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Proteine animali VS Proteine vegetali

Come abbiamo accennato in principio, le proteine sono sempre più ricercate a causa dei loro percepiti benefici per la salute: l’assunzione di proteine mantiene i livelli di zucchero nel sangue più stabili, ha un effetto positivo sui livelli di colesterolo, sulla pressione sanguigna e sul sistema cardio vascolare e favorisce il rinnovamento delle cellule. Alcune di esse funzionano da anticorpo, altre intervengono nel processo di coagulazione del sangue, altre ancora servono per il trasporto delle sostanze nutritive e dell’ossigeno. Non solo: i cibi proteici saziano più a lungo e, pertanto, sono un valido alleato delle diete dimagranti; aumentano la massa muscolare, motivo per il quale fino a poco tempo fa i maggiori seguaci erano gli sportivi.

Cavalcando l’onda del nuovo trend, un numero crescente di produttori aggiunge proteine in prodotti precedentemente non associati ad esse nella mente dei consumatori. La comunicazione del prodotto punta tutto sul claim “rich-in proteine” o semplicemente evidenzia gli alti livelli di proteine in prodotti che sono già considerati una buona fonte, dettaglio che fino a poco tempo fa non veniva puntualizzato, ma che oggi rappresenta una forte spinta all’acquisto.

Accanto alla salute, la seconda motivazione da considerare in particolare per coloro che prediligono un apporto proteico vegetale, è la sostenibilità

Per comprendere questo aspetto, partiamo dall’assunto che ridurre il consumo di carne significa ridurre anche le emissioni di gas serra, poiché la minore domanda da parte del mercato spingerebbe gli allevatori a ridurre la produzione, con i conseguenti benefici che ne deriverebbero per l’ambiente.

Secondo un recente rapporto dell’Institute for agriculture and trade policy (latp), i quindici maggiori produttori mondiali di carne e latticini emettono più metano di interi Paesi come Russia, Canada e Australia. Un dato confermato da numerosi studi, che portano a concludere che l’allevamento è responsabile del 14,5% delle emissioni globali di gas serra, più dei trasporti (dati FAO); l’allevamento di bovini è responsabile del 65% delle emissioni di metano e del 37% delle emissioni di protossido di azoto (Nature); l’allevamento è una delle principali cause di deforestazione, a sua volta responsabile del 15% delle emissioni globali di gas serra (WWF); la produzione di carne richiede circa 20 volte più acqua rispetto alla produzione di cereali e vegetali (Water Footprint Network); le fattorie di animali sono una delle principali fonti di inquinamento dell’acqua (EPA).

Una dieta a base vegetale, invece, può ridurre le emissioni di gas serra fino al 73%. Inoltre, la coltivazione di vegetali ha un impatto ambientale inferiore rispetto alla coltivazione di animali, poiché richiede meno terra, acqua ed energia

Secondo uno dei più completi studi, pubblicato nel 2020 su Frontiers in Sustainable Food Systems, 100 grammi di proteine vegetali emettono 1,9 kg di CO2, la carne coltivata 5,6 e quella bovina allevato 25,6

In conclusione, una dieta a base vegetale può aiutare a ridurre l’impatto ambientale dell’allevamento animale e contribuire a un mondo più sostenibile. Ciò significa che alla platea di consumatori che sceglie una dieta proteica per motivi di salute, occorre aggiungere coloro che lo fanno spinti da motivi etici.

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