Summer 2025
Morbin: cos’è e dove trovarlo
The Taste of Trieste cucina & cocktails
Portfolio: Spritz with a view I negozi del buonumore
Trieste Estate tra mostre e concerti
Fuori porta: da Grado a Camporosso
29

Summer 2025
Morbin: cos’è e dove trovarlo
The Taste of Trieste cucina & cocktails
Portfolio: Spritz with a view I negozi del buonumore
Trieste Estate tra mostre e concerti
Fuori porta: da Grado a Camporosso
29
direttore responsabile
Giovanni Marzini
supervisione editoriale
Francesca Pitacco
coordinamento
Paola De Cassan
segreteria di redazione
Fabiana Parenzan
hanno collaborato
Viviana Amendola, Cristina Bonadei, Micol Brusaferro, Giulia Depentor, Alice Noel Fabi, Nicolò Giraldi, Maddalena Giuffrida, Emily Menguzzato, Matteo Metullio, Alberto Polojac, Ilaria Romanzin, Ottavio Silva, Lucija Slavica
content editor
Rino Lombardi
marketing advisor
Stefania Boccabianca
coordinamento traduzioni
Rita Pecorari Novak
progetto grafico e impaginazione
Matteo Bartoli, Elisa Dudine – Basiq
stampa
Riccigraf S.a.s.
illustrazioni
Giulia Silipo – Basiq
foto di copertina
Silvia Ballis – Basiq
fotografie
Giovanni Aiello, Demis Albertacci, Camilla Bach, Giacomo Basile, Massimo Battista, Carlo Borlenghi, Nicola Brollo, Vincent Clarke, Marco Covi, Gabriele Crozzoli, Simone Di Luca, EmporioAdv, Fabrice Gallina, Massimo Gardone, Nicolò Gasperi, Tiziano Gualtieri, Hektor Leka, Francesco Marongiu, Riccardo Moro, Fabio Parenzan, Roberto Pastrovicchio, Anna Rinaldi, Paolo Sant, Marino Sterle, Tassotto&Max, Giovanni Tesei, Luigi Vitale, Archivio Barcolana, Comune di Trieste, PromoTurismoFVG, Archivio Adobe Stock
un progetto
Via Cesare Battisti 1, Trieste redazione@prandicom.it – tel. 040 2039654 www.triestelifestyle.com
IES Trieste Lifestyle N°29 – Summer 2025 Autorizzazione del Tribunale di Trieste del 16 marzo 2018, numero periodico 9/2018 V.G. 847/2018.
Finito di stampare: luglio 2025
di /by Giovanni Marzini
Non fatevi trarre in inganno, fate attenzione! Il “morbin”, assoluto protagonista di questo numero estivo di IES, non è un morbo, né tanto meno il diminutivo di una malattia. Al contrario. Può essere un toccasana, la giusta medicina nei momenti di tristezza, un anti depressivo di grande efficacia. Ma lo trovate, non in vendita (è gratis al pari di questa rivista…), solo a Trieste. Ed un magazine che si propone di fare conoscere ai suoi lettori il lifestyle della città non poteva che proporlo nella stagione che più di ogni altra può far da cornice a questa filosofia di vita.
Subito una confessione: il gruppo di persone che lavora nella costruzione di IES mai come in quest’occasione si è divertito così tanto per spiegare al lettore cosa significhi “avere morbin”. Perché, alla fin fine, ridere su e di noi stessi, può risultare terapeutico, prima ancora che divertente. Ecco perché di una cosa siamo certi: questo numero 29 è forse la più preziosa delle guide per conoscere e soprattutto capire questa città. Non è solo un percorso attraverso luoghi e angoli suggestivi, è anche e soprattutto la scoperta del carattere di una comunità e di una filosofia di vita. Un “mantra” salvifico che assume i contorni di un indispensabile conforto: quanto bisogno di leggerezza c’è, di questi tempi?
E allora tuffatevi in queste pagine ricche di spiegazioni e suggerimenti, itinerari e percorsi.
A farvi da guida personaggi che hanno fatto del “morbin” se non la loro ragione di vita, un fedele compagno di viaggio, assolutamente contagioso per il prossimo, se è pronto ad unirsi nell’avventura di una vita finalmente più leggera.
E vedrete che anche voi, turisti ma non solo, rischierete una bellissima fine: sepolti da una risata!
Don’t be fooled—pay attention! Morbin, the undisputed star of this summer issue of IES, is not an illness, nor is it the diminutive of some mysterious disease. Quite the opposite. It can be a cure-all, a cheerful antidote to gloom, a remarkably effective antidepressant. But you won’t find it for sale (much like this magazine—it’s free!); you’ll only find it in Trieste. And since this magazine is all about showcasing the city’s lifestyle, we couldn’t help but dedicate this issue to a way of life that finds its perfect setting in the summer season.
Let’s start with a confession: never before has the IES editorial team had such fun putting together an issue. Trying to explain what it really means to have morbin turned out to be both hilarious and revealing. Because ultimately, laughing at—and with—ourselves can be wonderfully therapeutic, even before it’s entertaining.
That’s why we’re convinced this Issue 29 may just be the most valuable guide yet to discovering— and truly understanding—this city. It’s not just a journey through charming corners and picturesque spots; it’s also, and above all, a deep dive into the character of a community and a philosophy of life. A kind of life-saving mantra, offering comfort and lightness—something we could all use a little more of these days, couldn’t we?
So dive into these pages, full of stories and suggestions, routes and reflections. You’ll be guided by characters who have made morbin—if not their reason for living—at least a trusted travel companion. And who knows? Their enthusiasm might just be contagious, especially if you’re ready to embrace a life with a bit more sparkle. And who knows—you, too (tourists and locals alike), might meet a wonderful fate: buried in laughter.
Leggere un libro. Visitare una mostra. Ascoltare un concerto. Raramente si pensa che si tratta di autentici “privilegi”: oggi condivisi da molti, ma ancora (anche se può apparire strano) preclusi ai più.
La cultura, per progredire, richiede continue “chiavi di accesso”. Dalle più elementari (come il saper leggere) ad altre più sofisticate, che la cultura stessa, quasi per “geminazione”, crea di continuo.
Chiavi che ci consentono di scrutare orizzonti sempre più affascinanti e impegnativi (percepire l’enigma di una statua greca, di un quadro astratto o di un brano musicale, al di là della mera contemplazione).
Chiavi che durano per sempre. Che affinano gusto e capacità di giudizio. Che non possiamo smarrire e che nessuno ci potrà mai rubare. Che potremo condividere e scambiare con altri.
La cultura, innegabile segno di benessere sociale. Ma anche matrice di autentica felicità individuale.
Ci sono infiniti buoni motivi per incoraggiare e sostenere la cultura in tutte le sue migliori espressioni.
La Fondazione lo crede da sempre.
Inclusion that drives change: the Monticolo&Foti Foundation
Partecipazione attiva, percorsi verso l’autonomia, cultura e formazione. Sono solo alcuni degli ambiti in cui opera la Fondazione Monticolo&Foti ETS, fondazione d’impresa che nasce come naturale prosecuzione dell’impegno filantropico del gruppo Monticolo&Foti. Il suo cuore pulsante?
L’inclusione. Ma non quella tradizionalmente intesa in chiave assistenziale: l’inclusione qui è motore di innovazione e cambiamento. “Non vogliamo solo aiutare le persone con disabilità. Vogliamo costruire insieme a loro nuovi contesti sociali, culturali e professionali dove ciascuno possa sentirsi protagonista” afferma il presidente della Fondazione, Andrea Monticolo.
Dal rafforzamento delle capacità del terzo settore, fino al supporto di progetti che promuovono autonomia abitativa, accesso alla cultura e sport inclusivo, la Fondazione lavora su più fronti. Gli esempi concreti sono numerosi. Con il progetto “FVG con i miei occhi”, giovani con disabilità diventano videomaker e narratori del proprio territorio, offrendo uno sguardo autentico e originale sul Friuli Venezia Giulia. “In Crescendo” porta invece la musica classica a contatto con le fragilità, grazie a percorsi di musicoterapia che facilitano l’ascolto attivo e la partecipazione ai concerti. E proprio in questi mesi prende forma un nuovissimo progetto per favorire l’autonomia abitativa attraverso percorsi personalizzati di cucina, in cui la pratica culinaria diventa strumento di indipendenza, fiducia e benessere quotidiano.
A queste iniziative si affiancano percorsi di capacity building, formazione per educatori e operatori e campagne di sensibilizzazione pensate per scardinare pregiudizi e costruire comunità più consapevoli e accoglienti.
“Inclusione è anche cambiare il modo in cui comunichiamo, progettiamo, viviamo gli spazi pubblici” –conclude Monticolo– “È una responsabilità collettiva che va oltre il sostegno: è cultura, visione e futuro”.
www.fondazionemonticolofoti.it
Active participation, pathways to independence, culture and training—these are just some of the fields in which the Monticolo&Foti Foundation ETS operates. A corporate foundation, it is the natural continuation of the Monticolo&Foti Group’s longstanding philanthropic commitment. At its heart?
Inclusion. But not in the traditional, welfare-based sense—inclusion here is a catalyst for innovation and transformation.
“We don’t just want to help people with disabilities. We want to create new social, cultural, and professional environments with them, where everyone can feel like the main character,” says Andrea Monticolo, President of the Foundation. From strengthening the capacity of the third sector to supporting projects that promote independent living, cultural access, and inclusive sports, the Foundation works on multiple levels. And the results speak for themselves. With the project “FVG Through My Eyes,” young people with disabilities become video makers and storytellers of their own region, offering an authentic and original perspective on Friuli Venezia Giulia. “In Crescendo” brings classical music into contact with vulnerability, through music therapy programmes that promote active listening and participation in live concerts. And now, a brandnew initiative is taking shape: personalised cooking courses designed to support independent living, where culinary practice becomes a powerful tool for autonomy, confidence, and everyday wellbeing. These initiatives are complemented by capacitybuilding programmes, training for educators and professionals, and awareness campaigns aimed at breaking down prejudice and building more inclusive and conscious communities.
“Inclusion also means changing how we communicate, design, and experience public spaces,” concludes Monticolo. “It’s a shared responsibility that goes beyond support—it’s about culture, vision, and the future.”
www.fondazionemonticolofoti.it
—Morbin: what it is and where to find it
di /illustration
Il morbin è uno dei tratti più distintivi del carattere dei triestini, ma se si legge la definizione di morbin della Treccani si può rimanere interdetti: nei bambini è identificato con l’euforia, mentre per gli adulti “indica piuttosto uno stato di leggere eccitazione sessuale”. A suffragare questo assunto basterebbe un’indagine datata 2023 dove tra le città a più alto tasso di tradimento estivo spiccava al primo posto il nome di Trieste. E che dire poi di un’altra classifica, che vedeva il capoluogo giuliano come la meta preferita per una breve fuga tra amanti? “L’importante è che marito e moglie non si trovino in Piazza Unità con i rispettivi partner” pare abbia subito commentato qualcuno davanti a uno spritz.
Ecco gli ingredienti immancabili del vero “local morbin”: ironia, volontà di suscitare la risata, un gruppo di amici e un bicchiere di vino.
Morbin nasce dal veneto mòrbio, che significa rigoglioso e lo si usa per identificare una persona vivace, di buon umore, allegra e compagnona. Non è un caso che sull’asso di coppe delle carte da gioco della Modiano, eccellenza triestina fin dal 1868, venga riportato “una copa de bon vin / fa coragio e fa morbin”.
Il morbin è insomma quell’allegria contagiosa che si sprigiona stando in compagnia, ma è anche qualcosa di più. Chi ha morbin ha anche voglia di fare, è sempre attivo, pronto a cantare, ballare, fare sport; non per primeggiare in maniera agonistica, bensì per lo spirito –certo un po’ goliardico– di stare insieme e divertirsi.
Con morbin ci si nasce, ma può essere pure quell’alchimia particolare fatta di persone, luoghi, atmosfere che fa diventare memorabile una giornata o (più spesso) una serata. L’estate è senza dubbio il periodo nel quale il morbin si esprime ai suoi massimi livelli grazie ai ritmi rilassati, la voglia di allegria e di vacanza, le serate all’aperto e le notti brave. Allora se adesso siete pronti per andare alla ricerca del morbin la prima regola è non statevene lì fermi, siete voi a doverlo trovare. Attaccate bottone senza
essere petulanti, esponetevi e accettate l’ironia magari un po’ tagliente, ruvida e rigorosamente in dialetto. Ecco, così siete già sulla buona strada. Ora alcuni suggerimenti sui luoghi dove è più facile imbattersi in persone con morbin. Attenzione però! Non siamo mica a Capo Sunio dove ogni sera il tramonto è meraviglioso, sai che noia. Qui abbiamo il molo Audace. Avete mai visto un tramonto da qui? Alle volte fantastico, alle volte no. “Pegola” (che sfortuna) commenterebbe con morbin chi passa di là. Chi senza ombra di dubbio aveva introiettato il puro spirito triestino era James Joyce e quindi se vogliamo iniziare la giornata come lui al posto del full Irish breakfast recatevi in un buffet vicino al porto industriale. Qui già abbastanza presto per i normali canoni sentirete ordinazioni in un linguaggio altrove inusuale. “Una ciapi rabi naspi e un ninpa de docru”. Aiuto, che suoni sono?! È il parlare alla rovescia, un codice usato dai vecchi facchini del porto che di morbin ne avevano a bizzeffe. Si tratta dell’abitudine tipicamente triestina di invertire le sillabe. Una mano per destreggiarsi in questo difficile rovesciamento delle parole lo si trova in libri come Animo portualini belli di un anonimo raccoglitore di perle esistenziali e racconti incredibili oppure in A la riversa, dizionarietto di Alessandro Ambrosi. Compresa ora l’ordinazione? Una birra piccola alla spina e un panino di prosciutto crudo!
A Trieste il rito della colazione è secondo al rito della merenda e forse terzo rispetto all’aperitivo, ma non vi preoccupate perché le giornate estive sono lunghe. Una nuotata è quello che ci vuole e gli indirizzi imperdibili sono tre: al Pedocin, l’antico stabilimento diviso tra uomini e donne, il vicino Ausonia, risalente agli anni Trenta e la riviera di Barcola. Non limitatevi a stare sdraiati: tuffarsi a clanfa (ferro di cavallo) provocando più schizzi possibili o sostare al bar sono i must per intrattenersi allegramente. Al chiosco appena fuori dal Pedocin i witz (prese in giro, scherzi) e gli spritz viaggiano rapidi, così come gli scooter con sdraio piegata dietro, vero
Ecco gli ingredienti immancabili del vero “local morbin”: ironia, volontà di suscitare la risata, un gruppo di amici e un bicchiere di vino.
Here are the essential ingredients of genuine local morbin: irony, the desire to make people laugh, a group of friends, and a glass of wine.
simbolo dell’easy living locale.
“La vita che voio xè a Barcola su un scoio”, tutto ciò che voglio è una vita sdraiato sugli scogli a Barcola, recita una maglietta molto venduta in città, che condensa molto bene la leggerezza con la quale si affronta la stagione e la vita in generale.
Se desiderate sgranchirvi le gambe potete scegliere tra tre differenti proposte. Rimanere a mollo a nuotare al fianco di qualche signora dai capelli grigi che vi racconterà delle sue vivaci partite a carte con le amiche; lanciarvi in atletici tre-contro-tre nella “gabbia del basket” della pineta di Barcola o raggiungere la Val Rosandra per una passeggiata e un corroborante tuffo nel fiume. Ricordate che l’idratazione è importante. I gin tonic de La Pineta delle Scimmie o una Radler (birra e limonata) al Rifugio Premuda saranno un rinfrescante toccasana.
Prima di affrontare la serata un passaggio, anche solo virtuale, va fatto davanti alle vetrine delle Pescherie Davide, emblema del dissacrante humor made in Trieste. Sulla sua pagina Facebook Davide immortala le sue creazioni spesso in tema con la stretta cronaca. Nel periodo del conclave sono apparse le “capesante subito”, mentre nei pressi della notte degli Oscar si va di “La sottile triglia rossa”, “Il palombo volò sul nido del cuculo” o i classici “Lucerne rosse”, “Canocia meccanica” e “A qualcuno piace crudo”. Non manca l’autoironia di una città che svetta tra quelle con l’età media dei residenti più alta d’Italia con un esilarante “Sepe nostrane vive morbide anche per dentiere basculanti”. Magari la stanchezza si fa sentire e
quindi un rilassante film ci può stare, meglio se al Giardino del Cinema dove la programmazione ideata da Casa del Cinema incontra i gusti di tutti con i blockbuster della stagione appena trascorsa, i film di animazione e quelli in lingua originale. Per gli instancabili invece la direzione è quella del Carso dove –complice il fresco– si brinda nelle osmize. Veri place not to miss di Trieste le osmize sono case private che vengono aperte secondo un calendario reperibile online (www.osmize.com). Qui si servono affettati, formaggi, sottaceti, olive, uova sode e vino, tutto di produzione super locale. Alcune hanno viste mozzafiato sul Golfo, altre sono note per la qualità dei prodotti, ma nel nostro caso la scelta andrà verso quelle dove si canta accompagnati da chitarra e fisarmonica. Non è impresa semplice trovarle, perché il coro in compagnia scatta spontaneo in una serata di morbin. Per andare sul sicuro meglio cercare qualche sagra oppure riscendere verso il bagnasciuga. La baia di Sistiana è il tempio del ballo, il Carnevale estivo di Muggia ad agosto è un concentrato di divertimento, mentre la zona tra la pineta di Barcola e il Castello di Miramare offre sempre qualche spunto per tirare tardi… con morbin! “La vita che voio xè a Barcola su un scoio”, tutto ciò che voglio è una vita sdraiato sugli scogli a Barcola, recita una maglietta molto venduta in città.
One of the city’s best-selling T-shirts sums it up: “La vita che voio xè a Barcola su un scoio.” (All I want is life on a rock at Barcola).
Veri place not to miss di Trieste le osmize sono case private che vengono aperte secondo un calendario reperibile online.
Qui si servono affettati, formaggi, sottaceti, olive, uova sode e vino, tutto di produzione super locale.
If you’ve still got energy, head for the Karst, where the cooler air invites long toasts in the osmize. These family-run pop-up taverns open according to a seasonal calendar and serve cured meats, cheeses, pickles, olives, hard-boiled eggs, and homemade wine.
Morbin is one of the most distinctive traits of the Triestine spirit. But if you check the Treccani dictionary definition, you might raise an eyebrow: in children, it means euphoria; in adults, “a state of mild sexual excitement.” Supporting this idea is a 2023 survey ranking Trieste at the top of the list for summer flings—and another naming it the number one destination for secret romantic getaways.
“The important thing is that husband and wife don’t bump into each other in Piazza Unità with their respective partners,” someone reportedly quipped over a spritz.
Here are the essential ingredients of genuine local morbin: irony, the desire to make people laugh, a group of friends, and a glass of wine. The word morbin comes from the Venetian mòrbio, meaning lush or vibrant, and refers to someone cheerful, in good spirits, and sociable. Fittingly, the ace of cups in the classic Modiano playing cards (a historic Triestine brand since 1868) reads:
“Una copa de bon vin / fa coragio e fa morbin” – “A good glass of wine gives you courage and brings morbin.”
But morbin is more than contagious cheer in good company. It’s a zest
for doing things, for being active, for singing, dancing, playing sport—not competitively, but out of a playful, goliardic spirit of fun and togetherness. Sure, some are born with morbin, but it’s also that special alchemy—of people, places, and atmosphere—that can make a day (or more often, a night) truly memorable.
Summer is when morbin reaches its peak, thanks to laid-back rhythms, the pull of the holidays, evenings outdoors and wild nights. Ready to go morbin-hunting? Rule number one: don’t sit around waiting for it. You’ve got to go find it. Start chatting—but don’t overdo it—be open to that sharp, gritty humour, almost always in dialect. That’s already a good start.
So where can you most likely find people with morbin? Warning: this isn’t Cape Sounion where every sunset is picture-perfect—how boring would that be? Here we have Molo Audace. Have you ever watched the sunset from there? Sometimes it’s spectacular, sometimes not.
“ Pegola! ” (“What bad luck!”) a Triestine might mutter, with a touch of morbin, while walking past.
Someone who truly absorbed the Triestine spirit was James Joyce. To start your day like him, skip the full Irish breakfast and head instead to a buffet near the industrial port. There, even early in the morning by normal standards, you’ll hear orders in what sounds like an alien language:
“Una ciapi rabi naspi e un ninpa de docru.” What?! It’s talking backwards, a code once used by the old port workers, who were brimming with morbin. It’s a Triestine habit of flipping syllables around. To decode this, try books like Animo portualini belli, a collection of existential pearls and tall tales by an anonymous author, or A la riversa, a mini-dictionary by Alessandro Ambrosi.
Understood it now? That order was “a small draught beer and a prosciutto sandwich”!
In Trieste, breakfast is arguably less important than merenda (the afternoon snack), which in turn comes second to the aperitivo. But don’t worry—summer days are long. A swim is a must, and there are three essential spots: the historic Pedocin beach, still divided by gender; the nearby Ausonia from the 1930s; and the Barcola Riviera.
Don’t just lie there—dive in a clanfa (like a horseshoe) for the biggest splash possible or hang around the bar for banter. At the kiosk just outside Pedocin,
La baia di Sistiana
è il tempio del ballo, il Carnevale estivo di Muggia ad agosto
è un concentrato di divertimento, mentre la zona tra la pineta di Barcola e il Castello di Miramare offre sempre qualche spunto per tirare tardi… con morbin!
Sistiana Bay is the temple of dancing, the summer Carnival in Muggia is a riot of fun, and the stretch between Barcola’s pine park and Miramare Castle always offers a good excuse to stay out late… with morbin.
witz (jokes, teasers) and spritz fly around fast, as do scooters with a folded sun lounger strapped to the back—the true symbol of local dolce far niente. One of the city’s best-selling T-shirts sums it up: “La vita che voio xè a Barcola su un scoio.” (All I want is life on a rock at Barcola).
If you fancy stretching your legs, you’ve got three options: float near a silver-haired local who’ll tell you all about her lively card games with friends; jump into a game of 3-on-3 in the pine forest’s legendary basketball cage; or head to Val Rosandra for a scenic hike and a dip in the river.
Remember to stay hydrated: the gin and tonics at La Pineta delle Scimmie or a Radler (beer and lemonade) at Rifugio Premuda are excellent refreshers.
Before heading out for the evening, make time—virtually at least—for the window displays of Pescherie Davide, a seafood shop famous for its irreverent Triestine humour. On Facebook, Davide posts creative fish labels inspired by current events. Let’s not forget the self-mockery of a city with one of the oldest populations in Italy: “Sepe nostrane vive morbide anche per dentiere basculanti” (“Local cuttlefish, tender even for wobbly dentures”).
Worn out? A film might be just what you need. Try Il Giardino del Cinema, where the outdoor programming from Casa del Cinema features everything from recent blockbusters to animation and foreign films.
If you’ve still got energy, head for the Karst, where the cooler air invites long toasts in the osmize. These family-run pop-up taverns open according to a seasonal calendar (check www.osmize.
com) and serve cured meats, cheeses, pickles, olives, hard-boiled eggs, and homemade wine. Some have breathtaking views over the Gulf, others are known for top-quality products—but for true morbin, pick one where someone brings out a guitar or accordion and the singing begins.
Finding the perfect osmiza isn’t easy—the choir often erupts spontaneously on a night full of morbin. To be sure of a good time, try a summer sagra (local fair) or head back down to the sea.
Sistiana Bay is the temple of dancing, the summer Carnival in Muggia is a riot of fun, and the stretch between Barcola’s pine park and Miramare Castle always offers a good excuse to stay out late… with morbin
In questo affascinante conglomerato urbano dove le particolarità culturali mettono a freno gli ismi di ogni genere, sopravvive il perenne rischio di prendersi quasi sempre troppo sul serio.
Nella città dove ogni cosa sembra dover resuscitare il passato remoto, doloroso o significativo che sia, ridere alleggerisce l’anima dal fardello della serietà. Trieste è una delle patrie del witz, spazio geografico e spirituale che pone al primo posto, come molto spesso accade dove le sofferenze han lacerato le memorie, l’autoironia.
In this fascinating urban patchwork, where cultural peculiarities curb all manner of isms, there remains the ever-present risk of taking oneself far too seriously. In a city where everything seems destined to revive a distant past—whether painful or profound—laughter lightens the burden of solemnity. Trieste is one of the homelands of the witz—a geographical and spiritual space where, as often happens in places marked by historical wounds, self-irony takes centre stage.
Il grande motore di questo modo di essere è il dialetto triestino, attore che in città gode di ottima salute e di buona proiezione nelle generazioni future. Un esempio su tutti è quella propensione, anche nell’era dei social e del digitale, a comunicare nella piazza pubblica della rete, nella lingua tagliente dei triestini. A volte biforcuta, a volte frizzante, la capacità espressiva dialettale si è tradotta al resto della penisola –e fatta conoscere fuori dai suoi confini–, grazie a personaggi che affondano le proprie radici quassù, dove tutto è più complicato che altrove.
“A Milano son el paron, a Trieste quel mona de bechèr”. Parole in libertà del grande Nereo Rocco, primo allenatore italiano ad alzare, nel 1963, l’allora Coppa dei Campioni. Wembley è il teatro di quell’impresa e se Rocco gestisce l’undici da bordo campo, a guidare l’orchestra milanista in campo è Cesare Maldini. Triestino, sì, anche lui. Ma leggendarie diventano le sue interviste, accento marcato e difficilmente eliminabile, nel dialetto di casa. Espressioni che lo trasformano in una leggenda della comunicazione –non con i crismi attuali, sia chiaro– e in un mito della leggerezza. Il prendersi poco sul serio non sempre è onesto e il confine tra la battuta di
spirito e un malcelato razzismo è molto sottile. La Cittadella è stato inserto de Il Piccolo per decenni e per moltissimo tempo ha rappresentato il moto di divertissement della Trieste borghese, bisognosa di una simbologia dello sbeffeggio altrui. Tra mille sketch che prendevano per i fondelli la classe politica locale, e un onnipresente sberleffo al potere, ecco che venivano proposti personaggi che facevano il verso alla comunità slovena. Druse Mirko era uno di questi. Soggetto legato al mondo contadino, all’antifascismo militante e impiantato in territorio carsico, Druse Mirko strizzava l’occhiolino a espressioni caustiche nei confronti del mondo sloveno. Oggi, a distanza di anni, quel personaggio potrebbe far sorridere ancora da qualche parte, ma forse sarebbe meglio guardare avanti. Il controcanto lo esibisce il duo Carpinteri e Faraguna, nell’olimpo della risata nostrana, questa volta in salsa istroveneta. La lunga serie di libri raccontati nella collana conosciuta come “Le maldobrie” trasporta il lettore nel periodo imperialregio grazie soprattutto alla coppia più divertente della letteratura altoadriatica. Si tratta di sior Bortolo e siora Nina, marito e moglie capaci di baruffare su tutto ma anche di produrre rispettivi ragionamenti –una sorta di parità di genere che da queste parti è più antica che altrove–, che gettano il lettore in una dimensione al limite della fantascienza. Il rimbalzo continuo di affermazioni e di prese di posizione dà ritmo alla narrazione e accelera il battito del cuore. “Ben, bon, indifferente” è ripetizione che esprime impazienza in una dimensione comunicativa condivisa, eppure patrimonio delle generazioni passate.
A destra /right: Alessandro Mizzi e Laura Bussani, componenti del Pupkin Kabarett
“ I veci bisognasi coparli de pici ”. Il dissacrante slogan è frutto della mente geniale di Angelo Cecchelin, comico a tutto tondo di inizio Novecento e che durante il fascismo non si sottrae alle critiche verso il regime dei gerarchi. Colleziona decine di diffide, sospensioni lavorative e processi: in uno di questo finisce davanti al Tribunale speciale. Ma se nel passato ciò che non si può esprimere finisce sotto censura, la contemporaneità vive slanci brillanti.
Pupkin Kabaret è simbolo dell’irriverenza domača (nel dialetto casalinga, di prossimità). In scena dal lontano 2001 con cadenza oggi quindicinale, rappresenta una sorta di laboratorio teatrale-musicale permanente capace di alternare satira politica al teatro comico. Tra gli attori sul palco del Pupkin ogni tanto si vede anche Paolo Rossi, comico monfalconese di nascita, apolide per carriera e triestino in vista del buen retiro. Mille i witz che si scoprono nelle osterie, vere e proprie ondate di buonumore – non cercatele nei ristoranti del centro, uscite in periferia, perdetevi nel marasma del caos allegro. Perché il senso non sta nei tantissimi teatri cittadini: Trieste è essa stessa un palco dove da sempre ci si esibisce nello show della vita.
Che dire poi di Lelio Luttazzi, di Ave Ninchi, ma anche degli attuali Pintus e Maxino, oltre a Flavio Furian e a tutti quelli che, per non rimanere fagocitati dal peso della Storia novecentesca, preferiscono ridere. Fa bene a chi le battute non le capisce o a chi vorrebbe eliminarle. Sì, anche a ti, gnampolo
Mille i witz che si scoprono nelle osterie, vere e proprie ondate di buonumore – non cercatele nei ristoranti del centro, uscite in periferia, perdetevi nel marasma del caos allegro.
Trieste’s witz aren’t found in trendy restaurants— they bubble up in the osterie, erupting like sudden waves of good humour. You’ll need to stray from the city centre, get lost in the cheerful mess of the outskirts.
At the heart of this outlook lies the Triestine dialect: alive, well, and clearly destined to thrive across future generations. One striking example is the city’s continuing tendency—even in the age of social media and digital everything— to communicate in the sharp, expressive language of the Triestini, especially in the public square of the internet. Sometimes fork-tongued, sometimes effervescent, this dialectal flair has reached beyond the rest of the Italian peninsula—introducing itself far beyond its borders—thanks to characters whose roots are planted firmly in this complex, defiant corner of the world.
“In Milan I’m the boss, in Trieste I’m just that daft butcher.” Those are the unfiltered words of the great Nereo Rocco, the first Italian coach to lift what was then the European Cup, in 1963. Wembley was the stage for that triumph: Rocco commanded from the sidelines, while leading the Milan squad on the pitch was Cesare Maldini. Yes, another Triestino. But what made him truly legendary were his interviews—his thick Triestine accent, impossible to smooth out, filled with expressions from his hometown dialect. It turned him into a communications icon—not by today’s standards, mind you—but into a myth of
wit and effortless charm.
Taking oneself lightly is not always sincere, and the line between witty humour and barely disguised racism can be very thin. La Cittadella was a regular supplement of Il Piccolo for decades, and for a long time it served as a kind of comic outlet for Trieste’s bourgeoisie—a way of channelling its need to mock others. Amid countless sketches poking fun at the local political class and relentless jabs at those in power, characters would occasionally appear that parodied the Slovene community.
Druse Mirko was one of them—a figure associated with rural life, militant anti-fascism, and rooted in the Karst region, he often winked at caustic stereotypes of the Slovene world. Today, years later, that character might still raise a smile in some circles, but perhaps it’s time to look forward.
The perfect counterpoint comes from the iconic duo Carpinteri and Faraguna, legends of local humour— this time in an Istrian-Venetian flavour. Their long-running book series, known as Le Maldobrìe, transports readers back to the Austro-Hungarian era, thanks above all to the hilarious pair at the heart of northern Adriatic literature: Sior Bortolo and Siora Nina. Husband and wife, constantly bickering about everything yet always delivering their own sharp reflections—a kind of gender parity that, around here, has deeper roots than one might expect. Their exchanges throw the reader into a world bordering on science fiction. The constant back-and-forth of their statements and stances gives the storytelling its pace and makes the heart race. “B en, bon, indifferente”—a refrain expressing exasperation within a shared local language—is part of the collective memory of past generations.
“Old folks should be bumped off while they’re still kids”. The wickedly irreverent line came from the brilliant mind of Angelo Cecchelin, a comic force of nature in early 20th-century Trieste. Sharp-tongued and fearless, he poked fun even at the Fascist regime,
racking up warnings, suspensions, and trials—one of which landed him before the dreaded Special Tribunal. In his day, saying the wrong thing could get you censored (or worse), but Cecchelin’s brand of humour lives on, proof that even under pressure, a good joke can slip through the cracks— cheeky, subversive, and still brilliantly funny.
Pupkin Kabaret is the emblem of domača or home-grown irreverence, as they say—raw, spontaneous, and straight from the kitchen table. On stage since as far back as 2001 and now running every fortnight, it’s a kind of ongoing musical-theatre workshop where political satire rubs shoulders with absurdist comedy. From time to time, even Paolo Rossi appears—a Monfalcone-born comedian, rootless by trade but increasingly Triestino in spirit as retirement looms. Trieste’s witz aren’t found in trendy restaurants—they bubble up in the osterie, erupting like sudden waves of good humour. You’ll need to stray from the city centre, get lost in the cheerful mess of the outskirts. Because the point isn’t just the many theatres: Trieste itself is a stage, and life here has always been a performance.
And what about Lelio Luttazzi, Ave Ninchi, or more recent names like Pintus and Maxino, not to mention Flavio Furian and all those who, rather than be crushed by the weight of 20th-century history, choose to laugh instead? It’s good for everyone—even for those who don’t get the jokes, or who’d rather see them banned. Yes, even you, gnampolo (muppet).
05.07. - 31.08. -20%
Godetevil’estatealmeglio-conilnostro SpecialeEstate!Prenotateilvostro soggiornodal5luglioal31agostoe ricevereteunoscontodel20% sullatariffagiornalieraapartireda2notti.
Viviana Amendola
Trieste ha una scontrosa grazia”Umberto Saba, Trieste
A Trieste il vento ha un nome, il caffè ne ha mille e la malinconia ha il senso dell’umorismo. E in questo caso si chiama morbin. Se siete arrivati a questo articolo, avrete già capito cos’è. Ma se l’avete capito, forse, giustamente, starete pensando che tra tutti i luoghi dove il morbin sembrerebbe fuori posto, uno in particolare svetta come un’alabarda sul colle di San Giusto: la
Morbin & Umberto Saba: ossimoro triestino. O forse no?
Libreria Antiquaria Umberto Saba, antro oscuro del poeta che fece della malinconia un’arte.
Eppure anche lì, nascosto tra i volumi più o meno ingialliti, il morbin si aggira sornione.
Pensiamoci. Umberto Saba –signore della malinconia, libraio, poeta, ipocondriaco e amico del verso sofferto, psicoanalizzato da Weiss– ce lo immaginiamo come l’anti-morbin per eccellenza. Eppure, da bravo triestino, qualcosa
Morbin & Umberto Saba: a Triestine oxymoron. Or is it?
del morbin deve averlo avuto.
Del resto, per sua stessa ammissione, parlava alle capre.
E, se voleva essere romantico con la moglie Lina, la paragonava a una pollastra.
E poi, Saba era un tifoso sfegatato della Triestina. Incitava i rosso-alabardati in vestaglia, forse andava allo stadio, probabilmente amava il calcio con quella passione viscerale che poco si addice a un poeta tormentato.
Dunque, e se il vero Saba fosse stato tutto il contrario di quello che scriveva? Un po’ il ribaltamento dello stereotipo dei grandi comici, che sul palco fanno sganasciare tutti, ma poi a casa leggono Leopardi (altro morbin-free) piangendo.
Magari Saba nella vita era uno spasso. Magari aveva un morbin naturale, che metteva da parte solo quando si sedeva a scrivere poesie struggenti. Magari rideva come un matto con gli amici, faceva imitazioni di Montale e raccontava barzellette su Freud. Magari no.
Fatto sta che il morbin, oggi, nella sua libreria, vive e ride insieme a noi.
In forma di signora anziana che si ferma sulla porta, si guarda intorno in silenzio e poi sentenzia: “Iera meio prima.”
Oppure è alimentato da eredi improbabili che raccontano di inequivocabili segnali genealogici (“C’è sempre stato in casa mia un bastone che nessuno mi ha mai voluto dire di chi fosse”) che li legherebbero alla vita del poeta.
E che dire di dediche al di sopra di ogni morbin che, aprendo un libro qualsiasi, non “ sabiano ”, spuntano come pop-up, e ci fagocitano nella più elevata poesia di un “Per la profonda ammirazione che nutro per il tuo meraviglioso c***o!”?
O di quelle simpatiche probabili compagne di scuola di Saba che, trascinate a visitare la libreria, si ribellano a suon di decisi
“Ma mi no voio star qua!”
“Ma lei chi la xe?”
“Mi no me interessa sta roba!”
Insomma, il morbin siamo noi, nessun purista si senta offeso. Stiamo solo scherzando. Questo non è un saggio. E forse, se Saba ci sentisse, scuoterebbe la testa e tornerebbe a parlare con una capra.
So what if the real Saba was nothing like the man in his poems?
Trieste has a sullen grace” –Umberto Saba, Trieste
In Trieste, the wind has a name, coffee has a thousand, and melancholy comes with a sense of humour. Here, we call it morbin.
If you’ve made it to this article, you probably already know what morbin is. But if you do, you might rightly be thinking that of all the places where morbin might feel out of place, one stands out like a Halberd on San Giusto Hill: the Umberto Saba Antiquarian Bookshop, the shadowy den of the poet who turned melancholy into art.
And yet, even there—hidden among more or less yellowing volumes—morbin prowls with a sly grin.
Think about it. Umberto Saba—lord of melancholy, bookseller, poet, hypochondriac, friend of the tormented verse, psychoanalysed by Weiss—seems the ultimate anti-morbin. And yet, being a true Triestino, he must have had a bit of morbin in him.
After all, by his own admission, he talked to goats.
And when he wanted to be romantic with his wife Lina, he compared her to a hen.
Not to mention that Saba was a diehard supporter of Triestina football club. He cheered on the red-and-whites in his dressing gown, perhaps even went to the stadium, and probably loved football with a passion that didn’t quite suit the tortured poet image.
A bit like those famous comedians who have everyone in stitches on stage but go home and read Leopardi in tears.
Maybe Saba was a riot in real life. Maybe he had a natural morbin he only put aside when writing heart-wrenching poems. Maybe he laughed like mad with friends, did Montale impressions, and cracked Freud jokes. Or maybe not.
Either way, morbin still lives and laughs in his bookshop today.
In the form of an elderly lady who pauses at the doorway, looks around silently, and declares: “It was better before.” Or in the eccentric heirs who speak of unmistakable genealogical signs (“There’s always been this walking stick in our house, and no one will say who it belonged to”) linking them to the poet’s life.
And then there are those dedications that are anything but sabian, popping up from between the pages like pop-ups in a picture book, pulling us into the heights of literary expression with gems like:
“With deepest admiration for your wonderful d**!”
Or those feisty ladies, probably Saba’s old classmates, reluctantly dragged in to visit the bookshop, who protest with spirited:
“I don’t want to be here!”
“Who even are you?”
“This stuff doesn’t interest me!”
In the end, morbin is us. No purist should take offence—we’re just having a bit of fun. This isn’t an academic essay. And perhaps, if Saba were listening, he’d simply shake his head… and go back to chatting with a goat.
#Share for a Laugh
Da qualche anno ormai il morbin triestino è declinato sui social in modo irriverente. E divertente.
Merito di personaggi popolari e molto amati che, delle particolarità e dei difetti della città e della gente, hanno tratto simpatiche parodie, costruite con una buona dose di ironia. Morbin che passa anche attraverso canzoni, slogan e originali spiegazioni dei termini dialettali, o ancora attraverso gruppi Facebook che trattano con leggerezza argomenti di attualità.
Tra chi il morbin lo incarna alla perfezione, ci sono sicuramente Massimiliano Cernecca, meglio noto come Maxino, con le sue canzoni e le sue gag, e Flavio Furian, con i suoi mille volti, dalla “boba de Borgo” alla “signora Nella”, che interpreta simpatici stereotipi, come il bullo de quartiere di Borgo San Sergio o la tipica signora triestina alle prese con i suoi impegni quotidiani. Con il loro format Domace, che spopola sui social, da qualche anno sono i paladini di una triestinità genuina, tra satira e comicità.
A Maxino inoltre, affiancato alle volte da Elisa Bombacigno, si devono anche speciali parodie musicali. È così che il famoso brano dei “The Kolors” intitolato “Italodisco” diventa “Italocisto”, “Bohemian Rapshody” dei Queen è “ Bohemian Raznici ” o più di recente “Cuoricini” dei Coma Cose è “Via Soncini”.
A raccontare le caratteristiche della città e il suo dialetto in particolare, sempre sui social, è anche Max Sganga. Le sue traduzioni in italiano dei termini triestini e di modi di dire colloquiali hanno fatto il giro dell’Italia. Un morbin trasmesso attraverso video spassosi, dove punta a far scoprire, o riscoprire, agli utenti parole come bunigolo (ombelico), bartuele (cerniere), grizoli (solletico), bobici (mais) o fapunte (tempera matite). Ci sono anche vademecum spiritosi, come le cose fondamentali da sapere prima di uscite con un ragazzo triestino.
Abbinano all’ironia informazioni utili ai cittadini poi alcuni gruppi nati su Facebook negli ultimi anni. Come “ Scovazoni de Trieste ”, che racconta
la vita dei bidoni delle immondizie di Trieste, tra nuove collocazioni, migliorie apportate o problematiche evidenti, con particolare attenzione agli spostamenti dovuti alle giornate di bora. Simile come intento anche “La pagina delle transenne sole”, che documenta i segnali dimenticati in varie zone della città, da giorni, mesi o anni.
Da menzionare anche la pagina Monon Behavior, collegata all’omonimo sito e anche ai libri con lo stesso titolo, pagina che non a caso viene descritta come “etologia applicata alla muleria, scienza e vin applicadi al morbin”.
A contribuire all’ironia social ci hanno pensato anche singoli cittadini, con foto e video diventati virali, sfruttando situazioni legate al maltempo. Qualche esempio? Durante l’acqua alta a Muggia c’è chi ha pensato di girare nel centro storico a bordo di una canoa, in una giornata di bora c’è chi sfrecciava sulle Rive con uno skateboard originale, fatto da un paio di manici di scopa e un nylon, una sorta di StreetBora-surfing, mentre durante una nevicata sul Carso c’è chi si è mosso con gli sci da fondo sulle strade.
Nel mondo social fiorisce l’ironia made in Trieste.
Trieste’s unique humor blooms on social media.
Alcuni gruppi nati su Facebook negli ultimi anni abbinano all’ironia informazioni utili ai cittadini.
Some
groups have combined humour with useful information for locals.
For the past few years, Trieste’s morbin has taken on a cheeky new life on social media—and it’s hilarious.
Thanks to beloved local personalities who play on the quirks and flaws of the city and its people, a new wave of light-hearted parodies has emerged, built on sharp irony and affection. This morbin flows through songs, gags, dialect explainers, and Facebook groups that tackle current events with humour and ease.
Few embody the spirit of morbin quite like Massimiliano Cernecca, better known as Maxino, with his songs and comedy sketches, and Flavio Furian, whose many faces—like the boba de Borgo or Signora Nella—bring local
stereotypes to life. From the neighbourhood bully of Borgo San Sergio to the classic Triestine housewife juggling daily chores, their social media hit Domace has, for some time now, been the standard-bearer of authentic Triestine satire and wit.
Maxino, sometimes joined by Elisa Bombacigno, is also behind a series of musical parodies. That’s how “Italodisco” by The Kolors becomes “ Italocisto ,” Queen’s “Bohemian Rhapsody” turns into “ Bohemian Raznici,” and Coma Cose’s “Cuoricini” is reimagined as “Via Soncini.”
Max Sganga also tells the story of the city and its dialect on social media, particularly through his hilarious translations of Triestine slang into Italian, which have gone viral across the country. His videos introduce audiences to words like bunigolo (belly button), bartuele (joints), grizoli (tickles), bobici (sweetcorn), and fapunte (pencil sharpener). There are even humorous guides, like what you absolutely need to know before dating a Triestine guy.
Some Facebook groups have combined humour with useful information for locals. One is “Scovazoni de Trieste,” which chronicles the life of the city’s rubbish bins—highlighting their new locations, upgrades, or obvious problems, especially those caused by Bora wind days. A similar concept is “La pagina delle transenne sole,” a page devoted to abandoned road barriers, left in place for days, months, or even years in various parts of the city.
Also worth mentioning is the page Monon Behavior, linked to the website and books of the same name, which describes itself (perfectly) as “applied ethology of the muleria : science and wine applied to morbin.”
Adding to this social media irony are countless citizens who have created viral content from everyday weather events. A few examples? During high water in Muggia, someone paddled through the old town in a canoe. On a windy day, someone sped along the Rive on a DIY StreetBora-surfboard made from broom handles and plastic sheeting. And during a snowfall on the Karst plateau, one local was seen skiing cross-country on the roads.
THE LARGEST SAILING RACE IN THE WORLD TRIESTE, 3–12 OTTOBRE 2025
PRENDERE PARTE ALLA BARCOLANA NON È MAI STATO COSÌ FACILE
Scegli tra l’uscita in barca a vela, l’imbarco per seguire la regata dal mare o il corso che ti permette di partecipare alla Barcolana 57 da protagonista.
Scopri e prenota le experience ufficiali su: www.barcolana.it/shop Info: +39 345 6234425
PARTICIPATING IN THE BARCOLANA HAS NEVER BEEN EASIER
Choose from sailing trips, race-viewing embarkations, or a dedicated race course to truly participate in Barcolana 57.
Discover and book your official experiences at: www.barcolana.it/shop Info: +39 345 6234425
Mdi /by
Via San Sebastiano, 1
orbin è un aspetto della triestinità che da Zinelli & Perizzi sentiamo molto nostro. Una parola che ispira simpatia solo a pronunciarla, espressione di un modo di essere che diventa una vera e propria forma di energia anche al servizio di chi crea. A ogni età, in ogni ambito. Dal bambino vivace che sorprende con un disegno pieno di dettagli fantasiosi, all’artigiano capace di coniugare sapienza e creatività nel suo lavoro. Sono fortemente convinto di questa peculiarità tutta locale che rappresenta un vero e proprio asset d’impresa. Avendo vissuto oramai quasi 30 anni dentro il mondo di Zinelli, credo che il morbin sia uno dei nostri punti forza, che ci contraddistingue rispetto ad altre realtà.
Del resto in 100 anni di vita le sfide sono state tante e sempre nuove. Questa speciale forma di energia rinnovabile “100% triestina” non ci è mai mancata per crescere e allargare gli orizzonti, mettendo d’accordo la tradizione di qualità e la cura che vengono dal passato con le innovazioni che portano al futuro.
Dalla tappezzeria artigianale al grande negozio di arredamento, dall’home design al contract per alberghi e navi, la filosofia è sempre la stessa: non fermarsi alla vendita ma guardare oltre, cimentarsi nella creazione di qualcosa di unico, che si tratti di un tendaggio, un divano, un arredo, una casa, un intero hotel.
È grazie alla curiosità e alla voglia di esplorare materiali, idee, stili, che
in tutti questi decenni la nostra capacità di mettere assieme elementi così diversi ha dato vita a una filosofia distintiva che ci ha consentito di cavalcare le onde del tempo restando sempre sulla cresta. Da protagonista. Dopo gli anni del dopoguerra, quelli del boom economico, gli anni ‘70 un po’ bui ma fondamentali nella storia del design, gli anni ‘80 dell’edonismo, poi i ‘90, contraddistinti da una nuova creatività che ha aperto le porte alla tecnologia, ecco il Duemila l’era di incertezze che è naturalmente entrata anche nelle abitazioni chiedendo nuove risposte anche dai nostri progetti. Basti pensare, negli anni più recenti, al Covid, che ha portato alla riscoperta della casa intesa come ambiente di vita quotidiana e a volte perfino di lavoro. Adesso siamo nell’era del reale vs. digitale e viceversa. L’età dell’intelligenza artificiale. Che però non ha morbin , perché non ha un cuore (almeno per il momento). E avere un cuore significa sentire una grande responsabilità e rispetto verso la storia di un’azienda che non ha mai avuto paura del futuro e che nonostante i 100 anni resta giovane e si pone sempre all’avanguardia. Non stiamo mai fermi: “Questo xe morbin!” ENGLISH TEXT
Morbin is one of those traits of Triestine identity that we at Zinelli & Perizzi feel is deeply our own. It’s a word that sparks warmth the moment it’s spoken—an expression of a way of being that becomes a kind of energy, fuelling the creative process at every age and in every field. Whether it’s a lively child surprising us with a drawing full of imaginative detail, or a skilled artisan blending expertise and creativity in their craft, morbin is there.
I’m firmly convinced this uniquely local spirit is a true asset in business. Having spent nearly 30 years immersed in the world of Zinelli, I believe morbin is one of our greatest strengths—something that sets us apart from others in the industry.
And after all, in 100 years of history, we’ve faced many challenges—each one new. This special, renewable energy
source, “100% Triestine,” has never failed us. It’s allowed us to grow and broaden our horizons, balancing the quality and care rooted in tradition with the innovations that lead to the future.
From artisan upholstery to a leading furniture showroom, from home design to contract furnishing for hotels and ships, our philosophy has always been the same: not to stop at selling, but to go further. To dare to create something truly unique—be it a curtain, a sofa, a piece of furniture, a home, or an entire hotel. It is thanks to curiosity and a desire to explore materials, ideas and styles that, over the decades, we’ve developed a distinctive philosophy: one that has enabled us to ride the waves of time—and stay firmly at the crest. As true protagonists. From the post-war years to the economic boom, through the slightly gloomy but design-defining 1970s, the hedonistic ‘80s, and the ‘90s with their creative renewal and technological turn, into the 2000s—an age of uncertainty that, naturally, entered the home too, prompting new answers in our projects. Just think of the recent pandemic, when homes were rediscovered as spaces not just for living, but often for working too.
Now we find ourselves in the era of real vs digital—and digital vs real. The age of artificial intelligence. But AI doesn’t have morbin, because it doesn’t have a heart (at least, not yet). And having a heart means shouldering a sense of responsibility and respect for the story of a company that has never feared the future—and that, even after a century, remains young, always pushing forward, always ahead of the curve.
We never stand still. That’s morbin.
Adirsela tutta, solo nella città dove mato nel lessico familiare è sinonimo di persona, dove l’alterità alterata ha dato via alla rivoluzione copernicana di Franco Basaglia, poteva esserci questo supplemento d’anima, di identità ulteriore che all’occorrenza diventa una via di fuga. A cosa servirebbe se no, una patologica allegria smodata?
Non potevamo non parlarne con chi questa dimensione esistenziale la usa quotidianamente, un talento elevato a professione. Come Andro Merkù.
Chiamarlo comico sarebbe un perimetro stretto, perché contiene moltitudini questo giornalista sloveno triestino. Polifonico come tutti gli imitatori, grazie al quale viaggia nell’etere ogni mattina per Radio Monte Carlo, creando sentieri ormai familiari agli ascoltatori. Il tutto restando fedele a se stesso, a quel bisogno di guardare il mondo attraverso un disincanto ironico e fattivo capace di addomesticare grevità, rendendole sopportabili.
Andro Merkù, questo (s)conosciuto. In realtà il mio umorismo è molto distante dalle mie radici. Sono triestino di lingua madre slovena, e con sangue
Intervista a Andro Merkù, popolare voce del mattino su Radio Monte Carlo.
— Interview with Andro Merkù, the Popular Voice of Radio Monte Carlo’s Morning Show.
friulano nelle vene (di cui mi vanto). E nel mio dna non c’è traccia né del tipico d’umorismo sloveno, né di quello triestino. Lo humour sloveno non contempla calembour, non ama iperboli, e nemmeno comicità surreale. Per lo più è satira politica molto “flemmatica”, senza eccessi. Inoltre la lingua slovena è diversissima rispetto a quella italiana. Quest’ultima si presta molto di più al mio tipo d’umorismo. Il morbin triestino invece è “triestinocentrico”, un qualcosa di autoreferenziale. Il triestino ride se la battuta è riferita alle usanze, ai difetti del cittadino tipico. Se è una “boba”, tanto meglio. Al di fuori dei confini provinciali non esiste più, resta incompresa.
Ironia deriva da una parola greca, dissimulazione. Ne hai quasi una visione omeopatica: ci si avvelena per guarire, in qualche modo. Io ho sempre avuto bisogno di totale libertà, voglia di aprirmi ad una satira di respiro nazionale, non autoreferenziale, e tendente a un mood surreale (pur nascendo dall’attualità). E il mio periodo universitario a Bologna è stato in questo senso, decisivo. L’umorismo demenziale degli Skiantos col mitico Roberto “Freak” Antoni ha costituito per me un
Chiamarlo comico sarebbe un perimetro stretto. Giornalista, imitatore, voce radiofonica.
Merkù è Merkù.
Calling him a comedian would be too narrow a definition. Journalist, Impressionist, Radio Voice. Merkù is Merkù.
“imprinting” decisivo. A Trieste mi sono sempre sentito una pecora nera o, se preferite, una mosca bianca. Nell’ambiente sloveno non riuscivo ad esprimermi (e neppure ad ambientarmi, a dire il vero).
E la severità asburgica del capoluogo giuliano non mi appartiene: ho bisogno di leggerezza, sono già pesante di mio.
Non male questa tua forma di autocoscienza. Fare ridere è la contrazione di un bisogno di altrove. Una fuga
L’unica via d’uscita per me è stata quella di andarmene: e le mie radici hanno poi attecchito prima a Bologna, e ora a Milano. Amo Trieste (non l’ambiente triestino), amo la cultura slovena (non l’ambiente sloveno), amo il Friuli (alla faccia dei campanili e delle divisioni).
Ma il lavoro è un’altra cosa. Ed io ho voglia di ridere di cuore, spontaneamente. E soprattutto ho voglia di sentirmi libero. Vi aspettavate un’intervista comica?
Con battute? Nossignori: ridere è una cosa seria (e non lo dico io).
A Trieste mi sono sentito una pecora nera o, se preferite, una mosca bianca.
In Trieste, I’ve always felt like a black sheep – or if you prefer, a white fly.
To tell the truth, only in a city where mato in family slang means “person,” and where altered otherness gave rise to Franco Basaglia’s Copernican revolution, could such a soulful supplement—an added layer of identity that, when needed, becomes an escape route—exist. Otherwise, what purpose would an excessive, pathological cheerfulness serve?
We couldn’t help but speak to someone who makes this existential dimension a daily tool—a talent turned profession. Someone like Andro Merkù. Calling him a comedian would be too narrow a definition, as this SlovenianTriestine journalist contains multitudes. Polyphonic like all impressionists, every morning he travels the airwaves for Radio Monte Carlo, carving out paths now familiar to listeners. And he does so while staying true to himself, guided by an ironic, clear-eyed view of the world –one that tames the weight of life, making it more bearable.
Andro Merkù, this (un)known figure.
In truth, my humour is very far from my roots. I’m a Triestine whose mother tongue is Slovenian, with Friulian blood in my veins (of which I’m proud). And in my DNA, there’s no trace of either the typical Slovenian or Triestine humour. Slovenian humour doesn’t go in for puns, avoids exaggeration, and has no taste for surreal comedy. It’s mostly political satire –“phlegmatic,” restrained. And the Slovenian language is very different from Italian. The latter lends itself much more to my kind of humour. Triestine morbin, on the other hand, is “Triestine-centric”– self-referential by nature. Triestines laugh when a joke hits on their own habits and flaws. If the person in the joke is a boba, even better. Outside those provincial borders, it doesn’t exist – it simply doesn’t land.
Irony comes from a Greek word meaning dissimulation. You almost see it in homeopathic terms: we
poison ourselves to heal, somehow. I’ve always needed total freedom, a desire to break out into a satire with national reach—non-self-referential, and veering toward the surreal (even if rooted in current events). My university years in Bologna were key in this sense. The absurdist humour of Skiantos and the legendary Roberto “Freak” Antoni left a deep imprint. In Trieste, I’ve always felt like a black sheep—or if you prefer, a white fly. In the Slovenian world, I never managed to express myself (or fit in, if I’m honest). And the Austro-Hungarian sternness of Trieste doesn’t sit well with me: I need lightness—I’m already heavy enough on my own.
Not bad, this self-awareness of yours. Making people laugh becomes a contraction of the desire to be elsewhere. A form of escape. The only way out, for me, was to leave —and my roots eventually took hold in Bologna first, and now in Milan. I love Trieste (but not its social circles), I love Slovenian culture (but not the Slovenian environment), I love Friuli (to hell with parochialism and divisions). But work is something else. And what I want is to laugh from the heart—spontaneously. Above all, I want to feel free. Were you expecting a funny interview? With punchlines? Sorry folks –laughter is a serious matter (and I’m not the first to say it).
Andro Merkù è noto per la sua versatilità nel panorama radiofonico e televisivo italiano. Imitatore, autore, conduttore e giornalista triestino, ha iniziato la sua carriera nazionale a Radio24, dove per dieci anni ha collaborato al programma “La Zanzara”, distinguendosi per i suoi celebri scherzi telefonici.
Nel 2019 è approdato a “Striscia la notizia” su Canale 5, dove ha ottenuto riconoscimenti per le sue imitazioni, in particolare quella dell’ex premier Giuseppe Conte. Dal 2020 è parte del team di “Bonjour Bonjour”, il morning show di Radio Monte Carlo, insieme a Monica Sala, Stefano Andreoli e Davide Lentini. Parallelamente alla carriera radiofonica, Merkù si esibisce in spettacoli teatrali da lui scritti e interpretati, come “Crisi d’identità”, “Bravomabasta!!!” e “Mistovoci senza panna”, combinando cabaret, imitazioni e musica dal vivo.
Andro Merkù is well known for his versatility across Italian radio and television. A Trieste-born impressionist, writer, presenter, and journalist, he launched his national career on Radio24, where for ten years he was a key contributor to the popular programme La Zanzara, earning acclaim for his unforgettable prank calls. In 2019, he joined the satirical TV show Striscia la Notizia on Canale 5, gaining widespread recognition for his impressions—most notably of former Prime Minister Giuseppe Conte. Since 2020, Merkù has been part of the team behind Bonjour Bonjour, Radio Monte Carlo’s lively morning show, alongside Monica Sala, Stefano Andreoli, and Davide Lentini.
In addition to his radio work, Merkù regularly performs in theatre productions he writes and stars in, such as Crisi d’identità, Bravomabasta!!!, and Mistovoci senza panna, blending cabaret, impressions, and live music into a unique and entertaining mix.
Quando l’estate triestina si accende e il sole inizia a calare, c’è un rito irrinunciabile che chiama a sé residenti e visitatori: quello dello spritz. Nel bicchiere della variante “triestina” ci vanno solo vino bianco e acqua gassata, ma oggi le rielaborazioni dello spritz sono tante e fantasiose: l’importante è sorseggiarlo in compagnia, magari godendo di una delle tante viste mozzafiato che Trieste sa offrire. Ecco alcuni indirizzi da non perdere per le vostre serate estive, location perfette per un aperitivo che è anche uno spettacolo per gli occhi.
–When summer heats up in Trieste and the sun begins to set, a cherished ritual calls to both residents and visitors: the spritz. The traditional “Triestina” variant contains only white wine and sparkling water. However, today there are countless creative variations of the spritz. The key is to enjoy it in good company, perhaps while taking in one of Trieste’s many breathtaking views. Here are some must-visit locations for your summer evenings, perfect for an aperitif that also delights the eyes.
Azienda agricola Verginella
Loc. Contovello 460, Trieste
L’atmosfera è quella tipica delle osmize triestine, ma con un affaccio sul ciglione carsico veramente unico. È l’occasione per cimentarsi con la preparazione dello spritz triestino più classico: solo vino bianco e acqua frizzante. Da mescolare direttamente nel bicchiere.
–
This spot offers the typical Trieste “osmize” atmosphere, but with a truly unique view over the Karst ridge. It’s your chance to try your hand at making the most classic Trieste spritz: just white wine and sparkling water, mixed directly in the glass.
www.aziendaagricolaverginella.it
Spritz triestino
• Vino bianco
• Acqua gassata
Pier Molo Venezia, 1
Il nome dice tutto: il locale è affacciato direttamente su un molo delle Rive di Trieste. Godetevi il vostro spritz ammirando le luci del Molo Audace e delle barche ormeggiate. L’ambiente è vivace e cosmopolita, perfetto per un aperitivo dinamico.
www.pierts.it
The name says it all: this spot sits right on a pier along Trieste’s Rive. Enjoy your spritz while admiring the sparkling lights of Molo Audace and the moored boats. The atmosphere is lively and cosmopolitan, perfect for a dynamic aperitivo
Spritz “The Roof”
• Gin
• Prosecco
• Sciroppo rosa
• Succo di pompelmo
• Lime
Qui lo spritz si accompagna a una vista impareggiabile che spazia dal mare, ai tetti del centro storico, all’intera città.
La posizione elevata regala una brezza piacevole anche nelle sere più afose e un’atmosfera sospesa, quasi fuori dal tempo. Non mancano la musica, gli eventi... ed i selfie!
www.bastionesangiusto.it
Enjoy your spritz with an unparalleled vista that sweeps across the entire city, from the sea to the old town’s rooftops. The high vantage point provides a refreshing breeze on even the hottest nights, creating a timeless, almost ethereal ambiance. Plus, you’ll find music, live events... and plenty of selfie opportunities!
Spritz Passion
• Rosa Sarti
• Prosecco
• Soda
• Sciroppo di Passion fruit
• Passion fruit fresco
• Ghiaccio
Il Pane Quotidiano
Viale Miramare, 72
Situato tra la pineta di Barcola e i Topolini, qui potete godervi il vostro spritz in un contesto unico, da una grande terrazza aperta sul sul mare. Perfetto per chi cerca un un posto in prima fila per ammirare il tramonto.
www.ilpanequotidiano.com
Located between the Barcola pine forest and the “Topolini”, you can enjoy your spritz here in a unique setting from a spacious terrace opening directly onto the sea. This is the ideal place for those looking for a frontrow view of the sunset.
Spritz “Ai frutti rossi”
• Prosecco
• Soda
• Sciroppo al sambuco
• Purea frutti rossi (more, lamponi, mirtilli)
• Ghiaccio
• Fettina di lime
• Foglioline di menta
Viva Piazza Barbacan, 2b
Questo piccolo locale immerso nel fascino del centro storico, è l’ideale per un aperitivo rilassato ed informale a pochi passi dall’Arco di Riccardo. Non resta altro che fare un brindisi alla triestina... Viva!
–
This small spot, nestled within the charming historic center, lets you enjoy a relaxed and informal aperitivo just steps from the Arch of Riccardo. All that’s left is to toast the Trieste way... Viva!
Spritz Cynar
• Vino bianco
• Cynar bitter
• Acqua gassata
• Ghiaccio
• Fettina di arancia
Barachin de Barcola
Pineta di Barcola
Il Baracchino (quello più vicino alla fontana di Barcola)
è una vera istituzione per la gioventù locale. Immerso nel verde della pineta
è a pochi metri dal mare. Il posto giusto per un aperitivo rinfrescante dopo una giornata di sole...
Il Baracchino (the one closest to the Barcola fountain) is a true institution for local youth. Nestled in the green pine forest, it’s just meters from the sea. It’s the ideal spot for a refreshing aperitivo after a sunny day.
Hugo Spritz
• Vino bianco
• Sciroppo di sambuco
• Soda
• Ghiaccio
• Fettina di lime
• Fettina di pompelmo
• Foglioline di menta
Silvia Ballis
Silvia Ballis è fotografa e filmmaker. Dopo la laurea in Lettere conseguita all’Università di Trieste, si trasferisce a Roma per specializzarsi in fotografia. Lavora in seguito come filmmaker e assistente al montaggio per la società di produzione televisiva Magnolia. Nel 2017 fonda con Matteo Bartoli lo studio di design e comunicazione Basiq. Oltre ad occuparsi di progetti fotografici e video, utilizza la sua esperienza nel campo della produzione per gestire i progetti dello studio. –Silvia Ballis is a photographer and filmmaker. After graduating with a degree in Literature from the University of Trieste, she moved to Rome to specialize in photography. She subsequently worked as a filmmaker and editing assistant for the television production company Magnolia. In 2017, she cofounded Basiq, a design and communication studio, with Matteo Bartoli. In addition to handling photography and video projects, she utilizes her experience in the production field to manage the studio’s projects.
La città che suona, racconta e incanta. —A city that sings, tells stories, and enchants.
Torna puntuale come il sole d’estate Trieste Estate, la grande rassegna promossa dal Comune di Trieste che, da giugno a settembre, trasforma la città in un vibrante teatro a cielo aperto. Un viaggio tra note, parole, immagini ed emozioni che anima ogni angolo: dal cuore storico ai rioni, dalle piazze sul mare ai borghi del Carso.
Quasi 300 eventi per una stagione ricca di sorprese: concerti sotto le stelle, teatro nei cortili dei musei, cinema all’aperto, danza, incontri e festival. Un’offerta culturale ampia e trasversale, capace di affascinare tutte le generazioni.
Protagonisti dell’estate sono i grandi nomi e le realtà che animano la scena culturale triestina: TriesteLovesJazz con il tradizionale concerto all’alba (10 agosto), serate in piazza Verdi e nel giardino del Museo Sartorio con grandi nomi del jazz come Bill Evans and the Vasband Allstars Band e Sarah Jane Morris, rispettivamente il 21 e 26 luglio; lo Shorts International Film Festival al Giardino Pubblico, Il Faro – Festival della Società dei Concerti, il Festival dell’Operetta, Triskell, Piano Days, Approdi e molti altri. Il Teatro Verdi, dopo aver messo
in scena al Castello di San Giusto una strepitosa “Tosca”, il concerto omaggio a Morricone e il ritorno di “Carmina Burana”, il 19-20-22 luglio ospiterà sul suo palcoscenico, in collaborazione con l’Associazione Internazionale dell’Operetta, l’evergreen “Al Cavallino Bianco”. Il Festival dell’Operetta, dopo l’avvio a giugno con “Cin Ci Là”, proporrà due concerti in piazza Verdi (31 luglio e 12 agosto), il primo dedicato alle più belle canzoni della radio e della tv, il secondo a Strauss, a duecento anni dalla nascita del grande compositore austriaco, e un viaggio musicale dall’Operetta ai cantautori (8 agosto, Museo Sartorio).
Importante il sostegno e la partecipazione delle principali istituzioni culturali: Teatro Verdi, Rossetti, Miela, Sloveno, La Contrada, il rinnovato Museo Winckelmann con la rassegna “Archeologia di sera”. Fondamentale il coinvolgimento di oltre 60 associazioni, orchestre, scuole di musica e compagnie teatrali, capaci di coniugare passione e professionalità.
Confermati anche gli appuntamenti al Castello curati da Vigna PR e Good Vibrations, con artisti come Luka Sulic (19 luglio), Vinicio Capossela (26), Rockets (1 agosto), Fantastic Negrito (7
agosto), I Love Rock and Roll Party with Marky Ramone (20 luglio), Big One –Pink Floyd Show (25 luglio), e “Canto Libero”, omaggio a Battisti e Mogol (30 e 31 luglio).
La rassegna “Fuoricentro”, a cura di Hangar Teatri e Teatro degli Sterpi, porta oltre 90 eventi gratuiti nei quartieri e nelle periferie: da San Giacomo a Roiano, da Servola a Basovizza, da Barriera a Santa Croce. Tra questi, spettacoli di giocoleria, teatro di strada, band e iniziative originali come “Certezze (forse)” del cantautore Romastino, fino allo spettacolo sul “ morbin triestin ” con musiche e le celebri Maldobrie di Carpinteri e Faraguna (2 agosto, piazza tra i Rivi a Roiano).
Ampio spazio anche ai giovani, con progetti che ne valorizzano il talento: Festival Ragazzi, “Suonare Cantare”, le orchestre CEMAN e ESYO, il Rock X Contest e molte altre iniziative.
Un’estate da vivere a occhi aperti e orecchie tese, dove ogni sera è un invito a scoprire, ascoltare, sognare. Trieste Estate 2025 è l’anima culturale della città che si fa musica, spettacolo, bellezza.
È il battito dell’estate.
È Trieste che incanta.
Like the summer sun, Trieste Estate returns right on cue — the major festival promoted by the City of Trieste that, from June to September, transforms the city into a vibrant open-air stage. A journey through music, words, images and emotions that brings life to every corner: from the historic heart to the suburbs, from seaside squares to the villages of the Karst.
Almost 300 events promise a season full of surprises: concerts under the stars, theatre in museum courtyards, open-air cinema, dance, talks, and festivals. A rich and varied cultural offering, captivating audiences of all ages.
The stars of summer include both big-name guests and the vibrant local cultural scene:
TriesteLovesJazz returns with its traditional sunrise concert (10 August), plus evening shows in Piazza Verdi and the gardens of the Sartorio Museum featuring top artists like Bill Evans and the Vasband Allstars Band (21 July) and a tribute to Lelio Luttazzi (6 July). Other highlights include the ShorTS International Film Festival in the Giardino Pubblico, Il Faro – Festival della Società dei Concerti, the Festival dell’Operetta, Triskell, Piano Days, Approdi and many more.
San Giusto Castle will host some of the most anticipated shows: Puccini’s Tosca (29 June, 1 and 4 July), Carmina Burana (12 July), and a musical tribute to
Morricone (9 July). Meanwhile, Piazza Verdi will feature a tribute to Ezio Bosso (11 July). The operetta classic “Al Cavallino Bianco” (19, 20, 22 July) by the Associazione Internazionale dell’Operetta takes the stage at Teatro Verdi, and the Festival dell’Operetta, which opens in June with “Cin Ci Là”, continues with two concerts in Piazza Verdi (31 July and 12 August): one celebrating the golden age of radio and TV songs, the other dedicated to Strauss, 200 years after the birth of the great Austrian composer. A final evening at the Museo Sartorio (8 August) offers a musical journey from operetta to Italian singer-songwriters.
The festival is proudly supported by the city’s major cultural institutions: Verdi Theatre, Rossetti Theatre, Miela Theatre, Slovenian Theatre, La Contrada Theatre, and the newly renovated Winckelmann Museum with its “Archaeology by Night” series. Essential too is the contribution of over 60 associations, orchestras, music schools and theatre companies, bringing passion and professionalism to the stage.
Also confirmed are events at San Giusto Castle curated by Vigna PR and Good Vibrations, with performances by Luka Sulic (19 July), Vinicio Capossela (26 July), Rockets (1 August), Fantastic Negrito (7 August), I Love Rock and Roll Party with Marky Ramone (20 July), Big One – Pink Floyd Show (25 July), and Canto Libero, a tribute to Battisti and Mogol (30–31 July).
The “Fuoricentro” series, curated by Hangar Teatri and Teatro degli Sterpi, brings over 90 free events to neighbourhoods and outlying districts: from San Giacomo to Roiano, Servola to Basovizza, Barriera to Santa Croce. These include street theatre, juggling shows, local bands and unique events like “Certezze (forse)” by singer-songwriter Romastino, and a show dedicated to morbin triestin with music and the famous Maldobrie tales by Carpinteri and Faraguna (2 August, Piazza tra i Rivi, Roiano).
Young talents are also centre stage, with projects that nurture and showcase their skills: Festival Ragazzi, Suonare Cantare, the CEMAN and ESYO orchestras, Rock X Contest, and many other initiatives.
An open-eyed, open-eared summer awaits — where every evening invites you to discover, listen, and dream. Trieste Estate 2025 is the city’s cultural soul — becoming music, spectacle, beauty. It’s the heartbeat of summer. It’s Trieste, enchanting as ever.
Un viaggio tra paesaggi, gusto e tradizione. Sea and Flavour: a journey through landscapes, taste, and tradition.
Brochure ‘Mare e sapori’ www.discover-trieste.it
La città si svela in una brochure prodotta dal Convention and Visitors Bureau per conto del Comune di Trieste: “Mare e Sapori” è il titolo della pubblicazione che racchiude il meglio della costa triestina e delle sue delizie e che invita a esplorare l’anima autentica del territorio.
Dalle acque trasparenti della Baia di Sistiana ai suggestivi “Topolini” di Barcola famosi per la loro forma che ricorda le orecchie del topo disneyano, passando per le spiagge libere come Canovella de’ Zoppoli o i Filtri, ogni angolo offre panorami unici e una freschezza senza pari. Ma Trieste conquista anche a tavola: formaggi del Carso, tra cui il formaggio di pecora carsolina presidio slow food, prosciutti artigianali, olio Tergeste DOP, miele e vini locali che raccontano una cultura gastronomica intensa e raffinata. E per un’esperienza davvero tipica, basta sedersi in un’osmiza sul ciglione carsico o sorseggiare un caffè con vista mare.
The city reveals itself in a brochure produced by the Convention and Visitors Bureau on behalf of the Municipality of Trieste. Entitled Sea and Flavour, the publication showcases the very best of Trieste’s coastline and culinary delights, inviting readers to explore the authentic soul of the region. From the crystal-clear waters of the Bay of Sistiana to the iconic Topolini bathing platforms in Barcola— nicknamed for their rounded shapes that look like Mickey Mouse’s ears—and on to the free beaches like Canovella de’ Zoppoli or Filtri, every corner offers unique views and an unrivalled sense of freshness. But Trieste also wins hearts at the table: cheeses from the Karst, including the Slow Food-protected carsolina sheep’s cheese, artisanal cured hams, Tergeste DOP olive oil, local honey and wines—all telling the story of an intense, refined food culture. For a truly local experience, just sit down in an osmiza perched on the Karst edge, or sip a coffee with a sea view.
Nel cuore pulsante del Porto Vecchio di Trieste, là dove un tempo le navi scaricavano storie da terre lontane, oggi il Magazzino 26 è uno scrigno brioso di sogni e riflessioni, non a caso ora denominato Porto Vivo. Vi hanno sede in questi mesi due nuove mostre, finestre aperte sull’anima del mondo e sui misteri celesti, che vibrano di un’energia artistica contagiosa.
Nella sala intitolata a Carlo Sbisà, “Open. Confini di luce per un mondo di pace” tesse una tela di speranza e fratellanza. Sette voci artistiche, tutte figlie del Nord Est –Paolo Cervi Kervischer,
Claudio Mario Feruglio, Jasna Merkù, Zoran Music, Luigi Spacal, Carlo Vidoni, Toni Zanussi– dialogano attraverso cento opere che superano i confini, non solo geografici, ma quelli invisibili del cuore. Tra pennellate vibranti e sculture silenziose, spiccano molte inedite creazioni, nate appositamente per questo progetto, accanto a quelle rare e poco esposte di due noti artisti come Luigi Spacal e Zoran Music. Un invito a immaginare un domani di armonia.
Pochi passi più in là, nella Sala Arturo Nathan, “Mondi Astrali” spalanca le porte di un universo interiore guidato dalla mano visionaria di Carmelo
Nino Trovato. Cinquanta opere, tra cui il suo ultimo ciclo intriso di sogni siderali, ci ricordano l’eco affettuosa di Philippe Daverio, storico dell’arte che amò profondamente il suo lavoro. Oggi, il figlio Sebastiano ne raccoglie l’eredità e in veste di curatore conduce i visitatori a osservare le tele luminose di Trovato create con una tecnica segreta su acetato, tra i nuovi dittici e trittici dei Mondi Astrali e i cicli pittorici già noti come “Cristalli Silenti” e le “Acque Sognanti”, fino alla maestosa opera di grandi dimensioni “Il sangue puro della Rosa”. Una retrospettiva ricca seppur parziale che svela la coerenza di un percorso artistico unico.
Il Porto Vecchio, con queste due proposte espositive offerte gratuitamente, si conferma un faro culturale, un luogo dove l’arte diventa ponte tra le persone e viaggio nell’ignoto. La prima ci spinge ad abbracciare l’altro, “Mondi Astrali” a esplorare le profondità di noi stessi. Un’occasione imperdibile per lasciarsi incantare e per riflettere, in questo angolo suggestivo di Trieste dove il passato incontra il futuro attraverso la bellezza.
borders, not only geographic but also those unseen boundaries of the heart. Among vivid brushstrokes and quiet sculptures are many previously unseen creations, made specifically for this exhibition, alongside rare and little-shown pieces by well-known artists Luigi Spacal and Zoran Music. It is an invitation to imagine a future in harmony.
In the beating heart of Trieste’s Old Port —once the place where ships unloaded stories from distant lands—Warehouse 26 now stands as a lively treasure chest of dreams and reflection. It’s no coincidence it has been renamed Porto Vivo. Within its walls, two new exhibitions are currently on show: open windows onto the soul of the world and the mysteries of the cosmos, both pulsing with contagious artistic energy.
In the Carlo Sbisà Hall, “Open. Boundaries of Light for a World of Peace” weaves a tapestry of hope and brotherhood. Seven artists, all from the North-East—Paolo Cervi Kervischer, Claudio Mario Feruglio, Jasna Merkù, Zoran Music, Luigi Spacal, Carlo Vidoni, and Toni Zanussi—engage in dialogue across a hundred works that transcend
Just a few steps away, in the Arturo Nathan Hall, “Astral Worlds” opens the doors to an inner universe guided by the visionary hand of Carmelo Nino Trovato. Fifty works—among them his most recent cycle steeped in stellar dreams—evoke the affectionate memory of art historian Philippe Daverio, a deep admirer of Trovato’s work. Today, Daverio’s son Sebastiano continues his legacy, curating this exhibition and leading visitors through luminous canvases rendered in a secret technique on acetate. The show includes new diptychs and triptychs from the Astral Worlds series, alongside established cycles such as Silent Crystals and Dreaming Waters, culminating in the monumental largescale work The Pure Blood of the Rose. A rich yet partial retrospective that reveals the inner coherence of a truly unique artistic journey.
With these two free exhibitions, the Old Porto reaffirms its place as a cultural beacon—a space where art becomes a bridge between people and a journey into the unknown. The first invites us to embrace others; Astral Worlds leads us to explore the depths within ourselves. An unmissable opportunity to be enchanted and inspired in this evocative corner of Trieste, where the past meets the future through beauty.
Open. Confini di luce per un mondo di pace
fino al /Until: 13.07.2025
sala Sbisà
giovedì – venerdì /Thursday – Friday: 17.00 – 20.00
sabato, domenica e festivi /Saturday, Sunday and public holidays: 11.00 – 21.00 11.00 – 21.00
Mondi Astrali
Fino al /Until: 03.08.2025
sala Nathan giovedì – venerdì /Thursday – Friday: 17.00 – 20.00
sabato – domenica /Saturday – Sunday: 10.00 – 20.00
26
Porto Vecchio-Porto Vivo ingresso gratuito /free entry
Quando il sole picchia, ecco qualche posto dove stare freschi When the sun beats down: cool escapes in Trieste
Ecco alcuni freschi angoli che i triestini adorano quando l'estate inizia davvero a scaldare i motori. –
Here are a few cool corners of Trieste that locals love when summer really starts to sizzle.
Trovare rifugio
Tra i luoghi favoriti dai triestini c’è il “Premuda” da poco riaperto all’ingresso della Val Rosandra. È il rifugio alpino più basso d’Italia. Un ottimo punto di partenza per un’escursione, ma pure un perfetto punto di arrivo. Anche per pasteggiare!
La “Rambla triestina”
The “Triestine Rambla”
Viale XX Settembre rappresenta un’autentica oasi di freschezza nel cuore della città. Un bel viale alberato circondato da palazzi d’epoca, pedonale per un lungo tratto, pieno di bar, gelaterie, ristoranti, stuzzicherie… Prendete posto e godetevi la pausa!
–
Freschezza gigante!
Giant Coolness
La Grotta Gigante ha tanti numeri per meritarsi questo nome: 98,50 metri di altezza, 167,60 di lunghezza e 76,30 di larghezza. Poi c’è un numero che piace molto a chi non ama il caldo: una temperatura costante di 11°. Fate due conti… –
The Giant Cave (Grotta Gigante) more than lives up to its name—98.5 metres tall, 167.6 long, and 76.3 wide. But here’s the figure that matters most on a hot day: a steady 11°C inside. Do the math… and bring a jumper!
Viale XX Settembre is a true oasis of shade in the heart of the city. This elegant, treelined boulevard is closed to traffic for most of its stretch and packed with cafés, gelato parlours, restaurants and street food spots. Take a seat, sip something cold, and enjoy the breeze!
A Mountain Refuge (Almost!)
Among the locals’ favourites is the “Premuda,” recently reopened at the entrance to the Rosandra Valley. It’s the lowest alpine refuge in Italy— ideal as a starting point for a scenic hike or simply a destination in itself. And yes, it’s a great place to stop for lunch too!
Grazie Barone! Thanks, Baron!
Oltre al Palazzo omonimo, il barone Revoltella ha donato ai triestini anche la sua Villa, un bel parco di 50.000 mq che all’epoca era alla periferia della città. Da vedere: la chiesa in pietra del Carso e la residenza chalet. Da vivere: il fresco degli alberi secolari. –
In addition to the palace that bears his name, Baron Revoltella left the people of Trieste a villa and its surrounding park—once on the city’s edge, now a green sanctuary of 50,000 square metres. Highlights include a charming stone church in typical Karst style and a chalet-like residence. But the real attraction? The blissful shade of its centuries-old trees.
Donata Vianelli, Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Trieste
Professoressa di Economia e Gestione delle Imprese, prima nella Facoltà di Economia e poi presso il Dipartimento di Scienze Economiche, Aziendali, Matematiche e Statistiche, laureata in Economia e Commercio all’Università di Trieste, ha poi ottenuto il dottorato in Economia aziendale presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Dal primo di agosto, Donata Vianelli sarà il Magnifico Rettore dell’ateneo triestino. Vien da dire: la donna giusta nel posto giusto. Probabilmente anche nel momento giusto, per un ulteriore salto di qualità dell’Università di Trieste che di per sé viene definita (non a torto) come “la città della scienza”. Ecco perché IES, ha voluto incontrarla.
Da dove inizierà il lavoro della rettrice Donata Vianelli?
“Non ho dubbi, userò le mie competenze per semplificare, ottimizzare e migliorare tutti i processi in un’ottica di digitalizzazione. È il punto di partenza fondamentale. In sintesi, introdurre in
IES ha incontrato il prossimo rettore dell’Università di Trieste.
— Donata Vianelli: we need to work as a team IES meets the next Rector of the University of Trieste.
questa università una vera transizione digitale”.
“Trovo per altro un ateneo in ottima salute. I sei anni passati del rettorato Di Lenarda hanno permesso all’università di attingere dopo il Covid ai finanziamenti del PNRR, un’opportunità sfruttata al meglio. Possiamo migliorare, ma parto da una base molto solida”.
Per la prima volta una donna alla guida dell’Università di Trieste, al termine di un “duello” tutto al femminile che l’ha vista opposta ad Ilaria Garofolo. Una sfida apparsa combattuta ma al tempo stesso corretta…
“Le sfide sono sempre sfide” e qui ci scappa un sorriso “e si gioca per vincere. Il fatto che ci fossero poi due donne ha fatto perdere il vantaggio di essere… donna. Quindi la partita si è giocata tutta solo sulle competenze e sulla visione di futuro”.
Nata a Vicenza, ma già “triestina”
dall’età di sei anni, al seguito del padre dirigente all’Italsider di Servola, il lato agonistico-competitivo Donata Vianelli lo ha forgiato sui campi del Tennis club Triestino a Padriciano, arrivando al punto di dover scegliere tra la strada del tennis professionistico e quella degli studi. E oggi sappiamo bene per cosa optò.
“Ma il profumo della terra rossa, pur avendo appeso la racchetta al fatidico chiodo non l’ho mai dimenticato”.
Adesso servono però altre tattiche e strategie, rispetto ad un match di tennis. Come ad esempio, dopo i proclami di Trump con il taglio dei fondi alle università americane, sfruttare queste nuove opportunità. Possiamo attrarre giovani cervelli a Trieste, nel nostro Paese, in Europa…?
“Per l’università con i suoi dipartimenti e l’eccellente vocazione scientifica del sistema Trieste, la giudico certo una grande opportunità. Il problema Italia
–come ribadito anche dal Presidente Mattarella– resta però quello di salari inadeguati, che non attraggono cervelli, ma li spingono lontano. Per non parlare del taglio dei fondi per la ricerca adottati negli ultimi tempi dal nostro governo. Affrontare questa problematica con una logica europea perciò sarebbe la strada migliore”.
Tornando al prossimo futuro sul tavolo della rettrice Vianelli c’è poi un piano triennale edilizio per far crescere l’ateneo ed ancora il progetto AGORAI di Generali, per non parlare di un sogno che non deve restare nel cassetto: quello di uno spazio studi e ricerca nella riqualificazione di Porto Vecchio.
“Faccio mie le parole di Julio Velasco, il coach del volley azzurro al quale questo ateneo ha conferito di recente una laurea honoris causa: tanti io –diceva Velasco– devono fare una cosa sola, la squadra. Ecco, per centrare tutti questi obiettivi serve fare sul nostro territorio proprio un grande gioco di squadra”!
on digital transformation. That’s the essential starting point. In short, I aim to bring about a genuine digital transition in this university.”
“I also find myself taking the helm of a university in excellent health. The six years under Rector Di Lenarda’s leadership have enabled us to make the most of the PNRR funds following the pandemic—a major opportunity that was seized with vision. There’s room for improvement, of course, but I’m starting from a very solid foundation.”
For the first time, a woman will lead the University of Trieste—after an all-female contest that saw her stand against Ilaria Garofolo. A race that appeared fiercely contested but fair at heart…
“Challenges are always challenges,” she says with a smile, “and the goal is to win. The fact that both candidates were women, in the end, cancelled out any advantage of being... a woman. So the contest really came down to competence and future vision.”
are required from those of a tennis match. In light of recent developments—such as Trump’s announcement of cuts to university funding in the US—can Trieste and Europe seize new opportunities to attract young talent?
“For a university with such strong departments and the outstanding scientific ecosystem that Trieste boasts, I definitely see this as a major opportunity. But Italy’s real issue—reiterated even by President Mattarella—is our inadequate salaries, which don’t attract bright minds but rather drive them away. Not to mention the recent government cuts to research funding. We should address this from a European standpoint—that’s the most effective route.”
ENGLISH TEXT
AProfessor of Business and Management—first in the Faculty of Economics, and later within the Department of Economic, Business, Mathematical and Statistical Sciences— Donata Vianelli graduated in Economics and Commerce from the University of Trieste and went on to earn a PhD in Business Economics from Ca’ Foscari University in Venice. As of the 1st of August, she will take office as the new Rector of the University of Trieste. One might say: the right woman in the right place. And perhaps at just the right time too, for the university to take yet another leap forward in quality—this institution is, after all, often and rightly called “the city of science.” That’s why IES was keen to meet her.
Where will Rector Donata Vianelli begin her work?
“I have no doubt—I’ll be drawing on my expertise to simplify, streamline and improve all processes, with a clear focus
Born in Vicenza but a true “Triestina” from the age of six—when her father, a manager at Italsider in Servola, moved the family to the city—Donata Vianelli developed her competitive edge on the tennis courts of the Triestino Tennis Club in Padriciano. She rose to a level where she had to choose between a career in professional tennis and her academic path. We now know which path she chose.
“But the scent of red clay,” she adds, “even though I’ve hung up my racquet, has never left me.” Today, however, different tactics and strategies
Looking ahead, one of the priorities on Rector Vianelli’s desk is a three-year building plan to expand the university. Then there’s the AGORAI project by Generali, and not to forget a dream that should no longer be shelved: the idea of a new study and research hub as part of the redevelopment of the Portovecchio area.
“I’ll borrow the words of Julio Velasco, the legendary volleyball coach who was recently awarded an honorary degree by our university: ‘Many individual I’s must come together to form one team.’ That’s precisely what we need here—to achieve all these goals, we must play as a team, right here in our region.”
A fine agosto a Monrupino si celebrano
le Nozze Carsiche, tra tradizione, voglia di divertirsi stare assieme. —
At the end of August, Monrupino hosts the Karst Wedding, blending tradition with joy and a shared sense of celebration.
Si può partecipare a un matrimonio senza invito ballando e festeggiando per ben quattro giorni di fila? Se vi trovate a Monrupino l’ultima settimana di agosto avrete la possibilità di vivere un’esperienza che non dimenticherete:
le Nozze Carsiche /Kraška Ohcet, uno degli eventi più attesi e sentiti della comunità slovena del Carso triestino.
Quest’anno il matrimonio protagonista sarà quello di Tina Forčič e Thomas Velikonja che diranno “sì” nella suggestiva cornice della chiesa della Rocca di Monrupino, in un’ambientazione che racconta la tradizione del Carso triestino, con balli, processioni, canti, cortei e la celebrazione di un’intera giornata di matrimonio la domenica. Dietro a questo evento così speciale c’è l’impegno appassionato della cooperativa Naš Kras con il Comune di Monrupino e tante altre realtà locali. Per gli organizzatori non è così facile trovare giovani coppie, scelte all’interno della comunità slovena, disposte a stare sotto i riflettori, rinunciando alla propria intimità a favore di una festa collettiva che, oltre all’amore dei futuri sposi, celebra un momento importante di coesione e di identità culturale della comunità.
di /by
Maddalena Giuffrida
Ogni due anni, Monrupino si trasforma in un palcoscenico a cielo aperto, una macchina del tempo che ci riporta alla fine dell’Ottocento, facendo rivivere le antiche usanze nuziali carsiche, proprio come delle coinvolgenti rappresentazioni teatrali: l’addio al nubilato e al celibato, la serenata sotto la finestra della fidanzata con tanto di battibecco tra suocera e futuro sposo, il trasporto della dote, e infine il grande giorno. Tutto in costumi tradizionali, tra danze e brindisi che animano il paese fino a notte fonda. Il borgo si veste a festa: archi fioriti, osmize aperte con le specialità enogastronomiche, il museo etnografico della Casa carsica/Kraška hiša trasformato nella casa dello sposo.
L’unico invito? Festeggiare, divertirsi e gioire insieme a Tina e Thomas: evviva gli sposi!
Can you join a wedding without an invitation—dancing and celebrating for four days straight? If you find yourself in Monrupino during the last week of August, you’ll have the chance to experience something unforgettable: the Karst Wedding (Kraška Ohcet), one of the most cherished and anticipated events in the Slovenian community of the Triestine Karst.
This year’s bride and groom are Tina Forčič and Thomas Velikonja, who will say “I do” in the evocative setting of the church atop the Monrupino hill. The entire event showcases the rich traditions of the Karst: processions, dances, folk songs, parades, and a full-day wedding celebration on Sunday.
Behind this extraordinary event is the passionate work of the Naš Kras cooperative, the Municipality of Monrupino, and many other local groups. Finding young couples from within the Slovenian community willing to step into the spotlight—sacrificing their privacy for the sake of a collective celebration—is not always easy. But this festive union goes far beyond the couple’s love: it’s a moment of cultural identity and community cohesion.
Every two years, Monrupino becomes an open-air stage, a time machine transporting visitors back to the late 19th century. The ancient Karst wedding customs come back to life like scenes from a folk play: the stag and hen parties, the serenade beneath the bride’s window (complete with the classic mother-inlaw vs. groom squabble), the transport of the dowry, and finally, the big day. All of it in traditional dress, with dancing and toasting that fill the village late into the night.
The whole village dresses up for the occasion: flower-covered arches, open osmize serving local food and wine, and the Karst House Ethnographic Museum ( Kraška hiša ) transformed into the groom’s home.
The only invitation you need? To celebrate, have fun, and raise a glass to Tina and Thomas—long live the newlyweds!
Il borgo si veste a festa: archi fioriti, osmize aperte, il museo etnografico della Casa carsica/Kraška hiša trasformato nella casa dello sposo.
The whole village dresses up for the occasion: flower-covered arches, open osmize, and the Karst House Ethnographic Museum (Kraška hiša) transformed into the groom’s home.
prevendite:
FINO AL 27 LUGLIO FENDER VINTAGE
LUGLIO
LUGLIO
MERCOLEDÌ
LUGLIO
GIOVEDÌ
LUGLIO
VENERDÌ
LUGLIO
SABATO
DALLE 18:30 ALLE 23:30 IL CENTRO DI PORDENONE SI TRASFORMA IN UN GRANDE PALCOSCENICO CON OLTRE 20 CONCERTI, DJ SET E MOLTO ALTRO. 15 14 16 17 18 19
LUGLIO
PORDENONE PALAZZO DEL FUMETTO, PARCO GALVANI VIALE DANTE 33 - INGRESSO GRATUITO
SATCHVAI BAND
SURFING WITH THE HYDRA 2025 TOUR PORDENONE PARCO SAN VALENTINO
BOB GELDOF - SIMON CROWE - PETE BRIQUETTE THE BOOMTOWN RATS
+ CYBORG ZERO PORDENONE PARCO SAN VALENTINO - INGRESSO GRATUITO
JOE BONAMASSA
+ SPECIAL GUEST PORDENONE PARCO SAN VALENTINO
MANUEL AGNELLI - GIORGIO PRETTE DARIO CIUFFO - ANDREA VITI
AFTERHOURS
+ SPECIAL GUEST
PORDENONE PARCO SAN VALENTINO
UNICA DATA IN ITALIA!
Una settimana di musica live, mostre, eventi e grandi star.
Portopiccolo, Baia di Sistiana, Castelreggio, Caravella
Rino Lombardi
—Diving between the pages
In queste pagine proviamo a suggerirvi qualche abbinamento libro+spiaggia 100% triestino. Qui non trovate i “soliti grandi” Svevo, Saba e Joyce, ma altri interessanti autori e autrici da scoprire. Per essere coerenti con questo numero di IES abbiamo cercato di metterci un po’ di morbin, che per gli amanti del grande scrittore dublinese succitato diventa scherzosamente “more been”, tanto la pronuncia è la stessa! Naturalmente sentitevi liberi di scompigliare le nostre “combo”, scombussolando gli abbinamenti: non ci offenderemo mica! Alcuni dei titoli che vi proponiamo sono facili da reperire, per gli altri vi consigliamo di prendere questo articolo come l’invito a una caccia al tesoro nelle librerie della città. Libri nuovi, libri usati, libri di ieri, libri di oggi. Sarà un bel bagno, però di carta, altrettanto emozionante.
ENGLISH TEXT
Here you’ll find a series of pairings between beach clubs and Triestine books, many written in dialect. That’s why we haven’t included English translations for them. Still, we wish you happy dives and happy swims in the waters of the Gulf of Trieste.
Boa Beach
1 2
A Muggia sorge la spiaggia libera più giovane del golfo di Trieste. Un’oasi per tutti i gusti, con beach club, fitness, beach volley, skate park e tante altre idee. L’ideale per una bella vacanza.
Il manuale della Boba de Borgo di Flavio Furian e Massimiliano “Maxino" Cernecca (Bora.la 2019)
È uno dei libri comici di maggiore successo pubblicati a Trieste nell’ultimo decennio. Ecco chi è la Boba:
Lo stabilimento balneare più vintage della città, le stravaganti Olimpiadi delle Clanfe si svolgono proprio qui! Novità 2025: la segnaletica anche in dialetto! Un divertente tocco di triestinità.
Monon Behavior di Diego Manna (Bora.la, 2017).
Nei suoi libri Manna crea uno slang esplosivo mescolando linguaggio scientifico, inglese e dialetto triestino. Tutti i suoi titoli sono su bora.la
Pedocin
È il bagno triestino più famoso nel mondo, il più amato dai locals. L’unico stabilimento balneare del pianeta dove uomini e donne sono separati da un muro. Ed è adorato per questo! Tappa immancabile!
3 4 5 6
Verso Barcola
Tra il Porto Vecchio e Barcola sorgono una serie di Circoli velici e Dopolavoro dove è possibile entrare solo se si è soci!
Pedocin di Micol Brusaferro, storica firma di IES, è uno dei più grandi bestseller triestini di tutti i tempi. Un utile vademecum tra “perizomi improbabili, tette al vento e ciacole in libertà”
Portolano. Breviario di parole naviganti
Un’altra brillante penna di IES! Cristina Bonadei, autrice di “Portolano. Breviario di parole naviganti” (Olmis 2021) uno Zibaldone di pensieri, riflessioni, molta ironia e autoironia, esercizi graditissimi!
Il Golfo
Passare la giornata in barca a vela per un tuffo nel mare, circondati dalla bellezza della città e della natura che la circonda. Godersi la piccola crociera col Delfino Verde dalle Rive, fino alla meta.
Atlante Triestino
Trentaquattro racconti ispirati da trentaquattro opere d’arte e altrettanti percorsi tematici, compongono l’“Atlante Triestino” di Massimiliano Penazzi (Comunicarte, 2025). Una guida non convenzionale per navigare dentro la città.
Pineta “Tutto quel che voio xe star a Barcola su un scoio” è un pensiero condiviso da molti triestini. A loro All Sail ASD dedica il noleggio brandine, mentre a chi non sta fermo dedica il noleggio SUP e kayak!
Trieste Sottosopra Barcola e tutti i bagni triestini sono molto ben raccontati in “Trieste Sottosopra” di Mauro Covacich (Laterza Contromano, 2006), quindici itinerari narrativi a base di storia, curiosità, ironia.
Topolini
10 terrazze affacciate sul mare, dalla caratteristica forma semicircolare che ricorda le orecchie di Mickey Mouse. A disposizione spogliatoi, servizi, docce e spiaggette comode per le famiglie con bambini.
Maldobrìe
Ognuno dei “Topolini” è dedicato a una celebrità locale e il numero 9 omaggia Carpinteri & Faraguna, gli autori delle Maldobrìe, racconti umoristici in dialetto ambientati in una Mitteleuropa che non c’è più.
Miramare
“Sticco”, che si affaccia sulla riserva marina del WWF, è il bagno più vicino al Parco del Castello. Subito dopo Miramare eccoci a Grignano con i suoi eleganti stabilimenti “Sirena” e “Riviera”.
Sissi a Miramar e Ritorno a Miramar Alessandro Fullin, attore e comico, ha pubblicato numerosi e spassosi titoli nei quali, in dialetto, scherza con la storia e il presente della città, da “Sissi a Miramar” a “Ritorno a Miramar” (MGS Press).
Le Ginestre
A Marina di Aurisina sorge una delle spiagge più belle della provincia, ma attenzione, i posti disponibili sono limitati. Per non farsi delle fisime, meglio verificare tramite info@ginestre.ts.it
Costiera/Filtri/ Canovella de Zoppoli/ Costa dei Barbari
Sono le spiagge più selvagge, un po’ scomode forse, ma capaci di dare grandi soddisfazioni alla fine del sentiero, quando finalmente si arriva al livello del mare e un bel tuffo ripaga della fatica.
Cabareto
Luca Cattonaro, con il suo “Cabareto” (Calembour, 2020), propone una serie di poesie surreali, in dialetto triestino (con traduzione minima a margine), per raccontare una città allegra come poche.
Fisime da passeggio di Stefano Dongetti (Calembour 2016). Da un brillante stand-up comedian triestino, un viaggio nei temi cruciali della contemporaneità, dai tatuaggi ai social, dai “selfie” ai saldi.
Porto Piccolo/Baia di Sistiana/Castelreggio /Caravella
Porto Piccolo è tra i beach club più esclusivi dell’Alto Adriatico, elegante e rilassante. Più in là, ecco la Baia di Sistiana, con Castelreggio, dalle atmosfere retrò, e il parco della Caravella, meta per tutti.
Racconti umoristici triestini di Vladimir Bartol (Comunicarte, 2019). Dall’autore di “Alamut” (il romanzo sloveno più tradotto), vita quotidiana e vicende surreali nella Trieste del Dopoguerra.
L’estate si accende con gli eventi ‘Creativa’: feste, musica ed emozioni Summer lights up with ‘Creativa’ events: parties, music and emotions
11, 18 JULY AND 8, 29 AUGUST
Il Venerdì nella terrazza estiva di Eataly Eataly
Seguici su /follow us:
Creativa Eventi creativa.eventi
Contattaci /contact us: 3288790109
18 LUGLIO 18 JULY
Creativa Candle night al Piper Beach di Grado
26 JULY
Festa estiva di Creativa e BeNice al MrCharlie di Lignano 12, 13, 14
SETTEMBRE 12, 13, 14 SEPTEMBER
Let’s Move Trieste Il primo festival del Fitness a Trieste che si terrà a Portovecchio –
Let’s Move Trieste – the city’s first fitness festival, held at Portovecchio
E poi il ritorno degli aperitivi del Mercoledì da Sticco, ancora qualche serata al Mytilus di Muggia e le tanto attese one night come il White Party, Pink Positive e Flower Generation.
–
And don’t miss the return of Wednesday aperitifs at Sticco, more summer nights at Mytilus in Muggia, and the long-awaited one-night events like the White Party, Pink Positive, and Flower Generation.
“Boraviglie” significa celebrare la magia dello stupore intorno a noi, che in sloveno diventa “Čudoburje”, nella traduzione d’autore di Miroslav Košuta. Proprio al grande poeta sarà dedicata una piccola mostra, l’evento inaugurale del Borarium di Opicina. L’apertura di questo nuovo spazio culturale sarà accompagnata da una serie di incontri che spazieranno dalla meteorologia, alla letteratura, all'enogastronomia, prendendo spunto dal vento che ci accomuna. Tra le “Boraviglie” è prevista anche la collaborazione borderless con il Museo di Štanjel-San Daniele del Carso per GO!2025. Prossimamente al Borarium, in Via Nazionale, 49 a Opicina (Trieste). www.museobora.org
Barcolana 2025 sarà più accattivante che mai, coinvolgendo sempre più località della regione nel segno del brand “Io Sono FVG” e aprendosi così a un pubblico ancora più ampio.
Aperte le iscrizioni già dal 29 maggio, Barcolana –insieme allo storico presenting partner Generali– guarda al traguardo del 12 ottobre come al coronamento di una lunghissima serie di eventi. Se nel 2023 Barcolana era iniziata a Grado e nel 2024 aveva coinvolto anche Lignano Sabbiadoro, quest’anno l’evento conferma le location e gli eventi lungo la costa adriatica e raggiunge la Carnia, con il lago di Cavazzo, l’isontino (in particolare le città di Nova Gorica e Gorizia, unite come Capitale Europea della Cultura 2025) e Aquileia, richiamando gli appassionati di vela in tutte le sue specialità –nuoto, SUP, kitesurf, windsurf, wingfoil, canoa, kayak, vela paralimpica, modelvela, dragon boat e waterpolo– e aggiungendo alle attività sportive un’escursione lungo le antiche vie fluviali romane.
“Dove la passione incontra il mare” sarà il payoff di questa edizione numero 57 che il presidente Mitja Gialuz descrive come “un invito a ritrovarsi insieme nel luogo in cui la passione incontra il mare: questo luogo è il Friuli Venezia Giulia, nei primi 12 giorni di ottobre. Partendo da Trieste, stiamo costruendo un evento sempre più completo e inclusivo, raccontando gli elementi che compongono la passione: tradizione, cultura, divertimento, impegno, agonismo, partecipazione e gioia. Abbiamo scelto di ampliare lo spazio e le discipline sportive di Barcolana per dare sempre a più persone la possibilità di condividere il nostro spirito e sentirsi protagonisti di un grande progetto di sport e socialità”.
Ad essere disponibile fin dall’estate è anche l’iconica polo Barcolana, ideata e prodotta da Murphy&Nye in color nero con le sottili righe bianca e magenta alla manica e sul colletto. Insieme alla polo la collezione 2025 è composta da giubbotti, gilet, felpe, accessori per uomo, donna e bambino oltre all’immancabile Barcolana Bag, la sacca che viene consegnata a tutti gli armatori iscritti.
Novità dell’edizione 57 la “Cavana Run – Barcolana Edition”, una corsa amatoriale nelle vie del centro città al tramonto. L’evento, organizzato in collaborazione con il Cavana Run Club di Trieste, vedrà runner di ogni età e livello di preparazione partire tutti sulla stessa linea nel pieno spirito barcolano.
—Where the passion meets the sea
Barcolana 2025 promises to be more exciting than ever, extending its reach to more destinations across the region under the "Io Sono FVG" brand and opening up to an even broader audience.
Registrations opened as early as 29 May, and together with its historic presenting partner Generali, Barcolana is now setting its sights on the grand finale: 12 October, the climax of a long series of events.
In 2023, Barcolana kicked off in Grado, and in 2024 it expanded to include Lignano Sabbiadoro. This year, it confirms those coastal venues while also reaching inland—to Carnia’s Lake Cavazzo, the Isontino area (especially Nova Gorica and Gorizia, joint European Capitals of Culture 2025), and Aquileia.
The programme will celebrate every facet of sailing and water sports: swimming, SUP, kitesurf, windsurf, wingfoil, canoeing, kayaking, Paralympic sailing, model sailing, dragon boat racing, water polo, and even a guided excursion along ancient Roman river routes.
This 57th edition’s motto, “Where passion meets the sea,” sums it all up perfectly. President Mitja Gialuz explains:
“It’s an invitation to come together in the place where passion meets the sea: that place is Friuli Venezia Giulia, during the first 12 days of October. Starting from Trieste, we are building a more complete and inclusive event—showcasing all the elements that make up passion: tradition, culture, fun, dedication, competition, participation and joy. We’ve chosen to expand Barcolana’s spaces and sports
disciplines to give even more people the chance to share in our spirit and feel like protagonists in this great celebration of sport and community.”
From this summer, the iconic Barcolana polo shirt by Murphy&Nye will also be available—this year in black with fine white and magenta stripes on the collar and sleeves. The 2025 collection includes jackets, gilets, sweatshirts and accessories for men, women, and children, as well as the classic Barcolana Bag, gifted to all registered boat owners.
One exciting new addition to this 57th edition is the “Cavana Run – Barcolana Edition”, a non-competitive sunset run through the streets of Trieste’s city centre. Organised in collaboration with the Cavana Run Club, the event invites runners of all ages and levels to start from the same line—in true Barcolana spirit.
Se la vela e il morbin di Trieste devono essere raccontati in un’immagina questa è senza ombra di dubbio quella di un equipaggio impegnato sulla linea di partenza di Barcolana alle prese certo con timone e spinnaker, ma pure con l’intonazione giusta per seguire chi suona e l’occhio lungo verso la morsa che nel bel mezzo del pozzetto trattiene un intero prosciutto.
Barcolana è brio, festa, felicità di ritrovarsi insieme tra le boe, voglia di sfottò in mare e a terra. A organizzare la regata più affollata al mondo c’è la Società Velica di Barcola e Grignano che ogni anno in occasione del pranzo di Natale non solo celebra i propri campioni, ma elegge anche il “Cicio” ovvero chi ha combinato la più grande stupidaggine velica dell’anno dimostrando che –come recita l’adagio popolare – “Cicio no xé per barca”. Essere “Cicio” è un onore che va affrontato con una sana dose di autoironia, come riportato in ben due libri di recente pubblicazione.
In quello scrigno di memorie che è Barcolana. Un mare di racconti non emergono solo ricordi di un evento che negli anni ha superato se stesso oppure volti di vincitori sorridenti (mica solo quello assoluto, ma soprattutto quelli di categoria!) o ancora fantastiche immagini di piccoli e grandi campioni alle prese con la bora o la bonaccia. No, nel libro sono racchiusi tanti aneddoti che hanno la sapidità del morbin, vero ingrediente segreto della manifestazione. Difficile sceglierne uno, ma se proprio bisogna è doveroso andare all’edizione 1987 quando il vento soffia da est e l’intera flotta di 673 barche è decisa a partire a mure sinistre per puntare dritta in boa. C’è
Due libri che riempiono le vele di umorismo. Two Books that fill the sails with humor.
Barcolana è brio, festa, felicità di ritrovarsi insieme tra le boe.
Because Barcolana is sparkle, celebration, the joy of coming together between the buoys.
Le illustrazioni di Giulia Lantier per il secondo volume dei ‘Cici’ Giulia Lantier’s illustrations for the second volume of ‘Cici’
qualcuno che a Miramare la pensa diversamente ed è Livio Lonzar, già incoronato Cicio, che parte con diritto di rotta fino all’incrocio con il Moro di Venezia di Raul Gardini. La barca dell’imprenditore si trova ancora circondata da tante imbarcazioni e per evitare la collisione decide di non dare precedenza a chi la richiede a gran voce. Il Moro andrà a vincere, ma Livio Lonzar raggiunta terra avanzerà formale protesta contro i grandi campioni. La giuria sportiva fissa l’udienza al martedì dopo Barcolana costringendo addirittura Gardini a mandare un suo membro dell’equipaggio a Trieste in elicottero. Lonzar pare irremovibile, ma un bicchiere di vino, un paio di chiacchiere al bar della società e due risate riescono a portarlo a più miti consigli lasciando però questa tipica storia barcolana scolpita negli annali del morbin
If you had to sum up sailing in Trieste—and its morbin—in a single image, it would surely be this: a crew poised on the starting line of Barcolana, juggling tiller and spinnaker, yes, but also tuning into the beat of onboard musicians and keeping one eye on the winch… where an entire prosciutto is lashed in place, right in the middle of the cockpit.
Because Barcolana is sparkle, celebration, the joy of coming together between the buoys—and a healthy dose of banter, both at sea and on land.
‘Cicio no xe per barca’ è un proverbio in dialetto triestino, che indica una persona non in grado di svolgere una qualsiasi attività. Nel 1974, ispirandosi a questo detto, i soci della Società Velica di Barcola e Grignano istituiscono la ‘Coppa del Cicio’ per celebrare il protagonista della disavventura più comica dell’anno. Questo libro parla di accidenti e incidenti capitati a velisti d’alto rango e marinai improvvisati ma appassionati, tutti soci della SVBG.
Organising the world’s largest sailing race is the Società Velica di Barcola e Grignano, which every year, at its Christmas lunch, not only celebrates its champions but also crowns the “Cicio”— the sailor responsible for the year’s most spectacular nautical blunder. It’s all in good spirit, a nod to the old saying: “Cicio no xé per barca” (Cicio’s not cut out for sailing). Being named “Cicio” is an honour best embraced with a healthy dose of self-irony—as highlighted in two recently published books.
anecdotes seasoned with morbin—the true secret ingredient of the event.
Hard to pick a favourite, but one tale from 1987 truly stands out. The wind was blowing from the east, and the entire fleet of 673 boats lined up to start on port tack, heading straight for the mark. But off Miramare, one skipper had other ideas: Livio Lonzar, already a proud Cicio, set off on starboard tack, claiming full right of way—right into the path of Raul Gardini’s Moro di Venezia, still surrounded by dozens of boats. To avoid a pile-up, Gardini’s crew ignored the rules and ploughed on. The Moro went on to win—but Lonzar, once ashore, filed a formal protest against the elite team.
The hearing was set for the Tuesday after Barcolana, and Gardini had to send a crew member to Trieste by helicopter. Lonzar seemed immovable. But a glass of wine, a few laughs at the sailing club bar, and a good chat softened his stance—leaving behind one of those legendary Barcolana tales, now etched into the folklore of morbin
Un mare di racconti - Barcolana is a treasure chest of memories. It’s not just about record-breaking editions, grinning winners (not just overall, but class champions too!), or heroic images of young and old braving the bora or stuck in the calm. The book is packed with
Ci
sono cose che possono capitare qui e solo qui Only in Trieste: moments you’ll find nowhere else
Piccole, affascinanti sorprese che conferiscono a Trieste la sua anima unica.
Charming little surprises that give Trieste its unique soul.
Un divertimento pulito A Spotless Kind of Fun
Il Museo del vecchio lavatoio, nel popolare rione di San Giacomo, nelle sere d’estate, con il suo ricco programma di attività, fatto di letture, concerti e spettacolini, offre l’atmosfera di Trieste più autentica e popolare. Un giacimento di spensieratezza.
–
In the heart of the lively San Giacomo district, the Old Washhouse Museum becomes a stage for summer evenings filled with readings, concerts, and small performances. It’s Trieste at its most genuine and downto-earth—a hidden trove of joy and carefree spirit.
Tracce da ridere Giant Footsteps
Negli anni ‘70 creò grande sorpresa in città la comparsa di enormi tracce di piedi bianchi sull’asfalto di Piazza Unità, che sembravano lasciate da un gigante arrivato dal mare.
Fu la semplice goliardata di un gruppo di studenti universitari buontemponi.
In the 1970s, locals were baffled to discover enormous white footprints painted on the asphalt in Piazza Unità— as if a giant had strolled in from the sea.
The truth? A goodnatured prank by a group of mischievous university students, leaving behind one of the city’s most memorable laughs.
Senza età
Trieste è una città piena di vita a ogni età. Sono molte le realtà impegnate nell’invecchiamento attivo. All’Università della Terza Età, per esempio, può capitare di assistere a lezioni sull’intelligenza artificiale tenute da una professoressa over 90.
Trieste is alive at every age. Many local initiatives promote active ageing, like the University of the Third Age, where you might just attend a lecture on artificial intelligence... taught by a professor in her nineties!
Un giardino segreto A secret garden
Un termine molto triestino è “sgaio” che significa “in gamba”. Molto sgaia per esempio è stata la famiglia Bianchi che in via San Michele ha creato San Vito 517, un sorprendente giardino e luogo di culture e arti vicine e lontane.
–
In Triestine dialect, sgaio means “smart” or “on the ball.” A perfect word to describe the Bianchi family, who transformed a space on Via San Michele into San Vito 517—a secret garden and cultural hub celebrating creativity near and far.
Info: 517sanvito@gmail.com
—Trieste hosts the Melges 24 World Championship
Dopo quarant’anni di assenza
Trieste ospita un Campionato mondiale di imbarcazioni a chiglia one design (imbarcazioni identiche e monomarca che esaltano le capacità tecniche dell’equipaggio) e sarà lo storico Yacht Club Adriaco a riportare nel Golfo una manifestazione così blasonata, dopo aver organizzato la Three Quarter Ton Cup nel lontano 1983.
Il monotipo che ha scelto di venire a Trieste è il super performante Melges 24, una “derivona” made in USA di poco più di 7 metri che ha scritto la storia della vela professionistica internazionale e prende il nome dal suo fondatore Harry Buddy Melges considerato l’Enzo Ferrari della vela. Nell’albo d’oro della classe figurano mostri sacri come Vince Brun, il cui nome è indissolubilmente legato al marchio North Sails di cui è stato presidente dal 1985 al 2014, i timonieri di Coppa America Jimmy Spithill, Sebastien Col e Chris Larson, gli olimpionici italiani Giorgio Zuccoli, Flavio Favini e Nicola Celon, ma soprattutto – e per ben tre volte – il super campione locale Lorenzo “Rufo” Bressani.
Tra il 19 e il 27 settembre il club di Molo Sartorio sarà quindi sotto i riflettori della grande vela agonistica internazionale. A scorrere la entry list ancora provvisoria si leggono già oltre 70 imbarcazioni con equipaggi provenienti da 16 nazioni diverse. Difficile fare pronostici della vigilia visto che non tutti hanno ancora dichiarato la lista del proprio equipaggio, ma già sono confermati i velisti a cinque cerchi Ivan Gaspic, Karlo Hmeljak, Pietro D’Alì e Sandro Montefusco. Da tenere sott’occhio i fuoriclasse locali Michele Paoletti e Giovanna Micol che insieme a Giulia Pignolo formano l’equipaggio con più olimpionici a bordo. Sono loro ad aver vinto già il titolo europeo nel 2022.
Per prepararsi al grande evento Trieste farà da palcoscenico anche a una serie di regate warm-up che si terranno a Monfalcone (4-6 luglio) e ancora all’Adriaco (5-7 settembre).
Con la presenza di questa
manifestazione il più antico yacht club dell’Adriatico ha dovuto rivedere il suo classico calendario autunnale che da tradizione prevede a settembre la Settimana Velica Internazionale con la sua storica regata lunga Trieste-San Giovanni in Pelago, anticipata quest’anno a luglio. Se la sera del 5 luglio vedrete le acque davanti a piazza Unità piene di vele ecco svelato l’arcano: si tratta della partenza di un’affascinante regata che corre lungo l’Istria fino a doppiare il faro di S. Giovanni davanti a Rovigno e tornare a Trieste. ENGLISH TEXT
For the first time in forty years, Trieste is set to host a world championship for one-design keelboats—identical, single-manufacturer boats that showcase pure crew skill. It’s the historic Yacht Club Adriaco that’s bringing this prestigious event back to the Gulf, having last done so with the Three Quarter Ton Cup back in 1983.
The star of the event is the ultra-high-performance Melges 24, a 7-metre “super dinghy” made in the USA, named after its founder, Harry Buddy Melges—a legend of the sailing world, often referred to as the Enzo Ferrari of sailing.
The class honours list reads like a hall of fame: Vince Brun, closely tied to the North Sails brand which he led from
1985 to 2014; America’s Cup helmsmen like Jimmy Spithill, Sébastien Col, and Chris Larson; Italian Olympians Giorgio Zuccoli, Flavio Favini, and Nicola Celon; and above all, local hero Lorenzo “Rufo” Bressani, who’s claimed the world title three times.
From 19 to 27 September, the Molo Sartorio club will be centre stage for top-level international racing. The preliminary entry list already includes over 70 boats from 16 countries. With many crews yet to declare their final team lineups, it’s too early to make predictions— but Olympic-level sailors like Ivan Gaspic, Karlo Hmeljak, Pietro D’Alì, and Sandro Montefusco have already confirmed their participation. Watch out for local stars Michele Paoletti and Giovanna Micol, who along with Giulia Pignolo form the crew with the most Olympians aboard. The trio already won the European title in 2022.
To gear up for the big event, a series of warm-up regattas is scheduled: in Monfalcone (4–6 July) and again at Yacht Club Adriaco (5–7 September).
Hosting the World Championship has prompted the oldest yacht club on the Adriatic to rearrange its classic autumn calendar. The International Sailing Week, traditionally held in September, including the historic Trieste–San Giovanni in Pelago long-distance race, will be brought forward to July this year. So if you see the waters in front of Piazza Unità filled with sails on the evening of 5 July, the mystery is solved: it’s the start of a spectacular offshore race that follows the Istrian coast, rounds the San Giovanni lighthouse off Rovinj, and returns to Trieste.
Cinque botteghe triestine dove il tempo si misura in creatività, ironia e tradizione.
Here are five local shops where time is measured in creativity, wit, and tradition.
—The Shops of Good Cheer
C’è un filo invisibile che lega gli imprenditori triestini, un tratto distintivo che non si misura in fatturato né in visibilità social, ma in tenacia. Si chiama morbin: un modo di stare al mondo che unisce resilienza, spirito pratico e una risata sorniona davanti alle avversità. Una filosofia profondamente locale che resiste al tempo e alle mode. Ed è viva più che mai nei negozi storici di Trieste.
Uno di questi è Culot [1], storico negozio di filati in via delle Torri, 2. Nato come merceria alla fine dell’Ottocento, è oggi guidato da Roberta che ha raccolto l’eredità della madre Silvia Fonda, entrata nel negozio come apprendista e poi diventata il cuore pulsante della bottega dagli anni ’80 in poi. Roberta ha saputo reinventare il negozio con testa e morbin , trasformandolo in un punto di riferimento per chi ama il fai-da-te e le idee fuori dal comune. Qui vi aspettano kit pronti per creare borse, cappelli o maglie, filati selezionati con cura, e persino borse ricamate a mano dalla stessa Silvia, con frasi ironiche dedicate agli amanti dell’artigianato tessile –It’s crochet o’clock, per citarne una– accompagnate dalle coordinate della città. Che
siate appassionati di lavori manuali o semplicemente in cerca di un ricordo autentico da portare a casa, una sosta qui è d’obbligo. Perché anche il filo, a Trieste, ha il suo morbin. Se siete a caccia di buonumore, lasciate perdere i soliti rimedi: andate in via Felice Venezian 11. Lì troverete La piccola bottega spiritosa di Piolo & Max [2] , un microcosmo di 13 metri quadrati traboccanti di creatività, ironia e liquori artigianali fuori dagli schemi. Ad accogliervi c’è Elena, che vi aprirà le porte del mondo brillante e surreale di Paolo (Piolo) e Massimiliano (Max), due maestri nell’arte di fare cose serissime senza mai prendersi troppo sul serio. Il loro spirito? In bottiglia, sì. Ma soprattutto nell’aria. Nella loro divertente bottega, troverete il celebre Amaro di erbe
Cosa hanno in comune una pasticceria, una merceria, una gioielleria, un negozio di casalinghi e uno di liquori? A Trieste, la risposta è semplice: morbin.
What do a pastry shop, a haberdashery, a jeweller’s, a homeware store, and a liquor boutique have in common? In Trieste, the answer is simple: morbin.
Gioielleria
di Trieste, il PiolinkoMax (Pelinkovac alla maniera di Piolo & Max), la mitica Newtella e una collezione di originali etichette. E sì, potete assaggiare tutto. Nessun formalismo, nessun atteggiamento da enoteca d’élite. “I gusti cambiano, le mode passano,” dice Elena “ma noi restiamo fedeli a quello che siamo. Reinventiamo, sì, ma ricordandoci sempre da dove veniamo. E soprattutto: evviva il morbin!”
Poi c’è Francesca Crevatin, un’altra che di morbin ne ha da vendere. Nella Gioielleria Crevatin [3] , in Piazza Cavana 7/a, tradizione e innovazione si intrecciano con naturalezza. Fondata nel 1968 da suo padre Aldo, la gioielleria è oggi uno spazio contemporaneo e dinamico, dove convivono collezioni classiche in oro e argento e proposte più sperimentali, dedicate a chi ama distinguersi. Francesca non si è limitata a raccogliere l’eredità di famiglia: l’ha ripensata, trasformata, rilanciata. Qui troverete gioielli in materiali alternativi come ceramica, rame, pelle, cristallo acrilico e addirittura modelli in stampa 3D, nati nei laboratori di giovani designer. Tra le sue selezioni non mancano firme triestine come Chirsich, Lodovica Fusco, Maison Dressage e Silvia Rossi, perché una città può raccontarsi attraverso ciò che indossi. Gli ingredienti del suo successo? Una formula semplice e potentissima: audacia, curiosità e, naturalmente, un pizzico di fortuna.
Da Cesca [4], lo storico negozio di casalinghi in via Roma 10, il tempo è passato, sì, ma senza mai scalfire l’identità del luogo, che ha saputo rinnovarsi restando fedele alla propria
anima. Aperto da oltre un secolo e rilevato nel 1983 dalla famiglia Oblak, oggi è gestito da Erik, Michy, assieme alla madre Ardea. Sugli scaffali si trova davvero di tutto –macinacaffè manuali, mattarelli, cavatappi in ogni variante possibile– ma nulla è lì per caso. Ogni oggetto è frutto di una selezione accurata, basata su qualità e funzionalità. Perché il segreto non è vendere a tutti i costi, ma insegnare a scegliere bene: spiegare cosa comprare, cosa dura nel tempo, cosa vale davvero. E tra un consiglio e l’altro, non manca mai una risata, perché la serietà del mestiere, qui, cammina sempre a braccetto con quel morbin triestino intelligente e disarmante, che rende tutto più autentico. Infine c’è Federico Valente, giovane titolare della pasticceria La Perla [5] in via Piccardi 18, che porta avanti un’eredità dolcissima che dura da 60 anni. Il negozio, aperto dalla nonna e specializzato in dolci della tradizione, oggi è alla terza generazione, e Federico ne è il custode curioso e appassionato: ha recuperato oltre 850 ricette, scritte in triestino e annotate su foglietti volanti, capaci di trasformare ogni morso in un piccolo viaggio nella memoria. La Perla è molto più di una pasticceria: è un luogo dove si entra per una brioche e si resta per una chiacchiera. Una piccola piazza di quartiere, viva, vera, dove si respira quell’inconfondibile morbin che fa tornare il sorriso anche nelle giornate di pioggia. Da provare il celebre Macaron triestino, rivisitato dalla nonna che ha sostituito le nocciole con le mandorle: un piccolo gesto che ha dato vita a un dolce più fresco, moderno, e amatissimo ancora oggi.
Da Cesca, lo storico negozio di casalinghi in via Roma 10, tra un consiglio e l’altro, non manca mai una risata.
At Cesca, the historic homeware shop on Via Roma 10, between bits of advice, there’s always room for a laugh.
There’s an invisible thread running through Trieste’s small business owners—a distinctive trait that isn’t measured in revenue or social media presence, but in perseverance. It’s called morbin: a way of living that blends resilience, pragmatism, and a sly smile in the face of hardship. A deeply local philosophy that withstands trends and time. And it’s alive and well in the city’s historic shops.
own hand-embroidered bags, featuring witty phrases for craft lovers—like “It’s crochet o’clock”—alongside the coordinates of the city. Whether you’re passionate about handmade goods or just looking for a truly authentic keepsake, a stop here is a must. After all, even thread in Trieste has its morbin
Cesca Via Roma, 10
Take Culot [1], a long-established yarn shop on Via delle Torri 2. Founded as a haberdashery in the late 1800s, it’s now run by Roberta, who inherited the reins from her mother Silvia Fonda. Silvia joined the shop as an apprentice and eventually became its heart and soul from the 1980s onwards. Roberta has reinvented the shop with creativity and morbin, turning it into a go-to place for DIY enthusiasts and lovers of the unconventional. You’ll find kits to make your own bags, hats or jumpers, carefully selected yarns, and even Silvia’s
If you’re chasing good vibes, skip the usual remedies and head to Via Felice Venezian 11. There you’ll find La piccola bottega spiritosa di Piolo & Max [2], a 13-square-metre microcosm overflowing with creativity, humour, and delightfully unconventional artisanal spirits. Elena will welcome you into the surreal and sparkling world of Paolo (Piolo) and Massimiliano (Max), two masters of doing very serious things without taking themselves too seriously. Their spirit? It’s in the bottle, yes—but also in the air. Their fun-filled shop is home to the famous Amaro di Erbe di Trieste, their unique PiolinkoMax (a twist on Pelinkovac), the iconic Newtella, and a collection of original label designs. And yes, you can sample everything. No snobbery, no formal tasting rituals. “Tastes change, trends fade,” says Elena, “but we stay true to who we are. We reinvent, sure—but we never forget where we come from. And most of all: long live morbin!”
Then there’s Francesca Crevatin, a woman who has morbin in abundance. At Gioielleria Crevatin [3], in Piazza Cavana 7/a, tradition and innovation blend effortlessly. Founded in 1968 by her father Aldo, the jewellery shop is now a vibrant, contemporary space where classic gold and silver pieces coexist with experimental designs for those who like to stand out. Francesca hasn’t just inherited a family legacy— she’s reimagined and relaunched it. Here you’ll find alternative materials like ceramic, copper, leather, acrylic crystal, and even 3D-printed pieces created in collaboration with young designers. Her curated collections feature local talent too, with names like Chirsich, Lodovica Fusco, Maison Dressage, and Silvia Rossi—proof that a city can tell its story through what you wear. Her recipe for success? A powerful blend of boldness, curiosity, and just a touch of luck.
At Cesca [4], the historic homeware shop on Via Roma 10, time has passed, yes—but it hasn’t dulled the identity of the place, which continues to evolve while staying true to its soul. Open for over a century and taken over by the Oblak family in 1983, the shop is now
Vuoi entrare gradualmente nei mercati nanziari?
Cogli la duplice opportunità di un investimento piani cato e del conto deposito al 3,5%.
Tasso valido per 12 mesi per sottoscrizioni entro il 31/07/2025. L’offerta è applicabile al conferimento di nuova raccolta.
Adesso puoi scegliere anche i fondi comuni ad alto pro lo di responsabilità sociale e ambientale. Per maggiori informazioni rivolgiti alla tua liale o contattaci: info@civibank.it
Messaggio pubblicitario con nalità promozionale. La promozione è valida no al 31/07/2025 ed è riservata alla clientela che conferisce nuova raccolta e/o conversione di prodotti di risparmio amministrato. L’investimento si realizza mediante la contestuale sottoscrizione del conto di deposito e di un piano di accumulo (PAC) di un prodotto di risparmio gestito dalle seguenti società a scelta del sottoscrittore: Anima SGR, Arca Fondi SGR, Eurizon Capital SGR (solo per quote dei fondi comuni di investimento mobiliare aperti di diritto italiano), Fidelity International, JPMorgan Asset Management (Europe) S.r.l. e Vontobel Asset Management S.A., con esclusione dei fondi monetari. La durata del programma di investimento è di 12 mesi, l’importo minimo di sottoscrizione è di 12.000 euro. La cessazione o interruzione anticipata del PAC comportano l’automatica estinzione del conto di deposito CIVIMIX con liquidazione del saldo sul conto corrente, senza il riconoscimento del tasso previsto. L’investimento presenta rischi nanziari riconducibili alle possibili oscillazioni del valore delle quote dei fondi comuni oggetto dell’investimento, che possono quindi incidere sul rendimento totale dell’investimento. È possibile che il sottoscrittore, al momento della scadenza del piano, riceva un capitale inferiore a quello originariamente investito, anche in considerazione del livello di rischio del fondo scelto. Per i fondi comuni di investimento si prega di consultare il Prospetto e il documento contenente le Informazioni Chiave per gli Investitori (KID) prima di prendere una decisione nale di investimento, tali documenti sono disponibili anche sui siti dei partner. La Società di Gestione può decidere di porre ne alle disposizioni adottate per la commercializzazione dei suoi organismi di investimento collettivo in conformità all’art. 93 bis della direttiva 2009/65/CE e all’art. 32 bis della direttiva 2011/61/UE. Il rendimento del 3,5% lordo è inteso per il solo capitale giacente sul conto di deposito no al completamento del piano di accumulazione. Una volta che le somme inizialmente conferite nel conto deposito vengono impiegate per la sottoscrizione
run by Erik, Michy, and their mother Ardea. On the shelves, you’ll find everything from manual coffee grinders and rolling pins to corkscrews in every possible form—but nothing is there by accident. Every item is handpicked for its quality and usefulness. The goal isn’t just to sell, but to teach people how to choose wisely—what to buy, what lasts, what truly matters. And between bits of advice, there’s always room for a laugh, because the seriousness of the craft here walks hand in hand with that brilliant, disarming morbin that makes everything feel more genuine.
Finally, there’s Federico Valente, young owner of Pasticceria La Perla [5] , on Via Piccardi 18, where a delicious family legacy has been kept
alive for over 60 years. Opened by his grandmother and specialising in traditional sweets, the shop is now in its third generation, and Federico is its passionate, curious guardian. He’s collected over 850 recipes—handwritten in Triestine dialect on loose scraps of paper—each one a journey through memory with every bite. But La Perla is more than a pastry shop: it’s a neighbourhood meeting point, a place where you pop in for a brioche and stay for a chat. A small, vibrant piazza where that unmistakable morbin can brighten even the rainiest day. Don’t miss their legendary Triestine macaron, reimagined by Federico’s grandmother with almonds instead of hazelnuts—a small twist that gave birth to a fresher, modern classic that’s still loved today.
Pasticceria La Perla
Via Piccardi, 18
La
Perla è molto più di una pasticceria: è un luogo dove si entra per una brioche e si resta per una chiacchiera.
La Perla is more than a pastry shop: it’s a neighbourhood meeting point, a place where you pop in for a brioche and stay for a chat.
Lo yoga all’alba, sul mare. Al tramonto, una corsetta in Porto Vecchio o una nuotata al Boa Beach a Muggia, che ormai is the new Barcola. Sabato SUP allo Squero. E la sera? Al Castello di San Giusto con una birretta in mano. La triestina si muove leggera, in sella a una Vespa 50, proprio come nella celebre canzone che sa di estate. Più che un mezzo, è uno stile di vita. E non porta con sé pesi inutili, reali o metaforici: è questo il segreto del suo sorriso. Lascia a casa persino il costume, tanto da qualche parte non serve: al Liburnia, in barca, nel solarium dell’Ausonia o per un bagno di mezzanotte. Il suo stile? Un manifesto di leggerezza e libertà.
–
Yoga at sunrise, by the sea. At sunset, ajog through the Old Portor a swim at Boa Beachin Muggia — now thenew Barcola. Saturdaymeans a SUPat the old boatyard. And in the evening? At San Giusto Castle, beerin hand. The Triestina moveseffortlessly from onemoment to the next onher Vespa 50 — just likein that summer songeveryone knows. Morethan a ride, it’s a way oflife. She doesn’t carryunnecessary weight —literal or metaphorical. That’s the secret behindher easy smile. She evenleaves her swimsuit athome — she knows shewon’t need it: at theLiburnia, on a boat, on thewomen-only sun deck atAusonia, or for a midnightdip. Her style? A manifesto of lightness e freedom.
Pietre, perle e paillettes creano simboli e immagini, in gioielli artigianali leggeri ed esuberanti. Spilla Scarabeo di ispirazione indiana di Psquuare. –
Un elisir seducente dove si fondono ciliegie nere, petali di rosa e bacelli di vaniglia e conducono in un mondo proibito. Aqua e lozione corpo Voluptas di Acque d’Italia.
di /by
Stefania Boccabianca
Coach e consulente, brand-lover, ama scoprire piatti, locali e prodotti sempre nuovi. /Coach and consultant, brand-lover, loves discovering new dishes, restaurants and products. hello@stefaniaboccabianca.com
Stones, pearls, and sequins form symbols and images in light, exuberant handcrafted jewelry. Indianinspired Scarab brooch by Psquuare.
Giada Gioielli
Contemporanei Via della Pescheria, 11
A seductive elixir blending black cherries, rose petals, and vanilla pods, leading to a forbidden world. Voluptas body mist and lotion by Acque d’Italia.
Medichesse Via di Cavana, 11a
Leggera e versatile la tote bag in rete di Épices, con stampa creata da un antico timbro in legno stilizzato e pochette coordinata.
Lightweight and versatile, the mesh tote bag by Épices features a print created using a stylized antique wooden stamp and comes with a matching pouch.
Spazio 11b
Via Santa Caterina da Siena, 11b
Largo ai viaggi e all’esotismo, anche senza spostarsi dal telo mare Holi di Le Jacquard Français, tanto grande quanto leggero per entrare in qualsiasi borsa.
–
Embrace travel and exotic vibes—even without leaving your beach towel. The Holi towel by Le Jacquard Français is as large as it is light, perfect to fit into any bag.
Zinelli e Perizzi
Via S. Sebastiano, 1
Lezioni di Yoga, pratiche corporee e pranayama, di gruppo e individuali, in studio e open-air. Per sperimentare e ricordare la relazione tra corpo, mente e respiro.
–
Group and individual Yoga lessons, physical practices, and pranayama, both in-studio and open-air. To experience and remember the relationship between body, mind, and breath.
Sati Studio Via Franca, 19/1 www.satistudio.it
di /by Alberto Polojac
Il morbin è un modo di stare al mondo tipicamente triestino: è ciò che sta dietro anche alle tradizionali maldobrie, i racconti satirici dialettali. La battuta che sdrammatizza, il sorriso sornione davanti alle cose della vita. È una forma di resistenza elegante, che sa diventare poesia da osteria, racconto da passeggio o un brindisi tra amici a seconda dell’occasione. Se c’è un luogo dove questo spirito si fa materia, è tra i vigneti assolati del Carso triestino, dove il vento accarezza le vigne basse, piegate ma testarde, come certi vecchi triestini curvati dal tempo che tante storie avrebbero da raccontare. Qui nascono tesori autoctoni: la Vitovska, bianca e salmastra, come una brezza d’estate; la Malvasia istriana, aromatica e solare; il Glera, leggero
Piazza Vittorio Veneto
ed allegro; e il Refosco, rosso sanguigno e pieno, che sa di terra e racconti antichi. Cantine come piccole cattedrali della pazienza punteggiano queste terre rosse e calcaree, e la città fa da eco con le sue enoteche dal cuore pulsante. In piazza San Giovanni, il Gran Malabar [1] accoglie i clienti tra scaffali che traboccano racconti del territorio e quel fascino retrò che trasuda conoscenza, mentre in via Trento, Giovinoto [2] è rifugio urbano per chi cerca un buon calice e due parole sincere.
Poi i buffet, autentiche istituzioni cittadine, dove si pratica l’arte antica del rebechin, quel piccolo pasto che non è colazione, né pranzo, ma momento di tregua e piacere. Tra tutti, L’Approdo [3] in via Carducci è un monumento vivente al triestino doc: lì campeggia la celebre tavola periodica del triestin, dove la parola morbin ha un posto d’onore, come un elemento nobile e inafferrabile. È facile incontrare qui le “bobe” e le “ nagane” triestine: personaggi folkloristici, ironici e affettuosamente teatrali, che sembrano usciti da una commedia scritta a colpi di bora.
A proposito di morbin e di spirito... o meglio, di spirits, non può mancare una tappa all’Antico Caffè Torinese [4], gioiello liberty dove la miscelazione è un’arte e dove, accanto ai grandi classici, prendono vita cocktail originali anche a base di vino. Un omaggio alla memoria e alla modernità, alla leggerezza e all’invenzione. Lo spirito di Trieste racchiuso in un bicchiere.
In fondo, una coppa de bon vin, sia essa un bianco frizzante o un rosso strutturato, è sempre un brindisi alla vita e alla leggerezza. A Trieste infatti, la vita si prende così: con un sorriso sottile, un calice sincero e il cuore che ride, anche quando il vento taglia le guance da quanto è forte.
Proprio in mezzo a questo girotondo di calici, sorrisi e battute, affiora una citazione di Umberto Saba, che sembra racchiudere il cuore stesso della filosofia triestina:
“La vita è così amara, il vino è così dolce; perché dunque non bere?”
Una massima semplice e luminosa, che incarna il perfetto stile di vita triestino: alla perenne ricerca di positività e buonumore, con quella scontrosa grazia e l’ironia che sa stemperare ogni malinconia – in una parola… il morbin
Morbin is a distinctly Triestine way of being. It’s the soul of the city’s famous maldobrie— dialect tales filled with satire and wry humour. It’s the welltimed quip, the knowing smile in the face of life’s twists and turns. A graceful form of resistance that can become poetry over a glass of wine, a tale told on a stroll, or a toast shared among friends.
If there’s a place where this spirit takes root, it’s in the sun-drenched vineyards of the Karst plateau, where the wind brushes over low, resilient vines—bent but unyielding, like the old Triestines who carry stories in every wrinkle. From this land come native treasures: Vitovska, white and briny like a summer breeze; Malvasia Istriana, aromatic and golden; Glera, light-hearted and bubbly; and Refosco, bold and earthy, brimming with history and the scent of soil.
Scattered across these iron-red and chalky lands are cellars like miniature cathedrals of patience, while in the city, wine bars echo the same reverence. On Piazza San Giovanni, Gran Malabar [1] welcomes guests with shelves overflowing with tales of the region and a retro charm that exudes expertise. Over on Via Trento, Giovinoto [2] offers urban refuge for anyone in search of a good glass and an honest conversation.
Then there are the buffets–true local
institutions–where the art of the rebechin is still practised. Not quite breakfast, not quite lunch, this timeless snack is a pause for pleasure. At L’Approdo [3] on Via Carducci, the rebechin becomes a ritual. There you’ll find the famous Triestine periodic table, where “morbin” takes pride of place–like a noble, untouchable element. It’s the ideal spot to bump into bobe and nagane, local characters full of flair and affectionate sarcasm, as if blown in from a comic play carried on the Bora wind.
And speaking of morbin and spirits–why not stop by Antico Caffè Torinese [4], a stunning Art Nouveau gem where cocktail-making is elevated to an art form? Alongside timeless classics, the menu features original creations, some with wine as the star ingredient. It’s a tribute to memory and modernity, playfulness and invention. The very spirit of Trieste, distilled into a glass.
In the end, whether it’s a crisp white or a robust red, a glass of good wine in Trieste is always a toast to life and lightness. Because here, life is taken like this: with a wry smile, an honest pour, and a heart that laughs–even when the wind stings your cheeks.
Amid this merry whirl of glasses, jokes and joy, a line by Umberto Saba gently rises to the surface–perhaps the clearest expression of the Triestine soul:
“Life is so bitter, and wine so sweet–so why not drink?”
A simple, shining motto that captures the essence of Trieste’s lifestyle: always seeking the bright side, carried by that charmingly gruff grace and humour that softens even the darkest mood–in a word… morbin.
di /by
Alice Noel Fabi
foto di /photo by
Camilla Bach
EScopri la ricetta su: /discover the recipe: www.triestelifestyle.com
l mulo ga morbin!” Con quest’espressione i triestini, e chi ha imparato a conoscerli, riassumono tutto un approccio alla vita. Sei sempre pieno di energia, hai costantemente la battuta pronta e la voglia di far festa in compagnia? Te ga morbin. Indiscutibile. La domanda allora è stata: come si traduce in cucina questa caratteristica distintiva della cultura della città, fatta di verve, sense of humour, e voglia di stare assieme? Cosa diamo da mangiare a “un che ga morbin” che certamente non è scemo –avendo la battuta sempre pronta– ed è anzi attento al cibo buono con ingredienti di qualità? Come portare il morbin in un piatto? La risposta al primo assaggio, insomma, doveva essere “mmm, questo piatto ga morbin”. Stavolta la ricerca ingredienti è stata
più affascinante del solito, perché per giungere a ricette piene di morbin il gioco era trovare quei gusti che in bocca “esplodono” come fuochi d’artificio raffinati e inaspettati. Ingredienti grintosi, note agrodolci, sapori d’estate, di griglie al mare, di melting pot, di voglia di divertirsi in compagnia. Un tuffo nelle mescolate tradizioni della nostra amata città insomma, che parlano sloveno, croato, serbo, friulano, veneto, ma anche ebraico, greco, ungherese... per tornare in superficie con elementi che raccontino di questo spirito così tipicamente triestino.
Trovateci un ingrediente con più morbin della radice del rafano. Anzi, del cren, come lo chiamiamo noi. Ha un suono già energico e spiritoso di suo, non trovate? Parente del cavolo, in botanica
“armoracia rusticana”, qui la spolveriamo come matti ogni giorno, tutto il giorno, su carni uscite dalle caldaie dei buffet e sui taglieri delle nostre amate osmize Ci fa lacrimare gli occhi come una risata incontenibile, ed è proprio quel pungente scoppio nel naso, paragonabile al morbin, che amiamo. Provate a mettervi in osservazione in un buffet: prima o poi a un commensale partirà uno starnuto dopo aver addentato un panino di cotto, senape e cren, seguito da un’espressione basita con lacrima agli occhi, risata e possibile frase all’oste “no te ga lesinà sul cren!” (non hai lesinato col rafano).
È la sensazione che danno anche altri vegetali come zenzero, senape e wasabi. Proveniente dalla parte occidentale dell’Asia, in Europa è arrivato probabilmente nel medioevo per diventare uno dei simboli delle cucine dell’Europa centrale e dell’area mitteleuropea, strettamente legato alle tradizioni culinarie di Trieste e Carso.
In cucina, il cren è un morbin naturale: “accende” i piatti, risveglia il palato e accompagna pietanze grasse o saporite come carni, salsicce, pesce affumicato, formaggi, senza mai coprirne il sapore.
Partendo come sempre da stagionalità, località e qualità degli ingredienti, con il cren ci siamo cimentati in qualcosa di completamente inedito, unendolo alle intramontabili luganighe, le salsiccie di maiale del Carso, alla freschezza estiva dei peperoni alla griglia, alle erbe fresche e al gusto deciso della rucola (altro ingrediente che, quando “pizzichina”, ha decisamente morbin…). Un “panin de morbin”, con pane rigorosamente di qualità come gli ingredienti che andrete selezionando nei vostri botteghini
In cucina, il cren è un morbin naturale:
“accende” i piatti, risveglia il palato e accompagna pietanze grasse o saporite come carni, salsicce, pesce affumicato, formaggi, senza mai coprirne il sapore.
In the kitchen, cren is a natural dose of morbin: it “fires up” dishes, awakens the palate and pairs beautifully with rich, savoury foods like meats, sausages, smoked fish and cheeses, without ever overpowering their taste.
Panin de morbin
Ricetta per due panini
2 panini
2 salsicce
4 cucchiai di maionese (meglio se fatta in casa)
2 cucchiai di rafano fresco grattugiato
2 peperoni (uno rosso e uno giallo)
1 mazzo di erbe fresche miste
Una manciata di rucola Olio extravergine d’oliva (meglio se di varietà locale bianchera)
Sale e pepe
Preparare la maionese e aggiungere il rafano grattugiato.
Grigliare i peperoni interi finché morbidi e abbrustoliti.
Svuotare i peperoni dai semi e tagliare a listarelle. Condire con erbe tritate, olio evo, sale e pepe.
Tagliare le salsicce a metà in lunghezza e grigliare.
Tagliare i panini e grigliare leggermente.
Assemblare il panino: Spalmare la maionese al rafano sulla base, aggiungere i peperoni conditi, le salsicce grigliate, la rucola, un pizzico di sale, e chiudere con l’altra metà del pane.
Recipe for two sandwiches
2 sandwich rolls
2 sausages
4 tablespoons mayonnaise (preferably homemade)
2 tablespoons freshly grated horseradish
2 peppers (one red, one yellow)
1 bunch mixed fresh herbs
A handful of rocket
Extra virgin olive oil (local bianchera if possible)
Salt and pepper
Prepare the mayonnaise and mix in the grated horseradish. Grill the peppers whole until soft and charred. Remove the seeds and slice into strips. Toss with chopped herbs, olive oil, salt and pepper. Slice the sausages lengthways and grill. Slice the rolls and toast lightly. To assemble the sandwich: spread the horseradish mayo on the bottom half, add the seasoned peppers, grilled sausage, rocket and a pinch of salt. Top with the other half of the roll.
Tiramisù
Ricetta per quattro porzioni
10 savoiardi
1 tazza di caffè
2 uova
3 cucchiai di zucchero a velo
250 g di mascarpone
2 cucchiai di cacao amaro in polvere
Preparare il caffè con la moka e lasciarlo raffreddare. Disporre uno strato di savoiardi in una pirofila e versare il caffè in modo uniforme. Mettere da parte.
Separare i tuorli dagli albumi. Aggiungere i tuorli al mascarpone uno alla volta, mescolando bene dopo ogni aggiunta. Unire metà dello zucchero e mescolare fino a ottenere una crema liscia e omogenea.
Montare gli albumi con il restante zucchero fino a ottenere una neve ferma. Incorporare delicatamente gli albumi al composto di mascarpone, mescolando dal basso verso l’alto per non smontarli.
Versare la crema sui savoiardi imbevuti e spolverare tutta la superficie con il cacao amaro setacciato.
Riporre in frigorifero per almeno 6 ore prima di servire.
Recipe for four portions
10 savoiardi biscuits
1 cup of coffee
2 eggs
3 tablespoons icing sugar
250 g mascarpone
2 tablespoons unsweetened cocoa powder
Make the coffee using a moka pot and let it cool. Lay a layer of savoiardi biscuits in a dish and pour the coffee evenly over them. Set aside. Separate the egg yolks and whites. Beat the yolks into the mascarpone one at a time, mixing well after each addition. Add half the sugar and mix until smooth and creamy. Beat the egg whites with the remaining sugar until stiff peaks form. Gently fold the whites into the mascarpone mix, stirring from bottom to top to keep it airy. Pour the cream over the soaked biscuits and dust the top with sifted cocoa powder. Chill for at least six hours before serving.
di fiducia: fondamentale sceglierlo da Pagna (Via Muratti) o da Spaccio Pani (Via del Lazzaretto Vecchio). Perché ci sarà un motivo se esiste il detto “el xe bon come el pan”...
Per il dolce che vi proponiamo invece, abbiamo puntato sull’ingrediente della bevanda energetica triestina per eccellenza. “Te ga poco morbin oggi, bevite un caffé” è un’altra frase classica del mattino. E se diciamo dolce, e diciamo caffé, è facile capire che la direzione è tiramisù, poco importa se l’origine se la contendono Veneto e Friuli Venezia Giulia. Quel sapore di caffé a noi triestini parla di commercio, di porto, di storia. Di caffé letterari dove il morbin, il fermento culturale, era di personaggi come Italo Svevo, Umberto Saba, James Joyce… un dolce che ovviamente, ci conoscete, va preparato senza compromessi in quanto agli ingredienti: scegliete un caffè di qualità come Bloom Specialty Coffee o Bianca Tosta, non ve ne pentirete!
Per il dolce che vi proponiamo invece, abbiamo puntato sull’ingrediente
della bevanda energetica triestina per eccellenza; il caffé che a noi triestini parla di commercio, di porto, di storia.
For dessert, we’ve gone with the key ingredient of Trieste’s ultimate energy booster: coffee — which, for us locals, speaks of trade, of the port, of history.
El mulo ga morbin!”
With this phrase, Triestini — and those who know them — sum up an entire attitude to life. Always full of energy, quick with a comeback, and up for a good time with others? Then you’ve got morbin. No doubt about it.
The question was: how do you translate this distinctive feature of local culture into food? A culture made of quick wit, humour, and a love of good company? What do you serve to someone with morbin — someone clearly not daft, with a sharp tongue and a good taste for quality ingredients? How do you put morbin on a plate?
At first bite, the reaction had to be: “mmm, this dish has morbin”.
This time, the ingredient hunt was more exciting than usual, because in
order to create recipes full of morbin, we had to find flavours that “explode” in the mouth like refined, unexpected fireworks. Bold ingredients, tangy contrasts, flavours of summer, of seaside grills, of cultural blending and cheerful, sociable energy. A dive into the mixed traditions of our beloved city — where Slovenian, Croatian, Serbian, Friulian, Venetian meet Jewish, Greek, Hungarian and more — surfacing with elements that speak of this uniquely Triestine spirit.
Try and find an ingredient with more morbin than horseradish root. Or rather, cren, as we call it. Even the word itself sounds energetic and playful, doesn’t it? A cousin of cabbage, botanically armoracia rusticana, here we grate it wildly every day, all day long
— over meats fresh from the steam pots of our buffets, and across boards in our beloved osmize. It makes our eyes water like a good laugh, and that sharp sting in the nose, that’s what we love — it’s the edible version of morbin
Watch carefully in a buffet: sooner or later someone will sneeze after biting into a sandwich of cooked ham, mustard and cren, followed by a dazed expression, watery eyes, laughter and the classic comment to the host: “ No te ga lesinà sul cren! ” (You didn’t hold back on the horseradish!).
It’s the same sensation you get from other punchy plants like ginger, mustard and wasabi. Originally from western Asia, it probably arrived in Europe in the Middle Ages and became a key ingredient in Central European and Mitteleuropean cuisines, closely tied to the food traditions of Trieste and the Karst. In the kitchen, cren is pure morbin : it lights up the dish, awakens the senses and complements rich or savoury ingredients like meat, sausages, smoked fish and cheese — without ever stealing the spotlight.
Starting, as always, from seasonal, local, quality ingredients, we used cren in something completely new — combining it with classic luganighe (Karst pork sausages), the summer freshness of grilled peppers, fresh herbs and the assertive taste of rocket (another ingredient that, when it tingles, definitely has morbin …). A true panin de morbin, using bread that’s just as good as the rest of the ingredients — best picked up from trusted local bakeries like Pagna (Via Muratti) or Spaccio Pani (Via del Lazzaretto Vecchio). There’s a reason we say: “ el xe bon come el pan”…
For dessert, we’ve chosen Trieste’s most iconic energy drink. “ Te ga poco morbin oggi, bevite un caffé ” — “Low on morbin today? Have a coffee” — is another local classic, especially in the morning. And if we’re talking dessert and coffee, the answer is clear: tiramisù. Never mind the debate over whether it comes from Veneto or Friuli Venezia Giulia — the taste of coffee, for us Triestini, speaks of trade, of the port, of history.
Of literary cafés where morbin and cultural buzz once lived in figures like Italo Svevo, Umberto Saba and James Joyce… A dessert that, as you might expect, calls for no compromises when it comes to ingredients. Choose a quality coffee like Bloom Specialty Coffee or Bianca Tosta — you won’t regret it!
Appuntamento con la Trieste Cocktail Week 2025 dal 7 al 14 settembre. Get ready for Trieste Cocktail Week 2025: September 7-14.
di /by Micol Brusaferro
ATrieste il morbin è declinato anche attraverso i cocktail e i drink in generale. Sorseggiare un buon bicchiere diventa un modo per stare in compagnia, lasciarsi andare a chiacchiere e gossip, e divertirsi tra amici senza esagerare. Il re delle ordinazioni in città è sicuramente lo spritz, ma ci sono anche miscele studiate con ingredienti che giocano sull’estro e sulla voglia di osare, puntando su elementi che richiamano i sapori, i profumi e i luoghi della città.
Tra le manifestazioni che più esaltano il connubio tra drink e triestinità c’è la “Trieste Cocktail week”, una settimana di eventi e serate dove i protagonisti sono i bartender che devono darsi battaglia a colpi di ingredienti, mix fantasiosi e tanta creatività. Una manifestazione che promuove insieme sia i prodotti, sia i locali della città.
L’edizione 2025 si terrà dal 7 al 14 settembre, ideata e organizzata da Filippo Vidiz e Alberto Polojac dell’agenzia Freshmedia. “Lo stesso claim dell’iniziativa ‘The spirits of Trieste’ gioca proprio sul termine dello spirito, come distillato, ma anche come ispirazione, slancio e… morbin –racconta Vidiz– e a dimostrazione di tutto questo basta guardare la lista di drink proposta lo scorso anno dal vincitore dell’edizione 2024, Sebastiano Villatora, bartender dell’Antico Caffè Torinese, che ha conquistato il primo posto grazie a cocktail di qualità, con ingredienti rigorosamente del territorio, ma anche con un’ironia e con un’impronta tutta dedicata alla città”.
Sono cinque le signature cocktail ideate da Villatora lo scorso anno. Tra queste “Pedocin”, come l’omonimo stabilimento balneare triestino diviso da un muro, in un bicchiere composto da due parti ben separate, con Bianca con Blu Lie Vodka, Amaro Seri Pervas, liquore al caffè SVN Senses, cordiale di caffè esausto e kefir. E poi c’è “Osmiza”, che ha proposto con Calvados, Grappa di Fragolino, Aperitivo Nonino, fichi
fermentati, Ribolla Metodo Classico. Mentre “Barcola” è stato un omaggio al lungomare, servito con Lu lentu SeimilaMetriQuadri, distillato zero alcol, cordiale alla tonica, honey balsamic mix con miele millefiori e aceto balsamico, mirtilli chiarificati, acqua di mare. Ma il morbin passa anche attraverso i look dei bartender. Lo scorso anno alla “Trieste Cocktail Week” ha stupito tutti con i suoi completi coloratissimi Rocco Porcelli, dello 040 Group, giunto alla fase finale della gara, che in ogni step della competizione non ha osato solo con i drink, ma anche con un abbigliamento a dir poco stravagante ed eccentrico.
Trieste Cocktail Week. Una settimana di eventi e serate dove i protagonisti sono i bartender.
Trieste Cocktail Week A whole week of events and evenings where the real stars are then bartenders.
Una manifestazione che promuove insieme sia i prodotti sia i locali della città.
The event promotes both local products and venues across the city.
One of the most vibrant events celebrating the union of drinks and Triestine spirit is the Trieste Cocktail Week — a whole week of events and evenings where the real stars are the bartenders, battling it out with inventive recipes, unique ingredients, and a heavy dose of creativity. The event promotes both local products and venues across the city.
In Trieste, morbin makes its way into cocktails and drinks too. Sipping a good glass becomes a way to enjoy company, indulge in chatter and gossip, and have fun with friends — always in good spirits, never over the top. The undisputed king of local orders is the spritz, but there are also more creative blends featuring bold ingredients that play with flair and daring, inspired by the flavours, scents, and places of the city.
The 2025 edition will take place from 7 to 14 September, curated and organised by Filippo Vidiz and Alberto Polojac of the Freshmedia agency. “The event’s tagline, The spirits of Trieste, is a playful nod to the word spirits — both as distilled drinks and as inspiration, drive, and… morbin,” says Vidiz. “And proof of that spirit lies in the list of cocktails presented last year by the 2024 winner, Sebastiano Villatora, bartender at the Antico Caffè Torinese, who took first place with top-quality cocktails made using strictly local ingredients, all served with a good dose of wit and a deep love for the city.”
Villatora created five signature cocktails last year. Among them was the “Pedocin”, named after the city’s famous beach, divided by a wall — served in a glass with two distinct halves: Bianca with Blu Lie Vodka, Amaro Seri Pervas, SVN Senses coffee liqueur, spent-coffee cordial and kefir. Then there was “Osmiza”, made with Calvados, Fragolino grappa, Nonino aperitif, fermented figs, and Ribolla Metodo Classico. “Barcola” paid tribute to the city’s seaside promenade, blending Lu lentu SeimilaMetriQuadri (a zero-alcohol spirit), tonic cordial, a honey-balsamic mix with wildflower honey and balsamic vinegar, clarified blueberries, and seawater.
But morbin can be seen in the bartenders’ looks too. Last year, it was Rocco Porcelli, from the 040 Group, who made a splash during Trieste Cocktail Week. A finalist in the competition, he turned heads not only with his drinks, but with his flamboyant, colourful suits — as bold and eccentric as his cocktails.
Il gelato è un classico di stagione. Ma anche i classici si rinnovano.
In queste pagine vi segnaliamo una trentina di gelaterie artigianali per tutti i gusti, da quelle storiche a quelle più nuove e creative, da quelle bio a quelle d’importazione, presenti sia nel cuore della città sia in zone meno centrali. Se cercate un tipo di gelato tipicamente triestino, provate a chiedere se fanno ancora la berlina: una pallina di gelato o due, tanta panna e una guarnizione a scelta, cioccolato, menta, frutta fresca, etc. etc. , secondo la fantasia del gelataio. Tutto in un bicchiere, da gustare sul posto o passeggiando in città, tra una gelateria e l’altra.
Ice cream is a seasonal classic – but even the classics get a makeover. In the following pages, we’ve rounded up around thirty artisan gelaterie to suit all tastes: from historic favourites to fresh and creative newcomers, from organic options to international influences, located both in the heart of the city and in more outlying areas. If you’re after something typically Triestine, ask if they still serve the berlina: one or two scoops of ice cream, plenty of whipped cream and a topping of your choice – chocolate, mint, fresh fruit and so on, depending on the gelataio’s imagination. All served in a glass, to be enjoyed on the spot or while strolling through the city from one gelateria to the next.
1 Arnoldo
Viale Miramare, 13
2 Zampolli Via Ghega, 10
3 Marco
Via Malcanton, 16
4 Jazzin
Via Mercato Vecchio, 1
Nicola
5 Via Diaz, 26a
6 Via Trento, 13
7 Via Baiamonti, 20
8 La Siciliana
Viale XX Settembre, 10
9 Gangemi
Capo di piazza G.Bartoli, 2
10 Madison
Via Battisti, 3
/Viale XX Settembre, 8 Pipolo
11 Viale XX Settembre, 11a
12 Barcola, Viale Miramare, 127
13 De Lorenzi
Viale XX Settembre, 4c
14 O.g.g.i.
Via Battisti, 13a
15 Il Pinguino
Molo Pescheria, 1
16 Natura Gelato
Piazza Hortis, 6a
17 Chocolat
Via Cavana, 15b
18 Udevalla
Strada di Rozzol, 117
19 Oasi del gelato
Via dell’Eremo, 259
20 Arnoldo
Strada per Vienna, 14 - Opicina
21 Cremeria Marra
Via Boccardi, 2
22 Arnoldo
Viale D’Annunzio, 60
23 Gelateria in Antartide
Via Giulia, 80
24 Giacomino
Campo San Giacomo, 5
25 Bar X
Via Palestrina, 2
26 Bar Vatta
Via Nazionale, 38 - Opicina
27 Gelateria Con Amore
Via Cicerone, 10b
28 Gelateria Con Amore Barcola
Viale Miramare, 205a
29 Gelatodamare
Via Foschiatti, 9a
30 Il gelato di Rosa
Via Revoltella, 42a
31 Gelateria all’Ippodromo
Viale Ippodromo, 12b
—Space for the Wind!
LBorarium Via Nazionale, 49
Opicina, Trieste
www.museobora.org
a Bora è una vera e propria istituzione invisibile della città. Oggi questo vento così speciale sta per essere celebrato in un nuovo spazio di imminente apertura a Opicina, a due passi dal capolinea del tram. Si chiama Borarium e sarà il posto giusto per conoscere più a fondo il mondo dei rèfoli attraverso coinvolgenti postazioni interattive dedicate ai visitatori di ogni età. Spiegazioni, dati, curiosità, giochi. Ma anche memorie, quelle dei triestini e di tutti coloro che almeno una volta nella vita hanno provato l’emozione di questo vento incredibile. Il percorso di visita comincia guardando il nostro pianeta da lontano per scoprire come si formano i venti e le correnti semplicemente interagendo con un touch screen. Si arriva subito al Mediterraneo per conoscere i venti della rosa dei venti. Ed è qui che s’incontra la Bora! La sezione successiva, sotto forma di un grande libro digitale, approfondisce le peculiarità del vento di est-nord-est, spiegando perché e come soffia, ma anche svelandone le “porte” sull’Adriatico. A questo punto,
la Bora ci fa vedere qual è il suo itinerario: si parte dalla Porta di Postumia e si arriva al golfo di Trieste, in un viaggio lungo quanto una parete. Ormai con la scenografia siamo arrivati in città ed è il momento di imbattersi nelle “robe di Bora”, quelle più tipiche e quelle più inaspettate. Lasciatevi sorprendere. Con il Magazzino dei Venti e il Borarium, il Progetto Bora Museum cresce e si espande, diventando così “Un museo che è nell’aria” diffuso nello spazio e nel tempo. Un museo partecipato, pronto a raccogliere ulteriori reperti, testimonianze, racconti legati a questo vento che è l’anima di Trieste. Al piano superiore il Borarium ospita una sala polivalente destinata alle attività culturali più diverse (conferenze, lezioni, mostre) portate dal vento, perché questo affascinante fenomeno della natura entra ovunque, non ha confini. Proprio come le Boraviglie, l’evento di lancio organizzato in occasione di GO!2025 grazie al contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.
The Bora is an invisible yet iconic force in Trieste. Today, this unique wind is going to be celebrated in a brand-new space soon to open in Opicina, just steps from the tram terminus.
It’s called the Borarium, and it’s the perfect place to dive into the world of gusts and gales through engaging interactive displays designed for visitors of all ages. Expect explanations, facts, fun trivia and games—but also memories: stories from Triestini and anyone who’s ever felt the thrill of this incredible wind.
The visit begins with a view of our planet from afar, where you can explore how winds and currents form by interacting with a touchscreen. The journey quickly zooms in on the Mediterranean, introducing the winds of the compass rose—and it’s here that the Bora makes its entrance.
The next section, shaped like a giant digital book, delves into the distinct features of this north-easterly wind, explaining how and why it blows, and revealing the “gateways” through which it enters the Adriatic. From there, the Bora’s path unfolds along an entire wall, from the Postojna Gateway to the Gulf of Trieste.
As the setting shifts to the city itself,
it’s time to encounter the “robe di Bora”—the wind’s most typical effects and its most surprising ones. Prepare to be amazed!
Together with the Magazzino dei Venti, the Borarium marks the growth of the Bora Museum Project—a museum “in the air,” spread across space and time. It’s a living, evolving museum that welcomes new artefacts, stories, and contributions about the wind that’s the very soul of Trieste.
Upstairs, the Borarium houses a multi-purpose space for all kinds of cultural activities—talks, classes, exhibitions— all brought in by the wind. Because this fascinating natural force knows no boundaries. Just like Boraviglie, the launch event held for GO!2025, supported by the Autonomous Region of Friuli Venezia Giulia.
Con il Magazzino dei Venti e il Borarium, il Progetto Bora Museum cresce e si espande, diventando così “Un museo che è nell’aria” diffuso nello spazio e nel tempo.
Together with the Magazzino dei Venti, the Borarium marks the growth of the Bora Museum Project—a museum “in the air,” spread across space and time.
Golf Club Trieste
Località Padriciano, 80
Il Golf Club Trieste, con le sue 18 buche, è situato sul Carso triestino, incastonato ad un’altitudine di 350 metri tra le aspre e caratteristiche colline carsiche da una parte e il mare dall’altra, regalando splendidi scorci del golfo di Trieste, dalle lagune di Grado e Lignano fino alla costa istriana. È immerso in una natura incontaminata resa ancora più affascinante dalla cura posta nella salvaguardia di specie floreali uniche nel loro genere. Non di rado poi offre incontri ravvicinati con la fauna autoctona, dai caprioli ai leprotti. Il club festeggia quest’anno il 70° della sua fondazione. Il campo di Padriciano fu infatti realizzato dagli anglo-americani dopo la fine del secondo conflitto mondiale e affidato ad un gruppo di appassionati golfisti locali poco dopo la fine della loro amministrazione militare a Trieste, agli inizi del 1955. È quindi orgogliosamente il più antico circolo del Friuli Venezia Giulia. Il club celebrerà questo importante anniversario nel week end del 19 e 20 luglio. Sabato 19 si terrà un open day, a partire dalle ore 16.30, aperto a tutti coloro che intendono conoscere il circolo e questo bellissimo sport. Ci sarà inoltre un’esibizione dimostrativa di Giulia Sergas, la più titolata golfista italiana di sempre formatasi proprio nel club triestino, insieme alla maestra Paola Tacoli.
La giornata si concluderà con una cena di gala al ristorante "Buca 19” che sarà anche l’occasione per festeggiare proprio Giulia Sergas, reduce dalle gare statunitensi della Legends Tour della LPGA.
La giornata successiva, domenica
20, si svolgerà il trofeo del 70°, una Louisiana, ovvero una gara a squadre, aperta anche ai non golfisti, affinché tutti possano provare l’emozione di partecipare a una gara di golf.
Per l’occasione il circolo sta preparando anche delle magliette e delle felpe celebrative, con un logo esclusivo realizzato ad hoc, che saranno poste in vendita presso la segreteria del circolo.
Trieste Golf Club, with its 18 holes, is located on the Triestine Karst, nestled at an altitude of 350 metres between the rugged, characterful Karst hills on one side and the sea on the other, offering splendid views over the Gulf of Trieste, from the lagoons of Grado and Lignano to the Istrian coast. Surrounded by unspoilt nature, the landscape is made all the more captivating by the care taken to preserve rare and distinctive plant species. Close encounters with local wildlife—ranging from roe deer to hares—are not uncommon.
This year, the club celebrates the 70th anniversary of its founding. The Padriciano course was in fact created by the Anglo-Americans after the end of the Second World War and handed over to a group of passionate local golfers shortly after the end of their military
administration in Trieste, in early 1955. It is thus proudly the oldest club in Friuli Venezia Giulia.
The club will celebrate this important anniversary over the weekend of 19–20 July. On Saturday 19th, an open day will be held from 4.30 p.m., welcoming all those who would like to get to know the club and discover this beautiful sport. There will also be a demonstration by Giulia Sergas, Italy’s most successful golfer of all time, who began her career right here at the Trieste club, alongside coach Paola Tacoli.
The day will conclude with a gala dinner at the “Buca 19” restaurant, which will also serve as an occasion to celebrate Giulia Sergas herself, fresh from competing in the U.S. on the LPGA Legends Tour.
The following day, Sunday 20th, will see the 70th Anniversary Trophy, a Louisiana-style team competition, open even to non-golfers, allowing everyone to experience the thrill of taking part in a golf tournament.
To mark the occasion, the club is also preparing a commemorative line of T-shirts and sweatshirts, featuring an exclusive logo designed especially for the anniversary, which will be available for purchase at the club’s front desk.
Le cartoline della Bora Bora Postcards
Trovare buffe cartoline dedicate al vento non capita ovunque, ma a Trieste succede anche questo. Perché la Bora qui è un’istituzione. Un vento potente che sa essere pure divertente, con oggetti volanti e ribaltamenti, un po’ come in una commedia slapstick!
–
Funny postcards dedicated to the wind? Only in Trieste. Because here, the Bora isn’t just a weather event — it’s an institution. A mighty force of nature that, at times, turns the city into the set of a slapstick comedy, complete with flying hats and toppled bins.
The morbin in human form
Se c’è una persona che rappresenta il morbin alla massima espressione, quella persona è Nereo Rocco, allenatore entrato nella storia del calcio con dieci trofei ufficiali vinti, un grande triestino dallo straordinario senso dell’umorismo: “Che vinca il migliore? Speremo de no!”.
–
If morbin that unmistakable Triestine mix of humour, charm and cheek — could take human form, it would be Nereo Rocco. A legendary football manager with ten official trophies under his belt, and a wit to match: “May the best team win? Let’s hope not!”
Cose e persone divertenti molto triestine Quirky Things (and People) You’ll Only Find in Trieste
The ultimate motto
“Sempre allegri e mai tristi” potrebbe essere questo il senso del ritornello di una delle più celebri canzoni triestine! “Viva là e po bon / Xe questo el moto triestin / Che la vadi ben / Che la vadi mal / Sempre alegri e mai passion / Viva là e po bon!” –
A Muggia, d’estate Summer Carnival in Muggia
Più ci si addentra in questa città e più si capisce quanto la joie de vivre qui sia di casa. –
The deeper you get into this city, the more you understand how much joie de vivre is at home here.
“Always cheerful, never gloomy” — that’s the spirit behind one of Trieste’s most beloved songs: “Cheers to life and that’s enough / That’s the Trieste state of mind! / Whether things go right or wrong, / Keep your smile and sing along: Always cheerful, never blue / Cheers to life, and that’ll do!”
Considerando la joie de vivre locale, è facile immaginare come il carnevale da queste parti sia molto sentito. C’è un’occasione per verificarlo anche… d’estate, con il carnevale estivo di Muggia che quest’anno si svolge dall’8 al 15 agosto.
–
With the locals’ zest for life, it’s no surprise that carnival is a big deal around here. But what may come as a surprise is that in Muggia, they celebrate it twice — the summer edition of the carnival runs from 8 to 15 August.
Una passeggiata nello stile e nella moda all’insegna del relax e del divertimento per tutta la famiglia. Palmanova Village comprende oltre 90 negozi dedicati ai marchi più contemporanei di abbigliamento, accessori, cosmetica e casa in uno spazio accogliente e rilassato dove fare shopping, passeggiare, oppure bere un caffè e pranzare con gli amici e la famiglia nei numerosi bar e ristoranti che mettono d’accordo i gusti più differenti. Tutto con la convenienza della “formula-outlet” che garantisce sconti fino al 70% rispetto ai negozi tradizionali.
Il Villaggio si trova in una posizione geografica unica nel cuore del Friuli Venezia Giulia, facilmente raggiungibile dalle vicine Austria e Slovenia, a pochi chilometri dal Collio, dalle spiagge, dalle città UNESCO Palmanova, Aquileia e Cividale del Friuli, dalle montagne delle Alpi e delle Dolomiti Friulane, dal Carso Triestino, dai luoghi della storia e della Grande Guerra. Palmanova Village è una vera meta turistica, luogo di serenità e svago per tutti, bambini compresi: l’area giochi, progettata da architetti e designer specializzati, è realizzata con materiali eco friendly e presenta molteplici riferimenti
Shopping, divertimento e musica dal vivo.
—Shopping, entertainment and live music.
alla città stellata di Palmanova.
Recentemente sono stati rinnovati tutti gli ingressi del Villaggio sia negli arredi sia nella parte delle piante e del verde per accogliere al meglio i clienti e sono state ritinteggiate tutte le facciate non interessate dal progetto artistico di Geometric Bang che svetta con i suoi colori e le sue forme inconfondibili come una galleria d’arte a cielo aperto.
Tutto a Palmanova Village è pensato per rendere l’esperienza piacevole, comoda e rilassante: ci sono spazi per la ricarica dei cellulari, noleggio passeggini, noleggio ombrelli e wi-fi gratuito in tutto il Centro. Nel parcheggio sono installate numerose colonnine Enel e Tesla per la ricarica veloce "fast charge" delle auto elettriche.
Estate al Palmanova Village significa anche Summer Nights, quattro serate da luglio a fine agosto con altrettanti artisti da non perdere: tre venerdì di luglio, 11, 18 e 25, in cui ascoltare Sarah Toscano, Ermal Meta e J-Ax e l’imperdibile gran finale venerdì 30 agosto con il concerto dei The Kolors. Tutti gli appuntamenti sono gratuiti con inizio alle 21 mentre i negozi, durante le Summer Nights, sono aperti fino alle 23, bar e ristoranti fino a mezzanotte.
Comodamente raggiungibile grazie al veloce collegamento con l’autostrada A4, Palmanova Village è aperto tutto l’anno, 7 giorni su 7 dalle 10 alle 20, festivi compresi.
star-shaped city plan of Palmanova.
Recently, the Village has undergone a thoughtful revamp: from refreshed entrances and green spaces to repainted façades not yet touched by the brilliant geometric murals of Geometric Bang—turning part of the Village into a striking open-air gallery.
Aleisurely stroll through fashion and fun, designed for the whole family.
At Palmanova Village, summer means over 90 shops featuring today’s top clothing, accessories, beauty, and homeware brands, all set in a relaxed, welcoming atmosphere. Whether you’re in the mood to browse, enjoy a coffee, or sit down to lunch with friends and family, the Village caters to all tastes—with the added bonus of outlet prices offering up to 70% off regular retail.
Ideally located in the heart of Friuli Venezia Giulia, Palmanova Village is just a short drive from Austria and Slovenia, nestled between the Collio wine region, beautiful beaches, and UNESCO World Heritage gems like Palmanova, Aquileia, and Cividale del Friuli. The majestic Alps and Dolomites, the karst landscapes around Trieste, and key sites of the First World War are all within easy reach.
Everything at Palmanova Village is designed to make your visit as smooth and enjoyable as possible. You’ll find mobile phone charging points, stroller and umbrella rental, and free Wi-Fi throughout. There are also numerous fast-charging stations (Enel and Tesla) for electric cars in the car park.
From July to the end of August, summer at Palmanova Village means Summer Nights—four unmissable evenings of live music under the stars featuring some of the most popular artists of the Italian music scene, including Sarah Toscano, Ermal Meta, J-Ax and The Kolors for a grand finale. All concerts are free and begin at 9pm, while shops stay open until 11pm, with bars and restaurants open late until midnight—perfect for making the most of those warm summer evenings.
Conveniently located just off the A4 motorway, Palmanova Village is open year-round, seven days a week, from 10am to 8pm, including public holidays.
Palmanova Village SP 126 Km 1.6 – 33041
Joannis di Aiello del Friuli (UD) T: +39 0432 837810
www.palmanovavillage.it info@palmanovavillage.it
A true destination in its own right, Palmanova Village is a place of serenity and entertainment—children included. The playground, designed by specialists using eco-friendly materials, is inspired by the iconic
C’è tutto un mondo di emozioni da vivere quest’estate in Friuli Venezia Giulia.
A whole world of emotions awaits you this summer in Friuli Venezia Giulia.
Quando la natura si fa scenografia e il gusto diventa esperienza, nasce Pic-nice, l’iniziativa firmata PromoTurismoFVG che trasforma il semplice picnic in un viaggio emozionale tra i profumi e i sapori del Friuli Venezia Giulia.
Lungo la Strada del Vino e dei Sapori, per tutta l’estate, enoturisti e curiosi potranno vivere giornate indimenticabili immersi nella quiete dei vigneti, gustando le eccellenze del territorio, racchiuse in eleganti cestini preparati con cura. Ogni pic-nic è un invito a scoprire un angolo di paradiso: come il Carso, a due passi da Trieste, dove rilassarsi tra i filari di San Dorligo della Valle e assaporare Malvasia Istriana, Vitovska, olio Tergeste DOP e specialità locali. Proseguendo lungo la costa, ad Aquileia,
città d’arte e memoria, si può pranzare tra i filari circondati dalla storia romana, gustando i frutti della terra e vini iconici come il Refosco dal peduncolo rosso.
Nel cuore della pianura, a Palazzolo dello Stella, il pic-nic diventa un momento di pace tra alberi secolari e la grazia della chiesetta della Madonna del Rosario, in un giardino che sembra uscito da una fiaba. Infine, a ValvasoneArzene, uno dei Borghi più belli d’Italia, l’esperienza si fa familiare: cestini gourmet, tradizionali o per bambini attendono i visitatori nei cortili fioriti di una cantina della DOC Friuli Grave, per un pranzo o un aperitivo indimenticabile.
Scoperte enologiche
nel verde dei vigneti
Molte cantine offrono percorsi di degustazione per scoprire il frutto della vigna. A San Martino al Tagliamento, il viaggio parte dal Castello del vino tra storia di famiglia e territorio. Sul Collio goriziano, a Ruttars, vini e formaggi sorprendono il palato in uno scenario incantevole. Chi vuole mettersi in gioco può partecipare alla vendemmia, per vivere da vicino la tradizione enologica entrando in contatto con le radici del territorio e la sua secolare vocazione vinicola.
Non solo vino
Dal cioccolato alla grappa, dalla Gubana all’aceto balsamico, il Friuli Venezia Giulia offre esperienze uniche che parlano di passione, tradizione e sapori senza tempo. Un viaggio multisensoriale che va ben oltre il vino.
Nel cuore della regione si trova la Balsameria più grande al mondo, dove una visita guidata conduce tra locali storici e profumi intensi, svelando i segreti
dell’aceto balsamico in un percorso tra legni pregiati e antiche tradizioni.
A San Pietro al Natisone si scopre la storia della gubana e degli strucchi, dolci simbolo del Friuli. La visita, tra racconti e profumi di forno, si conclude con una degustazione autentica e golosa.
Per un tuffo nel passato, una tra le più antiche distillerie del Friuli Venezia Giulia apre le porte tra alambicchi storici e racconti familiari, celebrando l’arte della grappa, il distillato che più rappresenta l’essenza italiana. E poi c’è la magia dell’unica distilleria al mondo dotata di 66 alambicchi discontinui dove la distillazione è ancora 100% artigianale, un’arte da vivere tra profumi intensi e tradizione.
Infine, lasciatevi conquistare dalla prima fabbrica di cioccolato del Friuli Venezia Giulia, dove ogni tavoletta nasce dalla fava di cacao. Un laboratorio creativo vi permetterà di realizzare il vostro dolce con l’aiuto dei maestri cioccolatieri. Un’esperienza golosa e coinvolgente, da vivere con le mani in pasta e il cuore colmo di meraviglia.
When nature becomes a stage and taste turns into experience, Pic-nice is born—an initiative by PromoTurismoFVG that transforms the humble picnic into a sensory journey through the aromas and flavours of Friuli Venezia Giulia.
Along the Wine and Flavours Route, all summer long, wine lovers and curious travellers can enjoy unforgettable days among the peaceful vineyards, tasting local excellence carefully packed into elegant picnic baskets.
Each picnic is an invitation to discover a hidden gem—like the Karst, just outside Trieste, where you can relax among the rows in San Dorligo della Valle, sampling Malvasia Istriana, Vitovska, Tergeste DOP olive oil and other local delicacies. Further along the coast, in Aquileia, a town steeped in art and Roman history, you can dine between the vines, surrounded by ancient ruins and sipping iconic wines such as Refosco dal Peduncolo Rosso.
In the heart of the lowlands, in Palazzolo dello Stella, the picnic
becomes a moment of tranquillity beneath centuries-old trees, beside the charming little church of the Madonna del Rosario, in a garden straight out of a fairytale. Finally, in Valvasone-Arzene— one of Italy’s Most Beautiful Villages— the experience takes on a family feel: gourmet, traditional and children’s baskets await in the flower-filled courtyards of a Friuli Grave DOC winery, perfect for lunch or an unforgettable aperitivo.
Many wineries offer tasting experiences to explore the fruits of their land. In San Martino al Tagliamento, the journey begins at the Wine Castle, where family stories meet regional heritage. In Ruttars, on the Collio hills, wines and cheeses surprise the palate in a stunning natural setting. And for those who want to get their hands dirty, there’s the chance to join in the grape harvest—an authentic way to connect with the region’s deep-rooted wine traditions.
From chocolate to grappa, from gubana to balsamic vinegar, Friuli Venezia Giulia offers unique experiences that speak of passion, tradition, and timeless flavours—a multisensory journey far beyond the vineyard.
At the heart of the region lies the world’s largest balsameria, where guided tours lead through atmospheric cellars and heady aromas, revealing the secrets of balsamic vinegar in a journey through fine woods and ancient traditions.
In San Pietro al Natisone, you can discover the story of gubana and strucchi—sweet icons of Friuli. The visit, filled with tales and the scent of baked goods, ends with an indulgent tasting of these regional delights.
Step back in time at one of the oldest distilleries in Friuli Venezia Giulia, where historic stills and family stories celebrate the art of grappa—the distillate that captures the essence of Italian spirit. And then there’s the magic of the world’s only distillery with 66 discontinuous stills, where distillation remains entirely artisanal—an art to be experienced through intense aromas and centuries of craft.
Last but not least, don’t miss the region’s very first chocolate factory, where every bar begins with the cacao bean. In the onsite workshop, you can craft your own treat with the help of master chocolatiers—an irresistible, hands-on experience full of wonder.
Palazzo Attems Petzenstein, Gorizia
Aperto tutti i giorni /Open daily: 9.00 – 19.00
Venerdì – Sabato (giugno – luglio – agosto) /Friday – Saturday (June – July – August): 9.00 – 22.00Go25
Apalazzoattems.regione.fvg.it
Palazzo Attems Petzenstein di Gorizia, fino al 31 ottobre 2025, è possibile vivere un viaggio artistico ed emozionale attraverso l’universo di Zoran Music, nato a Bukovica (Boccavizza), paese a poco più di otto chilometri da Gorizia, e figura chiave del Novecento europeo. La mostra “Zoran Music. La Stanza di Zurigo, le opere e l’atelier”, inserita nel programma di GO! 2025 – Nova Gorica e Gorizia Capitale Europea della Cultura, racconta l’intera carriera del pittore, dai primi anni ’30 fino agli ultimi lavori. Cuore pulsante dell’esposizione è la suggestiva “Stanza di Zurigo”, realizzata originariamente per una villa svizzera tra la fine degli anni ’40 e l’inizio dei ‘50: un’opera ambientale
salvata dal tempo e ora restaurata con cura, grazie all’intuito del cognato dell’artista, Paolo Cadorin. È un piccolo miracolo artistico, fatto di cavallini dalmati, scorci veneziani, ritratti e scene oniriche.
Oltre cento opere, provenienti per la maggior parte dall’archivio personale di Music, raccontano la sua vita divisa tra Venezia, Parigi e la Mitteleuropa. Spiccano i cicli più noti, come “Non siamo gli ultimi”, ispirato alla prigionia a Dachau, ma anche opere intime come i ritratti della moglie Ida Barbarigo.
L’allestimento include una fedele ricostruzione dell’atelier dell’artista, completa di arredi originali e materiali da lavoro. Un modo per entrare nel “dietro le quinte” del suo processo creativo.
Tra i contenuti extra, il catalogo della mostra ospita un contributo di Jean Clair, Accademico di Francia, scrittore, storico dell’arte e curatore francese, amico e sodale di Music, insieme a interviste inedite all’artista e a un video immersivo dedicato alla Stanza e ai suoi luoghi.
Per chi esplora Gorizia, questa mostra è un’esperienza che unisce arte, storia e identità di confine.
At Palazzo Attems Petzenstein in Gorizia, until 31 October 2025, visitors can embark on an artistic and emotional journey through the world of Zoran Music—born in Bukovica (Boccavizza), a village just over eight kilometres from Gorizia—and a key figure in 20th-century European art. The exhibition “Zoran Music. The Zurich Room, the Works and the Atelier,” part of the GO! 2025 – Nova Gorica and Gorizia European Capital of Culture programme, traces the painter’s entire career, from the early 1930s to his final works.
The beating heart of the show is the evocative “Zurich Room,” originally created for a Swiss villa between
the late 1940s and early 1950s: an environmental work saved from time and now carefully restored, thanks to the insight of the artist’s brother-inlaw, Paolo Cadorin. It’s a small artistic miracle, filled with Dalmatian horses, Venetian scenes, portraits, and dreamlike imagery.
Over one hundred works, mostly from Music’s personal archive, narrate a life lived between Venice, Paris, and Mitteleuropa. Standout series include “We Are Not the Last,” inspired by his imprisonment in Dachau, as well as more intimate pieces such as portraits of his wife, Ida Barbarigo.
The exhibition also features a faithful reconstruction of the artist’s atelier, complete with original furnishings and work materials. A chance to step behind the scenes of his creative process.
Among the extras, the exhibition catalogue includes a contribution by Jean Clair—member of the Académie Française, writer, art historian, and French curator, as well as a close friend and collaborator of Music—alongside never-before-seen interviews with the artist and an immersive video dedicated to the Room and its surroundings.
For anyone exploring Gorizia, this exhibition offers a unique experience where art, history, and borderland identity come together.
Architetture Trasparenti a Villa Manin
Transparent Architectures at Villa Manin
Fino al 26 ottobre 2025, Villa Manin ospita Architetture Trasparenti, mostra immersiva con 16 installazioni di artisti internazionali, tra cui Robert Irwin, Jeppe Hein, Inside Outside, Pae White e Gabriel Dawe. Trasparenze, riflessi, suoni e illusioni trasformano la storica villa in un labirinto sensoriale. Un'esperienza da vivere, tra arte, gioco e percezione. –
Until 26 October 2025, Villa Manin hosts Transparent Architectures, an immersive exhibition featuring 16 installations by international artists, including Robert Irwin, Jeppe Hein, Inside Outside, Pae White, and Gabriel Dawe. Transparencies, reflections, sounds, and illusions transform the historic villa into a sensory labyrinth. An experience to be lived, where art meets play and perception.
www.villamanin.it
Manuela Bertoli
Nathalie Du Pasquier, 2022
Palazzo Frisacco
Via del Din Renato, 7 Tolmezzo UD
Tutti i giorni, tranne il martedì /Open daily except Tuesdays 10.00 – 12.30 e 15.00 – 19.00 tel. +39 0433 41247
Info e riduzioni
Ingresso gratuito per possessori di FVGCard /Admission is free for FVGCard holders. Discounts and further details available online
www.comune.tolmezzo.ud.it
La capacità unica del disegno di stimolare il guardare più profondo. —Illustrations help us see and understand things more deeply.
Di tanti volti è la mostra, a cura di Giovanna Durì, dedicata al ritratto femminile nell’illustrazione contemporanea e visitabile fino al 26 ottobre 2025 negli spazi di Palazzo Frisacco a Tolmezzo (UD).
Sono oltre 40 le celebri matite che hanno consegnato alla mostra 300 ritratti di donne: Lorenzo Mattotti, Gabriella Giandelli, Franco Matticchio, Pia Valentinis, Manuela Bertoli, Guido Scarabottolo, Ivan Canu, Beppe Giacobbe, Olimpia Zagnoli, Riccardo Guasco, Pierre Bourrigault, Manuele Fior, Marta Signori, Cristina Piccioli, Lorenzo Gritti, Francesca Rizzato (RIZ), Marta Pantaleo, Eolotti, Beatrice Alemagna, Milton Glaser e molti altri ancora. Le loro opere, per la quasi totalità originali o realizzate da nativi digitali, entrano in dialogo con sette ritratti settecenteschi di donne carniche “rubati” dalle collezioni del Museo Carnico delle Arti Popolari Michele Gortani. In mostra anche i giovani talenti selezionati dalla Fondazione Štěpán Zavřel di Sàrmede e corti d’autore in collaborazione con il Piccolo Festival dell’Animazione dell’Associazione Viva Comix.
I “tanti volti” sono quelli delle donne, di ieri e di oggi. Ci sono sguardi d’incoraggiamento, sguardi allegri, sguardi tristi, sguardi persi, sguardi senza forma o spessore, sguardi rabbiosi, ma anche sguardi dolci: una galleria di sguardi di donne che invitano a trovare tracce, segni, pensieri ed emozioni che ci rendono umani e a scoprire cosa vediamo nell’altro e cosa l’altro vede in noi.
Al di là dei nomi illustri, ciò che incanta è il filo invisibile che cuce insieme un dialogo di sguardi, epoche, generazioni e sensibilità: il disegno, nella sua forma più pura, con la sua bellezza autentica e la sua potenza.
“Di tanti volti” - Promossa da Città di Tolmezzo, PromoTurismoFVG, Museo Carnico delle Arti Popolari “Michele Gortani”, con il contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.
Beppe Giacobbe
Noemi, 2025
Di tanti volti is an exhibition curated by Giovanna Durì, dedicated to the female portrait in contemporary illustration. It will be open to visitors until 26 October 2025 at Palazzo Frisacco in Tolmezzo (UD).
More than 40 acclaimed illustrators have contributed over 300 portraits of women, including Lorenzo Mattotti, Gabriella Giandelli, Franco Matticchio, Pia Valentinis, Manuela Bertoli, Guido Scarabottolo, Ivan Canu, Beppe Giacobbe, Olimpia Zagnoli, Riccardo Guasco, Pierre Bourrigault, Manuele Fior, Beatrice Alemagna, Milton Glaser,
and many others. The works—mostly original or digital-native—are set in dialogue with seven 18th-century portraits of Carnic women, drawn from the collections of the Michele Gortani Museum of Popular Arts.
Also featured are illustrations by young talents selected by the Štěpán Zavřel Foundation of Sàrmede, alongside animated shorts presented in collaboration with the Piccolo Festival dell’Animazione and Viva Comix.
The “many faces” are those of women, past and present. Faces that smile, frown, gaze with hope, sadness, wonder, or defiance. A gallery of expressions that invites viewers to uncover traces, emotions, and reflections—what we see in others and what others see in us.
More than just a gathering of prestigious names, the exhibition is united by an invisible thread: a dialogue across eras and generations, brought together through drawing in its purest form— with all its honesty, beauty and quiet strength.
“Di tanti volti” - promoted by the City of Tolmezzo, PromoTurismoFVG, and the Michele Gortani Museum, with support from the Autonomous Region of Friuli Venezia Giulia.
di /by
Emily Menguzzato
Èdifficile non continuare a stupirsi passeggiando per le vie del centro storico di Grado, il Castrum. Un luogo che racchiude angoli ricchi di storia, dove scoprire l’arte e la cultura del luogo e dove rivivere un’atmosfera remota, tra palazzi in stile liberty, mosaici delle basiliche paleocristiane e tramonti senza tempo sulla Diga. Già rinomata stazione balneare alla fine dell’800, l’isola di Grado è una delle località turistiche più antiche dell’Alto Adriatico: 8 km di costa dalla sabbia finissima interamente rivolta verso sud.
Eppure Grado non offre solo la possibilità di rigenerarsi e dedicarsi al proprio benessere. Le occasioni di svago e divertimento anche dopo il tramonto con concerti, escursioni e degustazioni, non mancano di certo.
Grado vivace
Tra le proposte più sfiziose dell’estate 2025, ci sono le degustazioni “Wine and craft” del mercoledì pomeriggio che proseguiranno fino al prossimo 24 settembre. Si tratta di un tour tra le osterie del centro storico di Grado per assaggiare alcuni tra i migliori vini friulani, accompagnati da gustosi crostini. Tra una tappa e l’altra, è possibile visitare alcune botteghe artigiane: dal laboratorio orafo alla bottega di calzature, passando per il negozio di ceramiche e una vineria.
Una new entry di quest’anno è la “Disco Bike Night Grado 2025”, un giro tra i luoghi più iconici pedalando al tramonto, accompagnati da una guida cicloturistica e da una cargo bike che diffonderà la musica lungo tutto il percorso. Un’esperienza che
Grado tra active and slow.
—The unexpected island: Grado between active and slow.
unisce musica, sport e divertimento. Imperdibile poi il Dinner Show che si terrà la sera del 29 luglio (ingresso 4 della spiaggia GIT) e prenderà il via con un cocktail di benvenuto al tramonto, momento in cui i partecipanti potranno assaporare le creazioni di 14 “artigiani del gusto”. Seguirà un percorso degustativo di 20 tappe culinarie, durante le quali gli chef prepareranno piatti inediti pensati per omaggiare la stagione estiva. Per il divertimento in famiglia, invece, l’ideale è una giornata al Parco Acquatico, a due passi dalla spiaggia e immerso nel verde. Il Parco comprende una grande piscina con acqua di mare, due idromassaggi, getti a cascata e uno scivolo ad acqua; per i sabati di luglio e agosto sarà aperto fino alle ore 23 (Parco Acquatico by Night).
Grado slow
Per assaporare con calma la vita gradese, perfetto è l’itinerario “Alla Scoperta di Grado: tra mare e meraviglia” (visita inclusa nella FVG card) che si snoda attraverso calli, campielli e piazze del centro storico, toccando scorci suggestivi che parlano di patriarchi, poeti e pescatori. Per conoscere meglio la cultura gradese, interessante può essere una visita al Museo della Pesca e della Civiltà Lagunare, un viaggio nella storia e nelle tradizioni locali. Da non perdere poi la possibilità di un’escursione in barca nella laguna, utilizzando i servizi di taxi boat o i noleggi con o senza conducente, per esplorare la meravigliosa cornice naturale che si estende da Fossalon fino all’isola di Anfora. Inoltre Grado offre darsene e
marina con servizi moderni e ben organizzati, per un’esperienza nautica di alta qualità. Curiosa, poi, è certamente la proposta “Laguna segreta” (18 luglio, 8 e 21 agosto): ci si muove in barca alla ricerca di alcuni casoni nascosti e di un’antica strada romana sommersa e si prosegue verso il luogo segreto per un pic-nic immersi nella natura.
Un’intramontabile meta della laguna è il Santuario mariano dell’Isola di Barbana, uno dei più frequentati d’Italia; in alternativa si può scegliere una visita guidata all’isola di Mota Safon, fino al “Casone di Pasolini”, dove nel 1969 il grande poeta e regista Pier Paolo Pasolini girò il film “Medea” con Maria Callas.
Grado attiva
Grado è una sorta di mecca per gli appassionati di bici: è il punto d’arrivo della Ciclovia Alpe Adria Radweg ed è tappa della Ciclovia Adriabike. Per i fan delle due ruote, c’è anche la possibilità di viaggiare con le linee marittime Lignano-Grado e Trieste-Grado che, oltre a essere un’esperienza rilassante, uniscono diversi percorsi ciclabili della regione. Inoltre, anche per l’estate 2025, Grado e Aquileia saranno
collegate: dopo una gita nell’antica città dell’impero romano, sarà possibile rientrare a Grado a bordo della barca che ripercorre il fiume Natissa, con una navigazione di circa 70 minuti. Tra le mete privilegiate dei cicloturisti ci sono anche le due note riserve naturali che offrono un’esperienza unica, in particolare per il birdwatching. La Riserva naturale Valle Cavanata è raggiungibile dalla cittadina attraverso scenografiche piste ciclabili. Quest’area di valore internazionale, utilizzata in passato come valle da pesca, è un vero e proprio paradiso: tra barene, boschi igrofili e spiagge vivono numerose specie di uccelli, che trovano qui le condizioni ottimali per la sosta e la nidificazione. Dalla Valle Cavanata è possibile spostarsi verso la Riserva Regionale Naturale della Foce dell’Isonzo per approdare all’Isola della Cona, famosa per i cavalli Camargue che vivono liberi. I sentieri di questa zona, praticabili esclusivamente a piedi, sono l’Anello, di due km totali e il sentiero del Mondo Unito, che conduce a Punta Spigolo e che complessivamente è lungo 10 km. Per chi invece preferisce un altro mezzo di trasporto, tutti
i martedì pomeriggio (dal 24 giugno al 2 settembre 2025), sarà possibile salire sul Bus Natura per una visita guidata dell’Isola della Cona e concedersi un aperitivo al tramonto in riserva.
Grado è anche il punto di inizio del Cammino Celeste e della via Flavia, ed è il luogo dove è possibile praticare il golf (con vista spettacolare), ma anche il kitesurf, il wingfoil, l’e-foil, il windsurf, la canoa e il kayak e la vela. Sport d’acqua e di vento capaci di far vivere esperienze ricche di adrenalina.
Insomma, dopo tanto movimento, perché non rilassarsi con un po’ di Full moon Yoga sotto i raggi della luna piena o nella spiaggia rosa, realizzata con l’obiettivo di sensibilizzare il pubblico e raccogliere fondi a favore della ricerca sul cancro.
Infine, si può optare per rigenerarsi alle Terme Marine di Grado. Moderna oasi di benessere affacciata sull’Adriatico dove la longevity, la scienza del vivere meglio e più a lungo, si unisce ai benefici del mare. La talassoterapia, fiore all’occhiello della struttura, sfrutta le straordinarie proprietà dell’acqua marina per trattamenti mirati, come bagni all’ozono e cure inalatorie.
by delicious crostini . Between stops, there’s the chance to explore local artisan workshops—from goldsmiths and shoemakers to ceramic boutiques and wine shops.
It’s hard not to be constantly amazed when strolling through the historic centre of Grado, known as the Castrum. This charming corner is steeped in history, with hidden gems to discover, offering glimpses of local art and culture and a timeless atmosphere. Think Liberty-style buildings, mosaics from Early Christian basilicas, and ageless sunsets from the Diga promenade. Already a renowned seaside resort by the late 19th century, the island of Grado is one of the oldest tourist destinations on the Upper Adriatic, boasting 8 km of fine sandy beaches that face entirely southwards.
Yet Grado offers much more than relaxation and wellbeing. Entertainment and leisure opportunities abound—even after sunset—with concerts, excursions and tastings ensuring there’s never a dull moment.
Vibrant Grado
Among the most enticing events of summer 2025 are the “Wine and Craft” tasting tours held on Wednesday afternoons, continuing until 24 September. These tours take visitors through the old town’s osterie , sampling some of Friuli’s finest wines accompanied
A new feature this year is the “Disco Bike Night Grado 2025”: a sunset ride through iconic locations, accompanied by a cycling guide and a cargo bike playing music along the route. A truly unique experience blending music, sport and fun.
Not to be missed is the Dinner Show on the evening of 29 July (at entrance 4 of the GIT beach), kicking off with a sunset welcome cocktail and the creations of 14 “artisans of taste”. Guests will then enjoy a 20-stop tasting journey, where chefs will prepare original dishes celebrating the summer season.
For family fun, head to the Water Park just steps from the beach and set in lush greenery. It features a large seawater pool, two whirlpools, cascading jets and a waterslide. On Saturdays in July and August, the park stays open until 11 p.m. for Water Park by Night.
Slow Grado
To experience Grado at a gentler pace, the “Discover Grado: between sea and wonder” itinerary (included with the FVG Card) is ideal. This guided walk winds through calli, campielli, and squares in the historic centre, revealing picturesque views and stories of patriarchs, poets and fishermen.
To better understand local culture, the Fishing and Lagoon Civilisation Museum offers an evocative journey through history and tradition. And there’s no better way to appreciate the
Ogni mercoledì, durante la stagione turistica, vengono proposte escursioni guidate per i villeggianti di Grado che potranno scoprire la “Capitale Europea della Cultura Nova Gorica e Gorizia”.
Eventi estivi
Imperdibili gli appuntamenti con Calici di stelle (agosto 2025) e Festa dell’ospite con fuochi d’artificio (15 agosto), la Sardelada (11, 12, 13; 25, 26, 27 luglio 2025).
Barcolana Grado
Sup Experience
In occasione della regata triestina, il 4 ottobre 2025, ci sarà la terza edizione della gara a bordo degli Stand Up Paddle. Novità 2025: il percorso si sdoppia con una formula per appassionati e una per agonisti.
–
Every Wednesday during the tourist season, guided excursions will be offered to visitors in Grado, exploring Nova Gorica and Gorizia— joint European Capital of Culture.
Summer events
Don’t miss Calici di Stelle (August 2025), the Festa dell’Ospite with fireworks (15 August), and the Sardelada (11, 12, 13 and 25, 26, 27 July 2025).
Barcolana Grado
Sup Experience
In celebration of the Barcolana regatta, the third edition of the Stand Up Paddle race takes place on 4 October 2025. New this year: the route splits into two options—one for enthusiasts, and one for competitive racers.
lagoon than by boat—choose from taxi boats or hire your own, with or without a skipper, to explore this stunning natural setting stretching from Fossalon to the island of Anfora.
Grado also boasts modern, wellequipped marinas for high-quality nautical experiences. A particularly intriguing option is the “Secret Lagoon” tour (18 July, 8 and 21 August), which takes visitors by boat to explore hidden casoni and a submerged Roman road, ending with a picnic in a secret spot surrounded by nature.
A timeless lagoon destination is the Marian Sanctuary on the Island of Barbana, one of Italy’s most visited pilgrimage sites. Alternatively, join a guided tour of Mota Safon Island and visit the “Casone di Pasolini,” where in 1969 the great poet and filmmaker Pier Paolo Pasolini shot Medea with Maria Callas.
Grado is a haven for cycling enthusiasts: it’s the finishing point of the Alpe Adria Radweg and a stop along the Adriabike Cycle Route. For two-wheel fans, the maritime routes from Lignano and Trieste to Grado are both relaxing and practical, linking several of the region’s cycle paths.
Grado and Aquileia will also be connected again in summer 2025: after a day exploring the ancient Roman city, visitors can return to Grado by boat along the Natissa River, a 70-minute scenic cruise.
Popular among cyclists are also the two renowned nature reserves, perfect for birdwatching. The Valle Cavanata Nature Reserve can be reached via
scenic cycle paths. This internationally important area, once used for fish farming, is a true paradise: among salt flats, wet woodlands and beaches, numerous bird species find the perfect conditions for resting and nesting.
From Valle Cavanata, you can continue to the Foce dell’Isonzo Regional Nature Reserve and reach the Island of Cona, famous for its free-roaming Camargue horses. The walking-only trails here include the 2 km Anello and the 10 km Mondo Unito trail, which leads to Punta Spigolo.
For those preferring not to cycle, every Tuesday afternoon (from 24 June to 2 September 2025), you can hop on the Nature Bus for a guided tour of the Island of Cona, topped off with an aperitif at sunset in the reserve.
Grado is also the starting point of the Cammino Celeste and the Via Flavia pilgrimage routes. Sports lovers will find plenty of options, from golf with stunning views to kitesurfing, wingfoiling, e-foiling, windsurfing, canoeing, kayaking and sailing—water and wind sports that promise high-adrenaline experiences.
After all that action, why not wind down with a Full Moon Yoga session beneath the glow of the full moon or relax on the Spiaggia Rosa, a project that raises awareness and funds for cancer research.
Finally, recharge at the Grado Marine Spa. This modern wellness retreat overlooking the Adriatic combines longevity science with the benefits of the sea. Thalassotherapy is the pride of the centre, harnessing the extraordinary properties of seawater for targeted treatments such as ozone baths and inhalation therapies.
LA VALLETTA RIAPRE! TI ASPETTIAMO IN VIA ROSSETTI 117, PER GUSTARE MOMENTI
SPECIALI IN UN AMBIENTE COMPLETAMENTE RINNOVATO.
BAR / BISTRÒ
Ilaria Romanzin
Dove le Alpi Giulie abbracciano l’orizzonte e la natura si fa spettacolo, Tarvisio si racconta come una destinazione capace di accogliere ogni viaggiatore. Qui l’estate si trasforma in un’esperienza da vivere con tutti i sensi: che si tratti di rigenerarsi, rilassarsi o divertirsi, ognuno può trovare il proprio angolo ideale.
A rendere unico questo angolo di Friuli Venezia Giulia è la varietà di spazi e atmosfere: un vero e proprio mosaico di paesaggi e opportunità. La foresta millenaria, fitta e rigogliosa, regala ombra e frescura durante le giornate più calde, offrendo una tregua naturale dal sole estivo. I laghi alpini, autentici specchi d’acqua incastonati tra le montagne, invitano a tuffarsi o a praticare sport acquatici, mentre il fiume Bartolo, con il suo corso tortuoso, ha scolpito un canyon affascinante, tutto da esplorare, con gole e anse che sembrano usciti da un libro di fiabe.
E proprio lungo le sue rive, nel tratto più calmo e accessibile, un percorso speciale accoglie i visitatori più piccoli: è il sentiero degli gnomi, nascosto tra gli alberi, dove queste simpatiche creature accolgono bambini e curiosi con giochi, storie e sorprese immerse nella natura.
Per gli amanti delle due ruote, Tarvisio è un paradiso. La pista ciclabile Alpe Adria, considerata una delle più suggestive d’Europa, collega l’Italia con la Slovenia e l’Austria, offrendo un viaggio lento tra paesaggi mozzafiato e panorami sempre diversi. Chi predilige l’avventura sui sentieri sterrati troverà percorsi di ogni livello, fino a raggiungere rifugi e malghe dove gustare piatti tipici, circondati da silenzio e bellezza autentica.
Sovrano assoluto del paesaggio è il Monte Lussari, con il suo borgo fiabesco arroccato sulla cima. Tra viuzze acciottolate, piccole case e un panorama che lascia senza fiato, questo luogo è simbolo della spiritualità e della storia della valle.
Quando il sole cala, la città si anima con un ricco calendario di eventi: concerti, spettacoli, DJ set, teatro e cinema all’aperto riempiono le piazze, trasformando le serate estive in momenti di festa. I bambini sono protagonisti dei pomeriggi con laboratori e intrattenimenti dedicati, mentre le famiglie possono godersi le atmosfere rilassate e inclusive della città.
Ma è intorno a Ferragosto che Tarvisio si accende di luci, suoni e colori con l’Alpenfest, la festa che celebra l’anima multiculturale di questo angolo d’Europa. Per quattro giorni la città vive una vera esplosione di folclore, musica e tradizione. Le vie del centro ospitano il vivace mercatino artigianale, con prodotti tipici, manufatti e curiosità. Gli
Per essere sempre aggiornato scarica la app. /Stay up to date – download the app.
stand enogastronomici propongono sapori locali, accompagnati da musica popolare e brindisi sotto le stelle.
Il momento più atteso è la suggestiva sfilata in costume che riunisce gruppi folkloristici provenienti da Austria, Slovenia e Italia. Un corteo emozionante in cui ogni abito racconta la storia di una cultura alpina condivisa. I costumi, curati nei minimi dettagli, riflettono le radici della Valcanale: le donne sfoggiano gonne ampie, corpetti ricamati, grembiuli e copricapi; gli uomini indossano pantaloni in lana, camicie bianche e gilet decorati. I cappelli, impreziositi da piume, fiori o nastri, completano l’immagine di una montagna che non ha mai dimenticato il suo passato.
Alpenfest è molto più di una festa: è un ponte tra epoche e popoli, un’occasione per riscoprire il valore delle proprie radici. In questo spirito si inserisce anche “Radici”, iniziativa culturale che invita residenti e turisti a riscoprire la storia del territorio e riflettere sul presente guardando con consapevolezza al futuro.
Tarvisio, in estate, è tutto questo: un territorio che si dona con generosità e incanto, pronto ad accogliere chiunque voglia perdersi –e ritrovarsi– tra boschi, sentieri e tradizioni senza tempo.
Tarvisio, in estate, è questo: un territorio che si dona con generosità e incanto, pronto ad accogliere chiunque voglia perdersi –e ritrovarsi– tra boschi, sentieri e tradizioni senza tempo.
Tarvisio in summer is a generous and enchanting land, ready to welcome all who wish to lose –and find– themselves among forests, trails and timeless traditions.
Europe, links Italy with Slovenia and Austria, offering a slow-paced journey through breathtaking views and ever-changing landscapes. Those who prefer off-road adventure will find trails for every level, leading to mountain huts and malghe, where local dishes are served in silence and unspoilt beauty.
Towering above it all is Mount Lussari, with its fairy-tale hamlet perched on the summit. Cobbled lanes, tiny houses and panoramic views make this a symbol of both spirituality and the rich history of the valley.
As the sun sets, the town comes alive with a full calendar of events: concerts, shows, DJ sets, open-air theatre and cinema fill the squares, turning summer evenings into festive celebrations. Children are centre stage in the afternoons, with workshops and entertainment just for them, while families can enjoy the relaxed and inclusive atmosphere all around.
Che si tratti di rigenerarsi, rilassarsi o divertirsi, ognuno può trovare il proprio angolo ideale.
Whether you’re looking to recharge, relax or have fun, everyone can find their perfect corner.
Where the Julian Alps meet the horizon and nature becomes a spectacle in itself, Tarvisio reveals itself as a destination ready to welcome every kind of traveller. Here, summer turns into a multi-sensory experience — whether you’re looking to recharge, relax or have fun, everyone can find their perfect corner.
What makes this part of Friuli Venezia Giulia so unique is its variety of spaces and atmospheres — a true mosaic of landscapes and opportunities. The ancient forest, lush and dense, offers cool shade on hot summer days, a natural refuge from the sun. The alpine lakes, sparkling mirrors nestled among the mountains, invite you to dive in or enjoy water sports, while the Bartolo River, with its winding course, has carved out a magical canyon filled with bends and gorges that seem lifted from a fairy tale.
And it’s precisely along its calmest, most accessible stretch that a special path awaits younger visitors: the Gnome Trail, hidden among the trees, where these friendly woodland creatures welcome children and curious explorers with games, stories, and nature-filled surprises.
For cycling enthusiasts, Tarvisio is a paradise. The Alpe Adria Cycle Route, considered one of the most scenic in
But it’s around Ferragosto that Tarvisio truly lights up with the Alpenfest — the festival that celebrates the multicultural soul of this corner of Europe. For four days, the town bursts with folklore, music and tradition. The streets of the centre host a lively artisan market, with local products, handmade crafts and curiosities. Food and wine stands serve regional specialities accompanied by folk music and toasts under the stars.
The most anticipated moment is the traditional costume parade, bringing together folk groups from Austria, Slovenia and Italy — an emotional procession in which each outfit tells the story of a shared Alpine heritage. The costumes, lovingly detailed, reflect the roots of the Valcanale: women wear full skirts, embroidered bodices, aprons and headpieces; men don wool trousers, white shirts and decorated waistcoats. Hats adorned with feathers, flowers or ribbons complete the picture of a mountain community proud of its past.
Alpenfest is much more than a festival: it’s a bridge between times and peoples, an opportunity to rediscover the value of one’s roots. In the same spirit, the cultural initiative “Radici” invites both residents and visitors to explore the local history and reflect on the present — while looking ahead with renewed awareness.
Tarvisio in summer is all this: a generous and enchanting land, ready to welcome all who wish to lose — and find — themselves among forests, trails and timeless traditions.
Ritorna dal 28 al 31 agosto 2025, CamporossoRacconta: la rassegna letteraria che fa della natura un’alleata preziosa della parola. Promossa dal Consorzio Agrario Vicinia di Camporosso, la manifestazione trasforma il paese in un vivace crocevia di storie, incontri, relazioni e tradizioni condivise. Il filo conduttore di quest’anno è “In punta di Parole” un invito ad ascoltare davvero, a sentire il peso e la leggerezza delle parole, a lasciarsi toccare dalle emozioni che evocano. A fare da scenografia non sale chiuse, ma due splendidi giardini che accolgono il pubblico tra conversazioni all’aperto e suggestioni letterarie. Il programma 2025 si arricchisce di una prestigiosa rosa di ospiti del mondo della letteratura e del giornalismo: tra gli altri, Maurizio Mannoni, Paolo Colombo, Alberto Garlini, Mal, Pietro Spirito, Alessandro Mezzena Lona, accanto a voci radicate nel territorio come Paolo Pichierri, Chiara Gily e Hans Kitzmüller. Ampio spazio, come sempre, ai più giovani: per loro una sezione dedicata in cui accantonare i device e riscoprire il piacere della lettura attraverso letture animate e incontri con autori come Cristina Marsi, Anna Simioni, Stefania Del Rizzo e il fumettista Marco Tabilio. Non mancheranno musica e convivialità grazie alla concomitanza con la festa patronale del paese che renderà l’atmosfera ancora più festosa.
Returning from 28 to 31 August 2025, CamporossoRacconta is the literary festival that makes nature a precious ally of the written and spoken word. Promoted by the Vicinia Agricultural Consortium of Camporosso, the event transforms the village into a lively crossroads of stories, encounters, relationships and shared traditions. This year’s theme is “In punta di Parole” — a gentle call to truly listen, to feel both the weight and the lightness of words, and to be moved by the emotions they evoke. Instead of enclosed rooms, the setting is openair: two beautiful gardens welcome audiences with literary conversations and evocative outdoor readings.
The 2025 programme features an impressive line-up of guests from the world of literature and journalism, including Maurizio Mannoni, Paolo Colombo, Alberto Garlini, Mal, Pietro Spirito, and Alessandro Mezzena Lona, alongside local voices such as Paolo Pichierri, Chiara Gily, and Hans Kitzmüller.
As always, young readers are given plenty of space: a dedicated section invites them to put aside their devices and rediscover the joy of reading through live storytelling and meetings with authors like Cristina Marsi, Anna Simioni, Stefania Del Rizzo, and comic book artist Marco Tabilio.
There will be music and conviviality, too — thanks to a performance by the festival coinciding with the village’s patronal celebrations, which promise to make the atmosphere even more festive.
boramata 2025
https://qrfy.io/r/KmazxQ6mnC
Ascolta le interviste di IES Trieste Lifestyle registrate a Boramata 2025
Giovanni Marzini, Stefania Boccabianca e Rino Lombardi vi invitano a scoprire Trieste raccontata da:
Massimo Battista, Fabrizio Brancoli, Micol Brusaferro, Lucia Budini, Guido Corso, Francesca Crevatin, Cristiano Degano, Daniela Derossi, Lara Djuric, Filippo Mastinu, Fabiano Mazzarella, Rita Mazzoli, Magdalena Mayr, Matteo Metullio, Giorgio Rossi, Zeno Saracino, Serena Tonel, Francesco Tonetto, Silvia Vatta.
di /by
Matteo Metullio
Morbin è una parola tanto presente nel mio modo di essere, nelle mie scelte e nella mia vita. È una parola così “riassuntiva” che la puoi riconoscere in tanti momenti: è una sorta di “chiave speciale” nella cassetta degli attrezzi di un triestino, da tirare fuori all’occorrenza, per riparare i momenti difficili, e per costruire momenti bellissimi, possibilmente in compagnia, in team.
Il mio morbin? Vivacità, voglia di fare, competere, raggiungere nuovi traguardi e realizzare nuovi sogni. Tutto questo è molto presente nella mia vita attuale alla riapertura di Harry’s Piccolo. In quest’ultimo anno ci è voluto non poco morbin per sorridere sempre e trovare il divertente nelle piccole scelte di ogni giorno. Il morbin mi ha permesso di creare la squadra con cui lavoreremo ogni giorno e pensare a un tipo di locale completamente nuovo.
E poi c’è il morbin in cucina: se dovessi pensarlo come a un ingrediente, penserei prima di tutto al mio comfort food preferito, il pomodoro, e poi al profumo degli agrumi, che adoro. Sono due ingredienti che danno morbin ai piatti, ed è forse il modo migliore per definire materialmente questo particolare modo di essere triestino. Guardo ancora alle mie esperienze: il momento in cui ho scoperto di avere morbin è stato quando mi sono trovato all’inizio della scuola alberghiera a Falcade. Tante persone nuove, il distacco dalla famiglia cui sono molto legato, condividere una stanza, lasciare il calcio per la cucina. Ci è voluto tanto morbin per riuscire a superare lacrime e scoramento e imparare dalle difficoltà con piglio e ironia, e questa cosa me la sono portata sempre dentro!
Morbin is a word that’s deeply woven into who I am—my choices, my life. It’s such a “summary” word, one you can recognise in countless moments: it’s like a special tool in a Triestine’s kit, something you pull out when needed—to fix hard times or to help build beautiful ones, ideally with others, as a team. My morbin? It’s energy, drive, the desire to compete, to aim higher, to turn dreams into reality. It’s very much part of my life right now, as we reopen Harry’s Piccolo. This past year, we’ve needed plenty of morbin just to keep smiling and find joy in the small everyday choices. It’s morbin that helped me build the team we work with every day, and imagine a completely new kind of venue. And then there’s morbin in the kitchen: if I had to think of it as an ingredient, I’d first think of my favourite comfort food— tomato—and then the fragrance of citrus fruits, which I adore. Those are two ingredients that bring morbin to a dish, and maybe that’s the best way to describe this special Triestine spirit in practical terms. When I look back, the moment I realised I had morbin was right at the start of hospitality school in Falcade. So many new people, the separation from my family (to whom I’m very close), sharing a room, leaving football behind for the kitchen. It took a lot of morbin to get through the tears and discouragement—and to learn from difficulties with determination and a touch of irony. That feeling has stayed with me ever since.
Matteo Metullio, l'unico chef stellato del capoluogo giuliano, si conferma un punto di riferimento nell'alta gastronomia, elevando la cucina locale a nuovi livelli. / The city’s only Michelin-starred chef, Matteo Metullio, confirms his status as a benchmark in haute cuisine, elevating local gastronomy to new heights.