5 minute read

Massimo Bonini pag

Massimo Bonini

Una chiacchierata con Sabrina Scarpellini, co-founder di Massimo Bonini, azienda leader nella fornitura di accessori di alta moda e trampolino di lancio per stilisti emergenti.

Advertisement

Sabrina Scarpellini mi accoglie in un posto senza eguali: il grande showroom di Massimo Bonini che, in occasione del suo 30° anniversario, si è trasferito nella maestosa cornice di Palazzo Borromeo d’Adda, in via Manzoni 41 a Milano. Uno spazio di 1600 metri quadri dove, tra l’antico e il moderno, sono esposti gli accessori che riforniscono i negozi di lusso nel mondo. L’incontro con Sabrina mi lascia senza parole. Lei, con il suo aspetto così elegante e sofisticato, a capo di un’azienda tanto importante che in modo semplice e diretto mi racconta la sua esperienza di lavoro e di vita. Un’umiltà materna riconducibile alle sue origini, quelle di un piccolo contesto cittadino come Santarcangelo di Romagna.

“Massimo Bonini è un’azienda nata negli anni ’80, nel momento in cui ci fu l’esplosione dei brand del prêt-à-porter, una realtà che da sempre si dedica al mondo degli accessori. Inizialmente trattavamo solo scarpe poi, col passare del tempo, abbiamo aggiunto anche le borse. Quando abbiamo cominciato non avevamo competitors sul mercato in quanto non esisteva uno showroom dedicato unicamente agli accessori e il nostro sogno, mio e di mio marito, era quello di crearne uno per offrire una scelta tanto esclusiva quanto particolare. Andavamo alla continua ricerca di stilisti originali e talentuosi del Made in Italy. Così nacque il nostro primo showroom in via Montenapoleone, uno spazio piccolo che, negli anni, si è allargato sempre più di pari passo con l’aumentare della clientela, prima solo italiana poi, invece, proveniente da tutto il mondo. In poco tempo abbiamo sviluppato 3 sedi, situate in un contesto di palazzi storici molto prestigiosi. L’anno scorso, nel 2019, abbiamo sentito forte l’esigenza di farle confluire in un unico luogo, sopraggiungendo qui. Una nuova sede di 1600 metri quadri su due piani, di cui uno interamente dedicato allo showroom e l’altro agli uffici. Quando vedemmo questa location fu amore a prima vista e, in accordo con la famiglia Borromeo (che ne ha la proprietà), iniziammo a ristrutturarla rivisitando completamente tutti gli spazi e attribuendo una stanza a ciascun stilista. Un progetto incredibile, divenuto oggi la piattaforma leader nello sviluppo e nella vendita all’ingrosso di calzature e borse. Un portafoglio di etichette che ci è stato possibile creare in quanto professionisti dell’accessorio, un settore con dinamiche proprie che abbiamo studiato con incessante impegno e passione. Il valore aggiunto è stato proprio quello di riunire menti creative, uniche e diversificate e marchi eccezionali con l’obiettivo di raccontare storie meravigliose, restando sempre in contatto diretto sia con gli stilisti che con i nostri consumatori.”

Come siete strutturati?

“Abbiamo circa 25 collaboratori, distribuiti tra il reparto commerciale e quello amministrativo. Il servizio che offriamo è esclusivo in quanto, oltre a un'approfondita consulenza, consentiamo ai clienti di acquistare in un unico luogo ciò che riuscirebbero a trovare solo girando differenti showroom. Il mondo del lusso richiede tempo, sedimentazione, cura, conoscenza dei materiali e delle forme. È una crescita continua!”

Ma dimmi, com'è iniziato tutto?

“Mio marito, Massimo Bonini, era arrivato per caso a Milano con un ragazzo di San Mauro Pascoli che qui vi aveva aperto un suo showroom. Quando ho conosciuto Massimo io stavo studiando lingue ma, fin da subito, sono rimasta affascinata dal mondo degli accessori e del fashion così incominciammo a maturare insieme questa grande passione. Lui ha iniziato la sua attività in proprio e io ho deciso di seguirlo. All’inizio facevamo esposizioni stagionali al Grand Hotel de Milan (sempre in via Manzoni) poi, dopo solo due anni, decidemmo di aprire il nostro primo showroom, quello in via Montenapoleone. Abbiamo sempre lavorato affiancati da aziende prestigiose che, nonostante fossimo molto giovani, ci hanno dato fiducia e hanno creduto nel nostro potenziale. Quella per il nostro lavoro amo definirla una specie di vocazione, la stessa che abbiamo cercato di trasmettere anche ai nostri due figli.” Sabrina tiene subito a precisare, con la tenerezza di una madre che parla dei propri figli: “Li abbiamo sempre lasciati liberi di scegliere!”

E loro alla fine che cosa hanno scelto?

“Mia figlia Giorgia ha studiato qui a Milano, poi è andata a Londra e ora è a New York dove, da 5 anni, gestisce lo showroom che abbiamo sulla 5th Avenue all’angolo con la 56esima, di fronte alla Trump Tower. C’è un terrazzo enorme da cui si vedono tutti i grattacieli, ci si capotta dalla bellezza lì!” - sorridiamo, un po’ nostalgiche visto il periodo e la mancanza dei viaggi. Continua. “Invece Filippo Bonini, l’altro mio figlio, è entrato in azienda 2 anni fa occupandosi della rete commerciale internazionale e, anche lui, è molto bravo in ciò che fa. Io e Massimo amiamo immensamente il nostro lavoro ma, ancora di più, amiamo la nostra famiglia che è sempre venuta al primo posto nonostante una carriera incalzante.”

Ora, dopo tanti anni di successo, se ti guardi indietro cosa pensi?

“Rifarei tutto esattamente allo stesso modo. Amo quello che faccio perché è un mestiere dove non si finisce mai di imparare e dove tutto si evolve continuamente.”

Cosa consiglieresti a chi, come te, sogna di lavorare nella moda?

“Il mondo della moda viene spesso idealizzato da fuori ma, come ogni altro settore, chiede tanto impegno, dedizione e conoscenza. Le borse, le scarpe sono oggetti architettonici e, oggi più che mai, c’è un’interazione totale tra moda e design. Occorrono studio, tenacia e passione.”

Rifarei tutto esattamente allo stesso modo. Amo quello che faccio perché è un mestiere dove non si finisce mai di imparare e dove tutto si evolve continuamente. ”Sabrina Scarpellini

This article is from: