
3 minute read
IL DOPO CORONAVIRUS / 4 RELAZIONI PERICOLOSE
LE RELAZIONI PERICOLOSE
Finito lo tsunami del contagio, l’amministratore di condominio dovrà ancora mettere in gioco se stesso per gestire al meglio i rapporti con i residenti negli immobili. Ma in modo diverso
Claudio Calì
Il virus ci ha travolto. Ha sconvolto le nostre vite, i nostri affetti, le nostre relazioni e lo ha fatto improvvisamente, senza neanche lasciarci il tempo di poterci adattare, poterci preparare. Un cambiamento improvviso, epocale. Siamo fermi, al palo, nell’incertezza assoluta. Per molto tempo nulla potrà essere più come prima perché il pericolo del contagio ci obbligherà e ci sta già obbligando a rivedere alcuni paradigmi comportamentali e relazionali che davamo per scontati. Siamo in mare aperto, in balìa degli eventi, ignari di cosa potrà succedere e in questo tragico momento dovremo comunque cercare di tenere la barra dritta. La paura, la preoccupazione, anche l’angoscia sono legittimi ma non dovranno prendere il sopravvento. Alle emozioni dovremo accompagnare la razionalità, la capacità di ragionamento, per trovare soluzioni nuove a un nuovo mondo, a un nuovo modo di lavorare e concepire le relazioni.In questa tempesta che stiamo tutti vivendo, l’amministratore di condominio è ancora una volta in prima linea, più di tanti altri. È quello che deve governare le vele, tenere il timone, controllare il computer di bordo, motivare e rasserenare l’equipaggio. Un compito importante e difficile.
Percorso obbligato
Sempre necessariamente pronto ad assolvere a una serie di incombenze normative e tecniche che la legge e il ruolo gli richiedono ma cosciente del fatto che si trova davanti a una novità: il percorso obbligato di una rivoluzione nell’aspetto relazionale con i condòmini amministrati e con quelli che vorrà amministrare. Lo svolgimento delle assemblee, per il momento sospeso per ragioni che tutti noi purtroppo conosciamo, ma anche la quotidianità, fatta di reclami, di istanze e rimostranze da parte dei condomini. Ecco allora il cambiamento improvviso come un’onda alta e lunga, da cavalcare per non finir ci dentro. Ecco la necessità di ripensare al proprio modo di relazionarsi con gli altri e soprattutto con i condòmini. La creatività, la voglia di fare, di distinguersi saranno lo spartiacque tra chi non saprà reagire adeguatamente al cambiamento e chi, invece cercherà di gestirlo, non solo per sopravvivere ma per rilanciare la propria immagine.
Ballo in mascherina
Già sono a conoscenza di molti amministratori che si stanno prodigando per fornire di mascherine i condòmini e di dispenser con gel igienizzante da collocare negli androni. Piccoli ma significativi indizi di una resilienza. I collegamenti online non potranno esaurire il filone relazionale, in quanto per molti condòmini saranno e sono impossibili da realizzare e, inoltre, perché l’amministratore deve vivere anche e soprattutto di fisicità. Tutto ciò imporrà, comunque, di immaginare un nuovo modo di relazionarsi fisicamente, nel rispetto delle distanze di sicurezza e dei dispositivi (mascherine e guanti) richiesti. Non dovranno e potranno cambiare certo i requisiti relazionali del buon amministratore di condominio: media tore e negoziatore di conflitti, leader di riferimento e quindi assertivo. Gentilezza, disponibilità, ma anche fermezza non cambieranno di certo. Sicuramente i nervi in questo periodo sono tesi e, quindi, il professionista dovrà attrezzarsi ulteriormente di pazienza, senza però cedere nel subìre aggressioni verbali, facendo da buon samaritano. La comunicazione dell’amministratore di condominio dovrà tenere conto della situazione anche psicologica in cui versano i propri clienti, ma ciò non dovrà
impedirgli di pretendere il rispetto da parte degli stessi. La fisicità dell’ammi- nistratore, il «corpo dell’amministrato- re» sono elementi imprescindibili della professione perché lo esige la sua figura e lo esige la storia.
Gestione dei conflitti
C’è chi sogna un’amministrazione di condominio governata da un algorit- mo. In un certo senso esiste già un orientamento di questo tipo ma ciò che farà ancora una volta la differenza sarà la relazione frontale, la capaci- tà dell'amministratore di immerger- si nell’agone relazionale. La gestione dei conflitti e della tensione non può avvenire tramite un robot, un al - goritmo. L’intuito per la solu- zione positiva è ancora per fortuna appannaggio
d e l l ’e s s e r e umano e l’am- ministratore deve e dovrà necessariamente tenerne conto. Perché il mare aperto si riveli una dura ma positiva avventura, occorreranno non solo un computer di bordo effica- ce ma anche e soprattutto una leader- ship relazionale decisa. Sarà questo ul- timo elemento a fare la differenza..

Claudio Calì
Laureato in legge, si occupa di relazioni pubbliche e comuni- cazione innovativa. In questo ambito è do- cente di corsi specifici e ha collaborazioni con privati, ordini pro- fessionali, enti pubblici, scuole e aziende. Per queste ultime interviene anche nel con- testo della comunicazione interna al fine di migliorarne il clima lavorativo. Fornisce consulenze individuali. È mediatore civile.