IES Trieste Lifestyle 28 ITA/TED

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CARSO LINE

Frühling 2025

28

Bentornato tram!

Tra città e Carso

Bäume & Wurzeln

Primavera a tavola

Mostre e Concerti

Trieste Lifestyle

direttore responsabile

Giovanni Marzini

supervisione editoriale

Nicolò Giraldi

coordinamento

Paola De Cassan

segreteria di redazione

Fabiana Parenzan

hanno collaborato

Viviana Amendola, Cristina Bonadei, Micol Brusaferro, Alice Noel Fabi, Isabella Franco, Elisa Grando, Emily Menguzzato, Francesca Pitacco, Alberto Polojac, Ilaria Romanzin, Ottavio Silva, Lucija Slavica, Paolo Valerio

content editor

Rino Lombardi

marketing advisor

Stefania Boccabianca

traduzioni

Dott. Matthias Probst

progetto grafico e impaginazione

Matteo Bartoli, Elisa Dudine – Basiq

stampa

Riccigraf S.a.s.

illustrazioni

Jan Sedmak

foto di copertina

Alessandro Ruzzier

fotografie

Demis Albertacci, Camilla Bach, Massimo Battista, carsosegreto.it, Barbara Dall’Angelo, Ulderica Da Pozzo, Simone Di Luca, Mitja Emili, Fabrice Gallina, Giada Genzo, Luciano Guadenzio, Tiziano Gualtieri, MassMedia, Max Morelli, Fabio Parenzan, Devis Solerti, Tassotto&Max, Mario Verin, Claudio Zamparini, Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte, Comune di Trieste, PromoTurismoFVG, Archivio Adobe Stock

un progetto

Via Cesare Battisti 1, 34125 Trieste redazione@prandicom.it www.triestelifestyle.com

IES Trieste Lifestyle N°28 – Frühling 2025 Autorizzazione del Tribunale di Trieste del 16 marzo 2018, numero periodico 9/2018 V.G. 847/2018.

Finito di stampare: aprile 2025

Il ritorno del Tram blu

—Die Rückkehr der blauen Tram

Quando ha ripreso a sferragliare, dopo un forzato letargo di otto anni e mezzo, sono venuti a fargli festa non solo gli abitanti della sua città natale: intere comitive hanno raggiunto Trieste anche da Austria, Germania e Ungheria. Ma perché tanto amore?

Forse per l’età: un tram ultra centenario suscita ammirazione e rispetto, per la voglia che ha di rimettersi in gioco e tornare a faticare, nonostante gli anni e le quotidiane salite. Genera “like” tra i nonni che vi sono saliti a bordo da ragazzini ed i loro figli e nipoti, che magari ne han fatto la conoscenza proprio in queste ultime settimane. Ma a noi piace pensare che il fascino di questa carrozza sia nel suo originale colore. Suoi altrettanto non giovanissimi colleghi poggiavano nel secolo scorso su analoghi binari cittadini, ma dipinti di verde. Colore usuale tanti anni fa: verdi e neri erano infatti anche i taxi a Trieste. Il “nostro” era ancor più diverso, capace di distinguersi anche quando con poca lungimiranza la città decise di liberarsi di tram e filovie, disfandosi di binari e pantografi per una poco ecologica conversione agli scarichi degli autobus. Il suo azzurro intenso che virava verso il blu lo rendeva unico: più simpatico e “sostenibile”. Parola questa, per altro non così usata all’epoca. Un blu che ricordava il colore del cielo che potevi ammirare quando salivi dal livello del mare ai 300 e più metri del Carso, con quello che era il più lento ma anche il più puntuale mezzo capace di collegare la città al suo altipiano. Forse perché gli abbiamo voluto e continuiamo a volergli così bene. Nel numero primaverile di IES, abbiamo allora scelto “el tram de Opcina” per farvi scoprire altri colori, ma anche altri profumi: quelli che regala il Carso in questa stagione. E lo facciamo sin dalla partenza del nostro viaggio che lascia il centro città, seduti sulle antiche panche in legno di quella rumorosa carrozza, nata “disgraziata” solo per soddisfare le indimenticabili rime della più cantata delle canzoni triestine. In realtà, resta sospirata e benedetta, capace com’è di farci stare ancora oggi in un blu, nuovamente dipinto di blu! Dopo 123 anni di onorato servizio.

Als sie nach einem erzwungenen Winterschlaf von achteinhalb Jahren wieder zu rattern begann, feierte das nicht nur die Bevölkerung. Ganze Delegationen aus Österreich, Deutschland und Ungarn kamen extra nach Triest. Doch woher kommt diese große Begeisterung?

Vielleicht hat es mit dem Alter zu tun: Eine über 100 Jahre alte Straßenbahn verdient Bewunderung und Anerkennung, wenn sie nach all den Jahren und trotz der täglichen Höhenmeter immer noch Lust hat, weiter zu schuften. Die Likes kommen von Großeltern, die schon als Kinder mit ihr gefahren sind, aber auch von deren Kindern und Enkeln, die vielleicht erst in den letzten Wochen Bekanntschaft mit der Tram gemacht haben. Wir sind jedenfalls der Meinung, dass der Charme dieser Bahn in ihrer originellen Farbgebung liegt. Ihre ebenfalls nicht mehr ganz so jungen Kolleginnen fuhren im vorigen Jahrhundert auf ähnlichen Gleisen durch die Stadt, allerdings grün lackiert. Nicht ungewöhnlich, denn grün und schwarz waren vor vielen Jahren auch die Triester Taxis. “Unsere” Farbe war anders. Sie stach selbst dann noch hervor, als die Stadt mit wenig Weitsicht beschloss, Straßenbahnen und Oberleitungsbusse abzuschaffen und die Schienen und Stromabnehmer zu entfernen und auf umweltbelastende Busse umzusteigen. Ihr kräftiges Blau macht sie einzigartig, sympathischer und “nachhaltiger”. Ein Wort, das es in dieser Form damals noch gar nicht gab. Ein Blau, das an die Farbe des Himmels erinnerte, den man bewundern konnte, wenn man vom Meeresspiegel in die über 300 m hohe Karstlandschaft hinauffuhr. Mit dem langsamsten, aber pünktlichsten Verkehrsmittel zwischen der Stadt und ihrem Plateau. Vielleicht liebten und lieben wir sie gerade deshalb. “El tram de Opcina” ist das zentrale Thema dieser Frühjahrsausgabe von IES. Entdecken Sie mit uns die neuen Farben und Düfte, die der Karst in dieser Jahreszeit zu bieten hat! Die Entdeckungsreise beginnt unmittelbar nach dem Verlassen des Stadtzentrums, auf den uralten Holzbänken dieser lärmenden Bahn, die in dem bekannten Volkslied nur deshalb disgraziata (“die Unglückselige”) genannt wird, weil sich das Wort besser reimt. In Wirklichkeit ist und bleibt sie ein heiß ersehnter Segen für die Stadt, die uns in eine neue Dimension entführt, in ein neu erstrahlendes Blau. Und das nach 123 ehrenvollen Dienstjahren!

di /von Giovanni Marzini

la cultura,

quasi un processo di “geminazione”

Leggere un libro. Visitare una mostra. Ascoltare un concerto. Raramente si pensa che si tratta di autentici “privilegi”: oggi condivisi da molti, ma ancora (anche se può apparire strano) preclusi ai più.

La cultura, per progredire, richiede continue “chiavi di accesso”. Dalle più elementari (come il saper leggere) ad altre più sofisticate, che la cultura stessa, quasi per “geminazione”, crea di continuo.

Chiavi che ci consentono di scrutare orizzonti sempre più affascinanti e impegnativi (percepire l’enigma di una statua greca, di un quadro astratto o di un brano musicale, al di là della mera contemplazione).

Chiavi che durano per sempre. Che affinano gusto e capacità di giudizio. Che non possiamo smarrire e che nessuno ci potrà mai rubare. Che potremo condividere e scambiare con altri.

La cultura, innegabile segno di benessere sociale. Ma anche matrice di autentica felicità individuale.

Ci sono infiniti buoni motivi per incoraggiare e sostenere la cultura in tutte le sue migliori espressioni.

La Fondazione lo crede da sempre.

IES, il cuore di Trieste

Una malattia ancora poco compresa: l’endometriosi
Endometriose - eine wenig erforschte Krankheit
di /von Emily Menguzzato

Dolori intensi, infertilità e sterilità, affaticamento e depressione. Sono solo alcuni dei sintomi dell’endometriosi, una patologia cronica della donna caratterizzata dalla presenza di tessuto endometriale (quello che riveste l’utero) che si insedia fuori dal suo contesto naturale.

“Si tratta di una malattia invalidante e ancora poco riconosciuta seppur molto diffusa, di cui soffre una donna su dieci –spiega Sonia Manente, presidente e fondatrice dell’Associazione Endometriosi FVG

OdV.– Ho scoperto di soffrirne dopo 5 interventi chirurgici e una diagnosi tardiva”. Sonia, nel 1999, è entrata così in contatto con numerose donne affette da questa patologia femminile, fino a fondare, nel 2006, l’associazione grazie alla quale è stata approvata in Friuli Venezia Giulia la prima legge in Italia (L.R. 18/2012) per la tutela di chi soffre di endometriosi.

Oltre a essere un punto di riferimento, l’associazione si impegna per promuovere convegni e incontri informativi e formativi, sensibilizzare gli enti e le istituzioni regionali e nazionali, promuovere la ricerca.

“Il prossimo passo sarà incentivare la progettualità nelle scuole, per portare avanti il nostro impegno per la prevenzione con i più giovani”, conclude Manente.

Per sostenere l’associazione è possibile fare una donazione o destinare il 5×1000 attraverso il codice fiscale: 90015570303 Info: www.endometriosifvg.it

Heftige Schmerzen, Unfruchtbarkeit und Sterilität, Erschöpfung und Depressionen. Das sind nur einige der Symptome der Endometriose, einer chronischen Frauenkrankheit, bei der das Gebärmutterschleimhautgewebe außerhalb der Gebärmutter wächst.

“Die Beeinträchtigungen durch diese immer noch wenig bekannte, doch weit verbreitete Krankheit, an der jede zehnte Frau leidet, sind erheblich”, erklärt Sonia Manente, Präsidentin und Gründerin des Vereins Endometriosi FVG OdV. “Erst nach fünf Operationen und einer späten Diagnose wurde mir klar, dass es sich um Endometriose handelte.” Im Jahr 1999 kam Sonia mit vielen Frauen in Kontakt, die ebenfalls an dieser Frauenkrankheit litten. 2006 gründete sie dann den Verein, durch den in Friaul-Julisch Venetien das erste Gesetz in Italien (L.R. 18/2012) zum Schutz von Endometriose-Betroffenen verabschiedet wurde.

Der Verein ist nicht nur eine Anlaufstelle, sondern organisiert auch Konferenzen sowie Informations- und Aufklärungsveranstaltungen.

Ziel ist es, regionale und nationale Behörden und Institutionen zu sensibilisieren und die Forschung zu fördern.

“Der nächste Schritt ist die Förderung von Projekten in Schulen, um auch bei den Jüngsten für Prävention zu sorgen”, so Manente abschließend.

Spenden erwünscht Infos: www.endometriosifvg.it

CARSO NATURALE E DIGITALE

di /von Nicolò Giraldi

illustrazione di /illustration von Jan Sedmak

In bici, a piedi o di corsa. Conoscere gli angoli nascosti di un territorio fino a non molto tempo fa era prerogativa quasi esclusiva degli avventurosi e degli amanti delle mappe. La digitalizzazione sfrenata esplosa durante e dopo la pandemia da Covid, oltre alla libertà degli spazi aperti, ha di fatto scatenato l’ondata di nuovi strumenti tecnologici utili a girare il globo. Quel mondo, però, che si è di colpo rimpicciolito, alla stregua di un areale nostrano. Il coinvolgimento di migliaia di utenti “atterrati” su piattaforme di recentissima nascita, ha modificato ulteriormente le modalità operative. Non più profili passivi, abituati a consumare e basta: da clienti si è passati ben presto a poter recitare un ruolo attivo.

Non è una novità assoluta. Come in tutte le rivoluzioni di cui non si conosce

l’inizio, il domino si sviluppa in tempistiche uniche nel loro genere. Così, anche per girovagare tra la città e il Carso, moltissime persone utilizzano applicazioni dove itinerari, sentieri e indicazioni vengono fornite dagli stessi “avventurieri”. Basti pensare che, per mettere un passo dopo l’altro di corsa o a piedi –al di là della magia del perdersi, che non passa mai di moda– si possono utilizzare numerosi strumenti digitali sempre aggiornati.

Oltre 50 milioni di download, dopo aver inglobato l’applicazione gratuita Fatmap, Strava rappresenta l’applicazione maggiormente utilizzata dagli escursionisti e, più in generale, da chi vuole scoprire il territorio attraverso i consigli utili degli stessi utenti. Nell’ultimo periodo l’applicazione è alle prese con importanti aggiornamenti, ma rimane tra le migliori piattaforme del XXI secolo.

La ciclopedonale ‘Cottur’ consente di raggiungere la Val Rosandra dal centro di Trieste.

/Auf dem Rad- und Wanderweg Cottur kommt man von der Triester Altstadt ins Rosandra-Tal.

Komoot è un sistema che comprende un sito e un’applicazione dove poter progettare, in base all’attività che si vuole andare a intraprendere, itinerari soprattutto legati al mondo della bicicletta. Inserendo il punto di partenza e quello di arrivo, l’app è capace di creare una traccia (il collegamento al rilevatore gps è fondamentale) che si può agevolmente seguire. Vale soprattutto per gli amanti della mountain bike, ma viene utilizzata anche dagli appassionati di enduro. Proprio l’utilizzo del gps a volte può risultare particolarmente gravoso sulla batteria del proprio smartphone, ma Komoot rappresenta pur sempre una community significativa nel panorama delle applicazioni open.

La terza modalità operativa nel girovagare in Carso è quella di affidarsi a Wikiloc. Applicazione liberamente scaricabile, è diventata piattaforma amata dagli utenti che condividono gli itinerari tracciati, creando un mondo dove i consigli e gli spunti giungono dalle stesse persone che l’hanno utilizzata. Per quanto riguarda poi sempre il mondo del bike (soprattutto nel panorama dell’enduro), anche Trailforks si è fatta largo tra le applicazioni più in voga. A dire il vero l’applicazione è a pagamento, ma esiste anche una versione free utilizzabile fino ad un massimo di 150 chilometri di distanza dal punto di localizzazione gps. Se il mondo delle applicazioni finisce direttamente sul proprio cellulare durante le giornate dedicate all’aria aperta e alla scoperta del territorio, ecco che anche i social network possono restituire mappe poco conosciute e svelare enigmi affascinanti. Negli ultimi anni a Trieste e dintorni è nata la pagina Facebook

“Misteri e meraviglie del Carso”. Community che abbraccia oltre 50mila utenti, la fanpage è amministrata da Paolo Del Core.

Affidandosi soprattutto all’inventiva delle persone che la seguono e la aggiornano con contenuti ogni giorno diversi, Misteri e meraviglie è diventata un vero e proprio punto di riferimento per i tantissimi utenti alla ricerca degli elementi rimasti nascosti nel tempo. Uno scrigno composto da misteri –per l’appunto–, ma soprattutto da storie uniche nel suo genere e che, a volte, regalano emozioni che i social non sono soliti dare. La vicenda è di quelle capaci di far emozionare anche le anime più ciniche.

È il 1931 e in val Rosandra, nei pressi delle cosiddette pareti di Draga, muore un ragazzino di 15 anni. Il suo nome è Carlo Zanier. I compagni di classe, qualche tempo dopo, per ricordare la sua memoria organizzano una gita e piantano, su quel calcare così scivoloso, una targa. Sopra c’è scritto “A Carlo Zanier + Il 3 maggio 1931 + La classe”.

Quella targa negli anni si perde, scivola via e nessuno la trova più. Perduta, chissà dove. Un ragazzo dimenticato da tutti. Paolo si appassiona al caso, tanto che nel corso del tempo la storia diventa un vero e proprio tormentone all’interno del gruppo. Chi ha informazioni prova a condividerle con gli altri, questa è la regola. Nascono dibattiti e una discussione da oltre 200 commenti. Ognuno, con le conoscenze e le risorse che ha, tenta di risolvere il grande mistero della croce. Perché è proprio la croce posata sulle pareti di Draga il primo indizio da cui partire. La croce di ferro, a differenza della targa, è sempre rimasta lì.

La pagina Facebook

“Misteri e meraviglie del Carso” abbraccia oltre 50mila utenti.

Die Facebook-Seite Misteri e meraviglie del Carso wird von über 50.000 Usern genutzt.

Strava
Wikiloc
Komoot
Trailforks
D. Albertacci

Nel gennaio del 2019 l’osteria di Bottazzo è ancora aperta con i suoi frequentatori abituali. Paolo è assieme a Fabio Fabris. Ad un certo punto l’occhio cade per caso sopra una vecchia foto: una delle cornici appese alla parete del locale contiene la fotografia di una croce arrugginita e forata, a sua volta appesa ad una falesia di calcare. L’oste Fabio Bordon esce nel giardino con un cannocchiale in mano e la indica seguendo la linea dello spigolo che scende dal Tabor di Draga verso il fiume. Eccola la croce. “Gli venne raccontato –continua Paolo–dal nonno che i fori erano colpi dei graniciari (le guardie jugoslave a presidio della Cortina di ferro) che la usavano come bersaglio”. Misteri e meraviglie fa quindi partire una indagine che, in qualche anno, conduce a importanti sviluppi sul mistero della val Rosandra.

Riescono a recuperare un vecchio trafiletto de Il Piccolo che racconta di un ragazzo morto da quelle parti. È Carlo Zanier, si legge. “Lì –si legge– abbiamo capito che quella misteriosa croce, priva di qualsiasi dicitura, poteva essere in ricordo di quella lontana tragedia”. Come tutte le storie, anche questa necessita di un colpo di fortuna che aiuta, come sempre, solo gli audaci. È qui che entra in scena Franco “Cispan” Pischianz,

alpinista triestino che arrampica sia su pareti nuove che su vecchi tracciati. Pischianz, assieme alla sua compagna, nell’autunno del 2024 decidono di richiodare alcune vecchie vie tracciate negli anni Venti, proprio sulla parete di Draga.

In uno dei sopralluoghi, appena sopra le rovine del mulino Ljubič scendendo il ghiaione sotto la parete Franco incespica in un pezzo di ferro che emerge di poco dal pietrame: è un rettangolo di rame ossidato, con inciso sopra qualcosa. È la soluzione dell’enigma e Carlo Zanier ha di nuovo la sua targa. Restaurata, lucidata e di nuovo al suo posto. Una storia “struggente –conclude–, ma che tutti assieme si è riusciti, prima a ricostruire, e poi salvare dall’oblio”. Ovvero, quando i social veicolano messaggi positivi.

“Una

storia struggente ma che tutti assieme si è riusciti, prima a ricostruire, e poi salvare dall’oblio.”

“Eine

bewegende Geschichte, die wir alle aber erst rekonstruieren mussten, um sie vor dem Vergessen zu bewahren.”

DEUTSCHER TEXT

Mit dem Fahrrad, zu Fuß oder joggend. Bis vor Kurzem war die Erkundung versteckter Winkel fast ausschließlich Abenteuerlustigen und Landkartenfreaks vorbehalten. Die Digitalisierung, die während Corona Einzug hielt, löste eine Welle neuer technologischer Reisetools aus. Dabei haben Tausende von Usern, die auf den neuen Plattformen gelandet sind, ihren Betriebsmodus verändert. Aus passiven Verbraucher:innen und bloßen Kund:innen wurden aktive Nutzer:innen.

So werden auch für Wanderungen zwischen Stadt und Karst Apps genutzt, bei denen Routen und Beschreibungen von den “Abenteurern” selbst erstellt werden. Man denke nur an die vielen digitalen Tools, die einen beim Spazierengehen oder Laufen unterstützen, wobei die Magie des Sich-Verirrens nie aus der Mode kommt.

Mit über 50 Mio. Downloads ist Strava die am häufigsten genutzte Anwendung für alle, die die Gegend auf eigene Faust erkunden und dabei nicht auf Tipps von Usern verzichten wollen. Obwohl die App in der letzten Zeit mit Aktualisierungsproblemen zu kämpfen hatte, ist sie eine der besten des 21. Jahrhunderts.

Komoot besteht aus einer Website und einer App und hilft insbesondere beim Planen von Radtouren. Durch die Eingabe von Start- und Zielpunkt erstellt die App eine Route (GPS

Luna – with innovative Occhio fireball light source, » color tune « and magic control.
Zinelli & Perizzi Via San Sebastiano 1 34121 Trieste zinellieperizzi.it

Moltissime persone utilizzano applicazioni dove itinerari, sentieri e indicazioni vengono fornite dagli stessi “avventurieri”.

Sehr viele Menschen nutzen Apps, bei denen Routen, Wege und Wegbeschreibungen von den “Abenteurern” selbst erstellt werden.

erforderlich). Komoot richtet sich vor allem an Mountainbikefans, wird aber auch von Endurofreaks genutzt. Obwohl die GPS-Nutzung den Akku des Smartphones stark beansprucht, ist Komoot eine wichtige Community-App im Panorama der Open-Source-Plattformen.

Eine dritte und kostenlose App ist Wikiloc. Sie hat sich zu einer beliebten Plattform für alle entwickelt, die ihre Routen mit anderen teilen. Auf diese Weise kommen die Tipps von denen, die die App selbst genutzt haben. Auch im Radsport (v. a. in der Enduro-Szene) hat sich Trailforks einen Platz unter den beliebtesten Apps erobert. Die App ist kostenpflichtig, es gibt aber auch eine kostenlose Version, die bis zu einer max. Entfernung von 150 km vom GPSOrtungspunkt genutzt werden kann.

Wenn man die Natur schon mit dem Smartphone erkundet, dann ist auch der Weg zu den sozialen Netzwerken nicht mehr weit. Auch hier lassen sich weniger bekannte Karten finden und faszinierende Geheimnisse entdecken. Seit einigen Jahren gibt es die Facebook-Seite Misteri e meraviglie del Carso (“Geheimnisse und Wunder des Karstes”) über Orte in Triest und Umgebung, die von über 50.000 Usern genutzt wird.

Vor allem dank des Einfallsreichtums der Follower, die sie täglich mit neuen Inhalten “speisen”, ist sie zu einem echten Bezugspunkt für alle geworden, die auf der Suche nach verborgenen Spuren der Zeit sind. Eine Schatztruhe voller Geheimnisse und einzigartiger Geschichten, die Emotionen wecken, die man den sozialen Medien gar nicht zutraut.

1931. Im Rosandatal stirbt ein 15-jähriger Junge namens Carlo Zanier. Kurz

darauf organisieren seine Mitschüler einen Ausflug und lassen an der Felswand eine Gedenkplakette mit der Inschrift “Für Carlo Zanier + Am 3. Mai 1931 + Die Klasse” anbringen.

Die Plakette löst sich jedoch im Laufe der Jahre vom Stein, geht verloren und ist bald nicht mehr auffindbar. Paolo erfährt davon und nimmt sich der Sache an und zwar mit so viel Leidenschaft, dass die Geschichte schon bald zum Dauerthema in der Gruppe wird. Es kommt zu Debatten und einer Diskussion mit über 200 Kommentaren. Jeder versucht mit seinem Wissen und seinen Mitteln, das große Rätsel des Kreuzes zu lösen. Denn der erste Anhaltspunkt war das eiserne Kreuz an den Felswänden von Draga, das im Gegensatz zur Plakette an Ort und Stelle geblieben ist.

Im Januar 2019 sitzen in der Taverne Bottazzo noch die Stammgäste zusammen. Paolo ist in Begleitung von Fabio Fabris. Irgendwann fällt sein Blick auf ein altes Foto, das an der Wand hängt und ein rostiges, durchlöchertes Kreuz an einem Kalksteinfelsen zeigt. Fabio Bordon, der Wirt, kommt mit einem Fernrohr in der Hand in den Garten und zeigt es ihnen. Da ist es, das Kreuz. “Mein Großvater erzählte, dass die Löcher von den jugoslawischen Wachsoldaten des Eisernen Vorhangs stammen, die das Kreuz als Zielscheibe benutzten”, so Paolo. Die Gruppe beginnt mit Nachforschungen, die zu wichtigen Erkenntnissen über das Geheimnis des Rosandratals führen.

Im Piccolo finden sie einen alten Artikel. Darin ist von einem Jungen die Rede, der in dieser Gegend gestorben ist: Carlo Zanier. “In dem Moment wurde uns klar, dass das mysteriöse Kreuz ohne Inschrift mit dem einstigen Drama zu tun haben könnte.” Wie so oft kommt auch hier das Glück ins Spiel - in der Gestalt von Franco “Cispan” Pischianz. Der Bergsteiger aus Triest beschließt im Herbst 2024, einige alte Routen aus den 1920er Jahren an der Draga-Wand nachzuklettern.

Dabei stößt Franco direkt oberhalb der Ruine der Ljubič-Mühle unter der Felswand auf ein Stück Eisen: eine rechteckige Plakette aus oxidiertem Kupfer mit einer Gravur. Carlo Zanier hat seine Plakette wieder! Restauriert und poliert kommt sie wieder an ihren Platz. “Eine bewegende Geschichte, die wir alle erst rekonstruieren mussten, um sie vor dem Vergessen zu bewahren”, schließt Paolo. Eine Geschichte, in der die sozialen Medien zu Vermittlern positiver Botschaften werden.

Quando a Trieste si desidera fare una passeggiata in mezzo agli alberi storici il primo pensiero corre al Castello di Miramare con il suo patrimonio di sequoie, pini dell’Atlante, ginko biloba oppure ai parchi urbani dove si trovano platani e splendidi bagolari, ma in realtà il vero scrigno delle bellezze verdi locali è senza dubbio il Carso.

Wer in Triest unter historischen Bäumen spazieren gehen möchte, denkt zunächst an Miramare mit seinem Reichtum an Mammutbäumen, Atlas-Zedern und Ginkos oder an die Stadtparks mit ihren Platanen und herrlichen Zürgelbäumen. Doch die wahre Fundgrube der lokalen grünen Schönheit ist zweifellos der Karst.

ALBERI & RADICI

—Bäume & Wurzeln

Fu l’ispettore forestale boemo Josef Ressel ad essere incaricato dal governo austriaco di ideare un ciclopico piano di rimboschimento.

Der böhmische Forstinspektor Josef Ressel entwickelte im Auftrag der österreichischen Regierung einen Aufforstungsplan.

Pino nero

Schwarzkiefer

Una volta pietraia desolata punteggiata di cespugli di scotano (qui popolarmente chiamato sommaco), oggi l’altipiano che circonda il centro è un fitto bosco dove la presenza più comune è quella del pino nero. Fu l’ispettore forestale boemo Josef Ressel –noto anche come inventore dell’elica sottomarina per la propulsione delle imbarcazioni– ad essere incaricato dal governo austriaco di ideare un ciclopico piano di rimboschimento che durò sostanzialmente lungo tutto l’Ottocento e non coinvolse solo l’area circostante Trieste, ma si propagò verso Gorizia e l’Istria. I numeri sono impressionanti: sorsero 873 ettari di bosco e vennero usate quasi quindici milioni di piantine e sei tonnellate di semi per la cui “difesa” furono eretti 33 chilometri di muretti a secco. Cosa resta oggi di questo lavoro? I pini neri ottocenteschi stanno pian piano lasciando spazio alle specie autoctone (soprattutto carpini e roverelle) garantendo la biodiversità, ma le pinete

intorno al santuario di Monte Grisa o al Monumento nazionale della foiba di Basovizza –tanto per citare quelle più facilmente raggiungibili– sono ancora vigorose e restano a imperitura memoria di un intelligente lavoro dell’uomo sulla natura. –Einst ein ödes, steiniges Gelände mit Perückensträuchern, ist die Hochebene rund um die Stadt heute ein dichter Wald, in der die Schwarzkiefer dominiert. Diese Umgestaltung verdanken wir dem böhmischen Forstinspektor Josef Ressel –einem Visionär, der nicht nur den U-Boot-Propeller erfand, sondern im Auftrag der österreichischen Regierung einen Aufforstungsplan entwickelte. Dieser war das gesamte 19. Jahrhundert hindurch in Kraft und umfasste nicht nur das Gebiet um Triest, sondern reichte bis nach Görz und Istrien. Die Zahlen sind beeindruckend: 873 Hektar Wald wurden geschaffen und fast 15 Mio. Setzlinge und sechs Tonnen Saatgut verwendet, zu deren “Verteidigung” 33 Kilometer Trockensteinmauern errichtet wurden. Trotz des langsamen Rückzugs der Schwarzkiefer zugunsten einheimischer Baumarten wie Hainbuche und Flaumeiche, prägen diese Wälder weiterhin das Bild der Region. Besonders rund um die Wallfahrtskirche Monte Grisa oder das Foiba-Nationaldenkmal in Basovizza kann man noch immer prächtige Schwarzkiefernwälder bewundern – lebendige Zeugnisse menschlicher Intelligenz und respektvollem Umgang mit der Natur.

A destra /Rechts Il bosco di pino nero vicino a Monte Grisa. /Der Schwarzkiefernwald in Monte Grisa.

A sinistra /Links Un cespuglio di scotano. /Zweige des Perückenstrauchs. A destra /Rechts Monumento nazionale della foiba di Basovizza. /Das Nationaldenkmal der Foiba von Basovizza.

La quercia Die Stieleiche

Un altro splendido sentiero per ammirare quanto gli alberi d’alto fusto siano riusciti a trovare spazio tra le pietre calcaree è la pianeggiante carrareccia che dal piccolo borgo di Gropada entra in Slovenia e va verso Sezana. Tronchi che sembrano candelabri, piccoli ripari agricoli in pietra, doline e caserme abbandonate a presidio del confine creano il contesto adatto per l’apparizione di una regina dei boschi. A un crocevia del sentiero ecco che vi troverete al cospetto di una sontuosa quercia: la quercia di Napoleone (Napoleonov hrast).

Il suo nome deriva dalla tradizione che vede il condottiero corso sostare proprio sotto quest’albero durante uno dei suoi passaggi in zona. Si può

dubitare di questa diceria, ma non dell’antichità di questa splendida signora e del suo potere taumaturgico. Posizionata al centro di un crocevia la quercia di Napoleone dispensa forza e benessere. Tante sono le leggende di guarigioni avvenute al suo cospetto e abbracciare il suo tronco nodoso dona pace e tranquillità a chi ha la capacità di ascoltare il fruscio delle foglie nella bora e ha il tempo di attendere l’arrivo di scoiattoli, cerbiatti e cinghiali. –

Ein weiterer herrlicher Weg, auf dem man sieht, wie sich die Bäume ihren Platz erobern haben, ist der Karrenweg vom Dorf Gropada ins slowenische Sežana. Bäume, die wie Kronleuchter in

der Landschaft stehen, steinerne Unterstände für die Landwirtschaft, Dolinen und verlassene Kasernen zur einstigen Grenzsicherung bilden den passenden Rahmen für den Auftritt der Königin des Waldes: der Napoleon-Eiche. Der Legende nach machte Napoleon bei einem seiner Streifzüge Halt unter diesem Baum. Zweifel an der Sage sind erlaubt, nicht aber am Alter der schönen Dame und ihrer wundersamen Kraft. Viele Erzählungen berichten nämlich von Heilungen in ihrem Schatten. Wer den knorrigen Stamm umarmt und bei Bora dem Rascheln der Blätter lauscht, soll Ruhe und Frieden finden. Wer Geduld mitbringt, kann hier außerdem Bekanntschaft mit Eichhörnchen, Rehkitzen und Wildschweinen machen.

Il cerro Die Zerreiche

A sinistra /Links La quercia di Napoleone sul sentiero che da Gropada si dirige verso Sežana. /Die Napoleon-Eiche am Wanderweg von Gropada nach Sežana.

Anche i cerri sono querce e i più belli del Carso stanno sul fondo della dolina di Percedol, accessibile in pochi minuti di cammino dal posteggio che si apre sulla strada che da Opicina conduce a Col e Repen. La grande e profonda dolina propone uno dei rari stagni presenti su un altipiano così avaro d’acqua. Luogo di transito e ristoro per gli animali, lo stagno è stato anche meta di svago per i triestini che lo raggiungevano a piedi e in carrozza tra Otto e Novecento. La particolare posizione sul fondo della dolina, circondato appunto da cerri monumentali, fa si che per diversi mesi lo stagno rimanga gelato. Vicino al pannello informativo si possono ancora vagamente scorgere le fondamenta di un capanno per il noleggio dei pattini da ghiaccio anche se ora –complice la mano dell’uomo–il laghetto non offre più la possibilità di volteggiare sul suo specchio. Anche i cerri non se la passano benissimo:

I più belli cerri del Carso stanno sul fondo della dolina di Percedol.

Die schönsten Zerreichen des Kartes stehen an der Doline in Percedol.

qualcuno è stato abbattuto, ma nel complesso la dolina di Percedol conserva il suo fascino arcano da “romanticismo tedesco”.

Die schönsten Zerreichen im Karst stehen am Fuße der Doline von Percedol, die in nur wenigen Gehminuten vom Parkplatz an der Straße von Opicina nach Col und Repen erreichbar ist. Die große, tiefe Doline birgt einen der seltenen Teiche auf dieser sonst wasserarmen Hochebene. In der Vergangenheit war der Teich nicht nur ein Rast- und Durchgangsort für Tiere, sondern auch ein beliebtes Ziel für die

lokale Bevölkerung, die ihn im 19./20. Jahrhundert zu Fuß oder mit der Kutsche erreichte. Die besondere Lage am Fuße der Doline, umgeben von monumentalen Zerreichen, sorgt dafür, dass der Teich mehrere Monate lang zufriert. In der Nähe der Informationstafel kann man noch vage die Reste einer Hütte für den Schlittschuhverleih erkennen. Heute ist das natürlich untersagt. Auch den Zerreichen geht es nicht so gut: Einige wurden gefällt, doch insgesamt konnte sich die Doline ihren geheimnisvollen Charme der deutschen Romantik bewahren.

Sul Carso non esistono tuttavia solo ambienti ombrosi. L’ulivo è un albero domestico che adora il sole e la sua coltivazione sta prendendo sempre più piede anche a Trieste, che vanta una produzione quantitativamente e qualitativamente in continua crescita. Dopo la terribile gelata del 1929 che distrusse tutte le piante e il progressivo abbandono dei poderi la bianchera (bjelica in sloveno e croato), una cultivar rustica e tenace, si sta prendendo spazio nella zona di San Dorligo, sulle pendici di Montedoro e sui pastini sopra la strada Costiera ed è apprezzata per il suo sapore amaro e piccante. Se si desidera unire la scoperta della produzione locale DOP Tergeste alle vicende novecentesche la meta più interessante è l’azienda agricola di Bruno Lenardon a Muggia, nota non solo per l’olio, ma anche per l’ottima malvasia. I terreni sono posti a pochi passi dal confine, che nella sua definizione dopo la seconda guerra mondiale aveva tagliato in due la proprietà e una cui targa ancora campeggia in casa. Una tipica storia di questo lembo d’Europa, quella che racconta il proprietario ricordando come dopo il secondo conflitto l’unico frantoio della zona era rimasto in territorio jugoslavo e si dovettero portare le olive a frangere addirittura a Bassano del Grappa. Un lungo viaggio che oggi non si intraprende più grazie alla costruzione del frantoio di Dolina.

L’ulivo Der Olivenbaum Il tiglio Die Linde

Im Karst gibt es aber nicht nur Schattenplätze. Ein heimischer Sonnenanbeter ist der Olivenbaum. Er erfreut sich auch in Triest immer größerer Beliebtheit, weshalb die Produktion quantitativ und qualitativ stets zunimmt. Seit dem schrecklichen Frost von 1929, der alle Pflanzen vernichtete, und der schrittweisen Aufgabe der landwirtschaftlichen Betriebe gewinnt die widerstandsfähige Sorte Bianchera (bzw. bjelica) rund um San Dorligo, an den Hängen des Montedoro und auf den terrassenförmigen Anbauflächen an der Küstenstraße an Bedeutung. Sie wird für ihren würzigbitteren Geschmack geschätzt. Wer die lokale DOP-Tergeste-Produktion und die Ereignisse des 20. Jhd. erkunden will, sollte das Landgut von Bruno Lenardon in Muggia besuchen, das nicht nur für sein Öl, sondern auch für seinen exzellenten Malvasia-Wein bekannt ist. Das Gut liegt unweit der Grenze, die das Anwesen bei ihrer Festlegung nach dem II. Weltkrieg geteilt hatte und deren Schild noch im Haus steht. Die Geschichte ist typisch für diesen Teil Europas. Nach dem II. Weltkrieg war die einzige Ölmühle der Gegend auf jugoslawischem Gebiet verblieben und die Oliven mussten zum Pressen einige hundert Kilometer nach Bassano del Grappa gebracht werden. Eine lange Reise, die heute dank des Baus der Ölmühle von Dolina nicht mehr nötig ist.

Se in questi ultimi anni l’ulivo sta diventando emblema di San Dorligo, dove il Comune ha inaugurato il progetto “Un albero per ogni neonato”, l’albero per eccellenza nel quale si riconosce la comunità slovena della zona è il tiglio (lipa in molte lingue slave). Non è un caso quindi che il tiglio più antico (che conta tra i 300 e i 400 anni) sia davanti alla piccola chiesa della Santissima Trinità di Crogole sempre a San Dorligo, punto d’incontro per la popolazione del circondario. “Albero della vita” in gran parte del mondo slavo, il tiglio è infatti spesso associato alla donna. In passato sotto il tiglio si riuniva il consiglio dei capifamiglia per discutere i problemi della borgata e si svolgevano i processi. La tradizione tramanda che il tiglio non debba essere mai sradicato o sfregiato. Da una parte c’è la sacralità, dall’altra la paura di svegliare il diavolo che ci dorme sotto.

Was der Olivenbaum für die Gemeinde San Dorligo ist, die das Projekt “Ein Baum für jedes neugeborene Kind” ins Leben gerufen hat, ist für die slowenischen Gemeinde in der Gegend die Linde (lipa in vielen slawischen Sprachen). Es ist daher kein Zufall, dass die älteste Linde (300 - 400 Jahre alt) vor der kleinen Dreifaltigkeitskirche in Crogole bei San Dorligo steht, einem Treffpunkt für die Bevölkerung. In weiten Teilen der slawischen Welt ist die Linde “der Baum des Lebens” und wird oft mit Frauen assoziiert. In der Vergangenheit kam unter der Linde der Rat der Familienoberhäupter zusammen, um die Probleme der Gemeinde zu besprechen oder Gerichtsverhandlungen abzuhalten. Der Tradition nach darf eine Linde niemals entwurzelt oder geschändet werden, denn sie gilt als heilig. Außerdem besteht die Gefahr, den Teufel zu wecken, der angeblich unter ihr schläft.

Inverno addio, l’equinozio di primavera apre la bella stagione, quella in cui il Parco storico di Miramare mostra il suo aspetto migliore, con le aiuole fiorite e la vegetazione rigogliosa che saluta la primavera con sfumature di verde e di petali multicolore.

Non mancate di ammirare il parterre principale inondato di tulipani variopinti e di narcisi profumati e scoprite le zone del giardino dove fanno capolino inaspettate fioriture!

Anche il parterre del Castelletto, da poco restaurato e riportato all’antico splendore, in questa stagione è punteggiato di tulipani sbocciati grazie ai primi tepori. Interessante è la visita a quella che fu la prima dimora di Massimiliano e Carlotta d’Asburgo, un vero e proprio gioiello conservato nel suo aspetto originario. Il Castelletto si può ammirare

IL PARCO DI MIRAMARE

—Der Schlosspark Miramare begrüßt

den Frühling

con una visita guidata dal lunedì al venerdì alle ore 11.30 e nel fine settimana alle ore 11.30 e alle 14.00.

Da non perdere anche le fioriture nella parte alta del parco, negli Orti di Massimiliano che ospitano i giovani virgulti ricavati dai semi e dalle talee degli alberi monumentali.

Scendendo, impossibile non rimanere incantati dalla delicata bellezza dei ciliegi in fiore che fanno da cornice al Laghetto dei Cigni.

DEUTSCHER TEXT

Winter ade - das Äquinoktium bzw. die Tagundnachtgleiche läutet die schöne Jahreszeit ein, in der sich der Schlosspark Miramare von seiner Schokoladen- oder besser gesagt “Blumenseite” zeigt: Üppig blühende Blumen und vielfältige Pflanzen heißen den Frühling in bunten Blüten und verschiedensten Grüntönen willkommen.

Ein absolutes Highlight ist der Hauptgarten, das Parterre, das mit farbenfrohen Tulpen und duftenden Narzissen übersät ist. Doch auch in anderen Bereichen des Parks spitzen unerwartet Blumen aus dem Boden!

Auch im Parterre des kürzlich restaurierten Castelletto leuchten Tulpen im ersten warmen Sonnenschein. Interessant ist eine Besichtigung dieses kleinen Schlosses, in dem Maximilian und Charlotte von Habsburg anfangs wohnten - eine Perle über dem Meer, die in ihrem ursprünglichen Zustand erhalten ist. Das Castelletto kann von Montag bis Freitag um 11.30 Uhr und an den Wochenenden um 11.30 und 14 Uhr im Rahmen einer Führung besichtigt werden. Nicht entgehen lassen sollte man sich die Blütenpracht im oberen Teil des Parks, in Maximilians Gemüsegärten (Orti di Massimiliano), in denen aus den Samen und Ablegern der monumentalen Bäume junge Setzlinge gezogen werden.

Auf dem Weg zurück kommt man an den zauberhaft blühenden Kirschbäumen vorbei, die den Schwanenteich säumen.

Urban Real Estate Via Mazzini, 40a T. +39 040 761 383 studio-urban.it

TRAM SWEET TRAM

Sembra un giocattolo gigante quella carrozza bianca e blu d’altri tempi, che parte dal centro e arriva dritta dritta a Opicina e al cuore. La magia del tram si rinnova, per una gioia che invade la città e coinvolge anche lo staff di Urban Real Estate, da sempre attivissimo nei comuni e nei borghi dell’altopiano carsico.

Lara Berdon e Roberto Pesavento, i partner dello studio, sono entusiasti per questo grande ritorno, pronti a creare nuove opportunità a Opicina e vicino al percorso della funicolare. La prima proposta immobiliare in zona sta già prendendo forma: molto centrale, molto comoda, a 1 minuto dal capolinea. Abitare a due passi dal tram significa trovarsi in una posizione privilegiata per essere nello stesso tempo vicini alla

quotidianità cittadina, ma anche alla possibilità di una facile evasione nella natura. Questo mezzo di trasporto è un valore aggiunto. A Scorcola, tanto per dirne una, ci sono case che non sono raggiunte dagli autobus, ma sono servite solo dal tram; un bel punto anche a favore della privacy!

Vivere il Carso è uno dei buoni motivi per abitare qui. È il grande tesoro naturale di Trieste, uno straordinario patrimonio di biodiversità subito a portata di mano per una passeggiata, un’escursione, una semplice boccata d’aria. L’invito a una continua scoperta in tutte le stagioni, sia in superficie sia nel sottosuolo, in una terra senza confini.

Più della metà dei clienti di Urban Real Estate sono stranieri. Una clientela esigente e molto variegata, composta da professionisti, imprenditori, creativi, scienziati e giramondo di importanti istituzioni, solo per dirne alcuni: ognuno di loro in Urban Real Estate trova un punto di riferimento sicuro per potersi sentire davvero a casa a Trieste. Il team di via Mazzini 40 fornisce un’esperienza di alto livello, nelle compravendite, nei servizi di consulenza, nella gestione delle locazioni e nel property management. I nuovi triestiner di solito sono venuti qui per lavoro o per turismo e ne sono rimasti conquistati. Ci si innamora della città per la straordinaria qualità della vita, per l’atmosfera culturale, oltre che per l’impareggiabile luce e i famosi tramonti sul mare. Poi c’è chi arriva a Trieste senza conoscerla e scatta l’alchimia: cerca subito casa!

Roberto Pesavento non finisce mai di emozionarsi davanti a tanta bellezza: “L’altro giorno scendevo da Contovello

guidando l’auto a 30 all’ora. Volevo godermi il paesaggio: il ciglione carsico, il verde che scende fino al mare, il golfo, la città… ma dove lo trovi un posto così?” Urban Real Estate, in fondo, oltre a una grande professionalità, ci mette anche un valore in più, un pizzico di Urban Poetry.

Er sieht aus wie ein riesiges Spielzeug, dieser weiß-blaue Wagon aus vergangenen Zeiten, der vom Zentrum direkt nach Opicina fährt. Der Zauber der Straßenbahn erwacht zu neuem Leben und die Freude darüber erfasst die ganze Stadtauch das Team von Urban Real Estate, das im Karst seit jeher sehr aktiv ist.

Lara Berdon und Roberto Pesavento, die Partner des Immobilienbüros, sind begeistert von der Rückkehr der alten Tram und wollen in Opicina und in der Nähe der Seilbahnstrecke neue Angebote schaffen. Das erste nimmt bereits Gestalt an: sehr zentral, äußerst praktisch, nur eine Minute von der Endstation entfernt.

In unmittelbarer Nähe der Straßenbahn zu wohnen, ist ein Vorteil: Man ist nah dran, am quirligen Alltagsleben der Stadt, hat aber auch die Möglichkeit, sich schnell mal in die Natur zurückzuziehen.

Die Tram ist ein echter Mehrwert. In Scorcola gibt es zum Beispiel Häuser, die nur mit der Straßenbahn zu erreichen sind - ein schöner Aspekt, der auch für Privatsphäre steht!

Ein guter Grund, hier zu leben, ist der Karst: seine großartige Natur, seine außerordentlich reiche Artenvielfalt, die man bei einem Spaziergang, einem Ausflug oder einfach nur beim FrischeLuft-Schnappen erleben kann. Zu allen Jahreszeiten lässt sich die Natur hier sowohl ober- als auch unterirdisch entdecken - in einem Land ohne Grenzen.

Über die Hälfte der Kund:innen von Urban Real Estate kommt nicht aus Italien. Eine anspruchsvolle und sehr unterschiedliche Kundschaft, die sich aus Fachleuten, Unternehmer:innen, Kreativen, Wissenschaftler:innen und Globetrotter:innen wichtiger Institutionen zusammensetzt: Jede:r von ihnen findet bei Urban Real Estate eine sichere Anlaufstelle, um sich in Triest wirklich zu Hause zu fühlen. Das Team in der Via Mazzini 40 bietet ein hohes Maß an Erfahrung in den Bereichen Kauf und Verkauf, Beratung sowie Miet- und Hausverwaltung. Die neuen Triestini kommen meist aus beruflichen oder touristischen Gründen hierher und sind begeistert: die außergewöhnliche Lebensqualität, die kulturelle Atmosphäre, das unvergleichliche Licht und die Sonne, die glutrot im Meer versinkt - Liebe auf den ersten Blick. Sie lassen sich verzaubern und suchen sich sofort eine Wohnung!

Auch Roberto Pesavento kann sich dieser Schönheit nicht entziehen: “Neulich bin ich mit meinem Auto mit 30 km/h von Contovello heruntergefahren. Ich wollte die Landschaft genießen: den Karstkamm, das Grün, das bis zum Meer hinunter reicht, den Golf, die Stadt... Wo findet man sonst so einen Ort?” Urban Real Estate legt eben nicht nur großen Wert auf Professionalität, sondern auch auf eine Prise Urban Poetry.

LUOGHI SOSPESI

Il Carso regala pezzi di un passato affascinante, tra storia e leggende.
—Der Karst bietet eine faszinierende Mischung aus

Geschichte und Legenden.

In alcune zone del Carso il tempo sembra essersi fermato. Cristallizzato in diverse epoche raccontate da caserme, valichi, hotel, scuole, stazioni ferroviarie e altri edifici dismessi. Siti che rappresentano tappe di quel “turismo dell’abbandono” che negli ultimi anni ha preso piede in Italia e in tutto il mondo. Agli appassionati di storia, cultura, architettura e anche esoterismo, si aggiungono i tanti “urbex”, fotografi e videomaker che cercano immagini d’effetto. E il Carso regala pezzi di un passato affascinante, tra storia e leggende.

Come terra di confine, i presidi militari sono moltissimi, spesso frutto di vani tentativi di vendita del Demanio. Tra i più grandi c’è la caserma Monte Cimone a Banne, una città nella città, con tanto di viabilità interna e edifici spalmati su una superficie di ben 250mila metri quadrati, ormai in pessime condizioni. Francesco Guccini, durante il servizio di leva, scrisse proprio tra queste mura la canzone “Eskimo”, alla fine degli anni Settanta. E quell’eskimo, raccontò in un’intervista, lo comprò in quel periodo per combattere il freddo, spesso pungente sull’altipiano.

Grandezza simile per un’altra

maxi-caserma dismessa, la Dardi, dove anche qui sembra di vivere in un paese dove pare siano tutti scappati improvvisamente; ci sono poi altre caserme più piccole, come quella di Fernetti o di Malchina, ormai chiuse dagli anni Novanta. E poi ci sono i valichi, simbolo di un limite che ormai c’è solo nella geografia, dopo l’apertura dei confini e il libero passaggio, segno tangibile di un passato che ha profondamente segnato il territorio. Sono spesso malconci, violati o ridotti a ruderi, facilmente visibili transitando sulla strada, come quello di Monrupino, o più defilati e nascosti, come quello agricolo di Gropada. Merita una tappa in particolare il valico di Bottazzo, punto per lungo tempo nevralgico lungo la Cortina di ferro, una sorta di spartiacque tra Ovest ed Est. Dopo una quarantina d’anni di abbandono è invece a una svolta l’ex hotel Obelisco, dove da poco sono iniziati interventi di recupero. Ma per decenni è rimasto dimenticato a Opicina, insieme alla sua piscina e al parco. Prima stazione di posta, poi luogo di villeggiatura, tenne anche a battesimo la prima traduzione dall’arabo de “Le mille e una notte” ad opera del console britannico Sir Richard Francis Burton che definì la

A destra /Rechts

L’Hotel Obelisco a Opicina.

vista da quelle finestre “la più bella del mondo”.

Anche le ferrovie regalano pezzi di storia relegati al dimenticatoio, con diverse stazioni dismesse, come quella di Prosecco o quella di Aurisina, dove c’è ancora chi ci abita, a lato dell’edificio principale. Sono persone che con i treni hanno lavorato una vita, come il signor Gualtiero, ex capo stazione, che risiede ad Aurisina dal 1961 con la moglie. “Non c’è più il movimento di una volta –dice–non passa ormai nessuno, ma noi stiamo bene, per noi è casa”.

Tra gli altri edifici abbandonati in Carso c’è un po’ di tutto: scuole, fabbriche, magazzini, officine, ristoranti e anche un enorme cinema. Ci sono pure luoghi nascosti, sotterranei, che celano ancora di più misteri e storie lontane nel tempo.

In einigen Gegenden des Karsts scheint die Zeit regelrecht stillzustehen. Verlassene Kasernen, Grenzübergänge, Hotels, Schulen, Bahnhöfe und andere Gebäude erzählen Geschichten aus vergangenen Epochen. Diese “Lost Places” haben in den letzten Jahren immer mehr Interesse gefunden. Nicht nur Geschichts-, Kultur-, Architektur- und sogar Esoterikbegeisterte, sondern auch viele “Urban Explorer” sind als Fotograf:innen und Videofilmer auf der Suche nach eindrucksvollen Bildern. Mit seiner faszinierenden Mischung aus Geschichte und Legenden bietet der Karst optimale Bedingungen.

Als Grenzgebiet ist der Karst von Militärstützpunkten geprägt. Der Versuch, sie zu verkaufen, war erfolglos. Eine der größten dieser Anlagen ist die Kaserne Monte Cimone in Banne - eine wahre “Stadt in der Stadt”. Auf über 250.000 m erstrecken sich Gebäude und Straßen in einem maroden Zustand. Francesco Guccini schrieb während seines Militärdienstes Ende der 1970er Jahre in eben diesen Mauern das legendäre Lied “Eskimo”. Den warmen Parka, in dem es in diesem Song geht, habe er damals gekauft, um der Kälte auf der Hochebene zu trotzen.

Ähnlich verlassen und still sind auch die Dardi-Kaserne, in der es auch so aussieht, als wären hier plötzlich alle geflohen, sowie die Kasernen in Fernetti oder Malchina, die seit den 1990er Jahren geschlossen sind. Ganz zu schweigen von den Grenzübergängen, die nach dem Fall des Eisernen Vorhangs noch heute von einer Vergangenheit zeugen, die das Gebiet tiefgreifend geprägt hat. Oft verwahrlost, verwüstet oder zu Ruinen verkommen, sind sie entlang der Straßen gut sichtbar, wie etwa der Grenzübergang in Monrupino oder - etwas versteckter - der in Gropada. Besonders sehenswert ist der Grenzübergang in Bottazzo: Lange war er ein neuralgischer Punkt am Eisernen Vorhang, eine symbolische Grenze zwischen West und Ost.

Nach vier Jahrzehnten des Verfalls steht das ehemalige Hotel Obelisco in Opicina nun an einem Wendepunkt, denn vor Kurzem hat die Restaurierung begonnen. Früher Poststation, später

Francesco Guccini, durante il servizio di leva, scrisse tra le mura della caserma di Banne la canzone “Eskimo”, alla fine degli anni Settanta.

Francesco Guccini

schrieb während seines Militärdienstes in eben diesen Mauern das legendäre Lied “Eskimo”.

Urlaubsdomizil, lag das Hotel dem samt Pool und Park jahrzehntelang im Dornröschenschlaf. Hier fertigte der britische Konsul Sir Richard Francis Burton einst die ersten Übersetzung von “Tausendundeine Nacht” aus dem Arabischen an und beschrieb den Blick aus diesen Fenstern als “den schönsten der Welt”.

Auch die Eisenbahn bietet ein Stück Geschichte. Die stillgelegten Bahnhöfe in Prosecco und Aurisina sind längst in Vergessenheit geraten, doch in Aurisina leben immer noch Personen neben dem Hauptgebäude. Herr Gualtiero, der ehemalige Bahnhofsvorsteher, der ein Leben lang mit Zügen gearbeitet hat, lebt hier seit 1961 mit seiner Frau und erzählt: “Es ist nicht mehr so viel los wie früher, niemand kommt mehr vorbei, aber uns geht es gut, für uns ist es unser Zuhause.”

Zu den anderen verlassenen Gebäuden in Karst gehören unter anderem Schulen, Fabriken, Lagerhäuser, Werkstätten, Restaurants und sogar ein großes Kino. Außerdem bieten versteckte, unterirdische Orte weitere Geheimnisse und Geschichten, die darauf warten, entdeckt zu werden.

Gruppi e community Gruppen Und Community

A Trieste il gruppo Triesteabbandonata da dieci anni mappa tutti i siti dismessi della provincia, con alcune incursioni anche in altre zone del Friuli Venezia Giulia. Conta su un portale dove i beni sono presenti con foto e descrizioni accurate e con la storia, e su pagine social molto seguite. Il gruppo fa parte anche di “Ascosi Lasciti”, un sodalizio di rilevanza nazionale, che punta a far prendere coscienza dell’immenso patrimonio immobiliare sommerso in Italia attraverso convegni, conferenze, approfondimenti, mostre e altre iniziative.

Die Gruppe Triesteabbandonata hat es sich seit zehn Jahren zur Aufgabe gemacht, alle stillgelegten Orte in der Provinz Triest und darüber hinaus zu dokumentieren. Auf der Webseite der Gruppe werden detaillierte Berichte und Fotos der Objekte sowie deren Geschichte präsentiert. Die Gruppe ist auch auf sozialen Netzwerken aktiv und Teil des nationalen Vereins “Ascosi Lasciti”, die das Bewusstsein für das vergessene Erbe Italiens durch Kongresse, Konferenzen, Studien, Ausstellungen und andere Initiativen stärken will.

A sinistra /Links Il valico abbandonato di Gropada. Der Grenzübergang in Gropada.

A destra /Rechts Caserma Monte Cimone a Banne. /Die Kaserne Monte Cimone in Banne

100 PRIMAVERE DI DESIGN 1925-2025

—1925-2025: 100 Frühlinge

voller Design

Primavera è una bella parola per parlare di questa storia, una storia fatta da tante primavere. Nascite e rinascite, fioriture e rifioriture continue. In fondo, dentro ogni progetto c’è una nuova primavera che aspetta di sbocciare. Tutto comincia nel 1925, con la tappezzeria artigianale di Giovanni Perizzi che trova la sua prima affermazione internazionale a bordo del transatlantico Saturnia, tra i più lussuosi dell’epoca. Nel 1945 Nino e Tullio Perizzi, figli di Giovanni, inaugurano il primo negozio, che negli anni ‘50 e ‘60 diventa un luogo privilegiato per respirare l’aria della più straordinaria stagione del design italiano. Nel 1959, in società con il veneziano Zinelli –una vera autorità nei tessuti d’arredo– nasce Zinelli & Perizzi.

Questo è il nome che negli anni ‘70 firma gli arredi dei Ciga Hotels, dall’Excelsior di Roma al Gritti e al Danieli a Venezia, e che negli anni ‘80 arreda case italiane bellissime, da Cortina alla Costa Smeralda.

Il decennio successivo vede un momento triste con la scomparsa di Nino Perizzi e una nota felice con l’inizio di una felice stagione di successi per le navi da crociera made in Italy, una stagione che continua ancora oggi.

Negli anni 2000 si aprono nuovi mercati, nascono il nuovo show-room SpazioCavana e SpazioCaboto.

Dopo la scomparsa di Tullio Perizzi,

la tradizione del prestigioso marchio continua, con uno stile e una maturità professionale che consentono di affrontare le sfide del design nel nostro tempo.

La compagine sociale, oggi composta da Ottavio Silva (CEO), Luisa Cimador (Amministrazione e finanza) e Gianni Vittor (Marine Division), guarda al futuro mettendo in pratica il primo comandamento della tradizione Zinelli & Perizzi, ovvero: caratterizzare in modo unico e fortemente distintivo ogni tipo di progetto, dalle case, al contract, alle navi. È facile ritrovare questo impegno nelle soluzioni, nelle decorazioni, nei tessuti. In ogni scelta.

Tutto questo è reso possibile da un’esperienza straordinaria in ogni tipo di tematica dell’arredo, fatta anche di attenzione all’arte e alla cultura, con il coinvolgimento di artisti locali ed internazionali in molti interventi.

Dopo cent’anni Zinelli & Perizzi è un’azienda solida, dinamica, moderna che affronta con professionalità le sfide di un futuro che, pensandoci bene, è altrettanto complesso come il passato. L’importante è essere preparati, come sempre, più che mai. Con una squadra di manager di grande esperienza che sentono tutta la responsabilità del lavoro e dei valori di un secolo, e che lavorano insieme a un team di giovani in crescita, attenti al bello, curiosi e pieni di entusiasmo. Le premesse sono ottime, per le future primavere.

di /von Ottavio Silva

DEUTSCHER TEXT

Frühling ist das richtige Wort, um diese Geschichte zu erzählen.

Eine Geschichte, die aus vielen Frühlingen besteht - aus Anfängen und Neuanfängen, aus dem Erblühen und Wiedererblühen. Schließlich steckt in jedem Projekt ein neuer Frühling, der uns mit seiner Schönheit überwältigen will. Begonnen hat alles 1925, als Giovanni Perizzis handgefertigte Polstermöbel ihren ersten internationalen Erfolg feierten, und zwar an Bord des Ozeandampfers Saturnia, einem der luxuriösesten Schiffe der damaligen Zeit. 1945 eröffneten Giovannis Söhne Nino und Tullio Perizzi dann ihr erstes Geschäft, das in den 50er- und 60erJahren eine der besten Adressen für außergewöhnlichen italienischen Design wurde. Zusammen mit dem Venezianer

Zinelli - einer wahren Größe auf dem Gebiet der Einrichtungsstoffe - wurde Perizzi 1959 zu Zinelli & Perizzi.

Dieser Name stand in den 70ern für die Einrichtung der CIGA-Hotels, vom Excelsior in Rom bis zum Gritti und dem Danieli in Venedig, und in den 80ern für die Ausstattung wunderschöner italienischer Häuser.

Die 90er Jahre waren vom Tod von Nino Perizzi geprägt, aber auch von der erfolgreichen Zusammenarbeit mit italienischen Kreuzfahrtschiffen, die bis heute anhält.

In den 2000er-Jahren wurden neue Märkte erschlossen und die neuen Ausstellungsräume SpazioCavana und SpazioCaboto eingerichtet.

Nach dem Tod von Tullio Perizzi wurde die Tradition der prestigeträchtigen Marke fortgesetzt - mit Stil, Professionalität und einem auf die Zukunft gerichteten Weitblick.

Das Unternehmen wird heute von Ottavio Silva (CEO), Luisa Cimador (Verwaltung und Finanzen) und Gianni Vittor (Marine Division) geleitet und setzt das erste Gebot der Zinelli & Perizzi-Tradition in die Tat um: Jede Art von Projekt, vom Wohnhaus bis hin zum Schiff, muss einen einzigartigen und

unverwechselbaren Charakter haben. Und dieser Leitsatz findet sich schließlich in allen Lösungen, Dekorationen und Stoffen wieder.

Hinter all dem steckt eine außergewöhnliche Erfahrung in allen Arten von Einrichtungsfragen, bei denen auch Kunst und Kultur eine große Rolle spielen. Denn bei vielen Projekten werden lokale und internationale Künstler mit einbezogen.

Nach 100 Jahren ist Zinelli & Perizzi ein solides, dynamisches und modernes Unternehmen, das sich professionell den Herausforderungen einer Zukunft stellt, die genauso komplex ist wie die Vergangenheit. Wichtig ist es, darauf vorbereitet zu sein - heute mehr denn je. Mit einem Team aus versierten Manager:innen, die sich der Arbeit und den Werten eines Jahrhunderts verpflichtet fühlen und mit jungen Menschen zusammenarbeiten, die sich ständig weiterentwickeln, das Schöne suchen, neugierig und voller Begeisterung sind. Optimale Voraussetzungen also für viele weitere Frühlinge!

Il Carso in tavola

Luoghi da non mancare sul Carso triestino.
Orte im Triester Karst, die auf der To-do-Liste nicht fehlen dürfen.

Se cercate sushi o ramen, cambiate rotta. Se vi piace la cucina fusion e siate fan indefessi del wasabi pur ignorando che è fatto con la nostrana radice di kren, puntate il navigatore verso il centro città. Ma se invece, una volta scesi dal mitico tram di Opicina, siete determinati a scoprire un territorio tanto ostico quanto affascinante, ecco una breve e non esaustiva antologia di luoghi da non mancare sul Carso triestino.

Il ristorante Sardoč, a Slivia dagli anni ’50, è stato insignito del Diploma Buona Cucina dall’Accademia italiana di buona cucina. Pochissimi come Ranko hanno resistito alle sirene dell’omologazione dei gusti, alle limitazioni imposte dal nuovo codice della strada e, non ultimo, ai carichi fiscali proibitivi. Il segreto, confida, è la conduzione familiare della sua trattoria, dove da ben 62 anni gnocchi e sughi sono appannaggio di mamma Elena, e i dolci della sorella Roberta. Da Sardoč la promessa è mantenuta e, come scriverebbe una blasonata guida gastronomica, si vive un’esperienza immersiva. Qui gli highlights sono senza dubbio il pollo fritto con patate in tecia, lo stinco di vitello, il rotolo di spinaci con ricotta e “gnocchi di susine solo quando è stagione”.

Profuma di casa anche la cucina della Trattoria Gostilna Sardoč, ristorante omonimo del precedente ma situato nella frazione di Precenico (Duino Aurisina). Qui si mangiano Žlikrofi (caramelle ripiene di patate e pancetta) “da urlo” e una Ghibaniza (dolce a tre strati con base di pasta frolla, noci, ricotta, mele e semi di papavero) che non teme rivali, tanto che ha

vinto un rinomato premio a Cittanova. Alternativa, nel senso di diversamente istituzionale, la Trattoria sociale di Contovello, al centro dell’omonimo antico borgo di pescatori. Anche qui zero deroghe, soprattutto pesce e solo local, giardino esterno dove in estate ci scappa qualche partita a briscola. Tradizioni rispettate e, anzi, valorizzate, all’agriturismo Milič a Sagrado nonostante non si possa propriamente definire una gostilna. Qui le donne di casa propongono ricette carsiche di un tempo introvabili altrove.

Nemmeno in Carso mancano le sperimentazioni ma, per fortuna sono contenute, nate per soddisfare clienti in cerca di “raffinatezza rustica”. La gostilna Brin, ad esempio, che grazie ai giovani Alex e Alexander ha ridato nuova vita al ristorante di lunga tradizione “Al Castelliere”, preservando le ricette del passato e introducendo un’ampia varietà di carne alla brace, con licenze extra-territoriali. Anche alla trattoria da Valeria, ottimo ristorante a pochi passi dal capolinea del tram di Opicina il cuoco e titolare Tom Oberdan, forte della sua esperienza, concede qualche deroga alla tradizione inserendo in menu la tartare di fassona, ma non perdetevi gli gnocchi di albicocche e lo strucolo di spinaci.

Per finire con i locali che offrono interessanti rivisitazioni e interpretazioni, è giusto citare un’eccezione: una pizzeria! Si chiama “Rino”, anch’essa in centro a Opicina, e vi si può gustare una strepitosa e molto tipica ljubljanska (milanese doppia con all’interno prosciutto crudo e formaggio) per pochi euro.

Lo staff della ‘Gostilna Brin’.

Nemmeno in Carso mancano le sperimentazioni, ma per fortuna sono contenute, nate per soddisfare clienti in cerca di “raffinatezza rustica”.

Für alle, die auf der Suche nach “rustikaler Raffinesse” sind - auf dem Karst gibt es auch Platz für kulinarische Experimente, zum Glück in überschaubarem Rahmen!

DEUTSCHER TEXT

Auf der Suche nach Sushi oder Ramen? Bitte Kurs ändern! Sie stehen auf Fusionsküche und Wasabi, ohne zu wissen, dass dieser aus der lokalen KrenWurzel (Meerrettich) hergestellt wird? Richtung Stadtzentrum bitte! Wenn Sie hingegen nach der legendären Straßenbahnfahrt nach Opicina die karge, doch faszinierende Gegend erkunden wollen, finden Sie hier einige Highlights, die Sie sich nicht entgehen lassen sollten.

Das seit den 1950er Jahren in Slivia ansässige Ristorante Sardoc wurde von der italienischen Akademie für gute Küche mit dem Diplom Buona Cucina ausgezeichnet. Nur wenige haben - wie Ranko - der Geschmacksstandardisierung, den Einschränkungen durch die neue Straßenverkehrsordnung und den drückenden Steuerlasten getrotzt. Das Geheimnis seines Erfolgs? Die familiäre Führung seiner Trattoria, wo Gnocchi und Saucen seit 62 Jahren das Vorrecht seiner Mutter Elena und die Desserts das seiner Schwester Roberta sind. Ein Besuch bei Sardoc ist ein immersives Erlebnis. Die Highlights auf der Karte sind zweifellos: frittiertes Hähnchen mit Bratkartoffeln, Kalbshaxe, Spinatrolle mit Ricotta und Zwetschgenknödel,

aber nur in der Saison.

Ebenfalls wie zu Hause riecht es in der Gostilna Sardoč, einem Restaurant mit demselben Namen wie das vorherige, allerdings in der Ortschaft Precenico (Duino Aurisina). Hier findet man zum Sterben gute Žlikrofi (mit Kartoffeln und Speck gefüllte Teigtaschen) und eine so unvergleichliche Ghibaniza (dreischichtiger Kuchen aus Mürbeteig, Walnüssen, Ricotta, Äpfeln und Mohn), dass sie in Novigrad eine renommierte Auszeichnung gewonnen hat.

Eine Institution ist auch die Trattoria Sociale im Zentrum des alten Fischerdorfes Contovello. Auch hier dreht sich alles um Fisch und lokale Produkte. Im Garten wird im Sommer Briscola gespielt. Im Agriturismo Milic in Sagrado hingegen werden Traditionen gepflegt und weiterentwickelt, auch wenn es keine gostilna ist. Gekocht werden Karstrezepte aus vergangenen Zeiten, die man nirgendwo anders findet.

Auf dem Karst gibt es aber auch Platz für kulinarische Experimente - zum Glück in überschaubarem Rahmen. Wer auf der Suche nach “rustikaler Raffinesse” ist, dem sei die Gostilna Brin ans Herz gelegt. Die jungen Inhaber Alex und Alexander haben dem Traditionsrestaurant Al Castelliere neues Leben eingehaucht, indem sie Rezepte aus der Vergangenheit bewahren und eine große Auswahl an gegrilltem Fleisch mit neuen Einflüssen kombinieren. Auch in der ausgezeichneten Trattoria da Valeria, unweit der Straßenbahnendstation Opicina, bricht der Chefkoch und Inhaber Tom Oberdan ab und an mit der Tradition und nimmt Tartar vom Piemonteser Fassona-Rind auf die Speisekarte. Ein absolutes Muss sind die Aprikosenknödel und der Spinatstrudel. Abschließend noch ein besonderer Tipp: die Pizzeria Rino, ebenfalls im Zentrum von Opicina. Hier erwartet Sie eine fantastische Ljubljanska (ein mit Rohschinken und Käse gefülltes Wiener Schnitzel) zu einem günstigen Preis.

Tutto è cominciato con una ricetta ingiallita.

La tradizione non è nostalgia. È responsabilità.

Pasticcere e pasticceri dal 1947

Via dei Piccardi 18, Trieste 040 245 1772

IO, TRAM

Vetta Scorcola Cologna

Sant’Anastasio via Romagna

Trieste Piazza Casali

testo di /Text von

Tratta funicolare Seilbahnstrecke

foto di /foto von Alessandro Ruzzier
Cristina Bonadei
Opicina
Chiesetta
Conconello
Banne Obelisco
Campo Romano via Nazionale

Su tutto, e nonostante i nonostante, io sono e mi sento un tram chiamato desiderio. Anzi, il. Questa è la mia essenza di Giano Bifronte, era e sarà, terra e cielo, così tenace da sfidare le leggi della fisica, ammaliato dalla fatica vittoriosa della salita e dalla temerarietà della discesa. Attraverso il tempo della

Storia e quello meteorologico, nella mia pancia di legno e ferro caterve di persone si sono lasciate incantare dallo sferragliare delle mie giunture e dalla vista di una città che per qualche anno mi ha messo in disarmo, talvolta ingrata, forse, ma di una bellezza senza aggettivi. Trieste. Credo di esserne la metafora, perché non c’è niente di più moderno del

passato: sono un monumento di avanguardia dall’estetica perfetta. Nei miei cadenzati sentieri sfilano le fermate, come un ipotetico pellegrinaggio, nelle fasi di ordinaria quotidianità. Anche se sono nato nel 1902, come un metronomo ho sentito il fluire delle stagioni che mi hanno insegnato a guardare la gente invertendone lo sguardo, regalandomi

un’anima viva e attenta. A tal punto da sentire come un rabdomante cosa provano quando si siedono, accomodandosi rapidi vicino ai finestrini così da perdere il senso dello spostamento, del dove devono scendere. Sospesi. Il viaggio in sé, non la meta. Io stesso mi perdo talvolta, ammaliato da una certa luce, dai ceselli floreali di borghesi edifici Liberty, da

un mare generoso e amniotico. Per questo me son ribaltà. Ho perso i sensi dall’emozione, sono svenuto, succede, sono vecchio e sensibile. E pure acciaccato: chiedetelo alla funicolare, che sia benedetta! Arrancando verso Opicina dal centro città ho trasportato il mondo intero. Nessuno escluso: sono democratico, fatto all’antica, sembro rigido ma

è solo apparenza. Ho il cuore morbido che gioisce quando sente che la direzione è l’altopiano del Carso, e la Napoleonica aspetta di essere attraversata come un corridoio d’azzurro, nell’attesa di un bosco o di una pietraia. A bici, a piedi, finalmente si respira. I gaudenti scendono invece alla fermata di Conconello, alla ricerca di un’osmiza, e sono sicuro

che un calice è alzato anche alla mia, di salute. Lechaim, alla vita, si dice in ebraico. Così come erano ebraiche le origini dell’ingegnere Eugenio Geiringer che progettò nel 1901 il tracciato entro cui mi muovo. Ci passo eh, sotto al suo Castelletto che oggi è una scuola. Ma c’è anche chi la marina, e quanti ne ho portati, via via, si va ad Opicina, oggi non

ho voglia, c’è il mondo che mi aspetta, il banco aspetterà. Anzi, hanno aperto il Borarium, dai, quasi quasi vado a prendermi una folata di libertà.

Era dal 2016 che ero in apnea, nove anni in cui mi sono sentito inutile. È proprio vero che vecchi si nasce e giovani si diventa ed io, ora, mi sento un adolescente. D’epoca, ma unico.

DEUTSCHER TEXT

Ich bin und fühle mich, trotz aller Wenn und Aber, eine Straßenbahn mit Endstation Sehnsucht. Ich war und werde sein, Erde und Himmel, unbeirrbar in meinem Bestreben, den Gesetzen der Physik zu trotzen, berauscht von der mühsamen, doch triumphalen Berg- und der kühnen Talfahrt. Bei jedem Wetter ließen sich die

Menschen in meinem Bauch aus Holz und Eisen vom Rattern meiner Gelenke und vom Anblick einer Stadt verzaubern, die mich einige Jahre lang außer Betrieb nahm. Eine Stadt, die zwar manchmal undankbar war, doch von einer unbeschreiblichen Schönheit ist: Triest. Ich bin ihre Metapher, denn es gibt nichts Moderneres als die

Vergangenheit. Ich bin ein Monument der Avantgarde. Auf festen Bahnen lege ich die Etappen des Alltagslebens zurück. Ich mag Jahrgang 1902 sein, doch der Fluss der Jahreszeiten hat mir beigebracht, die Menschen im umgekehrten Blick zu betrachten. Sie haben mir eine lebendige, aufmerksame Seele verliehen und wie ein Wünschelrutengänger

kann ich spüren, was sie fühlen, wenn sie einen Platz am Fenster ergattern und das Gefühl für Raum und Zeit verlieren - das Gefühl, wo sie aussteigen müssen. In der Schwebe. Die Fahrt an sich zählt, nicht das Ziel. Auch ich verliere mich manchmal, verzaubert von einem bestimmten Licht, von den Blumenranken der Jugendstilbauten, von

dem großzügigen Meer. Deshalb bin ich ja auch umgekippt, ribaltà, wie’s im Volkslied heißt. Ich habe vor Rührung die Sinne verloren, das kann passieren, ich bin alt und sensibel. Bei meiner Bergfahrt vom Stadtzentrum nach Opicina habe ich die ganze Welt mitgenommen. Niemand wurde ausgeschlossen: Ich bin ja auch demokratisch, vielleicht

auch altmodisch. Ich sehe recht steif aus, doch der Schein trügt. Mein weiches Herz freut sich, wenn es hört, dass es gen Hochebene geht und wir bald die Napoleonica überqueren. Mit dem Rad oder zu Fuß - endlich durchatmen! In Conconello steigen die Feierlustigen aus, auf der Suche nach einer Osmiza. Sicher wird auch auf mein Wohl

Alessandro Ruzzier

Alessandro Ruzzier è fotografo e artista visivo e sonoro. Il suo lavoro di ricerca indaga le correlazioni tra l’uomo e il paesaggio e le diverse forme sociali, politiche e ambientali che queste relazioni assumono. Utilizzando metodologie che includono sia fonti documentaristiche che narrative combina il lavoro sul campo e la ricerca d’archivio con l’intento di ridefinire l’ordine apparente delle cose in una nuova sintesi poetica ed esperienziale. Ha realizzato immagini per importanti aziende, enti ed istituzioni. Sue opere sono state esposte in Italia e all’estero e sono conservate in musei e collezioni private e pubbliche.

getrunken. Lechaim, auf das Leben, sagt man auf Hebräisch. Auch der Ingenieur Eugenio Geiringer, der mich 1901 entwarf, war jüdischer Herkunft. Meine Strecke führt unter seiner Villa, dem Castelletto, vorbei, das heute eine Schule ist. Ach ja, die Schulschwänzer! Viele von ihnen habe ich mitgenommen: Null Bock, die Welt kann warten, die Schulbank erst recht! Eröffnung des Bora-Museums? Ein Hauch Freiheit tut immer gut! Von 2016 an stand ich still, 9 Jahre, in denen ich mich nutzlos fühlte. Doch wie sagt man so schön: Alt kommt man auf die Welt, jung wird man. Ich fühle mich jedenfalls wie ein Teenager. Ein Teenie vergangener Zeiten, aber einzigartig.

Alessandro Ruzzier ist Fotograf, visueller Künstler und Klangkünstler. In seiner Forschungsarbeit untersucht er die Zusammenhänge zwischen Mensch und Landschaft und die verschiedenen sozialen, politischen und ökologischen Formen, die daraus resultieren. Mit Methoden, die dokumentarische und erzählerische Quellen einbeziehen, kombiniert er seine Arbeit vor Ort und seine Archivrecherchen mit dem Ziel, die scheinbare Ordnung der Dinge in einer neuen poetischen und erfahrungsorientierten Synthese zu definieren. Er hat Bilder für wichtige Unternehmen, Organisationen und Institutionen geschaffen.

ZKB CREDITO COOPERATIVO DI TRIESTE E GORIZIA

Oltre i numeri, un impegno concreto per la comunità.

ZKB Credito Cooperativo di Trieste e Gorizia, con 14 filiali sparse sul proprio territorio di riferimento che va da Sant’Andrea (GO) fino a Muggia (TS), è l’unica banca locale con sede operativa nella provincia di Trieste. Il costante aumento di volumi e conti conferma la crescente fiducia della clientela che ripagano con un costante sostegno al territorio sotto forma di nuovi finanziamenti, gestione del risparmio ed elargizioni.

Una delle sue peculiarità è anche il suo essere bilingue, espressione dell’identità del territorio in cui opera. La banca è profondamente legata alle famiglie e alle piccole e medie imprese, e agisce da volano per l’economia del territorio, creando un circolo virtuoso che ha inizio con la raccolta e la gestione del risparmio della clientela privata, si alimenta con il reinvestimento di queste risorse nell’economia locale attraverso finanziamenti a imprese e famiglie, e si completa sostenendo la crescita e lo sviluppo del tessuto sociale ed economico, contribuendo al bene comune.

I dati di bilancio del 2024 confermano un altro anno molto positivo, caratterizzato dalla crescita di tutti gli indicatori, economici e patrimoniali e da

un impegno sempre più concreto verso le pari opportunità. La raccolta complessiva è cresciuta del 4,7% (+ 41 milioni) arrivando a un totale di 926 milioni, con un incremento della raccolta diretta del 3,6% e della raccolta gestita-assicurativa del 4,5% rispetto all’anno precedente. I nuovi finanziamenti, destinati principalmente alle famiglie per l’acquisto della prima casa e alle piccole e medie imprese per lo sviluppo delle loro attività, hanno raggiunto i 72 milioni di euro, con l’erogazione di 657 nuovi mutui.

La massa operativa ha superato 1,4 miliardi di euro, con una crescita del 3,9% rispetto al 2023. Anche l’indice di solidità patrimoniale Cet1 ratio è migliorato, salendo al 22,9% (rispetto al 20,5% dell’anno precedente). La ZKB Trieste Gorizia conferma anche la solidità del suo rapporto con il territorio: nel 2024 il numero di clienti si è assestato a 23.722 tra i quali 4.135 soci e socie.

L’utile netto d’esercizio ha raggiunto i 10,7 milioni di euro, segnando un incremento di 6,2 milioni (+ 137%) rispetto all’anno precedente. “Un risultato eccellente non solo per la nostra banca, ma per tutto il territorio. Uno dei principi fondamentali del credito cooperativo è infatti restituire una parte significativa del valore generato alla comunità: il 97% delle risorse raccolte vengono infatti reimpiegate nello stesso territorio di riferimento”, commenta la Direttrice Generale Emanuela Bratos. “Anche gli altri risultati sono estremamente positivi e confermano la solidità della nostra banca. Siamo un istituto affidabile e in costante crescita. Nonostante il contesto di grande incertezza economica e la forte volatilità dei tassi di interesse, siamo orgogliosi dei traguardi raggiunti. Desidero ringraziare tutti i nostri clienti e soci per la fiducia dimostrata, che ha contribuito a un altro anno di successo.”

Parità di genere e inclusione: un impegno concreto

Oltre ai risultati economici, il 2024 ha rappresentato per la ZKB Trieste Gorizia un anno di importanti traguardi anche sul fronte della responsabilità sociale. La banca ha infatti ottenuto il Certificato di Parità di Genere, un riconoscimento che attesta l’impegno concreto nel garantire pari opportunità all’interno della propria organizzazione. “Siamo particolarmente orgogliosi di questo riconoscimento, che riflette la nostra attenzione all’inclusione e al rispetto della diversità” afferma la direttrice Emanuela Bratos. “Oltre ai numeri positivi del bilancio, il nostro obiettivo è creare un ambiente lavorativo equo e valorizzare il talento di tutti.”

Sostegno alla comunità: più di 350.000 € per il territorio Anche nel 2024 la banca ha confermato il suo impegno verso la comunità, destinando 353.000 euro a sponsorizzazioni, donazioni e progetti a supporto del territorio. In totale, sono stati finanziati 292 interventi nei settori sportivo, culturale, formativo e sociale. “Essere una banca di credito cooperativo significa mettere il bene comune al centro della nostra missione,” dichiara il Presidente Adriano Kovačič. “I numeri confermano la solidità della banca, ma per noi conta soprattutto l’impatto positivo sul tessuto sociale ed economico locale. Nel 2024 siamo stati ancora una volta a fianco di famiglie, imprese e associazioni, ascoltando le loro esigenze e offrendo risposte concrete per affrontare insieme le sfide del presente e costruire nuove opportunità per il futuro.”

BENTORNATA LIBRERIA

La nuova Libreria Antiquaria

Umberto Saba, tra passato e futuro.

Die neue Libreria Antiquaria Umberto Saba - zwischen Vergangenheit und Zukunft.

Trieste cambia. Cambia il suo skyline con le navi da crociera che ormai la scelgono come tappa fissa, cambiano le sue piazze che si riempiono di lingue e accenti da ogni parte del mondo. E cambia anche il modo di vivere i suoi spazi culturali. In questo fermento, una delle sue istituzioni più amate e riconosciute scrive un nuovo capitolo della sua storia: la Libreria Saba riapre. E lo fa con un’energia nuova, fresca, contemporanea. Perché la città che ha dato i natali a Svevo, Saba e Magris merita una libreria che non sia solo un luogo di culto per il passato, ma anche un punto di riferimento per il presente e per il futuro. Questo è il cambiamento necessario affinché il cuore di Trieste continui a battere forte e in sintonia con il mondo che cambia.

Diciamocelo: riaprire una libreria indipendente nel 2025 non è una scelta da persone prudenti. In un’epoca di eBook, algoritmi e acquisti compulsivi con un click, credere nella magia della carta, nel consiglio di un libraio, nel tempo lento che richiede la scoperta di un buon libro, è quasi un atto rivoluzionario. Chi ha deciso di riportare in vita la Libreria Saba ha scommesso forte, ha rischiato, e ha scelto di investire non solo

in cultura, ma in un’idea precisa di città. Perché questa non è solo una libreria, è un manifesto. Un luogo dove trovare non solo i grandi classici, ma anche titoli fuori dal mainstream, storie che raccontano il mondo in modi diversi. Un posto dove chi entra non trova solo scaffali pieni di libri, nuovi, vecchi, antichi, ma una selezione curata che aiuta anche a immaginare una nuova Trieste: una città colta, curiosa, internazionale, sempre in movimento.

Ma la Libreria Saba non è solo libri. È incontri, casuali o voluti. Qui si viene per respirare un’aria diversa. Basta fermarsi un attimo, in un sabato pomeriggio qualsiasi, per accorgersene: chi cerca un titolo di cui non ha mai sentito parlare, chi discute con il libraio di quell’autore sconosciuto ai più, chi si ritrova con vecchi amici senza averlo programmato, magari dopo un caffè in piazza, e finisce per parlare di letteratura, di viaggi, di idee.

E poi gli eventi collaterali: presentazioni, incontri, letture, dibattiti, ma senza quella patina ingessata da “circolo letterario per pochi eletti”. Qui la cultura è pop nel senso più alto del termine: accessibile, vibrante, capace di accogliere e contaminare, popolare.

di /von
Viviana Amendola

Riaprire la Libreria Saba significa riaccendere un faro nella città. Significa restituire ai triestini un punto di riferimento culturale, ma anche dare ai visitatori un motivo in più per scoprire una città che non è solo belle piazze e vento di bora.

È un grande momento di ripartenza per la città e per i suoi simboli storici. Trieste cambia, ma ci sono cose che devono restare. La Libreria Saba è una di queste: cambia restando esteticamente identica a quando ci lavorava Saba, si trasforma, si rinnova, ma resta un pilastro della città, un cuore pulsante che batte tra le pagine e le parole. Un luogo dove il passato e il futuro si sfiorano, dove ogni libro è una promessa e ogni lettore un viaggiatore.

Ah sì, un ultimo dettaglio: Massimo Battista è il libraio traghettatore che accompagnerà la Libreria Saba in questa nuova avventura, supportato dalla famiglia Cerne che in lui ha visto la persona adatta a questa svolta del cambiamento.

Triest verändert sich. Seine Skyline verändert sich mit den Kreuzfahrtschiffen, die Triest zu ihrem Anlaufpunkt auserkoren haben, seine Plätze, die sich mit Sprachen und Akzenten aus aller Welt füllen. Auch das kulturelle Leben verändert sich und eine der beliebtesten und bekanntesten Institutionen der Stadt schlägt gerade ein neues Kapitel auf: Die Buchhandlung Libreria Saba wird neu eröffnet. Und das mit frischer, moderner Energie. Denn die Stadt, die Svevo, Saba und Magris hervorgebracht hat, verdient eine Buchhandlung, die mehr ist als ein Tempel der Vergangenheit, nämlich ein lebendiger Treffpunkt für die Gegenwart und Zukunft ist. Genau dieser Wandel ist notwendig, damit das Herz von Triest weiterhin kräftig schlägt und im Einklang mit der sich ständig verändernden Welt pulsiert.

Seien wir mal ehrlich: Die Wiedereröffnung einer unabhängigen Buchhandlung im Jahr 2025 ist keine kluge Entscheidung. Im Zeitalter von eBooks, Algorithmen und zwanghaftem OneClick-Shopping ist der Glaube an die Magie des Papiers, an die persönliche Beratung durch einen Buchhändler, an die nötige Langsamkeit, um ein gutes Buch zu entdecken, ein fast revolutionärer Akt. Wer die Libreria Saba wieder zum Leben zu erweckt hat, ist ein Risiko eingegangen und will nicht nur in die Kultur, sondern auch in eine Vision für Triest investieren.

Denn die Libreria ist mehr als eine Buchhandlung. Sie ist ein Manifest. Hier findet man nicht nur die großen Klassiker, sondern auch Titel abseits des Mainstreams, die die Welt aus einer anderen Perspektive erzählen. Nicht nur Regale mit neuen und alten Büchern, sondern auch eine kuratierte Auswahl, die dazu anregt, sich ein neues Triest vorzustellen: eine kultivierte, neugierige, internationale Stadt.

M. Battista
M. Battista
L’ingresso della libreria su via San Nicolò.
/Der Eingang zur Bücherei in der Via San Nicolò.

Die Libreria Saba ist aber nicht nur ein Ort für Bücher. Sie ist ein Ort für Begegnungen - zufällige oder geplante. Man kommt hierher, um einen anderen Eindruck zu bekommen. Es genügt, wenn man an einem beliebigen Samstagnachmittag einen Moment hier Halt macht, um sich dessen bewusst zu werden: Gespräche über unbekannte Bücher, Gespräche mit dem Buchhändler über unbekannte Autoren, Gespräche mit alten Freunden, die man zufällig trifft und mit denen man schließlich über Literatur, Reisen und Ideen spricht.

Und ein Ort für Veranstaltungen: Präsentationen, Lesungen, Debatten. Doch im Gegensatz zu anderen kulturellen Formaten wirkt hier nichts angestaubt oder elitär. Vielmehr ist die Kultur hier im besten Sinne des Wortes pop: lebendig, einladend, zugänglich und ansteckend.

Die Wiedereröffnung der Buchhandlung kommt der Wiederbelebung eines Leuchtturms in der Stadt gleich.

Sie gibt den Triester:innen einen kulturellen Bezugspunkt zurück, und den Besucher:innen einen Grund mehr, eine Stadt zu entdecken, die nicht nur aus malerischen Plätzen und BoraBöen besteht.

Es ist ein Moment des Neubeginns für die Stadt und ihre Wahrzeichen. Ja, Triest verändert sich, aber mache Dinge müssen bleiben. Die Libreria Saba ist eines davon: Sie verändert sich und bleibt doch ihrem Erbe treu, als Saba noch durch die Regale stöberte; sie verändert sich und bleibt doch eine tragende Säule der Stadt, ein pulsierendes Herz, das zwischen Seiten und Worten schlägt. Ein Ort, wo sich Vergangenheit und Zukunft treffen, wo jedes Buch ein Versprechen ist, das alle Leser:innen zu Reisenden macht.

Ach ja, der Buchhändler, der die Libreria Saba bei diesem neuen Abenteuer begleitet, heißt Massimo Battista. Unterstützt wird er von der Familie Cerne, die in ihm den richtigen Mann für diese neue Ära sieht.

“Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi.”
“Wenn

wir wollen, dass alles so bleibt, wie es ist, muss sich alles ändern.”

Tomasi di Lampedusa, Il Gattopardo

Diverse anime si esprimono nei tre piani del Magazzino 26 in Porto Vecchio-Porto Vivo, da quella marinara del Museo del Mare, a quella espositiva; da quella scientifica dell’Immaginario Scientifico, a quella storica del Magazzino 18, il museo che racconta l’esodo istriano-fiumano-dalmata. Inoltre c’è la sala Luttazzi che propone rappresentazioni teatrali, proiezioni cinematografiche, concerti, conferenze e incontri sotto la rassegna promossa e organizzata dal Comune di Trieste denominata “Una luce sempre accesa”. Tra gli appuntamenti primaverili spicca il concerto omaggio a Lelio Luttazzi nel giorno del suo compleanno, domenica 27 aprile. Da segnalare anche la rassegna “La Cultura non ha Età” a cura della Pro Senectute Asp: concerti di musica classica e teatro a favore degli anziani della città.

26: LA CULTURA AL CENTRO

—Magazzino 26: Kultur im Mittelpunkt

Mostra “Living as Memory” in esposizione presso la sala “Arturo Nathan”.

Le esposizioni

Presso la sala “Arturo Nathan” fino al 4 maggio “Living as Memory” dedicata al lavoro dell’artista, fotografo e regista cinematografico Rossano B. Maniscalchi, che ha collaborato con importanti case di moda, lavorando anche con celebrità note come Barack Obama, Arnold Schwarzenegger, Andrea Bocelli e tanti altri. Tra giugno e agosto “Mondi astrali” sul pittore e architetto triestino Carmelo Nino Trovato che ha da sempre considerato l’arte come una sorta di ideale ponte fra il mondo spirituale e quello fisico-sensibile.

Sempre fino al 4 maggio doppia esposizione a cura della sezione Friuli Venezia-Giulia di AFNI – Associazione Fotografi Naturalistici Italiani: presso la sala “Carlo Sbisà” una mostra dedicata al concorso internazionale di fotografia naturalistica ASFERICO; presso la sala “Leonor Fini” un’opportunità unica di esplorare la bellezza e la biodiversità delle terre che costeggiano le nostre coste regionali attraverso la mostra “Terraemare”.

Mostra “Terraemare” in esposizione presso la sala ‘‘Leonor Fini”. Foto di Claudio Zamparini.

Barbara Dall’Angelo Vincitrice del concorso internazionale “Asferico”, esposizione presso la sala “Carlo Sbisà”.

A seguire, dal 17 maggio al 13 luglio, la sala “Sbisà” ospiterà un’esposizione legata al tema di GO!2025 – Nova Gorica/Gorizia Capitale della Cultura 2025: a cura di Marianna Accerboni, architetto, scenografo e critico d’arte e d’architettura, la mostra esporrà i lavori di artisti dell’area transfrontaliera, quali i friulani Toni Zanussi, Claudio Mario Feruglio e Carlo Vidoni, l’artista triestina appartenente alla Comunità slovena Jasna Merkù e il triestino Paolo Cervi Kervischer. Tutte le esposizioni sono ad ingresso libero.

Museo del mare

Visitando le sezioni si compie un viaggio nella storia della marineria legata alla storia stessa della città. Si parte dalla città ottocentesca e dal suo porto, si prosegue attraverso l’evoluzione delle imbarcazioni imparando l’arte di andar per mare su un transatlantico piuttosto che su una barca a vela o un “topo” da pesca. Grandi storie di mare, dalle compagnie di assicurazione alle imbarcazioni sportive, in una Trieste ricca di associazioni, dalla più antica, la Società Ginnastica Triestina, fondata nel 1863, seguita l’anno successivo dalla “Ruderklub Hansa”, che diventerà Canottieri Saturnia. Seguono molte altre società che ancora animano lo sport triestino, come la Pullino di cui è presente in esposizione l’Armando Diaz, “quattro con” vincitrice dell’oro alle olimpiadi di Amsterdam nel 1928.

Sala Luttazzi salaluttazzi.online.trieste.it

discover-trieste.it museodelmaretrieste.it

Trieste Outdoor

Trieste, incastonata tra il blu intenso del mare, il bianco candido delle falesie e il verde smeraldo dell’altopiano carsico, è la meta ideale per gli amanti dell’outdoor. Qui puoi praticare trekking panoramici, cicloturismo lungo la costa, arrampicata su pareti rocciose mozzafiato, sport acquatici e molto altro ancora.

Triest, eingebettet zwischen dem tiefen Blau des Meeres, dem Weiß der Klippen und dem Smaragdgrün der Karstebene, ist das ideale Reiseziel für Outdoor-Fans: landschaftlich reizvolle Wanderungen, Fahrradtouren an der Küste, Kletterparcours an atemberaubenden Klippen und Wassersportmöglichkeiten aller Art.

Auf den drei Etagen des Magazzino 26 in Porto Vecchio-Porto Vivo kommen verschiedene Seelen zum Ausdruck: die der Seefahrt im Museo del Mare, die der Wissenschaft im Immaginario Scientifico und die der Geschichte im Magazzino 18. Letzteres dokumentiert den Exodus aus Istrien, Dalmatien und dem Gebiet von Rijeka (einst Fiume). Außerdem finden im Luttazzi-Saal im Rahmen eines von der Stadt Triest geförderten Projekts namens Una luce sempre accesa Theatervorstellungen, Filmvorführungen, Konzerte, Konferenzen und Treffen statt. Zu den Frühjahrsevents gehört das Geburtstagskonzert zu Ehren von Lelio Luttazzi am Sonntag, den 27. April. Erwähnenswert ist auch die Veranstaltung La Cultura non ha Età (“Kultur kennt kein Alter”), die von Pro Senectute Asp organisiert wird: klassische Musik- und Theaterkonzerte für ältere Menschen.

Ausstellungen

Im Arturo Nathan-Saal zeigt die Ausstellung Living as Memory bis zum 4. Mai die Arbeit des Künstlers, Fotografen und Filmregisseurs Rossano B. Maniscalchi, der mit wichtigen Modehäusern zusammengearbeitet und auch Persönlichkeiten wie Obama, Schwarzenegger und Bocelli abgelichtet hat. Von Juni bis August zeigt die Ausstellung Mondi astrali Arbeiten des triestinischen Malers und Architekten Carmelo Nino Trovato, der die Kunst immer als eine Art Brücke zwischen der spirituellen und der physisch-sinnlichen Welt betrachtete. Ebenfalls bis zum 4. Mai findet eine Doppelausstellung statt, die von der Vereinigung italienischer Naturfotografen AFNI (Sektion Friaul-Julisch Venetien) organisiert wird: im Carlo Sbisa-Saal die Ausstellung zum internationalen Naturfotowettbewerb ASFERICO; im Leonor Fini-Saal hingegen Terraemare, eine Ausstellung über die Schönheit und Artenvielfalt der Landschaften an der regionalen Küste. Von 17. Mai bis 13. Juli ist im Sbisa-Saal eine Ausstellung zum Thema Kulturhauptstadt Görz - GO!2025. Kuratiert von Marianna Accerboni, Architektin, Bühnenbildnerin und Kunstund Architekturkritikerin, werden hier Werke von Künstler:innen aus dem Grenzgebiet, wie den Friaulern Toni Zanussi, Claudio Mario Feruglio und Carlo Vidoni, der Triester Künstlerin Jasna Merkù, die der slowenischen Gemeinde angehört, und dem Triester Künstler Paolo Cervi Kervischer präsentiert. Alle Ausstellungen sind kostenlos.

Museo del mare

Der Besuch des Meeresmuseums nimmt die Besucher:innen mit auf eine Reise durch die Geschichte der Seefahrt, die auch mit der Geschichte der Stadt verbunden ist. Sie beginnt im 19. Jahrhundert und setzt sich mit der Entwicklung der Schiffe fort. Dabei lernt man, wie es ist, auf einem Ozeandampfer, einem Segelboot oder einem Fischkutter zur See zu fahren. Große Geschichten über das Meer, über Versicherungsgesellschaften und über Sportboote in einer Stadt, wo es von Vereinen nur so wimmelt. Der älteste, die Società Ginnastica Triestina, wurde 1863 gegründet. Oder der Ruderverein Hansa, der im darauf folgenden Jahr zu Canottieri Saturnia umgetauft wurde. Ganz zu schweigen vom Ruderclub Pullino, der bei den Olympischen Spielen 1928 in Amsterdam mit seinem “Vierer mit Steuermann” in dem ausgestellten Boot Armando Diaz Gold holte.

Brochure ‘Trieste Outdoor’

SASSO, CARTA, FORBICI

—Schere, Stein, Papier

di /von Lucija

Nel gioco della morra cinese, la carta avvolge il sasso, il sasso spezza le forbici e le forbici tagliano la carta. Ma se a tutti questi elementi aggiungiamo il tempo, si trasformano. La carta diventa racconto o custode della memoria; il sasso o, meglio, la pietra, tolto il superfluo, rivela ciò che custodisce; le forbici tagliano, modellano e danno vita a sagome e figure che invitano a giocare con l’immaginazione. È così che materia e creatività si incontrano e, nel cuore di Trieste, danno vita a laboratori, botteghe e negozi storici dove la tradizione dialoga con la bellezza. Carta, colla e pazienza sono gli ingredienti che danno vita alle creazioni di Cartastraccia Lab [1], laboratorio artigianale e negozio specializzato nell’arte della cartapesta. In via Diaz 16c, troverete un piccolo mondo sospeso tra sogno e realtà, dove perdersi tra mongolfiere che fluttuano, meduse di carta che sembrano nuotare nell’aria, gabbiani che raccontano il mare e acrobati di cartapesta in equilibrio tra fantasia e poesia. A Trieste è dedicata l’irresistibile Lady Bora, un personaggio ispirato al famoso vento. Oltre a essere una bottega da scoprire, Cartastraccia Lab è anche uno spazio creativo aperto a tutti, dove adulti e bambini possono sperimentare la magia della cartapesta attraverso laboratori e workshop. Sorprendersi è una questione di pochi secondi, se sei nel posto giusto. UAO [2] è più di un negozio, è una vera e propria finestra sull’arte e sulla creatività. In via di Torre Bianca 13b troverete stampe da appendere ovunque vogliate o da regalare a chi amate. UAO dedica un angolo speciale alla città. Le pareti e gli scaffali del negozio ospitano opere di talenti locali come Sara Paschini, Jan Sedmak, Giovanni Alberti, Daria Tommasi e molti altri. Potrete trovare il Pedocin, la Bora in numerose varianti, il Castello di Miramare, Barcola e tanti scorci mozzafiato. Ogni stampa può essere acquistata con o senza cornice, perfetta come ricordo di viaggio o come regalo originale. Ricordatevi di

scegliere un’illustrazione che vi faccia esclamare: UAO!

È invece senza tempo Muran [3] , cartoleria fondata nel 1913 situata in via Paolo Reti, 6. Muran, oggi gestita da Daniela Giorio, è un luogo dove la carta profuma ancora di ricordi e la scrittura è un gesto prezioso che si fa con pennini e inchiostro. In origine il negozio si trovava in via Ghega e tuttora conserva il suo fascino. Gli arredi sono rimasti quelli di un tempo, compreso il bancone, testimone di generazioni di clienti, e le lampade ispirate ai lampioni, realizzate su misura a Firenze. Da Muran troverete quaderni in carta fatta a mano dove appuntare i propri pensieri, album fotografici per custodire memorie di famiglia, carta da lettere pregiata, ricettari, libri di viaggio e carte da regalo particolari. Muran è un rifugio per chi ama la tradizione, l’inchiostro e la creatività. Un luogo dove il tempo scorre lento, tra caleidoscopi, carillon e pennini che riportano alla memoria l’infanzia e la bellezza delle cose fatte con cura. In via Capitelli 4 la carta prende vita, si apre e si dispiega, trasformandosi in poesia. Annalisa Metus [4], paper engineer, realizza movables, i cosiddetti “libri animati”, teatrini e diorami, anche di grandi dimensioni, e libri pop-up. L’obiettivo non è il virtuosismo tecnico, ma stupire: Metus lascia che sia l’oggetto stesso a raccontarsi, senza bisogno di didascalie. Per questo le sue opere attingono a un immaginario collettivo, fatto di fiabe e storie, riconoscibili da chiunque. Non manca l’omaggio alla città: refoli di Bora incastrati in palline di vetro o barattoli e i tanti altri teatrini che racchiudono la città in piccole scenografie di carta. Nell’atelier troverete anche sculture di carta in vari formati, quaderni illustrati e persino collane. Tra le sue creazioni più incredibili c’è il Sincrotrone. La paper engineer triestina ha infatti costruito in cartoncino un dettagliatissimo modello in scala dell’acceleratore di particelle di Trieste. Da non perdere i laboratori per adulti e bambini: un’occasione unica per creare la vostra favola di carta.

Se la carta racconta storie, il marmo le rivela. Un viaggio introspettivo dell’idea nella materia, la consapevolezza di sé e l’inconscio, il mondo invisibile e quello visibile: è tutto questo, e molto altro, l’arte di Greta Fila [5] , che per le sue opere predilige il marmo perché “ti impone un ritmo lento e non ammette errori”, racconta. La sua serie “Animani” presenta creature ibride che uniscono forme animali ed elementi umani. Le sue sculture giocano con il doppio e con la contrapposizione tra luce e ombra, evocando l’antico fascino delle ombre cinesi. Tra le sue opere, spicca un elegante cigno in marmo di Carrara, che potete ammirare da Katastrofa in via Diaz 19. Fanno parte della stessa serie anche le lepri in ceramica da vedere nel suo laboratorio in via Costalunga, 324 (su appuntamento).

A Trieste, la creatività è un filo che lega passato e presente, materia e immaginazione. Qui, giocare a sasso, carta, forbici significa creare.

A Trieste, giocare a sasso, carta, forbici significa creare.

In Triest wird Schere, Stein, Papier spielen zum Ausdruck von Kreativität.

Ci sono luoghi dove il tempo rallenta e ogni oggetto racconta una storia: sono le botteghe di Trieste, custodi di tradizioni e creatività.

An manchen Orten vergeht die Zeit langsamer und jedes Ding erzählt eine Geschichte - die Handwerksbetriebe in Triest, wo Tradition und Kreativität bewahrt werden.

Cartastraccia Lab Via Diaz, 16c

Piazza Unità d’Italia
San Giusto
Via G.
Carducci
Piazza del Ponterosso
MoloAudace
Piazza Cavana
Piazza della Borsa
Via Torino
UAU
Annalisa Metus
Muran Greta Fila Cartastraccia Lab

DEUTSCHER TEXT

Bei dem ursprünglich chinesischen Spiel wickelt das Papier den Stein ein, der Stein macht die Schere stumpf und die Schere schneidet das Papier. Aber wenn zu diesen Elementen der Aspekt Zeit hinzukommt, wird das Papier zur Erzählung; der Stein offenbart - nachdem das Überflüssige entfernt wurde - , was er birgt, und die Schere schneidet und erschafft Formen, die die Fantasie beflügeln. Hier im Herzen von Triest verschmelzen Materie und Kreativität zu Ateliers, Handwerksbetrieben und historischen Läden, wo Tradition und Schönheit in Dialog treten. Papier, Leim und Geduld sind die Zutaten, die den Kreationen von Cartastraccia Lab [1] Leben einhauchen. Das Atelier und Geschäft in der Via Diaz 16/c hat sich auf die Kunst des Pappmachés

spezialisiert und eine kleine Welt zwischen Traum und Wirklichkeit geschaffen: schwebende Heißluftballons, in der Luft schwimmende Papierquallen, vom Meer erzählende Möwen und Pappmaché-Akrobaten. Eine Hommage an Stadt Triest ist Lady Bora, die sich am berühmten Wind inspiriert. Cartastraccia steht allen offen: Jung und Alt kann hier in Workshops die Magie des Pappmachés erleben.

Überraschungen lauern oft nur wenige Augenblicke entfernt, vorausgesetzt, man ist am richtigen Ort. UAO [2] ist mehr als ein Geschäft, es ist ein Schaufenster für Kunst und Kreativität. In der Via Torrebianca 13b findet man Drucke zum Aufhängen oder Verschenken. Eine Ecke ist bei UAO der Stadt gewidmet. Hier sind Werke von lokalen Talenten (Sara Paschini, Jan Sedmak, Giovanni Alberti und Daria Tommasi) ausgestellt, die beeindruckende Ansichten vom Pedocin, der Bora, dem Schloss Miramare und von Barcola einfangen. Jeder Druck kann mit oder ohne Rahmen erworben werden und eignet sich perfekt als Souvenir oder als Geschenk. Schon ausgewählt? Zeig mal! UAO!

Zeitlos hingegen ist das 1913 gegründete Schreibwarengeschäft Muran [3]

Annalisa Metus Via dei Capitelli, 4

La carta racconta storie, la pietra le custodisce, le forbici le plasmano: a Trieste, la creatività prende vita grazie ad artigiani e artisti.

Das Papier erzählt Geschichten, der Stein bewacht sie, die Schere formt sie. Handwerk und Kunst erwecken die kreative Seele Triests zum Leben.

in der Via Paolo Reti 6. Es wird heute von Daniela Giorio geführt und ist ein Ort, an dem Papier noch nach Erinnerungen riecht und das Schreiben zu einer wertvollen Geste wird. Ursprünglich in der Via Ghega ansässig, hat sich das Geschäft seinen Charme bewahrt. Die Einrichtung ist noch so wie damals, einschließlich des Tresens sowie der von Straßenlaternen inspirierten Lampen, die in Florenz maßgefertigt wurden. Bei Muran bekommt man handgefertigte Notizbücher, Fotoalben, Schreibpapier, Koch- und Reisebücher sowie Geschenkkarten. Ein Zufluchtsort für alle, die Tradition, Tinte und Kreativität schätzen. Ein Ort, an dem die Zeit langsamer vergeht, inmitten von Kaleidoskopen, Spieldosen und Schreibfedern, die Erinnerungen an die Kindheit und die Schönheit der Dinge wecken.

In der Via Capitelli 4 erwacht das Papier zum Leben, entfaltet sich und wird zu Poesie. Annalisa Metus [4] stellt bewegliche Objekte her, so genannte “animierte Bücher”, kleine und große Theater und Pop-up-Bücher. Ihre Werke sind nicht nur technische Meisterwerke, sondern auch eine Quelle des Staunens. Metus lässt das Objekt selbst seine Geschichte erzählen, ganz ohne Worte. Ihre Werke bedienen sich kollektiver Bilder aus bekannten Märchen. An Hommagen an Triest mangelt es nicht: in Glaskugeln eingefangene Bora-Böen und Theater, die die Stadt in Papierszenen zeigen. Im Atelier findet man auch Papierskulpturen, illustrierte Notizbücher sowie Halsketten. Zu ihren tollsten Kreationen gehört das detailliertes

Pappmodell des Teilchenbeschleunigers Synchrotron in Triest. Die Workshops für Erwachsene und Kinder bieten die Gelegenheit, eigene Papiermärchen zu kreieren.

Papier erzählt Geschichten, Marmor offenbart sie. Eine introspektive Reise in die Materie, in die bewusste, sichtbare und die unbewusste, unsichtbare Welt. Das und noch viel mehr steckt in den Werken von Greta Fila [5]. Sie verwendet vor allem Marmor, weil “er einen langsamen Rhythmus vorgibt und keine Fehler zulässt”, wie sie sagt. Ihre Serie “Animani” zeigt hybride Kreaturen, die Tierformen und menschliche Elemente kombinieren. Ihre Skulpturen spielen mit Doppelungen, Licht und Schatten und erinnern an das chinesische Schattentheater. Zu ihren Werken gehört ein Schwan aus Carrara-Marmor, den man bei Katastrofa in der Via Diaz 19 sehen kann. Auch Keramikhasen gehören zur Serie und können in Atelier in der Via Costalunga 324 (nach Vereinbarung) besichtigt werden.

Die Kreativität in Triest - ein roter Faden, der Vergangenheit und Gegenwart, Materie und Fantasie miteinander verbindet. Wo Schere, Stein und Papier für Kreativität stehen.

Greta Fila Via Costalunga, 324

LIVE IS LIVE

Elisa Grando

Robbie Williams, Alanis Morrisette, Sting, Massive Attack, Thirty Seconds to Mars: sono solo alcuni dei grandi nomi internazionali che popoleranno l’estate live del Friuli Venezia Giulia, portati in regione con la collaborazione dei promoter Vigna PR e FVG Music Live. E la novità è che non si tratta di eventi sporadici, ma di un calendario fitto da giugno ad agosto che racconta anche la tenacia con cui negli ultimi anni le due società, in collaborazione con la Regione Friuli Venezia Giulia ed altri enti locali, si sono impegnate per riportare la grande musica sul territorio. “Questo risultato è frutto di un lavoro graduale che parte dal percorso delle “date zero” con i principali artisti italiani, avviato tanti anni fa da FVG Music Live a Lignano e portato poi avanti assieme anche in altre località della regione”, racconta Luigi Vignando, cofondatore e amministratore di Vigna PR. “La “data zero” è il debutto di una lunga tournée negli stadi: significa ospitare la produzione, come avviene ogni estate allo Stadio Teghil a Lignano Sabbiadoro e come abbiamo fatto allo Stadio Rocco di Trieste nel 2023 per il tour dei Maneskin e nel 2024 per Ultimo e Max Pezzali, per provare l’allestimento, i tempi di montaggio del

Concerto al Castello di San Giusto.

Robbie Williams, Alanis Morrisette, Sting, Massive Attack, Thirty Seconds to Mars: l’estate del Friuli Venezia Giulia è live.

Robbie Williams, Alanis Morrisette, Sting, Massive Attack, Thirty Seconds to Mars - Friaul-Julisch Venetien und sein Festivalsommer live!

palco, dell’audio, delle luci e dei video, e per permettere all’artista di provare lo show con la band”, spiega Vignando. “Questa strategia ha permesso di riposizionare il Friuli Venezia Giulia nel circuito dei grandi concerti, dapprima in quello nazionale e ora anche in quello internazionale, tra l’altro con una programmazione di primissimo livello”. Sicuramente, dice Vignando, il tassello fondamentale di questo percorso è stata l’iniziativa “GO2025 and Friends”, nata dalla Regione Friuli Venezia Giulia a supporto di Gorizia e Nova Gorica Capitale Europea della Cultura, che promuove l’intero territorio regionale. La trattativa più impegnativa? “Tutte hanno le loro complessità, se proprio devo citare un nome, direi Robbie Williams che il 17 luglio sarà a Trieste per la sua unica data italiana, primo artista internazionale a suonare al Nereo Rocco a 11 anni dai Pearl Jam”. Per Alanis Morrisette e Sting serviva un contesto storico con posti a sedere: entrambi suoneranno, rispettivamente il 22 giugno e il 9 luglio, “a Villa Manin, una delle location da concerti più belle che esistano, non solo in Italia”. Per il rock dei Massive Attack (24 giugno) e Thirty Seconds to Mars (3 luglio), band planetarie che non si erano mai esibite in regione, era perfetta invece la Casa Rossa di Gorizia che diventerà un’arena a cielo aperto. “Per me”, dice Vignando, “sono imperdibili anche St. Vincent, regina americana dell’alternative rock che ha appena vinto 3 Grammy Awards col suo ultimo album o Cat Power, che rifarà il concerto Bob Dylan del ‘66 alla Royal Albert Hall (al Castello di Udine rispettivamente il 23 e il 25 giugno, ndr)”.

S. Di Luca
S. Di Luca
A sinistra /Links
Concerto allo Stadio Rocco.

La tradizione delle “date zero” continuerà allo Stadio Teghil di Lignano con Cesare Cremonini, Marco Mengoni, Ultimo e Lazza, mentre a Villa Manin ci saranno anche tanti importanti nomi del panorama musicale italiana: suoneranno Brunori, Irama, Anna Pepe, Ghali. “E soprattutto ci sarà un concerto spettacolare di Riccardo Muti con 130 elementi dell’Orchestra Giovanile Cherubini, un evento storico perché Muti, che lavora sempre con l’Opera e la lirica, per la prima volta nella sua carriera ha pensato un tour di stampo più “pop” per quattro soli concerti in Italia in luoghi architettonici di pregio, tra cui appunto Villa Manin”. Del resto, afferma Vignando, “vedo la regione come se fosse un polo unico: praticamente tutto è raggiungibile in un’ora di macchina. A seconda dei diversi spazi pensiamo l’evento da grande pubblico, oppure il concerto più piccolo che ci permette di intercettare pubblici mirati, offrendo tutte le varietà di musica. Gli eventi musicali, oltre che un grande valore culturale e sociale, hanno anche un’importante ricaduta turistica: ogni concerto crea un indotto agli alberghi, ai ristoranti, ai negozi e può portare sul territorio decine di migliaia di persone”.

Lo dimostra coi numeri anche un’analisi degli impatti economici e sociali dei grandi concerti live in Friuli Venezia Giulia realizzata dall’Università degli Studi di Udine: i dati di cinque grandi eventi del giugno 2024, come il concerto di Max Pezzali a Trieste e quello della rockstar austriaca Andreas Gabalier a Lignano, attestano un impatto economico sul territorio quantificabile, per la spesa stimata media diretta e indiretta, di più di 15 milioni di euro.

DEUTSCHER TEXT

“Vedo la regione come se fosse un polo unico: praticamente tutto è raggiungibile in un’ora di macchina.”

Robbie Williams, Alanis Morrisette, Sting, Massive Attack, Thirty Seconds to Mars - das sind nur einige der großen internationalen Namen, die den Festivalsommer in Friaul-Julisch Venetien prägen werden. Organisiert wird dieser in Zusammenarbeit mit den Veranstaltern Vigna PR und FVG Music Live. Das Neue daran ist, dass es sich nicht um sporadische Veranstaltungen handelt, sondern um einen prall gefüllten Kalender von Juni bis August. Das zeugt auch vom unermüdlichen Einsatz der beiden Unternehmen, die in den letzten Jahren in Kooperation mit der Region Friaul-Julisch Venetien und anderen lokalen Behörden stets darum bemüht waren, die Region als Veranstaltungsort für große Musikevents zu etablieren. “Es ist das Resultat einer schrittweisen Arbeit: Sie beginnt mit

“Die Region ist wie ein einziger zentraler

Knotenpunkt: Alles ist in einer Autostunde zu erreichen.”

Il live di Ultimo allo Stadio Rocco.

den Data Zero-Konzerten wichtiger italienischer Künstler:innen, die vor vielen Jahren von FVG Music Live in Lignano organisiert wurden und dann gemeinsam an anderen Orten in der Region fortgesetzt wurden”, sagt Luigi Vignando, Mitbegründer und Administrator von Vigna PR. “Ein Data Zero-Konzert ist das Auftaktkonzert einer langen Tournee in verschiedenen Stadien, wie z. B. im Teghil-Stadion in Lignano Sabbiadoro, 2023 im Rocco-Stadion in Triest für die Maneskin-Tournee und 2024 für Ultimo und Max Pezzali. Bei diesen Konzerten werden die Bühne, das Timing des Bühnenaufbaus, die Audio-, Licht- und Videoanlage noch getestet und der oder die Künstler:in kann die Show mit der Band proben”, erklärt Vignando. “Durch diese Strategie konnte sich Friaul-Julisch Venetien im Rahmen der großen Konzerte neu positionieren, zunächst auf nationaler, jetzt auch auf internationaler Ebene, und mit einem erstklassigen Programm.” Der Schlüssel zu diesem Weg, so Vignando, sei zweifellos die Initiative GO2025 and Friends gewesen, die von der Region Friaul-Julisch Venetien ins Leben gerufen wurde, um Görz als europäische Kulturhauptstadt zu unterstützen und das gesamte Gebiet der Region zu fördern. Die schwierigste Verhandlung? “ Wenn ich wirklich einen Namen nennen müsste, würde ich sagen, Robbie Williams, der am 17. Juli in Triest sein einziges italienisches Konzert geben wird und damit 11 Jahre nach Pearl Jam der erste internationale Künstler ist, der im Nereo RoccoStadion auftritt.“Für Alanis Morrisette und Sting war ein historischer Rahmen mit Sitzplätzen nötig: Beide werden am

22. Juni bzw. am 9. Juli in der Villa Manin spielen, “einem der schönsten Konzertorte, nicht nur in Italien”. Für die Rockbands Massive Attack (24. Juni) und Thirty Seconds to Mars (3. Juli), die noch nie in der Region aufgetreten sind, kam hingegen nur das neue Areal der Casa Rossa in Görz in Frage, das sich in eine Open-Air-Arena verwandeln wird. “Meine Favoriten sind”, so Vignando, “St. Vincent, die amerikanische Königin des alternativen Rocks, die mit ihrem letzten Album gerade drei Grammy Awards gewonnen hat, und Cat Power, die das Bob Dylan-Konzert von ’66 in der Royal Albert Hall (am 23. bzw. 25. Juni im Castello in Udine, Anm. d. Red.) wieder aufleben lässt.”

Die Data Zero-Konzerte setzen sich im Teghil-Stadion in Lignano mit Cesare Cremonini, Marco Mengoni, Ultimo und Lazza fort, während die Villa Manin ebenfalls viele wichtige Namen der italienischen Musikszene begrüßt: Brunori, Irama, Anna Pepe und Ghali. “Ein weiteres Highlight ist das spektakuläre Konzert mit Riccardo Muti und 130 Mitgliedern des Cherubini-Jugendorchesters. Ein historisches Ereignis, denn Muti, der vor allem für seine Arbeit im Operngeschäft bekannt ist, hat zum ersten Mal in seiner Karriere eine eher “poppige” Tournee zusammengestellt, mit nur vier Konzerten an prestigeträchtigen architektonischen Schauplätzen in Italien, darunter auch in der Villa Manin.”

Vignando blickt mit Begeisterung auf die gesamte Region: “Alles ist in einer Autostunde zu erreichen. Je nach Location planen wir entweder ein Konzert für ein großes Publikum oder ein kleineres Event, das ein spezifisches Publikum anspricht – mit Musik aus allen Genres. Musikevents haben nicht nur kulturelle und soziale Bedeutung, sondern auch einen enormen touristischen Einfluss. Jedes Konzert generiert Einnahmen für Hotels, Restaurants und Geschäfte und zieht Zehntausende von Menschen in die Region.”

Eine von der Universität Udine durchgeführte Studie belegt dies mit Zahlen: Die fünf Großveranstaltungen im Juni 2024 (darunter Max Pezzali in Triest, Andreas Gabalier in Lignano) haben mehr als 15 Millionen Euro an direkten und indirekten Ausgaben in die Region gebracht.

Luigi Vignando, cofondatore e amministratore di Vigna PR
S. Di Luca

LORENZA DESIATA. DUE ANIME, UNO STILE

—Lorenza Desiata - zwei Seelen, ein Stil

C’è un’eco di dualità che risuona nel nome di Lorenza Desiata. Affonda le sue radici nei rigori della finanza ma si libra leggera nell’eterea danza dell’Haute Couture portando dal 2007 in alto il brand Desiata Design. Commercialista di successo, l’anima intrisa di passione per la moda, Lorenza ha tracciato il suo percorso con la determinazione di chi non teme di esplorare nuovi sentieri. Fin da bambina i suoi disegni di abiti erano sussurri di talento innato, un linguaggio segreto che sfuggiva anche ai confini delle convenzioni familiari.

Il mondo di certezze e rigore che è anche parte di lei guardava con distacco al regno della creatività. Ma Lorenza, con la grazia di una funambola, ha saputo far convivere le due anime, trovando in questa coesistenza fonte inesauribile di gioia e realizzazione.

Imprevedibile ed eccentrica, Lorenza è un’artista che non teme di spiazzare, di rompere gli schemi. La sua audacia, il suo spirito creativo, la spingono a rifiutare le strade già battute. La finanza da sola non poteva imprigionare né soddisfare la sua anima ribelle, assetata di colori, tessuti, corpi da vestire.

Così, Lorenza ha coltivato la sua passione, dando vita a tessuti dipinti con i colori dell’anima, a cappe che narrano il suo stile unico, a abiti argentati che portano la sua firma inconfondibile. Sono creazioni che sfuggono alle etichette, caleidoscopiche, in continua evoluzione, capaci anche di giocare con le contraddizioni.

Gli anni trascorsi a meditare e formare il suo stile hanno scolpito nel suo cuore un’intuizione preziosa: ogni collezione deve avere un filo rosso che la percorre; e scatenare l’emozione di far sentire ogni donna speciale e valorizzata.

Le sue cappe, icone di stile, sono abbracci di versatilità, capaci di avvolgere con la stessa eleganza una giovane donna in jeans o una signora in abito da sera. Un capo senza tempo, che danza tra le stagioni e si adatta a ogni occasione, realizzato su misura nel cuore di Trieste, sede della sua sartoria.

Rossano Maniscalchi, regista e fotografo di fama internazionale, ha colto l’essenza di Lorenza nel suo recente cortometraggio “Nexus”, un’opera che svela la parte più intima e creativa della stilista. I palazzi di Trieste, città di confine e di incontri culturali, sono stati il palcoscenico di questa narrazione visiva, un viaggio che si conclude con un’immagine iconica: Lorenza, con suo marito e i figli Marco (anche lui attratto dallo stile con il suo brand Montrelion) e Francesco, la sua squadra vincente, in riva al mare.

Le foto e alcuni abiti utilizzati nel film si possono ammirare al Magazzino 26 di Trieste, nell’ambito della mostra fotografica “Living as Memory” di Rossano Maniscalchi.

In dem Namen von Lorenza Desiata spiegeln sich zwei Welten wider. Verwurzelt in der strengen Finanzwelt, schwebt sie zugleich leichtfüßig im anmutigen Tanz der Haute Couture und erlebt mit ihrer Marke Desiata Design seit 2007 einen Höhenflug. Als erfolgreiche Steuerberaterin, deren Seele von der Leidenschaft für Mode durchdrungen ist, ist Lorenza ihren Weg gegangen - mit der Entschlossenheit einer Frau, die keine Scheu vor neuen Wegen hat. Schon als Kind waren ihre Kleidungsentwürfe Ausdruck eines angeborenen Talents, eine Geheimsprache, die sich selbst den Familienkonventionen entzog.

Die exakte und genaue Welt der Zahlen, die auch ein Teil von ihr ist, steht ihrer Kreativität gegenüber. Doch Lorenza verstand es mit der Anmut einer Seiltänzerin, die beiden Seelen in Einklang zu bringen. Diese Koexistenz ist für sie die unerschöpfliche Quelle der Freude und Erfüllung.

Die unkonventionelle und exzentrische Künstlerin hat keine Angst davor, sich zu verstellen und aus dem Rahmen zu fallen. Ihre Kühnheit und ihr kreativer Geist lassen sie ausgetretene Pfade verlassen. Finanzen allein konnten ihre rebellische Seele, die nach Farben, Stoffen und zu bekleidenden Körpern dürstet, weder aufhalten noch zufriedenstellen.

So kultivierte Lorenza ihre Leidenschaft und schuf Stoffe, die mit den Farben der Seele gemalt wurden, Capes, die ihren einzigartigen Stil widerspiegeln, und silberne Kleider, die ihre unverwechselbare Handschrift tragen. Kreationen, die sich nicht leicht in Schubladen stecken lassen, kaleidoskopische Entwürfe, die sich ständig weiterentwickeln und auch mit Widersprüchen spielen.

Die Jahre, in denen sie ihren Stil gefunden und verfeinert hat, haben sie mit einer wertvollen Intuition ausgestattet:

Jede Kollektion muss einen roten Faden haben und in jeder Frau das Gefühl wecken, etwas Besonderes zu sein.

Ihre Stilikonen, die Capes, sind vielseitig einsetzbar und kleiden junge Frauen in Jeans ebenso wie Damen im Abendkleid. Ein zeitloses Kleidungsstück für den Jahreszeitenwechsel, das zu jeder Gelegenheit passt und im Herzen von Triest, dem Sitz ihrer

Schneiderei, nach Maß gefertigt wird. Der international bekannte Regisseur und Fotograf Rossano Maniscalchi hat Lorenzas Wesen in seinem neuen Kurzfilm “Nexus” eingefangen, der die intime und kreative Seite der Designerin zeigt. Die Palazzi von Triest, einer Stadt der Grenzen und kulturellen Begegnungen, waren die Kulisse dieser visuellen Erzählung, die mit einem ikonischen Bild endet: Lorenza mit ihrem erfolgreichen Team, ihrem Mann und ihren Söhnen Marco (der mit seiner Marke Montrelion ebenfalls in der Fashion-Welt zu Hause ist) und Francesco am Meer.

Die Fotos und einige der im Film verwendeten Kleidungsstücke sind im Magazzino 26 in Triest im Rahmen der Fotoausstellung “Living as Memory” von Rossano Maniscalchi zu sehen.

THE GOOD LIFESTYLE

Si scrive bella stagione, si legge aria aperta. E per le triestine? Per dire primavera, basta una parola sola: Carso! Ovvero, il privilegio di vivere qui. La possibilità di respirare, prendere tutta l’energia del primo sole ed evadere subito, senza aspettare il weekend. Per spegnere il telefono e fare piani grandiosi davanti a un calice di vino rosso e un uovo sodo, con leggerezza. Su Osmize.com si può scegliere tra “vista sul Golfo” oppure “tavolo sotto il noce”. Anche il guardaroba si alleggerisce con un sano decluttering. Restano i grandi classici, iconici e senza tempo, da tirare fuori, stagione dopo stagione, senza stufarsi mai.

–Spring may be written on the calendar, but in Trieste, it reads as open air. And for Triestine women, there’s really only one word for spring: Carso (Karst). It’s the privilege of living here–the chance to breathe freely, soak up the first warmth of the sun, and slip away into nature without waiting for the weekend. It’s where you can switch off your phone and dream big over a glass of red wine and a hard-boiled egg, all with a light heart. On Osmize.com, you can take your pick: a view of the Gulf or a table under the walnut tree. Even your wardrobe deserves a healthy declutter. What remains are the timeless classics–iconic pieces that never go out of style, ready to be brought out season after season, without ever losing their charm.

Coach e consulente, brand-lover, ama scoprire piatti, locali e prodotti sempre nuovi. /Coach and consultant, brand-lover, loves discovering new dishes, restaurants and products. hello@stefaniaboccabianca.com

1

La versatilità di un paio di jeans con la struttura di un pantalone ampio che cade alla perfezione.

–The versatility of jeans meets the structure of wide-leg trousers that drape to perfection.

Neirami

Via Felice Venezian, 7b

2

Nata agli inizi del ’900 per i campi da tennis in terra rossa, Davis di Valsport è una sneaker iconica e senza tempo.

Born in the early 1900s for red clay tennis courts, the Davis by Valsport is an iconic, timeless sneaker.

Être Concept Store

Via della Pescheria, 13a

3

L’inimitabile catena di Angela Caputi - Giuggiù, la designer fiorentina che si ispira al cinema americano della prima metà del ’900 e che ha esposto al Metropolitan Museum of Art di New York.

The unmistakable chain necklace by Angela Caputi – Giuggiù, the Florentine designer inspired by early 20th-century American cinema, with pieces exhibited at New York’s Metropolitan Museum of Art

Bottega VR

Piazza Unità d’Italia, 5

4

Fedeli a loro stessi dal 1952 e insostituibili tra artisti e celebrità amanti di uno stile inimitabile. Ray-Ban Original Wayfarer Classics.

Faithful to themselves since 1952 and a favourite among artists and celebrities with a flair for unique style: Ray-Ban Original Wayfarer Classics.

Ottica Occhiblu Via San Spiridione, 3

5

Basica non è noiosa quando è in colori brillanti o à la marinière

Basics are never boring when they come in bold colours or Breton stripes.

Scout Via Gioacchino Rossini, 10

Buon compleanno Boramata!

—Happy Birthday, Boramata

Dal 13 al 15 giugno, la decima festa dedicata al vento di Trieste.

Boramata turns 10!

From 13 to 15 June, Trieste celebrates the tenth edition of its festival dedicated to the wind.

IES Magazine ha scelto di essere (media)partner della Bora fin dal primo numero, già in copertina, con le onde che schiaffeggiavano il Molo Audace, in una classica giornata di refoli impetuosi, molto-sturm-und-drang.

Non c’era un titolo, non c’erano parole: la foto diceva tutto, diceva che solo qui si può vivere un’esperienza così emozionante.

IES racconta il cuore di Trieste e la Bora è nel cuore di tutti i triestini. È un’istituzione invisibile della città, la grande sfida è mostrarla, sottolineare il fascino di questo fenomeno incredibile. Come? Per esempio riempiendo piazza Unità di girandole colorate, organizzando una bella festa all’aria aperta. È così che esattamente dieci anni fa è nata “BoramataLa festa del vento nella città della Bora”. Un modo elegante e leggero di celebrare il vento nel luogo-simbolo della città,

un’idea originale per raccontare Trieste creando meraviglia.

Dieci anni di appuntamenti, idee, esperimenti. Un bel traguardo per questo progetto nato da Federico Prandi, l’editore di IES e Rino Lombardi, il papà del Museo della Bora. Insieme hanno ideato un modo giocoso di mostrare la città. Il giardino di girandole rappresenta l’immagine più caratteristica della festa, con centinaia di mini mulini in colori ogni anno diversi che creano un momento memorabile. Molto instagrammabile! Ogni anno una diversa associazione non profit della città beneficia delle offerte elargite dai triestini per portarsi a casa le girandole.

Dieci anni di ospiti speciali. Dallo scrittore Nick Hunt, autore di “Dove soffiano i venti selvaggi” a Edoardo Borghetti “Edofly”, con le sue bol, aquiloni grandi come paracadute. Boramata è una vetrina sulle nuove idee, che ha

Un modo elegante
e leggero di celebrare il vento nel luogo-simbolo della città.
A breezy and beautiful way to honour the wind in the most symbolic spot.

IES Magazine has been a proud media partner of the Bora since day one. In fact, the very first cover featured waves lashing against the Molo Audace on a classic day of wild gusts–pure Sturm und Drang.

There was no headline, no caption— just a photo that said it all: only here does the wind dance with such wild grace.

Ten years of special guests–from writer Nick Hunt, author of Where the Wild Winds Are, to Edoardo Borghetti (aka Edofly), with his giant soap bubbles and kites the size of parachutes.

Boramata has become a showcase for fresh ideas, welcoming creatives, photographers, and cultural and sporting initiatives. It’s a whirlwind of inspiration–even online.

In 2021, the podcast series La Bora si sente (“You Can Hear the Bora”) was launched–the first tourism podcasts produced in Friuli Venezia Giulia. Episodes explore everything from “The Bora and the Sea” to “The Bora and Literature” and “The Bora and Women”–a unique way to discover the city and its region.

Listen all year round—even now, just scan the QR code nearby!

ospitato creativi, fotografi, iniziative sportive e culturali. Boramata è un turbinio di cose. Anche online. Nel 2021 è nata la serie “La Bora si sente”, con i primi podcast turistici prodotti in Friuli Venezia Giulia, che spaziano da “La Bora e il mare”, a “La Bora e la letteratura”, fino a “La Bora e le donne”. Un modo originale di scoprire la città e il suo territorio. Da ascoltare tutto l’anno! Anche adesso, con il QRcode riportato qui vicino.

Grazie a Boramata tantissimi triestini hanno scoperto il Progetto Bora Museum che quest’anno, proprio nei giorni della festa, prevede l’apertura di uno spazio museale tutto nuovo, il Borarium di Opicina, con l’iniziativa “Boraviglie-Le meraviglie di una terra di vento/“Čudoburje - čudeži burjaste dežele ”, sostenuta dalla Regione Friuli Venezia Giulia tra le attività GO & FRIENDS per GO!2025. Preparatevi a nuove meraviglie #borderless!

At IES, we tell the story of Trieste’s soul–and the Bora lives in the heart of every Triestino. It’s an invisible institution of the city. The great challenge is to make it visible, to highlight the beauty and drama of this extraordinary natural force.

How? By filling Piazza Unità with colourful pinwheels, and throwing a brilliant open-air party.

And that’s exactly how, ten years ago, Boramata –the wind festival in the city of the Bora– was born.

A breezy and beautiful way to honour the wind in the most symbolic spot in town. An original way to celebrate Trieste, sparking wonder and joy.

Thanks to Boramata, many Triestini have discovered the Bora Museum Project, which this year celebrates with something truly special: the opening of a brand-new museum space, the Borarium in Opicina. The launch coincides with the festival, and the initiative Boraviglie – The Wonders of a Windy Land / Čudoburje – čudeži burjaste dežele is supported by the Friuli Venezia Giulia Region as part of the GO & FRIENDS activities for GO! 2025.

Get ready for more #borderless wonders!

Spotify: @triestelaborasisente

Ten years of events, ideas, and experiments–a fantastic milestone for a project launched by IES publisher Federico Prandi and Rino Lombardi, the visionary behind the Bora Museum.

Together, they dreamed up a playful, poetic way to showcase the city. The “garden of pinwheels” has become Boramata’s signature image— hundreds of mini windmills in different colours each year, creating a moment to remember. Not to mention, very Instagrammable!

Every year, donations from the pinwheels support a different local non-profit, thanks to the generosity of Trieste’s residents.

La foto di Carlo Borlenghi sulla copertina del primo numero di IES Magazine.

LA PRIMAVERA È PRONTA!

—Der Frühling ist serviert!

La natura in primavera si risveglia in un’esplosione di colori e profumi. Ci risvegliamo pure noi, intorpiditi dai freddi invernali e finalmente riscaldati dal sole del mattino e da pomeriggi soleggiati fin verso sera, riscoprendo il piacere delle gite all’aria aperta, magari portandoci appresso un cesto di delizie stagionali per un picnic nei campi in fiore. Esiste un simbolo migliore dell’uovo per rappresentare questa rinascita? Fonte di vita, simbolo ancestrale di fertilità e rinnovamento. L’uovo è un piccolo miracolo quotidiano.

Le uova ci accompagnano in cucina fin da tempi antichissimi, tempi in cui il termine “cucina” nemmeno esisteva ancora. Già i Romani le consideravano preziose e nel 1900 il celebre chef Escoffier ne codificò oltre 300 ricette. Versatile e nutriente, lega, chiarifica, dà struttura ed energia, racchiudendo proteine, vitamine, antiossidanti e minerali in un guscio che, in quanto a simbolismi, ha pochi rivali.

In Carso questo ingrediente occupa un ruolo centrale nelle tradizioni gastronomiche. Basta dire ovi duri, ovvero le uova sode, che nelle osmize non mancano mai (salvo quando arrivate

oggettivamente tardi e tutti se le son già spazzolate). Sono emblema di una cucina schietta e contadina, legata alla terra. Erano parte integrante del lavoro nei campi: la merenda perfetta da consumare assieme a vino terrano, salsiccia secca o frize (ciccioli). Erano e sono protagoniste di piatti semplici come la frittata con le erbe o con i fiori di finocchio. Alle partorienti si dava un uovo subito dopo il parto.

Le tradizioni pasquali celebrano l’uovo in modi speciali. Anticamente, i gusci venivano sotterrati per fertilizzare la terra, addirittura appesi sui tetti contro le vipere e gli spiriti maligni. Ancora oggi c’è chi resiste alle tentazioni industriali e le colora con ingredienti naturali usando per esempio bucce di cipolla. In passato pare si usassero anche i fondi di caffè o il cremor tartaro dalla produzione del vino. In alcuni paesi balcanici, come ad esempio nella tradizione ortodossa serba, è ancora molto comune realizzare piccoli capolavori decorati a stencil con erbe e fiori freschi. Una tradizione che pare fosse molto comune anche sul Carso. Quale modo migliore per accogliere la primavera quindi?

Proviamo allora a disegnare, chiudendo gli occhi, una giornata perfetta.

Immaginate di salire sul nostro storico tram di Opicina, finalmente di nuovo in funzione. Seduti in questo pezzo di storia, avete sottobraccio un cesto riempito con uova sode decorate, il necessario per fare delle bruschette primaverili a base di crema di piselli, pecorino e asparagi, e una pinza da gustare alla triestina con prosciutto cotto e cren (rafano).

Non può mancare il vino, e vi proponiamo una grande chicca, anzi piccola: se ne producono poco più di 1000 bottiglie. È il Bisnizzi di Zest, prodotto da Andrea e Sophie, due giovanissimi viticoltori che producono da vigneti piantati su pastini (terrazzamenti) lungo la costiera triestina. Infine, per il dolce avete scelto i baci di dama, simbolo della pasticceria italiana, fragranti, irresistibili e perfetti per un picnic dove le posate a volte tornano scomode.

In un’epoca frenetica, fermarsi a celebrare gesti semplici ha un valore profondo. Decorare un uovo con erbe fresche, averlo fatto con le nostre mani e gustarlo all’aria aperta, condividendo un pasto con chi si ama, è un piccolo rituale che parla di rinascita e appartenenza a una terra ricca di storia e sapori autentici. Istruzioni a procedere, quindi, e ci vediamo su un prato dell’altopiano.

Der Frühling erwacht, Farben und Düfte explodieren - Zeit des Aufbruchs, des Neubeginns. Und auch in uns wecken die Sonnenstrahlen neue Lebensfreude. Wir lassen uns von der wärmenden Sonne verwöhnen, und die blühenden Wiesen laden uns zu einem Picknick mit saisonalen Spezialitäten ein. Und welches Produkt könnte diese Wiedergeburt besser verkörpern als das Ei? Ein uraltes Symbol für Fruchtbarkeit und Erneuerung, das jeden Tag aufs Neue ein kleines Wunder in sich trägt. Schon in der Antike war das Ei fester Bestandteil der Küche. Dabei gab es den Begriff “Küche” damals noch gar nicht. Schon die Römer schätzten es als etwas Besonderes. Im Jahr 1900 sammelte der berühmte Koch Escoffier über 300 Rezepte rund ums Ei. Das Ei als wahres Multitalent: Es ist nahrhaft, bindet, klärt, gibt Struktur und Energie, enthält Proteine, Vitamine, Antioxidantien und Mineralstoffe – und das alles in einer Schale, die in ihrer Symbolik kaum Konkurrenz hat.

Im Karst spielt das Ei in der gastronomischen Tradition eine zentrale Rolle. Man denke nur an die ovi duri, die hartgekochten Eier, die in der Osmize nie fehlen dürfen (es sei denn, man kommt zu spät und die Eier sind schon aus). Sie sind das Symbol einer einfachen, aber schmackhaften bäuerlichen Küche, die tief mit dem Land verwurzelt ist. Früher waren sie der ideale Snack bei der harten Feldarbeit, zusammen mit einem Glas mit Terano-Wein, trockener Wurst oder frize(Grieben). Oder als Omelett mit Kräutern oder Fenchelblüten. Außerdem war es Brauch, Frauen sofort nach der Geburt ein Ei zu reichen. Eine ganz besondere Bedeutung hat das Ei im Osterbrauchtum. In der Antike wurden die Schalen noch vergraben, um die Erde zu befruchten, und sogar an Dächer gehängt, um Vipern und böse Geister abzuwehren. Auch heute noch gibt es Menschen, die bewusst auf industriell gefärbte Ostereier verzichten und ihre Eier auf natürliche Weise färben – etwa mit Zwiebelschalen, früher

Uova sode decorate

Dekorierte hartgekochte Eier

12 uova

Erbe, foglie e fiori misti

Spago alimentare

Garza alimentare

Bucce di 1 kg di cipolle rosse

2 cucchiai di aceto di vino

1 cucchiaio di sale grosso

Bollire le bucce di cipolla in 1 litro d’acqua con aceto e sale per 15 minuti. Inumidire le uova, applicare foglie e fiori, avvolgerle in garza e legare. Immergerle nell’acqua colorata, bollire 10 minuti e lasciarle in infusione almeno un’ora. Rimuovere la garza: le erbe avranno creato splendidi motivi!

12 Eier

gemischte Kräuter, Blätter und Blüten

Küchengarn

Mulltuch

Schalen von 1 kg roten

Zwiebeln

2 Esslöffel Weinessig

1 Esslöffel grobes Salz

Die Zwiebelschalen in 1 l Wasser mit Essig und Salz 15 Min. lang kochen. Die Eier anfeuchten, mit Blättern und Blüten belegen, in das Mulltuch wickeln und zubinden. Dann in den Zwiebelsud legen, 10 Min. kochen und mind. eine Stunde lang ziehen lassen. Mull entfernen - die Blüten ergeben schöne Muster!

auch mit Kaffeesatz oder Weinstein. In einigen Balkanländern, wie etwa in der serbisch-orthodoxen Tradition, werden die Eier mit Schablonen, frischen Kräutern und Blumen verziert – eine Tradition, die auch im Karst weit verbreitet ist. Gibt es eine schönere Art, den Frühling zu begrüßen?

Schließen Sie nun die Augen und stellen Sie sich einen perfekten Tag vor. Sie steigen in die historische Straßenbahn nach Opicina – ein Stück Geschichte, das nun endlich wieder in Betrieb ist. In Ihrem Picknickkorb befinden sich dekorierte hartgekochte Eier, frische Zutaten für eine Frühlingsbruschetta mit Erbsencreme, Schafskäse und Spargel sowie eine Pinza, die nach Triester Art mit gekochtem Schinken und Cren (Meerrettich) serviert wird.

Natürlich darf ein auch guter Tropfen Wein nicht fehlen. Unser großer - besser gesagt kleiner Tipp, denn es

RICETTA

Bruschetta di piselli e asparagi

Pane rustico

500 g di piselli freschi

200 g di asparagi

1 spicchio d’aglio

Scorza e succo di ½ limone

Sale, pepe

2 cucchiai di yogurt bianco intero

Qualche foglia di menta

2 cucchiai di olio extravergine varietà bianchera

Pecorino carsolino stagionato

Cuocere i piselli al vapore per 10 minuti, poi frullarli con aglio, succo e scorza di limone, olio, yogurt, menta, sale e pepe. Grigliare gli asparagi e tagliarli a metà. Tagliare il pane, spalmare la crema di piselli, aggiungere gli asparagi e completare con scaglie di pecorino e olio.

Bruschetta mit Erbsen und Spargel

Landbrot

500 g frische Erbsen

200 g Spargel

1 Knoblauchzehe

Schale und Saft von ½ Zitrone

Salz, Pfeffer

2 EL Naturjoghurt, 3,5% Fett einige Minzblätter

2 Esslöffel Natives Olivenöl

Extra (Sorte Bianchera)  gereifter Schafskäse

(Pecorino) aus dem Karst

Erbsen 10 Min. dünsten, dann mit Knoblauch, Zitronensaft und -schale, Öl, Joghurt, Minze, Salz und Pfeffer pürieren.

Den Spargel grillen und halbieren. Das Brot aufschneiden, mit der Erbsencreme bestreichen, den Spargel darauf legen und mit Schafskäseflocken und Öl verfeinern.

werden nur etwas mehr als 1.000 Flaschen produziert: Bisnizzi von Zest, hergestellt von Andrea und Sophie, zwei sehr jungen Winzern, die ihre terrassierten Weinberge ( Pastini ) an der Küste von Triest bewirtschaften. Zum Nachtisch lassen wir uns von den Baci di dama liebkosen, den klassischen italienischen Keksen: duftend, unwiderstehlich und perfekt für ein Picknick, bei dem Besteck oft nur im Weg ist.

In unserer hektischen Zeit lohnt es sich, innezuhalten und die einfachen Dinge zu genießen. Ein Ei mit frischen Kräutern zu bestreuen, es selbst zuzubereiten, es unter freiem Himmel zu genießen und es mit lieben Menschen zu teilen, ist ein kleines Ritual, das vom neu erwachenden Leben und von der Zugehörigkeit zu einem Land voller Geschichte und Spezialitäten erzählt. Bis bald, auf einer der Wiesen der Hochebene!

Dove trovare gli ingredienti speciali Hier finden Sie alle speziellen Zutaten

Pane Rustico /Landbrot: da Pagna (via Giusto Muratti, 4d), Spaccio Pani (via del Lazzaretto Vecchio, 10), Eataly (riva Tommaso Gulli, 1).

Olio extravergine varietà bianchera /Olivenöl Olio extravergine varietà bianchera Virgin Olive Oil Presidio Slow Food: fatevi una gita direttamente dai produttori: /direkt bei den Erzeugern: Rado Kocjančič (Località Dolina, 528, 34018 San Dorligo della Valle), Peter Radovič (Aurisina 138/a, 34011 Aurisina TS), Farma Jakne (San Giovanni del Timavo, 23, 34011 Duino TS), Zahar (Sant’Antonio in Bosco, 58, 34018 San Dorligo della Valle TS). In alternativa lo trovi da: /Alternativ auch bei: Set (via di Cavana, 13a),

Mimì e Cocotte (via Luigi Cadorna, 19), Sfreddo (via Cesare Battisti, 1 ) e Eataly (riva Tommaso Gulli, 1).

Pecorino del Carso /Schafskäse aus dem Karst Presidio Slow Food: Antonič - Asino Berto, Set (via di Cavana, 13a), Oasi Naturale (via Giovanni Boccaccio, 6) e La Piccola Bottega Dolomitica (via del Coroneo, 32/a).

Pinza

Provate quelle artigianali di: /Probieren Sie die von: Liberty (via Carpison, 7) o Spaccio Pani (via del Lazzaretto Vecchio, 10).

Vino

Bisnizzi 2023 di Zest Ne circolano pochissime bottiglie, al momento le trovate da /Nur sehr wenige Flaschen verfügbar, momentan erhältlich bei: Karaktér (riva Nazario Sauro, 22a) e da Pagna (via Giusto Muratti, 4d).

RICETTA

Baci di dama

200 g di mandorle

200 g di zucchero

200 g di farina

30 g di cacao amaro

200 g di burro

200 g di cioccolato fondente

Lasciare ammorbidire il burro a temperatura ambiente. Tostare le mandorle e frullarle con 50g di zucchero. Su un piano, setacciare farina e cacao, aggiungere le mandorle frullate, lo zucchero restante e il burro, impastando velocemente. Formare una palla, avvolgerla nella pellicola e lasciarla riposare in frigo. Creare palline grandi come ciliegie, disporle su teglia e carta da forno e cuocere a 160°C per 15 minuti. Fondere il cioccolato a bagnomaria e usarlo per unire i biscotti a coppie. Lasciar raffreddare.

200 g Mandeln

200 g Zucker

200 g Mehl

30 g Bitterkakao

200 g Butter

200 g dunkle Schokolade

Die Butter weich werden lassen. Die Mandeln rösten und mit 50 g Zucker mahlen. Mehl und Kakao sieben und mit den gemahlenen Mandeln, dem restlichen Zucker und der Butter rasch verkneten. Zu einer Kugel formen, in Frischhaltefolie wickeln und im Kühlschrank ruhen lassen. Danach kirschgroße Kugeln formen und bei 160 °C 15 Minutenbacken. Schokolade im Wasserbad schmelzen und die Plätzchen paarweise zusammenkleben. Abkühlen lassen.

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CYCLING THROUGH TRIESTE

Trieste è una città dal fascino unico, con il profumo di caffè nell’aria e la bora che scompiglia i pensieri. Il modo migliore per esplorarla è la bicicletta, tra pedalate, tappe enogastronomiche e panorami mozzafiato.

Scendere per ripartire, il tram e il legame indissolubile con la bicicletta

Il mio rapporto con il tram di Opicina inizia da lontano, fin da quando, ragazzino, caricavo la mia bici sulle staffe alle due estremità esterne e mi godevo la discesa con il naso incollato al finestrino. Un piccolo rito d’indipendenza: partire dall’Obelisco, la vedetta più bella di Trieste, e lasciarsi trasportare giù, verso la città, con il paesaggio che scorre lento. L’emozione oggi è la stessa di allora. La bici è salda sulla parte anteriore, il tram fischia e inizia la sua corsa: il Carso lascia il posto ai primi tetti rossi, il mare si fa sempre più vicino. Trieste mi accoglie e io sono pronto a esplorarla con le mie due ruote. Se invece la bici non ce l’avete la potete affittare agli stalli pubblici di piazza Oberdan.

L’itinerario di Mr Bloom su due ruote. Mr Blooms Radtour.

La carica del mattino

La prima tappa è il Caffè Urban [1] (largo della Barriera Vecchia 17). Qui il caffè non è un gesto automatico, ma un rito. Sorseggio un filtro preparato con cura, con sentori di frutta matura e cacao che risvegliano il palato. Un caffè che racconta un viaggio lungo continenti, dal chicco alla tazzina. L’energia giusta per iniziare.

Poche pedalate ed ecco la Chiesa di Sant’Antonio [2] che si affaccia sul Canal Grande e che apre le porte al Golfo di Trieste. Da qui si arriva in un batter d’occhio da 90% Pesce [3] (via XXX Ottobre, 13a). La vetrina è un invito: spiedini di gamberi, alici (a Trieste “sardoni”) marinate, insalata di polpo e i mitici macarons di pesce. Scelgo una briochina al salmone affumicato e un crostino con il baccalà con un filo d’olio extravergine: Il mare è qui dentro, in un morso che racchiude salsedine e morbidezza.

Pranzo di tradizione locale e verso il tramonto

Dopo il fascino del centro storico il richiamo del pranzo mi porta da Local (via Baccardi, 4). Qui la cucina friulana incontra il Carso e racconta la terra e il mare della regione: un tagliere di salumi accompagnato da una Malvasia locale e ti sembra già di stare tra le vigne, con la brezza che smuove le foglie.

Dopo pranzo allungo il percorso con una pedalata rigenerante lungo le Rive, il lungomare che abbraccia il centro di Trieste. Proseguo oltre la Stazione Marittima [4], costeggio la vecchia stazione Transalpina e mi spingo fino al belvedere di viale Romolo Gessi, presso la fontana di Sant’Andrea [5]. Qui il panorama è di quelli che riconciliano con il mondo, con le gru del porto che si tuffano nel golfo triestino.

Giunge l’ora del tramonto, uno spettacolo naturale che si ripete e attrae: il Molo Audace [6], un “grande classico” e il Canal Grande [7], dove la luce dorata si riflette sui palazzi e sulle barche ormeggiate, creando un’atmosfera da quadro impressionista. Dopo tanta bellezza, è il momento di fermarsi per l’aperitivo: la tradizione porta in Cavana [8] , dove tra viuzze e palazzi antichi, c’è La Muta (via della Pescheria, 18a), un cocktail bar raccolto e affascinante. Qui i drink sono autentiche storie liquide. Personalmente, suggerisco un classico Negroni, ma voi qui potete tranquillamente lasciarvi intrattenere dai barman che amano creare tra le botaniche e i distillati più vari. Trieste, ogni volta, sa come sorprendermi. Nel frattempo si è fatta l’ora di cena ed io in sella alla mia bici, mi lascio guidare, senza fretta, dal vento che accompagna l’ultima pedalata.

Triest ist eine Stadt mit einzigartigem Charme. Der Duft von Kaffee liegt in der Luft und die Bora bringt frischen und kreativen Wind. Am besten erkundet man die Stadt mit dem Fahrrad - radeln, kulinarische Entdeckungen machen und atemberaubende Ausblicke genießen

Aussteigen und los geht’s - die Straßenbahn und ihre untrennbare Beziehung zum Fahrrad

Meine Beziehung zur Tram nach Opicina reicht weit zurück: Schon als kleiner Junge lud ich mein Fahrrad auf die Bügel an den beiden Enden des Wagons und genoss die Fahrt hinunter, während ich mir die Nase am Fenster platt drückte. Ich startete am Obelisken, dem schönsten Aussichtspunkt von Triest, und ließ mich von der Tram hinunter in die Stadt tragen, während die Landschaft langsam an mir vorbeizog. Ein kleiner Akt der Unabhängigkeit.

Das Gefühl ist heute noch genauso wie damals. Das Fahrrad ist festgemacht, die Straßenbahn pfeift und die Fahrt beginnt: Der Karst weicht den ersten roten Dächern, das Meer kommt immer näher. Triest heißt mich willkommen und wartet darauf, von mir auf dem Drahtesel erkundet zu werden. Wer kein Fahrrad hat, kann sich an den öffentlichen Stellplätzen auf der Piazza Oberdan eines ausleihen.

Die morgendliche Stärkung

Der erste Halt ist das Caffè Urban [1] (Largo della Barriera Vecchia 17). Hier ist der Kaffee keine automatische Handlung, sondern ein Ritual. Ich genieße den mit viel Hingabe zubereiteten Kaffee mit Noten von reifen Früchten und Kakao. Ein Kaffee, der von seiner Reise durch die Kontinente erzählt, von der Bohne bis zur Tasse. Die richtige Energie zum Starten. Nach wenigen Minuten erreicht man die Kirche Sant’Antonio [2], die den Canale Grande überblickt und dem Golf von Triest ihre Pforten öffnet. Von hier aus gelangt man im Handumdrehen zum 90% Pesce [3](Via XXX Ottobre 13A). Das Schaufenster ist eine Einladung: Garnelenspieße, marinierte Sardellen (in Triest “Sardoni”), Tintenfischsalat und legendäre Fischmacarons. Ich entscheide mich für eine Brioche mit geräuchertem Lachs und ein Crostino mit Baccalà mit einem Spritzer nativem Olivenöl extra. Das Meer in einem Bissen: salzig und sanft.

Traditionelles Mittagessen und Sonnenuntergang

Nach dem Charme der Altstadt zieht es mich zum Mittagessen ins Local (Via Baccardi 4). Hier trifft die friaulische Küche auf den Karst und erzählt vom Land und Meer der Region: Eine Wurstplatte mit einem lokalen Malvasia-Wein und schon wähnt man sich inmitten der Weinberge, umgeben von leicht im Wind wehenden Blättern.

Nach dem Mittagessen geht es weiter mit einer erholsamen Fahrt an den Rive, der Uferpromenade. Ich fahre an der Stazione Marittima [4] und dem alten Bahnhof Transalpina vorbei bis zum Aussichtspunkt an der Viale Romolo Gessi in der Nähe des Sant’Andrea-Brunnens [5]. Der Blick auf die Hafenkräne, die aussehen, als würden sie gleich in den Golf von Triest eintauchen, versöhnt einen mit der Welt. Die Stunde des Sonnenuntergangs rückt näher. Dieses Naturschauspiel zieht Abend für Abend alle Blicke auf sich. Die Protagonisten sind dabei der Molo Audace [6], der große Klassiker, und der Canal Grande [7], wo sich das goldene Licht an den Palästen und ankernden Booten spiegelt und eine Atmosphäre wie in einem impressionistischen Gemälde schafft. Nach so viel Schönheit ist es Zeit für einen Aperitif - idealerweise in Cavana [8], wo sich zwischen den engen Gassen und alten Palazzi La Muta, eine gemütliche und charmante Cocktailbar, befindet. Die Drinks hier sind authentische flüssige Geschichten. Ich persönlich empfehle einen klassischen Negroni, aber man kann sich auch getrost von den Barkeepern inspirieren lassen, die aus den verschiedensten Zutaten und Spirituosen tolle Kreationen zaubern. Triest weiß mich jedes Mal aufs Neue zu überraschen. Mittlerweile ist es Zeit zum Abendessen, doch nur kein Stress. In aller Ruhe lasse ich mich von dem Wind leiten, der meine - für heute - letzte Fahrt begleitet.

Giusto
San Vito
San Giacomo
Piazza della Borsa
Piazza Cavana
Largo della Barriera Vecchia
Stazione

Tutte le strade portano a… Gorizia

Alle Wege führen nach... Görz!

Natura senza confini Grenzenlose Natur

Il 2025 è l’anno di Nova Gorica/Gorizia capitale europea della cultura 2025. Due città, due nazioni, protagoniste di un progetto transfrontaliero che mette al centro la storia di un territorio di confine tutto da scoprire e da raggiungere magari in bici.

Arrivando da ovest si può intraprendere un percorso da Oscar, la Ciclovia Pedemontana (FVG3) che attraversa il Friuli Venezia Giulia da Sacile a Gorizia-Nova Gorica (Slovenia). L’itinerario di 180 chilometri, vincitore nel 2024 dell’oscar del cicloturismo, parte dal Giardino della Serenissima e attraversa Maniago, noto nel mondo per la produzione delle coltellerie, i Borghi più Belli d’Italia Polcenigo e Poffabro, Venzone e Gemona del Friuli, borgo alle pendici delle Prealpi Giulie.

Gli amanti del vino e dei paesaggi dal dolce profilo collinare una volta arrivati a Cividale del Friuli, sito UNESCO per l’arte longobarda, possono scegliere di intraprendere la Variante dei vigneti (FVG3d). Percorso scenografico e suggestivo, si sviluppa tra Tarcento e Cormons. Per rinfrancarsi dalla fatica è d’obbligo una pausa golosa nelle osterie tipiche che accompagnano tutto il tracciato.

Chi proviene dall’Austria può scegliere un itinerario che segue il confine est del FVG, dalle valli alpine ai vigneti dei Colli Orientali e del Collio. Il “Tarvisio – Gorizia (TX01)” unisce la prima parte della ciclovia Alpe Adria FVG1 e la seconda metà della ciclovia Pedemontana FVG3.

Partendo da Trieste si può raggiungere Gorizia pedalando lungo la variante della ciclovia del Mar Adriatico FVG 2/b, un percorso immersi nella natura carsica che attraversa il borgo di Grotta Gigante dove si trova la cavità carsica omonima considerata la caverna turistica più grande del mondo. Arrivati a Monfalcone si può scegliere d’inforcare l’anello della Grande Guerra (R047), un viaggio nella storia di queste terre tristemente note per essere state teatro delle principali battaglie sul fronte orientale della Prima guerra mondiale.

Imperdibili anche gli itinerari transfrontalieri che partono da Gorizia come il breve anello cittadino GoriziaNova Gorica (R059) di 17 km, dove si alternano testimonianze asburgiche, italiane e slovene. L’anello tra i vigneti del Collio e della Brda (R060) per godere di paesaggi mozzafiato durante una sosta tra un bicchiere e l’altro di Ribolla Gialla di Oslavia o di Malvasia e di Friulano da abbinare ai piatti tipici di questo territorio. O ancora, per gli amanti della storia l’anello per visitare i luoghi della Grande guerra (R061) o della natura per scoprire il fiume Isonzo (R062) dalle acque cristalline.

GO! Soča. Camminata ecologica lungo il fiume Soča (10 maggio) è un’escursione lungo il fiume Isonzo che unisce al piacere ricreativo l’aspetto ambientale. Sull’intero percorso della marcia saranno posizionate più isole ecologiche, dove i partecipanti potranno depositare i rifiuti raccolti. –

GO! Soča. Die ÖkoWanderung am (10. Mai) führt am Fluss Soča entlang und verbindet Freizeit- und Umweltaspekte. Auf der gesamten Wanderroute werden mehrere Wertstoffinseln aufgestellt, wo die Teilnehmer:innen den gesammelten Müll abgeben können.

kkse@siol.net gorica@zssdi.it

DEUTSCHER TEXT

Auf Deutsch heißt die europäische Kulturhauptstadt 2025 Görz, aber so einfach ist es nicht, denn die geteilte Stadt liegt in zwei verschiedenen Nationen: Nova Gorica in Slowenien, Gorizia in Italien. Ein idealer Ort für ein grenzüberschreitendes Projekt in einem geschichtsträchtigen Grenzgebiet, das es zu entdecken gilt - z. B. mit dem Fahrrad! Wer von Westen her kommt, kann den Fahrradweg Pedemontana (FVG3) nehmen. Die 180 km lange und Oscarprämierte Route von Sacile bis GoriziaNova Gorica (Slowenien) durchquert Friaul-Julisch Venetien und wurde 2024 mit dem Oscar für Radtourismus ausgezeichnet. Sie führt vom “Garten der Serenissima” an Maniago, das für die Herstellung von Schneidwaren weltberühmt ist, und den “Schönsten Dörfern Italiens” Polcenigo und Poffabro, Venzone und Gemona del Friuli in den Julischen Voralpen vorbei. Wer Wein und sanfte Hügellandschaften liebt, kann in Cividale del Friuli, der UNESCO-Weltkulturstätte für lombardische Kunst, die Route über die Weinberge (FVG3d) wählen. Die landschaftlich sehr reizvolle Strecke verläuft zwischen Tarcento und Cormons. Zur Stärkung sollte man in einer der typischen Tavernen entlang der Strecke einkehren. Aus Österreich kommend, kann man die Route entlang der Ostgrenze von Friaul-Julisch Venetien wählen: von den Alpentälern bis zu den Weinbergen der Colli Orientali und des Collio. Die Route Tarvis - Görz (TX01)

verbindet den ersten Teil der Radroute Alpe Adria FVG1 und die zweite Hälfte der Pedemontana FVG3. Von Triest aus erreicht man Görz, indem man die Variante des Adria-Radwegs FVG 2/b nimmt. Sie verläuft durch den Karst und durch die Ortschaft Grotta Gigante, wo sich die Riesengrotte, die größte Schauhöhle der Welt, befindet. In Monfalcone angekommen, fährt man auf dem Rundweg des Großen Krieges (R047) weiter. Hier erlebt man die Geschichte einer Gegend, die als Schauplatz der wichtigsten Schlachten an der Ostfront im Ersten Weltkriegs traurige Berühmtheit erlangt hat. Ein absolutes Muss sind auch die grenzüberschreitenden Routen, die in Görz beginnen: der 17 km lange Rundweg Gorizia-Nova Gorica (R059), auf dem sich habsburgische, italienische und slowenische Zeugnisse abwechseln; der Rundweg durch die Weinberge von Collio und Brda (R060), wo man bei einem Glas Ribolla Gialla di Oslavia, Malvasia oder Friulano die atemberaubende Landschaft und typische Gerichte der Region genießen kann; oder der Rundweg zu den Schauplätzen des Ersten Weltkriegs (R061) oder der Rundweg (R062), bei dem sich alles um das kristallklare Wasser des Flusses Isonzo dreht.

Cultura

senza confini

Grenzenlose Kultur

Arrivati a Nova Gorica /Gorizia per esplorare il territorio in modo unico ed esclusivo, PromoTurismoFVG propone “Atmosfere goriziane”, un tour classico che introduce alle bellezze architettoniche e artistiche della città (tutti i sabati alle 15). Di sabato e domenica alle 10.30 il tour “Gorizia – Una storia di frontiera”, con partenza dal Valico del Rafut, dal Museo del Lasciapassare Prepustnica e arrivo presso l’iconica Piazza della Transalpina, racconta la storia del confine che divise la città. In omaggio una prepustnica, il lasciapassare un tempo necessario per varcare il confine.

–Wer in Görz ankommt und die Gegend auf einzigartige und exklusive Weise zu erkunden will, kann auf der von PromoTurismoFVG organisierten Tour “Atmosfere goriziane” die Architektur und die Kunst der Stadt kennenlernen (jeden Samstag um 15 Uhr). Samstags und sonntags um 10.30 Uhr erzählt die Tour “Gorizia - Una storia di frontiera” die Geschichte der Grenze, die die Stadt teilte. Die Tour beginnt am Grenzübergang Rafut am Prepustnica-Museum und endet an der kultigen Piazza della Transalpina. Als Geschenk erhält man eine Prepustnica, den einst erforderlichen Passierschein zum Überqueren der Grenze.

AL TOP

Con l’arrivo della primavera, torna la voglia di raggiungere malghe e rifugi. In Friuli Venezia Giulia, tra le Alpi Giulie, le Carniche e le Dolomiti Friulane, le offerte sono sempre più attrattive, con un giusto equilibrio tra tradizione, natura e innovazione. Non solo vitto e alloggio, ma diverse sono le proposte culinarie, culturali e ricreative.

Mit dem Frühling kehrt auch die Lust auf Almen- und Hüttenwanderungen zurück. Mit den Julischen und den Karnischen Alpen sowie den Friauler Dolomiten hat die Region einiges zu bieten. Das immer attraktivere Angebot verbindet Tradition, Natur und Innovation, Unterkunft und Verpflegung, aber auch kulinarische, kulturelle und Freizeitangebote.

di /von
Emily Menguzzato e Ilaria Romanzin

PARTENDO DALLA CARNIA

—Ausgangspunkt: Karnien

Il Lago di Volaia, sul confine italo austriaco, è una delle mete più apprezzate dell’intera montagna friulana. Si trova a 1.955 metri in Austria (in tedesco, Wolayersee), ma è raggiungibile dall’Italia. Punto di partenza è il Rifugio Tolazzi raggiungibile agevolmente in macchina da Forni Avoltri; da qui si prosegue a piedi lungo il sentiero CAI 144. Si parte dolcemente, avvolti dal verde intenso dei boschi di larici e abeti; la salita è graduale, mentre il sentiero si snoda tra muschi soffici e radici intrecciate. Poi, improvvisamente, la vegetazione si dirada e lascia spazio ai prati alpini lambiti dal vento. Si arriva quindi al Rifugio Lambertenghi Romanin (in ristrutturazione) e poco dopo al Passo Volaia. Per riprendere le forze, ideale è un sosta al Rifugio Wolayersee Hütte, sul versante austriaco, che regala un senso di relax. Gustare i piatti tipici della tradizione con la vista aperta sulle vette e sul lago ripaga di ogni fatica.

Il Rifugio Giaf è situato invece tra le Dolomiti Friulane, a quota 1400 mt, a un’ora di cammino da Forni di Sopra. Disposto su due piani, offre cucina tipica friulana (anche magistralmente rivisitata) e la possibilità di sedersi vicino al “Larin” o “Fogolâr”, il tipico focolare a legna, ideale per le serate in rifugio. I giovani gestori propongono escursioni, eventi, soggiorni dedicati a yoga e mindfulness. Il Rifugio Giaf è una tappa dell’Anello delle Dolomiti, un percorso “da rifugio a rifugio” della durata di tre giorni, che attraversa il Parco delle Dolomiti Friulane. Tra i ristori coinvolti c’è anche il Rifugio Pordenone, a conduzione familiare, con la possibilità di pernotto nel rifugio (60 posti letto) o nelle casette di legno sugli alberi.

Rifugio Tolazzi

T. +39 350 501 1795

Rifugio Wolayersee Hütte

T. +43 720 346 141

Rifugio Giaf www.rifugiogiaf.it

Rifugio Pordenone www.rifugiopordenone.it

DEUTSCHER TEXT

Zu den Orten, die einem das Herz höher schlagen lassen, gehört der Wolayer See an der Grenze zwischen Italien und Österreich. Er liegt auf 1955 m Höhe, wo die unberührte Natur atemberaubende Ausblicke bietet. Ausgangspunkt ist die Hütte Rifugio Tolazzi (Info: +39 3505011795), die von Forni Avoltri aus leicht mit dem Auto zu erreichen ist. Von hier aus geht es zu Fuß weiter auf dem CAI-Wanderweg 144, der anfangs noch sanft durch das intensive Grün der Lärchen- und Tannenwälder führt. Dann wird er steiler und schlängelt sich an weichen Moosen und verschlungenen Wurzeln vorbei. Schließlich lichtet

sich die Vegetation und gibt den Blick auf windgepeitschte Almwiesen. Dann erreicht man die Hütte Rifugio Lambertenghi Romanin (gerade im Umbau) und kurz darauf den Wolayerpass. Um wieder zu Kräften zu kommen, empfiehlt sich eine Einkehr in der Wolayerseehütte auf der Kärntner Seite. Die traditionellen Gerichte und der freie Blick auf die Gipfel und den See lassen alle Mühen vergessen.

Die Hütte Rifugio Giaf hingegen liegt in den Friauler Dolomiten auf 1.400 m Höhe, eine Stunde Fußmarsch von Forni di Sopra entfernt, und bietet auf zwei Etagen typische friaulische Gerichte (auch meisterhaft neu interpretiert) und die Möglichkeit, am Larin oder Fogolâr, dem typischen Holzkamin, zu sitzen, ideal für Hüttenabende. Die jungen Betreiber bieten Ausflüge, Veranstaltungen, Yoga- und Achtsamkeitspakete an (www.rifugiogiaf.it). Die Hütte ist eine Etappe auf dem Dolomiten-Rundweg, einer dreitägigen Hüttenwanderung durch den Naturpark der Friauler Dolomiten. Zu den Hütten gehört auch das familiengeführte Rifugio Pordenone mit Übernachtungsmöglichkeiten in der Hütte (60 Betten) oder in Baumhäusern.

TIPS

Ecomuseo Fornese a Forni di Sopra Ökomuseum in Forni di Sopra

L’ecomuseo di Forni di Sopra è un museo a cielo aperto, ideato dagli stessi abitanti del paese, con l’obiettivo di valorizzare le caratteristiche del territorio e della comunità. Un patrimonio di beni culturali, materiali e immateriali, in continuo rinnovamento.

–Das Ökomuseum in Forni di Sopra ist ein Freilichtmuseum, das von der Bevölkerung des Dorfes selbst konzipiert wurde, um die Besonderheiten des Gebiets und der Gemeinde hervorzuheben. Ein Erbe an materiellen und immateriellen Kulturgütern, das sich ständig erneuert. www.fornidisopra.it

TRA TARVISIO E MALBORGHETTO –VALBRUNA

—Zwischen Tarvis und Malborghetto-Valbruna

Tra le proposte dell’Alto Friuli, troviamo Malga Grantagar. Piccolo gioiello a conduzione familiare, è situata a 1500 mt e si trova nel comune di Tarvisio, circondata dalle cime delle Alpi Giulie. Raggiungibile in auto e (facilmente) a piedi, la malga offre dieci posti letto ed è dotata di un caseificio che produce formaggi, ricotta fresca e affumicata, acquistabili sul posto e utilizzati dalla cucina dell’agriturismo. La lavorazione del latte rispetta le regole della tradizione, grazie anche al “lattoinnesto”, una coltura batterica che nasce dal latte munto non più di due ore prima.

Spostandosi verso il comune di Malborghetto Valbruna, sopra il paese di Ugovizza, non si può evitare una visita alle “Case sugli alberi” dell’agriturismo Malga Priu, ecosostenibili e realizzate in legno, con una forma arrotondata che ricorda quella di una pigna. Le due “Tree-house” sono pensate per dormire sospesi a dieci metri di altezza, immersi nella natura.

DEUTSCHER TEXT

Eine der Almen im Oberfriaul ist die Malga Grantagar. Das kleine, familiengeführte Kleinod liegt auf 1500 m Höhe in der Gemeinde Tarvis, umgeben von den Gipfeln der Julischen Alpen. Die Alm ist sowohl mit dem Auto als auch (leicht) zu Fuß erreichbar. Sie verfügt über zehn Betten und eine Käserei, die Käse sowie frischen und geräucherten Ricotta herstellt, der vor Ort gekauft werden kann und in der Küche der Alm verwendet wird. Die Milchverarbeitung erfolgt auf traditionelle Weise, auch dank des lattoinnesto, einer Bakterienkultur, die aus Milch stammt, die höchstens zwei Stunden zuvor gemolkener wurde. In Richtung Malborghetto Valbruna, oberhalb des Dorfes Ugovizza, sollte man unbedingt die Baumhäuser der Malga Priu besichtigen. Ökologisch, nachhaltig und aus Holz, erinnern sie in ihrer runden Form an Pinienzapfen und garantieren besten Schlaf auf zehn Meter Höhe inmitten der Natur.

TIPS

Risonanze festival

“La musica va per le valli in fiore”, recita il testo di un noto musical. Ed è proprio ciò che accade a Risonanze, il festival di musica nel bosco che si terrà dal 14 al 22 giugno 2025, nel cuore pulsante delle Alpi Giulie, la Val Saisera. Qui, tra gli abeti di risonanza, gli strumenti risuonano proprio dove sono nati. L’edizione speciale “Anniversary Edition” ospiterà artisti provenienti da ogni parte del mondo, trasformando la musica in un linguaggio capace di unire culture, anime e tradizioni.

“Die Täler entlang klingt das Lied der Berge”, heißt es in einem bekannten Musical. Und genau das passiert bei Risonanze, dem Musikfestival im Wald, das vom 14. bis 22. Juni 2025 im Herzen der Julischen Alpen im Seisertal stattfindet. Hier, zwischen den Resonanz-Rottannen, erklingen die Instrumente genau dort, wo auch das Holz dafür gewachsen ist. Die spezielle “Anniversary Edition” bringt Künstler aus aller Welt zusammen, die die Musik in eine Sprache verwandeln, die Kulturen, Seelen und Traditionen miteinander verbindet.

www.risonanzefestival.com

Malga Grantagar

T. +39 340 847 3791

Malga Priu

T. +39 331 102 5989

APRILE APRIL MAGGIO MAY

19 – 21.04.2025

Horti Tergestini

Un tripudio di fiori al Parco di San Giovanni. /A floral feast at San Giovanni Park. www.hortitergestini.it

27.04.2025

Mujalonga sul mar

Sport e divertimento a Muggia. /Sport and fun by the sea in Muggia. www.mujalongasulmar.com

28.04 – 04.05.2025

Trieste Bookfest

10a edizione del Festival letterario che pone al centro il lettore. Incontri e presentazioni in molti luoghi della città, dai caffè storici ai musei. /Now in its 10th year, the literary festival that puts readers centre stage. Talks and book presentations throughout the city, from historic cafés to museums. www.triestebookfest.com

I venerdì di maggio /Every Friday in May

Rose libri musica vino /Rose, Books, Music & Wine

Incontri e degustazioni tra le rose. /Gatherings and tastings among the roses. www.parcodisangiovanni.it

4.05.2025

Trieste spring run

Mezza maratona da Duino e Bavisela Family dal Castello di Miramare: due corse a pelo d’acqua con arrivo in Piazza Unità d’Italia. /A half marathon from Duino and a family run from Miramare Castle –two stunning coastal races finishing in Piazza Unità d’Italia. www.trieste21k.com

Fino al 4.01.2026

/Until 4.01.2026

Fashionlands – Clothes Beyond Borders

Da ITS Arcademy la nuova mostra internazionale che esplora il ruolo della moda ripensandone i confini. /ITS Arcademy presents a new international exhibition that explores the role of fashion while redefining its boundaries. itsweb.org/its-arcademy-it

6 – 11.05.2025

Scienza e virgola

Science&Media Festival organizzato dal Laboratorio Interdisciplinare della SISSA. Sei giorni di incontri, dialoghi ed eventi. /A Science & Media Festival by SISSA’s Interdisciplinary Lab. Six days of talks, debates, and events. www.scienzaevirgola.it

10 – 11.05.2025

Trieste Maker Faire

Dodicesima edizione della Festa dell’Ingegno in piazza Unità d’Italia per un weekend all’insegna della scienza e del divertimento.

/The 12th edition of the Festival of Ingenuity: a weekend of science and fun in Piazza Unità d’Italia. trieste.makerfaire.com

16 – 18.05.2025

Link Media Festival

Dietro le quinte delle notizie. /A look behind the headlines. www.linkfestival.it

17.05.2025

Corri Trieste

Una serata di corsa per tutti. /An evening run for everyone. www.promorun.it/corritrieste

Maggio – Giugno /May – June

Tutti all’Opera! /All to the Opera!

Al Teatro Verdi ultimi due appuntamenti della stagione: dal 16 al 25 “Rigoletto” di Verdi e “Candide” di Leonard Bernstein dal 13 al 22 giugno. /The final two operas of the season at Teatro Verdi: Verdi’s Rigoletto (16–25 May) and Bernstein’s Candide (13–22 June). www.teatroverdi-trieste.com

GIUGNO JUNE

7.06.2025

In city golf

Il golf come non avete mai immaginato. /Golf as you’ve never imagined. www.incitygolf.com

13 – 15.06.2025

Boramata

Follie di vento nella città della bora: una festa disordinata, come piace al vento, dedicata alla cosa più triestina che c’è. /Windy madness in the city of the Bora – a delightfully chaotic celebration of Trieste’s most iconic element. www.museobora.org

15.06.2025

Barbacan produce

Il mercatino più creativo in città. /The city’s most creative market. www.barbacanproduce.com

16.06.2025

Bloomsday

Il festival che celebra, racconta, rivive il capolavoro di James Joyce Ulisse, un capitolo alla volta. /A festival celebrating James Joyce’s Ulysses, one chapter at a time. www.lets.trieste.it

27 – 28.06.2025

Mare e Vitovska

Al Castello di Duino manifestazione enogastronomica che celebra il vitigno autoctono più rinomato del Carso triestino, goriziano e sloveno. /At Duino Castle – a food and wine event celebrating the most iconic native grape of the Trieste, Gorizia and Slovenian Karst. www.mareevitovska.eu

13.06 – 13.07.2025

Alegría - In A New Light

Arriva a Trieste il più spettacolare show mai andato in scena: pronti ad assistere alle acrobazie del Cirque du Soleil? /Cirque du Soleil’s most spectacular show comes to Trieste – are you ready to be amazed? www.ilrossetti.it

20 – 29.06.2025

Triskell

Festival Internazionale di Musica e Cultura Celtica. /International Festival of Celtic Music and Culture. www.celticevents.org

Quanti ricordi

—Ach, weißt du noch...

Ti ricordi il mare, dove ti porta, sperando di fare una Barcolana, prima di partire.

Ti ricordi i Piccoli, i Podrecca, dalle casse, poi in giro per il mondo, Madrid, e chissà…

Ti ricordi gli anni, 70 anni del teatro, tra anniversari e avversari.

Ti ricordi il Mare di Ombrelli, quel 26 ottobre. Ti ricordi Zeno, e il teatro pieno fino alla seconda galleria.

Ti ricordi i giorni e gli anni e gli anni di un’intera vita ad aspettare, a cercare.

Ti ricordi

Mi prende la malinconia, già ora.

Sarà il lungomare di Bari, dalla città vecchia, che mi ricorda la Sacchetta, sarà la remiera accanto, sarà questa giornata fredda e solare d’inverno.

Mi lascio andare ai ricordi.

Ti ricordi quel pomeriggio sul campo centrale al Tennis, a palleggiare con Gio, dritti e rovesci e il suo back naturale che talvolta si trasforma in una infida palla corta.

E il suo racconto di tennis, leggerezza e ironia, divertimento e amicizia.

Ti ricordi la salita di via Commerciale, per raggiungere poi la meraviglia della Napoleonica, a guardare ragazzi e maturi salire e provare a salire e pensare di salire e sognare di salire e aspettare già saliti che passi qualcosa, aspettare.

Ti ricordi le prime uscite in canoa, vogando all’indietro, con sorrisi e gentilezze, all’alba delle sei, nel silenzio e nell’incanto della diga.

Ti ricordi la Cottur, solo, a pensare a tutti gli incontri, uomini con cani, donne con cani, cani con cani e altri ciclisti in salita e discesa e la città che rapida ti lascia per trovarti con altri animali e altri confini.

Ti ricordi il nero in b, breve sensazione rapida come un fiore, di essere triestino, per un istante, felice.

Ti ricordi il Delfino Verde, verso Muggia e la vita vera, quella nascosta e intima, al tramonto, all’alba, passando accanto a corpi al sole e lettori

e giocatori di dama e bambini festanti e mamme sorridenti e anziani sereni e giochi e piccole prove di paradiso.

Ti ricordi la scoperta della città, in motorino, su e giù per quartieri e periferie e case belle e case molto brutte e meraviglie e orrori dell’architettura.

Ti ricordi Miramare, il colore e l’orizzonte che si perde nella lontananza di Monfalcone.

Ti ricordi i giardini, quasi ogni giorno, con busti antichi e tartarughe immobili, e il ping pong di marmo e il cinema all’aperto dove si vede male e si sente peggio ma non importa, è sempre bello anche quando te ne vai a metà.

Lasciare Trieste è un dolore dolce.

Tutti fuggono da Trieste, più che città non luogo, la città della fuga. Il punto è che, poi, non la lasci mai, o non la lasci più.

Weißt du noch das Meer, wohin es dich trägt, während du hoffst, vor der Abfahrt noch bei einer Barcolana mitzumachen?

Weißt du noch die Piccoli, die Podrecca, Marionetten, die von Kisten und Bühnen aus in die Welt hinauszogen - Madrid und noch weiter, wer weiß wohin…

Weißt du noch die Jahre, 70 Jahre Theater, zwischen Feierlichkeiten und Feindseligkeiten?

Weißt du noch das Regenschirmmeer an jenem 26. Oktober 1954?

Weißt du noch Zeno und das bis zur zweiten Galerie vollbesetzte Theater?

Weißt du noch die Tage und die Jahre und die Jahre eines ganzen Lebens, wartend, suchend?

Weißt du noch?

Mich überkommt die Melancholie, schon jetzt. Vielleicht ist es die Uferpromenade von Bari, von der Altstadt aus, die mich an die Sacchetta erinnert, oder der Ruderclub daneben oder dieser kalte, sonnige Wintertag.

Ich lasse mich von den Erinnerungen treiben.

Weißt du noch jenen Nachmittag auf dem Tennisplatz, den Ballwechsel mit Gio, seine

di /von Paolo Valerio

Vor- und Rückhand und seinen natürlichen Slice, der manchmal zu tückisch kurzen Bällen führt? Und seine Art, über Tennis zu erzählen, Leichtigkeit und Ironie, Spaß und Freundschaft?

Weißt du noch die Via Commerciale rauf zur wunderbaren Napoleonica, wo wir den Jungen und Erfahrenen beim Klettern zusahen, beim Versuch raufzuklettern, beim Nachdenken über das Raufklettern, beim Träumen vom Raufklettern, um dann - oben angekommen - zu warten, ja zu warten, dass etwas passiert?

Weißt du noch die ersten Ruderabenteuer, rückwärts rudernd, lächelnd und zuvorkommend um sechs Uhr morgens in der Stille und Magie des Wellenbrechers?

Weißt du noch den Cottur-Weg, allein, und all die Begegnungen, Männer mit Hunden, Frauen mit Hunden, Hunde mit Hunden, andere Radfahrer bergauf und bergab, wie rasch die Stadt verschwindet und andere Tiere und andere Grenzen dich erwarten?

Weißt du noch den nero in b, diesen kurzen Augenblick des Gefühls - wie eine sich öffnende Blüte - , einen Moment lang triestino zu sein, glücklich?

Weißt du noch den Delfino Verde nach Muggia und das wahre Leben, das verborgene und intime, bei Sonnenuntergang, bei Sonnenaufgang, vorbei an Körpern in der Sonne und Lesern und DameSpielern und fröhlichen Kindern und lächelnden Müttern und gelassenen Alten und Spielen und kleinen Einblicken ins Paradies?

Weißt du noch, wie es war, die Stadt auf dem Roller zu erkunden, auf und ab durch Stadtviertel und Vororte, vorbei an schönen Häusern und ausgesprochen hässlichen Häusern, an Wundern und Schrecken der Architektur?

Weißt du noch Miramare, die schimmernden Farben und der Horizont, der in der Ferne von Monfalcone verschwimmt?

Weißt du noch, wie es war, fast jeden Tag die Parks zu besuchen, mit ihren antiken Büsten und unbeweglichen Schildkröten, ihrer Tischtennisplatte aus Marmor und dem Freiluftkino, wo man schlecht sieht und noch schlechter hört, was aber nichts macht, es ist trotzdem schön, auch wenn man mitten drin geht?

Triest zu verlassen ist ein süßer Schmerz. Alle fliehen aus Triest, dem Nirgendwo, der Stadt der Flucht. Doch am Ende - und das ist der Punktverlässt man es nie - oder nicht mehr.

Paolo Valerio, veronese 64 anni, è stato direttore del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia dal gennaio del 2021, raccogliendo consensi e molti successi. Apprezzato regista, produttore ed attore, tra qualche settimana lascerà l’incarico nel capoluogo regionale per fare ritorno nella sua città natale dove dirigerà le rassegne teatrali del Comune di Verona, scelto tra una rosa di 34 candidati. Ma prima di lasciare Trieste –città che ha profondamente amato– ha voluto regalare ai lettori di IES alcune suggestioni, dopo gli anni qui vissuti, che diventano percorsi del cuore ed itinerari da condividere tra turisti di passaggio e abitanti di una città dalla quale è difficile staccarsi. –

Paolo Valerio, 64, ist gebürtiger Veroneser und seit Januar 2021 Direktor des Rossetti-Theater, wo er zahlreiche Erfolge verbuchen konnte. In wenigen Wochen wird der gefeierte Regisseur, Produzent und Schauspieler seinen Posten in Triest verlassen und in seine Heimatstadt zurückkehren. Dort übernimmt der aus 34 Kandidat:innen ausgewählte Regisseur die Theaterleitung der Stadt Verona. Bevor er die Stadt Triest, die er zutiefst geliebt hat, verlässt, möchte er den IES-Leser:innen nach all den Jahren, die er hier gelebt hat, einige Anregungen mit auf den Weg geben: “Herzensrouten” für Tourist:innen und Einwohner:innen einer Stadt, von der man sich nur schwer trennen kann.

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