Gennaio-Febbraio-Marzo_2017

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Primo piano

era in visita a Teramo per incontrare i sindaci colpiti da sisma e maltempo, i nostri allevatori e agricoltori protestavano con cartelli dal tono “Ho perso gli animali non la dignità”, “Meno chiacchiere più stalle”, “Senza stalle l’Abruzzo muore”. Slogan che riassumono appieno il senso della loro manifestazione e che certamente valgono più di mille parole.

LA STIMA DEI DANNI Scadeva lo scorso 28 febbraio la possibilità per ogni azienda agricola, di presentare alla Regione Abruzzo la stima dei danni subiti dal maltempo, che ovviamente si aggiunge alla stima dei danni subiti dal sisma precedentemente accorso, senza voler contare che numerose zone sono ancora impegnate ad affrontare le conseguenze del terremoto nel 2009! Basandosi sulle medie storiche di produzione regionale e sulle segnalazioni effettuate dalle aziende agricole, Coldiretti stima un danno indiretto al settore di 52 milioni di euro relativi all’interruzione dell’attività agricola e al tempo necessario per il ripristino della normale attività. Il settore più colpito è quello caseario con un forte crollo delle vendite, causato dall’abbandono forzato delle popolazioni e la fuga dei turisti, e oltre a non vendere

questo settore deve comunque mungere tutti i giorni. Non va assolutamente meglio nel settore olivicolo che vede un patrimonio arboreo praticamente decimato, con quasi 1 milione di piante d’olivo a terra. Ci sono poi gli allevatori, con oltre 282 stalle crollate e migliaia di animali morti e molti non sanno ancora dove ricoverare mucche, maiali e pecore sopravvissuti, mentre si è ridotta del 30% la produzione di latte per lo stress provocato dal freddo e dalla paura delle scosse. Dulcis in fundo il settore agrituristico, che ha subito il drastico calo delle prenotazioni a causa della “paura” collegata al sisma.

LE RICHIESTE DI COLDIRETTI «Ciò che chiediamo – sottolinea Coldiretti – è incentivare il turismo nelle regioni colpite dal sisma prevedendo la detraibilità delle spese sostenute dai turisti per i soggiorni nelle strutture ricettive agrituristiche che potrebbero essere considerate oneri deducibili a lato della dichiarazione dei redditi, perché - come ha evidenziato il presidente nazionale Moncalvo: «Se vogliamo ripristinare l’intreccio fra storia/cultura, am-

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