa 27 agricoltori selezionati dall’Ente Parco, per il recupero e la valorizzazione dell’antica varietà di patata, il Solanum tuberosum, detta «turchesa» data la caratteristica colorazione della sua buccia, un tempo diffusa sulle montagne del Parco e oggi quasi a rischio di estinzione. Partendo dai pochi tuberi ritrovati nell’area protetta del Parco, l’Ente si è impegnato in un progetto di recupero di questo tubero resistente ai parassiti, intenso in superficie e a pasta gialla, arrivando nel 2007 alla produzione di 5mila chili di patate. Su questo particolare tubero sono state effettuate analisi genetiche e sensoriali al fine di stabilirne i

COLTIVATORI DI GRANO SOLINA DELLA MONTAGNA ABRUZZESE Questa comunità si compone di circa un centinaio di coltivatori, distribuiti lungo tutto l’arco dell’Appennino abruzzese e raccolti nel Consorzio dei produttori solina d’Abruzzo. La solina è un tipo di grano tenero e resistente al freddo, la cui frugalità lo rende particolarmente adatto alla coltivazione con i metodi dell’agricoltura biologica. Diversi proverbi testimoniano la stretta connessione tra questa varietà e la vita del popolo abruzzese

patata turchesa

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adagio con gusto

principali aspetti caratterizzanti ed è prevista, inoltre, con il prossimo raccolto, la distribuzione della patata ad alcuni ristoratori affinché ne trovino il migliore utilizzo in cucina: ricca di amido e a basso contenuto di acqua, la turchesa è ottima per gli gnocchi e cotta nella cenere. PASTORI DELL’APPENNINO CENTRALE La transumanza ha segnato indissolubilmente la storia della nostra regione. Oggi la pastorizia costituisce ancora un economia importante delle aree interne abruzzesi: la comunità è composta da piccoli allevatori di ovini e caprini, che trasformano i loro prodotti in formaggi a latte crudo di alta qualità, salumi e carni fresche. La produzione deriva da allevamenti biologici certificati con animali tenuti al pascolo. L’allevamento, la lavorazione e la vendita dei formaggi stagionati, ricotta affumicata, salsiccia di pecora e carne fresca di agnello, coinvolgono nella valle del Sagittario circa 40 persone. In un territorio caratterizzato da numerose aree protette ma a rischio di spopolamento, il recupero della pa-

apicoltori del Parco Gran Sasso e Monti della Laga

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t-shirt dell’iniziativa “Pastori&Pastori”

storizia tradizionale contribuisce a mantenere un’attività millenaria, a preservare il patrimonio ambientale e a fornire una valida alternativa per la popolazione locale. PRODUTTORI DI GENEPÌ APPENNINICO La comunità è composta per il momento da una Cooperativa agricola e da un agricoltore singolo, aderenti al progetto sperimentale per la valorizzazione e la coltivazione del Genepì appenninico, promosso dall’Ente Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga con il supporto scientifico del dipartimento di scienze ambientali dell’università dell’Aquila. Lo scopo di tale comunità, è quello di valutare la possibilità di coltivazione del Genepì appenninico, per il quale il Parco ha già redatto un disciplinare, onde evitare il depauperamento della specie allo stato naturale, dovuto al mancato rispetto del divieto di raccolta, in alta quota, della specie spontanea. Inoltre si auspica che la messa in coltivazione di questa specie perenne, aiuti i pochi agricoltori rimasti sul Gran Sasso a creare reddito aggiuntivo, ed attivi la nascita di piccoli laboratori per la produzione del Liquore di Genepì, nell’ottica della multifunzionalità. L’esito positivo dei primi risultati evidenzia come le caratteristiche di questa pianta la rendano adatta

alla coltivazione su terreni calcarei, anche a quote molte più basse rispetto al suo habitat naturale. APICOLTORI DEL PARCO PER IL MONITORAGGIO AMBIENTALE Questa comunità è composta da cinque apicoltori aderenti al progetto di Monitoraggio ambientale attraverso lo studio dei mieli e dei pollini prodotti nel territorio del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, con il coinvolgimento tecnico scientifico dell’università Tor Vergata di Roma e del FAI (Federazione Apicoltori Italiani) che, oltre alle arnie di proprietà, gestiscono separatamente 3 alveari ciascuno, messi a disposizione dell’Ente Parco, ai fini della sperimentazione. Si tratta di un progetto pilota di notevole interesse scientifico che poggia su una ricerca innovativa in cui il miele viene utilizzato come bioindicatore della qualità ambientale dell’area protetta. Allo stesso tempo, il progetto mira a verificare la qualità dei mieli in termini di contenuto di nutraceutici (molecole a spiccata azione antitumorale), in funzione della tipologia di flora e della qualità ambientale. In sintesi, l’alveare viene impiegato come un sofisticato strumento di indagine e il miele viene ad essere, a tutti gli effetti, la carta d’identità del territorio.



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PRODUTTORI CASTAGNA ROSCETTA DELLA VALLE ROVETO La «Castagna Roscetta» è un frutto di antica produzione e deriva dal marrone fiorentino del quale ha un analogo portamento mentre il nome Roscetta viene dal colore rosso intenso dei frutti maturi. L’importanza della coltura di que-

ziativa di scambio di esperienze tra giovani pastori sardi e abruzzesi promossa dal Parco Nazionale del Gran Sasso con il sostegno del Bacino Imbrifero Montano di Taloro e la collaborazione di Slow Food Abruzzo e Slow Food Sardegna. Sono sempre più numerosi i giovani tra i produttori dei Presìdi

sionati che per tradizione familiare o per propria iniziativa si interessano alla conservazione delle varietà autoctone. Un ruolo importante è quello svolto dalle donne, non solo nella coltivazione ma anche nella conservazione delle sementi, e soprattutto nella trasformazione dei prodotti ottenuti. Il loro contributo è essenziale, infine, nella cultura gastronomica: la cucina è il frutto della memoria storica che attraverso di loro si mantiene viva. In questo importante compito di tutela della bio diversità agricola, l’Ente Parco sostiene la rete realizzando un repertorio delle varietà locali recuperate attraverso la conservazione dei semi nella banca del germoplasma e la coltivazione degli stessi in un’area dedicata all’interno dell’orto botanico presso il Centro di Ricerche Floristiche del Parco a Barisciano.

progetto “Cerere” per la valorizzazione dei fagioli di Paganica

COOPERATIVA PICCOLA PESCA SIRENA A Francavilla al Mare la pesca è uno dei simboli più significativi della storia, dell’economia e della cultura della città. E la Cooperativa Piccola Pesca Sirena, nata nel 2002 e che raccoglie più di una ventina di pescatori, ne incarna tuttora gli aspetti più importanti, una realtà che ancora oggi utilizza in mare sistemi di cattura tradizionali, quali le nasse, le retine, i cerchi, sistemi sicuramente a basso impatto ambientale. La piccola pesca viene praticata infatti con imbarcazioni di ridotta dimensione entro le tre miglia dalla costa, rispettando, attraverso una pesca regolamentata, le diverse fasi stagionali del mare ed impiegando un particolare sistema di conservazione non nel ghiaccio ma esclusivamente in acqua marina, che garantisce una maggiore freschezza del pescato

sto biotipo è motivata dal fatto che è stata per molto tempo una delle primarie fonti di cibo e di reddito per gli abitanti della Valle Roveto, almeno per il periodo autunnale e invernale, assumendo, inoltre, un ruolo fondamentale in cucina per la preparazione di minestre e passati. Le sua peculiarità la contraddistinguono nettamente dalle altre tipologie di castagne: ha infatti uno spiccato sapore dolce, un elevato contenuto zuccherino e una carne croccante e poco farinosa. Nel 2001 è stata costituita, in collaborazione con la Comunità Montana Valle Roveto, l’Associazione dei Produttori di Castagna Roscetta che raggruppa attualmente 150 associati ed ha assunto direttamente il compito di unire i produttori al fine di omogeneizzare tutte le pratiche colturali. PASTORI E PASTORI Il progetto Pastori e Pastori è ini-

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di formaggio abruzzesi e sardi, fenomeno in controtendenza rispetto al persistente problema dell’assenza di ricambio generazionale nel settore. L’ambizioso obiettivo di Pastori e Pastori è la creazione di una rete di giovani agricoltori e allevatori provenienti dalle diverse regioni italiane, senz’altro utile nella disamina delle difficoltà delle aree interne montane. Sardegna e Abruzzo infatti sono esempi in cui la pastorizia resta ancora fondamentale per l’economia locale. AGRICOLTORI CUSTODI DEL PARCO NAZIONALE DEL GRAN SASSO E MONTI DELLA LAGA Si tratta di una rete di circa 50 coltivatori custodi del patrimonio agricolo (frutta, cereali, legumi, orticole) dell’area aquilana del Parco, costituita sia da agricoltori professionali sia da semplici appas-


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Michele Errico | abruzzo che produce | pag. 15 Cinquantadue anni, sposato e padre di due figli, dal 2008 è direttore della Coldiretti Abruzzo, Amministratore Unico del Centro Assistenza Imprese Coldiretti Abruzzo e Consigliere delegato delle imprese Verdi di Chieti, L’Aquila, Pescara e Teramo. Napoletano di origine, prima di arrivare in Abruzzo ha ricoperto le direzioni Coldiretti di Caserta, Brindisi, Napoli e Salerno. È stato presidente di numerose società consortili per la valorizzazione dei prodotti agroalimentari.

Anna Morgante | primo piano | pag. 16 Preside, dal 1999, della facoltà di Economia dell’università G. d’Annunzio, Chieti – Pescara, nella quale insegna Tecnologie dei cicli produttivi e di recupero e riciclo dei materiali. È stata direttore del dipartimento di Scienze e del dipartimento di Metodi Quantitativi e Teoria Economica. Ha iniziato la carriera accademica all’università di Bologna sotto la guida del prof. Walter Ciusa. È autore di oltre 100 pubblicazioni scientifiche. Fa parte, come fondatore, dell’Editorial Board dell’International Journal of management Literature.

Sergio Galbiati | primo piano | pag. 18 Nato nel 1952 e laureato in Fisica nel 1976, opera nel settore dei semiconduttori dal 1977, avendo iniziato la propria attività nell’allora SGSThompson, l’attuale ST-Microelectronics. Nel 1989, lavora al progetto che porta all’insediamento di Texas Instruments ad Avezzano, allora uno dei più grandi ed avanzati stabilimenti di semiconduttori d’Europa, diventandone responsabile operativo nel 1993. Nel 1998, con l’acquisizione della Divisione Memorie di Texas Instruments da parte di Micron Technology Inc., assume la responsabilità di Direttore Generale del sito abruzzese, nel quale la compagnia americana ha investito, ad oggi, oltre un miliardo di dollari. È presidente della Fondazione MIRROR per l’impresa della conoscenza. Costituita nel 2005, la Fondazione annovera tra i propri soci sostenitori altre aziende, istituzioni, associazioni e centri di ricerca. Per realizzare il proprio scopo sociale sostiene e realizza progetti negli ambiti della formazione, neoimpresa, autonomia energetica, sviluppo turistico sostenibile, autonomia energetica, sistema culturale e dei divertimenti. Nel 2004, promuove la nascita del Progetto M3, finalizzato allo sviluppo del territorio e alla collaborazione con Istituzioni, università, scuole e parti sociali. Da questo progetto nasce la Fondazione MIRROR, che ha lo scopo di promuovere e radicare in Italia,  e in particolare in Abruzzo, «l’impresa della conoscenza». Dal dicembre 2006 è Presidente di Confindustria L’Aquila, dopo aver ricoperto, nel biennio precedente, il ruolo di vice presidente con delega all’innovazione e alla formazione. In quest’ultima veste è entrato a far parte del Comitato Scientifico della Fondazione dell’università degli Studi dell’Aquila. È autore, con G. Giaccardi ed M. Perego di Imagine, la sfida del capitale umano nell’economia della conoscenza e Mirror, un modello di lavoro nell’economia della conoscenza, entrambi pubblicati da Il Mulino, Bologna.

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Andrea Prencipe | ricerca&innovazione | pag. 26 È Professore Straordinario di Economia e Gestione delle Imprese presso la Facoltà di Economia dell’Università G. d’Annunzio, Chieti – Pescara ed è Visiting Professor presso lo SPRU dell’università del Sussex. Dopo la laurea in Economia e Commercio presso la facoltà di Economia della d’Annunzio ha poi conseguito il Master in Management dell’Innovazione presso la Scuola Superiore S. Anna di Pisa, il Master in Gestione dell’Innovazione Tecnologica ed il Ph.D. in Strategie Tecnologiche presso lo SPRU. È stato Visiting Scholar presso la Harvard Business School e la Michigan Business School. È docente in corsi di Master e PhD (Scuola Superiore S. Anna, università Bocconi, università di Lecce, università del Sussex, ed università di Trento). Svolge attività di ricerca sui temi della gestione strategica dell’innovazione tecnologica ed organizzativa, apprendimento organizzativo nei contesti project-based. Ha pubblicato su questi temi articoli su riviste nazionali (L’Impresa) ed internazionali (Administrative Science Quarterly, Organization Science, Research Policy, Industrial and Corporate Change) e con case editrici nazionali (Franco Angeli) ed internazionali (Oxford University Press).

Filippo Paolini | norme&leggi | pag. 31 Nello studio legale di cui è titolare, esercita la professione forense prevalentemente nel ramo del diritto commerciale. È consulente giuridico di diverse aziende, abruzzesi e non, in materia di contratti, diritto societario e crisi dell’impresa. È consulente giuridico, dal 2003, dell’Ufficio Legale Federazione Italiana Giuoco Calcio – A.I.A. Laureato in Giurisprudenza a soli 23 anni, è iscritto dal 2001 all’Albo degli Avvocati presso il Tribunale di Avezzano.

Federica Ceci | marketing | pag. 35 Insegna in master e corsi di perfezionamento presso diverse università italiane. I suoi interessi di ricerca riguardano le teorie d’impresa, la gestione dell’innovazione, l’analisi delle implicazioni sulle competenze e sui confini d’impresa delle soluzioni integrate. Laureata in Economia e Commercio e ricercatrice presso l’università D’Annunzio, ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in Ingegneria Economico - Gestionale presso l’università di San Marino. Durante gli anni di dottorato, è stata visiting student presso il centro di ricerca Spru (università del Sussex) e la London Business School (UK) ed invited student presso l’università di Linkoping in Svezia ed il centro di ricerca INGENIO presso l’università Politecnica di Valencia in Spagna. Ha partecipato a conferenze internazionali (AOM 2007, Informs Annual meeting 2006, DRUID Tenth Anniversary Summer Conference 2005, European Accademy of Management 2005, DRUID Academy Winter 2005 PhD Conference). È “ad hoc reviewer” per le riviste International Journal of Technology Management; International Studies in Management & Organization, Industrial and Corporale Ch’ange e ha pubblicato su Journal of Management and Governance e Industry & Innovation.

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Arturo Sarrantonio | sicurezza | pag. 39 Crede che la sicurezza, la qualità e l’ambiente debbano essere gestiti soprattutto per un miglioramento delle performance aziendali e delle condizioni operative dei lavoratori e per un maggior rispetto della natura. E crede molto nella formazione, quale potente strumento per la sensibilizzazione ed il coinvolgimento di tutto il personale nelle attività aziendali e per il miglioramento continuo. Si è laureato in ingegneria nel 1995 ed ha lavorato per circa 8 anni presso primarie industrie abruzzesi. Dal 2003 è titolare di ASI Consulting, uno studio di consulenza che tra le sue principali attività annovera la sicurezza sul lavoro e l’implementazione dei sistemi qualità e ambiente nelle imprese. Ha pubblicato Lavori in corso, le peripezie per trovare un impiego (Sovera, 2003), testo divulgativo sulla ricerca di lavoro.

Enrico Del Colle | ambiente | pag. 42 Enrico Del Colle è professore ordinario di Statistica economica e Pro Rettore Vicario dell’Università degli Studi di Teramo. È autore di numerose pubblicazioni sui temi del mercato del lavoro, della struttura delle imprese e del welfare. È attualmente membro della Commissione per la Garanzia dell’Informazione Statistica.

Michela Cavaliere | management | pag. 44 Laureata in lingue e letterature straniere, dopo un anno trascorso in Francia come assistente di lingua italiana, è rientrata in Italia per specializzarsi nella gestione delle risorse umane, con un’attenzione particolare alla formazione. È così arrivata al Formez, struttura presso la quale ha lavorato per cinque anni. Ha poi deciso di tornare nella sua terra, ad Ortona, dove svolge il ruolo di referente territoriale per le attività che l’Istituto romano realizza in Abruzzo. Collabora anche con strutture ed istituzioni locali, principalmente per la progettazione di interventi formativi mirati.

Nicola Boschetti | un’ottima annata | pag. 123 Nato a Guardiagrele l’8 maggio 1971, sposato con un figlio di 10 anni, affianca da oltre 22 anni Angela e Peppino Tinari nel ristorante Villa Maiella, con la piacevole responsabilità di occuparsi di una ricca cantina. Molto conosciuto nel mondo del vino, ha ricevuto riconoscimenti sia regionali che nazionali, tra cui la 1° Edizione 2005 del premio “Francesco Di Cintio” dell’Associazione Italiana Sommeliers riservata ai giovani professionisti. Ha avuto l’onore di essere il sommelier del pranzo ufficiale riservato all’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, durante la visita a Chieti nel settembre 2005. Collaboratore di varie riviste del settore (Gambero Rosso, Cucina e Vini, Slow Food), docente dei master sul vino Slow Food, organizzatore di serate a tema. Coadiuvante nei progetti sull’alimentazione riservati ai bambini delle scuole elementari. Fuori dal suo mondo si rifugia nel ciclismo, sport che pratica con passione.

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Anno 1¡ n. 1 - maggio 2006 - € 3,50 ,50 (omaggio) (

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segno dei tempi » di Vyck

Da quale parte del sud america venite? Messico? Argentina?

No... Siamo abruzzesi

Abruzzo come il sud america? Viva preoccupazione espressa dai giovani imprenditori di Confindustria allarmati per una possibile “sudamericanizzazione” della regione. Accorato il loro appello alla politica: «C’è bisogno di scelte chiare, nette e magari impopolari»

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