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Locanda Remare pag
Locanda Re mare
Un pomeriggio con Alessandra e Giacomo, due giovani imprenditori cesenaticensi che hanno trasformato lo storico ristorante dei nonni in una locanda dove il lusso informale incontra il gourmet romagnolo.
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ocanda Remare è una giovane e frizzante realtà nata sul canale di Cesenatico dall’intraprendenza di Alessandra e Giacomo, una coppia di ragazzi che, con audacia, hanno deciso di mettersi in gioco nel campo della ristorazione. La sfida, nata dalla volontà di portare avanti con orgoglio la tradizione iniziata dai nonni, è stata quella di rilevare il vecchio ristorante di famiglia e riprogettarlo con dettagli studiati ad hoc per far sentire a proprio agio il cliente in un clima chic ma allo stesso tempo semplice e informale.
“Siamo Alessandra e Giacomo, prima di tutto una coppia nella vita (insieme da 11 anni) e poi anche sul lavoro.” Inizia a raccontarmi Alessandra, con Giacomo al suo fianco. Continua a dirmi di più su di loro: “Abbiamo fatto un’esperienza di 5 anni e mezzo a Milano dove siamo stati studenti dello IED frequentando Interior Design. Giacomo si era specializzato in architettura d’interni mentre io in scenografie per eventi. Stavamo bene, sì, ma sentivamo la mancanza di un elemento fondamentale nelle nostre vite: il mare.” Interviene anche Giacomo: “Questo ristorante - dice guardandosi attorno - nasce nel 1946 quando i miei nonni, una coppia di contadini di Bertinoro, arrivarono a Cesenatico e aprirono per primi un ristorante qua sul porto. Si chiamava “Da Nino”. Pensa che, quando aprirono, ancora non c’era neppure l’acqua nel canale! Anche allora, come oggi, al piano terra si sviluppava il ristorante mentre sopra vi era qualche camera (proprio lì nacque mio padre, nel 1955). Questa strada (quella accanto al ristorante) era molto frequentata da camion e, per questo, “Da Nino” era un luogo di ristoro principalmente per camionisti provenienti da differenti parti d’Italia.” Riprende Alessandra. “Quello che abbiamo creato deriva dall’unione delle nostre provenienze; io da una famiglia di albergatori mentre Giacomo da una famiglia di ristoratori. Così è nato Remare, contenitore di storie e passioni, di ciò che ci rende felici e rappresentativo di quello che vorremmo trovare quando andiamo in un ristorante: alta qualità unita alla semplicità.”
Cosa mi raccontate del vostro menù?
“Il nostro menù si basa sulla stagionalità. È un menù itinerante che cambia durante l’anno, con pochi piatti ma fatti bene. Ci sono poi delle proposte cardine, sempre presenti, come la piadina, il fritto o altri piatti che ci tengono radicati alla tradizione. La Locanda propone tre percorsi: uno che si chiama Occhi Aperti, uno Occhi Chiusi e l’ultimo arrivato A Fiamma Spenta. Occhi Aperti è un percorso che viene raccontato al cliente, dall’antipasto al dessert. Il menù Occhi Chiusi, invece, è una degustazione alla cieca, un affidarsi alla mano dello chef che stupisce tutti, anche noi, con piatti al di fuori della carta. Infine A Fiamma Spenta prevede cinque portate di crudo rivisitate secondo le ultime tendenze di una cucina all’avanguardia.” Giacomo afferma: “Un ruolo importante lo giocano anche i vini, il cui abbinamento viene curato direttamente dal sottoscritto (divenuto da poco sommelier). Mi piace coinvolgere sempre vini ricercati, mai banali o commerciali e, quando il cliente si affida a me anche per questo aspetto, ne sono entusiasta poiché mi sento di chiudere il cerchio!”
E questo nome, Remare, come nasce?
“Il progetto di Remare abbiamo cominciato a concepirlo a Milano, mentre, per quanto riguarda il nome, ci abbiamo impiegato più tempo. Cercavamo qualcosa di semplice, comunicativo e che rievocasse in un qualche modo il nome precedente. Poi è arrivato lui, Remare. Lo interpretiamo come verbo, come la volontà di portare avanti una barca; quella della tradizione familiare.” Alessandra mi spiega meglio: “Sulla base di questo concetto, quello della tradizione, è subentrato l’architetto Francesco Gasperini che è anche il miglior amico di Giacomo da una vita. È stato un lavoro a tre menti, tre amici che fino a tarda notte disegnavano a mano, come gli architetti di vecchio stampo. Così, pian piano è nato Remare; un progetto sartoriale creato come fosse un vestito su misura per noi! Francesco ci ha saputo ascoltare e interpretare, prediligendo materiali naturali come il legno, la resina dei tavoli e l’argilla dei muri. Le luci e il metallo creano il lusso, in affascinante contrasto con l’informalità dell’ardesia e del legno uniti alla nostra divisa fatta di pantaloni beige, maglie bianche e grembiuli blu. E poi noi, i proprietari, sempre presenti in sala per scaldare l’atmosfera ed entrare in empatia col cliente.” Lo staff è composto da ragazzi giovani come anche lo chef e il sous chef che, Alessandra, mi dice rappresentare la trasposizione dei caratteri di lei e Giacomo; uno più estroso e l’altro decisamente più metodico. Chi è il più creativo tra i due? Chiedo di sfuggita. “Sono io!” risponde Giacomo orgoglioso. Alessandra ci tiene a precisare che il ruolo di Giacomo è, più che altro, quello dell’oste che intrattiene i clienti mentre lei si occupa principalmente dell’organizzazione. Nella seconda sala del ristorante l’atmosfera è resa ancora più familiare dalla presenza di due grandi tele. Si tratta di un tributo che lo stesso architetto ha voluto realizzare ai nonni di Giacomo, dipingendo a mano libera i loro ritratti. In conclusione della nostra piacevole chiacchierata i due ragazzi mi dicono che hanno anche una selezione di tè.
Come mai?
“Perché siamo stati in Giappone e lì, chi non intende bere alcolici dopo cena, consuma il tè. In più abbiamo visto che è molto gradito dai nostri ospiti.” Prima di salutarli, mi sento di suggerirgli, l'aggiunta del sakè. Chissà se avranno preso in considerazione questa mia proposta e se lo avranno inserito nella loro carta digestivi.



