
4 minute read
CHI E' STATO? FUORI IL 41BIS DALLE GALERE!
from xXabarZine n. 4
by xXabarmag
Scrivo questo articolo come primo del magazine perché non posso stare in silenzio. Scrivo del 41bis perché va ABOLITO dalle carceri italiane, come andrebbero abolite le carceri stesse.
Scrivo oggi di Alfredo, perché ho paura che domani sia troppo tardi.
Advertisement
Oggi, 6 gennaio 2023, Alfredo Cospito, detenuto anarchico, è al 79esimo giorno di sciopero della fame.
Alfredo si trova in regime di 41 bis nel carcere di Bancali (Sassari), da maggio 2022, 8 mesi esatti; è in carcere dal 2012 per aver sparato alle gambe dell'amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, uno dei massimi responsabili del nucleare in Europa, e per lo scoppio di un ordigno, per il quale è stato incriminato di strage politica, di fronte alla scuola allievi carabinieri di Fossano (Cuneo), anche se il fatto non ha causato né morti né feriti.
Alfredo decide il 20 ottobre 2022 di iniziare uno sciopero della fame contro il regime in cui si trova e contro l'ergastolo ostativo.
Ma facciamo un passo indietro: cos'è il regime 41bis?
Il 41BIS, definito anche “carcere duro” , è un regime carcerario istituito dal governo italiano che prevede:
–cella singola, spesso situata sottoterra, 2x3 con arredi essenziali
–divieto di ricevere dall'esterno libri e alimenti che prevedono cottura
–divieto di tenere in cella più di 4 libri
–censura (che spesso diventa blocco totale) della corrispondenza
–limitazione di foto ed oggetti personali
–2 ore d'aria in isolamento, in cubi di cemento con la visuale del cielo limitata da reti metalliche
–1 colloquio mensile di un'ora, con vetro divisorio e registrato
–processi in videoconferenza
–in alcuni casi schermatura della finestre della cella con plexiglass
Partendo dal presupposto che il carcere non è una forma di analisi e “ri-educazione” - a mio parere - umana, figuriamoci i regimi di emergenza quali sono il 41bis e l'ergastolo ostativo, misure pensate per i “terroristi dello stato”, quei soggetti pericolosi e sovversivi che minacciano l'integrità delle istituzioni. Peccato che le suddette misure costituiscono un assoluto annientamento della persona in quanto tale, dei suoi sentimenti, della sua dignità, della sua integrità.
Alfredo ha voluto iniziare uno sciopero per far sentire in qualche modo la sua voce, che ormai è ridotta al silenzio. A lui si sono unit* altr* detenut* anarchic* in Italia e nel mondo, come Anna e Juan Sorroche.
Ma finora lo sciopero di Alfredo è passato del tutto inosservato. O meglio, è stato proprio ignorato dallo stato e dalla corte di cassazione, che ha invece confermato le condanne contro Alfredo il mese scorso. Come un esule è da mesi abbandonato nella sua cella e la sua protesta sta venendo supportata solo dai compagni, mentre il governo italiano, altamente, se ne frega.
Alfredo è del tutto intenzionato a continuare il suo sciopero, in nome suo e di tutte le vittime prima, con e dopo di lui.
Alfredo sarà l'ennesima vittima dello Stato.
Lui contro lo Stato; quello Stato tanto odiato e mai capito, a cui si opporrà fino alla morte.
“I pazzi, gli anarchici, i diversi, rischiano tutto, anche solo per un'idea”. (s.x.)
Tante sono state le iniziative per cercare di essere solidali e vicin* alla scelta di Alfredo ed essere parte, in qualche modo, della sua protesta.
Sono state fatte azioni e cortei in tutta Italia; sono stati calati striscioni contro il 41bis e stati fatti presidi fuori dalle sedi del potere e dai palazzi nobiliari nei centri delle città.
Lo abbiamo scritto sui muri, sui social, su fogli da distribuire in giro per far sapere al mondo cosa sta succedendo.
Abbiamo ballato nelle strade, per Alfredo, contro uno stato che vuole reprimere la natura umana e tutto ciò che non gli garba, immaginando in cuor nostro di farlo sentire meno solo e sperando che la musica di quei carri arrivasse fino alle sbarre della sua cella.
Ma sembra essere tutto inutile. Una persona sta dichiarando la sua morte giorno per giorno; le condanne non indietreggiano, il regime continua. La maggior parte della popolazione è contenta dell'esistenza delle carceri e del loro ruolo, che credono essere punitivo il giusto quanto basta per riuscire poi reinserire un individuo “corretto” nella società , dopo anni o mesi di isolamento e torture.
Da pazzi, pazzi veri, pazzi fottuti.
Abbiamo festeggiato, o forse no, queste “feste” del cazzo della chiesa e dello stato, sapendo che in carcere c'è un compagno che ha deciso di morire, piuttosto che piegarsi ad un'istituzione che ha sempre combattuto.
Abbiamo stappato spumanti e assaggiato panettoni, mentre Alfredo ha perso 35 chili e le sue condizioni di salute vanno via via peggiorando.
Abbiamo visti film e letto libri, abbiamo incontrato amici e parenti, abbiamo avuto l'opportunità quotidiana di uscire a fare due passi, guardare l'orizzonte, sentire il profumo dell'aria umida.
C'è chi, al giorno d'oggi, l'orizzonte non lo può vedere. E di questo dovremmo prenderne coscienza.
Da qui la lotta contro il 41bis.
Da qui la rabbia e la condivisione, il più possibile, di questo abominio. Il 41bis è una tortura legalizzata e ormai è chiaro a tutt*; l'Italia ha anche recentemente ricevuto critiche da tutta l'Europa per la situazione delle carceri, la loro gestione, la condizione dei detenuti e le torture che avvengono all'interno delle strutture; parlano di noi, ma in questo caso non è certo una cosa di cui vantarsi.
Lo Stato festeggia, quando qualcuno di scomodo, qualcuno come noi, che non vuole sottomettersi, muore o finisce in una cella dimenticata da dio. E' come avere un problema in meno di cui occuparsi.
E' chiaramente per questo motivo, e per la paura che lo stato ha degli/delle anarchic*, che le condanne di Alfredo sono state confermate e non un solo passo indietro è stato fatto.
Lo Stato preferisce vederlo morto , piuttosto che libero.
Ma Alfredo, ancora una volta, conferma in tutto e per tutto la sua forza, la sua anarchia, le sue idee, la sua vitalità, la sua lotta.
Con un atto estremo e rivoluzionario, preferisce la libertà nella morte piuttosto che una gabbia nella vita.
Che La Lotta Di Alfredo Non Passi
INOSSERVATA E DIMENTICATA.
ANCORA UNA VOLTA,
URLIAMO A VOCE UNISONA
LA NOSTRA RABBIA.
FUORI IL 41BIS DALLE GALERE
ALFREDO LIBERO
ANNA LIBERA
JUAN LIBERO
LIBER* TUTT*
FUOCO ALLE GALERE
Diffondi, informati, supporta. Ma soprattutto, non ignorare e non dimenticare.
(PS: questo articolo è stato scritto da me ben 4 mesi fa; da allora molte cose sono cambiate. Restiamo informati sempre! Per news, info e contatti, contattatemi in privato).