Allergia alimentare IgE mediata in età pediatrica Longo G, Berti I, et al. IgE-mediated food allergy in children. Lancet, available online 9 July 2013 Revisione della letteratura scientifica riguardo l’epidemiologia, la storia naturale, la gestione dell’allergia alimentare con una particolare attenzione a questioni controverse e al futuro nella ricerca e pratica clinica. Epidemiologia L’esatta prevalenza non è ancora stabilita. Nei paesi occidentali 3-8% dei bambini e 1-3% adulti presentano un’allergia alimentare. Studi eseguiti in Gran Bretagna, USA e Australia hanno mostrato un incremento nelle ospedalizzazioni per anafilassi, orticaria e angioedema tra il 1990 e il 2005. Attualmente in Australia l’allergia alimentare IgE mediata confermata tramite challenge interessa il 10% dei bambini, facendo supporre l’influenza di possibili fattori ambientali. Storia naturale La prognosi è in generale buona. Dati pubblicati nel 1994 riferivano di una risoluzione dell’allergia al latte nel 85-90% all’età di tre anni, mentre uno studio del 2007 riporta il 21% di mancata tolleranza a tale alimento a 16 anni. Per l’uovo è stata riportata una risoluzione del 68% sempre all’età di 16 anni, mentre per i soggetti con livelli di IgE oltre i 50kU/L è poco probabile una futura tolleranza all’uovo. Diagnosi e gestione La diagnosi di allergia alimentare richiede la raccolta di una anamnesi, una visita clinica ed è confermata dalla presenza di IgE specifiche e, quando indicato, l’esecuzione della prova di scatenamento orale (food challenge). I sintomi possono comparire da un minuto fino a una-due ore dopo l’ingestione; orticaria, angioedema, eritema, prurito, vomito, dolore addominale, tosse persistente, voce rauca, wheezing, stridore, stress respiratorio, congestione nasale, ipotensione, letargia, sincope possono essere i sintomi correlati. I livelli di IgE specifiche (prick test o sul siero) sono generalmente associati alla probabilità di una reazione clinica ma non predicono la severità della reazione. Il food challenge in doppio cieco controllato con placebo è il test più specifico anche se spesso difficile da eseguire nella pratica clinica. I bambini che hanno avuto una reazione severa all’introduzione di un cibo dovrebbero essere sottoposti al food challenge non prima di ventiquattro mesi dalla reazione. I bambini con maggiore rischio allergico non dovrebbero eseguire test allergici; prove allergiche dovrebbero essere prese in considerazione in caso di lattante con eczema dal primo mese di vita o per situazioni particolari. La dieta di esclusione, sebbene considerata sicura, non è validata da prove di efficacia. Gestione dei sintomi Non sono disponibili farmaci nella prevenzione delle reazioni allergiche IgE mediate. Farmaci antistaminici sono utilizzati nella cura delle reazioni non gravi, e l’epinefrina deve essere utilizzata in occasione di anafilassi e nelle manifestazioni gravi e sistemiche. I cortisonici sono comunemente prescritti nelle reazioni protratte ma non sono pubblicati RCT per la dimostrazione dell’efficacia in occasione di anafilassi. Gestione permanente Il medico dovrebbe visitare il bambino affetto da allergia alimentare almeno una volta all’anno. Dall’età di cinque anni una visita ogni 2-3 anni può essere una valida alternativa.