Ravenna In Magazine - 3/2010

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R a ve n n a

Andrea

Montanari

Un ravennate...al Quirinale

Carlo Zoli Dritto...e Diritto Mauro Bendandi Sentimento del presente Trail Romagna Sulle note del trekking w w w. i n m a g a z i n e . i t ®

Anno IX - N. 3 - LUGLIO 2010



Editoriale |

Estate in giacca

Cravatta

e

di Andrea Masotti

È la faccia sorridente di Andrea Montanari ad aprire il nuovo “Ravenna IN”, mentre è l’avvocato Carlo Zoli, sui campi di terra rossa, il volto di copertina dell’edizione di Faenza: due professionisti, dalle storie e dalle passioni diverse, ma entrambi protagonisti nei loro mestieri. Entrambi sono diventati quello che sono lavorando fuori dalle loro città natale, eppure per tutti e due il sentimento che li lega alla loro terra resta forte. Per il primo è il legame agli affetti familiari che, pur abitando a Roma quasi tutto

Ravenna

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Faenza

Anno IX - N. 3 - LUGLIO 2010

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Rimini

Supplemento a “Ravenna IN Magazine” - N. 3 - 2010

Zoli

Montanari Un ravennate...al Quirinale

Carlo Zoli Dritto...e Diritto Mauro Bendandi Sentimento del presente Trail Romagna Sulle note del trekking

Cesena

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Anno X - N. 3 - LUGLIO 2010

Carlo

Andrea

Forlì

l’anno, non diminuisce affatto. Il secondo, pur avendo insegnato in molte università d’Italia, ha sempre mantenuto a Faenza la sua base, città dove non solo esercita la professione, ma vive da protagonista la sua grande passione, quella per il tennis. La nuova rivista parte così dalla Capitale, e dal colle più alto, il Quirinale, davanti (e dentro) il quale abbiamo fotografato il giornalista ravennate, da anni al Tg1 e da qualche tempo “quirinalista”, cioè al seguito del Capo dello Stato, del principale telegiornale italiano.

Massimo

Un avvocato... in campo

Pironi

Andrea Montanari Un ravennate... al Quirinale Mauro Bendandi Sentimento del presente Trail Romagna Sulle note del trekking

Riminesi per “mestiere” Dall’Italia alla Riviera Giancarlo Dall’Ara Turismo da diffondere Enrico Casagrande “Motus” perpetuo

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Un anno da Sindaco

Pesaro-Urbino

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®

Anno XIII - N. 3 - GIUGNO 2010

Anno VII - N. 3 - GIUGNO - 2010

Silvia

Confronto sul

Commercio

Il sogno diventato realtà

Cesena Calcio La vittoria del gruppo Forlì Calcio L'orgoglio dei Galletti Plautus Festival Cinquant'anni di spettacolo

La forza di un gruppo straordinario riporta il Cesena in A

Giancarlo Corzani e Luciano Santarelli

Anno V - N. 2 - GIUGNO/LUGLIO/AGOSTO 2010

Grazie ragazzi!

Cecchi

Il volto elegante della Legge

Imprenditori “geniali” Economia dell’intuizione Le “spiagge” del territorio Un’estate... al fiume Francesca Pascucci La signora delle chiocciole

Location originale anche per Carlo Zoli, il giuslavorista presidente del Tennis Club di Faenza, uno dei più importanti della Romagna. Insomma, un’estate in giacca e cravatta per la nostra rivista, come sempre ricca di spunti. Interessante il lavoro artistico di Mauro Bendandi, certamente curioso, e sconosciuto a tanti, l’approfondimento storico. Che ricorda l’estate di un secolo fa nelle campagne ravennati… quelle stesse dove si è appena raccolto il grano, furono proprio nel periodo della trebbiatura, luogo di fortissimo scontro politico e sociale. Si parla poi di levrieri, nobile e antica razza canina, perché a Palazzo Manzoni di San Zaccaria c’è uno dei campi di allenamento più attrezzati d’Italia; e ancora, di trekking tra natura e cultura con Trail Romagna, associazione che vuole rivalutare il patrimonio locale attraverso manifestazioni sportive ed eventi in suggestive location. Ultimo, il concerto itinerante in collaborazione col Ravenna Festival. Infine le rubriche: dallo stile, con la giovane scrittrice Monica Vodarich, allo sport, con un grande della vela e del match race, Matteo Simoncelli; quindi l’appuntamento con i libri e una nuova rubrica, dedicata alla gastronomia, curata dallo chef ravennate Matteo Salbaroli: in questa prima puntata, si è parlato, e non poteva essere altrimenti, di pesche Nettarine. Buona lettura!

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BE FIR ST. RIDE THE F UT

URE


Sommario 3

Editoriale

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Annotare | Brevi IN

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12 Essere | Andrea Montanari 18 Dirigere | Carlo Zoli 24 Creare | Mauro Bendandi 28 Ricordare | Macchine trebbiatrici 34 Camminare | Trail Romagna

18

34

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38 Addestrare | Allevamento a Palazzo Manzoni 42 Visitare | Philippe Artias 44 Navigare | Matteo Simoncelli 46 Confidare | Monica Vodarich

Edizioni IN MAGAZINE S.R.L. Redazione e amministrazione: Via Napoleone Bonaparte, 50 47100 Forlì tel. 0543.798463 fax 0543.774044

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48 Gustare | Azienda Tomba e Babini 49 Leggere | Novità in libreria 50 Scegliere | Shopping

Direttore Responsabile: Andrea Masotti. Redazione centrale: Andrea Biondi, Valeria Del Sordo, Francesca Renzi. Progetto grafico: Lisa Tagliaferri

Isabella Fazioli. Ufficio commerciale: Roberta Missiroli.

Massimo Argnani, Lidia Bagnara, Roberta Bezzi, Andrea Casadio, Anna De Lutiis, Massimo Fiorentini, Antonio Graziani, Claudia Graziani, Matteo Salbaroli, Aldo Savini, Michele Virgili, Tiziano Zaccaria, Francesca Zampiga. Chiuso per la stampa il 12/7/2010

Impaginazione: Francesca Fantini

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Annotare | Brevi IN

Asso tra gli Assi

Dante 09, la V edizione Ravenna - Il festival, promosso dalla Fondazione della Cassa di Risparmio e alla 5° edizione, è in programma dal 9 all’11 settembre, mantenendo la doppia veste, scientifico e d’approfondimento al pomeriggio e più divulgativo alla sera. “M’insegnavate come l’uom s’etterna” (Inferno XV, 85) è il titolo. “Nelle parole rivolte da Dante al suo maestro, Brunetto Latini, è indicato il contenuto di ogni autentica educazione: il maestro è, o dovrebbe essere, chi insegna come l’uomo si ‘etterna’, ovvero come vincendo l’ineluttabilità delle leggi di natura, cerchi di conoscere e conseguire qualcosa di eterno, al di là di sé e dentro se stessi.” Parole del direttore artistico Davide Rondoni. “Oggi riflettere su questo verso e darne rilievo è un modo con cui Dante09 affronta il dibattito culturale contemporaneo e attinge, con la provocazione del poeta, ai tesori dell’arte e della cultura.” www.dante09.it

La grande “C” Faenza - Soddisfatti organizzatori, direzione e sindaco per il successo della terza edizione del Festival dell’arte Contemporanea, ovvero la grande “C”, svoltosi a maggio. Tre giornate che hanno confermato le aspettative di artisti, critici, direttori di musei, registi, psicoanalisti e food designer, ma anche del grande pubblico. Quasi sempre gremite le piazze e al completo le sale del Masini, del Sarti e dei musei Zauli e MIC. Il padiglione Via… ggiando, progettato da Mario Nanni, ha proposto in piazza del Popolo incontri e presentazioni particolarmente affollate. L’attenzione è stata attirata da noti personaggi, come Michelangelo Pistoletto, Gianna Nannini, Daniel Buren, Chiara Clemente, Hans Ulrich Obrist, Nanni Balestrini, Alfredo Jaar, che si potevano incontrare anche girando per le strade. (A.S)

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Lugo - Al Museo Baracca è aperta fino al 26 luglio (prevista la proroga fino al 10 ottobre) la mostra fotografica e documentaria su Fulco Ruffo di Calabria, uno dei grandi dell’aviazione italiana: un’indagine sul vasto contesto della storia aeronautica. Fulco, nato a Napoli nel 1884 da nobile famiglia, era parte della 91ª Squadriglia Aeroplani da Caccia, la Squadriglia degli Assi, comandata da Francesco Baracca. Alla morte di questi nel giugno 1918 ne assume il comando. Abbattuto il 20 ottobre in volo oltre le linee austriache, riuscì ad atterrare e a riattraversarle. Per aver conseguito 20 vittorie verrà insignito della medaglia d’oro al valor militare. Allestita all’ultimo piano del Museo, riunisce un corpus di materiali e documenti di eccezionale interesse: 60 foto in gran parte inedite, provenienti da archivi

pubblici e privati, insieme a cimeli e a lettere di Ruffo a Baracca custodite dalla Biblioteca Trisi. All’inaugurazione ha partecipato la figlia Paola, regina del Belgio. “Fulco Ruffo di Calabria. Con noi nacque l’aviazione italiana…” è aperta da martedì a domenica 10-12/16-18. Chiuso la 2ª e la 3ª settimana di agosto. www.museobaracca.it (A.S.)

I resti del Caravaggio Ravenna - La proficua integrazione fra risultati dell’indagine storiografica ed esiti delle ricerche di biologia scheletrica, nonché delle tecnologie per l’accertamento dei metalli pesanti nelle ossa, delle analisi dei sedimenti terrosi, della datazione con il carbonio 14, e, per finire, del Dna, hanno contribuito a dipanare la matassa del ritrovamento del luogo di sepoltura e dei resti mortali di Caravaggio. La sicurezza dello storico Silvano Vinceti è stata incrinata dalla prudenza del prof. Gruppioni che si è fermato alla percentuale raggiunta dalle ricerche, l’85%: “Dopo 400 anni, senza discendenti certi, non potevamo fare di più”. Dunque, quasi certamente, grazie al lavoro fatto nel

centro Ricerche Ambientali di Marina di Ravenna, si è in grado di definire la provenienza delle ossa ritrovate nel cimitero di Porto Ercole. Forse la scoperta aggiungerà fascino intorno all’artista: è già iniziata la gara fra diverse città che rivendicano i propri diritti su questi resti. (A.D.L.)


Arredamenti e progettazione d’interni

quartadimensione Via Faentina 119/q - RAVENNA - Tel. 0544/461200 - www.qdarredo.it


Tappa romagnola per il Trofeo Bper

Cervia - Si è svolta il 13 giugno, nella cornice dell’Adriatic Golf Club, la quarta tappa del Trofeo “Golf Private” della Banca Popolare dell’Emilia Romagna. In una bellissima giornata di sole circa un centinaio di golfisti si sono contesi il premio di tappa, che consente di partecipare alla finale in programma domenica 24 ottobre al Modena Golf & Country Club. Sul podio: 1° netto Andrea Manuzzi con 44 punti, 1° lordo Paolo Ragazzini con 27, 2° netto Pio Zantedeschi con 39 e 3° Netto Sergio Foschi con 39. Dopo la pausa estiva il Trofeo, alla decima edizione, riparte l’11 settembre dal Golf Club Conero, poi prefinale e gran finale il 23 e 24 ottobre a Modena.

Mar, nuovi programmi Ravenna - Il Museo d’arte della città ha presentato un ricco programma, realizzato a partire dalla mostra per i 90 anni di Tonino Guerra, circa 50 opere con tecniche diverse, fino al 25 luglio. Dal 2 luglio al 19 settembre dedica una personale a Concetto Pozzati, protagonista dell’arte italiana degli ultimi cinquant’anni, dal titolo “Tempo sospeso”. Torna poi “Dal Museo alla Bottega”, tour che parte dai mosaici esposti per proseguire con la visita alle due botteghe nel centro storico. La programmazione prosegue con la 54ma edizione della rassegna “Premio Marina di Ravenna” (29 agosto-26 settembre). Con l’autunno tornerà “Critica in Arte” con Chiara Lecca a cura di Claudia Casali; “Alterazioni Video” a cura di Camilla Boemio; “Ettore Favini” a cura di Lorenzo Giusti. Infine la mostra da febbraio a giugno 2011: “Arte italiana del dopoguerra”. (A.D.L.)

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Oasis, inaugurato il Ristorante Marina di Ravenna - Lo scorso 31 maggio Consuelo Rossini, titolare dell’albergo Oasis, ha inaugurato l’Oasis Dinner su viale delle Nazioni. “Era da anni che volevo aprire un’attività del genere.” Il locale propone piatti tradizionali insieme ad altri più ricercati. Tutte le paste sono preparate in casa come da migliore tradizione. Particolare cura è stata adottata dalla titolare e da Claudio Andreucci, entrambi sommellier, nella selezione dei vini: 107 le etichette, di cui 52 di

Sangiovese di Romagna. Il ristorante è aperto la sera dal lunedì al sabato, la domenica anche a pranzo. (M.V.)

Piace l’olio di Brisighella Gradara - Il “Brisighella Dop” del Cab è l’extravergine che piace di più ai giornalisti. A dimostrarlo è stato il concorso “L’Orciolo d’Oro” organizzato dall’Enohobby Club dei Colli Malatestiani, col sostegno di Regione Marche e Provincia di Pesaro e Urbino, che quest’anno ha introdotto

Il libro del Festival

il Premio stampa, assegnato da una giuria composta da giornalisti nazionali esperti nel settore enogastronomico. Il “Brisighella Dop” della Cooperativa Agricola Brisighellese è stato premiato nella categoria fruttato medio. www.brisighello.net

2010

Faenza - “Non voglio che si chiami catalogo, - ha detto Cristina Mazzavillani Muti - è un libro con interessanti saggi che declinano l’argomento portante della XXI edizione di Ravenna Festival”. Come negli anni precedenti, approfondisce la varietà degli spettacoli che per più di quaranta giorni hanno dato fermento alla città. Per la prima volta a colori, presenta immagini colte nel cimitero monumentale, legandosi alla tematica di questa edizione. Il libro è arricchito dai contributi di artisti, operatori cul-

turali, esperti in architettura, poesia, filosofia. Cristina ha voluto dedicare il libro ad Anna Politkovskaja, protagonista della mediazione con i terroristi che tenevano prigionieri donne e bambini, nel teatro di Dubrovka di Mosca, nell’ottobre 2006. (A.D.L.)


Baie dove i mercantili possono sostare per rifornirsi, caricare e scaricare le merci prima di proseguire il loro viaggio...Ma anche locande sulle banchine dei porti inglesi, dove i marinai si riunivano ed erano reclutati, per imbarcarsi sui mercantili che salpavano verso ogni parte del mondo…

Questo è Port of Call, il “porto intermedio” in linguaggio marittimo. Per noi Port of Call rappresenta un punto di partenza, per esplorare nuovi orizzonti nella cultura gastronomica ravennate.Vi aspettiamo (anche nel dehors sul waterfront della Darsena di città, aperto tutta la bella stagione) per scoprire le proposte dello chef Matteo Salbaroli: dai menù degustazione di mare e di terra alle proposte alla carta. Port of Call è aperto anche per gustare la cena dopo una piacevole serata a teatro. E, per le vostre colazioni di lavoro, un menù business formato da due portate, a un prezzo davvero “light”.

Ravenna - via Zara 48 - tel 0544.420719 - www.portofcall.it Chiuso per turno la domenica e il lunedì a pranzo


“Sedie elettriche” al MIC Debutto per “L’Orchetto”

Spoleto - Il Festival dei 2Mondi ha ospitato la “prima assoluta” del nuovo spettacolo prodotto da Accademia Perduta/Romagna Teatri L’Orchetto. Protagonista Claudio Casadio, reduce da una stagione di straordinari consensi, anche grazie al film L’uomo che verrà di Giorgio Diritti. Ad affiancarlo sul palco Daniela Piccari, mentre allestimento scenico e regia sono affidati a Marcello Chiarenza. Autrice della pièce è Suzanne Lebeau. Musiche originali di Marco Biscarini. www.accademiaperduta.it.

Musica e cibo dell’anima Ravenna - Spiagge Soul si presenta tra fine luglio e inizio agosto con un programma ricco di novità e inaugura Music Beer&Food. “Musica dell’anima” e “cibo per l’anima” è la novità all’interno del Soul Village; gusto e tradizione trovano spazio nell’iniziativa organizzata in collaborazione con Slow Food, che coinvolge, fra 30 luglio e 1 agosto, i locali pubblici in un percorso gastronomico che ruota attorno ai protagonisti della manifestazione: birra artigianale, cozze e pesce azzurro. A ogni ristorante, inoltre, sarà assegnata una birra artigianale, abbinandola alle specialità proposte dal menù. Un’atmosfera familiare e festosa, con concerti di artisti soul di fama internazionale, che coinvolgerà non solo gli appassionati del lifestyle soul , ma anche chi vorrà condividere momenti di serenità e di festa popolare. Per ulteriori informazioni sul Festival e il calendario dei concerti: www.spiaggesoul.it

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Faenza - L’Electric throne (2007) di Luigi Ontani e la Sedia elettrica con farfalle (2010) di Bertozzi&Casoni: tra ironia, provocazione, inganni visivi e “maraviglie” barocche, affrontano il tema inquietante del più noto strumento di morte legalizzata ancora in uso. Il MIC le mette in mostra fino al 17 ottobre. Ontani, dopo aver sperimentato una grande varietà di linguaggi, è approdato alla ceramica. L’opera di Bertozzi&Casoni stupisce invece per la virtuosistica perfezione esecutiva e le soluzioni mimetiche che giocano sull’evidente contrasto tra la pesantezza opaca della sedia e la leggerezza

delle farfalle che si posano in attesa di riprendere il volo. Orari: da martedì a domenica, 9,30-19. www.micfaenza.org (A.S.)

La spiaggia di Qualità Marina di Ravenna - Singita è la prima spiaggia della zona ad aver ottenuto la certificazione di qualità ambientale ISO 14001. Dopo sei anni sul litorale romano, Singita è approdata in Romagna con una struttura leggera, elegante ma non invasiva. Il rispetto dell’ambiente naturale rappresenta un valore fondamentale per Singita, come dimostrano gli sforzi compiuti per raggiungere questa certificazione, sia per i servizi balneari che per l’attività di bar e ristorante. La certificazione prevede obiettivi e

Mosaico in Tour Ravenna - Terzo anno per il progetto che porta in spiaggia l’arte del mosaico: la scoperta di una passione, un momento di aggregazione per piccoli e adulti sulle spiagge. Mosaico in Tour, organizzato dall’associazione

requisiti rigorosi per ridurre al minimo gli impatti sull’ambiente attraverso interventi per ottimizzare consumi d’energia, raccolta differenziata dei rifiuti, gestione degli scarichi e smaltimento dei prodotti per la pulizia di ambienti e spiagge. www.singita.it

“Il Cerbero”, parte da un’idea di Silvana Costa, già responsabile della Scuola di mosaico di Cervia. Da Ravenna, è nata l’idea di trasferire questa arte in spiaggia grazie a un laboratorio mobile e attrezzato, che porta negli stabilimenti corsi completi con insegnanti e tessere colorate. Lezioni gratuite per i clienti dei bagni. (A.D.L.)


Giovani... da 50

anni

Ravenna - Si è svolta il 9 luglio l’assemblea annuale del Gruppo Giovani di Confindustria, sotto la presidenza di Giovanni Poggiali. Al termine della parte privata, è stato celebrato il 50° anniversario della costituzione formale del Gruppo, il 28 maggio 1960. È stata presentata la pubblicazione, curata da Paolo Gambi, 100 anni di Confindustria, 50 anni di Gruppo Giovani. “In occasione del nostro centenario, i giovani festeggiano una ricorrenza altrettanto importante - ha affermato il presidente di Confindustria Ravenna, Giovanni Tampieri - i 50 anni di un movimento dinamico, che ha saputo arricchire la nostra Associazione con progetti innovativi e un punto di vista diverso, originale.”

Argillà, appuntamento a Settembre Faenza - Tra sabato 4 e domenica 5 un ricco weekend di eventi è in programma per quello che si può connotare come il “festival internazionale della ceramica”. Saranno presenti ad Argillà Italia 187 ceramisti selezionati, provenienti da Austria, Francia, Germania, Inghilterra, Olanda, Slovenia, Spagna, Ungheria, Romania, Polonia, oltre che dall’Italia. Ognuno di loro con un proprio stand nel quale appassionati, addetti ai lavori e turisti potranno trovare opere d’arte e artigianato. Il tutto realizzato partendo dall’argilla come materia. Nazione ospite di questa edizione è la Polonia. Molto fitto è il calendario di eventi da mattina fino a notte inoltrata. Oltre alle tante mostre, da segnalare la “Residenza d’artista”, con protagonista al Museo Carlo Zauli, nei giorni antecedenti Argillà, Vilma Villaverde, tra le principali ceramiste sudamericane. Diversi i convegni in programma, fra i quali uno dedicato alla porcellana e alla sua storia e uno alle opportunità e relazioni fra le città europee d’antica tradizione ceramica. www.argilla-italia.it


Essere | Andrea Montanari

Un ravennate...

Quirinale

al

testo Antonio Graziani – foto Lidia Bagnara

Continua a definirsi un “provinciale”, pur essendo ormai un affermato giornalista Rai. Andrea Montanari, “quirinalista” al seguito del Presidente Napolitano per il Tg1, non dimentica la sua città e ricorda ancora con affetto quel sacerdote che lo incoraggiò, da ragazzo, a intraprendere questo mestiere.

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Da giornalista senza contratto al “Nuovo Ravennate” a “quirinalista” del TG1 Rai: Andrea Montanari, 51 anni, ravennate puro sangue, ne ha fatta di strada. E anche in poco tempo. Il quirinalista ha, appunto, il compito di seguire tutti i movimenti, le attività, i discorsi del Presidente della Repubblica e di informarne i telespettatori attraverso i suoi servizi. Andrea ci racconta la sua vita e i passaggi della sua carriera, seduti a un tavolo del Bar Giolitti di Roma, a pochi passi dalla sua casa, in un soleggiato pomeriggio di giugno con la brezza del ponentino che accarezza la città. “Mio padre era originario di una famiglia di città. Lavorava alla Sarom, la grande raffineria di petrolio creata da Attilio Monti e dismessa alcuni anni fa. Mia madre era, invece, una campagnola della frazione ravennate di San Pietro in Vincoli. Mio padre fu tra quelli che ricevettero la proposta, anche per fare carriera, di trasferirsi in Sicilia, dove Monti aveva costruito una nuovissima fabbrica. Si spostò quindi a Milazzo, nel 1961, con la famiglia, quando io avevo appena tre anni: rimanem-

mo nell’isola fino alla conclusione della sua attività lavorativa.” Ma la famiglia Montanari aveva mantenuto i suoi legami con Ravenna, dove torna, nel 1984, quando Andrea ha 25 anni. Il giovane Montanari aveva ottenuto la maturità scientifica in Sicilia e si era anche iscritto alla facoltà d’ingegneria, sulle orme del padre e del fratello. Ma ben presto si accorse che quella non era la sua strada. Aveva in testa di fare il giornalista e andò a chiedere consigli al sacerdote ravennate Francesco Fuschini, noto scrittore e articolista del

“Carlino”, “non sapendo che strada prendere perché non ero figlio di giornalista, né amico di politici.” “Da Fuschini - racconta - non aspettavo un aiuto per aprirmi la strada, ma volevo sapere da lui se era il caso di cominciare questa professione. Restai da lui un pomeriggio intero ed ebbi consigli importantissimi. Che persone c’erano una volta! Mi disse: ‘tu prova a iniziare da chi ti dà l’opportunità’.” L’occasione gliela offrì il “Nuovo Ravennate”, settimanale che trattava argomenti di vario genere, dalla politica, all’economia, alla



cultura: la prima opportunità avuta per cominciare a fare il giornalista. “Era una piccola realtà, tuttavia pulsante. Mi accolse l’allora direttore, Pier Giorgio Carloni, e cominciai la mia esperienza.” Ma la gavetta non gli bastava. Pensava anche a una scuola di giornalismo e si iscrisse a quella della Luiss, a Roma.

Rimase al “Nuovo Ravennate” un paio d’anni, “il tempo per capire che il mestiere mi piaceva e che avevo anche le capacità per svolgerlo con dignità.” Si trasferì a Roma per frequentare la scuola mentre stava nascendo, nella Capitale, un circuito di emittenti private per realizzare un radio giornale nazionale dal

nome Area. “Fui fortunato perché cominciai a lavorare per questo circuito. Feci anche tanti articoli in occasione della tragedia della Mecnavi, dove morirono soffocati tredici operai nella stiva di una nave in manutenzione nel porto di Ravenna. Siccome conoscevo bene la storia, l’ambiente e i personaggi, abitando ancora a Ravenna, scrissi molti articoli per varie testate nazionali.” La collaborazione con Area gli permetteva anche di fare un po’ di soldi per mantenersi a Roma e frequentare la scuola. “La mia enorme e immensa fortuna fu che Area mi stipulò un contratto di praticante. A quei tempi, conquistare un contratto del genere era quasi impos-

Andrea Montanari ritratto nel chiostro dei Giardini del Quirinale.

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sibile.” Area era prevalentemente impegnata con le radio ma si occupava anche di carta stampata. “Mi capitava spesso di frequentare la sala stampa di Montecitorio essendo diventato anche giornalista parlamentare per l’agenzia.” La frequentazione di Montecitorio gli permette di conoscere i giornalisti della Rai e tra questi Marco Conti, allora direttore del GR2, che lo vuole al Giornale Radio. “Con

l’assunzione al GR2, nella primavera del 1989, inizia il mio legame professionale con la Rai. Livio Zanetti, direttore delle reti unificate del Giornale Radio, mi fece esordire a Radio Anch’io, trasmissione di approfondimento del mattino, dandomi fiducia, anche se ero arri-



A fianco, il giornalista nella sala di montaggio del Tg1. È diventato quirinalista sotto la direzione di Gianni Riotta.

vato alla radio da poco ed ero molto giovane.” Il salto dalla radio alla televisione avviene sei anni dopo. Nel 1996 è chiamato a dirigere il Giornale Radio Marcello Sorgi, che improvvisamente diventa direttore del TG1. “Sorgi mi chiede di passare alla televisione ed eccomi al Tg1, nella primavera del 1997.” Dopo un periodo di rodaggio, Montanari comincia a inserirsi nella redazione politica, seguendo alcuni viaggi dei presidenti del Consiglio Amato, Prodi e D’Alema, dei presidenti della Camera e del Senato e le attività dei partiti. Poi arriva la nomina a quirinalista. “Direttore era Gianni Riotta. Provai una grandissima soddisfazione.” È una posizione di grande prestigio, sempre al seguito del Presidente. “Giorgio Napolitano è una persona di grande levatura morale, un uomo con un grande senso dello

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stato, con un senso delle istituzioni fuori dal comune, e lo dimostra il consenso straordinario che ha nel Paese.” Montanari ricorda il viaggio negli Stati Uniti e l’incontro con Obama. “È stato lo stesso presidente degli Stati Uniti a voler incontrare Napolitano e ha mostrato grande considerazione per le opinioni del nostro Presidente, definito di grande esperienza e integrità.” Ma Andrea Montanari non dimentica Ravenna. “Quando sono partito per Roma avevo 27-28 anni, sono andato via con un sentimento molto contrastato. Sono fondamentalmente un provinciale. A me piace la provincia italiana, è ricca di stimoli culturali e umani, ma avevo anche voglia di giocare questa carta e vivere fino in fondo questa esperienza.” Il suo rapporto con la Romagna è ancora molto stretto. “Avevo due

zie, non più viventi, sorelle di mia madre. Con il fratello avevano costituito un nucleo, tipo sorelle materassi e si erano trasferite dalla campagna ad Alfonsine, dove avevano messo su una florida attività commerciale, un negozio di abbigliamento. Hanno sempre avuto un legame straordinario con mia madre e con noi nipoti. Ci hanno voluto tanto bene e il mio legame con la Romagna è stato mediato e mantenuto vivo specialmente da loro.” Andrea Montanari torna ogni tanto nella città natale, dove viene a trovare la mamma e qualche amico. “Uno che vedo più di frequente è Vasco Errani, che stimo perché unisce a un grande equilibro una grande sapienza politica, e ha buon senso, che in politica è sempre più raro.” Il legame con le zie è stato molto importante, perché hanno rappresentato tutto quello che è Romagna, il dialetto e, principalmente, la cucina romagnola. “ Mia moglie è romana e quando a Natale faccio i cappelletti, perché lei non li sa fare, mi rimprovera perché sporco e faccio confusione in cucina. Non passa tuttavia Natale che non mi metta lì con tanta buona volontà, ma non sempre con altrettanti esiti positivi, per mantenere viva in casa mia la tradizione della cucina romagnola!” IN


Bertinoro Tutti i colori dell’ospitalità

Donne jazz in Blues Bertinoro, Piazza della Libertà, ore 21.00 Domenica 18 luglio Ruthie FosteR Domenica 25 luglio DeDe PRiest Fratta Terme, Parco delle Terme, ore 21.30 sabato 17 luglio ConCoRso voCi nuove sabato 24 luglio Finale Del ConCoRso voCi nuove Blues e ConCeRto Di Giovanna Gattuso jazz quaRtet

autori D’estate Bertinoro, Piazza della Libertà, ore 21.00 Giovedì 15 luglio Paolo Guzzanti “Guzzanti vs Berlusconi”, Aliberti editore Giovedì 22 luglio luiGi De maGistRis “Assalto al Pm – Storia di un cattivo magistrato”, ed. Chiarelettere Giovedì 29 luglio miChele minisCi “La notte che si bruciò il jazz” Ed. Il Pontevecchio

Xiii Festival Musicale estivo Grandi concerti di musica Jazz, Etnica e Classica dal 1 al 20 agosto Bertinoro, ore 21.30 ConCeRto inauGuRale Domenica 1 agosto Bertinoro, Piazza della Libertà, ore 21.30

Festa Dell’ospitalità 2010 Bertinoro, centro storico “VERSO IL BERTINORO” Giovedì 2 settembre Piazza aPeRta “La Battaglia dei cuscini”. Grande gioco per tutti

venerdì 3 settembre FRiCò Royal Musica, danza e teatro dal tramonto all’alba. Vie del Centro Storico a partire dalle ore 21.30 sabato 4 settembre taCa BanDe Spettacolo bandistico Domenica 5 settembre Rito Dell’osPitalità Orchestra Mirco Gramellini Fuochi d’artificio

piaDina DaYs sabato 11 settembre Bertinoro, Monumento al Vignaiolo – ore 19,30 La Piadina si fa sTrada Grande corteo per le vie del centro con costumi della tradizione. Bertinoro, Piazza della Libertà – ore 21,30 MisuriaMo La Piadina Misurazione della piadina alla presenza di un notaio del Guinness World Record e degustazione della piadina accompagnata da musica dal vivo Domenica 12 settembre Santa Maria Nuova , Piazzale del monumento al podista – ore 14,00 Partenza della finale della gara podistica del circuito “La scarPaza” Santa Maria Nuova , piazzale del monumento al podista – dalle ore 15,30 alle ore 19,30 piaDina partY Sfida tra “sfogline”, degustazione dei prodotti tipici del territorio accompagnati dalla piadina romagnola e musica dal vivo.

Per tutti i nostri graditi ospiti in occasione degli eventi “Donne Jazz in Blues”, “Autori d’Estate”, tutte le domeniche di agosto e per LA FESTA DELL’OSPITALITA’ sarà in funzione una navetta gratuita per facilitare la fruizione del borgo anche per coloro che parcheggiano fuori dal centro storico (parcheggi di via Badia e via allende). inFo:ufficio informazioni turistiche tel. 0543 469213 - turismo@comune.bertinoro.fc.it www.comune.bertinoro.fc.it


Dirigere | Carlo Zoli

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Un avvocato

Campi

sui

testo Tiziano Zaccaria - foto Massimo Fiorentini

Per Carlo Zoli la Legge è lavoro e il tennis svago; ma professione e passione si intersecano di continuo per lui, che sa impegnarsi fortemente in entrambi i ruoli: giuslavorista e presidente del Tennis Club di Faenza.

In ognuno esiste un lato razionale, logico, rigoroso, e una parte passionale, istintiva, romantica. Anche il mondo di Carlo Zoli si divide nettamente in due: da una parte la sua professione di avvocato e docente di Diritto del lavoro, fra le aule dei tribunali e quelle delle università; dall’altra l’amore per il tennis e lo sport in genere. Nato a Faenza nel 1958, si è laureato con lode in Giurisprudenza a Bologna nel 1982. Il suo professore, Luigi Montuschi, lo ha orientato verso il diritto del lavoro. Ha lavorato come ricercatore all’Università di Trento, dal 1990 al ’93 è stato professore ordinario di Diritto del lavoro a Cagliari, poi ha svolto lo stesso incarico a Trento fino al 2006, anno in cui ha ottenuto il trasferimento a Bologna. Oggi, oltre all’attività di docente universitario, Zoli conduce uno studio professionale a Faenza. “La materia del Diritto del lavoro negli ultimi trent’anni ha avuto una

forte evoluzione ed è spesso finita nell’occhio del ciclone - racconta. Basta pensare, purtroppo, all’omicidio di Marco Biagi, che era un amico e un ex allievo del mio stesso maestro.” Oggi è considerato uno dei più esperti giuslavoristi italiani. Au-

tore di diversi libri e di numerosi saggi, conosce le normative che regolano il lavoro in diversi Stati. “Ogni ordinamento nazionale ha le proprie peculiarità, ma negli ultimi venti anni le norme dei Paesi che fanno parte dell’Unione Europea si sono abbastanza uniformate, alla luce delle nuove direttive comunitarie. Il nostro ordinamento è sempre stato garantista nei confronti dei lavoratori. E anche se negli ultimi anni le crisi occupazionali hanno portato il Governo ad adottare soluzioni che in qualche caso derogano ai principi tradizionali, i capisaldi della materia non sono stati toccati, vedi l’articolo 18,

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Sopra, l’avvocato ritratto nel suo studio a Faenza. In apertura, su uno dei campi in terra rossa del circolo faentino, che presiede dal 2005.

legge n.300/1970, che prevede il diritto del lavoratore alla reintegra nel caso di licenziamento ingiustificato.” Alla domanda se un giuslavorista debba farsi coinvolgere o meno dalla politica, Zoli ha un risposta pronta: “L’idea politica ce l’ho, come tutti, ma credo di essere difficilmente etichettabile. Fra l’altro, nel corso degli ultimi anni sia il Centrodestra che il Centrosinistra mi hanno chiesto di impegnarmi, però ho declinato gli inviti. Sono attratto dalla politica come ‘vita della Polis’. Non mi piace invece la ‘partitica’, che porta alle polemiche di parte e alla valutazione aprioristicamente negativa delle idee degli avversari.” Fin qui la prima faccia della medaglia. L’altra si sviluppa sui campi in terra rossa. “Da quando avevo nove anni frequento il Tennis Club Faenza. Mi portò per la prima volta un

amico di mio padre, Urbano Genti-

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lini. In precedenza giocavo da solo, contro un muro di casa.” Da giovanissimo per qualche anno Zoli ha alternato l’attività tennistica con quella calcistica, come attaccante della Robur Faenza. “Ho sempre avuto una grande passione per gli sport con la palla. Purtroppo non sono riuscito a ottenere grandi risultati.” Racchetta e pantaloncini non sono però mai spariti da casa, nemmeno quando la professione lo ha portato in giro per l’Italia. “Otto anni fa mi fu chiesto di trasferirmi all’Università Statale di Milano e nello studio milanese del noto professor avvocato Pietro Ichino; rinunciai per amore di Faenza. Nella mia città sto troppo bene: è questo il motivo per cui non l’ho mai lasciata, nemmeno quando lavoravo fuori.” E nel 2005, quando un gruppo di amici gli ha chiesto di candidarsi alla presidenza del Tennis Club Faenza, ha detto sì: “Ho accettato


Via Aldo Bozzi, 77/79 - 48100 Ravenna - Tel. 0544.278360 - Fax 0544.278506 - commerciale@edilravenna.it - www.edilravenna.it


L’avvocato ha lavorato per diverse università; attualmente insegna a Bologna, ma non ha mai abbandonato la sua Faenza.

d’istinto, senza ragionare - dice il professore, sposato con Alessandra Ferlini e padre di Lucia e Pietro. I miei impegni professionali dovevano indurmi a rinunciare, ma si vive anche di passioni. Mi ha convinto l’idea di fare qualcosa di utile per la mia città.” Tempo a disposizione Zoli ne ha poco, però ha creato un team dirigenziale autonomo e attivo: “Ci siamo dati una buona organizzazione e ciascun componente del Consiglio direttivo ha il proprio compito. Sono soddisfatto di come lavora la mia ‘squadra’. Certo, ci sono diverse cose da fare per migliorare il circolo. Per esempio, occorre rifare l’ingresso e gli spogliatoi, ormai vetusti. Ma la voglia di lavorare non manca e fino al 2013 avremo da fare.” Nel 2013 scadrà il secondo mandato di presidenza di Zoli, che per statuto associativo non potrà più ricandidarsi. “Potrò comunque assumere un altro incarico e, in ogni caso, resterò disponibile a lavorare per il bene del circolo.” Intanto continua

a divertirsi sui campi in terra rossa. “Gioco sempre con gli amici di una volta: partecipiamo al campionato over 50. E’ la parte ludica della vita e non intendo rinunciarvi.” Inevitabile (e ben felici di farla), una domanda sulla recente vitto-

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ria di Francesca Schiavone al Roland Garros, primo successo assoluto di una giocatrice italiana in un torneo del Grande Slam. Cosa può rappresentare per il tennis italiano? “È sicuramente una bella occasione per tutto il movimento. L’Italia è un paese di tifosi, ancor prima che di sportivi, tuttavia l’effetto trainante di un campione c’è sempre stato e nel tennis mancava da parecchio tempo, in sostanza

da quando negli anni Settanta con la nazionale maschile vincemmo la Coppa Davis e lo stesso Adriano Panatta si aggiudicò il Roland Garros. A Faenza, per la verità, abbiamo sempre avuto tante bambine ai nostri corsi e sui nostri campi sono nate diverse tenniste di livello assoluto, da Raffaella Reggi a Francesca Bentivoglio, fino a Flora Perfetti. Spero comunque che questo successo dia un ulteriore input.” IN

Il Tennis Club Faenza Fondato nel 1927 da Teo Gaudenzi, oggi la sua sede storica di via Medaglie d’Oro ospita sette campi in terra rossa (cinque dei quali coperti e riscaldati nel periodo invernale), due campi da calcetto, due da racchettoni e una palestra con sauna. All’interno del grazioso parco che ospita il circolo sono presenti anche un ristorante, un bar, un’area giochi per bambini, una palazzina per attività ricreative e sala tv. Quote associative molto basse rispetto ad altri circoli di pari livello, consentono di contare su ben settecento soci (la tessera è gratis fino a 18 anni, ha un costo di 50 € per gli under 26, di 90 € per la fascia 27-32 anni e di 95 € per gli over 65; la quota ordinaria costa 180 €, con l’opportunità di una tessera familiare a 240 €). Molto frequentata è poi la Scuola Addestramento Tennis, che propone corsi ai giovanissimi dai 4 ai 16 anni. Nei mesi estivi prende invece corpo il ‘Divertitennis’, che coinvolge quotidianamente oltre cento bambini dai 4 ai 14 anni. www.tennisclubfaenza.it



Creare | Mauro Bendandi

Sentimento

Presente

del

testo Aldo Savini - foto Massimo Argnani

Di materiali di recupero, flussi di pensiero e oggetti d’uso comune si compone la pittura di Mauro Bendandi: straniante ma mai impersonale, narra esperienze umane.

L’attenzione ai movimenti estetici che hanno animato la scena artistica del secondo ’900 per Mauro Bendandi non ha comportato facili appropriazioni né un appiattimento su modelli precostituiti, ma, oltrepassandoli, ha definito un’originale poetica e uno stile personale, anche se, indubbiamente, si possono avvertire tangenze con l’Arte povera, l’Informale, il Nuoveau Realisme, la Pop Art americana. Le sue opere hanno origine da un graduale processo di sovrapposizioni di strati compositivi che hanno pari valenza espressiva, sia che si

tratti del supporto materiale che dello sfondo pittorico, degli inserti figurativi e delle indefinite tracce di scrittura a matita. La dimensione fisica e materiale dell’opera evoca apertamente un intendimento tattile e sensuale, un gesto carico di una velata nostalgia per il passato, associata al sentimento del presente. Nelle esperienze degli esordi,

lamiere e ferri recuperati nelle case di campagna, contaminati dagli agenti atmosferici e corrosi dalla ruggine, assemblati e inchiodati

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su vecchi legni per fissarli come a dare loro spessore, testimoniavano il bisogno di un punto d’appoggio e forza, quasi fossero radici sotterranee ma ben visibili per l’intervento pittorico. Quelle lamiere avevano avuto una vita precedente ed erano resistite al tempo, conservando la storia di una civiltà e di un mondo semplice ormai lontani, i cui valori però, ancora attuali, non possono e non devono andare dispersi. Anche i materiali industriali, come le plastiche e i sacchi di polipropilene, non sono neutrali perché anch’essi hanno una loro storia, derivata non tanto dalle funzioni pratiche e dal loro uso, quanto delle relazioni umane, perché sono stati toccati da mani di lavoratori anonimi. Le scritte in perfetta calligrafia, pur quasi indecifrabili come fossero graffiti di un’archeologia personale, sono puri segni evocanti momenti e occasioni di riflessione. Da semplici indizi potrebbero rimandare a versi tratti da composizioni poetiche, forse di Baudelaire o del poeta ravennate Valerio Fabbri, oppure


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In questa pagina e in apertura, Mauro Bendandi nel suo studio.

frammenti di un discorso interiore ininterrotto di cui, comunque, non è dato comprendere il significato. Sembrano affiorare o nascondersi nello spazio pittorico quasi evanescente, inizialmente nelle tonalità cromatiche della ruggine e ultimamente in un grigio lattiginoso in via di sfaldamento. E accanto a queste tracce enigmatiche trovano posto le immagini dipinte di oggetti appartenenti all’ambiente domestico familiare: caffettiere, lampadine, zuccheriere, tazzine, cinture, scarpe, ciabatte, spazzole, bottoni e, più recentemente, lampadari, prese elettriche, pomelli di rubinetti. Sono cose d’uso quotidiano, sempre sotto gli occhi e a portata di mano, tanto che nella vita ordinaria generalmente ne viene ignorata la presenza. Eppure sono in stretta relazione con l’uomo e di questa conservano il contatto diretto e la memoria. Bendandi accentua la dimensione straniante

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e decontestualizzante, immediatamente percepibile, che potrebbe rendere quelle immagini apparentemente affini a quelle dei poppartisti; apparentemente perché non si riferiscono mai a uno scenario massificato e a un sistema di comunicazione impersonale, piuttosto al mondo intimistico e vitale della casa dove si vive. Inoltre, vuole sottolineare con una certa insistenza, come questi oggetti presuppongano una progettazione, perché ideati non solo in una prospettiva utilitaristica e funzionale, ma anche con un intento estetico. Con questa consapevolezza è approdato al design, di cui sono testimonianze esplicite i lampadari colorati “stile Venezia”, sontuosi e decorativi, ritratti come in uno show room. Ideati per l’illuminazione sono spenti, non danno luce al quadro, piuttosto è dalla pittura che ricevono la ragion d’essere, ovvero la luce della bellezza. IN

Breve curriculum Mauro Bendandi, artista e graphic & web designer freelance, è nato a San Pietro in Vincoli nel 1973. Dopo aver frequentato il Liceo Artistico di Ravenna, nel 1996 si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Bologna, dove ha seguito le lezioni del corso di pittura tenuto da Massimo Pulini. L’attività espositiva, iniziata nel 1993, è andata progressivamente intensificandosi uscendo dall’ambito locale; inoltre ha partecipato a concorsi vincendo il primo premio a quello di pittura contemporanea Città di Vinci (1997) e, per tre volte, a Palazzo Sforza a Cotignola (2000, 2001 e 2006). Nel 2005 ha fondato con Roberto Pagnani, Riccardo Bottazzi e Domenico Settevendemmie il Gruppo TOPOI 05, che intende riflettere e sperimentare le possibili interazioni tra pittura, scultura, poesia, fotografia, ricerca storica e filosofica. www.maurobendandi.com


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Ricordare | Macchine trebbiatrici

Due immagini del “conflitto” del 1910, con le macchine scortate da Esercito e Carabinieri per le operazioni di trebbiatura (riproduzioni tratte da “L’Illustrazione Italiana” e poi pubblicate nel libro di Luigi Lotti I repubblicani in Romagna dal 1894 al 1915, Faenza, Lega, 1957).

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La guerra

“Macchine”

delle

testo Andrea Casadio

Lo scontro tra contadini e braccianti, il confronto tra due grandi correnti ideologiche: ripercorriamo la rivolta delle macchine trebbiatrici che, nell’estate di un secolo fa, infiammò le campagne ravennati.

Sembra impossibile, oggi che le estati sono sinonimo di spensieratezza balneare, immaginare che quella di cento anni fa venisse illuminata dai riflessi del sangue. Sembra incredibile, eppure quelle campagne oggi ordinate e solitarie, svuotate della loro variegata umanità dalla meccanizzazione trionfante, nell’estate 1910 erano percorse da folle di braccianti e contadini, da pattuglie di soldati e drappelli di carabinieri, teatro del

più aspro conflitto sociale che la storia di Ravenna e della Romagna ricordi. La questione “delle macchine trebbiatrici” è senza dubbio più nota agli storici, che non al cittadino comune, per il quale l’oggetto stesso del contendere appare poco comprensibile. Per capire la vicenda che segnò la storia di Ravenna per tutto il Novecento bisogna calarsi nella realtà dell’epoca, quella di una società in gran parte contadina e percorsa dalle lacerazioni di una conflittualità politica esasperata. La Ravenna del 1910 era dominata dalle due grandi correnti ideologiche “di massa” destinate a carat-

terizzare il panorama politico del secolo incipiente, quella mazziniana e quella marxista (rappresenta-

te rispettivamente dal partito repubblicano e da quello socialista). Unite dall’ostilità verso il governo, le due fazioni erano però separate da profonde divisioni ideologiche e sociali: di ispirazione sostanzialmente liberal-democratica e individualista la prima, e di conseguenza popolare soprattutto fra i contadini e i mezzadri (in sostanza i “piccoli imprenditori” dell’agricoltura); collettivista la seconda, e dunque sostenuta in gran parte dalla massa dei braccianti, i “proletari” senza terra che popolavano soprattutto la zona delle bonifiche a nord della città. Nel 1900 repubblicani e socialisti, temporaneamente alleati, avevano ottenuto un risultato storico, scalzando i liberal-monarchici dal governo cittadino. Negli stessi anni erano stati fondati anche i grandi organismi sociali, quelli che riunivano le varie leghe sindacali (la Camera del Lavoro) e le cooperative (la Federazione diretta dal socialista Nullo Baldini). Le divergenze fra i due partiti, però, non avevano tardato a manifestarsi, tanto che già nel 1902 i socialisti erano fuoriusciti dalla giunta, passando all’opposizione dell’amministrazione repubblicana. I contrasti po-

litici non erano altro che un riflesso dei contrasti sociali. I repubblicani

erano, infatti, sempre più insofferenti alla supremazia che i socialisti esercitavano nella Camera del Lavoro e nella Federazione e, da parte loro, contavano sulla tradizionale prevalenza nelle associazioni dei contadini e dei mezzadri, le cosiddette “Fratellanze”. Di fatto, mezzadri e braccianti, seppure spesso uniti nelle rivendicazioni contro i grandi proprietari (gli “agrari”), erano in contrasto nel momento in cui i primi diventavano “datori di lavoro” dei secondi, in particolare nei periodi, come il raccolto, in cui i braccianti venivano assunti come manodopera. Un contrasto che divenne palese quando, a partire dal 1906, le Fratellanze dei contadini cominciarono ad acquistare in proprio le macchine trebbiatrici a vapore, fino a quel momento affittate da privati. Il fatto che i mezzadri acquisissero il controllo del principale “strumento di produzione” del mondo agricolo minacciava la posizione dei braccianti, e in generale l’intero impianto politico-ideologico collettivista dei socialisti. Nell’autunno 1909 la Federazione nazionale dei lavoratori della terra, control-

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Prima pagina del giornale repubblicano “La Libertà”, dell’11 maggio 1910, che riporta le notizie dell’eccidio di Voltana (fonte, Istituzione Biblioteca Classense).

delle coooperative i repubblicani, guidati dal loro leader Pietro Bondi, si apprestavano a costituire una Federazione indipendente, era la sanzione della definitiva rottura dell’unità, fino ad allora precaria e sofferta, delle grandi organizzazioni economiche “popolari” del Ravennate. Iniziava così quello che, in riferi-

lata dai socialisti, affrontò la questione, e deliberò che la gestione delle trebbiatrici dovesse toccare ai braccianti. Una decisione che scontentava i repubblicani, che difatti, con in testa le Fratellanze ravennati, non tardarono a far sentire le proprie proteste. Il 1910 si aprì dunque in un’atmosfera sempre più carica di tensione. Mentre le trattative fra i partiti segnavano il passo, da parte dei braccianti iniziava a comparire, nei confronti dei contadini, la pratica del “boicottaggio”, un mezzo di pressione tanto efficace quanto rozzo, che comportava non solo la sospensione dei rapporti di lavoro, ma anche l’interruzione di ogni rapporto personale con i colpiti. Riconoscendo la responsabilità di tale situazione alla Camera del Lavoro, la Fratellanza, previo referendum fra gli iscritti, decise infine di fuoriuscirne. Così, il 17 aprile 1910, l’organizzazione dei contadini, insieme alle leghe sindacali di altre categorie, per un totale di 20.000 iscritti, fra cui 4.500 braccianti repubblicani, fondò il proprio organismo autonomo, la Nuova Camera del Lavoro. Nel momento in cui anche nel settore

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mento ai colori dello stemma cittadino, divenne celebre come il grande conflitto fra i “rossi” (ovviamente i socialisti) e i “gialli” (i repubblicani). Il 7 maggio, a Voltana, una

quindicina di contadini fu aggredita da 400 braccianti inferociti, e la zuffa che ne seguì, a colpi di zappe, falci e paletti, lasciò sul campo un contadino morto e sei feriti, più cinque braccianti anch’essi feriti. L’“eccidio di Voltana”, come venne definito, fu il punto più tragico degli eventi di quell’anno, ma ebbe se non altro l’effetto di attirare l’attenzione del governo, inducendolo a inviare in loco diverse migliaia di militari. Fanti, cavalleggeri, bersaglieri ciclisti iniziarono allora, e per tutta l’estate, a percorrere in lungo e in largo la Romagna, bloccando il ripetersi di scontri gravi e consentendo lo svolgersi della mietitura e poi della trebbiatura.

La presenza dei militari era tanto più importante perché, a rendere potenzialmente pericolosa la situazione, si era verificato un fatto non previsto dai dirigenti socialisti ma decisivo per gli esiti della vicenda, cioè lo schieramento dei braccianti repubblicani (minoritari rispetto ai “rossi” ma pur sempre numero-

si) accanto ai propri compagni di fede. Fu questo che permise ai repubblicani, mezzadri e braccianti insieme, di portare a compimento il raccolto nonostante il boicottaggio dei socialisti, mentre questi finirono col pagare il proprio isolamento anche nei confronti degli agrari, più disposti a instaurare un rapporto preferenziale con le organizzazioni “gialle”. Dopo un’estate di caos, fra polemiche sempre più furiose, nuovi atti di violenza e tentativi dei socialisti di introdurre le loro poche macchine nei terreni padronali con raid notturni, una parvenza di accordo fu raggiunta a ottobre, e solo dopo che a Campiano fu sfiorata una nuova Voltana. A quel punto, però, le posizioni erano troppo radicalizzate perché la frattura potesse essere ricomposta. Polemiche, scontri, uccisioni proseguirono nei mesi e negli anni seguenti, in una vera e propria guerra civile strisciante che solo l’imporsi del Fascismo, oltre dieci anni dopo, avrebbe forzatamente ricomposto.

Proprio questo avrebbe anche ricostituito l’unità dei grandi organismi sindacali e cooperativi. Ma quando, dopo il ’45, i vecchi rancori (con il PCI a recitare il ruolo un tempo dei socialisti) tornarono a sommarsi alle nuove contrapposizioni della Guerra fredda, gli esiti di quarant’anni prima tornarono a ripetersi quasi negli stessi termini, rivelando che le vicende del 1910 non erano state un incidente di percorso, ma l’evento cardine che aveva sancito l’inizio del ’900 ravennate. IN



IN Magazine | Special ADV

CON FRW PARTE

L’EDUCAZIONE ALLA BICICLETTA. una GIoRnata apeRta a tuttI peR ConosCeRe le novItà 2011 della CollezIone. é l’appuntaMento oRGanIzzato da ClaudIo BRusI e dalla sua FReeWheelInG peR saBato 24 luGlIo, a MaRIna dI Ravenna.

Può sembrare scontato ma per andare in bici-

La bicicletta: un mezzo eco-

per l’Italia. Dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19

cletta occorre una vera e propria educazione.

nomico, divertente, sano ed

si potrà godere delle superbe prestazioni dei

Non si tratta di imparare a restare in equilibrio

ecologico adatto a tutti.

sulle due ruote, né di conoscere il codice della

prodotti FRW e ricordare che andare in bicicletta apporta grandi benefici all’organismo

strada, ma di mettersi bene in testa che la bicicletta è un mez-

umano: favorisce la circolazione del sangue, permette una

zo sano, economico, divertente per stare al mondo. E che tutti,

maggiore secrezione delle ghiandole sudorifere, l’eliminazio-

a cominciare dai bambini, dovrebbero impararlo. Con questo

ne delle tossine, conserva l’agilità delle articolazioni, evita

ottimo proposito Claudio Brusi, presidente di FRW Bi-

o limita l’obesità.. Oggi la bicicletta è considerata un mezzo

cycles, organizza a Marina di Ravenna, sabato 24 luglio,

efficace anche nella terapia riabilitativa di alcuni mali della

una giornata aperta a tutti in cui metterà a disposizio-

colonna vertebrale e la posizione che si assume praticando

ne di adulti e bambini i prodotti novità della collezione

il ciclismo favorisce la respirazione in quanto consente una

2011 da strada e mountain bike, con la possibilità anche

maggiore espansione dei polmoni, dunque perché non salire

di provare i nuovi caschi Giro e Bell di cui è distributore

in sella quotidianamente?


“.. A questo occorre aggiungere che oltre che alla nostra salute la bicicletta fa bene anche a quella degli altri – afferma Claudio Brusi – perché è un mezzo non inquinante, a risparmio energetico, pratico, divertente, sia per chi intenda dedicarsi a

l’IdentIkIt dI ClaudIo BRusI, “MR. FRW”

questo sport a livello ricreativo sia per chi ne voglia fare una vera e propria attività agonistica..” Parlare della lunga lista di vantaggi di cui beneficiano i ciclisti non esclude che esistano dei pericoli che si corrono pratican-

nato: 18/02/1952 a Ravenna segno zodiacale: acquario ascendente leone

do questo sport, specie in materia di sicurezza. Per questo la

Carattere: forte e risoluto ma sensibile e profondo

giornata FRW dedicata al test dei prodotti non poteva non in-

Cv: Appassionato ciclista, corre per diverse squadre dilet-

cludere anche la prima e più importante protezione necessaria

tantistiche fino a 18 anni. Entra in banca e vince il campio-

quando si sale in bicicletta: il casco. FRW è da anni distributore italiano dei marchi americani lea-

nato bancari nel 1982, diventa dirigente della Federazione Ciclistica Italiana settore promozione. Nel 1986 fonda FRW e comincia il suo cammino da imprenditore innamorato del

der di settore Giro e Bell e conosce bene quanti e quali rischi

suo lavoro

corrono i ciclisti che non utilizzano questa protezione. “Ogni

hobbies: ciclismo

giorno riceviamo ringraziamenti di persone che ci scrivono che il nostro casco ha salvato loro la vita in qualche brutta caduta

piatto preferito: torta al cioccolato con salsa di cioccolato fondente accompagnato da cioccolata calda Bicicletta: FRW modello Napa Valley Evo

– dice Brusi - . Bisogna metterlo sempre e assicurarsi che sia

Mountain Bike: FRW modello Eldorado

un prodotto con tutti i requisiti e le omologazioni necessarie..”

Canzone preferita: “ma dove vai bellezza in bicicletta”

Le statistiche dicono che l’utilizzo dei caschi riduce di quasi il 90% il rischio di una lesione cerebrale in caso di caduta e che

Colore preferito: quello della sua Napa Valley, bianco segni particolari: gambe depilate, abbronzatura da ciclista

nei bambini la maggior parte delle volte si evitano traumi che possono rivelarsi fonte di guai seri. Se dunque in Italia non è passata la proposta di legge che prevedeva l’obbligatorietà del casco per i minori fino a 14 anni, la giornata organizzata da Claudio Brusi servirà a far riflettere che non serve una legge per imparare che il casco è fondamentale in bicicletta, ma un

la stoRIa dI FReeWheelInG

po’ di buon senso. La giornata educativa FRW sarà anche un momento di festa e

Nasce nel 1986 a Ravenna, fondata da Claudio Brusi e dalla

divertimento, sport e relax, un inno al ciclismo e al piacere che

moglie Liliana Raimondi, con la passione per la bicicletta.

porta con sé, nel tentativo di contagiare tutti con la passione

Nel 1990 promuove la nascita del fenomeno mtb in Italia

per la bicicletta.

e diventa unico distributore italiano dei marchi americani Diamondblack e Marin. Nel 1997 Hubert Palhuber, atleta scelto e sponsorizzato da Claudio Brusi, diventa campione del mondo. Nel 2003 nasce la prima collezione di biciclette a marchio FRW (Freewheeling) prima da mountain-bike e poi da strada. Nel 2008 Marco Aurelio Fontana, atleta scelto e sponsorizzato da FRW, arriva quinto alle Olimpiadi di Pechino. Nel 2009 Gerard Kerschbaumer, atleta scelto e sponsorizzato da FRW vince due titoli mondiali nelle categorie juniores cross country ai campionati del mondo in

FREEWHEELING SRL Via Barsanti,10 - 48010 Fornace Zarattini (RA) tel.0544 461525 - fax 0544 462096 www.freewheeling.it - www.frwbike.it

Australia. Nel settembre 2010 FRW presenterà alla fiera Eurobike la collezione di biciclette commercializzate d’ora in poi in tutto il mondo.


Camminare | Trail Romagna

Sulle note

Trekking

del

testo Claudia Graziani - foto Massimo Fiorentini

Il concerto itinerante in collaborazione con Ravenna Festival nel Parco Archeologico di Classe e terminato all’interno della basilica bizantina è solo l’ultimo evento organizzato da Trail Romagna, associazione che vuole unire sport, natura e ospitalità, promuovendo in maniera originale le zone più belle del nostro territorio.

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Ravenna Festival ha educato spettatori e ravennati a dare a ogni luogo la dignità di un teatro, e che ogni evento ha la rispettabilità di uno spettacolo. Nessun stupore quindi, solo molta curiosità e interesse, per il Concerto Trekking proposto da Trail Romagna e inserito con entusiasmo dalla direzione artistica nella programmazione 2010. Un concerto itinerante e un pellegrinaggio tra i luoghi della cultura e della fede accompagnati dal suono dei propri passi e dagli strumenti dell’Orchestra Popolare Italiana dell’Auditorium della Musica di Roma e dalle voci del Coro Amarcanto, con la direzione di Ambrogio Sparagna. In 350 si sono dati appuntamento all’imbrunire nel

Parco Archeologico di Classe per raggiungere, attraversando antiche vestigia romane, Sant’Apollinare in Classe. Una tappa che ha fatto riassaporare il gusto antico del ritrovarsi ad ascoltare le cante popolari nei diversi vernacoli. Un trebbo canoro con lo sguardo rapito dalla ricchezza dei mosaici, orgogliosi di custodire un così immenso patrimonio. E chissà che quella signora

seduta in una navata laterale non abbia apprezzato le arie dei nostri avi dopo aver ascoltato “la belà fugarèna”. Lei, che a bassa voce aveva definito brutte le canzoni romagnole rispondendo a Sparagna che ricordava al pubblico, buona parte seduto in terra ai piedi dell’altare, la loro poesia contadina. Organet-


ti, tamburelli, ciaramelle: la loro semplice ritmica che rallegra il cuore ha accompagnato gli spettatori-trekkers all’uscita, quando il sole si avvicinava all’orizzonte. Poi il silenzio e di nuovo in cammino. Proprio come viandanti guidati verso una nuova tappa il corteo si è inoltrato nell’abitato di Classe con alle finestre e ai portoni gli abitanti che osservavano questa insolita processione. Dopo l’ex zuccherificio il sentiero conduce verso la pineta all’ingresso della quale attendeva Pulcinella che invitava a proseguire il viaggio-spettacolo. Nessuna esitazione, del resto ad attendere c’era una festa nell’aia al Parco I Maggio con, immancabili, piadina, salsiccia, vino rosso e ciambella. L’arrivo, dopo 7 km a piedi, è diventato l’inizio di un nuovo momento di allegria. Sparagna e l’Orchestra Popolare Italiana incalzavano il pubblico. Le mani battevano al ritmo di pizzica e taranta, i piedi saltellavano trascinati nel vortice della festa quando il sole ha lasciato il cielo per concederlo alla luna. L’affluenza del pubblico, in alcuni casi attrezzato con scarpe da trekking, racchette da camminata nordica, zaino e immancabile borraccia d’acqua, ha decretato il successo del Concerto Trekking e un altro apprezzamento a Trail Romagna che lo ha organizzato non lasciando nulla al caso,

La natura... in movimento compreso il punto di ristoro con bevande e frutta e guide lungo il percorso in grado di fornire anche spray antizanzare. Proprio come in altri eventi, organizzati da questa nuova associazione, come quelli del calendario Parks Romagna Life, che ha lo scopo di far frequentare le aree protette e i parchi della Romagna: quelli del Delta del Po, della Vena del Gesso e delle Foreste Casentinesi. “Del resto la nostra filosofia - spiega il presidente Ciro Costa - è organizzare momenti che facciano emoziona-

Fiorista

Rosa Scarlatta di Bandini Cristina

Fiori e p rofumi per l’ambiente e per il corpo

re nell’incontrare le bellezze naturali che ci circondano, stimolare il movimento e produrre un basso impatto ambientale. Spettatori di uno spettacolo che siamo invitati a preservare, ma per fare questo occorre prima di tutto conoscerlo. Siamo appassionati di sport, natura e ospitalità romagnola. Per questo i nostri eventi si concludono sempre in maniera conviviale e culinaria con prodotti del territo-

Apertura domenicale Via Bovini, 30 - 48123 RAVENNA Tel. 0544 771094 - Cell. 349 2983111


A fianco, l’Orchestra Popolare Italiana si esibisce sull’altare di Sant’Apollinare in Classe. In apertura, un momento del concerto itinerante.

rio. Magari semplicemente con un pasta party.” Gli amici di Trail Romagna sono convinti che l’eco-turismo sia una grande potenzialità ancora inespressa,

non particolarmente sfruttata. “Il 2010 - aggiunge Giovanni Trabalza, uno dei fondatori del gruppo, responsabile di organizzazione e comunicazione - è anche l’anno della Biodiversità, un’occasione in più per promuovere le attività ‘in natura’, far scoprire i parchi urbani come palestre all’aperto. La nostra idea è anche far diventare questo progetto uno stile di vita, magari mettendo a diposizione personal trainer che accompagnino i ravennati alla scoperta delle aree limitrofe alla città. Rimarranno sorpresi nello scoprire che a due passi da casa ci sono particolarità tra la flora e la fauna.” L’obiettivo: far vincere la pigrizia e portare gente nuova ad apprezzare la vita all’aria aperta. Per i turisti, poi, si pensa di farla diventare

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un’offerta da inserire nei diversi pacchetti, magari proponendo guide runner. “I problemi però sono sempre gli stessi - puntualizza Costa. Ci scontriamo con difficoltà economiche e, a volte, con la miopia di alcuni, ma diciamo che siamo soddisfatti da questo nostro secondo anno di attività. Gli appassionati aumentano e le idee per nuovi itinerari non mancano. Abbiamo già un’idea da proporre per il prossimo Ravenna Festival.” “È importante l’incontro con altre realtà - conclude Trabalza - perché gli eventi siano emozionanti e stimolino curiosità. Proprio come per il Concerto Trekking. Penso al Teatro del Drago con il quale abbiamo già collaborato e con la società Atletica Mameli per realizzare una sezione Trail Romagna dedicata ai bambini. E poi, perché non guardare al binomio cultura-natura in previsione della candidatura di Ravenna a capitale Europea della Cultura per il 2019?” La sfida è lanciata! IN

I prossimi appuntamenti Sono davvero molti gli appuntamenti per il 2010. Due i contenitori, Parks Romagna Life e Parks Romagna Trail. Del primo segnaliamo: il 25 luglio “La foresta incantata”, visita guidata alla scoperta del giardino botanico di Valbonella a Corniolo; “Cattura la natura - Trekking fotografico” a Corniolo di Santa Sofia il 31 luglio; l’1 agosto, stesso luogo, “Concerto trekking - la musica della terra”, circuito ad anello (7 km) nel versante romagnolo delle Foreste Casentinesi. Del secondo il 12 settembre a Badia Prataglia (Ar) “Trail delle Foreste Casentinesi” non competitivo a premi di 21 e 12 km e “Treknic”, passeggiata di 6 km con sosta pic-nic; il 26 settembre a Casalfiumanese (Bo) “Ecorunning della Vena del Gesso” trail non competitivo a premi di 20 e 10 km e “Camminare lentamente fa bene alla mente”, passeggiata peripatetica con il filosofo Rocco Ronchi. www.trailromagna.eu



Addestrare | Allevamento a Palazzo Manzoni

Ph. Taniushka Melnikova

Il club

Levrieri

dei

testo Roberta Bezzi

Snelli e velocissimi: sono i levrieri, che a Palazzo Manzoni a San Zaccaria trovano una pista d’allenamento unica in Italia, attrezzata dal proprietario, grande appassionato di questi cani.

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Chi ama la verde campagna ravennate già conosce l’ambiente tranquillo e rilassato di Palazzo Manzoni a San Zaccaria, residenza padronale quattrocentesca, l’ideale per trascorrere le vacanze a pochi passi dal mare. Forse però non tutti sanno che l’agriturismo è noto, oltre che per la vendita del vino di produzione propria invecchiato in botti di rovere, per

l’allevamento e la vendita di cani levrieri con un pedegree invidiabile. L’amore che il titolare Massimo Bottura prova per questi animali è

tale che sono stati utilizzati circa 20 mila metri di terreno recintato per una pista di allenamento dedicata ai cani e a disposizione dei clienti che vengono qui, anche dall’estero, con il proprio levriere. Palazzo Manzoni è leader nel settore se si


considera che non vi è altro posto in Italia egualmente attrezzato. Bottura, con un passato da uomo di mare come capitano del Moro di Venezia, ha sempre coltivato questa passione. “Tutto è iniziato quando avevo circa sei anni perché, nel mio immaginario, i cani di razza levriere erano mansueti, un po’ il contrario dei lupi evocati per spaventare i bambini cattivi! Ho iniziato a tenere levrieri russi già quando abitavo a Bologna, per cui è stato naturale pensare di fare l’allevamento appena ho rilevato il palazzo. Oggi ne ho una decina e altri quattro arriveranno entro fine anno. Per scelta tengo solo femmine, Borzoi e Whippet.” I levrieri costituiscono uno dei gruppi di razze canine più antichi. La loro origine è da ricercarsi nelle radici stesse della civiltà umana, quella del cane inseguitore che accompagna gli uomini e li aiuta nella caccia. Sono stati ritrovati reperti dei tempi dei Faraoni, in cui la forma del cane è proprio quella del levriero. Si tratta del primo vero cane da caccia che insegue la preda a vista, con gli occhi (vedono a colori anziché in bianco e nero come altre razze), e in misura minore con le orecchie, a differenza di quelli che seguono le piste (i segugi), o cercano l’odore del selvatico, segnalandone la presenza al cacciatore con la tipica posizione di punta (cani da ferma). Solo a partire da fine ’800, quando l’aristocrazia perde la sua supremazia, il levriero diventa soprattutto cane sportivo, un corridore, tanto che oggi in Gran Bretagna, Stati Uniti o Irlanda le corse dei levrieri

sono un vero e proprio business, ben superiore a quelle dei cavalli. Il motivo è semplice. I levrieri, noti per il fisico snello e atletico, corrono velocissimi e hanno un’ottima capacità di accelerazione: fino ai 90 km/h rispetto alla media degli altri cani, 40. Questo, da sempre, li ha resi più affascinanti e famosi come “figli del vento”. Palazzo Manzoni è oggi sede del Club del Levrie-

Pollock. Molti dei cani di Bottura hanno ottenuto importanti riconoscimenti a livello nazionale e internazionale. Suggestivi i nomi scelti. Per i Borzoi, Rupe di Rocca Barbara, Dolasilia di Rocca Barbara, Radest, Luce del Mattino a Palazzo, mentre per i Whippet, Unifanny Hollyhoot Nicht, Aria che respiro, Percella al Palazzo, Zenith of Truck Hollyhoot Nicht. IN

ro, l’unico organismo riconosciuto

dal ministero dell’Agricoltura per controllo, tutela e promozione dei cani levrieri. “In questi dieci e più anni sono passati di qui un migliaio di cani - aggiunge Bottura. Siamo diventati un punto di riferimento per i proprietari di levrieri in Italia e per gli stranieri. Ospitiamo turisti

francesi, tedeschi, austriaci, svizzeri e olandesi che ci scelgono proprio perché unici a disporre di questo tipo di pista recintata e in sicurezza, aperta tutti i giorni. Organizziamo periodicamente convegni, meeting, raduni, manifestazioni zootecniche e gare, fra cui quattro prove l’anno valide per l’assegnazione del titolo di campione italiano, una ogni tre mesi. Nei coursing, ossia cacce simulate con uno zimbello meccanico, un giudice valuta le attitudini di ogni singola razza in base a un regolamento internazionale che si rifà alle norme sancite dal duca di Norfolk nel 1780. Queste a loro volta ricalcano le regole del console Ariano II, nel II secolo a.C.” Tra i prossimi appuntamenti, a San Zaccaria, da segnalare la monografica Borzoi il 25 settembre e la monografica Whippet il 26, con il giudice inglese Pam Marston-

Ph. Taniushka Melnikova

Ph. Taniushka Melnikova

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Sopra, tre dei levrieri impegnati nella pista d’allenamento. In alto a sinistra, gli attimi prima della partenza.

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Visitare | Philippe Artias

L’indomito

Mostra

in

testo Andrea Biondi

Chi è Philippe Artias Figura esemplare d’artista e uomo d’impegno civile, inizia il suo percorso pittorico negli anni ’30. Nel 1948 si trasferisce a Vallauris, dove risiede Picasso con cui instaura un dialogo amicale e artistico per cinque anni. Altro importante incontro e sodalizio, quello con Edouard Pignon. Dal 1950 al 1973 è presente al Salon de Mai. Nel 1964 vince il gran premio della pittura di Avignone. Negli anni ’70 inizia a trascorrere lunghi periodi in Italia. Numerose le mostre in Europa, Giappone e Stati Uniti e numerosi i riconoscimenti istituzionali: nel 1997 è insignito della Legion d’Onore. Nel 2000, primo tra gli artisti contemporanei, espone al Museo Nazionale dell’Arte Cinese di Pechino.

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Dopo le fortunate rassegne dedicate a Andy Warhol, Mino Maccari, Mattia Moreni e Nicola Samorì, CNA Provinciale e i comuni di Cervia e Bagnacavallo, col contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna e in collaborazione con la galleria L’Ariete Arte Contemporanea di Bologna presenta “Philippe Artias l’indomito”. Ormai un “classico” dell’arte dell’estate e dell’autunno, la mostra si divide, come sempre, tra Cervia e Bagnacavallo: due sezioni, la prima delle quali si è aperta il 4 luglio ai Magazzini del Sale, proseguendo fino al 29 agosto. La seconda, a Bagnacavallo, è in programma tra 12 settembre e 10 ottobre all’Antico Convento di San Francesco. La rassegna, tra le più vaste dedicate a questo protagonista dell’arte europea del ’900, è accompagnata da un catalogo unico, introdotto da testimonianze critiche di Flaminio Gualdoni, Remo Brindisi, Claudio Spadoni. Philippe Artias (Feurs, Francia, 1912 – Numana, Italia, 2002), amico di Picasso, con il quale condivise un’intensa amicizia a Vallauris fra gli anni ’40 e ’50, ha attraversato artisticamente il secolo scorso, spe-

rimentando tecniche e linguaggi, studiando l’antico e vivendo intensamente il moderno e il contemporaneo. Nella due sedi sono raccolti lavori significativi di molti anni della sua ricerca artistica, riletti in funzione delle due architetture (Magazzini e Convento). In mostra grandi dipinti, opere di medie dimensioni e piccolo formato. I Magazzini del Sale, in particolare, ospitano la cosiddetta “pittura piatta” degli anni ‘70 di Artias, opere della sua prima stagione italiana, nella quale decise, dopo lunghe ricerche, che la forma poteva corrispondere al colore. I soggetti sono occasionali e tormentati: non appaiono cicli organici, ma più spesso colpi di luce e suggestioni erotiche, come nel dipinto Geotema del 1981, immagine simbolo della mostra. La sezione esposta al Convento di San Francesco si innesta invece su opere più tarde, come la galleria della Famiglia Reale, ispirata a Goya (dodici dipinti di varie dimensioni), il ciclo della morte di Sardanapalo (grandi cartoni degli anni ‘90), i nudi-paesaggio e le figure inquiete, dinamiche, aggressive, angoscianti degi ultimi anni 1993-96, fra le opere più significative della produzione dell’artista. IN



Navigare | Matteo Simoncelli

Una vita

Velista

da

testo Michele Virgili

“La passione me l’ha trasmessa mio padre che, fin da quando ero piccolo, mi portava al Circolo Velico Ravennate, dove ho trascorso la maggior parte del tempo libero a contatto con altri appassionati.” Per Matteo Simoncelli era già stabilito che le barche diventassero componente fondamentale della sua vita. “Ho tanti ricordi, dalla scuola vela a quando, a 13 anni, ho cominciato a gareggiare nella classe optimist; poi sono passato alla 420, propedeutica alla 470, classe olimpica.” La parte più importante della carriera è insieme al fratello Luca: “Una delle regate più belle

insieme è stata ai mondiali classe 470, a Melbourne nel ’99. L’Australia è indimenticabile; con gli avversari, tutti amici, abbiamo condiviso un’esperienza bellissima. Per tutto il periodo trovammo condizioni estreme di vento con fortissime onde. Durante un allenamento fummo investiti dalla coda di una tempesta che colpì anche la regata Sydney-Hobart; io e mio fratello

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fummo costretti col nostro 470, che navigava solo col fiocco, a un approdo di fortuna in un porticciolo in mezzo a onde oceaniche.” Chiusa l’esperienza con le classi olimpiche, per Simoncelli inizia nel 2000 l’avventura nel match race, una delle discipline più tecniche del panorama velico dove ci si sfida uno contro uno. Il “Trofeo Trombini” è il suo trampolino di lancio: “Abbiamo partecipato dal ’96 al 2007. Gli organizzatori ci hanno dato la possibilità di regatare per confrontarci con i migliori di questa specialità. Dal 2000 al 2007 abbiamo partecipato col team IT-WAY, composto da me, mio fratello, Cesare Trioschi e Gian Matteo Paulin; solido e forte, è arrivato alla top ten della ranking list mondiale. Una

cena e ridemmo assieme di questa reazione: fu piacevole ricevere i suoi complimenti.” Altra sfida da ricordare quella con James Spithill: “Gare mozzafiato. Se ne dovevano vincere tre; in rimonta riuscimmo a portarci sul 2-2, poi perdemmo per un soffio l’ultima.” Col tempo gli impegni lavorativi si sono fatti sentire: “Mio fratello si è trasferito a Londra e non siamo più riusciti a svolgere un’attività assidua. Nel 2008 mi sono tolto delle soddisfazioni col Trofeo Accademia Navale di Livorno e l’anno scorso è arrivato il successo nel campionato del Mediterraneo con la classe X 41. Conti-

grande soddisfazione fu battere

nuiamo a trasmettere ai giovani le nostre esperienze, mi piacerebbe allestire una scuola per raccontare a chi si avvicina a questo sport le epiche sfide vissute col Trombini.

Paul Cayard a Lugano nel 2005: lui

Tra i giovani più promettenti, voglio

si stupì che un equipaggio di giovani riuscisse a batterlo nettamente. Si arrabbiò e al rientro non rilasciò interviste. Lo incontrammo a

fare il nome di Jacopo Pasini: lo ab-

biamo allenato, sta raccogliendo la nostra attività e ha fatto vedere ottime doti.” IN

Chi è, in breve Nato a Ravenna il 22 dicembre 1972, dopo la maturità scientifica si è laureato in Ingegneria Gestionale a Bologna; attualmente è direttore della società di design Interiors 99. Ha iniziato a gareggiare a 13 anni per il Circolo Velico Ravennate col quale è attualmente tesserato. Tra ’89e ’93 ha fatto parte del team nazionale classe 420, è stato campione italiano nella 470 (ha fatto parte del team nazionale tra ’96 e ’99). Da diversi anni occupa le prime posizioni del ranking mondiale dell’International Sailing Federation.


dipinto di Vincenzo Baldini

arte in luce

la magia della resina unita alla luce dell’arte

Alcuni quadri d’autore della collezione Venerom

Venerom è un’azienda da sempre interessata alla ricerca di nuovi linguaggi nel campo della resina. Un’indagine che attraversa il percorso imprenditoriale di Venerom e si incrocia, nei differenti momenti, coi mondi della tecnologia, del design e oggi, dell’arte. Il progetto “arte in luce” è l’ultimo nato in Venerom. Si propone di sondare la resina, l’arte figurativa e

astratta, dando vita a una collezione di “vissuti luminosi. La sua vocazione all’innovazione non poteva che condurla a sposare una luce filmica, ambientale, ecologica e sensoriale che, letteralmente “da vita” all’immagine in resina che viene fissata, dall’artista, su un film trasparente retro-illuminato... l’effetto è un’altra volta, magico!

è un progetto

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Confidare | Monica Vodarich

Incontri

Stile

di

testo testo Anna De Lutiis - foto Massimo Argnani

sempre stati i libri. Ho iniziato scrivendo racconti, cose che spesso strappavo; poi, gradualmente, ho sentito sempre più insistente l’esigenza di esprimermi attraverso la scrittura.” I suoi romanzi sono spesso dei “thriller” ma, allo stesso tempo, c’è una profonda ricerca psicologica nei personaggi. Lei affronta spesso il problema della violenza sulle donne, traumi subiti e taciuti, tabù di cui una volta era difficile parlare; ci sono riferimenti autobiografici?

Bionda, viso aperto, sorridente, occhi vivaci e carnagione chiara: Monica Vodarich ha passo dinamico, da sportiva, ma io l’ho incontrata in qualità di scrittrice. Ha già pubblicato Una trappola per Peggy, Uscire dalla violenza si può, e, fresco di stampa, Il villaggio brucia, la vecchia si pettina, Caletti Editore. Il suo cognome porta a una prima inevitabile domanda: quali sono le sue origini?

“Il cognome trae in inganno tutti, ma sono nata in Italia da madre italiana e padre nato nell’isola di Cres o Cherso, in Croazia, emigrato in Italia ancora bambino, con i miei nonni che fuggivano dal loro paese per motivi politici.” Ora si spiega perché scrive in un ottimo italiano. È bilingue, conosce il croato?

“Della lingua d’origine dei nonni

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ricordo solo il suono delle parole, così come i bambini ricordano le favole che sono state raccontate loro da piccoli, oppure le ninnenanne che cullavano il loro sonno...” Il titolo del suo ultimo libro Il villag-

gio brucia, la vecchia si pettina sa di antico e di cantilena..

“Proprio così, sono parole che mia nonna spesso ripeteva, quasi frasi rituali e rassicuranti, lo stesso significato che assumono per la protagonista del mio libro che, nei momenti più drammatici, si rifugia in esse per sfuggire alla realtà terribile che incombe su di lei.” Come e quando ha iniziato a scrivere?

“Sinceramente non ricordo: ho sempre vissuto fra i libri che divoravo anche da bambina perché i regali, nella nostra famiglia, sono

“No. Tutto proviene dalle esperienze accumulate quale volontaria di Linea Rosa, di cui sono vicepresidente; si finisce, ascoltando le donne che si rivolgono a noi, per condividere le loro sofferenze.” Monica dedica molto tempo a Linea Rosa ma è anche una sportiva; ha praticato tennis agonistico, anche se ora è in sosta forzata per un intervento alla gamba. Ama molto il cinema, che frequenta al pomeriggio, quando gli spettatori sono pochi e talvolta la proiezione è solo per lei; la maggior parte del tempo libero, tiene a precisare, lo dedica alla lettura, mentre la sua maggiore occupazione e preoccupazione va alle donne che trovano in Linea Rosa assistenza e spesso soluzione ai problemi. A queste donne e ai loro drammi Monica intende dare voce attraverso i suoi scritti. IN



Gustare | Azienda Tomba e Babini

Coltivare

Qualità

la

testo Matteo Salbaroli - foto Massimo Fiorentini

del buon lavoro. “La mia preferita è quella a pasta bianca, quella con il pelo per capirci”, sono le parole che

È in una giornata grigia di maggio in cui l’estate sembra tardare, che m’incontro con Daniele Tomba, cooproprietario dell’azienda agricola Tomba e Babini di Solarolo (RA). La sede del suo centro raccolta sta riaprendo i battenti per la stagione. Occhio azzurro, riccio e brizzolato e la faccia di uno con l’amore per la terra e il suo lavoro. In passato si occupava di vivai per un’altra azienda; poi, con la complicità della moglie Sonia, acquista dei terreni con l’idea di coltivare “qualità” e quindi Pesche e Nettarine IGP (Indicazione Geografica Protetta). L’azienda di 20 ettari ha in proprietà circa 50.000 piante; non solo peschi, vi troviamo anche

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diverse qualità di albicocche, susine e cachi. In piena stagione vi lavorano 10 dipendenti, la sveglia è all’alba e nei tre mesi di stagione la raccolta della frutta avviene tutta completamente a mano. Di seguito la selezione in duecalibratrici monolinea dove le pesche e le nettarine vengono adagiate nei plateaux, per poi essere messe in vendita alla Coferasta. Daniele mi spiega le problematiche della svalutazione del suo prodotto a causa, soprattutto, della concorrenza estera; ma io voglio arrivare al frutto, alla pesca, quella nostra, Romagnola IGP. Ed è lì che lui si ricorda i profumi e i colori dell’anno prima e nei suoi occhi si vede l’orgoglio

usa per spiegarmi qual è la qualità che gli dà piu soddsfazioni. Il tempo stringe ma lui è fiero, vuole farmi visitare il campo dove mi fa notare gli impianti antigrandine e delle grosse pale che in inverno aziona per evitare le ghiacciate ai frutteti: mi spiega le tecniche di potatura e diradatura, lavoro al quale non è per niente affezionato. La Pesca e la Nettarina IGP, ricche di vitamina C e con buona presenza di potassio, dolci e succose, ottimi reintegratori naturale di sali minerali, sono disponibili dal mese di giugno fino a settembre in numerose varietà inserite nel disciplinare. www.peschenettarine.it; www.csoservizi.com. IN

Il consiglio in cucina Pesche nettarine alla salvia con gelato allo yogurt, una ricetta fresca e veloce per un dessert naturale. Ingredienti: 4 pesche Nettarine; 300 cl. d’acqua; 150 gr. di zucchero; 8 foglie di salvia; 250 gr. di gelato allo yogurt. Preparazione: far bollire l’acqua con lo zucchero, aggiungere le pesche e la salvia, far cucinare ancora un minuto, poi chiudere con la pellicola ermeticamente e lasciar raffreddare. Servire in una fondina con una quenelle di gelato allo yogurt.


Leggere | Novità in libreria

Freschi

di

Stampa

testo Francesca Zampiga

Con quale libro aprire o accompagnare le assolate giornate estive? Le proposte degli autori ed editori del nostro territorio non mancano. Originale sia nella proposta che nel target al quale si rivolge, è il libro dal formato tutto innovativo dell’associazione culturale e casa editrice faentina Freaks. Si tratta di un ultra-tascabile dal prezzo irrisorio che, proprio per questo, vuole essere fruibile a un più vasto pubblico. Il romanzo, intitolato Le stelle di San Lorenzo e firmato da Ornella Fiorentini, mette in scena la storia di Michele, del suo Gatto Rosso e di una signora, Nostalgia, che di tanto in tanto va a fargli visita per ricordargli il suo papà. L’attesa per quell’imprecisato rientro si trasformerà però in un mondo nel quale anche i desideri possono divenire realtà. Altrettanto originale è la proposta di Discanti Editore, Chi siamo, italioti miei? Otto finalisti di un concorso letterario (P. Brera, R. Cara-

si distrugge il luogo comune della badante in cerca di italiano con cui accasarsi. Un quadro multiforme, che tratteggia il volto dell’italiano e “dell’altro”. Di genere opposto è l’ultima pubblicazione di casa Fernandel. Curato dal presidente della Roots Music Club, Paride Guidetti, il testo Vagabond Moon. Tutte le canzoni di Willie Nine propone le traduzioni

dei testi delle sue canzoni dando rilievo sia agli aspetti più romantici che a quelli più realistici. Il libro contiene un cd audio con dieci classici dell’autore ed è corredato di un’introduzione nella quale si racconta la storia del rocker di Buffalo, oggi applaudito dalla critica come il nuovo Bob Dylan. Il suo songwriting metropolitano, il suo rock ’n’ roll diretto e senza orpelli arrivano così al lettore in tutta la sua originalità. Edizioni del Girasole propone in-

vece un testo poetico il cui autore è al suo debutto editoriale. *Stretti *stretti, questo il titolo della raccolta firmata da Sauro Pappi, il quale propone 140 tra liriche e prose poetiche per lo più incentrate su temi della sfera emozionale e sentimentale. A far da padrone, la tematica dell’amore affrontata nelle sue multiformi sfaccettature, ma anche gli abbandoni malinconici che tanto attraversano l’anima dei poeti e spaccati di vissuto quotidiano. E se l’amore fa da protagonista, non poteva mancare al suo fianco un altro importante tema che accompagna l’uomo nel suo percorso esistenziale: l’amicizia. Questo rapporto viene filtrato dal poeta in una prospettiva tutta femminile, tanto che ogni poesia porta un nome di donna, quasi a voler sottolineare l’individualità e unicità che sta alla base di ogni sentimento. IN

vaggi, M. Conti, F. Garroni, E. Gessi, P. Graziani, D. Guerra, D. Sutter)

tessono, attraverso racconti inediti, il mosaico variegato di un’Italia poliedrica. Storia di badanti, di clandestinità e accoglienza, ma anche spaccato di un lavoro nero dove la legalità “è tutta degli stranieri ad appannaggio degli italici datori di lavoro”; e se da un lato si evidenzia la presunta uguaglianza immigrato-delinquente, dall’altro

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