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Testimonianze

TES TIMO NIAN ZE

DI ROSA PAOLINI

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Da giovane avevo lavorato a Milano in Montedison come segretaria e, quando ci trasferimmo ad Arco, scelsi di dedicarmi alla famiglia. Dopo dieci anni di vita casalinga cominciai a sentire il desiderio di rimettermi in gioco, di riprendere a lavorare in uffi cio. Sul principio pensai che fosse una tentazione, un modo di fuggire dalla mia quotidianità, e mi confi dai con don Domenico. Lui mi mandò da Paolo Maino perché gli riferissi questo mio disagio, cosa che feci con molto imbarazzo. Paolo mi ascoltò e disse: “Stavamo pregando per avere una segretaria per la Comunità! Benvenuta!” Gli dissi che avevo la macchina da scrivere e lui rispose: “No, devi usare il computer”. Mentre pensavo come aff rontare un tale cambiamento, un giorno mio fi glio Francesco venne a casa con un avviso: la scuola off riva un corso per i genitori che volevano imparare ad usare il computer. E così è iniziata la mia avventura al servizio dell’Associazione, e il mondo è entrato in casa mia.

Il mondo in casa mia

Sono 27 anni che svolgo questo servizio come volontaria, tutti i giorni, anche quando nel 1998 ho avuto seri problemi di salute e facevo fatica anche ad alzarmi al mattino, ma nonostante tutto non ho mai mollato e ho continuato a svolgere le mie mansioni. La mia precedente esperienza mi fu molto utile, perché si iniziava a protocollare quello che si scriveva, ad archiviarlo, a costituire un indirizzario, e così via. Il lavoro era soprattutto per la Onlus: corrispondenza con i missionari e i benefattori, bonifi ci, rapporti con gli enti pubblici, oltre alle mansioni di segreteria come stampare, spedire, ecc. La realtà dell’Associazione diventava sempre più complessa e molte altre persone si aggiungevano per collaborare. Dal 2017 gli uffi ci sono al Centro Internazionale di Arco, dove è ancora più necessaria una presenza continuativa con competenze professionali. Quindi anche il mio lavoro ha dovuto evolversi nel tempo, senza perdere il senso di “missione” che percepisco in ogni lettera, telefonata, incontro con le persone. Ringrazio il Signore per questa opportunità di servizio, ringrazio mio marito perché mi ha sempre sostenuta e aiutata. Ringrazio i fondatori e tutti i responsabili per la fi ducia, la stima e l’incoraggiamento, e tutti coloro con i quali ho lavorato in questi anni, per le tante condivisioni e il cammino fatto insieme. Ora ho scelto di lasciare il servizio, a causa della mia età avanzata, ed è bello pensare che, per il futuro, qualcuno mi sostituirà.

Lasciate che i bambini vengano a me

DI IGNAZINA CROCIATA

È da tempo che questa Parola mi risuona dentro… Fino a poco tempo fa pensavo si riferisse ai bambini che ci stanno intorno, quindi non riguardava me direttamente, ho superato da un bel po' questa fase della vita! Ma siccome me la trovavo casualmente sempre davanti, ho lasciato che questa Parola scendesse più in profondità e l'ho ascoltata. Certamente, è una Parola che indica l'amore e la pazienza che ha Gesù per i bambini, e ci insegna a fare altrettanto, avendone cura, anzi, Gesù addirittura ci indica la loro semplicità e docilità come esempio…ma non mi bastava. Mi è venuto in aiuto il mio percorso psico-spirituale, le varie letture fatte, il corso sull'accompagnamento spirituale, nei quali ho imparato che c'è una parte di noi che rimane per sempre “bambina”: ingenua, desiderosa di aff etto, di cure, di conferme, giocherellona, che si stupisce della bellezza, genuina e sincera, ma anche molto vulnerabile, e incapace di autodeterminarsi, in ricerca costante di approvazioni e di carezze, nonché di sguardi benevoli. Questa parte di noi è più o meno ferita, ha attinto a ciò che le è stato dato dai genitori e porta dentro di sé tutto il bagaglio delle esperienze infantili fatte. Spesso, e per fortuna direi, emerge nelle relazioni, ci fa sentire piccoli, fragili, gioiosi, tiranni o ribelli: è il nostro 'bimbo interiore', che fa parte di noi. In questi percorsi ho compreso che ci si può prendere cura di questo bimbo, con la nostra parte adulta, sana. Che può accoglierlo, accettarlo, comprenderlo. Ma mi mancava ancora un tassello. Nel Vangelo Gesù accoglie i bambini, li stringe tra le braccia, li benedice (cfr Mc 10,1316). Allora mi è venuto in aiuto un insegnamento, nel quale il relatore parlava dell'Amore di Dio, che è il cuore della Scrittura. E diceva di meditare queste Parole, anche attraverso le nostre facoltà, come la fantasia. Ho immaginato così di accompagnare la mia bimba interiore da Gesù e invitarla ad andare da Lui, immaginavo come Lui la accoglieva e l'abbracciava, e pian piano sono caduti tutti quei giudizi severi, o quel rifi uto della mia vulnerabilità che avevo ancora di riserva. Ho sentito che Gesù le diceva: “tuo è il Regno dei Cieli, non temere, io sono con te, ti conosco per nome…tu mi appartieni! con la tua bocca voglio aff ermare la mia potenza”. Ho compreso che Gesù, come solo Lui sa fare, ci guida alla riconciliazione ed alla pacifi cazione interiore anche della nostra infanzia, che certamente non può essere cambiata, ma può sicuramente essere riscattata! E, meditando la Parola, possono guarire anche i ricordi e le esperienze più dolorose, come solo Dio può fare. Grande! Solo Lui poteva avere un'idea così geniale! Coraggio allora, lasciamo che i bambini vadano a Lui!